1
LA BUONA NOVELLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE
-N/vru\T^^)iAA>^^
PREZZO DI ASSOCIAZIONE
Per il Regno [franco a destinazione]____£. 3 00
Per la Svizzera e Francia, id........... „ 4 25
Perì'Inghilterra, id................... „ 5 50
Per la Germania id.................. „ 5 50
Non si ricerono associazioni per meno di
un anno.
Andate per tutto il mondo e predicate rEraogelo
(la Buona Novella) ad ogni creatura.
Mattbo xti, 16.
LE ASSOCIAZIONI SI RICEVONO
In Firenze, da Leopoldo Pìnelìi, via Tornabuoni
al Deposito di libri religiosi.
In Livoeno, via San Francesco, idem.
In ToEtvo, via Principe Tommaso dietro ilTempio Valdese.
Nelle Pbovikcie, per mezzo di franco-boUi jpogtali, che dorranno essere inviati franco in jPì*
renze, via Tornabuoni al Deposito libri religiosi.
All’estero, a’seguenti indirizzi: Parigi, dalla libreria C. Meyrueis, rue Eivoli;
Oinevra , dal signor E. Beroud libraio ; Inghilterra, dal signor Q. P. MuUer,
General Merchant, 26, Leadenhall street. E. C.
SOMMAEIO
ta valle dell’ombra della morte. — Le ragioni della Vera Buona, Novella. — Miss Florence Nightingale, e la priDcipessa Elena di Russia. — Vita religiosa a Pietroburgo. — Notizie religiose : Inghilterra, Spagna, Egitto.
LA VALLE
DELL’OMBRA DELLA MORTE
« Avvegnaché io camminassi nella valle dell'ombra
della morte, io non temerei male alcuno: perciocché
tu sei meco: la tua bacchetta, e la tua verga mi
consolano ». Salm. xxni, 4.
David che, ia tutta la sua vnta, era stato con tanta misericordia
guidato dal suo Pastore, doveva avere la certezza che sarebbe pure
guidato fino alla sua morte. Dal passato ne induceva l’avvenire; e
sarebbe stato ingrato dell’uno, se avesse dubitato dell’altro. Quindi
dall'eiiperienza della sua vita passa alla esperienza della sua fede.
2
senza che si osservi in lui cangiamento alcuno nel tuono di certezza
e eli pace che domina tutto quel salmo. E quando mai aveva avuto
più bisogno della assistenza del suo Dio, se non per andare al davanti della fine di ogni carne, che egli con energìa chiama, la valle
deìTombra della mm'te?
B invero, l’immagine del salmista, che in un senso generale si
applica all’insieme delle miserie che il peccato ha sparse nella vita
dell’uomo sulla terra, determina specialmente l’ultimo e terribile
contrasto con il quale ha fine. Proseguendo l’allegoria che esistè
nella prima metà del salmo, David si figura una pecora la quale,
lasciati i paschi erbosi, è condotta in una valle oscura e disastrosa e
piena di spaventi. Così la vita umana, dopo aver traversato tutte le
vicissitudini del bene, e del male, che ne riempivano il corso, termina
necessariamente in una lugubre e solenne catastrofe che si chiama,
la via di tutta la terra. Colà si confondono in una notte comune, la
pompa dei re, e li stracci dei poveri, l’orgoglio del sapiente, e la
bassezza dell’ignorante, la gloria e la ignominia, la felicità e la traversìa d’un giorno: bellezza, ricchezza, potere, onori, tutto si riduce
in polvere.
Ma questa stretta ed oscura valle non è che un passo da ti-aversarsi, ella ha un’uscita che conduce nel mondo misterioso delle retribuzioni, ove la sorte di ogni uomo è irrevocabilmente determinata. È sopra tutto questo, che rende tanto terribile questa valle
dell’ombra della morte ! La dissoluzione del corpo che indicano
queste parole, non è, per servirmi della medesima espressione di
David, che Yombra di quel che deve seguirla. La maladizione della
morte, pronunziata sulli uomini dopo la loro caduta, non è solamente
la separazione dell’anima dal corpo, ma ancora, e più specialmente,
per l’uno e pQr l’altra, la separazione da Dio che li uomini hanno
abbandonato seguendo i loro desideri. La morte spirituale, la più
spaventevole delle due, ha cominciato subito dopo la loro disubbidienza che fa la separazione fra loro ed il Creatore; ed è consumata
dopo la morte corporale, quando il peccatore irreconciliato, posto in
faccia al suo Giudice, è gettato nelle tenebre di fuori ove vi è sempre pianto e stridor di denti. Tale è la vera morte, della quale
l’altra, lo diremo anche una volta, nou è che un’ombra, e che gli
comunica realmente i suoi più strazianti terroi i.
Ma dopo la morte, spirituale, che è entrata nel mondo con il primo
peccato, Dio ha avuto compassione delli uomini perduti. Ha mandato loro un Riparatore di questa inevitabile rovina. Costui c il
3
Príncipe della vita ; la vita stessa, si è .abbassata fino alla morte
(Iella croce, onde vivificare tatti coloro che una fede sincera unirebbe a lui. Per loro, la morte spirituale è terminata, “ colui che
crede, è passato dalla morte alla vita ” (Giov. v, 24). E Gesù completa il suo concetto, aggiungendo: “ Chiunque vive e crede in me,
non morrà giammai in eterno ” (Giov. xr, 26). Che cosa è allora la
morte, per un peccatore redento? La vita eterna chc è cominciata
per lui avanti la dissoluzione del suo corpo, si trova consumata
quando ha passato la oscura valle. Per lui, questa valle oscura non
c più dunque che un’ombra di morte, poiché la morte stessa è stata
aìxissata in vittoria (1 Cor. xv, 54), da Colui che ne ha trionfato
sulla croce.
Ecco quello che era in prospettiva, alli occhi della fede di David.
Ecco quello che è divenuto in realtà per lui e per la moltitudine dei
redenti, che hanno data con fiducia la loro anima nelle mani del
loro Pastore. Hauno traversato la valle dell'ombra della morte, ma
per entrare condotti dal loro Pastore, in nuovi paschi erbosi, nei
paschi eterni, ove YAgnello li pascerà, e li custodirà per tutti i secoli, Per loro, la morte non è più qual nera e minacciosa nube che
spaventa da lontano, che pare impenetrabile, ma che si traversa
senza ostacolo quando una volta entrativi, vi si esce per trovai’e un
sole più splendente e benefico. Così attraverso queste oscure angustie, si scorge il paese della promessa, e si cammina innanzi ad un
glorioso avvenire, con umile certezza ugualmente distante dalla non
curanza, e dalla angoscia, ohe di tratto in tratto palesano i mondani,
I redenti vi camminano con la circospezione di esseri che sentono
la loro debolezza, e comprendono tutta la gravità di una decisiva
circostanza. Vi camminano con la vigilanza che assicura i loro passi
sulla Ilocca. Vi camminano osservando da vicino il passo pericoloso
che il misericordioso Signore ha tanto addolcito, e ove volgendo
uno sguardo nel passato, nel presente e nell’avvenire, li abbondanti
subietti di ringraziamento-che hanno da rendere a Dio della loro
salvazione. *
Ma vi camminano pure con sicurezza., sapendo che la morte non
può ritenerli ne’ suoi legami. Quelle difficoltà, quei nemici che possano incontrarvi, sanno che potranno sui:»erarle, vincerli, e camminare avanti; e le ineffabili bellezze del paese che vi scorgono per la
fede, sj)andono la loro gloria, ed il loro splendore fino sulle ombre
della via. Il re delli spaventi che regnò in questi luoghi, potrà
strappargli il tributo che reclama, ed essi gli abbandonano volentieri
4
quelle del corpo di polvere che per un qualche tempo depongono
nelle loro mani; ma sanno che questa spoglia mortale, gli sarà pure
tolta da Colui, che ha vinto la morte, e che sarà resa incorruttibile,
quando il Figlio dell’uomo verrà a compiere la intiera redenzione
dei loro corpi. Non considerano dunque la morte come l’abisso lasciato allo scoperto dal Mar Eosso, il quale lasciò libero il passo ai
figli d’Israele per uscire dalla terra di schiavitiì, o come le acque
del Giordano che si divisero innanzi a loro, per farli entrare nella
terra promessa, e nel luogo del loro riposo.
Per coloro che muoiono nel Signore, divien una realtà la parola
che David aggiunge: “ Io non temerò male alcuno. ” La pace di Dio
conserva il loro cuore in Gesù Cristo: e si assoggetterebbe anche al
timore? Non pertanto, se non temono alcun male, non si aspettino
di risentirne alcuno. Non ignorano che la morte è accompagnata da
separazioni, dolori, e strazi, ai quali la carne ed il sangue non sono
che troppo sensibili: la loro anima stessa, può essere esposta, come
spesso accade, ad interne angoscie per le quali il gran nemico dei
figli di Dio cerca scuotere la loro fede e deviarli dal loro cammino.
Ma benché io senta questi mali, io nou li temerò, dice il fedele. Io
so che tutte le cose concorrono insieme al bene di quelli che amano
Dio : perchè temerei io per tutto quello che il Padre mio celeste
giudica buono di mettermi nella mia strada?
Due cose sole, il fedele riguarda come mali reali: il peccato, e la
separazione da Dio che n’è la conseguenza. Ove è peccato, vi è questa
separazione, e questa separazione non esiste senza uno stato di peccato.
Ecco il male assoluto, il male nella sua essenza. Le pene, le perdite,
le privazioni di questa vita sono considerate come mali assoluti dai
figli del mondo: ma sono prove per i figli di Dio, ed anche benedizioni. E in questo senso specialmente che David ha potuto dire parlando della morte, io non temerò male alcuno, non che egli pretendesse nell’ultimo combattimento, essere preservato dalle miserie
dell’umanità: ma egli contava sul Signore per esser preservato dal
peccato e dalle miserie spirituali. Il suo pensiero è lo stesso, che in altro salmo esprimeva David: “ Il Signore ti guarderà d!ogni m.ale: egli
guarderà l’anima i!<a”(Salm. cxxi, 7). Nò, li assalti degli spiriti delle
tenebre non avranno, in quell’ora decisiva, il potere di smuovere il
redento di Gesiì Cristo: niuna tentazione dell’ultimo nemico, niuna
agonia della carne, niuna angoscia deH’anima non potranno rovesciare la sua speranza. La sua forza, la forza che gli viene da Dio,
durerà quanto i di hii giorni, o per spiegar meglio il significato di
5
questa promessa, gli sarà data la forza a seconda del bisogno di ciascuno dei suoi giorni. E potrà nel più forte della pugna, intuonare
quel canto di trionfo che lo spirito di.Dio metteva già sotto la penna
di Paolo: “ 0 morte dove è il tuo dardo? o inferno, ove è la tua vit„ toria? Ringraziato sia Iddio, il quale ci dà la vittoria per lo Signore
„ nostro Gesù Cristo. (1 Cor. xv, 55, 57). Chi ci separerà dall’amor
„ di Cristo? sarà egli afflizione, o distretta, o persecuzione, o fame, o
„ nudità, 0 pericolo, o spada? Anzi in tutte queste cose noi siamo di
„ gran lunga vincitori per colui che ci ha amati. Perciocché io son
„ pei-suaso, che nè morte, nè vita, nè angeli, nè principati, nè pode„ stà, nè cose presenti, nè cose future: nè altezza, nè profondità, nè
„ alcuna altra creatura, non potrà separarci dall’amor di Dio, che è
„ Cristo Gesù nostro Signore” (Rom. viii, 35, 37, 38, 39).
Spesso si veggono le anime dei figli di Dio sui confini dell’eternità, illuminati dai r^gi della fede con straordinaria abbondanza.
Le pene, le privazioni, le angoscie, e tutte le cose visibili che non
sono che per un tempo, sembrano sparire per loro, e lasciargli la libertà di contemplare queste cose fino allora invisibili, delle quali si
impossessano come la corona dopo il combattimento. Un eminente
servo di Dio, sul suo letto di morte, si congedava dalla sua famiglia.
Una sua diletta figlia, che non lo credeva tanto malato disse: ]\Ta
pappa, credi tu che la tua malattia sia pericolosa? Pericolosa? figlia
mia, rispose il moribondo con la calma della pace, e il sorriso della
speranza: “Oh! non dire queste parole. Non può esservi pericolo per
il cristiano. Tutto va bene: tutto è buono, Dio è amore. Sì tutto è
buono, eternamente buono.” Niun dubbio, nessun timore balenò nella
pua mente. La morte non era realmente che un’ombra oscura che
doveva traversare per giungere al paese della luce. Così fu udito ripetere spesso nelli ultimi momenti della vita: Oh allegrezza! oh felicità!Io vado a riposarmi! Eccomi nella casa di mio Padre!
La morte di Stefano è pure un esempio di quanto abbiam detto.
Circondato da coloro che lo odiavano, e vicino a spirare nei tormenti
del supplizio: „ Pieno dello Spirito Santo, affissati gli occhi al cielo,
,, vide la gloria di Dio, e Gesù che stava alla destra di Dio: e disse:
„ Ecco io veggo i cieli aperti, e il Figliuolo deU’uomo che sta alla
„ destra di Dio: e mentre lo lapidavano, pregava e diceva: Signore
,, Gesù, ricevi il mio spirito. Poi postosi in ginocchioni, gridò ad alta
,, voce, Signore, non imputare loro questo peccato. E detto questo, si
„ addormentò. (Atti vii, 55, 56, 59, 60).
È questa la morte del figlio di Dio. D’onde vien un sì grande e
6
prezioso privilegio? David ce lo dice, quando aggiunge nel versetto
che spieghiamo: „ Perciocché tu sei meco, la tua bacchetta e la tua
„ verga mi consolano. ,,
La presenza e la compagnia di Gesiì, la guardia e le direzioni di
Gesù, l’unione con Gesù, il possesso di Gesù; ecco, non sapremmo
troppo ripeterlo, la sorgente, l’unica ma pure la infallibile sorgente,
di una tranquilla e beata morte.
Gesù conduce i suoi attraverso la valle dell’ombra della morte, va
innanzi a loro come un buon pastore cammina avanti le sue pecore
che conduce a pascere. E questa non è un’immagine, ma una realtà.
Gesù è morto per salvarci, è voluto passare per tutti i dolori dell’ultimo combattimento; è sceso nel sepolcro, e nulla di quanto può provare uno di noi in quel momento solenne, non gli è stato estraneo.
Qual incoraggiamento per i fedeli, quando sono chiamati alla loro
volta in questa oscura valle ! Con qual iiduda non vi seguono le
traccie del loro divino Precursore! Come i terrori della morte sono
dissipati dal rifles,so di luce e di vita che ha lasciato dietro di sè!
Avete mai osservato un timido fanciullo, esitante neH’inoltiarsi in
un bujo passaggio, nel quale la sua immaginazione gli mostra ogni
sorta di timori? Se suo padre, o il suo fratello maggiore gli fanno
coraggio passando i primi, il fanciullo divenuto coraggioso, e rassicurato dalla voce di colui nel quale ha piena fiducia, passa anche
esso senza timore. Così è dei figli di Dio, che camminano dietro a
Gesù Cristo. Tutto è chiaro per loro nella via. Li occhi loro fissi su
lui ne sono illuminati, e la stessa valle della morte è santificata pel
di lui passo. Che cosa possono eglino temere seguendolo? Non ha egli
trionfato della morte? Non è egli per la sua resurrezione „ divenuto
„ le primizie di coloro che dormono.? (1 Cor. xv, 20).
Gesù conduce pure i suoi nella valle dell’ombra della morte, „ coli
„ il suo esempio. „ Vediamo in lui come si può, come si deve morire quando gli si appartiene. Egli ha sofferto per noi, e noi possiamo aggiungere: Egli è morto per noi, lasciandoci un modello onde
seguiamo le sue orme. Noi non conosceremo mai una morte più dolorosa, un’agonia più straziante, delli interni combattimenti più opprimenti di quelli di Getsemane e del Golgota. E pur nondimeno,
qual pace, qual dolcezza, qual fiducia, qual abbandono, quando rimette il suo spirito nelle mani del Padre suo celeste! Qual esempio!
€ qual forza, qual autorità in quest’esempio per coloro che, per la
fede, sono stati fatti una medesima pianta con lui !
Gesù è ancora con i suoi per confermarli nella morte, per l’opera
7
della salvazione che ha compiuta morendo esso stesso per loro. Non
vi è più condanna per coloro che sono in Gesù Cristo. Or la condanna
è l’aculeo della morte che Gesù ha rotto con il suo sacrifizio espiatorio. “ II vostro cuore non sia turbato, dice loro, voi credete in Dio,
„ credete ancora in me. Nella casa del Padre mio, sono molte
„ stanze: se non, io ve l’avrei detto; io vo’ ad apparecchiarvi il luogo.”
(Giov. XIV, 1, 2). Andarsene, non più in presenza di un giusto Giudice, ma verso un Padre riconciliato, per essere con Gesù eternamente :
vedere, contemplare infine faccia a faccia Colui che ci ha tanto amati,
“ed essere saziati della sua sembianza,” oh! in questa gloriosa perspettiva vi è di che dissipare tutti i terrori del sepolcro.
Gesù conduce infine le sue pecore nella valle dell’ombra della
morte, con la bacchetta del suo Spirito, e con la verga della sua parola. Egli è là, lui stesso, con loro per dargli forza, per incoraggiarli,
per riempiere il loro cuore delle sue consolazioni divine, per sigillare
in loro la adozione e dar loro le arre di vita eterna. Applica ai bisogni del loro stato le dichiarazioni della sua Parola, li nutrisce dello
promesse immutabili che sono tutte, sì, e amen in lui: comunica per
loro; o questa Parola, una vita, una luce, una energia, che forse non
avevano mai conosciute, e la loro fedo consolidata da tali preziosi
soccorsi, fa loro bene spesso in anticipazione contemplare il luogo
del riposo nel quale vanno ad entrare. Allora dicono con i santi uomini. “ Quando entrerò e mi presenterò innanzi a Diol Cristo è il
„ mio vivere ed il morir guadagno” (Filip. i, 21). “ Io mi rallegrerò
„ di grande allegrezza nel Signore, l’anima mia festeggerà nell’Id„ dio mio, perciocché egli mi ha vestito di vestimenti di salute, m’ha
„ ammantato dell’ammanto di giustizia, a guisa di sposo adorno di
„ corona, ed a guisa di sposa acconcia co’ suoi corredi.” (Isaia lxi, 10).
„ Io rimetto il mio Spirito nelle tue mani: tu. mi hai riscattato, o Si„ gnore làdio di verità.” (Salm. xxxi 6). “ Io sarò del continuo teco:
,, tu mi hai preso per la man destra. Tu mi condurrai per lo tuo con„ siglio, e poi mi riceverai in gloria. Clii è per me in cielo fuor che te?
,, io non voglio altri che te in terra. La mia carne ed il mio cuore
,, erano venuti meno: ma Iddio è la rocca del mio cuore, e la mia
„ parte in eterno.” (Salm. lxxiii, 23-26). “ Sì vieni Signore Gesù.”
(Apoc. XXII, 20).
8
LE RAGIONI
DELLA VERA BUONA NOVELLA
La Vera Buona Novella, rispondendo al nostro articolo del 31 Ottobre
caduto, cerca distruggere i nostri incakanti e persuadenti argomenti, cerca
convincerei del nostro torto con le seguenti PERSUADENTISSIME
RAGrIONI: « Turpe ed immoralissima dottrina de’ caporioni protestanti pisani: scempiato periodico; periodico della perversione protestante; FACCIA invetriata De’CAPORIONI DELLA MISERIA PISANA; BÜFF0NI
PISANI, CON LOGICA DA CIARLATANI : STAMPATORI DI INIQUISSIME E CORRUTTRICI dottrine; ciechi calunniatori; gente orgogliosa, astuta, maliziosa, SUPERBA, materiale, SUPERSTIZIOSA, MONDANA. »
Chi risponder può a queste persuadentissime ragioni? La Buona Novella,
fedele alle sue proteste, di trattare cioè le questioni religiose con dignità,
carità, e amore, non vuole confutare queste ragioni (linguaggio del trivio,
della piazza, e dei bordelli) : prega V A rmonia, a farlo ; fra loro, ugual linguaggio, s’intendono bene.
Ma La Buona Novella non può fare a meno di consigliare ai Redattori
della Vera Buona Novella, periodico della Cristianità Cattolica, di cancellare dal loro giornale le parole « Cristianità Cattolica, » poiché le ragioni
superiormente trascritte disonorano quei nomi, disonorano Cristo. « La
Bmna Novella, » coerente al nome che porta, dirà ai Redattori della Vera
Buona Novella, solamente ed umilmente le parole di Cristo sulla croce ;
Padre perdona loro, perciocché non sanno quello che fanno, (Lue. xxii, 34).
e ripeterà la preghiera di Stefano spirante sotto le pietre scagliategli dai
giudei; Signore non imputare loro questo peccato. (Atti vii, 60).*
MISS FLORENCE NIGHTINGALE, (1) E LA PRINCIPESSA
ELENA DI RUSSIA
Miss Florence Nightingale,'porta tal nome perchè nacque nel 1820 a Firenze. Figlia di genitori dotati di ricchezze sterminate, e di non ordinaria
istruzione, fu educata conformemente alla sua nascita: l’amore del prossimo
si sviluppò di buon’ora nel suo cuore. Giovinetta, amava curare i malati,
consolare quelli che erano oppressi dalle sventure : la ricca sua posizione,
(1) Si pronunzia :
9
ben spesso le facilitava provvedere a molti mali. I libri che narravano le
umane miserie, ed indicavano i mezzi per ripararle avevano una grande attrattiva per lei. Si dette allo studio di tutte le lingue che imparò a perfezione: ciò le procurò, nella guerra di Crimea, il modo di famigliarmente
intrattenersi con i malati di varie nazioni che incontrò nelli spedali. Nella
sua gioventù viaggiò per tutta l’Europa; visitò pure l’Egitto; ovunque ella
fu, acquistò buoni amici. Divenuta grande potè sola visitare le scuole, gli
spedali, li stabilimenti di beneficenza del suo paese, e in specie di Londra
e raccorre larga messe di utili ed importanti osservazioni. Nel 1851 mentre
tutti accorrevano a Londra per la universale Esposizione, Ella andò a Kaiserswerth, per esaminare d’appresso la organizzazione e la direzione del
vasto stabilimento delle Diaconesse del sig. Flierdner. Per tre mesi, giorno
e notte, fu assidua alla cura dei malati, poi tornò in Inghilterra, aspettando
il momento in cui il Signore la chiamerebbe ad un’opera qualunque. Non
aspettò molto, fu richiesta dirigere l’Asilo ove erano raccolte le domestiche
e le bambinaie ammalate : allegra abbandonò tutti i comodi, tutte le dolcezze della casa paterna, per condurre una vita semplice, in questo stabilimento di carità, al quale dedicò, il tempo, le sue premure, ed uua parte
del suo patrimonio. La di Lei salute era poco ferma, ed era un momento
in cui non stava molto bene, quando il bisogno di assistere i feriti nella
Crimea percosse le sue orecchie, battè al suo cuore.
Lord Herbert segretario della guerra, la ricercò: ella promise subito il
suo soccorso e quello di molte altre donne piene di carità, per andare a curare i soldati inglesi. Calcolò la spesa necessaria, soscrisse la prima, per
una forte somma, e vi fece soscrivere i di lei parenti ed amici. Il 5 Novembre 1854 giunge a Costantinopoli con 37 compagne. Furono subito condotte a Scutari, nelle baracche che servivano di spedale, e ove erano più di
600 malati, o feriti alla battaglia d'Inkcrmann. Si misero subito al penoso
ufficio. I chirurghi, i medici, ebbero a lodarsi delle cure e sollecitudini di
queste donne, e specialmente della loro direttrice. Miss Nightingale stette
fin venti ore di seguito senza mai riposarsi, senza mangiare, quando giungevano allo spedale nuovi malati o feriti, che abbisognavano di immediate
8 importanti medicature. Non aveva repugnanza a nulla, nulla la intimoriva nè spaventava, nè il colèra, nè i terribili eccessi di febbre tanto comuni
nelli spedali militari : aveva incombenza speciale della biancheria, e della
cucina.
Nel 1855 Miss Stanley giunse in di Lei ajuto con 50 nuove compagne :
ciò permise a Miss Nightingale di andare ad ispezionare ed installare li
spedali di Balaclava. Assalita colà dalla febbre perniciosa i medici la stimolavano a ritornare in Inghilterra, ma ella non volle ; tornò a Scutari, vi
si curò per qualche tempo, poi ritornò in Crimea, di dove non partì che a
guerra finita, e a paöe conclusa.
10
Tornata iu Inghilterra, abbcnchò facesse di tutto per sottrarsi agli occhi
di tutti, non pertanto le testimonianze di riconoscenza, e di ammirazione,
le furono prodigate da tutte le parti; la regina le conferì il nastro dell’Ordine superiore, e si eresse a Londra sotto il di Lei nome, uno stabilimento
di diaconesse protestanti. M. Nightingale continuò a consacrarsi pel miglioramento delli spedali, e diresse a questo scopo alle autorità molti e ben
ragionati rapporti. Ella ha pure pubblicati su questi istituti due opere di
grandissimo merito: di una fra le altre, la più popolare, ne sono stati venduti 100 mila esemplari, e fatta una traduzione in tedesco.
Nel medesimo tempo che Miss Nightingale curavai feriti Inglesi in Crimea,
ugual sentimento di carità ebbe per i soldati Russi la gran Principessa
Elena di Russia, nata nel Wurtemberg, Vedova del Principe Michele di
Russia.
Scoppiata la guerra in Crimea, cadute le prime vittime, la principessa
imperiale, vedova, non consultò che il suo cuore, e accorse sui luoghi per
curare i poveri militari. Non vi andò sola: prima di abbandonare Pietroburgo, fece appello a tutte le persone ohe mosse dalla carità avrebbero voluto accompagnarla. Il di Lei appello cristiano e patriottico fu bene accolto:
300 signore russe, la maggior parte di religione evangelica, le altre della
Chiesa greco-russa, la seguirono coraggiosamente in Crimea, e si dedicarono come le diaconesse inglesi, alla bell’opera di carità. Terminata la
guerra, tornarono al loro paese; 80 fra queste hanno formata a Pietroburgo
una associazione, e continuano a spendere il tempo curando i malati allo
stabilimento di carità fondato dalla principessa Elena, Felici quei paesi,
che veggono le principesse, e le ricche signore, lasciare le regali stanze, e
le ' sontuose sale, e portarsi nello spedale a curare i malati, spinte dalla
carità, appresa nel Vangelo.
VITA RELIGIOSA A PIETROBURGO
Per farsi una giusta idea della vita religiosa in Pietroburgo, bisogna vederla nella domenica, e visitare le chiese che vi esistono.
Si vada da prima alla Chiesa Armena, si vedrà interiormente bene addobbata, frequentata da una cinquantina di fedeli, la maggior parte del
Caucaso, che ascoltano il discorde e spiacevole canto di alcuni preti. Il
culto non differisce molto da quello della Chiesa Ortodossa greca.
Si entri nella Chiesa Ortodossa greca di Kasan. La porta circondata da
una moltitudine di frati e monache che chiedono la elemosina ai concorrenti e sollecitano la loro pietà con quest’opera di religione. Entrati nel
tempio s'incontrano i mercanti di ceri, immagini ecc. e per tutto il tempo
11
che dura il culto, si sente il rumore e del danaro che bì paga c si cambia,
e rammenta le parole del Signore (Matt. xxi, 12). Si fa sentire un canto
armonioso, è segno che giunge il pope, papa, dai capelli lunghi e dalla bella
barba, per celebrare il culto. Li assistenti mostrano religioso raccoglimento.
Si acceda alla Chiesa Cattolica Romana: anche qui i poveri non mancano: molti Pollacohi, d’aspetto miserabile si affaticano ad entrare in
Chiesa.
Si entri nella Chiesa Luterana di S. Pietro, e nella Chiesa riformata
Olandese.
I Protestanti a Pietroburgo sono divisi in quindici parrocchie, e in tutte
formano una popolazione di 34 mila anime circa; le parrocchie hanno le
seguenti denominazioni:
S. Michele I, — S. Pietro, — S. Caterina, — S. Anna, — S. Michele II, — S. Giorgio, — S. Caterina Chiesa Svedese, — S. Maria
Chiesa Irlandese, — la Chiesa Inglese, — la Chiesa Olandese, — la Chiesa
riformata Alemanna, — la Chiesa riformata Francese, — la Chiesa Estonania, — la Chiesa Lituania, — S. Maria all’Ospizio.
In questi luoghi ogni domenica il Vangelo è annunziato in dodici lingue
diverse. La maggior parte dei protestanti appartengono alla classe agiata;
le scuole sono ben condotte, i poveri assistiti, i malati curati e li orfani
consolati.
Sono già cinque anni che si è fondata a Riga una Società per i trattati religiosi e opere evangeliche. La prima colletta per il mantenimento della società
fruttò da 8 mila franchi. Dio ha riccamente benedetto la fede dei fondatori
della società. Nel 1860 si erano vendute 104 opere religiose in varie lingue,
40 mila stampe rappresentanti scene biblique, con analoghi versetti della
Bibbia, e 486,150 esemplari delle pubblicazioni stampate dalla società.
NOTIZIE RELIGIOSE
Inghilterra. — Nel mese di Maggio l’Inghilterra ha tenuto molte riunioni delle innumerevoli sue associazioni religiose. Parleremo di alcune, le
più importanti. Società Biblica Briitannica e Straniera.— È la più grande
delle associazioni religiose ; le sue operazioni sono per tutto il mondo conosciuto. In Francia ha diffusi 88 mila esemplari della Bibbia. In Alemagna
83 mila’fra Bibbie e nuovi Testamenti. In Danimarca 11 mila. In Svezia e
Norvegia 91 mila. Nelle Indio 81 mila: a Calcutta 30 mila. In Russia Spagna e Portogallo l’opera progredisce ma lentamente. In Italia "prospera, e i
depositi di Milano, Torino, Napoli, Firenze e Genova ec. hanno continue
domande. Nel corso del caduto anno 1861, la diffusione dei libri santi è
12
ascesa 1,595,248 esemplari, e dalla sua fondazione a 40,910,47-4. Le spese
occorse nel detto anno gono ascese a 4,211,100 franchi. La Società ha 3728
società ausiliari, nella Gran Brettagna, 471 in Irlanda, e 933 nelle Colonie
e nelle altre dipendenze della Corona.
— Società dei Trattati Religiosi. — La fondazione di questa Società rimonta al 1799. Nell’anno decorso sono usciti dal deposito 41,661,097 opuscoli diversi: 21,715,260 in Inglese, li altri in varie lingue: dalla fondazione
ha diffusi 959,000,000 di trattati. Nel decorso anno ne ha pubblicati 314
nuovi. Ne ha distribuiti gratis in Inghilterra 5,985,693, per il valore di
150,325 franchi. Ha sussidiate molte società. In Francia con 21,200 franchi, nel Belgio e Olanda 5,175 franchi, nell’Alemagna 25,800, in Svizzera
2000, in Italia 33,250, in Turchia 10,250, nell’Indie 28,975, nella China
10,400, nell’America inglese, Australia, Indie Occidentali, ed Affrica
27,775. Tra vendite dei Trattati e Doni, ha incassato 2,578,215 franchi.
— Società per l’avanzamento delle cognizioni cristiane. — E più antica
della precedente poiché sorse neU’anno 1698. Ha pubblicato6,634,073 esemplari fra Bibbie, libri di preghiere, trattati, e opere diverse: ed ha raccolto
la somma di 2,379,775 franchi.
— Società per la diffusione dell'Evangelo. — Da 162 anni la Società lavora per la diffusione dei principi della Chiesa Anglicana, sia fra li Inglesi
stabiliti aH’egtero, sia fra i pagani. Nel 1701, cominciò la sua propaganda
nell’America del Nord, nel 1710, si estese alle Antille, nel 1795, nell’Australia nel 1818, ncll’Indie nel 1830, nell’America dei Sud, e nella nuova
Zelanda nel 1840, nel Ceylan nel 1849jaBomeo, e nella Colombia Inglese
nel 1858. Al cominciar della Società appena 20 pastori Anglicani si trovavano nei luoghi sopra indicati : attualmente ve ne sono 8 mila e 42 vescoviLe spese dell’esercizio del 1861, sono ascese a 2 milioni, 232 mila, e 800
lire italiane.
Spagna. — I nostri lettori rammentano che la Corte di Granada in Ispagna deviando un poco dalle conclusioni del Pubblico Ministero, condannò
Matamoros ad otto anni, Alhama a nove anni di galera perchè leggevano
la Bibbia, e che assolvè Trigo ed altri imputati del medesimo delitto. H
Pubblico Ministero non si è acquietato a quella Sentenza, è ricorso in Appello sostenendo che Matamoros e Alhama sono meritevoli di undici anni di
Galera, e Trigo ed altri di condanna e non di liberazione.
Poco dopo che la sentenza fu proferita Matamoros scrisse la seguente
lettera al sig. Guglielmo Green, che tanto si è prestato per lui, arrecandogli
i conforti che la fede nel medesimo Salvatore in abbondanza somministra :
Granata, prigione dell’Auduncia
* 5 ottobre 1862.
Mio caro e zelante fratello in Colui chc è la nostra vita, la nostra fede,
13
la nostra speranza. Sono decorsi due anni da che il governatore di Granata
mi fece arrestare, e perquisire la mia casa. Fui preso e rinchiuso in un orribile prigione ; ella sa da qual dura catena di continue pene io sia stato
legato : ella .sa quanto io sia stato onorato : imperocché è una gloria, è una
gioia, esser chiamato a soffrire per l’amor di Gesù. Ciò però non ha ancora
appagato i miei nemici; mi hanno condannato ad otto anni di galera, alla
perdita dei diritti civili, e in tutte le spese del giudizio.
10 ho ventisette anni e sono mandato in galera, cioè in luogo orribile,
destinato alla vergogna ed al dolore di coloro che vi sono posti : ma per me
non vi è nè vergogna nè afflizione. L’anima mia si rallegra in Gesù. Miserabile c povero peccatore che io mi sono! sono stato scelto dal Signore per
soffrire, ed in questo non ho vergogna ma onore, dolce onore per me; imperocché io non merito questa distinzione, e ringrazio il mio Maestro di
avermela accordata.
Finalmente è terminata la orribile procedura, condotta nel modo il più
tirannico per duo lunghi anni: due anni di dolori, tribolazioni, lacrime: due
anni di paziente rassegnazione per una cara madre, il di cui figlio le stato
tolto, per sottoporlo sotto i colpi di una terribile sentenza. Oh! la mia povera madre! la cruda nuova la fece ammalare. Cara madre, tu sei pure
vittima della crudeltà: ma tu pure puoi rallegrarti nelle tue pene, poiché tu
pure soffri per Cristo.
11 tempo è giunto, caro fratello, nel quale, privato dalli uomini di tutti i
miei diritti civili, bisogna che soggiaccia alla mia condanna e vada al luogo
nel quale la società ha destinato che vivano quei miserabili, che si sono resi
indegni di vivere in mezzo a lei. La voce della amata madre mia non giungerà forse più alle mie orecchie. Saprò che ella soffre e non potrò consolarla. Sarò alla discrezione di un carceriere fanatico, che mi tratterà con
tutto il rigore della crudeltà papale. Colà, per capriccio dei subalterni, e
senza causa, i poveri condannati sono battuti, maltrattati, insultati, ed io
sarò forse esposto ai colpi senza pietà di qualche delinquente, eletto invigilatore appunto perchè i suoi terribili antecedenti, e la sua malvagia natura
lo rendono atto a incutere terrore ai di lui compagni di prigione. Le percosse di quell’uomo possono anticiparmi la morte. Io non udirò più la voce
dei miei diletti fratelli. Mio buon amico, le sue preziose lettere non mi
giungeranno più; ecco qual sarà la mia vita, per otto lunghi andi. Ma, non
ostante questo, prendo la mia croce con allegrezza, e seguo Gesù. Mi si è
impedito di portare la Parola di Dio, di città in città; ebbene, la propagherò in prigione. Dio si rallegra della conversione dei peccatori i più abietti,
i piit delittuosi, a questi delinquenti mostrerò loro il cammino che conduce
alla vita. Colà dentro, se il Signore lo permette, farò quello che faceva nei
giorni di libertà: i miei uditori saranno, non onorabili cittadini, ma miserabili galeotti. Ma costoro possono imparare a detestare la passata loro vita,
14
e vivere di una nuova, amare e seguire Gesù. Mi rallegro di potermi consacrare ad una opera così gloriosa, e non idietreggerò pel timore della
verga del gastigo. Gesiì ha prescelto morire per noi. I suoi apostoli andarono ovunque, predicando la Parola in mezzo alle tribolazioni ed alle pene.
10 voglio seguire il loro esempio, non per la mia propria forza, ne sono
indegno, non sono nulla, non posso nulla, ma nella forza di Dio, che sola
può sostenermi. Sì il mio cuore mi dice, che in risposta delle mie preghiere,
in nome di Gesù, Dio mi accorderà questa grazia. Alhama è stato condannato a 9 anni. Gli è stato dato un anno di più, fra le altre ragioni, perehò
mi scrisse la lettera ohe è stata sequestrata, e la quale contenendo importanti notizie, fu la causa del mio arresto a Barcellona. I giudici hanno creduto che Granata fosse il centro e la diramazione del movimento, e mi
hanno considerato come la vittima. Pur nondimeno mi hanno condannato
a otto anni. Il Signore voglia perdonargli.
Trigo è stato liberato; egli sarà messo in libertà e tornerà in seno alla
sua famiglia. Me ne rallegro di tutto cuore. Caro Trigo ! che il Signore
continui a illuminarlo, e vegli su lui.
Le nostre sentenze differiscono un poco da quelle del tribunale inferiore ;
noi possiamo appellare. Mi è indifferente appellarmi o subire la mia condanna immediatamente. L’appello ci farebbe stare per altri mesi in prigione, ciò che non desidero. Ho consultato li onorevoli amici W. N. D. B.
consulto lei pure. Earò quello che mi consigliano, ma per me non ho alcuna
preferenia. Alhama ha appellato, io sono libero di seguire o nò la medesima
via. Io posso scontare i miei otto anni, e lui può ottenere una commutaBÌone di pena. Mi creda, caro amico, io sono felice. La lunga malattia
della mia povera madre è la sola cosa cbe realmente turba la mia pace, ma
11 Signore mi dà la forza di sopportare tutto con pazienza.
Dirigerò una lettera alla regina nel suo passaggio da Granata, non per
domandarle grazia, imperocché Dio solo è il giudice delle coscienze di
tutti: ma voglio mettere sotto i di lei occhi la nostra vita esente da ogni
delitto, la libertà dei nostri fratelli di Seville, di Malaga, e di Granata, e
il diritto inalienabile dei cristiani di riunirsi per adorare Dio intorno all’altare delle domestiche mura. •
Dimenticava dirle che tutti li altri prigionieri sono o saranno posti in
libertà. I miei affettuosi ossequi a tutti quelli che gli sono cari. Saluti tutti
i fratelli.
Il suo affez. nel Signore
M. Mat.amoros.
•
Povero Matamoro.?, credeva che i suoi compagni di prigione sarebbero
liberati! Credeva che l’umana giustizia fosse paga. S’ingannò: quelli innocenti staranno anche molti altri mesi iu prigione, perchè ii Pubblico Miai-
15
stero ha appellato dalla eentenza che li assolveva. E quando li uomini cesseranno dalla stolta pretensione di voler vendicare le oifese alla Divinità?
Se Dio 6 paziente, misericordioso, l’uomo non lo sarà pure? So seguiamo
l’esempio dell’uomo che vive sulla terra, come non seguire l’esempio di
Dio, che vive, e regna in terra e in cielo!
La Presse del 5 cadente narra che l’israelita Mortara, inumanamente
strappato dalle braccia materne, è rinchiuso nel convento di San Pietro in
Vinculis, e gli sono stati già conferiti li ordini minori.
Egitto. — Sono sette o otto anni che Missionari Evangelici Americani
sono stati mandati in Egitto a spandervi la parola di vita. L’opera loro ha
ottenuto buoni resultati. La scuola fondata al Cairo conta dugento Alunni,
quella di Alessandria centocinquanta. Più di quindici agenti indigeni e la
maggior parte copti, sono in missione. L’autorità seconda i loro rforzi con
una benevolenza e giustizia che i governi, detti cristiani, e in specie la
Spagna, e Roma dovrebbero prendere per modello, e vergognarsi di non
imitare. NeU’anno scorso, un membro deila missione, essendo stato insultato
in una delle sue escursioni, li autori dell’insulto, e dell’infrazione alla libertà di coscenza, furono severamente puniti. Poco dopo il Viceré accordò
alla missione un magnifico locale per la di lei residenza, e ultimamente ha
emanato un Decreto nel quale si legge: tutti i missionari protestanti, e lo
diaconesse residenti ad Alessandria, viaggeranno gratis sulla strada ferrata
dal Cairo a Suez. È questa una prova dello spirito di tolleranza che anima
il principe Egiziano, c mostra quanto sieno serie e sincere le promesse che
fece alla deputazione Evangelica a Londra.
I lavori dei missionari si estendono su tutti li abitanti del paese, ma più
particolarmente sui copti, avanzo dell’antica Chiesa cristiana d’Egitto. Lo
autunno perduto, uno dei missionari nel giro che fece fra i copti dell’alto
Kgitto, vendè 8 mila Nuovi Testamenti, e non potè supplire a molte altre
domande che gli vennero fatte. Ovunque fu accolto festosamente. Molti lo
attorniavano per ascoltarlo, e di villaggio in villaggio lo accompagnavano
coloro che erano desiderosi di ascoltare la buona nuova di salvazione.
Genova, 22 Novembre 18G2.
Signor Direttore,
È un assioma omai per tutti gli amici della libertà e del progresso, che
l'istruzione deve essere alla base di ogni società ben organizzata. Questa
verità viene confermata dalla storia e passata e presente. I paesi che camminano nella via del progresso, sono quelli in mezzo ai quali fiorisce l’istruzione, mentre che il contrario avvieae là dove regna ancora l’ignoranza.
Sembra #he una tale verità cominci ad essere intesa in Italia, non solo da
alcuni uomini sommi, ma da tutta la Nazione.
E per non parlarvi che della città nella quale mi trovo, ogni anno vede
sorgere nuove scuole e pubbliche e private. Migliaja di artisti ricevono
nella stagione invernale ogni sera un’istruzione gratuita adattata ai loro
bisogni.
Gli Evangelici che si trovano in questa città; non sono però rimasti indietro in questa via del progresso. Sette scuole riuniscono i bambini dei
due sessi, appartenenti alle diverse chiese evangeliche di Genova.
La nostra Chiesa, la Valdese, ha due scuole, una maschile e l’altra femminile, frequentate da 50 a 60 ragazzi e ragazze dai 5 ai 15 anni. Nella
stagione invernale viene aggiunto a queste due scuole diurne, una scuola
16
serale per gli adulti. Finalmente ogni domenica mattina una sessantina di
bambini vengono riuniti in una delle sale del nostro Tempio, per ricevervi
un’istruzione evangelica adattata alle loro tenere menti. Questi ultimi
hanno celebrato alcuni mesi fa la festa della loro scuola. Quella festa
consistè nella distribuiione di alcuni premi a quelli fra i fanciulli che sono
stati i piii diligenti, ohe hanno assistito regolarmente alla scuola, e recitato
esattamente i versetti della santa Scrittura che vengono loro indicati ogni
Domenica. Ultimamente un membro della nostra Chiesa che ha già date
molte prove dell'interesse che porta alle nostre scuole, ha preparato ai nostri bambini una festa campestre nella villa nella quale egli abita.
Era un bel vederli al dopo pranzo di quella Domenica, uscire a due a
due dal nostro Tempio tutti giulivi, con una piccola bandiera stata loro regalata per questa circostanza. Dopo aver fatta una lunga passeggiata sopra
le alture che dominano la città, accompagnati dal loro Maestro e dalla loro
Maestra e da alcuni altri membri della Chiesa, vennero accolti in casa del
nostro fratello. Quivi ebbero luogo divertimenti conformi alla loro età, cantici patriottici e religiosi, e finalmente un'abbondante refezione alla quale
tutti fecero onore.
Ma il divertimento, forse il più gradito dai nostri fanciulli, furono i fuochi artificiali preparati ed eseguiti dal nostro amico, accolti con grida di
gioja, e coi quali venne chiusa quella bella giornata.
Prima però di separarsi i bambini, per bocca di un membro della Chiesa,
ringraziarono il loro amico per quella bella festa che aveva loro preparata.
Ho creduto dovervi indicare questo fatto per dare ai vostri lettori un’idea
dell’opera dell’Evangelizzazione in questa città. Che in Italia una scuola
evangelica frequentata da una sessantina di ragazzi appartenenti a famiglie uscite la maggior parte dalla Chiesa llomana possa, non solo aver luogo
ma ancora mostrarsi pubblicamente senza incontrare la menoma opposizione, è cosa che deve rallegrare tutti gli amici dell'opera di Dio nella nostra Patria.
Nella speranza che questi ragguagli potranno interessare alcuni dei vostri lettori ve li ho comunicati.
Credetemi il vostro devotissimo nel Signore,
Gay a.
CHIESA EVANGELICA DI PlSA
Per la morte del Tecchi, avvenuta, come i nostri lettori sanno nel Luglio scorso, la Chiesa Evangelica di Pisa era rimasta priva del suo Pastore :
Però non fu priva della predicazione, poiché ogni Domenica veniva ad annunziare la Parola di vita, uno mandato dalla Chiesa Evangelica di Firenze. Domenica scorsa 16, il sig. De Miohelis prese possesso della Chiesa,
e inaugurò la sua prima predicazione con un erudito discorso sopra i versetti 15 e seguenti del Cap. xvii, delli Atti Apostolici. Ci rallegriamo che
la Chiesa di Pisa abbia avuto il suo Pastore, e goda così di una regolare
predicazione e istruzione sulle verità che emanano dalla Pai-ola di Dio,
onde lo spirito di carità, l'amore, la concordia, la tolleranza e la sincera fratellanza, animino tutti coloro che in buon numero ne fanno parte.
Lkopoldo Pikelli gerente
FIRRXZK - Tipogriiin flLAUUIAN A, diretta (la Raffa»!« Trombetta.