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PROPUGNA IL BENE SOCIALE
MORALE RELIGIOSO DEGLI ITALIANI.
© jiy jS'at
ABBONAMENTI : Interno ed Eritrea, anno L. 3; semestre L. 1,50.
Estero : anno L. 6 ; — semestre L. 3. — Per inserzioni, prezzi da convenirsi.
Oiiettope e flnuBifilstiatope : Benvenuto Celli, Via magenta fl. 18, ROmfl
Homaj ^8 B.gosto ^910 ° 2lnno m = IT. 34
Ravvicinamento tra credenti
II llllCll'IO ♦ — Il Congresso Cristiano Sociale di Venezia — Una pittura del Modernismo — Profilo di Pio X — Il Congresso di Berlino — Il padre Giacinto al Congresso di Berlino — U caso Sickenberger — Due Giuramenti —
La gioventù — Andrea Rodolfi — Pres. del Com. —
Scuola Maestri Evangelisti — Valli Valdesi — Su le
Lagune — Un bell’acquisto —Salvata da la Madonna
— Corriere Siculo — Oltre le Alpi e i mari — Da la
Svizzer^ — Il Barone fratello degli spazzini — I cattolici tedeschi a Congresso — Uno strascico dell’Enciclica in Austria — Florence Nightingale — Cose
di Spagna — Fra i Giovani — In sala di lettura Libri e periodici ricevuti — Una nuova Enciclopedia
religiosa — Si pagano le idee— Auri sacra fames —
Sotto l’incubo.
Kauuicinamento tra credenti
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già si è fatto, 0 tentato di fare altrove,
e d’Oggi ha preso la bella iniziativa di ravsopra uii terreno comune credenti che apno a confessioni diverse. Nel caso pratico,
i^rebbe soprattutto di cattolici e di evangelici;
al progetto aderiscono plaudendo, pochi
ma convinti, e questi e quelli. Invece di farsi
a, come hanno fatto fin qui, tutti i credenti
a volontà, passando sopra riti e credenze di-dovrebbero unirsi sopra il fondamento a tutti
per combattere insieme la miscredenza e
che si fanno sempre più minacciosi e merage, non solo fra il proletariato ma anche
rghesia, e lavorare di conserva alla redenorale religiosa ed economica del popolo schiavo
;o 0 di quel padrone, ingombro di pregiudizi
dall’ignoranza.
iopo è nobile, l’iniziativa generosa, la necesgente e all’appello noi cordialmente risponanzi sappiamo che in limitata sfera, iniziò
larga intesa, il desiderio è già realtà,
mpo di essere più giusti e più tolleranti verso
e in modo diverso da noi ; da nemici si deve
e fratelli. Questo è l’ideale ; lo si potrà mai
in realtà ? Ah 1 se si trattasse di cattolici
aelli di Battaglie (l'Oggi e altri che dal giogo
si sono emancipati, la posa sarebbe facile
siamo intesi sui punti essenziali e la « batche combattiamo è la stessa, perchè comune
mico. Ma quando si tratta di altri cattolici,
faccenda muta aspetto. Quando non si può
un giornale o sentire un predicatore o lega enciclica senza sentirsi coperti di vituperi
ti da eretici, da gente viziosa e senza vera
come è possibile pensare ad un ravviciabbassare le armi e scambiarsi magari i
Una intesa con cattolici clericali o soggetti
ne sia a Roma è impossibile, non solo collette ma individualmente : quello non sarebbe
lamento, ma dedizione e spergiuro, perchè
Già
la
gli evangelici dovrebbero rinunziare a quanto credono più fermamente, a quanto hanno di caro più
che la vita per accettare quello che ad essi più profondamente ripugna e suona bestemmia.
Oh ! non è vero, come vanno predicando certi cristiani all’ acqua di rosa, che Io spirito di proselitismo e r opera di propaganda in paesi cattolici romani siano inutili, anzi perniciosi. Il proselitismo
non deve essere eccessivo nè fanatico ; la propaganda non deve essere poco oculata e male diretta, ma l’uno e l’altra sono 'necessari. Chi sostiene il contrario e avversa ogni opera di evangelizzazione, non conosce il cattolicismo romano là
dove non sè affinato e purificato al contatto della
Riforma, il cattolicismo con le sue superstizioni prettamente pagane, col suo feticismo, con la sua ignoranza,
col suo fanatismo feroce e con la sua superlativa intolleranza; Spagna... e Italia informino. Ma,dopo tutto, i cattolici credono, al pari degli evangelici, in Dio e in Cristo; dunque che bisogno c’ è di evangelizzarli ? Vero ;
però Dio e Cristo sono cosi lontani dal credente cattolico romano sono offuscati da tante idee false, sono
nascosti dietro una tale gerarchia che praticamente
è come se non esistessero. Per le masse dei paesi
soggetti a Roma, il cristianesimo non è più che un
nome. Com’è possibile ravvicinarsi a coloro che non
hanno con noi più nè anche le credenze fondamentali comuni ? Perchè la cosa divenga fattibile è necessario ricondurli prima alla fonte, andare insieme
a Dio ; e per questo la propaganda è necessaria. Del
resto, ogni fede vera e intensa è per natura comunicativa, direi quasi contagiosa ; ha bisogno di testimoniare, di espandersi, di far nuovi proseliti.
Il cattolicismo romano o vaticanesco e l’evangelismo non sono una medesima religione sotto forme
diverse, ma nella pratica e nelle masse più ignoranti sono due religioni diverse.
Se dunque un ravvicinamento è possibile, lo è solo
fra individui, con le anime più elette, con quei cattolici che non sono impeciati di clericalismo e che
si sono, pur rimanendo spiritualmente nella loro
grande comunione, emancipate da Roma, fucina di
errori, spegnitoio di generose iniziative e di fede
personale, gran calderone in cui ribolle quietamente
la massa amorfa dei fedeli. Coi cattolici più illuminati e spregiudicati l’intesa è facile, senza proselitismo nè dedizioni, e ad essi noi porgiamo con amore
fraterno la mano, perchè l’amore di Cristo e del
prossimo ci unisce. Hnpieo Rivoine
Il secondo semEStre LUCE (I* lus-3I die.)
non cosfa che una lira.
avete pagato l’abbonamento ?
Hnnnf 3 Tlllf Romeyn St., Rochester N.
UrUl. H. LiUi Y., America) riceve abbonamenti tdìfi Luce.
Il ConYegno Cristiano Sedale di Venezia
Il Comitato spera di poter pubblicarne al più presto
completa Relazione, che sarà posta in vendita a prezzo
minimo.
Intanto ne' dà succinte notizie.
Giunsero le seguenti adesioni :
1- Avolio G., Direttore del giornale Battaglie
d’Oggi — Napoli ;
2 Celli B., id. id. La Luce — Roma ;
3- Meille G. E., id. id. L’Avanguardia dei Cristiani Sociali — Firenze ;
4- Murri on. R., id. id. Il Commento — Roma ;
5’ Tortonese prof. M., id. id. Azione Deixtoeratiea
— Torino;
6- Saladino C., per il giornale La Sicilia Democratica — Palermo;
7- Rutili E., id. id. La Libertà — Fermo;
8‘ Buffa G., Pastore Evangelico 'Valdese — Venezia;
9- Janni U., id. id. — Sanremo;
IO- N. N., Sacerdote Cattolico — Toscana;
!!• N. N., id. id. — Romagna;
12' Carello G. di Giuseppe — Pecette Torinese ;
13- Grilli Dr. G. — Livorno ;
14- Zilli A., Maestro — Castions di Zoppola (Udine).
Le varie adesioni erano accompagnate da parole di
augurio, di incoraggiamento e di fede entusiastica.
Le più notevoli furono quelle dei due sacerdoti cattolici pervenute con nobilissime lettere, le quali apparvero indice di quello stato grave della coscienza e
del cuore, nel quale si dibattono schiavi ed impotenti
tanti buoni e generosi uomini « martiri oscuri... e...
tesoro di energie perdute » (1).
Il Convegno si tenne nella Sala della Società Generale Operaia a Santa Maria del Giglio. Si svolse in
due sedute : l’una di mattina (ore 9 ant.j, l’altra di
sera (ore 9 poni.).
La prima seduta raccolse sette aderenti che scambiarono idee e s’intesero.
Alla seconda seduta parteciparono 22 aderenti di
Venezia : ad ambedue le sedute, poi, furono rappresentati Avolio e Meiile dal Dr. Fiorioli Della Lena.
Nella seconda seduta il Dr. Fiorioli d’incarico del
Comitato Promotore espose un’ampia Relazione, di cui
si dà un breve cenno.
Il Relatore espone le ragioni e lo scopo del Convegno ; ringrazia gli intervenuti e tutti quelli che
inviarono adesioni : propone si invìi a questi un caldo
ringraziamento ed un fraterno saluto, ed in modo particolare ai due sacerdoti cattolici.
Rileva il modesto concorso, dovuto un po’ allo scetticismo egoista di alcuni, un po’ alla inerzia paurosa
d’altri, ma più che tutto alla affrettata e ristretta preparazione del Convegno.
Si compiace però che le varie e importanti adesioni di chiare personalità, di parecchi giornali, giunte
da ogni parte d’Italia conferiscano autorità al Convegno.
Da questo (dice il Relatore) deve sorgere opera feconda di Unione; togliendo quanto di erroneo, di
malinteso, o di equivoco possa dividere gli uomini :
a tale scopo si deve tenere come guida la vera carità
evangelica di Cristo, assieme alla tolleranza, alla sincerità, alla viva fede.
Il Relatore segue, poi, trattando del fenomeno e
del sentimento religioso, come di una normale fun
(1) Queste lettere saranno pubblicate in un numero
prossimo del giornale.
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LA LUCE
zione della Psiche umana di tutti i tempi e di tutti
i popoli.
Rileva come alle varie Religioni ovunque e sempre
siasi accompagnato un maggiore o minore coefficente
di errore umano, sorgente questo di ingiustizia e di
dolore : e che perciò taluni al lodevole fine di affrettare sulla Terra l’Avvento della Giustizia, concretata
in più perfette forme sociali, intendono distruggere
e disperdere le Religioni, strappando dalla Psiche
umana collettiva quel sentimento o fenomeno religioso, che vi è connesso intimamente da secoli e
secoli.
Mentre altri uomini desiderano altrettanta Giustizia, ed altrettali forme sociali, pur mantenendo,
anzi elevando al più perfetto sviluppo, nelle anime
umane, quel sentimento religioso che dai primi si vuole
demolire. Le due correnti d’uomini, anziché riunirsi
per compiere fraterna opera concorde e pratica di
edificazione umana e di evoluzione sociale, disperdono
e distruggono preziose energie col combattersi e paralizzarsi a vicenda, in modo davvero poco sapiente,
e per nulla affatto conforme allo Spirito di Carità ;
quando, anchp per ciò, perdura il danno, il dolore e
l’ingiustizia nella Società umana.
Il Relatore a questo punto afferma che‘Cristianesimo di Cristo ed Evoluzione Sociale non si escludono a vicenda, anzi si integrano e si completano.
A dimostrazione di ciò fa una lunga e complessa
analisi della quistione sociale e della quistione religiosa nella Umanità e nella Società odierna.
Tratta, così, rapidamente delle varie forme filosoficoreligiose, e delle varie estrinsecazioni politiche éd economiche delle Società passate e presenti. E dimostra
come nel Cristianesimo di Cristo ci sia un grandioso
coefficiente di Redenzione da tutto quel complesso di
errori, e da quel Male che è insito nel cuore dell’individuo e nella Società Umana.
Definisce, e fa un breve raffronto fra Cristianesimo di Cristo e Clericalismo, mettendo in evidenza
la funzione liberatrice del primo e asservitrice del
secondo.
Prosegue con una succinta, ma stringente critica
della Chiesa Cattolica Romana, quale organismo politico ed economico, avente in sé quel coefficiente di
errore s di male che è connesso sWo cose umane : ne
augura la trasformazione radicale e la purificazione
completa.
Tratta poi in modo breve la questione soqiale nei
suoi lati politico, etico, ed economico : fa latCritica
della civiltà capitalistica, la quale, come la -civiltà
greco-romana, egli dimostra in antitesi col Cristianesimo vero.
Constata che il Cristianesimo di Cristo nelle sue varie
parvenze ed efficienze è assai poco conosciuto in Italia
e in molti altri luoghi, perchè esso subì deformazioni
varie chiesastiche e cultuali, fu coperto di dannoso
superstizioni e fu travolto da ciechi interessi : e tutto
ciò soltanto appare agli occhi degli osservatori e dei
critici non superficiali.
Accenna alla riunione di tutti gli aderenti all’Ideale
Cristiano, d’ogni parte del mondo, in una Chiesa Universale, la quale sia Spirito e Verità e determini Azione
conforme, nulla avendo in sé di materiale nè di organizzazione politica ed economica.
Simile- Chiesa, afferma il Relatore, può essere in
perfetta correlazione colla Evoluzione Sociale, dalle
forme attuali alle più lìbere e perfette dell’avvenire.
E’ necessario, dice il Relatore, far conoscere al più
presto ai Popoli, il più largamente che sia possibile,
il Cristianesimo di Cristo nel suo contenuto Redentore dal Male morale, e dal Male sociale anche nella
sfera economica. Chiama perciò al Cristo storico, al
Cristo filosofico, al Cristo mistico, al Cristo divino
tutti gli uomini di buona volontà nelle rispettive efficienze e sfumature di credenza cristiana e di pensiero
politico-sociale per una intesa : affine di porre le basi
di una concorde azione cristiano-sociale, italiana, ed
universale, la quale abbia a riuscire sinceramente fattiva e dirittamente rinnovatrice.
Ma perciò occorre conoscere, e far largamente conoscere— (in modo speciale alle classi lavoratrici agricole e cittadine assetate di Ideale) — il Cristianesimo
di Cristo.
Occorre, quindi,-istruirci ed evangelizzare, A tale
uopo si propone il Convegno deliberi :
1) di avviare in Italia l'Istituzione di Circoli di
Studi Cristiano-Sociali, incominciando col darvi vita
a Venezia ;
2) di incoraggiare il sorgere e il diffondersi in
Italia di una Stampa Cristiano-Sociale :
facendo voti che siano largamente conosOiuti fra
le masse i giornali Battaglie d'Oggi di Napoli e Avanguardia dei Cristiani Sociali di Firenze ;
facendo voti, ancora, che detti due giornali mensili, se è possibile, abbiano a fondersi dando vita ad
un giornale unico settimanale di socialismo cristiano, ¡
il quale, sostenuto da tutti i Cristiani Sociali d’Italia, !
possa ben presto penetrare ovunque fra le Classi La- i
voratrici ;
3) di richiamare l'attenzione di tutti i Cristiani
I Sociali d’Italia sulla opportunità sia tenuto un Congresso Nazionale Cristiano Sociale in Roma nel 1911,
j acciò sia efficacemente innalzato un candido e puro
j Vessillo di Pace, di Concordia e di Amore intorno
j a cui accorrano a schierarsi, in nome di rinnovati
ideali cristiani, uomini di buona volontà da ogni
parte d’Italia.
Discussione :
Lionello : — aderisce alla azione Cristiano Sociale
che deve scaturire dal Convegno: espone però e illustra l’azione analoga svolta dalla Lega Democratica
Nazionale.
Fiorioli : -- ringrazia; conviene nell’ammettere l’azione utile della L. D. N., la quale ritiene un organismo
ancora in via di formazione, cui augura il più florido
e fecondo sviluppo ; e con cui è certo tutti i Cristiani
Sociali d’Italia abbiano ben presto a collaborare attivamente ; fa notare come i Circoli di Studi Cristiani
Sociali potranno esercitare assai efficace azione di
propaganda e di penetrazione specialmente fra il
Popolo.
Colonna Romano : — si associa a tutte le proposte
del Comitato : fa alcune raccomandazioni in merito, e
si attende dai Convenuti un voto unanime di approvazione.
Semini : — applaude egli pure, specialmente alla idea
dei Circoli di Studi Cristiani Sociali : propone che, approvatane la proposta, sia nominata una Commissione
di quattro membri coll’incarico di studiare l’argomento
e di convocare a suo tempo tutti gli aderenti presenti
e futuri, affine di discutere ed approvare opportuno
Programma e Statuto, e trarre a pratica attuazione
l’idea in Venezia.
Chiusa la discussione, le proposte fatte dal Comitato sono messe in votazione : ed il Convegno Cristiano
Sociale approva alla unanimità le proposte fatte dal
Comitato Promotore : passa alla nomina delia Commissione per i Circoli di Studi Cristiani Sociali; e delibera di inviare saluti fraterni e cordiali a tutti gli aderenti di fuori di Venezia, con particolare simpatia ed
incoraggiamento ai due sacerdoti cattolici.
Chiusura : — Il Convegno Cristiano Sociale si chiuse
circa alla mezzanotte, con saluti fraterni fra i convenuti, con plauso affettuoso al Comitato Promotore ; nel
fermo e concorde proposito di avviare ed intensificare
nel modo più largo l’opera cristiana sociale.
Venezia, 15 agosto 1910.
Per il Comitato
Ferruccio Doti. Fiorioli Della Lena
Una piHura del Modernismo
Gastone Riou ha pubblicato nella Revue un articolo, secondo noi, assai importante intitolandolo « Le
Bilan du Modernisme » (Il Bilancio del Modernismo).
E’ una perfetta pittura del Modernismo. E peccato
che il riassunto che ne vogliamo dar qui per i nostri Lettori non possa se non riescir arido e monco.
L’articolo del Riou è uno di quegli scritti che si dura
fatica non solo a sunteggiare ma perfino a tradurre.
Il Modernismo sogna un ringiovanimento dell’ organismo cattolico romano : qui sta il suo errore, nobilissimo del resto. Un organismo pervenuto a perfezione non può trasformarsi se non a patto di decadere. La Chiesa ha generato la Riforma ; e da allora
non è più che una bellezza sterile. La figlia di lei,
la Riforma, produrrà la religione dell’avvenire.
Impossibile definire il Modernismo ; poiché non
possiede un pensiero centrale, unificatore ; poiché
inoltre i suoi fautori variano come gli articoli del
suo programma : dal mistico che va fantasticando
nella penombra de' chiostri, al filosofo cavilloso e
scolastico, all’acuto esegeta razionalista nel quale il
critico ha ucciso 1’ uomo. Pochi sono i tribuni, che
abbiano il senso delle folle.
Questo aspetto confuso del Modernismo facilmente
si spiega, qualora si pensi all’origine di questa nuova
tendenza, che è come il prodotto necessariamente caotico dell’incontrarsi di due mondi: del vecchio mondo
e del nuovo. E l’aspetto confuso e incerto si spiega
ancora, se si tenga conto del carattere di questi uomini: titubanti, se ottimi ; timidi e sottomessi, se mediocri; volubili e disposti a tornare, se.. meno che
mediocri, adescati che siano da un po’ di violaceo o
dì paonazzo. Di questi ultimi non mette conto occuparsi. Quanto a quegli altri, prima che la condanna
venisse, non costituivano che un solo gruppo, e dicevano : « La Chiesa si è evoluta col trascorrere dei
secoli. Perchè non si evolverebbe ancora? Perchè non
s’adatterebbe al mondo moderno, così profondamente
trasformato da la democrazia, da le scienze e da la
storia ? Stringa un patto, un concordato col secolo,
ed essa ricupererà la sua giovinezza affascinatrice, e
il mondo anche una volta si piegherà sotto il suo
scettro ». Così parlavano tutti; ma la Chiesa rispose
corrucciata, minacciandoli; e allora il gruppo, ohe
pareva compatto, si divise: gli uni — la grande mag
gioranza — protestarono teneramente fedeltà alla
Madre; gli altri — ed eran pochi — più virili e più
inflessibili, resistettero. Ogni verità vien da Dio ~
pensarono questi — noi non possiamo dir no, se la
nostra mente convinta dice sì. E Roma — quando
ebbe perduta ogni speranza di riassoggettarseli — li
cacciò lungi da sè, scomunicandoli.
Tiriamo le somme. Una maggioranza di sottomessi,
che non eserciteranno più nessuna influenza rinnovatrice su la Madre Chiesa. Alcuni pochi ricalcitranti,
che riproducono — ma con minori frutti— la storia
di un Lamennais e di un Padre Giacinto. Quei primi
(i sottomessi) non sono più una forza nella Chiesa.
Questi secondi (i ricalcitranti) non sono ancora e arrischiano di non esser mai una forza nel mondo. Fallimento, dunque.
E la ragione ultima del fallimento quale sarebbe ?
I Modernisti non si sono sentiti afferrati, vinti da
una di quelle verità viventi ed eterne che lampeggiano dinanzi a un’anima, la liberano da le sue incertezze e le conferiscono una dignità immortale. In
altri termini: i Modernisti non hanno stoffa àlapostoli. Manca loro l’entusiasmo profetico. In realtà il
Modernismo non è un moto religioso. Rincantucciato
nel cervello di alcuni circospetti Erasmi e di alcuni
abati democratici (più democratici che credenti) il
Modernismo è un po’ di tutto : filosofico, politico, cri
tico ; è un po’ di tutto, salvo che religioso. Perciò il
mondo, che quasi mai fu meglio disposto che non sia
ora ad ascoltare una parola di fede, il mondo non
gli bada punto. Non dite : Il Modernismo perisce per
colpa della durezza degli uomini. Dovete dire invece :
II Modernismo perisce, nonostante i voti e le aspirazioni degli uomini.
Profilo dì Pio ^
Raoul Gout, nel suo recente libro intitolato L’ affaire Tyrrell, mostra con molta accuratezza di studio
come Pio X, così diverso dal predecessore astuto e
fine pontefice umanista, non sia quel bonaccione soltanto che su le' prime parve a tutti quanti. D’origine
plebea, figlio di contadini, parroco di villaggio, natura semplice e rude, modesto, il nuovo papa fece da
prima l’effetto di non essere che il « buon prete di
campagna » come direbbe Carlyle * insignito improvvisamente d’una tiara ». Non avremo un politicante
— si disse allora— ma un pastore della greggia, che
ristaurerà ogni cosa in Cristo: splendido e formidabile intento. Ahimè I Pian piano, il « pastore della
greggia » si ètrasformato innanzi agli occhi attoniti
del mondo, condannando violentemente il Modernismo;
dichiarando guerra a mezza Europa, in nome dell’autorità assoluta del vicario di Cristo. Ignis ardens !
Ma non già un fuoco ardente di affettuosità e d’amore
alla S. Francesco ; bensì piuttosto alla Boanerges, che
invoca dal cielo il fuoco sui nemici della Chiesa. A
Leone XIII — papa diplomatico, statista da lo sguardo
acuto, conciliante, protettore della democrazia — è succeduto un papa intransigente, cieco ricercatore di
battaglie, nemico del Murri e della democrazia. Al
papa circospetto, paziente, sereno, economo, abile nell’allontanare o nel ricusare la guerra quando non
fosse sicuro di riportar vittoria, è succeduto un papa
bellicoso che afferma le sue idee senza riguardi e
senza badare alle conseguenze, che ripete il Nonpossumus dell’altro Pio, e apparecchia la guerra, e la intima e la conduce. « Quando lo vidi » scrive il romanziere René Bazin » fui colpito da 1’ espressione degli
occhi, e pensai : Ecco il prelato delle procelle ! »
Il Congresso di Berlino
Pochi giornali ne han parlato in Italia; eppure
trattavasi di una magnifica adunanza di più dì mille
uomini eletti, venuti — si può ben dire — da ogni
parte del mondo. Il Reyss ne dava già alcune notizie nel numero scorso del periodico da lui diretto,
il Protestant-, ma noi non le riportammo la settimana
scorsa, perchè nostra intenzione era di raccoglierne
in maggior numero in un solo articolo per i nostri
Lettori. Sventuratamente anche adesso le notizie non
sono sì abbondanti nè sì ricche come avremmo- desiderato. I periodici evangelici d’oltralpe per ora ne
han detto pochissimo, certo, per mancanza d’informazioni, salvo il Protestant che nel recente numero
reca parecchie lettere del suo Direttore; lettere veramente attraenti, perchè ci trasportano a Berlino e ci
fanno assistere al Congresso, pieno di movimento e
di vita, senza però palesarci gran che di quel che
più ci premeva di sapere: le idee espresse dai congressisti, il contenuto dei loro vari e applauditi discorsi. A più tardi, dunque.
Buon numero di Congressisti passò per Colonia;
ove furono festeggiatissimi : un banchetto alla « Società di lettura » con dei brindisi in tedesco ed in
inglese; ricevimento alla « Flora », immensa sala del
3
LA LUCE
Giardino zoologico, con musica e discorsi bellamente
alternantisi, e gita sul Reno.
Il Reyss dice che a Berlino ci si avvide subito
della « prodigiosa riuscita • del Congresso; e infatti
tant’erano gl’intervenuti, che si dovette all’ultimo
momento trasferirsi in altre sale, perchè quelle fissate erano parse troppo anguste; e si andò a chiedere ospitalità al Circolo degli ufficiali; la cui sala
principale — la Kaisersaal — si empì di una vera
moltitudine di persone : da 1500 a 1800. Presiedeva
a quella prima adunanza Cari Schrader, membro del
Parlamento germanico ; ed egli disse, verso la fine
del suo discorso : «A qualunque nazionalità, a qualunque religione appartengano, tutti gli uomini sono e
devono essere fratelli ».
La mattina successiva (6 agosto) chi volle potè assistere ad una lezione del famoso prof. Harnack; il
quale — a quanto pare — ha mosso un nuovo passo
verso una più positiva concezione dell’Evangelo. Egli
distingue nell’Evangelo due Evangeli : il Messaggio
di Cristo, la buona Novella del Regno; e poi la condizione per entrare in questo Regno (fede in Gesù
morto e risorto): condizione annunziata segnatamente
da S. Paolo. Il consolante si è che lo Harnack non
sembra respingere nessuno di questi... due Evangeli:
il secondo — avrebb’egli detto — è la Via; il primo
costituisce la Verità; l’uno e; l’altro insieme dàn luogo
alla Vita. E noi vivamente ci rallegriamo di quest’affermazione dell’illustre professore; poiché noi abbiamo sempre pensato ohe la miglior cosa fosse una
fede ingenua, come da fanciulli, in tutto quanto
l’Evangelo.
Non terremo dietro minutamente a ogni seduta nè
ad ogni avvenimento; chè, se no, si andrebbe un po’
troppo per le lunghe. Brevi frasi alla lesta, quasi in
istile telegrafico.
6 agosto. — Elia Gonnelle tratta delle * esperienze
cristiane che metton capo all’azione sociale ». Il prof.
Traub : del « dovere sociale nel tempi nostri ». —
Altro tema : « La religione e la pace ». Si propone
e si approva con voti unanimi la costituzione d’un
Comitato di pastori e di professori francesi e tedeschi, che si occupi del mantenimento della pace tra
le due nazioni. — Gita a Potsdam, e al ritorno una
corona vien deposta al Lutherdenkmal.
7 agosto. — Culto nella Jerusalemer Kirche. Millo
presenze. Inni e cori belli e commoventi. Schoenholzer di Zurigo, Tarrant di Londra e Roberty di
Parigi parlano successivamente intorno allo stesso
versetto (I Cor. 13, 13): il primo su la « fede », il secondo su la « speranza », il terzo su 1’ • amore ».
Si ripigliano le sedute. Discorsi del presidente deputato Schrader e di altri, e un discorso in tedésco
di Paolo Loyson figlio del famoso Padre Giacinto.
Tra un discorso e l’altro, il canto di inni e del corale di Lutero.
8 e 9 agosto. — Cominciano le ìbAuìo propriamente
dette. Discorso inaugurale del presidente Schrader;
il quale fa di volo la storia dei precedenti congressi
(Boston, Londra, Amsterdam, Ginevra) ed espone il
programma del presente congresso (programma di
cui il Dr. Meynier ha già intrattenuto i Lettori della
Luce). Il Presidente conclude : « Il nostro Congresso
non è un campo di battaglia tra diverse confessioni
religiose. La buona riuscita del Congresso è lieto
augurio in favore della religione ».
Si commemorano i morti dopo l’ultimo congresso
(di Ginevra;.- Otto Pfleiderer, Jean Réville, de Sohickler, ecc.
Lettura delle relazioni o memorie.
Tra gli oratori è anche un rabbino, il prof. Kirsch
dell’Università di Chicago (America). Segue Paul Sabatier ammiratissimo per il suo « magnifico linguaggio ». E quindi don Romolo Murri, il cui discorso
applauditissimo è stato riassunto con ampiezza nel
Giornale d’Italia.
Fra i temi trattati, notiamo; » L’educazione religiosa in Germania » (prof. Otto Baumgarten diEiel).
« I contributi del Giudaismo ad una religione liberale > (rabbino Hirsch); « La possibilità d’un Cristianesimo liberale » (prof. Ernst Troeltsch di Heidelberg); t La religione dello spirito e il Cristianesimo progressivo » (prof. Giran di Amsterdam).
IO agosto. — Ultima giornata del Congresso; ma
di questa non sappiam quasi nulla di preciso.
Noi non siamo cristiani «liberali », non siamo cioè
cristiani modernisti. Applaudiamo ad ogni sforzo che
si faccia ad alimentare in qualsiasi modo ed a sviluppare la sacra Mamma della religione; crediamo
che il discepolo di Gesù debba abbracciare tutti gli
uomini in uu medesimo amplesso di amore fraterno,
« quindi ci piace che un rabbino, un prete scomunicato e fin un buddista abbiano potuto far sentire
nel Congresso di Berlino la loro eloquente parola;
ma noi d’altra parte stimiamo che il voto liberalismo
consista nel tornare ai piedi di Gesù con l’umiltà
del fanciullo, e che non possa darsi Cristianesimo
< progressivo » ohe non consista nel vivere (non
diciamo nel copiare) fedelmente tutto e unicamente
l’Evangelo di Gesù Cristo, tutta la vita di Gesù Cristo. Se adesso pare che il Cristianesimo debba progredire (e deve infatti), pare così non perchè sia da
modificare in nulla, ma perchè non è stato vissuto
compiutamente, perchè siamo ben lungi dal riprodurre, nella libertà e nella varietà della vita, l’imagine perfetta di Gesù Cristo.
Il nostro egregio collaboratore Dottor Meynier ci
favorisce una bella critica dell’apatia italiana rispetto
all’importante Congresso. Gli cediamo volentieri la
parola, terminando.
< Nel Congresso di Berlino, riuscito forse il più numeroso e il più importante (1) si notò la presenza di
eletti rappresentanti della scienza teologica protestante.
Furono pure presenti a\cvLnì pochi rappresentanti di
altre tendenze come il buddismo e il modernismo cattolico.
Come pur troppo suole accadere, la stampa italiana
passò sotto silenzio una così potente manifestazione
del pensiero religioso. Se ne occuparono solo il Giornale d’Italia e qualche altro, come il Corriere della
Sera. Ma quante inesattezze e notizie insussìstenti!
Ad esempio, il corrispondente berlinese del Giornale d’Italia volle dare ad intendere come il Congresso accogliesse pure nel suo seno non pochi cattolici ; ed ecco allora un pastore Monod trasformato in
abate, e pei sino il pastore Gonnelle della nota iievMe
du Christianisme Social presentato come tale, e così
pure Giacinto Loyson che da circa quarant’anni ha
rotto i ponti con Roma ! Se non erriamo invece, il
modernismo cattolico era rappresentato dal solo Romolo Murri, che, secondo il Mìnoochi vi rappresentava nn movimento senza avvenire! »
Sappiamo che, a sedute chiuse, i congressisti si proponevano di visitare i luoghi classici della Riforma
germanica: Wittemberg, Weimar, Eisenach, Wartburg.
Qualche altra notizia, al prossimo numero.
(1) Di quelli avuti fin qui e più sopra accennati.
N. d. D.
11 padre Giacinto
ai Congresso di Berlino
Il 10 corr. è stato chiuso il Congresso delle Religioni
con uno splendido — e quindi lodatissimo discorso
del Padre Hyacinthe Loyson, che la Frankf.ztg riassume come segue : « La storia ed anche il presente
non ci offrono che inimicizia e lotta tra le varie chiese
e confessioni. H monoteismo ebraico è venuto fuori
da un complesso di credenze idolatriche. Ma il vaso
del rito ebraico si dimostrò troppo stretto per contenere l’immenso tesoro che i Profeti d’Israele avevan
preparato per tutta Pumanità. Gesù è stato il liberatore di quel tesoro. Gesù non ha fondato nessuna
chiesa (?) ma egli ha mandato uno spirito che deve
spandersi su tutti gii uomini e in tutte le chiese. Se
avesse soltanto fondato una chiesa non sarebbe superiore a Maometto ed a Mosè. (?!) E poi Gesù era troppo
ebreo per fondare una càiesa nuova ed internazionale
del resto al par dei pii Israeliti suoi coetanei ei credeva che il finimondo fosse vicino (?!) E neanche la
chiesa che non è stata da Gesù fondata, ma eh’ era
animata dallo spirito suo, poteva portare agli uomini
l’unità di fede ».
L’oratore dice la Fr.ztg desòrìve quindi con splendida verve le divisioni che regnano nelle chiese cristiane e cita in ultimo la formazioni del Modernismo
come una nuova divisione dopo le altre. « Ciò non
dimeno il male non consiste nella diversità delle
chiese, purché sieno vere chiese, larghe nel pensare,
larghe nel cuore e che non si figurino di tenere Iddio imprigionato nei loro stretti confini. Per quanto
numerosi sieno quegli spiriti stretti i quali credono
di poter mandar sul rogo o almeno scomunicare
chiunque adora Iddio in modo diverso dal loro, essi
altro non formano se non una setta. Le vere chiese
che sono ripiene dallo spirito di amore e non lascian
posto alla strettezza di cuore possono e devono camminar sempre d’amore e d’accordo tra dì loro ».
La Frkft.ztg dice essere stato questo discorso del
venerando P. Hyacinthe il punto culminante nell’arte
oratoria spiegata durante quel congresso.
Che cosa sìa il Cristianesimo dell’ ottimo e venerando vegliardo lo dimostra pur troppo chiaramente
quello < splendido » discorso : è qualcosa di assai
oscuro. E ne siamo dolenti anzitutto per lui al quale
però non cesseremo di portare riverente affetto augurandogli chiarezza di idee pari al calore del suo
gran cuore.
Paolo Calvino.
“SpWida occasione ;
941 bellissime dispense nuove per 671 lire invece di
lire 941. Rivolgersi al direttore della Luee ».
IL CASO SICKENBERQER
d:3l
Fra tanti altri casi
mente in Germania que
ceale e prete Sickenherge.
scovo di Monaco (Baviera^
la dispensa o autorissae^i
civescovo non solo ricusi
siderazione la modesta d
ma lo minacciò di scom
sacrilego ardire di unìrt^i
una onesta donna.
Allora il Dr. Sickenberj
civilmente e quindi pub
aperta al signor arcivesci
certe verità note da un
tanto nel campo evangi
che i papisti si ostinano
Quello che per noi ev;
strare ma che il volgo
libato dei preti non è sta
suoi apostoli ma fu inv
durre il clero in ubbiditi
popolo. • Io accuso (dice
quei vescovi che hanno
e che la mantengono in
di crudeltà e di ipocrisi^
quella legge viene tra
sgrediscono ». • Li accu
nazione poich’essì abbassi
trimoniale. Voi chiamate
cubinato, ma nel cospetti
mentre il preteso vostro
coprirà di vergogna pe
scono rigogliose ; ipocrist
e prepotenza, mentre su)
coraggio, purezza, coltu-r
il farisaismo, nostro il c
Lodato sia il Signore
Sanctis, di Alessandro G
tanti altri degnissimi lorancora. Vogliamo però a
star fedeli alla propria ci
sta sommo interesse attualllo del dottore, professor lir che rivolse testé all’arcive) la preghiera di concedergli
ione di prender moglie. L’ar) di prendere in benevola conomanda del suo dipendente,
iinica^ maggiore ove avesse il
i in onesto matrimonio con
lelico
■ger si ribellò : prese moglie
blicò nei giornali una lettera
iovo, nella quale egli gli dice
pezzo lippis et tonsoribus,
quanto nel papista, ma
a negare.
angelici non occorre dimoapista ignora, si è che il coito imposto da Cristo, nè dai
in tato dai papi per meglio rimza e per mezzo del clero il
il Dr. S.) tutti quei papi e
istituito la legge del celibato
vigore, li accuso dì falsa pietà,
perchè essi ben sauno che
sgredita ed essi stessi la tra130, inoltre, di delitto di lesa
lano la dignità dello stato mali nostro matrimonio un con> di Dio esso è giusto e santo
celibato è falso. La storia vi
rchè sul terreno vostro creía, viltà, impudicìzia, rozzezza
nostro sviluppansi : verità,
e libertà morale. Vostro è
TÌstianesimo ».
che lo spirito di Luigi De
gavazzi, di Camillo Mapei e di
■o correligionari non è morto
ugurare ai « ribelli » di reoscienza.
Paolo Calvino
Due Giiuramenti
oè
Da oltre due secoli, ci
un nuoVó Sovrano inglese
a ripete'’e una dichiarazìo
considera come un’offesa
zione esplicita di uno dei
vrano deve proclamare
alla transustanziazione
vino nel Sacramento dell’
della messa, rinvocazione
sono pratiche superstizic
sarebbe entrato in relazion
lui rappresentanti ; e che
rebbe mai Sovrano che n
Re Eduardo VII, quand
nel gioruo deirincorona^lo
quali, bisogna convenirne,
tolleranza dei tempi mode
convinzioni religiose. Essi
della minoranza cattolica
irritassero due secoli som),
con le aspre lotte confessi
dei costumi.
Il ministro inglese per
previo accordo coi capi
dei Comuni, ha formulato
scopo di stralciare dalla
offensiva alla Chiesa rom|
mantenendo però l’obbligc
dele alla religione evan
mata. L’on. Ministro ha
datto il testo primitivo
terra avea il diritto e il
e quanto le parea necessi
intrighi della Corte papale
dai pericoli che oggi, fortii
La nuova dichiarazione
re Giorgio V, escludo tut|;i
di contrario alla Chiesa
scettibilità. La formula p
segue: < Io dichiaro e
ceramente alla presenza
fedele della Chiesa Rifornì
legge in Inghilterra. Io
legge che assicura al troiai
successione protestante ».
dal 1678, ogni qualvolta
ascende il trono, è obbligato
ne che la Chiesa cattolica
gravissima, essendo la negasnoi dommi più cari. Il Sosoleuuemente di non credere
degli elementi del pane e del
’Eucaristia; che il sacrificio
della Vergine, dei Santi ecc.
se e idolatriche; che non.
e di sorta col papa o coi di
sul trono inglese, non siedeon fosse protestante.
0 fu assunto al trono, ripetè,
ne, coteste dichiarazioni, le
non consuouauo più con la
mi e col mutuo rispetto delle
e sollevano oggi lo sdegnoinglese più di quel che la
quando erano in armonia
onali e la rozzezza relativa
de
re
di
©
gli Affari Interni, Asquith,
li vari partiti della Camera
un progetto di legge allo
dichiarazione regale la parte
uà e alla religione cattolica,
del Sovrano di essere feigeliea — protestante o riforcsservato che quando fu redella dichiarazione, l’inghildovere di premunirsi, come
rio, contro le insidie e gli
e di salvaguardare il paese
[natamente, non esistono più.
da mettersi in bocca al nuovo
:o ciò che la prima conteneva
mana ed urtava le sue suloposta da Asquith corre come
)(rotesto solennemente e sinDio che sono nn membro
lata Protestante, stabilita per
inro di mantenere intatta la
iO della Gran Bretagna una
4
LA LUCE
Cotesta ■» formola non incontrò tutto il beneplacito
della Camera dei Comuni e del paese, e ciò apparve
nella discussione che ne segui in prima lettura il 28
giugno u. s., rimanendo però approvata con voti 383
contro 42. Questa discussione ha riattizzato nel paese
i dissensi religiosi che perdurano vivissimi in Inghilterra. Gii Anglicani intransigenti vorrebbero che il
Re ripetesse immutata la vecchia dichiarazione; ma,
su 41.500.000 abitanti del Regno-Unito, gli Anglicani
tutti sommano a 20 milioni incirca: neppur la metà
della popolazione. I cattolici sono presso a poco
6.100.000; e 12.500,000 le Chiese dissidenti e nonconformiste. I cattolici sono soddisfatti della formola
proposta da Asquith, ma protestano ora contro di essa
i... protestanti: gli Anglicani, perchè ritengono superfino l’inciso « stabilita per legge in Inghilterra »,
giacché è inteso per essi che non vi è « Chiesa protestante riformata » se non quella anglicana; — i Nonconformisti inglesi e i Presbiteriani scozzesi domandano, poiché il momento è favorevole, che il Re dichiari d’esser « protestante » tonf-court, per non esclndere da una possibile successione al trono un Sovrano cui piacesse seguire i loro principi religiosi ed
ecclesiastici.
Il governo inglese, eliminata facilmente la protesta
cattolica, venne a trovarsi cosi dinanzi a una tripla
protesta del paese, e non ebbe altra via di uscita che
quella di restringere l’antica formola in questa semplice e concisa dichiarazione : « Dichiaro di essere un
fedele protestante ». Cosi, nel giorno della sua incoronazione, nel giugno 1911, e nell’apertura del Primo
Parlamento del suo Regno, Giorgio V, potrà, tutto
d’un fiato, pronunziare il giuramento, quale è stato
approvato dalla Camera, in terza lettura, il 29 luglio
scorso, con minori voti di prima: 245 contro 52. Questo risultato è una vittoria pei cattolici non solo, ma
eziandio per tutte le Chiese libere, indipendenti, non
conformiste, che vanno acquistando terreno, e resterà
memoranda nella storia della libertà religiosa. La Camera dei Lordi poi, il 2 agosto eorr., ha approvato ad
unanimità, in terza lettura, la formola futura del giuramento reale.
Come risponde la Chiesa Romana a questi riguardi
che l’Inghilterra protestante le vuole usare? —
Non le domanderemo perchè, per diventar regine in
paesi cattolici, le principesse inglesi debbano rinnegare la religione Uei loro padri e pronunziare, a loro
volta, parole che non possono non essere offensive alta
ìor prisca fede: ciò le riguarda, sia l’abiura sincera od
una ipocrita formalità. Ma questo rileveremo, che
mentre il Parlamento inglese agitava la questione del
giuramento reale, il giornale The Standard (15 luglio 1910) pubblicava la formola del giuramento che
i vescovi cattolici della provincia di Quebec, nei domini britannici dell’America del Nord, debbono pronunziare all’atto della loro consacrazione. Eccola :
« Io dichiaro che il papa è il vero Capo della Chiesa
universale spar.sa su tutto il mondo; che, in virtù del
potere delle Chiavi conferitogli da Gesù Cristo, egli
ha il diritto di spodestare i re, i principi, gli Stati,
le Repubbliche e i Governi eretici, attesoché tutti i
poteri di quaggiù sono illegali senza la sua propria
sacra approvazione: questi governi eretici possono pertanto venir distrutti con piena tranquillità della coscienza. Ond’io, con tutte le mie forze, mi farò difensore di questa dottrina, come pure dei diritti e delle
consuetudini della Santa Sede, contro gli usurpatori,
e specialmente contro la nuova pretesa autorità della
Chiesa d’Inghilterra e contro tutti i suoi seguaci, se
questa Chiesa e questi suoi seguaci si opporranno, in
uno spirito ereticale d’ usurpazione, alla Chiesa di
Roma, nostra Madre santa!
« Dichiaro inoltre che la dottrina della Chiesa anglicana, dei calvinisti ugonotti, degli altri protestanti
tutti è degna di dannazione, e che i protestanti stessi
saran dannati se non ritratteranno tal dottrina.
« Dichiaro ancora che accorderò assistenza e con-,
siglio a tutti i rappresentanti della Santità del Pontefice, dovunque io mi abbia a ritrovare: in Inghilterra, in Scozia, in Irlanda od in qualsiasi altro territorio 0 regno; e che farò quanto mi sarà possibile per
estirpare l’eresia protestante e per distruggere tutta
là sua pretesa antorità, legale o non legale ».
Si provi un po’ il Governo inglese di chiedere al
Papa qualche modificazione a questo giuramento, di
restringerlo a queste mere parole: « Dichiaro di essere un fedel vescovo cattolico »?... Non ne farà nulla.
La soluzione è nna sola: Dica p faccia dir quel che
vuole — dai protestanti il papa dev’essere ignorato!
Y.
Il Conte di Cavoar e la sua formula
« Libera Chieda in Libero Stato »
Nel centenario della nascita del grande statista
furono rievocate dalla stampa la sui vita e la sua
opera nella ricostruzione della patria italiana.
Siamo stati lieti di vedere finalmente in un
giornale, cioè nella Stampa, per opera di Francesco Ruffini, riconosciuta l’origine vera della celebre
formala « Libera Chiesa in libero Stato ». « Non
in Francia — leggiamo nel giornale di Torino —,
come si è creduto per un pezzo, nè dal cosidetto
Cattolicismo liberale ebbe il Conte di Cavour la
prima visione del possibile connubio fra Chiesa e
liberalismo: ma nella Svizzera francese e dal cosi
detto Protestantesimo liberale, movimento religioso
in qualche maniera corrispondente e di qualche
poco anteriore a quell’altro. Suo primo maestro
non fu pertanto l’abate de Lamennais, ma il pastore Vinet. Su questo le lettere di lui del 1830 e
del 1833 alla zia ginevrina, contessa Cecilia de Selion, nata De Budè, pubblicate dal Berti, non possono lasciare più dubbio di sorta ».
Si noti dunque ancora qui la felice influenza del
pensiero protestante sulla mente del grande statista. E non solo questo. La madre del Conte di
Cavoar era evangelica e cosi pure evangelici i suoi
congiunti dalla parte di lei. Niun dubbio che tutto
questo ebbe una benedetta ripercussione sullo svolgimento delle idee liberali del celebre uomo di
Stato.
Enrico Meynier.
La GIOVENTÙ
Sul grave problema della Gioventù, abbiamo ricevuto due nuovi scritti. Compariranno, a Dio piacendo,
nel prossimo numero.
/Andrea l^odolfi
Mantova, li 12 agosto 1910.
Lunedì scorso, 8 and. agosto alcuni fratelli e sorelle
della congregazione di Guastalla si recavauo nella
grossa e lontana frazione di S.Rocco,per dare un ultimo
tributo di rispetto al nostro vecchio fratello nella fede
Andrea Rodolfi, agricoltore, addormentatosi nel Signore la mattina del giorno innanzi.
Al culto, tenuto alla casa mortuaria, e molto ascoltato fra altri da parecchi congiunti, amici e vicini
dell’estinto, seguì la straziante separazione della vedova dal consorte, poi il lungo e polveroso tragitto
da San Rocco fino al cimitero di Guastaila.
Qui, nella nostra mestizia, ci aspettava una molto
grata sorpresa. In seguito ad una nostra formale petizione al Consiglio Comunale di Guastalla (socialista),
petizione firmata dai fratelli, dalle sorelle, e da alcuni
amici della Chiesa, era stato atterrato e fatto sparire
il muro che, fino a questa primavera, aveva separato
il riparto del camposanto destinato ai cattolici dal
riparto destinato agli acattolici, agli atei, ai suicidi, eoe.
Nel massimo Silenzio, e col rispetto di tutti i presenti, si lessero dunque, nel cimitero unico, le parole della vita sul campo della morte, si espresse la
certezza della risurrezione di fronte alla inumazione,
e si affermò l’esistenza di un mondo avvenire in
faccia al mondo attuale.
Possano le parole lette, le esortazioni rivolte, le
preghiere innalzate, recar luce alle menti, conforto
ai cuori addogliati, e salutare ammonimento a tutti;
alla vedova, agli orfani, ai congiunti, ed ai membri
della Chiesa.
E possa la dipartenza di Andrea Rodolfi per la
patria migliore produrre (a Dio nulla è impossibile!)
ravvicinamento spirituale dei suoi cari sopravviventi
alla « piccola greggia » di Guastalla.
St. Revel.
presidenza del Qomifafo
A decorrere da oggi e fino a nuovo avviso l’indirizzo del Presidente del Comitato è ; « Sig. Arturo
Muston, Torre Pelliee (Torino) ».
Scuola Maestri E^vangellsti
* MATTEO PROCHET » *
(Trentatreesima lista)
Somma Recedente.......................L.
Captain Wisely, London L. st. 50. . . »
London Ladies Au:z.ry, L. st. 20
35.623,75
1.265—
605,60
VALLI VALDE^SI
La festa religiosa campestre, per la Valle di S. Martino, si terrà il 21 corrente alle 15, al Oro la guerra,
nel bosco di Salse, presso il Colle delle Fontane.
S. Germano Cliisone. — Si è adunata in questo borgo
l’annua Conferenza pedagogica, il 4 corrente.
SU LU LAGUNE
La relazione annua (1. luglio 1909 — 31 maggio
1910) della nostra chiesa di Venezia reca buone notizie: « i culti specialmente della mattina furono assai bene frequentati; i culti di Pasqua e di Pentecoste sono stati affollati più degli altri anni; e coloro
che si accostarono alla S. Cena (o Comunione) furono pure più numerosi, l’evangelizzazione non è
stata perduta di vista, ed in varie maniere si è cercato di farla; varie conferenze speciali hanno attratto
un numero più o meno grande di estranei; mentoviamo le interessantissime conferenze date all’Ateneo
Veneto e alla Chiesa Valdese dai signori Adolfo dalla,
missionario allo Zambesi, e dal Cap. Alfredo Bertrand; tra altre conferenze speciali sono pure da mentovarsi le seguenti : Le colonie Valdesi d'America
(con proiezioni) Roosevelt e il Papa e tre sulla Passione di Cristo, date durante la settimana Santa; gli
alunni della Scuola Domenicale sono stati regolari e
diligenti nello studio; la Società di Lavoro merita
un ringraziamento speciale per la sua attività benefica ». La Relazione dà inoltre buone notizie della
Società missionaria la Zambesia e delle finanze: una
sorella in fede tuttora vivente ha fatto un piccolo
lascito alla chiesa; il Bazzar di beneficenza ha fruttato più del solito, cioè la bella somma di L. 1000; la
contribuzione alla cassa centrale è stata aumentata di
altre lire 200.
Un bell’ acquisto
I giornali riferivano che la Perrier, la... soave cameriera di quell’ amorino di donna eh’ è la Tarnowska, la quale Tarnowska occupa il suo tempo in carcere a scriver lettere e a leggere romanzi francesi, si
sarebbe convertita al cattolicismo romano, con gran
gioia delle monache ospitali e del Cardinal patriarca
di Venezia, che avrebbe presieduto alla celebrazione
del rituale d’uso.
Se mai, bell’acquisto davvero 1
5alL>ata da la rT)ador?r)a
A Napoli una donna che, per una solenne bastonata
ricevuta al capo, era iu fin di vita, si sarebbe d’un
tratto alzata sana come un pesce o press’ a poco, dicendo : Ho visto la Madonna e la Madonna m’ha
guarita.
Resta da dimostrare: 1' che la notizia data dai giornali sia esatta ; 2‘ che la bastonatura sìa stata mortale;
3' che i medici non abbiano preso qualche abbaglio,
poiché anch’essi vanno soggetti a errare come tutti
gli altri umani ; 4- che non c’entri minimamente l’inganno per parte della donna stessa ; 5- che la Madonna
possa apparire (Che avrà visto la bastonata ? Una
donna naturalmente. Come sa la bastonata che quella
donna fosse la Madonna ?) ; 6‘ che Dio abbia delegato
alla Madonna il potere di compiere miracoli. Quando
sarà provato tutto questo, noi crederemo. Prima, no.
Corriere ^/cì//o
Palermo. — (R. Ortoweio). Si è costituita un’Alleanza
cristiana tra gli Evangelici che ha per iscopo :
1. La reciproca simpatia ed edificazione, effettuando
ciò con le riunioni del martedì sera e con le riunioni
di preghiera da tenersi per turno nelle varie chiese
evangeliche; 2. Progressiva penetrazione dell’Evangelo nelle famiglie; 3. Visita agli ammalati;
Cattolica Eraclea. — Il Giornale di Sicilia parla di
una scenata medievale avvenuta in chiesa durante
la messa. Contro alcuni giovani studenti, che non
s’erano alzati, quando tutti si alzavano, prete e... delegato di Pubblica Sicurezza scatenarono nella folla
un tumulto addirittura; nè valsero i buoni consigli
di un Giudice presente. Gli studenti han dato querela contro prete' e Delegato. Il Delegato è traslocato... nell’isola di Lampedusa. Al prete il Commissario di Girgenti ha promesso... l’arresto, se non
cambia registro.
Custonaci (Trapani). — A cagione di una Madonna...
miracolosa è avvenuta una vera rivoluzione. — Ne
parleremo nel prossimo numero.
Totale L. 3?.394;SB
Svizzera, Beroiania, Scandinavia menti alla
Lucct rivolgersi al pastore Paolo Calvino, LUGANO.
5
LALUCE
OLTRE LE ALPI E l nñR\
Svizzera
Giaevra. — La Semaine religieuse', nell ultimo numero, parla con molta simpatia del tanto rimpianto
pastore valdese, ex agente della Società biblica, sig.
Augusto Meille.
Morges. — I corsi biblici sono incominciati lunedì
scorso. Le lezioni in questa settimana sono date dai
signori Widmer, Borel-Girard, Saillens, Teodoro Naville, Lortsch e Fermaud. Domenica prossima, relazione di quest’ultimo intorno alla < Cenferenza missionaria di Edimburgo >.
Neuchâtel. — Il Consiglio di Stato ha concesso la
libera docenza di storia delle religioni al pastore
'Corswant presso la Facoltà di teologia deU’Università.
Basilea. — Alla Scuola missionaria sono stati ammessi 24 nuovi alunni.
Francia
Parigi. — I premi per due inni sacri, nel Concorso
bandito da la Bevue Chrétienne, sono stati conferiti :
il primo al pastore Wilfred Monod di Parigi ; il secondo al giovane poeta Pierre Fargues di Mans. Il
■Concorso per la musica da adattarsi a detti cantici
non ha dato risultati sodisfacenti : tuttavia sono state
assegnate due medaglie agli autori delle migliori melodie. Si ribandisce il concorso musicale. Chi voglia
conoscere le poesie da musicarsi, le troverà nella Revue chrétienne del !• dicembre 1909, pagina 1016 e seguenti. Le composizioni, con motto ecc. — come si fa
in tutti i concorsi — devono essere spedite prima del
!■ novembre al sig. John Viénot, directeur de la Revue chrétienne, 83, rue Denfert-Rochereau, Paris (1»^).
Nantes. — Da P 8 all’ 11 novembre. Convegno cristiano (come quello di Parigi), al quale presiederà il
pastore Saillens.
Grenoble. — Dal 13 al 15 del corrente mese, Grenoble ha veduto radunarsi un Congresso d’astemi. Incaricati di leggervi relazioni e memorie erano il dott.
Legrain, Andrea Monod, il dott. Richard ispettore
medico neH’esercito, Fàbreguette, l’avvocato Desjardins, l’avvoeato R. Hayem, Paolo Reboul professor di
giurisprudenza, Gautrot professore nel liceo di Brest,
Rosendhal, Bérard consigliere a Marsiglia e la sig.ra
Hayem. Molti ascoltatori (Da la Vie Nouvelle.)
Germania
Monaco. — Il modernista abate prof. Schnitzer —
■com’era da prevedersi — è stato scomunicato.
A-lfferia
Costantina. — La Società nazionale d’incoraggiamento al bene ha conferito una medaglia d’oro alla
moglie d’un pastore evangelico, alla signora Scherb.
(Da la Vie Nouvelle).
Canadá
Montreal. — Gallo, ex prete francese, è stato consacrato al Ministerio cristiano evangelico (Da la Vie
Nouvelle).
OttaTra. — Un nuovo giornale evangelico TAe Converted Priesl ha or ora incominciato le sue pubblicazioni sotto la direzione di Patrick Morgan, ex cappuccino (Da la Vie Nouvelle).
Giappone
Il governatore di Nagasaki è un caldo ammiratore
dell’Associazione della Gioventù cristiana e la sostiene
col suo obolo. L’opera di salvezza porta molti frutti
nel Giappone. I pastori indigeni sono ormai 560 con
570 aiuti. Le Scuole domenicali annoverano 87 mila
alunni. Nel 1908 i missionari cristiani evangelici amministrarono il battesimo a 7749 Giapponesi adulti
e a 939 bambini. In 10 anni il numero dei Cristiani
evangelici è cresciuto dell’80 per cento nel paese del
Mikado (Da L’Eclaireur).
Corea
Secondo il Christianisme, 25 anni or sono non vi eran
punti cristiani evangelici in Corea, salvo alcuni pochi a Mukden. Oggigiorno, vi evangelizzano missionari di 13 diverse Società; i quali predicano a 250
mila anime e ne han già condotte 71 mila al Salvatore. Non sono rari gli uditorii di 1000 e fin di 1500
persone. lohn Mott, il segretario della Federazione
mondiale degli studenti, che ha di recente visitato
quella contrada, diceva : « La prima nazione che diverrà cristiana, se le Chiese sapranno giovarsi del momento presente, è la Corea ».
ml^ñYVIZZE^Á
Badea (Svizzera) 11 agosto 1910.
Caro amico,
Bisognerà bene che da questo mio romitaggio ti
mandi un cordiale saluto estensibile ai tuoi centomila
lettori. Dico romitaggio quantunque io mi trovi proprio nel « Grand Ilótel » cioè nel più frequentato degli stabilimenti di questa graziosa città, ma in un simile albergo uno potrebbe starci dieci anni consecutivi senza essere astretto a entrare in relazione con
chi che sia. Sui 150 inquilini momentanei (la cura ;
dura generalmente tre settimane) di questo stabili- i
mento i tre quarti almeno sono più o meno reuma- '
lizzanti, gli altri sono o parenti o amici che li ac- ■
compagnano e che così godonsi un po’ di vacanza, pur j
fungendo da infermieri volontari: gli altri 10 o 12 j
alberghi più modesti sono altresi strapieni e nel corso
della stagione che dura da maggio a settembre si calcola che almeno 1000 sofferenti vengano a cercar sollievo in queste acque termali (46 centigradi) le quali,
cosa davvero notevole, scaturiscono tutte nella parte
più bassa della valle stretta e proprio su ambedue le
sponde della Zimat, che esce dal Lago di Zurigo e
corre veloce a congiungersi colle sue sorelle la Eeuss
e l’Aar un po’ al disotto di Schinznach.
La società degli Albergatori possiede un bel parco
con nel mezzo un gran Kurhaus e un Kurtheater per
divertire gli ammalati che possono camminare e che
ogni giorno hanno occasione di sentire due concerti
dati da una scelta orchestra. C’è anche, naturalmente,
una sala che contiene un altare dedicato non a una
divinità ignota, bensì alla nota passione del gioco,
colla differenza che mentre a Monte Carlo si possono
giocare somme sbalorditive qui non è permesso di
farsi spennacchiare più presto che a cinque franchi
per volta. Ed è davvero uno spettacolo dolorosamente
interessante lo studio di quei visi intenti a calcolare
i giri e rigiri talvolta cosi capricciosi della palla che
si direbbe animata da un diavoletto capace di scombussolare qualsiasi previsione. In fondo in fondo è un
gioco ' stupido e la missione stupidificante éiù croupier
è degna di commiserazione: Fortuna che non è permesso di giocare se non a certi intervalli, ma la cantilena è sempre la stessa: Faites vot’ jeueueu! e il
tappeto si ricopre di monete da 1 a 5 franchi. Votjeu
est faiaiaitl — Plus rien n’vaaa I e lancia la palla
che fa le sue giravolte sul gran vassoio e mette talvolta un minuto prima di fermarsi sul numero destinato a vincere. E la tensione che s’impadronisce dei
giocatori — segnatamente delle giocatrici — che attorniano la fatai tavola, è tale che se fosse rivolta a
qualche opera buona potrebbe senz’alcun dubbio produrre qualcosa di grande; invece si legge sul viso dei
rari vincitori un piacere che par misto di rincrescimento pensando alle perdite già subite e non mai
compensate, mentre il dispetto talvolta esacerbato da
continue perdite si legge in viso ai perdenti e vi lascia tracce indelebili di delusione continua. Provetti
fisionomisti è psicologi ti sanno dire del tale o della
tale: si legge loro stampata in viso la passione del
gioco.
I governi savi, cantonali o federali, monarchici o
repubblicani, dovrebbero andare intesi e abolire dappertutto quei maledetti giochi, a cominciare dal famigerato Monte Carlo e venendo giù giù fino al più modesto Kurhaus.
Giochino alle bocce, al biliardo, ai birilli, agli
scacchi ecc... questi sono giochi almeno ragionevoli.
Io qui, ho da predicare ogni Domenica due volte, in
francese, la mattina nella Cappella Evangelica di Badén, nel pomeriggio a Schinznach, in Una cappella
nella quale la mattina celebra la Messa il prete romano, poi vi predica il Reverendo Anglicano' e tutto
cammina senza inciampi nè urti. Il pastore sig. Bodner, mio carissimo amico predica in una Cappella,
dove, durante la stagione estiva, ei tiene altresi ogni
mattina un breve culto in lingua tedesca per i bagnanti che accorron volentieri, talvolta numerosi assai, alle ottime sue meditazioni ricche di pensieri,
eleganti di forma.
Dietro accordo fatto dalla « Société évangélique »
di Ginevra col proprietario del Grand Hôtel, il pastore di lingua francese ottiene una forte riduzione
sul prezzo di pensione altrimenti basterebbe un mese
per rovinarlo.
Paolo Calvino.
Il BARONE FRATELLO DEBLI SFAZZINI
Bodelschwingh, il famoso filantropo cristiano tedesco, morto poco tempo fa, era il tipo del cristiano
sociale, non a parole ma a fatti. Egli era barone e
figlio d’un ministro di stato; eppure seppe abbassarsi
— a imitazione di Gesù — fino al livello dei più
umili, per inalzarli. S’era tutto dato al servizio del
Cristo, dopo aver letto un opuscolo che narrava la
conversione d’un Cinese. Bodelschwingh ha fondato
una vera città per i suoi amici, Ì diseredati. Ha fondato inoltre l’ordine come vien detto dei « fratelli
spazzini >. E si racconta come un giorno, ch’egli stava
discorrendo con due pezzi grossi coperti di decorazioni, lasciasse questi signori per correre a baciare
uno dei suoi * fratelli », ùn povero spazzino che
passava per di là. ' '
I CattoIicnedEsi^a congressH
Il 20 agosto prossimo i cattolici tedeschi terranno
ad Augsburgo il loro Congresso annuale, che quest’anno avrà una importanzi speciale in seguito alle
polemiche suscitate fra cattolici e protestanti in Germania dall’enciclica Editae saepe. (Dal Corriere della
Sera).
Uno strascico tleirEociclica io Austria
Al Concistoro superiore delle chiese evangeliche
dell’Impero austriaco il Ministero dell’istruzione e dei
culti ha risposto con uno speciale rescritto; in cui
il Governo si dice dolente che la pubblicazione dell'enciclica' abbia prodotto « equivoci » ed « errori » ;
si dice inoltre cosciente del proprio dovere di proteggere le chiese evangeliche e i loro aderenti conformemente alle leggi e dichiara di voler reprimere, per
quanto lo consentano i poteri costituzionali, ogni tentativo atto a nuocere alle buone relazioni esistenti
tra le diverse confessioni religiose (Da la Semaine
di Ginevra).
florence JlijhHnjRtle
E’ morta Florence Nightingale, la filantropa, la cristiana sublime. Tutta Inghilterra la piange. Ci duole
di non aver spazio per parlarne. Al prossimo numero.
Cose di Spagna
Come tenervi dietro e informarne i nostri Lettori?
Le notizie non si vaghe, sì contraddittorie! Nè si può
dire che la questione sia proceduta d’un passo. I fogli quotidiani son pieni di interviste, di informazioni... di poi rettificate, dì incertezze. Re Alfonso è
liberale; Canalejas è risoluto. Canalejas si fa conciliante ; Canalejas sta in piedi. Canalejas forse è per
cadere; e così via, uggiosamente. Attendiamo dunque
gli eventi, e auguriamo buon viaggio all’on. don R.
Murri, che » va in Spagna a studiare la lotta anticlericale ». Beato lui!
Tra IjQìoyanì
Il principe Oscar, da 17 anni presidente dell’Alleanza nazionale svedese, ha celebrato il 50* anniversario, il 15 novembre scorso. Le Unioni di Svezia lo
Imnno’festeggiato e gli hanno offerto un Album con
fotogràfie e versetti biblici. Nella sua risposta il principe ha parlato della fratellanza che unisce tutti i
credenti.
. — Il conte Moltke, rappresentante danese nel Comitato universale, ha fatto un lungo viaggio per visitare le associazioni d’Oriente. Insieme col signor O.
Morthensen, ha interessato le Unioni del suo paese
alla missione di Antung in Manciuria, e si spera che
quanto prima possano erigere un edifcio per l’Unione di quella missione.
— Il conte d’Aldenburg Bentink ha regalato un bell’edificio ammobiliato all’Unione di Amerongen (Olanda).
— L’Unione dell’Aia, presieduta dal barone Mackay,
ha avuto un anno di progresso sotto tutti i rapporti.
I corsi d’istruzione, preparati ogni anno, sono stati
molto frequentati.
— 11 principe Enrico dei Paesi Basai, protettore delTAlleànza nazionale e sostenitore dell’Unione dell’Asia,
ha assististo durante parecchie ore alle sue deliberazioni.
«
4 *
L’Unione di Verviers s’è associata alla Federazione
evangelica dei giovani di Liegi per rivolgere Un appello alle unioni belghe a favore della lotta contro
la letteratura disonesta.
— 11 Comitato nazionale francese, eletto dalla Conferenza di Nîmes, è composto dei signori Caspari presidente, Billy tesoriere, e Sautter segretario generale.
Quest’ultimo però, dopo 25 anni di servizio, ha già
dato le sue dimissioni per il 1-ottobre, L’opera delle
unioni, sotto la sua guida, ha fatto dei progressi incoraggianti.
— L’Unione diSt. Dié (Vosgi) ha comprato l’antico
Casino per stabilirvi i suoi uffici. Già Casino, oggi
Unione Cristiana, tal’è la conquista del segretario generale sig. Namblard.
*
— La Compagnia delle strade ferrate del Messico
ha dato lit. 150.000 per l'edificio unionista attualmente
in costruzione a Messico.
— L’anno 1910 è stato uno dei più attivi per l’unione di Porto-Alegre (Brasile); Siccome le principali
case commerciali hanno deciso di chiudere i negozi
alle 19, l’Unione s’è affrettata a distribuire degli inviti alle sue lezioni serali. Molti giovani si sono iscritti
ai corsi e nuovi membri hanno aderito all’Unione.
6
6
V •
LA LUCE
L’Unione di Paramaribo (Guiana olandese), ricostituita due anni or sono, conta 80 membri. Il comitato
è composto di missionari e di negozianti della missione morava, ed è aiutato da diversi indigeni.
Il primo numero del « Parosse « (Faro) è uscito a
Bardizag. Si spera che il giornale diventi l’organo
delle sezioni armene delle unioni di Turchia, e che
possa essere di grande aiuto all'opera delle associazioni e delle missioni.
— L’Unione di Àdana (Asia Minore) malgrado la
rovina completa del suo locale nell’ultima persecuzione; ha ripreso la sua attività. Il segretario, sig.
Sisag Manoogian, dirige 4 riunioni ogni domenica e
altrettante nella settimana, sia allo spedale sia in locali prestati per l’oecasione.
— L’Unione di Calcutta conta 1.100 membri; ma
essa esercita la sua influenza su altre migliaia di giovani. Possiede 6 stabili ; tiene camere ammobiliate per
160 persone ; undici segretari lavorano al suo servizio ; vi si danno poi dei corsi d’ogni genere.
— Il « Ceylon Men >, giornale del Comitato delle
unioni di Ceylan, pubblica un rapporto incoraggiante
per l’anno 1909. Vi sono nell’isola 14 unioni con 1095
membri ; più sei unioni di studenti con 346 membri.
— L’Unione cinese di Sciangai ha raccolto lit. 162.500
per allargare le sue tende e creare nuovi edifici. II
consiglio municipale ha dato lit. 12,500. L’iniziatore
della sottoscrizione s’è fatto cristiano in seguito all’opera da lui compiuta a favore dell’Unione.
— Il segretario Hibbard del Giappone ha visitata
Dalny in dicembre ed La acquistato un bell’edificio
nel centro della città, accanto ad un giardino, al prezzo di 1800 yen.
— Il giornale delle unioni giapponesi, il » Kaitakusha » ha celebrato in febbraio il suo 5- anno di vita,
con una riunione di 800 persone. Ogni presente doveva pagare l’ingresso col comprare una copia del
giornale stesso.
— L’Unione di Nagasaki ha fondata una sezione di
150 membri fra i minatori di carbone in una delle
isole del porto. La sezione provvede a se stessa ed è
ben accetta agli operai ed ai principali.
— L’Unione di Tokio ha una sezione cadetta di 140
membri. Essa ha pure sei classi bibliche per cinesi,
frequentate settimanalmente da 80 giovani. Una delle
classi prepara i futuri conduttori dei gruppi biblici.
— Ai suoi diversi rami di attività, l’Unione di Sid
ney (Australia), ha aggiunto un ufficio che ha già
trovato lavoro per 56 giovani. Sono state fatte 295
domande. Il medesimo ufficio si occupa altresì del
molti immigranti, dei quali fin ora 151 si son valsi
dei suoi servizi.
G. d. P.
IN SALA DI LETTURA
Das Wesen der Macht der römischen Kirche :
Tale è il titolo di un opuscolo di 35 pagine in 8grande pubblicato ultimamente a Zurigo, e conte
nente un lavoro che il pastore valdese di Lugano
Paolo Calvino, pronunciò alla Conferenza dei delegati della Svizzera centrale. Gli uditori dovettero provare una profonda impressione nel sentire quella
bella conferenza, in cui si riflette lutta l’esperienza
e tutta l’autorità che una familiarità di oltre quarant’anni col soggetto ha conferite al conferenziere.
La si legge con sommo interesse; sebbene scritta in
buona lingua tedesca, non è mai pesante, e qua e là
frammezzo alla scienza seria, una allusione arguta o
un motto ravvivano l’attenzione. L’essenza della po
lenza di quella vasta società che si estende nel mondo
intero sotto il nome di chiesa cattolica, dice l’A., si
trova, nelle sue immense ricchezze, nel funzionamento
esatto della sua poderosa organizzazione e capacità
di adattamento, sostenuta dall’istituzione della Confessione, adoperata anche per proseguire scopi politici e dal culto della menzogna. È una cosa complicata
che non si può definire con una frase. L’ignorarla
però, o il non comprenderla può condurre a gravi
errori, non solo per gli uomini polìtici (informi
Bismarck stesso !) ma anche per semplici famiglie evan
geliche.
Di fronte a tale potenza che debbono fare gli evangelici ? O sottométtersi, o resistere. La prima alternativa è esclnsa, e rimane la seconda; e questa è nostro
sacro dovere, in nome dì un ideale elevato, che vogliamo vedere trionfante e vittorioso. Molti giornali
già han dato resoconti di questa conferenza, profonda
di pensiero ed equa nei suoi giudizi; sappiamo che
se ne sta facendo una traduzione in lingua danese
(perchè non una pure in Italiano ?) e noi che l’abbiam
letta consigliamo a molti di leggerla e di farla leggere, con l’augurio, già espresso dal distinto Praelat
V. Weitbucht « ch’essa possa portare buoni frutti ».
P.
LI5RI E FERIODICI RICEVaTI
Cultura moderna, N. 8-9 (1- agosto — 1* settembre).
Cina nuòva Enciclopedia religiosa
Coi tipi Mohr di Tubinga (Germania) si pubblica
in fascìcoli, a l'marco l’uno, una nuova e, a quanto
si dice, importantissima Enciclopedia religiosa, che
tien conto di tutti gli studi fatti sino ad oggi. Sonogià comparsi il primo volume e i 15 primi fascicoli
del secondo. Vi collaborano veri specialisti per ogni
materia. L’opera completa comprenderà probabilmente
4 volumi di circa 1000 pagine ciascuno. Prezzo di sottoscrizione a tutta l’opera : da 90 a 100 marchi. Il primo
volume è stato posto in vendita per 26 marchi.
SI PACANO LE IDEE
Nei locali di una fabbrica americana — dice Pai* ei
Piòerife- è esposta questa scritta: « Si pagano le idee;
ricompense e premi ». E che significa questa scritta ?
Lo diremo in due parole: la direzione della fabbrica
è disposta a ricevere critiche e suggerimenti da tutti
i suoi impiegati inferiori e, se dette critiche e detti
suggerimenti vengono giudicati utili, la direzione è
disposta a pagarli a danaro sonante. Ogni idea ammessa sarà subito ricompensata con 2 dollari (10 lire).
Ogni semestre, le quindici migliori idee daranno diritto a premi da 10 a 50 dollari (cioè da le 50 alle
25h lire). Le idee degne di ottenere un brevetto saranno ricompensate in modo speciale da stabilirsi. Il
numero e la qualità delle, idee suggerite serviranno
di titolo all’impiegato per il sno avanzamento. Ogni
seniestre, il capooperaio nella cui squadra si saranno
emesse più idee (accettate) avrà diritto a una gratificazione di 15 dollari. I capioperai possono prender
parte ai concorsi, ma non per ciò che concerne il loro
proprio riparto.
L'Istituto Evangelico Feoioiioile di Firenze
cerca insegnante elementare interna. Rivolgere domanda al detto Istituto, Via del Gignoro, 15 — Settignano.
______Domenico (riocoli, gerente responsabile
Tipografia dell’Istituto Gould, Via Marghera 2, Roma
^uri Sacra Fari|<ès
(La tormentosa fame dell’oro).
Il giovane annuì col capo. L’altro continuò:
— Dunque, nella mia capacità di uomo privato le
vengo ad offrire un posto in una mia Banca, che non
esiste ancora... ma che ben potrebbe venire alla luce,
se lei mi aiuta e si associa a me in uno sforzo onesto
di aiutare tanta povera gente, che non sa dove battere la testa quando vuol mettere in sicuro i propri
risparmi.
Alberto si fece più attento ai propositi del suo visitatore.
— Ora mi spiegherò meglio, continuò ilSonnenheim.
New-York contà un gran numero d'italiani, quasi duecentocinquanta mila. 1 più sono poveri, ma non mancano anche i ricchi o almeno i benestanti. Poi. fra i
poveri ve ne ha un gran numero che mettono da parte
qualche cosa. Hanno tutti qualche centinaio di dollari che non sanno proprio dove depositare, perchè
non c’è Banca agli Stati Uniti che goda la loro fiducia. In Italia, o generalmente in Europa, la povera
gente mette i propri risparmi nelle Casse Postali, garantite dal Governo Nazionale: ma qui le Casse Postali di Risparmio non esistono. I Sindacati bancari
non ne permettono l’esistenza. Ora ecco il mio progetto. Ella è italiano e di famiglia illustre. Fondiamo insieme una Banca, che si potrebbe chiamare
per esempio...
— Al Piccolo Risparmio Italiano — suggerì Alberto.
— Benissimo ! benissimo! Al Piccolo Risparmio Italiano. Veggo bene che lei entra di colpo nelle mie
idee. Or, dunque, passiamo a concretare la cosa. Questa
Banca dovrebbe fare tutte le operazioni proprie delle
Banche, dal cambio fino agli imprestiti e alle operazioni di Borsa.
— Ma e i capitali? — chiese il giovane.
— Ho pensato anche a questo. Io ci metto cinque
mila dollari : lei altri cinque mila, tanto per comLu:dare. Il denaro lo traffico io. Ella conduce la Banca
e avrà il suo stipendio regolare, più l’interesse dei
suoi denari.
— E dove si metterebbe questa Banca? — chiese
l’àltro.
— Il posto l’ho già trovato. La metteremo nel Bweryo.
Il Boweryè il luogo più adattato. Gli affitti dei negozi
sono quivi a buon mercato ; poi vi sono da circa cento
mila italiani... e altrettanti giudei, russi, polacchi, cinesi e altra gente che lavora, fa soldi e li porterà da noi.
— Ma e la garanzia...
Il tedesco si tirò su gli occhiali e guardò come trasognato il giovane.
— Garanzia di che ? Io metto a rischio i miei denari, lei i suoi, 0 i nostri clienti i loro. Ecco tutto !
Si capisce: gli affari bancari hanno dell’alea, hanno
dell’alea! Poi ella conosce il proverbio: chi non risica non rosica. Già, io vengo a proporle l’affare,
perchè non appena la vidi alla mia Banca mi diventò
simpatico : ma se lei non accetta, troverò ben altri italiani che a occhi chiusi prenderanno l’affare. E’ troppo
buono! E’ un affar d’oro! Ma non voglio la risposta
ora. Ci pensi su, e poi risolva. Quando debbo tornare
per la risposta.? Paeciamo a otto, a dieci, a quindici
giorni. Che ne dice?
— Torni da qui a otto giorni. Credo che entro otto
giorni avrò preso una decisione.
La porta della camera di Alberto si aperse e la faccia
untuosa del Sonnenheim sparì nelle tenebre del corridoio scarsamente illuminato dell’albergo.
Il giovane sì trovò subitamente incoraggiato, lusingato ed anche imbarazzato dalla proposta del Sonnenbeim. L’affare gli andava a genio. Trovarsi a
capo di un’agenzia bancaria, quantunque piccola, lusingava il suo amor proprio. Poi, avrebbe preso uno
stipendio che gli avrebbe procurato una posizione
indipendente. Finalmente, non potendo procacciarsi
un impiego, dove sarebbe stato più o meno servo, diventava disubito padrone in casa propria. Ma i capitali dove trovarli ? Egli non possedeva di certo i
5000 dollari che domandava il Sonnenheim.
Il giovane rifflettè a lungo sul modo di procacciarseli, e non seppe trovar altra via se non di scrivere
ai suoi amici Olden e richieder loro consiglio sul da
farsi. Essi, non ha dubbio, glieli avrebbero mandati,
ove occorresse, anche per telegrafo. Ma la sua dignità
personale... egli aveva rifiutate le 250,000 lire che avevano offerte a lui. Ed ora..,-rivolgersi ai medesimi per
denaro, gli sembrava indecoroso, avvilente. E’ vero :
egli aveva una lettera dei signori Olden, che aveva
accettato da loro colla promessa che l’avrebbe aperta
quando si fosse trovato in grande necessità. Era forse
venuto quel triste momento ? Ma ' la lettera, egli ne
era stato assicurato, non conteneva denaro. Che vi si
diceva, dunque ? Che racchiudeva essa mai?
Il giovane durò una mezza settimane fra il sì e il
no, facendo e disfacendo cento progetti al giornó.
Poi non sapendo più dove sbattere la testa, nè dove
prender consiglio, risolvette di aprire la lettera. Essa
era del tenore seguente :
« Caro ed Egregio Signore,
€ Il suo rifiuto di non accettare un centesimo della
somma che in un tempo più o meno lontano noi daremo al signor Marchese Filippo De Paoli suo padre,
l'onora grandemente, e noi rispettiamo i delicati sentimenti del suo cuore. Ma siccome nessuno può prevedere le conseguenze e i casi della vita, così fin da
questo momento apriamo a suo favore un credito di
cinquantamila lire colla North Pennsylvania Bank
la quale ha l’ordine da noi di darle qualunque somma
da lei richiesta.
€ Il signor Marchese Filippo l'ha cacciata ^i casa
e l’ha diseredata : ma, secondo le leggi del Codice Italiano non può toglierle la legittima. Le cinquantamila
lire che noi le accreditiamo sulla North Pennsylvania
Bank rappresentano una parte della legittima che noi
preleviamo sulla somma o somme le quali noi verseremo al Marchese Filippo De Paoli.
« Abbiamo l’onore e il piacere di salutarla ».
Seguivano le firme di tutti i membri di casa Olden,
cominciando dalla signora Rachele.
Il giovane Alberto lesse e rilesse la lettera come
trasognato. Ormai capiva ogni cosa. Gli Olden vegliavano su di lui. Il Sonnenheim era un inviato loro, e
forse la proposta di aprire per luì una Banca italiana
era nata nel fecondo cervello di Guglielmo o in quello
di Miriam. Egli non si sentiva più solo. New York
gli pareva oggimai popolata di amie’.
Quella sera l’ex-marchesino De Paoli sì coricò più
tranquillo e il giorno dopo mise mano sollecita a recare ad effetto la fondazione della Banca Paoli-Sonnenheim : < Al Piccolo Risparmio Italiano ».
XI.
Lo sfacelo di uoa faiuiglia.
Come in tutti i commerci di questo mondo, così
anche negli affari bancari, ve ne sono degli onesti
e dei fraudolenti, Yi è tal banchiere a cui nulla si
può rimproverare e ohe guadagna il suo colla massima onestà e correttezza : se ne dànno altri per con-^
trario la cui attività bancaria è tutto un tessuto di
bugie, di frodi e di inganni. Certe Banche hanno due-
7
LA LUCK
contabilità : una pubblica a servizio dei clienti e
sempre aperta all’esame de^li ispettori del Governo :
un’altra privata, misteriosa, spesso scritta in cifre,
dove si notano le operazioni arrischiate, le manovre
fraudolenti, i giuochi più o meno ladri e i guadagni
illeciti ottenuti sulla credulità e la dabbenaggine al.
trul. Tale era la Banca del signor Enrico Olden. Questi
era una copia vivente del padre. Nato pel commercio,
egli aveva una intuizione tutta speciale del momento
opportuno per lanciare un affare, per mettere in atto
una combinazione, per liquidare un’impresa, per stabilire un sindacato, per aprire un prestito, per lanciare
sul mercato nuovi valori commerciali, per gonfiare
0 avvilire i già esistenti. In queste operazioni dove
ci entrava l’alea, dove danzavano in una ridda pericolosa i milioni, Enrico Olden era nel suo elemento
e vi si trovava a suo bell’agio. Era un nuotatore esperto
che si buttava in braccio ai flutti, anche quando i
marosi spinti dal vento flagell.ivano infuriati il lido.
Il vecchio Giuseppe Olden faceva gran caso del figlio,
al quale, negli ultimi due anni .della sua vita, aveva
commessa quasi interamente la direzione degli affari.
La lettera che abbiamo riportata nel precedente capitolo era stata una invenzione geniale di Enrico
Olden. A lui seccava non poco di dover sborsare al
vecchio marchese Filippo 250,000 lire. Ma la signora
Rachele lo esigeva risolutamente ed egli non voleva
opporsi apertamente alla volontà della madre. Accadde la scenata violenta fra il giovane Alberto ed
il padre e la partenza del primo per l’America. Enrico pensò dì cogliere, come suol dirsi, due piccioni
con una fava. Prendendo a motivo ¡1 fatto che il marchese diseredando il figliuolo, non poteva anche privarlo delia parte legittima dei beni paterni che gli
spettavano, egli considerò le 250,000 lire da restituirsi
al vecchio marchese, come facenti parte del patrimonio
di casa De Paoli : e su di esso prelevò la legittima di
Alberto che egli conserverebbe e amministrerebbe pel
giovane. Ne parlò colla madre, col fratello, con Miriam,
1 quali l’approvarono caldamente. Ad Alberto dunque
toccarono le 125,000, le quali rimasero nella Banca
Olden a disposizione di lui. Le altre 125,000 furono
riserbate pel vecchio marchese.
Un laconico biglietto di Enrico avvertì il marchese
Filippo che i suoi conti alla Banca stavano per liquidarsi: favorisse, quindi, di passare un momento
da lui.
Il gentiluomo si trovò sollecito il giorno dopoagli
sportelli della Banca, avido di denaro, desideroso di
avere in mano ancora una volta un forte capitale per
gettarlo pazzamente nella voragine del giuoco. Ma
quando gli fu detto che avrebbe avuto non 250,000
lire, ma sole 125,000 spalancò gli occhi e aperse la bocca
ad una smorfia indagatrice.
— Ma e la promessa della signora Rachele ? — sdamò
— il testamento del signor Giuseppe ?
— L’una e l’altro sono osservati — osservò seccamente l’Olden — ma ella ha un figlio, e a lui abbiamo
accreditate le altre 125,000 lire.
— Io non ho più figlio — gridò con ira feroce il
padre disumano.
— Ma fino a pochi giorni fa ben l’avevate — ribattè l’Olden.
— Sì, l’aveva, ma l’ho diseredato, rinnegato, scacciato di casa...
— Non può togliergli la legittima, signor mio. Gliela
abbiamo data noi !
— Egli ne avrebbe diritto al più alla mia morte
— ripigliò l’altro. ,
— Gliela abbiamo data ora, perchè quando lei morrà,
signor marchese, non possederà più un soldo.
Il vecchio alzò il capo e guardò fieramente il giovane.
— Davvero ? — sciamò con occhi scintillanti.
— Sì — ripetè Enrico calcando bene le parole —
per lei c’è il fallimento, la povertà, la miseria.
Il vecchio marchese abbassò il capo, chiuse nel portafoglio il fascio di biglietti di Banca, che l’Olden gli
aveva consegnati, scrisse silenzioso la sua firma sulla
ricevuta e a passo lento uscì dalla Banca. Ma quando
stava sul limitare della porta si voltò indietro, e puntando l’indice contro l’Olden gridò :
— Maledetti giudei ! Mi avete rubute le sostanze, la
pace domestica e l’unico mio figlio : vendetta ! vendetta ! vendetta !
Il vecchio chiuse l’apostrofe con una tremenda imprecazione e partì.
Gl’impiegati della Banca guardarono il loro Direttore. Questi scriveva tranquillamente al suo scrittoio
e appena un leggero sorriso isfiorava le labbra di lui.
La vendetta del vecchio marchese non gli faceva paura.
La ricchezza non teme la vendetta della povertà.
Un mese dopo, l’ultimo palazzo che il marchese Filippo ancora possedeva a Genova mutava di padrone
e l’infelice si ritirava tutto solo e disperato alla Pellegrina, che solo ormai, benché coperta di ipoteche,
gli restava al mondo. .
La Pellegrina era una tenuta di circa 300 ettari,
situata a pochi chilometri da Genova. Una parte del
terreno era montagnoso e boschivo : parte era mezzo
ad olivi e a vigneti ; parte finalmente era adibito a
pascoli, e ai tempi ormai lontani a luogo di ritrovi
e di piaceri.
La Pellegrina era da parecchi secoli in mano dei De
Paoli. Un palazzo di campagna, collocato sopra uno
scoglio ombreggiato da gigantesche magnolie, attestava
colla propria antichità e i successivi rifacimenti .architettonici dei quali serbava visibile traccia, l’antichità della famiglia De Paoli, che ora minacciava di
estinguersi in un vecchio vituperoso e in un giovane
infelice, randagio pel mondo in cerca di miglior fortuna.
La palazzina della grande tenuta non era nè bella e
neanche comoda.Teneva insieme delia fortezza, del convento e del castello antico. Le sue mura maestre erano
di uno enorme spessore.Sembravano costruite per i cannoni e per strumenti da guerra medioevale. Sale ampie
e sfogate, coi pavimenti mezzo smattonati, semi oscure
e vuote di mobili si aprivano in anditi e còrridoi bui,
i quali a loro volta mettevano in stanzuccie anguste o
in camerino eleganti dipinte da mani maestre o coperte
di drappi dammascati di velluto e d’oro. Il palazzo
in apparenza non aveva più di tre piani : ma chi discendeva o saliva per le numerose scale interne, si
imaginava che ogni piano fosse diviso e suddiviso in
altri piani, campati in aria contro tutte le regole della
meccanica e dell’arte muraria. Quella palazzina non era
una casa regolare : era un labirinto di scale, di stanze,
di corridoi, di sale, di mezzanini, che s’intrecciavano
insieme in un fascio indescrivibile.
Da anni ed anni il palazzo era disabitato. Il marchese Filippo non vi era mai andato in villeggiatura,
perchè la moglie aveva paura ad abitarvi. I contadini
della tenuta aprivano di tanto in tanto le finestre
delle grandi sale e usavano il pian terreno per conservarvi il grano. Ma anch’essi vi si tenevano lontani.
Cento leggende correvano sulla vecchia palazzina, la
quale, come il popolino credeva, contenava ricordi e
traccie di delitti nefandi, segreti paurosi e tesori
nascosti, custoditi tuttavia, dai peggiori spiriti dell’inferno.
La vendita dell’ultimo palazzo di città costrinse il
marchese a cercarsi un’altra casa.
,(G(>ntinua). (1)
, - « ;** 4 Prof.
io Bartoii.
Soifo ÌìncuSof
Proprietà riservata — Biprodazione proibita
— Siamo pentiti, siamo pentiti ! Pregheremo tutta
la notte in ginocchio.
— Padronissimi! Fate quel che vi pare.
— La Beata Vergine ci perdonerà, vedrà il nostro
pentimento...
— Io non ne so nulla, non ne so nulla, cari miei...
può darsi di sì, ma può darsi anche di no e non dovrete incolparne che voi stessi. L’avete fatta troppo
grossa, troppo grossa!
— La Beata Vergine, ascolterà le nostre preghiere;
ci concederà la grazia; farà il miracolo lo stesso... Ci
dica una buona parola, Don Zaffi !
— lo non ne so un bel niente, torno a ripetervi !
Le intenzioni della Madonna non le conosco, io. In ogni
modo la Madonna farà quello che crederà bene di fare.
Ma una cosa è più che certa, e questa ve l’assicuro io,
che, quand’anche avvenissero stanotte cento miracoli,
la prova, il segno che volete voi non lo vedrete in
nessun modo.
— Perchè, perchè?... Oh, Don Zaffi, non dica così,
non ci tolga la speranza... — Pregheremo tanto, siamo
tanto pentiti...
— Orsù ! — gridò con forza Don Zaffi. — Non mi
costringete a perdere quel poco dì pazienza che mi
resta ! Su questo punto è inutile che insistiate. Faccia pure la Madonna il gran miracolo, ma per la seconda volta vi assicuro che il segno non lo vedrete,
almeno fin che son qua io per oppormi. Ah, credete
che siamo proprio tutti pazzi come voi qua dentro ?
Credete che permetteremmo ad una povera fanciulla,
la quale deve essere a quest’ora mezzo morta di paura,
che le permetteremmo, dico, di uscire di notte dal presbiterio e di avventurarsi sola ad attraversare una
moltitudine di gente fanatica, che la odia a morte ?
una moltitudine di gente come voi, che ha perduto il
cervello, che non sa più quel che si fa? Ma nemraen
per sogno ! Disilludetevi, disilludetevi completamente.
La fanciulla non metterà piede fuori dì casa questa
notte, convertita o non convertita, miracolata o non
miracolata che possa essere. Ma neppure se lei stessa
ci pr^asse in ginocchio di lasciarla uscire 1 No, no.
ve lo giuro... almeno finché ho fiato in corpo io !...
gente ignorante e piena di superbia che non siete
altro !
La bile aveva preso alla gola Don Zaffi e chi sa
quanto avrebbe continuato su questo tono, se un lampo
di buon senso non gli avesse fatto comprendere che
a quel modo egli andava a rischio di irritare di nuovo
quella turba di mentecatti. Si arrestò di botto rimproverandosi d’essersi lasciato trasportare tropp’oltre
e aspettandosi un altro scoppio di furore, un’altra
sfuriata dì urli.
Ma contrariamente allo sue previsioni, un silenzio
solenne tenne dietro alle sue ultime parole. Poi subito sorse tra la folla un mormorio confuso. Dei sì,
dei no, dei ma, dei forse, giungevano di quando in
quando all’orecchio intento del prete ; alcune torce si
agitavano, si avvicinavano, si raggruppavano ; alcune
invece si allontanavano in direzioni opposte, si disperdevano, si confondevano fra le innumerevoli fiammelle
di altre torce rimaste immobili nell’oscurità della notte.
Che accadeva ? Quali ordini erano partiti dal gruppo
dei caporioni ? Quale risoluzione stava per prendere
quella turba di fanatici incretiniti ? Don Zaffi, fremente nell’ansia dell’aspettativa, si mordeva le unghie,
tendeva gli orecchi, spalancava gli occhi nel buio, e
si torturava con mille domande, a cui non trovava
risposta.
L’incertezza durò pochi minuti, che al prete parvero
secoli. Finalmente una voce robusta parlò:
— Don Zaffi, ascolti quello che abbiamo deciso di
fare e che faremo. Abbiamo capito le sue parole, e abbiamo capito che Lei ha ragione, e che noi abbiamo
torto. Siamo pentiti e vogliamo mostrare alla Beata
Vergine e a Lei e a Don Angelo il nostro pentimento.
— Sta a vedere, — pensò Don Zaffi, non credendo
quasi ai suoi orecchi —che li ho convertiti per davvero e che se ne vanno tutti a casa colla coda tra le
gambe ! Il miracolo l’avrei fatto io allora !...
La voce continuò :
— Per mostrare dunque il nostro sincero pentimento
abbiamo deciso di ritirarci tutti...
— Bene, bene, bravi ! — urlò don Zaffi battendo le
mani. — Andate, andate, e che Dio vi benedica !
— Abbiamo deciso — riprese la voce — di ritirarci
tutti sullo stradone, sgombrando il piazzale e la calata,
e di aspettare laggiù in preghiera il miracolo della
Madonna.
Il povero Don Zaffi si sentì casoar le braccia. Troppo
presto aveva creduto in una vittoria completa! Eppure non era forse quella almeno una mezza vittoria ?
— Però — proseguì l’ oratore — vogliamo da Lei
un’assicurazione, e cioè che se la Madonna si degnerà
di farefil miracolo, nessuno, nè Lei nè altri, impedirà
all’ eretica dì recarsi in Chiesa. Promettiamo che le
lasceremo libero il passo, che non ci accosteremo assolutamente a lei, che non le faremo paura... ma...
— Ho capito, ho capito e basta ! — interruppe Don
Zaffi con freddezza. — Voi non sapete fare una cosa
veramente a modo. Siete come i bambini capricciosi
che, per compiere una parte, una nfinima parte del
loro dovere, hanno ancora bisogno di ottenere prima
la promessa dello zuccherino. Ma io, cari miei, non
mi comprometto... non dico nè sì, nè no ; si vedrà...
secondol'le circostanze... dipenderà dalla vostra condotta..; dipenderà dalla sincerità dei vostri propositi...
Con gente come voi c’è poco da fidarsi... perciò...
— Vedrà, vedrà. Don Zaffi ; si fidi, si fidi di noi !
— gridarono varie voci da parecchie parti. — Guardi,
guardi'; incominciamo subito a dare addietro... Via,
ragazzi, sgombriamo il piazzale; Don Zaffi ha ragione ;
lasciamo libero il passo all’eretica, che possa andare
in chiesa senza paura. — Adagino, adagino, non vi
fate del male, non vi date spintoni. — Tutti sulla
strada e tutti in ginocchio subito a pregare la Madonna. — Indietro, indietro, indietro ancora.
S’eran tutti messi in moto e lenti lenti retrocedevano. Molti brontolavano, molti tentavano ancora di
protestare; ma la maggioranza era convinta e trascinava i renitenti.
In fondo in fondo, Don Zaffi non era malcontento.
In un modo o in un altro, per poco o per molto, era
pur riuscito a dominarli tutti, quei matti ! Alla fin de’
conti, battevano sì o no in ritirata? Non era una vittoria ? era soltanto una tregua ? Ma benedetta quella
tregua, che avrebbe lasciato il tempo di respirare, di
trovare una via di scampo; una soluzione qualsiasi!..
Certo ormai che, per allora almeno, nulla più di una
resa paa'ziale potevasi pretendere dalla moltitudine
fanatica, Don Zaffi si diede, con tutta la forza dei
suoi polmoni, ad inooiaggiare i più volonterosi, i più
zelantL
(Continua).
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