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LA BUONA NOVELLA
GIORINALE RELIGIOSO
PHEKXO n’AW«i0«'IAX10.\'E
Toi'ìdo, per un anno . . . L. C »
» per sei mesi ...» 4 »
Per le provincie e l’estero franco sino
ai confini, un anno . . L. 7 2Ü
per sei mesi , » S 20
La direzione della BIMMVA NOVELL^ è
in Torino, casa Bellora, via del Valentino, n’ 12, piano 3'.
Le associazioni si ricevono daCAiti.oi ii
Bazzarini e Comp. Editori Ljitrai in
Torino, via Nuova, casa Melano."
Gli Associati delle Provincie potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla dilla sopradetta.
Origini e dottrine della Chiesa Valdese (Articolo f/Uarto). — Il Venerdì Santo
(Esposizione evangelica]. — Le vie del Signore —Traffico vergognoso ma non
raro,^ li Vangelo.— Pensieri staccati.— Rivista critica della stampa clerical*^.
Notizie religiose: — Lombardia — Francia — Germania — Inghilterra — Cina —
Cronachetta politica. — Piccola corrispondenza.
ORIGIM E DOTTRINE DELL V CHIESA V AIDESE
Articolo
Credenze e doUrinc del secolo Viti nella dioeesi
d’Italia, coaformi a quelle de’ Valdesi e de’
Protestanti. CoDCÌlio narboDCse. Concilio di
Francofortc. Culto delle sacre immagini. Legati
del papa. S. Paolino vescovo di Aquileia. Eucaristia. Soddisfazione. Scritture. Mediatore unico
degli uomini N. S. G. Cristo. Considerazioni sui
primi Vili secoli del cristianesimo. Ingrandimento e privilegi de' papi. L'imperator Foca.
1 Franchi. I fedeli della diocesi d’Italia. Cor>
l'UtelC} invasioni od usurpazioni.
67. Nel secolo Vili era già divenuto potente il Papato, difeso e ingrandito dall’ artni di Pipino e di
quarto.
Carlomagno, che lo sottrassero alla
dominazione del Longobardi, ma pure
non veggiamo che giungesse a stabilire nelle Chiese della diot-esi Italiana le sue dottrine. Lo argomentiamo aperto, primieramente da! concilio radunato a Narbona, dove convennero in gran parte i vescovi della
diocesi d’Italia. Non prescrisse esso
al popolo altro Credo che quello degli
Apostoli, nè altra orazione che il
Pater noster insegnato dal Divin He-
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dentore, e statuì che con questa sola
fede e preghiera poteano gli uomini,
purché si astenessero dalle opere
malvagie, pervenire a salvarsi.
68. Lo raccogliamo iq secondo
luogo dai vescovi della stessa diocesi, che andarono ad assistere al
Concilio di Francoforte nell’ anno
794, che fu detto sinodo della Chiesa
d’Occidente, e convocato per ordine
di Carlomagno a giudicare certi eretici di quei tempi. In quello s. Paolino, vescovo d’Aquileia, ed altri vescovi d’Italia si distinsero nel condannare le definizioni del secondo
concilio di Nicea tenuto l’anno 787,
come definizioni idolatriche, in quanto
che approvarono il culto delle sacre
immagini, espressamente proibito nei
precetti del Decalogo. Vi assistevano
anche i legati di papa Adriano, e
e per quanto si adoperassero a mantenere i decreti del Niceno concilio
su quella materia, non giunsero ad
impedire che i Padri del Sinodo non
infliggessero nel secondo canone l’anatema a coloro, che contro il divieto di Dio perseverassero a venerare le sacre immagini, avvertendoli
che non si dovea prestare omaggio
di culto che alla sola maestà di Dio
Uno e Trino.
69. I moderni autori della corte
di Roma, come Bellarmino, Vasquez,
Petavio, Tournely, ecc. studiano ad
invertire il senso di quest« decisione
conciliare di Francoforte, e ricorrono
a distinzioni scolastiche tra culto di
Latria e di Dulia per liberare dalla
taccia d’idolatria la venerazione delle
immagini, ma per ingegnose che siano
coleste invenzioni della mente umana,
è certo che i Padri del concilio non
ne hanno fatto alcun conto, e tutti
gli autori del secolo IX e del seguente sono unanimi nel testificare
che il concilio di Francoforte contro gli sforzi di Teofilato e di Stefano, legati del papa, che vi assistevano, condannò le definizioni del
secondo concilio Niceno sull’uso e
culto delle sacre immagini.
70. Anche la dottrina sull’eucaristia la troviamo in s. Paolino conforme a quella dei secoli andati. Nel
libro che egli scrisse a richiesta di
Carlomagno contra Felice vescovo
di Urgel, a pag. 1766 asserisce, che
l'Eucaristia è pane, ossia bucella et
■partícula panis, ed è morte o vita
nella bocca di colui cbe la mangia,
secondo che ha o non ha la fede :
perché solo dei veri credenti può dirsi
che sono nutriti della stessa natura
divina di Cristo,
71. Opere di soddisfazione egli
non riconosce, e fulmina anatema
contro chiunque pretende cancellare I
peccati per via di penitenze o macerazioni 0 digiuni, dicendo (p.l793.),
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che il sangue di nessuno fra quelli,
che furono essi stessi redenti, non
è valevole ad ottenere la remissione
del minimo peccato, dacché questo
privilegio appartiene unicamente al
sangue del nostro Salvatore Gesù
Cristo.
72. Uniformandosi poi rigorosamente alle dottrine dell’apostolo san
Paolo, non vuole che si riconosca
altro mediatore ed avvocato appo Dio
che il solo nostro Divin Redentore
Gesù Cristo : Se mediatore è detto
chi si frappone di mezzo a due parti
discordanti (pag. 1790) e le concilia
entrambe, chi altri fuori di Cristo
potea mai mettersi pacificatore tra
l’uomo e Dio? Gli apostoli non sono
mediatori, ma semplici ambasciatori
fedeli del Divin Mediatore, come Pietro
e Paolo, e siamo noi pure ambasciatori
per Cristo, e tutta la somma della
nostra ambasciata riducesi a dirvi : siete riconciliati con Dio mercè
la fede nei meriti e nel sangue di
Cristo.
73. Riguardo alla oscurità della
sacra Scrittura egli non pensava in
modo diverso dai Valdesi e dai Protestanti, perchè rampogna Felice (pag.
1795-96) di torcere a propria perdizione , come dice S. Pietro (li epist.
c. 3) le divine Scritture, ma non gli
suggerisce di ricorrere al giudizio del
Papa per essere ammaestrato a com
prenderle dirittamente , come si credono in simil caso obbligati di fare i
Cattolici romani.
Abbiamo finqui percorso colla maggior brevità possibile i primi otto secoli della storia ecclesiastica della diocesi d’Italia, rilevando in ogni secolo
opinioni e credenze in tutto conformi
alle odierne dei Valdesi e dei Protestanti. Ciò solo hasta a metterci in diritto di sostenere, che in questi paesi
non mancò mai una opposizione dichiarata alle novità, che vediamo piti
tardi aver invaso e sopraffatto quasi
tutto le chiese dell’ orbe cattolico,
onde nacque poi l’imperiosa necessità
della riforma prodigiosamente compiuta nel secolo xvi.
Se dairvill secolo in poi la corruzione si andò propagando in modo
spaventevole è da considerare, che il
fanatismo avea quasi generalmente
usurpato il luogo dell’apostolato, e si
convertivan le genti più col ferro e
col fuoco che non colla predicazione
e coir esempio. La religion di Maometto desolava l’oriente , ed erano i
paesi d’occidente straziati non dalla
religion SS. di Cristo, che è tutta religion di salute e d’amore , ma dai
fanatici, che stolti e sacrileghi, l’avean
cambiata in religion di violenza e di
strage.
Fa raccapriccio la storia di Sisibuto
e Recensuindo re Goti nelle Spagne,
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che costringono i Giudei a convertirsi
0 li passano a fil di spada. Inorridisce l’umanità leggendo, che il sesto concilio di Toledo obbligava i
nuovi re eletti a non dar quartiere nel
regno agli Ebrei, e condannarli a
morte se erano convinti di aver bestemmiato il nome cristiano. È orribile a ricoi'dare, che quel mostro delr imperadore Foca, dopo avere usurpato il trono scannando cinque figli
dell’imperadore Maurizio sotto gli occhi del padre, che fu poi aneli’ esso
trucidato sui loro cadaveri, creò vescovo universa! della chiesa il Pontefice Romano per far dispetto a san
Ciriaco , vescovo di Costantinopoli,
che in pena de’ suoi delitti gli aveva
ricusato l’ingresso nel tempio. D’allora in poi crebbe a dismisura la potenza de’ papi, talché divenne in poco
tempo arbitra e padrona dei popoli e
dei re. Da lei si spedivano missionari
in tutte parli d’Europa, coll’obbligo
di predicare non più la fede di Cristo
ma quella di Roma. Sic omnibus
prce.dica, omnesqm doce sicut a sancta romana accepisti ecclesia (predica
ed insegna a tutti quello, che hai imparato dalla S. Chiesa Romana), diceva papa Zaccaria al monaco Bonifacio mandato in Germania. Lo stesso
scrivea papa Adriano ai legati spediti
in Brettagna; e vescovi ed arcivescovi
che ricusavano obbedienza a) papa
venivano denunziati come eretici, e
principi e re erano obbligati a cacciarli e punirU. L’imperador Carlomagno innalzò anche più la grandezza
de’ papi, che si fecero ben presto i
legislatori del mondo, e col favore dei
Franchi alla propria autorità sottomisero le antiche sedi, non mai state
soggette, di Ravenna, di Aquileia, di
Milano , di Pavia , ed altre molte di
Francia, di Alemagna e delle isole
Britanne, fino allor cresciute nell’in
dipendenza apostolica. Laonde se in
processo di tempo ci verrà fatto d’incontrare nella diocesi d’Italia alcuna
chiesa, che non tema di opporsi alle
pretensioni di Roma, avremo tutta ragion di conchiudere, che quivi la
Provvidenza di Dio si compiacque di
preservare dalla corruzion generale
alcune anime a sè fedeli, perchè nella
sua chiesa rendessero testimonianza
contro l’invasion dell’errore. Dappoiché in tanta e così universale potenza
del papato la sola forza invincibile di
Dio potea conservargli così vicino in
Italia un piccol gregge, che osasse di
non ubbidirlo.
La continuazione delle nostre indagini che deve d’ora in avanti procedere meno rapida per la quantità
ed importanza dei documenti, che ci
somministra la storia, finirà per mostrare che questo piccol gregge fu
appunto la Chiesa Italiana, che ap-
5
- r.ir, —
polliamo Valdese, ultima e preziosa
reliquia di quelle tante chiese apostoliche, le quali dapprincipio formavano
la vasta diocesi d’Italia.
IL VENERDÌ’ S\MO
ESPOSIZIONE EVANGELICA.
Oggi scorre dal Golgota un lavacro
di sangue, e tutta è battezzata nel
sangue la progenie d’Adamo. Giudei
e Gentili son tutti indistintamente invitati a tuffarsi in quel bagno , che
solo toglie le macchie de’ commessi
peccati. L’Agnello di Dio è svenato,
il sacrificio è compiuto, il gran Sacerdote ha steso la vittima suU’altar della
croce, e dall’ uom peccatore non ha
più nulla a pretendere la divina giustizia, e noi figli del peccato e dell’ira
protetti dal sangue, che cola dal legno
su cui pende ucciso Gesù redentore,
noi siamo rinati alla gloria , e come
dice r Apostolo, sta per noi e con noi
la potenza e la sapienza di Dio. L’intelletto del secolo offuscato dalle farisaiche dottrine de’ Giudei, o dalle
pagane teorie de’ filosofi, mal comprende il mistero di Cristo Gesù crocifisso. Alla sinagoga è uno scandalo,
alle genti una follia, ma a noi, dice
r Apostolo , a noi che siam salvati è
la potenza di Dio. (i. Cor. ni, 18).
La nazione di Giuda custodiva ge
losa le divine promesse d’un Messia
profeta maggior di Mo.sè, che l’avrebbe sottratta ad una servitù più dura,
che (luella non fosse di Faraone in
Egitto, e si confidava di vederlo apparire fra gli splendori d’un trono a
cui fossero sottomesse le genti e tutte
dovessero obbedire le popolazioni del
mondo.
Or nell’orgoglio delle sue speranze
non potea mai senza scandalo e senza
sdegno udirsi predicar per Jlessia un
oscuro popolano di Nazareth, ch’era
stato all’estremo supplizio de’ malfattori dannato dalla curia de’ preti e dal
tribunale di Cesare, per doppio delitto
di ereticale bestemmia e di lesa maestà.
Lo ripudiò adunque, e se gli Apostoli osarono d’ annunziarlo per l’aspettato Messia vennero in pien concistoro sentenziati alle verghe. Ma
indarno : la parola di Gesù crocifisso
li confortava, era la potenza di Dio
cou essi; vinsero colla pazienza il
furor de’ Giudei , e fra i figliuoli di
Giuda, Giudei anch’essi, fondarono le
prime chiese di Cristo.
Più parea malagevole impresa la
vocazion delle genti. E come avere
speranza di trarle al culto di un uom
crocifisso? Immerse nella vita de’
sensi, mal poteano sollevarsi ai misteri
d’ un mondo invisibile. Come farle
capaci d'una giustizia divina che ad
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un tratto si placa, e4 una sola volta
per sempre e per tutti, dalla crocifissione d’un uomo? Come ravvisare in
queir uomo i caratteri della divinità,
se fra 1 mille e mille Iddii adorati nel
Pantheon non havvene un solo che
lo somigli ? Come arrendersi alla parola di banditori ed araldi non commendati anzi sprezzati ne’ luoghi da
cui provengono , non autorevoli per
nome di chi li spedisce, grossolani di
trailo, sprovvisti di lettere, poveri di
sostanze, usi al travaglio , ignari di
scienze , sconosciuti alle corti, non
pratici de’ paesi, e lutti iaai’ia d’uomini i più volgari ed i più semplici?
Avessero almeno come gli anticlii
Rapsodi a raccontai’e le imprese portentose di Bacco, 0 le forti azioni
d’Èrcole, o le guerre combattute da
Marte, o le caccie famose di Diana,
0 gli amori di Dafne e di Venere.
Forse presi gli animi alle strane istorie non sarebbe spettacolo nuovo al
mondo che accorressero le plebi in
folla ad ascoltarli. Ma Dio buono!
non sapendo essi altro insegnare nè
dire fuorché il mistero di Gesù crocifisso, qual follia è mai di sperare che
alcuno lor presti orecchio e fede ?
Eppure cfucsta, che umanamente
parlando, anch’oggi pare follia, si
questa follia ha convertito le genti,
e questa follia salva ancb’ oggi il
mondo. Come ciò avvenga, il cercare
è indarno. Ciò è avvenuto; la storia
il narra, e il fatto è ancor presente e
visibile a noi. Lo facea s. Paolo osservare ai Corinti, e leggiamo di grazia anch’oggi le sue parole, e neghiamo se ne riesce che non sia piaciuto a
Dio onnipotente di confondere la nostra umana sapienza con quanto v’era
di più pazzo al mondo. Ecco il testo
dell’Apostolo « La parola della croce
« è certamente follia a coloro che
« vanno perduti, ma a noi che siamo
« salvati è la potenza di Dio; laonde
« sta scritto: io confonderò la sapienza
« de’ savi, e sperderò la prudenza dei
<1 prudenti. Dov’è alcun savio? dov’è
« alcuno scriba? dov’è alcun profondo
« dottore di questo secolo ? Non ha
11 Iddio mostrato che la sapienza di
« questo mondo non era che follia ?
<1 da che non avendo il mondo colla
« sua sapienza conosciuto Iddio, nella
<1 sapienza di Dio è piaciuto a Dio di
« salvare i credenti per la follia della
« predicazione. I Giudei chieggono
« miracoli, e i Greci cercano sapienza,
« ma noi predichiamo Cristo Gesù
« crocifisso, che è scandalo a Giudei
« e follia a Greci j a quelli però che
<1 sono cliiamati, non importa se Greci
ujj Giudei, egli è potenza di Dio e sa« pienza di Dio. Perciocché la follia
Il di Dio vince in saviezza gli uomini,
« ladebolezzadiDiolivinceinfortezza.
« Osservate infatti, o fratelli, chi voi
7
« vi siate, che siete stati chiamati da
« Dio: non siete molti savi secondo
« la carne, nè molti potenti, nè molti
« nobili : anzi Iddio ha scelte le cose
« pazze del mondo per ¡svergognare le
« savie; e Iddio ha scelto le <’,ose deli boli del mondo per isvergognare le
« forti; e Iddio ha scelto le cose igno« bili del mondo, e le cose spregevoli,
« e le cose che non sono per ridurre
« al niente quelle che sono: accioc
• chè niuno si glorii nel cospetto di
« Dio. Ora per sua volontà voi siete
« in Cristo Gesù; il quale per volontà
« di Dio è divenuto nostra sapienza,
« nostra giustizia, nostra santifica« zione; affinchè, secondo sta scritto,
0 chiunque si gloria, si glorii nel Si« gnore » (I. Cor. c. 1.18-31).
Non ancora la potente parola delle
croce ha adempito pienamente il
mistero, perchè molti Giudei e Gentili
riguardano tuttavia come scandalo
e follia ia religione del Cristo crocifisso; ma noi sappiamo , che verrà
tempo, che Gentili e Giudei non formeranno che un solo ovile sotto la
direzione amorosa dell’unico Pastore
delle anime, Cristo Gesù. Allora sarà
abbracciata da tutti la scienza della
salute , ma frattanto è certo che la
posseggono lutti coloro che posseggono la vera fede dì Cristo.
Non la posseggono però quelli che
cercano salute da altri, fuorché da
Cristo. Guai agli infelici che la cercano nelle proprie virtù o nei meriti
delle proprie azioni, o nella intercessione di alcuna creatartt anche beata
ne’cieli. S. Pietro cl avverte che
« non vi è alcun altro nome sotto
il cielo che sia dato agli uomini, per
lo quale ci convenga essere salvati •
{At. IV, 12); e noi unendoci con fede
viva a Gesù crocifìsso, noi siamo sicuramente salvi. E oltraggio grandissimo fanno alla redenzione di Cristo
coloro, che temono e tremahO di non
salvarsi, quasi che la redenzione compiuta dalla morte di Cristo in croce
non fosse sufficiente a salvarci, o i
nostri peccali fossero di lei più potenti a dannarci. Certamente se noi
volessimo colla fede in Cristo conciliare lo sfogo delle nostre passioni
colpevoli, noi avremmo una fede illusoria, e la croce di Cristo ci si convertirebbe in ¡scandalo e follia come
è pei Giudei e pe¡ Gent¡li. Ma se noi
vivendo della fede di Cristo, ci lasciamo
da lei guidare e condurre, benché talora c’incontri di cadere per infermità
di natura in qualche errore o peccato,
noi ne saremo tosto o tardi dalla medesima rialzati, e arriveremo sicuramente a salute.
Questa fede è la vera consolazione
del cristiano, questa lo solleva dalle
amarezze della vita, questa lo trae
dalle angustie di spirito, questa to
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corrobora nella sua fiacchezza, questa
lo assicura negli affanni di morte.
« Avendo adunque per grande e sommo nostro sacerdote Gesù figliuol di
Dio, che è entrato ne’cieli, stiam fermi
nella fede, che professiamo ... . e accostiamci con confidenza al trono della
grazia per ottenere misericordia, e
trovare soccorso quante volte ci possa
occorrere ». [Ebr. c. IV. 14-16)
MjC vie det Signore.
[| S. Carlo M. era caDonico e professore
di teulogia in una diocesi del regno di
Napoli, ed ivi godeva, colla stima di
tutti, un larghissimo stipendio. Sebbene ei fosse cattolico romano, e gli fossero ignote le fondamentali dottrine della
fede evangelica, cionullameno egli amava
la Bibbia , cui soxpetlava dover essere un
tesoro di luce e di pace per il mondo;
epperò esortava di continuo gli studenti
a leggerla quale il vero e solo libro da
cui ogni cristiana teologia si potesse derivare.
Non furono senza effetti le lezioni sue;
Un seminarista più specialmente lesse il
santo Libro, ed avendo ricevuti gli ordini
sacri, volle apertamente palesare la sua
fede biblica; e, un giorno che dicendola
Messa, eran tutti prostrati in chiesa nel
momento che si faceva Velevazione dell'ostia, preso egli da santa indegnazione
nel vedere siffatta adorazione esclamò :
« Fratelli, che cosa fate voi adorando
quest’ ostia ? — Non è dessa se non pane.
Il Signor solo, il Signore voi dovete adorare •>.
Imm^glnotevi il tumulto cbe dovette
cagionare un tal discorso. Fu I’ eretico
6e.<iiemmiaii>re subito condotto in sacrestia,
onde non facesse ulteriori rivelazioni, e
dal vescovo ricevette l’ordine di ritrattarsi
pubblicamente. Ma invano.
Gli si mandò II professore C. M. onde
indurlo a quel passo: noa a lui rispose il
giovane. >< Ho letto la Bibbia dietro i con« sigli vostri ; e quel leggere il sacro
« Volume ha prodotto in me la mia attuai
« fede. Voi, egli è vero, non avete an« cora rinvenuta la verità nella Parola di
n Dio, perchè non la leggete che come
« professore di teologia, ma quando la
« leggerete come peccatore e con desiderio
« sincero di essere illuminato, voi ci troff verete le stesse cose che ci ho viste an« cor io >1.
In somma non si ritrattò il giovine
prete; venne convinto di essere min iecai/o
e posto in un manicomio, e chi sa i supplizi, gli strazi ai quali vi fu poi sottomesso !!
E che divenne intanto il professore
Carlo M. ? Preso dinanzi già in sospetto a
motivo delle opinioni sue, io fu mollo più
ancora dopo l’incarcerazione di cui abbiamo discorso. Fu tolto dal suo posto di
professore e sorvegliato quanto mai dalla
polizia gesuitica : « Badiamo bene chè
non corrompa altri giovinotti, dicevano
i suoi avversarii, egli è un protestante
mascherato». — Per non cadere nelle
mani della polizia dovette egli un bel
mattino fuggirsene sur un cavallo, cbe teneva sempre pronto nella scuderia, e passato qualche tempo nascosto negli erti
monti delle Calabrie, potè alla fin fine,
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solto donueschi abiti, ricoverarsi sur una
nave ed arrivare a iJarsiglia.
Ma a quali miserie non soggiacque il
poverello giunto colà! Privo di amici, di
pane, e in terra straniera, dovette, onde
Don morir di fame, farsi spazzatore delle
pubbliche vie. — Che miseria, che stato
per il ricco e brillaute canonico! il quale
però, non conosceva ancora il puro Vangelo, e solamente avverso alle superstizioni papali, era tuttora alieno della verità secondo la Croce del Salvatore.
Dopo qualche soggiorno in Marsiglia,
il M. fece vela alla volta di Malta dove
sapeva di poter far conto sulla protezione delle autorità inglesi, e da quell’isola salpò verso l’Inghilterra. In quel
paese solamente il Signore sì fece pienamente conoscere a lui, e gli rivelò collo
Spirito suo ciò cbe sia la gratuita salvazione. Nella sua solita lettura del N. T.,
s’imbattè in un passo che chiaramente
accennava la riconciliazione del peccatore
con Dio, mercè il sangue di G. C. Allora,
per la prima volta, intese ciò che sia redenzione, ed allora gli si aprirono gli
occhi, e seppe ciò che sia pace interna e
salvazione per gli eletti del Signore, e
benedisse alle disgrazie perle quali l’aveva il Signore condotto alla verità.
TRAFFICO VERGOeiVOSO
m/k }VOIV RARO.
Mesi sono (cosi il Chrètien Belge), un
mercante ambulante si portava di casa in
casa in uno del sobborghi di Brusselles
per consegnarvi un foglio stampato, che
dopo alcune ore veniva dal medesimo
ridomandato , nell’ atto che esibiva le
sue merci. Su quel foglio era scritto
quanto segue :
Il II sottoscritto dichiara che Enrico
Mattei.vn si reca Ire volte all’anno alla
nostra chiesa di s. Uberto, e che le sue
merci sono da noi benedette, e toccate
colla stola miracolosa del gran s. Uberto,
protettore degli Ardenni.
« Dichiariamo inoltre, nella nostra qualità di vero pastore di s. Uberto, che risulta dal noslro registro, destinato ad
Iscrivere i pellegrini, che molte merci
sono falsamente vendute sotto il nome di
s. Uberto ; poiché troviamo fra i venditori di oggetti sacri persone che spesso
non si recano alla chiesa di s. Uberto che
una volta ogni tre o quattro anni ; dimodoché le merci che spacciano devono essere evidentemente false.
« Non così del latore della presente, di
cui preghiamo tutti i veri cristiani a comperare qualche cosa ; poiché lui solo fra
i pellegrini si reca nelle nostra chiesa tre
0 quattro volte all’anno, e vi fa ogni volla
acquisto di gran numero d’oggetti, come:
corone, medaglie, chiavi d’orologio, anelli, bottoni di camicia ed altre men;i...
Egli cauterizza altresì colla chiave di s;
Uberto gli animali rabbiosi e gli difende
contro ogni disgrazia.
« Molto ci duole, ogni volta che quel
meschino viene a visitare la nostra chiesa,
il sentire che vi sono ancora cristiani i
quali sdegnano di comperare le sue sacre
merci; dei cristiani che disgraziatamente
ignorano ancora la virtù delle merci benedette a s. Uberto.
Il Veri cristiani, preghiamo Iddio che
loro concedi più viva ia fede. Vi assicuriamo che quell’uomo è uomo giusto e
coscienzioso nei suoi aiTari.
10
Y
« Quando il latore ripasserà colle sue
merci vi compiacerete di restituirgli il
presente stampato per II pro d’altre persone.
« Cristiani ! non v’ ha nè medico , uè
chirurgo che possa guarire dail’idrofobia
se non s. Uberto. Egli è proibito di vendere gli oggetti beoedeltl sulle pubbliche
piazze, cantando o gridando, poiché conviene che tutto ciò che è benedetto sia
decentemente trattato.
n Ciascun foglio porta il suggello della
chiesa di s. Uberto.
(( Stampato a s. Uberto negli Ardenni,
il IS ottobre 1851,
Firmato: Bertband, Decano di
s. Uberto negli Ardenni. a
In che, noi lo domandiamo, diirerisce
ella, una tale superstizione, dalle più
rozze superstizioni pagane? Ed i giornali
clericali taciono, perché lutlo questo si
fa in correlazione col Papa ! Ma se noi che
non siamo uniti al Papa diciamo ai popoli ; « rivolgete i vostri sguardi a Cristo;
Lui solo è Salvatore, e non ve n’ha nissun
altro«, tutti gridano all’irreligione, all’
eresia, e scongiurano su tutti i tuoni il
Ministero di porre fine ad un n simile
scandalo I »
ME,
0 libro venerabile
Dettato dal Signore,
In te pregusto U termine
Del lungo mio dolore ;
Per te da inerti membra
Quest’alma a voi sen va,
E di calcar le sembra
Le vie d’eternità.
Quando mi pongo a leggerti
D’essere in terra obbKo s
In altri parlan gli uomini.
In te favella Iddio ;
Ei l’anima m'accende
Della più viva fè,
E in te dal ciel discende
Per ragionar con me.
Cosi talor con estasi
Così ripeto, e spesso
Aprendo il sacro codice
Lo leggo genuflesso.
E chi può dir l’effetto
Che mi produce al cor ?
Ab, dopo averlo letto,
Sento ch’io son miglior.
I libri innumerevoli
Di biblioteca vasta
Un dì mi piacque svolgere.
Or questo sol mi basta.
Spesso negli altri illude
Menzogna o vanità.
Questo un tesor mi schiude
Di eterne verità.
Mortai, se vuoi diligere
Sopra ogni cosa Iddio,
E qual te stesso il prossimo,
( Culto sublime e pio ! )
Se scorrere t’è greve
La via del tuo dover,
E brami farne in breve
La via del tuo piacer;
Mortai, se vuoi distinguere i
In portentosa scena
Colui che gode intessere
La social catena ;
Che in ampia tela ordisce
Principio, mezzo e Cu,
E in un gran tutto unisce
Monarca e contadin ;
11
Se brami ricongiungere
I già spezzati anelli
Fra ’I padre potentissimo,
E 1 cari tuoi fratelli,
La scena si disserra,
Mira (è levato ii velj
I tuoi fratelli in terra
E il comun padre in ciel.
E su tu brami apprendere
Clie carne Iddio s’è fatto,
E col ritorti a Satana
Produsse il tuo riscatto ¡
Ch’Ei provvido t’ha reso
L’antica eredità.
Che l’alma da lui scesa
A Lui tornar dovrà.
Leggi di queste pagine
Le linee preziose :
Qui la sua man benefica
Cangia le spine in rose :
Rose che fan più grata
La via della virtù.
Via ch’è da lui segnata
Onde arrivar lassù.
0 libro venerabile
Dettato dal Signore,
In te pregusto il termine
Del lungo mio dolore.
Per te da inerti membra
Quest’alma a voi sen va,
E di calcar le sembra
Le vie d’eternità.
Gabriele Rossétti
pb:v8ieri staccati
— « C’è molta libertà nella verilà »
M. Fri/.
— « Colui solo che sa quanto bene si
possa fare in un giorno, può piangere
abbastanza la perdita di un giorno dissipato « Lavater.
— n La diffusione d’una verilà vale
più di dieci battaglie » N. Tomaseo.
— « Se l’essere amato costituisce tutta
la dommatica deH’Evangelo, l’amare ne
costituisce tutta la morale « Uonod.
RIVISTA CRITICA
della stampa clericale.
L’Armonia in un articolo, nella massima parte tolto dal Journal des Débats,
ed intitolato tolleranza cattolica e tolleranza protestante, \ale a dire ; tolleranza
catlolica ed intolleranza protestante, porta, come prova della prima, l’acettazione,
per parto del Papa, delle colonne di porfido regalategli dal vice-rè d’Egitto per la
rìstaurazioue della basilica di san Paolo,
e come prova della seconda, l’energica
protesta che dice essere stata fatta da
molti cittadini di Filadeina contro l’incorporamento, nel monumento nazionale
che si sta innalzando a Wasioglhoo, in
quella città, del blocco di marmo offerto
a tale effetto dal Papa; poi seguita rinfacciando agli Americani, come un frutto
della religione cbe professano, la schiavitù chetnlt’ora sussiste in alcune loro
provincie. — Noi che non abbiamo una
Chiesa infallibile da difendere ad ogni
COSÍO, non facciamo punto difficoltà di
riconoscere, che pur troppo vi sono
anche fra coloro che si chiamano protestanti uomini intolleranti. Frutto quel
turpe vizio del cuor naturale dell’uomo,
egli si ritrova ovunque non siastato quel
cuore veramente rigenerato e trasformato
12
dallo Spirilo di Dio, e non basta a scacciarlo il chiamarsi con un tal nome piuttosto cbe cou un tal altro. Cbe dunque
vi sieno intolleranti anche fra gli Evangelici di America e di altri paesi aucora,
noi lo ammettiamo senza contrasto, e fin
qui siamo d’accordo coWArmonia. Solo
ci pare che l’esempio portato da essa non
sia scelto tanto a proposito. Infatti gli
Americani come ognuno sa sono repubblicani ardenti ; gli Americani più
di qualsiasi altro mondano vantaggio
amano la libertà e detestano il dispotismo. Or che per parte di alcuni o anche
di molli sì protesti contro l’incorporamento, in un monumento innalzato al
grand’uomo di cui il nome è diventato
simbolo di repubblica e di libertà, di
un blocco refjalato da chi.... (parlino per
noi gli avvenimenti del 1848 e i9), è
egli questo un tal fatto e sì straordinario, che debba [’Armonia stupirsene . nè
cbe abbia cbe fare coli’ìntolleranza dei
protestanti ? — In quanto all’altra parte dell’accusa, quella che .«i riferisce alla schiavi
I ù ancora esistente in alcune provincie della
repubblica Americana, noi lungi daU’opporci all’ Armonia, ci congratuliamo con
essa dei sentimenti che manifesta a tal riguardo. Si laschiavitù è Istituzione infame,. ed infami ne sono I frutti ovunque si
manifestino. Ma ciò ammesso non possiamo lacere che vi vuole o somma ignoranza, 0 insigne malafede per rendere,
come lo fa VArmonia, il protestantismo
responsabile di quella istituzione. Perchè
diteci di grazia, a quale religione appartenessero quegli uomini sommi, a cui devesi
dopo Iddio l’abolizione della schiavitù in
tanle regioni del mondo, I Macaulay i
Buxtùn i Wilberforee, quest’ ultimo so
pratutto che due giorni prima di morire, venendogli recata da un’amico
la notizia che il Parlamento avea tolto
l’unico ostacolo ohe ancora si frapponeva all’adempimento dei suoi più cari
desiderii : l’indennità da pagarsi ai padroni, giunse le sue mani tremanti ed
esclamò : « Grazie ti sieno rese, o Dio,
n di avermi fatto vivere tanto da vedere
« il giorno in cui l’Inghilterra si è volon« tariaraente impegnata a pagare cinque« cento milioni éì franchi per abolire la
K schiavitù! « Erano questi grandi uomini
cattolici 0 non piuttosto protestanti e protestanti zelantissimi ? Fu egli sotto l’influsso del Vaticano che il parlamento inglese, a nome della nazione, si sottopose a sì grave carico? E la schiavitù
da anni ed anni abolita nelle colonie
inglesi, olandesi e danesi, mentre sussiste in tutte le colonie cattoliche meno
quelle di Francia, ci porge ella una prova
molto concludente che il protestantismo
sia colpevole di quell’infame mercato? —
Che a prova della tolleranza papale ci
porti VArmonia l’accettazione per parie
del pontefice delle colonne di porfido regalategli da un principe Turco, noi lo
comprendiamo benissimo. Sareblie stato
difficil cosa il citare o l’inquisizione o la
medaglia scolpila in memoria della strage
degli Ugonotti, od i massacri dei Valdesi,
oppure il divieto fatto a quegli stessi
Americani cui si offriva quel blocco di
marmo, di seguitare nella celebrazione del
culto, che si era loro concessa in Roma.
Ma quanto valga una tal prova, ognuno
lo sente.
— Il medesimo giornale ci dice che « le
conversioni al cattolicismo si fanno sempre
più numerose nell’Inghilterra, quest’isola
13
dei SaDti come la si chiamava una volla»...
Il protestantismo soggiung’egli « incollerito per le frequenti conversioni dei suoi
adepti, si agita specialmente in Irlanda, e
versa l’oro a piene mani affin di pervertire
le popolazioni ignoranti e ridotte all’estremo della miseria. Ma vi sono vescovi che
vegliano, e mandano a monte gl’insani
loro conati ». — Infatti li mandano così
bene a monte, che in meno di tre anni il
numero dei convertiti in quell’isola si accosta ai 30,000, e che uno fra gli organi
più accreditati del cattolicismo romano in
Irlanda, il Dublin Evening Post dovea
scrivere non ha guari : « Noi ricaviamo
« da fonte sicura ecattoUca, che i successi
« dei convertitori su quasi tutti i punti
Il del paese, e nella capitale segnatamonle,
« hanno oltrepassato quanto avrebbero poli luto farlo temere le più tristi apprensioni » ! In quanto all’ oro « versalo a
piene mani » sanno dì già i nostri lettori
a che attenersi intorno a siflatla accusa.—
—La stessa, da una eorrispondenza inserita in un giornale tedesco, che pretende
protestante, ricava, sugli straordinari effetti della missione predicata dai Gesuiti
a Frankstein , dal 15 al 22 marzo, le
seguenti parole : « L’incredulità vìnta ed
Il atterrata si vide tolti lutti i veri apoggi.
Il L’indifterentismo fu dipinto nel suo vero
Il aspetto, senza fondamenlo, senza forza,
« senza durata. Sotto l’azione della parola
Il santa ogui cuore in cui fosse aucora viva
«' unascintilladi fede dovette infiammarsi.
Il Uno dei principali benefizi di quella
« missione si è di aver procurato la calma
«e la pace al popolo, d’aver riconciliato
« il popolo col suo infelice destino, d’aver
« sveglialo il seutiniento della giustizia
“ in tutte Ib classi della iiocietà i>.
Volete niente di più bello, di più commovente ! E vi par egli possibile che la
gentile nostra Italia, che per secoli ebbe
la straordinaria fortuna di sentirsi stretta
nelle braccia di que’cari Gesuiti non ne
abbia ricavati quei preziosi beneficii che
ne ricavano quei popoli in mezzo ai quali
non fanno che passare ! Par egli possibile
che in nissun paese forse della cristianità
sia più generale l’indifferentismo , più
tremenda l’incredulità, sia il popolo più
irreconciliato col suo infelice destino, e
si commettano più ingiustizie e più spaventevoli, che negli Stali papali ove tutto,
lutto si fa sotto l’ispirazione di que’sanli
uomini ! Vedete quali ardui problemi faccian sorgere i giornali clericali colle loro
inconsiderate notizie !
Il Cattolico ci dà la notizia che il car-<
dinaie Wiseman ha cominciato la dome
nica di Sessagesima, e seguirà per più
altre appresso, un corso di Lectures nella
cattedrale di s. Giorgio a Southwark, in
cui esamina le obbiezioni dei protestanti,
non già nelle loro particolarità, ma nel
loro insieme, nello spirito cioè e nel sistema da cui muovono; ed egli aggiunge
che vi assiste il fiore della nobiltà e della
letteratura inglese, tanto catlolica che
protestante; in ispecie pastori ministri e
dottori di ogni sella. — Ecco come si
passano le cose nei paesi protestanti ; ed
è benissimo : la verità non deve paventar
l’esame. Wa perchè simili spettacoli sono
eglino iiupussibili nei paesi puramente
cattolici ? Perchè non possono venire in
questi esaminale e discusse in pubblico,
da semplici ministri evangelici le obbiezioni dei romani? Eppure i fogli clericali
seguiteranno a gridare: «Che solo uve
regna il Papa, regna la liberlà ».
14
— Lo stesso giornale si lagna che nel
Calendario di Corte sieno iscritti i pastori
Valdesi e non i due arcivescovi di Torino e di Genova.
nrOTlZIE REIilCilOiSE
Lombabdu. — Illustri personaggi di
Milano comprarono parecchie case pel
valore di quaranta e più mila lire austriache, onde preparare un conveniente domicilio ai membri della Compagnia di
Gesù presso la chiesa che fu già loro concessa. — (Armonia).
Framcia. — Ancora dei dissidenti nella
chiesa romana. Il fatto seguente leggesi
neU’Ordreei la liberté de Caen: « Grazia
ai poteri straordinarii dell’ amministrazione, è stato posto UD termine a degli
scandali cbe da più tempo affliggevano la
religione e compromettevano 1’ ordine
pubblico. In virtù di un mandato del signor Prefetto del Calvados, ieri, 17 marzo, i rimanenti della setta di Vlntras sono
stati arrestati a Tilly-sur-Seulles. Oggi
che la pubblica morale è soddisfatta,
noi noQ torneremo sui particolari dolorosi di condotta dei sedicenti santi di
Tilly. L’indegnazione del paese e la fermezza dell’ autorità ne hanno fatto giustizia. Fra le persone arrestate...-, annoveransi tre preti interdetti e due signore,
la contessa d’A.... ; e la marchesa di
S.....Le carte ed oggetti serventi al
culto sono stati sequestrali ».
— Nuova organizzazione delle chiese
riformate. Un decreto del Presidenle della
Repubblica, in data dei 26 marzo p. p.,
reca gravi modificazioni all’attuale orga
nizzazione delle chiese riformate unite
allo Stato, per ciò che spetta alle loro
relazioni col Governo.
Gerhania. — Conversione smentita.
Una corrispondenza della Nuova Gazzetta
d’Augshourg smentisce affatto la notizia
data dalla N. G. di P. della conversione
al cattolicismo romano del prof. Foerster
di Jena.
Inghilterra.—Il vescovo d’Edimburgo
ed il D. Mappei. L’Eco di Savonarola
pubblica neirultimo suo numero un carteggio scambiato tra il dottore Mappei ed
il vescovo romano d’Edimburgo, intorno
ad una pubblica discussione proposta dal
primo sulle seguenti dottrine: I. Quak è
la regola di fede? II. Il sacramento della
penitenza. III. L’invocazione dei santi.
IV. Tl purgatorio. V. La transustanziazione. VI- L’autorità della chiesa. Il dolt.
Mappei s’impegnava (son le proprie sue
parole) « a combattere la chiesa romana
colle proprie sue armi, non citando le sacre Scritture, se non quando ella stessa
se ne fa scudo ». Il vescovo avendo risposto negativamente, il dott. Mappei ha
rivolto la stessa domanda ai preti cattolici
romani della diocesi d’Edimburgo. Accetteranno questi l’invito, dopo il rifiuto del
vescovo? La cosa è poco probabile. Nella
prima di quelle lettere il dottore Mappei
dichiara di non appartenere ad alcuna comunione protestante d’Inghilterra, e si
pregia di esser « membro della Chiesa
Crisliana Apostolica delle Valli del Piemonte ».
— Controversia romana. « Molti fra i
nostri lettori (cosi il Witness) non ignorano che il dott. Begg ha, da qualche
tempo in qua, fatto delle letture a nume-
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rosÌEsime assemblee nella sua propria
chiesa, nelle sere del sabbato, intorno agli
errori del papismo. Sentiamo cbe queste
sono per esser continuate per qualche
tempo, visto il numero inBnito di persone
delle due comunioni che vi assistono.
— « Ci gode l’animo, scrive il medesimo
giornale, di sentire che a Belfast, iu Irlanda, il valente difensore della fede evangelica, dott. Cooke, dà una serie di prediche vertenti tutle sulle dottrine e la
storia del papismo ad adunanze numerose
quanto mai, composte di protestanti e di
cattolici, e che già molti fra questi ultimi
han ricavato frutti salutiferi da cotali
istruttive conferenze ».
Cina. — Stalo del cattolicismo romano
in quell’ impero. Leggesi mW Armonia : I
buoni cattolici avevano ragione di credere
che l’innalzamento del nuovo Imperatore
al trono della Cina sarebbe stato favorevole al cristianesimo. Parecchi fatti diedero già una trista smentita a questa
speranza. Le uiiime notizie che riceviamo
dalla Cina ci annunziano che I cattolici
dell’isola di Chusan furono vivamente inquietati in questi ultimi tempi per ordine
dei mandarini, e che si chiuse la maggior
parte delle chiese. Chusan è stata occupata
per alcuni anni da una guarnigione inglese, che teneva quest’isola sotto sequestro,
in garanzia dell’ indennità di guerra che
il governo cinese aveva promesso di pagare alla Gran Bretagna, con una clausola
del trattato di Nankin. Durante il soggiorno
delle truppe inglesi, molti missionari appartenenti alla corporazione dei Lazzaristi, vi si stabilirono e operarono numerose
conversioni. Ora però, l’isola essendo pieoameqte ricptrala sotto l’imperu della
legge chinese, è a temersi che le fatiche
dei missionari europei non siano sterili in
avvenire.
CRONACHETTA POLITICA.
Piemonte. — Nella Camera dei Deputati dopo S tornate è stato accettato il
trattato di commercio colla Francia colla
maggioranza di Ili voti conlro 23. Il
Senato ha approvato nella sua tornata de i
S la legge sulle fortificazioni di Casale
con voti favorevoli 36, contrari 32. Nelle
votazioni parziali per alzato e seduto la
minoranza contro il ministero non oltrepassò mai i 20 voti.
Stati Pontificii — Il principe di Canino dopo aver dato ai giornali cagione di
molte supposizioiii contrarie col suo arrivo a Civitavecchia, è ripartito da questa
città per ritornare in Francia. 11 Papa si
dice avesse formalmente dichiarato che
che entrando il principe per una porta,
egli uscirebbe per la porta opposta.
Francia. — La lista civile del presidente della Repubblica venne fissata a
dodici milioni.
Austria. — Un dispaccio telegrafico
giunto il C a Milano, reca la notizia della
morte del principe di Schwarzemberg,
ministro degli affari esteri e presidente
del Consiglio, avvenuta subitamente in
seguito ad un attacco di apoplessia. —
Dall’accesso alla morte vi fu appena
l’intervallo d’un’ora. Sua maestà, che
volle recarsi a visitare il principe, lo trovò
cadavere. Il barone Kubeck venne chiamato presso S. M. l’imiteratore.
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— Felice Luigi Federico principe di
Schwarzenberg, consigliere intimo e
ciambellano imperiale reale, fekl maresciallo luogotenente era nato il 2 ottobre
1800; esso non aveva ancora con)pilo
S2 anni.
Dal 22 novembre 1848 esso era ministro, presidente e ministro degli affari
esteri d’Austria, come pure della casa e
della corte imperiale.
Monaco, 4 aprile. — Nella seduta di
ieri sera della Camera dei deputati il
principe Wallerstein lesse due interpellanze, una relativa agli aliari doganali, e
l’altra all’organizzazione giudiziaria. In
seguito viene letta la decisione collettiva
delle due Camere in ordine al bilancio ed
alla legge finanziaria, e la Camera si aggiorna fino al 15. (Risorgimento).
Lnghiltebra. — L’arcivescovo Cullen
è in testa della lista dei 3 vescovi, uno dei
quali sarà eletto dal papa per siiccedere
al defunto D. Murray. Alla maggior parte
dei cattolici moderati duole molto quel
risultato delia votazione dei preti delle
parrocchie di Dublino.
Portogallo. — Le notizie di Lisbona,
in data 30 marzo, annunciano una crisi
ministeriale, in seguito all’essersi il gabinetto trovato in minoranza con 30 contro
62 voti nella Camera dei deputati, dove la
maggioranza volle aggiungere agli articoli
addizionali della costituzione una clausola
intesa ad abolire la pena capitale per i delitti politi^ci. Il nostro corrispondente per
altro crede che i ministri non si ritireranno,
perche evidentemente la maggioranza non
aveva einesso nessun voto ostile, e perché
il governo, durante la discussione, aveva
formalmente dichiarato la sua intenzione
di presentare su questa materia un bill
separalo, conlenente le restrizioni necessarie per far sì che i colpevoli non riescano a mettersi al coperto sotto il manto
della politica. (Times).
Direttore G. P. MEILLE.
Rinaldo Bacchetta gerente.
Piccola Corrispondenza,
Al Sig. S. F......i, 35 Church BoaJ. Londra -.
Grazie per la gentile offerta, che aeeetHamo
motte volentieri.
Al Sig. G......a. Schaftesbury Crescenl. 3 Londra; Molto volentieri. .
Al¥^t/]VXW.
: C .
LUCILLA ■
ossia ' ' ' ì ‘ ‘
I.<a lettura della Sibilla
1 Voi. in-8” di 268 pag.
Prezzo: ijre 1, e«nt. 60.
PREGHIERE DI FAMIGLIA
FER SERVIRE AI. CULTO DOMESTICO
1 volumetto in-8" — cent. 40.
EA VAIiEISAIVA
RACCONTO STOIUCO
Prezzo; ceufeiiimi IO.
Si trovano presso Carlotti e Bazzaiii.si
Librai-editori in Torino.
Xotìdo. .— *^*p. A. PoOi è C.