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Tanno lxxvi
liK'
Riguardate alla roccia onde foste, tagliatit
(Isaia LI, 1)
Chiesa Vaidie
'M: fc
ABBONAMENTI
Italia e Impero . . . . Anno L, 15 — Semestre L. 8
Parrocchie del Primo Distretto . » » 12 — » » 7
Estero . . . . . » » 25 — » » 15
Giustizia sarà fatta
Ifr
« Ogni pianta che il Padre mio celeste non ha piantata sarà sradicata ».
Py Matteo XV, 13.
\La vita giudaica dei tempi di Gesù è
|-COine un grande parco dagli alberi se|cQlari, grossi, forti, capaci, in apparenza,
^ di sfidare le tempeste. Bei cedri del Li£6ano, sicomori, ulivi, palme, querce, ed
y-'^ftri ed altri ancora. 1 Giudei sono fieri
di questi alberi e li guardano con ami mirata compiacenza.
Che cosa rappresentano? Le loro tra
¿dizioni, i loro usi religiosi, i loro riti, a
j^j.- . ■ o /
^Ìfiùi rimangono fedeli e fortemente attaclicati.
Chi avrebbe trasgredito il sabato, chi
si sarebbe messo a tavola senza lavarsi
ile mani, chi non avrebbe fatta regolar;= mente la sua comparsa nella sinagoga
’ per udire la lettura della legge ?
Osservavano evidentemente alla lettera
I tutti i precetti formali del loro culto ed
legni trasgressione sarebbe loro parsa
imperdonabile infedeltà.
" Ma non si accorsero che la lettera ucI cide lo spirito, e che per tonnare alla
I nostra immagine, gli alberi del parco
non possedevano più una linfa vitale ca^
pace di ravvivarli in perpetuo. :
* '“Pu pensando* a questi àibeH^ dèfja
^ fredda tradizione giudaica che Gesù osò
®dire un giorno: «Ogni pianta che il Pa
Kdre mio celeste non ha piantata, sarà
ili';
sradicata *.
A
Là storia posteriore del popolo d’I■ sraele dimostra fino a qual punto si è
|avverata la profezia di Gesù : Giustizia
i,è stata fatta. Le piante delle apparenze,
‘*della superficialità, del formalismo, de}la
insensibilità morale, deH’orgoglio religioso e nazionale, sono state sradicate
ed i resti ne sono sfati sparsi nel mondo,
monito solenne a chi intender sa. Sì, mo.. ntto, se è vero che la storia è maestra
Ideila vita.
Su quel parco si è abbattuta la tem- pesta e gli alberi ne sono divelti, schiantati, le fronde sparse ai quattro venti :
Qeova vindice è passato; ma come egli
è passato, egli passerà ancora per sradicare tutte le piante che egli non ha
piantate.
Trema pertanto, o parco cristiano, figlio ed erede di quello giudaico.
^ Da quello antico è sorta una linfa viVicatrice che doveva dare vita al mondo,
da quello è nato un germoglio sano e
forte, Cristo speranza delle genti.
Ma non cominciano le nostre speranze
ad essere deluse ?
, Non per colpa di Cristo, non per colpa
del Cristianesimo, ma per colpa dei suoi
interpreti, la linfa, apportatrice di vita,
ristagna...
Aprite gli occhi sul mondo sconvolto
„e poi ditemi se forse Dio pon è già all’opera colla scure per tagliare, col piccone per sradicare ?
Giustizia sarà fatta di tutte le nostre
debolezze, di tutte le nostre infedeltà e
mieteremo quello che abbiamo seminato.
V Eppure, mi si obbietterà da tante parti :,
C’è ancora religione I Guardate che bei
templi, che culti solenni, che grandiose
cerimonie 1 I Giudei avevano anche tutto
questo...
Da qualche anno noi Valdesi stiamo
riparando, ripulendo, abbellendo le nostre chiese: ottima cosa, ottimo segno
senza dubbio, ma ad una condizione :
che non crediatho chef ciò sia indispensabile e sufficente.
Abbiamo celebrato dovunque con entusiasmo il XVll Febbraio e ricordato le
nostre glorie passate : la fede, l’eroismo,
la fedeltà, la rinunzia del padri, e forse
abbiamo anche saputo metter mano al
portafoglio più o meno profondamente.
In tutte le chiese è stato ricordato Giosuè Gianavello nel 250® anniversario della
sua morte, e, figli di Abramo, ci siamo
sentiti fieri di tanto padre...
Ottimamente, ma badiamo a noi stessi.
Non si vive di rendita spirituale e chi
non si rinnova muore.
Tntta la nostra' storia, tutti i nostri
eroi, non sono dei garanti della nostra
salvezza e il Valdese del XVII Febbraio
»
soltanto, non mi sembra davvero un
pande Valdese. Le npstre tradizioni cristiane in genere, le nostre tradizioni vaidesi, in particolare, hanno bisogno di
rinnovarsi, di vivificarsi, se non vogliamo assistere al più tremendo risveglio
che si possa immaginare. L’ora è venuta
in cui tutte le forze cristiane — e ce ne
sono ancora grazie a Dio — devono
nnirsi p£ti, per p|vare se, stesse, chè
questò-neireconòrhia ùrilversalé non deve
avere Una grande Importanza, ma' per
salvare il Cristianesimo, salvare la civiltà e l’umanità dal naufragio.
★
★ ★
Queste considerazioni rimarrebbero probabilmente senza alcun effetto pratico, se
dal generale non scendessimo al particolare per domandarci, ognuno per proprio
conto: sono io una pianta che Dio ha
piantato, oppure una di quelle che egli
sradicherà? _
Noi siamo nel suo parco, o se volete
nel suo campo, noi ci chiamiamo cristiani, del Cristianesimo seguiamo il culto,
siamo fieri delle nostre tradizioni religiose, eppure con tutto ciò, malgrado
ciò, se il nostro cuore non è vivificato,
se manca lo spirito del Cristianesimo,'
saremo come servi inutili, come piante
inutili e sradicate. Rientriamo dunque in
noi stessi, pentiamoci prima che sia troppo
tardi. Gim.
L’Eco delle Valli Valdesi unisce con
devoto omaggio i suoi voti augurali a
quelli che tatti i cuori italiani hanno
espresso, in occasione della nascita di
S, A. la Principessa Maria Gabriella di
Savoia. Dir,
Importantissimo
Questo primo numero di Marzo (N. 9)
è stato inviato indistintamente a tutti
gli abbonati con residenza all’estero.
Però coloro che non hanno ancóra
pagato il loro abbonamento per l’anno
in corso, sono pregati di voler notificare con cortese sollecitudine alla
nostra Amministrazione se desiderano
di continuare a ricevere il giornale
che, altrimenti, non verrà più mandato.
Nulla sia più forfè della ^vostra fède! h
(Gianavello) .
DIraHorè s Prol. aiNO COtTMilil,
*0
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AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Tosu Fkluce
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Torre Peluce
Ogni camblam^to d’indirizzo costa una lira
Cent. 30'1a copia^
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«iw Da
(Vedi Eco delle Valli N. 8)
£a sola cosa mccssaria
^ifOgni epoca ha i suoi problemi. Ma
appunto perciò il significato, il valore
àj un’epoca, la forza o la debolezza della
sua fede si riflettono nei suoi problemi.
, Per esempio quando la preoccupazione
dominante è quella di difendere la fede
contro la scienza, o di stabilire'accura-^
tamente il rapporto tra fede e ragione,
giùstificando la fede davanti alla ragione, non si può dire che questo sia il
segno di una grande epoca religiosa.
Questo non vuol dire che gli uomini di
quell’epoca non siano buoni cristiani,
forse migliori di altri di epoche più felici. Dio solo sa quale fervore di zelo,
quale passione e quanta intima sofferenza abbiano costato ai migliori cristiani del nostro tempo quelle discus-r
Sipni, che erano la loro parte di eredità, e in
qui doveva dimostrarsi la loro fedeltà —
appunto, perchè quelli erano i problemi
del loro tempo. — Ma rimane ugualmente vero, che quei problemi non sono
.quelli centrali della fede, e che la neces^
., sità di spendere molto tempo,a,jnolti
V pensieri per quei problemi implica una
* dispersione, un raffreddamento, uno spor
stamento del centro di gravità della fede,
dalla « sola cosa necessaria » verso altre, certo utili, forse momentaneamente
indispensabili, ma non altrettanto essenziali.
Apriamo il Catechismo di Heideiberg:
subito, senza preamboli, siamo posti in
presenza della « sola cosa necessaria».
Prima domanda : In che consiste la tua
unica consolazione in vita e in morte?
— Risposta : Nel fatto che col corpo e
con l’anima, in vita é in morte, non sono
più mio, ma appartengo al mio fedel Salvatore Gesù Cristo, il quale col suo prezioso sangue ha pienamente pagato il
prezzo di tutti i miei peccati e mi ha redento da ogni potere del diavolo ; e mi
preserva così, che neppure un capelio può
cadérmi dal capo senza la volontà del
Padre mio che è nei cieli, ed anzi ogni
cosa deve cooperare alla mia salvezza.
Pertanto, per mezzo del suo Santo Spirito, egli mi assicura anche la vita eterna
e mi rende di tutto cuore volenteroso e
pronto a viver d’ora innanzi per lui.
Ecco. Si è discusso tanto intorno alla
Riforma; e i suoi nemici hanno voluto
vedere In essa, chi un movimento politico, chi un moto di ribellione di uomini
orgogliosi, chi un fenomeno sociale : ma
non basta forse a ridurre a niente queste discussioni questo Semplice fatto,
che la Riforma nella sua semplice maturità, in un semplice scritto come questo,
destinato ai fanciulli e al popolo, abbia
sentito la necessità e avuto la forza di
mettere al primo piano, con tanta decisione, con tanta energia, la sola cosa
che conta per un cristiano : la grande
consolazione che abbiamo, per la vita e
per la morte, in Cristo crocifisso per
noi ; l’adozione che egli ci ha acquistata
con le sue sofferenze, ed in cui viviamo
sicuri dell’amore invincibile del nostro
Padre celeste ; la vita nuova per la forza
dello Spirito Santo e nella gioia di appartenere corpo e anima ai nostro fe
del Salvatore ? Qui siamo veramente al
centro dell’Evangelo ; e qui è anche
l’anima della Riforma. — Un’altra osservazione : colui che ripete col catechismo r
< la mia unica consolazione è nel fatto
che non sono più mio, ma appartengo
al mio fedel Salvatore Gesù Cristo», è
evidentemente un credente che confessa
la sua fede. Non è un pagano o un neoifita desideroso di iniziarsi alla conoscenza delle verità cristiane, quasi dall’esterno, senza sapere ancora se crederà
0 non crederà. É’ un credente, che ha
bisogno di prendere coscienza più pienamente delia sua fede, di possederla
con una conoscenza matura, ma che sa
già in chi ha creduto. Fin dalla prima
infanzia egli è stato introdotto nella
Chiesa col battesimo ed è stato posto
all’ombra del patto di grazia; fin dai
primi anni ha imparato a conoscere ed
amare Gesù Cristo. Egli deve ora imparare con maggior chiarezza, confessare
con maggior decisione, che Cristo è il
suo supremo conforto per la vita e per
la mòrte. Questo e nient’altro è lo scopo
del corso di istruzione religiosa* Non è
questa, ò piuttosto diciamo non senza tristezza, non dovrebbe èèsere questa in sÌt
tuazione dei giovani catecumeni, se tutto
procedesse normalmente nella infanzia,
se l’influenza della famiglia, della Scuola
settimanale e domenicale, dell’ambiente
cristiano, se la Chiesa, insomma, come
corpo di Cristo, esercitasse sulle giovani
anime l’azione spirituale per la quäle è
stata ordinata? E se la Chiesa non compie adeguatamente la sua funzione, se
molti catecumeni arrivano al catechismo
come dei piccoli pagani che hanno bisogno di essere introdotti nella fede, si dovrà certo ricorrere a vari rimedi : ma il
primo, il più radicale, il più profondo
non è forse quello di restaurare un ambiente famigliare ed ecclesiastico sano e
corroborante ?
II catechismo di Heidelberg è una
espressione di questa unità famigliare ed
ambientale nella Chiesa : esso era letto
al culto come una parte della liturgia, come una confessione di fede dell’intera comunità ; ed era l’oggetto di
una spiegazione pubblica, nel culto pomeridiano della Domenica. Giovani e vecchi si riunivano insieme, per confessare
in comune, con l’animo pieno di attesa
e di speranza, o con la fronte pesante
di esperienza, di lotte sostenute e di liberazioni ricevute, che Cristo è la nostra sola consolazione in questa vita e
nell’altra. GlO. M.
J)a mediiare
Chi dunque vuol pervenire alle interiori e spirituali cose, bisogna che con
Gesù s’allontani dalla turba.
Nessuno sicuramente si mostra, se non
chi sa nascondersi.
Nessuno sicuramente parla, se non chi
sa tacere.
Nessuno sicuramente soprasta, se non
chi volentieri sta sottoposto.
Nessuno sicuramente comanda, se non
chi ha bene imparato a obbedire.
Nessuno sicuramente si rallegra, se
non chi abbia in sè il testimonio della
buona coscienza.
Dalla: Imitazione di Cristo.
0^.
2
r eco actif MUI wioísi
l’EYangelo a Messina
îi; '
Fu nell’anno 1868 che delie riunioni
private, tenute in Messina dall’ex-frate
Mùsmeci, cominciarono ad attirare intorno ali’Evangelo delle anime in numero
sempre più rilevante.
Il movimento si rilevò ben presto —
così rileviamo dalle relazioni dell’epoca —
di tale importanza, da richiedere l’intervento del pastore valdese di Catania,
Bellecci, ex-prete molto stimato e rispettato in quella città. Egli si recò regolarmente a Messina, tanto che dei 65 catecumeni inscritti, 35 poterono essere ricevuti alla Santa Cena nella Pasqua del
1869. Tra i nuovi fratelli si trovava
anche l’ex-frate Musmeci, che per la
prima volta partecipava con gli altri alla
Santa Cena.
La nuova congregazione cominciò la
sua vita piena di entusiasmo e di promesse. Una sàia, capace di un centinaio
di persone, fu trovata troppo piccola ;
abbattendo una parete la si rese atta a
riceverne quasi il doppio. Diventò troppo
piccola anche questa. Una nuova sala,
capace di contenere 250 uditori, venne
presa in affitto, e ciò nonostante i rapporti lamentano che spesso parte degli
accorrenti deve tornarsene indietro per
non aver trovato posto a sedere.
Dopo aver per molti anni sopportato
l’insufficiente locale, la congregazione poteva finalmente, il 22 Febbraio 1874,
inaugurare il suo primo tempio, situato
nel centro della citta. Intervennero in
quell’occasione due insigni personalità
evangeliche del tempo, il presidente del
Comitato di Evangelizzazione, Matteo
Prochet, e lo storico, prof. Emilio Comba.
Non mancarono, naturalmente, le dimostrazioni clericali.-Dopo una chiassata
dinnanzi al tempio, i dimostranti, dispersi dalla polizia, si recarono davanti
alla bottega di un ciabattino, urlando ;
« Abbasso lo scarparo evangelico ! », Ma
10 scarparo, già soldato di Garibaldi e
reduce dalla battaglia di Milazzo, non
esitava ad affrontare la turba e a volgerla
in fuga!
Nessuno si meraviglia se ai tempi del
primo entusiasmo, e seguendo il periodo
del silenzioso consolidamento dell’opera,
deH’istruzione seria e fedele, non tutti
quelli che avevano dato le migliori speranze, seppero resistere alla dura disciplina dell’evangelo.
Nel complesso l’opera va però sempre
più progredendo, tanto che alla vigilia
del tragico terremoto, il 28 Dicembre
1908, la Chiesa contava 162 membri comunicanti. NeU’immane tragedia periva
11 pastore Adolfo Chauvie, originario di
Angrogna, in età di 32 anni ; sua moglie
di 23 anni ed un figlio di appena due
anni e mezzo.
Quanto alla congregazione essa venne
decimata dolorosamente, tanto che nel
1909, dopo quarant’anni di perseverante
lavoro, la Chiesa ricostituita non conta
più che 85 fratelli.
La prova venne resa meno dolorosa
per il fatto che la nuova congregazione
potè godere di un tempietto in legno,
situato nel centro della nuova città. E’
qui che la Chiesa di Messina ha ripreso
il suo perseverante cammino, guidata dai
numerosi pastori che vi si sono succeduti.
Domenica prossima, 3 Marzo, i nostri
fratelli messinesi lascieranno il loro vecchio locale per installarsi nel nuovo
Tempio, nella parte più bella della città,
dove sorge la maggior parte dei nuovi
edifici pubblici, ricostituiti dopo il terremoto.
Sarà un giorno di gioia per loro e per
1 evangelismo siciliano, ma sarà un giorno
di gioia anche per i Valdesi delle Valli.
Essi hanno mandato a quella Chiesa i
loro figli migliori perchè annunziassero
l'Evangelo, spoglio delle tradizioni e soprastrutture che gli uomini vi hanno
aggiunto.
Domenica prossima da tutti i templi
delle nostre Valli s’innalzeranno perciò
a Dio delle ferventi preghiere, con la
nota del gioioso ringraziamento perchè
Fopera degli antichi * barbi» missionari
non è ancora finita. E con il ringraziamento a Dio, noi gli domanderemo pure
che l’inaugurazione del vostro bel tempio possa incoraggiarvi, cari fratelli messinesi, ad un nuovo fervore di fede, ad
un rinnovato zelo per il servizio del
Signore. R. Nisbet.
^CDge 0 Confeg^ioniV
Si tratta di quelle scuse o di quei
pretesti accampati da quei nostri parrocchiani che non sono soliti partecipare
ai culti.
Sono motivi ormai molto famigliar! :
il bestiame da accudire ; le strade cattive; il cattivo tempo; la tosse che disturberebbe il raccoglimento dell’assemblea, ecc., ecc.
A volte si sorride di certe scuse che
si rivelano un pò troppo ingenue; a volte
si rimane delusi dalla costatazione della
mancanza di immaginazione da parte di
un buon numero dei nostri parrocchiani.
Ma ultimamente mi è capitato di udire
una scusa nuova, che non avevo mai
udita ancora ; una scusa che mi ha fatto
riflettere e mi ha portato a chiedermi se
invéce di essere Una semplice scusa, non
sia piuttosto una inconsapevole, involontaria confessione di uno stato d’animo
abbastanza generale e preoccupante.
Si tratta di un parrocchiano, il quale
non partecipa ai culti, non per i soliti e
comuni motivi di tanti altri, ma perchè ;
« il venire al culto lo sconvolge troppo e
la notte non può più dormire ».
Mi sono domandato quando mai egli
abbia potuto fare una simile, dolorosa
esperienza, perchè ai culti non l’ho mai
visto, nemmeno un sola volta.
A tutta prima mi parve dunque una
scusa bella e buona anche questa ; poi,
a pensarci bene, mi convinsi che può
trattarsi invece realmente di una confessione sincera, perchè, anche senza aver
mai più partecipato ai culti, da tempo
immemorabile, quel brav’uòmo sa certamente che se vi partecipasse, udirebbe
una Parola che può sconvolgere la calma
apparente e la illusoria tranquillità del
suo spirito.
Da un lato è una testimonianza resa
alla potenza ed alla efficacia della Parola
di Dio ; dall’altro è una confessione della
propria volontà di sottrarsi alla azione
potente ed efficace della Parola di Dio.
Ci si è fatta un’abitudine di vita, secondo la propria volontà, assecondando
le tendenze e gli istinti della propria
natura peccaminosa; ci si è circondati
di una atmosfera che ha intorpidito la
propria coscienza, e si vive cosi in uno
stato d'animo nel quale non si conoscono
più le preoccupazioni dello spirito.
Perchè andarsi a mettere in condizione
di veder turbata e sconvolta questa pace?
Si sta così bene cosi : si mangia, si beve,
si lavora, si accumula, si dorme. Sopratutto si dorme, si dorme spiritualmente
di quel sonno dolce, calmo e tranquillo
che però non si differenzia in nulla dalla
morte.
Un giorno verrà però, nel quale questa
pace cosi gelosamente custodita, si rivelerà quale realmente essa è : fallace,
illusoria, ingannatrice, e allora tutto redifido della propria vita sarà tremendamente sconvolto, e sconvolto forse
senza speranza.
0 non è forse meglio, molto meglio,
prima che venga quei giorno, di lasciarsi
sconvolgere e turbare dalla Parola di
Dio, e di non temere di dover passare
delle notti insonni ?
Sia benedetto anzi lo sconvolgimento
e H turbamento prodotto nel nostro spirito dalla Parola di Dio, perchè la Parola
di Dio sconvolge e turba l’animo nostro
per scalzare e demolire i fondamenti
falsi sui quali edifichiamo la ingannevole
pace del nostro spirito, e al posto, la
Parola di Dio edifica, sia pure nel tor
mento del nostro spirito, i fondamenti
sicuri sui quali poggia, come su basi
eterne, la vera pace, quella che dura in
vita eterna. ’ ,
Ma questa, ricordiamocelo, non è una
-costruzione nostra, nè una cosa che si
acquisti; essa è un dono di Dio a chi
si è sottomesso alla Sua Parola e si è
lasciato rigenerare e guidare da essa.
A. DEODATO.
La Pagina della Gioventù, preparata
dal Segretario delia F.U.V., verrà pubblicata nel prossimo numero ; segnaliamo
l'importanza degli argomenti trattati
G. Bertin : La terra, la macchina e no
giovani. U. Beri: Fede operante. E. G
Soldati Valdesi. Notiziario delle Unioni
Concorso.
QRONAC/Ì VALDESE
ANGROGNA (Serre). La nostra parrocchia ha avuto quest’anno due celebrazioni del XVII Febbraio : una in comune con quella del Capoluogo, ed una
a Pradeltorno la Domenica 18.
Durante il culto della Domenica 18 a
Pradeltorno furono consacrati alcuni anziani e diaconi: Ricca Odorico per il
quartiere di Coisson Ricca-Serre Malan;
Benech Amato per il quartiere di CacetRivoires ; Buffa Pietro per il quartiere
di Odin-Bertots ; Rivoira Armosino per
il quartiere di Pradeltorno. A questi
anziani rivolgiamo il fraterno augurio di
una attività fedele, consacrata e benedetta dal Signore.
Dopo l’agape fraterna, un appropriato
e ben preparato programma'-di recite e
canti accompagnò la rievocazione storica
fatta dal Pastore.
BOBBIO PELLICE. La Domenica 3
Marzo la nostra Chiesa sarà « visitata »
dal Sovrintendente, pastore Luigi Marauda, Vice-Moderatore. Il pastore Marauda
presiederà il culto del mattino ed altre
attività nel corso della giornata. A lui
il nostro cordiale benvenuto.
— La commemorazione del XVII è pienamente riuscita nei suoi vari momenti :
festa dei bambini, agape, serata ricreativa, culto.
— Sono deceduti Giovanni Eliseo Michelin-Salomon (Carboneri) e Giovanni
Eliseo Catalin (Paiant). Le nostre condoglianze alle famiglie in lutto. R.
GINEVRA. La Colonia Valdese di
questa città ha celebrato Domenica 18
corr. la festa del XVII Febbraio’.
La mattina una rappresentanza della
Società dei Valdesi assistette al culto
nella Chiesa Protestante Italiana dove il
pastore Guarnera evocò la data storica
dell’Emancipazione esortando i valdesi
presenti ad essere degni della fedeltà
dei padri loro.
A mezzogiorno numerose famiglie vaidesi si riunivano nell’accogliente ristorante della sig.ra Perruchon-Gay per il
tradizionale banchetto. Notavasi la presenza del Dott. Th. Geisendorf-Des-Gouttes, del pastore Guarnera, del sig. Jacques
Picot e di altri amici della colonia. Dopo
il pranzo il sig. Emile Pasquet, mastro
di tavola, apri la seconda parte della
manifestazione, mandando un saluto di
fraterna solidarietà alla Finlandia martirizzata che con eroismo difende i suoi
valori morali e spirituali.
Il sig. Emile Benech, l’infaticabile presidente della Colonia valdese, evocò con
forti accenti diversi fatti importanti della
storia valdese e lesse alcuni messaggi di
amici assenti tra i quali quelli del pastore
di Bergamo, sig. Arnaldo Comba e del
Dott. sig. Arturo Gay, cancelliere alla R.
Legazione Italiana dì Berna.
II pastore Guarnera ci parlò del tegami
di amicizia che Io uniscono al popolo
valdese e della gioia di poter assistere
ad una manifestazione cara ad ogni evanngelico italiano, f,; ^
Il sig. picot cj fece parte delle sue
ultime ricerche $ul soggiorno di Gianavello a Ginevra, ed il Dott. Geisendorf J
ci raccontò il suo recente viaggio nelle
valli, illustrandolo di proiezioni luminose.
Si cantarono inni: • Il rimpatrio e li
giuramento del Sibaud » e si udirono
delle recite di poesie e di canti popo- ^
lari valdesi.
Un ringraziamento a tutti coloro che
collaborarono alla riuscita della festa che
resterà, ne siamo certi, più che mai impressa nel cuore di tutti, per ciò che di
grande e di consolante essa ci apportò.
X. s
LUSERNA SAN GIOVANNI. Sabato
scorso 24 Febbraio, col concorso di una
folla di parenti, amici, conoscenti ed alla 1
presenza del Podestà, di una larga rap- 'I
presentanza del Fascio e della C.R.I., si
sono svolti i funerali del nostro venerato
fratello Cav. Vincenzo Morglia, deceduto
dopo brevissima malattia all’età di 80
anni. Egli era stato per un ventennio i
membro del Comitato Direttivo del nostro
Asilo per i Vecchi e del nostro Consiglio
di Chiesa, che aveva voluto ricordarne
la grande fedeltà ed attività nominandolo
anziano onorario. Fuori dell’ambiente
della nostra Chiesa, ove lascia un grato
e buon ricordo, egli si era consacrato
sempre con vera abnegazione alle operedi bene. A nome del Concistoro, largamente rappresentato ai funerali, vogliamo
dire alla sorella, ai fratelli ed a tutti i
parenti, l’espressione della nostra profonda simpatia cristiana.
PERRERO-MANIGLIA. Il 92° anniversario dell’Emancipazione, è staio celebrato nella nostra Chiesa, con grande
entusiasmo. La vigilia, accanto ad ogni
villaggio, si acceserò i « falò » tradizionali. Sull’alto del portico del tempio di
Perrero brillava ad intermittenza una
magnifica stella con la scritta « W il
XVII Febbraio », opera geniale del giovane unionista Carlo Ferrerò del Pomarat.
Non possiamo dire che il tempo ci
abbia favorito : infatti, il corteo che da
Perrero saliva incontro a quello di Maniglia, non aveva ancora raggiunto la
strada grande che era investito da abbondante e persistente nevischio. Ma, benché
nessuno fosse premunito cqntro l’inaspettato temporale, si continua imperterriti
fino quasi al Bric Faucier dove si incontra il corteo scendente da Maniglia. Quasi
tutti i partecipanti portano una graziosa
bardìerina tricolore che dà una nota
quanto mai vivace al corteo. Si giunge
a Perrero carichi di neve : ma ben presto il buon tepore del tempio tutto imbandierato ci fa dimenticare lo scherzo
del cielo.
Il tempio è gremito: nei primi banchi
vi sono i bambini (circa un centinaio)
e la Corale diretta dal Maestro Pascal.
Sono presenti nei posti riservati alle Au-,
torità, il Pretore di Perosa Cav. Valente
e il Brigadiere RR.CC., il Ten-Col. Giordana, comandante il Battagione Alpini
Val Chisone scusò la sua assenza. Il Col.
G. Martinat ci fece giungere un appropriato messaggio come pure gli Alpini
che si trovano attualmente in Albania :
Poèt Guido e Costantino Cesare.
La suggestiva cerimonia si svolse nell’ordine abituale. Dopo la lettura della
Parola di Dio e la preghiera, il Pastore
pronunciò l’allocuzione in cui ricordò
quello che il XVII Febbraio fu e dev’essere per noi. Indi si intercalano i canti
(5), le poesie e i dialoghi (17) della Corale e dei bambini. Questi ricevono alla
fine la tradizionale refezione.
La novità del XVII, consiste nel pranzo
organizzato, quest’anno, nella sala delle
attività a cura dell’Unione Giovanile :
raula è tutta imbandierata. Vi prendono
parte ottanta persone. Il cuoco Renaldo
Pons, coadiuvato dal fratello Luigi, preparò un ricco pranzo. Vi regnò la più
schietta allegria ; con slancio si cantarono i più begli inni e le più belle canzoni.
La sera nella stessa sala si adunò un
3
L’icaDHiEAur mo€Si
r ,
pubbHco cHornaC desideroiso di assistere
i alla bella serata dell'Unione Giovanile.
pSi rappresenta « Veglia Valdese » coi
costumi (cufflo e garaut, coulougno e f(ì,
;barotta e pinto) poi due farse. I bravi
attori sono: PoSt Alma, Irma, Clementina delle Grangette, Menusan Enrichetta
Ijdi Ferrerò, Pascal Ettorina di Chiabrano,
Poèt Alberto e Menusan Giulio di Traverse, Pons Abele del Bessé, Genre Giosuè di S. Martino, Pons Renaldo e Luigi
, dei Serre e Ferrerò Carlo.
— Colletta di Uinunzia. Benché il risultato definitivo non sia ancora conosciuto, si può dire che la colletta è in
y aumento in quasi tutti i quartieri. 1 nostri membri di Chiesa hanno capito che
se i tempi sono gravi tanto più lo sono
per la Chiesa che vive di offerte. Perciò,
saremo riconoscenti a tutti coloro che
amano la loro Chiesa di origine di farci
pervenire la loro offerta anche piccola
che sarà vivamente apprezzata non solo
I» per il valore materiale ma anche spirituale.
— Il 26 Gennaio furono uniti in matrimonio Pons Emanuele del Bessé con
i,*, Pons Silvia di Chiabrano.
Il
w
POMARETTO. La festa della nostra
Emancipazione si è svolta Domenica
18 Febbraio con l’abituale grande entusiasmo da parte di tutti. Alle ore 9 un
lungo corteo formato di bambini e di
adulti, preceduto dalla Banda musicale
e nel quale si notava un numeroso
gruppo di Signore e Signorine in costume, ha attraversato il concentrico di Perosa per recarsi al tempio, ove ha avuto
luogo la cerimonia celebrativa religiosa
e patriottica. Ci hanno onorato della
loro presenza molte Autorità, tra le quali
abbiamo notato con particolare compiacimento S. E. il Generale comandante la
Divisione Assietta, il Colonnello comandante il 25° Artiglieria, il Segretario politico e altri ancora, che abbiamo ormai
l’abitudine di vedere in mezzo a noi in
quella occasione. Recite dei bambini e
cori finemente eseguiti dalla Corale diretta dal sig. P. Bazzetta, hanno completato il programma della cerimonia.
Centoventisette commensali con molta
allegria e molto spirito di fraternità,
hanno partecipato all’agape fraterna allestita dall’albergatore Peyran, nel locale
gentilmente concesso dal sig. G. Bernard,
di Pomaretto.
La sera, non avendo potuto avere
luogo la tradizionale serata essendo il
il nostro teatrino occupato dalla truppa,
in gran numero ancora ci siamo riuniti
nel tempio per assistere allo svolgimento
di un programma vario fatto di musica
(violino e organo), di canti, di proiezioni luminose su argomento valdese e
di una recita (il primo atto del dramma
tradotto dal francese : « La Parola che
fu scolpita *). Con il « Giuro di Sibaud »
si chiuse la giornata che, lo speriamo,
lascierà nel cuore di tutti un benefico
ricordo.
— Domenica 25 Febbraio è stata presentata al S. Battesimo Motta Pierina di
Bernardo e di Baroelli Maria (Perosa).
Voglia il Signore benedire la bimba e
dare ai genitori la santa soddisfazione
di vederla crescere nel suo Signore.
— Se a qualcuno, per dimenticanza o
per altro motivo, non fosse stata ritirata
la bustina di contribuzione per la Settimana della Rinuncia, preghiamo di volerla consegnare all’anziano o di depositarla nella borsa delle offerte all’uscita
del tempio.
PRAROSTINO. Sabato sera, 10 Febbraio, la nostra Unione Giovanile ha
partecipato in blocco alla serata organizzata dall’Unione di S. Secondo ed alla
quale eravamo stati cordialmente invitati.
A questi convegni interparrocchiali, iniziati da pochi mesi, la gioventù partecipa
molto volentieri ed in numero imponente.
Sarà bene che quegli incontri diventino
una salda tradizione. La colletta, non
preannunziata, ha fruttato la bella somma
di L. 60 che è stata devoluta come contributo straordinario delia gioventù di
Pinerolo e Prarostino per la Settimana
di Rinunzia.
— Le celebrazioni del XVII Febbraio
si sono svolte con particolare entusiasmo
e secondo l’ordine tradizionale.
Già la sera del 16 si accendevano numerosi fuochi di gioia per dimostrare che
i Valdesi di oggi ricordano fesuitanza
che riempì il cuore dei padri all’annunzio della libertà religiosa aspettata per
secoli con fede e perseveranza.
Il 17, al mattino, i bimbi delle scuole
giungevano, al tempio, in corteo per
svolgere il loro programma di recite e di
canti. La Corale ha eseguito tre bei cori.
Abbiamo vegliato affinchè la cerimonia
non si esaurisse con la simpatica nota di
esultanza popolare ma avesse un carattere profondamente spirituale.
Alle 12, un’agape fraterrra riuniva una
quarantina di commensali. Il numero non
era certo imponente per una parrocchia
come la nostra. In compenso l’armonia
che vi regnò ha ricordato, a noi che viviamo in’ un’epoca così sconvolta, la bellezza delì’amore fraterno.
La sera, alle ore 20, la Grande Sala
non ha potuto contenere tutti gli intervenuti alla nostra serata famigliare, tanto
che questa ha dovuto essere ripetuta la
sera del 18. Ringraziamo la nostra gioventù che ne ha curato ottimamente la
preparazione e la Corale che ci ha allietato coi suoi cori.
— 11 28 Gennaio è deceduto, alla Caveia, Forneron Filippo di anni 69. Per
ben quattro anni è stato chiamato a
sopportare penose sofferenze.
Alla famiglia ed in modo speciale al
figlio, anziano del quartiere del Collaretto, rinnoviamo l'espressione della
nostra simpatia.
RODORETTO. La festa della nostra
Emancipazione è stata celebrata in un’atmosfera di letizia e di profonda spiritualità. Alla vigilia, tutta la valle era inondata dalla luce di diversi falò, che sono
la spontanea e naturale espressione delia
gioia e della fede di questi Valdesi, che,
ancora, non hanno rinnegato il glorioso
passato dei Padri. Da lontano ci proveniva, in quella notte stellata, l’eco dei
canti di lode che da tutti i petti salivano
verso il cielo. Alle ore 8.30 di Sabato,
mentre il corteo si stava formando, a
Campo del Clot, la neve incominciava
a coprirci col suo soffice manto; ma,
essa, non riusciva ad attenuare minimamente la gioia immensa che risplendeva
negli occhi dei bambini e degli adulti.
Preceduti dal nostro valente tamburino,
alle 9 siamo partiti alla volta di Serrevecchio, dove, dopo l’incontro coi bimbi
delle Fontane, tutti insieme, ci siamo
mossi verso il tempio. Ivi, dopo l’allocuzione del Pastore, che si è ispirato alle
parole del profeta Isaia 51, 1 : « Riguardale alla roccia onde foste tagliati*,
la parola è stata data ai bambini, i quali,
dinnanzi ad un numeroso pubblico, svolsero,un ricco programma di recite e di
canti. Rinnoviamo i nostri ringramenti
alla signorina Emma Genre per la sua
collaborazione.
A mezzogiorno, ci siamo riuniti in
agape fraterna al presbiterio. Vogliamo
ricordare questo pranzo, perchè esso è
per noi un’instituzione nuova: i Rodorini non conoscevano la gioia di trovarsi
assieme in una simile occasione da oltre
trent’anni. Dopo alcuni brevi discorsi di
circostanza, si incominciò a cantare con
slancio le nostre belle canzoni valdesi,
inneggianti alla fede, alla patria.
Domandiamo al Signore di voler benedire le ottime impressioni ricevute in
quel bel giorno di festa.
— La Settimana di Rinunzia ha dato
buoni risultati; stiamo aspettando alcuni
ritardatari... convinti che, anch’essi, vorranno rispondere generosamente all’appello della loro Chiesa.
TORRE PELLICE. Al pastore Tullio
Vinay avevamo chiesto di concederci la
mattinata ed il pomeriggio di Domenica
25 Febbraio nel giro di visite alle Unioni
che intendeva fare. Egli gentiImeule ac“cettè II nostro desiderio. E’ cp«ì che
' presiedette il culto delle 10.30, presentando in modo semplice e chiaro un messaggio molto pratico su alcuni problemi
d’ordine morale e spiritnale ai quali sono
legati il benessere, la fedeltà, l’armonia
nella' famiglia.
Nel pomeriggio ebbe luogo un Convegno delle Unioni Valdesi di Villar Péilf
lice, di Luserna San Giovanni e di Torre
Penice. Presenti i pastori Roberto Jahier
Giulio Tron ; una leggera indisposizione
^njpedl al pastore Lorenzo Rivoira di^
acoimpagnare i suoi unionisti.
Fu letto un messaggio del Capo-Gruppo
sig. Rostan.
li Segretario del Comitato Nazionale
della F. U. V. ci intrattenne durante
mezz’ora a) dandoci una visipne precisa e
chiara dello stato attuale del nostro movimento giovanile e fermandosi su alcune
interessanti caratteristiche che son proprie di talune Unioni specie del mezzogiorno ; b) parlandoci delle sue esperiene
personali fatte nell’opera di evangelizzazione ; c) terminando con un vibrante
appello alla consacrazione a Dìo ed al
servizio cristiano che siamo chiamati a
compiere nella nostra Chiesa.
Prese in seguito la parola il dottor
Italo Mathieu. Egli parlò da par suo,
parlò, ben inteso, come medico. Non cerchiamo neppure di riassumere quanto
egli disse sui due punti principali svolti :
alcoolismo e sensualismo, perchè in una
notizia di cronaca non si può dir nulla
a,; ehi era assente ed è superfluo a chi
era presente. Notiamo soltanto che la sua
esposizione fu fatta con rautorità che gli
dà la sua scienza e la sua esperienza
dei mali che deturpano ed uccidono i
corpi, con linguaggio incisivo e da tutti
compreso^ con la forza ispirata dalla necessità di mettere la gioventù in guardia
Cóntro le molte tentazioni che sé non
respinte fin dall’inizio conducono alla
rovina fisica e spirituale, con l’accento
proprio di un credente che è convinto
che il corpo è tempio dello Spirito, è
dimora deH’anima, e che deve essere
conservato puro.
Con la preghiera del pastore Jahier fu
chiuso il Convegno, che lascia un graditissimo ricordo e quanto mai utile in coloro che vi hanno partecipato.
VILLAR PELLICE. Il XVII Febbraio
è stato celebrato con rinnovato entusiasmo da grandi e piccoli.
Alle 10 i nostri 200 scolaretti reduci
dal loro corteo, entrano solennemente nel
tempio, tutti fieri, malgrado la sorpresa
un pò inquieta delle mamme, sotto il loro
cappuccio di... freschissima neve.
Un bel programma di recite e di canti,
preparato con gran cura dalle nostre
Insegnanti, viene eseguito con pieno successo. La gioia dei bimbi è completa
quando, con le mani cariche di tesori, se
ne risalgono, sotto la neve che continua
a cader fitta, fino ai più lontani villaggi.
Alle 12.30 1'« Agape » tradizionale,
organizzata e preparata quest’anno dai
giovani unionisti, magnificamente capitanati dal nostro infaticabile Vice-Presidente sig. Enrico Bouissa, riunisce nei
nostri locali del centro 110 commensali.
Una diecina dì ritardatari non hanno
potuto, con grande loro e nostro rincrescimento, trovar più posto alle tavole.
11 pranzo ottimamente preparato dalle
Sig.re Ribet, Maghit e Gönnet e graziosamente servito da unioniste ed unionisti,
desta la crescente, unanime ammirazione
dei partecipanti. Alle frutta sono trasmessi
ed acclamati cortesi messaggi del Podestà
e’del Segretario del Fascio di Combattimento. Quest’ultimo era rappresentato
fra noi dal figlio, Comandante la G. I. L.
locale, cui rinnoviamo l’espressione della
nostra riconoscenza.
Dopo revocazione di qualche ricordo
Gianavelliano e l’esecuzione di alcuni
canti valdesi, l’assemblea si scioglie per...
ricostituirsi subito in riunione giovanile,
Alcune buone gaie ore passano ancora
fra i messaggi, i giuochi ed i canti e il
XVII non è più che nel ricordo.
, Il pensiero di tutti i j,nostri fratelli q.
' sorelle tontàni e dei nostri soldati è stato
particolarmente presente ai nostri spiriti
durante la bella giornata.
Ed ora, grati a Dio, per aver potuto
celebrare in serena pace il ricordo delle
Sue grandi liberazioni nel passato, CUI
vogliamo Chiedere di risvegliare nelle
nostre fandglie e nel mostro popolo la
antica sana e forte pietà dei padri che,
in tempi non menò oscuri dei nostri,
seppero, contro tutte le difficoltà e le
tentazioni, rimaner, saldi nella loro fede
vittorfesa. M
¡[^partenza. Esprimiamo la nostra calda,
simpatia cristiana alla famiglia «tei nostro
irzMìo Davide Albaree della Bòdeina die
il Signore ha richiamato a sè, dopo pochi
giorni di malattia, il 20 corrente, in età
di 76 anni. « Beati i morti che muoiono
net Signore » .
■— Visita. La gioventù della Chiesa ha
avuto la gioia di ricevere Ja vistfe d‘ql
Segretario generale della F.U.V., pastore
sig. Tullio' Vinay di Firenze, che ha prq.
sieduto. Venerdì 2S corn, un edificante
culto nel nostro tempio, rivolgendo ai
giovani un fervido appello alla testimonianza cristiana. II nostro amico ha partecipato in seguito ad una riunione della
gioventù, nei suoi locali, prendendo diretto, cordialissimo contatto con i nostri
giovani. La bella serata è volata lasciando
in tutti un gradito ricordo,
—Fiocco azzurro. All’alba del 24 Febbraio, poche ore dopo la nascita, a Napoli, della Principessina Maria Gabriella
di Savoia, la casa dei nostro amico
Enrico Bouissa, al Ciarmis, è stata raìlegrata dai primi vagiti di un piccolo
Luciano, i\ terzogenito della famigliola.
Ai felici genitori i nostri cordiali ral^
legramenti. « I figliuoli sono un’eredità
che viene dall’Eterno ». ,
VILLASECCA. L’il Febbraio è deceduto all’Ospedale di Pompetto Peyronel
Emilio d&l Peyroneou, ragazzo di 12: anni
allievo della Scuola Domenicale.
Colpito da una forma violenta di appendicite in pochi giorni ha purtroppo
dovuto soccombere al male. Alla mamma
ed ai parenti, anche a nome degli aluaai
della Scuola Domenicale presentiamo
l’espressione commossa della nostra
simpatia.
— La celebrazione dei 17 Febbraio ha
lasciato in tutti un ottimo ricordo. Come
d’abitudine fin dalla vigilia numerosi falò
annunziarono il ritorno della fatidica datà
cara al cuore valdese.
Il 17 una vera folla più numerosa del
solito stipava l’antico tempio di Villaseccai.
Iniziatasi la cerimonia di commemorazione
alle 10 il Pastore diede leltura di un
Salmo e di alcuni passi appropriati di
documenti antichi e recenti ; quindi dopo
una breve meditazione sulle parole :
« Nulla sia più forte della vostra fede »
si procedeva aito svolgimento di un ricco
programma di recite e di canti in cui i
nostri piccoli artisti misero tutta la toro
buona volontà, coadiuvati dalle loro insegnanti valdesi che li avevano preparati con cura.
Alle 13, ottanta commensali fra cui
alcuni Alpini in permesso, si riunivano
in agape fraterna nella saia delle attività
ai Chiotti. Il pranzo allestito dagli anziani
e dai diaconi sotto la direzione del sig.
E. Massel è stato ottimo sotto tutti Ì
punti di vista. Pochi discorsi, alcuni
canti e la preparazione di alcuni messaggi da mandare agli amici lontani
chiusero la bella riunione.
Siamo riconoscenti a tutti i collaboratori per il loro lavoro ed ai numerosi
partecipanti per il modo esemplare con cui
si è quest’anno celebrato il 17 Febbraio.
Magazziniere pratico pezzi ricambio
macchinari per importante stabilimento
vicinanze Torino cercasi. — Requisiti:
onestà, precisione, energia, età non superiore ai 45 anni. — Scrivere al giornale.
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(Meditazioni preparate sui testi del Calendario Biblico della Brüdergemeinde)
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■51-3
Lettura; Sai. 75, Giudici 14, U18.
*„.Io soquelUche ho scelti...^.
Giov. 13, Ì8.
Tra quelli che ha ■ scelti, ce n’è-uno'
che'io tradirà,!« Gesù lo sa. Losapeva«
fin da quando lo aveva scelto, e nondimeno lo aveva scelto ugualmento, * affinchè si adempiesse la Scrittura *.
Questa determinazione di Gesù di accogliere nella ceicbia dei suoi intimi
anche Giuda,! nonostante la consapevolezza di quello che egli avrebbe fatto,
mette in evMenza quella che è stata la
caratteristica'fondamentale del Salvatore:
Egli ha agito sempre in perfetta armonia
con la volontà del Padre, ed in modo
che il disegno di Dio avesse il suo adempimento, secondo la Scrittura. Non ha
pensato nè al suo interesse, nè alla sua
persona, nè al pericolo che avrebbe potuto evitare ; si è preoccupato soltanto
di’compiere la volontà di Colui che lo
ha mandato. La pace .interiore che lo
sostiene, frutto di questa consapevolezza,
sarebbe conosciuta anche a noi qualora
sapessimo mettere la volontà di Dio al
disopra di qualsiasi altra considerazione.
Martedì
J Ut»
Lettura : Matteo 24, 1-14.
*0 Eterno tu ci darai la pace »,
Isaia 26, 12.
Tra i più preziosi doni della grazia
del Signore c’è anche la pace.
Conviene che non dimentichiamo questo, e cioè che essa è un dono della grazia
del Signore. Quella che gli uomini vogliono
procacciarsi da sè stessi, non è pace,
perchè la ricercano dove essa non si
trova, o la fanno consistere in cose che
non la possono procurare, o cercano di
ottenerla con metodi che non possono
condurre ad essa.
Tipico il momento attuale della storia,
nel quale, per salvare i miseri resti di
una falsa pace, gli uomini si sono lanciati di nuovo in una tremenda lotta di
distruzione e di morte.
La pace è di altra natura e si stabilisce in tutt’altro modo, sia quella dei
popoli, sia quella interiore del nostro
spirito. Il profeta era nel vero quando
proclamava che è Dio soltanto che può
darla agli uoniini.
Geisù solo ha potuto dire agli uomini :
« lo vi lascio pace ; vi dò la mia pace »
(Giov. 14, 27).
Mercoledì
Lettura: Matteo 24, 15-28.
C Mninm ^ ...Non vi lascierò orfani;
V RflUD tornerò a voi *.
Giov. 14, 18.
L’imminenza delia separazione da Colui
per seguire il quale avevano lasciata ogni
cosa, non poteva non gettare nello sgomento i discepoli. Gesù li rincuora con
questa promessa : «Tornerò a voi...».
Tornò infatti dopo aver vinto la morte
e si mostrò Risorto ad essi soli e non
al mondo. Ma la sua promessa non era
limitata ai 40 giorni tra la Risurrezione
e l’Ascensione ; anche dopo il periodo
delle sue apparizioni, i discepoli avrebbero avuto la certezza della presenza
spirituale del Cristo Vivente. Questa sarebbe stata l’opera dello Spirito Santo.
Così i discepoli non soltanto non saranno
lasciati soli, cioè orfani, ma realizzeranno
la più perfetta comunione con Dio e con
Gesù Cristo : * In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in
Me e Io in voi* (Giov. 14, 20). Anche
a noi è offerta la possibilità di una simile comunione; ma è una possibilità
condizionata : * Se uno mi ama, osserverà la mia parola ; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo a lui e faremo dimora presso di lui » (v. 23).
Giovedì
7
= '■■?» i ’’V . ì ■ t. ’
Lettura : Matteo 24, 29-44.
Tu hai magnificato la tua
parola oltre ogni tua rinomanza *.
Salmo 138, 2.
Quello che induceva il'salmista a elevare questo canto di lode e di ringraziamento era la costatazione della fedeltà
dell’Eterno. Egli sapeva che la Parola
dell’Eternp è verace poiché gli era acca-.
duto questo : •« Nel giorno che ho gridato '*■
a Te, Tu nfhai risposto* (v. 3). Così
Iddio « magnifica » la Sua Parola, facendoci cioè realizzare che è una Parola
verace, una Parola che si adempie, una
Parola che non promette a vuoto. Lo
sentiva il salmista che viveva nell’epoca
della promessa ; quanto più ne saremo
certi noi che abbiamo veduta ogni promessa di Dio adempiuta in Cristo ! Tanto
più grande sarà la nostra fiducia nella
Parola che Dio ha così magnificata, e
tanto più pronta la nostra ubbidienza
ad essa.
Venerdì
8 Mai»
Lettura : Matt. 24, 45 a 25, 13.
• Facci ritornare a Te, o Eterno,
e noi torneremo / Ridonaci dei
giorni come quelli di un tempo ».
Lament. 5, 21.
In fondo questa invocazione è una
confessione di peccato, poiché c’è in essa
implicito il riconoscimento che, se i giorni
attuali non sono come quelli di un tempo,
nel convincimento del profeta è perchè
il popolo si è allontanato daH’Eterno.
Ed è sintomatico che la richiesta di
giorni migliori sia preceduta dalla invocazione ad un ritorno aH’Eterno. Non si
può uscire dalla propria miseria, se non
tornando all’Eterno, cioè convertendosi ;
ma anche questo tornare in fondo è opera
della grazia: « Facci tornare a Te, o
Eterno, e noi torneremo ! ». Questa iniziativa di Dio, indispensabile perchè si
possa tornare a Lui, non ci è ignota: è
l’appello della Sua Parola ; è l’amore
che Egli ci ha manifestato in Cristo.
Sabato
Lettura: Matteo 25, 14-30
Numeri 21, 4-9.
« Quando vi mettete a pregare,
se avete qualcosa contro qualcuno,
perdonate ; affinchè il Padre vostro che è nel
cieli vi perdoni i vostri fatti ». Marco 11, 25.
9 lai»
L’esperienza più bella, più grande, più
avvincente della vita cristiana è certamente quella del perdono.
11 perdono è testimonianza della potenza dell’amore. Quando Iddio ha voluto
darci una prova della grandezza del Suo
amore. Egli ci ha perdonati in Cristo.
Perchè dunque l’esperienza che noi
agognarne nelle nostre relazioni con Dio,
la neghiamo ai nostri simili nelle nostre
relazioni con loro ?
Quando noi ci rifiutiamo di perdonare
ai nostri simili, non soltanto dimostriamo
la nostra incapacità di amare, ma dimentichiamo che viviamo noi stessi, tutti i
giorni della nostra vita, solo ed unicamente del perdono e della misericordia
del Signore.
Impossibile pregare quando si sia dimenticato questo, perchè se la preghiera
non è ricerca della grazia di . Dio che
abbiamo bisogno di sentire ogni giorno
rinnovarsi in noi, non è più preghiera,
ma manifestazione di orgoglio e di empietà.
A. Deodato.
DOMENICA 10 Marzo
Xeifura : Çiovanni 13,31-35
;kwiso
Per ordinazioni del Catechismo di Heidelberg presso Gioventù Cristiana
rivolgersi •sclusivamenle all’indirizzo dell’Amministratore :
Dott. MARIO FERRERO
Corso Sommeiller, 9 bis TORINO
Chiedete alla Libreria Editrice Glaodiana - Torre Pellice
IfmTO I94t
»uni im ira
ì:
^ RIFUGIO RE CARLO ALBERTO
Rrof. E. Long Marey, Roma, 25 - Vin
f
cenzo Grimaldi, ih ricordo del suo caro
papà Luigi, Baltimore, 20,50 - Maria Pasquet Gönnet, Id., 31 - Teofilo D. Malan,
pastore, Filadelfia, 1.000 - N. N., 24 Settembre, riconoscente al Signore, 100 M. Larco, La Maddalena, 25 - Angela
E. Dreher, Malnate, 100 - Famiglia Pinasco, in memoria, Pegli, 10 - Bartolomeo
Gardiol, pastore emerito, Luserna San
Giovanni, 25 - Giulia Palanca, Rio Marina, 25 - Co'fsson Adelina, Torre Pellice,
5 - I fratelli di Levante, Spezia, 50 - Emilia e Giuseppina Osculati Astesano, San
Remo, 500 - Emilia Soutter Taimone, Ginevra, 100 - Col. Luigi Grill e Signora,
Torre Pellice, 50 - Maria Ribet, Id., 40Ditta G. Vaciago, Luserna San Giovanni,
100 - Gardiol Giordano Rosa, Torre P.,
10 - M. Rivoire, La Haye, 25 - Avv.
comm. Cesare Armandis, Torino, 50 Pastor em. Pietro Chauvie, Bobbio Pellice, 25 - Vicino, Pinerolo, 20 - Franciosi Caleb Campagine, Reggio E., 30 Sara Petrai, Luserna San Giovanni, 25 Rosy Tolosan, Id., 30 • Ricca Anita, Id.,
5 - Bertalol Ida, Id., 5 - Bonnet Clementina, 5.
OSPEDALI
ji Ribet Tron Adele, in memoria della
madre, 50 - Id., in memoria del padre,
SI, 30 - Famiglia Micol in Lausa, in niem.
della cara Lidia, Pomaretto, 50 - Laetsch
, Giov., Perosa, 50 - Ida Jalla, Torre P.,
10 - Selli Adelina, Id., 20.
ORFANOTROFIO FEMMINILE
Guido Michialino, in memoria della
sig.ra Vola Peyrot Giuseppina, Torre P.,
20 - Elisa Vinçon Meynier, S. Germano
Chisone, 10 - Rita Bertalot, Prarostino,
20 - Bergen, Luserna San Giovanni, 50
- Comba Adolfo e Lidia, Torre Pellice,
50 - Pizzardi Giovanni, lattoniere, Id.,
45 - Volai Luigia, in memoria di Elsa
Tron, Perosa, 20 - Pastre Aug. e Regina,
Pomaretto, 20 - Ida Jalla, Torre Pellice,
10 - Prof. Baridon Paolo, Torino, 30 C.A.L., Torre P'ellice, 20 - La famiglia
Davide Chauvie, Id., in memoria del
caro babbo, 30 - Dott. Ernesto Cagna,
Id., 50 - Angela E. Dreher e famiglia,
Malnate, in memoria di A. W. Dreher,
350 - Comune di Luserna San Giovanni,
400 - Comune di Torre Pellice, IGO Cleanthe Rivoiro Pellegrini, Torino, 200
- Laetsch Giovanni, Perosa, 25 - In memoria della sig.ra Rasora, un’amica, Luserna San Giovanni, 20 - Selli Adelina,
Torre Pellice, 60 - Ing. Ett. Abrbsio e
Lina Spadea, Milano, 50 - Revel Albina,
Grottaferrata, 100 - Revel Ayassot Ester,
Id., 15 - Col. Roberto Albo, Mogadiscio, 25.
Il Presidente :
Avv. Stefano Peyrot.
PERSONALIA
Due graziose bambine, Anna e Lucilla,
sono venute a rallegrare, il 26 di questo
mese, il focolare pastorale del dott. A.
Ricca, di Bobbio Pellice.
Tanti auguri!
★
★ ★
Il colohnello Alilo, attualmente in servizio a Mogadiscio, è stato nominato
cavaliere dell’Ordine Mauriziano.
Le nostre vivissime congratulazioni al
distinto ufficiale.
’ * '
•k -k
Il nostro correligionario signor • Froncesco Alberto Richard, maresciallo in pensione, a Bibiana, è stato insignito della
croce di cavaliere della Corona d’Italia.
Vivissime congratutazioni per questo
meritato riconoscimento delle sue molteplici attività.
PER I RITARDATARI '
E’ un vecchio argomento, quindi niente
di nuovo dà dire ; forse il meglio è di
cercare quello che i vecchi hanno già
dettO; ai giovani di un tempo,- che divenuti vecchi hanno di nuovo visto Io stesso
problema ! Ecco, come Spurgeon, secondo
quanto dice xh Témoin del 1892, guari il
male; dico guarì, perchè egli stesso afferma che i ritardatari scomparvero dalla
sua Chiesa, "
Spurgeon aveva notato che i suoi uditori avevano la pessima abitudine di
girare la testa ad ogni istante, per vedere
chi era entrato o stava entrando nella
cappella.
Narra dunque il grande predicatore:
«Io mi fermai di botto, [in mezzo alla
mia predicazione], e dissi ai miei uditori:
ordunque, cari fratelli, poiché tanto vi
interessa di sapere chi entra, e poiché
mi disturba immensamente di vedervi
girare la testa ad ogni istante, io vi descriverò, col vostro permesso, tutte le
persone che entreranno [in ritardo]; così
non vi dovrete stancare a girar la testa ! f
E così feci sull’istante ! Entrava allora,
[in ritardo] uno dei miei più cari amici,
di cui potevo fare il ritratto senza pericolo che egli si offendesse ; lo descrissi
pertanto come un rispettabile gentiluomo
che aveva per l’appunto tolto il suo
cappello... Non ebbi bisogno di continuare; la lezione era stata compresa ».
Non ci furono più dei ritardatari, nè
delle teste girate indietro !_______________
1Í1
■i
La famiglia MORQLIA e congiunti, nella |
impossibilità di farlo personalmente, ringraziano sentitamente Autorità, amici e J
conoscenti che hanno preso parte ai fu- a
aerali del
CAV. VINCENZO MORGLIA
Presso la
Libreria Editrice Clandiana
troverete tutte le pubblicazioni delle
quali è stato dato di recente un resoconto nel giornale:
Luzzi G. : La religione cristiana secondo
la sua fonte originaria L. 25
li Libro dei libri e le sue fortunose vicende nel corso dei
secoli L. 25
Il Padre nostro L. 8
Bosio Paolo : Sabato o Domenica L. 1,50
F. Lo Bue : Il Catechismo di Heidelberg
L. 5
Rostan-Ricca-Vinay : Il Culto Pubblico
L. 1,50
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Torre Pellice
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MOTOLEGGERE
Prof. Omo CosTABBL, direttore responsabile
ARTi GRAFICHE «L’ALPINA» - Torre Pellice