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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
VENERDÌ 21 APRILE 1995
ANNO 3 - NUMERO 16
25 APRILE 1995
IL GRIGIO E
IL ROSA
PAOLO FABBRI
Il 25 aprile dello scorso anno circa mezzo milione di
persone sfilava per le vie di
Milano fra rentusiasmo e lo
stupore degli stessi partecipanti alla manifestazione.
Una partecipazione così forte
in rapporto alle sparute rappresentanze degli altri anni
fornisce una lezione da meditare. Grandissima parte erano
giovani; un fatto assolutamente nuovo anche questo.
Eppure è provato da numerose indagini che le nuove generazioni sanno ben poco
sulla Resistenza e comunque
non ne hanno percepita la lezione. Che cosa ha mosso
tanta gente questa volta?
La risposte è che i giovani
hanno intravisto profilarsi un
pericolo di autoritarismo, che
avrebbe potuto mettere in discussione le basi stesse su cui
si regge la nostra democrazia.
In questa risposta troviamo i
limiti dell’antifascismo postbellico e il suo fallimento nel
trasmettere ai futuri cittadini
la «memoria storica» di una
lotta che è patrimonio inalienabile del popolo italiano.
L’antifascismo di matrice
cattolica si è chiuso nella sua
demonizzazione del comunismo, senza cercare di separare gli ideali di giustizia che lo
animavano dalle forme autoritarie che lo sorreggevano
nelle sue esperienze reali.
L’antifascismo marxista si è
chiuso in uno schematismo
ideologico che lo ha portato a
posizioni ambigue che non
sono mai sfociate in una critica chiara e inequivoca dello
stalinismo e delle altre dittature che ovunque reggevano i
paesi a «socialismo reale».
Così l’antifascismo postbellico si è chiuso in una sterile
autocelebrazione destinata
sin dall’inizio a perdere sempre più capacità comunicativa. Non si è mai operata la
necessaria generalizzazione
fra lotta contro il fascismo e
lotta contro l’autoritarismo,
collegandosi di volta in volta
con le innumerevoli forme
che questo fenomeno ha assunto e assume negli altri
paesi e anche nel nostro. Non
è mai esistito un collegamento rilevante con Sacharov e
gli intellettuali russi di opposizione, con Pai Maleter e la
rivolta ungherese del ’56, con
Jan Palach che si è autobruciato a Praga.
In sintesi l’antifascisnio postbellico non è mai diventato
movimento e la sua memoria
si va perdendo con la scomparsa dei suoi protagonisti.
Oggi l’operazione di indubbio rilievo di costituire una
grande destra sganciata dalle
espressioni più crude del fascismo (che ne costituiscono
parte inscindibile) porta a un
desiderio diffuso di mettere
una pietra su quel ventennio
scomodo e a guardare avanti.
Forse non è azzardato supporre che parte della sinistra
guardi quasi con favore a
questa ipotesi, attratta dalla
contropartita di mettere un’altra pietra sopra il passato stalinista. Ci troviamo di fronte
all’eventualità che, in nome
di un futuro aureo, il nero
sfumi in grigio e il rosso in
rosa, incasellando la Resistenza in un bel libro da esibire nelle occasioni ufficiali.
Si tratta solo di un’eventualità, ma è bene tenerla presente e la lezione del 25 aprile
1994 ci aiuta ad allontanarla.
Si dice da destra ghe le leggi razziali sono state un errore, ma una qualche forma di
riferimento al razzismo ci deve pur essere stata per elaborarle. Il razzismo di oggi contro gli emarginati di tutti i tipi
(extracomunitari, zingari,
barboni, ecc.) è una tragica
realtà. Non c’è proprio nessun legame? La voglia di ordine e il timore per il futuro
sono terreno di coltura dei
germi dell’autoritarismo. Ci
sentiamo sicuri che non possa
verificarsi un’involuzione autoritaria? L’autoritarismo è
un fenomeno di cui il fascismo è stato solo una delle
espressioni.
1 cittadini di oggi sono sensibili ai valori della democrazia, della libertà, della giustizia, dipende da noi favorirne
la mobilitazione in un movimento politico e culturale antiautoritario richiamando la
memoria della Resistenza per
collegai'la ai problemi attuali.
Dio instaura con Gesù Cristo una nuova relazione con gli uomini e le donne
La vita è il limite che cambia Lorizzonte
LETIZIA TOMASSONE
«Infatti, per la caduta dì uno solo la
morte ha regnato a causa di quel solo,
molto di più coloro che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della
giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo»
(Romani 5, 17)
I^T ulla di meno e nulla di più che il
mondo è l’eredità promessa nella fede» dice Barth riferendosi a queste
parole di Paolo. Infatti queste sono parole di grande forza. La radice di questa
forza sta tutta nella sovrabbondanza incontenibile del dono di Dio, della sua
giustizia, della sua grazia, e in questa sovrabbondanza uomini e donne sono come creati di nuovo, posti di nuovo nelle
condizioni «iniziali» di essere sovrani e
sovrane nel mondo. Quanta forza abbia
questa parola lo si può vedere anche dal
fatto die in certe traduzioni si cerca di
attenuarle: per esempio proprio la Tilc
traduce «regneranno nella vita eterna»,
rimandando così a un altrove il concetto
di .sovranità e di libertà che invece Paolo
afferma per il qui e ora.
Che cosa significa per Paolo essere sovrani lo possiamo capire da tutti i termini
che caratterizzano la vita che ci è donata.
Termini di pienezza e di gioia (abbondanza, giustizia, grazia, dono) termini
che parlano di una relazione di nuovo tipo che si instaura fra Dio e noi in Gesù
Cristo. Proprio perché si tratta di una relazione e proprio perché viene dopo
un’esi.stenza segnata dal giudizio e dalla
morte, c’è anche il termine «obbedienza». Anche nella relazione più significativa e più completa c’è un rapporto di
sottomissione reciproca; la libertà passa
anche attraverso il riconoscere la nostra
dipendenza; in particolare si aniva a vivere come sovrani e sovrane grazie al fatto di saper ricevere la grazia, di sapersi
porre in una posizione di accoglienza: il
dominio non è slegato dalla dipendenza.
Non un dominio sul mondo ma la capacità di riconoscersi interdipendenti: è
questa l’idea forte della riconciliazione
e della posizione di guida nella quale
siamo posti grazie a Gesù Cristo. È
un’idea che si avvicina molto, per esempio, a tutte le concezioni di una vita
«amichevole» verso la natura; solo nel
riconoscere la nostra dipendenza in
quanto animali umani dalla natura nel
suo complesso possiamo ancora pensare
di «regnare» nel mondo. «Regnare» significa anche saper prendere le decisioni giuste e in modo corretto: anche su
questo piano i due ordini simbolici indicati in questo passo ci aiutano, perché
sono strettamente collegati fra loro:
quello dell’abbondanza, della ricchezza
gioiosa e della grazia (si potrebbe dire
della «condivisione») e quello dell’ubbidienza, della sottomissione, della morte
di Gesù (si potrebbe dire della «responsabilità in relazione»). La sovrabbondanza del dono di Dio può diventare significativa solo se la mettiamo in relazione con la nostra coscienza del limite.
Infatti senza autolimitazione noi stiamo
portando il mondo, le relazioni tra popoli e le relazioni con l’ambiente, a punti
di rottura e di non ritorno.
Paolo dice che prima eravamo succubi
della dimensione della morte che guidava i nostri gesti e le nostre convinzioni;
era questa il nostro limite. Qui invece,
nell’essere sovrani è sovrane nella vita, è
la vita stessa il nostro limite fecondo,
quella che cambia il nostro sguardo,
quella che ci fa essere riconoscenti.
Scuola pubblica
La messa
fuori orario
Il ministro della Pubblica
Istruzione, Giancarlo Lombardi, condivide il principio
«che la laicità dello stato porta ad escludere che pratiche
religiose o atti di culto possano aver luogo nei periodi destinati allo svolgimento delle
normali lezioni». Il ministro
ha l’intenzione di «fornire alle scuole chiarimenti che siano idonei a fugare ogni dubbio in proposito e valgano ad
evitare iniziative che devono
ritenersi illegittime».
Queste affermazioni sono
contenute in una lettera (prot.
3084/LM, 23 marzo 1995) inviata dal ministro all’avvocato Luigi Ficarra, legale del
Comitato Scuola e Costituzione di Padova, e resa nota TU
aprile dal Comitato nazionale
Scuola e Costituzione. Il Comitato padovano aveva invitato il ministro a esprimersi
in proposito, dopo che il Tar
del Veneto aveva concesso la
sospensiva a una delibera del
Consiglio di istituto della
scuola media «G. Zanella»
sulla possibilità di organizzare una messa pasquale in orario di lezione. Nella lettera il
ministro Lombardi si richiama alla sentenza del Tar dell’
Emilia Romagna del 1993,
che sanciva l’illegittimità di
pratiche religiose e atti di culto in orario scolastico.
11 presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, Domenico Tomasetto, ha così commentato
la lettera: «È rallegrante constatare che il ministro della
Pubblica Istruzione condivide il principio della laicità
della scuola pubblica. Va ricordato che l’esclusione di
pratiche religiose e atti di
culto per gli alunni è contemplata anche da tute le Intese
finora sottoscritte fra lo stato
e le confessioni religiose. A
tale proposito auspichiamo
anche un’informativa su
quanto le Intese dispongono
in ordine allo studio del fatto
religioso». (nev)
Ecum.ene
Cevaa: animazione
teologica
pagina 2
AijJAscouro
Deliba IA\rol-a
Il «caso Gesù»
rimane aperto
pagina 6
CULTUILA.
Tullio Vinay narra
la storia di Agape
pagina 9
2
PAG. 2
RIFORMA
Ecumene
VENERDÌ 21 APRILE 1995
>
Si è svolto in Costa d'Avorio un incontro di animazione teologica della Cevaa
La cattedrale del presidente serve a capire
i differenti modi di vivere la propria identità
FRANCESCA COZZI
una volta il presidente di unfertile
paese in cui tutto cresceva rigogliosamente e dove la gente avrebbe potuto vivere nel
benessere. Il presidente era
un uomo potente, che seppe
mantenersi al potere fino
all’età di cento anni e che governò il paese con pugno di
ferro senza che nessun oppositore potesse mai rovesciarlo, durante gli ultimi treni’
anni della sua vita.
I capi religiosi erano i suoi
aiutanti nel mantenere il popolo sottomesso e ubbidiente,
e un esercito pronto e armato
controllava il paese. Il presidente viveva in un palazzo
circondato da un parco, e il
parco era circondato da un
fossato pieno d’acqua che esiste ancora oggi, come quelli
dei castelli medievali, in cui
seicento caimani ricordavano
alle teste calde di fare attenzione, se non ci tenevano a
sparire, senza lasciar traccia,
in una calda notte africana.
II presidente era ricco e,
come un faraone antico, decise un giorno di lasciare un
perpetuo ricordo di sé: non
costruì una piramide ma una
cattedrale, una basilica grandissima, colorata, con una cupola di vetro dipinto, colonne
di rame e di marmo e un lampadario enorme di cristallo.
La costruì nella sua città natale, in mezzo alla giungla, e
la regalò alla chiesa.
Dovete sapere che la gente
di quel paese era molto povera, e molti si chiesero perché
il presidente non legasse il
proprio nome alla costruzione di un acquedotto o di un
ospedale, cose certamente
più necessarie. Alcuni si chiesero anche perché la chiesa
avesse accettato il dono di
una basilica nella giungla;
ma le ragioni dei potenti sembrano spesso pazzia alla gente semplice. Un giorno, da
paesi lontani, arrivarono dei
visitatori. La cosa più importante che li sorprese, loro che
erano sconvolti dal contrasto
tra la povertà della gente e il
bel monumento, fu il punto di
vista degli abitanti di quel
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«Alzati e cammina» (Atti 3, 6)
Periodico
di formazione comunitaria
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paese, che i visitatori desideravano conoscere.
“Voi — disse la gente - venite da paesi in cui ci sono
mille cattedrali come questa,
e centinaia di stadi e autostrade, voi siete arrivati sulla
Luna e oltre, imperatori del
passato hanno costruito obelischi e archi di trionfo in memoria delle loro vittorie. Ora
— conclusero - noi vi mostriamo questa basilica, costruita
dal nostro presidente: venite
ad ammirarla, il suo costo è
molto grande”. I visitatori,
che dentro di sé condannavano quell’eccesso dell’orgoglio
umano, non capirono subito
la fierezza degli abitanti. Poi
però cominciarono a guardare se stessi con occhi diversi e
a chiedersi: perché una cattedrale nella giungla li scandalizzava mentre mille cattedrali nei loro paesi venivano notate semplicemente per il valore artistico e storico?
Avevano creduto di avere
uno sguardo neutrale sul
mondo, ma si accorgevano di
non capirne che una parte e
di avere dei pregiudizi. Erano
venuti lì con una buona conoscenza critica del sistema
economico internazionale, e
ora si accorgevano di sapere
ben poco e di dover imparare. Tutta la loro cultura e civiltà era come relativizzata
sotto la luce di uno sguardo
diverso, e anche la ricchezza
della loro teologia non sembrava più così completa: non
avevano conosciuto ancora la
fierezza dei poveri e la loro
saggezza.
Questa fu forse la cosa più
bella che impararono: nel
mondo il loro punto di vista
non era né neutrale né l’unico possibile. Avevano fatto
quel viaggio proprio per questo: per vedere se ci sono differenze nelle espressioni della fede e del pensiero dei popoli, e per imparare a fare di
queste differenze un tesoro
comune. I visitatori, partiti
convinti della propria fede,
ritornarono a casa interrogandosi su quale fede aveva
mostrato loro il mondo tutto
di un solo colore».
Per raccontare rincontro
intemazionale di animazione
teologica di Abidjan, in Costa
d’Avorio, svoltosi dal 6 al 18
marzo scorso, ho dovuto ricorrere a una fiaba. Non si
possono capire altrimenti
¡’accoglienza, la preghiera e i
canti nelle chiese, l’emozione
di scoprirsi sorelle tra donne
di continenti diversi con la
stessa aspirazione alla giustizia. Un elenco dei fatti delle
due settimane trascorse a
Abidjan non basta, bisogna
passare per le emozioni e capire che il proprio sguardo sul
mondo e sulla fede è veramente solo uno dei possibili.
La ricerca della Cevaa nell’animazione teologica ci ha
portati ora a confrontarci fra
chiese sulle nostre diverse
teologie. In questo dialogo
sono soprattutto gli europei
che devono scoprire la parzialità delle proprie posizioni.
All’incontro, ospiti della
Chiesa metodista della Costa
d’Avofio, c’erano una cinquantina di animatori teologici e pastori provenienti dalle chiese evangeliche membro della Cevaa in Africa,
Rio de la Piata, Oceano Indiano, Oceano Pacifico e Europa. Dall’Italia, oltre a chi
scrive, c’era il pastore Daniele Bouchard, membri del Comitato italiano per la Cevaa.
Abbiamo naturalmente fatto
delle diapositive e siamo disponibili a venire nelle comunità per mostrarle e parlare della Cevaa e dell’animazione teologioa.
Il ministro russo è ora membro della Chiesa ortodossa georgiana
Cracìov battezzato in Georgia
Il ministro della Difesa russo, Pavel Graciov, è stato battezzato il 22 marzo scorso in
una chiesa ortodossa georgiana, al termine di una visita ufficiale in Georgia. Il battesimo, celebrato da padre Tejmoran Svarishvili, ha avuto
luogo nella chiesa della Santa
Vergine a Ananuri, a 70 km
dalla capitale della Georgia,
Tbilisi. L’agenzia di stampa
russa Tass ha precisato che il
ministro ha scelto come padrino il ministro della Difesa
georgiano, Vardiko Nadibaidze, amico da lunga data.
Pavel Graciov, che è stato
molto criticato per le violenze
compiute dall’esercito russo
durante la guerra in Cecenia,
si trovava nell’ex Repubblica
sovietica per la firma di un
trattato di cooperazione che
dà alla Russia il diritto di utilizzare le basi militari georgiane per 20 anni. Un portavoce del patriarcato della
Chiesa ortodossa georgiana a
Tbilisi, padre Ilia Vazheishvi
li, ha dichiarato che il battesimo si è svolto <<all’improvviso». Anche se il ministro della Difesa russo ha ricevuto la
benedizione personale del patriarca Elias II, non è stata richiesta alcuna autorizzazione
speciale delle autorità ecclesiastiche, ha precisato.
Padre Vazheishvili ha rifiutato ogni commento sui motivi della decisione del ministro di diventare membro della Chiesa georgiana, facendo
notare che si è trattato di una
scelta «personale» di Graciov. «La nostra chiesa può
onorarsi di avere convertito
ex comunisti - ha detto il
portavoce del Patriarcato ma ha già portato un gran numero di cittadini alla conversione». Graciov, 47 anni, nominato ministro della Difesa
russo nel maggio 1992, si era
arruolato nell’esercito sovietico all’età di 17 anni e aveva
ricevuto il titolo di «eroe
dell’Unione Sovietica» dopo
essere stato a capo delle trup
pe in Afghanistan durante
cinque anni. È stato membro
del Partito comunista sovietico dal 1972 fino al suo scioglimento, nel 1991.
È la seconda volta che viene annunciato il battesimo di
un’ex personalità comunista
nella Chiesa ortodossa della
Georgia. Nel novembre 1992,
il presidente georgiano e ex
ministro degli Esteri sovietico, Eduard Schevernadze, era
stato battezzato in segreto
nella cattedrale ortodossa di
Tbilisi, e aveva scelto il nome di Giorgi in onore del
santo patrono della Repubblica. Schevernadze aveva ricevuto la benedizione speciale
del patriarca Elias dopo la
sua nomina alla presidenza
del Consiglio di'stato nel
marzo 1992. Nel giugno
scorso la Georgia è diventata
la prima ex Repubblica sovietica a reintrodurre «l’educazione religiosa e culturale»
obbligatoria nelle scuole pubbliche. (Eni)
Dal Mondo Cristiano *
Svizzera: celebrazione
comune di cristiani e ebrei
BERNA — Il 7 maggio prossimo si svolgerà, nella cattedrale di Berna, una celebrazione solenne per il cinquantesimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale. L’iniziativa, partita dall’Amicizia ebraico-cristiana, è stata subito accolta con favore dalla Federazione delle chiese evangeliche svizzere, dalla Conferenza episcopale elvetica, dalla Chiesa vecchio-cattolica e dalla Federazione delle comunità israelitiche
svizzere. Alla manifestazione parteciperà il Consiglio della
Confederazione; parlerà, fra gli altri, anche Raspar Villiger,
presidente della Confederazione elvetica. 'Verranno particolarmente ricordate le vittime della guerra e soprattutto coloro che
hanno subito direttamente la persecuzione del nazismo e del
fascismo. Non saranno dimenticati coloro che sono caduti
combattendo le dittature e vi sarà anche un momento in cui si
ricorderà che anche la Svizzera ha una parte di colpa in quelle
terribili vicende. (Reformiertes Forum)
Le chiese americane
e il futuro di Gerusalemme
WASHINGTON — Dieci responsabili di chiese americane
hanno inviato al presidente Bill Clinton una dichiarazione intitolata «Gerusalemme città di pace», nella quale auspicano che
il governo degli Stati Uniti metta la questione del futuro della
città al primo piano delle sue preoccupazioni nei prossimi mesi. I responsabili religiosi ritengono che gli Usa potrebbero
giocare un ruolo determinante e positivo nel processo di pace
attualmente in corso nel Medio Oriente. Per contro temono
che le iniziative dell’attuale governo israeliano rechino un grave pregiudizio al futuro della città e rischino di rendere inutili
i negoziati previsti nel quadro dei recenti accordi di pace.
«Gerusalemme è situata all’epicentro del processo di pace»,
ritengono i dieci responsabili di chiese che chiedono al presidente Clinton di usare la sua influenza affinché i negoziati,
previsti inizialmente per il 1996, vengano iniziati il più presto
possibile. Monsignor Michel Sabbah, patriarca latino di Gerusalemme e copresidente del Consiglio delle chiese del Medio
Oriente (Cerno), ha accolto questa dichiarazione con molta
soddisfazione. Da parte sua, il pastore Riad Jarjour, segretario
generale del Cerno, ha anch’egli approvato la dichiarazione
americana; «Si tratta di un’iniziativa ecumenica coraggiosa ha detto -. La portiamo nelle nostre preghiere e la difenderemo nel corso delle nostre azioni». (Bip)
Rappresentanti del governo
slovacco incontrano J. Fischer
GINEVRA — Su richiesta del governo della Repubblica slovacca, due suoi rappresentanti hanno incontrato Jean Fischer,
segretario generale della Conferenza delle chiese europee
(Kek) e altri rappresentanti di chiese, a Ginevra il 10 marzo
scorso. L’incontro è stato dedicato alla discussione dei problemi interni alla Repubblica .sorti per la richiesta di restituzione
dei beni ecclesiastici espropriati a suo tempo dal regime
comunista. In particolare il contenzioso riguarda alcune proprietà contese fra la Chiesa ortodossa slovacca e la Chiesa greco-cattolica. I rappresentanti del governo slovacco hanno illustrato l’iter seguito per risolvere i problemi connessi a queste
restituzioni, le difficoltà ancora da affrontare, e hanno richiesto
l’invio di una delegazione della Kek in Slovacchia perché si
possa rendere conto direttamente della situazione. (Cec)
Brasile: cooperazione tra
chiese presbiteriane
RIO DE JANEIRO — In occasione deU’ultima Domenica
della Riforma, tre chiese membro dell’Alleanza riformata
mondiale (Arm) si sono riunite per il culto nella cattedrale
presbiteriana di Rio de Janeiro. Erano presenti la Chiesa presbiteriana del Brasile, la Chiesa presbiteriana indipendente del
Brasile e la Chiesa presbiteriana unita del Brasile. Il culto è
stato una tappa importante del processo di cooperazione iniziatosi timidamente quattro anni fa. Il pastore Joào Dias de
Araujo, moderatore della Chiesa unita, ritiene che «le divisioni esistenti tra le chiese sono la nostra bestia nera. Eppure siamo gli eredi di una tradizione ecclesiastica che aspira
all’unità». (Arm Update)
I presbiteriani di Taiwan e il
Consiglio cristiano della Cina
TAIWAN — Nel settembre scorso la Chiesa presbiteriana di
Taiwan (Pct) ha respinto la dichiarazione fatta dal Consiglio
cristiano della Cina (Ccc), ritenendola una «semplice ripresa
degli slogan ufficiali della Cina». «1 popoli del mondo hanno
rigettato le dittature tiranniche, scegliendo la libertà e la democrazia per costruire le loro nuove nazioni - ha dichiarato la Pel
-. 1 taiwanesi non fanno eccezione... del resto, l’immensa maggioranza della popolazione è favorevole all’adesione di Taiwan
airOnu. La solidarietà cristiana e l’unità nazionale non sono la
stessa cosa e le differenze esistenti nell’identità nazionale non
dovrebbero essere un ostacolo alla solidarietà cristiana. Nei
confronti del Ccc, la Pct punta sulla fiducia e sul rispetto reciproco della sovranità e dell’uguaglianza. Essa cammina volentieri fianco a fianco e mano nella mano con il Ccc nella missione della Chiesa affinché la giustizia, la pace e la gioia del regno
di Dio scendano in terra». (Arm Update)
3
venerdì 21 APRILE 1995
Vita
PAG. 3 RIFORMA
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**> (3S*-*
Bilancio sul lavoro compiuto negli ultimi quattro anni: c'è speranza per il futuro
La curva ascendente del Servìzio cristiano
GERARD CADIER
LJ immagine del titolo è
imposta da un grafico
che presenta quella che è stata Tevoluzione economica del
Servizio cristiano da qualche
anno a questa parte: una salita
vertiginosa, quasi verticale,
delle spese, amministrate con
giudizio dall’équipe di lavoro, equilibrata dalle entrate
che testimoniano del crescente interesse di tutti gli amici
di Riesi che in Sicilia e nel
resto d’Italia, in Germania
come in Austria, in Svizzera
come in Francia, e altrove,
sostengono l'opera.
Il grafico illustrava il dossier che. i partecipanti all'as.' semblea generale (tenutasi
nel centro del Servizio cristiano dal 31 marzo al 1 ° aprile) hanno avuto tra le mani: le
relazione delle diverse attività
svolte dal '90 al '94, quelle
del direttore e dei settori di
lavoro: scuola materna e elementare, corsi di formazione
professionale. Meccanica
Riesi, centro agricolo, accoglienza dei visitatori nella
nuova foresteria. Centro comunitario, dispensario, manutenzione, informazione e pubblicità, finanze, amministrazione ecc. L’équipe che nel
1990 è subentrata a quella di
Jean-Jacques Peyronel, è stata guidata dal pastore Giuseppe Platone. E stato fatto il
punto della situazione sul lavoro compiuto prima di consegnare, nel corso della pros, situa estate, il testimonio a
una nuova équipe, guidata per
la prima volta da una donna,
la pastora valdese Erika Tomassone. Sarebbe lungo dire
di tutti i miglioramenti e le
innovazioni apportati in questi anni per consentire al Ser' vizio cristiano di rispondere
al meglio ai compiti che gli
erano richiesti. L’opera di
Tullio Vinay iniziata quasi ex
nihilo nel 1962, per aiutare la
popolazione locale a venire a
capo e a vincere le sue povertà e le sue paure, è stata
portata avanti, indubbiamente
con alti e bassi, ma sempre
con l’entusiasmo e la buona
volontà dei primi pionieri.
Luci e ombre
Alcuni elementi positivi,
tra i tanti, devono essere evidenziati: una équipe ben affiatata è sempre efficiente,
ma lo è ancora di più quando
il legame è dato dall'agàpe,
l’amore fraterno sempre di
nuovo ritrovato nelTascolto
della Parola; i contatti sempre più reali con la città di
Riesi in generale e con la locale Chiesa valdese in particolare sono uno stimolo dinamico; il contributo degli
«amici di Riesi» stranieri,
non soltanto economico ma
anche morale, spirituale, cioè
organico, amplifica la testimonianza del Servizio cristiano conferendogli una dimensione che va oltre i confini di questa piccola cittadina della Sicilia (si può qui intuire che cosa sarà l’Europa
di domani): una gestione
economica all'insegna del rigore che ha permesso un pareggio per molti anni è segno
di competenza e serietà, suscita la fiducia di tutti, allontana i sospetti che sono sempre in agguato.
Accanto ci .sono anche delle
ombre, non molto fitte, ma bisogna stare in guardia. Forse
la Meccanica Riesi avrebbe
potuto incassare con minore
difficoltà i contraccolpi della
crisi economica italiana (oltre
' che europea e mondiale) se
tra operai e impiegati ci fosse
stata meno tensione e più dialogo. Forse bisogna evitare
Conferenza di Paolo Ricca a Ferrara
I cristiani e la pace
Un raduno del 25 aprile a Riesi di qualche anno fa
che nell’impresa i clan familiari abbiano un eccessivo
spazio e diffidare della politica degli amici da sistemare
qui o là. Forse bisogna precisare meglio il mansionario di
ognuno, dal quale dipendono
responsabilità e competenze.
Può anche darsi che queste
ombre siano maggiormente
appariscenti a un osservatore
straniero come me, poco abituato al sole certe volte abbacinante della Sicilia.
E domani?
Mentre l’assemblea generale dedicava molto spazio alla
valutazione di questi ultimi
cinque anni, nella mente dei
partecipanti si agitava un solo
pensiero: e domani? Che cosa
succederà con la nuova équipe di lavoro?
Erika Tomassone, la nuova
direttrice nominata dalla Tavola valdese, ci ha comunicato le sue preoccupazioni in
ordine alla composizione del
nuovo gruppo. Le ricerche,
già iniziate, sono ancora in
alto mare perché non è facile
trovare persone qualificate e
disponibili, pronte a partire
per la Sicilia lontana e a lavorare in équipe con un salario
che è dire poco minimo. Tuttavia Erika è piena di speranza. e noi con lei. A patto però
che ognuno ci si metta d’impegno in questa ricerca.
E ancora: quali saranno le
scelte per il futuro? si continuerà nella direzione intrapresa? in tal caso come si potrà far fronte ai nuovi bisogni
man mano che si presenteranno? bisogna sviluppare l’azione diaconale moltiplicando le attività che gravitano attorno aH’ambulatorio? forse
bisogna continuare a sviluppare il centro agricolo con investimenti che consentano un
incremento del reddito? è bene ampliare le possibilità di
accoglienza di visitatori interessati a Riesi. ma non solo?
vale la pena di aumentare
corsi di tipo, professionale e
artigianale? Le idee, insomma, non mancano: il nuovo
gruppo dovrà esplorare, scegliere. decidere e, soprattutto,
realizzare. L’assemblea generale 1995 si è detta fiduciosa.
Una cosa è sicura; il nuovo
gruppo non sarà solo. La
chiesaTocale, la Tavola, il Sinodo, l’assemblea generale
degli amici, il comitato generale e il suo presidente (che è
poi il moderatore della Tavola), i comitati esteri... insomma tutti questi organismi non
sono elementi puramente decorativi. Ognuno di loro è
consapevole di quelle che sono le proprie responsabilità;
ognuno sostiene, secondo le
proprie competenze, il gruppo di lavoro. Ognuno si sente
coinvolto nelle testimonianza
dell’agàpe che il Servizio cristiano vuole rendere a Riesi
nel nome del comune Signore. Gesù Cristo: ovunque essi
si trovino sono tutti operai,
impegnati in questa comune
impresa che è del Signore.
MARTINO BARAZZUOLI
Circa 12 anni sono trascorsi da quando gli
evangelici ferraresi furono
chiamati a farsi parte attiva
nelle imponenti manifestazioni pacifiste e, r 11 novembre 1983, la Chiesa battista
fu fra gli enti promotori del
comitato «Ferrara per la pace» per cui mise a disposizione per alcuni anni i propri locali. Erano gli anni caldi di
Comiso, l’impegno e la sensibilità pacifiste toccavano il
culmine.
In seguito tutto si è ridotto
a sporadiche riunioni, fino a
dissolversi per generale caduta d’interessi. Però il prof.
Paolo Ricca ha rilevato che la
vocazione e l’interesse per la
pace sono tuttora vivi e continueranno ad esserlo, considerando che il 25 marzo scorso
ha trovato ad attenderlo un
folto pubblico che gremiva la
pur capiente sala conferenze
del Centro culturale «Mons.
Bovelli». La conferenza si
inseriva nel programma di un
convegno organizzato da
«Pax Christi». dall’Istituto di
scienze religiose, dall’associazione «Ferrara Terzo
Mondo» e dalle Adi. Pur essendo sotto l’egida di organismi cattolici, il convegno
aveva assunto come motto
una frase tratta dai Colloquia
di Lutero: «E Dio disse: facciamo spazio ali'altro».
Introdotto da don Andrea
Zerbini e dal biblista Piero
Stefani, Ricca ha svolto il tema «Con quali occhi Dio
guarda la violenza nel suo
mondo?». L’unico mezzo che
ci può fare scorgere lo sguardo di Dio è la Bibbia, ha detto. anche se noi sappiamo bene che in realtà nella Scrittura gli avvenimenti non sono
visti solo con gli occhi di
Dio. ma anche con i nostri e
quelli degli autori sacri. Dio
vede la violenza dell’umanità: secondo alcuni la violenza è insita nella natura
Il Centro Jacopo Lombardini di Cinisello Balsamo (Mi) compie venticinque anni
L'impegno, la fede, la solidarietà e la cultura
__________LIDIA MAGGI________
Una cena a base di cuscus,
che ha portato venerdì 17
marzo quasi duecento persone, è stata organizzata dai residenti della comune Jacopo
Lombardini di Cinisello. Lo
scopo della serata era duplice:
da una parte c’era l’esigenza
di raccogliere un po’ di fondi
per finanziare il progetto della
comune. daH’altra quello di
verificare quanto il Loinbardini sia credibile nella zona dove da più di 25 anni opera. E
stata una verifica importante
che va al di là di quanto ogni
valutazione a tavolino possa
dire sul futuro della comune.
Vedere tanta gente che considera il Lombardini un luogo
importante di incontro e
testimonianza ha sicuramente
rafforzato la convinzione del
gruppo dei residenti che, con
tutte le possibili modifiche, il
lavoro e la testimonianza di
quest’opera delle chiese devono andare avanti.
Nella serata, oltre a condividere un cibo esotico, c’è
stato spazio per rincontrare
vecchi amici, conoscere nuove persone e scambiare in maniera informale idee e impressioni sul ruolo della comune a
Cinisello. La gente che ha
partecipato alla cena in favore
del Lombardini non proviene
tutta dallo stesso ambiente;
questo è sicuramente un pregio. un motivo di ricchezza e
di dialettica. Avere a che fare
con gruppi tra loro eterogenei
stimola il dialogo e la ricerca.
Durante la cena ho parlato
con persone che lavorano
nell’ambito della nonviolenza, con cattolici impegnati,
con ex studenti della scuola
popolare gestita dalla comune, e con evangelici provenienti dalle nostre chiese.
E da poco che la mia famiglia ed io abbiamo preso contatti con gli amici della comune di Cinisello. sono perciò la
persona meno qualificata a
raccontare frammenti di storia
e testimonianza di quest’opera: quello che mi piacerebbe
però comunicare in queste poche righe è qualcosa che spesso la storia non può raccontare. Come descrivere l’affetto
e l’amicizia ricevuta, il calore
dell’accoglienza, la disponibilità al dialogo e la capacità di
ascolto incontrata in alcuni reI sidenti? Come parlare delFentusiasmo di un piccolo
gruppo che vuole reagire all’indifferenza e al razzismo
contrapponendo come prassi
' di vita l’impegno e una cultura di accoglienza? «Diritto e
solidarietà» non .sono soltanto
il titolo di un ciclo di incontri
che la comune Jacopo Lom
INICARÉ’
Una lezione nella scuola del «Lombardini»
bardini ha organizzato per i
mesi di marzo e aprile, sono
valori indiscutibili che diventano scelta di vita e di testimonianza.
Vedere un gruppo di persone che sceglie di condividere
la propria vita e di portare
avanti alcuni progetti in comune nel luogo dove vive
rappresenta per me un segno
di speranza. Si può continuare a sperare sui valori evangelici quando persone con storie
e percorsi diversi riescono a
confrontarsi e a fare una scelta di vita comunitaria. Le difficoltà sono tante, i residenti
della comune Jacopo Lombardini ne sono ben consapevoli, ma queste difficoltà non
possono impedire al gruppo
di lavorare insieme per continuare a diffondere con un linguaggio forse un po’ diverso
da quello delle nostre chiese
una cultura di pace e di giustizia così vicina aH'annuncio
del regno di Dio che Gesù
Cristo ci ha fatto.
umana, per altri l’uomo diventa violento spinto dalle
circostanze. Caino uccise
Abele perché Dio aveva gradito il sacrificio del fratello
anziché il suo, e la domanda
di Dio «Dov’è tuo fratello?»
sta ad affermare che ogni
omicidio è fratricidio. La violenza viene qui generata da
un impulso esterno, ma la
Bibbia «ripersonalizza» il
rapporto; chiunque tu uccida,
uccidi tuo fratello.
11 cap. 6 della Genesi ci mostra come l’occhio di Dio
consideri la terra corrotta e
piena di violenza ed egli determini di distruggerla pentendosi di avere creato uomini
e animali. In altre religioni vi
sono due diverse divinità. 1’
una che crea l’altra che distrugge. Qui il Dio creatore è
come se scegliesse di essere
altro da sé; ma dopo il diluvio
Dio si pentì (Genesi 8. 21), si
accorse che la violenza non
pagava né risolveva, che l’uomo non era cambiato, che «i
di.segni del suo cuore rimanevano malvagi», e allora rinunciò unilateralmente alla violenza; si convertì alla nonviolenza, facendo di questa conversione la bussola che avrebbe guidato il suo popolo.
Anzi, come spiega Isaia 2,
r Eterno si manifesta non solo come Iddio d’Israele, ma
come Iddio di tutti i popoli e
sarà arbitro fra loro: «Essi
delle loro spade fabbricheranno vomeri d’aratro e delle
loro lance roncole». Per una
via alla pace, ha proseguito
Ricca, occorre che si crei una
nuova mentalità, un modo di
vivere senza violenza, senza
che la mia vita abbia senso
dalla tua morte.
Nella visione neotestamentaria si nota come fra le otto
beatitudini tre si riferiscano
alla pace. I mansueti erediteranno la teiTa. quindi l’umanità agli occhi di Dio sarà
una umanità nonviolenta; la
nonviolenza vincerà; l’amore
per il nemico è il modo in cui
vincere il male; non trattare il
nemico come tale significa
eliminare spiritualmente il
nemico, vincere il male con
il bene.
Come è possibile allora diventare facitori di pace? In
Cristo, Dio ha dimostrato che
la nonviolenza è la sua arma,
e che la pace è una battaglia
che si vince con le armi di
Dio. Come nell’immagine di
Efesini 6 l’apostolo Paolo
spoglia il legionario della sua
armatura da combattimento
per rivestirlo della «completa
armatura di Dio», così il
combattente per la pace deve
sapersi spogliare delle armi
della violenza e lasciarsi rivestire con Farrnatura dello
Spirito, per essere un soldato
di Cristo.
Un pubblico attento e coinvolto ha espresso dopo la
conclusione il suo vivo apprezzamento per l’esposizione del prof. Ricca con un
prolungato applauso. E stato
chiaro come il suo messaggio
sia stato recepito non solo come quello di un teologo o di
un brillante oratore, ma soprattutto come quello di un
predicatore dell’Evangelo.
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RIFORMA?
4
PAG. 4 RIFORMA
Vita Delle Ghie;
venerdì 21 APRILE 1995
Dibattito organizzato dalla Chiesa metodista di Ponticelli
Etica, lavoro e nuove tecnologie
Sull’onda lunga della «Settimana della libertà» si è
svolto un interessante dibattito-confronto, sabato 8 aprile nella cappella metodista
di Ponticelli, tra Sergio Aquilante, pastore, Gennaro
Marasca, assessore del Comune di Napoli al Patrimonio e alla trasparenza, e Giuseppe Gambale, deputato
della Rete eletto a Ponticelli,
sul tema «Etica e lavoro nel
tempo della tecnologia».
Un tema fin troppo ampio,
molto attuale e bruciante. Le
nuove tecnologie hanno modificato il mercato del lavoro,
alterato l’equilibrio della terra, spersonalizzato l’individuo, dirottato investimenti ih
altri paesi: insomma sono ormai anni che è in corso una
rivoluzione profonda che sta
trasformando il lavoro, il suo
senso e anche il nostro modo
di essere. Ci sono dati statistici allarmanti: nei paesi Cee
si calcola che i poveri siano
almeno 50 milioni, pari a una
popolazione poco inferiore a
quella italiana; nel nostro
Mezzogiorno la disoccupazione ha raggiunto livelli attorno al 20%; e non si tratterebbe di un difetto perché,
come ha osservato l’on.
Gambale, la disoccupazione
è il prodotto del nostro modello di sviluppo: molte industrie costruiscono altrove i
propri stabilimenti per pagare
di meno la mano d’opera e
non è solo il caso dei grandi
complessi. Insomma, i dati
sono infiniti.
Aquilante ha ripercorso le
tappe del pensiero sul lavoro
«protestante», rivisitando i
grandi, come Max Weber,
Ernst Troeltsch e parlando
anche dei piccoli: le iniziative
sociali di Villa San Sebastiano, promosse dalla locale
Chiesa metodista (a proposito
delle quali Lamberto Fumo
su La Stampa del ’75 scrisse
che era stata rovesciata la teo
ria di Max Weber!). Ma come
fare a coniugare oggi etica e
lavoro? La risposta nuova è
forse quella antica: il ravvedimento. Una risposta alla quale il metodismo (nato in epoca di grandi trasformazioni
sociali) è stato particolarmente sensibile e ha qualcosa da
dire anche oggi: il ravvedimento conduce all’operosità,
l’individuo prende coscienza
della propria dimensione sociale. In questa linea non è un
caso che, proprio in un’area
come Ponticelli-Portici, le
chiese evangeliche abbiano
creato qualcosa come 280 posti di lavoro. A Portici poi
l’opera con i minori di «Casa
materna» è la seconda «industria» della zona!
La Costituzione, secondo
Marasca, ha accolto il patrimonio marxista e quello cristiano quando definisce la Repubblica italiana «fondata sul
lavoro». Probabilmente manca tra noi una visione calvinista del lavoro; tuttavia esso è
elemento fondamentale di
crescita e sviluppo personale
e collettivo, perciò bisogna
badare che non sia momento
di alienazione per l’individuo
o di disgregazione sociale e
familiare. La logica del profitto non deve prevalere sui valori o distruggerli.
: '’A’
Dalla Cepple un calendario perpetuo per
Insieme «Con e senza
le scuole domenicali
frontiere»
GIOVANNI CARRARI
In questi giorni, a cura del
Servizio istruzione educazione (Sie) della Federazione
delle chiese, è uscita l’edizione italiana del calendario
«Con e senza frontiere», opera che ha richiesto un impegno pluriennale dei responsabili delle scuole domenicali e del catechismo dei
paesi aderenti alla Cepple
(Chiese protestanti dei paesi
di lingua latina d’Europa).
Si tratta di un calendario
perpetuo (inizia a settembre e
può essere usato in anni diversi) che, per ogni mese, riporta una vignetta di noti disegnatori europei, il tema
proposto, un passo biblico attinente al tema e un breve
commento. Non si tratta però
di un ulteriore calendario biblico che si va ad aggiungere
ai già molti in circolazione,
ma vuole essere uno strumento per una particolare forma
di catechesi (molto usata,'tra
l’altro, all’estero). Per ogni
tema, e quindi per ogni mese,
è previsto almeno un incontro
di discussione e di approfondimento che coinvolge tutti
coloro che hanno appeso, in
casa il calendario.
Così il calendario supera la
sua funzione di ricordare
giorni e mesi per diventare il
simpatico pretesto per ritrovarsi insieme. Nel fascico
lo che accompagna il calendario, e che è indirizzato in
particolare ai monitori e agli
animatori giovanili, si prevedono incontri per gruppi di
bambini piccoli (dai 4 ai 7
anni), di ragazzi (dagli 8 ai
12 anni), di adolescenti (catecumeni e giovani) e anche
per le famiglie. Questo aspetto rappresenta un po’ la novità per le nostre chiese, tuttavia è perfettamente in linea
con quanto è stato più volte
affermato e cioè che il catechismo non finisce a una certa età, bensì che la formazione dev’essere permanente.
Un utilizzo così ampio del
calendario offrirà senz’altro
la possibilità di inserire gli incontri proposti nell’arco delle
attività ecclesiastiche e di
proporre nuove iniziative:
non solo scuola domenicale e
catechismo, ma anche gruppi
di giovani (pensiamo a chi ha
terminato l’istmzione religiosa tradizionale o ai neoconfermati che spesso spariscono
dalle chiese), studi biblici,
gruppi quartierali, famiglie
isolate della diaspora, ecc. Si
può pensare di regalare il calendario (in occasione di battesimi o confermazioni, alla
chiusura della scuola domenicale dell’anno di catechismo, agli isolati 0 a gruppi di
famiglie) dando poi a tutti
l’appuntamento in settembre
per iniziare questo nuovo per
corso di riflessione sull’attualità guidato dalla Bibbia.
Ancora una parola sul fascicolo: le sue 66 pagine contengono per ogni mese le
«Note bibliche» (divise in sei
sezioni) e le «Proposte pedagogiche» (articolate per quattro gruppi), ma le numerose
proposte di animazione possono essere utilizzate anche
al di là del tema specifico.
Ciò che funge da filo conduttore è la riflessione sul significato della frontiera: come limite (in positivo) e come barriera (in negativo). Come si vede, è una tematica di
estrema attualità.
Il calendario e il fascicolo
possono essere ordinati preso
il Sie (via Porro Lambertenghi 28, 20159 Milano) o acquistati direttamente nelle librerie Claudiana di Milano,
Torino, Torre Pellice o in
quella di «Cultura religiosa»
di Roma.
Nella visione cattolica,
esposta da Gambale, il lavoro
si configura come partecipazione collaborativa all’opera
creatrice di Dio. Tanto più,
dunque, stridono le ineguaglianze, le ingiustizie, la disoccupazione voluta e funzionale al sistema: il legislatore
perciò ha il compito di vigilare perché il lavoro ci sia, ci
sia per tutti e non leda la dignità di ness.uno. Il dramma
italiano è che invece, per tutta
una serie di questioni, i cambiamenti del mercato deh lavoro e del lavoro stesso ci
stanno conducendo a un sistema in cui esiste un’economia
legale e, sotto a essa, un’altra
illegale: sarebbe (e già lo è
per una larga fetta di lavoratori) una tragedia.
Il pubblico fatto di evangelici di Ponticelli, ma soprattutto di persone che sanno
bene che cosa sia il lavoro e
che cosa sia il dramma della
disoccupazione, ha posto
molte domande, e altre ne
avrebbe poste se ce ne fosse
stato il tempo. È chiaro che
su questi problemi le nostre
chiese non solo devono discutere, ma possono offrire
spazi per il dibattito e l’elaborazione culturale in un dialogo costruttivo con altre
componenti della società.
San Marzano
Riunioni
ecumeniche
DOMENICO BORGETTA
Questo aprile 1995 ci ha
recato due ricorrenze importanti: il cinquantesimo anniversario della morte di
Bonhoeffer e i cinquant’anni
dalla conclusione della lotta
di Liberazione. Due date che
sono sembrate intrecciarsi tra
loro, tanto da richiedere una
celebrazione comune. È da
queste considerazioni che è
nata l’iniziativa ecumenica
promossa dalla comunità mej todista di San Marzano Oli; veto, dall’Azione cattolica e
dal gruppo di impegno ecumenico della diocesi di Acqui
I Terme.
! Due i momenti più significativi: il primo, di meditazione e di preghiera, si è tenuto
I nel tempio metodista di San
j Marzano giovedì 6 aprile, ritmato sulle poesie e sulle preghiere composte da Bonhoeffer nel carcere di Tegel e arricchito da un sermone del
pastore Bruno Giaccone sull’ultimo capitolo del Deuteronomio (morte di Mosè); il secondo, a carattere teologico,
tenutosi a Acqui, con una relazione del prof. Paolo De
Benedetti (docente all’Università di Urbino) sul tema
«Bonhoeffer, un testimone di
Cristo in un mondo adulto».
Soddisfatti i partecipanti,
soprattutto per avere scoperto
(potremmo dire sperimentato)
che quanto ci unisce tra cattolici ed evangelici è veramente
molto di più di quel che ci divide. Il clima degli incontri è
stato davvero fraterno, tipico
di chi sa di non aver nulla da
insegnare ma molto da imparare dagli altri, soprattutto dai
testimoni quali sono stati
Bonhoeffer e gli uomini della
Resistenza, i cui ideali siamo
chiamati tutti (evangelici, cattolici, credenti e non credenti)
a tener vivi anche e soprattutto oggi.
Avventisti in Italia
Nasce una
nuova agenzia
stampa
È nato il Bia (Bollettino di
informazione avventista):
«Sarà settimanale, e oltre a
dare informazioni sulla chiesa
avventista - spiega il suo direttore, pastore Ignazio Barbascia - vuole dare spazio
anche a notizie provenienti da
altre chiese». Come per tutte
le agenzie anche per il Bia è
possibile riprendere le notizie
citando la fonte. «Sarei lieto
- continua Barbascia - di ricevere notizie, comunicati
stampa, segnalazioni di appuntamenti importanti e schede per dare più voce al mondo evangelico italiano». 11
bollettino esce ogni giovedì e
le notizie devono pervenire
alla redazione tra il lunedì e il
mercoledì tramite fax (063210757 oppure 3210200).
Informazioni tei. 06-3212808.
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UN DIALOGO CHE CONTINUA
LA FCEIE L'AREA
EVANGELICA
DOMENICO TOMASETTO
HO letto con grande interesse l’intervista di
Emmanuele Paschetto a Piero Bolognesi (Riforma n. 8)
e la successiva lettera di Piero Ben.si (Riforma n.ll) circa il rapporto Fcei e area
evangelica. Mentre condivido l’impostazione di fondo
del loro discorso, vorrei fare
alcune aggiunte e precisazioni in merito.
Dal 1983 ad oggi la Federazione ha curato e intensificato il dialogo e il rapporto
di collaborazione con chiese
e gruppi dell’area evangelica continuando a seguire le
linee ribadite dalle assemblee e applicandole, per
quanto concerne la radiofonia, in tre direzioni:
1) la fondazione della
Crei (Coordinamento radio
evangeliche/italiane) nel
1993, che ha raggruppato
una trentina di emittenti locali in gran maggioranza
dell’area evangelica, fornendo loro sostegno sia sul
piano della reciproca informazione e della fornitura di
programmi registrati, sia sul
piano legale per quanto concerne la disponibilità delle
frequenze e l’applicazione
delle norme previste dalle
nuove leggi per la gestione
delle radio locali.
2) La promozione di seminari di formazione per
predicatori e programmisti
delle radio locali, che hanno
avuto esito positivo sia sul
piano regionale che su quello nazionale e sono stati frequentati quasi esclusivamente da giovani appartenenti all’area evangelica.
Tutti i seminari sono stati
gestiti sul piano organizzativo e didattico dal Servizio
radio e dallo Spav (attività
dell’Unione battista).
3) La partecipazione, nell’
ambito di un corretto equilibrio denominazionale, al
programma domenicale della Rai «Culto evangelico» di
pastori 0 predicatori delle
chiese e dei gruppi dell’area
evangelica per complessive
60 predicazioni che, per taluni casi, sono state elaborate dai gruppi regionali composti da pastori delle chiese
federate e non federate. Si
tratta dunque di un bilancio
positivo e aperto a ulteriori
sviluppi, che dimostra il costante interesse, ieri come
oggi, da parte della Fcei per
il rapporto con il variegato
mondo evangelico.
Per quanto concerne la televisione, vi è stata ripetutamente, soprattutto nei programmi storici, attenzione
alla nascita e allo sviluppo
in campo italiano e intemazionale dei movimenti evangelici delle diverse denominazioni.
Questa attività si è svolta
nel quadro più articolato di
una crescente attenzione
della Federazione verso le
chiese evangeliche che si è
sviluppata negli anni. I punti
salienti di questo processo
sono stati: il convegno di Firenze 1990, che ha gettato
molti semi che stanno germogliando, e l’assemblea
del 1994, nella quale sono
entrate nella Federazione tre
organismi pentecostali: la
Missione cristiana, le Chiese
libere di Ciniséllo e Garbagnate e la comunità Fiumi di
vita di Napoli.
Nel frattempo il Centro di
Monteforte subiva una svolta significativa nella sua attività: pur conservando marcate caratteristiche di impegno sociale, si apriva ad alcuni grandi gruppi pentecostali indipendenti della Campania. Nel 1993 vi nasceva il
«Centro studi per l’evangelismo meridionale», che svolge una segnalata attività biblico-teologica, storica ed
evangelistica a cui hanno
collaborato e collaborano alcuni dei nostri più significativi intellettuali e teologi:
Aquilante, Bouchard, Garrone, Ricca, Spini, Toum, Maselli, Deodato, Bertalot, Corsani, Girardet, Ricciardi,
Tron, Delle Donne, Rapisar^
da. Ramirez, Rinaldi.
A ciò va aggiunto Formai
avviato dialogo con la Chiesa avventista, che ha già aiutato la Federazione in qualcuna delle sue iniziative più
significative e che a livello
mondiale si qualifica ormai
come una forte denominazione evangelica in piena
crescita, teologicamente e
strutturalmente compatta.
Un altro aspetto del lavoro comune è quello della
Commissione delle chiese
evangeliche per i rapporti
con lo stato, commissione
promossa dalla Federazione
già da qualche anno, che vede la presenza di buona parte delle chiese dell’area
evangelica.
Non v’è quindi alcun dubbio che la Federazione si
stia muovendo nella direzione di un incontro con l’area
evangelica, come anche l’ultima assemblea ha ribadito.
In questo quadro le considerazioni dei fratelli Bolognesi
e Bensi, per quanto settoriali, sono per noi di stimolo e
di incoraggiamento.
1895 -1995
Cento anni di presenza
metodista a Sestri
24-30 aprile Mostra fotografica presso la Circoscrizione, via Sestri 34;
25 aprile Giornata a cura della Federazione delle chiese evangeliche della Liguria e Basso Piemonte;
ore 11 ; culto pubblico presso la Villa Rossi;
ore 16; conferenza del prof. Giorgio Rochat su «Le chiese
evangeliche e il fascismo» presso la Circoscrizione;
27 aprile ore 21 ; concerto per flauto e chitarra del duo Gatti-Pezzali
presso l’Università popolare sestrese. Saranno eseguite
musiche di E. G, Baron, G. F. Ftandel, C. G. Scheidler, A,
Vivaldi;
7 maggio ore 15: festa di canto con la partecipazione delle corali
valdesi presso il Teatro Verdi di Sestri,
Per informazioni tei. 010-887225
SIETE Tarn invitati
5
VENERDÌ 21 APRILE 1995
ie
Vita Delle Chiese
PAG. 5 RIFORMA
Corso di aggiornamento delle pastore e diacene evangeliche
Le relazioni tra donne e con Dio
GABHIELLA COSTABEL
1121 e 22 febbraio scorso si
è svolto a Santa Severa,
dove abbiamo goduto di un
tempo meraviglioso e di una
altrettanto positiva ospitalità,
l’ormai tradizionale aggiornamento delle pastore e diacene. La prima giornata l’abbiamo dedicata, eravamo una
quindicina, a «Le relazioni tra
donne tra miserabilismo e superbia». Lidia Maggi ha presentato in mattinata uno studio sulla figura della vedova
nel primo Testamento, come
misera per eccellenza, poi nel
pomeriggio Adriana Gavina
ha parlato della donna superba, dando alla sua relazione
un taglio di tipo psicologico
relazionale.
La vedova è misera, questo
non significa però che sia
isolata, anzi miseri si può essere solo in rapporto con gli
altri e le altre, appunto perché si suscita in loro pietà:
nei testi esaminati la vedova
suscita pietà attraverso il
pianto disperato, il grido e
questo, paradossalmente, le
ridona quell'identità che
sembrava aver perso con la
perdita del marito. Il pianto,
il grido la mettono in parallelo con l’Israele che piange e
grida a Dio; in un certo senso
così la vedova assume un
ruolo profetico. L’essere misera, degna di compassione
assume quindi una valenza
nuova, senza per questo ricadere necessariamente nell’
elogio della miseria.
Anche Adriana Gavina ha
sottolineato la centralità delle
relazioni, che ha definito su
Caluso
Una bella
esperienza
GREGORIO PLESCAN
Il villaggio di Santa Severa, dove si è tenuto il corso di aggiornamento
perbe: si può essere solo insieme e non contro le altre.
Superba è infatti la donna che
da una parte ha la forza di asserire il proprio diritto di scelta. forza che le viene dal rapporto creativo e vivificante
con le altre donne, e dall’altra
ha la capacità di esercitare potere e trasmettere a sua volta
potere alle altre. Superbe
quindi, in questo senso, possiamo diventare tutte, ma per
questo dobbiamo cercare e
mantenere delle relazioni tra
donne nelle quali trovare e
moltiplicare la nostra forza.
Nella seconda giornata abbiamo invece discusso insieme sul penultimo libro della
filosofa Luce Irigaray, «Essere due>>. La critica principale
che abbiamo mosso all’autrice
è il suo fissarsi sull’alterità
uomo/donna come alterità
fondamentale. Gerto, non possiamo negare questa alterità,
ma essa non è l’unica, ogni
uomo e ogni donna sono infatti altro 0 altra per chiunque;
Conferenza dibattito a La Spezia
Un credente
a Montecitorio
ELISABETTA SENESI
Il 24 marzo scorso, nella
chiesa metodista di La
Spezia, il prof. Domenico
Maselli, docente di storia del
cristianesimo presso l’università di Firenze, nonché
pastore della Ghiesa valdese
di Lucca e recentemente eletto al Parlamento della Repubblica, ha tenuto una conferenza-dibattito organizzata
dal Gentro culturale valdese
e metodista sul tema «Un
credente a Montecitorio». Il
suo appassionato intervento è
stato molto applaudito da un
pubblico attento e fortemente
coinvolto a recepire le esperienze di un uomo di fede
che vive l’impegno nel Parlamento italiano in un momento così travagliato della
nostra storia.
Il passo dell’epistola di
Giacomo: «Ora il frutto della
giustizia si semina nella pace
per quelli che si adoperano
per la pace» è stato per Maselli il motto ispiratore della
sua campagna elettorale prima e lo è oggi del suo impegno politico, per il quale ha
cercato, per quanto possibile,
di sottrarsi ad atteggiamenti e
stili di vita tipici della politica
che si richiamano più all’apparenza che all’essere. Giunto a Montecitorio con tali
convinzioni, il professor Maselli ha concepito la sua presenza politica in un’area ben
definita, quella della sinistra,
e come impegno preciso e costante aU’interno della commissione parlamentare di cui
fa parte ha scelto quello dei
diritti degli immigrati. 11 suo
essere politico in modo così
speciale ha fatto sì che il Parlamento cominciasse più attivamente a prendere coscienza
di gravi problemi quali quello
dei 7.000 politrasfusi per i
quali la finanziaria ha stanziato un solo miliardo o quello relativo al finanziamento
ad imprese belliche, da Maselli fortemente ostacolato.
Per quest’ultimo problema,
l’oratore rivela che circa 1/3
del Parlamento, cioè coloro
che si sono espressi contro tale provvedimento, si rende
conto dell’importanza di preparare’la pace per poterla ottenere. In un’ottica aperta a
quelle forze che si dimostrano tolleranti e sensibili alle
problematiche che riguardano
lo sfruttamento, l’emarginazione, la parità dei diritti, il
relatore, collocandosi in una
posizione intermedia tra i
suoi predecessori al Parlamento, il deputato Bonaventura Mazzarella e il senatore
Tullio Vinay, entrambi evangelici, ha comunicato ai convenuti una sensazione di speranza e di possibilità di intervento in una realtà che appare
talvolta negativa e i’mmodificabile. L’immagine che è
sembrata emergere è quella di
un Parlamento molto vulnerabile dal punto di vista politico
ma, forse per questo, desideroso di interventi che senza
essere partitici siano espressione di un pensiero rinnovato e rivolto a produrre effetti
su uomini e cose.
le relazioni sono molteplici,
perché identificare quella uomo/donna come fondante?
È chiaro poi che Irigaray
considera la relazione con
Dio solo come relazione da
criticare o addirittura da superare, cosa che noi credenti
non possiamo né vogliamo
fare, anche se riconosciamo
la necessità di vivere e parlare di questa relazione in una
maniera diversa da quella
della teologia «tradizionale».
Proprio questo abbiamo voluto sperimentare la sera stessa,
attraverso un momento di
culto in cui ognuna era invitata ad esprimere, dapprima
senza parole, il proprio rapporto con Dio.
La mattina successiva, dopo aver ascoltato un breve resoconto di Ursel Konigsmann
sul seminario da lei frequentato a Boston riguardante la
cura pastorale alle donne, abbiamo concluso con la programmazione dei prossimi
appuntamenti e abbiamo deciso di non affidare più la
preparazione dell’aggiornamento al gruppo di ricerca
teologica «Sophia», ma di
creare un gruppo autonomo,
anche per rispettare di più le
esigenze e la disponibilità
delle diacene. Gredo di poter
affermare che siamo tornate
tutte al nostro luogo di vita e
di lavoro ricaricate dalla consapevolezza che le relazioni
tra donne non sono solo teoria ma una realtà che viviamo
e che ci sostiene.
Si è conclusa l’esperienza
del nostro mese di evangelizzazione a Gaiuso, e bisogna dire che è stata una bella
esperienza sotto tutti i punti
di vista. Innanzitutto il punto,
di vista «esterno»: andando a
Gaiuso, e andandoci in media
in 25-35 persone, abbiamo
fatto conoscere ai calusiesi il
volto reale dei valdesi, anche
partendo dalla storia, ma soprattutto attraverso la nostra
visione della fede.
Forse alcuni sono stati un
po’ delusi dalla scarsa presenza degli abitanti della cittadina ma non penso che sia
il caso di esserlo troppo, sia
perché comunque abbiamo
avvicinato una ventina di
persone esterne (se facessimo
un po’ di proiezioni teoriche,
avendo coinvolto circa 20
persone in cinque settimane,
in un anno avvicineremmo
circa 200 persone, cioè più di
quanti siamo a Ivrea), sia per
il fatto di essere stati presenti: credo che per Gaiuso la
nostra «calata» sia stata più
significativa di quanto può
parere a prima vista, se non
altro per la costanza che abbiamo mostrato.
Poi sotto il punto di vista
interno: infatti abbiamo dimostrato a noi stessi che non
ci vergogniamo di parlare di
Gesù Gristo in pubblico e non
solamente in quei luoghi un
po’ ovattati che sono i nostri
templi; inoltre anche riguardo
allo stare insieme, infatti credo che la chiesa sia fatta sì
della «predicazione della parola di Dio e della corretta
amministrazione dei sacramenti» (come direbbe Giovanni Galvino), ma anche di
persone che stanno assieme e
fanno delle cose assieme. Abbiamo passato insieme cinque
bei sabati, mostrando il nostro vero volto e, a sorpresa,
senza vergognarci di noi stessi. Noi siamo dei seminatori.
A noi sta il compito di gettare
il seme della parola di Dio:
ad altri compete di far crescere questo seme.
Crox
Battisti, metodisti e valdesi
Documento dì studio
Viene diffuso alle chiese in
questi giorni, nella serie
«Quaderni» di «Gonfronti», il
documento preparatorio della
seconda Assemblea-Sinodo
delle chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi, che
si svolgerà a Torre Pellice
(Torino) dal 1° al 3 settembre
1995. Si tratta del sesto documento comune a battisti, metodisti e valdesi (Bmv), nel
cammino di collaborazione e
convergenza iniziato nel 1979
e culminato con il primo incontro congiunto dell’Assemblea battista e del Sinodo valdese e metodista (Roma, l°-4
novembre 1990). Quell’incontro sancì il «reciproco riconoscimento» delle chiese
Bmv, dei loro membri e dei
loro ministri, e avviò la collaborazione territoriale e il settimanale comune «Riforma».
L’Assemblea-Sinodo di quest’anno, invece, sarà chiamata
a perfezionare il «reciproco
riconoscimento» a livello dei
rispettivi ordinamenti ecclesiastici. «Ordinamento sinodale valdese e ordinamento
congregazionalista battista»;
questo è il titolo del documento, che propone una convergenza intorno a due con
cezioni della chiesa apparentemente opposte: più «centralizzato» (struttura «sinodale»)
l’ordinamento delle chiese
valdesi e metodiste, più centrato sull’autonomia della comunità locale («congregazionalismo») quello battista. In
realtà, afferma il documento,
la differenza fra i due ordinamenti «è quantitativa, non
qualitativa». Inoltre i due modelli, «alla luce del Nuovo
Testamento, non si escludono
ma al contrario si richiamano
a vicenda». «L’ordinamento
congregazionalista mette in
giusta luce l’autonomia della
chiesa locale», mentre «l’ordinamento sinodale mette in
giusta luce la dimensione universale o cattolica». «Senza
perdere nulla della identità di
ciascuno - conclude il documento, elaborato da un’apposita commissione Bmv - è
possibile a battisti, metodisti
e valdesi attuare il reciproco
riconoscimento dei rispettivi
ordinamenti e vivere e testimoniare come evangelici in
piena comunione gli uni con
gli altri». Nella commissione
c’era anche un luterano, segno di apertura di un nuovo
orizzonte di lavoro.
VENEZIA — Non dimenticheremo facilmente domenica 19
marzo. «Nel confessare che Gesù Gristo è il nostro unico
Signore noi scegliamo di essere liberi nella responsabilità e
responsabili nella libertà scegliendo Dio come meta del nostro cammino e il Vangelo come guida»: con queste parole
Silvia Marini e Stefano Grili hanno chiesto di entrare a far
parte della comunità dei credenti mediate il battesimo. La
pastora Laura Leone, durante la liturgia battesimale e il sermone, ha sottolineato quanto la comunità locale debba sorreggere i giovani che chiedono di condividere il cammino
comune di crescita nella fede, nella conoscenza della parola
di Gristo, nella testimonianza, nel servizio e nella fedeltà alla comune vocazione. La comunità riunita era veramente il
segno della più ampia comunione dei credenti: infatti in
chiesa erano presenti membri delle chiese di Genova, di
Frali, i giovani della Fgei Tri veneto, sorelle e fratelli cattolici. Attenti abbiamo seguito il culto e condiviso emozioni e
commozione. L’incontro è poi proseguito con un’agape in
cui non sono mancate allegria, gioia e fraternità, (b.s.)
BARI — Il 31 marzo è deceduto il fratello Ercole Salvati lasciando tra i fratelli e le sorelle delle chiese valdese e battista di Bari un caro ,e affettuoso ricordo. Ghi lo ha appena
conosciuto o semplicemente intravisto alle adunanze o ai
campi estivi, alle ’Valli o al Sinodo, di lui può ricordare certamente il suo inseparabile «papillon». 1 fratelli e le sorelle
che lo hanno conosciuto fin dalla sua conversione, che lo
hanno visto crescere nella fede e immergersi nelle acque
battesimali, ne hanno apprezzato l’amore per la parola di
Dio ricevendone un sano arricchimento. La sua successiva
adesione alla chiesa valdese di Bari ha visto riconfermare
da parte di tutti le fraterne apprensioni per le sue traumatiche vicende personali.
MESSINA — La Ghiesa valdese ha ricordato il cinquantesimo
anniversario del martirio di Dietrich Bonhoeffer con una
conferenza affidata al pastore Salvatore Rapisarda. segretario del Dipartimento teologico deH’Ucébi. Presente un
folto pubblico, tra cui esponenti della cultura e cattolici impegnati nelle attività ecumeniche, l’oratore ha parlato
dell’attualità del pensiero teologico di Bonhoeffer, affrontando temi normalmente difficili in maniera piana e comprensibile, Il dibattito, lungo e appassionato, si è soffermato
in maniera particolare su due punti: la Grazia ha un prezzo,
non c’è Grazia a buon mercato, a prescindere dalla croce e
quindi dall’ubbidienza a Gesù Gristo; il superamento della
religione, ossia dell’uso che l’uomo fa di Dio per risolvere i
suoi problemi, vista come un ostacolo alla retta comprensione deH’Evangelo.
POMARETTO — Il 18 marzo si sono sposati nella nostra
chiesa Mauro Ferro e Mirella Vinçon. Il 25 marzo si sono
sposati in municipio Ivano Ribet e Csilla Molnar: il 22
aprile avrà luogo la benedizione di questo matrimonio. Auguri a queste nuove famiglie che si costituiscono.
• La domenica delle Palme sono state battezzate Simona,
Chiurato e Simonetta Gouchon e sono stati confermati
Luca Coucourde, Serena Gardiol, Massimo Peyronel,
Christian Piccato, Roberto Pons, Manuel Refourn, Cinzia Ribet e Silvia Ribet.
FRALI — Venerdì santo sono stati ammessi in chiesa Giuliano Garrou, confermato, e Karen Grill, battezzata.
• Domenica 2 aprile la chiesa ha accolto la pastora Dorothee Mack, die ha predicato davanti a una comunità attenta e numerosa.
TORRE PELLICE — La domenica delle Palme sono stati
ammessi in chiesa con il battesimo o la confermazione Stefano Armand-Hugon, Simone Arnoulet, Cristina Avondetto, Sabrina Bertin, Alice Cappai, Myriam Cericola,
Sasha De Bettini, Cinzia Fenouil. Mauro Gaydou, Marina Gönnet, Lucy Lancerotto, Sandro Malan, Thierry
Negrin, Daniele Peyrot, Flavio Ribotta, Roberto Ricca,
Luisella Rivoira, Nadia Rostagnol, Evelyn Tronpolone.
• È stato battezzato il piccolo Nicolas Gönnet; il Signore
gli conceda di crescere nella sua conoscenza.
• Con cristiana simpatia la comunità è vicina alle famiglie
di Enrico Charbonnier, Hélène Plavan Chiavia, Marco
Boaglio, Marta Condola, Elena Gaydou Petraroli che ci
hanno lasciato.
SAN GERMANO — Il bazar, organizzato in modo encomiabile dalle sorelle dell’Unione femminile, ha dato esito soddisfacente ed è stato occasione di piacevole incontro con
molte sorelle e fratelli della comunità.
• Lunedì 3 aprile il catecumeni confermandi si sono ritrovati con i membri del Concistoro per presentare le loro domande di ammissione alla chiesa. Sono Giuliano Bertalot,
Giuiiano Capelio, Alessandro Ferrier, Elisa Fornerone,
Eros Gönnet, Alain Long, Mario Losano, Claudia Maero, Miriam Ribet, Christian Richard, Marco Tarosso.
• Due nostri fratelli ci hanno lasciato: Enrico Costabel, di
62 anni, e Giorgio Bouchard di 54 anni, entrambi sofferenti da lungo tempo. Alle famiglie in lutto il pensiero e l’affetto della comunità tutta.
PRAMOLLO — La domenica delle Palme, nel corso del culto, Ombretta Travers ha confermato il proprio battesimo e
confessato la propria fede. La comunità tutta si rallegra con
lei e le augura di riuscire a non abbandonare mai la via che
le indica il Signore.
• Sabato 8 aprile si sono sposati in municipio Rina Soulier
e Giorgio Lussana. Auguriamo loro una vita sempre felice
e benedetta dal Signore.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Nel corso del culto delle
Palme, tenutosi nell’antico tempio del Ciabas, sono stati
confermati o battezzati Sara Benedetto, Monica Cabiddu,
Demis Cairus, Michel Charbonnier, Iris Gaydou, Sareeta Maurino, Monica Miegge, Andrea Pons, Renata Pons,
Fulvio Priotto.
• Nell’assemblea di chiesa tenutasi il 26 marzo sono stati
nominati i deputati al Sinodo e alla Conferenza distrettuale.
Sono risultati eletti per il Sinodo Aldo Rostain e Daniela
Boldrin; per la Conferenza Livio Gobello, Luciano Jourdan e Roberta Peyrot.
6
PAG. 6 RIFORMA
All’As
Della Parola
venerdì 21 APRILE 1995
IL «CASO GESÙ» RIMANE APERTO
EUGENIO BERNARDINI
Immediatamente dopo la risurrezione di Lazzaro, anzi
come diretta conseguenza
della risurrezione di Lazzaro,
l’Evangelo di Giovanni ci
presenta la decisione degli
avversari di Gesù di toglierlo
di mezzo definitivamente, di
arrestarlo, processarlo e condannarlo a morte.
Questo particolare non è irrilevante infatti, fino a quel
momento, gli avversari di Gesù avevano reagito alla sua
predicazione e alla sua prassi
in maniera spontanea e casuale, avevano cercato l’incidente, la rissa, il linciaggio popolare. Fino a quel momento,
insomma, avevano sì cercato
di eliminarlo, ma senza tanto
chiasso, senza che qualcuno
potesse pensare a un loro piano preciso e quindi accusarli
di qualcosa. Ora, invece, questo grande «segno», come dice testualmente Giovanni,
della risurrezione di un morto, provoca nella «cupola»
istituzionale del tempo un
grave disorientamento e allarme: Gesù, con questo «segno» «ha passato il segno»,
come si dice, non lo si può
tollerare un minuto di più.
Anzi, ora Gesù va 'eliminato
in modo plateale, delegittimante, perché nessuno si
metta in testa idee sbagliate.
Pensate come tutto ciò sia
paradossale: proprio i componenti della massima istituzione incaricata di interpretare
correttamente le Scritture,
quindi la volontà di Dio, proprio loro che più di ogni altro
dovrebbero avere gli strumenti per riconoscere Dio e chi fa
la sua volontà, proprio loro si
sentono minacciati dal segno
che più di ogni altro dovrebbe
rivelare loro chi sia Gesù e da
dove venga la sua volontà.
Come negare, infatti, che la
risurrezione dei morti sia il
più grande segno divino? Co' me negare che «Dio non è mai
tanto Dio come quando risu
«Perciò molti Giudei, che erano venuti da Maria e avevano
veduto le cose fatte da Gesù, credettero in lui. Ma alcuni di
loro andarono dai Farisei e raccontarono loro quello che Gesù aveva fatto. I capi dei sacerdoti quindi e i Farisei riunirono il Sinedrio e dicevano: “Che facciamo? perché quest'uomo fa molti miracoli. Se lo lasciamo fare, tutti crederanno in
lui; i Romani verranno e ci distruggeranno come città e come
nazione”. Uno di loro, Caiùfa, che era sommo sacerdote di
quell’anno, disse loro: “Voi non capite nulla, e non riflettete
come torni a vostro vantaggio che un uomo solo muoia per il
popolo e non perisca tutta la nazione”. Or egli non disse questo di suo; ma siccome era sommo sacerdote di quell’anno,
profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire in uno i figli di
Dio dispersi. Da quel giorno dunque deliberarono di farlo
morire»
(Giovanni 11,45-53)
scita i morti»? (Paolo Ricca,
Alle radici della fede, p. 63).
Eppure, proprio questo Dio
della vita che Gesù predica e
incarna, questo Dio che è vita
e che comunica vita, proprio
questo Dio è temuto e risulta
intollerabile per i componenti
di quella istituzione politicoreligiosa.
Il Dio della vita
Il Dio di Gesù mette in questione troppe cose: tradizioni. sistemi, schemi e linguaggi acquisiti, interessi: ma
che cosa vuole? Vuole buttare
tutto all'aria, è troppo pericoloso, è troppo rischioso. Avrà
anche ragione, in teoria, ma
non si può fare: Gesù va eliminato. va eliminato dal mondo. va eliminato dalla storia.
Non è. in fondo, quello che
l'umanità ha sempre fatto?
Non è quello che le sue istituzioni hanno sempre fatto?
Adattarlo o eliminarlo. Non
c'è alternativa. E paradossale,
ma è così: ciò che la grande
istituzione religiosa teme di
più è proprio Dio. Dio e il suo
giudizio, Dio e i suoi inviati.
E fa di tutto per inglobarli,
riadattandoli ai propri schemi,
oppure per eliminarli (ricordate la parabola dei vignaioli
omicidi. Marco 12. Is).
Forse noi ci comportiamo
in modo veramente diverso?
in fondo, non facciamo così
anche noi? chi si fa mettere
veramente in gioco dal Dio di
Gesù? non partecipiamo forse anche noi a questo continuo gioco del rinvio, dell’
adattamento, dell’eliminazione? Non siamo dunque troppo severi con gli avversari di
Gesù che in quel giorno decisero la sua eliminazione fisica: essi, in qualche modo, ci
rappresentano. L’Evangelo di
Giovanni, narrandoci questa
vicenda, non vuole «gettare
la croce» addosso a quelle
persone (come ha fatto invece r antisemitismo tradizionale), ma vuole mettere in
guardia noi tutti. È con questa comprensione che dobbiamo leggere questo brano
dell’Evangelo.
Il Sinedrio (potremmo dire
il Sinodo) viene riunito in
fretta e furia e tutti si chiedono: «Che facciamo? Perché
quest’uomo fa molti segni»
(V. 47). Ormai tutti sono convinti che Gesù non sia un uomo qualunque, lo temono,
non lo chiamano neppure per
nome («quest’uomo»). Comunque sanno che i loro interessi sono in gioco: «Se lo lasciamo fare, tutti crederanno
in lui» (v. 48a). Crederanno,
cioè al loro avversario più temibile: Gesù, infatti, li ha
chiamati bugiardi e omicidi
(8, 44). ha dichiarato che sono schiavi (dei loro interessi)
(8, 34) e denunciato che il vero signore del loro tempio è il
denaro (2. 16; 8, 20-44). Ha
detto che essi non conoscono
affatto Dio e la sua volontà
(8, 54s), che non adempiono
veramente la Torah data da
Mosé al popolo (7, 19) e che
la dottrina che propongono
non viene da Dio, in quanto
cercano la loro propria gloria
(7, 18). L'adesione del popolo a Gesù, quindi, significherebbe la fine del loro dominio. Per questo cercano di
giustificare e nobilitare il loro
piano: «Se lo lasciamo fare,
tutti crederanno in lui; I Romani verranno e distruggeranno questo luogo [topos=
«tempio» per la Tilc, «città»
per le altre traduzionile anche
la nostra nazione>;^(\. 48).
Il progetto di Dio
per il mondo
Ecco ora entrare in scena
colui che agisce in nome
del popolo: «Caiàfa, che era
sommo sacerdote di quell'anno» (49a). L'annotazione giovannica «di quell’anno», più
che segnalare un dato cronologico. sottolinea che il grande Caiàfa non è altro che una
figura effimera, «di quell’anno». uno dei tanti rappresentanti momentanei dell'istituzione. Era lui. ma poteva anche essere un altro, non sarebbe cambiato nulla. Il leader esercita la sua funzione
imponendo la calma e la soluzione alla discussione con
cruda rudezza, senza giri di
parole; «Non capite nulla!
Non vi rendete conto che vi
conviene che un solo uomo
muoia per il popolo e non perisca tutta la nazione» (vv.
49bs). Senza alcun rispetto
per i tentativi di nobilitare
una decisione di stretta convenienza di potere, Caiàfa fa
appello proprio a questo interesse: «Vi conviene».
Senza mezzi termini evoca
la minaccia della loro rovina,
ricorda che la loro autorità, il
loro sistema di potere sono in
gioco: così, la sua linea viene
accettata all’unanimità. In
fondo non ha detto altro che
quello che tutti pensavano;
ora hanno formulato la loro
sentenza. Sono sollevati, non
resta che passare all’azione
ma come sempre succede,
l’Evangelo di Giovanni ci fa
notare che la volontà di Dio è
più forte della volontà umana,
che la volontà umana non può
contrastare quella divina: proprio tentando di bloccare il
progetto di Dio; con la loro
decisione lo rilanceranno in
tutto il mondo e in tutti i tempi; Gesù infatti morirà per la
nazione, «e non soltanto per
la nazione, ma anche per riunire in uno ¡figli di Dio dispersi» (v. 52).
Vogliono contrastare la volontà di Dio? Invece la compiranno! Come è accaduto, e
accade, innumerevoli volte
nella storia, un innocente viene giustiziato in nome di
istanze superiori, di interessi
superiori dei gruppi dirigenti
che hanno emesso queste sentenze, spesso con l'appoggio
della maggioranza del loro
popolo. Ma con queste sentenze hanno sempre vinto in
modo effimero; un essere
umano lo puoi uccidere, un
idea no. tanto meno una decisione divina. Gesù viene eliminato, è vero, ma la sua
morte non è l'ultima parola.
Attraverso la sua morte, per la
sua morte, si compie misteriosamente la salvezza, non solo
per quella nazione ma anche
per tutte le figlie e i figli di
Dio dispersi nel mondo.
Coloro che pensavano di
chiudere il «caso Gesù» con
una sentenza inappellabile,
l'hanno invece aperto. E questo caso è aperto anche per
noi oggi.
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Fondato nel 1848
.TU anni .sono passali dal 2.t aprile che segnò la liberazione del nostro paese dal fascismo; al termine di una lunga
guerra che portò i soldati italiani al fianco dei nazisti, dopo
la decisa ribellione delle popolazioni alla barbarie del fascismo, tornava la libertà e con essa una democrazia ancora da costruire e definire. I morti, le distruzioni, i martìri
non furono spesi invano; la Resistenza doveva dar vita a
una convivenza pacifica e con forti spinte ideali. Fu così
negli anni che seguirono? La storia politica di questi anni
sembra dire che certe speranze sono state tradite, ma i valori della Resistenza sono a tutt’oggi di estrema attualità.
Tutti i Comuni delle valli, che furono allora pienamente
coinvolti nella lotta partigiana, il 25 aprile ricorderanno la
Liberazione e la lotta che la precedette.
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VENERDÌ 21 APRILE 1995 ANNO 131 - N. 16 LIRE 2000
Domenica 23 aprile si vota
per eleggere i nuovi
Consigli comunali, provinciali e regionali. Il decreto sulla
«par condicio» ha radicalmente mutato il modo di condurre le campagne elettorali;
niente spot a pagamento sulle
radio e televisioni, praticamente nessuna tribuna elettorale sulle radio tv locali poiché il decreto ne imponeva la
gratuità e le emittenti che vivono anche della vendita di
spazi pubblicitari hanno scelto la via del silenzio: si è tornati agli slogan su carta, volantini e manifesti portati un
po’ ovunque nei collegi elettorali, anche nei piccoli paesi
di montagna alla caccia di
una manciata di voti.
Se restiamo ai Comuni va
ELEZIONI COMUNALI
IL PROGRAMMA
CARMELINA MAURIZIO
registrata una novità: la legge
sull’elezione diretta del sindaco imponeva la presentazione contestuale della lista
di candidati e del programma
su cui si intendeva chiedere
la fiducia dei cittadini. Tranne rarissime eccezioni, i programmi sono assai condensati, pochi punti che evidenziano la volontà di garantire quei servizi indispensabili per una zona montana, le
strade, il sostegno all’agricoltura, le fognature, il turismo.
Pochissimi hanno fatto promesse e proposto soluzioni
che sanno più di campagna
elettorale che di concrete
prospettive; alle ricette miracolose non crede più nessuno. Semmai c’è il rischio
contrario: con la presentazione di programmi molto schematici diventa difficile capire
quale orientamento o impo
Chiese valdesi
I giovani
studiano
la Resistenza
Nell’anno che ricorda la
lotta al nazifascismo e la lotta
di Resistenza, anche i giovani
del primo distretto delle chiese valdesi si sono confrontati,
ad Agape, al termine del loro
corso di catechismo, sul tema: «Resistere: la storia ci ha
insegnato qualcosa?».
Una sessantina di ragazzi
del terzo e quarto anno del
catechismo hanno discusso e
riflettuto, cercando di ricavarne validi insegnamenti, intorno al tema «resistere» sia
nella storia quanto nella nostra quotidianità. Preziose,
per capire la storia, le presenze e le testimonianze di due
persone vivamente e diversamente affascinanti: Ettore Serafino e Felice Malgaroli.
Il primo relatore ha presentato le esperienze e. il contesto
della Resistenza locale durante l’occupazione nazifascista,
i primi gruppi di partigiani, le
loro azioni, le rappresaglie
degli occupanti, il ruolo della
popolazione a fianco dei partigiani; il secondo, autore di
un libro, molto apprezzato dai
partecipanti, dal titolo «Domani chissà», ha riferito, suscitando grande e commossa
partecipazione, della sua personale e drammatica esperienza nei lager di Mauthausen nell’inverno del 1945.
I giovani del catechismo si
sono così trovati davanti a
due esempi storici di resistere, con l’obiettivo di rendere
nuovamente libero il nostro
paese, nel primo caso, e di
resistere per la sopravvivenza nel secondo.
Si tratta di due esempi
lontani nel tempo ma che
davvero possono aver chiarito, soprattutto grazie alle testimonianze dirette, il valore
di un concetto che oggi qualcuno vuole semplicemente
superare (se non sottoporre a
totale revisione) ma da cui
invece possono derivare preziosi insegnamenti.
In una zona a rischio è indispensabile un coordinamento fra le diverse strutture
Quale protezione civile serve al Pinerolese
Anche solo considerando
gli ultimi decenni il Pinerolese ha registrato alcuni fra i più
gravi fenomeni di calamità
naturali; alluvioni, grandi nevicate, frane ripetute, incendi
devastatori, inquinamenti industriali. Se a questo aggiungiamo che tutto il Pinerolese è
compreso in zona a rischio di
terremoti, comprendiamo la
necessità che specifici piani di
intervento in caso di calamità
vengano tempestivamente
predisposti e siano in grado di
essere operativi. D’altra parte
se da un lato dobbiamo fare i
conti con i rischi di eventi
particolarmente pericolosi, è
anche vero che sul territorio
esiste una grande risorsa umana e tecnica composta da centinaia di volontari del soccorso, dei vigili del fuoco, delle
squadre antincendio boschivo
in grado di intervenire celermente ed efficacemente.
Gli episodi non sono mancati anche recentemente pur
se i più. gravi possono essere
considerati l’alluvione del ’77
e l’incendio a Prarostino del
’90; frane, esondazioni, nevicate sono sempre dietro l’angolo. Dal mondo della scuola
si segnalano iniziative volte a
Il rischio alluvione è uno dei più rilevanti nel Pinerolese
coinvolgere gli studenti in
operazioni tipo «scuola sicura» che vedono la partecipazione attiva degli alunni. «La
città di Pinerolo - dice il sindaco, Trombotto - è stata individuata come riferimento
per la Prefettura; intorno ad
essa ruotano 46 Comuni; purtroppo è un problema anche
solo il far circolare informazioni visto che tre Comuni
non sono ancora dotati di
fax». Pinerolo, oltre ad essere
centro di varie proposte per la
zona, può anche contare
sull’apporto dei militari e di
un buon numero di volontari;
il coordinare questo impegno
è uno dei punti centrali per
rendere operativa la protezione civile pinerolese. Del resto
la protezione civile, così come previsto da una legge del
1992, deve tener conto di alcuni elementi centrali: la previsione e di conseguenza la
prevenzione, il soccorso e
ogni altra attività per superare
l’emergenza. «Esistono anche
precise ipotesi di reato - ha
spiegato recentemente il magistrato dott. Raffaele Guariniello, invitato a Pinerolo dal
giudice Passone a parlare di
protezione civile - dall’omicidio colposo al disastro colposo». Occorre sapere con
anticipo cosa fare e soprattutto riuscire a valutare il reale
rischio: a livello locale cosa è
stato fatto?
Il vecchio piano provinciale
di protezione civile prevedeva la nascita dei Com, centri operativi misti; inizialmente ne erano previsti due, a
Perosa Argentina e a Lusema,
ma i vecchi piani comunali
fin qui realizzati sovente altro
non sono che un censimento
delle forze e delle possibilità
esistenti, con le aree possibili
per le tendopoli (sei solo a
Luserna), i punti di atterraggio per elicotteri, i radioamatori e le radio private disponibili a collaborare ma intanto
bisogna anche fare i conti con
gli intoppi più banali: quasi
tutti i Comuni piccoli lasciano nei fine settimana il fax attaccato ma per tre giorni non
vi è personale nel municipio;
e del resto quale attendibilità
attribuire ai fax della Prefettura che più volte, in questo
inverno senza freddo, hanno
segnalato copiose nevicate
mai verificatesi?
Continuiamo a raccontare lo svolgimento di alcuni lavori tradizionali, ben
noti ai nostri contadini e ai loro padri, così come li ha descritti Carlo Ferrerò sia a
voce sia soprattutto negli oltre 150 modellini da lui scolpiti in legno di bostso, ora
raccolti e visitabili nell’esposizione permanente di Pomaretto (presso l’ex Convitto): questa mostra rappresenta un vero tesoro di memoria e di cultura valligiana,
soprattutto per la notevole precisione dei
gesti e dei movimenti fissati dai vari modellini, gesti che Carlo Ferrerò ha potuto
ricostruire alla perfezione per averli lui
stesso ripetuti tante volte nella sua lunga
vita di contadino e di minatore.
La semina delle patate è un’operazione molto semplice per cui occorrono due persone: la prima, a cui tocca il
lavoro più faticoso, apre dei buchi nel
terreno conficcandovi la punta di un apposito attrezzo, un tipo di zappa chiamato «sampoun» o «sapot»', il compagno.
IL FILO DEI GIORNI
PLANTÀ
TRIPPA
CARLO FERRERÒ
che segue portando una cesta piena di
patate, le infila abilmente nei buchi, prima che si richiudano. È un procedimento
definito «a hot», perché si basa su precisi e rapidi colpi («bot») di zappa; si inizia in cima al campo e si procede trasversalmente, lasciando una certa distanza fra una patata e l’altra, e cercando di
comporre delle file parallele.
Una quindicina di giorni dopo che si
erano piantate le patate si usava smuovere il terreno superficiale del campo con
un particolare rastrello dai denti di ferro
(«lou chaplòou»). Per le piogge e il freddo notturno, infatti, la terra si induriva e
bisognava rompere questa crosta per facilitare l’uscita dei germogli. Un analogo
intervento si effettuava dopo un paio di
settimane, quando le patate erano già alte
una decina di centimetri («eisirì là triffa»y, per non danneggiare le piantine si
impiegava il sarchio («la seirouiro»),
una zappetta a uno o due denti, manovrata a piccoli colpi.
Da agosto a settembre, con la «.scippo»,
si procedeva all’estrazione e alla raccolta
dei tuberi, che si portavano via con la
gerla; a casa le patate si ammucchiavano
in cantina, dove si conservavano in uno
spazio fresco e asciutto loro riservato
(«lou boul de là triffa»), accantonando
quelle di scarto, che servivano da nutrimento al maiale.
stazione ha una determinata
lista; per certi versi gran parte dei programmi sarebbero
sottoscrivibili da chiunque
tanto sono generici. Segno
che l’ideologia è ormai tramontata ovunque e di conseguenza si bada al sodo?
Sembrerebbe di sì visto che
in diversi Comuni non solo
non ci sarà contrapposizione
fra le liste ma addirittura c’è
stata stretta collaborazione fin
dalla stesura dei programmi
(e poi, i problemi sono gli
stessi per chiunque voglia
amministrare un certo paese);
tuttavia spesso le differenze
esistono concretamente e le
risposte ai problemi possono
essere di segno ben diverso
fra loro; c’è forse una certa
paura del confronto?
tN Questo
Numero
Mostra sulla Bibbia
Siamo abituati a verificare che le iniziative riguardanti la Bibbia vengono prese sempre dalle
chiese. Ora anche un’amministrazione comunale ha
organizzato una mostra a
Pinerolo: vi si traccia la
storia delle edizioni del libro delle Scritture dal Medioevo ai nostri giorni.
Pagina II
Quale sviluppo?
Un regolamento europeo fissa le norme per richiedere contributi per le
aree soggette a declino industriale. Lo ha reso noto
la Regione Piemonte, che
vede una buona parte del
suo territorio rientrare in
questa categoria. I campi
d’azione per i quali si possono richiedere contributi
sono, fra l’altro, quello
ambientale e quello del recupero di strutture industriali in disuso.
Pagina II
La maestra
È stata la maestra di
Massello per tanti anni,
ma era soprattutto una persona dalla fortissima convinzione che l’istruzione
fosse indispensabile per
condurre una vita giusta.
Così dava anche lezioni
oltre l’orario, faceva la
scuola domenicale e lavorava anche per gli uffici
del Comune. Ora che Marianna Eugenia Tron è
scomparsa tanti massellini
si sentono privi di un punto di riferimento.
Pagina II
Vacanze
Foresterie e case per ferie; centri per ragazzi e
campeggi: l’Italia evangelica offre upa scelta di possibilità per passare delle
vacanzé «alternative».
Pagina IV
8
PAG. Il
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VENERDÌ 21 APRILE 1995
COMMEMORAZIONI NELLE VALLI
XXV APRILE
Tanti gli appuntamenti
nelle Valli e nel Pinerolese
per commemorare il 25
aprile, che forse mai come
quest’anno assume una rilevanza particolare, per la
sua prossimità al turno
elettorale e perché 50 anni
segnano comunque un anniversario importante nella
storia delle persone.
A Angrogna presso il
tempio valdese alle 21,15 il
Gruppo teatro Angrogna
presenterà canti e testimonianze; a Luserna San
Giovanni le commemorazioni cominceranno il 22
con l’inaugurazione della
mostra di bozzetti eseguiti
dagli allievi dell’istituto per
la tecnica e la grafica di
Bologna su «Dalla conquista della democrazia alla
continuità per il suo consolidamento», che resterà
aperta fino al 29 aprile
presso la sala mostra comunale; il 24 ci sarà alle 19 la
staffetta podistica, alle 20 il
circuito podistico e alle 21
la fiaccolata con partenza
da piazza Partigiani; il 25
infine, alle 10,30 dopo la
funzione religiosa presso la
chiesa del Sacro Cuore,
l’orazione ufficiale commemorativa è affidata al senatore Antonio Giolitti.
A Villar Perosa il 20
aprile le scuole elementari e
medie presenteranno uno
spettacolo sulla Resistenza,
alle 20,45, a cui seguirà la
proiezione di filmati d’epoca presso l’oratorio San
Giovanni Battista di viale
Agnelli; il 25 alle 10,30
partirà il corteo, e alle 11
presso il parco della Rimembranza ci sarà la commemorazione ufficiale;
inoltre, fino al 25 aprile si
potranno visitare i rifugi antiaerei dalle 16 alle 18,30
con visite guidate.
Cumiana e San Pietro
Val Lemìna ricordano il 25
aprile con un corteo che
partirà alle 10,15 da Cumiana e arriverà fino alla cascina Richetta per la commemorazione dei partigiani
Daghero, Catti e Cevrino e
terminerà sul piazzale del
Municipio con l’orazione di
Aldo Pedussia. A Prarostino, dopo i culti religiosi
valdese e cattolico ci sarà
l’omaggio ai caduti di Roccapiatta e del Bric (10 e
10,30). A San Secondo il
24 alle 21 presso la sala valdese Fulvio Ferrario terrà
una conferenza su Bonhoeffer, il 25 dopo il corteo e la
deposizione delle corone di
alloro ci sarà alle 11 un incontro-dibattito con esponenti della Resistenza.
Il Comune di Torre Penice organizza insieme a'Villar Pellice e Bobbio Pellice
le celebrazioni del 25 aprile;
dopo la visita ai monumenti
che ricordano i caduti, alle
11, parlerà il prof. Carlo Ottino. Interessante anteprima
sarà la serata di lunedì che
vedrà, alle 20,45, da Santa
Margherita, una fiaccolata
per le strade del paese e, alle 21,30, al cinema Trento,
uno spettacolo presentato
dalla filodrammatica valdese, dal coretto e dal gruppo
rock The Offals dal titolo
«La rosa è rossa».
ANGROGNA: UN GIOVANE UCCISO DAL TRATTORE
— Un agricoltore di Angrogna, Levi Pons, 27 anni, è deceduto venerdì scorso in seguito alle ferite riportate in un incidente col trattore con il quale stava trasportando alcune balle
di fieno. Il giovane è rimasto schiacciato dal mezzo che stava guidando scivolato sul terreno bagnato dalle recenti precipitazioni. Nessuno era con lui al momento della disgrazia
e l’allarme, pur dato tempestivamente, non ha consentito alcun tipo di intervento in soccorso del giovane Pons.
DONO DEL MIDOLLO OSSEO — Si svolgerà sabato 22 a
Luserna S. Giovanni, presso la chiesa S. Cuore, una serata di
sensibilizzazione sul problema del dono del midollo osseo;
accanto a un concerto del coro alpino Valpellice, vi saranno
gli interventi del presidente e del vicepresidente dell’Admo
«Rossano Bella», Mario Bella e Diego Zanini.
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Iniziativa dell'amministrazione
La storia della Bibbia
in mostra a Pinerolo
N. SERCIO TURTULICI
L9 Italia che presume di
essere il centro del
mondo cristiano conosce poco e male la Bibbia. Tentativi
di divulgazione se ne fanno
in giro, ha detto il prof. Bruno Corsani presentando a Pinerolo la mostra bibliografico-documentaria «La Bibbia», ma ogni volta sono le
chiese a promuoverli. Questa
volta è stata un’amministrazione civica ad organizzare la
mostra, con la Società biblica
in Italia.
Nella sala delle conferenze
di palazzo Vittone, luogo
dell’esposizione. Corsani, per
molti anni docente di Nuovo
Testamento alla Facoltà valdese di teologia di Roma e da
qualche mese abitante a Pinerolo, ha tenuto una breve prolusione sul tema «Le vicende
della Bibbia in Italia dal XV
al XX secolo».
La storia della Bibbia in
Europa e quindi in Italia nasce dal Medioevo, allorché i
copisti degli ordini monastici
salvarono dalla distruzione i
testi originali, ebraico e greco, dell’Antico e del Nuovo
Testamento ricopiandoli a
mano più volte su pergamene
e papiri. Se non ci fosse stata
nel Medioevo cristiano una
qualche conoscenza della
Bibbia non avremmo avuto
la Divina Commedia ma è
con il XV secolo, quello della stampa, dell’umanesimo,
della scoperta dei grandi testi
letterari dell’antichità, che la
I generali Jalla
Leggendo a pag. Il de l’Eco
delle Valli del 7 aprile la lettera di Giulio Giordano e
Franco Pasquet intitolata «La
Resistenza alle Valli», sono
rimasta molto colpita dalla
leggerezza con cui essi accusano di «adesione al fascismo» due persone, senza precisare il grado della prima né
il nome della seconda.
Quanto alla prima (Martinat) non credo davvero che si
tratti dell’eroico generale
Martinat, il cui monumento
sorge a Perrero; ma bisognava precisarlo. Quanto alla seconda (generale Jalla), io sono la figlia del generale Davide Jalla, alpino, internato in
Germania dall’8 settembre
1943 al maggio 1945, e poi
iscritto nel Ruolo d’onore invalidi di guerra, proprio per
invalidità contratta nei campi
di internamento.
Invece colui che viene nominato nella lettera è il generale Luigi Jalla, che - come si
legge più avanti nella stessa
lettera - segui tutt’altro percorso. Anche a distanza di
tanti anni questa confusione
mi ha molto turbata, ricordando le sofferenze di mio padre.
Per questo invio la precisazione.
Ada Jalla Palmery
Ivrea
Bibbia viene divulgata e il
«ritorno alle fonti» apre la
strada alla Riforma protestante.
Da allora si sono susseguite le traduzioni italiane: del
Malermi (1471), del Brucioli
(1532), poi del Diodati, protestante lucchese esule a Ginevra: riveduta più volte fino
alla revisione definitiva del
Luzzi, è questa la versione
della Bibbia tuttora adottata
dal mondo evangelico di lingua italiana.
In campo cattolico la Chiesa romana continuò a lungo a
usare la Vulgata latina di San
Girolamo. Poi vennero via
via le traduzioni di Martini
(1768-81), di Vaccari (1958),
di Garofalo (1960) e altre, fino alla traduzione ufficiale e
usata nella liturgia della Conferenza episcopale. Tra il
1976 e il 1985 cattolici e protestanti insieme hanno prodotto la traduzione interconfessionale della Bibbia in lingua corrente (Tile).
Il percorso espositivo di
palazzo Vittone è limpidamente illustrativo. Le didascalie tracciano la panoramica della storia della Bibbia
dal Medioevo a oggi; sono
esposte alcune importanti
versioni del Libro sacro, in
originale o in copia anastatica: quelle di Olivetano (la
traduzione in francese, del
1532, fatta dal cugino di Calvino per i valdesi «convertiti» alla Riforma con il Sinodo
di Chanforan, 1530), del Diodati, di Martini.
San Germano
Fede e ricordi
Mimi Matthieu, attualmente ospite dell’Asilo dei vecchi di San Germano, che ha
superato brillantemente i novanta anni, cinquanta anni fa
mentre la guerra sembrava
volgere al termine aspettava
fiduciosa un giorno nuovo.
«Aspettando un giorno nuovo» è il titolo di un libro appena uscito nella collana «Il
ponte» del Museo valdese di
San Germano, curato da Clara Bonous, nel quale Mimi
racconta quei terribili giorni
di guerra, seguendo il suo
diario su cui annotava immagini, fatti, impressioni di quanto accadeva intorno a lei
con un susseguirsi incalzante
di eventi tragici.
Quella offerta da Mimi
Matthieu, valdese di Pomaretto, per anni al servizio della comunità, è una testimonianza semplice, schietta,
permeata di una fede incrollabile nell’aiuto divino e vuole rivolgersi alle nuove generazioni come invito alla memoria di un periodo cruciale
su cui si fonda la storia di oggi. Il libro è stato presentat
all’Asilo dei vecchi di San
Germano durante l’inaugurazione di una mostra documentaria sulla guerra di Liberazione nelle valli Chisone e
Germanasca.
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Fondi per aree a declino industriale
Un nuovo sviluppo
È in distribuzione un supplemento al Bollettino ufficiale della Regione Piemonte
contenente i bandi per la pre-,
sentazione delle domande di
contributo per gli interventi
previsti dal regolamento Cee
n. 2081/93 per le aree a declino industriale. Enti locali, associazioni imprenditoriali e
artigiane e singoli operatori
hanno 60 giorni (a partire
daini aprile) per presentare
domanda alla Regione. Copie
dei bandi possono essere ritirati presso gli assessorati
all’Industria, all’Artigianato,
al Turismo e all’Ambiente.
Tutti i Comuni della Provincia di Torino fanno parte delle zone in cui possono essere
realizzati interventi previsti
dal regolamento.
Il provvedimento prevede
nel complesso 2.620 miliardi
di investimenti (462 a carico
dello stato, 389 dell’Unione
europea, 90 della Regione,
57 degli enti locali e il resto
degli imprenditori artigiani e
industriali) suddivisi in sei
«assi di intervento»: sviluppo
e rafforzamento del tessuto
delle piccole e medie imprese; turismo (con particolare
attenzione alla riqualificazione del turismo montano nelle
vallate alpine minori e la crescita del servizi turistici);
promozione e diffusione dell’
innovazione tecnologica; ambiente (investimenti per ridurre le emissioni nell’atmosfera e per favorire il ricupero e il riciclaggio dei rifiuti);
riequilibrio mirato del territorio (con recupero delle grandi
aree industriali dismesse e
sulla realizzazione di aree attrezzate); corsi di formazione
professionale a sostegno dell’occupazione.
L’obiettivo strategico del
regolamento mira a un nuovo
modello di sviluppo industriale, privilegiandone forme
di specializzazione a più alto
contenuto innovativo e di
qualità e lo sviluppo di un’attività di servizi qualificati.
Uno stabilimento torinese forse recuperabile
Oltre trent'anni d\ scuola a Massello
La maestra Tron
Colpita da un malore improvviso è scomparsa, la mattina del 2 aprile, a Pomaretto,
la maestra Marianna Eugenia
Tron ved. Micol. Nata a Massello nel 1907, aveva sei fratelli e sorelle, di cui una,
Anais, morì bambina, colpita
da un fulmine mentre era al
pascolo. Giovanni fu pastore
nel Rio de la Piata, Ernesto
professore alla Scuola Latina,
poi all’istituto tecnico di Pinerolo e assistente all’Università di Torino; Ida fu diaconessa mentre Emilio, unico
fratello ancora vivente, è pensionato della miniera e coltivatore a Massello.
Eugenia svolge i suoi studi
alla Scuola Latina di Pomaretto e alla Scuola normale
valdese di Torre Pellice, per
diplomarsi maestra nel 1925.
Insegna a Coumbo Vioulo
(Inverso Pinasca), poi fa l’i
stitutrice a Torino e va a insegnare a Celle Macra (vai Varaita), da cui otterrà il trasferimento a Massello, suo luogo di lavoro fino alla pensione. Nel 1939 sposa Enrico
Micol, da cui ha due figli; dopo la morte del marito (1986)
si trasferisce a Perosa Argentina e poi a Villar Perosa.
Oltre all’insegnamento scolastico Eugenia Tron si occupava anche della tenuta dello
Stato civile in tempi in cui gli
uffici comunali non avevano
impiegati a pieno tempo. Per
un certo periodo, con il marito, ha gestito anche un negozio di commestibili, ma è soprattutto nella chiesa di Massello che la sua fede l’ha portata a dare un contributo eccezionale, sia nella scuola domenicale di Salza sia nell’insegnamento biblico affiancato alle lezioni scolastiche.
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venerdì 21 APRILE 1995
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PAG III
Alimentazione e mangiare sano
La ciotola
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VALERIA FUSETTI
Chi segue la mia rubrica
si sarà accorto che
consiglio quasi sempre 1’
uso dell’olio extravergine
d’oliva, e forse alcuni di voi
si saranno chiesti il perché.
È presto detto: l’olio extravergine d’oliva secondo le
leggi vigenti deve essere ottenuto con la spremitura a
freddo, senza manipolazioni
chimiche; inoltre non può
superare l’l% di acidità
..(quantità di grassi alterati).
Un’altra caratteristica è data
dalla presenza delle vitamine A, D e E, oltre a fosfoli•pidi, clorofilla e caroteni.
Un altro dato positivo è la
presenza dell’acido linoleico nella percentuale (13%)
ottimale per il nostro organismo. L’acido linoleico ha
la proprietà di abbassare il
.tasso di colesterolo nel sangue e di inibirne la produzione da parte del nostro organismo.
L’acido linoleico però de■ te essere assunto con misura, un abuso può causare
gravi danni; per questo oli
con più alte percentuali di
acido linoleico sono da
usarsi con grande parsimonia, se non da eliminare addirittura dalla nostra dieta.
f.Mi riferisco in particolare
agli oli di semi, che soffrono anche di una maggiore
^alterabilità durante la cottura rispetto all’olio d’oliva
extravergine. Una delle reazioni più dannose è la for' mazione, per effetto del calore, di glicerina e acroleina, entrambe sostanze tossiche quando entrano nella
dieta alimentare. Ovviamente se lo stesso olio viene usato più volte la sua
tossicità aumenta in proporzione; per questo non mi
stancherò mai di consigliar
vi padelle antiaderenti e poco olio per la cottura. Quando è possibile cuocete senza
olio e aggiungetelo alla fine: i suoi benefici sono
maggiori se usato crudo.
Zuppa di legumi danese
Dopo avervi così diffusamente descritto i pregi dell’
olio d’oliva extravergine mi
sembra logico darvi la ricetta di una zuppa il cui condimento originale, a base di
cotenne di maiale, è stato
sostituito da 2-3 cucchiai
d’olio d’oliva ovviamente
crudo. Ingredienti; gr 150 di
fagioli cannellini secchi; gr
250 di piselli secchi; 1 porro; 1 costa di sedano; 1 patata; 1 mela; 3 foglie di alloro; 1 cucchiaio di prezzemolo tritato; sale; 1,5 litri di
acqua calda; 1 pezzo di alga
kombu.
Lasciate per alcune ore i
legumi a bagno con l’alga.
Cambiate almeno 4-5 volte
l’acqua. Metteteli poi a cuocere nell’acqua bollente con
l’alga e le verdure tagliate a
pezzi. Quando tutto è cotto
al punto giusto passate con
il passaverdure; mentre la
zuppa cuoceva avrete tagliato fette di pane vecchio
e le avrete passate al forno.
Distribuitele in una pirofila
di pirex, irroratele con alcuni cucchiai d’olio e con il
prezzemolo tritato (chi lo
desidera può aggiungere al
trito uno spicchio d’aglio),
versate il passato sul pane
così guarnito.
Coprite e lasciate riposare dieci minuti prima di
servire. Si può mettere la
pirofila nel forno preriscaldato, e spento al momento
di introdurla, per un quarto
d’ora. Dopo un primo piatto del genere vi consiglio
di essere piuttosto sobri
con il secondo.
CIOV
Commissione Istituti Ospitalieri Valdesi
Via Beckwith, 3 - 10066 Torre Pellice (To)
tei. 012D91606
Estratto avviso di gara d’appalto
È indetta, ai sensi dell’art. 1 lettera d) della
legge 2.2.73 n.l4, una gara d’appalto da
esperirsi mediante licitazione privata per la
realizzazione del 3° lotto di ampliamento
dell’Ospedale Valdese di Pomaretto. Importo a base d’asta £. 2.365.105.485, IVA esclusa; è richiesta l’iscrizione all’A. N. C. - cat.
n. 2 - classe 6 fino a £. 3.000 milioni. Il bando integrale di gara e gli atti relativi sono in
visione presso l’ufficio tecnico della CIOV.
La domanda di partecipazione, in carta da
bollo da £. 15.000, dovrà essere redatta in
lingua italiana e dovrà essere corredata, pena l’esclusione, dalle dichiarazioni successivamente verificabili e dai documenti richiesti nel bando integrale di gara; essa dovrà
pervenire alla CIOV entro le ore 12 del
28.4.95. La richiesta d’invito non vincola
l’Ente appaltante.
Il presidente Dr. G. Ghelli
Torre Pellice, 11.4.95
!.f
Nelle
Chiese Valdesi
POMARETTO — L’assemblea di chiesa è convocata
per domenica 30 aprile, durante il culto; all’odg relazione
annua, elezione deputati al Sinodo e alla Conferenza.
SAN SECONDO — Domenica 23, ore 10, culto con assemblea di chiesa per l’elezione di anziani e dei deputati al
Sinodo e Conferenza distrettuale.
VILLAR PELLICE — Giovedì 20 aprile, alle 21, nel
tempio, concerto della Coral vaidense, di Colonia Vaidense.
• Il 23 aprile il culto sarà seguito dall’assemblea di chiesa che ha all’odg l’elezione o rielezione di alcuni membri
del Concistoro e l’elezione dei deputati al Sinodo e alla
Conferenza distrettuale; nel pomeriggio l’Unione femminile offrirà un rinfresco ai confermati.
• Il 25 aprile, alle 21, incontro sul tema «Imparare a credere nel mondo diventato adulto».
BOBBIO PELLICE — Il culto di domenica 23 aprile
sarà preparato e condotto da un gruppo della scuola domenicale e del precatechismo.
ANGROGNA — La corale invita la comunità a due incontri musicali che si terranno ai Jourdan il 21 aprile e a
Buonanotte il 28, alle ore 21,15.
POMARETTO — Il 26 aprile riunioni quartierali ai
Maurini e a Pomaretto alle 20,30.
PERRERO-MANIGLIA — Bazar dell’Unione femminile alle 14,30.
• Continua la rassegna Cineocchió che il 25 aprile presenta «Bagdad Café».
INCONTRI TEOLOGICI «G. MIEGGE» A PINEROLO — Il 22 aprile alle 17, nella sala presso il tempio valdese, proseguono gli incontri sul testo «Etica » di
Bonhoeffer con la riflessione sul quinto capitolo «Cristo, la
realtà e il bene».
20 aprile, giovedì — PINEROLO: Presso la biblioteca
dell’istituto Buniva, alle 21, l’assessorato alla Cultura promuove
l’ultimo incontro sull’emigrazione su «Il tempo dei figli: la continuità e il rifiuto delle radici».
20 aprile, giovedì — PINEROLO: Alle ore 20,45 si chiude
la stagione teatrale del Teatro-incontro di via Caprini 31 con
«Operetta, che passione!», concerto di brani da operette celebri
con la compagnia «I nuovi».
20 aprile, giovedì — TORINO: Alle 18 il Circolo degli artisii inaugura l’esposizione «Devalle, santi, profeti, martiri» presso il Palazzo Graneri della Roccia in via Bogino 9. La mostra resterà aperta fino al 4 giugno.
21 aprile, venerdì — VILLAR PEROSA; Alle 20,30, nella biblioteca, gli allievi della 3“
media di Perosa Argentina presentano una serata di canti «che
hanno fatto la storia» su video
cassetta.
21 aprile, venerdì — PINEROLO: Alle 21, al circolo Stranamore, serata con Ivan Della
Mea con le sue canzoni di lotta e
protesta degli anni ’60-70.
21 aprile, venerdì — TORINO: Inaugurazione della mostra
«Amphibia e licheni», organizzata dal Museo regionale di scienze
naturali, che si svilupperà con
una selezione di circa 3.000
esemplari risalenti al secolo scorso. Orario 9-19, 9-23 il venerdì,
chiuso il lunedì.
21 aprile, venerdì — PINEROLO: Nel salone dei cavalieri,
in via Giolitti, alle 18,30, il prof.
Grado Merlo parlerà su: «Dalle
monache di Riffreddo alle domenicane di Revello».
22 aprile, sabato — TORRE
PELLICE: Nella sala Paschetto
del Centro culturale valdese, alle
17, verrà inaugurata una mostra
di dipinti di Daniela Giorcelli e
Piercarlo Longo; la mostra, aperta fino al 4 maggio, è visitabile
ogni pomeriggio.
22 aprile, sabato — PINEROLO: A Stranamore serata
jazz con Luigi Mattinale; inizio
alle ore 21.
22 aprile, sabato — PERRE
RO: Alle 21,15, nell’ambito del
Cantavalli, presso il centro sportivo culturale il gruppo lombardo
«Terantiqua», quartetto di recente costituzione, presenta un
concerto incentrato sul repertorio
da ballo caratterizzato dall’accoppiata piffero-musa e su
un’ampia scelta di canti dell’area
lombardo-piemontese; lo strumentario utilizzato comprende
anche organetto, ghironda, chitarra, violino, flauti, sax, tastiere,
coraanriusa e piffero.
22 aprile, sabato — INVERSO PINASCA: Si inaugura la
«Sem^ine du Jumelage» che continuerà fino al 1° maggio. Il primo appuntamento è alle 18 presso il Foyer culturel con il teatro
con la rappresentazione di «Fuochi» a cura dell’Assemblea-teatro di Torino. In serata fuochi pirotecnici.
22 aprile, sabato — TORRE
PELLICE: La compagnia filodrammatica Sancarlese presenta
alle 21 «Carlin Ceruti sartor per
tuti» presso il Salone opera gioventù per la 4“ rassegna teatrale
in vai Pellice.
22 aprile, sabato — PEROSA ARGENTINA: Alle 16,30,
nella sala consiliare della Comunità montana incontro su «La
memoria della Resistenza, 194345, per resistere oggi» alla presenza di Bruna Peyrot.
22 aprile, sabato — ANGROGNA: Alle 21,15 concerto
del coro «La draia» presso la
chiesa cattolica di San Lorenzo,
nell’intervallo intervento di Bruna Peyrot su «Le memorie possibili della Resistenza partigiana».
L’Eco Delle Valli Valdesi
Via Pio V, 15-10125 Torino
Tei. 011/655278
Via Repubblica, 6 - 10066
Torre Pellice (TO)
. tel/lax 0121/932166
Sped. in abb. post./50
Pubblicazione unitaria con Riforma
non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Resp, Franco Giampìccoli
Stampa: La Ghisteriana Mondovì
Una copia L. 2.000
Torneo di calcio
In ricordo
di Leo Giordan
PRIVATO acquista mobili
vecchi-antichi e oggetti vari: tei
0121-40181.
Durante l’inverno, in seguito a un tragico incidente di
moto, è deceduto un giovane
ragazzo lusernese, Leonardo
Giordan, studente al Liceo
scientifico. Per ricordare il
loro amico, un gruppo di ragazzi ha deciso di organizzare per domenica 23 aprile, a
partire dalle 10, presso il
campo del Collegio valdese a
Torre Pellice, un torneo triangolare di calcio under 21; la
chiusura della manifestazione
è prevista per le 18,30.
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma, venerdì
21 aprile. Colpo di luna; sabato.
Occhio Pinocchio; domenica,
ore 15, 17, 19, 21 La vita a modo mio; lunedì La signora ammazzatutto; martedì (ore 15, 17,
19, 21) e giovedì Uomini, uomini, uomini. Feriali ore 21.
VALU . ì
CHISCH«£ • GERMANASC A
Guardia medica;
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale valdese, Pomaretto,
tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 23 APRILE
Rinasca: Farmacia Bertorello
- Via Nazionale 22, tei.
800707
martedì 25 APRILE
Perosa Argentina: Farmacia
Forneris - Via Umberto I, tei.
81205
Ambulanze:
Croce verde, Perosa: tei. 81000
Croce verde, Porte ; tei. 201454
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
TORRE PELLICE — Il cinema Trento ha in programma
giovedì, ore 20,45 Music box
(per i 50 anni della Liberazione);
venerdì, ore 21,15 Amici per
gioco, amici per sesso; sabato
22 aprile e domenica 23, ore 20 e
22,10, Prêt à porter.
RADIO
BECKWITH
EVANGELICA
FM 91.200 e
FM 96.500 4
tei. 0121/91.507
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 23 APRILE
martedì 25 APRILE
Bibiana; Farmacia Garella Via Pinerolo 21, tei. 55733
Ambulanze:
CRI - Torre' Pellice, tèi. 91996
Croce Verde - Bricherasio, tei.
598790
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, Pinerolo, tei,
2331
Ambulanza:
Croce Verde, Pinerolo, tei.
322664
SERVIZIO INFERMIERISTICO
dalle ore 8 alle 17, presso i di
stretti.
SERVIZIO ELIAMBULANZA
telefono 118
GIOVANE africana ben referenziata cerca lavoro domestico
con regolare contratto. Zona Torino e dintorni o valli valdesi; tei.
011-6508970.
AFFITTASI mesi estivi alloggio Borghetto Santo Spirito
(Sv); tei. 0121-598194.
Città di Pineroio
Assessorato alla Cultura
Comitato per l’affermazione dei valori della '
Resistenza e dei principi della Costituzione Repubblicana
1945 Non dimenticare il passato 1995
Settimana della solidarietà - aprile 1995
Sabato 22 aprile
Auditorium del Liceo Scientifico (via Rochis) - ore 21
Café Liberté - Gruppo Teatro Angrogna
segue dibattito
(prevendita Libreria II cavallo a dondolo)
Martedì 25 aprile
50° anniversario della Liberazione
Manifestazione promossa
dairAmministrazione Comunale
Collezione Civica d’Arte di Palazzo Vittone
ore 11,30 inaugurazione della mostra:
Disegni di vita artigiana
di Roberto Terracini
La mostra resterà aperta fino a domenica 7 maggio con il seguente orario:
festivo: 10,30- 12,15,30-18
feriale (escluso il lunedì): 15,30-18
Mercoledì 26 aprile
Auditorium del Liceo Scientifico (via Rochis) ore 21
ciao, bella ciao! Canto popolare tra resistenza e tradizione.
Con i cori: (Ìoro alpino Val Pellice;
Badia Corale Val Chisone; Coro Brio Boucie
(ingresso gratuito)
Sala Pro Loco Palazzo Vittone - ore 17,30
Presentazione del libro «Sui sentieri partigiani»
di G. V. Avendo, W. F. Cavoretto, V. F. Rolland e E. Sesia.
Sabato 29 aprile
Teatro incontro, via Caprini - ore 21
Proiezione «Schindler’s List» di Steven Spielberg
(ingresso gratuito)
sabato 22 e domenica 23 aprile <
Portici via Buniva ang. via Chiapperò
Pittori per la solidarietà
Esposizione di pittura in collaborazione con il Circolo Fabio Neruda
14
PAG. IV
Centro ecumenico Agape - Frali
96 letti, 35 camere, escursioni in montagna,
centro di incontri e studi per gruppi, aperto
tutto l'anno.
resp. Letizia Tomassone
tei. (0121) 807514; fax 807690
10060 Frali (TO)
Foresteria Valdese
vaiar Perosa
resp. Thomas Noffke
tel.(0121)51372
via Àssietta 4
10069 Villar Perosa (TO)
Casa valdese per ferie - Viering
3 dormitori con letti a castello, corredo personale, prenotazioni tutto l'anno, alì'imbocco della Val d'Aosta.
resp. Ruggero Marchetti, tei. (01265) 44345
Viering 39 -11020 Champdepraz (AO)
tel.(0125)960417
"
Centro evangelico «P. Andreetti»
S. Fedele Intelvl
7 camere, 25 posti letto, altitudine 750 m,
30 km da Como e Lugano, aperto tutto l'anno, incontri giovanili e comunitari,
resp. Ennio del Priore, tei' (031) 525346
tel.(031)830418
via Provinciale 55 - 22028 San Fedele Intelvi (CO)
- ■■ ■:
Centro ecumenico «L Menegon»
Tramonti di Sopra
25 letti, 8 camere, campi studi per giovani e
famiglie in luglio e agosto, a disposizione di
gruppi autogestiti altri periodi.
resp. Vania Pradolin
tei, (0434) 279531; 0427) 869087
33090 Tramonti di Sopra (PN)
^ ~
Foresteria «Cà d’Ia pais» - Angrogna
20 letti, 5 camere, per gruppi autogestiti
Loc. Bagnóou, Colle della Vaccera, 10060
Angrogna
Coordinamento strutture ricettive
tei. e fax (0121) 91801
via Arnaud 34 -10066 Torre Pellice (TO)
Foresteria valdese
«La Rocciaglia» - Angrogna
2 edifici, 20 camere, 40 letti, per gruppi autogestiti
Coordinamento strutture ricettive
tei. e fax (0121) 91801
via Arnaud 34 -10066 Torre Pellice (TO)
peri
vostri incontri
~m
Foresteria valdese - Torre Pellice
102 letti, 45 camere, centro storico valdese,
escursioni in montagna, 55 km da Torino,
aperto tutto l'anno.
resp. Adriano e Carla Longo
tei. e fax (0121) 91801
via Arnaud 34 -10066 Torre Pellice (TO)
Foresteria «La Gianavella»
Luserna S. Giovanni
2 edifici nella pineta, 24 letti, 4 camere per
gruppi autogestiti.
Coordinamento strutture ricettive
tei. e fax (0121) 91801
via Arnaud 34 -10066 Torre Pellice (TO)
Casa valdese per la gioventù
Vallecrosia
127 letti, 24 camere, 5 minuti dal mare, 8
dormitori, 3 bungalow, colonie estive, aperto da gennaio a ottobre,
resp. Sergio Nisbet
tei. (0184) 295551, fax 290402
via Col Aprosio 255 -18019 Vallecrosia (IM)
Casa balneare valdese
Borgio Verezzi
68 letti, 35 camere sul mare, recentemente
ristrutturato, aperto tutto l’anno.
resp. Albina e Nicolino Canu
tei. (019) 611907, fax 610191
c.so Italia 110-17027 Pietra Ligure (SV)
Casa valdese - Rio Marina
48 letti, 15 camere vicino al mare, recente
mente ristrutturata con ampio giardino e so
larium, aperta da aprile a ottobre,
resp. Ornella Grein Rovelli
tei. (0565) 962141; fax 962770
p.zza Mazzini 1 - 57038 Rio Marina (LI)
Campo Sardegna
Casa colonica, 35 letti, 4 camerate, piazzole
per tende e camper, vasta boscaglia medi
terranea, aperta da giugno a settembre, su
richiesta anche in primavera.
resp. Franco Meloni
tei. (070) 758018,488714 (abitaz.)
SS 125 Cagliari-Olbia al km 24,2
Foresteria valdese - Venezia
49 letti, camere ed appartamenti, centro storico, 5 minuti da p.zza San Marco, aperto
tutto l'anno,
resp. Pierino Grill
tei. e fax (041) 5286797
Palazzo Cavagnis
Castello 5170-30122 Venezia
.X'
.X
Casa comunitaria - Tresanti
Casa colonica ristrutturata, 30 letti, 30 km da
Firenze..
resp. Franca Cossa
telefax (0571)659075
via Chinigiano 10 - 50025 Montespertoii (FI)
Centro giovanile (Gouid) - Firenze
70 letti, 25 camere di cui 19 con bagno,
centro storico, 20 minuti a piedi da stazione
Fs, aperto tutto l'anno.
resp, Roberto bocchi
tei. (055) 212576; fax 280274
via dei Serragli 49 - 50124 Firenze
Casa Cares - Reggello
55 letti, 16 camere, anfica fattoria a 35 km
da Firenze a 500 m sul Pratomagno, chiusa
in gennaio.
resp. Antoinette e Paul Krieg
tei. e fax (055) 8652001
via Pietrapiana 56 - 50066 Reggello (FI)
«La Casetta» - Bari
Camping, 20 piazzole per tende, 1 per caravan, zona alberata nella campagna, autobus
da Bari, aperto tutto l’anno,
resp. Gianna Sciclone
tei. (080) 493084; 5533091
via Gentile 106-70126 Bari
Villaggio evangelico
Monteforte Irpino
30 letti, 13 camere, sale per incontri, ampi
spazi verdi, aperto tutto l’anno.
resp, Gianni Sagripanti
tei. e fax (0825) 682698
via Rivarano 18
83024 Monfeforte Irpino (AV)
Centro evangelico - Bethel
Tel. (0961) 922059 - 88055 Taverna (CZ)
Nella piccola Sila. 1300 metti, .10 camere,
50 posti letto. Apertura per campi metà giugno-metà settembre. Altri periodi in autogestione.
Per informazioni: past. Bruno Gabrielli, via
XX Settembre 62, 88100 Catanzaro, tei. e
fax (0961)728045
Villaggio della gioventù - S. Severa
120 letti, 29 camere sul mare, 40 km da Roma, saloni a disposizione, aperto tutto l’anno,
resp. Paolo bandi
tei. (0766) 740055; fax 741527
lungomare Pyrgi 13 - 00050 S. Severa (RM)
Villa Hilda - Anguillara Sabazia
Appartamenti per vacanze con spiaggia in
riva al lago di Bracciano. Via Trevignanese
km 1,500, Anguillara Sabazia (RM).
Rivolgersi a: tei. (06) 3215368, fax 3211843
per le
vostre vacanze
\
\
Casa valdese
Guardia Piemontese
Minialloggi per famiglie, 10 minuti d’auto
dalle Terme Lunigiane e a 15 dal mare,
apertura estiva,
resp. Beatrice Grill
tei, (0984) 621490
piazza della Strage - 87020 Guardia Piemontese (CS)
Al.!«.»
Servizio cristiano - RiesI
15 letti, 6 camere, foresteria in allestimento,
aperta tutto l'anno.
resp. Giuseppe Platone
tei. e fax (0934)928123;
via Monte degli Ulivi 6 - 93016 Riesi (CL)
Ecumene - Velletri
Centro di studi e vita comunitaria, 80 letti,
50 km da Roma, aperto da giugno a settembre e altri week-end.
resp, Ornella Sbatti
tei. (06) 4743695
Contrada Cigliolo - 00049 Velletri (RM)
Casa valdese - Roma
56 letti, 29 camere nel centro di Roma a pochi passi da p.zza Cavour, 3 minuti dalla
metropolitana, aperto tutto l'anno,
resp, Aldo Visco Gilardi
tei. (06) 3215362; fax 3211843
via Farnese 18-00192 Roma
------------------------------------------------------------------'
Centro evangelico battista
Rocca di Papa
60 letti, 13 camere, 9 con bagno, 25 km da
Roma, spazi per incontri e giochi, aperto
tutto l’anno.
resp. Vera Marziale latrate
tei. (06) 9499014
via Vecchia di Velletri 26 - 00040 Rocca di
Papa (RM)
SI----—7X7—S-----------"T—:-----— ■
Foresteria del Centro diaconale
«La Noce» - Palermo
50 letti, 15 camere, uso cucina per gruppi,
nel centro di Palermo, aperto tutto l'anno.
resp. Karola Stobaus
tei. (091) 6817941; fax 6820118
via Gio. EV. Di Blasi 12-90135 Palermo
Centro giovanile evangelico
Adelfia - Scoglitti
Centro per incontri e vacanze in ristrutturazione, sul mare, 20 posti letto.
Per informazioni: Giuseppe Ficara, via Orlandini 14, 91100 Trapani, tei. e fax (0923)
20951
15
venerdì 21 APRILE 1995
ALITA ‘•'*
PAG. 7 RIFORMA
Il gruppo di combattimento «Cremona» partecipò alla liberazione della Bassa Padana
Soldati e partigiani insieme per la liberazione
ALBERTO CORSAMI______
Per i soldati della divisione
«Cremona» e per quelli
della «Friuli», allora operativi
in Corsica, l’8 settembre ’43
fu una giornata come le altre.
Hon consegnarono le armi,
ma iniziarono gli scontri con
le truppe tedesche. Nelle parole del generale Raffaello
Oraziani, valdese, attuale comandante della brigata Cremona, rivive la vicenda di
quegli uomini che combatterono fino alla Liberazione a
fianco delle bande partigiane.
Non vi furono allora dubbi
su corne schierarsi: i numeri
dicono che dove l’esercito
italiano poteva resistere lo fecej^^si pensi alla divisione
«Acqui» a Cefalonia, o alle
divisioni che nei Balcani si
schierano con i partigiani.
Una piccolissima parte aderì
all’esercito della Repubblica
sociale.
Al rientro dei francesi, la
«Cremona» passa in Sardegna, e ai soldati viene lasciato
solo rarmamento individuale.
Dopo un’attività addestrativa
ci fu il rientro al Sud, nella
parte d’Italia già liberata; qui
i britannici equipaggiarono
questi uomini, assegnando loro non più il titolo di divisione, ma quello di «gruppo di
combattimento». Insieme alla
«Cremona» c’erano «Friuli»,
«Legnano», «Folgore», che
furono inseriti nell’armata
americana e concorsero alla
liberazione di Bologna. Alle
loro spalle c’era poi la «tornia» delle cosiddette «unità
ausiliarie», utilizzate dagli alleati (che forse non si fidavano troppo...) soprattutto per
esigenze logistiche.
Il gruppo «Cremona» dunque si trovò unito all’ottava
annata britannica e intervenne sulla Linea gotica, e operò
lungo la direttrice RavennaAlfonsine-Rovigo-Venezia.
Rientrando nell’Italia continentale vi erano stata defezioni e il «gruppo» era povero di
soldati. A irrobustirlo, tra la
La cartina indica la strategia congiunta del gruppo di combattimento
«Cremona» e nuclei partigiani
fine del ’44 e l’inizio del ’45,
intervennero volontari soprattutto umbri e toscani, quasi
tutti provenienti dalle formazioni partigiane disciolte in
quei mesi, dopo che erano
state liberate le loro città, e
dopo gli anni di guerra che si
erano fatti nel Regio esercito:
venivano da Terni, Perugia,
Empoli, Pistoia, Città di Castello... per un totale di circa
1.700 persone.
In quella stessa area si era
intanto schierata autonomamente una brigata partigiana
(la 28“ Garibaldi «Mario Cordini»), agli ordini di Arrigo
Boldrini, presidente dell’Anpi; in un primo tempo essa
combattè autonomamente,
per poi essere posta alle dirette dipendenze del comandante del «Cremona», generale
Clemente Primieri con perfetta integrazione, fra marzo e
aprile ’45, prima nei fatti e
poi anche sul piano dell’organizzazione. Qui comincia, nel
racconto del generale Oraziani, anche l’avventura dei successivi rapporti tuttora rinnovati di anno in anno, tra l’attuale brigata «Cremona» e la
popolazione di quelle zone
della Bassa Padana: perdura
un’amicizia e una stima che
travalica le opzioni ideologiche e le scelte dei singoli, anche in questi ultirili anni, che
vedono per esempio il comune di Alfonsine amministrato
da un sindaco nato dopo la fine della guerra. Questo rapporto è particolarmente sentito rispetto a Alfonsine stessa,
in provincia di Ravenna, dove
i soldati del «Cremona» en
trarono il 21 aprile, e Adria
dove, superato con mezzi di
fortuna il Po, altri uomini entrarono tra il 24 e il 25.
Tale legame è oggi mantenuto e fatto conoscere alle
giovani generazioni per mezzo-del Museo del Senio sulla
Resistenza, a Alfonsine, organizzato per far conoscere gli
eventi dell’epoca in un allestimento esemplare. Ma questa
memoria è soprattutto scritta
nel rapporto fra quei soldati,
oggi settantenni, e quella gente, che sanno di aver fatto
qualcosa insieme (qualcosa
che fe.steggiano oggi a 50 anni di distanza) e di avere qualcosa da lasciare alle generazioni successive. Si ritrovarono uniti dalla comune adesione a salvaguardare la dignità
di un popolo, e lo fecero al di
là di ogni considerazione particolaristica. Raccontare tutto
questo, andando al di là della
retorica, è possibile: Oraziani
sottolinea che non costa molto
e quindi, si'potrebbe aggiungere, sarebbe scandaloso non
farlo, così come è scandaloso
esitare a farlo per fatti, circostanze e vicende ugualmente
significative che si verificarono in settori magari molto diversi della società italiana di
allora. Anche di fronte al crollo dell’istituzione politica e al
senso di abbandono che provò
la popolazione dopo T8 settembre, ci fu chi pensava al
domani del nostro paese.
CONTRAPPUNTO
Maria^ quella vera
magnifica il Signore
Popolazione e reduci festeggiano ii Cinquantenario
ERMANWO SPURI*______
Il sangue e le lacrime della statua della Madonna
di Civitavecchia, per noi
che vi abitiamo, ci stanno
proprio sommergendo: per
fortuna che molti di noi sanno nuotare.
Credo molto prudentemente che sia giunto il momento di prendere in mano
una questione che per troppo
tempo abbiamo lasciato
all’opportunistica gestione
della curia romana. Papa
Giovanni Paolo II e il vescovo Grillo nel caso di Civitavecchia, ma così è stato anche per Medjugorje e Lourdes, ufficialmente si esprimono con parole di «prudenza», ma nello stesso tempo si muovono per condurre
e gestire la cosa come problema «teologico» e religioso, che sarà poi lasciato alle
perfettissime organizzazioni
religiose cattoliche, le quali
perpetueranno il vergognoso
commercio sulla pelle della
povera gente malata.
Così sta avvenendo a Civitavecchia; il vescovo Grillo proferisce alternativamente parole di cautela e altre di testimonianza personale per aver visto scendere
il «filo di sangue che diventò lacrima»; intanto per
difendere la gestione dell’
affare si allea al sindaco Tidei e inveisce contro la Magistratura appellandola come «forze di Satana». Noi
dobbiamo, poiché ci spetta,
scendere in campo e qualche specialista lo farà con
materiale più ampio, per difendere la memoria e la figura storica della madre di
Gesù; insomma, dobbiamo
togliere dalle mani del cattolicesimo, incrinando magari i rapporti ecumenici peraltro molto problematici, la
figura monoesemplare di
Maria che, passata da semplici apparizioni, via via è
andata parlando e sparlando, dividendosi e cambiando colore, piangendo lacrime umane e infine allagando di sangue la nostra povera Italia. Vogliamo dire che
l’equazione: statuetta uguale sembianze di Maria madre di Gesù, quindi statua
uguale Madonna, è falsa?
Culturalmente ogni alunno
del catechismo sa che della
figura storica della Madonna non ci è pervenuto nessun disegno anatomico e
nessun affresco del suo
sembiante; non ci è pervenuta neanche la sindone
(lenzuolo) di Maria per cui
dobbiamo fare a meno di
usare T«orologio a isotopi».
Vogliamo, bando agli indugi e delicatezze di pseudoparentela, dire con forza
che voler imbrattare il volto
della giovane ebrea Maria,
rendendola «impura» agli
occhi di Dio e nel rapporto
igienico con il prossimo
(Levitico 15, 25) è una delle
operazioni blasfeme più infime e di bassa lega? Strappiamo dalle mani grondanti
miliardi di questi speculatori
la bella figura della madre di
Gesù, per seguirla e gustare
il monito che proviene dal
suo «Canto»: «...ha tratto
giù dai troni i potenti e ha
innalzato gli umili; ha ricolmato di beni i famelici e ha
rimandato a vuoto i ricchi».
Uniamoci a Miriam («la
ribelle» è il significato
ebraico) che ci appartiene e
cantiamo con lei, perché
Maria non ha sempre pianto
anzi, nel pieno del’suo ministerio magnificava il Signore ed esultava in Dio, suo
salvatore.
* pastore battista di
Civitavecchia
In un seminario organizzato a Bari le chiese si impegnano nella lotta contro la grande criminalità
Polìtica^ informazione e mafia nella realtà della Puglia
MARISA MASTROTOTARO
Libertà di informare, diritto ad essere informati:
questi i punti attorno ai quali
si è sviluppato un interessante
dibattito durante il seminario
su «Mafie e informazione»,
tenutosi a Bari sabato 1° aprile e promosso dall’Osservatorio pugliese contro la criminalità (a cui aderiscono la
Fcei e la Fgei regionali) e dal
mensile Narcomafie. Casualmente questo seminario si è
svolto proprio nei giorni del
terremoto giudiziario che,
nell’ambito dell'inchiesta sulle Case di cura riunite, ha
portato ad arresti eccellenti
nel mondo della politica, desìi affari e anche del giornalismo, con l’arresto di Franco
Russo, direttore de «La Gazzetta del Mezzogiorno», il più
diffuso quotidiano pugliese.
Il punto sulla «mafiosità»
in Puglia è stato fatto d.a
Leandro Limoccia, direttore
dell’Osservatorio e vicepresidente nazionale della neonata
associazione «Libera», che ha
definito la Puglia come un laboratorio nazionale negativo,
riove si sperimenta insieme il
poggio dell’arretratezza e il
poggio della modernità.
La specificità pugliese è la
oommistione e Tidentifica
zione anche fisica tra affari e
politica, a loro volta alimentatori e alimentati dalla mafia
locale, troppo a lungo sottovalutata perché meno violenta
rispetto a quella di altre regioni meridionali. In realtà
essa non ha bisogno di sparare perché preferisce strangolare economicamente i suoi
oppositori. Il capitale mafioso, proveniente in special modo dal traffico di armi e di
stupefacenti, condiziona ormai fortemente l'economia e
i processi produttivi. Su tutto
ciò sarebbe stato necessario
svolgere fin da tempo accurate indagini: ma chi avrebbe
potuto farlo visto che i virtuali indagatori, la Procura della
Repubblica e il mondo giornalistico, erano (come si sono
infine rivelati) in stretto connubio con i virtuali indagati?
Il ruolo dell'informazione è
stato quello di presentare una
realtà addolcita, di fabbricare
consenso rispetto ai poteri costituiti, piuttosto che fare da
«cane da guardia», secondo la
concezione anglosassone. Da
un’analisi effettuata sui maggiori quotidiani pugliesi risulta che essi preferiscono pubblicare articoli di «cronaca
secca» applicandola soprattutto alla criminalità comune
(36%), quindi alla criminalità
organizzata (30%) e infine a
episodi di corruzione o collusione (18%), utilizzando spesso titoli che mirano a teatralizzare la scena della criminalità (come per esempio «scippolandia»). Molto scarsa è invece la propensione per Tapprofondimento e l'inchiesta.
Questa tuttavia, lungi dall'
essere una questione solo pugliese, è tipica della stampa
I di tutto il mondo, come ha affermato, Michele Gambino
(giornalista di Avvenimenti),
che ha riferito di una indagine
effettuata su sedici giornali
del Wisconsin (Usa) di diverse tendenze politiche ma
straordinariamente simili nel
taglio delle notizie. Come
spiegare ciò? Evidentemente i
giornalisti utilizzavano le
stesse fonti (quelle istituzionali) e col tempo avevano
sviluppato una tale affinità
con esse da diventare loro
collaboratori piuttosto che
critici. E proprio per evitare
questo rischio che Gambino
sottolinea l'importanza di utilizzare anche delle fonti non
istituzionali (società civile,
circoli, studenti) che spesso
raccontano la realtà prima
che ci arrivino le istituzioni.
Santo Della Volpe (di Rai
3) invece ritiene che l’indagine non debba partire dalla
gente della strada ma dall’
analisi dei bilanci finanziari,
in modo da essere in grado di
ricostruire l’intero mosaico
che sta dietro al semplice fatto di cronaca. Altro elemento
fondamentale è il tempismo; è
inutile sollevare polveroni, fare dell'antimafia parolaia se
non si è ancora in grado di cogliere i processi che hanno
generato la cronaca. Per esempio nel 1984 Buscetta
probabilmente parlò a Falcone di Andreotti, ma i tempi
non erano maturi per pubblicare tali rivelazioni, che
avrebbero avuto l'unico esito
di esporre il giudice ancora di
più. Il confine tra la reticenza
e il tempismo è molto labile e
resta alla sensibilità del giornalista decidere di volta in
volta sulla pubblicazione o
meno di una notizia.
Tutti gli intervenuti al dibattito hanno comunque ribadito l’importanza di un giornalismo che non si limiti al
sensazionalismo, a correre
solo quando «c'è il morto»,
ma che faccia inchieste, indagini, informazione e soprattutto che instauri un rapporto
univoco con la società civile:
da un lato facendola entrare
nei mass media per esprimere
la propria progettualità, trasformandola in soggetto posi
tivo dell’informazione e facendosi essa stessa strumento
di lotta non violenta, dall'altro accettando di farsi mettere
in discussione da essa. Attualmente infatti la stampa
non riserva grandi spazi alle
associazioni e ai movimenti,
perché la solidarietà e l'impegno non fanno spettacolo; occorre invece invertire questa
tendenza, riscoprendo il vero
senso della comunicazione,
che sta nel far parlare l'altro e
l'altra nel rispetto e nella valorizzazione delle differenze,
per un confronto che porti ad
una crescita collettiva.
A margine del seminario
una notizia che vale la pena
riportare: un poliziotto di Latina aderente al Siulp è stato
denunciato perché raccoglieva
firme per la proposta di legge
sostenuta da «Libera» che richiede la confisca dei beni ai
mafiosi; i segretari provinciale e regionale del Siulp si sono a loro volta autodenunciati
per solidarietà. Esprimiamo
anche noi la nostra solidarietà
a questi lavoratori.
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Battisti nel mondo
17® congresso
in Argentina
Il 17° Congresso mondiale
battista si svolgerà a Buenos
Aires dal 1° al 6 agosto 1995.
Il congresso, a cui la partecipazione è libera, si svolge
ogni 4 anni ed è un’occasione
unica di incontro per migliaia
e migliaia di battisti provenienti da tutto il mondo. I
50.000 battisti argentini attendono con impazienza fratelli e sorelle da ogni paese.
I posti disponibili non sono
più molti: la Federazione battista europea (Ebf) dispone
ancora di qualche biglietto
aereo a prezzo ridotto (1.920
marchi) con la compagnia
Varig, con partenza da Francoforte o eventualmente da
altre città dove la compagnia
ha una filiale. Occorre però
contattare immediatamente
l’ufficio della Ebf di Amburgo, tei.4940-5509723, fax
4940-5509725.
C'è anche la possibilità di
partire da Copenhagen con
voli organizzati dall’Unione
battista svedese; in questo caso occorre mettersi subito in
contatto con i battisti svedesi
tramite tel.468-991320 o fax
468-6533538.
Maggiori informazioni sul
Congresso possono essere richieste alla nostra redazione o
airUcehi, tei. 06-6876124.
16
PAG. 8 RIFORMA
Cultura
Quarant'anni fa morivano due scienziati che avevano una caratteristica comune
La religiosità cosmica di Einstein e Teilhard
CHRISTOPH MÖHL
Al centro della ricerca
scientifica, per Teilhard
de Chardin c'è la paleontologia, per Einstein l'origine del
cosmo. Un Dio personale,
non rientra nel modo di pensare del fisico Einstein, ma
anche in Teilhard de Chardin
r immagine di Dio non coincide con quella tradizionale
del cristianesimo. I due scienziati non si sono mai incontrati nella vita; morirono entrambi a New York neO'aprile del 1955.
C’é una parola sulla quale
Teilhard e Einstein si incontrano. una parola importante
per entrambi: «cosmico».
Einstein parla di una «religiosità cosmica» e respinge ogni
immagine di Dio a misura
umana: per lui è inconcepibile un Dio che punisce, respinge la «religione della paura»
pur così diffusa, che la nostra
epoca dovrebbe abbandonare.
La «religione cosmica» di
Einstein guarda con stupore
le meraviglie della natura e
dell'universo. Più uno conosce. più motivi ha di stupirsi:
«Dio è raffinato» ha detto una
volta Einstein, aggiungendo:
«E non è malvagio». Non deve essere la necessità a insegnarci la preghiera, ma la co
noscenza a insegnarci lo stupore. Per Einstein inoltre la
prassi religiosa non è legata
ad alcun rito: chi è religioso
certamente si comporterà in
modo diverso da chi non lo è;
coloro che hanno scoperto
Dio nell'universo sono animati da un «umanismo etico»; per poter agire eticamente occorre condurre una vita
religiosa. Per Einstein anche
le motivazioni per la ricerca
scientifica sull'universo sono
religiose.
Indicazioni per un’immagine di Dio più 0 meno simile
si ritrovano in Teilhard de
Chardin, anche se espresse
con grande circospezione e
con la preoccupazione di non
uscire dalla linea dottrinale
del cattolicesimo. Secondo
Teilhard non c'è solo il Cristo
umano e divino, ma c'è anche
il Cristo cosmico. Non si tratta di una versione moderna
della doppia natura («Vero
Dio e vero uomo»), ma piuttosto di un mettere fra virgolette le due «nature».
La «terza natura di Cristo»,
quella «cosmica» o «universale». e il punto d'arrivo di
una lunga evoluzione. Alla fine di que.sto sviluppo le «due
omega», il fine dell'azione di
Dio e del divenire umano, si
incontrano in un punto omega Un manoscritto di Teilhard de Chardin
finale, che costituisce il superamento definitivo della realtà
scissa, l'unità della realtà di
Dio e della realtà del mondo.
Diversi libri sono stati scritti sui concetti espressi dal cattolico Teilhard, sia per difenderlo sia per confutarlo. A noi
non interessa discutere se
Teilhard formuli le sue ipotesi
in modo teologicamente corretto o se Einstein rimanga fedele al pensiero biblico. Quello che ci preme è sottolineare
lo sforzo di entrambi per collegare le scienze naturali alla
fede in Dio. Teilhard, come
paleontologo, rimproverò soprattutto la Chiesa per aver
voluto, fino a pochi anni fa,
contrapporre in maniera asso
luta i racconti biblici della
creazione alle teorie evoluzionistiche. Come teologo egli
cercò di conciliare l'evoluzionismo con la fede nella Gerusalemme celeste, e nel rinnovamento della creazione alla
fine dei tempi. Tuttavia anche
Teilhard è andato oltre i confini stabiliti, come dice un suo
biografo. Adolf Portmann:
«Quando Teilhard afferma
che lo sviluppo psichico futuro in un campo spirituale di
"simpatia planetaria" avrà un
vero e proprio «valeur salvifique», non possiamo fare a
meno di riconoscere che qui il
profeta ha strappato di mano
la penna allo scienziato».
(da Reformienes Fontm)
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Í r.M. ^ ^ •—^
Uno scienziato eccentrico oggi rivalutato dai cultori delToccultismo
Emanuel Swedenborg inventore e «teologo
»
EUGENIO STRETTI
Entrando nel «Smithsonian Air Science Museum» di Washington, il più
celebre museo aerospaziale
del mondo, si può notare tra i
primi prototipi di macchine
volanti un rudimentale aereo
progettato nel 1716 dall'ingegnere reale Emanuel Swedenborg (1688-1772).
Nel suo progetto Swedenborg non cercò di imitare il
volo degli uccelli, come aveva fatto Leonardo, ¿na immaginò una superficie alare rigida a forma di volta. Nel 1897
il suo progetto si tradusse in
una vera e propria macchina
volante con cabina di pilotaggio, ruote di atterraggio e un
motore a elica. Questo singolare progetto indica la genialità dell'ideatore, nato a Stoccolma da un pastore luterano
e formatosi prima all'Università di Uppsala e poi in Inghilterra. Olanda. Francia e
Germania. Con l'amicizia di
Isaac Newton frequentò la
Royal Society, preoccupandosi sempre degli aspetti pratici della scienza. Scrisse infatti; «E un peccato che i matematici si attengano esclusivamente alla teoria. Spesso
ho pensato che sarebbe molto
vantaggioso se a ogni dieci
matematici venisse affiancato
un bravo tecnico che volasse
con loro».
Swedenborg fu appunto un
bravo tecnico; tra le sue invenzioni si annoverano strumenti musicali, pompe ad
aria, sifoni, un sottomarino,
orologi. La sua formazione di
base, secondo l'usanza, fu
teologica, e benché egli avesse scritto oltre 150 opere di
carattere scientifico, la sua
fama oggi è legata soprattutto alle opere di carattere filosofico-speculativo. La sua
«conversione» avviene nel
1744-45, in occasione di un
viaggio a Londra da cui tornerà sentendosi incaricato da
Dio di fornire una nuova interpretazione delle Scritture,
ed è una conversione di tipo
mistico basata su presupposti
neoplatonici, descritta nei volumi Arcana coelestia (174956) e De coelo et inferno e.x
auditis et visis («Del cielo e
deU'inferno sulla base delle
cose udite e viste»), tradotta
in italiano nel 1988 e ora ristampata*.
La sua fama fu grande, anche se Kant ironizzò al suo
indirizzo nei Sogni di un visionario spiegati con i sogni
della metafisica (1766). John
Wesley lo tenne in grande
considerazione; il protestantesimo razionalista e quello
della santificazione riconobbero in lui comunque un interlocutore serio.
Oggi non è così, almeno in
Italia, dove l'interesse per
Swedenborg è legato essenzialmente agli ambienti spiritistici. E tuttavia nel volume
vi è la consapevolezza biblica
che Dio non si può descrivere. affiancata dalla grazia del
Signore; e infatti nella sua
teologia il diavolo non ha alcun peso e l'inferno nell'ope
Teilhard de Chardin
Un pensiero
condannato
dal Vaticano
Pierre Teilhard de Chardin
nasce il 1° maggio 1881 a Sarcenat, in Alvernia. da una famiglia della nobiltà terriera.
La madre è rigidamente cattolica. A 11 anni entra in un collegio dei gesuiti, e a 18 inizia
il suo noviziato. Viene ordinato sacerdote nel 1911. Dal
1914 al 1919 presta servizio
militare e supera l'esame di
stato in botanica, zoologia e
geologia e nel 1922 diventa
professore di geologia all'InstitLit Catholique.
A causa di una pubblicazione sul peccato originale è inviato in esilio in Cina. do\e
riman'à fino al 1946: qui parteciperà anche alle ricerche
sul «sinantropo». Nel 1951
viene «esiliato» per la seconda volta, in America. do\'e
muore il 10 aprile 1955 senza
che venga tolta da parte del
Vaticano la censura alle sue
opere.
VENERDÌ 21 APRILE 1995
Einstein
Elaborò la
teoria della
relatività
Albert Einstein, figlio di
Hermann, commerciante
ebreo, nasce il 14 marzo 1879
a Ulm. nel Württemberg. Nel
1896 si trasferisce in Sxizzera, dove prende la cittadinanza. e vive facendo delle supplenze nelle scuole e poi come impiegato all'ufficio brevetti di Berna. Nel 1903 sposa Mileva Marie. Nel 1905
scrive sulla teoria della relatività speciale e nel 1916 sulla
relatività generale.
Nel 1911 è professore
all'Università di Praga e nel
1913 diventa membro delFAccademia prussiana delle
Scienze a Berlino. Nel 1919
divorzia e sposa la cugina Elsa Einstein. Riceve nel 1922
il Premio Nobel per la fisica.
Emigrato nel 1933 negli Stati
Uniti, diviene cittadino americano sette anni dopo. Muore a New York il 18 aprile
1955.
Un'esperienza fiorentina
Prospettive di vita
con i disabili
ELENA RAVAZZINI
ra occupa solo 18 pagine ed è
descritto con sobrietà biblica.
È legittimo considerarlo un
veggente? Certo per un riformato o un luterano la sua
opera appare perlomeno singolare: non vi si trovano riferimenti. per esempio, alla
giustificazione per fede, mentre Paolo, pur scrivendo di visioni celesti (Il Corinzi 12),
mantenne un atteggiamento
sobrio, alieno da ogni possibile speculazione.
È comunque utile leggere
l'opera di Swedenborg per
due motivi: uno di documentazione su un protestante che
cercò di coniugare (almeno
in un periodo della sua vita)
la ricerca scientifica con
quella teologica, e poi per
l'attualità: le correnti dello
«spiritismo» compiono oggi
infatti un'operazione «parziale» appropriandosi del suo
pensiero.
(*) Emanuel Swedenborg.
Cielo e Inferno, a cura di Paola
Giovetti. Roma, Edizioni mediterranee. 1994. £ 2.5,000.
Il mondo deH'handicap, sia
esso fisico 0 mentale, è un
mondo «scomodo», che mette
di fronte a realtà dure che richiedono risposte e impegni
precisi, e perciò destinato ad
essere ignorato di proposito o
sconosciuto per assoluto disinteresse. Ma è anche un
mondo di grandi conquiste, di
grandi realizzazioni in cui
emerge la volontà di agire degli operatori e le possibilità
potenziali, tutte da fare emergere. dei soggetti disabili.
Con il testo di Andrea
Mannucci Aneli 'io voglio crescere’^' questo mondo ci viene
presentato attraverso l'attuazione di un'opera assai significatixa. Questo «percorso
educativo per l'autonomia dei
disabili» ci porta a conoscere
le varie tappe che. dal primo
sorgere nel 1971 di una scuola serale per opera di giovani
volontari della Chiesa battista
di Firenze in collaborazione
con il Centro sociale evangelico. avente come unico fine
«l'impegno sociale verso gli
emarginati e tutti coloro che
la società tende a discriminare», conducono attraverso gli
anni e i contatti con le tipologie più varie d'ogni età, al costituirsi nel 1994 della Cooperativa sociale «Gaetano Barberi». pienamente rispondente
alle normative in merito.
Il testo di Mannucci è assai
valido per chiarezza e obiettività. in un giusto equilibrio
fra l'esposizione tecnica e
teorica di una esperienza
strutturata secondo criteri didattico-pedagogici e l'inserimento di episodi di «vita vissuta» che rendono il lettore
partecipe all'esperienza stessa
coinvolgendolo direttamente.
Appare evidente quanta importanza abbiano avuto l'apporto personale e la carica di
partecipazione umana da parte degli educatori che. altamente motivati, hanno operato nel settore, ed è evidente
come tutta la loro opera sia
segnata dal rispetto che si deve al disabile, dalla considerazione della personale dignità
anche in quei soggetti che ap
Andrea Mannucci
paiono rallentati o trattenuti
nella loro «crescita» a causa
di svariati fattori. Soprattutto
il lavoro della Cooperativa
appare sostenuto dalla volontà
di attuare qualcosa in cui si
crede pienamente tanto da poter superare ostacoli di ogni
sorta e raggiungere mete apparentemente utopistiche.
Opera di notevole interesse,
quindi, questo testo, sia per
gli addetti ai lavori, ai quali
ogni conoscenza di nuove positive esperienze è di arricchimento e di valido suggerimento per eventuali attuazioni nello specifico del settore,
sia per coloro che non ancora
addentro alla materia, grazie
a tale lettura potranno essere
stimolati a occuparsi di ciò
che da un semplice interesse
marginale può diventare suggerimento di operatività.
Rimane tuttavia la domanda angosciosa che Andrea
Mannucci si pone nell"introduzione: «Lavoriamo per
l'autonomia, per l'integrazione. per il cambiamento, mr*
qual è la risposta delle istituzioni pubbliche, del móndo
del lavoro, della società in
genere? Quando gli utenti
avranno terminato il loro percorso formativo, cosa faranno?». Domanda alla quale si
vorrebbe poter almeno intravedere una risposta che et
sembra, tuttavia, perdersi ancora in un lontano silenzio.
(*) Andrea Mannuccì. Anch'io voglio crescere, lìn pC"
corso educativo per l’autonomia dei disabili. Tirrenia. Edizioni del Cerro. 1995. pp
£ 25.0(X).
17
w
/VENERDÌ 21 APRILE 1995
^5
Cultura
PAG. 9 RIFORMA
iàis;.;
Il racconto della costruzione nel libro di Tullio Vinay arricchito da altri interventi
Quando Agape sembrava un salto nel buio
GIORGIO BOUCHARD
Tempo di bilanci per la
«Prima Repubblica»:
tempo di bilanci anche per
noi evangelici, che in questa
, Repubblica abbiamo vissuto e
eercato di rendere testimonianza a qualcosa che ci superava e ci supera. A questo
ci aiuta, sicuramente, la potente rievocazione dei primi
¡inni di Agape, appena pubblicata dalla Claudiana' che ci
consente di riprendere contat■ to con uno degli avvenimenti
più importanti nella storia del
i protestantesimo italiano del
iilopoguerra, un fatto che ha
. lasciato tracce visibili e che
ha segnato per la vita molti di
iioi. Tre cose mi hanno colpito nel leggere, con una certa
passione, questo breve libro:
la memoria della fatica, la
presenza dell'utopia, la centralità della predicazione.
' .La memoria della fatica: lo
^scritto rievoca con tocco lieve
ma incisivo i primi campi di
lavoro volontario, dal 1947 al
1951, quando Agape era soltanto una pietraia, e costruire
una strada, una teleferica, era
ttìl’impresa. L’intero «fondo
di dotazione» ammontava a
70.000 lire (poche, anche per
/allora), e bisognava puntare
tùtto sul lavoro volontario: i
'sette volontari di Maniglia
che riuscirono a produrre 250
quintali di calce, il pastore
Vinay che andava personal
mente a svegliare i cento lavoratori acquartierati nelle
scuole e nelle caserme di
quattro diverse borgate di
Frali. La terribile prima estate, quando il lavoro sembrava
troppo lento e qualcuno già
profetizzava, con un pessimismo tutto valdese, il fallimento dell’impresa; l’epica estate
del '48, quando i muri cominciavano a salire e si intravedeva la fine dell’opera: ma il
tetto si potè collocare solo
perché la neve arrivò, quell’
anno, con un buon mese di ritardo (alla Balsiglia, invece,
nel 1690, la nebbia era arrivata puntuale...).
Certo, i volontari erano entusiasti: anche chi (come me)
non capiva bene perché era
finito lì a passare le sue estati, era come preso dalla «magia di Agape» (e lo è poi rimasto tutta la vita)-; ma lo
erano anche tanti altri che
avrebbero potuto starsene a
guardare: l'indimenticabile
Edmondo Grill, sindaco di
Frali, che scelse e donò il terreno dove sorge Agape’, le
ragazze, i contadini, i minatori della valle che non esitavano a interrompere il loro
già duro lavoro per «dare una
mano» agli inesperti volontari; e poi Stephen Neill, vescovo anglicano, gli amici
del Consiglio ecumenico che
mandavano sempre denaro al
momento buono, l'attricetta
di Hollywood che aveva ap
Srnéntita la tesi del medico del lager
«f- ■ i ^ Il
ia venta sulla fine
dì Bonhoeffer
FULVIO FERRARIO
Il mio contributo al recente
inserto di Riforma su
Bonhoeffer (n. 13) si conclude con una testimonianza di
H. Fischer Hiillstrung, medico del lager di Flossenbiirg,
sugli ultimi istanti della vita
del teologo. Si tratta di un testo pubblicato per la prima
volta, che io sappia, nel 1964,
e da allora presente in tutti i
resoconti biografici, dall’opera fondamentale di Bethge
agli articoletti come il mio.
L’episodio si attaglia molto
bene alla personalità di
Bonhoeffer: non stupisce che
un uomo, vissuto nella preghiera, sappia anche morire
pregando. Ebbene, pochi
giorni dopo la pubblicazione
del mio pezzo, ho preso visione di un documento recentemente edito (osservazioni di
T. L. F. Mogensen, addetto
¡Commerciale danese in Folonia, collegato con la resistenza polacca e poi arrestato e
rinchiuso a Flossenbürg. Il testo è pubblicato in R. MayerP- Zimmerling, Dietrich
Bonhoeffer. Mensch hinter
Mauern, Brunnen, giessen,
Basilea, 1993, pp 107 ss.).
Che demolisce questa citatissima testimonianza.
Nei passi es.senziali il documento dice: «Sono convinto
che l’esecuzione non avvenne
^dla forma dell'abituale liHtiidazione veloce È assolutamente certo che l’esecuzione del gruppo [Bonhoefter e altri 5] durò, nell’insie'J[c, particolarmente a lungo,
hlegli anni del dopoguerra,
tjuando le atrocità naziste costituivano ancora delle no^J^tà, circolò la notizia che
Canaris fosse stato impiccato
9 una corda di pianoforte.
pena sposato un pastore, e
tanti altri.
Come si spiega tutto questo? Forse con la presenza
dell'utopia: e di utopia, nei
primi anni di Agape, ce n'era
molta. Ne fanno fede, in questo volume, gli scritti di Leonardo Ricci" e di Enea Baimas: «Noi vogliamo una comunità cristiana e non borghese e non soltanto collettiva» (p. 43); le nostre chiese
«sono sommerse nel grigio
velo della legge» (p. 126); ne
fanno fede anche le varie
esperienze comunitarie, da
Riesi a Cinisello (passando
per Catania e Kriftel) che in
Agape hanno riconosciuto la
loro matrice ideale.
Ferché l'utopia di Agape
■era essenzialmente utopia comunitaria: riconciliazione, superamento dell'individualismo borghese-protestante,
proposta di nuove forme di
vita, aperte e solidali. Fa impressione ripensarci oggi,
mentre tutto il mondo attraversa una fase di forsennato
(e disperato) ihdividualismo:
eppure è stato così.
Tuttavia, a pensarci bene.
Agape non è stata tenuta in
piedi dall'utopia, ma dalla
predicazione’, cioè dallo scorzo tenace e talvolta geniale di
esprimere oggi la centralità di
Cristo: senza questa predicazione, senza questa centralità.
Agape sarebbe stata solo un
vaporoso esperimento di gio
vani scottati dalla guerra o
delusi dal dopoguema. Grazie
ad essa, invece. Agape è rimasta in piedi, e rimane «una
sfida alle generazioni che
vengono, affinché non siano
private della vocazione»''.
(1) Tullio Vinay. L’amore è
più grande. La storia di Agape
e la nostra, con scritti di Franco
Fortini. Leonardo Ricci. Enea
Balmas. Prefazione di Paolo Ricca, introduzione di Sergio Ribet.
Torino, Claudiana, 1995. pp 134.
£ 16.000.
(2) Quando ero moderatore mi
colpì il fatto che il Comitato di
Agape era quello che presiedevo
più volentieri (e sì che ne avevo
altri 26 in cui sbizzarrirmi...):
non condividevo (e tuttora non
condivido) molte delle cose che
lì si dicevano, ma solo lì trovavo
un quid che altrove mi mancava.
(3) Per l'esattezza il Comune
vendette il terreno per lire 1.
(4) Solo parzialmente protestante nella sua fede, l'architetto
Leonardo Ricci, recentemente
scomparso, ha dato alla nostra
chiesa tre capolavori: Agape, il
Serx'izio cristiano di Riesi e il
tempio di Pachino.
(5) A mio avviso il libro più
importante di Tullio Vinay è
quella .raccolta di sermoni e di
interventi al Senato che non a
caso si intitola «L'utopia del
mondo nuovo» (Torino. Clan-diana. 1984): ma questo mondo
nuovo è. con ogni chiarezza, il
regno di Dio.
(6) Sergio Ribet. a pagina 23.
Due nuove edizioni della celebre Bibbia
La «Diodatì» parla
anche all'uomo d'oggi
per prolungare il soffocamento. poi interrotto daU'avvicinarsi della morte: la vittima
sarebbe stata rianimata, e lo
strangolamento ricominciato
daccapo. La vittima sarebbe
stata, così, uccisa più volte
(...). Così si può spiegare la
lunga durata dell'impiccagione. Nel pomeriggio [di
quel 9 aprile 1945] incontrai
una guardia (...) che, mentre
mi faceva uscire dalla porta
gridò: “E solo a causa di
questi generali che perdiamo
la guerra ”. La commossa descrizione dell'ora della morte
di Bonhoeffer da parte del
medico del lager è purtroppo
priva di qualunque valore».
Mogensen spiega che non
esisteva un punto dal quale
l’impiccagione sarebbe stata
osservabile nei termini descritti da Fischer; pause prima dell’esecuzione non erano concesse; non c’era poi
un patibolo vero e proprio,
né dunque una scala, ai piedi della quale Bonhoeffer
avrebbe ancora una volta sostato in preghiera. Il medico
del lager poteva essere però
presente all’esecuzione; in altri casi il suo compito era di
coordinare l’estrazione dei
denti d’oro dei cadaveri.
Questi ruoli potrebbero
spiegare, secondo il testimone, il ritardo di circa dieci anni con cui Fischer si è fatto
vivo con il suo resoconto.
Secondo Glenthej, esperto di
questioni biografiche relative
a Bonhoeffer, quanto afferma
Mogensen è senz’altro attendibile. Naturalmente, per
quanto riguarda la figura e la
spiritualità di Bonhoeffer, il
quadro resta immutato. Solo
Timmagine di una fine tragica, ma a suo modo serena e
rapida, si dissolve.
PAOLO T. ANGELERI
Alla Bibbia, per chi sia
abituato a una sua frequentazione fin dall’infanzia,
si col legano ricordi e consonanze affettive che si nutrono
spesso anche di piccole cose:
la veste editoriale e tipografica, le scelte linguistiche, i
modi di dire. Chi abbia frequentato la Scuola domenicale, o comunque le chiese
evangeliche, attorno agli anni ’30, ricorderà d'essere rimasto coinvolto dalle discussioni sul passaggio dall'antiquata Diodati alla più aggiornata Riveduta. Novatori
e conservatori: gli uni, abituati alla vecchia traduzione,
mal disposti a cambiare; gli
altri, difensori intransigenti
della maggior chiarezza della
nuova. Magari ancor oggi
nelle nostre chiese si potesse
venir coinvolti in analoghe,
preoccupate discussioni!
Vorrebbe dire che la Bibbia
per noi rimane libro centrale
e insostituibile.
Certo oggi le traduzioni
non mancano, anche se non
tutte sono rispondenti alle nostre richieste di lettori nostalgici sì, ma anche attenti, rigorosi e piuttosto esigenti. Fra
equivalenze dinamiche e
ingerenze clericali, molte di
esse finiscono col tradire le
attese di chi alla Bibbia si accosta per desiderio di verità
integrale e liberante. È stata
perciò una piacevole sorpresa
rincontro con la Nuova Diodati*, una versione ammodernata dell’antica: purgata cioè
dagli arcaismi e dalle difficoltà linguistiche e arricchita
da uno stile scorrevole, gradevole, moderno.
Intendiamoci: l’antico rigore «diodatino» è stato con
Un gruppo di lavoratori al cantiere di Agape
servato; sdno state per esempio mantenute in corsivo
«tutte le espressioni, parole,
articoli e preposizioni non
contenute nel testo originale
greco ed ebraico, ma ritenute
utili per rendere più chiaro ed
esplicito il significato del testo»; i vari libri rimangono
collocati secondo l’ordine a
cui siamo abituati, quello ovviamente delle nostre Bibbie:
Diodati, Riveduta o. all’estero. per esempio la King James Version.
Inoltre manca del tutto
ogni riferimento a approvazioni di qualsivoglia genere.
Infine, in essa i credenti delle
chiese nell'indirizzo delle
epistole, definiti santi nel testo greco, restano .santi, senza trasformarsi riduttivamente in semplici «fratelli» o
«popolo di Dio» o altre analoghe e ambigue ambivalenze
più o meno dinamiche (Tilc):
Maria rimane grandemente
favorita dalla grazia, senza
tramutarsi in una dispensatrice colmata (cioè «piena», secondo la più rigida tradizione
cattolica) di grazia (Tilc. Luca 1,28); e il versetto di Matteo 1, 25 «egli non la conobbe finché ella ebbe partorito
il suo figlio primogenito»
(traduzione letterale del testo
greco) non subisce alcun
maltrattamento. Un'altra versione della Diodati, questa
volta nel suo testo originale,
ma ristampato con nuovi e
più leggibili caratteri tipografici, è stata pubblicata dalla
Società biblica britannica e
forestiera nel 1994.
(*) La Sacra Bibbia-La nuova Diodati, con riferimenti e
glossario biblico, revisione 1991.
Brindisi. La Buona Novella, pp
931 (Antico Testamento), 310
(Nuovo Testamento), lire 10.000.
Libri
Sinossi dei testi paolini
Sinossi significa «il giustapporre brani di diversi testi biblici
che hanno analogie o che riferiscono la medesima namazione»
(Zingarelli). Antonio Fitta, biblista e sacerdote, discepolo di
esegeti dei testi paolini della levatura di Albert "Vanhoye e
Jean-Noël Aletti, presenta un lavoro pionieristico, in Italia,
paese in cui il termine sinossi (a parte alcuni studi sulla Bibbia
ebraica) è praticamente riservato agli Evangeli. In questo studio* invece tale metodo viene applicato all'epistolario paolino.
Non vi è compresa la lettera agli Ebrei, mentre vi sono incluse
le tre lettere «pastorali» come postpaoline. o meglio frutto della
«scuola paolina». I testi di Faolo vengono raggruppati per tematiche onde poter effettuare un'analisi comparata che vada oltre la semplice concordanza. Il lavoro è utile e può essere considerato un'introduzione al pensiero paolino, da affiancarsi ov\'iamente ad altri strumenti; ha il merito inoltre di aprire un
nuovo filone di studio e di ricerca per comprendere un po’ di
più l’apostolo Faolo e il cristianesimo contemporaneo, (m.a.)
(*) Antonio Pitta. Sinossi paoiina. Le lettere di San Paolo in
una nuova traduzione per temi. Cinisello Balsamo, edizioni San
Paolo, pp 318. £ 35.000.
Dizionario del Medioevo
Gli autori di questo dizionario* sono medievalisti assai noti,
e la stessa Laterza è una delle case editrici più attenta e prestigiosa nel campo della storiografia relativa al Medioevo; dopo
tante monografie e saggi specialistici si sentiva il bisogno di
uno strumento ausiliare di «alta divulgazione» utilizzabile tanto
dallo studente quanto dagli studiosi e cultori della materia per
una consultazione rapida che non trascuri la precisione. La terminologia anche più tecnica viene illustrata chiaramente. Un
unico appunto deve essere fatto, l'affermazione secondo cui i
valdesi «ancor oggi costituiscono la più forte minoranz.a protestante in Italia» (p. 252). che come è noto non è esatta dal punto di vista quantitativo. Se il criterio di valutazione non fosse
quello numerico, ciò dovrebbe essere spiegato. Il libro è comunque uno strumento utile e importante, da utilizzare con
profitto.
(*) Alessandro Barbero-Chiara Frugoni. Dizionario del Medioevo. Bari. Laterza. 1994. pp VIII/277. £ 29.000.
Auschwitz
e la coscienza critica
È difficile scrivere nuovi romanzi sul tema della deportazione e del campo di concentramento, un’altra storia autobiografica di uno scrittore ebreo ambientata nel periodo nazista. E tuttavia quello dell'olandese Gerhard Durlacher è un libro diverso. Nel suo stile sobrio, «a bassa temperatura», che predilige
l’interrogativo, la riflessione su cause e nrotivi al ripiegamento
sui se stessi. Strisce nel cielo* non è solo un racconto-ricordo
su Auschwitz e sulle tragiche esperienze dell'autore, unico sopravvissuto della sua famiglia, ma è un testo che apre con stupore e pietà la coscienza critica e storica del lettore su uno dei
momenti più bui e meno «risolti» della storia. Dopo la premessa del bombardamento di Rotterdam (1940) e delle leggi razziali (1942), con l’ottobre dello stesso anno inizia l'avventura
della deportazione; tre anni di viaggi fra vari campi di lavoro
prima della definitiva assegnazione al campo di sterminio.
Scampato alle «selezioni» Fautore, prossimo al completo abbrutimento, viene ancora trasferito a Grosz-Rosen dove sarà liberato dai russi nel maggio 1945. Dopo aver portato a termine
gli studi Durlacher sarà docente di Sociologia all’Università di
Amsterdam. A Strisce nel cielo (1985) ha fatto seguire altri romanzi ispirati alla propria vita, tra cui spicca Annegato (1987)
che racconta il periodo dell’infanzia.
(*) Gerhard DuRLACHEr, Strisce nel cielo. Milano. Iperborea.
1995, pp 140, £ 18.000.
18
PAG. 10 RIFORMA
mim
Agenda
ECUMENE — Ha inizio l’annuale «coasultazione metodista», la riunione dei pastori, dei diaconi e dei delegati che operano
all’interno delle chiese metodiste in Italia. A
causa della concomitanza delle elezioni la
«consultazione» terminerà la sera del 22
(anziché il 23). Per informazioni: Opcemi, tei. 06-4743695.
PISTOIA — Nel quadro di un ciclo di conferenze organizzato dalla Chiesa battista con
il patrocinio del Comune, il pastore Piero
Bensi parla sul tema «Il credente di fronte
alla propria morte»; ore 18, nella Sala napoleonica di via degli Armeni 11.
ROMA — In occasione dell’Assemblea annuale dei soci
la Società biblica in Italia organizza una conferenza del dr.
Giancarlo Rinaldi sul tema «La Bibbia. Roma e l'impero
dei romani»: ore 18, nell’Aula magna della Facoltà valdese
di teologia; per informazioni tei. 06-69941677.
BARI — La Federazione delle Chiese evangeliche di Puglia e Lucania organizza un
convegno per monitori delle scuole domenicali sul tema «L’universo del bambino e i
problemi del monitore». Relazioni di Franco
Carri e Rosalba Cappello: ore 9,30, presso
TORINO — «Teologia, resistenza, modernità: Dietrich Bonhoeffer (1906-1945)» è il
titolo di un’iniziativa del Centro evangelico
di cultura «A. Pascal». Nel primo incontro
saluto del sindaco di Torino, Valentino Castellani; conferenze di Gian Enrico Rusconi
su «Caratteristiche della Resistenza tedesca» e di Giorgio
Toum su «La resistenza al tiranno: la vicenda di Bonhoeffer»: ore 21, presso la Galleria di arte moderna, corso G.
Ferraris 30; per informazioni tei. 011-6692838.
VICO EQUENSE — Si tiene il 16“ Sinodo della Chiesa
luterana in Italia. Il Sinodo si concluderà il 30 aprile al
Centro Idelmo Poggioli a Torre Annunziata. Per informazioni tei. 06-4880394.
BERGAMO — NeH'ambito dell’attività
del Centro culturale protestante il pastore
Aldo Comba tiene una conferenza sul tema
«L’ecumenismo verso il 2000»: ore 21, in
via Torquato Tasso 55 (1“ piano); per informazioni tel.035-238410.
CERIGNOLA — Conferenza sul tema «Donne del Nord e
donne del Sud; un solo cammino». Intervengono Vera Velluto e Gianna Sciclone; ore 18,30, nella sala conferenze del
municipio.
BARI — L’associazione delle chiese batòste di Puglia e Basilicata organizza un con
vegno sull’ecclesiologia battista. Relazioni
di Salvatore Rapisarda e Italo Benedetti: il
convegno si apre alle ore 10.30, presso la
chiesa battista di corso Sennino.
TORINO — «Teologia, resistenza, modernità: Dietrich Bonhoeffer (1906-1945)» è il
titolo di un’iniziativa del Centro evangelico
di cultura «A. Pascal». Nel secondo incontro
conferenze di Alberto Gallas su «L’itinerario di Bonhoeffer nel conflitto tra cristianesimo e modernità», di Ugo Perone su «Bonhoeffer nella filosofia del 900» e di Fulvio Ferrario su «Bonhoeffer maestro di spiritualità»: ore 21. presso la Galleria di arte moderna. corso G. Ferraris 30: per informazioni tei. 011-6692838.
GIUSTIZIA NELLA LIBERTA; si tiene il 29 e 30 aprile
a Mezzano Inferiore (Pr) il tradizionale incontro primaverile organizzato dall’Vili circuito delle chiese valdesi e metodiste della Fgei Emilia-Romagna. L’incontro ha come tema «Giustizia nella libertà. Attualità del cristianesimo sociale» e si pone l'obiettivo di costruire un «Centro studi
per il cristianesimo sociale». Intervengono Giorgio Bouchard. Biagio De Giovanni, Luciano Guerzoni; modera
Sergio Aquilante. Informazioni 0521-23855 (Massimo
Aquilante), oppure 0521-2328551 (Armando Palazzino).
GIURISTI EVANGELICI; si tiene a Ecumene dal 5 al 7
maggio il 4 incontro dei giuristi evangelici. Il programma
prevede relazioni di Daniele Garrone su «Carisma e istituzione», Sergio Rostagno su «Diaconia e laicismo». Franco
Scaramuccia su «Gli enti ecclesiastici battisti», e una tavola rotonda con Andrea Ribet, Danielle Jouvenal, Paolo
Gay, Marco Bomo su «Progetti di riforma in tema di enti
ecclesiastici». Per informazioni e iscrizioni tei. 012190795 oppure 019-806467.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,30 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva
realizzata dalla Federazione delle chiese
evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche alterne da Raidue alle 23,30 circa e, in
replica, il lunedì della settimana seguente
alle 8,25. Domenica 23 aprile trasmissione
su «Le Intese batòste sono legge», commenti evangelici alla «Evangelium vitae», «Resistenza e riconciliazione».
AVVERTENZA: per questa rubrica inviare lettere o fax
con i programmi 15 giorni prima del venerdì di uscita
Vita Quotidiana
venerdì 21 APRILE 1995
UNA NUOVA GESTIONE DEL TERRITORIO
Più attenzione all'ecologia
La tecnologia permette
sempre maggiori interventi e
modificazioni del territorio.
Solo negli ultimi 50 anni sono state costruite sul territorio
italiano 526 grosse dighe e
10.000 medie e piccole con
con.seguente éancellazione di
valli, anse e spiagge, inaridimento di pozzi. Ma la gestione del territorio attuata è stata
una scelta «conveniente»? O
forse i costi economici e ambientali hanno superato i benefici momentanei? Urbanisti
e ambientalisti sottolineano
che sono state fatte scelte
sbagliate nella gestione del
territorio e che è necessario
basare i nuovi interventi urbanistici, la progettazione e la
ristrutturazione edilizia su
criteri ecologici.
La realtà del degrado territoriale di molte zone della nostro paese rende ancora più
importante sviluppare un pensiero ecologico capace di indirizzare l’iniziativa dello stato, il mondo della produzione
e le scelte, private e pubbliche, di tutti noi. L’esperienza
attualmente in atto nella zona
della Ruhr (Germania) dove
dal 1990 ha preso avvio un
rinnovamento ecologico intorno al fiume Ems per un estensione di 800 km coinvolgendo
17 città, costituisce un esempio da studiare. Questa è una
zona altamente inquinata
dall’estrazione del carbone,
dalla forte presenza di industrie metallurgiche e siderurgiche oggi chiuse ma attive
dall’800, e con 2 milioni di
abitanti. La logica dell’intervento previsto è ecosistemica
e ha come obiettivo il miglioramento della qualità del suo
•'Lh»
Pannelli solari per l’energia dei nuovi quartieri
lo. dell’acqua e dell’aria. E
già iniziata la realizzazione di
un parco naturale che si estenderà per 300 kmq che sarà
formato da tante isole verdi
collegate con percorsi pedonali e piste ciclabili ininteiTotte. Si prevede il recupero e la
bonifica di superfici intensamente sfruttate dall’industria
e il loro rimboschimento, come nel parco previsto per la
città di Duisburg Nord che
sarà di 200 ettari, mentre .gli
enormi edifici industriali dismessi diventeranno spazi
destinati a musei, teatri, uffici, centri di ricerca scientifica
e di iniziative per il tempo libero. Spazi che renderanno
più attraente entrare nel ver
de del bosco e solleciteranno
a condurre una vita più sana,
a camminare e a usare la bicicletta.
È in corso la rinaturalizzazione del fiume Ems. che veniva definito da tutti gli abitanti come «una vera cloaca»,
liberando le sponde dall’asfalto e dal cemento e posizionando più sistemi di purificazione. Sono state approntate
vie ciclabili e percorsi d'acqua dove nuotare e andare in
barca. È stata inoltre avviata
la realizzazione di 40.000 abitazioni, in parte con nuove costruzioni e in parte con la ristrutturazione dei vecchi
quartieri operai, applicando
■principi ecologici.
Le difficoltà e le speranze di una maestra che insegna in Sicilia
Handicap^ scuola e uguaglianza
CARMELINA BOZZA
«
ha
La carità finisce
detto con fermezza la
presidente siciliana delle famiglie Down durante una trasmissione televisiva - dove
rhandicap comincia». Questa
è indubbiamente una fraseprogramma, che potrebbe
riassumere e dare il senso del
dibattito sull’argomento in atto sui mass media della Sicilia, già rimbalzato anche su
Riforma (n. del 3 marzo, articolo di Franco Giampiccoli).
Facendo appello alla mia
esperienza di insegnante, ma
non trascurando quella di
membro della chiesa metodista di Palermo e di direttrice
di parecchi campi cadetti a
Ecumene, desidero dare il
mio contributo nel dibattito,
che ha coinvolto innanzitutto
le scuole cattoliche, ma ha
anche messo in evidenza la
non conoscenza di ciò che è
avvenuto e si muove in questo ambito.
Spes.so i genitori dei portatori di handicap si trovano
soli e vagano da un posto
all’altro alla ricerca del benefattore e del salvatore di turno. Non di rado ignorano che
lo stato, secondo i dettami
della Costituzione, deve farsi
carico di tutti i cittadini. A tale riguardo con la legge
148/90 e successivamente
con la legge quadro 104/92 il
ministero della Pubblica
Istruzione ha definito la normativa per l’inserimento e
l’integrazione dei disabili a
tutti i livelli scolastici anche
con l’insegnante di sostegno
con titolo polivalente.
Questa normativa vige su
tutto il territorio nazionale,
compresa la Sicilia, e pertanto (a mia conoscenza) le
scuole pubbliche si avvalgo
no dell’insegnante di soste
gno. che con le insegnanti del
circolo e dell’istituto imposta
e realizza il piano educativo
personalizzato (Pep).
Il fatto che le scuole cattoliche di Palermo dichiarino
sulla stampa e alla tv di non
poter applicare la suddetta
legge quadro è oggetto di discussione molto viva. 11 24
marzo, nella rubrica «Studio»
sulla rete commerciale Tgs, si
sono confrontati la presidente
dell’associazione famiglie
Down, il rettore dell’istituto
Gonzaga (scuola diretta dai
gesuiti) e lo psicologo Gentile, responsabile del reparto H
del provveditorato agli Studi
di Palermo. Il dibattito ha
preso il via da un servizio sul
circolo didattico De Amicis,
che opera nel quartiere Noce.
Il direttore didattico. Di Puma. sensibile e attento al problema, ha illustrato il progetto pilota che si sta attuando
nella sua direzione. Si tratta
dell’inserimento-integrazione
di alunni con handicap che.
guidati da uno staff molto
qualificato, insieme al gruppo
classe usufruiscono di laboratori di musicoterapia e animazione teatrale, di informatica
e di ceramica. Nel filmato
hanno dato un saggio delle
loro capacità recuperate.
Il dibattito in .studio ha sottolineato il lungo cammino
ancora da percon'ere, soprattutto per l’aspetto culturale,
che è il grande assente nelle
scelte di approccio al problema. Nello stesso contesto tut
Appello antinucleare
DaH’associazione cristiana
giapponese per la pace proviene un nuovo appello per
l’eliminazione totale delle armi nucleari. «Gli esseri umani non devono più convivere
con le armi nucleari» si legge
nell’appello, che ricorda fra
le altre cose il successo della
conferenza mondiale contro
le bombe A e H che si è tenuta nel 1994. L’appello ci ricorda che ancora oggi, a distanza di cinquant’anni dall’
esplosione delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki. le potenze mondiali non
hanno rinunciato del tutto
agli armamenti atomici ma, .si
legge nell’appello, «un negoziato internazionale per l’eliminazione completa degli armamenti atomici sta diventando possibile; e sarà realizzabile se tutte le persone che
desiderano un mondo libero
da armi atomiche sapranno
sostenere le forze e i movimenti antinucleari e isoleranno le forze favorevoli agli armamenti». Aij cristiani, in
special modo, è chiesto di
mantenere alto il proprio impegno e anche di pregare affinché il cinquantesimo anniversario del bombardamento
atomico di Hiroshima e Nagasaki possa essere un punto
di svolta verso l’abolizione
completa delle armi nucleari.
Obiettori in aumento
Nonostante il continuo rinvio dell’approvazione della
nuova legge relativa all'obiezione di coscienza al ser\ izio
militare, gli obiettori aumentano. Le domande sono aumentate nel 1994 del 157r rispetto a quelle presentate nel
1993 superano la quota di
33.000. L’aumento è stato
percentualmente maggiore
nelle regioni meridionali.
tavia sono venute alla luce le
iniziative della Regione Sicilia e del Comune: per esempio sta conquistando consensi
il contributo di quest’ultimo,
che nei 25 quartieri cittadini
ha dato il via a 25 scuole pilota (elementare e media) per
l’integrazione dei disabili. A
fianco delle altre scuole ancora senza progetto pilota vi
sono strutture riabilitative
(Aias, Enipmi. Ceopar Villa
Nave. Troina. ecc.) convenzionate, e quindi con servizi
gratuiti. La mappa di queste
sperimentazioni e di queste
strutture copre gran parte del
territorio siciliano.
Credo che in questo quadro
assuma particolare rilievo il
programma che il Comune di
Palermo ha varato negli ultimi tempi, che riafferma la
volontà di intervenire positivamente nella larga t'ascia
del disagio minorile. Anche
quest’anno nelle scuole e in
strutture pubbliche entreranno in funzione laboratori
estivi per i ragazzi che. anzi,
saranno attivi anche durante l’anno scolastico per due
giorni la settimana, in orario
extrascolastico.
Alla fine è possibile capire
che non siamo in un deserto
di servizi per i disabili; il problema non è questo; il vero
handicap è la non accettazione dell’handicap, persino da
parte delle famiglie interessate. Viceversa l’accettazione
del diverso comporta anche la
conoscenza dei .servizi, che la
comunità civile mette a disposizione: l’insieme stimola
verso un attento controllo democratico e la crescita della
cultura dell’uguaglianza.
Camper sull'Aids
1 leader politici vanno in
pullman, la Lila (una delle
maggiori associazioni italiane per la lotta contro l’Aids)
va in camper. È in pieno
svolgimento un «giro d’Italia» che toccherà tutte le
principali città con un opera
capillare di informazione. In
qualche località ad accogliere
il camper ci saranno anche
spettacoli e feste.
Sofisticazioni alimentari
Secondo un rapporto dei
Nas le contraffazioni alimentari riguardano circa FIT di
tutta la produzione alimentare.
Tra i \ ari tipi di sofisticazioni
vi sono ad esempio la sbiancalura con acqua ossigenata
dei funghi «champignon», la
miscelazione dell’olio vergine
con altri oli. l’aggiunta di zucchero alle conserve per limitarne l’acidità, l’uso di additivi per vini e liquori.
Pesticidi negli alimenti
L’Istituto superiore della
sanità, tramite i servizi di
igiene pubblica delle Regioni,
ha campionato 10.000 prO'
dotti alimentari (809i di origine vegetale e 209/ di origine animale) e ha scoperto
sempre un minor ricorso ai fl
tofarmaci in agricoltura. Il
problema dei residui di pesticidi resta però nelle produzioni «fuori stagione» e nelle
verdure a foglia larga.
Duty free shop
Fino al 30 giugno 1999 i
cittadini italiani possono acquistare negli aeroporti e nei
porti italiani dell’Unione europea merce fino a 174.000
lire senza dover pagare 1
Non si devono comunque superare i limiti previsti per |
singoli prodotti: 200 pacchetu
di sigarette, 1 litro di alcoohci, 2 litri di vino, 50 gr di profumo (da toilette), 500 grammi di caffè e 200 di tè.
19
Venerdì 21 aprile 1995
Pagina Dei Lettori
PAG. 1 1 RIFORMA
Estella
Steindler
, n 4 aprile 1944 le SS prelevavano dall’appartamento
sovrastante la chiesa battista
di Pordenone la signora
Estella Steindler, moglie del
•pastore Emilio Luginbiihl e
la deportavano a San Sabba
perché ebrea. Non si ebbero
più notizie di lei: si pensa
che sia morta in quel campo
di concentramento alcuni
jaesi dopo.
Per ricordare la signora
■ Estella la comunità battista e
un comitato cittadino che di
’ lei porta il nome hanno orga. ;,'nizzato, già dallo scorso autunno, una serie di incontri,
/Conferenze, conversazioni
,’Ì/lull’ebraismo, cercando di in, '"quadrare le commemorazioni
.' del «50 anni dopo» anche
• .nella cornice del dialogo
ebraico-cristiano. Questo diaI lego, iniziato in Germania da
Aioltre 30 anni, rischia di rimanere un dibattito quasi esclu.¡iSivamente accademico e troppo intellettuale, perché le co•-‘inunità credenti non sono ancora coinvolte né stimolate a
riflettere in tale direzione. E
: urgente, e necessario suscitare
. l’interesse di chi legge le
; ' Scritture, ebrei e cristiani, per
; meglio comprendere le comuni radici che ci vedono portatori di uno stesso messaggio
di salvezza; con Israele e la
sua storia al centro per gli
ebrei, e con Gesù e Israele
?ier i cristiani. L’ebreo può
are a meno di parlare di cristiànesimo ma il cristiano non
può fare a meno di parlare di
ebraismo.
Sono ancora poche le comunità che hanno espresso
interesse per tale tema, ma
dove c’è stata possibilità di
dibatterlo il beneficio è stato
_ costruttivo. In un momento in
• cui si parla tanto di ecumenismo rincontro con i fratelli
ebrei non deve essere sotto., ’ valutato.
Il problema del ricordo, la
«banalità del male», la figura
di Gesù nell’ambiente ebraico, la lettura ebraica dei Vangeli e la teologia dell’olocau
A PROPOSITO DI ECUMENISMO
Occorre un profondo riesame
ALFREDO BERLENDIS
A proposito di definizioni relative al
rapporto tra chiese, la protestante e
la cattolica nel caso in analisi, intendo
porre una questione non di dibattito tra
addetti ai lavori, ma di linguaggio e di
teologia. Per questo reputo opportuno
dichiarare subito la metodologia: se prospetto una visione teologica diversa da
altri, o forse dai più, e mi riferisco in
specie alle nostre chiese, ciò dipende
dal fatto che mi sembra necessario procedere a ri-trattazioni.
Potè permettersi questa libertà Agostino, quello africano, non mi vergogno
dunque di volerlo fare anch’io. Che cosa ritengo doveroso ritrattare? Anzitutto
il dato dogmatico, sia per quanto attiene
il rapporto tradizione-Scrittura-chiesa,
sia per quanto riguarda tutto il discorso
teologico della «mediazione». Mi appare oggi urgente ridiscutere il nodo della
mediazione, per ciò che riguarda la Grazia, il ministero e l’autorità nella chiesa.
Le indicazioni diffuse nel nostro ambito protestante mi appaiono talvolta
corrette, ma difettose, talaltro radicali,
ma monche, o decisamente erronee.
Salvo alcune tesi base, esiguo mi sembra il patrimonio di idee totalmente e
senza riserve condivisibili. In sede di
confronto tra chiese, mi chiedo se non
sia venuto il tempo di dire con franchezze, sempre con beneficio di inventario e libertà di revisione, cosa pensiamo delle altre chiese. Non ho mai creduto, ancor meno ora, che cattolici e
protestanti si debbano reputare specularmente eretici, deduzione necessaria
dal bilancio del confronto teologico. Il
caro collega e amico Gino Conte è di
diverso parere. Io sono convinto della
tesi opposta: il dogma non ci divide,
con buona pace della mariologia et reliqua. Neppure la libertà ci separa, è invece vero, ma va poi individuato precisamente, ai giusti luoghi , che protestanti e cattolici, ma potremmo allunga
re la lista parlando anche di ortodossi e
anglicani, che le diverse chiese concepiscono in modo diverso l’articolazione
del nesso libertà del cristiano-autorità
della chiesa.
La nostra libertà può apparire indifferenza generalizzata (nessuno è tenuto a
nulla...), la «loro» recinzione del campo
dogmatico-disciplinare può apparire
abuso di potere aggravato da una presunzione di leggittimazione teologica.
Non sto dicendo che le differenze sono
da ricomprendersi sfumando i contrasti,
al contrario dico che le differenze talvolta sono proprio mal descritte ed erroneamente collocate. La Chiesa si «sostituisce» all’unica mediazione di Cristo?
È un’iterata nota polemica, non vera
perché antica, ma semplicemente una
dichiarazione teologica grossolana e imprecisa. I cattolici credono d’essere salvati per opere, noi invece... Mi pare una
pura invenzione, salvo documentata
prova teologica contraria. I sacramenti,
l’indigesto settenario, contraddicono la
giustificazione per sola grazia attraverso
la fede? Chiederei di ri-dimostrarlo e
non di ridirlo semplicemente. Cosa diciamo degli «altri»? Continuiamo a pórre uno spartiacque teologico ereditario
che arma il pensiero e lo attrezza per
una aggressiva controversia? Esemplifico: il Catechismo di Heidelberg (80 a)
ci illustra la differenza tra Cena del Signore e Messa papale, défínendo quest’ultima un’idolatria maledetta. Ci va
bene? A me no!
La risposta alla domanda 95, cos’è
l’idolatria? Non giustifica affatto tale
definizione. Posso dire che le chiese di
cui abbiamo fatto cenno sono «idolatre»? Che dire delle differenze tra chiese
evangeliche che talvolta riguardano non
solo i sacramenti, il diritto canonico,
ecc. ma la stessa teologia trinitaria? A
chi mi chiede se queste ritrattazioni im
sono venute in mente l’altra notte, o da
dove vengano, posso rispondere riferendomi alla Scrittura, alla teologia biblica
anche, perché no, alla patristica e a conoscenza di filoni della odierna teologia
protestante.
Esagera il teologo luterano Wolfhart
Pannenberg, quando dice che i reciproci
anatemi tra cattolici e protestanti non
hanno motivo d’essere? (cf. Il Regno,
20, 1993, pp. 604-607). Per molti fra
noi la risposta sarebbe immediatamente
affermativa. Per me occorre un coraggioso, attento, non facile supplemento
di indagine. Ri-trattare appunto, ove e
dove occorra, senza sentirsi paghi della
comprensione acquisita.
Dietrich Bonhoeffer, dal novembre
1940 al febbraio 1941, fu ospite a Ettal,
dai benedettini. A proposito della Messa, a cui partecipava, scrisse: «Esco da
una messa veramente meravigliosa. Con
il messale in mano è possibile partecipare largamente alla preghiera, e farlo senza riserva. Non è affatto idolatria. Tuttavia questa strada che va dal nostro sacrificio fatto a Dio a quello di Dio per noi
non mi piace affatto e mi sembra essere
una strada falsa. Ma io devo ancora
comprendere meglio» (Gesammelte
Schriften, München, 1958/61, II, pp.
383-384). Si osservi che si trattava della
messa preconciliare, in latino e senza le
ricentrature e le potature postconciliari.
Propongo che questa conclusione si
diffonda: «Devo ancora comprendere
meglio» ri-trattare, dicevo.
Soprattutto faccio mio l’orizzonte
unitivo, universale, cattolico in senso
etimologico, che sospinge alla teologia
dei legami, dei dubbio come autocritica, e rinuncia per sempre alla teologia
dei veleni. Credo che l’impulso maggiore al riesame mi sia venuto dal confronto con le altre religioni, le Fedi viventi, più che da inevitabile rispiscenza
dovuta alla teologia ecumenica cristiana. Questo contributo, oltre che una
schietta opinione, è anche un modesto
invito metodologico. Proviamo ad aprire f orizzonte del confronto, le sorprese
non mancheranno.
sto possono diventare temi attuali sui quali discutere e ricercare, ma anche un compito
comune di costruzione e preparazione per la venuta del
Messia. È questa la realtà
ecumenica, biblica, che lega
gli uni agli altri, ebrei e cristiani.
Pasquale Castelluccio
Pordenone
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STAMPA: La Ghisleriana s.n.c. Mondovì - tei. 0174/42590
EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. - via Pio V, 15 bis - 10125 Torino
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ITALIA
ESTERO
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Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176
del 1» gennaio 1951, responsabile Franco Glampiccoli. Le modifiche sono state registrate
con ordinanza in data 5 marzo 1993.
Il numero 15 del 14 aprile 1995 è stato consegnato per l’inoltro postale all'Ufficio CMP Nord,
via Reiss Romoli 44/11 di Torino mercoledì 12 aprile 1995.
Nessuno
tocchi Caino
Il 9 aprile sono entrato a far
parte della Chiesa valdese di
Como. Anche per questo non
ho potuto essere a Roma alla
marcia «delle palme» per la
moratoria della pena di morte
e per l’istituzione del Tribunale permanente sui crimini
contro l’umanità.
Però vorrei che, a differenza dell’anno scorso, i lettori
sapessero da Riforma che esiste una campagna intemazionale per l’abolizione della pena di morte, che già ha ottenuto una votazione all’Onu;
che questa votazione è stata
contraria per una manciata di
voti; che a questa campagna
aderiscono persone di svariati
partiti, confessioni, stati ed
etnie del mondo, che insieme
alla campagna per il Tribunale ad hoc per la ex Jugoslavia
e insieme alla campagna per
il Tribunale permanente sui
crimini contro l’umanità,
questa iniziativa si inserisce
nel tentativo di creare diritto
internazionale e di far finire
gli orrori del nostro secolo.
Vorrei che si sapesse che
anche quest’anno la marcia si
è rivolta al papa perché abbandonasse le posizioni pavide e meschine del nuovo Catechismo e usasse la sua importanza «mediática» in favore di un obiettivo di civiltà.
L’anno scorso il sindaco di
Sarajevo è venuto a marciare
a Roma (è un musulmano) e
lo slogan della campagna è
«Nessuno tocchi Caino», con
tutto quello che significa in
termini di dialogo interreligioso e di dialogo fra Occidente e mondo islamico; quest’anno inoltre ha aderito anche il sindaco di Osijek e fra i
copromotori c’è anche il Dalai Lama. Vorrei anche ricordare che se aderisce il sindaco di Casalpusterlengo questo
significa un viaggio pagato
per uno o due vigili con il
gonfalone, mentre il sindaco
di Osijek porterà il gonfalone
della sua città a proprie spese.
Certo dietro questa iniziativa c’è il Partito radicale, e
questo porta molte antipatie;
ma voglio ricordare che il
Partito radicale non è presente nelle istituzioni italiane,
non si presenta ad alcuna elezione ed è perfettamente trasversale e «altro» rispetto ai
tristi schieramenti italiani.
Certo nella stampa cattolica
Il clic di prima pagina
La protesta curda
Una manifestazione curda in territorio turco. I curdi sono un «popolo senza stato»: vivono da secoli sparsi in
475.000 kmq tra Iraq, Iran, Turchia,
Siria (più un lembo dell’ex Urss), dove sorgono il Tigri e T Eufrate. Gasati
con le armi chimiche di Saddam, oggi
sono sottoposti a una dura offensiva
da parte dell’esercito turco; i curdi sono una popolazione iranica e in maggioranza sono musulmani sunniti.
che ho potuto vedere questa
campagna, e in particolare la
marcia dell’anno scorso, sono
state alquanto censurate, e me
10 spiego; la chiesa di Roma
ha sempre avuto paura del
confronto con la cultura laica,
cioè anticlericale. Ma perché
11 silenzio di Riformai Certo
si può non essere d’accordo;
con l’obiettivo in sé, o con
l’appello al papa, o con certi
suoi toni («santità...»), ma
un’iniziativa di questa portata
proprio non merita la censura
o l’indifferenza.
Domenico Saggese
Olginate (Le)
Faziosità
Ho appena letto l’articolo
di prima pagina del numero
13 del vostro settimanale (che
acquisto dalla sua nascita),
firmato da Luciano Deodato,
dal titolo «Sangue e lacrime».
Mi è capitato diverse volte di
leggere articoli che ritenevo
faziosi, ma dopo aver letto
questo non posso esimermi
daH’esprimere il mio parere.
L’articolo suddetto comincia
con una tesi a mio giudizio
molto discutibile: la colpa del
fatto che non siamo in un’Italia libera, democratica e moderna è dovuta al mancato
governo del Pei. Penso che
affermare cose del genere sia
una cosa assurda, veramente
di parte, visti i legami ideologici di allora del Pei col mondo sovietico, notoriamente
tutt’altro che libero e democratico. Subito dopo si afferma che vi sarebbe un collegamento tra questo evento e le
lacrime delle madonne ma,
sinceramente, non vedo proprio che relazione possa esserci. Si parla infine della ormai nota ultima enciclica del
papa «Evangelium vitae» e si
arriva ad attribuire al papa
collegamenti tra la legge
sull’eutanasia e l’inondazione
in Olanda!
Mi sembra veramente il
colmo, e mi addolora osservare che si parla tanto di ecumenismo, anche e soprattutto
su questo giornale, e poi si
porta il dialogo su argomenti
tanto importanti e delicati a
livelli così bassi e superficiali, privi di un qualsiasi spessore e argomentazione. Lo dico senza voler offendere nessuno, ma lo debbo dire perché è quello che penso.
Un’ultima considerazione
sull’idolatria, di cui si tratta
nella parte finale. Credo che
la vera idolatria non sia tanto
quella di credere al miracolo
del sangue delle madonne,
ma di non credere che questo
eventuale miracolo sia opera
di Dio. Attenzione che anche
e soprattutto con le nostre
«certezze», con le quali talvolta ci chiudiamo aprioristicamente al soprannaturale,
corriamo il rischio di comportarci in modo idolatrico.
Giovanni Maslowsky
Pavia
A me sembra che il sig. Maslowsky confonda «opinione»
con «faziosità» e comunque
mi fa dire cose che non ho
detto. In tutta fraternità, ma
anche fermezza, vorrei ricordargli una cosa ovvia e cioè
che tra cristiani l’ecumenismo si fa nel nome di Gesù
Cristo. I «mariani» sono liberi di farlo nel nome di Maria.
Ma chiaramente è un’altra
cosa, alla quale io personalmente, ma non solo, non sono
affatto interessato, (l.d.)
Errata
Caro direttore, sono diplomata all’Università di Cambridge, non laureata come è
detto nell’articolo sul «Premio Pisa donna» del 24 marzo. L’errore sicuramente non
è di Leonardo Casorio, che
così generosamente ha riferito, ma forse di un qualche altro trascrittore del Comune di
Pisa che avrà pensato di elevarmi a un grado più alto.
Febe Cavazzutti Rossi
Padova
RINGRAZIAMENTO
«L'anima mia s'acqueta
in Dio solo;
da lui viene la mia saivezza»
Salmo 63,1
I familiari di
Ines Forneron Rostagno
profondamente commossi per la
grande dimostrazione di affetto
tributata alla loro cara, ringraziano di cuore tutti coloro che in modi diversi hanno preso parte al loro dolore.
Pinerolo, 30 marzo 1995
RINGRAZIAMENTO
«L'Eterno è il mio pastore
nulia mi mancherà»
Salmo 23,1
I familiari di
Elvio Jahier
sentitamente ringraziano tutte le
persone che in svariati modi hanno manifestato soiidarietà e affetto nella triste circostanza.
Un particolare ringraziamento
al personale medico e paramedico deirOspedaie valdese di Pomaretto, all'Anpi di Perosa Argentina-Valli e di Inverso Pinasca, alla banda musicale di Pomaretto e
al pastore Sergio Ribet.
Pomaretto, 8 aprile 1995
I necrologi si accettano
entro le ore 9 del lunedì.
Telefonare al numero
011-655278 - fax 011657542.
20
PAG. 12 RIFORMA
Impegnarsi pienamente con ie popoiazioni del Sud del mondo
Sono 13.000 appartenenti a 270 organizzazioni non governative
Il ruolo dei volontari nei rapporti
tra Nord e Sud del mondo
L’invio di volontari europei, la cui missione è di collaborare a progetti messi in piedi in paesi del Terzo Mondo,
si è rafforzato in questi ultimi
anni e rappresenta una delle
forme più importanti di cooperazione. Circa 13.000 cooperanti o «agenti di sviluppo»
compiono attualmente soggiorni all’estero. Appartengono a 270 organizzazioni non
governative (Ong) di 18 paesi
europei, coordinati nell’ambito di «Forum», una delle più
importanti organizzazioni di
coordinamento del mondo.
In Svizzera, l’organizzazione «Unité», aderente a «Forum», è una comunità di lavoro che riunisce 34 organizzazioni non governative e che
garantisce la presenza di circa
200 volontari in progetti messi in piedi in Africa, Asia, e
America Latina. Oltre la metà
di questi progetti sono legati
a chiese o a fondazioni protestanti o cattoliche romane.
«Con il lavoro professionale
del volontario, cerchiamo di
ridare vita allo scambio interculturale, impregnandoci
dei valori e delle concezioni
del Sud per canalizzarle verso il Nord», afferma con convinzione Camille Carron.
Presidente di «Frères sans
frontières» (Fsf), uno degli
organismi svizzeri integrati a
«Unité», Camille Carron è
stato egli stesso volontario
per molti anni in Ruanda e in
Perù. Contadino, ecologista,
cristiano militante e obiettore
di coscienza, Carron, intervistato dall’agenzia ecumenica
Eni, ha fatto il punto sulle
esperienze, le riflessioni e le
utopie della sua organizzazione che, fin dalla sua fondazione nel 1959, ha inviato più
di 500 volontari verso il Sud.
«La nostra principale preoccupazione è che, i volontari si
impegnino pienamente con i
nostri partner e con la popolazione del Sud. Questa è una
filosofia di base», spiega.
Qual è l’origine di questa
concezione di servizio? «Alla
radice stessa del movimento,
vi è il riferimento cristiano.
Con questo non intendiamo
una bandiera, un’identificazione istituzionale o una ca
VENERDÎ 21 APRILE 1995
micia di forza ma un impegno universale e non esclusivo. L’organizzazione comprende cristiani e non cristiani che si incontrano nella
condivisione di valori universali come la solidarietà e
l’impegno nei confronti dei
settori più svantaggiati della
società. Nessuno possiede il
monopolio della verità».
Questa identificazione con i
più umili, riconosce Carron,
porta spesso a una forte politicizzazione: «Ogni posizione
personale o istituzionale è
politica», sottolinea. Tanto
più se coloro che appoggiamo per opzione preferenziale, i più poveri, si organizzano essi stessi e assumono
un’identità di lotta.
La riflessione suH’essenza
di questo movimento non nega però l’altra parte della sua
definizione. Se «Frères sans
frontières» si presenta come
un «servizio cristiano per lo
sviluppo», qual è la concezione dello sviluppo che esso incoraggia? «Bisogna riconoscere l’evoluzione del movimento e delle sue opzioni. 20
anni fa, “sviluppo ” e “aiuto ”
andavano di pari passo. Prevaleva una concezione missionaria e un tantino caritativa. Oggi, il nostro lavoro
consiste nel dare ogni responsabilità agli attori del
Sud con cui lavoriamo.- La
nostra missione si limita a sostenerli e spetta a loro definire il resto», sottolinea.
Interrogato sulla crisi della
concezione dello sviluppo.
Camille Carron risponde senza esitazione: «Questa concezione è proprio in crisi. Lo
sviluppo non è, come qualcuno pensa, qualche cosa che si
vende o che si impone. Bisognerebbe però esportare di
meno verso il Sud la visione
prevalente del Nord. Nella
nostra società ci sono troppi
esempi di disoccupazione, di
crisi, di tristezza, di apatia
sociale e di dipendenza dalla
droga per illuderci di poter
offrire i nostri modelli al
Sud. Ciò che importa è di
cercare insieme un nuovo
modo di vita planetario,
prendendo in considerazione
la ricchezza degli altri, i loro
valori, e dobbiamo essere ricettivi agli insegnamenti dei
nostri partner. In caso contrario come potrebbero i volontari pretendere di collaborare con i pigmei in Africa,
con gli indios mapuche del
Cile o con i contadini dell’
America Centrale?».
Quali sono le aspirazioni di
Fsf? «Mettersi maggiormente
al servizio di un Sud che ha
nuove esigenze. Ad esempio,
aumentare il finanziamento
del personale locale e promuovere la rappresentanza
nazionale nei coordinamenti
di volontari svizzeri che si
stanno avviando in America
Centrale e in Bolivia. In collaborazione stretta con gli altri organismi, creare più .'spazi in Svizzera affinché il Sud
possa farsi sentire meglio e
rafforzi la sua presenza al
Nord». (Eni)
La critica di un diplomatico olandese al Vertice di Copenaghen
In Europa la cupidigia e l'avidità
sono più forti della religione
Il livello di sviluppo sociale
nell’Unione europea è in
«contraddizione flagrante»
con la base etica e religiosa
della civiltà europea. Questa
la critica espressa il 9 marzo
scorso da E. J. Korthals-Altes, diplomatico olandese e
presidente del Comitato degli
affari intemazionali del Consiglio delle chie.se dei Paesi
Bassi, al Fomm interreligioso
organizzato a Copenaghen
durante il Vertice mondiale
per lo sviluppo sociale.
«La cupidigia e l’avidità
giocano un ruolo maggiore
della religione - ha lamentato
Korthal.s-Altes, pre.sidente internazionale della Conferenza
mondiale per la religione e la
pace (Wcrp), che aveva organizzato il Forum sulle prospettive etiche e religiose del!ó sviluppo sociale -. Anziché
essere una scienza per pro
muovere il benessere dell'
umanità, l’economia è oggi
ridotta a un manuale per massimizzare i profitti»; gli esseri
umani, anziché mettere i loro
beni al servizio dell’umanità,
sono diventati schiavi di questi, ha sottolineato. Mentre
l’Unione europea conta 20
milioni di disoccupati e 50
milioni di poveri, «alcuni fanno vita da spreco», ha fatto
notare Korthals-Altes.
Per Joan B. Campbell, segretaria generale del Consiglio nazionale delle chiese
degli Stati Uniti e consigliera
della delegazione del governo Usa al Vertice di Copenaghen, la Bibbia indica chiaramente che «Dio aveva una
predilezione per ì poveri. La
situazione attuale dell’umanità non è accettabile... è impossibile che i cristiani ignorino l’appello a sradicare la
povertà», ha affermato. M.
Aram, indù, membro del Parlamento dell’India e uno dei
presidenti internazionali della Wcrp, partigiano dichiarato dello sviluppo sociale, ha
parlato di progetti di sviluppo riusciti nel suo paese, e ha
citato il Mahatma Gandhi
che ricordava che c’era abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti ma non abbastanza per soddisfare l’avidità di
tutti. La Wcrp ha chiesto ai
responsabili mondiali presenti al Vertice di associarsi alle
comunità religiose e di «predisporre un’etica comune e
dei valori di condivisione»
che saranno il fondamento di
una «ristrutturazione concreta delle istituzioni di base
della società». Ha inoltre
esortato tutte le comunità religiose a sostenere il lavoro
deirOnu.
Riuniti nella Chiesa di Utrecht membri di varie chiese riformate
500 protestanti olandesi giurano
di lottare contro il razzismo
Durante un servizio celebrato sabato 18 marzo nella
chiesa di Utrecht, circa cinquecento cristiani di diverse
chiese protestanti olandesi,
che stavano partecipando a
una riunione multirazziale,,
hanno fatto il «giuramento»
di lottare contro il razzismo.
Karel Bici, segretario generale della Chiesa riformata
olandese (Nederlandse Hervormde Kerk), la più grande
chiesa protestante del paese,
ha ricordato ai presenti che «il
razzEmo porta all’oppressione, allo sfruttamento e alla distruzione. E incompatibile
con la fede in Gesù Cristo, il
Messia. Dio, lo sappiamo,
non fa alcuna discriminazione
fondata sul colore della pelle,
del sesso, della cultura o dello status sociale. Ci siamo impegnati a difendere e a proteggere l’umanità e la dignità
altrui. Non permetteremo che
prevalga l’indifferenza che
porta la gente ad ignorarsi.
Promettiamo di costruire una
società in cui sarà resa giustizia ad ogni essere umano». Il
giuramento si inserisce in una
serie di manifestazioni organizzate dalle chiese olandesi.
Il punto culminante è stato la
celebrazione, il 21 marzo, della giornata internazionale
contro il razzismo.
La teologa nera Doreen Hazel, coautrice del giuramento
contro il razzismo e coordinatrice del gruppo per «una società multiculturale» delle
chiese riformate, si è espressa
in questi termini: «In passato,
le chiese hanno cercato di
trovare una giustificazione
teologica al razzismo. Questo
tipo di teologia risale alla sedicente “età dell’oro’’. L’Europa occidentale doveva allora trovare un pretesto per
sfruttare i neri: il modo migliore non era di appoggiarsi
sulla Bibbia?».
Doreen Hazel ha aggiunto
che i teologi avevano ritirato
fuori la storia di Noè maledicente Canaan, figlio di Cam.
«Cam era considerato come
il rappresentante del continente africano. Anche oggi
trovo che questa interpretazione sia profondamente radicata fra i cristiani bianchi ha detto -. Sembrano dimenticarsi che molti neri sono
aneli’essi cristiani. Siamo
stati cristianizzati dall’Occidente, ma non siamo ancora
trattati come uguali: neanche
da parte della chiesa. Non
c ’è da stupirsi quindi che tante chiese nere separate siano
state create nei Paesi Bassi. I
neri non si sentono benvenuti
nelle chiese bianche. Siamo
tenuti lontani come se non ci
fosse mai stata l’intenzione di
celebrare l’eucaristia insieme. Il Consiglio delle chiese
ha avviato un dialogo con i
musulmani, gli indù, i buddisti e gli ebrei, eppure con i
cristiani neri del paese questo processo è ancora agli
inizi. Non vi è alcun riconoscimento ufficiale della nostra identità religiosa. I nostri problemi sono sempre legati al colore della nostra
pelle, mai alle nostre origini
religiose o culturali».
Secondo le ultime statistiche, il 9% dei cittadini olandesi non è nato nei Paesi
Bassi, e un abitante su 500
cerca di ottenere asilo politico. 11 Consiglio contro la discriminazione (Ado), di cui
fa parte il Consiglio delle
chiese dei Paesi Bassi, segue
da vicino la situazione nel
paese. Il portavoce del Consiglio, Carmelita Cerkei, ha dichiarato che «il razzismo nei
Paesi Bassi non è così violento come in altri paesi europei, ma sta progredendo.
Ci sono più graffiti discriminatori sui muri, gente aggredita verbalmente, trattata diversamente sul luogo di lavoro o nei negozi. Bisogna segnalare tra l’altro Vinfluenza
e le conseguenze della guerra del Golfo e dell’affare Rushdie. A un tratto, i turchi e i
marocchini sono stati visti
come musulmani integralisti,
pronti a impossessarsi del
paese». (Eni)
Su ordine di Roberto d'Aubuisson, fondatore del partito al potere
15 anni fa veniva assassinato
'arcivescovo di San Salvador
Pochi avvenimenti della
storia latinoamericana hanno
avuto un impatto così forte
come l’assassinio di mons.
Romero, il 24 marzo 1980.
La domenica 23, durante
l’omelia settimanale nella
cattedrale di San Salvador,
mons. Romero aveva lanciato
un appello appassionato ai
soldati affinché non sparassero contro la popolazione civile e disubbidissero agli ordini
dei loro superiori.
Il Salvador stava vivendo
allora la lacerazione di una
violenta guerra civile. La voce profetica dell’arcivescovo
di San Salvador, Oscar Arnulfo Romero, che chiedeva
di trovare una soluzione politica alla crisi «per raggiungere una pace giu.sta che non sia
quella dei cimiteri» ha anticipato di dieci anni il processo
di negoziazione politica avviato successivamente.
Quell’atteggiamento profetico era tuttavia inaccettabile
per il regime di allora e il lunedì 24 marzo, mentre celebrava una messa per un defunto nella cappella dell'ospedale dei malati di cancro,
mons. Romero fu assassinato.
Un killer al servizio del maggiore Roberto d’Aubuisson,
fondatore del partito dell’Alleanza repubblicana nazionalista (Arena), attualmente al
governo, lo colpì in pieno.
Dopo un lungo lutto i salvadoregni parteciparono, la domenica delle Palme 1980, a
una messa popolare interrotta
dagli spari delle forze di sicurezza, che fecero 40 morti e
centinaia di feriti.
Durante una messa, il 27
novembre 1977, mons. Romero aveva sviluppato con molta
San Salvador: la polizia spara durante il funerale di Oscar Romero
semplicità quella che sarebbe
diventata la riflessione teologica essenziale del suo magistero: «Non possiamo isolare
la parola di Dio dalla realtà
storica nella quale viene detta:
perché non sarebbe più parola
di Dio ma sarebbe una storia
qualunque, un libro di pietà,
una Bibbia ben sistemata nella nostra biblioteca: ma è parola di Dio, e cioè ispira, illumina, rigetta o esalta ciò che
avviene oggi nella nostra società», aveva affermato.
L’impegno sociale e un atteggiamento di servizio hanno fin da allora contraddistinto l’azione di Oscar Romero.
Come dice Maria Lopez Vigil, autrice di “Piezas para
unretrato de Monseñor Romero”, egli si è «convertito»
all’età di 60 anni. Tale opinione è condivisa dall’abate
Jean-Marie Pasquier, cappellano dell’Università di Neuchâtel ed ex professore di teologia pastorale a Friburgo,
che afferma: «Mons. Romero
ha seguito lo stesso cammino
di tanti altri vescovi, compre
so Jacques Gaillot, ex vescovo di Evreux. Si è impegnato
sempre di più a fianco dei poveri e degli emarginati, anche
se all’origine era stato un prete conservatore».
Monsignor Romero, aggiunge Pasquier, aveva capito che il suo impegno lo
esponevà al rischio della
morte. E come egli stesso
sottolineava, non sarebbe
comprensibile che un popolo
costretto a pagare il tributo di
tante migliaia di morti non
contasse anche preti e vescovi fra i suoi martiri. Solo dopo avere raggiunto la più alta
carica ecclesiastica, si avvicinò davvero alla gente e alla
realtà... Nei primi anni di sacerdozio, infatti, Romero era
stato in disaccordo col clero
più progressista del proprio
paese, poi vis,se una trasformazione radicale che lo pose
fra i cristiani più prestigiosi
dell’America Latina. Di qui il
nome affettuoso di «San Ramerò dell’America» che gh
viene dato sul continente.
(Eni)