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TOREE PELUCE, 12|Dicembre 1947
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IsaÍa-57: 19
ELLE V^LLI
SETTIMANALE DELLA
‘Messaggero
di pace
Sarà Lui che recherà ¡a pace’’
(Michea 8: 4)
Che il profeta Michea dicesse questo (hel Cristo non c è dhibhio, come
non dè dubbioi che la sua profezitt
sia in perfetto -accordo con quella (M,
altri profeti i quali ved0vano in Colui che doveva ilenire il ’’Principe
della Pace”.
Ma come può qpesto annunzio
trovar credito nel seno della generazionie odierna che non ha visto altro ohe guerre e che ne vedrà probabilmente ancora?
«Sarà Lui che recherà la pace»!
Egli è venuto, ma non si può certo dire che ci sia stata pace nel mon
do, come non c’è tuttora. La pode
ïÆ
no chiamati figliuola dii Dio » (Matteo 5: 9).
Che cosa vuol dire qiiesSy 'se non
che il Signore ci vuole collaboratori
suoli in quest’opera della pace e
chic possiamo esserlo soib s© sappiamo agire verso gli altri con lo stesso, spirito col quale Egli agisce verso
di noi?
Ci vorrà molto tempo ancora, prima ohe questo si realizzi fra tutti
gli uomini che sono sulla terra, ma
questo non ci deve preoccupare, l’essenziale ppr ognuno di noi è di conoscere la via e di impegnarsi a fondo
su questa via, nella consapevotezza di
fare la nostra piccola pprte. ■
CHIESA VALDESE
Quando il Signore manifesterà la
fila gloria, e il suo regno di giustizia e di pace sarà una realtà anche^
su questa terra, saranno i fadton di
¡mce quelli che avranno parte al suo
regno.
stono nella malaledie e Rifiutano
dii convertirsi. Io sto attento
ascolto : essi non parlano oom(e
dovrebbero ; nessuno sì' ponte
della sua malvagità e dice: «Qie
ho io fatto? ». Ognuno riprendle
la sua corsa, come il cavallo che
si slancia alla battaglia.
Anche la oicoigna conosce nel
oielo le sue stagioni; la tortora,
la rondine, la gru osservano il
tempo quando debbono venirle,
ma il mio pòpolo' non conosce quel
che TEtemo ha ordinato.
(Geremia 8: 5-7)
A. DEODATO
Xa via della guerra
vera, duratura, che non sia soltanto
una tregua, qual’è quella presente,
è aticora di là da venire.
Effettivamente Gesù non ha pottato la pace net mondo, facendo un
atto di imperio, come forse si aspettavano i pròfetì, come si aspettavano
i discepoli, come ci saremmo aspettato noi stessij perchè una pace di
tal gertere, imposta dall’esterno a
uomini la cui naMira ed il cut cuore
non fossero cambiati^ rtpn avrebbe
lunga durata.
Diceva l’apostolo Giaconip: «Donde vengono le guerre e le contese
fra voi? Non è egli da questo: cioè
dalle vostre voluttà che gue'rreggiano nelle vostre nreiabra? » (4: 1).
Gesù ha dovuto quindi cominciare proprio da questo punto t ricreare
il cuore dell’uomo, cambiare la natura dell’uomo. E quésto Egli ha
fatto e continua a fare con la pptenza del Suo Spirito.
Qucndci un uomo, qualunque sia
il suri stato morale e spirituale, ha
accettato il messaggio dell’Evangelo,
il miessaggio cioè dell’amare e del
perdono di Dio in Cristo, quell uomo viene: a conoscere per esperienza
personale diretta che cosa sia la pace di Cristo. La pace che Cristo gli
dà è il senso di una ritrovata armonia con Dio. L’apostolo Paolo esprime questa esperienza cosi: « Giustificàti per fede, abbiamo pace con
Dio per nrezzo di Gesù Cristo »
(Rom. 5:1).
Il nostro peccnt)» è cancellato e
quindi non sentiamo -più Piniitnoizia che esso pone tra Dioi e noi^ tra
noi e Dio.
E Caino disse adì Abele suo fratlello: « Usciamo fuori ai campii ».
Ed avvenne che, quando furono
nei campi, Caino si levò contro
Abele stio fratello, e lo uccise.
E l’Eterno disse a Caino : « Dov’è Abele tuo fratello? ». Ed egli
rispose: « Non lo so; sonO' io forse il guardiano di mio frateUo? ».
(Gen. 4: S-'^).
La tua propiria malvagità è
quella oh® ti castiga e le tue infedeltà sono la tua punizione. Sappi
dunque e vedi ohe mala ed amara cosa è abbandonare l’Eterno,
il tao Din? e il non aver dfi me
alcun tiimore, dice il Signore.
(Geremia 2: 19).
• Àncfeite attorno per le vie di
GeriMalemm©, e guardate, e iuformatevi, e cercate per le sue
piazze se vi trovate un uomo, se
ve n’è uno solo che operi giijstamentle, che oerehi la,fedeltà; e
io perdtonerò Gemsalenime. Dal
più piccolo al più grande? son
tutti quanti avidi di guadagno; dal
profeta al sacerdòte, tutti praticano
la menzogna. Essi curano alla leggera la piaga del mio popolo;' dicono: «Pace, pace», mentre pace non v’è ».
Donde vengon le guerre e le contese fra voi? Non è egli da questo cioè dalle vostre voluttà ebe
guerregiauo nelle vostre membra? Voi bramate e non avete;
voi uccidete edi invidiate e imn
potete ottenere; voi oónllendlete é
guerreggiate; non avete, perchè
non domandiate; diomandate e bon
ricevete, perchè domandate male
per splendere nei vostri piaceri.
(Ep. Giacomo 4; 1-3).
Xa via
della pace
(Geremia 5: l e ó : 13)
Perchè dùnque questo popolo
di Gerusalemme ai svia egli d'uno
sviamento perpetuoi ? Essi persi
lo ascolterò quel ohe dirà Iddio, l’Eterno, poiché Egji parlerà
di pace al suo popolo ed ai «tuoi
fedeli; ma non ritornino più alla
follia.
La benignità e la verità si sono
incontrate, la giustizia e la pace
si sono baciate.
(Sabno 85: 8-10)
Il frutto della giustizia sarà là
pace, e TefiBetto della giustizia,
tranquillità e sicurezza per seiupre.. * (Isaia 32: 17)
Io ho vedute le sue vie, e ‘ lo
guarirò; lo guiderò, e ridarò le
nàie consolarioni a lui e à quelli
che sono afflitti. Pace, pace a colui ch’è lontano e a colui ch’è
vicino! dice I’Etemo| io lo guarirò. (Isaia 57: 18-19).
Perchè Io so i pensieri che medito per voi, chee EEtemo: pensieri di pace e non di male, per
darvi un avvenire ^e una speranza.
Voi m’invooherete, verrete a pregarmi e io v’esaudirò. Voi mi
cercherete e mi troverete, perchè
mi cercherete con tutto il vostro
cuore; e Io mi lascerò ^trovare dia voi, dice l’Eterno.
(Geremia 29: 11-13)
Il frutto dello Spirito è amore, allegrezza, pa<*, longanimità,
benignità’, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza.
(Galati 5: 22)
Figliuoletti, non amiamo a parole e con la lingua, ma a fatti e
in verità. Se uno dice: Io amo
Dio, e odia U suo fratello, è bugiardo ; perchè chi pon ama il suo
fratello che ha veduto, non può amar Dio che non ha veduto. E
questo "è il comiandamento ohe abbiamo da lui: ohe chi ama Dio,
ami anche il suo fratello.
(1 Giov. 4: 20-21).
Boati quelli che s’adoperano
alla pace, perchè sarannoi chiamati figliuoli di ¡Dio.
(Matteo 5: 9)
PRESENZA DI SATANA
La coAseguenza logica di questo è
che ha ritrovata armonia con Dio d
facilita e rende possibile l’Ormoma
con i nostri fratelli. Chi è in pace
Con Dio non può più viitere in -stato
di inimicizia con gli uomini. Qiudi
, sono i nostri rapporti con Dio, toh
devono essere i nostri rapporti col
prossimo.
Questa è la via della pace per gli
uomini. Naturahmente è una ^ via
lunga e difficile, ma non de n’è un
altra.
Questa ad ogni ntodé è la da per
la quale Gesù ci ha avviati: la via
del perdono reciproco djsife offese,
perchè la pace nostra mteriore è ofce
Dio ci ha perdoni, e aUo stessa,
modo n<H dobbiamo perdonare agli
altri. Chè se non siamo capaci di
farlo, perdiómo automaticamente la
pace di Dio nm nt^tri cuori.
Gesù disse: «Beati qudtti di© si
c adoperano alla pace, perchè saran
Questa volta Satana è veramente apparso ed ha fatto udir© la
sua voce.
Non si tratta più di un fantasma evanescente, di una ridicola
credenza, di una primordiale e grossolana invenzione della fantasia umana per incutere paura ai bambini cattivi ed agli adulti ancora più
cattivi, ma di una vera, controllata preslenza di Satana.
Il fatto non poteva passare inosservato; ed i giornali, sempre
pronti a divulgare le notizie più impressionanti e più allarmanti, lo
haimo annunziato al grosso pubbllico, tra il serio ed il faceto.
Siamo a Firenze, nel corso di una seduta spiritica in casa di un
medico, assistito da un ragioniere e dia una signorina. Al centro della
stanza, l’immarrcabile tavolino; attorno al tavolino, l’immancabile càtena. Il iaomento è solenne. D’un tratto, preoedùta da un diffuso
odore di zolfoi, neUa stanza in cui la seduta si svolgeva, veniva udita
una voce che dichiarava senz’altro di essere Satana. Il tavolino a tre
gambe si muoveva convulsiamente e, tra la meraviglia e la tremenda
paura dei presenti appassionati spiritisti, Satana dichiarava eh© non
aveva intenzione di andarsene malgrado il loro pressante invito a
sgomberare.
Allora gli spiritisti pensarono che l’unico modo di sbarazzarsi
dell’incomodo era quello di sciogliere la catena,” cosa chie federo' alla
chetichella; ma Satana se nie accorse e li avvisò che entro un’ora si
sarebbe ripresentato ai rispettivi domioilii dei presenti. Infatti, un’ora
dopo la prima apparizione, nelle case degli spiritisti si verificavano le
stesse manifestazioni inconsuete a base di fischi, agitazioni di mobili,
sbatacchiamento di imposte, finestre e porte interne. La signorina che
aveva partecipato alla seduta spiritica rimase talmente scossa ohe
dovette esser© soccorsa dai sanitari.
Questo è il fatto di cronaca, così come è stato riferito dài gioinali. Ci potete creder© le, se volete, potete anche sorridere maliziosamonte. Il cronista di un gmtnale ha persino immaginato che la nuvoletta di fumo e il puzzo dì zolfo presenti nella camera dovessero attri^jiirsì ad un mezzo toscano dlel Monopolio diimentioato acceso nel
portacenere...
Nè io, ignorante in materia di spiritismo, mi pemnetterò di esprimere un giudizio sui fenomeni spiritici e sulle loro rivelazioni.
Afinte^eòBano invece alenine altre osservazioni, tutt’altro che bànali e puerili.
Il popolo, per credere in Bio ò nella realtà di Satana, ha sempre
'fflimgùo dello «straordinario», del «¿miracoloso». Fuori di queste
categorie, facilmente il popolo è trascinato sulla via dello soettícismo,
della sprezzante superficialità dj’animo, dteU’iucrediulo sorriso.
La nostra fede.nella realtà, o niella presi^iza di Satana non è nè
scossa nè fortificata da fatti simiM a quelli ohe sarebbero awenuti a
Firenze e che servono tutt’al più ad impressionare la mente dell© donnicciuole 0 dei semplicioni.
Era propri necessario l’odor di zolfo © la nuvoletta di fumo per
rivelare la presenza di Satana, l’attuale, tremenda presenza ^ Colui
che Gesù chiamava ul’Avversario y> edl il « Calunniatorey) ? Non è bastato l’acre fumo delle città incendiate ed il fetore dtei cadaveri accumulati sui campi di battaglia, nei campi di eliniinaziooe, nei forni
crematori?
Era proprio necessario lo sbatacohiar di porte e di finestre per
rendleroi conto che, nel mondo, è presente il «Nemico», il grande
sconvolgitore della pace nelle famigUe, nelle ohiesie, nei popoli e fra
le nazioni? Non bastano i tremendi uragani della storia per convincerci che l’azione di Satana, fino a quando Dio lo peiimetterà, è
un’azione quotidiana,, fnnesta, distruggitrice? ^
Satana è presente in una seduta spiritica, si djice, e lai gente ne
è impressionata. Effettivamente ci pfreoccupa di più un’altra preshtza di Satana, nel cuore dell’uomo o accanto aU’uomo. Satana veramente sghignazza quando riesce ad uccidere nel cuore deU’uomo la
fede in Dio, quando può dilaniare le famiglie per' cagion d’iutieresei,
talché i fratelli più non si salutano, quando riesce a trattenere i fedeli,
lontani dal tempio diove è annunziata la parola di Dio, quando può
spingere' i giovani-sulla via diella dissolutezza, quando‘può oonvinoere
i credenti che l’amor fraterno è una stupida debolezza, quando contempla attorno a sè, fra gli uomini, il trionfo della menzogna e della
falsità.
Gesù lo ha detto: a Quando parta il \falso, parla del suo, perchè
è bugiardo e ptxdpe della menzogna'».
Attorno al tavolo dove siedono i quattro ooeidètti «grandi» in
cerca della pace, c’è uo' altro essere, più grande ancora: c’è -Satana,
il grande sabotatore, U veto avversario, il forgiatore di ogni divisione
e di ogni odio, il demolitore dì ogni sforzo verso la paec. Il sno volto
si iUnmina e sghignazza quandjo sui tentativi degli umnini viene pronunziata l’ultiiua parola: fedUmento.
Q preoccupa queMa presenza di Satana, non l’altra di Firenze.
La presenza di Satana ha dei limiti e così puro la sua potenza. Il Natale che viene ei dimostra ohe Dio è più forte di Satana, che l’atnore
è più forte dell’odio.
Ma, per ora, ci oonviene asooltàre ancora 1’am.monimento dell’Apostolo Fileteo: «c Siate sidiri, veg^aite; H vostro avversarlo, il diavolo,
va attorno a guisa di leon ruggente, cercando cM possa tiiwwiare. Resistetegli, stando fermi nella /càs».
tosta»
2
'1.UNITI Ó
'Uniti nd]« paée o distrutti nella
guerra... Tale e la tragica alternativa
f) ^v®nti alla Quale si sono poeti gli
-, j naniini che popolano il nostro módesto pianeta. Queilo che agli occhi
^ ^ dei saggi di questo, mondo' era apparso coinè una iantaamagoria apocalittica di menti esaltate, si afferma oggi
come ima formidabile realtà sul piano storioo.
Perciò gli spiriti più maturi si
i preoccupano a ragione disila aorte
dell’mnanità, e si tnoltiplicano le as*®<nnziO(ni ed i movimenti: di pensiero ohe tendono^ a combattere la
follia della' guerra ed' a creare le
condizioiiì' psioologiche e politiche
dt una pace duratura e di una fraterna convivenza dei popoli. Nella
vicina Francia, sorge c ai afferma il
^Partito Cristiano Intemazionale »
che ha già diraiuaziionì in altri paesi. Il segretario^della sezione francese, Raymond Maroand, ha pubbRoato recentemente un’opera in due
volumi, intitolata «Mes Témoignages» (1), in cui egli narra la sua
conversione alla cansa del Cristo, le
sue sofferenze e le sue agonie come
oppositore di coscienza.
Estremamente aspro e difficile è
il sentiero che conduce alla pace,
perohè esso coincide con quello che
oo^ce al Regno dei Cieli, Ma chi
^trato non se ne diparte più.
P^ invitare i cristiani intiepiditi del
_ nootiro tqmpo ad entrarvi risolutamcnte, Marcand ha introdotto nel
2.0 volume della sua opera un «ApI»ello a tutti i Crisliam per la formazione del Partito Cristiano Internazionale», di cui riportiamo qui i
passi [HÙ salienti.
jTmara constatazione
Dopo il crollo delle Potenze delPAase,i SI pirohlemia de^ pud^ si
pfone con stringente necessità alla
nostra coscienza. La seconda guerra
mondiale è appena terminata, e la
terza è già in preparazione fra i vinortoii stessi ohe sì disputano l’egemonia del mondo. In Europa
in Asia, la Riussia si opp<me al blocco Anglo-Americano. Il Mondo Arabo si agita; le colonie Europee, avide dii libertà, msorgono contro i
loro pretesi ((liberatori)); la Cina, la
Indocina, le Indie Olandesi, l’Iran,
la Palestina sono il teatro di sanguinosi omiilittì che inìnacciaiLo di estendersi al mondo intero. La Spagna o la Grecia covano U fuoco di
cmenti ooufiitti L’ultima guerra
stermmatrice non è più soltanto un
ipotesi per gli spiriti vigilanti.
à.y
‘ a". I tS W
QÈìM
Quelli che hanno ^wto la guerra
si rivelano incapaci di^ guadagnare
la pace. Non si preoccupano più
tanto del nemico vinto quanto
dtel pericolo recìproco ohe essi
rappresentano. Benché essi propongano al mondo dìei piani mte
gniiìcà di sicurezza intemazionale e
sociale, le loro azioni'rivelano continiuamente la paura che li diomina.
II. legame costituito dall’oidio contro
’ -un comune nemico è fragile, soltanto l’amore può oostituire un vincolo vitale e durevole.
Gli organizzatori della pace hanno
più che mai bisogno di agire in armonia con lo Spirito dii Cristo-. La
nuova Rivoluzione di cui ha bisogno l’umanità è (juella ohe, senza
spargimento di sangue, si sforza di
stabilire la Pace medlanitie l’Ataiore. Per (»nosoere la vera pace, nella
quale non possono sopravvivere gli
odii, gli orgogli, le barriere economiche e politiche, le ideologie
micid>iali, in nome dei (piali gli uo’
mini si vituperano e si uccidono da
secoli, l’umanità deve orientarsi verso il Cristo ed accettare la sua ;dgnoria spiiitnale.
’^CristUmi sinceri, fratelli e soreJle di tutti i paesi, di tutte le
confessioni, non dimenticaite mai
che non sono i vincitori della
guerra che potranno realizzare 11
sua vera (Chiesa, può salvare il mondo e dargli laj^^erajpace. Perciò i cristiani bevono ragruipparsì intima menlie su tutti i punti dei globo e
coordinare i loro sforzi sulla diirettiva. spirituale del Principe della
Pace. "Voi che avete atrocemente
sofferta nei campi di concentramento, nelle prigioni, nei servizi di assistenza, voi che avete visto sparge^
re il sangue fraterno,,voi che vi ribellate allo spettacolo incomprensihUe di Chiese sempre in preda alle
■ giierre fratricide, voi che non vohite
più trucidarvi in guerre abominevoli in nome delle medesime ideologie,
dei medesimi prindpii, del TOealefi
simo Maestro, del medksinvji Paxb^,
voi che non volete più essere le vìttime di capi ecclesiastici o [Jolitìci
che abbandonano il gregge alla divh
sime ed alla carneficina, wi che non
volete più lasciarvi distanz'ktre doli
pagani sul terreno dei grandi ideali,
vai che vi. lete osservare i comandamenti d'amore del Maestro e rispettare la sacra unità della Chiesa e
deir Umanità, voi che volete porre
un fin\ei a tutte le vostre divisioni, ai
vostri odti, alte vostre lotte intestine, noi che avete fatto la vostra Rivoluziorte personale e che volete aiutare gli altri a fare la loro rtve>dìdnte il pentimento,’ venite ad ingrossare le fila della nuova Internar
zionale dello Spirito nel nome del
Cristo. *
'Cristiani del morula inlerci, qua
sognO( letdrno accarezzato dalPunur tunque sia la uosfr« origine di clasnità dolorante nelle sue sventure, I se, di chiesa, di lingua o di naziona
loro eserciti, le loro flotte, i loro or
dSgni diabolici, di difesa e di offesa,
non potranno mai creare la pace, ma
soltanto la discordia e la iUstrusdone. / "lujd” della terra, i successori dei Cesari e di Ponzio Pilaito
non possono parlare di una pace
che non conoscono e che è contraria
lità, voi che vi riconoscete come
FrateMi e iXoreMe 'al c^lpopra dei
frmtti di carneficina e delle frontiere
artificiose, di grazia miettete un termine ai vostri egoismi, alle vostre
discordie, alle vostre debolezze, ai
vostri odili, alle vostre eresie, alle
vostre prostituzioni, ai vostri delitti.
ti
Notre Père,, : Prière de Paix
suivant Erasme de Rotterdam
(San Commentaire)
Voici comment Erasme commente « Noire Père » •
— Notre Père qui es aux cieux. que ton nom soit sandilié.
Qu y a-l-il qui, plus que la guerre, puisse déshonorer le nom de
Dieu ?
— Que Ion règne vienne.
Peut-on prier ainsi quand ton est prêts à verser le sang, tant
de sang ?
— Que fa volonté soit faite sur la ferre comme dans le Ciel.
Dieu veut la Paix et vous, vous fades la guerre.
— Donne-nous notre.-pain quotidien.
Vous demandez le pain quotidien au Père de fous et en même
temps vous^ mettez le feu au seigle ef au blé de votre Irère et vous
préférez détruire fout ce qui tombe sous vos mains plutôt que d'en
laisser un peu a votre frère.
—— Pardonne-nous nos offenses...
N avez-vous pas honte de dire ; * comme nous aussi nous pardonnons à ceux qui nous ont offensés», quand vous cherchez seulement
à tuer ou a faire souffrir, (ouf comme les autres font avec vous ’
— Vous demandez de « ne pas être induits en tentation » et, vous,
vous jetez votre prochain dans fous les dangers, dans toutes les tentations.
— Vous priez pour être « délivrés du mal » et vous fades à votre frère
ce qui est pis encore .- vous lui infligez les plus grands maux.
O chrétiens, vous maudissez les Turcs comme étant des impies •
apôtres du diable, mais n en fades-vous pas de même en cherchant à
vous tuer ! un f autre?..
Trad. de S. P.
Il problema della pace
alle loro imprese. Nè i capi miUtmi,
nè i capi politici, e neppure i grandi capi religiosi sono in grado di assicurare la pace atte nazioni. I partiti e le chiese uffidedi, ppostùtuite ai
nazionalismi, agli imperialismi ed
alle gerarchie militari, si dimostrano .
intìapaci di liberarsi dalla schiavitù del mondef*
Sa via della pace
Soltanto Cristo, per mezzo della
Pentitevi, omdÌiaÉe finalmeiite kt
vince del Maestro, del divin Pastore... e, come nei tempi primitivi
della Chiìe.sa, che il Mondo stupito
assista allo spettacolo magnifico detta vostra Unità finalmente tealizzata.
"Oggi, gU uomini in preda alle
difficoltà sorte dalla gtmrra ed (dr
l incertezza deWaiwenire hanno più
che mai bisogno di udire la voce del
Salvatore del mondo, del Principe
della Paesi). E quella voce deve a
vere un’eco possente nella coscienza
dei popoli e delle masse disorientate
e frementi mediante la testimonianza fedele, costante ©d eroica di tutti
(oloro che vogliono aeguire il (üristo sul sentiero che conduce al Regno diei Cieli.
FRANCESCO PEYRONBL
(1) Raymond Marcand - uMes Témoignages à ta cause de Christ, Roi des Nations et Pmce de la Paix» — 2 vol. —
chez l'Auteur, 3 Rue Régis . Eiordeaux.
ItLLEANZA
par l’amicizia fra i popoli mediante le Chiese
COITIUNICATO
- Tutte le Chiese Evangelichie del nostro Paese sono invitate a
yofcr celebrare, il 14 EMoémhre, la DOMENICA DELLA PAGE, unnumàand» agli uomini, in tutta la sua chiarezza edl efficacia, il messagigi'o dì pace dtel Vangèlo di Gesù Cristo.
, Sotto il peso della guerra e nell’oscura prospettiva di altri possibili oonfiitti', l’umaiutà soffre e si tormenta, senza poter scorgere alPorizzoitte alcun raggio di luce, apportatore di pace.
Gli uomun, i quali si sono abbeverati per anni ed anni alla coppa
di ogni violeiiza e di ogni manifestlazione d’odio, difficilmente rie
scono ad unire i loro sforzi per creare nel mondo un’atmosfera di
pace.
Le nazioni si guardano l’un l’altra con occhio dSffidiente, i flenleR
d^ Chiese rimangono perptlessi, l’uomo ùella strada rinunzia definitivamente alla speranza della> pace.
Malgrado tutte le delusioni subite e tutti gli ostacoli che ai ergono sul
nostro cammino, noi dobbiamo oggi parlare di pace a tutti, specdalitente agh uomini di buona volontà. E’ neceasario dar loto ima nuova
visicoe della pace, aul fondamento della fede crùtiana e deU’amoi
fraterno: umile, oonareto, giusto. E’ doveroso avvertire gli uomini
che, lungi da Gesù Criato, la viioileziza chiama un’altra violenza;
mentre inaieme con Cristo è poesibile trovare la via della riconciliazione nella contnne umiliazione.
In un tempo in cui molte orgamzzazionf aorggmo per un ideale
dà paoe, le nostre Chiese sono invitate ad additate, nel Criato, il Prinripe della pace ed a ripetere agU uomini, }’antìca ptomeasa evangelica:
Beati qutiJi che s^adopermio alla pace, parchi etti saran chiamati
figUuolà di Dio.
Il ConKalo llaltano
Òrieijiamenii per la pace
Il problema della guerra non p facile a risolversi, come non è facile
il problema della j)iace; ancihe perchè
sono un problema unico, il problema
'Iella vita (die ogni giorno ai rìprer
•seiila più compi.t!sso e affaticante.
jNoL, in queste brevi note, indlicheneimo alcuni orientamenti cristiam,
che è necessario tener© nell’aniino
quando neU’aniuio dimora la buona
volontà. Il cristiano non può dare la
paoe al mondo; ma il suo sforzo deve
tendere a chiarire il pensiero evangelico, perchè il mondo conosca l’ora
sua aneli© quando il sole non brilla.
Il cristiano non può anunettere la
guerra. Il cristiano può subirla, può
— ragionando con la logica della neoeswità — farla e iUudersi di combattere per la giustizia e fa verità ; ma
il cristiano non può accettare la guerra come un’azione ohe s’identifichi
con lo spirito d’amorei e dii perdono.
La gnerra, ogni forma di guerra, presuppone l’odio ; e il (ristiano non può
accettare la guerra perchè non può
a(»ettare l’o^o.
Occorre di sentire dei criatiani che
cercano di giustificare ]a loro avversione alla guerra, a ogni forma di rivalità, di(Kndo che la guerra è una
umtile rovina, in (pianto oodnvolge
vinti e TÌiKùtori nella stessa umiliazumo. Esai rincalzano i loro argomenti asserendo che i popoli (uvili
non dovrebbero ri<»rxère alla violenza, perchè l’uomo che ragLona non
deve eonfondcu'e il ragionamento (xm
la cannonata. L’uomo dovrebbe imparare ad amarsi, a rii^ettani; e a
non permettete l’emergenza degh istinti bestiali. L’uomo è uomo © non
(ìeve essere bestia.
La via cristiana
deila pace
Queste ragiooi, oli© sono comprensibili e a loro modo naturali, non
sono appropriate alle menti cnstiano. Il cristianesimo insogna che i’uotno vive nel peccato ; e che all’uomo
è data una sola r(^nzìonìe, la salvezza di Cristo a vita nuova in Cristo. E insegna anche che questa saldezza ó vita nuova non è la civiltà,
non è la ragione dell’uonio, non è
l’umanità; in quanto noi possiamo
vedere ogni giorno ohe le foim'is più
alte di civiltà produ(»no manifestazioni più gravi di barbarie; e oli© la
ragione non basta a ragionare, quando la passione o il vizio turbano l’anima. L’uomo non dovrebbe essere
bestia; ma vuole essere bestia perchè la sua volontà non è santifi('iata.
E nella santifi<»izione della volontà è
primamente il segno della vita nuova
di Cristo. •
Il cnstianesìmo- deve recuperare le
sue verità originali © (jon rinnovata
diignita la dignità (di© proviene
dalla certezza' di obbedire ft IKo ‘—oompiere la rinnovata missione nel
mooidb. n mondo (die è pur dominato
da rivolgimenti affannosi e non sa,
nell’angoscia d’una attesa rinnovata
e teinpre delusa, oome liberaisi' dal
suo destino mortale. E il mondo ragiona cosi: la gnerra, che è somma
di mali, è una legge della storia ; nessuno può abolire (piella legge e le
guerre ci saranno sempre come si-mpre ci sono state. Chi abolisce la lot
ta abolisce la vita; e l’abolizione del
la vita non può compierla l’umanità i
che deve vivere e pereto lottare. ;
Che cos5a rispondlere? Ciò che, considerato coll Io spirilo ci'i.stiano, na
sce da un ripensamento di questa ra
gione di necessità storica, secondo la
quale oomliattere la guerra — la
guerra alla guerra è una grande utopia cristiana.
La guerra è una necessità? E’, co*
miinque, una necessità rovinosa e al
loi^a è savio non esaltarla, non prejiararla come una necessità benedetta.
Ij© n©ce.ssità fatali si aixiettano con
animo forte ma non si sollecitano (xm
animo imbarbarito. La religione della guerra è una necessità della pazzia
umana. Nessuno assolve l’assaasino;
eppure aneh’egli può avanzare l’ar
gomento (fella necessità : è necesisairio
vivere, è necessario prevalere, è necessario morire.
Il male può venire anche senza
nostra (x>lpa ma solo quando la
, nostra volontà non lo de»i.dr-ri. Se
noi accettiamo la guerra come una
necessità vogliamo la giieiTa e jierciò
la vogliamo.
Quando la giierra si detf^rmina
l’uomo che vuole lesserii (ristiano,
ron si insidia p"r ('sscr" forte ma (5eV’essere forte j»er non esaltarsi. Il
suo animo dev’tssei-c ritolto alla (xmtrizione: tigli deve sentire tutta la
tristezza did male che si compie nel
mondo; deve riconosrerc la sua parte '
di colpa e cercare in qualche modo
di ripararvi. Alla fatalità maligna
dtive contrapporsi il coraggio della
cristiana spiritualità.
Z Nocessild della pace
Ma si dirà ohe nonostantie 1 ragionamenti più serrati rimane il fatto
che i malvagi aggressori esistono © da
«ari bisogna difendersi; © che se h
possibile combattere la gnerra (xmie
uifatuazione crimiinalie non è possibile negarla come dMeea dai pcepotenti che possono e vogRoaio estendere la barbarie. La gnerra e non
stilo la bitta, almeno finche ci sono i
birboni è una necessità.
E’ vero ed infatti le guerre ci sono
rtate e ci sono; il mairagio rende
, \
3
K3,-‘
Í.-ECO DELLE VALLI VALDESI
fatale la malviiigità: è veto che la
guerra, imohè ^ &ono i birboni, deb:ba eesexe considerata ima neoeasità,
ma i birboni non sonc^ una necessità.
TieU’anima di tutti dle^ farsi un posto dominante questa verità: i cattivi
sono fuori della legge morale; sono
fuori legge anche se belli, forti o geniali. E’ necessario non ammirarli e
non adbrarli.
Alla necessità della giieira conviene oontràpporre la necessità 4^Ua pa•ce. E’ necessario combattere ma è
più necessario amare. L’odio non emerge se domina l’amore. Contro future guerre non valgono i congressi
e le associazioni; vale solo l’amore e .
l’amore cristiano. <
ft. L’amore di Cristo che non si arrenfrv de.
Mariano Moreschini
(da La Luce)
lettera aperta
ai.?.
Cara F. P.,
Ho lefto con molto interesse il tuo bre.
ve articolo sul n. 44 delV’Eco e mi fa
piacere constatare come una giovane (perchè certamente sei giovane) consideri dall’alto il problema delle Diaconesse. Perchè^ se è un problema, non si basa certo
sulla modernità o meno del costume, o su
piccole questioni materiali, ma è un problema spirituale, 'di fede. Conosci bene le
° Diaconesse, ma conosci altrettanto bene noi,
giovani delle Valli? mi pare che tu parta,
con tutto il tuo entusiasmo a sfondare una
jrorta aperta Í perchè credo che siamo tutte
convinte di quello che dici in bene delle
Diaconesse, e se constatiamo che queste
sono QUATTRO GATTI, non lo diciamo
con disprezzo! Forse la frase non è ’’cristiana ' ’ e può prestarsi ad una falsa interpretazione, e mi piace molto la tua giovanile intransigenza che ti fa protestare contro una frase detta con leggerezza, frase
che non deve però essere considerata voce
comune, nè giudicata troppo severamente.
Ed è vero purtroppo che le Diaconesse so- .,
no poche, e siamo proprio noi, giovani delle
Valli, a constatarlo con dolore, non con disprezzo, e spesso, nel segreto del nostro
cuore, a recitare il "mea culpa’’. Perchè
dici che le Diaconesse sono circondate di
incomprensione e di indifferenza? Chiedi
alle Diaconesse stesse se qui die Valli si
sentono considerate cosi poco cristianamente, chiedi ad un Dottore che cosa pensa
del loro valido aiuto, chiedi ad un Pastore,
■chiedi ai malati...
Non consideriamo indifferenza la naturale
freddezza che purtroppo fa parte della nostra
natura, solamente perchè non corriamo incontro ad una Diaconessa, perchè non le
dimostriamo tutto Vaffetto che realmente
proviamo per lei (e non per UNA personalmente, ma per TUTTE in generale).
Approvo pienamente l" ultima parte del
tuo articolo; ma se mancano le nuove vocazioni, Se manca la fede per darsi compietamente all'Opera, credi proprio che sia per
difetto di profondi sentimenti religiosi, per
desiderio di godere la vita? Hai mai pen
sato, tu giovane, a quante tragedie sono
spesso nascoste nel cuore di una " vieille
filie quante volte una giovane non ha
potuto perchè le mancava la salute, o ha dovuto sacrificare la sua naturale tendenza
per dedicarsi, con profondo ìpirifo d'atno,
re, ad un compito spesso ingrato, quasi
sempre misconosciuto ? come sarebbe staio
più bello per lei, forse più facile, essere
la vera Diaconessa, libera da ogni legame
familiare, tutta dedita alla sua missione l
Credi anche tu, come diceva con una incisiva esagerazione un Pastore, che tutti ì
giovani dovrebbero essere pastori e tutte
le giovani diaconesse f Non credi che lo
missione della donna, anche religiosamente,
possa esplicarsi in qualsiasi campo? Ñon
credi che una mamma, una maestra, ma
infermiera, una 'fìémplice donna di. casa
possa avere h. spirito df una Diaconessa,
se li suo lavoro non è considerato semplice
’’gagne-pain’*, ma missione? Ma forse
quésto argomento ci porterebbe tropjm lontano...
Vorrei solamente che le Diaconesse sentissero, per mezfo di queste semplici righe, tatto l’affetto e fatta Vammirazione
che proviamo per loro, anche se non sappiamo esprimerlo a parole.
L. R. J.
■ Camp,,Oueit ■ "
d< la Cdnnissioa pdsslMHiairc d<s K-M JO
an Cbitfan da Bois Tiffray-Vanddt (Ffaact)
J’ai eu le plalsiir de pajiidper, avec
un camarade, en qualité de représeiilaini
de i’uirique société missioiniiialre de jeunes gens qui existe actuelîement mi Italie : la «Pra de! Tomo», à un dss deux
camips_ que lia C- M. J. a organisé en
France pendant l’été dernier.
La Commission' Missdonnsii» des Jeunes, en France, groupe tous les jeunes
gens qui se sentent attirés vers les
missions, soit pour être un jour missdonnaiires eux mêmes, soit pour soutenir les
missions avec leur propagande et leur appui matériel.
C’est vraiment dommage que nous n’a
yons ipas ^ Italie une organisation semblable qui dionnerait aux jeunes la possibilité d’étudier et de comprendre mieux fes
problèmes des missions. Et moi, comme
président de la Pra dell Tomo, je , sens
eoticore de plus ma responsabifté et celle
de nôtre société devant tous les protestants d’Italie, jeunes et plus âgés, cm
c’est à nous de léur feire connaître un’oeuvre qui est dies plus, beies et des plus
saintes.
qui entouraient le château, révflait à nos
yeux l’oeuvre merveilleiuse do Weii.'
Monsieur le pasteur Raymond Léenhardt, qui a vécu longtemps en Nouvelle
Calédonie et qui nous a parié de l’oeuvre
des missions danc ce pays, dirigeait lie
camp.
Plusdeurs autres . massiramaires notas
ont aussi parlé chacun de lieur camp de
missions : M.r et M.me Nioolasek du Cemeroun; le pasteur Jean Nouvetan à propos du fondement biblique de l’action
missionnaîre; M.r Coxil, missionnaire au
Congo Belge des rélâtions entre les missions et le gouvernement, et 1© pasteur
Léenhard encore de l’évolution du Christimiisme et de l’oeuvre mîssSoiinaire parmi les musulmans en Algeri© où actuelle
La moisson est grande et il y a peu
d’ouvrier a dit Jésus, et aujourd’hui encore
ces parôlies sont plus que jamais actuelles
et pleines de signification pour nous tou*
dhrétSens et vaudods. Comme Italiens è
un camp de la jeunesse française, après
la guerre, nous avons été accueillîs com.
me nous n’aurions jamais espéré. Nous
nous sommes trouvés parfaitement à notre aise, dans une atmosphère de communion fraternelle qui était vraiment touchante; et ainsi nous . avons pu profite)
entièremenf des études qui ont été faites et
des bénéfices de œs rencontres inteinationales. '
Le Château était à cinq kilomètres de
la gare, en pleine campagne, dans une
solitude qui favorisait la méditation, la
beauté sauvage des ooUlnes et des bois
ment ij est pasteur.
Nous avons aussi eu la joie d’éCouter
la voix d’un pasteur Indigène James Lavson, délégué du Dahomey à la conférence
de Oslo, qui passe une période dte ses vacances en France.
Par lui nous avons eu un écho elle la
voix des nègres africains et de leur sentiments envers les missions qui leur ont
porté avec l’Evangile de Christ, ia prospérité et te bonheur.
Entre une étude et l’autre, le® moments
de repos ©t de ' jeux ne manquaient pas;
en ces moments nous aviions la possibilité de causer avec nos amis français et
ces causeries ont été pour nous très utiles. Beaucoup de jeunes que nous avons
connus en ce camp nous <mt montré ie
désir de venir dans nos vallées yaucfolses
pour voir eux mêmes ces lieux dont ils
connaissent l’histoire et dont ils ont seulement toujours entendu parler; je souhaite qu’ils puissent y venir bientôt et
que nous puissions leur donner en Italie
l’accueil qui nous a été fait en France.
Alberto Peyrot
JAPON - Hirosdilma
A l’occasion du dieuxième anniversaire (6 août) de la dtestruction
d’Hiroschima par la bombe atomiqtie, le journal Christian Century
demande aux protestants américains que le message des chrétiens
d’Hiroeohima du 6 août 1946 soit lu du haut die touWes les chaires:
« Nous, chrétiens d’Hiroachima, sommes réunis ici dans la pensée
des nôtres quji ont été, de faiçon imprévue, rappelés à Dieu il y a un
an. Nous nous tenons au milieu des ruines d’une église rédiuite en
cendres et déclarons en la sainte présence de Dieu, devant les chrétiens du Japon êt du monde entier, notre profond repentir de n’avoir
pas pu écarter la guerre et ses terribles conséquences. No'us affirmons
la vérité de l’eUsèignement de Jésus que Dieu est notre Père, que
noua aoimmes ses enJEants, et que tous les hommes sont frères. Nous
prions de tout notre coeur pour que notre foi, fortifiée par l’épreuve,
puiaBe être sincère et persévérante jusqu’à la mort. Nous manquons
d© nourriture, d’habits et die demeures. Mais noue croyons que la
seule possibilité de, surmonter ces (^îficultés est dans l’amour fraternel du prochain. Nous dennandons à Dieu die nous aider à remplir
ce devoir. Nous sommes fermement persuadé^ que ^ules la foi en- la
doctrine de Jésus et sa mise en pratique peuvent sauver les hommes;
là est notre seul espoir die .reconstruction de notre ville et dfe notre
pays. Nous prenons l’engagement die travailler par la parole et par
l’action à la diffusion de l’Evangile. Nous demandons à nOs frères
dfu Japon et du monde entier, de prier pour nous ». (Schweiz, évang.
Pressedienst, 27 août 1947).
t
' " menieali
Lezione del 21 Dicembre 1947
La profezia messianica
(Michea 5: 1-3)
Nel guardare al Natale che viene, quello che domina in noi è la visione gioconda
degli angeli die magnilìcaino in coro la
nascita del Salvatore, della maraviglia esta,
tira dei pastori di Bethleemme, della commovente scena del divino intente ohe giace in una ùmile mangiatma, ciroonfuso di
gloria e di prodigiose promesse, è il ■pen-'*
siero deH’oipera di salvezza ohe l’Unto del
Sligniore ha comipjluito per noi © per il
mondo intero.
iManra sovente a queste nostra visione
la Contemplazione panoramira del piano
grandioso ohe fin dialia eternità Iddio ha
messo in opera per 'la redenzione di tutti
giM uomini. Esaltiamo l’opera dei Cristo
compiuta nel passato, manca alla nostra esaltazione M fremito della speranza, déQa
fervida attesa, l’attesa del compiuto adempimento delle divine promesse.
Dalla visione, di questo maraviglioso
piano da Dio, di questa viva travolcóte
speranza, è tutta picrvasa la rivelazione déL
l’Antico patto, nelle pagine delia nostra
vecchia Bibbia. Ed è cosa quanto mtd salutar© per noi, nell© fosche oscurità del
tempo presbite, di rifarci a quelle antiche
visioni e rivelàriool porténtóse.
Fin dagli albori della umanità, al gfomo
stesso della caduta del primo Adamo, ecco la promessa -di Dio, nella sua dichiarazione al perfido seduttore : « Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la sua pronte e la progenie di lei; e questa progenie
ti schiaccerà il capo». E’ qui segnata la
vittoria del Figliuolo di Dio e dedl’opera
sua. Poi la■ promessa di Dio od Abramo;
« In te saranno benedette tutte le famiglie
della terra». E quindi, neh coro grandioso
e concorde dei Profeti, la profezia spediicaimente mesriaitica, ohe tutta si riassume nell’annunrio del profeta Isaia : « Ecco, là ^vane concepirà, partorirà un figliuolo, e gli porrà nome Émmanuele. Dio
con noi » (7 : 14)-. E il Profeta Michea, nell
nostro testo, proclamerà ; « Dd te, o Betheleem Ephrata, uscirà colui che pascerà
il suo gregge con la forza dell’Eterno, e
Sarà lui che recherà la pace».
Tutto questo travalica inflnitaniente tutti
i -quadri della storia d’Israele e la liberarione di questo popolo dai suoi nemid. E’
qui contemplato un nuovo Israele, purificato e santificato, l'Israde spirituale ohe
raccoglierà tutti i credenti in Gesù Cristo,
e sarà il Regno della giustizia e della pace.
COME GESÙ’ HA ADEMPIUTO LA
PROFEZIA.
Gesù ha sempre evitato di apparire come un iliberatore politico dd suo popdo :
sono fe anime d tutti gH uomini di’egli è
venuto ad affrancare. A più riprese, egli
dichiara di avere adempiuto la profezia, e
in conformità delle medesime, egli ha fon
dato il Regno-di Dio suilla terra. è'
la rivelazione vivente dì Dio.: « Chi ha
visto me,' dice egli, ha veduto U Padre ».
Ed egli si è date com© la regda e la fonte
della vite ;. « lo sono la via, la verità e la
vita. Chi crede in me, ha trita eterna ». E
con la sua rìsunrezione, ha vinto la morte
e compiuto l’opera di risutTerione per tutti
i credenti.
0(iG-l.
Il profeta Michea d moatfa un Messia
che, nato in un umil© piccolo borgo di Giu.
dea, ma di origine eterna, governerà i
mondo con pieni poteri, e recherà la pace.
E' oggi, dopo venti secoli dalila sua venuta,
imperversa nel mondo l’ingiustzia e l’odio
fratricida ; e non vi è pace nd cuori, ma
un grande tormento. E’ forse venuta meno la pròmessa di Dìo, la fedeltà e k potenza del Redentore? Dio ci prraefvi da
una tale aberrazione. Sono gli uomini, sono
i cristiani che Imno mancato in pieno,
con la loro infedeUtà e k’ povertà dtelld
■loro fede ; © cosi han reso vano 11 consiglio
di Dio.
Valli Vostre 1948
Tip. Alpina - Torre Peliice
Ritorna anche quest’anno, per l’ooiamento delle nostre case, il Calendario. a
fogli mensili iflustratì « VALLI NOSTRE»
che è al suo nono anno di vita.
L’edizione del 1948 è state bene curata
e, pur nella sua semplicità, si presente in
vèste simpatica, attraente- ed impegnaltitte
anche, con la sua' copertina in trioromia
che porte il simbolico candeliere
' Chiesa Valdese, il quale, da un jmcco dell©
Mpi, manda i suoi raggi sull© monile
vicine non soltanto, ma sull ’intera pemsok
italiana eh© ri profila dinanzi, adagiata nelle .azzurre acque dell’aimpio mare drcostante. Come cento anni te, cosi oggi Mcor^
la ragion d’esser© deik nostra CWesa è
di dar© la sua testimonianza, come 1 ha
data nel passato, in mezzo ai connazionali
, coi quali è chiamater a convivere.
Varie, pittoresche edi istruttive le itustrarioni, accompagnate da un versetto adatto (in italiano ed in francese) per
mese. Esse riguardano in parte k Vaile
del Peliice : colla Tavola del Collegio dei
Barbi colla Chiesa dei Giabas, colla Scuok dèlie Fucine, con la Chiesa di Torr«
Peliice; in parte k Valle delk Germanasoa t con un tratto dèla medesima in quel
(fi Prati, con una veduta di -Agape, col
presbiterio dei Chiotti di RMaretto; poi
Torino, ai marini delle Valli, col Tempio
Valdese, il primo costmito dopo i! 1848
■fuori delle Valli; poi dlue o forse tre quadri ; la lettura della Bibbia, il' servizio di
una Diaconessa Valdese e un gruppo di
Valdesi a Gtimevra durante la ceièbmiotie
della Settimana delk Riforma. Un sìmbolico abete, scintillante sotto k neve di cui
è carico, chiud© il Calendario, ricordandoci ohe il Natale si avvicina e che dobbiamo tutti preparare i nostri cuori ad accoglier© l’annunzio evangelico proclamante
oggi come quasi due mila anni fa, eh© k
nascita di Cristo è venute a portare « pace
in terra agli, uomini di buona volontà ». .
Sia dunque il benvenuto anche quest’atmo VALLI NOSTRE nella nostra fat
miglia, e ci sia ad ognuno di monito © di
pungolo il dise^ simbolico ' skmpato sol
retro di ogni foglio, invitante ogni lettore
a ricordarsi, neiranno di grazia 1948, nel
Centenario cioè della nostra Emancioatione civile, che egli ha dei sacrosanti doveri verso la sua Chiesa, verso la Chiesa
di'..Cristo.
Buon anno dunque ai lettori di ,« VALLI
NOSTRE 1948 ». Lactor.
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C’est un beau et bienfaisant mdeau de Noël.
Le
Diaconesse Valdesi
invitano il pubblico a ‘voler
partecipare al
BAZAR
che è stato allestito a Torre
Peliice, per domenica 14 di/
cembre, nel pomeriggio, a fa/
vare della erigenda Casa madre
delle Diaconesse — Al Bazar
il pubblico troverà un ricco
servizio di buffet.
Picchiamoci il petto, e domancUamo a
Dio '011© cl apra gli occhi, par contemplare
con ochio muovo k realtà ’ grandiosa del
Nakl© deà’ Rèdentoire Oon tutte l© sute
promesse. Ravviviamo k .nostra fede neL
k rinnovata canttempilazione delTteterno
piano di salvezza e di amoi© che ti Signore
ha realizzato per noi; solleviiàmo M nostro
sguardo dagli angustí orizzonti delle presenti miserie verso ti luminoso oriMOOte
in cui sii profila il promesso ritorno dì Cristo sulla terra, nelk sicura fede che dal
giorno In cui tutto faremo per compiere
il suo volere, torneranno ia spermiza © k
pac© nel nostro cuore, © sarà incominciate
per davvero un’era di giistìzk e di pace.
G. Bonket.
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. . attuaiineiiite in lizzerà perchè possa a sua
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Gdovani'li ove essi trovenanno piena e tratenna accogUeoza. v
^ Pastore ; Tuìtio Vinay.
La familia del
■ '4' - ■
Prof* Imlllo Quigou
deceduto a Chiabrano dì Penero H 20 novembre, ringrazia vivamente i Pastori sigg..
Tron e Coìssoìi, il dr. Quattrini e tutH co-'
loro che l’hanno assistito durante'kt lunga
malattia.
Tomba tomlgjda: sette kwaii pronti, aJ^
tri reaiizzabili. Camposanito Valdese di Lai*
sema ^n Giovai. -Vendesi miglior offerente. —T- Riivoligfflai !•, Cavarei, Luserna
San • Giovanni. I
Vendesi carozzeile, scaldabagno e stufetta
a Gas. Rlvoflgersi al gioréale.
Chauvié Amalia ringraziò quanti presero
■ parte al suo grande dolore in occasione
delia dipartita per la Patria Celeste del suo
diletto padre.
Hicompensa al valora
aiewanni Chauvlo
Il IV Novembre è stata appuntata sul
petto del padre la Medaglia d’Àtgento al
Valor miStare n memoiia dei partigiano
Alcide Arnoulét di Torre PeMlc©.
■Alla faimiglia, ancora in quest’occasiooe,
diciamo la nostra part^pazione al suo dolore, riaffeuraando la nostra fiducia nella
.oonsodazione della fede crstiana.
Un ringraziamento particolare rivolge alle famiglie Balmas, Geymonat, Bruno e
Coìsson, al Pastore sig. Deodato.
Brioherasio, 30 novembre 1947.
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Tiltg per l’ittiiH 11 fuiigialia.
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ARTI GRAFICHE "L’ALPIN A,.
Torre Pelliee
1 figli della diletta compianta
Bllsa Long vedova (oucoiirde
commossi, ringraziano quanti furono loro
larghi di, simpatia e vollero tributare un
segno di affettuosa stima' alla cara Estinta
accompagnandone là Salma al luogo del riposo.
Clot di Inverso Pinasca, 18 novembre 1947.
—
Il dr. OANIELE ROCHAT
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ogni sabato dalle 10
alle 12 presso l'Os p ed a le Valdese
La sorella, le cognate, i nipoti di
S sfia doslan
di anni 72
deceduta a S. Germano Chisone, ringraziano quanti intervennero ai suoi funerali,
con. sensi di solidarietà nell’affetto e nella
fede.
La famille du bien-aimé
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PEI L'IIIEM DI Hllli
Da Rege Succ. Santiano
Pinerolo — Portici Nuovi N* 2
Grandioso assortimento
Articoli Regalo - Quadri
' Cornici - Stampe
Alamme, portate i rostri bimbi a
rodere il nostro ALBERO di NATALE, ammirerete anche un bel qua/
dro del Tempio di Pinerolo, opera
del ben noto Pittore, icario Gachet.
L’INGRESSO È UBERO
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parenfs et amis, qui ont pris part a leur
deuil. Un remerciement particulier aux
Soeurs de l'Hôpital Vaudois, à l’infirmier
Mr. Buffa, au doct. Paltrinieri, au pasteur
Mr. Comba, à la famille Cotta, et à Mr.
A. Pasquet.
Vennet d’Angrogna, 4 décembre 1947.
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S. Germano Chisone. novembre 1947.
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Bobbio Pollice — Pastore; Alberto Ricca
Luserna San Giovanni — Pastore : Achille Deodato.
Massello — Pastore : Enrico Tron.
Perrero — Pastore; Lamy Coissoo.
Pinerolo — Pastore Ermanno Rostan - Via dei
Mille, 1 - Chiesa : Ivi.
Pomaretto — Pastore ; Guido Matiiieu.
Praly,'— Pastore : Arnaldo Gente.
Pramolilio — Pastore Paolo Maraudà.
Pranostìno — Pastore Umberto Bert.
Riclaretto — Pastore; Luigi Marauda.
Rodoretto — Pastore ; Neri Giampiccoli.
Rorà — Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chiscme — Pastore : Gustavo ^rtin
Torre Pelliee — Pastore; Ernesto Ayassot.
Villar Pelliee — Pastore : Roberto Jafaiw.
Aosta — Chiesa : Rue Croix de Ville, 3 — Pastore : Vittorio Subilìa. Via Gorret, 1.
Barge — (da Pis^.
Bari — Chiesa Valdese ; Pastore Antonio Miscla,
Via Dante Alighieri, 174.
Bergamo — Chiesa Valdese : Viale Vittorio Emanuele, 4 — Pastore : Giulio Tron : Via
Torquato Tasso. 18.
Biella — (da Ivrea).
Bordigbera — (da Vallecrosia).
Borreilo — (da Carunchio).
Brescia — Chiesa Valdese : Via dei Mille, 4 —
Pastore ; Davide Forneron, ivi.
Brindisi — Chiesa Valdese — Via Congregazione (da Taranto).
Caltanisetta — Chiesa Valdese ; Via Gaetanl, 50.
Campobasso — (da San Giacomo).
Carema (da Ivrea).
Carunchio — (Chietì) : Evangelista Vlncemo Sdclone
Castelvenerc — (da Napoli).
Catania — Chiesa Valdese : Via Naumachia, 20
— Pastore : Enrico Corsairi, Ivi.
Cerignote — Chiesa Valdese (da Corato)
Como — Chiesa Valdese : Via Rusoonl 9 — Pastore : Cario Lupo, Via T, Grosd, 17.
Cóizze — Chiesa VaMeee (da Torre
Pelliee).
— Ciiiesà Valdese: Coreo Mazzim, ff
Pastore; Gustavo Bouchard, ivi.
Courmaireur -r Chiesa Vaideee (da'Aosta),
Cosenza — Chiesa Valdese — Pastore : fSttsepK
pe Scarind. Viale Mazrini 308 d.
Felonica Po — Chiesa VaWese. Pastore. Edoardo
. Mlcol.
Firenze — Chiesa : Via dei Serragili, 49 — Pastore : Seìffredo Colucd, ivi.
Via Manzoni, 21 ; Pastore Tullio Vinay; Coa.
diutore; Past. Luigi Santini, ivi.
Forano Sabino (Rieti) — Chiesa Valdese — Pastore : Enrico Pascal, ivi.
Genova — Chiesa Valdese : Via .Assarotti — Pastore : Francesco Peyronel. Via Curtatone, 2.
Grottaglie — Chiesa Valdese (da Taranto).
Grotte (Agrigento) —; Chiesa Valdese - Evangeilita : Attilio del Priore.
Ivrea — Chiesa ; Corso Botta, 5 — Pastore : Lorenzo Rivoira, Via Bertinatti. 4,.
La Maddalena — Chiesa Valdese.
Latiano Chiesa Valdese (da Tarantd
Livorno — Chiesa Valdese : Via Verdi, 3 — Pastore Alberto Ribet. ivi (
Lucca — Chiesa Valdese: Via G. Tassi, 18 ida
Pisa).
Mantova — Chiesa : Via Bacchio. 6 (da Felonica).
Messina — Chiesa Valdese : Via Laudarne, 18
— Pastore : Pietro Valdo Panasela, Via Laudarne, 16.
Milano — Chiesa Valdese: Piazza Missori. 3 —
Pastore : Enrico 'Tron, Via Ippolito Nievo, 9.
Napoli — Chiesa Valdese : Via dei Cintoti, 8
— Pastore Oreste Peyronel. ivi.
Orsara di Puglia (Foggia) — Chiesa Valdese :
Pastore Cipriano Toum, Via Monfaloone, 32.
Pachino (Siracusa) — Chiesa Valdese, - Pastore :
Franco Sommanl, Via San Martino, 7.
Palermo — Chiesa Valdese ; Via Spezia, 43 —,
Pastore ; Roberto Comba. ivi.
Pescolanciano — Chiesa Valdese (da Carunchio)Piani di Vallecrosia — Chiesa Valdese — Via Col.
Aprosio, 98. ' •
Piazza Armerina — Chièsa Valdese (da Cataitia).
Piedieavallo — Chiesa Valdese (da Ivrea).
Piombino — Chiesa Valdese (da Siena),
Pisa — Chiesa Valdese ; Via Dema, 15 — Pastore (da Livorno).
Reggio Calabria — (da Messina).
Riesi — Chiesa Valdese : Via Farad, 79 — Pastore: Dattide Cielo. Ivi,
Rio J^rina — Chiesa Valdese (da Siena).
Rocchenere — Chiesa Valdese (da Messina)Roraa — Chiesa ; Via IV Novtanbre, 107 — Pastore : Mariano Moreschini, )^a Pietro Coesa,
42.
Piazza Cavour — Pasttwt t Paolo Sodo, Via
Mariahtut Dlonid, 57.
Salto — Chiesa Valdese (da San Giacomo).
Samplerdareha ~ Chiesa : ^^a,A. Cantore, 18
Pastore : ■ Alfonso Alessio, Via di Francia 118 F.
San Giacomo degli Schiavoni — Chiesa Valdese
— Pastore Giorgio Girardet.
Sanremo — Chiesa Valdese ; Via Roma, 8 — Pastore Emilio Corsani ; Via Roma, 6.
S. Lucia di Quistello — Chiesa Valdese (da Felonica).
S. Maria d Licodia — Chiesa Valdese (da Catania)
Schiavi d’Abruzzo — Chieda Valdese (da Cartmchio).
Siena — Chiesa Valdese — Viale Curtatone, 5.
Susa — Chiesa (Via Umberto I, 14 - da Torino).
Taranto — Chiesa : Via Di .Palma — Pastore Giuseppe Castiglione, Via F. Crispí, 28.
Torino — Chiese : Corso Vittorio Emanule II,
23 e Corso Principe Oddone, 7 — Pastori :
Elio Eynard - Carlo Gay, Via Pio V, 15 — Coadiutore ; Pastore Attilio Arias, Via Berthofiet,
34.
Tprrazza Piemonte — (da Torino).
Tramonti di Sopra — (da Venezia).
Trieste — Chiesa ; Via S. Maria Maggiore — Pastore : Guglielmo del Pesco, Piazza Libertà,
6. '
Venezia — Chiesa Valdese ; Palazzo Cavagnis,
- Castello 6170 —■ Pastore Teodoro Balma, Ivi.
Verona — Chiesa Valdese: Via Duomo (angolo
Via Pigna — da. Brescia).
Vfering — Chiesa Valdese (da Aosta).
Vittoria (Ragusa) — Chiesa Valdese — Pastore:
Liborio Naso. Via Garibaldi, 60.
Convitto Maschile (Torre Pelliee):
Direttore : Pastore Roberto NisbetOrfanotroflo Maschile (Pomaretto di Perosa) :
, Direttrice : Suor Adele Gay.
Orfanotrofio Femminile (Torre Peilice) :
Direttrice ; sig.na Lidia Fitti.
Orfanotrofio Maschile (Gould-Pestalozzi) . Via
dei Serragli, 49 - Firenze :
Direttore : Pastore Seiffredo Colucci (ivi).
Istituto Evangelico Femminile - Via Silvio Pellico.
Direttrice : sig.ra Emma Villani. Firenze.
Istituto Artigianelli Valdesi - Via Bertholet, 34 Torino :
Ospedali Valdesi :
A Torre Peilice, a Pomaretto, a Torino (via
Berthollet. 36).
Casa delle Diaconesse :
Sede r Viale Gilly, Torre Peilice (Torino) —
Direttore : Pastore Roberto Nisbet.
Rifugia Carlo Alberto, per cronici :
Luserna San Giovanni (Torino),
Asilo per Vecchi ;
Luserna San Giovanni (Torino) — San Germano Chisone (Torino) — Vittoria (Ragusa) Vìa
Garibaldi, 60 - Direttore Past. Liborio Naso.
Colonia Suiza — Maggi Pasquet Elio.
COLONIE VALDESI
DELL'AMERICA DEL SUD
Zurigo — Chiesa Evangelica di lingua italiana
Waldenserwerk) Bethaus Wledikon (Scholossgasse) — Pastore : Alberto Fuhrmann, Goldbrunnerstrasse, 6S
Altri gruppi di fedeli sono regolarmente visliatì
dai pastori delle Comunità, ■ridne.
URUGUAY
Colonia Vaidense — (Dep.to de Colonia) Pastore ; Ernesto Tron.
Colonia Cosmopolita *- (Dep.to de Colonia) Pastóre : EmlHo Ganz.
Toriras e Annessi — (Dep.to de Colonia) Pastore : Silvio Long
Ombues de Lavalte — (Dep.to de Colonia) Pa
store : Carlo' Negrin.
San Salviador (Dep.to Soriano) Pagfore: Giovanni Tron.
Ufficio di Presidenza della Tavola Valdese i
Pastore Virilio Sommani, Moderatore — Pastore Guido Comba, Cassiere — Via IV No-;
vembre, Í07 - Romi.
FadoUà di TeoU)^ :
Via Pietro Cessa, 42 Profeasori ; Ernesto
Comba - Davide Borio - Valdo Vinay.
Liceo Ginnasio Pareg^alo (Toire Peilice) :
Preside ; Prof, Adolfo Trón.
Libreria Enrice Claadiana (Torre PeUloel :
Direttore : Pastore Paolo Coisson.
ARGENTINA
Colonia Belgraiio — (Prov. Santa Pè - Estación
WUdcrmutb F. CC. A.): Pastore Carlo Alberto Griót. .
Colonia Iris — (Estadon Jacinto Aianz - Pampa
Central) Pastore Wllfrido Artos.*
Prima Chiesa Valdese di New Work — Pastore :
Alfredo Janavel - 100'West 90 Street - New
York N. Y. — U. S. Arnica.
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