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Anno LXXVII - N. 21 ’ ‘
TORRE PELLICE. 30 Maggio 1947
Spedizione iu abbonamento postale] - Il_Grappo
SETTIMANALE DELLA
LA RISPOSTA MIGLIORE
Gesù ha già commuto gran parte
del Suo ministero. In Palestina, amici e nemici, tutti parlan (U Lui.
A Cesarea di Filippo, Ei chiede
ai Suoi discepoli : a ,Chi dice la gente che sia iL Figljuol delFuomo? Chi
ilicouo le turbe cti’io sia? (S.'Luca
IX, 18).
Questa domanda di Gesù non
da aUribuirsi a curiosità. Gesù legge nel cuore degli uomini, e sa molto btìJie che cosa la gente pensa e
dice di Lui. Ma lo chiede ai discepoli per provarli, e far loro sentire
quanto sia erroneo il concetto che di
Lui si fu il mondo. «Gli uni — rispondono i discepoli — dicono che
tu sei Giovanni Battisu, altri Elia;
altri Geremia o uno dei profeti ».
Quante supposizioni fanno i Giudei, invece di arrendersi all’evidenza dei fatti e riconoscere in Gesù,
non un semplice profeta, ma Colui
che i profeti hanno annunzUito!...
Orbene, ancora oggi il mondo non
vuol arrendersi all’evidenza dei fatti; e mnlgrpdp i miracoli operafi
dal Vastgelo di Cristo, molti oggi
ancora rifiutano di riconoscere in
Lui il loro Liberatore, Oggi ancora,
l’uslilità e l’indifferenza s’oppongono dei tanti profeti apparsi sulla
mancano quelli che, pur nutrendo
una certa ammirazione per Gesù si
ostinanu a non vedere ip Lui che urio dei tdnti profèti appaisi nella
RHOD00111fitto NS
S. Matteo XVI, 16
scena del mondo. «La luce splende
nelle tenebre, e lie tenebir© non
Thanno ricevuta » (S. Gjov. I, 5),
Gesù fa allora ai Suoi disoepoh
una seconda demanda: «E voi, chi
dite ch’io sia? ». La risposta dei discepoli avrà una somma importanza.
Essa rivelerà i loro sentimenti nei
riguardi di Gesù, e la loro fede in
Lui, Voi che avete udito i miei insegnamenti, che mi avete seguito per
tanto tempo, che avete veduto il mio
modo Æ vivere e le pose che ho
compiute, voi che avete sentito il
mio grande amore,... chi dite voi
ch’io sia?
Cari lettori, se codesta domanda
fosse rivolta a noi, che cosa risponderemmo? Che cosa è Gesù per nói?
E badiamo. Io non chiedo a me
stesso ed a voi che cosa sappiamo)
di Lui dopo che abbiam letto e commentato il Vangelo, e dopo che abbiano sentito quali trasformeedoni il
messaggio del Vangelo ha prodotto
ìtel mondo. La domanda è ancor più
importante. Essa significa: che cosa
Gesù è per noi nei pensieri, nei sentimenti, nell’azione? E’ Egli la nostra luce, la nostra guida, la nostra
forza, il nostro conforto, la nostra
pace, la nostra gioia, la nostra speranza in ogni tempo, oggi e nell’eternità? E’ Egli l’anello che ci rioongfiimge con Dio e ài fa vìvete
(OC
^CEf
della Sua vita? E’ EgU il nostro ispiratore? Il Suo volere domina esso sulla nostra volontà e sulle nostre
azioni? E quando s’affceìa il pensiero che questa nostra' vita terrena frà
breve dovrà tramontare, siamo noi
turbati dalle tenebre di morte,''oppure — per la fede in Lui — salutiamo noi la radiosa aurora dì’una
vita infinitamente migliore? Che cosa è per noi Gesù?
La risposta niigJiore è quella che
Pietro da a nome di tutti i discepoli: iu sei il CrislOj il Figliuol del'
l’Iddio vivente». Per noi, o Gesù,
Tu sei il Messia promesso, ¿2 Cristo,
l’Unto: Colui che Dio ha consacrato
per compiere l’Opera della nostra
salitela. Sei il Maestro divino; sei
a l’Agnello di Dio che toglie il peccato del niondio », sei il perdono di
Dio; sei il Suq infinito Amore; sci
la nostra sola speranza,'Tu sei tutto
per noi! «Tu hai parole di vita
eterna; e noi abbiam creduto ed abbiam conosciuto che Tu sei il Santo
dii Dio» (S. Giov. VI, 69).
Sia questa la nostm risposta. Così
rispondiamo. Ma non^ col labbro soltanto. Così rispondiamo con mente
convinta, con cuore credente, col rimettere a Lui la (Erezione della nostra vita, col consacrarci a Lui, al
nostro Salvatore!
O. Bertlnatti
OVE SI PARLA DI POLITICA
(Pubblichiamo volentieri questo
scruto del nostro egrego corrispondente. Le idee in esso espresse non
coinvolgono per nulla Vaiteggiamento
della Chiesa Valdese- Red.).
uopo aver lavorato e meditato oltre
un anno alila posaiibilità di un inquadramento politico degli evangelici —
e più precisamente degli acattolici italiani — con eventuale adesione ad uno
dei maggiori partiti esistenti, son pervenuto alla concliusion© negativa o almeno
sospensiva che esporrò e che credo potrà interessare i lettori dell’«Eco»
orca ratteggiamento degli evangelici
noistn e dei Valdesi in particolare riguardo airazi'one politica; lieto se altri vorrà interloquire con la sua esperienza e con quei lumi che possono
tarmi difetto.
Siamo ormai tutti d'accordo che Tasisen teismo puro e semplice non è possibile, anzi ohe occorre una azione politica sempre più attiva ed energica.
L’evanigelismo italiano non è stato con
le armi in mano riguardo alla questione politica ohe più lurgpntemente lo
interessa : la Mibertà religiosa ; e pure
ha registrato un netto insuccesso con il
progetto costituzionale ove i rapporti
tra Stato e Chiesa sono regolati da parecchi articoli, con la prolissità ed i
giri di frase propri di chi, mostrando
di concedere, nega. Nè c’era da farsi
illusioni : i voi cattolici sono milioni,
quelli acattolici o anticatttoliiiai poche
centinaia di migliaia,!
vi'ebbero mai esser© compromesse :
nella politica. La Chiesa che si prende
a paladino un partito politico comipro'mette la sua miissione, come la compromisero le chiese del passato ohe
cercarono -la protezione di un potente
della terra o di una classe ; la Chiesa
non deve riceroare appoggi mondani :
sono i memibri di essa, in quanto cittadiiHii di una «polis » terrena, che
debbono svoilgere azione politica utile
alla libertà e prosperità della Chiesa.
2) Anche ove il ipericolo sopra accennato si evitasse, sushistarebbe la
parvenza ed il sospetto da parte di ter"
zi, ostili, eicectici, o rrtale infonmati,
che l’azione -politica di un tale rag
grupi-Himento sia guidata dalle chiese,
sita un’azione clericale. La nostra Chic"
sa, nessuna Chiesa cristiana deve essere esposta al sospetto. La sua missione è di seminare TEvangelo rendendolo accessibile al maggior numero
possibifle di anime. 11 sospetto cui accenno intralcerebbe quest’opera, che
deve già affrontare inevitabilmente molte calunnie, delle quali non occorre
preoccuparsi eccessilvamente* ma non
deve, per causa, stessa dei fedeli, essere esposta a nuove calunnie apparentemente giustificate.
Inquadramento
politico t
Pericoli avidenti
Ciò nonostante stimo <*e la nostia
azione politica non possa nè debba, almeno per ora, assumere la forma .di
un raggruppamento Particolare, perchè
questo presema alcuni pericoli •
1) Che gli aderenti si ritengano rappresentanti più 0 meno autorizzati delle rispettive Cbi^e e, agendo in loro
nome, le coinvolgano ove esse non dO'
Altre consideraziianii fanno inoltre,
ritenere inattuabile l’id^ di un nostro
inquadramento politico. Non tanto la
nostra scansa consistenza numerica, che
non ci permette di costituire un partito
a sè stante (eome se ce ne fosse bisogno!), partito ohe non potrebbe
neanphe sperare di raggiungene un
quoziente etettorajè. Ed anche questa
è una ragione dhe imporrebbe l’adesionie massima ad un partito. Ma per
quanto pochi .i nostri acattolici cristiani, essi costiituisctmo un fattóre della
En me réveillant ce matin plus tôt
que d’habitude, j’ai dit à ma femme:
- Vmix-ta que nous allions les voir?
- Quoi donc?
- Les rhododendrons fleuris. Tu ne
les a jamais vus et tu ne peux pas te
faire une idée de l’aspect de la montagne vers la fin du mois de mai,
-Allons-y!
C’est l’heure, délicate et exquise
aux couleurs'fantastiques dé l’aurore lumineiuse qui fait suite à l’aube
im peu froide et livide.
Nous montons pendant plus de
deux heures. Nous voici arrivés à
quinze centa mètres. Nous nous arrêtons extasiés!
F L E U P I S
La floraison des roses des Alpes
est vraiment quelque chose de prodigieux. Les flancs de la montagne
sont rouges, les espaces entre les rochers sont rutilants et les rodies mêmes sont ourlées de pourpre. Dans
le plein soleil de cette radieuse, matinée, toutes les pentes qui nous^
ti adatti allo scopo. Aperti a tutti, non
sono sospetti di secondi finii, essi -adempiono a molti degl scopi del progettato
raggruppamento politico, impegnandoci
meno, e possono più di quello tenersi'
iiTii contatto con la chiesa.
vita -nazionale, la cui imiportanza ouli-u-rale e sociale tnascende il mumeroimp-ortanza che de-riva dal nostro s-parpagiia-memo nei vari settori della vita
sociale ed economica. Se gli acattolici
i-osaero tutti iprofesseri, o medici; o
agricoltori o barbieri, non avnebbero
la decima parte deirinfluenzai ohe esercitano, pur non occupando alcuna situ-azione di -primo piano, ma frequenti
in quelle di secondo piano. E’ bene
qui-ndi, che JCatino sparpagliati anche
i-n politica.
Grave ostacolo costituisce invece la
difficoltà d ’inquadrare tanto gli evangelici quanto quelli che, per -una ragione
o per l’altra, si Sono distaccati da Roma, se non dal i^ttolicesiimo ; difficoltà
che nasce dalil’essere essi insofferenti
di una disciplina di partito.
Se, nel campo ecclesiastico, hanno
accettato recumenismo sono Certamente propensi ad un analogo ecumenismo
Politico, appunto perchè la fedeltà alle proprie idee è radicata in loro non
meno della gelosia del pensiem individuale. Onde è da arguire eh© non sia
facile accordarli anche ®u di un mirtimnm di programma poHtico appena si
esca dalla comune aspirazione ad una
più completa libertà religiosa.
Un nostro raggruppamento politico sarebbe un atto di... politicai estera rispetto alle nostre eomunità acattoliche, atto dhe, di front© a tanta
i-ncom,prensione, cadrebbe nel vuoto,
non raggiungerebbe lo scopo che si
prefigge, desterebbe un po’ di ouriosiità
qualche sospetto, molta ironia e nulk
più. IHuntinare i nostri oonditadinii,
paghi in genere-dii una religiosikà superficiale ed rstintiva, mostrare loro k
profondità e restensione del pensiero
cristiano, è nsna missione che cìi compete e per la quale non oooorre un
raiggmppamento a politica. I Cèntri Ev-ffligelid di Oihura, sorti e da
sorgere, dimoslìwo di essere strumen
La grande
pregìudiiiala
Restava infine e -resta insoluta la
grande pregiudiziale : Dato ohe il raggruppamento non poteva restare isolato, a quale dei partiti esistenti appoggiarsi? Oltremodo difficile scegliere
un partito accetto a ciascuno e d’altra
parte sarebbe stato indispensabile aderire almeno alle line© generali del relativo programiraa. Lo stesso partito
Cristiano Sociale il cui pensiero è per
tanti aspetti il più affine al nostro, dà
a molti d’infra nm.
Confesso che, dagli scritti di alcuni
suoi esponenti, ho ricevuto l’impressione che malgrado ogni dichiarazione
di aconfessionalismo, essi idènitiifichino il Qistienesimo con il Cattolicesàmo e k Chiesa Gristiaina con- quella
di Roma. Ciò dà mo-lto a pensare circa lo spirito ecumenico che il raggruppamento avrebbe dovuto trovare
presso l’ospite prescelto.
Ogni partito ha più o meno sinceramente in programma k formazione #
una Società ideale die -renderà gli uomini feiid, giusti, liberi. Ei^i mettono,i-1 carro avanti ai buoi, perchè non è-ru
la Società che fa l’-uomo, ma l’uomo
Cne fa k Società. Si deve lavorare si
per una migliore -Sodetà, che potrà esser© diversa, a seconda delle idee personali di ciiascuno, ma dobbiamo formare gli uomini che questa società oostit-uiranno. iPerohè se Giuseppe, Vincenzo, Giacomo, che oggi fan parte
deli’attuaJe Società Imperfetta o malvagia, restano quali- sono, k Società
ideale in cui saranno inseriti domani
somiglierà molto a questa; l’ingiusti^ria, la crudeltà, k violenza, lo sfruttamento, caodatì dalk Porta, rientreranno dalk finestra.
Migliorare gli individui! Ecco k miglior -politiioa, l’tmica che possa far la
Chiesa, k miglkne che possano seguire 1 veri oristkiiii. E per questo «a
chi rte andremmo noi? », L’Evangelo
ci dà k risposta. A iColui nel cui Nome esistono ed operano raggruppamenti che, estranei alia politica, possono contribuire a crear© quel dima
politico sano, chiaro ed onesto di cui
il nostro Paese ha tanto bisogno
M. Eynard
tourent semblent brûler. Quelles visions magnifiques nous offre l’alpe !
Sur le gazon ras du pâturage - presque sous les -branches ba^es dés sade» mélèzes - nous nous sométendus parmi la broussaille des
rhododendrons. Nous respirons profondement l’âpre parfum, mâchant
que ques feuUles amères et caressant
1-es lourdes touffes fleuries. Ensuite,
nous nous sommes relevés et avons
comimencé la cueillette.
Nous essayions éfe rompre les tiges tout près du sol pour les avoir
longues et faire un bouquet plus
gros.. Dans chaque touffe nous choisirions.!^ plus rouges, non encore
épanouies pour qu’eRes dtirent plus
longtemps...
Ce n était pas toujours facile de
les cueillir. Nos mains s’égratignaient tandis que nous grimpions aux
rochers. Parfois aussi le pied! s’enfonçait dans quelque trou caché parmi les fougères. Tout à coup ma femme a poussé un cri: elle venait d’apercevoir une .vipère, rapidement
disparue.
Je la tranquillisai:
« Tu le vois bien : Jes vipères ne
^nt pas dangereuses. Elles n’assaillent pas. EUes fuient. Il suffit de faire attention, de ne pas mettre la
main on 1© pied dessus».
«Oui, mais, en. attendant, si elles
chercheiit à te mordre?... »
« Alors, on les tue ! »
Dans nos sacs de montagne nous
avioug pris de la floeRe pour lier les
trois ou quatre bouquets que chacun
avait préparés: ils étaient bien vite
^venus si gros qu’il était impossible de les tenir entre nos mains.
« Ce cliamp de rhododendrons
n’est-il pas une image de notre vie?
Vois donc ces fleurs, beaucoup de
fleurs, et des rocs qui entaillent les
mains, et des pièges on s’enfoncent
les pieds...
« Et, do temps en temps, de» vipères! EUes ne mordent pa», c’est
entendu. Il faut, tant dfe même, faire attention de ne pas les écraser,
« Bien sûr! Et les tuer si c’est nécessaire. Mais ensuite U faut les oublier, ne plus jamais y penser. Saclwns eueUlir les fleurs de la vie,
jusqu’à en avoir les mains pleines,
et faire des bouquets teUement gros
qu’on ne puisse plus les tenir entre les mains sans le» lier! »
Nous nous sommes regardés longuemrat et nous avons souri...
•**
Dans le crépuscule à gouttes roses,
dans le silence dti long soir qui fait
les bruits plus rares et les sources
plus claires, nous avons pris le chemin du retour. Nos mains ne se sont
plus ensanglantées contre les aspérité des rochers. Nos pieds n© se
sont plus enlmicés dans les pièges.
Nous n’avons pas rencontré de vipères. Soudain le clocher dti village
s’est mis à chanter: nous avons chanté avec luis
Et - une fois rentrés chez nous •
nous avons cherehé les pots, les carafe^ les broest lé» cuvettes; tous les
récipients de la maison. Noiqs y avons disposé =^^noS magnifique» gerbes rouges. R y en avait partout.
QueRe immense joie!...
Pour quelque temps notre maisonnette aéra saturée <fta rude parfum.
Pendant plusieurs semaines notre
demeure sera comble de fleurS).
Oh! si cela pouvait durer toujonrs!
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que oette ie d^pâuAiüi:
r- V, iLtt aervicó de h «¡Mie Jesqu'i «e dòfRÜsre tieiinï. Lo 18 lévrier de crtte
mAme «onée. cuqpde i» ieqkevie de
ce )onn«j s^eit louvìéraienCi ÍA: et
/Vl,tne Cuì^on hìi«^ ea ^
célébrer ¡eura lio«* dV, enlowrÁ de
reflection de burA''énl»Ms et d« Ìeurv
■tmiti (uq)r^ er M hén«
Quind Jft nouvelle se népendic, le
rniôn du 14 m«i, que le Mleatotiaife
Auguste Oofestm noué aiioîi eoudilnement quittas, un gentiment d'étoraieRiont dûubureiut saisit tttus eaux qui
le ooainabsaiefii et rBîmaiemt : Ü eült ti vivant, si acrtf eneore, miJgrâ
ses 75 sns] Encore le jour avant on
r«v«ü vil «terte, «ai, Jaissm et recevant visiios, s'thociiiant de» Inslitufioiis Itospitaitèfes, qui perwlant ses
dernières aniMos avaiaat été, avec la
Aiuàcn, l'ubttt tdo sas fds)!^ læ
pliai assiduos. Le soir avant sa mort
1] avait encore preaidc le culio tk ianillle, qu'<m ne tnanquaii jsittlai» de cé
kbrer chez iui, en pr^ê ou avec leshôtea qui logeaiem suus re toit hcr
apitalier.
Jl cwt ne le S nov, 1871, Son
re avilit un atelier de menuM«rie, aux
Applets. 11 existe Hancure ttans phistours mabuns <k la Tour des meu
bie» fbits f»r kii : ce scmi des menblc» lienftdres, d'wi goût si sobre
qu'U n'a presque pas vieili, et d une
sjlidité telle, que pus un panneau n'a
buitgo. Le JVUfiaiunaire Cobsofi a partage son iidoiesËi»Ke entre ses études au Collège et le bricuiage dans l'atelicr jjftternd: il doit è sori père te
sens pratique ,1a eapaclvé do mettre
ta inatn à Ukii, et aussi sulîde
Simplicilé qui k rsfdait si sympatique, Sa mère appartensH à la race Wstorale des Cay du 'Vitiar. Trtet pieuse, suivant tes idées du Révcdî. elle
était riérte de ta (arndJe- Et c'est probablement è Sun Ascend^ce itiatenteila que remonte cet idéaièiDe Foncier,
qui s'alliait en lui avec la nature pra
tique et le solide équMîbre, qui donnait è Sg ptdeé un caractère hutnaitti
enjoué, asBitisrinné d'humour : eei
homni« a ImidèrBincnt sérieux dans
tcua 90B devtùre, n'éuit »mai# solennel, et aurait été fum Fait iticapar
ble de se oompuser un persunnage.
Une tournée d'aj:^ de Franpoî»
CwUard, p»idani qu'U étiùt étudiant
au Ciiilège, rêveiUa en lui la vueation
tniseionaire. C'était l'époque héreique
et rrunaniique de kt nûsséwij et c'est
à Tecole de-pionnierB tels que Cnil lard,
Olpalis, Arbousset et d'Antti#. mais
atHBî à cuite de persontttlbES ehré
tiennes dé k «tature ïnieHectuelk et
moral« de Georges Appia, d'Alfred
Buegner, de IVladame de Preasensé,
que le |eune candtdnt mbstunairé se
Forma. AiTès ‘trow atm d'études réÎpiUeoes à rBcok de h Maisondes
siom k Ftob et un eéjour tat ]&:oise,
i| «ar «onsscre 6 k Tour au Sytuxie
de 180@, par Georges Ap^k assisté de
MM. Gaillard «l Louk |àlla^
Marié le 18 février t8P? avec M,8e
Marguerite Niabet, Rite et nièce de
mkaïunafa« et de paateuie, qui sert
SB cnmpegite Bdik pcatdanr dti dam'
sldfik, U s'etubarque «vee elle le 1(1
mare 18B7 pour l'Afrîqoe du Sut},
Voyage mématnritle, qui devait durer
plus d'tm An! Ayant aneitft fklapyd, U
copitele Al Beêhtiatia, ik s'^rdient
h ttavomer le déBtrt tbi Kalahari {mats
trrivéh «ur le «eitil du désen, une épidénle decàme kvra attelages, ei Ua
SIMM obliges de rebrottsser ohemia.
Üs pBâseru toute la steson deiç> ptei^
à fakpye, hète# du tnk^onnaire anglais de cette vilk. C’est Ut que ntit
béur mie taittee, iLily. En M
peuvent enfin reprendre kur yoy^e,
et arriver »ur te bords du Eambèw,
à Kai^Pit^ik, oè en iSiHl naît kur second enfaEfl, FrajtQOis.
En 1000, mius te trouvons en pldne £one vierge, près des Chût«# Vicluma, débroiœsaiJkïtt le terrain pour
y tender tme stahun, qtû sera bientôt
une vflk ini(g>teme : litvlng|cooe.
Msus alors te Cokson ne setiifit plus
îw, Hs ont poussé plus tonn, dans k
pays des Macote, ofi îk Fom un« oeuvre de d^rêdiernem spimucL
Mak k gtvttde omivre de sa vk,
ccUe qui absorbe «on «ntvaj] et ses
peitees pendant 25 om, de 190S à
jy,13, c’est k fondatloft de l'Edok Nurmak, qui devra donner à k jçMne égllse en furnuikn s«s cadres ; tosti'
tuteurs ei evang^ttea indigènes, C'<^
dans cette oeuvre scolaire, qu« te tu
lents variés du Mkaiotmaire Catean
trouvent l'occasion de s'appKquer ; cette auiorità iranquiUe, cette inieMigettce droite, treite capacité de paseér d'un
travail sptritticl A un travail mamid. et
de tout fiuire soHdoitient ; car il y evoit
tout A faire i depuk ks briques pour
te bèrtees, jusqu'aux texte» d'étude
cl è la iTudîtion de récok, qu'il Fallait établir et Inculquef, Gc sont en
moyenne dk instituteur par an qui
swtent de J'école î lorsqu'eu 1983,
avant de quitfer b Zombèso ,te Misükmnarie Coteon célébra k XXV areit
versaire de l’Boik Normale de Séiula,
on cumpwit au moins 250 dirigeants
ebrériens. qui étaient sorti« de ses
tttaiinfl.
P^mdiuM teute ces anudes de travail dans un dimst ïh^simant, on ne
vit que quatre ftHS k couple missiunnar're en congé : en 1003, eu IPt I * cr
1010 et-en 1025, Leur fuanllk:, pendant ce temps, a'était ascruet tMipt
faut», quatre gafçon& et trok ftlteUans cette femllk: &f unie, ohequ« départ, APtès un séjour d« repw, est
une aéperatiun doukwreuse, Puis vient
la première guerre mondisie, ertsutte,
après leur retoui définitif, la seconde,
qui amènent dbè JtjgwMkifB «Kxjre
plus dâchtrames: kur «né, PrBfiQok
dan» k première, leur deuxième. Heu
ri, dansi la seconde !
Hu 1033, après 35 ans de Zemètec,
M. et .M.rne Coteret revwtinciît d&rntinvcmeoi; et o'eat alors que «un
menee non pas k pértude du rqio^
mois k deruièic période d'sctivieé,
lis n'émknt ps« encore arrivé», que
déjà k Mte, Coteoti était élu Ancien
de t’Eglke de k Tour. Et il a été un
iH Aneteno (km b sens le plus comptet, l'iniûre^arit aux besoim matériels et iai« détresa«« spirlbieite de
chAOun «te membres de sort quartier :
d'abotd, te Sbnound, emitke. S, te
MaigU^te. En 1942, ®e sentant Itrigué, il démtetonne, mais il «wt nominé mendire de k Cótitrntsakifi des Inadtutit»|B Ho^itatières, «t il g’«b occupe Hisqu'l sa mmt. Poadant te
dernièm jours de «A «te, ^ av«it «neer
Et milnlertant belte carrière,
s] unie'êi sj pkliM, ew terminée lobas î mak la tbéinédiotte qui a reposé sur elfe demeure. Dte» l'avis futtere, colfe qtd eut à pamagcr te
trwMX, te refKMtcenieflis, te» sciia
rations, mais husaI te jôiiæ de sa oarrièro, a indiqué, eomnie ian itemtïié de
leurs expérieitce»,, -la prentessc do Jé
sus ! (f U n'est (pemopne, qié ayui^
quitte è cause dè mot^èa makiin ou
ses frères ou ses amure, «u «on père,
iju sa mère, ou ms enfams, ou scs terres, tfi'en reçoive ou pcnttipk, pré
sonternen-i dans eç akcteci...« (Mare
ID: 20). Ils avaient tout quitté pour
t'«mur lie ksur Maître; et k lotnille
élargie qu'ils (Htt natreuvée, en terre
de Alif^tffl et au pays oatti, est loin
de remplacei*, pour k coeur, tout ce
qu'ils avaient quitte. Mais cette Fa
mille élargie esit pourtant un rare pr'
vllège, et il n’cit icçortk qu'A «eus
qui ont SH. Ciumne eux, sé donncir sans
compter à tuna ceux q«ir venaiciiif A oux.
Eik est coiiuiio 1« signe de k bénédktiun divine repnaant «ur kur belk
carrière, O, Ai.
I
MËMORilllN
jficfurc si seoigevune i ftiinùtaii cri
,'rt ojmt iu Aiigtisio L'oissoit, lo avevo
(.ostuFitemaniif uirtawi agit otciii id P
siuttoteitr di suo /iii^io ¿rAfriCü e me
P'itriiciitiirmcntc «Au, ebe f»ù non rivfiirËftio sa questa ierru, mo {île rive
nei nostri ciioti, tfi üîîéîs<i Jri
rittcio iiissd dup'Lgii ci attende.
fficordu I ¡f(¡terni ¡tvuJt con
Lui, RËgfi HttùRi del V03O od t primi
del 31, in A smuro, neUa casti osptiufe
del caro ani-cti AtcssiUJiira Ìtoiì; e ricüfdo i Calti ce te bròli Insieme, Egli
eia òih>ra ttisegnante Missionarto a
(iheleb, dove per curi awnr /cfc ufi'opera beaedeltii. La sua semplici!'i, io
SUÛ (ufiifd. i| fervofc della suo fede,
saìcitiirofjo in me un affetto pro/arido.
jPiù tardi, io riridl od Addts dfeièo.
Egli era uikni Caporal Maggiore, addetto ainutermeth del sua rrjcorlo. fi
ktieidf medico, dtit rovÉUii (die sue
dipendenze mi dcci>a : vCoiason ^ il
mio fuiicciù desttiì w. Come ricordo ie
fliis/rit conversazioni in cui rievocava^
m«i i ricóriB delle uosfre Volti. « si
porloUii a fiiiTgo di quiijiio eoiìccrFicea
la Chiesa VaMeset
Pai. partimmo iu direzioni diverse,
fu Ut pF*.|rJouia che ebbi di Lui lugiiU'
rati ristanti. Prima dot dottore su oc
critnote, poi doJ Lamondonfr drd suo
Bolfagltoae, c da vari suoi coium fifoni, La certezza assai ut a drik suu marie nmi s'è uvuftì. Mu lutto fa credere
cb'Egli sia aidtiio fra CoUio e .’'Ofldu,
Rcfto re0one dei fìalla Sidonui, il
10 moggio 194 I Ipròprio 6 tiunf fai,
protkthlmente menirc Egli aiiendeva u
Siiccorrere i feriti.
7'ridi f prigionieri dì guerra che io
fctiObèffo im porfoiiijno di Lui coti ummlrarknc e vivo affetto per (a su»
grandi femfd. Qunsla laro tfriflutufikui(ïj alia qtiiiic wnisco iti mùi, drsiderfi
dfporlrf cofiiÉ ^ori! suda tomba di Suo
Padre
Aitguiffo Caisson uveva g'ù perso un
figUi) aetpj gueTta I0I518, f>ue me
iipiiuiibiii dolori ! EpiJurc, mentri ci
iutratten(vamo insieme di Enrico, vpdevo Augusto Catssoit calmo e sere
no - poietiza dtUa fede, certezza dtìlo
vdc gteriixsó nriJ'cIditd,
H Signore ossisio fi<lLl Saa groritj
la frmsorfc ed i fftiU del AÌTsa/iiniirio,
1(1 coinpïTgnu di Ettrico ed i imi figli.
Q. ^Hlnnttl
iti
M’I DEILE nUl IILDEIU
Stitrm
Amaatt Stmrrt,
L. ao> ISO
u sou
Ogni raiuliraiaFnlo d'indii-Eaiui mt*
Ite cinque
A,
COMUNICATO '
Ln 40 aetaìoBe
reuxa disUcttunle «n« liiiègo A'
San Gemwuti OùaoiKt k gkwtlà
24 E S5 Gmguo, a
Ja ««s 9j6 pitteiie-.T
Tulti i delegwti ebe deoideraiio
«t«ere ■lloggìati « paalCcipaiT
aUa measH Miiio pn^ats^dl |ùre
aimunxìare 0 ]ure And«« al
sture Gustavo fterliA.
I Cuniiiato« aanoi pregali di
far )icrveiiì«e antre ì primi HÌoeni di Giugno at $a<motCiiu{«iite
le relazioni aonuOf'ì santi d«0c
nie ri esime, gli apaucÌiietti »taCisttnl « le dedaionr delle aa#«mblee di Oùeiw riguardo aUe relaximil iuuikIhIì sulla autotiomìa
e emliii organiaxaxìone distrettddle.
I„rt CunHnùm'one riàrrvltimln
V V
Hn éfìnentnt protestant
a GeaWe
La Gcikve protestante a'ipprêi« è
afHrnicr par «l'itnporiunte rpanilosta
bons k vfeueür d'isft* foi roioniicc u
la fuk RttBchee d sa grande iraditiun
«i Cùurneousemn«i lournee vert, lave
nir. —
L'un tique Cité 4u Refuge, devenue
centre de i'oeciuménkme éAangélique,
se Fera un honneur et nne jok d'occuolHir A cette uccâsloD eoiu« s«# frère»
en lit itii. de France, de tic^que, d'italic, qui vendront se {oindre à elle
dans (Mjtte circcmstaiK», Q.urilB « saQhom d’avarice ¡es tt'ès btevaïus dan*'
la ville de CaMni
Voici te gfwuie« Ùgnes do progràm
me !
/jifflaficfte 7 sepiembrt -, Gnande Jourtrée protèsteime popnttire.
Ut II, Temple de Si, Gemte, Ouke
pour homme«. Prédicateur t M. k
prufe^evr Jear Ctdkr, de Mornpel
lier.
dès 14 h. Pïüab des ExptiôitkmiS, fête de farralle, i^roductiorts de aocioléa Hïrt tableaux vivants de t biotti^e
de b fteloittiE,
20 h. 3U Salle de la RefcmiBtkai. Reipreseniatiun d uii «terne ; (uAft)»ae(i
composé par k jiaifeur Bmest Oiri
sien. '—'
Cette rr JcHirnée h sera k prélude è k
SEMAINE PROTESTANTE
du lundi 8 ou drniancibe 14 ^p*em
lue, Elle cuntporteca t
3 cxpítóitions l'une fnsforigitte, organisée par 11 Ville de Genève, qui
possède des i^lectkns du plus
haut initik-èt qonipniam ITdsituire
de k Sélorrae ;
unè exposition, ou centre oecameniqae, mwirrern les efforts protsitartt& dans te Missions, Euecuménisme, Taide aux EgRses, etc. ;
tele exposition du Livre proie
slant et documents piiotograpbiques, —
T08III PELLICI
H aothMortiito UffUtaiv Sanitario canaAte Cha i glomi di Stiireo 3i imwüo «
SÁMun 1 eiufioo y. V, «tfe ore 10 e Quo
â0B or« 11,30 avmuao teeo net Anali dii'
k Croce Roesa k 1^x2« Mtaum le vaori'
tuasiml aBtHolokaa ed amMlherioFie li
èamMiJ diateno d{ etl oeotiyiuh) fino ti
tre aiml che-non le obbknb «nore imiiire.
e rivierinaricuii àidivaialose pw I boffibèti
ohe hinno «nnpttito e oompirawiO (tei oorrente armo 1947 gN otto jrèil di ek, onda.
nati Ad 10^ L'Uffitiak SudtUirk
Ifiort. Ú. D*-3etffaÌ)
COLONIA MARINA
DI BORGIO VEREZZI
Sono operi« fe ifncrixioji/ per i tar^
ni e sfi vi eila Cohmo di Bo/yìo Vertzzi.
Le famiglie epparfeneBÌi slie chiese
delle Vaili dtmm itroUfttte domanda
imA-omeflfe per il tramiie de! Aiifore
locale,
Sono richiesti i seguenìi documenti :
a) ceriiitcnln di unscila
b) certificólo db ovvetmlè vaccina£ÌDol anlivciolose c onlidiflerklic,
cl oficda do park della |{unl)|1ia
lit un ccinlribulu ]ier le ingenli «pese
della Colonia.
t.e domande j'iitefe direttemente
seora i'approvaràorte del Pastore iocaie sarò tino cesi maio.
Sano inutili k ao//ecifoifon; e le
raccoiiitìndszioiii personali,
/ Pastori delk Velli riceveranno
te Mi/brrnoriewF e istruzioni m merito.
lE Prrtidcat« dr] CnnrisUd-a
0«>l ort^ Elio Eviiartt
Vio Vi 15 - f(JRÌNt>
SCUOLA L,A'UNA DS
POMARETTO
DONI — 2.n ELENCO
iííjínaft Ida, Poeiwctlo, L. 250 -- L. A,
R. 500 — GrlJt Efirlcn. Fcrrc dì PeruM,
51X1 PasÈre ABgie(i> e RegltH, Ponwerfc>, 250 — Bftóy pjiriti c Signora, R<ans,
.T<X)i — Clri-esa di Knoii, Piazia Cavuiir,
JHW ^ Hi veiiio-Pellegrini Ugo e tigiUFra.
Torino, 40(F “ Btiitw GMetts. Milano,
3Ü0 — In tnem. del sJigncr Pìhìs Fsllppii,
Psnw*, dfiigenci « gli impiegati della Sce.
An. Gutermano, 2tXXJ - Tahier Eroe«»,
PiHiiMeno, 500 ttemard Gìaeotnn, ìd.,
JÍXJ — Rnsian Nrily, S- Ge-eiafci 5iKJ
CFintrièijn iwff.fTtari degli AìunnL
2.0 ESenco
Meyitìer Vera fS. Genrhanij., 1000 Gr:« Emlfeia, Pomapeiio, I5ij0 Rus tan
Gerla, S. Centiaiki. (000 — Timi Nel a
ViiSaseeca, iO*X1 -- Tnhier Mjim, Ko&i e
Eidfl. Perasa, 200(1.
In memorld del Prnfessore
LUIGI OmtLE
La mnelie Nlnettü Grit! 50iX> — famiglie Ik-li'eda c Vftltsnni 5000 — Pmf. Marce Levi e sigtitra 5ÍX1 — t’rpft. Luigi c
Enrli lwit» Gente JiKi — Ouiiren' LniSlici o
famfglifi i6f.?0 “ Cimiugl Benedelm 15tXl
Finn Cannoèlo
/ t'ÌLÌni rfi l'jfj : Mdséflli -TOO — Di«*»
.ìlXl - Sego; IIM Levis lOO — Aspe61 me ¡IW) — Miào* tOO — Bianca 100 -Balifccn ifXi GaiUiia ^ F-irJ
W1 Silvk c ftiniliiìa (t.aru'iir
li. V. A.) 5 doMiiri Ing. Olivero Itec
elijnf e Signora .ttÌF — Alhwio Pnmerou
e BÌgiV(i-a — GoJlefrfm «f ex Allievi
¡Ics Liceo V, AMkfi 11320 — CnilifSlhl ed
Allevi III -A e 111 C del Liceo M. d‘AWgllu Jh'vi — Guido Gay itmuTteWe dii-ettamtnte) fOOb.
Ogni dtnro è ricevuto con ffoonoscwira.
Per la Dir, : (ì, Malbiea, pmurr
Diss mneeru ipfrHuds à Saint-Pfetre
Cl à Saim-Ccrviiis,
Dos roFiférences publiques par des pa
siéurs de Praoc« uu d'ailleurs.
Les protesi^nts de ¡France, dtt Belgique ou d'Italie, qui serment désireux de prendre part è k Setniiûte pro
testanic. terofii bien d'en aviser dans
k plus bref délai le .‘iccréfarki du Constsfoire, TtacrjnncHe I, Genève, afin
que tout^ te dlsposltiofts utile» poils
sem être prises à tefrte en vue d'assurer te lof^mefUs.
II fmii auiiSfi que l'an sacbe que te
Goiistbluis sulssus on* reçu dos iîistruc
rions les ®utorteant i)- délî-vrer dw visas colteiiï aux groupes, üoi assodatiuns qui deslreriuM tm rendre en Suksc au cours de l'êk pmchiin, les
griiui'cs qui voudrefit preitdre part k k
Semaine protestfliitc de Genève ît'aurem donc qu'à s'adresser au conankr àuisjte te plus ptocÉie de leur lien
de éiFttéciJe.
.Serrice de presse du
prulestmiisme suisse^, MARION
Itiremiaaej Via dcî Mille. 1 - Ptevaio
Ammfitittrazfotiri Vio Carlo Alberi«,
I ^ Torre Pel lire
tHr Resp. Srmfinrto ffoilati
AKTE GRAnCHE "L’ALPINA,
Torre IVI lire
iii([ii<iiii-fm
II tir, DftNlll.1 ROCHAT
visifa a TORRE PELLICE
tutti i venerdì dalle
10 all© 12 presso il
dr. Gardiol Tel. 77
a POMARETTO
il 2* 0 4' sabato del
mese dalle 10 alle 12
Presso r Ospedale
aldete
ADUNANZA OE PREGHIBRA Tutti
quallj olle ■ootenti R teogno iti un tR»*vamemo apirimali!, aann «aMaseiue Invitali a trovarei ntik orila di Ptea (Itila Ubenè n. 3, pò- œt« «dicaua di preghtea,
•ihMi» ien atta ore £1,
VILLA «cttma, eornpt«anic«te arredata,
ani mwow pireu. pòtitiDae inaiMevti«,
veiideti. — Rivtdgerai Pro Val}, C»a
Vtideoe, Torre PeM« fT«rftì0|x
ALBERGO bene avtiain apmo biWo l’annifi, 'uendèti, voi end« oticlte sublm. — Rivoiaenf Pro Valil. (tea Vaìdea« - Tont
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