1
DELLE VALLI VALDESI
Speli,
Bi B L r OTECA VAL^B ' '
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCI — Num. 16
Una copia lira 30
ABBONAMENTI r Eco: L. 1.300 per Fintemo Eco e La Luce: L. 2.000 per Tintemo Spedii. abb. posule - 1 Groppo 1 TORRE PELLICE — 21 Aprile 1961
i L. 1.800 per Tetterò L. 2,800 y per l’ettero Cambio d’indirizzo Lira SO 1 Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
volti
del nostro mondo
Juri ^exejevich Gagàrin è il primo cosmonauta. Lanciato nello spazio
alla velocità di 30.000 km/h, il ventisettenne maggiore dell’aviazione sovietica il 12 aprile è entrato in orbita attorno alla terra con la nave spaziale
Korabl Vostok (« Vascello d’Oriente » di quasi cinque tonnellate) e l’ha
« circumnavigata » ad un’altezza che andava dai 175 ai 320 km, compiendo
il giro del globo in 89’06”; dopo di che è riatterrato indenne. Durante il
volo è rimasto in costante contatto con la base di partenza, e la radio e la
stampa di tutto il mondo hanno potuto, poi, diffondere i suoi tranquilli e
meravigliati messaggi.
Il 12 aprile resterà una data storica: dopo tanti tentativi l’uomo ha
varcato la barriera dell atmosfera e ha contemplato la terra dallo spazio.
Che si tratti di un primo, piccolo passo, limitatissimo nei confronti dell’im
mensità degli spazi, e già del nostro
piccolo sistema planetario, non scalfisce l’importanza di questo appunto
primo passo: i più anziani della nostra generazione hanno visto, come
grande novità, il tram a cavalli ed
ora scorgono l’ininia.gine dell’« uotno spaziale»; che ci porteranno gli anni venturi?
Nel mondo è stata — salvo la nieBcliina,
invidiosa polemica di pochi occidentali e
una certa fastidiosa retorica d’oltre cortina — un’esplosione di gioia, come quando
avviene qualcosa di veramente grande-, al
di là delle nozze di regnanti e di attori o
dei inatches sportivi. AUa gioia scatenata
e commossa delle folle russe (di cui' certo
non si può pensare che siano state « comandate » per la coreografia) ha fatto riscontro con simpatica solidarietà la fierezza umana di tutti i paesi ■—• anche degli
Stati Uniti, antagonisti battuti : « Fra tante analisi detrattive dell’uomo, fra tante
immagini e ricordi di stermini abbietti,
■ecco finalmente tttt atto'Ih cui possiàntò'''
riconoscerci Con orgoglio », scriveva Guido Piovene.
Pur partecipando totalmente alla bellezza dell’ora, il credente non può tuttavia dimenticare la vera gerarchia e il senso dei valori. Desideriamo citare qui la
dichiarazione fatta al telefono da Karl
Barth ad uno dei redattori de La Vie pròtestarne: « E’ proprio il caso di chiedere
il parere di un teologo? Si tratta di nn
avvéniménto alte co-nta nell’ordine scientifico, politico, forse economico, ma non
neirordine teologico: non camb'a affatto
la nostra relazione con Dio. Questo pover’uomo ha fatto il giro della terra —
tanto meglio per lui, o tanto peggio! Ma
un giorno morrà, e quel che importerà per
lui, come per noi, non è il giro del mondo, ma ciò ohe avrà fatto della sua vita.
Indubbiamente l’avvenimento è importante, commovente persino, ma non bisogna
esagerarne la portala. Il quadro nel quale
viviamo mula, ma rimaniamo nell’ordine
cerato. Molte cose sono cambiate dall’antiohità, e molte cambieranno ancora. Ma
in fondo nulla cambia ». Non sono le parole di un pessimista a tutti i costi, bensì
di un credente ohe riserva la sua passione
a quelle che sono veramente « le cose di
sopra », che cerca di non dimenticare mai
il « soli Deo gloria ».
Due parole ancora suUa persona del primo cosmonauta: figlio di un modesto falegname, operaio in una fonderia, giovane
che con il lavoro e gli studi si è fatto strada, riuscendo a soddisfare la sua passione
aviatoria; immagine tipica dei mujik della
campagna russa, affinato dallo studio: del
nuovo uomo sovietico, _ che al nostro orecchio occidentale abbonda certo parecchio
in iucensamerili del regime (eome ci seccano, da noi, gli incensamenti del « libero » Occidente), ma ohe pure ha il senso
di essere inserito, piccolo e umile individuo, in un popolo e in una trasformazione
sociali pieni d’avvenire. Allenato .per mesi, si è rinchiuso nel Vostok e se n’è andato solo nello spazio, fiducioso ma non
malemaiicaimente certo della possibilità
del ritorno; solo con il suo cuore in un
isotlamento olle i contatti radio con la base
non potevano totalmente spezzare. E’ stato
paragonato a Colombo... un Colombo indubbiamente meno geniale, un gregario,
in fondo, un bravo tecnico fiducioso nella
tecnica. E’ per questo ohe Juri Gagàrin
con il suo volto aperto, vivo, sereno, con
il suo atteggiamento tranquillo e sobrio
I salvo negli osanna poldtiei), con la sua
ferma fiducia nelle possibilità conquistatrici della scienza e della tecnica dell’uomo, ci sembra un’immagine caratteristica
del nostro mondo « migliore », oggi. Il
volto tipico di quanto nel nostro mondo
tecnocraUco è giovane, dinamico, ricco di
speranze e nobili ambizioni: indenne —
pare — dall’erosione spirituale. E tuttavia,
in che misura conscio del senso ultimo
della vita?
I , Del resto, a freIlare l’euforia^della prima conquista spaziale, sta
un altro volto del
nostro mondo: Adolf Eiclimann,
l’uomo nel quale
il Maligno mostra
la perversa perfezione della sua
opera seduttrice e
mortale. Il volto
freddo assorto (in
quale gelido vuoto? in quale mito folle e
sanguinoso ? ) de’l’ex-Oliersfturmbannfiihrer
delle SS è Fimmagine — non romanzescamente fantascientifica bensì tristemente
reale — deH’abhputimento mortifero cui
può giungere l’uomo di oggi, schiavo dei
suoi miti e padrone di una tecnica e di
una organizzazione che raggiungono una
perfezione impressionante.
Avremo modo di ritornare spesso su
questo processo, che non è solo processo
al nazismo, al razzismo, al genocidio ma
ripropone a tutte le nazioni il « problema
ebraico », forse la punta estremamente
peccante del peccato dell’uomo contro
ruomo (e contro Dio). Oggi vogliamo avvicinare questi due volti, guardare in faccia quello che rappresentano, il meglio e
il peggio, il coraggio e la perfidia, la lucidità della scienza e la follia esaltata, il
progresBO e il sangue, la speranza e l’orrore. La voce del saugue grida più forte
elle i cori fervidi e solenni dell’Umanità
oggi trionfante; e sarebbe un grido disperato se, a Gerusalemme, non avesse versato
il suo sangue l’Agnello di Dio, che toglie
il peccato del mondo: Cristo, nostra vita,
speranza della glor'a g. c,
ProvvediniPiiti per le previdenza ai pastori evangelici
Circa il disegno di legge sull’istituendo
Fondo per l’assicurazione di invalidità e
vecclhiaia dei ministri di colto diverso dal
cattolico romano (n. 2947), in merito al
quale il 14 aprile le Commissioni inttami
e lavoro della Camera dei D^mtati, io sede referente, hanno espresso parere favorevole, da notizie assunte presso l’ufficio
stampa del Consiglio Federale delle Chiese
evangeliche d’Italia, risulta che il provvedimento, di iniziativa governativa, non è
stato richiesto nè sollecitato dalle Chiese.
Negli ambienti evangelici si è notato
con meraviglia come le notizie appar^
sulla stampa diano l’impressione che il disegno di legge in parola — che concerne
in pratica i soli pastori evangelici — disponga un trattamento pari a quello stabilito in favore del clero cattolico nel provvedimento parallelo già varato dalle Commissioni medesime in sede referente qualche mese fa. In realtà mentje con quel
disegno di legge si provvede alla prCTidenza di tutto il secolare cattolico,
con l’attuale disegno di legge si dispon
gono misure previdenziali per quei soli
ministri di culto evangelico approvati per
la celebrazione di matrimoni da valere
agli effetti civili. Di conseguenza, in rapporto anche alle altre disposizioni che
contengono particolari disparità di trattamento, il provvedimento non risponde alla condizione degli interessati, nè alle finalità di tutela previdenziale del lavoro
ennneiate neU’art, 38 della Costituzione,
a cui il disegno di legge si richiama.
Negli ambienti evangelici, rilevato come
nel complesso detto provvedimento deter
minerebbe una situazione di discriminazio
ne confessionale non giustificabile sul pia
no nelle aissicurazioni sociali ed in disar
monia con Fari. 38 della Costituzione, si
nota, non senza perplessità, che il prov
vedimento stesso, predisposto fuori di
ogni intesa con le Chiese, contrasterebbe
con i loro ordinamenti interni in base ai
quali esse chiese legittimamente si erga
nizzano nell’ambito delle libertà loro rico
nosciute in proposito dall’art. 8 della Co
etituzione.
COMUNICATO
1
La Tavola Viilàese proclama
la vacanza dell^ Chiesa di Firenze. La nomina del nuovo pastore dovrà farS a termine degli art. 14, 15, tl6, 17, 18, 25
e 26 dei R. O.
per la favola Valdese
Neri Giampiccoli
vie!» Moderatore
■ V
Roma, 17 aprile 1961
VIETNAM
VIETATO
^ .
Saigon. Per la prima volta da citiquant’anni alcuni missionari protestanti
si son visti rifiutare V, diritto di entrare
o rientrare nel Vietnam. Non è escluso
— dichiara il bollettino d’informazioni
Far Easl News Service — « che funzionari
governativi influenti, appartenenti a una
altra confessione cristiana, cerchino di
ostacolare Vattività tnissionaria protestante... ». j
La nuova Bibbia inglese
un ‘‘best-seller
Londra — Il Nuovo Testamento della
nuova Bibbia inglese si diffonde con un
ritmo tale che, poco doi>o la messa in
vendita, il 14 marzo, di un primo stock
di 1 milione di esemplari, gli editori ne
hanno fatti stampare a’-tri 500.000 esemplari. Un portavoce della più importante
catena di vendita d’Inghilterra, la casa
W. H. Smith & Son, ha dichiarato ohe
questa nuova traduzione è immediatamente
diventata un « best-seller » e che alcune
succursali hanno venduto tutto il loro
stock in mezz’ora.
La nuova versione stampata dalla Oxford
& Cambridge University Press, è il risultalo di tredici anni di lavoro di un comitato interconfessionale di specialisti che
rappresentavano undici denominazioni inglesi (F Aulì co Testamento e gli Apocrifi
— contenuti in appendice nella Bibbia inglese come in quella di Lutero — saranno terminati fra circa sei anni). Il Dr. Arthur Michael Ramsey, attualmente arcivescovo di York e che dal principio di giugno sarà arcivescovo di Canterbury, ha
detto di questa nuova versione che essa
permetterà ai suoi lettori di meglio comprendere il senso della Bibbia e dì avvertire maggiormente la potenza del suo messaggio.
Ma in mezzo a questo concerto di lodi,
il quotidiano londinese Daily Mail ha
espresso il timore che sia messa in un
canto la Versione di Re Giacomo, pubblicata nel 1611, che questo giornale considera « un unico e glorioso possesso di tutti i popoli di lìngua inglese ». Per jMirte
sua il Daily Worker, quotidiano comunista di Londra, deplora che la bellezza e
la forza espressiva della prosa del XVII
sec. siano state sostituite da uno stile paragonabile — afferma — a quello di un
articolo del Times o di un testo pubblicitario.
Un fatto interessante e significativo,
a i»roposito di questa nuova versione biblica, è la stima e il favore con cui essa
è stata accolta negli ambienti cattolici
inglesi: vari teologi e sacerdoti hanno
espresso pubblicamente il loro vivo apprezzamento per il notevole valore della
nuova traduzione del Nuovo Testamento.
Questo riconoscimento « ad alto livello »
riuscirà, poco a poico, a produrre un
maggiore rispetto, sul piano parrocchiale, per le versioni bibliche delle altre
cliiose — cosa particolarmente auspicabile nei }>aesi latini?
Verso il Concilio Vaticano II
Il Cattolicesimo si apre all’ecumenismo?
Da un certo tempo si sente parlare attorno a noi di incontri ecumenici, di conferenze, di visite che esponenti delle varie cotìessioni cristiane
si scambiano e più importan
te è il fatto Che 1 Cattòlici, che erano
rimasti per decenni estranei a questi
incontri, si fanno un dovere di prendervi parte. Fino a pochi armi fa, infatti, Fatteg^amento cattolico era un
misto di indifferenza e di orgoglio nei
confronti degli incontri e delle conferenze ecumeniche. Il cattolicesimo,
certo di possedere la verità esso solo,
stava a guardare quello che protestanti ed ortodossi facevano, convinto che non avrebbero saputo fare un
bel niente e le dichiarazioni ufficiali
ce lo hanno detto chiaramente ad
Amsterdam: non potete fare niente
di serio perchè non ci siamo noi ad
insegnarvi la sola via, quella cattolica.
Questo atteggiamento è cambiato e
sta cambiando in modo sostanziale
non solo nei paesi a maggioranza
protestante ma anche nei paesi catKMici: Spagna, Italia, e stiamo assistendo a fatti che sarebbero stati inconcepibili soltanto una decina di anni or sono; ultimo della serie potrebbe essere citato lampio servizio apparso su « Orizzonti », settimanale
cattolico di attualità, dal titolo « incontro con i fratelli separati» in cui
tengono posti ad un prof, ortodosso
e ad un protestante, il prof. Miegge,
interessanti domande concernenti l'atteggiamento nostro nei confronti del
cattolicesimo.
E’ certo che il movimento ecumenico è un fatto destinato a modincare
la storia deila chiesa cristiana nel futuro, è un avvenimento di portata
storica. E’ perciò estremamente importante l’atteggiamento del cattolicesimo nei riguardi di questo prò olema: sino a ieri era come dicemmo atteggiamento di condanna, di disinteresse, di orgoglicsa sufficienza, oggi
sembra essere desiderio di incontro,
di dialogo. Perchè questo cambiamento" Cercneremo di analizzarlo in seguito. E’ necessario vedere prima che
cosa è cambiato.
L’atteggiamento, il linguaggio anzitutto cne i cattolici hanno nei confronti dei non cattolici. Si tratta per
ora di casi eccezionali ma estremamente importanti perchè sono quasi
sempre casi di personalità ufficiali; lo
stesso pontefice adopera nella sua enciclica per il concilio un linguaggio
assai diverso da quello adoperato da
Fio IX quando annunciava il concilic Vaticano I; non si sente più parlare di eretici da mandare al rogo ma
ai fratelli separati che potranno un
giorno rientrare nella comunione delia chiesa, non si dice più o si dice
sempre meno che Lutero è stato im
infame reprobo pieno di vizi e di mal
vagità, si riconosce che esistono anche nel protestantesimo valori religiosi cristiani: l’^ore per la Sacra
Scrittura, la fede in Gesù Cristo eoe...
Si incominciano ad incontrare preti
liberali, meno fana,tici, e credenti che
accettano di parlare con noi. Non
possiamo che rallegrarcene anche se
occorre valutare serenamente tutto il
problema e non soffermarci ad im
aspetto sdtahtQ. .............
Ma non c’è solo questo cambiamento di tono, c’è di più: c’è il Concilio.
I concili ecumenici cioè universali sono stati dei sinodi tenu^ nei primi
secoli della chiesa per discutere e risolvere delle questioni di dottrina; sono sette, il primo dei quali a Nicea
nei 325 e l’ultimo a Costantinopoli
nell’870. A quei sette sinodi parteciparono rappresentanti di tutta la cristianità, che non si era ancora divisa, e perciò si possono chiamare ecumenici e le loro decisioni sono infatti accettate da tutti i cristiani, ortodossi, protestanti, cattolici. Dopo la
divisione tra chiesa d’Oriente e chiesa d Occidente si tennero ancora Concili sia nelFuna che nell’altra chiesa
ma non possono più dirsi ecumenici
in senso assoluto e le loro decisioni
sono accettate soltanto da una chiesa. La chiesa cattolica ha avuto parecchi altri Concili prima della Rilorma, e dopo la Riforma i due grandi Concili: quello di Trento contro
le dottrine protestanti, per precisare
L' punto di vista cattolico nei confronti dei riformati, e quello Vaticane nel 1870 per dennire l'infallibilità
del Papa. Dopo il 1870 non si sono
più avuti concili e si comprende la
-emozione di tutti nel gennaio del 1959
quando Giovanni XXtlI anntmziò la
convocazione di un prossimo Concilio per risolvere parecchi problemi interni al cattolicesimo ma anche e soprattutto per anrontare il problema
oeii'unita aelia chiesa.
I giornali non mancarono di impadronirsi aelia notizia e diffonderla
piiriauaone in moao errato: si aisse
ene a questo concino saieoeero staci
invitati tutti i cristiani, proiestanu
ccmpreii, per discucere insieme il probiema aenimita aena cniesa. liira
pretendere troppo ea infatti il PonLcuce preciso cne si trattava di mettere 111 oicune la casa ua omesa cattolica! per mvitarvi poi i iraceni separati. Aliene COSI il concilio e pero un
grsnae avveinmenio, seooene per ora
stinori interessare piu i non catcouci
cne 1 oactouci Stessi. Ma la granue
novità aei prossimo uoncnio sta in un
latto eccezionale: i lavori or questa
assemblea sono preparati da 10 commissioni presieaute ognuna aa un carainaie tcomm. teologica, liturgica, per
le. missioni, per li laicato, per i sacramenti, per la disciplina ecc.). Ma
accanto a queste commissiom è stato
creato im segretanato per Fmiione
dei credenti tsegretariatus ad unionem christianorum fovendam). Presidente di questo segretariato è il
card. Bea, segretario ne è mons Willebrands. Che funzione ha questo organismo? Mantenere i contatti tra il
Concilio ed i fratelli separati, raccogliere informazioni sul protestantesimo ad uso della chiesa cattolica e
fornire materiale al mondo protestante stabilire incontri e discussioni tra
espónenti del cattolicesimo e delle altre chiese.
La creazióne di questo segretariato
è certo per ora il fatto fondamentale
per noi: se si çonsulèàa p^- cheì-esso
continuerà ad operare anche dopo la
fine del Concilio, œ ¿ considera il
fatto ohe i suoi membri (28 ) sono
stranieri ad eccezione di due italiani,
più aperti cioè alla : conoscenza delle
chiese non cattoliche, se si considera
che i contatti tra alcuni membri di
questo segretariato ed ambienti protestanti italiani sono stati possibili,
si comprende come .stiamo assistentìc a cose importanti. Preciseremo: in
un prossimo scritto quale deve essere
il nostro atteggiamento in questo tempo di pre-Concilio e quali possono essere le ragioni che hanno spinto il
cattolicesimo a rivedere la sua politica nei confronti dei non cattolici.
Giorgio Tourn
PARLARE
CHIARO
Riportiamo questa domanda e risposta letta nella rubrica ” Colloqui con il tPadre ”, nel numero
del 19 marzo 1961 del settimanale ’’Famiglia Cristiana”, edito
dalla Ria Società San Paolo.
Essendo in un paese di popolazione cattolica e valdese, da qualche mese sono in
relazione con un giovane maestro valdese
d: ottime intenzioni, nia non disposto a
sposarsi in chiesa. Vnoìe solo il matrimonio civile e solo davanti al pastore valdese.
In caso d’ accettazione di tale matrimoniò,
qnali sono le conseguenze per me che sono
una giovane di A. C, e desidero la salvezza
dell’anima mia? Mi consigli come r'solverr. Un cuore senza pace
Se lei, cattolica italiana, contraesse ma
trimonio civile, diventerebbe pubblica peccatrice, darebbe grave scandalo, tanto più
come membro di A. C.; non avrebbe le benedizioni di Dio e si esporrebbe al gravissimo rischio di perdere la sua anima. Se
poi contraesse tali nozze secondo la religione Valdese, senza aver la dispensa dalla
S. Sede, cadrebbe sotto pene canoniche varie, sino alla scomunica. La Chiesa proibisce seva-issimamenie che si uniscano in
matrimonio due persone battezzate di cui
una s.a cattolica e Taltra appartenente ad
una sette eretica o scistnatica. In Italia raramente e difficilmente la S. Sede concede
la dispensa, e quando lo fa vuole che il
coniuge acattolico dia serie garanzie.
La soluzione ovvia è questa: rifiuti la
proposta avuta e preghi la Provvidenza che
le faccia giungere quella di un buon gióvane cattolico. Padre Atanasio
A S. Germano Chisone
Domenica 23 = ore 15
FESTA DI CANTO
delle Corali della Val Chisone
2
pa«- >
L’ECO DELLE VALDESI
21 aiprile 1961 — N. 16
L' uor^àSiì^ teterra
-----------aoí.üñ
[O'Wîü ' )
- 3
MI"A’E' LA TERRA
dice l'Eterno
Continuando nel nostro rapido esame dei rapporti delritorno con la terra, nella luce della rivelazione biblica,
cerchiamo oggi di delineare
come vi si iscriva l’affermazione della signoria di Dio.
Proprio nella vita di un popolo come Israele, spasmodicamente teso,
nelle alterne vicende della sua storia,
all’agognato possesso della terra promessa — verso cui l’avo Abramo aveva mossò~n passo, abbandonando la
patria per quella che l’Eterno aveva
promesso di dargli — proprio nella
vita di questo popolo risonò forte, recisa la sovrana affermazione ; « Mia è
la terra» — dice l’Eterno.
La terra è dell’Eterno, perchè lui
l’ha creata e le ha dato le sue leggi;
alla sua parola essa porta frutte
(Gen. 1: 9-13; Sai. 24; 1-2; 104; ecc.).
Egli ne è il solo proprietario (Lev.
25 : 23); e se l’uomo è chiamato a sottomettersela (Gen. 1: 28), lo fa per
procura; non è ohe ramministratore
dei beni del Re ; la sovranità che esercita è sempre derivata, mai assoluta
ed autonoma. Nel iwetico racconto
delle origini, l’uomo è il pardiniere
che coltiva il giardino delizioso alla
gloria di Dio; e per quanto in quel
quadro idillico Satana e l’uomo abbiano introdotto un profondo disordine,
e l’uomo ignori o rinneghi spesso questa sua vocazione, e il suolo sia stato
maledetto per punirlo, per il credente (die conosce in Cristo l’amore del
Padre e che aspetta nuovi cieli e nuova terra, quel racconto antico conserva intatto il suo significato profondo.
Vale la pena di soffermarsi sulle
leggi rurali che troviamo nell’Antico
Testamento. Dio dà dunque al suo popolo il paese di Canaan : questo è fortemente sottolineato, dalla promessa
ad Abramo alla liberazione dall’Egitto alla conquista, tappa dopo tappa,
di Canaan: passaggio del Giordano,
«presa» di Gerico, graduale conquista del paese, culminata nel regno
messianico <ii Davide, servo dell’Eterno; il giudicato e la monarchia intesi come servizio delTEtemo che è il
vero Signore del popolo e della sua
terra. Ma al tempo stesso Dio pone
certi limiti al go(Ìfmento di questo
possesso, ed è il significato fondamentale delle leggi rurali date ad Israele.
Le leggi dell’anno sabbatico («Per
sei anni seminerai la tua terra e ne
racicoglierai i frutti; ma il settimo
anno la lascerai riposare e rimanere
incolta; i poveri del tuo popolo ne
godranno, e le bestie della campagna
mangeranno quel che rimarrà. Lo
stesso farai della tua vigna e dei tuoi
ulivi» (Es. 23: 10-11; cfr. Lev. 25: 1-7);
dell’anno giubilare (Lev. 25 : 8-22), nel
quale « ognun di voi tornerà nella sua
proprietà e nella sua famiglia», «ciasetmo tornerà in possesso del suo»:
era cioè Tanno del riscatto degli schiavi e del risijatto dei terreni venduti o
confiscati, su cui nessima famiglia
perdeva in perpetuo il diritto; le leggi che imponevano di lasciar spigolare nei campi e nei vigneti l’orfano e
la vedova, talvolta anche lo straniero
(Lev. 19: 9-10; Deut. 23; 24-25 e 24:
19-21; cfr. pure il libro di Ruth): tutte queste leggi (sulla cui applicazione
non abbiamo molte notizie) tendono
evidentemente ad impedire che il coltivatore eserciti un monc»polio sulla
terra, che giunga a pensare di esser
ne il padrone assoluto, di poterla sfrut
tare a suo piaciménto, di poter escludere dai suoi benefi<5i Ù prossimo. Egli
invece non deve esaurire la terra, deve lasciarne beneficiare il prossimo
bisognoso. Anche quando il bisogno
avrà costretto una famiglia a vendere il possesso familiare, « le terre non
si venderanno per sempre; poiché la
terra è mia e voi state da me come
forestieri ed avventizi» (Lev. 25: 23
e ss.), notare (»me invece non esista
(die per un anno il diritto di riscatto
di proprietà urbane). Non si deve togliere per sempre ad un uomo la terra dei suoi padri, perchè ad essa è legata, in modo molto realistico, la sua
partecipazione alla eredità juromessa
daU’Etemo, alla benedizione (U Dio
(cfr. la storia di Nabot e della sua vigna, 1 Re 21).
Al messaggio contenuto nelle leg^
rurali ebraiche fa riscontro la predi(»zione profetica, che (»ndanna appassionatamento lo accapparramento
della terra (« Guai a quelli che aggiimgono casa a casa, che uniscono
campo a campo, finché non rimanga
più spazio, e voi rimaniate soli ad
abitare in mezzo al paese!..» Is. 5; 810; cfr. pure Michea 2: 1-2, ecc.), la
(»stituzione del latifondo dei ri(»hi
che approfittano, nei tanti modi più
u meno « onesti » e « legali », della distretta dei piccoli e dei meno capaci.
Nel Nuovo Testamento troviamo
una parola sconvolgente nella sua stu;
penda e realistica semplicità : « Beati
1 mansueti, per(diè essi erederanno la
terra» (Matt. 5: 5), questa terra che i
violenti ed i forti si contendono avi
damente, senza troppo badare su chi
passano.
Da quanto precede risulta che il
diritto di proprietà non è, biblicamente, un diritto assoluto. Se il vero proprietario della terra, del suolo — (some di ogni cosa — è Dio, è chiaro che
nè il singolo, nè im’oi^niiraazione, nè
10 Stato possono pretendere, biblicar
mente, di possederlo in senso assoluto. Nella discussione in atto fra il
singolo proprietario e lo Stato proprietario (collettivizzazione), anche e
soprattutto in campo agricolo, non ci
si può richiamare alla Bibbia per sostenere il primo contro il secondo, come fa il Cattolicesimo, che afferma
11 diritto di proprietà (x>me un postulato del diritto divino (o naturale).
Teoricamente si potrebbe sostenere
che è più facile che senta la propria
funzione di « amministratore » dei beni di Dio («padrone dopo Dio»), il
singolo piuttosto che im organismo
plurimo e un po’ anonimo; ma si può
ribattere ohe è anche più facile che
il singolo incontrollato si lasci afferrare dalla febbre di dominio assoluto.
Del resto, in nessim paese si può —
nè si deve — oggi ripetere quel (^e
avveniva in Israele, questo irripetibile Stato-Chiesa a cui la venuta di Cristo ha posto fine. Il cristiano, viva in
un paese a regime capitalistico (di
proprietà privata) o socialistico (di
proprietà collettiva), è li per rendere
la sua testimonianza per Colui che
afferma, di fronte alla buona e alla
mala fede, alle nobili speranze ed alla folle e cieca autoadorazione di
qualsiasi «sistema»: «Mia è la terra».
Dalle pagine bibliche ricordate sopra si possono pure trarre considerazione gravi e attualissime circa al(mni problemi a cui pcsssiamo qui solo
accennare ;
— è chiaro quale giudizio dia la Sacra Scrittura sul latifondo, sull’abuso della grande proprietà terriera, soprattutto quando parte di essa, talvolta ingente, viene lasciata in(»lta; se
di tale piaga — sebbene curata con rimedi assai scadenti — è stata ormai
data ima diagnosi molto netta, non
va certo ad onore della chiesa che
questa sia stata fatta non da lei ma
da movimenti politici che spesso se
la son trovata contro come uno strumento della conservazione.
— questa situazione non è stata limitata all’interno delle singole nazioni, ma è risultata dalla politica spesso praticata dall’imperialismo col()niale: lo sfruttamento fino all’esaurimento di una data regione, con una
sola coltura, asservita ad un più o
meno appariscente mon(^olio (così è
stato in vari paesi africani, cosi è
stato a Cuba per la canna da zu(jchero, così in altri paesi latinoamericani
per varie colture).
— i bassi redditi dell’ag;ricoltore,
relativamente alle altre attività lavo
rative, rappresentano in molti paesi
un problema grave, con tutta una serie di sottoproblemi: il senso di frustrazione cosi diffuso, la mancanza —
in genere — di aggiornamento e di
iniziativa, l’abbandono della campagna, Tabbruttimento di un lavoro che
pure potrebbe essere fra i più responsabili e a misura d’uomo. La rivelazione biblica esige che tali problemi
non siano trascurati nè presi alla
leggera.
— Teconomia moderna ha proposto
vari rimedi, dipendenti dai diversi sistemi politico-economici : il credito
fondiario, la ridistribuzione del terreno, Tcbbligo di coltivare la terra, i
vari — più o meno felici — piani agrari, gli imposti kolkhoz sovietici e le
coatte comunità agricole cinesi o i
volontari ’.ibbutzim israeliani (che
tentano e spesso riescono a far rifio
rire come la rosa il deserto del Ne^
ghev). In questo complesso di ricerche e di realizzazioni, le une più abili
e vive le altre più inette e superficiali, attuate con maggiore o minore buona volontà ed entusiasmo, la vocazione del cristiano è d’informarsi seriamente, scientificamente della situazione, nelle sue linee generali e nella
sua determinazione locale, e di impegnarsi realmente nel servizio ; di rimanere umile di fronte alla ricerca
scientifica e alle attuazioni umane
(insostituibile dalla Bibbia la prima,
degne del massimo rispetto ^ spesso
— le ultime), ma di non dimenticare
mai il formidabile messaggio ricevuto e da trasmettere, fecondo — se preso sul serio — in ogni tempo, luogo e
regime: «Mia ^ la terra» — dice
l’Eterno. ».
L’amore, iniziativa di Dio
e Ih questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Iddio,
ma che Egli ha amato noi ». (1 Giov. 4: 10)
Solo appàtentemente pacate, queste parole di Giovanni, come (iel
resto tutta la prima Epistola, incentrata sull’annuncio dell’amore di Dio.
Apparentemente pacate e ireniche, in realtà piene di im contenuto drammatico s paradossale che le approssima, sotto diversa forma, a certe impennate di Paolo. E’ la proclamazione della Grazia, e quindi l’appello
ad un imi>egno totale; binomio questo che attraverso i secoli, lin dall’annuncio della buona novella, non ha cessato di rivelare la sua natura
drammatica, ricca di contraddizioni, di problemi irrisolti, di rivelazioni
sconvolgenti o consolatrici.
L’umanità ha chiamato il cristianesimo « la reli^one dell’amore »
nello sforzo di renderla più accessibile aU’uomo, ma il suo tentativo di
-iddomesticare ccwì l’annuncio della Grazia, costringendolo entro i facEi
schemi del sentimento, ha avuto come conseguenza la scristianizzazione
di un mondo in ascolto di voci ben più potenti e affascinanti. L’uomo
non rinuncia tanto fecilmente alla sua avventura terrena, in nome di un
« amore » che gli appare forse storicamente scolorito e inattuale, se pur
degno di ammirato rispetto.
Ma guardiamo bene come dobbiamo annunciarlo, questo amore.
Esso è anzitutto, è solamente. Amore di Dio: e perciò è un formidabile
segno di contraddizione. Nello stesso istante in cui viene espresso, offerto con assoluta gratuità, esso rivela non un’identità, nè un’afiBnità, e neppure uno scontro di caratteri contrastanti ma destinati ad armonizzarsi
sia pure fuggevolmente, com’è tipico degli amori umani ; no, esso rivela
una, distanza infinita, incolmabile e inesorabile, che Dio solo viene a colmare nel medesimo istante in cui la fa balzare davanti al nostro sguardo.
Egli ha amato noi. L’Amore è iniziativa divina.
E perciò questo ,4more ci mette di fronte alla nostra iifipossibilità
di amare: alla nostra incapacità assoluta, radicale di attuare il comandamento dell’amore gratuito, incapacità non quantitativa ma qualitativa,
perchè l’amore umano anche helle sue forme più sublimate, anche nella
forma emblematica della maternità, è sempre il contrario del gratuito.
Non siamo dunque noi che possiamo ihipegnarci a corrispondere all’Amore perfetto di Dio col nostro amore difettoso e corrotto. E’ ancora Dio
che si impegna verso di noi, con la .sua promessa di fedeltà e di misericordia. Paradossale impegno ad esserci fedele. Lui a noi, a offrirsi a noi
in una disponibilità senza fine e senza confine. L’Amore è impegno divino.
Clhe vuol dire dunque « Noi amiamo perchè Egli ci ha amati il primo »? La proclatnazione dell’Amore, cioè della Grazia offerta all’uomo,
ci porta a concludere necessariamente ohe tutto deve essere rimesso a
Dio: l’iniziativa e-Timpegno. La nostra obbedienza al comandamento
dell’amore non può essere che obbedienza sempre rinnovata alla Grazia,
e testimonia solo di essa appunto perchè è, obbedienza di peccatori, amore di uomini incapaci di-amare. Da questo nuovo punto di vista, noi possiamo essere riconoscenti a Dio persinó della persistenza del nostro peccato, che fa sì che a Lui solo sia data la gloria. Impegnarci, sì: ma impegnarci ad accettare che" la nostra vita divenga nulla più che il terreno
i cui frutti rendano testimonianza all’azione compiuta da Cristo solo:
se noi non sappiamo amare. Egli sa amare per noi, in noi, col Suo amore
unico e irripetibile, segno del Regno che viene, Rita Gay
LE VALLI E LE GEVENNE
Aspetti particolari del Proieslantesimo latino
Come diverse corrispondenze dalle
chiese in questo stesso numero riferiscono, la visita dei due pastori francesi ha lasciato fra noi un ricordo assai
simpatico, e siamo stati molto lieti di
questo nuovo legame con i Riformati
francesi, e in particolare con quelli
delle Cevenne, la regione per molte
ragioni storiche e pure geografiche più
vicina, forse, alle nostre Valli. Siamo
molto riconoscenti ai Pastori Bastian
e Bouneau per avere accettato di lasciare durante una decina di giorni
le loro comunità, per venire a recarci
il loro messaggio fraterno, a presentarci la vita e i problemi delle loro
chiese, ad essere un segno vivo di una
profonda fraternità cristiana.
Lunedì, in occasione della loro visita ad Agape e a Frali, si è riunito
lassù insieme a loro la « pastorale »
delle Valli: il pericolante ponte del
Crosetto, alla Gianna (che speriamo
possa essere presto riattivato!), non
ha bloccato l’afflusso, e con opportuni
trasbordi, assicurati da Frali, si è giunti tutti alla mèta.
Lo scambio d’idee (»n i colleghi
francesi è stato molto interessante,
in uno spirito di cordiale fraternità e
sincerità. E pensiamo valga la pena
di riferirne qui per sommi capi.
La prima questione affrontata, ad
Agape, è stata quella del cosiddetto
« disgelo » fra cattolici e protestanti.
<3uaTè la situazione in Francia? Le
informazioni sembrano talvolta contradditorie; si ricorderà in parti(»lare il risalto che la grande stampa aveva dato alTinccntro privato, senza alcuna veste ufficiale, di sacedoti e ves(X>vl cattolici e di un gruppo di pastori, a Taizé, per una retraite in comune. Gli ospiti ci hanno detto che T«ecumenismo» (lo poniamo fra virgolette
perchè questo termine designa realtà assai diverse) è, fra i rifomati francesi (x>me fra noi, avvertito soltanto
da una minoranza, mentre spesso c'è,
nelle comunità, una sorta di paura del
cattolicesimo. Si tratta di im’oppc«izione tradizionale e preconcetta, chiusa, oppure le riserve hanno un fondamento teologico (ffliaro e netto? I pastori fran(»si hanno ricordato che —
come sappiamo bene — il cattolicesimo fran(»se è indubbiamente un cattolicesimo di punta, e ohe esso ha dato molti segni di una reale apertura
all’Evangelo (e questo implica; alle
altre Chiese) : vi si fa sentire, e non
solo ai livelli più alti, un n()tevole rinnovamento biblico è teologico; dà segno di una notevole sensibilità sixsia
LE MAS-fiOUBEYRAN, serie del ’’Musée du désert”
sito nella casa di Rotanti
(a destra del cipresso), tipico paese delle basse Cevenne. Nei prato antistante
ha luogo in .settembre la famosa assemblea cui partecinano migliaia di protestanti
di tutta la Francia.
le, almeno in alcuni gruppi abbastanza seguiti (si pensi al «Témoignage
chrétien», alle prese di posizione sulla
guerra d’Algeria, al lavoro della Jeunesse Ouvrière Catholique); sta vivendo — come altrove — una riscoperta
del laicato (però, è stato precisato,
più per farli lavorare, i laici, che per
farli pensare; il pensiero e la direzione rimangono « affaire des clercs ».
Questa nota è molto importante, e dovremmo meditarla a fondo noi pure!).
Questi segni di apertura evangelica
hanno suscitato in molti una risposta
altrettanto «aperta». Ferò, sempre,
questo rinnovamento è stato bloccato,
ad un certo pimto, dalla gerarchia (si
citi la condanna dei preti operai, del
nuovo catechismo, l’arresto del movimento per la messa in francese, ecc.).
Non si può quindi veramente parlare
con la Chiesa cattolica, perchè non si
è (secondo lei) su di un piano di parità; e tale pretesa di essere la sola vera Chiesa è per noi inaccettabile.
Questa posizione ferma, che è quella
della grande maggioranza del Frotestantesimo fran(»se, va però accompagnata da una profonda e fraterna
sensibilità verso tutti gli aspetti di
rinnovamento evangelico che nel Cattolicesimo si fanno sentire, badando
di opporre veramente la Farcia di Dio
— e non la nostra tradizione o struttura ecclesiastica — all’intransigenza
autoritaria del Magistero romano.
Si è poi parlato della situazione delraglise Réformée de Franco. Rispon
dendo a varie domande, i colleghi cévenols hanno ricordato che il protestantesimo francese era, alTorigine,
addensato in alcune enclaves; ma il
massiccio trasferimento di popolazione degli ultimi decenni, specie dalle
regioni montuose, ha determinato una
grande dispersione: questa diaspora
ha a sua volta dato origine a notevoli
possibilità di evangelizzazione. Fer
curare i disseminati e Tevangelizzazione, è stata costituita la Société
Centrale d’Evangélisation, che in questi decenni ha costituito oltre 200 postes d’évangélisation, 150 dei quali sono a loro volta divenuti parrocchie.
Le forti variazioni di popolazione ha
reso necessaria una certa « strategia »
nella dislocazione del ministero pastorale, raggruppando numerose antiche parrocchie assai diminuite di numero, e liberando cosi un certo numero di ministri della Parola per ser
vire altrove, in nuove (jomunità.
Si è discorso a lungo della collaborazione laica, assai sviluppata in Fran
eia, tanto (he TE.R.F. ha un molo
di predicatori laici ad indicare Tufficiale riconoscimento di tale ministero. In modo diverso secondo le «regioni» (distretti), essi ricevono tuttavia una formazione, mediante retrai tes (nella regione delle Cevenne,
due volte all’anno, tutti i predicatori
laici e i pastori si riuniscono studiando testi biblici e preparEmdo insieme
piani di predicazione, con esercizi di
predicazione), incontri, corsi di, formazione cristiana (per (sorrispcndenza).
Si è parlato pure dei problema economico, e il past. Bastian ha notato
che nella sua comunità la percentuale contribuente — piuttosto ridotta
come da noi — è molto generosa: ad
esempio, metà del Concistoro e molte
famiglie, specie operaie, offrono la
decima spontaneamente e regolarmente: il dono della riconoscenza è
stato compreso..
Interessantissime, infine, le impressioni dei visitatori francesi sulle nostre comunità delle Valli, espresse
con animo fraterno ma senza peli
sulla lingua; è stato tanto più simpatico, in quantoi spesso taii impressioni si esaurisiXHio in generiche
espressioni elogiative... Anzitutto è
stato notato un accentuato Individualismo pastorale e congregazionalismo
ecclesiastico: si lavora con impegno,
ma parecchio chiusi nell’ambito ristretto della propria parrocchia, senza molta coscienza della Chiesa nel
suo insieme ; mentre, alle Valli in particolare — e almeno in ognuna delle
Valli — sarebbe importante una vera
vita presbiteriana, « consistoriale »
(distrettuale). Le nòstre opere sono
apparite le une perfettamente adeguate, le altre un po’ in sofferenza, e bisognose forse di una riconversione
(istituti scolastici e assistenziali); una
certa : tristezza ha però suscitato la
Casa' delle Diaconesse, con il sentimento di qualcosa che pare spegnersi,
mentfie sarebbe un’esigenza tuttora
Valida: è necèssario parlarne di più,
che tale servizio sia ricordato alle giqvanette. In ogni caso i colleghi francesi ci hanno detto che il complesso
impressionante delle nostre opere mo, stra come siamo stati e siamo «choyés»
da tanti amici, specie all’estero, cosa
che altre chiese non più ricche della
nostra possono invidiarci. Questa generosità rappresenta per noi una grande responsabilità: noblesse oblige!
Tali impressioni, che gli ospiti ci
hanno espresso in tutta franchezza
— e che colgono nel segno — sono
state però accompagnate, con altrettanto sentita sin(»ntà, dall’espressione di viva gratitudine per l’accoglienza (X)sì fraterna riservata loro in tutte le chiese ed opere visitate, e per
il sentimento di gioia serena nel servizio che essi hanno avvertito fra noi.
E noi vogliamo dire ai fratelli Bastian
e Bouneau la nostra viva, fraterna
gratitudine per la loro visita, per
quanto hanno detto, mostrato, portato alle nostre chiese e a ciascuno di
noi, per questo nuovo legame con i
fratelli latini d’oltralpe. Il nostro pen- i
siero augurale li segue nel loro ritor |
no in patria, lieti che si siano sentiti |
un poco « a casa » anche fra noi.
Gino Conte i
3
1
N. 16 -r- 21 aprile 1961
L’eco MLLE VALU VAIDESI
PM* *
UN BILANCIO PIUTTOSTO SEVERO
La Rilorma agraria in llalla
riopo le non felici riforme agrarie
^ operate dai paesi balcanici nel
primo dopoguerra, lltalia ha intrapreso, dopo l’ultima guerra mondiale,
e sotto rincalzare delle agitazioni nelle campagne, una sua riforma. All’esperienza italiana hanno fatto poi se
( güito analoghi numerosi interventi
agrari in vari altri paesi sottovalutati, soprattutto di origine latina, come
nel sud America, ma anche nei paesi
arabi e in estremo oriente, per non
dire delle radicali trasformazioni condotte in tal senso nei paesi comunisti. Non risultano esservi stati recenti analoghi esempi di riforme con
espropriazione nei paesi protestanti e
nei paesi con agricoltura più progredita, ma semmai una ricomposizione
fondiaria con scopi sostanzialmente
opposti a quelli predetti.
E’ noto che il complesso dei provvedimenti italiani ha interessato solo
alcuni grandi comprensori della penisola (Sicilia, Sardegna, Calabria,
Puglia, Lucania, Molise, Fucino, Campania, Maremma e Delta padano) ; la
esprcpriazione fu qui effettuata soprattutto nel confronto di latifondi,
ma anche nelle normali proprietà di
si-perflcie superiore ai 1(X) ettari, attuando un particolare ingranaggio rigido che rispettava solo ìe così dette
aziende modello.
Appare oggi di un certo interesse.
Dopo dieci anni daH’inizio di tale imponente opera di trasformazione fondiaria, studiarne i primi risultati, che
sono già copiosi e ricchi di insegnamenti sia nel campo tecnico, che in
quello economico, sociale e politico.
Su alcuni di questi, ma non certo
su tutti, ci informa un volume di Giu■seppe Barbero (La riforma agraria
italiana. Ed. Feltrinelli con prefazione di G. Medici) che riporta dati statistici e studi metodologici, condotti
mediante un’analisi per campione dall’Istituto nazionale di Economia agraria.
Lavoro certamente pregevole ed
obbiettivo, molto dotto di cifre e di
calcoli, che ci illustra la interessante
riduzione avvenuta della agricoltura
latifondista ed estensiva, le colossali
dire spese dallo Stato in questa impresa, l’aumento della produttività
ccnseguente a tali spese, un certo he
rieflcio ottenuto dai lavoratori asse
gnatarì delle terre nei loro redditi,
l’aumento della cooperazione rurale,
delle opere di boniñea, della efficienza tecnica e così via.
Di per sè però il volume è per il
profano piuttosto arido, per eccesso
di cifre, di calcoli e di considerazioni
strettamente economiche. Il profano
inutilmente vi ricercherebbe un giudizio sintetico sul consuntivo della
riforma italiana, ma questo è certo
difficile esprimere in sintesi. Mi proverò non dico a farlo qui, ma almeno
ad elencare alcuni concetti simmari,
flutto deU’esperienza in tale settore.
La nostra riforma agraria non era
trfossa da motivi tecnici, ma esclusivamente politici e sociali, come purtroppo è avvenuto in simili oasi in
tutti i paesi sottovalutati ; essa si
proponeva ; di accontentare un determinato gruppo di persone in perenne stato di miseria, di tranquillizzare
alcuni settori politici che reclamavano la totale espropriazione delle terre, di convertire, se possibile, alle idee
politiche del partito dominante, il
maggior numero di braccianti, tendenzialmente di sinistra, col renderli
proprietari terrieri.
Per ottenere tali scopi è stato scelto certamente il sistema tecnicamente peggiore e cioè quello dì affidare
Tespropriazione delle terre, la loro
bonifica, T’assegnazicne e l’orgamzzazicjaè-r-.agricola ad ènti statali, con
tutti gli inconvenienti che a tale fatto conseguono, come p)ossono essere
;a creazione e la distribuzione di privilegi;: lai formazione di enti burocratici, la lentezza nel procedere, la spesa enormemente accresciuta e cosi
via. ' . .
Furono per tal fine assunte schiere
di tecnici, qualche volta ottimi tecnici, che dovettero spesso divenire stnirnenti di faziosi uomini politici o del
Cleto impèrànte, ma che soprattutto
divennero dei funzionari statali.
Bisogna dire. .infatti che se mme,
da noi come in ogni parte del mondo,
lo Stato funziona in ogni a,ttività e
soprattutto in quelle economiche, malissimo esso dà prova come gestore
dell’agricoltura, che è attività parncolare che peggio di ogni altra si presta ad essere burocratizzata. Esempio
chiaro di questo concetto è il pessimo risultato ottenuto nei paesi comunisti, dal settore agricolo statizzato, rimasto tuttora in una condizione
di inferiorità rispetto alle altre attività economiche.
ne di spirito cooperativistico anche
nelle masse rurali meridionali; 4)
contingente benessere dovuto alle forti erogazioni di denaro statale; 5) eliminazione di alcimi grandi monopoli
terrieri meridionali.
I lati negativi della riforma si possono invece cosi sintetizzare: 1) redditi insufficienti degli assegnatari, dovuti alle quote di terreno troppo limitate che sono state distribuite; 2)
Si sono incrementati, anziché eliminarli, i privilegi, passati dai proprietari terrieri ai funzionari, ai politici
e ai preti, e si sono perpetuate le in* giustizie e gli abusi; 3) la spesa so'stenuta dalla comunità, per i mode
nosco molti, ma uno di essi può essee interessante illurtrare. E’ la dolcjosa storia di una famiglia valdese
delle Puglie, d’orientamento politico
Ji sinistra, che conduceva la dura vita del bracciantato agricolo, piena di
ansie e di fame, con ben dodici figli
■ia sostenere. Essa si entusiasmò in
' modo primitivo all’Idea della riforma
che .vvrebbe potuto soddisfare il suo
desiderio di giustizia e di pane, e chie;e l’assegnazione di un podere. Il privilegio le fu concesso subito, c’erano
molti scopi da raggiimgere con tale
concessione; ebbe fra le prime im p)odere con una bella casetta, ma era
un privilegio condizionato! Furono
Aobiamo rivolto al prof. Remigio Baldoni, direttore dell'Istituto di Agronomia della Facoltà di Agraria dell'Università di Padova, alcune domande su problemi agrari odierni, specie in Italia. Egli ci ha gentilmente promesso la sua collaborazione, di cui gli siamo molto grati, e
comincia coH'esporci un bilancio dei risultati della Riforma agraria in Italia, esaltata dagli uni e posta sotto accusa
dagli altri. Saremmo lieti che pure sui problemi d'agricoltura, troppo assenti dalle nostre colonne, si avviasse una
discussione seria e informata.
Canto di bimbi
nei palazzo d’Acaia di Cavour
-r • 1« vma n apf nnm’nnrta i sesuien
sti risultati raggiunti, è stata troppo
forte; si parla infatti di 1500 miliardi
quale costo della riforma ed è quindi legittimo pensare che se tale enorme cifra fosse stata destinata ad altri scopi, e soprattutto per migliorare l’istnizione del popolo italiano, il
vantaggio al paese sarebbe stato ben
maggiore!
Ma è da domandarsi se almeno i
risultati politici che il partito democristiano voleva dalla riforma siano
stati raggiunti. Probabilmente lo sono stati solo in parte. Soprattutto dispiace al partito di maggioranza che
le conversioni siano state poche e
non .sincere,
E i risultati tecnici? Sono modesti
anch’essi, per non dire negativi. E’
ben evidente oggi che l’aver creato
tante piccole aziende anemiche è stato un grosso errore tecnico, commesso in omaggio alla demagogia. L’agricoltura medema, per essere efficiente,
deve disporre di aziende organiche,
di giusta dimensione, ben dirette,
meccanizzate e dotate di capitali; le
molte aziendine create dalla riforma
(719.00() ettari suddivisi in 108.000 poderi) sono purtroppo eccessivamente
minuscole, disorganiche, non meccani zzabili e quindi tecnicamente insufficienti.
Molti contadini lasciano oggi il loro podere insufficientemente redditizio e accorrono nelle zone industriali. dove trovano lavoro abbondante e
ben retribuito; il notevolissimo benessere che il paese gode attu-almence, e che aumenterà in avvenire, fa
apparire ridicolo quel fazzoletto di
terra, col suo reddito costante, ohe i
riformatori avevano creato per i diseredati, credendo che l’Itaiia fosse
eternamente condannata alla fame.
Tale fenomeno è probabilmente ora
appena agli inizi, onde nuovi problemi e nuove spese si prospettano per
ricomporre quella unità aziendale che
è stata distrutta dalla demagogia di
appena dieci anni fa!
Ce cosa deve insegnare ai valdesi
questa esperienza riformista?
Essa deve insegnare loro molte cose e prima di tutto che essi non devono credere troppo nella virtù dello
Stato in generale e dello Stato italiano in particolare. Molti sono oggi da
noi quelli che credono ancora femiamente nelle possibilità riformatrici
dello Stato, nello Stato progressista,
nello Stato che può e deve fare bene
, Lo Stato come tale sarà un organismo incapace, soprattutto in campo
economico; hanno captito questo per
loro fortuna e prima di noi i tedeschi
che hanno una ben superiore mentalità organizzativa e statalista! Il
nostro Stato più sarà sempre un formidabile distributore di privilegi, e
quali delusioni proverà chi crederà
troppo fermamente in lui!
Bisogna contenere le funzioni delo Stato allo stretto indispensabile,
non pensare ad uno Stato ideale, che
non esiste, perchè lo Stato sarà per
forza di cose sempre retto da funzionari che sono e saranno quello che
sono ora, qualunque sia la forza politica che reggerà il Paese. E per le
minoranze in particolare questi funzionari rappresentano un costante
pericolo !
Sarebbe oltremodo intOTessante, per
chiarire questi concetti, conoscere
quali rapporti ci siano stati tra i vaidesi e la riforma agraria; non ne co
Bene o male però la riforma è andata avanti e, bisogna dirlo,
prattutto grazie alla buona volontà mr»n.nini¥in
dei tecnici, che hanno saputo, specie ^ TOHOIMTO
bei primi anni, mettere nelle opere
molto entusiasmo, e molto buon senso, reagendo al loro ste^i graduale
processo di burocratizzazione.
Dei risultati favorevoU sono inf^
ti elencabili anche a favore ^
forma e cioè: 1) Miglioramento ddla
produzione lorda (di circa il
realizzazione di una discreta sist
zione per molti braccianti deisPto
serabili; 3) formazione di un embno
la Chiesa unita del
Canada ha creato il
primo posto di cappellani^ in ima fabbrica.
Sono stai; pure inviati in Inghilterra sei
pastori, perchè si familiarizzino con le
tecniche d’evangelizzazione :n ambiente
industriale. Nella stessa sessione la commissione di serv'zio sociale della Chiesa
ha chiesto alle parrocchie di non affidare
lavori a imprenditori ohe pratichino salari
inferiori alle norme e osino procedimenti
illegali.
tempi duri e di grande lavoro per la
f fi miglia valdese, la redenzione della
terra affidatale fu meravigliosa; pochi àltri assegnatari della zona fecero così bene e con la più completa
soddisfazione dei tecnici dell’Ente
Statale, ma non furono contenti di
essa nè i politici nè i preti; il tempo
passava e la nostra famiglia non dimostrava nè quella sensibilità politica, nè quella religiosa che il privilegio
comportava, e un bel giorno, di pun^ in bianco, fu cacciata dal podere
senza raponi valide, senza pietà! Ho
potuto visitarla, ugualmente serena,
rientrata a Cerignola e convivente in
1 unico stanzone diviso fra i suoi
quattordici membri e quelli di un’alca famiglia!
Furono inutili le insistenze, le ractomandazioni di ogni genere; la compassione per tale caso pietoso del Direttore generale dell’Ente, persona
tollerante e di ottimi sentimenti cristiani, non servì, a restituire quel podere a chi ne aveva U sacrosanto diritto come cittadino italiano e come
onesto lavoratore; politici e clericali
avevano stabilito che il privilegio fose elargito ad altre persone più malleabili!
E’ una storia triste, ed è una sola,
come infinite altre, che possono scoraggiare, ma che debbono anche sapere insegnare qualche cosa di positivo. > . . „ ,, ■
Remigio Baldoni
Una sessantina di alunni d’una
scuola domenicale è in visita a Cavour nel giorno di Pasquetta: l’antica « Caburrum » capol. dei Liguri
Caburriatesi è ricca di vicende storiche le cui tracce si scorgono ancora sulla rocca, nei ruderi romani seguo dell’antica presenza e potenza
che contrastava alla pressione dei
Liguri; tra l’altro, si ricorda il pas
saggio delle truppe del famigerato
Catinai che lia lasciato un amaro ricordo di stragi e saccheggi nella zona
cavourrese
Cavour è ricordata nella storia valdese per la presenza di credenti sin
dal 1338 e successivamente si menzionano i nomi di valdesi cavourresi emigrati a Ginevra tra i quali : Stefano Rivoira, Gioffredo e Bonifacio
Morina. Soprattutto non si dimentica il palazzo dei Racconigi o d’Acaia
dove il 5 Giugno 1561 fu firmata la
pace detta di Cavour tra i delegati
valdesi e Filippo Racconigi, la quale
segnava la fine d’una guerra condotta da parte cattolica dal famoso Giorgio Costa della rrinità. Sulla piazza
di fronte al palazzo, un mereiaio ambulante che faceva parte della comitiva illustra rapidamente il tormentato periodo storico e poi guida la
carovana dei bimbi Imigo la scala a
chiocciola; una signora clic affitta gli
storici locali gentilmente ospita per
qualche istante la schiera dei fanciulli ed è lieta di ascoltare un coro
improvvisato ma cantato con fede,
commozione e gioia ; le note dell’inno (c la tua presenza brama, quest’alma o salvator ii salgono in alto verso
il Signore per ringraziarlo, per benedirlo a motivo della fedeltà di chi ha
lottato e sofFerto per tenere alta la
bandiera del vittorioso salvatore. Per
un momento si rivedono i messaggeri delle Valli, rozzamente vestiti ma
felici di segnare una pace che consentirà di onorare ancora il Signore
e di proclamare le sue lodi, Francesco Valle Pastore di Villar, Claudio
Hergio Pastore del Tagliaretto, nonché Giorgio Monastier di Angrogna
e Michele Raymondet del Tagliaretto come rappresentanza laica firmano assieme al conte Filippo Racco
nigi una pace che comporta i seguenti benefici: libertà di coscienza, libertà di residenza nelle tre vaUi, libertà di culto pubblico per la Val
Pellice nella zona alta, ad esclusione quindi di Lusema San Giovanni,
Torre Pellice nella parte bassa e San
Secondo. Nella Val Perosa furono
permessi i culti nei templi dei Gauilins a Roccapiatta, Dormigliosi per
San (fermano, di Gran Dubbione per
rinasca e del Peni di Pomaretto per
Lt zona di Perosa. Se i Valdesi erano esultanti, almeno per quel momento non lo era ugualmente il papa
Pio IV il quale rimproverò il duca
di aver stipulato un trattato con gli
eretici dopo avergli fatto spendere
tanto denaro nella guerra contro di
loro.
Sulla rocca i bambini giocano e
cantano gli iimi della fede, circondati dai turisti che apprezzano ed
ammirano il loro comportamento.
Poi, il ritorno, mentre una massa di
popolo sale per ballare, cantare le
solite canzoni moderne; anche parecchi valdesi salgono con la foUa,
ignari forse d’una pagina di storia
che è sempre viva, sempre vera per
i credenti che sono lieti di testimoniare del Cristo risorto. Ogni gita,
ogni incontro è occasione preziosa
per raccontare le grandi cose che il
Signore ha fatto per noi; eppure fuori del tempio, fuori del recinto sacro, ci si vergogna di quelle cose, ci
sì vergogna di cantare i nostri inni
ritenuti sacri, non adatti per l’ambiente profano e si diventa come gli
altri, ci si pone al livello degli altri
con la differenza che la nostra responsabilità è maggiore perchè Dio
ci ha dato la luce e la luce dev’essere tenuta in alto perchè gli uomini
la vedano e siano illuminati.
f.to il mereiaio
á RAIVIGOOIVI
i dirigenti cristiani
di tre paesi a predominanza bndddsta — TSirmania, Ceylon e
Thailandia — hanno esaminato come migliorare le relazioni fra cristiani e buddisti. Si sa elle il presidente b'rmano, U Nti,
aveva promesso nella campagna elettorale
di dare uno statato privilegiato al buddismo, pur senza giungere a limitare la missione cristiana.
DAUE NOSTRE COMUNITÀ
BOBBIO PELLICE
Ringraziamo,la gioventù della Chiesa di
San Secondo per la gradita visita effettuala
alla gioventù dell’Unione Giovanile del
Podio la .sera di sabato 8 aprile.
Mercoledì 12 aprile ha avuto luogo il
servizio funebre del nostro fratello Catalin
Stefano decediuto l’il aprile al Pautasset
alla età di anni 7'5 dopo penosa malattia
sopportata con pazienza. Alia moglie, alla
sorella, alle cognate ed ai parenti tutti rin.
noviamo l’espressione della nostra fraterna simpatia cristiana.
Mercoledì sera 12 aprile abbiamo ricevuto la gradita visita del Pastore sig. Paul
Bastian proveniente da Saint Jean du Gard
iCevenne). Davanti ad un folto uditorio
egli d ha dato interessanti notizie sul Protestantesimo Francese e sulla Comunità
che egli serve. Ci auguriamo di cuore che
tatto quanto egli ci ha dello ci spinga ad
una seria e quanto mai urgente riflessione
onde acquistiamo sempre maggiormente
il senso della Chiesa quale corpo di Cristo
e della nostra precisa responsabilità concreta che Tesserne membri comporta per
ciascuno di noi. Lo ringraziamo di cuore
per la sua visita e per il suo messaggio.
Sabato 15 aitile abbiamo invocato la benedizione di Dio sul matrimonio del nostro Anziano del quartiere di Cairn», Crof
Giovanni (Eyssarl) e della figlia del nostro
Anziano dei Campi, Rostagnol Maria (Marlinats). La grazia del Signore sia sempre
con questo nuovo focolare.
Vivi rallegramenti ed auguri rivolgiamo pure agli sposi Durand Canton Daniele
(Gcnteugna) e Catalin Rachele il cui matrimonio è stato benedetto sabato 15 aprile
nel tempio di Vifiar PeUice e che si stabiliscono a (JenteUigna.
Le nostre mamme (circa una quarantina)
hanno avuto la loro gita annuale domenica
9 aprile al lago Maggiore. Giornata 0:Uima
sotto ogni aspetto, trascorsa in serenità e
gioia fraterna. Non è mancata la piacevole
emozione di una rapida corsa in battello
sul lago. Le marame sono tornate pienamente soddisfatte e riconoscenti. La medesima esperienza hanno realizzato i nostri giovani domenica 16 aprile. Più di
novanta di loro si sono recinti a Rapallo e
Portofino dove hanno trascorso un’ottima,
serena giornata. Un grazie a chi ha organizzato tali gite. '
e. a.
roba
— La riunione di Chiusura dell’Unione
delle Madri avrà luogo domenica pro.ssima.
23 aprile, alle ore 15, anziché domenica
30 c. m., onde permettere a tutti di assistere alla festa di Canto deUe Corali, ohe
si terrà a S. Giovanni in quel giorno.
Tenete ben presenti queste date per il
mese di maggio;
— 11 maggio. Ascensione: riunione all’aperto a Piamprà. Inizio ore 10.30. Culto, pranzo al sacco, giochi.
— 14 maggio {domenica) gita a Como.
fi programma sarà il .seguente: a) Arrivo
a Como in tempo per partecipare al culto
con la comunità; b) Partenza col battello
per la traversala del lago. Al ritorno, qualora ci sia ancora tempo, si visiterà la
città. Daremo più tardi un programma
Si tenga comunque presente che:
li Si tratta di una gita di Chiesa. Coloro che avessero intenzione di non partecipare al culto sono vivamente pregati di
non iscriversi a questa gita. Tutti sono
pregati di xmrtare con sè l’innario italiano
e francese.
2) Le iscrizioni saranno valide solo se
verrà nello stesso tempo versata la caparra
di L. l.(M)0. Iscriversi unicamente presso
il pastore o presso l’anziano Benecchio
(Fucine).
3) Le iscrizioni saranno irrevocabilmente
chiuse il giorno 11 maggio. Affrettatevi!
— 28 maggio, nei corso del culto. Assemblea di Chiesa con . lettura della Relazione Annua e elezioni dei delegati alla
Coni. Distrettuale e al Sinodo.
— Durante la scorsa settimana abbiamo
avuto la gioia di ricevere la visita del pastore Paul Bastiau, di St. Jean du Gard
(Cevenne), Egli ci ha portato il saluto
della sua comunità e ci ha fatto sentire
quanto le condizioni di vita dei nostri fratelli delle Cevenne siano simili alle nostre.
A nessuno sarà tuttavia sfuggito quanto le
comunità della Chiesa Riformata di Francia siano impegnate nella ricerca di mio vi
mezzi e metodi per servire il Signore.
Può veramente dirsi altrettanto di noi?
Un’altra gradita visita è stata quella di
uno tzigano francese ohe ha portato un
buon messaggio ai membri del quartiere
delle Fucine (a quèUi, almeno, che non
avevano avuto paura della pioggia). Ringraziamo di tutto cuore il nostro ospite,
che era accompagnato dal Sig. Arghittu.
POMARETTO
Il concerto musico-corale, annunziato a
suo tempo, ha lasciato nei presenti di domenica pomeriggio u. s. una viva impressione; presentato con competenza, con calore e potremmo dire con afflato spirituale
dal signor Amato è stato seguito con vivo
interesse da tulli; i pezzi d’organo, i canti
corali si sono felicemente armonizzati in
modo da trasportarci più in alto, staccati,
seppure per breve tempo daUe umane cose
del nostro mondo; per questo siamo riconoscenti a Lauretta Micol che ha lanciato
l’idea, al sig. Marsura cite ha colla/borato
con vari pezzi d’organo in un èlima di
autentico ecumenismo, alla sig.na Speranza die ha diretto i cori c suonato aU’organo, alla sig.ra Tron pure impegnata a
varie riprese all’organo. A tutti questi nostri collaboratori ed ai coralisti ohe hanno
concorso al buon risultato deH’incontro
un grazie di cuore. La colletta a andata a
beneficio del nostro ospedale e precisamente per il televisore; ogni offerta per
questo scopo è benvenuta, soprattutto da
parte di quanti hanno soggiornato ed hanno beneficiato di questa istituzione.
Nel lardo pomeriggio è stata tumulata la
salma di Beynaud Ida nato Refer proveniente da Pinerolo dove è avvenuto il serviz'o religioso nel tempio. Ai familiari la
nostra simpatia.
Domenica prossima 23 aprile avremo il
piacere di udire uno z'ngaro francese apparlentente a quella bella schiera di convertili francesi che hanno recato una così
sorprendente teslimon'anza in terra di Francia. L’Evangelo compie i miracoli e queste
conversioni sono le più co'mmoventi. In altre parrocoh'e egli ha lasciato una impres■sione molto viva. Accorriamo per ascoltare
questo fratello in fede: egli parlerà alla
scuola domenicale ed al culto.
Abbiamo avuto il piacere di avere la
visita del Pastore delle Cevenne Sig. Bouneau. Egli ha tenuto la sua conferenza
con proieziom venerdì 14 sera e ha presieduto il culto di domenica mattina. La
comunità è rimasta vivamente 'iiiipressìonata per i messaggi ricevuti e lo ringrazia
dì cuore per la sua vìsita cosi preziosa.
Domenica 16, durante il culto, è stala
battezzata Ro.simna Orsello di Giuseppe e
di CoiBcourde llda. U Signore benoddea la
creatura che gli è stata presentata,
4
P«*. 4
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
21 aprile 1%1 — N. 16
PINEROIO
— I culti della Settimana Santa, anche
quelli serali, hanno raccolto delle' belle' assemblee — che c; lasciano solo il rimpianto
■di-«on -vodeile più «peeeo tali. La Domenica delle Palme hanno fatto profeseione
di fede Ines Buffa, Bianca Cardon, Liliana
Fomerone, Ester Mourglia, Agostana Pogliani. Renata Procliet, Carla Rivoira, Guido Fornero ne, Giovanni Mathieu. Abbia
"!mo accolto con viva gioia questi giovani
’’nella piena comunione della Chiesa, ed essi
si sono accostati con noi alla Mensa del
Signore il giorno di Pasqua. Il Signore,
confidando nel quale hanno fatto la loro
confessione di fede, li aiuti ogni giorno
della loro v’ta ad essere membri fedeli e
gioiosi della Sua Chiesa, di cui li ha chiamati a far parte.
Nel periodo particolarmente intenso della Passione e della Pasqua abbiamo sentito
più vivo il rincrescimento di non avere fra
no: il Pastore Deo-dato e la Signora, che
ci hanno scritto come il loro pensiero ci
seguisse in modo tutto particolare: ci rallegriamo di rivederli presto in mezzo a
noi. La Corale non ha potuto partecipare,
come complèsso, ai culti di questo periodo,
per la malattia della Sig.na Elda Tiirck, la
direttrV.e; siamo però lieti di averla rivista ristabilita. Fervono ora i preparativi
per la partecipazione alla festa d; canto
domenica prossima 23, a S. Germano.
—^ I nostri neoconfermati, il giorno stesso delle Pa’me hanno ricevuto un cordiale
invito dell’Unione d«Ue Madri di S. Secondo, e nel pomeriggio si sono ritrovati
con i fratelli di quella comunità per un
simpatico incontro: ringraziamo molto vivamente il Pastore Genre e le Madri di S.
Secondo. Sabato scorso, invece, essi sono
stati accolti nella nostra Unione giovanile,
con molta cordialità, e ci auguriamo che ne
diventeranno membri attivi. Il sabato precedente un -buon numero di Unionisti si
era recato in visita a ViUar Pe’lice, ed anello al Past. Geymet ed ai fratelli villaresi
esprimiamo la nostra viva gratitudine pelli bella serata trascorsa con loro.
— Negli ultimi giorni la nostra chiesa
è stata colpita da due lutti, sopravvenuti
quasi all’improvviso. Il Signore ha richiamato a sè Ida Rejnmid n. R^fer (Besucco)
e Bartolomeo Gardiol (Miradolo): consoli
Egli, con certezza di resurrezione e di vita
che è in Gesù Cristo, i familiari colpiti nei
loro affetti, a cui esprimiamo ancora la nostra più calda simpatia fraterna.
— Ricordiamo che domenica 23, alle
ore 21, nel nostro tempio il complesso
corale-strumentale della Kirchenmusik^hule dello Hessen — che avrà partecipato alla festa di canto nel pomeriggio — offrirà un concerto di musica sacra. Vivo e cordiale invito a tutti.
MASSEL
Nous remencionB le pasteur Paul Bouneau de la paroisse de Lédignan dans le
Gard qui nous a adressé dimanclie aprèsmidi son messiaige: la causerie qu’il nous
a donnée avec l’illustration de splendides
diapositives nous permet maintenant de
mieux situer la région des Cévennes et de
mieux comprendre ses problèmes. Ceux
d’enitre nous qui ont participé à cette rencontre n’ont pas perdu leur temps et ont
été non seuleanènt intéreaés mais spiritueUement enrichis par le message du pasteur Bouneau. Après la causerie il s’est
entretenu avec les responsables de notre
paroisse et leur a fotnr-ni plusieurs indications sur le travail des laïques dans les
paroisses de l’Eglise Réformée de France.
Les contributions reçues cette semaine
nous ont encore raipprochés de la somme
que nous avions fixée comme cible; pour
l’alteindre il nous manque à ce jour seulement 25.000 lires; nous sommes certains
que avant la fi-n du mois elle sera trouvée.
PERSONALIA
Abbiamo appreso con viva soddisfazione
che il Missionario Roberto Coisson ha ufficialmente ricevuto, nella Rbodes’a del
Nord, l’onorificenza deU’Order of British
Ehnpire, il cui conferimento era g’à stato
annunciato alcuni mesi or sono. Ci rallegtiamo per questo irabbLco riconoscimento dell’attività di un nostro missionario,
nel quadro di una giovane naz'one che si
ccstituisce: e tanto più in quanto sappiamo
che questo riconoscimento « europeo » non
è che poca cosa a par; della stima riconoscente ed affettuosa di tanti indigeni.
♦ * *
Se pur con ritardo, ci ral'egriamo vivamente con la S’g.na Mirella Codino (Pinerolo) ohe ha brillantemente conseguito,
presso rUn’versità di Torino, la lauree in
scienze, e le auiguriamo una felice atti-vità
professionale.
miniNi
Soggiorno ideale per le vacanze,
incantevole spiaggia con facilità per
sabbiature, gite interessanti.
La Pensione T. V. in Rivazzurra di
Rimini offre pensione completa a
L. 1.460 nella bassa stagione e
L. 1.800 nell’alta, comprese cabine,
tende sulla spiaggia, servizio e tasse
Cucrna eccellente. Ambiente sereno.
Per prenotazioni rivolgersi a:
ELDA MALAN
— LA COMBA —
Luserna S. Giovanni (Torino)
S. GERMANO CHISQHE
La domenica delle Palme sono stati confermati, nell’alleanza del loro Battesimo,
i 13 catecumeni di IV anno. Il pomeriggio
di quello stesso giorno l’Unione Femminile e l’Unione Cadetta offrirono ai giovani confermati e alle loro madri nn piccolo programma di recite e canti che è
stato molto apprezzato.
Il giorno di Pasqua il nostro tempio non
ha potuto contenere tutti coloro che avrebbero desiderato partecipare al culto. Ce
ne duole sinceramente e comunichiamo a
coloro che si rico-rdano di venire in chiesa
solo neUe grandi occasioni che riserviamo
loro dei comodi posti nel corso di tutte le
altre domeniche deU’anno!
Il numero dei partecipanti alla S. Cena
è stato di oltre 250 persone.
Il lunedi di pasquetta i giovani della nostra Unione hanno fatto una gita ad Alassio.
Il 6 Aprile la nostra Unione Femininile
si è spinta fino a Villar PeHice per visitare le opere soicdali di quella chiesa. Cordiale accoglienza al Castagneto da parte
del suo direttore sig. Lazier. Incontro caloroso con i catecumeni di Villar nel tempio, e più tardi, con un gruppo di signore
ViUaresi nei vasti saloni della Miramonti.
Un grazie cordiale al pastore sig. Geymet
e signora per la squisita ospitalità ed i più
fervidi auguri per un’attività serena e feconda.
Martedì 11 Aprile un gruppo di persone
— non .tròppo numeroso in verità — ha
ascoltato con vivo interesse la conferenza
del pastore Bouneau sulla situazione del
protestantesimo francese in generale e delle Cevenne in particolare. Le sue parole
vennero illustrate da proiezioni luminose
che hanno eflìcacemenle commentato i
problemi che man mano ci presentava e
che, in una certa misura, sono analoghi
si noistri.
Sabato 15 Aprile ha avuto luogo, nella
Nuova Sala, un incontro con l’U. G. di
S. Secondo. La riunione è stata presieduta
dalEutiionista .sausecondese Paolo Gardiol
che ci ha vivamente interessati prwspettando.cj alcuni aspetti del problema del riavvicinamento delle chiese cristiane con particolare riferimento ai lavori preparatori
del prossimo concilio vaticano.
Ringraziamo i nostri amici e ci proponiamo di rinnovare in autunno l’incontro
a S. Secondo.
Sono terminati gli esami di catechismo
ohe ci hanno tenuti impegnati il pomeriggio delle domeniclie 9 e 16 Aprile. Risultati buoni per alcuni, mediocri per molti.
Una dozzina di catecumeni dovrà ripetere
Tesarne in autunno. Rivolgiamo un pressante invito ai genitori onde seguano da
vicino gli studi dei loro figli.
La comunità di S. Germano è lieta di
ospitare le corali di Pomaretto, Pinerolo,
S. Secondo e S. Germano per l’annua festa
di canto die avrà luogo domenica 23 Aprile alle ore 15. Le porte del tempio si apriranno alle ore 14,30. I membri delle corali
sono invitati a raggrupparsi nella Nuova
Sala alle ore 14.
Battesimi. — Beux Piero di Valdo e di
Avondet Elva (Mulino); Pontet Tiziana di
Luciano e di Carena Rosetta (Villar).
Matrimoni. — Gallian Valdo Alessandro e Carignano Giovanna Maria; Lantelme Roberto e Gilles Graziella; Griot Eermocto Ettore e Gilles Margherita.
Chiediamo al Signore di benedire e di
santifiicare la gioia di queste famiglie.
Dipartenze. — Il 29 Marzo abbiamo accompagnato all’estrema dimora terrena le
spoglie mortali di Lucclietla Celina: una
tenera bimba di 5 giorni di età.
Il 4 Aprile, nel cimitero delle Murise,
sono^ state deposte le spoglie mortali di
Soulier Maddalena ved. Long deceduta alla Costabella nella urda età di anni 83.
Il 5 Aprile ha avuto luogo il funerale di
Vinçon Erica ved. Aloisi di anni 42. Si è
■spenta a Villa do^ crudeli sofferenze sopportate con serenità cristiana.
Il 13 Aprile ha avuto luogo il funerale
dì Piston Luigi, di anni 83, spentosi all’Asilo dei Vecchi.
Al familiari alSitti desideriamo rinnovare l’espressione della nostra simpatìa cristiana. Possano essi trovare il conforto di
cui hanno bisogno nella certezza della risurrezione.
ON DEMANDE pour maison campagne,
près Genève, un couple : bonne à tout
faire sachant cqiainer et jardin'er aidant
an travail de lùaison. Place D>èn
uaitemenl. S’adr. M.me Raoul ^igeier.
Choulex - Genève (Suisse).
— Un particolare ringraziamento al pastore Cipriano Tourn per il messaggio che
ha rivolto aUa nostra comunità presiedendo il Culto di domenica scorsa.
— Lunedì sera abbiamo avuto la gradita
visita del pastore francese sig. Bastian,
proveniente dalle Cevenne ed ospite per
alcuni giorni della nostra chiesa. Accompagnate dai pastori R. Jahier e C. Tonm,
ha rivolto alla nostra comunità, riunita
nel Tempio, un efficace e convincente messaggio di fede e, dopo aver esortato i presenti a continuare sempre sulla via della
fedeltà a Cristo attraverso la lettura delTEvangelo e l’azione costante al servizio
della sua chiesa, ha esposto, con Taiuto di
diapositive a colori, come si svolge la vita
in quelle terre francesi dove attualmente
svolge il suo ministero pastorale.
La ma^fica serata si è conclusa con la
proiezione di interessanti ed argute diapositive del pastore Jahier die ringraziamo
di cuore assieme al pastore Bastian per
questa visita che è stata per tutti noi molto gradita.
— Sincere condoglianze ai familiari di
Bartolomeo Gardiol di Miradolo deceduto
lunedì scorso all’età di anni .76 e tolta la
nostra simpatia cristiana in modo particolare al figlio rag. Dante, direttore dell’Istituto San Paolo di Pinerolo, ed al nipote
Arnaldo, anziano della nostra chiesa.
— I nostri giovani hanno visilato sabato 8 u. 8. l’Unione del Podio di Bobbio
e sabato 15 l’Unione di S. Germano: in
im posto come nell’altro l’accoglienza
è stola deUe più cordiali e generose, e
ne ringraziamo vivamente i nostri ospiti.
d. g.
TORRE PELLICE
Sabato 15 c. m, abbiamo avuto come
graditi ospiti di Torre PeUice i Pastori
P. Bastian e P. Bouneau provenienti daRè
Cevenne ed in visite alle Partooc)4è delle
Valli. Nel corso della giornata àbbiamo
potuto mostrare loro le varie opere di assistenza e dì istruzione che si trovano a
To-rre PeUice e la sera i nostri due ospiti
haimo dato una interessante conferenza ad
un pubblico numeroso ed attento. Sono
passate davanti ai nostri occhi numerose
vedute deUe Cevenne, paese in certi aspetti molto simile al nostro, e oi sono stati
esposti i vari aspetti della vita religiosa
e sociale dì questo paese che, come le Valli, ha una popolazione da secoli protestante con una storia e una tradizione profondamente radicai: in èssa.
La sera della Domenica il Pastore Bastian ha geulìlmente'accettato di dare, insieme al Pastore Jahier di S. Giovanni,
una serata di -carattère privato alle Diaconesse con proiezióne di diapositive.
Domenica 16 c. m. nel tempio dei Coppieri è stalo ammintstTato il S. Battesimo
a tre fratellini: Bruno, Guido e Fernanda
Brache. Il Signore benedica questi bimbi
donando loro la luce: del suo Evangelo.
Martedì 18 c. m. è stato celebrato il funerale della signora Rivoira Eleonora ved.
Giordan di S. Giovanni che da poco tempo era ospite di una sua figlia a Torre
PeUice per ragione di malattia. Il Signore
conceda la certezza nelle sue promesse a
chi è nel lutto.
NeUe industrie locali continuano gli
scioperi, non essendq ancora le parti giunte ad un accordo. Pensiamo con simpatia
a tutti coloro die sono" in grande disagio
a causa di questa situazione non avendo
altri cespiti di guadagno che il loro lavoro
nella fabbrica.
di trombettieri
attraverso all’Italia
Una fanfara germanica del Baden diretta dal M“ Emil Steher, nelTinten-to di salutare e di conoscere la-nostra Opera d;
Evangelizzazione e principalmente la Chiesa di Palermo in o-ccasione del suo centenario, effettuerà una, « tournée » nella nostra patria eoi segiìeiite programma, esibendosi in culti-concerto in tutte le località indicate: 30 aprile ■ Genova Sampierdarena. — 1» maggio Roma, Albergo del
popolo. — 2 maggio - Napoli-Portici, Casa Materna. — 3 maggio - Guardia Piemontese, Cosenza. —r 4 maggio . Reggio
Calabria, Ob esa Valdèse. — 5-6-7 maggio
- Palermo. — 8 maggio - Co-senza. — 9
maggio - Napoli Centro. — 10 maggio Roma. — 11 maggio • Felónica Po. —
12 maggio - Venezia.;
I trombettieri die viaggeranno in convoglio su 7-8 macchine, saranno grati a ohi
potrà agevolarli nelTattravereamento dalle
città e neUa organizzazione dei pemottament; quando ne sia il caso. Rivolgersi ai
Pastori delle varie Comunità.
Direttore resp.: Gino Conte
Coppk'ri ■ Torre Peli. - Tel. 9476
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre PeUice . c.c.p. 2/17557
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n, 175,, 8-7-1960______
Tipografia Subalpina . s. p. a.
Torre PeUice (Torino)
La sorella Lidia- e la nipote Clorinda, commosse per lo spirito di generosità dimostrato da tutti i vicini, i
parenti, gli amici e i conoscenti in Occasione della dipartenza del loro fratello e zio
Ernesto Robert
ringraziano tutti, in particolare il Pastore Giovanni Peyrot, i Dottori Mathieu, Novo e Bozzelli, le Suore e tutti
i dipendenti di «Villa Serena» (Piossasco) che per tanto tempo hamno curato così amorevolmente il loro Caro.
Prarostino, 2 aprile 1961.
Le Seigneur a rappelé à Lui, le 14
Avril
Ida Reynaud née Refer
épouse bonne et exemplaire.
La nouvelle de cette triste et douloureuse séparation nous est donnée
par: son mari Francesco; son frère
Oscar et famiUe; sa soeur Prida à
Bâle; son beau-frère Giovanni à Montevideo; sa belle-soeur F. Martinat
avec son fils RenatO' et sa femme; sa
belle-soeur G. Soulier et ses filles
Lébntina Marino et Margherita Refer
er leurs maris, respectivement à Genève et Bâle; sa bien-aimée filleule
El vira Ribet née Pons et toute sa parenté.
On remercie en particulier MM. les
docteurs F. Ghigo et Tosel poux leurs
aimables soins et MM. les Pasteurs
Marauda, Gino Conte et Bouchard
pour leurs bonnes et encourageantes
paroles; et encore les familles Cbucourde, Baronetto et Berti pour leur
aide et leur consolation dans cette
triste circonstance et tous ceux qui
sont intervenus ou ont envoyé des
témoignages de sympathie.
«L’Etemel est mon berger;
je n’aurai point de disette»
(Ps. 23: 1)
Pignerol le 14 Avril 1961
-V • - • - - V » ;
¿ ' V\',, liiv U?.!
VILLETTE TIPO. SVIZZERO
( altitudine circa 700 ni. )
X/\A/\ X X X
Progettista : Dr. Arch. IVAN DABIANCOFF ( Torino )
4-6 vani e servizi
Esposizione a mezzogiorno, con splendida vista
sulla Valle da Villar Peillce a Saluzzo
Per informazioni, scrivere esclusivamente a ;
Bric delle Betulle 34841 - Fermo Posta - Tot re PeUice
mobili
Q^iuiùsppe Qfiim
Strada dì S Secondo n. 4 - Telefono 2344
PINEROLO
di fronte Caserma Berardi ( Alpini )
ARREDAMENTI COMPLETI DI ALLOGGI
Abbigliamento per UOMO DONNA • RAGAZZO
JSIBITEX
Le più eleganti e moderne
confezioni
ABITI SOPRABITI -- PALETOT
IMPERMEABILI
PINEROLO Via Chiapperò, 12 • Grattacielo - Telefono 36.79
Alla Falegnameria SERRE TROVERETE MOBILI COMUNI E DI LUSSO
INVERSO PINASCA (Torino) CUN VAÒIU ASSORTIMENTO
PAGAMENTO ANCHE A RATE — PREZZI MODICI
OROLOGERIA - - OREFIOERIA
BORNO EMANUELE
Via Trieste, 6 PINEROLO Telef. 3117
Concessionario GIRARD-PERREGAUX — ENICAH — BERNA
★ Attrezzato laboratorio oreficeria per rip ira/ioni e lavori
su ordinazioni
★ Si accetta anche l’oro dai cliènti
A Massima garanzia
SI FABBRICANO CROCI UGONOTTE E STEMMA VALDESI
IDROTERMICA
TORRE PELLICE
Via Garibaldi, 4 - Telefono 9204
PINEROLO
Via Saluzzo, 12 - Telefono 2620
ìk Specializzata In impianti termosifoni
•k Termocucine brevettate - Cucine per alberghi
k Impianti completi termonafta
k Serbatoi a nafta di qualsiasi capaciti e spessore
k Bruciatori thermomatic silenziosissimi
(garanzia 10 anni)
PREVENTIVI'-A RICHIESTA SENZA IMPEGNO
____n ___________________
CONDIZIONI DI PAGAMENTO A COMODITÀ DEL CLIENTE