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LONGO SEÎIÎA
Casa Va Lissa
ÎORRE PELLICB
Settimanale
della Chiesa faldese
Gettate lungi da voi tutte te vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
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Ann» LXXXVIII - N. 23
Una copia L. 30
ABBONAMENTI
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Eco: L. 1.200 per 1 interno j Eco e La Luce: L. per Fintemo I Spedìz. abb. postale - il Gruppo
L. 1.600 per l’eatero
L. 2.500 p<7 l’ertero
Cambio d’indirizzo Lire 40,—
TORRE PELLICE — 6 Giugne 1958
Ammin. Clandiana Torre Pelliee • C.C.P. 2-17SS7
LA CRISI FRANCÉSE
Se non abbiamo dato prima notizia della grave crisi che, cominciata il 13 maggio con la rivolta militare ad Algeri, ha colpito la
trancia, è stato perchè le opinioni erano quanto mai confuse e le
notizie spesso contrastanti ed insicure, dato il regime di censura instaurato dal governo caduto. Un poco di luce comincia, forse, a farsi.
Il fascismo in Francia? Un triste
lipetersi del « colpo » del '22, presso i nostri vicini? Queste le domande die ci rivolgevamo. E non potè
vaino comprendere bene che 1’« eroe
della Resistenza », De Canile, si avviasse alla dittatura. Ebnene, dittatura non ci sarà, per quanto è dato
prevedere.
Ma riesaminiamo un po’ i fatti. 11
13 maggio scoppiò ad Algeri ed in
tutta r Algeria una sedizione milita
re, che evidentemente raccoglieva il
compiacimento se non di tutta, di
buona parte della popolazione Iran
cese d’Algeria. Si costituiva una se
rie di « Comitati di salute pubbli
ca » ed i ribelli, forti dell'appoggio
dei 4t)0.0d0 uomini distaccati in Al
gerì a agli ordini del gen. Salan, ni
una parte della flotta e dei paraca
duùsti del gen. Massu, pretendeva
no dettar legge a Parigi, esigevano
la decadenza dell’attuale governo e
delle Camere, e la formazione di rm
governo d’emergenza' guidato dal
gen. De GauUe. Dieci giorni più tardi, mentre la confusione e l’incertezza più totali regnavano nel governo e nell’Assemblea, un nuovo fo•colaio di rivoM-srf^^aè^rin Cdrsica, che presto passava tutta alla
sedizione. Si profilava una guerra cibile, poiché mentre i ribelli minacciavano di lanciare i paracadutisti
sul suolo metropolitano, il segretario del P. C. francese, Duclos, si recava dal Ministro della Difesa,
Modi, per oftrirgli l’appoggio totale, anche coi mezzi estremi, dei sindacati e delle maestranze operaie;
infatti tutta la fascia dei sobborghi
operai della capitale era in agitazione.
L’uomo osannato dagli uni e considerato dagli altri quasi un traditore della Repubblica, De GauUe, taceva a lungo, aspettando di « essere
chiamato dalla nazione ». E quando
finalmente parlava, era per fare una
dichiarazione che turbava il paese e
che suscitav^a un’ultima effimera scintilla di dignità nell’Assemblea, che,
improvA-isamente, raggiungeva una
momentanea unione (esclusi i comunisti), per votare al governo Pflimlim la fiducia. Il Generale aveva infatti chiesto, in modo molto reciso
ed assai offensivo per le libertà costituzionali, i « pieni poteri ». A
parte la questione di dignità molti
esitavano a concederglieli perchè
non si sapeva fino a qual punto sarebbe stato succube del movimento
nazionalista e colonialista che lo reclamava al potere.
La « fiducia » fu, comunque, una
vittoria di Pirro per il governo, che
si sentiva sempre più insicuro, sapendo di non poter contare, in caso
di conflitto, sulle forze armate, mentre non voleva ricorrere all’aiuto comunista. Si ebbero così alcuni giorni febbrili in cui, più o meno segretamente, il governo cercò il modo di
far passare « legalmente » il governo nelle mani di De Gaulle. Il che,
dopo lunghe incertezze, è avvenuto.
Anche i socialisti, che si erano prima opposti recisamente, hanno finito per accettare il « male minore »,
ed il Generale è stato investito della
Nel prossimo numero la cronaca
della Conferenza Distrettuale di Bobbio Pollice del 5 giugno.
carica di Presidente del Consiglio ed
ha ricevuto per un semestre i più
ampi poteri.
De (jaulle è un uomo di orgoglio
6 di una sicurezza di sè che lasciano
sbalorditi; si è sentito, in passato e
più che mai in questi giorni, il suo
sovrano disprezzo per i governanti
ed anche, in fondo, per il paese, di
cui si considera il nume tutelare. E’
questo R lato oscuro deUa sua personalità, che d’altra parte gli assicura una certa indipendenza: egli ha
infatti dato prova di non sentirsi affatto legato al movimento che l’ha
chiamato al potere: nessuno dei nazionalisti algerini, neppure J. Soustelle, l’anima del movimento, sono
stati chiamati a far parte del nuove,
governo, che è invece un mosaico,
dal socialista G. Mollet al conservatore A. Pinay.
La calma, se non la, pienà armonia, sembra tornata .^ Francia e i
Algeria. De Gaulle <^«vra ora dar
prova di non essere e non voler c
sere (anche se intér^^ economici e
l*olitici potenti cercheranno di pesa
re fortemente su diihp) 1’« uomo nei
destino » del tipo* dès conosciamo
bene. Dovrà dimostréme che non agisce per ambizione pianale, ma che
davvero non ha altri» intenzioni che
la pacificazione degR animi e la ricostituzione deU’aHtorità dei pub.
blici poteri, attraverso una riforma
costituzionale su cui, però, ha finora
mantenuto un ostinato dlenzio. Poiché sappiamo che mdite dittature disastrose hanno avuto inizio nelle migliori intenzioni, a Conferma di un
netto pessimismo sulPuomo, non
possiamo che conservare una viva inquietudine nei riguardi della vicina
nazione.
E’ stato un male- necèssario? Avrebbe potuto essere ¿Eversamente?
Forse no. Almeno, è.cpieUo che Réforme sostiene (insieme a molti, ma
il parere del settiinmiilde protestante ha per noi un pesOí¡ particolare),
^affermando che la colpa della grave
crisi, pur ricadendo in .modo immediato sui sediziosi, rÌ8«fe in forte m*
stira alla responsabilità E lunghi anni di governo sempre più incapace
e senza autorità.
Ci sarà certamente una forte dose
di verità, in questo; ma è certo chs
il pericolo di una rinascita fascista
(acceso nazionalismo, colonialismo..)
c’è. Non potevamo riudire senza profonda inquietudine un linguaggio
troppo noto, e singolari coinciaenze
tornavano aRa mente. Siamo ora in
un tempo di attesa. E non soltanto
noi, ma le nazioni europee e gli Stati UiRti: infatti se dovesse prevalere
una corrente nazionalista. Mercato
Comime e Patto adantico sarebbero
gravemente minacciati, mentre la situazione già cosi scottante in Algeria e in tutto R Maghreb, potrebbe
ancora peggiorare. Nella stessa Francia, poi, veUeità fasciste potrebbtre
scatenare una reazione comunista.
E’ stato e in parte rimane un tempo triste ed oscuro per il popolo vicino; la massa, poi, non ha seguito
che con interesse assai tiepido lo
svolgersi degli avvenimenti, a dire
dei corrispondenti: la nazione nel
suo insieme non sembra aver valutato appieno la gravità dell’ora. Saremmo i meno qualificati a rivolgere
saccenti giudizi ed istruzioni; ma
proprio la nostra triste esperienza
non molto lontana ci permette ni
unire R nostro umRe avvertimento
a queUo che, accorato, è stato levato da pochi ma onesti francesi) al
cadere inglorioso della Quarta Repubblica. Gino Conte
Libertà religiosa
in Italia
« La Giunta del Consiglio Federale
delle Chiese Evangeliche d’Italia, riunitasi stamane, dopo aver esaminate
talune questioni di sua competenza,
ha ritenuto suo dovere informare l’opinione pubblica e le autorità che gli
evangelici di Italia, dopo aver pazientato oltre dieci anni, si attendono
dalla nuova Legislatura e dal nuovo
Governo, quale sia la fisionomia che
essi potranno avere a seguito dell’esito delle elezioni politiche, una piena
e ’Ìèàle attuazione della Costituzione
per quanto riguarda, tra l’altro, la libertà religiosa che, purtroppo, è tuttora minacciata dall’ambiguo mantenimento in vita di disposizioni restrittive imposte dal passato regime».
«La Giunta assicura gli evangelici
italiani che non trascurerà alexm
mezzo legittimo perchè i diritti loro
riconosciuti dalla Costituzione conseguano la loro piena attuazione in modo che non ne sia più oltre ostacolato
l’esercizio, nè si renda possibile il ripetersi di ai'bitrii simili a quelli perpetrati anche di recente ».
Roma, ^7 Maggio 1958.
Un gruppo di fratelli uniti nel canto
Con una notte di treno si può giungere da Milano nel cuore dell'Abruzzo: ma quando questa breve notte è
passata, e ci si sveglia sulle coste del
basso Adriatico, ci si accorge d’essere
già entrati in un ambiente radicalmente diverso da quello a cui si è abituati in Piemonte. Non si è ancora discesi dal treno, e già si respira un’aria
nuova.
La sera prima abbiamo percorso la
pianura padana: Torino, Milano, con
le loro grandi periferie industriali, ci
hanno mostrato l’alto livello tecnico
ed economico dell’Italia del Nord; ma
le conversazioni udite o iniziate in treno ci hanno altresì testimoniato del
basso livello spirituale dell’uomo del
Nord, quasi insensibile a problemi
che non riguardino il denaro e l’avere, spesso sordo aU’Evangelo.
Nel Sud, tutto è cambiato: quando
una stazione s’awicina, cerchiamo
istintivamente le fabbriche, le ciminiere, i cantieri : nulla di tutto questo: nel corso di un’intera settimana,
girando mezzo Abruzzo vedremo si e
no tre o quattro piccole fabbriche. In
questa zona montagnosa e collinosa,
abbastanza simile alle nostre Valli,
l’unica risorsa economica di fondo è
un’agricoltura non sempre prospera, e
soprattutto non sempre facile: le terre migliori appartengono spesso a dei
signori tra cui si trovano ancora i di
scendenti dei dominatori dell’epoca
spagnola (come i celebri marchesi
d’Avalos); su certe altre terre im vescovo-barone, pur non essendo più
proprietario, percepisce ancora un diritto annuo, chiamato « terragia » : un
quintale di grano per ogni ettaro! Il
paesaggio è bello, ma i villaggi in cui
entriamo sono poveri, apatici, depressi. Area depressa, dunque, questo Abruzzo, quanto diverso dal prospero
settentrione! Ma quanto diverso, anche, sotto molti altri aspetti: mentre
noi settentrionali siamo freddi, chiusi,
questa gente povera ed arretrata dà
prova verso di noi di una cordialità
e di un senso dell’ospitalità sconcertanti : ricorderemo sempre quella donna sconosciuta che se ne usciva dal
forno carica di pizze, e che, mentre
stavamo osservando spaesati il villaggio, ci si avvicinò e ci offerse con tranquilla semplicità una delle sue pizze.
Ma soprattutto, quanto diversa è l’atmosfera religiosa: certo, si sente la
pesante presenza di im cattolicesimo
superstizioso e retrivo, politicante e
conservatore; ma si sente anche la viva presenza dell’alternativa evangelica: resistenza di una minoranza protestante è una cosa nota a tutti, e di
cui tutti parlano, a cui molti si interessano vivacemente. Quando, nel treno o nella via si attacca discorso con
qualcuno e gli si parla di Cristo, quel
Impréssioni di due valdesi delie Valli nell’“evangelizzazione,, = Abruzzo, Molise, Capitanala
10 subito vi studia, vi osserva, e dopo
aver ascoltato un po’ emette il suo
giudizio : « anche Voi siete di quelli
evangelisti ». 1.
Questa atmosfera generale spiega
come le nostre piccole comunità vaidesi possano avere una notevole influenza sull’ambiente, e come possano essere sorti negli ultimi anni, malgrado la pressione clericale, dei nuovi
gruppi valdesi. Ne citeremo uno, di
cui già si è parlato sui nostri giornali:
5. Giovmni Lipioni. E’ un paese di
circa 900 abitanti : già arrivando si
nota che esso è più animato dei vRlaggi vicini: parecchie nuove case sono in costruzione, una popolazione
alacre e sveglia si muove per le strade. Subito dei giovanotti ci si avvicinano, ci stringono la mano, ci invitano; diciamo che uno di noi abita in
un villaggio che si chiama anche San
Giovanni: e subito i loro volti si Uluminano, come se questa coincidenza
esprimesse un legame profondo che
v’è tra noi e loro. Li interroghiamo
sull’origine di questa comunità. Ci
narrano che per molti anni è vissuto
in S. Giovanni un emigrato rimpatriato dagli Stati Uniti, il quale laggiù era
stato convertito alla fede evangelica:
solo con la sua Bibbia, assistito saltuariamente da un pastore indipendente, egli si era sforzato di far penetrare l’evangelo nella sua famiglia e
nel paese, senza visibUi risultati. Quando morì, i suoi amici cercarono un
pastore evangelico per il funerale: ma
11 pastore era assente, e i compagni
avevano semplicemente accompagnato
lo scomparso al cimitero, senza riti
d’alcuna sorta: ma dopo, avevano
egualmente voluto che R pastore venisse a parlare loro dell’Evangelo in
cui il loro amico aveva perseverato
da solo fino alla fine. Il pastore era
venuto ed essi avevano trovato nel
suo messaggio la risposta alle loro
più profonde aspirazioni, ed insieme
un aiuto per R loro sforzo di emancipazione umana e sociale.
Così, da oltre due anni, R pastore
Rutigliano predica in questo villaggio, insegna la S. Scrittura, gli inni
evangelici: chi scrive non ha potuto
frenare un moto di commozione udendo, in questa terra d’Abruzzo ancor
segnata dalla Controriforma, gli inni
che noi associamo nel pensiero ai tempi eroici della nostra fede. Oggi, circa il 30-40% della popolazione di San
Giovanni gravita intorno alla nostra
chiesa, e noi vogliamo sperare e pregare affinchè questa comunità si consolidi sempre meglio. Essa ha lasciato
in noi un ricordo incancellabRe : non
potremo dimenticare quelle case rustiche in cui R calendario VaUi nostre, con le sue belle fotografie, attestava la continuità della nostra chiesa dalle Alpi al Sud; non dimenticheremo il giovane sindaco evangelico
del paese, fermo malgrado le sventure familiari, non dimenticheremo i
cento volti di quei- contadini che al
termine d’una lunghissima giornata
di fatica gremivano la sala di culto
per ascoltare i frateUi venuti dalle
Valli. Lì ci siamo resi conto che quando usiamo la parola « evangelizzazione » per designare l’opera che la nostra chiesa svolge in queste regioni,
non usiamo una vuota parola; qui
l’Evangelo opera veramente, e porta
i suoi frutti. g.g.b.b.
(la fine al prossimo numero)
Ogni volta che notiamo il peccato o lo
sbaglio nei nostri fratelli, ricordiamo che
sono stati tentati. Guardiamoli perciò con
simpatia come si guarda un ferito su un
campo di battaglia. E’ il nostro comune
nemico che li ha fatti cadere, che li ha colpiti. In tal modo saremo preservati sia dallo spirito del mondo che ignora il peccato,
sia da quello farisaico che rende grazie per
non esser come gli altri..
Coloro che sono forti, prestino aiuto ai
vinti dal male, con amore e pietà, perchè
è solo agendo in tal guisa che la legge di
Cristo verrà adempiuta. F. Thomas.
2
a —
L’ECO DELLE VillUJ VALDESI
Ricordando Enrico Coreani
Chi m’ha affidato rincarico di redigere un articolo commemorativo di
Enrico Corsani forse non sapeva l’affetto profondo che a Lui mi legava
da tanti anni. Ma non è forse stato
amato da quanti hanno avuto il bene di conoscerlo? La Sua buona fisionomia rimane indelebile nei nostri
cuori. Sono un soave ricordo i colloqui nei quali piacevano non solo la
Sua bella parlata toscana, la Sua arguzia, la mente lucida in cui si rifletteva tutta la storia della nostra Chiesa, ma — soprattutto — la Sua grande bontà d’animo, la fede salda e serena. l’ardente entus .asmo per la causa- dell’Evangelo. Malgrado gli inevitabili dolori del passato e gli acc.acchi dell’età avanzata, eccolo sempre
allegro di quell’allegrezza raccomandata dall’Evangelo e derivante dalla
fede nell’Evangelo.
Egli è stato un evangelizzatore entusiasta e fedele. Come lo ha confermato il Vice Moderatore nella sua efficace orazione funebre, Enrico Corsani ben poteva far sua la parola di
S. Paolo: «Io ho combattuto il buon
combattimento,... ho serbata la fede...» (2 Tim. 4: 7).
Enrico Corsani nacque a Livorno
il 1 Novembre 1856, da genitori Cattolici Romani passati alla Chiesa Val
dese durante il ministero di Giovanni Ribetti. V’era a Livorno una fiorente scuola elementare di cui s’interessava il Pastore della Chiesa Scozzese, Dott. R. Stewart, il quale incoraggiò ed avviò parecchi giovanetti,
ai termine delle classi elementari, a
frequentare gli studi classici nel Collegio Valdese di Torre Peliice, in vista del Ministero pastorale. Ricordiamo fra loro i Pastori Giuseppe Quattrini, Adolfo Cloni, Giovanni Petrai,
seguiti da Enrico Corsani, il quale fu
per cinque anni nel nostro Collegio.
Ma egli rientrò a Livorno, e per breve tempo lavorò in tma tipografia.
Poi fu assunto nella Scuola Elementare Evangelica, prima come assistente, poi come titolare dopo ottenuto
il diploma presso la Scuola Normale
di Pisa. Era Maestra a Livorno colei
che diventò la sua buona è fedele
compagna, Emilia Bonnet, di cui serbiamo un caro ricordo. Essa era nativa delle nostre Valli.
Nel 1877, il Comitato d’Evangelizzazìone presieduto dal Comm. Matteo
Prochet lo assunse quale Maestro-Evangelista destinandolo a Sampierdarena prima, poi a Rio Marina. Coincidenza: in queste due località fu immediato successore di mio padre. Airibedue iniziavano allora il loro Ministero della Parola, in aggiunta all’insegnamento scolastico. Enrico Corsar
La Parola della vita
Il sonno di Eutico
Atti 20: 1
Quella sera, la comunità cristiana di Troas dovette essere in gran
festa. ,
Era in mezzo a lei l’apostolo che con alcuni compagni aveva portato nella regione l’annunzio dell’Evangelo. Si celebrava un culto con
la Santa Cena e naturalmente gli accorsi erano numerosi. Le lampade
con le quali si erano rischiarato il cammino erano molte e appese nella
sala-cappella al terzo piano di un edificio spandevano attorno una viva
luce. Ogni posto a sedere doveva essere occupato e forse, attorno, molte
altre persone erano rimaste in piedi.
E, poiché, immagino, aU’ultimo momento arriva una sorella attempata e non trova più posto a sedere, mi sembra di vedere un giovinetto
alzarsi con fare gentile e offrirle il suo posto:
— Siedi qui sorella... ’
— E tu caro?
— Oh, io mi arrangio altrimenti, vedi, mi seggo qui sul davanzale
della finestra, così godo anche della frescura della sera...
— Grazie, figliuolo, sei molto gentile...
E l’apostolo Paolo cominciò il suo discorso. Aveva come sempre,
anzi più che mai, un messaggio che gli traboccava dal cuore per questi
can fratelli.
San Luca non riferisce le parole dell’apostolo, ma non saremo forse
lontani dal vero se supporremo ch’egli abbia ricordato all’inizio del suo
dire come proprio in quella località egli aveva avuto la visione dell’uomo
macedone che lo invitava in Europa segnando una tappa decisiva nell’opera di evangelizzazione. Forse aveva ricordato i tratti salienti di
quest’opera, la conversione di una mercantessa di porpora, la notte straordinaria nel carcere di Filippi, la testimonianza nel cuore di Atene...
E forse anche era tornato su quello che aveva costituito il messaggio
fondamentale della sua vita, l’annunzio della salvezza per fede e per
grazia, mediante l’opera di Cristo. E su questo argomento, c’era tanto,
c’era tutto da dire ed il tempo era passato rapidamente senza che nessuno se ne accorgesse.
Eran cose essenziali quelle che si andavano dicendo e tutti pendevano dalle labbra dell’apostolo. Tutti, uomini e donne, vecchi e giovani.
Anche il giovane Eutico dal suo posticino sul davanzale della finestra
aveva ascoltato con avidità il discorso dell’ospite. Aveva ascoltato senza
batter ciglio, con attenzione intensa finche...
Quando si è giovani e cade la notte si è presi dal sonno con
prepotenza ed anche le più vigorose energie stentano a resistergli a
luogo. Gli occhi di Eutico ad un tratto si fecero pesanti, cercò di resistere ancora ma poi non ce la fece più e senza rendersene conto si
abbandonò un istante. Fu questione di un attimo, prima che nessuno se
ne accorgesse e potesse trattenerlo, scivolò fuori e cadde nel vuoto ; un
tonfo pesante, un grido d’orrore degli astanti e fu tutto. Restò inerte sul
selciato della strada...
Povero, caro Eutico! Un istante di sonno era bastato per spezzare
la sua vita piena di promesse.
Un istante di sonno, ed è questo dettaglio del racconto che mi
impressiona particolarmente. Se Eutico si fosse trovato invece su un
campo di battaglia, nulla di più logico; se si fosse trovato in un ambiente
cattivo e corrotto in cerca di peccato, l’avrei pure compreso, ma qui,
nel luogo migliore ch’io potessi sperare per lui, ecco che un istante di
sonno ha tutto compromesso nella sua vita. Come tanti ottimi giovani
egli aveva certo sognato una bella carriera coronata da tante vittorie e
la sua mamma, forse, vedeva già in lui un futuro « Timoteo » fedele e
nobile servitore del Signore ed invece ora, per un istante di sonno, tutto
svanisce, tutti i sogni sono infranti, tutto si conclude con un cadavere
laggiù nella strada...
L’Iddio onnipotente non volle, per quella volta, che tale fosse la
line di Eutico, ma in molti altri casi invece, coloro che han ceduto un
momento al sonno, non hanno più potuto rialzarsi dalla loro caduta. E’
bastato che venissero meno un istante alla loro vigilanza, un momento di
oblio, un passo falso e la loro carriera è stata compromessa, il loro avvenire mutato, la superna vocazione ricevuta delusa, la fiammella accesa
per diventare un faro mutata in un misero lucignolo fumante o addirittura spenta.
La storia di Eutico si ripete troppo spesso purtroppo e perciò merita
di essere ricordata e meditata da tutti i credenti. Anche dagli anziani,
ma soprattutto dai giovani perchè la bella età giovanile è la più soggetta
alle insidie del sonno. Enrico Geymet
ni tornò a Livorno, dove svolse la sua
attività per molti ^nni, dal 1888 al
1905, salvo missioni temporanee a La
Maddalena ed a Verona. Nel 1905, lasciò l’insegnamento e divenne Anziario-Evangelista. Come tale, fu a Chieti, Vittoria, Ginosa^Taranto e Forano. Nel 1925, si trasferì a Napoii presso la famiglia d’un suo caro figliuolo,
e si occupò della Diaspora Beneventana, fino alla sua-emeritazione, nel
1926. Ma fu in seguito richiamato in
servizio per missioni temporanee a
Rio Marina, Palerino, Vittoria, Napoli. Nel 1954, si ritirò a Torre Peliice
dove, il 25 Maggio, ^omo di Pentecoste, Egli chiudeva là sua lunga giornata terrena di quasi 102 armi, amorevolmente assistito dai suoi familiari.
Dovremmo ricordare altre cose. Ad
esempio, l’assistenza data ai militari,
prima a Taranto nel 1915-18, poi a Napoli durante l’ultima guerra. Siamo
in molti a ricordare l’aiuto fraterno
che egli ci ha dato. Poi l’efficacia della sua predicazione anche qui nelle
nostre Valli. Quasi centenario, egli
predicava ancora m modo edificante.
Cosi ancora a Capodanno 1950 nella
Chiesa del Vomero a Napoli.
Mentre pensiamo con simpatia fraterna alla Sua famiglia, benediciamo
Iddio per il bene che il Signore ha
concesso di fare al Suo fedel servitore. Dio benedica e faccia fruttificare
il seme da lui sparso, come Egli ha
benedetto nella sua famiglia, che ha
dato alla Chiesa, tra figli e nipoti,
ben quattro Pastori, mentre un altro
figlio ed un altro mpote rendono preziosi servigi alla Chiesa, l’uno come
Anziano, l’altro valente cultore di Musica sacra.
Rievocando la persona di Enrico
Corsani, due probl^ s’affacciano alla nostra mente. Il- primo: come mai
delle giovani vite di credenti ed operai nella vigna del feignore sono troncate, mentre altre hanno un cosi lungo pellegrinaggio terreno? E poiché
l’Antico Testamento indica in una
lunga vita terrena una particolare benedizione, come mai codesta disparità? Una spiegazione umana non esiste. Ma sappiamo «he Dio è giusto e
fa ogni cosa pel nostro bene. Ed è
con gioia che diciàmo: «Sia che viviamo o che moriamo, noi siamo nel
Signore» (Rom. 14i 8). Un altro punto interrogativo: è desiderabile o no
il prolimgarsi dellà vita terrena? Ancora qui, l’unica ilia'confortante risposta: la fede’. B^a^ènziale è di compiere il nostro dovere con fedeltà, con
zelo e gioiosamente, consacrando al
Signore noi stessi è la nostra attività.
Enrico Corsani ce ne ha lasciato un
esempio luminoso.^Ma a Dio solo, che
ha dato alla Chiesa un fedel servitore, a Dio solo la gloria!
'' G. Bertinatti
Presentando un libro
UN'INTERPRETAZIONE
del Sermone sul monte
Il senso di ogni pagina della Scrittura è in Gesù Cristo
COMMIATO
« L'Eco delle Valli » si associa ai
molti saluti che il Pastore Bruno Tron
riceve in questi giorni, e gli augura
fraternamente che) il Signore benedica il suo ministero presso i fratelli
dell'Eritrea. Sarerrio lieti di ricevere
sue corrispondenze I
Dobbiamo essere assai grati alle
Edizioni Labor et Fides per aver curato la traduzione e la pubblicazione
in francese di ima breve e succosa
operetta del Pastore E. Thurneysen
sul Sermone sul monte.
Abbiamo qui, in queste poche pagine, che non sonO' un commento, ma
un’introduzione ad una retta lettura
del Sermone, un esempio tipico della
interpretazione eristoiogica delle Scritture, propria della teologia riformata
e riscoperta dal rinnovamento teologico degli ultimi decenni. Dire che le
Scritture devono essere interpiCtate
in senso cristologico significa considerare che al centro della Rivelazio
ne di Dio contenuta nella Bibbia sca
unicamente Gesù Cristo, Figliolo di
Dio, Signore risorto. Anche il suo insegnamento, nel quale si possono a
rigore trovare punti di contatto, qua
e là, con rinsegnamento di altri Maestri dell’umanità, non può essere inteso rettamente se non si tiene costantemente conto del fatto che chi
insegna, insegna « come avendo autorità, e non come gli Scribi e i Farisei» (Matt. 7: 29), non come un semplice maestro o teologo : è il Redentore.
Il Serrnone sul monte è forse l’esempio più tipico dell insegnamento
di Gesù; e scorrendo la stona delle
interpretazioni che ne sono siate date si rimane perplessi noiando quan
to poco, in generale, esse abbiano gettato luce su Gesù il Cristo, anziché
unicamente su Gesù « maestro ». Questa distorsione deirinterprecazione
teologica si ridette del resto in quella
dell'interpretazione comune. Per moltissimi buoni credenti il Sermone sul
monte non è altro che un perfezionamento della Legge dell’Antico Testamento; intendere il Sermone in que
sto modo significa porsi davanti ad
una parete a strapiombo di mille me
tri, e pretendere o sforzarsi invano
di superarla.
A questo punto l’A. introduce il
problema del Sermone sul monte nella grande problematica Legge-Evangelo. La Legge (già quella dell’Antico
Testamento, e cosi il Sermone) è essa
stessa Evangelo: non soltanto in
quanto è l’espressione della volontà
buona di Dio, ina ih qliahto conduce
l’uomo a Cristo. Poiché é Lui, l’uomo
obbediente fino alla morte, che adempie la Legge, in tutta la sua vita, tutta la Legge secondo l’intenzione *iu
profonda di Dio; é Lui il cittadino
del Regno di Dio che egli annu^,cia
ed insiaura con potenza; e soltanto
su questa base, cioè fondati su questo Evangelo del Regno venuto in
Cristo, si può parlare di una Legge
del Sermone sul monte. Bisogna Cioé
ricordarsi che esso inizia con le Beatitudini : è un Evangelo che si presenta a noi nella forma della legge ap
punto perchè la promessa della « giustizia » urge nella nostra vita, che ne
è mancante, e vuol trovare in noi fame e sete; questo Evangelo è un giudizio su ogni pretesa di giustizia urna
na.
Il versetto chiave è forse Matt. 5:
17: appare qui chiaramente che Gesù non è venuto come perfezionatore
di una legge morale, ma a « compiere
la legge ed i profeti», cioè tutto il
mondo deH’Aniico Testamento, il
mondo dell’attesa e della promessa
del Regno. Con Lui questo tempo si
è compiuto, e coloro a cui rivolge il
suo ripetuto: Beati! sono chiam-ati a
far parte del mondo nuovo; non a
darsi da fare per entrarvi, ma a vivere come figli di Dio che già ne fanno parte per la grazia onnipotente
del Padre che è nei cieli.
Solo in questa luce possiamo porre
la domanda, di cui troppi fanno il
pimto di partenza: che dobbiamo fare? Il Thurneysen risponde citando
il titolo della III pane del Catechismo di Heidelberg: «Della riconoscenza dell’uomo », o la feue vivente
nelle opere della lettera di Giacomo,
o l’esortazione con cui terminano tutte le pur cosi teologiche lettere di
Paolo. Viene dunque detto un no chiaro ad ogni « imitazione di Cristo » che
non sia anzitutto un rifugiarsi nel
suo adempimento; e d’altra parte un
sì ben deciso alla necessità di dare
veramente dei segni concreti, come
vengono esemplificati nelle famose
antitesi di Matt. 5: 2148, e -in turio
il Sermone ( le « buone opere » del
cap. 6, che devono essere fatte nel segreto- non soltanto rispetto agli altri,
ma rispetto a se stessi; devono essere
cioè opere gratuite e non meritorie);
segni, cioè indicazioni, richiami rivolti agli uomini « affinchè glorifichino
il Padre che è nel cieli» per il suo
amore redentore.
Infine, « la conclusion du Sermon
sur la montagne (la parabola delle
due case) nous en dévoile le secret,
qui n’est autre que l’élection. Il est
commandé de bâtir sur le roc, de porter de bons fruits, de choisir le chemin étroit. Mais quand cela arrive,
c’est un effet de la grâce» (p. 54). La
responsabilità della Chiesa nel mantenere fedelmente o nel falsare lEvangelo, anche in questo caso, è capitale.
Quanto più un’opera è concisa, tanto più diffìcile è renderne brevemente conto: così le righe che precedono
non possono che dare una ben pallida
immagine della ricchezza e dell’intensità delle pagine del Thurneysen,
la cui lettura è ancora agevolata dal
relegante e scorrevole traduzione di
Emile Marion. Ci auguriamo che molti possano arricchiie la propria fede
e approfondire la propria UDbidienza
ascoltando questa testimonianza resa
a Cristo, la cui « nuova legge » è la
parola di grazia rivolta da Dio ai suoi
eletti, e presuppone per la sua attuazione l’opera potente dello Spirito
Santo che ci convinca che Gesù non
è per noi maestro ed esempio di morale bensì colui che ha iM-rtato fino
a noi il Regno e la giustizia di Dio,
che li ha incarnati fra noi. Su questa
salda roccia ci chiama a costruire, a
vivere. g. c.
EDUARD THURNEYSEN: Le Sermon sur la montagne, Labor et Fides, Genève 1958, pp. 72, fr. sv. 3.80.
Corrispondenza dall'lnghiHerra
Londra, 20 maggio 1958
Non è la prima volta che queste
brevi cronache sul mio viaggio in Inghilterra cominciano con notizie di
scioperi; si è fatto un gran parlare
qui, nei giorni scorsi, di uno sciopero
nazionale delle ferrovie. Avrebbe naturalmente rovinato il mio programma. Qualche persona p-iù allarmista
m’aveva perfino consigliato di tornare senz’altro in Itklia. La situazione
è ora di nuovo normale.
Il giorno in cui il Presidente Gronchi è giunto a Loiidra non ho potuto
assistere al suo afrivo, ma il giorno
seguente mi trovavo sullo Strand
quando il Presidente col suo seguito
in carrozze aperte è preceduto da due
squadroni di guardie a cavallo si è
recato al banchetto offertogli dalla
città di Londra. Al passaggio del corteo tutti gli impiegati delle case di
commercio si sono precipitati alle finestre o son sceri òr strada; c'era
una atmosfera generale di simpatia
verso il rappresentante del nostro
paese. Lo stesso tono si ritrovava sui
giornali che han dedicato e ancora
dedicano commenti alla visita del
Presidente.
Il mio programma di riunioni è meno intenso adesso-di quanto non fosse al principio del mio soggiorno e
mi lascia quindi un certo margine di
tempo per cercare di stabilire nuovi
contatti o per ravvivare quelli già
esistenti. Mi sonò recato tra l’altro
alla sede della Società Biblica Britannica e Forestiera che avevo del
resto già visitato l’anno scorso. Mi
sono fermato a prendere il lunch
nella «cafeteria» organizzata per gli
impiegati all’intemo dell’ediflcio della Società: accanto alle dattilegrafe
e segretari che sono identici ai milioni e milioni di loro consimili che pullulano nella burocrazia moderna, siedono personaggi che sono quasi unici
al mondo nella loro specialità: sono
quelli che lavorano nel reparto traduzioni, ciascuno dei quali è uno specialista in qualche lingua stran’ssima. La Società Biblica è uno dei luoghi dove ci si rende conto di quanto
grande e vario è il mondo, e di quanto vasta e multifcrme è l’cpera della
chiesa cristiana: una visita alla So
cietà è una buona medicina per il
provincialismo cristiano di quelli che
vivono come se il Regno di Dio si limitasse alla loro propria chiesuola.
Ho passato una di queste domeniche assieme alla chiesa svizzera di
lingua francese ed al suo pastore sig.
C. Reverdin. Ho presieduto il culto
del mattino, poi ho parlato ad una
riunione quartierale tenuta in una casa privata nella periferia meridionale
di Londra. La sera ho predicato nuovamente nel tempio; appena entrato
scorgo una faccia pralina, Rosalba
Berger, e con lei Itala Comba. Dopo
il culto ci fermiamo a chiacchierare
nella saletta dell’Unione: tutte e due
mi incaricano di trasmettere molti
saluti alla chiesa di Frali. Mentre
parliamo si scopre che ci sono diversi altri italiani e particolarmente altre due ragazze di Luserna S, Giovanni, una di Villar Peliice e una di Pomarette; tutte lavorano presso famiglie private o come infermiere. Non
ho visto nessun ragazzo delle Valli.
E un momento di gioia il ritrovarsi
insieme e parlare di cose e persone
conosciute, e tanta è l’allegria che
qualcuno dimentica di guardare l’orologio: due delle ragazze che lavorano fuori Londra temono di non aver
più un treno. Sentendomi un po’ responsabile del loro ritardo le accompagno in gran fretta in tre o quattro
tram sotterranei fino alla loro- stazione... per fortuna in tempo per l’ul
timo treno. Mentre torno a casa penso a queste sei ragazze valdesi che
non si conoscevano neppure tutte tra
loro prima di questa sera. Quante altre ce ne sono a Londra? E quanti
giovani? Vorrei almeno rintracciarne
qualcuno in queste mie settimane di
soggiorno inglese. E mi domando se
un pastore che sapesse l’italiano non
avrebbe una missione in questa cit
tà.
Il mio programma mi porta ancora
a Fleet, dove ho due riunioni in una
chiesa battista con un bel gruppo di
giovani; poi in un villaggio vicino a
Maidstone, dove c’è un collegio fondato 400 anni fa dai mercanti di panno di Londra, parlo agli studenti delle classi superiori sulla storia d’Italia
e sulle sue condizioni sociali e religiose. Il villaggio è simpatico con le
sue vecchie case con travature di
quercia, il suo rudere di castello normanno, la vecchia chiesa e la vista
che si estende sulla pianura fino al
mare. Ammirerei il panorama se non
ci fosse un freddo ventaccio: un ra
mo di albero che precipita ai miei
piedi mi persuade a tornare in casa.
Aldo Comba
1
3
L’ECO DELLE VAUU VALDESI
— I
Valdesi di Val Germanasca
a Marsiglia
A parte un gran batticuore iniziale
per alcuni documenti presentati in ritardo e che sembrava non dovessero
giungere a tempo, la gita è stata un
successo; siamo perfino riusciti ad arrivare pimtualissimi ali’orarlo che
avevamo indicato. Tanto che parecchi valdesi di Marsiglia, ricordando
l’esperienza deH’anno passato, quando la neve ci aveva obbligati a dirottare ed a arrivare assai tardi, sono
arrivati un’ora dopo di noi!
Particolarità di questa visita, durata dal 15 al 18 Maggio, è stata di
essere organizzata per tutte le parrocchie dell’alta Valle, dalle quali più
forte è stata ed è l’emigrazione verso
la Provenza.
Erano quindi presenti le parrocchie
di Villasecca, Perrero, Massello e Rodoretto, nonché im paio di non vaidesi che hanno approfittato di posti
rimasti liberi.
Superata la frontiera al Monginevro con un minimo di formalità e
molto rapidamente abbiamo comm
ciato a seguire il corso della Durance
lungo il quale molti segni ricordano
la terribile alluvione den’anno passato: fra il bivio di Guillestre ed Em
brun ci sono ancora numerosi frut
teti sepolti nel fango e nelle pietre
fino all’altezza della biforcaziOne dei
rami.
Tappa a Manosque i>er pranzare e
lasciare i primi gitanti che avevano
parenti in quella zona. Nel frattempo
abbiamo assistito al passaggio del giro del Sud Est (corsa ciclistica regionale di una certa importanza).
Dopo una sosta a Aix en Provence
per ammirarvi la bella fontana monumentale, un tratto di magnifica autostrada ci portava a Marsiglia e alle
16 in punto scendevamo davanti alla
stazione St. Charles, nostro punto di
incontro.
Si era ai primi giorni della grande
crisi francese e tutti eravamo un po’
preoccupati dei possibili svolgimenti
di essa. In occasione di ventate di
nazionalismo non è sempre comodo
per dei turisti stranieri trovarsi all’estero, soprattutto quando le relazioni si sono così imbrogliate come
durante la seconda guerra mondiale!
Invece abbiamo assistito allo spettacolo di una grande dignità e compostezza da parte dei cittadini e delle
autorità. Anche al ritorno, quando
già era stato decretato lo stato di emergenza, nessuno ci ha fermati per
controllo di documenti sebbene vi fossero numerosi blocchi stradali, fatti
tuttavia senza drammaticità. Non abbiamo incontrato alcun poliziotto con
il mitra. Perfino alla frontiera s.amo
passati senza che ci venissero chiesti
i documenti; è bastata una mia dichiarazione verbale che non facev^
mo espatriare degli algerini clandestinamente.
L’Union Vaudoise di Marsiglia ha
organizzato anche questa volta un
incontro nei bei locali di sua proprietà ed il 16 sera ci siamo ritrovati
per scambiare saluti e notizie e vede
re fotografie e documentari della attività dei nostri gruppi e Chiese in
Italia ed in Francia.
Desideriamo esprimere ancora la
nostra riconoscenza al Sig. Henry
Poet e Signora che hanno organizzato questa serata in modo così famigliare e simpatico, ringraziare il Sig.
Vidal che ci ha fornito proiettori foto
e cine, e inviare un saluto cordiale e
caloroso ai fratelli ed alle sorelle con
cm abbiamo trascorso quelle ore così
sirnpatìche e con cui desideriamo
stringere relazioni sempre più regolari
e fraterne.
Il ritorno è stato effettuato attraverso la Costa Azzurra che, dopo il
violento mistral che ci ha salutati a
Marsiglia con raffiche di 120 Km. orari, ci ha accolti con una giornata
splendida e con l’azzurro cupo del
mare dopo il vento.
Fermata nelle vicinanze di Nizza
per pranzare e dove imo dei gitanti,
che evidentemente non gradiva la
troppa vicinanza del mare (troppa
acqua non fa bene) è stato attaccato
da un serpe nelle sterpaglie dell’interno!
A Monaco tutto il gruppo ha ammirato le piante esotiche del giardino
tropicale ed è sceso nelle grotte ad
ammirare stalattiti e stalammiti sotto la direzione di una guida che, quasi incredìbile, è discendente di angrognini !
La Val Roya e la galleria di Tenda
ci hanno riportati in Italia. Quanti
hanno partecipato a questa gita desiderano inviare un caro saluto alla
colonia valdese di Marsiglia ed in modo particolare rivolgere un pensiero
affettuoso a quanti sono più duramente provati da questo periodo di crisi
o che sono sotto le armi nella Metropoli od in Algeria, con il fraterno
augurio che il loro Paese di adozione
possa ritrovare serenità e pace nella
tranquillità e nell’ordine.
Franco Davite
Esercito della Salvezza
TORRE PELLICE
La riunione annunziata per giovedì 5 giugno che doveva essere tenuta
nell’Aula Magna del Collegio, avrà
luogo nella sala della Soc. Operaia
di via Roma, allo stesso orario, cioè
alle 21.
Siamo ora in grado di precisare che
la Riunione, con proiezioni, avrà carattere Missionario, dato che la Signora Gauntlett ha trascorso la sua
non breve attività in terra d’Africa.
L’invito è rivolto a tutti.
i
Gap. Calzi
Nuova lavorazione artigiana
allestita nella valle del Pellice
In armonia con quanto ha scritto
Carlo Pons nel numero 18 dell’ECO
riguardo alle iniziative che si potrebbero attuare in alcuni centri delle
nostre Valli Valdesi, per combattere
lo spopolamento e concorrere a dare
un pò di benessere alle popolazioni
montane, vorrei segnalare quello che
sta organizzando in questi mesi l’Unione Cristiana delle Giovani a Villa
Elisa di Torre Pellice.
Si sta allestendo un modesto labe
ratorio di tessitura a mano, sia di
tappeti .sia di stoffe originali, coll’intento di dar lavoro ad un certo numero di donne che possano essere attratte da questa lavorazione artigiana.
L’iniziativa è sorta neil’U.C.D.G. paralieiamente a quella della C)asa di
Mirto in Calabria, destinata, si spera,
a diventare un centro di addestramento professionale; questa di Villa
Elisa sorge per offrire alle giovani della valle, che si affacciano alla vita,
una occupazione che non le allontani
forzatamente dalle famiglie prima di
aver raggiunto una certa solidità e
maturità. Infatti, si comincia addestrando alcune persone di mezza età
a diventare maestre e formatrici delie giovani e tra alcune settimane saranno iniziate le iscrizioni delle giovani sopra i 14 anni, che vogliono co
minciare come apprendista questo lavoro, che potrà diventare un’arte lo
cale, se la popolazione risponderà fa
vorevolmente all’iniziativa.
Il laboratorio, che sorge negli scantinati aereati, sani e luminosi di Villa Elisa, sotto la guida di una persona competente per lunghi anni di la
voro di tessitura, sarà inquadrato regolarmente nell’artigianato e seguirà
sotto ogni rispetto le disposizioni vigenti in materia, con tutte le tutele
prescritte per le lavoranti e per le
apprendiste.
All’inizio darà lavoro alle giovani,
sia casalinghe sia uscite appena dalla
scuola elementare e di avviamento,
insegnando una lavorazione origina
le, che potrà col tempo diffondersi nel
la valle; ora vi sono solamente sei
telai montati, ma col tempo, se le
donne mostreranno simpatia, si po
tranne dare telai a domicilio e aiuta
re così a procurarsi un guadagno nel
le ore libere, che d’inverno sono mcl
te, senza portarle fuori della casa, do
ve sono trattenute dai lavori casalinghi e di famiglia.
L’iniziativa sorge con un modesta
fondo offerto da qualche amico ge
neroso e dal C.S.S. : si vorrebbe conso
fidare questo avvio con qualche altro
dono generoso per non dover subito
ricorrere ai prestiti, che uccidono !..
opere nascenti,^ e per quasto l’U.C.D.G
conta sull’aiuto di quegli industriai
delle nostre città, amici della Valle
che vogliano concorrere a rafforzare
una iniziativa, che una volta avviata
dovrà non solo bastare a sé stessa, ma
guidata con sani criteri, dovrà ingrao
dirsi ed estendersi a tutto beneficìj
delle artigiane della valle.
Le giovani o le madri interessate a
questo lavoro potranno rivolgersi direttamente a VUla Elisa visitando ii
nascente laboratorio, oppure alle responsabili dell’U.C.D.G. locale, signor
re Elsa Rollier e Elsa Abate, o a.l;.
SADRA, dove avranno tutte le indicazioni desiderate.
E’ nei voti dell’U.C.D.G. che questa
iniziativa possa rispondere ad uno dei,
bisogni locaii, come lavoro femminile
simpatico e sano, trasformabile in la
voro a domicilio, estensibile fin nell,
più alte valli, se compreso e assecondato dalla popolazione.
Ketty Comba
ACQU^ITTE
Un médecin écosiais venait de mourir; on le connai^ait bien tant à
cause de ses hautes qualités professionnelles que pour sa charité envers les déshérités) charité inspirée
par sa piété pratique. Lorsqu’on se
mit à régler ses affaires, on remarqua que, sur son livre de comptes,
U y en avait plusiè,urs qui portaient
ces mots, écrits à l’encre rouge;
’’Acquitté; trop pauvre pour payer”
Sa femme, qui ne partageait pas les
sentiments de générosité de son mari, ne pouvait se résigner à voir ces
dettes réglées si sommairement et
présenta la chose au juge compétent.
Celui-ci examina les livres avec soin,
puis demanda à la veuve;
” Admettez-vous ' que c’est bien
totre mari qui a fait ces annotations
à l’encre rouge? ”<
” Il en est bien ainsi ”, réponditelle.
” Dans ce cas déclara le juge,
” il n’y a pas une, cour de justice
dans notre pays qui déclarerait due
une note sur laquelle figure le mot:
« Acquittés », écrit de la main du
créancier ”.
Si donc Dieu a acquitté nos péchés
pour l’amour de Christ ”, nous
pouvons être absolument certains que
aucune puissance, ni dans le ciel,
ni sur la terre, ni dans l’enfer, ne
saurait mettre en doute cette •affirmation;
” Quiconque croit en lui reçoit la
rémission des péchés " (Actes 10 43).
EIRENE émk un MEDECIN
EIRENE c’est le mot quisignifie paix
Depuis Noël 1957, cinq jeunes
chrétiens: un Français, un Hollandais. un Allemand et deux Américains sont à l’oeuvre au Maroc parmi
les paysans de la région d’Oulmès.
Pour le moment, ils construisent des
abris destinés à protéger le bétail
contre les intempéries. Ces abris terminés, le gouvernement marocain
pourra distribuer des réproducteurs
aux fellahs. Le cheptel amélioré produira plus de lait et se vendra mieux
par l’intermédiaire de syndicats agricoles en formation. L’effort de nos
jeunes gens converçe avec celui de
plusieurs organisations, officiélles ou
non, qui ont entrepris de s’associer
au peuple marocain pour résoudra
avec lui les problèmes sociaux, éc:
nomiques, médicaux et culturrls qui
risquent de paralyser son effort e
de compromettre son avenir.
Les équipiers d’Eirènè ont ceci
d’original, c’est qu’ils ne sont pas
rétribués: leurs familles ou leurs égli
ses pourvoient à leur entretien. Ils
contractent un engagement de deux
ans. Ils ne font pas de prosélytisme,
mais s’efforcent de rendre parmi
leurs frères non chrétiens un témoi
gnage vivant à l’amour du Dieu de
Jésus-Christ.
Pendant leurs loisirs, les volontaires d’Oulmès ont de multiples pro
jets:
Echanger des leçons d’arabe, de
français, d’anglais.
Enseigner aux illettrés à lire et à
écrire.
Organiser un poulailler moderne.
Créer im jardin potager modèle,
dont les légumes seront mis en conserve pour la morte saison; tout cela
avec les moyens du bord, afin que
les paysans des environs imitent
l’exemple donné.
Trois nouveaux volontaires sont
attendus : deux agriculteurs de métier
et un intellectuel.
La situation sanitaire dans la région d’Oulmès (le médecin le plus
proche réside à 60 Kilomètres et ne
vient qu’une fois par semaine en
consultation) réclame, comme dans
de nombreux autres secteurs du M^
roc, une présence médicale. Le Mfinistre de la Santé, consulté par nous,
est disposé à créer un poste à Oulmès
et à y placer un jeune docteur,
rétribué par le gouvernement marocain avec lequel un contrat serait
signé.
L’oeuvre d’un tel médecin serait
renforcée par la présence de l’équipe
d’Eirènè. Les équipiers, eux aussi,
verraient leur action s’étendre et
s’approfondir, s’ils pouvaient s’appuyer sur un médecin partageant leuns
vues.
Cet appei est valable piour Octobre
prochain.
S’adresser à André et Magda
Troemé, Mouvement International
de la Réconciliation, 8 rue du Général Pershing, Versailles, Seine et
Oise.
Notizie dalla Chiesa di Ferentino
Per soddisfare il desiderio di alcuni amici che ci hanno da tempo chiesto di pnhhlicare anche noi ogni tanto qualche notizia di Ferentino, incomineiamo con questo
piccolo notiziario che speriamo possa essere seguito da altri in futuro. E’ vero che
circa due anni or sono {lubblicammo alcune notizie sull’amhienteì di Ferentino, ma
senza parlare in modo specifico della Chiesa. Oggi vorremmo invece attirare l’attenzione dei lettori soltanto su di essa.
La -Chiesa -diJFÌereBtiW'4 stata riconosciuta Chiesa costituita alla conferenza distrettuale di chiusura dell’anno ecclesiastico nel
giugno ’54. Come tale ha soltanto quattro
anni di vita autonoma ed è quindi una
delle Chiese più giovani d’Italia. E’ dunque un che di mezzo tra una stazione di
evangelizzazione ed una chiesa costituita,
perchè non si può pretèndere che si passi
dall’una all’altra immediatamente, specialmente quando tutti i membri di Chiesa,
che ammontano a più di un centinaio, provengono, ad eccezione ^el... Pastore, dal
cattolicesimo sicché talvolta idee vecchie
sussistono accanto alle nuove ed è quindi
necessario un lento, m^ continuo processo
di chiarificazione.
Dal punto di vista geografico e di cura
pastorale si può paragonare la Chiesa di
Ferentino ad una delle Valli, perchè è costituita da un centro e da vari quartieri (7
in tutto) piu alcuni gruppi che essendo
troppo lontani dal paese e non avendo
quindi mai la possibilità di recarsi al culto
la domenica mattina, se acquisteranno una
buona consistenza verranno considerati come gruppi della diaspora.
I culti al centro sono quelli che raggruppano la maggior parte dei membri, in media, ogni domenica, una cinquantina. Sono
presieduti in un locale preso in afiitto all’inizio o quasi della campagna di evangelizzazione in Ferentino. E’ una comune camera non molto ampia al primo piano di
una casa privata, quasi al centro del paese
sebbene non sia facile trovarne l’ubicazione, se non la si conosce; bene, dato che vi
si accede per un vicoletto in salita, non
carrozzabile, che sbuca sì in una via di
transito, ma poco frequentata. Il locale,
con il soffitto e capanna dipinto di blu e le
pareti in giallo è stato ripulito ed adibito
a locale di culto. Naturalmente sorprende
chiunque vi accede per la prima volta. Chi
lo trova, nella sua semplicità, molto poetico, chi molto accogliente (anche se per
guadagnare spazio dobbiamo usare soltanto tre file di banchi e quindi la maggior
parte dei partecipanti debbano stare in piedi) e chi lo paragona alla camera alta dove
si trovarono radunati i discepoli il giorno
della Pentecoste... Altri abituati alla pompa ed al lusso lo trovano invece esiguo,
poco accogliente e del tutto inadatto per
un locale di culto. Una persona totalmente
estranea al nostro modo di pensare e di
sentire, abituata al fasto ed alla maestosità
delle chiese e Basiliche di Roma, capitata
per caso una domenica al culto, rimase talmente stupita dalla estrema semplicità, rasentante quasi la miseria, del locale, ma
così ben impressionato dal silenzio e dal
raccoglimento dell’assemblea, che mi confidò di essergli sembrato di avere assistito
al culto dei primi cristiani in una catacomba, ma... « aerea »!...
E’ un fatto che anche noi tutti siamo affezionati a questo locale e che lo abbandoneremo con un po’ di tristezza, ma ciò
nonostante speriamo che il distacco possa
avvenire presto perchè, già ne parlammo
su questo giornale dopo la conferenza distrettuale dell’anno scorso, il pavimento è
poco sicuro ed ora anche la gradinata di
accesso va in rovina; inoltre la capienza
è veramente troppo esigua. Speriamo di potere dare presto ai lettori buone notizie a
questo riguardo.
Ma non soltanto al centro si tengono i
culti. Come farebbero le persone anziane
a compiere ogni domenica, tra andata e ritorno, talvolta tredici o quattordici chilometri di strada? Ecco allora che nel pomeriggio vengono tenuti dei culti qua e là
nelle campagne, settimanalmente, quindicinalmente o mensilmente a seconda della
consistenza del gruppo e della sua lontananza dal centro. Naturalmente il Pastore
di Ferentino non potrebbe recarsi in due
0 tre posti la domenica pomeriggio e quindi sono di grandissimo aiuto in questo lavoro gli studenti in teologia di Roma che
teniamo a ringraziare pubblicamente per
la loro collaborazione veramente encomiabile nel recarsi a turno nelle campagne
ciociare.
Ottimamente frequentati sono stati i culti della settimana santa. Il giovedì un buon
numero di membri di Chiesa partecipò al
culto serale tenuto alle 19,30, a carattere
liturgico, con lettura dall’Ev. secondo S.
Luca della Passione di Cristo, intramezzata da canti e preghiere. A Pasqua la nostra
saletta era gremita. Più di novantacinque
persone parteciparono al culto con Santa
Cena. Malgrado questo ricordavamo però
con una certa qual nostalgia ¡1 culto dell’anno scorso nel corso del quale furono
ammessi diciotto nuovi membri, ma ci conforta la speranza di potere, Dio volendo,
1 anno prossimo, se non a Pasqua in altra
occasione ammetterne altri dopo un regolare corso di catechismo. Oltre al culto al
centro una ventina di persone erano radunate in campagna, alla « Foresta » per un
culto pure con Santa Cena presieduto dal
Cand. Theol. Bruno Rostagno che ringraziamo per la sua collaborazione.
Un grave problema per la Chiesa di Ferentino è quello dell’istruzione religiosa.
Vi sono degli analfabeti che non potrebbero assolutamente seguire un catechismo
scritto, anziani e giovani, formanti talvolta un gruppo che dovrebbe essere istruito
di una decina di persone tutte diverse per
età, formazione culturale e sviluppo spirituale. La principale attività a questo riguardo consiste nel raggruppare ogni sera
al termine dei loro lavori in campagna i
vari membri di un quartiere in una casa
(qui non abbiamo scuole a disposizione!),
e nello studiare la Bibbia alla fioca luce di
un lume a petrolio. Sono insomma riunioni quartierali a carattere catechetico e di
scuola domenicale, spesso seguite da domande e da discussioni. Talvolta saltano
fuori questioni di polemica, tal’aitra si affaccia un argomento che interessa più un
gruppo che un altro ed allora viene posto
allo studio. Ultimamente in un quartiere
abbiamo studiato la « Messa » per vedere
in che cosa non è conforme alla Bibbia ed
in che cosa si. « Abbiamo frequentato la
messa per molti anni senza capirne nulla
— dicevano alcuni — ed ora che siamo
evangelici invece ci viene spiegata! E’ bene che sia così, perchè ora finalmente sappiamo a chi ed a che cosa dobbiamo attenerci! ».
Nelle chiese di evangelizzazione vi sono
infatti tre fronti, potremmo dire, sui quali
combattere: quello della cura in profondità dei membri di Chiesa attuali, quello
dell’evangelizzazione verso le persone di
fuori comprendenti i simpatizzanti più o
meno dichiarati e suscettibili di essere un
domani convinti e attivi membri comunicanti e quello delle persone che pur non
essendo simpatizzanti nel senso orm.si pre
ciso che si da a questo termine, guardano
però al fenomeno « presenza evangelica »
in territori dove prima non si avvertiva
per nulla come ad un fenomeno curioso e
interessante sul quale desiderano essere informati.
Speriamo di potere anche un giorno o
l’altro iniziare un’attività giovanile, ma per
ora è impossìbile, oltre a tutto per mancanza di locale. Ci accontentiamo quindi
dì queste attività meno appariscenti, che
però sono dì per sè già molto impegnative
data la vastità della Chiesa.
Poco per volta ci si abitua anche a Ferentino ai termini ecclesiastici, che non
sono pura forma, di consiglio e di assemblea di chiesa, di conferenza e visita distrettuale, di Sinodo, e ci si abitua pure a
rispettare i regolamenti, e la comunità ne
riceve un beneficio. Cosi ultimamente si è
capita l’importanza di avere assolutamente
degli anziani e dei diaconi per ogni gruppo ed in una assemblea di qualche mese or
sono ne sono stati eletti altri tre oltre a
quelli già esistenti. Lentamente la Chiesa
di Ferentino incomincia dunque a sentirsi
unita alle altre chiese valdesi d’Italia ed a
poco a poco si abitua a prendere parte attiva alla vita di questa grande famiglia.
Contribuiscono pure a rompere l’atmosfera di isolamento in cui talvolta, specialmente nel passato, poteva sentirsi rinchiusa la nostra comunità, le visite che ogni
tanto si ricevono, sempre molto gradite.
Ne menzioniamo soltanto alcune avute quest’anno: oltre alla visita di Chiesa nelle
persone del Capodistretto e dell’Avv. Angiolillo, quella del Fast. Marauda, che accompagnato da uno studente in teologia
svizzero, Hans Jaeger, non soltanto ha presieduto due culti, ma ha pure intrattenuto
nella nostra saletta un buon numero di intervenuti con la proiezione di diapositive
sulle Valli valdesi, cosa del tutto nuova per
il nostro ambiente. Ogni mese vi è poi uno
scambio di pulpiti con il Past. Scuderi di
Colleferro. Un ringraziamento particolare
va fatto alle Signore Taliento di Roma, la
cui visita menzioniamo sebbene avvenuta
al termine dello scorso anno, in occasione
del Natale. Infatti le Signore Taliento sono state le ambasciatrici del gentile e generoso pensiero di alcuni amici di Roma, a
nome dei quali ci hanno portato un augurio, consistente in bei regali per i bimbi
detle nostre scuole domenicali. Questo gesto è stato vivamente apprezzato dai bambini e dai loro genitori.
Cogliamo l’occasione, sebbene in ritardo,
per ringraziare tutti quanti questi amici e
per ricordare loro che in occasione di feste o meno, con o senza regali, la Chiesa
di Ferentino riceve sempre molto volentieri chiunque vuole farle visita, e cogliamo l’occasione per assicurarli della nostra
intenzione di non lasciarli più nel futuro
senza dare loro ogni tanto qualche notizia.
Ricordiamo con gioia la giornata dell’Ascensione che abbiamo trascorso in comune con alcuni fratelli venuti da Colleferro. 11 tempo, per fortuna nuvoloso, ci
ha permesso di avere al mattino un culto
all’aperto, e dopo il pranzo al sacco, di
organizzare nel pomeriggio gare e giochi
vari, passanti dalle domande bibliche a
premi alle... corse nei sacchi. Un solo rincrescimento: che i partecipanti non fossero
molto numerosi. I Ferentinesì avrebbero
potuto intervenire in numero maggiore!
Esprimiamo la nostra riconoscenza all’Ing. Lino Regruto della chiesa di CoUeferro per avere presieduto a Ferentino il
culto del 25 maggio.
Bruno Costabel
4
Non c'À che una parola sufficientemente forte per vincere
la disperazione: la Fede. O disperiamo o crediamo.
E. Brunner.
L'Eco delle Valii Valdesi
Pregare è confessarsi impotenti, pregare è deporre la propria vita : « Prendi tu il timone,
io non posso nulla più ».
E. Brunner.
NOTIZIE DALLE NOSTRE COMUNITÀ’
VILLAR PELLICE
GITA DELL’UNIONE DELLE MADRI
L’Unione delle Madri ha concluso
la sua attività invernale con la consueta gita annua che dà modo alle
nostre mamme sempre cosi sacrificate, di evadere per im giorno dalle
quotidiane occupazioni per ritrovarsi
con altre sorelle e passare lietamente
la giornata insieme.
Quantunque la mèta fosse assai vicina la giornata è stata densa di impressioni e di ricordi.
Accompagnate dalla loro presidente, le partecipanti si trovano puntuah sulla piazza i>er riempire il capace
pullmann che le trasporta nella «rogai Torino ». Qui giunte, ci dirigiamo
al giardino zoologico. Malgrado idra
mattutina, alcune sorelle della Lega
femminile con la loro presidente signorina Mariuccia Jon Scotta sono
ad attenderci e ci accolgono a braccia aperte e col sorriso sulle labbra.
Accompagnate da loro, passeggiamo
per il bel giardino ammirando le
aiuole fiorite e facendo conoscenza
con i più caratteristici esemplari della fauna terrestre ed acquatica: molto divertenti le scimmiette e gli orsi!
Alle 10,30 partecipiamo al culto in
Corso Vittorio. Il grande tempio è
gremito e il Pastore Ayassot con incisive parole illustra cosa significhi
e cosa implichi rinunciare a se stessi
per seguire Gesù,
E' quasi mezzogiorno e l’appetito
comincia a farsi sentire. Il nostro pullmann si inerpica per la collina e ci
porta a Superga dove «nel festante
coro delle grandi Alpi » si consuma il
pranzo al sacco.
Si scrivono e si spediscono cartoline, si ammira il grandioso panorama, si osserva la lapide che ricorda
gli scomparsi del Torino', e poi si visita la basilica eretta dal duca Vittorio Amedeo in ricordo della liberarione di Torino (1706), su disegno del
celebre architetto Filippo Juvara. Impressionante la visita alle cripte dei
principi di casa Savoia, tra cui ricordiamo la tomba di re Carlo Alberto.
Il temi» corre veloce e dobbiamo
afirettarci a risalire nel pullmann per
recarci in via Nomaglio dove è stata
inaugurata recentemente una cappella. »Quivi ci attende il. nostro Pastore
giunto dal Villar. Ammiriamo le linee sobrie, eleganti, dignitose di questo quarto locale di culto torinese di
cui i coniugi Revel ci fanno la storia.
Quindi la signora Anita Eynard" ci
parla della Lega femminile di recente costituzione illustrandone le idealità e i compiti.
Reduce da Chivasso dove ha presieduto un culto, giunge il Pastore
Ayassot che ci tiene ima interessan
tissima «causerie» sui progressi della evangelizzazione a Torino.
Dopo xm’ultima scarrozzata attraverso la città che ammiriamo per la
sua bellezza e per il verde che la circonda, il pullmann ci porta nei locali di via Pio V.
Qui la signora Ayassot ci ha preparato un’ottimo e graditissimo tè accompagnato da ottimi panini che ci
sono offerti con squisita cortesia da
alcune sorelle della Lega femminile.
Poi si intrecciano piacevoli conversari in un’atmosfera cordiale e fraterna.
Ma bisogna pensare al ritorno. La
signora Geymet ringraria per la fraterna accoglienza. Le sorelle di Torino promettono di renderci la visita
e dopo saluti ed abbracci si risale a
bordo per l’ultima volta.
Poco si chiacchiera nel pullmann:
ognuna di noi preferisce, in silenziosa ed intima meditazione, rivivere
ogni istante di questa giornata cosi
bella sotto tutti gli aspetti (unica
ombra, il rincrescimento che non tutte le .sorelle abbiano potuto essere con
noi) e il cui ricordo, ci auguriamo,
durerà a lungo e proficuo nel nostro
cuore. Maria Dalmas, insegnante
Esprimiamo una lode all’Unione
delle Madri che ogni anno invita una
delle nostre Diaconesse a partecipare
alla sua gita e che si studia di scegliere sempre località ove sia possibile fraternizzare con sorelle in fede
e partecipare al culto. Ci auguriamo
che tutte le nostre Unioni seguano
questo esempio affinchè le nostre gite
non siano solo una giornata di diver
tiraento, ina anche di comunione con
altri fratelli e di edificazione.
CULTO DI PENTECOSTE
Vi ha partecipato una buona assemblea; abbiamo visto con piacere
alcuni villaresi lontani venuti per le
elezioni e un gruppo di sorelle del Bar
den che hanno inaugurato i campi
estivi del Castagneto.
Esse hanno abbellito il nostro cui
to col canto di un inno e il loro Pastore sig. Haas, ci ha dato un messaggio.
Discreta la partecipazione alla SCena quantunque molti dei nostri
giovani se ne stiano ancora timidamente seduti fra i banchi!
VISITE
L’il maggio il nostro culto è stato
presieduto dal Pastore Michel Wagner di Parigi il quale la sera ci ha
pure parlato del suo lavoro fra i giovani in qualità di cappellano. Era anche ospite del Villar il fratello Emar
nuele Lincesso di Taranto, marconista marittimo, il quale ci ha tenuto
una interessantissima « causerie » sui
suoi viaggi nei vari continenti.
Attività estive ad Adelfia
ADE31.FIA è il centro giovanile in costru
zione sulle rive del Mediterraneo, sulla costa meridionale della Si-Alia, presso Vittoria. Il posto è certo molt.a laello; e liceo di
benedizione è queU’incontro fraterno che
da alcuni anni in qua organizziamo per i
giovani evangelici uniti nel novne di t risto, per incontrarsi, conoscersi, mettersi al
servizio gli uni degli altri, e proclamare la
realtà della comunione tra i figli di Dio.
ADELFIA vuole essere uno strumento
nelle mani di Dio, ed una collaboratrice
delle nostre Chiese Evangeliche, con lo scopo di aiutare i nostri giovani a riconoscere,
fra le tante, la loro strada che può essere
« fedele » unicamente nella presenza di
Cristo e del fratello.
Ad Adelfia nel prossimo mese di luglio
avranno luogo le seguenti attività:
CAMPO VOLONTARIO DI LAVORO
dal 1.0 al 14 luglio
Lavoro in programma per il campo x rifinitura della costruzione eseguita lo scorso
anno; spianamento del restante terreno di
Adelfia; sistemazione della terrazza sul mare con battuto in cemento. Altri lavori saranno già stati eseguiti da mano d’opera
specializzata.
Direzione del Campo: Pastori Guido Colucci e Salvatore Carco.
Posti n. 15 - per parteciparvi è necessario aver prima ricevuto risposta affermativa alla domanda di iscrizione che deve
pervenire entro il 25 giugno.
Età: da anni 16 compiuti (giovani appartenenti all’Unione Giovanile di una Chiesa
Evangelica).
Argomento di studio: Libro degli Atti
degli Apostoli, capp. 1-8.
Quota di partecipazione al campo volontaria, in proporzione alle possibilità finanziarie dei partecipanti.
Portare: Bibbia ed Iimario. Coperte e
stoviglie. Tessera personale di riconoscimento. L’alloggio è sotto tenda.
Richiedere modulo per domanda di iscrizione ed ulteriori informazioni a: Pastore
Guido Colucci, via Garibaldi 60, VITTORIA
(Ragusa).
6o CAMPO STUDI
dal 15 al 30 luglio
Direzione del Campo: Pastori Guido Colucci e Salvatore Briante.
Argomento di studio : « Il credente ed i
suoi doveri sociali ».
Programma della giornata: studio, svaghi, bagni di mare.
Alloggio sotto tenda.
Età: da anni 16 compiuti ad anni 35 per giovani appartenenti all’Unione Giovanile di una Chiesa Evangelica.
Quota di partecipazione: L. 550 giornaliere; per tutto il campo L. 7.500; caparra
di L. 500 all’atto dell’iscrizione.
Domanda di iscrizione da far pervenire
entro il 5 luglio a; Pastore Guido Colucci,
via Garibaldi 60, VITTORIA (Ragusa), al
quale richiedere pure informazioni e dettagli.
Portare: Bibbia ed Innario. Coperte e
stoviglie. Tessera personale di riconoscimento.
ADELFIA VI ATTENDE
Venite animati da vero desiderio di dare
e di ricevere, in fraterno scambio, ciò
che è possibile in un campo evangelico.
I cristiani in Giappone
Secondo 1’« Annuario cristiano giappo
nese per il 1057 », il Giappone contava,
alla fine del 1956, 583.000 cristiani, di cui
322.000 evangelici, 227.000 cattolici-romani e 34.000 greci-ortodossi. 11 gruppo prò
testante più numeroso è costituito dai
168.000 del Kyodan (Chiese Unite di Cristo in Giappone). Segue la Chiesa Episco
pale giapponese, con oltre 39.000 membri
II suddetto annuario conta 74 organizza
zioni evangeliche. Tuttavia 63 di questi
gruppi hanno soltanto da lOO a 5.000 membri. (E.P.D.)
ROBA’
Recentemente abbiamo celebrato il
matrimonio di Boaglìo Bruno e Mourglia Camilla ed aboiamo indicato a^ü
sposi il pensiero dell’evangelo per la
solida costruzione della vita familiar
re. Che Iddio benetüca la unione nel
segno dell’Amore profondo e della fede nel Signore Gesù Cristo.
Abbiamo pure battezzato Graziella
Rivoira di Fermo e di Maria Durand
domandando a Dio di fortificare col
suo Spirito Santo la tenera creatura
del Signore perchè nel Clima dell’esempio e della preghiera possa crescere sotto lo sguardo del Signore.
Nel giorno di Pentecoste il Pastore
ha riferito dinanzi ad uhà grande assemblea intorno ai suo viaggio nell’Abruzzo Molise e nella provincia di
Foggia recando il saluto delle comunità del Sud e le notizie fresche della
testimonianza evangelica. Che Iddio
benedica quelle chiese lontane e che
i legami tra le Valli e le chiese dell’Evangelizzazione riano sempre più
intensi e profondi. La celebrazione
della Santa- Cena ha chiuso la bella
ora trascorsa con la comunità.
Siamo riconoscenti all’anziano Aldo Toum per la collaborazione preziosa avuta durante l'assenza del Pastore e con lui ringraziamo il cap.
Calzi, signora e gli alfieri della tromba per il culto presieduto alle Fucine.
L’assemblea di chiesa ha recentemente udito la relazione annua, ha
proceduto alla nomina di due delegati
alla conferenza ed uno al Sinodo nelle persone seguenti: per la conferenza; Roberto Morel e Rivoira Paimira.
Per il Sinodo: Corrado Morel. Una
interessante discussione ha fatto seguito intorno a vari argomenti contemplati nella relazione.
La nostra corale dei grandi e dei
piccini ha potuto prendere parte alle
due feste tradiziofiàli: ringraziamo il
collega Aime per la sua collaborazione alla corale dei grandi nella preparazione finale. Simpatica la visita dei
nostri bimbi a ''tart istituti ed al museo di Torre Peìlice. Ringraziamo di
cuore il collega Jahier per l’accoglienza ricevuta a San Giovanni nonché
a quanti si sono àdopterati per accogliere i nostri bimbi.
^iVGROEIUA (Capoiuugo)
Siamo grati alla UGV dei Jourdans
per il buon trattenimento familiare
Gatoci domenica 18 maggio.
Il giovedì dell’Ascensione un buon
gruppo di fratelli e di sorelle si è radunato al Martel la mattina alle 10
per la celebrazione del culto.
Ringraziamo il Vice-Moderatore
che ha presieduto il nostro culto al
Capoluogo le domeniche 25 maggio
e 1 giugno e domandiamo al Signore
di benedire il messaggio che egli ci
ha recato nel Suo nome.
11 giorno 29 maggio abbiamo- reso le
uliime onoranze al nostro fratello
Revei Davide deceduto agli Aibarins
m seguito a malattia, nel suo 69<>
anno.
Il giorno 2 giugno abbiamo deposto
nel Cimitero ael Capoluogo la spoglia
mortale aeila nostra sorella Bertin
Marianna vedova tsertaiot deceduta
alla frazione Boulabert alla veneranda età di anni 84.
Ai familiari ed ai parenti di coloro
che ci hanno lasciato, esprimiamo ancora la nostra viva, fraterna simpatia cristiana.
Il giorno 1 giugno una rappresentanza della nostra Corale con fratelli
e sorelle di Angrogna e di Torre Pellice ha effettuato una magnifica gita
sulla Costa azzurra, favorita da un
tempo splendido. Abbiamo così potuto visitare Montecarlo, Monaco, la
Casa Valdese di Vallecrosia, e San
Remo ritornando soddisfatti ed ammirati per le tante cose viste; sulla
strada Breil-Sospel-Mentone poi, per
un lungo tratto, il nostro pullman
è stato preceduto costantemente, a
poche decine di metri da un altro
pullman occupato da buon numero
di fratelli e sorelle di Rorà diretti a
Nizza! Confessiamo che era una strana e quanto mai piacevole esperienza
incontrarci, tanti fratelli Valdesi, in
quella contrada così lontana dalle
nostre Valili
Ricordiamo ancora una volta a tutti i membri di Chiesa, amici e conoscenti il nostro Bazar che avrà luogo
dalle ore 14 in poi la domenica 8 giugno nella scuola grande al Capoluogo.
e. a.
Direttore : Prof. Gino Costabel
Pubblicaz. autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955
ïilleg|i»tura Evangelia
a filiar Pellice
Da vari anni si sta perfezionando
a Villar Pellice ima attività di villeggiatura evangelica estiva. Colonie di
fratelli e sorelle evangelici del Baden
si susseguono a ritmo continuo al Castagneto e nella pensione Miramonti.
Campi di giovani esploratori o di
unionisti francesi erigono pittoresche
tendopoli sotto i nostri castagni e
molti altri fratelli e sorelle in fede si
sistemano nelle varie pensioni del paese o in camere tolte in affitto per la
stagione estiva.
Con tutti que.sti ospiti si tengono
culti in comune nel tempio e sotto i
castagni a due e tre lingue, si effettuano gite agli alpeggi e si organizzano serate di ricreazione fraterna e
feste all’aperto.
Il programma dell’estate imminente è ancora più ricco di quelli scorsi.
Villar Pellice rivolge perciò un cordiale invito a tutti i fratelli e le sorelle in fede, di qualunque denominazione, che gradiscano di passare le loro vacanze estive in compagnia di
fratelli in Cristo, in uno spirito di
comunione fraterna e di servizio del
Signore.
11 Pastore è volentieri a disposizione eli tutti coloro che desiderano trovare una sistemazione adatta alle
preprie possibilità e necessità. E’ pe
rò consigliabile di affrettare le richieste il più possibile. Scrivere dunque
a . ? astore Valdese, Villar Pellice ( Torino).
TRA i LIBRI
GIORGIO GIRARDET
Conoscete la Bibbia?
L. 55
GIORGIO GIRARDET
La Genesi, il libro delle orìgini
L. 100
ALDO COMBA
Ezechiele ci parla
L. 85
ENRICO CORSARI
Il profeta Osea e il suo messaggio
L. 85
UMBERTO BERT
Il giorno del Signore
L. 25
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La Chiesa nel mondo di domani
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Redattore : Ermannp Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
Tel. 2009
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Editrice Claudiana
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