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ECO
DELLE mUI VALDESI
BIBLIOTECA fAIáíESE
10066 TORRE PEIL ICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno 109 - Num. 43
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TORRE PELLICE - 27 Ottobre 1972
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I sena Mi "dmiHin della RVenin" 2t otMn : la FacaHà VaMese di TaofeNla
Le comunità evangeliche del mondo, e perciò anche d'Italia, consacrano puntualmente l'ultima domenica di
ottobre alla commemorazione della Riforma. In Germania si sottolinea l'importanza della figura di Martin Lutero
per la storia della cristianità concentrando l'attenzione su quel lontano
1517, quando Lutero affìsse alla porta della chiesa del castello le sue 95
tesi, la data fatidica, l'esplosione della
Riforma. Nelle nostre chiese si prende
spunto per una riflessione più ampia,
che si estende oltre i limiti della protesta luterana contro le indulgenze e
sottolinea piuttosto la dimensione
evangelizzatrice, missionaria, contenuta in quella lontana protesta; non a
caso si associa alla celebrazione della
Riforma l'attività della Società Biblica.
Che senso ha però per noi oggi fissare l'attenzione su quella data, una
domenica d'ottobre? Ha senso se si
tengono presenti tre fatti.
Anzitutto che la Riforma non è che
uno dei momenti della riforma deila
Chiesa. Decisivo, certo, e da noi particolarmente vissuto perché è di lì che
nasce la nostra comunità attuale, la
forma storica in cui i nostri padri hanno vissuto la loro fede di credenti e
noi la viviamo. Un momento privilegiato, essenziale, determinante ma
comunque soltanto una delle tappe
della lunga battaglia compiuta nella comunità cristiana dallo Spirito Santo contro la tradizione, la religione superstiziosa, il potere umano, il calcolo,
l'interesse con cui noi uomini paralizziamo l'evangelo. La Riforma del XVI
secolo è stata preceduta e seguita da
altre riforme, settoriali in alcuni casi,
meno dinamiche di quella, in altri casi fallite, ma comunque riforme, sforzi di fedeltà e di impegno, rivendicazioni di libertà spirituale. Non è stata
quella « la Riforma » della Chiesa ma
« una vittoria » nel lungo cammino
della testimonianza ; essere credenti
riformati oggi significa continuare la
linea di combattimento dello Spirito
contro il peccato nostro, contro la nostra pigrizia, debolezza, involuzione.
In secondo luogo occorre ricordare
che la Riforma del XVI secolo, ed
ogni riforma, non inventa delle dottrine ma scopre soltanto delle realtà.
Cioè non è esattto dire che noi protestanti abbiamo messo la Bibbia al
posto della tradizione. Cristo al posto dei santi e Maria, la fede al posto
delle opere ecc. quasi si trattasse di
una dottrina contro un'altra, di una
teologia contro un'altra. Si trattò allora, e si tratta oggi nella misura in
cui vogliamo la riforma della chiesa,
di riscoprire il messaggio biblico nella
forma viva per la nostra generazione
di credenti. Molto opportunamente S.
Rostagno nel suo recente opuscolo
Parliamo ancora della Riforma (Attualità Protestante n. 48) ha impostato
tutta la sua riflessione partendo da testi biblici. Non ha cioè fermato la nostra attenzione su quello che i Riformatori hanno detto e pensato su questo o quel punto di fede ma ha riproposto il loro modo di leggere la Scrittura, di affrontare il messaggio evangelico. La riforma della Chiesa ha luogo non quando si credono alcune cose al posto di altre ma quando si sa
come leggere la Parola di Dio, quando ci si colloca davanti ad essa in un
certo modo in un atteggiamento di
riflessione disponibile.
La terza considerazione che si deve
fare è questa ; alla riforma corrisponde sempre una contro-riforma, al tentativo di obbedienza corrisponde sempre lo sforzo di conservazione, a chi
vuole mettersi alla ricerca della fedeltà cristiana c'è sempre chi dice
di stare tranquillo nel tuo angolino.
La contro-riforma è spesso una proposta diversa di vita è una riforma a
meta, addomesticata, ridotta, che rientri nello schema, può essere però una
azione violenta, una repressione nei
confronti di coloro che cercano la via
dell evangelo. Oggi in tutte le chiese
cristiane vi sono i figli della riforma
(fra 1 protestanti, come fra i cattolici)
e vi sono i figli della contro-riforma.
Quelli che vogliono rivivere l'evangelo e quelli che lo vogliono strumentalizzare. Ed è un fatto da meditare;
mentre noi evangelici diventiamo sempre più buoni cristiani degni di rispetto, fratelli separati ma pur fratelli, non sono pochi i credenti che
nella comunità romana fanno oggi lo
stesso passo del monaco Martin Lutero e che si trovano come lui gettati
sulla via della disobbedienza. La storia del cristianesimo evangelico in
Italia è da sempre storia di sconfitti,
di emarginati, di esiliati ; ieri eravamo noi protestanti, figli di Lutero, oggi sono altri, teologi, preti, giornalisti
a cui viene contestato il diritto di ricercare una via di fedeltà all'evangelo.
Commemorare la Riforma di Lutero ha senso oggi? Indubbiamente sì,
qualora si tratti di inserirsi in una ricerca di riforme del presente, alla
scuola dell'evangelo, e con tutti coloro
che percorrono la strada del rinnovamento e della libertà dell'evangelo.
Giorgio Tourn
inizia iiInnovo anno accademico
La Facoltà, secondo uno studente
Un centro di formazione
essenziale, ma deve
uscire dal suo isolamento
Per una Chiesa cristiana lo studio
della teologia evangelica, intesa come
riflessione e meditazione della Parola
di Dio, è fondamentale. Noi siamo abituati a considerare la teologia come
una materia complicata che non ci riguarda personalmente, essa è sempre
stata una realtà fuori dai nostri interessi personali, abbiamo lasciato questo studio sempre fuori dalla nostra
vita di credenti.
Questo atteggiamento negativo nei
riguardi della teologia, sovente è stato
incoraggiato anche dal comportamento di molti pastori, che hanno reputato
opportuno tenere gelosamente per sé
quanto avevano imparato nelle facoltà teologiche. Anche i fratelli di Chiesa
però, non hanno fatto molto per comAntonio Adamo
(continua a pag. 5)
Ancora non molti anni fa, la teologia era decisamente
sospetta, nelle chiese. Un teologo come Oscar Cullmann, radicato nella realtà ecclesiastica, poteva ancora nel 1957 tenere nelle Facoltà teologiche protestanti di Roma e di Parigi
una prolusione sul, tema « Necessità della teologia per la
Chiesa secondo il Nuovo Testamento »: era necessario affermare questa necessità.
La situazione èloggi mutata, sotto molti aspetti. Un numero crescente di membri di chiesa ha compreso questa necessità e non per i pastori soltanto, ma per tutti coloro che
nella comunità cristiana e nella comunità civile vogliono
vivere in modo cosciente e responsabile la loro fede, la loro
testimonianza, il loro servizio; una teologia non solo per i
pastori, ma per i credenti responsabili, dunque: e chi non è
responsabile, nella chiesa?
Ed ecco sorgere qua e là gruppi di studio biblico e teologico, centri di formazione cristiana e di preparazione ai ministeri, ecco l’organipazione di serie di lezioni di teologia e
di conferenze teologiche, giornate di aggiornamento pastorale ma anche per « laici», ecco le richieste, in minima misura
soddisfatte, di teologi itineranti. Ecco, anche a livello giovanile, dopo un periodo più esclusivamente volto all’impegno
sociopolitico, la li scoperta — documentata dai più recenti
testi della FGEi. e non rimasta a livello teorico — dell’importanza della riiiessione teologica, anche se per la FGEI,
come per cia.scuno, non e mai chiuso il problema della norma: se, cìoì. I mo te logia in funzione della nostra ideologia e della iio-si ra prassi, o se pensiamo e operiamo in funzione della ieo 1 a che 1 Evangelo forma in noi. Se il pro
gramma di Agape mi pare abbia segnato una certa attenuazione (non una scomparsa) di questa tematica, la produzione teologica, a vari livelli, si è fortemente accentuata nelle pubblicazioni della Claudiana. Certo, tutto questo è tuttora vero per una minoranza, nelle nostre chiese, ma è pur
sempre un'indubbia indicazione di direzione, di movimento.
Il fatto sconcertante è che, parallelamente a questo fenomeno rallegrante e a un più frequente e intenso rappor
tito che si prolungherà e approfondirà, speriamo. Ci troviamo di fronte a una crisi della riflessione e dell’insegnarnento teologico, da un lato, e dall’altro a una crisi di vocazioni al pastorato. Non è questo il momento di affrontare
una tematica di tale complessità.
Ma il momento in cui si riaprono i battenti della Facoltà, è rilevante per tutta la chiesa; è rilevante il lavoro
che vi sta per cominciare, un anno ancora; sono rilevanti i
posti occupati e rilevanti i numerosi posti vuoti, i quali
pongono alle chiese, alle famiglie, la domanda: avete ardentemente desiderato e chiesto con perseveranza che fossero occupati? avete offerto alle giovani generazioni una
^®'ptinitaria cristiana che fosse un invito gioioso e una
snda stimolante ä lavorar’Ci ^’a pieno tempo” ?j e ai più giovani fra noi pongono la domanda: se desiderate vivere una
vita vocazionale, non avete, per caso, accantonato troppo facilmente la possibilità di un ministero "tradizionale” che lo
Spirito può rendere costantemente fresco e nuovo? E’ assurdo e stolido contrapporre ministeri "tradizionali” e "nuovi ’; essi non possono che essere complementari e se è desidpabile e urgente che maturino e si preparino nelle comunità e nei distretti ministeri in maggior numero e in più ampia gamma, essi non potranno che affiancarsi — alla pari,
s’intende! — al ministero pastorale, così come la rallegrante ricerca e formazione teologica di base non potrà mai
sostituire il lavorio a pieno tempo di una facoltà teologica.
Il nuovo anno aci^demico della Facoltà Valdese di Teologia, in Roma, si aprirà sabato 28 ottobre con una prolusione del prof. Ugo Gastaldi su « Il comuniSmo dei fratelli
hutteriti»; l’indomani mattina il culto di apertura sarà presieduto nel tempio di Via IV Novembre dal past. Michele Sinigaglia, docente di Antico Testamento. In questa occasione
riportiamo una pagina in cui il teologo Jürgen Moltmann si
pone il problema della predicazione, lo stralcio di una predicazione di consacrazione al ministero della Parola, di uno
dei nostri docenti, e un articolo che abbiamo chiesto a uno
studenti in teologia, Antonio Adamo, della comu
to fra docenti e numerose comunità, si sono diradate le pre- nità di Torino. A tutti coloro ¿he più direttamente vivranno
senze nella nostra Facolta di teologia, a Roma. I motivi sono l’impegno di quest’anno di preparazione, il nostro augurio
profondi e comples'si; anche il Smodo di quest’anno ha ten- fraterno e fiducioso. uuguno
tato un approcci: alla questione e ha cominciato uri dibat
Gino Conte
ìt
Impotenza e spàfaWdella predicazibne
Molti stentano, oggi, a seguire le
predicazioni in chiesa o alla radio.
Dal mondo della pubblicità e da
quello della politica, dal cuore e
dall’inconscio di ognuno tante altre voci ne accaparrano l'orecchio,
ed essi si domandano quale posto
occupi e quale funzione svolga nella loro vita il linguaggio cristiano:
ne traggono qualche utile? li aiuta
Prendere sul serie
la potenza deH’Evangelo
Alcuni anni fa, uno dei docenti presso la nostra Facoltà di teologia era incaricato della predicazione, nel culto
inaugurale del Sinodo, e della consacrazione di tre candidati al ministero della Parola. Il testo della predicazione
era: « Io non mi vergogno deU’Evangelo; perché esso è potenza di Dio per
la salvezza di ogni credente » (Romani 1, 16). Concludendo il predicatore si
rivolgeva come di consueto ai candidati, in questi termini che restano freschi,
all’inizio di un nuovo anno di lavoro
del nostro istituto di formazione pastorale, e che possono anche costituire
un invito a quanti vi sentano risuonare un appello, un incoraggiamento, un
richiamo, da fede a fede.
Fin dagli anni di Facoltà, anzi prima
che voi veniate in Facoltà e ci siate
noti, noi preghiamo perché la sostanza
e la verità di questa parola dell’Apostolo (n.d.r.: il passo sopra citato) si
scolpisca in voi e faccia di voi dei ministri del Signore Gesù Cristo, presi e
animati dalla potenza del suo Spirito.
E ora, a nome di tutta la Chiesa noi
vi diciamo: ricordatevi di questa parola che oggi, insieme con noi, avete
ascoltato. In quest’ora solenne in cui
vi accingete ad andare e a parlare nel
Nome suo, noi vi diciamo: che la forza di questa Parola vi accompagni in
tutto il vostro ministero. Ricercate con
preghiera fiduciosa, con preghiera che
non si lascia fiaccare dalle smentite e
dai silenzi di Dio, con preghiera costante questa potenza, senza la quale tutte
le vostre capacità, tutti gli apparati ecclesiastici possono essere delle ossa
secche senza vita. Affinché non avvenga che dopo la lunga preparazione tecnica a cui vi siete sottoposti, voi siate
dei tecnici del ministero, ma privi del
mistero e della grazia di quella forza
Sua che sola rende autentico un mini
stero cristiano e che sola lo rende autorevole presso coloro che vi saranno
affidati, che sola vi può rendere atti a
maneggiare con efficacia e con successo gli strumenti che noi vi abbiamo
messo nelle mani. Affinché non accada
che voi abbiate a venir meno nella fede in questa potenza, abbiate a considerare l’Evangelo una debolezza e abbiate a vergognarvi dell’Evangelo andando alla ricerca di altre forze su cui
fondare il vostra ministero. Gli uomini
che v’incontrano rimarrebbero profondamente delusi da voi, perché troverebbero presso di voi certi conformismi di attualità, un certo intuito spirituale, una certa capacità professionale
acquisita attraverso lunghi anni di ministero — quella.che nei nostri ambienti si usa chiamare "esperienza pastora-;
le” — ma non troverebbero quel che
cercano di fatto.
Non siate timidi a parlare dell’Evangelo, non lasciatevi prendere dalla tentazione di ridurre è semplificare l’Evangelo rendendolo banale, nel timore che
l’Evangelo sia troppo difficile e complicato per gli uomini che vi ascoltano:
formate voi con l’Evangelo negli uomini la mentalità nuova capace di capire
l’Evangelo, nella convinzione che né
l’ignoranza né la cultura possono essere di ostacolo alla potenza trasformatrice e formatrice dell’Evangelo.
Non lasciatevi troppo impressionare
dairincredulità del mondo e dalla poca
fede della Chiesa e non prendetele troppo sul serio, perché questo sarebbe un
segno che non prendete abbastanza sul
serio la potenza deH’Evangelo e la sua
capacità di fare tutte le cose nuove.
L’Evangelo da voi annunziato sia « dimostrazione » di potenza (1 Cor. 2, 4),
affinché la fede di quelli che vi saranno
dati, sia fondata su Dio e su Dio soltanto.
Vittorio Subilia
a vivere in modo più fiducioso e
più libero? e — questo è l’essenziale — si limitano a udire di tanto
in tanto questo linguaggio, o imparano a parlarlo essi stessi, sì che
altri uomini siano resi coraggiosi
per credere e liberi per amare?
Una lingua deve essere parlata, e
l’udire è un fatto vivo soltanto
quando porta a un parlare personale, autonomo. La lettura della
Bibbia in traduzioni vecchie e nuove, il processo d’apprendimento
dell’istruzione cristiana e l’ascolto
di predicazioni rimangono unilaterali, quando negli uomini non si
avvia il processo di trasferimento
di questo linguaggio nel proprio
linguaggio e nel rapporto quotidiano con gli altri uomini. Ogni
predicazione vorrebbe avviare
questo processo di trasferimento,
di "traduzione”, eppure, proprio
per sua natura, gli è spesso di
ostacolo.
Sono stato per cinque anni pastore in una comunità di campagna, nei dintorni di Brema, e ho
sperimentato di persona i problemi del predicatore. Ora che sono
professore di teologia predico regolarmente nei culti universitari.
Non per questo i problemi sono
diventati meno gravi. Quale membro di una comunità, ascolto regolarmente delle predicazioni, e come tutti gli altri sono anch’io spesso deluso e talvolta entusiasta.
Ho dunque nel sangue i problemi
dell’uditore di predicazioni. Eppure — questo, certo, può essere detto solo a titolo personale —, malgrado il peso e la delusione che
spesso la predicazione e l’ascolto
della predicazione rappresentano,
peso e delusione che causiamo
ad altri o che sperimentiamo noi
stessi, malgrado ciò la predicazione pronunciata e ascoltata costituiscono una promessa e una speranza costantemente rinnovate.
Questo linguaggio è una gioia incomparabile, ogni volta che la liberazione dell’uomo trova espressione e ogni volta che in questa li
berazione l’uomo si ritira sullo
sfondo e il fatto si fa udibile in
piena evidenza. Il "fatto", la "realtà" della predicazione e dell’ascolto della predicazione è la persona
di Gesù Cristo, altrettanto sconvolgente quanto liberatrice. Quando egli prende la parola e ci fa udire il suo appello, allora cadono le
catene, quelle interiori e quelle visibili, che così spesso rendono gli
uomini tristi e duri. Si fa allora
percepibile una libertà, per la quali 29 ottobre, per la
DOMENICA DELLA RIFORMA
le chiese sono invitate
a dedicare le collette
alla SOCIETÀ’ BIBLICA
le solitamente non si trova coraggio. Si è allora invitati alle nuove
possibilità che essa offre, possibilità neppure immaginate, ritenute
anzi troppo ambiziose. Dovunque,
ogni volta che ciò accade, la gioia
di Dio viene su di un mondo che
invece è spesso spiacevole.
Perché si va ad ascoltare una
predicazione? Non è forse per la
speranza spesso inespressa di
ascoltare e di pronunciare questo
linguaggio liberatore? Credo che
la gioia di parlare e di udire parlare del Cristo di Dio e del suo regno,
sia maggiore che Tirritazione per
la viltà, la vanità e l’indurimento
dell’uomo. Essa è più grande, almeno come anelito, di tutti i lamenti che si levano riguardo a
chiese troppo moderne o troppo
invecchiate. Deve essere perciò più
grande anche di tutte le proteste e
di tutte le accuse rivolte àìYèstablishment nella chiesa e nella società, perché questa gioia e il desiderio che se ne ha, sono pur sempre il respiro della protesta, la ragione di tante delusioni e la spinta
a riprovare costantemente.
Il linguaggio, che vorrei parlare
e udire riguardo a Dio, è il linguaggio della liberazione. La prima e
l'ultima parola di questo linguaggio è: gioia.
Jürgen Moltmann
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pag. 2
N. 43 — 27 ottobre 1972
Sia -santificato^il tuo nome
“ ^ ? • ! l.i'i .*ÌMhC»T òtK" ! f
Dopo aver udito e creduto che l'Iddio unico è il totalmente
altro, ed è anche il Padre di coloro che credono in lui per mezzo
di Gesù Cristo, gli uomini possono accingersi a chiedere a Dio,
come Padre, quello che il loro cuore desidera. Dev’essere però
adempiuta una condizione preliminare indispensabile: bisogna
che sia avvenuta in loro quella trasformazione fondamentale
che li induce a pensare, a parlare e ad agire in modo non più
diverso, ma affine al modo di Gesù Cristo, così da potersi presentare al Padre « nel nome di lui ».
Soltanto così essi potranno chiedere cose veramente buone, utili non solo a loro stessi, come la loro tendenza naturale
li porterebbe a fare, ma tali da poterli inserire nell'economia
generale del mondo. Ed allora essi potranno dire con piena coscienza « sia santificato il tuo Nome ». Il Nome sta per la persona; quindi il credente deve desiderare innanzi tutto che la
persona, l’essenza di Dio sia riconosciuta da tutto l’universo
come 1 elemento fondamentale, che Dio sia da tutti riconosciuto e venerato come l’origine e il sostegno di ogni cosa, e che occupi nel cuore di ognuno il posto che gli spetta, cioè quello centrale, prima di ogni altro affetto e di ogni altro desiderio, in modo da essere il motore di ogni azione, la base e il sostegno di
ogni esistenza, la sorgente di ogni vita. Solo ricevendo questo
per fede gli uomini si mettono in grado di vedere attuato quanto desiderano, quanto chiederanno nelle domande seguenti.
Lino de Nicola
LA ’’CHIESA DEL DIALOGO” ALLA PROVA
LA BIBBIA NON LETTA
Il profeta della ricostnizleoe
AGGEO
Per arrivare al profeta Aggeo bisogna fare un balzo di oltre mezzo secolo nella storia della Bibbia. Siamo quindi nella seconda metà del VI secolo
a. C., nel periodo della ricostruzione di
Gerusalemme, dopo il rimpatrio dalla
cattività babilonese. Ai fatti storici abbiamo già accennato (vedi Neemia e
Esdra) per cui non ripeteremo. Notiamo però che il lungo periodo precedente non era stato senza profeti, poiché,
acccanto ad Abdia, del quale abbiamo
parlato, ci furono grandi profeti come
Geremia ed Ezechiele, nonché gli autori delle « Lamentazioni » (Geremia?)
e della seconda parte del libro di Isaia.
Trattandosi però di scritti che si presume siano più letti, essi non rientrano nei limiti della « Bibbia non letta ».
Aggeo è invece uno dei cosiddetti
« Profeti minori » e la sua missione
si svolse nel breve lasso di tempo di
poche settimane, nell'autunno dell'anno 520 a. C. Ricordiamo che Gerusalemme era stata distrutta dai Babilosi nel 586 a. C. e che l'esilio durò circa cinquant'anni, in quanto l’editto di
Ciro, che autorizzava i Giudei a tornare in patria è del 538 a. C. Gli Ebrei
erano dunque ormai sotto la protezione (e dominazione) dei Persiani, e vi
rimasero per circa due secoli.
Appena tornati sul suolo palestinese
gli esuli misero mano alla ricostruzione di Gerusalemme, ma furono ripetutamente ostacolati dalla ostilità invidiosa dei Samaritani, i quali riuscirono persino a far sospendere i lavori,
appena iniziati, della fabbrica del nuovo tempio. Fu solo nel secondo anno
del regno di Dario (e qui troviamo Aggeo) che si potè riprendere l’opera. Aggeo fu il profeta animatore di tale ricostruzione.
QUATTRO APPELLI
ALLA RICOSTRUZIONE
Il suo libro, che consta appena di
due capitoli (con un totale di soli 38
versetti), contiene il sunto, o estratti,
di quattro discorsi, ognuno con l’esatta precisazione della data in cui furono pronunziati. I discorsi sono indirizzati a Zorobabele, il governatore, e
a Giosuè, il Sommo Sacerdote, ossia
alle due massime autorità locali, e, attraverso a loro, a tutto il popolo. Tema comune è l’esortazione a ricostruire il Tempio, con tutte le promesse di
benedizioni che tale opera avrebbe
comportato e tutte le maledizioni che
un’eventuale disubbidienza avrebbe attirato. Impossibile riassumere i quattro brani, già riassunti al massimo nel
testo biblico. Basti ricordare che il
primo esorta i Giudei a non pensare
soltanto alle loro case, ormai ricostruite (i primi reduci erano ormai a Gerusalemme da 16 anni!), ma anche alla
« Casa dell'Eterno ». Nel secondo discorso si predice che la gloria del secondo tempio sarà ancora maggiore di
quella del primo. Nel terzo si afferma
che nulla può essere veramente santificato e puro finché non ci sia un tempio. Nel quarto si elogia Zorobabele,
come il predestinato alla grande opera comandata da Dio.
LA GRANDE UTILITÀ'
E L.. PERICOLI DI UN BEL TEMPIO
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Quello che colpisce, innanzi tutto, ii
lettore è la frequenza con cui è ripetuta l'espressione « l'Eterno degli Eserciti » (ben 14 volte in 38 versetti). Trattasi di un appellativo che il Profeta
prediligeva, quale affermazione della
sovranità di Dio. L’espressione si ritrova anche in altri libri della Bibbia, ma
occorre notare che, se anche qualche
volta ha un significato militaresco e si
riferisce agli « eserciti » del popolo di
Israele, molto più spesso (come in questo caso) si riferisce agli « eserciti »
celesti e alle meravigliose opere del
creato, visibile e invisibile, che ubbidiscono al loro Sovrano.
La seconda cosa che possiamo notare e che la predicazione di Aggeo (lo
stesso si potrà dire per Zaccaria) fu
di grande efficacia: infatti, solo quattro anni più tardi, il nuovo tempio poteva già essere inaugurato. Eppure anche questa bellissima opera fu un’arma a doppio taglio. Infatti, mentre da
una parte era destinata a servire di
centro propulsore della vita religiosa
del popolo, finì poi per assorbirne tutto l’interesse, finché il tempio, la gerarchia sacerdotale, i riti e quanto
con essi collegati finirono per accentrare tutti i poteri, i privilegi ecc... È
il pericolo che corrono tutte le « istituzioni »: quanto più sono perfette,
tanto più diventano necessarie, indispensabili e, quindi, accentratrici e...
scopo a se stesse. Utilissimo come centro ispiratore della vita religiosa del
popolo, come centro di unità e di servizio, il tempio ebbe la funzione di
accentrare attorno a sé la futura storia del popolo della Bibbia, ma finì,
purtroppo, per diventare un centro di
potere, sempre più intollerante di ogni
ispirazione religiosa che non gli si sottomettesse. Basta leggere i Vangeli per
rendersi conto di come Gesù abbia dovuto lottare contro la religiosità arroccata attorno al tempio ed alle sue istituzioni e autorità.
Evidentemente erano tutte cose che
Aggeo, per quanto profeta, non poteva
prevedere; per lui il nuovo tempio doveva essere lo strumento della rinascita spirituale del suo popolo « la gloria
di questa casa sarà più grande di quella della prima... e in questo luogo io
darò la pace — dice l'Eterno degli
eserciti ». Cosa avrebbe detto, povero
Aggeo, se avesse saputo che proprio in
quel tempio, sia pure molto più tardi
nel corso dei lavori di ampliamento ad
opera di Erode, si sarebbe deciso di
uccidere il Messia?
Eppure la vicenda che egli, inconsapevolmente, originò, non fu la prima,
né tanto meno l’ultima, nella storia,
soprattutto nella storia religiosa. Quante istituzioni, nate per essere centri di
rinnovamento religioso, di servizio del
Signore e del suo popolo, hanno finito
per diventare centri di potere, sempre
pronti a combattere e soffocare (come
per il caso di Gesù) chiunque osasse
criticarfi!
> Ma di tutte le vicende posteriori,
Aggeo non ha colpa alcuna, la sua fu
parola forte e convinta e, cosa che non
sempre capita anche alle migliori predicazioni, fu ascoltata e messa in pratica.
Sfrattato un convegno hiiliGO
Il vero volto della « chiesa del dialogo » viene ogni tanto alla luce. Così
cadono le illusioni, ma anche le speranze.
Sabato 14 e domenica 15 ottobre doveva svolgersi a Roma, presso il collegio delle suore del Sacro Cuore a Trinità dei Monti, che già un mese fa si
erano dichiarate disposte ad ospitarlo, un convegno biblico indetto dal Comitato di collegamento tra le comunita cristiane di Roma. Si tratta per lo
piu di comunità cattoliche di base, di
gruppi di ricerca biblica più o meno
indipendenti dall’istituzione ecclesiastica, di nuclei di credenti cattolici ed
evangelici che cercano un nuovo modo
di essere chiesa. Partecipavano al convegno 22 comunità, insieme a molti sacerdoti, catechisti, biblisti, tra cui, da
pane cattolica, don Mario Caminetti e
p. Ortensio da Spinetoli. Da parte evangelica c’erano il pastore Giorgio Girardet (che ha tenuto la relazione introduttiva sulla « liberazione degli oppressi » commentando Luca 4: 12-30) e
il pastore Michele Sinigaglia della chiesa battista di via Teatro Valle. Erano
anche presenti, come gruppi, la redazione di « Nuovi Tempi » e quella di
« Gioventù Evangelica ». In tutto hanno preso parte al convegno circa 200
persone.
Qra è successo che all’ultimo mornento il nuovo pro-vicario di Roma arcivescovo Poletti, insediato tre giorni
prima, ha imposto alle suore del Sacro Cuore di rifiutare la sede già concessa, adducendo come motivazione
che le attività delle « comunità ecclesiali » non sarebbero compatibili « con
la vita e la quiete di un istituto religioso ». Val la pena di riferire che proprio
il giorno precedente mons. Poletti, nel
suo primo messaggio ai fedeli e sacerdoti romani, aveva dichiarato di volersi impegnare a « dare un volto sempre più autentico di unità, di carità,
di afflato nrissionario » alla diocesi di
Roma, precisando che il suo programma sarebbe stato fondato sul « dialogo con tutti ». Gli ha fatto puntualmente eco, domenica 15, il pontefice
stesso che, nel corso del consueto appuntamento domenicale con i fedeli
convenuti a Piazza S. Pietro, ha dedicato a mons. Poletti (non certo a coloro che questi aveva sfrattato) l’intenzione della preghiera dell’« Angelus » e
ha concluso dicendo: « Aiutateci a
camminare insieme nella carità ». Dialogo, carità, unità, solidarietà, missione: concetti e parole evangeliche al
servizio di atteggiamenti e procedure
anti-evangeliche.
Il convegno biblico ha avuto ugualmente luogo, superando non facili problemi logistici e organizzativi. Il sabato pomeriggio ci si è riuniti nella sede
della Casa della Cultura, in largo Arenula; domenica mattina presso la « Casa di cultura proletaria » fondata alla
Magliana da don Gerardo Lutte: qui
ha avuto luogo anche una celebrazione
eucaristica presieduta da don Lutte,
con distribuzione di pane e vino, cui
hanno preso parte anche gli evangelici. « È stato un momento di comunione fraterna molto intenso » scrive
« Nuovi Tempi » del 22 ottobre. Domenica pomeriggio infine il convegno si
è ritmito nel tempio battista di via
Teatro Valle. Al termine dei lavori sono stati redatti due documenti, uno
sulla lettura della Bibbia e l’altro sull’attuale momento politico. Inoltre è
stata presa una decisione importante:
quella di costituire prossimamente una
« Assemblea cristiana in Roma » che
dovrà cementare ed esprimere l’unità
che sta maturando tra i diversi gruppi e comunità. Così proprio a Roma,
« centro della cattolicità », il dissenso
cristiano si sta dando forme organizzative migliori e strumenti operativi
più adeguati.
Sul fronte opposto, non si può non
constatare che la decisione di mons.
Poletti di « sfrattare » il convegno biblico delle comunità di base è una ennesima riprova che è lecito dubitare
della realtà della « conversione al dialogo » da parte di Roma. Q meglio: la
« chiesa del dialogo » predicata a tutto il mondo, con tanta enfasi, da
Paolo VI, è sempre ancora, nello stesso tempo, la chiesa del non-dialogo, la
chiesa autoritaria che non discute ma
impone. Chiesa del dialogo, si, finché
il dialogo non mette in questione le
sue sicurezze dogmatiche e istituzionali, i suoi poteri giuridici e sacramentali, le sue alleanze politiche, i suoi
privilegi, le sue ricchezze. Ma quando
il discorso interno alla chiesa si fa critico e diventa radicale perché diventa
evangelico, allora finisce la chiesa del
dialogo e ricomincia quella del monologo, non c’è più niente da dire c’è solo più da ubbidire mentre da parte delT«autorità superiore » non si ascolta
più, si comanda soltanto.
Paolo Ricca
Cronache antimilitariste
(r.
mero
p.) Come annunciato nel nuprecedente, in occasione della
conferenza stampa data dal Movimento
antimilitarista internazionale, doveva
tenersi presso la corte d’assise di Torino il processo contro reati d'opinione
commessi da nove pacifisti in occasione di due manifestazioni avvenute in
Torino il 17 marzo e il 4 novembre 1971
(vilipendio alle forze armate e istigazione a militari a disobbedire). L’udienza in effetti è stata assai breve in quanto il processo stesso è stato rinviato a
nuova data. Uno degli imputati era assente, perché detenuto nelle carceri di
Avezzano per presunto uso di droga (il
processo non si è ancora svolto). Il giudice ha accolto sia l’istanza della difesa
che del pubblico ministero i quali avevano appunto chiesto il rinvio per Tinscindibilità delle singole posizioni.
■ylr Gualtiero Cuatto, di cui ci siamo già occupati in occasione della recente marcia antimilitarista CondoveSusa, è un obiettore che ha rifiutato la
Notiziario Evangelico Italiano
Dalla Libreria
Sacre Scritture
Roma
Ernesto Ayassot
« Qggi la Bibbia interessa più di quello che noi pensiamo » dice il Pastore
Bertalot, direttore della Libreria Sacre Scritture a Roma.
« Diffondiamo la Bibbia insieme » è
il titolo di un opuscolo che la Libreria
ha pubblicato ad uso dei suoi collaboratori. È scritto dal Past. Bertalot e
parla delle esperienze degli ultimi anni, esaminando in particolare le consultazioni giovanili e le campagne comunitarie.
Durante i mesi estivi ci sono stati
incontri con le comunità evangeliche
di Catania, Palermo, Taranto, Mottola
(battiste, valdesi, pentecostali). In questi incontri sono state prese insieme
decisioni, sono state esaminate le possibilità di lavoro dei singoli credenti e
delle comunità e, come segno tangibile dell’impegno, la Libreria ha avuto
una notevole ordinazione di Bibbie da
queste Chiese.
In alcune Scuole domenicali, specie
nelle Valli, sono stati distribuiti dei
salvadanai per la raccolta di offerte
destinate alla diffusione della Bibbia.
Queste offerte sono state trasmesse
alTAlleanza Biblica Universale.
In agosto un campo giovanile delle
Società Bibliche per la diffusione delle Sacre Scritture ha riunito in Porto
gallo giovani di ogni paese e confessione. Vi hanno partecipato cinque italiani.
Dalla Chiesa Apostolica
in Italia
Gli Apostolici hanno scelto per Tanno 1972-73 un nuovo motto: « L’Eterno
il tuo Dio è in mezzo a te, come un
potente che salva» (Sofonia 3: 17).
Il Consiglio nazionale di apostoli e
profeti si è riunito a Grosseto il 23, 24
e 25 settembre. Ricordiamo che uno
dei punti di fede della Chiesa Apostolica è: « Governo spirituale della chiesa mediante Apostoli, Profeti, Evangelisti, Pastori, Dottori, Anziani e Diaconi ».
Ai giovani sarà dedicato il 15® Convegno di studio che avrà luogo a Napoli dal 1° al 5 novembre. Il tema generale sarà: « Il giovane credente tra
la Chiesa e il mondo ».
Una porta si è aperta a Roma per
gli Apostolici: una sala di culto è stata inaugurata nel mese di luglio nel
centro storico della città (Via Urbana
85). Erano presenti fratelli venuti da
varie città e il Presidente della Chiesa
Apostolica pastore Howells; ha predicato il pastore Affuso. Grande era la
gioia di tutti per il nascere di questa
nuova opera, sorta con la collaborazione delle altre comunità apostoliche.
Inda Ade
limi
Una esperienza ecumenica giovanile
Oltre sessanta giovani tra cui una diecina
di evangelici provenienti da Venezia, Mestre,
Roma,, Lisbona, si sono incontrati daini al
17 settembre a St. Jacques d'Ayas, una delle
più belle località della Valle d’Aosta, per il 3"
« Campo giovanile di esperienza ecumenica »
organizzato dal Segretariato Attività Ecumeniche sul tema : « Ecumenismo in Cristo nostra
speranza ».
Il campo, autogestito dai giovani, ha impegnato i partecipanti in una riflessione essenzialmente biblica introdotta giornalmente, nella riunione plenaria, alternativamente da un
sacerdote o da un pastore. I cinque gruppi di
studio hanno orientato in piena libertà le loro
discussioni partendo dai testi proposti e tratti
dall’Evangelo di Luca : la nascita di Giovanni Battista, il cantico di Zaccaria, la predicazione di Gesù nella sinagoga di Nazareth,
le beatitudini, i discepoli di Emmaus, ed hanno saputo creare una atmosfera di gioiosa
spontaneità e di fraterna comunione definita
« unica » dai più.
I gruppi hanno cercato di evitare Tastrattezza di discussioni e speculazioni accademi
camente teologiche avulse dai problemi concreti della vita quotidiana, anzi il problema
basilare delLimpegno del cristiano nella società
in cui vive è stato al centro della riflessione.
Tutti hanno convenuto nel riporre una profonda speranza nel progresso dello spirito
ecumenico e nel riconoscere, a livello giovanile, una unità di base tra cattolici ed evangelici
nella sensibilità alla presenza di Cristo, di un
Cristo unico inteso allo stesso modo da tutti.
Si è notato, ad esempio, che senza una previa conoscenza dell’appartenenza dell’interlocutore ad una specifica confessione, sarebbe
stato difficile rivelarne Tidentità. Grande
spontaneità nei canti intonati da tutti, ad es.
durante i pasti, profonda partecipazione alle
riunioni di preghiera ed alla liturgia della
parola celebrata nella minuscola chiesetta del
villaggio gentilmente messa a nostra disposizione, e dove ciascuno ha potuto intervenire
portando un ricco contributo di meditazione
e di preghiera spontanea.
Significativa per i partecipanti è stata la
libera partecipazione alla vita religiosa della
pìccola comunità di St. Jacques guidata dal
parroco Don Michele, ed indimenticabile la
sua testimonianza dì fede maturata nell’ìsolamento fuori dagli schemi della tradizione, fede genuina e trasparente straordinariamente
comunicativa e liberante.
Altamente positivo dunque l’esito di questo incontro, segno modesto ma vivo della nostra unità in Cristo, unità che abbiamo profondamente sentito anche se intaccata da dolorose fratture, come l’impossibilità di comunicare alla stessa mensa eucaristica.
Il campo è stato diretto da Don Germano
Pattare e Don Sandro Spinsanti e dai pastori
Giovanni Scuderi della Chiesa Valdese di Roma e Angelo Chiarelli della Chiesa Battista
di Centocelle (Roma), con la collaborazione
di Don Innocenzo Gargano (da Camaldoli) e
del prof. Emilio Zanetti (dì Belluno).
A loro ed agli organizzatori del campo, prof.
Mario Gnocchi e Vanna Rossetti, ed alla
presidente del S.A.E., prof. Maria Vingiani,
i nostri ringraziamenti per questo campo così ricco, in attesa di potere rivivere una esperienza di fede cosi vivificante.
Èva Martin?
chiamata alle armi e attende da un
giorno alTaltro di essere arrestato dai
carabinieri. Assieme ad un altro obiettore, l’operaio Carlo Filippini, si è presentato presso il « Club giovani spastici » di Torino per offrire il proprio lavoro volontario in favore dei giovani
handicappati che sono ospiti di questo
centro ,nato prima oon finalità ricreative e che poi ha aperto un laboratorio
di legatoria. Con questo servizio, i due
giovani obiettori intendevano dimostrare che è « assurdo » lavorare per la
pace preparando la guerra » e che la
patria si può anche servire « aiutando
i compatrioti e i fratelli, a cominciare
dagli ultimi ». Carlo Filippini è stato
già arrestato e Gualtiero Cuatto è in
attesa di identica sorte. Egli ha detto:
« So già cosa mi aspetta. Due o tre .mesi di carcere preventivo a Peschiera,
poi il processo e la condanna, che si ripeterà fino a raggiungere due o tre anni di galera. Infine,' per risolvere la situazione, verrò forse riformato. Per deficienza mentale ». Il presidente del
Club ha detto che l’aiuto dei due giovani e di altre persone generose era
per loro vitale, ed ha soggiunto: « ma
quei due vengono considerati fuorilegge ». Intanto, un altro obiettore si è
presentato al Club per sostituire il
compagno arrestato. Si tratta di Carmelo Fascetta, studente, che presterà
servizio volontario e naturalmente gratuito finché non verrà arrestato dai carabinieri. Lo stesso giovane ha anzi
provveduto ad avvisare il distretto militare e i carabinieri del suo nuovo recapito.
. E’ iniziato presso la sede del movimento antimilitarista di Torino uno
sciopero detta fame per sollecitare il
riconoscimento delTobiezione e per la
liberazione di Pietro Valpreda. La manifestazione, che doveva svolgersi in
pubblico, è stata vietata. Fra i sei digiunatori vi è la professoressa Giuliana Cabrini, autrice del libro « alla mia
prof, con rabbia » che come noto è stato molto discusso ed ha provocato per
l’insegnante una lunga serie di trasferimenti da un istituto ad un altro.
Anche a Roma, al momento in
cui scriviamo, continua da oltre tre settimane un digiuno di protesta contro
la mancata legislazione per l’obiezione
di coscienza e per il caso Valpreda e
compagni. In modo particolare, l’obiettore Alberto Gardin e il radicale Marco Pannella hanno deciso di portarlo
« fino alle estreme conseguenze ». Ne
dà notizia un comunicato del partito
radicale che, in base agli ultimi bollettini medici, ha definito « preoccupanti e pericolose » le condizioni fisiche
dei due.
Al momento di andare in macchina apprendiamo che anche Gualtiero
Cuatto è stato tratto in arresto, mentre era al lavoro presso il Club degli
spastici di Torino.
Torino : l'assemblea delle comunità
cristiane di base solidale
con un obiettore di coscienza
Esprimiamo la nostra solidarietà a Carlo
Filippini, arrestato oggi alle ore 17 mentre
prestava servizio gratuito presso il Club degli
Spastici di via del Lionetto 15 a Torino.
Carlo Filippini, operaio di Brescia, chiamato a presentarsi alle armi al CAR di Palermo il 16 giugno, non ha risposto alla chiamata, obiettando per motivi morali e politici.
Egli ha lasciato la famiglia ed il lavoro ed ha
deciso di prestare servizio volontario utile alla collettività per dimostrare concretamente
la sua disponibilità per un servizio di pubblica
utilità. Ha lavorato per un certo tempo presso la comunità di Capo d’Arco (handicappati)
e recentemente è giunto a Torino dove ha
cominciato a prestare servizio gratuito presso
il Club degli Spastici in qualità di autista.
Quivi è stato arrestato mentre svolgeva il
suo servizio volontario.
Intendiamo esprimere a Carlo Filippini la
(continua a pag. 3)
3
s- 27 ottobre WI2 — N. 43
pag. 3
# Proseguiamo nella presentazione del Programma di lotta contro
il razzismo, lanciato dal Consiglio ecumenico delle Chiese; dopo
aver tracciato, a grandi linee, la storia di questo « fondo speciale »
e sintetizzato i criteri che lo reggono (1) e dopo aver indicato quali
ne sono i cespiti e a quali organismi sono stati fatti finora versamenti (2), esaminiamo questa volta le reazioni che esso ha suscitato nelle Chiese e le risposte che il CEC ha dato alle critiche ricevute da alcune parti Mentre la Svizzera si avvia al referendum
popolare sugli articoli d’eccezione che vietano attualmente l'attività
d^i Gesuiti sul territorio della Confederazione, abbiamo chiesto al
LA CHIESA ^LA SUA MISSIONE NEL MONDO
past. J.-F. Rebeaud, di cui ricordiamo con piacere e gratitudine il
periodo di servizio in Italia e che attualmente è pastore a Bex
(Vaud), di illustrarci il problema e la posta in gioco e le posizioni
a confronto: uno dei molti aspetti che può assumere il problema
dei rapporti Stato-Chiese, oggi particolarmente vivo nel nostro paese
0 A Firenze, il movimento cattolico di aiuto allo sviluppo del Ter
zo mondo, « Mani tese », e il movimento dei « Cittadini del mondo »
hanno organizzato alcune giornate di studio e di manifestazioni con
cui vogliono invitare l’opinione pubblica a una 'coscienza di mondialità', a pensare e a sentirsi responsabili a livello planetario
^ Nel Medio Oriente in tensione gli organi del CEC stentano a
trovare un luogo d’incontro.
---_________________________________________________________________________
Sfollilo speciale del prooramma contro il razzismo del CEC @ La questione dei Gesuiti in svizzera
LE OFFERTE
LA STESSA
E LA LORO
IDENTITÀ'
FUNZIONE — IL
DELLA CHIESA,
DIBATTITO SUL P.L.R. CHIEDE IL RIESAME DELDELLA SUA TEOLOGIA, DELLA SUA MISSIONE
Proseguiamo l'esposizione sul Fondo
Speciale del CEC relativo al suo programma di lotta al razzismo (P.L.R. ).
Esamineremo in questa terza puntata
i problemi che riguardano il futuro di
questo fondo, sempre valendoci del
documento presentato alla riunione
del comitato centrale di Utrecht e riputato sul n. 26 del soepi.
Coll’occasione ricordiamo a tutti i
lettori ed alle comunità che le sottoscrizioni in danaro per sostenere questa iniziativa possono essere inviate al
conto corr. postale n. 2/39878 intestato
a Roberto Peyrot, corso Moncalieri 70,
Torino.
PROBLEMI
SULL'AVVENIRE
DEL FONDO
La Commissione del PLR ha ritenuto
che parecchie risposte dovevano esser
date a varie domande, affinché il Comitato centrale sia in grado di assumere decisioni responsabili.
Le offerte hanno costituito uno stimolo? È certo che, in pareccchi casi,
le offerte hanno avuto un effetto stimolante, particolarmente nell’Africa
australe. I programmi umanitari dei
movimenti di liberazione (Frelimo,
Paigc. Mpla) hanno ricevuto delle of' ferte a volte notevoli da parte di certi
governi, quali quelli dei Paesi Bassi,
della Svezia, della Danimarca, della
Norvegia. Questi governi sono stati influenzati direttamente o indirettamente dalla decisione del CEC, anche se
alcuni di loro erano già orientati in
quella direzione. In Gran Bretagna la
«Joseph Rowntree Welfare Trust» ha
deciso di sostenere detti movimenti dopo aver consultato un membro della
. Commissione del PLR. Inoltre, parecchie Chiese-membro o le loro organizzazioni hanno deciso di devolvere del' le offerte a uno o a parecchi movimenti. Per conto loro, la Commissione del
servizio mondiale della Federazione luterana mondiale e la Commissione Aiuti del CEC (Cesear) hanno approvato,
sulla base dei rispettivi mandati, un
progetto di aiuti materiali a uno o più
movimenti. Più di recente, la Commissione della partecipazione delle Chiese
allo sviluppo (Cped) ha fatto un’offerta di 50 mila dollari all’Istituto del Mozambico (Frelimo). Infine, il PLR riceve regolarmente, da parte di Chiese,
di organismi laici e di singole persone delle offerte specificatamente destinate alle organizzazioni che hanno avuto oflerte dal Fondo speciale. Ciò non
-Significa che le offerte provochino automaticamente presso altre organizzazioni il desiderio di offrire un maggior
appoggio ai beneficiari del Fondo. Ad
esempio in Gran Bretagna, la libera
Università di studio e di civilizzazione
riera ha deciso di rendere l’offerta avuta perché essa non era riuscita a su^itare un appoggio più importante,
dato che il suo ammontare è stato ri^'tenuto troppo basso per poter realizzare il suo scopo.
Le offerte hanno raggiunto il loro
scopo? Scopo principale del Fondo è
quello di « favorire la presa di coscienza delle popolazioni vittime dell’oppressione razziale e di sviluppare le loro facoltà organizzative ». La misura
in cui la realizzazione di quest’obbiettivo è stata resa possibile dalle offerte
non può esser valutata in modo quantitativo dato che il PLR non ha chiesto
ai beneficiari di precisare l’uso delle
offerte stesse. Tuttavia, parecchie organizzazioni hanno spontaneamente riferito quanto avevano realizzato col loro uso. Inoltre, diverse organizzazioni
hanno preso contatto col PLR e con
altri settori del CEC per discutere assieme i loro programmi. Da questi contatti si deduce chiaramente che le
offerte hanno permesso alle organizzazioni interessate di portare a buon fine
i loro programmi umanitari basilari.
Eccone qualche esempio:
In Zambia, il Gruppo Africa 2000 ha
organizzato dei programmi educativi
sia nelle scuole che fra adulti sul razzismo in Africa australe e sulla necessità di dare un appoggio africano ai movimenti di liberazione. Questi programmi hanno successivamente provocato
contatti diretti e appoggi a detti movimenti.
L'Istituto del Mozambico (Frelimo)
ha potuto aumentare la produzione
agricola nei territori liberati con un
conseguente aumento delle esportazioni verso la Tanzania. Altri notevoli progressi esso ha conseguito nel campo
educativo.
L’organizzazione Swapo (movimento
di liberazione in Namibia) ha sensibilmente sviluppato il suo programma sanitario, educativo, di alloggiamento, di
rifornimento viveri, di vestiario e di
trasporti fino alle regioni dello Zambia
e del Botswana dove vivono oltre 2.500
profughi in campi.
In Giappone, il comitato di difesa
giuridica delle minoranze difende con
vigore e con successo la causa dei coreani vittime di una sempre maggior
discriminazione razziale. In Gran Bretagna il movimento anti-apartheid si è
rivolto a sconi divulgativi, quali la
stampa in più linsue di un opuscolo
sulla strategia di difesa del Sudafrica
e la sua distribuzione in Africa, ecc.
Le offerte hanno suscitato una presa
di coscienza sia da parte degli oppressi che da parte degli oppressori? Mai
fin’ora, nella storia del CEC, una decisione ha avuto un cosi considerevole
effetto educativo, sia sugli oppressori
che sugli oppressi. Dopo un periodo
passionale durante il quale venne gridato « allo scandalo » da parte di certi
settori della comunità atlantica, e il
CEC è stato accusato di « appoggiare
campagne di assassinio in Africa australe », si è sviluppato un dibattito più
realistico, che ha fra l’altro posto in
evidenza la necessaria distinzione fra
la violenza oppressiva e quella liberatrice. Il dibattito ha permesso di chiarire parecchi malintesi;
1) In Africa australe il CEC, che
ha carattere mondiale, non può solo
ascoltare i suoi membri liberali (nel
senso progressista della parola: n.d.tr.)
Medio Oriente: zona troppo calda
Le tensioni del Medio Oriente costringono organi assistenziali del C.E.C.
a rinviare riunioni previste nella regione
Ginevra, 18 ottobre (soepi) — Importanti riunioni del CEC, che inizialmente dovevano tenersi nel Medio
Oriente, avranno invece luogo a Ginevra. La Commissione « Mutuo aiuto e
servizio delle Chiese e assistenza ai rifugiati » (CESEAR) aveva infatti previsto che le sue sottocommissioni ed
essa stessa si sarebbero incontrate in
varie città mediorientali, fra cui Beirut, Il Cairo e Gerusalemme, riunendosi poi in seduta comune ad Amman,
in Giordania, dal 19 al 23 novembre.
È stato ora deciso che tutte le riunioni avranno luogo a Ginevra dal 18
al 24 novembre. Alan Brash, direttore
della CESEAR, ha dichiarato: « Ultimamente sono sorte difficoltà in gran
numero, sul piano pratico, sia da parte
'dei membri della Commissione che dovevano riunirsi in varie località, sia
per ciò che riguarda l'organizzazione
in loco. Alla Commissione non restava
altra soluzione che il rinvio del progetto d’incontro nel Medio Qriente ».
I dirigenti del CEC sperano che sarà possibile alla Commissione riunirsi in quella regione in data ulteriore.
La riunione delle commissioni in Medio Qriente aveva lo scopo di permettere una presa di contatto con le Chiese locali e di condividerne le preoccupazioni.
Illllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllillllilll»
LESQTHQ
CENTENARIO DI UNA SCUOLA
Morija (spp) — La scuola femminile
di Morija, nel Lesotho, ha festeggiato il
suo centenario. È stata fondata il 5 agosto 1871 a Thaba Bossiu, nel Basutoland, allora protettorato britannico,
da inviati della Società delle Missioni
Evangeliche di Parigi. Scopo dei fondatori: fornire alle giovani africane i
mezzi per partecipare alla vita della
loro comunità acquistando una formazione sia pratica sia intellettuale. Attualmente la scuola prepara oltre un
centinaio di future insegnanti.
Torino : l'assemblea delle comunità
cristiane di base solidale
con un obiettore di coscienza
(segue da pag. 2)
nostra solidarietà non solo come ad un rappresentante del crescente numero di obiettori
di coscienza che contestano uno dei cardini
dell’attuale sistema di sfruttamento e repressione, ma anche per il particolare significato
che assume il suo arresto mediante il quale
l’autorità gli impedisce di svolgere un servizio
volontario nel vero interesse della collettività.
Torino, 19 ottobre 1972.
Il Comitato di coordinamento dell’Assemblea delle Comunità cristiane di base di
Torino, a cui aderiscono: Comunità del
Vandalino, di Emmaus, di via Principessa Clotilde, di via Napione, di base dell’Ascensione, di via Terni, di corso Taranto; Gruppo Ventenni; Gruppo EGEI
(Fed. giovanile evangelica it.); Gruppo
di Bra; La Comunità dei preti della Parrocchia del Redentore.
bianchi. Il CEC ritiene di dover prima
ascoltare la voce dei fratelli africani
oppressi. Fra essi, un numero crescente afferma che i movimenti di liberazione parlano a nome degli africani.
2) NeH’inviare offerte ai movimenti di liberazione dell’Africa australe, il
CEC non ha inteso sanzionare la violenza. Il presidente del comitato centrale, Thomas, ha dichiarato: « Il Consiglio non è giunto all’unanimità sul
seguente problema: la guerra e la violenza si giustificano, in ultima istanza,
come mezzi di resistenza all’oppressione e alla tirannia iiv situazioni tragiche dove tutti i mezzi di cambiamento
non violenti vengono dichiarati illegali, incostituzionali, o sono soppressi?
Finché non verrà raggiunto un accordo su tale punto il Consiglio non potrà rifiutare il suo appoggio ai movimenti di liberazione africani negli aspetti umanitari, educativi e sociali dei loro programi di lotta al razzismo».
3) A coloro che chiedono se le offerte, destinate a scopi umanitari e sociali, sono state utilizzate bene si può
rispondere con un’altra domanda;
« Perché chiedete questo ora? Volete la
prova che non si la mai cattivo uso
del danaro o la volete in questo caso
particolare? » Il problema è dunque
implicitamente razzista...: « noi abbiamo fiducia nella gente finché essa non
se ne dimostra indegna (A. van den
Heuvel) ».
Le offerte hanno costituito un punto importante all’ordine del giorno di
numerosi sinodi, di assemblee generali
e di Consigli di Chiesa nazionali o locali. Diverse Chiese, specie nell’Africa
del sud, si sono dissociate da quest’azione, altre si sono mostrate critiche,
ma, sempre in maggior misura, le Chiese si indirizzano verso l’approveizione.
In Tanzania e in Zambia le Chiese studiano attualmente le loro responsabilità verso i movimenti di liberazione la
maggior parte del quali hanno i propri centri in detti paesi.
In una dichiara/'one del 1971 del
Consiglio consultivo anglicano riunito
al Limuru (Kenya) vien detto fra l’altro: « ...i cristiani debbono riconoscere
(n.d.tr.: coll'azione del PLR del CEC)
che la Chiesa non'^ è necessariamente
sempre dalla parte dei ricchi e dei potenti... Noi riteniamo che questa azione del CEC costituisca il fatto più importante della sua storia ».
In varie Chiese del Sudafrica, della
Namibia e della Rhodesia diversi membri della maggioranza nera, benché privati della possibilità di esprimersi liberamente, hanno fatto conoscere la
loro gioia nell’apprendere la suddetta
decisione; altri però hanno aggiunto:
« è troppo poco ed è troppo tardi ».
Altro elemento assai importante sta
nel fatto che parecchie delle organizzazioni delle vittime del razzismo sono riuscite, tramite il PLR, a far conoscere i loro obiettivi, le loro speranze
e i loro modi di agire. Il PLR ha pubblicato dei dossiers che sono poi stati
ripresi dalle Nazioni Unite e dalla
stampa laica e religiosa di vari paesi.
Il dibattito ha non solo provocato
un nuovo esame della lotta della Chiesa a favore del processo sociale e politico di liberazione: sono la stessa
identità della Chièsa, la sua teologia e
In sua missione a dover essere ora riconsiderate. Le Chiese e il CEC scoprono a poco a poco che vien loro
chiesto di analizzare non solo la loro
solidarietà, ma la qualità di questa solidarietà. La discussione sul Fondo
speciale li incita a intraprendere una
ricerca profondamente teologica sulla
natura unica delle comunità cristiane.
(continua)
PROSSIMA VOTAZIONE POPOLARE FEDERALE SULLA EVENTUALE ABROGAZIONE DEGLI ARTICOLI COSTITUZIONALI DETTI CONFESSIONALI
Vi sono nella Costituzione federale
della Svizzera tre articoli detti di eccezione o confessionali. Il primo riguarda il modo israelitico di macellare gli animali e vieta la loro uccisione
secondo il rito mosaico, per ragioni
tecniche che un veterinario saprebbe
spiegare meglio di me. Il secondo
proibisce l’apertura di nuovi conventi
o la fondazione di nuovi ordini monastici oltre a quelli già esistenti nel 1848
(anno in cui fu promulgata la Costituzione federale). Il terzo non vieta là
presenza dei Gesuiti in quanto persone, bensì ogni loro attività, di insegnamento e di direzione spirituale, soprattutto.
Questo ultimo articolo è interpretato molto liberalmente già da più di
mezzo secolo, e quei Gesuiti che oggigiorno fanno teologia, partecipano a
conferenze o dibattiti, o scrivono nei
giornali sono ben noti e tollerati, vedasi il P. Brechet, della rivista « Choisir ».
L’origine degli articoli detti confessionali risale alla guerra del Sonderbund (ovvero alleanza separata), guerra che nel 1847 spezzò quasi la Svizzera in due blocchi di cantoni: un blocco piuttosto protestante, radicale sul
piano politico, l’altro piuttosto cattolico, di politica conservatrice. Tale
guerra felicemente conclusa dal Generale Dufour senza effusioni di sangue
suggellò la vittoria dei radicali e ebbe
come risultato positivo la promulgazione della attuale Costituzione federale, ritoccata nel 1878. Ma si pensò essere cosa giudiziosa, per evitare il ritorno di tali situazioni di emergenza,
limitare le attività e la espansione di
quegli ordini religiosi cattolici romani
che si ritenevano pericolosi per la pace
elvetica; uno dei portavoce più eminenti di questa opinione era un radicale alemannico cattolico. Si sa fin
troppo che i Gesuiti erano accusati a
quel tempo di intromettersi indiscretamente nella vita politica, e sempre
a favore della restaurazione e del conservatorismo. Alcuni cattolici li combattevano ancor più ferocemente che
non la maggioranza protestante.
Lo status costituzionale si è prolungato fino al dì d’oggi. Infatti la legge
non è applicata strettamente, e vi deve essere un buon centinaio di Gesuiti
all’opera o in riposo in Svizzera. Forse
si potrebbe fare come in Gran Bretagna, dove non si abroga mai una legge, ma semplicemente cade in disuso.
Detti articoli contrari alla ispirazione
liberale del resto del testo costituzionale verrebbero allora « dimenticati ».
Le autorità federali non hanno creduto di poter agire in questo modo. Dopo l’adesione svizzera alla Convenzione dei diritti dell’uomo, hanno sentito
il dovere morale di adeguare la nostra
Costituzione ai tempi moderni; hanno
spinto in tal senso, affinché il diritto
di voto venga concesso alla donna in
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiii
“...si chiamava
Martin Lutero”
Roma (Relazioni Religiose) - È attualmente
in preparazione la sceneggiatura del film :
« ...Si chiamava Martin Lutero », per la regia
di Mario Sequi; dovrebbe risultarne una coproduzione italo-tedesca. Alfredo Tucci e Mario Sequi, con alcuni ricercatori, setacciano
da mesi montagne di documenti storici e bibliografici, mentre un’esperta traduce fedelmente scritti e bolle di Lutero, dal latino e
dal tedesco, del periodo 1505/1520. Tra breve, if regista si recherà in Germania per i sopralluoghi.
UN CONVEGNO ORGANIZZATO A FIRENZE
DA «MANI TESE» E DAI «CITTADINI DEL MONDO»
Per una educazione alla mondialità
Dal 28 ottobre al 5 novembre il movimento « Mani tese », organismo cattolico di .aiuto
allo sviluppo del Terzo mondo, organizza a
Firenze, d’intesa con il movimento dei k Cittadini del mondo » una serie di manifestazioni, tendenti a interessare l’opinione pubblica
ai problemi di una educazione alla mondialità, e di una più consistente partecipazione italiana all’aiuto allo sviluppo.
Durante tutto questo periodo al Salone
Borsa Merci (Via Volta dei Mercanti 1), saranno presentate una mostra d’arte e cultura
dei paesi in sviluppo, una mostra dei contributi degli organismi europei impegnati nello
sviluppo per l’educazione alla mondialità e
una mostra di pittura sul tema : « Sono cittadino del mondo - educazione alla mondialità ».
Al Palazzo dei Congressi, dal 2 al 4 novembre, si terrà il convegno internazionale
sullo stesso tema, aperto da una tavola rotonda su « I mezzi di comunicazione sociale per
un’educazione alla mondialità ». La sera del
3 novembre, a Palazzo Vecchio, sarà dato un
concerto di nuovi spirituals. Il 5 novembre
la manifestazione si concluderà con una mar
cia che si snoderà per le vie cittadine per un
tracciato di circa 16 km., con una sosta a
Piazza Michelangelo dove parleranno alcuni
oratori ben noti come Helder Camara, arcivescovo di Olinda e Recife e Raoul Follerau.
fondatore degli « Amici dei lebbrosi ». La marcia si concluderà allo stadio con una celebrazione ecumenica (?) cui parteciperà il priore
di Taizé, Roger Sebutz.
Al convegno di studio e discussione prenderanno parte insegnanti, politici, esperti e
studiosi, che tratteranno temi riguardanti la
scuola aperta al pluralismo delle culture, la
strategia italiana a livello europeo per una
educazione alla mondialità, e la necessità che
i rapporti commerciali tra gli Stati rispettino i
presupposti e le conseguenze di un’educazione
alla mondialità; ancora : lo stanziamento delri% del prodotto nazionale lordo per aiuti al
Terzo mondo e il volontariato quale espressione di cooperazione internazionale; la partecipazione dell’Italia alla politica europea di cooperazione internazionale e il fondo per lo sviluppo quale segno tangibile di partecipazione
al processo dello sviluppo.
tutti i cantoni, e vorrebbero onorare
la loro firma fino in fondo con l’abrogazione dei due articoli discriminatori
nei riguardi del cattolicesimo romano.
I.’articolo che vieta il rito israelitico di
macellazione del bestiame non sarebbe toccato dalla votazione — evidentemente per ragioni non religiose ma di
biologia animale — se si può dire così.
Il parlamento è stato consultato e
si è pronunciato con una stragrande
maggioranza a favore della suddetta
abrogazione. Forse da lì provengono
alcune notizie false apparse sulla stampa, tali quel trafiletto di « Nuovi Tempi » del 1.X.72, che suona: «È stata
abrogata in Svizzera la legge che vietava ai gesuiti di svolgere la loro attività sul territorio elvetico; attività che
essi per altro svolgevano da lungo
tempo in piena libertà ». In effetti,
ogni cambiamento del testo costituzionale richiede ovviamente una consultazione popolare, e quest’ultima non è
stata ancora fatta. E non bisogna illudersi che l’opinione parlamentare sia
il riflesso fedele di quella del popolo;
a livello del semplice cittadino esistono ancora molte persone sfavorevoli
alla ammissione dei Gesuiti in Svizze-ra.
Le posizioni alla vigilia della votazione possono riassumersi in tre punti:
1) Molti, soprattutto intellettuali,
sono urtati nei loro sentimenti di giustizia dalla presenza nella nostra Costituzione, altrimenti molto liberale, di
norme restrittive nei confronti di una
categoria di persone e della loro appartenenza religiosa. Lo risentono come
fosse, in Edtri paesi, una discriminazione razziale.
Un certo numero di cattolici ha sempre desiderato questa abrogazione e
rialzano il capo adesso che il vento
pare soffiare in una direzione più favorevole.
Una certa percentuale di intellettuali è presuasa che la evoluzione del cattolicesimo romano coinvolge anche i
Gesuiti, e che essi non sono più quelli
di un tempo, quelli di Pascal e delle
Provinciales, e nemmeno quelli del secolo passato. Una fortissima propaganda, animata dagli stessi Gesuiti,
tende a far condividere tale opinione
al popolo svizzero, e si dimostra capace talora di riscrivere la storia per
presentarla sotto una luce favorevole
alle attività ed ai principi dei maestri
dell’ordine.
2) Tuttavia i sentimenti anticlericali di alcuni cattolici e di quasi tutti
i protestanti fa pensare che il risultato della votazione non sarà acquisito
facilmente come in parlaménto. La
memoria anche antica delle opposizioni furiose tra le due confessioni mantiene viva la volontà di resistere con
tenacia ad ogni infiltrazione vaticana
— tramite i suoi servitori più famosi — nella vita politica, morale e spirituale della Svizzera.
Un certo numero di intellettuali sostiene l’opinione che l’evoluzione del
cattolicesimo, se si parla dei Gesuiti,
è soltanto uno dei mezzi che essi adoperano per meglio nascondere la loro
attività di sempre. Non avrebbero
cambiato per niente, nel fondo, e conviene essere tanto più cauti nei loro
confronti quanto più si fanno amabili.
Paradossalmente assai, gli intellettuali
di questa opinione sono appoggiati
dallo stesso Vaticano con il suo triodo
di reagire alle aspirazioni ecumeniche,
allo sforzo di liberalizzazione, alle speranze di riforma dei cattolici progressisti.
3) Infine vi sono parecchie persone, tra le quali confesso di trovarmi
anch’io, che si sentono a disagio davanti al Si o al No. Perché se si vogliono mettere al bando dello Stato
tutti i nemici della democrazia svizzera. non basta mandar via i Gesuiti, ma
bisognerebbe aggiunger loro i totalitari di ogni stampo, di destra — fascisti
e altri —, di sinistra — stalinisti, maoisti... — e magari del centro. Non si può
agire a questo modo, non è nemmeno
concepibile: sarebbe un altro totalità^
rismo! Allora, in questo caso, perché
devono pagare i soli Gesuiti, capri
esniatori?
D’altro lato i Gesuiti hanno una storia carica di ambiguità, e hanno fama
di essere molto abili... Il sistema politico-religioso del cattolicesimo romano non ci piace... Allora Si o No?
J. F. Rebeaud
N. B. - In Svizzera, la Costituzione
federale non regola in alcun modo i
rapporti tra Chiesa e Stato federale.
Perciò tali articoli vengono anche chiamati « di eccezione ». I rapporti tra
Chiesa e Stato sono definiti dalle. costituzioni cantonali, e in modi così diversi che ci vorrebbe uno studio completo e lungo per illuminare li lettore
italiano non informato. In pochi cantoni vi è tuttora una sola Chiesa
protestante o cattolica — considerata
Chiesa di Stato. In alcuni vengono riconosciute tutte e due le Chiese. In altri infine non vi è nessun legame organico tra Chiesa e Stato.
4
pag. 4
N. 43 — 27'ottobre 1972
In vista del 2 novembre...
Segni di vita, non di morte
Da un certo numero di anni a questa parte è ormai invalsa nei membri
della chiesa valdese, la consuetudine
di recarsi nei cimiteri il 2 novembre
in occasione dlela ricorrenza cattolica
del giorno dei morti, a deporre mazzi
di fiori sulle tombe dei propri congiunti scomparsi. Anche il cimitero valdese della mia comunità di Angrogna sarà visitato da molte persone il 2 novembre, e sarà tutto adorno di fiori,
le tombe riordinate e ripulite. Lutti recenti, lutti passati, ognuno porterà sulla tomba dei propri cari un mazzo di
fiori. Più che di un cimitero avrà l’aspetto di uno stupendo giardino. Una
domanda viene spontanea alle labbra:
come mai i membri delle nostre comunità valdesi si ricordano dei loro
morti in occasione di una ricorrenza
che è soltanto cattolica? Qualcuno potrà dire che si tratta di un omaggio
umano al ricordo dei propri cari. Ma
allora riflettiamo: se veramente l’intenzione fosse questa, è perlomeno un
po’ strano che essa si manifesti soltanto alla scadenza fissa del 2 novembre, mentre per il resto dell’anno ci
saranno, sulle tombe, latte arrugginite,
vasi rovesciati, erba, rami secchi e fio
ri marci.
Un’altra considerazione è che i morti non hanno più bisogno di alcun
omaggio, perciò gli innumerevoli mazzi di fiori che vengono deposti sulle
tombe crebbero meglio utilizzati inviandoli a persone sole o ammalate, a
cui il dono di qualche fiore potrebbe
far molto piacere. Il ricordo dei propri cari dovrebbe essere un sentimento interiore e non manifestarsi in un
gesto esteriore di questo tipo. Ma veniamo al nocciolo della questione: quale senso ha per noi evangelici avere un
giorno particolare dedicato al ricordo
dei morti? Dobbiamo dire chiaramente che non ha alcun senso, perché una
simile dottrina non ha alcun fondamento biblico. Il giorno dei morti non
ha nulla a che vedere con la nostra fede che si fonda sulla resurrezione e
sulla vita. Dio non è l’Iddio dei morti
ma dei viventi (Matteo 22: 32). La chiesa cattolica e molte religioni pagane
hanno un culto per i morti. Noi no.
I morti non si pregano, e non si prega
per i morti, essi non « guardano dal
cielo », non vedono, non ascoltano, riposano in pace fino al giorno della resurrezione. La loro futura esistenza
eterna è affidata alla grazia di Dio nella quale abbiamo piena certezza di redenzione e di vita. Poniamo dunque fine a questa tradizione pagana del 2
novembre e ritorniamo alla purezza
della fede evangelica fondando la nostra speranza sul ritorno di Cristo e
sulla resurrezione dei nostri cari.
Adelchi Ricca
Notiziario doiie comunità
Torre Pellice
La sera di venerdì 6 ottobre un gruppo di
trombettieri dell’Evangelischer Posaunenchor
di licht-Assia accompagnati dal loro pastore
e dal pastore Bruno Rostagno e Signora, ha
visitato la nostra Comunità e le ha offerto un
concerto di grande valore spirituale ed artistico.
Siamo rimasti molto perplessi dal fatto che
pochissimi membri della nostra Chiesa abbiano
sentito il privilegio ed il dovere di intervenire
a questo concerto per manifestare la loro riconoscenza e la loro solidarietà a dei fratelli in
fede dai quali sono sempre pronti a ricevere
aiuti e la cui generosa ospitalità è nota a
tutti. Quando gruppi di Valdesi si recano in
Germania, la Comunità ospitante è sempre
presente per dare loro il benvenuto, mentre
noi troppo spesso ignoriamo il loro passaggio
in mezzo a noi. Il programma comprendeva
musiche di : Karl-Heinz Huettenberger, di
Joh. Gottfried Walther, di Hans Weber (nato
nel 1917), di Manfred Schlenker (nato nel
1926), di Magd. Schauss-Flake (nata nel ’21),
di Paid Peuerl, di Herbert Gadsch (nato nel
1913), di Ulrich Meyer, di Valentin Haussmann, di J. Christoph Bach, dì J. Sebastian
Bach e di Pezelius.
Una bicchierata alla Foresteria Valdese concludeva la simpatica serata.
Domenica 8 ottobre i bimbi delle nostre
Scuole Domenicali si sono uniti ai membri dì
Chiesa per inaugurare con un culto in comune
la ripresa della loro attività. Il past. Sonelli
ha rivolto loro parole di benvenuto e presentato il primo episodio del programma: la nascita di Mosè. Speriamo che questo nuovo anno sia benedetto per pìccoli e grandi, per alunni, monitori, e per i genitori che avremmo
desiderato vedere più numerosi a questo
culto.
Tutti i giovani delle 4 classi di catechismo
sono convocati presso la sala delle attività sabato 28 ottobre alle ore 14,30 per decidere
l’orario ed il programma.
Un vivo ringraziamento alla Filodrammatica
di Angrogna che ha presentato nell’Aula Magna del Collegio Valdese il lavoro: Delitto al
Central Park, con la speranza di averla ancora spesso in mezzo a noi.
L’Assemblea dì Chiesa del 22 ottobre ha
approvato il Bilancio Preventivo per l’.anno
1972-1973 presentato dalla Commissione Finanziaria che ringraziamo vivamente. Sono
stati eletti alcuni nuovi membri del Concistoro : Adriano Donini, Mario Sibille, Rodolfo
Tomasini. È stato rieletto l’anziano Aldo
Varese. I nostri migliori auguri per un lavoro benedetto nel nome del Signore.
Dal mese di maggio al mese di ottobre si
sono sposati: Franco Serafino Assandri e
Ada Amberti, Mauro Fornero e Silvia Ghiavia; Angelino Cappai e Ines Maria Agli. Valdo
Peyronel e Marisa Passarella, Il ver Bruno
Simond e Emma Maria Carlini, Walter Tomasini e Gloria Stella, Claudio Paolo Giordan e
Flavia Granerò, Guido Malan e Paola Rostan,
Renato Battaglia e Wanda Piera Bertalot,
Claudio Boer e Cristina Sereno che hanno
ricevuto la benedizione nuziale nel Tempio
di Frali. A tutti questi cari sposi l'augurio
di ogni bene nel Signore e di una vita consacrata al suo servizio.
Hanno ricevuto il segno del Patto: Loris
Borno di Franco e di Renata Malan; Tiziana
Cougn di Gino e di Emma Pontet; Omar Falco di Nello e di Marinella Tourn; Daniela
Long di Ugo e di Aldina Long; Caterina Ducei di Antonio e dì Annalisa Greppi; Cinzia
Avondet di Bruno e Irma Nosenzo; Ferdinando Avondet di Guerrino e di Nicla Costantino. Il Signore li benedica e li guardi.
Ci hanno lasciati e sono in attesa della re
Perrero:
un morto a buon mercato
Rorà
A Dio piacendo,la domenica 5 novembre
pross., nel pomeriggio alle ore 15, avrà luogo
il bazar alle Fucine, Ringraziamo tutti coloro che collaborano alla sua riuscita per le
opere della Chiesa.
ASSOC. AMICI DELLA SCUOLA LATINA
POMARETTO
Giornata
della Scuola Latina
DOMENICA 29 OTTOBRE
nerolo, alle ore 14, nei
della Chiesa Valdese
a Pilocali
INCONTRO DI RESPONSABILI
DELLE UNIONI FEMMINILI
DELLE VALLI E PIEMONTE
Ogni unione è invitata a delegare 2 o 3 dei suoi membri.
L’Associazione Amici della Scuola Latina
organizza per domenica 12 novembre a Pomarelto un incontro fraterno, cui sono invitati amici e simpatizzanti, con il seguente programma :
Ore 10,30 : Culto nel Tempio di Pomaretto.
Ore 12,30 : Agape nel teatro del Convitto.
Prenotarsi entro il 7 novembre presso il Comitato Amici della Scuola Latina, Pomaretto,
tei. 81.188 - 83.26 - 82.77.
Nel pomeriggio, alle ore 15, si terrà la seduta sociale che sarà seguita da un breve programma preparato dagli alunni della scuola.
Cogliamo l’occasione per salutare e ringraziare tutti gli amici che, con il loro interessamento o con doni, ci sono stati finora di incoraggiamento a perseverare nella nostra opera e ricordiamo che le offerte possono essere
versate sia direttamente al Comitato dell’Associazione sia a mezzo c.c.p. 2/20928 intestato
alla Associazione Amici della Scuola Latina.
Il Sinodo
e robiezione
di coscienza
surrezione : Anna Carolina Pontet in Geymonat; Luigi Micol; Roberto Monnet; Giovanni
Armand-Hugon; Stefano Giovanni Peyrot;
Alice Piazza ved. Tourn; Giuseppe Antonio
Eynard; Elena Salomon ved. Sanguineti; Evelina Rivoira in Jourdan; Arturo Vola; Alberto Rostan; Franca Pasquet; Enrichetta Leonia Long in Beux; Edvige Albarin ved. Frache; Dina Ribotta in Pellegrin; Giuseppina
Pizzardi; Luigia Giordan ved. Armand-Hugon; Umberto Chiesa; Maria Alessandrina
Gönnet in Gallo.
Alle famiglie in lutto esprimiamo la nostra viva e fraterna solidarietà.
Lina Varese
A Perrero un uomo di 61 anni. Fedele Andreoletti, è morto orribilmente schiacciato da
una frana di terriccio mentre lavorare ad uno
scavo per il raccordo di una fognatura.
La vittima, pensionato della Soc. « Vai Chisone », integrava le scarse entrate lavorando alle
dipendenze di un'impresa di costruzioni, simile
in questo a migliaia di altri lavoratori che, in
Italia o all'estero, cercano di guadagnare qualcosa, magari rischiando la vita, senza\ contratti
di lavoro né assicurati in alcun modo.
L'accaduto ha causato una vivissima impressione su tutti quelli che conoscevano l'Andreoletti e la sua famiglia, ma è stato impossibile
non domandarsi se la sciagura non avrebbe potuto essere evitata prendendo qualche elementare precauzione.
Certo, casi come questo si presentano ogni
giorno alla nostra attenzione sulle pagine dei
maggiori quotidiani che noi scorriamo magari
con occhio distratto voltando subito la pagina,
oppure soffermandoci un po' di più e auspicando
che i colpevoli siano puniti e costretti a pagare; a volte discutiamo astrattamente se la media
degli infortuni sul lavoro in Italia superi o meno
quella europea, ma è solo quando tutto questo
capita in mezzo a noi, a gente che fino al giorno prima incontravamo per strada, che possiamo
aprire gli occhi sulla brutale realtà. E allora
dobbiamo riconoscere, come per la tragedia di
Mattmark, che in una società come la nostra, a
torto chiamata civile, la vita dì un uomo è veramente roba da poco, se non vale nemmeno
la pena di buttar via poche migliaia di lire
o alcune ore di lavoro per preservarla.
DOMENICA 19 NOVEMBRE
A Pinerolo, via dei Mille 1 Incontro aperto sul problema
« Obiezione di coscienza
e servizio civile »
L'incontro comincerà nel pomeriggio, a partire dalle 14,30 precise; il termine è previsto per le
ore 18,30.
Il programma dettagliato verrà
comunicato prossimamente.
Il Comitato
tica ». La proposta della Commissione
venne rielaborata da una commissione
apposita, modificata, addolcita fino a
dare il seguente ordine del giorno che
fu approvato:
« Il Sinodo udita la relazione della
Commissione di studio sulla posizione
della Chiesa davanti al problema della violenza si rallegra della sensibilità
dimostrata dalle Comunità Valdesi nei
confronti del problema.
Riafferma che il compito della Chiesa è quello di annunziare la riconciliazione in Cristo Principe della pace.
Questo annunzio deve essere dato in
un impegno concreto di pace nell'ambito delle comunità come nelle tensioni del nostro tempo.
Riconosce nell'obiezione di coscienza, fatta nel nome di Cristo, un modo
valido di testimoniare concretamente
la pace del Signore, un segno ed un
annunzio del Regno di Dio che viene » (art. 64).
Da quel momento l'obiettore di coscienza evangelico viene riconosciuto
fra noi come un fratello che rende testimonianza della nostra fede in Cristo. Non si tratta solo di un cittadino
che è libero di fare quello che crede
ma è un credente maturo, vero, l'obiezione non è più insomma un pallino
che bisogna compatire ma una scelta
che si deve fare.
L'ultima presa di posizione del Sinodo su questo tema si è avuta quest'anno con il dibattito, il digiuno di
solidarietà, con la creazione di un fondo di solidarietà in risposta all'obiettore che si era rivolto all'assemblea.
Si tratta di un nuovo passo, di una
presa di posizione ufficiale e comune
della Chiesa che si schiera in favore
di questi uomini, fratelli in fede o no.
Di qui deve prendere l'avvio la nostra azione. G. T.
Cronaca delle Valli
A Perrero si è svolto domenica 22 ottobre il primo incontro dei Concistori del 1° Distretto sulla situazione economica e sociale delle Valli: gli altri due incontri avranno luogo domenica 29 ottobre, con inizio alle 14,30, rispettivamente a S. Secondo e Villar Pellice
Il problema déll'obiezione di coscienza fu presentato per la prima
volta al Sinodo nel 1957 attraverso la
Commissione delle proposte! Alcuni
fratelli chiesero all'assemblea un intervento in favore degli obiettori ottenendo solo la nomina di una commissione. L'anno seguente detta commissione riferì all'assemblea il risultato del suo lavoro provocando un agitato dibattito. Le posizioni furono molto divise e chiare. Il resoconto dei lavori dice; « il past. Paolo Bosio considera come antisociale l'atteggiamento dell'obiettore mentre il past. Tullio
Vinay ritiene che la chiesa debba rivedere la sua posizione su questo problema. A. Cabella riafferma la necessità di solidarietà con gli obiettori
mentre altri rilevano che la coscienza
della Chiesa non è ancora in grado di
esprimersi concordemente in merito ».
In questo clima non poteva che essere votato un ordine del giorno molto generico in favore di una legislazione più consona alle esigenze moderne. Si chiese in sostanza che venisse riconosciuto agli obiettori il diritto
di esprimere la propria scelta nel contesto di una legge. Ecco il testo :
« Il Sinodo, esaminato il problema
degli obiettori di coscienza, delibera
di appoggiare ogni iniziativa che,
per il rispetto dovuto ai diritti insopprimibili della persona umana, tenda
a dare uno stato giuridico agli obiettori di coscienza » (art. 40).
Un passo innanzi venne effettuato
nel 1963. La spinta a rivedere le posizioni assunte nel '57 venne dagli ambienti giovanili, che avevano dibattuto il problema durante l'inverno con
studi e congressi. Qui non si parlava
più soltanto del diritto di ogni cittadino di vedere rispettate le proprie idee
ma si poneva la questione: che cosa
fa la Chiesa di fronte al problema della guerra e della violenza? Deve la
Chiesa prendere parte, come comunità, all'obiezione, pronunciarsi concretamente contro la violenza? Anche nel
'63 la richiesta giovanile venne raccolta e trasformata in’ una Commissione
che doveva riferire e che di anno in
anno venne rimandata fino al 1966.
Anche in questo caso il dibattito fu
acceso tra sostenitori di una presa di
posizione chiara e coloro che vedevano in questo il pericolo di « fare poli
Incontro Concistori
della Val Germanasca
I Concistori delle comunità valdesi
della Val Germanasca si sono riuniti
domenica 22 ottobre a Perrero per una
discussione preliminare sulla situazione economica nelle Valli. Come è stato
reso noto, un ordine del giorno della
Conferenza distrettuale di Bobbio Pellice impegnava la Commissione a studiare il problema e a presentarlo alle
comunità.
II sindaco di Perrero, Raimondo Genre, ha esposto la situazione economica
del Pinerolese in una specie di quadro
generale, forzatamente impreciso e lacunoso, come ha ammesso lo stesso
oratore, per l’impossibilità di reperire
dati esatti presso le grandi aziende
che condizionano il lavoro nella zona.
A novembre l’IRES renderà pubblico
un piano d’intervento che farà il punto
sulla situazione, perciò ne sapremo un
po’ di più.
Possiamo comunque osservare un
lento e progressivo calo nell’occupazione: le fabbriche sono in crisi, oppure
non assumono; i lavoratori vengono
man mano spostati verso gli stabilirnenti della cintura torinese; la Montedison, che pure ha ottenuto finanziamenti dallo Stato per ristrutturare le
aziende, non ha fatto nulla e continuai
a licenziare operai. Perciò una preoccupate emorragia vuota le alte Valli,
mentre aumentano i pendolari. Anche
un’azienda locale come la « Talco e
Grafite » non fa conoscere i suoi programmi futuri, aumentando nella gente
l’insicurezza.
Tutto questo sembra avvenire con la
complicità del Governo, che finanzia
l’autostrada Torino-Pinerolo, vantaggiosa soltanto per la FIAT.
Perciò, anche se nella zona non manca un certo benessere, se il denaro circola e non si può parlare di disoccupazione, in realtà il lavoro è fuori dalle
Valli e si può prevedere che ben presto
gli abitanti di queste andranno ad affollare le mostruose città-satelliti della
cintura di Torino.
La discussione che è seguita ha confermato quanto è stato detto, ma si è
anche toccato il problema umano, cioè
della gente che, per inerzia o per sfiducia non ¡sempre ingiustificata verso i
pubblici poteri, rinunzia a lottare e si
adegua alle manovre industriali, magari attirata dalla prospettiva di un
piccolo miglioramento economico.
Luciano Rivoira, della comunità di
Pinerolo, che si occupa di problemi sindacali, ha espresso il suo punto di vista
in questi termini: è chiaro che le fabbriche si spostano dove è più redditizio
e che gli enti pubblici assecondano la
manovra. Cosi l’ENEL in pratica non
ha giovato a nessuno fuorché alle industrie. Tutta la provincia di Torino è
fagocitata dal colosso FIAT che impedisce il sorgere di altre industrie e con
il mercato automobilistico impone le
autostrade, ad esempio, al posto delle
ferrovie.
La crisi del settore tessile era facilmente prevedibile, data la concorrenza
dei paesi sottosviluppati. Quali saranno le prospettive per il futuro? Atttualmente è impossibile dirlo.
Questo esame della situazione è parso a tutti sufficiente e si è passati ad
esaminare le possibilità future, rispondendo alla domanda che molti hanno
posto: le Valli sono condannate ad una
lenta morte civile, cioè a diventare soltanto il parco domenicale e il deposito
Prali:
quando gli affari van bene
Domenica 15 si sono riuniti a Frali gli
azionisti della seggiovia 13 Laghi per l’approvazione del bilacnio.
Non ostante l’eccesso di neve dell’inverno
scorso per cui gli impianti sono stati fermi
per più di un mese, gli incassi sono stati buoni. Essi hanno infatti permesso di aggiornare
gli stipendi del personale secondo gli accordi
sindacali, migliorare le assicurazioni sociali
per i lavoratori saltuari anche quando sono
impiegati per il resto del tempo presso altre
aziende e migliorare gli impianti stessi; cambio della fune di Brio Rond, cambio delle rulliere eoe. Inoltre si è potuto terminare il risanamento dei bilanci passivi delle annate
])assate con poca neve e chiudere in pareggio
i vecchi debiti.
Al termine della riunione si è pure parlato
di un problema fondamentale non solo per la
seggiovia, ma per tutta Frali : lo sgombero
della neve e la viabilità invernale. Nelle settimane scorse si era riunita la commissione per
la neve del Consiglio Comunale di Frali e.
sebbene non sia stato emanato alcun comunicato, si pensa che il Comune abbia in animo
di acquistare un fresaneve proprio per garantire un più rapido sgombero delle strade anche
in difficili condizioni.
Gli amministratori e gli azionisti della seggovia 13 Laghi hanno espresso la piena disponibilità della Società per una collaborazione
con il Comune in questo campo ed auspicano
che il Comune di Frali prenda rapidamente
contatto con le due seggiovie e gli altri operatori turistici onde discutere quali siano i
modi migliori per sostenere questa iniziativa
comunale che si rivela sempre più indispensabile ed urgente.
invito alle comunità
I presenti aH’incontro hanno condensato il dibattito in un invito alle cc^munità della valle affinché affronti nj
ampiamente (riunioni di quartiere, assemblee di chiesa ecc.) il problema considerando in particolare:
1 ) Il fatto che la ristrutturazione
delle aziende del pinerolese si traduce
attualmente, nel contesto di un attacco ai livelli occupazionali, in uno spostamento dei centri di lavoro verso
la cintura metropolitana torinese con
tutte le conseguenze prevedibili.
2) Alla scarsa disponibilità di molti membri delle comunità ad assumere delle posizioni di solidarietà e di
impegno, vuoi per sfiducia nei dibattiti teorici, vuoi per senso di impotenza, vuoi per egoismo.
3) Alla attività di organismi politici ed amministrativi che operano attualmente nella zona, in particolare
l'Ente Montano di recente istituzione.
Al fatto che le scelte che si faranno
nel prossimo futuro a questi livelli devono e possono essere frutto di responsabilità comune e rispondere alle
esigenze della popolazione.
4) Alla responsabilità che pertanto
ci viene di un impegno fattivo in
stretta collaborazione con tutte le forze che si muovono in questa direzione.
Il « CORSO PER MONITORI » organizzato dal Presbiterio della bassa Val
Pellice ha luogo ogni settimana al sabato pomeriggio a S. Giovanni alle
ore 17,30.
RINGRAZIAMENTO
Essendo nell’impossibilità di farlo
personalmente, ringraziamo di cuore
tutti queili che prima e dopo la dipartenza delia nostra cara Mamma, Nonna, Sorella, Cognata e Zia
Susanna Long
ved. Long
ci sono stati vicini e di conforto. Un
particolare ringraziamento vada alla
Direttrice ed al Personale della Casa
di Riposo Valdese di S. Germano Chisone per le amorose cure prodigate
alla cara Scomparsa durante gli anni
della sua permanenza nella detta
Casa.
S. Germano Chisone, 14-10-1972.
Di cuore grazie
Pam. Ernest Long-Stucki - Berna
Pam. Alma Gozzi-Long - Cannes
if Hanno collaborato a questa pagina:
F. Davite, L. Coisson, E. Geme, G.
Tourn, L. Viglielmo.
rifiuti dei torinesi in cerca di svago, oppure vi sono soluzioni alternative?
Ha ripreso la parola il sindaco Genre osservando che il decentramento
amministrativo ha avvicinato i centri
di potere alla base: Torino e non più
Roma si occuperà delle nostre necessità. Anche la creazione di un Ente .Montano che interesserà le valli Chisone e
Germanasca gioca a nostro favore:
avremo una certa possibilità di decidere sulla destinazione dei capitali e di
scegliere il nostro avvenire.
Non è impossibile trovare nuovi posti di lavoro nelle Valli, se si considera
la montagna come un costo sociale, la
cui decadenza può causare danni incalcolabili a tutto il territorio nazionale.
Bisogna comunque agire prontamente,
senza perdere altro tempo.
La discussione di questi punti di vista ha fatto emergere alcune proposte:
collegarsi con le altre valli piemontesi
che hanno i nostri stessi problemi chiedendo l’appoggio di tutte le forze politiche interessate; cercare di superare
il nostro egoismo e la ricerca di vantaggi personali per iniziare un’azione comune; sollecitare le amministrazioni
comunali ad esprimere il loro parere ;;
ad agire tempestivamente nella programmazione e nella richesta di fondi.
Questi, a grandi linee, sono stati i
temi trattati durante rincontro. Ora,
queste osservazioni, qon altre che emergeranno negli altri convegni di zona,
saranno presentate alle comunità nelle
riunioni di quartiere, per preparare il
Convegno generale dell’8 dicembri;
prosimo.
Ci auguriamo che un lavoro del genere non cada nel vuoto ma serva veramente a renderci tutti attenti alla si
tuazione in cui ci troviamo , e ai suoi
possibili sviluppi.
J
5
r
27 ottobre 1972 — N. 43
pag. 5
Vita, problemi, prospettive delle chiese valdesi
Riunite il 1 e 2 novembre a Reggio Calabria, in Conferenza straordinaria,
le Chiese del VI Distretto (calabro-siculo)
Cercando nuovi modi di vivere la fede
La Facoltà di Teologia, secondo uno studente
Un centro di formazione essenziale.
Rilevato I invito sinodale a fare della celebrazione dell’ottavo centenario del
movimento valdese un occasione di ripensare la nostra vocazione oggi
ma deve uscire dal suo isolamento
« Aprirsi al movimento giovanile evangelico e al discorso teologico, por
frammentario, che esso porta avanti da anni »
Il 1" e 2 novembre è convocata a
Reggio Calabria la Conferenza straor•dinaria del VI Distretto {calabro-siculo ). La Commissione Distrettuale propone, come argomento principale dei
lavori, un piano di lavoro in vista delia celebrazione dell’S" centenario del
movimento valdese: « Il Sinodo ha sottolineato 1 importanza dell’avvenimento sul piano della testimonianza e ha
-artermato che rievocare la conversione
€ la missione di Valdo non significa
proporre alle chiese un tema di autoglorificazione, ma suggerire un’occasione per una presa di coscienza e di ripensamento” su due temi fondamentali: a) il modo corretto di rievocare
la storia, b) l'invito a un rilancio delle
■opere della chiesa. Tenendo conto di
■queste indicazioni, la Commissione Distrettuale si è applicata a studiare un
piano di realizzazione per le nostre
■chiese », che sarà appunto sottoposto
alla Conferenza straordinaria. Sarà affrontato quindi, in una tavola rotonda, il problema del catechismo nelle
•comunità. Verrà presentata e discussa
la ripresa delle attività al Centro evangelico valdese « G. L. Pascale », di Falerna. Altro tema di dibattito, la ripartizione dei delegati del Distretto al Sinodo 1973; quindi le questioni finanziarie, e gli altri temi che la Conferenza riterrà opportuno affrontare.
no seguono notizie da una parte delle
chiese e opere del Distretto, da cui
stralciamo quel che riteniamo possa
interessare i nostri lettori.
Dalle Chiese deldlstreno
Nel bollettino periodico della Commissione Distrettuale (Georges Paschoud, Ernesto Pozzanghera, Enrico
Trobia), i membri di questa introducono i lavori della prossima Conferenza riferendo su quelli del Sinodo 1972,
« ricco di speranza » e sull'invito che
ne viene a scoprire nuovi modi di vivere la fede e la vocazione cristiana:
una riscoperta dell'eredità valdese che
sia in feconda tensione e complementarità con quella protestante, riformata genuina. Sempre nel citato bolletti
MESSINA
E REGGIO CALABRIA
La partenza del pastore Odoardo
Lupi, che si trasferisce a Losanna, almeno per un periodo di tempo, ha creato una situazione difficile per le due
Comunità e per la Tavola. Prima di
tutto, bisogna dire molto chiaramente
che il pastore Lupi di questa decisione
ne soffre più di tutti, jrerché era legato
ed è legato d’affetto alle due Comunità.
Bisogna aggiungere che ci sono ragioni
personali che occorre rispettare che
l’hanno spinto a prendere questa decisione.
La Tavola ha cercato di trovare una
soluzione al problema delle due Comunità, ma non ha potuto soddisfare la
richiesta presentata dalla Commissione
Distrettuale e dalle Comunità di avere
un pastore titolare.
Nel corso della riunione congiuta dei
Consigli di Chiesa di Reggio Calabria e
Messina, e delle assemblee di Chiesa di
domenica 24 settembre, presieduta dal
vice-moderatore, pastore Enrico Corsani, questi ha spiegato la situazione della Chiesa e le ragioni per cui la Tavola
non può soddisfare per quest'anno, la
richiesta delle due Comunità. Si è stabilito che per il prossimo anno ecclesiastico, le due comunità si reggano da
sole, e che per l’anno venturo per Reggio e Messina, la Tavola si impegna a
mandare un pastore titolare.
Certo, durante la riunione dei Consigli e durante le assemblee di Chiesa,
non sono mancate lamentele, esitazio
ni, domande e difficoltà nell’accettare
la proposta fatta dalla Tavola; ma, nella loro maggioranza, le due Comunità
accettano la soluzione proposta e sperano che i membri di Chiesa s'impegnino di più affinché almeno le attività
settimanali continuino, mentre per il
catechismo, il gruppo Agape, la predicazione è assicurato l’intervento dei
pastori Panascia e Bertolino, da Palermo, Giambarresi, da Catania e Santoro, da Catanzaro.
Per quanto riguarda il programma
di lavoro, le chiese di Messina e Reggio, la Commissione Distrettuale ed i
pastori Giambarresi e Santoro si sono
incontrati per strutturare il programma di lavoro e redigere un calendario
precisando i giorni delle attività da
svolgere ed il lavoro da compiere.
Per Messina, l'anziano sig. Grill è
stato eletto Presidente del Consiglio di
Chiesa e si è incaricato di essere il
« trait d’union » tra i pastori e la Comunità. Gli altri membri del Consiglio
si sono impegnati per assicurare la
continuità delle attività.
Lo stesso a Reggio; il « trait d’union»
per Reggio fra il pastore e la Comunità sarà il prof. Ernesto Pozzanghera.
(segue da pag. 1)
battere questa forma di paternalismo
ecclesiastico pastorale.
Certamente è molto più facile lasciare che gli altri pensino per noi, ma una
comunità cristiana non deve tollerare
questa passività.
Ricerca teologica e testimonianza
cristiana nel mondq{, sono due momenti dell’esistenza del credente che
non devono mai disgiungersi.
Ricerca teologica è essenzialmente
incontro e ricerca di Gesù Cristo; essa
è incontro con il Signore che ci ha salvati e che opera nella nostra vita.
La riflessione teologica è il punto di
partenza di ogni azione di testimonianza nel mondo.
Quando un credente legge la Bibbia
e si chiede cosa significhi per lui quanto ha letto, egli fa già della teologia,
anche se in modo molto rudimentale.
Gesù ci ha insegnato che la fede e
l’azione scaturiscono dall’ascolto della
sua Parola. NelTEvangelo di Luca cap.
RIESI
I lettori ci scrivono
VALDESI DI GERMANIA
Un lettore, da Bobbio Pellice:
Caro direttore,
non vorrei annoiare i lettori con una
polemica che non merita di rubare spazio
prezioso ad altri argomenti più importanti, tuttavia, dopo aver letto la cronaca del
((. Waldensertag » di Walldorf apparsa sul
n. 41 (13 ottobre) deirEco-Luce, vorrei
puntualizzare alcune affermazioni di E.G.
1) (marginale, ma forse nemmeno
tanto): il relatore dice che « il programma
serale ha dato un tono inconsueto all’incontro con un ottimo concerto di musica
(( classica ». Non so a quante altre riunioni
dei Valdesi di Germania abbia partecipato
E. G. né dove abbia attinto le sue informazioni, ma certo a me la cosa non pare
inconsueta, anzi direi che è abbastanza
normale. Mi pare che la mancanza di informazione anziché limitata a questo punto particolare riguardi anche altri punti
più sostanziali.
2) E. G. crede « che la nostra chiesa
sia debitrice verso le comunità tedesche
di una reale informazione della situazione
italiana... che non si arresti alle valli e
che non si presenti come in quest’ultimo
Waldensertag con la facciata del Collegio
Valdese e della Scuola Latina, come se il
problema del Collegio fosse Tunica preoccupazione della nostra Chiesa, come Io si
ritrova nel bollettino « Der Deutsche Waldenser », settembre 1972, ma che dia veramente una panoramica di quello che è
il lavoro effettivo della chiesa valdese nel
suo insieme ».
Questa osservazione mi pare particolarmente grave e pesante, come a dire che
coloro che hanno contatti con i valdesi
di Germania nascondono a bella posta la
situazione reale della chiesa italiana, per
far credere loro che esista soltanto il Collegio. Tale affermazione non mi sembra
esatta, perché nessuno ha mai nascosto lo
stalo reale della chiesa valdese, con tutte
le sue tensioni ed i suoi molteplici interessi. Le conclusioni di E. G. sembrano
tratte dal bollettino settembre 1972, il
quale effettivamente parlava dei nostri
istituti di istruzione secondaria, ma mi
pare (se non sbaglio) che nel passato si
siano anche presentate altre opere della
chiesa valdese. Comunque è certo che la
somma dì denaro che quest’anno si proponeva di destinare alle scuole (e che secondo E. G.' e •.u siin richiesta sarà invece
tc distribuita tra le scuole ed'" i Gonvitti »)
è sfata negli anni precedenti destinata al
Gignoro, se le mie informazioni non sono
inesatte.
Né mi pare (anche ammesso che il collega Geyraet ed il sottoscritto che eravamo
a Walldorf siamo disonesti al punto da nascondere la verità) che i Valdesi di Germania manchino di informazioni obiettive. Ricordo solo gli interventi agli ultimi
Waldensertage :
1969 : Luciano Deodato parla molto
chiaramente sulla situazione della chiesa
valdese. Si ricordi che il 1969 è stato :"ors3
uno degli anni in cui le tensioni qui la noi
sono esplose nella maniera più viva-;?,
1970 : Neri Giampiceoli (allora moderatore) e Luigi Santini parlano della chiesa
in Italia. Quest’ultimo in particolare, prendendo lo spunto dal centenario di Porta
Pia, parla della responsabilità della chiesa
valdese oggi.
1971: Aldo Comba portando il saluto
ufficiale della chiesa valdese e della Tavola
mette in guardia l’assemblea sul fatto che
non esistono solo le scuole, ma anche molte altre opere.
Non mi pare giusto quindi accusare i
valdesi di Germania di essere male informati o sprovveduti sulla situazione italiana. E se essi hanno ritenuto opportuno per
quest’anno destinare la somma che hanno
a disposizione agli istituti di istruzione alle Valli, non possiamo che ringraziarli.
Grazie per Tospitalità, scusa lo spazio
rubato. Cordialmente
Bruno Bellion
PRASSI ECUMENICA
Un letlore, da Venezia:
Caro direttore,
Nell articolo di fondo « L’ecumenismo
da evitare » (N. 38 del 22 settembre se.) si
conclude che « ormai è giunto il momento
di rivedere la nostra prassi ecumenica ».
Mi sembra che, almeno come chiese periferiche, a questa conclusione siamo arrivati
da un pezzo, abolendo gli "elementi liturgici” cioè le “manifestazioni trionfalistiche” nei nostri incontri, « associandoci nella fraternità e speranza, per un confronto
aperto e fiducioso » di fronte all’Evangelo,
come suggerisce l’articolista.
Per noi sarebbero un tornare indietro
queste « celebrazioni della Chiesa », mentre la curia romana ha approfittato di una
grande occasione per giuncare sulla buona
fede degli "ecumenisti” per renderli
« comparse liturgiche ».
Un altro pericolo, da stare in guardia,
è quello d’incontrarci « con i cattolici dissidenti, con gruppi ecclesiali e di base » che
contestano la Chiesa Romana, la quale farebbe carte false, pur di veder imbrancati
dissidenti e protestanti per metterli nel
sacco e bollarli di scisma.
Concludo con le parole di un prete
operaio, mentre Paolo VI stava ripartendo
da Udine per Roma : « Un solo pane e un
solo eorpo (motto del congresso)? Certo,
ma oltre due miliardi di uomini non hanno ancora pane a sufficienza per sopravvivere, e il corpo deH’umanità, oltre che
quello della cristianità, è ancora lacerato
dall’odio, dalla guerra, dalla violenza e
dal razzismo. C’è ancora posto per i cristiani in un mondo del genere? Forse si,
ma a patto che smettano di dire e comincino a fare. Prima che sia troppo tardi. Se
non è troppo tardi ».
Fraterni saluti
Vittorio Viti
Martedì 26 settembre, la chiesa di
Riesi ha tenuto una assemblea, presieduta dal vice-moderatore, pastore Enrico Corsani. Nel corso di questa assemblea sono state spiegate la situazione generale della Chiesa e le ragioni
per cui la Tavola non può soddisfare la
richiesta dalla Chiesa di Riesi di avere
ufi pastore titolare. Ma prima di esporre la situazione, il pastore Corsani ha
suscitato un’ampia discussione fra i
membri presenti e dato l’occasione ad
ognuno di esprimere il suo parere. Cosciente che non c’è altra soluzione che
quella proposta dalla Tavola, l’assemblea ha accettato di riprendere l’esperimento fatto da due anni, sperando
solo che, in questo nuovo periodo, i
membri del Consiglio di Chiesa ed i
membri della Comunità s’impegnino
maggiormente. Si augura che la ripresa deH’esperimento sia l’occasione di
un arricchimento. In vista di un ripensamento ed un rilancio del lavoro,
la Comunità ha tenuto una assemblea
di Chiesa il 15 ottobre, in cui si è ah
frontata l’impostazióne del lavoro.
Una sosta felice
in ambiente
evangelico
Questo è quanto la Casa Valdese di Vallecrosia, grazie ad importanti lavori eseguiti recentemente è ora in grado di offrire a
singoli, famiglie, persone anziane, a tutti coloro insomma che
necessitano di un periodo di riposo in un clima più mite, a partire dal 1° gennaio 1973.
Per informazioni e prenotazioni rivolgersi alla « Casa Valdese
per la Gioventù », Via Col. Aprosio, 255 - 18019 Vallecrosia (IM).
Tel. 0184/21283.
CQSENZA
Certamente avete tutti sentito parlare deH’incidente avvenuto al pastore
Vincenzo Sciclone ed alla sua moglie
durante il mese di Agosto. Dunque siamo riconoscenti di poter dire che il
pastore V. Sciclone ha potuto riprendere il suo lavoro; la signora non è ancora tornata a casa, ma la sua condizione di salute è grandemente migliorata.
La Commissione Distrettuale a nome
di tutte le chiese del Distretto, ha
espresso la sua simpatia al pastore Sciclone ed alla sua famiglia e augura che
marito e moglie possano ritrovare pienamente le loro forze in mezzo alle loro comunità che sono legate d’affetto
con il loro pastore e la sua famiglia.
PACHINQ
« Siete il corpo di Cristo, e membra
d’esso, ciascuno per parte sua... e se
un membro soffre, tutte le membra
soffrono con lui» (1 Cor. 12: 26-27).
La realtà di questa comunione nella
sofferenza, vorremmo esprimerla alla
comunità di Pachino che ha perso un
membro fedele del Consiglio di Chiesa,
Salvatore Coltrerà.
10 vv. 38 a 42 è contenuto l’episodio
di Marta e Maria; in questo racconto
abbiamo un quadro molto chiaro della posizione che azione ed ascolto debbono avere nella comunità cristiana.
Non c’è efficace azione di testimonianza che prescinda dall’ascolto della Parola di Dio. Si tratta quindi di stabilire un reale equilibrio tra teoria e prassi; teoria intesa come ascolto e meditazione, e prassi come azione di testimonianza.
Se noi sovente stentiamo a comprendere i problemi che ci si pongono
giornalmente, è anche perché ci manca quella disponibilità e quella sensibilità che, credo, soltanto un’attenta meditazione biblica ci può dare. Abbiamo
separato l’ascolto dall’azione, la teoria
dalla prassi; la confusione teologica
che ne è scaturita ha contribuito in misura notevole alla crisi nella quale attualmente ci dibattiamo.
Fra i tanti atteggiamenti negativi
che possiamo riscontrare nella nostra
chiesa, due sono veramente descrittivi
del malessere teologico odierno.
Il primo di questi atteggiamenti è di
tipo essenzialmente conservatore, è il
tipico atteggiamento del membro di
chiesa che desidera vivere in pace la
sua fede senza preoccupazioni e che
critica aspramente coloro i quali, a suo
avviso, con la loro azione politica profanano i sacri luoghi ecclesiastici.
Il secondo atteggiamento altrettanto
percioloso, è quello di molti di noi che
a buon ragione sono impegnati nella
politica, con un chiaro orientamento
a sinistra, e che pur considerandosi
dei credenti trascurano lo studio della
teologia perché lo ritengono inutile.
Il Centro evangelico valdese "G. L Pascale
di Falerno si prepara a riprendere l'anività
i
Il Centro di Falerna mare, dopo due
anni di inoperosità, si prepara alla ripresa delle attività per le quali è stato
ideato e costruito.
Dopo gli accertamenti tecnici ed il
reperimento dei fondi per le riparazioni, abbiamo potuto eseguire quelle opere di risanamento e di rifacimento resesi necessarie a motivo della frana
sotterranèa che nell’aprile 1971 ci costrinse a dichiarare inagibile il fabbricato principale. A questi lavori ne abbiamo aggiunti altri che avevamo lasciato in sospeso e dei nuovi relativi
alle aree che circondano la casa. L’acqua potabile è già, stata portata sul
posto e la nuova cucina renderà certamente un grande servigio a quanti utilizzeranno il Centro.
Per il ripristino del Centro dobbiamo
molto al Gustav-Adolf Werk di Kassel
per la parte finanziaria; alla generosa
consulenza dell’ing. Samuele Gavazza
venuto appositamente da Pisa; alla continua assistenza dell’Ufficio Tecnico
della Tavola Valdese che, nella persona deiring. Vittorio Ravazzini, ci ha seguiti passo dopo passo.
Adesso il Centro « Giovan Luigi Pa
scale » è pronto ed a breve scadenza
saranno programmate le attività per
il 1973 seguendo la linea progettata al
momento dell’ideazione del Centro medesimo e che può essere sintetizzata
nelle parole usate dal vescovo anglicano Russel White il 16 agosto 1970 in occasione delTapertura ufficiale del Centro: « ...Casa al servizio dell'Iddio vivente... ».
Di questo servizio godranno gli uomini attraverso campi studio, di lavoro e di ferie; godranno i bambini e le
famiglie; le Chiese del Distretto e particolarmente quelle della Calabria per
i loro incontri. Fruiranno di questo
strumento sia italiani che stranieri, il
passo sarà ceduto sempre ai più bisognosi fra fanciulli, famiglie e giovani
che avranno necessità di cure elioterapiche.
Il Centro si propone di essere un luogo fraterno di incontro ove l’amore e
la pace dovranno trovare stanza nel cornune intento d’una efficace testimonianza alla gloria di Dio nella attiva
attesa del Regno.
Ambedue le posizioni sopra descritte
sono il frutto della separazione tra
ascolto della Parola e testimonianza,
quindi tra teoria e prassi. Ma sono anche il risultato di una predicazione che
tende a separare la vita dell’uomo in
due momenti diversi, il momento privato, personale ed il momento politico.
Questi esempi ci possono aiutare a
comprendere che senza lo studio della
teologia, non può esistere chiarezza
teologica.
Chiunque può fare dei bei discorsi
su Dio e sul prossimo, ma se manca
una solida base biblica i nostri discorsi rimangono soltanto delle parole, e
non provocano alcuna reazione in chi
li ascolta. È opinione comune, che la
teologia la si studia nelle Facoltà di
Teologia, ed anche noi valdesi ne abbiamo una. Per anni abbiamo creduto
che il luogo ideale per fare della teologia fosse la Facoltà. Però in questi
ultimi anni, lo studio della teologia è
stato fatto anche fuori dalla Facoltà.
Gruppi di studio e di intervento nelle
comunità e in generale il movimento
giovanile nel suo complesso hanno in
questi anni condotto un lavoro teologico significativo. La Facoltà ha trascurato questo fenomeno o forse non lo
ha considerato molto seriamente. Il risultato comunque è che la Facoltà attualmente sta vivendo dei momenti di
crisi. Gli studenti sono soltanto quattro, eppure le strutture ci .sono, possediamo una biblioteca fornita ed efficiente, anche i professori. Qual’è l’origine di questa crisi?
A mio avviso una delle cause maggiori è l’atteggiamento di chiusura nei
confronti del movimento giovanile
evangelico e del discorso teologico anche se frammentario che questo porta
avanti da anni.
Insomma si può fare della teologia
anche fuori dagli schemi classici della
Facoltà. Questo fenomeno non può più
essere ignorato o preso alla leggera; se
comprendiamo l’importanza della mozione speciale dell’ultimo Congresso
FGEI e la sua chiarezza teologica ci
rendiamo conto che per la Facoltà
qualsiasi atteggiamento di chiusura
nei suoi confronti significa allontanarsi dalla parte più viva dell’evangelismo
italiano.
Bisogna dare vita ad un incontro con
i gruppi giovanili impegnati praticamente nella ricerca teologica; la Facoltà deve rompere il suo isolamento, deve abbandonare, là dove ancora sussistano, quegli atteggiamenti ostili nei
confronti del discorso nuovo del M.C.S.
e della F.G.E.I.
Sia chiaro però, che tutto questo non
significa da parte della Facoltà arrendersi e cedere per opportunismo, ma
bensì rendersi disponibili per un incontro critico con il movimento giovanile evangelico. La Facoltà può ancora avere un ruolo determinante nella
formazione teologica degli evangelici
italiani, diventando un centro di dibattito, di ricerca e di preparazione
per i credenti, promuovendo quell’incontro e quel confronto col movimento giovanile che finora è mancato.
Antonio Adamo
Ristampa di dispense
dei prof. Giovanni Miegge
Un corso sull'Epistola ai Galati
Alcune persone hanno chiesto se non era
possibile provvedere a una nuova tiratura
delle dispense del corso di esegesi di Nuovo
Testamento Giovanni Miecce : Lettera ai
Calati la cui prima tiratura è esaurita da aleuni anni.
Poiché tutto dipende dall’eeo che la proposta può trovare nel pubblico evangelico interessato di studi biblici, preghiamo tutti coloro che avessero interesse all'acquisto della
dispensa di prenotarsi entro il 15 ottobre
serivendo a Bruno Corsani, via Pietro Cossa
42, 00193 Roma. Il costo prevedibile del fascicolo (200 pagine, più indici) per coloro
che si saranno prenotati è di L. 1.500.
Il Signore ha richiamato a Sé, all’età di 82 anni, a Napoli, il 13 ottobre
Alice Luchini
nata Jourdan
Il marito, i figli e tutti i familiari
e la Comunità di Via dei Cimbri ne
danno l’annuncio nella fede in Cristo
risorto dai morti.
_ Il past. S. Carcò ha annunziato
l’evangelo della resurrezione nella casa dell’Estinta e nel cimitero britannico, dove la salma è stata seppellita
nella tomba del padre, Bartolomeo.
« Or dunque queste tre cose durano: fede, speranza, carità; ma
la più grande di esse è la carità »
(I Cor. 13: 13)
Enrico Trobia
6
pag. 6
N. 43 — 27 ottobre 1972
In ITALIA sono proseguiti dibattiti e trattative sindacali, per i metalmeccanici; sospensioni e riduzioni di lavoro massicce alla Pirelli hanno causato scioperi; gli insegnanti elementari, seguiti da quelli medi, in sciopero per rivendicazioni economiche ma soprattutto per modifiche apportàte alla Camera al progetto di stato giuridico, nelle quali si vede una limitazione alla libertà d’insegnamento. — Un convegno nazionale per l’occupazione nel Mezzogiorno, indetto a Reggio Calabria da organizzazioni sindacali, ha provocato una serie di attentati neofascisti sia nella città (8) sia sulle linee ferroviarie (5) su cui transitavano i treni speciali che portavano i congressisti (si sono riuniti, per la giornata conclusiva, 40.000 metalmeccanici, edili e braccianti): si è disegnato un
preciso piano terroristico per far fallire la manifestazione; solo il caso, o la vigilanza determinata da ’’spiate” anonime, hanno fatto sì che il bilancio di vit'• time sia quasi àullo e comunque senza morti — Si aggravano gli indìzi contro il
V fascista Preda, per la strage di Piazza Fontana, e il tribunale di Catanzaro rifiuta l’incarico del processo a Valpreda; la difesa di quest’ultimo protesta contro il progetto ventilato di abbinare i processi a Preda e C. e agli anarchici.
La Commissione giustizia della Camera ha approvato, in sede legislativa, la riforma del diritto di famiglia, che passa ora al voto del Senato. In EUROPA
l’avvenimento della settimana è stato il « vertice europeo » dei Nove, a Parigi :
I NOSTRI GIORNI
un passo avanti verso runificazione economica, ma ben poca strada verso una
effettiva unificazione politica, sotto una forma o l’altra. Nella GERMANIA
FEDERALE si sono tenute le elezioni comunali nei Laender deU’Assìa e della
Bassa Sassonia (6 milioni di votanti su 8 milioni di elettori): l’unione democristiana ha guadagnato il 10% di voti, i socialdemocratici 3% ma gli alleati liberali hanno perduto il 3%, sicché le pozioni peggiorano per le forze al governo
e pare profilarsi la tendenza al bipartitismo, con la quasi scomparsa dei neonazisti e la sempre debole presenza comunista Nell’ULSTER l’UDA protestante si mantiene dura e le due branche dell’IRA cattolica tenderebbero a riconciliarsi contro il comune avversario. NeU’URSS si segnala da un lato un
ritorno antisemita sulla stampa, dall’altrp il permesso a 35 famiglie ebree di
emigrare senza pagare la forte tassa d’istruzione; daU’inìzio dell’anno gli ebrei
emigrati sarebbero 24.000. La drammatica^situazione cerealicola risulta risoUevata dal buon raccolto d’autunno in certi Stati, specie il Kazakhistan — Fallisce un
dirottamento tentato da terroristi turchi contro un aereo fatto atterrare a Sofia.
La situazione della libertà resta pesante in TURCHIA: 51 dirigenti del partito
operaio sono condannati a gravi pene, mentre l’Amnesty International documenta Fuso della tortura da parte della polizia del regime, come pure per
la GRECIA Gli incontri moscoviti del ministro degli esteri Aziz Sidki riportano una certa cordialità nei rapporti fra l’EGITTO e l’URSS, che forse fornirà
i Mig più perfezionati sin qui rifiutati; ma la ’’svolta” rientrata dei mesi scorsi
sembra aver messo l’Egitto in una situazione anche più subordinata. Nel
CILE continua il duro confronto fra il governo Allende e ropposìzione, con il
protrarsi di scioperi a catena, particolarmente grave quello dei trasportatori privati; sebbene la tensione sia indubbiamente fomentata dairesterno. è altrettanto indubbio che un settore considerevole della nazione rifiuta le gravi conseguenze economiche (dirette e indirette) del nuovo corso cileno Il fermento nelle FILIPPINE continua; forte confronto armato, a Mindanao, fra
musulmani maoisti e forze governative, che hanno represso la sommossa Si
parla con insistenza crescente dell’avvicinarsi di una tregua globale in INDOCINA: nei due Vietnam, in Cambogia, Laos e Thailandia. A SRI LANKA
(Ceylon) un milione di persone ha digiunato contro le misure repressive adottate da mesi dal governo.
G, C.
Nel quadro dell’Anno internazionale del libro
un coiioquio a Mosca
Libri a servizio della pace
Mosca (Inf. Unesco) — Un colloquio
internazionale sul tema « I libri a servizio della pace, dell’umanesimo e del
progresso » ha riunito lo scorso settembre a Mosca diciotto personalità
del mondo del libro e dell’editoria.
Convocata sotto l’egida dell’UNESCO
e su iniziativa del governo sovietico, è
una delle manifestazioni più importanti che hanno finora caratterizzato l’Anno internazionale del libro (AIL).
La scelta di Mosca era più che opportuna, poiché rURSS è stata la prima nazione a lanciare l’idea di un Anno internazionale del libro. Adottata
dalla Conferenza generale dell’UNESCO nel 1970, questa proposta ha conosciuto il successo che è noto;, oltre
120 nazioni partecipano a questa campagna internazionale, sotto il motto
« Libri per tutti ». (N.d.r.: in Italia non
ci siamo, a dire il vero, accorti di essa, e questa constatazione è un pesante giudizio sulla nostra nazione; come
abbiamo ricordato la scorsa settimana, siamo un popolo che legge assai
poco e male, e a cui quindi non interessa aiutare altri a leggere; purtroppo questo giudizio include anche i protestanti: un tralignamento significativo e grave, anche in questo senso, dalla nostra radice riformata).
Partecipavano al colloquio di Mosca
editori, bibliotecari e altri specialisti
venuti dai paesi industrializzati come
da quelli in fase di sviluppo d’Asia,
d'Africa, d’Europa e delle Americhe,
come pure osservatori di organizzazioni intemazionali non governative. Cinque i temi all’ordine del giorno; 1) i libri a servizio della pace e del progresso; 2) i libri e l’educazione; 3) come
sviluppare l’abitudine alla lettura; 4) le
misure per incoraggiare scrittori e traduttori; 5) la produzione e la distribuzione di libri, incluso il molo delle
biblioteche.
Nel discorso inaugurale René Maheu,
direttore generale dell’UNESCO, ha
sottolineato che « l’Anno intemazionale del libro ha avuto, presso il pubblico, un’eco che non cessa di ampliarsi »,
prova che « il libro, checché si sia potuto dire, continua ad esercitare una
attrazione potente sugli adulti e sui
giovani ».
Da parte sua Ekaterina Furtseva, ministro della cultura dell’URSS e presidente del Comitato organizzativo sovietico per l’AIL, ha dichiarato che gli
scambi che si sono avuti nel quadro
dell’AIL favoriscono una migliore conoscenza dei valori culturali dei vari
popoli, aiutando a diffondere « le nobili idee che l’umanità attinge, e continuerà ad attingere nelle migliori creazioni letterarie dei grandi spiriti del
passato, del presente e dell’avvenire ».
(N.d.r.: peccato che, nell’URSS, molti
di questi grandi spiriti di oggi abbiano attualmente vita così difficile... Cosa che del resto non capita soltanto
all’ombra del Cremlino). La signora
Furtseva ha invitato d’altro lato l’U
NESCO, le organizzazioni internazio^
nali, i governi e l’opinione pubblica di
ogni paese a combattere « con perseveranza l’utilizzazione del libro a fini inconciliabili con il carattere etico, morale e umanitario della cultura» e a
dare la massima diffusione « ai libri
che contribuiscono alla comprensione
reciproca, alla pace e all’amicizia fra
i popoli ».
Uno specialista nigeriano, S. J. Cookey, che al Segretanato del Commonwealth a Londra dirige la Divisione
dell’educazione, ha presentato ima relazione di alto valore su _« I libri a servizio dell’educazione ». Riferendosi alla
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimmiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiii
A FRANCOFORTE
Direttore reeponeabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
N. 175 - 8/7/1960
nord-sud-est-ovest
ECOLOGIA - 4
situazione in cui si trovano le nazioni
del Terzo mondo, ha sottolineato che
« a meno che un paeSe abbia autori
propri e produca i propri manuali, il
suo insegnamento non sarà mai altro
che un’imitazione servile dell’insegnamento del paese dal quale ottiene i
suoi libri ». Ha suggerito che l’UNESCO crei un corpo internazionale di
esperti che potrebbero essere messi a
disposizione dei consigli nazionali del
libro nei vari paesi.
Caldeggiando « una politica globale
energica, che, sola, può dare risultati
tangibili traducendosi in uno sviluppo
massiccio della lettura », Carlos Orellana, direttore delle edizioni dell’Università tecnica di Santiago del Cile, ha
dichiarato; « Un progetto di questo genere ci porta necessariamente, per la
quasi totalità dei paesi latino-americani, a porre il problema del mutamento economico e sociale, della lotta
contro la miseria, l’insicurezza e l’ingiustizia ».
Lo scrittore americano Norman Cousins aveva centrato il suo intervento
sui problemi di comunicazione e di
traduzione. Evocando, a mo’ di conclusione, i progressi conseguiti in fatto
di diritti d’autore, in particolare nella
Conferenza di Parigi dello scorso luglio, ha espresso la convinzione che taJe problema sarà presto risolto in modo soddisfacente.
Turi Kovalenko
m II conto corrente del Tesoro con la Banca d’Italia si è chiuso, al 31 agosto 1972, con
un debito di 2.212 miliardi di lire, contro un
debito di 1.541 miliardi nel corrispondente
mese del 1971, con un aumento, quindi, di
671 miliardi. Rispetto- al corrispondente mese del 1970, in cui si era registrato un debito
di 1.003 miliardi, l’aumento è di 1.209 miliardi.
Diversità di prospettive
^ Dal punto di vista dell’impiego di forze
lavorative, le tre maggiori case automobilistiche europee sono la Volkswagen (202.000 unità), la British Leyland (194.000) e la FIAT
(182.000).
^ A sette mesi di distanza dalle critiche
mosse alle autorità georgiane dal Comitato
centrale del partito comunista sovietico, il
primo segretario del partito dì Tbilisi, Vasili
Mzhavanadze, è stato rimosso. E’ il secondo
segretario di partito, dopo l’ucraino Piotr
Shelesl, eliminato dal principio del 1972. I
veri motivi all’origine del privvedimento sono sempre gli stessi : caos amministrativo :<na
soprattutto incapacità di affrontare la crisi
agrìcola e di tacitare le minoranze etniche
Minoranze che proprio in Georgia e in Ucrai
na, oltre che nelle regioni baltiche, hanno da
to vita ad organizzazioni clandestine che mi
nacciano di travolgere; da un momento al
l’altro, le autorità di partito mandate da Mo
« Il libro, messaggero di pace e di
comprensione internazionale », questo il tema
di un’esposizione di libri ukraini presentata
in settembre alla sede dell’UNESCO, a Parigi.
Fra i libri esposti figuravano non solo opere
ukraine originali, ma anche traduzioni in
ukraino di opere scritte in altre lingue dell’URSS e in queUe di altri paesi.
^ La Repubblica popolare cinese e il Giappone hanno raggiunto-un accordo di massima
per la posa di un cavo sottomarino per il miglioramento delle comunicazioni tra i due
Paesi. Attualmente, Gina e Giappone sono
uniti senza interruzione attraverso un circuito radio che si avvale di un satellite fisso e
che può sopportare simultaneamente sei conversazioni e una trasmissione di radiofoto.
m La F.A.O. in uni suo rapporto conferma
che le persone che soffrono di malnutrizione
nel mondo si aggirano tra i 300 e i 500 milioni. Si è registrata una lieve flessione dei
sottoalìmentati; ciononostante le cifre sono
rimaste praticamente invariate, dato l’aumento della popolazione.
Nel mondo antico c’erano i profeti e
gli oracoli, e la gente li credeva perché
le loro parole erano attribuite alla divinità. I profeti di oggi sono prevalentemente scienziati, e la responsabilità
delle cose che dicono la prendono loro;
per questo, li si ascolta di meno quando fanno delle previsioni.
Ora, per quanto riguarda le loro prese di posizione sulla questione ambientale, c’è una notevole diversità di vedute, che possono però essere riportate a
due atteggiamenti fondamentali.
Il discorso degli ecologi radicali è decisamente pessimista. Ci sarà una vertiginosa crescita della popolazione, non
seguita da un aumento proporzionale
delle risorse alimentari ed energetiche;
questo causerà l’inasprimento dei conflitti attuali e lo scoppio di nuovi. Gli
inquinamenti passeranno i limiti di
tollerabilità e le specie animali spariranno sempre più presto, seguite dalle
piante che non si adatteranno alle mutate condizioni. In poche parole, la
combinazione dei diversi fattori causerà nei prossimi decenni una crisi a carattere mondiale che potrebbe risolversi nella distruzione di ogni forma
di vita. Il rimedio indicato è da un lato la limitazione delle nascite, in modo
da mantenere la popolazione su un livello stabilito, dall’altro la progressiva
riduzione della produzione, convertendo le economie industriali in economie
a carattere misto, con prevalenza delrattività agricola.
Queste posizioni, più o meno intransigenti, sono state sostenute ultimamente da persone molto qualificate. Ci
fu nel 1961 il Manifesto di Morges, che
era un appello ai governi perché si sensibilizzassero ai problemi ecologici
(quando parlare di ecologia non era
ancora di moda); questo testo era firmato da persone del mondo della scienza e della cultura. Portò, come conseguenza pratica, alla costituzione di un
RIFLESSIONI
SU MATTMARK
La chiesa cattoli
Rtrainteriaziinaleiielliliri
Dal 28 settembre al 3 ottobre ha avuto luogo a Francoforte sul Meno l’annuale FIERA DEL LIBRO, che è la
maggiore manifestazione del genere al
mondo.
Più di 100.000 visitatori si sono agj
girati negli oltre 1000 stand collocati
in quattro immense àule.
In seno alla Fiera ha pure avuto luogo per la terza volta l’ESPOSIZIONE
INTERNAZIONALE DEL PERIODICO; circa 1000 periodici di 18 paesi diversi erano esp»osti in una sala a parte. Ai visitatori era offerta la simpatica possibilità di leggere quei periodici
e di fare i loro abbonamenti.
Coop. Tip. Subalpina - Tórre Pellice (Torino)
La sentenza
con la quale s’è
concluso il processo d’appello per la
sciagura di Mattmark (del 30.8.’65), ha suscitato giustamente indignazione e profondo dolore
sulla stampa italiana d’ogni ordine e
tendenza. Con tutto il cuore aderiamo,
in proposito, alla « lettera aperta alle
chiese protestanti svizzere » che « Nuovi Tempi » ha pubblicato nel suo n. del
15 c. In tale lettera, che in ogni dettaglio incontra il nostro pieno consenso,
campeggia la domanda; « Che rapporto c’è fra la parola di Dio che predichiamo ogni domenica nelle nostre
chiese e questa sciagura di Mattmark
con la conseguente vicenda giudiziaria? Ovvero; c’è un rapporto fra la società che si riunisce in chiesa per il
culto e la società che, dopo aver esposto al pericolo di morte degli uomini,
non è in grado di render loro giustizia? ».
Ci sembra che a tale domanda già
rispKmda per conto suo, e in modo illuminato, l’articolo di testa (« Visto
che calpestate il povero... ») pubblicato
da Paolo Ricca su questo settimanale
(n. 41 del 13 c.).
Vogliamo a nostra volta riportare,
sulla grave questione, le riflessioni politiche che Antonio Cambino ha pubblicate su « L’Espresso » del 15 c. (Art.
« Ai poveri è concesso solo il diritto di
morte »). Se lo facciamo con ritardo,
ciò è dovuto alla nostra segreta speranza d’incontrare sulla stampa svizzera qualche parola di comprensione
umana (e magari anche di ripensamento critico) sulle vittime della suddetta
sentenza. Cosa che non c’è purtroppo
accaduto, se non sul « Journal de Genève » del 20 c. ov’è apparso il sunto
d’un « appello di solidarietà coi lavoratori stranieri », lanciato dall’« Associazione svizzera per il servizio civile
internazionale » e nel quale è detto di
« considerare quella sentenza, benché
giuridicamente valida come un “insulto ai sentimenti umanitari” e un “affronto agli svizzeri che desiderano avere buoni rapporti coi lavoratori stranieri” ».
Ma veniamo ora alle riflessioni di
Antonio Cambino.
« La sentenza della corte d’appello
di Sion che ha confermato l’assoluzione dei dirigenti del cantiere di Mattmark e ha condannato le famiglie degli 88 operai morti al pagamento di
metà delle spese processuali, è stata
Echi della settimana
a cura di Tullio Viola
unanimemente, ed a sazietà, definita
"incredibile”. Poche volte un aggettivo è stato usato così a sproposito. Nulla infatti è più “credibile” della decisione del tribunale svizzero. Almeno
per due ordini di ragioni.
Innanzi tutto perché più passa il tempo e più appare chiaro il carattere
parziale, strumentale, e statale, della
giustizia. Solo pochi illusi possono infatti continuare a credere che la divisione dei poteri immaginata da Montesquieu rappresenti ancora, nel mondo in cui viviamo, un modello effettivamente applicato. Ad Ovest come ad
Est il potere giudiziario è, nel suo complesso, praticamente asservito a quello
politico. E le differenze, che pure esistono, sono più di forma che di sostanza, di quantità che non di qualità, in
alcuni paesi (occidentali) essendo possibili delle fortunate eccezioni, mentre
in altri (orientali) tali eccezioni essendo peliino impensabili. (...)
Il secondo motivo per cui appare assurdo stupirsi della decisione^ dei giudici svizzeri, è che tale decisione rispecchia fedelmente la posizione di
questo paese nei confronti dei lavoratori stranieri. Ormai (è evidente) nessuno canta più “Lugano bella”, e pensa che i nostri emigrati vadano al dilà
delle Alpi a cercare ® un asilo politico
ed economico. Ma anche tra coloro che
sono usciti da questi miti, sono solo i
pochi che hanno studiato da vicino la
situazione, e che hanno preparato inchieste spesso di grande valore (...), a
conoscerne l’oppressione e lo squallore ».
UN’OPPOSIZIONE DISONESTA
■*. Si avvicina il giorno delle nuove
elezioni nella Germania Federale, avvenimento della più grande importanza
dal quale bisogna attendersi o la caduta di Willy Brandt, l'attuale cancelliere, oppure la sua riconferma.
« Un giornale conservatore tedesco
ha descritto ciò che, secondo lui, accadrà il 19.11 p. V.: "W. Brandt, nauseato
dalla sconfitta che gli avranno inflitto
gli elettori, e cosciente del fatto che la
sua carriera politica sarà finita, si ritirerà in Norvegia da cui, a guerra ultimata, egli era ritornato per conquistare il potere" (...)
ca, la cui influenza
permane grande in
Germania, non prova maggiori simpatie per il leader social-democratico. In
una circolare confidenziale, indirizzata da un dignitario
della chiesa ai suoi fedeli di Colonia,
si legge: "W. Brandt non ha fatto nulla, è il meno che si possa dire, per difendere i valori della civiltà cristiana” (...) ».
Queste due citazioni danno un’idea
« dell’accanimento e della bassezza di
una campagna elettorale che sarà, senza dubbio, la più dura fra tutte quelle
che la Germania Occidentale ha mai
conosciute. (...)
Ma donde viene quest’odio straordinario che provoca W. Brandt e che
conduce taluni giornali conservatori a
insultarlo e a calunniarlo?
“La borghesia tedesca (ha scritto un
sociologo) non ha, in realtà, mai saputo superare la profonda avversione verso una socialdemocrazia che, in tutti i
tempi, le è apparsa non tanto una minaccia al suo potere, quanto l’espressione d’una forza liberale tendente a
modificare (sia pure solo leggermente)
il volto del paese".
Se ne vogliono degli esempi? I signori Barzel e Strauss hanno considerato
umiliante il gesto di W. Brandt inginocchiantesi, a Varsavia, dinanzi al
monumento commemorativo degli
ebrei. Non hanno neppure apprezzato
il suo “liberalismo” verso la gioventù
tedesca. Soprattutto essi non hanno
mai perdonato a W. Brandt d’aver emigrato in Norvegia durante la guerra,
cioè (come essi dicono) "in un momento in cui si giocava il destino del paese” » (Dal « Nouvel Observateur » del
9-15.10.’72).
C’è qualcuno disposto a consolarsi,
constatando che v’è un’altra opposizione al mondo ancor più disonesta di
questa (Quella alla candidatura di
McGovern in USA)? Noi no! Quanto alle nostre personali opinioni su W.
Brandt, noi le abbiamo già ripetutamente espresse (v. ad es. il n. 39 del
29.9.'72 di questo settimanale).
fondo per la raccolta di soldi da impiegare in interventi urgenti a favore di
animali e aree minacciati dairuomo.
Questo Fondo mondiale per la natura
(WWF) è attivissimo in Italia da circa
cinque anni. Recentemente le tesi della
riduzione decisa della natalità e del
progressivo azzeramento della crescita
della produzione, sono state riprese in
un libro chiamato / limiti dello sviluppo, scritto non da biologi, ma da matematici. Sono arrivati a queste conclusioni dopo avere affidato ai loro calcolatori l’analisi dei dati statistici relativi alla crescita delle risorse e del numero delle persone che le dovrà spartire. Di questo libro si è parlato sul1’« Eco-Luce » in settembre, in una serie di articoli di Renato Balma.
In contrasto a queste posizioni esiste
un fronte abbastanza ampio di studiosi, specialmente economisti, che preferiscono mettere l’accento sulle esigenze dell’uomo piuttosto che su quelle
della natura. Affermano cioè che quello
che conta non è tutelare l’ambiente così com’é ora, dal momento che in esso
la maggior parte degli uomini è oppressa economicamente e tenuta nella fame da interessi ben precisi. È invece
necessario un impegno a tutti i livelli
per il riscatto della persona umana nella sua pienezza, e allora avrà un senso
anche la difesa del mondo vivente intorno all’uomo. Inoltre questi studiosi
contestano l’uso delle statistiche proiettate nel futuro; è un processo chiamato estrapolazione, che consiste nel ricavare, da una successione di dati acquisiti, il meccanismo con cui un fenomeno (natalità, impiego di un prodotto, ecc) cresce o decresce, e quindi prevederne l’andamento negli anni successivi con precisione matematica. L’estrapolazione, di cui gli ecologi si valgono
ampiamente, viene messa in discussione perché i dati da cui si parte possono facilmente essere letti in molti
modi, e quindi una stessa piattaforma
può giustificare rigorosamente conclusioni discordanti.
Ora, senza voler dare ragione agli uni
piuttosto che agli altri, sarebbe necessario capire entrambi i messaggi, e considerare con serietà il problema ecologico a livello individuale e collettivo.
La paura di una catastrofe mondiale
deve stimolare i governi alla collaborazione reciproca per realizzare ricerche
e programmi che coinvolgano gruppi di
paesi con gli stessi problemi. Quest’idea della possibilità di una fine non
lontana non deve diventare un incoraggiamento al fatalismo; la gente si disinteressa già troppo dei problemi reali, da cui si allontana rifugiandosi nei
miti alienanti in cui crede, e una paura
della fine, simile a quella dell’anno
Mille, può diventare una scusa per
svalutare il progresso sociale e l’impegno politico.
E’ necessario prendere coscienza dell’insieme dei problemi relativi alla distruzione deU’ambiente in cui viviamo,
e questa consapevolezza deve portarci
a un senso di solidarietà verso gli altri
uomini che non conosca limiti, e alla
volontà di assicurare la continuazione
della- vita sul pianeta, non perché sia
piacevole o razionale, ma perché è la
nostra realtà, e se siamo credenti ci
appare come il primo dei doni che il
Signore ci ha fatto.
La ragione per cui 1'« Eco-Luce » si
vuole occupare di questi problemi è
che essi ci coinvolgono tutti, ed è necessario conoscerne le cause e gli effetti per potere valutare con spirito critico i fatti che succederanno intorno a
noi. Avere una mente autonoma che
non sia prigioniera degli schemi e dei
valori che 1 mezzi di informazione impongono è certamente la premessa indispensabile per non essere trascinati
passivamente da eventi più grossi di
noi.
Pietro Comba
Cronache ecologiche
^ Tale « validità giuridica « è contestabile
ma come dice molto giustamente la « lettera
aperta » di cui sopra, « non abbiamo nessuna
intenzione di criticare l'operato della magistratura svizzera perché non e cosa che spetti a noi ».
^ Questo verbo presenta qui un’ardita trasposizione di significato. Più proprio, ma meno
pregnante, sarebbe il verbo: « trovare
.
H Per mettere a punto una convenzione
che regolamenterà gli scarichi di scorie nei
mari si riunisce a Londra una conferenza internazionale, dal 30 ottobre al 10 novembre.
È una risposta alla raccomandazione votata lo
scorso giugno a Stoccolma della Conferenza
delle N. U. sull’ambiente. Il governo britannico, che organizza la Conferenza di Londra,
spera che la Convenzione possa essere offerta
entro l’anno alla ratifica dei governi. Alla
conferenza londinese saranno rappresentati
rUnesco e la Commissione oceanografica intergovernativa.