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2001
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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
Spedizione in a. p. 45% - art 2 comma 20/B legge 662/96 - Filiale di Torino.
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Anno IX - numero 25 - 22 giugno 2001
CHIESI
Le Conferenze distnttuali
delle chiese valdesi e metodiste
f
I BIBBIA E AnUALITÀI
I «MINIMI» DEL
NOSTRO TEMPO
«Perciò, rinfrancate le mani cadenti
e le ^nocchia vacillanti»
Ebrei 12, 12
HO riletto queste parole all’interno della situazione delle nostre
chiese e del nostro popolo. Una situazione di contraddizioni e di fragili speranze. Ho trovato l’esortazione
biblica importante per tutti noi perché le parole della Bibbia ci impongono di alzare il capo per un impegno rinnovato per la giustizia e la pace. Che cosa ci dice l’antico autore di
questa pagina biblica? Egli si rivolge
ai cristiani del primo secolo travolti
dalla violenza della lotta anticristiana
organizzata dall’impero di Roma. Le
sofferenze subite producono in quei
credenti disperazione, per la mancanza di una vera consolazione, e
rassegnazione, per la assenza di una
reale speranza. In questa situazione
ci si aspetterebbe una esortazione tipo «Soffrite pazientemente cercando
di avere tanta fede». È una buona parola, ma sarebbe una esortazione falsa e forse poco cristiana.
Troviamo invece l’esortazione
ad assumere una maggiore responsabilità nei confronti dei più deboli. I lettori sono chiamati a dare coraggio a chi vede le forze mancare; a
comportarsi prendendo con decisione e,senza distrazioni una retta direzione per giungere alla meta. «Invece
di ricercare conforto personale, ricercate i deboli e i disperati per condurli
alla vera pace», sembra dire. Dunque
in un tempo di persecuzione e di incapacità a comprendere il senso della
propria fede, incontriamo un cristiano che richiama tutti a una vocazione
di responsabilità per gli, altri abbandonando la via del pianto e della rassegnazione. «Gli altri» qui sono descritti come persone che hanno le
mani cadenti e le ginocchia vacillanti:
sono immagini molto descrittive di
una realtà particolare. Mani cadenti:
spno le mani abbandonate lungo i
fianchi di chi è rassegnato ad una esistenza vuota e insignificante. Ginocchia vacillanti: sono le ginocchia di
chi non riesce più a camminare con
autonomia tanto è stanco e disperato.
Gome non vedere in queste immagini i «minimi» del nostro
tempo? Anche chi sembra manifestare forza e sicurezza è atterrito dalle
angosce di ogni giorno perché sente
il peso insopportabile di un’esistenza
vuota. E a noi è chiesto di prendere
una fetta di responsabilità per offrire
un impegno particolare: dare ricchezza a quelle mani vuote e dare
forza a quelle ginocchia fragili. Non è
Cosa di poco conto. Si tratta di un
impegno e non di una iniziativa sporadica. Si tratta di indirizzare la nostra vita personale in questo impegno
c non solo fare gesti eclatanti. Si tratta di manifestare costantemente la fede in Gesù proprio con questo impegno senza trattenere per noi nulla.
Per noi oggi vi è una esortazione a ricordare la vocazione a un impegno
per i senza pace e i senza speranza.
™zi, l’autore della lettera agli Ebrei
ricorda che occorre essere impegnati
a «cercare la pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore». Sono piccoli passi,
ma indispensabili affinché la nostra
cde sia capace di manifestare l’amore che è in Gesù Cristo.
Giovanni Anziani
Centomila persone a Francoforte al 29° Kirchentag del protestantesimo tedesco
Dio e mammona nella city
Nello capitale finanziaria europea si è dibattutto di giustizia e sviluppo, debito dei
paesi poveri, Europa, bioetica, spiritualità. Nel 2005 il Kirchentag si farà coi cattolici
Il «Super Rio», dell’artista contemporaneo Manfred Stumpf, al Kirchentag di Francoforte sul Meno
(Foto Epd-Bild)
GIUSEPPE PLATONE
FRANCOFORTE - Enormi pupazzi
di plastica gonfiati, posti per l’occasione sulle torri delle banche e delle
multinazionali della capitale finanziaria europea, sembrano voler benedire il 29° Kirchentag (la festa delle chiese evangeliche tedesche) che
si e svolto nella città sul fiume Meno
dal 13 al 17 giugno. Il pupazzo e stato definito «Super Rio». È un’opera
di Manffed Stumpf, una provocazione a riflettere. Conta più Dio o mammona? A Francoforte, in questi giorni, non è stata una domanda retorica. L’interrogativo è parte del grande
appuntamento del protestantesimo
tedesco che, ancora una volta, ha
raccolto più di 100.000 persone, di
cui più di metà donne, soprattutto
tra i 18 e i 30 anni. La riflessione su
arte e fede non è stata provocata soltanto da «Super Rio», ma anche da
un ricco insieme di incontri che si
sono svolti anche presso la celebre
Galleria d’arte moderna.
Il vero spazio, umano e di riflessione, del Kirchentag è stato la zona fieristica. Immensa. Con il suo grande
«mercato delle possibilità» (oltre 700
espositori), i grandi forum con a volte presenze che sfioravano le 10.000
persone. Tre i grandi filoni di riflessione articolati in decine di incontri:
vari modi di credere; vivere con dignità; rimanere liberi. Non ci sono
state delle novità eccezionali. C’è
stata piuttosto una partecipazione
corale, stimolata da teologi anche
prestigiosi (da Eberhard Jùngel a
Konrad Raiser, Margot Kàssmann,
Leonardo Boff, E. Busch, compreso
anche il nostro Paolo Ricca che ha
saputo sempre coinvolgere il pubblico numeroso che lo ha seguito).
Il motto biblico di questa cinque
giorni è stata l’affermazione del Salmo 31,8: «Tu hai messo i miei piedi
in luogo favorevole». Ma quel «favorevole» in realtà significa «un ampio
spazio», e questo spazio è stato interpretato in modi diversi; forse la
lettura più convincente è stata quella dello spazio europeo che si allarga
sempre di più ai paesi dell’Est. L’Europa è stata anch’essa presente còme progetto politico e valutata an
Segue a pag. 5
Ä Argentina
Cattolicesimo e
scuola pubblica
A fine aprile il governatore della
provincia di Catamarca (Argentina)
ha sospeso l’obbligatorietà dell’insegnamento della religione (cattolica)
nelle Scuole pubbliche della sua giurisdizione. Alle immediate proteste
della diocesi cattolica, risponde ora il
Consiglio nazionale cristiano evangelico (Cnce) con una lettera aperta in
appoggio alla decisione del governatore, sostenendo che «la scuola pubblica deve essere laica e non discriminatoria e che l’insegnamento religioso confessionale deve essere svolto nelle famiglie e nelle chiese, a cui
d’altronde la Costituzione argentina
garantisce libertà di testimonianza».
La lettera aperta è firmata dai presidenti dell’Alleanza evangelica, della
Federazione evangelica e della Federazione pentecostale. (nev/pe)
Ue e immigrazione
Rispettare la
dignità umana
L’Unione europea dovrebbe fare di
più per proteggere le persone che richiedono asilo e gli immigrati: lo afferma un documento presentato alla
Commissione europea dalla Commissione delle chiese per i migranti
in Europa (Cerne, protestanti e ortodossi), dalla Caritas Europa e altre
organizzazioni cristiane. Il documento afferma che la migrazione è
diventata «un fenomeno globale e
permanente», causato dall’oppressione e dal conflitto, come dalla povertà e dalla disoccupazione: «La dignità umana dei migranti e rifugiati afferma il documento - è fondamentale e va rispettata, indipendentemente dal fatto che una persona possegga 0 meno documenti regolari. Le
chiese sostengono questo e chiedono
airUe di fare altrettanto». (nev)
Valli valdesi
Fondi regionali
per il turismo
La giunta regionale ha deliberato
di stanziare 122 miliardi a favore dello sviluppo e del rilancio del turismo
in Piemonte. Una parte di questi
fondi andrà al territorio del Pinerolese e saranno destinati probabilmente alla realizzazione di strutture ricettive in Plnerolo e nelle relative
valli, con attenzione particolare alle
prospettive che potrebbero svilupparsi nella direzione del turismo
transfrontaliero. Nello stesso tempo
tuttavia cattive notizie giungono dai
dati provinciali relativi all’anno 2000:
in leggero calo l’afflusso nelle strutture alberghiere, esso diventa meno
pesante nelle strutture extra alberghiere. Si fa tra l’altro sempre più diffuso un turismo di tipo «giornaliero».
A pag. 11
L'OPINIONE
IL NUOVO
GOVERNO
La prima aspirazione di Berlusconi
è che il suo nuovo governo sia un governo «nuovo», non solo perché «stabile» ma soprattutto perché capace di
rivoltare il paese come un calzino,
completando il processo di modernizzazione anche nelle istituzioni pubbliche e nella burocrazia, nelle relazioni
del mondo del lavoro, nella scuola e
nella formazione, nelle infrastrutture,
e persino nella Costituzione. Là dove
per moderno si intende, ovviamente,
vista la parte politica che rappresenta,
liberale. Ma liberale nella sua versione
liberista, condita con un po’ di queUa
«compassione» che, però, ha poco a
che vedere con il capitalismo compassionevole di marca anglosassone e
protestante e più con l’autocoscienza
degli «italiani brava gente» di marca
cattolica che tutto nasconde e tutto
confonde. D’altra parte, anche il governo Prodi di cinque anni fa aveva
tutta Eintenzione di essere un governo
«nuovo» in quanto a stabilità e volontà di risanare l’economia del paese
(ma non solo) e di entrare in Europa a
testa alta. Arrivò addirittura a giurare
di venerdì 17, un vero «strappo» per la
tradizione scaramantica italiana (e, a
quanto risulta dalla storia successiva,
mal gliene incolse).
Certo che a vedere la formazione del
suo nuovo governo, Berlusconi deve
aver faticato non poco a contrastare il
mai archiviato «manuale Cencelli»:
una «squadra» di 85 persone, contro le
79 di Amato, è il segno di un «nuovo»
che non avanza, così come la volontànecessità di avere nel governo tutti i
leader di partito della sua coalizione
per evitare (o ridurre) il rischio delle
imboscate politiche (soprattutto da
parte di Bossi, l’irriducibUe padano).
Ma non vogliamo essere ingenerosi:
combattere certi meccanismi non è facile. Piuttosto ci sono altri segnali che
vanno colti: per esempio la luna di
miele con la Confindustria. Non credo
che in precedenza ci sia mai stata una
sponsorizzazione così esplicita, sia da
parte della nuova imprenditorialità,
rappresentata dal presidente di Confindustria, Antonio D’Amato, sia da
parte di quella vecchia, rappresentata
dall’avvocato Gianni Agnelli. Qualcosa
significherà nel prossimo futuro. Altro
esempio: Letizia Moratti, ministro
dell’Istruzione, Università e Ricerca,
che scalza candidati cattolici. Si tratta
di persona indubbiamente autorevole
e tendenzialmente indipendente (viene dal mondo del management, non
dalle istituzioni che dovrà governare)
che rafforza l’idea di rinnovamento
che il premier vuole comunicare in
tutto il comparto dell’istruzione e della formazione scientifica.
Insomma, come è evidente, il governo lo si potrà valutare veramente solo
con le sue prime azioni di governo. La
politica estera, prevedibilmente, esprimerà continuità, salvo qualche cambiamento di tono. La politica economica e fiscale e quella sociale, invece,
potranno cambiare parecchio, ma è
tutto da vedere, perché governare non
è come stare all’opposizione. Sulla
scuola, invece, sulla giustizia, sulle
riforme istituzionali e sul conflitto di
interesse si attendono novità, speriamo positive, ma non è detto. Come
evangelici, infine, ricordiamo anche la
libertà religiosa e di coscienza e la laicità dello stato. Lo avevamo ricordato
al governo Prodi, lo ripetiamo o^i: si
tratta della madre di tutte le libertà.
Eugenio Bernardini
à
2
PAG. 2 RIFORMA
Mentre erano
in cammino,
Gesù entrò in
un villaggio;
e una donna,
di nome Marta,
lo ricevette in
casa sua.
Marta aveva
una sorella
chiamata Maria,
la quale sedutasi
ai piedi di Gesù,
ascoltava la sua
parola.
*°Ma Marta, tutta
presa dalle
faccende
domestiche,
venne e disse:
“Signore, non ti
importa che mia
sorella mi abbia
lasciata sola
a servire?
Dille dunque che
mi aiuti".
“^Ma il Signore
le rispose:
“Marta, Marta,
tu ti affanni e sei
agitata per molte
cose, ma una cosa
sola è necessaria.
Maria ha scelto
la parte buona
che non le sarà
tolta”»
(Luca 10,38-42)
<^^Ed ecco un
dottore della
legge si alzò
per metterlo alla
prova, e gli disse:
“Maestro, che
devo fare per
ereditare la vita
eterna?”
^^Gesù gli disse:
“Nella legge che
cosa sta scritto ?
Come leggi?”.
^^Egli rispose:
“Ama il Signore
Dio tuo con tutto
il tuo cuore, con
tutta l’anima
tua, con tutta
la forza tua, con
tutta la mente tua
e il tuo prossimo
come te stesso”.
^^Gesù gli disse:
“Hai risposto
esattamente, fa’
questo e vivrai”.
^^Ma egli, volendo
giustificarsi, disse
a Gesù: “E chi è il
mio prossimo?”»
(Luca 10, 25-28)
ESSERE DISCEPOLI DEL CRISTO
La chiesa non ha bisogno semplicemente di servizio e di predicazione, di attivismo
e di riflessione come mondi separati Essere discepolo significa sapere uscire da sé
ERIKA TOMASSONE
Marta serve. Maria ascolta.
Maria si comporta da discepola, Marta si comporta come le donne del suo tempo facevano per accogliere un ospite.
Marta si lamenta di essere stata
lasciata sola a servire e chiede
l’intervento autorevole di Gesù
nei confronti di Maria. Gesù
prende posizione e rimprovera
Marta: «Maria ha scelto la buona parte che non le sarà tolta». Il
messaggio dovrebbe stare proprio in questa presa di posizione
di Gesù a favore di Maria: nel
rimprovero bonario e affettuoso
(«Marta, Marta») si legge però
una decisione esclusiva: «Di una
cosa sola c’è bisogno».
La sola cosa necessaria
IL testo è breve, il messaggio
sembra chiaro: Gesù arriva
ed è la sua presenza a stabilire
le priorità. In presenza di Gesù,
la sola cosa necessaria è l’ascolto della sua parola e del suo insegnamento: Marta vede in Gesù un ospite da servire e mette
in campo il suo ruolo, le sue capacità e non riesce a vedere per
sé e per sua sorella altro di quello che già conosce, vale a dire il
loro ruolo di donne da cui ci si
aspetta una funzione essenziale
nelle faccende domestiche e
nell’accoglienza dell’ospite.
Maria davanti a Gesù, invece, si
inventa un ruolo all’epoca sconosciuto per le donne, quello
della discepola; oltre che ad essere una scelta di libertà, la sua
è anche la scelta giusta: «Maria
ha scelto la buona parte che
non le sarà tolta».
Da questo testo sembra emergere la riaffermazione della libertà del credente nell’occupare il suo spazio nel mondo come
discepolo e in riferimento alla
Parola, spinto non dall’andazzo
del mondo, ma dal necessario
creato dall’evento di Gesù. Questo naturalmente se prendiamo
in considerazione che Marta e
Maria non sono solo due persone, ma due persone donne. Il
gioco di questa interpretazione
utilizza quindi la chiave dei ruoli femminili nella società del
tempo; da questa sottolineatura
si fa anche discendere l’idea che
Gesù fosse un paladino del discepolato delle donne, o che
nella comunità di Luca il ruolo
delle donne fosse avanzato o
che vi si trovi la legittimazione
dell’educazione teologica delle
donne. Si esalta il ruolo di Maria
nel testo, come caparra innovativa per il futuro impegno delle
donne nella chiesa.
le Marta rappresenta la salvezza
mediante le opere, ha un giudizio durissimo su di lei. «Marta,
la tua opera deve essere punita e
considerata nulla... Io compirò
solo l’opera di Maria, vale a dire
la fede che nasce dall’ascolto
della parola di Dio».
Servizio e ascolto
Preghiamo
Dio, tu operi nel mondo,
non visto, ma in modo irresistibile,
come B seme nascosto
che sempre di nuòvo rispunta.
Donaci di vedere la tua opera ovunque,
neBe parole che liberano,
nei gesti che generano fiutto.
Aguzza fl nostro sguardo
di fronte alle meraviglie senza nome,
noi avremo allora una costanza
più forte del fallimento,
avremo l’audacia di sperare
in modo conforme alle tue promesse:
l’uomo nuovo,
ogni cosa nuova,
nel Signore, fl nostro Dio.
R Cromphout
Tuttavia nei testo la contrapposizione tra Marta e
Maria, valorizzata dall’intervento di Gesù, passa attraverso le
due azioni diverse compiute dalle donne. Marta serve e Maria
ascolta l’insegnamento di Gesù.
Si fa così strada, nella storia
dell’interpretazione, la contrapposizione tra servire e ascoltare;
tra vita attiva e vita contemplativa, tra salvezza per fede e salvezza per opere. Queste interpretazioni del testo riducono Marta e
Maria a tipi o principi astratti, si
perde la loro concretezza di persone donne; sulla base di questo
criterio interpretativo si fa strada, nella storia del cristianesimo, l’idea che il servizio, il fare,
sia secondario rispetto all’ascolto. Nel tentativo comunque di
creare un rapporto tra le due
azioni, si dice che il servizio ha
senso solo se è subordinato
all’ascolto della Parola.
Da questo si cercano conferme per sostenere che il ministero della Parola è superiore a
quello della diaconia. Marta, pur
essendo riconosciuta utile diventa meno degna spiritualmente di Maria. Teresa di Lisieux scrive a questo proposito:
«1 cristiani più zelanti, i preti,
pensano che dovremmo prendere esempio da Marta servendo, piuttosto che offrire al Signore il calice della nostra vita
con tutta la fragranza che contiene». Martin Lutero, per il qua
La posizione di Calvino
Comincia però a insinuarsi
nella storia dell’interpretazione un sospetto. Come è possibile che Gesù tratti il servizio e
il fare in un modo così negativo?
Non ci sono forse negli Evangeli
testimonianze fondamentali
sulla necessità del fare, del servire? Giovanni Calvino si fa condurre da questo dubbio (anche
se il suo obiettivo principale è
negare che la vita contemplativa
sia superiore alla vita attiva) e
sostiene che ciò che non va in
Marta è l’eccesso di servizio, il
servizio che rende ciechi riguardo alle priorità create dal fatto
che l’ospite è Gesù. Sapersi fermare sembra la prima esortazione del testo secondo Giovanni
CalAuno. La seconda esortazione,
che egli evince dalla richiesta di
aiuto di Marta, è che «facendo
del bene bisogna sempre vigilare
a non considerarci superiori agli
altri». 11 vizio di Marta è di compiacersi del suo servizio.
Questo stesso dubbio sulla legittimità di contrapporre servizio
e ascolto, fare e ascoltare, attraversa molti altri interpreti e si lavora alacremente alla ricerca di
un’armonia tra Marta a Maria o
meglio tra i due tipi che si vogliono rappresentare attraverso esse.
Questo filone armonico si sviluppa con forza, per sostenere la
diaconia delle donne ed in genere la diaconia della chiesa in ambito protestante. La chiesa che
comincia ad avere opere diaconali in cui il servizio delle donne,
e delle diaconesse in particolare,
è fondamentale non può più interpretare il testo come lo faceva
Martin Lutero. Ma il testo non è
così armonico, come abbiamo
detto, Gesù non dice nulla di armonizzante rispetto alle diverse
azioni delle due sorelle.
Resta la domanda retorica di
Calvino: potrebbe il Signore
condannare le azioni, il servizio
del credente? Se noi consideriamo il testo di Marta e Maria come parte della composizione di
Luca secondo la tecnica dell’appaiamento (in Luca spesso sono
presentati insegnamenti e miracoli doppi, aventi cioè per prota
gonisti uomini e poi donne),
dobbiamo prendere in considerazione il testo che immediatamente precede il nostro nell’Evangelo di Luca. Al maestro
della legge Gesù dice che la salvezza non ha a che fare con una
disanima intellettuale su quale
sia la volontà di Dio, ma è una
questione di slancio amorevole
verso chi si incontra. A costui
Gesù dice: «Fai; non chiederti
chi è il tuo prossimo, ma sii tu il
prossimo dell’altro». A Marta
Gesù dice di non affannarsi a fare, ma che l’ascolto è la buona
parte. Non sembra una cosa
contraddittoria?
La doppia risposta di Gesù
ESÙ dà due risposte, perché
rloc
VJ due sono i suoi interlocutori: un uomo il cui ruolo immediato è quello di discutere di
teologia e non certo quello di
soccorrere e curare un ferito per
strada, due donne, il cui ruolo è
quello di servire l’ospite e che in
questo servizio rischiano di perdere la Parola. Nell’insieme delle due risposte di Gesù si intravede la strada della comune vita
nella fede di uomini e donne. La
chiesa non ha bisogno semplicemente di Marta e Maria, cioè
di servizio e predicazione, di attivismo e riflessione come mondi accostati e separati. Questo
oggi avviene già in parte. La
chiesa come comunità di uomini e donne, ha bisogno di conversione nell’ambito dei ruoli,
delle esperienze. Ancora una
volta essere discepolo significa
sapere uscire da sé.
In questo senso la vocazione
non è aggiungere un po’ di religioso a quello che si è o si fa rimanendo comunque sul terreno
certo del proprio ruolo sociale e
culturale. Le chiese non dovrebbero essere semplicemente la riproduzione religiosa delle società in cui vivono e dei ruoli codificati in esse. La doppia risposta di Gesù ci porta a pensare
che c’è qualcosa di più da essere
tentato, non come un aggiornamento all’evolversi dei tempi,
ma come parte del nostro prendere sul serio la novità della vita
che ci è proposta nell’evangelo.
Con una parola contemporanea
si potrebbe parlare di integrazione delle esperienze in cui
ogni parte si avventura alla luce
dell’Evangelo su un terreno non
usuale.
(Prima di una serie
di tre meditazioni)
Note
omiletiche
Attraverso
Che il
testo fa dei termini «sew
«diaconi
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«servire» (in gr«
r;. »
aliato lavorare attorno
questi termini e imposta'//?/
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rnnia o rii «..^n .‘Í’
alcune cautele e non
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predica, ma ascolta. Qn? lom»
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6, T6. In quel testo sia™ nid
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compiti distinti e si evi
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dinazione dèi ministero
della diaconia a quello
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della predicazione. Levi- P"®
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paq
zion
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cende di Stefano e di pi"
lippo (due dei diaconi) ci “t*!
mostrano comunque che
almeno negli Atti, serviziij pr°'
e parola non sono con- diti
trapposti. Una predicazio- e ni
ne sulla linea di Calvino Itanl
sarebbe anche motivata saci
testualmente. Bisognerei), scia
be guardarsi anche da
un'eccessiva esaltazione
del ruolo di Maria discepola, ed essere prudenti
nel sottolineare l'assoluta
novità di Gesù in rapporto
all'ebraismo.
Maria non è diacona
della parola in quanto il
suo «studio» è passivo,
neppure assimilabile allo
stile di rapporto tra discepolo e maestro in cui il discepolo pone domande e
discute. Paolo ha un rapporto con Gamaliele, simile a quello che Maria ha
con Gesù (Atti 22, 3), ma
per lui si tratta ovviamente di una situazione transitoria. Similmente si dovrebbe essere prudenti
nei trattare il rapporto tra
l'Evangelo di Luca e le
donne. È vero che Luca è
l'evangelista in cui sono
maggiormente presenti le
donne, ma questo può essere spiegato con la particolare composizione della
sua comunità e con il peso
sociale di alcune donne in
essa. Non serve cioè esaltare un evangelista perla
menzione di donne senza
aver compresi il senso di
tali menzioni. Elisabeth
Schuessier Fiorenza legga
la nostra narrazione come
un riflesso del dibattito «PPi
della fine del I secolo s|i
sui ruoli delle donne, sii ìam
sulle funzioni che emer- pubi
gevano nelle chiese do- «Rif(
siasi
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rico:
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altri
vaio
Al
dale
ne d
batte
unii
nee
locai
mestiche. .
Secondo Fiorenza, sce
gliendo il ministerodij
Maria Luca intende darò
delle indicazioni alla ce
munità. Non che Lucafac
da dire a Gesù che le doiv
ne devono tacere, ma vie
ne approvata Maria, con*
suo ruolo passivo cheiISt
gnore chiama «la buoni
parte». Marta con il
affanno e la sua richieS
di aiuto viene percepii^
come una minaccia sputi
tuale per la sorella. La *
stra vocazione di donW
oggi non ha la sua legd"' I
mazione in un passatovi,
lutato in termini emaf“|
patori ma in maniera ao ;
storica. Notare infine L
me l'Evangelo di Giovai
capovolge e correggi
ruoli di Marta e di Me
sorelle di Lazzaro. Pe(
predicazione si deve'«9
lare sui rischi che denite
dalle nostre precompt®!
sioni in materia di se
zio, diaconia, ruolo de
donne, discepolato.
indii
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Bibbia delle donne,
Torino, 1999, pp.
-E. Schuessier Fioren;
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The Women around^ ^
Sem Press, 1982,
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2001
PAG. 3 RIFORMA
Si è svolto a Soissons (Piccardia) il Sinodo nazionale della Chiesa riformata di Francia
\
Battesimo e santa cena, «parole visìbili»
Dopo un lungo periodo di riflessione e di dibattito a livello locale e regionale è stata approvata
poSre larnozione sui sacrannenti L'invito allo Cena è rivolto a tutti, anche a chi non è ancora battezzato
le
> che il
' “servi.
^ greco
è sba.
GIANNI GENRE
rap.
® esco],
^®9uire
on Par-------
-"a dia- nrSSONS, una cittadina di
^ SwOOO abitanti, cento chiHi Parigi, ha
Metti a nordest di Parigi, ha
quest’anno 11 Sinodo
i Chiesa riformata di
Lcia (Bri). Siamo ai margin di OueUa vasta area nordorientale, segnata da una pesante depressione economi
e è in,,
un P05.
ed Atti
to sia il
> chela
compiti
sono
' si evi
ra dalla quale sembra diffici
le’usGire. Le cittadine della
subor. Piccardia furono teatro delle
battaglie più cruente della
nrima guerra mondiale. I nueriìr merosi cimiteri di guerra rl
® cordano ovunque il prezzo in
“e vite umane di un conflitto che
servi : produsse quasi nove milioni
IO com di morti: fra questi un milione
dicazio- e mezzo di francesi e altretCalvino tanti tedeschi che qui si masotivata sacrarono reciprocamente lagnerei)- sciando sul campo un’intera
die da generazione di giovani.
Una situazione fragile
Il «fare cammino insieme»
! (questa è l’etimologia del termine «Sinodo») dei riformati
francesi ha dunque fatto tappa quest’anno in una situazione molto particolare, caratterizzata da una grande
fragilità anche a livello ecclesiastico. L’energica presidente del Consiglio di chiesa ci
ricorda infatti che, nel linguaggio che viene utilizzato
per indicare le sedi pastorali,
si parla della loro chiesa locale definendola come quella
dei «disseminati dell’Aisne».
Una diaspora di credenti
protestanti, dunque, che non
f ha un centro particolare a cui
guardare (Parigi è già troppo
lontana): una situazione in
cui, insieme ai delegati degli
altri paesi latini, mi sono trovato del tutto a mio agio.
I sacramenti
Al centro del dibattito sinodale di quest’anno la questione dei due sacramenti del
I battesimo e della Cena. Dopo
isabetlif™^^.S° periodo di riflessioa leggi!dibattito nelle chiese
le con* ® ttei Sinodi regiona- li,
battito spprodq al Sinodo nazionale
colo sii un documento breve e cerine, sii Rumente coraggioso. Verrà
; emet- pubblicato prossimamente su
ese do- «Riforma» per l’interesse delle
indicazioni che vi emergono,
roa anche come esempio di
come una riflessione debba
syuupparsi in una chiesa che
SI dica davvero «sinodale». La
novità non sta tanto in quello
tne viene Affermato, ma dal
Atto che questo documento
«urne ^attere di legittimatone, di ufficialità, da parte
una nostra chiesa sorella,
lutti, nelle chiese locali,
^nno potuto intervenire sulduestioni sollevate nel do^ento, tutti hanno potuto
emendamenti o inazioni; poi si è votato e si
l’elaborato all’ifj^^^sttmbleare superiore,
ni Sin’odo nazionale che
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ecumenici. Nell’at-I. *ihe anche nelle nostre
si rilanci il dibattito sul
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disponibile
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Il nuovo presidente del Consiglio nazionale della Chiesa riformata
(foto Didier Weill/Réforme)
di Francia, pastore Marcel Manoèl
L'invito alla santa cena
è aperto a tutti
La presa d’atto, anzitutto,
che i percorsi di fede di molte
persone che diventano membri delle nostre chiese non
sempre rispettano la precedenza del battesimo rispetto
all’accesso alla cena del Signore. Può dunque essere
considerata legittima una
pratica ecclesiastica che permette a un bambino o anche
a un adulto di ricevere la Cena pritna di essere battezzato. Questa possibile diversità
di pratiche può arricchire un
cristianesimo che rappresenta ormai una minoranza in
un mondo secolarizzato.
Di conseguenza vanno definitivamente banditi gli
eventuali, residui, criteri di
esclusione nei confronti di
chi ascolta e riceve l’Evangelo di Cristo attraverso la stessa, identica, parola della predicazione e dei sacramenti.
L’invito alla Cena è dunque,
universale e rivolto a tutti e
tutte, senza condizioni. Si incoraggiano, di conseguenza, i
Consigli di chiesa ad accogliere i bambini, anche non
battezzati, alla Cena.
Battesimo dei bambini
battesimo dei credenti
Per quanto riguarda il battesimo, dopo aver riaffermato
l’unicità e la validità del battesimo, ovunque esso sia stato ricevuto, si riconosce la
piena legittimità delle due
pratiche ormai presenti nelle
nostre chiese: quella pedobattista e quella del battesimo
dei credenti. Si arriva però ad.
intravedere la possibilità di
concedere una sorta di dispensa dall’amministrare il
battesimo dei bambini a quei
e quelle pastori e pastore che
ne facciano domanda. Insomma, si tratta di un documento
che potrà per molti versi apparire provocatorio, non solo
aH’interno delle altre chiese
riformate e protestanti ma
anche nel dialogo ecumenico
con il cattolicesimo e con
l’ortodossia. Molti altri argomenti hanno reso piena
l’agenda del Sinodo. Anzitutto quello delle relazioni internazionali che costituiva la
prima, ampia parte del rapporto del Consiglio nazionale.
L'ecumene cristiana
In un tempo in cui si parla
di mondializzazione è evidente quale rilevanza rivestano oggi i rapporti che possono essere costruiti con i più
diversi partner internazionali.
L’Erf ha molto investito, anche in termini di energie
umane, nello sviluppo di questi rapporti che rendono concreta la dimensione di universalità della chiesa, dimensione che esprimiamo regolarmente al momento della
nostra confessione della fede.
L’appartenenza alla Cevaa
e ai grandi organismi ecumenici internazionali è oggi importante, ma non sufficiente
ad aiutarci a rendere conto di
quella straordinaria novità
dell’Evangelo che ci chiama a
costruire una comunità umana dove tutti i confini e tutti i
muri siano davvero rimossi.
Pur nella consapevolezza dei
nostri limiti e delle nostre
possibilità, e nella necessità
di predisporre un ordine di
priorità anche in questo
campo, è oggi necessario conoscere ciò che succede nelle
chiese dell’Irlanda, di Cuba,
dei paesi dell’Est europeo e
in quelli africani.
L'opposizione alla legge
«anti-sette»
Guardando alla situazione
della Francia di oggi, alcuni
interventi registravano il ritorno preoccupante di un laicismo sovente miope e ignorante, con forti venature di
anticlericalismo che sembravano ormai superate.
Il pastore Jean Arnold de
Clermont, presidente della
Federazione protestante di
Francia, mi ha parlato a lungo
dell’opposizione che i protestanti stanno conducendo nei
confronti della legge «antisette» che rischia di soffocare
la voce di molte piccole minoranze, la cui presenza è invece
garanzia di democraticità e di
pluralismo. Anche i protestanti storici, mi diceva, sono
oggi guardati con sufficienza
se non con fastidio, per le loro
continue prese di posizione,
salvo essere contattati e coinvolti quando la situazione ne
richiede l’aiuto o la presenza.
È indubbio, comunque, che
una legge «anti-sette» che non
Errata corrige
Sul n. 22 di Riforma, nella pagina Ecumene, rubrica «Dal
mondo cristiano», nella brevissima notizia ripresa dal Aler» sulle interviste ai leader dei partiti britannici sulla situazione sociale in Gran Bretagna da parte del settimanale dell’Esercito
della Salvezza, si dice che Charles Kennedy è laburista. In
realtà, Kennedy è il leader del nuovo partito liberaldemocratico, nato dalla fusione tra socialdemocratici e liberali.
definisca meglio e più precisamente il concetto di «manipolazione mentale» sarebbe
una legge liberticida e provocata da una paura irrazionale.
Sul versante «interno», il
Sinodo ha dovuto registrare
delle difficoltà sulle contribuzioni delle chiese; una nuova
campagna, ispirata al concetto del «dono», verrà presto
lanciata in tutte le chiese locali per non dover giungere a
rifiutare i futuri candidati al
ministero pastorale, le cui
vocazioni sono invece numerose e in aumento.
Il disagio pastorale
Anche i riformati francesi
riflettono oggi seriamente
sulle diverse forme di disagio
che caratterizzano l’esercizio
del ministero pastorale. Pur
non volendo tacere l’elemento di gioia che molti e molte
pastori e pastore esprimono
quando parlano del proprio
servizio nelle chiese e nella
società, tutti sono consapevoli del malessere che il ministero pastorale può oggi
portare con sé. I problemi di
riconoscimento, soprattutto
al di fuori delle chiese, si coniugano pericolosamente
con l’insoddisfazione per un
trattamento economico ancora molto modesto.
Degno di nota è anche l’approvazione di un ordine del
giorno che vuole dare un forte impulso a una possibile,
futura unificazione della
Chiesa riformata di Francia
con quella riformata di Alsazia Lorena e con le diverse
chiese luterane (Elf ed Ecaal).
La sfida è dunque lanciata
anche alle chiese concordatarie dell’Alsazia-Lorena e si
attendono reazioni.
Avvicendamenti
È stato, inflne, il Sinodo degli avvicendamenti. Già i Sinodi regionali avevano fatto
registrare parecchie novità
nella composizione dei Consigli e nelle presidenze. Il Sinodo nazionale ha salutato,
con grande riconoscenza, Michel Bertrand che, per nove
anni, ha presieduto il Consiglio nazionale con estrema intelligenza ed equilibrio, portando avanti un lavoro di
squadra particolarmente efficace. Bertrand, grande amico
delle nostre chiese, dopo un
periodo di congedo e di riposo, tornerà al lavoro pastorale.
Ha accolto l’invito a trascorrere alcuni giorni in Italia e
stiamo concordando un programma di massima. In collegamento a questo avvicendamento che vede giungere alla
presidenza il pastore Marcel
Manoel, attualmente al lavoro
a Nîmes e già presidente della
regione «Centre-Alpes-Rhòne» si prevede anche, il prossimo anno, la partenza del segretario generale, il pastore
Marc Richaiot.
A un forte rinnovo del Consiglio nazionale ne corrisponde un altro, altrettanto
consistente, della potente
«Commissione dei ministeri»
che segue e «seleziona» i candidati al ministero pastorale
e le domande dei pastori che
vengono dall’estero. A succedere al presidente, Bernard
Antérion, che torna a fare il
pastore a Rouen, è stato chiamato il giovane pastore Denis Heller, attualmente presidente del Consiglio della regione Est. La serata di saluto
è stata preparata con la consueta attenzione e con simpatica, ironia. La colletta del
culto di chiusura è andata a
favore degli alluvionati della
Somme, regione tuttora ampiamente allagata, e ai terremotati del Nicaragua.
* I risultati del referendum del 10 giugno
Svizzera: abrogato l'articolo
costituzionale sulle diocesi
Il popolo svizzero ha deciso
a larga maggioranza di abrogare l’articolo 72, capoverso 3
della Costituzione federale:
«L’istituzione di diocesi sottostà all’approvazione della
Confederazione». Questa norma costituzionale era stata
introdotta nel 1874, all’epoca
del Kulturkampf (la lotta politica tra i nascenti Stati moderni e la Chiesa cattolica romana), quale risposta del giovane Stato elvetico al tentativo, operato in quegli anni
dalla Santa Sede, di istituire
una diocesi a Ginevra contro
il volere delle autorità locali.
________PAOIOTOCNINA_______
Accanto alio scontato
parere positivo della
Conferenza episcopale, nel
dibattito che ha preceduto il
voto del 10 giugno si sono levate anche voci cattoliche
contrarie all’abolizione. La
Conferenza cattolica romana
svizzera si è opposta alla
semplice abolizione delTarticolo sulle diocesi e ha chiesto
precise garanzie affinché la
curia romana consulti i cattolici svizzeri prima di decidere
in materia di diocesi e di nomine episcopali. Stessa posizione hanno assunto l’Unione svizzera delle donne cattoliche e i teologi Hans Kùng,
Joseph Bruhin ed Herbert
Haag. La Federazione delle
chiese evangeliche in Svizzera non ha dato un’indicazione di voto mentre il vescovo
della Chiesa metodista si è
detto favorevole all’abolizione della norma.
Nel corso del dibattito che
ha preceduto il voto del 9-10
giugno, la Federazione delle
chiese evangeliche in Svizzera (Fces) ha lanciato la proposta di inserire nella Costituzione federale un «articolo
sulle religioni» che garantisca
non più solo la libertà religiosa individuale, ma menzioni
esplicitamente il diritto alla
libertà religiosa per tutte le
chiese e le comunità religiose.
Di fronte a una situazione di
crescente pluralismo religioso, non più circoscritto al
campo giudeo-cristiano, l’attuale regolamentazione non è
più sufficiente, ritiene la Fces.
Un articolo costituzionale
sulle religioni potrebbe assicurare a ogni chiesa e comunità religiosa in ogni cantone
la libertà positiva. La Fces ha
ribadito questa sua proposta
in un comunicato stampa diffuso dopo la votazione e ha
aggiunto di avere istituito una
commissione di esperti incaricata di elaborare un progetto di articolo sulle religioni.
La Federazione ha chiesto,
per questo progetto, l’appoggio della Conferenza episcopale svizzera, al momento
non ancora del tutto convinta
di volersi battere a favore della libertà altrui con lo stesso
entusiasmo con il quale si è
battuta per la propria. Per garantire la sopravvivenza della
Confederazione elvetica, nata ■
dall’unione di cantoni cattolici e protestanti in lotta tra di
loro fino alla guerra civile del
Sonderbund, nell’Ottocento
si è deciso di non dare una
soluzione omogenea alla
questione religiosa: in Svizzera la materia è stata lasciata ai
singoli cantoni. Dopo l’abrogazione dell’articolo 72/3 saranno ancora i cantoni a decidere in materia religiosa.
£ Una esperienza tutta inglese
Un periodo di volontariato
nel Centro di Barnes dose
MARINA SERRA
A 12 miglia da Birmingham, sulle verdi colline
del Worcestershire, si trova il
Centro cristiano protestante
chiamato Barnes Close: vi
opera un gruppo residente,
che si occupa dell’ospitalità
per comunità, scuole, gruppi
giovanili e famiglie, per conferenze, momenti di ritrovo
insieme, vacanze. Inoltre
Barnes Close è il cuore di
un’associazione denominata
«Comunità per la riconciliazione», network cristiano
ecumenico che lavora per la
pace e la giustizia, finanziando e aiutando in vari modi
progetti di lavoro e scuole in
varie zone del mondo molto
povere e problematiche. L’
anno scorso ho avuto la possibilità di partecipare per tre
mesi alla vita al lavoro di questo gruppo. È stata un’esperienza molto interessante
che altri giovani e meno giovani potrebbero provare.
Barnes dose oggi cerca volontari, che insieme ad altri
membri del gruppo residente
lavorino nel Centro. La loro
attività si estrinseca nel servizio ai tavoli, riordino delle camere, partecipazione alla vita
comunitaria; questa partecipazione offre anche occasioni
di visitare altre comunità in
Inghilterra e dintorni, molti
luoghi affascinanti e ricchi di
stimoli e, perché no, di esercitare il proprio inglese. Le persone interessate a questa
esperienza, periodo minimo 3
mesi, vitto e alloggio gratis nel
Centro, (è richiesta una ragionevole conoscenza dell’inglese) possono rivolgersi a: Revd.
John Johansen-Berg, Barnes
dose, Chadwich, Bromsgrove, B61 ORA England (GB).
Tel. 0044-1562-710231 oppure 0044-1562-710213 - e-mail:
Johnjoberg@aol.com. Per ulteriori informazioni è possibile anche contattare chi scrive
allo 0257-606674 - e-mail:
f.serra@tlscalinet.it
Il Centro Barnes Close sulle colline del Worcestershire
4
PAC. 4 RIFORMA
yS2[22^NO20c
Un libro di A. Placanica, docente di Storia moderna all'Università di Salerno
Rendere più leggibile l'età moderna
Non si tratta di un classico manuale, bensì di un percorso attraverso popoli e mutazioni
La dottrina della predestinazione di Calvino ha prodotto un'alto responsabilità sociale
SERGIO RONCHI
SECONDO una ripartizione convenzionale, la storia dell'età moderna è compresa tra la scoperta dell’
America (1492) e il Congresso
di Vienna (1814). E per «moderno» si intendono, in generale, fatti, persone, idee, linguaggio, criteri... di tempi recenti o di un passato che
continua nel presente. Un
manuale sull’età moderna è
sempre un insieme di fatti e
di date conducenti progressivamente da un ieri in direzione di un oggi, messi in stretta
relazione tra loro. Augusto
Placanica, docente di Sutoria
moderna all’Università di Salerno, propone in una sua ultima pubblicazione non il
«classico» manuale bensì un
percorso attraverso popoli,
dinastie, guerre, mutazioni
tecnologiche*.
Si tratta di pagine (lezioni
universitarie) che si allontanano dalla funzione rigorosamente informativa dei manuali, i quali di regola aspirano a offrire una trattazione
completa. «Lungi dall’essere
un riassunto - precisa l’autore - questo testo pretende,
da una parte, di rendere più
“complicata” la storia che si
mira a conoscere e, dall’altra,
di renderla meglio leggibile».
Scopi dunque formativi, più
che informativi, tesi a superare «la noia del già visto e il
timore di non sapere vedere
come si dovrebbe» nella convinzione che la storia è sem
Martin Lutero
pre contemporanea, «perché
contemporaneo di chi la ricostruisce è lo spirito che la
pensa».
La storia va compresa come una «disciplina che invita
a riflettere sulle esperienze
del passato; a dare una prospettiva nello spazio e nel
tempo; a chiarire i tempi e le
forme della civiltà, che non è
altro che il vivere insieme
con certe leggi; a far comprendere il debito che il tempo presente ha verso il passato, ma anche la necessità di
superare il passato». La storia
ci restituisce la vita del passato e lo storico deve saper individuare nei fatti un senso e
un messaggio. Date tali premesse, quanto è accaduto ieri offre materia di riflessione
per l’oggi. Il periodo compreso tra Cinquecento e Ottocento vide una autentica innovazione nell’ambito del
pensiero e della morale, della
politica e della scienza della
tecnica e dell’arte; fu un cammino in direzione della libertà vista nelle sua complessa poliedricità.
Il Cinquecento, in specie,
in una prima metà produsse
guerre di predominio e in
una seconda la diffusione
della Riforma. Proprio tale
evento epocale ebbe a imprimere un marchio sul destino
dell’Europa; «La Riforma cinquecentesca segnò una frattura insanabile all’interno
della cristianità, con una forte evoluzione sul piano sia
dottrinale sia morale e pratico». La protesta di Martin Lutero, che con la sua traduzione della Bibbia offrì il massimo strumento per l’identità
tedesca, affondava le radici nell’inquietudine di una
chiesa sconvolta dall’infedeltà alla parola divina. Non
si trattò di una semplice rivolta contro gli abusi del clero; in tal caso, essa verrebbe
ridotta a «un passivo atto di
estrinseca ribellione, storicamente inspiegabile». Quel
frate agostiniano, professore
all’Università di Wittenberg,
aveva invece assunto una posizione «di dura coerenza
teologica di un uomo di fede:
secondo il suo pensiero, nessuno osi sostituirsi a Dio e ai
suoi disegni». E così la sua rivolta andava a colpire alla
base l’edificio dottrinale romano costruito da Tommaso
d’Aquino, facendolo traballare prima e crollare poi.
La sua dottrina andò espandendosi a macchia d’olio; come mai, «proprio nel pieno
fiorire della laicità rinascimentale»? Nella predicazione
luterana «lievitava quell’ansia
di purezza e di giustizia che
era tutta medievale». Poi, da
Lutero a Giovanni Calvino, su
suolo elvetico, il quale per
certi versi radicalizzò le idee
luterane e influenzò la modernità borghese e capitalistica (la dottrina della predestinazione non spinse verso il
«fatalismo della rassegnazione passiva»; piuttosto, produsse «un altissimo senso della responsabilità»). Questo rigoroso francese «ha fondato i
principi morali della società
moderna».
(*) A. Placanica: L’età moderna. Alle radici del presente: persistenze e mutamenti. Milano,
Bruno Mondadori, 2001, pp. 352,
£ 40.000.
Un dibattito organizzato dal Centro culturale valdese di Genova
C'è una prospettiva ecumenica per il papato?
GIOVANNA VERNARECCI
DI roSSOMBRONE
IL Centro culturale valdese
di Genova ha organizzato il
26 maggio, nella sala del Quadrivium, un incontro-dibattito sul tema «11 papato oggi e le
sue prospettive ecumeniche»,
in collaborazione con Parchidiocesi di Genova e il gruppo
Sae di Genova. Nell’introdurre l’incontro, il past. Teodoro
Fanlo y Cortés ha sottolineato
come l’argomento in esame
rappresenti uno dei punti nevralgici del dialogo ecumenico, come peraltro già Paolo
VI, nell’affermare durante la
sua visita al Consiglio ecumenico delle chiese in Ginevra
che il primato romano costituisce un grande ostacolo per
l’unità della Chiesa di Cristo,
aveva riconosciuto.
Con questo incontro, i circa
130 partecipanti hanno voluto
rispondere alla proposta formulata da Giovanni Paolo 11
nell’enciclica Ut unum sint
del maggio 1995: «La comunione reale, sebbene imperfetta, che esiste fra tutti noi,
non potrebbe indurre i responsabili ecclesiali e i loro
teologi a instaurare con me e
Formazione Teologica a Distanza
Facoltà valdese di teologia - via Pietro Cossa 42 ~ 00193 Roma
tei 06-3207049, fax 06-3201040 sito internet
wunv.chiesavaldese.org/facolta e-mail fvt.formadist@chiesavaldese.org
Roma Facoltà, 29*30 giugno * luglio 2001
sessione intensiva di studi di teologia pratica
Introduzione al
Counseling pastorale
docenti
prof. Giorgio Girardet, past. Italo Benedetti
dr. Marco Rolando, past. Erika Tomassone
Programma
Qiovedi 28: arrivo e sistemazione in convitto; ore 18-19 oppure ore
21-23, Cena, ore 19,30 c/o Casa valdese, via Alessandro Farnese 18
(vicino Metro Lepanto).
Inizio lezioni: venerdì 29: 9-12,30; 15,30-19 - sabato 30: 9-12,30
15,30-19 - domenica 1: 9-12,30.
Convitto: pensione completa da giovedì 28 cena a domenica 1® colazione, L. 150.000; pensione completa da venerdì pranzo a domenica U colazione, L. 140.000; supplemento camera singola, cad.
notte, L. 30.000; ogni pasto, L. 15.000.
Iscrizione: studenti iscritti al corso a distanza, L. 40.000; uditori
non iscritti, L. 60.000.
Per informazioni: Roberto Bottazzi: via Spadini 12, 40133 Bologna
- tei. 051-6190223 - e-mail robetto.bot@tin.it; ufficio: Facoltà valdese di teologia.
su questo argomento un dialogo fraterno, paziente, nel
quale potremmo ascoltarci al
di là di sterili polemiche,
avendo a mente soltanto la
volontà di Cristo per la sua
chiesa, lasciandoci trafiggere
dal suo grido: “Siano anch’essi una cosa sola, perché il
mondo creda che Tu mi hai
mandato?”» (n. 96).
Sull’argomento è stato possibile ascoltare la-voce, per
parte protestante, del prof.
Paolo Ricca, che con la consueta lucidità ha illustrato come, a suo (e nostro) parere, il
papato come è oggi strutturato non ha prospettive ecumeniche: ma potrebbe averle,
ove riconoscesse un vero rilievo alla collegialità episcopale,
dando vita a un Sinodo di vescovi dotato di un potere deliberante, pure al servizio della
«cattedra di Pietro». Un altro
punto sul quale ci si è soffermati è stato quello relativo alla problematica della successione apostolica: rilevato come nel cristianesimo antico
non esistesse un ministero di
unità della chiesa universale,
ministero non previsto né comandato dalla Scrittura, la
prospettiva ecumenica per il
papato è stata individuata in
un ministero di unità esercitato in modo collegiale, senza
intaccare il principio evangelico della fraternità e sororità
delle chiese e purché venga
eliminato qualunque afflato
di primazialità, giacché nel
dialogo ecumenico le chiese
devono potersi incontrare per
dialogare da pari a pari.
Anche l’intervento del padre James Puglisi, dell’Istituto
ecumenico San Bernardino,
Giovanni Caivino
ha dato conto di un interesse
sincero a una struttura sinodale all’interno della chiesa
romana e della, probabilmente personale, ma non per questo meno importante, convinzione del superamento della
divisione sostanziale tra laici
e clero; ha inoltre condiviso la
speranza per una vera conversione del papato, stigmatizzata dal past. Ricca in termini di «morte e resurrezione» dello stesso: l’apporto del
frate Maximus Lavriotes, monaco Athonita, per parte ortodossa, ha permesso di ascoltare l’appello per il ridimensionamento non solo del papato ma anche di tutte le istituzioni ecclesiastiche chiamate a una più radicale rispondenza alla visione di Cristo, nonché di intravedere un
respiro non solo ecumenico
ma anche interreligioso che,
ove riesca a non cadere nella
tentazione del sincretismo,
lascia ben sperare in un abbraccio veramente aperto a
tutto il mondo.
Agli interventi ha fatto seguito un dibattito sereno ma
alquanto vivace tanto che il
moderatore dell’incontro,
don Paolo Fontana delegato
per l’ecumenismo delTarchidiocesi di Genova, ha potuto
ricordare le appassionate discussioni della chiesa primitiva; dove tante sorelle e tanti
fratelli possono e soprattutto
vogliono parlare insieme dei
problemi che li dividono, davvero sentiamo lo Spirito che
soffia, a rafforzare la speranza
che davvero un giorno ogni
ginocchio si pieghi riconoscendo Gesù Cristo solo e vero Signore di tutti noi.
LIBRI
Memoria
Attualità dei '70
È una sorta di percorso fra letteratura e attualità, fra storia
delle idee e cronaca politica, l’ultimo lavoro di Marco Belpoliti, critico letterario. Settanta, infatti (Einaudi, 2001, pp. X
302, £ 32.000) muove da alcuni fatti che , ------
sono ormai storia (fra tutti il caso e il delit- | '’"aS*'
to Moro nel 1978) per riesaminare un de- j '
cennio cruciale per la vita del nostro pae- j \
se. Si parla dunque di militanza, di politi- ( 1
ca, di poteri e contropoteri, di industria e j ',|
di operai, di utilizzo dei giornali, del ruolo ì J
di grandi intellettuali come Pasolini e ’'®ì, À
Sciascia aU’interno di un dibattito cultura- /’
le complesso e forse irripetibile. .M-,.
Mondialità
Visto da Sud
«11 mondo visto dal Sud 2001/2002» è il sottotitolo del volume di documentazione Guida del mondo (pp. 607, lire
80.000), pubblicato dalla Editrice missionaria italiana coni!
concorso di altre associazioni di volontariato e di solidarietà. In tre sezioni il rapporto contiene
informazioni aggiornati sulla demografia,
le risorse naturali, la globalizzazione e
l’ambiente; presenta i paesi del mondo
con dati statistici e cartine: riepiloga tutto
ciò che si può dire sinteticamente sul nostro pianeta, paese per paese, stando alle
cifre più attendibili. Uno strumento dunque per chi opera nel settore dell’impegno sociale e della solidarietà.
RADIO
Culto radio
Ogni domenica mattina alle 7,30 sul primo canale
radio Rai, predicazione e notizie dal mondo evangelico italiano e estero, appuntamenti e commenti di attualità.
TELEVISIONE
Protestantesimo
s J Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente #
ore 24 circa e alle ore 9,30 del lunedì successivo. Domenica
24 giugno, alle ore 23,50 circa, andrà in onda: «11 Kirchenta|
200.000 evangelici tedeschi alla manifestazione religiosa ®
tutta Europa». La replica sarà trasmessa lunedì 25 giugno al
ore 24 e lunedì 2 luglio alle 9,30 circa.
Ìm mmeeStrice
daudiana
— httD://www.aronet.lt/-valdesi
via Principe Tomaso, 1
Torino-tei. 011-6689804
fax 6504394
http://www.arpnet.lt/-valdese/claudian.htin
Biin distribuzione il numero 175 (pi
£mavero 2001) di «Gioventù
gelicQ». In questo numero pubblicai
ninuanti'i nvannolina "io ono studio biblico in formo narr
gioventù evangelica ¡„^1
ste sullo globalizzazione, dopo il f
tice europeo di Nizza
Ranmazi) e il Forum sociale mondiale di Porto Aiegre (Jose
Del Roio); un articolo sull'autonomia scolastica (Tiziana Colavi" '
Emanuele Criscione), una riflessione sulle chiese nelle aree
politane (Samuele Bernardini), due interventi sul Forum della Lu
ra (Pawel Gajewski, Manuel Kromer), appuntamenti e
zioni, più il consueto inserto «Theologica» a cura della Libreria L
diana di Milano.
ABBONAMENTI 2001
normale.........................L 50.000
sostenitore...................... 100.000
estero.............................65.000
«3 copie al prezzo di 2»......... 100.000
cumulativo QE/Confronti........... 100.000
versamenti da effettuare sul cx;p n. 35917004 Intestato a:
gioventù evangelica - via Porro Lambertenghi, 28 - 20159 Milano
e-mall: giorguel@interfree.it ____^
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^ yaüFRPlMGIUGNO2001
PAG. 5 RIFORMA
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santi/
melroCulla■qnalo,Clair
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li terzo settore è diventato un elemento fondamentale dello stato sociale
Interrogativi sul volontariato
In questi anni stanno proliferando associazioni che si contendono il mercato del sociale
.ficorrrendo alla dinamica della concorrenza come qualsiasi impresa. Il ruolo delle chiese
I
j)a un intervento sul volontariato pronunciato da Anita
Tron nel corso dell’Assemblea
¿gl circuito tenutasi a LuZma San Giovanni, pubblij^mo le parti essenziali che
d§mbrano stimolare una ri^gssione più ampia.
^ ANITA TRON_______________
miei interrogativi sul volontariato si situano su due
piani: quello personale e
quello di chiesa. Sul piano
arsenale non ho alcun dubtóo sulla validità del volontariato in sé; quello che mi crea
delle perplessità è il modo in
cui si è sviluppato e il suo
rapporto con le istituzioni. In
poche parole, il volontariato
è diventato un elemento fondamentale dello stato sociale:
senza il così detto terzo settore il governo non sarebbe in
grado di provvedere ai bisogni della cittadinanza. Questo non è di per sé un male,
se non fosse che ha scatenato
un proliferare di associazioni
(alcune sono delle vere e proprie imprese con miliardi di
bilancio), che si contendono
il mercato del sociale ricorrendo alle dinamiche della
concorrenza come qualsiasi
altra impresa.
Farsi carico degli altri
Come cittadina non mi
piace che lo stato, per risparmiare, deleghi la mia sicurezza sociale, ma soprattutto
quella delle fasce più deboli
della popolazione ad altri,
non sempre ben identificabili, organismi scelti sulla base
della legge della concorrenza.
Come credente, mi sento a
disagio in questa situazione.
Ho cercato di capire il perché
e le ragioni che ho individuato sono sostanzialmente le
seguenti;
- io non mi occupo degli
^tri e delle altre per salvarmi
l'anima, quindi non mi basta
fare del bene personalmente,
indipendentemente da chi
mi dice cosa c’è da fare;
- io mi occupo degli altri e
delle altre, come di me stessa
e della mia famiglia, perché
questo è il mio compito, il
compito che mi ha affidato
Gesù Cristo, e in questo quadro c’entra molto chi mi dice
cosa devo fare, può anzi fare
“ differenza, nel senso che
posso condividere gli obietti
e i metodi dell’associazione ma posso anche non condividerli, lottare contro l’asWciazione e/o l’uso che lo
stato 0 ^tri fanno di essa, se è
® uso improprio (come per
J^rapio, usare volontari per
^parmiare sul costo del perdale, aggravando in tal mod la disoccupazione e non
»^tendo delle prestazioni
Wiessionali agli utenti dei
"^i): perciò ho bisogno di
“«pere esattamente in che
TOro mi situo;
,'inoltre, essendo cresciuta
contesto che, in qualche
, do, si è sempre fatto carico
degli altri e delle
™ delle difficoltà, non a
idre con altri e altre pro3®uti da altri ambiti (anzi,
arif arricchisce), ma
dofi ®®°scermi in caselle preparole, l’unitichetta che mi sento di
dell/nu.^ quella di membro
dbhiesa valdese;
ilio diritto a cui non voaj. '^"'tiuciare. Voglio poter
¡[.„"’pugnare la mia vicina
atf^P^dale a fare gli esami, o
"are 1 erba davanti al
ii»n„ ® portare a spasso le
w/® della Casa delle diadte r*f’o'^°8iio poter collaboc l’Arcobaleno
Rossa, senza nesd'a etichetta che la mia,
L’impegno dei volontari all’Istituto La Noce di Palermo
membro della Chiesa valdese.
Ritengo doveroso fare dei corsi di formazione, se voglio
prestare il mio servizio in uh
settore che richiede delle abilità specifiche per il bene delle
persone di cui mi devo occupare, ma non voglio iscrivermi
a nessuna associazione, sono
già iscritta nella mia chiesa e
ritengo legittimo e opportuno, salvaguardàre l’autonomia della mia azione di volontariato rispetto all’inquadramento statale;
- non voglio dire che i vaidesi non devono iscriversi ad
associazioni di volontariato o,
addirittura, non devono costituirne al loro interno (sono
socia del «Sassolino bianco»
[associazione che si occupa,
in Toscana e nel Pinerolese, di
accoglienza a bambini bielorussi, ndr] e sono stata socia
fondatrice dell’Associazione
evangelica di volontariato).
Quello che voglio dire è che
dobbiamo essere più consapevoli del fatto che sono uno
stmmento a doppio taglio, da
usare con estrema cautela e
su cui è importante essere
estremamente vigilanti.
E veniamo ora al piano ecclesiastico. A questo livello, io
vedo due grossi rischi che mi
preoccupano. Il primo è il rischio della delega.
Il rischio deila delega
Come è in parte successo
con la diaconia, c’è sempre
più la tendenza a delegare alle associazioni di volontariato
anche quelle piccole incombenze quotidiane, tipiche
della solidarietà comunitaria
come la spesa, l’accompagnamento, la compagnia. Un
po’ perché, se ci sono delle
associazioni apposta per
quello, perché dobbiamo farlo noi?, ma soprattutto perché, come è successo in campo diaconale, non ci sentiamo più all’altezza, non ci sentiamo più preparati, ci vengono mille dubbi: e se poi succede qualcosa come facciamo?, non siamo assicurati, chi
paga?, va ancora a finire che
devo pagare io, che mi fanno
causa, oggi come oggi è sempre meglio essere prudenti.
Conclusione: bado al mio orto, il resto lo facciano quelli
che sanno, vale a dire gli specialisti. Ma una chiesa, o meglio una comunità locale che
non fa più diaconia perché ci
sono le opere, che non è più
solidale perché c’è il volontariato, che cosa fa praticamente, oltre che occuparsi dei
suoi stabili? Da dove trae gli
stimoli per la sua riflessione,
la sua ricerca teologica? Quale
testimonianza saprà dare?
Sappiamo accogliere?
Il secondo rischio è quello
della scomparsa dell’accoglienza. Accogliamo, curiamo
e coccoliamo le persone anziane, le persone malate, le
persone non autosufficienti;
accogliamo, seppure con
qualche coccola in meno, gli
stranieri e le straniere, le persone con problemi di salute
mentale. Non accogliamo (se
non attraverso le figure istituzionali preposte) le persone con delle difficoltà legate
in qualche modo alla devianza: alcolisti, drogati, prostitute, ladri ecc. Siamo talmente
chiusi rispetto a questi problemi che quando qualcuno
di noi, dei nostri familiari inciampa e cade in questi baratri, ci vergogniamo, non osiamo parlarne, neanche quando il peso diventa insopportabile e abbiamo bisogno di
aiuto. Ci rivolgiamo all’esterno, facendo attenzione a non
farci scoprire. Secondo me
non è solo per paura del pettegolezzo, per lo meno non
qui alle Valli. È la paura del
giudizio morale da parte della propria comunità di appartenenza. E questo è grave.
Una comunità di credenti
che non sa accogliere i propri membri deviati o devianti, come fa a testimoniare del
pastore che ha abbandonato
le 99 pecore per andare a
cercare quella che si era perduta? Va bene che ci occupiamo degli anziani e degli
ammalati, ma io credo che
dobbiamo far sentire la nostra capacità di accogliere, la
nostra comprensione anche
al resto della popolazione.
Che posto possono avere in
mezzo a noi i giovanissimi e i
giovani, ancora fragili, se
non sentono la sicurezza di
poter venire a chiederci aiuto
e sostegno in caso di difficoltà, di errori ma si sentono
invece rifiutati?
La Casa di accoglienza per bambini a Rovigno, in Croazia
Una famiglia normale ma anche allargata
CARLA BEUX
SI chiamano Ivan, Josip,
Ivana, bazar, Valentin,
Emin, Arsim, Linda, Maja.
Questi sono i ragazzi ospitati
nel centro familiare di Rovinj
(Rovigno), in Croazia. Vivono
con la coppia che li ha accolti
con i propri figli all’interno
della loro abitazione, modificata per accogliere un numero così grande di bambini e
ragazzi. L’esperienza è interessante e vale la pena di scoprirla un po’ alla volta.
Ci sono alcune famiglie
evangeliche che di fronte alla
problematicità delle condizioni di vita di bambini e ragazzi
che, prima a causa della guerra e poi della conseguente situazione di degrado nella
quale molte famiglie vivono,
hanno dovuto allontanarsi
dalla loro casa e trovare rifu
gio in un’altra famiglia. Che è
una famiglia normale, composta di genitori e figli, che vive normalmente la sua vita e
ha accettato a un certo momento di dividere spazi, tempo e amore con un numero
più grande di figli.
Decisione tanto bella quanto difficile. Difficile per gli
adulti, messi a confronto con
problemi a volte esasperati e
comunque moltiplicati, ai
quali si prova a far fronte con
molta disponibilità, coscienti
di aver compiuto una scelta di
vita. Difficile per i figli naturali, che spesso subiscono la
scelta dei genitori, o almeno,
la vivono in modo sicuramente diverso, perché diversi sono i rapporti che si instaurano
tra ragazzi. La scelta, anche se
non imposta, è sempre difficile da vivere. Difficile per i ragazzi «adottati» che devono
Bambini della Casa di Rovigno
lasciare la loro realtà e adattarsi in una situazione nuova,
con i forti legami verso il passato e una sorta di idealizzazione della famiglia di origine.
L’insieme è una realtà composita, difficile, faticosa ma
anche bella e completa. I ragazzi affidati, di età differenti
e di ambo i sessi, hanno a disposizione due adulti sempre
presenti (i genitori, infatti,
non lavorano fuori casa) che
fanno del loro meglio per capirli, aiutarli, correggerli. È
una cosa ben diversa dall’istituto, unica alternativa alla case famiglia, che per forza di
cose ha regole rigide e poca
flessibilità. Nell’Europa del
Nord e in Francia esistono
gruppi famiglia di questo tipo,
ma con un numero minore di
ragazzi affidati, il che rende la
situazione più gestibile.
Abbiamo visitato la famiglia dei nove ragazzi, li abbiamo visti, abbiamo condiviso
con loro pochi momenti, non
entrando nella loro casa perché, appunto, è la loro casa e
non un luogo da mostrare ai
visitatori. E ne siamo usciti
molto arricchiti e riconoscenti, e anche un po’ confusi perché ci siamo resi conto
che l’impegno profuso in
quel tipo di diaconia lo stavamo vedendo ma non vivendo. Eppure, non si sa mai, da
quell’esempio forse potrà nascere qualche cosa anche in
noi e farci scoprire impensate attitudini diaconali.
i s li j I f i 1 y
■iüâéi. .
Dio e mammona nella city
che nei suoi aspetti religiosi;
non a caso lo stesso cancelliere Schroeder ha lasciato i
suoi impegni internazionali
per intervenire al Kirchentag.
D’altra parte i protagonisti
della politica nazionale non
possono permettersi di ignorare questo grande evento.
Il movimento per la cancellazione del debito dei paesi più poveri del mondo (una
questione molto sentita in
tante chiese evangeliche) ha
organizzato una manifestazione che ha zigzagato tra i
grattacieli della city fermandosi di fronte alle banche più
compromesse con politiche
dittatoriali o con la fabbricazione di armi. Significativamente la partecipazione a
questo corteo, se rapportata
alla dimensione del Kirchentag, è stata scarsa (poco più
di 2.000 persone): è finita
l’epoca in cui al Kirchentag
nasceva il movimento per la
pace (i famosi fazzoletti viola
di Hannover). Oggi i temi politici si affrontano più intorno ai tavoli che per le strade.
Una nuova sensibilità
Emerge da questo Kirchentag un’etica diffusa di nuova
sensibilità sui temi ecologici,
economici e spirituali. Tutto
questo non è più di esclusivo
appannaggio di élites super
impegnate, ovvero di gruppi
marginali, ma sta prendendo
sempre più piede tra i giovani. Abbiamo fatto la fila di
un’ora per mangiare un piattino di cibo ecologico a uno
dei numerosi chioschi della
Bio-Land. Si è respirato, mi
pare, un atteggiamento non
consumistico, di ricerca degli
incontri umani e dei dibattiti,
anche accesi, su temi scottanti. Tra questi ultimi va segnalata la rifiessione, rimbalzata in molti incontri, sulle
questioni delle biotecnologie,
e delTingegneria genetica: in
questo campo non sono emerse risposte definitive, come invece avrebbe voluto 1’
ala fondamentalista del mondo evangelico. È piuttosto
emersa la sfaccettatura di
problemi che restano complessi e che non sono mai di
facile soluzione. Friederike
Woldt, segretaria generale del
Kirchentag, in un intervista
rilasciata a Paolo Emilio bandi per la rubrica televisiva
«Protestantesimo» (in onda
su Rai 2 domenica 24 e lunedì 25 giugno), a proposito
delle questioni fondanti la vita e la morte, ha detto: «Cominciamo, come abbiamo
fatto in questi giorni, a democratizzare il dibattito, togliendolo dalle mani esclusive degli scienziati. Cominciamo a riflettere sui limiti stessi
che la scienza deve avere e
faremo così un passo avanti».
La partecipazione degli
ospiti stranieri a questo 29“
Kirchentag ha raggiunto un
vero record: un’ottantina di
nazioni rappresentate. Alcune di loro hanno interagito
vivacemente con il grande
evento di Francoforte. Per
quello che riguarda la delegazione italiana, attraverso un
lavoro preparatorio collettivo
tra alcune nostre opere diaconali e culturali, siamo stati
presenti in tre luoghi diversi:
con uno stand informativo
nel grande «mercato delle
possibilità»; con una spagbetteria presso i locali della comunità ugonotta di Offenbach; con un dibattito su «realtà
e prospettive del protestantesimo italiano». Infine, da segnalare il simpatico arrivo di
una cinquantina tra studenti
e insegnanti del Collegio valdese di Torre Pellice, ospiti
dell’antica colonia valdese di
Waldorf. Su questi aspetti che
ci toccano direttamente torneremo prossimamente.
Ogni mattina il Kirchentag
iniziava con studi biblici che
si tenevano in vari luoghi cittadini e che sono stati particolarmente frequentati. Poi,
dalle dieci del mattino fino a
sera, la giornata si snodava
tra diversi dibattiti, tutti elencati in una guida di 512 pagine. Impossibile non solo avere una visione d’insieme di
questo vasto spettro di possibilità, ma anche partecipare
a tutti gli appuntamenti più
significativi. Si andava dalla
domanda: abbiamo veramente bisogno di una Carta
ecumenica europea? Via via,
fino agli effetti nefasti, ma
paradossalmente anche positivi, della globalizzazione
economica. Numerosi, infine, gli eventi musicali, artistici, e spirituali. Tra l’altro, il
Kirchentag produce sempre
nuova musica accanto agli
incontri tra le persone in
questa grande fiera del protestantesimo tedesco.
Il sogno di Dio
L’ultima parola importante di questo Kirchentag l’ha
lanciata la pastora di Strasburgo E. Parmentier, la
mattina di domenica 17, nel
Waldstadion affollato da
80.000 persone. Il sogno che
ci interroga, dice la Parmentier riferendosi al testo biblico di Apocalisse 21, 22 e
27, «è quello di Dio, e si sta
già in parte realizzando tutte
le volte che la religione, la
razza, la lingua, la cultura,
l’economia non impediscono una piena comunione tra
le persone». C’è chi ha le lacrime agli occhi mentre, dopo aver celebrato insieme la
cena del Signore, canta Tinno finale. Il culto si chiude
con due brevi interventi di
Elisabeth Raiser e del ministro dello stato Hans Meyer:
insieme al vescovo cattolico
di Berlino lanciano l’invito
per il prossimo Kirchentag
che, per la prima volta nella
storia, sarà ecumenico. Sino
a oggi, ad anni alterni, cattolici e protestanti hanno organizzato i loro rispettivi Kirchentag ma oggi l’atmosfera
è matura per tentare questa
avventura insieme: per quell’occasione, a Berlino nel
giugno 2003, si celebrerà insieme la cena del Signore.
È stato un Kirchentag, questo di Francoforte, solido e
tranquillo, che proprio alla fine ha riservato questo colpo
di scena, sicché il protestantesimo tedesco giocherà sul
tavolo dell’ecumenismo la
sua carta migliore: e dopo
non sarà più come prima.
Giuseppe Platone
L’insieme di ottoni è una presenza costante al Kirchentag
6
PAC. 6 RIFORMA
Conferenza I Distretto
Si è tenuta a Pomaretto la Conferenza del distretto delle valli valdesi
Le chiese e il rapporto con il territorio
Occorrre spendere con gioia la vocazione che ci è stata rivolta nelle chiese, nelle opere, nel
servizio e nell'impegno politico, rappresentando uno realtà di fede e di responsabilità sociale
DAVIDE ROSSO
. T A vocazione che ci è
\\JLiStata rivolta occorre
spenderla con gioia e senza
reticenza nel mondo di oggi,
sul nostro territorio, diventando capaci di offrire, nelle
chiese, nelle opere, nel servizio e nell’impegno politico,
una realtà di fede e una responsabilità concreta verso i
problemi e la gente di queste
valli e non soltanto delle belle immagini o dei luoghi storici da visitare». Queste parole pubblicate in copertina
della relazione della Comibissione d’esame della Conferenza del 1 distretto, che si
è tenuta il 9 e 10 giugno a Pomaretto, in qualche modo
riassumono bene lo spirito
che ha poi animato i lavori
dell’assemblea.
Una Conferenza che ha lavorato sempre in seduta plenaria e che per certi versi potrebbe lasciare un po’ «l’amaro in bocca» perché ha preso
relativamente poche decisioni, alla fine ha prodotto in
termini quantitativi 35 atti
(due in meno dello scorso
anno), ma che dal punto di
vista della discussione e del
confronto ha affrontato e dibattuto molto, che è stata
produttiva, informativa e che
in qualche modo lancia messaggi alla riflessione che dovrà proseguire sul nostro modo di essere chiesa, di rapportarci al territorio, sui rapporti tra chiesa e opere e tra
opere e chiesa.
Scendendo più nel partico
Visione d’insieme deila Conferenza distrettuale 2001
lare: dopo le nomine e i primi
atti di insediamento della
Conferenza questa si è occupata della formazione musicale e del progetto musica
preparato dalla «Commissione musica» del I distretto e
già nel corso del dibattito è
cominciato a emergere il tema che poi ha accompagnato
praticamente tutti i lavori
dell’assemblea, quello del
rapporto chiesa-territorio e
della necessità di affrontare
un dibattito diffuso sull’essere chiesa formando, informando, crescendo, interagendo con il mondo e non facendosi inglobare da esso.
Praticamente tutti i temi successivi hanno seguito, ovviamente con accenti particolari, questa linea. Ricca di voci
la discussione sulla diaconia
e la chiesa con interventi che
sono andati daH’informativo
al riflessivo, aH’emotivo creando un dibattito vivo che
l’unico atto prodotto sull’argomento, benché ricco e anch’esso dibattuto, non può
sufficientemente rendere.
Del resto una cosa simile è
capitata anche per altri temi
trattati, come la laicità o le
olimpiadi, su cui alla fine non
è stato prodotto alcun atto, o
ancora il bilancio. Questo
non per scarsa capacità di
produzione di atti da parte
della Conferenza ma perché
in molti casi esistono già atti
sinodali o di passate Conferenze che danno indicazioni
in merito e poi forse era importante cominciare a confrontarsi a porre sul tavolo alcuni problemi per poi elaborarli e svilupparli con calma
nelle chiese e, perché no, anche al Sinodo.
Le chiese in particolare e i
circuiti sono chiamati dalla
Conferenza nel prossimo anno a confrontarsi e a dibattere sul tema chiesa-tenitorio e
sul funzionamento delle assemblee di chiesa apparentemente poco frequentate e
talvolta slegate dalla realtà e
soprattutto dai problemi del
. territorio. Il richiamo della
Conferenza è a una maggiore
cura nella preparazione di
queste da parte dei Concistori perché diventino nuovamente un luogo di «reale
confronto tra i membri di
chiesa e di definizione di una
posizione su determinati argomenti». Qui si innestano
altri due temi che in qualche
modo sono tornati sovente
nel corso dei lavori sovrapponendosi agli altri e fondandone i contenuti: la partecipazione e la comunicazione. La
necessità cioè di riscoprire la
partecipazione dei membri di
chiesa sia interna alla chiesa
sia esterna ad essa, come cittadini, ma anche la necessità
di comunicaziorie, di informazione e di scambio tra
membri di chiesa, tra chiesa
e mondo, tra chiesa e opere e
viceversa. L’attenzione insomma è andata a quel dinamismo comunicazionale fra
soggetti indispensabile, si direbbe in socio-semiotica volendo utilizzare un riferimento forse inappropriato, a
una reale comunicazione e a
una situazione relazionale
produttiva e proficua in cui
tutti manifestino il proprio
apporto essendo attori della
comunicazione.
* La regola benedettina e il motto pagano nel dibattito su chiesa, cultura e territorio
«Ora et labora» contrapposto a «panem et circenses»
OAUDIO PASQUET
Dobbiamo contrapporre
al «panem et circenses»,
il motto benedettino «ora et
labora». Così, con questa bellissima immagine, si esprimeva uno degli intervenuti
alla Conferenza distrettuale
durante il lungo e appassionante dibattito sui rapporti
tra le chiese e il territorio delle valli valdesi. Con questa affermazione intendeva dire
che oggi, come nel mondo
pagano in cui vissero i primi
cristiani, la maggioranza della gente tende a pensare che
la vita sia solo riempirsi la
pancia e divertirsi. La nostra
originalità deve invece continuare a esprimersi nel lavoro
come occasione vocazionale,
nel far cultura, di cui preghiera e vita spirituale sono
elemento essenziale.
Da qui nascono alcune
considerazioni e domande
che hanno continuato a frullarmi in testa, mentre 1 lavori
andavano avanti, e che vorrei
presentare come riflessioni in
margine alla Conferenza distrettuale del primo distretto.
Oggi, lo sappiamo bene, viviamo in una società maledettamente complicata. Alle
Valli il lavoro manca, oppure
è lontano da esse, e sempre
più spesso non e occasione
vocazionale ma strumento di
sopravvivenza. 1 vecchi lavori, che qui si sono esercitati
per secoli, sono ormai tramontati, oppure sono stati
reinventati e trasformati.
Mentre, lo sappiamo bene,
non tutti quelli che vogliono
il divertimento, lo svago o la
vacanza, vogliono necessariamente «stordirsi» e basta.
Anzi assistiamo a un fenomeno che è quello del turismo
alle Valli, dove molti vengono
per fuggire dalla città, per
l’aria buona, per i cibi genuini... ma anche perché ci sono
i valdesi. Spesso non sanno
neanche loro cosa devono
aspettarsi, ma noi sappiamo
cosa offrire loro? Certo, abbiamo fatto molti passi nel
presentare la nostra realtà
storica e la nostra vita: musei,
associazioni. Centro culturale, ufficio Barba, commissioni evangelizzazione e templi
aperti. Ma sappiamo ancora
qual è stato il fulcro attorno a
cui si costituita questa cultura? Qual è stata la particolarità che ha permesso la formazione di una mentalità,
una cultura, una storia, un
modo di vivere che hanno
dato corpo alla realtà valdese
delle Valli? Credo che, al di là
di ogni altra spiegazione, tut
Un momento dei lavori
GLI INCARICHI I
La Ced del I distretto è composta da: Luciano Deodato, presidente, Marco Bellora, vicepresidente, Paolo Corsani, segretario,
Ida Peyronel e Maria Angela Anrico membri.
La Commissione d'esame per la prossima Conferenza è stata
eletta nelle persone di: Winfrid Pfannkuche (relatore), Dario
Tron, Ester Conterò e Edda Tron (membri). Supplenti: Ann Pilloud, Judit Elliot, Anita Tarascio.
Deputato al Sinodo è stata eletta Graziella Tron.
Delegati al Sinodo delle Chiese riformate di Francia della regione Centre-Alpes-Rhòne sono stati eletti Umberto Poét e Marco
Rostan (supplenti Dario Tron e Roberta Peyrot).
La Conferenza del 2002 si terrà a Rorà, sede alternativa Villar
Pellice. Predicatrice d'ufficio per la prossima Conferenza è stata
nominata la pastora Lucilla Peyrot, (supplente Vito GardioI).
to vada fatto risalire a un modo di «orare» che era diverso
da quello proposto dalla cultura dominante, un culto che
metteva al centro la Parola e
che trasmetteva tale centralità alla vita quotidiana del
credente.
Quando noi riflettiamo
su chiesa-cultura-territorio,
quanto spesso ci capita di
pensare che queste tre realtà
sono state cucite insieme dal
culto evangelico? Quindi bisognerà proprio che pensiamo di ripartire da questo
punto. Perché se il culto reso
a Dio perde la sua centralità,
ho proprio l’impressione che
ci affanniamo invano intorno
a mille cose collaterali. Un
culto domenicale in un tempio desolatamente vuoto è la
più potente arma di controevangelizzazione che possiamo offrire a quelli che ci vengono a incontrare. In questa
Conferenza abbiamo, per
esempio, detto che nelle assemblee di chiesa bisognerà
affrontare temi più vicini alla
vita di ogni giorno, che ogni
famiglia valdese dovrebbe
essere abbonata a RiformaL'eco delle valli valdesi. Ma
come realizzare questo se le
assemblee, sovente collegate
al culto, sono disertate e se le
molte famiglie non hanno, in
nessuno dei loro membri, un
rapporto con la comunità
riunita?
Quindi, mi si consenta la
banalità della proposta, e se
ricominciassimo a farci vedere al culto? Troveremmo che
è il modo per avere tante occasioni: l’incontro, la discussione, l’insegnamento, la testimonianza, il senso di vita.
Certo bisognerà ricostruire,
proporre nuove formule, linguaggi e tutto ciò che si vuole,
ma intanto cominciamo a frequentare e avremo occasione
di fare. Riprendendo l’immagine iniziale e giocandoci un
po’ insieme potremmo dire:
ritorniamo a «orare», scopriremo che molti che credevamo attratti solo dal divertimento [circenses), ricercavano un senso più profondo
della vita. E chissà che la strada della nostra coerenza di
fede ritrovata non possa essere una delle strade che il
buon Dio ci dà per inventarci
nuovi modi di laborare e guadagnarci il panem.
LE PRINCIPALI DECISIONI
La formazione musicale
La Cd approva nelle sue linee generali il progetto di formazio
musicale presentato dalla commissione «Musica nella chiesa»
colato nei seguenti settori: didattica musicale per monitori é m '
nitrici; direzione corale; organo. Riconoscendo nella formazione^
organisti una priorità particolarmente sentita dalle chiese rimandato alla Ced di organizzare mediante la commissione «rii.“?
commissione «Musi
ca nella chiesa», tra l'ottobre 2001 e il marzo 2002, un corso (loc
lizzato in due sedi per agevolare la partecipazione) rivolto a a»
sone che hanno già una pratica esecutiva ma desiderano perfezio
nare la tecnica organistica.
L'importanza del canto
La Cd, riconoscendo l'importanza pedagogica e spirituale che il
canto ha avuto nelle nostre chiese fin dall'epoca della Riforma»
continua ad avere oggi, ricordando la necessità che nel lavoro oa
storale sia dedicata molta attenzione a questa parte non secondarla della vita della chiesa,
auspica che il Consiglio della Facoltà valdese di teologia reinserisca la formazione musicale fra le sue materie di insegnamento
in una prospettiva sia storica sia didattica. '
Chiese e territorio delie valli valdesi
La Cd, in seguito a un'ampia riflessione sul rapporto tra chiese e
territorio delle valli valdesi, afferma la necessità di proseguire nelle assemblee di chiesa e di circuito la riflessione iniziata. Per quanto riguarda le assemblee di chiesa, invita i Concistori a prepararle
adeguatamente, anche con brevi informazioni periodiche nel corso dei culti, in modo che l'assemblea non sia un momento prevalentemente informativo o gestito solo dagli addetti ai lavori, ma
consenta un reale confronto tra i membri di chiesa e la definizione di una posizione su determinati argomenti
- invita i Consigli di circuito a prevedere almeno un'assemblea
circuitale di maggior durata, per poter dare spazio a questioni rilevanti per la testimonianza delle chiese, dalla sanità-servizi sociali, alla scuola, alle prospettive di sviluppo turistico (cfr. anche atto
14Cdl/00), all'occupazione, alla situazione dei Comuni e delle Comunità montane, invitando eventualmente le persone in grado di
fornire le informazioni necessarie;
- chiede alla Ced di tenere le file di questa riflessione, di organizzare, di intesa con i Consigli di circuito, un convegno apposito
su «chiese e territorio» entro la primavera 2002, e di portare alla
prossima Conferenza distrettuale la sintesi di quanto emerso.
Laicità della scuola
La Cd, richiamando il proprio atto (17/Cd 1/00) relativo alla laicità e all'insegnamento religioso cattolico nella scuola, si rallegra
del dibattito organizzato a Torre Pellice dall'associazione «31 ottobre», con gli enti locali e il Centro culturale, sulla laicità. Rilevando che sul territorio esiste un notevole numero di insegnanti
evangelici, molti dei quali associati alla «31 ottobre», chiede alla
Ced di sostenere la costituzione di una sezione territoriale dell'associazione. Ricorda alle chiese l'opportunità di discutere nelle assemblee e in particolare con i ragazzi/e del catechismo é i monitori i cambiamenti previsti nella scuola, le possibilità che si apronoe
i rischi da evitare; ai circuiti l'opportunità di prevedere un'assemblea sui temi della scuola e del diritto allo studio.
Chiese e diaconia
La Cd, richiamando gli atti 17/SI/OO (linee generali della diaconia
in Italia e sul futuro della stessa), 21/SI/OO (andamento complessivo
degli ospedali) e 22/SI/OO (situazione degli ospedali), informata sol
percorso che si è fatto tra il Sinodo 2000 e la Conferenza stessa
- riconosce che nel primo distretto la riflessione tra le chiese so
«diaconia-chiese, diaconia-problemi sociali, senso evangelico delle
opere, servizio diaconale specifico delle comunità» (cfr. atto
17/SI/OO) non ha dato risultati utili per l'elaborazione di un documento programmatico su «la diaconia e il suo futuro»; ritiene che
la riflessione vada continuata, perché la Csd possa elaborare un
documento programmatico con il contributo delle chiese;
- apprezzando l'impegno della Csd, della Ciov, delle opere,
chiede loro un ulteriore sforzo per informare le chiese sia sui progetti che sui risvolti di tipo finanziario che questi comportano, per
rendere le chiese consapevoli della validità dei progetti e verificarne le compatibilità con le possibilità reali della chiesa;
- invita a valutare il quadro globale delle nostre risorse, umane
e finanziarie, per consentire la possibilità di tentare una risposta
anche ai bisogni emergenti;
- ribadisce la centralità (ielle assemblee come momenti decisionali su tutti gli aspetti della vita delle chiese, anche per quanto attiene alla programmazione dell'intervento diaconale.
Solidarietà con gli alluvionati
La Cd, informata dalla Ced degli interventi finanziari affrontati
in occasione dell'alluvione del 15 ottobre 2000 a sostegno di alcune aziende e singoli colpiti da tali eventi, ringrazia lo Heks-Epef
che ha fatto giungere il suo generoso sostegno, segno della situ;
patia e della partecipazione di questi fratelli e sorelle ai destini
della popolazione delle Valli.
Nobel per le «Nonne di Plaia de majo»
La Cd, informata delle iniziative tese a proporre le «Nonne jj
Plaza de Mayo» per il Premio Nobel per la pace, chiede alla Cedu
appoggiare questa proposta.
Chiese e nomine dei pastori
La Cd augura un lavoro benedetto dal Signore ai pastori/e d*
prenderanno servizio nelle chiese del distretto. Dà atto ai Conff
stori di avere operato in piena autonomia nella ricerca di
candidature possibili e si rammarica che troppo spesso sia sta
possibile proporre una sola candidatura all'assemblea di chies»
Sottolinea la necessità che i pastori/e dell'Unione delle chiese lU
e valdesi siano disponibili ad accettare le sedi di serviz
distretto che in tutto il campo di lavoro
todiste
pastorale sia nel
Informazione
La Cd invita la Ced a diffondere tramite L'eco delle valli il
dario delle attività previste nell'anno entro il mese di ottobre
curare almeno due volte nel periodo ottobre-luglio una rubri®
su L'eco delle valli, dal titolo «La Ced informa», nella quale si
da periodicamente il punto sull'esecuzione dei mandati si('vD,
distrettuali, sull'attività dei circuiti, su questioni importanti rig
danti il territorio e la vita delle chiese j
- invita inoltre la Ced a verificare la possibilità di concentra
proprio archivio presso la Casa valdese di Torre Pellice o
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que in locali non pertinenti con l'abitazione o l'ufficio dei
- ricorda a tutti deputati o incaricati della Conferenza per
dovere di fornire alla Ced un breve rapp'
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tecipare a incontri,
scritto sull'evento; ¡.„e
- raccomanda alle chiese di dare il dovuto spazio alla
dei deputati alle Conferenze, possibilmente nel corso di un cu
in ogni caso a breve distanza dalla Conferenza stessa,
che tale relazione, se fatta congiuntamente a quella dei dep
al Sinodo, finisca per assumere minore importanza;
- ricorda ai circuiti l'opportunità di chiedere alle sorelle e
telli che hanno partecipato, su nomina del distretto, ^H'Asse'i'
condividere con le assemblee di circuito un'inro
della Fcei, di conaivioere con le dsberiiuiee ui liu-uuu ...... . j
zione sulle attività in atto e in progetto da parte della Federazi
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Conferenza III Distretto
PAG. 7 RIFORMA
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Si è tenuta al Gouid di Firenze la Conferenza del distretto dell'Italia centrale
La testimonianza delle chiese
/ JOO anni della piccola chiesa di Carunchio in Abruzzo, le comunità di stranieri, i progetti
di evangelizzazione, la formazione diaconale tra I molti temi dibattuti dai partecipanti
MARCO CI50U
La Conferenza del III distretto si è tenuta quest
•anno a Firenze, presso l’isti-,
mtoGotdd.Con partecipazione è stata seguita la vicenda
del Centro per la formazione
diaconale, che sta attraversando un momento di profonda incertezza, in quanto è
stata ventilata da pare della
Tavola l’ipotesi della sua
chiusura. In merito sono state
ascoltate la presidente del
Cfd, Letizia Baracani Sommani e due studentesse del Centro stesso; le studentesse e gli
studenti del Centro hanno organizzato nel corso della Conferenza una manifestazione di
protesta con uno striscione
che rimproverava i tagli alla
formazione diaconale.
La relazione della Ced ha
poi risollevato il problema
annoso dei cosiddetti organismi intermedi, cioè i circuiti e
idistretti. Questa compresenza, secondo la Ced, non ha
più motivo di esistere, anche
perché molte delle opere che
fino a pochi anni fa rispondevano al distretto sono state
affidate alla Csd e non sono
più sotto la giurisdizione distrettuale. Un forte disagio è
costituito dalle riunioni che
in questo modo si accumulano nei mesi di maggio e giugno, che richiedono un notevole sforzo alle chiese e molte
assenze ravvicinate dalle loro
comunità ai pastori e alle pastoie. La proposta della Ced,
con la quale la Commissione
d’esame si è dichiarata concorde, è quella di avere un
unico organismo intermedio,
simpaticamente chiamato
nella relazione «circostretto»
oppure «distruito», che sia un
po’ più largo del circuito e più
piccolo del distretto.
La past. Gianna Sciclone, presidente uscente della Ced
Certo, la natura e la funzione di distretti e circuiti è diversa: quella dei circuiti è
prevalentemente organizzativa e pastorale (formazione di
monitrici-monitori e di predicatori-predicatrici, cura
delle chiese in cui non vi è
pastore). La Conferenza distrettuale ha invece compiti
più amministrativi (come il
riconoscimento delle chiese)
e coinvolge nella discussione
i deputati di tutte le chiese,
mentre non tutte le chiese
sono rappresentate ogni anno al Sinodo. La domanda è
se un unico organismo possa
fare (bene) quello che ora
fanno circuiti e distretti.
La Conferenza ha preso atto della nascita da circa un
anno di una chiesa metodista
filippina a Roma. I membri di
questa chiesa, che ha chiesto
di entrare a far parte dell’Unione delle chiese metodiste
e valdesi, provengono dalla
chiesa metodista di lingua
inglese di Ponte Sant’Angelo
a Roma; essa nasce quindi da
una divisione all’interno di
una delle nostre chiese. La
Ced avrà dunque il compito
di capire come sono andate
le cose e di seguire la giovane
comunità, la quale ha un pastore inviato dalla Chiesa
metodista delle Filippine, past. Noël Valdez, che ha rivolto
un suo saluto.
La Ced ha riferito del convegno sull’evangelizzazione
tenuto in maggio a Rio Marina (Isola d’Elba). All’interno
del III distretto sono in atto
ben tre progetti di evangelizzazione: Rio Marina, Perugia
e Pescara. I progetti vengono
seguiti attraverso convegni
annuali, che si cerca di fare
nei luoghi dei tre progetti.
Quest’anno è toccato a Rio
Marina e i partecipanti hanno toccato con mano la stretta connessione che vi è tra la
locale Chiesa valdese e la Casa valdese (la quale non dà
utili a sufficienza e per la
quale viené spesso ventilata
l’ipotesi di chiusura), a partire dal fatto che i locali della
chiesa sono locali della Casa,
la quale oltre a essere casa
per ferie, svolge anche attività
diaconale, come l’ospitalità
dei bambini di Cernobil. È
stata rilevata anche l’impor
tanza della presenza di una
persona fìssa (in questo momento il diacono Massimo
Long) per portare avanti il
progetto di evangelizzazione.
È stato allegato alla relazione uno studio statistico ben
fatto e interessante sul tema
delle finanze: una prima parte ha confrontato le quote prò
capite (cioè per ogni singolo
membro di chiesa) chieste
dalla Tavola e dall’Opcemi alle singole chiese del distretto
e ha evidenziato delle disparità difficilmente comprensibili nella suddivisione delle
quote richieste: ai membri di
una chiesa viene chiesto (ovviamente in media) molto di
più che ai membri di un’altra.
L’altra parte ha evidenziato
come negli ultimi anni le
chiese abbiano dato agli esecutivi più di quanto abbiano
raccolto tra i membri (mentre
fino a pochi anni fa era l’inverso) attingendo dunque
soldi da fondi accantonati o
dagli stabili, che si rivelano
l’unica gestione a essere in
attivo nello studio della Ced.
Per due anniversari la Conferenza ha espresso gioia e
partecipazione: quello dei
cento anni della chiesa di
Carunchio (Abruzzo), i cui
festeggiamenti si sono svolti
la domenica successiva alla
Conferenza, e i quindici anni
della chiesa di lingua francese di Roma, il cui attuale pastore, Michel Lobo, ha rivolto
un messaggio alla Conferenza. La Conferenza si è conclusa con il culto nella chiesa
metodista di via de’ Benci,
presieduto dalla candidata al
ministero Elisabetta Ribet,
che ha tenuto il sermone di
prova in vista della sua consacrazione al ministero pastorale nel corso del prossimo Sinodo.
I 1 Una tavola rotonda su questo tema ha impegnato i membri della Conferenza
Chiese e opere, un rapporto che va sempre rinnovato
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Nel corso della Conferenza del III distretto l’asseniblea ha partecipato a una ,
tavola rotonda, moderata da
Davide Buttitta, sul tema
cmese e opere. Direttori, presidenti dei comitati e collaDoratori delle varie opere toscane h^no presentato le loto esperienze e le loro riflessioni su un tema che coinvolnostra chiesa tutta pernoi siamo una piccola
™esa con una grande diacochiose locali, a volte le
ndatrici, sentono le opere
^ra loro appartenenti? Le
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- J|''0lnzione della Ced: «Le
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chi, *^nlose, dalle quali succhip ^ niigliori energie. Le
(¡jg ^'tuotate delle forze
®ni. Vedono crescere le
opere e temono di non poter
gestirle, né si sentono in grado di fornire personale preparato vocazionalmente e in
grado di assicurare l’evangelicità delle opere».
Queste affermazioni hanno
suscitato qualche reazione
stupita tra i partecipanti. Peccato che al tavolo fossero seduti soltanto rappresentanti
delle opere, o più precisamente, membri delle nostre
chiese impegnati in un’opera
diaconale. E evidente che
queste persone hanno una visione particolare dei problemi: vedono le mancanze nell’attenzione delle chiese locali nei confronti dell’opera, ma
per loro personalmente la situazione non è grave, visto
che essi stessi rappresentano
una specie di legame tra
l’opera in cui si impegnano e
la loro chiesa. Ed è altrettanto
evidente che queste persone
vedono nel loro impegno
nell’opera diaconale la testimonianza della loro fede.
«L’opera mette in pratica
quello che la chiesa ha insegnato: l’impegno nella diaconia come luogo per vivere
GLI INCARICHI
ha eletto la Ced nelle persone dì Klaus Lange- ^ P*'esidente; Laura Vezzosi, vicepresidente; Marco Scuderi
®®9reta
J;« Coftim
no; Rossella Luci e Luca Zarotti, membri.
issione d'esame per la Conferenza distrettuale 2002 è
Leonardo Casorio, Monica Miche
stat, T..'»ione a esame |
lln«»i nelle persone di
JOn, Myriam Inglese, supplente Gianni Musella.
Ries« eletto quale deputata al Sinodo Myriam In
p (supplente Rina Di Maulo).
gna*_^°®’^®®®nza del 2002 si terrà a Ecumene. Il Seggio ha desipredicatore d'ufficio per quella occasione il past. Bru■^flno (supplente past. Laura Leone).
l’Evangelo in modo laico,
l’opera come comunità di vita». Più o meno in questi termini si è espresso il presidente dei comitato dei Gignoro,
Manfrini. Ma è veramente così che senza la diaconia istituzionalizzata i membri di chiesa non hanno un luogo dove
vivere l’Evangelo? Le opere ne
sono veramente il luogo migliore? Forse qualche membro di chiesa non impegnato
in un opera diaconale avrebbe qualcosa da rispondere.
Certo, sono proprio le persone che conoscono il lavoro
delle opere dall’interno, ad
ammettere che oggi il servizio offerto da una specifica
opera richiede una tale preparazione professionale, che
gli spazi per un impegno volontario dei membri di chiesa
restano piuttosto stretti. Potrebbero invece essere utilizzate meglio le possibilità di
creare rapporti tra chiese e
opere attraverso un’informazione periodica, non soltanto
attraverso le circolari e pubblicazioni delle opere stesse,
ma attraverso testimonianze
personali di collaboratori o
membri dei comitati, la celebrazione comune di feste e di
altri momenti conviviali, visite reciproche ecc. Tutte le
persone che hanno parlato
hanno affermato di sentire il
sostegno delle chiese, anche
se nella routine del lavoro
dell’opera, le chiese spesso
sono assenti, cioè offrono
una solidarietà un po’ distante, un po’ tiepida.
Nella tavola rotonda e nel
breve dibattito che ha coin
volto anche l’assemblea sono
emersi alcuni aspetti importanti e interessanti dei tema
chiese e opere, mentre altri
sono stati soltanto accennati
o non sono stati neanche affiorati. Così la domanda sulla
diaconia della comunità locale e il problema della delega dell’impegno diaconale alle opere; così il fatto che la
distanza tra chiese e opere
spesso non è semplicemente
un vuoto, ma uno spazio pieno di tensioni, rancori e conflitti; così il problema che in
ogni relazione delle opere
leggiamo delle ultime migliorie della struttura e dei servizio, dei cui costi veniamo anche informati in nome della
trasparenza, mentre spesso i
nostri templi e i nostri spazi
comunitari sono malandati,
rattoppati e poco accoglienti
per mancanza di denaro; cosi
la tensione tra una gestione
aziendale e l’evangelicità
dell’opera.
È un tema complesso che
deve interrogare non soltanto
le chiese, come è stato in
questa tavola rotonda in cui
hanno parlato soltanto le
opere, ma anche le opere
stesse. Ben venga, come auspicato in una lettera di Gabriele De Cecco, pubblicata
in parte nella relazione della
Ced, e ripreso dalla delibera
della Conferenza distrettuale
sul tema, che si cerchi di
creare «un luogo permanente» in cui chiese e opere si incontrino, si confrontino, dibattano e curino il loro rapporto reciproco.
LE PRINCIPALI DECISIONI
La comunità filippina di Roma
Il past. Noël Valdez, della comunità filippina che si riunisce nella
chiesa metodista di Ponte Sant'Angelo a Roma, porge un saluto alla
Conferenza e auspica di poter avere un rapporto di collaborazione
con l'Unione delle chiese valdesi e metodiste in modo più intenso.
Le chiese di stranieri
La Conferenza del MI distretto, tenendo conto che nella realtà
del protestantesimo italiano esistono comunità italiane e di altri
paesi con cui condividono I locali, invita queste comunità a sviluppare una migliore conoscenza reciproca, nella ferma convinzione
che questa si tradurrà in sicuro arricchimento per entrambe le
realtà e porterà a rapporti di autentica fratellanza.
1100 anni della chiesa di Carunchio
La Conferenza del III distretto, appreso che la comunità di Carunchio celebrerà, Il prossimo 17 giugno, li primo centenario della
sua esistenza
- si rallegra con la comunità per questo avvenimento
- è vicina a tutte le sorelle e I fratelli di Carunchio in questo momento di gioia
- augura un'ottima riuscita delle iniziative organizzate per tale
ricorrenza. La Cd esprime altresì alla comunità di Carunchio la riconoscenza di tutte le chiese per aver mantenuto, nonostante
molte difficoltà, la presenza evangelica in tutta la zona.
La comunità francofona di Roma
La Cd, venuta a conoscenza che la comunità francofona di Roma, via IV novembre, si appresta a celebrale il 15° anniversario
della propria costituzione, formula i suoi migliori auguri nei confronti della comunità e auspica che si stringano legami sempre più
intensi tra le chiese italiane è quelle della Cevaa.
Ringraziamenti
La Cd ringrazia i pastori Marco Cisoia e Massimo Marottoli nonché la candidata al pastorato Elisabetta Ribet per l'opera da loro
svolta nel distretto e chiede al Signore di benedite il loro ministero nelle nuove sedi.
Benvenuto
La Cd si rallegra per l'arrivo nel distretto delle pastore Laura
Leone a Vasto-San Salvo, Caterina Dupré a Carrara e della candidata al ministero Brigit Wolter a Villa San Sebastiano e del pastore
Bruno Rostagno presso ia Comunità metodista di Firenze, certa
che il loro ministero sarà ricco di benedizioni.
L'istituto Taylor di Roma
La Cd ascolta là comunicazione di Arnaldo Visco Gilardi sull'Istituto G. B. Taylor, Orfanotrofio e Casa di riposo di Centocelle-Roma.
L'opera risponde all'ordinamento battista ma ha ricevuto, tramite
la Tavola valdese, un forte sostegno per investimenti da parte delle
chiese valdesi e metodista di Roma, che dallo scorso anno, dopo
l'approvazione di un nuovo statuto, è organicamente rappresentata ai vari livelli per la sua gestione e responsabilità, concretizzando
così la collaborazione bmv prevista da apposita convenzione.
Predicatori locali
La Cd ascolta una comunicazione del rappresentante dell'UpI sulla necessità che la chiesa continui a valorizzare la collaborazione
dei predicatori locali per la predicazione dell'Evangelo nelle singole
realtà in cui esse sono presenti e ad attivarsi per suscitare vocazioni.
Il Centro di formazione diaconale di Firenze
La Cd, sentita la relazione della presidente del Consiglio del
Centro di formazione diaconale (Cfd), tenute presenti le indicazioni espresse dal Sinodo 2000 e il conseguente impegno del Consiglio e dei docenti del Cfd per la loro attuazione e tenuto conto
dell'ampio dibattito tenutosi in Cd, invita la Tv a riconsiderare
l'ipotesi di chiusura del corso residenziale.
Chiesa metodista Filippina
La Cd, appreso che un gruppo di sorelle e fratelli filippini della
Comunità metodista di lingua inglese di Roma, Ponte Sant'Angelo, ha deciso di costituire una propria comunità denominata
«Chie'sa metodista filippina di Roma» e ha chiesto l'inserimento
nell'ordinamento valdese e metodista, dà mandato alla Ced, d'intesa con l'11° circuito, di seguire l'evoluzione di questa vicenda e
di riferirne alla prossima Conferenza.
Ecumenismo
La Cd, dopo aver preso in esame la questione dell'ecumenismo e
venuta a conoscenza che è prevista l'organizzazione di un convegno di cristiani-e in Italia da tenersi a Firenze, nel quale vengano
definite le linee guida per un lavoro ecumenico di riconciliazione, si
rallegra e auspica il coinvolgimento della Fcei su tale iniziativa.
Progetto Perugia
La Cd, dopo aver ascoltato le notizie positive sull'evoluzione del
Progetto Perugia, si rallegra per il fatto che la Tv condivida con la
chiesa locale la necessità di un maggior investimento di risorse
umane e logistiche, sostenendo il gruppo nel suo cammino di formazione e testimonianza evangelica.
La prossima Conferenza distrettuale
La Cd decide che la prossima Conferenza si terrà ad Ecumene.
Il Centro di Villa San Sebastiano
La Cd approva l'operato del Centro evangelico di Servizi di Villa
San Sebastiano, ringrazia quanti sono impegnati in questo sèrvizio
e invita la Ced ad.aiutare il Centro nella redazione di un nuovo
statuto, consono alle attuali esigenze.
Chiese e opere
La Cd prende atto con soddisfazione della ricchezza del dibattito su «chiese e opere» svoltosi nella Tavola rotonda e
- auspica la creazione di un «luogo permanente» di incontro tra
coloro che sono impegnati nella diaconia e, convinta che la chiarezza del dialogo fraterno permette di sottolineare la varietà dei
doni presenti nella comunità;
- sottolinea la necessità ad essere disponibili a modificare i modi e strumenti del nostro operare nel mondo, in fedeltà alla parola per non tradire il senso dei patrimonio spirituale che ci è stato
tramandato;
- invita le «omunità fiorentine che hanno tradizionali legami
con determinate opere ad incontrarsi per definire criteri e tempi
della costruzione di questo «luogo permanente» di confronto.
Progetto Pescara
La Cd esprime simpatia e solidarietà al gruppo di Pescara e al
suo conduttore, auspica un loro maggiore coinvolgimento nei
convegni sull'evangelizzazione per lo scambio delle esperienze e
informazioni, chiede alla Tv di non far mancare nel futuro un animatore-ice a tempo pieno, perché continui ad essere sostenuto al
progetto di Pescara nel quadro della chiesa plurisede.
Bilancio Ced
La Cd approva il bilancio consultivo 2000 e il preventivo 2002
presentato dalla casriera della Ced.
8
PAG. 8 RIFORMA
Conferenza IV Di;
venerdì 22 GIUr.MQj
Si è tenuta a Bethel la Conferenza del distretto dell'Italia meridionale
Un Decennio contro la violenza
Il tema dell'iniziativa promossa a livello mondiale dal Consiglio ecumenico delle chiese e la
sua traduzione pratica a livello locale sono stati al centro dell'attenzione dei partecipanti
ROSANNA CIARPA
CHI, come me, partecipa
ormai da anni alia Conferenza distrettuale dei IV distretto, non può non rilevarne
un importante elemento di
novità: l’età media dei partecipanti, pastori e laici, si è notevolmente abbassata. Vi è in
particolare una generazione
di pastori e pastore, e di coppie pastorali, che appartengono a una fascia di età intermedia (35-40 anni), e danno
l’impressione di lavorare in
un clima di grande entusiasmo, sintonia e consapevolezza dei problemi. Se ne è avuto
un segnale già in apertura di
Conferenza, con il bei sermone di prova di Susi De Angelis,
candidata ai ministero pastorale, una riflessione emotivamente coinvolta e comunicativa che, sullo sfondo dei Salmo 139 (la presenza avvolgente di Dio nella vita del credente) sviluppava il tema della
ricchezza dei doni messianici
di misericordia e di salvezza
nell’episodio delle nozze di
Cana (Giovanni 2,1-12).
Il tema teologico che è stato
anche il motivo conduttore
dell’intera Conferenza, ha focalizzato l’attenzione sul decennio per il superamento
della violenza indetto dal
Consiglio ecumenico delle
chiese e segnalato dalla stessa
La Commissione esecutiva distrettuaie uscente
Ced nella sua relazione: anzitutto nella centralità individuata del problema della violenza come dimensione pervasiva a tutti i livelli delle relazioni umane e sociali; e poi in
una riflessione sulle radici bibliche e teologiche del rifiuto
della violenza, che è la dimensione specifica delle chiese e
dei credenti in Gesù Cristo, il
quale «oltraggiato non rendeva gli oltraggi: soffrendo non
minacciava» e «ha portato i
nostri peccati nel suo corpo,
sul legno della croce».
Vi è poi il tentativo di una
traduzione pratica del decennio nella vita concreta e nella
situazione particolare delle
diverse realtà locali: l’appoggio a iniziative per contrastare la violenza contro le donne
e i minori oggetto di schia
II Seggio che ha gestito la Conferenza
vitù sessuale (il progetto Ruth
della Fcei); un’attenzione più
diretta ai guasti prodotti nei
confronti dei paesi più poveri
da una globalizzazione incontrollata, che nell’assenza
di regole e di controllo democratico, risponde all’unica regola del mercato totale (adesione e invito alla partecipaziorie al prossimo «Genova
Social Forum»! inserendosi
nella rete di tutti coloro che si
oppongono a questo processo); infine, la ripresa di una
pratica di metodologie nonviolente per la soluzione dei
conflitti, non esclusi quei
conflitti che nascono all’interno delle chiese e rischiano
di vanificarne la carica della
testimonianza e dell’impegno (in questa direzione si
segnalano come un importante luogo di formazione i
due seminari organizzati dalla Ced per l’autunno e la primavera prossimi sui temi:
«La gestione dei conflitti» e
«Sviluppo di un progetto. Come fare un progetto?»).
La riflessione della Conferenza si è poi concentrata su
un secondo aspetto, segnalato nella relazione della Commissione d’esame: la progettualità. Pensare in prospettiva, ritrovare la dimensione
del progetto, sia sul piano evangelistico sia su quello diaconale, sembra essere una
esigenza fortemente avvertita, specialmente in rapporto
alla situazione di dispersione
e di frammentazione che caratterizzano la realtà delle
chiese e delle opere di un territorio assai ampio come è il
quarto distretto. Allo scopo di
sollecitare un rinnovato impegno per produrre «progetti
globali» la Ced, sulla base delle informazioni che le perverranno da parte delle comunità, dei dati statistici in suo
possesso e delle relazioni delle chiese e delle opere, è impegnata a produrre una analisi del quadro complessivo
della situazione del distretto
evidenziandone le potenzialità e le prospettive di sviluppo in vista di una programmazione efficace.
Ma l’esigenza di un investimento programmato è ben
presente anche nella valutazione di quelle iniziative e
quei progetti già esistenti di
cui la Conferenza ha animatamente discusso e verificato
la pertinenza e l’operatività. È
il caso del Centro evangelico
Betania di Orsara di Puglia, di
cui si è definito l’iter istitutivo, e del Centro di Guardia
Piemontese, di cui si sono delineate le tappe per una progressiva rivalutazione, con la
ristrutturazione dello stabile,
la riqualificazione del museo,
e il ripristino della Società di
studi evangelici con il conipito di promuovere le attività
culturali del distretto.
Dunque progetto e speranza: queste mi sembrano le
parole che descrivono sinteticamente il senso di una
Conferenza distrettuale importante e impegnativa, al
termine della quale abbiamo
ricevuto, nel culto liturgico di
chiusura, le quattro parole
della comunione fraterna:
condividere la Parola, condividere la fiducia, condividere
il denaro, condividere la
mensa del Signore.
La Conferenza ha discusso di econonnia globale e della responsabilità delle chiese
«Genoa social forum» e i rapporti con il Sud del mondo
DAVIDE OLLEARO
G8, «Genoa social forum»,
globalizzazione, «Jubilee
2000 coalition»: queste e
quant’altre parole simili a
queste passano giornalmente
nelle nostre case, entrano
grazie alle televisioni e ai
giornali e passano tranquillamente sopra le nostre teste.
In fondo ci sembra una terminologia da specialisti, adatta per economisti o per
persone particolarmente interessate ai nostri rapporti
con i paesi del Sud del mondo, ma che non può riguardare noi, uomini e donne che
facciamo una vita tranquilla
nel nostro paese, senza in
fondo far del male a nessuno. Contro questa presunta
neutralità da tempo si sono
schierate molte chiese cristiane (oltre a molte altre organizzazioni) nel mondo e
l’eco ha raggiunto anche il
piccolo mondo evangelico
italiano in cui siamo chiamati a vivere. Un numero sempre maggiore di fratelli e sorelle sta scoprendo che questi problemi di economia
mondiale ci riguardano, eccome: la situazione di povertà di tanti esseri umani nel
mondo non solo ci deve inte
ressare come cristiane e cristiani, ma anche ci accusa in
quanto abitanti della parte
ricca del nostro pianeta e
consumatori di gran parte
delle risorse che, se condivise, potrebbero rendere la sopravvivenza meno problematica per tutti.
Anche la Conferenza del IV
distretto ha voluto riflettere
sul tema dell’economia globale e su come questa interpelli le nostre chiese. Anche
le comunità del Sud Italia
hanno voluto prendere atto
del processo di mercificazione, di riduzione di tutta l’esi
I GLI INCARICHI I
La Conferenza del IV distretto ha eletto la Ced nelle persone di
Giuseppe Ficara, presidente; Luca Anziani, vicepresidente;
Gianna Mazzarella, segretaria; Maria Teresa Fiorio e Attilio
Scali, membri.
La Conferenza ha eletto a scrutinio segreto la Commissione
d'esame sull'operato della Ced nelle persone di Ulrich Eckert e
Nunzio Cosentino (supplenti Antonio Maiello e Rosario Confessore).
La Conferenza ha eletto a scrutinio segreto il proprio deputato
al Sinodo nella persona di Gianluca Fiusco (supplente Vivian
Wiwoloku).
La Conferenza del 2002 si svolgerà al Servizio cristiano di Riesi.
Il Seggio ha designato quale predicatore per la Conferenza 2002 il
past. Bruno Gabrielli (supplente past. Italo Pons).
stenza degli esseri umani in
termini economici (per cui se
non produci, se sei vecchio o
semplicemente non vuoi
adeguarti a questo sistema
non sei più desiderabile,
quindi non conti più nulla e
non meriti nulla); hanno voluto prenderne atto per poter
contestare questa concezione economica snaturante che
costringe buona parte dei cittadini del mondo a un’esistenza che si fa giorno per
giorno più dura, a una sopravvivenza che è costantemente messa in forse dal peso di un debito immane che
schiaccia i paesi poveri e li
rende sempre più schiavi dei
pochi poteri economici che
governano l’intero pianeta.
Anche le chiese metodiste e
valdesi riunite a Bethel hanno dovuto constatare il peccato in cui vivono, il peccato
e la contraddizione di chi testimonia un Signore che è
stato costantemente vicino e
solidale con i più poveri e
contemporaneamente vive in
una nazione che appartiene
alla schiera dei privilegiati, di
coloro che possono essere
ricchi solamente grazie alla
povertà altrui.
Per le chiese presenti alla
Conferenza è comunque necessario un capillare impegno di informazione, innanzitutto all’interno delle nostre comunità proprio perché
un numero sempre maggiore
di fratelli e sorelle riconosca
che questi problemi non interessano unicamente pochi
addetti ai lavori, ma riguardano tutti e tutte coloro che
vedono le loro scelte, la loro
solidarietà con i più deboli,
anche il loro stile di vita come una diretta conseguenza
della propria fede. Le chiese
devono informarsi, conoscere per compiere il loro mandato: predicare, perché le parole che le nostre chiese diranno anche in questo campo dovranno essere ancora
una volta parole profetiche,
parole che predicano l’Evangelo del Regno, parole che
contestano l’ingiustizia del
mercato e chiedono la condivisione della giustizia per tutti gli esseri umani.
In questo cammino le nostre chiese non saranno sole,
ma si scopriranno in comunione con fratelli e sorelle
che, magari per altre vie,
hanno percorso il nostro
stesso cammino: si troveranno fianco a fianco con le altre
chiese del Consiglio ecumenico che iniziano il «Decennio per vincere la violenza»,
in cui la violenza economica
ha un peso non indifferente;
fianco a fianco ad esempio
con gli uomini e le donne che
attraverso il «Genoa Social
Forum» vogliono far sapere al
mondo che non siamo condannati al mercato, non sia
mo necessanamente costretti
a scegliere se sfruttare o essere sfruttati.
LE PRINCIPALI DECISIOÑT
Il Centro sociale di Orsara di Puglia
La Cd, presa conoscenza del progetto di rifondare il Centro
le di Orsara, confermando l'atto 34 della Cd IV distretto
legra dei passi avanti compiuti. Dà mandato alla Ced d
2000,
socia.
SI ra|.
ta la documentazione alla Tavola per acquisirne il previci''DÌ*'^®*“*■
fine dell'approvazione da parte della Cd dell'Opera rinnovata*'^'*'
Collaborazione bmv
La Cd, sensibilizzata ad esprimere una v.alutazione sulla coli
razione territoriale con chiese battiste nel distretto rhio^
r*ori Hi rarmniiara in mlln/'i.:4.: i_ 9||)
Ced di raccogliere in collegamento con i circuiti le esperienze! *
li evidenziando potenzialità e problemi, ponendo il tema in?
scussione alla prossima Cd.
Per una rinnovata progetualità
indi.
La Cd considerata la dispersione e la frammentazione chesp^j.
so caratterizzano le realtà delle chiese e delle opere presene
SUO ampio territorio d'azione, allo scopo di promuovere
novata progettualità:
1) invita le chiese e le opere del distretto a comunicare aliar
entro il mese di novembre del 2001, i progetti e gli obiettivi i
borati in relazione a una riflessione sulla propria vocazione' *
2) dà mandato alla Ced di avviare un monitoraggio della sit
zione complessiva del distretto sulla base dell'analisi delle com
nicazioni ricevute, dei dati statistici e delle relazioni presenta?
dai circuiti e dalle opere negli ultimi 5 anni; di presentare i rUiji
tati di tali analisi alla prossima Cd in vista di una approfonditad
scussione.
Rapporti con il presbiterio di Beaver-Butler
La Cd si rallegra della prosecuzione e dell'approfondimento del
legame tra il nostro distretto e il presbiterio di Beaver-Butler rea
lizzatosi con la visita, in quel presbiterio, della sorella Karola
Stobàus nell'estate scorsa e con l'invito rivolto dal presbiteriòa
due giovani sorelle del distretto alla partecipazione al prossimo
«Youth triennium» dei giovani presbiteriani nordamericani (luglio
2001). Esprime la propria riconoscenza nell'apprendere che lo
scambio di visite suscita l'interesse di altri fratelli e sorelle e ne in-:
coreggia l'attuazione, in quanto ritiene che tali rapporti possanoi
rappresentare occasione di vera crescita e benedizione.
Pluralismo e laicità
La Cd, ascoltata la relazione dell'associazione «31 ottobre», evidenzia alcuni ambiti per l'impegno sociale delle nostre chiese affinché possano concretizzare la propria vocazione di vigilanzaedi
sensibilizzazione ai valori del pluralismo culturale e della laicitàin
vista dell'attuazione di un patto di cittadinanza democratica pienamente condiviso.
Tali ambiti di intervento sono individuati:
- laicità, quale quadro di riferimento per la salvaguardia della
libertà e della democrazia;
- la difesa della garanzia e dei diritti enunciati dalla Costituzione, l'immigrazione, la scuola, la bioetica, lo stato sociale, la sanità,
Dà mandato alla Ced di sensibilizzare le chiese su questi temi,
affinché progettino la propria attività per.il prossimo annone!
senso di un impegno di salvaguardia della libertà e della democrazia nelle singole realtà cittadine e sostengano l'associazione sollecitandone con forza le adesioni collettive ed individuali.
Il Centro di Guardia Piemontese
La Cd, sentita la relazione dell'apposita Commissione sullo stato
attuale e sul futuro del Centro di Guardia Piemontese proponeun
intervento in tre fasi:
1) elaborazione di un progetto di ristrutturazione e risanamerv
to dello stabile e di riqualificazione del museo con la dotazionedi ;
mezzi idonei al suo funzionamento da presentare all'istituzione j
più idonea ad assicurare un adeguato finanziamento pubblico; i
2) reperimento di un custode residente del museo e definizionei
della struttura gestionale più funzionale comprendente il coordi-[
namento di volontari da impiegare nelle attività estive; S
3) ripristino della Società di studi evangelici con li compito di
promuovere la conoscenza e la ricerca sulla presenza valdese ed
evangelica nel Meridione e di presiedere ad altre attività culturali
nel distretto.
La Cd dà mandato alla Ced di acquisire il parere della Tavolar
ordine alla fattibilità del progetto concordando le eventuali va-*
rianti compatibili con il progetto stesso; conferma la Commissioni
e la incarica di operare a stretto contatto con la Ced per la reali:
zazione della prima fase.
Il decennio contro la violenza
La Cd presa conoscenza, anche per il tramite della relazione della Ced, del decennio 2001-2010 per il superamento della violerà
indetto dal Consiglio ecumenico delle chiese, riconosce nell'impe'
gno teso a superare la violenza in tutte le sue forme e a qualunque fine, una delle direttive che la chiesa riceve dai suo Signor
che «oltraggiato non rendeva gli oltraggi; soffrendo non mW
ciava» e che «ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legr*
della croce» (I Pietro 2, 23-24).
Nella convinzione che tale impegno debba essere condivisoci
la maggiore apertura possibile con quanti si muovono nella ste®
direzione, all'interno di organizzazioni, movimenti civili o religi*
La Cd raccomanda alle chiese la ricerca di una traduzione peli
ca del decennio nella loro situazione particolare e, a titolo ese»plificativo, indica alle chiese alcuni ambiti in cui inserire il loroi*’
pegno:
- nell'ambito sociale: le iniziative volte a contrastare la violeu®
perpetrata nei confronti di donne e minori oggetto di tratta*
schiavitù sessuale (vedi il «Progetto Ruth» della Fcei);
- nell'ambito economico: le iniziative volte a contrastare lav»*
lenza economica esercitata a danno dei paesi più poveri cooj*
conseguenza di una globalizzazione che pretende di ubbidire su®
a leggi di mercato sottraendosi a ogni esigenza di controllo deiuu
cratico;
- nell'ambito culturale: le iniziative volte a diffondere la
scenza e la pratica di metodologie non violente di risoluzione^
conflitti, anche all'interno delle nostre chiese, dove pure, confli‘!j
a sfondo personale rischiano spesso di paralizzare o vanifie®*®'
comune impegno di testimonianza o servizio.
Globalizzazione e «Genoa Social Forum»
La Cd prende atto della variegata discussione in corso sui feuj
meni collegati alla globalizzazione e invita le chiese locai'®
opere a promuovere delle attività di approfondimento e di u®
troinformazione nei propri contesti. . .i
i tutti 5"
esi
L'influenza della logica del mercato totale in ormai
aspetti della vita, inadeguatezza degli strumenti democratici
stenti di fronte al crescente potere delle multinazionali e l'ab'*
contrasto socio-economico sia della popolazione in Europa sia
le popolazioni del Nord e del Sud del mondo, non possono
rirt«'
con®
nere al di fuori della nostra riflessione e del nostro impegno
chiese riformate, rispondendo alla chiamata biblica di dar
deboli a agli emarginati del mondo, come anche indicato da"
semblea generale dell'Arm del 1997 e dall'Assemblea del ce
Barare del 1998. .
La Cd aderisce al Gsf (Genova Social Forum), rete di tutti co
che si oppongono a questo processo, esprime la sua solidan^
invita a partecipare alle manifestazioni nonviolente a Genova-
9
JCNOÿ venerdì 22 GIUGNO 2001
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Vita Delle Chiese
PAG. 9 RIFORMA
È Stata inaugurata il 9 giugno al Liceo scientifico di Bra
Una biblioteca in ricordo di Saverio Merlo
STEFANO SICARDI
Nella mattinata di sabato
9 giugno, al Liceo scientìfico di Bra, la biblioteca dedicata in particolare agli studenti di questo istituto è stata
inaugurata e intitolata a Saverio Merlo, tragicamente e improvvisamente scomparso
l’autunno scorso. In un clima
commosso e raccolto, alla
presenza di un folto numero
di studenti, è stato ricordato
l’impegno del prof. Merlo
neU’immaginare (insieme ai
collegKi Irene Ciravegna e
Claudio Gaido che hanno
portato a termine l’iniziativa)
una biblioteca intesa come
luogo di incontro e di approfondimento e non come
mero contenitore di libri.
Scanditi da intermezzi musicali al flauto traverso si sono succeduti una serie di
brevi interventi della preside
dell’istituto. Margherita Testa Russo, del pastore delle
chiese evangeliche di Cuneo
e Mondotò, Michele Foligno,
della prof. Irene Ciravegna
che hanno sottolineato il significato dell’iniziativa e ricordato la figura di Merlo e
di alcuni suoi allievi, che lo
hanno ricordato con letture
di Italo Calvino, di Ralph
Waldo Emerson e di Jorge
Luis Borges.
Nei locali davvero acco
La cerimonia di inaugurazione
glienti e studiati con una cura
particolare, con gli scaffali
aperti, le attrezzature multimediali e un uso sapiente degli spazi, si sono ritrovati, accanto agli studenti e ai colleghi di Saverio, i suoi familiari,
la mamma, Antonina, Stella,
Luca, il fratello, e i membri
del Consiglio della Chiesa
cristiana evangelica di Mondovì di cui egli era diacono e
predicatore.
Dietrich Bonhoeffer, in una
riflessione letta nell’occasione dal pastore Foligno, ricorda a tutti noi che «non c’è
nulla cl^e possa sostituire
l’assenza di una persona a
noi cara», ma ricorda pure
che Dio ci aiuta «a conservare
la nostra antica reciproca comunione sia pure nel dolore»
e come «la gratitudine trasforma il tormento del ricordo in una gioia silenziosa». E
così, allora, «i bei tempi passati si portano in sé non come
una spina ma come un dono
prezioso». Quel dono che Saverio Merlo, uomo tra gli uomini, misericordioso, amante
della pace e puro di cuore, ha
offerto, con la sua esistenza
terrena, a tutti quelli che ha
incontrato e amato.
Le confermazioni della domenica di Pentecoste a Torino
Accolti sedici nuovi membri di chiesa
Dopo un pomeriggio di incontro con i membri del
Concistoro, che si è concluso
con un’agape festosa, i nuovi
membri comunicanti della
Chiesa valdese di Torino sono stati ufficialmente accolti
nel corso del culto di Pentecoste. Nel gruppo ci sono itinerari ed età diverse ma tutti
si sentono accomunati dal
desiderio di far parte, come
ha detto uno di loro, di questa «chiesa fallibile» in cui libertà e discepolato cristiano
sono inscindibili: sono Chiara Tousijn, Selene Bianco,
^ura Braga, Elda e Alina Andreone, Rosanna Ferrara,
• Sandra Barcellona, Lucilla
Beux, Luciano Caglio, Sergio
Comici, Daniela Salusso, Lucia A?zarelIo, Emanuela Nola, Dario Gitana, Laura Graverò e Bianca Briceno. Accanto ai battesimi o conferinazioni o accoglienze degli
adulti è stato battezzato, nella stessa occasione, anche il
piccolo Stefano Cirri di Jennifer e Salvatore.
Le attività ecclesiastiche si
Sono sostanzialmente concluse Con l’assemblea di chiesa di lunedì 11 giugno che ha
«lentamente esaminato la
relazione del Concistoro. Proseguono intemto i lavori di ristrutturazione edilizia per la
ealizzazione della nuova
*Casa valdese» contigua al
®mpio di corso Vittorio Ema
I neoconfermati con i pastori Giuseppe Piatone e Dorothea Mùiier
nuele, lavori che dovrebbero all’ufficio della nostra chiesa
concludersi nei primi mesi
del 2002. Nel frattempo fervono i preparativi per il centenario del tempio valdese di
corso Principe Oddone che
verrà celebrato domenica 11
novembre. Si stanno ancora
cercando vecchie foto (gruppi, attività...) riguardanti
quella parte della comunità
valdese torinese che ha avuto
e ha ancora un legame spirituale e affettivo con il tempio
di corso Oddone. Chi avesse,
al proposito, materiale interessante (fotografico o altro)
lo proponga al più presto
(011-6692838); in ogni caso
esso verrà restituito. Il centenario verrà «vissuto» con un
culto di ringraziamento e una
serie di incontri legati alle attività specifiche di corso Oddone. Si allestirà anche una
mostra fotografica insieme a
una ricostruzione storica dell’
intera vicenda, (g.p.)
Chiese milanesi
Corali: festa
della musica
GIOVANNI ANZMNI
La corale della Chiesa metodista di Milano organiz
za ogni anno una «Festa della
musica» chiamando diverse
corali cittadine e protestanti
per una manifestazione di
grande spiritualità nella diversità delle chiese cristiane
presenti. L’appello lanciato
quest’anno ha trovato la risposta di 11 corali e domenica 10 giugno, nel pomeriggio,
si è svolta così per il quarto
anno la festa, con una presenza di oltre 600 persone
provenienti da Milano e anche dal Sud Piemonte. Oltre
alla corale metodista, erano
presenti la corale della Chiesa valdese di Milano, quella
awentista di Sesto e di Milano, le due corali delle comu
nità coreane «Missione a Milano» e della Chiesa presbite
riana di Milano, la corale della chiesa di Cristo scientista;,
le corali delle comunità cat
toliche San Filippo Neri, San
ta Maria Ausiliatrice e Sant’
Angelo di Milano e quella
Don Bosco di Asti.
Chi scrive, in una breve nota biblica introduttiva, ha
sottolineato il fatto che quest’anno la festa si svolge dopo
Pentecoste, come segno di
un nuovo impegno comune
per rmsitare la vocazione dei
credenti nell’opera per il regno di Dio, rincontro di tante
e diverse comunità cristiane
attraverso il canto e la musica, permette di affrontare le
particolari diversità nella
confessione della comune fede per realizzare un cammino ecumenico vivo e ricco di
spiritualità, come solo il canto corale può esprimere.
La qualità delle corali è stata eccellente considerando
che solo alcune (come quelle
delle comunità coreane) sono formate da professionisti.
Desideriamo sottolineare alcune esecuzioni che ci hanno
maggiormente colpito per la
profondità spirituale espressa: la corale della Chiesa valdese con il brano Vieni Spirito Santo (con parole del pastore Antonio Adamo) che ha
coinvolto nel canto tutti i
presenti; la corale della Chiesa awentista di Milano con il
brano Gloria eseguito con
molta forza vocale; e infine la
corale della nostra Chiesa
metodista con un inno, cantato da tutti, tratto dall’innario della Chiesa metodista
degli Stati Uniti: Son qui Signor. Si tratta di un canto tradotto in italiano dal direttore
della corale, Antonio lannrone, che pone in risalto la risposta di ogni credente alla
chiamata del Signore per essere missionari.
La Comunione pastorale
ideile Chiese evangeliche riformate
della vai Bregaglia
cerca
1 pastora/e
(impiego all’80%)
a partire da subito (o data da convenire)
guidi con amore ed entusiasmo sul nostro cammino di fede
Padi
Condizioni
tonanza delle lingua italiana e conoscenza delle Untedesca.
Gli ’
interessati sono pregati di annunciarsi per iscritto entro il 15
^to 2001 a; Menga Negrini, 7602 Gasacela, tei. 081-8243162
* Alla Chiesa valdese di Pomaretto
Numerosi ospiti in visita
MIIENA GRILL
La Chiesa valdese di Pomaretto ha ricevuto varie
visite da chiese francesi, inglesi e tedesche. Il 5 maggio è
venuto a trovarci un gruppo
da Parigi della Chiesa riformata di Francia: il 27 maggio
invece abbiamo avuto la visita di un gruppo britannico
della United Reformed Church guidato dal pastore John
Bremner. Il pastore Bremner,
che ha presieduto il culto
dell’Ascensione, aveva lavorato in passato alcuni anni in
Italia in diverse chiese valdesi, (è stato anche a Frali). La
sua è una chiesa che vive delle contribuzioni volontarie
dei suoi membri; i fondi raccolti sono utilizzati per la gestione degli stabili e per il la
voro della chiesa stessa. È
composta di 1.770 comunità
locali, con 103.000 membri e
31.000 ragazzi, 1.770 pastori
stipendiati e 220 non stipendiati. È divisa in 12 Sinodi,
ciascuno dei quali si suddivide in distretti.
La domenica di Pentecoste abbiamo salutato il pastore Thomas Elser e famiglia, che con un gruppo di tedeschi ha partecipato al culto. Thomas e la moglie Ulla
avevano lavorato dal 1982 al
1984 nella comunità di Pomaretto, e ci ha fatto molto
piacere rivederli: ci auguriamo che tornino presto a Pomaretto, o forse saremo noi
che accetteremo il loro invito
e andremo a trovarli in Germania. Speriamo di avere altri incontri come questi.
« Alla Chiesa battista d\ Milano
Inaugurati i nuovi locali
di via Jacopino da Tradate
MARCO LONGHEU
Nel caldissimo pomeriggio di domenica 27 maggio si è svolta la celebrazione
ufficiale per l’inaugurazione
dei nuovi locali della Chiesa
evangelica battista di via Jacopino da Tradate 16 a Milano. Si è così ufficializzato
il trasferimento dalla precedente sede, uno scantinato nella stessa via al numero
civico 14, tanto dignitoso
quanto umido, ma che ha visto riunirsi la comunità battista per quasi 30 anni. Per
l’occasione, sono stati invitati
e hanno felicemente partecipato, in un clima di festosa
amicizia, numerose rappresentanze dal mondo evangelico italiano: citiamo quella,
credo rappresentativa, di Aldo Casonato attuale presidente dell’Ucebi; da menzionare, inoltre, la presenza del
parroco della locale parrocchia cattolica, don Bruno,
che ha accettato l’invito con
molta gioia.
Il momento di culto è stato
tenuto dalla dinamicissima
pastora Lidia Maggi e ha
compreso dei canti gospel,
eseguiti dalla bella voce della
cantante Ornella Ercolini,
con l’accompagnamento al
piano elettrico del fratello Simone Fuligno: entrambi sono noti in ambiente evangelico anche per aver inciso la
raccolta di canti per bambini
«Canta ancora». «Abbiamo ristrutturato i nostri nuovi locali di culto con grande impegno; adesso dobbiamo
guardare alla nostra fede e
controllarne le fondamenta,
affinché possiamo occupare
questa nuova e più visibile
posizione come credenti che
hanno edificato sulla roccia»
ha detto Lidia Maggi. Una
posizione non più nascosta,
che rende visibili le opere
della comunità e che, perciò,
dovrebbe consentire una più
efficace testimonianza della
parola di Dio. A degna conclusione della celebrazione,
si è svolto un ricco rinfresco
che ha consentito a tutti di
trovare un momento di ristoro nel quale conversare tra
vecchi amici e fare nuove conoscenze tra i membri delle
varie comunità.
lo sono
Aldo Casonato e Lidia Maggi
AGENDA
UDINE Alle ore 20, alla chiesa metodista (p.le D’Annunzio 9), Giovarma Gandolfo Taverna tiene una conferenza su
«Vita e opere diaconali in Italia e Austria della contessa EMne de La Tour (1841-1916) che amava Dio e i bambini».
REGGELLO (Fi) — A Casa Cares inizia il campo precadetti
che si conclude il 1° luglio.
28 giugno
TORINO — L’Amicizia ebraico-cristiana organizza una gita
a Frali con visita al Centro ecumenico di Agape. Partenza alle 8 davanti al tempio valdese; costo £ 50.000. Per iscrizioni
e informazioni tei. chiesa valdese 011-6692838.
TORINO — Alle 21, alla chiesa battista di Lucento (via Viterbo 119), si tiene un concerto del complesso gospel «Anno
Domini» diretto da Aurelio Pitino.
CRONACHE DELLE CHIESE
AOSTA — Domenica 27 maggio, durante il culto conclusivo
delle abituali attività ecclesiastiche, è stato battezzato
Riccardo Rossi, pronipote dei nostri decani Carlo e Pierina Monaja. È stata molto gradita la partecipazione attiva
del nuovo «coretto» della scuola domenicale. Per un allegro e gustoso pasto comunitario i membri di chiesa sono
stati ricevuti, insieme ai numerosi parenti, nell’accogliente e soleggiato giardino di Vanda Monaja e dei suoi
familiari. Un grazie particolare a coloro che in varie forme si sono impegnati per rendere gradevole la giornata.
• Il 3 giugno la gita della scuola domenicale ha coinvolto
la comunità per una visita ad Agape. Vi è stata al mattino
la partecipazione al culto nel tempio di Frali, nel pomeriggio la visita guidata e commentata ai vari locali di Agape è stata vivamente apprezzata.
VILLASECCA — Francesco Massel si è laureato a pieni voti e
con lode in Ingegneria dei materiali con la discussione di
una tesi su «Analisi termodinamica nei processi di trasporto dei materiali». Cordiali felicitazioni.
VILLAR PELLICE — L’Evangelo della resurrezione è stato
annunciato durante il funerale di Ruggero Michelin Salomon; alla moglie Anita, ai figli e alle loro famiglie giunga il nostro pensiero di affetto e solidarietà fraterna.
PRAMOLLO — Ringraziamo il predicatore locale Attilio Fornerone per il messaggio di doménica 17 giugno.
10
PAC. 10 RIFORMA
Commenti
venerdì 22 giugno 2oni
VI
■
I Riformai
IL DOPING
NELLO SPORT
ALBERTO CORSANI
Un’immagine inquietante
viene dal Giro d’Italia, dalla
scoperta delle sostanze dopanti,
dalla successiva proposta di sospendere per qualche giorno (!)
l’attività agonistica degli atleti
italiani: corpi di atleti, prestanti, pronti a ricevere, benché accaldati e sudacchiosi, il bacio
delle miss sul podio; corpi, tuttavia, in molti casi alterati da
sostanze che li mettono in condizione di rischio. Stiamo assistendo a fenomeni strani e contraddittori: da una parte la nostra civiltà sembra riporre nella
cura del corpo una meticolosità
degna di miglior causa: non mi
scandalizza tanto l’uso della fisicità nell’im- _______
magine pubblicitaria, perché
la gioia di vivere
si può esprimere anche nel linguaggio del corpo. Tuttavia qui
il problema è
che alla presunta, esuberante,
florida e compiaciuta gioia di
vivere si accompagnano invece
l’oppressione, lo sfi'uttamento,
la mortificazione.
L’oppressione si esercita nei
confronti del corpo degli altri:
senza scomodare comportamenti di rilevanza penale come
tutte le forme di violenza alle
persone, che dire della sofferenza imposta agli orsi in Cina,
martoriati per anni senza sosta
da un catetere che succhia la loro bile per produrre cosmetici
(cioè, per parlare fuori dai denti, roba inutile)? E poi la violenza si esercita anche sul corpo
proprio, a volte, da parte di
gruppi d’opinione non sospettabili: che senso aveva, da parte di
esponenti del Partito radicale,
per sua vocazione anticlericale,
rinnovare nella recente campagna elettorale la tradizione del
cilicio, autoinfliggendosi la rinuncia a farmaci antidolorifici?
Per tornare allo sport, a parte
ogni considerazione sull’etica
(ormai più estinta dei tirannosauri del giurassico), come si
può ammettere che degli atleti
sui 25-30 anni si sottopongano a
«cure» che li portano a rischi di
trombosi o di altre gravissime
patologie? E anche là dove nello
sport non si faccia ricorso a sostanze proibite, è sotto gli occhi
di tutti che calciatori giovanissimi vengono sottoposti a preparazioni atletiche molto rapide,
che ne fanno sviluppare in breve tempo i muscoli, con due
conseguenze negative: una minore durata delle carriere, per
L'eventuale stop
del ciclismo italiano
e l'uso dissennato
di sostanze proibite
e pericolose
via dell’usura, e soprattutto la
rinuncia ad affinare la tecnica;
si ritiene cioè che sia più redditizio investire sui muscoli e sulla stazza dei giocatori anziché
sulle loro qualità di movimenti,
di inventiva tattica, di «tocco»
(del pallone, della racchetta, degli attrezzi ginnici).
La tecnica, la padronanza, il
controllo dei propri mezzi, sulla
propria pedata o sgambata,
quali che siano richiedono pazienza, costanza, voglia di studiare; richiedono anche degli
adeguati maestri, che sappiano
individuare e valorizzare le caratteristiche di ognuno: a quelli
grossi (mica vogliamo eliminarli, ci mancherebbe che i Los Angeles Lakers, in
questi giorni impegnati nelle finali del campionato Nba, dovessero rinunciare a
Shaquille O’Neal,
non è colpa sua
se è un quasi-gigante, e chi scrive
è un tifoso dell’
hockey su ghiaccio) é a quelli
dotati di migliori polmoni si potrà chiedere di percorrere il
campo di calcio in lungo e in
largo ovvero di presidiarlo dalle
incursioni degli avversari; a
quelli piccolini ma geniali, agili
e dai piedi buoni si chiederà il
«tocco di classe». Ma questo richiede applicazione da parte di
tutti, e fa a pugni con la fretta,
degli atleti, delle società che vogliono investire su di loro, magari anche dei genitori che li vogliono veder salire di categoria.
Soprattutto l’applicazione deve essere conoscenza e coscienza dei propri mezzi: chi è più
grosso sa che può «forzare» le
difese avversarie, ma deve capire dove fermarsi; il piccolo non
deve snobbare i colleghi più rudi, ma deve far valere la precisione e questo richiede lucidità,
dunque condizione fisica comunque ottimale. Anche lo
sport può essere «pensiero» e
conoscenza, e al tempo stesso fisicità, come costruire un muro.
Se questi elementi si scindono,
o uno di loro viene alterato a
bella posta, finite le gare si rischia di non sapere più come viviamo: si corre il rischio di non
capire che quelle ombre, che da
Capo Passero stanno riemergendo inconsistenti e smaterializzate in foto 0 sul sito Internet
de ¡a Repubblica, fino al 26 dicembre 1996 appartenevano a
uomini e donne di paesi dove la
fisicità è quella della fame e del
le ferite da guerra.
ElTORMA
L ECO Delle )àlu 3àu»si
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
Via S. Pio V. 15 - 10125 Torino, lei. 011/665278 - fax
011/657542 e-maii: redazione.1orino@riforma.it;
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DIRETTORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna
Maffei. IN REDAZIONE: Alberlo Corsani, Marta D'Auria, Massimo Gnone, Jean-Jacques Peyronel, Davide Rosso, Piervaldo Rostan (coordinatore de L'eco delle valli)
Federica Tourn. COLLABORANO: Luca Benecctii, Alberto Bragaglia, Avernino Di
Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio Gardiol, Maurizio Girolami, Pasquale lacobino. Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa
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AMMINISTRAZIONE; Ester Castangia; ABBONAMENTI; Daniela Actis.
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valli valdesi) £ 30.000. Partecipazioni: mm/colonna £ 1.800. Economici: a parola £ 1.000.
La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L’Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n, 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 24 del 15 giugno 2001 è stato spedito dall'Ufficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 13 giugno 2001.
2001
Associato alla
Union« stampa
periodica Italiana
Il dibattito sulle scelte inespresse dell'otto per mille
Gli ultimi saranno i primi
La diaconia è fondamentale per l'annuncio della salvezza al mondo
ma è proprio sull'evangelizzazione che dobbiamo impegnarci di più
Il dibattito sulla opportunità o meno di prendere anche la quota inespressa dell’otto per mille (Opm) è stato
ampio, intenso e di alto profilo. Nel suo insieme attesta
non solo il rigore con cui i
valdesi considerano la diaconia, ma anche la passione
che l’argomento provoca, richiamando l’esigenza di un’
etica basata sui fatti, l’esigenza di un «fare» che sia ponte
verso il prossimo, la volontà
di proseguire in una tradizione riformata che alla carità
verso i mendicanti ha sostituito l’asilo per anziani, la
scuola, l’ospedale ecc.
Eppure nelle pieghe del
confronto emerge una distonia, si sente che l’insieme
manca di qualcosa. In effetti
la diaconia viene vista come
qualcosa che è fine a se stessa, si fa del bene e tanto basta. Naturalmente si tratta di
verificare se accettando questa parte di Opm non si violino alcuni fondamentali principi della laicità, incrinando il
rapporto chiesa-stato, ma
questi paiono gli unici argomenti rilevanti. Ciò che conta
è la correttezza della nostra
linea. Non nego l’importanza
di questo aspetto del problema, su cui mi esprimerò più
avanti, a me sembra però
che, ricorrendo a una metafora, si sia discusso appassionatamente della base di
un monumento, tralasciando
(non dico dimenticando)
quello che ci sta sopra, che è
l’annuncio dell’Evangelo. Per
un non credente, la diaconia
può essere fine a se stessa,
per un credente no, essa è la
base su cui poggia la comunicazione agli altri che il Cristo
vive e ci dona la vita eterna in
una società in cui gli ultimi
saranno primi.
Spero che questo non venga confuso col proselitismo,
perché il mondo in cui viviamo attende disperatamente
un messaggio profetico capace di interpretare i segni
dei tempi, molto più negativi
di quanto il tranquillo tran
tran della nostra società
fluente ci lasci intendere.
Stiamo discutendo animatamente sulla base del monumento, ma su quello che da
significato al tutto, sul sale
della terra, quanti sermoni si
fanno nelle nostre chiese?
Quante iniziative si prendono per andare verso il prossimo, che cerchiamo di aiutare
nel nome di Cristo, per dire
la nostra fede in questo Signore che ha rivoluzionato la
nostra vita? Un po’ dovunque in Italia ci sono opere
ma anche e soprattutto comunità, nate dalla predicazione entusiasta di pastori,
colportori, diaconi, ma ora
Un momento di festa alla Casa di riposo di Vittoria
perché tanta passione sull’
Opm mentre il nostro spirito
evangelizzatore certamente
non è morto ma è coperto da
un bel sedimento, perché ci
interessiamo tanto della nostra immagine con interventi
a destra e a manca mentre la
nostra elaborazione culturale langue e non sappiamo distinguere i segni dei tempi?
Tutto ciò premesso, dirò a
questo punto che sono contrario ad accettare le quote
inespresse dell’Opm, ma lo
sono perché mi pare che si
tenda troppo a scambiare la
diaconia per predicazione,
dimenticando che ne è solo il
fondamento. Entrando un po’
più nello specifico del problema preciso che, se abbiamo
accettato la pensione per i
pastori e se abbiamo non solo
accettato ma sollecitato i doni di chiese che traggono gran
parte dei loro proventi da imposizioni simili alTOpm, possiamo accettare anche le quo
te inespresse senza incrinare
alcun principio di fondo. Ribadisco cbe sono contrario
all’àccettazione delle quote
inespresse perché vorrei vedere le forze migliori della
Chiesa valdese indirizzate a
dire la salvezza al modo, ma
qualora il Sinodo si pronunciasse per l’accettazione non
ne farei un dramma e continuerei a firmare per la Chiesa
valdese, purché tutto avvenisse nella chiarezza, sostituendo con adeguate motivazioni l’orgogliosa affermazione che figura sul sito della
Chiesa valdese dedicato alrOpm: «La Chiesa valdese
partecipa all’assegnazione
dei fondi, a differenza delle
altre confessioni religiose, solo per la quota di assegnazione diretta in quanto ritiene
che, senza una esplicita assegnazione, i fondi dovrebbero
essere gestiti dallo stato e non
da una chiesa».
Paolo Fabbri -Milano
Le chiese battiste e l'Opm
Caro direttore, leggo su
Riforma n. 23 del 2001 un intervento di Vittorio Bellavite
dal titolo «Dai cattolici critici» sul dibattito sulle scelte
non espresse dell’otto per
mille. Vedo che prima sostiene che la Chiesa cattolica dovrebbe rinunciare al finanziamento statale e poi esprime
simpatia per la posizione della Chiesa valdese e delle Assemblee di Dio, mentre «le
altre chiese evangeliche e
l’Unione delle comunità israelitiche invece hanno concordato un sistema praticamente identico a quello della
Chiesa cattolica». E vero che i
battisti non fanno notizia e
comunque non sono capaci
di rendersi visibili ma mi pa
re opportuno ricordare al fratello Bellavite che l’Unione
cristiana evangelica battista
d’Italia, che ha stipulato una
Intesa con la Repubblica italiana, ha con sofferta ma ripetuta decisione rinunciato a
partecipare alla ripartizione
delle quote dell’otto per mille
dell’Irpef e pertanto non può
essere ricompresa nel novero
delle «altre Chiese evangeliche», che avrebbero concordato un sistema, come lui
scrive, identico a quello cattolico. In altre parole, le posizioni fra le chiese evangeliche suH’ottp per mHle sono
tre e non due e il fratello Bellavite ne tenga conto.
Franco Scaramuccia
Chiavar!
SECONDO una indagine
di qualche tempo fa, ma
pubblicata di recente, in Italia esisterebbero circa 12.000
fra cartomanti, maghi e astrologi, con un fatturato annuo
che si aggira sui mille miliardi
e con tariffe che vanno dalle
20.000 lire per un semplice
consulto ai 20 milioni per una
«fattura a morte», capace cioè
di uccidere (così affermano)
la persona odiata. Pare anche
che il 35% degli italiani ritenga che gli astri abbiano qualche relazione con le vicende
umane e il 43% avrebbe dichiarato (ma è un dato da verificare) di credere nell’astrologia dopo avere smesso di
credere in Dio.
Dopo il crollo delle grandi
ideologie e delle speranze politiche, sociali e filosofiche del
secolo XX, l’uomo moderno si
trova senza punti di riferi-,
Itismo
'D jìjjjJji
PIERO bensì
mento concreti. Nasce così
una nuova ansia, una nuova
ricerca, che alcuni scrittori
(forse un po’ sprovveduti)
hanno voluto identificare con
un ritorno alla fede. In realtà
questo ritorno alla religiosità
non ha niente a che fare con
il Dio di Gesù Cristo. L’uomo
cerca: ma è Dio che cerca oppure la propria soddisfazione? E ancora: alla fine della ricerca è Dio che trova o non
piuttosto sempre e soltanto
SUI GIORNALI
il manifesto
L'Irlanda del pallone
Un servizio da Belfast a
firma Matteo Patrono (6
giugno) fa il punto sui rapporti fra tifoserie calcistiche
e guerra politico-religosa in
Ulster. Il tesoriere di un
club di tifosi della Nazionale, W.C. Rea, dice: «Lavoriamo da anni per eliminare i
bigotti dagli spalti e andiamo all’estero, per seguire la
nazionale, come ambasciatori dell’Irlanda del Nord».
Si dice poi che nel corso
della manifestazione della
comunità protestante a Portadawn si siano verificate
intemperanze della comunità cattolica e che in questa fazione «la maggior parte dei “rivoltosi” vestisse la
maglia biancoverde dei Geltic di Glasgow, squadra simbolo del cattolicesimo repubblicano perché fondata
alla fine del secolo scorso da
un gruppo di irlandesi fuggiti in Scozia». Non mancano nella storia sportiva irlandese momenti di riconciliazione e gesti di pace. «Negli Anni 70 (...) i due giocatori migliori del football
nordirlandese (George Best
e Pat Jennings) divennero
simbolo di pace e di speranza: protestante e ubriacone
il primo, cattolico e serissimo il secondo, dividevano
la stanza e andavano perfettamente d’accordo».
il Giornale
Bibbia e videogame
Don Antonio Mazzi lancia
un’idea provocatoria: dal
momento che fra i ragazzi
imperversano i videogame e
stenta a diffondersi la passione per la Bibbia, il sacerdote si propone di «cavalcare» le nuove tecnologie e i
nuovi media. Così da un articolo di Nino Materi (9 giugno), apprendiamo che don
Mazzi, per il quale resta valido l’invito di don Bosco
«“Andate tra i giovani e giocate con loro”», ha pensato
che la Chiesa potrebbe «gemellarsi con la tv satellitare
Game Network che sta ai videogame come la Cnn sta
alle news». Prosegue l’articolo: «Un don Mazzi armato
di joystick ha spiegato come
i videogiochi siano divenuti
parte integrante del vissuto
dei giovani. “Ragazzi che rischiamo di perdere definitivamente (...) se perderemo
la capacità di comunicare
attraverso i loro linguaggi.
Condannare a priori i videogiochi significherebbe rifiutare il fenomeno, nulla di
più sbagliato. Non a caso
mio sogno è quello di tra
sformare in videogioco perfino le parabole evangelicbe”». Per ora, a partire da
settembre, si avvierà ùn
progetto di «uso corretto dei
videogiocbi».
se stesso? Basta scorrere le
statistiche per rendersi conto
di quanti sono i milioni di
persone che si servono dei
medium per cercare di entrare in contatto con gli spiriti
dei defunti, per riceverne guida e sostegno. Sono illusioni
menzognere che ingannano.
Un po’ ironicamente uno
dei massimi studiosi di questi
problemi scrive: «Gli spiriti
non sono né più né meno
che le anime degli uomini
(...) che possono essere cattivi, astuti e profondament®
ipocriti, contro i quali gio^*
tenersi in guardia». Ma
2.500 anni fa la Bibbia ci a'^'
vertiva: «Non si trovi in
zo a te (...) chi eserciti la dm'
nazione, né pronosticatoti'
né augure,.né mago, né^
cantatore, né chi consulti S
spiriti, né chi dice la buo
fortuna, né negromante; p®
ché chiunque fa queste
cosi
Bi
è in abominio all’Eterno*'sogno di religiosità, tradizi
naie o «new age», non sig’’",
ca ricerca di fede; IMccU
smo non ba niente da
re con la fede in Dio. n ^
d’amore ci ha parlato e la
Parola si chiama Gesù Cri»
cotft
(Rubrica «Un fatto, urte ^
mento» della trasmissione
diouno «Culto evangelico» c
dalla Fcei andata in onda «
nica 17 giugno)
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PAG. Il RIFORMA
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........ Celebrato l'anniversario a Prarostino
Tutti intorno al Faro
Domenica 17 giugno si è svolto a Prarostino il 34° anniversario del monumento Faro dedicato ai caduti del Pinerolese, e il
bel tempo ha accompagnato le manifestazioni del mattino, seguite da un buon numero di persone. Nell’orazione ufficiale,
Fon. Giorgio Merlo ha sottolineato non solo Fimportanza culturale e storica della Festa del Faro, ma anche la sua valenza
politica, per non tradire gli ideali che hanno reso possibile la
conquista della libertà dopo la seconda guerra mondiale. Alcuni ragazzi hanno poi.letto il testo dell’atto fondativo firmato nel
’67 dai 46 sindaci dei Comuni limitrofi, che documenta la volontà di impegnarsi a mantenere vivo il ricordo della lotta di liberazione partigiani e gli ideali che l’hanno accompagnata.
Pinerolo-San Francisco de Cordoba
Gemellaggio argentino
Sono stati tre giorni intensi di incontri e scambi di informazioni quelli che Hugo Madonna, sindaco di San Francisco di
Cordoba, città argentina gemellata con Pinerolo, ha vissuto nel
Pinerolese il 15, 16 e 17 giugno. Madorma, che venerdì è stato
ricevuto in Regione dal presidente del Consiglio regionale. Gota, nella giornata di sabato ha avuto un incontro a Pinerolo con
i sindaci di numerosi Comuni gemellati con città della Provincia di Cordoba. Nel corso dell’incontro Madonna, che è presidente della Commissione per le relazioni istituzionali della Provincia di Cordoba, ha invitato a intensificare i rapporti tra i paesi non solo dal punto di vista turistico e folcloristico ma anche
per quel che riguarda gli investimenti e gli scambi economici.
Riidrma
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Fondato nel 1848 i
Degli oltre 122 miliardi deliberati dalla giunta, una buona parte è destinata al Pinerolese
Fondi regionali per il turismo
Le priorità dovrebbero riguardare la realizzazióne di nuove e più adeguate strutture ricettive
Intanto i dati relativi al 2000 forniti dallo Provincia di Torino evidenziano una situazione di crisi
DAVIDE ROSSO
D a anni si parla di rilancio del turismo in
Piemonte in generale e
alle Valli in particolare.
In termini di programmazione ma anche dal
punto di vista degli investimenti molto si sta
facendo in questo periodo e una spinta notevole dovrebbero darla dal
punto di vista della promozione, almeno nelle
intenzioni degli addetti
ai lavori, le prossime
olimpiadi invernali di
Torino 2006. È della scorsa settimana la notizia
che la giunta regionale
ha deciso lo stanziamento di 122 miliardi a livello
piemontese, per il rilancio e la valorizzazione
del territorio. Alcuni di
questi fondi dovrebbero
arrivare nel Pinerolese,
Mche se certamente non,
ili maniera sufficiente alla realizzazione di quanto proposto dove sono
stati parecchi i progetti
presentati a suo tempo
oagli enti pubblici e da
soggetti privati. Tra questi c’erano la costruzione
di un albergo a Pinerolo
6 altre strutture ricettive
alta vai Chisone e Peilice, oltre a interventi più
ienerali sull’accoglienza
6 sulla ristorazione ma
anche su percorsi ciclistici e naturalistici. Sempre dalla Regione poi è in
®ivo un miliardo per la
®struenda «Porta di vals* della vai Pellice men“C è allo studio quella
ella Val Chisone ed è in
istruzione una struttusaVìUar Perosa che ol^ad ospitare un teatro
Jtrirà spazi alle associacnl e alle cooperative
P't presentare e vendere
i prodotti tipici. Sembra
quindi un momento positivo di investimento sia
dal punto di vista economico che di programmazione con incontri e dibattiti come quello plurisede, tenutosi la settimana scorsa, sui forti al di
qua e al di là delle Alpi
che darà sicuramente
materiale su cui riflettere
agli operatori per un tipo
di turismo transfrontaliero che ragiona per pacchetti di offerta al pubblico e che non può che
affascinare gli operatori
locali sul futuro turistico
valligiano.
Se il momento è apparentemente positivo i dati che i tecnici provinciali
hanno recentemente diffuso sull’andamento turistico della Provincia di
Torino, relativi al 2000,
non sembrano altrettanto confortevoli a meno
che non possano essere
letti come una spinta a
continuare a investire
ma riflettendo sul come
e su quale tipo di turismo offrire. I dati provinciali che si riferiscono
all’Atl 2, cioè quella del
Pinerolese e della vai di
Susa, parlano di un calo
anche se non molto consistente di permanenze
italiane nelle strutture alberghiere (-0,6%) mentre
più notevole è stato il calo nelle strutture extra alberghiere (-7%); situazione inversa invece per gli
stranieri che sono in cre
scita dal punto di vista
delle presenze nelle valli.
Il dato delle presenze
complessive calcolato in
termini di notti trascorse
nelle strutture valligiane poi pària di un calo
del -5,9% anche qui con
una presenza italiana in
diminuzione rispetto a
quella straniera. Dati che
vanno interpretati, che
parlano di un tipo di turismo che, come avviene
a livello nazionale, pare
siano più indirizzati alla
presenza giornaliera o
comunque a un soggiorno di pochi giorni rispetto a permanenze più lunghe. Come è stato detto
in un recente incontro in
vai Pellice, si tratta «più
della ricerca di un tema
che dell’individuazione
di una meta». A conferma di questo i dati dicono che da noi funzionano bene i «temi» come lo
Scopriminiera, il forte di
Fenestrelle, i valdesi (con
tutti i distinguo e le preoccupazioni che in termini di testimonianza
questo può comportare)
meno bene le «mete» più
propriamente turistiche
come Prali. Si tratta di
ragionarci su, investire
come si sta già facendo
anche sui temi come il
prodotto tipico, la natura
e la cultura, continuando
a portare avanti, magari
in maniera sempre più
convinta, la cooperazione sul territorio tra i vari
enti e tra i privati.
Una iniziativa della AsI 10
Gli studenti
per la salute
La Federazione nazionale Rdb pubblico impiego ha organizzato per
lo scorso venerdì 15 giugno uno sciopero nazionale del comparto sanità
per protesta «contro il
rinnovo del contratto
biennio economico e le
code contrattuali che
prevedono un peggioramento delle condizioni
di lavoro e un’ulteriore
riduzione di diritti».
Intanto nei giorni scorsi è stata presentata una
guida ai servizi sanitari
per adolescenti realizzata dalI’Asl IO in collaborazione con gli allievi
delle scuole superiori pinerolesi. L’idea, partita
dal gruppo di «Promozione ed educazione alla
salute» delFAsl, ha coinvolto circa 900 studenti
del Pinerolese ed è stata
messa a punto con un lavoro che ha impegnato,
per quasi 2 anni, 3 classi
delle scuole medie superiori pinerolesi.
«Abbiamo pensato spiegano gli operatori
delFAsl - che fosse giusto
partire dai ragazzi. Nel
corso della ricerca poi
L’ospedale di Pinerolo
per prima cosa sono stati
individuati, attraverso
questionari, 1 bisogni di
salute dei giovani: star
bene fisicamente, star
bene emotivamente, avere un corretto rapporto
con il cibo, non abusare
di alcolici». Una prima
versione della guida è
stata preparata in formato cartaceo ed è stata
stampata in 10.000 copie
distribuita ai ragazzi attraverso le scuole. La
quinta C dell’ltscg Buniva ha cominciato a lavorare a una versione interattiva della guida lavoro
che sarà presentata probabilmente a settembre.
ICONTRAPPUNTOI
RIVALUTARE LE LINGUE
MINORITARIE
PIERVALDO ROSTAN
Dopo l’approvazione della legge sulle minoranze linguistiche 482/99 si disse che
(finalmente) veniva data attuazione ah’articolo 6 deha
Costituzione italiana. La
legge consente di valorizzare il patrimonio linguistico
deUe minoranze difese sul
territorio nazionale. I Comuni delle zone interessate (60 in tutta
la Provincia di
Torino) hanno deliberato
in questi mesi
«certificando»
così la presenza di lìngue
minoritarie
parlate dalla
popolazione. Il
Consiglio prò- ...
vinciale di Torino ha approvato la scorsa
settimana, aU’unanimità, la
delimitazione delie aree
parlanti le lìngue minoritarie. «Nella provincia di Torino - ha spiegato l’assessore provinciale aha Cultura,
Wdter Giuhano, che ha iUustrato il provvedimento - le
fonti bibliografiche danno
storicamente presenti le minoranze hnguistiche occitana e franco-provenzale,
nonché comunità parlanti
la hngua francese. Quest’ultimo caso si riscontra neha
cosiddette valli valdesi ove
la hngua dì culto è appunto
il francese. Le parlate occitane presentano una varietà
di koiné (lingua comune)
pur in presenza di una certa
omogeneità linguistica difesa daU’attività di molte associazioni e soprattutto dai
poeti deUa“Escolo dou Po”.
L’area occitana a stretto
contatto con quelle di lingua piemontese ha dato
origine alle cosiddette “zone grigie” in cui alla piemontesizzazione del lessico
si contrappongono tratti
fonetici inconfondibilmente occitani. Recenti stime
segnalano che sarebbero
50.000 coloro che parlano
l’occitano puro, 100.000
quelli della zona grigia e
3.000 gii occitani di Guardia Piemontese». Giuhano
ha anche citato Pier Paolo
Pasolini e il suo «Volgar
eloquio»: «Tutto ciò che ha
fatto il capitalismo sino a
10 anni fa, cioè l’accentrazione clerico-fascista, non
ha scalfito il particolarismo
culturale de^i italiani. Antropologicamente, un siciliano era un siciliano, un
albanese un albanese, un
friulano era friulano. Niente li aveva trasformati.
L’intervento della cultura
di massa, dei mass-media,
della tv, del nuovo tipo di
In provincia di
Torino sono
valorizzate e
tutelate le parlate
occitaniche
scuola, del nuovo tipo di
informazione e soprattutto dehe nuove infrastrutture, cioè il consumismo, ha
compiuto un’acculturazione, ima centralizzazione di
cui nessun governo, che si
dichiarava centralizzato,
era mai riuscito».E dopo
Pasolini anche Tullio De
Mauro, studioso dei problemi linguistici e poi ministro del governo Amato,
ha ricordato
ancora l’assessore Giuliano, ebbe a
sottolineare
alcuni aspetti
in materia di
linguistica
nazionale:
«Abbiamo dinanzi, ancora
e sempre dinanzi, tre grandi obiettivi nella gestione
linguistica della nostra comunità nazionale: 1) portare l’italiano a conoscenza
di tutti gli italiani (e non ci
siamo: la scuola funzionò
malissimo in passato e ancor oggi il 13% non sa parlare altro che il suo dialetto); 2) portare le grandi lingue straniere (incese e poi
francese, e tedesco, e spagnolo, ecc.) a conoscenza se
non di tutti, almeno della
maggioranza deha popolazione (e, nel confronto europeo e, attenzione, africano e asiatico, ne siamo vergognosamente lontani: solo
28 su cento sanno spiaccicare qualche parola di inglese o di francese); 3) tutelare, come gli altri stati della Cee, come richiedono i
patti liberamente sottoscritti aU’Onu e all’Unesco,
le lingue minori di antico e
di nuovo insediamento».
«NeU’epoca della globalizzazione che tutto vorrebbe
schiacciare, annullando le
differenze - ha concluso
Giuhano - la hngua diventa l’avamposto per difendere non soltanto un insieme di parole e di grammatiche, ma soprattutto un
insieme di modi di vivere,
dì stabilire relazioni e rapporti, di pensare, di sentire, di esprimere emozioni e
sentimenti oltre che idee:
in una parola, di esistere.
Un diritto di continuare a
esistere che ogni popolo
deve vedere riconosciuto,
a cominciare dalle sue espressioni hnguistiche».
Dopo l’atto ufficiale deUa
Provincia la parola spetta
ora al territorio, agli enti
locali, alle associazioni, affinché queste ricchezze e
queste diversità possano
avere una prospettiva.'
12
PAG. 12 RIFORMA
E Eco Delle ^lli A^ldesi ¡
TORRE PELLICE: GARA DI ARRAMPICATA PER LE
SCUOLE — Sulla palestra artificiale di arrampicata della Comunità montana vai Pelllce allestita
nel giardino del Collegio valdese di Torre Pellice
si è svolta martedì 5 giugno la gara di arrampicata conclusiva del corso per le scuole medie di
Torre Pellice organizzato dal Cai-Uget vai Pellice
e tenuto dalla prof.ssa Paola Pons. Le due categorie, maschile e femminile, per un totale di 16
concorrenti, hanno percorso due itinerari per i
quali è stato assegnato un punteggio sulla base
delle prese raggiunte. Si sono aggiudicati il primo e secondo posto fra i ragazzi Ermanno Sada
e Thierry Durand. Fra le ragazze sono giunte a
pari merito due concorrenti; nel corso di una superfinale a cronometro ha vinto Bianca Peruccio
davanti a Eleonora Dinamo. A ogni concorrente
è stata assegnata anche una maglietta ricordo
col distintivo del Cai-Uget vai Pellice.
RASSEGNA DI CORI — Sono ormai 11 le edizioni
della Rassegna di canto popolare organizzata dal
coro Valpellice; l’appuntamento si rinnova sabato 23 giugno alle 21 al cinema Trento di Torre
Pellice con ospiti della serata, oltre ai coristi locali, il coro «La campagnola» di Mottalciata
(Biella) e il coro svizzero «Bavona» di Cavergno
(Canton Ticino). Il coro «La campagnola» con 31
anni di attività alle spalle propone canti tipici
del Biellese, un repertorio particolarmente legato al compositore di canto Angelo Rondon, il
quale ha collaborato direttamente alla crescita
del gruppo corale. Con il coro «Bavona», la rassegna torrese diventa per la prima volta intemazionale; nato nel 1984 questo coro propone un
repertorio legato alla cultura alpina ma arricchito di una sua particolare ritmicità. Domenica 24
il coro Valpellice e U coro Bavona saranno alle 11
nel tempio di Villar Pellice per eseguire alcuni
brani del loro repertorio.
BRICHERASIO E BIBIANA AUMENTANO GLI ASSESSORI — Avvalersi di un maggior numero di
collaboratori potenziando l’esecutivo; questa in
sintesi la motivazioni dei sindaci di Bricherasio,
Bosio, e di Bibiana, Fornero, che hanno recentemente aumentato, secondo le nuove possibilità
offerte dalle legge, il numero degli assessori in
giunta. A Bricherasio i nuovi assessori sono Bario Merlo (Ambiente e protezione civile) e Sergio
Merlo (Viabilità); a Bibiana Claudio Bmno (Forestazione, Protezione civile. Sport e Turismo) e
Claudio Codino (Agricoltura).
CAMBIA L’ISOLA PEDONALE DI TORRE -- In attesa delle fioriere annunciate da tempo sulla rinnovata piazza della Libertà, è diventato operativo il nuovo sistema di circolazione nel centro di
Torre Pellice: viale Mazzini, nel primo tratto (libreria Claudiana-via Cardón) è ora a senso unico verso il cinema; in piazza Libertà è vietata la
sosta (tranne che per il carico-scarico merci) e la
circolazione (naturalmente eccetto i residenti
che devono accedere ai rispettivi passi carrai).
TORINO CLUB IN FESTA — Per festeggiare il ritorno in serie A del Torino, il club V^pellice «Ezio
Loik» organizza una festa per martedì 26 alle 20
all’Hótel Gilly di Torre Pellice con una cena e un
incontro ufficiale con Attilio Romero, presidente
del Torino Calcio, Sandro Mazzola, responsabile
dell’area tecnica, e Renato Zaccarelli, responsabile del settore giovanile. Per partecipare alla cena telefonare ai numeri 338-5710077, 3355399478,329-2704690.
FESTA ALPINA ALLA VACCERA — Il gmppo Ana organizza per domenica 1° luglio alla Vaccera di
Angrogna la tradizionale «festa alpina»; sarà una
giornata con pranzo sotto un capannone coperto, gara di bocce e altri giochi. La giornata inizierà intorno alle 10,30. Prenotarsi entro il 27
giugno ai numeri 0121-902138,953432,944369.
«QUANDO IL VENTO LE PAGINE SFOGLIA» TORNA IN LIBRERIA — Da qualche tempo la prima
edizione di «Quando il vento le pagine sfoglia», il
libro di Ettore Serafino, era esaurita. A fronte
delle numerose richieste l’editore ne ha deciso la
ristampa, che è già disponibile nelle librerie.
CICLISTI IN CAMPO— Di fronte a circa 300 persone, al campo comunale «E. Loik» di Luserna San
Giovanni, la Nazionale italiana ciclisti, capitanata da Claudio Chiappucci si è esibita in un incontro di calcio, domenica 17, per l’organizzazione della Pro Loco cittadina, a favore dell’accoglienza dei «bambini di Cernobil» da parte
dell’associazione «Senza confini» sezione Valpellice. 1 ciclisti hanno avuto di fronte una squadra di dipendenti della Caffarel, integrata da Fabio Carta (olimpionico di pattinaggio) e da
membri dell’ass. «Senza confini», fra cui Valerio
Ghirardi, allenatore di Isolde Kostner; la detentrice della Coppa del mondo di discesa libera è
stata madrina della manifestazione. L’incontro è
terminato 1-1 con reti di Chiappucci e Ghirardi.
In vigore dal 1° giugno l'orario ferroviario estivo
Treno, problemi vecchi
Le tabelle introvoblli per alcuni giorni: al disagio dei bus
sostitutivi si somma l'allungamento dei tempi necessari
PIERVALDO ROSTAN
ORARIO nuovo, problemi vecchi. Non è
uno slogan ma purtroppo la fotografia di un servizio, quello ferroviario,
che a parole tutti dicono
di considerare «strategico» nel quadro della mobilità, salvo poi operare
in modo da disincentivarne l’uso. Così ecco apparire il nuovo orario estivo. Introvabile presso
qualunque stazione della
zona, l’orario è stato illustrato la scorsa settimana
in un incontro a cui hanno partecipato pendolari, regione e Ferrovie.
Il riordino delle corse
peggiora vistosamente il
servizio, allungando i
tempi di percorrenza, riducendo le corse, costringendo i pendolari a
veri salti mortali. Tutto
nasce dalla gestione del
passaggio delle competenze, che si dovrà completare nel 2002, dallo
stato alle Regioni. Dovranno essere realizzati
accordi di programma
fra Regioni e Ferrovie,
ma questi accordi prevedono forti penali in caso
di ritardi o disservizi a
carico delle Ferrovie (fra
l’altro divise oggi in due
settori, «Infrastrutture»
che si occupa delle linee
e «Trenitalia» che segue i
treni). Visto che spesso i
treni accusano un certo
ritardo, il nuovo orario
ne tiene conto, cioè allunga i tempi di percorrenza in modo che i ritardi facciano parte in
pieno del viaggio. Così le
Fs non pagheranno le
penali ma i viaggiatori
dovranno «sciropparsi»
ogni giorno qualche minuto in più di treno.
Ci sono poi problemi
specifici, relativi ad alcune corse: «Siamo alla beffa - lamenta Marco Chiriotti, del coordinamento
pendolari -; il “diretto”
delle 6,59 da Pinerolo,
uno dei più puntuali degli
ultimi tempi, e che prima
finiva la sua corsa a Porta
Susa, ora termina al Lingotto; col risultato che se
per Porta Nuova si trova
una coincidenza decente,
per Porta Susa si deve aspettare una decina di
minuti per salire sul treno
diesel Chieri-Rivarolo che
ha posti assai limitati e
inferiori alle necessità». E
che dire del treno che
partiva da Porta Nuova
alle 16,41, dunque servendo chi uscito dagli uffici del centro proprio alle 16,30? Il convoglio ora
parte, sempre alle 16,41,
dal Lingotto, stazione ovviamente irraggiungibile
da Porta Nuova in meno
di 10’: anche in questo
caso i viaggiatori saranno
costretti ad attendere il
treno successivo, con
una mezz’ora di attesa.
Qualche ipotesi alternativa è al vaglio ma i margini di cambiamento paiono assai ridotti.
Dal Comparto alpino Toì
Quando arrivano
gli indennizzi?
MASSIMO CNONE
IL Comparto alpino To
1 del Pinerolese batte
cassa alla Regione per gli
indennizzi agli agricoltori che hanno subito danni in conseguenza dell’attività venatoria. Martedì 12 giugno il presidente del Ca Tol, Romano Bonansea, ha convocato i due consiglieri regionali eletti nel territorio, Emilio Bolla ed Enrico Moriconi, entrambi di
Bricherasio, per sollecitare il pagamento. «Con
gli agricoltori abbiamo
buoni rapporti - commenta Bonansea - e non
vogliamo rovinarli perché la Regione non paga
quanto deve». Per gli anni 1999 e 2000 nelle valli
Pellice, Chisone e Germanasca, ci sono 85 agricoltori con 69 milioni di
credito: soldi che gii interessati richiedono al Ca
Tol, il quale a sua volta li
riceve dalla Regione Piemonte. Quasi tutte le domande di indennizzo
» 25-24 giugno
Prarostino
in fiore
vili edizione di «Prarostino in fiore»: l’appuntamento è per sabato 23 e
domenica 24 giugno a
San Bartolomeo a Prarostino. La manifestazione
sarà incentrata dall’allestimento delle composizioni floreali dafie diverse borgate negli spazi a
loro riservati nella zona
circostante alla pista coperta di San Bartolomeo.
Le consegne e l’allestimento delle opere dovrà
avvenire entro le 12 del
sabato, e i visitatori potranno compilare una
scheda per votare le
composizioni che riterranno migliori: le votazioni avverranno fino alle 16 della domenica.
Domenica 24 «Pranzo tra
i fiori», preparato dalla
Pro Loco, alla pista coperta, nel pomeriggio intrattenimenti musicali.
Sarà allestita una mostra
fotografica sul tema «Le
borgate di Prarostino».
A colloquio con Luca Giunti, dell'Orsiera-Rocciavré
Professione guardaparco
«Il lavoro del guardaparco è andare a spasso
sul territorio, un lavoro
invidiabile alle due di un
pomeriggio di agosto e
non tanto forse alle due
di un mattino di gennaio», ci introduce così al
suo mestiere Luca Giunti,
guardaparco dell’OrsieraRocciavré. Il parco naturale regionale OrsieraRocciavré nasce nel 1980
in base ad una legge della
Regione Piemonte, sulla
spinta di alcune organizzazioni ambientaliste; incide su tre vallate diverse,
la valli Susa, Sangone e
Chisone, ed è il secondo
in Piemonte per estensione, con una superficie di
circa 11.000 ettari. I suoi
confini variano dai 1.000
metri di altitudine fino a
raggiungere i 2.878 metri
di quota della punta più
alta deU’Orsiera.
L’amministrazione di
un parco è seguita da un
Consiglio direttivo, composto dai rappresentanti
di tutti i Comuni che ri
entrano nel territorio del
parco. Un direttore o una
direttrice organizzano poi
il servizio dei tecnici, dei
capiguardia e dei guardaparco. Questi ultimi sono
la presenza fisica del parco sul territorio: il loro
compito principale è di
vigilanza sia repressiva,
con attività di controllo
sul rispetto dei regolamenti urbanistici e naturalistici, sia preventiva,
come la conoscenza in
tempo reale dello stato
delle strade, degli accessi,
dei passaggi, dell’afflusso
del turismo, delle situazioni dei rifugi. Il guardaparco deve imparare la
rete dei sentieri, il comportamento degli animali, mantenere efficiente e
pulita la rete dei sentieri e
conoscere il territorio in
modo approfondito.
I parchi naturali hanno
da sempre un rapporto
stretto con le scuole:
«L’informazione didattica
di tipo naturalistico è un
compito istituzionale di
Gruppo donne di Bricherasio
Auguri Susanna!
Nella piccola saletta di Bricherasio il «Gruppo donne di Bricherasio» e un piccolo gruppo delVUnione
femminile di San Secondo hanno festeggiato Susanna
Mourglia, della Gioietta, per i suoi «bellissimi» 90 anni. Lei così attiva e sempre impegnata, con la voglia di
vivere in mezzo alla gente, dà a tutti noi un grande
esempio di donna forte e un grande esempio di vita. È
stato un pomeriggio di grande gioia e comunione fraterna con canti e ricordi della sua lunga vita. Il pomeriggio si è concluso con torte te e dolci. A Susanna, da
tutta la comunità, i più affettuosi auguri di ogni bene.
Gestione telefonica locale
È nata Aceacom
A Pinerolo è nata «Aceacom»; la scorsa settimana è stato presentato
l’accordo fra l’Acea di Pinerolo (consorzio dei Comuni pinerolesi che si è
occupato fin qui di energia, acqua, rifiuti ma con
una propensione verso
l’ampliamento di servizi
ai cittadini) e la Noicom,
operatore delle telecomunicazioni che opera
esclusivamente nel Nord
Ovest Italia da circa un
anno di cui l’Aem di Torino è diventato il socio di
maggioranza relativa. La
politica di Noicom (tariffe
assai basse, l’introduzione di una tariffa «regionale» che consente di abbassare in modo significativo le bollette di chi vive ed opera in Piemonte,
Liguria e Valle d’Aosta) ha
consentito a questo gestore telefonico di arrivare in un anno ad acquisire 80.000 linee telefoni
ogni parco, previsto dal
primo articolo della legge
che ci regola - spiega ancora Luca Giunti - si organizzano visite guidate,
proiezione di filmati; ogni
parco si gestisce in maniera autonoma, si creano dei progetti specifici e
duraturi con le scuole del
territorio; paradossalmente noi lavoriamo per
la nostra estinzione: se
raggiungiamo pienamente gli obiettivi dell’informazione didattica, le generazioni future potranno abolire i parchi e bisogna dire che in questi ultimi decenni l’atteggiamento delle persone nei
confronti dell’ambiente è
migliorato».
Il parco Orsiera-Rocciavré ha contatti, oltre
che con gli altri parchi
per gestire la reintroduzione degli animali nei
territori, anche con università di geologia, scienze naturali e biologiche,
architettura, istituti superiori ed enti di ricerca.
che, di cui 60.000 aziende
e 20.000 famiglie: dunque
proprio le piccole realtà
produttive hanno mostrato di gradire le soluzioni offerte dalla Noicom. «Vogliamo essere in
grado di offrire ai cittadini sempre maggiori servizi e questo delle comunicazioni è particolarmente
interessante - ha spiegato l’ing. Carcioffo, direttore di Acea -; aziende e
famiglie saranno contattate da Aceacom per illustrare le nuove e vantaggiose tariffe telefoniche
(nessun scatto alla risposta, riduzione dei costi
fino al 40%, ndr)». Saranno ben 110 i comuni in
cui la gestione Noicom
passerà al marchio Aceacom, quindi non solo il
Pinerolese ma una considerevole fascia del Sud
Ovest torinese. È attivo
un servizio clienti che risponde all’800-033737.
fanno riferimento a dati
ni da cinghiali. «Spen:
alla Giunta assolvere,
suoi compiti - dice Em
co Moriconi, consiglieri
di minoranza eletto pe,
Verdi - ma negli ultiJ
c e stato un aumento
considerevole delle som
me di indennizzo richie
ste dagli agricoltori' co
me Verdi intendiamo ve
rificare le cause di quest«
aumento».
Intanto la Regione ha
comunicato la data di
apertura della nuova stagione venatoria che inizierà il 16 settembre per
concludersi il 31 genn*
la proposta, approvata
dalla giunta, arriva dal
nuovo assessore alla Caccia e pesca, Ugo Cavallera. Il cacciatore potrà
esercitare l’attività nei
giorni fissi di mercoledì,
sabato e domenica nei
territori di pianura e il
mercoledì e la domenica
nella zona alpina. Per la
caccia di selezione agli
ungulati l’attività sarà
consentita per non più di
due giornate di cacciala
settimana a scelta nel
giorni di lunedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica, secondo le disposizioni in ogni ambito
territoriale e Comparto
alpino. Diversificato il calendario, a seconda delle
specie cacciabili: si va dal
periodo dal 16 settembre
al 16 dicembre per la lepre ai giorni dal 16 settembre al 31 dicembre
per la volpe, alle settiinane dal 1“ ottobre al 31 dicembre (dal 1° novembre
al 31 gennaio in pianura)
per il cinghiale.
A Perosa
Il nuovo
bocciodromo
Inizieranno entro l’anno i lavori del nuovo bocciodromo di Perosa Argentina e quelli di costruzione della nuova centrale di riscaldamento a biomasse di cui usufruirai!;
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altri impianti deH’areJ
del Pian del Latour. Deia
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Il Consiglio comunale di San Germano Chisone
Nuovi lavori pubblici
Sono allo studio, fra l'altro, l'ampiamento della scuola
elementare e un punto di ristoro per gli impianti sportivi
DAVIDE ROSSO
SONO molti i lavori e i
progetti ultimamente
allo studio dell’amministrazione comunale di
San Germano. Si va dalla
ristmtturazione, con costruzione di una nuova
ala, della scuola elementare, alla sistemazione di
strade comunali in diverse zone: dalla Sagna ai
Ciampeti, dai Chiabrandi
ai Fossat, dalla Roncialia
allaBauceria. Si parla poi
anche della realizzazione, a spese comunali, di
un punto di ristoro agli
impianti sportivi. Interventi diversi anche dal
punto di vista della pianificazione con tempistiche e tipi di finanziamento differenti.
Nel corso del Consiglio
comunale sangermanese
che si è tenuto venerdì 15
giugno, che aveva tra l’altro all’ordine del giorno
anche il consultivo di bilancio per l’anno 2000 e
alcune variazioni al bi
lancio 2001 il sindaco,
Clara Bounous, ha spiegato che per quel che riguarda gli interventi per
il ripristino delle strade e
dei corsi d’acqua a seguito dei danni dell’alluvione è confermato l’intervento finanziario della
Regione, che per San
Germano si aggira.sui
150 milioni a cui si aggiungono investimenti
quest’anno per circa 50
milioni da parte comunale. Gli interventi poi per
le arginature al Chisone
sarebbero ricompresi in
parte negli interventi di
realizzazione del nuovo
ponte di Villar Perosa e in
parte in quelli per la realizzazione della circonvallazione di Porte.
Discorso differente invece per quel che riguarda la costruzione del discusso punto di ristoro
agli impianti sportivi che
verrebbe finanziato con
fondi provenienti dal relativamente cospicuo avanzo di bilancio 2000
(227 milioni di cui 120
milioni circa andrebbero
per il punto ristoro, 5 per
un impianto di amplificazione, 6 per la manutenzione del parco della
villa Widemann, 50 per le
strade). Da parte delle
minoranze non vi sono
state particolari osservazioni, anche se nel corso
della votazione del consuntivo del 2000 Renato
Ribet si è astenuto. In
conclusione di Consiglio
alcuni consiglieri di minoranza hanno espresso il loro parere relativamente alla questione
«spinosa» della strada
della Sagna e del suo collegamento con la strada
vicinale ad essa adiacente. In merito a quest’ultima questione alcuni consiglieri si sono espressi
per la trasformazione del
passaggio di collegamento in strada vicinale e c’è
chi ha chiesto che fossero
avviate le procedure perché questo passaggio diventi strada comunale.
I Pinerolese pedemontano
Pronto il progetto
per la nuova sede
Sarà presentato ufficialmente in una riunione apposita che si terrà
prima della seduta formale del Consiglio della
Comunità montana Pinerolese pedemontano,
mercoledì 20 giugno, il
progetto di costruzione
della nuova sede della.
Comunità che sorgerà in
via Diaz a Pinerolo. Dopo
un iter durato parecchi
anni costellato di dichiarazioni di intenti, di speranze deluse e di azioni
esplorative sembra dunque essere arrivata a una
nuova tappa della strada
che dovrebbe a breve
condurre alla costruzione
della nuova sede della
Comunità, dopo che già
lo scorso anno si era
giunti a una soluzione
con il Comune di Pinerolo per l’acquisizione degli
spazi dell’ex Bar dei viali.
La struttura posta all’inizio dei viali pinerolesi
verrà completamente ricostruita ricavando oltre
agli uffici che sostituiranno quelli di via Duomo,
anche un rimessa e la
nuova sala consiliare.
L’edificio che verrà ristrutturato per la Comunità montana
Per il parco dell'Albertenga
inizia la bonifica
Sabato 23, e probabilmente anche domenica
24,1 volontari della squadra Aib di Torre Pellice e
il Gruppo amici di Santa
Margherita saranno impesti nei lavori di bonifica e di risistemazione
del parco pubblico nell’area delTAlbertenga di
Torre Pellice, uno dei siti
più colpiti dall’evento alluvionale e diventato
simbolo della furia del
torrente in piena. «Un
ringraziamento va ai volontari per la disponibilità - dice l’assessore ai
lavori pubblici di Torre
Pellice, Alessio -: senza di
loro non avremmo potuto intervenire». Il materiale legnoso raccolto per
poi spianare il terreno
scavato dall’acqua sarà
«cippato» e utilizzato per
il riscaldamento. Si sistemeranno anche l’illuminazione e la fontanella
della struttura Docup.
'Albertenga, ancora sconvolto dall’alluvione
Ricordo della ragazza bibianese scomparsa nel '99
La Fondazione «Margherita»
niCDlfAl HA DACTAM -- ---1 i r. .
PIERVALD0R05TAN
PER la famiglia di Margherita Ravano Ollivero, la giovane bibianese morta a 15 anni, nel
’99, a causa di un incurabile sarcoma di Ewin,
il ricordo sta dando un
senso al proprio vivere e
a quella morte. I nonni
Franz Ollivero (alle spalle
una dinastia di ingegneri
e impresari) ed Èva Donzino (una vera artista
nell’arte del «découpage», ritaglio e composizione di variopinte scatole, vassoi o tavoli da arredo) hanno dato vita,
nel dicembre del 2000,
alla «Fondazione europea Margherita».
«Il nostro intento spiega con grande passione Franz Ollivero - è
quello di promuovere
l’arte, la cultura, la storia
locale, i giovani artisti
europei che dimostrino
talento. Abbiamo istituito tre premi borse di studio per giovani e promettenti artisti bisognosi di
sostegno; per la prima
edizione abbiamo scelto
la Repubblica ceca con
cui, dopo aver conosciuto la vicenda di un’attrice, lana Rybarova, morta
giovane come nostra nipote, siamo in contatto
da alcuni mesi. Ci siamo
rivolti all’ambasciata e
poi direttamente al presidente HaveI: a dicembre di quest’anno consegneremo i premi divisi in
tre categorie: giovane
pittore, scultore e studente all’Accademia di
arte drammatica di Praga, ovviamente di entrambi i sessi».
Ma l’attività della Fondazione Margherita si
vuole esplicare anche localmente, a partire da Bibiana dove la giovane
Margherita trascorreva
molto del suo tempo libero accanto ai nonni,
nello splendido giardino
della palazzina di piazza
San Marcellino e al Comune di Bibiana Franz
Ollivero ha donato gli
8.000 volumi della prò
DONI DONI • DONI DONI • DONI D
pria biblioteca. Sabato 30
giugno, alle 17, verrà intitolata a Margherita Ravano Ollivero una sala della
biblioteca, che consentirà di accogliere i primi
3.000 libri. Ollivero, appassionato di storia, è
anche autore di alcuni libri sui valdesi («mi sento
più vicino a quelli alla
Gianavello capaci di lottare con ogni mezzo per
le proprie idee che a
quelli un po’ troppo acquiescenti del nostro secolo») aggiunge: «Con
questi libri, e con gli altri
che doneremo appena ci
saranno gli spazi necessari per accoglierli, vogliamo promuovere la
crescita culturale e artistica del nostro paese. Intendiamo anche donare
un terreno e una prima
somma in denaro per
realizzare un museo di
storia locale, una sala per
concerti e dibattiti, insomma un polo di aggregazione per i giovani». Un
sogno? Certamente un’
idea piena di autenticità.
DONI
I Casa delle
diaconesse
Torre Pellice
PRO RISTRUTTURAZIOJ" WCEVUTI DAL 1“ MAG«10 2000 AL 30 APRILE 2001
£ J®-000: Ida, Torino;
■77OOO: n.n. in mem. di Maruska;
,:®'.®®0: Milano; Cecilia TeSilvia Balmas;
' j®‘000: Torre Pellice: Anton/j Sjiola, Giuseppe Reiip mem. della signora
i.®J'Hccia Rigotti, Mirella Ar9®ntieri Bein, Carla Bachi, Alliir Raimonda Pons;
l,*®''f’a San Giovanni: Elsa
Lin’Ü*« ved. Boero Rol, E. B.,
In B R®vel; Villar Pellice: PaoR®mo Dalmas, n.n.;
Amalia Avondet,
Pra'*Ì Rons, Torino: Renza
b-.T'9'oo, Wanda e Gemma
rio, Renata Besson Foto I Cardini Guarien
'^oice Mariani, Miserere
A|J?'^P^'3ta Santoro; Ivrea:
''imerina e Emilio Cristoforo;
Elena e Eugenia Breda, Flaminio Rignano; Venezia: Zecchin Nelly; n.n.;
£. 60.000: n.n., Luserna S. G.;
£. 70.000; Sauro Gottardi, Albisola; Eunice Biglione, Genova; alcuni coscritti del
1949 ricordando Maruska;
£. 100.000: Torre Pellice: Carla, Renato Toscano e Elena
Avondet, Ulrico Scroppo,
Nella Sereno, Unione femminile valdese, Alberto Selli,
Giovanni Valè, Mirella Poli,
Mary Jahier, Liliana Ribet,
suor Ermellina Pons, llda
Emilia Balma in mem. di Maria Luisa Gallo; Luserna San
Giovanni; Bruno Gonin, Aldo
Rostain; Pinerolo: Marcella
Gay in mem. di Lidia Paschetto. Elsa Balma in mem. della
cara sorella Giulietta; Ivrea:
Valdo Del Priore, Erminia Valentina Gianotti; Torino: Matilde Turin, Caterina Winkelmann, Marcella Giacomelli
Deslex; Claudio Tron, Massello; Livio Fossat, Bricherasio;
Costante e Lelia Costantino,
Abbadia Alpina; Enrico Jahier, Venaria; Erik Avondetto
in mem. di Lidia Paschetto,
Prarostino; Paolo Massimino,
Villafranca; Bianca M. Assandria, Moncalieri; Giuliana e
Elia De Filippis, Milano; Giovanni Bertalot, San Germano
Chisone; Alda in mem. della
mamma Marcella Jourdan;
£. 117.815: Comitato di Berna,
Svizzera;
£. 122.220: past. Ausgar Kuhnrich. Svizzera;
£. 150.000; Orfilia Codino, Prarostino; Giulio Griglio, San
Secondo di Pinerolo; Rosy Laguzzi, Torino; grup. di M.M.;
£. 200.000; Milano: Enrico Costabel, Lydia Podio; Maria
Piera Pagliani, Torino; Anna
Gianni Capostagno, Biella;
Lamy Bertin, Angrogna; Alma
Bertinat, Torre Pellice; n.n.;
£. 250.000; Torre Pellice: Valentina Rivoira;
£. 300.000: Roberto e Bianca
Malan, Torino; Lilli e Bruno
Cesan ricordando la zia Aldina, Torre Pellice; Elda Coì'sson, Angrogna; Ernesto Pini
in mem. della moglie Wilma
Prochet, Gorle; H. Hedinger,
Svizzera; Lilia Jon Scotta, Luserna San Giovanni; n.n.;
£. 350.000: Unione femminile.
San Secondo di Pinerolo;
£. 500.000: Luciana Mathieu
Vola, Torre Pellice; llda Avondetto, Bruno e Dario in mem.
della cugina Lidia Paschetto,
Prarostino; Miranda Giraud,
Pinerolo; n.n., Luserna San
Giovanni; O.D.M. alla cara
mem. di suor Margherita
Jourdan; Vanna, Torre Pellice;
£. 800.000; Società di cucito.
Torre Pellice;
£. 999.890: Chiesa evangelica
di lingua italiana, Zurigo;
£. 1.000.000: Emilio Buffa,
Torre Pellice; Judith Elliott,
Luserna San Giovanni; Giuliana Gay Eynard, Pinerolo; Italo e Susetta Artus Martinelli,
Crema; Unione femminile,
Bergamo;
£. 1.500.000: n.n. in mem. di
Franco Quattrini;
£. 2.000.000: Ernesto Imberti,
Torre Pellice;
£. 3.000.000: n.n.. Torre P;
£. 4.949.997: Fredericke Wacker, Plaskstadt;
£. 5.000.000: Francesca Gariglio Giavara, Torino;
£. 8.500.000: Festa della Casa,
luglio 2000.
NELLE CHIESE VALDESI
CASA DELLE DIACONESSE — Sabato 30 giugno e domenica 1° luglio, festa annuale della Casa. Alle
14,30 di sabato apertura della mostra delle attività
svolte dalle diaconesse; alle 15,30, incontro con
Anita Tron su «Il ruolo delle donne nella diaconia»;
film sulle diaconesse nel 1954; alle 16,30 tè offerto.
In occasione della festa il culto di domenica sarà tenuto nel giardino della casa alle 10; alle 11 il pastore Alberto Taccia presenterà una ricerca storica
sull’operato delle diaconesse; alle 12,30, pranzo nel
giardino della Casa (lire 25.000, non occorre prenotare), alle 15 visita alla mostra e giochi, alle 16,30
estrazione della sottoscrizione a premi.
PERRERO-MANIGLIA — Domenica 24 giugno assemblea di chiesa, alle 10, sulla Conferenza distrettuale; al termine agape comunitaria per salutare la
pastora Di Carlo.
FRALI — Orari di apertura del museo: luglio, da giovedì a sabato dalle 16 alle 18,30, domenica dalle
11,45 alle 12,45 e dalle 16 alle 18,30. Agosto: da lunedì a venerdì, dalle 16 alle 18,30, martedì riposo,
sabato dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18,30, domenica dalle 11,45 alle 12,45 e dalle 16 alle 18,30.
PRAROSTINO — Giovedì 21 giugno, alle 16, riunione
ai Cardonatti. Mercoledì 27 giugno visita di un
gruppo di tedeschi guidati dal pastore Thomas Ende; rinfresco. Giovedì 28, alle 16, riunione ai Gay.
RODORETTO-FONTANE — Culto a Rodoretto, domenica 24 giugno, alle 9.
TORRE PELLICE — Domenica 24 giugno, in occasione della Conferenza distrettuale del II distretto, culto alle 11 nel tempio del centro; agli Appiotti, alle
11, culto di prova del candidato Jean-Felix Kamba
Nzolo; alle 18, nel tempio del Ciabas, sermone di
prova della candidata Caterina Duprè.
VILLAR PELLICE — Domenica 24 giugno, alle 10, culto nel tempio con canti eseguiti da un coro svizzero.
VILLASECCA— Domenica 24 giugno, alle 15, riunione quartierale a Bovile.
Da «L'eco delle valli valdesi»
Cinquanf anni fa
In un perioclo in cui la
mania di navigare in Internet diminuisce ulteriormente la già scarsa attitudine alla lettura, vai la
pena ricordare «l’Azienda
delle bibliotechine rurali
di Zia Mariù», sorta nel
1909, con il proposito di
fornire libri di «amena
lettura» alle povere e abbandonate scuolette di
campagna. L’eco delle
valli ricorda la nascita a
Torino, nel 1950, del Centro studi di letteratura infantile sotto la presidenza
di Paola Carrara Lombroso (appunto Zia Mariù) e
di Ada Gobetti Marchesini e l’attività delTUnione
cristiana delle giovani per
istituire bibliotechine
nelle scuole disagiate delle valli valdesi, dedicate
alla memoria di partigiani e pastori, dal cappellano Alfredo Rostain a San
Bartolomeo, a Lombardinì a Pramollo, a Enrico
Gay a Massello, ad Arnaldo Malan alle Fucine e a
tante altre. Con i libri venivano consegnate delle
cartoline che i ragazzi coloravano e poi vendevano
a 10 lire Tuna, contribuendo a pagare i libri.
Tanto per cambiare,
anche 50 anni fa. L’eco
denuncia, con due articoli di «Penna Bianca» a
cui seguirà un vivace dibattito, il fatto che nelle
chiese «si canta male»: e
fa sorridere il fatto che
proprio nella recente
Conferenza del I distretto
si è discusso un progetto
di formazione musicale
motivato dagli stessi problemi! L’articolista di allora è talmente scandalizzato dal modo di cantare che si domanda se
non sarebbe il caso di
sopprimere il canto «anziché lasciare che continui a rovinare sistematicamente l’efficacia dei
culti!». Ma reagisce affermando che «l’argomento
del canto sacro dovrebbe
essere in permanenza
all’ordine del giorno fino
alla sua soluzione». Chissà se il progetto di quest’anno segnerà la volta
buona? Comunque 1 motivi indicati allora per il
«mal canto» sono sostanzialmente due; a) la penuria di organisti capaci
di dirigere il canto e non
solo di accompagnarlo, e
la poca disciplina a seguire il tempo segnato
dall’organista; b) l’eccessiva lentezza: tante piccole voci, senza particolare valore individuale,
possono formare un bell’insieme, ma questo è
quanto mai difficile se si
canta lentamente, mentre avviene quando il
tempo è rapido (...)».
Dal canto al denaro
nella chiesa: come si vede cambiano i tempi ma
non i problemi! Il giornale pubblica un simpatico
articoletto del past. Desbaumes che insiste sull’aspetto spirituale della
contribuzione e sul fatto
che la colletta deve essere assolutamente fatta all’interno del culto e non
all’uscita, perché «nella
liturgia non c’è solo adorazione, confessione, intercessione, ma anche
consacrazione».
Tra le curiosità il convegno Fuv della primavera a Pinerolo, per il
quale il segretario Renzo
Pagliani annuncia un
programma di gare sportive, approvate dal Coni,
dall’atletica alla palla a
volo al ping-pong alle
bocce, con in palio ricchi
premi: dal che si deduce
che gli animatori giovanili non sono un’invenzione recente!
Il 3 maggio, a Chivasso, si inaugura il tempio:
la prima pietra era stata
posta il 26 maggio del
’49. Giornata di festa con
membri delle chiese di
Torino, Chivasso, Asti,
Torrazza e dell’associazione Gioffredo Varagli a
che ha curato la manifestazione nel giorno dell’Ascensione. Culto del
past. Bertin e discorso
del presidente della «Varaglia» Gustavo Ribet. Il
potente armonium è stato prestato dalla chiesa
di Torino, 1 banchi saranno acquistati grazie
ad un dono della chiesa
di Vevey.
(a cura di Marco Rostan)
14
PAG. 14 RIFORMA
E Eco Delle vai.o "\Mdesi
VENERDÌ 22 GIUGNO 2on,
VE
Aperta anche la nuova struttura al Giardino botanico del Col Barant
Dopo quattro anni torna la «Tre Rifugi»
e i rifugi dell'alta valle diventano quattro
C’è sempre un’emozione particolare a scrivere di Tre Rifugi, ricordando la passione e la fatica dei temerari impegnati nel corso delle 25
edizioni precedenti sui
1.600 metri di dislivello in salita e i 23,7 chilometri deU’ormai storico
tracciato. Empzione che
si rafforza per l’edizione
. di quest’anno che sancisce il ritorno, dopo quattro anni di assenza, di
una delle corse in montagna più dure e impegnative che si conoscano. Ci
saranno di nuovo tutti,
domenica 1° luglio: atleti,
membri del comitato organizzatore del Cai-Uget
e delle società sportive
Avis Luserna, Polisportiva Villarese, S. C. Angro
gna e Gasm di Torre Pellice, volontari, parenti e
tifosi, semplici curiosi.
Il percorso è il solito: la
prima coppia partirà dal
Rifugio Jerwià del Pra alle
8, per poi salire al colle
Barant, scendere al Rifugio Barbara e quindi affrontare la tremenda salita verso il colle Manzol.
Poi la lunga discesa verso
il Rifugio Granerò, per
concludere l’anello al rifugio Jerwis. Quest’anno
c’è una novità: l’apertura
del rifugio al colle Barant, ristrutturato dalla
Comunità montana. Domenica 17 c’è stato un
preludio «di classe», con
il Trofeo del Castelluzzo,
1.000 metri di dislivello
in salita con partenza da
piazza Montenero a Tor
II Rifugio «Monte Granerò»
re Pellice: Ivan Garnier si
è portato a casa la coppa.
Chi si imporrà sui sentieri dell’alta vai Pellice?
Per informazioni è pos
sibile telefonare allo
0121-901863 oppure allo
0121-91746. C’è anche
un sito Internet: www.3ri
fugivalpellice.it.
POSTA
L'azienda
faunistica
Caro direttore,
ho visto che sull’ultimo numero del giornale
in una breve si riporta il
contenuto di un comunicato del sindaco di Massello secondo cui la costruzione dell’azienda
faunistico-venatoria privata non determinerebbe vincoli alla proprietà e
alTutilizzo del territorio.
Si tratta di un’affermazione falsa e per evitare
di contribuire alla disinformazione di cui è
artefice Tamministrazione comunale mi limiterò,
pur sapendo che la realtà
sarà peggio di quanto
prevede la legge, a riportare Tart. 32 della delibera regionale n. 122 del 9
dicembre ’96 con cui
vengono regolamentate
le aziende faunistico venatorie. «1) Nelle aziende
è vietato: a) per motivi di
sicurezza, svolgere nei
giorni di caccia, e ai fini
di tutela nei periodi della
riproduzione della fauna
selvatica, in aree individuate e appositamente
segnalate dal concessionario, l’attività di raccolta funghi, tartufi, fiori,
frutti del sottobosco, lumache e qualsiasi tipo di
flora spontanea nonché
l’esercizio della pesca ad
eccezione del conduttore
e/o proprietario dei relativi terreni;
b) per motivi di sicurezza, nelle giornate di
attività venatoria, e ai fini di tutela nei periodi
della riproduzione della
fauna selvatica, in aree
individuate e opportunamente segnalate dal con
Città di Pinerolo
Provincia di Torino
AVVISO
Il sindaco rende noto che occorre provvedere
alla nomina dei rappresentanti di questo Comune presso i seguenti enti, aziende e istituzioni da effettuarsi nell’anno 2001:
1. Consiglio di amministrazione deU’asilo infantile di Abbadia Alpina. j
2. Consiglio di àinnùnistrazione della casa di
riposo «Jacopo Bernardi».
3. Associazione turistica Pro Loco Pinerolo.
4. Consiglio di amministrazione della Fondazione coniugi Giovanni Poét e Angela Deiponte.
5. Consiglio direttivo della Fondazione Teatro
nuovo per la danza,di Torino.
6. Consiglio di amministrazione nel consorzio
irriguo di Abbadia Alpina.
7. Consiglio direttivo del Centro studi d’arte
ffreistorica.
8. Organi direttivi del Circolo tennis Pinerolo.
9. Consiglio direttivo scuola agraria Malva
Arnaldi di Bibiana.
10. Organi direttivi del Veloce club.
11. Associazione Accademia di musica.
12. Assemblea del Consorzio universitario di
Economia aziendale.
Gli interessati, in possesso dei requisiti per
l’elezione a consigliere/a comunale e che non
devono essere membri di organi del Comune,
possono presentare entro il 25 giugno 2001 alla segreteria comunale (1“ piano palazzo comunale) una dichiarazione in carta libera di
disponibilità alla nomina, presso l’ente-azienda-istituzione ai quali si riferisce, accompagnata da curriculum redatto in conformità al
modello predisposto da questo Comune, da ritirare presso il suddetto ufficio comunale,
Pinerolo 14 giugno 2001
IL SINDACO
cessionario, percorrere
qualsiasi strada o sentiero all’interno delle aziende, ad eccezione delle
strade pubbliche, con
mezzi motorizzati, salvo
quelli agricoli. È parimenti vietato il percorso
a piedi fuori dalle strade
e dai sentieri. Da tali divieti sono esonerati: i
conduttori dei terreni inclusi nel perimetro dell’azienda per raggiungere
gli stessi, il concessionario o i soggetti dallo stesso
autorizzati, gli agenti di
vigilanza preposti;
c) praticare lo sci alpino nelle aree di svernamento vocate alla fauna
alpina ed agli ungulati
appositamente segnalate
dal concessionario;
d) atterrare o sorvolare
a bassa quota con mezzi
aerei all’interno delle
aziende faunistico-venatorie situate in zona Alpi,
ad eccezione dei soggetti
autorizzati dal concessio
nario».
Se a questo aggiungiamo che «per comprovate
ragioni tecniche e faunistico-venatorie o per una
razionale perimetrazione,
si renda necessario ricomprendere nell’ambito di
un’azienda faunistico-venatoria terreni per i quali
l’avente diritto non abbia
prestato il prescritto consenso, l’inclusione può essere disposta coattivamente, sempre che la superficie complessiva dei
terreni da includere coat
com 1) e che le convenzioni relative ai terreni si
intendono tacitamente
rinnovate dopo 9 anni
salvo esplicita disdetta
da parte del proprietario,
mi pare un po’ azzardato
dire che l’azienda non
determina vincoli.
Detto questo voglio
farle una proposta. Il
problema di fondo del
contrasto sull’azienda
faunistico-venatoria privata di Massello è in
realtà il futuro delle nostre valli; cioè se è possibile uno sviluppo compatibile con l’ambiente
oppure se dobbiamo limitarci a svendere per
pochi soldi l’acqua ai
produttori di energia elettrica e a privatizzare l’uso
del territorio a favore di
pochi benestanti che verranno a sparacchiare in
vallate appositamente
rinselvatichite. Perché il
giornale non apre una discussione su questo ordine di problemi?
Ringraziando per l’attenzione.
Paolo Ferrerò
gruppo consiliare di
Rifondazione comunista
al Comune di Massello
tivamente non sia superiore ad un decimo dell’intera superfìcie dell’azienda stessa» (art. 13,
Cogliamo ben volentieri la
proposta di Paolo Ferrerò. Per
la verità la questione della
«svendita» del territorio da
parte di piccoli Comuni spesso
alle prese con difficoltà di bilancio è stata oggetto di articoli e riflessioni in passato proprio partendo dai due esempi
specifici che vengono oggi riproposti. Ben vengano dunque
nuovi, e auspicati, contributi
alla discussione, (pvr)
* Alla villa Prever di Pinerolo
L'isola dei bambini
Ritorna «L’isola dei
bambini», l’iniziativa curata da «Nonsoloteatro»,
a villa Prever di Pinerolo.
A partire dal 26 giugno,
dalle 20 alle 23, tutti i
martedì e i giovedì fino al
19 luglio, giochi, storie,
teatro, laboratori per
bambini, e per concludere festa finale nel parco.
Si comincia con le microStorie e i laboratori di pittura e manipolazione,
dalle 20 alle 21,30, spazio
poi agli spettacoli teatrali,
per terminare alle 22,30
con le storie della buonanotte. Giovedì 26, primo
appuntamento con l’«Isola dei bambini», che
dopo aver giocato, pitturato e manipolato, potranno divertirsi ancora
con lo spettacolo «Polli
cino nel far West» presentato dalla compagnia
«Teatrino dell’erba matta». Si ritorna a villa Prever giovedì 28 giugno,
quando i bambini potranno assistere a «In volo con Buccino» di «Nonsoloteatro».
Tra le altre proposte
teatrali ricordiamo ancora: martedì 3 luglio «Un
mondo di colori» di Gino
Balestrino; giovedì 5 luglio «Il reuccio fatto a
mano» dei Tiriteri; martedì 10 luglio «Pelle d’asino» di Tetrinviaggio; giovedì 12 luglio «Dal paese
dei balocchi» di Claudio
e Consuelo; martedì 17
luglio «Il pifferaio di Hamelin», del Teatrino dell’erba matta. Ingresso per
tutti lire 3.000.
APPUNTAMENTI
21 giugno, giovedì
BARGE: Fino al 24 giugno mostra di fotomodellismo,
con mercatino sui prodotti del treno..
PINEROLO: Alle 21, all’Expo Fenulli, spettacolo «Il
circo», della Repubblica ceca, ingresso lire 6.000.
PRAROSTINO: Serata di musiche e danze eccitane
sulla pista, con Silvio Perón e Gabriele Ferrerò.
SALUZZO: Alle 21, al museo civico Casa Cavassa, inaugurazione della mostra fotografica «Archeologia
dell’assenza», fotografie di Lucia Quieto, dell’associazione Hijos di Buenos Aires; lettura del racconto
di Massimo Carlotto «Il giorno in cui Gabriel scoprì
di chiamarsi Miguel Angel», ingresso libero.
TORRE PELLICE: Nella sede dell’associazione «Metamorfosi nell’era delTAcquario», alle 20,30, incontro
pubblico per la presentazione del progetto «Agli
uomini di buona volontà», con Ivo Bertaina, presidente delTAgri Bio Piemonte.
22 giugno, venerdì
CANTALUPA: Alle 21, nei giardini del monastero, sacra rappresentazione monregalese del 1500 «Lo judicio de la fine del mondo». Ingresso lire 10.000; in
caso di cattivo tempo la rappresentazione si svolgerà nella struttura polivalente.
PORTE: A villa Giulino, agli impianti sportivi di Malanaggio, alle 21, concerto di bande musicali.
PINEROLO: Alle 21,15, alTExpo Fenulli, la compagnia
nazionale di marionette di Mosca presenta «Un
concerto straordinario». Ingresso lire 6.000.
SAN SECONDO: Al teatro tenda di Aitali, alle 21,30, la
scuola elementare presenta «L’opera delle filastrocche» di Gianni Rodari.
23 giugno, sabato
TORRE PELLICE: Al cinema Trento, alle 21, lU rassegna di canto popolare, con i cori «La campagnola»,
di Mottalciata, «Bavona» di Cavergno, «Valpellice».
SAN SECONDO: Al teatro tenda di Aitali, alle 21, «Prest ch’as fa tard», spettacolo comico di Luigi Oddoero, ingresso lire 10.000.
PERRERO: Alle 20,45, nel tempio, concerto del coro
Fihavanana; ingresso libero.
RORÀ: Dalle 16,30 di sabato 23 «Stazione Zero», al
parco montano. Concerti a partire dalle 18 di sabato 23, alle 22 si esibirà il gruppo «Reggae National
Tickets», ingresso libero, possibilità di campeggio.
LUSERNA SAN GIOVANNI: Al Rifugio Carlo Alberto,
alle 21, «Architorti in concerto», ingresso 10.000.
PINEROLO: Alla sala dei Cavalieri, alle 16, incontro
con Franco Marini sui risultati elettorali della Margherita, introduce Ton. Giorgio Merlo.
CANTALUPA: Dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 20,
nei giardini del monastero, mostra mercato di libri
sulla storia del pensiero religioso, sul tema «Nostra
terra: storia, leggende e tradizioni», mostra di bonsai. Continua domenica 24. Alle 17, nella villa comunale, omaggio al poeta Nino Costa. Dalle 16 alle
19, ai ai laghetti Boda, animazione per bambini, anche domenica. Nelle 2 giornate incontri gli autori.
PRAMOLLO: Festa campagnola alla borgata Rue,
continua domenica 24.
PRAGELATO: In frazione Traverses, fuochi d’artificio,
fiaccolata fino a Villardamond, accensione falò e
degustazione gofri.
PINEROLO: Alle 16,30, in piazza San Donato, laboratorio costruzione pupazzi; dalle 21 alle 23,30, in via
Principi d’Acaja «Cappuccetto rosso», «Il topo meccanico», «Palline, cubetti, giganti, nanetti», «Porqué
el conejo tiene las orejas tan largas?», «II preludio di
Don Chisciotte», «La marionetta e il clown» e «Russian Village». Ingresso libero. Al parco veloce Club,
dalle 8,30, Campionato di società cat. C di bocce.
24 giugno, domenica
VILLAR PELLICE: Nella sala polivalente, alle 21, rappresentazione di «Lou moulinì d’Chantarana», a
cura della filodrammatica valdese di Villar Pellice.
SAN SECONDO: Alle 10, biciclettata per le strade di
San Secondo e Pinerolo; alle 21 musica degli Anni
Sessanta con il gruppo «I licantropi».
CANTALUPA: Animazione nella borgata Muriatera.
VILLAR PEROSA: Città d’arte a porte aperte.
PINEROLO: Al palazzo polifunzionale del ghiaccio,
concerto del coro lirico di Genova «Carmina Buratta di Orff», ingresso lire 20.000.
ANGROGNA: Giornata al Sap, m. 1.480, partenza alle
8,15 da piazza Pietro Micca a Torre Pellice, alle 8,30
dal ponte di Barma Freida, Pradeltorno. Nella giornata «un po’ di storia con Ethel Bonnet», pranzo lire 20.000, prenotazione al 368-687162.
PRAMOLLO: Alle 11,30, nella chiesa di Rue, concerto
dell’Ensemble dell’associazione «Musica Remila».
PORTE: Cerimonia per il 40” anniversario delTAvis.
NONE: In piazza Cavour, mostra degli hobby, alle ore
21, grigliata.
27 giugno, mercoledì
SAN PIETRO VAL LEMINA: Alle 21, al palaOberto,
esibizione di arti marziali giapponesi.
28 giugno, giovedì
SALUZZO: Al museo civico, alle 21,30, Assemblea teatro presenta Gisella Bein in «Più di mille giovedì»,
ingresso lire 10.000, prevendita tei. 0175-46710.
PRAROSTINO: Serata di musiche e balli occitani sulla
pista, con il gmppo «I triolet».
S. PIETRO VAL LEMINA: Alle 21, al palaOberto, commedia di L. Oddoero «L’eredità di Magna Ninin».
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TORRE PELLICE-Il
Cinema Trento propone
venerdì 22, ore 21,15, domenica ore 21,30 e lu.
nedì ore 21,15, il film di
Ermanno Olmi II mestiere delle armi. Sabato rassegna di cori.
BARGE — Il cinema
Comunale ha in programma, venerdì 22 giugno, ore 21,15 La mappa
del mondo; sabato 23,
ore 21,15, Ferite mortali;
domenica 24 ore 16
17,45 e 19,30, lunedì ore
19,30, Titan A.E.; domenica, lunedì, martedì e
giovedì, ore 21,15, L’onore degli uomini.
PINEROLO — La mul
tisala Italia ha in programma, alla sala «Scento», Pearl Harbor; feriali
e festivi ore 21,30; allasala «2cento» va in visione,
da venerdì, il cartone
animato Shrek; feriali e
festivi, 20,30 e 22,20, sabato 20,30 e 22,30.
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Si ringrazia l’editore per lo spazio
Notiziario
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La «Finestra colo
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Finestra sull’Asilo numero due: il simpatico
notiziario delTAsilodi
San Giovanni ci viene incontro con molte storiee
molte notizie sulle persone e sui progetti. L’aspet
to più interessante 01
questo giornalino è il suo
carattere veramente collettivo: oltre al diretto^
Tullio Parise, di cuis>l
sente l'impronta genera-'
le, c’è Umberto Rovaia!
che fa un po’ di teologici
Sergio Malan che pan*:
del Comitato e dei pia
getti. Cinzia Grangettf'
Franca Malan e Valeri
Rivoira che fanno parla**
fida. Barbara e Giovani i
(tre ospiti delTAsilo); P ;
c’è la storia di Diaa
Minshall BeerbohiU; P” |
25 anni missionaria'»
Kenya, e.ancora Davia
Caffarel e Cinzia Gran;
getto che parlano deg*
«Amici delTAsilo». , , ,
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Nelly Pussetto descrive
servizio di riabilitaziou '
Walter Morel scrive suu^
manutenzione, ,
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’rubrie®
e si p^'
e deli®
nia
i Serve piu
imparzialità
Benché U dibattito politico
piPttorale sia concluso, come
cfritto nel n. 23 di Riforma,
avrei un paio di considera^oni che vorrei fare presente
^ Quanto riferentisi alla linea
li settimanale su questo imIrtante e tuttora attuale tema Il commento all’esito
delle elezioni mi è parso un
tantino sbrigativo (solo maggioranza parlamentare alla
Casa delle libertà? 49% dei
voti contro il 35% dei soccombenti [tale è il divario fra
i due schieramenti nella quota proporzionale della Camera, ndr] non è solo maggioranza parlamentare) e anche
risoluto, quasi fosse parte in
causa, nel mettere in evidenza che l’opposizione non farà
certo sconti. Ci mancherebbe. Piazza permettendo? Forse non sarebbe stato male
spendere anche una parola di
speranza augurando ai vincitori buon lavoro per il bene
di tutti. Se ben ricordo cinque anni or sono per l’allora
vincente squadra deH’Ulivo
qualcosa del genere venne
scritto su ifi/orma.
Secondo punto. E qui mi
riferisco all’immagine di «un
paese civile» e precisamente
quello confermato dal presidente Ciampi all’indomani
del voto del 13 maggio. Personalmente io credo a questo
paese perciò sento che qualcosa è fuori quadro quando
leggo nell’articolo «La nostra
democrazia» pubblicato sul
n, 23 l’elenco dei grandi vecclii d’Italia che «col distacco
e il disinteresse degli anni
possono dirci una parola saggia e lungimirante di indirizzi
e di verità».
Luci forse, ma anche ombre. Non sempre gli anni rendono-distaccati, imparziali e
tolleranti. Chi ha detto fra
questi saggi pensatori, tanto
percitare un esempio, «Berlusconi va fermato con qualsiasi mezzo» non è certamente
una fonte di saggezza. E che
dire di opinioni di rancorosi o
che nella tv di stato hanno
fatto da spalla ai giullari tipo
Benigni, Fo, Luttazzi, Santoro? Quanto poi aH’altra affermazione contenuta nell’articolo citato, e cioè che il vero
reale confronto nel paese è
avvenuto per le recenti amministrative «non condizio
nate dall’onnipresenza televisiva», mi ricorda un’affermazione di un altro maître à
penser, Umberto Eco: «Chi
vota per il centro-destra o è
un condizionato teledipendente, o spera di fare loschi
affari col nuovo governo».
Non cerchiamo di far passare per imparzialità e saggezza ciò che tale non è anche se presentato con toni
colti e suadenti, ma duri nella
sostanza, contro chi la pensa
diversamente non dimenticando, per restare in tema di
democrazia, che nel paese
sono la maggioranza.
Ernesto Incerti - Milano
A contatto
con gli studenti
Le scuole sono ormai terminate. Le aule sono deserte,
ma al sottoscritto rimane un
caro ricordo del trascorso anno scolastico. Il dirigente
scolastico del Convitto nazionale «C. Colombo», Leonardo
Carnevale, un sacerdote cattolico che ha contribuito alla
traduzione della Bibbia interconfessionale, ha costituito,
neU’ambito del Centro informazioni e consultazioni un
settore di informazione e di
cultura interreligiosa. Ha invitato il rabbino, un musulmano, un cattolico e un pastore protestante. Ha messo a
disposizione un’aula.
Per la parte evangelica ha
scelto il sottoscritto e si è trattato di una esperienza interessante, ecumenica e validissima. Si sono presentati circa
venti giovani liceali e i colloqui sono risultati molto simpatici. Le domande più frequenti sono state: Che differenza c’è fra cattolici e protestanti? Che cosa vuol dire
«salvati per grazia»?. Gli studenti si sono dimostrati interessati alla dottrina evangelica per cui, senza volere fare
proseliti, si è trattato di una
testimonianza autentica di
quello in cui si crede. Ma ciò
che ha offerto maggior coinvolgimento è stata la domanda di una giovane liceale che
ha chiesto: Come si può testimoniare la fede in un mondo
così pieno di cattiveria?
Ecco la risposta che è stata
data a lei e che può servire
anche a tutti noi. «Tu mi poni
una domanda di non facile
soluzione. Prima della Pente
coste pochi discepoli, 120 in
tutto, erano radunati nella
camera alta, nascosti per
paura delle autorità politiche
e religiose che avevano crocifisso il loro Signore. E pregavano senza soste di ricevere
lo Spirito promesso. Quando
10 Spirito venne, scesero fra il
popolo e con coraggio sfidarono le autorità. In un paio di
giorni 5.000 persone si convertirono e si formarono le
prime assemblee (chiese) che
portarono l’annunzio di Gesù
risuscitato, il Messia. L’annunzio fu portato in tutta Gerusalemme e poi in tutte le
nazioni del mondo allora conosciuto. Lo Spirito aveva dato loro la sua potenza nella
loro umana debolezza. E
l’annunzio è arrivato fino a
noi, a te che hai fatto la domanda e a tutti gli altri. II Cristo che noi diciamo di seguire non aveva paura di parlare, di soffrire per l’annunzio
del Regno deH’amore; non
conosceva la paura per se
stesso, quella paura che ci lega, che molto spesso rende
schiavi della depressione
perché ci costringe a pensare
sempre e prima di tutto a noi
stessi e ci impedisce di amare, senza restrizioni di sorta,
di lasciarci trascinare dall’amore di Dio per gli altri.
Ora assumiamoci le nostre
responsabilità sapendo che
solo Dio può risponderci con
11 suo Spirito. Cerchiamolo e
non saremo delusi».
Erminio Podestà - Genova
Un'offesa
per la nostra
minoranza
Il responso delle urne del
13 maggio scorso è stato abbastanza chiaro: la coalizione
di centro-destra ha ottenuto
quanto voleva e, a prescindere dagli orientamenti politici,
non possiamo che augurarci
che il nuovo governo sappia
amministrare saggiamente il
paese. Tuttavia si sono aperte due grosse falle, nel modo
di fare politica di alcuni leader della Casa delle libertà,
che non possono non provocare indignazione nel mondo
evangelico.
Il Cavaliere si è autodefinito
«unto del Signore» e a suo dire sarebbe stato l’artefice di
un clamoroso «miracolo» nei
Passatempo
(D. Mazzarella)
®''2zontali
li) Bibbia lo è l’angelo
U n essere personal
13 r ®^iza vocali
*^®sù ha detto che noi
U quello della terra
JJ-Negri Atti
Ifi ».®*.^°®ucefalogramma
«• Mitico re di Tebe padre
1« Tr
« Pgualii
^ Edipo
19 B ^Mi in terra
Cjevanda che
dai semi di un piccolo albero sempreverde della
famiglia delle rubiacee
21. Quella Minore è detta
anche Anatolia
23. Vino di mele
25. La Bibbia ci ricorda quella di Babele
27. Diritto... latino
28. Uno scritto sul dollaro
29. Un figlio di Noè
si ricava 32. Democratici di Sinistra
33. Una delle dieci piaghe
d’Egitto
35. Sorella di Lazzaro e di
Marta
37. Lo è il membro di chiesa
che può votare
Verticali
1. Quello attuale si chiama
Gianni Genre
2. Simbolo dello scandio
3. Drammatico appello
4. A volte la realtà è così
5. Un carburante
6. Al tempo di Dante Alighieri vi erano i Bianchi
e i Neri
7. Congiunzione latina
8. Le abbandonarono Pietro e compagni per seguire Gesù
9. Una Chiesa cristiana
12. Può esserlo un computer
17. Poeti di corte nell’antica
Grecia
19. Centro Addestramento
Reclute
20. Ferrovie dello Stato
22. Nome di donna
24. Rozzi, indelicati
26. Iniziali dell’attore Calindri
30. Gancetto usato per pescare
31. Il terzo mese sul datario
34. Iniziali del fisico Torricelli
36. Lo erano Saul, Davide e
Salomone
confronti di un ammalato.
«Alzati e cammina», avrebbe
ordinato, con fare apostolico,
all’infermo. Povero Pietro, per
far camminare lo zoppo della
porta «Bella», tu dovesti appellarti a un nome... Ma oggi
non è più così. Noi sappiamo
molto bene come la Bibbia
definisca questi personaggi.
Nel suo discorso di investitura come terza autorità dello
stato, il neopresidente della
Camera, on. Casini, ebbe l’infelice idea di tirare in ballo il
pontefice e la madonna. Ora,
il signor Casini è liberissimo
di coltivare le proprie idee al
di fuori delle istituzioni, ma
Fon. Casini non può e non deve, sul palco di Montecitorio,
fare riferimenti di carattere
religioso, non condivisi da
tutti. Alla faccia della tanto
declamata laicità dello stato.
Questi due atteggiamenti
suonano come un’offesa per
una minoranza che potrebbe
contare poco, ma che svolge
una sua più che dignitosa
funzione nella vita del paese.
Se queste sono le premesse,
c’è poco da sperare nel «cambiamento di rotta» promesso
nelle campagne elettorali.
Adriano Dorma
San Gillio (To)
Insieme
ai tanti «ex»
Nel quadro delle manifestazioni per il 70“ anniversario dell’inaugurazione della
chiesa battista di Torino Lucento (1931-2001) si è svolto
domenica 20 maggio l’atteso
raduno degli ex giovani o
«vecchi giovani», dell’Unione
giovanile degli anni 1945-60
di quella chiesa.
Ho avuto il privilegio, in
quanto ex giovane, di parteciparvi e devo dire che mi sono rallegrato non solo perché
ho ritrovato tanti «ex» di quel
tempo, ma anche perché,
tornando a Lucento dopo 18
anni (ho svolto con mia moglie il ministero pastorale dal
1975 al 1984) ho trovato da
parte della comunità un’accoglienza bella, calorosa, ricca di fraterna e sincera amicizia che mi ha, come si dice,
«edificato». Non vi era alcuna
differenza fra la comunità di
un tempo e quella di oggi.
Benedico con gioia «la memoria» della fraternità di allora come benedirò sempre il
ricordo di quella di oggi. Certo sono cambiate le persone,
molte delle quali non ci sono
più (e con gratitudine le ricordiamo), ma la comunità
dei credenti è sempre uguale
a se stessa: vive e sussiste per
la sola grazia del Signore.
Nel lontano 1931 «alcuni
audaci» fondandosi sulle
promesse divine hanno gettato le basi per la predicazione dell’Evangelo che non veniva, così si diceva, presentato come un’idea, ma come
«l’azione potente di Dio che
opera per la salvezza dei credenti» (Romani 1, 16). E dall’inizio fino a oggi la comunità, pur tra molte difficoltà,
ha continuato la sua opera di
testimonianza contando sulla presenza del Signore che
chiama tutti a vivere per fede.
È quindi logico dire oggi con
animo riconoscente: «EbenEzer, fin qui l’Eterno ci ha
soccorsi» (I Samuele 7, 12).
Ancora un grazie a tutti per la
comunione di fede vissuta.
Michele Foligno - Genova
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^ La Riforma in Italia
Peter Giaccio, nel suo resoconto della tavola rotonda romana sul tema «Chiese di minoranza nella politica italiana»
{Riforma n. 23 dell’8 giugno, p. 6), fa dire a Domenico Maselli
che il prof. «Massimo Firpo oggi insegna che non c’è mai stata
una Riforma italiana». Sinceramente mi sembra impossibile
che Maselli abbia pronunciato una frase così sconcertante. In
realtà, anche se qualche volta le tesi di Massimo Firpo possono
e devono essere contestate, bisogna riconoscere che nessuno,
in questi ultimi anni, ha dato più di lui un contributo così fondamentale alla conoscenza della Riforma italiana. Basti pensare ai ricchissimi studi su Juan de Valdés, e alle magistrali edizioni dei processi a Giovanni Morone e al Camesecchi.
Massimo Firpo rivendica Voriginalità della Riforma italiana,
collegandola al pensiero dello spagnolo-partenopeo Juan de
Valdés, e sostenendo che non può essere considerata una
semplice propaggine della Riforma europea d’Oltralpe (di Lutero, Calvino, ecc.). È una tesi che si può discutere e che è stata
contestata, ma da questo a dire che Firpo negherebbe addirittura l’esistenza di una Riforma italiana c’è un abisso. Spero e
mi auguro che il pensiero di Domenico Maselli sia stato frainteso forse, come al solito, per colpa del computer.
Carlo Rapini - Genova
Era meglio
Filadelfia
Ho ricevuto commenti negativi sulla fotografia (il «cupolone» di Washington, molto
simile a quello del Vaticano...)
che ha accompagnato alcune
settimane fa la pubblicazione
del mio articolo «Alle radici
della democrazia». A molti è
parso (giustamente) che dalla
maggioranza delle persone
quella foto oggi venga associata più spesso a concetti di
potere e di imperialismo che
non di democrazia.
Sono certo che chi nella redazione di Riforma ha scelto
quella fotografia ha voluto riferirsi soltanto all’immagine
e al concetto di Parlamento
in sé, un istituto che secondo
la mia opinione ci è stato dato dal Signore tanto quanto
quello della chiesa, ma che,
al pari della chiesa, rimane
gestito da noi peccatori, e
pertanto specchio di tutti i
nostri peccati. Personalmente però (se foto doveva essere) avrei preferito una foto
del primo Parlamento americano a Filadelfia: in modesto
palazzetto in mezzo ai prati,
che sembra proprio la copia
di quello del Sinodo a Torre
Pellice (un ideale «contorno»
visivo alle tesi sostenute
nell’articolo). So comunque
che non è affatto facile trovare per ogni articolo la foto
più appropriata.
Alberto Romussi - Amburgo
Lettere e note
Nel n. 22 di Riforma ho letto con interesse le «Noterelle
musicali» con la storia della
parola gamma nella lingua
italiana e il riferimento al nome delle note musicali. L’uso
di dare nome alle note musicali con lettere dell’alfabeto è
rimasto in funzione anche attualmente in Germania come
unica notazione, come sanno
i musicisti che si trovino ad
avere in mano uno spartito
stampato in Germania.
Il IDizionario enciclopedico
Utet dice che «in Inghilterra
vige anche una Notazione
musicale detta Tonde sol-fa
che si serve di lettere e convive parallela alla normale e ha
una notevole diffusione». In
Italia, generalmente, si sa e si
tiene conto solo di quello che
succede da noi, ma in giro
per il mondo ci sono anche
usanze diverse da quelle del
nostro Paese.
Lucia Bandini - Bonn
■ PARTECIPAZIONI H
RINGRAZIAMENTO
«Le tenebre stanno passando
e già risplende la vera luce»
I Giov. 2, 8
I familiari tutti del caro
Edoardo Battaglia (Dino)
riconoscenti, ringraziano di cuore
tutti coloro che con scritti, presenza, parole di conforto e fiori hanno
preso parte al loro grande dolore.
Torre Pellice, 21 giugno 2001
16
PAG. 16 RIFORMA
VENERDÌ 22 GIUGNIO 2001
Si è svolto a Padova il «World Social Forum» in vista del prossimo G8 di Genova
La speranza di un nuovo mondo possibile
«Porto Aiegre rappresenta la lotta e la speranza di un nuovo mondo possibile in cui gli esseri
umani e la natura siano al centro delle nostre preoccupazioni», recita l'appello conclusivo
MASSIMO GNONE
Tj un processo di
criminalizzazione di
tutti coloro che portano avanti queste idee». A un mese
di distanza suonano come
una profezia allarmante, forse un’analisi lucida, le parole
dei giornalisti Gianni Minà e
Pierluigi Sullo durante la serata inaugurale del World Social Forum del maggio scorso
a Padova.
La criminalizzazione
del «Popolo di Seattle»
Con ravvicinarsi del vertice G8 di Genova, altre parole,
altre accuse sono state aggiunte alla definizione del
cosiddetto «Popolo di Seattle», neolocuzione vuota e
volutamente confusa che rimanda con il pensiero alle
visioni e ai suoni di un movimento frammentato, caotico
e perciò pericoloso. Nell’immaginario collettivo, quindi benpensante, «caos» è
contrario di sicurezza, ordinato stare al mondo, regola e
maggioranza: sinonimo di
destabilizzazione e violenza.
Un esempio per tutti: in prima pagina de II giornale di
mercoledì 6 giugno una didascalia associava apertamente il «Popolo di Seattle»
alle Brigate Rosse, per la sola
presenza nell’immagine di
una stella rossa sulle magliette dei manifestanti.
Un terreno insidioso
Ma nessuno è immune da
questa «criminalizzazione». È
bene saperlo: anche la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), aderendo
al Genoa Social Forum, può
essere tacciata di stare dalla
parte del terrorismo. Accuse
che ricordano, con le differenze dovute, le critiche alle
prese di posizione ecclesiastiche sulla manifestazione
romana del Gay Pride. Un
terreno insidioso, che si può
abitare soltanto con la franchezza e l’impegno.
Il «Padova fiere», dove si è svoito il Forum
«Globalizzazione
dal basso»
«La politica è morta?»,
chiede Gianni Minà all’assemblea del World Social Forum di Civitas, il salone padovano della Solidarietà,
dell’Economia sociale e civile. Si risponde da solo: «No,
ha solo cambiato forma, ha
deciso di stare contro la globalizzazione economica, che
è come una guerra mondiale». Nel corso dell’intervento
ricorda le lacune dei media
su questi argomenti: «L’informazione sulle realtà figlie
dell’economia neoliberista dice Minà - è carente, sopita,
tenuta nascosta». Si apre così
la strada del dubbio, la lacerazione di «un altro mondo»,
come recita il manifesto del
World Social Forum, della
«globalizzazione dal basso»,
scegliendo a caso una delle
tante definizioni disponibili.
«Dalla protesta, dalla contestazione, dalla resistenza,
che bisogna distinguere dal
terrorismo - continua Minà bisogna passare alla fase propositiva». Un cammino che
sembra iniziato a gennaio in
Brasile. «Porto Aiegre rappresenta la lotta e la speranza di
un nuovo mondo possibile,
in cui gli esseri umani e la natura siano al centro delle nostre preoccupazioni», recita
l’appello conclusivo del Forum sociale mondiale. Genova, con l’introduzione della
Marcia mondiale, sarà il prossimo fronte di quello che
Pierluigi Sullo, direttore del
settimanale Carta, definisce
«pluriverso di resistenza al
pensiero unico».
A Padova, dal 4 al 6 maggio
si è data appuntamento la società civile. Uno slogan? Forse no. Ma resta difficile tracciare frontiere e definizioni
della «società civile» di Civitas, che spazia impunemente
dai rappresentanti nostrani
della «politica bianca», su
tutti Castagnetti e Casini,
all’assessore all’urbanistica
di Porto Aiegre, ai vescovi
africani e sudamericani. Un
variegato arcipelago che a
Padova affogava nel vasto
mondo del volontariato veneto, efficiente, «pulito»,
quasi sempre cattolico e fun
zionale al progressivo sgretolarsi dello stato sociale. In
questa prateria scintillante e
ricca, anche di risorse, costruita negli spazi di PadovaFiere, si aggiravano curiosi e
appassionati di commercio
equo e solidale, postsessantottini e giornalisti, preti e
comunisti nostalgici, giovani
anarcoidi e anziani fricchettoni, signore imbellettate e
cooperatori internazionali.
Un’umanità tranquilla e illuminata che ha seguito le numerose conferenze con passione e apparente noncuranza delle fatica, aggirandosi famelica fra gli stand del salóne, assetata di brochure e volantini, shampoo e artigianato peruviano. Mentre il bar
all’esterno dei padiglioni distribuiva senza sosta coca cola e hamburger, cibi e bevande «globali». Contraddizioni
di un Salone della solidarietà,
il cui stesso nome, e lo sanno
le popolazioni del Sud del
mondo, non significa sempre
reale sviluppo locale, quindi
autocentrato e sostenibile.
Il dibattito sui Balcani
A chiudere le danze del
World Social Forum ospitato
nel grande padiglione di Civitas, è stato forse il dibattito
più interessante: «I Balcani
tra integrazione e disintegrazione», organizzato dall’Osservatorio sui Balcani di Unimondo. Tra i partecipanti al
convegno anche il sindaco di
Sarajevo, Muhidin Hamamdzic, e Kiro Gligorov, ex presidente della Macedonia, che
insieme con gli altri relatori
hanno provato a districare
l’esplosiva matassa balcanica: gli effetti dirompenti
dell’anarcocapitalismo e della transizione in un contesto
di eterogeneità etnica. «Bisogna uscire dal circolo vizioso
- ha detto Gligorov - perché
finché c’è instabilità politica
ci sarà insicurezza regionale
e mancanza di equilibrio, da
queste niente sviluppo economico e quindi ancora instabilità politica».
I Secondo Erich Weingartner, membro del «Programma alimentare mondiale»
La Corea dei Nord è suU'orlo di una nuova carestia
La Corea del Nord rischia
di andare incontro a una
nuova carestia. Questo l’avvertimento lanciato da Erich
Weingartner, membro della
Chiesa luterana del Canada
ed ex impiegato del Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec). Secondo Weingartner,
incaricato del coordinamento del Programma alimentare
mondiale (Pam) a Pyongyang, per via di un cattivo raccolto alla fine dell’anno 2000,
la Corea del Nord si trova oggi a dover affrontare una penuria alimentare di 1,8 milioni di tonnellate, la peggiore
dal 1997.
Come nel Bangladesh
Anche se le condizioni potrebbero non essere così
drammatiche come quelle
degli Anni 90, durante le quali ci fu quasi un milione di
morti, Weingartner ritiene
che la Corea del Nord stia attraversando oggi una crisi
paragonabile a quella del
Bangladesh dove le penurie
croniche di cibo vengono
considerate da molti come
un problema ingestibile. «Per
il resto del mondo, una crisi
umanitaria come questa non
sembra risolvibile», ha fatto
notare Weingartner ai giornalisti al termine di un forum
svoltosi a New York il 15
maggio scorso presso l’Interchurch Center.
Il 16 maggio il Washington
Post ha riferito che i nordcoreani saranno di nuovo costretti «a mangiare foglie e radici per sopravvivere». David
Morton, coordinatore dell’
Onu a Pyongyang, ha dichiarato al giornale che le autorità esortavano i cittadini a
prevedere altri prodotti alimentari come il mais macinato, i torsoli di cavolo, radici, ghiande, erbe commestibili e foglie.
Morire di fame
0 di malattia?
«La situazione alimentare è
ancora molto critica», ha dichiarato Weingartner che di
recente ha fatto da intermediario tra i governi canadese
e nordcoreano. Per lui, il problema che colpisce la Corea
del Nord non è dovuto soltanto alla penuria alimentare, aggravata negli Anni 90
dalla siccità e dalle inondazioni a catena che hanno impedito ogni raccolto, ma anche a cattive condizioni mediche e a infrastrutture obsolete. «Spesso c’è poca differenza tra il morire di fame e il
morire di malattia», ha rilevato Weingartner. L’aiuto a lungo termine deve includere
una serie di servizi, dall’assi
stenza medica ai concimi e
alle tecnologie che permettono di migliorare l’approvvigionamento.
Weingartner ha espresso la
sua soddisfazione per il miglioramento dei rapporti tra
la Corea del Nord e i suoi vicini asiatici e altri paesi, dovuto soprattutto alla dipendenza alimentare rispetto
agli altri paesi e ha lodato in
particolare le chiese del Canada, degli Usa e dell’Europa
che hanno permesso «di aprire le porte» tra la Corea del
Nord e il mondo esterno.
«Ma dobbiamo andare oltre»,
ha aggiunto. L’interesse della
comunità internazionale si è
focalizzato sul miglioramento dei rapporti tra la Corea
del Nord e la Corea del Sud, e
sulle relazioni difficili con gli
Usa che hanno condannato
la Corea del Nord, accusandola fra l’altro di fabbricare e
di vendere missili ai paesi del
Medio Oriente.
100.000 tonnellate di viveri
L’amministrazione Bush,
che ha riveduto la sua politica estera nei confronti della
Corea del Nord, ha indicato
che avrebbe fornito 100.000
tonnellate di viveri su richiesta del Programma alimentare mondiale. Weingärtner ha
fatto notare che in Corea del
Nord c’erano alcuni funzionari riformatori. «Essi sanno
bene quali sono i loro bisogni, sul piano commerciale e
degli investimenti, e che le
loro condizioni non cambieranno se la situazione rimarrà la stessa», ha detto,
sottolineando la reticenza di
coloro che, temendo di perdere il controllo, esitano ad
accettare apertamente un’assistenza. Questo crea una
certa «pressione sul loro sistema» perché i coreani desiderano una specie di «cambiamento controllato», difficile da gestire. Tuttavia, «la
tendenza è all’apertura».
Attirare di nuovo l’attenzione della comunità internazionale sul rischio di penuria
alimentare in Corea del Nord
non è stato facile, riconosce
Weingartner. Una difficoltà
costante è stata quella di ottenere cifre precise concernenti le vittime della carestia
e dei problemi che ha provocato a partire dalla metà degli
Anni 90. I nordcoreani parlano di 250.000 persone mentre rOnu e gli organismi
umanitari parlano di una cifra oscillante tra 500.000 e un
milione. Weingartner avverte
che tale cifra aumenterà ancora a causa delle ultime penurie. «Ma non sappiamo ancora di quanto». (eni)
Dopo la guerra tra Etiopia ed Eritrea
Le chiese vogliono creare
il dialogo tra i due popoli
Responsabili religiosi dell’Eritrea e dell’Etiopia si sono
impegnati a visitare insieme i
propri paesi e a incontrare le
popolazioni provate dagli
eventi bellici. Hanno convenuto di attraversare più volte
le frontiere per indire incontri
di pace a partire dal 19 maggio scorso. 11 segretario generale della Chiesa evangelica
dell’Eritrea, Zerit Yohannes,
ha dichiarato che i primi incontri avverranno ad Adi Kayè
(Eritrea) e ad Adi Grat (Etiopia), città prossime al confine.
Zerit Yohannes è il portavoce
della delegazione eritrea, di
cui fanno parte sia responsabili musulmani che cristiani.
La decisione di avviare questo processo è stata presa in
occasione di un incontro fra
le comunità religiose dei due
paesi, avvenuto a Nairobi.
«Vogliamo creare - ha affermato Zerit - il dialogo fra i
nostri due popoli e abbiamo
la speranza che questi incontri con la gente rafforzeranno
la pace e la riconciliazione»
Gli animatori degli incontri
intendono lavorare con la base e sperano di convincere la
gente a partecipare, al fine di
sconfiggere l’animosità che
la propaganda di guerra ha
creato. L’attesa e la preghiera
delle comunità religiose è che
la pace veramente si radichi
nell’animo dei loro popoli.
L’incontro di Nairobi è stato il settimo da che è scoppiata la guerra fra Eritrea ed
Etiopia, ed è l’agenzia della
Chiesa norvegese che li promuove.
(dal settimanale della
Missione svedese Efs,
Budbararen, 17 maggio 2001)
I Appello della Federazione luterana
Medio Oriente: chiesta
anche l'azione della Ue
«La grave situazione del
conflitto in Israele-Palestina
richiede un’azione urgente
anche da parte dell’Unione
europea»: lo afferma il segretario generale della Federazione luterana mondiale, pastore Ishmael Noko, secondo
il quale l’Ue dovrebbe porre
questioni radicali al governo
israeliano circa le numerose
violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani nei
territori palestinesi. «I recenti
avvenimenti nei territori occupati e il crescente numero
di incursioni delle forze di difesa israeliane - afferma il segretario della Firn -, sono tut
ti elementi che alimentano la
spirale della violenza, in assenza di un impegno urgente
e costruttivo da parte della
comunità internazionale».
Secondo Noko, che di recente
ha inviato un appello all’attuale presidente dell’Unione
europea, il primo ministro
svedese Gòran Persson, «lariconciliazione fra israeliani e
palestinesi e una pace durevole potranno essere ottenute solo se si allevierannole
intollerabili condizioni in m
si trova attualmente l’intera
comunità palestinese e se
sarà spezzato il circolo vizioso della violenza». (nev)
Il «Chech polt» fra Gaza e Israele
Ä Verso la Conferenza mondiale dell'Onu
Il razzismo verso i «nativi»
In preparazione della Conferenza mondiale dell’Onu
contro il razzismo, la discriminazione razziale e la xenofobia che si terrà a Durban
(Sud Africa) dal 31 agosto al 7
settembre, rappresentanti
statunitensi e canadesi del
Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec) si sono incontrati a Dearborn (Michigan,
Usa), dal 10 al 13 maggio, per
definire i temi prioritari da
portare alla Conferenza Onu.
L’incontro preparatorio ha
messo al centro la questione
della discriminazione e del
razzismo nel Nord America,
in particolare verso i «nativi».
1 rappresentanti ecclesiastici,
molti dei quali parteciperanno in prima persona all’incontro in Sud Africa, si sono
impegnati a «ricordare le persone che non hanno potere
né privilegi, a cui bisogna dare voce nell’arena internazionale». I partecipanti hanno
inoltre discusso una bozza à
documento sul tema, preparata dal Cec in vista della
Conferenza mondiale, appoj;
tando alcune proposte o'
modifica e revisione.
«Il problema del razzisino
negli Stati Uniti e in Canada
contro le persone indiga»®
non è compreso profondamente - afferma il prof. George Tinker, della Chiesa evangelica luterana in America causa delle distorsioni ne
modo in cui i media e gli a*»'
rici raccontano la storia»-,
razzismo verso i nativi ame»
cani, spiega Tinker,
persistente eppure «invisio
le». Gli emendamenti al
bozza di documento sul ra ^
zismo andranno a integrare
modificare il testo, coeren
mente con altre proposte e
botate da analoghi j
preparatori in altre regi»
del mondo, che si svolgo»»,
no in questi mesi.
■