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ANNO LXXm
‘Pelile*» 10 Î04®»XX
N. 2t
Ritardate alla rocelá onde foste tasHiiati
S^ttimaanaal« mË^Um ChÌ<
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ABBONAMENTI ’S ' . >■.
Italia eimpero . Anno L. 15 - Semestre L. 8
l Estero ; 25 — • " . 15
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^ ' Ni4l* sic più forte della '^0^'"
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AMMINISTRA ZIO NE . Alberto, 1 bis - Torre Pellic*
‘ R E D A ZI 0 N'E ^ Arnaud, 27 - TORRE PBti.tOE
0*01 cambiamento d’mdlrizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
La Commissione Distrettuale è grata
ai Concistori che, accogliendo l’invito
della Conferenza del 1° Distretto, hanno inviato delle offerte per l’Eco delle
Valli ai Militari.
' Ma, com’è stato portato a conoscenza dei lettoli, è indispensabile che la
pubblicazione del giornale non gravi .
sulle finanze' della Chiesa, e quindi, in
relazione a un programma, di economié
deliberato dalia Venerabile' Tavola, anche il nostro giornale deve subire una
riduzione nel numero delle pagine.
Questa indispensabile riduzione sarà
accolta con disciplina da. ogni Valdese.
Ma, conscia dell’importanza che il
nostro giornale ha per la vita ecclesiastica delle Valli, la Commissione Distrettuale fa presente che non appena il
disavanzo dell’attuale esercizio sarà
colmato, grazie alle offerte delle parrocchie, il giornale tornerà' a uscire col
numero normale di pagine.
La Commissìdnie Distrettuale.
“ Gesù ed i Suoi „
Chi dicono gli uomini che io,
Figliuol dell’uomo, sono?...
E vo'i chi dite che io sono?
Matt. 16: 13-15.
In ichiesa, ogni domeirdoa, noi confermiamo il nostro attaccamento a Cristo:
il bisogno profondo che abbiamo di Lui,
^^U desiderio , sincero di servMo ogni
''giorno eà affermiamo che Egli soto ha
la chiarie della crisi chJe ci affligge.
Poiché Egli solo è Salvatore e Giudice.
NeIsBuno dentro la chiesa ci contraddirà, ma fuori di essa siamo noi sempre
capaci di affermare le nostre convinzioni e con persuasiva sicurezza mantenere la Verità davabti alla coscienza
altrui? « Chi dicono gli uomini che,, io
Figliuol dell’uomo sono? »
C’erano in quei giorni attitudini di- *
verse riguardo a Lui ied il Suo inlsegnamento, come ce ne sono oggi ancora.
C’era chi Lo comprendeva abbastanza,
almeno nel senso delle domatnde ch’Egli poneva davanti le toro coscienze.
Sapevano eh’erano chiamati a riconoscere Dio ed il Suo Regno, a giustificare la toro attitudine e la loro condot'■ ta davanti a Lui ied ai loro simili. Egli
li chiamava ad essere poveri in ispirito;
a diventar servi di tutti; ad usare misericordia piuttosto che amare sacrificio...
Un insegnamento questo che, non era nè
gradevole nè gradito e feriva la loro coscienza.
Il sospetto che Egli noir era della lor
classe, mutavasi in avversione e l’avversione in odio. Poiché lo scopo della
loro attività era quello di dominare sui
loro simili, bisognava, in un modo o in
un altro, assicurare la toro posizione
per salvaguardarle i loro privilegi.
Tutti questi motivi M tnoviamo in
Caiafa, in Pilato, in Simone Fariseo e
in Erode.
Altri erano realmente attratti a Gesù, ma nel timore di quel eh© Si direbbe di loro, si tenevano in disparte e,
all’occasione, venivano di notte' a consultarlo.
Infine un certo numero di uomini e
donne sembravano davvero convinti
della Sua Divinità e, nel fervore ' della
lor fede si consacravano a Lui per seguirlo: così Stefano, Paolo, Maria di Betaniia, per nominarne alcuni pochi; ed
oggi in tutte le chjlese di qualsiasi nazione noi sappiamo che tanti testimoni
dell’Evangeto lavorano © soffrono per
quel Nome che portò sulla terra « la.
. veara Luce che illumina ogni uomo».
4* c" '
Non sembra che durante il Suo breve ministerio, Gesù si sia occupato d’un
ordine’ sociale qualsiasi o 'della situazion© del mondo d’alloffia.
Il suo scopo era quello di scegliere
dei discepoli che in ogni luogo diffondessero la Sua Parola; così nella dicihiarazione di fede del centurione. Egli
vide la falange di quelli che dal levante e dal ponente sarebbero entrjati nel
Regno di Dio.
NIelle parole’ di Pietro: « Tù |sei il
Cristo, il Figliuolo dell’Iddio vivente »
vtoe l’intera Sua Chiesa fondata su
quella dichiairazione.
Il Suo spirito giubilò quando Zaccheo
l’invitò nella sua casa.ed in seguito nel
suo cuore. I^a Suia gioia fu grande
I quando Natanaele, Maria Maddalena
ed il malfattore sulla Qroce Lo riconob’■* bero in « Colui che doveva venire... »
f ^L’opera di Cristo fu quella di raccoIgliere individui per rivelar loro ,il miU stero di Dio e del Suo Regno ed il segreto d’una vita vittoriosa.
'f' Egli continua l’opera Sua ned cuoi ri a traverso le età e quelli, destinati a
'P vita eterna odono la Sua voce ed eiitrai ' no nel Regno. Gloria a Dio. X.
Scrivo queste righe non tanto per
dare ai lettori del giornale ampie notizie del mio particolare campo di lavoro,
tra gli alpini e gli artigliieri della Divisione Taurinense, quanto per offrir loro
sia pure in modo molto incompleto, un
quadrò rappresentativo del''contributo
che la Chiesa Valdese dà,. in fatto di
giicwani militari, alla Patria in armi sui
vari fronti di combattimento' e nel territorio mietropolitano. Trattasi d’un numiero notevole di giovani, tutti provenienti dalle nostre Vaili e ora dMocati
nei luoghi più diversi e più lontani; giovalnd dei quali spesse volte abbiamo
fatto conoscenza, sia pure soltanto per
corrispondenza, ed ai quali, appunto a
causa deH’isolamento in cui si trovano,delle difficoltà e dei pericoli cui Vanno
incontro, noi dobbiamo pensare con affetto e con uno spirito dì costante preghiera.
. Lasciando dunque da parte per im istante gli alpini della « Taurinense » i
cui homi sono scritti nel nostro cuore,
pensiamo e mandiamo un fraterno saluto aUe 'altre rappresentanze valdesi al
servizio della Patria.
I nostri Valdesi, e specialmente alcune parrocchie, hanno dato e continuano a dare un notevole contributo^ di
energie fisiche e morali iall’Arma dei
REALI CARABINIERI. Non c’è forse
in ogni nostra Parro(ochia qùalche exUfficiale o Sott’Ufficiale dell’Arima?
Oggi, in tempo di guerra, i Valdesi presenti nelle file dei Reali Carabinieri
raggiungono e probabilmente superano
l’ottantina; ve ne sono in Itaha, in Grecia, in Albania, in Croazia, nei territori francesi occupati, nell’Africa Settentrionale; ricordiamo, tra gli altri, i nomi
del vice brigadiere Long Alberto e del
carabiniere Long Attilio, di Pramollo,
dei carabinieri Gönnet Luigi, di Villar
Pellice, Benech Edoardo di Angrogna,
Bounous Aldo di Perrero, Revel Paolo
di Luserna San Giovanni, Bonjour Pietro di Bobbio, Long Federico di Torino.
Tutte le specialità dell’ARTIGLIERIA, lasciando pur da partei quella Alpina dove i Valdesi sono numerosi, annoverano, nel toro seno, robusti e valorosi rappresentanti della nostra famiglia valdese. Posseggo rindirizzo di più
di sessanta artiglieri valdesi, alcuni dei
quali da limghi masi stanno combattendo sulle infuocate sabbie dell’Africa
Settentrionale. Gli artiglieri Bouchard
Enrico di S. Germano Chisone, Massel
Enrico di Riclaretto, Tron Alessio di
Ferrerò, Bensch Artwo di Angrogna ed
altri ancora saranno lieti di sapiere che
pensiamo a loro ed inviamo loro il nos'tro affettuoso incoraggiamento.
Che ì Valdesi siano presenti fra le
truppe deUa GUARDIA ALLA FRONTIERA è cosa naturale; non sono forse
stati i nostri padri dielle continue vedette sui monti, a difesa della loro sacra eredità spirituale e della loro Patria? Le attuali Guardie Valdesi alla
Frontiera, in numero di circa settanta,
appiano dunque custodire, con il patrimonio nazionale, il patrimonio deüa loro fedOi, forte, operosa, evangelijca. A
Travers Carlo di Torre Pellice, a Gaydou Pietto di Angrogna,, -a Pastre Aldo
di Pinerolo, il nostro cordiale, memore
saluto.
Stupisce invece che più d’una trentina di Valdesi, abituati a percorrere gli
aspri sentieri dei loro monti, si siano
adattati a solcare con maestria, negli
stretti corridoi d’un sottomarino, sulla
tolda d’una nave da battaglia o nei
pressi dèlia caldaia d’-uh cacciatorpediniere, i mari e gli oceani* oggi così infidi. La Parrocchia di S. Germano Chisone, per lesempio, non so se per amor
di alcique o per passione di scafi, sta diventando responente del contributo che
la gioventù Valdese dà alla MARINA
ITALIANA; contributo di . energie che
raggiunge anche il sacrificio. Seguiamo
tutti questi giovani con calda simpatia
nell’adempimento delle toro perigliose
missioni; e' poiché vogliamo menzionare
alcuni nómi, ricordiamo quelli del marinaio Avondet Clemente di S. Germano Chisone, del cannoniere Lageard Filiberto di Pomaretto, del fuochista Grill
Carlo di Riclaretto.
Nelle FORMAZIONI SANITARIE
incointriamo anche dei giovani militari
Valdesi. C’è Fontana Giovanni dì Villar Pellice, in Grecia, Rivoira Fiorentino di S. Germano Chisone, su ditm treno ospedale, ü S. Ten. M^^ico Malan
Renato di Torino, sul fronte russo, l’alpino Tron Giovanni di Massello, in
Montenegro, il Cap. Medico Varese
Carlo di Torino, nell’Africa Settentrionale. A tutti questi e agli altri Valdesi
i quali militano nelle fila della Sanità
Militare compiendo talvolta un lavoro
che richiede coraggio e cristiana carità,
noi stringiamo da lungi, fratemam,ente
la mano.
L’ARMA DEL GENIO pure ha i suoi
marconisti, zappatori, minatori, telegra- *
fisti, artieri e meclcanìci Valdiesi. Ve
ne sono certo una cinquantina, siu tutti i fronti, persino nella piccola isola di
Pantelleria. Gli ufficiali Valdesi vi sono
ampiamente rappresentati; mandiamo
un saluto ai S. Ten. Jahier Ettore di S.
Germano, Forneron Enzo, Decker Claudio, dalla Ferruccio di Torino, ai soldati Rogtan Francis di Torre Pellice, Sappé Davide di Pramollo, Griset Alberto
di Torino.
E gli AUTIERI Valdieri guidano i loro automezzi sulle strade della madrepatria, deU’Africa Seitt., della Russia.
Guidatori dì macchine, si ricordino essi
che la loro vita individuale deve esser
guidata e che non c’è migliar guida del- 4
la Parola di Dio « lampada al nostro
piede e luce sul nastro sentiero ». I nostri fratelli in fede Bleynat Claudio di
Torre Pellice, Rìbet Arturo di Pomaretto, Ga.rdiol Arnaldo di Pinerolo, Malan
Roberto di Luserna S. Giofvanni e gli
altri anjcora sappiano che ncà auguriamo loro d’esser guidati e salvati dalla
Parola santa di Dio.
Presenti sulla terra e sui mari, i Vaidesi lo sono anche, nell’ora che passa,
neH’aria. Certo una trentina di AVIERI
MONTATORI, ARMAIOLI, provenientì dalle nostre Valli, servono la Patftia:
c’è tra gii altri Rovara Alfredo di Luserna S. G., Prochet Giovanni di Torino, Pons Luigi dì Perrero. Essi volano
nell’azzuro del cieto o tra le nubi dell©
tempeste; eppure, nel loro volo sempre
così periglioso, esri hanno bisogno d’esaer partati come su ali d’aquila e sorretti 'dall’amore di Colui che ha detto:
« Sotto di te stanno le braccia eterne! »
Le SQUADRE PANETTIERI, i NUCLEI DI SUSSISTENZA e di COMMISSARIATO, la MILIZIA ANTIAEREA 'annoverano anche alcuni nostri
rappresientanti, tra ì quali il sold, Avondet Ugo di Prarostmo, il S. Ten: Co'issorn Enrico di Torre Pellice, il sold. Coltet Ernesto di Pomaretto.
Viene infine ultima, ma irion minima,
la FANTERIA con i suoi cento e più
ufficiali e soldati Valdiasi sparsi isu tutti i fronti, ricordiamo sxiltanto i nomi
di quelli che sono più Ìofitani e cioè i
■seguenti: sold. Falche Giulio di Torino,
Mares. Petrone Ignazio di S. Germano,
S. Ten Gardiol Dante di Pinerolo, ^Id.
Benech Adelmo di Angrogna, sold.
Mourglia Gualtiero di Rorà, Serg. Pons
Guido di Massello, Capit. Valerio Emilio d's Tarino.
Aggiungete a tutti questi rappresentanti della nostra famiglia'' religiosa i
numerosissimi ALPINI Val'desi i quali
assommano a parecchie centinaia; aggiun^tei, mettete anzi al primo posto i
nomi dei cadati in combattimento, dei
prigionieri e dei feriti, e vedrete qual
sommla di energie, qual contributo di
uomini il nostro piccolo mariipolo Valdese, così spesso ignorato ed ingiustamente sprezzato, ha ptrr messo al servizio
della Patria neU’ora in cui essa lo ha
richiesto.
In tutte le lettere di questi soldati,
miolti diei quali, lungi dalle loro farnigli©
da circa due anni, non ho mai trovato
una parola di lamento che offuscasse
il loro senso del dovere; essi affrontano
difficoltà e disagi, conoscono della vita
alcuni fra gli aspetti più dolorosi e più
pungenti, con fiducia in Dio, anche se
talvolta si .sente dire, come ho sentito
io ultimamente per bocca di un pasciuto borghese, che « Dsp è vecchio e che è
tempo ormai di metterlo in pensione »,
camminano, fra le incertezze del tempo
presente senza perder di vista i valori dello spirito che tanta gente a casa
propria dimentica, purtroppo, o trascura per gli affanni e le ansietà della comune vita quotidiatna.
Narrando,mi alcune .delle sue esperienze sul fronte rusto, un autiere Valdese così si esprimeva, tra l’altro: « durante 1500 Km. di percorso, hO} visto
una sola chiesa, le altre o sono distrutte 0 servono ad altri scopi; speriamo che
anche queste persone 'imparino ad amare Gesù Cristo, lasciando da parte le
funeste teorie di chi cerca solo la distruzione della famiglia e dell’anima;
ringrazio Iddio d’esser nato in un ambiente cr-istiano, perchè soltanto chi ha
vissuto qui può apprezzare l’efficace
opera compiuta da voi pastori in mezzo
ai fedeli ».
Uno dei miei ‘ alpini, ferito in combattimento e ricoverato in un ospedale
della madrepatria, così mi parlava deirincontro commovente con i suoi famigliari: « Sabato e domenica mia madre
e mio fratello sono venuti a trovarmi.
Oh, quali ore serene, avere la mammà
vicmo, premurosa g pieno il cuore di
gratitudine a Dio per aver Egli manifestato il Suo amore verso dm me e verso di lei pure! Ho pa.ssato due giornate
d incanto, tanto d’aveva, da dire reciprocamente e tutto terminava in una
lode a Dio e in una preghiera perchè
Egli non m abbandoni, voi tutti che siete rimasti a compiere il vostro dovere...
Con l’aiuto di Dio saprò difendere e far
comprendere la mia fede che ogni giorno alimento còl Nuovo Testamento »,
Agli alpini Long Attilio e peyrot
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3^
y rèste, nel Mantengo, al carab. Gonn$t
Giovanni, in Grecia, laU’autiere Simond '
Oreste, al fajilie Coimon, Davide, al S.
Ten. Armand-Hugon Augusto, i quali
inviano per miezziO* del giornale il loro
aaiuto a tutti i Gonoisweinti sotto le armi,"
wmm usBum ^jx£i ^Kwm
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mandiamo noi pure il nostro augurale,
fraterno saiut¡or^».v '■
Dalla ifi aprile, ¡cioè deH’epoca
in cui fu■ibedatta la 03% ultima corrispondenza, 'fino ai primi ’di giugno, ho
potuto regolarmente, seguire i repsuti'
della mia Divisione, ^accompagnànàoli
nelle lunghe'marcie sotto il sole, nelle
operazioni di rastrellamentp, riprendendo contatto con i gruppi più isolati
" e più difficümente 'raggiungibili, condividendo con loro il riposo sotto la tenda. Ho avuto l’oocasione di presiedere
vari culti, quasi tutti all’aperto, all’ombra dei faggi o degli abeti, in un’atmosfera più calma che non quella dei mesi prededenti, 41 un ambiente sempre
accogliente e cordiale. Più volte ho potuto recare io stesso l’Eco delle Valli
ai, militari sul loro posto di servizio ed
una sera, tomandò da una ricognizione notturna, ho ipersino potuto unire la mia voce a quelle di un forte
gruppo di alpini Valdeisi nel canto spontaneo ed intonato dei nostri inni giovanili.
Partendo per un' breve periodo di licenza, non ho lasciato del tutto senza
assistenza religiosa ü nucleo principale
dei militari Valdesi. Un giovane, stimato Ufficiale del Battaglione Plinerolo
ha volentieri accettato l’invito che gli
ho rivolto di riunire per il culto domenicale gli alpini del suo Battaglione,
dopo averne avuto l’approvazione del
Maggiore Ccmandante. E- ciò egli ha
fatto già alcune vomite, m attesa del min
ritorno; nel meiisaggio riprodotto qui
sotto e da lui redatto, egli si rivolge direttamente a voi, lettori del giornale.
Aimia di terminare questa mia corrispondenza e di lasciali la" parola de¡sidero fare alle famiglie Valdesi delle
Valli queste due pomunicazìoni:
1) Allo scopo di rivedere e di riordi^re il quadro statistico dtì, militan Valdesi sotto le armi, compito questo di ^ande importanza, agli
effetti deli’àssìstenza religiosa, pregovivamente TUTTE LE FAMIGLIE INTERESSATE di voler comunicare ogni qualvolta ciò sia necessario, l’indirizzo esatto dei loro cari, al pa^ore Am.aldo Comba - Angrognà Torìna
Tutte le_-famiglie Valdesi assolvano
questo loro facile epprur preciso dovere.
2) Avendo avuto ultimamente l’occasiòné di visitare le famiglie di àlmmì
nostri caduti e di conoscere personalmente molti famigliali di alpini e artiglien Valdesi, mi sento il dovere di ringraziare tutti quei fratelli in fede per la
calda, spontanea accoglienza che mi
harmo fatto e dì cui serberò un gradito
ricordo.
Che Iddio vi benedica, cari fratelli
e vi conlceda la gioia di rivedere i vostri
figliuoli! '
Il Cappellano Militare Valdese .
Capitano E. ROSTAN.
isiio d’iD Oiiioale West
Maggio, giugno: Testate sd avvicina,
anzi par già di essere in piena estate in
queste regioni povere d’acqua, dove i
sassi qua bianchi qua grigiazzuri riverberano il calore del sole implacabilmente: poi d’improvviso con un contrasto
violento, i pendìi brulli di queste montagne dai profili' sinuosi e tondeggianti
si coprono di foreste interminabili di
faggi e di abeti dai tronchi enormi e
fermi nel tempo cqn la loro patina di
vacschiaia, come le colonne gigantesche
di certi templi o costruzio-ni antiche.
Attraverso una regione come questa
gli alpini hanno camminato ed agito negli ùltimi mesi, in maggio specialmente,
sino alla conclusione del ciclo operativo
di cui hanno anche -parlato i quotidiani
italismi.
Le soste in questo periodo movimentato non Stono state molte, tuttavia gli
^pini Valdesi hanno cercato e trovato
il modo e le occasioni di punirsi lo stesso con il loro cappellano. Anzi quelle
riunioni all’aperto, spesso utilizzando
qiralche ora tra ima marcia é l’altra, ner
recarsi alle quali, gli alp/ini si davano
da una volta all’altra il cambio sulle
postazioni dove erano di vedetta, pareva che fossero ancora più belle e tutti
vi accorressero con un diesiderio ancora
maggiore di udire le parole della fede.
Il cappellano, Rostan, poi, laveva un
lavora non certo semplice; doveva in<
certo qual modo destre^arsl tra le
compagnie, laggiungeme^um' per me?zo di qualche colonna’ di automezzi,
adattarsi alle circostanze di luogo e di
tempo per cui poteva anche capitare
dì dover sospendere all’ultimo momento la riunione per qualche impiroviviso
movimento. j\4a si può veramente dire
j. ohe queste riunioni spontanee avevano '
^ sempre un tono oltremodo simpatico ed
un fervore spu'ituale intenso, come se
costituissero proprio una lieta sorpresa tutti, una sorpresa attraverso la
quale viene procurata una cqisià proprio
nel momento in cui uno sente di averne più bisogno. E’ attravèrso a queste
riunioni che si sente Dio vicino a noi,
che sì ottiene più che In qualùnque
altro modo la sensazione della sua presenza; poi al termine di lesse gli alpini
parlano tra di loro delle valli, degli
amici lontani, di quanto si è letto sull’Eleo a proposito del tal convegno o
della tale attività; spesso il Cappellano
legge qualche lettera che gli è pérvenuta da militari valdesi dislocati su altri fronti 0 porta le notizie dei feriti,
di quieHi in convalescenza; ed è come
unia invisibile rete spirituale che collega tra di loro giovani fratelli in fede
attraverso ! mari e le montagne, teatri
lontani e diversi di questa guerra, e li
riporta tutti, con una sensazione dolce
e confortante, ai loro focolari, ai loro
campi, alle loro chiese.
Ai primi di giugno il cappellano ci
ha lasciati oer un breve periodo di licenza e prima di partire mi ha xhiesto
di sostituirlo, per quanto potevo, nel
suo compito; per me che ®>no legato ad
un solo reparto di tutta la divisione si
trattava più che altro dì riunire aUa
domenica gli alpini Valdesi diel mio e
dei reparti che fossero stati vicini, per
il oulto. Cosi sinora per due volte nel
palesino dì K. a 1000 nietiri su im vasto
altipiano, ed una volta pre^o la città di
S. ho potuto celebrare il culto aU’aperto
con gli alpini del Battaglione Pinerolo
e con gli artiglieri del -1° Reggimento.
Bress’a poco un anno prima, di ritorno
dal fronte grdoo, avevo triimito sulla
spiaggia di Bari il mio plotone di -sciatori valdlelsi; molti di questi li avevo di
nuovo di fronte nelle ultime riùnionì e
non ho potuto f£u:e a meno di pensare
subito ad alcuni altri che già hanno dato la loro vita alla Patria o sono stati
feriti col Battaglione M. Cervino, e a
quelli che con questo reparto stanno an.i
cora combattendo su lontano fronte: ad
assi invio attraverso l’Eco, con il mio saluto, quello di tutti i loro compagni del
bianco Pinerolo.
Un Ufficiale Valdese
del Battaglione Pinerolo.
la Memoria dei Valdesi
cadati e decorati al falere
La Società di Studi Valdesi, in conformità con la deliberazione presa nell’assemblea annua drilo scorso settembre, ha deciso d’istituire' nel Museo
Valdese una sezione speciale dedicata
alla meiRioria dei Valdesi caduti o decorati al valore nelle ultime guerre. I
loro nomi vi saranno degnamente ricordati, e vi saranno aggiunti oggetti, fotografie, cimeli, che si riferilscano al
sacrifizio da loro compiuto per la Patria.
Di questa nobile eri opportuna iniziativa sono stati incaricati il direttore del
Museo, prof. Attilio Jalla, e la sig.na
prof. Rita Ribet, figlia dell’eroico maggiore Giov. Ribet, primo valdese decorato di medaglia d’oro al valore.
Le famiglie dei Valdesi Caduti 0 Decorati, i Pastori, i dirigenti della F. U.
V. sono vivamente pregati d’inviare alla sig.na Ribet (Lusema S. Giovanni) 0
al prof. Attilio Jalla (Torre Pellice) le
segnalazioni richieste, con questi dati
precisi: Nome - paternità - luogo e dotta d'ff nascita - luogo di residenza dellà
famiglia - arma e grado - guerra e
campagna a cui hanno partecipato decorazioni e benemerenze _ fatti d*armé in cm sorw caduti o per cui sono
stati decorati. Pei Caduti e Decorati
della guerra 1015-18, i cui dati sono
già contenuti nella pubblicazione edita
a suo tempo dalla Tavola Valdese, basta inviare qualche ricordo. Di tutti si
prega di fornire la fotografia e qualche
oggetto o cimelio che valga a ricordarne l’impresa ed il valore.
TORRE PELIJCE : Due appartamenti
con mobilia si affittano, preferibilmente
a operai della Chiesa. Rivolgersi al Pastore.
ANG^JOGNA (Serre)
« jL»omcinica ‘¿ii grugno, durante il culto
tenuio al rsagnoud sono stati battezzati
r-r. Dimoi n'ain e haa Monnet di Davide e
i^a. il ¿signore accompagni con la bua
^grazia 1 nimbi ed i gemtori.
l — E’ deceduto a Torino in una casa
di cura (Jiovanni Cotsson, della bagna,
i'oopo iV armi di souerenza. Esprimiamo
¿aita famigiia ia nostra simpatia frater
— Culti. Domenica 12 luglio, ore 10:
-tempio di Praaeltorno - One 15: Barfè.
s.-uu-i. - ....... e. a.
OPlNEttOLO
Il nostro fratello Pietro Godino, anziano del quartiere di S. Second.o, ha ayuto il ooiore di pierdere sua sorella
..^Carolina., vedova uoamo, da tutti conojsciuta e stimata per la sua bontà, la sua
'giovialità e la sua ospitiailità. A lui le a
^utti 1 parenti che piangono la sua dipartenza giunga Tespressione della nostra profonda simpatia cristiana.
«'OMAlàETTO
Venerdì scorso 3 corrente, abbiamo
compiuto il mesto dovere di accompagnare all'estrema dimora terrena la
spoglia mortali© della nostra giovane sorella, la signorina Giovanna Montangsro, deceduta alTOspedale di Pomaretto,
dopo lunga maliattìa a^ravatasi improvvisamente. Essa ^paiteineva alla
Chiesa Viaildese di Biella ed. era originaria di Neuchâtel (Svizzera).
Alla mamma, già molto provata nella
sua vita, ma che sappiamo essere.sostenuta da quella lede che è « certezza
di cose che si sperano e dimoistirazione
di cose che noi) si vedono», come al
fratello, stabilito a Parigi, porgiamo
l'espreBsione della nostra- sentita simi-patia cristiana.
— Domenica scorsa nel 'pomeriggio,
all’ombra di vetusti castagni al Clot
delTlnverso Pinasca. ha avuto luogo una numerosa riunione dedicatia alla
preghiera ©d al pensiero affettuoso per
i nostri fratelli sotto le armi. Essi sono
stati tutti ricordati e su di loro - come
sulle loro famiglie - sono state invocate
le benedizioiii del Signore.
La colletta fatta alia fine e destinata
all’invio dell’Eco delle Valli ai militari
ha fruttato la bella somma di L. 107,60
Orfanotrofio. Gioviedì igcoiso con simpatico e dedicato pensiero la Società di
cucito di Pomaretto ha rivolto un affettuoso aaluto di commiato alla Direttrice dell’Orfanotrofio, la sig.na. Adele
Pons, che da ben 4 anni con completa
dedizione ha dirètto quest’opera altamente umanitaria. Il pastore Mathieu a
nome dèlia Società dì cucito e della
Parrocchia ed il pastore Peyronfel a nome della Commissione, degli Istituti
Ospitalieri /aldesi e della popolazione
d.el Val Balziglia harmo espresso alla
sig.na Pons | sentimenti della più viva
riconoscenza per Topera benedetta da
espi svolta con tanto zelo. Nel contempo un saluto di affeittuoso benvenuto è
stato rivolto alla nuova direttrice la
signorina lotti cui auguriarnso un lungo
soggiorno in mezzo a noi e un’attività
altrettanto benedetta. Erano pure presenti all’incontro di occasione il pastore Genre ed il pastore JanaveI che terminò Tintima cerimoniia con la preghiera.
PRAMÔLLO
Abbiamo accompagnato alla estrema
dimora -terrena, in San Germano, la
spoglia mortale di Long Carlo, oriundo
di Pramollo, deceduto .la scoi^ settimana.
— Per un increscioso- errore è stato
om'esso di pubblicare a suo tempo la
morte del nostro fratello» Bounous Giovanni del quartiere di Pomeano. E' stato richiamato dal Signore qualche tèmpo fa, nel suo 84° anno di età.
Cogliamo Toccasione per esprimere
una volta ancora alle persone provate
dal lutto la nostri^ profonda simpatia
fraterna e cristiana.
La domenica 28 giugno è stata
presentata al S. Battesimo la bambina
Mirella Jahier di Attilio, della Ruata.
Il Signore prenda sotto la Sua protezione questa nuova ipecorella della Sua
gre^ia.
In occasione del con vegno giovanile che ebbe luogo il 21 giugno u. s., abbiamò udito il messaggio cristiano datoci dal pastore sig. Roberto Jahier, e
10 ringraziamo dì cuore.
In quella .«tessa circostanza la nostra
Oamunità ha avuto la gioia di rivedere
11 suo antico conduttore, cappellano
Emuanho Rostan, Da lui abbiamo delle
■Mr • • . ■ ■ S. ■■■ ■
notizie dirette,grazie a Dio abbastanza
buone, dei numerosi giovani pramoUini
che servono la Patria in terra lontana.
Le nostre preghiere led il nostro pensiero affettuoso seguono costantemente
i nostri dari giovani ed il Cappellano
che svolge in mezzo a loro la sua opera
pastorale.
DODORBTTO
R giorno 20 giugno, nella cavia di Talco delle Fontane, decèdeva tragicamente Bouvier Michele, di -anni 41. Egli era
originario di Pramollo e si era stabilito
aUe Fontane da alcuni anni. Lascia tre
tenere .creature, di -cui la maggiotre ha
appena 3 anni. Il Si^ore sia il consolatore della vedova e il Padrie degli orfani.
Battesimi. Barus Ilda di Cesare e di
Pà'scal Luigia'; Fontane, il 14 giugno;
Léger Ugo di Ernesto e di Meytre Iolanda, Fontane, il 21 giugno. La grazia
del Signore'rip-osi su questi bimbi.
SAN GERMANO CMISONE
Il culto di domenica prossima, 12 corrente, sarà presieduto dai sig. Jacopo
Lombalrdini, il ben noto scrittore evangelico.
TORRE PBLLICE
Il culto di domenica prossima, 12 corrente, alle ore 10.30, nel tempio di Villa sarà presieduto dal -pastore signor
Guido Comba di Roma.
Liceo-Ginnasio Valdese Pareggiato.
Candidati ammessi alla Scuola Media
nella sessione estiva:
Arnoldi Franca, Benech Francesco,
Bertotto Pietro, Coisson Paola, Comba
Letizia, Costabel Eleonora, Cotterchio
Anna Maria, Cougn Liliana, Devecchi
Pierangelo, Gardiol Olga, Gay Ada,
Geymonat Dante, Jahier Enrico, Lehner RJaimondo, Lehner Ugo, Massel Amedeo, Melleri Franca, Micol Edoardo,
MoiRno Maria, Monnet Renata, Moro Idelba, Mourglia Liliana, Pasquet Vera,
Poet Alga, Plesciti Ermelinda, Rosta-gnol Clelia, Tourn Giorgio, Geymonat
Ada.
Ammessi alla IV Classe del Ginnasio:
Bosco Veglia.
F. U. V
CONVEQNO A PIAMPRA’
-fP l u sé ti «»
Prof. QinoXostaìei, direttore responsabile
« ARTI GRAFICHE L’ALPINA - Tetre Pelliee
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■
Il Comitato Nazionale della F. U. V.
ha organizzato per ü 19 luglio a Rorà e
Piamprà il primo dei consueti convegni
giovanili della stagione estiva. Il programma ricco e 'attraente è così fissato;
Mattino, ore 10,30: Culto nel tempio di
Rorà presieduto djai pastore dott. Alberto Ricca.
Pomeriggio ore 14 a Piamprà: Studio
su « Il credente di fronte al lavoro »
presentato in due. aspetti 'diversi ed
importanti dai pastori dott. Roberto
Comba e Edoardo Aúne.
Dopo gl) studi e le discussioni, la gioventù rorenga inviterà i suoi Ospiti a
passare un’oretta in un bosco incantato fra tesori nascolsiti, indovini, chiromanti, dottoroni e sorgenti di elixir di
lunga vita.
Tutta la Gioventù Valdese è cordialmente invitata a questo convegno.
Per tutto quanto concerne Torganizzazioné, rivolgersi lal Pastore di Rorà.
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Meditazioni quotidiane «Yangeliche
La quarta edizione delle meditazioni
quotidiane evangeliche, a cura di Teodoro Bàlma (Catania), uscirà, presumibilmente, per il settembre prossimo, in
una veste rinnovata.
Come il pubblico evaingelico licoriderà, le tre prime edizioni - con^Uate
da un gruppo di pastori e cretìéinti delle
nostre chiese - dal 1937 al 1939 - ebbero un crescente successo, non soltanto
editoriale. .L’edizione del 1940 fu sospesa per ragioni tecniche momentaneamente insuperabili. Ora che tali difficolta sono sitate superate, l’editore annunzia la pubblicàzioinie del volume di
meditazioni quotidiane -per il prossimo
Sinodo.
Fra l’altro, essa costituirà im miracolo di buon mifflrcato: l’edizione infatti
costerà lo ■stesso prezzo dieile edizioni
precedenti: L. 5 al volume, appena il
costo dì un chilo di fruttai
Per assicurarsi le copie del volume è
utile cosa prenotarsi in tempo, ad evitare che - come già per il passato - numeroBie richi«te debbano restare inevase. T. Balma.
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