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Anno LXX\^II
Torre Pellice, 28 Febbraio 1947
N, 8
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Nulla sta più tone delta vostra ledè’ '•
(Gianavello)
SETTIMANALE OEILA
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ABBONAMENTO ANNUALE E SEMESTRALE
Italia . Lire 250 150 Francia * Franclu 250 150
Svizzera . Franchi 4 3 Stati Uniti Dollari 2 1,25
Ogni camhiamento trindirizzo costa Lire CINQUE - La copia Lire CINQUE
_ ~ t „ itlffùardate alla roccia òftde fosfe tasfUati
CHIESA VAL cSE * Isaia LI: 1
REDAZIONE : Via dei Mille, 1 - Pinerolo
AMMINISTRAZIONE ; Via Carlo Alberto. 1 bis - Torre Pellice
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-31.';.■...
Ho serbata la fede
(2 Tim. 4: 7)
Queste jìarole sono state scritte dalPaposlolo Paolo al lerniine della sua travagliata esistenza quando, nella solitudine di
una i)rigione, sente che l’ora del suo mar.
,tirio è imminente. In quel momento solenne, non privo di angoscia, l’apostolo
pensa a quello che è stata la sua vita:
la paragona ad un comhaltimento e ricojio.see * he runica forza che l’iia sostenuto
è stata la fede. La fede che egli ha sempre
bcrhata. dal momento della celeste visione sulla via di Damasco sino al momento
■nel quale la suà vita .sembra risolversi
in un fallimento, mentre invece egli Ita la
certezza che, dopo il martirio, riceverà la
« corona della vita».
l.a fede dell’apostolo era stata minacciata, s<'nza diibV)io, (ìall’ftmbìente nel quale
opernva. E’ noto che l’apostolo si consacrò in modo speciale, ad evangelizzare i
Gentili i quali erano estranei alle leggi di
Dio rivelale ao Israele e che vivevano im
Un Messaggio
da Ginevra
Genève, le 16 février 1947.
Cher Monsieur,
Au nom des 110 convives du Banquet du
(( 17 Février )> (140 participants l’après midi)
je vous envoie, ainsi qu’à L’Eco delle Valii »
et par lui à tous nos frères d’Italie un fervent
et chaud message spécifiquement « Valdese».
Nous avons, grâce à la présence de Mr. le
pasteur Eynard, vécu des. heures émouvantes
et riches’^de bénédictions divines.
Lux lucet in tenebris.
Votre dévoué.
E- P.'^SQUET
président de la S. S; M. des Vaud. du Piém.
iVo 1Î.S' nous réjouissons de ce que le vaudois ayent pu fêter le 17 février a Genève,
dans une atmosphère de fraternité chrétienne
et vaudoise.
Nous leur envoyons, ainsi qu’à Mr. Emile
Pasquet, nos messages très affectueux et nos
salutations en Christ.
E Rostan.
niersi nel paganesimo di Roma. Si facet'a
allora l’apologià «Ielle forze delle armi,
della violenza, «Iella ricchezza mentre,
dall’altra parie infieriva la miseria e,la.
¡■■cliiavitù. Ci siamo trovati spesso, nel c«jrso di questi ultimi anni, in un ambiente
«■he era t«)talmenle estraneo alla fede ed
aveva delle sorprendenti analogie con quei
tf'iii])i lontani. Il paganesimo ha infierito
nella vita pubblica e privata ed ha cercato
di sp«2gnere la fede.
Beati «‘oloro che hanno superato la pr«jva e possono esclamare con l’apostolo Paolo: <« ho serbato la fede».
l.a fede dell’apostolo è stata messa a
dura prova non solo «lai mondo pagano,
ma dalle stesse comimilà che fondava e che
risilava periodicamente. Quanti insuccessi apparenti nella sua opera! Quante ama
re ri flessioni sono contenute nelle sue e]iistole! Gli aniici lo abbandonano nel
mcmciilo del pericolo è lo lasciano solo a
l«)ttare. Uomini che credeva convertiti gli
si rivelano, ad un tratto, amanti «c del
])resente s«’colo»; nell«; comunità cristiane
stesse ove avrebbero dovuto regnare la pn.
rezza e l’amore tratemotrionfarono,non di
rado, l’immoralità, Pogoisino e la discordia.
Quante volte la nostra fede è messa a
dura jjrova dall’ironia o dall’ostilità di co
loro che crediamo partecipi della nostra
stessa speranza ! «
Una domenica mattina un credente si
avvia, come è solito fare, verso la chiesa
lontana. Incontra casualmente un amico e
('.«vrreligionàrio che si reca al lavoro dei
campi e che gli pone il seguente- ironico
ìnteiTOgativo: ««chi, credi tu, agisca meglio? Io che vado alla mia quotidiana
fatica o tu che te ne vai in chiesa? ». L’in
terpellato, dopo un istanté di silenzio, risponde : « dobbiamo seguire la votse della
nostra coscienza; la mia mi spinge verso la
chiesa e verrà f«jrse il giorno nel quale la
« oscieiiza ti rimproverà di non esserti unito a me!».
Ma la fede dell’apostolo è stata messa a
dura prova sopratutto dalla, sofferenza e
dalle afflizioni del suo ministerio.
l'iglì soffre nel suo corpo che è miuato
da una misteriosa infermità. Egli prega il
Signore, con insistenza, di essere liberato,
ma l’esaudimento non viene nel modo richiesto. Chi può restare insensibile alla
semplice lettura del lungo elenco dei patimenti e delle sofferenze dell’apostolo di
«■ni egli stesso ci parla al cap. ,11 della
II Ep. ai Corinzi?
L’apostolo ha vinto uni«;amente per
mezzo della fede: diifatti egli dice « il
Signore è stato meco e mi ha fortificato »
(2 Timoteo 4:7).
Egli rimane, per tutti noi, un esempio
mirabile di fede in Dio. Ci confce«la Iddio di serbare la fede nei giorni dell’avversità, della delusione, della povertà,
della malattia e della persecuzione. Quando a viste umane tutto è perduto e si
avvicina l’ora del martirio l’apostolo esclama con profonda serenità di spirito:
1« Io ho combattuto, il buon, combattimento, ho finita la corsa, ho serbata la fede;
del • rimanente mi è riservata la corona di
giustizia che il Signore, il giusto giudice,
mi as^gnerà in quel giorno; e non solo a
me, ma anche a tutti quelli che avranno
amato la sua apparizione».
U. Bert
l’inlii di lluoiiiioli
Sere fa, alla radio, abbiamo avuto occasione di udire un commento al libro d: recen.
te publicato a Roma : Pio XII, dovuto alla
penna di Ernesto Biionaiuti. E' un’opera postuma del grjande scrittore cristiano, in cui
egli ci dà- un profilo del papa vivente e getta
la sud condanna sull’atteggiamento politico
del Papato : cosa che non può evidenternente
piacere agli \interessati, come Ci ha fatto saperedavoce dii -Giordani,,il noto pubblicistainterprete del pensiero della Santa Sede. Df modo
che Biionaiuti, il quale prolunga oltre la morte la sua protesta contro quella chiesa che
egli voleva far ritornare alla primitiva purezza, è oggetto kneora, oltre la morte, dì critiche e calunnie da parte di quel clero di cui
egli aveva fatto parte, ma che aveva abbandonato per far «parte a sé. stesson.
Iginio Giordani ha letto nel cPio XII»,
soltanto Tamarezza di un riformatore sbagliato; di colui che volle rendere Sa Chiesa a
sua immagine è somiglianza, invece di rendere se stesso ad immagine e somiglianza di
essa, e trova che il libro è intenzionale, partivano, che non è una biografia di Pio XII.
ma una condanna della politica vaticana in
blocco; come se. disse egli, si potesse disgiungere la fede dalle opere, come se Cristo non avesse rivolto la parola alle meretrici
di Gaiile'fi.
Un po’ poco, ci pare, per giustificare il
patteggiamento che il Vaticano conduce con
le, varie potenze mondiali e con la politica di
tutti i paesi. Cristo scacciò i meràanti dal
tempio, ma non ci risulta che abbia avuto rapporti coi principi del suo tempo o che abbia
investito irt qualche impresa l’oro-dei Re Magli
Igimo Giordani finì il suo dire affermando
che l’ultima opera di Buonaiuti è un libello,
e che la fine dell'ex-saperdote gli faceva
* pemVi^Siccome è noto che fino aU’ultimo momento della sua vita Ernesto Buonaiuti fu
circuito da quella chiesa cbei egli non aveva,
voluto abbandonare, ma che l’aveva cacciato,
e che efift desiderosa di vederselo morire in
gre'mbo, domandiamo a Iginio Giordani se
non e per caso l’estremo onesto rifiuto di Buonaiuti a fargli pena ■ che oggi forse il libro di
. Buonaiuti non avrebbe l’onore di essere commentato alla radio : forse sarei messo atl’inéce, e così sarà letto maggiormente.
Ma l’ombra di Buonaiuti dà noia al Vaticano ■. e ve ne sono tìante altre dietro 4’ luì,
nel corso dei secoli; sarà l’ultima?
Augusto Hugon
T A B L E A UX
Une ancienne tradition considère l’aubèpine comme le symbole de l’espérance et de
la prudence. Ainsi que les petits oiseaux du
tableau biblique se sont arrêtés sur cette
plante, de même, dans toutes les étapes de
notre chemin arrêtons-nous avec respérance
d’atteindre les buts que Dieu nous indique,
et reprenons toujours la marche avec prudence, pour ne point donner dans les pièges
que Satan nous dresse.
emm. t.
Consiglio Federale
delle Chiese Evangeliche
d'Italia
B IB LI QU ES
L’Eternel, ton Dieu, .sera avec toi
partout où tu iras (Josué 1- 9)
Ces mots, qui nous assurent 'a présence
et la protection de Dieu en tout temps, sont
imprimés à côté d’une artistique gravure sur
carton où deux jolis petits oiseaux aux vives
couleurs semblent ,S3 parler, perehés sur une branche d’aubépine. J’iimagine que ces
minuscules créatures, chefs-d’oeuvres de la
nature, sont vivantes, et je me demande
pourquoi elles se sont posées sur cette branche : peut-être, pour prendre un peu de repos pendant un long vol.
Nous considérons souvent les oiseaux
comme symboles poétiques d’innocence et
' d’allégiesse ; le Père poua voit sans cesse à
eux aussi. L’homme, après des siècles d’essais et d’expériences, a réussi à inventer des
engins miraculeux qui l’ont doue d’un vol
plus puissant - mais moins sûr - que celui
des oiseaux. Jusqu’ici, ceux qui ont le privilège de planer dans les cieux atmosphériques
sont relativement peu nombreux ; mais de
quel vol plus s-ublime est capable même le
plus humble lorqu’il s’élève sur les ailes de
la foi dans les cieux de la grâce divine! Ces
ailes invisibles noua font voler au-dessus de
toutes les laideurs et de toutes les bassesses
de ce monde, et notre vol.sera plus assuré
que celui de l’aigle, car le malin ne pourra
rogner nos ailes si nous sommes continuellement sôus le regard de Dieu.
Al Presidente della Costituente
On. Terracini Arr. Umberto
Montecitorio / Roma •
Il Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche d’Italia, ricorrendo la data del 17
Febbraio
ricorda
come nel 1848 Io Stato, estendendo ai
cittadini di religione evangelica valdese
i diritti civili, politici e militari, aprisse la
via alla possibile futura affermazione della libertà di religione in stalla ;
fa voti
che la Costituente, chiamata ad un secolo di distanza a dare all’Italia una nuova
Costituzione, cosciente della sua grande
responsabilità, coroni l’opera iniziatasi
all’alba del Risorgimento, proclamando
in modo esatto ed esplicito i principi ’•
della aconfessionalità dello Stato e della
parità giuridica dei culti, base indispensabile per una non ostacolata libertà di
coscienza, di religione e di culto;
ed attende
chela formulazione delle leggi che seguiranno, si compia coerentemente, in modo non lesivo del principio delia eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla
legge nel dovere e nel diritto.
Il Presidente del Consiglio Federale
' ' ^ delle Chiese Evangeliche d’Italia:
VIRGILIO SOMMANl
Roma 17 Febbraio 1947.
LAiNON VIOLENZA INDIANA
11 numero natalizio ili « Réforme» consacra
un articolo a! problema secolare deirunità
indiana. La sintesi delle varie correnti politiche è quanto mai difficile, data la complessità dei motivi religiosi e politici che ne formano il gigantesco intreccio. Sussiste un perenne contrasto sul terreno religioso : Indù e
Mussulmani. Sul terreno politico : cooperatori e no.n cooperatori, al seguito di due personaggi di primo piano di ieri e di oggi,
Pandit Nerhu ed il Mahatma Gandhi.
Quest’ultimo è noto a tutti. I giornali dell’anteguerra hanno riportato, di frequente, la
cronaca dei digiuni del mahatma, tendenti ad
ottenere nuove concessioni per il suo popolo,
da Jjarte del governo inglese. Abbiamo seguito, con una certa sospensione d’animo, le
vicende'di quel popolo nei rapporti col suo
profeta.
Quello che desideriamo porre in rilievo e
che desta la nostra ammirazione è l’etica della sua politica : la non violenza.
Per un europeo Gandhi è un pazzo.
E l’Europa fedele alla sua dottrina della violenza, della guerra senza quartiere, sino all’ultimo sangue offre uno spettacolo unico
nella storia : decine di milioni di morti, città
intere distrutte, sconfinati paesi ridotti ad un
deserto. Sete di violenza che rende malsicure
le strade, i viottoli di campagna e più ancora
il focolare domestico, lordato éi sangue dei
più efferrafi delitti.
IL PRINCIPIO CRISTIANO
Non è facile trattare, in un breve articolo,
il complesso problema indiano; ci limitiamo
semplicemente à rilevare il profondo divario
cne corre tra la concezione europea e quella
della corrente indiana di Gandhi. Eppure
TEuropa è cristiana e tale si vuol professare.
Un motivo più profondo dovrebbe alimentare
la morale e la politica. Gesù ha pur detto :
(( non contrastate al malvagio-anzi se uno ti
percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra, e a chi vuol litigar tecb e toglierti la tunica, lasciagli anche M mantello, .e se
uno ti vuol costringere a far seco un miglio
fanne con lui due... ». E sulla croce Gesù ha
realizzato il suo programma d’amore accettando l’insulto, il disprezzo, la morte. Le parole di Cristo ci lasciano pensosi. Egli colpisce duramente tutti : gli scrittori che hanno
diffuso nei cuori il bacillo della violenza, in
omaggio ad un nazionalismo fuori luogo, i.
diplomatici e governanti fedeli alla politica
deH’irrigidimento, gli strateghi che hanno diretto le operazioni ed i combattenti che hanno impugnato le armi, e a tutti noi che abbiamo alimentato nel cuore il germe della
vendetta, che abbiamo secondato vizi, passioni e tendenze contrari all’amore.
Una sala violenza dev’essere accettata'nel
nostro credo. E’ quella ricordata da Gesù
quando dice che il regno di Di.o appartiene
ai violenti. Si, il cristiano è impegnato nella
battaglia,, intesa a distruggere in sè e fuori
di sè tutti i bacilli del peccato, generatore di
tutti i mali che ci affliggono.
Il mondo ha veramente bisogjno di un
.«quid» che tonifichi il cuore umano, cosi
provato dai presenti flagelli. Non è la ven.
detta, nè la violenza contrapptjsta a violenza
(Segue in quarta pagina)
2
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
Ecumei^isnio nell Evangelizzazione
Francia
Il 7 gennaio ha avuto luogo alla sala Wagram di Parigi una grande riunione a sfondo
evangelistico : si trattava di trovare un piano comune di lavoro tra le varie denominazioni protestanti. Aderivano aU’iniziativa le
Chiese riformata e Luterana, rEsercito della Salvezza, la 'Missione popolare evangelica
e le (( Assembflfees de Dieu » (movimento
pentecostale'). Il pastore J. P. Benoit, direttore della « Société Centrale Evangeljque n
ha posto i suoi ascoltatori di fronte a questa
parola d ordine ; «oggi io pongo dinnanzi
a te la morte e la vita... scegli dunque la
vita» (Deut. 30: 15) « 0.n evalúe », ha detto fra If’altro, « à une centaine de mille les
protestants de la région parisienne : les églises et les oeuvres n’en enregistrent guère que 45.000-., H faut un plan d’action.
Le but: l’Evangile du Christ au peuple de
France... I^mander à Dieu 20 nouvelles
comrnunauté.s missionaires et 10.000 âmes
sauvées dans les 4 années qui viennent! ¡).
Il pastore Marc Boegner, presidente della
Federazione protestante francese, ha preso
anch’egli^ la parola: dopo aver sottolineato
fa serietà di questa decisione, egli ha affermato: «nous devons être l’Eglise de la
Parole. Nous sommes appelés, a être au milieu de notre peuple l’Eglise qui lui donne
l’Evangile. Accepter cette vocation, y répondre, c’est choisir la vie... Ce seul acte de
choisir la v;e porte en lui-même une puissance incomparable» (S. OE.P.I.).
Stati Uniti d’fimerica
La rivista Theology Today, nel suo numero di gennaio, dà notizia di una interessante iniziativa lanciata a Los Angeles tra
l’ottobre e il dicembre scorso; con ogni mez.
zo a lloro disposizione, tutte le chiese prote
stanti hanno di comune accordo lanciata una
massiccia campagna evangelistica, che comprendeva riunioni di preparazione e di pre-'^
ghiera pfer pastOfri e laici, predicazioni in
una grande sala centrale e nelle singole
chiese locali, riunioni giovanili, visite nei
clubs, nei ristoranti, nelle officine, nelle
scuole e nei collegi ed anche predicazioni-f
nelle strade. Un centinaio di laici ha cofflabo-[
rato nella missione. Si callcola che tutti gltf
abitanti di Los Angeles sono, stati raggiunti
dall^ prediciizbne ddH’Evangelo.
I
C i n a'
La sessione del Consiglio cristiano nazioii
naie cinese (v. più elitre) si è preoccupatS,
particolarmente del problema deH’evangeliz4
zazione. Si è deciso di lanciare una « Cam-t
_______ ;i
mitato misto delle tre Chiese Che si preparano ad unirsi, relativamente ai pastori non
consacrati secondo il rito episcopale. Un « impegno» obbliga te autorità della Chiesa unita
a rispettare le tradizioni e convenzioni delle
varie Chiese da cui è nata la nuova Chiesa.
Questa decisione abolisce l’ultimo ostacotlo
che si frapponeva alTunione : la nuova Chiesa si chiamerà : « Chiesa deU’Iindia del Sud»
e comprende circa 1-200.000 membri, divisi
in 16 diocesi. Le tre Chiese che si uniscono
sono la Chiesa Anglicana, la Chiesa metodista e la Chiesa presbiteriano-congregaziona'ista.
Tra protestanti e cattolici
CoHaborazione..,
In Ungheria l’Actio Catholica di Budapest,
che per mezzo delle sue» 120 cucine popolari serve dei pasti caldi a circa 15.000 persone ogni giorno, si è trovata, l’autunno
scorso, priva di dforni'menti e sul punto di
dover chiudere le sue cucine; le opere protestanti di soccorso vennero in suo aiuto,
fornendole 31.000 kg. di derrate alimentari.
Il periodico gesuita « A Sziv » commenta
sar, cappellano degli studenti cattolici dell’Università di Basilea, doveva pronunciare
una allocuzione alla radio: all’utlimo momento gli fu proibito di parlare, perchè l’articolo 51 della Costituzione svizzera prevede
che. ogni azione è interdetta alirordine dei
gesuiti, sia nella Chiesa che nella scuola
che l’ordine stes-so non può essere ricevuto
in alcuna parte della Svizzera. La proibizione ha sollevato violentissime proteste da
parte cattolica, cui s; è risposto altrettanto
L A C H I E S A NEL MONDO
pagna nazionafle d’evangelizzazione», che comincerà nel 1947 e durerà tre anni. Tutti
i membri della conferenza hanno accettato
nella preghiera e nel raccoglimento la grande responsabilità che incombe su di loro.
E’ stato nominato un comitato, incaricato di
preparare la campagna di evangeiizzazione.'
In ogni regione del paese si formeranno dei
gruppi, che utilizzeranno per la propaganda
non solo una apposita letteratura, ma anche
la radio e il cinematrografo. Tutti si sono
resi conto che il successo della campagna^
dipende non solo dalla sua organizzazione,^
ma dallo spirito di consacrazione di tutti coloro che vi si dedicheranno in ogni parte della Cina (S. OE. P. I.).
Cristianesimo e classe operaia
Esiste in Francia un et Mouvement Evan^
gélique Ouvrier», che ha lanciato un ap- |
pello alle Chiese: ne riportiamo i passi fon- ]
damentali :
Apparteniamo alla Chiesa e non possiamo
fare a meno di appartenervi... perchè .essa
è il corpo vivente di cui siamo divenuti membra per mezzo della fede.
Apparteniamo alla classe operaia e non
possiamo più cessare di appartenervi. La
nostra fede vi è impegnata. Non possiamo fare a meno di essere dalla parte di cOiltoro
che restano nel mondo i poveri e gli sfrut. tati. Nella fede, siamo sdlidali con loro nelle
lotte e nella sofferenza.
Siamo straziati da questa duplice fedeltà
che Dio ci - impone : operai, ma sospetti ai
nostri fratelli secondo la carne, che ci considerano traditori della iloro causa in
quanto cristiani, e ci spingono ad abbandonare quelle Chiese Che sono per essi uno degli
aspetti del mondo che fl; opprime.
Cristiani, ma troppo diversi dai nostri
fratelli secondo la fede, e tentati ogni giorno,
per avvicinarci ad essi, di rinnegare tutte
le verità che la nostra vita di operai oi ha
imposte.
_ Così l’opposizione tra cristianesimo e clasJ
se operaia diventa il nostro dramma perso-j
nate. Ma questa sofferenza è per noi una,'
chiamata da parte dii Dio a lottare con tutte'i
le nostre forze, perchè questa opposizione’
sia vinta. In questa lotta, Egli ci dà una
parti-oolare responsabiliità.
Alle Chiese vogliamo ricordare la realità
della situazione operaia, aprir (loro gli occhi sull’ingiustizia del regime di sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo, ripeter
loro che l’Evangelo non è più veramente annunciato agli uomini quando non appare più,
neMa vita dei credenti, come una forza di
rinnovamento totalle, come passione di giustizia e d’amore. Vogliamo aiutarle ad abbattere, in seno alle .nostre Chiese, tutto quello che è scandalo stridente per i nostri fratelli operai.
Agli operai vogliamo portare la testimonianza ddlla nostra fede, riuscire ad allontanare dal loro spirito tutte le immagini false
di Gesù Cristo. Vogliamo far loro riscoprire
la forza di liberazione che è in Gesù Cristo... Per combattere così tutti insieme ci
siamo uniti nel Movimento Evangelico Operaio. (S. OE. P. I.).
Ecumenismo in estremo oriente
Cina
Centotrenta delegati, rappresentanti 25 denominazion.i cristiane, si sono incontrati a
Shanghai dal 3 all’l 1 dicembre, per Ila prima sessione dopo la guerra del Consiglio cristiano nazionate cinese. Il tema principale
deH'incontro era la responsabilità della Chiesa verso ila nazione. In un messaggio rivolto
ai cristiani cinesi, la conferenza ha espresso
la sua gratitudine per la liberazione dall’opipr^sione. Essa chiede ài cristiani di contribuire a lliberare i! paese da tutti i suoi mali,
di lavorare a rialzare il livello morate, di
‘lottare contro la corruzione.
Il generalissimo Chiang Kai-Chex ha rivolto un messaggio alla conferenza, esprimendo la speranza ((Ohe le Chiese continueranno a .servire il p’ano eterno di Cristo,
che è la salvezza degli uomini e dei mondo,
proclamando la verità, ricordando alla società i suoi doveri, creando Tatmosfera positiva C'dinamica indispensabille alla nuova Cina » (S. OE. P. L).
Qiagipone
La Chiesa di Cristo nel Giappone, che riu
nisce quasi tutte te confessioni protestanti,
si è riunita in assemblea generale a Tokio
dal 15 al 17 ottobre, sotto Ila presidenza del
Moderatore, rev. M. Kozaki. Importanti deliberazioni sono state prese, a proposito della confessione di fede, che non potrà essere
formulata che dopo un periodo di vita della
'Chiesa un;ta, a proposito della prejjarazione
teologica dei pastori, che avranno la loro
scucila nell’« UnionT heological} Seminary »
di Tokio, della ricostruzione delle Chiese,
dei problemi sociali.
L’atmosfera delle sedute era seria, quasi
tetra. Le forze fisiche sono alH’estremo, la
lotta per la vita quotidiana ha esaurito te riserve morali. Ma ognuino si è reso conto che
vi sono oggi, al contrario di quanto accadeva
prima delila guerra, delle straordinarie possibilità di evangelizzazione : c’è però da chicdersi se Timmensità del compito non rischi di
essere al disopra delle forze di questa giovane Chiesa (S. OE. P. L).
india
Il Consiglio generale della Chiesa Anglicana in India si è riunito a Miadras il 22
gennaio ed ha accettato la proposta del oc
la notizia, sottolineando l’esempio di spirito
cristiano dato dalle opere protestanti e l’interesse simpatico che i protestanti nutrono
nei iriguard: dei cattolici
In Germania, a Lubecca dove numerosissime chiese sono state distrutte dai bombardamenti, rantica ohiesa dii S. Caterina
serve contemporaneamente per i culti luterani e cattolici. II caso, del resto, .non è unico, ma trova numerosi riscontri in Sassonia
e in Turingia.
In Gran Breiagr^i, durante l’ottava di preghiere per Tunità defla Chiesa, dal 18 al
25 gennaio, te Chiese protestanti, anglicane,
ortodosse e cattoliche romane, si unirono
insieme ncEa preghiera. In una riunione tenutasi il 20 gennaio a Londra, presso la (tRoya] Empire Society », presero la parola successivamente un vescovo anglicano, un pastore congregazionalista, un rapprerentante
laico cattolico ed un monaco ortodosso (S
GE. P. L).
... e dissensi
La pace confessionale rischia di essere turbata in Svizzera^ per un incidente occorso
il giorno di Natale : il R. P. Urs von Baltha
vivacemente da piarte protestante; fa Vie
Protestante, nel dar notizia dell’accaduto, si
chiede come mai i cattolici invece di protestare contro Un articolo della Costituzione,
non chiedono semplicemente che essa vqnga riveduta.
La situazione italiana è presa sovente in
considerazione dglla stampa protestante al1 estero : così il boltettino del Service Oecuménique de Presse et d’information dedica
tergo posto alle notizie relative agli articoli
della futura Costituzione, limitativi della liberta relig'osa che pure 'l’Italiia ha promesso di rispettare nel trattato di pace; e riproduce integralmente la circolare di protesta
diramata dal ConsigMo Federate delle Chiese
Evangeliche in Italia a propos<ito della irregolarità nel servizio dei culti radiotrasmessi.
Due giornali svizzeri si occupano con parti.colare interesse della situazione italiana : il
Semeur Vaudois di Losanna, che pubblica
spesso art.’ooli ddl prof. Giovanni Gönnet e
del pastore Gustavo Bertin, e la Vie Protestante, di Ginevra, su cui appare di frequente la firma del prof. Giovanni Miegge;
non mancario esatte valutazioni deHila situazione e !’opinione pubblica internazionale è
chia,ramente informata del modo di agire del
Cattdlicesimo italiano.
Notizie
i*U.C.D.G, all* opera
Ha avuto luogo a Ginevra, dal 15 al 22
gennaio, la riunioine del comitato esecutivo
defle Unioni Cristiane delle giovani, che ha
riunito dirigenti di Unione di numerosi pae,.
si. Si trattava di prendere le decisioni finali
per la riunione del Consiglio de'H’Alleanza,
che avrà luogo in ottobre 1947 in Estremo
Oriente. Particolarmente ascoltate sono state
quindi te delegate della Cina e del Giappone,
che hanno descritto ampiamente la situazione
nei loro paesi e te possibilità offerte al lavoro unionista, dimostratosi utilissimo duran.
te la guerra (S. OE. P. I.).
Polonia
Il vesco'Vo della Chie&g luterana polacca,
prof. Jean Szeruda, ha tenuto un ciclo di
conferenze in Svizzera sulla situazione della Chiesa nel suo paese. Risulta dalte sue
dichiarazioni che la guerra ha prodotto una
iradicale trasformazione delle forze confessionali. Non vi sono più che 350.000 ortodossi, contro tre milioni e mezzo di prima
della guerra, mentre i 750.000 protestanti
Sono ridotti a 250-000. La situazione è parrcolarmentie grave nell’antica Prussia e in
Slesia, dove non rimangono che vecchie donne e bambini orfani. Pochi ecclesiastici
hanno potuto riprendere il loro posto ; la più
gran parte è ancora fra i prigionieri, o all’es4ero (Vie Protestante).
Spagna
Ha avuto luogo a Madrid una assemblea
della Chiesa evangelica spagnuola : sforzi
notevoli sono compiuti in tutto il paese per
rendere alla Chiesa la vitalità di cui godeva
quando ógni libertà cria garantita. Clome
scrive un pastore: «idi et là J’Eglise est
presente. Là où la destrucikaj a passé il y
a «un reste», fidèle. Et maintenant, commedit
l’apôtre Paul, una grande nuée de témoins
brevi
chante et loue Dieu, confiant dans Sa bénédiction». (S. OE. P. L).
Stati Uniti d'America
Il « Church World Service » è l’organismo
che riunisce gli sforzi di tutte te Chiese
protestanti americane in vista dell’opera di
aiuto e di ricostruzione delle Chiese provate
d^lla guerra. Oltre ai dloni in daharo ile
Chiese americane hanno raccolto nel corso
del 1946 circa 5 milioni di kg. dì derrate
vestiario, pari a più di 4 milioni e mezzoi di
dollari.'
Per li 1947 le Chiese americane si propongono di raddoppiare o anche di triplicare
¡’ammontare dei soccorsi in natura. La loro
parola d'ordine è : « un milione di dollari
al mese» (S.OE.p.L).
II faut que la ju.stice du Royaume de Dieu pénètre la politique,
ce qui signifie : le respect du droit
sacré de 1 homme, surtout du faible
et du pauvre ; la condamnation des
idoles ; Mammon et la violence ; la
protestation au nom de Dieu contre
la dévalorisation, la dégradation,
l’esclavage, la profanation de l’homme, de même que contre tout un
monde qui repose sur de telles iniquités. Il faut aussi que pénètrent,
dans la politique, la promesse d’un
Royaume de justice, la foi dans la
délivrance de l'mjustiç©, de la violence et de la misère, la foi en un
monde où régnent la liberté, la pureté, le droit, l’amour, la fraternité,
la foi en un monde nouveau,
L. RAGAZ
3
L'ECO DELLE VALU VALDESI
0
L’il settembre 1944 è ricorso il oinquantemario dell’inaugurazione della Casa madre
dell’/4si/o dei Vecchi di San Germkmo Chisone, e il 1° gennaio 1945 il cinquantenario
deH’apertura della casa stessa.
I tempi tristi hanno impedito le celebrazioni che avrebbero richiamato, su quella che
è una delle più belle Opere della nostra
Chiesa rattenzione dei Valdesi e degli Evan_
gelici d’Italia, e fatto rinverdire rinteresse
che è andiato scemando in questi ultimi anni.
Le origini
L'Asilo dei Vecchi di San Germano è indissolubilmente legato al nome dei Pastore
C. A. Tron, operaio del Signore che per pietà profonda, per naturale bontà d-animo, pei
spirito d’’iniziativa ha lasciato una traccia
profonda nelle chiese dove è stato chiamato
ad esercitare il suo ministerio.
Essendo nel 1881 pastore a Torino, l’abbandono in cui vivevano alcuni vecchi evangelici lo commosse. Decise di occuparsene.
Affittò una soffitta e vi sistemò quattro vecchietti dhe l’estate seguente condusse ir- villeggiatura a Massello.
Fu un esperimento di breve durata perche,
trasferito a S. Germano, il pastore Tron fu
tutto preso dalla rico-struzione del tempio e la
costruzione delle Scuole femminili del centro
Una domenica deirottobre 1892 il dottor
Monnet di Firenze, durante una sua visita
alla natia S. Germano, chiese al signor Tron
quale fosse l’opera più urgente alle Valli. La
risposta venne pronta : « Un’Asilo per i poveri vecchi! ». Il dottor Monnet volgendosi
alla sua nipote Miss Martin, le disse : a Che
ne pensi?» E questa: ((L’idea è ottima».
Allora il buon dottore, esclamò : c( Mon cher
Pasteur, si vous faites -construire un asile
pour les vieillards je mets à votre disposition
comme première pierre de fonds, un titre de
20 mille francs ».
II pastore Tron si mise all’opera, nonostante il pessimismo dei collehgi delle valli da
lui appositamente convocati. Si rivolse ad amici personali ih Inghilterra e in Italia e il
23 aprile 1893 la signora Tron potè posare
la prima p’etra angolare in un sito soleggiato, vicino alla strada, fra ,le borgate dei Gondini e dei Savoia. L’inaugurazione ebbe luogo
rii settembre del 1894 in forma solenne,
con discorsi del prof. Geymonat, del moderatore G. P. Pons e con rintervento di molte
autorità fra le quali il deputato Facta.
Gli sviluppi
La casa ospitale fu ben presto piena. Era
una sofferenza per il pastore Tron di dover
rispondere negativamente a molte domande
e vedere i postulanti andarsene a capo chino, scoraggiati. Si era intanto fatta sentire la
necessità di una nuova casa con camere individuali per pensionanti e per i vecchi dell’asilo caduti ammalati.
Un inglese, ricchissimo negoziante di conserve, il signor Morton, interessato a quest’opera dal pastore Tron, offrì la metà della
L’infermeria
somma occorrente per la costruzione. L’altra metà la diedero altri amici e i parrocchiani di S. Germano i quali « per questa come
per la prima casa, offrirono di gran, cuore il
loro obolo».
L’inaugurazione avvenne il 14 settembre
1897. E cos-l fu aperta ai vecchi la seconda
casa, chiamata infermeria, bella villetta situata a mezzogiorno e poco più su della Casa madre.
A proposito; perchè non si potrebbe il 14
settembre di quest’anno celebrare questo
Cinquantenario, cogliendo l’occasione per ricordare la fondazione dèlia Casa madre?
Dopo pochi anni anche questa nuova coSitruzione si rivela insufficiente.
Urge una terza casa. Farà da (( pendant »
alla prima, con ITnfermeria al centro, in alto.
La guerra infierisce, i prezzi aumentano, si
CINOILiiNTENJàmO
Il Pastore Carlo A. Tron in mezzo ad alcuni veccchi ricoverati
accellerano i tempi perchè i fondi sono stati
trovati. Questa volta è un’americana, Mrs.
Kennedy, quella stessa generosa amica della
Chiesa Valdese che aveva costruito il tempio di Piazza Cavour di Roma, la quale sollecitata daH’instancabile fondatore dell’Asilo,
razione dei suoi parrocchiani di un tempo.
Come accade per gli adolescenti che crescono rapidamente e che abbisognano continuamente di nuovi abiti, così avvenne per
l’Asilo.
Bisognava completare l'arredamento, co
La " Home Kennedjù
offre la somma occorrente.
il 25 maggio 1914 la nuova casa viene inaugurata coni l’intervento del moderatore B.
Lèger, del comm. Jahier e del deputato Giretti.
Sempre avanti
f
Lo zelo del pastore Tron non conosce soste. Non aveva egli fatto abbastanza per la
sua opera e per la sua chiesa? Perchè non
godersi in pace Femeritazione?
Rimaneva ancora una cosa da fare : a Ecco - egli scrive - per 1 Vecchi esisteva l’essenziale, vale a dire la formazione di una
famiglia di 80 persone, una vera grazia di
Dio ; ma per quegli operai che lavorano tutta
la loro vita, che possono disporre di una piccola somma, frutto del loro sudore, ma non
sufficiente per campare, che cosa abbiamo
da offrir loro? »
Il vecchio combattente nella bella battaglia delPamore fraterno fruga nei suoi ricordi. Durante un giro di conferenize in America egli aveva conosciuto una signora, Mrs.
Ranney, la quale si era molto interessata alla
Chiesa Valdese e all’Asilo dei Vecchi. Le
scrive subito, la risposta affermativa giunge
telegraficamente. ^
Con questo dono e con offerte di valdesi
di S. Germano stabiliti in America e di altri
amici si pone mano alla costruzione del nuovo edificio, collegato con l’ultima casa ma
formante corpo a sè e con aspetto di palazzina signorile.
Il 9 settembre 1929 viene inaugurato il
Villino dal nome significativo Fede e Riconoscenza, presenti il moderatore V. A. Costabel. il senatore Facta e un grande stuolo
di pastori, anziani e autorità. Segue un’agape alla quale prendono parte 80 persone.
Un continuatore
S’era così compiuto il ciclo di sviluppo dell’opera tanto amata che il fondatore ipotè dirigere per alcuni anni nella sua tarda vecchiaia dalle sue camere del Villino, finché
giunte le infermità deH’età dovette ritirarsi
a Torre Petlice dove terminò la sua carriera
terrestre, circondato dall’affetto e dalla vene
struire una nuova cucina con annessa dispensa, fare impianti igienici razionali e importanti riparazioini e modifiche agli stabili.
Un antico catecumeno de,] Comm. C. A.
Tron, il Comm. Ing. -Gustavo Vincon, per
riconoscenza verso il suo amato Pastore e desiderio di far del bene — sotto un’apparenza
burbera nascondeva un cuore d’oro — perfezionò nei dettagli l’opera del fondatore,
provvedendo con competenza, con entusiasmo e con grande generosità a tutti quei
lavori che hanno fatto dell’Asilo dei Vecchi
di San Germano il più moderno ed il più
razionale degli Istituti di assistenza delle Valli. Più ancora egli avi^bbe' fattorse la morte
non l’avesse visitato prima di passare la soglia deila vecchiaia.
Durante la guerra
Quelli della guerra e deM’occupazione sono
stati per fi nostro asilo degli anni duri.
Anche i] passaggio deiramministrazione —
dalla Tavola, alla quale il Comm. C. A Tron
aveva fatto dono dell’Istituto, alla Commissione degli Ikituti Ospitalieri Valdesi voluto
dal Siincdo 1942, — logico in teoria, nella
pratica, dati i tempi burrascosi e le difficoltà
delle 'Comunicazioni, non avvenne senza incertezze e si risolse, nel periodo di transizione, in un aggravio di lavoro e di responsabilità per .la Suora Direttrice, essendo venuta
a mancare la direzione diuturna, competente,
paterna del Pastore emerito signor Soulier.
Di lui abb’amo già scritto, ma non vogliamo lasciar passare quest’occasione per
ricordare il suo decennio di attività solerte
e coscienziosa come amministratore e direttore dell'Asilo.
Nessun aiuto da parte dei Comuni e degli
Enti che avrebbero potuto e dovuto venire incontro alle necessità dell’Asilo. Dover contare essenzialmente sui prodotti delForto, i
doni delle parroochie, diminuiti a causa delle
annate cattive e le incerte ed irregolari assegnazioni della tessera.
Eppure il miracolo di far trovare tutti i
giorni un pezzo di pane e una minestra calda e spesso anche qualcosa d’altro, s’è compiuto! Grazie alla Provvidenza di Dio assecondata dalla prudenza, dalla fermezza e dal
la c^acità organizzativa della direttrice Suor
Margherita Jourdan che non s’è risparmiata
per condurre in porto attraverso alla tempestala sua grande famiglia.
Ricordi di quell’epoca sono nella memoria
dei vecchi gli spaventi, i boati, i sobbalzi
dei bombardamenti delle vicine officine del
Villar, alcune s-critte in tedesco sul muri
della Casa madre parzialmente occupata a
parecchie riprese dalle truppe germaniche,
la riconoscenza di alcuni Israeliti che trovarono nell’Asilo pur sotto lo stesso tetto dei
soldati tedeischi (ironia della sorte !) sicuro
rifugio, alcuni danni ai fabbricati.
L’Asilo oggi
A rifornire le dispense ormai vuote e gli
stomachi .languidi sono giunti a buon punto
gli aiuti in viveri daH’America e dalla Svizzera ; i primi ormai quasi del tutto consumati
e i secondi in via di .consumazioinie. Che cosa
avremmo fatto senza quegli aiuti? Avremmo
dovuto rimandare a cgsa loro la metà dei vecchi e gli altri tenerli a stecchetto.
Ora ci sono state largite delle assegnazioni
speciali dell’U.N.R.R.A. per mezzo del Comune che dalla liberazione in poi ha preso a
cuore le difficoltà dell’Asilo. Ma potremo continuare a pagare queste assègnazioni speciali
0 saremo costretti a rifiutarle e vivere sulla
tessera?
La situazione
finanziaria deirAsilo
se non è stata grave nel dec-orso esercizio
per le grandi economie fatte, è precaria per
il nuovo esercizio e per l’avvenire. Le rendite del vecchio capitale che una volta, insieme colle rette e le offerte, assicuravano il
normale andamento dell’Istituto, ora non bastano per Tacquisto della legna per la sola
cucina e la stufa del refettorio. Non parliamo dei radiatori dei due grandi impianti di
te'rmosifone che da parec<mi anmii sono freddi.
Numerose riparazioni e miglioramenti di
una certa entità si sono resi necessari dopo
tanti anni nei quali per motivi di forza maggiore si era provveduto solo all’urgente e alrindispensabilfi.
Ma dove trovare il denaro?
Eppure bisogna che l’Asilo funzioni in pieno e possa accogliere tutti i vecchi che fanno
domanda d’esservi ammessi. La nostra, famiglia da 46 deve raggiungere gli 80 membri, e che tutti abbiano da mangiare a sufficienza.
Dobbiamo poter accettare ogni mese le assegnazioni sjjeciali. E, se 'possibile, far ricomparire di tanto 'in tanto quel bicchiere di
vino che un tempo èra il compagno di tutti
1 pasti!
Ma come fare
per assicurare al nostro Asilo i mezzi per la
rinascita? S’è di già provveduto a elevare le
rette.
Prima della guerra il Villino bastava a se
stesso, era anzi d’aiuto all’Asilo. Ora gra
I '. ’ÎÏL tifv {.-■?*, I Vi. •, è •
Il Villino '"Fede e Riconoscenza»
va anch’esso sull’Istituto. Le rette noh coprono le spese. E non parliamo dei vitalizi.
Chi ha versato prima della guerra ventimila
lire, è da parecchi anni gratis al Villino.
Così pure sono state fiilevate le rette dei
ricoverati ordinari. Sono però ancora per la
maggior parte bassissime trattandosi generalmente di poveretti senza parenti e senza risorse. Ma vi sono anche dei vecchi che hanno
figli 0 eredi benestanti o Siempli'oemente operai che percepiscono l’assegno famigliare.
Invitiamo costoro a mettersi la mano sulla coscienza e a non VipprofiUare oltre di guesfopera di beneficenza, la quale, appunto per-
4
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
«-..1 k...
S^ì>4v
chè <!{' b©neflci&nza 4eve poter accogliere i
■ diseredati facendo pagare- una quota nor- male a cW può pagare. ,'Si affrettino a versa' re per-i loix> cari che ¿rovansi «ArAsiio una
retta adegitàta ai costo attuale della vita.
. ^-L’idea che ci; si possa : liberare con poca
.. spesa di parenti vecchi e ritenuti (spesso iihgiustamente) noiosi « di^Bcili, deve far posto ad un’altra concezione delle opere di
assistenza e di beneficenza della Chiesa Valdese. ;
In secondo luogo ciò a cui miriamo è di
creare una nuova corre/nte di simpatia g di
interesse per l'Asilo dei Vecchi.
E’ lo scopo che questo articolo si propone
Giunga a tutti 1 Valdesi d'Italia e dell'estero e specialmente d’America, e più direttamente a quelli che sono originari di San
Germano, un appello insistente e fraterno
affinchè neila loro provata liberalità facciano
un posto iper quest’opera ohe è sorta nella
loro parrocchia natia mercè la òollaborazione
<tei loro padri. Molto essi possono fare e
moflto da essi aspettiamo.
E ci rivolgiamo anche a tutti i Valdesi e
a tutti gli Evangelici d’Italia.
Il nostro Asilo apre le sue porte, conformemente. alHe intenzioni del fondatore e allo
spirito della Chiesa Valdese ai membri delle
altre Chiese Evangeliche. Essi sono in buon
numero all'Asilo e vivono in fraterna armonia coi Valdesi. Chiediamo alle Chiese Evangeliche d’Italia di ricordarsi dell’Asilo non
solo quando si tratta di mandarci qualche loro
povero vecchio, ma nella regolare ripartizione delle somme erogate alla beneificenza;
Ai Comuni delle Valli che per la maggior
parte sono retti da Amministratori sensibili
alla sofferenza e ai bisogni defe classi diseredate, rivolgiamo ¡l’invito a provvedere in
modo adeguato alla retta dei loro vecchi ospitati a(irAsilo i quali? ^raverbbbero interamente sui Comuni stessi, se ¡l’Asilo non li
accogliessé.
A tutti i Valdesi abbienti resortazione a
voler imitare i Càttolioi nella buona consuetudine di menzionar© un’opera di beneficenza
nel (loro testamento, non .per salvare con questo mezzo la loro anima, chè noi sappiamo
d’essere salvati da Cristo per grazia mediante
la fede, ma per restituire direttamente al
Signore una parte almeno di tutti i beni che
essi hanno da Lui ricevuto.
L-antìcamera del cimitero
Tempi di occupazione. Soldati tedeschi fermano i passanti e chiedono ilp carte. Un vecchio vegeto ed arzillo al tedesco ohe gli domanda : «dove state?» risponde; «neiranticamera del cimitero». Il tedesco non capisce. Il vecchio spiega: « all’Asilo dei Vecchi ».
Si, anticamera del cimitero perchè dopo la
vecchiaia viene necessariamente la morte.
E quanti vecchi abbiamo asristito negli ultimi
istanti e poi accompagnati al campo del riposo del corpo terreno! E quante splendide
confessioni di fede, quanta pace e solennità
su quei volti, e quale intima consolazione di
rnorire circondati dalle diaconesse e da gente
amica e fratelli in fede !
Un’OTticamera del cimitero è l’Asilo,-ma
anticamera dovè oi s’tndugia volentieri. Infatti i vecchi raggiungono aU’Asllo età rispettabili e per la maggior parte godono buona
salute. Molti giunti malandati riacquistano le
forze e cominciano una nuova epoca della
loro, vita, forse la più serena. Per alltri —
e di essi parleremo un giorno — la vita in
comune e nella semplicità dell’Asilo è una
prova dura da sopiportare; il loro spirito è
volto ai tempi della vite brillante... Per tutti,
periodo più o meno lungo .di raccoglimento,
- di meditazione, dopo le tempeste della vita
e.|^ima deH’inevitabile grande viaggio... in
^; Vn»iipé9a nella quale è facile amarsi e vivere
-‘■^’i^ccirdò p^i"pooo che ognuno vi metta
di buona volontà e di spirito di adatvi- tamento, una casa nella quale con inevitabili
'J ' svant^gl si hanno due vantaggi che non si
•' isoh avuti mai nella vita: il Pan© deH’anima
.spezzato ogni sera nel Culto quotidiano e la
- /tavola pronta.
■i ■ ■
' ’ GUSTAVO BERTIN, pastore
, Sovrintendente delI’A.silo dei Vecclii
" , ARNALDO COMB A
■ Presidente CT.O.V.
N. fì. . Le domande di ammissione vanno
inUMte esclusivamente alla Cotnmissioné degli istituti Ospitalieri Valdesi, Vla„Angrogna,
12 - Torre Pellice.
Le offerte sono accettate da tutti \i Pastori,
dalla Direttrice e dalla Co^mmissìone stessa
CERCANSi
i 10 fas cicali
deir anno 1932 di
Giovéfitù Cristiana
«A
«•
Far© oiferfe 'alla Libreria Claudiana
Torre Pallice
La non violenza
indiana
i, . V - fOontinuQxione) . ,
che guarisce le nostre infermità. Filippo
Burzio in un numero de (( La Nuova Stampa » riporta un brano di una lettera a" lui pervenuta^; ..;£jt>pp«re la nostra violenza e il
nostro odio'non vogliono che la-giustizia, la
giustizia sodale..- », e poi commenta quel
brano dicendo : « Ebbene^, sia o non sia realizzabile questo ideale di giustizia, che gli uomini d'oggi credono di. sentire così fortemente; sia 0 non sia separabile dalla tetra
invidia, e dal sangue di -cui gronda oggi la
terra, in ogni caso una cosa va detta, perchè
è vera: questo ideale non basterà mai, da
solò, a riscaldare il cuore degli uomini, a
dar loro la pace e la felicità. Gli uomini di
oggi sono così sviati e intossicati dalla bise..
Gli abbonati all’estero sono
pregati di inviare le loro quote d’abbonamento ai seguenti
indirizzi:
i ■ ' .
Stati Uniti .".Mrs. Catherine Anderson, Roam. 416 - 156 Fifth
Avehtie. New, York - dollari 2,50
Jiighilterra : Mrs. idalAn Nott, 19
Newhold Terrace - Leamington
Spa - Warwickshire - England -10
scellini
America Sud: Emilio Ganz, Pastor Vaidense - Colonia Cosmopolita - Uruguay - 5 peSos
Svizzera". Pastore Guido Rivoir,
Via Frai»scini 11 - Lugano - oppure al Comité pour FEglise et les
Valleés Vaudoise,s du Piémont Ginevra - (Compte chèques postaux - 1 - 9501) - 4 franchi
colare deviazione materialista della civiltà,
che non riescono pia a rendèrsi conto del
male profondo di cui soffrono; non riescono
più a capire ette le vitamine essenziali di cui
mancano, non si chiamano tanto agutiglianzà,
giustizia e nemmeno, libertà: si chiamano
piuttosto carità, pietà e amore ». Più avanti
commenta ancora : <( L'uomo ha bisogno ' di
giustìzia, ma ha ancor più bisogno di amore;
ha bisogno di' curare il suo corpo, rúa ha
ancor più bisogno di'riscaldare la sua ànima...
non l'amore terreno ma ì'amore celeste, mistico e trascendente ; l'amore ineffabile adombraio da Colui che venne a dire: dovunque due di voi si ameranno, ió sarò terzo
in mezzo a voi» .
■ E questo amore, più forte dell’amore buddista, perchè radicato in Cristo, dovrà dischiudere agli uomini,'un’orizzonte di Luce,
di Pace e di Gioia profonda.
G. Bouchard
Jn<oer(8za all« tradizioai
Riceviamo e pubblichiamo :
Nel leggere le due lettere aperte circa la recita della commedia in occasione della serata del
diciassette Febbraio a Torre, a me pare venga
spontanea una domanda e cioè : si recita una
commedia qualsiasi, integrando le altre manifestazioni. oppure si recita una commedia che sia
la commemorazione del diciassette Febbraio P
Nel primo caso quoilsiasi commedia rappresentabile va bene, ma si tradisce la coerenza
della celebrazione; nel secondo caso bisogna allora recitare una commedia adatta e che continui
la tradizione sempre rispettata perchè, allorquando una tradizione è spenta, non illumina più!
L'anno scorso si è recitata la commedia la. Zia
di Carlo, e, se anche è tempo di carnevale, non
vi è coerenza nel travestirsi da donna, come
ha tatto il protagonista della commedia, per commemorare una data che rispecchia un passato di
martirio, di eroismo e di lotta. Quest'anno il
medesimo protagonista fa - il matt'i - Vi sono
tanti e tanti altri giorni dell'anno per divertire
il pubblico con commedie esilaranti.
Se si vuole commemorare questa data con recite adatte allora bisogna farlo SOLTANTO con
delle recite che si riferiscano al passato, all'ambiente ed alla Storia Valdese., Non è logico il
dire che la gente ne ha basta di drammi che fanno piangere. Tutta la produzione del Teatro è
piena di drammi e di tragedie e di opere musicali che terminano... in decessi! Eppure i teatri
sono stali e sona affollati. Ciò dimostra che vi
sano delle persone le quali vanno ad assistere
alle recite anche se dovranno piangere, e sono
soddisfatte.
Il sistema di recitare delie farse per commemorare il diciassette Febbraio è stato inaugurato
qui a Torre Pellice, qualche anno fa. dall'A, C
D. G. e la cosa è continuata anche se' biasimata
dal Valdesi ai q'iuAi pareva di essere irriverenti verso i padri nel trasformare la spirito della commemoraìione.
Siccome si è visto che questo sistema non è
dispiaciuto ai più. logicamenie. si è creduto che
andasse bene. Ma per coloro che sono gelosi del
la tradizione, giustamente, questo sistema è un
errore.
Bisogna quindi chiarire la posizione e . conoscere con quale spirito, gir organizzatori dette recite intendono agire.
Ih arti luoghi si danno fecite esclusivamente
con ’drammi e commedie di ambiente valdese,
seguendo la tradizione; in altri luoghi si recitano
farse e commedie brillanti. Perchè?
Forse sarebbe bene dare a queste recite un
'carattere unico, per la dignità'di 'questa nostra
commemorazione. "S.p
Ferdinando Bouoous
C O M U N I C A T O
■ . - 'i.-'
Gita sociale dell’Y. M. C. A.
r ' -'c ' • . ;
La gita social« dell’YMCA, che doveva aver
luogo il 9 febbraio, ' è . stata rinviata alla . domenica 2 marzo p. v. Tutti coloro' che erano
iscritti sono informati che le thodalità e l’orario rimangono invariati : ipartenza da. Torre Pellice (Piazza della Liberty) alle ore 6,30 "e ritorno in serata.
La Direzione
CROnflCfl VflLDE/E
UN LUTTO E UNA
TESTIMONIANZA
E’ deceduto a Firenze il sig. EMANUELE
PONS, ben conosciuto nella Valle Germanasca dove, per 36 anni, era stato segretario comunale
«Mercredi soir», scrive il figlio prof. Sil'vio Pons, « après s’être mis au lit, il chantonnait encore^ avec sa voix très fluette déjà,
le cantique « J’ai soif de ta présence», 11 en
répéta plusieurs fois la phrase du refrain :
« Que.ferais-je sans Toi?». Sa foi était bien
ancrée! Quelques jours auparavant il écrivait,
en.comptant ses 92 ans: «Je me boucherai
en paix et en paix je dormirai, car To.1 seul,
ô Eternel, me fais habiter en sûreté (Ps. 4 ;
3). Ses dernières années ont été pour lui de
vrais moments de recueillement, loin de bien
- des connaissances des Vallées. Il ne cessa nas
de lire pour lui et. pour les autres la Parole
qui fut véritablement sa « vie »■.
Mentre ricordiamo con riconoscenza la figura:'di questo vegliardo, servitore di Dio nel
servizio dei fratelli, esprimiamo la nostra simpatia cristiana al Pastore Davide Pons, al prof.
Silvio Pons ed a tutti i membri della famiglia
colpita dal lutto e ci stringiamo a loro nel
confermare la nostra fede in Colui che è la
« risurrezione e la vita ». Red.
ANGROQNA
Abbiamo celebrato il 17 febbraio anzitutto formando il tradizionale corteo che partendo dai due
centri, si è riunito al Vengie, procedendo quindi
per il tempio del Qapoiuogó. (Perchè, almeno i
giovani, non farebbero un picqplo sforzo per accompagnare più numerosi i bimbi, per un breve tratto di strada, nei gesto fraterno di andare
incontro a quelli dell’altra parrocchia?). Nel tempio abbiamo eommemórato il passato con alcune
■ben appropriate e sentitè recite di bimbi. Grandi
e,piccoli hanno cantato; i coralisti delle due parrocchie si sono uniti nel canto di un bei coro di
circostanza sotto la guida del pastore sig- Aime.
Molto chiari ed interessanti j discorsi dei nostri
due pastori sulla nostra «libertà» tanto maltrattata nel passato qpanto nel presente. E’ stato un
richiamo a renderci conto che, se nel 1848 i Vaidesi ottennero libertà politica e civile, oggi in
pieno 1947, essi ancora aspettano, sperano e chiedono la libertà religiosa nel suo vero significato. I
La gioventù ha pure organizzato due serate
ben riuscite per offrire ai membri della comunità
alcune ore di piacevole riposo. Abbiamo recitato,
tra l’altro, <(La fidanzata di Praly» rievocando il
passato e la vita dei nostri padri, quella vita
umile ed. onesta in cui la fede passava in primo
luogo e dava il «tono» a tutta la. vita. Ed oggi,
sono ancora la fede e la carità verso gli altri ie
due principali forze che ci aiutano a vivere la
nostra vita cristiana?
Lo voglia il Signore.
F. C,
— Berlin Silvio e Livia Margheriia di Emilio è
Giachero Caterina, della Bastia sono stati battezzati domenica 16 febbraio. Voglia il Signore
benedire questi piiocoli e gu’dì e sldstenga i
genitori nell’adempimento del lord sacro Impegno,.
PINEROLO
La celebrazione della festa del 17 Febbraio si
è svolta in un’atmosfera di particolare solennità,
non disgiunta da un senso di lieta fraternità cristiana.
La comunità si è raccolta numerosa ed attenta
nel tempio per partecipare al culto domenicale,
il 16 mattina, durante il quale sono stati cantati,
dalla Corale, un coro dei Cento Canti e. dalTAssemblea, il Giuro di Sibaud. L’offerta della
settimana di rinunzia, raccolta durante il culto
dagli anziani, è stata un segno tangibile di affetto per l’npera del Signore.
La sera di quello stesso giorno, un gruppo di
giovani unionisti ha rappresentato con cura e
con particolare sensibilità il dramma valdese inedito. dovuto alla penna del prof, Samuele Tron :
La Savoiarda. Abbiamo così compreso che, senza ricercare una irragiungibile perfezione nei nostri drammi storici, i quali vanno tra l’altro incoraggiati anche perchè costano fatica, è bene ed
è utile trascorrere una serata familiare nella rievocazione di un passato che ha le sue luci è le
su© ombre, ma dal quale ci può sempre giungere
una parola profondamente ammonitrice.
Il lunedì mattina, 17 febbraio, ci siarto riuniti a San 'Secondo, lin un'aula della iscuola
che, a mala pena, poteva contenere i numerosi
presentti. La commemorazione storica fatta dal
pptore è stata seguita da un efficace messaggio del sindaco, sig. Gardiol Alessandro, e dalia
lettura di una poesia moito attuale composta dall’anziano Pons Remigio,' Dopto il canto di alcuni
inni vennero distribuiti,, come già a Pinerolo,
alcuni doni ai bambini della scuola domenicale,
tra cui un pacco di dolci giunto due giorni prima
dalla Chiesa di Valdese, negli Stati Uniti. Segui
un’agape fraterna alla quale parteciparono più di
quaranta commensali, in una buona, fraterna atmosfera.
La sera, più di novanta persone sedevano attorno ai tavoli accuratamente disposti e preparati
nella grande sala del tempio da alcuni giovani e
signorine, sotto l’esperta direzione del nostro giovane fratello Dante Gardiol. Dopo la cena, il Pastore diede il benvenuto al Sindaco della città,
avv. Arnaldo Pittavino, il quale rivolse ai presenti
un messaggio vivamente apprezzato. Salirono su!
palco alcuni giovani di S. Secondo per recitare
una breve farsa e il dott, Ettore Serafino per una
simpatica improvvisazione... Poi la gioventù prese a cantare 1 nostri canti tradizionali e, col
canto, ebbe termine una serata familiare ben riuscita, nella quale tutti si sentirono uniti da uno
stesso ricordo e, lo voglia Iddio, da una ste.ssa
fede.
— I! giorno 17 febbraio, nel pomeriggio, è stata deposta nel cimitero deil’Abbadia la salma della nostra sorella Long Margherita, nata Peyrot, originaria di Praly, deceduta a Vignabella, dopo
lunga malattia
li giorno 18 febbraio, una folla composta in
gran parte di estranei all.a no.stra comunità e che
non potè esser contenuta nel tempio, ha accompagnato alla sua ultima dimora terrena la salma de!
giovane Renato Ribet. di anni 23, deceduto in
tràgiche circostanze.
H 20 gennaio, aH’età di 77 anni è deceduta
Berton Eloisa, dopo alcuni giorni di sofferenza.
Rinnoviamo alle famiglie colpite dal lutto l’espressione della nostra solidarietà cristiana nel
dolore e nella speranza.
— L’Assemblea di Chiesa è convocata domenica mattina 9 marzo, alle ore 10. La Comunità vi
intervenga compatta e vi porti una efficace collaborazione.
F. U. V.
Tutta la gioventù Valdese é
caldamente invitata a partecipare
a due Convegni che si terranno,
D. V., durante la visita alle Vah
li del Segretario Generale della
B\ U. V,, pastore Tullio Vinaj.
Domenica 2 Marzo, ore 15
Convegno a Pomareflo. (Convilio)
Argomenlo « Come vivil' vangelo ? »
Domenica 9 Marzo, ore 15
Convegno a Torre Pcliice. (Te npio)
Argomenlo « La Parola incalenala »
Ci auguriamo che numerosi gior
vani intervengano a questi Convegni e ne ricevano reale profitto
per la loro vita spirituale.
II Comitato di Gruppo.
ERMANNO ROSTAN, Direttore
Autorizzazione N. P. 356 deU’A. P. B.
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