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Anno 119 - n. 25
24 giugno 1983
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Sig. FEI.LFGRlJJi Elio
Via-Caiuti Liberta’ 3
10066 TORRE PELLICE
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Con commozione, a pochi mesi dall’aver ricordato i primi
scioperi che quarant’anni fa si
opposero al fascismo, stiamo assistendo ad un altro sciopero attuato ad un livello altissimo di
rischio e di costo, quello dei minatori di rame cileni contro il
governo di Plnochet. Per una
famiglia operaia a E1 Temente,
come nel ’43 a Villar Perosa,
scioperare non vuol dire semplicemente perdere il salario di
una giornata: è porsi contro la
legge, rischiare il posto di lavoro, la deportazione (oggi si chiama «sparizione»), la vita stessa.
Le decisioni che vengono così assunte lucidamente, con consapevolezza — pur nel contesto di un
movimento di grande vastità che
ne costituisce ii supporto — sono decisioni fondamentali che
costituiscono una svolta determinante nella vita di singoli individui, delle loro famiglie,
insieme, di un intero popolo :
fondano il diritto di un popolo
alla riconquista di una libertà
tanto più preziosa quanto più è
pagata a caro prezzo.
Ma questo non vuol dire che
lo sbocco di queste singole decisioni, che si fondono nella determinazione della stragrande
maggioranza del popolo cileno,
sia la riconquista della libertà.
Può anche essere, ancora una
volta, una gigantesca repressione. Dall’altra parte della barricata c’è un potere che non è ancora finito. Il suo ripetere nel
modo più rozzo la consunta formula secondo cui dietro a queste decisioni di decine di migliaia di cileni vi sarebbe la sobillazione di agenti stranieri comunisti, non significa ancora la
sua fine.
Il confronto è quanto mai incerto. Cosa possiamo lare per
non esserne soltanto spettatori,
sia pur commossi? Poco evidentemente. Ma non nulla. E’ necessario che ci rendiamo conto
sempre di nuovo che siamo parte di una forza che può inserirsi
e giocare un ruolo nelle situazioni in cui popoli lottano per la loro libertà, in Cile come in Afghanistan, in Sud Africa come in
Polonia, in Irlanda come in Guatemala : la forza deU’opinione
pubblica che ha nei mezzi di comunicazione di massa i suoi occhi, la sua bocca, le sue mani e
le ali dei suoi piedi. E la vicenda cilena ce lo ricorda con chiarezza: è stata questa forza che
ha impedito al potere di Pinochet di fare dì Rodolfo Seguel
un ennesimo anonimo « desaparecidos » e lo ha rimesso alla testa del movimento, più temibile
e scomodo che mai, proprio perché dietro alle sbarre con un nome e cognome e con un iter giudiziario da seguire in pubblico.
L’ingiustizia prospera solo nel
segreto e nelle tenebre. Il nostro
compito, anche e soprattutto come credenti, è di contribuire in
qualunque modo a non partecipare alle opere delle tenebre ma
piuttosto a denunziarle portandole alla luce. La promessa
straordinaria che ci è data, che
abbiamo da credere e per la quale abbiamo da impegnarci è che
le opere delle tenebre non Urtano alcun frutto, mentre tutto
ciò che è portato alla luce diventa luce.
DAL KIRCHENTAG DI HANNOVER, GERMANIA FEDERALE
Chiese per la conversione alla vita
Come si traidurrà l’intreccio fittissimo di riflessioni, di domande e di impegno sorto nei tre giorni del grande raduno - Le chiese marciano un passo indietro, ma la speranza ha solide radici
Un mare violetto, accompagnato da inni e preghiere, si è improvvisamente alzato alla fine del
culto nello stadio di Hannover.
Per alcuni lunghi minuti, migliaia, forse centomila mani hanno sventolato il fazzoletto viola
più discusso della storia tedesca.
Lo slogan che era stampato sopra; « Diciamo un no risoluto a
tutti i mezzi di distruzione di
massa », era stato scandito durante tutta la manifestazione pacifista che ha attraversato le
strade di Hannover e che ha costituito il momento più alto e
più atteso di questo grande raduno di massa delle chiese evangeliche.
Un passo avanti
Pastori, diaconi, gruppi giovanili, liberi pensatori, uomini e
donne politicizzati e sensibili alla testimonianza cristiana hanno partecipato per tre giorni a
dibattiti, tavole rotonde, studi
biblici, manifestazioni. Più di
150 mila mani hanno preso i fogli d’informazione degli stands
che affollavano il ’mercato delle
pos,sibilità’. E la gamma di possibilità offerte è stata amplissima: dai temi del terzo mondo,
alla solidarietà con i paesi schiacciati dalle dittature latino-americane, sino ai temi più interni
alla chiesa come la diaconia nei
suoi vari aspetti, l’animazione
giovanile o le nuove sperimentazioni liturgiche. C’era anche lo
stand dei cappellani militari che
hanno fatto un singolare sforzo
di presenza rispetto all’ultimo
BCirchentag di Arriburgo. Si vedevano anche militari graduati che
discutevano con i giovani pacifisti sulla necessità deH’equilibrio
di forze. Ma si è trattato di un
aspetto marginale. Così come il
fatto che all’inizio del Kirchentag, quando in tutte le chiese
della città si celebrava il culto
d'inizio sul capitolo 33 di Ezechiele, il pastore Kost abbia chiuso la porta in faccia ai « fazzoletti viola ». Benché non siano
mancate tensioni e posizioni diverse al suo interno il Praesidium del Kirchentag ha sostanzialmente appoggiato. la campagna pacifista contro l’installazione dei missili a testata nucleare
in Germania e in Europa. Un
passo avanti rispetto ad Amburgo due anni fa.
Al Kirchentag di Hannover parla il segretario della Conferenza delle
Chiese in Europa, dr.Glenn Williams. Al ' tavolo della presidenza tra
gli altri il moderatore Giorgio Bouchard.
Confronti in diretta
Anche sulla qualità dell’informazione non sono mancati confronti in diretta con personaggi
chiave su temi di scottante attualità. Ho sentito il premio Nobel Pérez Esquivel parlare dati
alla mano, del disastro prodotto
dalla dittatura argentina, Ernesto Cardenal — prete e ministro
dell’educazione in Nicaragua —
ha invitato a « legare le mani del
Golia della guerra ». la presidente delle madri della Plaza de
Mayo ha ringraziato il popolo
evangelico per la solidarietà concreta nella ricerca dei « desaparecidos ». Un Willy Brandt stanco, ma che si ascolta ancora volentieri, ha tratteggiato l’impegno per la pace e la giustizia di
Martin Luther King « uomo dell’anti-potere » e sul punto a lui
congeniale dell’Ost-Politik ha ricordato che in Russia l’installazione degli SS-20 è frutto di un
passaggio di poteri dai politici
ai militari che oggi condizionano
le scelte tecnico-belliche.
Più vicino a noi l’affollatissimo dibattito sui temi della pace
PREDICAZIONE TENUTA ALLA CONFERENZA DEL III DISTRETTO
Il sogno di un pastore
Ezechiele 34: 1-24
Leggendo questo testo, visto
che vi si fa l'esempio d'un mestiere, quello del pastore, che è
poi il mio, m’è venuto spontaneo
di pensare che sarebbe stato meglio di cambiare argomento!
— O che? Adesso metto in piazza le mie pecche o mi metto a
criticare quelle dei colleghi?... E
che dire poi dell’esempio delle
pecore? Se ci si mettesse a rac
contare tutte le beghe, le invidie,
nbri
Franco Giampiccolì
gli attriti che ci sono tra memi
di chiesa, dove si finirebbe? Suvvia, un po’ di carità cristiana!
Solo sulla promessa dell’Unico
Pastore mi sentivo che sarei potuto andar sul sicuro perché in
questo, per la Grazia di Dio, ero
certo che ci saremmo tutti sentiti come pecore smarrite e ritrovate dal Buon Pastore.
Ma poi ho pensato ad un ragazzo di diciassette anni che.
tanto, tanto tempo fa, chissà come, si sentì proprio come una
pecorella smarrita e ritrovata.
Quel ragazzo era tanto felice e
pieno d’entusiasmo perché era
giunto a trovare nella fede in
Cristo la via, la verità e la vita,
che non la finiva più di parlarne
ad amici, parenti, conoscenti e
sconosciuti. Era come un innamorato che è felice.
Una volta ad esempio se ne
andò a parlare ad una povera
donna cieca, che abitava in un
sobborgo della grande città,
squallido come la sua casa e, nel
dirle che Gesù è la luce del mondo, si sentì venire le lacrime agli
occhi, perché era certissimo che
in quel momento il Signore la
vista a quella donna gli^a avrebbe potuta dare veramente, se era
nella sua volontà... Era un pomeriggio d’estate di domenica,
non era andato né al mare, né al
cinema cogli amici, ma era andato a predicare con tanta gioia
che veramente Gesù Cristo è il
Buon Pastore per tutti.
Fu uno dei segni, ma ce ne sarebbero stati degli altri per questo ragazzo di diciassette anni,
per cui sentì che il .suo unico impegno nella vita non poteva essere che quello del pastore...
Voleva fortificare le pecore deboli, voleva fasciare quelle ferite,
voleva cercare quelle perdute, voleva guarire quelle malate, non
voleva che si disperdessero e soprattutto sapeva che c’erano tan
te pecore che ancora non erano
dell’ovile, quelle pure voleva raccogliere.
Non siate troppo severi, non
accusate quel ragazzo d’essere
stato troppo sognatore o addirittura arrogante o blasfemo. V’ho
pur detto che aveva solo diciassette anni e a diciassette anni si
può sperare d’essere un buon pastore.
Col tempo, non temete, la sua
fede avrà certamente acquistato
quella scienza, quella conoscenza, quell’esperienza che sono necessarie per credere, senza farsi
coinvolgere troppo dalle persone
e dagli avvenimenti.
Col tempo avrà imparato che
il Buon Pastore è solo uno e che
gli uomini, anche i migliori pastori, fanno quel che possono e
soprattutto quel che sentono, seguendo i propri interessi che agli
altri appaiono comunque come
doni o attitudini utili.
Avrà imparato a condannare
gli estremi perché come dice un
collega che ama le battute, i pastori si dividono in due catego
Odoardo Lupi
(continua a pag. 4)
promosso dalla Conferenza delle
Chiese Europee e animato dal
pastore Glenn Williams. Accanto
a interventi importanti come
quello del rappresentante della
Repubblica Democratica Tedesca
( « dobbiamo intensificare l’informazione sull’impegno per la pace che si sta sviluppando nelle
nostre chiese affinché unica sia
la voce dei credenti al di qua e
al di là dei confini ») o del vescovo ortodosso Pitirim di Mosca, la voce del nostro Moderatore Bouchard, continuamente
interrotta da applausi, ha situato, anche storicamente, il problema del dialogo dei credenti
con le diverse posizioni ideologiche « senza rinunciare, per un
solo istante, alla nostra fede in
Gesù Cristo ».
In un incontro meno frequentato, tra i tanti segnalati dal programma di trecento nagine offerto ai partecipanti, Helmut Simon, vecchio presidente del Kirchentag, oggi giudice della Corte
suprema, ha suggerito — credo
per la prima volta — di profhuovere ima « konsultative Volksbefragung » ( referendum consultativo) per conoscere l’opinione
del popolo tedesco sull’installazione o meno dei missili onde
orientare il potere politico del
Bundestag, l’unico che, a norma
di costituzione, decida in materia. Dicevo che qui e là non sono
mancate tensioni o note stonate. Come quella del prof. Grosser
di Parigi che ha cercato, in una
bordata di fischi, di giustificare
l’atteggiamento contrario al disarmo aggiungendo un giudizio
negativo sulla campagna pacifista caratterizzandola come « un
nuovo clericalismo violetto ».
Sul tema di tutto il Kirchentag
« conversione alla vita » il suo'
presidente nonché membro in vista del partito socialdemocratico Ehrard Epvler ha' avuto, nel
culto di chiusura, parole chiare:
« Convertirsi oggi è importante
perché stiamo fuggendo da noi
stessi. Contro la prospettiva della morte nucleare dobbiamo contrapporre la logica della vita che
deriva dall’Evangelo ». Anche il
vescovo luterano Lohse della reGiuseppe Platone
(continua a pag. 2)
2
2 fede e cultura
24 giugno 1983
PASTORATO E RAPPRESENTANZA POLITICA
Per una ricerca più approfondita
Con questo numero si chiude il dibattito pre-elettorale. Ma ci
auguriamo che prosegua il discorso di fondo sollevalo dalla lettera
di Franco Giampiccoli sulla compatibilità o meno tra ruolo pastorale
e rappresentanza politica, che è un discotso diversp da quello fra
fede e politica. Ci sembra opportuno approfondire la riflessione anche irr vista del dibattito sinodale. Invitiamo in'Jjarticolare Giuliana
Gandolfo e Franco Giampiccoli a intervenire nuovamente, tenendo
conto delle reazioni avute finora.
J.J.P.
Chiedo che venga pubblicata
questa mia lettera, fiducioso che
essa dia un contributo leale ad
un'approfondita ricerca sul tema '
della candidatura di un, pastore
alle elezioni politiche nazionali.
Leggendo la lettera « Perché non
sono d’accordo» di F. Giampiccoli su « La Luce » n. 21, del 27
maggio, mi è sorta qualche perplessità sul senso profondo delle tre domande con cui viene manifestato il disaccordo sulla scelta del pastore Giuliana Gandolfo.
1. Opportunità.
Gradirei conoscere il pensiero
« evangelico » (alla luce del vangelo) circa la definizione di opportunità, quando ima persona
deve decidere la forma del suo
impegno di vita. A me pare che
il criterio di opportunità espresso nel vangelo non coincida con
quello espresso nelle regole di
comportamento umane (...permettimi di seppellire prima ■ i
miei morti...). La sepoltura dei
morti, secondo le regole dell’uomo, è atto opportuno e doveroso a farsi, prima che altre opere.
2. -Vocazione - tentazione.
Il senso che ho colto nella let• tera sul significato di « comunità
dei fratelli » mi sembra riduttivo, rispetto a quello espresso nel
vangelo.
Che la comunità possa essere
uno specchio lo comprendo, mi
sémbra eccessivo che possa essere considerata « unico specchio ».
Certo, sarebbe stato cortese informare prima i più vicini, ma
la cosa, a me sembra debba essere catalogata fra le formalità
ornane, sia pure lodevoli.
E’ difficile capire se è possi- '
bile stabilire prima se ciò che
uno sente è vocazione o tentazione. Forse il confronto con gli
altri può aiutare a scavare meglio nel proprio intimo, ma talvolta riesce anche a confondere
il suono della voce che chiama.
La ricerca del consenso non
sempre giova prima di operaré
le scelte.
L'adesione spontanea ed entusiasta mi pare più evangelica che
le scelte troppo {xmderate (torse
che Pietro ha interpellato i suoi,
per sapere se la chiamata era da
considerarsi vocazione o tentazione?).
3. Istituzionalizzazione.
Questa preoccupazione è tipica
delle istituzioni.
A mio avviso è da condannare
chi si serve della copertura di
un Istituto per fini non propri
dello stesso. Non credo che la
decisione del pastore Giuliana
Gandolfo sia stata presa sfruttando una simile situazione e se
è così, non le si possono muovere degli appunti.
In quanto alla qualifica con cui
la Gandolfo si presenta, non mi
pare si possa considerare un
problema. Perché dovrebbe nasconderle la sua qualifica? Ho la
sensazione, e spero di sbagliarmi, che la Comunità («chiesa»)
sia più preoccupata di salvaguardare la propria immagine, che
aiutare i singoli a svolgere la
loro missione nella forma di vita o nell’attività che scelgono.
Salvatore Di Pasquale
Solidarietà
anziché critica
Caro Franco,
come donna e credente, sono
lieta che la Sig.ra Gandolfo abbia accettato rofferta del PCI:
abbiamo bisogno, sulla scena politica, di gente veramente nuova,
decisa, attiva, leale, chi ha scelto
di dedicare la propria vita agli
altri non può stonare in questo
contesto. Non credo che G. Gandolfo « tradisca » il suo ministero pastorale presentandosi eille
elezioni: non si tratta certo dì
una decisione comoda, bensì di
un’ardua forma di servizio, una
via diretta e concreta da percorrere per aiutare il prossimo, per
contribuire a creare forme di vita migliori in seno a una società
sempre più egoista, priva dì spazi rassicuranti.
Troppo spesso chi è inserito
nelle strutture ecclesiastiche dimentica i problemi « terreni »
che afOìggono i suoi fratelli, e la
chiesa finisce per diventare agli
occhi di molti qualcosa di astratto, un mondo a sé, ima « comunità » che si riunisce nel Tempio
per qualche ora, lasciando poi
ciascuno alle prese coi propri
guai personali; scelte come quelle di Giuliana mi fanno siierare
in una chiesa più aperta, più attenta e laboriosa. Non dimentìchìamo che Gesù non ignorò mai
i problemi pratici di coloro che
avvicinava: rifocillava gli affamati, guariva gli infermi, stringeva amicizia con gli emarginati,
i Vangeli non ci tramandano la
figura di im dotto barricato tra
i suoi libri, ma quella di un Uomo impegnato, che predicava lungo le. strade, a contatto con gli
umili, pronto ad occuparsi di
tutti, a cercare chi era in difficoltà! (...).
Vorrei chiedere, inoltre: perché un diverso metro di giudizio
per lei e per Tullio Vinay? C’è
ancora chi crede che la politica
sia faccenda da uomini? Mi auguro di no.
C’è molto da fare per migliorare l'attuale situazione italiana:
mancano le case, i posti di lavoro, i servizi sociali... Credo che
le comunità valdesi, anziché criticarla, dovrebbero stringersi solidali attorno a Giuliana Gandolfo, garantendole il loro appoggio: le sue intenzioni sono ottime (come testimonia la sua lettera sull’« Eco » del 3-6) e il compito che l’attende non è facile.
Con amicizia,
Edi Marini
L’unico pastore
è Cristo
Cara Giuliana,
quando ho saputo della tua
candidatura al Parlamento, leggendola nei manifesti del P.C.I.,
nei termini di: Giuliana Gandolfo, « pastore » valdese, ho avuto
un leggerò senso di dissapore
(...mi son detto: è cominciata la
caccia ai voti delle « pecore »...)
che mi ha portato ad apprezzare quanto espresso da Franco
Giampiccoli nel suo noto articolo. Successivamente, leggendo le
tue motivazioni non ho potuto
che condividerle senza riserve,
ma allora ho capito che quello
che mi dà noia in tutta la faccenda, è il nome di « pastore ».
Personalmente, nel momento in
cui. mi preparo ad andare in Facoltà a Roma, questo nome è il
mio più grosso ostacolo, mi sembra blasfemo, mi sembra che
l’unico pastore debba essere Gesù Cristo, e farò di tutto per non
farmi appiccicare addosso questa etichetta ecclesiastica. Ti ho
piaudita in modo particolare
quando hai scritto che non riesci a considerarti « clero », ma
mi chiedo allora perché ti porti
dietro alle elezioni un nome che
non può che essere preso per sinonimo di « clero », quando avre
sti già dovuto rifiutarlo da tempo. Ben argomenta Giampiccoli
sulla « rappresentatività-copertura di un nome ecclesiastico » che,
si può ben sospettare, più facilmente ti ha fatto ottenere un posto in lista. Ma credo che l’uso
di questo nome di « copertura e
garanzia ecclesiastica » non sia
un abuso solo alle elezioni politiche, ma in ogni e qualsiasi circostanza della vita e della nostra
fede. Per quanto riguarda il futuro, infatti più che una battaglia in Sinodo per ottenere con
chiarezza « l’incompatibilità tra
ruolo pastorale è professionismo
politico » (cosa che si potrebbe
già serenamente desumere dalla
logica delle cose e dal 3° comma
art. 51 della Costituzione — diritto del parlamentare di disporre del tempo necessario aH’adempimento del proprio compito,
pur conservando il suo posto di
lavoro al termine del suo mandato — e cosi si sarebbe già dovuto fare per Tullio Vinay se i
fratelli della TEV non avessero
piantato tanto baccano) rni sembra più urgente un profondo impegno in Sinodo per abolire dalla nostra Chiesa i nomi di « garanzia e copertura ecclesiastica »; e io sarò il primo a fianco
di Giampiccoli se vorrà emendare in questo senso la sua battaglia.
Un caro abbraccio.
Alberto Romussi
Non si possono
servire due padroni
Caro direttore,
il pastore Giuliana Gandolfo
non può accettare la candidatura alla Camera: né come laica,
né come pastore valdese.
Questa mia negazione non nasce da un settarismo mentale, religioso, ma nasce da una mia personale riflessione:
— la militanza in un qualsiasi
partito politico, anche se mascherata dalla parola « Indipendenza » vuol dire accettare il suo
credo, la sua programmazione,
la sua strategia per la scalata al
potere;
— la militanza, da lei scelta,
al servizio di Dio non ha programmazioni che mutano secondo lo spirare del vento politico
di quel momento, il vento del Signore spira in una sola direzione, non muta mai, perché il suo
amore per l’uomo è uno solo.
Nella lettera del pastore Giuliana Gandolfo è presente tutta
la sua amarezza del mondo presente, ma Gesù il Cristo' non subì amarezze e oltraggi proprio
dai suoi amici più fedeli? e continua a riceverne anche oggi, ma
lui non lasciò la sua strada, ebbe turbamenti, ma restarono allo
stato di turbamento; anche lei
consideri questo mornento un
turbamento, non lasci la vera
strada del pastorato per quella
del servizio al potere. Sono due
strade diverse, non si possono
servire due padroni.
Un fraterno saluto.
Antonio Gay
A chi giova?
Ho apprezzato i motivi del dissenso di Franco Giampiccoli e,
se prendo la pènna, è per ripetere oggi quel che già scrissi su
questo giornale nel lontano 1976
a proposito del caso Vinay: a chi
giova? al candidato? al partito
che lo spalleggia sia pure come
indipendente? al popolo? alla
chiesa? alla comunità dei credenti?
Nessuno contesta ^ chiunque
di aspirare alla « camera » politica. Ammetto anche che la politica attiva possa essere considerata sotto l’angolo visuale della vocazione e della conseguente
missione, al pari della vocazione
e della missione pastorali. Ma
possono esse stare insieme nella
stessa persona? Più che di incompatibilità tra ruolo pastorale e
professionismo politico, io ci vedrei l’impossibilità materiale di
far bene," con coscienza professionale, runa e l’altra cosa insieme.
’ Se si compiono a tempo pieno
i doveri del ministerio pastorale,
non c’è certamente tempo per
pensare ad altro. D’altra partè la
« missione » del pastore, nell’Italia odierna, mi pare assai più
impegnativa di quella del deputato o senatore, sia pure evangelico.
Infine, distinguere il caso Vinay dal caso Gandolfo mi pare
controproducente e rischia di
' farci cadere, anche noi, nel « culto della personalità », allontanandoci dal rigore della severa
etica protestante dell’onore dovuto a Dio solo.
Giovanni Gönnet
Convertirsi
alla vita
(segue da pag. 1)
gione di Hannover ha ammesso
che il Kirchentag ha saputo affrontare, accanto allo studio della Parola in una dimensione ecumenica, i problemi politici più
urgenti senza per questo averli
risolti. Parole coraggiose sull’impegno totale per la pace sono state lanciate anche dal rappresentante dei vescovi cattolici americani. Ma quello che ha colpito di
più l’attenzione è stato il messaggio dei dieci militari in divisa che, fazzoletto viola al collo,
hanno chiesto di non essere considerati nemici della pace anche
se « ogni soldato di questo mondo è un soldato di troppo ».
Essenziale è stata anche la testimonianza diretta su Comiso
del pastore battista Rapisarda
che ha costituito un ponte tra la
situazione italiana e tedesca così
simili dal punto di vista della
’’strategia del nucleare”.
A colloquio
con i lettori
Quale sbocco?
Come si tradurrà ora questo
intreccio fittissimo di riflessioni,
domande, impegno, nella vita
quotidiana delle chiese? Il Kirchentag con il suo pluralismo di
possibilità informa ma forse non
spinge alla decisione. Nella « Halle der Stille » (Sala del silenzio)
si respira aria di Taizé e della
teologia del centro irlandese di
Corrymeéla che potrebbe riassumersi nello slogan: « lotta e adorazione ». Trecento metri più in
là un happening latino-americano fa vibrare le note della teologia della liberazione. Nella Sala
della musica tremila persone
battono il tempo dietro ad un
complesso rock di Berlino. In
un’altra aula il servizio d’ordine
respinge, per mancanza di posti,
centinaia di persone che vogliono seguire il dibattito su ebrei e
cristiani, uno di quei temi ’in
crescita’ negli ultimi anni. Al
Kirchentag c’è spazio per tutti.
Ma fino a che punto le tendenze
opposte non finiscono per eliminarsi a vicenda?
« Sto andando al Kirchentag
entusiasta — confessa il giovane
Frank che mi vende per 5 marchi il fazzoletto viola sul treno
speciale che dal sud della Germania ci porta ad Hannover —
ma so già che tornerò rassegnato ». La realtà delle chiese non è
completamente sintonizzata sull’onda del Kirchentag che è sempre un passo avanti. Ma senza
chiese non ci prebbe Kirchentag.
La rassegnazione del dopo-Kirchentag non è su di un binario
morto, la speranza nata in quei
giorni ha solide radici. E se i
credenti lo vorranno la rotta politica potrà essere invertita. Prima che sia troppo tardi per tutti.
Giuseppe Platone
APPREZZAMENTI
Caro direttore,
vedo, non senza ,stupore, che il nostro giornale pubblica non solo le lettere di legittima critica ai contenuti degii articoli dei suoi redattori, ma anche
quelle che tale legittima critica riducono ad apprezzamenti a livello personale.
Non intendo entrare in polemica con
la lettera di Paolo fiorio pubblicata il 10
giugno; non ne varrebbe la pena. Vorrei solo invitare il lettore che ne avesse voglia a rileggersi il mio <■ Punto di
vista » del 27 maggio e la lettera del
10 giugno. Credo gli sarebbe facile vedere dove stanno gli « argomenti risibili » e lo stile « rozzo e plateale ».
Cordialmente
Niso De Michelis, Milano
PAPA E CULTURA
In occasione del Congresso Eucaristico milanese il papa, visitando l'Università Cattolica, ha tenuto un discorso sulla cultura; si ha quindi avuto la
opportunità di sentire la sua opinione
non viziata dalle banalità dei discorsi al
grande pubblico, ma una lunga disquisizione teorica rivolta a dei « tecnici »
(infatti erano presenti, oltre ai docenti
della Cattolica anche il Rettore e numerosi professori deH’Università Statale).
Il papa ha iniziato il suo lungo discorso parlando di una cultura divisa in due
parti; cultura (o scienza) ,« che l'uomo
teme » e « cultura per l'uomo ■>.
Se si potrebbe essere d'accordo sulla
sua analisi della situazione — che d'altra parte era arricchita da dotte citazioni in latino e non tutte di teologi cattolici — bisogna dire che il papa non
ha avuto alcun dubbio nei trovare la discriminante tra cultura ■■ buona » e cultura « falsa »: infatti — testuali sue parole — la scienza deve lasciarsi guidare
dalla chiesa (cattolica, naturalmente)
» ohe ha una conoscenza profonda dell'uomo » ed è pronta ad offrirsi come
chiarificatrice quando la scienza è nei
dubbio. Quindi, nonostante il mondo sia
laico, c'è chi è ancora sicuro di sapere che la verità assoluta è nelle sue
mani! (e lo dice senza mezzi termini).
Il papa è stato poj ancora più esplicito circa l'Università Cattolica ed il
suo ruolo specifico; essa — essendo
originata dalla chiesa — è più vicina
a questa ed alla sua « verità globale »;
è quindi « sintesi tra fede e ragione »
anzi, esempio di come « la fede valuta
la cultura e la giudica quando è vera e
quando non lo è » (le parole tra virgolette sono testuali).
L'incontro ha comunque dato anche
spazio a curiose scene di « costume »;
siccome gli studenti erano relegati al
ruolo di ■< claque » nei chiostri (sotto
la pioggia), potevano sbizzarrirsi a cantare canzoni in polacco e far volar palloncini gialli e bianchi, anche perché
11 papa si è rivolto a loro solo nel finale e con alcune battute di spirito veramente banali. Quindi l'unico episodio
veramente divertente è stato quello nel
quale, subito dopo che il rettore Lazzati aveva descritto l'utilità e l'efficienza
deiruniversità Cattolica, si sono rotti
gli amplificatori... prima che potesse
parlare il papa, che ha dovuto quindi
rileggere tutto il discorso.
Gregorio Plescan, Milano
MODELLO
NEGATIVO?
Caro Giampiccoli,
Approvo quanto Lei scrive circa la
presentazione di pastori alle elezioni
politiche e Le auguro di riuscire a fare trionfare le Sue idee al Sinodo!
Sono stato invece dispiaciuto di leggere che Giorgio Tourn, di cui ho avuto modo di apprezzare il valore e l'intelligenza, si sia lasciato sfuggire qualche apprezzamento anti-giudalco, d’altronde inutile, visto che si occupava
dei Testimoni di Geova (La Luce 27.5
1983 . « Aprire gli occhi » - p. 9). Possibile che gli Ebrei ancora oggi debbano servire come modello negativo e
che i Farisei siano ancora visti come
simbolo di un » giudaismo letteralista t
fatto di meriti, privo di amore e di libertà cristiana »?
Di giusto ci sono solo le tre ultime
parole, visto che i Farisei non sono cristiani. Elia Boceara, Milano
3
24 giugno 1983
ROMA - UN DOCUMENTO DELLA COMUNITÀ’ DI S. PAOLO
Confessione e conversione
fede e cultura 3
Quaie ruolo per i
pastóri degli studenti
La comunità di base di S. Paolo di Roma presenta, come inserto in CNT n. 21 del 5 giugno
1983, un interessante documento
dal titolo « Conversione e Riconciliazione ». L’occasione di questa riflessione collettiva e sistematica durata alcuni mesi, è
stata la volontà di contribuire al
dibattito del prossimo Sinodo
dei vescovi di ottobre sul tema
« Penitenza e riconciliazione nella missione della Chiesa ». Che
l'occasione fosse quanto mai op>portuna è stato confermato dalla
decisione del papa di indire l’anno santo straordinario che ripropone « antiche e irrisolte contraddizioni nel modo con cui i
vertici della Chiesa romana intendono la "penitenza” e la ’’riconciliazione” » (p. 4) e dalla decisione della Conferenza Episcopale Italiana di indire per l’autunno 1984 o nella primavera successiva un convegno ecclesiale su
« Riconciliazione cristiana e comunità umana ».
« Noi preferiamo usare il termine ’’conversione” piuttosto che
quello di ’’penitenza” in quanto
a quest’ultimo è connesso, almeno neH’accezione tradizionale, un
più spiccato carattere di ritualità
e di intimismo che impedisce di
cogliere la pregnanza del senso
cristiano della conversione » (p.
4). Con questa premessa terminologica, che riprende pienamente il senso del termine neotestamentario di metanoia (trasformazione della mentalità, conversione), il documento esprime una
critica serrata al sacramento della confessione che si esprime nella confessione auricolare, critica
biblica, pastorale e teologica, storica. Molto bella e corretta è la
parte dedicata alla riforma protestante in cui la teologia delle
chiese evangeliche emerge con
limpidità e chiarezza.
A questa parte critica ne segue una più prppositiva che cerca di « indicare non tanto soluzioni definitive, quanto piuttosto
la ’’angolazione” più giusta, a nostro avviso, per iniziare a risolvere alcuni dei problemi posti »
(p. 3). Questa « angolazione » è
descritta in sei pirati; necessità
di distinguere più chiaramente
tra chiesa e Regno di Dio; necessità di ima nuova ecclesiologia che
sappia anche riformarsi continuamente; necessità di un « severissimo esame » (p. 18) del concetto
di sacerdozio e di sacra gerarchia
in modo da rendere possibile una
riconciliazione all’ interno della
chiesa romana e aU’estemo con
le altre chiese; necessità di corivertirsi ai poveri; nebessità di riconciliarsi con l’altra metà della
chiesa, cioè con le dorme; necessità della conversione alla pace.
« Dopo queste ’’conversioni” è
chiaro che il problema della
’’confessione” personale si colloca in un quadro di riferimento
tutto particolare ».
Ma « se è facile mettere in rilievo i limiti della ’’confessione
auricolare”, molto più difficile è
proporre alternative concrete, iti
positivo » (p. 22). E questo, noi
protestanti, lo sappiamo bene:
quanti di noi sono soddisfatti
della confessione liturgica del
culto domenicale? Quanti ne hanno presente il significato? Come
esprimiamo la riconciliazione
con Dio e con gli uomini? Il documento pone delle domande
che sono anche nostre: « Come
utilizzare gli apporti della scien
NOVITA’ CLAUDIANA
Protestanti perchè
di Giorgio Girardet
Significato, realtà e prospettive di una presenza protestante in
Italia e nel mondo, pp. 128, L. 4.900.
I protestanti in Italia sono presenti da otto secoli e sono circa
400.000. Eppure sono poco e mal conosciuti. Altre minoranze, anche
più modeste, destano a volte maggior interesse, « fanno notizia », e
sono oggetto di studio e di riflessione. Il protestantesimo, myece,
viene visto in modo riduttivo e riceve un’attenzione che e inferiore al suo peso numerico e culturale.
Perché la cultura italiana e i mass media sono così poco attenti
alla loro presenza nella vita del paese? Perché essi non hanno avuto
un impatto maggiore nella cultura e nella vita italiane? Perché i
mass media seguono assiduamente ogni spostamento del papa e
ogni atto della curia vaticana, mentre ignorano sistematicamente
ogni presa di posizione del Consiglio Ecumenico delle ^Chiese di Ginevra, che pur rappresenta quasi il 40% dei cristiani del mondo?
Secondo alcuni il protestantesimo avrebbe esaurito la sua funzione storica; nel secolo dell’ecumenismo — che pure fu una iniziativa protestante — non avrebbe più senso insistere ancora oggi
sulle differenze dottrinali di 5 secoli fa; l’unica salvezza del cristianesimo starebbe nel fare fronte comune contro i mali trionfanti
del materialismo ateo e del secolarismo.
Uno specialista nel campo delle «comunicazioni di massa» —
il pastore Giorgio Girardet, direttore di giornali e responsabile dell’Agenzia di stampa « nev » dimostra l’errore di fondo che vizia
questo ragionamento cosi comune nella nostra società.
I protestanti italiani invece esistono e hanno elaborato una cultura propria che nasce dalla loro storia e situazione nella società.
Hanno un messaggio originale ed uno stile di vita che hanno molto da dire al nòstro mondo.
Come e perché è nata, che cosa ha da dire oggi, come si organizza e si struttura, che cosa si propone e dove va questa « forma
di cristianesimo alternativa al cattolicesimo romano », questa « chiesa senza papa? ».
Con rapidi schizzi illuminanti — tra stona e cultura — Girardet ci mostra come e perché la « protesta » fondata sull’Evangelo di
Gesù Cristo conservi intatte le ragioni della sua validità, nonostante il Concilio Vaticano II e le varie « visite di cortesia ». Si tratta
di una vera e propria « forma di cristianesimo alternativa al cattolicesimo romano » (come afferma il documento del Sinodo valdese
e metodista suirecumenismo) che ha una sua parola da dire alla
società e al mondo di oggi. Le chiese hanno tutte un lungo cammino da compiere e debbono imparare a compierlo insieme su un
piano di parità e di fraternità.
Un’appendice di dieci rapide « schede » informa su aspetti particolàri quali: il battesimo — la chiesa — la Bibbia e le sue interpretazioni — il culto — le finanze — il papato — le organizzazioni
confessionali ecc.
za moderna (psicologia, antropologia, sociologia...) per aiutare
alla formazione di im autentico
senso del peccato, e spingere ad
una reale conversione, di fronte
al Dio di Gesù Cristo che ci viene
incontro e ci salva con la sua
grazia? E, ancora, come integrare nella celebrazione ecclesiale
della conversione e della riconciliazione la dimensione sociale
storica del peccato, la consapevolezza che il mondo è spietatamente diviso e lacerato? » (p. 22).
La comunità di S. Paolo, consapevole di tutto ciò, ha deciso
di « dare un senso forte alla celebrazione dell’eucaristia » in cui
« riflettiamo insieme sul nostro
essere peccatori, inteso in particolare come tradimento da parte del singolo o della comunità
della loro missione di testim<>
nianza della bupnq novella (il
’lieto annuncio”), o come incapacità di camminare con coraggio verso il futruo di Dio, o co^
me scarsa attenzione ai poveri
ed agli emarginati » (p. 22). Ma
ciò non basta, ci sono e vanno
ricercati altri modi in cui esprimere la ricerca della conversione
e della riconciliazione, continua
il documento, anche neU’assemblea domenicale, attraverso una
liturgia che esprima il nostro
perdono « senza riserve » e « senza confini », un momento in cm
si « rinuncia al nostro risentimento ed al nostro rifiuto verso
il prossimo (amico o nemico,
giusto o ingiusto)» (p. 23).
Si tratta, neU’insieme, di un
documento molto bello e stimolante, non solo per la Chiesa cattolica a cui è evidentemente rivolto, ma anche per le Chiese
evangeliche, perché anche noi
abbiamo bisogno di riscoprire
dei modi che ci' aiutino a comprendere meglio il senso del nostro peccato personale e collettivo, e che ci aiutino a comprendere la riconciliazione ricevuta
da Dio in Cristo come prassi
gratuita di riconciliazione tra gli
uomini.
Eugenio Bernardini
La nostra visione deH’umanità:
ima valutazione. Questo il tema
deirincontro annuale tra pastori
e preti di comunità degli studenti tenutosi quest’anno a Saint
Prix a pochi chilometri da Parigi
dal 15 al 20 di maggio.
Se nelle intenzioni degli organizzatori il tema proposto doveva essere una continuazione ideale di quello deU’anno scorso (vedi La Luce, 4 giugno 1982), nei
fatti esso è rimasto abbastanza
ai margini deH’mteresse dei partecipanti.
La traccia di discussione proposta dalla staff, infatti, in quasi tutti i gruppi è stata utilizzata
come spunto per riflettere sulla
specifica condizione di cappellani degli studenti; sul rapporto
piuttosto problematico, soprattutto nei paesi a maggioranza
protesttmte del centro-nord Europa, tra stato e chiesa; tra lavoro
comunitario e lavoro all’intemo
della chiesa di appartenenza; tra
istituzione universitaria e ruolo
di pastori degli studenti.
L’impressione è stata quella di
assistere all’inizio di una riflessione suH’identità e sulla funzione del cappellano. In quanto
figiua che si colloca tra lo psicologo e ranimatore culturale,
spesso svolge la propria attività
abbastanza sganciato dalla propria comunità e non abbastanza
indipendente dall’istituzione universitaria. Remunerato del tutto
o in parte dallo stato e utilizzandone le strutture, rischia infatti
di non poter svolgere quel ruolo
profetico che vorrebbe, talvolta
respinto anche dagli studenti
provenienti in gran parte dalla
medio-alta bor^esia, portatori
di valori conservatori e non più
disposti a mobilitarsi su temi
sociali e tanto meno politici.
Si pone dunque im problema
di testimonianza. E di isolamento.
Provenendo dalla realtà della
piccola Chiesa valdese e dalla
EGEI sono venuta per la prima
volta a contatto con questa figu
ra sociale e mi sono posta degli
interrogativi; per esempio: che
senso ha che sia un pastore _ ad
accogliere gli studenti che vivono nell’università ed hanno proj
blemi di solitudine, di carichi di
studio oltre che di fede? non rischia di essere discriminatorio
nei confronti di chi, per ragioni
sue, ha chiuso con la chiesa?
In secondo luogo, tm pastore
spesso isolato dalla chiesa siamo
sicuri che rende un buon servizio agli studenti? se già sono
venuti da un’altra città per studiare e sono frustrati dai ritmi e
dalla mono-alimentazione culturale, il fatto che il pastore sia sul
luogo non rischia di cristallizzare ulteriormente la loro condizione? di rendere se non più improbabile più difficoltoso un loro futuro inserimento nelle problematiche e nella vita di una
delle comunità cittadine, cosa
che alcuni cappellani auspicano?
A me sembra che nella nostra
società in cui c’è una spinta parcellizzazione del lavoro il compito del cristiano dovrebbe essere
quello di aiutare l’individuo a
crescere il più armonicamente
possibile e a rivendicare la sua
interezza.
Accanto ai piacevoli momenti
di confronto, gli organizzatori
hanno previsto degli incontri a
Parigi e tra questi uno con Joseph Doussé, fondatore del _« Centro del Cristo Liberatore » il quale si propone di apportare un
aiuto immediato alle minoranze
sessuali sul piano pastorale, psicologico, medico e legale favorendo il reciproco aiuto, l’informazione e gU incontri.
Ho trovato particolarmente interessante venire a conoscenza
di questo centro (già noto in Italia a chi ha partecipato ai precedenti incontri sul tema dell’omosessualità) in quanto rappresenta un tentativo serio e solidale di affrontare una questione
spinosa con cui dovremo presto
fare i conti in Italia nelle nostre
chiese.
Antonella Visintin
CONCLUSO IL CICLO DI STUDI A LA SPEZIA
Una proposta per una città
Ospite della locale Chiesa Metodista, il Centro Evangelico di
La Spezia ha chiuso venerdì 13
maggio il ciclo « Lutero e la Riforma », con una tavola rotonda
sul tema: « A cinquecento anni
dalla nascita di Lutero, attualità
della Riforma». Ad essa erano
stati invitati come oratori i rappresentanti di tre diversi possibili modi di vedere la Riforma:
per i cattolici c’era mons. Edoardo Ricci, vicario generale della
diocesi, per i non credenti c’era
il prof. Lorenzo Vincenzi, un giovane ma assai preparato studioso
di Lutero, e per gli evangelici il
past. valdese Luigi Santini. Un
folto pubblico, certo attirato dalla novità (per la città) dell’insolito confronto, ha affollato la sala seguendo con molto interesse
il dibattito e ponendo parecchie
domande ai tre oratori.
Il past. Santini, parlando della
Riforma come linea di sutura fra
Medioevo ed epoca moderna, ha
individuato alcune istanze principali tuttora valide: innanzitutto la libertà civile, l’etica protestante del lavoro ed infine l’interpretazione della Scrittura, che
però non è mai in nostro potere
bensì soltanto nelle mani dello
Spirito Santo. Il prof. Vincenzi,
partendo dalla nota affermazione del Croce secondo cui non
possiamo non dirci cristiani, ha
individuato l’attualità di Lutero
in quel suo insistere sul principio
del « sub contraria specie », che
è a fondamento del moderno senso della ragione. Ricco di intenzioni « ecumeniche », come egli
stesso ha detto, è stato infine
l’intervento di mons. Ricci, che
ha inteso rivalutare alcuni aspetti del pensiero di Lutero, i quali
a suo parere sono peraltro ben
presenti nella teologia cattolica:
la centralità di Cristo, la negazione della possibilità dell’uomo
di salvarsi da solo, il risveglio
nella coscienza dei cristiani del
sacerdozio comune, la libertà della coscienza perché nessuno può
delegare ad altri il compito di decidere per se stesso. Una nutrita
serie di interventi del pubblico
ha sottolineato l’interesse sollevato da quanto i tre oratori hanno sostenuto. Nella replica finale, mons. Ricci ha presentato il
rovescio della medaglia,“ evidenziafido quanto di errato c’è del
pensiero di Lutero da non accogliere, come quello di avere rotto l’unità, o il suo pessimismo
teologico. Il prof. Vincenzi con
molta saggezza ha insistito sull’insegnamento ricevuto dalla Riforma circa la tolleranza: nessuno deve pensare di possedere
in esclusiva la verità perché ciò
significherebbe scomunica degli
altri. Il past. Santini ha infine
concluso la discussione affermando che Lutero non è un uomo di
500 anni fa: il nostro presente
porta con sé il proprio passato,
nell’eredità dell’Occidente c’è la
Riforma. -
Si è trattato di una degna conclusione del ciclo organizzato dal
Centro Evangelico: in una città
come La Spezia priva di iniziative culturali, questo ciclo ha rappresentato un tentativo di proporre un’alternativa di pensiero.
Non tutti hanno colto questa opportunità ma, conoscendo la sordità degli spezzini di fronte alle
proposte culturali in genere, si
può parlare di iniziativa riuscita in pieno. Molti,al di fuori dell’ambiente evangelico, hanno partecipato e sono stati posti di
fronte al problema che la Riforma pone ancora oggi all’uomo,
anche solo come fatto meramente culturale, ed hanno potuto toccare con mano come certe risposte siano carenti. Da questa tavola rotonda infatti sono emersi
pressanti interrogativi circa la
legittimità del recupero da parte
cattolica di Lutero: ad esempio,
se sia lecito parlare, come ha fatto mons. Ricci, della presenza
attuale nella Chiesa romana del
sacerdozio universale di tutti i
credenti. Lo scopo di questo ciclo era di suscitare interesse e
certamente è stato raggiunto;
ora spetta alla buona volontà di
coloro che sono stati interessati
di cercare una risposta: le Chiese evangeliche della città ed il
Centro stesso sono disponibili
per un dialogo corretto e rispettoso.
Franco Scaramuccia
4
4 vita delle cUese
24 giugno 1983
LA CONFERENZA DEL HI DISTRETTO
Valorizzazione dei doni
«Esaminare la possibilità di
nuove forme di ministerio per
far fronte, da un lato alle sempre più accentuate caratteristiche di diaspora della nostra presenza, dall’altro alla crescente
carenza numerica del corpo pastorale ».
E’ questo uno dei molti incarichi conferiti alla nuova Commissione Esecutiva Distrettuale'
dalla conferenza del terzo Distretto che si'è tenuta a Ecumene il 4 e 5 giugno scorsi, aperta
da un’originale e coraggiosa predicazione del pastore Odoardo
Lupi.
L’andamento della discussione
sulla vita delle chiese del Distretto e gli ordini del giorno
che ne son scaturiti, segnano
senza dubbio un passo avanti
verso una più chiara e incisiva
definizione dei compiti del Distretto e nella ricerca di un più
costruttivo rapporto tra Distretto e Circuiti. E’ emersa anche
una chiara volontà da parte delle comunità presenti nella assunzione di responsabilità per una
valorizzazione dei doni vocazionali esistenti al loro interno, che
consenta di utilizzarli e indirizzarli verso un efficace servizio da
rendere a tutta la chiesa. D’altra
parte la conferenza si è specificamente rivolta alla Facoltà di
Teologia, perché consideri la
possibilità, della preparazione a
ministeri diversi da quello pastorale tradizionalmente inteso,
cosi come si è rivolta alla Tavola perché studi l’impiego più razionale di tali diversi ministeri,
avendo ben presenti le esigenze
dei Circuiti,
Come contributo concreto a
questo tema la conferenza) ha
assimto l’iniziativa di aprire nella prossima riunione del 1984
uno spazio di incontro fra la
conferenza distrettuale, i docenti e gli studenti della Facoltà di
Teologia, che consenta di analizzare meglio le possibilità di
muoversi in questa linea.
Al centro dei lavori della conferenza c’è stato anche un significativo e rinnovato interesse per
le molte opere presenti nel Distretto e che dedicano la loro
attenzione ai ragazzi, ai giovani,
agli anziani, ai malati, con una
partecipazione più diretta, attenta e solidale da parte del Distretto alla soluzione dei complessi problemi di conduzione,
di gestione e di sviluppo dei nostri istituti, e delle altre attività
sociali e assistenziali.
Uno dei momenti certamente
centrali della conferenza è stato
il dibattito sulle prospettive del
movimento ecumenico alla vigi
lia della sesta Assemblea del
CEO, che si terrà a cavallo tra
luglio ed agosto a Vancouver in
Canada.
La relazione di Giorgio Girardet e l’ordine del giorno che ne
è scaturito hanno fornito l’occasione di ribadire la nostra fedeltà al fondamento biblico dell’ecclesiologia, di considerare
ogni ipotesi ecumenica solo sulla
base della chiarezza evangelica
per la società secolare e di appoggiare tutti gli autentici movimenti di liberazione.
La conferenza ha invitato le
chiese a dedicare un’attenzione
particolare durante i mesi del
1983-84 al documento di Fede e
Costituzione su «Battesimo, Eucaristia, Ministeri», che richiede una lettura critica e puntuale.
La conferenza ha in parte rinnovato la composizione della
Commissione Esecutiva, che risulta ora cosi, formata: Fulvio
Rocco, presidente; Alfredo Sonelli, vice-presidente; Domenico
Aquilante, Roberto Sbaffi e Ferdinando Vitali, membri.
La nuova Commissione d’Esame: Mario Affuso, Enos Mannelli, Eros Vicari e Gianna Sciclone. Delegato del Distretto al
Sinodo: Rosa Benedetti.
R. S.
Il sogno di un pastore
(segue da pag. 1)
rie: quelli che muoiono di noia e
quelli che muoiono d’infarto. Perciò avrà imparato a fare « le
métier de pasteur » con quella
buona coscienza che vuole che il
lavoro sia fatto con precisione
per sé e con un certo fascino per
gli altri.
Col tempo sarà diventato un
uomo, un pastore molto impegnato, informato, interessato a
tanti temi e problemi con sincerità e si sarà convinto che veramente la sua parrocchia è il
mondo, ma nel senso che in parrocchia quanto meno ci stava
tanto più era certo di far sul serio qualcosa di utile.
Così i grandi temi e problemi
della società lo avranno afferrato
e coinvolto. Avrà scoperto nuove
amicizie, nuovi compagni, nuovi
ambienti dove collaborare, dibattere, scrivere.
Perché avrà capito che è molto
importante collaborare con tutti
coloro che sentono le responsabilità storiche dell'ingiustizia, della
sottocultura e dell’infedeltà al
messaggio di Cristo ed avrà sinceramente desiderato cambiare
queste condizioni.
La sua comunità lo avrà così
visto andare sempre di corsa e
dire che è molto impegnato. Eppoi avrà avuto anche il bisogno
di stare con la sua famiglia o di
coltivare dei sacrosanti interessi
personali. Intanto gli è scarso
anche il tempo per salutare la
gente alla fine del culto, mentre
c’è qualcuno che lo vorrebbe più
disponibile per un colloquio, un
consiglio o per fare una di quelle
chiacchierate senza un tema preciso, ma che preludono alla possibilità di maggiore familiarità,
maggiore confidenza per far
schiudere la fede.
Ma no, niente da fare, il pastore oggi non è disponibile, domani è occupato, c’è un consiglio,
un comitato, una conferenza, un
collettivo, una riunione, un viaggio.
Così il pastore è troppo spesso
irreperibile, distratto, affaticato.
Non ci meravigliamo dunque se
La cronaca delle chiese delle
Valli si trova a pag. 10.
nella sua comunità alcuni sono
là a brontolare, altri si isolano e
qualcuno s’allontana disilluso,
perché nella chiesa sperava di
trovare ancora l’unico luogo dove esser preso sul serio nella propria identità.
Ma dove sei, dove sei giovane
di diciassette anni che credevi
nei segni dell’amore di Dio e che
sognavi di poter essere un buon
pastore disponibile, attento, premuroso?
Non ti si può fare una colpa se
oggi sei quello che sei e quello che
dice il profeta Ezechiele non ti si
addice troppo, perché quel che ti
guadagni per vivere non lo carpisci certo con l’astuzia d’un parassita o d’un profittatore. Pensando a te però sento un po’ di pietà
perché oggi hai perduto quello
slancio di fede e quell’entusiasmo d’amore che ti fa simile ad
un uomo che ricordi come fosse
meraviglioso il tempo del fidanzamento, mentre col lungo matrimonio si riscopre ad un tratto
abituato, familiarizzato, forse
rassegnato ad una consuetudine
che certo non avrebbe desiderato nella vita.
Eppure nutro tanta speranza
di risaperti felice perché so che
in te, come in tutti, tutto può
cambiare con l’aiuto di Dio.
E’ solo una speranza che va
come sempre contro ogni logica
umana, ma è l’unica cosa capace
di farci credere che un vecchio,
anche se vecchio, possa nascere
di nuovo, se riscopre la fede d'un
semplice fanciullo.
Le nostre chiese
Ma ho pensato anche alla chiesa. A queste nostre comunità
che nello spazio di tempo, che
ha visto la trasformazione del
diciassettenne in uomo maturo,
anche loro hanno subito una metamorfosi che le ha rese diverse.
Anche le comunità sono passate
dai sogni evangelistici degli anni
cinquanta che, per certi versi erano tanto simili all’entusiasmo e
all’impegno dei nostri bisnonni,
alla coscienza di dover essere
una presenza qualificata culturalmente e teologicamente, perché
in questo pensiamo che sta o
cade l’originalità del nostro protestantesimo storico.
E’ pur vero che ogni tanto riemerge il desiderio o la pretesa di
essere una realtà ecclesiastica
alternativa, ma detta così, la cosa rasenta l’utopia se Colui che
dirige la storia non ci dà una
mano aprendoci qualche porta,
perché le nostre comunità in questi ultimi anni si sono estremamente impoverite nel numero
dei loro componenti.
Quando si legge o si sente dire in qualche comunicato: — La
chiesa di... esprime la sua solidarietà con... afferma che... — in
realtà sovente la comunità noti
c’entra proprio, ma l’iniziativa è
presa da un piccolo nucleo di individui.
Secondo certe nostre analisi le
comunità sono suddivise in tre
categorie: la massa dei credenti
in senso religioso; i credenti coscienti ed attivi; la minoranza
degli impegnati e degli inquieti.
Ma se andiamo a vedere chi
sono questi credenti sappiamo
che tra essi i giovani sono come
dei superstiti e per lo più si trovano solo dei veterani nell’impegno della fede.
Noi la conosciamo la gente che
viene in chiesa! Ed anche nelle
assemblee circuitali e distrettuali sono quasi sempre gli stessi,
tanto che non si riesce ad eleggere dei quadri perché quasi tutti sono già impegnati in qualche
servizio.
Qualcuno poi afferma che le
strutture che ci siamo dati, forse
per far piacere agli uni e per
non dispiacere agli altri, sono in
realtà troppo impegnative per
chiese della nostra dimensione e
sono un ulteriore appesantimento difficile da sostenere, anche da
un punto di vista finanziario.
Così, sebbene le nostre comunità siano più che nel passato
informate, responsabili e in molti casi coerenti e quindi credibili in quello che dicono e in
quello che fanno, ciò non toglie
che spesso siano affaticate.
Sono prese da tanti importanti e gravi problemi. Bisogna tener dietro a contatti, dibattiti, interventi, marce, trasmissioni, incontri.
Se è vero che il Regno di Dio
si annuncia anche impegnandosi
per trasformare la realtà e che
bisogna lavorare con la gente che
sente questo impegno, è pur vero
Le decisioni
MINISTERI
La Conferenza del IH distretto,
considerata ia situazione dei Ministero nella Chiesa, ritiene che il
problema riguardi la valorizzazione
dei doni espressi anche attraverso
nuove forme di predicazione, di testimonianza e di servizio;
chiede:
— alle Comunità di riflettere attentamente sui modi migliori di utilizzare i doni vocazionali presenti al
proprio interno indirizzandoli verso
iin efficace servizio da rendiére a
tutta ia Chiesa;
— alla Facoltà di teologia di considerare la preparazione dei giovani
anche a ministeri diversi da quello
pastorale tradizionalmente inteso, di
sviluppare un più organico collegamento tra gli studenti e la Chiesa,
tra studio teorico e prassi comunitaria;
— alla Tavola di considerare il
tempo di lavoro della Chiesa in termini aperti all'utilizzazione di tali
diversi ministeri, tenendo presenti
le esigenze dei circuiti.
ECUMENISMO
La Conferenza dei IH distretto; dopo aver considerato e discusso le
prospettive del movimento ecumenico alla vigilia della 6° Assemblea
del Consiglio ecumenico delle Chiese a Vancouver, invita le chiese a
dedicare, nel corso del prossimo
armo ecclesiastico, un'attenzione
particolare al fiocumento di Fede e
Costituzione su « Battesimo, Eucarestia », per il quale è sollecitato
un nostro parere entro il 31 dicembre 1984; riafferma che scopo del
movimento ecumenico è quello originario di dare al mondo di oggi una
testimonianza cristiana chiara ed ef
ficace, mentre la pacificazione e il
reciproco riconoscimento delle chiese e confessioni storiche hanno un
ruolo importante ma subordinato;
indica le seguenti esigenze fondamentali per ogni progresso ecumenico:
1) restare fedeli al fondamento
biblico dell'ecclesiologia, inteso in
modo non formale come richiamo
alla centralità di Cristo e alla presenza operante dello Spirito, da cui
traggono origine la libertà delle forme ecclesiastiche e il reciproco riconoscimento della diversità dei
doni;
2) valutare ogni ipotesi dì convergenza teologica ed ecclesiastica sul
criterio della sua rilevanza, chiarezza
evangelica e comprensibilità per la
società secolare;
3) appoggiare tutti gii autentici
movimenti di liberazione e in particolare i programmi del CEC per
combattere il razzismo e il militarismo, le azioni per la pace e il disarmo e in modo specifico il programma di lotta contro il sessismo
soprattutto per rendere alla donna
un posto di uguale dignità e di specifica responsabilità nella società e
nella chiesa.
La Conferenza, chiede al Sinodo
di fornire alle chiese linee di lavoro per discutere il documento « Battesimo, Eucarestia, Ministero ».
RAPPORTO CHIESE-FACOLTA'
La Conferenza raccomanda alla
CED di organizzare, nell'ambito delia Conferenza Distrettuale 1984, un
incontro con gli studenti della Facoltà per studiare, insieme ai docenti, il tema dei ministeri e del
rapporto tra Chiese e Facoltà di
teologia.
che in molti casi si è, o si è stati,
troppo esigenti coi fratelli che
avremmo voluto al nostro fianco.
Quanti sono quelli che abbiamo
perduto o che sono caduti perché abbiamo messo degli ostacoli con la nostra sicurezza di aver
compreso meglio di loro la verità dell’Evangelo?
L’Evangelo era Ti per tutti. Era
il fiume d’acqua viva che sgorgava dalla Città di Dio. Era la pura
acqua della vita alla quale dovevamo abbeverarci tutti a seconda della propria sete, ed invece con forza pretenziosa, abbiamo molto spesso sguazzato in
quest’acqua, impedendo agli altri
di berci. Perché senza amore anche le cose più vere e più giuste
rischiano di rimanere solo belle
parole, nuovi pii proponimenti.
Forse noi possiamo 'essere delle comunità che appaiono come
un’alternativa all’enorme stuolo
degli italiani insoddisfatti o dissidenti della religione ufficiale.
Forse possiamo rappresentare
quella originale cultura che fa
conoscere la parola della Bibbia,
libera dai condizionamenti della
tradizione, dell’interesse e del potere.
Forse possiamo rappresentare
in questa nostra società malata
un gruppo, non grande, ma sincero di cristiani che stimolano,
esaminano e si impegnano per
cercare una guarigione.
Ma per farlo è necessario, nelle
nostre comunità, fortificare le
pecore deboli, fasciare quelle ferite, cercare quelle perdute, guarire le malate e soprattutto raccogliere quelle che ancora non
sono dell’ovile.
Senza questo, difficilmente impegno e presenza avranno il sapore della alternativa e della
qualifica.
Rinnovare l’amore
Dobbiamo rinnovare la nostra
vita e rinnovare l’amore per tutti i nostri fratelli che in primo
luogo sono il nostro prossimo
nella fede, il più vicino a noi, ed
allora o insieme a questo, saremo una presenza significativa
nella società.
Sia ben chiaro: non sto proponendo di chiuderci nel ghetto o
nella sicurezza d’una chiesa soddisfatta delle sue certezze, sto
solo cercando di dire che ritengo rnolto importante, per quanto
sta in noi, di rendere più fraterno e sollecito questo gregge del
Signore.
Minoranza noi lo saremo sempre. Questo fatto è, ad un tempo,
la vocazione ed il dono che ci
offre il Signore in tutta la nostra storia, ma diventiamo una
minoranza dove ognuno ama ed
ognuno sa di essere amato.
Forse in questi ultimi anni abbiamo troppo parlato della chiesa per gli altri e troppo poco dei
rapporti interpersonali. Qualcuno così forse s’è sentito escluso
o alrneno sottovalutato nei problemi personali che a tutti crea
l’esistenza.
Abbiamo bisogno di riavvicinarci, di ricercarci, di riqualificare la nostra fraternità, abbiamo
bisogno^ di rnaggiori segni d’amore e di solidarietà, abbiamo bisogno di più benevolenza e più
cordialità, abbiamo bisogno di
un po’ più di Cristo tra noi.
Perché qui siamo tutti un po’
come le pecore, lo abbiamo visto, con vizi e pecche, malattie e
disorientamenti, ma chi ci cerca
e ci trova e ci raccoglie è Lui, il
Buon Pastore, ed Mora ha un
senso la vita di questo gregge,
anche se piccolo, perché è il Suo.
Odoardo Lupi
5
24 giugno 1983
vita delle chiese 5
CONFERENZA DEL IV DISTRETTO
Sinodo regionale
La Conferenza Distrettuale assume sempre più nel Meridione
la dimensione e la portata di un
Sinodo regionale. Si riesce a svolgere una massa notevole di lavoro, assolutamente non burocratico, ma anzi legato ai temi
di fondo della vita delle chiese.
Le finanze non sono state relegate come al solito in coda alla Conferenza, ma hanno assorbito la prima mattina. Sarà diffìcile valutare come ovviare ad
un impegno delle chiese mediamente del 16% inferiore a quanto proposto dalla Tavola e dalrOpcemi. E’ stato valutato il fatto che chi contribuisce di niù
spesso sono i pensionati e non è
mancata la polemica su debiti
risalenti addirittura al 1980 (spese della Conferenza Distrettuale): tuttavia è stata una discussione necessaria e quindi positiva.
Certo il tono si è elevato quando si è affrontata la questione
giovanile: notiamo che molti delegati « non addetti ai lavori »
hanno qui preso la parola e tutti per dare elementi importanti.
Notiamo che il problema sarà
affrontato dalle chiese nel corso
dell’anno e che la prossima Conferenza Distrettuale lo tratterà
diffusamente.
Importante la voce del 13° circuito per chiedere una formazione adeguata dei laici (non solo
come tappabuchi pastorali) con
la collaborazione della Facoltà
di Teologia.
La pace, la mafia, la camorra
non sono stati argomenti dimenticati e importanti appuntamenti sono stati presi per un seminario sull’educazione alla pace è
una manifestazione nazionale. Il
Sud è ricco di opere sociali e la
Conferenza Distrettuale ha un
compito specifico di corresponsabilità.
Quest’anno l’attenzione si è polarizzata sull’assistenza agli anziani. Sembra significativo che
in questo campo sorga una nuova opera (Orsara di Puglia) e
im’altra opera si accresca (la
Casa di Riposo di Vittoria, con
la acquisizione di uno stabile
molto utile per un servizio più
ampio alla popolazione). La Conferenza ha affrontato il « che fare» a Guardia Piemontese. Una
porta si è aperta per noi a Guardia; la decisione non è di tentare di ’valdesizzare’ Guardia Piemontese ma di riscoprire il senso vero della evangelizzazione,
che non è proselitismo trionfalistico. Con molto interesse attendiamo il gemellaggio di Guardia
Piemontese con Torre Pellice e
l’impegno della Società di Studi
Valdesi nel Centro Culturale
G. L. Pascale.
Bruno Tron e Gianni Sacripanti insieme a S. Ricciardi, Maria Teresa Fiorio e Mirella Scorsonelli portano ora la responsabilità del Distretto. La Conferenza è stata densa, impegnata
e fraterna.
Il culto domenicale (vedi caso
presieduto da due « laici ») ci ha
aiutati a riscoprire la nostra vocazione di servi inutili che il Signore insiste a mandare nella
messe con compiti ogni giorno
nuovi e impegnativi, ma sempre
con la sua manna e la sua benedizione.
M. B.
CONFERENZA DEL II DISTRETTO
Le principali delibere
QUESTIONE GIOVANILE
La Conferenza, alla luce di un dibattito ampio e sereno sulla questione giovanile nelle nostre chiese e
nella società, constatato che la stessa fede si può esprimere in modi diversi al livello di impostazione della
vita, di scelte etiche, di testimonianza e di impegno nel sociale, dà mandato alla CED, d’intesa con la EGEI
e altri organismi impegnati nel campo giovanile, di effettuare un'indagine sulla formazione dei giovani e
di promuovere nelle chiese una ricerca in. uno spirito di attenzione
reciproca che permetta nella prossima CD un dibattito approfondito
e llapprovazione di eventuali specifici progetti di intervento.
PACE E DISARMO
La Conferenza, dibattuto il problema della pace e del disarmo, e
informata degli OdG sq>provati nelle
Assemblee del XIV e del XVI circuito, che si allegano, convinta che
questo problema non possa essere
trascurato dalla coscienza e daH'impegno delie comunità, invita le chiese:
a) a non lasciar cadere tensione
ed attenzione sul problema della
pace;
b) a ricercare i modi per favorire la partecipazione di almeno un
rappresentante per ogni chiesa al
convegno sull’educazione alla pace
previsto per il 24-25 settembre prossimi a Roma;
c) a partecipare massicciamente
alla Giornata nazionale della pace
del 22 ottobre 1983 a Roma;
d) a proseguire nelle iniziative già
assunte.
MAFIA e CAMORRA
La Conferenza, traendo forza e
indicazione dalla novità di rapporti
vissuti ^ instaurati da Cristo, di
fronte al perpetuarsi e alla recrudescenza delle attività e dài rapporti
di stampo camorristico e mafioso,
invita le chiese ad unire, alla propria
condanna, un’attenta analisi che
porti aH’individuazione delle cause
del fenomeno; ad impegnarsi, evitando atteggiamenti demagogici, per
una testimonianza reale e concreta
(partecipazione a manifestazioni, a
incontri pubblici, a comitati locali
ecc.); a far si che la realizzazione
dell’individuo non passi attraverso
la conquista o il mantenimento violento di privilegi, ma che questa si
affermi attraverso la partecipazione democratica alla costruzione di
una società più giusta.
GUARDIA PIEMONTESE
La Conferenza si rallegra vivamente delle opportunità di presenza
evangelica, rese possìbili dall'Istituzione del Centro Culturale « Giovan
Luigi Pascale » a Guardia Piemontese; chiede che le chiese del distretto partecipino in maniera significativa all’inaugurazione del Centro, che
si prevede per il prossimo settembre; nomina un Comitato promotore, in vista deH’inaugurazione e
della formulazione di uno statuto da
sottoporre alla CD e alla TV; ritiene
che il Centro dovrebbe essere diretto da un Comitato di gestione e
da un Comitato scientifico che, in
collegamento con la Società di Studi Valdesi, operi nel campo delia
ricerca sulla storia del protestantesimo nell'Italia meridionale; raccomanda alla TV di tenere conto^
deirimportanza di questa iniziativa
nella sistemazione del campo di lavoro.
MINISTERI
La Conferenza, rrchiamandosì all’atto n. 10 dell'assemblea del 13°
circuito, considerata la necessità,
per una chiesa viva, die tutti i
credenti partecipino, in modi diversi, al lavoro della comunità, di
predicazione, di testimonianza, di
educazione ed istruzione, di cura di
anime ecc., ruoli messi doU'Evangeio su un piano di pari dignità (Efesini 4: 11-12; I Corinzi 12: 4-12),
auspica che le chiese locali esprimano tali ministeri dal loro seno,
e che per ciascuno di essi sia provveduta una formazione tecnicamente adeguata. Ritiene che la Facoltà
di Teologia debba essere investita
del compito di fornire tale formazione.
La Conferenza è deH’avvisp che
si debba superare la prassi consolidata ed equivoca secondo la qualè
attuare la pluralità dei ministeri è
stato inteso come il disporre di un
certo numero di laici impegnati a
svolgere occasionalmente le funzioni del pastore ma con minore pteparazione di questi. Si tratta invece
di produrre ministri della parola
(visitatori, catechisti, monitori, ricercatori, evangelisti, colportorì). Si
tratta di far sì che questi ministeri
siano espletati in maniera continuativa e siano pienamente riconosciuti dalla chiesa. Questi fratelli
dovrebbero lavorare in'' stretto contatto con un pastore, il quale abbia
innanzitutto la responsabilità del
loro aggiornamento e della predicazione, in aree più vaste di quelle
attuali (diaspore, più comunità urbane, circuiti ecc.).
La Conferenza auspica che il Sinodo voglia dibattere adeguatamente
questo problema.
CULTO
La Conferenza raccomanda alle
chiese di proseguire o di incamminarsi sulla via di tentativi di vivacizzare il culto, con innovazioni
liturgiche, con spazi per interventi
liberi, in modo che i fratelli possano
essere sempre più partecipi anziché
solo presenti. La Conferenza chiede alle chiese di riferire su questo
argomento nella loro relazione annua.
Battuta d’arresto
Per la prima volta a Torino,
dopo una serie ininterrotta di
sessioni tenute a Milano, prima
in sede metodista e poi valdese,
la Conferenza del II Distretto
sembra aver avuto una flessione, una battuta d’arresto.
Piatta, moscia, noiosa, anche
quando ci si sarebbe aspettato
un’impennata, un colpo d’ala, di
fronte ad un tema ben enunciato o ad una provocazione, si è
srotolata fino alla fine, diligente ma modestina, come certi promossi che rosicchiano un 6 da
ogni parte.
Eppure non sarebbero mancati i temi per un dibattito appassionante. Le nostre chiese fanno
evangelizzazione . o cultura? La
Commissione d’Esame ha ritenuto che l’alternativa non si ponesse. Due interventi e via. Un
po’ di gioia per il gruppo di Imperia che è stato accolto come
chiesa in formazione, e poi lum
ghe disquisizioni e precisazioni
per la chiesa di Luino che ripiega sulla categoria inferiore per
ìa diminuzione di membri. Le finanze occupano un posto notevole (o anche eccessivo?) per il
fatto che le chiese del distretto,
tanto valdesi che metodiste, sono sotto del 7?/o circa.
Le chiese vengono esortate,
dopo molti discorsi persuasivi
che si rivolgono a chi presumibilmente è già persuaso, a rivedere al più presto i loro impegni.
Sempre nell’ambito della discussione sulle finanze (borse di
studio per la Facoltà di teologia) si avvia una discussione viva sugli studenti e il ministero
pastorale. Ma si tratta solo di
un breve guizzo prima di cena.
Il giorno dopo il tema dominante è il lavoro giovanile e non
è poco. C’è da valutare il «progetto Lombardia» su cui il Distretto ha fatto leva negli ultimi
anni -per animare il lavoro giovanile 'esportandole'’ anche in
altre situazioni. La FGEI ha
portato in massima parte il peso
del lavoro di questi anni. Ora
si tratta di proseguire coinvolgendo maggiormente le chiese
locali e i circuiti, vincendo la
diffidenza che ancora sussiste
per un movimento che pure ora
non fa che occuparsi di istruzione catechetica, animazione biblica e di rapporti giovani-chiesa.
Si tratta anche di decidere in
merito alla proposta di un grosso convegno per il Distretto, che
metta a fuoco questi problemi
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sono impegnati nella vita delle
chiese locali. Parlano pochi addetti ai lavori e la Conferenza un
po’ ascolta, un po’ emenda aggiungendo qualche « si rallegra »,
forse per temperare la propria
tristezza... Le elezioni, che confermano tra l’altro la Commissione Esecutiva uscente, concludono i lavori, in perfetto orario.
Perché quest’impressione piuttosto negativa? Una relazione
poco problematizzante da parte
della CED? Una Commissione
d’Esame scarsamente stimolante? Un prevalere delle informazioni settoriali sul confronto approfondito intorno a problemi
comuni? Forse tutto questo insieme ; ma _anche una contrazione del tempo. La sede decentrata
ha suggerito un inizio pomeridiano togliendo almeno due ore
di lavoro alla già breve Conferenza. Questa, essendo un pesante volano difficile da mettere
in moto, è passata dalla lunga
fase di avvio direttamente alla
frenata finale in vista delle conclusioni, praticamente senza essere partita. Muovere più di cento deputati è uno sforzo notevole per i singoli e per l’organizzazione. Dagli uni e dall’altra, abbiamo visto, questo sforzo viene fatto con molta disponibilità e buona volontà. Sareb
be quindi importante non sprecare questo potenziale di vita
per il Distretto soffocandolo in
spazi troppo ristretti.
Nella prospettiva di un secondo esperimento torinese (deciso,
malgrado il disagio dei più lontani, per l’accoglienza che è stata giudicata molto favorevolmente), speriamo che i difetti di
quest’anno possano essere superati e la Conferenza si awii ad
essere maggiormente quella che
dovrebbe poter essere: un piccolo sinodo regionale, agile e
produttivo. E’ troppo chiedere?
F. G.
IMPERIA
La Conferenza Distrettuale, udito
il parere favorevole della CED, accoglie con gioia la domanda del gruppo valdese di Imperia e lo riconosce come « Chiesa in formazione ».
Stabilisce che la sua circoscrizione territoriale comprende le seguenti località: Cervo, S. Bartolomeo,
Diano Marina, Imperia. S. Lorenzo e
Dolcedo.
Si rallegra con i fratelli e le sorelle di imperia per la nuova realtà
che iniziano a vivere in quella città
ed augura loro di avere molte possibilità favorevoli di evangelizzazione e di testimonianza.
LAVORO GIOVANILE
La Conferenza Distrettuale, esaminata la relazione sul « progetto Lombardia », riconosce la validità e
l’importanza del lavoro svolto sulla
questione « giovani-chiese » dal 1977
ad oggi. La Conferenza Distrettuale
riconosce che si è chiusa ia fase
del progetto straordinario e se ne
apre un'altra in cui è importante
che 1« chiese conducano in prima
persona la riflessione, l’analisi e la
sperimentazione nel lavoro di testi
Dagli atti
monianza alle giovani generazioni.
La Conferenza Distrettuale prende
atto, quindi, della conclusione del
« progetto Lombardia » e si rallegra della disponibilità della FGEI in
tutto il distretto a collaborare con
le chiese in questo impegno di ricerca, .mettendo a disposizione i frutti
della sua esperienza di lavoro sulla
questione giovanile.
CONVEGNO DISTRETTUALE
La Conferenza Distrettuale anche
quest’anno si rallegra "del positivo
andamento dell'attività giovanile nel
distretto" (AttO'10 C.D. 1982) e riafferma l’importanza del rapporto
« giovani-chiese » per la credibilità della testimonianza e della vita
comunitaria delle chiese.
Ritiene sia necessario che le
chiese si Informino e riflettano sui
temi del problema giovanile nella
società e sulla qualità della loro
predicazione rivolta ai giovani
(scuola domenicale, catechismo, educazione in vista della fede).
Dà quindi mandato alla CED di
organizzare, in collaborazione con
la FGEI, un convegno dal titolo (orientativo) « Condizione giovanile e
predicazione evangelica » rivolto al
le chiese e ai giovani evangelici
del II distretto, da tenersi nel prossimo autunno-inverno.
PROGETTO TORINO
La Conferenza Distrettuale dà
mandato alla CED di verificare, in
collaborazione con la FGEI, la possibilità di realizzare un « progetto
Torino » che:
a) promuova l'animazione di giovani valdesi e battisti già iniziata
quest’anno;
b) sviluppi la conoscenza e l’incontro con i giovani presentì nelle
altre chiese evangeliche torinesi.
LA LUCE
La Conferenza Distrettuale, nella
convinzione che la diffusione del
settimanale « La Luce » nelle chiese
come strumento dì informazione e
collegamento sia legata anche ad
uno sviluppo delle notizie delle varie chiese sul giornale, chiede ad
ogni chiesa di nominare un corri-.,
spondente locale fornendolo dei
mezzi e degli stimoli per operare e
chiede alia redazione de « La Luce » dì curare la preparazione dei
corrispondenti mediante convegni re^
gionali o interregionali.
6
6 prospettive bibliche
24 giugno 1983
UNA RACCOLTA DI MEDITAZIONI
PRIMO INCONTRO NAZIONALE
Queiruomo credette... * Gedeonl italiani
Il pastore francese Aimé Bonifas ha pubblicato recentemente un bel libretto di meditazioni bibliche, «Il fit route
avec eux». Pubblichiamo qui di seguito uno stralcio da una
ai esse Chi e interessato ordini il libro all'autore, 91 route de
oauve, 30000 Nimes.
Dopo la traversata della Samaria, Gesù arriva in Galilea, la
terra della sua infanzia. Una fama di profeta e guaritore lo precede, ma egli teme questa popolarità equivoca e gli entusiasmi
passeggeri. Così, malgrado l’accoglienza dei suoi concittadini,
cita loro il proverbio: « Un profeta non è onorato nella sua patria ».
Dopo questi antefatti, si presenta un ufficiale che lo prega di
agire in favore di suo figlio che
è gravemente ammalato? Gesù
replica: « Se non vedete dei miracoli e dei prodigi non credete ».
Certo molti ,^sono disposti a
tributargli un successo perché ottiene risultati, ma quanti sono
disposti a seguirlo perché dice
la verità? Tutti vogliono la guarigione, ma quanti sospirano per
la loro salvezza? Questo ufficiale
ha udito questo avvertimento.
Non lo sconcerta, al contrario gli
dà l’audacia di ritomm-e umilmente alla carica: « Signore, vieni prima che il mio diletto figlio
muoia ». Tra la folla, sotto l’uniforme (di un militare, occupante,
pagano) batte un cuore di padre.
un cuore stretto dall’angoscia.
Quest’uomo ha xm figlio che sta
morendo. Ha sentito parlare di
Gesù, delle ^arigioni che egli
compie. Lascia tutto per tentare
rimpossibile. Fa i 30 Km. che separano Capernaum da Cana per
incontrare Gesù, per convincerlo
di venire a cavallo al capezzale
del figlio.
Ma Gesù non si arrende al suo
invito e lo rimanda con una semplice parola: « Va’, tuo figlio vive ». Se gli avesse dato almeno
un rimedio, qualcosa da fare per
occupare il suo smarrimento. Ma
una parola, che farà mai di una
parola? Cd ecco dove comincia il
miracolo: l’evangelista scrive con
meraviglia « quest’uomo credette
alla parola che Gesù aveva detta
e andò ».
Questa parola gli ha -reso la
speranza: ma guarigione è dunque possibile. Tuttavia, prima di
constatarne gli effetti, prima di
vedere con i suoi ocdbi il figlio
restituito alla vita, quest’uomo
deve riprendere il cammino, il
limgo cammino, con quella sola
parola come certezza: « Va’, tuo
figlio vive». Crede a Gesù sulla
parola, crede senza vedere, è solo dopo che avrà conferma di ciò
che ha creduto.
La Parola di Dio chiede di essere ricevuta con xma fede di questo genere. Il credente è colui
che riceve la parola e va. Certo
tutti gli ostacoli non sono per
questo istantaneamente eliminati, né i problemi risolti. La fiducia di quest’uomo si accompagna con rangoscia che lo stringe.
Ma se va, è perché porta con lui
tm segreto che gli edtri non conoscono ancora, la promessa che
suo figlio vive. La fede, nella sua
VCTità, non possiede altre garanzie, quaggiù, se non la promessa
del Signore. La fede è la folle audacia di credere a Dio sulla parola, è anche la saggezza di mettere
quella parola alla prova.
La fede non ci lascia inchiodati sul posto, paralizzati e impotenti: «quell’uomo credette e
andò ». Credere vuol dire avanpre, andare, obbedire. E’ avere
il coraggio di riprendere il cammino, malgrado la sofferenza,
l’ignoto del domani, le tenebre
che ci serrano. Questo cammino
va verso la luce.
« Non t’ho detto che se credi
vedrai la gloria di Dio? ».
Alla fine del cammino vedremo
faccia a faccia, conosceremo così come siamo stati conosciuti.
Aimé Bonifas
Il 22 maggio, una domenica di
inizio d’estate melanconicamente
dipinta d’un soffice grigio autimnale, si è svolto a Pravemara, il
primo incontro nazionale dei Gedeoni. Chi sono costoro?
Nel 1898 un certo John H. Nicholson, agente di commercio,
giunse al Central Hôtel di Boscobel, nel Wisconsin, per passarvi la notte. Non essendoci più
posti liberi gli fu proposto di occupare una stanza doppia con un
altro agente di commercio, Samuel E. Hill. Entrambi i giovani
accettarono. John, che a seguito
di una promessa fatta a tredici
anni alla madre morente, leggeva
ogni sera la Bibbia, lo fece, come
d’abitudine, anche quella sera. I
due giovani scoprirono con felicità d’essere entrambi credenti e
dopo aver rivolto le loro preghiere al Signore, ebbero l’idea di
quella che sarebbe poi diventata
una Associazione. Il 31 maggio
1898, incontratisi a Beaver Dam,
nel Wisconsin, stabilirono di riunire insieme i viaggiatori di commercio cristiani perché si conosefessero fra loro, per l’evangelizzazione personale e per un servizio unitario del Signore. A quella
prima riunione parteciparono tre
sole persone: John H. Nicholson,
Samuel E. Hill e Will J. Knights.
Dopo aver letti i capitoli 6 e 7
dal Libro dei Giudici, decisero di
adottare il nome di « Gedeoni ».
Gedeone era infatti un uomo
disposto a compiere esattamente
la volontà di Dio, senza riguardo
al suo parere personale, ai suoi
programmi o risultati. Le grandi componenti del suo carattere
erano umiltà, fede ed ubbidienza.
A distanza di più di ottant’anni
l’Associazione agisce con i suoi
appartenenti in più di 110 Paesi
e con l’aiuto del Signore i Gedeoni hanno collocato oltre 150 milioni di copie della Bibbia e del
Nuovo Testamento in Alberghi,
Motels. Ospedali, Carceri, Scuole, Caserme.
Alla simpatica riunione, promossa dai Gedeoni di Torino, erano presenti una ventina di Gedeoni provenienti dai campi di
Torino, Milano e Genova.
I lavori hanno interessato i seguenti punti: Sguardo generale al
lavoro svolto sino ad oggi dai
diversi campi; Scambio delle
proprie esperienze; Analisi delle
adeguatezze o meno nei rapporti con i regolamenti, peraltro severissimi, dell’Associazione, in
relazione alle macroscopiche differenze di mentalità e di ambiente; Opportunità e ostacoli delTattuale tipo di organizzazione operante in Italia anche ai fini di un
più sensibile autofinanziamento.
La riunione si è chiusa con un
momento di preghiera comunitaria, con la precisa promessa di
un prossimo incontro per Tanno
prossimo e con l’impegno di estendere l’invito a tutti i campi
Gedeoni in Italia. S. C.
EFESINI IV
LA ’’TABELLA” DOMESTICA
« Fanciulli prestate attenzione nel Signore a coloro che vi hanno generati.
Poiché questo è giusto. « Onora tuo padre
e tua madre » questo è il primo comandamento che contiene la promessa: « affinché tu abbia bene e viva a lungo sulla
terra». E voi padri non esasperate i vostri fanciulli ma allevateli con educazione
e timore nel Signore. Schiavi prestate attenzione ai vostri padroni terreni con timore e tremore, con sempUciià di cuore
come a Cristo, non per un servizio appariscente come quello di coloro che cercano di piacere agli uomini bensì come servi di Cristo, come facenti coscientemente
la volontà di Dio, servendo con buona volontà al Signore e non agli uomini sapendo che chiunque fa qualcosa di buono riceve dei bene dal Signore, sia esso schiavo o libero. E voi padroni tenete lo stesso atteggiamento verso di loro, evitando
le minacce, sapendo che il Signore vostro
e loro sta in cielo e non ha riguardo al
bell’aspetto che la persona riesce a presentare ».
Tensione tra passato e
presente nella fede
Una parte significativa della lettera agli
Efesini è destinata ad una serie di consigli
etici raccolti in una sorta di ’’tabella domestica” articolata in tre settori: matrimonio, rapporto tra genitori e figli, schiavi e padroni.
Molto è stato scritto e detto sul primo
punto che qui non esamino salvo notare
come il termine ’’mysterion” (5: 32) sia
stato introdotto dalla Vulgata in ambito
cristiano con la parola non biblica di sacramento che ha avuto, notoriamente, ed
ha tuttora ridessi nefasti sulla comprensione stessa del matrimonio. Esiste un
modo cristiano di vivere la realtà umana
del matrimonio e della famiglia ma ci
sembrq biblicamente infondato parlare di
famiglia o matrimoni cristiani. Più trascurati, e forse per questo più interessanti.
Sono i punti della lettera che toccano le
questioni dell’educazione e della schiavitù.
Tutto il brano va visto alla luce dell’affermazione iniziale che illumina la ’’tabella domestica”: « Siate sottomessi gli uni
gli altri nel timore di Cristo» (5: 21) in
cui si intrecciano le tensioni etiche ed
escatologiche che troveranno successive
applicazioni. Nella ’’tabella”, mi pare, non
c’è una critica al sistema sociale bensì
l’appello a vìvere T«adesso» della fede
contrapposto al come si viveva « una vol
a cura di Gino Conte
Terminiamo la serie di studi sull’epistola agli Efesini con un commento ad alcuni passaggi di Ef. 6: 1-9. Gli studi precedenti sono stati pubblicati nei numeri 21/
27.5, 22/3.6 e 23/10.6.
ta » sotto l’esclusiva spinta della propria
volontà. Nel rapporto genitori-figli il vero
educatore rimane il Signore. La promessa contenuta nel comandamento antico
evidentemente non si riferisce più alla
terra di Canaan (che per i lettori non
avrebbe avuto un senso immediato) ma
è collegata a Cristo. « La promessa — nota con un certo humour Calvino — aggiunta al comandamento, cerca di attrarci, affinché si obbedisca più prontamente. Come T’aggiunta di una salsa al cibo per
renderlo più gradevole così S. Paolo si
serve della promessa .per rendere dolce
e accettevole l’assoggettamento imposto
ai fanciulli... ». Altri tempi e altri criteri
educativi. Ma allora come oggi l’indicazione di fondo rimane valida: rapportarsi, nella vita concreta, al Signore.
Il difficile rapporto
genitori-figli
Qui oltre ai figli sono chiamati in causa
anche i padri che nell’antico mondo biblico, a partire dall’età di tre anni, assumono via via un ruolo crescente nel campo dell’educazione. È soprattutto il padre
che risponde ai numerosi perché del fanciullo e sarà sempre lui ad introdurlo,
una volta che il fanciullo è cresciuto, in
un mestiere concreto. Nel compito educativo, accanto ai genitori, giocano un ruolo fondamentale gli anziani di casa o del
villaggio che rappresentano la memoria
storica da cui, specie le generazioni più
giovani, attingono quotidianamente informazioni e consigli pratici. Fondamentale rimane anche l’esperienza della morte
dei vecchi o di « coloro che ti hanno generato » proprio come confronto concreto con il passaggio delle generazioni. L’educazione antica, sappiamo che non risparmiava la verga. E forse per evitare
eccessi verbali o fisici sempre possibili,
per arginare la violenza del forte sul debole, si consiglia ai padri di ispirarsi al
Signore anche nell’opera educativa. Il ruolo dell’educatore viene così ridimensionato. Non è, del resto, una novità per la Bibbia. A più riprese nell’Antico Testamento
si parla delle colpe dei padri verso i figli. Anzi succede come in Ezechiele 20: 18
che i figli sono invitati a disobbedire ai
loro padri quando essi sbagliano strada.
Insomma i genitori non hanno sui figli un
potere illimitato ma a loro volta sono sottoposti all’autorità di Cristo. Ogni generazione di credenti deve scoprire il proprio
stile educativo non solo sulla base delle
antiche regole veterotestamentarie, basate
sul rispetto verso « coloro che ti hanno generato », ma sulla nuova mentalità prodotta dall’incontro con TEvangelo e per
me riassumibile nell’impressionante immagine che vede Cristo lavare i. piedi ai
suoi discepoli. Servizio, disponibilità, amore per il prossimo sono questi i nuovi
tratti etici che devono prendere il posto
(nel matrimonio, nell’educazione ecc.)
dell’ira, della violenza e del dominio del
forte sul debole. Proprio sul terreno del
lasciarsi andare alla rabbia, alla violenza
verbale e alla provocazione mi piace questa affermazione di Gandhi: « Ho imparato, mediante amare esperienze, una lezione suprema: a preservare la mia rabbia;
e come il calore che non si disperde si
converte in energia, così la nostra rabbia
dominata può trasformarsi in una forza
capace di muovere il mondo ».
il mondo degli schiavi
La nostra tabella contempla inoltre un
problema che non è più attuale: il rapporto schiavi/padroni. Anche qui inutilmente cercheremmo ì fondamenti di una
rivoluzione sociale. L’obiettivo della lettera è più interno alla chiesa. Tra cristiani anche i rapporti di subordinazione sociale perdono di valore. Si lavora non per
falsa obbedienza ai superiori ma per genuina obbedienza al Signore di tutti. Per
i padroni si tratta di considerare i propri subordinati come persone umane per
le quali Cristo è morto e risorto. Il parallelismo figli e schiavi è insolito. Rispetto al figlio del padrone lo schiavo non ha,
nella società antica, giuridicamente rilevanza. Il fatto che qui si accostino in qualche modo questi due gruppi familiari riveste carattere eccezionale.
La tensione di fondo soggiacente al brano mi pare essere questa: da un lato si
attende la fine imminente. Il popolo cristiano della seconda, della terza generazione continua a vivere intensamente la
tensione verso il ritorno di Cristo. In
questo quadro tutti i problemi di riforma
sociale o politica proprio perché la prospettiva è limitata dalla fine imminente
perdono di importanza. Dall’altra però in
qualche modo non succede nulla, la prospettiva di fatto si allunga e i problemi
sociali, etici in generale reclamano una risposta che non è più rinviabile specie per
le giovani generazioni. E vero che nei
gruppi di credenti che si stanno formando in Asia o altrove si vive già come se
i ruoli sociali fossero definitivamente saltati in nome della nuova intelligenza donata da Cristo. Ma la vita nella chiesa
è solo un momento. La realtà quotidiana
è la vita nel mondo in cui i ruoli sociali
continuano ad avere un ruolo determinante.
La battaglia della fede
La vita nell’agape, i nuovi rapporti, lo
stile di vita diverso e alternativo è realizzabile solo nell’ambito di una chiesa che
si sta ormai attrezzando a tempi più lunghi. Ma allora i cristiani non rischiano
una fuga nel deserto? Non si rischia di
vivere soltanto tra le mura domestiche
0 ecclesiastiche un messaggio etico e di
fede che in realtà interessa tutti? In sostanza: come vivere da cristiani in un
mondo ostile al messaggio di Cristo? La
« tabella domestica » non risponde a questo interrogativo. Ma la risposta emerge
chiara dalTultima immagine positiva della nostra lettera, dove si parla della battaglia della fede. Gli strumenti delTarmatura di guerra, della dominazione e del
1 odio; il simbolo stesso dell’espansionismo militare e politico sono trasformati
ii^strumenti di verità, di pace e di giustizia. Ma occorrono le nostre mani, la nostra vita perché la trasformazione' avvenga e TEvangelo di verità dal chiuso della
chiesa entri nel vivo della società. Inizia
qui la battaglia di ogni giorno contro la
nostra vecchia mentalità che ci respinge su
vecchie posizioni e la battaglia contro le
forze demoniache che impediscono il realizzarsi di una umanità nuova. La lettera
finisce dove inizia questa battaglia. Il resto è storia punteggiata da sconfitte e
vittorie. Un po’ come la nostra vita che
potrà essere diversa se faremo nostro
questo programma di battaglia. Sapendo
che non saremo soli sul campo perché il
prezzo della vittoria finale è già stato pagato.
(fine)
Giuseppe Platone
7
24 giugno 1983
obiettivo aperto 7
RESOCONTI E IMPRESSIONI DAL KIRCHENTAG DI HANNOVER
I fazzoletti viola non sono fiorellini
Davanti al teatro dell’opera, in
Una piazza inclusa nel centro pedonale di Hannover un podio con
alcuni musicisti, un pastore e intorno migliaia di giovani seduti
sul selciato. Ascoltano musica e
canzoni: sono canti di protesta,
di opposizione, di denuncia, ma
anche di riconoscenza, di pace, di
fede. Poi una musica ritmata li
fa alzare e muoversi a ritmo di
danza. Un’ora passa così. Il messaggio di questo culto è dato dai
canti.
Comizi, sermoni, anche preghiere sulle piazze non sono una
gran novità; ma una Santa Cena
tè piuttosto insolita. Quando il pastore l’annunzia tutti si siedono.
Più lontano i passanti continuano
a passeggiare ma qui c’è un’atmosfera di raccoglimento. Si leggono i versetti dell’istituzione. Poi
vengono fatte passare di mano in
mano grosse pagnotte. Ciascuno
ne prende non un bocconcino, ma
un bel pezzo, e la partecipazione
al Corpo di Cristo diventa un vero « spezzare il pane » al modo
apostolico. Anziché vino vengono
distribuiti grossi grappoli d’uva,
il « frutto della vigna » come dice
l’Evangelo. Anche questo avviene con semplicità e serietà. C’è
più raccoglimento qui, sulla piazza del teatro, non lontano dal
traffico cittadino, di quanta ce ne
sia molte volte durante il culto
del XV agosto.
Questa serietà e questa partecipazione dei giovani, che si esprimono in modo così evidente
in questa Santa Cena sulla piazza, sono le note dominanti di
quasi tutte le manifestazioni che
abbiamo visto in questo Kirchentag. Questa serietà li spinge ad
assistere a decine di migliaia,
pigiati come sardine in un caldo
soffocante, a un dibattito sulla
pace; la volontà di partecipare
a sottolineare ciò che approvano accompagnando i canti con
battimani ritmici. Questi giovani anticonformisti nel modo di
comportarsi e di vestirsi, questi
giovani antinucleari e pacifisti
che vivono nella più ricca società
euronea e che apparentemente
hanno tutto, in realtà vivono senza la speranza di un futuro. Alla
società, ma soprattutto alla chiesa pongono domande e sfide e si
aspettano risposte, non solo per
Tal di là.
Willy Brandt ed Ernesto Gardena] nelle rispettive conferenze so
no stati accolti da lunghissimi applausi e da una vera e propria
ovazione, non solo per la loro notorietà, ma per la carica di speranza che in modo diverso rappresentano e per l’immagine di
una società più giusta e più partecipativa che danno. Accanto
all’esigenza di avere un futuro
esiste anche quella di partecipare alle decisioni che li riguardano.
Quando si odono i canti e si
vedono sventolare i fazzoletti viola nelle piazze del centro cittadino, circondate dagli edifici robusti e un po’ tetri delle banche che
fanno affari con le industrie belliche ci si domanda se la società
sia più capace della chiesa di offrire futuro e partecipazione:
sembra proprio di no.
Ma la nota che è risuonata molte volte nel Kirchentag è la nota
della speranza: quando la forza
sta dalla parte dell’ingiustizia e
la debolezza sta dalla parte della
giustizia, dell’amore, della vita la
nostra fede dice che la debolezza trionferà. Per questo i fazzoletti viola non ci paiono patetici
fiorellini destinati ad essere falciati, ma l’anticipazione di un futuro di pace che aspettiamo da
Dio ma per il quale occorre lottare con impegno.
Giornata
latino-americana
« Sono stato cinque volte in prigione sotto la dittatura di Somoza — racconta Miguel Torres,
pastore e direttore deH’istituto
ecumenico di Managua — e la
prima volta, circondato da venti
guardie somoziste avevo veramente paura, ma il ricordo di
Bonhoeffer e della sua serenità di
fronte agli aguzzini nazisti mi è
stato di immenso conforto ».
La testimonianza che Miguel
Torres dà nella Giornata Latinoamericana del Kirchentag non si
limita a quel ricordo personale,
pur rimanendo tutta centrata su
Bonhoeffer.
Questi nel ’39 avrebbe potuto
rimanere in America a insegnare
in qualche università ma ha preferito tornare in Germania e condividere con il suo popolo la
guerra che prevedeva disastrosa,
per aver diritto di partecipare alla ricostruzione. « Analogamente — dice Torres — molti cristia
1) Creatività e spontaneità in
primo luogo.
Ciò che mi ha positivamente
impressionato è la creatività e la
spontaneità della gente, dei giovani innanzitutto. La capacità di
improvvisare spettacoli teatrali,
forme di linguaggio non parlato
per comunicare dei messaggi, tutti elementi che sottolineano un
fatto importante: il soggetto del
Kirchentag è la gente, il popolo,
che non stanno lì passivi ma fanno, partecipano, costruiscono.
Immaginazione e creatività erano ben presenti ad Hannover. È
quanto certi ambienti ecclesiastici temevano, ma come ha opportunamente ricordato E. Eppler
nel culto conclusivo allo stadio,
questo è stato l’elemento caratterizzante e positivo di questo
Kirchentag.
2) Una nuova generazione pacifista.
La massa di giovani venuti da
ogni parte della Germania costituisce una promessa. Non si tratta di giovani distratti ma di persone che sono venute ad Hannover per manifestare concreta
ni nicaraguensi hanno sentito il
dovere di rimanere o di ritornare in patria per partecipare alla
ricostruzione del paese liberato
dalla dittatura». L’impegno politico di Bonhoeffer contro Hitler
è stato l’esempio che ha aiutato
molti cristiani in Nicaragua a
superare queirassoluta separazione tra fede e politica che era
stata inculcata loro nelle chiese
di origine missionaria, e sulla
base di quell’esempio hanno, potuto impegnarsi in buona coscienza per la rivoluzione.
La Giornata Latino-americana
era cominciata nel capannone 5
della fiera di Hannover con un
culto in cui, senza cadere negli
slogan politici la situazione dei
paesi latino-americani era intimamente intrecciata alla liturgia: si
prega per la pace... è la pace per
il Nicaragua minacciato dà una
guerra npn dichiarata (come non
10 era stata quella del Vietnamí);
si parla di libertà... è la libertà
per i prigionieri delle dittature;
11 perdono, la speranza... tutto ha
un riferimento alla situazione latino-americana, che viene cosi
portata a Dio in preghiera con
spirito sereno ma anche con estrema chiarezza.
Undicimila giovani e giovanissimi partecipavano a questo culto
con una serietà e convinzione
evidenti. Nel corso della giornata molti sono stati gli applausi
agli oratori, e non solo per le
frasi più taglienti politicamente, ma anche e non meno, pqf
quelle che esprimono più nettamente la fede cristiana. Una parola contro l’aggressività di Reagan è applaudita, ma una parola
di speranza nella vittoria di Cristo non lo è meno.
Una testimone ha descritto il
lavoro delle comunità di base
Davanti allo stand del Lombardini di Cinisello alcuni dei partecipanti
dall’Italia: Marcella Boga, Thomas Elser, Daniele Garrone, Ermanno Genre.
cattoliche nel Salvador. Un’altra
donna ha parlato della figlia rapita pochi mesi fa, in Honduras,
dalle solite squadre di uomini armati; alle richieste di informazioni la polizia non risponde o
dichiara che la persona è stata
sorpresa, nel corso di un rastrellamento, a fianco dei guerriglieri.
La madre di due detenute politiche uruguayane denuncia la
situazione inumana e di estremo
rigore delle prigioni in Uruguay,
dove sono rinchiusi da molti anni oltre mille prigionieri, molti
dei quali non hanno speranza di
vedere un giorno la fine della
loro pena. Per questo motivo 400
madri uruguayane si sono collegate e si battono per ottenere
l’amnistia per tutti i prigionieri
politici e chiedono un appoggio
internazionale. Il Kirchentag è
una cassa di risonanza che dà
una voce potente a tale richiesta
di amnistia, di cui le migliaia e
migliaia di giovani presenti alla
Giornata Latino-americana si faranno ora portatori nelle chiese
e nelle organizzazioni giovanili
di tutta la Germania.
Torna in mente a questo punto un concetto che era stato espresso dallo scrittore americano nero James Baldwin all’Assemblea del CEC a Uppsala
(1968) à proposito del razzismo.
Le chiese, diceva, hanno molto
più potere di quanto pensino, e
se lo volessero usare per la giustizia, da tempo si sarebbero fatti grandi progressi. Una sfida che
vale ancora oggi per tutti 1 cristiani verso tutte le situazioni di
ingiustizia.
Aldo e Fernanda Comba
Al “mercato delle occasioni”
Ciò che mi ha coipito
Abbiamo chiesto al past. Genre, direttore di Agape, che ha preso
parte al Kirchentag, due sue rapide impressioni. Eccole:
mente e con grande disciplina, la
loro volontà di pace e l’opposizione incondizionata agli armamenti. Sarebbe cosa imperdonabile se la chiesa evangelica tedesca non fosse in. grado di interpretare e di sostenere questa realtà e scorgere sempre e prima
di ogni altra cosa i rischi e le
paure....
3) La nuova chiesa confessante.
Ho detto sopra che il Kirchentag ridette la realtà composita e
contraddittoria del mondo evangelico tedesco. Ad Hannover ho
avuto l’impressione che vi fosse
soprattutto la nuova chiesa confessante tedesca impegnata nella
dura battaglia contro gli armamenti. E non è un caso che i
Gollwitzer e gli Eppler siano stati così applauditi per la posizione chiara che hanno assunto.
L’anno prossimo si festeggerà la
ricorrenza di Barmen (50 anni);
sarà un’occasione preziosa per
verificare i nessi esistenti tra questa pagina di storia recente ma
già per molti lontana e le decisioni che si impongono oggi alla
chiesa tedesca e al mondo.
La prima cosa che vien da dire
visitando la Fiera è: « Ma qui c’è
di tutto ». Sul tema della pace si
trovano sia Stands di movimenti
antimilitaristi, centrati sul no alle armi nucleari, sia Stands in
cui ufficiali dell’esercito spiegano
come si possa essere cristiani
nell’esercito e come anche un
soldato possa volere la pace. Vi
sono Stands che mobilitano i passanti su temi come l’America centrale, l’America Latina, i rifugiati politici, i diritti civili, la tortura e Stands che lottano contro
la vivisezione. Stands dedicati al
problema dell’omosessualità e
Stands che propongono un risveglio religioso dell’individuo. Difesa dell’ambiente e riforma liturgica, la CDU e i cristiani per il
socialismo tutti insieme alla stessa fiera...
La fiera di quest’anno era divisa in cinque grandi temi: « confidare in Cristo »; « rinnovare la
chiesa »; « condividere »; « ristabilire la pace »; « proteggere la
creazione ».
Due gli Stands particolarmente significativi per noi.
Uno stand era dedicato al movimento per la pace in Sicilia e
alla lotta contro l’installazione di
testate nucleari nella base di Comiso.
Anche nella manifestazione per
la pace organizzata alla fine del
Kirchentag è stato dedicato uno
spazio al problema di Comiso,
con un messaggio da parte del
pastore Salvo Rapisarda.
Il Lombardini
Il centro culturale Jacopo Lombardini di Cinisello Balsamo era
presente con un proprio stand
nella sezione « Condividere ». Uno stand, anche perché nessuno
di noi era mai stato ad un Kirchentag, forse rm po’ tradiziona
le; assomigliava più ad una mostra che ad una fiera, con numerosi cartelloni che presentavano
il lavoro del Lombardini, i problemi della città in cui viviamo,
la storia e la vita delle chiese
valdesi e metodiste. Una parte
era riservata anche ad Agape: tra
l’altro il direttore e due residenti hanno fatto il viaggio con noi
e ci hanno dato una mano allo
stand. Un audiovisivo confezionato per l’occasione, veniva mostrato in continuazione su uno
schermo artigianale!
Svariate le reazioni dei passanti. I più frettolosi prendevano
rapidamente il volantino che offrivamo loro e se ne andavano.
Molti si fermavano, stupiti del
fatto di vedere un gruppo italiano. « Ah, ma voi siete valdesi »,
dicevano alcuni: si trattava di
persone che erano state alle valli, o di valdesi tedeschi, o di persone che avevano incontrato in
Germania dei valdesi. Qui l’aggancio per Un discorso era facile e il risultato era anche simpatico. « Ma come mai siete
qui? » chiedevano altri, a volte
con un tono che sembrava dire
« Che cosa c’entrate voi? »: l’illustrazione del nostro lavoro suscitava in genere un certo interesse. Poi c’erano gli amici, studenti in teologia, persone che avevano già visitato Cinisello o
Agape. Qui la presentazione del
centro lasciava il posto a simpatiche conversazioni.
Nei tre giorni di stand saranno passate circa sei o settecento
persone; con un terzo almeno è
stato possibile un certo scambio.
Molti hanno promesso una visita,
i programmi di Agape sono andati a ruba.
Una critica
Certo tutta la «Fiera delle oc
casioni » è suscettibile di una critica di fondo: assomiglia ad una
fiera consumistica, dove si passa
in fretta, si dà un’offerta, si compra un oggettino, si scambiano
due parole, ma molto superficialmente. E anche il voluto pluralismo della fiera potrebbe far
pensare: accostare realtà opposte, non finisce per stemperare le posizioni in un qualunquismo ecclesiastico? Dicendo che
c’è posto per tutti, non si dice in
realtà al tempo stesso che tutte
le posizioni sono uguali?
Nei tre giorni ad Hannover non
sono riuscito a convincermi che
queste obiezioni siano l’ultima
parola. Intanto molti Stands cercavano e suscitavano una partecipazione seria dei visitatori: ba- '
sti citare quello dedicato ai lavoratori stranieri, in cui i visitatori
venivano introdotti in un finto
ufficio per stranieri e sottoposti
al trattamento cui vanno normalmente incontro gli immigrati:
rimproveri, toni arroganti, ecc.
Altri Stands raccoglievano firme
per varie petizioni: esse venivano illustrate ai visitatori, si accendevano discussioni.
Mi sembra poi che questo pluralismo larghissimo di stimoli
anche opposti abbia trovato un
pubblico attento che ne ha approfittato non per rifugiarsi nel
qualunquismo ma per maturare
una propria opinione . L’affollamento di certi Stands (disarmo,
terzo mondo), le vivaci discussioni davanti a quello del movimento per la vita, la partecipazione
alla manifestazione per la pace,
sono il segno che durante il Kirchentag si è costruita un’opinione. Certo la realtà di una chiesa
di popolo condiziona, e pesantemente. Siccome però l’unica alternativa al pluralismo è la gerarchia...
Daniele Garrone
8
8 ecumenismo
« BATTESIMO, EUCARESTIA, MINISTERO », RISULTATO DI UN DECENNIO DI LAVORO TEOLOGICO DEL C.E.C.
Il documento «BEM» nel dialogo ecumenico
Entro il 1984 le nostre chiese dovranno pronunciarsi sul documento «Fede e Costituzione« del CECtUrra 1982). Presentiamo
oggi ai lettori una recensione del testo e la relazione dell’esame che
ne hanno fatto alcuni gruppi ecumenici.
Dare al lettore un’idea precisa
del testo della Commissione Fede e Costituzione 1 è un’impresa
molto ardua; soprattutto se il
lettore, come chi ne ha fatto la
recensione, si aspettasse di trovarvi delle risposte chiare, dei
risultati raggiunti, degli accordi
fatti, o perché no, delle divergenze riconfermate. E’ abbastanza
naturale, infatti, da im consesso
ecumenico dì tale prestigio aspettarsi una presa di posizione inequivoca (ripeto: sia di accordo
che di disaccordo) su temi di tale portata come il battesimo, la
S. Cena e il ministero. Questo è
un campo dove, forse più che in
altri, difficilmente si accetta il
compromesso. Ci sembra di tradire il Signore accettando di cedere su questioni di fede che ci
paiono inderogabilmente questioni di fedeltà a Lui. Meglio sarebbe allora che i cristiani, e il CEC
in particolare, si impegnassero
insieme sui p-andi temi come la
pace e la giustizia, lasciando a
tempi migliori la discussione dei
problemi teologici che ci dividono. E poi, confessiamolo, per un
insieme di motivi (spirito di
Taizé che spesso vi aleggia, presenza agguerrita dei cattolici che
non aderiscono al CEC ecc.) la
Commissione di Fede e Costituzione è quella che più di ogni altra suscita una certa diffidenza
in campo riformato, specie qui
in Italia. Ma, una volta portati
alla coscienza questi dubbi e riconosciute le nostre resistenze,
riconosciamo che non sempre si
può lanciare il grido del grande
filosofo e teologo danese e procediamo nell’analisi, mettendo da
parte, per ora, il nostro aut-aut.
Le asperità del cammino, la ftmzione di freno e di acceleratore
della Commissione, le mediazioni, le fughe in avanti e i ripensamenti diventano oltremodo evidenti nel capitolo sul ministero.
sul quale richiamiamo l’attenzio/ ne del lettore. Qui abbiamo
da un lato affermazioni di questo genere: « Le Chiese devono
evitare di attribxiire le loro forme di ministero direttamente
alla volontà e aH’ìstìtuzione di
Gesù Cristo » e « Ciascun credente può partecipare alla proclamazione e aU’insegnamento
della Parola di Dio »; daU’altro
abbiamo ima certa insistenza sulla funzione sacerdotale del ministro (da un momento all’altro ci
si aspetta di veder comparire la
formula « alter Christus ») che
alcuni teologi e preti cattolici,
con preoccupata sensibilità, rifiutano di applicare a se stessi
(si veda ad esempio la posizione
sul ministero nella Chiesa di E.
Schillebeeckx, teologo cattolico
che, sebbene molto anziano, ci
pare sappia usare l’acceleratore'
con grande sicurezza).
Sull’ ordinazione delle donne
poi, il commento ci dice che
chi le ordina lo fa per il suo
modo di intendere l’Evangelo e
chi non le ordina lo fa perché
ritiene rispettabile il peso di una
tradizione di diciannove secoli...
Così, con molta grazia si evita di
prendere posizione o di dare
consigli, cosa che potrebbe anche essere più che rispettabile,
se solo tre pagine dopo non ci
fossero pressanti inviti alle Chiese che ancora non li hanno a fornirsi di vescovi... vogliamo sperare ecumenici.
(Sia detto per inciso; questo
è uno dei primi sacrifici « ecumenici » che ci impone la lettura del
testo).
Ammettiamo dunque che forse
non di compremesso, né di diplomazia si tratta; certo però il lavoro deve essere stato frutto di
un’opera di mediazione così sottile e faticosa, da suscitare, per
ciò, una sincera ammirazione da
parte nostra.
Soltanto mettendoci in quest’ottica riusciremo a superare le
varie difficoltà di lettura di quest’operetta (il linguaggio è chiarissimo e le pagine solo 70!). La
prima cosa che colpisce è che
sembra di andare in salita: si
parte dal più facile (il battesimo), quasi una passeggiata a valle e si arriva, col, fiatone grosso,
al più difficile (il ministero), ma,
e qui sta il punto, siamo un po’
arrabbiati con i commissari che
fanno come queU’amico sportivo
che continua a ripeterci baldanzoso che è una bellissima passeggiata, mentre noi stiamo stramazzando per terra.
La seconda cosa a creare un
po’ di difficoltà è la presenza dei
Commenti; quasi ad ogni pagina
si ha, in corsivo, appunto un
commento ad alcuni dei punti '
precedentemente trattati, da cui
si può cercare di trarre un’idea
sul grado di accordo o meno, oppure di indifferenza teologica,
che questi punti possono creare
nelle chiese. Questi commenti
sembrano spesso incarnare la coscienza mediatrice della Commissione e se a volte si può avere la
spiacevole sensazione del tentativo di non scontentare nessuno,
^tre volte si notano riflessioni,
mviti e stimoli, che potrebbero
essere veramente utili per le
Chiese.
Luigi Panaroni
^ Battesimo eucarestia ministero, test* della Commissione Fede e Costituzione - Lima 1982 - Elle Di Ci Claudiana, pagg. 72, Lire 2.700.
I gruppi ecumenici S.A.E. del
Triveneto, nell’incontro di Mestre del 5 giugno, hanno,completato l’esame del testo di Lima
1982 della Commissione « Fede
e Costituzione» del C.E.C. su
«Battesimo - Eucaristia - Ministero», esame che li ha impegnati per ben 5 riunioni nell’arco di oltre un anno.
Le riunioni hanno visto alternarsi come relatori teologi protestanti e cattolici, preti e pastori nonché laici di diverse confessioni. L’ampio esame del documento, affiancato dalla rilettura di amplissimi passi biblici, ha
lasciato veramente il segno. Moltissimi sono del parere che il testo presentato, frutto del lavoro
ecumenico di oltre 50 anni (Losanna 1927) sulla base di ben
160 documenti prodotti nel corso degli anni, frutto a loro volta
di numerosi incontri bilaterali e
multilaterali, con la partecipazione (negli ùltimi anni a pieno
titolo) di un centinaio di teologi
protestanti, ortodossi e cattolici, rappresenti una novità senza
precedenti, addirittura ima svolta nei rapporti ecumenici.
Tutti hanno potuto constatare
come non esistano più nel testo
le storiche contrapposizioni Grazia — Opere o Bibbia — Tradizione, ma che molto può essere
ricondotto ad una ricerca comune su Battesimo, Eucaristia e Ministero. Certo il testo
di Lima non esaurisce né intende esaurire tutti i problemi
teologici relativi agli argomenti
trattati, ma intende solo registrare quei problemi sui quali
tutti i teologi si sono trovati
Ecumenismo anni '80
La XXI sessione nazionale del Segretariato Attività Ecumeniche, che si terrà al Centro di cultura «La Mendola» (Trento) dal
29 luglio al 6 agosto, intende proporre un bilancio-rilancio dell’impegno ecumenico. Il tema «Ecumenismo anni ’80» si articola in
una serie di tavole rotonde e soprattutto nel lavoro di 12 grupni
di lavoro su temi specifici con la consulenza di esperti cattolici protestanti e ortodossi.
Per informazioni e iscrizioni rivolgersi, entro il 15 luglio al
S.A.E., via Cava Aurelia 8/3, 00165 Roma, tei. 06/63.74.033 (ore 1(1-12
18-20).
Iran: i ragazzi
sui campi di mine
(Soepi) — Nella guerra micidiale fra Irak ed Iran, che continua da più di due anni, l’Iran
ha arruolato circa mezzo milione di ragazzi fra i 13 ed i 18 anni. Questi giovani, resi fanatici
dai discorsi infiammati dell’ayatollah Khomeini — che ha
promesso il paradiso agli squadroni della morte — sono utilizzati dall’esercito per disattivare i campi di mine posti dall’armata irachena. La quasi totalità di queste truppe di ragazzi salta in aria o viene fatta prigioniera dagli iracheni. Questi
hanno nelle loro mani già 5.000
ragazzi o ragazze iraniani. L’Irak è pronto a restituirli, ma
Khomeini rifiuta perché dice
che non sono iraniani ma spie
irachene.
Dalle informazioni di una organizzazione iraniana in esilio
per la protezione della donna e
del bambino, che si trova a Losanna, questi giovani non provengono dagli ambienti clericali ma da famiglie contadine e
di operai molto povere. Vengono indottrinati nelle scuole dove
viene esaltata la guerra ed il
martirio. I genitori che danno i
loro figli per tali scopi ricevono
dei vantaggi sociali quali un posto di lavoro e vitto. Il Comitato
Internazionale della Croce Rossa ha confermato che ci sono
ragazzi iraniani assieme ai soldati nei campi di prigionieri. La
organizzazione iraniana per la
protezione della donna e dei
baijibini fa appello all’opinione
dal mondo
cristiano
a cura di Renato Coisson
mondiale perché venga a cessare
questo utilizzo abusivo di bambini per scopi militari.
In vista di Vancouver:
la voce degli africani
(Soepi) — I delegati ed i partecipanti dall’Africa alla prossima assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese a Vancouver -hanno definito le violazioni
dei diritti dell’uomo, l’oppressione delle donne, il razzismo, la
fame e le proposte per un nuovo ordine economico mondiale
come i problemi più urgenti del
continente africano. Il vescovo
anglicano del Kenia, Henry O
kullu, ha descritto l’Africa come un continente «le cui risorse sono continuamente saccheggiate da una minoranza di uomini e donne assieme ai loro soci
dall’estero. Questi ultimi poi
prendono la maggior parte del
bottino». Egli ha aggiunto; «I
nostri fratelli cristiani dell’Est
e dell’Ovest devono prendersi la
responsabilità di mettere i loro
popoli davanti a questa realtà.
Ñon saremo contenti se a Vancouver ci abbracceranno e ci daranno il bacio della pace per
riconciliarci con loro, quando
sappiamo che i loro compatrioti
tengono in mano la nostra economia a Nairobi, Abidjan, Kinshasa e nel resto dell’Africa ».
Fate cessare questa
guerra non dicliiarata
(Soepi) — Il Comitato Evangelico di aiuto allo sviluppo
(CEPAD), un organismo ecumenico che collega tutte le opere
di aiuto che lavorano in Nicaragua, ha inviato una lettera alle
Chiese degli Stati Uniti e del
mondo intero.
« Ci rivolgiamo a voi che appartenete come noi al Corpo di
Cristo. Lo facciamo con il cuore
colmo di dolore, del dolore provocato dalla sofferenza di centinaia di nostri fratelli e sorelle
in fede nel nord e nel .«ud del
paese vittime di persecuzione,
rapimenti, violenza carnale e di
assassinio.
In quanto cristiani che operano per la giustizia e la pace non
possiamo non denunciare le atrocità commesse da questi controrivoluzionari che attaccano il nostro paese.
Davanti ai nostri fratelli e so, relle del mondo intero noi de'' nunciamo questa politica ingiu
sta ed aggressiva del governo
degli Stati Uniti contro di noi.
Facciamo appello alla vostra solidarietà, voi che come noi, fate
parte del corpo di Cristo e che
nel suo nome potete intercedere per i deboli ed aiutarci a rispondere alle speranze ed alle
aspirazioni del nostro popolo ». •
La chiesa di Ginevra
si interroga
(SPP) — E’ iniziato il dibattito, sulla situazione attuale della
chiesa di Ginevra in rapporto
alla prossima celebrazione del
450“ anniversario della Riforma
nel 1986.
Il prof. Olivier Patio ih un recente articolo si domanda «come mai questa Chiesa del XVI
secolo, minacciata ma dinamica...
è diventata questa vecchia signora un po’ grigiastra, dalle
sembianze stanche e con il morale a terra...? ».
La Chiesa non ha potuto sfuggire ai rivolgimenti che caratte-,
rizzano il nostro tempo. Il lin-'^
guaggio politico della Chiesa scoraggia molti strati della popolazione alla ricerca di uno scopo
per la loro vita, « questione della massima importanza che dovrà essere risolta senza sacrificare nulla alla verità ». L’ondata
ecumenica sembra aver generato
un certo confusionismo religioso da cui i cattolici, grazie alle
loro strutture più forti, potrebbero uscirne vincitori.
Per rimediare a queste difficoltà il prof. Patio propone una
apertura verso le altre famiglie
protestanti che hanno molta fede e molto dinamismo.
d’accordo. Si è così, scoperta
« Fampiezza » della Fede comune, tanto che oggi si fa strada
un nuovo concetto dello stesso
ecumenismo ; « scoprire l’unità »
e non ricercarla, « camminare assieme scoprendo la Fede comune, perché in realtà siamo più
vicini di quanto non si veda o
non si creda ».
Nel contempo si è verificata la
ricchezza della storia della salvezza, nei confronti della quale
emerge l’impressione che tutte le
chiese risultino in qualche modo
incomplete e che occorra ricercare la pienezza proprio nella
fratellanza delle diverse chiese.
Ogni tentativo di limitare il messaggio della Rivelazione a formule teologiche potrebbe rivelarsi riduttivo ed incapace quindi di esprimere l’ampiezza della
stessa e la sua profondità.
Fra i partecipanti alle riunioni
di Mestre si è cosi, affermata l'opinione che il testo di Lima sia
un tentativo serio e sofferto non
di giungere a compromessi, ma
di superare le storiche contrapposizioni per giungere attraverso una nuova comprensione, un
nuovo studio in comune delle
fonti, alla loro composizione, anche per la positiva confluenza
di sensibilità diverse.
Negli incontri di, Mestre, come in sede di Commissione per
l’elaborazione del testo di Lima,
vi è stata una larghissima confluenza sul testo del « Battesimo». La rilettura quasi per intero di tutti i passi biblici relativi all’argomento, con la sottolineatura della duplice realtà del
« dono di Dio » e dell’« impegno
dei credente », ha avuto l’eff etto
di una riscoperta di valore inimmaginabile. Su questo tema si
spera di giungere in campo ecumenico al riconoscimento reciproco.
E’ stata registrata una larga
confluenza anche sul testo del1’« Eucaristia » : il problema dell’intercomunìone viene avvertito
come esigenza viva da un’ampia
fascia di credenti.
Nodi difficili da sciogliere restano ancora, com’era da prevedere, sul testo del « Ministero »,
anche se esso punta all’essenziale e sul generalmente accettato, sul vissuto delle chiese. Su
questo,tema d’altra parte si fa
notare che mancano direttrici
definitive ed univoche anche nel
Nuovo Testamento ed è il terna
dove Storia e Cultura hanno
svolto nei secoli un ruolo decisivo. I teologi si augurano di
poter approfondire la ricerca
verso quello che è stato chiamato «il triplice Ministero» o il
ministero su tre livelli: e cioè su
livello comunitario, su livello
collegiale e su livello personale:
tre « forme » diverse quindi di
ministero, ma non più tre « gradi ». Si fa strada comunaue l impressione che su questo tema,
accanto alla comunione di Fede
sui principi teologici fondamentali, possa essere accettata la
coesistenza di forme strutturali
diverse.
D’altro canto anche a Mestre
è risultato chiaro che nessuna
confessione può ancora sentirsi
compiutamente rispecchiata in
questo come in altri documenti
ecumenici e che, soprattutto per
i riformati, anche il modo con il
quale i concetti sono espressi risulta talvolta inconsueto. Si è
fatto notare tuttavia che leggere questi testi in nrospettiva
esclusivamente confessionale può
non essere la misura più adatta
per un’adeguata valutazione di
assieme.
Infine, da tutti è stato esnresso l’ausnicio che il testo di Lima abbia uria larga diffusione
nelle comunità, sia oggetto di
studio e di riflessione, nella speranza che possa condurre ad una
nuova catechesi e in definitiva
ad una maturazione delle coscienze in grado di modificare in
profondità i rapporti fra le confessioni cristiane.
Emidio Sfredda
9
24 giugno 1983
cronaca delle Valli 9
DISCUSSIONE TRA I COMITATI PER LA PACE E I PARTITI LUSERNA S. GIOV.
Scuola
di vita
Il catechismo è da sempre un
problema per le nostre Chiese;
oggi come ieri (si potrebbe dire
da 150 anni a questa parte), ritorna costante nelle relazioni sinodali, in colloqui pastorali, nel/e sedute dei Concistori. Se ne
ridiscute ora in una situazione
nuova e con nuove prospettive. B
recente la pubblicazione su Diakonia dell'inchiesta condotta dalla FGEI su questo tema.
Uno dei compiti maggiori, a
mio avviso, è di fare del catechismo una scuola di vita. E’ stato per secoli una scuola di Bibbia ed è rimasto, giustamente,
tale fino ad oggi; insegnata in
modo tradizionale o moderno la
Bibbia è sempre stata al centro
della nostra ricerca. In passato
è stato anche scuola di pietà; si
è cercato di fare rivivere ai catecumeni le grandi esperienze
della fede: la conversione, anzitutto, poi la santificazione, l’obbedienza cristiana; si è insegnato a cantare, pregare, vivere la
comunione. Anche questo è presente, sia pure in forma minore
nella catechesi odierna.
Oggi però si dovrebbe anche
insegnare a vivere. Si obietterà
che la vita non si insegna a scuola ma con l’esempio, l’esortazione, l’esperienza. Vero, ma alcune verità fondamentali si possono e debbono insegnare come
credenti ai nostri figli, una ad
esempio: fare delle cose gratis.
Nel mondo moderno in cui
non si fa niente per niente, in
cui tutto si compra e paga è fondamentale capire che le cose più
importanti sono quelle che non
si pagano e non pagano.
E la realtà della fede è proprio
una di queste cose che non si
compra né rende, si riceve gratis e si dà gratis.
Dobbiamo renderci conto invece che sotto questo aspetto
sono in atto dei grandi cambiamenti nella mentalità della gente e degli stessi credenti. Nessuno ad esempio avrebbe al tempo inio chiesto alla sua monitrice « quanto ti pagano? », non ci
sarebbe nemmeno passato per la
mente. Oggi è normale che un
bambino lo chieda. Proprio ieri
mi è accaduto di udire un ragazzino apostrofare un suo compagno del gruppo Cadetti, che tornava dalla raccolta della carta,
con la domanda classica « quanto ti danno? » e l’altro rispondere tutto stupito « niente ». In
questo « niente » sta più vita cristiana che in tante lezioni di catechismo seguite per disciplina.
Imparare che Dio ha fatto tutto
per niente, e noi cristiani, suoi
discepoli, sappiamo fare anche
per niente non è roba da poco,
è l’essenziale.
Se studiamo la Bibbia con tanta applicazione e cerchiamo di
far sperimentare ai nostri ragazzi qualcosa della fede evangelica è per giungere a questo:
far capire che l’amore è gratuito. Le riforme, i miglioramenti,
le novità che potremo realizzare
nel catechismo dovranno tendere a questo.
Giorgio Tourn
Hanno collaborato a questo
numero: Mario Berutti, Marco Borno, Sergio Cameran,
Antonio Kovacs, Vera Long,
Bruno Rostagno, Roberto
Sbaffi, Franco Taglierò, Cipriano Tourn.
Gli impegni per io pace
Solo i partiti di sinistra accettano l’invito ad informare sulla loro posizione rispetto all’installazione dei missili a Comiso
Il Coordinamento per la pace
italiano ha rivolto in questi ultimi mesi, un appello pressante a
tutte le forze politiche perché i
temi della paoe e del disarmp assumessero grande rilievo nella
campagna elettorale.
E’ necesàario che di fitmte al
deteriorarsi della situazione intemazionale le forze politiche dichiarino al paese tutte le loro
responsabilità dicendo chiaramente come si comporteranno
rispetto a questi problemi.
Il comitato Val Pellice, anch’esso impegnato nella campagna referendaria suirinstallazione dei
missili sul territorio nazionale,
ha chiesto ai partiti locali un incontro pubblico per affrontare
una discussione su questi temi.
A tale incontro-dibattito, che si è
tenuto venerdì 17/6 presso il salone comunale di Torre Pellice,
erano invitati in modo particolare i candidati locali per il Parlamento dei singoli partiti presentì in zona.
Purtroppo hanno risposto al
nostro appello soltanto quattro
partiti: Democrazia Proletaria
con Renzo Tibaldo, il Partito Comunista con Gianni Losano, il
Partito Socialista con Agli, il Partito Radicale con Attilio Sibille
(unico candidato locale per il
Parlamento presente).
Hanno rifiutato il confronto i
rappresentanti di Democrazia
Cristiana, Partito Socialdemocratico e Partito Liberale, cioè proprio alcuni dei partiti che nel 79
hanno maggiormente sostenuto,
in seno al Parlamento, l’insfallazione dei missili a Comiso (ricordiamo che il Parlamento italiano è il solo parlamento europeo che dopo la decisione non ha
più preso in esame la questione,
malgrado si siano avute nel nostro paese grandi manifestazioni
contro questa scelta). Quali sono
i motivi per cui venerdì questi
partiti non si sono presentati al
dibattito con il movimento per
la pace? E' forse per paura di
far conoscere le proprie posizioni all'elettorato su temi così
scottanti come la pace, il disarmo, Tìnstallazione dei missili, sapendo benissimo che.4li scelte su
questi temi saranno fondamentali per il futuro nel nostro paese?
Oppure l’incertezza’di’ non- sapere
quali risposte dare agli interrogativi che ormai molti cittadini
si stanno ponendo su questi problemi?
Anche il numero esiguo di persone presenti al dibattito, malgrado la pubblicità fatta, ci fa
pensare che nel nostro paese non
è ancora ben radicata una mentalità di pace, al contrario di altre nazioni europee, nonostante
non siano ancora lontani e dimenticati gli orrori della seconda guerra mondiale.
E'' vero che in questo momento di campagna elettorale la gente è satura di discorsi e di comizi, di volantini e di manifesti,
ma è necessario che ci poniamo
tutti insieme una domanda: quale futuro vogliamo preparare negli anni '80 alle nuove generazioni? Probabilmente sarà necessario un lungo lavoro del movimento per la pace per informare
la gente su questi problemi e per
spingerla a prendere posizione e
a far sentire la propria voce, senza aspettare che le scelte sulle
questioni militari vengano fatte
da esecutivi sempre più ristretti.
Entriamo ora nel merito del dibattito svoltosi venerdì scorso.
Dopo im’introduzione dì Aldo
Ferrerò, membro del comitato
Val Pellice, sugli obiettivi del movimento per la pace italiano ed
europeo e sulle motivazioni che
hanno portato a questo referendum, sono state poste ai rappresentanti dei partiti presenti le
due domande del referendum:
1) Sei favorevole all’installazione dei missili nucleari a Comiso
e sul territorio nazionale?
TACCUINO ELETTORALE
Il voto dei valdesi
Il voto dei valdesi fa gola a
molti. Tutti i partiti, chi più
esplicitamente chi meno, quando
organizzano incontri alle valli affrontano il tema dell’Intesa con
lo stato e dicono di appoggiare
le ftiuste richieste valdesi. Solo
la DC (il MSI non tiene comizi
da queste parti) non affronta la
questione.
Ma c’è anche chi vuole strafare. E’ Enzo Enrietti, ex presidente della Regione Piemonte, che
ha cominciato ad inviare nelle
buche da lettera dei valdesi un
elegante dépliant che riproduce
una foto con lui, il vice-moderatore Taccia, e Franco Ramella
( anch’egli candidato socialista
per il Senato) mentre firmano
l’Intesa regionale per gli ospedali valdesi.
Ed a fianco una breve storia
dal 1848 ad oggi dei rapporti tra
stato e chiesa valdese ed ovviamente delle benemerenze socialiste e personali dell’Enrietti.
Non neghiamo certamente la
serietà e l’importanza del contributo del partito socialista nella
battaglia per l’Intesa sia a livello nazionale che regionale, ma
forse un po’ di prudenza non
guasterebbe. L’intesa regionale
è stata firmata con la Regione
Piemonte di cui Enrietti era presidente. Trattandosi di un adempimento istituzionale erano pre
senti i rappresentanti del due
enti interessati, la Tavola valdese e la Regione.
Il governo regionale era frutto di una coalizione ed alla discussione del progetto di intesa
regionale hanno partecipato anche altre forze politiche.
La foto è dunque ima « captatio benevolentiae » nei confronti
dell’opinione pubblica valdese
quanto meno un po’ forzata.
Indirizzario
Eco delle Valli
Cominciano a giungere nelle
case di molti nostri abbonati informazioni pubblicitarie circa
candidati alle elezioni chiaramente tratti dal nostro indirizzario.
Non sappiamo come sia stato
possibile ottenere il nostro indirizzario, giacché questo è stato
comunicato solo alle chiese in
occasione della campagna di rinnovo degli abbonamenti, né è stato consegnato dalla tipografia in
cui è conservato ad alcuno che
ne abbia fatto richiesta.
Diffidiamo perciò chiunque ne
sia venuto in possesso dall’utilizzarlo, riservandoci ogni altra
azione in merito.
(g-g)
2) Ritieni che la decisione suprema sulla installazione dei missili nucleari in Italia debba essere presa dal popolo mediante un
referendum indetto dal Parlamento?
Losano del Partito Comunista
ha fatto un’analisi della situazione intemazionale ponendo l’accento non solo sui conflitti esistenti tra est ed ovest, ma anche
tra nord e sud, cioè tra paesi industrializzati e paesi del terzo
mondo. E proprio il governo italiano accettando, senza riserve,
la proposta della NATO di installare i missili a Comiso e data la
posizione geografica della cittadina siciliana, ha posto le condizioni per un eventuale conflitto con i paesi del Medio Oriente,
cioè con i paesi del terzo mondo
produttori di materia prima. La
politica del nostro governo è subordinata alla politica del governo americano e questo pone
l’Italia come punta dì diamante
alTintemo della NATO. Rispetto
alle due ' domande del referendum è stato detto che il PCI è
contrario all’ installazione dei
missili a Comiso ed è favorevole
ad im referendum perché è un
momento di aggregazione popolare (posizione questa non ancora ufficiale, ma dibattuta all’interno del partito).
Sibille del Partito Radicale ha
ricordato che il suo partito è da
10 anni che lotta in vari modi sui
problenii della pace, del disarmo
e della fame nel mondo. Ha criticato la posizione del governo
italiano rispetto a questi problemi e ha accusato il PCI di non
aver preso in passato delle posizioni chiare airinterno del Parlamento.
Il PR è contrario alTinstallazione dei missili e favorevole al
referendum istituzionale anche
se si nutrono dei dubbi nei confronti del movimento della pace.
Tibaldo di Democrazia Proletaria ha ribadito l’importanza che
11 movimento per la pace sia autonomo rispetto ai partiti; ha
toccato inoltre argomenti quali
il disarmo unilaterale, il superamento dei blocchi, l’importanza
per l’Italia di uscire dalla NATO,
il problema dei rapporti tra le
nazioni e l’autodeterminazione
dei popoli. DP è contraria alTinstallazione dei missili e favorevole al referendum.
Agli del Partito Socialista ha
sottolineato che il suo partito è
per il disarmo totale e non unilaterale, però come posizione individuale, autonoma rispetto al
partito, si è dichiarato contrario
ai missili.
Ha fatto se^ito im dibattito in
cui sono stati chiesti dei chiarimenti ai partiti e in cui è emersa una domanda specifica: è
stato cioè domandato se nell’attuale campagna elettorale ogni
partito ha dedicato spazio al discorso della pace e in che misura.
Clara Lorenzino
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Bilancio
A esercizio finanziario oramai
in corso da cinque mesi, è stato
presentato a Luserna San Giovanni il bilancio di previsione
per il 1983. Il pareggio è stabilito a quasi cinque miliardi di lire (esattamente 4.917.061.(XK)).
In consonanza alla politica nazionale di riduzione delle spese
e incremento delle entrate, Tamministrazione locale ha compilato un bilancio contenuto. Tant’è che l’aumento percentuale
delle uscite (lfi,5®/o) rimarrà -’^
almeno questi sono i propositi
— inferiore al tasso inflazionistico. Accresciuti del 30% saranno,
invece, gli introiti, grazie al gettito assicurato da nuove tassazioni. Sui proprietari di fabbricati graverà, infatti, la sovraimposta comunale, che è stata accettata nell’aliquota massima
prevista: venti per cento.
n programma per la gestione
dell’anno 1983 prevede uno stanziamento di 710 milioni da investire nel settore sociale. Sulle
spese correnti incide soprattutto l’insieme della amministrazione generale. A fronte di una
diminuzione degli interventi nel
campo del commercio si avrà,
comunque, uno sviluppo delle
comunicazioni e dei trasporti.
In definitiva le previsioni di
esercizio prospettate dalla Giunta rispettano le direttive di fondo contenute nel Decreto Legge
n. 55 del. 1983 sulla finanza locale. Direttive intese a privilegiare, come punto cardine di partenza nella stesura del bilanci,
le entrate, commisurando le
uscite alle risorse che l’Ente è
in grado di reperire.
Comunità Montana
Val Pellice
Raccolta
funghi
Il Consiglio della Comunità
Montana Val Pellice riunitosi il
giorno 6 giugno, in adunanza
straordinaria, ha approvato le
deliberazioni riportate nell’o.d.g.
Un serrato confronto della minoranza, con l’intervento di quasi
tutti i suoi consiglieri, sulle
« bozze » di regolamento per la
conservazione del patrimonio naturale e dell’assetto ambientale
e per la disciplina della raccolta
di funghi e dei prodotti del sottobosco, ha determinato l’inclusione negli atti deliberativi di un
« comma » il quale prevede che
i Comuni possono entro 60 giorni proporre le modifiche migliorative al testo.
Questa precisazione nell’atto
era forse superflua, trattandosi
di un regolamento comunale, tuttavia essa contribuirà a rendere
uniformi su tutto il territorio i
regolamenti se saranno accolte
le eventuali proposte che verranno presentate.
La minoranza che aveva rivendicato il diritto di sentire la voce dei diretti interessati (agricoltori, montanari) potrà convocare pubbliche riunioni con la
base per conoscere il suo orientamento sulla materia specifica.
A queste riunioni non dovrebbero essere assenti l’assessore competente ed i tecnici della Comuiji|à Montana per i chiarimenti
legislativi.
La Comunità Montana ha fatto bene nella sua autonomia amministrativa a determinare le tariffe per la raccolta dei funghi al
più basso livello. I coltivatori e
coloro che traggono un reddito
dai prodotti del sottobosco dovevano trovare però nel regolamento una tutela. Il 1° comma
dell’art. 33 della L.R. 32 prevede
la raccolta delle specie tutelate
ma presume destinate all’uso e
consumo diretto, e di cui sono
pertanto vietate la vendita o l’acquisto. C’è tempo ancora di porre rimedio se gli interessati faranno sentire la loro voce.
A. K.
10
TT
t
10 cronaca delle Valli
24 giugno 1983
CRONACHE DELLE CHIESE DELLE VALLI
La composizione della
Terminiamo il nostro ampio
resoconto della Conferenza del
I Distretto, pubblicando i risultati delle elezioni e delle designazioni ;
Culti
possibile fare qualcosa per rendere più umana questa società.
• Il seggio designa quale sede
della prossima Conferenza Distrettuale Ordinaria Pramollo,
supplente San Germano.
PRAROSTINO — Domenica 26
giugno: ore 8.30 culto al Roc;
ore 10.30 culto a San Bartolomeo; ore 15 culto a Roccapiatta
(Rostagni).
Culto EGEI
Il seggio designa quale predicatore della prossima conferenza
il pastore Bruno Bellion.
Attività
La CeD è composta per il
1983-84: Bruno Rostagno, presidente; Carla Beux Longo, vicepresidente; Marco Ayassot, segretario; Andrea Ribet e Aldo Lausarot, membri.
VILLAR PRROSA — E’ iniziato il soggiorno per famiglie a
Vallecrosia, che durerà Ano al
29 giugno.
La commissione di esame sull’operato della CeD è composta
da Andrea Garrone (relatore).
Renato Coìsson, Italo Pons. Deputato deUa Conferenza al Sinodo: Luciano Rivoirà (supplente
Liliana Viglielmo).
• All’inizio di giugno abbiamo
ospitato un gruppo tedesco di
Serres, guidato dal pastore Eiss,
e composto da un magnifico coro maschile e dai familiari. Ora
è la volta del gruppo di Rohrbach, con il Sig. Heleine e il pastore Mertens, a . cui diamo il
benvenuto.
PINEROLO — Il culto di domenica 12 giugno è stato presieduto dai giovani del gruppo
PGEI che hanno invitato i presenti a discutere il loro sermone
subito dopo la fine del culto.
Quella mattina è stato battezzato Emanuele Rostan, figlio di
Dino e Marina Demaria.
• Sabato 4 giugno u. s. è stato benedetto il matrimonio di
Monica Rosso e Franco Depetris
e il 18 giugno quello di Gabrielle
Salce e Andrea Franzoso.
Soggiorno marino
Dal 2 al 28 luglio avrà luogo
presso la Casa Valdese di Vallecrosia il turno unico del soggiorno marino. I bambini provenienti dalle valli saranno accolti sul
treno in partenza da Torre Pellice alle ore 3,49 di sabato 2 e
dovranno essere muniti di biglietto ferroviario di viaggio, salvo accordi diversi presi entro
il giorno 30 giugno con Franco
Taglierò (tei. 91.544). Ricordiamo l’orario delle partenze dallé
stazioni intermedie; Pinerolo ore
4,16; Torino P.N. ore 6,13. L’arrivo a Bordighera è previsto per
le ore 11,24.
• Martedì 14 giugno tutta Villar si è stretta attorno alla famiglia Artero e Melchiori, per i
funerali di Sabrina Artero, di 16
anni, deceduta dopo essere stata
investita sabato verso le 22 da
un’automobile che effettuava un
sorpasso a grande velocità in
pieno centro di Villar. Sabrina
aveva frequentato il terzo anno
di catechismo; aveva compreso
il senso del servìzio, e avrebbe
desiderato inserirsi in qualche
iniziativa per i tossicodipendenti e gli handicappati. Di tutti i
modi in cui si può morire oggi,
questo è certamente uno dei più
crudeli ed assurdi, ed è una difficile prova soprattutto per i genitori. La comunità è loro vicina, chiedendo al Signore di dare loro, malgrado l’insanabile ferita, la certezza che è ancora
Purtroppo dobbiamo registrare la tragica morte, per incidente stradale, di Alma Reynaud ved. Bounous della frazione s. Martino, avvenuta a 4 mesi esatti dalla dipartenza del marito.
Esprimiamo tutta la nostra
solidarietà ai familiari così duramente provati.
Viaggio a Worms
ANGROGNA — La riunione del
Concistoro è fissata per sabato
9 luglio alle ore 20.30 al Presbiterio.
• Sono aperte le iscrizioni tra
gli angrognini per il viaggio comunitario a Esslingen e a Worms
dal 2 al 4 settembre.
Cara Magna Lìnota,
vedendo che hai risposto alla
domanda di E. R. (sul tema del
volontariato in ospedale) in modo assolutamente giusto, (come
ho potuto constatare io stessa in
un recente mio ricovero in ospedale cittadino) ti prego di rispondere a queste mie domande.
Come si trova un giovane che
si reca in Inghilterra, per imparare la lin^a e accetta di fare il
« lavapiatti » in un albergo (per
legittimo desiderio di guadagnare qualche po’ di denaro) oppure in una famiglia, alla pari? So
che una ragazza che conosco non
si è trovata affatto bene; perché,
una volta laggiù, « alla pari », le
facevano fare qualsiasi lavoro,
anche pesante.
Credo poi che, in un albergo,
non si impari affatto l’inglese,
poiché solo gli Italiani accettano
questo lavoro, e quindi, fra loro,
continuano a parlare italiano.
E poi li mettono pure a dormire tutti insieme (generalmente
in luoghi malsani e poco aerati) e
questo mi piace assai meno... si
può incontrare chiunque, in quei
luoghi.
Ti prego, cara « Magna Linota » di darmi una risposta sollecita sulla Luce. Si tratta di mio
nipote, ha solo diciannove anni;
è maggiorenne, ma non per questo meno ingenuo!
Mia figlia non si oppone; ingenua anche lei, si fida di tutti e
non pensa ai pericoli che può incontrare laggiù! E così lontano
da casa!
A.G.P.
e capisco la tua preoccupazione
e la tua angoscia.
Mi pare che questa abbia due
ragioni. Una è generale: noi siamo vecchie, abbiamo visto succedere tante brutte cose, abbiamo paura per i nostri nipotini
che ci sembrano così incoscienti e disarmati e li vorremmo tenere al riparo da qualsiasi pericolo. Ma credo che non ci sia
null’altro da fare che pregare per
questi giovani e seguirli sempre
col pensiero. Non possiamo impedire che vivano la loro vita e
facciano le loro esperienze, anche dolorose; ricordiamoci con
quanta impazienza abbiamo ascoltato tanti decenni fa, le raccomandazioni dei nostri vecchi, e
li trovavamo paurosi e insopportabili.
L’altro motivo di preoccupazione mi pare invece molto importante per aprire una discussione
sul giornale e, forse, riuscire ad
evitare che qualcuno commetta
un’imprudenza. Io non so nulla
di queste vacanze di lavoro all’estero per imparare la lingua,
ma penso che, come dappertutto,
ci siano delle organizzazioni molto serie e delle altre che pensano solo a far quattrini procurando della manodopera a buon
mercato, senza preoccuparsi se
così collaborano alla tratta delle bianche, al traffico della droga, o a mandare dei bravi ragazzi in una scuola di futuri delinquenti.
Credo che, se dovessi andar io
o consigliare qualcun altro, cercherei di rivolgermi a gente che
conosco e che può darmi indirizzi sicuri. Per esempio, chiederei al mio pastore o al deputato della mia chiesa se può informarsi parlando con i rappresentanti delle chiese estere che vengono al Sinodo.
Ma forse qualche lettore potrà
rassicurarti e darti informazioni
più precise.
Con affetto
TORRE PELLICE
Prevenire la droga
TORRE PELUCE — L’uso e
la diffusione delle droghe si sono accentuati nel nostro territorio con gli inevitabili riflessi sul
tessuto sociale. L’argomento è
stato trattato in diverse adunanze della Commissione socio-sanitaria, presieduta dal prof. Mario
Bivoir, la quale ha però ritenuto di promuovere l’incontro che
ha avuto luogo recentemente
con il Sindaco e i responsabili
del servizio di pubblica sicurezza per acquisire una maggiore
conoscenza del fenomeno che
tocca giovani, giovanissimi e società.
A prescindere dai meccanismi
che stanno localmente dietro la
diffusione della droga, la commissione ha constatato le reali
difiScoltà per interventi diretti.
Ciò nonostante ha riflettuto sul
modo di porre all’attenzione della cittadinanza i pericoli e l’estendersi di questo fenomeno.
E’ vero, le nuove generazioni sono cresciute con il fenomeno droga ma la collettività ne diviene
sempre più corresponsabile se
non ricerca un rimedio alle sue
conseguenze. Nascondere la faccia a questa realtà sviluppa il
senso dì omertà.
L’intervento delle autorità può
essere attualmente efficace ai livelli di informazione e prevenzione. I veicoli per agire sono le
famiglie e le scuole di ogm ordine e grado. Per rendere fattibile
questa azione da integrarsi con
realizzabili progetti sportivi, che
coinvolgano non soltanto i ragazzi in età scolare, la commissione ha preparato un documento per la giunta comunale con
le indicazioni richieste. E’ tempo di impegnarsi. Sarà necessario studiare e formulare, in stretta collaborazione con medici e
psicologi, un codice di comportamento dei genitori snesso impreparati, pedagogicamente e psicologicamente, a dialogare con i
figli per trarli fuori dalla dipen
denza alle varie droghe.
Solidarietà verso tutti e coliaborazione con tutti sono gli elementiViessènzlali di un’opera cui
la cittadinanza deve tendere.
A.K.
Tra il dire e il fare
Magna Linota
Lettera aperta ai candidati nelle attuali
elezioni, a qualunque lista abbiano a
derito.
In tutta questa campagna elettorale,
a parlare siete sempre stati voi. Ci avete fatto dei comizi, ie vostre facce
sorridenti o imbronciate ci hanno perseguitati dai volantini, dalle pagine dei
giornaii e dagli schermi televisivi.
Lasciate che per una volta a parlare
sia un’elettrice qualsiasi, che in vita
sua non è mai stata candiilata in nessuna lista.
in generale non mi siete piaciuti molto, e domenica andrò a votare (e non
voterò scheda bianca o nulla) con poco
entusiasmo e senza molte speranze,
perché ho l'impressione che, chi più
chi meno, abbiate fatto troppe chiacchiere generiche.
A me, e credo non solo a me, interessa relativamente sapere che alleanze
farà il partito che voterò; mi importa
molto di più sapere con chiarezza quaii
scelte concrete farà.
Ho letto che Lincoln fu eletto presidente degli Stati Uniti perché aveva
promesso di lottare contro la schiavitù e di impedirne l'estensione ai nuovi Stati; questo era un impegno preciso e mi pare che sia anche stato rispettato.
Invece voi, o troppi fra voi, ci avete
parlato di questione morale, ma non ci
avete detto che cosa vi impegnavate a
fare o a non fare e come ci avreste
reso conto del mantenimento delle vostre promesse.
Per esempio, potevate promettere di
non accettare nessuna raccomandazione, neanche quelle gratuite degli amici
e dei parenti, di non votare nessuna
leggina per alcuni privilegiati, solo
leggi generali e chiare per tutti, di
rimanere al vostro posto fino alla fine
dei mandato. Invece di ricorrere sempre allo scioglimento anticipato delle
Camere e così non arrivare mai a rea
lizzare le riforme che noi elettori aspettiamo dal 1945.
Avete parlato di austerità ma non
ci avete detto quali sacrifici bisogna
fare e chi deve farli: non vi siete,
per esempio, impegnati a non aumentare né i nostri debiti collettivi, che sono già troppi, né i vostri stipendi personali, che sono altini rispetto al reddito medio degli italiani.
Avete parlato di giustizia sociale, ma
non vi siete impegnati a presentare
una proposta di legge che leghi le aliquote d'imposta all'inflazione, perché
continuando così un manovale avrà una
aliquota più grossa di quella di Agnelli,
sempre ammesso che « l'avvocato » denunci fino all'ultima lira dei suoi redditi, come avviene con le buste-paga.
Lo so che questo può sembrare un
discorso qualunquista e che quasi certamente ho scelto degli esempi sbagliati, Non voglio affatto dire che tutti
i partiti e tutte le persone si equivalgono; ma, appunto perché ci sono idee
giuste e idee sbagliate, dispiace , che
questi discorsi vaghi e generici vengano troppo spesso ripetuti anche da
chi, in buona fede, vuole cambiare
questa situazione tutt'altro che allegra
in cui ci troviamo.
Magna Linota
Calendario
Giovedì 23 giugno
□ INCONTRO 3° CIRCUITO
PEROSA ARGENTINA — Alle ore
20.30 ha luogo presso la Sala Lombardini una riunione informativa sui problemi e sulle modalità pratiche del referendum autogestito dal movimento
per la pace e il disarmo sulla « installazione dei missili a Comiso ».
Cara amica,
la tua lettera mi ha commossa.
Anch’io sono spesso in ansia per
dei ragazzi in giro per il mondo
• Macchine per scrivere e calcolo
• Fotocopiatrici
• • Registratori di cassa
• Mobili per ufficio
ni I • Sistemi contabili
Massimino e C. • Accessori e assistenza
P.za Roma, 23 - Tei. 0121/22.886 10064 PINEROLO
Venerdì 24 giugno
□ VIAGGIO IN ISRAELE
POMARETTO — Alle 17 presso l’« Eicolo grando » si tiene la riunione dei
partecipanti alla gita in Israele del marzo scorso. È presente il past. Cadier.
Ogni partecipante è invitato a portare
almeno 10 foto. La cena è organizzata
dalla comunità locale.
Domenica 26 giugno
□ GIORNATA
«ECO DELLE VALLI »
TORRE PELLICE — Alle ore 20.30 alla
Casa Unionista si tiene una riunione
organizzativa per la preparazione della
• Giornata detl'Eco » del 27 agosto.
11
24 giugno 1983
cronacá delle Valli 11
INTERVISTA AL SINDACO DI ANGROGNA
Bilancio e partecipazione
Doni
Manca l’attenzione della gente - La mancanza di autonomia obbliga
a scelte decise dal Governo e ciò non favorisce la partecipazione
Pro Asilo Valdese
di Lusema San Giovanni
— Venerdì 27 maggio era stata
indetta un'assemblea per discutere la proposta di bilanciai elaborata dalla Giunta e distribuita
a tutte le famiglie di Angrogna
attraverso il Bollettino. Nessuno
però è venuto. Come te lo spieghi?
— Mi sto seriamente chiedendo
come mai questa totale assenza
di interesse per un momento così importante come quello della
discussione del bilancio. Come
dobbiamo interpretare questo silenzio?
Piena fiducia neU’operato della
amministrazione, totale sfiducia
nella possibilità di dare un contributo di proposta a chi amministra?
Abbiamo sempre ripetuto che
non vogliamo essere delegati ad
amministrare per conto della popolazione, ma chiamati ad amministrare con la popolazione.
La partecipazione può venir
meno perché non la si sollecita,
ma anche perché non si colgono
le occasioni per esercitarla.
— D'altra parte è anche vero
che molte scelte operate dall’amministrazxone sembrano essere
siate imposte dallo Stato...
— D’accordo. Però avremmo
almeno voluto spiegare come e
perché questo succede, ma a
quanto pare nessuno ha voluto
saperlo.
Mentre è comprensibile la delusione per ritardi, lentezze, carenza di interventi per il miglioramento delle condizioni di vita ad
Angrogna, non è però in alcun
modo giustificabile rinunciare ad
ogni possibilità di dare il proprio contributo perché le cose
migliorino o semplicemente a
rendere cosciente l’amministrazione di problemi e situazioni
non sempre conosciuti fino in
fondo. Solo col confronto è possibile individuare linee da perseguire. Già non è facile intendersi
quando ci si parla, ma è sicuramente impossibile, se non ci
si parla.
Segnalazioni
Concerti
i
— Vuoi riassumerci brevemente le linee essenziali del bilancio
approvato dal Consiglio?
— Quest’anno, in base alla nuova legge sulla finanza locale, dovremmo incassare dallo Stato (in
sostituzione delle imposte dirette ed indirette un tempo di corm
petenza dei Comuni) soltanto la
somma avuta lo scorso anno. Eppure sappiamo benissimo che
tutto è aumentato e che quindi
avere a disposizione la stessa cifra significa in realtà upa diminuzione di contributi e quindi
di possibilità di interventi.
Così il Governo, perché sia possibile quadrare il bilancio, ha
previsto che fossero i Comuni a
cercarsi introiti supplementari.
Pertanto ha dato la facoltà ai Comuni di applicare una sovrimposta sui fabbricati di civile abitazione, fissando anche l’entità
complessiva della somma (pari
all’aumento del 14% rispetto all’entrata avuta dallo Stato nel
1982). Per Angrogna la cifra, è di
21.000.000 circa: una somma che
ci permette di mantenere in piedi gli stessi servizi che abbiamo
avuto fino ad ora.
Abbiamo ampiamente criticato a livello di Giunta e di Consiglio questo tipo di politica ricattatoria da parte dello Stato ma
non abbiamo potuto far altro che
avallarla.
nel settore dei servizi:^ il telefono nelle località più disagiate, il
potenziamento dell’illuminazione
pubblica.
— Sì, e questo era possibile
grazie all’avanzo di amministrazione 1982. Però all'ultimo momento, il 30 maggio, sono arrivate disposizioni che non permettono l’uso di detto avanzo fino
aU’autunno, quando i conti dell’82 saranno ufficialmente chiusi.
Per questo motivo alcune opere, come la tinteggiatura del Municipio, l’acquisto di attrezzature
per la squadra antincendio, l’acquisto di segnali stradali, il contributo per la Cooperativa Agricola e. soprattutto, interventi
straordinari per la manutenzione delle strade, potranno essere
realizzati solo verso la fine dell’anno.
Abbiamo mantenuto invece
l’impegno per l’ampliamento della illuminazione pubblica e per
la dotazione di telefoni pubblici
alla Vaccera e all’Arvura, evitando così che i preventivi già definiti con l’ENEL e con la SIP potessero ancora ulteriormente lievitare.
Infine, con i mutui che sarà
possibile ottenere dalla Cassa
Depositi e Prestiti (la Banca dei
Cornimi) prevediamo il completamento delle opere di captazione deH’acquedotto e la prosecuzione di un tratto di strada sulla
Serre-Buonanotte-Arvura.
— Nell’ipotesi di bilancio inviata alle famiglie erano poi
previsti interventi significativi (da Angrogna Notizie).
Arriva lo
scontrino fiscale
Soggiorni
di vacanza
GEMELLAGGIO
TORRE PELLICE
GUARDIA PIEMONTESE
L'amministrazione comunale di Torre
Pellioe organizza per i giorni 24 e 25
settembre 1983 la seconda fase del gemellaggio con il comune di Guardia
Piemontese.
Si prevede il viaggio in pullman con
partenza da Torre Pellioe il giorno 23
settembre nel pomeriggio ed arrivo a
Guardia Piemontese nella mattinata del
24. Per il ritorno è prevista la partenza
la sera della domenica 25 con arrivo
a Torre Pellice nella tarda mattinata di
lunedi.
Tutti sono invitati a partecipare alle
manifestazioni che si terranno a Guardia Piemontese.
Ai fini dell’organizzazione del viaggio
e del soggiorno, gli interessati sono
pregati di rivolgersi presso la Segreteria comunale per informazioni ed eventuale prenotazione del viaggio e del
soggiorno.
Le iscrizioni si chiuderanno — per
esigenze organizzative — improrogabilmente il giorno 12 luglio 1983.
PINEROLO — Martedì 28 giugno alle
ore 21 nel Tempio valdese concerto per
il Nicaragua con il gruppo musicale ■ Il
Capriccio » che eseguirà musiche di
Frescobaldi, Vivaldi ed altri importanti
autori.
Dal 1° luglio prossimo tutti i
commercianti, i bar, gli alberghi,
gli spacci che nel 1981 hanno avuto un volume d’affari superiore
a 200 milioni dovranno essere
muniti di registratori di cassa e
dovranno obbligatoriamente rilasciare ai loro clienti lo scontrino fiscale.
Così dispongono la legge 26
gennaio 1983 n. 18 e i relativi decreti ministeriali d’attuazione.
Lo scontrino fiscale deve essere rilasciato sempre anche quando viene rilasciata una fattura
e sostituisce la ricevuta fiscale
che finora era stata rilasciata
dai ristoranti, alberghi, bar a
chi non necessita della fattura.
Per agevolare l’acquisto dei registratori di cassa da parte delle imprese obbligate lo stato riconosce un credito di imposta
da dedursi sulla dichiarazione
dei redditi dell’anno prossimo
nella misura del 4ft“/o del prezzo
unitario per l’acquisto e comimque non eccedente due milioni
di lire.
Le scadenze per le altre imprese con giri d’affari minori sono:
1 marzo 1984 se il volume d’affari ’81 è stato superiore a 100
milioni ;
1 marzo 1985 se il volume d’affari ’81 è stato superiore a 60 milioni ;
1 marzo 1986 se il volume d’affari ’81 è stato superiore a 30 milioni ;
1 marzo 1987 se il volume d’affari ’81 è stato inferiore a 30 milioni.
Chi, pur essendone tenuto non
ha effettuato la dichiarazione
IVA per l’anno 1981, è obbligato
a rilasciare lo scontrino fiscale
dal 1” luglio prossimo.
E’ comunque possibile anticipare la data in cui installare i
registratori di cassa e rilasciare
lo scontrino fiscale.
Anche quest’anno l’Amministrazione Comunale di Torre
Pellice ha organizzato un soggiorno di vacanza per il periodo
4 - 29 luglio 1983, con apertura
giornaliera (sabato escluso) dalle ore 9 alle ore 18 per tutti i
bambini nati dal 1970 al 1977
compreso.
Fra le attività in programma:
laboratori di attività espressive,
giochi organizzati, attività di
esplorazione e di ricerca d’ambiente in zone del torrente Pellice, gite dentro e fuori la Valle,
proiezioni di film...
Per le iscrizioni rivolgersi in
Comune.
Doni pervenuti nel mese di maggio
L. 6.000: Piero e Erica Roman, in memoria zio Etienne e zia Elisa (Torre
Pellice).
L. 10.000: Piero e Erica Roman, riconoscenti al Signore (Torre Pellice); Paschetto Ettore e Edmea, per una rosa
all'Asilo; Perret Cécile (Morges, Suisse); Unione Femminile di Luserna San
Giovanni, in mem. di Emma Odin ved.
Bonino; Nini e Piero Boer, in mem. di
Lilly Ippolito Ayassot.
L. 12.500: N.N. e N.N. (Torre Pellice).
L. 20.000: 'Famiglia De Grandis; Violetta Vogt Fraterrigo, in mem. di Mary
Paschetto (Torre Peliice); i. Pons, nel
5“ anniversario ricordando ia cara amica Luisa Pontet; Jeanne Bertalot; Edmea e Marraine, un fiore per Alda; 0detto Ivonne, in occasione suo compleanno (osp. Asilo).
L. 25.000: Cambellotti Giovanni, in
ricordo della cugina Emma Rivoir.
L. 30.000: Godine Costantino ivonne,
in mem. di Anita Mathieu Eynard (Torino); Ida Benech Revel, in mem. di
Laura Tron Vigliano; Monique Bovon,
une rose pour l’Asile (Hôpital de Morges); Fontana Bonjour Livia (Bobbio
Pellice); In mem. di Luisa Pontet, i nipotini.
L. 50.000: Unione Femminile di Angrogna,^un piccolo segno di apprezzamento per i( lavoro che svolgete; Mirabile Pons; Laura Monastier, in mem.
del ragioniere Avondetto; Comunità Metodista di Milano Lamfiertenghi; AHio
Ayassot Emilia, Bebe e Emma, in memoria di Mina Gonin; Nella e Arnaldo
Benech, in mem. di Giulia Tron Roman
(Gallarate); Rosetta Vittone, in mem.
della zia Lucie Vittone; Fiori Franco e
Margherita (Torino); Armand Bosc Emma (osp. Asilo); In mem. di Clelia Girardon Comba, il fratèllo Enrico con
moglie e figli.
i. 100.000: Laura Primo Jon Scotta;
Godino Costantino Ivonne, in mem. del
marito Sigfrido Godino e del cognato
A. Costamagna (Torino); SIg. BeMi-Gaeta, in riconoscenza per l'assistenza alla
mamma; Robba Lilly, in mem. del marito (8.4.1972); In mem. di Clelia Comba Girardon, i vicini di casa; Jahier
Elsa; Griffa Angela (Torino).
L. 130.000: In mem. dell’Insegnante
Mina Gonin, un gruppo di colieghe.
L. 150.000: Laura Monastier, in mem.
del papà, della mamma e çü Linette; Luigia Mathieu Vidossich e figli, in mem.
di Anita Eynard Mathieu; A ricordo di
Rostan Eugenio, Liliana, Gianni e Andrea (Torino).
Asilo dei Vecchi
di San Germano
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telefonare: 011/540930 - 840975
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mem. papà.
L. 55.000: in mem. Long Germana, famiglie Sappè, Peyronel, Long, Massel,
Riha, Revel e Blanc.
i. 50.000: Dott. Declementi, in mem.
Dott. Martini; in mem. genitori Anna e
Beniamino Tron, 1 figli.
L. 41.500: in mem. Berger Margherita,
dai vicini di casa delle Gorge.
L. 40.000: il fratello, la sorella, i nipoti, in mem. Anna Salvai ved. Tron.
L. 30.000: in mem. amico Temicou.
Giacone Aldo; in mem. Irma Griglio e
Elda Forneron, N.N.
L. 25.<KM>: in mem. LaurentI Agostino,
Travers Ines e Marco.
L. '20.ÒOO: In mem, della zia Jenny
Griot, Griot Ferruccio e signora; in
mem. bisnonna Anna, la nipote Elisabetta Urigu.
L. 15.000: ricordando i suol cari, Avondet Elvira.
L. 5.000: in mem. zia Celestina, Ribet Rino e Clara.
RING^RAZIAMENTO
« ..jieVLa calma e nella §^ucui
starà la vostra forza... »
(Isaia 30 v. 15)
I familiari della compianta
Alma Reynaud ved< Bounous
profondamente commossi per la grande dimostrazione di.stima e di affetto
tributata siila loro cara, nell’impossffiilità di farlo singolarmente, ringraziano
tutti coloro che hanno preso parte d
loro dolore.
Porte, 17 giugno 1983
RINGRAZIAIMENTO
La mogUe ed i familiari tutti del
compianto
Onesio Pons
commossi ringraziano parenti, amici e
conoscenti ohe cotí presenza, fiori, scritti e parole di conforto hanno preso
parte al loro dolore.
Un particolare ringraziamento ai medici e tutto il personale deU’Ospedale
Valdese di Pomaretto, al pastore Conte
per le beUe parole.
Un grazie di vivo cuore aUa famiglia
Bouchard Silvano.
San Germano Chisone, 16 giugno 1983
AVVISI ECONOMICI
RAGAZZO 24enne cerca, in Torino o
dintorni, lavoro di qualsiasi genere.
Telefonare 011/3470432.
APiZIANA signora cerca persona compagnia assistenza di domenica e in
agosto tutti i giorni. Rivolgersi Rossi, via Beckwith, 17 - Torre Pellice.
Doni pervenuti nel «mese di maggio
L. 1.236.500: in mem. Dott. Martini,
I genitori.
L. 1.000.000: N. N., Pomaretto.
L. 100.000: il fratello Aldo e la nipote Giorgina, in mem. Livia Giacone; Letizia Giacone, in mem. cognata Livia.
L. 70.000: in mem. dello zio Comba
Oreste, i nipoti, San Germano.
USL 42 - VALLI
CH ISDN E-GERM ANASCA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 (Croce Verde:
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 26 GIUGNO 1983
Villar Perosa; FARMACIA DE PAOLI
Via Nazionale, 22 - Tel. 840707
Ambulanza:
Croce Verde Perosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USL 44- PINER0LE8E
(Distretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo: 22664.
USL 43-VAL PELLICE
Guardia Medica:
Notturna; tei. 932433 (Ospedale Valdese).
Prefestiva-festiva; tei. 90884 (Ospedale Mauriziano).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 26 GIUGNO 1983
Lusema San Giovanni: FARMACIA
CALETTO - Via Roma 7 - Telefono
909031.
Ambulanza:
Croco Rossa Torre Pellice; telefono 91.996.
12
12 uomo e società
24 giugno 1983
AMNESTY INTERNATIONAL
Contro gli omicidi politici
Nel lanciare questa campagna
mondiale, Amnesty International
(yVI) riporta esempi eclatanti da
vari paesi, come ad esempio le
Filippine, la Siria o E1 Salvador.
Un, rappresentante di AI ha però
sottolineato che « gli omicidi politici di cui possono ritenersi responsabili i governi sono compiuti in varie regioni del mondo ».
Essi vanno dai massacri dei contadini in Guatemala alle uccisioni
di cittadini libici residenti all’estero.
Nel suo rapporto che si intitola appunto «Omicidi politici governativi» e che consta di 131
pagine, AI ha denunciato « l’uccisione di centinaia di migliaia di
persone da parte delle autorità
politiche del loro paese negli ultimi 10 anni ». In tutti quei casi
fu negata ogni protezione legale
alle vittime assassinate a causa
delle loro reali o presunte attività. idee od origini.
È spesso difficile pes la comunità internazionale individuare
ima responsabilità per gli omicidi politici: come in India, ad
esempio, dove il governo ha ripetutamente omesso di svolgere
indagini sugli omicidi di sospetti oppositori politici commessi
dalla polizia; in Libano, durante
l’occupazione israeliana, dove furono massacrati i rifugiati dei
campi da Sabra a Chatila.
La parte introduttiva del rapporto cita alcuni dati sugli omicidi politici verificatisi dal 1970
in poi in 27 Paesi, tra cui Afghanistan, Argentina,' Etiopia, Guinea equatoriale, Iran, Messico,
Namibia, Bolivia, Gii-, Colombia
e l’ex Impero Centrafricano. In
alcuni casi i sospetti oppositori
politici furono ufficialmente arrestati ma in seguito ne fu dichia
rata la morte in un conflitto ar
mato. In altri casi, le truppe ar
mate attaccarono borghi e villaggi uccidendone violentemente e
indiscriminatamente gli abitanti.
In altri casi ancora, squadre di
agenti in borghese hanno preso
le vittime nelle loro case o al lavoro.
AI ha sottolineato il fatto che
l’oggetto della sua campagna sono gli omicidi intenzionali e non
l’uccisione accidentale di persone, sia pure sotto tortura, né le
uccisioni di persone avvenute
contro le direttive governative, o
le esecuzioni capitali emesse in
base alle leggi, o le uccisioni in
combattimento, anche se il movimento internazionale lavora'per
porre fine a queste e ad altre vio
lazioni.
Un rappresentante del Movimento ha dichiarato: « Le prove
di cui siamo in possesso non dimostrano necessariamente che
gli omicidi politici commessi dai
governi siano in aumento, come
talvolta si pensa. Quello che noi
otteniamo è una maggiore attenzione su tali violazioni ed una
accresciuta coscienza pubblica.
La pressióne della pubblica opinione mondiale può dare al singolo prigioniero la speranza di
un equo processo o di un rilascio, invece che il rischio di una
morte immediata ».
Lo scopo di questa nuova campagna di AI è di accrescere la
pressione dell’opinione pubblica.
Molti soci e simpatizzanti del
Movimento (che sono oltre 350
mila in più di 150 paesi) prenderanno parte a campagne pubblicitarie, veglie, manifestazioni
ed appelli per sensibilizzare i
governi dei paesi in cui avvengono tali omicidi e quei governi
che possono utilizzare la loro influenza per prevenirli.
In un altro rapporto, dedicato
aU’Egitto, AI denuncia la grave
situazione dei sospetti oppositori politici. Il rapporto descrive il
sistema di leggi e decreti in base
al quale persone di ogni genere
vengono arrestate per l’espressione nonviolenta delle loro opinioni. Alcune non vengono mai
accusate né processate, bensì arrestate in continuazione e detenute, ogni volta, per più mesi.
Un giornalista è stato arrestato
cinque volte in'cinque anni per
accuse basate su presunte attività in favore del vietato partito
comunista egiziano.
Benché sia difficile stabilire
con precisione il numero delle
persone in carcere per motivi
politici, AI è a conoscenza dei
casi di più di 500 persone sotto
processo. Il rapporto cita estratti di referti medici relativi a prigionieri che hanno dichiarato di
essere stati torturati: in tutti i
casi detti referti coincidono con
quanto affermato dal prigioniero.
AI non è in grado di sapere se
la tortura sia diventata parte
integrante del sistema dì trattamento «riservato ai prigionieri
politici, ma vi è stato certamente un notevole aumento delle denunce nell’ultimo anno. Il rapporto comprende le raccomandazioni al governo egiziano in cui
si chiede che vengano riviste urgentemente le leggi in base alle
quali vengono arrestati e sottoposti a punizione i prigionieri di
opinione, che sia concessa un’amnistia per tali prigionieri, che
siano garantiti processi equi a
tutti i prigionieri politici, comprensivi del diritto di appello, e
che siano prese misure per por
fine all’uso della tortura.
INIZIATIVE EDITORIALI DELL’« ASSOCIAZIONE INFORMAZIONE PROTESTANTE»
Tre occasioni
da non perdere
C,0ái'í‘l
Durante gli anni scorsi abbiamo pubblicato nel periodo primavera-estate tre serie di « Itinerari alle Valli » curati da Raimondo Genre, Guido Baret e Valdo
Benech.
Pensavamo a quanti, visitatori
o residenti alle Valli hanno piacere di visitare non solo i centri abitati e il fondovalle, ma amano
conoscerle un po’ più a fondo
negli aspetti diversi della geografia montana, delle bellezze naturali, ma anche della storia e del
costume.
Abbiamo ricevuto diversi apprezzamenti positivi e più di uno
ci ha suggerito di riprendere queste serie in un’unica pubblicazione. L’idea era buona e per... costringerci a realizzarla abbiamo
promesso gli « Itinerari alle Valli» a tutti gli abbonati sostenitori (e ultra-sostenitori) del
1983. Siamo lieti di averlo fatto,
perché forse senza questa pro
messa da mantenere non ci saremmo avventurati in un lavoro
editoriale che è al di fuori della
nostra normale attività. Così, oltre a spedire una copia omaggio
ài sostenitori, siamo ora in grado
di offrire a tutti i nostri lettori ■
un’elegante e originale guida delle Valli. Non è certo una guida
completa, è l’apertura di un sentiero. Ma abbiamo cercato di curarla al meglio rivedendo e migliorando i testi, completando l’opera con un capitolo sulla flora e
la fauna, un altro sulla storia locale, con un accurato elenco di
nomi, con sette foto a colori fuori testo e impaginando il tutto
in un elegante 21 x 14.
Siccome l’appetito vien mangiando, l’Associazione Informazione Protestante, l’editrice dell’Eco-Luce, ha proseguito nell’attività editoriale straordinaria appoggiando una splendida iniziativa per l’anno luterano: un disco
ITINERARI
aKo V.?.ns Vaidesi
Tre anni di “Itinerari”
raccolti in una bella
guida delle Valli con
sconto per gli abbonati
Eco-Luce.
Buono per ordine
In riferimento ali'offerta deil’AiP desidero prenotare:
1. « Itinerari alle Valli » L. 4.900 □ (sconti singoli) L. 4.400
2. « Canti di Lutero e Riforma » L. 12.000 □ L. 10.800
3. « Lutero » di F. Scroppo L. 35.000 □ L. 31.500
□ L. 45.000 (sconto globale)
Desidero prenotare
ulteriori copie non scontate 1. L.
2. L.
3. L.
Desidero che quanto ordinato
□ mi venga spedito al mio indirizzo con porto e imbalio a carico
□ mi venga consegnato a Torre Peliice durante i'estate.
Mi impegno a pagare non appena riceverò ia merce con l'indicazione dell'importo dovuto compreso l'eventuale sovrapprezzo per porto e imballo.
Data firma
(nome e cognome)
(indirizzo completo)
(Compilare accuratamente e rispedire a A.I.P.
10125 TORINO).
— Via Pio V n. 15,
in cui la Corale valdese di Bobbio-Villar Peliice ha trasfuso il
meglio del proprio lavoro di quest’anno, il denso e accurato programma di inni e corali di Lutero
che tanti hanno ascoltato quest’inverno in concerti o a « Protestantesimo » in TV.
L'AIP è quindi in grado di offrire ai nuovi abbonati questo disco con sconto nella certezza che
questa offerta sarà gradita a
molti.
E infine un’occasione senza
confronto. Filippo Scroppo, pittore di livello internazionale, amico e collaboratore da sempre
dell’Eco-Luce, ha offerto in esclusiva al nostro settimanale un’incisione per l’anno luterano. Tornando dopo molti anni al figurativo, egli ha intagliato un volto
giovanile di Lutero dallo sguardo
penetrante. La stampa, su fine
cartoncino 50 x 70, è stata tirata
in 150 esemplari numerati in numeri arabi e firmati dall’Autore
per essere prenotati e venduti immediatamente, mentre altri 50
esemplari, numerati in numeri
romani e ugualmente firmati, saranno riservati per la vendita
durante la « Giornata dell’Eco
delle Valli valdesi » che avrà luogo a Torre Peliice sabato 27 agosto p.v.
Ecco i prezzi delle tre opere:
« Itinerari alle Valli » L. 4.900
« Canti di Lutero e della
Riforma » L. 12.000
« Lutero » di Filippo
Scroppo L. 35.000
Fondo di
solidarietà
Prima di pubblicare qui appresso un nuovo elenco delle offerte fin qui pervenuteci, desideriamo ricordare le attuali destinazioni del nostro Fondo. Innanzitutto, rammentiamo l’appello lanciato dal Consiglio Ecumenico delle Chiese per la raccolta di un milione di dollari a favore dei lavoratori cacciati dalla
Nigeria e che in gran maggioranza sono rientrati nella loro patria, il Ghana, aggravando in modo drammatico la già pesante situazione socio-economica di questo Paese. Il CEC, oltre ai primi
soccorsi immediati, ha impostato
un programma di aiuti a più
lungo termine, concernenti l’agricoltura dissestata, la disoccupazione cresciuta a causa di questi
forzati rientri, la rete viaria, ecc.
Al momento disponiamo per questo scopo di una somma un po’
superiore ai tre milioni di lire e
vorremmo poterne inviare almeno cinque.
Le altre due destinazioni del
Pondo — a carattere permanente
— sono quelle contro la fame nel
mondo (in cassa L. 1.500.000 ca.)
e a favore del programma di lotta contro il razzismo (L. 200.000 ):
attendiamo numerose e generose
offerte con preghiera di volerne
specificare la destinazione (Ghana, Fame, PLR). I doni vanno
inviati, come di consueto, al conto corrente postale n. 11234101
intestato a La Luce, fondo di solidarietà, via Pio V 15, Torino.
M. E. Bein L. 80.000; M. Bein Buzzi
10.000; N. N. 60.000; A. C. Vetta 50
mila; F. Reggiani 50.000; P. Vivenzi 20
mila; A. Clemenzi (2 vera.) 300.000; P.
Gay 50.000; Chiesa cristiana Vomere e
Chiesa metodista Napoli 82.000; A. Canobbio 250.000; G. N. Gullotta 40.000;
R. Vittone 25.000; Scuola domenicale
Ivrea 50.000; E. Merlo V. Ruffa 20.000;
G. Grillo 20.000; E. Balma Gianotti 30
mila; G. L. Giudici 5.000; N. N. 20.000;
J. R. Tomasini 50.000; A. lazeolla Ko, vacs 20.000; L. Giampiccoli 30.000; Chiesa metodista Milano 80.000; C. Paulon
Aquino 50.000; I.T. Pons 50.000; M. Armosini 20.000; E. Martini 25.000; T.
Viola 1.000; N.N. 5.000; A. Comba Bogliani 6.000; LI Magliana 5.000; in mem.
di G. La Spina 100.000. (').
Totale L. 1.462.000; prec. L. 3.265.841;
in cassa L. 4.727.841.
(') Gli ultimi sei doni, da Torino, ci
sono giunti per errore: non li abbiamo
contabilizzati e li abbiamo girati al destinatario, missione contro la lebbra.
L. 51.900
lAgli abbonati dell’Eco-Luce le
tre opere vengono offerte al prezzo complessivo di L. 45.000 ( sconto di circa 13%) oppure con lo
sconto del 10% per l’una o l’altra opera presa singolarmente.
Ai prezzi indicati va aggiunto,
in caso di spedizione, un sovrapprezzo per porto e imballo. Chi
durante l’estate sarà alle Valli
potrà chiedere di ritirare il suo
ordine senza sovrapprezzo a Torre Penice.
Tutti gli ordini vanno fatti cOn
l’apposito talloncino pubblicato
in questa pagina. Ogni abbonato
ha diritto ad una copia per specie con sconto; le copie successive sono disponibili a prezzo intero. Chi desidera ricevere più
presto quanto ha ordinato può
telefonare l’ordine in redazione
(011/655.278) ma è tenuto comunque a spedire il tagliando.
Il libro e il disco sono reperibili, senza sconto, anche presso
le Librerie Claudiana e i rivenditori delle Valli; l’incisione di Filipno Scroppo è distribuita esclusivamente dalTAIP.
■ L’Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175.
Comitato di Redazione: Franco
Becchino, Mario F. Berutti, Franco
Carri, Dino Ciesch, Niso De Miche
lis, Giorgio GardioI, Marcella Gay
Adriano Longo, Aurelio Penna, Jean
Jacques Peyronel, Roberto Peyrot
Giuseppe Platone, Marco Rostan
Mirella Scorsonelli, Liliana Viglielmo.
Editore: AlP, Associazione Informazione Protestante - Via Pio V, 15
- 10125 Torino.
Direttore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione: Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - tei. 011/
655.278 - c.c.p. 327106 intestato a
• L'Eco delle Valli - La Luce ».
Abbonamenti '83: Annuo L. 18.000,
Semestrale 10.000; Estero 35.000;
Sostenitore 36.000. Gli abbonamenti decorrono dal 1° gennaio e dal r
luglio (semestrale).
Redazione Valli: Via Arnaud, 25 10066 Torre Peliice.
Pubblicità: prezzo a modulo (mm
49x49) L. 7.000 (oltre IVA).
Inserzioni: prezzi per mm. di altezza. larghezza 1 colonna: mortuari
280 - sottoscrizioni 150 - economici
200 e partecipazioni personali 300
per parola (oltre IVA).
Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
intestato a « La Luce: fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino.
Stampa; Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Peliice (Torino)
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