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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
deUa Chiesa Valdese
Anno XCIV - 6
Una copia Lire 40
ABBONAMt \ I I I t'co: L. 2.000 per Tinterno
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TORRE PELLICE, 7 Febbraio 1964
.Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Atlualità di una data
Oggi come uel passato e necessario resistere, pregare e assumere
le nostre responsabilità, sostenuti dalla potente mano di Dio
Ricorre nei prossimi giorni il 116°
anniversario (lell’Editto di Emancipazione dei Valdesi, promulgato a
Torino con le Lettere Patenti del
17 febbraio 1848.
1 Vablesi in Italia e le comunità
di origine Valdese sparse nel mondo continuano a celebrare quella
data, come uno dei ricordi più cari
della storia della loro Chiesa.
Anche quest’anno la jcelebrazione
avverrà con il suo tradizionale carattere, intonato ai luoghi ed ai costinni. E avverrà, come sempre, in
un’atmosfera di gioia.
Sappiamo tutti, però, che v’è
gioia e gioia. V’è un’allegrezza esteriore, popolare, chiassosa che dura
poro e che non lascia traccia profonda nei cuori.. Ma v’è anche un’altra allegrezza, frutto della riconoscenza a Dio e della fede in Lui.
(.li anni passano e a misura che
diventiamo maturi o più avanti in
età ci rendiamo conto che si crea un
cerio distacco fra noi e tutto ciò
elle .serve soltanto ad inquadrare o
a far rivivere nella tradizione popoiare la data del 17 febbraio. Un
po alla volta s’impara a guardare
all'essenziale, si disceriie nel corso
della storia valdese non tanto l’agitazlone uinaira quanto la jvresenza
sovrana di Dio e ci si volge a Lui,
rimanendo saldi sulle Sue promesse. come sulle rocce dei nostri monti. Tuttavia ciò non significa che la
fesla del 17 febbraio debba esser celebrata in silenziosa meditazione;
anzi, proprio per quella ragione, la
gioia dei nostri cuori ha da essere
pili vera e più profonda. Eviteremo
cosi di sopravalutare le cose che
passano e in quell’occasione, come
in tante altre circostanze della nostra vita, torneremo all’Eterno e diremo con il salmista : « L’Eterno ha
fatto cose grandi per noi e noi siamo nella gioia y>.
Soltanto in questo modo la celebrazione del 17 febbraio conserverà
anche per noi il suo carattere di viva attualità. Altre cose non essenziali potranno essere modificate e
forse potrebbero anche scomparire,
rendendoci attenti alla transitorietà di molti fatti umani ed ecclesiastici. Rimarrà invece valida la celebrazione là dove sarà ancorata al
pensiero di Dio e dove, in avvenire,
i Valdesi si ritroveranno per riconoscere nella gioia di quel giorno
le benedizioni deH’Eterno.
A questo punto ci parrebbe giusto rievocare il passato: le memorie dei padri, la loro resistenza e la
gioia con la quale salutarono il primo 17 febbraio, a conclusione di
una lunga lotta per la libertà di coscienza. Non possiamo farlo, ma
vorremmo che ciò avvenisse ancora
nel giorno dell’Emancipazione, tanto nelle chiese delle Valli Valdesi
quanto nelle altre comunità, idealmente unite alla testimonianza dei
padri. E diremo invece qualcosa
suH’attualità di quella data per il
servizio che il Signore ci ha affidato.
Dal 1848 ad oggi la nostra Chiesa
ha fatto le sue esperienze, talvolta
positive altre volte negative, per
compiere una missione che si ricollega alla Emancipazione dei Valdesi, ma che in realtà affonda le sue
radici in un terreno ben più ricco
di sostanza vitale.
In quel servizio molti uomini impegnarono la loro esistenza, e non
soltanto nel ministero pastorale. E
facile dimenticarlo oggi, in un tempo di rapide trasformazioni eccle
siastiche e sociali. Nei giudizi sulla
missione della nostra Chiesa siamo
spesso ingrati e presuntuosi, come
se solo oggi possedessimo il segreto
della testimonianza e del vero servizio. Tuttavia è evidente che ogni
generazione deve assumere le proprie responsabilità e fare sempre
nuove esperienze, nello sforzo di
scoprire le vie più adatte a trasferire nella concretezza dei fatti umani il messaggio eterno dell’Evangelo. Ed è a questo punto che la data
del 17 febbraio si ripresenta dinanzi
a noi in tutta la sua attualità, ricordandoci che la missione evangelistica della nostra Chiesa, delincatasi
agli albori di un’epoca di maggior
libertà, deve continuare anche oggi
Evidentemente non c’è nulla di
veramente nuovo in queste parole;
ma è necessario ripeterle alle no.stre
chiese ed a tutti i Valdesi. Il quadro storico della data del 17 febbraio è una cosa; la consapevolezza
di dover svolgere una missione mediante l’annunzio deU’Evangelo e
di dover essere « sale della terra e
luce del mondo » è cosa assai diversa e più impegnativa. Bisogna che
questa nota risuoni dalle Alpi alla
Sicilia e ridesti le nostre coscienze
facilmente assopite uel conformismo
dei nostri tempi. Si possono fare
molte diagnosi sulla situazione della nostra Chiesa e cercare vari rimedi per ridarle freschezza e vigore.
Soltanto la Parola di Dio, ascoltata
ed ubbidita, ricrea del continuo la
vita della Chiesa e, per la potenza
dello Spirito Santo, la prepara alla
testimonianza e ad un fedele servizio.
Parlare di « missione evangelistica » o più semplicemente di <c evangelizzazione » può sembrare oggi
fuor di luogo; si ha l’impressione
di adoperare una formula stereotipata, inadatta ai nostri tempi. Difatti, di fronte ai grandi problemi
sociali della nostra epoca ed alle
nuove possibilità di un dialogo ecumenico, che significato ha l’evangelizzazione?
La risposta ci è data dal messaggio del Sinodo del 1963 che faremo
bene a riascoltare in occasione dei
culti o delle agapi del 17 febbraio :
« Il Sinodo ha l’impressione che la
Chiesa nel suo insieme non sia sufficientemente al chiaro sul significato della sua presenza nel nostro
paese e sulla responsabilità evangelistica dinanzi alla quale il Signore
la pone del continuo. La particolare atmosfera spirituale del nostro
tempo e forse anche Vattuale congiuntura interconfessionale possono
in parte spiegare il periodo di stasi
evangelistica che stiamo attraversando: non la possono, però, in alcun modo giustificare. Di fronte al
giudizio di Dio sulla sua comunità,
confessiamo perciò, umilmente, che
siamo venuti meno alla nostra vocazione di essere sale della terra.
Siamo divenuti incapaci di annunciare con potenza la Parola di Dio,
perchè viviamo rinchiusi in noi stessi, preoccupati della nostra esistenza, interessati più del normale andamento del nostro sistema ecclesiastico che degli uomini per i quali
Gesù Cristo è morto ».
Che significato ha questo messaggio sinodale se è destinato a rimaner tale negli archivi delle nostre
comunità? Se non penetra fra la
nostra gente, a Frali, a Pomaretto,
a Torre Pellice, a Firenze, a Roma,
a Bari, a Catania, a Riesi e in ogni
altra comunità per ricordar loro che
la vera ragione della nostra esistenza come Chiesa è l’annunzio dell’Evangelo di Cristo « potenza di
Dio per la sedvezza di ogni credente »?
In questa missione evangelistica
dovremmo essere tutti maggiormente impegnati, senza battere la grancassa e senza sjiirito di parte. In
realtà non lo siamo e qui sta la nostra debolezza;- in molte cose, ci
manca lo spirito di sacrificio e di fede, capace di spingerei all’opera indipendentemente dai risultati visibili. Le chiese attendono molto dai
loro conduttori, anche se le vocazioni pastorali scarseggiano, e non
si rendono conto che l’annunzio di
Cristo deve risuoiiare con la parola
e con le opere nelle famiglie, nel
lavoro quotidiano, nel modo in cui
alTrontianio la vita e sappiamo aiut.are gli altri ad affrontarla.
Non credo clic la Chiesa debba
« socializzarsi » o « politicizzarsi »
per assolvere la sua missione nel
mondo; ma non .-redo neppure che
essa debba riiii. ner chiusa in se
stessa, come in un rifugio spirituale.
Proclami invc e, questa nostra
piccola Ch iesa \ ildese, il messaggio che il Signore le ha affid.ato e
IO {accia con feclellà alla Parola di
Dio, « alzando la voce, senza timore, con tutti i mezzi di. cui dispone
e potrà disporre », come dice ancora il messaggio sinodale. E Dio conceda ai pastori, ai collaboratori, ai
padri e alle madri di famiglia, ai
giovani della FUV e di Agape, ai
contadini ed ai professionisti, agli
impiegati e agli operai delle nostre
chiese la forza di essere, in qualche
modo, « portatori dell’Evangelo »
per un rinnovamento delle comunità e per le decisioni che bisogna
prendere nella vita, ogni giorno, nel
combattimento della fede, là dov’è
necessario oggi come nel passato resistere, pregare e assumere le nostre
responsabilità, sostenuti dalla potente mano di Dio.
Ermanno Rostan
L’opuscolo
del 17 Febbraio
LUIGI SANTINI
Un’impresa difficile: l’unione degli evangelici italiani (1859-1963)
Si è riunita recentemente a Roma,
nei locali della
Chiesa valdese di
Via IV Novembre,
l’assemblea annuale del Consiglio Federale delle Chiese
evangeiliche d’Italia (Valdese, Metodista, Unione battista, AM.EJ., Luterana, Esercito della Salvezza). Naturalmente, ha avuto un particolare risalto, fra i vari problemi discussi, la
preparazione del prossimo Congresso
delle Chiese evangeliche italiane.
Presenziava a parte della riunione
il dr. Glen Garfield Williams, del Consiglio ecumenico delle Chiese, che informava fra l’altro circa la prossima
conferenza ecumenica delle Chiese
evangeliche europee, che si terrà a Nyborg, nel prossimo ottobre; con il dr.
Williams è stato pure esaminato il
modo di utilizzare i doni raccolti dalle
varie Chiese evangeliche par gli infortunati del Vajont, imendosl allo
sforzo compiuto dal CJE.C.
Sono stati esaminati -altri punti del
la vita e dell’atti-vità deirevangelismo
italiano, e i responsabili di alcune
branche hanno presentato le loro relazioni: il dr. Giorgio Peyrot sull’atti
vilà dell’Ufficio Legale del Consiglio
Federale e sulla situazione della libertà religiosa nel nostro paese; il past
Paolo Ricca suirattività del Servizio
Informazione e Stampa, che ha reso
servigi particalarmente sensibili durante ¡a seconda sessione conciliare
AGIRE
INSIEME
vaticana; quindi il
past. Nando Camellini, quale responsabile del Servizio Culto Radio,
ha riferito sulla
portata e sull’eco
di questa preziosa
trasmissione evangelica ; sono state
infine udite le relazioni delle Commissioni delle Scuole Domenicali e per
la revisione dellTrmario.
Infine l’assemblea, nel quadro dell’ormai tradizionale avvicendamento,
ha eletto alla presidenza del Consiglio
Federale, per il 1964, il past. Mario
Sbaffl, presidente della Conferenza
Metodista d’Italia; la Giunta del Consiglio stesso sarà inoltre composta dai
due vice-presidenti, past. Ermanno Rostan (moderatore della Chiesa Valdese) e past. Manfredi Ronchi (presidente deirUnione battista), dal pa,st.
Cario Gay, segretario, e dal sig. Mario
Girodami, cassiere.
Ccn molta probabilità l’Assemblea
del Consiglio Federale sarà convocata
una seconda volta nel corso di quest’anno, allo scopo di definire il programma del Congresso delle Chiese
evangeliche italiane, che molto probabilmente si terrà a Roma nella primavera del 1965. Intanto, le commissioni
di studio delle varie Chiese continuano il loro lavoro preparatorio, che dovranno sottcpcrre alle varie Chiese e
airas,semblea del Consiglio Federale.
Daremo nel prossimo numero più
ampie notizie sull’attività del C. F.
Il Gen. De Gaulle lo riconosce
La Cina comunista esiste
Da anni affermiamo Vingiustizia, oltre che
il non-senso politico dell*esclusione della
(..ina coTnuiti.u'u chdVONV^ conseguenza dei
ìion-riconoscimenio del governo di Pechino
da parte di molte nazioni (fra cui l*Italia)
al seguito degli Stati Uniti. Il margine di
rifiuto si assottiglia, lentamente ma sicuramente, di anno in anno, e alla votazione relativa, nel corso deWultima assemblea delle Nazioni Unite, lo scorso autunno, v*erano stati 57 voti contrari, 41 JavorecoH e 12
astensioni. E* incomprensibile che si possa
negarle validità** a un governo che esercita una giurisdizione evidente su centinaia
di milioni di uomini, riconoscendola ad altre dittature di una levatura incomporabillucnt? minore. E* grottesco riconoscere il
governo della **Cina nazionalista*', a For-^
masa, tí non quello di Pechino. Con le dorute distanze, e un po* come riconoscere
un ipotetico residuo del governo dì Snlù>
rifugiato a Pantelleria, e non riconoscere, il
Quirinale. Gli Stati f niti stessi .si rendono
evidentemente conto del vicolo cieco in cui
si trovano, e pare preparino un voltafaccia
decente (dopo di che anche per noi. infine,
I cine.si esisteranno politicamente!). Molli
Mf/ii. con maggiore realismo, hanno da tempo riconosciuto il governo di Mao: Gran
Bietngna. Olanda. Danimarca, Norvegia.
Pakistan (alleati degli S. U.), Finlandia,
Svezia, Svizzera (neutrali).
Ed ecco il terribile Généraì bruciare le
tappe: la Francia (la France, c’est moi!)
riconosce il governo cino-comunista. [.a storia è piena di sorarese. e di ironie. Per molivi che non necessariamente significano una
vera visione storica di ampie prospettive
sul futuro, proprio l’uomo che è uno dei
campioni della conservazione di un mondo
ormai tramontato. ¿1 paladino di unti ’’grandeur” che sul piano politico ha fatto il suo
tempo, con la sbrigatività dell’autocrate,
giunge là dove politici avveduti tentano di
pervenire per lunghe vie tortuose. Per una
volta, grazie. Generale! Non ci si illude
troppo che le ragioni di fondo siano cambiate; più viva che mai la vecchia ostilità
anti-americana, più gelosa e orgogliosa che
mai la pretesa di essere la guida d’Europa,
nel tendere la mano (da pari a pari?!?)
alla sola potenza che oggi affermi la propria indipendenza dall’uno come dall’altro
colosso’; non spenta l’ambizione di tornare
ad avere una parte di rilievo, magari di
arbitro, nel sud-est asiatico, dove l'azione
americana non ha certo lesinato gli insuccessi; imperturbato lo sprezzo di una normale vita democratica, per cui ogni decisione viene presa all’Elysée.
Malgrado tutto questo, e con quel pizzico di umorismo con cui ci è dato, non di
rado, di osservare gli avvenimenti politici.
De Gaulle ha a suo favore il fatto di aver
probabi'mente contribuito Ilo speriamo) a
sbloccare una situazione a fondo cieco e ad
accelerare un riconoscimento generale che
è una esigenza elementare della vita internazionale odierna.
Questo non significa non tener chiaramente presenti le iniziative pacifiche e non pacifiche della Cina; significa semplicemente
riconoscere realisticamente uno stato di fatto. L’aggres.sività della Cina ha avuto troppo a lungo un alibi, e più che un alibi, nel
farisaico rifiuto di tanti occidentali.
Poniamo le virgolette con questa riserva ; che, evidentemente, non possiamo conoscere quel che si è realmente
operato nella: coscienza di Irene d’Olanda. Tuttavia è stato detto e pubblicato, senza alcuna smentita, che tale « conversione » è in stretto rapporto
ccn il progettato matrimonio della secondogenita principessa d’Olanda con
un nobile spagnolo. In queste condizioni la serietà spirituale, di fede, di
una « conversione » è dubbia.
Per conto mio, anche più sconfortante del gesto, forse poco riflesso, di
una ragazza (innamorata?), è stato
l’atteggiamento dei suoi genitori. Un
portavoce ufficiale della Corte ha infatti dichiarato : « Tutti i membri della famiglia reale sono da secoli di religione protestante, ma Sua Maestà e
tutti i suoi familiari approvano senza
riserve la decisione di Irene». Se tale
comunicato corrisponde perfettamente alla realtà, pur comprendendo la
delicatezza dei rapporti familiari, c’è
da chiedersi: come possono dei genitori, che si richia-mano appunto a un
secolare impegno confessionale prote
stante, approvare « senza riserve » una
simile decisione della figlia? La regina Guglielmina, la donna eccezionale
che ha preceduto Giuliana sul trono
d Olanda, sarebbe stata altrettanto
consenziente ? Come può, qualcuno
che ha veramente conosciuto — non
per tradizione — -quale dono senza
prezzo sia la visione riformata dairaV angelo sulla chiesa e sulla vita, approvare senza riserve un atto che non
può essere definito se non il rinnegamento di quello in cui si è creduto?
Oso credere, oso sperare che dietro
i lustri comunicati ufficiali vi sia in
Giuliana e in Bernardo d’Olanda, e
nella loro probabile erede Beatrice, il
dolore che ogni credente prova quando nella sua famiglia si verifica un
fatto come questo; e che questo stesso
dolore — non il dispetto per una piccola perdita di prestigio, ma questo
autentico dolore evangelico sia in o^i
riformato olandese, unito a una rinnovata presa di coscienza della propria
vocazione confessionale, in un paese
che, una volta a grande maggioranza
protestante e ancor vivo e forte di
quella tradizione in tanti aspietti della vita civile, ha oggi il 42“/o della popolazione protestante, il 38% oattolicv, mentre centinaia di migliaia di cittadini si dichiarano apertamente « senza religione» (lì, almeno, hanno l’onestà cM dichiararlo). Alla «pace confessionale» con tutti i suoi equivoci è
forse giunto il momento di sostituire
la rinnovata presa di coscienza che si
è in pieno status confessionis. L’offensiva del scrriso, della buona volontà, delTuniamo-le-forae non ha soste, in ogni campo; e occorre saper
discemere, fra molto ciarpame, le pagliuzze d’oro rare, di im ecumenismo
autentico', non « politico ».
Olanda, ricorda che cosa hamio fatto di te uomini come Guglielmo il Taciturno, mentre il re « cattolico » di
Spagna, oltre a soffocare il proprio
paese, cercava di soffocare le libertà
per cui ti battevi nelle «provincie»
che egli chiamava sue; mentre i principi italiani, pontifìci, indigeni e spagnoli, plasmavano per secoli, nello spirito della Controriforma, l’Italia che
oggi conosciamo. g. c.
2
pag. 2
N. 6
febbraio 1964
AFRICA OGGI
lln triste circolo vizioso
di violenza e di sfiducia
Il continente africano, soprattutto nelle
sue zone centro-orientali, è scosso da tutta
una serie di focolai di violenza, con una
frequenza e un’intensità non più conosciute
negli ultimi anni. Noi pensiamo soprattutto
— questo, del resto, è ciò che sottolineano
nostri giornali e le nostre radiotrasmissioni
— ai missionari, ai coloni bianchi coinvolti
in queste violenze, a quelli trucidati, agl
espulsi, a quanti sono costretti a partire
troppo poco pensiamo agli urti feroci di tribù e correnti, nei quali migliaia e migliaia
di africani sono stritolati.
Congo : « congolizzazione » è divenuto un
atroce neologismo, purtroppo sempre d’attualità. P. Mulele, un agitatore formato in Cina, si fa chiamare « ili nuovo Lumumba », e la violenza, gli urti interni rincrudiscono nella « federazione » congolese. L’imbroglio sembra inestricabile.
Sudan : il sud, pagano e cristiano è in rivolta contro il nord, musulmano e arabizzato: un governo (ufficioso) del sud vive in
esilio neirUganda; i Sudanesi del nord vogliono dominare da soli il paese, islamizzarlo. In pratica si è in stato di guerra civile,
con quali risultati economici oltre che politici e morali è facile immaginare. In questo
quadro sono da inserire le persecuzioni e le
erpulsioni antimissionarie e anticristiane.
Etiopia : tensioni interne, specie con l’Erilrea dopo la sua « annessione », nonché
con la Somalia e con il Kenya, essenzialmente per questioni di frontiera, attraverso
cui passano continue scorrerie in un senso
come nell’altro.
I LETTORI
CI SCRIVONO
M il latino
l^n lettore, da Taranto:
Sto leggendo il n. 3 del seuimanale. A p. 2, nell’articolo « Un giudizio
stimolante », è riportato in latino uno
dei voti propcs’o al Concilio daU’arcivescovo Margiotta di Brindisi. Penso che se esso è stalo riportato, è segno che quelle parole hanno importanza. iMa che importanza possono
avere per quelli (e non sono po(dii)
che non conoscono il latino? Tutto
il commento che segue è vano per
colui che non ha capito il significato
di quelle parole latine. Anche se
rarticolo è riportato da altri giornali, è hene che, tra parentesi, il redattore traduca in italiano quelle parole. Posso assicurarvi che fra i quattordici lettori ai quali distribuisco le
copie della LUCE ohe ricevo, nessuno conosce il latino.
Saluti fratemi
Giuseppe Barchetto
Ci scusiamo molto per questa involontaria scorrettezza. Ecco la traduzione della frase in questione:
^’che, restando fermo Vindice dei libri eterodossi (in merito, il termine
proibito può essere sostituito da un
altro), quale indicazione udle e opportuna, sia tolta la scomunica nei
confronti di coloro che leggono e
possiedono libri relativi alla conoscenza di quelle (dei fratelli separati) dottrine*^.
GII amici
protestanti
Una lettrice, da Venezia:
... La rubrica di Padre Rotondi,
eti « Grazia », è una vera miniera di
di matrimoni misti! ÌXelFultimo nu
mero è trattato il caso di una let
trice ortodussa, ebe dovrebbe sposa
re un cattolico ; logicamente, le con
clusioni sono sempre le stesse.
La seflimàna scorsa ho assistito all’Ateneo Veneto a una conferenza
del sac. prof. Germano Pattaro, a
cui è stato pure dato un certo rilievo
sul quotidiano veneziano « Il Gazzettino ». L’argomento era : « Liturgia della Parola nelle cbiese setparate »; e Le assicuro che sentime
parlare come ne ha parlato don Pattare è stata una vera, gradita sorpresa. Prima dì entrare nel vivo delII’argomento, l’autoire (si è (scusato
con « gli amici protestanti » delle
eventuali lacune e ha assicurato, >1
pubblico della veridicità di quanto
stava per affermare, veridicità già
confenuatagli diagli « amicii prfote•stanti », che in questo caso erano i
Pastori Bertalot e Cappella, presenti alla conferenza con un gruppo di
evangelici veneziani.
Nelly Zecchin
Abbiamo
ricevuto
Per offrire le Meditazioni Bibliche
1954 ui ricoverati nei nostri Istituti:
Yvonne e Sigfrido Godiuo (Torino)
!.. 1.100; Nelly Zecchin (Venezia)
I.JOO; N. (Torinc i 1.000. Grazie!
Somalia : un paese islamico con frontiere
« tracciate con la riga, cinquanta o sessanta
anni fa, su carte false ».
Kenya: Jomo Kenyatta non sembra più
incontrare il favore di tutta la popolazione
indigena, soprattutto dei Mau-Mau; continui
incidenti di frontiera con Galla e Somali
acuiscono la tensione. Esodo inglese, comprensibile; inquietudine fra gli Indiani e
gli Arabi della costa. Partenze e agitazione
hanno tristi riflessi economici. Duro e triste,
per iin uomo come KenyaiUa, a lungo capo
della lotta partigiana, dover fare appello alle
truppe inglesi per domare i propri compatrioti emancipati.
Tanganyka: «il paese modello deU’Afrìca orientale, governato da un erudito, traduttore di Shakespeare in swahili, cattolico
non-violento, partigiano sincero della cooperazione internazionale, l’uomo che si mostrava quale esempio ai bianchi della Rhodesia
e dell’Africa del Sud per convincerli ad abbassare la colour bar. E’ stato costretto a far
fermare e disperdere il suo esercito dalle
truppe inglesi, dopo che esso aveva messo a
sacco i quartieri europei e indiani di Dar-esSalam e distrutto al tempo stesso tutta la
fiducia che i Tanganykesi di origine europea o indiana avevano nel presidente Nyerere ». AI largo, il dramma modesto ma sanguinoso di Zanzibar : se il sultano è fuggito,
molti arabi sono stati massacrati dai loro
concittadini.
Ruanda : fra i piccoli stati sorti nel centro africano (Burundi, Uganda), tutti inquieti, è quello oggi funestato da una feroce
guerra civile, fra Bahutu e Watussi. I Bahutu sono stati finora una stirpe di servi,
sottoposti ai Watussi. i signori della regione; ma, assai più numerosi, al momento delTerezione in repubblica del paese, hanno
assunto il potere e iniziato una sistematica
opera di distruzione dell’odiata schiatta degli antichi padroni. Parecchie migliaia di
Watussi sono già stati massacrati, senza distinzione di sesso nè di età, nel modo più
feroce, che a europei scampati ha suggerito
confronti con le eliminazioni in massa della
persecuzione nazista; i Watussi rifugiati nei
paesi circostanti si lanciano in scorrerie, del
resto senza altro risultato che un rincrudire
deU'odio e delle violenze bahutu. Da notare
che il contrasto watussi-bahutu è un contrasto essenzialmente sociale, in quanto i due
gruppi hanno la medesima origine etnica.
Chiese, pace, disarmo
forano
LONDRA. Fra i firmatari dì una lettera
inviata al Times, contemenle la riehdesla al
governo britannico di sollevare l’opinione
pubblica in favore del disarmo mondiale,
i nomi d€dl!arcivescovo di Canterbury, del
mederatore della Chiesa di Scozia, del moderatore del Consiglio federale della Chiesa libera e del gran rabbino d’Ingliilteirra
Si aggiuTigono a quelli di numerose personalità del mondo scientifico e anche degli
ambienti militali.
« Siamo convinti — scrìvono — che la
Gran Bretagna e il Commonwealth potrebbero avere una parte importante nella riu
scita di trattative tendenti a un disarmo
nmltilaterale, sul piano mondiale.
« Speriamo dunque che lutti gli uomini
di buona volontà del nostro paese, a qualsiasi partito appartengano, faranno ogni
sforzo per mobilitare (...) l’oipinione pubblica della nazione in favere di questa riforma che è fra le più urgenti.
(( Il mondo ha sofferto una perdita irreparabile, con la tragica morte del presidente Kennedy; crediamo che il miglior tributo che il popolo britannico pcesa offrire alla sua memoria sia di rispondere al suo ap
pello coìlaborando all’opera da lui intra
presa »,
Questa lettera esprime pure il timore che
il trattalo uiucleare dj Mesca, considerato
in origine come il primo passo in vista dì
un ulteriore disarmo, non abbia alcun seguito effettivo. (soepi)
ne delle Chiese per gli Affari Internazicr.ali (organo del C.E.C.) sottolinea che,
secondo la dichiarazione d®! Comitato centrale, questo trattato, salutato come un elemento costruttivo, non è che un primo passo. La lettera ricorda che il C- C. aveva auspicalo ulteriori misure, soprattutto « a<cordì internazionali, un controllo degli esperimenti sclterranei, mutue ispezioni, ìsliluzione dì zone franche nucleari, un patto di non aggressione e l’arresto della corsa agli armamenti spaziali » (soepi)
FIRENZE. Si è riunita a Firenze la Commissione di studio sul lorobìema del disar,mo e della pace, la cui costituzione è stata
decisa nelTultimo Sinodo Valdese, e che è
presieduta dal past. Giorgio Girardet. Questa coniniìissione dovrà presentare alle comunità e al Sinodo un rapporto su quelle che
sono le effettive piiss'bilità di un’azione
(TÌstiana concreta in vista della pavé, qui
ed ora. Si è trattato di una consultazione
tra i membri della coinmì«s’or»e, i quali
studieranno aspetti particolari del uroble
ma, prima di stendere coUegialinente la relazione.
ABBONAMENTI
GINEVRA. Copie della dichiarazione relativa al trattato nucleare di Mosca e alle
sue conseguenze, adottata dai Comitato Cetitrade del C.E.C. nel corso della sua ulti ■
ma sessione tenutasi lo scorsso agosto a Rochester (U.S.A.), sono state rimesse ai capi
delle deleigazioni della Conferenza per il
disarmo che il 21 gennaio ha ripreso a Ginevra i suoi lavori, con la partecipazione
di rappresentanti di 17 nazioni.
In una lettera d’accomipagnaimenlo, rivolta soprattutto a W. Forster (U.S.A.), Tsarapkin (U.R.S.S.), P. Thomas (Gran Bretagna) e Pratich (rappresentante del segretario generale dell’O.N.U.), la Commissio
Siamo lieti di poter comunicare che
il rinnovo degli abbonamenti è proceduto, Quest’anno, con ralles^rante
tempestività, per non parlare del numero e deila generosità delle offerte
(la lista è lunga, e siamo costretti a
pubblicarla poco a poco ).
RimEngono, tuttavia, parecchi lettori che non hanno ancora inviato il
rinnovo del loro abbonamento. Li preghiamo cordialmente di volervi prov
tedere al più presto. A fine febbraio
effettueremo il controllo e saremo
costretti a sospendere l’invio a chi risultasse non in regola. Grazie!
L’amministirazione
Culto Radio
ore 7.40
DOMENICA 9 FEBBRAIO
Past, Alfredo Scorsoneili
(Chiesa Metodista di Milano)
DOMENICA 16 FEBBRAIO
Past. Ermanno Rostan
(Chiesa Valdese di Roma)
PERSON A LIA
E’ nata Gabriella, la secandoigenita
del Past. Bruno Costahel e della sua
Compagna. A tutta questa famiglia
pastorale, con i più vivi rallegramenti,
ij nostro augurio affettuoso.
E’ deceduta, a Torre Pellice, l’inisegnante sig.na Italia Malan. Per decenni essa è stata una figura di rilievo neil’inssgnamento, a Torre Pellice.
Esprimiamo un pensiero di profonda
riccnoscenza alla sua memoria, e di
viva simpatia per i familiari in lutto.
L» ricorrenza del Natale — ormai lontano — ci ha recato, oltre alla gioia dell'annuncio evangelico, anche quella di rivedere
alcuni nostri fratelli, che vivono lontani da
Forano, per motivi di lavoro: abbiamo cosi
rivisto la farnij^lia De Cusatis, giunta da Cetraro (Cosenza), Giuseppe Angelici (da Ginevra), i coniugi Ubaldi (da Rieti), Wanda
e Giorgio Francia (da Ladispoli).
Il culto di Natale e di Capodanno ha raccolto l’intera comunità intorno alla Parola
di Dio e al Tavolo della Santa Cena: questo è sempre un motivo di gioia ma anche
di perplessità. Sembra che la mentalità cat't'. lira delle « feste comandate » e dei vari
«precetti» (pasquali o natalizi che siano)
sia penetrata nell animo di non pochi evan
gelici. Solo una piena conoscenza dell’Evan
gelo ci può liberare da questa mentalità.
Il 23 dicembre s’è avuto la festa dell'Al
bero (questa volta un bel pino, dono di
amici delle montagne sabine). Ringraziamo
i bambini della Scuola Domenicale e chi li
ba ¡preparali, per il ricco iprogramuna.
Il 31 dicembre, la Comunità si è raccolta
per una serata familiare, durante la quale il
Consiglio di Chiesa, secondo la tradizione,
si è esibito con uno scherzo comico ottimamente riuscito. L’Unione Giovanile ha rappresentato un allo unico, tratto dalla « Leggenda del Grande Inquisitore » di Dostojewski : ringraziamo i giovani per aver degnamente illustrato quelle pagine del grande
scrittore russo, che rivelano la sua profonda
comprensione dell’Evangelo. Questi gli attori : Luciano Giuliani (narratore); Fiammetta
Scarinci, Claudia Claudi, Luciano Pazzaglia,
Alma Scarinci /coristi); Maurizio Del Sasso
(ITnquisitore); Marcello Baìducci (Gesù).
Il Consiglio di Chiesa, quasi al completo,
ha preso parte all’Incontro dei Consigli di
Chiesa, avvenuto a Roma T8 dicembre. Il 19
gennaio, la Moni trice Rosella Di Maulo ha
rappre-sentato la Scuola Domenicale di Forano al Convegno dei Monitori del Lazio,
che ha avuto luogo a Roma. 11 culto della
sera d'. domenica 5 gennaio è stato presieduto dal pastore americano Sig. Weed, chv
ringraziamo per la sua visita.
L’Asilo e il Doposcuola (quest’ultimo frequentato anfche da alcuni ragazzi cattolici)
continuano la loro attività, quanto mai oj.
portuna e utile; sono affidati, come già gli
scorsi anni, alla Maestra Sig.na Fiorell.;
Meynier.
L'attività nella Diaspora continua con culti quindicinali. Il gruppo si riunisce compatto, disobbedendo a un « Avviso sacro >
apparso sui muri di Magliano, in cui si ricordava che «i sescovi sono gii unici pastori
legittimi della Chiesa ».
I coniugi Grimani sono stati ammalati ]‘cr
un periodo abbastanza lungo, ora stanno m
glio grazie anche alle ottime cure ricesu:e
airOspedale Civile di Magliano.
Rocco Giuliani
Anziano di Chiesa
Questi dati sono desunti in buona parte
da un ampio articolo pubblicato su Reforme
(1.2.1964) da Paul Addine, uno degli specialisti di questioni africane di queU'éqiiipe
redazionale. Egli si chiede la ragione di questo improvviso sommovimento, in una regione che — come ad es. la Nigeria — sembrava esser stata meglio avviata all’indipendenza daH’amministrazione coloniale britannica, e dove sarebbe stata auspicabile la formazione di un gruppo abbastanza compatto
di stati orientali, che facessero in qualche
modo da contrappeso a quelli riuniti nel
« patto di Monrovia », sull’arco guineano.
Egli nota che questi paesi sono, appunto,
più orientali, più direttamente esposti sia
aU’influenza araba, sia a quella cinese, e il
recente giro africano di Ciu-Eu-Lai è stato,
accanto agli aspetti più strettamente economici, una mossa per dar prestigio alle correnti che alla Cina si richiamano, nel suo
■— interessato — appello per raccogliere attorno a sè gli scontenti di antichi imperialismi, ancora ignari dei nuovi.
Comunque, conclude P. Adeline, « questa
influenza (di gruppi di pressione) sarebbe
stata meno determinante se non vi fosse stata una specie di sensibilizzazione preparatoria, dovuta da un lato all’esplosione congolese, ma anche e forse soprattutto alla situazione nella Rhodesia e neH’Africa del Sud.
Il conflitto razziale nel sud del continente
avvelena Tatmosfera politica in tutta l’Africa
bantu e sterilizza tutti gli sforzi politici del
Colonial Office. Inversamente, gli avvenimenti recenti dell’Africa orientale e centrale
non possono che rafforzare, in parte legittimamente, Rhodesiani e Sudafricani bianchi
nel loro atteggiamento di « Ve lo dicevamo
— non ci capite nulla ». Questo irrigidimento, d’altra parte, favorirà l'ala estremista e filocinese nei nuovi Stati. Sarà forse
l’inizio di una catena dì violenze di fronte
alle quali la guerra d’Algeria sembrerà un
pic-nic di Scuola domenicale.
« In linea più generale, l’Africa intera
rischia di esser vittima del contraccolpo di
questi avvenimenti. Essa ha bisogno di credito. dunque dì fiducia, e ci si sente sempre
meno inclini a dargliene ».
Se abbiamo dedicato un certo spazio a
problemi che sembrano di carattere puramente politico, è perchè l'ora è grave per
l’Africa. Guardandoci dal portare giudizi
antistorici che dimenticherebbero quanto sia
costato, e quanto a lungo, lo stabilirsi di un
certo modus vivendi. di una capacità di convivenza airinterno dei nostri paesi e nelTambito dei nostri continenti « evoluti »
(guerre mondiali e civili a parte), occorre
che cerchiamo di vedere il più chiaro possibile in una situazione intricata e dolente,
ove le chiese sono chiamate a giocare una
partita che le nostre quiete chiese europee
neppure immaginano.
Il convegno agrìcolo delle Valli valdesi
Partecipazione altamente specializzata e lavoro concreto
Sabato 25 e domenica 26 gennaio si è
svolto in Torre Pellice, il II Convegno degli Agricoltori Valdesi, organizzato, come
già quello dell’anno passato, per iniziativa
di Agape.
Il Convegno, tenutosi nella biblioteca della Casa Valdese, ha avuto una impostazione
dì carattere accentuatamente tecnico, grazie
alla partecipazione di specialisti negli argomenti trattàti.
Ha aperto il Convegno il Prof. Ettore Carbone, Direttore deH'Istituto Zootecnico e Caseario per il Piemonte, che ha intrattenuto
i convenuti sul tema : « Miglioramento del
bestiame ».
Dopo aver sottolineato l’importanza che
riveste, soprattutto il bestiame bovino, per
l’economia agricola delle Valli, l’oratore ha
trattato dei problemi connessi con l’aggiornamento della tecnica deirallevamento, con
particolare riferimento alla selezione ed alla
alimentazione.
Il Prof. Carbone ha concluso richiamando Tattenzione degli ascoltatori sui vantaggi
che deriverebbero da un’organizzazione cooperativistica degli allevatori.
Ha quindi preso la parola il Doti. Giuseppe Reburdo deH’Amministrazione Provinciale, per rilevare come, sin dal 1958, l’Assessorato all’Agricoltura ha preso numerose
iniziative per il risanamento zootecnico, nei
confronti della tubercolosi e della brucellosi.
La bonifica sanitaria del bestiame ha una
importanza di primo piano, sia in relazione
al reddito degli allevamenti, sia per gli stretti rapporti che spesso ha con la salute umana.
Attualmente l’azione di risanamento —
che si spera di estendere ad altre zone —
interessa, alle Valli, i comuni di S. Secondo, Prarostino, Torre, Villar e Bobbio Pellicce per un totale di 1883 capi e di 340
aziende sotto controllo.
una razionale concimazione dei prati e dei
pascoli. E’ seguita la proiezione di documentari.
La domenica mattina — dopo il culto presieduto dal Past. Giovanni Peyrot — il
Geom. Edoardo Martinengo, dell’Assessorato
alla Montagna della Provincia di Torino, ha
inquadrato il problema della meccanizzazione montana, soffermandosi sulla necessità
economica e sociale di giungere a sostituire
la mano d’opera che sta abbandonando o ha
abbandonato le zone montane, con le macchine che consentono di rendere più age
Eco di un raduno
di agricoltori
* Sulla rete ferroviaria della Repubblica
federale tedesca ha cominciato a circolare
un vagone-moschea, predisposto per gli operai turchi immigrati per ragioni di lavoro
nella Germania occidentale.
La situazione non è però molto incoraggiante dal punto di vista delle adesioni, che
sono ancora troppo limitate per lo scarso
interessamento da parte degli allevatori.
E' bene che tutti coloro che hanno partecipato al Convegno si facciano propagatori
dei vantaggi che si offrono oggi agli agricoltori perchè ne sappiano approfittare finche in tempo.
Occorre ricordare a tutti gli allevatori che
la bonifica sanitaria è un’azione, oltre che
necessaria dal punto di vista igienico, anche conveniente dal lato economico.
Dopo la cena, consumata in comune presso la Foresteria, s’è conclusa la serata nella
sala cinematografica del Convitto, con una
interessante conversazione del Doti. Corrado
Pisonì sugli attuali indirizzi da seguirsi per
Domenica 26 genn. abbiamo assistito al
raduno degli Agricoltori delle Valli, a Torre
Pellice, il secondo della specie; ed abbiamo
constatato, con vivo compiacimento, quanta
strada è stata compiuta nel tempo intercorso fra ii primo e questo secondo simposio.
Agape ha fatto un bel servizio.
Non più inviti, ai montanari, a continuare la vita grama sul posto, bensì l’esortazione a non lasciare nessun appezzamento della
terra dei padri, in quell’oblio culturale, che
si traduce in ingiusta condanna della montagna.
Se è giusto il motto inglese « thè righi
ifian in thè righi place » è altrettanto giusto poter dire « cultura idonea in idoneo
terreno ».
La montagna continuerà, così, ad esisere
redditizia e non matrigna.
E lo ha bene spiegato il Doti. Prof. A. Baridon, Direttore deH’Istituto Nazionale « Piante da legno industriale ».
Egli ha generosamente accettato di venire a San Germano il 18 febbraio prossimo
per visitare ì terreni, m predicato di essere
trasformati in piantagioni arboree pregiate,
per tutti i consigli che la sua alta competenza di tecnico e scienziato suggerisce.
Gli Agricoltori di San Germano e quelli
di Pramollo, sono pertanto calorosamente invitati a mettersi in nota per la visita al loro
podere, in quel giorno e ad essere presenti
alla Conferenza che ne seguirà. S
Le prenotazioni si ricevono presso i dirigenti dei Coltivatori Diretti, presso gli incaricati di Pramollo Beux Eli, Giudice Conciliatore e a San Germano presso PAvv. M.
Borgarello.
E. A. Beux
vole il lavoro e la vita di quei pochi rhe
rimangono.
Soluzioni interessanti del problema tecnico
della meccanizzazione montana si sono ollcnute proprio in questi ultimi anni, e l’oratore ha assicurato l interessamento della [Provincia per presentare tali possibilità agii agricoltori delle Valli, in modo che essi abbiano
maggiori elementi di giudizio, assistendo a
prove pratiche.
Nel pomeriggio, il Doti. Alberto Baridon, deiristiluto Nazionale per le Piante da
Legno, ha messo in rilievo in quali casi e
con quali tecniche sia possìbile ottenere un
reddito anche elevato da specie legnose a rapida crescita (quali il pino strobo nella zona
del castagno) che consentono di dare destinazione produttiva a molti terreni in via di
abbandono.
Egli ha po(i invitato i presenti a prender
più diretta conoscenza dcU’argomento con
una visita a impianti di varia età eseguiti in
zone simili a quelle delle Valli.
Il Past. Giovanni Peyrot — che si occupa
da tempo di mantenere i contatti, specialmente in campo internazionale, con i rappresentanti di movimenti rurali protestanti —
ha quindi preso la parola per porgere il saluto del Past. Gerard Cadier, presidente del
Mouvement Protestant d’Action Rurale de
Franco.
Gli agricoltori presenti, per quanto in nu
mero piuttosto esiguo rispetto a quanto sarebbe auspicabile, hanno mostrato di interessarsi notevolmente a quanto è stato prospettato dai vari oratori sui diversi argomenti che hanno toccato alcuni degli aspetti più
interessanti per una proficua e moderna agricoltura nelle nostre Valli.
11 Convegno si è perciò concluso con un
arrivederci alle prove dimostrative di meccanizzazione delle piccole aziende di colle e
di monte, ed alla gita ad alcuni degli impianti di essenze forestali, eseguiti per interessamento dell’Istituto Nazionale per le
Piante da Legno.
Ai partecipanti che hanno lasciato il loro
nominativo ed a quanti ne faranno richiesta
alla segreteria di Agape, verrà inviato un
breve sunto delle relazioni presentate al convegno.
Gli agricoltori delle Valli sono assai grati
ad Agape per aver organizzato l'interessante
Convegno ed auspicano che Tiniziativa abbia
a rinnovarsi in avvenire.
Un grazie sentito agli oratori, al Prof.
Peyronel ed ai Doti. Balzardi e Bosio per la
loro partecipazione. Un ringraziamento particolare va al Geom. Emilio Rostagno per i
suoi numerosi e interessanti interventi che
hanno validamente animato la discussione.
7. Ey.
3
7 febbraio 1964 — N. 6
pag. 3
Un Proiesianie nella Repubblica
CERIGNOLA
Salvatore Mastrogiovanni
Il 26 gennaio 1964 decedeva a Roma, all’età di 81 anni, l’avv. Salvatore
Mastrogiovanni. Il suo funerale si è
svolto nella Chiesa valdese di Piazza
Cavour, presieduto dal post. Pier Paole Grassi (il Mastrogiovanni era membro della Chiesa metodista), con la
partecipazione del prof. Valdo Vinay,
della Facoltà Valdese di Teologia, il
quale ha ricordato la figura dello scomparso in modo egregio, presentandone
i:na biografia attraverso le tre opere
biografiche da lui dedicate a tre esponenti del protestantesimo italiano: Bonaventura Mazzarella, Alfredo Taglialatera, Jacopo Lombardini, impegnati
ion la loro chiara testimonianza in tre
momenti diversi della storia del nostro paese. La chiesa era strapiena, per
la presenza, accanto a molti evangelici romani, di una gran folla composta di personalità eminenti del mondo
politico (fra gli altri, gli on. La Malfa
e Reale), culturale, forense e giudizio
rio, nonché di numerosi amici del partito repubblicano.
Il testo del discorso del prof. Vinay
comparirà .su "Voce Metodista”; siainu assai riconoscenti al doti. Giorgio
Peyrot, direttore deU’Ufficio Legale
del Consiglio Federale delle Chiese
Evangeliche d’Italia, di aver preparato
per il nostro settimanale questa rievocazione della figura di Salvatore
Mastrogiovanni, al quale la nostra
Chiesa, come tutto l’evangelismo italiano, deve molto. La ’’Voce Repubblicana” del 27-28 gennaio gli ha dedicato, in prima pagina, un articolo
biografico, al quale seguiva uno scritto, cordiale e commosso, di Ugo La
Malfa: ”Un Protestante nella Repubblica”. Pure il ’’Paese sera” del 27
"cnnaio — giornale per il quale collaborava alla pagina letteraria, sulla
anale aveva tra l’altro presentato la
prima recensione apparsa su un giornale italiano del saggio ”Il problema
del Cattolicesimo”, di V. Subilia —
gli dedicava un articolo commemorativo, a firma di Giancarlo Corsini.
Anche alla stampa evangelica italiana periodica e non, il Mastrogiovanni in molti anni ha dato una viva
collaborazione. Il nostro ricordo, qui,
è quindi tanto più diretto E mentre
esprimiamo questi sentimenti di gratitudine e la nostra simpatia fraterna
alla famiglia colpita da questo lutto,
rendiamo grazie al Signore — come
usiamo fare — per il molto che in
questo fratello maggiore ci ha dato, in
una vita cristiana vissuta intensamente,
nella chiesa e nel mondo.
Un largo debito
di riconoscenza
Domenica 26 gennaio si è spento in
Ronv! l’avv. Salvatore Mastrogiovanni; un uomo che, per una chiarezza
di tede e di principi, coerenza di vita
e dirittura morale, rimane esempio perenne per quanti hanno avuto il privilegio di avvicinarlo e di conoscerlo nelrintimo suo, sia nel campo professionale forense, come nella vita politica,
e nell’incontro spirituale e fraterno
nell’ambito delle nostre Chiese.
Nato a Palermo nel 1883, Salvatore
Mastrogiovanni ha svolto, sin dall’imzio del nostro secolo, un’operosità feconda nella vita politica e culturale
del jmese e negli ambienti religiosi
evanaelici. Lo troviamo infatti, assai
giovane ancora, militante nelle file del
Parlilo Repubblicano, propugnatore
vivace del valori morali e oolitici del
pensiero mazziniano da lui affermati
con l’esempio personale e con impegno d’azione sino alla fine per oltre
un sessantennio di vita politica attiva,
condotta con dedizione al dovere e riluttanza per ogni manifestazione che
potesse in qualche modo conferire lustro od onore alla sua persona. Fondatore e direttore della combattiva rivista « Riforma laica » nel 1908, dieci
anni più tardi lo vediamo dirigere l’agenzia « Stefani », compito di delicata
resDonsabilità che lascierà solo nel
1925, non potendosi piegare di fronte
alle leggi liberticide varate dal regime
fascista. Firmatario, tra gli intellettuali antifascisti, del Manifesto di Benedetto Croce, subì varie angherie durante il permanere del regime che lo
ebbe costantemente tra i suoi avversari irriducibili sino alla caduta del
1943, quando Salvatore Mastrogiovanni riappare sulla scena politica attiva
tra i dirigenti della resistenza romana
e, negli anni successivi, impegnato in
vari compiti nel ricostituito Partito Repubblicano.
Nella vita religiosa dei nostri ambienti evangelici Salvatore Mastrogiovanni è presente ed attivo sin dalla
giovinezza, anzitutto come elemento
propulsore nel Movimento Cristiano
Studenti, quindi nel 1913 allorché, unitamente a Giovanni Luzzi, dirige la
rivista « Fede e Vita ». Ispiratore di
varie attività ed iniziative culturali evangel ielle, e lui stesso scrittore dotato di una chiara impostazione teologica (aveva frequentato anche corsi di
teologia seguendo l’insegnamento del
prof. Taglialatela), pubblica vari articoli per periodici evangelici, riviste culturali e giornali politici, nonché diversi opuscoli di carattere religioso. Da
questi scritti traspare già l’acutezza del
suo spirito di ricerca, la sua vena felice, la capacità espressiva della lin
gua, non comune per purezza e proprietà, che costituiranno la nota saliente della sua maggiore produzione
letteraria negli anni della maturità. Infatti in questi ultimi 15 anni egli ci ha
dato una serie di va’ide pubblicazioni,
per lo più a carattere biografico, nelle
anali ha trasfuso l’animo suo e recato
un contributo significativo per l’affermazione di quei valori religiosi, morali
e politici che costituirono l’essenza del
suo carattere di uomo impegnato in
una visione di vita unitaria per un protestantesimo inserito attivamente nelTambito della società civile. « Un diabolico .auto da fé, contributo alla storia dell’intolleranza religiosa » (1949);
« La mente e l’opera di Alfredo Taglialatela » (1950); «Un riformatore
religioso del Risorgimento. Bonaventura Mazzarella » (1957), « Un protestante nella Resistenza, biografia di
Jacopo Lombardini » (1962), sono le
opere attraverso le quali possiamo apprezzare il portato della sua eredità
spirituale e morale, e che ci consentono di coaliere, nella presentazione
della vita di queste figure di evangelici che han dato nella Chiesa e nel paese un valido apporto ed una testimonianza efficace, quel senso di partecipazione integrale dell’uomo di fede alla vita nei vari suoi aspetti, che costituisce per l’appunto il lato più spiccato e significativo del carattere di Salvatore Mastrogiovanni. uomo di fede
attiva e di responsabile azione poh
tica ad un tempo.
In ogni situazione, nel suo comportamento in momenti e contingenze diverse della sua fattiva esistenza, la figura di Salvatore Mastrogiovanni assume risalto per la sua elevata caratura morale, cosi nettamente distinta
ed incisiva per la dirittura, per la coerenza tra principi ed azione, per l’intransigenza e lo sdegno serenamente
espresso per ogni accomodamento ed
ogni compromesso suggerito dall’opportunismo o dalla Ipocrisia, rifuggente dalle espressioni e dagli atteggiamenti in cui si potesse giocar sull’equivoco come dalle persone dal fare ambiguo ed utilitaristico, estremamente
esigente con se stesso e di conseguenza con quelli che sentiva a lui più vicini. Questo suo aspetto di chiarezza
adamantina può aver forse dato a taluno, che non l’abbia conosciuto nelrinti'mo suo, l’impressione di un uomo duro, estremamente severo, alle
volte scostante. Ma dall’animo suo trasparivano una profonda bontà, un’apertura all'incontro umano comprensivo e vivo, un senso spiccato per la
giustizia ed il vero, una generosa dedizione di sé a favore di quanti si ri
volgevano a lui. Queste le doti dell’uomo di cui possono dare testimonianza
quanti lo ebbero amico devoto, lo hanno amato ed oggi ne lamentano la perdita con accorato rimpianto.
Il mondo protestante italiano ha un
largo debito di riconoscenza verso di
lui. Valente avvocato dal consiglio meditato e sicuro, dalla avveduta saggezza e vasta competenza. Salvatore Masti ogiovanni ha esercitato in Roma la
professione forense per oltre 50 anni,
profondendo con generosa dedizione
la sua attività a favore di tanti evangelici e delle loro Chiese in un’assistenza comprensiva e disinteressata. Tutta
l’azione svolta dalle Chiese Evangeliche sin dal tempo della Costituente e
di poi specie negli anni difficili dei periodo dal 1948 al 1956, per la difesa
dei diritti di libertà religiosa e per la
tutela delle minoranze nel nostro paese 1. su attamente legata alla sua memoria. L’avveduto consiglio c rapporto diretto all’azione condotta, l’impostazione chiara e c-'erente delle varie
questioni irattate, la competenza sul
piano giuridico e la lucida valutazione
aelle situazioni colitiche, sono stati
nelle varie circostanze i segni più marcati dell’attività svolta da Salvatore
Mastrogiovanni in seno alla Commissione giuridica del Consialio Federale
delle Chiese in onesti ultimi venti anni. Se il nostro piccolo e modesto am
biente evangelico- nrivo di una qualsiasi rilevanza politica, ha condotta la
sua azione, uscendo dal chiuso dei suoi
complessi di minoranza ed elevandosi al di sorra del ciano meschino ed
egoistico delia tutela degli interessi diretti, per aprirsi con chiarezza alla difesa dei diritti Hi libertà eguali per
tutti in lina visione responsabile, di
fronte all’avvenire del nostro paese,
della nostra testimonianza e della presenza evanaehea nel rinnovato clima
democratico italiano, lo si deve in
gran parte al contributo che Salvatore
Mastrogiovanni ha generosamente dato ed all’esempio di costante coerenza
da lui reso durante tutto il suo lungo
pellegrinageio terreno di uomo religioso e politico ad un tempo.
Vero é quanto ha scritto di lui da
ultimo sulle colonne della « Voce Repubblicana » rOn.le Ugo La Malfa;
da chi andremo noi a parlare, a confidarci, ad attingere esempio di una tranquilla e, nel tempo stesso, fiera ed intransigente forza d’animo, ora che non
c’é più quest’uomo raro nei mondo,
rarissimo in questa nostra Italia, dove
l'arte del compromesso, dell’accomodamento e della transazione é così
largamente diffusa?
Il vuoto che egli lascia anche nell’ambiente protestante italiano non é
pensabile possa essere presto colmato, ma lode sia resa al Signore che per
lunghi anni ci ha concessa la preziosa
ed assidua assistenza di un così caro
amico. Alla memoria di questo carissimo ed indimenticabile nostro fratello nella fede gli evangelici italiani desiderano rendere una doverosa testimonianza di affetto e di riconoscenza.
Giorgio Peyrot
Dalla guerra fredda
al dialogo amichevole
Quest’anno rOttavariu della preghiera per
l'unità non è passato invano per i Valdesi
di Cerignola. 11 giorno dopo l'inaugurazione
del Ricreatorio Evangelico mi giungeva una
lettera affettuosa del Parroco della Chiesa
del Carmine, che mi invitava a unirci nella
preghiera, sollecitandomi un incontro.
Durante questo incontro, assai fraterno,
maturò Tinvito, a me rivolto, a parlare sul
tema delPecumcnismo in seno al Circolo dei
laureati cattolici.
Per la storia di domani, si potrebbe fissare
questa data come quella della... fine della
guerra fredda : è la nostra reciproca e chiara sensazione, e ne diamo lode al Signore che
sofiia con il suo Spirito a Giuevra come a
Roma come sulla cupola della chiesa del
Carmine a Cerignola.
Come non riguardare a quel triste passato, quando la benché minima nostra affermazione sul piano della testimonianza suscitava nei nostri fratelli cattolici una reazione
pronta e senza esclusione di colpi, pur di
far rientrare gli eretici nel silenzio! Ricordo, intorno agli anni 50, 1 imbarazzo di un
commissario di Pubblica Sicurezza, che im
II past. Castiglione e il past. Cielo alla cerimonia di inaugurazione.
medesimandosi nella santità della nostra causa (si voleva aprire un doposcuola), seccato,
mi mostrava un i lettera del parroco, quasi
a giustificarsi nei miei confronti per la sua
invadenza.
Da questa fase reazionaria sì è passati a
quella della congiura del silenzio, fatto di
sdegno mal represso e di autosufiicienza, per
giungere infine alla riunione di ieri.
Per la cronaca, alla riunione, neH'accoglicnte saiotlo messo a nostin disposizione,
furono presenti oltre una trentina di intellettuali, con larga partecipazione femminile,
oltre a una decina di Valdesi, per lo più
giovani. Si iniziò con il r Padre nostro )>,
quindi il sac. don Vito Ungaro introdusse
Targomento. Seguì la mia conversazione, che
avendo come tema la Preghiera sacerdotale
ci condusse ad approfondire il significato di
unità.
Unità non come addizione di vari elementi, ma come coscienza del dono di Dio. In
Cristo TEterno ci ha raccolti nella Sua comunità; saremmo disperatamente soli come
Il nuovo Ricreatorio P aldese
Giuda, se Cristo non pregasse per noi; saremmo soli se Cristo non ci santificasse, e
ancor più soli se la Sua parola non fosse
parola di verità: di giudizio e di consolazione.
A partire da questa unità si deve pregare
per l'unità, la quale non potrà essere una
coalizione, ma una ricerca comune di fedeltà
e di servizio.
Un vivace scambio di pensieri, contenuti
nelPatmosfera fraterna e sincera, segui alla
esposizione; c la riunione si concluse con il
« Padre nostro », pronunciato in simpatica
coralità.
Continueremo a poterci sentire e chiamare in piena sincerità fratelli, perchè figli
di un solo riscatto, onde la testimonianza
degli uni e degli altri abbia una maggiore
incisività nel mondo che non crede? Certamente ognuno se lo sarà chiesto, rientrando
da questo incontro eccezionale. Ognuno, ce
lo auguriamo, avrà avvertito con maggiore
dolore la propria incapacità di amarci come
ci ha amato Colui che ci avvolge tutti nella
Sua preghiera!
« Io non prego soltanto per questi, ma
anche per quelli che credono in me per
mezzo della loro parola: che siano tutti uno;
come tu, Padre, sei in me e io sono in te.
anch’essi siano in noi, aftinchè il mondo creda che tu mi hai mandato ».
Giuseppe E. Castigliano
Uinterno del Ricreatorio
ARRIVI
IN CLAUDIANA
P. Bonnard: Commentaire à VEvangile selon Matthieu, nella serie « Commentaire
au Nouveau Testament » della DelachauxNiestlé, Neuchâtel-Paris 1963, L. 4.900.
Vari: Le Saint-Esprit. Una serie di studi
sullo Spirilo Santo nelPAntico e nel Nuovo Testamento, neirinsegnamento e nella
predicazione di Lutero. nell’Ortodossia
orientale, nel quadro della teologia trinitaria, creatore della santificazione dei cristiani. Labor et Fides, Genève 1963. Lire 1.530.
B. Martin: Veux-tu guérir? Réflexions sur
la cure d'âme des malades. Labor et Fides,
Genève 1963, L. 2.000.
P. Tournier : L'aventure de la vie. Delachaux-Niestlé, Neuchâtel-Paris, 1963. Lire 1.500.
V^ARi: Surménage et repos. Rapporti al 7°
Congresso medico-sociale protestante. Delachaux-Niestlé, Neuchâtel-Paris, 1963. Lire 1.400.
P. Abraham s: Rouge est le sang des noirs.
Casterman. Tournai, L. 1.350.
A. PiTTAVTNO: Storia di Pinerolo e del Pinerolese. Editr. Bramante, Milano 1963,
L. 3.500.
Agitazione nella Svizzera alemannica
per un programma di esecuzioni del coro
deir Armata Rossa. Mentre le autorità federali elvetiche, che mantengonc regolari relazioni con l’Unione sovietica (cosa normalissima per nn paese neutrale!), non pongono in generale alcuna limitazione alla concessione di visti d’ingresso, alcuni cantoni
di lingua tedesca, valendosi delle proprie
autonomìe, hanno spesso rifiutato il permesso d’ingresso e di esecuzione a artisti proveTiienti d’oPrecortina; si ricorderà, alcuni
mefsì or sono, il rifiuto opposto dalle autorità zurighesi a un’esecuzione del celebre
violinista Igor Oistrakh. E’ siala ora la volta del cero deH’Armata Rossa. (Esso ha invece incontrato successo nella Svizzera romanza, soprattutto a Ginevra', a Struzzi »,
evidentemente, ce ne sono a tulle le lati
tudini e longitudini, ugualmente presi dal
terrore di guardare le cose in faccia.
Per dare « a ognuno il suo », notiamo
Guali quarantene debbano subire, nell Unione sovietica e in generale nei paes-i d’oltre
cortina, opere d’arte e artisti « non allineali », e non parliamo soltanto di artisiti ed
autori occidentali, ma di un poeta russo,
della Russia d’oggi, qual’è Pastemak.
Comunque, le puerili reazioni di certi
Occidentali non valgono meglio; rappresentano anzi un aUeggiamento più meschino di timorosa difesa del proprio benessere
particolare.
E cerne Farle, cosi la scienza, la storia
seno minacciate nella loro libertà: vedi il
sequestro del libro decente e fortunato dello storico Inglese F. Deakin: «Storia della
repubblica di Salò », sequestro ordinato dal
pretore di Padova che ha accollo l’istanza
di protesta di un ex-ufficiale della repubblica. di Salò, il quale si è sentito danneggialo
per essere stato citato in quell’opera di
proba ricerca storica.
Pìccoli episodi marginali, se si vuole. Da
non trascurare, tuttavia, da non lasciar correre con indifferente bonomia; soprattutto
da non dimenticare nel pretendere di tranciar giudizi su altri.
11 card. Silva Henriquez, arcivescovo
cattolico romano di Santiago del Cile, autorizza alcuni laici qualificati a predicare nella ?ua arcidiocesì nel corso delle messe domenicali. E’ un’iniziativa che, tra l’aUro.
tende a ovviare in qualche modo alla ca
renza dì sacerdoti che si fa cnidamenle sentire in tutta FAmerica latina.
Quest’anno l’ONARMO romana ha indetto fra i « lavoratori di Roma » un grande concorso-presepi; il pontefice Paolo Vi
è intervenuto alla premiazione e ha rivolto
un messaggio, nella basilica vaticana:
FENEL (w il centro-sinistra!...) ha vinto
di qualche lunghezza i tramvieri, eco. L’0>
servatore Romano intitola: « Festa di anime intorno al Papa nell’incantevole visione
del Redentore ». Quei bambolotti non hanno nulla a che fare con il Redentore.
Sk Ricevendo in Vaticano il cancelliere
federale Erhard, Paolo Vi, parlando di Pio
XII, « di beata memoria », ha detto che, essendone stato negli scorsi decenni il coFaboratore, « sappiamo quanto queslo Papa
amasse la Sua terra, ma anche che, quando
la gravità dell’ora glielo poneva sulla coscienza, indicò con parola chiara e ferma i
doveri olici ai quali ogni uomo è vincolato ». Indiretta risposta a Uin.t polemica in
corso; risposta tutt’allro die soddisfacente,
comunque. La causa del « Vicario » è ancora aperta.
* Alan Paton. il nolo scrittore sudafrica
no. ha rivolto un appello ai governi danese
norvegese e svedese affinchè le loro delega
zioni alle Nazioni Unite suggeriscano la
stituzione di una commissione speciale di
inchiesta sulla situazione nell'Africa del Sud
* Nel \ ietnam il ministero della sìcurez
za ha diffuso un comunicato secondo il qua
le d ora in poi « tutti i responsabili di atti
di violenza nei confronti delle chiese e delle
abitazioni dei cristiani saranno severamente
condannati ».
Il recente Sinodo della Chiesa riformata di Sciaffusa ha chiamato alla sua presidenza la sig.na F. Walter, di professione segretaria. E' la prima volta che il Sinodo di
una Chiesa protestante elvetica è presieduto
da una donna.
4
pag. 4
N, 6 — T febbraio 1964
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
PHAROSTINO
La Chiesa di Prarostino ha appreso
con vivo rammarico la dipartenza della nostra sorella Long Luisa ved. Codino (Fontanavè) avvenuta a S. Germano (Asilo) giovedì 23 gennaio, alla età di 79 anni. I coniugi Codino sono stati dei grandi benefattori della nostra Chiesa, alla quale erano
anche molto affezionati, seguendone le attività, specialmente cultuali, con una regolarità che tutti sanno. Alle sue esequie, il Pastore Peyrot, con una rappresentanza del
Concistoro, ha portato ai parenti l’espressione della viva simpatia di tutta la Comunità,
ed ha deposto sulla tomba della cara Magna
Luisa il fiore della riconoscenza di noi tutti.
— Nella casa dei giovani coniugi Martinat-Monnet (a Chanforan) sono nate prematuramente e prematuramente sono decedute
due creaturine. Le piccole spoglie sono state
deposte nel cimitero di Roccapiatta lunedi 13
gennaio, presiedendo la mesta cerimonia il
Pastore Genre, di S. Secondo (che ringraziamo per la sostituzione). « L’Eterno ha dato,
l’Eterno ha tolto; sia benedetto il nome dell’Eterno » (Giobbe 1: 21).
— In occasione dell’assenza del Pastore titolare (impegnato altrove), i culti di domenica 12 e 26 gennaio sono stati rispettivamente presieduti dall’Insegnante Claudio
Tron (Massello) e dallo Studente Franco
Monnet (S. Secondo). Li ringraziamo per la
collaborazione data e per il buon messaggio.
— Terminato il terzo turno di riunioni
nei quartieri, nel corso del quale abbiamo
fatto la storia del «movimento ecumenico »,
stiamo per iniziare il quarto turno, nel corso
del quale ci ripromettiamo di illustrare lo
« ecumenismo cattolico romano » che si presenta con caratteristiche mutevoli ma inconfondibili e che è bene che tutti conosciamo per non lasciarci ingannare... Venite
sempre numerosi!
— Un buon gruppo di nostri parrocchiani
ha partecipato al 2° convegno degli agricoltori valdesi a Torre PeUice (sabato e domenica 23-26 gennaio). Inoltre il Pastore, con
il fratello in fede Alberto Robert, ha rappresentato a Bourdeaux (Drôme-Francia) gli
agricoltori delle Valli alle « XII Rencontres
Rurales Protestantes » di Francia. Siamo lieti di notare che la nostra Parrocchia è sempre rappresentata in queste manifestazioni.
PRAMOLLO
— Sabato, 11 gennaio, i nostri giovani
hanno ricevuto la gradita visita dei giovani dell’Unione Giovanile della Chiesa di
Ferrerò, i quali sono giunti fra di noi guidati dal loro Pastore sig. Lorenzo Rivoira.
Dopo un breve culto abbiamo ascoltato l’interessante studio presentatoicì dal Pastore
Rivoira, quindi abbiamo trascorso la siml>atica serata in comunione fraterna con
giochi e canti intorno ad una tazza di te.
Ringraziamo vivamente l’Unione di Ferrerò per la sua visita ed il Pastore Rivoira
per il suo messaiggio, con la speranza che
questi incontri possano ripetersi.
— Domenica, 26 gennaio, siamo stati lieti di accogliere fra di noi i giovani dell’Unione Giovanile della Chiesa di Massello con il Pastore sig. Renato Coisson e l’insegnante sig. Claudio Tron. Essi ci hanno
fatto trascorrere una lieta serata dandoci
un saggio deila loro bravura artistica, da
tutti apprezzato. Al termine della serata 1
nostri giovani si sono intrattenuti con gli
amici dì Massello finché l’ora tarda ci ha
costretto a dirci arrivederci. Desideriamo
ringraziare sentitamente anche questi giovani per la loro venuta fra di uoi, per il
lavoro presentatoci con impegno e soprattutto per il dono in denaro che ci hanno
lasciato per la ricostruzione del soffitto del
nostro tempio e ridi'idamo loro arrivederci
a Massello, se piace a Dio.
Ci è giunta notizia dell’improvvisa dipartenza a Ginevra deÌlla siig.na Andrion
Adele al'l’elà di 74 anni, da più di mezzo
secclo domiciUata in Svìzzera, ma originaria della nostra comunità e solita ritornare a trascorrere alcune settimane al paese
natio. Alla sorella anziana, che risiede ai
Ciotti di Pramollo, ai familiari esprimiamo la
nostra profonda simpatia cristiana.
— AirAsilo dei Vecchi di San Germano
Chisone, dove era stata ricoverata circa un
anno fa, è deceduta la nostra sorella Long
Luigia ved. Codino, di anni 79. Ai suoi funerali, che si sono svolti il 24 Gennaio, ha
partecipato un buon gruppo di fratelli di
San Secondo. Ai familiari esprimiamo la
nostra profonda simpatìa cristiana.
— Domenica 19 gennaio la nostra Filodrammatica ha rappresentato Ila brillante
commedia di Salveslri : « Fatemi la corte ».
II pubblico ha applaudito i bravi attori.
— Sabato 25 gennaio, accolti dal pastore
Sonelli, i nostri giovani hanno trascorso una
piacevole serata con TUnìone dei Coppieri.
Grazie ancora per la fraterna accoglienza.
— La nostra Comunità esprime la sua
sincera riconoscenza al dr. Guido Ribet, di
Torino, che ha presieduto il culto dì domenica 2 febbraio ed alla sua gentile signora
per la sua interessante « causerie » che ha
fatto airUnione Femminile, nel pomeriggio.
~ Domenica prossima, 9 febbraio, avremo
in mezzo a noi il missionario Roberto Co’ìsson, il quale parlerà ai bambini della Scuola Domenicale e presiederà il culto. Fin
d’ora gli diamo il più fraterno benvenuto e
ricordiamo che la colletta andrà in favore
delle Missioni di Parigi.
— Anche quest’anno faremo il pranzo
del XVII alla Scuola Umberto I. La nuova
« équipe » che ha accettato di lavorare per
noi, ha promesso di prepararci un pranzo,
come sempre, abbondante e squisito. Siete
pregati di iscrivervi presso i membri del
Concistoro entro giovedì 13 febbraio.
BOBBIO PELLICE
Offerte ricevute
per “Eco-Luce,,
— Giovedì 20 gennaio abbiamo accompagnato alla loro iditima dimora terrena le
spoglie mortali del nostro fratello Giacomo
Carlo Veraldo deceduto il giorno 28 gennaio .1 Pinerolo dove da qualche tempo si
trovava ospite della figlia, alTelà di anni
81. La folla che riempiva il nostro tempio
per udire il messaggio delTEvangelo in occasione del servizio funebre del nofslro- fratello Ila dimostrato quanto egli fosse atimato ed amato tra noi. .Alla figlia, ai nipo-ti
eri ai parenti lutti ridiciamo la nostra parola di viva -simpatia cristiana domandando
al Signore di consolarli in quest'ora di lutto.
— Il nostro benvenuto a Geymonat Gisella, nata il 9 gennaio al reparto maternità
dell’Ospedale Va-ldese di Torre Pollice e ve
nuta ad allietare la famiglia di Aldo e Graziella Geymonat dei Camni.
— Domenica 2 febbraio ha avuto luogo
ne] corso del nostro -culto la annunziata
assemblea -li Chiesa. Prima nota incoraggiante: dna vera fch'ila di fratelli e di sorelle
vi ha partecipato. Il Pastore ha dato in prime luogo la parola al nostro Cassiere G.
Giacomo Gev'monai il quale ha fatto il punto della situazione immobiliare e finanziaria della Chiesa di Bobbio con una sobria,
efficace e -thiarissima relazione al termine
della quale egli ha ricordato- come lutiti un
giorno, nel tempio, abbiamo liberamente
promesso davanti a Dio ed alla -Chiesa di
sostenerla anche con le nostre offerte: si
tratta di ricordarcene e di mantenere la
promessa non per dovere o per altre ragioni simili, ma con spirito di gioia e d; ricono.scenza. In seguito la parola è stata data
al Vice-Pi-esidente della nostra Commissione Distrettuale Ingegnere Giovanni Pontet
clic ringraziamo ancora qui vivamente di
aver accettato di essere tra noi in quella
occasione. Il signor Pontet, prendendo lo
spunto da quanto di Cassiere aveva detto
terminando ha saputo trattare l’ardua questione finanziaria, in particolare quella delle
ccntribuzioni alla colletta annua senza sentimentalismi inutili, ma con grande efficacia e siamo sicuri die le sue parole chiare
ed insieme serie ed amorevoli hanno convinto i numerosi presenti. Scarsa è purtroppo stata la discussione del pro-blema, anche per il poco tempo a nostra disposizione,
ma non sono mancati alcuni interventi che
ci hanno grandemente rallegra-tì; il Pastore ha -ribadito il concetto -che quello finan
ziario è un falso problema che si pone alla
Chiesa diventata povera anzitutto apiritual
mente; quando in una comunità vi è un
vero risveglio spirituale ed una nuova presa di coscienza della vocazione che Dio ri
volge a tutti noi ed ttu impegno concreto
nel servizio reso a Dio ed al fratello, i!
problema finanziario trova allora senza bisogno di appelli -speciali la sua ovvia, logica soluzione. Però il contribuire è anche
questiona di ordine, di regolarità, di ade
guament-j al purtro-ppo sempre aumentato
cesto della vita ed anche questo elemento
non può essere ignorato da noi tutti.
Ringraziamo i fratelli di essere venuti al1 afiiemblea cosi numerosi e ringraziamo so
prattutito il Signore per lo spirito sereno e
d: vivo interesse che ci ha tutti anima i nel1 ascoltare ciò che due fratelli particolarmente qualific.aiti in merito ci hanno detto
veramente nel suo nome; anche a loro ridiciamo la nostra riconoscenza sincera. Si
è deciso di effettuare una colletta speciale
nella comunità per coprire la spesa per le
riparazioni effettuate ella scuola dei Calma e per fornire al Concistoro un fondo di
riserva dal quale partire pe- envare con efficacia la manutenzione e procedere alle riparazioni necessarie ai nostri numerosi immobili -di cui alcuni sono in davvero non
irividiabili condizioni!
— Il programma delle celebrazioni de! 17
febbraio nella ncs-tra comunità prevede per
domen-ica 16 un culto con Santa Cena al
mattino ; la sera, al suono della campana
sarann-o accesi alle ore 20 i « falò »; ci riuniremo al monumento di Sibaud; il 17 si
formerà il corteo che, percerso il centro fi
no al po-nte di Subíase, -si recherà al tempio dove avrà luogo la tradizionale festa
per i bimbi ed adulti. In seguito, a cura
dei giovani dell’Unione, sarà servito il pranzo nella vecchia sala Unionista; seguirà il
pomeriggio valdese cui tutti -sono invitati;
la sera, la risorta filodrammatica reciterà la
commedia « La bòina » e una farsa; tale
programma sarà ripetuto ancora domenica
sera 23 fehbr.aio. Inutile dire che la Corale
parteciperà a tutte queste manifestazioni.
Ringraziamo sin da ora tutti coloro che
co'llaborerainno in vario modo alla buona
riuscita -delle nostre celebrazioni : ai membri di Chiesa diciamo ancora che li aspe liamo molto numerosi al ncslro tradizionale pranzo e che ci raMegriaimo di trascorrere alcune ore con loro in spirilo fr.ilerno.
A tutti i bambini della ipa-rro-cchia sarà distribuito un ben fornito pacco, dono dei
loro fratelli maggiori: i membri di chiesa.
e. a.
— L'eccezionale bel tempo di questo inverno (almeno fino ad ora!) nè nevoso nè
troppo freddo, ci ha permesso di svolgere
con regolarità e tranquillità il programma
delle attività post-natalizie. In questo programma erano incluse le visite in tutti i
quartieri, in occasione delle riunioni,- del
Pastore del Capoluogo di Angrogna, Sig. .4/berto Taccia, che ha così effettuato il programma - scambio con il Past. del Serre, che
ha presieduto una riunione in tutti i quartieri della Comunità consorella di Angrogna.
Ci auguriamo che il tema trattato dal Pastore Taccia in questo ciclo di riunioni « Significato e valore del culto cristiano » possa
veramente essere oggetto di meditazione e
di impegno della buona volontà di tutti quelli che hanno udito questo richiamo preciso
e concreto alla necessità di non disertare il
culto che non è invenzione umana, ma espressone della volontà divina.
— Nel tempio del Serre, sabato 25 Gennaio, si sono uniti in matrimonio Rivoira
Italo, di Villar Pellice, con Miegge Stella
Chiara del ponte Barfè di Angrogna. Guidi
e benedica il Signore la loro vita coniugale.
PÖMARETT0
— Il missionario Nouvelon ha presieduto
un’affollata riunione a Pomaretto durante il
suo giro alle Valli. Egli ha pure parlato alle
tre classi della Scuola Latina interessando
molto gli alunni.
Lo ringraziamo di cuore per la sua preziosa \isita a Pomaretto.
— Siamo grati al missionario Roberto
Coisson per la giornata ch’egli ha consacrato a Pomaretto per l’opera missionaria la
domenica 2 febbraio : egli ha rivolto messaggi alla Scuola Domenicale, Culto e Unione delle Sorelle di Chiesa.
Siamo riconoscenti al Signor Coisson per
quanto ci ha detto e che ha interessato molto la comunità tutta. Grazie.
— Ricordiamo le prossime attività :
A Villar Perosa la nostra fanfara sarà
presente per gli incontri che si avranno dal
9 al 16 febbraio con studio musicale e studi
tenuti da vari Pastori; tutti sono caldamente
invitati.
Il XVII Febbraio avrà il programma consueto. Le iscrizioni all’agape fraterna si chiudono il 12 Febbraio. Il giorno 16 avremo
un culto con Santa Cena con la probabile
presenza della delegazione svizzera.
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V ÍLLAE PEROSA
Messaggio alla RIV. — Il 20 dicembre,
con la collaborazione dei Pastori Taccia e
Genre, siamo stati alla RIV per i messaggi
natalizi alle 10, alle 12 ed alle 18,30. Malgrado il tempo molto limitato fra un turno
e l’altro, siamo stati accolti con cordialità e
uditi con interesse. Alla fine molti operai
sono venuti a stringerci la mano. Abbiamo
offerto ai presenti dei calendarietti che sono
stati assai apprezzati.
Festa dell’Albero di Natale. — La nostra
cappella si è riempita di genitori e di bimbetti, venuti a udire i nostri alunni della
Scuola Domenicale che si sono esibiti in
canti, poesie e recite. Ringraziamo i nostri
monitori e tutti i fratelli che, col loro aiuto,
ci hanno permesso di realizzare questa festa tanto cara ai nostri cuori!
Culti. — Culto di Natale. Cappella gremita; in fondo, alcuni sono in piedi. La nostra Corale canta due inni. Il sermone viene
ascoltato con molto raccoglimenlo; alla S. Cena prende parte la quasi totalità dei presenti.
Culto 29 dicembre. Il Pastore predica al
Clot e il culto qui è presieduto dall’anziano
Dino Gardiol che dà un forte messaggio tessuto di riflessioni di fine d’anno.
Culto 31 dicembre. Eravamo un po’ perplessi nell’annunciare questo culto dato che
la sera non tutti escono volentieri e da noi
ci sono distanze considerevoli da superare,
invece con viva gioia, abbiamo visto una
gran folla accorrervi, primi, come sempre,
i fratelli dell’Inverso che danno spesso il
buon esemplo!
Battesimo. — Il 29 dicembre abbiamo posto il segno battesimale sul caro piccolo Orazio Gianfranco di Francesco Zìbbì (Pinero
lu) e di Eugenia Charrier; padrini: Giuseppe
Fischietti e Bruna Charrier.
Che il Signore benedica questo tenero
agnello della sua greggia e aiuti i genitori
a crescerlo nelle sue vie!
Nozze. — Il 22 die. la nostra sorella Elena Ribet di Rinasca, si è unita in matrimonio con Gino Girletto. I cari sposi erano
circondati da parenti e amici e abbiamo invocato sul loro focolare le benedizioni del
Signore.
Dipartenza. — La nostra sorella Dina Beux
in Fossat di anni 74 ci ha lasciati improvvi
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sámenle la sera del 2 gennaio. Era molto
conosciuta e proprio alcune settimane fa,
dandoci il suo abbonamento all’Eco, ci aveva detto con orgoglio : « Sono una fedele
abbonata da 45 anni! ». Alle sue esequie è
intervenuta una folla di conoscenti ed amici
che ha accompagnato le sue spoglie mortali
in segno di reverente omaggio fino al cimitero. Al suo caro compagno rimasto solo
(avevano un unico figlio morto a 17 anni)
noi diciamo tutto il nostro affetto e lo assicuriamo che avrà sempre un posto nella famiglia della nostra comunità.
Visite. — Il 15 gennaio, la nostra Unione
Femminile ha ricevuto la gradita visita della sig.na Anita Gay che ha parlato feulle superstizioni africane e sul suo lavoro laggiù
come missionaria — a complemento della
sua interessante conversazione — essa ha
mostrato vari lavori in avorio, ebano e rafia
fatti dai giovani del Gabon.
Al culto del 19 gennaio abbiamo avuto il
piacere di udire il messaggio del cand. in
teologia Renato Coisson.
— Domenica 16 febbraio, alle ore 10, con
un culto seguito dalia Santa Cena, verrà
chiuso il Corso trombettieri presieduto dal
M® Emilio Stober. E’ dato fraterno appuntamento a questo culto a tutti gli Amici della
Foresta Nera con possibilità — se prenotati
in tempo — di partecipare al pranzo frugale dei trombettieri.
— 16 sera. E’ rivolto fraterno invito a
quanti lo possono, di partecipare al nuovo
falò del Tempio di Villar Perosa. Sono assicurati la presenza di una rappresentanza
della Comunità Valdese di Torino e un
messaggio di circostanza del Pastore Ayassot.
Avrà luogo un servizio di buffet.
(segue) Otto Diener )Schio) L. 500; Max
Rostan (Milano) 1.000; Umberto Bartolacci
(Firenze) l.OCO; Mariette Alpina (Balma
Biellese) 500; Clotilde Bracbet (Torino^
1.000; Lidia Rcsabrusiu (Coazzej 200; Elvidio Mattone (Coazze) 200; Evangelina Albano (Portogniaro) 500; Angela Drelier
(Cortina d’Ampezzo) 500; Renato Pozzi (Al
ha, 500; Fr.lli Barlera (Ravenna' 500; Al
da Beux ÌPinero'o)1.000; Flora Toum (Ber
digbera) 500; MadeJeine Revel (Milano
500; Giu&epipe Baglio (Napolil 200; Gior
gio Masi (Brescia) 1.000; Federico Avon
detto (Torino) 500; Guido Fantino (Cu
n.-iana) 500; Erma Barberis Giolito (Tori
no 500; Vera Varese (Milano) 500; A.E.C
(Torre Peli.) 1.000; Enrico Ghigo (Perre
ro' 500; Luigi Coucourdc (Inverso Pina
®cai 500; l>omenico di Toro (Frauenfeld)
1.200; Danilo Tognetti (Pisa) 1.000; Elda
Scagliola Revel (Calo&s<» d’Asti) 4t)0; Francesco Bounoug (Torre PelJicej 50; Giacomo
iSlolinari (Accomeri) 500; Raffaele Dì BatMista (Poma) 500; Luigi Sgarzi (Roma'
1.000; Beniamino Viglielmo (Roma) 1.000:
Adolfo Rivoir (Torre Pellice) 500; Alice
Long (Abbadia Alpina) 500; Placido Mondon (Luseroa S. Giovanni) 200. Grazie!
( Contìnua )
Direttore resp. : Gina Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175. 8-7.1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Tot
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(Bern).
Neirimipossibilità di farlo personaln-ente, le nipoti ed i parenti tutti della
Maestra
Italia Malan
rivclgono un commosso ringrazi amento a quanti furono loro vicmi nella
luttuosa circostanza.
Una partiooilare riconoscenza vada
al Dr. Gardioi, alla Direttrice deli’Ospedale Valdese, alla Signora Geymonat ed alle infetrmiere che la cui'arono
con tanto affettOL E grazie ai Signori
Pastori che, con le loro parole di Fede, ci portarono un valido' aiuto a sopportare la grande pro>va, ed alle Signore Colleghe.
Torre Pe'llice, 1» febbraio 1964
I familiari della cara
Cecilia More!
ved. Bert
nelTinipossibilità di farlo individualmente ringraziano quanti con bori,
scritti o di presenza hanno p>reso ;>arte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare rivolgono al Dott. De Bettini, alla Direttrice e Personale dell’Ospedale Valdese,
ai Pastori Som-mani e Ayassot, alla
cara cugina Olga Ribetto, ai .sigg. Aide Pellegrin e famiglia, Gian Franco
Cavagnero e famiglia. Lidia e Edgardo Pasohetto, Mario- Teurn e Si.anora.
a ir Amministrazione e dipendenti Tipografia Subalpina.
To-.io Pelile^“ febbraio 19o4
Le famiglie Pogliani, Po-ntet, Geymonat, Bertinat e C-atalin, ringraziano quanti hanno partecipato al cordoglio- per la scomparsa di
Giacomo Carlo
Veraldo
Un ringraziamento particolb.re ai
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