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DELLE VALLI VALDESI
Diollotosa Valioàò
Ino) ?o:?r:3 rzLLTc
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XC — Num. 15
Una copia Lire 30
ABBONAMENTI l ^ P®' l’intemo
/ L. 1.800 per Testerò
Eco e La Luce: L. 2.000 per Tinterno Spediz. abb. postale • I Grappo 1 TORRE PELLTCE — 8 Aprile 1960
L. 2.800 per l’estero Cambio d’indirizzo Lire 501 Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
I minimi
di Cristo il
(Matteo 25: 31-46)
Una cosa mi ha sempre colpito,
nelle parole di Gesù relative al giudizio: ravvertimento che questo giudizio si svolgerà in modo del tutto impreveduto.
Spesso ci si ” serve ” di queste parole del Cristo - che sta per dare sè
stc.yso per i suoi ” minimi jratelli ” per invitare all’amore fraterno fattivo,
per spingere all’aiuto verso i poveri,
i .sofferenti, i derelitti.
Così facendo, 'non rischiamo di distoreere esattamente il senso profondo
delle parole di Gesù? Non rischia di
diventare, tale ’’carità fraterna”, una
specie di pio calcolo, una versione in
chiave protestante della concezione
tanto deprecata nei cattolici delle buone opere meritorie?
('erto, Gesù Cristo ci dice qui in
modo quanto mai concreto e impressionante che la fede senza le opere è
cosa morta, senza vita, senza vera realtà. colpevole illusione. Rimane però
il fatto che ” in quel giorno ” tutti saranno sconcertati: perchè il libro di
Dio, il Libro della Vita non ha nulla
a che vedere con i nostri libri dei
conti. Quello che ” conterà ” sarà in
molli casi quello che per noi non ha
contato che poco o nulla, e su cui
non abbiamo contato.
* ^ }(C
Saremo giudicati sul nostro amore.
Si dice spesso che dobbiamo amare
il prossimo per amore di Cristo. Ma
significa forse questo che, in fondo,
non ” vediamo ” veramente il prossimo. ma dietro di lui c’interessa solo
Cristo? Una tentazione della ” carità ”
di chiesa, della gente religiosa è questa: fare quel che si può per il prossimo, dandogli però il senso che 'non
è lui che conta, ma Cristo (o forse la
propria pietà?). Forse esagero un poco: pure, son convinto che spesso è
così. E quando è così, allora non lo
si ama affatto, in fondo, il prossimo:
lo .si riduce ad uno strumento su cui
si esercita la nostra pietà ma ccM cui
fratelli
Signore
A bbiamo come Signore
quel Salvatore del mon.
do intero venuto fra noi
senza avere dove posare il
capo, solidale con i più derelitti; era ancora in fasce e già le violenze degli
uomini e della storia avevano fatto di lui un piccolo rifugiato : « egli doveva
esser fatto in ogni cosa simile ai suoi fratelli, afflnrhè diventasse misericordioso e fedele sommo sacerdote, per compiere la
espiazione dei peccati del
popolo » (Ebr. 2: 17).
non si entra veramente in rapporto,
con cui non ci si sente fratelli, con
cui non si parla da fratelli... Allora
l’amore scade a ” carità ”, e la ” carità ” a meritoria elemosina.
Ci è chiesto, sì, di amare ” per amore di Cristo ”. Possiamo amare soltanto perchè Lui ci ha amato il primo. Ma questo amore è la vita .stessa,
la vita in Cristo. Noi viviamo, ogni
giorno, e i nostri giorni migliori sono quelli in cui -non ci accorgiamo di
vivere, in cui il nostro organismo funziona così bene che non lo ” séntiamo ” funzionare, in cui i nostri riflessi sono spontanei e armoniosi. Così
l’amore di Dio è un’atmosfera in cui
Egli vuote^ inserirci e in cui vuole che
viviamò, ” dimoriamo ” come ama
dire il Cristo del Quarto Evangelo.
I nostri più veri atti d’amore sono
quelli che non saremo in grado di
” valutare ” (la nostra smania di valutazioni e bilanci! e il Cristo ci dice:
Non sappia la tua destra quel che
ha fatto la tua sinistra).
Qudndo avremo amato senza calcoli, senza secondi fini (anche se pii
e religiosi), direi quasi senza averne
coscienza, ma spontaneamente afferrati dalla forza d’amore di quel Dio
che è. Lui stesso, amore, allora e allora soltanto avremo veramente ama
Rembranili: La fuga in Egitto
to il nostro prossimo. E lo sapremo,
con lieto stupore, solo ” in quel giorHo ”.
Siamo, ora, posti di fronte ai rifugiati. e in modo particolare di fronte ai rifugiati di cui la nostra Chiesa
ha sentito di doversi incaricare. Uomini e donne che quasi tutti hanno
dietro di .vè anni - o tutta una vita che sono stati veri drammi. Come
abbiamo cercato di farlo qualche mese
fa, così oggi cerchiamo di preséntarvì
questi uomini e queste donne, di farveli sentire più vicini, di farveli comprendere, perchè il vostro aiuto fraterno non terida solo al loro manteniménto fisico, ma faccia loro sentire
una più umana e personale fraternità.
In quanto l’avrete fatto a loro, proprio a ognuno di loro, di questi ” minimi fratelli ” del nostro Signore, in
quemto vi sarete personedmente occupati del loro cibo e del loro vestiario,
di come vivdno e di quel che sperano,
della loro nostalgia e della loro solitudine - e l’avrete fatto con quella
semplice e calda umanità che talvolta l’uomo della strada ha più viva
che l’uomo religioso - il Signore, ” il
Re ” dice.: ” l’avrete fatto a me ”. Non
è un contratto per chi calcola; è una
promessa regale per chi ama.
Gino Conte
L’APPEL
Tu connais l’instant où, après vingt
et un jours d’incubation, l’oeuf éclate
dans le nid de la couveuse, la coquille
tombe et le petit poussin s’efforce de
venir au jour. Ebloui par la lumière
de ce monde, dans son vêtement de
plumes tout neuf, il fait quelques
mouvements maladroits et bientôt on
le voit se précipiter à la recherche de
sa nourriture.
Au moment où les poussins rejettent leur coquille et conquièrent la liberté, il se passe quelque chose encore, quelque chose de particulièrement émouvant. Un appel s’élève près
d’eux, faible d’abord, toujours plus
fort: l’appel de la mère.
Elle a fidèlement couvé ses oeufs,
les a réchauffés et protégés par un
instinct maternel mystérieux. Et aussi
longtemps que les poussins on été enfermés dans l’oeuf, ils ont dû se contenter bon gré mal gré de cette protection. Mais maintenant la coquille
est tombée, ils sont libres. Et c’est
pourquoi la mère les appelle. Venez!
crie-t-elle. Venez ici, venez là! Elle
les appelle ainsi pendant des semaines, d’une aube à l’autre.
Quand le danger apparaît, il n’y a
pas seulement de la sollicitude, mais
de la crainte dans cet appel de la mère. Que ne pourrait-il pas arriver à ces
petits maintenant qu’ils sont libérés
de la coquille, qu’ils se tiennent sur
leurs propres pattes, qu’ils vont et
viennent et peuvent tomber!
Chaque printemps, quand les pous
sins éclosent et que la poule les appelle, une jeune troupe humaine
s’échappe aussi de la coquille protectrice. Et elle est là, en habits neufs,
éblouie par la lumière de ce monde.
Elle se livre à quelques sauts maladroits et part à la recherche de
sa subsistance.
A ce moment retentit aussi ce mystérieux appel où l’on sent trembler la
crainte et l’inquiétude. Ce sont les parents chrétiens, les moniteurs de l’école du dimanche, les pasteurs qui les
appellent, ceux qui sont maintenant
libérés de la coquille, qui vont et viennent a leur gré et... qui peuvent tomber.
Venez, n’allez pas là! Tel est leur
appel. Venez, n’allez pas là! C’est
ainsi que la vieille mère, l’Eglise, l’année durant, s’adresse avant tout à la
jeune génération. Et sa voix tremble,
car elle ne sait que trop bien que d’autres voix sont plus fortes. La société,
le club, la fanfare, le parti, la patrie
appellent.
Tutte le Chiese si sono
sentite impegnate in modo
particolare in questo che
è l’«Anno del rifugiato».
La Chiesa Valdese è chiamata a dedicarvi le collette della Domenica delle
Palme.
Et l’ennemi tourne autour de ces
jeunes, habile et rusé, comme un recruteur de la légion étrangère. Il offre
de l’argent de poche, il attire et entraîne loin de Dieu, dans ces régiments
d’où plusieurs ne reviennent plus à la
maison, ou bien alors perdus pour le
temps et pour l’éternité.
Nous serions tous impuissants en
face de ce recruteur si, mais précisément si! s’il n’en était un autre, venu
d’ailleurs et qui tout autrement nous
fait entendre son appel. L’appel de
Dieu! Ne l’entends-tu pas? Ne l’as-tu
encore jamais entendu? Il s’adresse à
nous, aujourd’hui d’une voix particulièrement pressante, car nous sommes
une génération qui a fait éclater la
coquille, a couru à la recherche de sa
subsistance et s’est dressée sur ses
propres pieds. Voilà pourquoi retentit l’appel de l’éternité, l’appel vibrant
d’une inquiétude pleine d’angoisse.
Si, au printemps, tu entends la poule appeler ses poussins au bord du
ruisseau ou derrière la haie du jardin,
souviens-toi de la parole qui fut adressée un jour à une génération méchante
et qui pourrait être adressée à toi, à
moi, à notre génération : « Jérusalem,
Jérusalem, qui tues le prophètes et qui
lapides ceux qui te sont envoyés, combien de fois j’ai voulu rassembler tes
enfants comme une poule rassemble
ses poussins sous ses ailes, et vous ne
l’avez pas voulu! ».
Walter Lüthi
{Me.^sages de l’attnée, p. 43 ss.)
Um STRANO RE
L’entrata in Gerusalemme deve
avere avuto delle proporzioni piuttosto ridotte. Comunque ha tutte le
caratteristiche dell’entrata nella sua
capitale del « Re, il Figliol di Davide, colui che viene nel nome del Signore, il Benedetto ». che porta « il
regno atteso del padre nostro Davide » : le grida a intenzione messianica dei discepoli, i rami degli alberi che hanno un riferimento cultuale alla festa delle Capanne (Lev.
23: 40, Neh. 8: 15), la cavalcatura
hanno un significato troppo evidente per essere negati. Ben se ne accorgono i Farisei, i quali dicono a
Gesù di richiamare i suoi discepoli
all’atteggiamento normale di « discepoli » verso il loro « maestro »,
senza permettere che si esaltino con
esaltazioni messianiche fuori luogo
(Luca 19: 39-40).
Ma a parte il fatto che questa entrata in Gerusalemme su un asinelio prestato, seguito dai pochi discepoli e da gruppi di persone che lo
hanno udito predicare in Galilea o
che sono state guarite da lui o che
di lui in un modo o nell’altro hanno sentito parlare, non si presta cer
to all’equivoco politico, si ha l’impressione che all’avvicinarsi della
crisi finale il velo venga sollevato :
la proclamazione della regalità messianica diventa possibile e anche necessaria, quasi a precipitare quegli
avvenimenti in cui essa verrà contraddetta nel modo più aperto e beffardo, così da costituire l’acme dello
scandalo della fede.
E’ precisamente in occasione del
processo di Gerusalemme che la qualifica di (( Re dei Giudei » e « Re di
Israele » viene apertamente pronun
ciata: l’accusa giudaica compie un
raggiro giuridico presentando Gesù
come un agitatore rivoluzionario,
cioè isolando arbitrariamente quell»
pretesa regale che Gesù ha sempre
rifiutata di per sè stessa e che ha
accettato solo in paradossale connessione con la sofferente sottomissione
del « Servo dell’Eterno » (Luca 23 :
2-3). Il paradosso appare nella sua
massima tensione durante l’interrogatorio (Mar. 15: 2, 9, 12, 17-19) »
sulla croce (Mar. 15: 26-32).
Vittorio Subiliu
(da Gesù nella più antica tradizione
cristiana, p. 53 s.)
Ai Catecumeni
ìli HAI
1)1 ESSERE
Lo hai scelto nella tua libertà. Il
desiderio dei tuoi genitori, l'esempio
dei tuoi fratelli, amici, compagni più
anziani e coetanei, ti hanno certo aiutato in questa decisione ; ma nessuno di questi motivi avrebbe potuto
costringerti all'atto che hai compiuto. Tu hai deciso di entrare nella
piena comunione della Chiesa di
Cristo, perchè così hai voluto. Se
perseveri nella tua decisione comprenderai sempre meglio, negli anni che verranno, che hai scelto la
buona parte (Luca 10: 42) e questa
non ti sarà tolta.
Scegliendo di essere cristiano, hai
aderito ad una causa contestata e
combattuta, che ha bisogno delle tue
giovani forze, del tuo entusiasmo,
della tua fedeltà. Scegliendo di essere cristiano, hai detto: «no!» alla tentazione di vivere soltanto per
te stesso e per i beni materiali, dimenticando il prossimo, l'anima, l'eternità ; hai dichiarato che Dio è il
tuo Signore e TEvangelo la tua legge, e che tutti gli uomini, particolarmente coloro che credono in Cristo
e lo amano, sono i tuoi fratelli ; e
che l'amore è la suprema forza e la
divina legge della vita.
Giovanni Miegge.
Le Palme
Anticamente la pianta della palma
era largamente coltivata in Palestina,
specialmente nella pianura di Gerico
(Deut. 34; 3). ma anche nelle, vicinanze di Gerusalemme (Neh. 8: 15;
Giov. 12: 13), mentre oggi è diventata rara.
Alla festa delle Capanne (Lev. 23:
34ss., ecc.), gli Israeliti costruivano
delle capanne all’aperto con rami di
di palma e di altri alberi, per ricordare i quarant’anni in cui i Padri avevano errato nel deserto abitando
sotto le tende o sotto capanne coperte di fogliame. Fra le usanze tardive connesse con questa festa, ricordiamo la seguente. Durante il sacrificio del mattino, che per la festa
delle Capanne assumeva un carattere
speciale, non solo si cantava il grande Hallei (Salmi 113-118), ma venivano anche agitati rami di palma
quando si cominciava il Sai. 118 v.
1, come pure al v. 25 di questo Salmo
(« Deh, o Eterno, salva! »); tutti giravano una volta al giorno, e sette
volte il settimo giorno, attorno all’altare agitando i rami di palma. Perciò quando Gesù entrò in Gerusalemme come il Messia, il popolo gli
andò incontro agitando rami di palme e cantando: «Osanna! Benedetto
colui che viene nel nome del Signore,
il Re d’Israele! » (Giov. 12: 13 = Sai.
118: 25 - Osanna = Deh, o Eterno,
salva!).
(dal Dizionario biblico)
Villa Olanda, a Luserna S. Giovanni — In terza pagina presentiamo l’Uliveto e Villa
Olanda, che .sono le uniche due u Case per rifugiali » in Italia (foto Costantino)
2
pag. 2
L’ECO DELLE VALU VALDESI
AT Tf V ITA'- UNIONISTA .ALLE VA L L I
8 aiprile I960 — N. 15
Il convegno di Porrero
Ai Coppieri di Torre Pellice
Domenica scorsa, com’era stato annunziato, nella sala imionista di Ferrerò ha avuto luogo il convegno delle
unioni della Val Germanasca. E’ stato im incontro simpatico in cui abbiamo potuto conoscerci come unionisti, oltre che come giovani, grazie alla presentazione che un membro di
ogni unione ha fatto delle attività
giovanili come si svolgono nella sua
comunità. Ma andiamo con ordine.
Alle 14 e 30, come era stato detto ci
siamo trovati nella sala unionista di
Ferrerò. Un discreto numero di partecipanti è intervenuto, anche se le
condizioni del tempo erano' quanto
mai incerte: erano presenti unionisti
di Frali, di Ferrerò, di Ghiotti, di Riclaretto, di Fomaretto e di Massello
Il Fastore Giorgio Tourn, cui era
stato aiBdato Tincarico di presentare
10 studio, ha illustrato quali saranno
le attività del concesso F.U.V. che
avrà luogo a Napoli il 24 e il 25 aprile,
aflBnchè le unioni che sono chiamate
a mandare un delegato non lo facciano con gli occhi bendati. Il Congresso
si propone di esaminare l’attività delle unioni nell’ultimo venticinquennio,
dall’epoca in cui, per influenza precipua del compianto Fastore Faolo Bosio, la F.U.V. ha sostituito l’A.C-D.G.
e rU.C.D.G. ; e le prospettive per l’avvenire.
Le prospettive che abbiamo se continuiamo col metodo di lavoro attuale
sono quanto mai scarse: l’oratore ha
opportunamente sottolineato che lo
ambito di influenza della Chiesa si
restringe sempre più e d’altra parte
ci si accorge che il pastore è diventato il perno attorno al quale ruota tutta la attività della Chiesa, tale che
se manca, tutto va a monte. Ora è ve
ro che il pastore fa parte delia Chiesa
ma non ne è l’unico membro, anzi
conta anche solo per uno. Queste considerazioni ci fanno convinti che se,
purtroppo restiamo sempre di meno,
debbiamo però renderci conto che è
malgrado tutto possibile ancora far
qualcosa se siamo sempre più seri ed
impegnati.
Di questo ha tenuto conto il Comitato nazionale della F.U.V. quando
ha iniziato l’esame delle possibilità di
lavoro che hanno le nostre ùnioni per
11 futuro. Se il Congresso approverà
quanto sarà proposto, è in progetto
un grande piano di studi che permet
ta a tutte le unioni di essere alla pari
con i tempi e con le circostanze della
vita di oggi per poter portare una parola cristiana non superata negli ambienti con cui veniamo a contattoi. Il
piano dovrebbe essere settennale e,
alla flne del settennio, l’unionista che
ha regolarmente frequentato, sarebbe
in grado di dire il suo parere su molti dei prctolemi ohe si pongono alla
coscienza dell’uomo oggi.
Naturalmente questo comporterà
ima diminuzione della parte giochi
che si svolge nelle nostre unioni, perciò si porrà inequivocabilmente ai
partecipanti il problema se vogliono
che l’unione sia un club ricreativo n
un centro di studio.
Fer vedere se e Ano a qual punto le
nostre unioni siano mature per un
tale cambiamento, al posto della solita discussione, talvolta un po’ troppo accademica si è avuto uno scambio di informazioni sulle attività delle unioni rappresentate. Non è il caso
di riferire i particolari della discussione, perchè più o menoi si sa che
cosa facciano le Unioni, ma ci sembra che le relazioni abbiano ampiamente confermato la necessità di un
rinnovamento. Sarà questo rinnovamento efficace? Lo si vedrà solo in seguito. Per ora cerchiamo di non cominciare a mollare, sfiduciati dalla
mole del lavoro che ci si chiede, chiedendo al Signore di dirigere ogni nostra sia pur imperfetta attività al Suo
servizio.
Un partecipante
Il nostro tempo libero
Domenica scorsa ha avuto luogo ai
Coppieri il preannunciato convegno
per i giovani della Val Pellice. Veramente. Ano aU’ultimo momento, abbiamo creduto che non potesse aver
luogo, dato che i partecipanti erano
tutt’altro che numerosi! Ma riserviamo per la fine alcune osservazioni generali. Per ora desideriamo dire che,
malgrado la mesta premessa, rincontro è stato utile, simpatiooi e che tra
i 22 partecipanti l’afiìatamento non
0 mancato. Erano rappresentate le
Unioni di Villar Pollice. Pinerolo, Rorà, Torre-Coppieri e Centro. Argomento scelto per la discussione : « Come
considerare ed utilizzare il nostro
tempo libero ». Dopo una breve intro
duzione si sono formati due gruppi
di discussicne. Dà quest’ultima è risultato che il tempo libero implica la
scelta di determinati « passatempi »,
perchè ohi si annoia spreca questo
temp'D che il Signore gli concede.
Oltre ai consueti passatempi che
sono un po’ comuni a tutti (dal cinema allo sci, dal ping pong alle passeggiate, dalle carte alla radio), si è
parlato in particolare della lettura. E’
cosi risultato che i più leggono i rotocalchi, pochi si occupano di politica o seguono comimque i grandi avvenimenti internazionali attraverso i
quotidiani, alcuni leggono romanz'. I
nostri giornali godono di un certo favore (ma specialmente per quel che
(DA LEGGERE!)
Unionisti imparate a leggere l’Eco
non solo per accorgervi degli avvisi
F.U.V,, ma anche per quello!
I TRE G, noti per lavorare talvolta
in équipe, si esibiranno a Napoli il
giorno 24 aprile, dalle ore 15 in poi.
II past. Giorgio Girardet parlerà
su : « Il movimento giovanile evangelico in Italia, dalle origini ad oggi».
Il past. Giorgio Tourn parlerà su:
« Attuale composizione delle nostre
Unioni dal punto di vista sociologico
geografico ».
Il past. Giorgio Bouchard parlerà
su : « L’attività dell’Unione locale ».
Ricordiamo che per avere il piace
re di ascoltarli basta iscriversi entro
il 12 aprile presso il past. 'Taccia, via
del Minatore 3a, Verona, versando la
somma di L. 300 sul C.C.P. n. 28/656.
Vi prego di mandarmi al più presto
il nome del vostro delegato al Congresso di Napoli, onde possa organiz
zare in tempo il bi|;lietto collettivo'da
Torino. La partenfeà è fissata per il
giorno 23 sera, col Treno del Sole,
che lascia Torino alle 20.02.
Si giungerà a Napoli alle ore 7.59
del giorno dopo. Prènderemo tutti parte al culto nella Chiesa del Vomere.
Solo due unioni si sono iscritte finora.
Il Capogruppo
concerne le ’cronache’). Alcuni hanno
confessato di non aver mai visto Gioventù Evangelica. Un gruppo ha parlato anche del ballo, notando che esso attira più le ragazze e, in generale
particolarmente i giovani ael ceto
operaio, per la semplice ragione che,
m fabbrica, non ci sono- certo molte
occasioni ai fare conoscenza od amicizia, mentre in altri ambienti vi sono
maggiori possibilità in questo senso,
se e vero che non tutto è ’limpido’
nelle saie da ballo è anche vero che
molto dipende dallo spirito con cui le
si frequenta.
»1 e sottolineato con foiza il fatto
che i passatempi ’per gli altri’, cioè
coi quali diamo qualcosa ad altri e
fi.aiuio portati ad impegnarci in qualche senso, sono da ricercare e da considerare tra i più indicati nella vita
uei giovane credente. Sarebbe necessario che si rinunciasse a vedere neìrUnlone im’attività «imposta dalla
Uh:esa » per considerarla un sano pas
satempo ’per gli altri’, nel quale tutti
si preoccupano di portare il loro coiitriDuto.
Quanti passatempi ritenuti magari
« più leggeri ». lasciano poi alla fin
fine l’amaro in bocca : pirovate ad andare al cinema tanto per andarci, anche se il film è senza valore, e saprete
dirmi qualcosa.
Il canto e l’attività filodrammatica
sono stati considerati due punti fondamentali di ogni attività giovanile
e vanno sviluppati (ben inteso in un
senso ben preciso).
Non dobbiamo, però lasciarci imprigionare dalla nostra vita ecclesiasrica: anche nelle attività ’civili’ vi
possono essere per noi molte possibilità di utilizzazione del tempo libero.
Ed è anche in questo campo che il
Signore aspetta qualcosa da noi.
Questo, molto sinteticamente, ii bilancio della giornata. Non vogliamo
tuttavia dimenticare di ringraziare
l’Unione dei Coppieri, che ci ha accolti con grande cordialità e generosità!
Ciò detto non possiamo fare a meno di sottolineare che molte Unioni
non hanno trovato il modo di mandare neppure im rappresentante. Ed
è stato un vero peccato!
Per un focolare
domestico
Riceviamo la seguente lettera •.
Egregio signor Pastore,
approvo la sua bella e buona iniziativa.
Lei ha esaudito il mio desiderio e quello
di tanti altri giovani desiderosi di formarsi un focolare cristiano.
Appartengo ad una piccola comunità
evangelica nella quale non v’è alcun giovane. Non ho quindi avuto l’occasione di
trovare un compagno della mia stessa fede. Non sono più tanto giovane, ho i
miei trent’anni e fin qui è proprio l’ostacolo della mia fede che mi ha impedito
di formarmi una famiglia. M’ero fidanzata, anni or sono, con un giovane dell’ambiente locale, ma presto gli resi la sua
libertà perchè mi resi conto che un matrimonio misto rendeva impossibile quella unione spirituale ch’io vagheggiavo.
Dissi: « O un evangelico o nulla ».
Lei col suo interessante articolo ha fatto ridestare le mie aspirazioni sopite ma
non spente. Chissà se non sarebbe possibile anche a me di trovare il compagno
sempre desideralo? Se Dio lo vuole sarà
certo possibile. A Lui la decisione!
Abito qui a X (Sud Italia), ma mi trasferirei volentieri verso il Nord ove ho
già dei parenti...
Giovanotto valdese circa trent’anni, contadino, buona situazione economica, residente Il una importante comunità del fonilovalle, gradirebbe corrkspondere con giovanetta credente, buona presenza, 24-26
anni circa, dell’anubienle waldese, senza
esclusione di quelli salutista o della Chiesa dei Fratelli.
Inviare le corrispondenze al presbiterio
di Villar Pellice, corredandole come è stalo detto con una raccomanidazione pastorale o con delle indicazioni sufficienti per
aesicurare la propria raccomanidabil'tà. Unire pure, possibilmente una fotografia. La
presenza ha pure una certa importanza nel
la costruzione di un focolare domestico.
uova pasquali
GUPER
la qualità
Italia convenienza
lieta Pasqua
oen ueva
di olooGolato
cu PER
Sulla sodila della Settimana Santa
Vorremmo commemorare degnamente i giorni dell’umana Redenzione. Invochiamo la presenza dello Spirito Santo ond’Egli venga a destare
nei nostri cuori sante disposizioni e
l’ardente desiderio di vivere per Colui che s’è dato per noi. Sia la Settimana Santa per noi tutti una fonte
di benedizione.
Fra i tanti pensieri che s’atfollano
alla nostra mente, vorrei indicarne
brevemente due che concernono particolarmente le nostre Comunità delle Valli.
lo II Venerdì Santo. Come lo celebriamo? Anticamente, nei nostri templi si celebravano dei culti durante
tutta la giornata (e si praticava il
digiuno). Foi. il declino. A tal segno
che per avere ancora una discreta assemblea si scelse il Venerdì Santo per
la Confermazione dei Catecumeni. Ri.
tengo che non sia stato un bene. Tant’è vero che ora alcune Farrocchie
fanno la Confermazione la Domenica
delle Falme. Ed è giusto. Se le condì
zioni locali non permettono di fare
tale cerimonia nel giorno che sarebbe più indicato, cioè alla Fentecoste
la scelta del dì delle Falme è buona.
Non così il Venerdì Santo. La Confermazione è sempre una festa: festa
di chiesa, festa delle famiglie, vestiti
nuovi, pranzi, dolciumi, regali... E chi
pensa ancora ai dolorosissimi ricordi
che hanno il loro punto culminante
nella Croce?
La celebrazione del Venerdì Santo
è ridotta tante volte a ben poca cosa,
anche perchè gli Uffici, gli stabilimenti industriali, ecc. sono al lavoro. Si
parla del nostro paese come del « centro della Cristianità», e si lavora, come in qualsiasi altro giorno, il giorno
che ricorda la Morte di Cristo! Furtroppo. molti nostri Valdesi sono costretti a lavorare anch’essi in quel
giorno. In parte s’è rimediato, qua e
là, col celebrare un culto la sera del
Giovedì Santo, ed esso è ben frequentato
Ma pel Venerdì Santo vorremmo
fraternamente esortare tutti quelli
che sono impegnati ed obbligati al lavoro, di unirsi ai loro fratelli in chiesa. Si lasci da parte il lavoro della
campagna. Riconosciamo al Venerdì
Santo il suo immenso significato, e
torniamo a celebrarlo con fervore.
Un secondo pensiero concerne i Cori delle solennità.
Con ravvicinarsi del Natale o della
Fasqua, le nostre simpatiche valenti
Goiaìi si preparano per rendere più
solenne il Culto speciale che sarà celebrato. E noi pensiamo con riconoscenza agli sforzi che stan facendo
in vista della prossima Fasqua. Ma
mi permetto di esprimere una preoc
cupazione. Si tratta di bene individuare io scopo che il Coro delia soleniuiu deve ragg.ungere. eguale scopo.'
tqiuello di aboeilire il Culto offrendo
uii godimento di natura artistica?
Questo le nostre oravi Corali sapranlio tarlo, e ne riceveranno meritate
iodi, in seguito, nella nostra stampa.
Ma non si dimentichi il line principale, di gran lunga più importante,
da raggiungere: quello di euiiicare,
lendsrido più impressivo il Culto, accentuando il suo carattere spirituale,
ed aiutare gli animi ad innalzare a
Dio il canto di lode, riconoscenza u
adorazione. Ma per questo uisogmi
che l'assemblea tutta quanta sappia
ncn solo come si canta, ma clic cosa
si canta. I Cori di una certa levatura
Hanno spesso dei momenti in cui la
musica ha un tale sopravvento sulla
parola da renderle inaileirabile. Ora
non occorre dimostrare una cosa mol
io semplice: che non basta offrire alTassemblea un godimento artistico
musicale, ma occorre che esso possa
associarsi al pensiero certamente elevato che il Coro contiene. Quante
volte abbiam criticato l'uso corrente
in altra Confessione di celebrare il
Culto in lingua latina. E proprio in
questi giorni l’altra Confesisione incomincia a rimediare. Rimediamo anche noi ad un inconveniente di cui
non si deve sottovalutare la gravità.
Il rimedio è rriolto semplice. E’ già
stato praticato con soddisfazione. Si
tratta di distribuire all’ingresso del
Tempio un piccolo foglio con le parole del Coro. Tutto qui. Molto facile,
e soprattutto molto importante. Ognuno potrà seguire e spiritualmente
unirsi a.la Corale; poi porterà il foglio a chi ha dovuto restare a casa.
Qualora in qualche Farrocchia non
si potesse farlo, sarebbe bene che il
Pastore leggesse le parole del Coro.
Ma ritengo che l’uso del ciclostile,
oggi così diffuso, renda la cosa facile
per tutte le Comunità.
Non ch’io voglia dar consigli. Ma
mi muove il desiderio che i nostri
Culti siano veramente in tutto e per
tutto dei Culti offerti da tutti insieme per la gloria di Dio.
G. Bertinatti
Egregio Sig. Direttore,
Sono un po’ sorpreso eli leggere quanto
pubblica l’Eco il 25 marzo sotto la rubrica: Una domanda sènza risposta.
Lei accenna a lettere pervenute al Direttore che sono pervenute e non rivelano
assolutamente nulla sul pensiero dei Vaidesi delle Valli che non sia già noto e
più oltre scrive: « Vediamo ed auspichiamo la corrispondenza dei lettori che ci
faccia sentire il polso di quanti ci leggono e quello che attendono da noi ».
Le avevo inviato poclie settimane or
sono una lettera a proposito del commento dell’Eco all’articolo: a Risaliamo insieme alle fonti », ma non solo non se ne
è fatto alcun cenno sul di Lei giornale,
ma nemmeno me ne lianno accusato ricevuta.
Nulla di male, glielo dicevo già nella
mia lettera di accompagnamento lascian.
dola completamente libero di pubblicare
il mio commento o non pubblicarlo.
Ma allora non lamentatevi se vede c!ie
non è (he « nessuno attende nulla » (come scrivete) ma piuttosto che diversi lettori avranno cercato di corrispondere coll’Eco e non avranno ricevuto riscontro alle loro osservazioni.
Con tutta cordialità.
Ing. Roberto Turin.
Colto in flagrante delitto di scortesia!
L'articolo — era più che una lettera —
che ring. Turin ci aveva inviato poneva
problemi abbastanza gravi (confronto fra
certi aspetti della dottrina cristiana e altri simili in varie religioni) che non ci
sentivamo di abbordare alla leggera sulTECO; l’articolo non è però stato cestinato (!) ma aspetta, con qualche altro,
nella nostra cartella. Del resto, Tlng. Turin stesso si rimetteva appunto al nostro
giudizio per la pubblicazione o meno.
( La rubrica del 25 marzo era di un nostro
collaboratore, non redazionale). Ma ho
mancato nel rimandare — finendo per dimenticare — una rispo.sta che invece era
più che doverosa. Ne dò atto con molta
confusione, tanto più che veramente la
corrispondenza dei lettori ci sta molto a
cuore; tengo qui pure a ringraziare quanti ogni tanto ci inviano ritagli o segnalazioni di giornali e riviste, che, anche .se
non sempre possiamo pubblicare sin pure
in parte (solo Timpaginatore sa come
l’Eco è subito pieno, e fin troppo!) ci
interessano tuttavia assai e possono offrirci utili spunti. Non si creda con questo
che la nostra cassetta si sia mai riempita
di lettere dei lettori: abbiamo pubblicato
tutte quelle che ci .sono pervenute, con
un paio di eccezioni, motivate. Perciò
mentre mi .scuso con Tlng. Turin, rinnovo a lui e a tutti Tinnito: scriveteci! brevi e sodi.
Gino Conte.
Judas, juge
de lui-mêm
editto Snero
Le Feste di Canto avranno luogo
alle date seguenti:
CORALI
Domenica 1 maggio, ore 15 : nel Tempio di Fomaretto.
Domenica 8 maggio, ere 15: nel Tempio di Torre Pellice.
SCUOLE DOMENICALI
Domenica 15 maggio, ore 15 : nel Tem.
pio di Pinerolo, per le S D. della
\/aI San Martino.
Domenica 15 maggio, ore 15 : nel Tem.
pio di Torre Pellice per le S. D. della Val Pellice.
Le prove d’insieme avranno luogo
alle ore 14 rispettivamente: nel (jonvitto di Fomaretto. alla Casa Valdese
di Torre Pellice e nella sala adiacente al Tempio di Pinerolo.
La Commissione del Canto Sacro
e
A peine Judas a-t-il reçu le pain
rompu de la main de son maître, que
Satan entre en lui (1). La participation de l’apôtre à la Cène provoque
irrésistiblement le diable à agir. Et
parce que, maintenant, les dés sont
jetés, Jésus donne cet ordre à Judas : « Ce que tu fais, fais-le au plus
vite ». Et Jean ajoute; « Il faisait
nuit »...
Mais les ténèbres, complices de
Judas, si épaisses soient-elles, ne
peuvent empêcher Jésus d’être et de
demeurer souverainement maître de
la situation. Au moment où le diable
manoeuvre Judas, il se trouve que
celui-ci, dans la nuit de la trahison,
ne peut pas faire autre chose, en
désobéissant, qu’obéir à l’ordre de
celui qui reste son Seigneur; «...Faisle au plus vite »!
Dès lors, en effet, tout se déroule
vite. D’abord le fameux baiser dont
on a fait le comble de l’ignominie,
sans remarquer qu’en le donnant.
Judas, involontairement, témoignait
qu’il était toujours l’un des Douze et
comme tel, incapable de livrer son
Seigneur sous un autre signe que
celui de l’amour! Puis la repentance, — une repentance près de
laquelle celle de Pierre semble
peu de chose. Car Judas ne se
contente pas de verser quelques larmes. Il confesse courageusement sa
faute en même temps que l’innocence de sa victime: « J’ai péché en livrant le sang irmocenty) (2) et il rend
aux prêtres l’argent qu’il en avait '
reçu. Cependant ce repentir si sérieux n’est que l’ombre d’une repentance véritable ( comme le baiser
n était que le simulacre de l’amour).
Formellement parfait, ce repentir
est vide, et il débouche sur le vide
et le désespoir. Pourquoi? Parce que
Judas ne conçoit pas un seul instant
que sa victime puisse être son juge
oit son avocat.
Pourquoi s’est-il jugé si vite, comme s’il ny avait plus rien à attendre
de per.sonne, surtout pas de Jésus!
Pourquoi n’a-t-il pas attendu que la
croix se dresse, sur laquelle Jé.sus
dira (pour Judas aussi) -. « Père,
par donne-leur, ils ne savent ce qu’ils
font y>? Fut-il tellement plus coupable que Pierre qui fut pardonné?
Sans pitié pour lui-même. Juilas
se pend. Cet homme ne peut plus
vivre après avoir livré Jésus à ta
mort. Cet homme découvre, trop
tard, que Jésus était sa seule raison
d être! Avec force, le .suicide de
Judas atteste que Jésus de Nazareth
est pour chacun de nous la seule
Voie, la seule Vérité, la seule Vie.
très fort, très haut, ce. suicide proclame que celui qui élimine Dieu de
sa vie travaille à sa propre mort.
Tel est le témoignage de Judas
qui, malgré son terrible péché, demeure. l un des Douze et qui, jusque
dans la forme de sa mort, reste
étrangement proche de celui qui va.
être crucifié. Car l’arbre où l’apôtre se pend offre avec la croix une
ressemblance ténébreuse. Et c’est
justement la malédiction qui pèse
sur Judas, que Jésus va porter, selon
ce qui est écrit: «Maudit est quiconque est pendu au bois » (3).
Edmond Jeanneret
(1) Jean, ch. 13.
(2) Matthieu, ch. 17.
(3) Galates, ch. 3, v. 13.
(La Vie Protestante)
3
1
N. 15 — 8 oprile 1960
LTECO DEIXE VALLI VALDESI
pag.
L’Ulii/eto, anno settimo
Sul diario del mio predecessore,
il primo e mai dimenticato direttore
Ernesto Benech, alla data del 23
ottobre 1953 si legge: Prima notizia della costituzione dell’Opera e
prima proposta d’incarico. UUliveto
ha dunque ora sei anni di vita.
Il primo gruppo dei nostri rifugiati, tutti russi, giunse qui il sette aprile
1954 proveniente dal Campo Profughi di S. Sabba a Trieste.
In questi sei anni di vita si sono
fatte e si è cercato di fare molte cose;
sono state migliorate le case d’abitazione, sono state create varie piccole
attività agricole che, occupando i rifugiati e procurando loro anche un piccolo compenso mensile, aiutano la
casa a far fronte alle sue ingenti spese.
Per la costruzione di pollai razionali, di moderne stalle per allevamento suini siamo stati grandemente aiutati dall’Aiuto Svizzero e dalla signorina Balmelli, che ne è la delegata
per l’Italia e una cara amica e benefattrice deirUliveto. L’anno scorso
per suo tramite, abbiamo anche avuto in dono un bel motocoltivatore che
facilita tutti i lavori agricoli; macchina che era stata prima assegnata a
un Campo Profughi del Sud Italia,
ma che non interessando quei particolari profughi poco propensi al lavoro agricolo è stata trasferita all’Uliveto.
Il signor Guido Comba grande amico e patrono della nostra casa in
qualità di delegato del Consiglio Ecumenico ha sempre cercato di aiutarci
in tutti i modi per rendere il più possibile serena e felice la vita della famiglia dell’Uliveto. Sono così stati
perfezionati i servizi igienici, si è costruita un’ ampia legnaia - magazzino
e un garage per ospitare il nuovo autocarro; per finanziare queste cose
il Past. Comba ha fatto e... farà ancora miracoli di cui gli siamo... e saremo molto grati.
Questo è l’anno del rifugiato e sono molteplici le iniziative di persone,
di Enti, di Unioni per aiutare nei modi più svariati queste persone che sono spesse volte tanto infelici anche
quando hanno, a parere nostro, tutto
il necessario!
La Comunità Valdese di Luserna
San Giovanni e le Autorità Comunali
locali circondano di affettuose premure i nostri cari esuli, l’Unione femminile sta preparando una serata « Pro
Uliveto ». 1 pastori locali sono sempre presenti e graditi ospiti nelle circostanze liete e tristi della nostra famiglia. Il nostro Natale è ogni anno
rallegrato da uno splendente abete
offerto dalla Parrocchia Valdese.
L’Unione delle Madri di Villa/
Petlice ha invitato in questi giorni un
gruppo dei nostri rifugiati (inviando
un pullman a prenderli) per una simpatica e fraterna riunione seguita dalla tradizionale e
sempre apprezzata
tazza di thè ben
guarnita, l’idea è
stata davvero gentile e molto gradita! L’Unione Femminile di S. Germano Chisone ci
annuncia una visita per il 21 corr.
Uno dei nostri rifugiati è stato gentilmente invitato a
parlare al Rotary
Club di Pinerolo
per interessamento
del nostro premuroso sovrintendente l’Avv. Ettore
Serafino di Pinerolo al quale dobbiamo anche il ricevere ogni tanto apprezzatissimi doni. L’Unione femminile di
Firenze ha inviato una somma per
il Natale dei rifugiati ed una gentile
Signora, sempre di Firenze, ha venduto colà della lavanda « Pro Uliveto ».
I rifugiati vedono che la gente non
li dimentica, s’interessa a loro e non
dovrebbero sentirsi soli poiché vivono in comunità ma il dramma della
loro vita passata fa sì che molte volte si chiudano in loro stessi e che
nulla e nessuno, anche se animato di
buona volontà, li possa aiutare!
Questo è il dramma dal rifugiato,
egli è solo con i suoi ricordi, con i
suoi dolori, con le sue amarezze e
Direttore : Prof. Gino Costabel
Pubblicaz. autorizzata dal Tribunalf
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955
con negli occhi ancora la visione di
scene violente, di sofferenze, di campi
squallidi e tristi, egli non spera più
e non crede più nella bontà degli uomini, è diffidente, amareggiato e molte volte scontroso; il vecchio attende
la morte e il giovane attende che gli
diano un permesso di lavoro, una
possibilità di ricrearsi una vita e di
rendersi indipendente. Ma quando avverrà questo?
Brevemente narrerò la vita di alcuni ospiti dell’Uliveto: Uno di loro
prima della Rivoluzione era un semplice marinaio forte, robusto e pieno
di vita; suo zio era ufficiale sulla sua
nave e venne ucciso per ordine del
Comitato Rivoluzionario, egli allora
pugnala nella schiena il Presidente di
tale Comitato e si getta in mare; naturalmente viene fatto segno ad una
sparatoria poi in seguito riesce a salvarsi e viene raccolto da una nave
turca. Combatte ancora nella Armata
Bianca, salva il suo capitano ferito
trasportandolo a spalle p>er ore, in
seguito l’esilio, egli lavora duramente
ma piano, piano l’alcool diventa per
lui il compagno indisp>ensabile; arriva all’Uliveto (dopo un soggiorno
nei campi) e qui quando non è ubriaco è un ottimo lavoratore, ma purtroppo egli riprende a bere sempre
più schiavo del suo vizio e pone fine
ai suoi giorni tragicamente.
Un altro, un ex ufficiale decorato
della più alta onoriffoenza militare,
la Croce di San Giorgio, che dava
diritto, in Russia, alla nobiltà e al
soggiorno presso le Residenze dello
Zar, un grande eroe per l’esercito Imperiale russo, combatte nell’Armata
Bianca anche se mutilato, passa in
Iugoslavia dove lavorando si rifà
una vita, ma deve una seconda volta
lasciare ogni cosa e partire. Il campo,
poi L’Uliveto dove si dedica con ardore alla creazione delle nostre varie
attività e in modo particolare all’apiario poiché è un appassionato apicultore, ammalato ffn da Trieste di cancro egli termina i suoi giorni al Sanatorio San Luigi di Torino e muore
cosciente come un vero soldato ringraziando, dL aver goduto della pace
delle nostre care Valli nei suoi ultimi tre anni di vita.
Un altro, cavaliere cosacco venuto
in esilio prima di quest’ultima guerra, si trovava già in Italia dove aveva organizzato una sua troupe di
« Gighit », cioè cavalieri che si esibivano in esercizi molto difficili di acrobazia sui cavalli, egli era molto bene
accolto dovunque; ora egli conserva
la bellissima sella del suo cavallo, è
sempre taciturno, e desidera stare da
solo.
Un altro, anche lui un valoroso
capitano, ha avuto qui all’Uliveto già
tre volte la visita della sua istitutrice,
una vecchia signorina svizzera. Quan
do questa si recò in Russia aveva diciassette anni, otto più del ragazzo
di cui doveva occuparsi; alla Rivoluzione lei rientrò nel suo paese con
l’ultimo treno di diplomatici e il ragazzo, diventato uomo e ufficiale combattè nell’Armata Bianca e in seguito
andò in esilio in Turchia e Iugoslavia da dove dovette nuovamente partire. L’amicizia fra istitutrice e pupil
lo durò tutta la vita e si rinsaldò sempre più. Proprio ultimamente mi scrive che i giorni passati in Russia presso quella famiglia rimangono i più
belli della sua vita!
Ognuno ha la sua storia, il suo
dramma e tutti hanno la nostalgia
per la loro terra, ricordano con malinconia il suono delle loro campane. Un giovane rifugiato che ha potuto emigrare negli S. U. ha inviato
dei dischi di musica russa religiosa e
profana; quando ascoltano questa
musica sui loro volti passa come un
velo e si può leggere nei loro occhi
l’amore per questa terra lontana che
la musica evoca.
Il rifugiato in genere ha un cuore
sensibile e generoso (almeno quelli
ospitati all’Uliveto) quello che lo tocca moltissimo è il sentire che la gente si rivolge a lui nella sua lingua,
egli può con gioia sacrificare qualcosa per fare una gentilezza.
L’anno scorso sull’orlo della fossa
aperta per accogliere i resti mortali
della mia cara Mamma i rifugiati
avevano posto un mazzo di fiori con
un bel nastro bianco; al mio arrivo
al cimitero quel mazzo mi commosse
moltissimo e pareva che fosse stato
messo lì per rendere meno penoso
l’ultimo addio ad un essere per me
tanto caro; che gentile e squisito pensiero! Sapremmo noi fare meglio e
saremmo migliori se avessimo passate tutte le traversie di questa gente?
Non so se queste mie povere righe
avranno resa l’idea di che cos’è un
profugo e qual’è il suo dramma.
Noi che siamo in un paese libero,
che abbiamo una nazionalità, noi
che amiamo tanto le nostre care Valli ci rendiamo conto di che cosa sarebbe per noi esserne strappati per
sempre senza speranza di ritorno?
Aiutiamo dunque questi nostri fratelli (anche una sola parola buona è
sufficiente talvolta) e pensiamo che
ogni cosa che avremo fatta per loro
sarà fatta per il Signore.
« Poiché ebbi fame, e voi mi deste
da mangiare; ebbi sete, e voi mi deste da bere; fui forestiere, e mi accoglieste » (S. Matteo, cap. 25, v. 35).
E. Malati.
(Le foto sono del Past. R. Jahier),
In Aprile 70 nazioni (fra cui l’Italia) lanceranno contemporaneamente
dei francobolli in occasione dell’Anno
Mondiale del Rifugiato. E’ la prima
emissione filatelica internazionale di
questa ampiezza, sotto gli auspici dell’O.N.U.
Colonoello Nicola Tkacev
Nato a Orechovo, in Russia, il 10-31883, deceduto a Villa Olanda il 17
marzo u. s.. Suo padre era un ricco
possidente terriero. Benché la famiglia fosse numerosa, la vita trascorreva molto facile. Il bambino fu educato in vista della carriera militare.
Frequentò 7 anni la scuola di Kamiskin e 2 anni la Scuola Militare di
Kiev. Si sposò nel 1907, a 25 anni. Durante la rivoluzione la coppia fu separata e la moglie con la bambina si
ritiene siano rimaste in Rusàa. Di
esse non si sono più avute notizie. Il
Col. prese parte alla guerra contro
il Giappone e riportò gravi ferite.
Combattè anche nella prima guerra
mondiale e quindi nell’Armata Bianca. Venne evacuato con l’armata del
generale Wrangel nel 1920 in Yugoslavia. Lì potè ottenere im lavoro nella ferrovia in Ljubiana. Esso cessò col
Maria Bereshenkoff
nata a Savod Uzian O
renburg, 1« governatorato della Russia, il 20-71896. Rimase orfana della madre all’età di 6 anni. Il padre si risposò e
a 8 anni partì con la
numerosa famiglia per
Harbin (Manciuria). Si
spesò con Terenty Beres.
henkofl, macchinista nelle ferrovie dello stato,
quando aveva 19 anni.
Ebbero la vita facile.
Proprietari di tre piccoli appartamen'ti che af
flttavano. Nel 1956 i co
mimisti cinesi diedero
loro 200 rubli per quella
casa che era loro costa
ta nel 1910, 1500, e si sta
bilirono in una stanza.
Lui pensionato e lei per
1 anno e mezzo andò a
servire in casa di una
-signora cinese. Mentre
i cinesi vivevano discretamente i russi erano
tesserati. 50 gr. di pane
al giorno e qualche voi
ta un po’ di verdura, la
frutta si trovava più facilmente. Saputo che si
poteva espatriare, scrisse alla figlia di Tolstoi
che è presidente della Tolstoi’s Foundation,
perchè voleva andare in
r^me di Tito quando il colonnello
dovette scappare soprattutto perchè
Presidente dell’Unione Militare Russa per la Slovenia. Si rifugiò in Austria. Li fu preso dagli inglesi che
stavano per rimpatriarlo ma il nostro
Colonnello pose il suo rifiuto e chiese
d’essere mandato in Italia. Temporaneamente dovette raggiungere la
Vlassov’s armata (Corpo Russo). Poco dop« il Colonnello fu ferito e
mandato in Italia in un ospedale vicino a Ferrara. Appena rimesso egli
venne a Roma dove prese la Direzione del Club Russo.
La descrizione che ci è stata fatta
del Colonnello Tkacev, nella richiesta di accoglimento a Villa Olanda è
stata questa: Un patetico vecchio signore, attaccato al suo lavoro e molto riluttante a lasciarlo. Il circolo
Russo gli ha dato ima stanza e un
pasto al giorno. La stanza è buia
umida, fredda e sporca.
Svizzera ma la risposta
fu negativa. Non c’era
posto. Avendo letto da
bambina dei libri che
parlavano dell’ Italia
scelse ritalia. Quando
giunse a Villa Olanda
non voleva credere che
quella bella casa sareb
be stata la sua. Riprese
a vivere. Ha perso due
fratelli in guerra.
Ivan Riakkoff
nato a Nosofka Lavod,
1« gov.to in Russia, il 94-1877, analfabeta, calzo
laio. Non ha più saputo
nulla delle sue due so>relle e dei suoi due fra
telli. Vita sempre diffìcile. A Harbin viveva con
la moglie in una camera per la quale pagavano 4 rubli mensili. I co
munisti li scacciarono e
dal 1956 vivevano in uno
scantinato. Oltre- ai 50
gr. di pane al giorno,
qualche volta potevano
pagarsi il lusso di ccmpe-rarsi im pezzo di « cavolo nero » ma molto di
frequente le giornate
passavano senza che toccassero cibo.
A VILLA OLANDA
tanti anni, una casa
« Villa Olanda » è stata creata come casa di riposo per profughi mediante un accordo fra l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e il Dipartimento d’aiuto ai rifugiati del Consiglio Ecumenico delle
Chiese. L’Alto Commissariato ha fornito i mezzi per l’acquisto della proprietà (1957), il Consiglio Ecumenico
versa una quota, una tantum, per
ognuno dei rifugiati che viene accolto
a Villa Olanda, quota che copre però
le spese solo per un certo numero di
mesi; la Chiesa Valdese ha provveduto alle necessarie trasformazioni
(l’autunno scorso è stata ancora costruita e inaugurata la cappella ortodossa), e ha promesso di mantenere i
profughi fino alla fine della loro vita.
Il motivo per cui la Chiesa Valdese
ha accettato tale responsabilità è stato
il suo desiderio di contribuire alla soluzione del problema dei rifugiati, come cercano di fare le altre Chiese cristiane.
Nessuno partecipa alle spese ai
Villa Olanda, ma vi sono Chiese
(U.S.A., Svizzera, Germania) che hanno fatto e fanno dei doni. Inoltre sono stati inviati: dalle A.A.I.I. (Attività Assistenziali Italiane e Internazionali): panettoni e caramelle a Natale; dall’E.N.D.S.I. (Ente Nazionale
Distribuzione Soccorsi per l’Italia):
vestiario, cucirini; dalle Scuole Domenicali e dalle Chiese Riformate dei
Cantoni di Berna, Argovia, Turgovia
e Appenzell: pacchetti natalizi. Un
appello rivolto alle Leghe femminil’
delle Chiese di Milano, Bergamo, Como e Torino ha suscitato molto interesse, e sono giunti generosi doni di
vestiario e biancheria.
Villa Olanda, da albergo è stata
trasformata a Casa di Riposo per
Profughi e risponde a tutte le necessità moderne. Comprende 53 locali
di cui 43 camere (con servizio di acqua calda e fredda e riscaldamento
centrale) a 1, 2 e 3 letti. Le altre dieci servono da cucina, sala di lettura,
salotto, stireria, ufficio, direzione ed
un piccolo appartamento per il direttore. L’infermeria e Tambulatorio,
completamente nuovi e ben attrezzati formano un tutto a parte ed isolato.
Posizione incantevole, soleggiata, a
pochi passi dal centro e pur così lontana dai rumori. Oasi di pace per i
profughi che hanno tanto tribolato
nella vita passata! La proprietà comprende anche un bel parco dagli abeti centenari e del terreno in parte coltivato a frutteto. Sono stati piantati
l’autunno scorso 100 pioppi.
Gli ospiti
Sono stati 58. Ora ne mancano 5.
Quattro deceduti e una tornata a vivere a Roma. Di questi 53 una quindicina (russi, rumeni, ungheresi) parlano il francese, l’italiano, l’inglese e
il tedesco e provengono dai campi o
da altre località d’Italia dove giunsero molti anni addietro. Gli altri parlano soltanto russo e provengono dalla Cina, la maggior parte da Harbin.
via Hong-Kong. Sono ortodossi (un
sacerdote, il pope Igor Trojanov, viene a visitarli una volta ogni 6 settimane circa), cattolici e protestanti.
Non possiamo accogliere profughi
che non abbiano raggiunto i 60 anni.
Ne abbiamo 3 che stanno per arrivare ai 90.
Si sono ripresi a vivere con una
energia sorprendente. Penso che questo sia dato dalla vita comoda che
hanno trovato qui e dall’età che non
permette loro di fare molti progetti!
Il Dottore li visita ogni 15 giorni
e l’infermiera è a loro completa disposizione.
Sono rappresentate tutte le classi
sociali, dal principe alla mendicante
Cosa fanno ?
La Corale tiene occupato un gruppetto due ore al giorno. La liturgia
ortodossa russa è vastissima.
La Biblioteca apre i suoi battenti
due volte alla settimana. Ha un totale
di 1151 tra libri russi, tedeschi, inglesi, francesi ed italiani. Il bibliotecario
riceve anche parecchi giornali russi.
In occasione del Natale « The Wings
of Friendship » di Oxford ci ha mandato due begli esemplari di capolavori russi.
Le lezioni d’italiano impartite da
un nostro Ospite raggruppano due sere per settimana un gruppetto di 6
assidui e diligenti scolari.
I lavori sono svariati e tengono
soprattutto occupate le donne. Ne troviamo in cucina, in sala da pranzo e
in lavanderia, oltre ai lavori di pulizia, parecchie si sono perfezionate nei
lavori di cucito, maglieria ed uncinetto. Non va dimenticato il tradizionale punto in croce russo. Comprensive del momento difficile che la
direzione sta passando, hanno accettato con gioia di preparare dei lavori
per una esposizione di lavori prò Villa Olanda che vorremmo poter tenere nel mese di Agosto. Non altrettanto facile è avviare gli uomini a lavorare. Perciò si è pensato di invitare
qualche artigiano che si metta a disposizione e interessi al suo lavoro
i nostri profughi.
Anche se i primi contatti fra le diverse classi sociali non sono stati senza provocare qualche reazione, ben
si può dire che Villa Olanda, malgrado tutto, conserva la sua ragione
d’essere, quella di una « Casa di Pace ». In genere i profughi sono rispettosi e buoni. Qualche difficoltà con
individui dai nervi malati e da quei
profughi provenienti dai campi, che
sono sempre i più difficili.
I nostri profughi sono molto riconoscenti quando possono prendere
parte a certe manifestazioni della nostra Chiesa.
Sono stati invitati a cantare alla
Festa di Canto delle Corali tenutasi
l’anno scorso nel Tempio di Luserna
San Giovanni.
La Società di cucito di Torre Pellice è venuta a lavorare qui un pomeriggio. Questo è stato un simpatico
incontro reso memorabile da una fotografia in gruppo!
Pure la Corale è venuta ripetutamente. Questi incontri sono desiderati, apprezzati e benefici. Le orfanelle tornano ogni Natale a rallegrare
coi loro canti e danze ritmiche i nostri vecchi.
Infine un graditissimo invito ci è
stato rivolto dall’Unione delle Madri
del Villar, invito esteso anche ai profughi dell’Uliveto che ci ha dato occasione di passare un bel pomeriggio in
comunione gli uni con gli altri. ¿M solito i nostri profughi rispondono compatti e felici a questi inviti!
Alice Nisbet
4
pag. 4
L'EGO DELLE VAfJ.f VALDESI
8 aprile 1%0 — N. 15
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
Tempo di Pasqua, — I fedeli sono invitati a seguire le adunanze meditative e
di edifìcazione che in diversi quartieri si
svolgeranno come ségue :
ai Jourdans il lunedì sera,
ai Martels (anche per i Pone e per i Ma*
lans), il martedì sera,
ai Prassuit-VeTné^ il mercoledì sera,
nel Tempio del CapoluogOf il giovedì
sera. Quest’ultìma riunione sarà accompagnata dalla celebrazione della Santa Cena.
Domenica, ricorrendo la festività delle
Palme, alcuni catecumeni professeranno la
propria fede e verranno ammessi in piena comunione con la fratellanza. « Venite
con noi, e vi faremo del bene ».
Visita giovanile. — Buona parte della
gioventù dell’Unione di Prarostino ha restituito la visita ai Prassuit-Verné, oifrendo al nostro pubblico, la sera del 3 aprile,
un ottima edizione della « Rinnegata » di
Samuele Tron. Un vero peccato che il tempo pessimo abbia ostacolato l’affluenza del
pubblico alla simpatica manifestazione di
fraternità intercomunitaria. A rivederci!
Riunioni quartierali. t— La circolare ecclesiastica, in distribuzione per la Settimana Santa, contiene il calendario delle
riunioni quartierali per aprile e maggio.
Consultatelo! Risulta da esso che ai primi
di maggio, le riunioni dei Martels e dei
Jourdans saranno sospese, mentre quelle
ai Prassuit-Verné e ai Pons, dato l’argomento che vi viene trattato, proseguiranno a ritmo accelerato settimanalmente fino
alla fine del mese. Speriamo, nonostante
l’approssimarsi della primavera (di quella
reale, che a tutt’oggi è molto... squallida),
e dei lavori della campagna che gravano
duramente sui nostri fratelli, di poter contare sul solito pubblico delle nostre adunanze religiose.
Uti gigantesco... vegetalel — Con l’aiuto di Alfredo Sappé e del venerando Stevo
Bertin, del Verné, si sta preparando — e
speriamo che non vorrà troppo tempo —
un gigantesco... albero genealogico della
famìglia Bertin-Verné e numerosissimi discendenti ! Chiederemo a suo tempo la
benevola collaborazione di questa formidabile dinastia angrognina. r. b.
Ua Comunità esprime la sua viva riconoscenza alla Corale di Torre Pellice per
la sua gradita visita di domenica 20 marzo
e per l’ottimo trattenimento familiare offertole.
Domenica 20 marzo una cinquantina dì
mamme della Chiesa di Bobbio Pellice si
recava in visita presso la Comunità sorella di San Secondo di Pinerolo. Dopo
aver partecipato al culto, le mamme erano invitate per il pranzo presso varie famiglie ; in seguito partecipavano ad un
simpatico trattenimento familiare nel corso del quale udivano il messaggio del Pastore A. Genre. Le mamme di Bobbio, vivamente riconoscenti, ringraziano il Pastore e la Chiesa di San Secondo per la
fraterna accoglienza ricevuta e dicono loro
un affettuoso «arrivederci» a Bobbio.
Domenica sera 27 marzo, sia pure sotto
la pioggia, la nostra Corale e la Filodrammatica della Unione dì Bobbio-centro si
sono recate in visita alla Chiesa di San
Secondo. La Filodrammatica ha recitato
la commedia drammatica di Renzo Perolti « Valanghe » e la Corale ha cantato inni
e cori. La simpatica serata è terminata intorno alla tradizionale tazza di thè. Un
grazie per la fraterna accoglienza ai fratelli Sansecondini.
Sabato 2 aprile nel nostro Tempio è
stata invocata la benedizione di Dio sul
matrimonio di Armand-Hugon Davide
Giorgio (Torre Pellice) e Garnier Maria
(Serre Campi). Agli sposi, che si stabiliscono a Torre Pellice, rivolgiamo ancora
l’augurio di ogni benedizione divina e di
ogni bene « nel Signore ».
Domenica 3 aprile è stata invocata la
benedizione di Dio sul matrimonio di
Gamba Delio Pietro (Brueras) e Bonnel
Rita (Sea). La grazia e la gioia del Signore circondino ed accompagnino sempre
questo nuovo focolare fondato nel Suo
nome. e. a.
VILLA8ECCA
Domenica 27 Marzo è stato amministrato il Battesimo a Lilia Peyranel di
Renato e di Marta Clot del Reynaud. 11
Signore benedica questa bambina e le dia
di crescere in statura ed in sapienza dinnanzi a Dio ed agli uomini.
Il 31 Marzo è deceduta al Malpas (Pomaretto) la sorella Caterina Clot n. Bertoni, da poco scesa col marito verso il
fondovalle, dopo aver abitato per molti
anni al Ciai, sopra al Trussan.
In assenza del Pastore G. Bouchard, il
funerale è stato celebrato il 2 Aprile, a
Pomaretto, dai Pastori Davite e Micol,
con un numeroso concorso dì amici. Giunga ancora al Marito ed ai Figli Pespressione della nostra cristiana solidarietà.
La Filodrammatica dei Chiotti ha presentato il 3 Aprile, a Villasecca, il lavoro :
« La casa delle Maddalene » in due atti
e quatto quadri, di argomento valdese.
Esprimiamo il nostro ringraziamento agli
attori che si sono impegnati in questo lavoro con amore e con successo, e ringraziamo quanti hanno contribuito in vari
modi alla buona riuscita di questo incontro fraterno.
Nel mese di febbraio abbiamo celebrato il servizio funebre di Baret Emilio de
ceduto all’ospedale di Pomaretto dopo alcuni anni di infermità: un folto pubblico
di amici e parenti ha preso parte alle esequie.
Recentemente sono stati pure celebrati
i servizi funebri di Galliano Susanna nata
Gurdiol del Clot Inverso, deceduta dopo
una crudele infermità e Rihet Maria nata
Rostaing dei Masselli in condizioni di salute poco buone già da alcuni anni. Molti
amici e parenti hanno preso parte al rito
ed hanno ascoltato il messaggio della Luce
in Cristo.
Alle varie famiglie inviamo il nostro
pensiero di profonda simpatia cristiana.
Recentemente abbiamo avuto la visita
del Pastore Giovanni Tron e Signora e del
Pastore emerito Luigi Marauda. Il Pastore
Tron e la Signora hanno- trascorso l’intera
giornata nel clima delle attività ecclesiastiche rivolgendo messaggi sin dal mattino a tutte le varie categorie di persone e
terminando la sera con un messaggio all’unione giovanile. Siamo molto lieti di
inviare un pensiero di viva riconoscenza
al nostro collega ed alla Signora per i
messaggi vibranti e profondi nonché un
pensiero augurale per il loro viaggio a
Montevideo dove essi dirigono la comunità valdese. Il Pastore Marauda ha rivolto
un caldo messaggio in lingua francese la
domenica 27 marzo in assenza del Pastore
ed ha presieduto un servizio funebre nel
pomeriggio. Siamo lieti della collaborazione del signor Marauda sempre sulla
breccia per l’opera del Signore.
Domenica 27 Marzo i catecumeni dei
quattro anni con un gruppo di giovani
hanno svolto una missione presso i malati
ed i fratelli e sorelle anziani con un culto
liturgico e canti in tutta la parrocchia.
Siamo lieti del servizio cb’essi hanno reso
e formuliamo l’augurio -che la comunità
possa sempre più comprendere il valore
del servizio per Colui ehe è venuto a servirci dando il Suo Figliolo per noi.
Domenica 3 Aprile la sezione cadetti ha
preparato una simpatica serata familiare in
un clima di simpatica fraternità recitando
« Cappuccetto rosso ». Con un canto d’assieme s’è terminata la riunione fraterna.
Ringraziamo caldamente le responsabili
della sezione cadetti. Signorina Lauretta
Micol e Revel Emilia, nonché la signora
Bouchard e la signorina Adele Revel e
quanti hanno collaborato per la serata, le
mamme che hanno preparato la tazza di
thè per i bimbi col contorno. Un grazie
anche alle attrici e attori in erba, specialmente a « Cappuccetto rosso ».
Ai Ciampetti, dove erasi da poco trasferito, con la sua famiglia, é deceduto
Long Giovanni Giacomo, di Pomeano.
Egli aveva 66 anni. Da tempo era cagionevole di salute, ma nulla lasciava prevedere una fine cosi sollecita. Si sarebbe
detto anzi che il clima relativamente più
mite lo avrebbe aiutato, se non ad eliminare, almeno a limitare i disturbi del fastidioso malanno. Il Signore invece ha
deciso diversamente e lo ha chiamato a
Sé più presto di quanto si sarebbe potuto pensare. Egli lascia un vivo ricordo
di sé e il dolore del distacco é reso meno
vivo dal pensiero che le sue fatiche sono
ora finite e che egli riposa ora nella casa
del Padre. Alla vedova, alla figlia, ai fi
gli e ai parenti tutti rinnoviamo l’espres
sione della nostra fraterna simpatia.
Esprimiamo pure la nostra solidarietà
iTistiana a Levi e Dina Clot, dei Pellenchi, che hanno avuto il dolore di perdere
la loro mamma e suocera, deceduta a Po
maretto, anche lei all’età di 66 anni.
« Io —■ dice Gesù — sono la risurrezio
ne e la vita ; chi vive e crede in me, an
che se muoia, vivrà» (Giov. 11: 25).
Terminato il periodo della loro ■ istru
Ziùlle ,'catechetica, quattro giovani catecù
meni della nostra Chiesa si preparano a
confermare il voto del loro battesimo e
ad essere ammessi quali membri comunicanti con la pubblica confessione della
loro fede personale. La loro confermazione avverrà la domenica di Pasqua. Fissi sono: Beux Clelia, Plavan Aldo, Plavan Rina, Sappé Elisa.
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di fronte Caserma Berardi (Alpini)
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La Comunità si ricordi di questi giovani per circondarli d’affetto e per domandare a Dio in preghiera di benedirli e di
concedere loro la grazia di essere sempre
e in ogni cosa dei »noi servitori fedeli.
11 lunghissimo inyemo sembra volgere
al suo termine. Lo diciamo con un sospiro di sollievo. Sparita finalmente la
neve che per tanti mesi aveva ricoperto
la campagna e ridotto in uno stato pietoso le nostre strade, si ritorna dinuovo a
vedere un po’ di verde ed i primi timidi
fiori. Sembra di rivivere, dopo tanto cattivo tempo. Sole però ancora poco finora.
Chissà che si sia spaventato dei vari razzi
che pare stiano tentando di violare il
suo regno inviolabile! Speriamo di no e
che presto ritorni a splendere bello e lucente... come una volta. Intanto stanno
ricominciando i pesanti lavori agricoli. Si
sta provvedendo a concimare ed a pulire
i prati, in seguito bisognerà anche pensare ai campi. Di anno in anno però, benché anche qua da qualche anno alla zappa si sia sostituito l’aratro, la superficie
dei terreni adibiti alla coltivazione delle
patate diminuisce paurosamente. Come
meravigliarsene'' Tanta fatica e tanti sudori per poi trovarsi con un pugno di
mosche! Regalare il prodotto, o quasi,
se l’annata é stata favorevole e il raccolto
buono; se i prezzi invece sono discreti,
non aver nulla da vendere, perché l’annata é stata sfavorevole! E se poi si debbono comperare le sementi, come probabilmente avverrà quest’anno, che prezzi!
In simili condizioni, come stupirsi delle
« runse » che crescono nei campi e delle
montagne che si spopolano?
Gli abitanti dei Péllenchi, degli Allieri
e delle Case Nuove Pellenchi hanno portato a termine, o stanno ultimando in
questo periodo, una lodevolissima iniziativa: l’acqua nelle case. Con questo tutti
i villaggi di Pramollo, o quasi, godranno
di questa comodità.
Un plauso vivissimo ai promotori e ai
realizzatori di questa iniziativa.
Non ancora segnalata, ma degna di essere menzionata, un’altra notizia: il rimodernamento del negozio di sale e tabacchi e commestibili della Ruata, di propretà dei Signori Jahier. In un ampio grazioso locale, sistemati in belle scansie, fanno bella mostra di .sé i più svariati articoli, invogliando i compratori a spendere.
C’é un pò di tutto, manca solo il « frigo »
che, chissà, non abbia a giungere anche
lui al più presto.
Un plauso anche ai Signori Jahier e
l’augurio di molti buoni affari.
Diamo il nostro fraterno benvenuto alla famiglia dì Alberto Long, da poco
trasferitasi da Riclaretto ai Sapiatti. Fa
piacere: tutti gli anni tante famiglie che
ci lasciano per trasferirsi altrove, ogni
tanto almeno una che giunga ad aumentare le nostre file.
S. GERMAHO CHISONE
Domenica 3 Aprile ha avuto luogo un
concerto di canto corale organizzato dalle
corali riunite di Torre Pellice e S. Germano elusone.
Malgrado il tempo avverso, un buon
pubblico si é riunito nella nuova Sala per
ascoltare i nostri coristi.
Il programma comprendeva una prima
parte a carattere sacro e una seconda parte
di canti vari.
Accanto ai sommi come G. S. Bach di
cui si udì, fra l’altro, il celebre corale
di Pentecoste, vero capolavoro di tecnica
contrappuntistica, furono ascoltati con piacere le antiche canzoni valdesi: un patrimonio prezioso che andava lentamente
scomparendo e che sta ora risorgendo grazie ad un efficace lavoro di riscoperta e di
armonizzazione da parte di alcuni studiosi.
Molto apprezzati alcuni canti popolari
bene adatti per Gruppi Giovanili.
Ci rallegriamo per questo primo riuscito esperimento dì « jumelage » fra corali
e ringraziamo sentitamente la corale di
Torre Pellice ed il M.o F. Corsani il suo
dinamico e competente direttore.
—• Si ricorda che domenica prossima 10
aprile, la colletta del culto sarà devoluta a
favore dei rifugiati. Non dimenticate che
ve ne sono parecchi che vivono qua vicino
a noi a Villa Olanda ed all’Uliveto e...
siate generosi!
— Nel pomeriggio dello stesso giorno,
alle ore 14,30, i catecumeni saranno esaminati dal Concistoro.
La sera, alle ore 20 i catecumeni di tutti
gli anni ci offriranno una simpatica serata
ricreativa. Incoraggiateli con la vostra presenza.
— Il culto di Venerdì Sunto avrà inizio
alle ore 10 precise, essendo culto di confermazione.
— Abbiamo lamentato la presenza di
due soli unionisti rorenghi al Convegno
dei Coppieri, peccato davvero.
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TORRE PELLICE
Domenica 3 la Signorina V. Spelta ha
parlato all’Unione delle Madri della santificazione della domenica, e mercoledì 6
la Signora L. Santini, alla Società di cucito, ha presentato il lavoro della F.F.V. e
le possibilità dell’« anno diaconale »; alle
nostre gradite ospiti, che sono state ascoltate con vivo interesse, diciamo ancora
grazie di cuore !
Sempre domenica pom. la nostra Corale
unita a quella di S. Germano, ha dato un
concerto nella nuova sala di quella comutinà, gremita: pensiamo con viva riconoscenza alla Chiesa e alla Corale che ci
hanno ospitati. Nello stesso pomeriggio,
nella Sala dei Coppieri si teneva un Convegno giovanile (di cui si riferisce altrove):
la partecipazione è stata assai scarsa, ma il
Convegno é riuscito molto affiatato, e ringraziamo quanti son venuti fra noi.
Siamo pure molto lieti che la Filodrammatica di Pinerolo abbia recitato, sabato
sera ai Coppieri, « Con loro », di Zorzi.
La bella commedia é stata presentata molto bene, ringraziamo di cuore gli amici
pi nerolesi.
E’ stato celebralo il servizio funebre di
Maddalena Ricca v. Gonin. dell’Inverso.
In questo tempo di Pasqua ci sentiamo uiiiti alla famiglia in lutto, nella fede nella risurrezione.
11 nostro augurio più cordiale a Davide
Giorgio Armand-Hugon e Maria Garnier,
elle si sono sposati a Bobbio Pellice, e si
stabiliscono fra noi.
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Redattore: Gino Conte
Coppieri . Torre Pellice
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Editrice Claudiana
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Tipografìa Subalpina . s. p a.
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