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1996
Anno IV
numero 8
del 23 febbraio 1996
1.2000
Spedizione in abl>. po$taie/50%
Torino
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si prega restitgire al mittente presso l'Ufficio PT Torino ewiP Nord.
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corrispondere ìt diritto di resa.
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Bibbia e attualità
QUESTIONE
DI IMMAGINE
T f ANNUNCIO delle prossime ostenJLj sioni a Torino della Sindone ha
provocato subito le prime reazioni: da
una parte è ripresa una campagna
informativa soprattutto sensazionalistica, dall’altra sono riprese le discussioni in campo cristiano esattamente
al punto in cui le avevamo lasciate
anni fa. Sui due punti dolenti della
questione, l’autenticità o inautenticità
della Sindone e il suo uso per promuovere e sostenere la spiritualità cristiana, si confrontano, oggi come allora,
due posizioni diverse e opposte.
/cattolici italiani, che non sono abituati naturalmente a convivere con
¡una comprensione protestante ed
evangelica della fede e delle sue conseguenze in termini di spiritualità personale e pietà popolare, dovrebbero
cercare di fare uno sforzo per comprendere che, nella nostra prospettiva,
la venerazione delle immagini (e delle
reliquie), al di là della questione, che
pure è fondamentale, del secondo comandamento («non farti immagini e
non prostrarti dinnanzi a loro», Esodo
20, 4-5) ha, da una parte, un aspetto
blasfemo perché attenta alla maestà
di Dio, alì’unicità di Cristo e alia potenza dello Spirito Santo e, dall’altra,
appare come il tentativo umano (frequente) di emanciparsi dalla categoria della fede e dell’udire per giungere
a quella della visione, cioè della certezza, diciamo provabile, «scientifica»,
che non rende più necessaria la fede
(«camminiamo per fede e non per visione», H Corinzi 5, 7; «La fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono».
Ebrei 11, 1). Inoltre, rinunciare all’uso
delle immagini e delle reliquie per sostenere la pietà personale e popolare,
non significa ajfatto intellettualizzare
la fede o allontanarla dalle masse (ne
sono la prova le masse di contadini tedeschi e del nord Europa ieri, e le masse popolari pentecostali oggi), ma significa dare alla fede un contenuto e
una forma più autenticamente biblica
e apostolica. Significa riconoscere che
il Signore si rivolge oggi a noi non con
relique e immagini, ma con la luce
della sua Parola vivente e con inforza
dello Spirito Santo.
SAPRÀ il cattolicesimo torinese fare delle astensioni della Sindone
(come sembra delineare don Ghiberti
nel suo articolo su Riforma del 2 febbraio scorso) un evento più discre^,
soprattutto dopo i risultati scientifici
del Carbonio 14 del 1988 che, pur non
rinnegando la tradizionale devozione
per le immagini e le reliquie che è parte integrante della fede e della spiritualità cattolica, la riconosca come
semplice «sacra immagine con volto di
Cristo» (cardinale Ballestrero) che invita credenti e non credenti alla fede
ma anche, per esempio, alla riflessione
sulle sofferenze e le ingiustizie del ternpo presente in nome di un mondo più
giusto, umano e fraterno? Questo è ciò
che, come minimo, ci aspettiamo e ci
auguriamo.
/L dialogo e le esperienze ecurrteniche sono andate avanti ih questi
anni, tanto che da più parti si è affermato che l’ecumenismo è un processo
irreversibile. Questo significa che non
possiamo più fare le cose di prima nello stesso modo (neppure le astersioni
della Sindone) ma che, senza rinunciare (almeno per ora) alla riostra
identità e alle nostre tradizioni, dobbiamo tenere conto dell'altro, della
sua identità e tradizioni, perché il dialogo si approfondisca e sia sempre fecondo di fraternità e di sincera ricerca
di fedeltà al Signore.
Giancarlo Caselli, Luigi Ciotti, Franca Long a Torino per la festa del XVII Febbraio
Uniti pér la conquista della legalità
Le forze morali di,tutta la sòcietà italiana devono trovare forme di cooperazione nella lotta
contro i poteri criminali che stanno condizionando la democrazia e la vita sociale del paese
FEDERICA TOURN
T 0 pongo davanti a te la vita
>> A e il bene, la morte e il male...
scegli dunque la vita, onde tu viva, tu e la tua progenie» (Deut. 30,
15-19). Scegliere la vita non è
un’opzione come un’altra. È una
sfida lanciata all’uomo perché si
impegni a trasformare la propria
esistenza, ad avere fiducia e forza,
e a farlo in fretta, senza indugi.
«Un patto per la vita»,' il tema biblico e di attualità che la Fcei ha
proposto quest’anno per la «Settimana della libertà» prendeva proprio le mosse da questo cammino
di ricerca personale e comune
nell’affrontare i temi etici attuali.
È su questo tema che si è riflettuto il 17 febbraio nell’affollato
incontro con Giancarlo Caselli,
procuratore capo della Repubblica di Palermo, don Luigi Ciotti,
fondatore del Gruppo Abele e
presidente di «Libera» e Franca
Long, insegnante e membro della
Tavola; ai festeggiamenti per il
148° anniversario delle Lettere
Patenti sono intervenuti il sindaco Valentino Castellani e il prefetto Vittorio Stelo e hanno partecipato le corali, la scuola domenicale e l’Assemblea teatro di Torino che ha recitato brevi scene da
«Fuochi», tratto dal romanzo di
Marina Jarre «Ascanio e Margherita». Un confronto ampio ma focalizzato sul ruolo delTuomo nella società civile perché, come ha
sottolineato il pastore Platone nel
discorso di apertura, un’etica
evangelica deve coniugarsi con la
modernità.
Il cammino etico è una continua scoperta basata sul confronto, anche doloroso, con la realtà,
con le persone più che con i
principi: «L’uomo è il nostro
obiettivo - ha infatti detto don
Ciotti - dobbiamo andare là dove
la vita e più minacciata, a difendere i diritti di chi sta al margine». Si tratta di persone, più che
di idee: e se la giustizia è il nostro
fine, scrolliamoci di dosso i privi
Nel tempio valdese: don Ciotti, il sindaco Castellani, il prefetto Steio e li giudice Caseiii con ii pastore Platone (foto Pietro Romeo)
legi, i favori, la furbizia e lavoriamo per uno sviluppo giusto e
compatibile, rispettoso delle persone e delTambiente. ^iLottiamo
per una vita normale - ha detto
Caselli parlando del suo lavoro di
magistrato a Palermo -. Perché le
persone che in Sicilia hanno
combattuto e sono morte lo hanno fatto per un sogno di normalità, per garantire quella qualit^
della vita che ogni stato dovreb-"
he assicurare ai suoi cittadini».
Per «abitare il territorio», come
non si stanca di dire anche don
Ciotti ogni volta che ha occasione di parlare in pubblico; e corne
ha fatto don Poppino PugUsi, che
tirava fuori i ragazzi dalla strada
ed è stato ammazzato «perché
martellava con le sue parole».
Se «la giustizia è l’obiettivo, la
legalità è lo strumento, la solidarietà è la forma» ha sintetizzato
Ciotti. Una solidarietà costruttiva
capace anche di far emèrgere il
conflitto e di trasforinare il disagio in risorsa: mai sentirsi arrivati,
mai a posto. Anche Franca Long,
parlando della questione delle
donne, ha messo l’accento sulle
situazioni (e le decisioni) difficili
che spesso le donne sono costrette ad affrontare, riflettendo però
sulla fecondità del confronto fra
l’uomo e la donna («e la donna,
per favore, non sia considerata in
rapporto alTuomo!»), confronto
che diffida delle semplificazioni e
si sviluppa nel riconoscimento
(faticoso) delle differenze e della
dignità dell’altro.
C’è troppo senso di impotenza,
d( stanchezza nei confronti delle
cose che contano: riscopriamo la
passione, la dignità della scqlta,
perché la neutrdità è oggi forse il
peccato più grave. E la vita, come
ha concluso Franca Long, non è in
effetti un’opzione come un’altra.
Eugraiio Bernardini
Unione europea
Sei mesi in un altro
paese per lavorare gratis
Un servizio di volontariato europeo per giovani tra i 18 e i 25 anni:
sei mesi oppure un anno in un altro paese
dell’Unione europea per
partecipare al riassetto
di una zqna industriale
degradata o contribuire
alT inserimento dL handicappati nella vita attiva. L’idea è dell’ex primo ministro francese/
Edith Crésson, ora comniissaria dall’Unione
europea alla politiche
giovanili. Nel 1996 partirà il progetto pilota:
verranno selezionati
2.500 ragazzi e xe^azze.
L’Unione pagherà le
spese di viaggio, vitto e
alloggio e la formazione
di base per preparare il
volontario alle nuove
mansioni. È prevista anche una piccola indennità di 400.000 lire al
mese, il servizio non potrà in nessun caso sostituire la leva obbligatoria. «Non vogliamo fare
un’azione elitaria - ha
spiegato la Cresson -,
jPer partecipare non servono né qualifiche, né
diplomi, soltanto forte
motivazione. E intendiamo favorire l’accesso
ai giovani in difficoltà».
Se l’esperienza di quest’anno andrà bene, si
replicherà nel 1997 con
fondi maggiori.
■ Sinodo generale anglicano
U Chiesa d'Inghilterra
svolta a sinistra
Non potremo più in
futuro chiamarla «il partito conservatore in preghiera» come un tempo.
La Chiesa anglicana è
ora una chiesa «progressista ed ecologista». Lo
afferma una ricerca condotta tra i 547 membri
del Sinodo generale della Chiesa anglicana del
novembre scorso. Nello
studio si mette in rilievo
che le preoccupazioni
dei responsabili anglicani vanno prioritariamente verso i problemi
della giustizia intprnazionale come la fame e il
commercio mondiale,
del lavoro e dell’ambiente; in secondo piano so
no i temi dell’etica, quali
l’aborto e l’omosessualità. Anche sul piano politico le simpatie dègli
ahglicani sono mutate: il
51% dei membri del Sinodo vota liberaldemocratico o laburista, il
49% conservatore. Sé
però si analizza il voto
dei vescovi, si scopre
che solo il 25% di essi ha
votato conservatore alle
ultime elezioni mentre
gli altri due terzi Avevano votato liberale o laburista. La maggioranza
degli anglicani pensa
però che la chiesa debba
occuparsi più di evangelizzazione e di aziofie
sociale, che di politica.
. *1..
ANNIVERSARIO DI LUTERO II 18 febbraio si è ricordato in tutto H mondo
il 450° annivérsario della morte di
Martin Lutero (morto appunto il 18
febbraio 1546). Manifestazioni particolarmente importanti si sono svolte
in Germania. A Eisleben, città in cui
nacque e morì Lutero, il vescovo
Klaus Engelhardt, presidente della
Chiesa evangelica di Germania, ha tenuto la predicazione ufficiale alla
presenza del presidente delRepubblica tedesca, Roman Herzogi (pag. 3).
Non sono mancate in tutto il paese
autocritiche e funretti sull'evoluzione
del luteranesimo. ' (pag. 10)
AL VOTO IL 21 APRILE. Il presidente
Oscar Luigi Scalfaro, constatata l'impossibilìtà di un accordo tra le forze
politiche per formare un governo; ha
sciolto le Camere. Gli italiani andranno perciò al voto il 21 aprile prossimo;
I risultati elettorali sarannp tali da assicurare un governo stabile? (pag.lÒ)
IL VIAGGIO DEL PAPA IN AMERICA
LATINA. Lo scopo del viaggio papale
in America Latina è stato quéllo di ricompattare teologicamente la Chiesa
cattolica per far fronte al rapido diffondersi in tutto il continente dell'evangelismo di tipo pentecostale. È
l'analisi dei principali giornali esteri,
quasi ignorata in Italia. (pag. 12)
TENSIONI DI GUERRA. La Cina ha ammassato 150.000 uomini di fronte
all'Isola di Taiwan, Ufficialmente si
tratta di manovre militari, ma gli
americani pensano che si tratti di prove generali in vista di una irruzione
^ militare nell'isola. La Cina ha sempre
considerato Taiwan una «provincia ribelle» e ha minacciato di riconquì’ starla con la fprza.
ACCORDO SULL'ACQUA IN MEDIO
ORIENTE. Passa ancora per Oslo il
processo di pace ih Medio Oriente. In
un albergo della capitale norvegese
israeliani, giordani e palestinesi hanno firmato un accordo di cooperazione sqlle fonti idriche, che garantisce i
diritti all'acqua di tutte le popolazioni del bacino del Giordano. L'acqua
costituiva il più serio problema per lo
sviluppo agricolo della zona. Le trat, I tative erano iniziate nel 1993.
2
PAG. 2 RIFORMA
«Questo è il mio
comandamento:
che vi amiàte gli
uni gli altri, come
io ho amato voi.
Nessuno ha amore più grande di
quello di dar la
sua vita per i suoi
amici. Voi siete
miei amici, se fate
le cose che io vi
comando. Io non
vi chiamo più servi, perché il servo
non sa quello che
fa il suo signore;
ma vi ho chiamati amici, perché vi
ho fatto conoscere
tutte le cose che
ho udite dal Padre mio. Non siete
voi che avete scel
to me, ma sono io
che ho scelto voi,
e vi ho costituiti
perché andiate e
portiate frutto e il
vostro fhitto rimanga; affinché
tutto quello che
chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia. Questo vi coman
do: che vi amiate
gli uni gli altri»
(Giovanni 15,12-17)
«Se dunque io,
che sono il Signore e il Maestro, vi
ho lavato i piedi,
anche voi dovete
lavare i piedi gli
uni agli altri»
(Giovanni 13,14)
«Ma a voi, che siete miei amici, io
dico: non temete
quelli che uccidono il corpo ma,
oltre a questo,
non possono far
di più»
(Luca 12,4)
«Perché, chi è più
grande,^ colui che
è a tavola oppure
colui che serve?
Non è forse colui
che è a tavola?
Ma io sono in
mezzo a voi come
colui che serve»
(Luca 22,27)
All’Ascolto Della Parola
NQN PIÙ SERVI, AMICI
Nell^Evangelo secondo Giovanni ritorna questa designazione stupenda
a proposito dei discepoli di Gesù: «Voi^ vi ho chiannati amici...»
GINO CONTE
Nella Bibbia i rapporti dei
credenti con il loro Dio sono presentati come rapporti di
ubbidienza e di servizio, anche
se si tratta di ubbidienza fiduciosa e di servizio mosso dalla
riconoscenza e dall’amore. Ecco
perché Dio viene designato come il Signore, il «padrone», cot
me si ricordava qui la scorsa settimana; pensiamo a tante parabole, anche in bocca a Gesù; un
padrone, certo, che mai è presentato come capriccioso e dispotico ma, piuttosto, come il
pastore. Di conseguenza i discepoli sono designati come servitori; il che infuriava Marx, che
accusava Lutero di essersi limitato a sostituire la «servitù per
costrizione», imposta da una
chiesa autoritaria parte integrante di una società autoritaria, con la «servitù per convinzione» imposta da una coscienza vincolata e dunque, nella sua
ottica, alienata. Forse siamo così
abituati a questo linguaggio biblico ed ecclesiastico, leggiamo,
ascoltiamo, cantiamo, preghiamo queste parole, «Signore»
(per altro: kyrios, non despotes,
non «despota»), «servitori», «servizio», senza più pesarle, senza
più avere lucida coscienza di
quel che vogliono davvero dire:
siamo «al servizio» di Dio,'in tutta la nostra esistenza siamo costantemente «in servizio» davanti a lui. Tutta la Bibbia e in
particolare l’appelio di Gesù al
discepolato e il suo insegna
Preghiera
Taci hai chiamati, Signore,
lo testimonia
l’itufuietudirte che d afferra f
quando ascoltiamo la tua Parola.
Tu conosci la nostra debolezza
.^Sai quanto presto siamo scor^^ti.
Sai che ci muovUmio ansiosi é incerti.”
Bppure ci hai chiamati
è noi fidiamo in te.
Se è tup mkre, agisci in noi.
Fu'di noi degù strumenti utili.
NoriConoseiamp l'acacia
di cip chefaòMnvfnel mo nome.
Lo strumento non deve aver timori
sullo scopo finale del lavoro. ^
Siamo tuoi strumend.
Tu ci hai presi in mano. .... ..
Serviti di noi. Signore, f
^ ' : V*' ISrgZink
(da Come pregare, Oaudiaiia,Ìp. t61)
mento circa questa «sequela» ci
dicono ben chiaro che non si
tratta di una sinecura, se non ci
si imbosca e la si vuole prendere
sul serio. Servi. In servizio.
Eppure, accanto a questa linea
maestra, ben marcata, corre nella Bibbia anche un’altra traccia,
sottile, lungo la quale certi uomini song chiamati gli «amici di
Dio». Il libro dell’Esodo narra
che nella «tenda di convegno», il
fragile e portatile luogo d’incontro con un Dio in cammino con
il suo popolo in cammino, il Signore, scendendo nella nuvola,
«parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla con il
proprio amico» (Es. 33, 11).
Abramo, l’uomo che se ne andò
da Ur dei Caldei per seguire la
voce di Dio, fu chiamato «l’amico di Dio» (Is. 41,8; Già. 2,23).
Secondo il Nuovo Testamento
Gesù è stato chiamato l’«amico
dei pubblicani e dei peccatori»
(Matteo 11,19), una definizione
sprezzante che per la fede ha assunto una gioiosa valenza positiva, portatrice di fiduciosa speranza nella miseria di noi tutti. E
una volta Gesù ha chiamato i discepoli «gli amici dello sposo»
(Matteo 9, 15), dunque gli amici
suoi: e di lui non soltanto nella
sua umile condizione terrena,
ma di lui nella gloria del suo Avvento finale e sovrano. Ancora
TEvangelo secondo Luca riferisce che Gesù ha cominciato uno
dei suoi discorsi ai discepoli con
queste parole: «A voi, che siete i
miei amici, io dico...» (Luca 12,
4). Ed ecco neU’Evangelo secondo Giovanni, l’Evangelo di un
profondità a tratti misteriosa, ritorna questa designazione stupenda: «Voi, vi ho chiamati amici...» (15, 15). Ritorna proprio in
uno degli ultimi colloqui di Gesù
con i suoi, nei colloqui di addio,
pieni di missione e di promesse,
i colloqui che hanno per oggetto
il Consolatore, i colloqui nei
quali sono a tavola per il vivido
pasto pasquale con il Signore
che, come un servo, ha appena
lavato loro i piedi.
«Voi, vi ho chiamati amici...».
La dice anche a noi, questa parola. Ce la dà perché la portiamo
con noi nei giorni che vengono,
perché riecheggi come un rintocco nelle ore della nostra settimana, al lavoro e in casa, nei
momenti lieti e sereni come in
quelli opachi o duri e tristi; soprattutto nei momenti di solitudine. «Vi ho chiamati amici»,
ciascuno e ciascuna di noi, con
tutti gli altri chiamati con noi,
qui e nel mondo intero; ci ha
chiamati «amici» e come tali ci
ha trattati e ci tratta. Il più isolato, il più solo, il più introverso, il
più umiliato riceve, forse lui per
primo, questa parola: «Amico»!
Anche Giuda, nel momento
enigmatico del suo tradimento,
viene accolto e salutato così:
«Amico, che sei venuto a fare
qui?» (Matteo 26,50)*.
Anni fa, intorno a Nando Fabro, un laico cattolico genovese,
si era raccolta «l’amicizia del
Gallo», che tuttora sussiste, cerchia di amici credenti raccolti
intorno al simbolo ammonitore
del gallo che prima o poi canta
per tutti. Sul mensile di questo
tìtolo Nando Fabro aveva narrato a lungo la sua laica e vivida
lettura degli Evangeli, intitolata
«Cronaca di un’amicizia»: quella, appunto, dì Gesù e dei suoi.
Nei discorsi che gli Evangeli ci
riportano non è sempre facile
distinguere fin dove Gesù si rivolga a tutti i discepoli che lo
ascoltano (e forse anche a quelli
che discepoli ancora non sono)
e dove, invece, egli si rivolga in
particolare al piccolo gruppo di
coloro che saranno i suoi apostoli. Nel racconto del quarto
Evangelo che stiamo leggendo è
probabile che in quelle ultime
ore solo il gruppo ristretto fosse
attorno a Gesù. Questi parlava
spesso alle folle, ed esse capivano o non capivano o fraintendevano; ma quando se ne erano
andate, i discepoli si avvicinavano a Gesù, gli chiedevano spiegazioni; e Gesù spiegava, chiariva, commentava: così a poco a
poco aveva «fatto loro conoscere
tutte le cose “udite” dal Padre».
Nell’imminenza del commiato
drammatico, ha potuto dire loro
questa meravigliosa parola: «Io
non vi chiamo più servi, perché
il servo non sa quel che fa il suo
signore, ma voi vi ho chiamati
amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite
dal Padre mio». Forse Gesù fa un
riferimento indiretto al tipo di
rapporto che allora, in Israele,
correva fra rabbino e discepoli:
questi compensavano in qualche modo «in natura» per l’insegnamento che ricevevano, essendo al servizio del maestro.
Ma Gesù ha detto lofo poco prima: «Voi mi chiamate Maestro e
Signore, e dite bene, perché lo
sono» (Gv. 13,13); tuttavia ha appena lavato loro i piedi, come un
servo: e in altra, recente occasione aveva detto loro, sentendoli
questionare e disputarsi i primi
posti; «Io sono in mezzo a voi
come colui che serve» (c 22,27).
Nel nostro passo giovannico,
però, l’accento cade sul fatto che
Gesù non vuole dei gregari ciechi, dei supini portaborse. La
sua predicazione e la sua azione
sqno state pubbliche, rivolte come interpellanza e appello a tutti; ha però deliberatamente raccolto intorno a sé una cerchia
più intima di discepoli e durante
quei tre anni, all’incirca, e tanto
più negli ultimi mesi e giorni, ha
lavorato in profondità con loro e
in loro affinché penetrassero a
poco a poco l’arduo disegno di
Dio che in lui giungeva a compimento, anche se ancora in modo
così poco appariscente, anzi discutibile e contestato. «Non siete
voi che avete scelto me, sono io
che ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto sia duraturo».
Quella con lui non è un’amicizia sbocciata per nostro impulso
o iniziativa. Non siamo noi che
lo abbiamo scelto, è lui che ha
scelto noi. Ci ha «presi». Tuttavia non ci ha trattato e non ci
tratta da servi, da succubi, bensì
da amici. La vita con lui è la storia di una amicizia, anche se
non fra amici alla pari, e se noi
siamo in partenza e continuiamo ad essere assai spesso per lui
degli amici degeneri, dei ben
miseri amici. Ma appunto l’amicizia, un modo bello, affettuoso
per dire «il patto», anche il nuovo patto, non parte da noi, bensì
da lui, E legandosi a noi e legandoci a sé in questa amicizia non
sentimentale ma fattiva, Gesù ci
fa conoscere il Padre, l’amore e
la potenza del Padre; e ci affida
questa conoscenza affinché
frutti in noi e, andando per la
nostra vita, la offriamo intorno a
noi, e lì continui a fhmificare.
C’è però un passaggio obbligato, un segreto, perché questo
frutto possa prodursi, e Gesù ce
lo indica: è la preghiera, «affinché tutto quello che chiederete
al Padre nel mio nome egli ve lo
dia». Tutto viene da lui, dunque;
ed è questa l’amicizia nella quale ci ha accolto e ci vuole con sé:
accanto e dietro a lui, non servi
ma amici coscienti e coinvolti.
(*) In questo caso Gesù, almeno
secondo il nostro testo greco, si
serve del termine etaire che significa «compagno». Il termine
usato di solito è phttos, phiKa:
Gesù ci porta e ci manifesta la
phiUa, l’amicizia di Dio per noi e
sollecita da noi la risposta della
nostra philia per lui e per il Padre, Vagàpe; per lui e, per amor
suo, per il prossimo.
omiletiche ^
Si può sviluppare
più l'equivalenza «an, ■“
zia-Patto» di assolutaj
ziativa divina (Esodo 2(
e il messaggio che ned
va in tutta la tradizic
biblica). Un'amicizia (
spesso trascurata. Cali
stata, o sfruttata (cfr. |
remia 3, 4), come atte
no rampogne e lamenti
tanti profeti; valga p
tutti il canto di Isaia (;
ss.) che si improvvisa ci
tacronache sulla pubbi
piazza: «lo voglio canti Questa
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iuta dal I
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0rtedil^
«Io no
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Sign
mando» (v. 14). E
1ARI
iMar:
per il mio beneamati
cantico del mio amico
ca la sua vigna...», un
tivo che Gesù ripren]
nella parabola dei
gnaioli (Matteo 21, 33
e che affiora intenso pi
prio nel contesto del
stro capitolo giovanni]
(Giov.15, 13). Non è u(
amicizia tranquilla e sei
na quella di Dio con lls
popolo, di Gesù con i si
discepoli, con noi; è
amicizia combattuta e
ferta da parte del SignoC^aBib
mantenuta viva unk iasDÌeg2
mente dalla sua fedeAgii voi
affettuosa; e dunque tj ^
to piu impegnativa
noi, nei confronti di qy
sto Dio che «ci attira o .fl®ffr°
legami d'amore» (Osi 0uesta
11, 4), al punto di dai qu
nella vita del Figlio. : dicare. i
Altra linea che si pi gibbiale
sviluppare maggiormen fcbndizio
è questa: il dono dell'an con grai
cizia comporta l'esigere ché sen
di viverla, cioè di condì ¿a molti
dere gli interessi, gli sco| yitadel '
la passione dell'amic J
«Voi siete miei amici,,
fate le cose che io vi P
lonua e
mandamento che assodi tola Bib
discepoli-seguaci alla ca cui letti
sa del Signore, è quel pui' Se
dell'amore: tale è il chia Ino affei
contesto di tutto il capii Ma da d
lo, nel quadro dei «dista ve inizii
di commiato». I stogran
L'ubbidienza, però, èfi ;|jaterc
vivere appunto nell# ^sempr
bertà dell'amicizia, sapa sìasmo
do qual è il disegnodi un libn
Padre, non nell'attegg»
mento servile dello «nt
mento cieco e ignaro.li
questo senso colpisceV®PW-1
«compagno-amico» (eli; ™ ®nas
re) di Matteo 26, 50. E# Ciale.Dt
parallelo si trova neH'arà «Mi on
ta affermazione apostofqùesto
ca: «Noi siamo i co//aboi salmo».
tori di Dio» (1 Cor. 3,9;| Lutero
Cor. 6,1). iaglioccl
Infine una linea di s*njo capi
luppo può essere questf^u mo
l'amicizia che Cristo ci .
fre da parte del
con la quale ci lega a sérÉ,„„ '
"Compre
unisce pure fra noi, vu(
renderci amici fra ni
compartecipi dello stei
dono e dello stesso coi
pito. È in questo seni le à ine
che, parlando di lui ai d cerca d
scepoli, Gesù dice: «lld ideila vii
stro amico Lazzaro» (Gi® e le nos
11, 11). La comunità ere ’tienza
dente come amicizia: o
munità di diversi, che po ¿gj
sono non avere alcun re“ »nnri«
tivo umano per esseri"'*"
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amici, ma che tali sonoK :
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Evangelo sono numeroi Stenosi
anche in italiano; ne rit® ‘0 dall’i
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1973), R. E. Brown (Ci«J; aiuto,
della, Assisi, 1986), que¡¡ zia?».' i
monumentale in 3 voi# vecchio
di R. Schnackenburg ("5 lodia di
deia, Brescia, 1973 **•)'!. ta. p
francese L'Evangile ;.viani,^
Jean di Ch. L'Eplattere^ l^o
(Genève, 1993) e, meno®
cente. Le quatrième E#
gilè di C. F. Molla (Geni« d
1977), entrambi editi 5‘^si di
Labor et Fides; senza
menticare quello sern^ ;*acasa
vivo di Calvino V^tóeri
gma/Farel, Aix-en-Pro)J^ psocci
ce/Fontenay s.B, 19'ì Personi
Qualche spunto si pu° t
vare anche in P. Bere
L'oggi dell'Evangelo, 0
diana, Torino, 1990, P-® '
do
la
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Sioni e
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■.•r/iíT:
'■■h:
Nell'anniversario della morte d¡ Martin Lutero
§a luce eterna è giunta fino a noi
fatela risplendere nel mondo
f |'fr;5/amo in grado di resistere all'esperienza della morte^
Nella Bibbia troviamo parole di salvezza e di vita
Lippare
anza
assoluta
(Esodo j
> che ned ^
a tradizii f
Jmiciziat i v
irata, car
tata (cfr.
ome attesfc
e lamenti
i; valga p ;•
di Isaia (| '■
arovvisaci ^
alla pubbl . „ .
ìglio canti ìóiiastó predicazione e stata teeneamamuO^l dott. Klaus Engelhardt,
io amico incavo del Baden e presidente
a...», un della Chiesa evan
Jica di Germania, domenica 18
ibbraio 1996, nella chiesa di
int'Andrea, a Eisleben, in occay^del culto solenne celebrato
0 il 450° anniversario della
irte di Martin Lutero.
KtAUS ENGELHARDT*
iu riprei
ola del
so 21, 33
intenso
esto del
giovannl
. Non é ui
luilla e sei
lio con
sü con i st
n noi; é
lattuta e
del Signi
«Io non morirò, anzi vivrò,
jg racconterò le opere del
Signore» (Salmo 118,17)
lARI fratelli e sorelle,
(Martin Lutero fu avvinto
ila Bibbia per tutta la vita e
viva uniagipiegava e la commentava
sua fedd“— • ’■ --- -----
volta con uno slancio
dunque pochi giorni pri
morire salì ancora
c; ati/ra'*fe^^™ pulpito di
ore» (Ot chiesa di Sant’An
nto di da Bea, qui a Eisleben, per preMglio. . aicare. Quando spiegava la
che si pi ^bia la gente, di qualunque.
iggiormen ^dizione sociale, ascoltava
>no dell'ai con grande attenzione pera l'esige™ (l^'sentiva che la Scrittura
è di condì ha molte cose da dire per la
ssi, gli SCO del singolo e per i destini
dell ami( |g] jnondo, per la sorte di
^e^io'm persona come per l’eco14) E il ( ® politica. Per Lute
che assod Bibbia è e resta il libro la
aci alla ci lettura non si esaurisce
•e, è que Se anche noi oggi fossile è il chiMO afferrati così dalla Bibbia!
tto il capi Ma da dove cominciare? Dodei «discave||iiziare la scalata di queI spande libro?
a, però; è|)i;»|foero ci mostra la via; egli
è^apre ritornato con entqcizia, sap siàsffio e concentrazione su
un libro particolare della
f nfiinS Sciittura: i Salmi. Fra i libri
= :„r,3rnl dellaBibbia è quello che ama
e ignaro.!
' W
colpiscfT
E c’è un Salmo che lo
mico» (et
26, 50. E ,cíale. Del Salmo 118 egli dice:
iva nell'aii
ne aposte
I i coltabß
Cor. 3,9;
ha affascinato in modo spe
linea di si
¡ere qa
Cristo ci
del Padre
lega a sé,
a noi, vui
ici fra n
dello stei
stesso
esto
«Mi onoro di considerare
qàesto Salmo come il mio
;^mo». E c’è un versetto che
iùtero ha sempre davanti
agii occhi e definisce il massiino Capolavoro dei Salmi: «Io
1« morirò, anzi vivrò, e racterò le opere del Signore».
è necessario riuscire a
linprendere tutta la Bibbia
esserne afferrati. È suffiite scoprire un punto fisI coli so, qna base solida sulla quaseni le si incontrano la nostra ri
in
di lui ai< ®rca di risposte ai perché
dice: «(/«ella vita, le nostre nostalgie
zaro»(Giil e le nostre speranze, l’espemunità CP fi^za della nostra piccola
wStenza personale e quella
<^<*1 correre incessante del
per esse! Affienilo. Ed allora in un piceli sondi versetto può cominciare
ione comi ^fffulgere la parola di Dio
na amidi in un cristallo colpito
:comuna i^la luce e scopriremo che
di vita ef ™ ha messo in movimento
hielo e terra per giungere fino
ante, per farsi sentire proprio
«a me in modq che io potessi
, „^imprenderlo,
fondili morirò, anzi vivrò,
® i^cconterò le opere del Si~
ri al quali Sflore». Se fosse vero, in que) numefd ^oftostro mondo così segnalo; ne riw .™.iall’impronta della morte!
H. Strafl «Nel ¿fieno della vita la morte
a> ^i'®/.^j.*'^^i’conda! Chi ci può dare
„Knrfl°!pi •'f^no è spesso la me
1073«!).» fondo della nostra
973 SS
langile
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e, meno
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Ila (Geni
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•en-Pro'
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» si pu*
1 P. Beni
igeio,
990, p.»
•to’ ^ bon solo quando ci troiS^mo sul letto di morte,
lante volte abbiamo speri‘ntato nella nostra vita il
Jìo della morte nello spez;^i di una relazione: quan"Oun matrimonio si rompe o
* Casa di un extracomunita^ viene bruciata, quando la
Occupazione emargina le
,^ne e la malattia aimulla
Stanze di una vita, quan
,!»ll otterremo gra
i86)< d. A^a?». La musica di questo
va
do
Siamo testimoni di estor
e rapimenti, quando
leggiamo, sentiamo, vediamo
immagini di conflitti armati e
di guerre civili dove si perpetrano atrocità incredibili,
quando noi stessi siamo sballottati tra il bene e il male, incapaci di fare ciò che sarebbe
necessario, quando dobbiamo dar ragione a Hilde Domin, veneranda scrittrice di
Heidelberg: «Noi, condannati
a sapere e a non agire», quando la coscienza ci rimorde
per cose che avremmo dovuto fare o per ingiustizie che
abbiamo commesso.
I segni della morte sono
dappertutto! Lutero non ha
rimosso questa parte oscura
dell’esistenza: egli vede la
sua vita, la chiesa, il mondo
avvolti nella lotta fra Dio e il
diavolo. Non lasciamoci
prendere da un illuminismo
superficiale che guarda con
sufficienza a questa concezione dell’uomo e del mondo. Sappiamo per esperienza
come il male irrompa con le
sue tenebre in questo nostro
mondo, luminoso solo in apparenza. Il male, il peccato
restano un dato originario.
Nessuna psicologia li può interpretare per liberarcene o
trasformarli in pure sensazioni, nessuna sociologia può ridurli a un prodotto dell’ambiente. Lutero non si è ingannato. Spiegando il nostro versetto egli dice: «Nessun conquistatore può assalire una
città con la stessa violenza
con cui il diavolo può assalire
una coscienza». Questa è
l’esperienza della morte nel
mezzo della vita. Siamo in
grado di resistere? Se a questo punto la Bibbia rimane
muta, se non c’è una parola
della Scrittura ebe in questa
situazione mortale diventa
per me una parola di salvezza
e di vita, allora è meglio che
io lasci la Bibbia chiusa.
«Io non morirò, anzi vivrò e
racconterò le opere del Signore». Comprendiamo perché
per Lutero questo breve versetto sia diventato un caposaldo contro la morte. E sentiamo che questa parola può
offrire un terreno solido anche al nostro piede. Non la
morte, ma la vita! Vivere sen-za essere sconvolti da tutti i
segnali della morte, senza essere scossi, atterriti, sopraf-fatti dalla cultura di morte
del nostro mondo! Ma è possibile questo?
Qui a Eisleben, in questa
chiesa di Sant’Andrea, c’è un
cosiddetto «trono di grazia».
Si tratta di un antico motivo
medievale. Dio Padre tiene in
grembo il Crocifisso e lo mostra al mondo. Che cosa significa questa immagine? Ge'sù Cristo è ben di più che un
grande uomo, un uomo esemplare. Egli sta dalla parte
di Dio. Ma non per essere
lontano da noi, bensì per
prendere su di sé, alla croce,
per portare via da noi, con
tutta l’impegno appassionato
di Dio, la morte nel suoi infiniti aèpetti, quella morte che
ci accompagna passò dopo
passo. Tutti i segni della morte si accalcano sulla croce di
Cristo affinché l’umanità sia
strappata via da se stessa.
Qui, come ha detto una volta
Lutero con una bella imma-gine «l’uòmo può infilarsi
tutto intero nell’Evangelo».
In quest’ultimo anno ci siamo scontrati sulla sentenza
della Corte costitiKionale che
rimuoveva i crocifissi dai lo' cali pubblici. È giusto che il
Crocifisso sia esposto al pubblico? Per Lutero la croce è il
fatto indubitabile, che la sals
vezza viene da Dio, che nel
mezzo di un mondo di morte
siamo circondati daila vita,
siamo liberati per la vita. La
morte non perde per questo
la sua capacità di farci paura,
ma diviene un passaggio per
la vita, diviene in modo sorprendente e travolgente l’ultima e definitiva esperienza
della misericordia di Dio che
non ci abbandona.
«Io non morirò, anzi vivrò,
e racconterò le opere del Signore». Siamo più salvati di
quanto pensiamo! Chi si lascia toccare il cuore da queste parole, diventa una persona riconoscente. La gratitudine non trasforma la vita
in uno show di allegria che
con leggerezza ne ignora le
oscurità e i contrasti. Questo
tipo di pia ingenuità è imperdonabile. La gratitudine è lo
stupore nel vedere che Dio ci
protegge davanti ad abissi
profondi, che talvolta riusciamo solo ad intuire. Non riconoscere questo è ingratitudine: ,per dei cristiani «il più
vergognoso dei vizi».
Lutero conosce quel pericoloso vortice, quell'atteggiamento di fondo vittimistico
che ci porta a «riempire cielo
e terra di lamenti e piagnistei,
proteste e mormorii». Perciò
gli è diventato così importante questo Salmo, nel quale
non si nasconde nulla: si parla della paura, delle debolezze, dell’impotenza di fronte
all’arbitrio degli uomini. Tuttavia rimane saldo: «Celebrate il Signore, perché la sua
bontà dura in eterno». Non
sono le forze della morte, non
è il negativo ad avere l’ultima
parola. No! Dio è sceso decisamente al nostro fianco e ci
libera perché annunciamo al
mondo, nonostante le tenebre, che Dio è all’opera.
Da questa gratitudine nascono la decisione e la forza
di non abbandonare il mondo e la chiesa a se stessi, ma
di impegnarsi e compromettersi per cambiarli. Lutero
venne qui a Eisleben, per
l’ultima volta, per cercare di
porre fine allo scontro politico fra i due conti di Mansfeld. La sua ultima azione fu
dunque una missione di pace. Dal 1989 questa chiesa di
S.Andrea è divenuta una casa
di preghiera per la pace. Da
essa, dove innumerevoli persone si sono incontrate per
meditare sulla pace, sono
partiti in tutte le direzioni i
dimostranti che recavano le
candele, simbolo di pace.
Così come è avvenuto in altre località dell’ex Ddr. E
molte persone, credenti e
atei, quelli che avevano fatto
della chiesa la loro casa e
quelli che vivevano lontani
da essa, hanno visto i segni
della forza della parola biblica. Questa parola va oltre anche il pur giusto lamento per
le oppressioni e le avversità
della vita: «Io non morirò,
anzi vivrò, e racconterò le
opere del Signore».
Se queste parole raggiungono il nostro icuoré, affrontiamo con decisione i. compiti che ci stanno davanti, pur
consapevoli dell’inadeguatezza del nostro agire. Noi vediamo il mondo e l’umanità
in una nuova luce, perché sono sempre valide per la fede
e per la vita del credente le
parole che Lutero mette al
centro del suo corale di Natale: «La luce eterna è giunta fino a noi, fatela rlsplendere
nel mondo. Amen». ,
(*) Presidente del Consiglio della Chiesa evangelica di Germania.
PAG. 3 RIFORMA
■
INIZIATIVA DI «RIFORMA»
450° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI
MARTIN LUTERO
L’offerta è valida fino al 15 marzo 1996 e per invii in Italia.
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Due scritti fondamentali (del 1524 e del
1530) sulla necessità di una formazione culturale completa per tutti i laici - uomini e
donne - in vista dei nuovi compiti della società civile, affrancata dall’asservimento clericale.
Gli Articoli di Smalcalda
I fondamenti della fede (1537-38)
in appendice:
Trateato sul primato e l’autorità del papa
di Filippo Melantone (1537)
pp. 200, L. 34:800 L. 12.000
Gli Articoli si sono presto imposti come
l’essenziale della fede evangelica e sono tuttora la più chiara indicazione dei temi ancora irrisolti del dialogo cattolico-protestante.
II testo di Melantone (in appendice) offre la
sintesi delle ragioni che inducono il protestantesimo a negare al papato l’ubbidienza
della fede.
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PAG. 4 RIFORMA
Ecumene
VENERDÌ 23 FEBBRAIO M
4EF
i'hV.iM Verso le Assise della «Comunità evangelica di azione apostolica» (Cevaa)
La Chiesa evangelica della Nuova Caledonia
Nata dall'azione della Società delle missioni di Londra a partire dal 1840
la Chiesa evangelica conta circa 20.000 membri, per lo più melanesiani
La Chiesa evangélica della
Nuova Caledonia e delle Isole
Lealtà (Eencil) è nata dall’
azione della Società delle
missioni di Londra. I primi
evangelisti sono giunti nel
1840. L’Evangelo è stato poi
portato d’isola in isola e nella
Grande Terra dai pastori delle Isole Lealtà.
Nel 1853, la Francia si impossessa della Nuova Caledonia. La Società delle missioni
di Parigi» subentra allora alla
«Società delle missioni di
Londra nel 1897. Diventata
autonoma nel 1960, la Chiesa
e i suoi responsabili hanno
lottato per la sopravvivenza
del popolo «kanak» e per la
sua dignità. Questa lotta oggi
va avanti alla ricerca di un
popolo e di una chiesa responsabile e fraterna, in particolare grazie all’importanza
data all’animàzione teologica, con il motto: «L’intero
evangelo all’intero uomo».
Vita della chiesa
La situazione politica e gli
avvenimenti verificatisi nel
1988 e nel 1989 ad Ouvéa
hanno reso molto delicata la
posizione della Chiesa evangelica, composta a larghissima maggioranza da melanesiani e da una minoranza di
«Caldoches» (europei della
Nuova Caledonia). Fin dal
1979, l’Eendl aveva adottato,
dopo tre anni di studio, il
principio dell’indipendenza.
Nello stesso tempo, lavorava
per una migliore intesa e per
una coUaborazione tra «kanaks» e «caldoches», su un
piano di uguaglianza e di
coabitazione fraterne.
Nell’ambito dei movimenti
giovanili della chiesa, l’Eencil
si è interessata in particolare
all’azione nonviolenta: per
questo ha organizzato sessioni di formazione. Grazie alla
riflessione portata avanti e al
lavoro compiuto dall’Alleanza scolastica protestante nel
campo di un insegnamento
vissuto nel contesto «kanak»
e rispettoso della storia locale, l’Alleanza partecipa alla
creazione di nuovi programmi scolastici per l’insegnamento pubblico. Le altre difficoltài tanto per il paese
quanto per la chiesa, sono la
mancanza di quadri formati e
la ricerca di un’identità culturale «kanak», al di là delle
divisioni tribali e linguistiche,
per l’insieme dei melanesiani. Da parte sua, la chiesa
soffre della mancanza di risorse finanziarie.
L’Eencil è membro della
Conferenza delle chiese del
Pacifico (Pcc), del Consiglio
ecumenico delle chiese (Cec),
e della Cevaa; ha rapporti con
i discepoli del Cristo (Usa) e il
Consiglio delle chiese degli
Stati Uniti. La Chiesa evangelica conta circa 20.00Ò membri, cifra in calo rispetto agli
inizi; le malattie, la repressione, l’alcol e la guerra sono la
causa di questo calo; circa 80
pastori, coadiuvati da altri
due inviati dalla Cevaa, si dividono il centinaio di chiese e
gruppi in attività. La Chiesa
dispone di una scuola pastorale; gli studenti completano
la loro formazione presso il
Collegio teologico di Suva o
presso la facoltà di teologia di
Montpellier; quattro professori assicurano l’inquadramento degli studenti.
Le opere sociali
In campo scolastico, ammontano a 30 le scuole elementari e materne, 6 scuole
medie, 2 licei fra cui il liceo
agricolo di Do-Néva con una
fattoria di allevamento e di
colture. L’educazione domestica, sanitaria e familiare viene assicurata dal Movimentò
delle donne, che forma inoltre specialisti dell’artigianato.
La Chiesa evangelica è impegnata anche nel campo della
comunicazione: lettere circolari informano regolarmente
le chiese; vengono assicurate
trasmissioni radio settimanali, fra cui un culto interamente ritrasmesso ogni 15 giorni
dal canale Rfo. La chiesa partecipa anche a Radio Djido, la
radio del Fronte di liberazione nazionale «kanak» e socialista. Vi sono inoltre trasmissioni televisive una volta la
settimana. Infine una libreria
protestante rappresentante la
società biblica completa lo
sforzo di presenza della chiesa presso il popolo.
Il territorio
La Nuova Caledonia è un
arcipelago composto dalla'
Grande Terra (450 km di lunghezza) e dalle Isole Lealtà
(Ouvéa, Lifou, Maré), per un
totale di 19.058 kmq. Ci sono
160.000 abitanti, di cui 65.000
melanesiani e 59.000 europei. Le risorse sono agricoltura, allevamento, foreste, pesca; il paese è il terzo produttore mondiale di nichel. Il
prodotto interno lordo (Pii)
per abitante è di 5.477 dollari.
Le lingue adoperate sono il
francese, il lifou, il maré.
Sul piano religioso, le chiese protestanti rappresentano,
il 20% della popolazione, di
cui T86% di cristiani melanesiani; la Chiesa cattolica rappresenta il 64% degli abitanti, di cui il 54% è composto
da europei e il 33% da melanesiani. Le chiese indipendenti rappresentano il 4% e i
musulmani il 3,5% della popolazione.
Dopo 36 anni di attività presso l'Università tedesca di Tübingen
Il teologo cattolico Hans Kiing ha lasciato l'insegnamento
Il teologo cattolico svizzero Hans Kiing si è ritirato
dall’insegnamento universitario. II22 gennedo scorso ha
condotto il suo ultimo corso
magistrale presso l’Università di Tübingen, in Germania, dove insegnava da 36
anni nonostante la revoca da
parte del Vaticano, nel 1979,
della missione canonica che
lo autorizzava a professare la
teologia cattolica. Nel marzo
prossimo il teologo compirà
68 anni, che è l’età dell’emeritazione per i professori tedeschi.
Lasciando la sua cattedra
universitaria Hans Küng, notissimo anche al di fuori del
mondo cattolico, non intende
abbandonare la scena pubblica bensì dedicarsi ancora di
più alla ricerca scientifica. Il
suo progetto di «Fondazione
per l’etica mondiale», per il
quale l’industriale tedesco
Karl Konrad von der Groeben
ha messo a disposizione la
somma di cinque milioni di
marchi, gli tiene particolarmente a cuore.
Ordinato prete nel 1954, il
lucemese Hans Küng ha proseguito gli studi alla Sorbona
e all’I$títuto cattolico di Parigi dove ha ottenuto il dottorato nel 1957. Nominato professore a Tübingen nel 1960,
dopo due anni di ministero a
Lucerna, Hans Küng è già un
teologo ben noto prima dell’waffare Küng» che segnerà
profondamente la Chiesa
cattolica romana alla fine degli anni ’70. Nel 1962 papa
Giovarmi XXIII lo chiama come consulente al Concilio
Vaticano IL
Hans Küng, che svolge una
intensa attività editoriale (è
autore di varie diecine di li
bri) entra in conflitto con Roma all’inizio degli anni ’70.
Dopo anni di controversie relative all’infallibilità del papa
e al ruolo del teologo nella
Chiesa, lionché a questioni
cristologiche, nel 1979 il Vaticano gli ritira il permesso di
insegnare.
Staccando l’Istituto di studi
ecumenici, che dirige dal
1964, dalla Facoltà di teologia, Hans Küng può tuttavia
mantenere le sue attività di
ricerche e di insegnamento
all’Università di Tübingen
con un numero di studenti
sempre crescente. Durante
l’ultimo semestre, migliaia
sono venuti ad ascoltarlo,
riempendo non solo il più
grande auditorio dell’Università, ma anche un’altra aula
nella quale veniva ritrasmesso il corso.
In questi ultimi anni Hans
Kiing, che ha conservato tutto il suo spirito critico, si è
interessato in particolare all’
ecumenismo e ài dialogo interreligoso. Sta lavorando alla definizione di norme etiche, politiche e culturali valide al di là delle frontiere religiose. Si tratta in ultima
istanza del futuro deU’umanità, spiega Kiing.
Oggi, il dialogo tra Kiing e
la gerarchia cattolica si è riaperto ma l’idea di una sua
eventuale riabilitazione, auspicata da alcuni ambienti,
non ha fatto molti progressi.
L’incontro previsto con il
presidente della Conferenza
episcopale tedesca è stato
regolarmente rinviato. Le
sue prese di posizione molto
critiche nei confronti degli
ultimi documenti pontifici
nonché l’appoggio dato alle
petizioni del «Popolo di Dio»
non hanno certo rasserenato
il clima.
Anche se il ritiro della
«missio canonica» nel 1979
non è più una ferita bruciante il dolore permane, nota
Hans Kùng: «L’essere stato
messo da parte dalla Facoltà
rimane un’esperienza dolorosa e un’ingiustizia che
chiede riparazione. Spero
che questa avvenga prima
della mia morte. Mi meraviglio che nulla sia finora stato
intrapreso, né da parte della
Chiesa né da parte della Facoltà». (spp/apic)
Nel 1995 ci sono state manifestazioni in tutta l'isola
1160 anni della Bibbia in lingua malgascia
VOLOLONA RAMDmAMANANTEHA
Durante ranno 1995
diverse manifestazioni
sono state organizzate in tutta l’isola in occasione del
160° anniversario della prima edizione della Bibbia in
lingua malgascia. Storicamente, è stata la prima Bibbia ad essere stampata in
una lingua africana, tradotta
ed elaborata dalla Società
missionaria di Londra e da
alcuni membri della fami^ia
reale. Fu terminata il 21 giugno 1835.
Nell’agosto scorso, nell’
ambito di questa commemorazione, 6()0 giovani malga
sci si sòno ritrovati per una
settimana intorno alla Bibbia. Problemi morali, idolatria, Aids, vita politica ed
economica nazionale sono
stati i temi dibattuti durante
quell’irlcontro.
Per diffondere la Bibbia, la
Società biblica malgascia si
"era lanciata in una campagna di evangelizzazione un
po’ particolare: imparare a
leggere e al tempo stesso
predicare la Buona Novella
di Gesù Cristo. Attualmente,
essa non riesce a soddisfare
la domanda proveniente da
tutta l’isola.
Una revisione della prima
edizione della Bibbia si im
poneva. Una prima revisione
era già stata fatta nel 1908.
Ora una squadra ecumenica,
composta di traduttori cattolici e protestantij, lavora a
una nuova traduzione in lingua malgascia corrente, più
comprensibile. Questa squadra ha già ultimato il Nuovo
Téstamento.
Segnaliamo infine che in
occasione dell’inaugurazione della nuova sala della Biblioteca della Facoltà valdese
di teologia a Roma nell’ottobre scorso, una Bibbia della
prima traduzione del 1835,
ristampata nel 1985, è stata
offerta da una famiglia del
Madagascar.
Dal Mondo Cristian
m-'. ife
Belgio: il 500° anniversario
della nascita di Menno Simons
BRUXELLES — In occasione del 500° anniversario dellaiJ
scita di Menno Simons (1496-1561), una gita storica a
una serie di conferenze e una mostfa permanente al Cea
mennonita vengono organizzate a Bruxelles da gennai^
maggio per far conoscere questo riformatore. Da 16 al]
maggio avrà luogo a Elspeet (Paesi Bassi) un congresso i
versitario dei mennoniti europei sul tema: «500 anni i
Menno Simons: in cammino verso il futuro insieme a Dio»,
solito si conoscono i grandi nomi della Riforma protesta
del XVI secolo: Lutero, Zwingli, Calvino, oppure quelli^
hanno segnato il rinnovamento cattolico dopo il ConcilÌQ|
Trento, come Ignazio di LoyOla, fondatore del Compagnia!
Gesù. Si conoscono di meno però Menno Simons, Mich
Sattler o Pilgram M^rpeck che pure hanno suscitato un
mento di riforma radicale nell’Europa del Rinascimento,|
trattava allora di promuovere un’adesione libera e volontà
al Cristo, di attuare la pratica della nonviolenza, di instaura
la separazione tra chiesa e stato, di sviluppare una conceziol
comunitaria e non gerarchica della chiesa. In nome della iJ
fede, alcuni dissidenti sono stati dei precursori in materia|
obiezione di coscienza e di libertà religiosa. In quell’epj|
erano relativamente numerosi nella provincia dei Paesi Bj
del Sud. Oggi, si contano circa 850.000 mennoniti nel motj
di cui una grossa fetta negli Stati Uniti.
Norvegia: Desmond Tutu solidale
con ■ cristiani omosessuali
Ltata COI
già di
OSLO — Desmond Tutu, arcivescovo anglicano di Città (
Capo, ha espresso la sua solidarietà nei confronti dei cristiai
omosessuali della Norvegia. Ha stabilito un parallelo!
l’apartheid e la discriminazione nei confronti delle lesbichà
degli omosessuali. Le sue osservazioni avranno implicazioj
profonde non solo per la Chiesa di Norvegia, ma anche pei|
Chiese d’Africa dove spesso l’omosessualità è considerata!
tema tabù. Di recente, l’omosessualità ha dato luogo a uni
tenso dibattito in seno alla Chiesa luterana di Norvegia, paej
in cui le coppie omosessuali possono farsi registrare legij
mente, avendo così gli stessi diritti sociali e civili delle cop|
eterosessuali. Ma non possono avere incarichi neirambì
della chiesa. «Esprimo la speranza che la Chiesa di Norveg
che ci ha sostenuti nella nostra lotta contro l’oppressiob
continuerà a difendere allo stesso modo la causa della giu|
zia a favore di coloro che sono emarginati dalla società o(
scriminati semplicemente perché sono omosessuali o lesi
che», ha scritto l’arcivescovo in risposta ad una lettera dii
vescova luterana norvegese Rosemarie Kühn che gli chied
il suo parere. Nella lettera, Desmond Tutu precisa che es^
me «le sue personali opinioni»-e che «non è di sua compe^
za commentare» il «modo di trattare» questa questioni
parte della Chiesa di Norvegia. Una minoranza, tre vescoinf
dieci, vorrebbe che gli omosessuali fossero pienamente ria
litati nella chiesa. La vescova di Hamar ritiene «inaccettab
che omosessuali che vivono ufficialmente in coppia non ]
sano occupare funzioni nella chiesa.
iti
lya,
isa. L
lÜaàlizz
Turchia: grave mancanza di preti
nella Chiesa ortodossa armena
ISTANBUL — La più grande chiesa della Turchia, la Chi!
ortodossa armena, si trova confrontata ad un problema crui
le: la mancanza di preti. Sugli 82.000 membri della chii
60.000 vivono ad Istanbul ma la diocesi di Istanbul ha solo
preti per le sue 38 chiese, e dieci di questi hanno più di 60
Negli ultimi cinque anni sono stati ordinati soltanto cfn)
nuovi preti. Così come i membri del clero di. altre due chiesej
Patriarcato ecumenico e la Chiesa ortodossa siriana, i mei
del clero della Chiesa armena devono, secondo la legge
essere cittadini turchi. La Chiesa cattolica romana e le chii
protestanti locali sono tuttavia autorizzate a fare venire prel t
pastori in Turchia. Le chiese devono inoltre fare fronte al pi j
blema derivante dal divieto di gestire seminari. Negli ultimi i ï
ci anni sono stati impartiti corsi di formazione in modo non
fidale, nelle residenze episcopali della Chiesa ortodossa
na, con l’aiuto di docenti di altre chiese in Turchia. Inoltre,
me COI
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fóvimi
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grado i buoni rapporti generalmente esistenti tra le varie chi* ^ L’el
in Turchia, ultimamente sono sorte tensioni tra la Chiesa oti
dossa armena e la Chiesa uniate armena, legata a Roma.
Polonia: è a buon punto
la traduzione ecumenica della Bibbiij
VARSAVIA — Le undici chiese cristiane della Polonia inti
dono ultimare la loro traduzione ecumenica della Bibbia epj
la fine del secolo. Due squadre sono, al lavoro, ha detto la dii«
trice della Società biblica ecumenica. La Chiesa cattolica^
mana, membro della Società biblica dal 1992, appoggia ilpj
getto. Anche papa Giovanni Paolo II ha espresso l’augurioc
questa traduzione ecumenica della Bibbia possa essere teli
nata entro il 2000. (sppl^
isoj
d
Francia: celebrata la Giornata
cristiana delia comunicazione
dóni !
P ihe av
Í Impress
di
PARIGI — Le chiese protestanti, ortodosse e cattolici
mana di Francia hanno celebrato, domenica 4 febbraio
Giornata cristiana della comunicazione. Il tema di quest'
no era: «Al servizio delTEvangelo, miglioriamo le nostre
municazioni». «Troppo spesso esiste uno scarto tra cih
viene proposto nelle nostre chiese o nei nostri luoghi à
contro, e la qualità di ciò che viene proposto dalle munic
lità, dalle associazioni o dai media profani» ha spiegato
viève Roux, segretaria generale di Cristiani media. Por p*-rare la giornata, la Federazione francese della stampa ca|t
ca aveva commissionato un sondaggio sulla fiducia dei
stiani nei media. Da questo emerge che metà dei catte
praticanti ritiene che il cristianesimo e l’Islam siano mal”
sentati dai media. (spP'*
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[ERDÌ 23 FEBBRAIO 1996
RIFORMA
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presso
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npagnia
Un libro sui rapporti tra puritanesimo, liberalismo e laburismo
[ protestanti e le origini della politica inglese
La democrazia partecipativa, l'associazionismo politico
eia cultura calvinista alla base di un senso dello stato a noi poco npto
PASQUALE lACOBINO
OVE affondano le radici
^ della cultura politica
; a Dio»,' : j5ìa sinistra britannica controtestaj i temporanea? Che cosa ha a
quelli cl , che fare il puritanesimo con
Concilio t-ti ilhéralismo popolare e il la
burismo? Perché i governi
de
¡S, Michi ¡britannici importanti come
0 un moi. qtirili presieduti dal liberale
imentó, ¿Gladstone (1868-74) «potevayolonta ^ no entrare in crisi e cadere su
instaura ^ questioni religiose molto più
:oncezio; ^facilmente che non su quee dellalo ì stioni “laiche" (comprese le
materia ¡.riforme sociali e la legislazio[uell’epoi I ne:iÉlettorale)»?
Paesi Bai in che modo la leadership
rei monti i laburista del nostro tempo,
(dal presbiteriano scozzese
John Smith al «devoto angli;.càno» Tony Blair, è apparentata con la Rivoluzione puritana di Oliver CrOmwell e il
i^idìcalismo protestante bri
di Città d
lei cristia ■ Quali tracce lasciano scoi- ^
irallelot l’influenza del cal-'
! lesbiche, ''iuismo inglese sui modelli
nplicazio « politici liberal-laburistici? Sonche pet Í i® domande a cui risponsideratai <1® ^ raccolti nel ligo a uni Progressisti e Puritani*,
egia, pae E^gcuio Federico Biagini,
trare lesi [giovane e brillante «assistant
elle copi a professor» di Modern British
leU’amhi a Princeton Univer
1 Norvee ’ ®'ty' fliò autore de II liberali
,pressici popolare. Radicali, mo
lellagiui -Vitnento operaio e politica
jcietàoi pflzipna/e in Gran Bretagna
ali oles! .(1S0O-188O), pubblicato in
' li^a dall’editrice bolognese
lÙ mulino» nel 1992.
iagini esplora il rapporto
uritanesimo, laburismo e
aldemocrazia trattando
i fondo come libertà e
e virtù», rule oflaw e
à, democrazia partecipatfya, «chiamata» e fede relic gfosa. La prima parte del libro
Itoalizza la formazione di un
isftìnyrcato sociale» (inteso coli me combinazione di liberismo e interventismo statale)
nella Gran Bretagna del premier liberale Gladstone, del
movimento sindacale più for'te d'Europa (1860-1880) e
^Slla questione sociale riesa“ ' iata da Alfred Marshall tra
sttera di
¡li chiedi
i che es]
compel
lestioneià.^iJI
! vescovi!
«etica e spirito civico». Nella
seconda parte, richiamando
la riflessione di John Stuart
Mili sul modello classico di
cittadinanza dell’antica Atene, Biagini illustra il dibattito
tra liberali intorno a democrazia rappresentativa, cittadinanza, forma partito, libertà individuali e «comunitarismo».
La terza e conclusiva parte
del libro è dedicata agli «eredi di Cromwell» attraverso la
ricerca dei nessi tra l’associqzionismo politico e la cultura
calvinista, tra la storia puritana e l’attualità politica britannica, con una particolare
attenzione ad alcune interessanti e controverse figure di
politici e intellettuali di fede
evangelica come sir Frederick
Catherwood (già vicepresidente del Parlamento europeo nonché presidente della
confindustria britannica),
Donald MacLeod (pastore e
teologo della scozzese Free
Kirk) e il «curioso reazionario» lan Paisley, deputato europeo nordirlandese, della
Free Presbyterian Church of
Ireland.
Di questa terza parte, bltremodo stimolanti appaiono le
analisi di Biagini sul rapporto
tra ecclesiologie riformate e
politica, tra confessioni di fede, libertà di coscienza e stato di diritto. In Gran Bretagna non il protestantesimo
«tout;Court», ma un «certo»
protestantesimo avrebbe dato impulso ai grandi processi
della modernità politica; il
protestantesimo legato all’
area del Dissent e della Nonconformity (delle chiese che
non si «conformano» alla
chiesa di stato), al congregazionalismo e al calvinismo
presbiteriano. E l’attenzione
di Biagini si sofferma su questi ultimi modelli ecclesiologici - presbiteriano e congregazionalista - imperniati
sull’organizzazione per assemblee elettive, sul ruolo
dei laici nei concistori e nei
consigli di chiesa, sulla centralità della comunità locale.
Nel contesto della storia
iM II teologo Eric Fuchs risponde agli intérrogativi che anche le nostre chiese si pongono di fronte alla società
L'etica protestante si fonda sulla Parola di Dio e si lega allo sviluppo della modernità
i, la Chi!
3ma crui
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i ultimi t..
ado noni - Eric Fuchs è professore di etica alla Facoltà di teologia
lossa ad MrUniversità di Ginevra. La Claudiana ha^pubblicato sull’etinoltre, ® J ca di coppia il suo «Le désir et la tendresse».'Ora è uscito in Itavarie dui «/fa L’etica protestante, un piccolo saggio di facile lettura che
Ihiesa oh ■ Fuchs ha scritto sollecitato da un pastore preoccupato dalla crema. ‘ scente ignoranza in Francia della tradizione etica protestante,
‘Specialmente riformata. Se è utile un libro così nel paese natale
incalvino, figurarsi qui da noi. C'è, anche nelle nostre chiese
f^hgeliche, una grande domanda di punti fermi della morale,
Ribbii ' *^tne fare» etici. «Che fare - si domanda Fuchs - quando il
Sesto biblico ignora completamente un problema attuale che ci
onia in« ) assilla? Che cosa deve fare il cristiano che cerca'nella Scrittura
libbia eri ( soluzione etica ai problemi dell’energia nucleare, dell’Aids,
ittoladifl ^ diagnostica prenatale?», per dite alcuni dei formidabili
attolica f ’ f’soblemi del vivere nel nostro tempo.
Oliver Cromwell raffigurato come difensore della fede
britannica, afferma Biagini,
sono questi i modelli riformati che hanno inciso profondamente nella concezione democratica della cittadinanza e dei rapporti tra governanti e governati. Parallelamente, i principi riformati
del sola grada, sola scriptura
e del solus Christus, ricevevano, nell’Inghilterra del XVII
secolo, la traduzione pratica
in idee di eguaglianza (tutti
sono eguali di fronte al peccato e abbisogno della salvezza divina), democrazia (il
libero esame della Bibbia
comporta una democratizzazione della conoscenza) e
deassolutizzazione del sovrano (solo Cristo è il re; il sovrano britannico è un servitore
tra glj altri, anch’esso sottomesso alla legge).
Senza sottovalutare il dato
della secolarizzazione della
società britannica, quanto le
radici puritane possano essere state significative e feconde per l’area progressista e liberaldemocratica è forse te
stimoniato dal rapporto tra
voto anticonservatore e retroterra calvinista (le opinioni religiose come fattore de^
terminante nella geografia
elettorale tra il 1885 e il
1914), nonché da dati sintomatici che rivelano che «se
nel 1906 il 60% dei deputati
laburisti àveya un background nonconformista, nel
1962 questa proporzione era
ancora del 50%.
Nel 1906 la Bibbia era al secondo posto tra i libri più letti
dai deputati laburisti: ma nel
1994 è solo scesa al terzo posto (al secondo c’è significativamente il socialista cristiano
R. Tawney), 'ed è più letta di
Marx e di Qalbraith. Tra i liberali l’influenza del Dissent e
del calvinismo è rimasta proporzionalmente più forte fino
al giorno d’oggi».
(*) Eugenio F. Biagini; Progressisti e puritani. Aspetti della
tradizione liberal-laburista in
Gran Bretagna 1865-1992. BariRoma, Pietro Lacaita editore,
1995, pp 241, £25.000.
L'ultima fatica di Oscar Cullmann
La preghiera, strumento per
diventare assistenti di Dio
BRUNO CORSAMI
Dalla feconda penna di
Oscar Cullmann, 94 anni, grande alsaziano studioso
della Bibbia> professore di
Nuovo Testamento prima a
Strasburgo poi a Basilea e a
Parigi, è uscito un nuovo lavoro di grande impegrib; uno
studio sulla preghiera cristiana’*. Un anticipo del pensiero
di Cullmann sulla preghiera
era già stato datò in due lezioni tenute alla Facoltà valdese di teologia nel 1978 e
nel 1980, rispettivamente
sulla preghiera negli scritti di
Paolo e di Giovanni, poi pubblicate in «Protestantesimo»
(1978,1981). Tanto più attesa
era la trattazione organica
delTargomento, uscita in tedesco nel 1994 e ora già disponibile in italiano grazie
allo sforzo congiunto del traduttore Gino Conte e della
Claudiana.
Il libro è chiaramente diviso in tre parti; la prima si occupa del problema della preghiera in generale; il rapporto tra preghiera e fede, preghiera e esaudimento, preghiera e libertà di Dio. Cullmann fa notare clje molte
delle obiezioni alla preghiera
non vengono da credenti ma
da filosofi che si fanno un’
idèa razionale di Dio che non
corrisponde a ciò che la Bibbia ci rivela su Dio stesso
(cioè che in lui contano più
l’amore e la ihisericordia che
la razionalità astratta). Il presupposto di ogni preghiera
autentica è la fede m questo
Dio; allora cadono le obiezioni citate, e anche il cosiddetto «iiiesaudimento» può
essere capito come un modo
diverso di dare ascolto alle
nostre preghiere; pensiamo a
Gesù nel Getsemani o alla
preghiera di Paolo a proposito della «scheggia nella carne» (II Corinzi 12,7-9).
La terza parte riprende alcuni di questi temi alla luce
dell’esame dei testi biblici,
tentando una sintesi di teologia biblica. La parte più
corposa e impegnativa, però,
è la seconda (pp 39-191) in
cui l’autore passa in rasse^
le istruzioni e gli esempi cl
riguardano la preghiera nelle
varie sezioni del.Nuovo Testamento (i Vangeli smottici,
l’epistolario o corpus paolino, il Vangelo e le Lettere di
Giovanni, e assai brevemente
gli altri scritti). Passo dopo
passo il lettore è guidato a
identificare i vari tipi di preghiera (di lode, di ringraziamento, di supplica o richiesta, di intercessione e così
via) e gli oggetti della preghiera (doni spirituali, beni
materiali, aiuto in particolari
situazioni, ecc.).
L’autore tratta le varie parti
del Nuovo Testamento separatamente e lascia apparire le
particolarità dei vari scritti o
autori; per esempio, in Giovanni è messo ben in rilievo
il rapporto fra preghiera e
Spirito Santo, fra preghiera e
verità, fra preghiera e «nomè
di Gesù» che dovrebbe sempre accompagnarla. Nella
preghiera paolina è messo in
evidenza come l’apostolo ci
sia di esempio nel pregare
per il suo lavoro di testimonianza e di cura pastorale,
nell’intercessione peri fratelli delle sue comunità e nella
lode a Dio per i doni di fede,
di sapienza, di carità con cui
li ha arricchiti. Nella sezione
dei Vangeli smottici una vera
gemma è l’analisi del «Padre
Nostro», a cui sono dedicate
ben 52 pagine. Il lettore potrà fare un confronto cqn il
commento fatto da Giovanni
Miegge in II sermone sul
monte (Claudiana, 1970).
Tutta la trattazione di questo grande t^a spirituale è
inquadrata nella concezione
sempre insegnata da Cullmann sul tempo e la storia;
noi ci troviamo nel tempo interinedio fra la vittoria di Cristo sul male e l’annierttamento finale del male. In
questo tempo intermedio,
nel quale il male esercita ancora il suo potere, abbiamo
la possibilità di pregare e così diventiamo gli assistenti di
Dio nella sua lotta contro il
male (p. 232).
(*) Oscar Cullmann: La preghiera nel Nuovo Testamento.
Una risposta alle domande
odierne. Torino, Claudiana,
1995, pp 251, £ 29.000.
á W. SERGIO TURTULICI
iggiailpj
mguno®
ìsereteft i ^
(spplOr r I "E cos’era la morale dei
l^protestanti puritani?
: I^Wedetelo a dieci italiani di
' ouoni studi, nove vi diranno
Che aveva a che fare con la
‘«pressione sessuale. Niente
7 .piti falso, è vero il contraarioi*®,* i no. I puritani furono i primi
jhondo a liberare la forza
li passione, del piacere
nostt ^¡®®ssuale nella pratica, nella
tra cio nta coniugale. La integraro‘‘p. nel matrimonio, nella fat?ì8iia’ ambiti dell? gioia,
^®ila realizzazione di coppia,
ì* sé con l’altro.
E curioso che la falsa idea
¿'Il puritani attecchisca in un
ioghi di
. muntfi
!gato '
Per pfl
npa ca[
eia d®*
lei catto!
IO mai
(sppis
latino dove da sempre
|. 'iiavolo, sesso e peccato han
no fatto «audience» insieme,
ieri davanti al confessionale,
oggi davanti alla tv. In Inghilterra, negli Usa marcati dalla
tradizione puritana, non è rituale che i. politici rubino allo
stato e noi italiani, che abbiamo digerito Tangentopoli,
sorridiamo un^po’ che possano finire alla gogna e rovinarsi la carriera per via di storie
extraconiugali. 11 fatto è che
laggiù non è il sesso che fa
problema morale come, per
secoli, da noi. Fa próblema la
rottura dei modelli comportamentali nella vita fàmiliare
e> della «constancy» (il controllo di sé). Perché la famiglia puritana, protestante, era
il luogo della formazione
umana, civile, religiosa, lo
spazio sociale dove vivere la
vocazione cristiana. Il libro di
Eric Fuchs* prende in considerazione alcuni aspetti del
problema.
a) Noi protestanti non abbiamo altri mezzi per orientarci nella pratica cristiana tra
i problemi del vivere oggi che
la Bibbia e la ragione^ Bibbia
da interrogare non in maniera fondamentalista ma a partiré da quanto dice-sulTuomo; sono costituito come
uomo da una parola creatrice
dell’Altro, sono con gli altri
uomini interdipendente, coumanità, e cammino con la
loro nella storia, sempre posto davanti ai problemi del limite; sicché, «prima di chiedermi cosa devo fare, devo
accettare di essere esposto
dalla legge di Dio all’appello
dell’altro da me, degli altri».
Ragione moderna che «si è lasciata imprigionare dalle sue
pretese positivistiche, dalla
sua sottomissione all’utilitarismo, dàll’imperialismo
tecnoioglco-economico» ma
che pure «ha come orizzonte
reale la questione della verità», a cui «dobbiamo rendere tutta la sua dignità» come
guida dell’azione.
b) A partire dalla Scrittura
tre sono i temi centrali della
Un laboratorio di biologia molecolare
pratica etica del nostro tempo: l’impegno politico, la valorizzazione deH’aspetto economico, Tevidenziazione della forza strutturante della
coppia uomo-donna per tutta la vita personale e sociale.
c) A fronte di questi temi
della pratica «non c’è avvenire per il protestantesimo
che nella riattivazione del suo
legame con la modernità». La
Riforma ha determinato la
modernità e il futuro del protestantesimo ha un cuore antico, la Riforma. L’etica caivinista, puritana, non ha saputo opporre resistenza al
l’utilitarismo ed è vero quello
che è stato detto dei puritani:
«Si ripromettevano di spiritualizzare il commercio e finirono col commercializzare lo
spirito»; pure, se il protestantesimo vuole rimettere in circqlo nella società odierna le
idee forza, il carburante spirituale delle sue origini, l’etica
del lavoro, una nuova concezione della famiglia, del dovere verso ^ altri, non ha altra
via che tornare all’iiuomo
nuovo» del sogno puritano,
aila forte tensione volontaristica del suo agire, aita sua disciplina, alla sua libertà che '
era sottomissione alla legge,
senso del dovere e del servizio del singoiò nell’interesse
generale.
d) In questo senso, la reazione teologica della scuola di
Bardi, «tentativo di strappare
la fede alla nuova cattività babilonese del modernismo e
del liberalismo» ha condotto,
«la teologia protestante in un
vicolo cieco, alTincapacità di
rispondere ai problemi della
cultura, dell’economia, della
società moderna».
e) L*«ascétìsmo moderato»
della tradizione puritana,
protestante, va riscoperto
come cammino ragionevole
per farei buon uso del mondo, per uscire dalla crisi
economica, ecologica, dei
modelli di vita, nella quale
abbiamo precipitato la società per la frenesia del consumismo. Ascetismo per tornare al meglio del soggetto
protestante, come liberazione di sé per fare posto all’altro, per non farsi dominare
dalla preoccupazione delle
cose, sehso «eucaristico» della vita, dell’accoglienza di
tutte le cose, comprese le più
fi-agili e le più minacciate.
(*) Eric Fuchs: L’etica protestante. Bologna, Dehoniane,
1995, pp 143, £ 19.000.
6
/'
■7‘
/
PAG. 6 RIFORMA
VENERDÌ 23 FEBBRAIO 1996
m Film
«Moruroa^ il
grande segreto
»
ERMINIO PODESTÀ
IL 12 febbraio la Provincia
di Genova ha organizzato
una giornata dal titolo «Conoscere, riflettere e meglio
agire» per fare sensibilizzazione sulle conseguenze dei
Jest nucleari nel mondo e soprattutto nella Polinesia francese. La risposta è stata superiore alle aspettative: 2.000
tra studenti e adulti hanno
visto il documentario proiettato lungo la giornata, Moruroa, il grande segreto, che evidenziava, nella cruda verità ^
delle testimonianze e nelle "
realistiche immagini come la
cosiddetta innocuità dei test
sia una terribile e ipocpta falsità. Il titolo del film è tra l’altro molto appropriato, perché il governo francese ha
cercato di impedire per quasi
30 anni di fare parola sulle
conseguenze dei test.
Nella sala del Consiglio
provinciale si è anche svolto
un dibattito con la partecipazione di David Taggart, leader'storico di «Greenpeace»,
Paolo Farinalla, astrofisico
degli «Scienziati per il disarmo», mons. Marino Poggi, vicario episcopale per la cultura, Angelo Bobbio, assessore
provinciale alla Cultura e Lino De Benetti, pàrlamentare
e protagonista di una spedizione a Mururoa.
Quest’ultimo ha lanciato
un’interessante proposta:
siccome il presidente Chirac,
dopo il sesto test nell’atollo,
ha detto che vuol fare dell’
atollo stesso la sede di un
Club Méditerranée, il che è
impossibile, come dimostra il
film, per i danni che ne verrebbero alle persone, si potrebbe chiedere al governo
francese, attraverso le vie istituzionali, di istituire a Mururoa un osservatorio scientifico internazionale indipendente, che consenta il monitoraggio della più grande discarica sottomarina nucleare
del mondo e lo studio dei
danni all’ecosistema attraverso il pieno accesso ai suoi
dati. Questa proposta, ha
detto De Benetti, sarebbe il
minimo dovere da parte del
governo francese verso la comunità intemazionale, anche
se certamente non costituì- '
sce una riparazione dei tremendi danni già infarti all’
ecosistema.
Gli evangelici si sono un
po’ disinteressati a questo argomento; infatti anche la
presenza evangelica alla manifestazione è stata molto
scarsa. Il motiyo va ricercato
forse nel fatto che il pensiero
cristiano in questi ultimi
tempi si è occupato solo del
problema dell’uomo, trascurando il creato. Dopo questa
giornata dobbiamo renderci
conto che il problema dei test
nucleari non è solo quello di
conservare l’integrità del
creato, ma anche di conservare l’integrità dell’uomo.
P» I vo*M acquisti,'
. par gli abbonamenti
tlbr^rie /
iP±ftMOIANA ’
i -,
12/A;
viaftiiidoetor
tei-Oli
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I^Ém€8voitr,32;
■ ......."..........—
Manifestazione antirazzista a Roma il 3 febbraio
« y
In 50.000 per dire no al decreto
Gli evangelici napoletani hanno aderito ad una iniziativa
politica: lo richiede la drammatica situazione dei migranti
MIMMO QUARAGNA
ECCO la cronaca in poche
righe della manifestazione antirazzista svoltasi a Roma il 3 febbraio. Un gmppetto che si chiama «Socidismo
rivoluzionario», uno dei pochi residui ancora in circolazione del bplscevismo, in
combutta con i centri sociali
e con altre teste calde e teste
matte della stessa risma, proclamano una giornata di lotta
contro il decreto che regolarizza l’8% degli immigrati e
ne espelle il 92%. Una parte
della sinistra ignora questo
processo che si sta mettendo
in movimento: tutta l’attenzione è rivolta alla triangolazione D’AIema-BerlusconiFini. È più difficile capire
perché rifondazione comunista e dintorni si dissocino
dalla manifestazione, ma
succede gnche questo.
Si può dissentire dalle posizioni degli organizzatori,
ma se la manifestazione del 3
febbraio porta le loro firme è
perché nessun altro ha .avuto
il coraggio di fare appello alla
mobilitazione. Al di là di tutte
le sciocchezze che possono
combinare socialisti rivoluzionari e centri sociali, il movimento per tutto il mese di
gennaio è andato crescendo;
a dargli forza sono state le comunità di immigrati, gruppi
di base, piccole associazioni
che probabilmerite non conoscono le regole e gli equilibri della politica, ma sanno
bene che cos’è I’infemo di un
campo fom e che dramma significa per un africano sentirsi braccato perché la questura rifiuta un timbro.
A Roma si sono trovati in
tanti; accreditare una partecipazione di 50.000 persone è
una stima più che realistica.
Probabilmente chi ha preso
le distanze si aspettava in
piazza i capelli colorati del
Leoncavallo, e anche questi
Immigrati davanti alla stazione Termini di Roma
c erano; pero, sorpresa per
tutti, anche per i promotori,
la stragrande maggioranza
erano proprio le immigrate e
gli immigrati.
E adesso per concludere
veniamo ai fatti di casa nostra. Il Cemna, quel gruppetto di protestanti napoletani
che si occupa di immigrazione, dal primo momento ha
aderito alla manifestazione e,
nel suo piccolo, se ne è fatto
promotore. Per fortuna nei
nostri ambienti ci vogliono
bene e per questo qi sono state risparmiate censure e sanzioni, ma va detto francamente che abbiamo messo a
rischio il buon nome delle
nostre chiese frequentando
certe compagnie.
E adesso che la manifestazione è riuscita (e speriamo
che proprio il suo successo
permetta ulteriori sviluppi) si
può rivelare un segreto. Il
Cemna è stato sul punto di ritirare la propria adesione, sapevamo di non avere il sostegno della maggioranza delle
nostre comunità; se non lo
abbiamo fatto è perché un
nostro pastore, certamente
non in odore di estremismo,
tutt’altro, ha dato la sua adesione con la seguente motivazione: «Stiamo attenti affinché un domani non dovremo vergognarci come quanti
chiusero ¿i occhi davanti alla
barbarie del nazismo».
Questa firase mi è ritornata
alla mente il mattino del 3
febbraio, quando sono andato al campo rom di Giugliano
per organizzare la partenza
per Roma. C’erano zingarelli
scalzi e malvestiti che giocavano sorridendo sul terreno
freddo e bagnato; donne e
uomini che ci invitavano a
prendere il caffè nelle loro
baracche malridotte, persone
con le quali è facile entrare in
rapporti di amicizia, persone
capaci di raccontarti una vita
di sofferenzeTcon gli occhi
che alternano espressioni di
tristezza e di rassegnazione,
ma anche barlumi di speranza. Un giorno ci sarà chiesto
noi dove eravamo, e non potremo tirar fuori la tessera di
un partto; varrà la mano^ che
avremo dato a una sorella e a
un fratello quando veniva negato loro il diritto di esistere.
Indagine del Censis sulle parrocchie di Lamezia Terme
La cultura cattolica al Sud si modernizza
Sì alla convivenza e ai matrimoni civili
Famiglia, giovani, istruzione e formazione religiosa,
rapporto con la Chiesa cattolica, nuove prospettive etiche: di tutto questo si occupa
la ricerca curata dal Censis
per conto della diocesi di Lamezia Terme (Catanzaro). La
ricerca;'è una delle ultime ad
essere state completate dal
Censis, che sta sviluppando
un programma dì tredici indagini diocesane (quattro al
Nord, quattro al Centro e
quattro al Sud, oltre a una
nelle isole).
Dall’indagine emergono
numerose conferme di dati
già emersi nelle precedenti ricerche svolte, e anche alcune
novità. Una, molto significativa, ad esempio, è che se è vero che la famiglia della diocesi di Lamezia Terme mediamente tiene in alta considerazione la Chiesa cattolica, il
messaggio evangelico, i suoi
insegnamenti e quindi anche
la tradizione cattolica che
connota il territorio, tuttavia
anche qui si rileva la presenza
di convinzioni tipiche di altri
contesti culturali: ad esempio, le «convivenze di fatto» e
i «matrimoni civili» vengono
considerati a pieno titolo come «famiglia» rispettivamente dal 21% e dal 47,7% dei cattolici intervdstati. Aria di «modernizzazione», dice il Censis
anche in questa diocesi, fenomeno che «sta trasformando
le motivazioni e le stesse basi
del legame di coppia» un po’
in tutto il paese.
La «famiglia lunga» va abbastanza di moda anche in
Calabria, rileva la ricerca, anche se poi i giovani interpellati ritengono che il «nido familiare» sia un ostacolo alla
libera manifestazione della
propria personalità. La religiosità, in ogAi caso, è patrimonio molto diffuso e trova
riscontro nella concezione
complessiva dell’esistenza. I
lametini tuttavia reputano
importante che la Chiesa cat' tolica agisca in primo luogo
per «ricercare l’unione e la
fraternità tra tutti gli uomini,
al di là della razza, della religione e dell’ideologia» e solo
in secondo luogo che «diffonda il messaggio evangelico».
La sorpresa maggiore che
emerge dalla ricerca è quella
che riguarda l’impegno della
Chiesa cattolica nel sociale e
nel politico che viene messo
in basso nella graduatoria dei
compiti della Chiesa cattolica, mentre acquista rilievo la
testimonianza da parte di
preti, religiosi e laici, di scelte
all’insegna della povertà e
semplicità di vita oltre che
nell’azione educativa alla solidarietà. Ciò si collega al ri
scontro delle preoccupazioni
principali dei lametini, sia
adulti che giovani, che registrano al primo posto il futuro dei figli, il lavoro, la salute,
l’istruzione, e solo a un livello
molto distaccato gli aspetti
relazionali dell’esistenza
(amore, amicizia, rapporti tra
familiare, anziani, vecchiaia,
qualità della vita ecc.). '
Il pluralismo etico e culturale dei nostri giorni è un dato di fatto anche a Lamezia
Terme, quindi: l’indagine ad
esempio mostra che su un tema come l’educazione religiosa dei figli i lametini hanno il convincimento che sia
bene far conoscere la propria
fede, ma senza «imposizioni».
È una prospettiva di Chiesa
cattolica che annuncia nel
contesto del pluralismo odierno godendo ancora di
credito ma senza che per questo debba pretendere il monopolio dell’etica e delle convinzioni più profonde. (Sir)
M Napoli
Crollano i muri
LUISA NITTI
Almeno 200 persone hanno preso parte all’incontro ecumenico che si è
svolto la sera dell’B febbraio
a Napoli, presso la chiesa
battista di via Foria. Per quasi due ore, in uno spirito di
forte comunione, rappresentanti di gruppi ecumenici, di
comunità di base, di numerose chiese evangeliche e
cattoliche del Napoletano,
hanno pregato insieme, cantato, ascoltato gli interventi
di alcuni ospiti, ondeggiato
al ritmo irresistibile dei canti
africani proposti dal coro
battista.
«E le mura crollarono...» è
stato il tema e filo conduttore
della serata: i vari momenti
del noto racconto biblico di
Giosuè hanno scandito la liturgia dell’incontro: «fermarsi», «circondare le mura»,
«suonare la tromba»... fino al
crollo delle mura e all’inizio
del «tempo nuovo». Sono le
mura dell’ingiustizia, è stato
detto, le mura che costruiamo intorno alle nostre chiese, che escludono lo straniero, il diverso e soffocano chi è
dentro; sono le mura che
l’Evangelo con la sua forza
dirompente distrugge. Intrecciato al primo, il secondo
filo conduttore della liturgia
era la lettura di alcuni brani
tratti da uno dei più famosi
sermoni di Martin Luther
King («I see thè promised
land»), pronunciato alla vigilia della sua uccisione.
«Suonare la tromba - ha
detto il pastore Massimo
Aprile - vuol dire avere il coraggio di far sentire la propria
voce quando l’ingiustizia non
è più tollerabile». Erano presenti fra la gènte alcuni rappresentanti di comunità evangeliche di extracomunitari; la serata è stata im’occasione importante per ribadire
l’impegno dei credenti per
un «ecumenismo dei popoli»:
«Noi siamo pochi - ha detto
ancora il pastore Aprile - non
abbiamo mezzi, ma abbiamo
molto fiato per suonare le
trombe, per far sentire il nostro disaccordo».
Due graditi ospiti hanno
portato il loro messaggio
all’assemblea: il pastore Italo
Benedetti, del dipartimento
di evangelizzazione dell’Ucebi, e il vescovo di Caserta,
Raffaele Nogaro. La presenza
di quest’ultimo è stata alquanto significativa non solo
perché era la prima volta che
un vescovo cattolico entrava
nella chiesa battista di Napoli, ma anche perché da anni
il vescovo di Caserta ha fatto
proprio l’impegno a favore
degli stranieri, deglf «ùltimi»
che spesso sono dimenticati
anche dalle chiese. «Non si
può dimenticare - ha affermato mons. Nogaro - che il
messaggio centrale dell’
Evangelo è “essere per gli altri’’; la totale dedizione a chi
è nel bisognò». Il vescovo di
Caserta non ha- usato mezzi
termini nel definire ingiusto
il decreto del governo Dini
sull’immigrazione.
«Le chiese non restino in
silenzio, abbiano il coraggio
di parlare e agire, anche nel
loro piccolo e con i pochi
mezzi che hanno»: questo è
stato il messaggio rivolto
all’assemblea da molte voci.
«Forse dopo una serata del
genere - è stato detto durante la preghiera comunitaria vedremo cadere i primi pezzi
delle mura».
Per la
pubblicità
tei. 011-655278, fax 011-657542 (
Brevi
Spariti 7.000
posti letto per
malati di Aids
Una serie di denunce «probabilmente per omissione di
atti d’ufficio e forse anche per
distrazione di fondi» sono
state presentate a carico di
tutti i responsabili della mancata attuazione della legge
sull’Aids, sia a livello centrale
(ministero della Sanità) sia a
livello delle amministrazioni
locali. La Lila risponde così
alla relazione del senatore
Gualtieri che, secondo il presidente della Lila stessa, Vittorio Agnoletto, conferma la
relazione del ministrò della
Sanità, Guzzanti, in Parlamento e le previsioni delle
associazioni per la lotta con-'
tro l’Aids. «Non è stato realizzato neanche uno dei 7.000
posti letto previsti entro marzo ’94 - ha ricordato Agnoletto - e non è stata spesa una
lira dei 2.100 miliardi stanziati dalla legge. I posti letto realizzati all’ospedale Spallanzani di Roma o al Sacco di Milano sono stati fatti con fondi
Í
regionali: nonostante questo T '
la commissione nazionale j.< ■
Aids ha approvato in dicem-v
bre la realizzazione di reparti
di lungodegenza da affiancare a quelli di malattie infettive, dei veri e propri ghetti per,
cui dovranno essere spesi
200-300 miliardi e che chissà
quando potranno esser pron- ,i
ti». Agnoletto sta raccogliendo dati per un «libro bianco».
Volontari
ospedalieri
La Fondazione italiana per
il volontariato (Fivol) ha reso
noti i dati aggiornati sul volontariato in ambito sanitario. Sul territorio nazionale le
organizzazioni impegnate a
fianco dei malati sono 3.288,
pari al 35% del totale delle organizzazioni di volontariato
censite dalla banca dati della
Fivol (9.380 organizzazioni).
Tra queste 3.288 organizzazioni di volontariato sanitario, 2.688 dichiarano di essere collegate con altre organizzazioni, mentre le altre 600
sono indipendenti. I volontari sono 211.795, pari a una
media di 65 unità per ciascuna organizzazione. Il 38% ha
un’età compresa tra i 30 e i
45 anni. Il 64,4% dei volontari
dedica a questa attività fino a
5 ore a settimana, il 21,5% da
6 a 10 ore settimanali.
Le organizzazioni di volontariato sanitario censite dalla
Fivol per il 42,7% sono di matrice cattolica e per il 55,3%
sono aconfessionali. Il 20,2%
è stato costituito dalle Caritas
e dalle parrocchie, il 48,8% da
associazioni e movimenti. !
servizi prestati vanno dal trasporto degli ammalati (il 35%
delle organizzazioni) all’assistenza domiciliare (il 26%)ì
dall’assistenza morale e religiosa (il 24,3%) al pronto soccorso (il 26,1%).
Nell’ambito delle organizzazioni di volontariato sanitario, i dati della Fivol prendono anche in considerazione il
più ristretto settore delle organizzazioni di volontariato
ospedaliero. Si tratta di 2.232
organizzazioni, pari al 23,7%
delle organizzazioni italiana
di volontariato. Il totale dej
volontari attivi nei conteso
ospedalieri è pari a 139.642
unità, per una media di 63
volontari ad associazione.
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Spedizione in abb. postale/50 - Torino
In caso di mancato recapito si prega restituire
ai mittente presso l’Ufficio PT Torino CMP Nord.
L'Editore si impegna a corrispondere
Il diritto di resa.
Fondato nel 1848
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È questo Finvemo delle stazioni sciistiche «minori», quelle che ben difficilmente riescono ad ammortizzare i costi di
gestione degli impianti di neve artificiale e che nell’ultimo
decennio avevano dovuto fare i conti con l’assenza pressoché totale di precipitazioni nevose. Al massimo la neve la si
vedeva verso Pasqua, quasi mai in tempo a salvare la stagione. Quest’anno è piena attività per tutti; Frali, malgrado la
disavventura della frana che l’ha bloccata per una settimana
ha saputo riprendersi alla grande entro breve tempo, alla^
Vaccera la pista del fondo offre uno stupendo paesaggio; il
Rucas a Montoso (foto) è molto frequentato; specie nei fine
settimana; gli impianti e le case costruite 15-20 anni fa sembrano usciti da un lungo letargo, e anche a Crissolo si parla
di costruire nuovi impianti di risalita, con la speranza di non
aspettare altri 10 anni per un buon innevamento.
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VENERDÌ 23 FEBBRAIO 1996 ANNO 132 - N. 8 URE 2000
Per noi valdesi il falò ha un
significato storico ben
preciso, una pratica che si deve rinnovare e rivalorizzare
ogni anno allo scadere del 16
febbraio alle 20 per la ricorrenza storica dèi 17, ma il 18
febbraio 1996 se n’è acceso
un’altro, uri maestoso falò
nella piazza Vittorio Veneto
di Pinerolo, in un momento di
festa-rito che ha visto coinvolti circa 400 bambini. Tutti
sappiamo che la festa del carnevale non è gradita e nemmeno praticata dalla cultura
evangelica in quanto evento
sostanzialmente pagano, ma è
anche vero che, comunque,
tutta la società ne subisce l’influenza e di ffonte a questo fenomeno non possiamo chiudere gli occhi. Il carrievale ha
UN FALO DIVERSO
aRN EVALE
GUIDO CASTIGLIA
una tradizione profonda e antica che affonda le sue radici
nella ritualità agreste propiziatoria del paganesimo con
antichi riferimenti mitologici:
perché quindi non affrontarlo
seriamente riscoprendone i significati più profondi, sfrondando e superando quello
strato di superficialità che il
carnevale ha acquisito con il
passare del tempo?
Questa è una lettura un po’
particolare, e il falò del 18
febbraio ha avuto una valenza differente: dare profondità
a una festa attraverso' la riscoperta dei suoi valori più o
meno nascosti togliendo
quello strato di banalità e superficialità che purtroppo ricopre molte dèlie azioni e degli atteggiamenti di questo
nostro tempo. I bambini di
Pinerolo hanno elaborato in
classe, con le loro insegnanti.
le paure collettive e quelle
soggettive, le hanno concretizzate in una rappresentazione simbolica (con cartone e
colori), le hanno composte in
«totem» alti quattro metri, li
hanno portati in piazza e bruciati: un momento rituale
esorcizzante che ha acquisito
un valore psicologico nell’atto stesso, nell’elevarsi del
fuoco, nel propiziare l’annullamento, seppur momentaneo, delle proprie ansie.
Una nfeutralizzazione rituale’liberatoria, forse non in linea con la nostra teologia,
ma con il profumo degli antichi miti agresti dei millenni
passati che formano il substrato della nostra cultura più
intima e della quale non possiamo non tener conto.
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D’ora in avanti saranno le
evince e i Comuni a occulte parsi delle procedure inerenti
(Pio smaltimento dei rifiuti. La
(i Regione Piemonte ha, infatti,
y conci u.so le operazioni di no' tifica della delibera adottata
, dalla giunta il 6 dicembre
scorso,, che delega agli enti
ocali la competenza su numerose funzioni amministrative riguardanti questa mate‘ ria. Come puntualizza l’assessore regionale all’Ambien
■ te, Ugo Cavadera, «la delega
è pienamente operativa, in
quanto già dallo scorso mese
di novembre sono stati deliberati i relativi finanziamenti.
Irioltre, il provvedimento
contiene criteri generali per
l’esercizio delle deleghe ed
■ ha comportato un ampio rior, dino della materia».
Su questi atti la Regione
eserciterà una funzione di
controllo. La delibera prevede infatti che le Province, en, tro il mese di marzo di ogni
anno, dovranno presentare alla giunta una relazione sulle
' attività conseguenti all’esercizio delle funzioni ad esse
delegate. «Rimangonó invece
di competenza della Regione
7 sottolinea Cavadera - gli
impianti sottoposti alle procedure di impatto ambientale e
la conclusione dell’iter che
dovrà portare all’individuazione dei siti dove realizzare
lè discariche dell’Astigiano e
di Acqui Terme».
Il Pinerolese è una delle poche zone della Provincia di
Torino dove non scoppierà tra
breve 1’«emergenza» rifiuti.
La discarica del Torrione,
specie se si svilupperà la
«raccolta differenziata», dovrebbe essere sufficiente fino
al 2000. Stante però la situazione degli altri comuni che
sono privi di discarica c'è il timore che la Provincia dirotti a
Pinerolo i rifiuti di altre città
^ facendo così precipitare i tem? ; pi per la nuova discarica.
I coniugi Ariel Rostan e Azuzena Cairus parlano di un'iniziativa nel Rio de la Piata
Un «campamento» per incontrare gli altri
La Chiesa valdese è notoriamente composta di due rami inscindibili, quello italiano
e quello del Rio de la Piata
derivato dall’emigrazione dal
nostro paese; la storia, la fede,
i legami di parentela uniscono
due terre così lontane e per
certi versi tanto diverse. E
questo legame trova continuamente momenti e occasioni
per rinsaldarsi; visite, viaggi
di gruppi 0 di famiglie, lettere
affidate al di qua o al di là
dell’Atlantico ad amici che le
consegneranno ai destinatari.
A livello ufficiale accade ormai da alcuni anni che durante il periodo del X’VII Febbraio in Italia arrivilo ospiti
per alcune settimane sorelle e
fratelli del Rio de la Piata.
Quest’anno è toccato ai coniugi Azuzena Cairus e Ariel
Rostan; i loro stessi nomi di
famiglia dicono di una chiara
origine dalle Valli, Villar Pellice per lei, Prali per lui, ma
con discendenze comuni anche in vai d’Angrogna. Inviati
dalla Chiesa valdese del Rio
de la Piata, Ariel Rostan e
Azuzena Cairus hanno visitato in particolare il secondò distretto italiano, con tappe a
I coniugi Roistan aila Foresteria di Torre Pellice
Trieste, Rimini, Milano, Venezia, Bologna, Sanremo, Genova, Torino prima di arrivare
alla foresteria di Torre Pellice
divenuta base dei molti incontri con le comunità delle valli.
Accolti da una fitta nevicata
ma soprattutto accolti con una
grande fraternità: «Ci siamo
sentiti come nella nostra comunità, aggiungono gli ospiti
sudamericani».
Attualmente i coniugi Rostan,non ricoprono particolari
incarichi nella chiesa, ma in
passato Ariel fu per tre volte
eletto anziano nel Concistoro
della sua comunità diventandone anche presidente e per
sette anni fece parte anche
della «Mesa», la Tavola del
Rio de la Piata; «Avendo raggiunto una certa età - spiega
Ariel Rostan - abbiamo considerato opportuno lasciare il
passo ai giovani ed effettivamente in. questo momento una
delle nostre figlie è presidente
del Concistoro della nostra
chiesa e la maggior parte della nostra famiglia è impegnata nelle attività della chiesa.
Proprio perché non abbiamo
altri incarichi particolàri ab
biamo accettato, con mia moglie, di dar vita ad un “campamento” (si tratta di un’area
attrezzata per ospitare tende
in occasione di incontri soprattutto giovanili) nella nostra comunità; abbiamo lavorato per sei anni insieme naturalmente ad altre sorelle e
fratelli per dar vita al progetto. Nel 1994 questo centro fu
inaugurato, presente anche il
pastore Giorgio Toum in rappresentanza della Chiesa valdese italiana, e funziona tuttora osflitando gruppi della
Chiesa valdese ma anche cattolici o civili. La nostra zona
si trova in un’area di riserva
di fiora e fauna e dunque niolto spazio alla riflessione all’
interno della struttura è dedicato alla salvaguardia dell’
ambiente. In fondo, oltre al
naturale impegno per l’istruzione e l’educazione, la nostra
chiesa è molto attenta verso la
tutela del creato che ci è stato
donato ed è un modo per coinvolgere i giovani nell’attività della chiesa», conclude
Ariel Rostan, a sua volta molto interessato a che cosa pensano e fanno le chiese italiane
per la salvaguardia del creato.
E difficile per noi valutare quale sia
stata, allora, reffettiva portata delle
Lettere patenti di Carlo Alberto. Per avere un’idea del clima di incertezza e talvolta di angoscia che si doveva respirare
prima del 17 febbraio 1848, può essere
interessante rileggere una lettera del moderatore della Tavola valdese Pietro Bert
indirizzata al ministro dell’Internò, conte
Roget de Cholex, il 9 aprile 1828. In essa
si fa riferimento alla citazione davanti al
prefetto del tribunale di Pinerolo del pastore di Villar Pellice, Francesco Gay, reo
di aver battezzato tre mesi prima un bambino illegittimo quasi che, osserva il moderatore, tale battesimo fòsse un delitto.
Il moderatore sottolinea che tale situazione dipende da una volontà politica del
governo, perché mai prima di allora si
era voluto dare attuazione ad un tale divieto. Egli condanna, come illecito e vietato Halle leggi divine e Umane, ogni rapporto carnale aill’infuori del matrimonio.
Ciò non toglie che qua e là, ogni tanto.
IL FILO DEI GIORNI
BATTESIMI
____________BRUNO BEUION___________
queste leggi siano violate per effetto della corruzione, della seduzione e del dominio disordinato dei sensi. È quindi naturale che una saggia polizia sorvegli le
ragazze che si trovino a essere in stato
interessante, per prevenire i possibili infanticidi e salvare quindi questi essere
infelici. Allá loro nascita queste creature,
figlie di madri cristiane, sono esse stesse
cristiane quanto alla loro nascita e domandano tacitamente il battesimo. Chi lo
amministrerà? Una questione semplice
pare diventata improvvisamente problematica quando si tratta di protestanti. Secondo quanto è accaduto al pastore Gay,
ogni figlio illegittimo apparterrebbe di
diritto alla Chiesa romana. «Ignoro su
quale Legge si fondi questo principio: è
da treni’anni che sono pastore nelle nìie
Valli non ho mai visto nulla che giustifi-,
chi le pretese che ho segnalate».
Il pastore Gay affèrma inoltre di essere stato più volte richiesto di una parere
sul comportamento da assumere in tali
circostanze. Fondandosi sull’esperienza
e sulle leggi di natura, egli spiega qual è
stato il suo comportamento: se la madre
e la sua famiglia ritengono di dover affidare il bimbo illegittimo alle istituzioni
provinciali istituite a questo scopo
(brefotrofi), allora «il bambino non ci
appartiene più» e di conseguenza non
deve essere battezzato dal pastore, ma se
al contrario per tenerezza materna o altre ragioni plausibili i genitori vogliono
tenere presso di sé e curare queste creature innocenti, non vede alcuna ragione
che impedisca al pastore locale di battezzare questi fanciulli.
ÌN Questo
Numero
Ospedale
Una giornata di riflessione è stata dedicata domenica 18 febbraio alle pro
Etrivé dell’Ospedale val-^
e di Torre Pellice, che'
ha appena visto ultimati i^
lavori della sua nuova ala
(nuovi laboratori, palestra
per la riabifitazione, pronto
soccorso). Si è parlato dei
bisogni della popolazione,
di razionalizzazione delle
risorse e del ruolo dei medici di base;
■ ' " . . Pagina II
Perrero
In Consiglio comunale,
l’amministrazione ha presentato il bilancio per l’anno 1996 e anche per il periodo 1996-981 La voce
che più sembra gravare
sulle casse comunali
quella relativa allo smalti-^
mento dei rifiuti. Intanto si
prevede di costruire uña
casa per anziani sull’area
dove sorge l’ex caserma
Mathieu. , • ' /. ' ''
Famiglia
Il Véscovo di Pinerolo ha
promulgato 41 documento
che il Sinodo diocesano
avpva ^[^tovtuo in tùateria
di famiglia. ElaE^rato in
seguito a un’indagine affidata;|àl Censis sullo stato
éellà iamiglia nel Pinerolese, il documento è una rifìessione che dobbiamo
coiéiò^cerè' è.che^ contiene
udii indicazioni. V
" ‘ it Pagina III
Storia locale
Si inaugùra il 29 febbraio, con una lezione del
prof. Arturo Gerire, un
nuovo ciclo di lezioni su
storia e cultura locale rivolto insegnanti e organizzato dal Centro culturale valdese presso la Casa
viddese e il Collegio.
.► Pagina III
8
PAG. Il
■'V
i':
Veduta di Rorà
POMARETTO: NIENTE TASSE SUL SUOLO PUBBLICO — Il Consiglio comunale di Pomaretto, riunitosi il 14
febbraio, ha deciso di non applicare la Tosap, tassa occupazione suolo pubblieo, ritenendo ingiusto gravare su passi
carrabili o condutture sotterranee. È stata anche scelta la ri^ negoziazione dei mutui con la Cassa depositi e prestiti con
un mutuo ventennale che si attesta sui 750 milioni, un’operazione che permette di lil^rare circa 80 milioni utilizzabili
dal Comune per altre iniziative. Milena Micol sostituisce
infine in Consiglio Ebe Balma, che ha rassegnato le dimissioni per motivi personali; è stato rivolto un augurio di
I Tmnva^
E Eco Delle vaoì moEsi
VENERDÌ 23 FEBBRAIO
RORÀ: 500 MILIONI PER BRIGLIE E FRANE — Mezzo
miliardo per lavori di sistemazione di un movimento frano^ so alle Fucine e per una briglia a Pian del Tomo; l’ingente
impegno, frutto di specifici contributi, è stato deliberato la
scorsa settimana dai Consiglio comunale di Rorà: è stato
approvato il progetto jireliminare e anche quello esecutivo è
a buon punto: entro l’anno i lavori dovrebbero essere eseguiti. Di un certo interesse anche l’assunzione di un mutuo
di 100 milioni con la Cassa depositi e prestiti per la costrazione di un’area di parco vpfde pubblico nelle vicinanze del
campo sportivo; entro pochi giorni, intanto, si dovrebbe
procedere all’assegnazione dell’appalto per la costruzione
di un laghetto al Parco montano.
buon lavoro alla nuova'consigliera insieme a un rigraziamento aH’amministratrice dimissionaria per il proficuo lavoro svolto nel non facile avvio di tornata amministrativa.
SEDI APERTE ALLO SPI-CGIL — Nella settimana che va
dal 19 al 24 febbraio tutte le sedi Spi-Cgil, comprese quelle
decentrate, sono aperte per le iscrizioni. I responsabili del
sindacato pensionati, recita un comunicato, si augurano di
poter approfondire i contatti diretti e personali per discutere
problemi e aspettative e organizzare le prossime iniziative.
MALAN PER IL FORTE DI FENESTRELLE — Il deputato di Pinerolo Lucio Malan ha inviato un appello al
Provveditore alle Opere pubbliche di Torino «perché sia
messo a regime, senza indugi, un idoneo stanziamento» a
favore del forte di Fenestrelle. Esiste già un progetto di
massima dello stesso Provveditore: «Si tratta - ha aggiunto Malan - di scelte prioritarie». La richiesta del deputato
pinerolese è stata sottoscritta anche da numerosi altri parìamentari piemontesi delle diverse forze politiche. Recentemente lo stesso Malan ha anche annunciato, a proposito
del dibattito in corso sulle riforme istituzionali, di essere
d’accordo con una proposta di federalismo alla tedesca,
con maggiori autonomie alle Regioni e ai Comuni.
ESAMI PER GUIDE TURISTICHE — La Provincia di Torino ha predisposto i termini per la presentazione delle domande di partecipazione alla prima sessione ordinaria per il
1996 delle pròve d’esame per poter esercitare la professione
di accompagnatore turistico, guida turistica, interprete turistico e direttore tecnico di agenzia di viaggio e turismo. Le
domande, sugli appositi moduli e in bollo, vanno indirizzate
alla Provincia di Torino settore Cultura, Turismo e Sport,
via Maria Vittoria 12, 10123 Torino. I termini per la presentazione delle domande sono il 28 marzo (accompagnatore e direttore tecnico) e il 4 aprile (guida e interprete); i moduli sono disponibili presso la sede dell’Apt del Pinerolese
in via Giolitti 7 a Pinerolo, tei. 0121-795589.
LA BEIDANA DI FEBBRAIO — Sulla Beidana di febbraio
si può leggere, fra l’altro, un articolo di Andrea Melli
suU’emigràzione dalle valli valdesi all’inizio del ’900 e lo
studio di Giorgio Toum su «Il Risveglio e la diaconia» fatto
in occasione del centenario dell’Asilo dei vecchi di San
Giovanni. Gabriella Ballesio e Monica Puy commentano la
pubblicazione, per la prima volta integrale, della lettera di
Beckwith nota per il monito «Vous êtes des missionaires ou
vous n’êtes rien», Tullio Parise esamina il tema «Valdesi e
le Valli nell’immagine turistica». Per informazioni telefonare al Centro culturale, 0121-932566.
SALUZZO: ALLESTITA UNA SALA RADIO PER LA
510
PROTEZIONE CIVILE — Presso il municipio di Saluzzo è stata allestita una sala radio pienamente operativa in
caso di calamità, emergenze, situazioni di allarme. Saluzzo
è stata individuata dalla Prefettura come sede di Centro
operativo misto a disposizione del ministero deH’Intemo
per interventi di protezione civile. Sono state installate antenne omnidirezionali, personal computer e modem, una
banca dati, apparati ricetrasmittenti, il tutto in collaborazione con il gruppo locale di radioamatori. È allo studio l’individuazione di altri' punti di riferimento nelle vallate e nella
pianura da collegare al centro in modo efficiente e preciso.
Inaugurata a Torre Pellice la nuova ala della struttura con i nuovi
Gl¡ ospedali valdesi nel piano
Che l’inaugurazione dellà
nuova ala dell’ospedale valdese di Torre Pellice sia arrivata un po’ in ritardo rispetto
ai tempi che la Ciov si era data quando aveva avviato la
progettazione e che, forse,
non tutti siano convinti dell’ '
aspetto esterno“della nuova
struttura, è parso chiaro durante tutte le manifestazioni
organizzate a Torre Pòllice
domenica 18 febbraio. Si è
dunque preferito sottolineare
la funzionalità dei locali
quando al mattino c’è stata la
visita in ospedale (nuovi laboratori, pronto soccorso, una
bella palestra per la riabilitazione che potrà contare fra
qualche mese anche su una
decina di posti letto) e parlare
di integrazione dei servizi rivolti alla persona quando nel
pomeriggio si.è svolta la tavola rotonda sulle prospettive
dell’ospedale nella sanità pinerolese. «Del resto - ha ricordato in un breve intervento il pastore Mario Berutti,
che.cura l’attività di cappellania presso l’ospedale - non
sono f muri a testimoniare ma
lo spirito con cui si presta
servizio nell’ospedale».
Si è parlato più di servizi
che dell’ospedale in senso
stretto; e questa apparente
contraddizione è invece un
positivo segnale che la cultura della domiciliarità, della
globalità della persona, deU’
integrazione e della collaborazione fra gli operatori e le
strutture sono concetti ormai
diffusi. Se il sindaco-di Torre
Pellice ha ricordato l’elevatissimo numero di persone anziane che si trovano sul territorio e sulla necessità di fornire loro risposte senza necessariamente ricorrere al ricovero in strutture socio-sanitarie ma operando in forme
più «leggere» grazie ai visitatori piuttosto che agli infermieri, la direttrice sanitaria
dell’Usl 10, dott.ssa Gallo, ha
preferito parlare di collaborazione fra i tre ospedali, con i
due valdesi di Torre Pellice e
Pomaretto a svolgere un ruolo di «filtro» rispetto al Civile
sia sul primo intervento sia
come veri e propri polmoni
per la diagnostica.
Tuttavia la sanità, con le
varie riforme e modifiche
successive, ha comunque segnato grosse novità, dall’accorpamento delle Usi al paga
zando gli ospedali, facendo in
modo che i cittadini sentano
di meno il peso della burocrazia. «Si toccheranno interessi
anche forti - ha concluso Bellion - ma la Regione dovrà
essere in prima fila per svolgere il suo ruolo di -programmazione per una gestione integrata dei diversi servizi».
L’assessore regionale D’
Ambrosio ha preso spunto dal
motto scelto dalla Federazione delle chiese evangeliche
per i festeggiamenti del XVII
Febbraio «Un patto per la vita» per ricordare come un
La nuova palestra per la riabilitazione
mento dèlie spese in base alle
prestazioni erogate e non a
piè di lista. Come gli ospedali
valdesi vengono collocati dalla giunta regionale all’intemo
del nuovo piano sanitario del
Piemonte? Il consigliere regionale Marco Bellion, di
Torre Pellice, ha riproposto
l’esigenza che la razionalizzazione dei servici non finisca per penalizzare le zone
più marginali ma serva piuttosto a migliorare l’erogazione delle prestazioni, umaniz
patto debba avere, nel caso
della sanità, un forte e concreto riferimento nelle strutture pubbliche: «La salute
non deve essere politicizzata
- ha continuato l’assessore
regionale - ma deve tener
conto dei problemi del cittadino malato. Quando parliamo di razionalizzare pensiamo a mettere da parte quegli
sprechi che ci sono stati in
passato ma nello stesso tempo, un direttore generale, oltre a far quadrare il bilancio.
deve ricordarsi dei diritti dei
cittadini». D’Ambrosio, a sua
volta medico di base, ha ricordato l’importanza del medico di famiglia e della sua
collaborazione con lo specialista e con l’infermiere. Anche il medico dunque come
filtro. Stop ai ricoveri impropri, la Regione propone la costruzione di residenze assistite per anziani (su una previsione di 8.000 posti sono appena 250 quelli disponibili).
In tutto questo voler ridurre
i costi e i tempi di ricovero
come essere accanto, ad esempio, a un malato terminale per cancro? «Abbiamo in
previsione strutture apposite
- ha detto D’Ambrosio i
fondi per la sanità in Piemonte non sono pochi». E intanto
la giunta starebbe per nominare i nuovi direttori generali; il Consiglio di Stato dovrebbe pronunciarsi il 20 febbraio sul ricorso presentato
dai vecchi direttori e le probabilità di successo dei ricorsi stessi sono elevate: «Comunque non confermeremo i
direttori nominati dalla vecchia giunta (Giovanni Rissone ndr)», ha affermato l’assessore D’Ambrosio.
Si tratterebbe dunque di
una sanità in costante mutamento e anche con elementi
contraddittori sulla program^
mazione; al di là delle buone
intenzioni sulla collaborazione i medici di base, attraverso un intervento di Paola
Grand, lamentano che l’accorpamento delle Usi abbia
rallentato le sinergie fra operatori. «È necessario puntare
ad essere un servizio sempre
più in linea con gli standard
europei - ha concluso il moderatore della Tavola valdese, Gianni Rostan - offrendo
qualità a costi ragionevoli».
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Assemblea del 3° circuito
Turismo e cultura
nel Pinerolese
Clara Bounous, in qualità di
assessore alla Cultura della
Comunità montana valli Chisone e Germanasca ma anche
come membro della Chiesa
valdese, ha partecipato all’assemblea indetta dal Consiglio
del 3° circuito per informare i
presenti sui progetti relativi a
turismo e cultura nell’ambito
del Pinerolese. lì mondo valdese, con le sue caratteristiche
di chiesa-popolo e la sua storia secolare, viene interpellato
per la realizzazione di progetti
culturali da inserire nelle offerte turistiche che mirano a
far conoscere le valli del Pinerolese a una vasta cerchia
di visitatori. Entrare in questo
giro è quksi indispensabile per
farci conoscere nel modo giusto, con le nostre motivazioni
teologiche e non come un vago e neppur tanto pittoresco
elemento folcloristico.
Come raggiungere un simile obiettivo, in un complesso
di interessi economici e di
sfruttamento delle risorse culturali e paesaggistiche, trasformandolo consapevolmente anche in un’occasione di
testimonianzd? Clara Bounous ha distribuito un questionario che si propone di
raccogliere dati sui luoghi
storici 0 caratteristici della
valle, per inserirli negli itinerari che verranno predisposti
per il Pinerolese.
Il Centro culturale valdese
dovrà occuparsi dell’organizzazione dei dati e anche della
preparazione di persone in
grado di illustrare agli eventuali visitatori il significato di
ciò che hanno davanti agli occhi. Si spera anche di trovare
una collocazione nel programma alla Scuola latina, che potrebbe diventare un centro di
incontri e di documentazione.
Certo, è difficile credere
che i posti di lavoro persi nelle valli Chisone e Germana
sca possano essere compensati da una buona organizzazione turistica: è probabile che
molti di noi sognerebbero un
rilancio delle nostre zone in
altro modo che non per l’unico scopo di far divertire il
prossimo. Non è però escluso
che qualcosa di positivo possa anche venire fuori da una
proposta turistica, a condizione di sapervi impiegare molto
impegno e spirito di iniziativa, oltre alla capacità di lavorare per il bene comune e non
solo per il proprio interesse.
Consiglio comunale di Perrero
Presentato il bilancio
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triennale 1996-98
La presentazione del bilancio di previsione 1996 e, in
seguito, del bilancio pluriennale 1996-98 ha occupato la
maggior parte della seduta
del Consiglio comunale di
Ferrerò, giovedì 15 febbraio.
Il sindaco ha messo in rilievo
le spese ingenti ehe gravano
sul Comune per l’istruzione e
lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani: per quest’ultima
voce è previsto un forte aumento nei prossimi anni e si
dovrà anche contribuire per la
raccolta differenziata. Il Comune di Ferrerò, con le sue
400 tonnellate annue, è uno
dei maggiori produttori di rifiuti prò capite del Finerolese.
Anche le spese per i trasporti scolastici sono in continuo aumento e non vengono
compensate dagli scarsi contributi regionali; d’altra parte
questo servizio è una condizione indispensabile per la
permanenza di famiglie giovani nel Cornane e gli amministratori si preparano a so
(di fronte alla caserma alpini)
esposizione e laboratorio:
via S. Secondo, 38 - «r 0121/201712
ABBADIA ALPINA • PINEROLO
FA VIVERE LA TUA CASA
steneme l’onere. In questa linea si è deciso di applicare la
detrazione di 300.000 lire
sull’Ici per l’abitazione principale, che riguarda in primo
luogo i residenti.
Fer quadrare il bilancio,
che sfiora il miliardo per il
1996, oltre a rinunciare all’indennità di carica e al gettone di presenza per le sedute, i membri del Consiglio
hanno approvato la decisione
di vendere immobili di proprietà comunale, in particolare le scuole di Bovile, San
Martino e Fuetto e alloggi a
Ferrerò. Fer nuove iniziative
, si cercherà di sfruttare le opportunità offerte da contributi di altri enti.
Intanto, cogliendo l’occasione della messa in vendita
dell’ex caserma Mathieu a
Ferrerò, la giunta ne ha proposto l’acquisto che potrebbe
avvenire mediante T accensione di un mutuo di 300 milioni: il progetto è di costruire
su quest’area di notevoli dimensioni una casa per anziani, prevedendo la possibilità
di interessare privati disposti
a finanziare l’opera. Il sindaco si è detto convinto che
un’iniziativa nel settore dell’
assistenza agli anziani sarà
ben accolta, data la forte richiesta in questo campo e
che, se si arriverà alla realiZ'
zazione. Ferrerò ne avrà sicuramente un beneficio.
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j>romulgato dal vescovo il documento del Sinodo diocesano pinerolese sulla famiglia
Ina società di persone e non di individui
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ITALO PONS
M onciusa la prima parte
^del Sinodo diocesano
prolese, il vescovo Pietro
ìàchetti ha fatto sua la vointa dell’assemblea appropdo e promulgando, come
uòle il codice di Diritto capjjico, il testo sinodale «Comnità cristiana e famiglia»,
nirato in vigore il 19 novem-,
né 1995.
N'el suo messaggio mons.
Stiletti invita a diffondere
ipcumento, studiandolo
■Ile comunità e nei gruppi in
anto'«la famiglia deve esre aiutata a prendere coienza della sua identità crila perché la viva e conseitemente assuma il ruolo
le le compete come sog¿tto, pastorale nella Chiesa e
^me protagonista di storia
lellOTitorio». Il testo', suddito in 6 capitoli, riassume un
ig«,e impegnativo lavoro
famiglia condotto a vari
^elli. Basterebbe studiare il
gporto- preparato dal Cen&per rendersi conto di quale
*"^‘uoggi la condizione religio, demografica, sociale della
Sesi pinerolese.
li’Sinodo aveva il vantagjo di trovarsi a confronto di
iti, cifre, analisi arricchite
apporto della sociologia.
Ili Strumenti servono per fonare la realtà, capirla, in•etafla. Resterebbero fine
se stessi se non venissero
lotti da chi se ne serve, in
lèsto caso da parte di una
lunità cristiana, risituanili nelle proprie aspettative.
Ielle tensioni che la contradfcÌBguono, la interrogano,
■ la^ovono, la proiettano nel
ffutuio, Il primo capitolo,
A^iittoiiare nella Bibbia
l’identìtà e il senso della famiglia» si sviluppa tra due
gli^opposti, il cui senso vononale ultimo è il medesimo; la coppia coniugale e il
valore del celibato e della
f^ità. La famiglia ricca di
ori e valori è l’ambito «pri
Mons. Pietro Giachetti, vescovo di Pineroio
vilegiato ove viene annunciato e vissuto il Vangelo». Il
dono della sessualità non si
esaurisce in essa ma presuppone una riflessione sulla
castità. La parità dei soggetti
li rende partecipi dei vari momenti domestici ricollocando
la vita coniugale in una dimensione rinnovata nel mondo. La comunità ecclesiale
viene incontro alla famiglia
nei suoi specifici compiti
educativi e formativi; i genitori sono già parte attiva e responsabile. La traduzione etica del messaggio evangelico
pone la famiglia di fronte a
scelte di carattere preferenziale a vari livelli, dal tempo
libero alle opzioni economiche. Bambini e anziani, in
buona parte soggetti deboli
della società, non possono diventare un’appendice del nucleo familiare.
Nel secondo capitolo, «Per
una società di persone e di famiglie e non solo di individui», la comunità cristiana si
propone come aiuto nelle difficoltà. La famiglia considerata come soggetto attivo della vita comunitaria senza che
il suo compito si esaurisca in
essa, ma risituandola nella società-e individuandone tra
l’altro alcuni impegni prioritari: prevenzione della salute,
diritto alla casa, diritto alla
scuola. La procreazione e la
salvaguardia della \ita sono
presi in considerazione nel
terzo capitolo, «Trasmettere
la vita ed educare alla vita».
Da segnalare tra le altre indicazioni la possibilità dell’affidamento familiare per coloro
che non possono avere figli.
L’educazione éristiana dei figli non si esaurisce in una pura trasmissione dottrinaria, ma
deve tendere’ alla trasmissione
di esperienze comunitarie, dove la preparazione dei ministeri si presenta prioritaria.
Il quarto e quinto capitolo
sono dedicati all’unione coniugale. Ribaditi i fondamenti
dottrinari e la raccomandazione di rispetto per quello civile (non dimentichiamo il valore di sacramento previa dispensa vescovile che il matrimonio viene ad assumere in
questa diocesi), con un invito
a ricondurlo alla dimensione
della comunità locale. È auspicata una maggiore sobrietà
di mezzi fotografici e floreali.
I matrimoni interconfessionali non sono certo una novità nella diocesi di Pineroio.
In attesa che il testo (CeiChiesa valdese e metodista)
per la pastorale comune venga reso operativo, il documento ribadisce la fedeltà dei
coniugi alle proprie chiese di
appartenenza. Ne seguono le
indicazioni relative all’educazione dei figli. Una catechesi
improntata allo spirito ecumenico, riflessione sul battesimo, reciproca ospitalità eucaristica sono le piste su cui
si lavorerà in avvenire. La
problematica dei matrimoni
interreligiosi, dei non credenti o di coloro che sono alla ricerca conclude questa parte.
II documento termina indicando situazioni particolarmente difficili: comprensione
dei separati, l’azione pastorale verso i divorziati, le famiglie in disagio, difficoltà di
inserimento di famiglie. Problemi e soluzioni che in gran
parte richiamano la tradizione
dottrinaria cattolica. Perché
poi non dovrebbe essere così?
Si tratta però di saper rilevare
le intuizioni éontenute nel testo che andrebbero valutate
attentamente anche in casa
Valdese, come in quella ecumenica, sia per gli interrogativi posti sia per le ipotesi alle
quali si giunge proprio su un
soggetto come la famiglia.
Partendo ancora dalla Bibbia (riferime|itò peraltro debole nel documento) per una
rivisitazione di un istituto
fondamentale ma oggi tra i
più esposti e in crisi della nostra società. «Dove va la famiglia? Essa va sicuramente
da qualche parte ma non bisogna dire che vada male» avrebbe concluso France Quéré.
(1) Diocesi di Pinerolo: Comunità cristiana e famiglia, VI
Sinodo diocesano, P Sessione, 4
dicembre 1994-1° ottobre 1995.
(2) Censis: I valori della famiglia, realtà ed evoluzione
nella diocesi di Pineroio, ed.
Alzani, Pineroio, 1994.
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Quarto ciclo di lezioni per insegnanti
Muovo corso di storia
le cultura locale
MARCO ROSTAN
uatta puntata dei corsi di
storia e cultura locale
pezzati per gli insegnanti
' ^®ola elementare della
^« Pellice dal Centro culture valdese: dopo aver dedigli ultimi Ire anni soittutto alla storia della val® » quella valdese, è ora la
“la di una serie di lezioni,
^ferite dagli stessi docenti,
lo *1*^*^® conoscenza del«adizioni orali, delle lindei nomi e del folclore,
^na parte del materiale
■|R fornito dal libro di Marie
fe !***?. ^Tradizioni orali delte» Piemon
• che potrà essere compraj. ^ prezzo scontato dai cor1 Le lezioni saranno tenu^povedì 29 febbraio dal
Arturo Genre (Occita‘ è valli valdesi, lingue,
etti, siyittura); giovedì 7
_Zo dal dott. Emanuele
ic (I luoghi e la storia dei
Rst c marzo dal
■ foraneo Davite (Feste reF se e feste popolari del ci■^annuale); martedì 19
^ dal prof. Enzo Tron (Il
delja vita); giovedì 28
dal prof. Osvaldo
Coisson (Le tradizioni orali:
fate, folletti, diavolo, leggende religiose); giovedì 11
aprile dal dott. Duccio Gay
(Canti, balli, canzoni); martedì 16 aprile dal past. Giorgio Tourn (Leggende storiche); giovedì 2 maggio dal
dott. Fulvio Trivellin (Magia,
superstizione, incantesimi);
giovedì 9 maggio dalla prof.
Ethel Bonnet (Racconti tradizionali). Conclusione giovedì
16 maggio con il prof. JeanLouis Sappé su «Come raccontare a scuola».
Le lezioni si svolgono dalle
16,30 alle 19,30 presso la Casa valdese e il Collegio di
Torre Pellice: sono aperte soprattutto agli, insegnapti (con
riconoscimento del Provveditorato ai fini dell’aggiornamento) ma anche ad altri interessati. L’iscrizione ài corso
completo è di 60.000 lire
(compreso il libro di Marie
Bonnet) e di 40.000 (senza lihro). Per informazioni rivolgersi a Marco Rostan, presso
il Centro culturale valdese
(tei. 0121-932566). Molto
probabilmente il corso darà
replicato in autunno per gli
insegnanti delle valli Chisone
e Germanasca.
Una mostra al Centro culturale valdese
Llmmagìnazione e
la pittura informale
_______FRANCO CALVETTI______
La sala Paolii Paschetto
del Centro culturale valdese a Torre Pellice era affollata, il 10 febbraio scorso, per
|1 vernissage della mostra di
Antonio Ciarallo dal titolo
stimolante «La stanza blu».
Stanza blu: effettivamente il
primo impatto visivo è quello
di essere attratti da imiriensi
pannelli blu cobalto che creavano un’atmosfera magica tipica delle notti serene o dei
sogni a cielo temo.
Come ad ogni inaugurazione di mostra del Centro culturale vi è stato un momento
informativo: il prof. Giovanni
Corderò, critico d’arte, ha intrattenuto il pubblico presentando l’artista e offrendo una
chiave di lettura della pittura
informale. Spesso chi si avvicina a un’opera d’arte contemporanea rimane disorientato perché i suoi canoni estetici si sono fermati alla pittura
formale, realistica, quella che
ripete o interpreta in modo
leggibile la realtà che ci circonda. La pittura informale
vuole percorrere un’altra strada: vuole far sì che segni, colori e prodotti dell’immagina
zione colpiscano non solo il
senso della vista ma sfere e
sensazioni più intime e più
profonde dell’uomo. È per
questo che si dice che chi apprezza un’opera informale ha
una marcia in più rispetto agli
altri: invece di fermarsi alla
superficie delle cose rappresentate egli cerca quale impatto un colore, un insieme,
un segno, una trovata artistica
che incidono sul suo io, sulla
sua sensibilità, sulla sua coscienza.
Antonio Ciarallo appartiene, secondo Corderò, al movimento informale «freddo». Il
blu oltremare è l’elemento di
fondo di tutti i suoi quadri,
ma questi non sono monocromatici nel senso stretto del
termine. Si intravede nello
splendore buio del blu una ragnatela di segni lucenti (ricordano i centrini di pizzo della
nonna), a volte un reggrumo
di materia (è utilizzato il catrame) che dà una sènsazione
di indefinita materialità.
Fra gli invitati erano presenti alcuni galleristi di Torino e uno di loro, affascinato
dall’opera delTartista, lo ha
invitato a esporre nella sua,
galleria.
L'ultimo libro di Ugo Flavio Piton
Uomini e donne
delle nostre valli
MARCO ROSTAN
Sono arrivati a otto i bei
volumi che l’Editrice grafica Valchisone ha dedicato,
con la firma di Ugo Flavio
Piton, alla collana «Ma gent».
L’ultimo*, uscito per Natale,
raccoglie una trentina di biografie di uomini e donne delle
nostre valli, «amici - come
scrive Piton nella presentazione - nati poveri, come povero sono nato io, ma con volontà e costanza e mossi dalla
loro fede sono riusciti nel loro impegno dimostrando...
quanto la gente di montagna
sia forgiata alla fatica e sappia essere forte».
Al di là del significato
«esemplare» di queste storie
di vita, il libro è assai interessante per la mole di notizie,
fatti, ricordi: da quelli delle
staffette partigiane Alma Barai ed Elsa Bertalotto alla ricostruzione della Carta di
Chivasso fatta da Osvaldo
Coisson, alla vicenda di emigrante di Pasqualina Fieno e a
quella di monsignor Charrier
dal natio vallone del Bouree!
alla diocesi di Alessandria.
Due storie assai diverse sono legate allo stesso amore
per il teatro: Agostino Passi e
Jean-Louis Sappé; molti i ricordi partigiani di Viola Lageard, Ettore Serafino e Carlo
Polliotti, ma anche quelli civili (Cornelio Siccardi e il
Consiglio comunale di Villar
Perosa) e quelli riferiti al lavoro (della storia della ditta
Paure a Celestino Gay, ultimo
carrettiere della vai Chisone,
alla postina Ilia Berger, all’
erborista Adriano Tillino, per
citarne solo alcuni).
I racconti hanno per la
maggior parte la spontanea
naturalezza del discorso parlato, raccolto con ,il registratore e tradotto dal patuà. Merito di Piton è di averli raccolti evitando che una memoria importante si disperda; resta un interrogativo di fondo,
che certo non riguarda soltanto questo libro ma più in
generale il rapporto fra questo amore crescente per il
passato, per le radici, per la
propria identità, che si è particolarmente diffuso ne^li ultimi anni, in tutti i campi, e la
capacità di vivere nel presente in modo attivo, responsabile, progettando il proprio futuro personale e di comumTà
in queste valli. Pure, è soltanto per guardare avanti che diventa stimolante la memoria
e il ricordo.
(*) UgÓ' Flavio Piton: Voucasioun, metìe e proufesioun de
ma gent, Gbf Grafica valchisone
editrice, Perosa Argentina, 1995,
£ 25.000.
STA
Budda oltre
la «vulgata»
Caro direttore,
vogliamo rettificare le affermazioni anche di carattere
personale contenute nella replica di Tartufici al testo mutilo della nostra lettera apparso sul n. 4 àtWEco delle
valli. Non è vero che siamo
«usciti verso l’Oriente buddista»: per studiare il buddismo, come per seguirne la
pratica, non occorre affatto
abbandonare né il riferimento
al Cristo né quelli alla propria
cultura.
Abbiamo ben compreso
l’articolo di Turtulici e il suo
disinteresse per il buddismo.
Non gli abbiamo mpsso delle
critiche in tal senso, ma per
rispetto verso il suo giornale,
che ci è sembrato aperto alla
correttezza dell’informazione
e al dialogo, abbiamo inteso
spiegare ai lettori che il buddismo è diverso dalla «vi//gata buddista che conosce l’Occidente».
Puntualizzare la diversità
della tradizione Sofia Gafifiai
nel linguaggio, nel proselitismo e nei metodi è cosa ben
diversa dal ritenerla «eretica»: va rispettata come ogni
tradizione e rifiutiamo l’uso
del termine «eretico» nei confronti di chicchessia.
Laurentia Comba,
Erberto Lo Bue
Lusema San Giovanni
Villaggio
delizioso?
Villa di Prali villaggio «delizioso», così viene definito
da Milena Martinat sul numero del 16 febbraio. Premesso
che non sono di Prali, ma che
conosco bene la zona, mi lascia perplesso il giudizio
estetico, in quanto se è vero
che l’occhyj vuole la sua parte, penso che sia meglio esplorare il villaggio con occhiali da sole (da neve)!
È vero che ha mantenuto le
caratteristiche di un tempo,
ma è risaputo che tutto evolve
e degrada. Ecco, mi pare un
villaggio in degrado che non
trasmette al visitatore attento
segnali di sviluppo «sostenibile». ''
Se il mio giudizio è avventato e drastico, spero nella
smentita di qualche «vili...»
di Prali, perché per promuovere la valle dobbiamo rimboccarci le maniche tutti assieme.
Franco Tron
Perosa Argentina
I
' ' àk
il
FMSI.gQO
FM 96,500 ,
tei. 0121-954194
TRIBUNALE DI PINEROLO
POET Rosa Susanna nata a Faetto il 21.5.1915 ha depositato istanza per ottenere la dichiarazione di morte presunta del padre
POET Giuseppe Giacomo /
nato a Faetto il 5.1,1885 e scomparso negli eventi bellici anteriormente all’1.12.1915.
Chiunque abbia notizie dello scomparso è invitato a comunicarle al
Tribunale di Pinerolo, Giudice Istruttore dott. M. Battiglia.
Pinerolo, 1.2.1996 (Avv. Massimo Fossati)
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il,';:'.
il
a teatro
Secondo appuntamento per
«Nascondigli» a Torre Pelli-'
ce, sabato 24 febbraio al teatro Opera della gioventù; ^ille
21 il Teatro delle trasmigra-,
zioni presenta lo spettacolo
«L’altra», lìberamente ispirato al racconto «La lontana»
di Julio Cortazar. L’autore
del racconto, -argentino, abile
scandagliatore della psiche
umana, è narratore del fantastico. La trama: Alina Reyes,
una giovane aristocratica, inizia a «sentire» nella sua vita
una presenza; sono inizialmente sogni, poi incubi e visioni sempre più precise:
l’immagine dell’«altra» si
manifesta in modo sempre
più concreto...
Lo spettacolo ha debuttato
nel 1990 al Festival di Santarcangelo ed è frutto di lunghi labbratori e seminari; la
regia è di Vincenzo Amato:
ha come centralità l’attore,
impegnato nel compito di
transitare dal personaggio alla neutralità più assoluta e
magari anche dal possibile
all’impossibile.
San Germano
Arie e ritmi
di Bretagnà
Nelle
Chiese Valdesi
ANGROGNA — La prossima riunione sarà il 27 febbraio,
ore 20,30 a Pradeltomo.
SI
BOBBIO PELLICE — Martedì 27 febbraio, ore 20,
svolgerà la riunione ai Campi. '
LUSERNA SAN GIOVANNI — Le prossime riunioni saranno il 27 febbraio, ore 20,30, alle Vigne e ai Gonin e
il 29 a Fondo San Giovanni.
POMARETTO — Sabato 24, alle 20,30, al teatro, spettacolo della filodrammatica dal titolo «Le gelosie di mio
marito». Domenica 25 febbraio si terrà il culto a Inverso
- Pinasca con partecipazione della scuola domenicale.
PRAMOLLO •— Sabato 24, alle 20,30, nella sala delle attività, la filodrammatica presenta «La vedova allegra».
Domenica 25 si terrà l’assemblea di chiesa per l’esame
della relazione finanziaria ’95 e l’approvazione del bilancio di previsione ’96.
PRAROSTINO — Le prossime riunioni quartierali saranno
il 28, ore 20, al Collaretto e il 29, ore 15, ai Gay.
SAN SECONDO — Domenica 25 la Ced visiterà la comunità, partecipando al culto e incontrando le varie attività.
La sera del 24, alle 21, nella sala, il gruppo filodrammatico propone «Il marchese di Pianezza»; è opportuno
prenotare telefonando a Monica Fogliame (500435).
SAN GERMANO — Mercoledì 28 febbraio il pastore
Giorgio Toum sarà ospite dell’Unione femminile e parlerà dei valdesi in Sud America.
RORÀ — Giovedì 29, alle 20,30, riunione alle Fucine.
TORRE PELLICE — Domenica 25 febbraio si svolgerà
l’assemblea di chiesa; all’ordine del giorno l’elezione
dei deputati alla Conferenza distrettuale e al Sinodo, dei
revisori dei conti, la relazione finanziaria e l’impegno
per il 1996. Sabato 24, alle 20,45, nel tempio, la filodrammatica dei Coppieri presenterà la commedia di
Agatha Christie «Tre topi grigi».
VILLAR PELLICE — Domenica 25 la predicazione al
culto sarà tenuta dal pastore battista Erminio Podestà.
VILLASECCA — Sabato 24, ore 20,30, domenica 25, ore
14,30 e sabato 2 marzo, ore 20,30, spettacolo nel tempio
di Villasecca a cura della filodrammatica che presenterà
il dramma di Marco Ayassot «La miniera».
AA SIC un AZIONI
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Agente
Maria Luisa POGGIO GÖNNET
Agenzia generale
via Trieste, 47 - Pinerolo - tei. 0121 /764Ó4
VENERDÌ 23 FEBBRAIO 1996
Si avvia a conclusione la
rassegna di mùsica popolare
«I musicanti», con gli ultimi
due appuntamenti, e intanto il
«Cantavalli» è già in fa-se
avanzata di organizzazione:
nove appuntamenti dal 23
marzo al 25 maggio, con
grande preponderanza di musica straniera (Inghilterra,
Francia, ma anche Svizzera e
Slovacdiia).
♦Tomando ai'Musicanti, nella serata del 24 febbraio, ore
21,15ràl tempiò valdese di
San Germano, Patrick Molard
e Soig Siberil propongono
uno spettacolo di musiche
bretoni. Molard è in grado di
suonare diversi tipi di cornamusa; vincitore per tre anni
consecutivi del trofeo Mac Alian al Festival interceltico di
Lorient, fa parte del gruppo
professionista che accompagna nei suoi tour Alan Stivell.
Soig Siberil, chitarrista da oltre venf’anni, si è dapprima
orientato verso la musica nordamericana per farsi coinvolgere sempre più nei ritmi del
movimento folk bretone.
Sport
PALLAMANO — Buona partita del 3S Lusema che nel torneo federale Open Cup maschile seniores ha superato gli esperti atleti del Derthona per 26 a 21 ; con grande puntualità i valligiani sono riusciti a mantenersi sempre a contatto con i tortphesi per poi dare nel finale la stoccata decisiva portandosi in van*‘'
taggip; ottimi il giovane portiere Barberis e l’attaccante Canale,
autore di 9 reti, ma un po’ tutta la squadra si è mossa bene ottenendo il bel risultato. • .f'
Nei campionati studenteschi femminili il Porporato di Pine-v
rolo ha superato il Gobetti Marchesini di Torino per 13 a 9 è
con esso il primo scoglio della fase provinciale del torneo. (
PALLAVOLO — Continua la marcia del Magic Traco Pinerolo al comando della B2 di volley; la vittoria questa volta è
stata però sofferta; la Pro Patria ha infatti impegnato le pinerolesi fino al 3 a 2 finale. Vittoria anche per il Trecate che continua a guidare questo campionato alla pari con il Magic. ■
Niente da fare invece per i ragazzi in CI sconfitti per 3 a 0
dall’Alpitour Cuneo. ;>
Vittoria nei campionati studenteschi per il Porporato Pinerolo.
(3 a 0) sul Curie di Grugliasco; in questo modo le ragazze seguite da! prof. La Porta viaggiano a pieni punti, verso le finali.
Si avviano intanto a conclusione i tornei locali di pallavolo
Storello e Baudrino; la giornata conclusiva sì terrà a Villafranca nella palestra della scuola media, sabato 24 febbraio: favoritissima, in entrambi i tornei, l’associazione Morgan Luserna
sponsorizzata dal «Punto e In Sip» di Torre Pellice. Tra le ragazze, il Morgan ha battuto il 3S Bar dei tigli per 3 a 0 e' vincerà il torneo se saprà superare il Pablo Neruda già battuto
all’andata. Nel torneo maschile il Morgan ha vinto sul Villafranca per 3 a 0 e affronterà in finale il Lennon Pub con inizio
alle 15,45; alle 18 le premiazioni.
Nel campionato Allievi il 3 S ha superato il Safa per 3 a 0 e
con analogo punteggio le ragazze dell’under 16 hanno battuto
il Villar Perosa; per il resto giornata altalenante con la vittoria
per 2 a 1 sul Parella nel girone C degli Allievi e le sconfitte per
0 a 3 dei ragazzi under 16 ad opera del CuS Torino e per 1 a 2
con il Cavour delle Allieve under 14.
ATLETICA: PREMIAZIONI DEL CAMPIONATO PINEROLESE — Le premiazioni del campionato pinerolese di
corsa campestre sono previste per mercoledì 6 marzo, anziché
giovedì 22 febbraio, presso il cinema Trento di Torre Pellice:
verrà anche proiettato un video realizzato durante le gare; sarà
inoltre presentata la XV edizione della festa dello sport.
PINEROLO: SUCCESSO DI RIGORE — Un calcio di rigore all’ultimo minuto, concesso per atterramento di Di Chiaro
e realizzato da Pallittq, ha dato al Pinerolo la vittoria sulla Sestrese nel campionato Dilettanti di calcio; non è stata una bella
partita anche se i liguri non hanno impensierito il portiere Molato. Vittoria importante anche per il Saluzzo che superando in
trasferta il Savona per 2 a 1 compie un importante passo per rimanere agganciato alla zona salvezza. Il Pinerolo, domenica
prossima impegnato nella difficile trasferta di Biella, sale invece al quinto posto assoluto.
In Promozione si fa sempre più critica là posizione del Luserna, ancora una volta incapace di andare a rete (0 a 0 col Madonna di Campagna) e relegato al terzultimo posto.
CORSA CAMPESTRE — Belle prestazioni per i giovani
del gruppo sportivo Pomaretto 80 nella gara di corsa campestre
svoltasi domenica 18 febbraio a Borgaro Torinese; fra le Esordienti successo di Elisabeth Porporato davanti a Patrizia Bounous e Cinzia Lanzavecchia 4“, successo anche per Cristiano
Micol fra gli Junior, con Simone Bertalotto 3°. Secondi posti
per Luana Breuza fra le Ragazze, Elena Breuza fra le Aw/20 e
Alfredo Benedetto fra gli Am/60; numerosi anche i terzi posti;
Elena Roberto fra le Ragazze, Andrea Barrai fra i Cadetti, Luca
Alcalino fra gli Allievi. Grazie ai buoni piazzamenti il Pomaretto ha ottenuto il secondo posto nella classifica giovanile.
TENNIS TAVOLO: DUE VITTORIE — Due vittorie e
una sconfitta hanno caratterizzato la giornata delle formazioni
della Valpellice tennis tavolo; in CI nazionale secca sconfitta
per 1 a 5 a San Mauro con un solo punto realizzato da Davide
Gay.. Successi invece per la C2 regionale che ha superato lo
Csain Iveco per 5 a 3 con punti di Sergio Ghiri (3) e Rossetti
(2), e per la D2 provinciale capace di imporre un netto 5 a 0 al
Volpiano con i punti di Pratz e Belloni (due) e Genre, (uno).
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Via Buniva 27 - 10064 PINEROLO 00) - Tel. Fax 0121/795223
COMUNE DI TORRE PELLICE
PROVINCIA DI TORINO
AVVISO DI CONCORSO PUBBLICO
PER TITOLI ED ESAMI
A N. 1 POSTO DI
ISTRUTTORE ADDETTO
ALL’UFFICIO DI RAGIONERIA
VI QUALIFICA FUNZIONALE
È indetto un pubblico concorso per la copertura del posto
di cui all’oggetto:
Titolo di studio; diploma di ragioneria;
Scadenza: 30 marzo 1996
Per informazioni rivolgersi al Comune di Torre Pellice
Ufficio Segreteria - 0121-953221-953035.
IL SINDACO
(Armand Hugon dott. Marco)
23 febbraio, venerdì — PINEROLO: Alle 17, nella saletta
Pro Loco di Palazzo Vittóne, incontro della rassegna «Pinerolo
"ohe scrive», dedicata alla narrativa per ragazzi; verranno presentati «L’estate di Gian Còurbella»
di Mimma Quattrini e Mirella
jCàssisa e «La via degli specchi»
di Elena Ravazzini Corsani.
23 febbraio, venerdì — PEROSA ARGENTINA: Presso la
sede del Centro anziani, via Roma 26c, alle 21, proiezione di
«Asja e la gallina dalle uova
d’oro» di A. Konchalovskij.
23 febbraio, venerdì — PEROSA ARGENTINA: Alle
20,30, nella sala consifim'e della
Comunità montana Legambiente
di Pinerolo e Comunità montana
propongono una serata dal titolo:
«Superphénix: iì rischio nucleare
dietro l’angolo». Quali rischi
corrono le nostre valli situate a
soli 120 km dal generatore francese che più volte ha interrotto
l'attività per incidenti e che ha riperso a funzionare? Intervengono Carolina Pozzo, del comitato
«Europei contro il Superphénix»
e Giampiero Godio, presidente
della Legambiente piemontese.
23 febbraio, venerdì — PINEROLO: Nel Salone dei Cavalieri, alle 20,45 incontro con il
dottor Grimàldi su «Il Comune al
servizio del cittaÙino».
23 febbraio, venerdì —
TORRE PELLICE: Alle 21,
presso la Comunità montana, incontro su «Altre malattie è stress
delle api», a cura dell’Associazione apicoltori vai Pellice.
23 febbraio, venerdì ^ SAN
GERMANO: Alle 20,30, presso
l’ex municipio di Inverso Porte
per i «venerdì attorno al fuoco»
Federica Long parlerà di «Dieci
mesi a Berlino».
23 febbraio, venerdì — PRAGELATO: Alla Sala mostre, alle
21, per i «venerdì culturali nella
alte valli Oulx e Chisone» incontro conclusivo su aspetti positivi
e negativi della situazione attuale
con interventi liberi.
23 febbraio, venerdì — LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle 21, nella sala mostre, prosegue
la rassegna culturale dedicata a
una riflessione sul nucleare; tema
della serata sarà «Dall’epoca della deterrenza agli anni dei trattati»; interverranno l’ing. Mario
Vadacchino, del dipartimento di
Fisica del Politecnico di Torino,
e il generale Maurizio Coccia,
vicedirettore del Centro militare
di studi strategici di Roma.
24 febbraio, sabato — PRAGELATO: Serata di carnevale;
il 25, bimbi in maschera.
24 febbraio, sabato — PEROSA ARGENTINA: Alle ore
16,45, presso la sede della Comunità montana, Elena Ravazzini
Corsani parlerà su «Un percorso
di 50 anni attraverso fatti e vicende delle Valli» presentando il suo
libro «La via degli specchi».
25 febbraio, domenica — PINEROLO: Per la seconda edizione de «Il teatro delle religioni» edizione 1996, alle 16 presso
il Teatro-incontro di via Caprini,
primo appuntamento con la rappresentazione teatrale «Il rossetto sull’ostia», per la regia di
Renzo Sicco, con Gisella Bein.
Ingresso £ 10.000.
26 febbraio, lunedì — LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle
20,30, presso la sala mostre, incontro su «Costituzione e diritti
di cittadinanza, diritto allo studio, laicità, democrazia nella
scuola ieri e oggi» con Cesare
Pianciola.
27 febbraio, martedì —
TORRE PELLICE: Scade il
termine per iscriversi al corso di
aggiornamento e formazione «Il
corpo nelle relazioni di aiuto»,
condotto da Ugo Bertot e Nuccio
Puleio. Per informazioni e iscrizioni Associazione «Chiaroscuro», tei. 0121-91452.
28 febbraio, mercoledì —
TORRE PELUCE: Alle 21, al
cinema Trento, verrà proiettato in
anteprima il filmato a colori di
circa 60’ dal titolo «Val Pellice;
ambienti, risorse, tradizioni, itinerari», realizzato nell’ambito
del progetto Interreg Queyras-val
Pellice, parteciperà l’assessore
regionale al Turismo, Angeleri.
29 febbraio, giovedì — TOR. ?
RE PELLICE: Presso la biblio- ;
teca della Casa valdese per il 4°:f
corso di aggiornamento su storia
e cultura locale per insegnanti '
elementari, prima lezione su
«Tradizioni orali, lingue, nomi e -i 4>
folclore nelle valli valdesi»: rela- ' '
tore Arturo Genre. --fjg gl 25 g
29 febbraio, giovedì — TOR- Wtàto di
RE PELLICE: Alle 15,30, pres-^ Mite coni
so la Casa valdese di via Bec-t-^gfuppo
kwith 2, per l’università della terL» jpBlte;(C1
za età, concerto di Bruno Loris fItalia, Chi
Pianezze, baritono, e Andrea’’
Musso, pianoforte.
rtùdist
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V eximen
,:^álBrize.
.’fia'Seti
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Valli
CHlSONg - G£fiMANASC#,:;gbraico
Guardia medica:
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Ospedale di Pomaretto, tei. 81
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 25 FEBBRAIO
Pinasca: Farmacia Bertorello
- V. Nazionale 22, tei. 800707
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde. Porte : tei. 201454
éàzion
.ejgrini
LL'.' ■'
VAL PELUCE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:;!
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 25 FEBBRAIO ;
Torre Pellice: Farmacia ini
ternazionale - Via Arnaud 8|
tei. 91374
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790 Î
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
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SERVIZIO INFERMIERISTI
dalle ore 8 alle 17, presso le
sedi dei distretti.
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Cinema
TORRE PELLICE — Il
cinema Trento ha in programma, giovedì 22 e venerdì
23, ore 21,15, Carrington
(con E. Thompson); sabato
24, ore 20 e 22,10, domenica
25, ore 16, 18,20, 22,10 e lunedì 26, ore 21,15, Seven.
BARGE — 11 cinema Comunale propone, giovedì 22
febbraio, Golden Eye; venerdì Kaptives, prigionieri;
sabato Vite separate; da domenica (14,15, 16,30, 18,45,
21) a giovedì 29, Seven.
PINEROLO — La multisa^
la Italia propone, alla sala
«2cento» I laureati;, alla sala
«5cento» è in visione Heat, la
sfida (Al Pacino); feriali e sabato 21,30, domenica 15,
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Pubblicazione unitaria con Riforma
non può^easere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerolo n. 17^60
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Stampa: La Qhisleriana Mondóvi
Una copia L. 2.000 '
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Ecumenismo a Firenze
pialogo delle coscienze
e dialogo delle diversità
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Il programma della «SettioanÌ di preghiera per 1’
unità» svoltasi a Firenze dal
18 al 25 gennaio è stato il ristato di un lavoro che in sekute tcongiunte hanno svolto
^ gruppo ecumenico protestante (Chiesa apostolica itafflana, Chiesa battista, Chiesa
%igodista, Chiesa riformata
svizzera, Chiesa luterana,
(Chiesa episcopale america■na. Chiesa anglicana) e la
sCoininissione diocesana per
il’^pntenismo e il dialogo di
Firenze.
I La Settimana, preceduta
Itlalla Giornata per il dialogo
ebraico-cristiano, è stata
»augurata con un culto ecuSmenieo a Borgognlssanti,
tesente il card. Piovanelli,
lindi con una robusta pre„cazione del prof. Angelo
iegrini, e si è conclusa nel
ino dell’Istituto Gould
la chiesa all’Isolotto con un
chiaro messaggio di Paolo
Sbaffi e inoltre del Right rev.
Davenport (anglicano), del p.
Pètre Coman (ortodosso), e
una parola conclusiva del
card. Piovanelli che ha dato
un’anticipazione sull’individuazione di una «cappella
ecumenica» dove il dialogo
'ecumenico potrà continuare
con riunioni mensili incentrate sulla lettura biblica e
sulla preghiera. Notizie più
accurate saranno diffuse tra
alcune settimane.
Il momento clou della Settimana si è avuto all’auditorium dell’Istituto Stensen
con una tavola rotonda a due
voci. Hanno dato un forte
contributo la prof. Maria Vingiani, nella sua qualità di
membro del Segretariato Gei
per l’ecumenismo e il dialogo, e il prof. Paolo Ricca, ordinario e decano della Facoltà valdese di teologia. La
prof. Vingiani, che è laÌFondatrice e la presidente del Sae,
ha sottolineato come la
«Chiesa è per la storia», mentre Paolo Ricca ha accennato
ad alcuni aspetti del dialogo
ecumenico che non può non
maturare per diventare «dialogo delle coscienze» e «dialogo delle diversità» per puntare, tra l’altro, alla riconciliazione delle memorie e delle
differenze. La tavola rotonda,
introdotta da Angelo Chiaroni, presidente della commissione diocesana per l’ecumenismo, è stata condotta dal
past. Mario Affuso. Altrettanto interessanti le serate ecumeniche che si sono svolte a
Prato, Pistoia, Pescia, Borgo a
Mozzano e Lucca.
XVII Febbraio a Ginevra e Losanna CRONACHE
Il ricordo della storia valdese
va condiviso con gli svizzeri
BRUNO BELLION
SAINT-JACQUES a Losanna, Les Pàquis a Ginevra.
È il nome di due «paroisses»,
cioè di due coiriunità locali,
che da molti anni accolgono i »
valdesi della regione intorno
alle' due città per la celebra- •
zione del 17 febbraio. Così è
stato anche quest’anno, il 10
e rii scorsi. Un culto, il sabato pomeriggio a Losanna e la
domenica mattina a Ginevra,
a cui fanno seguito una ceña
e un pranzò con i messaggi
degli ospiti, sono i momenti
caratteristici. Sì, perché vi sono ospiti che partecipano a
questi pranzi: il presidente
del Consiglio di chiesa e il pastore deUa comunità ospitante, più up invitato dalle chiese valdesi italiane.
Mi piace sottolineare questo duplice aspetto, perché
mi pare indicare bene la
realtà in cui vivono i valdesi
di questa regione: gli immigrati valdesi di Ginevra e Losanna non hanno chiuso con
le loro origini, a cui rimangono fortemente legati da sentimenti anche, perché no? di
nostalgia. Ma non hanno
neppure voluto costituire (o
perlomeno non costituiscono
più, se mai così è stato) un
corpo estraneo nella società
che li ospita, un pezzo d’Italia o delle valli valdesi trasportato in Svizzera. Essi si
trovano nella situazione non
sempre facile di non voler
rinnegare le loro radici, ma
nello stesso tempo di voler
essere parte responsabile del
loro presente. Tra i messaggi
mi ha colpito quello del pa, store dei Pàquis: siete eredi
Ginevra nel 1602 '
di un patrimonio prezioso di
fede e di testimonianza, nel
vostro ruolo di n^nni e di bisnonni, trovate il modo e
l’occasione per farlo conoscere ai vostri nipotini! ma
condividetelo anche con noi,
con gli evangelici della città.
Uno dei grandi animatori
di questi incontri, l’amico e
valdese di adozione Jacques
Picot, ci ha fatti partecipi di
alcuni documenti interessanti sui valdesi a Ginevra negli
anni ’20 e ’30 di questo secolo e ha ricordato come, in
una manifestazione in onore
dei caduti italiani della prima
guerra mondiale, convocata
dal console d’Italia, i valdesi
sfilarono davanti al monumento ai caduti togliendosi
rispettosamente il cappello,
mentre gli altri italiani facevano il saluto romano. Piccola cosa, ma non priva di significato.
Chi scrive, invitato italiano
di quest’asino, ha tenuto la
predicazione nei due culti e
ha poi dato alcune informazioni sulla piccola chiesa di
Rorà e sul suo tempio che si
sta restaurando.
CkNZA'
L'ecumenismo fa importanti passi avanti: Là settimana per l'unità a Portici
\'w
E finito il tempo in cui «Casa materna» era vista come
Il liavolo in città: ora cattolici e protestanti pregano insieme
ROBERT BRONKEMA
Í — Il
n prok'enerdì
ingtoii
sabato
menica
lOeluen.
na Comedi 22
/e: veonieri;
da do18,45,
a.
nultisala sala
Ila sala
leat, la
ili e saca 15,
CINQUANT’ANNI fa nessuno avrebbe pensato
Ae un. evento di questo gejfflere potesse accadere in
; questo luogo: sembra che
Rottici stia diventando un
l®ntro aperto al dialogo ecupenico. Una città nella quap. si Uice, si può trovare il
■.migliore «taglio» di droga,
|<loye persiste la camorra, do|Vei giovani affollano le strade
§®ancanza di lavoro e di
-ali. Portici, la città più potata del mondo dopo Hong
sta vedendo nascere
^a piccola luce e Casa mawtna e la Chiesa metodista
Ranno contribuendo affinquesta luce splenda.
Il 6 febbraio Paolo Ricca ha
trovato il tempo di essere con
noi, nonostante la sua agenda ricca di impegni, per riflettere insieme sul tema «Ascoltate, io sto alla porta e busso». Ricca ha parlato di tre
porte che oggi sono ancora
chiuse ma che devono essere
aperte a un vero e onesto dialogo ecumenico: facendo uso
del tema dell’assemblea europea ecumenica che si terrà
a Graz nel ’97 (Riconciliazione: dono di Dio, fonte di una
nuova vita). Ricca ha parlato
di riconciliazione nel riconoscimento (le chiese non si riconoscono ancora come
chiese Sorelle), di riconciliazione delle memorie (dopo
anni di sangue e persecuzio
ta mo
oggetti
3ESI
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dóvi
Domenica 17 marzo
Inaugurazione del nuovo locale di culto a Perugia
.domenica 17 marzo, alle ore
lo, con un culto presieduto dal
iPistore Archimede Bertolino e
la predicazione del pastore
«t^nco Sommani, verrà inau6'^iato il nuovo locale di culto
^Perugia, in via Benincasa 6b.
culto di inaugurazione verghilo invitate rappresentanze
«ella Chiesa dei Fratelli di Pe.^hjgia e delle chiese battiste,
^Ìhetodiste e valdbsi del 111 di^I^tto e le autorità locàli. La j . - ^
Beniheasa è una piccola trasversale di via de’ Priori,
® sua Volta traversa di corso Vannucci, la strada principale del centro di Perugia. Vi è la possibilità di parcheggio in^yiale Pompeo Pellini e di qui l’accesso alla via Beyhincasa avviene con delle scale mobili coperte.
ne su molti fronti) e di riconciliazione delle differenze (diversità riconciliate, non contrapposte ma composte).
Dal mondo cattolico è intervenuto all’incontro Antonio Di Donna, docente della
Facoltà teologica dell’Italia
meridionale di Napoli. Di
Donna ha esposto uno studio
esegetico sul testo e ha affermato che il tempo per il dialogo non è finito, anzi a livello locale è appena cominciato. Presenti quella sera erano
anche diversi pastori, laici, il
gruppo Sae di Salerno ed altri
interessati. Il salane «Garibaldi» di Casa materna era pieno
di gente (85 persone), pronte
ad ascoltare le diverse idee
delle due chiese che in passato si sono combattute. Sono
un lontano ricordo i giorni in
cui i genitori dicevano ai propri figli di stare lontani da
Casa materna perché lì abitava il «diavolo», o i giorni in
cui il prete della chiesa di
fronte suonava le campane
proprio alle 11, l'ora in cui il
pastore Emanuele Santi predicàva... ma la sera del 6 febbraio cattolici e protestanti
stavano assieme, nella stessa
sala, pronti ad ascoltarsi reciprocamente, L’incontro è durato oltre due ore e si è concluso con la preghiera del Signore. Tutti ci siamo resi
conto che le differenze non
vanno nascoste ma devono
essere affrontate e confrontate. Tutto qupsto può aiutarci
a lavorare àssieme per migliorare la nostra città.
Questo incontro ci ha preparati al culto ecumenico che
si è tenuto l’8 febbraio presso
la chiesa metodista di Portici, ^
,al quale hanno preso parte
120 persone. Hanno partecipato il pastore luterano Paolo
Poggioli, Giuseppe Stameli e
Luigi Capuano di Casa materna. Chi scrive ha predicato
sul tema «Ascoltate io sto alla
porta e busso» parlando dei
tre passi che si devono fare a
Portici per avere un dialogo e
una convivenza ecumenica
in questa città travagliata:
ascoltarsi gli uni gli altri, bussare insistentemente, entrare
nella porta che ci conduce
verso la verità., cioè Gesù Cristo. Al culto hanno preso parte anche alcuni preti e laici
cattolici, con un bel coro di
giovani cattolici.
È il secondo anno che la
Chiesa metodista di Portici
organizza questi eventi ecumenici. L’anno scorso, in occasione del 90®" anniversario
di Casa materna, si è tenuto
un culto ecumenico nella
cattedrale cattolica della città
al quale sono intervenute più
di 300 persone. A questo fece
seguito un incontro di giovani cattolici e protestanti,
sempre a Portièi.
Dopo gli incontri del 6 e
dell’8 febbraio sono «nate
nuove coseà» (Ap. 21), le
«mura sono state abbattute»
(Ef. 2) e si è sperimentato un
ecumenismo autentico. Durante le preghiere spontanee
del culto una sorella ha pregato affinché simili incontri
siano più frequenti, chiedendo al Signore di aiutarci a
realizzare unità nella diversità per combattere insieme i
problemi della nostra città.
Questa è anche la nostra pregierà come comunità evan■ gelica di Portici; possa il Signore unirci nel suo figlio Gesù Cristo.
TORINO — Domenica 18 febbraio, dopo il culto che pèr l’occasione si è tenuto solo nel tempio di corso Vittorio, la co-'
munità si è raccolta per un agape fraterna che ha registrato .160 partecipanti. Dopo l’agape un centinaio di membri
elettori ha prego parte all’assemblea di chiesa presieduta
da Antonio Tetta. Si è affrontato il tema finanziario facendolo precedere da un caloroso ringraziamento a Nini Travers che per 15 anni ha retto con costanza e capacità il
coitipito di cassiera della comunità. Le subentra Anna Rostan, che è già entrata nella nuova responsabilità con forza e dinamismo. L’assemblea si è impegnata di versare
mensilmente alla Tavola, per la cassa centrale, la somma
di 22 milioni sforzandosi di raggiungere l’obiettivo indicato dalla Ced che è di 298-milioni per il 1996. A tutto questo
si aggiungono J50 milioni di spese locali (già ampiamente
tagliate), il che rappresenta uno sforzo notevole per la comunità, sforzo che potrebbe essere più serenamente affrontato se quell’altra metà di membri comunicanti che
non dà facesse la propria parte. L’assemblea ha inoltre
nominato i propri deputati alla Conferenza distrettuale
nelle persone di Franco DeU’Ernia, Nini Travers, Paolo
Montesanto e per il Sinodo Giorgio Crespi e Ezio Geimbellotti. Sono stati anche votati nuovi anziani per il Concistoro e alcuni rinominati: Angelo-Brunero, Anna
Rogtan, Franco Piccotti, Paolo Gay, Ugo La Scola, Marco
Onnis, Giuseppe Marino. L’assembela si è conclusa ascoL
tando una breve relazione sul programma «Un patto per
la vita», tenuta dal pastore Platone, che ha sinora avuto
una positiva ricaduta sulla comunità e in città.
PRAMÓLLO — Anche quest’anno la giornata del 17 febbraio è
trascorsa serenamente, in un’atmosfera di gioia. Vogliamo
ringraziare di cuore quanti hanno lavorato per preparare e
servire l’ottimo pranzo e il panettiere Blanc che ha offerto
una «montala» di deliziose bugie. La serata è stata, allietata daU’ottima rappresentazione della conunedia brillan;/
te «Sposerò la vedova allegra»: im grazie sincero anche alla
filodrammatica per l’impegno e la bravura dimostrati.
VALPERGA—La comunità battista si è commossa per la presentazione della piccola Samantha Colugnat, di Andrea e
Debora Perres. Particolarmente emozionato il noimo, pastore Vittorio Perres, che ha invocato sulla piccola, sorridente, la benedizione del Signore, (o.m.)
RONCIGLIONE — Domenica 11 febbraio» prima di riunirsi
per il culto domenicale, la comunità battista, aderendo
aU’iniziativa dei movimenti pacifisti e ambientalisti e dei
sindaci del Viterbese, si è recata sulle sponde del Lago di
Vico per chiedere lo smantellamento del deposito Nbc
(gas tossico) posto sulle rive del lago stesso, la definitiva
distruzione delle armi di sterminio di massa in esso cóntenute e anche una veritiera ricostruzione di quanto è
contenuto nel deposito. Infatti alcuni giorni prima era
' stato portato all’ospedale un ciclista di passaggio che ave
' va inalato i gas tossici provenienti dal deposito militare.
Inoltre anche nel passato si sono verificati incidentiaihagnanti del Lago di Vico. (ì:.iU
FERENTINO — «Ti rin^aziamo, o Dio, per l’amore che ci hai
mostrato per mezzo di Elia». Questa preghiera pronunciata dalla pastora Dorothee Mapk nella liturgia ftmebre per
Ella Spaziani Costa ha chiaramente espresso il sentùnen- .
to delle comunità di Ferentino e di Colleferro riunite in
questa triste circostanza nella chiesa battista di Sant’Angelo in Villa. Elia aveva conosciuto l’Evangelo tramite il
marito proveniente dalla chiesa di Catanzaro. Ricordava
cqn molto affetto la predicazione del pastore Miscia che
tanta parte ebbe nella sua conversione e che conobbe nella sua permanenza con il marito a Bari. Raramente si sente cantare l’inno 100 («È la casa un paradiso») in un funerale: la sua scelta rappresentava il profondo legame che la
univa al suo compagno e alla'sua famiglia. Il pastore Fuligno neUa predicazione ha evidenziato la fede della nostra
sorella, espressa sempre nella sua partecipazione attiva e
nella centralità che per lei e per tutti i credenti ha la resurrezione del Signore. La perdita della sorella Elia rappresenta un fatto molto doloroso per la comunità, che perde
una persona sempre presente a tutte le attività, ma siamo
certi che il seme che U Signore ha piantata per suo tramite
recherà buon frutto, (g. m.)
LA COMUNITÀ EVANGELICA RIFORMATA DI
LOCARNO E DINTORNI (Ticino/Svizzera)
Cerca, per subito o per data da convenire
una pastora/un pastore
bilingue (italiano/tedesco), impiego a tempo pieno
La Comunità di Locamo e dintorni è juna comunità di diaspora, suddivisa in tre regioni; Ascona, Locarno-Monti,
Muraito; essa conta circa duemiip membri.
Òompiti: cura della comunità nella regione di LocarnoMonti e dintorni, insegnamento della religione nelle scuole
medie del Locarnese (circa 10-12 ore settimanali) in italiano, cura pastorale in alcune case per, anziani del Locarnese, sostituzione della collega e del collega delle regioni di
Ascona e Muraito durante assenze o ferie, partecipazione
alle riunioni mensili del Consiglio di chiesa e del Capitolo
dei ministri della Chiesa evangelica riformata nel Ticino.
Alloggio: casa pastorale a Locarno-Monti ,
Candidature, accompagnate'dalla necessaria documentazione, sono da inoltrare, entro il 15 aprilo 1956, al se-'
guente recapito: Commissione di ricerca pastore,
Comunità evangelica riformata Locamo e dintorni, Via Locamo 80, CH • 6612 Ascona.
/■
Ulteriori informazioni sono ottenibili presso Maddalena Keller, Via G. Zoppi 3, CH - 6605 Locarno-Monti; tei 0041-91
-75Ì42 07.
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PAG. 8 RIFORMA
Vita Delle Chiese
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fi COMITATO ESECUTIVO DELL'UCEBI INFORMA
Convocata l'Assemblea
generale a Santa Severa
Dal 19 al 22 giugno 1996
Su mandato del Comitato
esecutivo, il presidente ha
convocato la prossima Assemblea generale dell’Ucebi
per i giórni 19-22 giugno
1996, presso il Villaggio della
gioventù di Santa Severa. ■
L’importanza straordina-i
ria, epocale, delle decisioni
che questa Assemblea dovrà
prendere, nonché la loro urgenza, hanno suggerito al
Comitato l’organizzazione a
tappe forzate di una visita a
tutte le chiese deH’Unione,
una per una, per raccontare
le novità, spiegare le situazioni, presentare le iniziative
già intraprese dal Comitato,
discutere quelle che competeranno all’Assemblea, diffondere al massimo grado la
consapevolezza delle opportunità e delle sfide che in
questo anno e mezzo dopo
l’ultima assemblea si sono
accumulate, tutte insieme,
davanti a noi.
visita a tappeto di tutte
le chiese da parte dei membri del Comitato, a due a
due, è cominciata in autunno e si concluderà éntro il
prossimo mese. Il messaggio
che ad esse viene recato non
è di per sé nuovo, avendo già
percorso, in vari momenti e
nelle sue diverse articolazioni, le vie classiche della comunicazione interecclesiastìca; circolari del presidente, articoli per Riforma, corrispondenza, telefonate. Ma
il Comitato si è reso conto
che, specie nel momenti
cruciali, niente può sostituire rincontro personale e la
discussione diretta con le assemblee di chiesa. Persino
l’apostolo Paolo, alle cui lettere non osiamo certo para-,
gonare le nostre, sapeva che
in certi casi solo la sua presenza poteva consentire una
comunicazione adeguata.
Tantomeno potremmo dar
conto di questo messaggio
in queste poche righe. Possiamo però riferirne, per così
dire, i titoli, rinviando alla
puntualità dell’ascolto, alla
passione delle domande, alla voglia di partecipazione
che stiamo incontrando in
molte chiese, nonché al dibattito pre-assembleare, la
ricchezza dei contenuti: i titoli sono i seguenti.
1) L’Ucebi e le chiese che
vi hanno parte hanno davanti a sé possibilità di Sviluppo
della loro presenza e della loro testimonianza a lungo invocate, e che si manifestano
copiose proprio in questo
tempo generalmente difficile
per le chiese «storiche», che
non inseguono le tentazioni
di certa religiosità contemporanea. Un esempio per
tutti: il numero degli studen»ti di teologia, che nel corrente anno accademico è salito
a 19 (quasi metà dell’attuale
corpo pastorale, che da anni
ci preoccupa per l’elevata età
media e la vicinanza, per
molti, all’emeritazione). Per
non parlare dei pastori che,
dopo aver esercitato il loro
ministerio in altri ambiti,
hanno scelto di servire come
ministri dell’Unione; e dei
giovani, affacciatisi recentemente, disposti a lasciare il
loro impiego secolare (con
quel che significa oggi come
oggi averne uno) per vivere
come diaconi al servizio delle nostre chiese. E tutto questo, ripetiamo, è solo un
esempio delle opportunità
che si aprono.
Il 199h è stato insieme
l’anno delle opportunità e
l’anno deH’autonomia, Cioè
l’anno in cui è terminato il
lungo accompagnamento
Il Villaggio deiia gioventù di Santa Severa
missionario americano alla
crescita dell’opera battista in
Italia. Fine del sostegno finanziario (peraltro già ormai
sceso al 12-13% del nostro
bilancio negli ultimi anni)
ma non, come abbiamo più
volte spiegato, della collaborazione antica (con la Convenzione battista del Sud) e
nuova (con la Società missionaria battista della Gran Bretagna). Unito ad altri fattori
negativi (tra cui nuove pesanti imposte sugli immobili)
e positivi (come l’apertura di
nuovi fronti nella missione
interna), tutto ciò ha richiesto uno sforzo nuovo, un salto di qualità nella dimensione delle risorse che le chiese
sono chiamate a esprimere.
Ma questo salto di qualità,
ci siamo resi conto, non si
ottiene con circolari e appelli. È certo un problema finanziario ma è in primo luogo un problema spirituale.
Nel nostro giro per le chiese
insistiamo molto su questo
punto e illustriamo i vari elementi che danno sostanza a
questa nostra convinzione.
3) Terzo titolo: che cosa
già fa e che cosa può fare
ognuno di fronte a queste
opportunità e queste sfide. Il
Ce illustra le sue varie iniziative, tra cui il lancio di un
«prestito di solidarietà» fra le
chiese e fira i singoli membri,
sia come strumento per investimenti che consentano
di ricavare reddito aggiuntivo dal nostro patrimonio, sia
soprattutto come rafforzamento del senso di appartenenza al «popolo battista» e
di partecipazione all’«impresa» comune. E poi, che cosa
spetta alle chiese: comprendere a fondo la situazione,
leggere i segni dei tempi, riconoscere qual è la vocazione che il Signore rivolge loro
oggi, e prepararsi con il massimo coinvolgimento, con la
riflessione e con la preghiera
all’assemblea cruciale che
ormai è alle porte.
In Breve
Secondo il primario che ha
effettuato il trapianto di midollo, Ruben sarebbe fuori
pericolo. Ho potuto vedere il
bambino nelfospedale di
Zurigo, la settimana scorsa,
dal vetro della sua cameretta
asettica e nonostante le flebo, le sonde permanenti per
la nutrizione, il prurito che lo
perseguita a causa di un fegato sfiancato da mesi e mesi
di medicinali, mi ha sorriso.
Il nuovo midollo ha cominciato a funzionare, poco per
volta il corpicino si sta attrezzando per respingere da
sé gli attacchi dei vari agenti
infettivi, già le precauzioni
per chi deve entrare in contatto con lui sono ormai
estremamente ridotte. Se
tutto va bene, alla fine dell’
estate potrà lasciare l’ospedale. Ma il cammino è ancora lungo, le tappe di questa
guerra contro il sqo male disègnano un percorso di anni.
Alcuni segni di rigetto, tenuti
sotto controllo, si sono manifestati. Perciò prendiamo
l’annuncio del «fuori pericolo» con timore e tremore, come realtà umana sempre fragile e minacciata. Ma al tempo stesso riceviamo con gratitudine a Dio queste notizie
che aprono finalmente il
cuore alla speranza.
• Nella notte fra giovedì 8
febbraio e venerdì 9 il pastore Giuseppe Mollica è stato
sottoposto al trapianto del
cuore. L’operazione, per la
quale il pastore Mollica ave
va deciso recentemente di
mettersi in lista, preferendo i
possibili rischi del trapianto
rispetto alla limitazione del
suo m’inistero imposta dalle
sue gravi condizioni cardiache, non era certo attesa in
tempi così rapidi e non c’è
che da rallegrarsene: tutto è
andato bene, anche se seguiamo con trepidazione e
con le nostre preghiere gli
sviluppi postoperatori in
questi primi giorni cruciali.
• Tra le novità introdotte
dalle Intese c’è la defiscaliz
zazione delle offerte fino a
due milioni. La legge 116
(Intesa battista) è pienamente operante già per i
redditi del 1995, l’Ucebi ha
predisposto tutta la modulistica, un manuale di istruzioni e un affollato e animato convegno nazionale dei
cassieri per avviare nel mi
glior modo possibile il nuovo meccanismo. Le chiese
che non hanno potuto inviare il loro cassiere al convegno e ricevere moduli e deleghe possono rivolgersi
all’Ufficio amministrativo
dell’Unione.
• Trasferimenti di pastori.
Sulla base della preferenza
espressa dalle rispettive
chiese e del gradimento, manifestato dagli interessati, il
Comitato esecutivo ha destinato la pastora Elizabeth
Green alla chiesa di Matera
con cura di Miglionico, e il
past. Giuseppe Tuccitto alla
chiesa di Gravina di Puglia.
Settimana per l'unità dei cristiani a Rovereto
La sfida della profezia
Una celebrazione ecumenica carica di molti segni ha
rappresentato il punto spiritualmente più alto dell'incontro
FLOBESTANA PICCOLI SfREDDA
La Settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani ha
quest’anno avuto un particolare riscontro a Rovereto. La
serie di incontri è iniziata venerdì 19 gennaio presso la
chiesa di San Giuseppe dove,
nel corso di una veglia ecumenica presieduta dal pastore Giulio Vicentini, le preghiere e i canti si sono innalzati in
una coralità di voci che ben
testimoniavano la coralità di
intenti. Il pastore Vicentini ha
spezzato il pane della Parola
predicando sul testo di Isaia
41, 8-10 e ha guidato insieme
al parroco l’assemblea orante.
Presiedeva anche un giovane
ortodosso.
Domenica 21 è stata densa
di appuntamenti. La mattina
in San Marco c’è stata una
celebrazione eucaristica, con
l’ormai tradizionale presenza e partecipazione in preghiera di una rappresentanza della comunità valdese. Il
pomeriggio in un’ampia sala
posta come sempre a nostra
disposizione dai padri Rosminiani, si è svolto il culto
evangelico presieduto dal
pastore Alfredo Berlendis,
che ha predicato a una folta
e partecipata comunità, in
massima parte cattolica, sul
testo di Luca 15, 11-32 e su
Apocalisse 7, 13-17, dove è
scritto che l’agnello pascerà
coloro che vengono dalla tribolazione, guidandoli alle
sorgenti delle acque della vi
ta, «e Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi»: alla
Santa Cena si sono avvicinati
anche alcuni fratelli cattolici.
La sera una rappresentanza
di valdesi ha peso parte a
una «preghiera ecumenica»,
che ogni mese si svolge in
San Giuseppe secondo lo stile contemplativo delle comunità di Bose e di Taizé.
Mercoledì 24, presso la vicina chiesa.di Volano, si è
svolta una celebrazione ecumenica presieduta dall’archimandrita Sergio e dal protopresbitero Matteo del Patriarcato ortodosso di Mosca,
preceduta dal saluto di mons.
Silvio Franch, delegato diocesano per l’ecumenismo e il
dialogo interreligioso. La celebrazione è stata caricata di
molti segni significativi, come raspersione con l’acqua,
in ricordo del nostro unico
battesimo, e la distribuzione
del pane, nell’attesa di una
piena condivisione e di
un’autentica fraternità. I rappresentanti della comunità
valdese sono stati salutati
con affetto e invitati a porsi
nel presbiterio, per una testimonianza significante.
Giovedì 25 la Settimana si è
conclusa a Rovereto, presso
la chiesa della Sacra Famiglia, con un incontro ecumenico di preghiera in cui hanno predicato il parroco (Atti
9, 1-22) e una sorella della
comunità valdese (Apocalisse
3,14-22). Sabato 20, inoltre, a
Vicenza vi era stata una ve
VENE
Il pastore Giulio Vicentini
glia ecumenica di preghiera,
presieduta dal vescovo mons,
Pietro Nonis: nel Duomo gremito soprattutto di giovanij
hanno partecipato con una
riflessione l’archimandrit^
ortodosso Joseph Poustooni
tov, responsabile delle relazioni fra il Patriarcato di Mosca e la Chiesa cattolica,di
Roma, e due coniugi valdesi:
di Rovereto. ,
«Ecco, io sto alla portai
busso: se qualcuno ascolta k
mia voce e apre la porta, k
entrerò e ceneremo insieme
questo diceva lo Spirito alla
chiesa di Laodicea, questo (fice lo Spirito oggi a noi. Ci i
renda il Signore disponibili a
raccogliere il messaggio pro-j
fetico di una comunione pii '
na, totale, al di là di ogni bar:]
riera. E allora ci troveremo
«cenare insieme» alla sui
unica mensa.
A Trento un incontro per superare le barriere
vìvilo 11
fifeart
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Concilio e riconciliazione
strada
rispett
prime
hai
che cosa separa i cattolici dai protestanti?
SALVATORE PERI
VENERDÌ 2 febbraio si è
svolto a Trento un incontro-dibattito tra comunità
protestanti e cattoliche sul
tema: «Concilio e riconciliazione: che cosa separa protestanti e cattolici?». La serata
ha destato vivo interesse da
parte della comunità trentina; è emersa l’importanza
dell’incontro, del dialogo tra
diversità culturali, religiose,
confessionali, all’insegna della fratellanza, per costruire
speranza e pace. La diversità
che ha radici nella creazione
nella differenza delle specie,
dei sessi, delle lingue è spesso rifiutata dall’uomo: il rifiuto dell’altro porta alla sua
negazione é a tutte le reazioni di razzismo e intolleranza
di cui è piena la nostra sor
cietà. Cristo è invece pace e
riconciliazione, in un mondo
afflitto da guerre, violenze e
ingiustizie. Cristo fa crollare
tutte le barrière, in lui siamo
tutti uno, fedeli e infedeli,
credenti e non credenti, giusti e ingiusti. Viene spazzata
così quella cortina di egoismo, di violenza, di odio e di
morte che impetiisce agli uomini di guardarsi in faccia e
riconoscersi come fratelli.
Il Concilio di Trento del
1545 confermò e approfondì
le divisioni religiose, mentre
il Concilio Vaticano II, l’opera di Giovanni XXIII e là lettera enciclica Ut unum sint di
Giovanni Paolo II costituiscono una sfida ecumenica: per
protestanti e cattolici si sono
aperte possibilità e speranze
di riconciliazione? Don Marcello Farina, con l’umiltà e la
pacatezza che lo distinguono,
ha tracciato il percorso dell’
apertura cattolica e il past.
Alfredo Berlendis, con grinta
e mantenendo una costante
attenzione nel pubblico, ha
evidenziato che il tempo è
maturo per smettere di condannarsi a vicenda: nessuno
può arrogarsi il diritto di detenere la verità, le nostre verità sono verità di poveri uomini, quindi relative di fronte
alla verità assoluta di Dio.
Per conseguenza ognuno
ha bisogno dell’altro, occorre
riconoscere i valori cristiani
presenti nelle diverse con
fessioni e religioni. Ecumeni
smo vuol dire accettare 1’
tro nella ricchezza della sin
diversità, e questa diversitì
presente nei vari tipi di comunità cristiana, di cui ab f
biamo notizia nei Vangefi
anche se rese non sempb
pacifica la convivenza, la ap
profondi e la rese più reale. '
La riconciliazione data in cb
munione con Cristo è uni
promessa, l’annuncio di
mondo nuovo: una famigi
di eguali uniti.
CASA BALNEARE VALDESE ‘
PIETRA LIGURE - BORGIO VEREZZh
Sono aperte le prenotazioni per soggiorni
presso la «CASA» che sarà aperta dal
MARZO 1996
Condizioni particolari per gruppi e famiglie
^ Interpellateci !
lanno
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’ Rivolgersi alla direzione;
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17Q27 Pietra Ligure (Sv)
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Vita Delle Chiese
PAG. 9 RIFORMA
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i Abruzzo
Gli evangelici
per la prima
volta in
cattedrale
THOMAS ELSER
La Chiesa battista di San
Benedetto dei Marsi e
iella metodista di Villa San
lastiano anche quest’anno
no partecipato ad attività
bumeniche svoltesi in occaine della «Settimana di prefliiera per l’unità dei cristiay». Da tempo esiste la coni^etudine di incontrarsi a libilo locale, ma quest’anno il
wèscovo di Avezzano, morís,
fcjando Dini, ha voluto realzare una serie di incontri.
Ira la prima volta, da che esistono le due chiese evangeliche, che il vescovo prendeva
jTifficialmente atto e in modo
piritorio di realtà evangeli
con unafvi'che. In un secolo, ormai, di
Wesenza evangelica tra i
fronti dell’Abruzzo, molti deji*nni sono stati caratterizzati
da discriminazione e oppressione nei confronti della minoranza evangelica da parte
della gerarchia cattolica. In
questi ultimi trent’anni è pre
--1*- L I Tralcrt iin attpaaiampntn Hi in_
.valso un atteggiamento di indifferenza sufficiente; solo
insieme»:, i recentemente, in un clima
.11' HooÌoamiiT-ii-is ck Tri_
i^Eumenico decisamente e vi;i|ibilmente cambiato, la curia
ha mostrato interesse verso
la fede evangelica chiamando
in alcune occasioni conferenzieri protestanti esterni.
, Il gesto di quest’anno è forse il segnale di un cammino
^|iunto a una tappa: le sorelle
^fratelli evangelici che vivono
¡Ila zona sono stati accolti e
riconosciuti. Si apre ora la
possibilità di fare un pezzo di
strada insieme nel reciproco
riatto delle diversità. Per la
^prima volta gli evangelici
i hanno parlato nella cattedrale di Avezzano e testimoniato
£, della loro fede in occasione
l della cerimonia ecumenica,
t; ' Un altro incontro è stato de■ dicato all’enciclica papale
Ecumeni «Ut unum slnt» nel corso del
ttare l’sl i quale è stato possibile evidelia sui I henziare elementi di accordo
diversi^ ; ®a anche di disaccordo,
ipi di cif i- L’ecumenismo va vissuto
li cui ab localmente: i veri passi si
Vangeli ' fenno nella vita di ogni gior1 sempc i h® ® localmente, come già
iza, laap hegli anni passati, donne
più reale ; cattoliche ed evangeliche si
[i?
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preparano a celebrare insie
5to è uni i il prossimo 1° marzo, la
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i famig
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irni
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gliòmi
lare
^ «Giornata mondiale di prej:, ^era», facendola precedere
da due incontri preparatori e
di informazione su Haiti,
paese che ha preparato la liijtUrgia di quest’anno.
Notizie
evangeliche
agenzia stampa
abbonamento annuo L. 60.000
da versare sul ccp 82441007
' intestato a Nev - Roma
Corso di aggiornamento per pastore e diacene
Vivere la libertà delle donne
La riflessione che parte dalla materialità dell'esperienza
è necessaria per ridare senso ai luoghi delia società
FRANCESCA COZZI
. f^CCORRE ridare senso
alla realtà umana e
sottrarla al destino di merce,
occorre reinventare i valori in
base all’esperienza. La salvezza sta nell’ascolto della vita
materiale». Questa la proposta di «materialismo radicale»
di Alessandra Bocchetti, autrice del libro «Cosa vuole
una donna» (ed. La tartaruga,
1995), invitata per il corso di
aggiornamento delle pastore
e diacene delle chiese battiste, metodiste e valdesi tenutosi a Roma il 29 e 30 gennaio
scorsi. «Oggi è necessario diventare più umani - ha affermato la Bocchetti- e la donna
può guadagnare questo riconoscimento per tutti meglio
dell’uomo. Non perché la
donna sia migliore in quanto
tale, ma perché si trova in
una posizione da cui può riconoscere meglio le condizioni materiali della felicità e
dell’infelicità». Secondo la
Bocchetti, infatti, bisogna avvicinarsi sempre di più a ciò
che realmente siamo, a ciò
che siamo «materialmente»,
e partire dall’esperienza di
cura quotidiana, dall’esperienza materiale della vita è
più facile per le donne.
Questa posizione ha acceso fra le presenti, circa quindici, un vivo dibattito, perché
pareva ad alcune che le affermazioni della Bocchetti sospingessero le donne al vecchio stereotipo della «donna
ai fornelli». Si è sviluppata
durante rincontro una riflessione sulla differenza fra liberazione e libertà. Un’occasione di libertà può essere
mancata, si è detto, se si rimane ferme al pensiero dell’
uguaglianza e quindi alla lotta per la propria emancipazione. Anche se l’emancipazione rimane ancora da attuarsi completamente occorre già oggi lavorare per un
mondo libero, e un mondo
libero non è un mondo di uguali ma di simili. Non è sufficiente l’attenzione delle
donne per sé, il movimento
di liberazione, il «prendere»:
occorre ora vivere la libertà.
E la libertà è dare: la domanda non è che cosa manca ad
una donna, ma che cosa una
donna può dare.
Alessandra Bocchetti ha invitato le donne a comportarsi
nella verità della propria
esperienza, per abbattere
l’inautentidtà di una società
che funziona con stereotipi e
modelli ormai lontani dalla
vita. Vivere la libertà è una
scelta e unrimpegno: è la libertà di fare, di creare ed è il
governo delle cose, quello
che le donne temono ancora
di prendersi. Anche la chiesa
e la teologia sono sovente
realtà di retroguardia e difendono spesso un vuoto pa
CONVEQNO ANNUALE DELLE OPERE
Istituto Gould
BH.l
Firenze
2-3 marzo 1996
gramma
®®bato 2 marzo
ote 9;
•a A.«
Saluto della Commissione sinodale per la diaconia
a cura di Bruno Mathieu . . ^
ore 9,15: Studio biblico introduttivo a cura del past. Giarini Gente
I ore 9,45; «L’otto per mille», relazione sul tema a cura della
Commissione nominata dalla Tavola
***111 Dibattito generale
15: «Gli enti ecclesiastici», interventi sulle varie ipotesi
emerse nel dibattito sinodale (42/SI/95)
17; Dibattito generale
^^'>menica 3 marzo
Relazione su «L’attività del Centro servizi»
9,30: Dibattito generale
Oft 10,45: Culto finale a cura della past. Erika Tomassone
12,30: Pranzo e partenze
informazioni: Istituto Gould via De’ Serragli 49 - 50124 Firenze ^055-212576, fax. 055-280274
Uh incontro al Centro «Virginia Woolf»
triarcato, mentre invece la
nuova realtà, sempre secondo la Bocchetti, chiede di essere pensata a partire dalla
materialità dell’esperienza.
Perché la società possa essere-, inoltre, deve esistere
una «necessaria amicizia» fra
uomo e donna: la libertà delle donne non è una questione secondaria che riguarda
solo le donne, è invece una
grande rivoluzione che coinvolge tutti, come è stato per il
voto alla donne che ha significato una conquista di tutto
il paese e della sua democrazia. Bisogna raccontarsi la
storia in modo diverso, interpretare in_modo nuovo la
realtà, per esempio riconoscendo ai lavori di cura, compiuti da millenni dalle donne,
non una funzione secondaria, ma un’opera che ha costruito il mondo. Naturalmente non basta un semplice
scambio di ruoli: la libertà
delle donne non è una cosa
che si può aggiungere a ciò
che esiste già, ma è invece la
ri-significazione in tutti i luoghi della società.
Stimolate dall’intervento
della Bocchetti le pastore e
diacone si sono confrontate il
secondo giorno su un piano
più pratico affrontando il tema della cura pastorale rivolta in particolare agli uomini.
In questo scambio di esperienze la psichiatra Iolanda
Marsiglia ha aiutato le partecipanti ad analizzare alcune
situazioni all’interno della relazione d’aiuto rivolta agli
uomini della comunità. È
questa una relazione complessa in cui entrano in gioco
i ruoli di figlia o di madre (o
addirittura di «mamma» protettiva e soffocante) e di padre (padrone, a volte) o figlio
(talvolta dipendente e passivo). Anche la Marsiglia, continuando la riflessione del
giorno precedente, ha invitato ciascuna ad essere fedele a
se stessa. Nella libertà è possibile accettare l’altro per
quello che è, ed aiutarlo ad
incontrare il vero se stesso.
L’ultima sera abbiamo condiviso un momento di culto
centrato sul testo di I Corinzi
6, 19: «Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello
Spirito Santo che è in voi e
che avete ricevuto da Dio?».
Con tutti i sensi del nostro
corpo e con danze abbiamo
pregato e lodato Dio insieme.
Lo spazio di Dio nella nostra vita.
Storia, modelli, proposte
per una spiritualità protestante
Seminario promosso dalla Federazione
delle chiese evangeliche in Italia
Ecumene, Velletri (Roma)
15-17 marzo 1996
Il sehainario costituisce l’adempimento di un mandato
della X Assemblea della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), che in un atte sulla «spiritualità»
esprimeva la convinzione che «la spiritualità è lo spazio
di Dio nella nostra vita, creato dalla Parola e dal suo Spirito, con i quali Dio ci viene incontro, suscita e nutre la fede rendendola viva, lieta e feconda di opere, e ci dà la libertà e la gioia di dialogare con lui nella preghiera».
Il seminario si articolerà in una relazione introduttiva
di Giorgio Tourn su «Storia e caratteri della spiritualità
protestante» a cui seguirà una serie di testimonianze su
«Aspetti e percorsi della spuitualità protestante»: da quella classica della Riforma al «revivalismo», alle esperienze
del pentecostalismo, degli avventisti, dalla spiritualità del
movimento ecumenico, a quella dei giovani, delle donne,
dal filone «politico» a quello monastico. Sonò inoltre previsti momenti di culto e gruppi di lavoro su: rinnovamento del culto, pietà personale e familiare, spiritualità comunitaria al di fuori del culto (riunioni di preghiera, centri di incontro, ecc.), l’uso di gestualità e di simboli, la spiritualità nella musica e nel canto.
Hanno finora dato la loro adesione, come relatori o animatori dei gruppi: Massimo Aprile, Massimo Aquilante,
Gino Conte, Gabriele De Cecco, Fulvio Ferrario, Elizabeth
Green, Jùrg Kleemann, Carlo Leila, Giovanni Leonardi,
Anna Maffei, Paolo Ricca, Giancarlo Rinaldi, Eugenio Rivoir, Silvia Rostagno, Alessandro Spanu, Teodora Tosatti,
Giorgio Tourn, Giovanni Traettino.
Il seminario si apre alle 17 di venerdì 15 marzo, e si
chiude con il pranzo di domenica 17 marzo. Il rimborso
spese per vitto e alloggio è di 80.000 lire, più 20.000 lire di
iscrizione.
Iscrizioni: inviare la quota di iscrizione di lire 20.000 sul
conto corrente postale 38016002 intestato a Federazione
delle chiese evangeliche in Italia, via Firenze 38, 00184
Roma.
Per informazioni: telefonare ai numeri 06-4825120 oppure 483768, dalle ore 9,30 alle 16,30, dal lunedì al venerdì.
Agenda
TORINO — «Molte verità, una verità: la fede cristiana nel pluralismo delle fedi» è il tema di un dibattito che è introdotto da Franco
Giampiccoli e Gianni Vattimo. Nel corso del
dibattito viene presentato il volume di Lesslie Newbigin, «L’Evangelo in una società
pluralistica», della Claudiana editrice; organizza il Centro
evangelico di cultura. Per informazioni tei. 011-6692838.
GENOVA — Si tiene un seminario di aggiornamento alla predicazione organizzato
dalla Commissione d’incontro battista, metodista e valdese. Tema: «La liturgia del cùlto e
la lettura della Bibbia visitati da un regista e
un attore di teatro». Introduce il regista Marco Sciaccaluga: ore 16,30, chiesa battista, via Vernazza 14.
VENEZIA — «Eucaristia dall’esclusione alla comunione»
è il tema della conferenza che il prof. Paolo Ricca, della Facoltà valdese di teologia, tiene alle 15 presso la sala valdese
di Palazzo Cavagnis. Per informazioni tei. 041-5227549.
BOSCOREALE (Na) — Nel quadro di una
serie di iniziative per ricordare il 450 anniversario della morte di Martin Lutero, il pastore Hartmut Diekmann, decano della Chiesa luterana in Italia, e il prof. Antonio Tommaso Cirillo, segretario del Cenacolo culturale cristiano, parlano sul tema «Martin Lutero: l’uomo, il
pensiero, la legge». Introduce il past. Paolo Poggioli: ore
18.30, Biblioteca comunale in piazza Pace 46.
MESSINA — «Ritorno al Vangelo in Pietro Valdo e Francesco d’Assisi» è il tema della tavola rotonda tra il pastore
Giovanni Lento e il prof. Francesco Gullo che si svolge alle
ore 20,30 nella sala della Chiesa di Pompei; tei. 090-40098.
TORINO — Si tiene il quarto incontro del «corso di formazione dei laici», coordinato da Giuseppe Platone; sul tema «Un patto per la vita». Argomento dell’incontro «Violenza nel quotidiano: chiese e mafia». Il corso si articola in
due sessioni uguali alle ore 16 e alle ore 20,45 e si svolge
nella sala valdese di via Pio V, 15; tei. 011-6692838.
NAPOLI — Si celebra la giornata mondiale di preghiera delle donne. L’incontro, che
si svolgerà sulla base di una liturgia intérconfessionale preparata da donne cristiane
di Haiti, vedrà insieme donne provenienti
da chiese battiste, metodiste, valdesi, dell’
Esercito della Salvezza e, per la prima volta, cattoliche: ore
17.30, presso la chiesa battista di via Foria 93.
PADOVA — «Il Sudan; martirio di una terra» è il titolo di un dibattito con Gabriel Zubeir,- arcivescovo cattolico di Khartoum, e
Paride Taban, vescovo cattolico del Sud Sudan, che si tiene nel quadro dell’iniziativa
«Lunedì con il Sud del mondo»; ore 20,45,
Cuamm, via S. Francesco 26.,Informazioni al. 049-690269.
ROMA — Nell’ambito di un ciclo di incontri organizzati dalla Facoltà valdese di teologia e dal Centro evangelico di cultura e dedicati al tema della Riforma in Italia la prof.
Laura Ronchi parla sul tema «Le tendenze
evangeliche»: ore 18, nell’aula magna della
Facoltà, via Pietro Cossa 40. Informazioni al 06-3215128.
BARI — Alle ore 16 si terrà il terzo incontro del ciclo sulla musica liturgica organizzato dalla Chiesa valdese in collaborazione
con il «II coretto» a cura di Evelina Vigliano: ore 16, nella sede deirA-^sociazione
musicale «Il coretto», in via Argiro 8.
TORINO — Si tiene il quinto degli incontri
del «corso di formazione dei laici», coordinato da Giuseppe Platone, sul tema «Un
patto per la vita». Argomento dell’incontro
«Giovani e senso della vita». Il corso si articola in due sessioni uguali alle ore 16 e alle
ore 20,45 e si svolge nella sala valdese di via Pio V, 15 (1®
piano). Per informazioni tei. 011-6692838.
MODENA — Nel quadro di un ciclo di
conferenze sul tema «Natura e identità» la
Fondazione San Carlo propone la conferenza di Remo Bodei sul tema «Natura e identità»: ore 17,30, presso la Fondaiione in via
San Carlo 5. Informazioni al 059-222315.
ROMA — Nell’ambito di un ciclo di incontri organizzati
dalla Facoltà valdese di teologia e dal Centro evangelico di
cultura e dedicati a «Parole per una nuova politica». Paolo
Naso e Sergio Tanzarella parlano sul tema «pace»: ore 18,
nell’aula magna della Facoltà in via Pietro Cossa 40.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva
realizzata dalla Federazione delle chiese
Il evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche
y alterne da Raidue alle 23,40 circa e, in repli■ ca, il lunedì della settimana seguente alle ore
9,30. Domenica 25 febbraio (replica lunedì 4
marzo): Quale Gerusalemme; thè voice of glory: fede e resistenza nella musica degli schiavi d’America.
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica
deve inviare i programmi, per lettera o fax, quindici giorni
prima del venerdì di uscita del settimanale.
14
PAG. 10 RIFORMA
Riforma
Girotondo italiano
Giorgio Gardiol
La prima metà degli Anni ’90 sarà ricordata dagli storici
per il susseguirsi di trasformazioni del sistema politico
che hanno mandato in frantumi gli equilibri di
quarant’anni. La crescente sfìducia nei confronti delle
istituzioni politiche che ha caratterizzato gli Anni ’80, la
crisi di credibilità delle sintesi politiche di sinistra (simbolicamente rappresentata dalla caduta del muro di Berlino), di centro (tangentopoli) e di destra si è tradotta
nell’aumento dell’area del «non voto» (astensionismo,
schede bianche e nulle), nel voto per «nuove» formazioni
politiche e in nuove regole elettorali che a loro volta hanno dato origini a nuove aggregazioni elettorali. L’origine
del nuovo ciclo politico italiano va ricondotto aUe elezioni del Parlamento europeo del 1989 in cui si registra
l’ascesa delle Leghe regionali (poi fuse nelle Lega Nord
nel ’91). Agli effetti politici della Lega si aggiungono queUi
del movimento referendario del ’91-93 finalizzato alla
trasformazione del sistema elettorale, quelli di tangentopoli e quelli dell’elezione, a partire dal giugno 1993, con
nuove regole dei sindaci, del presidenti e dei Consigli dei
Comuni e delle Province. Si sperimentano forme diverse
di competizione elettorale e di comunicazione politica.
È un mutamento che accentua la crisi dei partiti tradizionali, che ormai devono rivolgersi a un elettorato
«maggioritario», e che comporta la «discesa in campo» di
Forza Italia e di Alleanza nazionale. Questi ultimi, insieme aila Lega Nord, hanno vinto il confronto elettorale
con i Progressisti e con il Patto per l’Italia alle elezioni
politiche (marzo 1994) e europee (giugno 1994).
Chi ha vinto costititisce in ogni caso un’aggregazione di
partiti diversi, piuttosto che un partito omogeneo. È appunto questa caratteristica che determina nel giro di pochi mesi la crisi del Polo delle libertà (dicembre ’94) e ii
varo di un governo «tecnico», e l’apertura di un nuova fase elettorale con esiti ambivalenti (elezioni regionali e
provinciali dell’aprile ’95 in cui vince il centro-sinistra;
referendum televisivi «antiberlusconi» in cui viene respinta la proposta di una drastica regolamentazione del
problema deU’entittenza televisiva).
Sulla persistenza dei risultati raggiunti in ciascuna
competizione elettorale pesa l’incognita del voto di opinione, più volubile del (calante) voto di appartenenza o
di scambio. Tra il ’93 e il ’95 i cittadini hanno votato per le
«novità», ma il désiderio di cambiamento è stato vanificato dalla lentezza con cui chi lo ha promesso è risuscito
a realizzarlo.
A queste elezioni ogni forza politica è chiamata a misurarsi con l’incertezza del presente e del futuro, ma anche
con la volubilità del proprio elettorato. Di qui l’esigenza
di una nuova sperimentazione di dar vita a nuovi poli, il
Polo dell’Ulivo (destinato nelle intenzioni a mettere insieme Rifondazione, Pds, Verdi, Alleanza democratica, ex
socialisti. Popolari, Patto Segni, Lega Nord) e dall’altra il
Polo delle libertà (che è rimasto imperniato sq Forza Italia e Alleanza nazionale ma apre al centro alleandosi con
i federalisti e il «polo popolare» di Buttiglione e Casini).
11 «centro» non sembra più esistere come raggruppamento politico, anche se tutti guardano all’elettore di
centro per «vincere». Ma vincere è una cosa e governare è
un altra. Nell’attuale sistema politico non è più il centro
la discriminante del governo. Sono le forze di cerniera tra
uno schieramento e l’altro che determinano la maggioranza e l’opposizione. 11 problema che si pone non è dunque tanto la formazione di una maggioranza e di un’opposizione, quanto il loro mantenimento per tutta una legislatura. È questo il problema del voto del 21 aprile. Ma
ricordiamoci che nel nuovo sistema politico le forze politiche votano in Parlamento non solo in base ai programmi elettorali di coalizione ma anche agli interessi, piccoli
e grandi, che ne hanno determinato reiezione nel collegio. Sono le conseguenze della democrazia senza i partiti.
Oggi bisogna interrogarci sulla realtà dei partiti (e delle
coalizioni) senza democrazia.
Via Pio V, 15 -10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
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Via dei Mille, 1 10064 Pinerolo
tMHETTORE: Giorgio Gardiol VICEDIRETTORI: Luciano Deodato, Emmanuele Paschetto
REDATTORI: étalio Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bragaglia, Alberto Coreani,
Avemino Di Croce, Fulvio Ferrarlo, Maurizio Girolami, Anna Maffei, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nidi, Jean-Jacques Peyronel, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Roslan, Piervaldo Rostan, Marco Schellenbaum, Federica Toum, Florence Vinti, Radaele Volpe AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia ABBONAMENTI: Daniela Actis FOTOCOMPOSIZIONE: Aec s.r.l. Mondavi - lei. 0174/551919
STAMPA: U Ghisleriana s.n.c. Mondovi - tei. 0174/42590 EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l.-via Pio V, 15 bis -10125Toiino.
t’eeo dOa nW
ompuòtmnmMèai^pinmmd»
Tariffe inserzioni pubblicitarie: a modulo (42,5x40 mm) £ 30.000 Partecipazioni; millimetro/colonna £ 1.800 Economici; a parola £ 1.000.
Rilorma è il nuovo titolo della testala La Luce registrala dal Tribunale di Hneroio con il n.
176 del 1® gennaio 1951, responsabile Franco Giampiccoli. Le nwdifiche sono stale registrale con ordinanza in data 6 marzo 1993.
Il numero 7 del 16 febbraio 1996 è stato consegnato per l’inoitio postale airufficio CMP
Nord, via Reiss Romoli 44/11 di Torino mercoledi 14 febbraio 1996.
Commenti
VENERDÌ 23 FEBBRAIO 1996
Che cosa voleva
y «o w wflw
veramente Lutero \ aretefattowii
Tavole contrapposte di Werner l^üstenmacher
lo ho predicato sulla libertà del cristiano...
,,e non sui regime dei controiio reciproco.
NON SPAVENTARTi. PER TRADURRE
LA BiBiA GUARDATA &0CCA
Di TUTTI.
Volevo che la Sacra Scrittura fosse comprensibile ...e non che rimanesse proprietà privata dei teologi, j
per tutti...
Ho insegnato; l’uomo è salvato per la sola fede.......e non perché osserva sempre nuove regole.
.^g.\6VA0
Voi siete orgogliosi delle vostre angosce...
Volevo mettere fine alla
gerarchia...
...e voi avete fatto una
dittatura di assemblee.
,..ed io della mia fiducia nella grazia di Dio,
ABBONAMENT11996
ITALIA
ESTERO
' ordinario
' ridotto
■ sostenitore
■ semestraie
£ 100.000 ■ ordinario £ 140.000
£ 85.000 • via aerea £ 190.000
£ 200.000 - sostenitore £ 250.000
£ 50.000 - semestraie £ 75.000
- cumuiativo Riforma + Confronti £ 140.000 (solo Italia)
• una copia £2.000
Gli abbonati sostenitori ricevono in omaggio la riproduzione di un'opera di
Paolo Paschetto
Per abbonarsi: versare l'importo sul ccp n. 14548101 intestato a Edizioni
Protestanti s.r.i., via Pio V15 bis, 10125 Torino.
21 aprile
Voteremo il 21 aprile.
Chissà perché il governo nel
fissare la data delle elezioni
ha preferito l’anniversario
del cosiddetto «Natale di
Roma» a quella del 28 aprile, intermedia tra il 25 aprile e il 1° maggio? Certo il
Polo teme l'astensionismo
del week-end lungo, ma anche la vicinanza «ideologica» del 25 aprile, anniversario della liberazione dal nazifascismo e del 1° maggio
tradizionale festa del lavoro. Peccato che queste date
siano in un certo senso costituzionali: la nostra Repubblica nasce dal 25 aprile
ed è «fondata» sul lavqro,
mentre il «Natale di Roma»
era ricordato, con enfasi, nel
passato regime! Forse che
anche nei riferimenti simbolici siamo entrati in una
repubblica «altra»? (g.g.)
|j.i..t.Sl..L
hRepubUka
La Bibbia libro
per la scuola
Silvia Giacomoni, intervenendo su Repubblica (16 gen-i
naio) a proposito del «nuovo
interesse per il trascendente
e per la Bibbia» osserva che
«finalmente, nel nostro catto-;
licissimo paese, si parla e si
scrive sul significato della
preghiera insegnata da Gesù
ai discepoli (si parla e si scriv
ve di Dio) in linguaggio non
religioso proprio come auspi-ii’^“
cava Dietrich Bonhoeffer,
rivoluzionario teologo luterano fatto impiccare da HitlernelTaprile del 1945».
«Bisognava che, insieme al
muro di Berlino, crollassero:
le ideologie e si squagliasse
la De, perché la nostra cultura laica trovasse il coraggio di;
uscire allo scoperto rivendi,
cando che Dio costituisce uri
tema troppo serio perché ’
occupino soltanto i preticontinua la Giacomoni -. Lascoperta che tanti laicissimi
studiosi dedicano intelligen.
za e tempo al problema di
Dio nella tradizione giudai»
co-cristiana deve poter costì
Bispo
la parte
.|ijl nun
froposi
'te. E ve
stayivei
; yòluzioi
Llavioler
rie è da
dièlinqi
fiesta
difesa, a
morte CI
La pei
■fipfaggi
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'/¡^vino (
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Kn öx, r
well; tu
i seeva m
bia che i
La pei
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È bpii
tuire il punto di partenza pet
revisione, del modo in cui
cosa viene trattata - o meglio, viene rimossa - nella
nostra scuola. (...)
Per generazioni lo strapotere della chiesa e poi dell!
De, hanno indotto i laici
negare validità culturale
fatti religiosi. (...) Chi noi
conosce la Bibbia non sol
ignora un tesoro di aweni
re e di saggezza, ma non p
capire (...) né Dante, né '
chelangelo, né Bach. (.
L’introduzione della Bibbia
due) chi
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Alerto, I
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nei programmi scolastici poi
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segnale forte e positivo a
vore dell’integrazione di
denti e non credenti, dei bah - «^fesE
tezzati, dei circoncisi e dÉ
seguaci di Maometto, P
pre più numerosi nelle no- [ì^fistri
stre città».
fede) ,se
^e^at
Storie
La conversione
Fumetto apparso sul periodico per ragazzi «Typisch evangelishi», numero speciale per l’anno di Lutero. È un raffronto tra la testimonianza e la predicazione di Martin Lutero e la realtà del luteranesimo in
Germania oggi. Traduzione di Emmanuele Paschetto
Il numero 19 di Storie,
idiozie, idiomi bimestrale di;
retto da Gianluca Bassi, li*
porta una dichiarazione rila
sciata dall’attrice Anna Faldi
a Epoca il 3 settembre 1995
«Sono protestante. Lo sonr
diventata dopo un episodii
che mi ha segnato. Da ragaa '
zina infatti ho avuto un pf
riodo di intensa cattolici^
andavo anche a cantare
chiesa. Poi una sera vidi«
mio sacerdote, che allora e®
un mito per me, sul lungi!
mare di Rimini, e immagini
te che compagnia si '
vare sul lungomare di Ri®
ni... fu una delusione terri»
le. Così ho scelto il protestali ,
tesimo».
■Ljt
l’eco del ehisonf
^ Il sacramento
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Nell’ambito di un’inchi
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dei giovanissimi Arman«
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(l® febbraio), settima^
cattolico di Pinerolo, parli
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e del catechismo dei ragi
valdesi scrive del «sacrai^
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Uno svarione che contea» ; •
quanto cammino deve
ancora l’ecumenismo Whp r
conoscenza della divets'j .
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vuole dialogare.
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^ VfflERDÌ 23 FEBBRAIO 1996
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3 lutatala Hitler
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PAG. 1 1 RIFORMA
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Rispondo all’articolo «Dalla parte di Caino» comparso
sul numero del 19 gennaio a
proposito della pena di mor'te. E vero: la nostra società
sta vivendo un periodo di involuzione verso la barbarie e
-la violenza, ma questa barbarie è data dall’aumento della
delinquenza, non dalla richiesta popolare di maggior
difesa, anche armata, pena di
morte compresa.
■La pena di morte (abbiate il
, coraggio di riconoscerlo) è
esplicitamente prevista in al’ctmi casi della Bibbia (dove il
^ divino comandamento «non
ueddere» subisce alcune eccezioni, anch’esse di dettato
. divino) mentre il Vangelo vi
accentra appena in modo
■evasivo. Tanto evasivo che
tutti i paesi cristiani, di epoca
costantiniana, bizantina, medevale, rinascimentale, riformata e sette-ottocentesca,
v^nno applicato la pena di
morte, ivi compresa la Ginewa'di Calvino, l’Olanda degli
Stathouders, la Scozia di
l^ox, l’Inghilterra di Cromwell: tutta gente che cono■ sceva molto bene sia la Bibbia che il Vangelo.
. La pena di morte fu criticata sólo nel ’700 dai filosofi ilIpiinisti, che però ne fecero
èssi stessi larghissimo abuso
" nella Rivoluzione francese.
. È opinione di Lutero o di
Zwingli (ditemi voi quale dei
due) che nella società, anche
cristiana, coesistono buoni e
*.ì^vi: gli uni non hanno bidella spada, gli altri sì.
La foto della settimana
Ragazzi al falò degli Stallò di Luserna San Giovanni r
(foto Pietro Romeo)
Chi noli Dio è misericordioso
lon soÈ
avventi
non pi
;, né
ich
a Bibbi»;
istici pourtare un
con chi si ravvede, e lo perone, ma chi non si ravvede
i^rre nel suo giusto giudiri^nche Caino sarà perdonattìse si ravvede, cioè se
c^rà per sempre di essere
Cablo, ma non prima.
Prima d’allora dunque io
tivo afe^^®®nza esitazione dalla
le di ere l P®he di Abele, e ne sollecito
, dei bat 3 difesa armata contro Cai
:isi e d
:to, semi
ielle no:
no,>cioè contro i delinquenti,
^come pure contro i cattivi
(Sìaestri che (forse in buona
fede) se ne fanno loro fian■'fiheggiatori morali. E ad uno
ione
di questi cattivi maestri che
predica dal pulpito del vostro
settimanale, io (che ho abbastanza discernimento per capire quanto è errata la sua
dottrina) faccio udire una voce di dissenso che proviene
dalla «platea» dei lettori.
Sergio Bilato - Verona
Il fatto di essere annoverato
tra i cattivi maestri non mi
turba più di tanto: uno solo è
il Maestro, noi nel migliore
dei casi siamo solo dei discepoli; uno solo è buono (Me.
10, 18) e nessuno, a meno che
sia pazzo, ha questo delirio di
onnipotenza. Ritengo dunque
di essere in una compagnia
molto numerosa e perciò non
mi sento un isolato. Il fatto
poi che uno solo sia il «buon
maestro», conferisce all’insegnamento di tutti i «maestri»
che abbiamo avuto (Calvino,
Knox, Lutero, Zwingli ecc.) un
valore relativo.
Per quanto poi riguarda la
sostanza della lettera del sig.
Bilato, ritengo che ci sia un
aòcordo di fondo con il pensiero che esprimevo nel mio
articolo del 19 gennaio. Io
non sollevavo il problema di
come fare a difendere la società dai malvagi e dai violenti (che non sono solo quelli
che uccidono, ma anche gli
evasori fiscali, gli sfruttatori
del lavoro altrui ecc.). La pe
ria di morte è un assoluto che
chiude definitivamente la
questione; ma, come il sig. Bilato riconosce, neppure Dio
chiude definitivamente la
questione perché lascia aperta
la strada della misericordia e
del perdono e aspetta che lo
stesso Caino si ravveda.
Comminando la pena di
morte e approvando chi la
pratica, a prescindere da mille altre considerazioni, cediamo aldelirio.di onnipotenza e
diarno prova di ritenerci addiritturà superiori a Dio. (l.d.)
Un errore
di memoria
Mi scuso con i lettori del
giornale per un errore commesso nel mio articolo apparso sul ri. 6 di Riforma che
parla della nascita della Federazione femminile valdese
in seguito a una visita di Madeleine Barot, perché non di
lei si tratta, bensì di Marga
Bührig. Non avevo controllato l’Eco delle Valli cne parlò
del convegno di Pinerolo del
31 marzo 1957, n,on avendolo più in mio possesso, e la
memoria mi ha giocato un
brutto tiro.
Le notizie che riguardano il
convegno di Pinerolo sono
esatte, salvo il nome dell’ospite.. Queste due donne eccezio
nali hanno l'e stesse iniziali
(M. B)) e sono state comunque sorelle maggiori per noi.
Se la cosa fosse successa
qualche anno fa ne avrei fatto
un piccolo dramma ma, inoltrandomi negli anni, ho imparato a ridimensionare le
cose e accettare coq serenità
e un po’ di humour verso se
stessi anche gli errori compiuti, specialmente se non
sono irreparabili.
Elsa Rostan - Pinerolo
^ecumenismo
a Mòttola
Se i complimenti e gli apprezzamenti hanno un valore
e pur essendo solo un aspetto
esteriore sono frutto di una
sentita approvazione, allora
qui a Mottola possiamo dirci
pienamente soddisfatti e riconoscenti al Signore per i risultati ottenuti negli incontri
della Settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani.
Strano a dirsi, ma<juella
cattolica è l’unica realtà di fede con cui si riesce a avere
incontri e scambi liturgici, e
anzi in questi ultimi anni si
sta registrando una sempre
maggiore e sentita partecipazione anche da parte delle
autorità religiose del paese,
cosa impensabile e difatti
mai vefificatasi in passato.
Ora, che questo sia da attribuirsi a una spinta partita dal
basso o dall’alto, probabilmente non è giusto indagare,
soprattutto alla luce della positività degli incontri, vero stimolo al cambiamento della
cultura non soltanto religiosa
del paese. Si offre la possibilità di assistere a una liturgia
diversa, di vivere momenti
nuovi attraverso modalità che
stimolano la dimensione partecipativo-emotiva e di pprsi
perciò in una condizione di
ascolto attivo. Probabilmente
il tutto è vissuto come «apax»
della propria vita religiosa,
come fatto isolato, finito il
quale si ritorna alla rassicurante consuetudine delle forme tradizionali, ma quella di
questi giorni è proprio la nostra forma di culto, non codificata e stabilita una volta per
tutte, ma «riformata sempre
da riformare»,-il cui unico
punto fermo è la centralità
dell’annuncio evangelico.
Ecumenismo non è tacere e
perdere la propria identità
mischiandosi o facendo finta
di niente, trovando forme
ibride di mezzo, perché tanto
siamo uniti dallo stesso Cristo: nei nostri due incontri di
visita reciproca si è certamente continuata a sentire e
a vedere la «differenza», lampante nella predicazione della Parola, nella preparazione
teologica dei nostri giovani,
nella predisposizione alla
preghièra e nella più consolidata abitudine al canto comunitario e corale.
Mi rendo conto che la mia
considerazione può apparire
dominata da un (senso di superiorità e aiterigia, e per ciò
stesso risultare poco ecumenica, ma.è soltanto la forte
consapevolezza di quello che
come protestanti rappresentiamo dal 1517 a convincermi
sempre più che da parte delle
nostre comunità noti ci si deve permettere di perdere di
vista la propria identità e la
conseguente responsabilità
personale in nessuna occasione. Certamente tutti i cristiani sentono di aver aperto
la porta a colui che vi bussava
ma, apertogli, attenzione a
non volerlo chiudere è confi-,
nare nelle mura della nostra
casa, serrata nelle finestre e
in qualsiasi altra apertura che
prenda luce dall’esterno.
Virginia Manani - Mottola
isoill
nto
WBAniro - DIBATTITO - DIBATTnO - DIBATIITO - DIBATTITO - DIBji^TO - DIBATTITO - D
La scienza e il problema della datazione delia Sindone
CARLO RAPINI
P in questi giorni in Italia per un
Ij ciclo di conferenze il chimico
tasso Dmitri Kouznetsov, il quale sostiene che l’elevata temperatura a cui
e stata sottoposta la Sindone di Toriho nel 1532, al momento dell’incenaio, avrebbe alterato i risultati
dell’analisi del C14 «ringiovanendo»
jj telo di lino di circa 12 secoli. Ma
due scienziati americani, i fisici
«arry Cove di Rochester e 'Timothy
lull dell’Arizona, lo contestano e sodo pronti a dimostrare gli errori del
hiMo. Infatti, se fosse vero che sia
Stìfflciente portare una sostanza otr
8®nica (come il lino) a una temperadira di circa 800/900 gradi di calore
per alterarne stabilmente la composiaone atomica e quindi il flusso di
^diazioni, il nostro chimico avrebbe
«tto una scoperta da premio Nobel!
«oltre, come vedremo, il metodo del
U4 prevede di bmeiare il reperto da
datare per misurarne la radioattività,
m ^ chimico avesse ragione,
jWesta bruciatura altererebbe tutti 1
aitati di datazione in ógni caso,
^che in quelli effettuati per controle questo non è mai avvenuto.
Golpe se ciò non bastasse, un certo
ott. Garza Valdés di San Antonio
lavorando su frammenti del
la *avuiaiiuu bu irdinnicnu uei*
11? ®l^done, avrebbe scoperto che il
Mino è r- • - -
Un ,9°’^taminato da batteri chia\^^^\Lichenothelia, in quantità tale
bff ■ * risultati del C14. È noto
f che nel 1988 il risultato con■ lYin tre istituti più attrezzati del
sta» ° (Zurigo, Oxford e Tucson) è
^to che il tessuto in questione ha
un’età che può variare da 1.280 a
1.350 anni. Pochi hanno osservato
che questi risultati scientifici coincidono perfettamente con i dati storici:
la prima notìzia sicura della Sùidone
risale infatti solo al 1353. Molti non
hanno accettato questo verdetto di
falsità della reliquia e da allora hanno tentato in tutti i modi di gettare
discredito sulla serietà del metodo
del carbonio 14, ormai universalmente accettato e valorizzato.
Mentre lavorava all’utilizzo pacifico dell’energia nucleare, nel 1947, il
chimico californiano Willard Frank
Libby (premio Nobel nel 1960) scoprì
un nuovo metodo per datare qualunque reperto di sostanza organica.
Dato che tali sostanze emettono una
' radioattività naturale costante a basso livello, che comincia a diminuire
regolarmente dal momento della
morte fino a ridursi a yalori prossimi
allo zero dopo molti anni, libby
comprese che bastava misurare l’intensità di questa radioattività residua
per risalire con una certa approssimazione alla data della morte.
È noto che componente fondamentale di tutte le sostanze organiche è il carbonio, detto C12 perché
ha una massa atomica composta da
un nucleo, 6 neutroni e 6 protoni.
Quando un atomo di C12 cattura e
trattiene altri neutroni aumentando
la propria massa atomica, si produce
un isotopo, come il C14 che ha due
neutroni in più (8 anziché 6). Gli iso
topi, anche se di formazione natura
'le, sono instabili perché le loro coñ
dirfoni'di equilibrio interno sono sta
te perturbate: il nucleo tende quindi
a raggiungere un nuovo equilibrio
emettendo radiazioni ionizzanti
(raggi beta): sono detti quindi isotopi
radioattivi o radioisotopi. Nel nostro
caso il C14 tende a ridiventare Cl2 in
un certo numero di anni. Però, finché l’organismo-pianta è in vita, il
C14 si ricostituisce naturalmente
grazie all’assorbimento di anidride
carbonica (C02) dall’atmosfera.
La quantità di C14 presente nell’atmosfera si è dimostrata costante (almeno negli ultimi 1.500-anni) e tutti
gli organismi viventi che emettono o
assorbono anidride carbonica contengono nei loro tessuti la medesima
piccola quantità di C14. Dopo la
morte l’organismo cessa di assorbire
nuova C02 e la percentuale di C14 in
esso contenuta comincia a diminuire
regolarmente dimezzandosi ógni
5.370 anni circa. Ciò vuol dire, per
esempio, che dopo 11.460 anni ne resterà solo il 25% e dopo 22.920 anni il
6,25%, fino a arrivare alla quasi
scomparsa totale. Perciò misurando
con apparecchiature, moltó sensibili
la radioattività prodotta dai radioisotopi C14 ancora presenti nel reperto
(legno, papiro 0 tessuto), è possibile
stimare (con una certa approssimazione) l’epoca in cui lo stesso reperto
ha cessato di partecipare al ciclo del
carbonio 14 e cioè, nel caso del lino,
quando la pianta è stata tagliata.
Il metodo di datazione, perfezionato e corretto dagli allievi (che hanno potuto ridurre il margini di approssimazione a circa 50 anni per
date fino a 2.000 anni), è risultato
prezioso e molto attendibile per datare vari reperti archeologici. Servì
anche a svelare molti falsi come nel
caso di un famoso sarcofago egiziano
di un noto museo americano che denunciò un’età di soli due secoli.
La «prova del nove» del metodo è
stata fatta analizzando porzioni di
vecchi alberi della California, le famose sequoie, la cui età poteva essere facilmente accertata in base al computo dei suoi anelli annuali. Il metodo di
Libby ne è stato confermato ed è oggi
Universalmente accettato.
Per misurare l’intensità delle radiazioni emesse dagli isotopi radioattivi sono necessarie attrezzature
molto complesse e costose. Una porzione sufficiente dèi reperto da datare deve essere bruciata in un apposito «forno», perché solo siptto forma di
gas di combustione è possibile procedere a una misurazione precisa.
I tre istituti di analisi interessati
hanno confermato che il frammenfó
del reperto da analizzare, prima di
essere introdotto nel «forno» speciale
e bruciato, viene accuratamente
«preparato», cioè pulito e sterilizzato.
Sembra quindi estremamente improbabile che eventuali tracce di impurità residue, ammesso che esistessero, possano aver alterato i risultati
esattamente nella stessa misura per
tutti e tre gli istituti (che hanno indicato la stessa data).
Pochi anni fa il pontefice romano
presentò le sue scuse al mondo della
scienza per il processo a Galileo e dichiarò che la Chiesa cattolica ha
grande rispetto per il lavoro scientifico. Ora è venuto il momento di dimostrare che quelle non erano solo
parole di circostanza.
L'elefante
cattolico
e it topolino
luterano
Che la così tanto auspicata
unità dei cristiani sia cosa
non facile da raggiungere è
cosa risaputa, ma che questa
dovesse ricevere un duro colpo per mano, anzi per bocca
di un cardinale e di un vescovo è stata per me veramente
dura da «digerire».
Non saprei altrimenti come definire gli interventi del
cardinale Giordano di Napoli
che ha definito gli ortodossi
prima e i protestanti poi artefici della «dolorosa divisione della Chiesa»; e l’intervento del vescovo Tramma
di Nola, che comunque auspica un’unità sotto «le ali
‘protettrici della Chiesa cattolica». Per non parlare poi
della rinuncia di un sacerdote cattolico di Boscotrecase
(un paesino vicino a Torre
Annunziata) che ha preferito
disdire all’ultimo un culto
ecumenico per il 20 gennaio,
che era stato concordato nel
novembre ’95, in quanto doveva «officiare una messa in
suffragio di una defunta giovane donna del luogo in
odore di santità».
Non so quanto gravi o futili
siano da considerare i fatti
sopra descritti, che comunque sottopongo al giudizio di
chi legge, ma c’è veramente
da dire: se così stanno le cose, allora Tecumenismo (almeno per me) ha subito un
duro colpo. (...)
Nella predicazione del mio
insediamento a Trieste (nel
lontano 1985) Tallora, e tuttora, vicedecano Kleemann
mi* ricordò di quanto dura
fosse la vita da aùHfontare per
un topolino luterano circondato dall’elefante cattolico.
Questo allora mi sembrò una
favola; oggi, in séguito a j
quanto sperimentato, devo
riconsiderare il tutto e ammettere quanto sia difficile
per un topolino affrontare uri
elefante, e allora^iosso solo •
dire: forza topolini.
Paolo Popoli
Torre Annunziata
Lo Spirito
parla anche
tra i cattolici
All’amico Giovanni L. Giudici di Mestre, di cui conosco
bene il coraggioso volontariato, ma altresì TirriducibUe
«vis polemica», vorrei rispondere che non riesco a apprezzare i suoi continui attacchi
ai fratelli cattolici e al dialogo
ecumenico, in una discutibile
assimilazione delle varie forme in cui esso si attua e di
tutte le sue varie componenti
(V. Riforma n. 6, p. 11).
Oggi nella Chiesa cattolica i
laici non fanno più da semplice «contorno» e la loro voce si unisce a una coralità di
voci (anche appartenenti a
religiosi e sacerdoti) nella sincera ricerca in preghiera e in
azione di un’autentica unità
fra credenti: unità che non significa uniformità, ma ci fa
tutti essere già uno nel Cristo,
Le difficoltà esistono, ovviamente, e il cammino è impervio: ma lo Spirito continua a parlare a tutte le chiese, come parlava alle sette
chiese dell’Apocalisse. Il Signore sta alla porta e bussa:
lasciamolo entrare, lasciamo
libero spazio alla reciproca
comprensione e soprattutto
all’amore. Le polemiche sono
sterili e non mi sembra siano
adatte al Regno di Dio.
Florestana Piccoli Sfredda
Rovereto
■■
\ '
V7:
16
PAG. 12 RIFORMA
VENERDÌ 23 FEBBRAIO 1996-]
I commenti e le analisi dei giornali in occasione del viaggio del papa
Chi sono i nuovi protestanti latinóamericani?
Uno degli obiettivi principali del viaggio èra di cercare di ricompattare la Chiesa
cattolica di fronte al pericolo rappresentato dalle nuove chiese pentecostali
JEAN-JACQUES PEYRONEL
nuoi^a Riforma
protestante sta spazzando l'America Latina»: così affermava il settimanale
Newsweek in un lungo servizio sulle religioni in America
Latina alla vigilia del recente
viaggio di Giovanni Paolo II.,
Anche fl settimanale Time ha*
messo in risalto la «grande
minaccia» rappresentata dai
milioni di evangelicali e di
peiitecostali che da alcuni
decenni stanno invadendo il
subcontinente. Più vicino a
noi, il quotidiano Le Monde,
per mezzo della penna di
Henri Tincq, non .esitava a
scrivere che l’obiettivo di
questo secondo viaggio del
papa in Centro America, dopo quello del 1983, era di «ricristianizzare un subcontinente americano che, liberato
dalla minaccia marxista e
dalle dittature militari, rischia di perdere la propria
identità in una cultura moderna, urbana, secolarizzata,
già divorata dalla cancrena
delle sette o dall'emergenza
dei gruppi pentecostali».
Sette? L’attualità di questi
ultimi anni ha ampiamente e
tragicamente dimostrato che
le vere «sette» attecchiscono
e crescono in un contesto di
società industriali avanzate
(Stati Uniti, Giappone, Francia, Svizzera) e non fra le
masse diseredate del cosi'ddettò Terzo Mondo. Là stanno crescendo a vista d’occhio
vere e proprie comunità di
credenti, chiese in cui viene
letta e predicata la Parola di
Dio. Giustamente Newsweek
parla di «proliferazione di
chiese protestanti». Le ultime
statistiche (1995) stanno a
confermare l’ampiezza del
fenomeno: i protestanti sono
ormai il 7% della popolazione
argentina (erano il 3,5% nel
1985), il 10% di quella peruviana, il 27% di quella nicaraguense, il 28% di quella salvadoregna e il 30% di quella
guatemalteca’*. In campo cattolico invece, si sta verificando una diserzione giornaliera
di ben 8.000 battezzati. Anche se il subcondnente rimane fortemente cattolico, i
nuovi protestanti sono molto
più zelanti, per cui U numero
di quelli che gremiscono i
luoghi di culto la domenica è
almeno uguale a quello dei
cattolici. Nell’insieme Guatemala-Nicaragua-Salvador vi
sono soltanto 300 preti, molti
dei quali provenienti dall’
estero, mentre l’Alleanza delle chiese evangeliche, che
raggruppa 100 denoininazioni differenti, può contare su
oltre 2.000 pastori e evangelisti, al 99% autoctoni, e si prefigge di raddoppiare in breve
tempo il numero dei propri
membri.
Secondo il Newsweek, la
«nuova Riforma latinoamericana» include le principali
chiese protestanti storiche
americane: battista, metodista e presbiteriana, ma la
maggior parte dei nuovi protestanti evangelicali è pentecostale. Si tratta di credenti
ferventi ed entusiasti che basano la loro fede sulla Bibbia
piuttosto che sui sacramenti
e che pongono Taccento sulla
necessità della coiiversione
personale. All’inizio, molte di
queste chièse sono sorte dalla predicazione (e dal denaro) di missionari americani
ma ora l’imponente movimento evangelicaie è praticamente autonomo. Non solo,
ma sul piano politico la maggior parte dei suoi membri è
molto più progressista di
molti evangelicali statunitensi, notoriamente tradizionali
Un battesimo Ih una delle nuove chiese battiste in Brasile
sti e ultraconservatori. In un
contesto sociale segnato da
secoli di egemonia cattolica,
da feroci repressioni antipopolari e daH’immobilismo
economico, si sta verificando
un fenomeno molto simile a
quello che ha contraddistinto
l’Europa all’indomani della
Riforma: l’etica protestante, o
meglio puritana, sta davvero
trasformando radicalmente
milioni di persone che finora
erano state passive e succubi.
Di che cosa è fatta questa
etica? Comincia nell’ambito
familiare e si esprime attraverso l’educazione, il duro lavoro, la sobrietà e la frugalità,
Tautodlscipiina, il rifiuto di
certi vizi (alcol, tabacco, droghe, gioco d’azzardo, ecc.),
un grande senso della responsabilità personale e il rispetto delle leggi dello stato.
Le prime a convertirsi sono le
donne (rappresentano circa i
due terzi delle comunità pentecostali), che spesso riescono a convertire i propri mariti
e i propri figli. Da questo
comportamento socio-economico deriva una certa prosperità che attrae le masse
cattoliche più povere. Come
dice un pastore evangelicaie
del Chiapas (Messico), Abdias
Tovilla, «questa gente abbraccia il protestantesimo perché è
come una liberazione».
Non sempre però questo
senso di liberazione sociale
riesce a tradursi in un coerente impegno politico: in Guatemala si sono succeduti alla
massima.carica dello stato
due predicatori evangelicali,
Efrain Ríos Montt e Jorge Serrano, che ambedue si sono rivelati spietati dittatori. In
Perù, nel 1990, gli evangelicali
harmo giocato un ruolo decisivo nell’elezione del controverso Alberto'Fujimori. Il teologo luterano brasiliano Walter Altmann fa notare che il
pericolo che minaccia le nuove comunità carismatiche
(protestanti o cattoliche) è
quello di evitare ogni coinvolgimento rispetto ai problemi
sociali e politici. Ora, aggiunge, «in America Latina gli impegni sociali e politici sono
problemi di sopravvivenza»
che toccano direttamente i
due terzi della popolazione.
A proposito di «liberazione», molti giornali hanno
scritto che con questo viaggio
il papa era venuto a decretare
la morte definitiva della «teologia della liberazione», nata
appunto in America Latina
negli anni ’60. Ma, dice Dean
Brackley, teologo gesuita del
l’Università di San Salvador,
«queste voci circa la morte
della teologia della liberazione sono grandemente esagerate» (Time del 12 febbraio).
E aggiunge: «È un bene che il
comunismo sovietico sia
scomparso. Purtroppo, la povertà e l'ingiustizia non sono
scomparse, e neànche le loro
cause strutturali».
Questo è il vero dilemma al
quale si trova confrontata la
Chiesa cattolica romana in
America Latiría. Secondo il
pastore Dario Silva, di Bogotá, «i latinoamericani dicono che dopo 500 anni di cattolicesimo, la società continua 'a
non funzionare, e che forse la
Chiesa non si è preoccupata
abbastanza dei loro problemi» (Newsweek). Ora che la
minaccia marxista sembra
definitivamente allontanata
rimangono infatti, più drammatici che mai, i problemi
della miseria; lo stesso Giovanni Paolo II ha dovuto riconoscerlo. Ma basta proporre
il rilancio dei «valori» cattolici
e la demonizzazione delle
«sette» protestanti «importate» dagli Stati Uniti per cambiare questa situazione?
In realtà, ciò che caratterizzai nuovi protestanti latinoamericani è la rivendicazione
della propria libertà spirituale e il conseguente rifiuto di
ogni sudditanza, sia al dogma
cattolico sia a quello marxista
(ad esempio quello dei guerriglieri di Sendero luminoso
in Perù). È illusorio pensare
di riportare all’ovile (cattolico) questi milioni di evangelicali che non sentono affatto
il bisogno della «nuova evangelizzazione» che vorrebbe
imporre il papa. Fra questi
nuovi protestanti c’è anche
Daniel Ortega, ex presidente
sandinista del Nicaragua,
convertitosi al battismo poco
prima di essere sconfitto dalla cattolicissima Violeta Chamorro. Ortega sarà nuovamente candidato alle elezioni
presidenziali del prossimo
ottobre. Sarà interessante vedere per chi voteranno i molti protestanti nicaraguensi
che ormai rappresentano
quasi un terzo della popolazione, nonostante il papa.
(*) Le Christianisme au XX siede del 21 gennaio 1996.
M L'organizzazione conta 30.000 adepti in Germania
Il ministro tedesco della Famiglia vuole
espellere dal paese la Chiesa di scientologia
Un ministro tedesco ha deciso di ricorrere a «tutti i
mezzi» per fare espellere dalla Germania la «Chiesa di
scientologia». Claudia Nolte,
hrinistro della famiglia, ha
fatto pubblicare un fascicolo
per mettere in guardia i cittadini contro questa organizzazione che ha la sua sede legale negli Stati Uniti: nel corso
di una.conferenza stampa ha
sottolineato che la Chiesa di
scientologia era una delle
sette più aggressive del mondo, l’ha accusata di ricorrere a «pratiche senza scrupoli»
e di volere governare il mondo «infiltrando le economie
nazionali» e «distruggendo
strutture sociali stabilite».
La signora Nolte ha precisato di aver chiesto ai governi
dei Länder (stati) di ritirare lo
status di istituzione religiosa
alla Chiesa di scientologia e
all’Ufficio incaricato della
protezione della Costituzione
di controllare le sue attività.
Dietro la scientologia, ha dichiarato, si nasconde «un’organizzazione la cui ideologia
ha tendenze totalitarie, e che
porta avanti senza pietà e
senza scrupoli affari equivoci». La scientologia, ha ag
giunto la Nolte, non è né una
religione né una comunità
con una visione particolare
del mondo, né una chiesa,
ma rappresenta soltanto interessi economici.
La «Chiesa di scientologia»,
fondata nel 1954 da Ronald
Hùbbard, autore di romanzi
di fantascienza, conta 30.000
membri in Germania e sette
milioni nel mondo. Ne sono
membri tra l’altro attori noti
come Tom Cruise e John Travolta. Nell’ottobre scorso, la
Chiesa di scientologia si è rivolta all’Organizzazione per
la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) ed ha accusato il governo tedesco di
rifiutare ai suoi membri posti
di lavoro e iscrizioni nelle
scuole. Essa respinge le misure di ritorsione contro
l’azione che sta portando
avanti per denunciare gli
abusi dei diritti della persona
umana in Germania.
L’Unione democratica cristiana (Cdu), attualmente al
governo, così come il Partito
socialdemocratico (Spd),
all’opposizione, rifiutano che
gli scientologi aderiscano al
loro partito, e diverse città
hanno vietato ai membri del
Si estende l'epidemia di difterite
Emergenza internazionale
di salute pubblica in Russia
ANNE PUTT*
Le condizioni sanitarie della Russia sono più gravi di
quanto non si pensasse e la
situazione peggiora, letteralmente, di giorno in giorno.
Tra le cause più importanti vi
sono rinstabilità politica ed
economica del paese, l’assenza di una infrastruttura
medica, la rapida industrializzazione e il diffuso degrado
ambientale. Un membro di
alto livello deH’Accademia
russa delle scienze mediche
ha affermato: «Noi (russi) ci
siamo già condannati per i
prossimi 25 anni».
In Russia, nel 1990 ha avuto inizio una epidemia di difi
terite, una malattia simile
all’influenza che uccide dal 5
al 10% delle persone che la
contraggono, diffusasi poi in
tutta l’ex Unione Sovietica.
L’Organizzazione mondiale
della sanità (Oms) l’ha dichiarata «emergenza intemazionale di salute pubblica».
Dagli 839 casi di difterite del
1989, si è passati nel 1994 a
47.802 casi. Storicamente, la
difterite era una malattia infantile, ma i tre quarti di questi nuovi casi hanno colpito
persone di età superiore ai 15
anni. Durante le prime fasi
deU’epidemia, i servizi niedici mancavano di fondi e di
personale o non esistevano
proprio e come risultato la
malattia è esplosa.
Finché la maggioranza della popolazione non sarà stata
vaccinata (tre dosi di tossina
difterica ai bambini tra i 12 e
i 23 mesi di età, seguite da
iniezioni di richiamo a 10 anni e più tardi), si prevede che
l’incidenza della malattia aumenterà. L’Oms teme che
nel 1995 le vittime potranno
essere 150-200.000. In Russia
sono riemerse anche altre
malattie infettive ritenute
perfettamente sotto controllo. Tra il 1992 e il 1993, è au
mentata del 128% l’inciden. |
za della dissenteria batterica,,^
un’infezione che provoca]
dolori intestinali e diarrea ]
con sangue (il colera ne è.
una delle forme più gravi),
Nello stesso periodo, il tifo è L
aumentato del 300% e ili
morbillo del 400%, mentre i j
casi di tosse convulsa e di
scarlattina crescevano di ol- j
tre il 100%.
Più recentemente, la polio- ]
mielite ha cominciato a dif- j
fondersi in Cecenia e vicino a |
Stavropol e minaccia di di-1
ventare epidemica, perché
non c’è denaro per misure
preventive in questa regione j
devastata dalla guerra. Il nùmero delle morti causate da |
queste e altre malattie infettive, inclusa la tubercolosi, ha
continuato a crescere duran- ,
te tutto il 1994 e, a quanto,]
sembra, anche quest’anno.
Nel 1994, un’epidemia di|
colera ha colpito 1.500 perso-'
ne in Ucraina. Ha avuto ini. ì
zio vicino alla penisola di Cri-ij
mea sul Mar Nero, dove ha|
ucciso 270 persone, e si pensa che si sia diffusa tramite il J
pesce pescato in fiumi infetti
e venduto nonostante i divie-1
ti di in vigore nella zona. Ijl
batterio del colera è stato tro- f
varo anche nel fiume Mosko-'.’j
va, che attraversa Mosca, e l
numerosi abitanti della cit^ j
hanno contratto la malattia,|
inducendo le autorità ad aumentare i livelli di cloroj
nell’acqua potabile, a mette-i
re in quarantena gli individui.!
infetti e a diffondere messag:i[
gi di allarme.
Se alla carenza di vaccini/])
siringhe e aghi usa e getta
vitamine, personale adde
strato, stetoscopi e altro ei
quipaggiamento medico ri*
scontrata in Russia si potreb-j
be rimediare con aiuti deil
paesi occidentali, le cause!
ambientali sono probabil-]
mente più persistenti.
* del World Watch Institutei
5ÎS.
A
la Chiesa di scientologia di
affittare sale pubbliche. I governi di almeno tre Länder
(Baden-Württemberg, Amburgo, Mecklembourg) hanno aperto centri di documentazione e impiegano persone
incaricate di mettere in guardia il pubblico contro i pericoli delle sette religiose che,
secondo stime dell’Associazione degli psicologi tedeschi, contano 2,5 milioni di
adepti in Germania.
L'Ufficio della Chiesa di
scientologia a Washington
ha pubblicato una lettera di
protesta dopo l’intervento
della signora Nolte. «L’esperienza della signora Nolte
nell’ambito del regime ateo
della Germania dell’Est ha
apparentemente lasciato inr
lei un odio durevole per la
religione»,,ha dichiarato Heber Jentizsch, presidente di
«Church of Scientology International». «Questa iniziativa
non è altro che una risposta
del'governo per rappresaglia
cpntro i nostri sforzi per denunciare la discriminazione
religiosa in Germania. È imbarazzato e cerca di ridurci al
silenzio», sottolinea Jentzsch
in un comunicato. (eni)
Una strada di Prokopyevsk in una zona mineraria della Siberia
Il fiorente mercato dei diamanti
Dal Sud Africa all'Angela
in cerca del colpo di fortuna
L’Angola è un paese straziato da 40 anni di guerra civile dove l’inflazione che galoppa al 3.000% all’anno
manda in fumo quintali di
cartamoneta. Ma è anche
r«ultima frontiera», il paese
dove «pupi diventare ricco in
una settimana», perché galleggia in un mare di diamanti. Questo pensano le decine
di ex soldati, marinai, commercianti falliti che hanno lasciato il Sud Africa in cerca
del colpo di fortuna. Parlano
dei favolosi giacimenti diaihantiferi della valle di Cuango o di Catoca, sfruttati dai
ribelli dell’Unita per finanziare la guerra contro Tesercito governativo. Sanno che a
fare fortuna non è il minatore
ma chi vende, e si improvvisano intermediari del piccoló
mercato delle pietre. Dalle
loro mani passano le pietri
grezze raccolte sul greto dei
fiumi, quelle che finiscono
nelle tasche degli emissari
della De Beers (e concorren;
ti) alla ricerca di buoni aflaO
per le vie di Luanda. Neg"
anni della guerra il governi
del presidente dos Santos si®,
tenuto a galla grazie al petr®]
di|
lio, pompato pi ritmo
635.000 barili al giorno. Pf®‘
fìtti anche per le compagni®
occidentali che hanno ben®";
ficiato di generose royalti^]
Impossibile quantificare le f*]
serve di ricchezze minerafl^j
Di certo, sono quelle su
punta il paese per risollev
alla svelta. Aspettando di
nate ai livelli di prima de« j
guerra, quando era il secoif|
do produttore agricolo di ^ ]
ta l’Africa e il quarto espon*'
tòre mondiale di caffè.