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(Isaia L’i : 1)
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ABBONAMBNTI
Italia e Impero
Estero
. Anno L. 20 — Semestre L. 10
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La moglie di Lo€
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NeH’insegnamento di Gesù troviamo
frequenti allusioni all’Antico Testamento. Egli cita fatti antichi che spesso illustrano, in modo imp-ressivo, le sue parole. Non ci parla del valore dogmatico
di questi fatti e non si ferma a fare considerazioni sul loro carattere sopranaturale, ma ci addita le applicazioni pratiche che sgorgano da quei fatti medesimi. Così un giorno Gesù disse, in tono
■ di ammonimento: « ricordatevi della
mogUe di Lot » (Luca 17: 32).
La moglie di Lot doveva dunque racchiudere un grande insegnamento per i
discepoli ed anche a noi, che viviamo
in un tempo che ha sorprendenti analogie con quei giorni lontani, ha qualcosa da dire.
La moglie di Lot ! Quella donna, il
cui nome non è neppure stato tramandato, ci ricorda uno dei più terribili
disastri deU’antichità: la distruzione
delle fiorenti città della pianura del
Giordano (Genesi 19).
Sodoma e Gomorra, due città ricordate unicamente nel corso dei secoli per
la loro proverbiale corruzione e che at
9.
hriìTìn nixnigÀQP!&..HL.n%^Ma. J figgo
un uomo, Lot, ha trovato grazia presse
Dio e fugge con la sua famiglia prima
che incominci a scendere dal cielo la
pioggia di fuoco e di zolfo. Purtroppo
sua moglie, disubbidendo ad un preciso
ordine dei messaggeri deU’Eterno, rimane Coinvolta nella catastrofe dalla
quale stava per scampare. Il suo corpo
diventa una statua di sale; perenne ammonimento ai posteri.
Tale il quadro che Gesù vuol fare
rivivere agli occhi dei discepoli quando
dice loro: « ricordatevi della moglie di
Lot ».
verso la montagna, verso l’ignoto e verso l’incertezza di unà vita di stenti che
pure sarà per lei salvezza, mentre qui è
la morte !
Ma oltre a ciò la moglie di Lot fu
spinta a volgere il suo sguardo indietro
dal dubbio. E’ vero che due stranieri
avevano albergato in casa sua ed annunziato che Dio stava per distruggere la
città; ma poi eran passate le ore e la 1
città non era stata distrutta: Quella don- l
na poteva dunque dubitare e nella sua
mente potevano nascere mille ragioni
per indurla a rallentare la sua corsa ed
a fermarsi per rivolgere lo sguardo verso quei-luoghi da essa prediletti. Eppure quella donna dubitava di Dio stesso
e non seppe superare la sua crisi di co^ scienza.
Ma la moglie di Lqt, più che altro, rimane nei secoli la raffigurazione del
castigo che coglie i peccatóri e gli increduli. Quando essa rivolse lo sguardo
verso Sodoma, si presentò’dinanzi a lei
un quadro magnifico: la pioggia di fuoco
e di zolfo non era ancora caduta e non
cadde per qualche tempo ancora finché
vide intatta la città che amava, la pianura ridente, la casa e tutti i suoi beni.
Vide, ma non potè riavere nulla e subì
i,ritmate più della stessa suà vita.. Aveva
^desiderato la materia e fu trasformata
^in materia... una statua di sale ! Non è
^ questa Teterna sorte degli adoratori dei
I
beni di questo mondo?
Questo tragico quadro si è presentato
afia nostra mente infinite volte nel corso di questi ultimi mesi. Le grandi città
|si vuotano e gli uomini, fuggono verso
pia quiete della campagna 0 la tranquil“^lità dei monti per salvare la vita. Dio
Isolo conosce le lacrimie, i dubbi, l’im
t mensa angoscia di coloro che, in questi
tempi, sono costretti a fare l’antica e
r
sperienza di Lot e dei suoi famigliari.
Ma, dopo tutto, la vita vale ' più della
|casa e l’anima più della materia. Dio,
unico signore del tempo e degli eventi,
I jpermette ' forse che passiamo nel croIgiuolo della prova per meglio plasmare
fla nostra anima.....
Ma nel triste quadro presentatoci dal
I Kbro della Genesi vi è un raggio di luce,
pi testo sacro dice: « il sole si levava
f sulla terra quando Lot arrivò a Tzoar »
l(Genesi 19: 23).
Il sole si leverà su coloro che temono
^l’Eterno.
r'-.Il sole si leverà su tutti gli afflitti
sperano unicamente in Colui dal quale
viene la liberazone e la salvezza.
u. b.
PEDANA
Ma quale è dunque il misfatto di
quella pòvera donna rimasta tristamente celebre negli annali della storia'?
Quale, grande peccato ha essa commesso rivolgendo il suo sguardo indietro per
contemplare le città che stanno per essere date in preda alle fiamme ? Il castigo che. essa riceve non è forse sproporzionato al fallo commesso ?
Ricordiamo anzitutto che Lot aveva
ricevuto' il seguente ordine « salvati la
vita, non guardare indietro e non ti fermare in alcun luogo della pianura, salvati al monte che tu non abbia a perire » (Genesi 19: 17). ,
Quello sgua'rdo rivolto indietro per
contemplare le città maledette è dun,.,^que un atto di disubbidienza all’ordine
di' Dio. Forse, c’era in quella donna,
semplice curiosità. Essa voleva vedere
un fatto cosi straordinario e contemplare quale sarebbe la sorte delle città
votate alla distruzione. Ma più che curiosità c’è stato rimpianto. Quel rimpianto è in apparenza legittimo poiché
è quello della sposa e della madre che
vuole dare un, ultimo .sguardo verso il
luogo della sua felicità e del suo benessere. Là, a Sodoma, essa lascia parenti
ed amici, ricordi di famiglia che saranno
persi per sempre, oggetti cari che.sara,nno conjsumati dal fuoco.,. •
Quello sguardo è dunque pieno di
umanità, ma il suo dovere è di fuggire
Uno dei punii fermi della fede cristiana, che la distacca diametralmente
così dalle concezioni di coloro che vorrebbero farne una sottospecie od una
varietà di religione misterica, i cui esoterismi sono accessibili ai soli iniziati,
così come da una concezione più 0 meno
oligarchica, secondo la quale alcuni comandano e sanno, ed 'altri ubbidiscono
e vengono eruditi - è che l’Bvangelo è
accessibile a tutti, ed a tutti offre una
dottrina piana, comprensibile. Il Cristianesimo non ammette che l’Evangelo
contenga una dottrina per il clero ©d
un altra per il popolo; o che, proponendo un dato tenor di vita per chi si consacra interamente al servizio di Dio, ne
accetti - sia pure a... denti stretti - un
altro da proporre al poipolo, minuto e
ignorante. Il motto della sapienza antica « vulgus vult decìpi » non è certo
quello della religione cristiana!
Ora, si sa che in proposito il cattolì- '
cesimo tollera, spesso, dei pericolosi
equivoci: la dottrina ufficiale della
chiesa permette, infatti, che le manifestazioni popolari, di massa, della fede
cattolica, scendano ad un livello di spiritualità che, spesso, non si deve esitare
a chiamare mediocre. Ciò è permesso,
ma non è impegnativo per la chiesa:
-certe forme di devozione, certi aspetti
di credulità, certe forme culturali,
non giustificabili alla luce dei canoni ufficiali della chiesa, sono tuttàvìa permessi, con la nota riserva, alquanto spicciativa: « è la fede del popolo; il popolino crede un poco a modo
suo ». .
Un’ennesima riprova dell’equivoco a
cui conduce tale punto di vista si ha nel
N. 1|2 della rivista « Fiet unum ovile »,
rassegna romana di studi per l’unità
della Chiesa. Gli scopi di tale rivista
sono chiaram,ente indicati nel sottotitolo: ed a parte le nostre riserve sul tema dell’uniià della Chiesa (0 deH’unionc
delle Chiese), già formulate su questo
periodico' in diverse occasioni e da di- '
versi, non vogliamo negare ai suoi redattori serietà di intenti, fede cristiana,
zelo per le anime (per tutte le anime:
anche quelle dei fratelli separati).
Stupisce perciò alquanto, nel numero
suddetto, di trovare il tono della rivistina alquanto abbassato, fino a dar una
risonanza, come dicevamo, nettamente
equivoca a pagina 25, là dove, accanto
alla trattazione in spiritu Evangelii dei
problemi dell’unità, vien fatto un posti-^
cino - doveroso, no ? - alle deviazioni
del popolino. Riproduciamo il « tesoro
spirituale » statistizzato dal parrocco di
Piedimonte d’Alife, che, bontà sua, ha
voluto farci sapere i .risultati dell’Ottava per l’Unità celebrata nel 1942:
Messe ascoltane, 1096 - Comunioni
fatte, 516 - Rosari recitati, 880 - Visite
al SS. Sacramento, 1600 . Ore di adorazione diurne, 370 - Idem notturne, 100 Via Crucis compiute, 490 - Gicccultitorie, 340000 - Comunioni spirituali, 2400
- Uffici divini, 88 - Pater ed Ave recitati, 4752 - Atti di mortificazione,
127.000.
Ed è tutto: scusate-se è poco ! Evidentemente, i buoni piedimqntesi (si dice
cosi?) sono più che maturi per,l’unità
della Chiesa. E a parte gli arrotondamenti delle cifre, fin troppo chiari,
quelle ttecentoquarantamila giaculàtorie, in un paesino di circa 5000 abitanti,
e quéi centoventisettemila atti di mortificazione debbono bene avere uno
straordinario effetto... mortificante !
No, non è con questi mezzi - polvere
negli occhi - che l’unità della- chiesa
sarà raggiunta (con ottantotto... uffici
divini I); occorrano, invece di lasciar che
ip popolo creda; alla venuta dell’unità
mediante le sue devozióni più ò meno
evangeliche, occorrono uomini di buona
volontà. Nei due opposti campi, è evidente. rv'
E parliamo pure di statistiche. Anche
le statìstiche hanno un loro interesse,
neU’atmosfera dell’auspicata unità (od
unione) delle Chiese.
Soltanto, anche qui l’eterno problema: a chi credere ? Alle statìstiche di
parte protestante od a quelle di pEirte
cattolica ?
Un calcolo di fonte protestante, abbastanza recente, dava queste cifre:
cattolici 350 milioni
ortodossi 145 milioni
protestceniti 200 milioni
Importante: di regola, nelle statistiche concernenti le chiese protestanti,
non sono compresi i bambini.
Fra questi 200 milioni di protestanti
non «eno cow^esi'^gli - anglicani, che
ammontano, da soli, a 35 milioni.
Può interessare il lettore che lo stesso
calcolo, per le più importanti denominazioni protestanti, dava queste altre
cifre:
presbiteriani e riformati 45 milioni
luterani 84 milioni
metodisti 16 miiioni
batti$ti 13 milioni
Ora, fecentissìmamente, anche 1’« Osservatore romano » ha pubblicato delle
statistiche religiose. Esse sono quanto
mai interessanti. Partendo dalla cifra di
2 miliardi di uomini (totale complessivo
della popolazione del glòbo), ecco le cifre date: '
cattolici 416 milioni
protestanti e anglicani 230 milioni
greci (ortodossi) 166 milioni
ebrei 16 milioni
musulmfini 382 milioni
Queste cifre, che concernono i seguaci
di culti monoteistici, danno un totale
(come si può controllare) di 1210 milioni.
Passando alle religioni politeistiche,
lo stesso giornale dava le seguenti cifre:
religioni mdianè 292 milioni
Asia orientale 584 milioni
Africa e America ocdd. 110 milioni
Un totale di 986 milioni, che aggiunti
agli altri, dà la eccedenza di 196 milioni.
Si sa le statistiche fanno spesso questi scherzi: e non bisogna loro creder
più di quel che meritano. Ma 200' milioni non sono neppure una... bazzecola. E
poiché, in questa statistica, la. parie del
leone è - e si capisce ! - quella del cattoliceisimo, che dai 350 milioiìi delle
fonti protestanti passa di colpo ai 416
milioni delle fonti cattoliche; e poiché,
ancora, nei 200 più 35 milioni di protestanti (di fonte protestante) non sono ,
compresi, di regola 1 bamibind, la conclusione logica è una soda: l’ipertrofia
delle cifre cattoliche avviene - e non
spiritualmiente soltanto - a spese, . in ’
primis, del protestantesimo, eppoi degli altri culti monoteistici (0 politeistici ?). Cifre addomesticate.
■' Fioretto.
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^ attribuito al pastore W, Meill^ il sei^. ^ protezione dell’i^'aazia pWera; più tarinone; Cne. cosa cérmte bai, eh# vai lif- ’
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V. XÍ -J attribuito al pastore G. P. Meille,,
i Originario di Bobbio P'eUiict "dov’egli
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&ÌÌ Ì^®^!^®-Ì\24 novembre 1817, G. P. MeiU
^ ® ^tia delle più- autorevoli e viventi
personalità della storia-'^deila nostra
jfe- ' Chiesa in quel periodo risorgimentale
Ij,-;, '’ che aprì alla Chiesa, delle Valli, la Pa
- tria. Ricordiamo qui sultani^ come egli
stato"il fondatore della prima scuola
domenicale nelle Valli, dapprima a S.
% Margherita poi a San Giovanni; come
abbia avuto la redazione dell’Echo des
» Vallées, e l’opera di evangelizzazione a
■!f. Torino. Eccolo redattore della Buona
j?” - Novèlla, predicatore potente ed ispirato,
< ' tutto dedito alte cura d’anime -ed alla
V attiva filantropia, considerata come ma
Posizioni Ciliare
Messaggio ai Militari Valdesi
Nel corso delle mie viàte ai militari
Valdesi ho dovuto talvolta constatare
come qualcuno partecipi alla Messa
che è generalmente celebrata dai Cappellai militari.
A dire il vero, un tal fatto si verìfica
molto raramente e soltanto in quei reparti dove ì Valdesi, per essere una infima minoranza, ridotta talvolta a due
o tre elementi, non hanno il coraggio di
farsi notare in mezzo alla massa o accondiscendono troppo facilmente ad un
invito che può e dev’essère cortesemente rifiutato, venendo così meno ai loro
principi religiosi ed a quella fedeltà all’Evangelo che per noi tutti deve costituire il senso e la norma della nostra
vita. >i
Verso quei giovani sono io stesso pieno_di fraterna emnprensione.
Trattaa, generalmente, di giovani
Valdesi i quali, lasciata la loro casa ed
indossata la divisa militare, sono d’un
tratto trasportati in mezzo ad una massa eterogenea di altri soldati, spesse volte diversi per carattere, per mentalità
e formazione religiosa, con i quali sono
chiamati a viverè e a condividere le
esperienze della caserma o del campo
di battaglia. Nuovi -in qaieU’ambiente,
essi sono subito assaliti da una valanga
di domande, sono talvolta guardati con
aria sospetta, si sentono un po’ soli in
un periodo della loro vita in cui più che
mai avrebbero bisogno della fraterna
parola d’un Pastore o d’un amico.
Per'queste e per altre ragioni àncora
è, se non giustificabile, almeno com-f
prensibile che qualcuno si adatti a fare
ciò che tutti gli altri fanno anche nell’ambito dei doveri religiosi, mescolandosi alla massa e confondendo in essa la~
propria personalità di giovane evangelico Valdese.
Ai militan Valdesi che oggi servono
la Patria vorrei dire a qu^to riguardo
alcune franche parole. •
26 IVI«.««»
1510 — La vigilia, cinque Valdesi del
paese di Sanfr&nt, da tempo arrestati,
dovevano esser bruciati vivi a Paesana,
in località Croès, in un prato appartenente ad uno di quei cinque, accanto
a casa sua. Ma in quel giorno nevicò cosi forte e segui un tale uragano che non.
fu possibile eseguire la condanna, non
potendosi accendere la legna preparala
per il rogo. Ma nella notte sul 26 marzo,
i cinque pmigonieri, essendo riusciti a
spezzare Vunica sbarra di ferro della finestra deUa loro prigione, poterono trovare scampo nella fuga. Tre di loro, coi
ferri alle caviglie, si trascinano a fatica
fino a Bosco Piano, dove un fabbro di
Onohièno presta loro un martello col
quedid possono Ubemrsi, e così tutti c
cinque raggiungére Barge. r. b.
1) La maggior parte dei giovani in
mezzo ài quali voi prestate ,ae'rvWò
professano la religione cattolica romana. Per quanto noi dissentiamo da loro
su vari elementi della dottrina e del
culto cristiano, è necessario che vi conduciate nei loro riguardi con uno spirito di doveroso rispetto e di cristiano
amóre, evitando in tutti i modi di offendere con parole o con atti poco
dignitosi quello che è Ì’atto centrale
del loro culto, vale a dire la Messa.
“2) Appunto perchè dissentiamo da
loro in fatto dì dottrina e di culto cristiano, è necessario che ci rendiamo
conto' dei motivi che giustificano il nostro diverso modo di credere e di pensare, affìn di non confondefei con la
massa, ma di conoscere le nostre posizioni e di rimanere cristiani evangelici ^
Valdesi anche di fronte ad un intero reparto di soldati estranei alla nostra confessione di fede. Questo non già per un
senso di gretta incqmprensiionie o di
orgoglio settario; chè anii, nelle mie i
frequenti conversazioni con, gli ufficiali »
ed i Cappellani cattolici, ho sempre cercato di insistere sui valori essenzialmente cristiani che, specialmente nell’era attuale, debbono unirci e non dividerci; ma per un senso di onestà religiosa, (M rispetto verso la nostra coscienza e di fedeltà a quei principi che,
non essendo diventati ancora per noi
lettera morta, c’impongono di essere
conseguenti sempre e dovunque con la
nostra professione di fede, non solo mediante la nostra dichiarazione di appartenenza alte chiesa Valdese, ma con una
vita permeata di fede e di pietà cristiana.
3) Se incontrate difficoltà particolari
a mantenervi in una linea di assoluta
fedeltà alla Vostra religione, ricordatevi
d rileggere il Vademecum del soldato
Evangelico Valdese, nel quale troverete
utili e, pratici consigli al riguardo. Se
non lo avete esponete subito il vostro
caso al vostro Cappellano o al vostro i
Pastore.
3) Nel veetro isolamento, giovani Vaidesi. non siete v^amente soli.
Non lo siete, perchè c’è chi pensa a
voi e pr^a per voi; ma potete voi stessi
non essere spiritualmente soli, allorché
-nella preghiera o nella meditazione della Parola di Dio cercate e trovate la
compagnia del Salvatore Gesù.
« Quando gli altri vanno in giro », mi
diceva giorni or sono un mio ex catecumeno, ora militare in una grande caserma dove non c’è aleuto, altro Valdese, « salgo sui bastioni che circondano
la caserma e leggo alcuni brani del Van-,^
gelo; quelle ore sono per me le migliori
e le più belle ».
Non temete dunque la vostra solitudine spirituale; ^sa può anche trasfornuffsi in bene, quando le si va incontro
, _____Stazione di (à&stitep amore: ntì 18|6
li Arò^feieÌIìyValde^, ifea Sd*- ì§
& Signoi&je pjmtestàti per te
di egli getta le basì di quéll’opera àlla
quale, <^tgi, in BorgiOj^Verezzi è consacrata remerà Balnearia G. P. Meille.
Alla'predicazione egli consacrò lavoro
-“intenso e fede vivente, temprata alla
scuote di Vinet, e nei movimenti di ri, , sveglio dbl tempo (col Nef e André
[ Blanc fu in intima corrispondenza).
I Interessante è poi di notare che, dopo
I il sermone di cui abbiam.o tradotto alcuni brani, il Principe Reale di Prussia
volle trattenere in intimo colloquio il
pastore G. P. Meille, che fu poi insignito
di una decorazione prussiana in riconoscimento « della cura pastorale ch’egli
avea data ai cittadini prussiani residenti
a Torino ».
in compagnià di Cristo Gesù, lamico
supremo pgnora C
4jf'Afeìtjjatevf, perdo, per quanto di■ pende da voi, a fare il vostro culto personale; helPor'a della'celebrazione'della
Messa, prendete il Nuovo. Testamento
, <iie tante volte vi ho recato o, .se non
,1’avete,, prendete uno degli schemi di
culto che alcuni Pastori con me vi fanno pervenire e raccoglietevi durante al
H^iuteranno non sold ad astenervi da atti
^ cunì .istanti in una personale, interiore
^-.adorazione di Dio.
Quegli istanti potranno essere per voi
benedeitti; non avrete udito la parola
d’un Pastore
&di culto non conformi ai vostri principi,
rma anche nell’indicarvi te chiesa evan
gemica a yoi più vicina, il luogo di culto a
voi'plù'Tacìlmdite accessibile, onde, se
o d’un Cappellano, ma
avrete ascoltato la Parola che non passa, mentre i cieli e la terra passeranno.
Rientrando nella vostra vita ordinaria,
a contatto con i vostri compagni e con
il mondo, vi riuscirà più facile comprendere che altro l’Eterno non richiede da voi, se non che praticMxvte ciò ch'è
giusto, che amiate la misericordia e
camminiate umUmente col vostro Dio
(Michea 6: 6-8),
5) Entramelo nella vita militare e trovandovi isolati quanto alla vostra fede,
mettetevi in relazione con i vostri Pastori e-con il vostro Cappellano; essi vi
passibile edifichiaite la vostra vita religiosa nella comunione * dei fratelli nel
Signore.
6) Infine,'giovani soldati Valdesi, non
mettetevi voi stessi nella condizione di
dover essere rimproverati per aver, sia
pure in misura limitata e per un breve
periodo di tempo, rinnegato l’eredità dei
Padri, .i
Nel mondo scosso dalla guerra e disorientato da tanti diversi atteggiamenti
di pensiero, la fede evangelica Valdese
è degna d’esser vìssuta e conservata
anche a prezzo di sacrifici.
No, non è giunta l’ora di ripiegar la
nostra bandiera e di mettere la nostra
lampada sotto il moggio.
Essa deve risplendere è risplenderà,recando nell’oscurità in cui gli uomini
si dibattono il contributo della ^ua chiara e pura luce.
« Ermanno Rostan.
Cappellano Militare Valdese.
rjj^OST]^!
H2 196 - NON FOQUE... Flfl FIÓRI E FRUTTI...
Tra i nostri Inni relativamente recenti - entrati, cioè, a far parte del patrimonio spirituale di noi Evangelici italiani
in questo secolo XX, e più particolarmente nella compilazione deU’Zn.TMirio
cristiano unico della Pentecoste 1922 questo N. 196 è diventato presto uno
dei più « popolari », cioè dei più conosciuti e più di frequente cantati. La musica è forestiera, di un certo J. H. Maunder. Nella colonna dell’Indice che si riferisce ai versi, leggesi il nome, del caro
nostro: prof. Mario Palchi Ma quella
colonna è molto... apProssimativa. E’ intitolata: Aiutare o traduttore. Per gl’inni
vecchi si trattava quasi sempre degli
autor': G. Niccolini, B. Pons, T. R. Rossetti, "C. Mapei, P. Metastasiò ecc.
Per gl’inni nuovi si tratta molte vòlte
dei traduttori. E talvolta neanche di
quelli; vedo, due pagine più avanti, al
N. 198, il nome di Ern. Giampìccoli accanto all’inno Presso di Te, sicura. Non
siamo pochi a rimpiangere l’antico' Sicura in man di Cristo che ci pare versione assai più efficace e robusta anche
se meno « ritmata » con -la musica. Per
fortuna la bella poesia originale di T. P.
Rossetti è stata conservata al N. 223. Ma
ritorniamo al nostro Cantico d’oggi.
Non foglie, no, che il vento invola...
Perchè è diventato Popolare quest’inno ?
Anzitutto, io credo, per la bellezza
della poesia e per Tefficacia dell’immagine contenuta nella prima strofa. Specialmente su delle anime giovanili (anche noi eravamo... relativamente giovani venti o trent’anni or sono) specialmente su delle immaginazioni fervide e
su dei cuori ardenti fa impressione quel
vivace contrasto tra i fiori e i frutti delTalbero, da una parte e... le foglie dall’altra parte. I fiori! Si presentano alla
mente le distese meravigliose dei frutteti fioriti in primavera: Prima i peschi,
rosa, poi i susini, i ciliegi, nuvole bianche, poi i j>eri e i meli bianchi e rosa con
le foglioline verdi. I frutti! 'Visione autunnale degù alberi stracarichi, della
vite dai tralci flessuosi e rubicondi. E le
foglie? Sì, è vero: c’è la magia bronzea
dei faggi, c’è il trionfo rosso degli aceri,
c’è la nube dorata dei platani; ma poi le
foglie cadono...
Come d’autuìnno si levan le foglie
Vuna appresso deWaltra...
Cadono le foglie... infin che il ramo
rende alla terra tutte le sue spoglie...
e poi s’ammucchiano, e poi le portano
via e non esistono più.
' Ecco il contrasto, ecco - come dicevo
poc’anzi la bellezza della poesia e l’efficacia dell’imagine che tanto, sono piaciute ai giovani (e non soltanto ai giovani) e che hanno conquistato la loro
simpatia:
Non foglie, no, che il vento invola.
Ma fiori e frutti io Ti darò;
Non il sospir, non la parola.
Ma la mia vita offrir Ti vo’.
Si,,tutta la vita!
La seconda strofa completa nodrabilmente il pensiero della prima, E poiché
- caso raro - Finno ha soltanto dq© strofe e quindi, sempre, è cantato per inte
%
In quest’ultimo verso è forse da ricercare il secondo motivo della popolarità
drit '^nostro- -©wtiitieòr _
Signore non sospiri, non parole; ma fatti.
Ogni cosa, nel tempo, va lentamente
trasformandosi. Nulla di più naturale
che sia andata, dirò così, spostandosi dal
polo teologico al polo realistico anche la
predicazione evangelica italiana. Non
vorrei esagerare; eppure mi sembra riandando i ricordi della mia adolescenza, rievocando i sermoni uditi per bocca dei pastori ormai sino aH’ultimo trapassati (la nobile e vigorosa generazione dei pionieri del risveglio nella piccola patria e della evangelizzazione apostolica nella Patria grande) - mi pare,
dico, che la nota dominante della tero
predicazione fosse dì carattere dottrinale e dogmatica mentre la predicazione
evangelica di ieri e di oggi è invece prevalentemente pratica e attivistica.. Si è
sempre ugualmente insistito sulla fede;
m.a, per i pastori che ci hanno preceduti,
la fede era sopratutto ' ereJenza, a carattere statico; per noi invece la fede è
diventata essenzialmente energia motrice, A carattere dinamico. Q larant’anni
or son.! eFcoltavamo Auguste e Paul Sabatìer, Fallot, Gounelle, W. Monod..
poi è venuto Barth.
Con la predicazione di cui sto parlando sono emersi i cantici che proclamano la bellezza, l’utilità, la necessità
delFariotte cristiana. Questi cantici non
sono molti. E tra questi sono pochi
quelli dotati (specialmente nel ritornello) di parole magnifiche e di una musica vibrante, a tempo di marda, come
il N. 196:
A Te l’ardor di giovinezza,
A Te degli anni il pien vigor.
A Te il seren della vecchiezza,
A Te soltanto, 0 mio Signor!
3
.*■
' w, . -t
L’m> PEil^LB VAULI VAX.DB6I
Jç^- '
"iiì»
ro, i fedeli l’hanno facilmente imparato a mente ^ questa è una terjsa^ e
certo non è rultima ragione del suo
successo. .' i*"
■t* - \- .,»•> .,
Nel ritornello erano riassunte le varie tappe' deH’esistenza: giovinezza, pieno vigore, vecchiaia. Ecco nella seconda
strofa - accennate le varie manifestazioni dell’attività d’ognuno di noi: la
poesia della vitaj' il fervore intellettuale, i sentimenti del cuore:, i beni materiali: il lavoro umano, in una parola, con
tutti i suoi fiori e i suoi frutti. Così il
nostro Cantico - cantati in tutta sincerità e con pieno entusiasmo - diventa
un inno di consacrazione e di adorazione. '
La lode a Te del canto mio
E della mente il più bel fior,
A Te, i miei beni, o sommo Iddio,
Ed ogni affetto del mio cor.
A Te, Padre amoroso e misericordioso, a Te, Cristo vivente, Salvatore, Liberatore dalla potenza del male, a Te
Spirto Santo, Consolatore, Rigeneratore: forza, guida, luce...
A Te, soltanto, o mio Signor.
Giovanni E. Meille.
Notiziario eeumenieo
ì II S. E. C. I. dà intereissianti notizie sul
i raggruppamento delle diverse forze re, ligiose dell’ortodossia russa, con quasi
?■ esclusivo riferimento, come è ovvio, alle
zone occupate.
j. Si riscontrano cosi cinque gruppi:
1°. L’antica Chiesa ortodossa russa, o'
Chiesa autonoma, diretta dai vescovi
che erano stati consacrati dal Metropolita Sergio di Mosca, amiministratore del
t Saggio patriarcale, prima dell’inizio
|i, delle ostilità russo, germaniche. La posizione attuale del metropolita è attualmente assai equivoca, mentre quella dei
Vescovi Alessio e Panteleimone in
Ucraina, e Sergio, nei paesi baltici si è
—vi n t n afwàre.-aotavoli i poagiMlità di^igoverno ecclesiastico.
2° La Chieisa autocefala, separatista,
i in Ucraina.
3° Il gruppo dei « Samosviaty » (che
Si .santificano essi stessi) sotto la direzione di un metropolita che si è costituito vescovo senza possedere la successione apostolica, privilegio delTanti: ca chiesa ortodossa.
40 -Vi è poi un gruppo di credenti
ortodossi che non riconoscono al metropolita Sergio il diritto di considerarsi
quale vero patriarca, pur non rinnegando il loro amore alla vecchia Chiesa ortodossa; essi sono quindi perseguitati '
dalle autorità di Moisca, ed amano chiamarsi la chiesa delle Catacombe.
5° In ultimo si possono ancora segnalare alcuni nuclei di dissidenti.
La posizione delle forze dei diversi
gruppi non si può stabilire neppure approssimativamente; si può soltanto notare che l’antica chiesa ortodossa (1°
gruppo) forma, nelle zone liberate, la
•Chiesa rappresentativa e che ad .essa
affluiscono sempre nuovi membri.
La vita religiosa riprende in Ucraina;
il convento ortodosso di Pokrovsky,
chiuso dai bolscevichi, ospita ora 250
suore. Nella diocesi di Kiew nlimerose
cappelle e Chiese hanno già potuto essere riaperte al culto, e si attende come
imminente anche la ripresa dei culti
nella cattedrale di S. Sofia che era stata dai bolscevichi trasformata in museo,
antireligioso.
Dal punto di vista della vita spirituale si nota una grande varietà di reazioni di fronte alla ripresa della Chiesa.
Nei paesi baltici si segnala un promettente rifiorire di zelo apostolico nei sacerdoti, un rinnovato interesse nella
massa dei fedeli. Corsi di teologia, conferenze pubbliche hanno un notevole
successo ,anche se Tel«nento giovanile
è stato in qualche modo influenzato dal- '
la propaganda bolscevica.
Un notevole risultato è stato già otter
mito con il ravyjcinainento dei,pecchi
credenti alla Chiesa ortodoi^a da cui
si erano separati nel sec.
In 'Odessa 20 Chiese sono già state
riaperte al culto e la vita religiosa si
annunzia ricca di promesse. Si apprende ora che durante il regime sovietico,
una sola cappella; era rimasta aperta:
quella del cimitero, a 6 km. della città,
e che talora, fino a 12000 persone sfidavano l’ostilità degli uomini e l’avversità del freddo russo, per assistere, fuori della cappella al rito religióso.
Mancano le Bibbie in molte Chiese
Cristiane. La Società Biblica di Stoccarsd4 non riesce a far fronte a tutte 1© domande ed ecco la società Biblica di Basilea ha deciso dì ristampare la Bibbia
di Lutero, secondo il testo riveduto concesso dalla Società sorgila _ di Stoccarda
e fotografato, pagina per pagina, a Basilea.
Libri ricevuti
Non vi è parola più usata e che più
si presti ad equivoco nel linguaggio comune e neH’indagine filosofica, che la
parola libertà, con la quale s’intende ad
ora ad ora parlare di libertà o diritto
naturale,, della libertà civile, cioè della
‘sanzione legale della libertà naturale,
della libertà politica, della libertà fisica,
della libertà morale.
Attraverso i secoli, il doloroso travaglio di spinti eletti ha chiarito equivoci, sollevato problemi, proposto soluzioni, ma, ba.silare, è rimasto, problema
angoscioso per quanti non si limitano
alla vana ripetizione di formule tradizionali 0 di sistemi sapientemente architettati, il problema del libero arbitrio. Leibniz ha scritto, trattando della
libertà: « Tanto più vi è libertà, quanto
più ?>i opera conformemente a ragione;
tanto più vi è schiavitù quanto
più si opera spinti dalle passioni delTanimo. Infatti in quanto noi operiamo secondo ragione, tanto più noi conseguiamo la perfezione della nostra natura;
quanto più inveoe siamo ' spinti dalle
passioni tanto più siamo asserviti alla
potestà delle cose estranee ». In sostanza quindi, ubbidendo alla ragione noi ci
liberiamo dalla signoria dell’influenza
delle cose estranee alla nostra natura e
ci rendiamo indipendenti, diventiamo
causa delle nostre azioni; siamo, in una
parola liberi. E questa definizione e queste deduzioni hanno esercitato indubbiamente una notevole influenza nella
discussione del problema della libertà
morale, ma anch’essa non rivolse il problema fondamentale: a. questa libertà
che è il suo fine l’uomo ha egli il m.ezzo di tendervi ? Ha egli la, facoltà di
^scegliere ? E qui dunque della libertà
di scelta, del libero arbitrio che si tratta.
Nella Collezione dei quaderni di Sophia*. Angiolo Maros dell’Oro, dopo
aver respinto ogni equivoca soluzione
si è riproposto il problema e ne ha affrontato rindagine. Condotta con rigoroso spirito logico la discussione in sede
filosofica, la trattazione è pervasa da un
Profondo senso di umanità; il problema
filosofico del destino cioè non è soltanto studiato con intelligenza, ma sentito,
con amore.
La posizione personale delTautore,
che addita nel volume di P. Marbineitti:
La libertà, una guida spirituale in questo campo, è di netta opposizione sia ad
un concetto di trascendenza assoluta,
nella quale egli vede la fonte del « servilismo spinto fino al piacer© masochistico deU’umiliazione 0 alTesasperazione
del sentimento espiatorio che pervade '
certi atteggiamenti deH’ebraismo e dello stesso cristianesimo », sia al un concetto di Puro immanentismo. La soluzione egli la intravede in una concezione intermedia secondo cui l’Assoluto
non è nè tutto immanente nè tutto trascendente.
Ir
:• ‘ E vi è un innegabile pathos nelle pa■ che Tairtwe cwieacra »ITesame delsua crisi inunanentìslica, o aU’inda
gine della completa trascendenza. La
sua' soluzione però, per voler essere
ana, è troppo umaoal
l'Questo « uomo tneditearaneo » che
|tón può e«s,ere immimanentista perchè
c’è troppa luce quaggiù « e quindi trop
IpO senso obbiettivo d^e cciee perchè egli
pensare di essere lui a creare le
», e che d’altra parte, in quanto
'j^uomo mediterraneo » non può capire
■ ù « biblismo Calvino », ci ricortroippo il deus ex machina della tragedia greca per non lasciarci più che
perplessi. E di una certa peìplessità deve essere pure consapevole Tautore,
^ando francamente riconc^e quanto
sia cosa difficile raggiungere un perfetJb lequilibrio tra immanenza e trsiscen^enza.
|gij-Di un particolare interesse sono poi
ib pagine che l’autore ha gonsacrato' alV©same della completa trascendenza
bella visione dell’Assoluto: Dio ente totalmente a sè rispetto all’universo, la
predestinazione teologica: interessanti
pagine sì, ma non persuasive. Come si
può infatti vedere nelTassoluta tràsoendenza, in Dìo « Signore assoluto di
^tto », la morte di ogni fiducia in
sè stessi, la fine « di ogni convinssione di rappresentare qualcosa, e
i^uindi di ogni voglia di lottare, e
quindi di ogni possibilità di progresso
umano, quando proprio nel Calvinismo
ài ha da trovare innegabilmente uno
dei fattori positivi più notevoli della
creazione della società moderna ? Il ricorrere, a guisa di spiegazione, ad una
felice innata contradifizionie ci ricorda
^oppo la retorica culpa, sed felix culpa!
Bd il risalire poi « allo spirito di lotta
qjtie è nella natura stessa deiruomo ociK'dentale » presuppone che nel campo
dello spirito queste distinzioni vengano
pacificamente ammesse, della qual cosa
non ci sentiamo molto persuaà,^
Come lo i-ndica chiaramente il titolo
.. del saggio, Tautore non è guidato da al'■'cuna pregiudiziale dogmatica o eccle.siastica: è sul piano puramente filosofico che egli vuole porsi; Dio, Tassoluto,
' è il vero Uno metafisico « di cui la realtà biologica percettivo-pratica rappresenta solo la faccia naturalistica ». IVÌa
anche così ritoirnano i grandi motivi dei.sT indagine teologica che verranno non
inutilmente rimeditati; e non sarà questo uno dei minori meriti del saggio' che
recensiamo se esso ci riproporrà, indirettamente, il prpblema del libero arbìtrio in Dio. lectar.
Angiolo Ma/ros Dell’Oro: Il problema
filosofico del destino. (Quaderni di
« Sophia ») - Cedam - Casa Editrice
dott. A. Milani - Padova - 1 voi. pag.
68 - L. 10.
POMARETTO
Anche la nostra Parrocchia ha avuto
il privilegio della visita del pastore di
Venezia sig. Ernesto Ayassot, delegato
dalla F. U. V., la domenica 7 marzo. Un
numeroso stuolo di giovani ha passato
con lui alcune ore di gaudio spirituale,
edificato dal suo forte e vibrante messaggio. Ne lo ringraziaimo di cuore.
— Domenica 21 corrente ha avuto
luogo la regolamentare visita di Chiesa
da parte del presidiente della Commissione distrettuale, pastore Roberto Nìsbet e del vice presidente dott. Carlo
Pons. Un culto in quella occasione è
stato tenuto sabato sera nella Cappella
del Clot Inverso Pinasca con l’intervento di numeirosi fedeli del luogo. La
domenica mattina i viri tatari hanno
parlato alle Scuole domenicali del Centro, hanno presieduto una seduta del
Concistoro, il culto nel Tempio e l’assemblea di Chiesa, rivolgendo ovunque
messagggi edificanti e quanto mai di attualità.
Nel pomeriggio un .folto gruppo di
gipvani si è riunito alla Scuola Latina
per intrattenersi' ancóna' con 1 .visitatori
Anche i locali Istituti di benefioenza,
rOspedale e TOifanotrofio sono stati
visitati con grande gioia é soddisfazioI ne dei ricoverati cui furono rivolte parole di inc'oraggiamiento e di fede. ,
La Chiesa tutta ringrazia i vis'tatorì
augurandosi-^che le sante’impressioni ricevute nei vari culti permangano durature nei cuori.
— Domenica prossima,'28 corrente, i
membri della Società Missionaria Pra
del Tomo sítranno in mezzo a noi per
presiedere: alle ore 9 un culto nella
Cappella del Clot Inverso Pinasca e la
Scuola domenicale a Pomaretto, alle
ore 10.30, il culto nel Tempio, alíe ore
15 una riunione nella Scuola dei Cerisieri per ir quartieri del Podio, e alle
ore 20 ima riunione alla Scuola Laljpa
per i quartieri di Pomaretto, Perosa e
Clot Boulard. Le collette che in quella
occasione saranno fatte andranno favore dell’opera Missionaria nel mondo.
SAN GERMANO CHISONE
Sono deceduti all’Asilo dei Vecchi,
rimpianti da tutti per la loro fede e la
loro operosità .Arena Giorgio, nativo di
Cengio, e. Bertalmio Giacomo, dell’Inverso Pinasca.
— Domenica J.4 nel pomeriggio' ha avuto luogo nel tempio il servizio funebre alla memoria dei Caduti Guido Viuçon, Ignazio Petrone, Oreste Comtantin
Una gran folla di Autorità ,rappresen- «
tanze, fratelli e sorelle in fede e amici
circondava con visibile simpatia le famiglie nel dolore. L’annuncio della vita
eterna e delle consolazioni criesti è stato dato dal pastore locale e d^ Cappellano Militare. La Corale ha eseguito
due canti di speranza cristiana. Abbiamo sentito in questa triste cerimonia la
gravità del peccato, Torrore della guerra
e della morte, ma abbiamo anche avuto
la visione della grandezza della misericordia di Dio e della potenza della vitto"
ria di Cristo.
--- Martedì scorso il vasto cortile dejla
Vouta delle Chianaviere era gremito di
una mesta assemihlea raccolta per le ultime onoranze alla ^xiglia mortale della
sorella Griset Marta nata Travers, di
anni 79, addormentatasi nel Signore,
dopò due settimane di malattia. Era una
delle figure più caratteristiche e simpatiche dell’Inverso Pinasca e son molti
quelli che la rimpiangono.
Al figlio prof .Emanuele, alla sua famiglia ed ai parenti, esprimiamo le nostre sincere cristiane condoglianze.
— Domenica pròssima 28 corrente,
alle ore 15.30, avrà luogo un Convegno
interquartierale in cui festeggeremo le
reclute del 1924. Speriamo che non solo,,
le giovani ma anche tutti i giovanr della
parrocchia intervengano a questo radurio giovanile che si annuncia molto interessante.
" — Una Riunione per uomini dei
Quartieri del Centro si terrà, a Dio piacendo, domenica 4 aprile, alle ore 16,
nel Tempio, con l’intervento di due fratelli di fuori. Naturalmente tutti gli altri uomini della parrochia possono parteciparvi e speciaimente quelli che per
forza maggiore non hanno potuto prender parte alle riunioni per essi organizzate nel loro quartiere.
TORINO
Il 19 marzo, nella raccolta intimità
della famiglia, attualmente stabilita a.
Villar Pelioe, hanno celebrato le loro
nozze d’oro i coniugi signori -Arturo
Besson e MatMe Davit,
Il Pastore Eynard per là Chiesa di
Torino ed il Pastore Jahier per la Chiesa dii Villar Pellice hsinno recato 11
messaggio augurale, e la pregWera di
rendimento dì grazie è sgorgata da cuori vivamente commossi.
Ancora chiediamo al Signore di voler benedire i coniugi Besson, circondati dall’affetto dei famigliari e dalla cònsiderazione della Chiesa.
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
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• Dopo, breve malattìa ü signor'E^ìUo Bomier ha lasciata questo mondo.
Egli aveva 45 anni. Aveva servito £ed^
mente la patria come soldato della priigr^nde guerra durante la quale
contrasse rinfenmità "della quale non
potè piCi guarire, ma che'^egli ^sòpportò
con .sottomissione e serenità senza mai
lamentarsi della sua sorte. Da parecchi
anni bidello del Tempio di Coppieri egli
compieva queirumile suo servizio con
molta cura e puntualmente malgrado le
íñu grandi diifficoltà che presentava il
lavoro date le sue condizioni fisiche.
Alla vedova ed al figliuolo, come pure
ai vecchi genitori ed ai fratelli rinnoviamo l’espressione della nostra viva
simpatia cristiana.
VILLAR PELLICE
Settimana di Rinunzia. Abbiamo a
tutt’oggi versato al Cassiere della Tavola, per la nostra Settimana di Rinunzia e Ridonoscenza, la somma di L. 4500.
Nozze d’oro. Il 18 corrente i coniugi
Arturo Besson e Matilde Danti di Torino, ospiti deUa nostra comunità, in qualità di sfollati, hanno festeggiato, nella
raccolta intimità della famiglia, U loro
mezzo secolo di cammino insieme.
La comunità ha espresso domenica alla cara famiglia Besson e le rinnova
l’augurio di un lungo pVoseguimento benedetto dal Signore.
Dipartenza. E a poche -ore di distanza
eravamo chiamati « a Piangere con quelli che piangono » per la quasi improvvisa dipartenza della nostra sorella Anna'MicheUn in Fontana del Teynaud
che il Signore ha richiamato a Sè, dopo
brevissima malattia, il 19 corrente, in
età di 79 anni.
Al marito, al figlio Stefano e famiglia, ai parenti e particolarmente alla
figliuola Lidia che da anni si era tutta
dedicata a curare la sua mamma, diciamo ancora la nostra profonda simpatia
cristiana. j.
Le famiglie dei Cadieti
Sotto-capo silorista Guido Vìdqcd
Marosciatlo Ignazio Petrone
. Fante Oreste Costantin
pi 0fondamente commosse per l’unanime tributo di simpatia ringraziano le
Autorità civili, politiche e militari, le
Rappresentanze, la Corale, tutti coloro
che per iscritto e di persona hanno partecipato alla Commemorazione dei cari
Estinti, e particolarmente il pacare sig.
Bertin e il Cappellano militare cap. E.
Rostan, per il conforto spirituale,
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In tempo di guerra tutti devono
imparare d tacere. Notizie, apparentemente innocue, su movimenti di truppe, di lavorazione negli stabilimenti militari,
possono giungere all’orecchio
del nemico ed arrecare danni
incalcolabili. Nessuna ingenuità e nessuna indiscrezione. Il
silenzio jassoluto su aualsiasi
notizia di carattere militare è
un dovere di tutti gli italiani.
I DISTRE'TTO:
Angrogna — Pastore : Arnaldo Comba.
Angrogna (Serre) — Pastore Edoardo
Aime.
Bobbio Pellice — Pastore : ,^'b<^rto
Ricca.
Luserna San GiovanrU — Pastore : Lorenzo Rivoira.
Massello — Pastore : Enrico Tron.
Ferrerò — Pastore ; Oreste Peyronel.
Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu
Frali — Pastore: Arnaldo Genre.
Pramòllo —- Pastore : Paolo Marauda,
Prarostino — Pastore : Umberto Bert.
Riclaretto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodoretto — Pastore : Arnaldo Genre.
Rord — Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin,
Torre Pellice — Pastore ; Giulio Tron.
Torino — Chiese: Corso Vittorio Emanuele, 23 e Corso Principe Oddone, 1.
- Pastori Elio Eynard e Roberto Comba: Via Berthollet, 36,
Villar Pellice - Pastore : Roberto Jahìer.
11 DISTRETTO:
.. ..jt.;. . T t
Abbazia: « Chiesa di Cristo». Culto^alle 18 - Pastore C. Gay, da Fiume. '
Aiosta: Chi^: 11, Via Croce di Città Pastore: V.iSubilia, Via XXIII marza
. n. 1.
Bergamo:' Chiesa: Viale Vittorio Baaanuele, 4 - Pastore: M. Moreschini,.
Viale Vittori® Eipanuele, 52.
Biella: Chiesa: Piazza
Funicolare
Culto: la I, III, V domenica del mese
(da Ivrea)
Brescia: Chiesa: Via dei Mille, 4 - Pa
store: D. Fomeron (ivi).
Caremo; Da Ivrea: seconda domenica
Como: Chiesa: Via Rusconi, 9 - Pastore: Carlo Lupo, Via T. Grossi, 17.
Cemzze: Chiesa Valdese.
Cormaiore: Chiesa Valdese: Pastore
Vittorio Subilia.
Feloniea Po: Chiesa Valdese - Pastore
Lami Coìsson.
Fiume: Chiesa Valdese - 6 e 8 Via Pascoli (culto ore 10) - Pastore C. Gay,
Salita F. Colombo, 8.
Ivrea: Chiesa Valdese: Corso Botta, 5
- Pastore A. Vinay, Casa Bavera,
Via Cascinette.
Milano: Chiesa: Piazza Misseri, 3 - Pastore Enrico Trpn - Via Euripide, 9
Mantova: Chiesa: Via Bacchio, 5 (da
Feloniea).
Piedicavallo: Chiesa: Via Carlo Alberto - Culto prima domenica del mese
(dà Ivrea).
S. Lucia di Quistello: Chiesa Valdese
(da Feloniea Po).
Sfusa; Chiesa: Via Umberto I (da Torino).
Tramonti di Sopra: Chiesa Valdese (da
Venezia).
Trieste: Chiesa: Via S. Maria Maggiore
- Pastore Guglielmo Del Pesco, Piazza Libertà, 6.
Terrazza Piemonte: Chiesa Valdese (da
Ivrea) terza domenica.
Verona: Chiesa: Via Duomo (da Brescia).
Viering: Chiesa Valdese (da Aosta).
Venezia: Chiesa: Palazzo Cavagnis S. Maria Formosa - Pastore E. Ayassot (ivi).
III DISTRETTO:
Bargar. ehiraà Valdese (da Pisa).
Borrello: Chiesa Valdiese (da Carunchio).
Bordighera: Chiesa Evangelica - Via
Vittorio Veneto, 25 - Culti: 2 e 4 domenica - Pastore Davide Pons - Piani di Vallecrosia.
Campobasso: Chiesa Valdese: Pastore
P. V. Panasela.
Carunchio: Chiesa Valdese - Evangelista S. Scudieri.
Firenze:'Chiesa: Via dei Serragli, 51 Pastore Emilio Corsani (ivi) - Chiesa: Via Manzoni, 21 - Pastore T. Vinay (ivi).
Forano Sabino (Rieti) - Chiesa Valdese
- Pastore Enrico Pascal.
Genova: Chiesa: Via Assarotti - Pastore: Francesco Peyronel - Via Curtatone, 2.
La Maddalena: Chiesa Valdese (da
Roma).
Livorno: Chiesa Valdese - Via G. Verdi
3 - Pastore A. Ribet (ivi).
Lucca: Chiesa: Via G. Tassì, 18 (da Pisa).
Pescolanciano. Chiesa Valdese (da Carunchio).
Piani di Vallecrosia: Chiesa Valdese Via Col. Aprosìò,' 96 - Past. Davide
Pons - Istituto Femminile Valdese.
Piombino: Chiesa Valdese (da Livorno).
Pastore Attilio Arias - Via A. Vespucci, 11.
Rio Marina: Chiesa Valdese (da Livorno).
Roma: Chiesa: Via IV Novembre, 107 Pastore A. Sbaffi - Chieisa: Piazza
Cavour: Pastore P. Bosio, Via Mariajnna Dionigi, 57.
Salle: Chiesa Valdese (da San Giacorn,o),
Sampierdarena: Chiesa: Via A. Cantore, 16 - Pastore: Alfonso Alessio,
Via Milano, 8 F. - Genova.
San Giacomo degli Schiavoni: Chiesa
Valdese: Pastore P. V. Panasela (ivi).
Sanremo: Chiesa Valdese - Vìa Roma,
8 - Pastore G. Bonnet, (ivi).
Schiavi d’Abruzzo: Chiesa Valdese (da
Carunichìo).
Siena: Chiesa Valdese (da Firenze).
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