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LA BUONA NOVELLA
tìORSilE BELLA EVASGEIIZZAIIOXE ITALIANA
Seguendo ìa verità nella cariti.
Efes. IV. 15.
PREZZO DI ASSOCtAZlOnc
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IB ToriBo airCffiilo del Giornale, Title dii Re, I- SI.
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neiti di Taglia, ebe doTraBoo essere innati franco
il Direttore delU Baooa NoTella • bob UlriautL
Aireslero, ai seguenti indirizzi: Parigi, dalla libreria C. Meyrueis, rue Tron«bet,2; Ginevra, dal sig. E. Beroud libraio; Inghilterra per mezzo di franco-bolU
iaglesi spediti fraueo aJ Direttore della Buona .Novella.
SOMMARIO
La Chiesa vera. — La madre — Conferenze Evangliche a Berlino — 11
viaggio di san Pietro a Roma e VArmonia. — Notizie. — Annunzio.
LA CHIESA VERA.
V’ha una Chiosa fuori della quale non trovasi salvezza; una
Chiesa alla quale uno deve apparlenero, a pena di essere
eternamente perduto. Io ammetto questo fatto senza esitanza 0 riserba qualunque : io lo dico altrettanto schiettamente e con altrettanto convincimento quanto l’avvocato più
sfegatato della Chiesa di Roma. Ma quale è quella Chiesa?
— Dove troverassi ella? — Quali i distintivi dai cui ci verrà
fatto di ravvisarla? Ecco la gran quistione.
La vera Chiesa ò composta di tutti coloro che credono nel
Signore Gesù; di tutti gli eletti di Dio; di tutti i convertiti,
uomini e donne; di tutti i veri cristiani ; di ogni individuo
nel quale si possono discernere l’elezione di Dio Padre,
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l’offusione del sangue di Dio Figlio, è l’opera santificante di
Dio Spirito Santo. In una tale persona noi scorgiamo un
membro della vera Chiesa di Cristo.
Essa è quella Chiesa di cui tutti i membri portano in sè
il medesimo suggello. Tutti sono nati di Spirito Santo; tutti
possedono il pentimento verso Iddio, la fede nel nostro Signore Gesù Cristo, e la santità nella loro vita e conversazione; tulli aborriscono dal peccato, e tutti amano Gesù
Cristo. Il loro culto non è lo stesso per tutti i versi : gli uni
si servono di una liturgia, gli altri no; alcuni pregano ginocchioni, ed altri stando in piè. Ma tutti servono a Dio con
un medesimo cuore; sono tutti guidati da un medesimo spirito ¡hanno tutti edificato sul medesimo fondamento; attingono tutti la loro religione dal medesimo libro; sono tutti uniti
al medesimo gran centro, che è Gesù Cristo; tutti possono
fin da quaggiù dire con cuore unanime : alleluia, o rispondere con un medesimo spirito e d’una medesima voce ;
amen, amen.
È quella una Chiesa che non dipende da nissun ministro
in terra, sebbene faccia la massima stima di quelli che annunziano l’Evangelo ai suoi membri. — La vita di quei
che ne fanno parte non consiste nell’essere cotestoro associati
a tale o tale Chiesa, nè nel loro battesimo, nè nel partecipare cho fanno alla Cena del Signore, sebbene essa faccia
gran caso di tali benefizii quando si ’possono godere ; ma
non ha che un gran Capo, che un Pastore, che un Vescovo,
cioè Gesù Cristo. Da lui solo, per opera del suo Spirito vengono i membri di una tal Chiesa ammessi, sebbene ne abbiano
i ministri additata la porta. Finché Egli non l’ha aperta, niuno
in terra, nè vescovi, nò pastori, nè convocazioni, nè sinodi,
valgono ad aprirla. Nell’atto che uno si sente e crede nell’Evangelo egli diventa membro di quella Chiesa. Come al ladrone convertito può essergli mancata l’occasione di essere
battezzato ; ma ei possiede ciò che è assai più del battesimo
d’acqua, il battesimo di spirito. Può darsi che non si trovi in
circostanze da ricevere il pane ed il vino della Cena del Signore ; me ei mangia il corpo di Cristo e beve il di lui sangue
per fede, tutti i giorni di sua vita. Egli può venire scomunicato
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da ministri regolarmente stabiliti, e gli possono venire le osservanze dalla Chiesa stabilita interdetto; ma tutti i ministri,
tutti i preti, tutti i vescovi del mondo non varranno ad
escluderlo dalla vera Chiesa.
E questa una Chiesa la di cui esistenza non ò vincolata
nè a forme, nè a cerimonie, nè a cattedrali, nò a tempii, nè
a cappelle, nè a pulpiti, nè a fonti battesimali, nè a parati,
nè a organi, nò a prebende, nò a ricchezze, nò a re, nò a
governi, nè a magistrati, nò a nissun atto o favore cho dipenda dagli uomini. Essa ha spesso vissuto e durato priva
di tutte queste cose; cacciata nel deserto, o chiusa nei carceri e nelle spelonche della terra da coloro che avrebbero
dovuto annoverarsi fra i suoi amici. Ma la di lei esistenza
non dipende da altro cho dalla presenza di Cristo e del suo
Spirito; 0 finché stanno in essa, questa Chiesa non può perire
È quella la Chiesa cui appartengono in modo affatto speciale , nel presente, i titoli onoriflci ed i privilegi, e nel futuro, le promesse della gloria. Essa è il Corpo di Cristo, la
Sposa dell'Agnello, la Casa e la Famiglia di Dio, l'Edificio
di Dio ch’egli stesso ha fabbricato, il Tempio dello Spirito
Santo, la Chiesa dei primogeniti, i di cui nomi sono scritti
nei cieli, il reale Sacerdozio, la Gente salita, il Popolo eletto,
yAbitacolo di Dio, la Luce del mondo, il Sale della terra:
essa è la Santa Chiesa cattolica ossia universale del simbolo apostolico, la sola Chiesa cattolica ed apostolica del
simbolo Niceno, alla quale appartiene la promessa di Gesìi
« che le porte deH’inferno non prevarranno contro di essa ».
ed alla quale ci dico: « io sono con voi fino alla fine del
mondo» (Matt. xvf, 18; xxviii, 20).
Ella è l'unica Chiesa che possegga la vera unità. Tutti i
di lei membri consentono intorno a tutti gli argomenti più
importanti della religione; conciossiachè tutti sieno ammaestrati dal medesimo Spirito. Quanto ha rapporto a Dio, a
Cristo, allo Spirito Santo, al peccato , ai proprii cuori, al
ravvedimento, alla necessità della santificazione, al pregio
della Bibbia, all'importanza, alla preghiera, alla risurrezione
ed al giudizio avvenire..... tutti questi punti essi li veggono
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collo stesso occhio. Prendetene Ire o quattro, che non si
sieno mai conosciuti, e che giungano dai punti estremi del
globo; esaminateli separatamente su tutti questi varii punti,
e voi li troverete di un sentimento unanime.
Ell’è l’unica Chiesa che possegga la vera santità. Tutti i
di lei membri sono sanii; non solo per via della professione
0 del nome, o al giudicio della carità essi sono tali. Ma lo
sono in fatto, realmente nella loro vita ; essendo più o meno
conformi aU’immagine di Gesù Cristo, più o meno rassomiglianti il loro divin Capo. Niuno che non sia santificato fa
parte di quella Chiesa.
Ell’ò altresì la sola Chiesa veramente cattolica. Essa non
è speciale di una nazione o di un popolo. I di lei membri
si rinvengono in tutte le regioni del mondo in cui l’Evangelo
è stato ricevuto e creduto. Essa non è limitata ad un paese,
nò ad una forma speciale di governo. Non fa differenza tra
il giudeo ed il greco, tra l’uomo bianco ed il negro, tra l’episcopale ed il presbiteriano, ma la fede in Cristo è tutto. I
di lei membri saranno raccolti dal settentrione e dal mezzodì, dall’oriente e dall’occaso, nell’ultimo giorno; se ne
troveranno di ogni tribù, lingua e popolo, ma tutti saranno
una stessa cosa in Cristo.
È questa Chiesa l’unica veramente apostolica, in quanto
che è edificata sul fondamento degli Apostoli, e ritiene le
dottrine da essi predicate. I due grandi fini cui mirano tutti
1 di lei membri sono la fede apostolica e la condotta apostolica, e chi pretende seguire gli Apostoli e non ritiene queste
due cose, essi non ne fanno più caso che di rame risuonante
e tintinnante cembalo.
È ancora questa Chiesa l'unica che abbia la certezza di
durare fino alla fine, senza che nulla valga a rovinarla nè a
distruggerla. 1 suoi membri saranno perseguitati, oppressi,
carcerati, battuti, decapitati, arsi; ma la vera Chiesa non
può del tutto venir meno. Essa rinasce dalle suo afflizioni e
riprende vita in mezzo ai roghi. Quando in un paese viene
oppressa, risorge in un altro. I Faraoni, gli Erodi, i Neroni,
i Giuliani, i Diocleziani, le sanguinario Mario, i crudeli
Carlo IX invano tentarono di annientarla ; dopoché ebbero
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fatto trucidare parecchie migliaia dei suoi membri, essi
stessi so n’andarono al loro luogo. La vera Chiesa sopravive a tutti costoro, ed assiste ai funerali di ciascuno di essi.
E quella un’incudine sulla quale si sono logorati di già molti
martelli, e molti se ne logoreranno ancora ; ò un pruneto
che spesso arde, ma che non si consuma giammai.
E questa Chiesa l'unica di cui niuno dei membri che la
compongono può perire. Una volta iscritti sui ruoli di una
tale Chiesa, i peccatori sono fatti salvi in eterno. Giammai
ne verranno cancellati. L’elezione di Dio Padre, la continua
intercessione di Dio Figliuolo, la cotidiana assistenza di Dio
Spirito Santo, allo scopo di rinnovare e santificare, li circondano 0 li difendono come ròcca inaccessibile. Non un osso
del corpo mistico di Gesù Cristo sarà rotto; non uno degli
agnelli della greggia di Cristo sarà strappato dalle di Lui
mani.
È questa la Chiesa che fa l'opera di Cristo sulla terra. I
di lei membri formano una piccola greggia; essi sono poco
numerosi, paragonati ai figli del mondo. Uno o due qua;
due 0 tre là; alcuni in questa parrocchia, alcuni in queU’altra. Ma sono essi che scuotono il mondo, cambiano il destino
delle genti colle loro preghiere ; essi cho si adoprano con
attività a diffondere la conoscenza della religione pura ed
immacolata. Essi sono il principio vitale, lo scudo, la difesa,
l’appoggio della nazione cui appartengono.
E questa la Chiesa che alla fine sarà veramente glorificata.
Quando sarà svanita ogni gloria mondana, allora comparirà
quella Chiesa pura ed immacolata davanti al trono di Dio
Padre. I troni, i principati, le podestà della terra saranno
annientati; le dignità, le cariche, i doni cesseranno. Ma la
Chiesa dei primogeniti risplenderà come stella.
E questa infine la Chiesa per cui un vero ministro dell'Evangelo di Gesù Cristo si adopra sopra ogni cosa. A che
vale per un ministro fedele di riempire, quando ei predica,
il tempio di uditori? a che vale per lui di vedere la calca
dei comunicanti farsi vieppiù grande alla sacra mensa? Tulto
ciò sarà un nulla per lui, se in mezzo a quelle folle non gli
«arà dato di scorgere uomini e donne nati di nuovo, anime
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davvero converiite a Cristo ; se non gli sarà dato d’indovinare qua e là qualche anima che lascia il mondo, che porta
la sua croce seguendo Gesù ; e così va ad accrescere il numero di coloro che appartengono alla sola vera Chiesa.
Lettore, ecco la Chiesa a cui deve chiunque appartenere
se vuol essere salvato. — Siete voi membro di una tala
Chiesa? (Ryie).
LA MADRE
La madre! Quanti pregi si accolgono in questo nome,
quanti doveri, quanti affetti di devozione, di gratitudine, di
tenera e rispettosa confidenza !
La madre ! che di tutto il creato è l’opera più bella, più dilicata, pili tenera; che spira nei cuori i primi sensi dcll’umana pietà, e ne risveglia i primi amori, e impone riverenza
e mette fidanza !
La madre! persona sacra agli occhi dei pargoli, amore
e tutela e ricovero dei nostri primi anni di vita!
In lei zelo, costanza, pazienza, abnegazione e generosità
senza pari, ed eroismo ascoso, cd esercizio perenne di virtù
domestiche, religiose e civili.
Creatura eminentemente privilegiata, cooperatrice di Dio
nel condurre a perfezione la vita e lo spirito della i)role.
Angiolo tutelare dell’innocenza dei fanciulli e delle bimbe ;
inspiratrice di santi pensieri e delle più caro affezioni. Attrice
magnanima di opero cristianamente lodevoli, di gesta gloi^iose, di onorate imprese.
Iride di pace nei turbamenti della famiglia, riconciliatrice
dei figliuoli al padre, tutta bontà, compassione, indulgenza ;
benedetta da Dio e dagli uomini.
Miratela quest’angelica creatura, prostrata nel secreto di
sua cameretta, assorta nella preghiera. Un pensiero solenne
le sta in fronte: ella è per divenir madre! ella implora dal
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cielo, che il frutto di sue viscere sia per essere sccoiiJo il
cuore di Dio.
Miratela di nuovo; ella è madre! Qual sacra gioia splende
sul suo volto! come .contenta e lieta del dono di Dio, assume
le curo assidue del maternal ministero; ora veglia la culla
del suo infante cho dorme, ora se lo porta al seno, e ne suscita con mille carezze le gioie, o ne consola co' suoi baci il
pianto; or se lo reca sulle ginocchia, e lo svia in dolci trastulli, sempre amorosa se parla o se tace, se ride o se piange.
Corae accorta, ne guida i passi incerti; come assidua ne
corregge i falli e lo costuma, benché tenerello, a virtù : come
solerte ne svolge le affezioni benevole, e ne sbarbica dal
cuore le inclinazioni sinistre! Quanta calma, quanto candore, quanta perseveranza nel ministero sublime affidatole
dalla Provviilnza I
Investita di suprema autorità per guidare la sua famiglia
nelle vie della giustizia e della santità, ella fa di adempiere
al suo compito con gioia non disgiunta da un cotal senso di
salutare timore, persuasa di avere a render conto strettissimo di suo governo al Padre celeste.
Eolico la pia madre che osservò tutta vita i suoi doveri,
nè torse i passi dalle posto del Redentore, il quale si tenero
si mostrò dei fanciulli, che agli Apostoli, i quali li allontanavano, disse: Lasciate quei fanciiMi, e non li divietate di
venire ame; perciocché di tali è il regno de’cieli! (Matt.,
cap. XIX, 44). E qualora volle precidere le contese insorte
fra’ discepoli intorno al primato nel regno di Dio, il divino
Salvatore chiamò a sò un fantolino, e propostolo ad esemplare di vita umile ed innocente, andò in questa sentenza :
Or chi riceve un tal pargolo nel nome mio, riceve me. — Ma
chi avrà scandalezzato un di questi piccioli che credono in
me, meglio fora per Itti essere sommerso con una macina al
collo in fondo al mare (Ivi, xviit, 5 e 6). E poco appresso
conchiuse colle memorande parole : Guardate di non isprezzare alcuno di questi piccoli; chè gli angioli loro veggono
del continuo la faccia del padre mio, che i nei cieli. (Ivi,
xviK, 10). Or se tali ammonimenti ai discepoli, quali alla
madre? L'apostolo Paolo dice, che ha rinegata la fede, ed è
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peggiore che un infedele qualunque non prende cura dei
suoi, e principalmente di quei di casa. (1. Tm., cap. v, 8).
Adunque, felice la madre che avrà seguitato Gesii nell’amore verso i pargoli ; amore che non posa nè sosta, che
non infievolisce per dure prove, che non traligna per travagli.
Misera la madre, per contrario, che mette piede in fallo
per le vie di perdizione! Misera oltre ogni dire, se trasanda
gli obblighi di suo stato, o li compie con esitanza ed incuria 1
A quai cocenti rimorsi non è ella riserbata ; e quai dolori
l’attendono di mille cotanti peggiori di quelli del parto 1
Madri iricaute, madri traviate, madri disumane, deh! pietà
vi prenda di voi e dei figli vostri. Propellete da voi la maledizione di Dio; propellete i doloii che vi sarebbero apparecchiati. Imitate le savie vergini che di tutto sono arredate
innanzi all’arrivo dello sposo in sul far della notte. Operate,
cosi Dio vi aiti, quando è tempo, e mentre il sole di giustizia vi schiarisce le vie, affinché le tenebre non v’inviluppino.
Osate, fiduciose nella fede del Salvatore : con questa supererete le difficoltà che freddano la vostra speme ; con questa
vincerete gli ostacoli che alla vostra fiacchezza sembrano
insormontabili. Vedrete, a provarlo, eh© Taugu&to sentiero
del cielo, che di presente giudicate disagiata e difficile, abbonda di gioie secrete, di gaudii ineffabili, preludio di quella
felicità sempiterna preparata agli eletti fino dalla fondazione
del mondo (Matt., xxv, 34).
CONFERENZE EVANGELICHE DI BERLINO
I.
Quelle belle adunanae principiate il di 9 settembre, termìaarono il 16 dello stesso mese, colla massima soddisfazione
di quanti ebbero la fortuna d’intervenirvi. Le Chiese evange^
liche di qualunque denominazione contavano rappresentanti;
e si fa ammontare a più di mille il numero di questi, accorsi
dai paesi più remoti del globo, e persino dall’Australia. Dai
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molti oratori che sorsero a parlare fu reso unanime oiaaggi<)
alte grandi dottrine della fede : l'autorità e rinfallibilità delle
sacre Scritture ; la divinità di Gesù Cristo, capo supremo
della Chiesa; la riconciliazione con Dio nella sua morte e per
opera della sua morte espiatoria; la salute mediante i suoi
meriti ed i suoi meriti solamente ; la giustificazione per fede
e la rigenerazione, per lo Spirito Santo; « ed era edificante»,
scrive M’Espérance, dalla quale togliamo questi particolari,
un testimone oculare, « il sentire dottori e professori come
Moli e Jacobi di Halle, Kitsch di Berlino, Kraft di Bonn,
Schenkel di Eidelberga, e tauti altri che son riputati come
aventi le chiavi della scienza in Germania, confessare, colla
semplicità di fanciulli, quei gran misterii del Cristianesimo,
dai quali dotti ed indotti sono salvati , giustificati e rigenerati ».
Evangeliche nel loro principio, le Conferenze si sono pale^
sate fraterne dal sentimento che le ispirava: non solo s'intendevano le menti, ma si sentivano stretti i cuori nell'amor di
Cristo ; e chi narra asserisce che, ad onta che regnasse la
massima libertà di discussione , non fu udita, tra persone
appartenenti a tante comunioni diverse, neppure una parola
ohe valesse a ferire o solo a contristare menomamente la coscienza anche la più delicata.
Chi manifestò per queste Conferenze un interesse singolare,
fu il sovrano stesso del paese, re Federico Guglielmo IV; e
non riusciranno discari ai nostri lettori alcuni particolari in
proposito.
Trattenuto da numerosi ed augusti visitatori, fra cui l'imperatore di Russia, il re non potè, con sommo suo dispiacere,
intervenire che ad una o due sedute ; ma egli ha dato prova,
in altra guisa, dell'interesse che portava a tali adunanze,
domandando cioè che nel dopo pranzo del venerdì, secondo giorno delle Conferenze, tutti gli amici deH'Àlleanza
Evangelica, forestieri e nazionali, gli venissero presentati nel
nuovo palazzo di Potsdam. Fin dalle 3 pomer. due convogli
speciali erano allestiti per portarli tutti quanti alla residenza
reale ; ed era spettacolo imponente, quando furono smontati,
il veder quella lunga processione di circa mille persone, tutte
vestite di nero, cho sfilava nei grandi e bei viali del giardino,
e si dirigeva alla volta del palazzo , ove gli attendeva una
semplice ma abbondante rifezione. Dopo essersi alquanto ristorati, gli ospiti del re di Prussia passeggiarono per q;ualch9
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tempo nei dintorni del palazzo ; e siccome niim salone sarebbe
stato grande abbastanza da capirli tutti, fu deciso che la presentazione avrebbe luogo sulla spianata stessa del castello. Il
tempo era magnifico. Alle cinque in punto giunse il re colla
regina e parte della Corte. Quando Federico Guglielmo
sceso di carrozza comparve sui gradini del palazzo, la voce di
un pastore prussiano, sorgendo d’in mezzo alla folla, fece udir
in mcJo distinto e solenne queste parole; Es lebe hoch unser
aller liibstor Koenig! (viva alto il nostro carissimo e diletto re!)
Una triplice salva due volte ripetuta tenne dietro a questo
evviva. Il re, evidentemente commosso, si portò allora al lato
destro delle deputazioni raccolte secondo le loro nazionalità.
In quel momento il pastore Kuntze, presidente del Comitato
delFAlleanza Evangelica di Berlino, facendosi incontro a S. M.
gli presentò l’intiera Assemblea con queste parole recitate ad
alta voce : « Io ho l’onore, ed è per me un dovere, di portare
« ai piedi della V. M. l’espressione della profonda gratitudine
< di tutti i cristiani evangelici che sono qui raccolti, per l’oc« casione che la M. V. ha loro offerta di riunirsi nella vostra
« capitale, per ivi vedersi ed edificarsi insieme come figli di
a Dio. V. M. ha già veduti molti eserciti : eccone uno di una
« specie singolare : non lo cuopre lo splendore delle armi
« carnali, ma esso ha la Fede per iscudo, la Parola e lo SpiV rito di Dio per ispada, e le sue pugne sono quelle del noci stro gran Dio e Salvatore. Voi avete potuto convincervi, o
« Sire, dalle fervide acclamazioni che accolsero V. M. e che
« proruppero dal più profondo dei cuori nostri, quali sieno
« le disposizioni di cotesta Assemblea verso la M. V. e verso
« Colui che chiamasi il Re dei re, ed il Signore dei signori ».
— Commosso fino al pianto, il re ha risposto : « Io non posso
« trovar parole per esprimervi quello che sento. Un momento
« ho creduto impossibile una tale raunanza. Epperciò appunto
« ho sentito con sommo piacere che il primo giorno delle
<1 vostre radunanze era stato benedetto ; e godo sperare che
« lo stesso avverrà degli altri. La mia fervida preghiera è
« questa ; che il vostro termine sia simile al vostro principio,
a e che avvenga di voi come dei primi discepoli del nostro
« Signore, dopo la prima Pentecoste ».
Vennero quindi dai rispettivi presidenti presentate le varie
deputazioni a S. M., la quale, dopo aver sentito la breve arringa di ciascheduna, ed avervi risposto, si accostava ai varii
membri che la componeva, e conversava famigliarmente con
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essi. Era tale l’aiTabilità dei modi di S. M. prussiana, e ciascuno accostandola si sentiva cosi al largo, che quando avvicinossi al gruppo dei Prussiani, il dottore Kruicacher di Duisbourg, non potendo reprimere la commozione di cui era compreso, esclamò cogli occhi pieni di lagrime: « Sire, non già
« ai piedi, ma al collo di V. M. noi vorremmo gittarsi tutti
« quanti, onde esprimervi tutta la gioia di cui ci riempie que« sio bel giorno ». Il ricevimento, che avea principiato alle
cinque, ebbe termine soltanto alle sette. Durante queste due
ore il re, col capo scoperto, non ha cessato di percorrere le
file deU’adunanza e di conversare nel modo più amorevole
con quanti gli rivolgevano la parola. Nell’atto in cui rientrava
nel palazzo colla regina, la quale, durante il ricevimento, si
era fatta presentare qualche membro delle varie deputazioni,
l’Assemblea, spinta da un sentimento unanime, intuonò con
voce commossa la prima strofa del famoso cantico di Lutero :
Fine feste Burg is unser Goti, ecc. (Iddio è nostro ricetto, ecc.).
Egli è impossibile, dice il testimone già citato, di esprimere
il sentimento che riempiva il cuore di tutti in quell’istante. I
supremi accenti dell’inno nazionale erano appena cessati,
quando si sentì dal difuori una breve benedizione pronunciata
neU’interno del palazzo, le di cui porte e finestre erano aperte.
Era il dotto> Krumacher che offriva a Dio una preghiera per
gli augusti coniugi nell'atto della partenza. L’Amen di questa
preghiera fu ripetuto dalle mille voci dell’Assemblea, che più
che mai sentivasi una in quel momento.
In un prossimo numero daremo, volendo Iddio, un breve
resoconto delle Conferenze stesse.
IL VIAGGIO DI S. PIETRO A ROMA
E VAR310NIA
L'Armonia si lagna, colla solita sua gentilezza, che non sia
ancor venuta alla luce la risposta che, a nome d’un nostro amico
assente ed ammalato, avevamo promessa all’opuscolo di un
suo redattore, intitolato : Viaggio di S. Pietro a Roma impu-
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guato dai Valdesi del Piemonte con falsità, cavillosità e malafede
incredibili-, e, a parte i modi sempre grossolani, noi non possiamo darle torto, anzi deploriamo oon lei e forse più di lei
che circostanre del tutto indipendenti dalla volontà di chi si
era incaricato di rispondere, non abbiano concesso fino ad ora
alla sua risposta di vedere la luce. Ma abbia un po’ di tolleranza la nostra consorella, ed ella vedrà, speriamo fra poco, i
suoi desiderii soddisfatti. Sappiamo benissimo che il pio giornale vedrà in questa nostra risposta ancora una scappatoia ;
ma quello che ei oi possa vedere , c'importa assai poco ;
bensi c'importa la testimonianza della nostra coscienza, che
non v'ha parola in quanto abbiamo asserito in proposito che
non sia l'esatta verità. — L’Armonia si fa forte contro di noi
del fatto autentico, secondo essa che « quei menzogneri articoli (nel viaggio di S. Pietro) erano in parte materiali di
un’opera pubblicata in Inghilterra sulla supremazia papale u,
e di cui una traduzione italiana vendevasi nel nostro Deposito di libri religiosi, e non cessò di venire da noi annunziata, anche dopo la confutazione che ne fece VArmonia. Al
che non abbiamo altra risposta da fare che questa : che l'opuscolo cui allude VArmonia, e che vendesiinfatti al nostro Depotito, ha tanto che fare cogli articoli del signor F... quanto l'Armoma ha che fare colla Buona Novellai Cosi speriamo che
almen quest'occasione di scandalo venga tolta dinanzi la nostra
consorella. — In quanto alle ingiurie prodigate al sig. Meille
per aver egli con tanti altri preso parte alla nota sottoscrizione
a favore delVUnione, ecco ciò che c’incarica il sullodato signore di dichiarare per parte sua ai suoi contradittori dell’jlrmonia. t Vedano quei reverendi, che tante e così forti multe
hanno già dovuto pagare, per ingiuria alla sacra persona del
se, o per diffamazioni o per calunnie, di farsi multare una
volta in vita loro, per qualche nobile causa, come sarebbe
l’opposizione alla superstizione ognor crescente nella loro
Chiesa, la difesa degli ordini costituzionali che ci reggono,
quella della libertà di coscienza, ed il sig. Meille si stimerà
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fortunato ed onorato ad un tempo, quantunque da loro assai
dissenziente in fatto di opinioni, di apporre anche egli il suo
nome ad una sottoscrizione che, in tal caso, verrebbe aperta
a prò deWArmonia ».
Notizie.
Bblgio. — Opera evangelica. — I seguenti particolari sulrOpera evangelica nel Belgio sono tolti da un giornale cattolico-romano olandese :
« Esiste altresì una società evangelica belgica, la quale
mira se non a protestantizzare, tutt’almeno a scatolizzare il
Belgio. Essa è in attinenza con altre società francesi, olandesi
e inglesi ; somme ragguardevoli raccolgonsi nei Paesi-Bassi,
allo scopo di sostenera e promuovere quest’opera che è oggetto del singolare interesse specialmente del signor dottore
James aBreda, del signor ministro Vau O a Rotterdam, del
signor Deeleman a Zwoole, del signor dottore Cappadose all’Aia, ecc. Essa ha un comitato che l’amministra, alcuni membri onorarli, dei corrispondenti, ecc., nel Belgio ; eveniva appoggiata dal signor marchese d'Aoust, ora defunto. Il predicante Anet a Brusselles vi tiene il principale posto. Stando
all'ultimo rapporto, questa Società anti-belgica ed anti-cattolica
annovera 14 stazioni con 18 predicanti. A Brusselles stessa
possiede due templi francesi ed una cappella fiamminga. La
massima attività regna nel dipartimento di Charleroi ; migliaia
di Bibbie sono state vendute ; miriade di piccoli trattati sono
stati diffusi. Circa 300 bambini frequentano le scuole sedicenti-evangeliche. Conta preseniemente nel Belgio 13 scuole,
fra cui una per gli adulti a Brusselles. Ha del continuo due
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o tre colportori per le proYincie vallone, ed altrettanti per le
provinole iiamminghe. La Bibbia ed i trattatelli diffondonsi
specialmente fra gli operai delle fabbriche, più facili, atieso
il loro difetto d’istruzione, a lasciarsi accèlappiare. Questo
nuovo Apostolato evangelico ha posto in gito, dall’epoca della
sua fondazione, 500,000 copie di varii scritti. {Espérance)
Germania—Società di Gustavo Adolfo.-^ Il 15<> anniversario di questa benemerita società, istituita allo scopo di venire
in aiuto agli evangelici dispersi infra popolazioni cattoliche,
è stato celebrato a Cassel il 1 e 2 settembre p. p. Circa 300
deputati intervenivano a questa solennità, senza parlare del
pubblico, che era numerosissimo. I lavori della società acquistano ogni anno maggiore importanza, e coll’accrescersi di
questi, vanno altresì aumentandosi le entrate. Nel 1836 ammontarono fino a 381,716 fr.; cosicché durante l’ultimo esercizio furono soccorse 56 comunità di più degli anni antecedenti. Dietro l’invito della città di Leipzig, la società terrà ivi
l’anno venturo l’annua sua adunanza.
Persia. — Libertà di coscienza. — Stando ad una lettera di
Costantinopoli, in data 29 agosto, lo Schah di Persia avrebbe
proclamata l’intiera uguaglianza dei suoi sudditi maomettani,
cristiani e giudei, eia loro ammissibilità a tutte le pubbliche
funzioni. Dal canto suo il Bey di Tunisi ha compartito libertà
dello stesso genere a tutti i suoi sudditi.
America. — Scuole domenicali. — L’Unione americana delle
scuole domenicali ha tenuto la sua adunanza nel decorso di
maggio p. p. Dal rapporto venuto testé in luce, raccogliesi
che le entrate hanno oltrepassato 425,000 fr. Gli agenti della
società hanno organizzato l’anno scorso 1,800 scuole novelle,
nelle quali hanno riunito circa 80,000 bambini. Inoltre hanno
visitato ed aiutato 3,000 scuole già esistenti. L’Agenzia ha distribuito nel decorso dell'anno, libri e trattati pel valore di
888,000 franchi.
Grosso Soineiiico gerente
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ANNUNZI
LE SEGUENTI OPERE
trovami vendibili al Deposito dei Libri religiosi,
viale del Re, N" 31.
Dictionnaire des parallèles, concordances et analogies
Bibliques; un vol. in 8“..........Fr. 4 50
MONOD (Adolphe). Sermons ; première et deuxième série
formant chacune un fort volume.......» 5 50
Le Christianisme aux trois premiers siècles : séances
historiques données a Genève en février, mars et avril
1857, par MM. Meule d’Aübigné, Bungener, De Caspa i\in et Vigl’et; un fort volume in-12“ . ...» 3 50
Trois discours par M. le Comte A. de Gasparin ; un volume in-8"..............»20
Le Chrétien ou l'homme accompli,, conférences par
Bouvieb; un vol. in-12“.........» 2 50
Il ritratto di Maria nei CieU, delineato dietro i dati attinti nella S. Scrittura,- in-16®.......» 0 10
Preghiere di famiglia; terza edizione notevolmente accresciuta ...............» 0 30
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^ venuto alla luce e trovasi vendibile da tutti i Librai
L’AMICO DI CASA
ALMANACCO POPOLARE ILLUSTRATO
PER li’ASTKO
ANNO 5" DELLA SUA PUBBLICAZIONE
Prezzo cent. 25.
VAmico di Casa, uscito in luce quosl’anno più sollecila*
niente che per lo addietro, si raccomanda per nitidezza di
tipi e per una scelta accuratissima di scritti morali, descrittivi, industriali ed igienici. Esso va adorno di numerose incisioni, alcune dello quali furono appositamente eseguile
per illustrare il testo. Le moltiplicato domande, a cui non si
potè soddisfare l’anno scorso, perchè l’edizione di 6,000
copie venne prontamente esaurita, consigliarono gli Editori
di portare quest’anno il numero delle copie a 12,000. Gli
amici della libertà religiosa, che sono, la Dio mercè, numerosi in Piemonte, o tutti i padri di famiglia ai quali sta a
cuore che le letture cui mettono in mano alla loro prole
sieno castigate e mirino ad un utile scopo, abbiansi per
raccomandata la nuova pubblicazione, nella quale troveranno giustificato ad ogni pagina il titolo di Amico di Casa
Torino. — Stamperìa deU’Unione Tipogiafico-JEdilrice,