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r
ECO
DELLE VALLI VALDESI
Sp2tt.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno xcv - Num. 10 \ Eco; L. 2.000 per l’interno 1 Spedizione in abbonamento postale . I Gruppo 1 TORRE PELUCE — 5 Marzo 1965 1
Una copia Lire 48 ABBONAMENTI / L. 2.800 per l’estero 1 Cambio di indirizzo Li'"’ 50 | Ammin. Clauditma Torre Pellice - C.CP. 2-17557 |
Se^no
di eontradizione
Può sembrare quasi incredibile che
queste parole si riferiscano a Gesù
Cristo, il « mansueto ed umile di cuore », il Principe della pace. Eppure
basta riflettere un po’ per convincersi
che la verità di queste parole non ha
b o neppure di essere dimostrata,
I ppare evidente, nella na
u I sa dell’opera e dell’insegnanii' > di Gesù Cristo. Gesù dichiara
e I mence (Luca 12: 49) di non
e enuto sulla terra a metter pace,
n 1 ne; ad accendere un fuoco.
1 Parola deU’Evangelo, là dove
Cd suscita opposizione, conir 1 ostilità, inimicizia. E’ pa1 amore e suscita odio; è parola
di 'dono e provoca rivolta; è parola
d ma e provoca una esplosione di
ei. I. Alla verità si oppone la coni Iella verità che ha solo le
p l'ir/e della verità. Al sì di Dio. si
e( -appone il no dell’uomo.
mio dire che non ci sia verità del
L mj che non sia stata frain
te dagli uomini, deformata, contori 1 lierdta, in buona o in mala
1 1 ensiamo a tutte le dottrine che
Si» sorte come piante parassitiche
I ndc irbusto del Cristianesimo
e . :ie hanno portato tante divisioni
nella Chiesa. In molte confessioni e
denominazioni cristiane vi sono delle
dottrine che rassomigliano alla verità,
c nne la zizzania rassomiglia al grani, o come il fuoco dipinto sul muro
ra somiglia al fuoco vivo. Vi sono prole 1, ma vi sono anche falsi profeti:
Vi sono lupi rapaci che si presentano
in ,.‘sti di agnelli; vi sono fratelli e vi
so::»! anche falsi fratelli di cui aveva
sen do r.amaro morso.
l ili uomini vedono in Gesù Cristo
un egno di contradizione ai loro errori al loro peccato, ai loro schemi
di : ita e di pensiero e non volendo
che !.:i verità operi in loro una trasforma.'ione, ritengono che sia meglio
trasíonnare la verità e adattarla, per
quanto è possibile, ai loro gusti. Ma
ciò non è possibile, e la contradizione continua, si ripete, si rinnova in
tulli i luoghi in tutti i tempi.
Infatti Gesù Cristo è posto « per
segno a cui si contradirà » appunto
per questo : affinchè i pensieri di molti cuori siano manifestati ». Il Salvatore mette in evidenza, con la sua luce, i sentimenti occulti; toglie la maschera agli ipocriti; denuncia il vizio,
condanna la menzogna; esecra l’avarizia; dichiara guerra al peccato. Gesù Cristo ci mette davanti ad uno
specchio che ci rivela a noi stessi c
ci fa vedere così come siamo, senza
veli, senza finzioni, senza trucchi.
A mio figlio è stato regalato un
giuoco che si chiama il rivelatore
scientifico delle bugie. Gesù Cristo
vuole esercitare su di noi la stessa
azione, ma non certo per giuocare o
trastullarsi con noi e neppure per umiliarci e mortificarci, ma per salvarci.
L’opera di Gesù Cristo suscita non
una contradizione verbale o di pensiero, ma un urto, una violenza che
non ha l’eguale nella storia. Simeone
disse a Maria ; « una spada ti trafiggerà l’anima ». Anche i discepoli sono coinvolti nella violenta ostilità del
mondo contro il Figlio di Dio. Pensiamo ai martiri cristiani, agli antichi
valdesi che preferirono morire anziché
abiurare. Ma pensiamo soprattutto,
anche in questo XVII Febbraio, alla
croce che rappresenta l’epilogo cruento della opposizione e dell’odio degli
uomini contro Colui che tuttavia tende ancora le braccia verso di noi.
P. V. Pamscia
UN DILEMMA SCONCERTANTE
Esìste una pedagogìa erìstìana?
Si senete oggi parlare spesso di pedagogia
o di educazione o di metodi « nuovi », sia
nella comuoilà nazionale per la riforma della
scuola media che è diventata unica, sia nella
nostra più piccola comunità valdese per il
problema deirfetruzione secondaria alle Valli,
già trattato neirultimo Sinodo e che sarà ripreso nella prossima sesisone di agosto.
E’ un campo vastissimo e molto ci sarebbe
da dire, ma quello che ci preme è di tentare uu chiarimento su cos.^ debba intendersi
per pedagogia da un punto di vista cristiano
o più precisamente « protestante ».
L'argomento può apparire a prima vista
poco interessante o teorico : in realtà non lo è
se vogliamo iniziare una discussione costruttiva sugli argomenti pratici cui si accennava;
e ciò potrà servire persino — se il discorso
verrà continuato — per risolvere gli infiniti
problemi minuti che si presentano nelLeducazione dei nostri bambini quasi ogni giorno
nella famiglia e nella scuola.
La pedagogia
di **rottura,,
A prima vista si ciirebbe che il cristiano
non si debba troppo occupare di pedagogia.
L’uomo, infatti, senz.i Cristo è perduto; il
bambino anch’esso peccatore : non resta quindi all’adulto che annunziargli con l’esempio
e con le parole (sìa pure con il lignaggio e
nelle forme adatte alla sua età) ii (^ri.«to
risorto e attendere che il Signore operi in
lui la conversione. Non è bene opprimere il
bambino con esortazioni c consigli, convinti
come siamo che è la grazia di Dio che opera
in lui la nuova nascila. Utile invece è pregare
per i bambini e, come diceva Sant’Agostino
è meglio parlare mollo a Dio del bambino,
che al liamliino di Dio. E’ la pedagogia cosiddetta « di rottura »; l’adulto deve far si (o
deve aspettare) che :1 bambino rompa con il
pecato, per accendere alla nuova vita. Di
fronte a questa realtà, la sola che conta,
ogni sforzo pedagogici perde di valore, soprattutto nel considerare che la conversione
opera nell’uomo, come nel bambino, una
vera rivoluzione psicologici per cui l’individuo dopo la conversione può prsentare persine un carattere completamente diverso.
Pedagogia
di cultura
Accanto a questa concezione che contiene
elementi validi ve ne è un’altra altrettanto
valida a prima vista.
Il bambino è una tenera pianticella che
va curata, concimata, guidata e salvaguardata dai rovi e dalle spine che potrebbero
soffocarla (secondo il significato greco di
pedagogia = condurre i bambini; o quello
latino di « educazione » = condurre via).
Nel bambino vi sono i germi di una vita
felice ed armonica : basta scoprire ed estrarre gli elementi buoni che sono in lui per
farne un uomo. E’ la concezione che da
Rousseau in poi ha dominato il pensiero pedagogico moderno. 11 nostro è stato chiamalo « il secolo del bambino » perchè mai come
ora il bambino è stalo al centro delle ricerche e delle preoccupazioni degli psicologi, degli scienziati, degli economisti (e mai come
ora il bambino si è trovato in condizioni dì
vita così sacrificate ' inadatte: basti pensare al gran numero ili « figli unici », alla ristrettezza degli alloggi e al lavoro di ambedue i genitori fuori casa).
(,)ne.slo dilemma è sconcertante perchè pone un’alternativa cIl pare veramente inconciliabile: pedagogia ic di rottura» o pedagogia di cultura? Predicazione, anche al bambino. della « miseria dell’uomo senza Dio »
e della salvezza per fede, o pedagogìa umanistica che considera Puomo come centro del
Si vuole iniziare un dialogo,
tentare un chiarimento,
per una buona intesa
creato, essere educabile e meraviglioso, come dimostrano le straordinarie vette da lui
raggiunte nel campo dell’arte, della scienza
e dei pensiero?
Alcuni teologi hanno fatto dei tentativi
per conciliare le tesi opposte. Un recente
tentativo è quello di René Voeltzel, professore alla facoltà di Teologia di Strasburgo in
due libri dottissimi, molto documentati, vera
miniera di giudizi e indicazioni su altre opere da consultare sia nel campo psicologico
sia in quello deirislruzione religiosa (1).
Non staremo ad esporre le sue considerazioni, nè i tentativi da lui fatti per conciliare
le due concezioni perchè il discorso sarebbe
lungo e complesso.
Creazione
e liberazione
Vorremmo invece esporre qui qualche
idea personale nel tentativo dì dare una motivazione chiaramente evangelica aH’attivUà
dell'educatore, indipendente, almeno in parte. dalla via indicata dal Voeltzel che si
preoccupa piuttosto di confutare e comporre
le due concezioni suesposte.
Il bambino, al momento della nascita, non
(1) René Voeltzel: Petite Pédagogie Chrétienne pour la fin du XXe siècle, Taizé 1960;
id. Education et Révélation, Introduction
aux problèmes de la pédagogie chrétienne,
Paris 1960.
PREPARIAMOCI AL CONGRESSO - 5
Il problema organizzativo
Anche dal punto di vista organizzativo ii NUOVO' Testamento non ci dà
un modelio Asso e stabiiito, da copiare punto per punto ; la visione evangelica della realtà ecclesiastica è assai
complessa e può articolarsi in tre linee principali:
— L’ecclesiologia degli scritti di Luca e deUe Epistole Pastorali;
Luca mette in rilievo ia continuità
della chiesa col popolo di Israele, e
sottolinea il fatto che la chiesa è continuamente guidata dallo Spirito di
Dio verso nuovi sviluppi, nuove prospettive di azione (basta leggere, in
proposito, il libro degli Atti). Ma proprio perchè è chiaro che la chiesa è
tenuta insieme dalla libera e varia
continuità del piano di Dio, non c’è
bisogno di nessuna forma istituzionale o gerarchica per assicurarne la
coesione.
La forma istituzionale appare invece nelle «Letture Pastorali» (Timoteo e Tito) : qui la chiesa locale ha assunto una ftsio'nomia paragonabile a
quelle nostre attuali comunità, e la
continuità col passato della chiesa
comincia ad avere un certo peso : i
ministeri tendono a trasformarsi in
cariche, la chiesa stessa comincia ad
essere parzialmente introversa.
— Ecclesiologia degli scritti di Giovanni :
Se Luca e le Pastorali mettono in
rilievo gli aspetti istituzionali della
chiesa, Giovanni ne mette in rilievo
gli aspetti individuali ; « Dato che tutsono già avvenuti nella vita, morte e
risurrezione di Gesù, tutto si concentra nel presente della predicazione ;
il contrasto non è più tra passato e
presende, ma tra fede e incredulità;
non più tra Israele vecchio e nuovo,
ma fra mondo' e chiesa. Questa concentrazione nel presente annulla praticamente l’idea di tradizione e di
vita della chiesa nel tempo, e tende a
porre in primo piano il rapporto individuale con Cristo».
Le immagini del gregge, della vite e
dei tralci ci ricordano che il credente
è direttamente unito a Cristo, senza
mediazioni. Nelle epistole giovanniclie viene evitato il rischio che questa posizione scivoli in un individualismo puro e semplice: la coerenza
con l’insegnamento aposiolico e l’amor
fraterno stabiliscono dei saldi limiti
all’esperienza individuale.
— L’Ecclesiologia delle grandi Epistole di Paolo:
Prese isolatamente, le due precedenti posizioni potrebbero condurre
l’una in direzione del cattolicesimo.
l’altra in direzione dello spiritualismo individualistico. Ma l’equilibrio
tra queste dverse posizioni, tra la libertà dello Spirito e l’ordine delle comunità è mantenuto nelle grandi epistole paoliniche:
« Per Paolo non è la storia del piano di Dio in sè che rende ia chiesa
tale. La chiesa è un evento, un avvenimento : essa viene ad essere là dove si manifestano grazia e fede. Ma
la chiesa non è un fuoco d’artifìcio,
ora qui e ora lìi: essa è tenuta assieme dalla fedeltà di Cristo e dalla continuità dei doni spirituali.
Il segno distintivo della chiesa è
la fede; mediante essa i credenti diventano corpo di Cristo, cioè il luogo
in cui i benefìci della morte di Gesù e
la Signoria del Risorto operano ».
Questo fatto conduce ad una importante precisazione : ia parola « Corpo di Cristo » non è una affermazione
ecclesiologica, bensì cristologica; essa cioè significa ciò che Cristo fa sd
è per le chiese, e non viceversa; essa
si riferisce alla comunità locale e non
può essere applicata ad una molteplicità di comunità per indicare la loro
posizione in una « chiesa universale » ;
essa descrive il dtritto di Cristo di regolare e usare la sua chiesa e non viceversa; essa esclude ogni sacramentalismo e misticismo della chiesa, poiché l’unico « sacramento » per Paolo
è la morte di Cristo ». « Essere memmbro di Dio significa udire la Parola
di Dio, credere, essere giustificato e
vivere secondo essa».
Fatta questa precisazione, si può affrontare il problema organizzativo vero eproprio.
Anzitutto è chiaro che nel Nuovo
Testamento la parola « chiesa » indica normalmente la comunità locale, designa spesso l’universale comunione dei credenti, ma non indica mai
un raggruppamento di chiese locali;
l’uso moderno di chiamare « chiesa »
l’insieme di comunità cristiane d’una
data regione (« Chiesa d’Inghilterra,
di Svezia») o d’una data tendenza
dottrinale («chiesa luterana, riformata, ecc ») non ha radici nel Nuovo Testamento: il concetto di Chiesardenominazione «è uno sviluppo di quel
fenomeno di rottura delTunltà cristiana che localmente se era già verificato nella comunità di Corinto ».
IL GOVERNO
DELLO SPIRITO
In secondo luogo, poiché la chiesa
universale è invisibile (e oggetto di
fede, come dice il Credo), la pienezza
della realtà spirituale della chiesa si
manifesta so’lo nella comunità locale.
Essa non potrà perciò mai essere considerata semplicemente come un « distretto amministrativo» di un ente
ecclesiastico superiore: la chiesa loca
le è pienamente chiesa non malgrado , ma a motivo della sua limitazione geografica e storica: è l’incontro
degli uomini credenti, il luogo della
loro comune azione cristiana.
Tuttavia la testimonianza del Nuovo Testamento non ci mostra un pulviscolo disordinato di chiese locali,
slegate le une dalle altre e assolutisticamente indipendenti : esistono
chiare tracce d’un tenace sforzo di
collegare le vaarie comunità, ed anche di decisioni prese in comune da
assemblee vincolanti un gran numero di comunità.
Dobbiamo per questo necessariamente dire che il Nuovo Testamento
offre le pezze d’appoggio sia per )a
tendenza congregazionalista che per
quella presbiteriana o episcopale? Non
si tratta tanto d’una differenza di
tendenze quanto d’una distinzione di
competenze: sulle questioni relative
alla testimonianza ed all’azione locale, è la comunità locale che decide
nella pienezza della sua dignità di
chiesa «autonoma», cioè di chiesa
matura e capace di assumersi le sue
responsabilità di fronte al mondo ;
ma sulle questioni di carattere generale le chiese locali sono vincolate
all’obbedienza a decisioni prese in comune con le altre chiese (cfr. Atti 15).
Tuttavia questa distinzione di competenze non si trasforma mai, nel Nuovo Testamento, in una gerarchia di
poteri, nè in un rigido meccanismo
organizzativo: la tentazione del «potere », cosi rovinosa nella storia della
chiesa, è combattuta dalla visione del
Vangelo, in cui il criterio primo delle
decisioni è la voce dello Spirito : « La
chiesa si governa adeguatamente
quando si lascia governare dallo Spirito Santo, ascoltando coloro a cui lo
Spirito parla». Sotto questo profilo il
consueto uso protestante di avere
delle cariche collegiali e limitate nel
tempo, non ha una funzione semplicemente « democratica », come troppo spesso si pensa: il fatto di avere
cariche collegiali, elettive e limitate
nel tempo è un metodo importante,
perchè mette meno ostacoli alla voce
dello Spirito, perchè rende più facile
alla chiesa ascoltare coloro attraverso i quali di volta in volta lo Spirito
parla. g. b.
è, nè fisicamente nè psicologicamente tutl^
costruito o completo e tantomeno autonomo
e indipendente come lo sono invece i piccoli
appartenenti alle specie animali inferiori (i
pesci, ad esempio). Il bambino invece ha
bisogno di cure materiali assidue e di amore intelligente e disinteressato per molti anni.
Difettando le cure materiali il bambino muore; ma anche se manc,a l’affetto materno nei
primi anni di vita u bambino ne avrà un
danno grandissimo, sarà incompleto psichicamente e socialmente. La pedagogia può
essere quindi considerata a buon diritto il
necessario prolungamento della procreazione,
fino al momento in cui il giovane sarà autonomo economicamente e nella sua personalità : essa è quindi un vero e proprio atto
creativo. Ecco perchè l’attività educativa ci
appare un dovere primordiale per i genitori.
Mettere al mondo dei figli, ma non aperli
educare e prepararli alla vita è come metterli al mondo a metà.
La pedagogia può essere inoltre considerata come un’opera .ii liberazione. Il bambino, abbandonato a se stesso, diventa schiavo
dei suoi capricci, dei suoi desideri tutti racchiusi nel momento presente e nella soddisfazione delle voglie momentanee, diventa
schiavo della sua volontà peccatrice (se non
perde addirittura la vita per disattenzione,
sia in modo repentino a causa di una disgrazia, sia per malattia quale conseguenza del
cattivo uso che egli fa del suo corpo) e rischia di decadere nell'mumano, nella pura
bestialità. Lina educazione rettamente inte.ia
può quindi liberare il bambino dalle disastrose conseguenze del peccato e renderlo
non schiavo, psicologicamente autonomo,
umano.
Le motivazioni
teologiche
L'attività educativa ci appare quindi non
solo doverosa, ma anche teologicamente ben
motivata, svolgendo un'azione di conservazione al pari di quella svolta dallo Stato (o
daUa medicina) che secondo la migliore ortodossia protestante compie una funzione legittima e precisa (vedi Romani, cap. 13: 1-T).
Essa sarebbe quindi rivolta assai umilmente alla formazione e alla conservazione dell’uomo naturale, oltre che ad essere un
aspetto dell’ordine divino « crescete e moltiplicate ».
Sin qui la concezione pedagogica cristiana
può camminare a fianco di quella dei pedagogisti « laici » perchè i punti di contatto
nell’azione pratica sono numerosissimi. (Va
però fortemente sottolineato che le <c motivazioni » per il cristiano e per il laico sono
molto diverse).
Ma l'educatore cristiano evidentemente non
può considerare il suo compito terminato
qui. Sì apre infatti una ulteriore e più importante prospettiva, che pur intrecciandosi
strettamente alle due precedenti funzioni
educative, ne è in realtà la sua anima e la
sua luce. Si tratta del « testimoniare » del
« comunicare » Dio ai bambino, dell’« annunciare » la Rivelazione : ciò comporta un
impegno di preghiera e di vita cristiana da
parte deH educatore e un impegno sul piano tecnico didattico ; poiché infatti Dio ci
parla oggi concretamente attraverso la Bibbia, cioè per mezzo di una raccolta di opere
letterarie, ne deriva per noi la necessità di
rendere il bambino capace di comprendere
queste opere letterarie, cioè di operare sul
piano di una istruzione biblica. Non crediamo possa esistere un’educazione cristiana
che non sia fortemente centrata sulla Bibbia: siamo altresì convinti che non si può
amare e non si può credere in Dio senza conoscerlo, senza comprendere bene la lingua
con cui Egli si rivolge a noi.
Quale
pedagogia ?
Tentiamo ora di riassumere e di rispondere ora all’interrogativo che abbiamo posto
nel titolo : una pedagogia cristiana esiste e
ha una sua motivazione evangelica, autonoma e indipendente dalla pedagogia laica, anche se — come si è detto — i punti di contatto nell'azione pratica sono numerosi (creazione, liberazione).
E sui dilemma tra pedagogia « di rottura » e pedagogia di cultura quale risposta
si può dare? Evidentemente sono entrambe
da rifiutare nella loro formulazione teorica e
assoluta. La pedagogia « di rottura » è in
pratica la negazione stessa di ogni pedagogia
anche se contiene delie « idee-forza » da tenere costantemente presenti. La stessa pedagogia di Dio nei riguardi del popolo d’Israele
è stata solo in rare occasioni una pedagogia
« di rottura ».
SEGUE
IN SECONDA PAGINA
2
?ag. 2
N. 10 — 5 marzo 1565
c
TRIBUNA LIBERA
Il cristiano e la guerra - 7
IN OCCASIONE
L’obiezione
e la disobbedienza cristiana
del XVII Febbraio
La Conferenza
del I Distretto
Di fronte alle violenze, alle uccisioni, alla
guerra, alla sua preparazione attraverso il
servizio militare, pochissimi prendono una
posizione di netto rifiuto (obiettori di coscienza ed altri); pochi, dovendo in ogni
caso scegliere, cercano di salvare il salvabile; la maggior parte si adatta e ritiene il
tutto, guerra compresa, come cose ed avvenimenti « inevitabili ». In questa serie di
« pensieri », incompleta, come si è più volte
ripetuto, vorremmo semplicemente rivendicare la libertà d’opinione e di giudizio che
in modo particolare i cristiani (pacifisti e no)
sono chiamati ad avere nei confronti dello
Stato, dell’istituzione militare, della violenza e della guerra.
Tutti i cristiani sono d’accordo, in teoria,
che allo Stato non si debba un’obbedienza
assoluta ed incondizionata. Anche la teologia, sul piano teorico, riconosce che « vi è
qualche caso » nel quale il credente non ha
altra scelta che resistere allo Stato rifiutandogli l’obbedienza. Ma sarebbe forse assai
arduo ricercare nella teologia indicazioni
{»recise e chiare sulle condizioni esatte nelle
quali il cristiano ha il diritto (senza parlare
di dovere!) di disobbedire allo Stato. In realtà la cristianità è retata e forse ancor oggi,
in un certo senso, è sottomessa allo Stato;
vi sono pochi veri cristiani in prigione « per
la causa di Cristo ». Nelle nostre comunità
colui che rifiuta l’obbedienza a certe leggi
dello Stato, perchè ritenute cristianamente
inaccettabili ed ingiuste, viene ancor spesso
additato come oggetto di scandalo; il suo rifiuto d’obbedienza (ad es. quello citato dall’obiettore di coscienza) è così insolito che
ancor oggi certi cristiani hanno l’impressione che il cristianesimo stesso sia colpito e
danneggiato, messo in ridicolo da questo gesto rivoluzionario. D’altronde le reazioni alla
disobbedienza del cristiano, da parte del protestantesimo che sostiene il patriottismo, ci
rivelano ed indicano gli elementi estranei all’Evangelo di Cristo. Non possiamo del resto
affermare semplicemente — come scrive il
Leenhardt — che « ...i cristiani si sono sottomessi allo Stato, perchè questi comandava
e non si poteva fare a meno d’ubbidire. Non
sempre è stato esaminato dai credenti, se
l’autorità che li comandava, solo per il fatto
di essere in possesso del potere, aveva il diritto dì abusarne e compiere atti illegittimi. (...)
Vi sarebbe nella cristianità la possibilità di
sfuggire al controllo dello Spirito Santo, per
vivere secondo una legge estranea alla fede
in Cristo? » (1). Si obietterà che teoricamente tutti i cristiani sono d’accordo che
lobbedienza allo Stato non deve essere illimitata. E quest’obiezione nasce forse da alcune considerazioni suH’argomento a cui ora
in luogo di tendere alla predicazione della
giustizia, tende ad apprimerla. Anche allora
però i cristiani non dovranno rifiutare niente allo Stato di quanto è a lui dovuto come
rappresentante del diritto pubblico e come
portatore dell’ordine » (4).
Per Barth, dunque, l’obbedienza del cristiano cessa solo quando lo Stato limita ed
ostacola la libertà della predicazione evangelica. Ma anche dall’interpretazione barthiana
sorgono alcuni interrogativi : a) a partire da
quando, possiamo considerare che lo Stato
opprime la libertà di predicazione? b) quali
sono le condizioni minime di libertà, di parola, d’azione e di culto che la Chiesa può
rivendicare come normali? c) in quali casi
si può dire che si ostacola e si vieta la predicazione?
Pare quindi che un criterio strettamente
religioso non sia sufficente a delimitare l’obbedienza e la disobbedienza. Si è parlato
spesso anche di un criterio morale. Rileggendo la Confessione di fede della Rochelle,
di Calvino, e il suo catechismo del 1537 ci
si accorge di come il riformatore senta la
necessità di un criterio etico-religioso per la
scelta cristiana della disobbedienza allo Stato.
Più recentemente, la Conferenza Ecumenica
di Oxford prc clama « ohe l’obbedienza c
la disobbedienza della Chiesa allo Stato è determinata dalla misura con cui lo Stato agisce chiaramente contro i comandamenti dì
Dio » (5). Ci si chiede se l’individuo, il singolo credente è allora il solo giudice di ciò
che è contrario alla legge di Dio. Lo è infatti se egli fa della Parola di Dio il metro,
il criterio di scelta tra l’obbedienza e la disobbedienza allo Stato, nei singoli casi.
Non vi sono forse nella Bibbia espliciti
riferimenti e chiare indicazioni agli atteggiamenti ed alle scelte che deve operare il
cristiano nei rapporti con lo Stato? « Gli ordini dati dallo Stato — scrive il past. Lasserre — permangono sotto il giudizio di Dio
e della Parola ed un cristiano non ha solo
il diritto, ma anche il dovere di disubbidire,
quando avrà maturata la convinzione, fondata sulla fede e verificata se possibile da
fratelli della comunità, che obbedendo allo
Stalo egli disobbedisce a Dio e rinnega Gesù.
Lo Spirito Santo non può parlare in maniera contraria alla Scrittura; è proprio nella
Parola che il cristiano dovrà cercare gli eleme:-itì della sua convinzione interiore » (6).
Possiamo forse cercare di fissare alcuni
punti in merito a questo problema secondo
uno schema suggerito dallo stesso Lutero (1):
a) se lo Stato non viola la legge di Dio (nelle attività e negli ordini) la Chiesa assume
un atteggiamento di '’sottomissione vigilan
te”; bl quando lo Stato viola l’ordine e leggi
di Dio, la Chiesa sarebbe infedele al proprio
ministerio se non protestasse chiaramente^ ricordando allo Stato che la sua funzione è
anche quella di essere al servizio di Dio per
il bene degli uomini; tale protesta può significare rivolta nonviolenta passiva od attiva,
ecc.; c) quando lo Stato, oltre a violare la
legge di Dio, ordina ai cittadini, quindi anche ai credenti, di partecipare personalmente a questa violazione, la Chiesa ed i cristiani devono disobbedire allo Stato rispettosamente, ma decisamente, apertamente e
chiaramente. E’ a tale prezzo che si misura
la fedeltà e la testimonianza a Gesù Cristo!
Naturalmente sarebbe auspicabile che la
Chiesa, come « comunità di credenti », si
pionunciasse apertamente per questi o
per altri criteri di giudizio, come è già avvenuto in qualche caso senza che il credente isolato debba affrontare singolarmente il
problema e la lotta (8).
Anche quest’anno, puntualmente, nelli
ricorrenza della Festa di Emancipazione dei
Valdesi, la Direzione, gli Impegati e le
Maestranze delle Officine Meccaniche RIV
di VMlar Perosa, hanno recalo agli orfani,
vecchi e malati dei nòstri Istituti di beneficenza il tangibile segno della loro solidarietà concretatosi nella sottosirizione d,»
L. 282.330.
AirAsilo dei Vecchi di S. Germano Chisene, il Titolare, il Dr. Gulermann, Impiegati e Maestranze del Cotonificio V. Wde
mann, hanno elargito la somma di L. 71.00o
per offrire agli ospiti anziani dell’Istituto
di Riposo il tradizionale « pranzo ».
Noncslanle le diffiooltà che la eolletiivita delle Valli attraversa, le sottoscrizioni
promosse nei due Stabilimenti con il concorso delle rispettive Direzioni, hanno raggiunto una somma ragguardevole e perciò
tanto più apprezzante.
La Commissicne degli Istituti Ospitalieri
Va’desì, riconoscente e sensìbile alla rinno
vaia solidarietà espressa, con la consueta
generosità, dalla Direzione delle Officine
Meccaniche RIV di Villar Perosa, del Titolare del Cotonificio V. Widemann, da
Impiegali e Maestranze tutte dei due Stabilimenti, ringrazia sentilamente.
La Conferenza Distrettuale delle
Chiese delle Valli è convocata per
Domenica 14 Marzo, alle ore 14,30
nei locali della Chiesa di S. Secondo,
con il seguente Ordine del Giorno:
1. Esame e discussione delle risposte
al formulario ecclesiologico dei
documenti preparatori.
2. Elezione di 21 laici e 14 Pastori
quali delegati del I Distretto al
Congresso Evangelico di Roma.
Quanti si interessano a questi problemi sono invitati ad assistere ai lavori della Conferenza.
La Commissione del I Distretto
uliiiuiiiiimiiiKiiiimiimiiiiimiiiiimiiiinmiiii
Esiste nii!i pedagogia
cristiana ?
Nel terminare questa serie di « appunti »
sul « Cristiano e la guerra », vorrei ripetere
che essi non sono nati dal desiderio di esporre il pensiero di un pacifista, ma piuttosto
dal desiderio e dalla certezza della necessità
di iniziare o tentare una discussione tra i
cristiani evangelici, su un problema che personalmente ritengo oggi, nell’era della possibile distruzione totale termo-nucleare della
umanità, di vitale importanza.
p turin
Il Presidente
A. Armand-Hugon
CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA
RICORDANDO
Ernesto Meggioni
(1) F. J. Leenhardt: Le chrétien peut-il
servir VEtat? - pag. 7 - Ved. anche CullMANN : Dio e Cesare - Ed. Comunità.
(2) Calvino: Liberté des cultes ■ ed. 1852,
pag. 363.
(3) CULLMANN : Royauté, pag. 26.
(4) K. Barth : Justice, pag. 38 (Foi et Vie,
Cahier biblique).
(5) Ved. resoconto Conferenza di Oxford:
(Tâche) pag. 154.
(6) J. Lasserre: op. cit., pag. 145.
(7) Ved. StrohI:: Substance, p. 363.
(8i Cosi infatti avviene nei casi degl;
« obiettori di coscienza », per gli stati nei
quali Tobiezione non è riconosciuta ed il
credente è messo in prigione come un comune delinquente: o come nei casi della
lotta nonviolenta alle leggi ingiuste (ved. ad
esempio Gandhi, Vinobha, Dolci, e recentemente il past. battista M. L. King, la cui
lotta è stata spesso incompresa ed ostacolata
dagli stessi pastori lIì altre chiese evangeliche).
Il 15 febbraio in Lugo (Ravenna),
dove si era da alcuni anni trasferito, è
serenamente entrato nella pace del
suo Signore, il professore Ernesto
Maggioni, docente di storia e filosofia nel Liceo di Lugo, libero docente
ii filosolia all’Università dì Perugia.
Fu membro fedele della Chiesa Valdese di Genova e collaboratore apprez
r^ato della Chiesa Metodista di Bologna.
Pur nelle grandi sofferenze e nella
piena consapevolezza della imminente conclusione dei suoi giorni, si è
mantenuto sereno e spiritualmente
forte, mostrando in se stesso la validità della espressione Paolina: « Rin
graziato sia l’Iddio che ci dà la vittoria per mezzo del Signor Gesù Cristo »
(I Corinzi XV: 57).
La figura di questo studioso evangeìico sarà ricordata più ampiamente
n uno dei prossimi numeri del nostro
giornale.
La pedagogia di cultura (cui si Ispirano i
Gesuiti, almeno sul piano pratico) affonda
le sue radici in una concezione umanistica,
paganeggiante; è in contrasto con la Rivelazione ed urta anche con il buon senso, fatto
evidentemente soprattutto nella nostra era.
La pedagogia cristiana è quindi, secondo
noi, una pedagogia che ha davanti a sè lui'o
l’uomo e tende alla creazione, ìiberazion ■
conservazione dell’uomo naturale ed è nei
tempo stesso una pedagogia di lestimoniin za, di comunicazione, di annuncio. ComiDio, durante tutta la travagliala esister^ .■
del suo popolo dTsraele ha usato sia la in
rale retributiva mirante alla conservazio
(« Se mi sarai fedele ti libererò dai iiemit = >
e viceversa), sia Tamore che previene, iJ
no gratuito (il giardino di Eden, la chiamel.ì
di Noe, di Abramo, Tuscita dalTEgitto. a
Rc^lenzione in Gesù Cristo), sia rannuin
del nuovo Regno di Davide e del Regno e ;
Cieli, così anche Teducatore cristiano inti.
cera nella sua azione educativa questi dive’;
motivi, tenendo conto sia dell'uomo natura
sia deirannuncio della salvezza e della Ni
va Gerusalemme.
Lo scrivente è impegnato in una attui..;
pedagogica pratica in uno dei nostri islilu::
Sarebbe interessante ora udire sulle coloni •
di questo giornale la voce di un teologo. « i
qualche insegnante e quella dei genitori (a-:'
che in semplici « Lettere al Direttore n) al; i
scopo di iniziare uno scambio di idee di ( i i
si parlava al principio.
Franco Girardei
iimmiiimiiiiiiKii
accenniamo, tratte dal pensiero dei past. Lasserre (cfr. op. cit. pagg, 134 - « li limite delTobbedienza cristiana allo Stato »).
a) E’ assai difficile fare astrazione dalla fiera risposta evangelica ed apostolica : « bisogna ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini ».
b) E’ assai difficile per la cristianità rinnegare formalmente i gloriosi martìri del
suo passato, che hanno preferito la lotta, le
uccisioni fratricide, la guerra, piuttosto che
sottomettersi alle autorità politiche del tempo.
c) Pare assai difficile conciliare il postulato dell’obbedienza assoluta allo Stato, con
la dottrina dell’insegnamento fondamentale
della sovranità di Dio, dottrina professata
dalle Chiese Evangeliche Riformate.
Ma naturalmente a queste considerazioni
altri aggiungono che oggi lo Stato non chiede al cittadino che sia contrario all’Evangelo, e siamo sicuri che obbedendo allo Stato
obbediamo a Dio; anzi, in certi casi, disobbedire allo Stato è considerato ribellarsi a
Dio stesso.
Anche Calvino aveva espresso questo concetto che « lutti devono ubbidire ai magistrati fin tanto che questi non comanderanno nulla contro Dio » (2). Ma perchè la testimonianza del cristiano, che disobbedisce
allo Stato, sia autentica predicazione, bisogna
che la sua protesta non neghi Tautorità dello
Stato, ma si accontenti di affermare che la
autorità suprema per il cristiano non può
essere che quella di Dio, sotto il cui giudizio, tra l’altro, si trova anche lo Stato. Ma
qual’è il limite della disobbedienza per il
cristiano e dove inizia il momento a partire
dal quale è invece lecita e legittima? Anche
su questo punto, proprio per la difficoltà di
una risposta, sarebbe auspicabile la discussione dei lettori. Forse regna, anche nel cristianesimo, una certa confusione o comunque la mancanza dì una chiara indicazione
sul problema. Si è sentito parlare di condanna allo Stalo totalitario, allo Stato che non
concede libertà di pensiero, di culto, ecc. Ma
quali sono i limiti precisi? Sono state azzardate e tentate alcune risposte e si è detto:
« nel dubbio si deve ubbidire allo Stato! »
Si è anche ripetuto che la disobbedienza allo
Stato crea il disordine, mentre la Chiesa deve difendere l’ordine. Ma non crediamo sia
possibile attenersi ad un criterio astratto.
Altre correnti sostengono di cercare un criterio nel contenuto stesso della missione affidata da Dìo allo Stato, oppure nella nozione
del bene che ha o può avere lo Stato; ma
per il cristiano, un criterio che non è fondalo e basato sulla Scrittura, può essere valido? Il prof. CuUmann accenna a criteri religiosi, reclamando c(»me limite il momento
in cui lo Stato divinizza se stesso e cade nella
deificazione (3). K. Barth prevede che lo
Stato si possa opporre a Dio e sembra indicare questo limite come il criterio che deve
adottare il cristiano per decidere della sua
disobbedienza; « ...in nessun caso — scrive
Barth — essere sottomessi può significare che
la Chiesa ed i suoi membri devono dare la
loro libera approvazione alle intenzioni ed
iniziative del potere dello Stato, se questo.
CACCIA e PESCA
1 « bravi » dicono
11 rosso pellegrino non s'ha da lare
Chissà se il vicepresidente Nenni, sentendosi chiamare al telefono dal Vaticano, al
momento di imbarcarsi a Fiumicino alla
volta di New York, avrà previsto sorrìdendo l’ondata di barzellette che quella telefonala avrebbe sparso in tutta Italia, o oltre
Iniprevlstì e oneri del mestiere. Del resto,
ci rallegriamo sinceramente che nella no
s'.ra Italia 1965 il pontefice romano e il socialista vicepresidente del Consiglio possano usarsi reiciprocamente gentilezza e cordialità; non è affatto la telefonata che ci
lascia perplessi, essa anzi rientra perfeUamente nel quadro.
Quello che invece ci lascia molto perlesssi, quello che non comprendiamo assolutamente è che un uomo come Pietro Nenni
abbia lascialo il nostro paese — e nel momento che esso, e in particolare il governo,
sta attraversando! — per assolvere quale
impórtame missione? per rappresentare
rilalia (anche con una propria relazicnei
al convegno indetto al Palazzo di vetro delrONU sulla « Pacem in lerris », promosso
dal Centro internazionale per gli studi democratici per commemorare Tenciclica di
Giovanni XXIII. Pur essendo sempre s ala
impegnato neH’azione politica, Nenni c
un uomo ¡politicamente colto: non può
quindi non essergli chiaro il carattere generico, superficiale e quindi irrilevante che
in ramno socio-economico-polìtico ha la
veramente troppo decantata enciclica giovannea (come del resto la « Mater et Magislra »'; a suo tempo rilevammo, poi, la
sua povertà di fermenti e accenti autenticamente cristiani. Ribattezzandoli cattolicamente e piegandoli dolcemente nei propri
schemi e nel proprio sistema, Roma nel
suo ’’aggiornamento” sita da tempo incamerando valori umani e sociali senza averTi
sofferti, senza aver lottalo per essi, anzi
spesso avendoli combattuti; ora che sì sono largamente imposti li accetta, ma in
una nuova forma di impierialismo: se ne
alleggia madre e maestra.
Il cotloUcesimo: «religione dell’ONU ».
così è stato definito. C’è da chiedersi se
questa definizione polemica non trovi una
conferma nell’attuale convegno al Palazzo
di vetro, che riunisce uomini di culture e
religiosità diversissime (purtroppo anche
il nostro teologo protestante nordamericano Paul Tillich; ci auguriamo che la valuta
zione positiva che i nostri quotidiani gli
atlri'buiscono senza sfumature, sia una ro
sea deformazione) intorno ai « valori » che
l’enciclica giovannea presenta, rivendicandosene esplicitamente o tacitamente la paternità o almeno la retta interpretazione.
Pietro Nenni non si rende conto che il suo
viaggio si iscrìve in una traiettoria che già
ha toccato Gerusalemme e Bombay? e se
se ne rende conto, gli pare accettabile? In
questo caso ci sarebbe da cliiedersi se, anche neH’attuale clima di centro-sinistra, di
dialogo fra cattolici e marxisti, di apertura
a sinistra, la massa dei socialisti volerebbero ancora contro l’art, 7 della Costituzione,
cioè contro il Concordalo; e se anche lo
facessero, quale ccntenuto avrebbe allora
ì loro rifiuto? Anche ai politici si è in diritto di chedere di conoscere e comprendere
la coerenza dogmatica della chiesa con cui
flirtano. Processo alle intenzioni?
« Il Vicario » apparità sulle scene italiane? La tentata rappresentazione, in forma
privata e su inviti ristretti, da parte della
compagnia di Gian Maria Volontè, impedita come sì sa dall’intervento della polizia
su decisicne della Questura deH’urbe. è stala portala in Parlamento. Il senatore Trabucchi ha risposto alle interrogazioni di
(•clero che deploravano l’intervento della
polizia come dì coloro che proiestavan >
contro il fallo che il divieto era stato motivalo. formalmente, con la situazione del
locale di rappresentazione; comunque, per
quest’ullima protesta, il prefetto dì Rema
aveva confermalo il decreto della Questura chiarendo che la vera motivazione era la
difesa del « carattere sacro » della città,
tutelalo dal Coinordaio.
Formalmente, In positizioni delle autorità
Vaticano - Fisco: 1-0
« L^Espresso » (n. 7, 14 febbraio ’65) recava a caratteri cubitali: «11 più grande
evasore d’Italia — 11 Valicano ha sottratto
al fisco lo miliardi di tase in tre anni ». Alla fine del 1962, dono, un’accanita balla
glia parlamentare, veniva approvata le legge sulFìmposia redolare, una nuova disciplina sulla nominatività dei titoli azionari
e nel sistema di riscossione deirimposla
sugl' utili, tale da rendere più difficiU
l’evasione fiscale. Nel dibattilo alla Camera
un parlamentare de aveva presentato un
emendamento, che esentasse da quest’imposta tulle le azioni di proprietà della S.
Sede. Benché remendamento non sia passato, il Valicano e più precisamente il segretario di Stato card. Cicognani, l’ha consideralo per buono, e non ha finora pagato una
lira: 10-15 miliardi all’anno, circa 40 miliardi di arretrati, già il privilegio del nipote di papa Racell, don Gitilio Pacelli e
del conte Stanislao Peccì pronipote di Leone XllI, evasori fiscali con il benestare
dell’allora ministro delle finanze Giulio An
dreotti, si è esteso a macchia d’olio; a parte
la perdita netta del fisco, osservatori fanno
notare che nulla può impedire che, specie
in momenti di congiuntura, titoli d’ogni
genere emigrino in Vaticano, facendone una
ben pù comoda e vicina «-Svìzzera»! Finora, comunque, si trattava di una manovra dì sottogoverno. La segreteria di Stato
vaticana ha seguilo con estrema sagacia le
evoluzioni della politica governativa italiana, in questi anni. Ora si apprende che dietro bene individuabili pressioni — ìl
presìden e Mero, che aveva già presentalo
per l’approvazione del Cosiglio un decretolegge suiresenzione vaticana, ricevendone
un rifiuto socialista (Giolilti era allora al
Bilancio), toma alla carica La legge 1773 è
in attesa. La decisione sarà d’importanza
primaria: assai al di là della pur considerevole entità dell’evasione, conia la rìaffermazìone o Tabdicazione della laicità dello
Stalo. Il 7 febbraio « L’Osservatore Romano )> scriveva: « Non bisogna avere nessuna esitazione a condannare l’evasore fiscale (ionie igravemenle responsabile di fronte
alla comunità di cui fa parte, godendone i
benefici, e colpevole davanti a Dio, principio e fonte dì ogni legittima autorità ». Lo
Stato italiano non avrebbe una legittima
autorità? oppure anche la S. Sede « tutti sono uguali, ma cì sono alcuni più uguali degli altri »? Che poi a questi traffici si mescoli il nome di Dio, è cosa (he rivolta furiosamente: sono i principi della chiesa che
la fanno « madre e maestra » di evasione fiscale e sono loro che mandano, alle Nazioni Unite, il verbo della «pace in terra»:
non si accorgono di essere un fermento disgregatore della società umana, una fonte
di discriminazione?
è ineccepibile; e ha veramente diritto
protestare soltanto chi il Concordato no';
l’Ila voluto, e a tempo debito ha votali
coereniemente. Sul piano politico — lasciando da parte l’idiozia criminosa dell'
bombette sotto le mura valicane — non c'è
che da insislere, a costo di arresti, processi, sequestri, in manifestazioni pubbliche (rappresentazioni, pubblici dibattili,
ecc.) che tengano vivo neiropinione pul>blìca e approfondiscano il senso di quamn
sia spurio ¡1 Concordato valicano-fascisla.
in seno alla nostra Costituzione. E’ uno dei
casi in cui bisogna accettare d essere fuori
della leggi? affinchè la legge diventi più
giusta.
E’ comnieveiite, d’altra parte, l’altaiaamento del cattolicesimo uffiiciale all’ispirazione letterale del canone costituzionale (o
almeno del suo vero cuore, il Concordato,
appunto). Cosi com’è patetica raccoratezza con cui soUo il idolo « Licenza e libertà », « L'osservatore Romano » (15-16 febbraio ’65' deplorava ringratiludine verso
il ’’Defensor civitatìs” manifestatasi nella
stessa sacra Roma; i fondamenti della società vacillano, si osa aperlamenle discutere, non ci sono più tabù. Rallegrante è
stata, invece, la comunicazione che gli archivi vaticani saranno aperti (ma perdi;’
« sopratlullo a studiosi tedeschi »? con
l’aria che lira in vaste cerehie tedesche, c’è
da porre qualche inlerroigalivo siiirobicllìvita di queste ricerche), in vista della pubblicazione di un ’’libro bianco” sui rapporti fra il Vaticano e il li Reich. Sul piano
storico, indubbiamente, molte questioni
vanno ancora chiarite, prima che un giudizio obiettivo possa essere pronuncialo; ma
se si rifiuta la « tesi » hochhuliana, almeno
altrettanto sì deve rifiutare la « tesi » paceiliana.
Resta comunque il fatto che l’appello,
l’interrogativo, il richiamo de « Il vicario »
(dovrebbe essere ormai chiaro a tutti che
non si tratta di un libello polemico anticattolico), è respinto dal cattolicesimo istituzionale con un’ottusità spirituale (^he, se
non stupisce esclusivamente, rattrista.
iiimiiMiiiiiiimiiiiM
La nostra stampa
vi Intarossa ?
SOSTENETELA
3
5 marzo 1965 — N. 10
pag. 3
libri
Per meglio
conoscere Pio XII
Gli Editori Riuniti presentano al pubblieo italiano una ristampa del volume di Ernesto Buonaiuti: PIO XII; pubblicato per la
prima volta nel 1947, quando l’autore era
morto da pochi mesi.
Un saggio critico al quale Buonaiuti non
potè dare Tultima mano; un saggio critico
incompiuto, poiché studia s-.lo un terzo della
mult'forme attività del discusso pontibcato
di Papa Pacelli.
Oltre duecento pagine in cui ritroviamo
pregi e difetti caratteristici del metodo e dello siile di Buonaiuti, strettamente legati alla
sua concezione della storia e della storia della Chiesa, in modo particolare. La visione
del terzo Regno, del Regno dello Spirito Santo, contemplazione divenuta realtà operante
nello spirito e nella vita di Buonaiuti, che
ama rifarsi alle pagine di Gioachino da Fiore per trovare in esse il filo conduttore delle
vicende della Città degli uomini, è presente
anche in queste pagine; e, come neUa sua
Storia del Cristianesimo, porta il Buonaiuti
a cintesi audaci, a visioni profetiche, ma, a
scapito, talvolta di una obbiettiva valutazione dei fatti.
Tutte queste riserve espresse, bisogna prender atto del fatto che Buonaiuti si legge ancora: che le sue opere si ristampano, vengono discusse; che propongono sempre nuovi
temi alla meditazione dei lettori. Filosofi puri guardano con sospetto questo modernista
iiifiomito; storici « distaccati » nutrono non
mmor sospetto per le pagine di questo scritto); che sembra fare della storia uno strunii-'iio di vita: magistra vitae.
‘-..OSI è di questo PIO XII. Del suo pontiij-’-io sì è parlalo a lungo, anche in questa
se ,; in occasione della rappresentazione del
n<; dramma di Hochbuth : il Vicario. L’at
lunento della Chiesa (di papa Pacelli)
t! /onte agli Stati totalitari ed alTannientan. oo; sistematico degli Ebrei, è ancora ogg di contrastanti ed appassionati giudizi.
1,0 o saggio di Buonaiuti, pur incompiuto
• <lib!icalo quando lunghi anni di tenace
Ma si aprivano ancora al ministero sa- del Pontefice romano, costituisce uno
(5 documenti più interessanti, più « comj’ : » <li interpretazione di una delle pagi! ^ -m sconcertanti della storia della Chiesa
I' ! 'Ila.
■ figura e Topera di Pio XII escono da
. IO libro stranamente vive e suggestive:
II ) ornano pontefice, profondamente consap< ' -'o. imo airesasperazione, della dignità e
"• prerogative del pontificato romano.
1 .'gara ieratica, quasi provvidenzialment’ :< f)arata per la Cattedra di S. Pietro;
vr. . -erdote che era vissuto nel « mondo »,
ibi oc conosceva le vie misteriose della di■jloViMzia e della politica.
7 ppure, quando l’ora della prova suona,
ora dello spaccio della bestia trionfante
'“ora di Mussolini, di Hitler, di Franco sembra che le doti eccezionali di quest’uomo non
bino quelle che la Chiesa aspetta.
Non si nega la sua pietà, non si contesta
Ir sua carità, ma si cerca invano la parola
I- te: il no deciso.
r io Xll e come irredtu dalla, tela chi; egli
b . tessuto, instancabilmente e paziente, in
i . urm anni di sottile lavorio diplomatico.
> Concordati sono stati la sua meta; nei
( .crordati ha visto lo strumento più effiturare omnia in Christo.
imeordati. sempre Concordati!
. d 1 Concordati si vendicano. Anche il
Concordato con il Duce; anche, e soprattutto, quello col Führer. Anche per un altro
2 pagine sono suggestive. Quando le rileggiamo, oggi, a mente serena, ci
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
sembra che esse ci permettano di meglio
comprendere e valutare la figura e Topera
di un altro romano pontefice: Paolo VI.
Quando, recentemente, la stampa italiana ha
concordemente esaltato Tultima manifestazione ecumenica di Paolo VI (« Tinfornata »
dei cardinali di oriente e occidente, grandi
e piccini) ci è balzata, vìva, sotto gli occhi
la pagina 235 del saggio di Buonaiuti:
« ...Nel momento in cui da San Francisco
a Londra TOrganizzazione delle Nazioni Unite veniva prendendo corpo e poneva mano
alla sua pratica operazione. Pio XII, chiamando a far parte del Sacro Collegio ' un
nucleo inconsuetamente numeroso di prelati
stranieri, scelti da tutti gli angoli dell'orizzonte, ha voluto dare espressione tangìbile
alla supernazionalità del Papato, da Lui stesso solennemente ribadita e conclamata. Ma,
evidentemente, la supernazionalità di un istituto non può esser demandata e raccomandata alla promìscua scelta internazionale dei
suoi rappresentanti... [Occorre] una forza
normativa tale da costituire veramente l’anima unica e Taspirazione comune dei milioni
e milioni di uomini, che auspicano nel mondo la instaurazione della solidarietà e della
pace ».
E 1 oratoria di Pio XII « troppo fiorita e
troppo alambìccata per essere schiettamente
umana e consapevolmente evangelica » si
presta, inconsapevolmente, a malvage interpretazioni : (c ...Il nostro pianeta, con tanti
estesi oceani e mari e laghi, con monti e
piani coperti di nevi e di ghiacci eterni,
con grandi deserti e terre inospiti e sterili,
non è pur scarso di regioni e luoghi vitali
abbandonati al capriccio'vegetativo della natura e ben confacentisi alla cultura della
mano dell'uomo, ai suoi bisogni e alle sue
operazioni civili; e più di una volta è inevitabile che alcune famiglie, dì qua o dì là
emigrando, si cerchino altrove una nuova
patria. Allora, secondo Tinsegnamento della
Rerum Novarum, va rispettato il diritto della famiglia ad uno spazio vitale... ».
Curiosa... coincidenza tra questa « romantica » visione di Pio XII e il « posto al sole »
di Mussolini in Etiopia, Grecia e Albania,
per non parlare dello « spazio vitale » di
Adolfo Hitler.
...Un libro che i giovani possono ancora
leggere con profitto, ed i vecchi rileggere
con diletto.
L. A. Vaimal
CONVEGNO FUV A VILLAR PELLICE
Un film su Riesi
Sabi'.o 30 gennaio lia avuto luogo a Viilar Pellice un convegno di gruppo delle
unioni della valle. Le unioni erano ampiamente rappresentate e alle ore 2J, più di
duecento giovani si trovavano raccolti nel
tempio del \illar.
Dono il culto tenuto dal presidente di
un’unione locale il pastore Sommani ha
presentato il film su Riesi descrivendo la
situazione locale e il lavoro che ivi svolgono il nasi. Vinay e i suoi collaboratori.
Ques;o documentario è stato girato a Riesi
da operatori della televisione tedesca e poi
tradotto da alcuni giovani dell’unione di
Pinerclo, aiutati dal past. Davite.
11 film nassa in rassegna gli aspetti della vita locale, dall’agricoltura all’industria
e ».Ìi’istiruàione, soffermandosi su quello
che ad occhi stranieri può sembrare più
anacronislico. L’agricoltura si trova in uno
stato ili estrema arretratezza; basti pensare
che si usano ancora aratri a chiodo che raggiungono appena la profondità di 10 centinietri e che nelle nostre zone sono scomparsi da più di cento anni. Ovviamente la
produzione è appena in grado di sopperire alle necessità locali. Il tutto è aggravato
dalla mancanza di acqua per l’irrigazione.
Non ci sono strade decenti e la Mafia si
oppone alla lostruzione di nuove.
Gli unici mezzi di locomozione sono i
muli e qiialclie hicìt'letta.
La città, henchè conti trentamila abitanti
cioè una pcpolazionc prossima a quella di
Pinerolc, sembra un paesucolo tant’è lo
squallore delle case e dei vicoli- Lo stesso
Municipio ha raspe lo di un rudere.
Spesso le case sono composte da un scio
locale In cui coabitano persone ed animali.
Di giorno le iiersone si riversano nelle
strade a svolgere h' loro mansioni quotidiane.
La piazza lenlralc del paese è quasi sempre gremita ili nomini intenti a passeggiare
perchè manca il lavoro. Infatti le uniche
industrie dei iraesi . in mano ai ras locali,
sono le miniere di zolfo; queste si trovano
in stato di semi-alihindono percliè gli impianti sono aniiquali e pericolosi e la produzbue non trova nercio.
E’ quindi in qm io ambiente, in questa
siluazicne quanto no ■ difficile, che si svolge
il lavoro tenace e costante del past. Vinay
e di coloro che Taiutano. L’asilo da essi organizzato compie un’opera veramente ammirevole, che per ora non dà aneora frutti,
ma che si spera li darà in futuro. Qui i
bambini imparano fin da piccoli a tenersi
puliti, a comportarsi a tavola, a vivere insomma come persone civili. E’ stato istituito un laboratorio di ricamo e cucito in cui
lavorano parecchie giovani che hanno la
possibilità di avere un pò di indipendenza,
di guadagnare uno stipendio decente e di
imparare un mestiere che possano svolgere
in loco. Anche gli uomini sono preparali
al lavoro indus»riale in una scuola cantiere.
In fatti il probema è di creare un’industria locale non di fornire nuove braccia
all’emigrazione.
La chiesa cattolica non vede di buon occhio quest’opera a Riesi e accusa Vinay di
creare disordini.
.Al termine della proiezione i giovani sì
sono fermati alla Miramonti ove è stato offerto un generoso rinfresco dall’unione
locale. Il Comitato di Gruppo
ROMA Piazza Cavour
Arrivi e partenze. Sta partendo da Roma
il signor Lazier, che, proveniente da Villar
Pellice, dove regge con zelo il « Castagneto », ha trascorso un semestre in Facoltà :
egli ha tenuto alcune predicazioni in francese nella chiesa di Via IV Novembre. Sono
arrivati da pochi giorni gli studenti in teologia Osvaldo Tron e Beniamino Barolin
dalTArgentina, e saranno a Roma fino alla
fine di giugno. A chi parte e a chi arriva il
nostro saluto fraterno.
Centro Evangelico di cultura. Abbiamo avuto una buona « esplosione » di partecipanti, il sabato alle ore 18 all’Aula Magna della
Facoltà in Via Pietro Cossa. L’ultima conferenza del Dott. Teofilo Santi ci ha fatto
vivere un’ora intensa di vita napoletana e ci
ha fatto vibrare di letìzia per la decisa presenza degli Evangelici, che stanno per inaugurare un grandioso Ospedale Evangelico a
Napoli, dopo una lunga silenziosa opera di
presenza d’amore con numerosi ambulatori
medici, con assistenze sociali ecc.
imiiTiiiiiiimmiiimiiiiiii
iiumiiiiiiiiitiiiiiiiimi
Lettera aperta ai conduttori di Comunità
Cari fratelli,
il 7 gennaio di quest’anno il fr. dr. Giuseppe Vingiano, presidente del Comitato Italiano per le Emigrazioni, inviava a tutti i
membri del suddetto Comitato una circolare.
In essa comunicava, fra Valtro, che in seguito alla sua circolare del 15 ottobre 1964
inviata a ben 315 responsabili di comunità
evangeliche, solo quattro sono stati coloro
che hanno risposto inviando i nomi ed i dati
richiesti sui loro parrocchiani emigrati.
Il fr. Vingiano testualmente diceva: ’’Quasi che i circa quindicimila evangelici emigrati alVestero per motivi di lavoro, si fossero volatilizzati”. C’è da restare veramente
perplessi. Non nascondo che si è portati ad
avanzare l’ipotesi che regni fra i nostri colleghi il più completo disinteresse per una situazione che non è soltanto un problema su
cui intessere delle dotte dissertazioni, ma una
realtà che investe degli individui concreti
che addirittura fanno parte della stessa ’’nostra famiglia' . Ma scartiamo questa ipotesi
per pensare invece che siate tutti oberati di
lavoro e che non vi resti tempo per comunicare quanto richiesto. Non crediate che dicendo ciò io voglia fare dell’ironia così come
non voleva fare della ironia il fr. Vingiano
quando, nella sua accorata circolare, scriveva
che quanto richiesto avrebbe comportato un
aggravio di lavoro ed un sacrificio.
La Chiesa deve sentire la sua responsabilità anche nei confronti dei fratelli che
lasciano la loro comunità, il loro paese e la
loro famiglia per andare in cerca di lavoro
lontano, in altra città italiana o all’estero.
Quei fratelli sparsi qui e là rappresentano
oggi la nostra diaspora che ha bisogno di
particolari cure, di protezione e di fraterna
solidarietà.
Con queste finalità è sorto il Comitato
per le Emigrazioni e non per essere un Co
mitato fra tanti altri. Ma naturalmente non
si può agire senza la vostra collaborazione.
Se ciò che vi viene richiesto vi costasse qualche sacrificio, ebbene sarà ben compensato
dalla intima gioia e soddisfazione per aver
concorso ad esercitare un servizio a favore
del fratello che e nel bisogno.
Vi ricordo che il Comitato, per iniziare la
sua opera, ha bisogno che su ciascun emigrato siano inviati i seguenti dati:
— Nome, cognome, età.
— Mestiere e professione.
— Paese di Immigrazione.
— Se ammogliato., se ha figli e quanti.
— Il nome della moglie e dei figli.
— Se conosce la lingua del paese ove emigra.
— Indirizzo della famiglia.
Inviate i dati richiesti al Dr. Giuseppe Vingiano, via Chinotto 1 - Roma.
Il Segretario: Valdo Benecchi
NAPOLI Via dei Cimbri
Assemblee di Chiesa. L’avvenimento forse più importante nella vita della nostra Co
munilà in questi ultimi due me»i, gooo state le due assemblee di chiesa del 17 e del
24 gennaio. In esse si è discusso sui « Doeumeni preparatori » del prossimo Congresso Egangelico. Dopo vari interventi dei
partecipanti' all’Assemblea, alla fine di ogni
seduta sono stati votati e approvato due ordin' del giorno da presetare alla Coni ere nza Distrettuale tenuta a Bari il 6-7 febbraio.
Gli ordini del giorno auspicavano maggiore pc tenziamento della testimonianza
evangelica, maggiore unità che vengano
eliminati dalla legislazione italiana quelle
disposizioni che limitano la nostra opera
in particolare l’arti'colo 5® del Concordato,
ed infine che venga studiata la possibilità
di una Federazione delle Chiese Evangeliche ItalVane.
Delegati alla Conferenza Distrettuale sono .stati eletti i giovani Paolo Olivieri e
e Marcello Lingri'a.
Per l’assenza del nostro Pastore, la dome
nica 7 febbraio ha presieduto il culto il
prof. Domenico Maselli, pastore deUa Cliiesa Battista (AMEI) di Torre del Greco. Lo
ringraziamo sentitamente per il suo ottim')
messaggio sul tema « la fede in Cristo ».
— Il Concistoro ha avuto la sua normale
seduta menisile l’il gennaio, decidendo,
fra l’altro, di avere una prima riunione in
comune col Consiglio della Chiesa sorella
del Vomero- Quest’incontro ha avuto luogo
il 2 febbraio, a 'Via dei Cimbri. E’ stato
deciso, per desiderio del Consiglio del Vo
mero, di commemorare insieme la festa del
17 febbraio in un trattenimento fissato per
il 21 febbraio, nei nostri locali. 11 prossimo
incontro dei due Consigli di Chiesa, avrà
luogo il 2 marzo, nei locali della Chiesa
de] Vomero.
Festa Valdese. La commemorazione della nostra emaneipazione si è svolta, come
è stato detto la domenica 21 c. m. La mattina culto solenne alle ore 11. Il nostro
Pastore, con un avvincente sermone, ci ha
intrattenuti sul testo di Giovanni 8 v. 36.
Il Tempio era gremito, come sempre nelle
grandi o-ccasion, e grande affluenza alla
Cena.
Erano presenti, ospiti graditi, i rappresentanti delle seguenti Chiese: Metodista di
Napoli e di Portici, Battista, Pentecostale,
Luterana, Esercito della Salvezza e il direi
tore del Centro Biblico.
Nel pomeriggio, al primo piano, si è
svolto il trattenimento preparato dalle signore di Via dei Cimbri e del Vomero.
Un ricco buffet, una pesca gastronomica di
oltre 100 numeri, una lotteria con la tradizionale grande torta con lo stemma valdese e altri premi sono stati raltrattiva di
questo tratleminento fraterno, al quale e
intervenuto un folto numero di fratelli e
amici. Buono l’incasso che sarà diviso fra
le due comunità valdesi a favore della sottoscrizione per la « rinunzia ». Alle ore 19,
nel Tempio, conclusione della commemorazione ccn una conversazione del Cand. S.oivalore Ricciardi che ha la cura della Chiesa del Vomero, e, per finire, il canto del
Giuro di Sibaud.
Nozze. Il 20' dicembre è stato celebrato
il matrimonio del nostro giovane fratello
Mino Simeone con la signorina Marina
Mauro. Agli sposi e alla famiglia Simeone,
anche se in ritardo, i nostri migliori auguri. f
I LETTORI CI SCRIVONO
Due fidanzati che stanno bene insieme
E’ bene, anzi assolutamente indispensabile, nei nostri paesi del Sud,
che due fidanzati prima di uscire a
fare due passi insieme ricevano il solenne consenso delle due famiglie e
siano inoltre abbondantemente scortali dai numerosi parenti, autorevoli
garanti della serietà e della dignità
del comportamento dei due interessati. Ma qualche volta, o in barba ai
genitori, o perchè finalmente si è
compreso il sacro valore della libertà
nella responsabilità piena e cosciente, i due giovani riescono a stabilire
una collaborazione concreta che è vita
vissuta, comunione di problemi, speranze, progetti, concrete realizzazioni.
E’ cosi che la Chiesa metodista di
Seicli e la Chiesa Valdese di Vittoria
hanno realizzato e realizzano da alcuni anni, nella comunione fraterna e
nel rispetto reciproco, una fattiva collaborazione per mezzo di scambi di
pulpito, incontri, convegni di studio.
Dopo il convegno del febbraio 1964
a Vittoria sul problema della a testimonianza del singolo credente nei vari ambienti » (relatore il Past. Gaetano Janny) ed in seguito al ministerio del collega metodista a Vittoria in
sostituzione del Pastore Scuderi in
agosto-settembre, le nostre due comunità hanno esaminato il « rapporto
della commissione mista » in alcuni
incontri mensili alternativamente nelle due sedi. Il parere espresso dai due
gruppi di studio è stato sintetizzato
in una serie di affermazioni comuni.
Ma l’incontro maggiormente impegnativo è avvenuto il 3 gennaio a Scicli con la partecipazione del Pastore
Giambarresi e di un gruppo della
Chiesa di Pachino. Argomento di discussione : la confessione di fede della Chiesa Valdese ed i lineamenti
dottrinali della Chiesa Metodista.
In una atmosfera fraterna il Past.
Giambarresi con stile vivace ed interessante ha presentato il punto di vista della sua comunità, ed ha diretto
Tanimata e calorosa discussione.
Circa la Confessione di Fede Valdese, è stato notato dai più, non possiamo affermare che sia felice quanto alla forma nè completa quanto al
contenuto; in essa ad esempio il sacerdozio universale non è sottolineato con la sufficiente forza auspicabile
in un documento riformato. E d’altra
parte Tatto dichiarativo che il Sinodo valdese del 1894 (sotto l’influsso
del risveglio di stile e sapore piuttosto metodista), ha voluto aggiungervi
quasi a puntualizzare il senso retto
della interpretazione ufficiale di alcuni articoli, mostra la provvisorietà di
ogni formulazione umana della fede.
Però i « lineamenti dottrinali » non
Culto radio
ore 7.40
DOMENICA 7 MARZO
Pastore Franco Giampiccoli
DOMENICA 14 MARZO
Pastore Franco Giampiccoli
.......................me
ci sono per parte loro di molto aiuto
in quanto offrono una visione un po’
vaga e forse generica di una fede
che andrebbe meglio precisata magari
nella forma tradizionale di una confessione di fede suddivisa nei suoi
bravi articoli ed argomenti.
Ma, secondo il parere di qualcuno,
il vero problema deve porsi in questi
termini: i Valdesi, credono ancora
alla insostituibile necessità di una
confessione di fede quale condicio
sine qua non per resistenza di una
Chie.sa e quindi per il colloquio con le
altre denominazioni? l Metodisti, dati
i vaghi presupposti dottrinali dei lineamenti (che rispecchiano in fondo
una posizione teologica tradizionale
del metodismo). pensano sia loro possibile formulare una propria coiifessione di fede? E se sì, credono necessaria l'esistenza di una tale confessione in via preliminare in vista
di unione o incontri con altre Chiese?
A queste domande è necessario trovare una risposta precisa che non sottovaluti però la realtà spirituale e storica delle nostre comunità italiane,
in particolare del Sud, sorte da una
predicazione non precisamente qualificata da opposizioni e rivendicazioni
teologiche su basi denominazionali,
bensì da un risveglio evangelico soffuso di anticlericalismo e di patriottismo quale quello del Gavazzi che,
al seguito delle truppe garibaldine,
associava l’elogio della libertà alle invettive contro i preti, ed a cui si affiancò l’opera dei colportori evangelici
e la breve predicazione di pochi pastori qualificati come Giorgio Appia.
E’ sintomatico, ed alcuni interventi
ce lo hanno ricordato, il fatto che una
buona parte dei nostri membri di
Chiesa non conosca neppure l'esistenza della Confessione di fede Valdese
o dei Lineamenti dottrinali Metodisti,
anzi, se dovessimo stare al parere di
alcuni, il troppo parlare ed i confronti teologici equivarrebbero a complicare le cose ed a rendere precaria
una unità di fede esistente di fatto
fra le nostre Chiese (si ricordi il riconoscimento reciproco della validità
del ministerio pastorale), e che si
esprime in pratica in scambi di pulpiti, visite, incontri di Chiese e lavoro giovanile in comune, in cui le
comunità non avvertono minimamente alcuna divergenza denominazionale.
Questo è stato detto, ed è dovere
riferirlo.
Nel nostro ultimo incontro è stala
inoltre auspicata la formulazione di
una nuova confessione di fede comu
ne redatta in forma adeguata alla
odierna situazione storica e teologica
delle nostre Chiese.
Per meglio conoscerci continueremo ad incontrarci per lo studio comune della Confessione di fede valdese
e dei Lineamenti dottrinali metodisti.
Siamo infatti convinti che la meditazione di tali testi, fatta con spirito
di umiltà, sia indispensabile alla edificazione reciproca e ci preservi dalla
tentazione di un colloquio basato su
formule contrattuali e su schemi campanilìstìcì.
L’unica difficoltà che le nostre comunità avvertono è queUa della distanza tra le due città che limita considerevolmente le possibilità di lavoro
comune. E’ di questa realtà che dovremmo forse tenere in maggior conto senza però trascurare i problemi
maggiori. Janny Gaetano
Scuderi Giovanni
Ringraziamento
Caro Direttore,
Ho saputo che in questi giorni è
stata praticamente messa in atto la
decisione di affidare la Claudiana al
Dott. Papini e, mentre auguro al nuovo Direttore un servizio benedetto,
desidero dirti la riconoscenza mia e
di tutti quelli che in questi anni si
sono giovati della tua preziosa opera
presso la nostra Casa Editrice.
Credo che nessuno potrà dimenticare Io sviluppo che ha avuto la Claudiana sotto la tua gestione, nè il prezioso, competente e comprensivo aiuto
che tu hai sempre offerto a quanti si
rivolgevano a te. Tu hai saputo trasformare un lavoro, che in sè non
aveva nulla di pastorale e che, come
ben ricordiamo, ti obbligava spesso a
fare anche il propagandista, il commesso e l’amministratore, in un'opera di predicazione e di diffusione della Parola di Dio e in un’opera sempre affrontata con una umiltà e una
dedizione, che costituivano esse stesse
un esempio per tutti.
Noi tutti che ci siamo giovati di
questo tuo lavoro ti auguriamo ogni
bene nella tua nuova attività e ti
esprimiamo la nostra affettuosa riconoscenza. Pierluigi dalla
Questa lettera è giunta alla Redazione mentre il pastore Gino Conte
è impegnato in uno dei soliti giri di...
commesso viaggiatore ecclesiastico. Riteniamo di doverla pubblicare senza
aspettare il suo beneplacito; in fondo,
ringraziare qualcuno per il lavoro
egregiamente e fedelmente compiuto
è un atto doveroso, anche se piuttosto raro nel nostro ambiente.
Red.
4
pag, 4
N. 10 — 5 marzo 1965
CMèOH\C\ DELLIF NOSTRE CO ITI U N I Tilk*
BOBBIO PELLICE
RORÀ
VERONA
La domenica 14 febbraio abbiamo avuto
un cullo nel corso del quale ci è stato ricordato il significato per noi oggi' del 17
febbraio. Numerosa era la assemblea convenuta e partecipante alla Santa Cena. La
Corale in quella occasione eseguì lodevolmente due inni.
La sera del 16 febbraio, al suono della
campana, sono stati accesi i nostri « falos »
accompagnati dallo scoppio dei mortaretti
e dallo sfavillare dei razzi. Si’amo soliti
a Sibaud sostando intorno al magnifico falò accesso; molti i convenuti.
La mattina del 17, il corteo della scolaresca si è recato fino al ponte del Subiasco agitando le bandiere e con grida inneggianti alla libertà; poi nel tempio ha
avuto luogo la festa per bambini ed adulti. 11 Pastore ha ricordato la fedeltà del
Signore alla sua Chiesa, manifestatasi nella sua protezione e liberazione in rai'lle
circostanze a-,viste umane disperate ed ha
chiamato noi- tutti ad essere a nostra volta
fedeli nella nostra obbedienza al Signore
al quale siamo debitori sempre di ogni
vero bene. I bambini, preparati a dovere
dai loro Insegnanti, hanno svolto il tradizionale programma di recite e canti. Anche la Corale ha partecipato eseguendo lo
devolmente due inni. Poi ha avuto luogo
la distribuzione di' circa 170 pacchi-dono
Alle ore 12,45 ha avuto luogo l’agape
fraterna nel solito locale. I commensali
erano in totale una novanti'na. Ottimo il
pranzo preparato con la ormai tradizionale
cura dai signori Grand di Roccia d’Giors
coadiuvali' nel servizio da uno stuolo di
Unionisti. Ottima pure l’atmosfera fraterna regnata durante tutta la giornata, tra i
convenuti. Al levar delle mense prendevano la parola il nostro Sindaco, sig. Giovanni Baridon e l’Ingegner Giovanni Pontel
Vice Presidente della Commissione Distrettuale i quali ci richiamavano ad essere
Valdesi sempre, in ogni' circostanza della
nostra vita e non a ricordarci di esserlo
solo in determinate circostante. In seguito siamo nuovamente sali'ti in molti intorno al monumento di Sibaud dove un fuocherello acceso non è risultato affatto superfluo e dove abbiamo cantato insieme
alcuni inni valdesi.
La sera veni'va servita la cena ad una
quarantina di commensali; indi aveva luogo la serata nel corso della quale veniva
rappresentata da un gruppo di Unionisti
del Centro la commedia « L’omino sul ticomoro » che era vivamente apprezzata anche per il messaggio attuale che essa contiene per noi. La corale eseguiva un inno
e due cori.
Ringraziamo vivamente ancora tutte le
persone che in vario modo hanno collaborato alla buona riuscita della nostra festa valdese in particolare i signori Grand,
gli Unionisti e le Unioniste che li hanno
coadiuvati nella preparazione e nel servizio del pranzo e della cena, i nostri bravi
attori dell’Unione del Centro, la nostra
Corale, gli ospiti che hanno voluto trascorrere tra noi il 17 febbraio.
La serata, già annunziata per la domenica 21 febbraio non ha potuto essere ripetuta per il lutto che ha colpito ben tre
attori ed attrici. Se essa sarà ripetuta da.
remo tempestivo avviso della data.
In questi ultimi tempi la nostra Comunità è stata gravemente colpita dal lutto.
Venerdì 19 febbraio deeedeva a Malpertus
alla Bua abitazione il nostro fratello Artuis
Paolo fu G. Daniele alla età di anni 84. Era
stato colpito tempo fa da trombosi cerebrale
rimanendo in parte paralizzato; le cure prestategli sembravano aver migliorato almeno
parzialmente le sue condizioni di salute; ma
un improvviso peggioramento ne segnava la
fine. 11 medesimo giorno di venerdi 19 febbraio decedeva al fondo di Bobbio, in Via
Maestra, la nostra sorella Davìt Maria fu
Paolo, alla età di anni 68. L’avevamo vista
due giorni prima assai indebolita da dolorose
sofferenze allo stomaco; rivedendola due giorni ' dopo abbiamo .subito notato un grave peggioramente nel suo stato di salute dal quale ella purtroppo non ha più avuto la forza
di riprendersi. I servizi funebri di' questo
fratello e di questa sorella hanno avuto
luogo domenica 21 febbraio alle ore 14 ed
alle ore 16.
Lunedìi 22 febbraio una folla commossa
accompagnava al campo dell’estremo riposo la spogli'a mortale di un tenero bimbo
nato il 28 agosto scorso e deceduto improvvisamente nel primo mattino del 20 febbraio, in Via CromweU : Catalin Stefano di
Giovanni. Avevamo visto il bimbo la sera
innanzi circondato dai suoi genitori e parenti felici: era li'evemente raffreddato, ma
questo non gli aveva impedito di essere
allegro e di esprimersi come normalmente
fanno i bibibi a quella età. 11 suo stato di
salute allora non destava assolutamente la
minima preoccupazione in alcuno. Ancora
alle 4 del mattino il padre, rientrando dal
suo lavoro, non notava nel bimbo nulla di
anormale. Purtroppo verso le 8, quando la
mamma si avvilcina alla culla, il bimbo era
senza vita, deceduto per soffocamento.
A tutte queste famiglie così provate nei
loro affetti, ridiciaimo ancora una volta la
nostra viva e fraterna simpatìa cristiana
domandando al Padre di ogni consolazione
di infondere loro forza e coraggio, riguardando a Colui che, risorto dai morti, risusciterà coloro che sono suoi.
La comunità esprime pure la sua simpatia cristiana al Dott. Alberto Coucourde,
suo medico condotto, ed alla sua famìglia,
per il decesso avvenuto a Pinerolo della
signora Caterina Courourde nata Verano.
Domenica 21 febbraio nel nostro culto ha
avuto luogo la assemblea di Chiesa che ha
nominalo quali delegati della Chiesa di
Bobbio Pellice alla prossima Conferenza
Distrettuale: la signora Anna Grami (Roccia d’Giors), la signorina Speranza Pur
(Ciastel) ed il Diacono sig. Giovanni Charbonier (Abses).
Il
Sabato pomeriggio, 6 febbraio, abbiamo
celebrato il matrimoni di: Martinat Pier
Paolo Bartolomeo (San Germano Chisone)
e di Collet Vanda (Inverso Pinasca). Contrariamente a quanto fanno tanti altri sposi
della nostra era, abbiamo notato con una
certa soddisfazione che entrambi questi giovani indossavano il caratteristico costume
valdese, che ha suscitato curiosità in non
pochi nostri parrocchiani. Saremmo lieti
se altri vorranno seguire il loro esempio
in occasione di quella particolare cerimonia. A questi giovani rinnoviamo ancora
l’augurio di una vita in comune benedetta
dal Signore.
— La ricorrenza del XVII Febbraio è stata una giornata di riconoscenza e di riconsacrazìone al Signore per i membri della
nostra jcliiesa ohe hanno ricordato il 177mo
anniversario dell’Editto di Emancipazione.
La sera della vigilia, cessato il forte vento
che aveva soffiato durante la giornata, si è
rinnovato lo scenario del nostro vaUone costellato dai tradizionali « falò », accesi un
po’ dovunque sulle alture dei vari quartieri.
Al mattino un buon numero di membri di
chiesa, i bambini della Scuola Domenicale,
alcuni amici Pramollini, saliti per l’occasione al paese natio, ha formato il corteo,
che, dopo l’abituale percorso, s’è riunito
ne! tempio per il culto di adorazione a Dio,
il quale vuole che la nostra vita sia un
sincero ed onesto impegno al suo servizio.
Il Pastore, infatti, meditando i primi versetti della 1“ lettera dell’Ap. Pietro ricordò
che ì credenti ai quali sì rivolgeva 1 Apostolo erano rstati strappati alle potenze ed
alla mentalità di questo mondo dall’amore
di Dio in cui avevano creduto e che aveva
fallo di loro dei « forestieri » ed una gente
« scelta 1) in mezzo ai loro simili, « messa
a parte » da Dio in virtù della Sua Parola e
dellopera dello Spirito Santo che li aveva
rinnovati interiormente. Anche noi dunque,
che oggi godiamo della libertà che Dio et
ha donato, siamo chiamali ad essere dei
« parrocchiani » nel vero senso della parola, « forestieri » alla mentalità bacata ed
opportunista del nostro tempo, « stranieri » al modo di vivere e di pensare della
IVA MAURINO
INFERMIERA - CALLISTA
iTia Roma 35 - Telefono 82.42
PEROSA ARGENTINA
Presso il nostro Centro di Lettura, diretto
dalla Sig.ra Rutigliaiio, la sera di sabato 13
febbraio ha avuto luogo una interessante
conferenza del Dott. P. Scarognina che ci ha
intrattenuti per oltre due ore con la proiezione di alcuni appunti di viaggio sulPEgitto e suHTndia mettendo in particolare rilievo gli aspetti più significativi e più profondi
della vita, usi e costumi di quei popoli tanto
diversi e tanto lontani da noi per razza, lìngua e religione. Vogliamo ringraziare molto
sentitamente il Dott. Scarognina per averci
dedicato molto del suo prezioso tempo e per
averci fatto vedere dei filmati sonori ed a
colori di notevole fattura tecnica.
— Nei locali della Sala delle Attività della Chiesa Valdese domenica 14 corr. si è
svolta la tradizionale Agape fraterna preparata con cura ed amore dalle Madri dell’Unione locale. Ospiti d’onore sono stati, oltre
alla Giunta comunale, la Maestra della nostra scuola, Sig.ra Hugon-Bellion accompagnata dal marito, e il Senatore Dott. Cesare Rotta.
Subito dopo il pranzo il Pastore ha rivolto
un saluto di omaggio a tutti i partecipanti
ed agli illustri ospiti i quali con interventi
brevi, vari ed apprezzati, hanno validamente
contribuito a dare al nostro incontro un carattere veramente cordiale e fraterno.
— La festa del 17 febbraio è stata cele
brata nel tempio con un culto di ringraziamento al Signore e celebrazione della S. Cena. Anche quest’anno la nostra Corale, diretta dalla Sig.ra Rutiglìano, ha eseguito
due corali di circostanza molto seguiti ed
apprezzati.
A sera ha avuto luogo la serata ricreativa
offerta dai giovani. La serata è stata aperta
con la recitazione di una farsa molto divertente recitata da alcune catecumene di buona volontà. Ha fatto subito seguito la recitazione da parte dei giovani di alcune scene
storiche deH’epopea valdese al tempo di
Emanuele Filiberto.
Durante la serata ha egregiamente funzionato un ottimo servizio di buffet, preparato
dalle Madri dell’Unione.
Vogliamo ringraziare quanti hanno collaborato direttamente ed indirettamente alla
buona riuscita del nostro 17 febbraio.
— Ricordiamo a tutti che domenica 7
marzo avrà luogo la preannunciata assemblea di Chiesa che discuterà sui Documenti
preparatori del prossimo Congresso Evangelico.
Nel pomeriggio alle ore 14,30 le Madri
dell’Unione sono gentilmente invitate a riunirsi, come da recordi presi, presso la famìglia Giusiano dei Vernei.
— Lunedì 8 marzo avrà luogo la riunione quartierale ai Rumer alle ore 20.
tUSERNA S. GIOVANNI
gente del mondo. Perciò in questi tempi
in cui si moltiplica rinquità sotto un’infinita varietà di forme, dobbiamo essere e
mostrare di essere uomini di coscienza che
sanno anteporre ad ogni cosa la fedeltà al
loro Dio e Signore, 'ohe sanno anche combattere con fermezza e ad oltranza, con
Paiuto ohe viene loro da Dio solo, i nemici pericolosi e subdoli che ci minacciano e ci insidiano da vicino; il declinare
dei più saldi principi morali e la crì'stianizzazione che avanza tra noi ed in no i'.
La Corale, diretta dalla Sig.ra Pons, ha
recato il suo apporto al culto col canto dì
due inni di circostanza. Al termine del
culto l’assemblea in piedi' ba cantato il
(( iGiuro di Sibaud» ed i bambini hanno
ricevuto un piccolo regalo, fra cui una
« bri'oche » dono dei Sigg. Blanc proprietari della panetteria delle Rue a cui va il
nostro vìvo ringraziamento.
Verso mezzogiorno una cinquantina di
commensali ha gremito la nuova sala del
vicino albergo per il pranzo in comune, ottimamente preparato dai coniugi Alma e
Renalo Menusan e dal sig. Gustavo Beux
e servito da alcune Signore. Terminato il
pranzo rivolsero brevi messaggi di circostanza: il Sindaco sig. Eugenio Maccari', il
il sig. Eli Beux ed il Pastore che, per finire lesse il gradito messaggio deirUnioo
Vaudoise di Marsiglia e del suo Presidente
Sig. € Sig.ra Henri Poet, ohe ringraziamo
L’incontro si protrasse per tutto il pomeriggio Ira l’alternarsi del canto di* vane
canzoni popolari e si concluse nella sala
delle attività con una serata ricreativa,
preparato ed offerta dalla gioventù con la
collaborazione della corale, che portò il
suo contributo e con quella dei coniugi
Ada e Guido Peyronel (Tournim), a cui
va ancora la nostra sincera gratitudine, dì
fronte ad un buon pubblico che con la sua
presenza ed i suoi applausi ha ricompensato i nostri attori della loro fatica non lieve.
La serata è stata ripetuta nel pomeriggio di
domenica 21 Febbraio. Ringraziamo sentitamente tutti coloro che in più modi hanno collaborato alla commemorazione del
XVII Febbraio, la quale ha lasciato nel
cuore di tutti un ricordo particolare insieme all’invito ad essere costantemente fedeli' a Dio nella Chiesa e fuori di essa.
— Il Sig. Long Valdo (Ribetti), sofferente da mollo tempo e da più di un anno
degente presso l’Ospedale Civile di Pinerolo, ed i suoi familiari ringraziano sen
titamente tutti coloro che hanno voluto
nanìfestarglì un segno tangibile di solidarietà fraterna, facendogli' pervenire un
dono in denaro, risultato di una sottoscrizione volontaria. Rinnoviamo al nostro
fratello i migliori auguri di guarigione.
Con un tempo straordinariamente pi^opizìo, il XVII Febbraio è stato celebrato anche dalla nostra Comunità con fervido entusiasmo. La sera della vigilia, sotto un cielo
terso e nell’aria limpida, la valle tutta offriva uno pettacolo non visto da anni : più numerosi che mai ed eccezionalmente nutriti
i falò che, con lodevole senso di ordine, contemporaneamente s’innalzavano da ogni più
piccola borgata, da Rocciamaneut a Castelùset a Lusernetta, dal Sarei alla Banchina
e fino a Villa Olanda e anche in fondo valle.
Già da qualche settimana i nostri giovani,
approfittando della temporanea assenza delrinverho, si erano dati da fare, con moderni
autotrattori, perchè le cataste di legna riu
scissero quanto più alte possibile. Siamo stati
lieti di constatare che l’entusiasmo si e dovunque mantenuto nei limiti di una intonata compostezza c ne felicitiamo gli organizzatori.
La mattina del XVII si svolgeva il tradizionale corteo delle ¡scolaresche che alle 9,30
facevano, fiere e incoccardate, il loro ingresso nel tempio, per la celebrazione del loro
XVII. Preparato con sempre maggior cura
dal nostro bravo corpo insegnante, un felice
programma di recite, alternate da canti, magistralmente diretti da Edgardo Paschetto, ha
vivamente interessato il numeroso pubblico.
La commemorazioni! ufficiale segue alle
10,30 con un culto presieduto dal pastore
T. Magri che ispira il suo forte messaggio
al testo i Giosuè 1: 1-9 ■ Il grande condottiero d’Israele aveva potuto insediare quel
popolo nella terra promessa ai padri unicamente per la fedeltà di Dio alla sua promessa. Iddio è stato con il popolo valdese che
ha potuto cosi essere vittorioso contro tante
persecuzioni. La libertà politica che gli uomini ci hanno concessa non deve farcì perdere la libertà che Dio ci ha data.
Al culto reca un efficace contributo la Corale diretta con competenza ed amore da
Gustavo Alharin. Alle 12,30 nel Salone della
Casa Valdese 166 commensali partecipano
alla tradizionale agape fraterna, organizzata
da apposita Commissione e preparata con la
consueta perizia dal nostre fedele Charletou
Albaria che, a vero prezzo dì congiuntura,
ci ha offerto forse uno dei migliori pranzi
del XVII. EgH era validamente coadiuvato
da una agile schiera di valdesine in costume. Ospiti graditi alla festosa mensa il Sindaco Maestro Benito Martina, in rappresentanza deU’Amministrazione comunale, il Segretario Comunale rag. Doglio e il Comandante la Stazione dei Carabinieri.
Al levar delle mense, dopo aver rivolto
un cordiale benvenuto a tutti i presenti e
un particolare saluto ai Sindaci viventi, tutti
presenti, che da 20 anni hanno presieduto
alle sorti del nostro Comune, il pastore Jahier dà la parola al Vice Sindaco Maestro
Martina che esprime la sua cordiale adesione alla celebrazione valdese e sottolìnea il
PERRERO - MANIGLIA
La comunità ringrazia viVamen'.e il pastore sig- S. Ganz per i mes.saggi rivoltile
da parte del Signore ai culti' del 24 gennaio
da lui presieduti
L’unione giovanile ringrazia sentitamente 1.1 consorella Unione di San Germano
Chisone per la fraterna accoglienza e l’ottima serata del 7 febbraio.
COMUNICATO
Una iniziativa
preziosa
Borse di studio sono offerte a
signorine Valdesi, dai 17 a 30
anni di età, in possesso di diploma di Licenza Media Inferiore, interessate alla carriera
infermieristica. Scrivere alla :
Libreria Claudiana, S. C. - Via
Principe Tomaso, 1 - Torino.
— Lo studio dei documenti preparatori
al Congresso Evangelico prosegue con riunioni settimanali il mercoledì sera; sono
normalmente ben frequentate e seguite;
il programma narticclareggiato è stato consegnato a tutti.
— Quando avremo terminato questa serie
di studi speii'ali. Si riprenderanno gli studi biblici, secondo la suddivisione in gnippi .seguendo i'i programma già iniziato e
solo provvisoriamente sospeso.
— Ci riuniremo in Assemblea di Chiesa
la domeniia 7 marzo, nel pomeriggilo, alle
ore 15,30; sarà l’Assemblea conclusiva degli studi in preparazione del Congresso, e
si procederà all’approvazicne delle risoluzioni' conclusive, e alla nomina del delegato
della nostra chiesa alla Conferenza Distrettuale Straordinaria, che avrà luogo a Milano nei giorni 13 e 14 marzo p. v.
— Un infortunio ha subìtoi il Signor
Marasco, con frattura della caviglia; adesso
è in via di guarigione. Gli diciamo il nostro fraterno augurio nel Signore.
— 1 fratelli <JeHa, chiesa si ricordin.o die
per il Culto ci riuniamo regclarmente ogni
domenica mattina alle ore 11 — e i genitori ricordino che la Scuola Domenicale
per i bambini è la donienica alle 11.
MANTOVA
significato e la sempre attuale validità della
rivendicazione del febbraio 1848. La parola
è data quindi al pastore Magri per il messaggio ufficiale :
Il 17 febbraio non deve segnare una stasi
nella vitalità del popolo valdese. La sua è
sempre una situazione di lotta e di ricerca,
la stessa di prima, anche se le condizioni
sono mutate. La lotta è sempre più temibile
perchè più subdola ed insidiosa. Dobbiamo
sempre essere la vigile vedetta degli spalti
per non tradire la nostra vocazione. Al di là
di qualsiasi preoccupazione economica, oggi
per le Valli abbastanba grave, per noi valdesi
resta sempre più valido il prima che Gesù
ha preposto ad ogni cosa: cercare il Regno
di Dio e la sua giustizia ».
Solo rincrescimento da tutti sentito: l’assenza del prof. G. Costabel e della sua dotta,
arguta parola. La sera del XVTI la filodrammatica unionista ha offerto al numeroso pubblico che gremiva letteralmente il salone
della Casa Valdese (e che lo gremì nuovamente alla ripetizione della serata) una brillante commedia (dal titolo inutilmente imbarazzante) che ha procurato a tutti i presenti alcune ore di sana distensione. Negli
intermezzi la Corale ha eseguito apprezzatissimi cori ed inni di circostanza.
Non possiamo — terminando queste rapide note — che benedire il Signore per questo XVII, vissuto lutto in un’atmosfera di
fraternità serena e gioiosa che ha unito al
disopra di ogni diversità di confessione religiosa o politica tutti i cuori nel ricordo
e nella riconoscenza. /.
POMARETTO
Forniulianio il nostro caldo augurio agli
sposi Vanda Collet e Pierpaolo Martinat
-posatisi recentemente a PramoUo. La nostra comunità ringrazia Vanda per la sua
< ollahorazione alla nostra Chi'esa e le rinnoviamo un augurio affettuoso.
Rinnoviamo i nostri veti augurali' agli
Giaìero Laura e Griot Sergio sposatisi’ re
rcnteinente; al nialriinonio hanno preso
parte un largo stuolo dì amici e parenti'.
Clic il Signore li benedica.
— Ricordiamo con riconosceza la collaborazione della sig.na Beri Paolina per la
preparazione dei bimbi alla festa del 17
febbraio; il successo è stato più che lusi'iighi ero.
— Sabato sera 6 marzo avrà luogo l’unio
no al dot Inverso alla solita ora.
— Donienica 7 marzo il pastore Giorgio
Tourn predieberà ne^ nostro tempio «u
Giovanni Calvi'no, nel pomeriggio alle
li,3() avrà luogo la riunione di preghiera
(Ielle sorelle di Cbìesa di varie parrocchie
compresa la nostra.
— Mercoledì 10 marzo avrà luogo una
riunione alla Paiola alla solita ora.
— Gli studi in preparazione del Congr«*'
so Evangelico di Roma, sono seguiti ìì
prevalenza dai giovani nelle riunioni do!
giovedì sera. Avremmo desiderato ui .
maggiore partecipazione anche di memb:di' chiesa che non fanno parte deH’unio^ e
giovanile.
— Cì riuniremo in Assemblea di Chic:
domenica 7 marzo, subito dopo il culto di
le ore 9, per approvare le ri'soluzione co
elusive degli studi in preparazione del Co
gresso, e per nominare il delegato della i
sira Conferenza Distrettuale Straordinar
che svolgerà i suoi lavori a Milano vr
gioni 13 e 14 marzo.
— E stata recentemente operata Nardi. .
Mantovani, ora tornata a casa. — In osidale è stalo ricoverato Cesare Ccnforiir
ora in migliora?faen'.o. Ad essi', e a Ui’
quelli che sono in preoccupazione per
loro salute e per quella del loro cari, aiiu.
riamo guarigione, e con essa roccasio'^^^
per un vero rendi'menlo di grazie al Sigiun
— Offerte speciali ricevute: per riscabl .
mento: Rebecclij V. 500; per bencficen;':
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Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
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La celebrazione dell’anniversario della
noslra Emancipazione ba avuto luogo con
larghissima partecipazione delle famìglie
della comunità. La vigilia i falò sono siati
un po’ meno numerosi del solito a causa
della grande siccità. La mattina del 17 il
corteo s’è sciolto davanti al Tempio di Ferrerò, nel quale è stato celebrato il culto
solenne con la partecipazione della Corale,
che ha eseguto due cori, che ha eseguito
due cori, e dei bambini con canti e recite.
Un’agape fraterna ba riunito ancora un
buon numero di' parleciiianli. Erano nostri
graditi ospiti il Sincaco ed i Comandanti
le slazioni dei carabinieri e del corpo forestale. Sono stati letti i saluti di solidarietà
e di augurio di fratelli lontani, orignari
della parrocchia, sig. O. Canal di Palmyra
ed il Presidente dell’Unione di Marsiglia
sig. E. Poèt e Signora, cui hanno fatto seguito brevi messaggi del pastore e del
Sindaco M-o R. Genre. La riunione familiare preparata con molto amore e grande
impegno dai nostri' giovani -— che ringraziamo di tutto cuore — è stata molto apprezzata dalla comunità.
Ricordiamo a tutte le sorelle di chiesa
l’adunanza di preghiera ere avrà luogo a
Pomaretto la Domenica 7 marzo alle ore
11,30. Una corriera partirà (la Ferrerò alle
ore LI.
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(presso lo studio del dott. Pelìzzaro) tutti i venerdì dalle
13,30 aUe 15.
a TORINO (via Bistagno 20 S. Rita) martedì, giovedì e sabato dalle 14 aUe 16.