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ECO
ftELLE VALLI VALDESI
Spett.
BI3LI01ECA VALDESE
torre FSLLICB
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCI — Num. 10
Una copia Lira 30
ADnrkMiMB-iu’Ti / ®co: L. 1.300 per l’interno 1 Eco e La Luce: L. 2.000 per l’interno | Spediz. abb. poaule - I Gruppo
ABBOINAMEINTl ^ ^ Pesterò 1 L. 2.800 per l’estero j Cambio d’indirizzo lira 50
TORRE PELLICE — 10 Marzo 1961
Aesuiiìd. ClftudiBii# Torre Pollice • C.CaPa 2“17557
IN NOME
DI DIO?
Giovedì scorso è stata resa di pubblica ragione da un’agenzia di stampa una lettera scritta alcuni giorni
prima dal card. Siri, presidente della
Commissione episcopale italiana, all’on. Moro, segretario della DC; la
lettera si vuole ufficiale in quanto è
scritta su carta intestata della C. e. i. :
« Egregio onorevole, nel momento
in cui si ha motivo di credere che
equivoci ed ariate interpretazioni stiano oscurando la verità, ho il dovere
di richiamare alla di lei attenzione
quanto segue:
1) L’atteggiamento della Chiesa nel
giudicare i comunisti e coloro i quali
li sostengono o sono con loro associati, non è affatto mutato ; 2) la « linea »
di portare assolutamente i cattolici a
collaborare con i socialisti, prima che
da questi siano ottenute vere e sicure
garanzie di indipendenza dai comunisti e di rispetto a quanto noi dobbiamo rispettare, non può assolutamente essere condivisa dai vescovi.
Quanto è accaduto, il modo e la forma nella quale è accaduto, fa profondamente temere per l’avvenire.
In nome di Dio la prego di riflettere bene sulla sua responsabilità e sulle conseguenze di quanto si sta compiendo. Mi creda Giuseppe cardinale
Siri, presidente della Gei ».
Politicamente la lettera — cbe ha
suscitato reazioni nei partiti laici e
di sinistra, e a cui hanno indirettamente ribattuto Moro e Fanfani mentre L’0.sservatore Romano non vi ha
affatto accennato — è un’espressione
non certo nuova della destra cattolica, curiale (si sa quanto la Curia genovese presieduta dal card. Siri si sia
opposta al formarsi di una Giunta dì
centro-sinistra); tutt’al più, a scopo
documentario, possiamo accostarla alla lettera dì dimissioni dei due assessori missini della Giunta siciliana.
Pettini e Occhipinti : « In seguito alle più recenti manifestazioni degli organi della de, che rivelano un progressivo orientamento verso posizioni
marxiste, considero impossibile la mia
ulteriore partecipazione all’attuale
governo ». Una presa di posizione politica, dunque, con cui siamo in assoluto disaccordo, ma rispettabilissima.
Quello che invece ci ha rivoltati è
quell’« in nome dì Dio »... Non si pensi che si tratti, qui, di una reazione
politica: ci si crederà se affermiamo
che esattamente la stessa reazione
avremmo se la stessa espressione fosse mai usata da parte avversa; abbiamo mostrato spesso la nostra
invincibile diffidenza verso alcune
chiese (Ungheria, Cecoslovacchia)
troppo equivocamente pronte ad incensare l’attuale regime, come altra
volta le nostre chiese hanno, miopi,
reso curazie per gli uomini della Proy
videnza... No, quella lettera ci_ ha rivoltati, perchè ci chiediamo se il card.
Siri non ha neppure pensato al _« Non
usare il nome del Signore Iddio tuo
invano ».
Cerchiamo di lottare contro un_ sentimento farisaico, perchè sappiamo
quanto tutti noi, come singoli cristiani e come chiese, siamo tentati di usare il nome di Dio invano (cioè con sacrilega leggerezza o per coprire ipocritamente i nostri interessi molto umani), e tante volte lo usiamo effettivamente invano, facendo sì, fra l’altro,
che uomini bestemmino per causa nostra il nome santo e buono del Signore, mischiato alle nostre equivoche
faccende... E tuttavia dobbiamo protestare nel modo più cristianamente
esplicito e reciso contro questa e ogni
crociata « in nome di Dio ».
In nome di Dio, Padre, Figliolo e
Spìrito Santo, ci si riunisce per il culto fraterno di adorazione, e si annuncia alla Chiesa e al mondo il perdono
dei peccati e l’avvento del Regno.
A MILANO: 25-26 FEBBRAIO
La Claudiana
avvisa
LA CLAUDIANA avverte la sua
clientela che a partire dal 17 febbraio
ha iniziato il servizio-spedizioni anche
da Torino.
Pertanto, si prega di dirigere le_ richieste dalle Valli Valdesi e da Pinerolo sempre su Torre Peilice, nientre
dal resto d’Italia e dall’Estero si invitano i lettori a indirizzare : LIBRERIA
CLAUDIANA, VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 - TORINO.
La Claudiana fornisce con rapidità
ed esattezza qualsiasi edizione,^ svolge
un servizio di segnalazione libraria.
Richiedete il suo catologo!
Se ti sposi ti iicenziOi
Ha avuto luogo a Milano nei giorni
25 e 26 febbraio, nella sede della Società Umanitaria, indetto dal Comitato di dodici associazioni femminili
(alcune delle quali a carattere nazionale e internazionale come l’Alleanza Femminile Italiana, il Consiglio
Nazionale Donne Italiane, la Pidapa,
la Fildis, l’Unione Cristiana delle Giovani, rUDI, le due associazioni delle
donne giuriste ecc.) ohe nel 1957 e nel
1959 promosse due riuscitissimi convegni: il primo sulla parità salariale,
i: secondo sulla preparazione professionale femminile.
Questa volta si è creduto opportuno richiamare l’attenzione su un altro problema di grande importanza e
attualità per la donna italiana: i licenziamenti delle lavoratrici per ma
trimonio. Tale fenomeno che si è esteso negli ultimi anni in modo preoccupante e che lede gravemente la personalità e i diritti delle lavoratrici
costituendo un ostacoio per la formazione di nuove famiglie e favorendo
situazioni immorali (poiché in certi
casi per evitare il licenziamento si
creano unioni illepttime) è stato esaminato da giuristi, sindacalisti, esperti i quali in approfondite relazioni e
in interessanti interventi hanno portato il loro contributo di studio e di
proposte utili alla soluzione del problema.
All’inaugurazione del Convegno il
dott. Melino in assenza del presidente dell’Umanitaria dott. Bauer lesse
ii discorso di apertura di questi il
quale affermò non più discutibile il
diritto della donna a prender parte
al processo produttivo in posizione
pari a quella dell’uomo.
11 prof. C. A. Jemolo nella relazione introduttiva affrontò l’argomento
partendo da premesse di costume le
quali nel nostro ìpaesé fanno considerare un male, sia pure un male necessario, la donna sposata che esercita un’attività fuori dell’ambito della famiglia. Occorre reagire a questa
mentalità — affermò l’oratore — e occorre un’azione politica perchè ogni
ente pubblico si astenga dalle clausole di nubilato; più difficile trovare
rimedi nelle aziende ove esiste facoltà indiscriminata di licenziamento.
In ogni caso la legge sulla maternità
deH’agosto 1950 deve esser modificata
in modo che gli oneri finanziari ven
gano a gravare su enti previdenziali
e non sui datori di lavoro; d’altra
parte la posizione delle lavoratrici può
esser migliorata attraverso la riduzione degli orari e con l’istituzione a spese della collettività di adeguati servizi sociali.
Il problema giuridico del matrimonio quale causa di licenziamento è
stato poi trattato dall’avv. Maria G.
Manfredini la quale in una dotta ed
esauriente relazione sostenne che i
licenziamenti delle lavoratrici per
matrimonio sono anticostituzionali
perchè stabiliscono un attentato al
diritto di lavoro e al diritto della
formazione della famiglia considerati dalla nostra costituzione fondamentali per la persona umana; i licenziamenti tendono inoltre alla disapplicazione delle .norme di protezione della. matemilA, anche queste
attuazioni di precetti costituzionali.
Al contrario l’ausirtcata disposizione
legislativa che vietasse licenziamenti
Su questi concetti credo che tutti
debbano concordare come sulle conclusioni del convegno esposte chiaramente e concisamente dall’aw. Ada
Picciotto. Nella sua relazione conclusiva essa, dopo aver dichiarato il
licenziamento per matrimonio è antigiuridico, antisociale e moralmente
riprovevole, auspicò l’approvazione di
una legge che vieti i licenziamenti a
causa di nozze, legge che, come tutti
i provvedimenti legislativi di contenuto sociale, non potrà non influire
sul costume. (Negli ultimi anni due
proposte di legge su questo argomen
Un convegno di studi sul tema
"Licenziamenti a causa di matrimonio»
per matrimonio non solo integrereta
bp le norme di protezione della maternità già in vigore, ma attuerebbe
il compito affidato ■ dalla costituzione
allo stato di agevolare la formazione
della famiglia.
Nella successiva relazione l’on. Giuseppina Re studiò le cause economiche e sociali del licenziamento per
matrimonio, sottolineando l’aumento
dell’occupazione femminile negli ultimi anni e l’elevata percentuale del
numero delle donne sposate lavoratrici che raggiunge 11 41,9% sul totale
delle donne occupate. Occorre dunque adeguarsi alla nuova realtà e
mettere in atto provvedimenti percliè
con il concorso di tutta la società sia
superato lo squilibrio esistente fra le
esigenze delle lavoratrici e l’attuale
deficienza dei servizi sociali.
Numero.si furono gli interventi di
sindacalisti ed esuerti che lumeggiarono i vari aspeurideila questione;
fra i più infeFesSaAti ricordo- quello
del dott. Pano (.membro della delega
zione italiana ai Bureau iritematmnal du travaiii ii quaie uiohiarò l’esistenza di una convenzione internazionale del 1952 che afferma debbancj
essere sostenuti dalla collettività gli
oneri a favore della lavoratrice madre. La prof. Di Giorgio (ordinaria di
fisiologia all’Università di Torino) invocò l’attuazione di miglioramenti
delle istituzioni sociali per venire incontro alla doppia fatica della donna che lavora in casa e fuori (h casa
con notevole dispendio di energia nervosa; l’avvocatela Zavattero ribadì il
diritto per la donna sposata di poter
scegliere di continuare o iniziare una
attività extradomestica, l’avvocatessa
Lancillotto osservò che il lavoro femminile deve esser valorizzato non solo per ragioni economiche, ma come
affermazione della personalità della
donna.
to sono state presentate alla Camera
dei deputati : la prima dalle onorevoli
Lina Merlin e Anna Lauro Matera
nel giugno 1958, la seconda nel maggio 1959 dalle onorevoli Giuseppina
Re, Maria Lisa Rodano ed altre. Tali
proposte di legge non sono state an(xira discusse in aula, come risulta dal
« libro bianco » sulla questione dei licenziamenti per matrimonio che —
contenente una nutrita documentazione sul problema: lettere di lavoratrici licenziate, sentenze <3i tribunale,
articoli pubblicati su giornali di diverse tendenze, notizie sulle due proposte di legge ecc. — era à disposizione dei partecipanti al Convegno).
L’avv. Picciotto, inoltre, auspicò l’abolizione del licenziamento «ad nutum » in genere (cioè del licenzàamento senza giusta causa), la mutualizzazione dei provvedimenti in favore della lavoratrice madre e il perferionamento dei servizi sociali (aumento di
asili nido, scuole-jnateTne~eon--orari'
adeguati, istituzione di pubbliche lavanderie ecc.), e raccomandò infine
al Comitato di sollecitare con ogni
mezzo l’attuazione di tale programma.
Auguriamoci, dunque, che, come è
avvenuto per i precedenti convegni
promossi dal Comitato delle associazioni femminili, anche l’attuale —
preparato e svolto con impegno e serietà — dia dei risultati pratici e contribuisca cosi alla soluzione dell’importante problema sixàale che deve
interessare non solo le donne lavoratrici, ma i cittadini tutti.
Margherita Gay
Circa 4.000 giovani hanno risposto all'appello delle Chiese evangeliche tedesche
per un anno di servizio volontario presso
persone indigenti, per alleviare il personale infermieristico degli ospedali.
7 giorni
GIOVEDÌ’ 2
La Pira risulta eletto sindaco di Firenze ; vke-sindaco è il socialista Enriquez
Agnoletti; nella Giunta fiorentina la DC
ha, oltre il sindaco, 6 assessori e 2 supplenti, il PSI 4 assessori, il PSD! 1 assessore e 1 supínente; hanno votato a favore
DC, PSI e PSDI, contro PCI, PU e MSI
Il segretario Moro convoca a Roma i diri
genti DC siciliani per esaminare la cris
del go-verno regionale siciliano determina
ta dalle dimissioni dei 2 consiglieri missi
ni. Il Senato decide all’Tmanimità l’inchie
sta parlamentare sull’aeroporto di Fiumi
cine. Durante lo sciopero ai cantieri na
vali dell’Adriatico, scontri a Monfalcone
fra dimostranti e polizia.
Ad Orano conünuaiio disordini; a Rabat Burghiba, Hassan II e Ferliat Abbas
affermano di considerare prossima la decolonizzazione algerina e la loro decisione
di unirsi nella federazione del Grande
Magreb.
L’ambascialore americano all’ONU, Stevenson, ammonisce l’URSS a non intervenire nel Congo; qui il Belgio ha accettato di ritirare tutti i suoi soldati, anche
dalle basi di Ramina e Ratona che gli sono riconosciute dal trattato d’indipendenza, ma questo ritiro è più « ufficiale » die
reale; a Luluaburg (Rasai), abbandonata
dalla colonna di (iizenga, 44 lumumbisti
sono massacrati dalle truppe di Mobutu,
le quali in vari luoghi mostrano di non
riconoscere Pautorità delle forze dell’ONU.
Si cluude a Parigi il « processo delle
barricate »; condanna a morte per Ortiz
e dieci anni a Lagaillarde (entrambi contumaci), pene minori ad altri imputati,
assolto A. De Sérigny, direttore del colonialista « Ekbo d’Alger ».
VENERDÌ’ 3
La Commissione dell’istruzione della Camera inizia il dibattito sulle proposte di
legge per l’accesso del diplomati tecnici
•«M-UniveBsitttf- 'Una- —coraiuiseion«-- parlamentare svolgerà un’inchiesta sui monopoli
in Italia.
Scontri fra truppe di Mobutu e dell’ONU
nella base navale di Banana, nel Congo.
L’autore e l’editore dell’« Arialda », sequestrata dal Procuratore della Repubblica
di Milano che li ha denunciali, denunciano per correità la commissione di censura,
cbe aveva approvato l’opera.
SABATO 4
Si apre a Roana il Congresso del PDI
I monarchici).
L’ONU abbandona la base navale di Ba
nana, nel Basso Congo, sotto il fuoco del
le artiglierie di Mobutu; scontri anche nel
la base aerea di Ritona e nel porto di
Matadi ; Hanimarskjoeld ordina di difen
dere o rioccupare, « con la forza se neces
sario », queste basi; mentre dilagano in
tutto il paese manifestazioni ostili alrONU, si 1-iuni.scono a Tananarive (Ma
( segue a pag. 2)
FAME E SETE
il ...stavano per venire a rapirlo, per farlo Re »
(Gìov. 6: 11)
« D'allora molti sì ritrassero e non andavano più con lui »
(Giov. 6: 66)
I due momenti indicati da questi versetti sono parte di un medesimo
episodio, si riferiscono probabilmente alle stesse persone ed hanno un
medesimo oggetto. Il contrasto appare dunque più evidente e sconcertante.
Le folle vogliono rapire Gesù per farlo re, perchè Gesù ha moltiplicato il pane e le ha sfamate. Ecco l’uomo che fa per esse: in un momento di crisi economica e sociale ci vuole l'uomo che sappia dare del
pane al popolo. Se poi il pane è dato gratuitamente, senza implicare troppa fatica e sacrifici, la cosa è ancora più interessante. Vale la pena di
andare a Gesù, cercarlo dove egli è. proclamarlo re e Signore della vita.
La ricerca del « pane che perisce » (come Gesù stesso lo chiama) è ansia
e tormento dell’uomo di ogni tempo. Chi lo procura con facilità e larghezza è messo sul trono, chiunque egli sia. E sul trono dell’entusiasmo
umano .si sono alternati con varia fortuna e per periodi più o meno lunghi, idoli diversi, idee, uomini, teorie. Cristo rifiuta di essere posto su
quel trono, accanto a idoli che sono tali perchè hanno moltiplicato il
pane... o hanno promesso di farlo. Davanti alla tentazione di conquistare il mondo risolvendo problemi puramente economici, distribuendo
il pur indispensabile cibo che perisce. Cristo fugge: «Cercate prima il
Regno di Dio e la sua giustizia e il resto vi sarà sopraggiunto. Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per quello che dura in vita eterna ».
Cristo non sottovaluta nè disprezza la ricerca del pane materiale. Il
pane quotidiano, richiesto nel « Padre nostro » è sacro, e benedetto in
ogni tempo è il lavoro onesto per procurarlo (non Io dimentichi la Chie.sa...). Ma la ricerca del « pane die perisce » delle folle di allora e di
oggi, va talora al di là del pane quotidiano e forse ne è al disotto. Il pane
che perisce si trasforma negli aspetti più superficiali e meno importanti
della vita che, pur avendo il loro valore, finiscono per prevalere sugli
altri (divertimenti, lusso, sport, manifestazioni inutili di vanità che per
troppi, ricchi o poveri, sono il tutto dell’esistenza!). Mai come nel nostro
tempo, forse, gli uomini si sono « adoperati », mettendo tutto il loro ingegno e il loro impegno, per il cibo che perisce.
Ma l’uomo non vive di solo pane; la soluzione del problema del cibo
che perisce, sotto tutti i suoi aspetti, non è la soluzione del problema
della vita (non lo dimentichi il mondo...). Cristo non viene per dare ricchezza materiale, facili e brillanti successi, per assicurare una vita comoda e senza rischi a chi si affida a lui. Cristo viene per fare qualcosa di
molto più serio, più urgente e più importante; dare senso all’esistenza
dell’uomo nella sua totalità, per dare e per essere « il pane della vita ».
Cristo rifiuta ogni equivoco e alle folle che vengono per ricercare da lui
il cibo che perisce egli annuncia il cibo che dura in vita eterna e dà la
vita al mondo... « da allora molti dei suoi discepoli si ritrassero indietro
e non andavano più con lui ». Non vi è alcun commento da fare ai risultati della predicazione di Gesù ; la storia si è ripetuta e si ripete nella nostra generazione, nel nostro mondo, nella nostra Chiesa. Itevanti all’annuncio del pane della vita, più che mai necessario nel nostro tempo di
progressiva scristianizzazione e materializzazione sia in Occidente che
in Oriente, le folle illuse o ignare si dileguano alla ricerca di cose più
facili e più immediate e rimangono i pochi, quelli che nella consapevolezza e nella chiarezza hanno conosciuto e hanno creduto, coloro che ripetono con Pietro; Signore a chi ce ne andremo noi, tu solo hai parole
di vita eterna!
Dura e gioiosa responsabilità dei pochi di moltiplicare il pane della
vita, prendendolo dalle mani di Cristo, e distribuiflo ad una generazione
affamata solo del pane che perisce, fino al giorno in cui:
« io manderò la fame nel paese, non fame di pane e sete
d'acqua, ma la fame e la sete di udire la parola dell’Eterno »
(Amos 8: 11)
Alberto Taccia.
2
pag. 2
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
N. lo — 10 marzo 1961
perchè no 7
Venerdì scorso, rientrando da un giro di
visite, mia moglie mi porge la posta con
aria preoccupata:
— Ma sai, han risposto sull’Eco, in italiano ed in francese e con una certa violenza al tuo articolo: «Perchè no?». Peccato, avresti forse fatto meglio a non immlstdtiarti di questa faccenda! (Tra parentesi, mia moglie è una cara creatura che
trasalisce ad ogni stormir di fronda).
Ho dunque aperto il nostro Eà:o preparandomi a ricever botte ed ho avuto invece la grata sorpresa di trovare due articoli
proprio come li desideravo, i quali cioè
malgrado l’apparente « No », confortano la
mia tesi. Tant’è vero che da molte altre
parti mi sono giunti dei consensi cordiali
e impreveduti: nel mio Concistoro ho trovalo piena approvazione, giovani colleglli
mi hanno espresso la loro adesione, fratelli di altre parrocchie che non conoscevo e
che ho incontrato per la via mi hanno fermato per dirmi: « Sa, siamo d’accordo con
lei, è proprio assurdo che la nostra Chiesa che attraversa una crisi finanz’aria cosi
grave rifiuti un aiuto che Dio le vuole offrire per mezzo dello Stato. Se questo aiuto fosse condizionato ad una sia pur minima ingerenza dello Stato nelle cose nostre, allora saremmo tutti d’accordo per rifiutarlo, ma finché esso ci è dato senza
ledere la nostra piena libertà, -perchè non
accettarlo con riconoscenza? ».
Sono grato ai miei contraddittori dell’Eco perchè non mi hanno opposto neppure
un passo biblico e mi hanno più o meno
chiaramente ammesso che nella Parola di
Dio non vi è nulla che ci viet’ di ricevere un sussidio dallo Stato e per me questo
fatto è risolutivo.
Tradizione Riformata?
La protesta -contro l’idea d: un sussidio statale alla Chiesa mi sembra motivata
soprattutto dalla nostra « forma mentis »
riformala e protestante. Alcuni lo hanno
detto chiaramente : Non è conforme alle
tradizioni riformate e presbiteriane che la
Chiesa percepisca un sussidio -dallo Stato.
E l’espressione: «Tradizione riformata o
piesbLteriana », nei nostri ambienti è « tabù ». Da trent’ann: a questa parte, nei nostri sinodi, -ha -servito a troncare con autorità mille discussioni...
Eld io voglio Invece protestare contro di
essa. Noi protestanti non abbiamo il diritto di appellarci a nessuna tradiz’one. Abbiamo protestato contro la Chiesa Cattolica
che con le sue tradizioni aveva soffocato
l'Evangelo e non possiamo cominc’are ora
noi ad accampare le nostre tradizioni. Tutto quello che facciamo, che diciamo, ohe
pensiamo, deve trovare sempre e soltanto
1-1 sua giust'ficazione nei passi della Sacra
Scrittura. Vorremo questo, gridarlo forte
a tanti cari fratelli che troppo spesso nelle
nc<stre Assemblee paralizzano dei palpiti
di vita con i loro sapienti riferimenti alle
tradizioni riformate e vogliamo ribadirlo
oggi a proiposito dell’eventuale sussidio die
ci potrà essere offerto dallo Stato.
Cibo impuro?
Percliè non potremmo mangiare un tozzo di -pane offertoci dallo Stato? Non è
abbastanza puro il suo pane? Ma aecettiaino pure una infinità d; altre cose dallo
Stato, dai servizi pubblici a quelli sanitari
a mille altri. Tutti i contadini della mia
parrocchia saranno ormai suoi pensionali e
cèsi pure tutti gli operai ed io dovrei dire: «Non ci sto? ». Dovrò andare a mendicare la mia pensione -da credenti che
spesso sono ancora più poveri di me, dopo avere rifiutato quella che lo Stato mi
offriva?
Non è abbastanza puro il denaro dello
Stato? Mi sendjra che ci sia un poco di
questa -preoccupazione negli oppos toci alla nostra tesi... Ma dove troveremo del denaro puro? Tante offerte vistose ohe son
fatte talvolta nelle nostre ste.sse Chiese, non
provengono forse, talvolta, da patrimoni,
cotnmerci o industrie sulla cui origine adamantina ci sarebbero delle riserve da fare...
E, per parlar più chiaro ancora, non è forse vero che tanti aiuti preziosi che ci sono
stati offerti in passato per costruire le nostre chiese li evangelizzazione, forse, qualche volta, avevano trovato la loro sorgente
nello sfruttamento del poveri negri d’Africa?
Non alludeva forse Gesù a qualcosa di
simile quando parlava di cose buone o saggc, fatte con le ricchezze ingiuste?
Eppoi. eppoi, non ha Gesù stesso mangiato alla mensa amm’nistrata da Giuda?
E noi... Più puritani di Gesù?
Lo spirito delTEvangelo...
E’ lo sprilo delTEvangelo, insistono altri. che è conlrar'o ad ogni sussidio statale alla chiesa...
Ed io prego, fatemelo veder meglio
questo spirito, dategli un po’ di forma,
concretatelo con qualche passo biblico. Degli sp'rili in giro ce ne sono tanti e di
fantasmi ancor più. Io non posso e non
voglio credere a tutti. Lo Spirito Santo, a
cui credo, mi parla sempre attraverso a
passi della Scrittura molto i h’ari e concreti...
Paura?
Forse Tobbiezionc londamentale a un
sussidio statale alla Chiesa, poggia sul timore — più che leg ttimo d’altronde — di
possibili tentativi di ingerenza dello Stalo
nella vita interna della Chiesa, ma propr.o
qui, ci sembra, non è il caso di esagerare.
La nostra premessa chiara ed inequivocabile sulla quale tutti i Valdesi sono compatti come un sol uomo è questa che la
Chiesa di Cristo ora e sempre non può ricevere ordini che dal suo Signore.
Ma perchè bagnarsi prima che piova?
Abbiamo occhi per vedere, orecchi per
udire e per giunta una esperienza molte
volte secolare che ci ha mostralo gli as-pelti anche p’ù luridi di ogni fornicazione
fra la chiesa e il presente secolo. Se qualcuno è istruito in questa materia siam proprio noi Valdesi. Tra lutti i protestanti del
mondo, i più diffidenti verso il Vaticano
e verso ogni compromesso tra Stato e Chie- .
sa, s'am proprio noi... Consideriamoci dunque sufficientemente armati di quella prudenza che è jiecessaria per poter accettare
dallo Stato quel pezzo di pane che è sacrosantamente giusto che esso ci dia e iter
gridare: « Altolà!» ad ogni benché minimo tentativo di ingerenza indebita.
Possiamo pure essere un poco coraggiosi!
E la nostra coerenza?
Anche questa è In causa!
Ci siamo mille volte lamentati che lo
Stato non ha per noi protestanti italiani
neppure un pezzo di pane: Noi pagh’amo
da sempre le imposte allo Stato come tutti
i nostri concittadini, non siamo mai stat’
secondi a nessuno per amor di Patria, tanti figT nostri hanno onorato e servito l’Italia in mille modi e hanno contribuito a
farla amare e rispettare nel mondo intero... Perchè per noi che siamo la più antica chiesa protestante del mondo, gloria
italiana e — Maler reformationis — che
esiste in Ital a da sette secoli e che tanti
mali ha sofferto in passato dalla sua Patria, non c’è oggi, neppure un pezzo di
pane modestamente riparatore?
Questa ingiustizia che ci fa soffrire, noi
la denunziamo continuamente, ne parliamo in Italia e qualche volta anche all’estero... Ed oggi poiché il governo sembra
avere finalmente l’Intenzione di darci almeno una piccola pensione per i nostri vecchi (il ohe è ancor molto meno di quello
die dovrebbe dare), noi già protestiamo che
non vogliamo sold’ dallo Stato... Ma dov’è
la coerenza? Con quale animo andremo
ancora a fare le nostre collette in seno alle
nostre comunità che sono costituite in
aiaggioranza da gente modesta più spesso
povera ohe abbiente?
Perchè veder solo il male?
E perchè infine, come Chiesa Valdese,
non possiamo concedere ai Governanti cattolici della nostra Patria, qualche sentimento buono nei nostri confronti?
Ti prego, lettore, non mi fraintendere,
non c’è in me alcuna debolezza conformistica, voglio essere protestante quanto Lutero e mi vanto ancora dei sassi coi quali
1-1 ragazzaglia cattolica del mio paese, in
Valle d’Aosta, mi faceva correre — da bimbo — perchè ero protestante.,.
Ma perchè, dico, non prestare ai governanti cattolici che ci vogliono offrire un
pezzo di pane, un sentimento onesto, buono e fraterno? Anche tra i cattolici è in
atto un grande movimento di pensiero e
non poche anime nobili e pure desiderano
per la loro chietsa quella riforma che noi
andiamo invocando da secoli. Molti fra loro ritengono più utile restare ai posti di
responsabilità ricevuti dalla Provvidenza,
non intendono diventare protestanti, ma
desiderano la riforma della loro Chiesa
quanto e più di noi e, anche -senza dircelo,
ci vogliono bene -perchè noi lavoriamo per
questo fine e qualche volta se se ne presenta Topportunità, sono contenti di darci
un p’ccolp aiuto. L’Italia di oggi non è più
per noi quella di un tempo e in mezzo a
tanti che ci -sono ancora fieramente ostili
ci offre anche molti amici s'nceri. Abbiamo gente che ci vuol bene anche tra il clero ed anche tra i governanti...Non possono
far gran cosa -per noi, ma qualche volta,
qualche cosa fanno.
Orbene, io dico, perchè non vedere In
questa proposta di dare una -pensione ai
nostri vecchi Pastori, una volta tanto, un
atto nobile e gentile, una mano tesa, un
piccolo p'ccolo segno di quell’amore di
Cristo che non è soltanto monopolio dei
pulpiti nostri, ma che può anche raggiungere qualche volta, persino una particella
del cuore degli uomi ni di governo?
Perchè non aver fiducia? ... Prudenti sì.
come i serpenti, ma anche ,— Gesù lo Ila
dello — semplici come le colombe!
Perchè non ri.spondere semplicemente
« graz'e » e con un sorriso, alla pro]josta
d: pensione ai nostri Pastori che è stata
fatta e che, purtroppo, è poco probabile
che sia approvata?
Perchè no?
Enrico Geymet
Anzitutto, per "sgonfiare” un po’ la que
stione, dobbiamo precisare che lo Stato
nel progetto in questione, non si trasfor
merebbe affatto in elargitore di benefìcen
za: si tratterebbe infatti di versargli quei
contributi che ora la Tavola trattiene sul
10 stipendio pastorale per la Cassa pen
.sioni. Quindi è un po’ enfatico e fuori
luogo parlare di dono, di sovvenzione, di
tozzo di pane offertoci dallo Stato.
La purezza del danaro non c’entra affatto nel ragionamento di quanti rifiutano
qualsiasi sussidio statale in quanto « clero » (è stato espresso molto chiaramente
che nulla avremmo in contrario ad accettare una pensione che fosse offerta a tutti
in quanto cittadini).
Non si potrà mai rispondere al biblicisino invocato da E. Geymet perchè la
chiesa apostolica non poteva neppure concepire di es.sere mai un giorno in qualsiasi
modo sovvenzionata dallo Stato ; quello
che lo Stato deve alla Chiesa è unicamente
la libertà di proclamare l’Evangelo.
Evidentemente, quand’anche fosse mai
concessa la pensione statale ai pastori ( in
quanto clero, ripetiamo), la Chiesa potrebbe certo rimanere vigilante circa la
propria libertà... ma gli esempi cattolici,
protestanti e ortodossi di collusione fra
Chiesa e Stato sono numerosi e poco edificanti. Perchè legarsi? Mi rendo conto,
però, che lo stesso ragionamento va fatto
a proposito del pastore-ufficiale di stato
civile nella celebrazione del matrimonio,
della gratuità del passaporto ai pastori, a
di un problema gra^o come l’esenzione
pastorale dal servizio militare.
Devo poi dire che non ho mai sentito
valde.si lagnarsi perchè non ricevevano dallo Stato neppure un pezzo di panel! Quando mai abbiamo denunziato una cosa simile? Quello di cui ci lagnamo e che denunziamo è l’andare di parte delle tasse che
tutti paghiamo a una ’’Chiesa di Stato” che
non è la nostra; non vogliamo certo per
questo diventare una piccola ’’sotto Chiesa
di Stato”!
Infine, è veramente troppo malizioso
pensare che questa proposta di legge, con
11 contentino di figura ad un pugno di rabbini e pastori, è un modo per accollare
allo Stato italiano un ennesimo carico ecclesiastico cattolico, ben altrimenti cospicuo?
Ribadisco le due risposte a E. Geymet
del num. scorso: le condivido pienamente.
Gino Conte
I lettori ci scrivono
Fenomeno preoccuipante è rindifferenza
del nostro ipoipolo valdese per i nostri periodici; notiamo sulla circolare della parrocchia di Prarostino che lamenta la scarsità di nuovi abbonamenti all’« Eco delle
Valli ». La Scuola domenicale conta soltanto 8 abbonamenti a « L’Amico dei Fanciulli ». E’ desolante lo scorgere in numerose famiglie dei fumetti che inculcano
nefasti e deleteri principi educativi fra la
nostra infanzia e gioventù.
Purtroppo il simpatico antico giornaletto « L’Amico dei Fanciulli » da circa
mezzo secolo ha perduto molto! Lo scrivente, ormai novantenne, sta rileggendo
con vivo interesse le annate 1885-88, le
quali sono molto interessanti ed istruttive,
e condivide e si associa al rammarico e
sgomento manifestato recentemente dalla
egregia Signora Subilia che tanto s’interessa alla buona riuscita di questo periodico.
Naturalmente per migliorarlo e riportarlo
all’antico stato florido del secolo scorso,
ow^orrerebero dei fondi, cioè una maggior
liralura e qui sta il busillis!
Facciamo quindi voli, e l’augurio che
sorga qualche magnate che venga in soccorso a quesito simpatico e benemerito
giornaletto die dilettò per parecchi lustri
la nostra antica gioventù. Giov. Vicino.
Signor Direttore,
la signora Yvonne Gardiol, da New York
sì è scomodala per deplorare M mio arti
colo su Richard Wrighl. Ella vi ha già risposto esaurientemente e non ripeterò le
giuste cose dette nel Suo corsivo.
Aggiungo soltanto alcun: punti fermi:
Ij Nel mio artìcolo, che sì rifa ad una
intervista del 1950 non vi è accenno, allusione o asserzione concernente il Wrjglit,
("he non siano usciti dalla sua bocca, precisamente in occasione dì quell’incontro
che ehb'- con lui. Mi si può anche non
credere; ma le cose stanno cosi, e non
diversamente.
2) Tutte le allusioni, deduzioni, ragionamenti, e(‘c. concernenti il « problema negro » in America in generale sono tratte
di' libri di autori americani die ne hanno
amipiamenle trattato, e con competenza.
Leggerli per credere. Perchè la signora
Gard’ol poi non legge le opere dei vari
Faulkner, Caldwell, e dello stesso Wright?
d) Che poi una persona, oriunda valdese (così penso dal nome di famìglia), venga e deplorare che ci interessiamo di un
Scuola Latina
Pomaretto
Doni di amici e contributi alunni ricevuti fino al 28-2-1961:
Romano Daniela (S. Secondo di Pineroloi In niein. Romilda Rapettì L. .I.OftO;
Breuza Arturo ^Fontane) 5.000; Doti. Arturo Gay (Roma) 2.000; Arturo Raima
(Torino) 1.000; Sig.ra Cleantlie Rivoiro
(Torino) lO.WO; Coucourde Ferruccio (Inverso Pinasca) 2.000; Léger Franco (Chiotti) 5.000; IWa Revel (S. Germano Chisone)
3.000; Ida e Gina Bertalol (Pinerolo)
1.000; Cav. Ugo Rivoiro Pellegrini (Torino) 15.000.
Doni ricevuti fino al 28-2-1961 in risposta all’appello del Comitato ’’Amici della
Scuola Latina” (3« elenco):
L. 50.000: cav. Ugo Rivoiro Pellegrini
(Torino); L. 20.000: Prof. Emanuele Grill
(Milano); L. 10.000: Ilda Long Meynier
(S. Germano Chisone); L. 5.000; Garrou
Emilio I Torino); Elisabetta e Ferruccio
Avondetto (Milano); Alice e Conrad Peter
(Perosa Argentina); Emilio Rostagno (Torino); Ilda Revel (S. Germano Chiisonei;
Guido Beux (Pinerolo) in raem. ing. Arturo Long; Emilio Beux (Inverso Portei
id.; Renato Beux (Pinerolo) id.; Ettore
Beux (Torino) id.; L. 2.000: Valdo Costantino (Inverso Pinasca); L. 1.500: Giorgina Giacone (S. Germano Chisone); Lire 1.000: Pons Amalia (Massello); Clelia
Vigliano-Banchetti (Bari); L. 200: Cliamhon Ernesto (Inverso Pinasca).
A tutti i nostri sentiti ringraziamenti.
La Direzione
Invito in Sicilia
Una fanfara del Baden, composta da 25
persone e diretta dal M» Emilio Slober, ufficialmente invitata a presenziare alle celebrazioni del centenario della comunità
di Palermo, isi prepara a raggiungere questa città nel maggio prossimo dopo aver
attraversato tutta l’Italia con un convoglio
di 6-8 macchine alla media di 5-600 km.
al giorno e con tappe nelle principali comunità valdesi che lo gradiranno iJer celebrarvi dei culti di lode a Dìo arriciliiti
dal suono delle loro trombe.
Il pellegrinaggio durerà un paio di sellimane, dai 30 aprile al 14 maggio. E’ previsto il passaggio per Roma il 1« maggio
e una tappa a Palermo per i giorni 6-7-8
maggio. Del passaggio iper gii altri centri
sarà data notizia con altri comunicali.
Lungo il tragitto, probabilmente a Fuscaldo e a Guardia Piemontese, saranno fatte
due tappe per lasciarvi qualche fiore in
reverente omaggio ai martiri valdesi di
400 anni or sono.
Forse potrebbe esser cosa grata ad ahmni fratelli nostri dotati di macchina e di
disponibilità di tempo, di accompagnare la
fanfara del Baden nel suo i>ellegrinaggio
attraverso all’Italia. Nel caso, la loro presenza sarebbe pienamente gradila purché,
naturalmente, si assoggettassero alla <Ìiscipiina di marcia della colonna. La spesa di
carburante per una comune 1.100 (on 4
passeggeri a bordo, non dovrebbe superare quella di 4 bìglielii ferroviari di 2»
classe.
Gli eventuali aspiranti al pellegrinaggio,
si mettano sollecitamente in rapporto col
pastore Enrico Geymet di Vìllar Peilice.
HAIViVO RISPOSTO ALCDIVl (POCHI) RAGAZZI
I risultati del nostro concorso
Il risultato del nostro concorso per alunni delle Scuole Domenicali e catecumeni,
in occasione del 17 febbraio, non ha avuto un gran successo: hanno risposto 7 alunni della Scuola do-menicale e 4 catecumeni
di S. Germano, e 1 alunno della Scuola
domenicale di Pinerolo. Non è mollo...
Tanto più c! congratuliamo con i partecipant’, e notiamo come Tinteressamento de!
Past. U. Beri è stato determinante, cosa
di cui gli siamo veramente grati.
Quanto ai temi che ci sono stati inv ali.
confessiamo che ci saremmo aspettali un
po’ di più, specie da alcun’ dei più grandi.
Diamo comunque un resoconto di questi lavori.
Gate eumeni
Quattro «oli catecumeni, di S, Germano
Chisone, hanno partecipalo al nostro concorso, sul tema: «La celebrazione del 17
febbraio: il suo significato nel passato e
nel presente ».
Ugo Long ha appena accennalo al presente, ma ha cercato di cliiarire il significato dello .Statuto sul p’ano storico, e ha
scritto fra Taltro: a Narrano i cronisti del
tempo che quando, pochi giorni dopo la
firma dell’editto di emancipazione, un grande corteo rappresentante tutte le province
dello Stato Sardo e, attraverso gli esuli,
quasi tutte le regioni d’Italia, sfilò davanti a Carlo Alberto, ad esso presero parte
anche 600 montanari Valdesi. Fecero quel
giorno, quei 600 Valdesi, una esperienza
nuova, si sentirono per la prima volta inseriti Italiani fra Italiani ».
Vanda Peyronel, invece, Irala.sda la parie storica, e dà un discreto svolgimento alla celebrazione allu.alc, mollo critico! Essi nota : « Quanti uomini hanno lottato per
questa libertà, hanno sofferto ¡ter farla
trionfare, quanti di loro sono periti per es
sa... Perchè le speranze degli uomini si avverassero un giorno, non ba.stava combattere con le armi; bisognava aver fede, solo
fede. E per coloro che l’hanno avuta Dio
ha provveduto e li ha resi liberi. Anche
nei momenti più tristi e drammatici della
storia valdese, nei momenti in cui la presenza di Dio sembrava non esistesse. Egli
guidava i nostri passi, ha fatto sì che il
male non soffocasse il bene, ha lottato con
noi e ci ha fatto un popolo libero. Tutte
queste cose oggi sono dimenticate, o quasi... Dov’è la nostra fede?... Oggi la celebt azione del 17 febbraio è forse un rito al
quale si deve partecipare per ricordare un
avvenimento che con la vita di tutti i giorni non ha niente a che fare... ».
Enrico Urigu nota la profonda differenza fra « il 17 » del 1848 e quello presente,
« ugualmente bello, perchè anche noi facciamo brillare i falò sulle alture, prendiamo parte al corteo, cantiamo c andiamo
al culto; ma nei nostri animi non ci sarà
mai l’esultanza dei nostri Padri, perchè
la nostra vita ormai trascorre pacata e
tranquilla. Noi abbiamo il privilegio di
essere sempre stali liberi da quel giorno
lontano, e non averuio mai dovuto patire quello che i nostri eroi patirono, la festa ci sembra una ricorrenza da festeggiare con letizia, tutti insieme. Dobbiamo rafforzare la nostra fede, e non venire meno
a quella immensa tramandataci dai nostri
nonni e padri ».
Anche Vivalda Rivoira si rallegra, per
quanto iianiora giovane», e ama tanto questa gran festa della nostra lihertà, ricordando le sofferenze delle generazioni passate.
Scuole Uomeuicali
I Ire migliori saggi di alunni di Scuole
domenicali sono «tati, alla pari, quelli di
Gianni Long (Barge-Pinerolo), Renato Ribet e Annalisa Coucourde (S. Germano),
che saranno in gran parie pubblicali nel
prossimo numero (mancando questa volta
lo spazio).
Gli altri concorrenti sono stati, in ordine
di merito: Giovanna Long, Franco Rostan,
Ileana Lanfranco, Giorgio Long e Danilo
Martinat, lutti di S. Germano.
ptoblema vasto come il mondo — il razzismo — denota una ben singolare visione
cristiana della vita, nonché un concetto
della libertà di discussione del tutto... originale. Quella wiocchezza giuridica e filologica che è il razz arne, se il lettore di
que.ste righe ben ricorda, deve pur aver
fatto qualche.... danno alle persone tra gli
anni 1940 e 1945...
Cordialmente, Teodoro Raima
Como, 3 marzo 1961.
Leggo nel N. 7 dell’Eco il trafiletto « Per
il Congo affamato ». Come mi è già suclesso di constatare altre volte, si fa un appello e non ci si occupa di dare l’indirizzo
preciso del dove oi sì deve rivolgere, in
caso si avesse la buona intenzione di venire in aiuto a chi è nel bisogno.
Le sarei grata se volesse darmi delle delucidazioni in proposito.
Grazie e lordiali saluti.
Lilia Malacrida
L’appello era lanciato dall’EPER, una
organizzazione assistenziale delle Chiese
elvetiche, diretta dal Past. Ch. Freundler,
54. av. Dapples - Lausanne.
Non ci è parso che nessuno dei i>artecipant’ al concorso abbia meritato il premio
maggiore; perciò i tre ’’primi” delle
Scuole Domenicali riceveranno un premio
ex aequo, e i 4 catecumeni ne riceveranno pure uno minore, a titolo d’incoraggiamento.
7 giorni
{segue da pag. li
dagascar) per tentare un accordo i capi
del Katanga (Tshombe), del Rasai (Kalonji) e di Léopoldville (Ileo); secondo una
notizia anche Gizenga e Kashamura, ra]ipresenlanti del governo di Stanleyville, sarebbero in viaggio per Tananarive: in questo caso la « tavola rotonda » sarebbe ra(ipresenlativa di lutto il paese.
DOMENICA 5
Il congresBo del PDl, a Roima, sembra a
momenti risolversi in una pagliacciata; anche dai suoi momenti più seri è comunque
risultala la sua decisa opposizione non solo al governo ma alle stesse istituzioni repubblicane, senza |>ossibiltà di collahorazioTie.
Il Governo di Bonn ha deciso di rivalutare il Deutsche Mark del 4,76% nei confronti del dollaro; nella conferenzajstampa in
cui l’Ila annunciato, il ministro delTeconomia, Erhard (che pare fosse personalmente
eonlrario al provvedimento) ha spiegati)
<*lie ciò servirà a ridurre le eccessive riserve valutarie della Repubblica federale, a
riibas.sare le merci importate e frenare il
rincaro della vita; la Confinduslria tedesca
ha nettamente criticato la misura, sostenendo che saranno cosi colpite le esportazioni
tedesche. Sebbene Erhard lo abbia esplicitamente escluso, è verosimile che il prov vedimento sìa stalo preso per dare un aiuto
agli USA nelle loro difficoltà finanziarie
(si ricorderà che poclie settimane fa Bonn
si impegnò a versare quest’anno 2 miliardi
di dollari ai i>aesi soittosviluppati, assumendo coisi una parte del carico fin qui sostenuto dagli S. U.). L’Olanda annuncia mia
rivalutazione del fiorino, nella stessa misura del marco.
Mentre alcuni congressi provinciali del
PSl avevano, domenica scorsa, visto Taffermarsi della sinistra, oggi a Milano, Genova, Firenze, Asti, Cuneo, Vercelli, Novara prevale la tendenza autonomista nenniana; la sinistra si afferma ad Aleissan(Iria e Aosta. Avvisaglie del Congresso nazionale, che si terrà a Milano dal 15 al 19
marzo.
LUNEDI’ fi
Le forze delTONL sono state cacciale
con la forza, dopo violenti scontri, anche
dal jiorlo dì Matad’, essenziale per i rifornimenti ; la Marina americana invia nelle
acque congolesi quattro navi, a disposizione deJTONU; la conferenza di Tananarive.
dov’è giunto anche Kasavuhu, ritarda di
24 ore l’inizio dei lavori in attesa delTarrivo di Gizenga.
Anche a Pavia, ohe ha già una Giunta
comunale di centro-sinistra presieduta da
un democristiano, è stata eletta una Giunta
provinciale DC (3 assessori e 2 supplenti).
PSl 12 assessori) e PSDI ( 1 assessore) presieduta da un socialista.
MARTEDÌ’ 7
Si chiude il Congresso monarchico; il
partito si cliiamerà « Partito democratico
italiano di unità monarchica », ma è apparso poco democratico e ancor meno unito,
L’aerorazzo amori '¡ino X-15 vola alla
velocità record di 4260 km/h.
Sciopero agli stabilimenti Mazzonis di
Torre Peilice o Luserna S. Giovanni.
Alla riapertura delTAssembleu generale
delTONU il Ghana ripropone un « coniando africano » per la pacificazione del Conilo; viene annullalo rinvio di navi americane.
MERCOLEDÌ’ 8
Si apre a Londra la conferenza del Commonwealth britannico, una società di 12
Siati con 600 milioni di abitanti.
Dopo esser .stato a Londra, Parigi, Rabat e Bonn, giunge a Roma rinvialo di
Kennedy, Harrìman.
A. I. C. E.
(’onvogno di primavera
Tutti i colleghi sono caldamente invitati a partecipare al convegno di
primavera che avrà luogo D. v. la domenica 19 marzo a Pinerolo col seguente programma.
Mattino :
Ore 10 - Culto.
Ore 12,30 - Pranzo in comune al Convitto.
Pomeriggio
Ore 14,3Ò - Dibattito sul tema: Istruzione nella libertà, introdotto dai colleghi Marcella Gay e Paolo Gardiol.
3
lo marzo 1961 — N. 10
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
pag
IN OCCASIONE DEL XVII FEBBRAIO
Una visita a Marsiglia
La delegazione Valdese a Marsiglia
è stata, quest’anno, composta dall’avvocato Ettore Serafino, membro della
Tavola, dal Pastore Davite di Villasecca e dal dr. Durand della Pro Valli.
Giunti a Marsiglia, la sera del 26,
dopo un ottimo viaggio attraverso la
Valle del Roya e la Costa azzurra, la
delegazione ha preso parte alle celebrazioni organizzate dalla Union Vaudoise de Marseille in collaborazione
con l’Eglise Réformée di quella città.
Il culto è stato presieduto dal Pastore Davite nel tempio di rue Grignan dove si era riunita la comunità
riformata assieme ai molti valdesi di
Marsiglia e dintcmi. Valdesi e ugonotti, fratelli e sorelle dTtalia, di
Francia e d’Africa hanno riempito il
tempio per ascoltare il messaggio della Parola e per ricordare il 17 Febbraio, che non è festa solo di Valdesi,
ma che nel suo monito e nella vocazione rivolta a tutti i credenti che
vivono nella libertà, ci accomuna nella stessa responsabilità e nella stessa
missione. In questa consapevolezza
tutta Tassemblea ha ascoltato in piedi il canto del Giuro eseguito dalla
corale deH’Union Vaudoise.
Dopo il culto, i locali dell’Union
Vaudoise hanno visto raccogliersi un
folto stuolo di valdesi per la tradizionale agape fraterna a cui hanno pre
Doiii
Per i sinistrati
di Pramollo
Diirliec Loiijì 5.Ü00; Pons Emmanuel
1..SOO; Pascal Aline 1.500; Baret 1.000;
Loii": Ajiiédée 2.000; Godin Ernest 1.000;
Tron .Auguste l.OOf); Bouchard Armand
5.00(1; Poirot Lu Valentine 1.000; Renacco - Peyronel 5.000; E. Barai - St. Hippolyte du Fort 10.000; Edvi Travers 5.000;
Crespy 2.500; V.ve Anastay-Mérindol 1.500;
Lcotiard J. 1.000; G. Dupont ■ Cannes
40(1; E. Pons - Cogolin 2.50Ò; Negrin Paul
- Digne 5.000; Bernard-Richard Nice 6.000;
Menuzan - Toulon 1.000; Vandiier - Nice
700; Malan - .Nice 2.000; Ida Peyronel
2.000: Collecte Eglise Grignan 20.539; Collecte Eglise Provence 16.000; Collecte Eglise Menpenti 8.180; Collecte Eglise Foyer
Fraternel 9.500; Collecte Egl ise d’Endoume
5.000; Ferrier 500; Artuso Cliambon 1.000:
Guglielmet 1.000; Ferroer 1.000; Gallian
1.000; Bigliano 500; Peyronel Albert 1.000:
Tron Aimé 1.000: Poet Jacques 2.000; Odet-Gardiol 500; Anonyme 500; Anonyme
500; Bronza François 500; Anonyme 1.000;
Pierrot 500; Anonyme 500; Rocebi-Tron
1.000; .Anonyme 500; Clot de Montolivet
2.000: Brosia-Cliambon 1.000; Anonyme
500; Biolzi-Ferrier 1.000; Anonyme 1.000;
Vigna Dilva 500; Grill Henriette 500; Peyroncl César 1.000; Long 500; Anonyme
100; H. B. 1.000; Anonyme 500; CombeReichmann 2.000; Peyronel Jean 2.000;
Ferrerò Lucien 10.000; Anonyme 1.000;
Poet Henri 38.081. Total frs. 200.000.
A mezzo del Pastore Franco Davite:
Richard Berton frs. 1.000; David Berton
1.000; Romano-'Plavan l.OOo (Le Pennes
de Mirabeau).
if! *
La colletta raccolta a Marsiglia in occasione della celebrazione ha fruttato la
somma di franchi 25.000 (250 NF), che c
stata trasmessa alla Tavola Valdese.
SO parte duecento persone accolti con
la ormai tradizionale squisita cortesia
dal Presidente dell’Unione e dalla sua
gentile Signora. Abbiamo ritrovato
vecchie conoscenze delle Valli, amici
recenti di Marsiglia, si sono scambiate notizie, saluti dall’Italia e per
l’Italia e si sono passate in rivista
in questo modo quasi tutte le famiglie delle nostre Comunità, poiché
quale è il Valdese delle Valli che non
hn almeno un parente a Marsiglia e
dintorni?
Al pranzo abbiamo anche avuto il
piacere di vedere la nostra sorella
sig.ra Balma la quale ha pensato che
i suoi 92 anni non fossero una ragione per non partecipare all’agape fraterna, ed in costume per giunta. Che
il Signore conceda a questa nostra
cara Sorella di essere presente ancora per molti anni al pranzo del 17 a
Marsiglia !
Nel corso del pomeriggio una quarantina di bambini e di giovani hanno presentato un nutrito programma
di recite, rondes, poesie e canti. Abbiamo molto apprezzato i lavori in
costume, come la ronde « La petite
abeille » e il pezzo di « colore locale »
dal titolo « Une fête en Auvergne » e
le recite dei grandi « Un mot difficile »
e « le meunier de ciantarana » interpretate con gusto e con brio. A tutti
gli attori ed alla Sig.ra Poet che ha
curato con amore e capacità questo
pemeriggio le nostre vive congratulazioni e ringraziamenti. Negli entractes
la corale ha cantato alcuni canti popolari valdesi ed il Sig. Tron di Rodoretto ha raccontato alcune leggende e abitudiìii caratteristiche dei tempi passati e credo che può stare cer
to che nessuno dimenticherà la storia della « fianto » e dell’« ouire » della Maiero! Bisognerà proprio inviare
i nostri giovani a Marsiglia per trasmettere loro le antiche tradizioni
della nostra terra! Certo è che lag
giù sono ricordate e coltivate con più
amore che da noi. Porse sarà la nostalgia dei villaggi lontani, ma è davvero simpatico ed importante che il
vecchio volto delle nostre valli riviva
cesi in mezzo a noi.
La sera, sempre all’Union Vaudoise, dopo una simpatica cenetta ed alcuni messaggi, i giovani hanno organizzato un trattenimento ed i « vecchi » hanno cantato per delle ore intere i vecchi canti della nostra terra.
Fra pomeriggio e sera abbiamo incontrato oltre 350, forse 400 nostri fratelli ed anche se questa cifra è ben
lontana dal rajypresentare tutti i Vaidesi che abitano Marsiglia e dintorni
è tale da farci doppiamente apprezzare il lavoro delTUnion Vaudoise che
li ha raccolti e che lavora per strappare altri dall'isolamento che si è create intorno a loro in questa grande
città lontana, e da ricordarci la responsabilità che abbiamo tutti verso
questi nostri fratelli che, in terra straniera, non hanno dimenticato la loro Chiesa e le valli dei loro padri e
che si adoperano per mantenere vivo
questo ricordo nei loro figli, che spesso non sono più nati alle Valli e che
hanno saputo creare fra di loro una
fraternità' veramente straordinaria e
spesso sconcsciuta fra noi alle Valli.
I giorni seguenti il sig. Henry Poet
si è messo a nostra disposizione per
permetterci di visitare alcuni gruppi
Uniti nella dispersione
Della visita a Marsiglia il Pastore
Davite ha dato, nell’articolo che precede, una cronaca completa e ne ha
ricavato considerazioni che pienamente condivido.
Posso solo aggiungere che per me
personalmente (e, sono autorizzato a
dirlo, anche per l’altro membro laico
della delegazione, il dott. A. Durand)
è stato, quell’incontro coi nostri fratelli, ricco di motivi di gioia profonda : una esperienza interesante^ ma
soprattutto educatrice ed istruttiva.
E’ risaputo che ovunque gli emigrati tendono a riunirsi a si rallegrano
ogniqualvolta loro riesce di stabilire
un contatto, anche solo indiretto, col
loro paese di origine. Questo aspetto
umano, psicologicamente assai comprensibile, di ogni collettività trasferitasi in altro paese, è certo identifil'abile in mezzo ai valdesi di Marsiglia, anche se non sono in... capo al
mondo, e, almeno molti di loro, hanno possibilità di frequenti contatti
con le valli.
Quel che più mi ha colpito però è
un altro e più essenziale aspetto: i
valdesi di Marsiglia sentono (e danno la sensazione di sentire) di essere
non solo una collettività di gente che
proviene dallo stesso paese, ed ha le
stesse tradizioni di costume, di paletto; ma soprattutto una comunità.
L la loro lede valdese che conta, che
li tiene uniti pur nella inevitabile dispersione della^ grande città e dei vasti dintorni, anche senza un tempio
loro. Rivelano un indubbio attaccaniento non solo alla loro terra, ai loro villaggi, ma alla loro chiesa. Solo
cosi si può comprendere la partwipazione nutrita al culto nel tempio di
Rue de Grignan ed alle altre riunioni; la commovente attesa di tanti
isolati del messaggio della Parola
portato loro, questo anno, dal Pastore
Davite ; la silenziosa gratitudine di
tanti infermi per essere stati accompagnati in preghiera da un « loro »
pastore.
E’ davvero, nel marsigliese, distaccata una parte viva della no_stra
grande famiglia valdese ; non diversamente di quel che avviene per le
nostre comunità delle città svizzere,
o per la più grande comunità del sudamerica.
La nostra chiesa deve sentire come
parte di sé stessa la comunità di Marsiglia; intensificando nei limiti del
possibile i contatti. Ed i marsigliesi a
loro volta devono vieppiù stringere i
legami tra di loro e tra loro e la chiesa valdese, di cui sono e devon considerarsi membri di pieno diritto e con
pieno impegno non solo nella tradizionale ricorrenza del 17 Febbraio.
Molte parrocchie delle valli organizzano, durante l’anno, dei viaggi; alcune hanno più volte scelto come mè
ta Marsiglia e la regione circostante;
altre possono farlo: vai davvero la
pena di vivere alcune ore di fraterna
comunione con quei nostri fratelli.
Prima di conchiudere, sento il dovere di additare alla gratitudine dei
valdesi (delle valli e di Marsiglia) la
gentil signora Aimée Poet, il sig. Henry Poet ed i loro più vicini collaboratori. A loro si deve in massima parte
la vitalità della « Union Vaudoise » di
Marsiglia; a loro che svolgono in silenzio, con sacrificio personale, un’opera che è, per molti aspetti, veramente pastorale. So che essi non desiderano essere oggetto di particolare
compiacimento; ma, vincendo la ^
sistenza del loro senso di modestia,
è doveroso dir queste cose, non fosse
altro che per esprimere loro la nostra
simpatia ed U nostro affetto: che abbraccia, con loro, tutti i fratelli vaidesi di quella regione.
Ettore Serafino
fuori di Marsiglia, co(me a Pennes Mirabeau dove abbiamo potuto tenere
una riunione e proiettare alcune bobine di documentari girati alle Valli
ec. a Le Tholonet dove non abbiamo
purtroppo potuto avere una riunione
vera e propria perchè la gente era al
lavoro in campagna e l’ora non propizia, ma dove abbiamo potuto incontrare una famiglia che vive abbastanza isolata nella campagna. A Aubagne, all’Hospice de la Bourbonne abbiamo visitato alcune sorelle ricoverate per l’età o per malattie. Così pure abbiamo incontrato una nostra sorella in im ospedale di Marsiglia.
Altri parlerà delle impressioni di
questo viaggio e particolarmente di
queste visite, ma non posso tacere la
respcns abilità che ho sentito per me
e per tutti noi davanti alla gioia profonda ed illimitata di questi nostri
fratelli e sorelle sani o malati, giovani o vecchi nata in loro nel vedere,
magari degli sconosciuti, ma che erano Valdesi e venivano dalle Valli!
Il girò ha avuto termine martedì sera 28 Febbraio con una riunione nei
Iccali dell’Union Vaudoise. Un buon
numero di partecipanti, non ostante
il giorno lavorativo, fra i quali abbiamo notato i Pastori Marchand e Esposito-Varèse della Chiesa Riformata di
Marsiglia. Il dr. Durand ha presentato alcuni aspetti del problema s(x;iale ed economico oggi alle Valli, ne è
seguito uno scambio di idee e di informazioni e, per concludere, la proiezione di documentari girati alle Valli in varie occasioni.
Il giorno seguente, dopo aver ancor-i potuto visitare im paio di valdesi
sulla strada del ritorno, accompagnati da un fresco vento di mistral abbiamo percorso la pittoresca valle della Durance rientrando in Italia attraverso il Monginevro.
Franco Davite
ANGR06NA (CapolaodO)
Ad .Angrogna la Domenica deliri Facoltà
di Teologia, è stata particolarmente sottolineata dalla presenza di ben dne studenti:
il Sig. Domenico Cappella, studente metodista di HI anno e ’1 sig. Ernst W ilhelm
Ijangeuellpott di Dormund della Chiesa
Unita della Westfalia (Germanial. 11 Sig.
Cappella ha presieduto la Scuola Domenicale del Martel ed ha predicato !a matt'na
al tempio del Capoluogo. Dopo il culto
abbiamo udito con gioia un breve messaggio ed un saluto da parte del sig. LangeweUpott. Nel pomeriggio i nostri due ospiti hanno parlato al culto del Serre e più
tardi hanno avuto un incontro con alcuni
catecumeni del IV e IH anno in cui hanno
parlato l’uno sulla vita della Facoltà d'
Teologia e sulle proprie personali esperienze. l’altro sul lavoro giovanile della
Chiesa Unita di Westfalia. Sono state due
finestre aperte su due s'tuazioni totalmen
t-; diverse, risultate di vivo interesse per
i nostri giovani. La giornata dei nostr' due
ospiti è «tata ben riempita e ben sfruttata,
ci scus'amo se abbiamo proposto loro un
programma un po’ carico, ma questo incontro è stato di grande arricchimento per
la nostra Comunità e certamente anche per
essi non sarà stata inutile la conoscenza
un po’ dettagliata del lavoro d' una Comu
nità delle alte Agalli. Desideriamo ancora
ringraziarli vivamente per quello che c
hanno portato e ci auguriamo di r'vederli
Domenica sera, 5 marzo, i giovani pra
ro.stinesi n un gran rombo di motori e di
sana allegria, sono venuti tra noi per re
citare « Gli spazzacamini della Val d’Ao
sta i>, commovente dramma, ben presenta
to ohe ha definitivamente conv'nto tutti
quanti a non mandare i ragazzini a fare
gli spazzacamini, anche se questo può con
durre, non si sa mai, a una onorevole r'
parazione di un torto fatto ed a un felice
matrimonio. Ringraziamo vivamente i fe
deL e simpatici amici di Prarostino ai qua
li ci prepariamo a restituire la visita. La
serata, protrattasi fino alle ore piccole, s
è conclusa con un piccolo ricevimento, of
ferto dall’Unione del Prassuit invitante, ;
con un gioco di recente importazione, sco
nosciuto ad Angrogna, che ha me.s«o a du
ra prova... il fondo dei pantaloni!
MASSEL
La Ditta Teasore ha inaugurato questa
settimana un servizio di corriera PerreroMassello. L’orario sino al mese di Maggio
prevede corse i giorni lunedi e sabato :
Partenza da Perrero ore 6.25 e 10 il lunedì
e 6.25 e 13.15 ü sabato, partenza da Massello ore 7 e 14.10 sia il lunedì che il sabato. Particolarmente favoriti risulteranno
i nostri giovani studenti a Pomaretto die
potranno così trascorrere la domenica a
casa, la corsa del sabato infatti parte direttamente da Perosa alle 12.50. Le amministrazioni Comunali di Massello e Salza
hanno preso particolarmente a cuore questo
problema per favorire la nostra popolazione. Certamente questa facilitazione invoglierà nella buona stagione molti a salire fino ai nostri villaggi.
Domenica pomeriggio ha avuto luogo al
Roberso la seduta annunziata precedentemente ed in seguilo rin-viata per la costituzione di un centro di cultura sotto gli
auspici degli insegnanti locali, presenti le
autorità ed una discreta rappresentanza del
la popolazione. Dopo un interessante scam
bio di idee si è convenuto di proseguire
la prossima seduta avrà luogo ;1 26.
A l’hopital de Torre Pellice Alda Pons
de Grangedidier a subi la semaine der
nière une opération, les nouvelles qui nous
sont parvenues sont bonnes et nous formu
Ions nos voeux fraternels pour une guéri
son rapide. Dimanche la nombreuse famil
le de Bar Palmari du Reynaud a retrouvé
le chemin de la maison paternelle pour fê
ter l’anniversaire de notre doyen; Mr. le
doctenr Quattrini et sa famille nous ont
honorés de leur présence.
Comunicata Pro Valli
La « Pro Valli » rende noto che sono in
vendita: ad Angrogna: una casa al Capoluogo, un fabbricato rurale con terreno in
località Malan, due case rusticlie con castagneto e pascolo in prossimità della località Cacet; a Villar Pellice: una casa civile al capoluogo ; a Luserna S. Giovanni :
vicino alla stazione, una casa civile (si
vendono anche appartamenti separati).
Per ohiarimenti rivolgersi alla Pro Valli
( Casa Valdese) - Torre Pellice.
TRA L. A. VAIMAL E GINO CONTE
Dilendo il dogma cattolico
Per l’ennesima volta, in una delle sempre interessanti discussioni tra il signor
L. A. Vaimal e la direzione di questo periodico, è sorto il problema del battesimo;
cioè della sua ainmin'islrazione da parte
del sacerdote cattolico o da parte del pastore protestante.
Il mio punto di vislic in pro-posito è chiaro e semplice: da parte protestante ovvero
.si ignora la realtà, ovvero si gioca sull’equivoco (scusate tanto!). Per evitare que.sti due estremi occorre rifarsi, in siffatta
materia così dogmatica che sacramentale,
alle origini, ossia alla casistica enunciata
dal Concilio di Trento, ove è chistramentc definito (Sessione VII, Canone 4) che il
battesimo degli eretici è da considerarsi
valido — e quindi non r'ipetibile — purché
esso avvenga secondo la formula triti taria
(ossia nel nome del Padre, del Fglio e dello Spirito Santo) e secondo l’intenzione
della Chiesa (ossia secondo la stessa intenzione che ha la Ch'esa quando celebra lo
stesso sacramento).
E’ dunque il problema dell’abito che riveste il corpo e del corpo da mettere dentro l'abito.
S: 41
La validità del battesimo degli eretic'
ccncerne, per il cattolicesimo, due elementi la formula e il dogma (è interessante
rilevare che non concerne il modo, ossia
che il Concilio di Trento non si è pronunciato per esempio «uH’acqua, sulla sua
quantità, sul suo grado termico, eoe.).
Per la formula, s: tratta di adottare la
formula trinitaria. E qui non c’è nulla da
obbiettare.
Per l’intenzione, ovvia per il dogma, il
problema è, più che aperto, spalancato!
Infatti, quale è l’intenzione della Cliies.i
romana nella celebrazione del battesimo?
E’ duplice: la cancellazione del peccato
originale del battezzando, e la sua incorporaz'one neUa Chiesa-Regno, essendo il battesimo un sacramento non meno indelebile
del sacramento dell’Ordine, e non meno
irreversibile del sacramento del Matrimonio.
Dunque, se non si ha qui a che fare con
liersone in malafede, è chiaro come 1 sol*
che :
1) poiché ii balle-simo amministrato dalle
Chiese evangeliche è « la richiesta d' una
buona coscienza fatta a Dio >i, secondo la
espressione deH’aposlolo Pietro; o la testimonianza della propria fede, secondo :
protestanti Battisti: o una implorazione
della grazia di Dio sul pargoli, secondo il
protestantesimo di ispirazione neocalvinistica, ma in nessun caso è una cerimonia
destinata a detergere nei pargoli (e negli
adulti) la macchia del peccalo originale;
2) se ne deduce lapalissianamente che 11
Battesimo degli eretici non ha che superficiali punti di contatto con il battes'mo
della Chiesa romana, diciamo pure che non
si incontra con quest’ultimo se non nella
formula tr’nitaria,, la qua’e, ridotta a mera formula che copre una diversità sostanziale di intenzioni, finisce per ridursi a ben
poca cosa. Ossia a parole che rivestono...
un bel niente. C’è un abito, ma dentro non
c’è un corpo che lo indossa, o piuttosto,
ce ne vorrebbero essere due; ma l’indossa
l’uno, e l’altro sta fuori a guardare.
3) Si obbiellerà, non ingiustamente, che
la formula Ir'nitaria è pur sempre una gran
formula, che la sua efficacia può dar contenuto al vuoto (e vita a ciò che è morto?i.
Ma questa teoria della validità della formula ex opere operato non è certo protestante.
ma cattolica. E in questo caso, non è forse
troppo pretendere che Ter opere operato
funzioni anche fuori dell’amh’to della Chiesa che lo ha teorizzato? Hanno i ministri
dei culti protestanti una consacraz’one episcopalmente valida? Sono essi « sacerdote»
in aeternum »? La cosa — almeno prima
del 11 Concilio Vaticano — è dubbia.
Torniamo aU’ennesìmo cenno sul battesimo, e inseriamoci nella cortese polemica
tra il signor L. A. Vaimal e Gino Conte.
Si tratta di sacerdoti cattol'ci che hanno
ribattezzato dei pargoli già battezzati da
ministri di culto protestanti. Hanno fatto
bene? hanno fatto male?
I sacerdoti cattolici ohe ribattezzano dei
pargoli già battezzati (hanno sempre ribattezzato, in terra cattolica, i pargoli che le
nonne o le madri sono riuscite a portare
ia sagrestia d; nascosto dai padri'
NON effettuano un .secondo battesimo! Bat
tezzano chi non ha ancora avuto la can
cellazione del peccato originale, anche se
fosse — pu'acaso — già stato battezzato dm
volte da un ministro di culto eretico.
E fanno benissimo. Non c’è nessun pa
sture evangelico che possa, col battesimo
cancellare il peccato originale dei suoi fe
•deli, piccini e grandi. Perché i «aerdoti rat
tol ci che lo possono, non lo farebbero
specialmente quando c’è gran pericolo eh,
un’anima si perda nell’ambiente non cal
tolico? Non è, l’uso di ribattezzare catto
licamente il battezzato eretico. Il protesto
ad una pompa o ad un canto di vittoria
sui transfughi finalmente entrati nell’ovi
le ; è, più sempTcemente e — da un pun
to di vi.sta che è rispettabilissimo — più
cristianamente, porgere ai battezzand; quel
DI PIU’ che gli eretici non hanno saputo
o potuto loro assicurare.
Ben altra cosa dunque è il dubbio sulla
realtà d’un battesimo avvenuto o no (e
qui è tutt’altra prass'. tanl’è vero che il
Battesimo cattolico viene dato SUB CONDITIONE. cioè sotto la condizione che non
5Ì.t stato ancora amministrato, o ammin strato male, per esempio senza la formula
Irinitaria, o con nomi fasulli, o con l’nnimus d’ fare una parodia, ere.): e ben altra
cosa è la certezza — che onestamente ne.sauno dovrebbe negare ai sacerdoti ratto’ici — ebe gli eretici battezzati PORTANO
ANCOR.A il peso del peccato originale. E
qui sia ben chiaro che il dogma romano
è coerente: un segno che non segnali nulla,
un lavacro che non lavi, non sono nè segni lè lavacri. Sono veramente e realiter
un nulla.
Questo dev’essere tenuto pre.aente, ogni
volta che si parla della famosa V \L1DITA’ del Battesimo degli eretici.
Re-stano due domande, che lo rivolgo ai
miei amici, senza per ora tentare una risposta :
1) Stando cosi le cose — e non c’è dubbio
che stiano cosi — «i può ancora proclamar-; o lasciar credere che il Battesimo s'a
l’unico .segno ancora sussistente deU’unità
cristiana? (o non sarebbe meglio riconoscere che, tolto l’equivoco, altro non resta
se non il vuoto e la « concordia oppositorum »?).
2) Ma chi ha davvero ragione, sul piano
biblico: coloro che ritengono che il Battesimo cancelli il peccato originale (i eattoli
ci) o coloro che ritengono che esso non
cancelli affatto (i protestanti)?
Come si vede, in vista dell’unità cristiana, un ripensamento teologico a fundamentis è, più che utile, indispensabile ed urgente. Teodoro Balma
Se il D'retlore lo ritiene utile, potrò,
tempo permettendolo, avviare una discus.-ione popolare su queste colonne, sul problema del peccato originale.
Siamo molto grati al nostro interlocutore, e convinti della necessità di una di.scussione del problema battesimale (la nostra liturgia del battesimo è un misero
compromesso); neghiamo, però, che il battesimo riformato sia solo ’’un’implorazione della grazia di Dio sui ¡Hirgoli” !
red.
Direttore resp.: Gino Conte
Coppieri . Torre Peli. - Tel. 9476
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Reg. al Tribunale di Pinerolo
________n. 175. 8-7-Ì960
Tipoerafia Subalpina - s. p. a
Torre Pellice (Torino)
AVVISI ECONOMICI]
CERCASI grande tenuta canton Vaud (Svizzera' giovane agricoltore->meecanico condotta trattore manutenzione macchine.
Paga massima, trattamento familiare. Rivolgersi: Laelsch Giovanni, Perosa .Arg.
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Spezia, 6 - Marinelli - Parma.
I familiari di
Poet Pietro
ringraziano tutti coloro che hanno
preso parte al loro dolore; un particolare ringraziamento al dott. De Bettini per le cure prestate, ai Pastori
Sommani e Tron per le loro parole
di conforto.
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4
pag. 4
L’ECO DELLE VALU VALDESI
N. 10 — 10 marzo 1961
Per voiy pastori e professori
Vacanze in Germania
Un pastore ev. di una pittoresca cittadina «li margini della Foresta Nera e nei
pressi di Karlsruhe sarebbe lieto di scambiare il proprio appartamento con quello
di un pastore italiano residente in località
marittima durante un mese della stagione
estiva.
La medesima .proposta è pure fatta da
un professore, amico del predetto e suo
vicino di casa il quale conosce bene la nostra lingua e può predicare in pulpito.
Le due famiglie hanno quattro o cinque
figli ciascuna e altrettanti figliuoli possono esser portati in Germania. Il collega
che andrà in Germania non avrà alcun
compito pastorale da svolgere, ma il collega tedesco e l’amico professore possono,
se del caso, sostituire anche nella direzione della chiesa il collega italiano.
Rivolgersi, per questo scambio di villeggiatura, al pastore Enrico Geymet di Villar Pellice.
Notiziario giovanile
Quando avevamo deciso di iniziare questa rubrica, speravamo che essa non si riducesse ad un’autobiografia del Comitato
di Gruppo e delle sue visite, con tutto
quello elle hanno di noioso e di snervante
le autobiografie. Constatiamo che, almeno
fin’ora, nessuna Unione ha voluto approfittare di questo mezzo per darci sue notizie
o prospettare i suoi pro-blemi, che potrebbero forse essere risolti più facilmente in
collaborazione con le altre.
Perciò riprendiamo a dare notizie sulle
nostre visite, pur sperando ancora che
qualcuno voglia rompere il proprio muti.smo e dare il buon esempio agli altri.
Sabato 25 u. s. è stata visitata VUnione di
Ferrerò: una buona serata se si pensa che
era stata preparata con molta fretta. E’
stata una buona occasione per sentire e
vedere il lavoro che quell’Unione ha svolto in un anno, il quale è stato senz’altro
buono, soprattutto come attività filodrammatica: questa Unione ha, infatti, malgra
do le difficoltà di numero che, anche qui,
si fanno sentire, curato la preparazione di
due recito: una per Capodanno, che è stata
ripetuta anche a Massello, ed una per il
17 febbraio.
I suoi problemi sono soprattutto quelli
che derivano dalla dispersione delle frazioni e dalla conseguente lontananza dei
giovani. Anche Perrero risente, inoltre,
dello spopolamento montano e del fatto
che i giovani cercano lavoro lontano da
casa e devono, perciò, seguire un orario
che è poco compatibile con quello della
Unione.
Rinnoviamo l’invito alle Unioni che ri
tengono opportuna una nostra visita, di ri
chiederla senz'altro ad uno dei membri
del Comitato di Gruppo. In occasione di
questa vi porterenw anche una copia dei
giochi che abbiamo raccolto: anche se la
stampa non è delle più chiare, possono
forse interessare ugualmente qualcuna delle nostre Unioni. c. t.
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
VILLAR PELLICE
Le celebrazioni del 17 febbraio, favorite anche da un tempo splendido hanno
avuto da un punto di vista organizzativo
un pieno successo.
Preparato da una serie di riunioni tenute in tutti i quartieri ha ipermesso ohe tutti
giungessero alle manifestazioni udormat:
sul significato ohe la parola Emancipazione assume per noi in un momento come
Tattuale :n cui ricorrono vari centenari
onusti di gloria e di sangue.
La serata del falò ha visto una poderosa
catasta di legna preparata da zelanti e generosi volontari e ha udito (grazie agli altoparlanti disposti dalla Ditta Crumière)
un eloquente discorso del prof. A. Armand
Hugon, sindaco di Torre Pellice, ed un
fraterno messaggio del dott. Elio Eynard,
pastore a Zurigo. Anche la corale ha dato
un suo messaggio apprezzato, ma non è
riuscita a trascinare nel canto la numerosa
assemblea presente tutto attorno.
La manifestazione delle scolaresche ha
avuto pieno successo: gremito il tempio,
perfetto il programma preparato con amore dagli insegnanti autori — cosa ben degna di nota — di parecchi dei lavori presentati. Genero'si i doni ricevuti dagli alunni., fervido l’entusiasmo.
L’agape preparata con grande impegno
dall’apposita commissione ha registrato un
successone. Oltre 150 commensali stipati
nella sala, ,p'ù che non se ne siano mai
contati al Villar. Ottimo lo spirito, e avvincenti i di.seorsi tra cui particolarmente
applauditi quelli del sig. Sindaco (:ns.
Paolo Fracite) e del nostro fratello Alberto
Lazier. Bello e canoro il pomeriggio come
in passato...
La sera nella sala trasformata per incanto e gremita da un pubblico numeroso e
dal contegno dignitoso ed esemplare, riscuote un nuovo successone l’Unione del
Centro con una recita di argomento semplice ma sano e buono. I..a serata si protrae fino a tardi. Tutto è stato perfetto e
buono. Poijhe volte come quest’anno un 17
febbraio è stato celebrato al Villar in mezzo a tanto plebiscitario consenso
Restava ancora la celebrazione ufficiale
e più particolarmente religiosa d: domenica 19 febbraio e tutto era stato predisposto
per darle il maggior risalto e per commemorare degnamente i martiri valdesi di
Calabria di 490 anni or sono. Anche la
corale aveva preparato un ottimo canto...
Ma Tassemblea del culto non superò
quella modesta dei cult; normali e venuto
il momento culminante delTagape del Signore, solo un gruppetto di fratelli e sorelle si accostò alla Sacra Mensa...
E crollò d’un tratto tutta la grande gioia
che questo 17 febbraio ci aveva recato
mettendoci in cuore un dubbio crudele :
Dove giunge la sincerità della fede di tutti
questi credenti che con tanto amore ed impegno ci sforziamo di guidare nelle vie di
Dio? Accorrono numerosi quando c’è odore di festa e per udire ed ammirare se
stessi, ma non hanno interesse per la Parola di Die nè per la Chiesa... Sono valorosi e fanno grandi sacrifici per mangiare
gli agnolotti del 17 febbraio, ma lasciano
deserta l’agape del Signore... Che rosa vale
una s'mile religione?
Sono ancor calde le ceneri dei nostri falò fiammeggianti e ancora risuona Teco dei
canti di questi giom’, ma sul nostro cielo è pur rimasto il segno di un grande interrogativo e in fondo al cuore qualcosa
che somigl'a ad una profonda amarezza.
PERRERO > MANIGLIA
La celebrazione del 17 Febbraio, preannunciata la vigilia da numeroBi falò, s’è
svoilta lasciando in lutti i partecipanti un
ottimo ricordo. Il corteo partito da Perrero è salito ad incontrare a mezza strada
quello di Maniglia. Al culto il gruppo corale ed i bambini hanno offerto la loro apprezzata collaborazione. Una sessantina di
persone ha partecipato alla tradizionale agape. Siamo grati alle autorità locali che hanno voluto esBere con noi in quella giornata per partecipare aUa nostra gioia. Un caldo, sentito ringraziamento ai giovani per
la loro molto apprezzata attività.
La comunità ringrazia gli studenti in teologia signori Peter ìFalls e Paolo Giunco
per la loro gradita visita del 26 febbraio,
ed in particolare il primo di essi per il
messaggio recato da parte del Signore.
Domenica prossima 12 marzo, alle ore
14,39 nella chiesa di Ferrerò, in collaborazione colle sorelle di Chiotti e di Massello, sarà tenuta un’adunanza di preghiera,
alla quale tutte le sorelle della comunità
sono caldamente invitate a partecipare.
FRALI
Dopo un soggiorno di studio di quattro
mesi e mezzo presso ri&tìtuto di Bossey
(Ginevra), il Pastore è tornato in sede alla
metà di febbraio. Al Sig. Giosuè Vinay die
riia sostituito durame questo tempo il Concistoro e la parrocchia esprimono la loro
viva riconoscenza per lo zelo e la consacra
zione con cui lia adempiuto rincarico affi
datogli. Egli si trallerrà ancora a Frali nei
prossimi mesi lavorando ad Agape; lo rin
graziamo per aver accettalo di occuparsi
ancora delle lezioni di religione e della fi*
lodrammatica.
Le celebrazioni del XVII Febbraio si sono svolte andie quest’anno nella gioia e
nella riconos^’enza. Il prograinima era simile a quello degli anni precedenti, però con
una interessante aggiunta, ossia la fiaccolata ebe è partita dall’Alpet quando i «falò» avevano finito di bruciare, e che è stata visibile dalla maggior parte dei villaggi
mentre scendeva per il ì)osco fino a raggiungere la stazione di partenza della Seggiovia. 11 tempo veramente bello ha permesso a tutti di godere la vista dei nove
magnifici fuochi di gioia. Il 17 stesso si è
avuto il corteo degli alunni delle scuole,
gli inni di circostanza suonati dalla banda,
il programma di recite preparalo dai bambini ed il tradizionale pranzo fraterno. Per
il culto il tempio era gremito, più che negli anni precedenti: di questo ci rallegriamo e voiTemmo che fosse un segno di un
rinnovato zelo cristiano per tutte le famiglie della parrocdhìa.
Un folto gruppo Ai studenti della Facoltà
Valdese di Teologia di Roma ha visitalo le
Valli alla fine di Febbraio. Agape ha ijreparato l’accoglienza ed un programma speciaile per questi studenti che la sera del
giorno 27 hanno partecipato ad una riunione nel tempio di Ghigo assieme alla Parroc(diia. Hanno parlato gli studenti Paolo
Sbaffi e Marco Ayassot esponendo alcuni
pensieri riguardo al ministero pastorale oggi ; uno studente svizzero ha recato un simpatico messaggio dì fratellanza ed il Pastore ha narralo alcuni episodi della storia
di Frali. Dopo la meditazione conclusiva si
è ancora avuta quasi un’ora di conversazioni in piccoli gruppi in cui gli studenti ed i
membri di chiesa hanno potuto fare reciproca conoscenza. La Parrocchia è riconoscente agli studenti in teologia per questa
loro vìsita assai gradita.
TORRE PELLICE
Domenica ipomeriggio il grande e luminoso refettorio del Convitto era letteralmente (Stipato dei partecipanti alla lieta
riunione indetta per dare il saluto ufficiale al Pastore Giulio Tron e alla Signora,
reduci per aleuni mesi fra noi dall’Uruguay. Essi hanno certo sentito, dal calore
di quanti li hanno circondali, quanto sia
rimasto profondo l’affelto per loro sorto
nel corso di un lungo ministero pastorale.
Il Past. Sommani lia (porlo il più cordiale
bentornato, mentre il Prof. A. Jalla ita
ricordato il passato drammatico e pur cosi
vivo degli anni di guerra, che paiono già
così (lontani, e il Prof. A. Armand Hugon,
quale ex-catecumeno del Pasl. Tron, Ita
ricordalo gli anni della sua giovinezza e
gli eventi di allora. La Corale ha dato il
suo valido e apprezzatiissimo contributo.
Con una raipidità che non si poteva prevedere si è spento, ai Cbabriols inferiori,
il nostro fratello Pietro Poet, di anni 84.
Rattristati, ma fiduciosi nelle promesse del
Signore della vita, esprimiamo a lutti i familiari, e in (particolare al figlio, il nostro
Diacono Guido Poet, la nostra fraterna
siniipalia.
•Sabato e domenica i nostri giovani ci
offrono ben due serate (o matinées...). Il
« Piccolo Teatro Lo Bue», felicemente redivivo, presenterà all’Aula Magna (sabato
alle 21 e domenica alle 15) la commedia
di G. B. Shaw: « L’importanza di essere
onesto ». La Filodrammatica dei Coppieri
presenterà nella sala dei Coppieri la commedia « Cugino Filippo » seguita da due
farse, sabato e domenica alle 21. Auguriamo ai nostri giovani un pubblico incoraggiante!
Domenica sera la « E. Arnaud » ha celebrato il suo decennale, e per l’occasione
ai... sigari e alle pipe si è aggiunta la bicchierata! Si è ancora una volta discorso
della possibilità di attirare nuovi membri
accanto al gruppo che si raccoglie regolare
e fedele: indubbiamente lo stimolo ad una
più intensa e vasta partecipazione sarà dato essenzialmente da un programma sodo
e attuale, tanto più auspicabile ora ohe
una delle due riunioni mensili è « libera »
per Tamichevole conversare.
SAH SECONDO
—• Un sentito ringraziamento allo studente in Teologia Bruno Bellion ed al pastore emerito Luigi Marauda che hanno
presieduto il culto rispettivamente il 26
febbraio ed il 5 marzo.
Il loro mesisaggio è stato molto apprezzato e siamo certi che la semenza gettata attraverso la loro convincente parola di speranza cristiana Ita portato buoni frutti nel
cuore di chi era presente in chiesa.
— La riunione di mercoledì l» marzo
al Centro è stata presieduta dal diacono
Dino Gardiol e quella di mercoledì 8 marzo dagli studenti della Pra del Torno che
hanno pure presieduto la riunione alla
Grotta martedì sera.
Ringraziamo questi giovani studenti per
la loro gradita visita e iter rottimo messaggio che ci hanno rivolto.
— La Corale e la filodrammatica dell’Unione giovanile lianno visitalo domenica scorsa la comunità di Praimollo. L’ospitalità da parte della chiesa consorella nei
nostri riguardi è stata davvero fraterna, per
cui ci sentiamo in dovere di ringraziare
ancora molto il pastore Micol e tutti i pramollini che ci hanno accollo in modo così
cordiale ed affettuoso.
La Corale ha cantato un inno durante il
Culto del mattino c l’Unione giovanile ha
intrattenuto nel pomeriggio la comunità
con un brillante 3i>ettacolo sul palcoscenico della Sala unionista.
Un incontro più che mai riuscito e che
ci auguriaimo di contraccambiare al più
presto nella nostra ^rrocobia.
S. GERMANO CHISQNE
Visita gradita. - Sabato 4 marzo abbiamo
avuto la visita degli unionisti di Villar Pellice guidati dal loro pastore sig. Geymet.
La nostra sala presentava Taspetto delle
grandi occasioni: 59 villaresi più i nostri
unionisti.
La serata si è aperta eon un breve esereizio di canto: dalla raccolta degli inni
nuovi abbiamo scelto due cantici che presto saranno inseriti neirelemo degli inni
conosciuti.
Una giovane unionista saugeniianese ha
quindi presieiliilo il culto di apertura.
Avevamo il piacere di avere con noi,
quella sera, anche il past. Libonatti e signora da Cambobasso, giunti a S. Germano
con la comitiva villarese. Egli ci ha portalo alcune notizie sulla piccola, ma fedele,
comunità dia dirige e che conosce spesso
difficoltà a noi ignote.
Il past. Geymet ha quindi fatto meditare
i giovani su quella die dovrebbe essere una
testimonianza più chiara della nostra fede
in seno all’ambiente in cui vìviamo.
La tradizionale tazza di tè e vari giochi
hanno chiuso la serata.
L’incontro verrà presto ripetuto a Villar
Pellice ove siamo attesi in primavera.
roba
— Domenica »corsa l’Unione delle Madri ha fatto un giro di visite per portare
un saluto a due signore anziane ed isolale;
la piccola Marina e il Pastore facevano...
abusivamente parte del gruppo.
— L’Unione delle Madri avrà luogo alle
Fucine giovedì 16 marzo alle ore 20.
— Le buste per la coiitribuzione del 17
febbraio sono giunte a tutti i Rorenghi.
Cbiediaimo loro di affrettarsi a restituirle,
altrimenti sì può avere la tentazione di
abbinare l’offerta a quella di Pasqua, cosa
che preghiamo vivamente di non fare. Con
un po’ di buona volontà si può compiere
questo piccolo sforzo. E’ assolutamente necessario che la nostra contribuzione alla
Cassa centrale dia quest’anno buoni frutti.
POMARETTO
Domenica 12 ¡marzo alle 20.30 nel teatro
la Filodrammatica di Prali reciterà « La
boina », in patois. Accorrete tutti!
La famiglia della compianta
Anna Bonjour ved. Ponte!
nella impossibiUtà di farlo personalmente, sentitamente ringrazia tutti
coloro che le furono vicini con scritti
e di presenza. In modo particolare
ringrazia il Dott. Coucourde, il Pastore sig. Aime ed i vicini di casa.
Bobbio Pellice, 26 febbiaio 1961
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