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Roma, 27 Febbraio 1900
SI pabblle» ogni Sabato
ANNO II - N. 9
LA LUCE
Propugna gl’interessi sociali» morali e religiosi in Italia
ABBONAMBNTI
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Italia : Anno L. 2,50 — Semestre L. 1,50
Estero : » » 5,00 — * « 3,00
Un numero separato Cent. 5
e
I manoseritti non si restituiscono
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INSERZIONI
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Direttore e Amministratore : B. Celli, Via Magenta 18, Roma
O
Attenti!
Pochi giorni mancano alla
fine di febbraio. I Lettori che
non hanno ancora pagato l abe*
bonamento, s’affrettino Cartolina vaglia da L.? 2,50 da dirigere cosi: Sig. B. Celli — Via
Magenta 18, Roma.
Carnevale! Quaresima!
Maschere più o meno eleganti. Nei veglioni si
danza. Nelle osterie si beve. Nei caffè e nei ristoranti non e’è più un posto. E'_^l’altiina sera dEarnovale.
Si odono i rintocchi delForologio ; dodici ; mezzanotte. Il giorno è finito ; il Carnevale muore, comincia la Quaresima.
All’ alba le chiese s’aprono ; le messe si susseguono ; la gente s’inginocchia e prega ; è il tempo
dell’espiazione. Un poco di cenere su la fronte. Oggi
si mungerà di magro ; poche vivande con solo olio.
Dai pulpiti una voce scenderà nasale e piena di
spaventi: Memento homo, quia pulvis es et in
pulvenm r e verter is !
Dove siamo ? In Italia. E l’Italia che paese è ?
Paese cattolico romano. Il Cantù ha chiamata l’Italia
r la terra dei dotti, degli eroi e dei santi ».
Lo spettacolo a cui abbiamo accennato avviene
ogni anno in Italia, nella terra dei... » santi ». Vi
pare uno spettacolo degno di santi ?
* *
Si dice : « Facciam quaresima, digiuniamo quaranta giorni ; perchè Gesù per quaranta giorni ha
digiunato ».
Ci corre. Signori miei ! Il digiuno di Gesù fu spontaneo, e fu completo. Il vostro è volato e imposto
e tntt’altro che completo : mutate cibi, ecco tutto ;
e ognun sa che, se si hanno quattrini, si può mangiare meglio e più splendidamente di magro che non
di grasso : ¡quanti, in certe città per entro terra,
sospirano pesce, e‘non se lo possono procurare, perchè è troppo caro !
Pretendete imitare Gesù ? Imitatelo dunque ! State
quaranta giorni senz’ingollare checchessia, alla Succi.
Il vostro digiuno quaresimale è parodia poco sincera.
<)!
.■» *
Una cosa non abbiam mai potato capire. perchè
in Italia, « terra dei santi », alla Quàresima preceda
il Carnevale. Non mi dite che la Chiesa romana disapprova il Carnevale ; non me lo dite, perchè non
è vero : per anni è' per secoli Roma tennè soggetti
gli animi degl'Italiaai ; s’ella avesse voluto sopprimere il Carnevale — come con l’Inquisizione soppresse Veresia — avrebbe potuto. Dunque non ha
volato ; dunque la Chiesa approva le orgie carnascialesche. E che approvi è nn fatto. Quando Roma
era ancora del Papa, i Carnevali di Roma, presieduti da Prelati, erano i più chiassosi di tutti quanti.
E’ stato scritto un libro di piacevole lettura su i
famosi Carnevali che a Roma riempivano la città e
specialmente il Corso di maschere, di uhbriachi, di
scandali.
A Mantova —- quando il Cardinal Ercole Gonzaga,
che nel concilio tridentino rappresentò il Papa e fa
chiamato il « vice-papa », regnava padrone assoluto come reggente dello stato per quel duchino
minorenne —- i Carnevali fiorivano. Abbiamo letto
coi nostri stessi occhi nell’Archivio storico di quella
città, le gride originali, in cui il Cardinal reggente
concedeva gli spassi e le buffonate carnascialesche,
con la sola restrizione che le maschere non s’ avessero a vestir da preti o da,religiosi regolari. Scritta
e pubblicata la grida, Ercole Gonzaga col cuor tranquillo scarrozzava tra le maschere allegre sul corso
come un mondano qualsiasi.
*
« «
E adesso ? Son forse mutate le cose ? Non crediamo. Ci è capitato tra le mani un invito del Circolo « Religione e Patria », che ha sede qui in
Roma. Lo volete sentire ? « La S. V. Ill.ma è invitata al trattenimento drammatico famigliare di beneficenza che si darà domenica 21 febbraio 1909
(cioè r ultima domenica di Carnevale) alle ore 14
nei locali del Circolo ». Sentite anche il programma :
« La quaderna di Nanni — comicissima commedia
in 3 atti. Farà seguito una brillantissima e nuova
farsa : Cinque punti interrogativi. Negli intermezzi
verrà eseguito uno scelto programma musicale ».
Sentite ancora :
* Lunedi si rappresenterà la brillantissima commedia : Don Desiderio disperato per eccesso di
buon cuore. Martedì si rappresenterà nn nuovo lavoro del prof. Virginio Prinzivalli scritto espressamente per il Circolo « Religione e Patria » e la
brillantissima commedia : L’Dnportuno e l’Astratto.
Quest’invito è esclusivamente per i seminari e
collegi ».
Dunque i chèrichetti si sono divertiti negli aitimi tre giorni' di carnevale ! Dunque S. Madre
Chiesa, o chi per essa, approva il Carnevale.
*
* *
Divertitevi, divertitevi. L’essenziale è che poi
recitiate il mea culpa, e vi lasciate impolverar la
fronte, e corriate ad ascoltar messa e quaresimale ;
l’essenzi.ile è che vi accostiate al tribunale di penitenza, poiché di li noi preti dominiamo l’orbe cattolico papista. Se proibissimo il Carnevale, se il
Memento homo, quia pulvis es ve lo facessimo udire quando occorresse, cioè in Carnevale, vi di
sgusteremmo, vi allontaneremmo da noi ; ora quel
che a noi preme non è l’illibatezza vostra, o Cattolici italiani, bensì la vostra docile sottomissione a
noi vostre guide e padroni. Divertitevi dunque !
Fate carnevale ! Farete poi... quaresima e verrete
a confessarvi, non è vero ?...
IL PERICOLO CLERICALE
Dev’essere grande davvero se lo stesso Corriere
della Sera ne è allarmato. La paura del magno organo lombardo è però di natura più politica eh®
religiosa o sociale ; esso ha levato il grido d’allarme
perchè i cattolici moltiplicano le loro candidature
nei collegi elettorali e mirano a soppiantare i loro
alleati e tirapiedi moderati dando loro il calcio dell’asino, non del tatto immeritato. Il pericolo grande
consiste nella formazione di nn grappo, sempre più
numeroso,...ffà depat£^i.;)e#g^iiitL^ll.laRtorità ecclesia
stica e ligi agli ordini d^,,iKaticano. « Dieci, venti
sovversivi di più alla Cisnera. dice il Corriere, non
ci fanno spavento. Ci fa spavento invece l’invadenza
dei nostri alleati che mirano a soppiantarci, e temiamo l’effetto morale delfalleanza nelle nostre file ».
Ma di che vi lagnate, brava gente ? Codesto stato
dì cose che ora vi mette spavento, siete voi che
l’avete creato, con la vostra alleanza servile coi
clericali. Voi li avete accarezzati, mentre essi vi
hanno disprezzati sempre ; vi siete riscaldato il serpe
in seno e ora, risvegliato dai tepori primaverili, il
serpe vi morde. Ossessionati dal terrore della bandi*ra rossa che sventola ai sole dell’avvenire, avete
cercato salvezza presso gli altari e vi siete nascosti sotto la tonaca dei prete ; e ora quella tonaca
vi soffoca :
« Car c’est derrière nous que le vrai denil se lève;
Nous sommes le linceul ». (sudario)
Si, siete voi, moderati, o liberali come usate chiamarvi, che l’avete voluto e ancora lo volete nn tale
stato di cose ; poiché, mentre gridate al pericolo
clericale, con una contraddizione inconcepibile, condannate e dileggiate ranticlericalismo, chiamandolo
« triste pianta » che conviene sradicare. Par di sognare leggendo ragionamenti tirati con quel filo di
logica. Ma come ? Esiste un pericolo clericale grande,
imminente, e non si deve fare deU’anticlericalismo ?
Come lo si combatte adunque codesto pericolo ? E
chi non è clericale, che cosa dev’essere se non anti /
Ah ! liberali dalla .pancia piena.
Andate a servir messa!
Certo, ranticlericalismo volgare, ignorante e piazzaiolo è da condannarsi, ma anticlericale lo dev’essere chiunque ami il progresso, la libertà, la religione vera e voglia conservate intatte le più nobili
conquiste dello spirito amano. Non si tratta soltanto
di conservare alcuni collegi elettorali, ma si tratta
di difendere ciò che abbiamo di migliore e di più
2
LA LUCE
sacro nella nostra yita politica sociale e individaale
e che ci viene in tutti i modi e colle arti più subdole continuamente insidiato.
Come partito, il clericale è il più pericoloso e il
più nefasto, perchè, organizzato in modo mirabile,
ha una sola mente direttiva e ubbidisce ciecamente
alla parola di un solo. Persuaso di possedere tutta
la verità e la sola religione vera, esso si propone
di « salvare la società ad ogni costo », vale a dire
di assoggettare tutti a sè e di estendere l’influenza
della chiesa di Roma su tutte le classi della società
e su tutti gli ordinamenti e le leggi della vita civile e politica. Senza scrupoli, senza coscienza, spesso
senza credenza, esso ricorre a tutti i mezzi per
combattere gli avversari (e ne abbiamo avuto esempi
recenti) e avvantaggiare in qualunque modo la sua
causa. La calunnia, la falsità, i raggiri, l’interesse,
le minacce e tutte le arti loiolesche più sopraffini
sono le sue armi preferite e micidiali. Lavora sotterra, nelle tenebre, come le talpe, finché, sentendosi
sicuro, getta la maschera e agguanta la preda. Come
l’antico fariseo, circuisce il cielo a la terra per fare
un proselito e lo rende doppiamente figlio della geenna.
Fuori di esso non c’è nulla di vero e nulla di buono;
chi non è clericale, è eretico, ateo, miscredente, canaglia, reprobo. Fuori del famigerato grembo, non
c’è salute in nissun modo e in nissun senso. Se dunque la società vuole salvarsi, deve gettarsi... nella
voragine ; chè altro non è il grembo di S. Madre.
E davanti a tali pretese e a tali tentate usurpazioni di tutte le prerogative e di tutte le leggi umane e divine ; davanti a questo tentativo formidabile di risospingere la società nelle tenebre del passato e di dar la scalata ai sacri baluardi che l’umanità ha eretto lentamente nei secoli, cementandoli
con le sue lagrime e col suo sangue, non si sarebbe
anticlericali ? Si eviterebbero polemiche che possono
urtare chi pure deve aver la pelle dura ? si 'andrebbe predicando la pace e si lascerebbe compiere
quella manomissione sacrilega che i clericali vanno
tentando ?
Per la patria, per la libertà, per la giustizia sociale, per r avvenire meno triste del passato, pel
trionfo della religione « pura ed immacolata », si
deve essere anticlericali e combattere senza tregua
quel partito, quella istituzione che s’interpone fra
l’uomo e Dio, e il posto di Dio sacrilegamente usurpa.
Diamo la mano di fratellanza, per lavorare a fianco
ai sinceri e buoni credenti cattolici, ma al clericale,
che mischia insieme politica e religione e ad altro
non mira che a dominare, non diamo quartiere mai.
Enpìeo Ri^/oit<e
Lontani echi del., ratto
Pubblichiamo anche questo documento. Si tratta di
una lettera del sindaco di Torrepellice,
il denaro, raccolto per pubblica sottoscrizione; —
che il 16 Gennaio u. s. qui giunsero, inviati dal comitato Piemontese tre famiglie scampate da Messina e
con molte altre giunte poco prima a Torino, ossiano
13 persone in tutto, compresi alcuni bambini che
portano appunto i nomi con qualche errore riferiti
dallo Zanzi: Cudispodo Natale d’anni 3 e Stellare
di sei mesi. Orsiti Carmelo, Rosario, Giuseppina e
Giovannina, rispettivamente di 14, IO, 8, e 4; anni
che da quel giorno profughi vissero tranquillamente
fra noi, amorevolmente assistiti dal Comitato
vario nel colorito religioso, poiché composto di Valdesi,
di Cattolici e di Ebrei, ma di pari consentimento
nell’opera di beneficenza che dovrebbe affratellare
tutti gli umani; — che i bimbi dei profughi, punto
orfani, poiché son rallegrati dalla presenza di entrambi
i genitori, frequentano indisturbati le Scuole Mauriziane confessionali cattoliche, senza che nessuno abbia
sognato a stornameli, neanche per avviarli alle scuole
comunali che pure abbiamo in paese ; — e che
pertanto cade ogni insinuazione maligna, riguardo
allo spirito settario che informerebbe l’opera unicamente filantropica di questo Comitato ( di cui, giova
dirlo, fa parte anche l’egregio parroco locale, cav.
Don Perrot), rispetto agli unici profughi qui giunti
e da esso Comitato ospitati.
Con perfetta considerazione
ELISEO COSTABEL sindaco
presidente del Comitato Pro Calabria e Sicilia.
Torre Pellice, 7 Febbraio 1909.
• On. Signor Direttore del “ Momento „
TORINO
La prego di voler pubblicare, nel Suo giornale, la
seguente rettifica :
Il « dato indiscutibile » del Suo Emilio Zanzi, pubblicato nel Suo numero di ieri, Sabato, come qualmente “ il giorno 13 mattino partirono da Messina,
con denari forniti da pastori evangelici, diretti a
Torre Pellice, non tutti protestanti, i derelitti
Ludispodo Stallario T anni sei, Ludispodo Domenico
d’anni 3, Arsiti Carmelo, Rosario, Oiuseppa, Giovanna, rispettivamente d’anni 14,10,8, 4, „ ecc.,
ecc. è assolutamente falso.
I fatti, nella loro genuina verità, sono questi sol
tanto, che fin dal 7 Gennaio u. s. un telegramma
del Sotto - Prefetto di Pinerolo interpellava il
Sindaco presidente del locale Comitato, di soccorso
Pro Calabria e Sicilia se si fossero potuti inviare in
questo Comune profughi ed in quale quantità; —
che quel giorno stesso il Comitato, convocato d’urgen
za, si dichiarava pronto ad ospitare per tre mesi
15 profughi e a questo scopo deliberava di impiegare
Profughi Messinesi e Chiesa Komana
Voltaire, in Francia nel 1762, quando era in gioco
la libertà di coscienza, capitanò il movimento in favore deU’evangelico Calas ; e Zola, pochi anni or
sono, prese le difese dell’israelita Dreyfus: non vi
sarà nessuno adesso, in questo momento storico, che
sappia imitare tali nobili esempi, e alzare una voce
di protesta e di eccitamento a più alti principi di
libertà di pensiero e di coscienza ? Dovremo noi
rassegnarci a un eterno servaggio sotto il dominio dei
clericali spadroneggianti ?
Palermo, 15 febbraio 1909.
Corrado Jalla
Pastore Valdese
La crisi del Darwinismo
Sarebbe tempo che ci rendessimo conto del fatto
che qui in Palermo l’opera cittadina -in favore dei
profughi Messinesi e Calabresi è diretta dagli ecclesiastici e conventuali cattolici romani, in opposizione aperta allo Statuto ed alle leggi di libertà
di coscienza di cui oggi godiamo, grazie a Dio ed
alle aspirazioni dei martiri del nostro patrio Risorgimento, in mezzo ai quali giganteggia Giuseppe Garibaldi, liberatore della Sicilia.
Tra gli sgradevoli incidenti accaduti in questi
giorni in quasi tutti i ricoveri di profughi, è specialmente tipico quello della Scuola di San Gregorio.
Quivi « coll’opera del nobile giovane direttore
contino di Viry e della signorà contessa sua madre
e del vice direttore Campanella », non solo si è arrivati al punto di mutare il ricovero in sacristia con
impartizione della dottrina cristiana, recita obbli-.»
gatoria del rosario ogni sera, celebrazione della messa
triduo di mons. Cataletto; ma si è dato la caccia ai
libri evangelici che certi profughi avevano seco ;
e, dopo * rigorosa ricerca », si è fatto « gran
foco » di tutti gli stampati evangelici.
Poiché queste cose non solo si sono fatte, ma si
son pubblicate (V. Centro 7 e 14 febbraio), mi sarà
permesso, io spero, di dichiarare quanto appresso:
!• C’è libertà di coscienza nel bel Regno d’Italia in quest’anno di grazia 1909, ovvero siamo
ancora sotto il regime borbonico, quando ogni carta
sospetta era strappata di mano o distrutta col
fuoco ?
2- Non è questo un pubblico oltraggio ad una
delle religioni tollerate e come ha potuto compiersi
sotto la salvaguardia di impiegati cittadini e al* l’ombra delle vigenti istituzioni?
3' Cosi si rispetta la proprietà di un cittadino
italiano, sia pure profugo ed ospitato dalla carità
non palermitana soltanto, ma nazionale e mondiale ?
4’ E nessuno scorge qui uno sfregio all’Inghilterra, quando si afferma che gli stampati venivano
« dalla Chiesa anglicana? ». Basterebbe pubblicare
questo scandalo in un giornale inglese, per suscitare un coro di giusta e dignitosa protesta.
Non so in qual modo stampati evangelici siano
pervenuti nel ricovero di San Gregorio: ma certo non
vi sono penetrati « per due emissari furtivamente
introdotti >: le arti subdole e nascoste non sono mai
state le nostre.
Si è celebrato nei giorni scorsi il centenario della
nascita di Carlo Darwin, Tillnstre scienziato che diede
il nome a tutto un sistema, i continuatori del quale
(gli scienziati naturalisti) riducendolo a poco a poco
ad un monismo prettamente materialista, pretesero
avere finalmente risolto gli enigmi deU’universo, naturalmente con la sconfitta decisiva e definitiva delle
verità della fede. Ma invece che è accaduto ? Il
prof. Haeckel che, esagerando le teorie di Darwin,
fini col creare un sistema suo speciale, che è quello
del monismo materialista, è stato solennemente sconfessato da altri scienziati, fra i quali, ultimo in ordine di tempo, Olivero Lodge. (Altri illustri avverversari del prof, di Jena furono Virkow, Da Bois
Reymond, von Baer, Fleischmann, Deuneit).
E perciò le sue teorie sono state qualificate come
fantastiche o, per lo meno, arbitrarie. Ma lo stesso
Darwinismo passa attraverso un momento di crisi :
non è però la bancarotta, sebbene tale dottrina, che
fino a questi ultimi tempi fu reputata invulnerabile, non possa più essere creduta dalla scienza indipendente, cioè da quella che non è legata a nessuna scuola particolare atta a ‘risolvere i nuovi
problemi che la biologia pone dinanzi agli studiosi.
Difatti quali erano le teorie di Darwin ?
1' La trasformazione delle specie, per cui dalle vecchie hanno origine nuove specie. Questa teoria non ha.
fino ad ora, avuto uua dimostrazione pratica, positiva,
cioè sperimentale. Non si è mai potato verificare la
metamorfosi di una specie in un’altra. Si sono invece
solamente ritenuti come rappresentanti di due specie
diverse gli individui di una specie sola, che compaiono in diverse stagioni dell’anno.
In quanto poi alla discendenza dell’uomo da una
specie animale, essa rimane allo stato di pura ipo
tesi. Solo l’Haeckel, a questo riguardo, crede di
avere ritrovato il precursore dell’uomo, del quale
percursore ci ha dato un ritratto tale che — per
dirla con un darwinista, Enrico Da Cleuziow —
« prova come gli immortali di tutte le Accademie,
quando ci si mettono, hanno ben più immaginazione di noi altri semplici profani ».(V. Creasione
dell'uomo, pag. 94).
Lo stesso Huxley, materialista, nella sua celebre
opera : Del posto dell’uomo nella natura, scrive
nella prefazione che tra l’uomo e la scimmia vede
un abisso cosi profondo da paragonarsi all’abisso in
cui giace Chamouny da chi la osserva dai Grands
Mulets nel Monte Bianco.
2’ Darwin credeva di poter ammettere che nuove
specie avessero origine per mezzo di variazioni. Ma
la teoria è stata dimostrata insussistente dai fatti,
perchè tutte le varianti della specie, ricadono di
nuovo, nel corso di alcune generazioni, nella specie
originaria.
3' Darwin insegnava ancora che la lotta per
l’esistenza può creare nuove specie, mediante la
scelta delle varietà più adatte.
Questa teoria è combattuta da altri scienziati. Si
obietta invero che si può parlare solamente della
superiorità di un concorrente sopra un altro quando
tutti (! due tendono ad un medesimo fine; ma se
ognuno di essi mira ad uno scopo diverso, q^si non
po.ssono riuscire a misurare le loro forze. Le con-
3
LA LUCE
dizioni dell’esistenza sono altrettanto varie quanto
gli stessi esseri viventi. Ogni animale, ogni purista
ha le sue speciali condizioni di esistenza. Ora il parlare di una lotta di tutti contro tutti è una grossolana esagerazione. E perciò si può concludere che
non è la natura che sceglie gli organismi più adatti,
ma piuttosto ogni organismo si sceglie la natura più
adatta.
E’ inutile osservare che se il darwinismo non
può dirsi una dottrina sperimentalmente dimostrata
in tutte le sue parti, il Monismo deU’Haeckel col
quale questo scienziato pretese integrare la dottrina di Carlo Darwin, più che mai è stato battuto in
bréccia, lo si può dire tramontato. Non cosi di tutto
il darwinismo, di cui rimane in piedi, il grande
principio della evoluzione degli esseri, il quale principio non è in necessaria contraddizione con le verità della fede, per quanto riguarda l’origine delle
cose e degli esseri, in quanto l’evoluzione, tendendo al miglioramento, al perfezionamento, segue
un dato piano, un dato disegno, il che non può
essere prodotto che da una causalità intelligente e
potente nel tempo stesso.
Intanto, come conclusione, si può affermare, che
nel campo della scienza nulla può considerarsi definitivo.
Quello che è creduto vero oggi, domani è dimostrato erroneo o insussistente. Dunque la scienza
vera, quella che è veramente degna del nome, vuol
essere molto prudente e cauta nelle sue affermazioni, non s’illude sulle possibili ricerche e vede i
propri limiti. Questa scienza davvero non sarà mai
bancarotta.
Envieo IWeynier
Gl*ideali dell 'educazione
Progresso sociale e riforma iodiviilDale
Su questo argomento, il prof. Ehrardt, della Facoltà protestante di teologia di Parigi, diede una
conferenza, sotto gli auspici dell’Unione dei Liberi
Credenti, della quale ecco i punti principali.
Per molti la questione sociale prende il posto
della questione morale, e perciò la sua soluzione
sopprimerebbe il problema morale. Una mente può
giustificare la dimenticanza nella quale si lascia l’ideale individuale. La morale, secondo ilBourgeois,
consiste in un debito che ogni nomo deve pagare
agli altri uomini. Ma come potrebbe far ciò ? Deve
intervenire lo Stato ? La legge non è efficace che
alla condizione che vi siano degli uomini veramente
eletti. Bisogna « socializzare le anime ? » Erberto
Spencer aspettava questo fatto dalla evoluzione della
Società, altri dall’educazione. Questa Società non conosceva che il benessere materiale, e non la vera
libertà; lo spirito sociale non è nè lo spirito di
uguaglianza, nè lo spirito di progresso.
La scuola sociologica caratterizza la Società dai
suoi costumi ; la quale non può avere altra direttiva che quella individuale dai suoi costumi. Ma allora si può progredire nel bene, come pure peggiorare nel male. D’altronde la Società può essa avere il compito di regolare la morale ? La dichiarazione dei diritti non è un programma morale, e
non può servire come cemento ad una società, poiché riduce la morale a non essere altro che della
tolleranza e del rispetto all’altrui.
L’ideale individuale ecco il principio normativo.
L’individualismo non è sinonimo di ascetismo, nè di
egoismo (abbiamo sottolineato noi). La morale deve
scaturire dal fondo della nostra anima. L’ideale di
morale interiore riposa nella fede religiosa.
E. m.
U.».. j: llHMitnia Per la direzione dello Home
nflinB di VBIIBZIh e ufficio di Conocamento dell’Unione dell'Amiche della Giovinetta a Venez^
casi signora seria, evangelica, «l^e conosca i ualiano
e il tedesco ; alla quale però non fi Po‘ra offrire al
tro compenso che l'alloggio e . rtpiinHome
Dirigersi alla eig-“» E-M?yer, direttrice deU^^^
S. Gallo 1081, Corte Zorzi --Venezia, oppur^^^^
sig.ra A. Rechsteiner, presidentessa del Com tato lo
cale, S. Luca, Consolato Germanico — Venezia.
Il Fast". Jowett, ha tenuto ai maestri di Birmingham un discorso che potrebbe essere non del tutto
inutile anche per gl’insegnanti italiani.
Kagionando degli « ideali dell’ educazione », ha
protestato anche lui contro l’odierno strapazzo intellettuale inflittto aU’infanzia e che ha per effetto
di produrre dei cretini e dei degenerati. I medici,
i fisiologi e gli educatori sono tutti d’accordo nel
lamentare il male e nell’additare il gravissimo danno
cui si va incontro ; ma finora, nissuno pon mano al
rimedio, anzi si continua a sovraccaricare i programmi
scolastici e a torturare le teneri menti al punto da
far desiderare il ritorno dei tempi beati deU’ignoranza.
Lasciando stare per un momento il S. Jowett,
mi sia lecito trascrivere alcuni pensieri dei professori Galletti e Salvemini. Nel loro libro. « La Eiforma della Scuola Media », essi hanno scritto, con
molto brio, pagine quanto mai interessanti e giuste
sui balordi attuali sistemi e programmi di educazione. Essi scrivono ;
■< Tutto il nostro sistema scolastico è fondato sulla
seguente concezione della « cultura generale » e
dei mezzi necessari ad acquistarla. Si suppone che
esista un uomo tipico : « l’uomo e il cittadino »,
riassunto, quintessenza e simbolo di tutta la società ;
poi si suppone che esista una « cultura generale »,
una enciclopedia di tutte le conoscenze che devono
essere alla portata della suddetta società e del suo
legittimo rappresentante, cioè dell’ « uomo e del
cittadino » : si afferra « l’uomo e il cittadino », e
in fretta nelle scuole di più breve durata, più a
rilento nelle scuole più lunghe, gli s’ingozza farraginosamente tutta la » cultura generale ». Ed ecco
l’infelice * uomo e cittadino » trascinato in una corsa
affannosa e disordinata attraverso tutti i tempi e
tutte le scienze, da uno stuolo d’insegnanti simultanei, dei quali ognuno cerca di versargli nella testa
la maggior dose possibile di « cultura generale »...
« E tutto si riduce per gli alunni ad uno sforzo
di memoria incessante ed ansimante. Non hanno il
tempo nè di fissare le idee, nè di riflettere, nè di
assimilare... E’ uno sperpero forsennato di energie,
un noioso e passivo lavoro di ascoltare e ripetere
e dimenticare e ricominciare, in cui gli alunni mortificherebbero in sè ogni spirito d’iniziativa personale e critica, si ùigusterebbero di ogni studio, perderebbero ogni curiosità scientifica e ogni senso
d’arte, se, per nostra fortuna, la natura umana non
avesse in sè capacità infinite di adattamenti»...
La diagnosi è severa, ma purtroppo giusta, perchè
fatta da chi se n’intende. E’ un fatto, e da molto
tempo lo si lamenta invano, che s’istruisce male e
non si educa punto.
Cito ancora i nostri autori :
€ L’anima — ha detto il vecchio Plutarco — non
è un vaso da riempire, ma un fuoco da suscitare » ;
e Michele di Montaigne preferiva « forger son âme
que la meubler ». L’educazione è tutto. E lo spirito non si educa schiacciandolo sotto il peso delle
conoscenze numerose, ma dandogli un piccolo numero di idee chiare e bene organate, su cui e per
cui esso impari a costruirsi da sè il suo mondo pratico
e ideale ».
Termino con questa idea che sembra un paradosso,
ma che invece è una profonda verità troppo fácil
mente dimenticata al giorno d’oggi: « L’indirizzo
educativo è possibile a patto solo che si riconosca
nell’adolescente un airitto all’ignoransa, altrettanto
sacro quanto il diritto all’esistenza, perchè in fondo
non è che il diritto alla integrità intellettuale e
morale ».
Torneremo al Sig. Jowett e ai suoi ideali un’altra volta.
- Enfieo Hivoitie
del Pastore André-Vìollier. — Volume
________ di 180 pagine. — Prezzo di favore L.
Dirigere con Cartolina Vaglia alla Traduttrice : Carmen Silva, 9 Via Rusconi — Como.
SERMOin
ÜH (AHIPO Di BaWLIA
Nella valorosa Inghilterra, durante una di quelle
lunghe giornate d’ estate nelle quali l’erba ondeggiante è ancora verde, fu data una terribile battaglia.
I fiori selvatici, creati da una mano onnipotente
a ricevere la rugiada nel calice olezzante, in quel
giorno, sentirono la corolla smaltata empirsi, fino
all’orlo, di sangue e si piegarono morenti suUo stelo.
Gli insetti, che succhiano dalle foglie e dall’ erbe
immacolate i delicati colori furono in quel giorno,
contaminati dal sangue dei morenti e segnarono
di lugubri tracce il loro passaggio. Le farfalle screziate si sollevarono nell’aria con le ali macchiate di
sangue ed il ruscello diventò rosso. Il terreno, calpestato dai cavalli, si trasformò in palude, e le pozze
di sangue luccicarono lúgubremente al sole. A sera,
la luna, sorgendo dietro la linea nera delle lontane
colline, scorse la pianura seminata di teste arrovesciate e sformate, che, in altri giorni, chine sul
seno materno, avevano cercato i dolci sguardi ed i
sonni della pace.
Molte lune solitarie rischiararono il campo fatale ;
molte stelle vegliarono nelle lunghe notti di lutto
e molte brezze da ogni parte del globo passarono,
prima che le tracce della terribile battaglia sparissero. Tuttavia quelle tracce si cancellarono a poco
a poco, poiché la natura, che è superiore alle malvagie passioni degli nomini, ricuperò ben presto la
sua serenità, e sorrise al campo reo, come uei giorni
dell’innocenza. Le allodole cantarono nell’aria ; le
ombre delle nuvole s’inseguirono scivolando sull’erba
e slanciandosi verso l’abbagliante orizzonte ove
muoiono lentamente i rossi tramonti; delle messi furono seminate e raccolte ; il ruscello, le cui acque
erano state arrossate di sangue, fece girare la ruota
del mulino ; falciatori e spigolatori formarono gruppi
laboriosi ; le mandre vennero à pascolare ; i fancinlletti spaventarono gli uccelli coi loro gridi ; il fumo
s’alzò nel cielo dai fumaioli del villaggio ; le campane domenicali ^sonarono ; le generazioni nacquero
e morirono; i fiori dei giardini germogliarono ed
appassirono ; e tutto ciò sul campo dove migliaia
di uomini erano stati uccisi.
Ma nei primi tempi, fra il grano nascente si stendevano delle strisce di verde cupo che iacutevan
paura. Di anno in anno quelle strisce fitte riapparvero, e si sapeva che brani di uomini e di cavalli, sepolti confusamente, fecondavano quel suolo ;
gli uomini che lavoravano quella terra retrocedevano
alla vista di grossi vermi che ivi formicolavano ; i
covoni che venivano raccolti su quel campo furono
chiamati, per lunghi anni i covoni della battaglia
e furono stivati a parte. Per molto tempo, ogni
solco che veniva scavato, mostrò qualche avanzo del
combattimento; per molto tempo si videro, sparsi
sul campo, avanzi di terrapieni, frammenti di muri
sfondati ; per molto tempo nessuna fanciulla del villaggio mise fra i suoi capelli fiori di quel campo di
morte e, dopo numerosi anni, si credeva ancora che
le more còlte su quel campo lasciassero su le mani
segni di sangue !
Ma le stagioni, pur passando con la leggerezza
delle nuvole estive, riuscirono a distruggere anche
questi ultimi residui del combattimento, ed il tempo
operò si bene, che i ricordi del passato, divennero
leggende e racconti, narrati a veglia dalle vecchie
nonne. Dove i fiori selvatici e le more erano, per
sì lungo tempo, rimaste intatte, dei giardini furono
disegnati, delle case furono costruite e dei fanciulli
giocarono alla battaglia su Terbetta vqrde. Da lungo
tempo gli alberi feriti erano stati trasformati in
ceppi di Natale e s’erano consumati crepitando. A
volte il vomere dell’aratro disotterrava ancora qualche frammento di metallo arrugginito, ma si durava
fatica ad indovinare T uso al quale avesse, in altri
tempi, servito e la gente si perdeva in dotte discussioni. Se i soldati uccisi su quel campo di battaglia avessero potuto risuscitare con le forme che
possedevano nell’ora della morte, ciascuno al posto
che gli serviva di tomba, migliaia di militi mutilati
4
LA LUCE
e pallidi sarebbero sorti, gli uni accanto ai quieti !
focolari, gli altri nei giardini fioriti, nei prati e nel
ruscello che faceva girare la ruota del mulino : tanto
era cambiato quel campo di morte !
Calilo Diekens
(Versione libera di T. S. C.)
I
per la jYÌorak
Sotto gli auspici deU’ottimo periodico svizzero Foi
et Vie, il dott. Carrière ha tenuto domenica scorsa a
Rennes (Francia) una conferenza su la « purità dei costumi e lo stravizio considerati sotto l’aspetto medico ».
• •
W. Monod, a Parigi, ha parlato del problema morale,
mostrandone tutto il lato tragico e realistico.
CROCE AZZURRA.
Ili Olanda si sono promulgate leggi che restringono
la vendita delle bevande alcooliche. Quando si farà
qualche cosa di simile in Italia?
*
^ 4:
Da qualche anno, in Francia, la prima domenica di
febbraio, nelle Chiese evangeliche, è dedicata alla gran
causa della temperanza. Quando si farà qualche cosa
di simile in Italia?
Le amiche della giovinetta
Cosi si intitola l’Unione Internazionale (che a Milano ha sede in Corso Venezia, 14), che protegge e
provvede il collocamento di donne, specialmente cameriere, bonnes, cuoche, istitutrici, bambinaie, eoo.
Essa svolge anche una vigilanza alla stazione centrale,
a mezzo di una speciale delegata presente all’arrivo
dei treni e pronta ad aiutare di consiglio e di fatto
le giovanette viaggianti sole che tornano in patria
ammalate o che sprovviste di mezzi certe volte non
sanno da che parte rivolgersi. L'ufficio di collocamento dove le giovanotte disoccupate e meritevoli di
aiuto trovano appoggio, nello scorso anno ha trovato posto a 580 donne. L’ufficio della stazione centrale ha provveduto, poi, a ben 954 giovanette. Il bilancio dell’istituzione presenta aumenti oonseguenti all’aumentato lavoro : ma le buone signore che presiedono all’istituzione stessa, se ne rallegrano, e confidano che aumenti in proporzione il numero degli
azionisti e contribuenti, così da dare almeno quanto
occorre a coprire le spese fisse.
(Dal Corriere della Sera).
BallBria scìBntificp-rBligìosa
Qlov. f. \tf. f5crscbell (1792-1871)
Fisico, astronomo e matematico inglese, fu l’autore della prima descrizione minuta della via lattea
e delle nebulose. In una delle sue opere (Discorso
sullo studio della filosofia naturale) si leggono
queste parole : « Non è vero che la scienza ispiri a
coloro che la coltivano un'idea esagerata di se stessi,
nè li conduca a dubitare della immortalità deU’anima
e a respingere la rivelazione. Ella produce invece
l’effetto opposto.
Va da sè che il testimonio della ragione, qualsiasi l’oggetto delle sue investigazioni, debba fermarsi dinanzi alle verità della fede. Ma allorquando
stabilisce la esistenza e i principali attributi della
divinità sopra tali basi che rendano il dubbio assurdo, l’ateismo ridicolo, non si può di certo vedere
in essa un ostacolo naturale o inevitabile alla propagazione dei principii religiosi ». E. M.
Rivista Cristiapa
Direttore Ernesto Giampiccoli.
È uscito il N* di Febbraio, e contiene
scritti di Ern. Giarapiccoli, Enrico Bosio,
Giovanni Rostagno, Mario Falchi, Giorgio
Bartoli e Ugo Janni.
Lire 5 l’anno — Abbonarsi presso il
sig. A. Rostan, Via Nazionale 107, Roma.
pjrQIHE PI STORI»
Màrtiri c martìri diverji.
Dopo di avere accennato alle origini della Chiesa
Valdese, il Miolo, nella sua Historia breve degl’affari delle Fa///, rimasta inedita fino al 1899, tratta
di alcune vittime isolate delle persecuzioni del 15'
secolo nelle Alpi Cozie. Essendo egli stato più anni
pastore nelle Valli del Chisone e della Doria Riparia, potè informarsi sui luoghi stessi dei fatti che
ora trascriviamo. Numerosi furono i martiri fra
i membri della Chiesa Valdese di Meana, sopra
Susa.
Nel 1400 Margarita Latoda fu impiccata al Colletto di Meana, e suo figlio Giovanni si rifugiò a
Lourmarin, fra i Valdesi di Provenza.
Nel 1475, Giordano Terziano fu arso vivo a Torino; quel nome, che fu pure quello di uno dei principali Barbi in allora, è ora di nuovo rappresentato
fra i membri della risorta Chiesa Evangelica (battista) di Meana. Vigliermino Ambroisa fu impiccato
sui monti di Meana; cosi pure Antonio Giuri, al Colletto. Costui però, essendo stata la corda tagliata
da un amico appena ritiratasi la giustizia (!), fu
salvato e sopravvisse 20 anni alla propria impiccagione.
Alcuni anni appresso, all’epoca della crociata del
Cattaneo, essendo stato un vecchio di Pragelato, condannato ad essere impiccato, il figlio di lui ottenne di
essere suppliziato in vece sua, ed il padre fu liberato. Questo nobile sacrificio di un anonimo eroe
precorre di tre secoli quello, affatto simile, del giovane Fabre, delle Cevenne, che ispirò il dramma del
Fenonillot : L'honnête criminel.
Il procuratore della causa dei Valdesi, Ugone
Chiampo, di Fenestrelle, arrestato a Susa, fu condotto a Torino dove, dopo alcun tempo di prigionia
« gli furono cavate le budelle del ventre, facendogliele tenere a lui stesso dentro un gran piatto ».
Comerio de Grioti, di Pragelato e Pietro Bertalot,
d’Usseaux, furono appesi itila forca a Grenoble; la
stessa sorte subì a Fenestrelle Viglioto Cantone, pure
d’Usseaux.
Ma ci appressiamo ormai ai tempi in cui i supplizi atroci non saranno più isolati, ma le crociate
faranno vere ecatombe«/« fedeli seguaci di Cristo
Giov. Jalla
Come Dio esanjlsto la ppoghiora
Una valorosa missionaria olandese, la signora van
Vollenhoven, morta nel marzo 1907 nell’isola di
Giava, lasciò una breve narrazione della sua vita. In
quell’autobiografia leggesi il seguente aneddoto che
offre i caratteri dell’autenticità :
« Mi trovavo un giorno, dice l’autrice, in una
via di una città di Olanda dove abitavo allora, e
mi sentii ad un tratto spinta a pigliare il marciapiede di destra invece di quello di sinistra. Fu attirato il mio sguardo dal cartellino di una porta ove
leggevasi il nome di una vedova di pastore. Io
sapevo che quella signora talvolta versava in ristrettezze. Mi passò per la mente il pensiero : forse
c’e li qualche miseria nascosta. Avevo un foglio di
banca nel portamonete ; lo presi e lo feci scivolare
nella buca delle lettere della signora X. In qnell’attimo provai un senso di gioia ineffabile verso
Dio che mi dava il modo di soccorrere il mio prossimo.
La povera vedova non seppe mai di che strumento
si fosse servito Iddiq per esaudire la sua preghiera.
Più tardi ella mi raccontò quanto le era avvennto. Non le avanzava in casa che un fiorino solo,
la sua figlinola le sedeva accanto piangente, ma Dio
le avea messo in cuore e sul labbro queste parole :
Figlia mia, il nostro Padre celeste non ci ha abbandonate fin qui, oggi ancora confidiamo in Lui ! »
e. r.
Per intendere la S. Scrittura
“ Imparare Cristo „
(Epistola agli Efèsi, 4,20)
I Padri e gli antichi commentatori stimarono che
Pespressione « Cristo » qui fosse sinonima di « dottrina del Cristo, o concernente il Cristo ». Ciò che
segue indica che non si tratta di dottrina solamente,
ma di comunione col Cristo. Si è fatta una giustissima osservazione, la quale rischiara la via per cui
Paolo è pervenuto a questa ardita e insolita locuzione: il Cristo è centro della predicazione evangelica, e quindi non ci si è accontentati di dire « annunziar l’Evangelo, predicar l’Evangelo, ecc. », ma
si è presa l’abitudine di dir del pari « annunziar il
Cristo »; onde si comprende come Paolo abbia potuto
arrischiar l’espressione « imparare Cristo ». Il predicatore ortodosso — dice il Monod — predica la dottrina del Cristo, e l’uditore ortodosso impara e riceve
la dottrina del Cristo; il predicatore che possiede la
vita (spirituale) predica Cristo, e l’uditore che possiede
la vita impara Cristo e riceve Cristo ».
Tuttavia questa ammissibile interpretazione riesce
ancor troppo debole e non riproduce l’ardimento della
frase apostolica, la quale denota qualche cosa di personale. « Imparare Cristo » non implica solamente
una conoscenza obiettiva, bensì anche una conoscenza
risultante da una relazione personale col Cristo, da la
vita stsssa del cristiano in comunione col Cristo.
U. Olir amare.
Qlovauoi P. TuriQO
Con animo profondamente commosso annunziamo la dipartenza del diletto, venerando collega sig. Giovanni Davide Turino,
veterano e decano della nostra opera di
evangelizzazione in Italia.
Egli aveva da parecchio oltrepassato
l’ottantina, ma era sempre fresco, brioso
e agile come un giovanotto. A vederlo
giungere ogni domenica pieno d’ardore a
Sampierdarena, per assistere al culto o per
predicare con foga ed entusiasmo degni d’un
uomo di trent’anni, non avremmo mai pensato che la sua perdita dovesse essere relativamente tanto vicina. Ci pareva che il
signor Turino non dovesse morire !
È morto invece !
Piangiamo su la tomba aperta di fresco,
piangiamo, profondamente commossi, insieme con la consorte del diletto, venerando Collega, signora Ellen, e con la figlia,
signora Dora Goetzlof, e col genero (nostro antico e sempre caro amico) il Cav.
Oscar Goetzlof, e coi nipotini, Vieri, Beatrice e Margherita ; e, tra il pianto, mormoriamo : « Coraggio, gentili e diletti
Amici ! » Non sappiamo dir altro.
Nel prossimo numero saremo forse in
grado di tratteggiare il profilo del nostro
Caro che se n’è andato, e di ricostituirne in
breve la vita veramente vissuta, piena di
movimento, d’azione, di amore sincero,
profondo per le anime, per i peccatori.
e conversazioni d’italiano e di francese a
prezzo conveniente.
Rivolgersi alla Luce, Via Magenta 18, Roma.
Il sig. Turino, pastore emerito, mori a
Genova, ove era stato per molti anni pastore, venerdì, 19 di questo mese, a ore
9 li2 della mattina. Il culto funebre fu
celebrato nel Cimitero evangelico di Staglieno il pomeriggio della domenica successiva.
Persona della famiglia ci ha scritto in
una lettera privata: « Lei conosceva il
5
LA LUCE
mio caro estinto e lo amava ! Come non
amarlo ? Era così buono ! Si figuri il vuoto
•che ci lascia...
Grazie a Dio, da lunedi sera non ebbe
più a soffrire e la sua malattia non fu
lunga. Egli paventava tanto una lunga infermità ! Dio lo ha esaudito anche in questo! » E la persona della Famiglia che ci
ha scritto queste parole ne aggiunge dall’altre veramente soavi : « Cerchiamo tutti
di sollevare il nostro cuore là dove egli è
ora, e di raffigurarci la sua estasi, quando
avrà visto a faccia a faccia quel Gesù che
egli ha sempre tanto amato e pel quale
ha vissuto ».
Accanto al nome di questo Veterano
della nostra opera d’evangelizzazione siamo,
ahimè, costretti di scrivere il nome di un
altro Veterano :
Liborio Coppola
morto la notte tra il lunedì e martedì, 22
e 23 febbraio, in Roma, dove risiedeva da
parecchio tempo.
Il Cav. L. Coppola, ingegnere capo del
Genio civile in riposo, membro onorario
del Comitato d'Evangelizzazione, che lo
ebbe prima per una lunga serie d’anni a
membro effettivo, era senza alcun dubbio
uno dei più preziosi frutti dell’opera nostra
in Italia.
Convertitosi quando l’entusiasmo evangelico scuoteva gli animi, si diè tutto al
suo Signore e all’opera del suo Signore.
Se il Turino era il pastore zelantissimo, il
Coppola era il /ateo zelantissimo. Impossibile non discernere una rassomiglianza
tra questi due valenti militi del Cristo.
Entrambi hanno combattuto per anni ed anni
(( il buon combattimento » della fede ; entrambi ardevano dal bisogno di propagare
la loro fede; entrambi furono coronati da
una forte intelligente vecchiezza (il Cav.
Ing. Coppola aveva raggiunto l’ottantina);
e se ne sono andati sereni entrambi e,
quasi diremmo, insieme alla « casa del
Padre ». Che dolci dipartenze ! Che soave
incontro 1 Hanno i Lettori dimenticato l’ultimo articolo che Liborio Coppola ha scritto
per La Luce ? Vadano a ricercarvelo, e
ne rimarranno edificati : in quell’ articolo
sono parole di fede inconcussa che si possono considerare come il testamento religioso di questo nostro Diletto.
Anche di lui parleremo di nuovo a cuor
più calmo nel prossimo numero.
Il servizio funebre, chu ebbe luogo mercoledì mattina, in casa e sul camposanto
è riuscito d'una semplicità grande e degno
veramente del venerato Fratello che ci ha
lasciati, il quale era la schiettezza in persona. Non discorsi ampollosi, laudatori, ma
poche parole accennanti alla fede del morto,
ch’era una fede fanciullo non disgiunta
da eletta coltura nè da vivace intelligenza.
In casa furono letti i brani della S. Scrittura prescelti dal Cav. Coppola medesimo;
e cioè quel delizioso salmo 23, che fu già
conforto di milioni d’anime afflitte, e quei
versetti squisitamente dolci del capitolo 10“
di S. Giovanni, ove par di udir la voce
divina, carezzevole di Gesù, il quale dice :
« Io sono il buon pastore, il buon pastore
mette la sua.vita per le pecore... Io sono
il buon pastore, e conosco le mie pecore,
e son conosciuto da esse ».
Dopo il discorso del pastore signor Ernesto Comba, il presidente del Comitato signor Arturo Muston proferì una preghiera
a conforto della Famiglia e della Chiesa
tutta addoloratissima per Tenorme perdita;
e a lode di Dio che ci aveva fatto un gran
dono, dandoci quelEanima piena di fede e
feconda di nobili esempi quale fu E anima
di Liborio Coppola.
Al Cimitero, il discorso fu proferito dal
presidente signor Muston e la preghiera
dal pastore signor Comba.
Tra i desideri espressi dal caro defunto
era anche quello di voler essere seppellito
come un semplice fratello, senza sfarzo, tra
gli altri semplici fratelli, al Campo comune
di Verano.
Alla famiglia^ angosciata, e specialmente
al genero — nostro caro amico — signor
pastore Antonio Rostan, segretario della
Presidenza del Comitato, le nostre vivissime condoglianze.
Giovanni Cran)er
Il pastore B. Revel, membro del Comitato ci scrive :
« La Chiesa Valdese di Milano (S. Giov.
in Conca, ha fatto una gravissima perdita
colla morte dell’egregio sig. Cav. Giovanni
Cramer, avvenuta domenica 21 corr. alle
ore 15.
Il cav. Giovanni Cramer, oriundo svizzero, nacque a Zurigo il 31 Maggio 1842,
e venne a stabilirsi in Milano nel 1861,
non ancora ventenne, e nove anni dopo
si unì in matrimonio colla sig.naMinaMeyer.
Egli appartenne alla importante schiera dei
Setaioli ed ebbe un’azienda propria, ma
s’interessò pure a molte altre imprese commerciali; e colla sua integrità e perfetta
onestà, seppe farsi una posizione distintissima sulla piazza di Milano, tanto che il
suo consiglio era ricercato e seguito da
molte persone eminenti. Egli fu pure liberalissimo e non rifiutò mai il suo aiuto a
coloro che si rivolsero a lui, nè il suo concorso alle opere caritatevoli che abbondano
in questa città. Fra gli altri benefici, gli
evangelici milanesi gli devono l’Asilo Evangelico per ammalati, ch’egli fondò e diresse
fino all’ultimo giorno della sua esistenza
quaggiù, non risparmiando nè tempo nè
fatica per estenderlo e farlo prosperare. In
questi ultimi tempi, già indebolito dalla malattia che lo travagliava da anni, rinunziò
a parecchie imprese alle quali egli era associato, ma non cessò un istante di occuparsi dell’Asilo, sorvegliando con assiduità
i lavori d’ingrandimento progettati, e ch^egli non ebbe il bene di vedere ultimati, ma
« le sue opere lo seguiranno ».
Il sig. Cramer fece parte della nostra
Chiesa, fin dal principio del 1872, prese
parte a tutte le opere di essa e ne fu durante molti anni uno degli anziani più attivi ed un cassiere modello. Egli lascia nelle
nostre file un vuoto che sarà difficilmente
riempito.
Porgiamo all’egregia vedova, sig.ra Mina
Cramer, ai suoi tre figli e specialmente al
nostro caro collega sig. V. A. Costabel che
si trova in missione negli Stati Uniti, la
espressione della nostra simpatia cristiana
più sincera e domandiamo al nostro buon
Padre celeste di far scendere nei loro cuori
il balsamo della sua consolazione ».
Vivissime condoglianze anche per parte
nostra alla Famiglia in lutto !
KelU Penisola e nelle Jsole
Sanremo.
(Ma(asio). Abbiamo celebrato quest’anao per la prima
volta ia Saaremo il 17 febbraio. Non vi fu, per questa
volta, nessun servizio nè adunanza nel Tempio. Ma il
nostro Pastore e la sua Signora vollero offrire ai Fratelli una piccola festa familiare che si tenne nel salone della Scuola Domenicale bellamente ornato con
palme, trofei, bandiere, eec. Intervenne una sessantina
di fratelli. Molti altri, assenti per forza maggiore, fecero pervenire gentili biglietti di ringraziamento per
I invito dei signori Janni e di adesione in ispirito alla
festa valdese. Si fece musica (pianoforte, violino, canto),
si presero rinfreschi, si ascoltò un breve discorso del
pastore signor Ugo Janni commemorante la storica ricorrenza ed accennante ad alcuni episodi gloriosi della
storia valdese. La piccola festa di famiglia riuscì molto
animata e cordiale e si protrasse dalle 8 fin verso le
II di sera.
Torino.
La festa del 17 febbraio, commemorativa dell’emancipazione valdese, è stata celebrata, sotto gli auspici
delle Associazioni della Gioventù, con discorsi del pastore A. Prochet e strofe del pastore P. Longo.
— La Biblioteca della Parrocchia Valdese è stata
arricchita di nuovi volumi, dono del signor Enrico Talmone.
Torrepellioe.
Il pastore Augusto Jahier (come annunzia VAvDisaore Alpino) tenne domenica scorsa una conferenza sul
suo « Viaggio in Calabria quale milite della Croce
Rossa k.
— Il prof. Falchi commemorò bellamente il 17 febbraio nell’Aula Magna del Liceo.
PER IL CANTO
Nella prima settimana di marzo p. v. la Tipografia
Claudiana di Firenze avrà in pronto una piccola Raccolta di dodici Cori inediti per Pasqua, scritti dal noto
maestro Adolfo Baci. Ecco l’elenco dei testi biblici musicati nei detti Cori per Pasqua :
1) Salmo 18, vers. 1, 2, 4, 5, 6. — 2) Salmo 44, vers. 1,
23, 24, 2.% 26. — 3) Salmo 31, vers. 1, 2, 3. — 4) Salmo
91, vers. 1, 15, 16. — 5) Saliho 25, vers. 1, 2, 6, 22. 6) Salmo 25, 15, 16, 20. — 7) Isaia 66, vers. 10, 11. —
Salmo 147, vers. 12. — 8) Domenica di Passione : — Isaia
53, vers. 3, 5. — Salmo 64, vers. 1. — 9) Domenica delle
Palme : — Salmo 24, vers. 7. 8, 9. — 10) Giovedì Santo :
— Calati 6, vera. 14. — Salmo 118, vers. 16, 17. —11)
Venerdì Santo: — Giovanni 3, vera. 16. — Salmo 69,
vers. 7, 9. — 12) Pasqua: — Apocalisse 19, vera. 6, 7.
— Salmo 118, vers. 24.
Il fascicolo Cori per Pasqua, stampato su carta di
lusso, con elegante copertina a colori, costerà Centesimi sessanta franco di porto. Da dieci copio in su,
sconto del 15 0[0.
Gli Editori confidano di ricevere ben presto molte
ordinazioni e di contribuire così all’incremento del
canto edificativo nelle nostre Chiese.
6
Frö=5%r»
LUCE
Valdesi d'America
— Si sta preparando un Innario in lingua spagnuola.
— I bambini delle Scuole Domenicali di Colonia Vaidense fecero una colletta per i danneggiati di Massello.
La somma fu aftidata al vice moderatore sig. Léger.
— Il 10 gennaio il sig. Léger predicò alla Colonia
Vaidense e alla Paz, accomiatandosi.
— Domenica, 17, era a Tarariras; il 24 a Dolores e La,valle; dopo di che si doveva recare alla Conferenza Di.
strettiiale, per imbarcarsi quindi a Bnenos Aires, alla
volta dell’Europa, il 18 febbraio, sul vapore Umbria.
__ Sta per essere ultimata la casa del pastore a
Colonia Iris. Essa consterà di tre stanze e di una
cucina.
OLTRE LE ALPI E l MARI ^
Francia
__ Adunanze di risveglio con buoni frutti a Leval
lois-Perret.
— Si annunziano adnnanze di risveglio, che avranno
luogo a Valleraugue (Gard).
— La Francia avrà da qui innanzi un nuovo gior
naie evangelico : Le Flambeau (La Fiaccola). Auguri
____ Il pastore sig. Enjalbert di Nîmes e la sua consorte hanno celebrato le nozze d oro.
— Il 24 febbraio, alla facoltà teologica (evangelica)
di Parigi, il prof. Allier ha tenuto una lezione pubblica d’apologetica su « l’ascetismo, l’egoismo e la so
lidarietà .
— Adnnanze di risveglio in vari luoghi del Poitou.
Svizzera
Ginevra — E’ morta la signora Schneider che 25
anni or sono fondò l’Associazione cristiana delle gio
vani tedesche. .
— La fiera di beneficenza a pro delle Missioni ha
fruttato più di 20 mila lire.
__ Le 19 società di canto sacro comprendono in
sìeme 900 cantori.
— Morel, segretario Congo Beform Association
e autore del celebre libro Red Rubber (Il Caucciù
sanguinoso) terrà in marzo una conferenza sul Congo.
— La Semaine Religieuse dà un’ amplissima ed elogiosa notizia dAla conferenza che il nostro L. Rostagno proferì il 14 corrente in quel tempio della Maddalena su la catastrofe calabrosicula.
Losanna — Si sono instituiti culti domenicali per
professori e studenti dell’ Università, a imUazione di
quelli che già da tempo sono stati instituiti presso gli
atenei gemanici.
Belgio
A Spa, il pastore Grandjean ha dato nel salone del
Circolo artistico e letterario una conferenza con proiezioni luminose su Lutero. Presenti 150 persone. All’uscita si sono dispensati opuscoli dal titolo ; « Che cos è
non d’nna mera adesione intellettuale, ma d una fede
di tutto il cuore ».
Canadá.
E’ morto Mackenzie, da quattr’anni professore di teologia pratica.
Messico
FI Faro reca notizie commoventi del risveglio religioso avvenuto tra i cristiani evangelici di Aguassalientes.
Venezuela
Nella chiesa evangelica di Caracas, il Padre, Mitjaus,
oriundo spagnolo, ha abiurato l’errore papistico.
India
E’ morta, non è molto, una donna indù di schiatta sacerdotale; la quale, convertitasi al Cristo, era divenuta una
fervente propagatrice dell’Evaugelo. Si chiamava Chandra Lela.
Cina
Dei missionari cristiani evangelici, a Pechino, sono
andati di bottega in bottega ad offrire le S. Scritture.
Un giovane vestito della livrea imperiale si procurò
copia della Bibbia e se la portò a palazzo, ove i misionar! non avrebbero adito.
insegnamenti. Perchè additarci i gigli dei campi o
i corvi delle foreste? forse per chiamar la nostra
attenzione sulle loro forme ; sui loro colori ? Non
già; ma per dirci «Vedete: il Padre che li ha creati
mediante la Parola, che sono Io, ha voluto porre
sotto gli occhi vostri i segni indubitabili della sua
Provvidenza. Quanto può durare un fiore? quanto
può valere una passera? Ben poco ; eppure se il
Padre pensa a vestire l’uno e a nutrir l’altra,
quanto più penserà Egli a voi! Cosi non è possibile
veder cosa alcuna creata che non indirizzi il vostro
pensiero a Dio ed a Cristo per mezzo del Quale
« tutte le cose sono state fatte. »
Cristo Creatore
Tutte le cose sono state create per
Lui e per cagion di Lui... e tutte le
cose consistono in Lui. GoL 1, 10., 17,
il Protestantesimo ? »
Inghilterra
— Si è celebrato ultimamente a Cambridge il terzo
centenario di Giovanni Milton, il cristiano dalla fede
vivace e profonda, il poeta immortale del Paradiso
perduto.
— Si è testò costituita in Inghilterra un’Unione ai
socialisti cristiani.
— Un giornale inglese ha aperto un’inchiesta sul
quesito: « Che libro prescegliereste voi, se gittatisur
un’isola disabitata, foste costretti a serbarne uno solo ?
Notevole questa risposta : « Sono razionalista, agnostico, libero pensatore, ed ecco il mio parere eh’ io esprimo con tutta la serietà che l’argomento richiede.
Se fossi sur un’isola deserta, condannato a viver solo,
il libro che preferirei sarebbe la nostra vecchia Bibbia
inglese. Non conosco libro che mi sia stato più prezioso
nel passato e che mi possa offrire guida più sicura per
l’avvenire ».
— A Keir Hardie, capo del socialismo inglese, si
deve la seguente commovente testimonianza: « Fui
allevato senza religione... Più tardi provai una vera
ribellione contro le idee che m’erano state inculcate,
specialmente contro l’egoismo, ed aspiravo alla comunione con tutti coloro nei quali m’abbattevo.
Più tardi ancora, e cominciando a crearmi idee tutte
mie, compresi ogni giorno più che in Gesù di Nazaret
s’incontra nna semplicità, una dignità, una perfezione
come mai in nessun altro. Accettai in conseguenza il
Cristianesimo, e la mia convinzione assunse il carattere
Gli avvenimenti più importanti della vita di Cristo
si svolsero nei Santuari della Natura. Egli insegnò
nel Tempio e nelle Sinagoghe, ma i luoghi aperti
furono da lui preferiti. Egli si trattenne, di giorno,
con nna donna di costumi non buoni, conversò di
notte, con un rigido dottore della legge. Tenne
ragionamenti in case private, fece discorsi familiari,
ma le aule grandiose delle sue predicazioni furono
le pendici dei colli e le sponde dei laghi.
All’aperto, all’aperto! ecco il suo tempio.
Questa intima associazione della persona di Gesù
con le forme fisiche della Palestina, ha fatto di questo paese una “ terra santa „ pel cristiano; il quale,
fino ad oggi, vede là il torrente eh Egli attraversò
per entrar nel Getsemane, la pendice ch’Egli sali per
giungere a Betania, la strada ch’Egli tenne per
scendere a Gerico, il Giordano in cui fn battezzato.
Là, immobili nella loro bellezza, sono i monti ove
talora passò le notti in orazione; là è il pozzo al
quale si dissetò; là il campo dal quale i discepoli
svelsero alcune spighe onde attutir la fame; là il
piano sul quale sedettero le migliaia ch’Egli saziò
moltiplicando i pani; là il lago sul quale camminò...
Si direbbe che Gesù abbia volato imprimere in quel
suolo le orme dei suoi passi, e lasciar nell aere qual
soave profumo, le memorie del suo ministero itinerante.
Fa appena bisogno di chiamare 1 attenzione sull’uso che Gesù fece della Natura nelle sue predicazioni.
Sapendo che « tutte le cose sono state create per
Lui e per cagion di Lui », Egli se ne vale ai suoi
fini. Nessun oratore seppe al pari di lui trarre
tesori di pensieri morali e spirituali dal mondo creato;
e non vi è da stupirne, poiché «tutte le cose consistono
in Lui ».
Il dissidio tra la Natura e Dio - che non esiste in Cristo, come non può esistere tra l’Artefice
e l’Opera sua - è stato tentato più volte nella filosofia,
nelle scienze, nelle lettere, nella poesia, sotto forma
di sistematica incredulità o di pratica empietà; ma
non trova fondamento nel Vangelo, il quale ci dichiara
e manifesta la reale e personale presenza di Dio e
di Cristo nelle opere della creazione. Nel principio
la Parola era; era appo Dio, era Dw. Ogni cosa è stata
fatta per Essa; e senz’Essa ninna cosa fatta è stata
fatta (Giov. I, 1- 3).
Quando adunque Cristo c’invita a considerare i
gigli dei campi ch’egli ha creati, gli augelli dei cieli
che sono sua fattura, non solo Egli ci rivela la sua
potenza creatrice e quanto gli sien care le bellezze
della Natura ; ma Egli ne deduce i più sublimi
La Natura non fu dunque per Cristo un mero
emporio di immagini e di figure, vuote di senso e
senza scopo; ma Rivelazione divina,
dito di Dio ed avente un significato proprio e preciso.
Questo significato, nessuno fuorché Cristo, poteva
dedurlo autorevolmente; ed egli ce ne dette la chiave.
Ora sappiamo che « la materia » che « tutte le cose
create » non sono per cosi dire, inanimate, ma hanno
in sé qualcosa di vivente, di spirituale, che ci parla
di Dio, che ci svela gli attributi di Lui.
Quante parabole di Cristo sono letteralmente materiate di cose fisiche e naturali: ma queste cose hanno
un significato e una voce, e Gesù è quello che ce
li fa udire e comprendere.
Il sole, che esce da nna estremità del cielo e
descrive il suo arco diurno fino all altra estremità
non è più soltanto queU’astro che segna i giorni,
gli anni e le stagioni e che tutto inonda di sua viva
luce, ma è stato messo nella distesa del cielo per
parlarci ogni giorno del « Sole di giustizia » che
porta la salute nei raggi suoi « (Mal. IV, 2 ); della
« luce che illumina ogni uomo che viene al mondo »
(Giov. I, 9) ; che si leva sopra i buoni e sopra i
malvagi » (Matt. v. 45) :
Osserviamo come S. Paolo discerne 1 idea spirituale
nei più ovvii lavori campestri:.. « Nella legge di
Mosè è scritto: Non metter la museruola in bocca
al bue che trebbia » Ha Iddio cura de buoi? Ovvere
dice egli del tutto ciò per noi? » (L Cor. 919-10).
Tutto ha un linguaggio nella Natura; la Parola
non può aver creato cose mute. Siamo noi duri
d’orecchio e tardi d'intendimento ( cfr. Matt.xv,16,
XVI, 9) !
*
Quando, bisognosi di pace o di riposo mentale, ci
accingiamo ad un viaggio di diporto o ci ritiriamo
in qualche amena solitudine ed associamo ai panorami
dei monti e dei laghi, delle valli e dei piani il
pensiero di Dio e di Cristo, oh quanto superiore e
benefico è il godimento che ce ne vienej Oh! come
ben si comprende lo slancio dell’anima poetica e
religiosa del Salmista :
« Lodate il Signore dal cielo... lodatelo. Angeli
« tutti! Lodatelo sole e luna, stelle lucenti tutte....
« Lodino il Nome del Signore, perciocché al suo
« comandamento furono create....... Lodatelo monti
« e colli tutti, alberi fruttiferi e cedri tutti ; fiere
« e bestie domestiche tutte; rettili e uccelli alati,
« Re della terra e popoli tutti... Giovani ed anche
« vergini; vecchi e fanciulli lodino il Nome del
« Signore; perciocché il Nome di lui solo èin« nalzato; la sua Maestà è sopra la terra e sopra
< il cielo (Sai. CXLVIII...) »
Se la mente di Cristo si ritrovasse in noi, noi
pure scorgeremmo in tutti i reparti della creazione
motivi di lode a lui, come Creatore, ed è perchè
questo spirito mancò dei-tutto ai pagani che essi,
« lasciato il Creatore», adorarono il creato e la
cr6£it»Qrft»
Persuadiamoci ben di questo ; che Cristo è la chiave
della Bibbia e che la Bibbia è la chiave del creato.
Essa non è un trattato di Storia naturale alla maniera
de’ scienziati ; ma essa ci spiega quel che non fanno
costoro, il senso intimo, elevato, spirituale delle cose
cr©ftt.'6
Ogni fiorellino, che s’incurva sul suo stelo, a mo’
di punto interrogativo, ci domanda con voce fievole,
« Che cosa è la vostra vita?» E noi gli rispondiamo
7
LA LUCE
in suo linguaggio : Essa è come te « Un fiore che
sboccia la mattina, e la sera si secca.» (Giob. XIV, 2).
L’Universo passerà come nn vapore, il cielo e la
terra passeranno; meno la Parola che li ha creati, e per
la quale tutte le cose sono state create. Imperocché
* Cristo è avanti ogni cosa, e tutte le cose consistono
in lui », (Col. I, 16. 7). Y.
I NOSTRI IDEALI
Sarò breve, per non rubare troppo spazio ai Collaboratori, e per... dare il buon esempio.
Ecco dunque senza preamboli il pensiero che vorrei
esprimere oggi ; il nostro periodico sarà sempre troppo
■disforme dall’ideale, fintantoché tutti i cari Colleghi
italiani, che sono in patria o all’estero, e tutti i nostri
Fratelli che sappiano maneggiare la penna, non lo
arricchiscano settimana per settimana dei loro migliori pensieri. Perchè valga, un giornale dev’essere
opera di tutti.
Chi non vede i vantaggi di questa mia idea-proposta ? Ne verrebbe una grande varietà. Ogni pastore
considererebbe il periodico come roba sua, e più volentieri lo diffonderebbe d’intorno a sè. Ad ogni
pastore il periodico servirebbe di valido ausilio e
come di complemento all’opera sua particolare; poiché
egli vi scriverebbe ciò che saprebbe poter attrarre
maggiormente l’attenzione nell’ambiente in cui egli
lavora, senza riescir per questo inutile o sgradito a
coloro che vivono in altri ambienti. Ogni pastore
infine avrebbe la dolce sodisfazione di allargare per
tal modo assai considerevolmente la cerchia della sua
azione e della sua influenza.
Quel che si dice dei pastori, lo si ripeta—mutatis
mutandis — dei laici colti; chè anch’essi sono... pastori.
Prevedo una facile obiezione : « Se tutti scriveremo,
come potrà la Luce — che per ora almeno non ha le
dimensioni del.., Times — ospitarci tutti ? »
Risposta : Ciascuno dovrebbe scrivere brevissimamente ; ciascuno dovrebbe scriverò solo allorché avesse
qualcosa di veramente importante da esprimere; se,
in grazia dei collaboratori, il numero degli abbonati
crescesse assai come dovrebbe, forse — chi sa? — il
Comitato proprietario del periodico proverebbe il
bisogno di accrescerne la... mole, o di pubblicarlo due
volte la settimana. Sono miei esclusivamente questi
sogni, intendiamoci bene; ma i sógni talora s’avverano. E la mia speranza è che s’avverino.
Intanto, se non approvate le mie idee, se vi sembrano sogni troppo arditi, se avete proposte pratiche
■da fare, perchè — inv. ce di parlare nelle Conferenze
Distrettuali o al Sinodo — non tempestate me di lettere e di cartoline ? E parlate chiaro, di grazia, senza
tema di recarmi dolore. Ve l’ho già lasciato intendere :
il mio unico sincero desiderio è ohe Z.a Hwce migliori
.sempre di più e divenga un mezzo efficace d’evangelizzazione e di salvezza.
BANDIERA BIANCA
Nel Tempio di Via Nazionale, domenica sera, 21
corrente, il signor Arturo Mingardi ha tenuta una
conferenza/oro Pace.
^ «
Da Torre Pellice (Torino) riceviamo l’annunzio della
seduta generale di quel Comitato Pro Pace, la quale
doveva aver luogo il 22 corrente. Punto principale dell’ordine del giorno. « Annua manifestazione mondiale
a favore della Pace e dell’Arbitrato internazionale ».
*
* *
Abbiamo' anche ricevuto l’Almanacco illustrato 1909,
che porta per titolo P*ro Pace. Contiene scritti di molti
autori notissimi da G, C. Abba ad Ada Negri a G.
Vidari. — Pagine 128, — Cent. 0,30.
Si vende presso il « Comitato della Società internazionale per la pace. Torre Pellice (Torino) ».
ECHI DELLE MISSIONI
Il medico missionario de Prosch ha sostenuto una
duplice operazione, di cui una che è poco a Kimberley,
ed ha già potuto tornarsene al suo campo di lavoro.
ERRATA CORRiGE
Ci si fa notare che nel recente articolo : L'arma
della menzogna, sono incorsi degli errori : Levassean invece di Levasseur; peccatori della Madre di
Dio invece di persecutori dedla Madre di Dio, e
-qualche altro.
Arrigo Pozzi. — I Commentari del 1908 — Arti Grafiche — Varesine — Varese 1909 — L. 2.
»
* *
17 Février 1909 — Jean Calvin réformateur de Genève et bienfaileur des Vaudois — Quatrecentième anniversaire de sa naissance — Publié par la Société
d’Histoire Vaudoise pour les enfants des Vallées —
Autore Teofilo Gay; Prefazione di F. Longo « président de la Société d’Histoire Vandoise ». — Tip. Alpina. Torrepellice.
IN SALA DI LETTURA
L'Eco del Sannio reca un articolo di B. Labauca
su le Ultime pubblicasioni francescane. /
NeU’A/a/ socUd maral et religieux troviamo un
curioso dialogo su le mine di Messina, dovuto alla
penna di quell’originale predicatore che è "Wilfred Monod
Tutti i giòrnali evangelici di lingua francese contengono ampie recensioni dei Pensieri, libro postumo del
Prof. Felice Bovet. Il libro è uno stupendo documento
di psicologia religiosa moderna e sincera. Nessuno si
risolverà a tradurlo in italiano '?
Quest’anno ricorre il 4' centenario della nascita di
Calvino. I giornali evangelici esteri si occupano tutti
del gran riformatore. Ohi volesse conoscerlo a fondo,
si procuri l’opera monumentale del Prof. E. Doumergue
di Montaubau.
Uu’altr’opera degna d’ esser conosciuta è la Storia
del cristianesimo nel mondo pagano, autore Giulio Gindraux.
Per ora non è pubblicato che il 1‘ volume, il quale
tratta delle Missioni neU’Jls/a.
Il penultimo numero della Semaine Religieuse contiene
un’ampia e attraente biografìa del compianto Edmondo
Stapfer, che fu professore d’esegesi biblica alla facoltà
teologica parigina.
Pietro Giacosa, nel Giornale d’Italia ...difende Dio
óa l’assurda accusa d’esser tra Dio vendicatore. Gl’increduli e i... preti cattolici romani continueranno, ben
.s’intende, a sostenere la vecchia idea... insostenibile.
Su lo stesso argomento o press’a poco, Arturo Graf
ha proferito un discorso, che il bel periodico diretto
dal Prezzolini — La Foce — riporta in buona parte.
Lo stesso pregevolissimo foglio settimanale contiene
un articolo di Salvatore Minocchi dal titolo ; Perché
muore il cattolicismo ? Questo articolo, come .quello del
Giacosa e come il discorso di Arturo Graf, meriterebbe
assai più d’un fugace cenno di cronaca. Benedetta tirannia dello spazio!
Togliamo da YEvangéliste :
« Il signor pastore Arturo Muston, al quale noi avevamo domandato s’e’ fosse parente del nostro vecchio
amico Alessio Muston storico, poeta dei Valdesi, e s’e’
fosse discendente di Giovanni Musseton, condannato per
la fede alle galere, ci ha risposto cosi ;
« Alessio Muston, storico dei Valdesi e poeta della
Valdesia, era primo cugino di mio padre. La nostra
famiglia discende proprio dal chirurgo Giovanni Musseton, che all’epoca del « glorioso rimpatrio » fu arrestato, mentre sua moglie ed i suoi figlioli poterono
rimpatriare ».
Giovanni Musseton, del quale citammo alcune righe
nella nostra Appendice del 5 febbraio, era, secondo dice
Bordier, di San Giovanni (Valle di Luserna).
Da l’Intendente del Delfìnato condannato alle galere,
il 12 ottobre 1689, fu liberato il 7 marzo 1714. Il suo
carteggio e la stima ch’ei godeva presso i compagni
di catena, provano la sua nobiltà di martire della
fede ».
I giornali evangelici esteri si sono occupati della ormai
famosa calunnia a scopo elettorale circa il ratto imaginario di orfani che la Chiesa Valdese, secondo i fogli
clericali, avrebbe perpetrato.
Francis Charme», proferendo il discorso di neo-accademico, ha detto tra l'atro :
« La scienza non ha modo di surrogare la religione.
Non risulta che i progressi della morale, in questi
ultimi anni, siano andati di pari passo coi progressi
scientifici. L’uomo, checché se ne pos.sa dire, è poco
mutato... E’ tuttora debole, inquieto, sottosopra, tormentato da desideri insodisfatti come i Moralisti degli
antichi tempi ce l’hanno dipinto... Ch’io mi sappia, la
scienza non ha mai asciugato una sola lacrima sincera.
La pace si farebbe subito tra religione e scienza, se
la religione non avesse la pretensione di sorvegliare, di
restringere, di verificare la scienza, e se quest’ultima
non avesse l’ambizione, più sfacciata ancora e più vana,
di sopprimere e di surrogare la religione.
Della Spagna XEtoile du Matin scrive :
« lu questo paese il Cattolicismo s’è fatto a tal punto
clericale, da non esser più una religione, ma un’idolatria.
Col prof. Unamuno, rettore dell’Università di Salamanca, noi dobbiamo riconoscere che oggi in Ispagna il
Cattolicismo è uno dei maggiori strumenti di discristianizzazione.
Nessuno va più in chiesa, nessuno si cura più di
religione; nondimeno il prete è padrone assolato ».
Secondo il periodico romauistico la Eevae des Eglises,
i Cattolici Romani in Alsazia-Lorena diminuiscono di
cinque o di sei mila anime per ogni anno, in virtù dei
matrimoni misti.
Secondo un periodico romano, il povero prigioniero
del Vaticano ha al suo servizio 20 maggiordomi, 190
prelati domestici, 170 camerieri segreti, 6 camerieri
segreti di cappa e spada, 20 uffiziali di stato maggiore
della guardia nobile, 60 soldati della guardia nobile,
120 camerieri segreti di cappa e spada soprannumerari, 70 camerieri onorari, 200 camerieri onorari di
cappa e spada, 14 uffiziali della guardia svizzera e delle
guardia palatina, 7 cappellani onorari, 10 intendenti,
scudieri, ecc., 50 usceri.
Per un vicario di Colui che non aveva ove posare
il capo non c’è tanto male !
Una gentile persona ci manda un numero della Gassetta del Popolo, dopo avervi, segnato a lapis turchino
un articolo che, sotto il titolo Bibbia e Maccheroni,
riproduce una lettera inedita di Gustavo Modena, nella
quale il grande attore tragico e bollente patriotta dice
corna della Bibbia.
Calma e sangue freddo ! Agli sproloqui di questo illustre è possibile opporre le riflessioni un poco meno
grottesche di 1000 altri illustri che esaltarono la Bibbia.
Noi non dobbiamo giurare in verba magistri; non dobbiamo dare importanza a quel che dice Caio o Sempronio, quand’anche questi due messeri fossero illustri.
Un genio artistico, scientifico può essere, in fatto di
religione, l’ignoranza in persona. E’ assurdo credere
che, perchè uno è grande sul palco scenico o sul campo
di battaglia, sia grande del pari in tutto il resto. Noi
conosciamo la Bibbia senza alcun dubbio meglio assai di
Gustavo Modena. Arrogi che la Bibbia riesce il più stolido dei libri a chi abbia bisogni troppo imperiosi di
stomaco che gli faccian sospirare i maccheroni, e non
abbi» bisogni spirituali, religiosi. La grande ragione
dell’incredulità è tutta soggettiva. « Chi fa opere di
verità » ha detto Gesù « viene alla luce ».
Il Coenobium di Lugano ha aperto un concorso con
due premi — l’uno di L. 700 e l’altro di L. 200 —
sul seguente tema:
« E’ possibile conciliare, in una sintesi superiore, il
bisogno logico che attira l’anima moderna verso la
scienza, e il bisogno psicologico, che la porta verso
la fede? ».
Tema eccellente !
Gli articoli < senza limitazione di spazio » potranno
essere scritti in una delle quattro principali lingue
europee. Termine ultimo : 30 giugno, anno corrente.
Domenico Giocoli, gerente responsabile
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Cristo e le Scritture, di A. Saphir
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Gesù Cristo e il genio, di Oiampor
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Gloriosa rivelazione della creazione, d
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Lezioni (Cento) sulla vita di Gesù
Cristo, di A. Revel . . •
Lezioni su alcuni capitoli della Ge
nesi, di Gaussen. . . •
Note sull’epistola ai Filippesi, di
Meille ......
Note sull’epistola agli Ebrei
Palestina (La), di S. Bonnet.
Patrimonio (Vero) di S. Pietro (prim
epistola), di Leighton
Raggi di luce, per 52 Domeniche
Risurrezione di Lazaro, di O. P. Reve
Sermoni, di O. P. Meille^
Spiegazione dei suggelli dell’Apoca
iisso • • • • • •
Studi sui libri di Mosè, di Burnier
Tavole sinottiche dei V^geli
Teologia del Vangelo, di Geymonai
Vasellamenti dell’Arca . .
Vita e scritti di S. Pietro _ .
Scienza della religione, di P. Gey
monat, le 3 parti.
Alcuni martiri siciliani.
Andrea Dunn, parroco irlandese.
Apologetica cristiana, di Paterson
Atto di accusa contro i papi
Apostolo e martire. . . •
Beneficio di Gesù Cristo crocifisso
Cattolicismo apostolico primitivo
Chiesa Romana giudicata (litografia
Considerazioni sullo spiritismo, di 1
Geymonat . . _ ■
Consigli agli evangelisti
Cristiano (II) emancipato • . • ,
Difesa popolare d. Cristian., di Cado
voi. I, IC e III, ciascuno . .
Dizionario delle reliquie e .dei sant
Indulgenze e Giubilei, di G. Ribetti
Papa (II), di L. Desanctis .
Paternostro (II), stampato a due c
lori . . . • •
Principio della dottrina cristiana
Protestanti (I), di G. Serio .
Regula Fidei . . _• • „
Sommario della S. Scrittura, di Fa
I0Q/VZO
Vero Protestante (II,), di Galland
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