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m mmedìtiice Claudiana
ORMA
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
Spedizione in a. p. 45% - art. 2 comma 20/B legge 66Z^6 ■ Filiale di Torino
In caso di mancato recapito restituire al mittente presso l'Ufficio PT Torino CMP Nord
Anno Vili - numero 16-21 aprile 2000
Lire 2000 - Euro 1,03
■ BIBBIA E ATTUALITAB
VEDERE PASQUA
«...vide e credette...«
Giovanni 20, 8
SE ci sono punti su cui siamo sicuri di aver ragione, il divieto di fare immagini destinate al culto è sicuramente fra questi. Il secondo comandamento è categorico e non è
stato abrogato dalla nuova alleanza.
Oltre all’osservanza letterale di questa parte del decalogo, abbiamo anche una motivazione teologica che ci
conferma in questa certezza: la fede
nasce dall’ascolto, non dalla vista;
noi camminiamo per fede e non per
visione. Tutto il pensiero dell’apostolo Paolo è incomprensibile se si
ignorano queste affermazioni. Tutto
vero. Oggi siamo forse meno duri di
un tempo sul fatto che la mania di
distruggere immagini sacre avrebbe
dovuto essere più elastica. Si sono
probabilmente distrutti capolavori
delle arti figurative che avrebbero
potuto opportunamente essere collocati nei musei o semplicemente
spostati nelle cattedrali in luoghi che
non invitassero a genuflessioni o ad
altri gesti di omaggio. Ma uso litur'„gico delle immagini, no.
Tuttavia c’è anche questo versetto e altri consimili che ci ricordano come, soprattutto dopo la
risurrezione di Cristo, nella narrazione di Giovanni, ci sono persone
che credono dopo aver veduto. Si
tratta di un visione che non sostituisce l’ascolto e che anzi diventa chiara
proprio grazie a un ascolto, sia pure
non pienamente compreso: «Non
avevano ancora capito la Scrittura,
secondo la quale egli doveva risuscitare dai morti» (20, 9). Non avevano
capito, ma l’avevano sentito e nella
visione quello che è stato sentito vagamente diventa chiaro. Pietro a
Giovanni vengono al sepolcro di Gesù il mattino di Pasqua per sincerarsi
sulle parole dette loro da Maria
Maddalena, trovano il sepolcro vuoto, lo vedono e credono.
Proprio qui sta il punto, vedono non un’immagine, ma la realtà nuova; anzi, i due discepoli entrano nel sepolcro. Non si accontentano di una visione a distanza. Due
settimane fa abbiamo scritto della
donna che vuole toccare la veste di
Gesù. Diremmo che qui siamo nella
stessa ottica: vedere toccando con
mano. Il grosso pericolo di oggi non è
tanto quello di un culto feticistico
delle immagini: certamente anche
quello non è del tutto superato. Ma il
pericolo oggi più grosso è quello di
làsciarsi abbagliare dall’immagine in
tutti i sensi: realtà virtuale, immagine
pubblica, status symbol. Come diceva
Karl Barth, la visibilità ad ogni costo
è una grande tentazione anche della
chiesa. Persino la comunità dei credenti si accontenta facilmente di essere visibile tout-courU senza preoccuparsi di essere visibile come chiesa.
Tra i vari aspetti della risurrezione di
Cristo che possono incidere nella nostra vita oggi, c’è questa esigenza di
imparare a guardare non l’immagine
ma la realtà. Guarda dopo essere entrato nel sepolcro, non l’immagine,
non a distanza. Vai ad annusare i
panni che puzzano di cadavere; quando avrai visto così da vicino capirai la
Scrittura che non avevi capito prima
pur avendola ascoltata; e crederai.
Credere equivale a una nuova capacità di guardare e la vera realtà può
forse essere vista soltanto credendo.
Claudio Tron
Il 25 aprile di quest'anno si intreccia con tre questioni di bruciante attualità
Un passato che non passa
Lo condanna del «negazionista» David Irving, la legge sul domo della memoria e
quella sui crimini di guerra sui confini orientali italiani. Bisogna ricordare e studiare
GIORGIO ROCHAT
Torna come ogni anno il 25 aprile, che tuttavia non è soltanto
una cerimonia: tre questioni diverse
ci ricordano la bruciante attualità
dei valori e dei simboli della lotta
contro il nazifascismo.
Il «negazionismo» è il tentativo di
negare o per lo meno diminuire, depotenziare il piano sistematico di
sterminio che la Germania nazista
condusse contro chi classificava come nemico nocivo: in primo luogo
gli ebrei, ma anche gli zingari, gli
omosessuali, i Testimoni di Geova e
gli oppositori politici. Chi naviga in
Internet può trovare decine di siti
che spaziano dalla propaganda nazista e neonazista (Hitler aveva ragione, i «diversi» vanno eliminati)
1 Gran Bretagna
Nuova unione
di chiese
Una nuova unione di chiese è avvenuta in Gran Bretagna il 1° aprile
tra la Chiesa riformata unita (Urc,
95.000 membri, soprattutto in Inghilterra e Galles) e la Unione congregazionale di Scozia, una chiesa piccola
(7.000 membri, 50 comunità e 30 pastori) ma antica (fondata nel 1799) e
molto impegnata nel movimento
ecumenico. La prima donna pastore
della Scozia, Vera Kenmuir, fu ordinata proprio dall’Unione congregazionale nel 1928. Come nome della
nuova chiesa è stato scelto quello del
partner più numeroso, l’Urc, che è a
sua volta il risultato dell’unione, nel
1972, fra congregazionalisti inglesi e
gallesi e presbiteriani inglesi. La nuova Urc ha quindi una presenza significativa nelle tre «nazioni» che compongono il Regno Unito, (nev-eni)
all’informazione falsamente scientifica di tipo «negazionista» (c’è molta
esagerazione sullo sterminio degli
ebrei, non ci sono cifre certe sulle
deportazioni, nei lager si moriva soprattutto di malattie): in sostanza, i
nazisti non erano cattivi come si
crede, se hanno commesso atrocità
è per la durezza richiesta da una
guerra totale, e da questo punto di
vista neanche russi e americani sono innocenti. Il più noto «storico del
negazionismo», David Irving, si è
addirittura rivolto a un tribunale inglese chiedendo la condanna per
diffamazione di una studiosa americana che lo aveva duramente criticato: «Mi presentano come un falsario perché ridimensiono le responsabilità naziste, per esempio dicendo che non è mai esistito un piano
Irving e la Shoà
Condannato il
«negazionismo»
Con la sentenza dell’ll aprile
dell’Alta Corte di Londra che ha condannato David Irving, una delle voci
più pericolose della negazione della
Shoà, che ha definito i campi della
morte una «Disneyland per turisti», si
chiude una vicenda gravissima. Irving è stato giudicato un «razzista antisemita» che ha «manipolato le prove storiche» sullo sterminio. Resta
l’amarezza per aver dovuto aspettare
la sentenza di un tribunale per stabilire la falsità delle tesi di Irving. Resta
lo sgomento per lo stato della nostra
memoria preoccupata sempre di arginare 0 cancellare questa sporca storia. La sentenza è importante per tre
ragioni: una di carattere storiografico,
l’altra etico e infine politico-culturale.
sistematico per l’uccisione di milioni di ebrei, né un ordine di Hitler in
questo senso. Queste accuse mi
danneggiano, i miei critici devono
pagare», ha dichiarato.
Si discute da sempre se governi e
tribunali possano intervenire a limitare il dibattito politico sul presente e
quello storico-politico sul passato,
un problema reso più urgente dalla
straordinaria forza e diffusione dei
mass media, che possono ripetere
«verità» semplificate o false fino a
imporle all’opinione pubblica. Gli
storici seri e liberi ritengono che le ricerche e discussioni sul passato non
debbano avere limiti decisi dal potere politico. Tuttavia in alcuni paesi
come Svizzera, Francia e Germania è
Segue a pag. 7
Ottavio Di Grazia a pag. 10
I Valli valdesi
Vince Ghigo
eletti due locali
In un Piemonte dove trionfa l’alleanza Polo-Lega, si conferma il presidente uscente Ghigo, di Forza Italia.
Ma nelle valli valdesi il risultato è diverso, come già in altre occasioni; nei
Comuni montani dove la presenza
valdese è significativa vince il centro sinistra con Livia Turco; è un dato
che vale soprattutto in vai Pellice e in
vai Germanasca. Sale in genere Forza
Italia, cala la Lega, fino a pochi anni
fa primo partito in molti Comuni. An
ha un buon esito soprattutto grazie
alla candidatura dell’assessore uscente alla Montagna, Vaglio. Il Pinerolese
elegge due consiglieri: Emilio Bolla,
ex sindaco di Bricherasio, di Forza
Italia, e Enrico Monconi, unico consigliere eletto dei Verdi.
Apag.11
lECO DELLE VALL
Pitterolo: il vescovo invita
alia confessione di peccate
■ L'OPINIONE ■
IL GENOMA
È DI TUTTI
In riferimento alla notizia che la società privata americana «Celerà Genomics» ha completato la sequenza del
genoma umano, bruciando così sui
tempi il «Progetto genoma umano»,
progetto di ricerca avviato nel 1990 e
svolto in maniera coordinata da vari
paesi con un finanziamento pubblico,
va precisato che il completo sejquenziamento delle unità (nucleotidi) che
costituiscono l’intera informazione
genetica dell’organismo umanojè stato
realizzato in tempi così brevi lin due
soli anni) dalla Celerà utilizzan|do una
tecnica diversa da quella adottata dal
Progetto genoma umano: la Celerà ha
infatti tagliato il genoma in una serie
di frammenti, procedendo poi al sequenziamento dei singoli frammenti.
Quel che la Celerà deve ancora fare è
assemblare questi frammenti (col rischio che fra l’uno e l’altro ci siano dei
«buchi» che potrebbero essere difficilmente recuperabili), operazione che
implicherà svariati mesi di lavoro.
Inoltre la Celerà ha utilizzato il Dna di
un singolo individuo, e intende confrontarlo con quello di altri 5 individui. Il Progetto genoma umano, invece, sta utilizzando tecniche più lente
ma più precise: sta mappando le sequenze nell’ordine giusto, e man mano
confronta il materiale analizzato proveniente da un individuo con il Dna di
ben 10 donatori. In ogni caso, prima
dell’utilizzo di queste scoperte per
eventuali nuove terapie ci sarà ancora
da fare un lavoro enorme, perché si
tratterà di individuare le funzioni precise di numerose sequenze geniche.
Sotto il profilo etico-sociale va notato che, mentre nella «Dichiarazione
universale sul genoma umano e i diritti dell’uomo» del 1997 l’Unesco affer-.
ma che il genoma umano è patrimonio
dell’umanità, appena si ottengono dei
dati completi e «utilizzabili» l’attenzione si sposta decisamente verso i
profitti che queste scoperte potranno
produrre. La questione del «brevetto»
sul genoma pone una serie di problemi: è ammissibile brevettare organismi viventi, o parte di essi? Che tipo di
potere svilupperanno i titolari di questi brevetti? È concepibile che si applichi la «brevettabilità» a qualcosa che
non è «inventato», ma che già esiste in
natura? Vi è poi il problema della pubblicazione dei dati delle ricerche sul
genoma: mentre il progetto pubblico
ha reso noto i dati man mano che procedeva il sequenziamento la Celerà,
pur avendo avuto accesso gratuito ai
dati del «Progetto genoma umano»,
tende a pubblicare i dati con un certo
ritardo oppure a fornirli a caro prezzo
a chi li richiede. Non a caso il 14 marzo
Clinton e Blair, dietro pressione degli
enti finanziatori del «Progetto genoma
umano», spaventati dalla possibilità di
essere «scavalcati» dalla concorrenza,
hanno dichiarato che i dati del progetto genoma devono essere resi immediatamente pubblici, anche da parte di
ricercatori privati.
Se è dunque importante che la ricerca vada avanti, appare però indispensabile individuare strumenti politici
per favorire la ricerca pubblica e per
controllare i costi dell’accesso ai dati;
appare inoltre opportuna una revisione del concetto di «brevettabilità» applicato alle sequenze nucleotidiche costituenti il patrimonio genetico della
specie umana, trovando forme di protezione della proprietà intellettuale che
siano più adatte alla materia vivente.
Anna RoUier
2
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PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola —
VENERDÌ 21
Simon Pietro,
Tommaso detto
Didimo,
Natanaele di
Cana di Galilea,
i figli di Zebedeo
e due altri dei
suoi discepoli
erano insieme.
^Simon Pietro
disse loro: “Vado
a pescare”. Essi
gli dissero:
“Veniamo anche
noi con te”.
Uscirono e
salirono sulla
barca; e quella
notte non presero
nulla. * Quando
già era mattina,
Gesù si presentò
sulla riva;
i discepoli però
non sapevano
che era Gesù.
^Allora Gesù
disse loro:
“Figlioli, avete
del pesce?”
Gli risposero:
“No”. Fd egli
disse loro:
“Gettate la rete
dal lato destro
della barca
e ne troverete”.
Essi dunque la
gettarono, e non
potevano più
tirarla su per il
gran numero di
pesci. ^Allora il
discepolo che
Gesù amava
disse a Pietro: “È
il Signore!”
Simon Pietro,
udito che era
il Signore, si
cinse la veste,
perché era nudo,
e si gettò in mare.
"Ma gli altri
discepoli
vennero con la
barca, perché
non erano molto
distanti da terra
(circa duecento
cubiti),
trascinando la
rete con i pesci...
'^Gesù disse loro:
“Venite a far
colazione”»
(Giovanni 21,2-12a)
«VENITE A FAR COLAZIONE!»
Quando domani ti
sta li prepara
verrà di nuovo la paura di ciò che verrà, ricordati che il Signore
lo brace, i pesci e il pane, e ti dice: «Vieni a far colazione!»
WINFRID PFANNKUCHE
questo punto Pasqua è già
irlii
passata. Non parliamo di
oggi ma di domani, quando
i testimoni della resurrezione saranno tornati nella loro
vita quotidiana. Non ascoltiamo oggi questa parola per addobbare la festa, ma domani,
quando sarai di nuovo solo, affaticato e deluso, la ascolterai
per vivere la tua vita come una
festa. Oggi senti la potenza del
messaggio della resurrezione, e
domani sarai di nuovo messo
in balia della quotidianità violenta, vanitosa e furba com’è,
la realtà quotidiana del morire
e affaticarsi invano.
L'Evangelo va avanti
Giovanni cì racconta come
l’Evangelo va avanti. Ci
racconta come la vita dei discepoli è andata avanti e ci racconta come la nostra vita evangelica, da oggi in poi, fino all’altra riva del mare, andrà
avanti: «Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di
Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e due altri dei suoi discepoli erano insieme». Questa
notizia la possiamo leggere
in due modi: il pessimista conta solo sette discepoli e direb
Preghiamo
Signore, mi hai sempre dato il pane del domani
e anche se sono povero,
oggi io credo.
Signore, mi hai sempre dato la forza del domani
e anche se sono debole,
oggi io credo.
Signore, mi hai sempre dato la pace del domani
e anche se sono nell’angoscia,
oggi io credo.
Signore, mi hai sempre sostenuto nella prova
e anche se attraverso un momento di prova,
oggi io credo.
Signore, mi hai sèmpre tracciato la via del domani
e anche se rimane nascosta,
oggi io credo.
Signore, hai sempre rischiarato le mie tenebre
e anche se sono al buio,
oggi io credo.
Signore mi hai sempre parlato quando il momento
era opportuno e, malgrado il tuo silenzio,
oggi io credo.
Anonimo
(da Quando è giorno? deììa Cevaa, p. 78)
be: dove sono gli altri? L’ottimista invece sente profondamente questo «...erano insieme».
Senz’altro un effetto della vita
con Gesù: «erano insieme». Oggi suona come un Evangelo:
«erano insieme»! Soltanto sette,
si vede che quei discepoli non
stavano meglio di noi. Anche i
primi testimoni erano senza
aiuto, senza futuro, senza prospettive. Le frustrazioni erano
molte, le chiese piccole. C’erano conflitti, conflitti con l’impero romano, conflitti con la sinagoga, conflitti tra diversi
gruppi cristiani, e certamente
anche i conflitti personali e familiari che ci sono sempre.
Finalmente uno che prende
l’iniziativa. Come al solito, Simon Pietro, intraprendente, attivo, vitale: «Vado a pescare».
Oggi suona come un Evangelo.
«Vado a pescare»; non si può
che rispondere: «Veniamo anche noi con tei». Certo, lavorare
aiuta sempre. Bisogna fare
qualcosa. Chi lo dice ha sempre ragione. Di nascosto crediamo tutti che chi si impegna
raggiungerà lo scopo della sua
esistenza. Abbiamo un futuro,
se ci diamo da fare. Siamo ciò
che facciamo. Ed è davvero
evangelico quel che fanno i discepoli frustrati: tornano al loro posto di lavoro, tornano a
fare quel che sanno fare: pescare. «Uscirono e salirono sulla
barca; e quella notte non presero nulla». Un dipinto tragico
della nostra esistenza umana;
in una piccola barca in mezzo a
un mare di incertezze e speranze, gettando al buio le nostre
speranze. Tutta la notte. Tutta
la vita. Non sappiamo che pesci pigliare. «Allora Gesù...».
...e allora Gesù?
A bbORA Gesù disse loro;
«/\.Figlioli, avete del pesce?». Quasi cinica la domanda:
riguarda l’essenziale, il nutrimento della nostra esistenza.
Siamo ciò che mangiamo. Un
pescatore vive del pesce, senza
pesce non vive. Viviamo di
fronte a questa dura sfida di
Gesù, sempre, anche senza sapere che è Gesù che ci pone le
domande esistenziali. Gesù si
fa portavoce del destino.
Di fronte alla dura realtà di
questa domanda che ci viene
dall’altra sponda della vita, un
pescatore ha diverse possibilità: una prima sarebbe la vanità, cioè fare finta di niente e
dire; non ti preoccupare, ce la
faremo! Un’altra sarebbe la
violenza, come fanno alcuni
pescatori; gettare materia esplosiva nel mare, e dopo raccogliere tutti i pesci che galleggiano in superficie, che abbondanza!, ma soltanto di pesci
morti o inquinati. Una terza
sarebbe la furbizia: prendere
contatto con ditte che vendono pesce surgelato a buon
mercato, portare dunque pesci
congelati con la barca in mezzo al mare, scongelarli e tornare la mattina e venderli come
pesce fresco.
I discepoli di Gesù invece rispondono: «No». Onestà, anche se non sanno chi è che
parla. Ammettere la propria
miseria, la sconfitta, ammettere di aver faticato invano, ammettere di non sapere che pesci pigliare. I discepoli si fanno
portavoce della tragedia umana. Confessione di peccato.
Peccato, non ce la facciamo da
soli. Anche di fronte a un chicchessia. Ma non è tutto. Dopo
una lunga notte, dopo una lunga vita, stanchi della fatica, e
soprattutto stanchi dei ripetuti
insuccessi, sono persino pronti
a fare ciò che gli propone il misterioso chicchessia: «Gettate
la rete dal lato destro della barca e ne troverete». Essi dunque
la gettarono, fanno quel che
dice, forse l’unica chance, «...e
non potevano più tirarla su per
il gran numero di pesci». La
fatica è obiettivamente aumentata. Ma ora si lavora con
gioia. Per colui che sta sulla riva, terreno solido, una certa
terra promessa, alla luce di un
nuovo giorno.
Perché tu non perda di vista
questa prospettiva che ti fa vivere in una nuova dimensione,
nelle incertezze, ma non delle
incertezze, ecco quella sorella,
quel fratello, quel discepolo
che Gesù amava, che ti dice: «È
il Signore!». Colui che ti dice:
non ti preoccupare, non per
così dire, ma perché sa perché
non ti devi preoccupare. Colui
che non ti dice soltanto «Buona
Pasqua» senza sapere perché
buona, ma colui che ti dice: «Il
Signore è risorto!», no, colui
che ti risponde: «Il Signore è
veramente risorto!». E questo
«veramente» non è un saper
meglio, la filosofia migliore,
non regge davanti ai tribunali
del mondo, questo «veramente» è semplicemente la sua vita,
la sua biografia: non la storia di
un santo ma di un fallito, che
però ha sempre creduto che
Gesù Cristo è il Signore della
sua vita, che regge in Cristo davanti a Dio. Per questo mi posso buttare come Pietro nel mare delle incertezze di questa vita, senza perdermi. Perché so
che la riva non è lontana, sono
appena 100 metri, questi 200
cubiti. E quando domani ti
verrà di nuovo la preoccupazione, la paura di ciò che verrà,
ricordati: ciò che verrà è il Signore che sta lì, prepara la brace, i pesci e il pane, e ti dice:
«Vieni a far colazione!»
E così semplice, però ci credo.
E per questo posso dire a un
altro: Non ti preoccupare! Per
questo posso dire: Buona Pasqua! Perché Cristo è risorto,
no, perché è veramente risorto!
Venerdì Santo corrisponde alla
nostra esperienza umana. Pasqua la contesta. Se ti credevi in
mezzo alla vita circondato dalla
morte, oggi sarai contestato: sei
in mezzo alla morte circondato
dalla vita. La certezza non è la
vita, la vita è un gettare le speranze nel mare di incertezze,
per poi alla fine non pigliare
niente; la certezza è là vicino
sulla riva dove ti chiama quel
chissachiè, ma tuo fratello ti dice che è il Signore. «La vòstra fatica non è vana», dice l’apostolo
Paolo, ma l’accento sta su quel
che verrà poi; «nel Signore», nel
Signore non è vana.
Se questo racconto è una parabola della tua vita, ti chiedo:
dove ti trovi attualmente? Ancora all’inizio insieme a sette fratelli frustrati? Partito per la pesca? Nella barca al buio sul mare senza pescare nulla? O già in
dialogo, in.sieme a fratelli e sorelle, con quel chissachiè sulla
riva, alla luce di un nuovo giorno? Ovunque tu sia, ci sei perché Cristo è risorto. Veramente. «Venite a far colazione!».
Note
omiletiche
La maggior parte deQi;
esegeti ritiene che il cani
tolo 21 del Vangelo di g¡V
vanni sia un epilogo secon
darlo, da interpretare si a|
la luce del Vangelo,
con una relativa distanza
critica. Presto ci si accoro«
di certe incongruenze, so
prattutto tra i capitoli 20 «
21. Le epifanie in Galilea'
che prima non sono inei,!
zionate, vengono ora prj,
sentate ignorando però la
precedente apparizione d¡
Gesù in Gerusalemme (2o
19-29). Proprio Giovanni
20, 29 impedisce ogni altra
futura apparizione ||,
quanto d'ora in poi vale
credere e non vedere, a
parte il vocabolario diffe.
rente, basterebbe notare
che il Vangelo si conclude
già una volta in 20, 3is
per poi concludersi un'altra volta in 21, 24s. Nessuno dei discepoli nel Vangelozli Giovanni viene definì,
to un pescatore; ora sono
tornati al loro lavoro da
pescatori! E perché, all'improvviso, questa atmosfera
di frustrazione, cómese
nulla fosse accaduto, dopo
la dotazione dello Spirito
Santo e il potente mandato in 20, 21s.?
Si potrebbero elencare
molte altre cose, per consigliare un uso prudente
del contesto precedente.
In ogni caso, il testo stesso
fornisce già abbastanza
materiale narrativo; esso
combina due tradizioni
differenti, quella della pesca (cfr. Le 5, 1-11) e quella, appunto, delle apparizioni del Risorto. La fede
cristiana nasce con l'apparizione del Risorto, e alla
sua luce, riconosce, ricorda, ri-presenta la vita terrena di Dio in quella di
Gesù di Nazaret. Collegan
do la pesca con l'apparizione si esprime la fondamentale identità tra Gisd
e il Signore risorto, che
anima ogni raccontoevangelico. La forma dium
narrazione piena di elementi miracolosi e leggendari vela il messaggio, ma
d'altra parte permette di
entrarci interamente e dà
la possibilità di trascendere dalla propria situazione
e condizione.
Dietro questo racconto
c'è una chiesa già lontana
dall'euforia, una chiesa
tormentata dalla forza della quotidianità piena di •
conflitti e frustrazioni. Gli I
autori che ci hanno tra-1
mandato questo testo hanno voluto incoraggiare e
portare avanti l'Evangelo
nelle insidie della quotidianità, quando la fatica è ;
grande, ma il successo non ^
c'è, quando nasce la sensazione dell'assurditàM
dell'incapacità di comuni-1
care la fede nel Signore ri- ^
sorto. La frustrazione non
viene spiritualizzata o trasfigurata. Il desiderato [
successo non è Signor®
della nostra vita; nuove
prestazioni religiose non
sono il traguardo. Qui*'
racconta semplicemente,®
con gioia, la vicinanza o
del
Signore nella quotidianità ^
come un'esperienza ,
coraggiamento. Niente
tro faremo anche noi- L
forma più adatta mi è p®'
sa quella seminarrativ ^
deU'omelia che confi
nella forza intrinseca 0« l
racconto stesso, renden
dolo trasparente alle*'
stre esperienze odierne.
Per
approfondire
(Seconda di una serie
di tre meditazioni)
- Robert Kysar, Gio^f
ni. Il Vangelo iodomao^
Claudiana, 2000. Il voloJ
comprende una bcch'
ma bibliografia italian
cura di Bruno Corsane
Segnalo un comme
rio relativamente nu
in lingua tedesca; .
- Udo Schnelle,
vangelium nach 7°^’^
Theologischer HandKo^^
VENERDÌ
llmo^
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(Salmo 3
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PAG. 3 RIFORMA
Si è riunito a Francoforte il comitato preparatorio del grande raduno protestante
Germania: in cantiere il Kirchentag
Il motto biblico del grande evento delle chiese evangeliche. I progetti del 2001 o Francoforte
e guelli ecumenici di Berlino nel 2003. Assicurata anche questa volta la partecipazione italiana
GIUSEPPE PLATONE
TU m’hai messo i piedi
in luogo favorevole»
(Salmo 31,8): questo è il motto biblico che è stato scelto
per il prossimo Kirchentag
(festa delle chiese evangeliche) che si svolgerà, tra un
anno, a Francoforte nel mese
di giugno del 2001. L’organizzazione di ciuesto grande
evento che coinvolgerà più di
100.000 giovani e che prevede un investimento di 22 miliardi di lire si è già messa
in moto. Il nuovo presidente
del Kirchentag è l’ingegnere
Martin Dolde, un uomo che
viene dal mondo dell’industria. Segretaria generale del
Kirchentag è stata recentemente nominata la pastora
Friederike Woldt, 44 anni, tre
figli, proviene dall’ex Germania orientale.
Un «luogo ampio»
A proposito del motto del
Kirchentag la traduzione della nostra nuova riveduta differisce da quella di Lutero
che propone non un «luogo
favorevole» ma un «luogo
ampio» («auf weiten Raum»).
La Vulgata propone: «In loco
spatioso pedes meos», la versione inglese della revlsed
standard version suggerisce
«in a broad place». La versione francese (traduction œcuménique) traduce con: «Tu
m’as donné du large». Ho
l’impressione (ma certamente occorre una ricerca più
ampia) che siamo un po’ gli
unici a caratterizzare il luogo
in cui Dio colloca il credente
in quel salmo come un luogo
di per sé favorevole. In tedejsco c’è un gioco di parole,che
è storicamente impressio
nante, il «luogo favorevole»
(«weiten Raum») fa pensare
al «lebens Raum» lo spazio
vitale di Hitler.
Ma letto oggi, a poco più di
dieci anni dal crollo del muro
di Berlino, quello spazio che
si apre di fronte è certamente
quello dei paesi dell’Est. Il
nemico comunista non c’è
più. Ci sono nuovi grandi
spazi che prima non c’erano,
nuove dimensioni, la globalizzazione, la scoperta delle
religioni mondiali che avviene anche attraverso le grandi
migrazioni del nostro tempo,
il navigare in Internet. Ma come ritrovare un cammino di
libertà, che non sia solo l’americana «free enterprise»,
che non sia soltanto il libero
mercato? È il denaro, infatti,
che tiene insieme il mondo.
Ma appunto quando il collante è solo il denaro allora
aumenta l’angoscia.
Francoforte è la capitale
del denaro europeo. In nessun posto in Europa come a
Francoforte a trent’anni rischi di essere già vecchio per
l’industria informatica che
sta importando giovani universitari indiani per soddisfare una domanda in continua
crescita. Tutto corre in fretta
come nel suo aeroporto, il
più grande d’Europa. Anche
il classico mondo della borsa
è cambiato: non ci sono più i
ragazzi che si sbracciano,
strillano e lanciano segnali su
rialzi e vendita dei titoli. La
borsa oggi è una teoria di uomini seduti immobili davanti
al computer. Isolati, gli uni
accanto agli altri. Proprio come le tante etnie che fanno dì
Francoforte una delle città
più internazionali del nostro
continente.
Friederike Woidt, nuova segretaria generaie dei Kirchentag, e ii
nuovo presidente, ingegner Martin Doide
oceanica eucarestia? E varrà il
Un Kirchentag dei popoli
Sarà dunque un Kirchentag
dei popoli, e anche questa
volta ci saremo anche noi,
piccola realtà protestante italiana con il nostro «Spaghetti
und Bibel», lo stand al «mercato delle possibilità» e un
gruppo corale o giovanile.
Mentre si profila il prossimo
Kirchentag di Francoforte, si
stanno già gettando le basi
per quello del 2003 che si
svolgerà a Berlino. E qui nella
nuova capitale della grande
Germania riunificata, per la
prima volta nella storia, anche i cattolici saliranno a bordo dei più originale e duraturo successo di massa del protestantesimo. Si farà infatti
un Kirchentag ecumenico.
Il problema più difficile da
risolvere sembra al momento
essere quello del culto conclusivo che tradizionalmente
si tiene nello stadio cittadino
con la celebrazione della Santa Cena distribuita da pastori
con tanto di toga. La Chiesa
cattolica parteciperà a questa
viceversa? In ogni caso non
sarà una concelebrazione ma
un gesto, se ci sarà, di reciproca accoglienza a tutt’oggi non
praticabile da parte cattolica.
Un commissione di teologi
sta lavorando su questo e altri
interrogativi. Pare che nella
mole di carte prodotta dal
Concilio Vaticano II ci sia una
piccola nota in un documento
che prevede un’eccezione che
potrebbe inaugurare l’accoglienza eucaristica.
E gli ortodossi? Ci saranno
anche loro, ovviamente. Teologicamente l’approccio con
loro sarà più facile ma occorrerà comunque fare i conti
con il clericalismo della loro
tradizione. Robusta concezione di chiesa territoriale e senso dell’immutabilità della tradizione forse non permettono
facilmente agli ortodossi di
superare il loro isolamento. Ci
penserà il Kirchentag, che da
ormai cinquant’anni si propone come un movimento
laico e democratico, a rimettere in gioco le chiese.
Si è svolto a Lomé (Togo) la riunione primaverile del Comitato esecutivo
Verso la prima Assemblea generale della Cevaa
FRANCO TAGLIERÒ
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IL Comitato esecutivo della
Cevaa ha tenuto la sua riunione primaverile a Lomé, in
Togo, a fine marzo. Molto
tempo è stato dedicato, oltre
che alla situazione finanziaria per molti versi preoccupante, anche alle questioni
regolamentari che permetteranno, a fine ottobre, di tenere la prima Assemblea generale della Comunità (a Séte,
in Francia) e di eleggere il
nuovo Consiglio esecutivo,
composto di nove persone. È
stata decisa la ripartizione
geografica di otto posti nel
Consiglio (4 alle 29 chiese europee, 2 alle 9 dell’Africa centro-occidentale, uno alle 6
uell’Africa australe e uno alle
tre chiese del Pacifico), non
ponendo condizioni per la
provenienza del presidente.
La Comunità potrà così entrare nella sua «seconda giotnneaa» mettendo in atto gli
auspici formulati a Torre Felice nel 1996 (trasparenza, al®8gerimento della struttura,
,®^°ro sui progetti missionari
oeUe chiese membro).
Segni della solidarietà delle
Chiese sono stati inviati alla
^htesa presbiteriana del Moambico, la quale lotta conto le tragiche conseguenze
ella alluvione di febbraio, e
'*a Chiesa di Gesù Cristo in
V , ®8oscar, che ancora una
Ita deve far fronte ai danni
provocati da due violenti cinoabbattutisi ancora a fil’i tobbraio sull’isola. Ma
„„contro ha permesso ai rePonsabili della Cevaa di in.Lf^tare le direzioni delle
lese della regione, molte
delle quali attraversano momenti di difficoltà.
Una di queste chiese è
quella metodista della Costa
d’Avorio. Il clima socio-politico attuale del paese, dopo
l’ammutinamento che ha
portato pochi mesi fa al rovesciamento del presidente
della Repubblica, Henri Konan Bédié, è per lo meno
complesso. Ciò che emerge
dall’incontro con il giovane
presidente della Chiesa metodista, pastore Benjamin
Boni, è che il problema della
successione del capo dello
stato non è affatto risolto. La
maggioranza della popolazione infatti non accetta che
un ivoriano naturalizzato diriga il paese. La questione
non è nuova: il più accreditato dei pretendenti alla presidenza, già ministro della Repubblica, Alassane Ouatara, è
osteggiato perché non riesce
a dimostrare di essere nato
nel territorio ivoriano (pare
che sia originario del Burkina
Faso). Su questa lotta politico-nazionalista tra ivoriani di
provenienze diverse (molti
abitanti del paese sono profughi dai paesi vicini, dalla
Liberia in guerra, dal Mali
poverissimo così come dal
Ghana e dal Burkina Faso) si
inseriscono lotte interrreligiose che preoccupano grandemente le chiese cristiane:
tra cristiani e musulmani i
rapporti si stanno irrigidendo
e il pastore Boni, che spiega
come la Costa d’Avorio in
realtà sia tradizionalmente
da sempre «il paese dell’ospitalità», fa appello con insi-stenza all’intercessione di
tutti nella comunità.
Un altro momento forte
del Comitato esecutivo è stato l’incontro con i responsabili della Chiesa protestante
metodista del Benin i quali,
con una delegazione di dieci
persone, pastori e laici guidati dal presidente del Sinodo Simon Dossou e dal segretario generale Samuel
Dossou, che fu a metà degli
Anni Ottanta uno dei membri del gruppo di accompagnamento della nascente comunità francofona di Roma,
hanno ribadito la loro posizione di intransigenza nei
confronti del precedente
presidente che non ha accettato le decisioni del Sinodo e
non ha voluto lasciare il suo
posto. La questione è da
molti mesi nelle mani della
magistratura e il pastore
Moïse Sagbohan si sforza, a
suon di carte bollate e di interventi di avvocati, di comportarsi da vero capo della
chiesa, malgrado le comunità lo stiano abbandonando
una ad una. Per questo motivo la Cevaa, fin dall’estate
scorsa, ha sospeso gli aiuti
alla chiesa e ha interrotto le
relazioni istituzionali, in attesa che la giustizia del paese
dica la parola definitiva.
Tra gli altri argomenti discussi dal Comitato esecutivo
va infine segnalato un importante incontro svoltosi a
Wuppertal (Germania) all’inizio di febbraio, nel corso
del quale la Cevaa, il Council
for World Mission (Cwm,
Londra) e la Missione evangelica unita (Uem, Germania) hanno posto le basi per
future collaborazioni soprattutto nei paesi in cui tutti
questi organismi, tra loro
molti simili, sono presenti. Il
primo progetto che dovrebbe
prendere il via è quello relativo alla lotta contro l’Aids in
alcuni paesi africani.
»
> . Incontro dei Consigli nazionali di chiese
Il «disagio ortodosso»
nel movimento ecumenico
Rapporto con la componente ortodossa del movimento ecumenico, apertura
alle chiese dell’area «evangelicale» e alle chiese di immigrati, problemi della libertà
religiosa in Europa, dibattito
sulla «Carta ecumenica per
l’Europa»: questi i principali
temi affrontati nel corso della
consultazione annuale dei
Consigli nazionali di chiese
(Cnc) d’Europa, svoltasi dal
29 marzo al 1° aprile nel monastero ortodosso di Vaiamo,
in Finlandia. I Consigli delle
chiese sono organismi ecumenici nazionali, la cui composizione varia da paese a
paese: presenti pressoché
ovunque le chiese protestanti
storiche, gli anglicani e gli ortodossi, in un numero crescente di paesi aderiscono
anche cattolici, vecchio-cattolici e «evangelicali».
All’incontro di Vaiamo erano presenti rappresentanti di
Cnc di 21 paesi europei, della
Conferenza delle chiese europee (Kek), del Consiglio
ecumenico delle chiese (Cec)
e un osservatore del Consiglio delle conferenze episcopali europee (Ccee); per l’Italia era presente Luca Negro,
segretario esecutivo della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei). II tema dei difficili rapporti con
la componente ortodossa nei
vari organismi ecumenici,
ma in particolare alTinterno
del Cec, è stato illustrato da
padre Georges Tsetsis, del
Patriarcato ecumenico di
Constantinopoli, membro
del Comitato centrale e del
Comitato esecutivo del Cec.
Tsetsis ha ricordato che la
prima proposta concreta di
una «koinonia» (comunione)
delle chiese venne proprio
dal mondo ortodosso, nel
1920, con un’enciclica del
patriarca di Constantinopoli.
Le chiese ortodosse hanno
partecipato pienamente alla
vita del Cec, ma negli ultimi
anni avvertono un crescente
disagio, dovuto sia alle tematiche all’ordine del giorno del
movimento ecumenico che
alla metodologia adottata.
Gli ortodossi vedono con
preoccupazione l’emergere
di «tendenze teologiche estreme, con rischio di accomodamenti sincretistici nel
dialogo interreligioso», ha
detto padre Tsetsis; per
quanto riguarda la metodologia di lavoro, le chiese ortodosse si trovano in una costante situazione di minoranza, in quanto il Cec lavora
sulla base della rappresentanza delle singole chiese
membro, favorendo di fatto
le chiese protestanti, assai
più frammentate.
Tsetsis ha anche accennato al rapporto con i cattolici,
reso difficile negli ultimi anni
dall’acuirsi delle tensioni con
le chiese cattoliche «uniate»
nei paesi dell’Est europeo. Il
rappresentante del Patriarcato ecumenico ha infine riferito sul lavoro della Commissione speciale creata dal Cec
per affrontare il problema
del rapporto con gli ortodossi; al centro dei lavori soprattutto lo studio di una nuova
metodologia di lavoro, che
può ispirarsi anche a esperienze positive realizzate a livello nazionale da alcuni
Consigli di chiese. (nev)
L'ha proclamata il rev. John Taylor
La Chiesa metodista
del Togo è indipendente
Cerimonia di proclamazione di indipendenza della chiesa del Togo
Il reverendo John Taylor,
capo delegazione della Chiesa metodista del Regno Unito, ha proclamato domenica
26 marzo l’indipendenza della Chiesa metodista del Togo
dalla chiesa madre. Nel suo
Morte messaggio John Taylor
ha detto che «il metodismo
oggi diventa più cattolico.
Non dobbiamo avere paura
di questo termine, che vuole
semplicemente fotografare la
realtà del metodismo nel
mondo. La Chiesa metodista
del Togo è ora autonoma, ma
la rete dei suoi contatti diventa ancora più forte, perché se finora essa dipendeva
in qualche modo dall’Inghilterra ora anche l’Inghilterra
dipende dal Togo!».
Nel corso del culto, che è
stato celebrato all’aperto sulla spianata del palazzo dei
Congressi di Lomé davanti a
3.000 fedeli, durato circa sei
ore, si sono succeduti i messaggi e i saluti: tra gli altri
quello del presidente della
Cevaa, di cui la Chiesa metodista del Togo è membro.
Questa chiesa è nata nel
1838 dal lavoro di evangelizzazione compiuto in Ghana
da Thomas Freeman, audace
missionario inglese. Nel 1843
si teneva già il culto nel palazzo reale di Aneho, l’antica
capitale: favorevolmente accolto dal re, Freeman riuscì a
far accettare il suo progetto
di sostegno alla scuola già
esistente e alla costituzione
di una chiesa. Tuttavia le difficoltà del contesto socio-religioso, culturale e politico
del paese rallentò fortemente
l’espandersi della missione
metodista. L’impegno nell’iniziativa di scolarizzazione
del paese tuttavia non è mai
venuto meno e ancora oggi
costituisce il fiore all’occhiello di questa giovane chiesa.
Già collegata al distretto
della Chiesa metodista del
Dahomey (oggi Benin) la
Chiesa metodista è diventata, nel 1978, distretto autonomo dipendente dalla Gran
Bretagna. Nel corso del Sinodo del marzo 1995 essa iniziò
una profonda riflessione sulla sua storia e sulle sfide che
la sua missione doveva lanciare alla società togolese. La
successiva iniziativa di chiedere l’autonomia e di costituirsi come «Conferenza» fu
un naturale passaggio, rinforzato dal crescente impegno sociale nel confronto
della popolazione povera e
oppressa da una situazione
politica sempre in bilico tra
democrazia e dittatura.
Il presidente della Chiesa
metodista del Togo, pastore
Matthias Folikoe Creppy, ha
sottolineato come questo
impegno della chiesa non
deve venir meno; la prospettiva è quella della testimonianza, dell’edificazione ma
soprattutto del servizio verso i più deboli in una società cronicamente e drammaticamente segnata dalla crisi economica e istituzionale. Non va infatti dimenticato che nel 1998, per motivi
squisitamente politici, l’Unione europea ha sospeso la
cooperazione con il Togo.
La Chiesa metodista del
Togo conta attualmente circa 50.000 membri e ha una
ventina di pastori. È membro
del Consiglio cristiano del
Togo, all’interno del quale
collabora con la Chiesa presbiteriana del Togo, anch’essa membro della Cevaa. (fi)
I
4
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PAG. 4 RIFORMA
Cultura —.
Si è conclusa a Milano la X edizione del Festival del cinenna africano
L'immagine del continente nero
Il film vincitore reinterpreta la vicenda biblica del popolo di Dio nell'antico Egitto. Nelle opere
in gara dominano i sempre più drammatici problemi sociali e politici del sottosviluppo
MANFREDO PAVONI
SI è concluso a fine marzo,
con la consegna del primo premio al lungometraggio La Genèse del regista
Cheick Oumar Sissoko, il decimo Festival del cinema africano. Originario del Mali,
con un dottorato alla Sorbona di Parigi in Sociologia e
storia africana, Cheick Sissoko lavora attualmente come regista nel suo paese, al
Centro nazionale della produzione cinematografica. Il
film è un tentativo di «rilettura africana» dei capitoli 23 e
37 della Genesi, trecento anni
dopo il diluvio universale.
Le lotte interetniche, infatti,
che si dispiegano nel film, risalgono ai tempi biblici. La
collocazione è quella del
maestoso deserto del Mali, illuminato da una magica luce
del sole e della Luna, nella
quale si affrontano tre clan,
quelli rispettivamente di Hamor, il capo degli agricoltori;
di Esaù, alla testa dei cacciatori; e quello di Yacouba (Giacobbe), con i propri figli allevatore di bestiame. Esaù odia
il fratello Yacouba che gli ha
sottratto il diritto alla primogenitura; Giacobbe piange la
morte del figlio Youssufa
(Giuseppe), che poi ritroveremo nel paese di «Misraim»,
* Torino
Il cinema
delle donne
Cineprese puntate contro la
discriminazione e la violenza,
ma anche ironia e ricerca di
identità, soprattutto nel rapporto fra generazioni. Così,
fra le quaranta opere pre.sentate quest’anno al Festival internazionale Cinema delle
donne a Torino al 7 al 12 marzo, molte affrontano la difficoltà di vivere serenamente la
propria omosessualità, ma
non tanto in relazione con la
società quanto con la propria
madre, a indicare ancora una
volta come il conflitto si sia
spostato dalla politica alla famiglia. Difficoltà destinate comunque a risolversi positivamente. come in Setter than
chocolaté (Un amore dolcissimo, Canada. 1999) di Anne
Wheeler, che ha ottenuto il
«premio del pubblico» per il
concorso internazionale lungometraggi, o in La fête des
mères (La festa della mamma,
Belgio, 1998) di Chris Vander
Stappen, che ha vinto anch’
essa il «premio del pubblico»
per il miglior cortometraggio.
Meno consolanti e più
complesse le storie raccontate
dai due lungometraggi vincitori ex aequo di questa VII
edizione, entrambi spagnoli;
Me llamo Sara (Il mio nome è
Sara, Spagna, 1998) di Dolores
Payàs e Flores de outro mando
(Fiori dell’altro mondo, Spagna, 1999) di Iciar Bollain.
Premiato dalla giuria come
miglior cortometraggio per le
originali soluzioni di linguaggio filmico adottate, è stato
Atomic Saké (Saké esplosivo,
Canada, 1999) di Louise Archimbault, mentre il primo
premio nella sezione documentari è andato a But I was a
girl. The story of Frieda Belitifante (La mia orchestra. La
storia di Frieda Belinfante,
Olanda, 1998) di Toni Boumans, che racconta la vita
della prima donna direttore
d’orchestra sinfonica: un
omaggio alla storia invisibile
delle donne del Novecento.
l’Egitto. Si scatenano guerre
fratricide, massacri e vendette. L’umanità secondo il regista non è stata in grado di
convivere e accettare le diversità, e così i conflitti delle origini ci conducono crudelmente agli errori del presente.
Altro lungometraggio premiato è il film del regista
Mahamat Saleh Haroun, originario del Ciad ma emigrato
in Francia negli Anni Ottanta;
è il primo lungometraggio girato in quel paese, in cui non
esistevano più sale cinematografiche funzionanti dalla fine degli Anni 60. La pellicola
è un’amara, a tratti ironica,
riflessione sulla responsabilità del regista come uomo e
come cineasta là dove il cinema non esiste più. O non è
mai esistito, eppure continua
a essere il sogno di tanti giovani ciadiani.
Il primo premio per i cortometraggi è andato al film
Algérie, la vie quand-même,
della regista ora rifugiata in
Francia Djamila Sahraoui,
che descrive la vita quotidiana a Cabila. Non c’è dramma
né tragedia, ma piuttosto
l’intenzione, riuscita, di cogliere attimi e sensazioni, il
«perdere tempo» dei giovani
davanti ai caffè o sui muretti,
e di raccontare con discrezione il trascorrere delle giorna
te di questi ragazzi, che di
fronte alla telecamera diventano attori.
La decima edizione del Festival si è aperta con un ricordo di don Francesco Pedretti,
scomparso nel mese di luglio,
per anni ispiratore e anima di
questo appuntamento significativo per la città di Milano.
Come ricorda Annamaria
Gallone, che ha aperto la manifestazione inaugurale, «don
Francesco» aveva una grande
capacità, rara di questi tempi: la capacità e il tempo di
ascoltare tutti, con grande attenzione e dolcezza. Il primo
lungometraggio proiettatio
nel corso della serata inaugurale è stato Beloved, capolavoro di Jonathan Demme, regista de II silenzio degli innocenti e Philadelphia, finora
mai distribuito in Italia. Il
film narra la storia di una ex
schiava al tempo dell’abolizione della schiavitù, costretta a scarificare la figlia Beloved per evitare che quest’ultima cadesse nelle mani di
schiavisti bianchi che le avrebbero imposto una vita di
violenze e vessazioni già subite dalla madre negli anni
precedenti l’abolizionismo. Il
film, tratto dal libro Amatissima della scrittrice afroamericana Toni Morrison (già premio Nobel per la letteratura).
si sofferma sulle ferite e i
traumi psicologici che i neri
d’America hanno dovuto
sopportare in quegli anni : un
film non sui neri e gli schiavi
visti dai bianchi, ma sui neri
e le loro sofferenze viste da
chi le aveva subite in prima
persona.
Altra novità di questa edizione sono state le retrospettive dedicate al Camerún e al
cinema afrocubano, e infine
la sezione «Finestre sul mondo», in cui si sono presentati
diversi cortometraggi e lungometraggi di paesi come
Brasile, Iran, Perù, Isole di S.
Kitts, Kurdistan e Cina. Un
appuntamento importante,
dunque, in una città e in un
momento storico in cui il dialogo interculturale e la ricchezza di una società multiculturale stentano ad affermarsi, lasciando il posto alle
isterie in materia di sicurezza
e al mito della «Tolleranza
zero» del sindaco di New
York, Giuliani. Ha detto un
regista tunisino che vive a
Milano: «Ho sempre più paura a vivere in questa città, dove capita sovente di vedere
picchiati i venditori ambulanti senegalesi o vietnamiti
nella metropolitana, e dove
la cultura dell’intolleranza e
del linciaggio si sta sempre
più affermando».
i Tematiche di attualità al Festival torinese
Il dramma delle bimbe vendute
FEDERICA TOURN
Milioni di bambine non
ancora adolescenti ogni
anno vengono costrette a lavorare dentro e fuori le mura
domestiche anche 14 ore al
giorno, sono vendute al mercato del sesso, sposate contro
la loro volontà a uomini che
nemmeno conoscono, quando non vengono addirittura
uccise appena nate proprio
perché femmine. Questi sono
solo alcuni aspetti della condizione di moltissime bambine nei paesi poveri del Sud
del mondo, e che la regista
canadese Marquise Lepage,
nominata nel suo paese «artista dell’anno per la pace» lo
scorso 14 febbraio, ha raccontato nel documentario
Des marelles et des petites filles... (Il gioco della settimana
e le bambine, Canada, 1999).
Il video, che ha ottenuto la
prima menzione speciale
nella sezione documentari
all’ultimo Festival internazionale Cinema delle donne di
Torino, raccoglie le interviste
fatte in Burkina Faso, Haiti,
India, Perù, Thailandia e Yemen ad alcune bambine a
proposito della loro vita quotidiana, della scuola che
spesso sono costrette a diser
tare a vantaggio dei fratelli
maschi, a volte delle violenze
che sono costrette a subire.
Marquise Lepage riesce con
semplicità ed efficacia a mostrare anche la terribile pratica delle mutilazioni sessuali,
prevista nei riti dei culti animisti originari di alcune zone
dell’Africa (in Sierra Leone il
98% delle donne ha subito
l’infibulazione). È una questione che si impone con
sempre più urgenza anche in
Europa: secondo i dati della
Commissione per le pari opportunità della Regione Piemonte, in Italia rescissione o
l’infibulazione riguardano
28.000 immigrate, mentre si
calcola che siano circa 5.000
le bambine a rischio di un intervento vietato dalla legge e
che viene fatto in casa, senza
precauzioni igieniche. Anche
se oggi si intravedono forse i
primi sintomi di un cambiamento: «È un segno di speranza che siano proprio le
bambine sottoposte alla mutilazione a dire che non la imporranno più alle proprie figlie». ha detto Marquise Lepage durante il dibattito su «La
condizione e i diritti delle
bambine nel mondo» che ha
fatto seguito alla proiezione
del suo film, lo scorso 10 mar
Un'immagine dal film «Des marelles et des petites filles»
zo a Torino. La regista ha teso
a sottolineare che il suo lavoro non vuole essere un giudizio di un’occidentale nei confronti di culture altre, quanto
piuttosto una denuncia delle
differenze di diritti tra maschi
e femmine, peraltro generalizzata: «Le modalità sono diverse - ha spiegato - ma lo
sfruttamento delle bambine si
riscontra ovunque, non solo
dei paesi poveri». Secondo
Daniela Bruno, psicoterapeuta del Centro studi «Hànsel e
Gretel» di Moncalieri, in Europa e negli Stati Uniti la forma più comune è quella dell’abuso sessuale: nonostante
sia un problema sommerso, si
stima che dal 10 al 30% dei
minori, di cui il 9% femmine,
è probabile oggetto di violenza sessuale (in Canada addirittura l’84% di casi di abuso
su minori riguarda bambini
sotto i 6 anni).
Che cosa si può fare per
aiutare le bambine? «Continuare a fare informazione
contro le diverse forme di
violenza», ha detto Lepage,
confermando di aver girato il
documentario con questa intenzione. «La priorità è risolvere il problema della povertà del Terzo Mondo», ha
reagito una signora africana
del pubblico. «Un conto è
cercare un modello sostenibile di sviluppo che non consenta più lo sfruttamento dei
paesi poveri da parte delTOccidente - ha ribattuto la regista canadese - un altro è parlare di patriarcato e abusi
sulle donne e sulle bambine».
Dal Festival cinema delle
donne è stato comunque diffuso un manifesto per dare
un’impronta di genere alla
campagna per la cancellazione del debito dei paesi in via
di sviluppo perché, come si
legge nell’appello, «le discriminazioni non sono tutte
eguali e nascere bambina nei
paesi poveri non costituisca
di per sé negazione del diritto
alla vita e al futuro, ai sogni e
alla speranza».
VENERDÌ
Narrativa
Contro
¡I perbenismo
Fustigatore dei costumi e della cultura elvetica, Friedrich
Dürrenmatt (1921-1990), l’autore de II giudice e il suo boia. Il
sospetto e molte p/èces teatrali dissacranti, conservava inedito
un racconto mai rivisto definitivamente [Il
pensionato. Casagrande, 2000, pp. 111,£
20.000) in cui, utilizzando come molte altre
volte l’impianto narrativo del poliziesco,
mette a nudo le ipocrisie di una società
dall’apparenza perbene e in realtà corrotta.
Il protagonista, un commissario a fine carriera, scopre gli autori di alcuni delitti impuniti, ma polemicamente non li arresta: la
giustizia non è per lui dove sembra essere.
RADIO
Culto radio
Ogni domenica mattina alle 7,27 sul primo canale
radio Rai, predicazione e notizie dal mondo évangelico italiano e estero, appuntamenti e commenti di attualità.
TELEVISIONE
Protestantesimo
s j Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse
a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle ore 24
circa e alle ore 9,30 del lunedì successivo. Domenica 30 aprile,
ore 24,30 circa, andrà in onda: «Insieme per cambiare»; «Moglie e buoi... è sempre vero?». La replica sarà trasmessa lunedì 1° maggio alle ore 24 e lunedì 7 maggio alle 9,30 circa.
PROTESTANTESIMO IN TV »fi'—
Avere o non avere
DAVIDE ROSSO
Nel mondo del mercato
globale la coppia oppositiva forte che regge le dinamiche sociali appare sempre
più essere appartenenzaesclusione. In realtà le dinamiche attuali sembrano andare sempre più verso una
diversa distinzione in cui tutti nel bene o nel male sono
inseriti nel sistema ma le cui
differenze si marcano di una
valenza economica e la coppia di termini oppositivi si
sposta da appartenenza-esclusione ad avere-non avere. Questo movimento di valori interessa certo la vita
economica della nostra società ma anche la sua realtà
sociale, i suoi rapporti personali. In questa realtà il rapporto con il prossimo, con
chi ci sta intorno, diventa la
questione primaria da cui far
partire la riflessione su ogni
atto di solidarietà praticato
ma anche su ogni atto solidale di cui siamo beneficiari.
La puntata di Protestantesimo andata in onda domenica 16 aprile (replica lunedì
24 aprile su Rai 2 alle ore
8,35) presentava un servizio
sulla situazione del trapianto
di organi in Italia seguito da
un altro servizio che illustrava Tesperienza di aiuto e solidarietà prestata dal progetto
«L’arca mobile» della Chiesa
awentista a Messina nei confronti dei tossicodipendenti.
Dal primo servizio emergeva la situazione difficile
dei pazienti in dialisi in attesa di una donazione. L’attesa
e la speranza di avere la vita non tanto prolungata
quanto vivibile. In Italia ora
esiste una legislazione che
sembrerebbe andare verso
un’incentivazione alla donazione benché siano ancora molte le preoccupazioni, le incertezze, dettate
dal non sapere.
Le immagini che accom
pagnavano il servizio, gira
te all’ospedale civile di Pi
nerolo, seguivano Landa
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corso dei malati, il corri
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la fine, l’uscita, ma la cui
strada è lunga e difficile. La
conclusione è lasciata a
una persona che ha subito
il trapianto di organi alla
sua riconoscenza verso chi
ha concesso il permesso all’espianto con conseguente
donazione che gli ha permesso di tornare a vivere. 1
dono, viene sottolineato, e
ancora più carico di signin;
cati perché fra sconosciuti,
come impone la legge, tra
persone che non si conoscono ma che vicendevo mente ricevono e si danno
anche amore.
In quel mondo globaliZ'
zato questo messaggio, co
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mobile» di Messina c
con il suo intervento por
anche «amicizia e comp
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venerdì 21 APRILE 2000
Cultura
PAG. 5 RIFORMA
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I «Le donne si interrogano», un libro collettivo a Napoli
Autorità, potere violenza
L'oppi'GSsione subita dal mondo femminile ha un vissuto molto lungo
e trova riscontri nella storia del cristianesimo oltre che nell'attualità
MARTA D'AURIA
Lunedì 27 marzo nella sala conferenze a Santa Maria La Nova, a Napoli, è stato
presentato il libro «Autorità,
potere, violenza. Le donne si
interrogano» (a cura di Cloe
Taddei Ferretti, Napoli Ed.
Scientifiche italiane, 1999),
facente parte della collana
Dialoghi «oltre il chiostro».
La genesi del libro, come
ha ricordato Adriana Valerio,
ricercatrice in storia del cristianesimo all’Università Federico II, è da rintracciarsi
nel comune desiderio di un
gruppo di donne napoletane, animate dalla passione
per lo studio della teologia,
di condividere le proprie
esperienze partendo da una
tematica di profondo coinvolgimento mentale e pratico. La scelta è ricaduta sul
tema dell’autorità nella sua
forma di autorevolezza o di
autoritarismo, del potere subito o esercitato e della violenza in cui sfocia l’esercizio
distorto del potere. Intorno a
tali argomenti sono costruiti
gli interventi delle 25 autrici
che hanno partecipato al
progetto editoriale.
Il libro si divide in quattro
sezioni. Ne i «Fondamenti» si
esamina la dualità uomodonna dal punto di vista della psicologia del profondo, il
messaggio biblico per rapporti non violenti tra uomo e
donna, l’apertura all’altro in
ambito multiculturale, e la
funzione maieutica dell’autolitLln «Donna e autorità nelle religioni abramitiche» la
donna, in diverse situazioni
storiche, viene presentata come fonte di autorevolezza o
usuale destinataria dell’eser
cizio di potere da parte dell’uomo. La terza sezione «Autorità e donna nella società
attuale» prende in esame alcune terribili manifestazioni
del potere che determinano
discriminazioni e violenze
verso la donna. L’ultima parte, «Interventi nel territorio
della Regione Campania», è
dedicata ad alcune iniziative
intraprese in vista di una società dove tutti siano liberati
dalla violenza.
Nella rosa delle autrici
compaiono tre nomi a noi
familiari: Teodora Tosatti,
biblista e pastora valdese,
propone una rilettura del
racconto della creazione della donna contenuto nel capitolo 2 della Genesi; Anna
Maffei, pastora battista, riflette su autorità e autorevolezza alla luce dell’esperienza del suo ministerio pastorale; infine Gabriela Lio, pastora battista, affronta il tema della relazione pastorale
di aiuto nei casi di incesto e
di abuso sessuale sulle donne adolescenti.
Le autrici e la curatrice
non hanno taciuto la parzialità dell’analisi fatta su una
tematica così vasta e complessa: i temi trattati, infatti,
sono vari (nonostante tutti
ruotino intorno a quello centrale) così come gli stili (si va
da ritratti di persone in situazioni particolari, ad analisi
condotte secondo il metodo
storico-critico). Naturalmente il filo rosso che lega le varie ricerche in campi diversi
è la sensibilità femminile, filtro ermeneutico comune.
Nella postfazione Cloe Taddei Ferretti sottolinea: «Il libro vuole porsi come spunto
per il lettore verso una rifles
Ciclo di lezioni a Genova
Zwingli e gli anabattisti
ERMINIO PODESTÀ
SI è concluso il 29 marzo
con la conferenza del past. Fulvio Ferrarlo su «Zwingji e gli anabattisti» il primo
ciclo di «Storia, arte e cultura
nell’Europa protestante»,
mentre è stato presentato da
Adriano Bertolini, docente al
Liceo artistico «Paul Klee» di
Genova, il progetto del II corso per il 2001 in cui si vorrebbe verificare il rapporto che
può esistere fra il protestantesimo e l’arte. Ferrarlo ha
detto che circa il rapporto di
Zwingli con Lutero ci sono
due scuole di pensiero: la
prima, tedesca, sostiene che
solo in Lutero la Riforma ha
•usuaradice (unicentrica); la
seconda, svizzera, sostiene
I che non solo in Lutero c’è la
I radice della Riforma (policentrica).
Zwingli subisce un forte inI uusso da Erasmo da Rotterdani, anzi si è abbeverato delle dottrine umanistiche erasmiane. Nel 1518 è eletto parroco della cattedrale di Zurigo
® riel 1519 inizia la predicanone nella stessa cattedrale
m modo innovativo, utilizzando il metodo della predicazione continuativa. Parte
da Matteo 1, 1 e va avanti, ofrendone una panoramica
dmanistica. Zwingli organizza
circoli di letture con umanisti
che diventano una vera e proPha fucina della Riforma.
Nel 1522 si verificano due
®rti che danno origine al mohieiito della Riforma in Sviz„ ra: il «caso delle salsicce» e
.J^"ibato dei preti. Nella quahia del 1522, durante una
ha, un gruppo di commen
sali cristiani, violando le prescrizioni canoniche, si cucinano un bel piatto di salsicce,
intendendo così affermare la
libertà del cristiano di fare ciò
che non è contenuto nella
Bibbia, ma solo nella tradizione. Il canonico Zwingli, pur
non avendo personalmente
infranto le regole, tollera il gesto. Il secondo caso è quello
della richiesta dell’abolizione
del celibato: a conclusione di
un lungo dibattito, Zwingli afferma il primato della parola
di Dio sulle leggi umane per
cui, rivendicando la coerenza
della posizione assunta da
Zurigo, dice che la parola di
Dio è chiara e non lascia errare nelle tenebre.
Il 10 ottobre del 1522 Zwingli rassegna le sue dimissioni
da canonico della cattedrale
di Zurigo. Ma il Consiglio di
Zurigo gli chiede di continuare a predicare assumendosi il
suo stipendio. La predicazione dell’Evangelo continua e
di conseguenza si intensifica
anche l’azione della Riforma
a Zurigo. Nel 1523 un gruppo
di seguaci porta alle estreme
conseguenze il richiamo del
riformatore alla parola di Dio.
Costoro criticano le decime, il
prestito a interessi, le immagini, la messa e il battesimo
dei fanciulli. Riguardo a quest’ultimo argomento, nel
1526, un prete si fa battezzare
da un laico. Zwingli si arrabbia moltissimo perché ha
paura che la Riforma gli scappi di mano. Da questo momento gli anabattisti saranno
considerati l’ala radicale della
Riforma ed essi stessi si rendono conto di essere una minoranza perseguitata.
sione ulteriore (...). Una riflessione, che non sia fine a
se stessa, ma che conduca
verso una ermeneutica e una
prassi rinnovate». Una riflessione che porti in primo luogo a un cambiamento radicale di mentalità, nell’ottica del
superamento della violenza;
poi a una tematizzazione
della responsabilità di ognuno e infine a conseguenti iniziative coraggiose per promuovere effettivamente la liberazione dalla violenza.
Le riviste «Confronti» e «Qol»
Un seminario sul
«mosaico della fede»
La provocazione di uno scienziato
Le riviste Confronti e Qol
da diversi anni stanno operando congiuntamente nel
campo del dialogo ecumenico e interreligioso con convegni, seminari e pubblicazioni
apposite. Per il 7 maggio, a
Salvarano di Quattrocastella
(Re), dalle 9,30 in poi all’Eremo di San Michele, hanno
organizzato un seminario dal
titolo «Il mosaico della fede.
Se gli italiani cambiano Dio»,
che sarà dedicato ai problemi
e alle occasioni di arricchimento reciproco che la nuova situazione di un’Italia definitivamente multireligiosa
potrà offrire.
Relatori saranno Brunetto
Salvarani, direttore di Qol
(cattolico). Paolo Naso, direttore di Confronti (valdese). Ali
Schutz, segretario del Fondaco dei Mori di Milano (musulmano), David Bidussa, diret
tore della Fondazione Feltrinelli di Milano (ebreo) e Maria Angela Falà, direttrice di
Dharma e segretaria dell’Unione buddista italiana. Per
informazioni e iscrizioni: tei.
0522-654251 o 0335-8331756;
e-mail torrazzo@libero.it
La matematica sarà
la nuova religione?
Paolo Naso
Da quando è uscito alimenta periodiche discussioni
prò e contro. Cominciando
dal titolo*, perché non si limita al «Vangelo» (scritto in
maiuscolo al pari di «Scienza») ma intende le religioni in
generale, salvando in parte il
buddismo, che però annasperebbe anch’esso nell’attuale new economy. A prenderlo per il suo verso è un testo brillante, divertente in
senso positivo, cioè con tesi
acuminate ma non comiche
o caricaturali.
Odifreddi è un matematico
di tutto rispetto, sotto i 50 anni (età in cui non si dovrebbe
più sgomitare per emergere e
non ancora per tenersi in
piedi), docente di Logica a
Torino e a Cornell (la città nel
Wisconsin?). Per lui «la vera
religione è la matematica»; in
una di quelle trasmissioni tv
tanto o poco scientifiche ha
provocato dicendo che la
prova sta in Esodo 3, 14 dove
al culmine della sua autopresentazione Dio rivela il suo
nome non rivelandolo: e 3,14
non è forse una famosa formula matematica?
Il concetto viene ribadito
su un quotidiano: «La rivelazione sta scritta non sulle tavole di Mosè ma nelle equazioni di Einstein e Schroedinger». Libretto, tra l’altro
breve ed economico, magari
per chi non si pone la questione della fede (pur senza
deriderla), o per chi se la pone nel confronto, o per chi
giudica la propria fede inattaccabile e allora lo abbatte
con una sventagliata di versetti biblici, fr.i.j
(*) Piergiorgio Odifreddi: Il
Vangelo secondo la Scienza. Torino, Einaudi, £ 16.000.
Il sociologo francese Jean Baubérot ha tenuto una conferenza a Torino
Il protestantesimo come modello di integrazione
PIERA ECIDI
IL ruolo dei protestanti nella Francia oggi: questo il
tema di una interessante
conferenza svoltasi a Torino
la sera del 25 marzo, organizzata dal Centro evangelico di
cultura «Arturo Pascal». Relatore Jean Baubérot, presidente della «École pratique des
hautes études» della Sorbona
a Parigi, e docente di Storia e
sociologia della laicità.
Il protestantesimo è stato
un movimento religioso che
nel corso della storia ha portato un contributo determinante all’emergere e allo sviluppo della modernità, ha
detto Baubérot, ma per capire il ruolo dei protestanti oggi
bisogna riandare alla Rivoluzione francese: «tollerati» dal
1787, solo dal 1789 «insieme
agli attori e ai boia», essi vengono parificati agli altri cittadini. Poi c’è il vortice della rivoluzione, con l’insieme dei
suoi sentimenti antireligiosi,
che si rivolgono contro le
chiese, in particolar modo
quella cattolica, e nel secolo
XIX la questione fondamentale diventa per i protestanti
francesi quella della democrazia. Una questione centrale perché c’è un’affinità
profonda fra il concetto di libertà e il rapporto tra individuo e Dio, e importante in
questo senso è l’influsso del
pensiero di Alexandre Vinet.
Alla fine del XIX secolo si
verifica un fenomeno di «antiprotestantesimo», (che lo
studioso ha affrontato recentemente nel suo libro Une
baine oubliée) in cui si diffonde l’idea aberrante che i pro
testanti, così come gli ebrei,
siano dei traditori posti al
servizio degli inglesi e dei tedeschi, per «defrancesizzare»
la Francia. Lo stesso Émile
Zola, prima delle sue coraggiose prese di posizione sul
caso Dreyfus, era stato sostenitore di queste concezioni. Il
protestantesimo aveva partecipato alla lotta per la libertà
e ne aveva pagato il prezzo.
Ma, accanto alla questione
della libertà, si poneva per esso il problema dell’uguaglianza: e su questo terreno il
protestantesimo si trova meno a suo agio che su quello
della libertà, se si esclude il
movimento del «cristianesimo sociale», che ha affrontato questi problemi anche dal
punto di vista ecologico. Il relatore ha citato a questo proposito il pensiero di Wilfred
Monod, che nota come il
messianismo profetico insista sulla giustizia sociale e,
mentre il protestantesimo rischia di accettare il Messia
senza capire il messianismo,
il socialismo riprende il messianismo senza riconoscere il
Messia. Occorre invece una
«riconciliazione» fra socialismo e protestantesimo. E intanto dagli Anni 30 il cattolicesimo sviluppa la sua presenza nel mondo operaio
mentre l’ecumenismo, soprattutto in Francia, ha tentato una certa osmosi di valori
del protestantesimo e del cattolicesimo.
Alla fine del ’900 si nota un
certo disincanto, dovuto al
declino del comuniSmo, portatore privilegiato di ideali di
uguaglianza sociale, che si
era trasformato in totalitari
Jean Baubérot a Torino
smo. Il tema centrale diviene
oggi la gestione dei rischi,
cioè come la scienza, lungi
dal risolvere tutti i problemi,
invece ne crei di nuovi (nel
campo delle biotecnologie,
dell’alimentazione, ecc.).
Dopo la questione della libertà e dell’uguaglianza, oggi
arriva quella della responsabilità: i cattolici vogliono limitare le scelte mediante dei
divieti, altri si affidano al
progresso; in qualche modo,
rinasce l’opposizione tra i
due schieramenti. Il protestantesimo si ritrova come
cerniera fra questi opposti
fronti, ma la sua posizione
è più difficile da comprendere perché cerca di dire due
cose contemporaneamente,
e questo atteggiamento non
è facilmente trasmissibile dai
mass media, che hanno bisogno di semplificazioni. Per
esempio sulla bioetica il protestantesimo rifiuta l’idea di
una «legge naturale» che verrebbe eventualmente tra
sgredita, ma al tempo stesso
denuncia come illusorio il
fatto che l’uomo possa essere
completamente padrone della vita, e denuncia il rischio
di un’etica rivolta verso l’individuo, un’etica «per se
stessi». C’è dunque il rischio
di apparire contraddittori, di
non farsi comprendere.
Importante oggi per il
mondo protestante è l’allargamento della molteplicità
dei punti di vista, presenti
nella Federazione delle chiese protestanti. Inoltre essere
stati ed essere minoranza
può aiutare le altre minoranze nel loro inserimento, come l’Islam, presente in Francia con circa 5 milioni di fedeli. Il protestantesimo si
può presentare come «modello di integrazione» per le
nuove minoranze, e inoltre
sdrammatizza il dibattito sulle sette: alcuni laicisti a oltranza scaricano sulle sette i
loro sentimenti antireligiosi.
Il protestantesimo si trova fra
due rischi: quello di un certo
fanatismo, tipico di alcune
sette, e quello del conformismo, rischio delle chiese; bisogna lottare contro ambedue. In questa situazione
complessa, bisognerebbe che
il protestantesimo si desse
forme di concertazione mondiale, per meglio confrontare
le proprie posizioni. Bisogna
anche evitare un malinteso
ecumenismo che comporta
una forma di autocensura.
Oltre al confronto e al dialogo esterno, anche la laicità è
necessaria al protestantesimo; laicità come richiamo alla pluralità delle convinzioni
e delle convivenze.
6
: I
PAG. 6 RIFORMA
»'■' Convegno del Comitato torinese per la laicità nella scuola
Laicità e società multiculturale
/ problemi di cittodinanza in un epoca di globalizzazione e di forti
flussi migratori, con le relative differenziazioni culturali e religiose
CESARE PIANClOU
IL convegno «La laicità in
una società multiculturale. Problemi di relazione tra
stato, diritti delle comunità,
diritti degli individui», organizzato dal Comitato torinese per la laicità della scuola il
26 marzo presso il Liceo
scientifico Einstein di Torino
con l’adesione di numerosi
enti e riviste, tra cui Riforma,
ha visto l’apporto di relazioni di alto livello e di taglio diverso: più giuridico nella
sessione del mattino, introdotta da Carlo Ottino e presieduta da Lìdia De Federicis, più sociologico e antropologico in quella del pomeriggio, presieduta da Maurizio Girolami e conclusa da
Attilio Tempestini. In una
breve nota come questa non
si possono ovviamente riassumere i complessi contenuti emersi, concernenti la laicità come metodo e come
complesso di valori, il rapporto tra lo stato laico e i
particolarismi comunitari,
l’universalità dei diritti fondamentali di libertà ed eguaglianza e la loro problematica composizione con la richiesta di riconoscimento,
nello spazio pubblico, di differenze culturali, quindi la fisionomia incerta assunta dai
rapporto pubblico-privato, e
la questione di una ridefinizione della cittadinanza
nell’epoca della globalizzazione, dei flussi migratori,
della crisi degli stati nazionali, dell’interazione tra sistemi giuridici nazionali e
sovranazionali. Rimandando
i lettori agli atti del convegno, che usciranno a giugno
in numero doppio di «Laicità», segnalo in breve solo
alcune tesi delle relazioni.
Luigi Ferrajoli, professore
di diritto costituzionale, ha
affermato: la caratteristica
del diritto premoderno è di
assumere le differenze personali come basi di differenti
status giuridici: al contrario, i
diritti fondamentali di libertà
sanciti dalle Costituzioni
moderne e dai patti internazionali, come la carta delrOnu, implicano l’eguaglianza, cioè il diritto a non
essere discriminati per le
condizioni personali (il sesso, le opinioni politiche e religiose, ecc.), e il diritto alle
differenze individuali, indipendentemente dall’assenso
delle maggiorcUize e dalle loro convinzioni etiche. La caratteristica dei diritti fondamentali è di tutelare gli individui anche contro le loro
culture di appartenenza: le
comunità particolari hanno
rilevanza sociale, ma non rilevanza giuridica come fonte
di diritti.
L’avvocato Alida Vitale ha
trattato il caso emblematico
delle donne, spesso oppresse
da culture patriarcali e maschili travestite da ortodossie
religiose: non si può essere
né per l’assimilazione omologante né per la subordinazione degli individui alle regole consuetudinarie delle
comunità: bisogna facilitare
l’acquisizione della piena cittadinanza, come accesso,
nello spazio pubblico e laico,
all’eguaglianza dei diritti e
come via per sottrarre i soggetti a vincoli e poteri di
gruppi tradizionalisti.
Jean Baubérot, professore
alla Sorbona, ha tracciato un
ampio quadro dei principali
modelli europei (società
scandinave. Gran Bretagna,
Francia) e ha sostenuto che
le soluzioni ai problemi posti
dal multiculturalismo si devono trovare in conformità
all’art. 9 della Convenzione
europea sui diritti umani, che
associando la libertà di pensiero, di coscienza, di religione si pone come garanzia per
credenti e non credenti.
Ugo Fabietti, professore di
antropologia sociale a Milano, ha infine analizzato criticamente i concetti di etnicità, cioè della dimensione
simbolica che si attiva in situazioni di conflitto tra
gruppi, e di cultura, quando
si ha la reificazione di tratti
storicamente mutevoli e
sempre «contaminati» in
identità chiuse e reciprocamente ostili.
Immigrazione: la Fcei critica la proposta di legge Lega-Polo
I cristiani sostengono l'inclusione
Il presidente della Federazione
delle chiese evangeliche in Italia
(Fcei), pastore Domenico Tomasetto, il 12 aprile ha rilasciato
una dichiarazione in merito alla
proposta di legge di iniziativa popolare sull'immigrazione promossa dalla Lega Nord e dal Polo
delle Libertà.
La proposta di legge di iniziativa popolare in materia di
immigrazione, varata congiuntamente dalla Lega e dal
Polo, i cui motivi ispiratori
appaiono esplicitati nella relativa «relazione di accompagnamento», costituisce un
evidente tentativo di raccogliere consensi politici stimolando i peggiori sentimenti che i promotori pensano albergare nell’animo
del popolo italiano.
Sfoderando un armamentario ideologico proprio del
peggiore razzismo: attribuendo a una parte politica
l’uso strumentale di un fenomeno di dimensione plane
taria che porta i poveri della
terra a coltivare una speranza di vita bussando caoticamente alla porta dei paesi
cosiddetti occidentali: sfruttando cinicamente i comportamenti gravemente delinquenziali di esigue minoranze di immigrati e assumendo
di ispirarsi a un concetto di
nazione che appare largamente retrivo e, perfino, ad
un supposto «modello cristiano di società», i proponenti prospettano soluzioni
fondate sulla repressione più
violenta e indistinta e su ridicole misure di ordine fiscale.
Lasciando ai politici, agli
economisti e ai giuristi il
compito di valutare, dal rispettivo punto di vista, i contenuti della proposta, riteniamo doveroso denunciare
come mistificatorio ogni riferimento a una società plasmata dai valori del cristianesimo. Il cristianesimo, in
Domenico Tomasetto
Formazione teologica a distanza
Facoltà valdese di teologia
Seminario locale a Torino
19-20-21 maggio
Chiesa valdese, via San Pio V15, Torino
responsabile: past. EUGENIO BERNARDINI
Indirizzo: ECUMENICO/RELIGIONI IN DIALOGO
Esame: Metodologia del dialogo interreligioso
Unità: «EBRAISMO, CRISTIANESIMO, ISLAM»
Programma:
venerdì 19 ore 20,45-22,30 — sabato 20 ore 9-12 e 15-19
domenica 21 ore 9-12 e 15-18
Fulvio Ferrano - Il cristianesimo e le religioni: quale approccio teologico? Metodologia del
dialogo interreligioso
Gioachino Pistone - Introduzione all’ebraismo - Il dialogo
ebraico cristiano
Giuseppe La Torre - Introduzione all’Islam - Il rapporto cristianesimo-islamismo
QUOTA di ISCRIZIONE: L. 30.000
ISCRIZIONI: entro il 5 maggio: past. E. Bernardini, Riforma,
telefono 011-655278 faxOll-657542 e-mail dirett@riforma.it.
fatti, propugna rapporti umani fondati sull’amore, sulla solidarietà, sull’accoglienza e sull’inclusione, a prescindere da qualsiasi differenza di razza, nazionalità,
sesso e condizioni sociali ed
economiche. E, a partire da
tali contenuti fondamentali
della propria fede, i cristiani
autentici hanno contribuito
in maniera decisiva all’affermazione dei principi che, a
partire dalla «Dichiarazione
universale dei diritti dell’uomo» hanno fissato le regole
essenziali della convivenza
tra gli uomini e le nazioni.
Registriamo peraltro con
gioia come anche il mondo
cattolico italiano abbia prontamente reagito alla proposta
Lega-Polo contestandone la
legittimità sul piano etico e
giuridico. Ci permettiamo,
tuttavia, di rendere attenti i
fratelli cattolici alla pericolosità di alcune recenti affermazioni di esponenti della gerarchia circa presunti pericoli di
«islamizzazione dell’Italia»,
che deriverebbero dall’immigrazione di uomini e donne
di altre fedi. Al razzismo non
possono, infatti, essere offerti
spunti capaci di penetrare,
sotto qualche profilo, nell’immaginario collettivo, risvegliando i fantasmi di un periodo che è stato, anche recentemente, oggetto di autorevoli condanne. (nev)
venerdì 21 APRILE 2000
Un'iniziativa sul tema della «parità scolastica»
Per la scuola della Repubblica
Un’assemblea, convocata a
Roma il 29 marzo per iniziativa del Forum «Per la scuola
della Repubblica» per riaffermare che la questione della
parità scolastica non è chiusa, si è svolta a partire dall’invito di Mario Alighiero Manacorda a non dimenticare il
posto occupato dalla legge
sulla parità, recentemente
approvata dal Parlamento,
nel contesto delle dinamiche
del sistema politico italiano.
Da tempo le forze politiche
hanno abdicato alla funzione
di garantire la laicità dello
stato nei confronti del confessionalismo cattolico sempre ricorrente nel tentativo di
imporre la sua egemonia sui
processi educativi nelle scuole pubbliche oltre che attraverso quelle private.
Il giurista Ugo Rescigno e
l’onorevole Giorgio La Malfa
hanno a loro volta fatto riferimento al rapporto tra il progressivo abbandono della
scuola nelle mani di altri poteri forti, e le manovre della
dirigenza dei Ds per una legge elettorale che, in nome di
una governabilità affidata alle oligarchie di partito, riduce
la rappresentatività del Parlamento. Rescigno ha anche
avviato la riflessione sugli effetti che l’approvazione della
legge avrà sulle legislazioni
regionali in materia di diritto
allo studio, cogliendo l’occasione per trarre motivi di
speranza dal buon esito della
raccolta di firme nell’Emilia
Romagna per l’indizione del
referendum contro la legge
Rivola, che ha anticipato l’intreccio tra provvidenze per il
diritto allo studio e finanziamento alle scuole private.
Gli ha fatto eco Corrado
Mauceri confermando la
convinzione che la questione
della parità è destinata a condizionare ancora a lungo la
politica scolastica nel nostro
paese e che la lotta per riportare gli interventi delle pubbliche autorità sulla scuola
nell’ambito costituzionale si
dovrà condurre nelle Regioni
oltre che nel controllo sui
provvedimenti ministeriali di
attuazione della legge di parità perché non ne siano peggiorate le conseguenze. A tale
scopo Mauceri auspica la costituzione di un soggetto culturale e politico strutturato
per affrontare, con rigore di
analisi e chiarezza di proposte, le innovazioni introdotte
dall’iniziativa governativa nel
sistema scolastico italiano.
Sulla necessità che tale indispensabile azione contestativa si innesti sulla ricerca nella sinistra di «un’idea della
scuola pubblica oggi» coerente con le sue istanze democratiche e laiche, si è incentrato
l’intervento di Maria Alba Peleggi, che ha portato l’adesione dell’Associazione per il rinnovamento della sinistra, e
dell’on. Aldo Tortorella. A tale
impegno ha fatto riferimento
Fon. Maria Lenti, che ha dato
conto dell’opposizione di
Rifondazione comunista in
Parlamento e dell’isolamento
in cui il suo partito si è trovato
in questa battaglia se si fa eccezione per la senatrice Ersilia
Salvato, per gli on. Cento e
Gardiol, che hanno espresso
voto contrario, e per i repubblicani che si sono astenuti.
L’istanza di rilanciare una
linea di laicità all’interno della Cgil-Scuola è emersa nell’intervento di Beniamino Lami, di Alternativa sindacale,
mentre dell’impegno del movimento delle donne per la
difesa della scuola pubblica,
di cui pure è a suo avviso da
rifondare l’impianto culturale espressione ancora della
pregiudiziale maschilista, ha
parlato Giovanna Romualdi
del «Foglio del paese delle
donne». Un richiamo a un
parametro oggettivo su cui
valutare gli esiti del trasferi
mento di risorse dalla gestione pubblica dell’istruzione a
quella privata è venuto da
Piero Castello, dei Cobas, che
ha evocato lo sperpero di
pubblico denaro, oltre 6.000
miliardi l’anno, da parte delle
diverse organizzazioni private a cui le Regioni affidano oltre il 90% dei corsi di formazione professionale di loro
competenza.
Da questa denuncia è nata
la proposta di Massimo Sani
di pubblicare un «Libro bianco» che documenti, insieme a
tale sperpero, i finanziamenti
diretti alle scuole private erogati in diversa forma dallo
stato e dagli enti locali. Non
sono mancate altre proposte
operative dall’invito di molti
a potenziare l’azione del Forum per la raccolta delle firme, alla provocazione di Graziella Morselli di avviare
l’istituzione di scuole private
d’ispirazione laica come modello alternativo a quelle di
orientamento confessionale.
Stage Cepple a Barcellona
La laicità è una sfida
per tutta l'Europa
Organizzato dalla Conferenza delle chiese protestanti
dei paesi latini d’Europa
(Cepple), dal 20 al 27 marzo
si è tenuto a Barcellona uno
stage sul tema: «La laicità,
una sfida per l’Europa». Destinato alla forrhazione e
all’aggiornamento pastorale,
l’incontro ha visto la partecipazione di delegati, non solo
pastori, dei sei paesi dell’Europa latina (Belgio, Spagna, Francia, Italia, Portogallo e Svizzera), che hanno
tracciato un quadro delle diverse situazioni, contesti e
pratiche di laicità: forme e
fondamenti della laicità differiscono infatti profondamente da un paese all’altro.
Il compito di tenere le file
del dibattito è stato affidato a
tre relatori: il prof. Gérard
Delteil, di Montpellier, ha
fornito il quadro dei riferimenti teorici che definiscono
fenomeni differenti ma anche collegati tra loro, come
laicità, secolarizzazione e
diaspora: il prof. Paolo Ricca,
della Facoltà valdese di teolo
gia di Roma, ha posto il problema della testimonianza
evangelica in un contesto di
laicità e secolarizzazione;
l’avvocato Javier Otaola, parlamentare basco, ha delineato i fondamenti politici e giuridico-istituzionali della pratica della laicità.
Accanto alle «forme deteriori di un laicismo militante», che ha prodotto in alcuni
paesi una sorta di «religione
laica» con il suo culto, i suoi
riti e i relativi finanziamenti
statali, è emersa in positivo,
durante il seminario, una
idea di laicità come metodo
(non come contenuto), conte
strategia politica di libertà:
uno spazio pubblico laico di
mediazione dei conflitti, nelle moderne società complesse, dove possano adeguatamente esprimersi e convivere
le diverse opzioni e identità
culturali, etniche e religiose.
Per l’Italia hanno partecipato al seminario i pastori
Luciano Deodato ed Eugenio
Rivoir e i laici Marco Rostan e
Rosanna Ciappa.
OSTELLO PER CREDENTI A FINALE LIGURE
La Comunità cristiana riformata di Finale Ligure, per il proprio
sostentamento mette a disposizione per famiglie o gruppi di credenti la propria sede di piazza del Tribunale 6, dotata di 6 posti letto
suddivisi in due camere (locali termoriscaldati e uso cucina).
La disponibilità è valida dal settembre al giugno di ogni anno pof
soggiorni di qualsiasi durata (anche una sola notte) a prezzi del turi
to contenuti. Per prenotazioni e informazioni telefonare all’ora
cena al 019-691782 o al 019-691328. La comunità si riunisce la
domenica alle ore 10 e al giovedì alle ore 21.
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Vita Delle Chiese
PAG. 7 RIFORMA
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Seminario di formazione Fgei nel Centro di Rocca di Papa
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In un periodo difficile dal punto di vista numerico, la Federazione
giovanile si avvia verso il coinvolgimento di nuove generazioni
STEFANO R.IVI01UCA
Dal 24 al 26 marzo si è
svolto nel Centro battista
di Rocca di Papa il «seminario
formazione quadri» della Fgei
centro. Il seminario, nonostante la scarsa pubblicità, ha
goduto di una buona partecipazione di ragazzi a riprova
della voglia di incontrarsi e
della sete di «comunione».
Hanno partecipato giovani
provenienti dalla Toscana,
dal Lazio e dalla Campania
per un totale di circa 45 partecipanti. È stata una splendida esperienza che ha ricaricato le batterie «un po’ scariche» dei più vecchietti e ha
entusiasmato i più giovani.
La bella accoglienza della
direttrice. Vera Marziaie, e di
Gloria hanno contribuito a
farci apprezzare ii Centro,
che per questo tipo di incontri si è dimostrato perfetto.
L’ambiente raccolto e il numero non eccessivo di partecipanti hanno infatti permesso di creare una bella atmosfera di condivisione fraterna
nonostante la breve durata
del seminario (e non sono
mancati i pianti al momento
dei saluti). Uno degli aspetti
che più ha coinvolto i partecipanti è stata sicuramente la
curatissima «parte musicale»:
Floriano D’Auria e Carlo Leila
hanno distribuito, durante ia
prima riunione, un bel canzoniere redatto per l’occasione,
pieno di canti provenienti da
tutto il mondo e (finalmente)
tradotti in italiano, ma ciò
che più di tutto ha dato entusiasmo ai canti è stata la band
(rock) dei ragazzi della Chiesa
battista via Foria di Napoli.
Quanto ai contenuti: la
Fgei in questi anni sta vivendo un periodo di crisi dal
punto di vista delle iscrizioni;
spesso, in passato, si è dato
per scontato il ricambio generazionale, non si è fatta
tanta pubblicità o invogliato
la creazione di nuovi gruppi
giovani e neppure ci si è troppo preoccupati di «mostrarsi» né tantomeno di «corteggiare» i gruppi giovani evangelici non federati. Questo
seminario aveva il preciso
compito di fornire ai semina
risti strumenti pratici per la
creazione di gruppi giovani
partendo da solide basi, mettendo a nudo le difficoltà e
svelando i «segreti» per la
comprensione delle dinamiche di gruppo.
Lo staff organizzativo formata da Barbara Gregori, Deborah D’Auria, Sandro Spano, Silvia Zerbinati, Nicola Ng
e Floriano D’Auria con la partecipazione di Ottavio Di Grazia (docente di Storia del cristianesimo), non solo è riuscito a raggiungere l’obbiettivo prefissato ma ha fatto molto di più, dando grande importanza ai momenti di comunione; infatti, sono riusciti
anche a far capire perché formare un gruppo di giovani
evangelici. Al termine di questo seminario, noi campisti ci
ritroviamo con delle pratiche
schede da poter utilizzare per
non partire con il piede sbagliato 0 per provare a rimettere in sesto il nostro gruppo,
un accresciuto bagaglio di conoscenze riguardo le dinamiche di gruppo e un po’ di entusiasmo in più.
r:. 7, Vita della-Chiesa battista di Civitavecchia
Una comunità operosa e fraterna
LUIGI SPURI
CHI scrive e la moglie, Anna Mattel, hanno festeggiato rii dicembre dello
scorso anno le nozze d’oro.
Mia moglie ed io avremmo
voluto una semplice cerimonia di ricordo. Ne parlammo
con il pastore Blasco Ramírez, che nel frattempo si era
stabilito nella casa pastorale
nel mese di settembre, e anch’egli fu d’accordo con noi.
La cerimonia è stata molto
bella e semplice: tante persone erano presenti e l’accortezza delle sorelle della comunità ci ha permesso di accogliere tutti con molta gioia.
La nostra casa è stata riempita di fiori e belle piante: non
abbiamo parole per ringraziare tutti quelli che ci sono
stati vicini.
Tutta la comunità aveva
intanto dato un caloroso
benvenuto al nuovo pastore e
alla sua famiglia: alla moglie
Irene Vianello e ai figli Natan,
Ruben e Lilit. Ci ha fatto molto piacere la venuta del pa
store emerito Arnaldo Vianello con la moglie Iole De Regibus, insieme ai quali c’era
anche la signora Bianca, sorella di Arnaldo, a cui la comunità ha dato il benvenuto
accogliendoli con affetto e
simpatia. In questo contesto
non possiamo non ricordare
il lavoro del pastore Franco
Sommani, il quale durante la
vacanza della sede pastorale
si è prodigato nelTaiutare la
comunità, ben sostenuto dalla signora Bruna. Grazie ancora a Franco.
La comunità era stata privata un anno fa dell’anziano Costantino Di Pomponio, stroncato da un male crudele, che
era tesoriere e amministratore della chiesa, lavoro che
svolgeva con dedizione e serietà, stimato dalla chiesa e
dall’ambiente esterno. Rinnoviamo ancora ai familiari la
nostra simpatia e solidarietà,
alla luce dell’annuncio evangelico della risurrezione. In
questi ultimi giorni è invece
venuta a mancare la sorella
Adalgisa Pierangelini, moglie
di Federico Di Pomponio, fratello di Costantino, dopo una
malattia lunga e dolorosa
sopportata con molta rassegnazione. Anche ai suoi familiari esprimiamo tanto affetto.
L’avevo visitata la mattina del
30 marzo, con la promessa
che sarei ritornato nel pomeriggio con mia moglie, ma
mentre uscivamo di casa ci
avvertirono che era mancata.
Aveva 71 anni. Il servizio religioso per lei è stato tenuto nel
tempio di via dei Bastioni il 31
marzo dal past. Ramirez alla
presenza di tante persone.
Con l’arrivo del pastore Ramirez le attività della comunità hanno preso un ottimo
vigore e sette persone potrebbero essere battezzate nel
prossimo periodo estivo. Dal
16 al 19 marzo, infine, abbiamo avuto con noi il pastore
Carmine Bianchi, segretario
del Dipartimento per l’evangelizzazione, che ci ha presentato lavori molto efficaci
apprezzati dalla comunità
che gli ha dimostrato attenzione e assiduità alle lezioni.
'■ Pozzuoli
Dialogo
tra due
comunità
_______MARIA iorusso__
La manifestazione dell’
amore di Dio nella nostra
vita è segno di un patto duraturo che si rivela in tutta la
sua pienezza attraverso l’attuazione di progetti o piani
che mai avremmo pensato
realizzarsi. La vita di una comunità cristiana riflette questo amore e nonostante le
difficoltà, talvolta laceranti,
Dio non esclude il suo intervento. Con gioia possiamo
dire oggi che le due comunità
battiate di Pozzuoli e Monteruscello si avviano verso un
dialogo e una collaborazione
da diverso tempo interrotti e
da qualche anno intrapresi,
dopo la rottura e il conseguente distacco di un gruppo
avvenuto sei anni fa nella
chiesa battista di Pozzuoli.
Dopo tutto questo tempo le
due comunità hanno sentito
l’esigenza di riprendere il
cammino di fede insieme per
rendere più visibile e incisiva
la testimonianza dell’Evangelo nella cittadina flegrea. Per
dare corpo a questo desiderio
di rinata comunione si sono
intraprese alcune iniziative
tra cui una giornata di evangelizzazione svoltasi domenica 26 marzo nelle due chiese.
Per l’occasione è stato invitato il missionario irlandese
Gerard O’Flaherty che ha tenuto i due culti della giornata. Per il messaggio della domenica mattina è stato proposto il passo di Giovanni 17,
21 «che siano tutti uno; e come tu, 0 Padre, sei in me e io
sono in te, anch’essi siano in
noi...»; un appello all’unità,
un invito a sentirsi uno in Cristo. Appello fortemente sentito dai presenti considerando
il periodo di crisi vissuto dalle
due comunità.
Notevole la presenza di
bambini e giovani che hanno
animato rincontro con i loro
canti. La giornata ha avuto un
prosieguo nella chiesa di Pozzuoli dopo una piacevole agape fraterna. «Le beatitudini»
sono state il tema del secondo
messaggio. Qui si è puntualizzato il significato del vivere i
valori del Regno nell’incontro
con gli altri, credibile solo
nell’unità dei credenti. L’esito
positivo dell’intera giornata
ha motivato tutti a un prossimo appuntamento per il culto
di Pasqua. La lode va al Signore che rende possibile
questa unità.
Fuori collana è uscito:
Per il tempo della malattia...
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a cura di Alberto Taccia
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Nato alcuni anni fa per il lavoro del gruppo “Amici
dell’Ospedale evangelico di Torino”, il libro si arricchisce ora di
altre parti contenenti testi tratti dal
Vangelo di Giovanni e dalle
Epistole, riguardanti i temi del¡t’amore, della luce, della verità,
della vita e della morte. Si arricchisce anche di testi significativi
raccolti e tradotti da altre fonti sul
asnso del vivere e del morire. Un
dialogo lavoro, inoltre, è stato fatto per le preghiere.
m mmsdMcB
Claudiana
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Un passato che non passa
stato stabilito per legge che
negare lo sterminio di milioni di ebrei è un reato meritevole di prigione, perché è un
rifiuto sfrontato di fatti accertati, un insulto a una memoria ancora viva e dolente.
Irving andava in senso opposto, voleva la condanna di
chi lo accusava di essere filonazista e studioso fazioso, un
passo più grave e provocatorio. Il tribunale inglese gli ha
dato torto, riconoscendo che
Irving è effettivamente filonazista e studioso fazioso. La
sentenza è importante soprattutto perché tutela la libertà di discussione e di critica in campo storico.
La seconda questione lascia la bocca amara. Il 28
marzo la Camera dei deputati
ha approvato quasi alTunanimità di fissare al 27 gennaio
(giorno della liberazione del
lager di Auschwitz) la «Giornata della memoria» destinata a ricordare ogni anno le
leggi e le persecuzioni antiebraiche in Italia e in Europa.
L’unanimità è finita presto;
quando la proposta è arrivata
dinanzi al Senato le forze di
centro-destra hanno preteso
che fosse modificata: insieme
ai crimini nazifascisti bisogna ricordare anche quelli
comunisti, dalla Russia alla
Cina e via estendendo, addirittura «tutte le violenze e le
stragi perpetrate in nome di
ideologie oppressive prima,
durante e dopo la guerra
1939-1945 per motivi razziali,
etnici, religiosi e politici».
Una «Giornata della memoria» dedicata alla persecuzione degli ebrei può diventare
un’accusa contro il regime
fascista che la condusse, meglio annacquarla in una condanna generica di tutti i crimini di massa commessi
nell’ultimo secolo (non proprio tutti, si dimenticano
sempre quelli del colonialismo, soprattutto quello italiano). La proposta è stata insabbiata, a questo punto è
meglio che cada piuttosto di
perdere la sua forza e chia
rezza con trasformismi, compromessi e ipocrisie.
Sta invece marciando verso
l’approvazione parlamentare
un’altra proposta di legge che
viene da destra: una medaglietta e un diploma firmato
dal presidente della Repubblica ai congiunti di tutti gli
italiani morti negli anni di
guerra sul confine orientale,
da Trieste alla Dalmazia. Qui
la chiarezza è rifiutata in partenza, il riconoscimento viene accprdato ai partigiani e ai
fascisti che li combattevano,
ai morti nelle foibe carsiche
per mano jugoslava, ai criminali di guerra e alle vittime
innocenti. Furono anni straordinariamente complicati
per il confine orientale, con
l’italianizzazione forzata dei
territori sloveni e croati acquisiti nel 1919, l’annessione
di Lubiana e l’occupazione di
buona parte della Dalmazia
nel 1941, la sovranità tedesca
su tutto il «Litorale adriatico»
(comprese Udine, Gorizia,
Trieste) nel 1943, l’occupazione jugoslava, poi inglese
di Trieste nel 1945; con
un’aspra guerra partigiana,
una pesante repressione, violenze selvagge prima da parte
nazifascista poi jugoslava.
Tutto questo viene cancellato, resta soltanto la distinzione «etnica» tra italiani e
slavi, ne deriva Timplicita approvazione delle aggressioni
e poi delle repressioni fasciste. Una proposta di legge
che va nella direzione opposta alla «Giornata della memoria», qui non si tratta di ricordare e studiare, ma di unificare il passato in chiave nazionale e fascista, visto che
tutto si riduce alla contrapposizione tra italiani e jugoslavi. La proposta iniziale è
stata un po’ modificata, per
facilitarne l’approvazione,
per l’azione del relatore on.
Domenico Maselli; siamo
proprio in una situazione pasticciata e avvilente. È questo
quindi un 25 aprile da celebrare con qualche preoccupazione e amarezza.
8
PAG. 8 RIFORMA
. ■
Vita
Chiese
VENERDÌ 21 APRILE 2000
Il presidente della Federazione delle chiese pentecostali, Remo
Cristallo (a destra) e il notaio Solimene al momento della firma
M L'8 aprile a Monteforte Irpino
Nasce la Federazione
di chiese pentecostali
MARTA D'AURIA
SABATO 8 aprile, al Villaggio evangelico di Monteforte Irpino (Av), è nata ufficialmente la Federazione
delle chiese pentecostali
(Fcp). Alla presenza del notaio Luigi Solimene i responsabili di una decina di associazioni di chiese, con 250
comunità locali, appartenenti all’area pentecostale indipendente, hanno siglato la
nascita di questo nuovo organismo federativo.
L’idea di costituire una Fcp
viene da lontano, quando nel
1983 a Massafra, per impulso
di alcuni pastori, si costituì la
Conferenza ministeriale. Per
la prima volta in Italia, alcuni
ministri di chiese pentecostali
autonome decidevano di promuovere un rapporto di collaborazione condividendo insieme obiettivi e scelte. Nel
1997 si approvò la costituzione della Comunione delle
chiese evangeliche pentecostali, di cui la Federazione
delle chiese pentecostali è
stata la naturale evoluzione.
«Siamo profondamente grati a Dio per quello che si è
compiuto oggi - ha detto il
presidente della Fcp, Remo
Cristallo, pastore della chiesa
«Nuova Pentecoste» di Aversa
-. La Federazione vuole essere
lo strumento di collegamento
tra le tante realtà pentecostali
autonome che si riconoscono
unite dalla comune vocazione
di testimonianza e di servizio,
fermo restando le confessioni
di fede proprie di ciascuna». Il
pastore Cristallo ha anticipato
che già altre quattro chiese
pentecostali hanno fatto richiesta di entrare a far parte
della Fcp.
Alla vicepresidenza della
Fcp è stato eletto Silvano Lilli, conduttore della Chiesa
internazionale a Roma; tesoriere è Antonio Romeo, conduttore della Chiesa evangelica pentecostale di Giugliano (Na). Le chiese che hanno
dato vita alla Fcp (fra parentesi il numero delle comunità
locali) sono: Chiesa apostolica in Italia (80), Chiesa Betel
di Cosenza (2), Chiesa cristiana pentecostale italiana
(40), Chiese Ehm (48), Chiesa
«Gesù è il Signore» di Catania
(10), Chiesa «Gesù è il Signore» di Reggio Calabria (10),
Chiesa evangelica internazionale (30), Chiesa «Nuova Pentecoste» (11), Chiese
evangeliche della valle del
Seie (15), Chiesa evangelica
pentecostale di Giugliano
(3), Chiesa evangelica pentecostale di Napoli-Secondigliano (8), Chiesa evangelica
pentecostale di Roma (3),
Chiese evangeliche pentecostali minori (4), Chiese «Pieno Evangelo» (5).
La Fcp si configura quindi
come la principale aggregazione del mondo pentecostale indipendente. L’altro grande polo pentecostale in Italia
è costituito dalle Assemblee
di Dio in Italia (Adi) con
1.099 comunità locali e 491
ministri di culto.
Un'assemblea annuale molto importante per la Chiesa battista di Bari
Una realtà aperta alle altre comunità
Una partecipazione più marcata al Piano di cooperazione e l'interesse per i problemi sociali
cittadini al centro di una riflessione approfondita e propositiva. Approvato il nuovo statuto
NICOLA PANTALEO
L> ASSEMBLEA ordinaria
I annuale della chiesa
battista di Bari, svoltasi in
due sessioni il 12 e il 26 marzo, ha messo sul tappeto
problemi di natura prevalentemente pratica pure senza
rinunciare a esprimere opzioni e posizioni formali sulle questioni di principio che
interrogano oggi gli evangelici: la scuola laica, il Giubileo cattolico, la presenza culturale nella città.
Dopo una lunga gestazione
è stato approvato il nuovo
Patto-Statuto e il relativo Regolamento, che innovano
profondamente l’assetto e
la vita della chiesa di Bari, armonizzandone in modo più
marcato il raccordo con 1’
Ucebi, con le Federazioni nazionale e regionale e con gli
organismi internazionali, e
rafforzando i legami bmv.
Sotto il profilo finanziario è
stata decisa una partecipazione ancora più consistente
al Piano di cooperazione anche alla luce degli obiettivi di
un rientro dal deficit dell’
Unione attraverso un piano
decennale di progressivo incremento delle contribuzioni
delle chiese membro, nei
confronti del quale, nell’attenta esposizione fattane dal
tesoriere Eugenio De Robertis, la comunità esprime una
convinta adesione. Una parte
dell’attivo, proveniente da
speciali contributi, si è deciso
di destinarlo alla costituzione
in Torre Pellice del nuovo archivio storico battista per
onorare il ricordo della sorella Irene Inguanti De Robertis,
la cui dipartita oltre un anno
e mezzo fa è sempre ragione
di grande sofferenza.
E stato ribadito il sostegno
all’attività dello Sportello
dell’emigrante, che vede l’impegno generoso di Tommaso
Gelao, e al Centro sociale «La
casetta», guidato da Isaia Saliani e rivolto in forma preminente all’accoglienza e all’inserimento lavorativo degli extracomunitari, e si è confermata l’apertura ai problemi
del quartiere attraverso la disponibilità a consentire l’uso
Dalla Chiesa metodista di Omegna
Un bell'incontro con Piera Egidi
voluto e pensato dalle donne
GABRIELLA CROHA
Da tutte le donne della
Comunità di Omegna (e
non solo) e da tutte le donne
che operano all’interno e
all’esterno delle chiese, siano
esse pastore, mogli di pastori,
diacene o semplicemente
«impegnate» giunge un grazie a Piera Egidi per la visibilità, vera, senza retorica, senza falsa modestia né luoghi
comuni, che ha voluto dare
nei suoi libri «al femminile».
Come donne ci sentiamo più
forti nel voler testimoniare la
nostra fede, con la nostra storia e con le nostre speranze!
Domenica 2 aprile nella
chiesa di Omegna si è svolta
una giornata comunitaria,
iniziata con il culto presieduto dal pastore Giorgio
Bouchard. Il suo sermone su
Isaia 7, molto apprezzato, è
stato forte come tutte le sue
predicazioni, che sono storiche, attuali, critiche e stimolanti e portatrici di ulteriori
riflessioni sulla fede, sulla
chiesa, sul mondo e sull’ecumenismo.
Piera Egidi ci ha poi presentato i suoi libri Incontri.
Voci di donne, Vent’anni appena, in un modo «tutto al
femminile». 11 tempo è volato e avremmo potuto ascoltarla ancora per molto, sen
Hotel-Ristorante «La Lucciola»
dei coniugi Frache - aperto tutto l'anno
viale della Repubblica, 223
17027 Pietra Ligure (SV)
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Cucina tipica ligure e piemontese di qualità
za annoiarci. Il pubblico, per
lo più di donne, era numeroso e attento. Per noi è stata
molto importante la presenza di donne che hanno cariche. oltre che di gruppo, anche a livello comunale. Erano presenti rappresentanti
dell’Udi del Cif del Gruppo
ecumenico per la Giornata
mondiale di preghiera, l’assessora aU’lstruzione e Servizi Sociali del nostro Comune
e l’assessora alla Cultura della Comunità montana. Al
termine della sua esposizione, Piera Egidi è stata contattata per altri incontri. In
molte hanno acquistato i
suoi libri e richiesto dediche
personalizzate.
La comunità, in segno di
riconoscimento e ringraziamento, ha donato una grafica della nostra chiesa, di un
noto pittore cusiano, e un
omaggio floreale da parte
delle sorelle nella fede, amiche e compagne nelle lotte
per le donne e delle donne.
Con il pranzo comunitario
rincontro è proseguito gioioso e fraterno.
dei locali quasi tutti i pomeriggi alla cooperativa sociale
«La Rotonda», che raccoglie i
ragazzi svantaggiati della zona, per offrire occasioni di socializzazione e di recupero
scolastico. Sulla questione
della scuola si è manifestato
un rifiuto alla distribuzione di
finanziamenti di fatto alle
scuole private, che sono prevalentemente cattoliche, in
nome di una discutibile visione «liberista» e di uno strumentale filo-cattolicesimo (si
pensi soprattutto ai partiti
scopertisi cattolicissimi di
Forza Italia e di An) e si è conferita una piena adesione alle
istanze della «Associazione 31
Ottobre per una scuola laica e
pluralista», auspicando un
suo attivarsi anche per il superamento dell’ora ai religione della scuola di stato.
Sul Giubileo cattolico, identificandosi pienamente
con le posizioni espresse dalle chiese a livello nazionale e
federale, si è dichiarata una
ferma contrarietà all’ispirazione teologica e alle pratiche
conseguenti delle indulgenze, dei pellegrinaggi, delle cerimonie fastose e dell’«occupazione vaticana» della città
di Roma, indicando nel con
Un momento di un’assemblea Ucebi
dono del debito estero dei
paesi poveri e in una visione
sociale improntata alla giustizia e alla condivisione la
realizzazione di un giubileo
autenticamente biblico.
Infine si guarda con favore
alla prossima ufficializzazione del centro evangelico di
cultura, cui hanno deciso di
partecipare varie comunità
non federate della città e si
esprime il sostegno materiale
e spirituale della comunità
alle Iniziative di più incisiva
presenza della testimonianza
protestante nel tessuto culturale cittadino. Il rinnovo delle
cariche del Consiglio ha visto
la conferma dello scrivente
come presidente ed Eugenio
De Robertis quale tesoriere,
mentre la segreteria è passata
al fratello Domenico Porfido.
Gli altri tre consiglieri, oltre al
pastore Martin Ibarra, sono
Tommaso Gelao, Dino Nicoletti e Laura Giancane.
Valdesi ed evangelici imnnigrati a Brescia
Costruire insieme la chiesa di Cristo
MARCO STRETTI
La Chiesa valdese di Brescia è oggi una realtà in
forte crescita, si vive un nuovo risveglio. Di questo risultato positivo dobbiamo ringraziare in primo luogo il pastore che in poco più di tre
anni ha saputo pazientemente farci acquistare fiducia. Fiducia soprattutto nel Signore. nel suo aiuto e nelle possibilità che ci offre di rispondere concretamente alla sua
chiamata.
1 risultati a Brescia sono visibili: le persone presenti al
culto sono circa 80 e il numero va costantemente aumentando. Ogni domenica arrivano nuove persone o famiglie,
che spesso si fermano. Ormai
i presenti al culto sono stranieri in maggioranza: i primi
africani sono arrivati cinque
o sei anni fa, poi se ne sono
aggiunti altri e il gruppo è
cresciuto continuamente. Si
tratta di metodisti e presbiteriani provenienti dal Ghana,
ma abbiamo anche cittadini
del Camerún e della Nigeria.
Tutto questo è stato possibile
grazie a un lavoro di accoglienza di rapporti personali.
Così le sorelle e i fratelli di
colore hanno trovato, prima
nel pastore e poi nella comu
nità, spazio, ascolto, accoglienza e aiuto.
Sono pochissimi gli stranieri in grado di comprendere l’italiano, soprattutto quello del testo biblico e dei nostri innari: perciò abbiamo
deciso di venire loro incontro
usando l’inglese anche durante il culto: il sermone viene riassunto a voce in inglese
e alcuni inni sono cantati
contemporaneamente nelle
due lingue. Abbiamo scoperto che cantare insieme non è
solo possibile, ma meraviglioso. Ogni due mesi teniamo tutto il culto in inglese,
con predicazione del fratello
James Sackey e traduzione
italiana scritta della liturgia e
del sermone; inoltre ogni due
settimane c’è uno studio biblico o un incontro di preghiera in inglese dopo il culto, con presenti circa 30 persone. A questi incontri partecipano anche alcuni italiani e
questo ci permette di conoscerci meglio. Più di trenta
africani sono già membri di
chiesa e ora non possiamo
fare a meno del loro contributo, del loro credere gioioso, della loro fede sincera,
delle loro parole di amore. È
importante dire che partecipano con entusiasmo e aiutano sempre nelle varie attività,
contribuendo genero.samente alla cassa culto.
Da qualche mese, grazie a
una nostra simpatizzante, i
magazzini Ikea ci hanno inserito tra i destinatari dei loro mobili resi o difettosi riservati alla beneficenza.
Questi vengono distribuiti
alle famiglie meno agiate
della nostra chiesa e ad altre
chiese valdesi e metodiste
del nostro distretto. Ci stiamo interessando anche al
problema della casa. Si è formato così un gruppo di persone che lavora per mettere
gli stranieri in cerca di abitazione in contatto con proprietari e agenzie disposte a
darci e a dar loro fiducia.
Peri vostri acquisti,
per gii abbonamenti
ai periodici evangeiici
Librerie
CLAUDIANA
MILANO:
via Francesco Sforza, 12/A;
tei. 02/76021518
TORINO:
via Principe Tommaso, 1;
tei. 011/6692458
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piazza della Libertà, 7;
tel.0121/91422
ROMA:
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piazza Cavour, 32;
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CRONACHE DELLE CHIESE
Idatitrasr
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della Tavola;
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LA SPEZIA — Circa una sessantina di persone hanno partecipato lunedì 10 aprile alla conferenza organizzata dal Gruppo
ecumenico di Spezia nella chiesa battista di via Milano nel
quadro degli incontri previsti per una migliore conoscenza
reciproca fra i cristiani. La conferenza che presentava i battisti è stata tenuta dal pastore Emmanuele Paschetto di Torino. Questo incontro è stato preceduto da due analoghi: in
dicembre nella chiesa awentista e in febbraio nella chiesa
dei Fratelli. Concluderà il ciclo la conferenza che terrà presso la chiesa metodista il pastore Giovanni Anziani il 15 rnaggio. Il Gruppo ecumenico si incontra ogni primo lunedì del
mese per la riflessione biblica e la preghiera.
LUSERNA SAN GIOVANNI — L’assemblea di chiesa del 26
marzo ha eletto deputati alla Conferenza distrettuale Anida
Pons, Anna Bonnet, Franca Benigno (supplente Roberta
Peyrot); per il Sinodo sono stati nominati William Jourdan e
Ferdinando Girardon (supplente Marco Rostan).
TORRE PELLICE — La comunità esprime i propri auguri a
Marco Bounous e Ivana Agli che si sono recentemente
sposati.
• Siamo fraternamente vicini alle famiglie di Annamaria
Pontet ved. Sappé, Olanda Silvia Bertin, Alice Pellegrm
ved. Gatti e Nicola Lo Russo che ci hanno lasciato in ques
ultime settimane.
SAN SECONDO — La nostra comunità è stata allietata dada
nascita di Noemi di Vanda Bounous e Roberto Vicino. U
caro augurio ai genitori e un benvenuto alla piccola Noern •
• Domenica 9 aprile, nel corso del culto, è avvenuto 1 ins®
diamento del nuovo anziano per il quartiere Miradolo P
glierine, Roberto Paschetto, al quale è stato rinnovato 1 a
gurio per il ministero che sta per iniziare.
I
Tori
Pino Forine
Moncalieri
San Mauro
Dibassano
Collegno
Giugliasco
Leinì
Caselle
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li 21 APRILE 2000
— Vita Delle Chiese
Sono stati resi noti i dati analitici relativi alla dichiarazione dei redditi del 1995
L'Otto per mille dei Comuni italiani
Il 50% delle firme a favore delle chiese valdesi e metodiste si concentrano in Piemonte e
lombardia. Il 28% del totale è raccolto in 5 città: Torino, Milano, Roma, Cenava e Bologna
1 dati trasmessici dal ministero delle Finanze costituiscono
yolume di oltre 200 pagine disponibile presso l’ufficio Opm
¡ella Tavola; chi desiderasse informazioni dettagliate può ri(jiiederle direttamente all’ufficio.
Si ripete l’osservazione già fatta sulla presenza di firme in
Duasi ogtii Comune, magari una sola, ma una presenza cojiunque diffusa e ripartita su tutto il territorio nazionale.
Per contro la concentrazione maggiore pari al 50% delle firme si ha in Piemonte e in Lombardia.
Inoltre 5 città, Torino, Milano, Roma, Genova e Bologna,
.accolgono oltre 56.000 firme pari al 27% del totale de 1996.
Le grandi città
sopra la media nella fascia media sotto la media del 1,4%
Torino 5,8 Bologna 2,3 Palermo 1,0
Milano 3,7 Roma 1,8 Napoli 0,9
Trieste 2,5 Firenze 1.8 Bari 0,7
Genova 2,4 Venezia 1,5
I Comuni con più di 500 firme
oltre 1000 firme almeno 600 firme
I dati dei Comuni delle valli valdesi
Comuni di alta valle
Comuni di media valle
Bobbio Pellice
Villar Pellice
Angrogna
Frali
Pramollo
Pomaretto
Massello
Inverso Pinasca 73,4
% firme % firme
88 151 Torre Pellice 65 1.058
86 358 Luserna S. Giov. 43 1.089
68 145 Prarostino 66 259
86 57 San Secondo 27 303
84 118 Porte 22 70
87 105 Perrero 53 143
76 346 San Germano 73 548
92,6 38 Perosa 19 265
73,4 152 Villar Perosa 19 267
Pinerolo 12,6 1.378
Il totale dei contribuenti delle Valli, Pinerolo incluso, che
hanno firmato per la Chiesa valdese è stato di 6.850 (firme valide) pari al 3,3% delle firme totali.
La pianura confinante
La vicinanza dei valdesi, le visite al Museo valdese, il servizio
reso dagli Ospedali di Torre Pellice e di Pomaretto e la voce di
Radio Beckwith hanno avuto un impatto, non solo sui comuni
confinanti dove risiedono famiglie valdesi quali ad esempio:
Bricherasio 13 (151) Bibiana 11,3 (90) Campiglione 10,6 (28)
ma anche nei comuni agricoli più lontani nella pianura come
Torino 17.528 5,8 Monza 896 1,9
Milano 16.997 3,7 Parma 891 1,6
Roma 13.917 1,8 Sesto S. Giov. 849 2,9
Genova 4.524 2,4 Novara 762 2,4
Bologna 3.738 2,3 Rivoli 756 4,8
Firenze 2.270 1,8 Ferrara 741 1,6
Napoli 1.723 0,9 Livorno 698 1,8
Trieste 1.707 2,5 Alessandria 690 ■ 2,9
Brescia 1.535 2,1 Collegno 680 4,8
Verona 1.387 1,4 Bari 647 0,7
Palermo 1.334 1,0 Pisa 645 2,1
Venezia 1.183 1.5 Asti 632 2,9
Moncalieri 1.134 6,3 Ravenna 626 1,1
Modena 1.060 1,5 Catania 620 1.1
Bergamo 1.055 2,3
con almeno 500 firme gli aspiranti alle 500 firme
Cagliari 596 1,2 Sanremo 478 2,9
Piacenza 576 1,9 Cinisello 474 2,1
Taranto 573 1,5 Cuneo 470 2,2
La Spezia 546 1,8 Rimini 461 1,0
Pavia 542 2,3 Cremona 458 1,8
Gmgliasco 542 4,6 Pemgia 441 0,9
Savona 531 2,8 Nichelino 440 3,4
Varese 508 1,7 Settimo T.se 439 3,1
Como 501 1,6 Taranto 422 0,8
Mantova 416 2,7
Cantalupa 10,6 58 Bagnolo 3,9 55
Villafranca 6,4 78 Piscina 6,1 46
Gaiàgliana 5,9 8 Piossasco 5,4 268
Frossasco 11,7 89 Vigone 5,1 75
Cavour 4,7 60 Barge 4,7 98
Cercenasen 4,7 28
Spigolando qua e là
Curiosando tra i tanti Comuni italiani, abbiamo ricercato quelli dove operano alcuni nostri istituti fuori dalle valli valdesi:
Torino è la città che con il 5,8% e 17.528 firme ha maggiormente contribuito all’Opm dell’anno 1996.
L’impatto dei servizi resi dall’Ospedale evangelico valdese e
iel vivace programma culturale proposto periodicamente dalla comunità valdese di Torino si estende a tutti i Comuni che
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Torino città, la sua cintura e la valle di Susa
b circondano.
Cintura di Torino Valle di Susa
Pino Torinese
Moncalieri
San Mauro
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Collegno
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7,1 239 Giaveno 6,4 227
6,3 1.134 Bussoleno 5,8 102
5,4 292 Avigliana 5,6 175
4,8 299 Almese 5,5 97
4,8 680 Cumiana 6,0 111
4,6 542 Condove 4,9 68
4,4 143 Rivoli 4,8 756
4,1 151 Alpignano 4,7 243
3,9 346 Pianezza 4,1 143
3,8 206 Susa 3,3 57
3,4 440 per almeno 2. 000 firme
3,4 354
3,2 103 infine Coazze, dove risiede
3,1 439 una comunità valdese
Servizio cristiano Riesi 158 13,5
Centro infanzia Scicli 48 1,7
Casa materna Portici 103 0,8
Casa Cares Reggello 32 0,9
Asilo infantile Cerignola 65 0,7
Casa valdese Guardia Piem. 16 8,6
Casa di riposo Vittoria 81 0,9
Centro sociale Rapolla 10 1,4
Casa di riposo Gode 49 2,6
Centro Menegon Tramonti di Sopra 13 2,0
Ecumene Velletri 85 1,0
Infine alcune curiosità
Sotto il monte Giovanni XXIII 11 1,2
San Giovanni Rotondo 25 0,4
Sestriere 41 13,8
Moncenisio 42 8,5
Usseaux 12 22,6
Zungrì: l’85,6% dei 692 contribuenti non firma (il più basso)
Bormio: firma il 69,1% dei 2.741 contribuenti (il più alto).
Per concludere le Province
000 firme
8,1% e 59 firme
In conclusione la «grande» area torinese assomma a oltre
25.000 firme.
Le altre città del Piemonte e Aosta
“ale dell’1,48%
Ivtea
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Biella
tonte presenta dati superiori alla media nazio5,0 392 Aosta 2,6 346
5,7 63 Verbania 2,5 211
2,9 690 Novara 2,4 762
2,9 632 Cuneo 2,2 470
2,8 438
sopra il 2% fascia media sotto ri%
Torino 5,9 Cuneo 1,9 Benevento 0,4
Asti 2,4 Vercelli 1,8 Avellino 0,5
Bergamo 2,4 Biella 1,7 Agrigento 0,5
Milano 2,4 Pavia 1,7 Foggia 0,5
Genova 2,3 Roma 1,6 Bari 0,5
Trieste 2,4 Novara 1,7 Crotone 0,6
Imperia 2,3 La Spezia 1,5 Messina 0,6
Aosta 2,2 Livorno 1,5 Enna 0,6
Verbania 2,1 Mantova 1,4 Napoli 0,7
Savona 2,0 Piacenza 1,4 Catanzaro 0,7
Varese 1,3 Forlì 0,8
Bologna 1.2 Catania 0,8
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-10159 Tnieo/vio,Via P.LomWettcì^i^Vii
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gioventù evangelica
È in (iistribuzione il numero 171 (primavera 200(1)
di Gioventù evangelica. In questo numero pubblichiamo uno studio biblico sulla figura di Clesù (di
Maria Bonafede), due reportages dai Balcani (di Nicola Rochat e Davide Rostan), una riflessione su chiese evangeliche e aree metropolitane (di Pasquale lacobino), un intervento su «eutanasia e cure palliative» ( di Franco Becchino).
Gioventù evangelica, via Porro Lambertenghi 28,20159
Milano; tei. 06-6889951; e-mail: giorguel@interfree.it
1:
PAG. 9 RIFORMA
AGENDA
20 aprile
MILANO — Alle 19, in via Vittorio Emanuele 28, si inaugura
la mostra del fotografo Carlo Zibecchi sul tema «Croazia
1994 - campo profughi», che resta aperta fino al 30 maggio.
FIRENZE — Alle ore 19, nella chiesa battista (borgo Ognissanti 4) si tiene una cena liturgica ispirata al seder ebraico di
Pasqua. È richiesta la prenotazione.
21 aprile
In conclusione si deve ricordare come anche nelle valli valdesi dove la percentuale è elevata, esistono ampi spazi di miglioramento perché a Luserna San Giovanni il 52% non esprime alcuna scelta, a Torre il 47,5%, ad Angrogna il 57% e così via. Sarà
interessante vedere l’evoluzione delle scelte nei prossimi anni
e, appena ricevuti i dati, divulgheremo le analisi. (Bruno Ricca)
FIRENZE — Alle 17, nella chiesa battista, si tiene un incontro
di letture, preghiere e canti nell’ambito del programma «Il
Passaggio e l’Uscita - aspettando Pasqua 2000», settimana di
recital liturgici, studi biblici, serate di preghiera, giochi di animazione e musica. Informazioni (ore serali) allo 055-291645.
21-25 aprile
TRAMONTI DI SOPRA — Al Centro evangelico ecurnenico
«Luciano Menegon» si tiene il campo storico-teologico sul
tema: «L’impegno e l’inquadramento dei ministeri non pastorali nella nostra chiesa» organizzato dal II distretto valdese-metodista. Per informazioni e iscrizioni Silvano Fani (direttore del Centro, tei./fax 040-413081).
23 aprile
TORINO — Alle ore 9,45, nel tempio valdese di corso Vittorio
Emanuele 23, per la serie «Musica e preghiera», l’organista
Chiara Cassin presenta il programma «Intorno a Bach».
24 aprile
ROVIGO — Alle 11, in via Curiel 2/a, la Chiesa battista inaugurà il proprio nuovo locale con intervento del presidente
Ucebi Renato Maiocchi.
26 aprile
IVREA — Alle ore 21, nella chiesa valdese (via Torino 217), a
conclusione del ciclo di incontri su «Il linguaggio e i linguaggi della fede», si tiene una tavola rotonda conclusiva sul
tema: «Come parlare di Dio all’alba del terzo millennio?».
Interviene il vescovo A. Miglio.
SAVONA — Alle 17, in corso Mazzini 25/3, per il ciclo su Protestantesimo e mondo moderno dell’Università della terza
età, il past. Ruben Vinti parla su: «Il cristianesimo sociale».
CARPI (Mo) —Alle ore 21, nella sala congressi di viale Peruzzi, per il ciclo di incontri sul protestantesimo, il prof. Paolo Ricca parla sul tema: «“Ecclesia semper reformanda”: la
riforma incompiuta».
27 aprile
TRIESTE —Alle ore 17,30, nella basilica di San Silvestro, il
Centro culturale «A. Schweitzer» organizza una presentazione del volume «I Salmi della Riforma» curato da E. Fiume e
D. C. lafrate. Interviene Emanuele Fiume.
TORINO — Alle 16 e alle 20,45, nella sala valdese di via Pio V
15 (I p.), per il corso formazione «Chiarezza dell’Apocalisse», il
prof. Bruno Corsani parla su: «I sette sigilli (capitoli 5-7)».
28 aprile
PALERMO — Alle ore 17, al Centro evangelico di cultura «G.
Bonelli» (via Spezio 43), per il ciclo di lezioni su «Riforma e
riforme», il pastore Paolo Spanu parla sul tema: «L’ala radicale della Riforma: gli anabattisti».
29 aprile
BARI — Alle 18, nella chiesa battista (c. Sennino 25) si tiene
l’assemblea costitutiva del Centro evangelico di cultura.
29-30 aprile
MEZZANO INFERIORE — Con inizio alle ore 10 del sabato si
tiene, al Centro studi per il cristianesimo sociale, il seminario sul tema: «Legalità, libertà, sicurezza». Fra i relatori Sergio Aquilante, Piercamillo Davigo, Biagio De Giovanni, Valdo
Spini, Franco Becchino, Elena Bein Ricco, Piero Trotta. Per
iscrizioni rivolgersi al pastore Massimo Aquilante, borgo
Riccio 13, 43100 Parma (tei. 0521-238551).
SANTA SEVERA — Al Villaggio della gioventù si tiene il X
Congresso della Federazione femminile valdese metodista
su: «“Una sola è la vostra guida, il Cristo” (Matteo 23,10».
r maggio
TRAMONTI DI SOPRA (Pn) — A partire dalle 10, al Centro
evangelico «Luciano Menegon» si tiene un raduno delle
chiese evangeliche del Nord-Est.
2 magalo
MILANO — Alle ore 18, nella sala della libreria Claudiana
(V. Sforza 12/a), si tiene il primo incontro di un ciclo dedicato all’annuncio cristiano della risurrezione dei morti nel
Nuovo Testamento e oggi, a cura del Centro culturale protestante. 11 past. Fulvio Ferrario parla sul tema: «La problematica storica della risurrezione di Gesù».
4 maggio
MILANO — Alle ore 18, nella sala della libreria Claudiana
(via Sforza 12/a), il Centro culturale protestante organizza
un dibattito sul tema: «Il Sud Africa dopo l’apartheid. L’esperienza della Commissione per la verità e la riconciliazione».
Partecipano Marcello Flores e Paolo Naso.
5 maggio
TRIESTE — Alle ore 16,30, al Centro culturale «A. Schweitzer» (piazza San Silvestro 1), i proff. Kaled Fuad Allam, Maurizio Pagano, Stelio Zeppi e Sergio Rostagno discutono il tema: «Il male morale come problema teologico».
10
PAG. 10 RIFORMA
VENERDÌ 21
ì Riforma •'.%••/•
REGIONALI, DALLE
PAROLE Al FATTI
EUGENIO BERNARDINI
Ricomposta l’alleanza con la
Lega, il Polo torna a vincere. Come nelle elezioni politiche del
1994. Ricordiamo che le regionali scorse si erano tenute sotto
il segno della clamorosa spaccatura tra Bossi e Berlusconi che
aveva portato alla fine del governo del presidente di Forza
Italia e della nascente coalizione
di centro-sinistra dell’Ulivo. Risultato del 1995: 9 regioni al
centro-sinistra (poi diventate 11
per effetto dei «ribaltoni» del
1999 di Campania e Calabria) e
6 al centro-destra. Ora la musica
è diversa: 8 regioni al centro-destra contro 7 al centro-sinistra,
con la prima coalizione che governerà sul 32 _________
milioni di abitanti mentre la
seconda su 16,5
milioni. Al centro-sinistra fa
male soprattutto la perdita di
regioni come Liguria e Lazio,
Polo e Lego vincono
mettendo all'angolo
il centro-sinistra.
Ma ora si pensi a
siddetta rivoluzione dei sindaci
(che ha dato stabilità, prestigio e
maggiore autonomia al primo
cittadino dei Comuni), è arrivata
ora la rivoluzione dei «governatori» regionali che hanno poteri
un tempo impensabili per questa articolazione, in fondo recente, dello stato: prima di tutto
hanno il compito di dare a ciascuna Regione un proprio statuto che porterà certamente maggiore autonomia legislativa, amministrativa e fiscale alle Regioni e quindi maggiore autorevolezza sia nei confronti del governo centrale sia nei confronti dei
cittadini che avranno un «governo» sovracomunale più vici________ no e (speriamo)
controllabile. Poi
avranno il compito di governare
avendo la garanzia delia stabilità
(niente più ribaltoni e ribaltini) e
dell’autorevolezza del presidente
perché al Nord gOVemOre le Regioni investito diretta
era evidente la mente dal voto
difficoltà di con
trastare il ritrovato accordo di
Polo-Lega, né può bastare la
consolazione della vittoria di
Bassolino in Campania. Ora, naturalmente, il governo sarà
messo sulla graticola un po’ da
tutti. Le regionali rischiano di
essere davvero il primo round
di una sonora sconfìtta del centro-sinistra alle elezioni politiche del 2001 (se non ci sarà un
voto anticipato).
Elezioni con una forte astensione: ha votato il 72,6% degli
aventi diritto (erano stati
l’81,4% nel 1995), lo 0,4% in più
delle europee dell’anno scorso.
Una conferma della riduzione
dell’interesse per il voto, soprattutto da parte dei giovani, che
come protestanti ci dispiace
particolarmente, né ci consola
un gran che sapere che si tratta
di una tendenza ben presente
anche negli altri paesi europei.
Elezioni che confermano la tendenza bipolare del voto: gli elettori si sono concentrati sui candidati dei due maggiori schieramenti. Che si cambi o no l’attuale legge elettorale nazionale, la
«personalizzazione» dei voto e il
«duello» politico tra i maggiori
contendenti (due, massimo tre)
sembra un fatto ormai metabolizzato dall’opinione pubblica.
Tutto questo per quanto riguarda il dato generale.
Per quanto riguarda la specificità di questo voto, si tratta ora
di passare dalle parole (della
campagna elettorale) ai fatti (del
governo regionale). Dopo la co
“**™™“™* popolare. Potranno quindi iniziare a realizzare
anche iniziative e progetti di
medio-lungo periodo che diano
respiro alla loro politica e maggiori certezze sulle caratteristiche dello sviluppo regionale.
Ci auguriamo quindi che nessuno accampi più scuse e concretizzi il proprio programma:
vedremo così se il centro-destra
ha veramente la ricetta per ridurre le tasse mantenendo la
qualità dei servizi per tutti e se il
centro-sinistra sa governare facendo sviluppare insieme l’impresa e la protezione sociale. Vedremo quale modello renderà
più efficace ed effettivo il decentramento federalista e la vicinanza delle istituzioni e della
pubblica amministrazione ai cittadini. Insomma, ci attendiamo
che si passi dalle parole ai fatti.
Intanto, se non ci sarà lo scioglimento delle Camere, dobbiamo prepararci per i referendum
del 21 maggio a cui, lo abbiamo
già scritto su Riforma dell’ll
febbraio, siamo trascinati controvoglia. Ci siamo trascinati
anche perché il Parlamento, pur
essendo riuscito a riformare e
dare stabilità e autorevolezza al
governo dei Comuni e delle Regioni (anche se con meccanismi
elettorali alquanto contorti),
non è riuscito a fare altrettanto
con il governo nazionale, né è
riuscito a innovare a sufficienza
la macchina della pubblica amministrazione, della giustizia e
del mercato del lavoro. Ma questa è un’altra storia.
L Et»
REDAZIONE CENTRALE TORINO
Via S. Pio V, 15 - 10125 Tonno, tei. 011/655278 - fax
011/657542 e-mail: reda2@rif0rma.it:
REDAZIONE NAPOLI:
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DIRETTORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna
Maffei. IN REDAZIONE: Alberto Corsani, Marta D'Auria, Massimo Gnone. Jean-Jacques Peyronel. Davide Rosso, Pien/aldo Rostan (coordinatore de L'eco delle valli)
Federica Toum. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di
Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo. Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio Gardiol, Maurizio Girolami, Pasquale lacobino, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Negro. Luisa Nitti, Nicola Pantaleo, Emmanuele Paschetto, Gian Paolo Ricco,
Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Florence Vinti, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
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valli valdesi) E 30.000. Partecipazioni: mm/colonna E 1,800. Economici: a parola E 1.000.
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Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L’Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 15 del 14 aprile 2000 è stato spedito dall'Ufficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 12 aprile 2000.
1998
Associalo alla
Unione stampa
periodica Italiana
La sentenza lon(jinese contro il «negazionista» David Irving
Il dolore della storia
Lo sterminio nazista degli ebrei è legato alla logica della modernità
ai suoi saperi e alle sue forme di potere. Come concepire la differenza
OHAVIO DI GRAZIA
CON la sentenza dell'll
aprile dell’Alta Corte di
Londra che ha condannato
David Irving, una delle voci
più inquietanti e pericolose
della negazione della Shoà,
che ha definito i campi della
morte una «Disneyland per
turisti», si chiude, almeno per
il momento, una vicenda gravissima e assurda. Irving è
stato giudicato un «razzista
antisemita» che ha «manipolato le prove storiche» sullo
sterminio. Dovrà pagare sei
miliardi. 11 processo, che lo
vedeva contrapposto alla storica americana Deborah Lipstadt, era entrato nel vivo
quando nel 1996 la casa editrice Penguin Books gli aveva
negato la pubblicazione di
una monografia su Goebbels.
Irving ritenne questo rifiuto
un’infamia e si scatenò in
una serie di iniziative per togliersi di dosso, strumentalmente, il marchio di negatore
della Shoah. In questi anni si
è sempre difeso sostenendo
che egli non negava tanto lo
sterminio, quanto le modalità e le dimensioni di esso.
Gli ebrei non sarebbero morti
in seguito a un piano deliberato che mirava ad annientarli, ma solo per le condizioni di vita dei lager o per le
«inevitabili» epidemie. Questo equivale a negare lo sterminio in quanto tale.
Resta l’amarezza per aver
dovuto aspettare la sentenza
di un tribunale per stabilire la
falsità delle tesi di Irving. Resta lo sgomento per lo stato
della nostra memoria preoccupata sempre di arginare o
cancellare questa sporca storia. Detto questo, la sentenza
è importante per tre ragioni:
una di carattere storiografico,
l’altra etico e infine politicoculturale. Occorre innanzitutto ricordare che una sentenza favorevole a Irving
avrebbe dato ragione a quanti hanno sottolineato, senza
raggiungere i vertici di idiozia
di Irving, la necessità di ridurre la portata e l’unicità
dello sterminio degli ebrei.
Sul piano storiografico Irving e i negazionisti hanno
sempre insistito su un punto:
non si è mai trovato l'ordine
scritto di Hitler che ordinava
lo sterminio. Affermare questo significa ignorare che lo
sterminio fu perseguito con
tale efficienza burocratica,
culturale, tecnologica che non
sarebbe stata possibile né
pensabile senza il pieno assenso del Fiihrer. Anzi l’intera storia del Terzo Reich e
dell’ideologia nazionalsocialista risulterebbe incomprensibile senza la portata criminale
che l’antisemitismo ha avuto
fin dai tempi di Mein Kampf
(«La mia battaglia» di Adolf
Hitler). Si tratta di un argomento assolutamente risibile.
La memoria collettiva e la
letteratura specialistica hanno tentato, sia pure in modi
diversi, di eludere il significato profondo della Shoah, riducendolo a un episodio della storia millenaria dell’antisemitismo o, peggio, un incidente di percorso nella via
maestra della civiltà occidentale. In realtà la Shoà è inestricabilmente legata alla logica interna della modernità,
dei suoi saperi, delle sue forme di potere. Gli aspetti di
razionalizzazione e burocratizzazione, della civiltà occidentale rappresentano la
condizione necessaria del genocidio nazista. Gli ebrei
sparivano nell’indifferenza
quasi totale e il loro annientamento doveva essere la
prova «storica» che non era
mai esistita una «judenfrage».
Fin dall’inizio si era fatta
strada la teoria negazionista
che oggi storici più o meno
compiacenti riaffermano con
forza. Il puro orrore, la presenza senza volto di milioni
di ebrei nella zona grigia dei
campi della morte era esattamente ciò che andava cancellato con la soluzione finale. Non riconoscere questo è
oltraggioso nei confronti delle vittime e pericolosamente
miope rispetto a quello che
potrebbe ripetersi. I negazionisti e i revisionisti di oggi
rappresentano un triste fenomeno di vigliaccheria, come
ha giustamente affermato Erri De Luca. Sono peggio dei
loro maestri nazisti.
Spiace constatare che storici e intellettuali eminenti
siano intervenuti nel dibattito sentenziando sulla natura
e sullo statuto formale della
storia. Con tutto il rispetto
per Hobsbawm e Chomsky
non pensavamo di tornare a
discutere su fatti del tutto
evidenti, anche senza documenti più o meno ufficiali.
La storia si scrive con i documenti, ma anche la loro assenza, come ha scritto David
Bidussa è un elemento indiziario. È strano che uno storico della statura di Hobsbawm si sia lasciato coinvolgere in questa vergognosa
discussione.
E allora occorre tornare a
riflettere sulla posta in gioco
in questo processo. Siamo di
fronte a un problema che di
storiografico ha ben poco. Il
problema è politico-culturale. La storia non può e non
deve trasformarsi in uno sterile esercizio retorico e persuasivo, sfrondando il passato di tutto ciò che ha di pesante e intollerabile. Rispetto
alla Shoah non possono esistere zone neutre, statuti formali di discipline da rispettare se i fatti devono avere un
peso oggettivo.
Irving rappresenta il sintomo di un modo di fare storia
apparentemente sopra le parti, perché costruito secondo i
canoni di un metodo oggettivo che renderebbero un servizio disinteressato alla verità. A Londra, pur in presenza di una sentenza positiva,
ha perso la memoria e la possibilità di narrare la storia con
tutto il carico di dolore e d’indicibile silenzio. Auschwitz è
stato il luogo di un esperimento ancora impensato, in
cui i confini fra l’umano e
l’inumano si cancellano. Alla
prova dei campi della morte è
stata messa l’intera riflessione morale del nostro tempo e
di un modo di concepire la
differenza e l’alterità. E questo riguarda tutti.
DOPO una campagna elettorale ringhiosa e virulenta come poche altre, oggi andremo a votare per i cosiddetti parlamentini di 15
nostre regioni. Voto importante perché avrà un’influenza notevole sulla qualità della
vita in ogni singola regione.
Purtroppo la campagna elettorale è stata condotta in modo tale da allontanare ancora
di più gli italiani dalla vita
politica. Ed è tuia cosa triste.
I dibattiti televisivi il più delie
volte si trasformavano in alterchi televisivi. Invece di
esporre ciascuno il proprio
programma di governo e le
proposte che si impegnava a
portare avanti, ogni contendente parlava in negativo,
partendo cioè da quello che
gli altri non hanno fatto o
hanno fatto male.
Peggio ancora quando i
L elezi
PIERD bensì
confronti, ed è accaduto spesso, si coloravano di personalismi, di insulti rivolti alla
persona e non alla sua posizione politica soltanto. Una
campagna serena, dove ogni
formazione politica avesse
esposto positivamente il proprio progetto, avrebbe offerto
materiale di riflessione anche
a chi fosse stato di altro parere. Così non è stato, se non in
casi molto rari. Di qui il disgusto di tanti e il rifiuto di
Ministri protestanti
Il quotidiano francese, in
data 2-3 aprile, ripreiide
quanto scritto dal direttore
del settimanale protestante
Réforme a proposito del
rimpasto di governo con il
quale il primo ministro Jospin ha sostituito, fra gli altri, due ministri protestanti.
Il direttore di i?é/orme JeanLuc Mouton, citato da Ariane Chemin su Le Monde, ricorda «Christian Sauter [ex
ministro deU’Economia e
delle Finanze, ndr], immagine dell’impeccabile e retto servitore dello stato, che
viene detto “mortificato”
dal fallimento delle trattative con l’amministrazione finanziaria». Allo stesso
modo Catherine Trautmann, già sindaco di Strasburgo e ministro della Cultura, veniva definita da
Réforme «donna coraggiosa
nelle convinzioni e di talento, a cui si rimprovererebbero (...) la scelta dei vestiti,
il suo provincialismo e le
sue assenze dalle “prime"
deU’Opéra o dei teatri»; e il
settimanale protestante lamenta che con la loro uscita dal governo si faccia ora
spazio «ai politici, quelli veri», detto ovviamente con
una certa ironia.
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Impenitenti
Lapidaria come sempre la
vignetta che apre il settimanale, a opera di Altan, è dedicata il 6 aprile alle richieste di perdono da parte del
pontefice e della chiesa di
Roma a varie categorie di
persone, credenti di altre
confessioni e religioni, 0 minoranze sociali più volte discriminate nella storia. Il
dialogo è fra due prelati. Dice il primo: «Noi ci sforziamo di chiedere perdono alle
donne, agli ebrei, protestanti, musulmani...». Risponde
l’altro: «E quelli insistono a
essere ebrei, donne, islamici, protestanti e gay».
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votare. Ma è un errore. Andare a votare è un dovere perché è l’unico modo democratico a disposizione per far
sentire la propria voce attraverso gli eletti.
Anche nella Bibbia si parla
tanto di elezione, con la differenza che è Dio che elegge
gli uomini e le donne e non
viceversa. E tuttavia c’è una
analogia. L’elezione divina
non è mai fine a se stessa,
non è l’attribuzione di un
seggio in paradiso. «Non sic* j
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- afferma Gesù - e vi ho costituiti perché andiate e poi‘
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con il voto.
(Rubrica «Un fatto, un oo ,1
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onda domenica 16 aprila)
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^MERDI21 aprile 2000
PAG. 11 RIFORMA
Lavori di ristrutturazione a Villa Olanda
L'istituto della pietra
Proseguono i lavori di ristrutturazione di Villa Olanda, la casa
di proprietà della Tavola valdese a Luserna oggi in comodato
alla Comunità montana per la creazione deH’«Istituto europeo
della pietra». Sono state da poco demolite le vecchie scale di
emergenza e si stanno puntellando tutte le storiche volte del
primo piano. Il cantiere andrà avanti per circa un anno e mezzo; nel frattempo, se la Comunità montana otterrà il finanziamento richiesto in Regione, si realizzeranno anche i lavori sul
terzo piano che dovrebbe essere utilizzato come foresteria. Sono anche a buon punto le trattative per avere in vai Pellice, probabilmente legato all’istituto Alberti di Luserna, un corso di perito minerario che a Villa Olanda potrebbe avere i laboratori.
» Nelle chiese delle valli valdesi
Tempo di confermazioni
Confermazioni (o battesimi) sotto l’ombrello; metaforicamente, è ovvio, ma la domenica delle Palme è stata generalmente caratterizzata dalla pioggia cosa che tuttavìa non ha
impedito che ad accompagnare il centinaio dì giovani che ha
confermato il proprio battesimo o l’ha ricevuto, ci fosse la
consueta grande folla. È forse la domenica dove le chiese sono maggiormente gremite, anche da chi solitamente trascura
l’appuntamento centrale della vita della chiesa, il culto. Più
ragazzi che ragazze, anche questo è un dato poco frequente.
Domenica, Pasqua, per i nuovi membri di chiesa sarà il momento della partecipazione, per la prima volta, alla cena del
Signore. Nella foto i catecumeni di Prarostino.
A
V
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I Fondato nel 1848
Dalle urne del 16 aprile esce la «promozione» per due candidati di Bricherasio
Due consiglieri a Palazzo Lascaris
La vai Pellice potrà contare su due consiglieri regionali: l'ex sindaco di Bricherasio Emilio Bolla
eletto In Forza Italia con 5.000 preferenze e Enrico Monconi, unico consigliere dei Verdi
PIERVALDO ROSTAN
IL vento del centro-destra che spazza il Piemonte con tutto il resto
del Nord si arresta ai primi contrafforti montani:
quando si sale nelle valli
ànce Livia Turco, candilatadel centro-sinistra
Ée supera, in molti casi,
Enzo Ghigo, presidente
uscente. Ma non è il caso, per la sinistra, di esultare, anche perché vi sono paesi, San Secondo
tome Perosa Argentina o
tome Bricherasio, che
mio nel giugno scorso
ivevano scelto il centroinistra e che oggi puntato tutto sull’alleanza opfOsta. Ghigo è confermappresidente: un dato
Ée emerge dalle urne,
sltre a una costante diminuzione dei votanti (a
Har Pellice siamo appena al 50% degli aventi dilitto), è il voto personale.
Dal 10 a oltre il .'i0% dei
cittadini che hanno votato non hanno espresso
preferenze per una lista
(li candidati ma solo per
I il presidente: anche questa è un’indicazione pre|cÌM sul rapporto cittadi|pi*politica. L’alleanza fra
[ilPolo delle libertà e la
|i*gaNord dunque paga,
®che se il risultato specifico del partito di Bossi
IjtOn è eccezionale, anzi:
® molti paesi delle valli,
mche nella zona più propriamente «valdese», la
perde consensi.
Paesi come Angrogna,
ufiar Pellice dove la Lega
era arrivata ad essere il
primo partito, oggi registrano un clamoroso
tonfo. Ma non si può dire
che l’erosione dei voti sia
da attribuirsi ai transfughi di Cornino: l’Ape non
ha sfondato. E allora?
L’impressione è quella di
una ridistribuzione dei
voti all’interno delle coalizioni e in particolare di
una crescita forte di Forza Italia che erode a sua
volta consenso ai suoi alleati, a tutti tranne che ad
An che nelle valli trova
l’assessore uscente alla
Montagna, Roberto Vaglio, su buone posizioni.
Clamoroso il risultato
o,uncom^
.ission^
zione
andata »
iprite)
di Bricherasio, dove l’ex
sindaco Emilio Bolla si
prende la sua rivincita
facendo salire Forza Italia a 1.300 voti, ottenendo personalmente oltre
1.000 preferenze. «È un
risultato entusiasmante dice Bolla -; 5.000 preferenze e quasi tutte nel Pinerolese sottolineano un
gran rapporto con il territorio. Sarò a disposizione di tutti i cittadini e degli amministratori locali
come riferimento di questa zona in Regione».
Il Pinerolese avrà anche un altro consigliere
regionale: l’unico rappresentante dei Verdi arriva
infatti da Bricherasio ed
è il veterinario dell’Asl 10
Enrico Moriconi che ha
superato le 1.000 preferenze. Soddisfatto per il
risultato personale «soprattutto per il lavoro di
squadra che siamo stati
capaci di realizzare in
poco tempo», Moriconi è
naturalmente preoccupato per il molto lavoro
che, da solo come Verde,
avrà davanti: «Dovremo
realizzare una buona opposizione e nello stesso
tempo portare le nostre
battaglie e le nostre tematiche fra la gente, confrontandoci con le associazioni». Positivo, ma
senza esito, il risultato di
Ribet nei Ds e di Enrica
Pazé che bloccata dal
proprio lavoro di medico
in Uganda, ha ottenuto
circa 700 preferenze.
Iniziativa del vescovo di Pinerolo
«Le nostre colpe
contro i valdesi»
Il vescovo di Pinerolo,
Pier Giorgio Debernardi,
ha invitato i parroci della
sua diocesi a inserire nella liturgia prevista per la
giornata di Venerdì Santo una confessione dei
peccati e delle colpe della Chiesa cattolica nei
confronti dei fratelli e
delle sorelle della Chiesa
valdese. «Non ho preparato un testo unico - dice
il vescovo - ma ho solo
dato alcune indicazioni
di massima, lasciando la
libertà ai vari parroci di
formulare, nel modo e
nel momento che ritengono più opportuno a
seconda della realtà della
propria parrocchia, la
domanda di perdono».
L’intenzione dichiarata è
quella «non di un “mea
culpa” a buon mercato»
ma quello di «un impegno sincero di conversione e una volontà di camminare insieme, come
fratelli, alla ricerca della
volontà del Signore».
«Accolgo questa confessione di peccato commenta il pastore
Paolo Ribet della Chiesa
valdese di Pinerolo - nel
la convinzione che sia
fatta in piena sincerità.
L’idea in sé è positiva e
l’atteggiamento spirituale mi pare quello giusto.
La storia certo va letta
per quel che è senza travisamenti, in maniera
oggettiva, ma quel che
mi pare importante ora è
proseguire, verificare i
rapporti che vi sono e
andare avanti».
Del resto anche monsignor Debernardi sembra
su una lunghezza d’onda
simile quando dice: «Intendo ribadire che il
cammino che è stato fatto in questi ultimi dieci
anni va ripreso e va potenziato»; e poi si spinge
più in là dicendo che occorre andare oltre 1 semplici momenti di incontro e di preghiera comune: «Occorre avere il coraggio di affrontare anche il confronto teologico». È una sfida che le
chiese possono e devono
raccogliere nella loro
strada verso un vero e
completo ecumenismo
anche se gli ostacoli che
occorre ancora superare
sono grandi. (d.r.)
ICONTRAPPUNTOI
VOGLIA DI ABITARE
IN ALTA VALLE
SlfFANOMERCUtlO
«Il motivo principale per
cui a Rorà si vive bene è sicuramente perché si è immersi nella natura. Non
prendiamoci falsi meriti
pensando che siano solo le
persone a fare un bel paese. In realtà essendo così a
contatto con il verde, nella
pace e tranquillità di Rorà
tiriamo fuori il meglio di ognuno di noi»,
Così comincia
una bella pagina dal titolo «Spunti per
un articolo su
Rorà» che avevo chiesto a
una mia amica, rorenga di
adozione. Ecco altri spunti:
siamo una popolazione giovane e i giovani hanno idee e voglia di fare. Più del 50% degli abitanti hanno meno di 40 anni; ci sono molti bambini e
stiamo lavorando in tanti
affinché possano crescere
liberi, senza pregiudizi e
con la voglia di sperimentare e non avere paura di
esprimere le proprie idee; il
Comune è piccolo e come
tale è più facile coinvolgere
le persone per fare delle cose insieme. Ci conosciamo
praticamente tutti; abbiamo un patrimonio storico.
Il passato in cui Rorà affonda le radici è un passato
importante, ricco di valori,
ed è uno dei pilastri su cui
costruiamo il presente e a
cui siamo molto legati...
La mia amica concludeva
poi col segnalare ancora
due punti che rappresenterebbero a suo avviso due
ostacoli, due problemi: «La
chiusura nei confronti degli “altri” (non rorenghi) e
la paura di esprimere le
proprie idee». Evidentemente esiste un «tallone di
Achille» anche in questo
piccolo e grazioso paesino.
Proviamo però a concentrare l’attenzione sulla notizia che, al momento, fa
più parlare di sé e che rappresenta in un certo senso
il motivo ispiratore di questo articolo: gli incentivi
per l’insediamento di nuove famiglie. Se non mi sbaglio questa iniziativa rappresenta un caso isolato
nella vai Pellice e mi pare
sia stata accolta a Rorà con
apprezzamento. Il Comune
cioè sta incentivando la residenza stabile a Rorà; troverà nei «padroni di casa»
degli interlocutori disposti
a raccogliere la sfida di un
ripopolamento dall’esterno? Oppure «la chiusura nei
come la identifica la mia
amica rorenga, rappresenterà un ostacolo all’iniziativa dell’amministrazione?
Una domanda certo resta
aperta e riguarda tutti i Comuni in cui la presenza valdese è forte e si interroga
sui modi e le strategie di
come conservare e/o rilanciare l’immensa ricchezza
Culturale di
Rorà sta
incentivando
nuove famiglie
a stabilirsi
nel suo territorio
cui essa è feconda: come
trasformare
in un risultato positivo la
paura che gli
«altri» portino via ciò che
è nostro, che
non capiscano i nostri valori, che rubino le nostre ricchezze? E
dall’altra parte, se vogliamo
girare la domanda, questa
«paura», per utilizzare questa parola tanto cara alla
mia amica rorenga, è sempre e in assoluto un tallone
di Achille, un punto debole?
Le due domande stanno
una di fronte all’altra come
due pesi su una bilancia e
tengono al momento impegnati i cervelli migliori
dell’«intellighenzia» valde'
se alle Valli. A Rorà comunque si vola più bassi! Il problema (se così lo dobbiamo
chiamare) non si pone ancora, non da ultimo forse
perché circa l’85% della popolazione è valdese.
L’ostacolo maggiore all’insediamento dei nuovi
nuclei familiari potrebbe
risiedere in elementi più
contingenti. Mi sono chiesto per esempio quanto
l’affetto e i ricordi per la seconda, la terza, o la quarta
casa, oppure il legame con
la casa dei nonni o dei bisnonni, ostacolerà l’inizio
di future ristrutturazioni in
vista dell’affitto. L’abbandono totale in cui versano
molte case non scoraggia
forse anche i padroni di casa a degli investimenti in
tale direzione? Rorà non è
stata invulnerabile al degrado della montagna, come si vede dallo stato di
numerose borgate o^ abbandonate. Certamente
molto è stato fatto ma molto c’è da fare. A Rorà ci sono insomma buone carte
di partenza, molto dipende
dalle relazioni che Pro Lo
co, amministrazione co
munale, opposizione. So
cietà di studi rorenghi e
Chiesa valdese riusciranno
a irrobustire nel pieno ri
spetto delle rispettive au
tonomie e del campo di
confronti degli altri», così manovra di ciascuno.
12
RIFORMA
Elezioni regionali del 16 aprile: tutti i risultati nei Comuni del Collegio della Camera di Pinerolo. L'esito, spesso incerto, del confrolj|ppg5j(je
imi
In calo il centro-sinistra, nel centro-destra si assiste alla «polarizzazione» del voto intorno a Forza Italia a scapito degli alleati più piccoli fcL ieg
personale; oltre ai voti delle liste che lo sostengono, può contare infatti su molti voti senza appoggio ad alcun partito. Emma donino mn
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Angrogna 737 354 32 322 41 12,7“/o
Bibiana 2391 1723 182 1541 112 7,3%
Bobbio Pollice 672 357 26 331 38 11,5%
Bricherasio 3462 2686 203 2483 152 6,1%
Buriasco 1085 822 98 724 48 6,6%
Campiglione Fenile 1070 812 85 727 38 5,2%
Cantalupa 1298 937 101 836 62 7,4%
Cavour 4604 3315 298 3017 186 6,2%
Cumiana 5733 4245 376 3869 249 6,4%
Fenestrelle 573 135 30 105 25 23,8%
Frossasco 2331 1661 152 1509 98 6,5%
Garzigliana 445 334 31 303 22 7,3%
Inverso Rinasca 577 .371 33 338 22 6,5“/o
Luserna S. Giovanni 7600 4659 452 4207 299 7,1%
Lusernetta 441 312 36 276 12 4,3%
Macello 961 739 40 699 35 5,0%
Massello 78 49 4 45 1 2,2%
Osasco 773 581 74 507 33 6,5%
Porosa Argentina 3373 2282 189 2093 151 7,2%
Perrero 768 476 43 433 34 7,9%
Pinasca 2587 1851 171 1680 138 8,2%
Pinerolo 29837 20457 1547 18910 1218 6,4%
Piossasco 13406 9795 865 8930 531 5,9%
Piscina 2490 1836 172 1664 83 5,0%
Pomaretto 957 642 41 601 43 7,2%
Porte 818 618 50 568 36 6,3%
Pragelato 386 299 40 259 15 5,8%
Proli 283 200 10 190 5 2,6%
Pramofio 263 165 17 148 1 0,7%
Prarostino 1022 664 59 605 57 9,4%
Roletto 1639 1234 54 1180 88 7,5%
Rorà 256 161 20 141 19 13,5%
Roure 890 670 70 600 36 6,0%
Salza di Pinerolo 81 53 8 45 3 6,7%
S. Germano Chìsone 1571 1051 97 954 60 6,3%
S. Pietro Val Lemina 1235 907 60 847 57 6,7%
S. Secondo 3004 1996 167 1829 131 7,2%
Torre Pollice 4177 2618 181 2437 215 8,8%
Usseaux 189 115 5 110 4 3,6%
Villafranca Piemonte 2872 2542 330 2212 161 7,3%
Villar Pellico 1241 629 76 553 52 9,4%
Villar Porosa 3653 2594 232 2362 143 6.1%
1tt829 77947 67S7 71t«0 4784
Emma BONINO
Enzo GHIGO
Voti %
123 38,2%
894 58,0%
120 36,3%
1613 65,0%
401 55,4%
472 64,9%
637 76,2%
1835 60,8%
1946 50,3%
209 199,0%
868 57,5%
196 64,7%
104 30,8%
1809 43,0%
157 56,9%
453 64,8%
14 31,1%
294 58,0%
956 45,7%
206 47,6%
792 47,1%
8631 45,6%
3756 42,1%
960 57,7%
210 34,9%
242 42,6%
190 73,4%
70 36,8%
53 35,8%
229 37,9%
624 52,9%
33 23,4%
362 60,3%
20 44,4%
366 38,4%
528 62,3%
1106 60,5%
927 38,0%
70 63,6%
1552 70,2%
207 37,4%
1097 46,4%
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#,is.
O £ e (O o *3 ^ ® ^ SS « £ £ a» B. o f co 15 > Emma Cristiani
a> s > C/3 U 0) c; c co — o > Bonino democratici
Voti % Voli %
Angrogna 737 354 32 322 26 8,1% 3 0,9%
Bibiana 2391 1723 182 1541 87 5,6% 41 2,7%
Bobbio Pollice 672 357 26 331 27 8,2% 1 0,3%
Bricherasio 3462 2686 203 2483 108 4,3% 25 1,0%
Buriasco 1085 822 98 724 42 5,8% 17 2,3%
Campiglione Fenile 1070 812 85 727 25 3,4% 16 2,2%
Cantalupa 1298 937 101 836 9 1,1% 4 0,5%
Cavour 4604 3315 298 3017 137 4,5% 68 2,3%
Cumiana 5733 4245 376 3869 172 4,4% 65 1,7%
Fenestrelle 573 135 30 105 19 18,1% 6 5,7%
Frossasco 2331 1661 152 1509 63 4,2% 25 1,7%
Garzigliana 445 334 31 303 15 5,0% 10 3,3%
Inverso Pinasca 577 371 33 338 15 4,4% 0 0,0%
Luserna S. Giovanni 7600 4659 452 4207 179 4,3% 66 1,6%
Lusernetta 441 312 36 276 6 2,2% 11 4,0%
Macello 961 739 40 699 31 4,4% 11 1,6%
Massello 78 49 4 45 0 0,0% 0 0,0%
Osasco 773 581 74 507 23 4,5% 18 3,6%
Perosa Argentina 3373 2282 189 2093 90 4,3% 46 2,2%
Perrero 768 476 43 433 20 4,6% 12 2,8%
Pinasca 2587 1851 171 1680 92 5,5% 28 1,7%
Pinerolo 29837 20457 1547 18910 817 4,3% 257 1,4%
Piossasco 13406 9795 865 8930 337 3,8% 111 1,2%
Piscina 2490 1836 172 1664 49 2,9% 17 1,0%
Pomaretto 957 642 41 601 29 4,8% 4 0,7%
Porte 818 618 50 568 5 0,9% 0 0,0%
Pragelato 386 299 40 259 10 3,9% 8 3,1%
Prati 283 200 10 190 2 1,1% 0 0,0%
Pramollo 263 165 17 148 1 0,7% 0 0,0%
Prarostino 1022 664 59 605 37 6,1% 2 0,3%
Roletto 1639 1234 54 1180 58 4,9% 15 1,3%
Rorà 256 161 20 141 15 10,6% 0 0,0%
Roure 890 670 70 600 21 3,5% 13 2,2%
Salza di Pinerolo 81 53 8 45 2 4,4% 0 0,0%
S. Germano Chisone 1571 1051 97 954 47 4,9% 7 0,7%
S. Pietro Val Lemina 1235 907 60 847 34 4,0% 16 1,9%
S. Secondo 3004 1996 167 1829 100 5,5% 26 1,4%
Torre Pellice 4177 2618 181 2437 139 5,7% 20 0,8%
Usseaux 189 115 5 110 3 2,7% 0 0,0%
Villafranca Piemonte 2872 2542 330 2212 107 4,8% 72 3,3%
Villar Pellice 1241 629 76 553 36 6,5% 5 0,9%
Villar Perosa 3653 2594 ' 232 2362 93 3,9% 41 1.7%
fOTMJ iitazs 77M7 »757 711« 312« mi
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Voti
4
32
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2,1%
4,1%
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1,7%
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6,4%
3,3%
0,4%
0.4%
Lega Nord
Piemont
Voti
%
17
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15
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60
61
15
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26
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14
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17
49
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42
155
33
143
841
418
117
37
13
30
48
7
25
79
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115
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4,5%
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13,5%
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6,2%
2,3%
11,6%
25,3%
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4,1%
6,7%
5,7%
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7,1%
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14,3%
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Alleanza
nazionale
Voti
%
24
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136
33
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156
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21
11
296
22
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20
117
39
120
1430
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164
25
6
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0
16
39
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5
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159
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28
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socialista
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2,1
13
VENERDÌ 21 APRILE 2000
.......................... • V .
-onfriji presidente; la scelta degli elettori alle prese con una scheda con ben 18 simboli: alla fine in molti hanno votato solo per il presidente
munì «valdesi» quasi sempre prevale Livia Turco
oli fcL ¿¿7 Lega, vincitrice grazie all'accordo con Berlusconi, in realtà perde consenso ovunque. Il presidente Chigo esce rafforzato sul piano
'ooM(Iqì consensi delle Europee 1999. Ancora In calo i votanti: In alcuni paesi è andato alle urne poco più del 50% degli aventi diritto
-is ■■
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italiani
Voti
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189
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273
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Bibiana
Bobbio Peiiice
Bricherasio
Buriasco
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Cavour
Cumiana
Fenestreiie
Frossasco
Garzigiiana
Inverso Rinasca
Luserna S. Giovanni
Lusernetta
Macello
Massello
Osasco
Porosa Argentina
Perrero
Rinasca
Pinerolo
Piossasco
Piscina
Pomaretto
Porte
Prageiato
Prati
Pramollo
Prarostino
Roletto
Rorà
Roure
Salza di Pinerolo
S. Germano Chisone
S. Pietro Val Lemina
S. Secondo
Torre Pellico
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Villafranca Piemonte
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Verdi
Democratici
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Socialisti
democratici
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Rifondazione
comunista
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10 0,6% 30 1,9% 27 1,8% 14 0,9% 11 0,7% 57 3,7% 155 10,1% 42 2,7% 27 1,8% 6 0,4%
• ■'3 0,9% 5 1,5% 2 0,6% 4 1,2% 10 3,0% 14 4,2% 90 27,2% 3 0,9% 3 0,9% 1 0.3%
-s 21 0,8% 38 1,5% 44 1,8% 19 0,8% 11 0,4% 53 2,1% 190 7,7% 85 3,4% 27 1.1% 13 0,5%
,'6 0,8% 9 1,2% 27 3,7% 8 1,1% 6 0,8% 15 2,1% 61 8,4% 31 4,3% 11 1,5% 4 0,6%
6 0,8% 10 1,4% 9 1,2% 5 0,7% 3 0,4% 24 3,3% 33 4,5% 47 6,5% 20 2,8% 3 0,4%
2 0,2% 7 0,8% 77 9,2% 0 0,0% 4 0.5% 5 0,6% 18 2,2% 14 1,7% 1 0,1% 0 0,0%
25 0,8% 36 1,2% 134 4,4% 32 1,1% 15 0,5% 62 2,1% 162 5,4% 221 7,3% 57 1,9% 12 0,4%
,54 1,4% 69 1,8% 212 5,5% 31 0,8% 41 1,1% 160 4,1% 434 11,2% 130 3,4% 79 2,0% 18 0,5%
. 7 6,7% 5 4,8% 7 6,7% 8 7.6% 0 0,0% 15 14,3% 10 9,5% 5 4,8% 2 1,9% 2 1,9%
, 37 ,¡ 2,5% 19 1,3% 46 3,0% 34 2,3% 15 1,0% 43 2,8% 137 9,1% 38 2,5% 24 1,6% 7 0,5%
2 ” 0,7% 2 0,7% 8 2,6% 4 1,3% 2 0,7% 11 3,6% 21 6,9% 5 1,7% 4 1,3% 1 0,3%
7 2,1% 5 1,5% 4 1,2% 2 0,6% 9 2,7% 27 8,0% 95 28,1% 2 0,6% . 0 0,0% 1 0,3%
44 T0% 107 2,5% 92 2,2% 48 1,1% 49 1,2% 211 5,0% 578 13,7% 364 8,7% 47 1,1% 19 0,5%
'3 1,1% 4 1,4% 7 2,5% 3 1,1% 4 1,4% 12 4,3% 23 8,3% 19 6,9% 6 2,2% 3 1,1%
. 4 0,6% 10 1,4% 10 1,4% 5 0,7% 3 0,4% 19 2,7% 29 4,1% 12 1,7% 9 1,3% 4 0,6%
■‘3 _6J% 0 o!o% 0 0,0% 0 0,0% 2 4,4% 9 20,0% 8 17,8% 0 0,0% 1 2,2% 0 0,0%
7 ^-1:4% 8 1 6% 30 5,9% 5 1,0% 2 0,4% 16 3,2% 35 6,9% 11 2,2% 8 1,6% 0 0,0%
1,2% 26 i!2% 56 2,7% 17 0,8% 22 1,1% 125 6,0% 290 13,9% 61 2,9% 22 1,1% 4 0,2%
, 9 2,1% 1 0 2% 6 1,4% 3 0,7% 6 1,4% 45 10,4% 65 15,0% 8 1,8% 1 0,2% 1 0,2%
47 .1,0% 16 10% 47 2,8% 18 1,1% 21 1,3% 86 5,1% 178 10,6% 37 2,2% 18 1,1% 5 0,3%
■ ,332 1,8% 439 2 3% 101 0,5% 182 1,0% 182 1,0% 1051 5,6% 2753 14,6% 645 3,4% 209 1,1% 66 0,3%
203 2,3% 888 9,9% 91 1,0% 199 2,2% 449 5,0% 1415 15,8% 248 2,8% 80 0,9% 43 0,5%
1.0% 22 1 3% 49 2,9% 24 1,4% 9 0,5% 78 4,7% 144 8,7% 19 1,1% 14 0,8% 7 0,4%
10 1 7% 9 1.5% 4 0,7% 15 2,5% 73 12,1% 110 18,3% 3 0,5% 3 0,5% 2 0,3%
3 0,4% 5 0 9% 2 0,4% 0 0,0% 0 0,0% 2 0,4% 13 2,3% 42 7,4% 0 0,0% 0 0,0%
1 0,4% 3 1 2% 4 1,5% 0 0,0% 0 0,0% 2 0,8% 10 3,9% 3 1,2% 5 1,9% 1 0,4%
'' 0,5% 0 0 0% 1 0,5% 1 0,5% 4 2,1% 10 5,3% 64 33,7% 0 0,0% 0 0,0% 0 0,0%
fit" 0 ,1-0,0% 2 1 4% 6 4,1% 0 0,0% 2 1,4% 10 6,8% 36 24,3% 0 0,0% 1 0,7% 0 0,0%
i?, 9 1,5% 28 4 6% 7 1,2% 9 1,5% 7 1,2% 35 5,8% 122 20,2% 5 0,8% 15 2,5% 3 0,5%
■-LIO 0,8% 17 1 4% 49 4,2% 6 0,5% 8 0,7% 41 3,5% 110 9,3% 15 1,3% 21 1,8% 2 0,2%
1 0,7% 1 0 7% 0 0,0% 0 0,0% 1 0,7% 22 15,6% 52 36,9% 4 2,8% 2 1,4% 1 0,7%
" 8 1,3% 2 03% 10 1,7% 4 0,7% 2 0,3% 22 3,7% 45 7,5% 11 1,8% 9 1,5% 0 0,0%
3 4,4% ] 2 2% 0 0,0% 0 0,0% 0 0,0% 6 13,3% 2 4,4% 3 6,7% 0 0,0% 0 0,0%
46'-^T>% 1 fio/A 11 1,2% 5 0,5% 19 2.0% 61 6,4% 244 25,6% 10 1,0% 10 1,0% 3 0,3%
9 1,1% 19 2 2% 19 2,2% 6 0,7% 6 0,7% 15 1,8% 70 „8.3% 21 2,5% 13 1,5% 0 0,0%
^8 0,8% 50 2 7% 65 3,6% 20 1,1% 8 0,4% 47 2,6% 238 *13,0% 40 2,2% 26 1,4% 11 0,6%
38 1,6% 89 3 7% 37 1,5% 27 1,1% 25 1,0% 162 6,6% 459 18,8% 43 1,8% 51 2,1% 14 0,6%
' “ Xf. 0,9% 4 36% 4 3,6% 3 2,7% 3 2.7% 6 5,5% 10 9,1% 0 0,0% 0 0.0% 0 0,0%
1,2% 19 0 9% 56 2,5% 34 1,5% 17 0,8% 103 4,7% 205 9,3% 65 2,9% 42 1,9% 9 0,4%
1,1% 15 2 7% 9 i;e% 4 0,7% 5 0,9% 34 6,1% 113 20,4% 8 1,4% 10 1,8% , 2 0,4%
LJì 21«/. 4f> 1 QO/s 42 1 34 1,4% 35 1 5% 144 6.1% 317 „,13*4% 41 1.7% 36 1,5% 13 0,6%
: wt 717 7M 1406 m zm SIS 1 m
Democratici
di sinistra
Popolari
Autonomisti
per l’Europa
Verdi verdi
Angrogna
Bibiana
Bobbio Pollice
Bricherasio
Buriasco
Campigiione Fenile
Cantaiupa
Cavour
Cumiana
Fenestreiie
Frossasco
Garzigiiana
Inverso Rinasca
Luserna S. Giovanni
Lusernetta
Macello
Massello
Osasco
Perosa Argentina
Perrero
Rinasca
Pinerolo
Piossasco
Piscina
Pomaretto
Porte
Prageiato
Prali
Pramollo
Prarostino
Roletto
Rorà
Roure
Salza di Pinerolo
S. Germano Chisone
S. Pietro Val Lamina
S. Secondo
Torre Pollice
Usseaux
Villafranca Piemonte
Villar Penice
Villar Perosa
TOTAU
14
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PAG. 14 RIFORMA
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VENERDÌ 21
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Celebrazioni e iniziative
Il XXV Aprile
alle valli valdesi
Ecco i programmi per
il 55° anniversario della
Liberazione. Giovedì 20,
alle 21, nella sala «Moro»
di Bricherasio in via Vittorio Emanuele 79b il
Gruppo teatro Angrogna
presenta il video «Boomerang: la storia che ritorna», una rilettura della Resistenza in vai Penice per la regia di Enrico
Venditti (ingresso gratuito). Lunedì 24, a Luserna,
staffetta podistica alle
19; partenza davanti al
Comune verso Castelluzzo; alle 21 fiaccolata della Liberazione, partenza
in piazza Partigiani. Martedì 25 aprile a Luserna il
ritrovo per la manifestazione è alle 9,15 in piazza
Partigiani: l’orazione ufficiale quest’anno sarà
tenuta alle 10,30 dall’avvocato Paolo Gay.
Torre Pellice, Bobbio e
Villar organizzano insieme la giornata del 25, con
partenza alle ore 8,30 da
piazza Montenero a Torre
per Bobbio: alle 9 cerimonia a Bobbio, alle 10 a Villar e alle 11 raduno in
piazza municipio a Torre:
l’orazione ufficiale dell’
on. Giorgio Merlo. Alle
12,45 pranzo di valle alla
Foresteria (prenotazioni
entro domenica 23 allo
0121-932491). A Bricherasio, raduno il 30 aprile alle 8,30 in piazza S. Maria:
alle 10,15 orazione del
comandante partigiano
Gino Cattaneo.
A Pinerolo il 25 aprile il
corteo parte dal municipio alle ore 10,30: segue
l’inaugurazione della lapide al generale di cavalleria Dardano Fenulli di
fronte all’ingresso dell’ex
Caserma Fenulli. All’Expo
Fenulli dal 19 al 25 aprile
Torre Pellice
Un concerto
per l'Unitrè
Il 30 marzo Massimo
Bianchi è tornato a suonare per l’Unitrè di Torre
Pellice. Il maestro era già
stato ospite il 2 dicembre
scorso, ed è tornato per
interpretare di Bach e Liszt «Preludio e Fuga in la
minore Bwv 543», sempre di Bach dal «Clavicembalo ben temperato»
(II libro), «Preludio e fuga in re maggiore Bwv
874», un pezzo musicale
tratto da una raccolta di
preludi e fughe scritti per
lo studio del clavicembalo e della composizione:
di Liszt «Scherzo e marcia» e per terminare di
Mussorgskij «Quadri di
una esposizione», una
suite di brani pianistici
scritti in seguito a una
mostra per ricordare il
pittore Hartmann.
SOS ALCOLISMO
Poliambulatorio
Villar Perosa:
tei. 51045-51379
S* nrtgraria I’ecWore per k> spazio cooc©««
è aperta una mostra didattica «Guerra, Resistenza, Liberazione» (orario:
ore 9,30-12 e 15-18). A
Prarostino il ritrovo per il
25 è previsto alle 10 davanti al Comune. La popolazione delle valli Chisone e Germanasca è invece invitata alla fiaccolata del 24 aprile fino a Castel del Bosco, con ritrovo
a Roreto (alle Trote Maccari) alle 20,30: alle 21,30
al Gmppo sportivo Roure
il sen. Elvio Passone tiene
la commemorazione ufficiale: segue uno spettacolo musicale con la scuola
elementare Gouthier e il
gruppo «I Quattro in Tre
+ 1». A Porte il ritrovo è al
municipio alle 10,15: alle
11,45 in piazza Martiri
tengono l’orazione ufficiale il sen. Passone e il
prof. Paul Imani, che testimonierà della guerra in
Ruanda. A San Germano
raduno alle 10 in piazza
Martiri: l’orazione ufficiale è tenuta dall’on. Merlo:
alle ore 21, nella sala valdese, proiezione del film
Auschwitz, la fabbrica nazista della morte; intervengono Mario Sbardellotto e Albino Moret.
A Villar Perosa il corteo
si muove alle 10,30 dal
municipio e alle 11 nel
parco della Rimembranza commemorazione ufficiale di Sergio Enrietto.
Perosa Argentina, Pomaretto e Roure si trovano
nel parco della Rimembranza a Roure alle Ile
Rinasca e Inverso Rinasca alle 9,40 al cippo di
Castelnuovo. A Fenestrelle l’appuntamento è
per le ore 11 al cippo di
Chambons: alle 21 nella
chiesa del Forte concerto
del gruppo «Canto vivo».
La <01 ottobre»
Riunione per
insegnanti
Da alcuni mesi si è formalmente costituita l’Associazione 31 Ottobre,
promossa dagli evangelici italiani, per una
scuola laica e pluralista.
Per il momento la «31 ottobre» pubblica periodicamente la pagina «scuola» su Riforma. È ora necessaria l’adesione del
maggior numero possibile di insegnanti e operatori scolastici e la definizione di attività locali e
nazionali. A questo scopo è convocata, nei locali
del tempio valdese di Pinerolo, via dei Mille 1,
martedì 2 maggio, alle
ore 18, una pubblica riunione, aperta a tutti ma
raccomandata agli insegnanti, per la presentazione dell’associazione
da parte della presidente
Rosanna Ciappa e per
raccogliere le adesioni
(quota minima di lire
20.000). Si sollecita vivamente la partecipazione.
Saranno a disposizione
copie dello statuto.
L’oreficeria
Tesi & Delmastro
Ricorda che le croci ugonotte di sua produzione
si possono trovare presso
le librerie Oaudiana di Torre Pellice, Torino, Milano
e la Librerìa di cultura religiosa di Roma
Pèr ulteriori informaadoni telefonare al numero
0339-7101925
Dibattito a Luserna S. Giovanni
Come gestire
il traffico urbano
MARCO ROSTAN
UNA costruttiva discussione ha avuto
luogo in municipio a Luserna in merito alla sperimentazione dei nuovi
sensi unici, tra un gruppo di cittadini che aveva
espresso contrarietà in
particolare alla zona di
via Tegas compresa fra
via Gianavello e via Ribet
e il capo dei vigili con gli
assessori Gardiol e Della
Donna. Si sono ascoltate
le rispettive ragioni, si è
insistito sul carattere
sperimentale dell’operazione e i responsabili
hanno promesso un ulteriore incontro prima della decisione finale. L’occasione è servita per fare
il punto su molti altri
aspetti riguardanti i parcheggi, l’ora di chiusura
delle feste serali, la necessità di servizi igienici
e soprattutto l’educazione civica. Una soluzione
per il parcheggio potrà
venire dall’utilizzo dell’area dello scalo merci: il
Comune non intende affittarla perché costerebbe 12-15 milioni l’anno,
ma in cambio della pulizia effettuata, ci può già
essere un tacito uso al
parcheggio. In futuro
sarà usata per il mercato,
mentre feste e manifestazioni si sposteranno
nell’area fiere, lungo il
Pellice. Inoltre il 18 aprile
è prevista una riunione
aperta ai cittadini sulle
principali scelte del piano regolatore.
RADIO BECKWITH EVANGELICA
FM91.2(DQ-96.550. Tel. 0121-954194
PROCURA DELLA REPUBBLICA
DI PINEROLO
RICHIESTA DI DICHIARAZIONE
DI MORTE PRESUNTA
Con il ricorso 25.02.2000, il Procuratore della
Repubblica di Pinerolo richiedeva al locale tribunale la dichiarazione di morte presunta di GARIGLIO Edvige - GARIGLIO Cesare e GARIGLIO
Paolo presumibilmente nati a Frossasco negli anni
tra il 1890 e il 1910.
Il Presidente del Tribunale di Pinerolo con decreto 15 marzo 2000 disponeva le modalità delle pubblicazioni invitando chiunque abbia notizie delle
persone scomparse a farle pervenire al Tribunale di
Pinerolo entro sei mesi dall’ultima pubblicazione.
Pinerolo 28-3-2000
Il collaboratore di Cancelleria
Antonio Mauro
^San Germano
Il problema
dell'acqua
La siccità di quest’inverno comincia a farsi
sentire a San Germano
dove da qualche tempo le
abitazioni di alcune borgate poste più in alto rispetto alla cittadina servite dall’acquedotto comunale ricevono acqua, e il
caso di dirlo, col contagocce. «La colpa e dell’abbassamento delle falde delle nostre sorgenti dice Clara Bounous, sindaco di San Germano -.
Per ora abbiamo posto rimedio alla situazione, dopo aver fatto fare ai tecnici dell’Acea dei sopralluoghi per verificare che non
ci fossero perdite nelle
tubazioni, facendo ricorso all’apporto di una sorgente addizionale, sperando che le precipitazioni di queste settimane riportino le nostre falde a
un livello accettabile». In
effetti la situazione sembra essersi per il momento tranquillizzata ma permangono la preoccupazione per le sorgenti.
I «La beidana»
Una gita
a Tenda
La beidana, rivista di
cultura e storia nelle valli
valdesi e il Centro culturale valdese organizzano
una gita a Tenda (alta
valle Roya) sulle tracce
dei protestanti dal XVI al
XX secolo, domenica 14
maggio 2000. Il programma prevede, alle ore 7 la
partenza da Torre Pellice, davanti al Centro culturale: alle ore 10 visita del centro storico di
Tenda e salita alla «Grotte des Cavettes», antico
luogo di culto del XVI secolo (utili scarpe comode). Alle ore 12,30 pranzo
(al sacco o al ristorante):
alle ore 14,30 partenza
per La Brigue, con visita
del paese e del santuario
N. D. des Fontaines: intorno alle 19-20 rientro a
Torre Pellice.
Costo L. 30.000 da versare al momento dell’iscrizione; pranzo al ristorante a parte, facoltativo.
Adesioni non oltre il 5
maggio al Centro culturale, tei. 0121-932179.
NELLE CHIESE VALDESI
INCONTRI SULL’IMPEGNO CRISTIANO — Mercoledì 26 aprile, alle 20,45, alla Foresteria di Torre
Pellice, il preside del Collegio valdese. Elio Canale,
parlerà su «Le riforme nella scuola e le loro conseguenze per la società in cui vivremo».
AGAPE — Dal 20 al 25 aprile, campo donne Pasqua su
«Demetra e Kore».
ANGROGNA — Giovedì 20 aprile, alle ore 20,45, a Pradeltorno. Cena del Signore. Venerdì 21 aprile, alle
ore 20,45: al Serre, culto con Cena del Signore: partecipa la corale. Domenica 23 aprile, alle 10, al capoluogo, culto di Pasqua con battesimi e confermazione, Santa Cena e partecipazione della corale.
BOBBIO PELLICE — Venerdì 21 aprile, alle 21, culto
con Santa Cena. Domenica 23 aprile, alle ore 10,
culto di Pasqua con battesimi e confermazioni.
Domenica 30 aprile, bazar organizzato dall’Unione femminile.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Giovedì 20, ore 21, nel
tempio, culto del Giovedì Santo: venerdì 21, ore
21, culto con partecipazione dei catecumeni del
terzo anno. Domenica 23 aprile, alle 9, agli Airali,
culto con Santa Cena: alle 10, culto a San Giovanni, con Santa Cena: alle 11, culto a Bricherasio con
Santa Cena. Martedì 25 aprile, alle 20,45, riunione
quartierale alle Vigne.
MASSELLO — Venerdì 21 aprile, culto alle 11,15. Domenica 23 aprile, culto alle 11,15 con Santa Cena.
PERRERO-MANIGLIA — Giovedì 20 aprile, alle
20,30, culto liturgico a Perrero. Domenica 23
aprile, culto unico di Pasqua a Perrero, alle 10,
con Santa Cena. Domenica 30 aprile, assemblea
di chiesa, alle 10, con presentazione della relazione morale, elezione dei deputati alla Conferenza distrettuale e al Sinodo.
PINEROLO — Venerdì 21 aprile, alle 20,30, culto del
Venerdì Santo, a cura dell’Unione femminile. Domenica 23, culto di Pasqua, con celebrazione della cena del Signore.
POMARETTO — Giovedì 20, alle 20,30, culto con Santa
Cena. Venerdì 21, alle 20,30, culto all’Inverso Clot,
con Santa Cena, domenica 23 aprile, alle 9, culto
con Santa Cena all’ospedale, alle 10, culto con Santa Cena e partecipazione della corale al tempio.
Giovedì 27 aprile, studio biblico alle 20,30, all’Eicolo grande. Incontro dell’Unione femminile venerdì
28 marzo all’Inverso. Riunioni quartierali (ore
20,30): mercoledì 26 aprile ai Maurini, venerdì 28 a
Perosa. Il gruppo visitatori si riunisce il 28 aprile,
alle 16,30, dl’Eicolo grando.
PRATI —Venerdì 21 aprile, culto alle 10,30. Domenica 23 aprile, culto di Pasqua con Santa Cena.
PRAMOLLO — Giovedì 20 culto con Santa Cena alle
20,30 nella sala delle attività. Domenica 23 aprile
(Pasqua) ore 10 culto con Santa Cena con la partecipazione della corale e dei bambini della scuola
domenicale. Giovedì 27 aprile, ore 20,30, riunione
quartierale alle Carde. Domenica 30 aprile ore 10
culto con assemblea di chiesa.
PRAROSTINO — Alle 10 di domenica 23 aprile, culto
di Pasqua nel tempio di San Bartolomeo, con Santa Cena e partecipazione della corale. Domenica
30 aprile, alle 10, nel tempio di San Bartolomeo,
assemblea di chiesa, con all’odg: elezione di tre
anziani, elezione dei deputati alla conferenza distrettuale e al Sinodo.
RORÀ — Venerdì 21 aprile, alle 20,45, nel tempio,
culto del Venerdì Santo, con la lettura della passione secondo Matteo, letta da un attore. Domenica 23, alle 10, culto con Santa Cena e partecipazione della corale. Giovedì 27 aprile, alle 20,45,
quarto incontro mensile da Fredina e Robert Motel, sul tema «L’aborto». Domenica 30 aprile, alle
10, culto con battesimo, a seguire assemblea di
chiesa con elezione dei deputati alla Conferenza
distrettuale e al Sinodo.
SAN GERMANO — Giovedì 20 aprile, alle 20,30, culto
con Santa Cena. Venerdì 22, alle 20,30, culto. Domenica 23 aprile, alle 10, culto di Pasqua con Santa Cena.
SAN SECONDO — Giovedì 20 aprile, alle 10, culto a
casa Turina: alle 20,30 culto liturgico. Domenica
23 aprile, alle 10, culto di Pasqua, con Santa Cena.
Domenica 30 culto alle ore 10.
TORRE PELLICE — Giovedì 20 aprile, alle 21, culto
con Santa Cena nel tempio del centro, partecipa
la corale. Venerdì 21 aprile, alle 10,30, culto con
Santa Cena nella cappella degli Appiotti; alle 21,
culto con Santa Cena nel tempio dei Coppieri, con
la partecipazione del coretto. Domenica 23 aprile,
alle 10, culto con Santa Cena, partecipa la corale.
VILLAR PELLICE — Giovedì 20 aprile, alle ore 16,30,
culto con Santa Cena alla Casa Miramonti. Domenica 23 aprile, culto di Pasqua, alle 10, con
Santa Cena.
VILLASECCA — Venerdì 21 aprile, alle 10, culto. Domenica 23 aprile culto di Pasqua, alle 10.
IAPPUNTAMeRtH
21 aprile, venerdì
TORRE PELLICE A
teatro del Forte, alle
concerto con i grupj
«Plastik flowers» chitarrj
elettrica, basso, tastiert
e «Wot», chitarre e bat'
teria. Ingresso libero.
22 aprile, sabato
FENESTRELLE: Alleo,
20,45, all'interno del
te, l'Assemblea teatro!
presenta «Deserto dei
tartari», ingresso 22.000
FRALI: concerto del
gruppo corale Eiminal
24 aprile, lunedì
TORRE PELLICE: Nel
centro del paese, dalle j
alle 19, tradizionale fiera
di Pasquetta e mercato
di prodotti naturali.
25 aprile, martedì
SAN GERMANO CHI
SONE: Alle 21, nella saia
valdese, proiezione del
filmato polacco «Au,
schwitz. La fabbrica della
morte». Ingresso libero.
PINEROLO: Nella sede
dell'associazione «Stranamore», alle 21,15, pròlezione del film «Eyeswide shut», di Kubrick.
ANGROGNA: Alle 21,
nel tempio valdese di Pradeltorno, presentazione
del video «Effetto boomerang: la storia che ritorna, una rilettura della
Resistenza alle valli valdesi», realizzata dal Gruppo
teatro Angrogna.
27 aprile, giovedì
PINEROLO: Alle 21, al
teatro Incontro, perla
stagione musicale della
Accademia di musica,
concerto dell'«Orchestra
sinfonica giovanile del
Piemonte». Musiche di
Mozart e Haydn. Ingresso lire 25.000.
TORRE PELLICE: Alle
15,30, nella biblioteca
della Casa valdese,per
l'Unitrè, conferenza dalla
prof. Bruna Laudi Terracini su «Usanze ebraiche».
PINEROLO: Alle 20,45,
nel Salone dei cavalieri,
tavola rotonda su «Mondi a parte. Gli immigrati
tra di noi», con Ada tonni, docente di Storia sociale all'Università di Torino, suor Marisa, missionaria della Consolata di
Torino, Saida Ahmed Ali,
dell'associazione Alma
Mater; introduce il sindaco Alberto Barbero.
28 aprile, venerdì |
PINEROLO: Nella chiesa di San Giuseppe, alle
21, ultimo appuntameli
to della stagione con «I i
venerdì del Corelli», concerto del «Quintetto per
clarinetto e archi», con j
Fabrizio Fantino, Paola
Fantino, Elena Fratti, Sen.
gio Origlia, Marco Robn
no. Ingresso libero. I
PINEROLO: Alle ore 15, I
nella sala di rappreser-1
tanza del Comune, in' j
contro su «L'immigrato e
la legge», con Sued Ben
khedim, consulente socio-culturale del miriistero di Grazia e giustizia. |
30 aprile, domenica |
LUSERNA SAN GlO- |
VANNI: Si conclude I i
mostra «Un rancando o .
mestieri», immagini depeate ai mestieri africani
asiatici, aperta dal '
aprile, nel corridoio da
te di via Roma.
d'apertura: lunedì, gi°
vedi e venerdì dalle 10
le 12, martedì e mercoledì dalle 10 alle 12 e da'
le 15 alle 17, sabato e «o
menica dalle 10 alle 14
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VENERDÌ 21 APRILE 2000
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PAG. 15 RIFORMA
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Programma del Fondo di solidarietà
Eritrea: progetto
«Panettieri di pace»
Abbiamo ricevuto dall’Eritrea il progetto per due nuovi
insediamenti dei «Panettieri
¿i pace» di cui vi diamo una
sintesi perché interessa la nostra attuale raccolta di fondi
ner la cooperativa dei mutilati
¿i guerra diventati panettieri.
La lunga guerra trentennale per l’indipendenza dell'Eritrea dal dominio etiopico
ha duramente colpito l’economia e devastato le infrastrutture del paese. Altissimo
è stato il costo in risorse
umane: 65.000 morti e 18.000
persone rimaste permanentemente disabili fra i guerriglieri. A questo va aggiunto il
quinto della popolazione totale, che in quegli anni è emigrato in paesi africani, europei e americani.
Il problema della riabilitazione e del reinserimento dei
disabili nel tessuto sociale e
produttivo del paese è uno
degli scopi prioritari del governo eritreo, che ha coinvolto in questa impresa tutta la
società eritrea e la solidarietà
internazionale per liberare i
disabili da un frustrante senso di dipendenza e restituire
loro la fiducia di poter contribuire con il proprio lavoro alla ricostmzione e crescita del
paese. Il primo passo fondamentale in questa direzione è
stata la fondazione di un’associazione degli ex combattenti eritrei disabili, che ha
elaborato programmi di costituzione di cooperative di
servizi primari alle popolazioni di nuove aree urbane periferiche in rapido sviluppo.
11 programma prevede l’apertura di panifici, officine di
riparazione, mulini e distributori di carburante. 1 disabili sono contemporaneamente
i proprietari e i lavoratori di
queste microimprese. Pagano un contributo minimo iniziale, ricevono un addestramento professionale per la
conduzione dei servizi; l’Associazione provvede a fornire
consulenza commerciale e
contabile alle imprese.
11 progetto, presentato al
Fondo di solidarietà, riguarda
la costruzione e l’equipaggiamento di due panifici, uno in
centro dell’area costiera sul
Mar Rosso e l’altro in una
città della provincia occidentale confinante con il Sudan. 1
panifici, nella loro attività,
prevedono anche la vendita di
granaglie, legumi secchi e
zucchero. Oltre alla costruzione e all’attrezzatura, il finanziamento prevede un contributo all’esercizio dei primi tre
mesi di attività dei panifici.
L’andamento dei progetti è
monitorato e relazionato periodicamente dall’Associazione e dal governo eritreo.
Conto corrente postale n.
11234101, intestato: La luce,
via Pio V15,10125 Torino
Come il Palazzo di Khaznadàr passò da un valdese al presidente Bourghiba
Tunisia, la mezzaluna e la croce ugonotta
MARIO CIGNONI
FACOLTA VALDESE DI TEOLOGIA
Corso di greco biblico
da martedì 27 giugno ore 15
a sabato 1° luglio ore 12,30
Per iscrizioni; BIBLIA - Associazione laica di cultura
biblica, via A. da Settimello 129,50040 Settimello (FI)
tei. 055-8825055 - fax 055-8824704
HABIB Bourghiba, il primo presidente della Tunisia, è morto in
questi giorni (1903-2000). La sua vicenda riconduce anche, come curiosità di
un certo interesse, al «palazzo» (così si
chiamano le dimore del bey) di Khaznadàr dove egli risiedette per oltre
trent’anni e dove vennero e sono ricevuti i capi di stato e di governo di tutto
il mondo in visita in Tunisia.
Situato di fronte al mare, sulle rovine
dell’antica Cartagine, là dove Enea
aveva amato Bidone, in una posizione
splendida che un tempo era resa ancora più affascinante dalla mancanza di
costruzioni vicine il palazzo, inaccessibile al pubblico, è una bellissima villa
bianca, rettangolare, squadrata, con
patio interno ad archi e colonne di
marmo, definita fiabesca da alcune
guide turistiche. Circondato da un parco con alberi verdi e fiori profumati,
domina il golfo azzurro di Tunisi fino
al Bou Kournin, la montagna che si vede oltre il mare, all’orizzonte. Fu costruito nella prima metà dell’Ottocento, quale espressione concreta di potere e di magnificenza, per la principessa
Kalid, sorella di Alimad-bey, sultano di
Tunisi e vassallo della Sublime Porta,
quando andò sposa a Mustafà il Khaznadàr (tesoriere), primo ministro che
per trentasei anni (1837-73) tenne in
mano il governo del paese. Un ritratto
con la scimitarra tempestata di preziosi, alcune vicende personali e le grandissime ricchezze fanno assomigliare il
Khaznadàr ai personaggi delle «Mille e
una notte».
Prima della seconda guerra mondiale
il palazzo apparteneva a un valdese di
Livorno, che vi aveva stabilito la sua residenza: Mario Cignoni, mio nonno, allora influente magnate del carbone, il
quale con un attento restauro l’aveva
riportato al suo antico splendore. Egli
ha lasciato un diario di cosa accadde a
Khaznadàr, quando il fronte della seconda guerra mondiale passò di là nel
1943 e gli alleati si scontrarono con le
forze dell’Asse dei generali Messe e von
Arnim. Si parla del bombardamento
aereo di Tunisi con le fortezze volanti e
i caccia in picchiata, poi dell’occupazione con le truppe di terra. La villa,
considerata il luogo più bello dell’intera regione, era anche di grande rilevanza strategica e il nonno si trovò così a
ospitare e a conoscere alcuni dei personaggi più famosi di quella guerra e di
quel tempo, in un rapporto non facile.
La villa dunque divenne una sede del
Comando alleato (15 maggio), vi sventolò la Union Jack e venne chiamata la
«White Fiouse». Vi si stabilì il generale
inglese Anderson, fu base di operazioni
militari e luogo privilegiato di incontri
ad alto livello. 11 1“ giugno vi fu un
grande spiegamento di forze e nonno
vide con sorpresa scendere da una
grossa automobile, passare in rassegna
il picchetto d’onore ed entrare in casa
sua Winston Churchill, accompagnato
da Eden, il signorile e longilineo ministro degli Esteri inglese, per incontrarsi
nel salotto con il generale Alexander
(che sarebbe stato un giorno nominato
lord, Earl of Tunis) e altri generali. Progettavano lo sbarco in Sicilia. Giunto
con un bombardiere quadrimotore ad
Algeri, durante il suo passaggio in Tunisia, dormì una notte, in gran segreto,
in un ala del palazzo re Giorgio VI d’Inghilterra. E c’era anche Griggs, il ministro inglese della Guerra.
Poi i&iaznadàr divenne la residenza
del generale Clark e del suo stato maggiore; seguirono nuove riunioni «storiche», in concomitanza con lo sbarco in
Sicilia (10 luglio) e anche dopo, alle
quali partecipò più volte, con i vari generali, il comandante supremo Ei
senhower, futuro presidente degli Stati
Uniti d’America (1953-60). Ogni tanto
c’era una festa con musiche e danze; si
ricorda che una notte di luna piena,
che lasciava brillare un raggio verde
sulle onde, Eisenhower e Alexander,
dopo un bagno di mare e una discussione col generale canadese McNaughton, ascoltarono sulla terrazza la musica triste di prigionieri che venivano da
Pantelleria (presa FI 1-12 giugno).
La sera di sabato 28 agosto, ormai
deciso lo sbarco in Italia meridionale e
chiara la notizia dell’armistizio che sarebbe stato firmato a Cassibile, sì diede
un grande ricevimento. La villa era illuminata a giorno, centinaia gli invitati.
Si ballò nei saloni e sulla terrazza sul
mare alle note della banda militare. Poi
il fronte della guerra si spostò in Italia e
a Khaznadàr tutto parve tornare come
prima. La dimora era ormai divenuta
storica: guerra e libertà erano passate
per quella casa. In seguito alla guerra la
villa fu requisita dal governo francese e
divenne sede del segretario generale
del Protettorato; il palazzo era troppo
bello per lasciarlo a un italiano, e la decisione di un arbitrato internazionale,
che sancì la situazione di fatto venutasi
a verificare dopo la guerra, venne inserita come capitolo in appendice al
Trattato di pace tra Francia e Italia.
Vennero sequestrati mobili antichi,
quadri e oggetti preziosi: alcuni furono
venduti all’asta, in parte recuperati dal
proprietario, altri rimasero aU’interno,
come i giganteschi lampadari di cristallo di Boemia, giudicati intrasportabili
per le dimensioni. Poi occupato da
Bourghiba (1956), da allora e fino ad
oggi il «Palais de Khaznadàr» a Cartagine è la residenza del presidente della
Repubblica di Tunisia, utilizzata per i
ricevimenti ufficiali. Su quel palazzo
all’ombra della mezzaluna un tempo
scintillò la croce ugonotta.
POSTA
Occasioni
mancate
I Nuovi indirizzi
L’indirizzo della Chiesa cristiana evangelica battista di Casorate Primo è: via Carlo Tosi 21,27022.
Il nuovo indirizzo e-mail dei pastori Sergio Manna e Elisabeth Löh è il seguente: ser.manna@tin.it
Materiali e documenti che riguardano le coppie interconfessionali e l’attività dei relativi gruppi si trovano anche sul sito
Internet recentemente aperto all’indirizzo: http://coppiemiste.tripod.com
Ho trovato interessanti le
pagine pubblicate su Riforma
delle scorse settimane sui
«mea culpa» di Giovanni
Paolo IL Sono state scritte «a
caldo» ed esprimono la reazione protestante, una reazione non certo positiva. Si
parla, tra l’altro, di «occasione mancata» per il papa.
Io di occasioni ne scorgo almeno tre. La prima consiste
nel non avere proclamato
l’abolizione del dogma dell’infallibilità papale. Sarebbe
stato da parte del pontefice
Passatempo
Il papa in Paradiso
Il papa giunge in paradiso. Dio stesso gli va
incontro e gli mostra una piccola villetta bifamiliare con monolocale e angolo cottura.
«Sai - gli dice -, qui non tutti hanno un letto.
Dovrai accontentarti». Il papa fa buon viso a
cattiva sorte. II giorno dopo fa una passeggiata nei dintorni e su di una collina vede una
villa principesca, tutta di marmo e circondata
da colonne altissime. Si avvicina e vede che
all’interno vi sono poster di Lutero, di CalviJio, Melantone e Pietro Valdo. E poi tantissime versioni della Bibbia in tutte le lingue.
Sorpreso e un po’ scocciato va da Dio a protestare: «Perché mi hai dato una modesta di
mora in multiproprietà mentre a quel protestante sulla collina hai dato una villa principesca?». «Ma quale protestante - risponde
Dio -, quella è casa mia!».
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Impegni
Il pastore Xy si scusa vivamente di non poter partecipare alla seduta del Concistoro a
causa di impegni successivamente assunti.
Intervento sinodale
Mi permetto di formulare alcune mie proposte che condivido pienamente...
Esami di catechismo (autentici)
- Pastore: «Parlami del venerdì santo». Catecumeno: silenzio. Pastore: «Ma si è trattato
di un giorno bello o brutto?» Catecumeno:
«Brutto». Pastore: «Perché?». Catecumeno:
«...pioveva!».
- Pastore: «Chi erano i pagani?». Catecumeno: «Quelli che pagavano».
Incontri ecumenici
A un incontro pastorale viene invitato un
prete. Durante il pranzo comune un giovane
pastore che gli siede accanto, con qualche
imbarazzo, cerca di avviare una conversazione: «Ma, suo padre era anche prete?».
Una pedata da sotto il tavolo lo rende consapevole della gaffe madornale, ma si riprende
subito: «Mi scusi, dimenticavo che i preti
cattolici non hanno padre».
Vidimazione comunale
«...per il sindaco analfabeta, segno di croce dell’assessore anziano».
un atto storico e anche lungimirante. Prima o poi, infatti,
questo assurdo dogma finirà
con l’essere abolito, in quanto
esso crea un grave ostacolo
per l’ecumenismo. Giovanni
Paolo II ha Invece cercato di
addossare la responsabilità
dei peccati del passato sul alcuni suoi «figli», non sulla
Chiesa, mentre si sa che è stata proprio la Chiesa cattolica
la mandante di quei peccati,
come per esempio la crociata
contro gli albigesi, bandita da
papa Innocenzo III.
La seconda occasione mancata è quella di non avere specificato in termini chiari quali
sono stati i peccati più gravi,
più scottanti e perciò più
«scomodi» per la Chiesa cattolica. Per restare in campo
italiano, il papa ha forse accennato alle atrocità perpetrate sui valdesi di Calabria
nel 1561, alla «San Bartolo
meo italiana»? Non mi risulta.
La terza occasione mancata
è quella di avere ignorato
l’esistenza della Chiesa valdese non porgendole in alcun
modo le scuse dovute per le
persecuzioni crudeli e interminabili del passato. E ciò
malgrado il fatto che, grazie a
Dio, i valdesi sono sopravvissuti alle persecuzioni e che
non sono stati sterminati come i catari. Le loro comunità
si trovano non solo in Italia e
in Germania, ma in Uruguay e
negli Stati Uniti. In quanto ai
valdesi italiani essi, assieme ai
metodisti, ai battisti e ad altre
denominazioni di evangelici,
formano il protestantesimo
italiano, esiguo come numero, ma valido per l’impegno
cristiano. Non si deve dimenticare che i cattolici non sono
gli unici cristiani in Italia.
Silvana Tron - Torre Pellice
Inesattezza
Esequie classiche
a 1 milioni 500 mila
L'impresa di onoranze funebri «Il Giubileo» offre un funerale classico
a 2.500.000 lire e un funerale di lusso a lire 3.900.000 (esclusi
eventuali diritti comunali, necrofori).
«Per un funerale di lusso con l'impresa "Il Giubileo" ho speso 3 milioni 900 mila lire: esattamente la metà rispetto a quanto mi era stato
preventivato da un'altra impresa a cui avevo domandato il preventivo,
richiedendo lo stesso tipo di servizio».
La dichiarazione della signora Maria Stella B., di Chivasso, pone
l'accento su un fenomeno di cui tutti hanno avuto la prova o, per lo
meno, hanno sentito parlare; la grandissima differenza nei costi dei
funerali, a parità di servizio.
Il caso della signora Maria Stella B. è emblematico (il cognome è
omesso per ragioni di privacy, ma si tratta sempre di persone che hanno usufruito dei servizi dell'impresa «Il Giubileo»). E' cioè sufficiente
informarsi, cercare un'alternativa all'«lmpresa di famiglia» presso la
quale ci si è sempre serviti, e scoprire che si possono ottenere prestazioni uguali nella qualità, ma molto diverse nel prezzo, con un notevolissimo risparmio.
Decessi In esperfafe: eonsiglio al Parenfi
Non OMÌHono h «impruo M'otpedak» né, tonfo meno, é obbligalorio stami
di imprtsa «coiMvfiato». Negli ospedali o strvffure sanitarie bisogna DffSIOA*
M di diiùnqut, a dtctsso appena owimuto^ segnoB qiwsto a qu^ìmpnssa fw
fiebre. U seffitedationi, Shrìle, gravano pesantemente sul cotto dei servizio.
ONORANZE ^jsSTFUNEBRI Sede cenfro/e ed esposizione
__________ ^ C.so Bromonte 56 • Torino
IL GIUBILEO M. on.663.30.05
Nella pagina elettorale del
n. 15 del 14 aprile ho notato
un’inesattezza nella biografia
di Emma Bonino. È mistificatorio attribuire a un referendum propositivo, peraltro non
previsto dall’ordinamento,
l’istituzione del diritto all’interruzione volontaria della
gravidanza, come anche al divorzio, introdotti entrambi
con leggi ordinarie dello stato,
approvate dal Parlamento della Repubblica. Si tratta, come
dovremmo ricordare tutti, in
entrambi i casi, di referendum
abrogativi proposti dagli ambienti più retrivi della De e sostenuti dal Vaticano che, ancora oggi, insieme ad altri,
spingono per la loro soppressione. Personalmente non
credo che la democrazia in
Italia, sostanzialmente perseguita da molto pochi, possa
trarre alcun beneficio dalla
enfatizzazione di uno strumenti inflazionato a soli fini di
sopravvivenza, facendo violenza alla verità e alla storia.
Elio Guarnera-Roma
CULTO
DI PASQUA
trasmesso dalla Collégiale
di Neuchâtel (Svizzera)
domenica 23 aprile
ore 10,05 RAIDUE
RINGRAZIAMENTI I
Attraverso Riforma desidero
ringraziare la comunità valdese
di Cerignola, il pastore Francesco Carri, il pastore Luca Anziani, il dottor Giovanni Magnifico e in modo particolare la famiglia Russo-Scivales per II loro affetto nei nostri confronti.
Grazie anche alla comunità battista di Rivoli e al pastore Giuseppe Morlacchetti. Ringrazio il
pastore Franco Casanova per il
rapporto epistolare che aveva
mantenuto con mio padre. Gesù
dice «In quanto l’avete fatto a
uno di questi minimi l’avete fatto
a me» (Matteo 25, 40). lo aggiungo: in quanto l'avete fatto a
mio padre l’avete fatto a Gesù.
Mariarosa Marzano - Rivoli
16
PAG. 16 RIFORMA
VENERDÌ 21 APRILE 2000
m Indipendente da 40 anni, ha subito dieci colpi di stato da parte dei militari
Sierra Leone: la «terra della libertà»
Da 10 anni è in atto una feroce guerra civile, con circa 6.000 bambini soldato. 4.500 sono stati
costretti ad arruolarsi nell'esercito ribelle del Ruf, gli altri nella milizia civile filogovernativa
SERGIO SPANO
Tmiei genitori non ci sono
............
Lpiù e gli altri parenti non
li conosco. Mi hanno portato
via quando ero tanto piccolo
e conoscevo solamente mio
papà e mia mamma. Se anche incontrassi zii e zie non li
conoscerei. Sono stato sette
anni nel bosco. Neppure loro
mi conoscerebbero». «Non
importa, ma prima o poi
qualcuno dirà; “È mio nipote.
Lo porto a casa con me”. Così
anche tu avrai una famiglia».
«Ma a me piace qui». Quasi a
dire; «La famiglia l’ho trovata». «E se chiudiamo questo
posto? Allora, se ti ammali
chi penserà a te?».
Poco convinto mise in testa
la stuoia, la coperta, e un sacchetto di plastica con tutto
quello che aveva accumulato
durante le poche settimane
che era rimasto con noi, e salì
in pulmino. «Ma torno!»... e
si curvò, si nascose aspettando la partenza.
La storia di Abu James
Così se ne è andato Abu
James, uno dei primi bambini combattenti che padre
Giuseppe Berton, missionario saveriano in Sierra Leone, è riuscito a strappare ai
ribelli nel 1997. A dodici anni
aveva avuto il coraggio di
rincominciare con la prima
elementare e poi a strappi,
saltando qualche anno, era
riuscito a entrare in quinta.
Era cresciuto... se era cresciuto! Ora, a quindici anni
aveva la forza di un torello.
Qualche giorno prima aveva
perso la testa e si picchiava
con uno un po’ troppo pesante per lui. Abu non mollava. Per arrivare a tanto deve essere stato offeso gravemente; la mamma! Chi lottava con lui deve aver lanciato
un’offesa a sua madre. Qui è
l’ultimo limite. Più in là non
si può andare (...).
11 7 luglio 1999 viene firmato a Lomé in Togo l’accordo
di pace tra governativi e ribelli per la Sierra Leone. A
garanzia degli accordi viene
chiamato il Consiglio interreligioso composto da musulmani, cattolici e protestanti.
Una pace fragile, certamente,
tanto quanto debole è la Sier
Ex bambini soidato nei Centro di recupero di Freetown (Sierra Leone)
ra Leone; la «terra della libertà». Da 40 anni indipendente, pur restando dentro il
Commonwealth britannico,
ha subito 10 colpi di stato da
parte dei militari, appoggiati
da paesi africani ed europei
particolarmente interessati
allo sfruttamento delle enormi ricchezze di questo paese
centrafricano.
La maggior parte dei combattenti ribelli sono giovani,
spesso minorenni, indottrinati e drogati, addestrati a
uccidere e a «non risparmiare anima viva». Le scene di
bambini soldato, con armi
più grandi di loro, che sparano senza consapevolezza né
pietà su coetanei e adulti, su
amici e familiari scuotono le
nostre coscienze. Racconta
un giovane; «Mi circondarono e mi dissero di mettere le
mani sul tronco dell'albero.
Li implorai di risparmiarmi,
ma non sentivano ragioni.
Misi allora la mano sinistra,
ma non accettarono. Sono
uno studente, la mano destra
è troppo importante per me,
dissi. Mi risposero; non preoccuparti, te le taglieremo
tutte e due. Mi tagliarono la
mano destra e quando stavano per sferrare il colpo sulla
sinistra, istintivamente feci
uno scatto: il marrancio colpì il mio orecchio destro. Ec
co come mi hanno ridotto!».
Bambine rapite e soggette a
continui stupri per calmare e
soddisfare le milizie (sia ribelli che governative) e bambini
portati a combattere, primi
nelle file, primi a morire. Adolescenti strappati alle famiglie, alla scuola al gioco per
morire nella boscaglia o saltare su una mina. Carnefici e
vittime, nessuna differenza.
Ora quegli stessi bambini
che non hanno conosciuto la
vita devono nascere di nuovo,
o meglio, devono crescere di
nuovo. Il Consiglio interreligioso, dopo aver con grande
coraggio lavorato per la pace,
ha di fronte migliaia di ex
bambini soldato da riabilitare. Secondo l’Unicef, l’Agenzia delle Nazioni Unite per
l’infanzia, più di 3.000 bambini dell’età tra i 6 e i 15 anni risultano ancora dispersi dal
gennaio del 1999, quando i
guerriglieri del Ruf hanno invaso la capitale, Freetown, nel
tentativo di impadronirsene.
6.000 bambini soldato
Si calcola che i bambini
soldato in Sierra Leone siano
circa 6.000. Di questi, 4.500
sono stati costretti ad arruolarsi nell’esercito del Ruf,
mentre i rimanenti 2.500 sono stati arruolati nella milizia civile filogovernativa, un
La manifestazione del 25 marzo guidata da leader religiosi
Sri Lanka: in 10.000 per chiedere la pace
Circa 10.000 manifestanti, guidati da leader
religiosi, hanno partecipato, il 25 marzo scorso, a un immenso raduno per la pace a Jaffna,
nel nord dello Sri Lanka, per chiedere la cessazione immediata dei conflitti che durano ormai da 17 anni. Leader buddisti, indù e musulmani, nonché il vescovo cattolico romano di
Jaffna, Thomas Savundaranyagam, sono intervenuti durante la manifestazione, considerata
come «la più importante» di questi ultimi anni.
Secondo una dichiarazione indirizzata alla
presidente dello Sri Lanka, Chandrika Kumaratunga, che è stata letta al termine del raduno, «la lacerazione della nostra terra da 17 anni a questa parte ha raggiunto oggi proporzioni mostruose». 11 conflitto etnico ha portato
ad «atti vergognosi; stupri, torture, arresti arbitrari, sparizioni ed esecuzioni sommarie a
un livello troppo alto per una piccola nazione
come la nostra».
Dal 1983 la politica del paese è dominata
dal conflitto tra la maggioranza singalese, che
vive principalmente nel Sud dell’isola e rappresenta il 70% dei 18 milioni di abitanti dello
Sri Lanka, e la minoranza tamil, nel Nord. I
cristiani, per lo più cattolici romani, rappresentano oltre 100.000 dei 500.000 abitanti della penisola di Jaffna. I tamil sono in maggioranza indù e i singalesi buddisti.
Oltre 70.000 civili, migliaia di soldati dello
Sri Lanka e di ribelli tamil, che lottano per uno
stato indipendente nel Nord e nell’Est
dell’isola, sono morti durante il conflitto. Zone importanti del Nord e dell’Est rimangono
sotto il controllo dei ribelli tamil, guidati dalle
forze del movimento Ette (Tigri di liberazione
dell’Eelam tamil), noti come le Tigri tamil.
La dichiarazione chiede la fine immediata
della guerra civile, l’apertura rapida di negoziati di pace, la mediazione neutrale di un
paese terzo e discussioni portate avanti sulla
«base della giustizia e non di vantaggi politici
partigiani». Anche se negoziati di pace sono in
corso tra le Tigri tamil e il governo dello Sri
Lanka, con la mediazione della Norvegia,
gruppi fondamentalisti singalesi hanno lanciato un appello al boicottaggio del processo
di pace. «Ci sono state proteste nel Sud (fra la
maggioranza singalese) contro il processo di
pace in corso. Vogliamo dare una chance alla
pace. La gente ne ha abbastanza della guerra»,
ha dichiarato il sacerdote cattolico Bernard
Alphonsus, uno degli organizzatori della manifestazione, alla quale hanno aderito 60 organizzazioni.
Philip Nesakumar, un ecclesiastico anglicano, ha confermato che i leader politici erano stati «deliberatamente» tenuti in disparte
dal raduno. L’arcidiacono anglicano di Jaffna, Joseph Sarvanantham, ha ricordato che
la guerra civile ha dimezzato la popolazione
di Jaffna che all’inizio degli Anni 80 era di un
milione di persone. «Tutti quelli che potevano permetterselo sono partiti verso i paesi
occidentali», ha detto Sarvanantham, che dirige il Programma di soccorso e di ricostruzione del Consiglio nazionale delle chiese
dello Sri Lanka. (eni)
gruppo composto prevalentemente dai famosi cacciatori Kamajor alle dipendenze
dell’Ecomog, forza multinazionale sotto la direzione dei
nigeriani.
Ogni giorno, un gran numero di bambini è esposto a
gravi pericoli che ostacolano
la loro crescita e il loro normale sviluppo. Essi soffrono
tremendamente: sono sempre i primi a essere feriti e uccisi: sono violentati, abusati e
abbandonati. Emotivamente
e fisicamente deboli, i bambini sono i meno preparati ad
affrontare la terribile realtà
dei conflitti armati. Chi sopravvive resta permanentemente menomato o porta
con sé il trauma per essere
stato forzato sia a commettere che ad assistere a orrende
atrocità, come la mutilazione
di arti di adulti e bambini, il
rapimento di ragazze e donne portate nei campi dei ribelli per essere violentate,
l’incendio di case e villaggi, le
esecuzioni sommarie. L’uso
dei bambini soldato contravviene ai più fondamentali diritti e alla dignità stessa della
persona umana.
Grande è lo sforzo che le
chiese, e non solo, devono
ora affrontare per la riabilitazione. La Caritas della diocesi
di Makeni è attualmente impegnata con 300 bambini soldato nei campi di «smobilitazione»: questi sono campi di
passaggio dalla morte alla vita, dalla guerra alla pace, dalla macchia alla famiglia. Più
di 1.000 ragazzi come Abu James sono stati aiutati a ritornare a casa, da quando a luglio sono finite le ostilità. Ma i
numeri che ci fornisce l’Unicef fanno ben capire quanto
ancora sia necessario fare.
DalTinferno della «Città libera», chiese e moschee insieme, uomini e donne, in nome
del Dio della pace, hanno creduto, in molti casi pagando
con la vita, che per fede e solo
per fede si può osare ciò che è
possibile solo a Dio. Dio salvi
la nostra Africa.
(Siti Internet: Stop all’uso
dei bambini soldato: www.
bambinisoldato.org - Programma di riabilitazione delle bambine e dei bambini diocesi di Makeni, mons. G.
Biguzzi: biguzzi@sierratel.sl)
abbonamenti
interno L. 10.000
estero L. 20.000
sostenitore L. 20.000
^ È membro della Chiesa metodista
Il giuramento del nuovo
presidente della Macedonia
FEBE CAVAZZUTTI ROSSI
uomo. Egli ti ha fatto
\\ V-A '
conoscere ciò che è
bene; che altro richiede da te
il Signore, se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami
la misericordia e cammini
umilmente con il tuo Dio?»
(Michea 6, 8). Questa è stata
la frase centrale dell’improvvisato discorso di insediamento, all’atto del giuramento di fedeltà alla patria, di
uno stanco e affannato Boris
Trajkovski, nuovo presidente
della Macedonia.
I presenti si sono molto
sorpresi; non è costume delle
autorità citare un versetto
della Bibbia e, comunque,
ben pochi conoscono le
Scritture. Ma Boris Trajkovski è metodista ed è cresciuto
in una comunità dove è tradizione che i fanciulli della
scuola domenicale, ogni domenica al termine del culto,
recitino di fronte a tutti qual
che versetto mandato a memoria. Da predicatore laico,
Boris Trajkovski studia per
essere in grado di preparare
il sermone per la domenica
seguente, e questo è il motivo per cui, nel momento culminante della sua assunzione a un’alta responsabilità
pubblica non ha dimenticato
l’impegno che gli viene prima di tutto dalla fede. La sua
comunità ne è andata fiera e
prega perché sia protetto
dalla tentazione che sempre
è in agguato.
La Chiesa metodista della
Macedonia è unita in Conferenza con quella dell’ex Jugoslavia, e conta all’incirca
2.000 membri. Il nuovo presidente della Macedonia è
anche presidente del Consiglio delle chiese di quel territorio e intende continuare
questo suo impegno che ha
grande importanza per la riconciliazione e la pacificazione della popolazione.
M Storico incontro nella capitale del Kenia
Costruire insieme la pace
e la giustizia in Africa
È stato definito «un evento
storico», il primo incontro
congiunto fra i membri africani del Comitato centrale
del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) e il Comitato
generale della Conferenza
delle chiese di tutta l’Africa
(Ceta), che si è concluso il 21
marzo scorso a Nairobi con
un forte appello a potenziare
la collaborazione futura fra i
due organismi. «Questo incontro giunge in un momento cruciale nella vita delle popolazioni africane», ha sottolineato nel discorso di apertura il segretario generale
della Ceta, Clement landa, ricordando che molti paesi
africani subiscono oggi gli effetti di «guerre civili e guerre
economiche, battaglie politiche, problemi ecologici, disastri naturali e disastri provocati dall’uomo». Janda ha
raccomandato inoltre che i
due organismi si incontrino
periodicamente, ogni due o
al massimo tre anni.
I cinquanta partecipanti
hanno identificato quattro
aree prioritarie di lavoro per
l’impegno comune; giustizia
economica e buon governo:
risoluzione dei conflitti, co
struzione della pace e riconciliazione: salute ed educazione: spiritualità, identità,
unità. Agnes Abuom, una
delle presidenti del Cec, ha
evidenziato nel suo intervento le questioni cruciali della
povertà e della salute, ricordando che in Africa sono ben
189 milioni le persone che
soffrono di malnutrizione;
«Come possiamo unire le nostre mani per rimuovere la
trappola mortale della povertà? 11 sistema economico
globale - ha affermato - è ingiusto e produce razzismo».
Secondo il presidente della
Chiesa presbiteriana del
Ruanda, il pastore André Karamanga, membro di entrambi gli organismi, «per lavorare insieme nella battaglia
per la vita abbiamo bisogno
di una visione comune». Diverse categorie di persone e
istituzioni, ha ricordato, sono
coinvolte nel lavoro ecumenico; è necessario potenziare
la collaborazione a tutti i livelli, dalle chiese locali ai leader degli organismi ecumenici e ai rappresentanti delle
chiese nazionali, per promuovere insieme il movimento ecumenico, (nev/eni)
M II {jramma óe\ Mozambico
Due miliardi e 800 milioni
alla settimana per il debito
Inesorabilmente ogni settimana il Mozambico paga al
Fondo monetario internazionale (Fmi) e ad alcuni governi occidentali 1 milione e
400.000 dollari, vale a dire
quasi 2 miliardi e 800 milioni
di lire. Ma per apprezzare
meglio la cifra è bene ricordare che la moneta mozambicana, rispetto alla lira e più
ancora al dollaro, non vale
quasi niente. A partire dal
mese di aprile una piccola
parte del debito verrà cancellata, così la tassa settimanale
di vassallaggio scenderà a 1
milione e 200.000 dollari. Data la situazione in cui il Mozambico si trova, se nel giorno del pagamento del sangue
dei suoi figli non avrà la cifra
pattuita, gli interessi passivi
lieviteranno di nuovo e sarà
come se quella piccola porzione di debito non fosse mai
stata cancellata. Il governo
mozambicano si sta comportando molto bene in questo
terribile frangente e la popolazione risponde con coraggio indescrivibile. Se le somme che vanno a pagare il debito estero potessero essere
impiegate per i soccorsi, il
paese sarebbe in grado di ricostruirsi da solo e in tempo
relativamente breve.
11 presidente della Conferenza metodista del Mozambico, vescovo Bernardino
Mandiate, che è anche presidente del Consiglio delle
chiese mozambicane (Ccm)'
ha lanciato un drammatico
appello al G7 perché questo
cerchio perverso venga infine
rotto, altrimenti non basteranno i figli dei figli per sanare il debito. La Chiesa metodista del Mozambico conta
circa 150.000 membri.
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