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Anno IX - numero 5 - 2 febbraio 2001
lEDITORIALEI
ìfdare, celebrare e agire
ISPIRITUALIT/
La preghiera personaie
NÈHA GANNITO
di ANNA MAFFEl e FEBE CAVAZZUTl ROSSI
lono PER MILL
l dati dei 1996 e ii documenta
suite scette non espresse
AUE PAGINE
■ECO DELLE VALLI
ifutìiizzo detraofua nelle Valli
di MAURO MEYTRE
BIBBIA E ATTUALITÀ!
VOGLIA
DI RITORSIONE
«Voi non sapete di quale spirito siete animati»
Luca 9, 55 (Nuova Riveduta)
UN mio amico, uomo capace di
dialogo e di razionalità, mi ha
stupito con la sua reazione, secondo
' me assolutamente irrazionale, circa le
possibilità di dialogo e collaborazione
tra ebrei e palestinesi. In gioco non
c’era la soluzione definitiva della controversia che lacera oggi la Palestina,
ma un tentativo di collaborazione in
un progetto che io considero piccolo
ma di valore. Il mio amico cercava a
ogni prezzo di spiegarmi che doveva
esserci qualcosa sotto. Non ho cercali to di forzarlo, perché forse io non mi
rendo conto di ciò che è in gioco. Ho
però ripensato alle secolari e millenarie inimicizie tra culture, fedi, confessioiii cristiane, alla paura che un
eventuale dialogo nasconda delle fregature, delle strumentalizzazioni. In
;4.' questi anni ho fatto tante volte l’espe' rienza del peso negativo della storia
dei rapporti sulla vita dei popoli e
delle persone, ho rinunciato a dare lezioni di riconciliazione a buon mercato. La delusione e la paura non si
vincono in un giorno e spesso non
, sono senza motivazioni.
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11 rapporto tra Tuomo e il suo ambiente va verso una crisi forse irreversibile
La natura offesa
Non sono solo le petroliere, come nel caso delle Galapagos, a dovere cambiare
le loro rotte, ma è l'intero sviluppo umano che deve riconsiderare le proprie basi
DA SUD A NORD
(0 VICEVERSA?)
La stessa paura che porta a difendersi deve aver colto i samaritani
che, a causa della storia secolare
dell’inimicizia con i giudei, rifiutano
di ospitare Gesù che va a Gerusalemme. Il peso dell’inimicizia è tale che i
' samaritani violano la «legge» dell’ospitalità. Io mi sarei aspettata che
Gesù, come in tante altre occasioni,
intraprendesse un cammino di rela
zione con gli inospitali, ma questo
non accade. Semplicemente egli si
rassegna a questa chiusura. Non così
i discepoli. I discepoli vorrebbero essere autorizzati, a far scendere un
fuoco dal cielo che consumasse i samaritani inospitali. Essi invocano il
potere di Gesù per compiere un atto
di ritorsione; una soluzione rapida,
i potente, definitiva. I discepoli voI gliono ignorare le ragioni dell’inimi
cizia, non guardano alla posizione
, degli irriducibili samaritani, non
pensano alla loro posizione come
parte del conflitto e non possono lasciare le cose come stanno perché sono stati rifiutati. Gesù condanna
T questo spirito di ritorsione, ma so
prattutto il loro non rendersi conto
dello spirito che li anima.
Questa sete di ritorsione attraversa oggi anche le nostre so
cietà, anche se noi non invochiamo il
fuoco dal cielo ma la pena di morte,
il diritto a farsi giustizia da sé, gover
ni più autoritari. Lo spirito che anima anche le nostre società passa per
la parola forte, la soluzione rapida,
definitiva e potente. Un desiderio di
* eliminare in qualche modo tutti
quelli che percepiamo contro di noi:
. per lingua, per religione, per cultura.
Gesù morirà a Gerusalemme, e già
aveva annunciato ai discepoli che i
suoi lo avrebbero eliminato, ina il rifiuto dei samaritani cancella nei discepoli ogni ragionamento possibile.
Ricordandoci di tutto questo, vigiliamo sullo spirito che a volte ci anima
e camminiamo al seguito di Gesù,
con il quale niente è a buon mercato,
, ftutto della forza o del potere. Oggi la
peggiore strumentalizzazione che potremmo subire viene dal non vigilare.
Erika Tomassone
TERESA ISENBURG
CORRERE i giornali e seguire le
I notizie delle ultime due settima
ne non è cosa tranquillizzante. Sembra quasi che in uno stesso momento giungano al pettine nodi di diversa origine che danno testimonianza
di una crisi ambientale, o meglio di
una crisi delle relazioni fra sfera antropica e sfera naturale la cui gravità,
o forse irreversibilità, difficilmente
può essere nascosta. Lasciando sullo
sfondo la paura che ci investe quando pensiamo a ciò che mangiamo o
alle eredità delle munizioni che sono
state disseminate nella vicinissima
ex Jugoslavia, vorrei soffermarmi su
due accadimenti più distanti, ma
sempre molto inquietanti.
Il primo è quanto accaduto il 16
gennaio alle GalapagoS: la dinamica
dei fatti è semplice. Una petroliera
della compagnia nazionale degli
idrocarburi ecuadoriana, che si recava nell’arcipelago per portare rifornimento di greggio, si è incagliata su
un banco di sabbia, si è reclinata su
un fianco e ha cominciato a riversare
in mare il suo carico. Gasolio e combustibile di bassa qualità hanno raggiunto alcune isole dell’arcipelago,
lordando le coste, soffocando animali, scendendo verso il fondo marino e
distmggendovi la biocenosi.
Non è il primo, e sfortunatamente
non sarà neppure l’ultimo, incidente
di questo tipo: eppure questa volta il
significato simbolico del luogo in cui
lo scempio si verifica aggiunge
preoccupazione a preoccupazione.
Quello sperduto arcipelago vulcani
co in mezzo al Pacifico era stato prescelto come area protetta di valore
planetario per le forme particolari di
vita che esso ospita e per le differenziate modalità evolutive che esse qui
avevano assunto; là dove Charles
Darwin, nel 1835, aveva saputo guardare con occhio così attento e rispettoso le relazioni di adattamento fra
quadro ambientale e associazioni
vegetali e animali, si voleva garantire
uno spazio integro per l’osservazione e la ricerca; un paese povero come l’Ecuador aveva compiuto un’
opera attenta e competente di difesa
e di turismo sostenibile che lasciavano ben sperare.
Ma il messaggio che ci è giunto il
16 gennaio è che le cose non stanno
Segueapag. 10
Presidente Fcei
A colloquio
con Ciampi
Il presidente della Repubblica,
Carlo Azeglio Ciampi, il 22 gennaio
ha ricevuto al Quirinale U presidente
della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), Gianni Long.
Il colloquio è durato quarantacinque
minuti. Il presidente Ciampi ha ricordato di essersi laureato in giurisprudenza, negli Anni 40 (era la seconda laurea), con una tesi sulle minoranze religiose. Nell’occasione, alcuni materiali gli furono forniti dal
pastore valdese di Livorno, Alberto
Ribet. Il presidente Ciampi si è informato sulla situazione giuridica delle
chiese evangeliche in Italia e sulle attività della Fcei e ha mostrato molto
interesse per la situazione complessiva della libertà religiosa in Europa
e per il dialogo ecumenico tra protestanti, cattolici e ortodossi. (nev)
i Clonazione
Dissensi in
Gran Bretagna
M Valli valdesi
Rapporti umani
in ospedale
Voto a sorpresa il 22 gennaio a
Londra dove la Camera dei Lord ha
dato il via libera definitivo alla clonazione di cellule di embrioni umani a
scopo terapeutico, nonostante molte
voci autorevoli chiedessero almeno
una pausa di riflessione prima di affrontare un tema così scottante. Di
particolare peso la richiesta avanzata
dai leader delle cinque fedi più diffuse in Gran Bretagna; anglicani, cattolici, ebrei, musulmani e sikh hanno
rivolto, inutilmente, alla Camera dei
Lord la richiesta di approfondire «un
tema di enormi implicazioni filosofiche ed etiche che tocca la vita umana alla primissima fonte». Nello
scorso dicembre la Camera dei Comuni aveva già dato il suo via libera
con una maggioranza schiacciante;
366 voti contro 174. (nev)
Ogni malato, ogni paziente è una
persona con un’individualità propria,
caratteristiche e sensibilità del tutto
soggettive. Allo stesso modo sono dotati di soggettività anche gli operatori,
medici e paramedici. Della ricerca di
nuove modalità di rapporti tra queste
categorie di persone si è parlato il 27
gennaio a Pomaretto, in un incontro
organizzato dalla Commissione istituti ospitalieri valdesi e dalle chiese
del 3“ circuito. Al centro dell’incontro
sono state le testimonianze dirette,
portate tanto dagli operatori della sanità quanto da alcuni pazienti e loro
familiari. Fra problemi e preoccupazioni sono stati rilevate anche le soddisfazioni per i rapporti umani che si
riescono a stabilire.
Apag. Il
Perché i giovani meridionali non
vengono al Nord per soddisfare l’impellente domanda di lavoro, che spinge
gli imprenditori a chiedere l’aumento
degli ingressi di immigrati? Eppure 3540 anni fa ci venivano, nonostante gli
enormi disagi, piuttosto che restarsene
a casa con un avvenire senza prospettive. Che cosa è cambiato nel Sud e nel
Nord? Marco Mazzoli cerca di fornire
una risposta nel suo articolo su Riforma del 19 gennaio scorso. Nel Meridione, sostiene Mazzoli, c’è un sistema di
«interazioni reciproche ripetute», cioè
di solidarietà familiare, che ha un valore economico significativo. È vero, ma
40 anni fa, quando i giovani dal Sud si
spostavano per lavorare alla Fiat o alla
Pirelli, tale sistema esisteva già. Che
cosa c’è dunque di nuovo, che dà maggior peso alle interazioni?
Di nuovo c’è una vasta rete di centinaia di piccole aziende, che costituiscono l’arcipelago del sommerso. Queste imprese non pagano contributi,
tasse, assicurazione infortuni e la flessibilità del rapporto di lavoro è totale;
oggi il posto c’è, domani non c’è più.
(alcune stime indicano in 4 milioni gli
occupati nel sommerso: anche questo
sposta le statistiche rispetto agli Usa).
Nell’ambito di una famiglia numerosa,
però, chi lavora c’è sempre, anzi più
d’uno, così come quasi sempre c’è chi
riceve una pensione, che garantisce un
reddito minimo sicuro o chi riesce a
conquistare un posto presso un ente
pubblico. Aggiungiamo la frequente
proprietà deUa casa e si avrà il risultato di una vita discreta, condotta nel
proprio ambiente, di solito preferito
all’ignoto. Tutto ciò a che prezzo? Il
prezzo personale è la mancanza di crescita professionale (unico patrimonio
oggi sicuro per valere qualcosa sul
mercato del lavoro) e la mancata formazione di una pensione. Che succederà quando l’età avanzata non consentirà più il lavoro o quando la globalizzazione facesse scomparire tutto o
parte di aziende così poco attrezzate
per la concorrenza? Una situazione
estremamente precaria in cui i titoli di
diploma o laurea conteranno ben poco
senza il supporto di una professionalità acquisita. Inutile dilungarci sui costi per l’intero paese a causa dell’utilizzo non ottimale di risorse umane, che
potrebbero accelerarne Io sviluppo.
La flessibilità ha molti aspetti negativi per i lavoratori, ma quello del favorirne lo spostamento da Sud a Nord è
positivo e dovrebbe esse realizzato subito, con un piano pubblico di intervento, che preveda case popolari, sostegno nel pagamento degli affitti, facilitazione nei contatti fra imprenditori e disoccupati, anche pagando i viaggi per i
colloqui eccetera. Spostare gli investimenti industriali al Sud è un’operazione lunga, complessa e difficile. Soprattutto, non si posso lasciare i giovani del
Sud congelati nella precarietà. Quanto
agli immigrati che arrivano in Italia
con la loro disponibilità ad accettare
tutto a causa della povertà dei paesi da
cui provengono, cambiare le condizioni sociali dei loro paesi è certamente
battaglia da sostenere, non tanto con
iniziative unilaterali quanto nelle poche sedi internazionali esistenti (Wto,
Gnu, Unione europea ecc.), ma non
aspettiamoci risultati a breve termine;
il movimento operaio in Europa ha impiegato oltre un secolo di sudore e sangue per conquistare gli attuali diritti e
diffìcilmente sark diverso altrove.
Paolo Fabbri
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
VENERDÌ 2 FEBBRAIO;
«'Mosè e Aronne
andarono dal
faraone e gli
dissero: “Così dice
il Signore, il Dio
d’Israele: Lascia
andare il mio
popolo, perché mi
celebri una festa nel
deserto’’. ^Ma il
faraone rispose:
“Chi è il Signore che
10 debba ubbidire
alla sua voce e
lasciare andare
Israele? Io non
conosco il Signore e
non lascerò ajfatto
andare Israele".
^Essi dissero: “Il Dio
degli Ebrei si è
presentato a noi;
lasciaci andare per
tre giornate di
cammino nel
deserto, per offrire
sacrifici al Signore,
nostro Dio, affinché
egli non ci colpisca
con la peste o con la
spada”. ‘'Allora il re
d’Egitto disse loro:
“Mosè e Aronne
perché distraete
11 popolo dai suoi
lavori? Andate
a fare quello che
vi è imposto!’’.
''Il faraone disse:
“Ecco, ora il popolo
è numeroso nel
paese e voi gli fate
interrompere
i lavori che gli sono
imposti”. "Perciò
quello stesso giorno
il faraone diede
quest’ordine agli
ispettori del popolo
e ai suoi
sorveglianti:
^ “Voi non darete
più, come prima,
la paglia al popolo
per fare i mattoni;
vadano essi a
raccogliersi la
paglia! ® Comunque
imponete loro la
stessa quantità di
mattoni di prima,
senza diminuzione;
perché sono dei
pigri; perciò
gridano, dicendo:
Andiamo a offrire
sacrifici al nostro
Dio!. "Questa gente
sia caricata di
lavoro e si occupi di
quello, senza
badare a parole
bugiarde”» (...)
«'Il Signore disse
a Mosè: “Ora vedrai
quello che farò
al faraone; perché,
forzato da una
mano potente,
li lascerà andare:
anzi, forzato da
una mano potente,
li scaccerà
dal suo paese”»
(Esodo 5,1-23; 6,1)
DALLA SCHIAVITÙ ALLA LIBERTÀ
Il racconto di Esodo 5, nella sua tensione altissima tra il faraone e Mosè, tende verso
quella svolta decisiva nelle vicende del popolo d'Israele che sarà l'uscita dall'Egitto
STEFANO MERCURIO
Incoraggiato dalla riflessione
sulla trasmissione della fede alle
giovanissime generazioni (Riforma n. 3 - 2001, pag. 3), propongo,
come ultima meditazione di questa serie, un racconto per bambini che ha come protagonisti alcune mucche. Proviamo, con un po’
di fantasia, a dare la parola ad
alcune di quelle mucche che
Israele portò con sé quando uscì
dall'Egitto verso la terra promessa. Il testo biblico ci fa sapere che
anche il bestiame di Israele fu
coinvolto dalla liberazione che
Dio operò per il suo popolo (certo
in modo assolutamente secondario e limitatamente al viaggio nel
deserto, ma penso che ai bambini
faccia piacere che anche gli animali poterono uscire). Il racconto
che presento tratta, nello specifico, dell’opposizione del faraone
alla richiesta di Dio di lasciare
partire il suo popolo. Proviamo
allora a rivivere qualche scena
con gli occhi di quegli animali
che vissero quei fatti.
Uno strano furto
I ero appena sistemata
nel mio solito angolino. Era ormai notte avanzata e
i miei vitellini dormivano già
da un pezzo. La luna si era proprio posata sopra la punta della colossale piramide di Ramses; si aveva l’impressione di
un’immensa scala gialla. Avrei
voluto proprio avere una di
queste macchine fotografiche
che avete voi oggi. Dalla nostra
finestra si poteva godere uno
spettacolo unico. Tutto era calmo, quando improvvisamente
l’uscio della stalla si aprì furtivamente e accadde una cosa
terribile. Un’ombra si allungò
per terra, una sbirciatina e poi:
zag! Un uomo si diresse verso
la mangiatoia. Siamo state derubate di tutta la nostra paglia.
Persino quella che giaceva per
terra fu sottratta.
Ma questa non fu la cosa più
terribile. C’era ancora di peggio: il ladro, e so che non mi
crederete, era il nostro padrone! Almeno ebbi l’impressione
che fosse proprio lui. Ve lo vedete voi il padrone di una mucca che entra alle 3 di mattino
nella sua stalla, con rastrello e
carriola, e ruba alle sue bestie la
loro paglia? Impossibile! Forse
la luna piena mi avrà ipnotizzato, pensai, sarà solo un bmtto
scherzo ottico oppure uno
sporco ladruncolo avrà aggirato
il nostro grosso cane da guardia
ed è venuto a rubacchiare la
paglia del nostro padrone. Decisi comunque di riprendere
sonno, sicura che il giorno seguente quella strana faccenda
si sarebbe sistemata. E poi, mi
sono detta, qualunque sia la verità su quello strano mistero,
nessuno avrebbe certo privato
noi mucche della nostra razione giornaliera di paglia.
Il gioco delle chiavi
Signore, viviamo in un mondo chiuso a catenaccio:
serrato da milioni di chiavi! Ognuno ha le sue: quelle di
casa, quelle dell’auto, le chiavi dell’ufficio e quelle della
cassaforte... E come se ciò non bastasse, cerchiamo ancora la chiave del successo, quella della felicità, la chiave
del potere 0 quella dei sogni perduti.
Ma Tu, Signore, dacci la sola chiave che ci manca:
quella che non rinchiude, ma che libera: quella Che non
blocca i nostri talenti che avvizziscono, ma ritaglia uno
spiraglio all’azione del tuo amore. Vieni Signor Gesù.
«Réveil»
(da Quando è giorno?. Gomitato italiano per la Cevaa,
Trieste, 1994, pag. 65)
Tutti ai lavori forzati
Ad alba ormai avanzata fui
svegliata dalla confusione
che giungeva dalla piazza del
mercato dove tutte le mucche
del quartiere si erano date convegno e discutevano animosamente. C’erano raccolte tutte le
cape stalla. Tutti i nostri padroni
erano ormai al lavoro da diverse
ore. Da lontano riconobbi il
mio, che come al solito, essendo
tra i più robusti schiavi ebrei
d’Egitto, era obbligato dai sorveglianti a trasportare sempre un
grosso mucchio di mattoni.
Quel giorno però vidi accanto
a lui anche Daniele, il più piccolo della famiglia. Seguiva il
suo papà con un grosso mattone tra le braccia. Il piccolo Daniele, quando tutta la famiglia
partiva per lavorare alla costruzione del palazzo del faraone,
rimaneva nel villaggio a tormentare il nostro fedele Tobia,
il cane da guardia. Che ci faceva
lì dietro al suo papà? Qualcosa
mi diceva che la sua assenza dal
villaggio, quella mattina, era legata a quello strano furto di paglia avvenuto nella notte.
Anche il nostro Tobia quel
giorno aveva l’aria un po’ strana. Mi avvicinai allora alle comari: “Che cosa è successo a
Tobia? E cosa fate qui a confabulare?’’. “Ma come - mi rispose una cugina - sei la sola nel
paese a non sapere cosa è successo? Il faraone si è arrabbiato
contro Mosè e Aronne che vogliono portare tutti i nostri padroni ebrei nel deserto per fare
una festa in onore del Signore.
Non appena il faraone ha sentito questa cosa, è andato su tutte le furie e ha scatenato tutta la
sua cattiveria. Ha dato quest’
ordine ai capi del popolo israelita e ai sorveglianti: Finora avete dato agli israeliti la paglia per
fare i mattoni; adesso basta! Vadano loro stessi a cercarsi la paglia! Ma obbligateli a fare lo
stesso numero di mattoni di
prima, non uno di meno! Sono
dei fannulloni”.
Un’altra aggiunse: “Il faraone
non vuole che il popolo di
Israele si fermi per qualche
giorno dal suo lavoro per il
semplice fatto che i nostri padroni sono obbligati a lavorare
gratis. Ogni giorno che passa è
un guadagno in più per il faraone. È cattivo e furbo allo
stesso tempo. Fa piacere a tutti
fare lavorare gratis gli altri per
soddisfare i propri capricci. Ecco perché si è pure arrabbiato:
li vuole sfruttare fino in fondo,
al massimo possibile della loro
resistenza per avere attorno a
lui sempre più potenza e splendore; io credo che ami la sua
gloria personale sopra ogni cosa; ecco perché il Signore si è
stancato di lui e vuole ora liberare tutto il popolo”.
Un’altra mia vicina aggiunse
ancora: “Molti danno la colpa
di tutte queste cose a Mosè.
Un’eretta fa mentre rientrava a
casa ho visto che è stato schiaffeggiato dal panettiere e da un
suo amico. Sono in molti ad
avercela con lui, ma in fondo
che colpa ha quel poveretto, ha
riferito solo le parole che il Signore gli ha comandato di dire
al faraone”. Mosè contro il faraone, mi sono detta, ma è una
follia. Mosè è debole mentre il
faraone è potentissimo. Da un
tale scontro Mosè e tutto il popolo ne usciranno sconfitti e la
loro situazione si aggraverà ancora di più. Vi immaginate un
gruppo di schiavi combattere
contro un esercito armato? Co
minciai allora a capire che cosa
ci faceva il piccolo Daniele lassù
con gli altri. Mentre mia cugina
continuava a parlare mi fu chiaro cosa era successo durante la
notte: il mio padrone era stato
obbligato a prendere addirittura
la sua paglia per la costruzione
dei mattoni e aveva persino dovuto portarsi Daniele con sé per
essere più veloce in un lavoro
dal quale non ricavava nulla.
Com’è possibile tanta crudeltà
contro questo popolo di Israele?
Chi è il più forte?
La situazione si era messa
davvero molto male anche
per noi: esisteva il pericolo reale
che per quel giorno lì, e forse
anche per i successivi, io e i miei
vitellini rimanessimo senza nutrimento. Se solo Dio avesse
parlato veramente a Mosè, le
forze in campo sarebbero bilanciate ed esisterebbe ancora una
speranza, una soluzione, perché
il Signore stesso combatterà per
loro! Faraone è più forte di Mosè, ma il Signore è più forte di
faraone: poteva essere solo questa l’unica via d’uscita. Ma se
Mosè si è messo in testa da solo
tutte quelle cose allora siamo
belli fritti... Avevo questi dubbi.
Mettetevi in marcia
Mentre riflettevo su tutte
queste cose, ecco che si
avvicinò al nostro gruppo una
cugina della mucca di Mosè.
Portava un messaggio: “Domani a mezzanotte fatevi trovare
pronte, voi e tutto il bestiame
delle stalle; il Signore ha dato
ordine a Mosè e a tutto il popolo di uscire dall’Egitto ed egli
stesso li condurrà fuori”.
Insomma l’ordine del Signore
diceva che anche noi saremmo
andate con i nostri padroni
ebrei. Pensai subito ai miei vitellini, avrebbero potuto pascolare liberi, pensai a Daniele che
così piccolo poteva ritornare a
giocare anziché lavorare, pensai anche al nostro cane Tobia
che non sarebbe più stato bastonato dalle guardie egiziane,
pensai però pure al grosso carretto che mi avrebbero legato al
collo e che avrei dovuto tirare
per il deserto. Al giorno fissato
partimmo tutti; il viaggio fu
molto lungo ma posso assicurare che non ci siamo annoiati».
(Ultima di una serie
di tre meditazioni)
Note
omiletiche
capitolo 5 dell'Esi
è uno pezzo di tensi, ^
cinriA farà,-.. ^
altissima tra faraonj
Dio, anche se gli awf,
menti decisivi verram '
presentati nei capitolili
guanti. Poiché l'interv) 1
to in prima persona ,
Dio avrà carattere riso
tivo, almeno sino al
tolo 11 il peso di quei ^ -TUOI p
tensione graverà sul
spa le del popolo, mas qualcuno 1
prattutto d, Mose reo r ®;ecco, rie
fSavolta ave
Cornee,
incredL
im
m
no! Io
re d'Egitto. É questof
contesto del nostro test iiUarnia nuoi
Il lavoro obbligatoe ptimà mi ave
un'istituzione diffusa * rapporto co
tutto l'antico Oriem personale.
In questo capitolo 5 veni neppure me
mo informati di come|,, già scritte da
israeliti conservavano! todaperson
terribile ricordo delle fa ¡ne lei mi die
che che erano state imp .jora avevo c^
ste ai loro antenati inEp¿manifestate
to (cfr. pure 1, 11-Ueupaventato e
Deut. 26, 6). La festa d ^¿ijione alTi
Mosè vuole andare a ctì Wégare. Il n
brare con tutto il popol, rfa^fonalità e
che, in seguito agli awa
menti dell'esodo sarà a
ca di un nuovo senso,) .iucne no 1
veva avere dei rappoi .,i®®titivo cne 1
con il sacrificio che i past nti a qualce
ri nomadi e seminoitur-.posst^tle, foi
offrivano in primaverap vvoarispond
la protezione delle lo , go, non poi
greggi (cfr. il v. 3). Era! vuoi, prega
i costumi degli ebrei qui pentirla preg
la di praticarla; ma qui .^gare a lunge
l'anno il faraone nonvd -«Intravedev
autorizzare lo spostarne chino, nelle
to sia per motivi di sio phitonazior
rezza delle frontiere(d ¡marealtàp
1, 10) che per a^icurare ; gj.
rendimento dei avori. ^
La festa annuale dei
stori nomadi diverrà ’
memoriale (cfr. 12, 14),1,. cambiava tu
un avvenimento storico Aov ero ic
cui Israele ha riconoscili mentre 1
un atto salvifico di ni■..
che lo ha fatto passai i .
dalla schiavitù alla liber i 9
role a quale
dalla morte alla vita. L' ;
timologia della parola L;
squa è incerta e quin ì'
controversa. Dall'uso d -Euante int
se ne fa però nel capito-iSCOrso rivi
12 di Esodo, come and «-’qualunque
in Isaia 31, 5, apprendi inuto, è in u
mo il senso di «passare! (chiesta dell
tre», o «saltare qualcuno ideila preser
nel senso di non include sibilità di s
10 in un'azione deterni dialogo que
nata, e va quindi riferii sìfunico pi
allo «sterminatore» tostato di
«passa oltre» «salta»! s
case israelitiche mare questapres
col sangue (Soggin). N ’ , ,e
pensiero di chi celebra^ - ’
la Pasqua nella propriatf • ®
sa erano presenti anzitit ^
to i concetti di liberazioni Ti®sce ad el
e salvezza. Durante listobazione
notte tra il 14 e il 15 df' in questo r
mese lunare di nisan (oj ^flessione s
gi cade in genere duraniiviene pres;
11 mese di aprile), mentri la concem
primogeniti dell'Egittowi/che prega,
nivano uccisi dallo «stei stessa spori
minatore», gli ebrei l’attacco è 1
vano risparmiati. ^ percoscien
Il racconto del cap-, che sa di p;
nella sua tensione alW ^
ma tra il faraone oppr^^
sore e il popolo opprer f.
tende verso quel motnei , Retrivo,
to di «rottura» o possi! “el suo yo!
mo anche dire di «svoli? peli le
nelle vicende di Israeli " MSrisce all
che verranno riassunte!* 80 un ogge
lo al capitolo 12, doi* mo e lo pr
troviamo le istruzioni p* Proprio l’U'
la celebrazione della pr non vuole
squa, la morte dei prirn* cosa ques
geniti d'Egitto, lo «stef non è pres
minatore» che passa oltd sce nessun
le case degli ebrei segn» Bisogna
te, negli stipiti delle ne quante
te, col sangue dall'agno tratta oui <
lo immolato, la menzioi»
dell'uscita vera e propri*
Per
particolare
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approfondire
- J. A. Soggin, Israele*
epoca biblica, Claudiani
Torino, 2000, pp. 87-90
- Un ottimo libretti
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numero 1 di aprile 19?^^
della rivista La scuola o*
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Dall'esperienza di fiducia dell'età infantile a quella più problematica dell'età adulta
La preghiera personale davanti a Dio
Come quel padre tormentato che disse a Gesù: «Signore, io credo, ma aiutami nella mia
incredulità», anche oggi i credenti combattono spesso con dubbi e interrogativi di fondo
ANNAMAFFEI
. f TUOI pregare?». «No,
(( \ no! Io non so neppure
56 qualcuno ci sia ad ascoltaje» Ecco» ricordo che più di
una volta avevo risposto così
alla mia nuova amica che per
prima mi aveva parlato di un
'►{apporto con Dio diretto e
'personale. Una relazione
- -mediata da parole
cornei (Ìgiàscritte da altri, un rapporavanoi to da persona a persona, codelie fi me lei mi diceva di vivere. Alate Imp ¡jgra avevo consapevolmente
ih in Ej Manifestato col mio quasi
' ^ ^¡¡paventato diniego la mia rifestà d g^gHione aH’insensatezza del
^ “I tegare. Il mio rifuggire l’irI popoli »■■{atonalità del rivolgere pa3li ayvei ^ qualcuno che poteva
•enso'J esserci. Eppure,
’rann« Wvo che il mio era un dire
ie I m 'no ^ qualcosa di bello e di
ni nomi vipossibile, forse, e mi affrettalavera p » vo a rispondere; «Io non prelelle loi.vgo, non posso, non ora. Se
3). EraI vuoi, prega tu!». Mi piaceva
brel qui ijentìrla pregare, sentirla prema qui tgare a lungo, anche per me.
non vd «Intravedevo nel suo capo
lostame »{^ino, nelle sue parole, nel'[ di ilo l’Intonazione della sua voce
tiere (d realtà per lei quotidiana,
sicurart : {jmiliare, che pure mi sfuggiva completamente. Eppure,
^intuivo che, se era tutto vero.
La disponibilità deH'uomo alla presenxa di Dio
iverrà V ,. . ..
2 ^eambiava tutto.
stòrico^ Dov’ero io in quei momenmoscid »d. mentre la sentivo parlare
} di DI
passali!
a libeit.
^ita. L' j
arola f | „
e quInlÀ”^®'^ preghiera m senso preluso di^n^nte intendiamo un dicapltotìscorso rivolto a Dio, che,
ie and ¿fiualunque sia il suo conteiprendi jluto, è. in ultima analisi la riassareo «chiesta della manifestazione
ualcuno -ideila presenza divina, la posincludt sibilità di sentire a livello di
detern dialogo questa presenza. Coli riferii sì l’unico presupposto del veare» cA fg jj preghiera è la dii^Sponibìlità di tutto l’uomo a
YÌ:' Ìi®sta presenza, l’umile atte^'lebrat ‘I®’ docile spontaneità,
■opriati Questa spontaneità, che
i anzitii i*Wge dalle radici dell’essere,
lerazioifrrùesce ad eliminare ogni porrà ntektobazione e distrazione. Ma
il 15 dl'-in questo nostro stadio di rilisan (o| iflessione soggettivante non
I duranipviene presa di mira soltanto
mentriì, la concentrazione di colui
Egitto vf, che prega, ma anche la sua
Ilo «stef stessa spontaneità. Chi sferra
►rei ve» l’attacco è la coscienza, la su
con Dio? Ero un po’ con lei,
certamente, ma ero anche da
qualche altra parte. Avrei voluto essere un po’ di più con
lei, eppure non potevo che
rimanere, contemporaneamente, osservatrice esterna
di quanto avveniva. Il mio io
interiore era diviso in se stesso fra coinvolgimento ed
estraniazione, non so più dire quanto prevalente fosse
l’uno aspetto sull’altro.
Tanto tempo è trascorso
da queste mie prime esperienze da adulta nel delicato
campo della preghiera personale. I miei ricordi non sono vividi quanto vorrei e non
saprei dire, e ancor meno
spiegare, che cosa intervenne che mi consentì di passare da prevalentemente osservatrice a prevalentemente
partecipe della preghiera,
prima di quella degli altri e
poi anche della mia. Qualcosa intervenne di certo e questo «qualcosa» fu per me la
nascita, o forse la rinascita
della fede. Sì, perché la mia
piccola fede di bambina a un
certo punto se ne era andata,
spazzata via dalle domande
della ragione, inghiottita dai
buchi neri di questo mondo,
indigesto e indigeribile, e al
suo posto c’ero rimasta solo
io, qualche utopia politica e
tanto vuoto lasciato dai miei
interrogativi irrisolti.
Avevo avuto nostalgia della
mia fede da bambina? Forse
sì, in qualche momento, ma
non tanta, in fin dei conti.
Forse si poteva anche vivere
senza. Avevo pensato. Ma
non era accaduto così. Qualcuno mi aveva invitato a credere e aveva avuto fiducia che
questo potesse accadere di
nuovo. La sua fiducia mi contagiò. Così la sua preghiera.
Oggi ho sempre più nostalgia della mia preghiera di
bambina. Sono grande e i
miei interrogativi sono affrontati (non risolti) con l’ausilio
prezioso della riflessione teologica, le utopie politiche sono cadute quasi tutte (e mi dispiace), e la preghiera è divenuta per me quasi cibo quotidiano. E oggi mi piacerebbe
pregare come una bambina.
Esprimere a parole e col cuore
quella salda, assoluta fiducia
nel Dio che ama, ascolta, protegge. Poiché neppure ora è
per me possibile vivere la preghiera con «tutta» me stessa.
Quasi non posso pregare senza che ci sia una piccola parte di me che «osserva», che
esprime scetticismo, che non
si fida, perché non crede.
Martin Buber parlava di questa esperienza nei termini di
un diaframma che il nostro
ego razionale frappone fra noi
e Dio, quella egli chiamava
eclissi di Dio. Io, molto più
semplicemente, la chiamo
poca fede. E la combatto, la
combatto come posso e come
so all’interno della stessa preghiera. Imito chi ha lottato
prima di me come quel padre
disperato nel racconto biblico
che ci ha lasciato la sua preghiera tormentata e sincera;
«Sì, Signore, io credo, ma aiutami nella mia incredulità».
Mi faccio aiutare dai Salmi facendo mie delle parole che
hanno incoraggiato a credere
tanti, tantissimi prima di me.
Mi piacerebbe pregare come una bambina, ma non
posso più. Eppure non cesso
di chiedere a Dio proprio questo. E così vivo con immensa
gratitudine i momenti in cui
Dio vince e mi benedice. Eppure di tanto in tanto scopro
qualcuno, e nella mia esperienza più spesso qualcuna,
che è riuscita a conservare intatti, attraverso gli anni, anche tanti anni, il candore e la
fiducia assoluta nell’immensa tenerezza di Dio. Mi consola quella presenza e mi incoraggia. E così, appena posso, (ora sto pensando a qualcuna in particolare) mi siedo
accanto a lei in silenzio e
l’ascolto. Quando prega con
me (e spesso anche per me)
mi viene in mente quella parola di Gesù; «Chi crede in
me, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno».
Un dono che matura
nel corso dell'esistenza
FEBECAVAZZUTI ROSSI
percoscienza di quest’uomo
che sa di pregare, che sa che è
lui a pregare. L’attaccante
sembra invincibile. Il sapere
nome» ;S°ggettivo, di chi si interessa
posili suo volgersi, questo riteKsvolt? dell’Io restante che non
Israeli ‘aderisce all’atto, che è per esjnte s> so un oggetto, spodesta l’attido!*' tuo e lo priva di spontaneità,
ioni pf Proprio l’uomo moderno, che
ella pr Don vuole rinunciare, sa che
priiT»; cosa questo significhi; chi
3 «stef non è presente non percepisce nessuna presenza.
Bisogna comprendere bene quanto ho detto; non si
tratta qui soltanto di un caso
particolare della nota malattia dell’uomo moderno, consistente nel dover assistere
segni
Ile pf
l'agnil
»nzioP
ropris
quale spettatore alle proprie
azioni. È il riconoscimento
dell’Assoluto; in cui l’uomo
porta la sua infedeltà all’Assoluto e questa mancanza di
fedeltà agisce sul rapporto tra
lui è l’Assoluto nel mezzo
della manifestazione della fiducia. E ora anche lo sguardo
di chi sembra tenersi saldamente [a Dio] cade sopra la
trascendenza in eclissi.
Che cosa intendiamo esattamente quando parliamo di
un’eclissi di Dio, che sopravviene proprio adesso? Usando questa metafora partiamo
dall’ardito presupposto che
ci sia possibile, mediante il
nostro «occhio spirituale»,
meglio mediante l’occhio
dell’essere, scorgere Dio come vediamo il sole e che
quindi qualcosa può frapporsi fra la nostra esistenza e la
sua, come fra terra e sole.
Soltanto la fede, e nessun’altra istanza, indica resistenza
dello sguardo sull’essere, per
nulla illusorio, che non fornisce immagini, ma rende possibile tutte le immagini; tale
sguardo non è da dimostrare,
lo si sperimenta soltanto,
l’uomo l’ha sperimentato.
Ma anche l’altro, quello che
si frappone, lo si sperimenta
oggi. Ne ho parlato da quando ne sono venuto a conoscenza e con l’esattezza che
tale conoscenza mi permetteva.
La doppia natura dell’uomo, considerato come essere
generato dal «basso» quanto
inviato dall’«alto», determina
.la dualità delle sue caratteristiche fondamentali. [...] Come essere inviato l’uomo esiste davanti all’esistente, dinanzi al quale è posto. Come
essere generato egli si trova
accanto a tutto l’esistente del
mondo, vicino al quale è
messo. La prima di queste
categorie ha la sua realtà vivente nella relazione lo-Tu,
la seconda nella relazione IoEsso. La seconda relazione ci
conduce soltanto ad aspetti
di un esistente, non al suo essere stesso; anche il contatto
più intimo con un altro rimane soverchiato dall’aspetto,
se quest’altro non è diventato
per me unTu. [...]
Nel nostro tempo la relazione Io-Esso si è molto gonfiata e, quasi incontestata, ha
assunto la direzione e il comando. Signore di quest’ora
è l’Io di tale relazione, un Io
che tutto possiede, tutto fa
e a tutto si adatta, incapace di pronunciare il Tu e di
andare incontro a un’esistenza con autenticità. Questo Ego [Ichheit] ormai onnipotente, con tutto quell’Esso
intorno a sé, non può naturalmente conoscere né Dio,
né un reale Assoluto, che manifesta la sua origine nonumana all’uomo. L’Ego si inserisce in mezzo, oscurandoci la luce del cielo.
Tale è l’ora presente. Ma
come sarà la prossima? [...]
Forse ci sarà una corrente
nuova, di cui non conosciamo ancora la sorgente? Con
un’altra immagine; la relazione lo-Tu è andata nelle catacombe - chi può dire con
quanto maggiore potenza
tornerà alla luce?
(da Martin Buber L’eclissi di
Dio. Considerazioni sul rapporto
fra religione e filosofia, Mondadori, Milano, 1990)
Non si può parlare della
preghiera senza parlare
della fede. Sarebbe come voler parlare di un fiore variegato di colori e di profumi,
un fiore con un suo calice
ricco di un nettare a volte
dolce a volte amaro, di un
suo straordinario polline
portatore di vita, un fiore
tanto prezioso eppure tanto
comune, conosciuto e ricercato, senza che si parli della
pianta che lo genera.
Anche la fede è una cosa
comune e non rara; ce l’hanno tutti gli esseri umani.
Quando un bambino nasce,
nasce con tanti doni strutturati nella sua natura; fra questi c’è anche la fede. Crescendo, crescerà e maturerà
con lui, prendendo forme le
più svariate, a seconda che
venga riposta nel mondo
concreto delle cose tangibili,
o nella sfera delle idealità, o
infine ancora oltre in quel
mondo che si dice «dello spirito», dell’impalpabile e dell’imponderabile che, pure è
tanto presente nella vita di
tutti. Su, su fino al cuore di
tutto ciò; a Dio.
Perciò la fede è due volte
dono di Dio. Dono dato alla
creatura. Dono di rivelazione
quando egli si rivela alla creatura, manifestazione stupefacente della sua grazia nel nostro cuore. Da esso subito
sboccia il fiore della preghie
ra; ne riceve Vita, alimento e
senso. Potrà avere la durata di
un’ora, di un giorno o di una
notte senza stelle, ma rifiorirà, questo è certo, sempre.
Potrà anche accadere che si
accenda con una continuità
tale da essere ciò che colma
l’arco di una vita, l’arco di
molte vite, e determinarle.
Perciò la nostra preghiera è
anche la spia verace dello stato di salute della nostra fede;
dirà in chi e cosa crediamo
veramente, in che modo crediamo, qual è l’aspirazione
più profonda delTanima nostra, quella non detta a parole
ma che è vero motore delle
nostre azioni e dei nostri pensieri. Che strano questo fiore
all’apparenza tanto fragile.
Rifugio, luogo dove si impara
a fare silenzio e dare ascolto,
nel quale scende il perdono e
dal quale possiamo lodare e
glorificare il nostro divino benefattore, dove possiamo invocare arditamente Dio in
tutte le nostre difficoltà.
Luogo appena disegnato
dallo spazio in cui ci troviamo, ma privo di confini. Perché la nostra voce non è sola.
Lì si unisce coralmente a tante altre; a quelle che si trovano nello stesso spazio fisico
ma a molte, innumerevoli altre, in tutti gli angoli della terra, che ugualmente invocano
il Signore. Lì sono io, dice il
Signore, in mezzo a voi, con
voi. Lì, certamente, il Regno
di Dio si realizza.
Il peso della tribolazione sulle nostre vite
Imitazione di Cristo, testo
anonimo risalente, a seconda
dell’autore cui è attribuito, al
XV o addirittura al XIII secolo, è un testo che ha avuto e
ha ancora una diffusione amplissima e capillare in tutto il
móndo. Il suo testo originale
latino, tradotto in almeno
100 lingue e riproposto in più
di 3.000 edizioni, considerato
universalmente capolavoro
della mistica cristiana, è scritto prevalentemente in forma
di dialogo fra Cristo e l’anima
del credente.
L’anima: «O Signore che
permettesti il sorgere in me
di questa tentazione e di questa tribolazione, ,sia benedetto il tuo nome in eterno. Evitarla non posso; sono quindi
nella necessità di ricorrere a
Te perché Tu mi venga in
aiuto e la volga in bene per
me. (...] Dammi la pazienza
anche questa volta. Signore;
aiutami, o mio Dio, e i miei
timori, per quanto gravosi si
dissiperanno. Ma ora, finché
durano, che cosa dirò? Ho
ben meritato di sentire tutto
il peso della tribolazione; è
giusto, dunque che io lo sopporti (e almeno lo facessi con
rassegnazione!) fino a quando la bufera sia passata e sia
tornata la calma. La tua mano potente può allontanare
anche questa prova, almeno
mitigare la violenza perché io
non soccomba compietamente; così come già tante
altre volte hai fatto, o mio
Dio e mia misericordia. E
quanto più riesce difficile a
me, o mìo Dio e mia misericordia, tanto è più facile questo mutamento alla mano
dell’Altissimo».
Cristo: «Figlio, “io sono il
Signore; io ti conforto il giorno della tribolazione” (Naum
1,7). Vieni dunque, a me
quando ti senti angustiato.
Ciò che ostacola maggiormente il conforto celeste è il
tuo ritardo nel ricorrere alla
preghiera. Prima di volgerti a
me con fervore, infatti, tu vai
cercando mille altre consolazioni, svagato all’esterno; Ne
avviene che ciò ben poco ti
serve fino a che riconosca
che sono io colui che libera
chi spera in me, e che lontano da me non esiste valido
aiuto, né consiglio utile, né
rimedio duraturo. Ora però,
rianimato dopo la bufera, riprendi forza alla luce delle
mie misericordie; io ti sono
vicino, dice il Signore non solo per riportare tutto nello
stato di prima, ma anche per
dare con sovrabbondanza.
“Forse che qualche cosa mi è
difficile?” (Geremia 32, 27).
Sarei io simile a chi dice e
non fa? Dov’è la tua fede? Stai
saldo e perseverante, longa
nime e forte; la consolazione
al momento opportuno ti
verrà. Aspettami, aspettami;
verrò e ti guarirò. Non è che
una tentazione ciò che ti agita, paura vana che ti fa tremare. Che giova preoccuparsi per l’incerto avvenire se
non ad aggiungere tristezza a
tristezza? “Ad ogni giorno basta il suo male?” (Matteo 6,
34). Niente più insensato e
più inutile che il turbarsi o il
rallegrarsi di ciò che forse
non avverrà mai».
(da Imitazione di Cristo, Bur,
Classici, 1999, pp. 138-139)
4
PAG. 4 RIFORMA
VENERDÌ 2 FEBBRAIO 2(K|,
Potsdam: riunione del Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle chiese
Nel cuore della Germania riunificata
Presenti molte personalità straniere e tedesche. Previste discussioni plenarie sull'economia
mondiale e la riconciliazione in Europa. Lancio ufficiale del Decennio «Vincere la violenza»
Dopo dodici anni il Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec) torna in Germania per
una riunione del suo Comitato centrale, l’organo direttivo
più importante tra un’Assemblea generale e l’altra. La sessione del Comitato, che comprende 150 membri, si svolge
dal 29 gennaio al 6 febbraio a
Potsdam. Si è aperta domenica 28 gennaio alle 18, con un
culto celebrato nella St. Nikolai-Kirche a Potsdam.
Il segretario generale del
Cec, Konrad Raiser, si è rallegrato di accogliere il Coinitato
nel suo paese natio: «È una
opportunità sia per i partner
ecumenici in Germania sia
per il Cec, e spero che sapremo approfittarne». Per Raiser
inoltre è molto importante
che il Comitato si riunisca per
la prima volta nella Germania
riunificata. Durante gli oltre
50 anni di esistenza del Cec, il
Comitato centrale si è riunito
tre volte nella Germania ancora divisa; nel‘1974 a Berlino
Ovest, nel 1981 a Dresda e nel
1988 ad Hannover.
11 programma della sessione prevede diverse sedute
plenarie, dedicate in particolare all’economia mondiale,
alla riconciliazione in Europa, al Decennio «Vincere la
violenza», al ruolo delle chiese in una società secolarizzata, e al rapporto della Commissione speciale sulla partecipazione degli ortodossi al
Cec. Uno dei punti culminanti della sessione sarà il
lancio internazionale del Decennio «Vincere la violenza»,
a Berlino, domenica 4 febbraio, con un culto ecumenico celebrato nella «Gedächtnis-Kirche» e una manifestazione di lancio organizzata
presso la Casa delle culture
del mondo alla presenza di
eminenti personalità venute
dalla Germania e dall’estero,
fra cui il Premio Nobel della
pace José Ramos-Horta, del
Timor orientale, e la prof.ssa
Rita Sùssmuth, tedesca, ex
presidente del Bundestag e
Berlino: la porta di Brandeburgo
presidente della Commissione sull’immigrazione dell’attuale Bundestag.
Diversi ospiti di riguardo
hanno annunciato la loro presenza aUa sessione del Comitato centrale, fra cui il presidente della Repubblica federale di Germania, Johannes
Rau e l’ex presidente Richard
von Weizsäcker. Durante la
seduta plenaria sulla riconciliazione e la pace in Europa, il
Comitato centrale accoglierà
in particolare l’ex commissario federale incaricato dei
dossier del Servizio di sicurezza di stato della ex Germania
Est (Ddr), Joachim Gauck, il
direttore dell’Istituto ortodosso di ricerca missiologica di
San Pietroburgo, Valdimir Federov, nonché Paul Oestreicher, canonico emerito della
cattedrale di Coventry.
La seduta plenaria sull’economia mondiale dovrebbe incitare i membri del Comitato
centrale a porre domande critiche su temi quali il baratro
sempre più ampio che si sta
scavando tra i ricchi e i poveri, e a interrogarsi sul sistema
finanziario e commerciale
mondiale. A tale riguardo, occorrerà prendere in considerazione «la necessità di ritrovare dei valori e di fare fronte
alle sfide etiche dell’economia fondandosi sulla prospettiva della fede». Questa seduta plenaria sarà l’occasione
per il Cec di riprendere e di
approfondire problemi critici
già sollevati durante la Sessione straordinaria dell’Assemblea dell’Onu sullo sviluppo
sociale svoltasi a Ginevra dell
26 al 30 giugno 2000.
Infine, si aspetta con impazienza il rapporto della Commissione speciale sulla partecipazione degli ortodossi al
Cec. La Commissione è stata
istituita dalla Vili Assemblea
del Cec ad Harare, nello Zimbabwe, nel 1998, in risposta
alle tensioni che si erano
apertamente manifestate tra
ortodossi e protestanti prima
dell’Assemblea. Gli ortodossi
avevano espresso il loro scon
(Foto J.-J. Peyronel)
tento con una presa di posizione pubblicata nel maggio
1998 a Tessalonica, in Grecia.
Nel loro commento, le chiese
ortodosse sottolineavano, da
un lato, la loro lunga tradizione ecumenica e la loro attiva
collaborazione aH’interno del
Cec, ma d’altra parte contestavano le attuali stmtture del
Cec che a parer loro costituiscono un ostacolo per una
adeguata partecipazione ortodossa alla vita del Cec.
Fra altri punti critici, questa presa di posizione menzionava lo stallo delle «discussioni teologiche multilaterali tra cristiani», il linguaggio liturgico utilizzato dal
Cec nonché le questioni dell’ordinazione delle donne e
Lorientamento sessuale. Fra
le 337 chiese membro del
Cec, 21 sono ortodosse: esse
rappresentano oltre un terzo
di tutti i cristiani che appartengono alle chiese membro
del Cec. La Chiesa ortodossa
russa è la più grande chiesa
membro del Cec. (Cec info)
Eurodiaconia - Job advertisement
General Secretary
The Board of Management of Eurodiaconia decided to
ask Eurodiaconia’s members to propose candidates for the
position of a General Secretary and to ask suitable candidates to submit their application by March 15,2001.
The General Secretary will work in a team consisting of
several staff members. TTiis team will be set up step by step
and will finally comprise three desk officers, one administrator and one secretary.
The General Secretary manages the General Secretariat.
He/She participates in Eurodiaconia’s Board meetings and
cooperates closely with the Board members. ’The members of
the General Secretariat are permanently in Brussels and in
their respective areas of responsibUity represent Eurodiaconia vis-a-vis the EU institutions and the public. The General
Secretariat is responsible for continuous lobbying work in
Brussels and organizes public relations work as well as the
provision of information and the exchange of experience
between Eurodiaconia’s members. The General Secretariat
supports the development of an informed opinion within the
Federation, prepares decisions and implements them.
The General Secretary’s special tasks include reflections
on strategy and the participation in consultation processes
in the fields of theology/ethics/social politics/social Europe/voluntary work. In particular, we expect the future General Secretary to encourage and promote diaconal work.
The duties of the General Secretary include:
- overall responsibility and management of the General
Secretariat
- coordination and management of individual responsibilities
- preparation of the Board meetings and of the Annual
General Meeting
- preparation and supervision of the budget
- cooperation with the Board of Management
- supervision of the implementation of resolutions ,
- lobbying work, relations with other associations.
We expect a scientific degree and, if possible, knovdedge
of English and French. The vacancy is a full-time position;
salary according to a pastor’s salary. ,• y. ■ *
Applications are to be sent to Eurodiaconia’s Brussels office, Bd. Charlemagne 28, B-1000 Bruxelles.
Brussels, January 18,2001
Eurodiaconia - Job advertisement
Desk officer
for social-political affairs
In the framework of the new staffing of the General Secretariat, the Board of Management of Eurodiaconia has decided to advertise the position of a «desk officer for socio-political affairs» (place of work: Brussels).
The General Secretariat represents Eurodiaconia vis-a-vis
the EU institutions and the public. The General Secretariat
engages in continuous lobbying work in Brussels and organizes public relations activities as well as the provision of
information and the exchange of experience among Eurodiaconia’s members. The General Secretariat supports the
Federation’s development of an informed opinion, prepares decisions and puts them into practice. Among its special
tasks range reflections on strategic development, an exchange of experience as well as participation in consultation processes within Europe’s diaconia.
The desk officer’s special tasks include the observation of
European decision-making processes, political developments, lobbying work, the establishment of contacts and
working relationships with the European institutions, the
provision of information and its transmission to the public
relations desk officer. The desk officer is answerable to the
General Secretary and is his/her deputy.
We expect a graduate degree and take the membership in
a Protestant Church for granted.
Required are the ability to work in a team, experience
with budget management, the capacity to write texts and
concepts, thorough understanding of political developments, knowledge of European and international institutions and their decision-making processes.
Knowledge of the English or French or both languages is
just as necessary as the ability to work with word processing
systems.
Applications are to be submitted by June 30, 2001 to Eurodiaconia’s office, Bd. Charlemagne 28, B-1000 Bruxelles.
Selected candidates will be invited for an Interview.
Further information can be obtained from: President
Gohde, President of the Diakonisches Werk der EKD, tel.
0049-711-2159-215
Brussels, January 18,2001
DAL MONDO CRISTIANO
! Secondo la rivista americana «Reiigion Today»
Contraddizioni tra il neopresidente
George W. Bush e la Chiesa metodista
WASHINGTON — Sembrano numerose le contraddizioni
tra il neopresidente Usa, George W. Bush, e la Chiesa metodista di cui è membro. Secondo la rivista americana «Reli.
gion Today», che ha pubblicato un’ampia inchiesta in merito, il presidente è favorevole alla pena di morte, contrario
all’aborto anche nei casi di violenza o di incesto, favorevole
alla libera detenzione di armi da fuoco e alla Sanità privata;
tutti temi sui quali la Chiesa metodista Usa ha ripetutamente espresso il proprio dissenso. Accordo invece nella condanna delle unioni omosessuali e della clonazione, (nev/icp)
La notte di Natale in Indonesia
Nuova serie di attentati
contro chiese protestanti e cattoliche
GIACARTA — È passata nel silenzio della stampa internazionale la strage della notte di Natale in Indonesia, dove in
una serie di attentati a chiese protestanti e cattoliche sono
morte 14 persone e 47 sono state gravemente ferite. In Indonesia (213 milioni di abitanti) il 44% è di religione musulmana, i cristiani sono solo il 9% (6% protestanti e 3% cattolici),
Dopo la caduta del dittatore Suharto è in corso una dura
campagna per la completa islamizzazione del paese, (nev/icp)
Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme
Chi succederà al patriarca Diodoro
morto il 19 dicembre scorso?
GERUSALEMME — Dopo la morte del patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, Diodoro I (19 dicembre), non è
ancora stato reso noto il nome del suo successore né la data
del sinodo dei vescovi ortodossi che dovrà indicare chi
prenderà il suo posto in quello che viene definito «il patriar
cato storico più importante del mondo ortodosso». Secondo
l’agenzia stampa ecumenica Eni, tra i più probabili successori figurano i metropoliti Damaskinos e Timoteo. (nev/eni]
Osservatorio europeo su razzismo e xenofobia
L'80% dei cittadini dichiara di essere
favorevole a un'Europa multireligiosa
VIENNA — Sorprendono positivamente i dati rilevati da
una inchiesta condotta dall’Osservatorio europeo su razzismo
e xenofobia (Eumc), oltre 17.000 interviste a cittadini di tuttii
paesi dell’Unione europea. Alla domanda «le dà fastidio chi
professa una religione diversa dalla sua?» il 15% ha risposto
affermativamente mentre l’80% ha dichiarato di non provare
alcun fastidio. Tra le nazioni più refrattarie ad accettare la
presenza di credenti di altre religioni la Danimarca (31,7% di
sì), il Belgio (25,6%) e la Germania (16,3%). (nev/icp)
Per il miglior sermone dell'anno 2000
Premiata Margaret Hay, colonnello
dell'Esercito della Salvezza
LONDRA — Per la prima volta una donna ha vinto il tradizionale premio del quotidiano inglese «Times» per il migliore
sermone pronunciato nel corso dell’anno. Vincitrice di una
selezione di 30 predicatori è il colonnello dell’Esercito della
Salvezza, Margaret Hay, 58 anni, che ha scelto come testo biblico il nono capitolo del Libro di Isaia. «Una splendida conferma che l’Esercito della Salvezza non ha perso la passione e
la chiarezza che animavano i sermoni del suo fondatore Wil
liam Booth» è stato il commento del Commissario Alex Hu
ghes, responsabile dell’Esercito per la Gran Bretagna, (nev)
Eurodiaconia - Job advertisement
Desk officer for Europe outside
the EU and public relations
II pi
carattei
emm
The General Secretariat of Eurodiaconia in Brussels advertises the position of a «desk officer for Europe outside
the European Union and public relations».
Duties:
-lobbying work
-working relationship with EU institutions
- organization of general public relations and campaigns
- establishment of an information network, publication
of a newsletter
- contacts with membership organizations and the press
as well as responsibility for publications
Desired qualifications: Completed occupational training, excellent and clear communication goals, experience
with budget management, writing skills, ability to work under pressure and to elaborate concepts, good computet
knowledge, speaking and negotiating skills in English and
French. Experience with diaconal work is desirable.
Vile take the membership in a Protestant Church fof
granted.
Salary according to the usual salary scale.
Applications are to be submitted to Eurodiaconia’s offi
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viva del nost
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President of the Diakonisches Werk der EKD, tel. 0049-711*
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Cultura
PAG. 5 RIFORMA
Pubblicazione del Centro culturale evangelico «Albert Schweitzer» di Trieste
Il male, esperienza dai molti volti
Il punto di vista filosofico e religioso si accompagna con i risvolti umani di questa
caratteristica ineliminabile del mondo: sono appena stati pubblicati gli Atti del convegno
GIANFRANCO HOFER
L> argomento della quin, ta tavola rotonda organizzata dal Centro culturale
evangelico «A. Schweitzer» di
Trieste nel maggio 2000, della
anale ora sono usciti gli Atti,
tocca un punto cruciale delTesperienza umana, teoretica, etica e religiosa: il male.
L’interesse per l’etica è indubbiamente aumentato nella riflessione contemporanea,
fino a divenire un’urgenza,
talvolta posta in toni drammatici per le sollecitazioni
che vengono per lo più dalla
scienza, con le sue spettacolari conquiste sempre più capaci di incidere sulla vita
dell’uomo e della società, non
senza allarmismi terroristici.
La riflessione teologica più
viva del nostro secolo, specie
dopo Auschwitz, non ha potuto evitare di riflettere in
modo nuovo sulle antiche tematiche del male e della sofferenza, sempre importanti
per le religioni, centrali per il
cristianesimo, ma non di rado cloroformizzate o anche
evitate da più avvincenti linee interpretative globali tra
ottocento e novecento. Nella
riflessione etica, filosofica e
teologica, poi, domina Tenigma del male come elemento
problematico centrale; collegato certamente al discorso
etico generale, ma con una
sua forza impellente, capace
di stimolare e orientare la ricerca e la discussione, per le
sue esigenze vitali immediate
di risposta o speranza.
Il male morale come problema teologico era il titolo della
tavola rotonda, nel linguaggio
preciso e tipico della tradizione cristiana occidentale; variegati sono i contributi raccolti negli Atti, a seconda delle sensibilità, culture, interessi che gli interventi esprimono, tutti nell’ambito del pensiero occidentale e dei tre
grandi monoteismi storicamente imparentati. Sergio
Rostagno, professore della Facoltà valdese di teologia, in
una prospettiva teologica inserita in un ampio orizzonte
storico e filosofico, delinea
sinteticamente lo sviluppo
della tematica nella riflessione occidentale e nella teologia
cristiana, soffermandosi ad
analizzare la situazione della
società attuale, con le sue
nuove urgenze poste all’uomo
e alla società dal progresso
scientifico. Le riflessioni di
Dario Fiorensoli, del Centro
Schweitzer, prendono avvio
dalla classica impostazione
terminologica e teorica del
male, cosmico e morale, e
della responsabilità dell’uomo, rilevandone i limiti nella
linea della prospettiva dinamica della nuova creazione.
Maurizio Pagano, dell’Università di Trieste, in un’ottica
filosofica con riferimento
teologico ritenuto indispensabile, si situa nel filone ermeneutico della riflessione
contemporanea. Aspetti della
' problematica, che si trovano
all’origine e nello sviluppo
storico della cultura occidentale, vengono affrontati dalle
relazioni di Stelio Zeppi e di
Aldo Magris, dell’Università
di Trieste. Il primo si sofferma su una delle radici dell’Occidente, quella greca, analizzando testi della letteratura e della filosofia presocratica; Magris, partendo
dall’ambiente biblico, penetra invece quel complesso
mondo della letteratura apocalittica, gnostica e in particolare manichea, con i richiami e le interpretazioni
delle scritture ebraico-cristiane, che indirettamente e anche direttamente hanno avu
to tanto peso su come si è venuto a porre il problema in
Agostino, nodo della riflessione sul male in Occidente.
Elementi che permettorio di
situare l’atteggiamento di diverse esperienze religiose nei
confronti del problema del
male vengono offerti da Umberto Piperno, rabbino di
Trieste, per l’ebraismo; da
Khaled Fouad Allam, docente
all’Università di Trieste, per
l’Islam contemporaneo e da
Aldo Natale Terrin, dell’Università cattolica di Milano,
per aspetti di novità religiose
emergenti nella società attuale nella New Age. La pubblicazione si conclude con un’appendice a cura di Dario Fiorensoli, al cui impegno si deve
la realizzazione dell’iniziativa,
che raccoglie in ben 62 posizioni, sinteticamente espresse, altrettanti modi di rispondere alla domanda «ande malum», che gli uomini si sono
posti in diverse culture.
Il fascicolo degli Atti II male morale come problema teologico (pp. 110) è disponibile
gratuitamente, sino all’esaurimento, per i Centri e le Comunità che ne facciano richiesta (piazza San Silvestro
1, 34121 Trieste).
Grass e Hobsbawm: due libri utili per pensare a conne vivere il terzo millennio
Cerchiamo di non ripetere gli errori del passato
FRANCO CAMPANELII
Quante riflessioni hanno
pervaso e ancora accompagnano la fine del secondo
millennio, quanta voglia di bilanci, quante aspettative e
■quante speranze per l’avvenire; come se il solo mutamento
temporale, la transizione da
un’epoca a una nuova, possa
di per sé rinnovare il mondo,
rendere d’un colpo tutti più
lindi e tutti più buoni. Quanto
non sia vero questo assunto
ce lo confermano i tragici
eventi di questi mesi, segnati
da conflitti etnici, ancora in
tante parti del mondo. Se è lecito fare un resoconto, tirare
le somme, è solo per cercare
di capire meglio il proprio vissuto e poter credere ancora in
un cambiamento.
Tra il mare di scritti sull’argomento voglio segnalare
due libri e con essi i due autori che, per un verso e per
l’altro, mi hanno particolarmente colpito: Günter Grass
e Eric 1. Hobsbawm. Contro
le «parole del potere» che
hanno devastato questo secolo c’è, secondo Grass, Tunica alternativa di «ricordare
per non ripetere gli stessi errori del passato». Di fronte alle apodittiche enunciazioni:
«Così è stato detto, e così si
faccia!», Grass non fa che sottolinearne la stupidità del
Contenuto e le conseguenze
da esse inevitabilmente derivate. Ai tedeschi della sua geherazione che hanno dovuto
contrastare la tentazione di
una certa rimozione mentale
di quella catastrofe, nella
quale direttamente erano
stati coinvolti, lo scrittore ha
costantemente additato il richiamo alla memoria quale
atto di rigenerazione possibile: parlare, discutere, non
scansare le proprie responsabilità, se non altro per avversare i rinascenti movimenti
nazionalisti che a quella primigenia vacuità ancora fortemente si ispirano.
È così che nel suo ultimo libro' vengono fuori le persone
senza alcuna aura, nella loro
disarmante normalità, nel loro mero essere ciò che sono:
sballottate qua e là dagli eventi della Storia, che cade
come un macigno sulle loro
teste. Vengono evidenziati i
pareri, le impressioni, i giudizi di chi non ha contato niente. Questo è forse il merito
principale del libro. Perché,
sembra chiedersi l’autore,
anche nel libero atto narrativo, devono essere sempre gli
specialisti, l’élite, i pochi addetti ai lavori a descrivere gli
eventi che, a loro volta, altri
eletti hanno causato, nel bene e nel male? Così, messa da
parte la prerogativa letteraria, Grass cuce insieme cento
fatti rilevanti, e li fa raccontare ciascuno da un personaggio diverso, talvolta registrando reali dichiarazioni o
interviste, talaltra prendendo
spunto da avvenimenti marginali ma significativi, in un
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paio di occasioni narrando di
se stesso, ma in controluce,
proprio per dare spazio alle
persone «senza voce».
Con questo espediente
Grass riesce magistralmente a
centrare il suo proposito, proprio quando è giunto all’apice
della sua carriera. È impossibile ordinare la Storia secondo le umane determinazioni,
vedete quali sono i risultati,
dice il romanziere: «Deportazioni, lager, gulag, violenze,
guerre, devastazioni, i frutti
dell’orgoglio e della presunzione delTuorao, animato dal
solo intento di piepre alla
sua volontà il proprio simile,
con le buone o con le cattive»;
per manifestare, nelTultimo
secolo, il suo amore verso il
creato, si è ornato di una superba comprensione e giustapposizione del suo ego al
centro dell’universo. Non
semplicemente un atto di riprensione nei confronti dei
suoi connazionali, ma anche
un invito pedante e appassionato alla riflessione per capire
da che parte stiano le negatività. Si faccia attenzione a
non cadere nelle spire di un
conformismo apatico e, dunque, si sappia con coraggio
prendere decisioni e operare
scelte senza delegare il compito ad altri.
Da Eric Hobsbawm' vengono invece sottoposte al vaglio le idee che hanno animato i grandi movimenti
della Storia, vengono messe
in luce le contraddizioni e i
paradossi, denunciate le distorsioni, gli errori e gli orrori, questo essendo il compito
ineludibile dello storico. Come non rilevare a esempio le
storture del capitalismo selvaggio, ora nella sua connotazione globalizzante, senza
confini spazio-temporali: finalizzato essenzialmente
all’arricchimento di alcuni
pochi, ha causato, nel Novecento, lo spostamento di
grandi masse di lavoratori
dal terzo al primo mondo;
adesso, imperante la tecnocrazia, le comunicazioni ipertecnologizzate, si vogliono respingere quelle stesse
masse, dal momento che.
considerate come mere entità di scambio, si preferisce
far ricorso ad asettici sistemi
robotizzati.
E tuttavia, pur mettendone
a nudo i nefasti effetti, Hobsbawm lascia ancora trasparire la sua fiducia in una dinamica della storia, foriera
anche di progressi inimmaginabili appena qualche decennio or sono. Proprio quel
«Common People», quei cittadini qualunque che, dice il
saggista, durante la Resistenza in Europa hanno opposto
il proprio rifiuto di obbedienza alle decisioni di un’autorità, diventando finalmente
protagonisti, ancorché privi
di pubblici riconoscimenti,
sicuramente di primaria importanza per le sorti del loro
paese. Con ciò, un appello risoluto a intraprendere una
nuova direzione, a rivestire
un nuovo modo di pensare,
di governare. Da studioso rigoroso, forgiato alla scuola
del marxismo teorico, Hobsbawm pur avendo corretto
la rotta di una giovanile
spontanea ortodossia può
ora presentarci altre modalità di fare politica.
Ambedue questi autori, in
una sorprendente coincidenza di vedute, conducono alla
medesima conclusione: gettare alle ortiche il vecchio
modo di essere e affrontare
in maniera nuova il secolo
che sopraggiunge. A noi non
resta che domandarci se sapranno oggi le persone che
comandano, i potenti della
terra, i governanti capire finalmente le ragioni degli ultimi, dare loro quel poco di voce, spazio e dignità che chiedono e che a loro spetta. Se
sapranno comprendere le ragioni dei minimi, dei diseredati che vorrebbero solo aver
diritto di accesso a un’esistenza normale, solo quanto
basta senza essere costretti,
unicamente per questa aspirazione, a rischiare ancora la
vita oggi, all’inizio del terzo
millennio dell’era cristiana.
(1) Günter Grass: Il mio secolo. Einaudi, 1999.
(2) Eric L Hobsbawm: Intervista
sul nuovo secolo. Laterza, 1999.
LIBRI
Narrativa Vivere con Thandicap
Il tema delThandicap e della disabilità è al centro dell’ultimo lavoro del romanziere italiano Giuseppe Pontiggia: partendo dal punto di vista del padre. Nati due volte (Mondadori, 2000, pp. 232, £ 29.000), il delicato racconto esprime tutte
le ansie, le aspirazioni, le frustrazioni ma
anche le soddisfazioni di vedere crescere,
pur tra mille problemi, a volte grotteschi,
un figlio penalizzato dalla nascita. Vivere
con Thandicap presuppone nel racconto
non solo la messa a punto delle strategie
familiari necessarie, ma anche un vero e
proprio lavoro di ricostruzione (o di costruzione?) dei rapporti sociali con un ambiente non abituato a questa esperienza.
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Teol^a Dostoevskij e la Bibbia
Simonetta Salvestroni è già nota ai lettori per il saggio pubblicato sulla rivista della Facoltà valdese di teologia «Protestantesimo»: il tema affrontato sulla rivista (Dostoevskij e le
svolte teologiche del ’900] è nella stessa linea
di questo suo libro pubblicato dalle edizioni
della Comunità di Rose (Dostoevskij e la
Bibbia, Qiqajon, 2000, pp. 277, £ 35.000). Rifacendosi ai grande nomi dell’interpretazione dostoevskijana, l’autrice passa al setaccio le opere maggiori dello scrittore russo (L’idiota, Delitto e castigo, I demoni, Ijratelli Karamazov] chiarendone i profondi rimandi e le suggestioni bibliche.
RADIO
Culto radio
Ogni domenica mattina alle 7,30 sul primo canale
radio Rai, predicazione e notizie dal mondo evangelico italiano e estero, appuntamenti e commenti di attualità.
TELEViSiONEB^^^M
Protestantesimo
Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse a
domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle ore 24
circa e alle ore 9,30 del lunedì successivo. Domenica 4 febbraio, ore 23,50 circa, andrà in onda: «Albert Schweitzer»; «Semi di Pace»; «Terza di Copertina». La replica sarà trasmessa lunedì 5 febbraio alle ore 24 e lunedì 12 febbraio alle 9,30 circa.
■¡¡in distribuzione il numero 174 (innZiverno 2000) di «Gioventù evongelico». In questo numero pubbli
evangelica
sull’ebroicità di Gesù (Fulvio Ferrano, Paolo De Benedetti), una
riflessione sullo globalizzazione (M.P.Joseph), interventi sullo Nato
(Marco Clementi), la ricerca teologica «al maschile» (Daniele
Bouchard), il futuro del protestantesimo (Elizabeth Green), appuntamenti e segnalazioni, più il consueto inserto «Judaica» a cura della
Libreria Claudiana di Milano.
ABBONAMENTI
normale........................i- 50.000
sostenitore...................... 100.000
estero....................■.......65.000
«3 copie al prezzo di 2»......... 100.000
cumulativo GE/Contronti.......... 100.000
versamenti da effettuare sul ccp n. 35917004 intestato a:
gioventù evangelica
via Porro Lambertenghi, 28 - 20159 Milano
6
PAC. 6 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 2 FEBBRAIO 20(ii rtERO' 2 F^BBRì
Una nuova cucina e una nuova sala da pranzo per la Casa di riposo di Avigliana
La ristrutturazione di Villa Grazialma
Con un grande sforzo econonnico e un gronde impegno si è riusciti o dare il via a uno serie
di importanti lavori che non erano più rinviabilL Anche l'anno in corso è ricco di progetti
MARIALUISA MOLLICA
ALL’INIZIO di ogni anno
si tracciano i bilanci di
quello appena trascorso, soffermandosi in particolare su
quanto di positivo e di costruttivo vi sia stato. Così è
anche per Villa Grazialma. Il
2000 ha soprattutto regalato
agli ospiti della Casa la tanto
sospirata e panoramica sala
da pranzo e la altrettanto indispensabile nuova cucina
modernamente attrezzata e
conforme alle leggi vigenti.
Sono infatti trascorsi più di
dieci anni da quando iniziarono i primi progetti che avevano come obiettivo la dislocazione della sala da pranzo nei
locali adibiti a direzione (ex
cappella) e quella della cucina
nei locali sottostanti, occupati
dalla lavanderia. Infatti la sala
da pranzo era nel locale attiguo alla vecchia cucina, buia
e poco accogliente.
Per poter realizzare questo
grande sogno si sono incontrate molte, anzi moltissime
difficoltà burocratiche, logistiche ed economiche. I vari
enti interessati (Asl, Comune,
Vigili del fuoco) haimo impegnato il direttore, Ezio Blandino, a fornire la documentazione più disparata per rilasciare le necessarie autorizzazioni. Altrettanto complessa era l’organizzazione della
ristrutturazione, che prevedeva la risoluzione di grandi
problemi logistici per non
turbare la vita quotidiana degli ospiti. Dapprima occorreva ristrutturare e soprattutto
adeguare alle severe normati
La nuova cucina
(foto Ivo Blandino)
ve i locali destinati a cucina;
prese d’aria, scarichi dei fumi, contatori e rubinetterie di
sicurezza per il gas, uscite di
sicurezza e così via.
Anche l’arredo e la costosissima attrezzatura deve essere a norma: tutto in acciaio
inox, dai frigoriferi agli scaldavivande, dai lavelli ai piani
di lavoro differenziati per i cibi crudi, cotti, da pulire e lavati. Così ultimata, la nostra
sembra proprio la cucina di
un ristorante per intenditori,
e gli ospiti di Villa Grazialma
sono dei buongustai. Dalla
cucina con l’ascensore si
giunge direttamente nella sala da pranzo; finalmente ampia, luminosa, dalle grandi finestre che si affacciano sul
guardino con vista panoramica sulle montagne. E anche qui la sicurezza è prioritaria: porte antipanico, tovagliati e rivestimenti delle sedie in materiale ignifugo,
senza però che sia trascurata
l’estetica. Pareti decorate con
disegni di frutta variopinta
come le tovaglie; i tessuti delle comodissime poltroncine
con braccioli di colore verde
coordinato come gli inserti
del nuovo pavimento, che regalano allegria a chi entra.
Per realizzare tutto questo
sono stati necessari la costante vigilanza del direttore
Blandino e un grande sforzo
economico, ma tra entusiasmi e momenti di sconforto il
Signore ha permesso di poter
completare i lavori e concretizzare un atto di fede: il sogno di poter donare agli ospiti una accogliente sala da
pranzo e una moderna cucina alberghiera.
Come ogni anno, oltre al
bilancio del passato si progetta il futuro, e così accade anche per Villa Grazialma. Le
opere di ristrutturazione non
sono concluse con questo lotto di lavori, anzi procedono
celermente. Sono già a buon
punto lo smantellamento e la
sistemazione dei locali a piano terra che erano cucina e
sala da pranzo, che costituiranno con la vecchia sala tv
un nuovo ampio e luminoso
locale soggiorno, suddiviso in
aree diverse per conversazione, gioco e tv, lettura, intrattenimento e riunioni per il
culto. A breve inizierà la costruzione della veranda che
chiuderà in tutta la sua lunghezza l’edificio proteggendo
dal freddo e dalla pioggia fino
all’ascensore esterno. A seguire saranno appaltati i lavori di ristrutturazione dell’infermeria più ampia e moderna e della realizzazione
dei locali della direzione e
degli uffici di segreteria.
Il 2001 è pertanto ricco di
progetti che con l’aiuto del
Signore e delle nostre preghiere, unitamente alle offerte, si potranno presto realizzare donando agli ospiti anche un confortevole soggiorno a Villa Grazialma.
1 rappresentanti di 6 confessioni religiose dal ministro della Giustizia, Fassino
Parità di trattamento per la cappellania nelle carceri
FRANCO SCARAMUCCIA
IL Tar del Lazio con recente
sentenza aveva dichiarato
illegittimi e quindi nulli due
articoli del Dpr 30/6/2000
«Regolamento recante norme
sull’ordinamento penitenziario e sulle misure privative e
limitative delta libertà». Si
rendeva quindi necessario da
parte del ministero alla Giustizia provvedere alla stesura
delle modifiche da apportare
per sostituite gli articoli annullati.
A tale scopo il ministro, on.
Fassino, assistito dagli alti
funzionari del suo ministero,
ha convocato il 23 gennaio i
rappresentanti delle sei con
fessioni con Intesa (Tavola
valdese. Unione delle chiese
awentiste. Assemblee di Dio
in Italia, Unione delle comunità israelite. Opera per le
chiese evangeliche metodiste
in Italia, Unione cristiana
evangelica battista d’Italia,
Chiesa luterana in Italia), accompagnati dall’on. Domenico Maselli, per concordare il
da farsi dopo la decisione del
Tribunale regionale.
L’incontro è stato franco e
assai dibattuto: i funzionari
del ministero hanno fatto
presenti le difficoltà di applicazione delle norme previste
dalle varie Intese rispetto alle
necessità di sorveglianza
all’interno delle carceri; i rap
presentanti delle confessioni
hanno ribattuto che il regime
delle Intese, se applicato con
intelligenza, non crea alcun
motivo di confusione o di difficoltà. I ministri designati
dalle confessioni, infatti, sono ben identificati per ogni
regione e non sono in numero tale da dar luogo a possibili problemi per l’ordinamento carcerario. I rappresentanti delle confessioni hanno anche messo in luce la palese
disparità con cui i ministri da
loro designati si trovano ad
operare nei confronti dei
cappellani cattolici, che invece (nella pratica soprattutto
ma non solo) godono di notevoli facilitazioni.
«Chi fa opere di misericordia,
le faccia gioia» ‘
(Romani 12,8)
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La nuova sala da pranzo a Villa Grazialma
L’on. Fassino si è dimostrato molto sensibile alle rimostranze ricevute dalle confessioni e ha promesso l’impegno del suo ministero per appianare ogni difficoltà. Dopo
il lungo confronto si è deciso
di provvedere ovviamente a
una modifica degli articoli annullati dal Tar per renderli
aderenti al testo delle Intese e
di prevedere delle convenzioni applicative, che dovranno
essere concordate da ciascuna confessione con il ministero, nel senso di rendere la posizione del ministro evangelico nelle carceri pari a quella
del cappellano cattolico. Le
convenzioni saranno preparate insieme fra ministero e
una commissione, che rappresenterà tutte le confessioni
con Intesa, e saranno poi discusse e firmate singolarmente dalle confessioni stesse.
In chiusura, nel ringraziare
il ministro per la disponibilità
e l’apertura dimostrate
nell’incontro, le confessioni
hanno lamentato che il regolamento in questione fosse
stato preparato senza sentire
preventivamente il parere
della confessioni, come recitano espressamente i testi
delle varie Intese: in questo
modo si sarebbero anche sicuramente evitati gli errori
che hanno portato al ricorso e
alla sentenza di annullamento del Tribunale regionaie. Il
ministro Fassino si è scusato
con le confessioni e ha affermato la sua volontà che ciò
non si ripeta per il futuro.
(foto Ivo Blandino) ^ésa luterani
_____________________ Inione ebraica
LA CSD INFORMA
Erogazione di «borse» per
ospiti in case di riposo
In un quadre
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La Commissione sinodale per la diaconia (Csd) dispone, in
base alle indicazioni del Sinodo e tramite apposita Commissione, l’erogazione di borse di sostegno a integrazione delle
rette per ospiti presso gli istituti per anziani operanti nell’abito
dell’ordinamento valdese (vedi Riforma del 22 dicembre scorso, pag. 6). ,
Il regolamento attuativo, adottato a titolo sperimentale per
l’anno 2001, è disponibile presso la Csd e presso le Case di riposo; a richiesta può essere inviato ai diaconi, ai pastori, ai
Concistori e ai Consigli di chiesa che ritengono di potersene
avvalere.
Le persóne ospiti o che intendono essere ospitate presso le
Case di riposo e che ritengono di possedere i requisiti previsti
dal regolamento possono presentare domanda sull’apposito
modulo e allegando la documentazione prevista, indirizzandola a: Commissione sinodale per la diaconia, via Angrogna
18, 10066 Torre Pellice, tei. 0121-953122, fax 0121-953125, email csd.diaconia@tpellice.it.
Contemporaneamente la Csd ricorda alle chiese che sono
aperte le adesioni al fondo di solidarietà delle borse medesime
che, ovviamente, deve essere costantemente alimentato. Contributi, doni ed eventuali lasciti di singoli e chiese possono essere inviati sul conto n. 1067; codice Abi 01025; Cab 30600 intestato a Csd-Commissione sinodale per la diaconia. A richiesta può essere fornita la ricevuta valida ai fini della defiscalizzazione (Legge 409 del 5-10-1993).
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Offerta di lavoro
La Commissione sinodale per la diaconia (Csd) avvia
la selezione di una/un
segretaria/o di direzione
preferibilmente con diploma o titolo universitario, età
fra i 25 ed i 30 anni, attenta/o e precisa/o, capace di lavorare in autonomia e di organizzare il proprio tempo,
naturalmente portata/o a gestire con efficacia i rapporr
ti interpersonali. Il lavoro, inizialmente part-time, potrà
assumere sviluppi interessanti neH’ambito del potenziamento dei servizi della Csd in Torre Pellice.
Le/gli interessate/i sono pregate/i di inviare, entro
febbraio 2001, dettagliato curriculum con recapiti a:
Commissione sinodale per la diaconia - via Angrogna,
18-10066 Torre Peillice.
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Cercasi impiegato/a
La Csd-Foresteria valdese di Torre Pellice ricerca
per ufficio, con funzione di sportello informativo, di
prossima apertura in via Arnaud un impiegato/a con
buona conoscenza di almeno 2 (meglio 3) lingue straniere tra tedesco (quasi indispensabile), francese inglese e spagnolo, buona conoscenza della Chiesa valdese e del territorio delie Valli; titolo preferenziale
aver frequentato il Liceo valdese e i corsi per accompagnatori organizzati dai Ccv. .
Inviare domanda entro il 10 febbraio prossimo a:
Foresteria valdese, via Arnaud 34, 10066 Torre Pellice
tel.0121 -91801 - fax 0121 -950049
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PAG. 7 RIFORMA
Il ministero delle Finanze ha fornito i dati della dichiarazione dei redditi del 1996
I dati analitici deirotto per mille
fiumentano il gettito complessivo dell'Irpef e le scelte espresse a favore delle chiese valdesi
e metodiste, mentre diminuiscono le scelte totali espresse (che scendono al 41,15%)
BRUNO RICCA
i*lnistero delle Finanze ci ha fornito i dati analitici, comune”Ì>er comune, relativamente alle dichiarazioni dei redditi
1|96, presentate nel 1997. È questo il secondo anno che ot¡fno queste informazioni, così sembra opportuno compaa quelle ricevute l’anno scorso.
Il quadro generale
^ le dichiarazioni presentate nel 1997 e quelle presentate
1 ¡096 il numero dei dichiaranti è diminuito di 3 milioni, da
à,010.494 a 29.095.069, cioè del 10%.
iescelte espresse sono scese invece di 2.450.000, da
1247.852 a 11.897.589, cioè del 17%, in modo proporzional[¿nte maggiore alla diminuzione dei dichiaranti con l’effetto
iprtare la percentuale di chi esprime una scelta al solo
1,15% contro il 45,48% dell’anno precedente: praticamente
»io 4 persone su 10 indicano la destinazione dell’Opm.
Le scelte espresse a favore delle chiese valdesi sono scese di
LOCO, da 210.343 nel 1996 a 189.006 nel 1997, cioè del 10%,
léno della diminuzione delle scelte espresse nel complesso. La
^htuale delle firme a favore delle chiese valdesi sul totale
eEffpelte espresse di conseguenza è salita da 1,48% a 1,59%.
*^Le]^ercentuali degli altri destinatari sono così variate;
I Mesa cattolica
I ¡tato
I Mese awentiste
* i
landino) ^eSa luterana
_______iiione ebraica
per
da 82,56%
da 14,43%
da 0,80%
da 0,41%
da 0,32%
(prima volta)
Le regioni
a 81,58% firme
a 14,52%
a 0,64%
a 0,44%
a 0,60%
0,63%
In un quadro generale di diminuzione delle scelte espresse,
lihiamo
Eoni in aumento
,¡l’abito Giulia
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14.521
10.433
5.355
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te d’Aosta
^ r^oni in calo
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la Romagna
ìa
da 1.590
da 591
da 2.771
da 495
da 2.817
da 901
da 5.826
da 1.830
da 18.449
da 5.452
da 17.618
da 9.877
avvia
entro
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¡ioni in forte calo
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da 51.601
da 52.112
a
a
17.051
11.389
6.147
1.617
556*
2.713
421
2.730
778
5.348
1.259
17.449
4,296
17.449
6.618
44.323
44.602
+ 2.530 firme
+ 956
+ 792
totale + 4.278
+ 27 firme
-35
-58
-74
-87
-123
totale
-350
- 478 firme
- 571
- 1.000
- 1.166
- 2.661
- 3.259
totale-9.135
- 7.278 firme
-7.510
totale -14.788
La città di Torino
(diminuzione delle firme)
Rimane la città con il più alto numero di firme che però scendono di 3.847, cioè del 22,2% (da 17.528 a 13.681 nel 1996), ma
con una percentuale delle firme espresse in crescita dal 5,8%
nel ’95 al 6,5% nel ’96 perché le scelte espresse a Torino sono
scese del 28,8% da 298.000 nel 1995 a 211.700 nel 1996.
I comuni della cintura di Torino
(aumento delle firme)
Complessivamente i 14 comuni esaminati passano da 5.368
firme nel 1995 a 5.436 firme nel 1996 con un aumento di 68 firme con percentuali tutte in crescita e con punte di 7,5% (7,1
nel ’95) a Pino Torinese, di 7,1% (6,3 nel ’95) a Moncalieri, di
5,6% (4,8 nel ’95) a Collegno ecc.
I comuni della valle di Susa
(invarianza)
I 10 comuni esaminati rimangono costanti: 1.979 firme nel
’95 e 1.963 firme nel ’96 con percentuali in crescita: 8,4% (6,0
nel ’95) a Cumiana, 7,8% (6,4 nel ’95) a Giaveno, 7,2% (4,9 nel
’95) a Condove ecc.
Milano
(diminuzione delle firme)
È la seconda città come numero di firme ma scende di 3.746
firme, cioè del 22% (da 16.997 ^me nel ’95 a 13.251 nel ’96).
Le città con più di 1.000 firme nel 1995
Nel 1995 erano 15 le città con più di 1.000 firme, nel 1996 sono 13 essendo Modena e Bergamo scese al di sotto.
Di questo gruppo 4 città sono in crescita
Venezia da 1.183 a 1.613 + 430 + 36%
Eirenze 2.270 2.602 + 332 + 15%
Verona 1.387 1.585 + 198 + 14%
Trieste 1.707 1.904 + 197 + 12%
totide +1.157
Una città rimane costante
Moncalieri da 1.134 a 1.134 0
Dieci città diminuiscono
Brescia da 1.535 a 1.463 - 72 - 5%
Bergamo 1.055 952 - 103 -10%
Modena 1.060 847 - 213 -20%
Palermo 1.334 1.109 - 225 -17%
Napoli 1.723 1.282 - 441 -25%
Bologna 3.738 3.018 - 720 -19%
Genova 4.524 3.361 -1.163 -26%
Roma 13.917 12.726 -1.191 - 8%
Milano 16.997 13.251 -3.746 -22%
Torino 17.528 13.681 -3.847 -22%
totale-11.721
Alcuni commenti
I dati dei comuni delle valli valdesi
(diminuzione delle firme, salvo Pinerolo)
Il complesso dei comuni, escluso Pinerolo, totalizza 5.472
Se nel 1995 e 4.390 firme nel 1996 con una diminuzione di
52, pari al 19,7%. Ad esempio Torre Pellice passa da 1.058 a
i firme; Luserna San Giovanni da 1.089 a 831; San Germano
^548 a 411 e così via. Pinerolo invece è stazionario: 1.378 firlenel 1995, 1.376 firme nel 1996 e una percentuale dei firmaa favore delle Chiese valdesi che passa dal 12,6 % al 14%
I scelte espresse.
La pianura confinante
(leggero calo delle firme)
! dati dei comuni della pianura confinanti con le valli; Ca®yr. Barge, Villafranca, Piossasco ecc. presentano un lieve ca’:da917 firme del 1995 a 878 firme nel 1996 con una diminu'“ne di 39 firme pari al 4% ma con percentuali crescenti: ad
^io 6,7% (4,7 nel ’95 ) a Cavour, 14,6% (10,6 nel 95) a Can^a, 14,3% (11,7 nel ’95) a Frossasco ecc.
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Alla luce dei dati esposti è possibile fare alcune considerazioni. Una prima considerazione è relativa al quadro generale:
sono in atto tre forze che incidono sull’ammontare delTOpm e
che operano in direzioni opposte:
1) aumento del gettito dell’Irpef che incrementa le dimensioni delTOpm complessivo; il gettito dell’Irpef nel 1996 è cresciuto da 165.000 miliardi del ’95 a 177.600 nel ’96 con un aumento di 12.600 miliardi. La consistenza delTOpm totale è così
salita da 1.320 miliardi a 1.421 miliardi complessivi;
2) diminuzione delle scelte espresse totali dal 45,48% al
41,15%, in lire da 646 teorici applicando la percentuale del
45,48% del 95 a 585 miliardi reali nel ’96 con la percentuale effettiva del 41,15%.
3) aumento delle scelte espresse a favore delle chiese valdesi
da 1,48% a 1,59%, in lire da 8.650 milioni su base 1,48%, ai reali
9.250 milioni di competenza 1996.
Seconda considerazione: pur in presenza di una generale riduzione delle scelte espresse, ben 3 regioni (Veneto, Toscana
e Friuli), 4 città (Venezia, Firenze, Verona e Trieste) e alcuni
comuni come quelli della cintura di Torino aumentano le scelte espresse a favore delle chiese valdesi in termini numerici e,
ovviamente, molto di più in termini percentuali. È da notare
come da un anno all’altro ci sono state delle variazioni anche
forti dell’ordine del 20% e più.
Ultima considerazione; il primo anno di partecipazione
dell’Unione ebraica non ha portato a una diminuzione
delTOpm valdese, come si poteva pensare, perché le firme
eventualmente perse sono state compensate da altre firme.
faemellaggio
Jjl^distretto della Chiesa
Jffee è gemellato con il
I «Éftiterio di Kiskiminetas
Volete conoscere
l’inglese? Volete fanatica con il computer
Jropondendo con qùal^jglovane americano/a?
^lateressati scrivano a
(fubonis@tin.it). Ci
riteremo noi a mettervi
*^tatto.
^Comitato del gemellag1,^. . gio con Kiskiminetas
Incontro a Praga della stampa evangelica
Nei giorni 13-16 marzo si svolgerà un incontro tra giornalisti di vari paesi europei
che lavorano per quotidiani e riviste evangeliche 0 altre agenzie. L'incontro avrà luogo a Praga presso la Pensione della Chiesa
evangèlica dei Fratelli boemi. Lo scopo è in- '
nanzitutto quello di far conoscere la storica
Chiesa evangelica boema, ma sarà possibile
anche conoscere i luoghi di maggiore interesse turistico della capitale.
11 programma include un giro notturno
della capitale della Cechia e una passeggiata
per luoghi antichi intitolata «Sulle orme del
la Riforma boema e del Maestro Jan Hus».
Sarà quindi possibile farsi un’idea di quella che è la situazione delle chiese minoritarie in una società fortemente secolarizzata e
dei complessi rapporti tra stato e chiesa. È
previsto anche un incontro con i rappresentanti del Consiglio sinodale della Chiesa
evangelica dei Fratelli boemi. Stiamo anche
preparando la visita a un centro della Diaconia e un incontro con i suoi rappresentanti, nonché con alcuni rappresentanti governativi. L’incontro è organizzato dalla
Chiesa evangelica dei Fratelli boemi.
AGENDA
2 febbraio
TORINO — Alle 18, al Centro teologico (c.so Stati Uniti 11 /h),
il past. Giorgio Bouchard parla sul tema «Vivere con Dio».
GENOVA —Alle ore 17, a Palazzo Ducale, si apre la mostra
«Melantone e la cultura europea» che rimarrà in visione fino
al 25 febbraio dtJle 10 alle 13 e daUe 15 alle 19. Nel corso dell’inaugurazione il professor Heinz Scheible, autore della biografia pubblicata dall’editrice Claudiana, parla (in italiano)
sul tema «Attualità di Melantone».
3 febbraio
FIRENZE — Alle ore 17, al Centto culturale protestante «Pietro Martire Vermigli» (via Manzoni 19/a), in collaborazione
con la libreria Claudiana, Gino Conte, Giorgio Vola e Marco
Ricca presentano il libro di Salvatore Caponetto «Melantone
e l’Italia» (editrice Claudiana).
IVREA — Il 4° circuito organizza, nei locali della chiesa valdese, un convegno sulla diaconia. Alle 9: interventi e discussioni sul tema «Come si realizza Tevangelicità nell’ambito
delle nostre opere?». Nel pomeriggio si svolgerà un dibattito
sulla questione dell’accettazione o meno delle quote non
espresse dell’otto per mille. Per informazioni e prenotazioni
per il pranzo, telefonare allo 0125-631960.
VARESE — Alle ore 21, alla Palazzina della cultura (via Sacco
11), la dott. Teresa Isenburg e il past. Salvatore Briante, per
iniziativa della Chiesa battista, parlano sul tema «Immigrazione: opportunità o minaccia?».
BERGAMO — Alle ore 17,30, al Centro culturale protestante
(via Tasso 55), per il ciclo di incontri sul profetismo nella
Bibbia, il prof. Fulvio Ferrarlo introduce il tema «Paolo e le
Pastorali; rapporto tra profezia e istituzione».
5 febbraio
TORINO — AUe ore 18, al Centro teologico (corso Stati Uniti
11 /h), le riviste Riforma, Confronti e Ha Keillah organizzano
un incontro pubblico sul tema «La convivenza è possibile»,
con interventi di Luigi Manconi (senatore e sociologo), Oreste Favaro (diocesi di Torino), past. Giuseppe Platone, Silvio
Ortona (Gruppo studi ebraici), Mahmoud Salem EJsheik
(Commissione per l’integrazione della presidenza del Consiglio dei ministri), Mariangela Falà (presidente Unione
buddista italiana). Franco De Maria (presidente dell’Unione
induista italiana). Introduce Eugenio Bernardini, direttore
di Riforma, conclude David Sorani, direttore di Ha Keillah;
presiede Eugenio Costa, direttore del Centro teologico.
7 febbraio
IVREA — Alle ore 20, 45, nella chiesa valdese, per il Gruppo
ecumenico donne, la pastora Erika Tomassone parla sul tema «Conflitto e riconciliazione nel testo biblico».
8 febbraio
GENOVA — Alle ore 17,30, nella biblioteca della Società di
letture scientifiche (Palazzo Ducale), per il ciclo di incontri
del Sae su «Il dono della Legge e la libertà nello Spirito»,
Giovanni Cereri, teologo e docente all’Istituto di studi ecumenici di Venezia, parla sul tema «La società ideale nei primi 15 secoli del cristianesimo».
PADOVA — Alle ore 11,30, in zona via del Plebiscito, si inaugura la via intitolata al riformatore Pietro Martire Vermigli, a
cura dell’Istituto di formazione evangelica e documentazione; partecipa il sindaco. Informazioni allo 049-619623.
9 febbraio
GENOVA —Alle 21, nella sala del Dopolavoro ferroviario
(via Doria 9), per il ciclo su «I percorsi del potere economico
verso il dominio mondiale», il teologo Giulio Girardi parla
su «Globalizzazione neoliberista: resistenza e alternative».
GORIZIA — Alle ore 20,30, nella sala «P. Cocolin» delTauditorium Fogar (via Seminario, 7), il past. Giovanni Carrari, su
invito del gruppo ecumenico, presenterà il documento «Dire la salvezza alle donne e agli uomini del nostro tempo».
9-11 febbraio
ROCCA DI PAPA (Rm) — Al Centro battista, dalle 14 del 9
febbraio, si tiene il seminario di formazione organizzato dal
Servizio rifugiati e migranti Fcei sul tema dello sfruttamento
delle donne, progetto Ruth. Per informazioni e iscrizioni:
Srm-Fcei, via Firenze 38, 00184 Roma, tei. 06-48905101, fax
06-48916959; e-mail: sm.evangeliche@agora.stm.it.
10 febbraio
RIESI (Cl) —Al Servizio cristiano, per il ciclo del corso di aggiornamento per predicatori locali, si tiene un seminario sul
tema «La preghiera nel Nuovo Testamento» a cura del past.
Davide Ollearo. Informazioni tei. 0934-928123; 0934-928139.
11 febbraio
ROMA —Alle ore 16, alla Casa delle suore francescane missionarie di Maria, il Sae organizza un incontro sul tema
«Chiesa e Israele». Interviene Carmine Di Sante; riflessione
biblica a cura del pastore Blasco Ramirez.
AVVERTENZA: i programmi relativi a questa rubrica vanno
inoltrati 15 giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
mmmm cronache delle chiese
PRAROSTINO — Tanti auguri a Paola Pons e Alfredo Fornerone per la nascita, lunedì 22 gennaio, della piccola
Sonia.
PINEROLO — Abbiamo chiesto la benedizione di Dio sulla
piccola Erica Long, figlia, di Eros e di Susanna Borsetto,
nel giorno del suo battesimo, domenica 21 gennaio.
• Ci siamo separati da Virgilio Codino che ci ha lasciati
dopo dure sofferenze, e da Margherita Bertolin, dopo
una lunga vita terrena. Che il Signore consoli quello che li
piangono e dia loro fiducia nelle sue promesse.
8
RIFORMA
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE
DI CUI AGLI ATTI
n. 34 SI 2000 e 35 SI 2000
(otto per mille; quota relativa ai
contribuenti che non esprimono alcuna preferenza)
1 - La sessione ordinaria dei Sinodo delle chiese valdesi e metodiste
dell’anno 2000 ha assunto la seguente delibera:
«11 Sinodo dopo ampia discussione
circa l’utilizzo dei fondi provenienti
dairOpm e circa i limiti che la nostra
chiesa si è imposta in ordine alla loro acquisizione (limitata alla quota
dei cittadini che abbiano manifestato esplicitamente la volontà di destinarli all’Unione delle chiese valdesi e
metodiste);
rilevato che il mutare delle condizioni oggettive e delle valutazioni
soggettive che hanno determinato
l’autoimposizione di tali limiti (consistente riduzione dei cittadini soggetti alla presentazione delle dichiarazioni dei redditi, chiarezza, correttezza ed efficacia della gestione; entità delle scelte in favore della nostra
chiesa; assenza di riflessi negativi
dell’impegno contributivo dei membri di chiesa; esigenza di combattere
efficacemente il tragico problema
della fame nel mondo; proficua collaborazione con le chiese evangeliche e con le organizzazioni locali
presenti nei paesi più poveri del
mondo) suggeriscono una verifica
della persistenza nella chiesa di tale
volontà, delibera di avviare il processo di verifica attraverso:
a) la nomina di una Commissione
ad referendum, composta da sette
membri, che elabori, entro il 30 novembre 2000, un’ampia relazione
idonea a presentare alle chiese l’intera problematica anche attraverso
una ricostruzione delle scelte compiute e dei motivi che le hanno determinate, nonché delle differenti
posizioni registrate in occasione dei
dibattiti sull’argomento;
b) l’invio di tale relazione alle
chiese, affinché queste, anche tramite gli organismi intermedi, si esprimano circa l’opportunità di riaprire
il dibattito sull’argomento e manifestino il loro orientamento in merito;
c) l’invito alle chiese a fare pervenire i risultati del loro dibattito interno alla Commissione entro il 15
maggio 2001;
d) il mandato alla Commissione di
presentare al Sinodo 2001 una relazione che tenga conto dei pareri
espressi;
e) l’impegno di affrontare la specifica tematica nel corso dei lavori del
Sinodo 2001;
dà mandato al Seggio di procedere
alla costituzione della Commissione
avendo cura che vi siano rappresentate tutte le posizioni che si sono
espresse nei precedenti dibattiti sinodali».
Il Seggio dello stesso Sinodo ha,
quindi, proceduto alla nomina della
2 - La ricostruzione storica
Su richiesta del Sinodo 2000, inizia il dibattito sull'eventualità di gestirla quota
Le chiese valdesi e metodiste e \m m
Il documento della Commissione ad referendum, composta da sette membri,! é
valutazioni sull'esperienza di questi primi anni di gestione dei fondi e le posizioa
che da questa non emergono ulteriori rilevanti elementi, ed è giunta
alla conclusione che non appare utile inviarla alle chiese che, ove lo riterranno opportuno, potranno fare
esplicita richiesta alla Tavola valdese, uffici di Torre Pellice, tramite email (tavolavaldese@chiesavaldese.
org) o telefono.
3-1 fatti successivi
Commissione nelle persone dei sottoscritti (Atto 35/SI/2000).
Preso atto del mandato sinodale,
la Commissione ha ritenuto utile articolare la relazione di cui al punto a)
della delibera, secondo i seguenti
punti:
a) una ricostruzione storica dell’ampio dibattito sviluppatosi nella
chiesa in ordine alla legittimità e alla
opportunità di rendersi destinataria
dei fondi provenienti dall’8 per mille
deU’Irpef;
h) una illustrazione delle scelte
compiute in sede di applicazione
dell’Intesa con la quale si è data attuazione alla decisione di avvalersi
di tale opportunità;
c) la individuazione dei «fatti nuovi» alla luce dei quali è stato deciso
di riesaminare la questione limitatamente all’opportunità o meno di
rendersi destinatari di quella quota
dell’8 per mille che deriva dall’attribuzione percentuale dei fondi pertinenti all’aliquota dei contribuenti
che non abbiano espresso la loro
preferenza circa la destinazione;
d) l’illustrazione dei «nodi da sciogliere» al fine di pervenire a una decisione meditata;
e) la specificazione delle risposte
che la chiesa e gli organismi intermedi possono teoricamente dare al
quesito formulato dal Sinodo.
Passando all’illustrazione dei singoli punti si rassegna quanto segue:
La Commissione ha esaminato la
documentazione che testimonia la
complessità e la profondità del dibattito sviluppatosi nel Sinodo e nelle chiese nell’arco di tempo che va
dall’anno 1985 all’anno 1991 pervenendo alla conclusione che un’ampia sintesi sia contenuta nella relazione prodotta dalla Commissione
ad referendum nominata dal Sinodo
dell’anno 1990 (atto 29/SI/90) dal titolo «Finanziamenti pubblici alle
chiese valdesi e metodiste: la questione dell’8 per mille».
La Commissione ha, quindi, ritenuto di doversi esimere dal condurre
autonomamente la stessa analisi, stimando che l’invio alle chiese di tale
relazione sia sufficiente a renderle
pienamente informate sulle posizioni emerse nel dibattito nell’arco di
tempo suindicato (1985/1991).
Va, peraltro, segnalato che nello
stesso arco di tempo altre posizioni
individuali emergono sia dalla nostra stampa sia dai verbali relativi ai
dibattiti sinodali. In particolare importanti prese di posizione individuali sono presenti nel documento
redatto a cura della Tavola valdese e
inviato alla chiesa nell’anno 1985,
contenente una serie di interventi
idonei a illustrare le diverse posizioni emesse nel Sinodo 1985 e, quindi,
a consentire alle chiese di fornire
una risposta meditata al quesito posto dal Sinodo (atto 61/SI/85).
Esaminata tale documentazione la
Commissione ha, tuttavia, ritenuto
Il Sinodo dell’anno 1991 ha così
deliberato:
«Il Sinodo, esaminata la relazione
della Commissione ad referendum
sulla "questione dell’8 per mille”, ne
approva il contenuto e le conclusioni;
tenuto conto del parere espresso
dalle chiese sia nell’anno in corso
che precedentemente;
delibera
di inserire tra le materie oggetto di
trattativa con il governo italiano, nel
quadro dell’adeguamento dell’intesa
stipulata il 21-2-1984 alle modifiche
intervenute nei rapporti finanziari
tra Stato e confessioni religiose (già
chiesto dalla Tavola), l’attuazione
dell’ordine del gjorno della Camera
dei deputati 9/2337/3 del 1985;
specifica che, nell’ambito di tale
trattativa, dovrà essere manifestata
la disponibilità della nostra chiesa di
essere destinataria delle scelte dei
cittadini contribuenti, in ordine alla
attribuzione dell’8 per mille dell’Irpef, alle seguenti condizioni;
a) che l’attribuzione avvenga sulla
base delle scelte effettivamente espresse, con destinazione allo stato
della percentuale relativa ai cittadini
che non si siano avvalsi della facoltà
di legge;
b) che i mezzi finanziari relativi
vengano destinati esclusivamente a
interventi di carattere culturale, sociale e assistenziale in Italia e nei.
paesi del sottosviluppo.
Riservandosi di assumere ogni opportuna determinazione, in ordine
alle misure di carattere organizzativo, idonee ad assicurare la corretta
gestione delle iniziative, si impegna,
fin da ora:
- ad operare perché tale gestione
avvenga con la massima trasparenza
e con metodi atti a garantire che i
mezzi finanziari non siano utilizzati
per fini di culto;
- ad informare i cittadini contribuenti, sia in via preventiva che in
sede di rendiconto, della destinazione dei fondi;
- a destinare una congrua porzione dei mezzi finanziari a interventi
diretti o tramite gli organismi ecumenici, idonei a combattere il tragico problema della fame nel mondo.
In questa prospettiva, che collega
la legittimità della destinazione alla
nostra chiesa dell’8 per mille dell’Irpef a finalità strettamente sociali, assistenziali e culturali, considerato
che vivono e operano nella nostra
società altri soggetti, diversi dalle
chiese, che svolgono analoghi compiti, il Sinodo impegna la chiesa a
tutti i livelli, a promuovere iniziative
dirette alla modifica dei meccanismi
di legge in forme idonee a consentire
che anche tali soggetti possano esse. re destinatari delle scelte dei cittadini contribuenti» (Atto 36/SI/1991).
La commissione non ignora che
l’Atto 36/SI/1991, frutto di una complessa azione di mediazione, fu da
tutti accolto per piena accettazione
delle regole democratiche, ma fu recepito con gradi diversi di condivisione. La commissione ritiene peraltro
che l’Atto 34/SI/2000 non solo non
intenda riaprire il dibattito globale
suH’8 per mille, ma chieda che si discuta unicamente il punto a) dell’Atto
36/SI/1991, recepito nella legge
5.10.1993 n. 409, art. 4, sotto citata.
A seguito della delibera sinodale,
sono state avviate le procedure per
la stipula di una specifica Intesa, che
è stata firmata in data 25.1.93 e che
ha costituito presupposto per l’approvazione da parte del Parlamento
della legge 5.10.1993 n. 409, nel cui
art. 4, si legge:
- «A decorrere dal periodo di imposta in corso alla data di entrata in
vigore della presente legge, la Tavola
valdese concorre con lo Stato, con i
spggetti di cui agli articoli 47 della
legge 20 maggio 1985, n. 222 (3), 30
della legge 22 novembre 1988, n. 516
(4), e 23 delle legge 22 novembre
1988, n. 517 (5), e con gli enti che stipuleranno analoghi accordi, alla ripartizione della quota pari all’otto
per mille dell’Irpef, liquidata dagli
uffici sulla base delle dichiarazioni
annuali. La Tavola valdese utilizzerà
le somme devolute a tale titolo dai
contribuenti esclusivamente per interventi sociali, assistenziali, umanitari e culturali in Italia e all’estero sia
direttamente, attraverso gli enti
aventi parte nell’ordinamento valdese, sia attraverso organismi associativi ed ecumenici a livello nazionale
e internazionale.
- L’attribuzione delle somme di
cui al comma 1 viene effettuata sulla
base delle scelte espresse dai contribuenti in sede di dichiarazione annuale dei redditi, nel cui modulo le
chiese rappresentate dalla Tavola
valdese verranno indicate con la denominazione “Chiesa evangelica
valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi)”.
- La Tavola valdese non partecipa
all’attribuzione della quota relativa
ai contribuenti che non si sono
espressi in merito. Gli importi relativi rimangono di pertinenza dello
Stato».
Il Sinodo, quindi, con atto 48/ SI/
1994 costituiva un’ulteriore commissione ad referendum a cui conferiva
il mandato di elaborare una proposta di regolamentazione interna dalla procedura di gestione dei fondi.
Successivamente, con atto 35/SI/
1996, recependo in larga parte le relazione di tale commissione, il Sinodo
approvava le «linee guida per la gestione delT8 per mille» nell’ambito
delle quali è stata, fra l’altro, fissata
nella misura del 30% la «congrua porzione» degli introiti da destinare al finanziamento di progetti ih favore
delle popolazioni che vivono nei paesi più poveri del mondo in disastrose
condizioni economiche e sociali.
4/1 — I principi affermati
ibottito d(
'nel Sinodi
Italia è stati
■ nc
(koinonia, martyria, diakonia)
Nessuna chiesa può abbando ^tranei al i
uno di questi tre elementi ed è| ridico i cui [
Cile trovare un loro esatto bilai tneritcvoli di
mento. ¡ore sociale.
I fondi derivanti dall’8 peti ifinanzian
non dovrebbero quindi, essetej laipa®®^
spensabili per la nostra diacot finente canali;
quanto ne deriverebbe l’oggji
incapacità della chiesa di essej Anche per
dele a uno dei suoi mandati fa ( janziati prof
mentali. getti estranei
D’altra parte non si può n# 5/3 —
che una diaconia rafforzata da 'dalla Tavola
proventi consenta di sopperirea,fomiti- risulti
sogni di un maggior numero di ¡nesono stati
sone (Relazione Commissionej ^ È stato ve:
^ 97% ha raggi
stinatari senz
ferendum SI/1990)
5 - L’applicazione dell’Inteaa
5/1 — A partire dall’anno
6-La pi
al
nostra chiesa ha ricevuto dallo i (ed efficace,
i fondi dell’8 per mille in propoi ;
ne alle scelte di destinazione
contribuenti.
I contribuenti che hanno op ( È in tale c
per l’Unione delle chiese valdi idell’anno 20i
metodiste sono stati:
n. 139179 (1,10 %) nella derni e plenaria, la
dei redditi riferita all’anno 1994
n. 133086 (1,10 %) nella denn [ dotte nell’Ini
dei redditi riferita all’anno 1995
n. 210343 (1,48 %) nella dem ¡ 409) in riferii
dei redditi riferita all’anno 1996
n. 189006 (1,59 % ) nella demi i dell’8 per n
dei redditi riferita all’anno 1997
5/2 — La Commissione 8 peri jcuna prefere
7-Le
ha effettuato la valutazione del
chieste pervenute nel rispetto di
gelamento e la Tavola ha procei t Nel corso i
dia attribuzione dei fondi nella i sé posizioni
porzione prefissata (70% in
30% ad iniziative assistenzial |
paesi poveri)
Una quota dei finanziamen quota dell’8
Si può, qu
ustione è st;
in sede di Co
scelte compi
e attuate co:
cettazione
buenti che n
no essere ria
1) Manten
2) Renden
Dalla documentazione esaminata
emerge con sufficiente chiarezza che
la scelta di avvalersi della facoltà di
rendere destinataria la nostra chiesa
dei fondi provenienti dall’8 per mille
airirpef venne operata sulla base
delle seguenti considerazioni.
4/2 — La questione dell’accettazione o meno dell’8 per mille non attiene in senso stretto alla sfera delle
nostre discipline, della nostra confessione di fede o delle nostre ecclesiologie.
Essa si gioca sul terreno certo non
facile, né secondario, della testimonianza quotidiana e contingente della chiesa nel nostro paese, nella scelta
inevitabilmente politica dei modi che
vogliamo dare, qui e ora, alla nostra
testimonianza, alla proposta di fede e
di modello di chiesa che vogliamo comunicare al paese (relazione Commissione ad referendum SI/1990).
4/3 — È, quindi, un problema di
identità (modo di essere) e di immagine (modo di apparire).
4/4 — La natura concordataria di
un patto tra lo stato e le chiese non
dipende dallo strumento che si usa
(accordo) bensì dai suoi contenuti.
Ne consegue che deve considerarsi
di natura concordataria un patto in
forza del quale alla chiesa viene attribuito autoritativamente un potere
nei confronti della società o vengano
elargiti i mezzi per il suo mantenimento e la sua sopravvivenza.
È, invece, non concordataria una
regolamentazione dei rapporti in
forza della quale le chiese abbiano la
libertà di compiere la loro missione
spirituale salvaguardando la loro
piena autonomia.
È altresì non concordatario un
patto attraverso il quale la chiesa si
ponga al servizio dei cittadini, collaborando per il raggiungimento dei
fini di attiva solidarietà che questi si
pongono e per i quali reputino le
chiese uno strumento particolarmente idoneo.
4/5 — A livello teologico, la nostra
posizione rispetto al servizio delle
chiese va ricompresa nella tradizionale tripartizione evangelica di comunione, testimonianza, servizio
Il lavoro del gruppo Pé No Chao
al occu
Le chiese valdesi e mete
pagine. Esse devono inviai^
che la Conunisslone mede'
Naturalmente, il dibattito^
diamo in modo partlcolai«'
espresse da altri. Come dl^
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9
VENERDÌ 2 FEBBRAIO 2001
jestiiia quota percentuale dei contribuenti che non fanno alcuna scelta in materia
\m non espresse deirotto per mille
ibriLtattito degli anni passati e la soluzione adottata dal Sinodo del 1991, presenta le
sizi'oifìel Sinodo 2000, e suggerisce tre soluzioni possibili. Lo parola ora passa alle chiese
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Italia è stata concessa a soggetti
«tranei al nostro ordiriamento giulidlco i cui progetti sono risultati
meritevoli di sostegno per l’alto valore sociale. , . .
I finanziamenti a progetti relativi
ai paesi poveri sono stati prevalentemente canalizzati attraverso le agende ecumeniche.
Anche per tale quota sono stati fifólnanziati progetti presentati da sog^ »etti estranei al mondo evangelico.
“ 5/3 — Dalle relazioni presentate
dalla Tavola e dai dati dalla stessa
forniti, risulta che i costi della gestione sono stati del 3% circa.
È stato verificato che il residuo
97% ha raggiunto direttamente i destinatari senza alcuna dispersione.
Si può, quindi, affermare che la
.sgestione è stata corretta, trasparente
i I ed efficace.
6 - La proposta presentata
al Sinodo 2000
È in tale contesto che il Sinodo
dell’anno 2000 ha analizzato, prima
in sede di Commissione e poi in sede
plenaria, la proposta di rivedere le
scelte compiute nell’anno 1991 (tradotte nell’Intesa del 25 febbraio 1993
e attuate con la legge 5/10/1993 n.
409) in riferimento alla eventuale accettazione della quota dei fondi
deH’8 per mille riferita ai contribuenti che non abbiano espresso alcuna preferenza.
7 - Le posizioni emerse
Nel corso del dibattito sono emerse posizioni differenziate, che possono essere riassunte come segue:
1) Mantenere la situazione attuale.
2) Rendersi destinatari dell’intera
quota dell’8 per mille, all’interno dei
criteri già fissati.
3) Rendersi destinatari dell’intera
quota dell’8 per mille, fissando immediatamente ulteriori vincoli.
Tra coloro che hanno espresso parere favorevole, infatti, vi è stata
un’ulteriore articolazione di posizione. Alcuni hanno ritenuto che si dovesse, nell’ambito di una nuova trattativa con lo stato, manifestare puramente e semplicemente la volontà di
rendersi destinatari delTintera quota
delT8 per mille (risultante dall’insieme delle preferenze espresse e di
quelle non espresse), riservando al
Sinodo la facoltà di determinare la
successiva destinazione dei fondi,’
alTinterno dei criteri già fissati (ferma restando, quindi, l’esclusione
dell’utilizzo a fini di culto).
Altri hanno ritenuto che si dovesse
immediatamente vincolare l’accettazione dei fondi, destinandoli esclusivamente ad interventi finalizzati a
fronteggiare le condizioni di estremo
bisogno degli abitanti dei paesi più
poveri del mondo o al sostegno di iniziative a favore di quegli immigrati
che subiscono emarginazione, discriminazioni, sopraffazioni e violenza.
8 - Le motivazioni dei favorevoli
Coloro che hanno espresso un parere favorevole, nelle due formulazioni, hanno evidenziato l’emergere
di alcuni fatti oggettivi e prospettato
alcune valutazioni che, a loro avviso,
potrebbero indurre la Chiesa a modificare (nello specifico punto della
accettazione del finanziamento derivante dalla attribuzione proporzionale della quota di 8 per mille relativa ai contribuenti che non hanno
operato alcuna scelta) il precedente
orientamento.
) si occupa dei bambini di strada a Recite in Brasiie
>4pale destinatario del documento che presentiamo in queste due
■le sinodale, entro il 15 maggio, il risultato del loro dibattito in modo
„ binamente relazionare si prossimo Sinodo.
[»ache sulle pagine del nostro giornale, rha In questo caso raccomim^laUtà, evitando la ripetizione di considerazioni eventualmente già
'» non è col numero delle parole Che si può essere esauditi. (e,b.)
In particolare
8/1 — AU’atto in cui il Sinodo del
1991 assunse tale orientamento la
percentuale dei contribuenti che
operavano la scelta era circa il 60%.
Oggi, a seguito di una serie di riforme fiscali che hanno notevolmente
ridotto il numero degli obbligati alla
presentazione della denunzia annuale dei redditi (e che hanno reso particolarmente laboriosa la scelta relativa
alla destinazione delT8 per mille) tale
percentuale si è ridotta progressivamente a circa il 40%.
Per effetto di questo solo fatto, ferma restando la proporzione tra scelte
espresse e percentuale di preferenze
accordate Edl’Unione delle chiese vaidesi e metodiste, si è prodotto un minore introito di circa il 50%.
8/2 — Il timore che, a seguito
dell’accettazione delT8 per mille, i
membri delle chiese valdesi e metodiste riducessero il loro impegno
contributivo per il mantenimento
della chiesa non si è concretizzato
nella misura paventata.
8/3 — Il timore che le esigenze di
gestione dei fondi potessero produrre un abnorme incremento dell’apparato amministrativo della chiesa,
con i correlativi costi è stato scongiurato (la gestione deU’8 per mille
ha determinato l’assunzione di una
sola impiegata e i costi, compresi
quelli di informazione al paese, per
come già rilevato, sono stati pari a
circa il 3% del finanziamento).
8/4 — La destinazione dei finanziamenti alla diaconia in Italia non ha
determinato il sorgere di nuove opere
sociali, ma solo l’incremento della
qualità dei servizi resi aUa collettività
dalle opere sociali già esistenti.
8/5 — I nostri concittadini non
evangelici hanno espresso una notevole fiducia nella capacità delle nostre chiese di gestire correttamente i
finanziamenti, destinandoli esclusivamente al servizio della collettività.
In tal modo si spiega il fatto che, a
fronte delle presumibili 10.000 preferenze, espresse da membri delle nostre chiese o, più in generale da evangelici, si registrano per l’anno 1997
circa 190.000 scelte in nostro favore
(erano giunte a 210.000 nelle dichiarazioni relative all’anno 1996 e il calo
è imputabile alla drastica riduzione
delle scelte complessivamente
espresse nell’anno 1996 (14.247.852)
e nell’anno 1997 (11.971.537)
8/6 — I finanziamenti destinati alle popolazioni dei paesi più poveri
hanno raggiunto direttamente i destinatari scongiurando quei pericoli
di deviazione e dispersione che sono
purtroppo massicciamente presenti
nella cooperazione internazionale.
8/7 — Sono presenti nel nostro
paese masse crescenti di donne e di
uomini provenienti dai paesi più poveri e soggette a violenza, discriminazione e sfruttamento, nei cui confronti appare alle nostre chiese doveroso esprimere solidarietà sia nelle
forme dell’aiuto diretto, sia operando
attivamente affinché i principi di solidarietà, libertà e democrazia, che improntano il nostro ordinamento giuridico, abbiano concreta attuazione.
8/8 — In tale contesto, a giudizio
dei proponenti, l’identità e l’immagine delle nostre chiese appaiono
sufficientemente vissute e salvaguardate (a riguardo delT8 per mille) per
il fatto che la totalità dei fondi è destinata a fronteggiare, sia attraverso
la nostra diaconia che attraverso il finanziamento di iniziative di terzi, situazioni di particolare bisogno in
Italia ed all’estero, senza discriminazioni confessionali.
8/9 — Ciò che appare più rilevante
è che nel quadro di uno stato laico e
pluralista gli oneri di mantenimento
del culto e dei cosiddetti «bisogni religiosi della popolazione» non siano
posti a carico della collettività. E
quindi questo, e non i meccanismi
contingenti di attribuzione dei fondi
delT8 per mille, ad essere qualificante dell’identità e delTimmagine.
E ciò anche in considerazione del
fatto che tali meccanismi sono già
ampiamente figurativi.
Si tratta, infatti della ripartiziorie
di un fondo la cui entità è fissata, in
relazione a una percentuale delTIrpef, indipendentemente dalla scelta
P
dei cittadini, i quali intervengono solo ai fini della ripartizione tra le diverse confessioni religiose e lo stato
sulla base di una sorta di voto il cui
valore è capitario, non essendovi alcuna relazione con l’entità delTIrpef
singolarmente versata.
9 - Le motivazioni dei contrari
Nel corso del dibattito sinodale e
sulla nostra stampa è stata manifestata una consistente opposizione a
tale proposta.
Questa si è fondata, oltre che su alcuni degli argomenti che erano stati
prospettati nelTambito del dibattito
svoltosi negli anni 1985-1991 sulle seguenti fondamentali considerazioni.
9/1 — Una decisione a favore della
quota dei fondi provenienti da chi
non ha espresso alcuna preferenza
indebolirebbe il significato della nostra sceljta di accettare l’8 per mille,
che era basata proprio sull’intento di
dare un contenuto non concordatario a una legge in sé concordataria, e
di testimoniare contro i privilegi accordati dallo stato alla Chiesa cattolica e, per estensione, ad altre chiese.
9/2 — La crescita dell’impegno nel
servizio diaconale finirebbe per sottrarre forze alla predicazione e
all’evangelizzazione, con conseguente squilibrio tra i diversi compiti
della chiesa. Questa tendenza pare
anzi già oggi in atto.
9/3 — L’attività di gestione di fondi notevolmente più rilevanti appesantirebbe il lavoro della Tavola e
porrebbe l’esigenza di ulteriori apporti all’ufficio 8 per mille.
9/4 — L’accettazione di questa
quota, se da un lato aumenterebbe il
gettito complessivo a nostro favore,
compensando la diminuzione di
quanti hanno Tobbligo di denuncia
annuale dei redditi, rischia di far
mancare l’appoggio di chi ci sostiene
per l’immagine diversa che la nostra
chiesa offre proprio perché non
chiede di avvalersi che del finanziamento esplicitamente attribuitole.
9/5 _ Il consistente incremento
delle disponibilità finanziarie che
deriverebbe dall’acquisizione della
quota delT8 per mille riferita ai contribuenti che non hanno espresso
preferenze renderebbe la nostra diaconia sempre più dipendente dal finanziamento esterno e sempre meno legata all’impegno diretto delle
nostre chiese.
9/6 — L’accettazione della quota
suddetta, infine, rischia di rendere
sempre meno credibile la posizione
delle nostre chiese in favore della
laicità dello Stato e di un eventuale
utilizzo estensivo delT8 per mille (si
veda ad esempio l’oblio in cui è caduto l’ultimo comma dell’articolo
36/SI/1991, che auspicava di allargare T8 per mille ad istituzioni non ecclesiastiche).
Davide Dalmas, Giuseppe Ficara,
Laura Leone, Paolo Ribet,
Sergio Ribet (relatore),
Debora Spini, Piero Trotta
10 — Il nodo da sciogliere
Alla luce di quanto in precedenza
riferito, la Commissione ha esaminato la possibilità di pervenire alla
formulazione di un quesito che partendo dal contenuto della delibera
sinodale e dalle posizioni emerse nel
dibattito consenta alle chiese di formulare una risposta completa.
Fermo restando che le chiese potranno articolare le loro risposte nei
modi che riterranno più opportuni
abbiamo ritenuto che tale quesito
possa essere così sintetizzato:
«Valutate se, a vostro avviso, l’eventuale decisione di partecipare alla ripartizione della quota delT8 per
mille delTIrpef relativa ai contribuenti che non hanno operato alcuna scelta possa incidere negativamente sulla nostra identità (coerenza o meno del rispetto al nostro modo di atteggiarci nei confronti dello
stato e della società) e sulla nostra
immagine (modo in cui appariamo
a nostri concittadini e ai nostri interlocutori).
Valutate, altresì, anche in relazione alla destinazione che potrebbe
essere impressa alTincremento di disponibilità finanziaria, se possa derivare una eccessiva dipendenza della
nostra diaconia dalT8 per mille».
11 — Le prospettive
La Commissione, infine, ha reputato che, nella prospettiva della relazione che dovrà essere presentata al
Sinodo 2001, sarebbe auspicabile
che le chiese prendessero posizione
in ordine alle diverse proposte che
sono emerse dal dibattito e che possono essere individuate nelle seguenti alternative:
a) mantenimento della situazione
attuale;
b) accettazione, senza nuove condizioni, della proposta di acquisizione delle quote delT8 per mille relative ai contribuenti che non esprimono alcuna preferenza in ordine alla
destinazione (il maggiore introito
viene ripartito secondo l’attuale regolamentazione: destinazione del
30% ad interventi nei paesi del sottosviluppo):
c) accettazione della proposta, a
una delle seguenti condizioni:
- destinazione delTintera quota,
relativa ai contribuenti che non
esprimono alcuna preferenza, a interventi assistenziali nei paesi del
sottosviluppo e in favore degli immigrati; destinazione delTintera quota,
relativa ai contribuenti che esprimono la preferenza in favore delle chiese valdesi e metodiste, a interventi di
carattere sociale, assistenziale e culturale curati da opere sociali gestite
dalle nostre chiese in Italia; '
- destinazione delTintera quota,
relativa ai contribuenti che non
esprimono alcuna preferenza, a interventi di carattere assistenziale nei
paesi del sottosviluppo e in favore
degli immigrati e ciò in aggiunta
all’attuale 30% (congrua porzione).
10
PAG. 10 RIFORMA
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VENERDÌ 2 FEBBRAIO 2001
I2FEBB
RICORDARE
CELEBRARE E AGIRE
MABINEUA GANNITO
Sono passati quindici anni,
negli Stati Uniti, dalla prima celebrazione nazionale dell’anniversario della nascita di Martin
Luther King, risultato di una
lunga lotta legislativa. Il terzo
lunedì di gennaio in molti stati
americani le scuole e gli uffici
sono chiusi. Una giornata di festa, una giornata di incontri interreligiosi e interculturali volti
a celebrare la vita di un uomo
divenuto simbolo della speranza comune di una giustizia per
tutti, sotto la giuda di un Dio
unico, giusto e misericordioso.
Quest’anno, tuttavia, le celebrazioni sono state caratterizzate da sentimenti di inquietudine
provocati dagli
avvenimenti politici di questi
ultimi mesi. La
scintilla è nata
in Florida, dove
una larga fascia
della popolazione nera si è vista
di nuovo deprivata del diritto
di voto conquistato dopo tante
lotte. Come non soffermarsi a
considerare le ambigue circostanze di un Presidente che perde il voto popolare nazionale e
vince le elezioni grazie all’intervento della Corte Suprema? Come non restare sconcertati di
fronte all’immediata decisione
di George W. Bush, nel giorno
dell’inaugurazione della sua
presidenza, di rimuovere dalla
sua limousine la targa che rivendica il diritto di rappresentanza ai cittadini di Washington
De, a maggioranza neri? Come
credere alle sue promesse di
una politica «compassionevole e
unificante», dopo la proposta di
nominare ministro della Giustizia una figura altamente controversa come l’ex senatore John
Asheroft, estremamente intollerante verso l’aborto e coloro che
lo praticano, verso gli oppositori della pena di morte, verso
qualsiasi regolamentazione del
porto d’armi, verso ogni «diverso» orientamento sessuale?
A tale uomo spetterà il compito di scegliere i prossimi giudici federali che avranno ampia
discrezionalità sui casi interni
dei vari stati nei riguardi dei già
acquisiti diritti ci^i. La candidatura di Asheroft ha già rimesso in circolazione vecchie nostalgie dei tempi della schiavitù.
Non a caso il giorno in cui per la
prima volta nello stato del Sud
Carolina si celebrava l’anniversario della nascita di King, la
bandiera degli stati confederati.
L'anniversario
della nascita di
Martin Luther King:
una giornata
per l'impegno
associata al Ku Klux Klan e ad
altri gruppi segregazionisti, era
ancora issata in alto, in segno di
nostalgia e sfida. La nomina di
Asheroft rappresenta un messaggio di disprezzo, non di compassione, un tentativo di uniformare, non di unire. Essa mette
in discussione tutte le vittorie
conquistate a fatica dai vari settori della società civile: neri,
donne, minoranze etniche.
L’elemento più sconcertante
di questi avvenimenti rimane il
continuo richiamo al nome di
Dio e alla sua «legge morale» come base di riferimento e sostegno dei «valori americani».
Preoccupa l’implicazione arrogante che i «valori americani»
__________ coincidano in assoluto con i principi protestanti
delle chiese tradizionali 0 evangelicali bianche.
Preoccupa l’arroganza con cui si
impone a tutta la
nazione la versione della morale
protestante di coloro che sono al
potere, dimenticando che alla
base della Costituzione c’è la separazione tra chiesa e stato.
Non possiamo certo sottovalutare il ruolo cruciale che la religione, e quella protestante in
particolare, ha sempre avuto
negli Usa nella formazione dei
valori base della politica e della
cultura. Ma la domanda cruciale, come afferma Jim Wallis, direttore della rivista Sojourners,
non è se i valori religiosi debbano in qualche modo dare forma
alle discussioni politiche nazionali, ma come lo fanno. E neanche disturba di per sé il fatto
che Dio venga nominato e confessato. Ciò che preoccupa è
quale Dio venga confessato e
annunciato. Ognuna delle scelte
finora operate da Bush indica il
Dio del potere, il Dio intollerante e discriminante, U Dio moralista, il Dio che giudica e condanna. È, in ultima analisi, il
Dio delle divisioni. .
È stato quindi impossibile,
durante le commemorazioni in
onore di King, celebrare con
animo sereno le vittorie del movimento dei diritti civili e non
pensare a quanto esse siano minacciate. Ma, in fondo, ciò che
queste oscure elezioni hanno
provocato in positivo è stato un
risorgere dell’interesse pubblico per la vita politica e un serio
tentativo di rispondere agli interrogativi posti dalla fede. La
giornata di celebrazione si è trasformata in un «giorno di impegno, non di riposo».
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Federica Tourii. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di
Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio Gardiol, Maurizio Girolami, Pasquale lacobino. Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa
Nitti, Nicola Pantaleo, Emmanuele Paschetto, Giuseppe Platone, Giovanna Pons,
Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Raffaele Volpe.
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c « H\ ortllnarlo- L. 175.000; v. aerea. L. 200.000; semestrale: L. 90.000;
Èstero sostenitore; L. 250,000.
ìì\
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valli valdesi) E 30.000. Partecipazioni: mm/colonna £ 1.800. Economici: a parola E1 ooo.
La testata Rifonna è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pineroio con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6dicembre1999).
Il numero 4 del 26 gennaio 2001 è stato spedito dall’Ufficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 24 gennaio 2001.
200.
AMOclato alla
Untone stampa
periodica Italiana
DALLA PRIMA PAGINA
La natura
offesa
così e basta pochissimo perché l’incanto si spezzi e ciò
che si sognava di conservare,
anche per dimostrare la possibilità stessa di salvaguardare l’ambiente, venga travolto
dal più generale processo di
alterazione distruttiva. Ci si
ritrova, in una società che in
continuazione si dichiara
tecnologicamente superavanzata, all’indifesa mercé
degli elementi naturali: banchi di sabbia, correnti marine, forza delle onde. Viene
subito voglia di dire ciò che si
sarebbe dovuto fare per evitare il disastro: certo non far
viaggiare una nave vecchia di
28 anni, quando gli standard
internazionali dicono che dopo vent’anni una petroliera
deve andare in disarmo; certo imporre il doppio scafo alle imbarcazioni che trasportano greggio, anche se questo
comporta spese aggiuntive
per gli armatori. E tutte queste cose, è evidente, sono da
imporre e controllare.
Ma è altrettanto evidente
che affiora un nodo più profondo e complesso: per mantenere la nostra «casa» (che
peraltro è l’unica che abbiamo e che non possiamo sostituire con un’altra) bisogna
cambiare rotta, in primo luogo come mentalità, riducendo
la pressione verso gli ecosistemi. Facile da dire, terribilmente difficile da fare: ci vorrebbe innanzi tutto una collaborazione sovranazionale intensa, concorde e accettata
per porre al primo posto i vincoli ambientali, prima di
quelli economici e di potere.
L’urgenza di questa utopia
risulta ancora più evidente se
prestiamo attenzione alla seconda notizia rimbalzata in
questi giorni dai giornali. Gli
Qui e nella foto in basso due immagini delle isole Galapagos
scienziati della Conferenza
intergovernativa delle Nazioni Unite sul cambiamento
del clima, attraverso la parola
del loro presidente, Robert T.
Watson, e attraverso un rapporto di oltre 1.000 pagine,
hanno lanciato un grido di
allarme ancora più accorato
di quelli, numerosi, già lanciati in precedenza. L’analisi
dei dati dice che la temperatura media del pianeta cresce
con una rapidità assai superiore a quanto si prevedesse
fino a ora: fra cent’anni potrebbe raggiungere un incremento addirittura di 5,8°.
Questo significherebbe una
completa modificazione della circolazione dell’aria e
quindi della distribuzione e
delle caratteristiche delle
precipitazioni, un rapido
scioglimento dei ghiacci,
un’alterazione del quadro climatico che entrerebbe in
conflitto con la localizzazione degli insediamenti e l’organizzazione dell’agricoltura,
con un impatto molto distruttivo per le popolazioni.
Come è noto, tale alterazione è legata al cambiamento
della composizione chimica
dell’atmosfera, nella quale
cresce la presenza di anidride
carbonica soprattutto per effetto della combustione degli
idrocarburi. Ancora una volta, in presenza di una assai
probabile, se non sicura, catastrofe, gli interessi di singoli
paesi e di singoli gruppi, l’incapacità di rispondere adeguatamente a degli imperativi
improcrastinabili o la non innocente sottovalutazione delle situazioni, impediscono di
scegliere insieme, a livello sovranazionale, delle strade che
permettano di limitare il danno. Anche in questo caso è
assai chiaro ciò che andrebbe
fatto: modificare i modelli
energetici, abbandonare il
predominio dei combustibili
fossili, percorrere con determinazione le tecnologie innovative. E di nuovo: facile da
dire, ma difficilissimo da fare,
come dimostrano gli insuccessi delle conferenze mondiali sul clima.
OGGI facciamo la conoscenza di Raffaele. Il nostro interlocutore si presenta
così: «L’autore non è soggetto a ideologie particolari,
non avendo appartenuto a
setta religiosa. Molte dottrine
che sono state divulgate differiscono dalla Bibbia o dalla
verità evangelica: sono soltanto ragionamenti settari».
Egli si qualifica «biblista» ed
è disposto a rispondere a
quesiti su molti argomenti rispettando il pensiero della
Sacra Bibbia. Egli ci invia alcuni contributi di riflessione
e manifesta molte perplessità perché, dice, camminiamo insieme alla Chiesa cattolica: perciò ci invita a leggere un versetto del libro del
profeta Amos, che dice: «Due
uomini camminano forse in
i ]J SiJjjjJi
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mare msiem
EUGENIO RIVOIR
sieme se prima non si sono
accordati?» (Amos 3, 3).
Questa lettera (e il libretto
allegato) ci dà la possibilità
di affrontare, brevemente,
due temi. Il primo è il tema
del modo di leggere la Bibbia. Noi non crediamo che
sia lecito prendere ogni volta
un brano della Scrittura, tolto dal suo contesto, per appoggiare le nostre convinzio
SUI GIORNALI
Giubileo ed ecumenismo
Il quotidiano cattolico intervista il 18 gennaio Luigi
Sartori, teologo di Padova,
già presidente dell’Associazione teologi italiani, studioso del dialogo interreligioso per chiedergli un bilancio dell’anno giubilare
in tema di ecumenismo. Risponde Sartori: «L’anno del
Giubileo ha visto qualche
sofferenza stri fronte ecumenico, Però i fratelli protestanti hanno sempre tenuto a precisare che loro
intendevano fare una pausa, non compiere un passo
indietro. Infatti hanno sempre mantenuto l’idea che
alla fine dell’Anno Santo il
cammino sarebbe ricominciato. E ricomincerà più
forte di prima anche perché
(...) rapporti e iniziative sono proseguiti anche durante l’anno appena concluso.
Penso al convegno internazionale su Lutero a Trento,
alle tante iniziative della
mia diocesi (...) che hanno
intensificato i rapporti di
collaborazione soprattutto
con il mondo ortodosso». E,
più avanti, è chiaro che
«non basta instaurare buoni rapporti con chi crede
diversamente da noi, ma
anche con coloro che hanno altra fede o che non
hanno nessuna fede».
il Giornale
Chiesa e stato
Rispondendo a un articolo di Ernesto Galli della
Loggia che sul «Corriere
della sera» affermava il carattere ormai inutile del
Concordato, Gianni Baget
Bozzo (17 gennaio) definisce la propria visione del
rapporto fra chiesa e politica: «La Chiesa intende
mantenere l’idea di una società che esiste come realtà
non riconducibile alla somma degli individui. E quindi
sosterrà l’idea dello stato
come moralmente vincolato da regole. La Chiesa cattolica è in Europa il fondamento della Tradizione
[sic]. Ciò spiega anche il
perché la Chiesa in Italia,
pur legata alla sinistra nella
sua cultura corrente, si
orienti al vertice verso il
centro-destra». Nelle pagine locali del Piemonte, lo
stesso giorno, un belTarticolo-intervista di Simona
Lorenzetti all’imam di Torino, Bouchta Bouriqi, dà
modo al religioso di esprimere il messaggio che porta ai suoi confratelli per vari
motivi in carcere: «...gli
spiego che coloro che intraprendono la strada della
criminalità, scelgono una
vita povera spiritualmente
e sporca. Scelgono di essere
protagonisti di una vergogna sociale, che umilia tutta la comunità islamica».
k
ni. Il brano di Amos, per esempio, affronta il problema
dell’ascolto della parola del
Signore e della predicazione.
Non se ne può dedurre che
tutte le volte che delle persone camminano insieme si sono accordati su tutto; può
anche darsi che non si siano
neppure parlati.
Ma il secondo tema va più
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prio il fatto di mettersi d’accordo. Quando colloquiamo
con qualcuno, sia che camminiamo sia che discutiamo
seduti uno accanto all’altro,
cerchiamo un confronto. Ed
è di questo che dobbiamo
parlare; può un cristiano
confrontarsi con altri, uguali
o diversi da lui ma altri? Il nostro interlocutore sostiene
che non ci si deve confrontare con chi è diverso da noi,
per esempio con 1 cattolici. A
molti altri invece sembra che
non ci sia vita se non c’è confronto, animato fin che si
vuole, serrato, vivace; per
questo devi capire l’altro, con
cui parli, più che puoi.
(Rubrica «Parliamone insieme» della trasmissione «Culto
evangelico» curata dalla Fcei di
domenica 28 gennaio)
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PAG. 11 RIFORMA
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1 Celebrato il «Giorno della memoria»
Per non dimenticare
«Sentivamo (...) che nulla mai più sarebbe potuto avvenire di
così buono e puro da cancellare il nostro passato...»: così Primo Levi nelle prime pagine de La tregua. Era il 27 gennaio
1945, giorno di liberazione di Auschwitz. In tutto il Pinerolese,
dietro le iniziative del «Giorno delia memoria» c’era la volontà
di «non dimenticare», con convegni a tema e cortei. A Torre
Pellice, Sergio Coalova e Ferruccio Maruffl, ex deportati a Mauthausen, hanno avuto pochi minuti per raccontare I’esperienza
terribile nel lager, prima della metafora cinematografica La vita
è bella di Roberto Benigni. Due scuole elementari sono state intitolate a donne e uomini «della memoria»: la giovane Anna
Frank a Pinerolo e il partigiano Giuseppe Rossazza a Porte.
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M Nelle valli Chisone e Germanasca
Architettura di montagna
È dedicata all’architettura nelle valli Chisone e Gertnanasca
la mostra «Una finestra su...» che verrà aperta al pubblico giovedì 1° febbraio nell’atrio del Centro culturale valdese di Torre
Pellice. Si tratta di un lavoro realizzato dalla Comunità montana delle valli Chisone e Germanasca, a testimonianza di una
sensibilità per la ricerca sulle tipicità della zona. E indubbiamente il modo di costruire, utilizzando materiali locali come il
legno e la pietra, ha rappresentato nel corso degli anrii un modo di valorizzare le risorse locali e oggi il segnale di una volontà di riconoscere la propria storia. La mostra resterà aperta
fino al 31 marzo dal lunedì al sabato dalle 9 alle 12,30 e dalle
14,30 alle 18; lunedì chiusura anticipata alle 17,30.
I moESi
Fondato nel 1848
Un incontro organizzato a Pomaretto dalla Ciov e dalle chiese valdesi del 3° circuito
La soggettività dei paxiente in ospedaie
Ogni persona è dotata di sensibilità ed esigenze diverse: un corretto rapporto tra malato e operatori
sanitari è indispensabile per migliorare la qualità del servizio a vantaggio di tutta la comunità
ICONTRAPPUNTOI
MUCCA PAZZA
FUGA NELLA PAURA
CLAUDIO TRON
DAVIDE ROSSO
ILjapporto fra operatore sanitario e paziente
èun rapporto fatto di
molte sfaccettature. Cer.. l’aspetto terapeutico è
fondamentale ma vi sono
poi gli aspetti umani ed
etici da tenere in conto,
da valutare e affrontare.
Ogni malato è innanziMtto una persona con
esigenze, bisogni e una
sensibilità sua propria e
diquesto chi si occupa
èil’assistenza deve farsi
carico. Anche i medici e il
personale infermieristico
poi sono persone con esigenze e sensibilità proprie e anche questo non
va sottovalutato nel momento in cui si parla e si
riflette sul rapporto medico-paziente. In particolare negli ospedali, per
periodi più o meno lunghi di tempo, vite differenti vengono a incontrarsi, a percorrere un
tratto di strada insieme.
Di tutto questo si è discusso, sabato 27 gennaio a Pomaretto in un
incontro organizzato dalla Ciov e dalle chiese del
3“ circuito, a cui hanno
I partecipato sia operatori
sanitari degli ospedali
f^desi sia rappresentanti dei gruppi di visita delle chiese valdesi delle
Valli e non. Un incontro
ricco di testimonianze
portate sia da parte di
pazienti e familiari sia da
PWe di medici e inferatieri. 11 problema del
tapporto anche emozio, atde medico-paziente si
Che cosa accadrà
se l'ansia di
sicurezza si
estenderà ad altri
prodotti?
è mostrato, anche dal
punto di vista degli operatori, spesso inevitabilmente «coinvolgente»
soprattutto in situazioni
in cui è difficile infondere fiducia a chi sta di
fronte ma in cui è necessario riuscire a farlo soprattutto dal punto di vista morale e umano. Sono emerse le tensioni, le
preoccupazioni ma anche le soddisfazioni di
chi opera con i malati, di
chi si deve confrontare
con la realtà di informare, di proporre una terapia a un malato oncologico o di chi semplice
gioielli
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mente deve accogliere
chi si presenta in ospedale per ricevere cure
immediate. C’è il problema del linguaggio che
deve essere diretto e veritiero ma che rischia spesso di gettare nel panico
chi riceve la comunicazione. Vi sono poi anche i
problemi e la voglia di
collaborazione di chi invece visita i malati o è
stato malato egli stesso.
C’è il desiderio da parte
del paziente ovviamente
di non essere ingannato,
di vedere rispettata la sua
volontà nella chiarezza
comunicativa.
Un incontro arricchente insomma quello di sabato, che non è stato però
solo un raccontarsi le
proprie esperienze ma
anche un confrontarsi
sulle rispettive esigenze,
un cercare anche collaborazione, un proporre
azioni mirate. L’incontro,
iniziato con la relazione di due medici dell’
ospedale di Pomaretto e
di due rappresentanti di
gruppi di visita agli ospedali continuato poi con
un confronto a tutto tondo portato avanti in gruppi da parte dei partecipanti al convegno, non
voleva dare risposte certe
ma al contrario è stato un
momento di confronto
ricco di spunti di riflessione per i partecipanti
che hanno manifestato
l’intenzione di ripetere
l’esperienza in futuro.
Caccia nel comprensorio alpino
Un bilancio dei
capi abbattuti
Finita l’annata venatoria si possono fare i primi
bilanci; nel comprensorio alpino Torino 1 (Ca
To 1), cioè nel territorio
delle valli valdesi più collina pinerolese, i circa
1.000 cacciatori hanno
potuto sbizzarrirsi, stante la buona disponibilità
di fauna selvatica. Il numero di cinghiali uccisi
è, come negli ultimi anni,
elevato: in totale siamo
poco sotto i 500 esemplari, con 180 in vai Pellice e 307 nelle valli Chisone e Germanasca. Eppure, malgrado le cifre alte
degli abbattimenti, si
continuano a registrare
forti danni alle colture;
immissioni di cinghiali
di allevamento, ufficialmente proibite, avvengono regolarmente e ciò
non può che contribuire
al danneggiamento dei
campi e dei prati. A tale
proposito nel territorio
del Ca To 1 ci sono state
103 denunce di danni,
per un totale di 72,5 milioni. Cinghiali in prima
fila, ma da alcuni anni
sono causa di danneggiamenti anche i caprio
li. Con un ulteriore inghippo: la Regione non
stanzia i fondi per la copertura dei danni e così,
al momento, risultano
danni non pagati agli
agricoltori per 50 milioni
nel 2000 e 13 di arretrati
del ’99: problema pesante per chi ha avuto le colture danneggiate.
Tornando agli animali
cacciati da un’analisi sulle cifre degli abbattimen
ti risulta che nel caso del
camoscio sono stati uccisi l’82% degli abbattimenti consentiti, 305 su
370, con una punta del
l’89% in vai Pellice. Più
bassa la caccia al capriolo che si è chiusa con un
68% di uccisioni, 169 esemplari sui 250 consen
titi. Dieci (appena il 33%
del consentito) i mufloni
uccisi e tutti in vai Pelli
ce, dove a suo tempo
questo animale non autoctono venne immesso
dai cacciatori stessi. Per
quanto riguarda il cervo
risulta abbastanza elevato il numero di abbattimenti nella zona di Pragelato, particolarmente
ricca di questi animali.
La vicenda della mucca
pazza continua a fare impazzire di paura un numero considerevole di persone. Naturalmente la cautela è d’obbligo e le misure di
prudenza che si possono
mettere in atto sono note.
Ma la strage di animali che
si sta prospettando solo
perché in un allevamento
si è verificato
un caso di malattia fa veramente pensare
che la pazzia
sia meno delle mucche che
degli umani.
C’è una sorta
di «fuga nella paura» che
può essere deleteria. Un eccesso di attenzione può alla
lunga generare un’incapacità degli organismi umani
di crearsi degli anticorpi e
quindi barriere veramente
efficaci contro la malattia.
Una forma di pazzia dei ruminanti è nota da tempo
anche alle Valli: in dialetto
è chiamata «lou mal masuc», il male testardo. Nei
decenni passati, nei rarissimi casi che ricordo, so che
le misure di cautela erano
limitate all’abbattimento
del soggetto malato. Non so
se la carne veniva consumata oppure se l’animale
veniva sepolto. Ricordo,
comunque, che il male era
considerato molto temibile
anche allora.
Ora mi pare che si stia
assistendo sempre più a
una mania di sicurezza che
dà da pensare. Oggi si evita
la carne; domani se si verificherà che nei pesci c’è il
mercurio, si escluderanno i
pesci; se si verificherà qualche caso di epatite A si
escluderanno le verdure
crude; se si verificherà che
la pioggia è acida si escluderanno anche quelle cotte
e la frutta; non parliamo
poi della rilevazione di
qualche residuo di pesticidi
in qualsiasi prodotto commestibile o nell’acqua. Si
pretenderà che il governo
emani subito un decreto
che vieti di bere. Si morirà
di sete, ma almeno si morirà in ferrea buona salute.
Resterà qualche imprudente ostinato a voler bere ad
ogni costo a dare sepoltura
al gran numero di cadaveri.
La sicurezza alimentare
assoluta non esiste, è ovvio.
L’osservanza delle norme
igieniche ragionevoli e la
buona conoscenza delle
misure elementari di prudenza permettono oggi di
passato. Sappiamo che il
XVII secolo è stato segnato
da frequenti malattie del
bestiame: influenze e pesti,
0 un male chiamato «cancro volante» forse per la
sua rapida trasmissione da
un ambiente all’altro. Nel
1712 il magistrato della
città di Torino vieta Tintroduzione in città di animali
provenienti
da Milano e
Genova e la
comunicazione con persone che abbiano ingerito
cibo infettato dall’influenza bovina.
Nel 1724 analogo provvedimento viene adottato a Mantova; nel
1735 è la volta di Milano, e
via di seguito (traggo queste notizie da un libro collettivo pubblicato alcuni
anni fa, e precisamente dal
saggio di Georgia Pupo: Le
carni piemontesi a Genova
nel XVII secolo, contenuto
in Aa.Vv., «Greggi mandrie
e pastori nelle Alpi occidentali», a cura di R. Comba, A. Del Verme e I. Naso,
Cuneo, 1996).
Lo smaltimento degli
scarti di macelleria veniva
in modo sparso, e la dispersione favoriva forse più la
rarefazione delle infezioni
che non la loro diffusione,
grazie alla soppressione
degli agenti patogeni per
via naturale. Del resto gli
scarti erano molto limitati.
Anzi, si consideravano le
parti non commestibUi come «quinto quarto» dell’animale macellato: c’erano i quattro quarti o le
quattro zampe in cui veniva
tagliato l’animale e che costituivano la parte carnea
destinata al consumo; poi
c’erano le ossa, la pelle, le
corna, le interiora, persino
le unghie, che venivano variamente utilizzate, se proprio non se ne poteva far
nulla, sepolte per arricchire
il terreno di fosforo e calcio. Il tutto era, quindi, utilizzato senza sprechi.
C’è tuttavia da chiedersi
se la mucca pazza non sia
indirettamente un invito a
sprecare meno, rendendo
così possibile una produzione meno abbondante e
quindi più naturale di cibo
per l’umanità dei paesi ricchi. La produzione gonfiata
artificialmente nasce, infatti, dalla speculazione che a
sua volta viene genarata da
una domanda eccessiva in
confronto alle necessità
ridurre i rischi rispetto al reali dei consumatori.
12
PAG. 12 RIFORMA
Yalu ^ldesi
VENERDÌ 2 FEBBRAIO 200,
PORTE: RIAPRE PONTE PALESERÒ — Verrà riaperta
ufficialmente alle automobili sabato 3 febbraio
con una cerimonia organizzata dal Comune di
Porte la circolazione sul ponte Palestre. Al ponte,
il cui collegamento con la sponda di Inverso Porte era stato interrotto dalla furia delle acque
nell’alluvione di ottobre, è stato sovrapposto un
ponte bailey che unisce ora nuovamente le due
sponde del Chisone. «Si tratta di un traguardo
importante - dice Laura Zoggia, sindaco di Porte
- perché finalmente, a più di tre mesi daU’alluvione, si pone fine alla situazione di disagio e difficoltà di comunicazione che gli abitanti di Inverso
Porte hanno patito in questo periodo».
SI ACCORPANO LE BEALERE? — Una legge regionale del 1999 prevede la possibilità di accorpamento 0 razionalizzazione dei consorzi irrigui.
Ciò al fine di razionalizzare l’uso dell’acqua, bene sempre più prezioso e per altro indispensabile nelle pratiche agricole. Venerdì scorso a Torre
Pellice si è svolto un incontro, promosso dalla
Comunità montana, con i numerosi consorzi
presenti in vai Pellice. Saranno le Province a delimitare i «comprensori irrigui» ma i consorzi
dovranno fare domanda entro il 28 febbraio individuando i percorsi dei canali e le proprietà
servite dall’adduzione di acqua. L’eventuale accorpamento di più consorzi dovrebbe consentire, oltre a un miglior funzionamento dei sistemi
di distribuzione dell’acqua, anche di accedere a
fondi regionali in materia di irrigazione.
RICORDO PARTIGIANO A PRA ’D GAY — 114 febbraio 1944 per rappresaglia verso i partigiani
che avevano loro inferro una dura sconfitta a
Rio Cros e occupato la caserma di Bobbio Pellice, i nazifascisti stroncarono un gruppo di persone a Pra ’d Gay nell’Inverso di Torre Pellice;
numerose case vennero bruciate. In quel luogo
è stato da diversi anni eretto un cippo e proprio
lì, sabato 3 febbraio alle 15, ci sarà la deposizione di un omaggio floreale. Alle ore 15,30 verranno ricordati i fatti di quei giorni nella sala consigliare del municipio.
PALAGHIACCIO DI TORRE PELLICE: NUOVI ORARI E PROMOZIONI — Si pattina anche tutti i
martedì é giovedì sera allo stadio del ghiaccio di
Torre Pellice. 11 palazzetto è aperto al pubblico
dal martedì alla domenica, dalle 21 alle 23; in più
il sabato, dalle 14,30 alle 16,30, e la domenica,
dalle 10 alle 12 e dalle 14,30 alle 17,30. Il martedì
sera l’ingresso è gratuito per le donne e il giovedì
il prezzo è ridotto per tutti.
ARCHITORTI: CD E CONCERTO — Finalmente
pronto il nuovo cd, registrato nei mesi scorsi nel
tempio valdese di Torre Pellice e prodotto
dall’editrice Claudiana e Radio Beckwith Evangelica, del quintetto d’archi pinerolese «Architorti», che venerdì 2 febbraio sarà ospite del
Folkclub di Torino per la presentazione ufficiale.
Lo storico locale di via Perrone 3 bis consiglia la
prenotazione dei posti allo 011-537636.
TRUFFE IN OREFICERIA — Una decina di gioiellerie coinvolte nella sola provincia di Torino, anche a Torre Pellice e Luserna, in una serie di
truffe per diverse decine di milioni. L’orefice si
ritrovava con un sacchetto di gioielli in similoro
al posto degli oggetti sottratti dall’abile truffatore che, vestito di camice bianco, si dichiarava
pizzaiolo o venditore di formaggi e cambiava oro
falso per oro vero. Dopo il colpo fallito a Luserna, i responsabili sono ancora indagati a piede
libero ma in un’auto fermata dalle forze dell’ordine è stata rinvenuta e quindi restituita la refurtiva della gioielleria di Torre Pellice.
RIUNIONE DEI CASTANICOLTORI — Proseguono
gli incontri per arrivare alla definizione di un
consorzio dei castanicoltori della vai Pellice. 11
prossimo appuntamento è fissato per il 6 febbraio, alle ore 21, nella sala consigliare della Comunità montana vai Pellice. Verrà illustrata una
bozza di statuto dei produttori; la Comunità
montana sta intanto raccogliendo le adesioni
delle persone interessate e che in via preliminare hanno comunicato la superficie coltivata a castagno e la produzione ottenuta nel 2000.
OPUSCOLO E BEIDANA IN VENDITA — Sono in
uscita e saranno in vendita nelle chiese il 17 febbraio e alla Claudiana l’opuscolo del XVII Febbraio della Società di studi valdesi scritto da
Giorgio Tourn, dal titolo «11 barba. Una figura
valdese preriformata» (£ 6.000) e la rivista La beidana (£ 8.000) che conterrà una ricca sezione sul
teatro e sul costume valdese. Durante la giornata
del 17 nelle varie chiese i due volumi saranno in
offerta a 12.000 lire. Mentre alle Valli le chiese
potranno rifornirsi direttamente dal Centro culturale, per il resto d’Italia l’opuscolo sarà richiesto direttamente all’editrice Claudiana e La beidana al Centro culturale (0121-932179).
Finanziata la ristrutturazione della «Gianavella»
Fra storia e natura
L'accoglienza in uno dei più noti «luoghi storici» delle valli
valdesi sarà incrementata con i nuovi lavori alle strutture
PIERVALDO ROSTAN
SEI progetti di inter
'
vento nell’ambito turistico-ricettivo (su un
numero molto più elevato di richiedenti) sono
stati finanziati dalla regione Piemonte; di essi
due riguardano direttamente strutture della
Chiesa valdese (Gianavella e Foresteria di Torre
Pellice) e una terza, la
Casa per ferie dell’Esercito della Salvezza di Bobbio Pellice, ha comunque
una valenza nel settore
culturale-religioso. Basterebbero questi elementi a confermare che il
fattore storia e religione,
binomio ormai sempre
più legato a quello ambiente-paesaggio, rappresenta per la vai Pellice
il vero motore dell’affluenza turistica.
I fondi assegnati dalla
Regione non copriranno
totalmente gli interventi
ma circa un terzo del costo totale, eppure vanno
colti come segnali importanti e nello stesso tempo
come base di partenza.
Così se alla Foresteria già
si sta lavorando alla Gianavella la ristrutturazione dovrà comunque iniziare entro il 30 aprile.
Ma qual è il progetto?
«L’idea è quella di creare
un centro di accoglienza
che fornisca ai gruppi e
alle famiglie la possibilità
di approfondire le loro
conoscenze in ambito
storico e naturalistico»,
chiarisce Paolo Gardiol,
presidente del Comitato
dei luoghi storici che gestisce i due immobili che
la storia attribuisce a
Giosuè Gianavello. La
struttura è prossima al
sentiero naturalistico la
Ghiandaia (su cui sono
previsti altri interventi
sulla base di un progetto
della Comunità montana
finanziato dalla Provincia
di Torino) e comprende
anche un bosco didattico
con un percorso teso a
evidenziare tutte le essenze arboree presenti
nella zona.
«Prevediamo un utilizzo della struttura per circa 7 mesi l’anno - prosegue Gardiol -; in sostanza più o meno 4.000 presenze annuali. Ciò ci
consentirà di pagare un
gestore, la manutenzione
dello stabile e dell’area
circostante e di accendere un mutuo a copertura
parziale dell’intervento».
Infatti dalla Regione arriveranno circa 161 milioni, ma il progetto totale
assomma a 450... «Penso
che potremmo attivare
una sottoscrizione anche
verso gli amici esteri (fin
qui molti utilizzatori della Gianavella sono stati
proprio gruppi dalla Germania, ndr), arrivando a
coprire un centinaio di
milioni - precisa Gardiol
-; per il resto dovremmo
accendere un mutuo». A
quando la nuova Gianavella? La fine lavori, secondo le indicazioni regionali, è prevista per il
30 settembre 2003; naturalmente la sfida è quella
non solo di finire il tutto
in tempo ma, se possibile, ancora prima. «In fondo - conclude il presidente dei Luoghi storici questa è di fatto l’unica
struttura ricettiva in tutta
Luserna San Giovanni».
Incontro tra Asl 10 e sindad
Costi e servizi
In un incontro fra la
rappresentanza dei sindaci pinerolesi e l’Asl 10
tenutosi a Pinerolo la
settimana scorsa il direttore generale dell’Asl,
Ferruccio Massa, ha presentato la situazione derivata dal taglio alla spesa pubblica sanitaria annunciato recentemente
dalla giunta regionale.
La situazione per il
momento non è ancora
chiarissima nel senso
che, se per un verso si sa
che la riduzione del gettito da parte regionale
per il Pinerolese non è
stata così ingente come
per altre realtà piemontesi per altro verso è ancora presto per avanzare
ipotesi sui settori dove si
dovrà tagliare la spesa o
quanto meno ridurla anche se ipotesi sono già
sul tappeto e vengono
valutate in questi giorni.
All’Asl 10 comunque dalla Regione sono stati assegnati 205 miliardi con
una riduzione, rispetto al
fabbisogno espresso nel
0|ERDÌ2FH
Tre
1
bilancio pluriennale ap,
provato nel 1999 perj
2001 dall’azienda sank
ria, del 5,09%.
La riduzione del gettit,
proveniente dalla Regio,
ne ovviamente compot.
terà dei tagli che riguat.
deranno anche alcmj
voci riguardanti il ser.
vizio sul territorio cht
rappresenta oltre il 60);
dell’incidenza della spe.
sa per la sanità nel Pine,
rolese. L’obiettivo è or
viamente ridurre i costi
senza penalizzare i servi,
zi ai pazienti. Proprio pei
questo attualmente in
Asl stanno predisponendo un nuovo piano
programmazione che
tenga conto delle nuove
cifre a disposizione pun.
tando su una sistematica
razionalizzazione settora
per settore. Il tutto poi
verrà presentato nelle
prossime settimane, appena pronto, all’asseni.
blea dei sindaci pinerole
si che dovranno darei
loro assenso per quanto
di loro competenza.
Iniziative nel territorio dell'AsI 10
La salute mentale
Il ministro della Sanità,
Umberto Veronesi, ha recentemente dichiarato
che una famiglia su due
in Italia è interessata da
soggetti affetti in vario
modo da disturbi psicomentali. 11 Pinerolese
non fa eccezione e il direttore generale dell’Asl
10, Ferruccio Massa, con
il responsabile del dipartimento di Salute mentale, Angelo Grillo, hanno
messo a punto una serie
di interventi per il 2001,
mirati a far fronte ai bisogni del territorio.
Si tratta di modalità
operative riconducibili
alla psichiatria residen
ziale, quindi le comunità
protette, le comunità alloggio, i centri di accoglienza e i sussidi terapeutici, e alla psichiatria
alternativa alla residenzialità, come gli inserimenti lavorativi, i gruppi
appartamento, Taffidamento familiare e il coinvolgimento del volontariato. Nel Pinerolese,
l’Asl 10 assicura la presenza di risorse professionali costituite da 54
sanitari, fra psichiatri,
psicologi, infermieri ed
educatori, e di risorse finanziarie che ammontano a 7 miliardi di lire investiti in salute mentale.
Molte le famiglie fra la vai Pellice e il Cuneese
Festa per il Capodanno cinese
CARMEIINA MAURIZIO
GRANCHIO, gamberi,
Í.............
ravioli, uova di mille
anni fa, spiedini, carne di
mucca, polipo, verdure,
anatra, spaghetti di soia e
di riso, cozze alla marinara; questo è un elenco
«semplificato», senza cioè
impronunciabili (per noi
occidentali) nomi di pietanze tipiche, di quanto
la scorsa settimana hanno mangiato in famiglia i
molti cinesi che vivono
nel territorio della vai Pellice e nei paesi confinanti
della provincia di Cuneo,
per festeggiare il capodanno cinese. La festività,
sentita nelle città dove le
comunità di cinesi sono
molto più numerose, è
stata comunque festeggiata, seppure con minore intensità, anche dagli
immigrati che da anni vivono a Barge e dintorni,
dove in gran parte lavorano duramente nelle locali
cave di pietra.
1 ragazzi che frequentano la scuola media ci
hanno raccontato come e
con chi hanno trascorso
il Capodanno; dalla piccola indagine su questo
microcosmo così vicino a
noi eppure così misterioso e lontano, vengono
fuori alcune curiosità ma
anche spunti di riflessione. Per esempio, 5 tra i
nove alunni delle medie
di Barge, non hanno festeggiato il 23 gennaio.
giorno in cui cadeva quest’anno il Capodanno cinese, bensì a Natale o il
26 o il 30 dicembre, riunendosi in famiglia, consumando piatti tipici, accendendo piccoli fuochi
d’artificio, ma senza appendere le tradizionali
decorazioni del loro paese, che in Italia non si
trovano. Zhang Fan Xiu,
Jang Jin Lun, Jing Po e Hu
Hai Hong hanno invece
festeggiato il Capodanno
proprio lo scorso 23 gennaio, ritrovandosi nelle
proprie case, con parenti
e amici, quasi sempre in
gruppi di 10-15 persone.
L’occasione del capodanno, che ha riunito
nuclei e conoscenti, fornisce di certo qualche
informazione sulla qua
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lità della vita di questo
gruppo orientale, che da
anni si è insediato a Baige, con qualche presenza
anche a Luserna San Giovanni e a Torre Pellice,
Nella maggioranza dei
casi sono i più piccoli ei
più giovani a rapportarsi
per primi e con maggiore
facilità con il territorio;
nelle scuole si realizzano
dei progetti di accoglienza e di alfabetizzazione
con grande disponibilità.
Quello che si percepisce
però è un’integrazione
non facile, accompagnata
dalla perdita della comunità, della propria storia
nella speranza di una vita
economicamente meno
povera, la prima molla
che continua a portare
Barge singoli e famiglie.
L'associazione «Senza confini» a San Secondo
Documentario su CernobiI
1 due comuni di San Secondo e Prarostino, in collaborazione con l’associazione «Senza confini», organizzano
per venerdì 2 febbraio, alle ore 21, al
Centro Polivalente di San Secondo, una
serata incontro sul tema «CernobiI».
L’associazione «Senza confini», sezioni di San Secondo e Prarostino, si occupa da anni dell’accoglienza nelle famiglie di bambini provenienti dalla Bielorussia, che si fermano nelle valli per un
mese circa e che possono così usufruire
di un clima e di un ambiente più salutare rispetto a quello in cui sono nati, che
è stato colpito e contaminato dalle radiazioni nucleari dopo lo scoppio del
reattore di CernobiI. Durante la serata
di incontro verrà proiettato un documento sul disastro ecologico: «È un do
cumentario realizzato da una televisione svizzera - spiegano alcuni rappresentanti dell’associazione -; vengono riportati anche alcuni frammenti di filmato del giorno in cui si è provveduto
alla pulizia dei locali della centrale, e vi
sono immagini delle conseguenze ecologiche che questo disastro ha comportato». All’incontro parteciperanno alcuni componenti dell’associazione «Senza
confini» e un medico responsabile del
coordinamento sanitario, per rispondere ad eventuali domande del pubblico.
L’invito è dunque aperto a chiunque sia
interessato, anche perché il gruppo è
sempre disponibile a fornire spiegazioni sulle proprie attività e lieto di accettare nuove famiglie disposte ad accogliere gli ospiti bielorussi.
Un progetto a Inverso Rinasca
Il «bacino» visto
come area turistica
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DAVIDE ROSSO
Recuperare l’area
del bacino idroelet
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trico di Inverso Rinasca a
fini storici e turistici. È
questa l’idea allo studio
dell’amministrazione comunale del paese della
media vai Chisone che
all’inizio del 2000 ha preparato un progetto di
massima che è stato inserito il giugno scorso dalla
Comunità montana valli
Chisone e Germanasca
nel pacchetto di 17 iniziative turistiche relative alla
sua zona della «Marca pinerolese», progetto globale relativo a tutto il Pinerolese per il quale si
chiede un finanziamento
alla Regione Piemonte.
«Il progetto sul bacino
- dicono in Comune a
Inverso - prevede il recupero del canale coperto
che dal bacino arriva alla
borgata Grange per un
suo utilizzo come percorso sia da fare a piedi
che come pista ciclabile.
Inoltre è previsto l’utilizzo del fabbricato del bacino come museo storico-industriale e come
punto di incontro per
riunioni, convegni e visi
te guidate». Per l’utilizz»
del fabbricato la Energif
spa, attuale proprietari!
dell’immobile, ha già dato la sua disponibilità al
Comune mentre per i finanziamenti la richiesta
inoltrata alla Regione c
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investirsi nella realizzazione della pista ciclabile
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museo. «Ora - continuano al Comune di Inverso
- siamo in attesa del varo
da parte regionale della
legge 4 del 2000 che dovrebbe arrivare in feb'
braio e che dovrebbe ga;
rantirci i fondi necessari
per avviare il progetto»
La realizzazione del pd'
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nità montana, verrebbe!
costituire un nuovo tassello aH’interno di qu®'
sistema di turismo di valle che prevede da una
parte altri percorsi di visita naturalistici, coina
quello che a marzo verrà
inaugurato a San Gerrna;
no, e dall’altro proged'
come quello dell’EcotnU'
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scendo per volere della
Comunità montana.
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PAG. 13 RIFORMA
Troppi punti di prelievo su Chisone e Germanasca Consiglio comunale di Pinerolo
Torrenti senz'acqua H P“"to sul «Bim»
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La difficile ricerca di un punto di equilibrio tra il rispetto
dell'ambiente e lo sfruttamento della risorsa idrica
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OVUNQUE c’è un rigagnolo d’acqua, si è
scatenata la febbre del
suo sfruttamento ai fini
idroelettrici. Se i progetti
Idroval prevedono la delivazione di tutto il Chisone, non migliore è la
condizione in vai Germanasca. Già oggi è disastrosa la situazione a valle di Ferrerò, dove gli attuali prelievi hanno ridotto il torrente a poco
più dello scolo degli scarichi fognari; preoccupante è la situazione a
monte per le concessioni
di sfruttamento delle acque rilasciate all’Enel per
la costruzione di una
megacentrale a Trossieri
e per la costruzione delle
centrali Turati ed Energheia sul torrente di PraI! Tutto il Germanasca e
isuoi affluenti sono destinati ad essere derivati.
Nel torrente per parecchi mesi l’anno scorrerà il
rilascio previsto per legge
0 deflusso minimo vitale,
paragonabile alla situatone di magra che si verifica per 15 giorni nell’arco di due anni, una
sorta di mantenimento in
stato di coma del corpo
idrico con ripercussioni
pesanti sulla flora e fauna
del torrente e del territorio che lo circonda. Evidente è la compromissione delle capacità di diluizione e depurative delle
acque rispetto agli agenti
inquinanti, che non sono
solo gli scarichi dei liquami parzialmente trattati
dai depuratori. Alla negatività rispetto all’impatto
ambientale si cerca di
contrapporre una generica valutazione positiva rispetto all’aspetto socio
Un bacino idroelettrico in vai Locana
economico. 1 vantaggi sono solo per pochi, la ricaduta occupazionale nulla,
le particolarità negative
molte, anche a fronte della precaria situazione
idrogeologica esistente.
È da rilevare che Tutilizzo di energia idrica è
oggi economicamente
vantaggioso per chi la
produce perché sostenuto da contributi pubblici nella costruzione e nella gestione delle centrali. 11 denaro che confluisce nelle casse dei Comuni è poca cosa rispetto ai
danni creati e ai costi sociali che tali opere determineranno. Questi sono
progetti che contrastano
con i propositi che gli enti territoriali si sono posti
per un possibile sviluppo turistico-culturale di
questa valle. Pochi esempi tra i problemi osservati
sono dimostrativi: vecchi
percorsi in molti tratti
larghi un metro o poco
più diventano con un ripristino piste di 3 metri e
mezzo: zone considerate
di particolare interesse
didattico, storico e culturale individuate come
meritorie di progetto di
recupero turistico ambientale, diventano sito
per realizzazione di cen
trale e prese; il ponte in
legno sul torrente di Rodoretto, una struttura in
acciaio e calcestruzzo;
zone franose, particolarmente dissestate dopo
l’alluvione del 2000, sono
ritenute idonee per la posa di condutture. 1 problemi che saranno origi, nati dalla centrale Enel,
un’opera in grado di utilizzare 10 metri cubi al
secondo di acqua, sono
in gran parte da valutare.
Il Comitato per la salvaguardia del torrente
Chisone e suoi affluenti
propone una moratoria
nella costruzione delle
nuove centrali, in attesa
degli atti attuativi del piano di bacino, normativa
che fisserà le regole di
utilizzo delle acque anche
per i nostri torrenti. Intanto permangono le perplessità e le preoccupazioni, e alle richieste di
chiarimento non sono
giunte risposte. Che l’intenzione sia quella di accelerare le procedure anticipando Tutilizzo delle
acque alle regole a cui
dovrebbero prossimamente adeguarsi? Rimane
la speranza che la gente
dei nostri monti reagisca
alla rapina dell’ultima
sua risorsa; l’acqua.
I Presente e futuro della Scuola latina di Pomaretto
Un Centro per la cultura locale
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MILENA GRILL zione che intende pro
muovere, tutelare e salvaguardare l’identità storica
valdese e la cultura locale, molto probabilmente
diventerà un Centro culturale oltre che un museo
e una biblioteca. 11 progetto di ristrutturazione il
cui preventivo di spesa
supera gli 800 milioni è
stato affidato a due architetti ed è già stato presentato al Comune di Pomaretto mentre per i finanziamenti l’associazione
Amici si sta attivando rivolgendosi a enti pubblici
e privati e attraverso l’8
per mille della Chiesa valdese per ottenere la somma necessaria alla ristrut-,
turazione.
«L’associazione - dice
Ebe Raima, presidente
del sodalizio -, che è nata
nel marzo del 2000, era
stata preceduta da un comitato spontaneo formato più che altro da ex
alunni che si sono ritrovati con l’intento di fare
qualche cosa per ridare
vita a questo edificio. Il
progetto attuale prevede
di realizzare nel seminterrato una sala multimediale mentre al piano terra dovrebbe trovare sistemazione definitiva la collezione di modellini di lavori tradizionali della vai
Germanasca di Carlo e
Enrichetta Ferrerò. Il primo piano poi sarà adibiassocia- to in parte a sala riunioni
..T A Scuola latina:
storia e tradizione,
da centro di istruzione a
centro di cultura locale,
collezione “Ferrerò" e biblioteca del patuà». Era
questo il titolo dell’incontro, tenutosi sabato
20 gennaio a Porosa Argentina nella sede della
Comunità montana valli
Chisone e Germanasca,
organizzato dall’associamone «Amici della Scuola
latina» che aveva come
tema proprio il progetto
di ristrutturazione e rilancio in termini culturali
dell’edificio della Scuola
latina di Pomaretto in vai
Germanasca. Il fabbricato della Scuola (che è stata la prima scuola media
delle valli) è stato costruito nel 1865 grazie alla generosità del dottor
Stewart, pastore scozzese
a Livorno ma la Scuola
sicuramente è molto più
yacchia: la sua origine è
jttcerta e la si fa risalire al
^00. Nel 1830 la sua sede
aya nell’abitato vecchio
ai Pomaretto (casa Peyt^) e poi, verso il 1842,
ttt trasferita nell’attuale
“Casa dei professori»,
adificio fatto costruire
^’epoca da Beckwith. La
Scuola è stata definitivatttente chiusa nel 1986,
ara sotto la spinta deli associazione Amici della Scuola latina.
DAVIDE ROSSO
CONSIGLIO comunale tranquillo quello
che si è tenuto martedì
23 a Pinerolo. Il sindaco,
Alberto Barbero, ha voluto in apertura della seduta fare il punto sulla situazione del Bacino imbrifero montano (Bim),
dopo che nei mesi scorsi
si è provveduto alla sua
ristrutturazione finanziaria a seguito dei noti problemi giudiziari del suo
segretario, Cervar. Il sindaco ha parlato soprattutto della situazione economica del consorzio
e in particolare del recupero crediti operato in
questi mesi con conseguente ridistribuzione
dei fondi fra i soci. Successivamente il Consiglio
si è occupato di una piccola variante al Piano regolatore per consentire
un ampliamento dello
spazio circostante alla
costruenda piscina mentre è stata rinviata la discussione del regolamento sulle emissioni
elettromagnetiche essendo stato giudicato pre
matura senza aver prima
valutato quanto si sta decidendo in Parlamento
in questi giorni.
Se la seduta di Consiglio procedeva tranquilla
e senza intoppi nelle sedi
pinerolesi dei partiti invece l’attività politica ferve in preparazione della
tornata amministrativa di
questa primavera. In casa
dell’Ulivo l’accordo sul
nome del candidato sindaco pare raggiunto e si
parla apertamente di una
ricandidatura di Barbero;
rimangono ancora incertezze invece per lo schieramento della Casa delle
libertà con alcuni nomi
sul tappeto e già alcuni
manifesti elettorali per le
strade ma con una decisione definitiva ancora
da raggiungere. Intanto
Angelo Distaso e alcuni
rappresentanti pinerolesi della «Lista Dini» pare
siano intenzionati a passare con la destra ma per
il momento la situazione
anche in questo caso
manca di chiarezza e
l’assenza martedì in Consiglio proprio di Distaso
certo non aiutava a farne.
% Le lepri per la «pronta caccia»
Un'inutile strage
Alcune centinaia di
piccoli di lepre, trasportati in due camion provenienti dall’Ungheria,
hanno dovuto essere uccisi dalle autorità veterinarie alla dogana di Gorizia, in quanto è stata riscontrata la presenza di
malattie infettive. «Animali già destinati alla fucilazione - affermano i
responsabili della Lega
antivivisezione - sono
stati torturati ulteriormente con un -viaggio di
decine di ore in scatole
di cartone. È una barbarie non più tollerabile».
«Sono decine di migliaia le lepri importate
ogni anno in Italia per essere utilizzate nei ripopolamenti venatori come
prede “pronta caccia” dice Ennio Bonfanti, responsabile settore fauna
Lav - la sola Provincia di
Roma, nel 1998, ha speso
più di un miliardo per
l’acquisto di 3.000 lepri,
provenienti proprio dall’
Est». Nel Pinerolese il
Comprensorio To 1 spende ogni anno decine di
milioni per immettere
circa 300 lepri provenienti dai paesi dell’Est.
Oltre che sacrificare la
vita di migliaia di animali
destinati a finire sotto i
colpi dei fucili, i ripopola
menti procurano gravi
squilibri ambientali e
consentono Tintroduzione di specie alloctone che
soppiantano le specie indigene. Studi scientifici
confermano che nelle
prime due settimane do
po il ripopolamento, il
58% degli animali muore
perché incapace di adattarsi al nuovo ambiente,
finendo sotto le ruote
delle automobili o non
sapendo trovarsi il cibo.
NELLE CHIESE VALDESI
I DISTRETTO — Sabato 10 febbraio, nella sala di
rappresentanza del Comune di Pinerolo, alle
15,45, incontro su «Olimpiadi e territorio», a cura
del comitato «Torino 2006» della Chiesa valdese. ■
CASO — Incontro di formazione per animatrici e
animatori, sabato 3 febbraio, alle 9, a Pomaretto.
ANGROGNA — Domenica 4 febbraio assemblea di
chiesa dedicata alle finanze. Incontri del giovedì
alla Scuola grande, alle 20,45: giovedì 8 febbraio,
su «Reportage dalla Bielorussia» (a cura del Sassolino Bianco). Martedì 6 febbraio, alle 20,30,
riunione quartierale al Serre.
BOBBIO PELLICE — Le riunioni quartierali saranno
il 3 febbraio, ore 20, al Podio e il 6, ore 15, all’Inverso. Domenica 4 culto animato dai giovani.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Riunioni quartierali:
venerdì 2 febbraio, agli Airali, venerdì 9 a Boer
Priorato. Studio biblico venerdì 9, alle 20,45.
MASSELLO — Domenica 4 febbraio, culto quindicinaie. Riunione quartierale, alle 14, al Roberso,
lunedì 5 febbraio.
PERRERO-MANIGLIA — Visite quartierali; lunedì 5
febbraio, a Grangette, giovedì 8, a Baissa Lorenzo, a partire dalle 9,30.
POMARETTO — Riunioni quartierali: venerdì 2 febbraio, alle 15, all’Inverso Clot, lunedì 5, alle 20,
ai Masselli, mercoledì 7 febbraio, alle 20, alla
borgata Pons. Incontro ecumenico al Centro anziani di Perosa Argentina, venerdì 9, alle 16.
PRALI — Riunioni quartierali: martedì 6 febbraio, a
Villa, alle 20, mercoledì 7, a Cugno alle 20.
PRAMOLLO — Domenica 11 febbraio alle 10 culto
con assemblea di chiesa, nella sala delle attività,
sulla relazione finanziaria.
SAN SECONDO — Riunione quartierale alla Lombarda, martedì 6 febbraio, alle 20,30.
torre PELLICE — Riunioni quartierali: venerdì 2
febbraio, alla Ravadera, martedì 6 febbraio ai Simound, venerdì 9, agli Appiotti. Domenica 4
febbraio, alle 10, assemblea di chiesa, con
alTodg elezione dei deputati alla Conferenza distrettuale e al Sinodo, relazione finanziaria e
preventivo, elezione dei revisori. Domenica 4
febbraio, incontro dell’Unione femminile sul libro «Nuovi volti della famiglia. Tra libertà e responsabilità», all’incontro parteciperanno le so
relle di Bricherasio. Studio biblico: lunedì 5 feb
braio, alle 20,45, al presbiterio su Ezechiele 37.
VILLAR PELLICE — Riunioni quartierali, inizio alle
19,30; venerdì 2 febbraio al Ciarmis, martedì 6 ai
Garin. Domenica 4 febbraio, riunione dell’Unione femminile, al presbiterio. Domenica 4 febbraio, culto con cena del Signore.
VILLAR PEROSA — Riunioni quartierali, alle 20,30
giovedì 1° febbraio, ai Vivian, martedì 6 a Roul.
VILLASECCA — Riunioni quartierali: lunedì 5 febbraio, alle 14,30, ai Trossieri, alle 20, a Villasecca,
mercoledì 7, alle 20, a Pian Faetto.
Una serie di iniziative culturali a Bricherasio
La
presente nella storia
MASSIMO CNONE
IL vero ecumenismo,
secondo Karl Barth, si
fa tra chiesa e sinagoga. È
singolare il fatto che la
principale iniziativa di incontro di questo tipo sia
organizzata a Bricherasio,
dove non c’è una Chiesa
valdese, e dalla Biblioteca
comunale: «Una scelta
politica fatta dall’amministrazione - dice Lilly Di
Martino, del Consiglio di
Lo stabile della Scuola
e conferenze e in parte a
biblioteca del patuà».
L’associazione Amici
della Scuola latina intanto ha organizzato per
quest’anno un ciclo di incontri culturali, per ora
nei locali della Comunità
montana e tutti con inizio alle ore 16,30, che iniziati sabato 20 gennaio
continueranno sabato 24
febbraio con un incontro
dal titolo «Cucina, montagna e tradizione; spunti
e curiosità di gastronomia locale» e proseguiranno il 10 marzo, il 21
aprile e il 19 maggio con
la presentazione di tre libri, rispettivamente: «Daniel, un valdese giacobino», di Giorgio Tourn,
«Quando il vento le pagine sfoglia», di Ettore Serafino, e «La Castellania
di vai San Martino», di
Ettore Peyronel.
Torre Pellice: concerto all'Unitrè
Voce e pianoforte
Il duo liederistico Stefania Pistone, soprano, e
Salvo Margarone, pianista, è stato ospite 1’ 11
gennaio dell’Unitrè di
Torre Pellice. Questo duo
si è formato nel 1995 per
la comune passione per il
genere liederistico; proveniente da Catania, è reduce dal concorso 1" premio internazionale «}ohannes Brahms 2000».
Il repertorio è molto
vasto e spazia da Mozart
a Strauss. Il soprano catanese ha eseguito i lieder nella lingua originale, ma non è stato difficile seguire il programma
che era corredato dalla
traduzione. Così la bravura vocale e strumenta
le di questi due musicisti
è stata apprezzata per il
grande lirismo di questi
lieder per lo più su testi
del grande poeta Goethe
al quale sia Schubert che
Beethoven si sono ispirati. Nella prima parte sono
stati eseguite composizioni di Schubert, Brahms e Schumann. Infine,
nella seconda parte, con
un programma ancor più
vario per gli autori, Beethoven, Mahler, Berg e
Strauss. «Fenesta ca lucive», un omaggio augurale
per il prossimo viaggio
dell’Unitrè di Torre Pellice a Napoli e dintorni, è il
bis, richiesto a gran voce,
che ha concluso questo
pomeriggio musicale.
biblioteca - con la partecipazione di persone di
credo diverso su un unico
tema». Così, dopo il successo della manifestazione nel 2000, quest’anno
si replica. Appuntamento
inaugurale per giovedì 8
febbraio alle 20,30 alla
sala culturale Aldo Moro
della Biblioteca, in via
Vittorio Emanuele II 79b,
con la riproposta della
mostra «Storia della Bibbia», che resterà aperta
fino al 2 marzo 2001. Per
le scuole sarà disponibile
del materiale preparato
dal pastore Mario Berutti
e dal parroco di Bricherasio, don Massimo Povera, e su richiesta sarà
presente un rappresentante delle chiese. L’orario d’apertura sarà lo
stesso della biblioteca; il
lunedì ore 14-17, martedì
16-18, mercoledì 15-17,
giovedì 10-11,30 e 15-17
e venerdì 16-18 e 20-22.
Molto ricco il programma. Si parte l’8 febbraio
alle 20,45 con il prof.
Corsani sul tema «La formazione e la trasmissione
delle Sacre Scritture». Il
15 febbraio alle 20,45 sarà
la volta della prof. Nedelia Tedeschi su «Il ruolo
delle Scritture nel corso
della storia ebraica». Il 22
febbraio, alle 20,45, don
Massimo Povera parlerà
su «Le Sacre scritture nel
Concilio Vaticano II e nel
dopo Concilio». Tavola
rotonda finale prevista
per giovedì 1“ marzo nella più capiente sala del
Consiglio comunale, sul
tema «Il ruolo delle scritture nella spiritualità del
credente», che vedrà la
partecipazione di rappresentanti cattolici (probabile la presenza del vescovo De Bernardi) e vaidesi e delle comunità
ebraiche, islamiche e dei
Testimoni di Geova.
14
PAG. 14 RIFORMA
i E Eco Delle Yalu Aàldesi
SPORT
VERSO TORINO 2006
È iniziata sabato e domenica al Palaghiaccio di
Pdnerolo la seconda edizione della manifestazione «Verso Torino 2006», a
cui ha partecipato un
centinaio di atleti provenienti da Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Lazio, Valle d’Aosta e
Piemonte. Sull’euforia
del successo europeo del
duo Poli Fuser-Margaglio
le promesse del pattinaggio artistico si sono confrontate sulla pista pinerolese; nella classifica a
squadre ha prevalso la
Lombardia «A» davanti ai
cugini di Lombardia «B»
e Piemonte. Dopo la tappa di Pinerolo la manifestazione prevede altri sei
appuntamenti con il
coinvolgimento di 7.000
studenti anche nelle altre
discipline olimpiche; dopo tappe a Pragelato, Torino, Sestriere, Cesana,
Torre Pellice e ancora Pinerolo, al Sestriere si
svolgerà un convegno finale su «Torino 2006: ricaduta sull’attività sportiva scolastica di base».
superato al tie break
dall’Àtlante Savigliano.
HOCKEY GHIACCIO
Cresce la squadra femminile che disputa per la
prima volta la serie A;
opposte a Pinerolo, nell’ultimo week-end al Bolzano campione d’Italia,
le valligiane sono state
battute ma impegnando,
specie nel secondo confronto, le avversarie. È finita 1-9 sabato e 1-3 domenica, segno che la differenza di statura c’è ma
non è incolmabile.
Bella rimonta per il
Valpellice impegnato in
serie C amatoriale contro
le Aigles Courmayeur;
domenica sera a Pinerolo, di fronte a un centinaio di spettatori, i ragazzi guidati da Andrea
Chiaretti hanno saputo
rovesciare un passivo
che alla fine del secondo
tempo era di 4-1. Le prime due frazioni hanno
visto gli ospiti sempre
avanti (2-0; 2-1) e la Valpe a soffrire, colpendo
un palo e sbagliando un
rigore. In apertura di terza frazione, complici alcune «distrazioni» del
portiere valdostano, il
Valpellice si è via via avvicinato fino alla rete del
5-4 siglata da Sergio Pollone, fra i più positivi,
con Orsina e Ronzino.
TENNIS TAVOLO
Le squadre della vai
Pellice in serie C sono
uscite battute dai confronti in trasferta con le
rispettive capoclassifica.
In serie C2 Girardon, Ghirardotti e Picchi sono stati travolti per 5-0 a Ciriè;
in CI i valligiani hanno
perso per 5-2 a Saint Vincent con ijn punto a testa
di Rosso e Fresch. In DI
la squadra «A» si è imposta a Rivoli con due punti
di Peracchione e uno di
Battaglia, Odino e Cesano; la squadra «B» ha vinto in casa con lo Stampaglia Torino per 5-1 con
due punti di Piras e Rossetti e uno di Del Pero.
VOLLEY
Nei campionati minori
si segnala la sola vittoria
del 3S Luserna sul campo
del Sirius volley nel girone C del campionato under 15 femminile; tante
sconfitte negli altri campionati: il 3S Pinerolo è
stato superato in terza
divisione femminile per
3-1 dal Carignano e dal
La Bussola mentre nell’under 15 femminile il
Villar Perosa ha batmto il
3S Pinerolo per 3-1 e con
analogo punteggio il 3S
maschile nell’under 15
ha perso con TArti e mestieri. Infine nell’under
20 il 3S Pinerolo è stato
Nuovi spettacoli in cartellone al «Forte» di Torre
Il cabaret di
Bianco
Ancora teatro nel Pinerolese su organizzazione di «Nonsoloteatro». Al «Forte» di Torre Pellice sale sul palco, venerdì 2 febbraio alle 21,15, Federico
Bianco che presenta «Avrei bisogno di
una controfigura»; Bianco già nel 1989
ha vinto il primo «Festival di cabaret
piemontese». Da allora ha avuto diversi ruoli di primo piano anche in televisione; con la sua verve comica si impone in scena con testi forti e grintosi, interpretazione pirotecnica, storie brillanti e canzoni raffinate. L’ingresso al
teatro del Forte costa 10.000 lire (ridotti 5.000). Prosegue la rassegna «Di festa
teatrando» al teatro Incontro, via Caprilli 31, a Pinerolo. Domenica 4 febbraio, alle 16 (la sala apre alle 15,30) la
compagnia Nautai Teatro (Parma) presenta «Lupusinfabulae» da un testo di
Miriam Bardini, con Miriam Bardini e
Gigi Tapella.
Con «Lupusinfabulae» continua la ricerca sulla narrazione teatrale di Gigi
Tapella e Miriam Bardini, iniziata con
lo spettacolo «Njna e Yann». In questo
lavoro gli autori hanno affrontato il tema inconscio della paura nella figura
del «lupo». Questo affascinante personaggio dalle sembianze ambigue, ora
di «bel giovane dagli occhi di ghiaccio»
0 di «belva dallo sguardo di fuoco» popola con provocante e accattivante
presenza buona parte della letteratura
per l’infanzia. In scena i due viandanti:
marito e moglie, passeggiatori solitari
delle montagne, amanti e custodi di
fiabe e leggende di fiorellini. Nel loro
girovagare, uno accanto all’altro, hanno imparato a conoscersi in ogni loro
sfumamra, debolezza e poesia. La storia che raccontano oggi, accaduta in
un posto molto lontano e tanto tempo
fa, è una sorta di viaggio nella memoria
e loro, insieme ai bambini, riscoprono
sentieri e ricordi che portano a caprette, maialini, anatre, bambini, e bambine. Lo spettacolo-narrazione si sviluppa su una strada di confine. I due narratori, nel loro gioco di infrangere questo confine, portano i bambini a individuare un possibile equilibrio fra due
territori: il piacere e il dovere, equilibrio indispensabile per la crescita. Ingresso: £ 6.000; per la prenotazione telefonare allo 0121-323186.
APPUNTAMENTI
2 febbraio, venerdì
PINEROLO: Al Centro sociale di via Michele Bravo
incontro su «Terra madre», saccheggio della natura e
dell’ambiente sotto il peso della globalizzazione.
TORRE PELLICE: Alle 21,15, al teatro del Forte, va
in scena «Avrei bisógno di una controfigura», con Federico Bianco. Ingresso lire 15.000, ridotti lire 12.000.
PINEROLO: Alle 21, nella chiesa di San .Giuseppe,
concerto del Trio Musikè, pianoforte, tromba, trombone con Massimo Bezzo, Davide Sanson, Devid Ceste, ingresso libero. Musiche di Bach, Purcell, Pergolesi, Hansen, Michel, Blacher, Rachmaninov.
PINEROLO: Alle 21, al salone del Cavalieri, conferenza pubblica su «Ambiente e svOuppo».
PINEROLO: Alle 21, al centro sociale di via Lequio:
«Globalizzazione e mondialismo: la necessità di una
opposizione totale». Intervengono Silvano Straneo
(Lega Nord), Umberto Bonino (Movimento sociale),
Silvio Mondino e Fabrizio Legger («Il Monviso»).
3 febbraio, sabato
SAN SECONDO: Alle 16, al ristorante Lo scoiattolo,
1 parlamentari locali Giorgio Merlo ed Elvio Fessone
incontrano la popolazione in un convegno sulle riforme della burocrazia avviate in questi ultimi anni.
PINEROLO: Alle 17, alla libreria Volare, Giorgio
Tourn, con Francesca Spano, presenta «Daniel, un
valdese giacobino», edito dall’editrice Claudiana, per
la collana Centro culturale valdese.
4 febbraio, domenica
PRAGELATO: Alle 11, inizio della prima edizione di
Racchettinvalle, corsa agonistica e non, per adulti e
ragazzi, 6 chilometri; alle 13,30 premiazione.
PINEROLO: Alle 15,30, al teatro Incontro, spettacolo per bambini «Lupusinfabulae», della compagnia
Nautai di Parma. Ingresso lire 6.000.
6 febbraio, martedì
TORRE PELLICE: Il colorificio Pizzardi organizza,
dalle 16,30 alle 19,30, un corso di decorazione su vetro, costo lire 70.000, comprensivo dei materiali.
8 febbraio, giovedì
TORRE PELLICE: Alle 15,30, nella biblioteca dalla
Casa valdese, concerto di Vincenzo Cozza, tromba, e
Maria Nunzia Piscitelli, pianoforte, musiche di Marcello, Gounoud, Granados.
9 febbraio, venerdì
TORRE PELLICE: Alle 20,45, nella biblioteca della
Casa valdese. Bruna Peyrot, per la Val Lucerna, parlerà su «Colombia in pericolo o pericolo Colombia?».
LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle 21, in biblioteca
comunale, quarto incontro insieme per leggere.
PINEROLO: Al tempio valdese, alle 14,30, in preparazione della Giornata mondiale di preghiera delle
donne, la prof. Bruna Laudi della comunità ebraica di
Torino parlerà su: «La figura di Ester, la regina ebrea».
POSTA
I gruppi
corali
In riferimento all’articolo di Piervaldo Rostan
comparso sul numero 49
di Riforma-L’eco delle
valli valdesi del 22 dicembre 2000 desidererei
riflettere su alcuni punti.
L’accorpamento di coralisti di diverse comunità
in un’unica corale effetti
vamente esiste; ma ciò
accade per una reale esigenza numerica dei medesimi o per altri motivi?
È sufficiente una quindicina di persone per
creare un gruppo corale autosufficiente (e ne è
un esempio la corale di
Rorà): quindi credo che
la soluzione d’accorpamento di due corali non
sia sempre e solo la causa di una mancanza numerica di coristi, né debba essere una soluzione
definitiva. Se è vero che
esiste un progressivo
spopolamento delle Valli, con conseguenti problemi per tutte le attività ecclesiastiche, è altresì vero che la presenza o
la nascita di altri gruppi
di canto, impoverisce e
frammenta la potenzialità canora del territorio;
ciò soprattutto se le esperienze musicali di alcuni di tali gruppi sono
simili a quelle dei nostri
cori di chiesa.
Sarebbe opportuno,
invece, incentivare e stimolare il lavoro delle corali, e qui credo che la
commissione canto del I
distretto possa far molto,
organizzando incontri
tra le corali, week-end
dedicati allo studio del
canto, coinvolgendo i direttori in attività o potenziali ad aggiornamenti. Il
lavoro non manca e penso nemmeno le compe
tenze, ma tutto questo
non serve a molto se ne
dimentichiamo gli scopi
prioritari: testimonianza
di fede e collaborazione
con la comunità.
Giuseppe Maggi
direttore della corale
valdese di Torre Pellice
Il mulino
LARE
Sabato 3 febbraio
ore 17
sala incontri
' parie:
^ f '1 . • C.SO TORINO 44 PI.NERTEDFAX 0121-391
r|s(I>anìel,
giaco
di Giorgio I’D!
Sul numero 3 di Riforma-L’eco della valli vaidesi del 19 gennaio 2001,
a pagina 12 nello spazio
cronache, è stato scritto
un’articolo che faceva riferimento al mulino di
Balziglia. Io sono un abitante di Balziglia, non di
quelli del sabato e della
domenica ma uno che ci
vive dalla primavera fino
all’autunno inoltrato.
Quando ho letto nell’articolo che «gli abitanti
di Balziglia si chiedono
spiegazioni sul perché
della demolizione del
mulino» mi sono domandato chi avesse chiesto la
mia opinione sull’argomento! Nessuno, quindi
mi sembra giusto rispondere a questa affermazione generalizzata che non
condivido, e come me
molti altri. Prima di tutto
non penso che un mucchio di pietre ricoperte
da ortiche si possano
chiamare mulino, erano
così da quando mi ricordo (ho 40 anni). Le mole
non sono state portate altrove ma bensì poste sulla piazza del paese alla
vista di tutti. Penso cbe
gli abitanti di Balziglia
abbiano molti altri patrimoni storici come testimoni del passato, in alcuni casi è meglio tutelare le abitazioni e le strade
ai mucchi di pietre.
Ugo Tron - Massello
Domenica 4 febbraio a Pragelato
Marciare sulla neve
FEDERICA LONG
SI terrà a Pragelato, domenica 4 febbraio, ia
prima edizione della corsa competitiva e non con
racchette da neve «Racchettinvalle». Organizzatrice della manifestazione, il cui percorso si snoderà nei dintorni e alTinterno del paese di Pragelato per circa 6 chilometri, con dislivelli di 40-50
metri, l’associazione «Le
ciaspole», che si avvarrà
anche della collaborazione di alcuni enti sportivi
locali. L’intento degli organizzatori è quello di
«mostrare agli escursionisti di ogni età la montagna nel periodo invernale, quando le nevi ricoprono i pèndii rendendoli
soffici e splendenti».
Ma cosa sono le ciaspole? Le popolazioni che secoli fa abitavano i paesi
freddi e nevosi, capirono
che se volevano camminare nella neve fresca dovevano aumentare la superficie di appoggio dei
piedi sul manto nevoso al
fine di non sprofondare e
procedere più speditamente. Fu così che, sia
nell’America settentrionale che in Siberia o sulle
Alpi, costruirono con i
materiali a quei tempi disponibili degli attrezzi
che permettessero loro di
spostarsi agevolmente
per cacciare o per lavorare. Nacquero così le «ciaspole», termine italianizzato direttamente dal
dialetto trentino che nel
«patuà» locale vengono
chiamate «chatoua» e fino a mezzo secoio fa erano costituite da un cerchio di legno di nocciolo
con un intreccio di salici
su cui fissare le scarpe o
molto più spesso gli zoccoli. Negli anni i salici furono sostituiti da corde
e la forma fu ovalizzata per facilitare il cammino. Attualmente certo poche persone utilizzano ie
«ciaspole» per reale bisogno, ma molti hanno scoperto il piacere di camminare nel silenzio di paesaggi innevati con questi
attrezzi ovviamente modificati e costruiti con
materiali plastici leggeri.
L’iniziativa di domenica permetterà di assistere
a uno spettacolo invernale i cui attori saranno, oltre ai partecipanti, la natura e il silenzio dei monti. «Il soffice manto bianco che ricopre le nostre
vette - dicono ancora gli
organizzatori - sarà un
perfetto scenario per chi
vorrà trascorrere una
giornata genuina lontana
dal caos. Le “ciaspole”
permetteranno di instaurare un rapporto diretto e
sincero tra i concorrenti
e la natura; la loro complicata semplicità, ricreerà un’atmosfera antica che renderà più viva e
frizzante quest’esperienza collocata in un mondo
moderno e frenetico fatto
di stress e strade affollate
di città poco vivibili».
Scopriminiera
Apertura
il 1" febbraio
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Li claudiaiìa
Piazza Libertà 7
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Torre Peilice (To)
Dopo il successo di
pubblico degli anni passati, 60.000 visitatori in
due anni, giovedì 1° febbraio, dopo un breve periodo di chiusura, riapre
al pubblico il museo di
«Scopriminiera» di Frali.
La chiusura delle attività
museali e l’interruzione
delle visite alla miniera
Paola, che si sono protratte per alcuni mesi, sono state dovute in parte
alle ripetute frane che
hanno coinvolto la strada
provinciale di Frali ma
anche a diverse opere di
sistemazione e preparazione di nuovi locali di
accoglienza per garantire
un ampliamento dell’offerta turistica ai visitatori.
Nei locali adiacenti al
museo della miniera Paola infatti dal 1“ febbraio
si potrà ora anche usufruire di un bar punto di
ristoro mentre per quel
che riguarda la visita vera e propria alla miniera
sono state preparate
nuove «tappe» e nuove
aggiunte al percorso in
galleria dove è stato ripristinato l’impianto ad
aria compressa per la
messa in movimento di
alcuni macchinari. Le
novità preparate in questo periodo di chiusura
dalla Tuno, società gestrice dello Scopriminiera, riguarderanno poi anche le scolaresche che
potranno avvalersi da
quest’anno oltre che dei
soliti laboratori guidati
anche di attività di approfondimento mirate e
differenziate per età e livello scolastico.
venerdì 2 FEBBRAIO 2001
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vergini suicide di Sofia
Coppola: sabato 3 ore
20.10 e domenica 4, ore
16 e 18, Galline in fuga
(cart, animati): sabato,
ore 22,20, domenica ore
20.10 e 22,20, lunedì
martedì, ore 21,15, L’erba di Grace.
BARGE — Il cinema
Comunale ha in pro
gramma, venerdì 1° febbraio, ore 21, Dancing il
the dark; sabato 2, ore
21, Lost soul (La profezia); domenica 3 ore 15,
17, 19, 21 lunedi, martedì, giovedì, ore 21, A
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Cile essere
Secondo appuntamento con «Tacabanda», b
rassegna di musica popolare; in vai Pellice sabato
3 febbraio alle scuole elementari di Lusernetta.
Tocca al duo Masero che
propone il suo «Concerto
per due chitarre».
Una nuova tappa nel
percorso di musiche pel
chitarra intrapreso negl'
anni scorsi da Tacabanda: due strumentisti di
Bourg-en-Bresse, nelle
Francia centrale, Malhoiì
Maret e Lionel Rollano
(Masero riprende le lett^
re iniziali dei cognoniii
con una «se» che ricorda
il terzo chitarrista della
formazione originale), h'
tolari di un interessante
cd, pubblicato nel 1998
Uno stile flatpickifl
personale, mix di i^'
fluenze diverse, dal flO'
mence al blues, passati'
do per il jazz manouà^
di Django Reinhardt,
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i Condividere
le esperienze
spirituali
La scomparsa di Antonino
pizzo, già presidente del Comitato di gestione dell’Ospe¿ale valdese di Torino, mi ha
dato motivo di riflettere su alcuni momenti di profonda
condivisione spirituale che ho
avuto con lui negli ultimi anni
della sua vita.
Uomo di grande capacità
comunicativa, nel periodo del
suo riposo e del declino della
sua salute ha cercato con insistenza di poter condividere le
proprie esperienze spirituali
con chi riteneva che fosse capace di comprenderle in pro■ fondità. Non si trattava solo
del «naturale» desiderio di ogni persona anziana di essere
ascoltata: riteneva che le proprie scelte personali fossero
testimonianza della libertà
dell’Evangelo concretizzatasi
nella propria vita. Di questa
libertà Antonino voleva parlare anche ai suoi parenti che
erano rimasti neU’ambito della Chiesa cattolica: per invitarli a una riflessione e a compiere un «passo avanti» nella
comprensione reciproca, dopo la logica e inevitabile divergenza dovuta alla sua scelta della fede evangelica.
Quando si fa una scelta
confessionale di diversità,
spesso si hanno momenti di
rottura e di incomprensione
nei rapporti umani, a diversi
livelli, ed è difficile vivere il
momento della frattura con
serenità. Di conseguenza è
difficile avere una visione unitaria della propria vita, nella
quale le scelte del «dopo» si
colleghino a quelle del «prima» del passaggio confessionale. Antonino c’era riuscito,
. e agli amici intimi mostrava
con gioia il fatto che la diocesi
cattolica di Palermo avesse
conservato il suo nome fra i
membri del clero, con la precisazione però che faceva parte «del Concistoro della chiesa
valdese di Torino». Più difficile è stato per lui condividere
con la frequenza che avrebbe
voluto momenti di preghiera
e di lettura biblica con fratelli
e sorelle di chiesa. Forse in
questo ambito talvolta, per
eccesso di delicatezza, si resta
«un passo indietro» rispetto
alle attese di molti fratelli e
sorelle anziani e soli. È più facile essere amici e solidali sul
ja
piano umano che testimoni
dell’unica speranza che, sola,
vince anche la morte.
Qui si apre un altro capitolo: è più facile essere «consolatori» che testimoni fraterni
della speranza del Regno dei
cieli. Ma spesso le persone
anziane e malate chiedono di
condividere anche questa
speranza. 11 problema aperto
è come testimoniarla senza
degradarla nella sua qualità.
L’aver cercato di condividere
esperienze di fede e motivi di
speranza, con Antonino Pizzo
e con diverse altre persone,
mi ha fatto toccare con mano
il fatto che azione pastorale e
delicatezza nei rapporti umani vanno sempre di pari passo. Infatti si riesce a comunicare non ciò che si dice, ma
ciò che si condivide in profondità. Una comunità di fede
suppone sempre una profonda condivisione della comunione con Dio, da cui nasce la
nostra speranza e il conseguente possibile superamento
anche della paura della morte. Non c’è comunione nella
fede senza questa comunione
nella sofferenza {sun-patheia)
e nella gioia della speranza.
Cesare Milaneschi
Ferentino
Pio XII era
un credente?
Dopo la lettura dell’articolo
a firma Giorgio Bouchard
sull’ultimo numero di MicroMega intitolato: «Aveva ragione Hochhuth» chiedo al pastore Bouchard di voler spiegare a me e ai lettori di Riforma che cosa egli intenda con
la parola «credente». Infatti il
citato articolo si conclude con
queste parole: «Pio XII non
era un nemico, era un “credente”, il quale forse non s’è
avveduto della distanza abissale che passa fra la mente di
Cristo e la mentalità di noi,
suoi semplici seguaci».
Ricordiamo che Pio XII nel
corso del pontificato accumulò un patrimonio personale stimato a 80 miliardi di
lire di quel tempo, piazzò i
suoi tre nipoti Marcantonio,
Carlo e Giulio, nominati
principi per grazia di Mussolini, come grandi dignitari
della Santa Cattedra e come
consiglieri revisori di importanti banche e grandi società
di monopolio italiane, infischiandosene tranquillamen
etta
ntamennda», b
ca popO'
;e sabato
:uole eieemetta,
isero che
Concerto
te, mentre costruiva quest’ingente patrimonio per sé e per
i suoi parenti, della strage di
750.000 serbi ortodossi in
Croazia, di cui era perfettamente informato e dello sterminio degli ebrei ad opera
dei nazisti. Pio XII concesse
senza la minima esitazione
un’udienza dopo l’altra a generali ustascia, diplomatici
ustascia e ministri ustascia,
ricevendo con tutti gli onori
in Vaticano nel 1942 la gioventù ustascia (quella che
portava sulla uniforme una
grossa «U» dentro la quale si
vedeva esplodere una bomba) e definì Ante Pavelic (noto delinquente, condannato a
morte dai tribunali francesi e
jugoslavi, definito dal giornale inglese New Review il più
grande criminale dell’anno
1941) «un cattolico praticante», ricevendolo in Vaticano e
facendogli gli auguri di «buona prosecuzione di lavoro!»
(si deve intendere continuare
a uccidere innocenti).
Per quello che riguarda gli
ebrei ci basterà citare l’opinione di Simon Wiesenthal :
«Il Vaticano era ottimamente
informato. Quando gli archivi
saranno un giorno aperti,
avremo la certezza che Pio XII
sapeva tutto, ma che si comportò da politico. Pio XII sapeva che la Chiesa aveva due
nemici: i nazisti e i comunisti.
In un primo momento egli era
convinto che i tedeschi avrebbero vinto la guerra, col che si
sarebbe liberato del primo dei
suoi nemici, il comunismo.
Pertanto valeva la pena chiudere gli occhi su tutto quello
che accadeva. Nella primavera del 1944 Pio XII si accorse
che i tedeschi avrebbero invece perso la guerra. A quell’epoca era in atto la deportazione degli ebrei ungheresi.
Allora, probabilmente a seguito di disposizioni del papa,
i preti cominciarono a distribuire agli ebrei documenti
falsi». Quanto qui affermato è
completamente documentato
in K. Deschner, Die belidigte
Kirche (Friburgo, 1986). Il
Vangelo dice: «Li riconoscerete dai loro frutti».
Trovo che nel dare la qualifica di «credente» a qualcuno
sarebbe necessaria un po’ più
di prudenza, altrimenti è più
semplice dire che tutti sono
credenti, anche i più grandi
criminali della storia.
Emanuele Angeleri
Milano
Passatempo
(D. Mazzarella)
Orizzontali
I Lo sono Abramo, Isacco
e Giacobbe
9 Congiunzione latina
10 Guglielmo, filosofo, ini
' ziatore della via moderna in teologia
II Uno dei figli di Giacobbe
13 Nuovo Testamento
14 Costellazione la cui stella
principale è Aldebaran
15 I padri del cugini
16 Diversi arabi si chiamano
così
17 L’insieme degli attori di
un film
18 È destinata a lui una lettera dell’epistolario paolino
20 Termine familiare per indicare il padre
21 Epoche
22 II nome dell’ultimo giudice di Israele
23 Unione europea
24 In quella valdese di teologia si formano i futufi
pastori
25 Ammiratore sfegatato
26 Articolo maschile
27 Gesù lo fu al Padre fino
alla morte di croce
Verticali
1 I primi cinque libri della
Bibbia
2 Non credente
3 Si presentavano in questa forma gli antichi libri
biblici
4 Inter Church Aid
5 Associazioni cristiane lavoratorii italiani
6 L’ente con la televisione
di stato
7 Simbolo del centimetro
8 Dedicare in segno di
omaggio
12 Indossa il saio
13 Roberto, autore di «Ma il
Vangelo non dice così»
15 Un altro dei figli di Giacobbe
17 Sinonimo di tarme
19 Si cerca di evitare quelle
di chi è arrabbiato
20 Bach... senza fine
22 George, scrittrice francese che amò Chopin
24 Faenza... a metà
25 Iniziali di Brunelleschi
Due siti interessanti per gli affezionati della grande rete
uUn giorno, una parola» su Internet
Desidero segnalare a chi apprezza le LosungeUi cioè Dn giorno, una Parola, due siti
internet particolarmente interessanti: il primo (http://vww.bb.ebu.de/) è il sito ufficiale dell’Unità dei Fratelli di Herrnhut, detta
anche chiesa dei «Fratelli Moravi», all’interno del quale è possibile leggere, oltre a notizie su questa chiesa, informazioni sulla storia, sulla tradizione e sulla redazione dei testi che vengono proposti ogni giorno alla
nostra attenzione e alla nostra riflessione.
Questo sito è in tedesco.
Il secondo sito (http:7/www.losung.
de/it/index.htm), redatto da un appassionato utilizzatore tedesco dei testi Moravi, mette a disposizione un gran numero di programmi per personal computer che contengono le Losuùgen in molte lingue. In italiano sono offerte 5 differenti versioni di programmi contenenti le Losungen. Questi pro
grammi possono essere scaricati gratuitamente, e consentono la visualizzazione sul
proprio computer dei testi del giorno. Alcuni programmi permettono addirittura l’impiego delle Losungen come «salvaschermo».
Va precisato che i programmi contengono
unicamente i due testi biblici dell’Antico (Losung) e del Nuovo (Lehrtext) Testamento. Sono assenti, per motivi di copyright, sia la breve meditazione o preghiera che segue i testi
biblici, che l’indicazione delle due pericopi
aggiuntive che, pur non appartenendo alle
Losungen in senso stretto, sono proposte ai
lettori e alle lettrici che desiderino arricchire
la scelta e la varietà delle proprie letture quotidiane. Per avere il testo completo è quindi
necessario, e direi comunque auspicabile,
acquistare il libretto della Claudiana.
Giampaolo Ferletti - Pinerolo
Osservazioni
sul Giubileo
Sembra che la chiusura
della Porta Santa abbia fatto
tirare un sospiro di sollievo
agli evangelici italiani delle
varie denominazioni. Passato il Giubileo, passate le indulgenze, si può riprendere il
dialogo, «riaprendo le porte»
all’ecumenismo. A questo
proposito mi permetto di fare
tre osservazioni.
1) Sì, l’anno del Giubileo è
passato, ma si potrà sapere
quanto questo Giubileo è costato allo stato, cioè ai contribuenti italiani, e quanto costerà? Perché, se non ricordo
male, nella legge che riguardava i finanziamenti per il
Giubileo si prevedeva che gli
edifici di proprietà del Vaticano, ristrutturati a spese
dello stato per essere trasformati in centri di accoglienza
per i pellegrini, sarebbero
stati poi riacquista-ti dallo
stato stesso, con un esborso
di denaro pubblico non indifferente. A chi dice e scrive
che siamo in un paese laico,
rispondo che non me ne sono ancora accorto!
2) Ho letto (su Riforma) e
sentito (al culto radio) che il
«ritorno» alle indulgenze aveva reso molto difficile il dialogo con la Chiesa cattolica ma
ora... tutto è come prima! Come se, prima, le indulgenze
non ci fossero e quindi, ora,
non ci siano più. Presumo che
chi ha scritto e detto questo
sia in buona fede, ma certamente non è ben informato:
la dottrina delle indulgenze
non è mai stata sostanzialmente modificata e il Giubileo ne ha solamente offerto
una dose maggiore. Come
sanno tutti coloro che hanno
visitato un santuario mariano
in Italia o all’estero, le indulgenze si ottenevano prima del
Giubileo del 2000 e si continuano ad ottenere ora: si è
semplicemente tornati alla
normale amministrazione. Se
le cose stanno così, qualcosa
mi sfugge: gli evangelici considerano l’impianto dottrinale
delle indulgenze contrario
all’insegnamento biblico solo
in occasioni speciali, come
quella del Grande Giubileo?
3) Quale dialogo è stato interrotto dal Giubileo? Quello
degli incontri ufficiali, tra clero cattolico e clero protestante o tra esponenti «qualificati» dell’una e dell’altra parte?
Se è così, lascio il problema al
clero e ai laici «qualificati».
L’importante è che sia continuato il dialogo tra credenti
«non qualificati» di tutte le
confessioni cristiane, tra tutti
coloro che si identificano
nella chiesa di Gesù Cristo
prima che in una delle tante
chiese. Questo dialogo, che
non si riconosce nei riti della
«Settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani» appena
trascorsa, ma dura tutto l’anno e si esprime nella testimonianza e nell’impegno, è continuato nonostante il Giubileo? Credo di sì.
Massimo Rubboli - Genova
Gli editti
di Nantes
e di Cavour
Ho iniziato a leggere il libro
«Le chiese della Riforma» a
cura di Ermanno Genre, Sergio Rostagno e Giorgio Tourn,
pubblicato dalle edizioni San
Paolo. Credo che non si possa
sottovalutare l'importanza
dell’avvenimento. Mi permetto, da questa lettura appena
iniziata, di rilevare due cose
che mi hanno colpito. A pag.
28 si legge: «Il conflitto si
chiuse... e trovò soluzione
nell’editto di Nantes. Prevedendo la coesistenza legale di
due confessioni: quella cattolica dello stato e quella riformata, con precise garanzie
giuridiche si sanciva per la
prima volta in Europa il principio del pluralismo religioso». Non vorrei peccare di
provincialismo, ma a Cavour
nel 1561 non si sancì per la
prima volta il principio del
pluralismo religioso?
Gianni Musella
Prosinone
Errata
Per uno spiacevole errore,
nella rubrica Agenda pubblicata sul numero 4 (pag. 9), è
stato annunciato per il 26
gennaio scorso, a Torino, un
convegno organizzato dal Comitato per la laicità della
scuola. In realtà il convegno è
previsto per il 26 febbraio. Ce
ne scusiamo con i lettori e
con gli organizzatori.
Familiari dei
desaparecidos
ringraziano
A nome dei familiari dei
desaparecidos italiani in Argentina e della segreteria della Lega per i diritti e la liberazione dei popoli, vorrei ringraziare tutte quelle persone
che, dentro e vicino alle nostre chiese, hanno dato il loro appoggio al processo che
si è concluso a Roma nel dicembre scorso.
In particolare un caloroso
ringraziamento alla pastora
Monica Michelin Salomon
per avere svolto un prezioso
lavoro di rete tra testimoni
argentini e membri delle
chiese evangeliche di Roma,
e al pastore Simonpietro
Marchese che con sensibilità
e impegno ha saputo essere
vicino ai familiari testimoniando così l’amore e la presenza di Dio tra coloro che
sono oppressi e soffrono le
ingiustizie del mondo.
Manfredo Pavoni Gay
Milano
Indirizzi
Il corretto indirizzo e-mail
del pastore. Marco Gisola è:
marco.gisola@tin.it.
Il sito Internet della Chiesa valdese di Catanzaro è il
seguente: http://wvw.chiesavaldese.net.
Il past. Domenico Tomasetto comunica il nuovo indirizzo e-mail: dms.tomasetto@tiscalinet.it.
Un convegno del Servizio migranti
Sostenere le donne
L’ultima assemblea della Fcei aveva dato mandato al
Servizio rifugiati e migranti di impegnarsi nella lotta contro
la tratta degli esseri umani e di dare sostegno alle donne
straniere coinvolte nella prostituzione. Alcune comunità
evangeliche sono già impegnate in questo settore, altre sono state interpellate da donne in difficoltà. Il Srm sta dunque promuovendo un piccolo progetto per avviare un lavoro con e per queste donne. 11 programma si chiama «Ruth»
e suo primo appuntamento sarà un seminario che si terrà a
Rocca di Papa (Roma) nei giorni 9-11 febbraio.
Il venerdì, a partire dalle 16, si affronta il tema «Combattere la “tratta” e sostenere le donne coinvolte nella prostituzione. Continuità d’impegno delle chiese evangeliche
nell’ambito del concluso “Decennio delle Donne” e dell’attuale “Decennio contro la Violenza”». A seguire dibattito e
scambio di esperienze. In serata: «Raccogliamo le idee». Il
sabato mattina, dopo la meditazione biblica, verranno affrontati gli aspetti legali, politici e sociali della questione.
Nel pomeriggio si discuterà di esperienze territoriali (Nord,
Centro, Sud) e sul tema «Facciamo un piano». Dopo la cena «Mettiamoci in rete (a livello regionale e nazionale)». La
domenica conclusioni, culto e partenze.
Iscrizioni entro il 31 gennaio presso: Servizio rifugiati e
migranti. Federazione delle chiese evangeliche in Italia, via
Firenze 38, 00184 Roma; tei. 06-48905101; fax 06-48916959;
e-mail: sm.evangeliche@agora.stm.it. Costo lire 90.000.
■ PARTECIPAZIONI H
«La tua parola è una
lampada al mio piede»
Salmo 119,105
Nipoti e pronipoti ricordano con
affetto la cara zia
Anna Maria Brofferio
Porto San Giorgio (Ap)
17 gennaio 2001
16
' m
PAG. 16 RIFORMA
Villaggio Globale
La campagna in atto contro i ministri Verdi del governo del cancelliere Schroeder
Germania, sindrome di «mucca pazza»
Dieci anni fa alcuni sostenevano che il forte desiderio di riuniflcazione dei tedeschi dell'Est
fosse dovuto alla loro fame di consumi Oggi c'è lo spettro della crisi alimentare legato alla Bse
ALBERTO ROMUSSi
AMBURGO — Mai come in
queste settimane ha aleggiato così forte e minaccioso
nell’animo dei tedeschi il sinistro suono della profezia
con la quale si annunciò 20
anni fa sulla scena politica
l’allora debuttante movimento Verde; «Quando l’ultimo
albero sarà stato abbattuto e
l’ultimo pesce sarà morto, vi
accorgerete che i soldi non si
possono mangiare».
La crisi alimentare
In questi giorni anche gli
strati più indolenti e conservatori dell’opinione pubblica
popolare tedesca sono fortemente scossi dalla grave e interminabile crisi alimentare.
Dopo la pluriennale preoccupazione pubblica per le vicende delle carni inglesi e il
loro silenzioso utilizzo in una
vastissima gamma di prodotti alimentari tedeschi che
vanno dal cioccolato (fatto
con il sangue di bue) allo yogurt (fatto con la gelatina del
brodo di carne), alle caramelle gelatinose (fatte con il midollo di bue), i titoli delle prime pagine dei giomaU e degli
altri mezzi di informazione
hanno cominciato già fin
dall’autunno scorso ad essere
occupati in modo permanente dallo scandalo dei bovini
risultati infetti da Bse anche
in Germania. Di modo che,
ora, dopo l’allontanamento
di un sempre maggiore settore del mercato tedesco dalle
carni bovine estere, dal pollame (reso sanitariamente pericoloso dalle ben note e inumane produzioni «a catena di
montaggio») e dal pesce d’allevamento (sanitariamente
altrettanto pericoloso per via,
tra l’altro, deH’utilizzo massiccio di antibiotici), dalla fine dell’anno sono di fatto finite all’indice per i consumatori tedeschi anche le carni
bovine di produzione locale.
Poi, con ritmo sempre più
incalzante, è stata la volta
dello scandalo dei wùrstel
(preparati a frodo con l’uso
delle indicizzate carni bovine), di quello delle carni di
pecora locali (sospettate di
essere portatrici di Bse in
modo ancora maggiore delle
carni bovine stesse) e di pecora neozelandese (un mercato del surgelato molto fiorente in Germania) per via
dello scandalo degli additivi
chimici in Nuova Zelanda;
subito dopo c’è stato lo scandalo dei tacchini polacchi (su
cui parte del mercato tedesco
aveva provvisoriamente ripiegato come alternativa alle
comuni bistecche di manzo)
allevati m Polonia con le farine di cadavere tedesche (delle quali, si noti bene, è vietato
soltanto l’uso in Germania,
ma non la vendita sul mercato estero) e dei cavalli abbattuti senza alcun controllo
medico e ora, da ultimo, a cementare ancora di più tutto
l’ingorgo degli scandali alimentari sulle pagine dei giornali tedeschi, è venuto ftiori
10 scandalo delle carni suine,
11 cui allevamento a base di
tonnellate di antibiotici è sospettato di essere una delle
cause più rilevanti del sempre crescente fenomeno di
assuefazione del corpo umano agli effetti degli antibiotici
stessi, vale a dire della loro
crescente inefficacia contro
le aggressioni virali. Con la
conseguenza. Infine, che oggi
i tedeschi non sanno più che
cosa mangiare.
Così, mentre si sta sviluppando la gara tra il governo
federale e le amministrazioni
regionali a coprire i pacchi di
to a casi registrati di infezione di Bse in tutta la Repubblica federale.
La famosa foto del giovane Fischer, sessantottino «picchiatore»
carne in vendita di «bio» e di
«ecoetichette» di garanzia,
neUe lussuose macellerie delle eleganti strade delle città
tedesche si è cominciato, con
mirabile fantasia, a esporre
in vetrina lepre, cinghiale,
colombo, cervo, capriolo, pavone, struzzo...
Qualche spirito cattivo sosteneva, dieci anni fa, che il
forte desiderio di riunificazione tedesca da parte degli
abitanti della ex Ddr non fosse dovuto tanto a un impulso
romantico e risorgimentale a
voler essere nuovamente un
unico popolo, felicemente
riunito all’interno dei suoi
antichi patrii confini, quanto
alla speranza di accedere il
più in fretta possibile alla ricchezza e ai livelli di consumo
tipici dell’occidente. «...Siccome però scendere per le
strade a gridare: “banane-banane” non era una cosa culturalmente fine, ci si è così
trovati tutti d’accordo nel gridare invece: “DeutschlandDeutschland”...». Senza sospettare peraltro che ora proprio le banane potrebbero diventare entro breve una delle
poche cose interessanti che
ci restano da mangiare nella
Germania unita.
«Repubblica
delle banane»
Quello che in ogni caso sa
veramente di «repubblica
delle banane» è il comportamento dell’opposizione politica di fronte all’attuale crisi
alimentare. La drammaticità
della situazione sta lasciando
per la prima volta profonde
ferite nell’animo tedesco popolarconservatore, il quale si
sta veramente rendendo conto che «i soldi non si possono
mangiare»: la Cdu-Csu tedesca ha buone ragioni per temere una nuova onda di successo politico dei Verdi da
parte questa volta dell’area
dell’elettorato tradizionalmente conservatore.
L’accusa secondo la quale
questi problemi alimentari
sarebbero scoppiati sotto il
governo Verde non funziona,
dal momento che tutti si rendono conto che si tratta di
problemi che affondano tutte le loro radici nel tempo
semmai della lunga gestione
Cdu del governo. Inoltre proprio i bavaresi (quelli che in
Germania si vantano sempre
di saper fare le cose meglio
degli altri) sono oggi i primi
della classe proprio in quan
L'attacco ai Verdi
Di qui la forte motivazione
a cercare di screditare pubblicamente i politici Verdi e i
ministri Verdi del governo,
soprattutto agli occhi dell’elettorato conservatore; negli scorsi giorni sono stati fatti girare fotografie e filmati
del ministro degli esteri Fischer mentre da giovane capellone si picchiava con un
poliziotto tedesco durante
una manifestazione nelle
strade di Francoforte; una
presunta lettera di quasi
trent’anni fa dell’attuale ministro Verde Trittin (e da
questi smentita) elogerebbe
l’uccisione di un agente di
polizia; mentre altri presunti
atti di violenza negli anni del
’68 vengono ascritti ad altri
personaggi dell’attuale classe
politica Verde.
In realtà un qualsiasi elettore di cultura media non vede alcuna ragione per doversi
sentire più tranquillo affidato
alle mani governative di uno
Schäuble (ex segretario generale della Cdu tedesca, attualmente sotto inchiesta per lo
scandalo tedesco delle tangenti), per il solo fatto di sapere che Schäuble, quando
aveva vent’anni, non si picchiava con i poliziotti per la
strada ma curava i suoi interessi personali, di carriera, di
denaro e di arrivismo cercando di tessere le amicizie influenti, i contatti giusti e le
protezioni di politici importanti, che non in quelle di un
ex sessantottino onesto e
idealista. Ma la speranza rimane quella che l’elettorato
reazionario e conservatore
non ci pensi, e si lasci spaventare dal fumo di zolfo che
emanano in questi giorni su
una certa stampa e una certa
tv i «terroristi» Verdi al governo. Verrebbe da dire: volevate le banane? prego...
Beirut: V incontro della rete di chiese «Amman Process»
Per la difesa dei diritti umani dei migranti
Dal 12 al 14 gennaio ha
avuto luogo a Beirut (Libano)
il V incontro deU’Amman
Process, una rete di chiese
che lavorano con i rifugiati e i
migranti nell’area mediterranea. Ne fanno parte tutte le
chiese membro del Consiglio
delle chiese del Medio Oriente (Mecc, di cui fanno parte
ortodossi, cattolici e protestanti) e le chiese evangeliche
e ortodosse del Sud Europa
(Egitto, Territori palestinesi.
Giordania, Siria, Libano, Turchia, Grecia, Italia, Francia,
Spagna, Portogallo) che fanno parte della Commissione
delle chiese per i migranti in
Europa (Cerne). Hanno partecipato inoltre rappresentanti del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) e della
Caritas Internationalis. Per
l’Italia erano presenti all’incontro Annemarie Dupré e
Franca Di Lecce del Servizio
rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei).
La rete si occupa di scambi
di informazione (flussi migratori, cause dell’emigrazione, traffico di esseri umani,
possibilità di asilo o di immigrazione in Europa ecc.)
nell’area del Mediterraneo e
collabora per la difesa dei diritti umani dei migranti e richiedenti asilo. Recentemente l’Amman Process ha chiesto al Commissario delTOnu
per i diritti umani di avviare
una inchiesta sulla condizione dei lavoratori migranti nei
paesi del Golfo.
La rete prevede inoltre progetti di collaborazione nel
settore della formazione del
personale, della prevenzione
dell’emigrazione irregolare
attraverso un programma di
«migration counselling» ed
eventualmente per il rimpatrio accompagnato di singoli
nuclei familiari, che non possono ottenere alcun status legale in Europa. Tali programmi prevedono anche un sostegno per la reintegrazione
nel paese o nella regione
d’origine. (nev)
India: due anni dopo l'atroce delitto
Tragica commemorazione
Il 23 gennaio scorso è stato
celebrato un culto a Baripada,
nello stato di Orissa, in India,
per commemorare il secondo
anniversario dell’assassinio
del missionario battista australiano Graham Stuart Staines e dei suoi due figli. 11 giorno prima, a New Delhi, era
stato celebrato un altro culto
ma le due commemorazioni
sono state eclissate da un tragico incidente avvenuto il 12
gennaio: un attore dilettante
che stava interpretando la
scena dell’assassinio del missionario è stato gravemente
ustionato ed è morto una settimana più tardi.
L’incidente è avvenuto a
Chennai, nell’ìndia del Sud,
dove Moham Kumar, un indù
di 26 anni, che interpretava la
parte del missionario, si è co
VENERDl 2 FEBBRAIO 2001
Isaias Guttierez, vescovo metodista cileno
«La giustizia comincia
a somigliare alla giustizia»
sparso di benzina per rendere la scena più convincente.
Daniel Chelladurai, pastore
della Chiesa dell’India del
Sud a Nanganallur, ha dichiarato che la maggioranza
delle persone coinvolte nel
pezzo teatrale erano indù che
intendevano «esprimere la
loro preoccupazione per il
brutale assassinio di Graham
Staines». Una dichiarazione
pubblicata dal Consiglio cristiano dell’India, un’organizzazione ecumenica che riunisce cristiani laici di diverse
chiese, esprime la crescente
preoccupazione di fronte alle
lentezze della giustizia e
all’assenza di determinazione del governo «di fronte
all’ideologia fondamentalista
hindú che ha guidato gli assassini» del missionario, (eni)
Secondo il presidente del
Consiglio delle chiese metodiste evangeliche deU’America Latina, Isaias Guttierez,
l’azione giudiziaria intentata
contro l’ex dittatore Augusto
Pinochet permette di sperare
nella guarigione delle profonde ferite della storia del
Cile. «Con l’appoggio dei giudici, la giustizia comincia a
somigliare alla giustizia», ha
dichiarato Guttierez, ex vescovo della Chiesa metodista
del Cile. Guttierez è stato intervistato a Barranquilla, in
Colombia, dove si è svolta la
IV Assemblea generale del
Consiglio delle chiese dell’America Latina (Clai). «È venuto il tempo di rendere grazie
a Dio perché il nostro Dio è
un Dio di giustizia», ha proseguito Guttierrez.
Pinochet ha subito esami
medici a Santiago. L’inchiesta condotta dal giudice Juan
Guzman verte sulla responsabilità di Pinochet, che ha
governato il Cile dal 1973 al
1990, nel sequestro e nell’esecuzione di prigionieri politici in tutto il paese da parte di
un comando militare noto come la «carovana della morte».
I gruppi di difesa dei diritti
della persona ritengono che il
governo di Pinochet sia responsabile della morte di oltre 3.000 persone. Dato che gli
avvocati del generale hanno
dichiarato che Pinochet non è
in grado di essere giudicato,
sono stati ordinati esami neurologici e psicologici. In un
primo tempo, il generale ha
rifiutato di subire i test. Pinochet, che ha 85 anni, soffre di
diabete e di debolezze cardiache. Ora, la legge cilena autorizza l’esenzione di processo
solo nel caso in cui l’imputato
soffra di disturbi mentali.
Guttierez pensa che alcuni
militari cileni abbiano fatto
capire a Pinochet che egli non
avrà il loro appoggio se non si
sottometterà a questi test, ma
non può ancora prevedere se
il processo si farà o no: «Che
venga giudicato o no, quello
che è già successo è una tappa importante verso la riconciliazione perché è un passo
verso la giustizia»,*ha detto
aggiungendo che le rivelazioni che emergono dal processo
sulla repressione durante la
dittatura di Pinochet non sono state facili da sentire. Queste rivelazioni «feriscono ma è
l’unico modo di iniziare il lavoro di guarigione. La missione della chiesa è di accompagnare quelli che hanno sofferto. Siamo al loro fianco quando essi sentono quello che è
successo, con le lacrime agli
occhi, ma sono lacrime che
hanno il potere di guarire».
Guttierez pensa che Pinochet non chiederà mai perdono «eppure - afferma - il
perdono e la riconciliazione
nel nostro paese non dipendono necessariamente da
quello che chiede Pinochet.
Abbiamo già notato cambiamenti di atteggiamento. Alcuni membri dell’esercito cileno ammettono oggi gli er
rori e gli orrori di cui sono
stati responsabili in passato.
È difficile prevedere dove la
storia ci porterà, ma continuiamo a pregare perché Dio
tocchi i cuori».
Secondo due responsabili
di chiesa guatemaltechi che
hanno partecipato all’Assemblea del Clai, «l’effetto Pinochet» si fa sentire ovunque
nella regione. «Ciò che questo
caso ci insegna è che anche
se la gente soffre e il tempo
passa, la loro memoria e la loro richiesta di giustizia, sulla
quale si fonda la pace, restano intatte», fa notare Osmundo Ponce, teologo presbiteriano del Guatemala, attualmente direttore della Comunità teologica honduregna,
un seminario di Tegucigalpa.
Per Osmundo Ponce è poco
probabile vedere processato
l’ex dittatore militare, il generale Efrain Rios Montt, almeno in un futuro prevedibile.
Rios Montt ha governato il
Guatemala, dopo un colpo di
stato militare, dal 1982 al
1983, periodo durante il quale
molte comunità rurali autoctone sono state massacrate. Il
partito che ha fondato, il
Fronte repubblicano, guatemalteco, controlla oggi la presidenza e il congresso. «Ora il
generale è troppo potente, il
suo partito controlla il governo - ha dichiarato Osmundo
Ponce -. Mentre speriamo in
un cambiamento, il compito
della chiesa è di tenere viva
questa speranza e di sottolineare che la pace è molto di
più che non la firma di documenti ufficiali che pongono
fine alla guerra. Dobbiamo
mettere l’accento sulle cause
della guerra che non sono
state trattate correttamente
dagli accordi di pace».
Il vescovo Armando Roman Guerra, della Chiesa anglicana del Guatemala, ha
spiegato che l’iniziativa presa
dal Premio Nobel della pace
Rigoberta Menchú per fare
processare Rios Montt in
Spagna aveva scosso l’ex dittatore: «Quello che è successo in Spagna lo ha preoccupato, e da allora non ha più
lasciato il paese per timore di
essere arrestato e di essere
processato». Il tentativo di
Rigoberta Menchú in Spagna
è fallito il 13 dicembre scorso
quando i tribunali spagnoli
hanno deciso che il caso era
di competenza della giustizia
guatemalteca.
Secondo Roman Guerra,
nonostante questo fallimento
e nonostante la forza politica
di Rios Montt nel suo paese,
«presto o tardi il generale dovrà rispondere di quello che
ha fatto. Ci vorrà tempo perché è protetto dall’attuale sistema. Non ci sarà soltanto
Rios Montt davanti ai tribunali ma tutti coloro che hanno
diretto il paese durante quel
periodo cupo della nostra storia. Per ora, chiunque cerca di
portarli davanti ai tribunali
sarà frustrato. Ma a lungo termine, dobbiamo sperare che
la giustizia trionferà». (eni)
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Il ritorno di PInochet a Santiago del Cile all’inizio di marzo 2000