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ECO
DELLE ^LLT VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
torre PELLICB
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCV^ - Num. 46
Una copia Lire 40
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TOitKE PELLICE — 19 novembre 1965
Amitiin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-175S7
Peccato che
sia valdese...
(e non lo èl)
Forsf Moti luiii ì leliori sanno che, in
questi giorni., si decide chi siederà su a ia
poltrona più temuta d’Ilalia » (così l’ha de*
finita L'Espresso), cioè quella del ProcuratcTc generale della Corte d’appello di
Ruma. (À>n il 30 olto-bre, infatti, il doti.
Luigi Giannanton o, che l’aveva occupata
nesli ultimi anni facendo spesso parlare del
del su ) impegno coraggioso, lia ufficialmente lascia'o rincaricC', in seguito alla nomina a vicc'pre-idente aggiunto della Cassazione.
La -niccc.ssitme, che agita compì,;“.'1m)i
problemi di ordine personale (i (Vnididati
potenziali .sarebbero un centinaio, ma in
prativa smio tre o quattro gli alti magistrati
fra i ([Itali dovrà scegliere il Consiglio superii.re della Magistratura^, ha anche e sopratiu-to importanza naziona.e; infatti, sarà deivriuiiiante. ttej prossimi anni, il fa’uO
elle la se dia cada su un uomo conservatore,
che tcnila a vanificare gli sforzi compiuti
dal (iiannanloniu, ovvero su un uomo che
queirini))-‘gno condivida e prolunghi e apprufomla. rispondendo, per quello che è
il silo M-iiore di responsabilità, al desiderio di lilbriìie c di rinnovamento che è
profondo in larghi strali della nostra Magi<iraliira. V’è ingomma, an(die qui, non
puro coi'tra~to. o concorrenza, di uomini,
ina di inijioslazione politica e civile: le due
correlili .«i raccolgono es.senzialmente nella
Un tono Magistrati Italiani (conserva|^-ice)
e n(dla \ssociazione Nazionale Magistrati
(progn's.nsta, presieduta m passato dal doti.
Ugo Guarnera). La cosa è apparsa evidente
dal modo con cui la stampa ha parlalo del
proMcma; m senso conservatore. Il Messaggero di Roma i8-ll-’65i, in senso evideiit'Oiientc ojiposto L'Espresso (14-11- 65l.
Ma (pud r\ìc qui più
inleress^a. è die. in (luesla controversia politica, si è inneslala anche una controversia religiosa. Infatti II Messaggero intitola
il suo arlirolo: n II nuovo Procuratore Generale fìi Roma sarà un magistrato di religione mídese? a. Il valdese in questione
è in realtà un metodista (profezia tendenziosa? i valde.si pars pro loto dell’evangeliS'iiio ¡‘aliano?!), il doti. Ugo Guarnera,
attuale vicepresidente della Chiesa Metodista lUllalia. Lo Iiandicap che potrebbe costituire per Uallo magistrato la sua fede
protestante viene sottolineato in questo modo dai olile giornali citati:
(( ... Quali uno ha osservato che il procuratore generale di Roma, di una città sede
del Papato .non iniò essere un valdese: una
eventuale nomina di Guarnera potrebbe essere impolitica, a prescìndere dalla comprovala e indiscussa retìiludine dell’uomo.
Qualche altro, però, ha obiettato che, se
operasse una scelta pìullosto che un’altra
per ragioni di confessione religiosa, Porgano di governo della Magistratura, vale a
dire il Consiglio Superiore della Magistratura (che è presieduto dal Capo dello Stato) si menerebbe sotto i piedi quel principio consacrato nella Costituzione secondo
cui ’’tutti i cittadini hanno pari dignità
sociale e sono uguali davanti alla legge,
senza distinzione di sesso, di razza, dì lingua, di religione..."' » {Il Messaggero).
« ... Ugo Guarnera, presidente di sezione
della Corte di Cassazione, per lunghi anni
ba fatto il pubblico ministero in Corte
d’Assise, protagonista dei • più clamorosi
processi del primo dopoguerra, dal delitto
Matteotti a quello contro Pantera (...)
è considerato un progressista. Non ha mai
nascosto le sue simpatie per l’azione «volta
in questi anni dai giovani magistrali e per
l’opera di Luigi Giannantonio. E’ un magistrato di grande valore, dicono in molti,
nia a suo sfavore potrebbe giocare il fatto
di non essere cattolico. Ugo Ouarnera, infatti, è un valdese e c’è chi dice che sarebbe inopportuno nominare procuratore gc*
nerale di Roma, d’una città sede dei papato, un magistrato non cattolico. Naturalmente il consiglio superiore non può tener
conto d’una valutazione che contrasta con
i prìncipi della Costituzione, ma sta di
fatto che la fede valdese di Ugo G-uarnera
è considerata con sospetto da molti alti
uiagisirali... » {L’Espresso).
E’ singolare il fatto che a pochi giorni di
distanza la stampa abbia due volle parlato
dei « valdesi », e die proprio II Messaggero
vi abbia nei due casi dato particolare rilievo. Comunque, abbiamo fiducia che, proprio nel mondo della Magistratura, e nei
gradi più elevati, sarà rigorosamente
applicato il principio cosliluzioiiale, lascian.
do pettegolare chi vuole sul presunto carattere sacro della nostra capitale.
BILANCIO DEL CONCILIO SI RIPARLA
di Indulgenze
La valutazione della « ril'orma » cattolica in corso dipende
dall’interpretazione che si dà della Riforma - Qual’è la portata dei * gruppi di pressione evangelica » nel Cattolicesimo?
Si è spenta una Diaconessa
Si è spenta alla Casa delle Diaconesse di Torre Pellice, dopo lunghe
sofferenze, suor Giovanna Pent. La
ricorderemo con riconoscenza la prossima settimana, ed esprinaiamo ai familiari la nostra viva simpatia.
Nell’articolo della scorsa settimana
abbiamo avanzato im’ipotesi che, in
forma interrogativa, può essere così
formulata ; La Chiesa cattolica che
nel XVI secolo, col Concilio di Trento, aveva respinto e squalificato come
« eresia >' la Riforma protestante, ha
forse dimostrato, col Concilio Vaticano II, di voler riconsiderare il problema, disponendosi a prestare infine ascolto alTappello evangelico rivoltole a suo tempo dai Riformatori? La
risposta a questa domanda varierà a
seconda dell’interpretazione che si dà
della Riforma protestante.
Se nella Riforma si vede semplicemente il tentativo di correggere o
emendare la Chiesa da alcuni suoi errori dottrinali, devozionali e morali,
allora il Vaticano II può essere considerato come un inizio di risposta
valida, anche se ancora insoddisfaeente e giunta comunque con 4 secoli
di ritardo, alle questioni sollevate dai
Riformatori. Ma se la Riforma ripondeva, come crediamo, a un’esigenza di ravvedimento totale della
Chiesa, trovandosi cos\ a dover impostare ex novo il problema cristiano, e
quindi a « svellere e demolire., jdificare e piantare» (efr. Geremia 1: 10),
cioè a porre su nuove basi tutta la
fede e la vita cristiana, rinunciando
in particolare a qualsiasi forma di
sicurezza umana, di tipo morale o spirituale o razionale o ecclesiastica, allora è chiaro che in questo senso il
Vaticano II, come già il Concilio di
Trento, non si è posto sul piano della
Riforma.
Ci si dice che oggi Lutero non sasebbe più scomunicato e si cercherebbe piuttosto di « assorbirlo », riducendo le dimensioni della sua opera da
queille di una riforma vera e propria a
quelle di un sollecito e audace rinnovamento. Il fatto è che il recupero
in extremis di Lutero, tentato dalla
Chiesa cattolica al Concilio Vaticano
II, non è riuscito nè poteva riuscire.
Bisogna arrendersi all’evidenza : cat
VALDESI E METODISTI
rinvìi e DECISIONI
Un campo dove il cammino iniziale
verso l’integrazione delle nostre Chiese sembra procedere con particolare
rilento ed incertezza nella pressoché
generale disattenzione, e forse non
senza qualche incomprensione precisa da parte di pastori e laici delle rispettive comunità locali valdesi e metodiste, è certamente quello della partecipazione dei membri di ciascuna
delle chiese alla vita delle comunità
locali dell’altra. Il caso si presenta
Infatti c^ni qualvolta un valdese si
trasferisce in una località servita solo da una Chiesa metodista, e rispettivamente quando un metodista va a
risiedere in un luogo deve vi è solo
una Chiesa valdese. Ed il problema
che si pone è quello di sapere in quale veste e con quale posizione il valdese o il metodista si integra nella
vita ecclesiastica delTaltra denominazione.
Prima che si iniziassero le trattative per l’integrazione tra le Chiese
valdesi e le Chiese metodiste, i regolamenti della nostra chiesa prevedevano, e tuttora stabiliscono, due diverse posizioni particolari che gli
evangelici di altra denominazione potevano a loro scelta assumere quando
si trasferiscono in località dove '.’1 è
solo una Chiesa valdese. Od essi si
limitano a frequentare i culti e le altre attività ecclesiastiche delle nostre
comunità, valendosi alToccorrenza dei
liOstri atti liturgici per battesimi, matrimoni e sepolture, partecipando così
solo alla vita spirituale della nostra
chiesa, ed allora vengono iscritti nel
registro degli «aderenti» (R. O., art.
45, lett. d); oppure se vogliono inserirsi anche nella vita ecclesiastica organizzativa debbono fame domanda
accettando le condizioni previste dai
regolamenti per essere «membri comunicanti» (R. O., art. 9) tra le quali
quella di «professare i principi della
Chiesa valdese ». Divenendo così. « vaidesi » al pari degli altri godono di tutti i diritti dei membri di chiesa e ove
vogliano assumersi responsabilità più
tolicesimo e protestantesimo sono inconciliabili perchè i fondamenti della
fede, nelTuno e nell’altro, sono diversi: lo erano nel XVI secolo e lo sono
oggi, nè più nè meno. E’ vero che Roma è oggi disposta ' mentre fino a ieri
non lo era) ad accettare alcuni importanti « valori » della Riforma ; ma
la Riforma non è una somma di « valori ». Non di valori si tratta, ma di
fede, che non è un valore. E’ vero che
Roma è oggi sensibile ( fino a ieri non
10 era) ad alcune tesi fondamentali
della Riforma : Bibbia, sacerdozio universale, responsabilità collegiale nella
Chiesa, impegno nel mondo, etc. Ma
la Riforma non ha solo avanzato delle tesi: ha anche posto delle alternative, degli ai’.t-aut, con splendido ri-gore teologico. Il Concilio Vaticano
11 ha effettivamente accolto e riprodotto, sia pure in forma un po’ sbiadita, alcune affermazioni della Riicrma, inquadrandole, s’intende, e
adattandole al sistema teologico e
istituzionale cattolico; ma ha sistematicamente respinto, come già fece
al Concilio di Trento, le alternative
della Riforma, che appunto non si lasciano imbrogliare nella pure sperimentata dialettica cattolica. La Riforma ha sentito il carattere tagliente della Parola di Dio (cfr. Ebrei 4: 12)
ed ha fatto perciò delle scelte esclusive.
NON E’ POSSIBILE
RIFORMARE LA RIFORMA
A MENO DI RINNEGARLA
In questo senso non è possibile riformare la Riforma (come il teologo
cattolico Hans Kùng ci chiede di
fare), a meno di rinnegarla. Ed è proprio sul piano delle scelte esclusive
che il divario tra il Vaticano II e la
Riforma protestante appare incolmabile. Perciò, rispondendo al quesito
posto all’inizio, diremo questo: quantitativamente la Riforma ha trovato
nel cattolicesimo conciliare, per vie
dirette e indirette, notevole udienza;
ma qualitativamente essa è rimasta
inascoltata. Per cui mentre la diffe
renza quantitativa tra cattolicesimo
e, protestantesimo, dopo il Concilio,
dovrebbe diminuire, la differenza qualitativa tra 1 due permane inalterata,
e forse tende ad approfondirsi.
Il Concilio Vaticano II non è dunque stato un concilio di riforma nel
senso profondo, biblico, del termine.
I.a parola « riforma » è risuonata più
volte nell’aula conciliare e Paolo VI
ha persino affermato la necessità di
una «perenne riforma» della Chiesa.
E’ un fatto che nel corso del Concilio non sono mancate le occasioni
favorevoli per attuare in seno alla
Chiesa cattolica delle riforme degne
di questo nome. Ne menzioniamo due,
particolarmente significative : la col
legialità e Teciimenismo.
Il principio della collegialità avrebbe
potuto riformare Finterà concezione
cattolica del governo della Chiesa e
nulla vietava, a rigore, che ciò avvel’isse. Sarebbe bastato interpretare il
dogma del primato papale alla luce
della dottrina della collegialità. E’ invece successo il contrario : si è interpretato la collegialità alla luce del primato, per cui la prima è stata sacrificata al secondo. Così non è avvenuta
nessuna vera riforma nè sul piano istituzionale, in quanto si è avuta una
semplice ristrutturazione del vertice
della gerarchia cattolica, nè sul piano
dogmatico, in quanto il principio della
infallibiiità ex officio del pontefice romano, lungi dall’essere messo in questione è stato esteso all’intero corpo
episcopale.
Quanto all’ecumenismo, è noto che
li Concilio ha accolto l’istanza ecumenica e lo ha l’atto con eccellenti
disposizioni d’animo e con grande
apertura di spirito. C’erano dunque
le premesse psicologiche per una ri
CONTINUA
IN TERZA PAGINA
r integrazione sol piano
dei membri di chiesa
pertinenti nelTambito della chiesa,
possono, come gli altri, divenire elettori. E non dissimili sono le disposizioni contenute in proposito nei regolamenti della Chiesa metodista.
Ne conosciamo tanti di valdesi e
metodisti che, avendo nel tempo scelto questa seconda via, senza meno
più chiara e risixmdente alla vita di
un credente, sono divenuti valdesi da
metodisti che erano e vriceversa, assumendo precise responsabilità e incarichi nella loro nuova chiesa. Ma questa soluzione era il portato di un criterio di assorbimento alla base degli
elementi delTuna da parte dell’altra chiesa; criterio questo contrario
al principio delTintegrazione e che
questa respinge. Infatti tale criterio
si traduce in una alternativa imposta alla coscienza del singolo credente che, per partecipare alla ■vita della
chiesa evangelica del luogo dove risiede, deve forzatamente piegarsi,
non diciamo a un rinnegamento della propria fede perchè non si tratta
di questo, ma ad im abbandono totale delle proprie caratteristiche confessionali e di ogni rapporto diretto
con la sua chiesa d’origine. Questa
rigidità esclusivista ha fatto si che
diversi hanno avuto un certo ritegno
a compiere un passo del genere e per
non farsi catturare si sono autoesclusi dalla vita della loro nuova comunità rimanendone ai margini nella
semplice posizione di « aderenti ».
Orbene il principio deU’integrazio
ne è animato da tutt’altro spirito. Come è stato assai ben precisato nel
Messaggio a firma comune che il Moderatore Rostan ed il Presidente
iSbaifi in'viarono alle Chiese valdesi
e metodiste nell’aprile 1959, « l’integrazione è qualcosa di più (della collaborazione) ed esprime un dato più
imi>egnativo e più permanente. Essa
non significa assorbimento di una
denominazione da parte deli’altra o
rinuncia ai propri principi o a’ia propria tradizione ecclesiastica, nè. nasconde motivi di prestigio o di supe
riorità » ; essa è un sistema per attuare, tra l’altro, anche sul piano delle comunità e dei singoli membri di
chiesa, quella « vita ecclesiastica comune su cui i Sinodi delle due Chiese si sono più volte trovati d’accordo ».
Pertanto in base a questo nuove
principio che è, o dovrebbe esser di
fatto in attuazione ovunque da taluni anni, i membri delle due chiese
che SI trasferiscono in luoghi dove
v'è solo una chiesa delTaltra denominazione. sono invitati « ad iscriversi
quali membri comunicanti della comunità presso la quale sono residenti, ferme restando le loro personali
qualifiche di valdesi e di metodisti,
nei registri ecclesiastici». Così si legge in una delle più recenti relazioni
presentata da una apposita Commissione mista di sttidio agli organi amministrativi delle due chiese (Rei.
Grassi-Gay del 1963).
Ciò significa effie mediante un certificato di appartenenza all’altra
chiesa, rilasciato dalla comunità di
origine, nei detti casi di trasferimento, un valdese si iscrive alla Chiesa
metodista e viene segnato nel registro dei membri effettivi «valdesi» facenti parte df quella comunità con
tutti i diritti degli altri membri ; e viceversa im metodista si iscrive quale
membro comunicante in una Chiesa
valdese restando «metodista» e regi
strato con parità di diritti nell’apposito elenco dei membri « metodisti »
di quella chiesa valdese. Quel dato
« metodista » potrà quindi divenire
elettore in seno alla chiesa valdese
dove risiede, ed eventualmente venire eletto anziano o diacono e ricevere
mandati per rappresentare la chiesa
alla Conferenza distrettuale ed al
Sinodo, partecipando così pienamente alla vita ecclesiastica valdese. Ma
restando egli « metodista » potrà co<ntinuare nel contempo a dar la sua
CONTINUA
IN SECONDA PAGINA
« II Concilio riformerà le indulgenze che
proroearono le ironie di Lutero ». così ’La
Stampa’ (lO.ll.’òS) intitolava un servizio
dal Vaticano sull'avvio di dibattiti conciliari
su tale tema. L’affermazione è parecchio pe*
reutoria e, finora, tutt'altro che confermata.
Mentre attendiamo che Paolo Ricca ci informi con più precisione, ricordiamo solo
che. in seguito alla richiesta presentata da
molti ’padri’ nel corso della terza sessione, il
pontefice aveva affidato a una commissione,
presieduta dal card. Cento, "gran penitenziere’. lo studio di una revisione delTistituto
delle indulgenze. Veniva stesa una relazione. sottoposta all’esame delle conferenze episcopali. e ulteriormente un testo più condensato, la « Posizione sulla revisione delle
S. Indulgenze» (pubblicata su ’L'Osservatore Romano’ deiril.ll.'65). Il 10 o TU novembre il Concilio ha. fra l’altro, discusso
questa relazione. ’L’Osservatore Romano',
che di solito riporta ampi condensati di ognuno degli interventi, in questo caso menziona
semplicemente il nome di coloro che hanno
parlato; la cosa è abbastanza significativa, e
infatti la stampa quotidiana, sempre ricca
di indiscrezioni di cui certo occorre far la
tara, ha informalo che vi sono state forti o|).
[losizioni al progetto di revisione pre.senlato.
Secondo il citato articolo ile 'La Stampa*, e-sso
sarebbe stalo giinli<;ato insiidieiente c approssimativo dalle eonferenze episcopali del Canada, degli Stati Uniti e della Germania; sarebbe - affcrniaiio alcuni — espressione di
« un grup()o cscliisi\amcnlc romano»; un
esponente del Segretariato per Tunione dei
erisliani avreithe definito la riforma delle indulgenze. cosi com'c stata prospettata, « uno
scandalo per la Chiesa ».
In realtà, nel testo condensato chr abbiamo soll'occhio. la re\isione pare estremamente superficiale e insignificante da un punto
di vista teologico e spirituale. Dopo un’ampia parte in cui tratta dei k Principi teologici circa le indulgenze » (malgrado Tappello
formale alle Scritture, queste sono - e si
capisce — totalmente assenti), della o Storia
delle indulgenze » (ove risulta evidente Tatfiorare di una pratica ecclesiastica prima
ignota, di conserva con il formarsi del comjilesso dottrinale-disciplinare cattolico), della
« Natura, condizioni e utilità delTindulgenza ». il documento afferma che « lo schema
consta di poche norme, frutto di una lunga,
attenta e meditata elaborazione. Esse, mentre rispettano integralmente quanto prescritto nei Sacri Canoni, dissipano le oscurità connesse alla prassi odierna delle indulgenze.
Principale e più importante preoccupazione
della Commissione competente fu quella di
disciplinare le indulgenze parziali, secondo un
criterio completamente nuovo di computazione. Essa costituisce il principio animatore di
tutta la revisione della disciplina delle indulgenze ».
Ecco dunque, una volta ancora, conservatori e progressisti affrontarsi in Concilio.
Non sappiamo chi avrà l’ultima parola; o
piuttosto, da quale parte penderà il compro*
messo. Comunque, se l’istituto stesso delle in.
dulgenze non è radicalmente eliminato, non
ha grande importanza Tuna o Taltra accentuazione. Ma può essere eliminato, senza toccare punti fondamentali del cattolicesimo?
hanno tutti i torti i conservatori a jireoccu*
parsi?
Intanto, poiché è stato tirato in causa Lutero, quasi che il dibattito in atto tenda a
rispondere in qualche modo alla sua protesta (e quindi a renderla ormai vana), siamo
andati a rileggerci, nel « Lutero » di Giovan.
ni Miegge (ora ripubblicato da Feltrinelli come « Lutero giovane »), il capitolo so « L’affare delle indulgenze ». E’ estremamente interessante. perchè mostra che le famose 95
tesi erano in realtà, nel 1517. una discussione in fondo ancora interna al cattolicesimo.
Ed ecco la conclusione di questo capitolo.
Una pagina di
Giovanni Miegge
Il solo scopo che Lutero si proponeva, il
solo che d’altronde gli sembrasse degno di
essere perseguito, era un rinnovamento interiore della pietà cristiana, una coscienza nuova. libera dall'ingenuo eudemonismo della
pietà popolare, e capace di un culto veramente disinteressato. Tale scopo egli cercava
di ottenere, da figlio rispcHnsu della Chiesa,
ma forte della vocazione e della lesponsabità che la Chiesa stessa gli aveva imposto, richiamando la dottrina e I uso ulle concezioni
e alla prassi costante della Chiesa stessa nel
suo periodo migliore. La sua fiducia neWistituto ecclesiastico era fondamentalmente intatta. Le frequenti allusioni rispettose alla
persona del papa, lo stesso sforzo di scindere
la responsabilità pontificale da quella dei
predicatori iTindulgenze, che a noi fanno effetto di ironia o di maldestra diplomazia, erano indubbiamente sinceri, Lutero idealizzava
ancora Leone .V. Egli non attaccava nessuna
istituzione essenziale, ma soltanto una dege
CONTINUA
IN SECONDA PAGINA
2
pag. 2
RIPRESA
alla Facoltà
Sabato 30 Ottobre la Facoltà di Teologia ha inaugurato ufficialmente l'anno accademico. Già da una settimana gli studenti affollavano l’istituto
per la sessione d’esami di Ottobre, ma
l’inaugurazione è venuta a sessione
terminata, sicché le iacoie di circostanza erano sparite, le tracce delle
lunghe veglie serali sui libri e le dispense non apparivano più sul volto
degli .studenti, e tutta la cerimonia
ha avuto un andamento particolarmente festoso e solenne al tempo
stesso, sia per il pubblico alquanto
più numeroso che in anni passati, sia
per la presenza di una lunga fila di
studenti.
Ha presieduto il Moderatore Giampiocoli : la lettura del passo evangelico sul discepolato come servizio
( « Il Figliuol dell’uomo non è venuto
per essere servito ma per servire... »)
ha dato a tutti la reale dimensione in
cui deve muoversi sia la vocazione
che la preparazione al ministero pastorale.
Il discorso inaugurale è stato pronunciato dal prof. 'Vittorio Subilia,
sul tema « Il mistero dello Spirito ».
Prendendo lo spunto dal fatto che
fra gli articoli del Credo quello che
ha avuto anche nei tempi più antichi maggior difficoltà ad essere definito, è stato quello sullo Spirito Santo, il nostro docente di Dogmatica
ha delineato i problemi di una dottrina biblica dello Spirito e tutte le loro ccnseguenze —• non ultima quella
delle manifestazioni dello Spirito nella Chiesa, e della necessità (.sul fondamento deU’esortazione e della prassi apostolica) di «provare gli spiriti».
Poiché la prolusione sarà pubblicata
prossimamente su «Protestantesimo»,
rimandiamo alla nostra Rivista tutti
coloro (e certamente saranno molti)
che nelle comunità vorranno avere
maggiori dettagli sullo svolgimento
di questo tema di cosi grande interesse e attualità (1).
Il giorno seguente, domenica 31 ottobre, il prof. Alberto Soggin ha presieduto nel tempio valdese di Piazza Cavour, il culto di apertura. Dopo
essersi riuniti la vigilia per un atto
di carattere tradizionalmente accademico, culturale, professori e studenti hanno voluto incontrarsi anche con i membri delle Chiese Evangeliche di Roma, tutte rappresentate,
in un culto di intercessione e di meditazione della Parola. Il messaggio
biblico é venuto dal racconto della
prova di Abramo (Genesi 22) messa
in relazione con la vita del credente
e in particolare con la vocazione pastorale.
Subito dopo le due cerimonie inaugurali l’attività é incominciata a pieno ritmo, ignorando la lunga « vacanza » delle scuole pubbliche che in
diverse città d’Italia ha, accumulato
feste cattoliche, solennità civili e
« ponti » compiacenti in vista di un
unico risultato ( quello che conta,
per la maggioranza degli studenti!);
non andare a scuola per cinque
giorni !
Ma chi sono gli studenti in teologia, quest’anno? Oltre a quelli che
proseguono i corsi iniziati gli anni
scorsii (trarrne Luciano Deodato, trasferito airuniversità di Basilea per
l’anno all’estero, e Saverio Guarna
che continua alla Facoltà Battista
Europea di Rùschlikon vicino a Zurigo) abbiamo quest’anno due studenti di piim’anno dalle Valli Valdesi,
due dalla Chiesa Metodista, tre dall’estero (da Belfast, Tubinga e Montpellier) e altrettanti studenti esterni
che si sono iscritti per migliorare la
loro preparazione per la testimonianza o per la collaborazione nella comunità.
Quali sono i principali problemi che
la Facoltà ha davanti a sé?
Uno é quello costante delPinsegnamento aggiornato, continuamente al
corrente del pensiero teologico protestante (specialmente dei 'paesi di
tradizione evangelica) e anche di
quello cattolico.
Ad esso si accompagna, pure costantemente, quello della presenza
teologica nella chiesa, in tutti i suoi
aspetti, che vanno dalla consulenza
alla predicazione, dalla pubblicazio;
ne di articoli e libri allo svolgimento
di lezioni pubbliche e conferenze.
In questo momento particolare si
aggiungono alcuni problemi o preoccupazioni contingenti: seguire da vicino e con uno sforzo di valutazione
il Concilio Vaticano II; e rispondere
aH’esigenza di servizi sempre più specializzati che la Chiesa, per mezzo
del Sinodo, ha chiesto alla Facoltà;
penso ai corsi di aggiornamento per
Pastori, il primo dei quali sarà tenuto D. V. in aprile; e ai corsi biennali per laici fomiti degli stessi titoli
di studio richiesti ai futuri pastori.
Coinè é noto, l’istituzione di questi
corsi é stata decisa la primavera
scorsa, ed il programma di base è
stato formulato, anzi abbiamo già
accettate iscrizioni di primo anno,
ma è ancora allo studio il prolungamento delle linee di questo programma fondamentale in modo da venire incontro alle esigenze per le quali il corso biennale per laici e stato
richiesto. Il Consiglio di Facoltà vede
due direzioni per questo prolungamento: da un lato nel campo sistematico (per il chiarimento della posizione del laico credente nella società di oggi, il senso della sua vocazione professionale, della sua testimonianza, del suo servizio...), dall’al
N. 46
19 novembre 196.)
teologia
tro nel campo della teologia pratica
(per l’esercizio di un ministero nella
chiesa che abbia una sua propria fisionomia, un proprio scopo, e quindi
una propria qualificazione). Rendersi
conto di queste necessità non vuol
dire essere immediatamente in grado di programmare in dettaglio dei
corsi che le soddisfino, specialmente
Se si tiene conto che la maggior parte degli interessati saranno «esterni».
Finalmente si potrebbe anche aggiungere a questi problemi e preoccupazioni Quello di assicurare alla
Facoltà sufficienti entrate per far
fronte alle sue spese di esercizio, al
rinnovamento regolare degli impianti
e della suppellettile, alle borse di studio, aU’aggiornamento della biblioteca, alla pubblicazione di opere teologiche e di dispense.
Da qualcuno é stato detto che chi
non ha problemi o preoccupazioni é
morto. Se questo é vero anche per le
istituzioni, la Facoltà Valdese é viva
e ben viva, e la presenza di un maggior numero dì studenti che in alcuni degli anni scorsi ci fa sentire questa vita che é esigenza di perenne
giovinezza, cioè di continuo rinnovar
mento del pensiero e della comunicazione, nella fedeltà aH’unica cosa che
non muta; la Parola di Dio.
B. Corsani
(Ij .Abbonamento ordinario L. 1.750 sul
C.C.P. 1/26922 (Libreria di eultura religi o.sa, Roma).
Associazione «E. Arnand»
Torre Pellice
Domenica 2l novembre, alle 20,45, seduta mensile della Assoc. « E. Arnaud ».
Il Fasi. Pier Luigi Jalla parlérà sul tema
« Prol)lemi e nossibilità attuali tlelPemigraz i One ».
Cordiale invilo a tulli.
T estimonìanza
(Atti 17)
.\iinunziare agli uomini Gesù significa seguire con ji.tzienza.
umiltà e preghiera questo loro cammino entrando nei loro pensieri.
Capire Gesù non significa infatti accogliere una verità, una dottrin.i, un catechismo senza nessun legame con la nostra vita, senza
nessun senso. Incontrare Gesù Cristo, trovare la fede, potremmo dire,
non è inai chinare la testa davanti a verità e a idee che ci vengono
jiresentate dicendo « accetto, va bene » anche se sono impossibili da
capire, assurde, inaccettabili.
Di ventare credenti in Cristo non significa neppure aggiungere
alla nostra sapienza umana, alla nostra scienza, alle nostre verità delle
altre verità, della scienza e della sapienza divina, celeste, nuova.
Credere in Cristo significa vedere che la nostra vita, i nostri affetti,
i nostri desideri, le nostre ricerche sono giustificati in lui, trovano
in lui la loro realtà, il loro significato.
Paolo perciò pensa come i suoi uditori stoici che cercavano di farsi
una idea moderna, esatta di Dio, che cercavano il senso della loro
vita; pensa come i suoi uditori epicurei che si sforzavano di liberare
i loro discepoli dalla paura, dalPansia dando loro il gusto d“lle cose
umane e della dignità dell’uomo. Paolo capisce e rivive tutto questo
con i suoi uditori e davanti a loro, dicendo loro « questo che voi dite
e cercate è vero, è legittimo, è giu.sto; ma queste cose sono pienamente realizzate in Cristo, è Lui che illumina ora la nostra vita con
la sua parola mentre noi cercavamo a tastoni. La via che stiamo percorrendo voi ed io (egli non dice ”la strada che voi percorrete e che
io sto a criticare”!) conduce a Cristo, non ha nessun senso e nessuna
bellezza se non arriva fino a Ltji; io vedo dove andiamo e che cosa
cerchiamo, lo vedo perchè Egli mi ha illuminato, mi ha aperto gli
occhi; guardate anche voi con me, nella direzione che vi indico ».
Questa è testimonianza vera, evangelica e Paolo sapeva che questa testimonianza non avrebbe raccolto l’entusiasmo delle folle e la
approvazione dei filosofi; sapeva, prima di parlare, che pochi avrebbro alzato lo sguardo con lui verso il Cri.sto. La sua figura sull’aeropago non è quella di un abile avvocato che cerca di sedurre il pubblico
affidandosi alle sue capacità oratorie ed alla sua abilità di costruire
bei discorsi e neppure la presunzione di un predicatore che dall’alto
della sua scienza lasci cadere la sua predica. E’ lo sforzo pieno di
comprensione e di amore per condurre uomini a Cristo, seguendo la
loro via, conducendoli per mano sino al fondo della loro strada,
sapendo però che giunti a quel punto i più avrebbero lasciata la sua
inailo tornando indietro o semplicemente fermandosi.
Tutto questo [orse lo sappiamo già, e molto bene, ma non siamo
capaci (Il farlo o di
obb
laino ancora
inqiar.arhr.'' Giorgio Tourn
L'integrazione sul piano
dei membri di chiesa
(SEGUE DA PAGINA 1)
opera assolvendo ad eventuali incarichi anche nella sua chiesa di origine. E cosi reciproca-mente per il
« valdese » che si trasferisce in un
luogo dove v’é solo la Chiesa metodista.
Una tal situazione disgraziatamente (e non solo questa) non é stata
però disciplinata e definita in modo
chiaro e completo dalle due parti.
Infatti, anzitulto in un Convegno comune tenutosi a Firenze il 4-11-1958
fu presa la seguente decisione d’indirizzo. « Il Convegno invita i credenti delle due denominazioni ad iscriversi, là dove esiste una comunità di
una sola denominazione, alla comunità metodista o valdese del luogo ».
Questo principio venne di poi ripreso dal Moderatore e dal Presidente
metodista nel già citato Messaggio
alle chiese dell’aprile 1959, dove fu
riportato di peso il voto ciel Convegno di Firenze ritenendo che esso rispondesse « alle necessità in cui molti si trovano di avvicinarsi all’una o
aU’altra chiesa, là dove non c’é che
una sola denominazione rappresentata ».
Di poi il Sinodo metodista del 1959
approvò una delibera in cui si precisò
che « i pastori, nel caso in cui un
membro di chiesa si trasferisca in
una località dove esiste soltanto la
Chiesa valdese, comunichina il trasferimento al collega di quella chiesa
in vista della iscrizione sui registri
della Chiesa valdese». Era un nrimo
passo in avanti, giungendosi così, in
tali casi, al trasferimento automatico
per certificato attuando il principio
in atto per i trasferimenti dei nostri
membri di chiesa da una comunità
valdese all’altra. Una prima indicazione circa la parità della posizione
dei laici delle rispettive chiese risultava co'S) affermata. Al nostro Sinodo
di queU’anno (1959) venne presentato dalla Commissione d’esame un
progetto di « disposizioni per l’integrazione con la Chiesa metodista » su
6 articoli, il primo dei quali tra l’altro
precisava ohe « i membri di una Chiesa metodista o residenti in una zona
di diaspora metodista che si trasferiscono in una località dove non vi
•sia una Chiesa metodista costituita,
vengono iscritti, mediante certificato
rilasciato dalla loro Chiesa di provenienza, nei registri della locale Chiesa valdese quali membri comunicanti»; ed il secondo stabiliva una norma parallela per il caso di trasferimento di un valdese in una località
servita solo dalla Chiesa metodista.
Tuttavia, ritenendo che la detta regolamentazione, « che costituirebbe
un primo esempio nei rapporti tra le
due Chiese », avrebbe (lovuto esser
subordinata ad un confronto comune
delle discipline delle due denominazioni, il Sinodo 1959 ne approvò solo
« di massima le linee direttive »
(AS. 1959 a. 15) demandando i singoli articoli allo studio della Commissione paritetica valdese-metodista che
a tutt’oggi ancora deve affrontare
tale lavoro per porre in chiaro la situazione nel suo complesso.
Cosicché l’attuazione di dette « linee
direttive » venne affidata alla prassi che si é venuta formando nelle
singole comunità. Tra le altre quelle del nostro distretto rioplatense, allineandosi al progetto della Commissione di esame 1959, nella Conferenza
di Ombues de Lavalle del marzo I960
decisero ¡che « un membro di chiesa
valdese che abiti in una località dove
non esiste una comunità valdese, ma
dove vi sia una 'comunità metodista,
può a sua richiesta esser ricevuto come membro affigliato di detta Chiesa
metodista con diritto^ di partecipare
ai diritti e privilegi dei membri di
quella Chiesa, compreso quello di oc
cuparvi cariche direttive. Ai fini dei
quadri statistici questo membro affigliato figurerà come membro della sua
chiesa di origine, ossia della Chiesa
valdese. Il pastore della comunità valdese darà al suo^ collega metodista
una presentazione scritta della persona in questione, ed il pastore metodista confermerà per iscritto al collega valdese ravvenuta affigliazione »
(Conf. Rio 1960 a. 28). Questa norma,
pur presentando caratteri particolari rispondenti alle necessità locali sudamericane, dimcvstra il pieno spirito
di colleganza e l’unità di indirizzo in
atto tra tutte le Chiese valdesi al di
qua ed al di là dai mari sul piano
deH’integrazione con le Chiese metodiste.
Nella prassi formatasi nelle Chiese
in Italia, siano esse valdesi che metodiste, le cose per carenza di norme
precise ed inequivoche a cui affidarsi,
si sono avviate in modo incerto e vago. Se in alcuni casi le « linee direttive » approvate dai rispettivi Sinodi
del 1959 sono state attuate secondo
il loro spirito informatore, in altri
casi invece si é proceduto seguendo
criteri intermedi, e ancora applicando il vecchio e superato criterio dell’assorbimento dall’una come dall’altra parte. E purtroppo le cose, sino a
che non saranno intieramente chiarite sul piano delle rispettive discipline, procederanno confusamente affidate al buon senso dei membri di
chiesa ed allo spirito di comprensione dei pastori. Non sempre però le
soluzioni pratiche sono soddisfacenti ;
occorre dirlo con chiarezza. Da un
lato certi membri di chiesa, delle due
parti, dimostrano alle volte prevenzioni ingiustificate ad integrarsi nelle
comunità dell’altra denominazione
d’altro lato alcuni pastori, delle du
parti, non si adoperano fattivamente
nell’attuazione dei detti principi o
per disattenzione o per diffidenza.
Crediamo invece fermamente che i
tempi .siano ormai maturi per affrontare di intesa tale questione lasciata
ingiustificatamente a mezz’aria uer
tanti anni e condurla in porto con la
preparazione di norme comuni, convenientemente stabilite, da approvarsi rispettivamente dal Sinodo e dalla
Conferenza. Trascinando le cose nel
rimprecisione, la chiarezza dei principi su cui si é d’accordo da tempo,
rischia di distorcersi in una prassi
anomala che non sarà poi facile superare, creando in più erronee valutazioni.
I principi convenuti ed a lungo studiati in opi dettaglio dalla Commissione paritetica valdese-metodista in
due appositi documenti sin dal 1957 e
poi esaminati ed approvati in riunioni congiunte della Tavola e del Comitato Permanente, sono di una chiarezza e di una conseguenza palmare.
Se infatti si pensa alla formazione
(lei nostri rispettivi membri di chiesa,
l’attuazione di tali principi non può
lasciar dubbi di sorta. E’ dal 1921 che
le nostre scuole domenicali valdesi e
metodista seguono gli stessi programmi e seno seguite da un medesimo Comitato interdenominazionale. Inoltre
in attesa che qualche cosa di conclusivo e comune venga fatto anche nel
campo della preparazione catechetica
dei nostri ragazzi nelle due chiese, sì
può tuttavia constatare che i vari
manuali di catechismo in uso attualmente presso i pastori delle due chiese sono praticamente gli stessi. Pertanto si può concludere che grasso
modo la preparazione dei nostri membri di chiesa ha preceduto in questi
ultimi decenni su binari formativi
assai simili.
Se si pensa poi alla vita in común':’
così, frequente sul piano delle attività glcvanili nelle nostre chiese vaidesi e metodiste, dove rintegrazione
di fatto é stata in piena progressiva
attuazione negli ultimi 15 anni, e che
è propriamente dalla gioventù delle
due denominazioni che nroviene la
spinta più fattiva ed impegnativa per
una sollecita e completa integrazione, deve necessariamente concludersi
che la formazione e la preparazione
dei membri delle nostre rispettive
chiese va sviluppandosi sulle medesime basi. Pur tuttavia — e qui é il
punto determinant-e e tipico dell’integrazione in atto — é bene che ciascun membro di chiesa co¡nservi integralmente le sue proprie caratteristiche originarie, in modo da assicurare
all’opera comune delle nostre chiese
rapporto incisivo dei valori vocazionali e storici propri di ciascuna.
Giorgio Peyrot
SI RIPARLA
di indulgenze
(SEGUE DA PAGINA 1)
nerazionc moderna del sistema disciplinare.
!\'on impugnava nessun dogma, ma soUantu
Opinioni espresse, bensì autorevolmente, da
teologi, fatte proprie da pontefici, ma non
ancora sanzionate da alcun concilio iiniversaie. Nella risoluzione' della tesi 58 egli esamina apertamenie il significato della relativa solitudine a cui il suo insegnamento circa
il tesoro della Chiesa Io espone: « Si dice:
San Tommaso e gli altri hanno dunque a tal
punto errato)' (i.i tratta del tesoro dei meriti
dei santi). Erra il papa e la Chiesa intera,
che è di questa opinione? Sei tu il solo e il
primo che ha un retto intendimento di queste cose? » E se si conforta.^ come tutti i novatori. al pensiero che egli non è solo, perche
« la verità e con lui ». è anche consapevole
di aver con se a molti altri uomini ». cioè
la tradizione costante della Chiesa antica, e
le stesse definizioni papali, che fanno consistere le indulgenze nella remissione delle pene canoniche in virtù del semplice potere
delle chiavi. E se Tautorità di tanti grandi
teologi di altra opinione poteva imporre rispetto, dopo tutto nessuno di loro era infallibile. « In quanti punti gli scolastici addebitano a S. Tommaso di avere erralo! » E neppure rinfallibilità del papa, dopo Lutto, era
stata ancora definita. La rudezza stessa della
forma di alcune tesi, Tespressione aperta e
schietta della critica e del dissenso non avevano in se nulla di necessariamente rivoluzionario. in quelVulba del secolo XVI. in tanto fermento di idee e di propositi, nella Chiesa ancora indivisa, che non aveva ancora subito il grande ripiegamento della Conlrorif or ina.
Vi era bensì^ nelle tesi di Lutero, uno spirito nuovo. Vi era un affermarsi della coscienza individuale nella Chiesa, che poteva
condurre molto lontano. La solidarietà carismatica del corpo di Cristo non era negata,
ma era reinterpretata spiritualmeiUe in modo tale, che l'idea stessa della Chiesa poteva
esserne profondamente modificata. Per esprimere tulio in un simbolo: la pietà vailolicu
veniva a Cristo attraverso la solidarietà della
Chiesa; nelle Tesi, e pia ancora nelle Kisoluzioni di Lutero la solidarietà della Chiesa
si concentra inversamente nella persona di
Cristo. L'antico adagio: Ubi Christus. ibi ecclesia, riceveva una tale accentuazione, che
in fine del conti Christus poteva esi-er lutto,
e l ecclesia quasi nulla. Ma queste conseguenze erano necessarie? Avrebbero inerìtahilmente dovuto essere ricavate? Chi ¡nò affermare (Ile la nuova, benefica accenlnazione
della comunione spiritmde deliaurna col
Cristo, che la nuova ed interiore concezione
della penitenza come intimo ravvedi mento,
che l idea smritunle e non giuridica drlla solidarietà dei credenti con la croce di Cristo, e
l idea non quietistica, ma cristianuim nte eroi,
ca della imitazione di lui iv^liamore della
croce, non avrebbe potuto innestarsi sul iinnco possente, della Chiesa senza sovccrlìrm il
governo spirituale? Il significato delle Tesi.
in se. non supera un siffatto richiamo, cattolicamente legittimo.
Se ci si rifa a questo momento della teologia di Lutero, forse parrebbe giuslilicabile
1 opinione di chi pensa che una Chiesa romana spiritualmente più vigile e Umgimiranle avrebbe potuto evitare il grande scisma.
Ma Dio aveva in mano il suo servo: he anni
dopo, con « La cattività babilonese della
Chiesa » e soprattutto con « La libei là del
cristiano » egli non era più un callolico inquieto e desideroso di riforme, l'EvaDgelo si
era imposto a lui, era passato oltre TaUernativa bruciante. Perchè è avvenuto così? perchè Roma è stata sorda? Roland de Pury
accosta — con tutte le debite riserve —- que.
sto doloroso mistero a quello per cui la sinagoga non accettò Gesù come Cristo, rifiutò
I Evangelo, recinse e scomunicò ^ cristiani
e consolidò la realtà nuova della Chiesa; ma
Paolo, parlando delTindurimento degli ebrei,
avanza Tipotesi che Dio voglia muoverli a
gelosia dei cristiani, e guarda al concludersi
dei tempi, quando og»:iì lingua confesserà che
Gesù Cristo — egli solo -— è il Signore.
Una cosa è certa : la Protesta di Luterò —come degli altri — non attaccò questo o quel
lato particolarmente discutibile della teologia
romana (questo Tavevano fatto già innumeri
volte altri ’eretici'), ma seppe coglirne il cuo.
re del peccato della chiesa: Tabominio (per
usare il lermine biblico) della sintesi deliumano e del divino: la Scrittura e la Tradizione, Cristo e la Chiesa, la grazia e le opere! ; recise senza riserve il secondo termine, o
lo subordinò in modo radicale al primo, secondo Tautenlica prospettiva biblica, respinse con orrore la sacralizzazione di realtà umane. istituzioni, persone, oggetti, d'evidente
importazione pagana.
Il fantasma di Lutero, Insomnia. non sarà
certo scongiurato da qualche riformetta i«'
dulgenziale; del resto molte delle sue <( 95
tesi » — ancora fondamentalmente cattoliche
— hanno un timbro evangelico iotaiinente
assente nel documento ohe abbiamo sotto mano. E’ evidentemente augurabile ohe, come
fenomeno cattolico interno, il mercimonio indulgenziale sia più accuratamentn - - e se
possibile, più spiritualmente — regolalo, c
diamo atto della sincerità spirituale dei cattolici che per questo lottano. Ma iìnchè non
si altacca la radice delTerrore, si può diventare sempre migliori cattolici, più vivi, più
puri, più spirituali, ma non per questo eì si
avvicina realmente alTEvangelo.
CONVEGNO A. I. C. E.
La domenica 2-1 ottobre u. s. lia visto
radunati a pinerolo alcuni maestri e professori evangelici pe ' Tannuale convegno
d’autunno. Durante la mattinala, il Direttivo ha esaminato le varie domande per le
borse di studio ed ha reso noti i vincitori:
Boiinous l.oris (S. Gennatio Cbìsonej; Gönnet Anny {Torre Pellice); Micol Annalisa
(MaS'cUa) e Monnet Enzo : Prarostino), i
quali rii-everaniio una borsa di L. 60.000.
!\cl ponteriggio, m una sala della Chiesa
valdese, i partecipanti lianno a.ssistito alla proiezione di alcune serie di diapositive.
Dapprima i colleglli Eynard e Giradet d'
Torre Pellice hanno presentato alcuni dc(’Uincnl) del loro viaggio in ITioi'ia. po'
è stala la volta delle insegnanti Bonnet e
Coisson, le quali hanno fatto ripercorrere
a lutti il loro itinerario spagnolo e greco.
Infine, la prof..ssa Gay di Pinerolo ha parlalo dì alcune sue esperienze in Patagonia.
Al termine, i partecipanti hanno espresso il
vivo desiderio di vedere riconlala la i obile figura di Jacopo Lombardini, m modo
tale elle essa possa degnamente figurare i’^
que.ste celebrazioni della Resistenza.
3
19 novembre 1965 — N. 46
pag. 3
BILANCIO DEL CONCILIO
Cattolicesimo "aggiornato,,:
superamento senza rotture
(SEGUE DA PAGINA 1)
ferma in senso ecumenico della Chiesa cattolica. Ora, il principio fondamentale dell’ ecumeaiismo, espresso
nel modo più elementare, ci pare essere questo: le diverse Chiese cristiane, divise tra loro ma unite nel comune riferimento a Cristo, devono
considerarsi, proprio a motivo di questo riferimento, come Chiese sorelle,
e cercare insieme di esprimere in modo sempre più concreto e completo
quella unità in Cristo che è loro donata.
ECUMENISMO
DI SATELLITI?
Una Chiesa si riforma in senso
ecumenico nella misura in cui, rinunciando a ogni forma di sufficienza
confessionale e a ogni pretesa di monopolio della verità, entra a far parte di una comunione di Chiese sorelle incamminate sulla via verso l’unità. Si può forse dire che nel decreto
conciliare suirecumenismo la Chiesa
cattolica riconosca le altre Chiese cristiane, comprese quelle protestanti,
come Chiese sorelle e si riconosca
essa stessa parte di una più vasta comunione di Chiese per cui si proponga alle altre Chiese come una Chiesa
sorella? Sembra di no. L’immagine
che si ricava dal De Oecumenismo.
come ha rilevato il teologo ortodosiso
P. Evdokimov, è piuttosto quella di
una Chiesa cattolica al centro, circondata dalle altre Chiese come se
fossero dei satelliti. Ciò significa che
la Chiesa cattolica ritiene non solo di
possedere un rango speciale ma ad
dirittura di occupare il posto centrale nell’ecumene cristiana. Ma il posto
centrale nell’ecumene cristiana può
essere occupato solo dal Signore e
dalla .sua Parola. Il fatto è che, secondi) ciani evidenza, la Chiesa cattolica
ha aderito aH’ecumeni.smo senza operare una revisione in profondità della propria ecclesiologia. L’istanza ecumenica, pur così vivamente sentita
e COS.I autorevolmente avallata dal
Concilio, non sembra essere stata vissuta fino in fondo, cosìi da provocare
anche in sede ecclesiologica quella riforma che è senza dubbio avvenuta a
livello psicologico.
UNA TENSIONE LATENTE
DIVENTA SCONTRO FRONTALE
Il Vaticano II non è dunque stato
un concilio di riforma. Ma non è stato neppure un concilio di controriformiì. Accennavamo nell’ articolo
della scorsa settimana alla presenza,
in seno alla Chiesa cattcìlica, di consistenti « gruppi di pressione evangelica », che hanno trovato nel Concilio
l’occasione propizia per uscire non diremo dalla clande.stinità ma da una
situazione di diaspora, di dispersione
in ciù prima vivevano e unirsi nello
sforzo in parte almeno riuscito di
portare e far valere a Roma, nel cuore stesso del mondo cattolico, le loro
istanze di rinnovamento. Questi gruppi sono usciti consolidati daH’esperienza conciliare e la loro azione nel
cattolicesimo post-conciliare sarà senza dubbio ailtrettanto vivace e stimolante quanto lo è stata durante il
Concilio.
Il contrasto fra correnti conservatrici e correnti rinnovatrici in seno al
cattolicesimoi era latente già da decenni. Ma solo con un concilio esso
poteva venire alla luce e tradursi in
uno scontro frontale. Proprio questa
necessità di misurarsi con gli avversari ha cc'ntribuito non poco a cementare l’unità delle forze di rinnovamento, per cui oggi dopo il Concilio,
non ol troviamo più di fronte a gruppi isolati che conducono ciascimo la
loro piccola battaglia o a voci indivi
Culto radio
ore 7.40
Domenica 21 novembre
Past. SERGIO AQUILANTE
Domenica 28 novembre
Past. FRANCO GIAMPICCOLI
non tra sordi, un dialogo reale e fecondo con la teologia protestante e
in genere con le altre Chiese cristiane
sia di ripensare il problema della fede
cristiana alla luce dell’attuale momento storico: si tratta, come si vede, di caratteristiche che possono genericamente essere designate come
« ecumeniche »
AFFIORA UNA COMUNIONE
DI PROBLEMATICHE
Stiamo insomma assistendo aU’affiorare di una certa « comunicne di
problematiche » (l’espressione è di un
teologo protestante olandese, il Berkouver) tra il pensiero ecumenico in
generale e il pensiero di queste correnti cattoliche di rinnovamento. Le
soluzioni potranno essere divergenti,
ma non è poco che certe problematiche siano comuni. Sarebbe davvero
imperdonabile, *ia parte nostra, ignorare o sottovalutare questi fatti, o
minimizzarne il significato. Intanto,
in sede di Concilio, la presenza attiva
di queste forze rinnovatrici è stata
determinante nello smuovere il cattolicesimo dalle posizioni su cui era rimasto arroccato durante tutto il periodo della Controriforma. E’ merito
di queste forze che il Concilio Vaticano II non si è svolto nella linea della Controriforma, ma al contrarlo ne
ha segnato il superamento.
NESSUN ROGO
(NEPPURE METAFORICO)
Un primo, sicuro indizio dell’avvevenuto superamento da parte della
Chiesa cattolica della mentalità controriformistica consiste nel fatto che,
com’è noto, il Vaticano II non ha bruciato (metaforicamente) nessun eretico nè ha lanciato nessima scomunica. Anche l’iniziativa di 450 vescovi
che i] mese scorso hanno inoltrato alla Presidenza del Consiglio una petizione scritta soillecitando la condanna del comunismo è miseramente fallita. Ad essa ha ris]xxsto indirettamente Paolo VI nel suo discorso del
2? ottobre in cui ha fatto, si direbbe,
una dichiarazione d’amore verso quei
« Paesi... dove la libertà, a cui il Vangelo ha sovrano diritto, è limitata o
negata ». Nessun damno, reiicio et
anathematizo è stato pronunciato da
questo Concilio. Ciò non significa che
le condanne e gli anatemi del passato
siano stati tolti, e il solerte cardinale
Bea si è fatto premura di prec sarlo
in un importante articolo apparso
questa primavera su La Civiltà Cattolica. Significa semplicemente che il
Concilio non si è sentito di pronuncirne di nuovi. Il cattolicesimo non
SI contrappone più polemicamente alle altre Chiese cristiane e al mondo
moderno ma si fa incontro alle une
e all’altro, proponendosi come fulcro
di ui;a nuova civiltà unitaria in cui
le lacerazioni religiose, politiche e spirituali di ieri e di oggi si compongar
no in una superiore sintesi di valori
e di coscienze, una specie di OJ^.U.
politico - religiosa all’ insegna della
« unità nella varietà », che solo la
Chiesa di Roma, con la sua rigida
struttura gerarchica da un lato e con
la sua ritrovata elasticità teologica e
souplesse mentale iaH'altro, può oggi
efiìcacemeni e garantire e promuovere.
TESI VECCHIE
E TESI NUOVE
(E COMPROMESSI)
Che il Vaticano H abbia segnato il
tramonto della Controriforma risulta
però soprattutto dai documenti conciliari, che portano tutti una impronta non tridentina e sono redatti in
uno spirito che non è più quello deila Controriforma. Questo non significa — è bene ribadirlo — che la
Controriferma sia stata anche solo
implicitamente rinnegata: non si può
dimenticare che il Vaticano II il 3
dicembre 1964 ha solennemente commemorato il Concilio di Trento nel
quarto centenario della sua conclusione e che l’attuale Concilio terminerà l’8 dicembre prossimo e fu proprio l’8 dicembre del 1869 che, come
ha ricordato Paolo VI in una lettera
del 9 novembre scorso, « veniva solennemente inaugurato il Concilio
Ecumenico Vaticano I, di cui il nostro può ben a ragione consider.rrsi,
setto molti aspetti, un degno compimento ». Nessuna soluzione di continuità, dunque, tra i due Concili della
Controriforma e il Concilio V-av icario II. Ma con quest’ultimo alle lesi
della Controriforma sono siale sistematicamente affiancate tesi nuove,
che le completano e spesso le rettifirano, talvolta anche le contradtlicono Era inevitabile ohe, specie nelle
questioni cruciali, si venisse a dei
dccumenti di compromesso, che vanno perciò letti e interpretati con spirito dialettico.
Questa constatazione, .se da un lalo
è una ulteriore conferma del tallo
che il cattolicesimo procede sempre
per addizioni, mai per sottrazioni o
per alternative, dimostra d’altro l&to
che il cattolice,simo odierno è in fase
di transizione, di cui il Concilio stesso non è che un momento. La prova
migliore di questa situazione transitoria in cui la Chiesa cattolica ha coscienza di vivere (e questa cos.-Jenza
duali disperse nei vari paesi ma a
una specie di grande movimento in;
te,rnamente costituitosi sulla base di
esigenze, impegni, orientamenti e sensibilità comuni, capace di svoigOTe
in modo più ordinato e sistematico
di quanto non sia avvenuto sinora,
un’azione corale in vi='‘a del rinnova
mento del cattolic E’ significa
tivo ohe prcprio dura'i e il C '.nciliisia sorta una nuova rivista teologica cattolica, a carattere internazi(>
naie, che si chiama Concilium (un titolo che è un programma), nel cui coimitato direttivo figura anche Carlo
Colombo, il teologo di fiducia di Paolo VI, e che raccoglie intorno a se
tutti i più noti e autorevoli esponenti
fieile correnti cattoliche di ’•innovamento. Ciò che caratterizza queste
ultime e le rende ecumenicamente rilevanti è da un lato l’impegno di riportare la fede e la teologia cattolica
alle sorgenti della Parola di Dio e della storia della salvezza e dall’altro la
capacità sia di attuare un dialogo
TACCUINO
di Giorgio Tourn
Riprendendo in esame quel regolamento dell’Unione del 1883 mi
chiedo se non vi si debba leggere in forma sintetica e pratica una delle
più limpide soluzioni alla crisi deirindifferenza del sec. XIX alle Valli.
E' un documento chiaramente pietista nella sua impostazione, vi si parla di essere discepoli di Cristo, di vivere conformemente all’evangelo,
di fare ogni sforzo per adeguare la propria condotta sul modello evangelico; nasce e si inserisce molto bene in una situazione generale di
« renouveau » spirituale quale dovette essere quella degli anni seguenti
la prima ondata pietista, sotto la guida del Beckwith. Quale attualità
è psrò contenuta in auel testo!
Il suo carattere di opposizione alla mentalità religiosa ambiente,
anzitutto. Il gruppo di unionisti che sottoscrive le dichiarazioni fondamentali della società si contrappone sotto certi aspetti alla parrocchia
tradizionale (è interessante confrontare questo statuto ccn le decisioni
del Concistoro di quell’anno 1883!). Si tratta, lo si voglia o no, di una
lendenza scismatica, di una posizione estrema, di una opposizione. Gli
uomini che fanno parte della nuova società sentono di rappresentare
un nucleo vivente, particolare, diverse dalla popolazione locale; che non
scio è diverso ma vuole essere diverso.
E’ patetico leggere nei verbali delle sedute successive a quella di
fondazione l’appello rivolto dal presidente ai presenti onde si iscrivano
alla società (le sedute sono pubbliche, s’intende, e vi partecipa un certo
numero di curiosi).
Lo si voglia o meno, lo si deplori o approvi il fatto è evidente; l’unità della parrocchia era rotta, quell’unità a cui teniamo oggi più che alla
pupilla dei nostri occhi, fondata — lo si vede — chiaramente soltanto
suH’indiflerenza. Un fatto interessante è da notare però riguardo a questa rottura: il gruppo degli unionisti non si preoccupa di trasformare
la parrocchia, di sostituirsi ad essa, di preporre una alternativa; fa
quello che sente di dover fare senza preoccuparsi deU’ambiente e delle
reazioni.
E’ indubbio che sotto molti aspetti la situazione in cui viviamo si
avvicina aH’indifferenza ottocentesca e la soluzicne non sta nella ristrutturazione delle parrocchie ma neirimpegno di un gruppo di credenti, nella comunità ma con coscienza di opposizione, di testimonianza, di richiamo.
Non è tutto qui! La lezione è valida per due altre ragioni ancora;
l’unione è costitnita attorno ad un pensiero di testimonianza e di impegno preciso, non è un circolo di ricreazione parrocchiale che deve fare
tutto: formare spiritualmente e divertire, tenere i giovani ed impegnare. Si tratta di dimostrare concretamente che si è discepoli di Cristo
rinunciando a litigare ed alle maldicenze proprio perchè si conoscono
« per esperienza di effetti deleteri sul piano sia materiale che spirituale
causati dai processi e dalle dispute per le cose della vita presente ». La
conclusione è logica e rigorosa: il comitato fungerà da tribunale per risolvere tra i membri « les diflérents ».
E’ questo parlare concreto che manca oggi ai nostri gruppi giovanili
radunati per tutte e niente, informi, senza meta. L’impegno d’altra parte non può che essere un impegno critico ed etico.
Patto particolare e degno di nota è infine l’assenza, fra i firmatari
dello statuto di fondazione, del pastore. Farà la sua comparsa nei verbali seguenti per dire la sua e fare qualche studio ma rifiuterà, malgrado una elezione unanime, la carica di segretario ( ! ) dimostrando che i
suoi impegni non lo consentono e l’assemblea approverà. Maestri della
grande école e dei quartieri dalla grafia impeccabile e dallo stile fiorito,
campagnoli dalla mano tremolante e malferma formeranno il nucleo
iniziale di 19 membri.
19 laici impegnati in una parrocchia di 524 membri : questa la « Société de la Paix et Union Vaudoise» dell’anno 1883!
è più viva e sofferta che mai nell’attuale pontefice) la si può indicare nel
fatto che il Concilio non ha sancito
nessim dogma. Sembra che il cattolicesimo non abbia voluto precludersi
la possibilità di tornare in futuro sulle questioni già trattate e risolverle
in modo eventualmente diverso da
come sono state risolte in questo Concilio. Si sono evitati i pronunciamenti definitivi che rischiano di troncare
la discussione. Si vuole piuttosto continuare il discorso avviato in Concilio, che molti teologi cattolici non
considerano affatto esaurito. Per essi,
il Concilio non è un punto di arrivo
ma un punto di partenza. Già nell’interpretazione dei documenti conciliadi ( per la quale vi è finora la più
completa libertà) essi cercheranno di
portarsi oltre le posizioni raggiunte
dal cattolicesimo con il Vaticano II.
In im scio caso si è voluto coartare
la libertà di interpretazione di un testo conciliare : con la famosa nota
praevia papale sul cap. 3 del De Ecclesia, che fornisce ora l’interpretazione autentica del principio della collegialità episcopale e di cui certo non
non si può non tener conto, anche se
è presumibile che la maggioranza conciliare non la desiderava e ne avrebbe fatto volentieri a meno.
UNA TEOLOGIA
DI TRANSIZIONE
Che la teologia conciliare sia in
larga misura una teologia di transizione appare in modo particolarmente evidente nella costituzione dogmatica sulla « Divina Rivelazione » in
cui la dottrina tridentina delle due
fonti della rivelazione (Scrittura e
Tradizione) non è stata nè ribadita
nè abbandonata, per cui si resta nel
vago, mentre per i rapporti tra Scrittura e Tradizione si è tentata un’impossibile conciliazione tra la tesi di
quei teologi che vorrebbero assegnare
alla Tradizione una funzione meramente interpretativa della Scrittura
subordinando la prima alla seconda,
e la tesi di coloro che considerano
la Tradizione come una sorgente di
rivelazione supplementare e parallela
alla Scrittura. Ne è risultato un testo
piuttosto deludente e inconcludente,
il cui unico valore consiste nel fatto
che lascia le cose al punto in cui erano e consente sia alla corrente teologica più ligia alle formule tridentine
sia a quella più sensibile all’autorità
della Sacra Scrittura di proseguire
ciascuna il proprio lavoro in attesa
che l’una o l’altra prevalga definitivamente. Resta comunque il fatto
che, anche su questo argomento cosi
delicato e controverso, il cattolicesimo sta superando, sia pur faticosa
mente, le posizioni controriformistiche. Se poi si pensa al cap. 6 del De
Divina Revelatione in cui con tanta
insistenza si afferma che la pietà e
la teologia cattolica devono sempre
più allinearsi ccn la Bibbia, intesa
come viva vox Dei rivolta alla Chiesa,
si deve concludere che è definitivamente tramontata nella Chiesa cattolica quella mentalità proibizionistica rispetto alla diffusione e alla conoscenza delle Sacre Scritture, che ha
caratterizzato negativamente tutto il
periodo della Controriforma.
* * *
Il Vaticano II non è dunque stato
nè un concilio di rifonna nè un concilio di Controriforma. Un concilio di
aggiornamento, allora, proprio come
lo volle Giovanni XXIII? Riteniamo
che questa definizione, malgrado i
suoi limiti e la sua insufficiente caratterizzazione teologica, .sia oggi ancora
la migliore che si possa dare del Vaticano II. Occorrerà precisare, sulla
base dei dccumenti e se possibile del
clima spirituale de! Concilio, in che
cosa consiste, soprattutto in quale direzione si muove questo aggiornamento. Si può dire sin d’ora che l’aggiornamento è un’operazione globale,
che investe tutti gli aspetti della dottrina e, più in là. della prassi cattolica. L’aggiornamento non è un’opera di restaurazione e non consiste
solo nel ritoccare qua e là il cattolicesimo della Controriforma, ammodernandolo e adeguandolo ai tempi
con una serie di accorgimenti tattici. Aggiornamento non significa solo
modernizzazione e non è in primo
luogo un'operazione tattica (anche se
potrà essere strumentalizzata in questo senso). L’aggiornamento è un vasto e complesso fenomeno spirituale,
le cui componenti sono molteplici, i
cui sviluppi non possono ancora esseri previsti e di cui il Concilio stesso
costituisce ad un tempo il segno e lo
strumento. Il cattolicesimo « aggiornato» non sarà dunque semplicemente un’edizione riveduta e corretta
del cattolicesimo della Controriforma; ma non sarà neppure, a quanto
risulta dai documenti conciliari, un
cattolicesimo riformato secondo la
Parola di Dio. Sarà qualcosa di diverso dall’uno e dall’altro. La Controriforma, nel suo insieme, è stata
superata, senza che cuesto abbia implicato delle vere rotture con il passato. Superamento senza rotture :
questo potrebbe essere, a nostro avviso, il motto dell’intero Concilio Vaticano II.
Paolo Ricca
Verso la Federazione
Fvaii^eliea Italiana
Giovedì 4 novMnbre, in Roma, si è
riimito il Comitato per la costituzione della Federazione delle Chiese
Evangeliche Italiane il quale ha trac(àato le proprie linee di lavoro secon
do le modalità ed i tempi indicati dall’o.d.g. approvato dal 2» Congresso
delle Chiese Evangeliche Italiane.
Il Comitato ha preso atto con compiacimento degli o.d.g. favorevoli alla
costituzione della Federazione approvati dalla Assemblea Generale dell’A.M.E.I. (3 giugno 1965), dalla Conferenza della Chiesa Evangelica Metodista d’Italia (23-27 giugno 1965),
dal Sinodo della Chiesa Valdese (22-27
agosto 1965) e dalla Assemblea Generale dell’Unione Battista, (14-16 settembre 1965). Si è anche vivamente
rallegrato per l’adesione della Chiesa Evangelica Luterana d’Italia presente, in seno al Comitato, nella persona del suo Decano, pastore Rolf
Lepsien.
Il pastore Mario Sbafi! ed il prof.
Mario Miegge sono stati nominati rispettivamente all’incarico di presidente e di segretario del Comitato.
Ai fini della stesura del progetto di
Statuto della Federazione sono state costituite tre Commlssiani:
a) Commissione per lo studio del
preambolo dello Statuto e della base
di fede; Past. Rolf Lepsien, Past.
Manfredi Ronchi e Past. Neri Giampiccoli (segretario).
b) Commissione per lo studio
della strutturazione della Federazione: Past. Enrico Paschetto, Dott. Aldo Ribet, Past. Aldo Sbaffl, Past.
Carmelo Inguanti (segretario).
c) Commissione per lo studio dei
Dipartimenti della Federazione : Col.
Jean Bordas, Dott. Ugo Guamera,
Prof. Mario Miegge, Past. Ermanno
Rostan, Past. Mario Sbaffl (segretario).
Le tre Commissioni si ripromettono di predisporre il materiale per una
prima bozza di Statuto in modo che
essa possa essere inviata alle Chiese
ed Opere rappresentate in seno al
Comitato entro aprile 1966.
La prossima riunione del Comitato
è stata fissata a Roma per il pomeriggio di mercoledì 5 gennaio 1966.
e
Su a Risveglio pentecostale » (sett. ’65) abbiamo letto un comunicato relativo al recente Convegno nazionale delle Assemldee
di Dio. A un certo punto si parla del « prossimo Convegno, che si terrà fra due anni,
Se il Signor Gesù non sarà ritornato nel frat.
tempo... ». Certo, espressioni come queste
possono divenire formule abitudinarie e vuote, come altre quali « se piace al Signore »,
<( se Dio vuole» (e magari siglato: s.D.v.).
Ma possono anche essere espressioni fortemente sentite, profondamente vere. Forse
uno dei segreti delia vita fervida e gioiosa
— e deirefficace testimonianza — dei pentecostali sta in questa lieta e viva certezza : il
Signore viene!
Letto, senza commento, su cc L’Illustre
protestant » {sept.-octobre 1965), fra le notizie brevi della rubrica u L’Eglise à travers
le monde» fe forse, davvero, ogni commento stonerebbe, ma vorremmo esser sicuri che
tacitamente il confratello lionese il commento lo fa, reciso come noi):
VIENNA (U.S.A.) — Monaci d avanguardia. In un vecchio convento francescano del
Missouri anglicani e cattolici potranno condurre insieme vita monastica. E’ stata fondata una comunità aperta ai membri delle
due Chiese, ed eventualmente di altre: si
consacra alla preghiera e alFunka dei cristiani, provvedendo alle proprie nece«sità
con lavori di tipografia e rilegatura.
LINZ (Austria) — Due giovani protestanti
svedesi sono entrati come novizi in un monastero benedettino di Erlach. Terminalo il
loro noviziato ritorneranno in Svezia per
fondarvi una comunità monastica che, pur
essendo luterana, seguirà la regola dì s. Benedetto.
Chissà se questi ultimi hanno letto il « De
votis monasticis » di Lutero??
Abbonamenti
1966
L’Eco delle Valli - La Luce, interno L. 2.000; estero L. 3.000.
La Scuola Domenicale, L. 1.000.
Per questi periodici, effettuare i versamenti esclusivamente sul c.c.p. numero 2 17557 intestato a Libreria Claudiana, Torre Pellice (Torino).
L'Amico dei fanciulli, interno L. 750,
estero L. 1.000.
Per questo mensile effettuare i versamenti esclusivamente sul c.c.p. numero 2,'21641 intestato alla Editrice
Clauaiana, Via Principe Tommaso 1,
Torino. Quest’ultima raccoglie pure
abbonamenti a periodici italiani e
stranieri.
4
T>ag. 4
Da Torino al Sud Africa
La testimonianza
di un convertito
N. 46
19 novembre 1965
TORRE PEUiCE
ALLE VALLI
Nel 1944, a Torino, dove esercitavo ah
lora il mio ministero, nello città devastata,
in parte disahitata per il massiccio sfollamento, sottoposta alle limitazioni del coprifuoco, ai culti della Comunità valdese
nel Tempio di corso Principe Oddone partecipava uno sconosciuto ^¿iovane operaio.
Si sedeva alTultimo banco, usciva non appena impartita la finale benedizione... Solo
dopo alquanto temjro, conobbi la sua vicenda: come avesse trovato un esemplare
del Nuovo 7 estamento in una casa di via
Rossini, e più prcc.isamente nelValloggio
evacuato da una nostra famiglia evangelica.
La lettura del Vangelo lo aveva interessato, poi appassionato... Non avendo trovato
aiuto sufficiente presso In sua parrocchia di
origine, si era rivolto alla nostra comunità evangelica. Così men*re ancora infuriava la guerra, iniziò e portò a termine un
corso regolare di preitarazione biblica.
Fece la sua professione di fede evangelica
nella comunità di 1 orino, collaborò nella
testimonianza e nella predicazione ai gruppi della Diaspora torinese. Poi - - così
come avviene per tanti nostri emigrati in
¡svizzera nel momento attuale — scn/i il
bisogno di una preparazione più adeguata
per le responsabilità della vita. Si appartò
alquanto per dedicarsi a Corsi serali ed in
poco tempo conseguì il diploma di ragioniere. Più tardi emigrò nel Sud-Africa.
Dopo 20 anni, nella lettera appena ricevuta che qui pubblichiamo, egli ricorda con
gratitudine la sua esperienza decisiva e
d indica come egli oggi serva il suo Signore... Lo ringraziamo e lo salutiamo
con affetto. Elio Eynard
Gerniiston, 14 ottobre 1965
Caro Signor Pastore,
La ringrazio mollo per il gentile ricordo
che Lei ha di ine, infatti sono vent’anni
che ho avuto la grande gioia di fare la mìa
professione di fedo nel Tempio di Torino
in corso Vittorio Eitianuelo e seno felice di
avere accettato Gesù Cristo come mio unico
Salvatore. La bufera che aveva sconvolto
il mondo era appena cessata; ricordo le
lezioni che Lei ni; impartiva sulla Sacra
Scrittura c di avere, per mezzo Suo, conosciuto TEvangelo della salvezza. Sono passali venti anni da allora. Ero ben lontano
dal pensare di dover emigrare in Sud Africa per le difficoltà incontrate allora per un
impiego in patria.
Ormai sono dieci anni che sono qui a
Germiston; da allora faccio parte della
Chiesa Presbiteriana, che è composta in
prevalenza da famiglie di discendenza scozzese. Da cinque anni faccio parie del Concistoro come anziano, il Pastore conosceva abbastanza bene la Chiesa Valdese, cosi
per mezzo mio i membri di questa Chiesa
hanno conosciuto pure essi un po’ di sto*
ria della più antica Chiesa evangelica. Infatti cinque anni fa, quando fui eletto anziano, il Pastore mi aveva invitato a parlare della Chiesa Valdese in Italia, e così
nel mio pessimo^ inglese ho detto quel poco
che sapevo della mia Chiesa.
ISel territorio di Germiston, la Chiesa ha
diviso la città in diversi settori; ogni anziano ha il suo settore, cosi si visitano le
famiglie, si è in contatto con i membri di
chiesa; se vj è qualcuno ammalato l’anziano lo visita sovente, il Pastore è informato
delle necessità spirituali, e in qualche caso
anche materiali, in cui in certi momenti aL
culli membri si trovano. Poi Germiston ha
un borgo dove sì trova la « Ltcatión » ove
risiedono i negri, qui vi è una Chieda nostra retta da un Pastore africano sotto la
guida del Pastore della mia Cliiesa.
Il Sud Africa è diviso in quat'io provincie, la nrovincia del Cape, il Natal, il
Transvaal, TOrange Free State. La Chiesa
Presbiteriana ha a Capo un Moderatore
per la Repubblici. del Sud Africa, per il
Sinodo le Chiede inviano i loro delegati,
poi ogni provincia ha il suo Moderatore,
per il Transvaal ¡1 Moderatore è il Pastore
di Germiston, <;he presiede il Sinodo provinciale del Transvaal e cosi gli altri Moderatori delle altre province.
Le parlerò in una prossima lettera delle
esperienze thè ho acquistato qui in Sud
Africa. Ora desidero congratularmi con
Lei per il Suo lavoro che ccimpie a favore degli itaUani che si trovano nella Svizzera, condivido pienamente le ansie ed i
problemi dì ch¡ si trova in terra straniera
per ragioni di lavoro : essi fanno la mia
stessa esperienza. Hanno ¡1 vantaggio di essere vicini alla patria.
E mi permeila di augurare alla scuola
inedia « P. M. Vermigli » un buon anno
scolastico con buoni risaltali per coloro
che sì prodigano c per coloro che vetudiano.
La ringra/ic per il periodico a Vece Evangelica » che leggo sempre con piacere, tanto
che ora mi pare dj rono'icere i fratelli thè
si trovano a Zurigo.
Le prometto di seriverLe amora, ora
ótvic saluti fraterni ai miei fratelli in fede
della Svizzera, alla Sua famiglia e mi creda affettuosamente Suo in Cristo Gesù
Luigi Saclietto
Per interessamento del Comitato di
gruppo P.U.V. e della Commissione
per le Missioni, sono organizzate alcune serate missicnarie con la proiezior.e del documentario « Un continent,
deux mondes ».
Dette serate avranno luogo a:
Pinerolo, sabato 20 alle ore 20,30;
San Germano Chisone, domenica
21 alle ore 20,30;
Luserna S. Giovanni, mercoled'i 24
alle ore 21, nella Sala Albarin.
Pomaretto, gioved:. 25, alle ore
20,30, nel teatro.
Tutti sono caldamente invitati alla
visione del documentario, il quale realizzato a colori e col sonoro dà una
visione nuova ed efficace della vita
Africana e del lavoro delle Mi.ssioni.
novità CLAUDIANA
Per il datale
delle Scuole Domenicali
Nella serie di copioni ciclostilati
per il Teatro è uscito
ACCADDE A NATALE
(Cinque recita a soggette natalizio
di varia difficoltà, adatte per ragazzi
dai 7 ai 12 anni). Ordinate subito!
Prezzo L. 300.
L’Ambasciatore britannico
in visita alla Val Pellice
CAMBIO INDIRIZZO
Il Pasl. Aldo Sbaffi ricorda jl suo nuovo
indirizzo: Via della Signora 6, tei. 79.10.69.
Gio\edì 4 novembre Torre Pellice c la vai.
le hanno avuto il gradito onore di una visita deìrAmbasciature di S. M. Britannica.
Accompagnalo dal console inglese a Torino,
dal suo addetto militare e dal suo segretario,
Sir John Ward, presbiteriano scozzese, ha vo.
luto rendersi conto più da vicino e dettagliatamente della storia e delle istituzioni valdesi. che egli già conosceva per una breve visita di 18 anni fa e per la sua lettura della
-Storia valdese.
Bcnctiè la visita fosse privata, ¡‘ambasciatore ha voluto rendere omaggio airautorilà
coinunaJe. ed è stato ricevuto nella sala consiliare da lutto il Consiglio con un benvenuto
del Sindaco, cui egli ha risposto sottolineando
1 legami sentimentali che da secoli esistono
tra ringhiltcrra e i Valdesi.
In seguito, rambasciatorc accompagnato
dal pastore Sommani, dal prof. Augusto Armand Hugon. dal Consigliere Provinciale avv.
Beri e da altri rappresentanti della comunità
valdese, ha visitalo il Museo Storico Valdese,
il Collegio {soffermandovisi a vedere Tantìca
<tampa che rappresenta il famoso Cromwell
che delta al suo segretario, il poeta Milton,
le sue proteste per la persecuzione del 1655),
la Casa Valdese con la Biblioteca, il tempio
valdese, interessandosi al passato e al presente della Chiesa Valdese.
Nonostante che S tempo fosse piuttosto
poco invitante (nebbia ovunque), Sìr Ward
volle recarsi a Bobbio e Vdllar Pellice, visitandovi i templi valdesi, c facendo conoscenza con i rispettivi pastori e sindaci. La sua
permanenza in valle si concludeva poi con
una rapida visita albOspedale Valdese, poi
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
AN0ROGNA (Serre)
I partecipanti ai culli domenicali che generalmente sono assai pochi, diminuiscono
ancora di numero nei mesi di ottobre e novembre, perchè in questo periodo ì contadini sono maggiormente costretti ad approfittare delle giornate ormai corte per condurre
ancora il bestiame al pascolo. Ci c cosi accaduto in certi anni dì trovare in Chiesa una
sola persona, o due al massimo. Quest’anno
questo caso non si è verificato, perchè alcune
circostanze hanno fatto e faranno superare
questo — chiamiamolo così — periodo di
morta.
La domenica 17 ottobre hanno partecipato
al culto al Serre alcuni trombettieri, quelli
della Valle di Angrogna, accompagnati da
alcuni dì Torre Pellice. E’ stata una felice
idea, molto apprezzata da tutti, quella dei
nostri giovani suonatori di venire così, in
modo molto semplice e familiare, ma ben
preparati per un’ottima esecuzione, ad accompagnare i cantici con le trombe ed a
suonare negli intermezzi. Della nostra Chiesa
del Serre abbiamo un solo giovane che segue i corsi e le adunate dei trombettieri.
Pensiamo quindi sia stata sua l’idea di ve
RIMINI E DIASPORA ADRIATICA
Un
ff
operaio „
fin troppo itinerante
Col 30 settembre ha avuto termine Vatlività estiva, qnesl’anno più intensa del
solilo grazie anche alla maggiore capienza
della sala presa in affitto presso THolel
Lloyd. LaiW'ialo il locale estivo a cui torneremo, D. c., col prossimo aprile, abbiamo ripreso le attività invernali col Cullo
di Santa Cena del 14 ottobre nella saletla
della casa pastorale di Via Lepidia, 3.
L’orario dei Culti veniva stabilito come
gli scorsi anni e cioè:
Cullo in Rimini: li e IV domenica del
mese: ore 10,30.
Culto a Ravenna: I domenica del mese:
ore 15.
Cullo a Dovadola e For'li: HI domenica del mese.
Veniva inoltre stabilito il programma e
Torario delle scuo’e domenicali per 11
bambini i3 class!) e dei corsi di catechismo per 3 catecumeni (2 classii); uno studio biblico per due adulti che hanno chiesto di essere ammessi nella nostra Chiesa.
11 programma suddetl') doveva svolgersi
come segue :
Martedì: Torre del Moro (Cesena) Scuola domenicale; Mercoledì: Riccione Scuola domenicale; Giovedì: Ravenna
(¡atechipnio; Venerdì: Forlì - Catefliism^
(■ studi» del Vangelo: Sabato: Caltolira:
>cuola domenicale.
11 lunedì veniva ri-^ervalo alle visite pastorali a Rim ili e frazioni. Ma mentre ci
accingevamo a compilare queste note, la
Tavola Valdese ci comunicava che il nostro Pastore sarà invialo per tre mesi di
servizio a Sampierdarena, riservando scio
alcuni giorni al mese alla -ua comunità.
Già nel 1964 il Pastore era stalo invi.ilo
a Trieste per un periodo di tre mesi che
si prolungarono poi ad oltre otto; fu sostituito qui dal Pas'ore Roberto Coìsson,
ma soltanto per i primi tre mesi. Ci auguriamo che l’assenza, questa volta non sì
protrarrà oltre il previsto, tanto più che
non sarà inviato nessuno a sostituirlo
nemmeno temporaneamente.
Non è chi ncn veda quanto sia dannoso, per una comunità in v a di formazione, arrestare improvvisamente le più importanti attività, come l’istruzione religiosa e Fevangelizzazione. Tanto più dannoso
per una comunità cerne la nostra che si
estende su tutto il litorale adrialico sotto
forma di vastissima diaspora (Ravenna-Ancona e Monlefcirro ) e che è lontana da
ogni altra chiesa evangelica in modo che
nessun pastore, die abbia già una chiesa
da curare, può assumersi un impegno continualo nei nostri riguardi. Questa fu la
ragione che spinse la Tavola Valdese a
destinare un operaio itinerante a Rìmini.
Proprio nel corrente mese di nevembre
stiamo comple'.ando l’elenco dei membri
elettori e rieleggeremo quindi il Consiglio
di Chiesa, chiedendo poi, tramile la Commissione Dislrelluale, di essere riconosciuti come Chiesa costituita. Infatti i membri conuinicanli sono ormai saliti a 50,
Ma quello che più conta in una zona dove l’Evangelo tra, fino a pochj anni fa
«< cosa sconosciuta » e dove tuttora rimane
per i più « cosa nuova», è l’opera di penetrazione e di prosclUismo che si ottiene
(olla continua, costante, vigilante insistenza soUo tutte le forme. Non è certo mettendo improvvisamente la catena al cancello della casa pastorale e scrivendo fuori che « il Pastore è assente per servizio
in altra zona » che si riesce ad ispirare
fiducia uei timidi ed incerti simpatizzanti
(piando molto spesso, purtroppo, anche
alcuni iiiembri di Chiesa si scoraggiano.
Sappiamo che il Signore veglia sulla Sua
Chiesa e la protegge, ma noi non abbiamo
e non dobbiamo avere chiese da conservare: il noslro cciinpito è annunziare l’Evangelo I Fino a qual punto potremo, in quest’inverno assolverlo? E quali delle attività in programma saremo costretti a sospendere? Non possiamo dirlo per ora ,ma confìfìdiamo ora e sempre nella misericordia
del Signore.
Il Consiglio di Chiesa
nire al culto portandoci i suoi compagni di...
studio musicale. Mentre ringraziamo tulio il
gruppo, ricordiamo al nostro giovane Luciano
Co'isson di non dimenticare per altre circostanze come un po‘ di lievito può fare lievitare tutta la pasta, ovvero l’idea e l’iniziativa di uno può essere seguita ed apprezzata da
altri quando è accoinpaganta da un vero impegno.
La domenica 24 ottobre è stalo invece il
culto a Pradeltoriio ad essere insolitamente
animato grazie alla visita, con partecipazione
canora, fattaci dalla corale di Pinerolo. Vera,
mente gradita è stala questa iniziativa del
bel gruppo corale, molto affiatato e dinamico. di venire tra di noi non per una esibizione, ma per aiutare la nostra comunità (come aiutano altre, ci hanno spiegato) a cantare gli inni che abitualmente vengono cantati nella comunità stessa, e che ci sono sembrati nuovi grazie all’insolito numero e volume di voci presenti!
il 31 ottobre, nel tempio di Pradeltorno,
nel corso del culto della celebrazione della
Riforma, con Santa Cena, ha avuto luogo il
battesimo di Long Guido, di Davide e di
Benech Lidia, degli Adrech. Ci auguriamo
che non siano mai dimenticate le promesse
che in tale occasione non soltanto i genitori
ed i padrini, ma la comunità tutta hanno fat.
to, di adoperarsi affinchè questi piccoli fanciulli crescano nella grazia di Dio e nella
comunione della Chiesa circondati di buoni
esempi, di sani insegnamenti
Ringraziamo il Pastore Alberto Taccia per
avere presieduto il culto al Serre la domenica 24 ottobre ed il dr. Guido Ribet per avere presieduti a Pradeltorno quelli del 10 ottobre e del 14 novembre.
Ricordiamo che i culti a Pradeltorno ed
al Serre della domenica 21 novembre saranno presieduti dal Pastore Sig. Renato Coisson.
La domenica 28 novembre si avrà invece
un culto unico, tanto per i membri di Chiesa di Pradeltorno quanto per quelli del Serre, ed avrà luogo al Serre alle ore 10, presieduto dal Capodistretto Past. Sig. Franco
Davite, seguito dalPassemblea di Chiesa per
la elezione del futuro conduttore della Chiesa del Serre.
TRIESTE
POMARETTO
Il .5 novembre ha avuto luogo il servizio
funebre del doti. Guglielmo Gutermenn. mollo noto nella zona di Perosa per le sue opere
nel campo deirindustria. Inviamo la noslra
simpatia profonda alla famiglia Giitermann,
Widemann e Mulhmaiin.
- Domenica 21 novembre avrà luogo la riu.
iiioiie femminile ad Inv. Pinasca alle 14,30.
- Domenica 28 novembre avrà luogo il
culto alla Cappella dell’Inverso alle 10,30.
Giovedì 25 novembre sarà proiettato al teatro
di Pomaretto un interessante film sulle missioni alle 20.30. Venerdì 3 dicembre riunione quarlierale alla Lausa, ore 20,30.
— Ringraziamo il Pastore Colucci Seiffredo per il vibrante messaggio rivolto alla comunità la domenica 31 ottobre intorno alla
Riforma. Tn tale occasione è stato celebrato
il battesimo di Bernard Giuliano di Giacomino. Nella domenica successiva sono siati
battezzati Ribet Franco di Renato e Ribet
Edvy di W'illy.
Il Signore benedica queste creature e il
Suo Spirito scenda in ogni cuore.
ROBA
Nella riunione di ripresa delle attività
rUnione delle Madri dì Rorà capoliiogo
ha irac'ciato un ben nutrito piano di lavoro
per l’annti in corso. In un’aimosfera di
gioia nel ritrovarci insieme abbiamo ascoltato con piacere la relazione sul Convegno
F.F.V. avuto alla Rocciaglia di Pradeltorno,
ed accollo con vivo piacere Finvito da parte dell’Unione delle Madri di Villar Perosa
a recarci colà nella domenica 5 (Rcembre.
rulte le Madri esprimono i propri sentimenti di graliìudine alla Signora Mary Morei per aver ancora per quest’anno accettalo di mantenere Fincarico di presidente. Nello stesso tempo faociamo alla Signora Morel i nostri migliori auguri a continuare la sua opera preziosa e costruttiva
come ha fatto con impegno durante lutti
questi anni.
Finalmente, dopo alcuni anni di chiusura
del nostro teinp!o, sono in corso i lavori
di restauro della basilica di San Silvestro
(XI sec.i, che dal 1786 è proprietà della
Coinunilià Evangelica Elvetica; ci sono
buone speranze c!ìe i lavori saranno completati entro Fanno
Non ahl)iamo più dato notizie, nel corso
dell estate, ed ec(one alcune in breve:
— Durante il mese di luglio il pastore
è stato .'•ostituilo dallo sind. ibeol. Paolo
Pioppi; lo ringraziamo, con i migliori
auguri per il proseguimento dei suoi s'udi. Siamo ugualmente riconoscenti ai pastori M. Tara e S, Ricciardi, e ai signori
Stefanini, Rozza, UriziO, Cozzi e Macidiioro, che hanno presieduto culli a Trieste
e a Monfalccne.
— Il 9 e 10 ottobre abbiamo avuto la
visita dei pastori G. Colucci e R. Berlalot,
presidenle e segrclario della Commissione
Distrettuale; si sono incontrati con il Consiglio di Chiesa e hanno presieduto il cullo a Trieste e a Monfalcone.
— Il giovedì sera viene ora avvialo un
(irlo di conversazioni su (( Problemi del
nostro tempo »; ecco alcuni dei temi per
le prossime settimane: Si può parlare di
crisi della religione? - L’età di Coistanlino
va verso Fesaurimenlo? - 1 principi cattolici delFecumenismo e la necessità del dialogo - Roma e le Chiese delFOriente Roma e le Chiese dell’Occidente - Ecumenismo protestante.
che gli ulteriori impegni a Torino gl] impedirono di visitare altre istituzioni locali.
Desideriamo citare alcune frasi di una lettera dell Ambasciatore, da cui risulta la sua
viva simpatia per i Valdesi: a Sono rimasto
profondamente toccato nel rilevare quanto sia
vivo e diffuso il ricordo dei tradizionali vincoli di amicizia e di collaborazione tra la Co.
munita Valdese ed i miei ocmpatrioli... Sono
rimasto molto impressionato per tutto ciò che
ho visto, e vorrei felicitarmi con la Comunità
\ aldese per quanto è stato realizzato ».
Noi d altra parte ringraziamo Sìr ard
per il suo cortese interessamento, pei la sua
squisita cortesia, e per la simpatia dimostrala
alle vicende della nostra Chiesa.
Borse di studio
ALCE.
11 Com tato per l’assegnazione delle 4 borse di studio A.I.C.E., per Fiiuporto totale
di L. 240.ODO, sotto la presidenza della Maestra Polis Evelina, si è riunito il gicrno
20 ottobre. Dopo un attento esame delle
10 domande presentate, sono stati scelti i
seguenti nominativi:
Bounous Loris di S. Germano Chisone;
Gcnnet Anny di Torre Pellice; Monnet
Enzo di Prarostino; Paschelio Mario di
Pinerolo. Tutti studenti del primo anno delFlslùuto Magistrale di Pinerolo.
Queste le iillime offerte pervenute:
Beliceli Fiorina (Pc-^maretlo) 500; .Negri
Ada (Torre Pellice) 1.000; Pons Evtdina
(Torino) 2.700; Ugo e Jolanda Rivoiro Pellegrini (Torino) 100.000; Amici Olandesi
18.017; Pascal Anita (Maniglia) 4.000; Fons
(iiovaiina (Aosta) 500: Ribet Ldliana (Torre Pellice} 1.000; Dalmas Mariella fVillar
Pellice) 1.000; Gardiol Frida (Trieste)
4.300; Gemili Emma (Torre Pellicci 500:
Long Vera (Pinerolo) 500: Peyrot Maria
Luserna S. G.' 1.000; Peyrot Elena ll.iiserTia S. G.) 1.000; .Arniand-Pilon Elena i Saronno) 500; Toiirn Flora (Bordi.^iluu-a)
1.500; iìcnx Maria (Torre Pellice) 1.500:
CoVsson Annalisa (Torré Pellice) 2.000: .Arnoulet Fiorentina (T. Peibee) 1.000: S(Hnmani Margherita (T. Pellice) l.OOO: VÌglielnio Liliana (Praly) 500.
Le offerte possono farsi sul c.c.ji. 2 10715
iiUe.stato al M® Dosio 1^. Trento - tseconilo dj Pinerolo (ToriiiL).
PERSON ALIA
Apprendiamo con vivo piacere che
la Prof. Liliana Ribet, incaricata di
letteratura francese presso la Facoltà di Economia e Commercio di Torino, è stata insis-nita dell’Ordine delle Palmes Académiques de France. Ci
rallegriamo vivamente di questo riconoscimento.
Il dett. Mario Berutti, viceprocuratore generale presso la Carte d’Appello di Torino e presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, è stato
recentemente nominato vice-presidente deirUnion Internationale des Magistrats. Ci rallegriamo vivamente con
questo amico, di cui conosciamo e apprezziamo la lunga lotta per l’indipendenza della nostra magistratura
e per revoluzione laica del nostro
diritto.
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
AVVISO
Historia, la interessante rivista mensile edita da Cino Del Duca, pubblica
nel numero di dicembre, già in vendita nelle edicole, un articolo di Renato Giuntini sulla storia del glorioso
popolo valdese. E’ la prima volta, che
una rivista « laica » e quotata si interessa esaurientemente della nostra
storia e questo ci è particolarmente
gradito. L'articolo del nostro giornalista, obiettivo e cordiale ad un tempo,
abbraccia il periodo storico dalle origini alla Riforma. A questo farà seguito, nei prossimi numeri, un secondo articolo dalla Riforma all’epoca
attuale. Le pubblicazioni sono ampiar
mente corredate da illustrazioni, alcune delle quali rarissime.
Questo fascicolo, come il seguente,
può pure essere richiesto alla Claudiana.
Tip. Subalpina s.p.a. . Torre Pellice (To)
V^ENDESI in S. Germano Chisone Casa Rurale, 4 camere, .stalla, cantina, orto e 4
giornate terreno. Rivolgersi alla Claudiana - Torre Pellice.
RINGRAZIAMENTO
I familiari ed ì parenti del rimpianto
Edoardo Griglio
ringraziano sentitamente quanti hanno voluto esser loro vicini con le affettuose dimostrazìonii di simpatia rese
ai loro caro.
Un particolare ringraziamento al
Dott. Quattrini, al Pastore Sig. Toum
e Signora, alla Signora Ilda Menusan
ed ai vicini di casa per il premuroso
aiuto dato in questo triste frangente.
Chiotti, 5 novembre 1965
COMUNICATO
Il dott. Giancarlo De Bettini rende
noto alla Spettabile Clientela che a
partire dal giorno 16 corrente mese
le « visite private ambulatone » avranno luogo in via Roberto D’Azeglio, 8
(presso l’abitazione) dalle ore 14 alle
ore 15.
A tutti coloro
che frequentano la MONTAGNA
raccomandiamo :
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