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ANNO LXXIV
Torre PelHce
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Nulla sia più forte della vostra fede 1
(Gianavello)
SETTIMANALE DELLA
ABBONAMENTO
Italia e Impero . . Anno L. 20 — Semestre L; 10
Estero . . . . . , 30 — * »15
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira ' — La copia Qent. 40
€ H I E
Rtgruardate alla roccia oiide foste tagliati
* * (Isaia LI : 1) 'f.
OIranera t Prof. OINO COSTABBL
AMMINISTRAZIONE e REDAZIONE ;
Via Carlo Alberto, 1 bis - TORRE PELLICE
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La Conferemza del I distretto ha regolarmmte avuto luogo a San Germano
Chisone, martedì 22 corrente.
' Il pastore A. Comba ha presieduto il
culto d’apertura, predicando sul testo:
Là moltitudine di coloro che
avevano creduto era di un sol
cuore e d’un’anima sola.
Atti 4: 32.
« Il temlpo della Pentecoste conduce i
nostri pensieri a quella prima straordinaria manifèstazione dello Spirito Santo che ebbe luogo in Gerusalemme.
Spesso se ne ricordano i fenomeni più
impressionanti ohe rihanno accomipagnata, i fenomjeni più esteriori e si dimentica facilmente la conJdizione essenziale precisata dal nostro testo: La
moltitudine di coloro che avevano creduto era di un sol cuore e d’un’anima
sola.
Noi ci preoccupiamo molto di risveglio nelle nostre chiese; invochiamo lo
Spirito Santo perdiè scenda sulle nostre
assemblee, ricordiamo giorni che ci
parvero memorabiM, ed ora ci sembran
sbiaditi. Causa indubbia della nostra
PPÌdtetjza je sterilità è la. dhrtsiMè ^
cuori e degli animi.
Dobbiamo tendere ' erso questa indispensabile unità con maggior volcwità e
sincerità.
Ma indubbiamente Iddio opera all’infuori dei nostri deboli sforzi, opera
per mezzo dtel dolore e della sofferenza.
Attraverso le sofferenze della persecuzione che colpiscono la chiesa in svariate contrade . essa riacquista e perfeziona quell’unità del cuore e deiranima,
condizione essenziale perchè lo Spirito
porti i suoi frutti.
No(n temiamo dunque le sofferenze
che possono toccare alle nostre chiese
ma vediamo di trame incentivo ad annunziare con sempre maggior, franchézza la parola del Signore ed a render testimonianza della risurrezione del Signor Gesù.
Voglia Iddio accrescerci la fede e
l’amor fraterno, perchè si manifesti con
nuova potenza, anche fra noi, l’unità del
cuore, dell’anima ed i conseguenti frutti dello Spirito ».
Preìiminari
Dopoché il Seggio provvisorio, pastore L. Marauda pres. e doti. E. Qtmttrini V. pres. ha proceduto alla verifica
dei mandati, il seggio definitivo viene
acclamato nelle persone del pastore A.
Comba e dott. L. Bertolé,
Il Clffipo distretto R. Nisbet presenta
la sua relazione, i cui vari punti salienti vengono succesisivamente discussi.
Vita spirituale
La Relazione esamina anzitutto l’attitdtà e la vita spirittiale delle varie
parrocchie: luci ed ombre vengono dal
capo distretto paternamente rilevate. E’
evidente l’intento di questo quadro colorito e vivace; suscitare uno scambio
di idée fraterne che, dal tesoro delle comuni esperienze permetta di giungere
ad un _ arricchimento di conosoen:^.
Presupposto per una tale realizzazione:
la maturità deU’assemiblea, estrinsecan
ZA pISTRETTUALE
(!• distSetto)
tesi in uno spirto di comprensione. E
questo spirto, indubbiamente, allo stato latente, esiste nell’assemblèa; soltanto ha faticato a manifestarsi'. Certe entrate a tempo e fuori tempo di qualche
delegato focoso, portato a confondere
un minimo di coordinamento del lavoro ecclesiastico con... repiscopalismo (!)
e la necessità ben nota a chi conosca le
Valli di far dà sè per lavorare per tre,
con un incamminarsi sulla via del... papato (!), hanno fatto deviare la discussione dal primo argomento: la vita spirituale nel I distretto.
Si è avuto così un ampio, se non molto ordinato, dibàttito sul funzionamento
della nostra organizzazione ecclesiastica: le assembleé di Chiesa sono scarsamente seguite, i concistori non sembrano molto attivi, le Conferenze distrettuali non sembrano molto fattive. E’ un
quadro piuttosto fosco, quello che viene
tratteggiato dalla conferenza, ma si ha
rimpressione che entri spesso un eccessivamente appassionato amore di farmachon empewoi che scoprono per la
prima volta un male e lo vorrebbero
eliminare con progetti e proposte che
hanno già una lunga, seppure ignorata,
storia di precedenti più o meno illustri.
Assemblee di chiesa, fatte in ore speciali
con programmi speciali: e quale è la
parroochia che non abbia studiaito il
problema, e non abbia cercato di darvi
attuazione ?
E’ facile evocare principi teologici o
giuridici per biasimare certe esperienze,
tentativi eccezionali fatti qua e là in
qualche parrocchia di trasformare l’assemblea di Chiesa in assemblea di culto
0 viceversa, ma è anche facile dimenticare che questi tentativi hanno rappresentato^ in qualche piarrocchia appunto l’extrema rateo una conclusione
apipassionata di tutta una serie di tentativi reali ,anche se, naturalmente, misconosciuti.
Con questo non intendiamo affatto
affermare ohe questo scambio di idee
sia stato inutile; è infatti evidente che
1 problemi basilari della nostra vita ecclesiastica sono sempre gli stessi, e non
può essere altrimenti, perché la materia
prima e Eattore non camibiano; l’uomo
e il suo peccato sono sempre gli stessi.
E non è mieno evidente che ogni generazione rivive questi problemi, e che la
formulazione canibia col cambiare delle generazioni, anche se, permanendo
l’identità dei termini, si può avere l’impressione di una certa monotonia di argomentazione.
QueUo però che ci stupisce è l’incredìbile superficialità della conoscenza
della storia delle nostre comunità, del
loro travaglio spirituale, dei loro sforzi;
l’incredibile ottimismo, se oasi lo si può
chiamare, con il quale si avanzano proposte che dovrebbero, per il solo fatto
che sono pratiche, guarire il male; un
male, s’intende, tragicamente di natura
non ecclesiastica: il peccato.
La discussione non si concreta in alcun 0. d. g. nè viene avanzata fllcnna
proposta; sì domanda di educare sempre
più le nostre comunità ad un senso dì
responsabilità collegiale jiel governo
^ della Chiesa, e si evoca la concezione
* presbiteriana della nostra OrganiZzazio' ne ecclesiastica. Ed ancora una volta si
à dimenticato che l’evocazione fu già
'5 fatta, e che una chiara risposta è g'à ve'^nuta: la nostra organizzazione ha subi"to sotto l’influenza dei secoli deforma’ zìoni che l’hanno sempre più allontanata dal principio presbiteriano, dallo spigrito di Calvino. Il principio di autorità
■'è stato accantonato; la Chiesa è stata
vista come associazione cultuale, con i
suoi ineffabili ludi cartacei per la più
grande edificazione del mólestum gènus
causidieorum !
'• E poiché anche Tombra di Calvino è
stata evocata, abbiamo rimpressione
che la cosa sia stata alquanto arbitraria,
poiché notoriameinte le chiese ideile Valli hanno una forte tendenza al congregazionalismo, con il loro ferocemente
i'egoista senso di autonomia I
Un giudizio d’insieme sulla vita delle
nostre parrocchie ? Poiché la discussione non ha recato alcun elemento nuovo,
à mo di conclusione di questo paragrafo,
^ripartiamo qm un brano della relazioni' fte del capo distretto pastore. H. Nisbet^i
« Ben lungi' da noi la presunzione di
pronunciare dei giudizi in un campo che
appartiene a Dio solo e ben sappiamo
che non sempre la molteplicità delle attività è in rapporto con l’intensità della
vita spirituale. Come ben mette in riliievo una relazkme possono esserci delle
Chiese che hanno il nome di vivere e
sono morte. E negìlio di tutti sappiamo
che se una parrocchia si aggiudica una
buona posizione nella tabella delle contribuzioni, non per questo essa è necessariamente più generosa di un’altra che
dà meno dH lei. Tenendo presente tutto
questo, ci sia, tuttavia permesso di riprendere un pensiero col quale abbiamo
esordito. Se è vero efioè che qua e là si
sono manifestati dei sintomi rallegranti,
se sembra che in vari settori della vita
ecclesiastica ci sieno stati deil progressi,
tuttavia non ci sembra che la, gran massa delle nostre popolaziioni abbm ancora
capito i segni dei tempi,~nè abbia a/nlcora
avuto la chiara percezione degli appelli
solenni che le attuaiki circostanze rappresentano per noi.
E’ vero, per esempio, che 7 parrocchie
su 18 si rallegrano per una accresduta
frequenza ai culti; ma è anche vero che
altre 6 lamentano che le cose vanno mwle come prima, e le 5 rimanenti non
hanno nulla da rilevare. E’ bensì vero
che la generosità è stata rallegrante in
tutte le parrocchie ma è anche vero che
i guadagni sono enormemente aumentati.
Insamma senza voler pronunciare
nessun giudizio avventato, ci sembra che
il senso della gravità delTora e della
nostra responsabilità non sia ancora penetrato molto profondamente nella coscienza dei più.
Quello che si può vedere è che fra le
ossa secche sembra esserci qualche movimento, e quello che si può sperare e si
deve chiedere in preghiera fervente, è
che presto l’esercito dei morti si risizi
in piedi, animato dal potente soffio dello
Spirito dii Dio ».
Ciuesfìoni varie
La relazione del capo distretto si sofferma quindi a parlare della Campagna
d’appello, deU’attività della stampa in
relazione, ad, essa, delle visite di Chiesa, che sono state particolarmente nu
^ • ■
merose.
La Conferenza ne prende atto e se
ine rallegira; ritiene opportuno, anche
quest’anno di avere, quasi a coronamento dell’opera dei due precedenti anni,
. una campagna conclusiva che attiri l’attenzione delle comunità su alcuni argpmienti particolari, ad esempio la rivalutazione del Sacramento della Santa
Cena al centro, della Vita della Chiesa,
l’individuahsmo e il multitudinismo.
Una breve discussione, di particolare
interesse, si accende ~ulla necessità che
i membri di Chiesa conoscano meglio il
valore ^i|rituale degli elementi della
Santa Cena; sulla intensificazione della
¡celebrazione della Santa Gena in seno
alle nostre comunità; sulla opportunità
che detta oelebrazione faccia parte integrante del culto, e non venga considerata come un’bppendice facoltativa;
IBtMlà di “ tSÈlKl prevsfeatttoHedte
consacrati alla celebrazione della Santa Cena.
J nosfri jŸfilitari
La relazione del capo-distretto parla
di loro con quel senso di profonda simpatia che è la simpatia di tutte le comunità. Ricorda i gloriosi caduti durante il decorso anno ecclesiastico: il
générale Giulio MartirìM, Genre Giorgio (Rodoretto), Pons Riccairdo (Prarostiho), Comba Gustavo (San Germano),
Gallian Arturo (San Germano), Ignazio
Petrone (San Germano), Gönnet Paolo
(Bobbio), Stefano Catalin (Bobbio), Vinçon Guido (San Germano), Costantìn
Oreste (San Germano), Clot Eli (Villasecca), Bertinat G. Damele (Bobbio).
In tutto 12 lutti che si aggiungono ai
7 dello scorso anno.
La Conferenza si raccoglie reverente,
nella preghiera di intercessione che il
Venerato pastore emerito P. Chauvìe
innalza.
Uno scambio di idee permette alla
Conferenza di manifestare quanto sia
vivente l’amore con cui le comunità seguono i loro figli sotto le armi; simpatia
che deve trovare la sua veste, nella dignità del nostro costume, nella austerità della nostra vita, nella coscienza del
comune peccato.
Qoniribusionì
Osserva U Capo distretto: « Tutte le
relazioni, nessuna esclusa si rallegrano
per l’abcresciuto ^rito dii liberalità cristiana. La meta additata dal Sinodo è
stata raggiunta e leggermente superata ».
Si è ottenuto cic^ un buon risultato,
ma, continua egli « mentre oggi vi diciamo un grazie cordiale e sincero, non
vi meraviglia,te se vi avvertiamo che bisognerà perseverare nel cammino intrapreso... »
Le ragioni di questo arnmonimentb
sono ccfâi ovvie che non ci fermeremo
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VALDEST
qui a ricardfeoie gli staibUi ed 1 tmxmpìt ^
dsosneggiati, le comunità disperaé. ■’^''
La conferenza ricorda come le cifre
fissate dalla Tavola costituiscono ded minimi, notn dei màssimi i '
Sulla carattenstica ed il vàlore de^
contribujàoné ci riserviamo di litomare
con uno studio più pàrtiCoIaPé|^ato.
jTuanfi ^
Come conclusione, riporteremo qui
ancora alcune parole della relazione,
ampia e documentata, del Capo distretto:
« Un errore cedcHrittuTà fatale dovrebbe essere scartato dal nostro pensiero:
ed è che a causa delle difficoltà crescenti, la Chiesa debba rassegnarsi ad occupare delle posizioni difensive; debba
cercare di resistere sotto la raffica, lieta
se invece di perdere terreno, riesca a
mantenere quel‘fx>co che ha.
A noi sembra che non ci Sia evento,
per quanto avverso che dia alla Chiesa
il diritto di perdere il suo zelo di conquista e il suo dovere di progresso. E’
vero che ci sono delle difficoltà, ma sotto
alcuni aspetti non ci siamo mai trovati
in circostanze cosi favorevoli, obbligiceti
come siamo a credere sempre meno nell’uomo, per confidarci sempre di più in
Dio p.
J^essaggio
Dopoché il pastore iV. G.ampiccoU ha
recato i saluti delle camimità Valdesi
del suo distretto così duramente provato
dall’offesa nemica, viene acclamato il
seguente messaggio;
« La conferenza del I Distretto riunita a San Germano Chisone, unita spiritualmente alle Chiese di Sìcilia e delVltalia meridionale nella distretta e nella prova, invia loro il siu> messaggio di
affetto e di speranza, invocando su loro
la benedizione e la T^otezione del Signore ».
r. IX. y.
Canto ^acro
In sostitu2Ì0!ne del prof. A. Tron, dimissionario, il ipastore A. Comba presenta la relazione a nome della Comm.
del Canto Sacro. Egli fa notare come un
giudizio sulla attività di questa commissione debba tener conto della sua continuità, e delle sue caratteristiche: è un
lavoro che si deve ricominciare con ogni
generazione di cantori- Egli insiste poi
sul rispetto del ritmo da parte delle Corali e delle comunità; dobbiamo esse^
re conquistatori anche col canto. Cantino le corali e le assemblee riprendano
i cantì.
Nella discussione che segue, si mette
in rilievo il simpatico fiorire delle audizioni miosicali in varie parrocchie; si
esprime il desiderio che il canto corale
serva sempre più al canto della comunità; si attende ima ripresa del canto
corale anche nella Val Germanasca.
Pro Valli
Il pastore P. Marauda spretarlo dèlia
Pro ValH presenta la relazione di que
La relazione del Capo gruppo, pastore G. Bertin, sottolinea come l’anno decorso sia stato prevalentemente un anno di raccoglimento, di approfondimento, ed accenna a varie difficoltà d’ordine pratico che hanno reso non sempre
facile il suo compito.
La discussione tende a suggerire mezzi pratici per rendere più proficue le
v-site dei membri dei Comitato di gruppo; si insiste su di im’azione capillare
che permetta di raggiungere tutta la
gioventù della parrocchia; si è alquanto perplessi sulla spiritualità dei motivi che attirano molti dei nostri giovani
ai Convegni.
Rimane l’impressione di un imanime
compiacimento sull’indiidzzo generale, e
l’attesa che il nuovo inquadramento della F., U. V. nella Chiesa contribuisca ad
un potenziamento di tutte le energie
giovanili, fuse per Cristo e per la Ghie- *
sa.
sta conuñSaSione facendo notare che se
non èi stato possibile prendere nuove
inizktìve, si è per altro cercato, pella
misura del possibile,' di intensificare e
valorizzare quelle che già avevano dimostrato una loro utjlità pratica.
Un animato dibattito sorge sulle funzioni è' Sulle attribuzioni della Commissione che non ,sembrano ancora ben
definite. La discussione non serve però
a chiarire nè le une nè le altre e l’unica proposta pratica, approvata, quella
di portare a 5 il numero dei membri,
anziché 3, non si vede bene di quale
vantaggio possa essere; viene raccomandata la istituzione di fiduciari parrocchiali, con funzioni prevalenteriiente
pratiche. Riguardo, alle statistiche, i pareri sono stati di ersissimi, forse perchè esse si sòno prevalentemente rivolte al terreno para-ecclesiastico, dove i
da'ti sono difficilmente controllabili.
Forse Se si fosse sfruttati il terreno ecclesiastico, i risultati sarebbero stati
diversi.
Per esempio, e questo sia detto leniter arUdens; (nella Vie Protestante c’è
una rubrica: sowríire) per esempio: quanti sono gli interventi oratori in una conferenza distreituale ? Pochi oratori e
lunghi discorsi? No! pjoichè c. p. aveva
raccomandato, in un articolo suU’Eco,
di tener d’occhio l’orologio ! E allora ?
Tutti i delegati hanno parlato ? Neppure questo, perchè per molti il silenzio è
d’oro ! E allora !
Allora discorsetti brevi ma interventi in serie, ripetuti: parlano sempre gli
stessi (inaa non dicono le stesse cose, na
, turalmente !). Il nostro esperto <M scienze statistìtàie ha nota'to a questo proppt'sito che in questa Conferenza cinque
oratori, hanno, da Icwo soli,'pàrlato più
volte che tutti gli altri membri della
Conferenza (una quarantina) messi insieme ! . ■'*■'■ ■■
" Ed ha notato pure con somma soddisfazione come i laici ■ cominciano a far
sentire lia loro fattiva collaborazione:
■ dei cinque, due erano laici !
€Ìesloni
Quali vice-presidente e segretario
della Commissione distrettuale vengono
eletti il dott. L. Beriglé e il pastore G.
Bertin.
I aig.ri pastore P. Marauda, insegnante
E. Balrrìa, C. Jahier, A. Bleynat vengono acclamati rispettivamente segretario
il primo, e membri gli altri deH.a Commissione Pro Valli. , •
La Commissione del Canto Sacro viene acclamata nelle persone del pastore
A. Comba, presidente, P. Marauda, G.
Albarin, insegnante Pascal, membri.
rr-i
Conclusione
Torre Pellice viene indicata come sede della prossima Conferenza; predicatore d’ufficio il pastore E. Röstern.
Un caldo ringraziamento alla parrocchia di San Germano, al suo Pastore
ed ai suoi collaboratori per l’aocoglienza
così fraterna che essi hanno fatta ai
membri della Conf^enza, per la cura
così s'mpatioa deH’organizzazione. Cl.
Corrispotidetiza del Cappellano della Balonia
Montenegro, 15 giugno 1943.
Dopo aver girovagato per i monti di
queste aspre terre durante, quarantacinque giorni insieme con il btg. « Pinerosono rientrato p>er qualche gior
lo
no alla sede del comando Divisione, di
dove posso nuovamente dare qualchebreve notizia ai lettori dell’« Eco ».
Si son passati con il battaglione « Pinerolo » dei giorni faticosi, ma buoni
in complesso: Iddìo ha ascoltato la nostra preghiera che abbandonava a Lui
la vita nostra, e ci ha miracolosamente
protetti in ogni nostro passo ! Una volta
di più abbiamo tutti fatta la benedetta
esperienza che il Signore è il nostro Pastore, e che a Lui affidati nulla mai d
può mancare I Sulle strade polverose ed
assolate, per le praterie verdeggianti, attraverso le zone carsiche dove le roccie
tagliano scari>e e fiaccano piedi, nel folto dei boschi di faggi e di abeti secolari
ed immensi ove il passo diventa felpato
sul tappeto annoso del muschio e dove
il cielo non si ede che a brevi macchie,
sulle cime scoscese che dominano valli
incassate e precipizi dall’orrida bellezzia, lungo i fiumi tortuosissimi daUe acque impetuose e rumoreggianti... sotto
il sole e più sovente sotto la poggia
scrosciante, la lunga fila delle Penne
nere del battaglione « Pinerolo » sì è
snodata silenziosa, affaticata, si, ma dura e resistente, mentre coloro che in
essa sanno rivolgere lo spirito all’Eterno hamio constatato ora dopo ora,
istante dopo istante, passo dopo passo
che Iddio protegge, guida,, fortifica i
Suoi figlioli !... Per ohi l’ha saputa apprezzare, è stata questa dei passati giorni una esperienza tutta particolare, dolce, consolante che non può che aver
dato gioia profonda al cuore di chi
crede, che non può che aver forticato la fede dei più deboli !... Spero
per lo meno, con tutto il cuore, che
così sia stato; e allora benedetta sia la
nostra fatica, benedette le nostre veglie,
benedetto il nostro lungo peregrinare !
si, benedetto nel nome di Gesù !...
Dopo aver lasciato quel presidio di
cui vi parlavo nella mia ul-tima corrispondenza e dove abbiam trascorsa la
Pasqua, i nostri culti sono stati piutto
sto saltuari, ma pure in qualche modo
abbiamo potuto celebrarne alcuni. La
vita spirituale dei cari nostri giovani
nel complesso non vibra di quell’intensità di fede che si vórrébbe; ma è inutile ch’iq mi soffermi 'su questo doloroso
argomento di cui ho già trattato altre
volte: meglio è procedere con la fiducia
certa che ciò che agli uomini è impossibile, è possibile a Dio ! Solamente ancora una v olta chiedo con tutto il mio
ardore alle anime fedeli al Signore l’intercessione più sentita, oer questi nostri
cari giovani: voi genitori in ansia, voi
spose trepidanti, voi parenti ed amici,
voi fratelli in Cristo tutti, pregate per
noi, pregate prima di tutto e sopratutto per l’arricchimento, nella prova, della nostra vita spirituale, perchè Iddio
voglia nella Sua Misericordia infinita
« liberarci dal maligno »: questo è quello che più conta ! questo è quello che
conta più della nostra vita stessa !
Sebbene non abbia per ora potuto
vedere gli altri reparti tutti della Divisione, pure ho di tutti buone notizie,
grazie a Dio. Anche diei feriti del me.se
di aprile vi sono novità rallegranti: essi
sono oramai qiuasi tutti presso i loro cari, in licenza di convalescenza: a loro il
mio cordiale, fraterno saluto.
Una parola di affettuoso benvenuto
fra noi alle giovani reclute della classe
1923 che da qualche tempo dividono la
nostra vita. Ne ho già conosciuti diversi, e spero ben presto di poterli vedere tutti di persona; auguro loro di
gran cuore che possano presto ambientarsi, che possano trovare dei veri fratelli nei loro compagni Valdesi anziani,
e che la permanenza in queste terre,
lontani dalla Patria e dalla casa possa
essere (se pur nella inevitabile sofferenza) fonte di benedizione e di arricchimento per il loro avvenire e i>er la formazione del loro carattere di Uomini e
di Cristiani ! - Coraggio, giovanissimi, in
alto i cuori ! il vostro sguardo sia perennemente fisso su dì un solo punto luminoso, su Ohi è sorgente di ogni acqua
viva ed eterna: su Cristo, il vostro Salvatore !
All’alpino Buffa Emilio del 23° Re
parto Salmerie che si è recato in ItaUa
poco tempo addietro jper unirsi in matrimonio conila signorina Amelia Chiavia, vadano i nostri voti più sinceri ^
felicità: che egli e la sua gentile sposa
possano vìvere sereni nella momentanea
separazione, è che presto Iddio voglia
riunirli per seinpre rfèlla. gioia dèllà pace, e che per sempre nella loro casa l’Ospite di ogni ora possa essere Gesù con
ogni Sua benedizione !
Mi giunge notizia che diversi Evangelici sono stati recentemente rimpatriati 0 congèdati dai Balcani: il capii. Emilio Rostagno, il serg. Mario Ravenni, il
sergente Ferdinando Nutini, il sergente Vittorio Altieri, il carabinielé Denisìo Chiavia, il soldato Italo Fumagalli, il carabiniere Silvio Bertalot, l’alpino
Aldo Griglio. Mi uftisco alta loro ^oia è
spero ricevere ancora qualche loro buona notizia di tanto in tanto. Sappimo
essere tanto riconoscenti a Dio che li ha,
ricondotti più vicini alla loro famigla, e
voglia il Signore cqntmuare ad assisterli con il Suo Spiritò di forza, d’amore e
di vita. .. .
Un particolare augurio all’alpino En^ rico Rochon che ci ha egli pure lasciati
per frèquehtarè in Pàtria una scuola di
Paracadutisti.
Un saluto beneaugurante al capitano Gustavo Ribet che da qualche tempo è giunto in queste terre: il suo soggiorno fra i combattenti della Balcania
possa essergli propizio e benedetto.
Penso con particolare affetto fraterno
e con profonda commozione a tutti i mi
Utari italiani rimiasti in Tunisia, e.-in
special modo naturalmente penso a
quelli di loro che sono nostri fratelli in
fede ! Queste brevi righe non potranno
giungere fino a loro, ma giungeranno
alle loro famiglie, ed è ad esse che desidero inviare il mio incoraggiamento e la
naia parola di fiducia !, Immagj np j
sia dei loro cuori condivido la loro pena:
oh, sappiano essi alzare lo sguardo, è
riporre ancora una volta neH’Eterno
ogni loro speranza ! sappiano dire con
la fede del Salmista antico: « Io aspetto l’Eterno, l’anima mia Taspetta, ed
io spero nella Sua iparola ». Il mio fervido augurio e la mia preghiera per loro
è che i loro cari siano ad ogmmo ben
presto restituiti sani e salvi: abbiano
solo fiducia e sappiano aspettare l’opera
dell’Eterno ! Asciughino le loro lacrime
e si abbandonino neU’Amore del Padre « Io so i pensieri che medito per
voi: - dice l’Eterno - pensieri di pace e
non di male, per darvi un avvenire ed
una speranza ». (Geremia 29: 11).
Tenente Alfredo Rostain
Cappellano Militare Valdese.
SOCIETÀ’DI STUDI VALDESI
fi
le G. Malli
Lista dei sottoscrittori del volunae
pubblicato in memoria del Generale G.
Martmat (seconda edizione;:
Contributi di L. 10 - Ferrerò: N 150
sottoscrittori, per mezzo del pastore dott.
O. Peyronel.
Massello: Augusto Micol, Ernesto Mi00)1, Emanuele Barai, Giovanni Tron,
Giulio Pons, Maddalena Micol, Nilla
Gayri'ou Emilio Tram, Vitale Tron, Guido Tron, Maria Giraud, Giuseppe Galliano, Edoardo Pons, Ida Pons, Giulio
Tron, Augusto Breuza.
Perosa-Pomaretto: Daniele Giacomo,
Ernesto Giaiero, Ines Bertalotto, Ernesto Jahier, Clemente Griot, Giulio Cougn.
Riclatetto; Clot Varizia Levi, Enrico
Viglielmo, Giaccano Clot, Carlo Mberto
Viglielmo, Dina Pons, maresciallo Ferdinando Peyronel, Emilio Gardiol, Caterina Martinat in Bounous, Francesco
Peyrot, Bririco Rostan, Francesco Massei, Ettore Massel, Giacomo Boimcms,
3
L’ECO delle valli VALDESI
Enrico Artero; Ida Massel, Emamiele'
Pans.'Aldo Légei'/'^’"«'
S. Odmumo Chisone; Bouchard Davide, teni col. Ernesto Gay, Jenny Rostan.
Pimrólo: Fante Rinaldi, prof. Guidov
Raima. * ‘
Pmrnollo: Paolo Maraiida, pastore.
Rwà:: Moirel Emilio, Poais Evelina.
Invaso Pmasca: prof. Em. Griset (2
•copie).
Anpropnoi: prof. Ernesto Bertalot.
Bohhio Péllice: Alberto Ricca, pastore, Giuseppe Creste.
Torve Pellice: Luisa Pans Carrer, Enrico Giordano, Alberto Peyrot, Giovanni Peyroft, Carlo Vidossich, prof. Frida
GardioI, prof. Ernesto Bein, Augusto Jaier, pastore. Carolina Decker, Eugenia
Deslex, Lodovico Bounous, sig.ra Paaqpaletti, Eibboteca Valdese, dott. Riccardo Jouve, prof. Adolfo Tron.
Villar Pellice: dott. Ferrerò, prof. Enrico Tron.
S. Giovanni: prof. Gino Costabel, Ernesto Benech, Olimpia Bertin,
Celina Terruzzi, Clara Revèl, Elvira Decker, Luisa Peyrot, Lina Peyrot, Au
gusta Malan, Annetta Peyrot, Mmueda
Decker, Mariuocia Prochet, ing. Grado
Decker. . " . ; . j ^ ^
Firenze: B^ippo Grill, pastore.
Napoli: Mario Corsani.
Ccermagnola: cav^ Pietro M^en.
S. Remo: Giovanni Bonnet, pastore.
Torino: Unione Qiovanile Valídese^
Milano: N. 70 sottoscMtori per mezzo
del ten. col. De Nicola,' (Contimui).
E’ stato provveduto ad una ristampa
del fascicolo biografico illustrato iti m«moria del Generale Giulio MartincÉt, col
gentile consenso delle Società di Studi
Valdesi, al orezzo minimo di L. 10. L’introito raccolto è versato al fondo della
Borsa di StuMo in fa.pore di studenti
valdesi delle Valli Gervncmisica e Chisone. ■ ' -i
Coloro che lo desiderano, sono pregati
di sottoscriversi con sollecitudme presso
il dott. O. Peyronei, pastore, Perrero; il
ten. col. aw. Cesare Gay, Via Cittadella,
6, Pinerolo; il p^of. Attilio Jalla, Torre
Pellice.
Risposta ad un
té
o pp
Vcurrei dare umilmente una sincera
risposta ad un solenne « perchè » fiorito
nel grande cuore del sig. Erico Rollier
in «ìuna bellissima giornata di maggio ». Premetto di essermi alquanto meravigliata che egli abbia trovato l’ispirazione per le sue considetrazioni sul
diaconato feimminile proprio nel suo incontro con una schiera di seminaristi
«troppo snelli e dinoccolati »; ma suppongo che ranalogia fra questi ed im
gruppo di diaconesse valdesi, più o meno gióvani, non si estenda a tutto il loro
aspetto esteriore, compresa randatura
dinoccolata. Per fortuna sappiamo che
paragone è sempre zoppicante in
qualche suo particolare.
Veniamo piuttosto ad alcune questioni più serie, che si eompenidiano nel
« perchè ? » suggerito al sig. Rollier da
alcune « diserzioni » deplorate in un
altro articolo apparso sull’Eco delle
Valli.
Premetto che le giovani che si orientano verso il settvizio particolare del
diaconato femminile non sono chiamate
a prendere una decisdone irrevocabile
fra i 16 0 17 anni, perdiiè non si accettano candidate prima dei 18 o 20 anni,
e non più tardi dei 30 anni 'di età. Data
la normale precocità di sviluppo del carattere e della sensibilità religiosa delranimo femminile su quello maschile,
non è esagerato il dire che una donna
di qualche elevato sentire può dare un
orientamento sicuro alla sua vita fra
i 18 ed i 25 anni. Se in quegli anni il
carattere rimane fluttuante, ind-eiciso,
ihcapace di orientarsi con qualche
fermezza verso un ideale capace di
imporsi al « ribollire della vita in tutte
le vene», allora questo è il segno evidente che la giovane non possiede, neppure in germe, le doti morali che dovranno armonizzairisi più tardi nel carattere della diaconessa cristiana E’ stato
detto che il buon dì si conosce dal mattino.
Ora, nel caso nostro, non si tratta di
scegliere una carriera che offra sopratutto dei vantaggi economici, delle comodità maggiori rispetto ad vai altro
stato sociale, o magari ideile effimere
soddisfazioni mondane. Si tratta invece
di rispondere con una seria decisione ad
una vocazione interiore, spuntata come
un bellissimo fiore nel clima dello Spirito. Se la vocazione è chiaramente sentita ed accettata con gioia, sarà veramente irrevocabile dinanzi a Dio che
rha fatta nascere; ma, appunto perchè
tale, non sarà il risultato pseudo-religioso di alcun allettamento nè di alcuna
costrizione umana, fosse pur quella di
una veneranda istituzione ecclesiastica.
D’altra parte, mi paire che i voti di
una diaconessa valdese differisciano no
tevolmente da quelli degli ordini monastici, e specialmente da quelli della
stretta clausura, nel senso che non sono
irrevocabili dal punto di vista formale,
nel sehso che il servizio particolare del
diaconato può essere liberamente abbandonato, per giusti e seri motivi die,
ad im dato momento, ne spossano menpmare il carattere di intera con^oraziónie e di pratica efficacia. Fra questi motivi non includiamo la leggerezza di carattere, l’mnoire del mondo predominante sull’Amore di Dio, i quali bastano a
far cessare ogni volontà di consacrazione ad un’opera che esige spirito di sacrificio ed ardore di carità cristìEawi. I
motivi più seri possono ricercarsi invece nell’alterazione della salute fisica, m.
mutate condizioini di famiglia che esigono l’assistenza di colei che ha il primordiale dovere, di non abbandonare i
propri genitori in momenti difficili, oppure anche in un serio desiderio della
giovane di fondare ima propria famìglia, assiHnandone tutti gli oineri fra le
gioie che fioriscono in mezzo alle spine.
Non drammatizziamo dunque eccessivamente la « decisione irrevocabile »
della diaconessa, la sua consacrazione
totale, la sua rinunzia a gioie concesse
ad altre donne. Non tutti i gaudi della
vita si mietono nel giardino, spesso tormentato, della famiglia... Gioie più pure
e più durature fioriscono spesso negli
appartati recinti dove le anime immortali dei fratelli agonizzano nella m;Orsa
della sofferenza fisica. Là occorre una
mano che sia guidata, non solo dalla
scienza, ma da queU’amore più alto che
sana molte segrete ferite, copre una moltitudine di peccati e ridà aH’anima travagliata il misterioso potere di reagire
vittoriosamente contro il male fisico, o
di affrontare con serenità restremo passo della liberazione terrestre. Là, accanto al medico od al chirurgo che richiede
l’arte deirinfermiera intelligente e provetta, l’invisibile presenza del Maestro
che disse: « Venite a me, voi tutti che
siete travagliati », detta l’atto gentile
del cuore e della mano che porge il
« bicchiere id’aoqiua fresca », soggiungendo: « Io ti dico che non perderai
punto il tuo premio » ! Ed il premio è
già presente in quell’istante nelranima
di colei che ha ubbidito all’impulso della divina carità, risplende pure neU’oc- chio deH’infermo, e prende spesso le
forme delicate e commoventi della sincera riconoscenza da parte di chi ha
riacquistato il beneficio della salute con
la pace dell’ainima, è si ricorderà per
lungo tempo della « diaconessa » che
non ris!parmia''a tempo ed energie al
suo capezzale.
La missione delle diaconesse può es
sere asshniLata a qudjla del pastore, pia
ne differisce sotto molti ¡aspetti. La consacrazione è la medesimia; sotto l’aspetfe spirituale, ma le funzioni sono diveiv
se. Se il pastore ha la facoltà di formaipsi ma famiglia, in cin farà molte esperienze di grandè utilità per il suo ministero, ed in cui - nel migliore dei casi - tròverà un’oasi di pace e dì rìstprio
dopo le sue f atiche, un luogo propizio al
lavoro ed alla meditazione ,la diaconessa pon ha bisogno di crearsi questo luogo óve posare il capo, perchè lo trova
'dovunque esse sia chiamata ad esercitare la sua missione. Nel caso in cui
av'Bsse una famiglia propria, non pK>trebbe abbandonarne la cura al proprio
marito, per essere libera di attendere ad
m lavoro che basta da solo ad assorbire le sue migliori energie. Del resto, se
da una parte la rinunzia al matrimonio; può apparire come un grave sacrificio, essa rappresenta pure d’altra parte
m notevole sgravio di responsabilità e
di pene che consente a chi l’ha aocettota volontariamente di dedicare le sue
energie e le sue doti fisiche e morali
ad ;ma benefica attività, ricca più di
quanto comunemente si creda di alte e
nobili soddisfazioni: « L’uomo non vive
di solo pane»!
Se, sfogliando la Sacra Scrittura, il
sig. Rollier non ha trovato proprio alla
lettera il passo « che ci autorizzi a chiedere ad una giovane alla soglia della
vita, quello che chiediamo alle diaconesse », ciò non significa che la missione
deila diaconessa non possa essere conforme allo spirito del Vangelo del Regno di Dio e non abbia la piena approvazione del Cristo. Non si tratta invero
- è baie ripeterlo - di « un arbitrario
voto dì sacrificio non richiesto da Dio »,
ma" di una vita liberamente offerta per
un’alta missione di carità, e sulla quale
potranno fluire ,più liberamente le rugiade fecondatrici deU’Amore Divino
manifestato in modo sublime n?el Maestre « mite ed umile di cuòre »
Mi si dirà che tali vocazioni saranno
più rare; più rare, ma più sicure, é suscettibili di esercitare l’azione benefica
del lievito nella pasta e di irradiare
nella Chièsa la luce della Carità che
dura eternamente. Allora si creerà più
facilmente il clima spirituale propizio
allo schiudersi di altre vocazioni che
spesso languiscono in germe senza dar
frutti. E se si vorrà risparmiare ai
« pratici » la pena di spendere molte
migliaia di lire per istruire delle giovani nell’arte infermieristica, per vedierle
in seguito disertare il campo e votarsi
ad una libera carriera; basterà essere
più prudenti e più saggi nella scelta, e
rafforzare d’altra parte gli impegni morali della restituzione del- danaro speso
per dar loro una partiéblare istruzione
tecnica utile anche a scopo di lucro.
Posso lusingarmi di aver indotto Tottimo sig. Rolffer a studiare anche un poco « le origini del diaconato femminile fra noi » ? Lo spero I Allora egli comprenderà che la quistione delle vocazioni al 'diaconato non è sostanz’almente diversa da quella che era quarant’anni fa, epoca non tanto da noi distante
da ¡poter essere considerata come « le
bon vieux teraps ». Ed i privilegi, anche puramente materiali - senza parlare di quelli assai più importanti di natura spirituale - che inducevano le « nostre buone nonne » a rinunziare alle
gravi cure della famiglia per dedicarsi
alla cura degli ammalati in im ambiente
« forse più agevole, certo più tranquillo
e non privo di benefici spirituali, non
molto dissimili da quelli che sono il
compenso delle madri di famiglia »,
varranno tuttora ad incoraggiare e chiarire le vocazioni al diaconato femminile, restituito alla sua vera dignità sociale nella Chiesa di Cristo.
Una Diaconessa.
Non facciamo ùn passo che non porti
alla preghiera. V. Hugo.
CROHAC/I VALbCSE
ANOROONA (Capoluogo) ' ^
Un mesto corteo accompagnava domenica mattina, 27 corrente, le spoglie
mortali del pi'ccolo Carlo Alberto Mdr
lem, di Alberto, dei Gonin, rapito da tragico malore^alTaffetto dei genitori e d'èlle sorelle.
Consoli il Signore i cuori «afflitti e li
guidi attraverso la prova.
— Lo, stesso giorno Rolar^ BerUn,
di Carlo Stefano, dei Bonneton, era presentato al battesimo dai genitori e dalla
madrina.
Voglia il Signore concedere i doni del
suo Spirito al piccolo bambino ed ai
suoi genitori.
ANGROGNA (Serre)
Domenica 27 giugno abbiamo avuto ü
piacere di avere tra noi il pastore della
comunità valdese di PalermOj sig. Neri
Giampiccoli. Egli ha presieduto il nostro culto del mattino nel Tempio del
Serre ed ima riunione familliure alla
Vaccera nel pomeriggio. Le sue predicazioni incisive e- le notizie che egli ci
ha dato d'elle Chiese di Sicilia non possono fare a meno di renderci consapevoli dei nostri privilegi (che non sappiamo mai valutare al loro giusto valore) e
delle nostre responsabilità ohe per la
nostra naturale indolenza non sappia-:
mo mai pienamente assumerci) nell’ora
che volge, cosi densa di significato per
noi e per le nostre Chiese. Mentre ringraziamo il pa^ore Giampiccoli per la
sua gradita visita esprimiamo la nostra
fraterna solidarietà con quelle Comunità così provate. Il Signore le benediìca,
le fortifichi, le santifichi col Suo Spirito
Santo.
— Culti: domenica 4 lugUo: ore 10.30
culto nel Tempio di Pradèltornò; ore
15: culto all’aperto a Baifè.
Domenica 11 luglio: ore 10.30 culto
nel Tempio del Serre; ore 15 culto all’aperto al Bagnou. ' : ■'’’i ;*i
In caso di cattivo tempo, il culto jwmeridiano di domenica 4 sarà tenuto alla stessa ora tempio del Serre. Ne
sarà dato segnale tempestivo col suono
della campana una mezz’ora prima.
Quello della domenica 11 alla Vacce
ra.
— Nella settimana tra TU ed il 18
luglio il pastore del Serre farà un primo giro idi visite ai fratelli deDe chiese
di Angrogna saliti all’alpe. e. a.
LUSERNA SAN GIOVANNI
Il 22 giugno con numeroso concorso
di amici e conoscenti, sono state rese
commosse onoranze alla spoglia mortale del sig. Giovanni Pietro Rostagnól,
rapito all’affetto dlalla sua famiglia da
violenta malattia in seguito a fatale disgrazia, in età di anni 67, ai Vola. Era
uno dei pochìssàimi superstiti dèlia battaglia di Adua, alla quale aveva partecipato quale soldato di una batteria da
montagna.
Alla vedova, ai figli, alle figlie, alla
nuora aUa venerata madre,' al fratello,
alla sorella, ai parenti tutti in quest’ora angosciosa di lutto rinnoviaimo Tespressione della nostra profonda simpatia cristiana.
/
MASSELLO
Seguendo di poche settimane il padire,
è deceduta all’Ospedale di Pomaretto,
dopo grave malattia, il 9 correte Rostan Marianna, di anni 35, della Balsi
glia- ,
Esprimiamo al fratèllo Pietro la nor
stra fraterna simpatia, e il nostro vivo
incoraggiamento.
PRALI
Il 6 giugno abbiamo ricevuto la gradita visita dei pastore di PramoUo, sig.
Paolo Marauda, il quale ha presieduto
il culto al mattino e una riunione id
piedi del Colle Giuliano, nel pomeriggio. La sera, quale membro del Gomita-
4
* ?
V .
to a Gruippo della fA?; V., ha rly<4to
un vibrante messAggio àà giovani^ ,—- •
" — La domenica 20 ¿iugiiór il'pulpito è stato occupato dal, Cappdlano,pastore i^manfio Rostan. i
RiiMioyiatoo^^ai due vSsi-tetoiri i nostri
n^liori'Wigraziamenti.i '
Tre, bambine ricevjetterd il Sacra■ m^to del ^fettesuno iLgìorno della Pentecoste. Esse sono: Ptymt Anita, di
Giov. Pietro, e di Gitìl Elvira della Ribtìa; Garfou Fvida 4'Guido e di Pascal
Adelina della Villa; Leper Bruna di
Oreste e di’Rostan Margherita delle Oi^
gere.
Il Signore benedica, ’i>rotegga ed accompagni queste tenere
■j». -Í - _
■
PRAMOLLO
.la
In questi ultimi giorni
munita s’è vista privai
membri che, entrambi
ferenze, sono stati chiana
Patria Celeste. Essi sono
rieo ju Daniele (Pomean
TOspedale di Pomaretto,
vedova_ Peyronel (Pelle
rima lascia due figlioli
giovani: che il Signore
Sua protezione questi
i cuori di tutti coloro
da questi lutti.
Torino
creature.
k nostra Codi due suoi
dopo forti sofi|ati da Dio nella
Bounous Enit>), deceduto _ale «Soppè Emilia
>|ichi). Quest’ulancora molto
prenda sotto la
anfani, e consoli
Le sono afflitti
èh<
!«■
Nella sua villa di ]?io®asco, dopo
lunghi mesi di sofferenze all’alba del 22
giugno si spegneva il nostro venerato
fratello Rodolfo Schaeffer.
Se gli ultimi armi della sua esistenza
sono stati visitati dalla prova, è pur vero che la fede dell’Estinto ne è stata
aiffinata e purificata. Nella meditazione
assidua delk Parola di Eio__________
ghiera, Egli cérca' a la coiasolazione, della quale il suo cuore ave va bisogno.
I funerali, celebrati il giorno seguente, furono una commóvaite dimostrazione di stima alla memoria dell’Estinto
e di profoncta simpatia per i congiunti.
AI figlio, dott. ing. Rodolfo ed alla sua
famiglia, alle sorelle signore Jalla e Goletti, rinnoviamo l’espressione della nostra viva partecipazione al loro dolore,
con la beata speranza della risurrezione
in Cristo Gesù.
TORRE PELLICE
Il culto di domenica pr
re 10.30, sarà presieduto
Neri Giampiccoli.
ossima, alle odal pastore sig.
RORA’
lett
Ila
Abbiamo ricevuto e
da tristezza questa lette:
viamo perchè ci sembra
avvertimento prezioso pe
« Vi prego d’un favore
mio certificato di battesini
mionio di mio figlio. Non
galizzato. Nel caso, vi rimi
se. Sono nata a Rorà il
Il pastore di allora credo
gon.
Ricordo sempre le mie
tunque le abbia viste iper
all’età di quattordici anni
sta grande città di x e vi s
la locale Chiesa Valdese
sette anni, ma i miei monti
nel cuore. Speravo che
"figlio mi ricondurrebbe
troppo egli ha preso un’;
sandosd, ¡passa alla Chiesa
Chiedo il mio certificate
perchè occorre e spero
sere così gentile 'da mand
presto. Vi ringrazio anticipja
chiedo di voler pregare
lai
l’ali::
per
U
in'
metti
signor;
Oggi, 24 giugno 1943,
certificato richiesto e
chivi la lettera della
senza provarne im senso
na. Povera donna! Non ha
ni e già vede spezzata la
sta maniera e deve lei,
valdesi, chteddre la
di
fíg
prové
to con profonche trascricontenere tm
r molti:
Mi occorre il
o per il matriso se vada loiborserò le spee noi chiamo...
:osse il sig. U
un
Valli, quanl’ultima volta
Vivo in queano iscritta al£in dall’età di
li ho sempre
giorno mio
*ssù, ma purra via e, sj>ocattolica.
di battesimo
e vorrete esibirmelo al più
itamente e vi
me.
ka Valdese.
riamo racc, il
iamo agli ar■a X. Ma non
profonda pe.^cora 50 anvita in quella dei monti
battesimale
^t%’ECO VALDESI
'.V*
de.Ua sua fede, per permettere al figlio"
di sposare abiurando.'^j;. 1
,Cèrto, non ci faedamo illusioni svd \
torti di questa signora e siamo persuasi
dhe se a^'esse voluto,, quand’era tempo,'*
frequentare con zelo la sua chiesa e tra*'!smettere una fede vivente al figlio, oggi^^..
non avrebbe questo grande dolore. Ma^*^
tant’è ed oggi essa è una povera disgradi ,
ziatà. „ - ^
E poich’essa ' io c[f»nanda, sui sud monti lontani, qualcuno vorrà certo preii^-^^
.gare per lei. E, pregando supplicherà
pure il Signore che .preservi i Valdesi d|^
oggi dal commettere tali errori e dal ri-i
petere così dolorose esperienze.
.
M rileviti dai [asiere ietta lavata
In memoria del dòti. Giovanni |Ì
Corradini, nel 10° anniversario W
dèlia morte, la Mamma per
Istituto' Gould L. 200,—t
A. e F. Fiorio, riconoscenti al Sianoré*
(Salmo 28: 6-7) : ^
Per Istituto Gould, 100 - per IstitutoFemm. di Firenze, 100 - per Istituto di
Vallecrosia, 100 - per Orfanotrofio di
Torre Pellice, 100 - per Orfanotrofio di
Pomaretto, 100 - ¡per Artigianelli Valde-'
si, 100 - per Rifugio Carlo Alberto, 100
- per Ospedale di Pomaretto, 100 - per
Collegio, 100 - per Spese straordinarie
per danni alle Chiese, 100.
Per Emer tazione:
W. Long-Marey, Roma, 20.
Per Collegiio:
C. A. M., S. Giovanni, 500 - Bernoulli Tron Maria, in memoria Anita Turin,
25 Giorgio Peyrot,, 150 - W. Long Ma-v
rey, Roma, 50. fj
Per Orfanotrofio di Torre Pellice: t:
D’Adtìario Letizia, in memoria care?
Babbo, 25 - Chiesa di San Germ,anc?S
150 - Società Cucito, S. Germano, 50 Scuola domenicale. San Germano, 50.
Per Orfanoimfio di Pomaretto: 1?
Chiesa di San Germano, 250 - Società di Cucito, San Germano, 100 - Scuoia •
. la domenicale. San Geranano, 50. f
I Per Istituto di Vallecrosia:
Chiesa di San Germano, 150 - Società
Cucito. San Germano, 50 - Maria P.
j Scolari, Roma, 100 - Roma, IV Nov^^^
bre (aggiunta alla Colletta Madri) 50'Chiesa di Cosenza, 10 - F. O., 500.
j Per Istituto Gould:
I Giovanni e Zaira Carrozzi, in miemoria cari genitori Cesare Carrozzi e Clotildè Migliarli, 100 - Chiesa <di San Germano, 100 - Roma, IV Novembre (agI giunta colletta Madri), 50 - F. O., 500.
Per Istituto FemminMe di Firenze:
1 Chiesa di Sampierdarena, 150.'
Per Diaconesse:
Chiesa di San Germano, 125.
Per Asilo di San Germano:
Chiesa di San Germano, 250.
Per Asilo di Vittoria:
Chiesa di Sampierdarena, 100.
Per Rifugio Carlo Alberto:
Chiesa di San Germano, 100.
Per Ospedale di Torino:
Giovarmi e Zaira Carrozzi, in memoria cari genitori Cesaire Carrozzi e Clotilde Migliani, 100.
Prof. Clelia ParaZzini, 3° versamento
« Fondo prò Ospizi per Orfani e Vecchi della Chiesa Valdese » 3000,__
La famiglia del caro e indimenticabile
GioìaDDi Pietro Rostagnol
ringrazia con riconoscenza infinita le
buone persone che in vario modo hanno
preso parte al suo grande dolore. In modo particolare il sig- pastore Rivoira per
le sue buone parole di fede e di conforto,
e il dott. QuattìH,ni per le sue amorevoli
cure.
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Riceve il Lunedì, Mercoledì e Venerdì
dalle 14 alle 16.
Indirizzi di Chiese Valdesi
i DLSXRETTO«v«,^..4ì.,.^w4c!^ '
Angrogna — Pastore : Arnaldo Comba.
Angrogna (Serre) — Pastore Edoardo»
Aime.
Bobbio Pellice — Pastore : Alberto
Ricca.
Luserna San Giovanni
renzo Rivoira.
Pastore : Lo
Massello — Pastore : Enrico Tron.
Perrero — Pastore : Oreste PeyroneL
Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu
Frali — Pastore: Arnaldo Genre.
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda..
Piarostino — Pastore : Umberto Bert_
Riclaretto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodar etto — Pastore: Arnaldo Genre,
Rord — Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore : Gustavo Be'rtin,
Torre Pellice — Pastore : Giulio Tron.
Torino ■— Chiese: Corso Vittorio Emanuele, 23 e Corso Principe Oddone, 7.
- Pastori Elio Eynard e Roberto Comba: Via Berthollet, 36.
Villar Pellice — Pastore : Roberto Jahier.
II DISTRETTO:
Abbazia: « Chiesa di Cristo ». Culto alle 16 - Pastore C. Gay, da Fiume.
Aosta: Chiesa: 11, Via Croce di Città Pastore: V. Subilìa, Vìa XXIII marzo»
n. 1.
Bergamo: Chiesa: Viale Vittorio Emanuele, 4 - Pastore: M. Moreschini,,
Viale Vittorio Emanuele, 52.
Biella: Chiesa: Piazza Funicolare Culto: la I, III, V domenica del mese
(da Ivrea).
Brescia; Chiesa: Via dei Mille, 4 - Pastore: D. Fomeron (ivi).
Carema: Da Ivrea: seconda domenica
Como: Chiesa: Via Rusconi, 9 - Pastore: Carlo Lupo, Via T. Grossi, 17.
Coazze: Chiesa Valdese.
Cormaiore: Chiesa Valdese: Pastore
Vittorio Subilia.
Felotiica Po: Chiesa Valdese - Pastore
Lami Goisson.
Prof. Qn«j CosTABBjL, direttore responsabile
«ARTIGRAFICHE L’ALPINA. Torre Pellice ».