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Anno VII — N. 2. II SEEIE M Oexxajo 1R58.
LA BUONA NOVELLA
GIOENALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALI.INA
Seguendo la verità nella carità. — Efbs. VI. 15.
PREZZO DI ASSOCIAZIONE < LE ASSOCIAZIONI SI RICEVONO
Per lo Stato [franco a destinazione] .... £. S 00 5 In Touixo all'Uifizio del Giornale, via. del Pvincipp.
Per la Svizzera e Francia, id........... „ 4 26 ? Tummaso dietro il Tempio Valdeae.
Per V Inghilterra, id................... ,, 6 50 ^ N.elle PaovisciB presso tutti gli Uffizj postali per
Per la Germania Id.................... „ 5 50 { mezzo di Vaglia, che dovranno essere inviati
Non si ricevono associazioni per meno di un anno, franco al Direttore della Buoxa Novell.^.
All'estero, a’ scfpenti indirizzi : Parigi, dalla libreria C. Mcyrueis, rue Rivoli ;
Ginevra, dai signor E. Beroud libraio ; Inghilterra per mezzo di franco-bolli
inglesi spediti franco al Direttore della Buona Novella.
SOMMARIO
Ai-viio.— Di alcune obbiezioni che 9i fanno contro la Bibbia I. — Gli Emigranti Valdesi in America II,
— Corrispondenza della B.Novella; Nizza—S. Pier d’Arena.—Cronaca della quindicina.-^ AnnunzJ.
AVVISO IMPORTANTISSIMO
Preghiamo caldamente quei signori Associati alla Buona
Nomila che non intendessero rinnovare la loro associazione a volercelo manifestare, respingendo l’uno o l’altro
dei DUE primi numeri che mandiamo a tutti. Il ritenerli
sarà da noi considerato come espressione della volontà
che hanno di riabbuonarsi.
Nello stesso tempo, e non meno caldamente, preghiamo
quei nostri amici che nell’anno scorso, con tanta gentilezza, ci prestarono l’opera loro allo ■ scopo di raccogliere
dei soscrittori alla Buona Novella ad usarci, ancoi’a in
quest’ anno, la medesima cortesia, per la quale possono
andare sicuri della viva nòstra gratitudine.
La Direzione.
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DT ALCUNE OBBIEZIONI CHE SI FANNO
CONTRO LA BIBBIA.
I.
Amico dilettissimo.
Voi insistete affinchè io scriva qualche cosa pel vostro giornale ;
anzi me ne fate un dovere ; voglio dunque almeno provarmivi, se non
foss’altro per ci)nvincer\T della mia inettezza. — Ecco, senza altro
preambolo, il soggetto sul quale mi propongo d’intrattenere a quando
a quando i vostri lettori, sempre che ci ve<liate alcuna utilità per
essi.
lò fui spesso penosamente colpito nel vedere con quale tenacità
viene attaccata la Bibbia, con quale sistematica perseveranza la si
abbassi al livello di un libro umano, sovente d’un cattivo libro pur
anco, e ciò da persone che in altre circostanze sanno benissimo ser\^rsene ed invocarla come autorità suprema onde combattere i loro
awersarj. D’altra parte, gli amici illuminati della Bibbia, sebbene
professino per questa la più profonda venerazione, sebbene vi trovino
per essi medesimi la piìì ricca abbondanza di direzioni e di consolazioni, tuttavia non sono abbastanza animati da quell’ardente zelo
per la gloria di Dio che dovrebbe spingerli a prendere in mano la di
Lui causa e protestare altamente neU’interesse della verità. E’ vero
che non si può gi*an fatto sperare di comàncere gli oppositori, ma
oltre che l’adempimento di un dovere non è mai subordinato al suo
effetto possibile o probabile^ possiamo noi dimenticare i deboli che
han bisogno d’esser fortificati, e gli ignoranti ben disposti che domandano istruzione ?
Hawi nelle Scritture e particolarmente nel V. Testamento una
moltitudine di passi di cui si abusa in modo deplorabile sia per
distruggere ogni resto di fede nella sua divina origine, sia per addormentare se stessi in una colpevole sicurezza. Io desidero, se Iddio me
ne darà la forza, passare a rassegna alcuni di questi passi onde esporne
il vero significato e combatterne l’abuso che se ne fa. Ma prima di
cominciare devo premettere due o tre osservazioni generali che non
sono senza importanza, e, se così a voi piace, a queste mi restringerò
per ora.
La prima è cotesta : l’apostolo Pietro parlando delle Epistole del
suo collega Paolo dice f2 Pie. in, 16) “ che si trovano alcune
“ cose malagevoU ad intendere, le quali gli uomini male ammaestrati,
“ ed instabili torcono, come ancora l’altre scritture, alla lor propria
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Quanto l'apostolo dice delle scrittimi di S. Paolo .s'applica iierfettaniente a tutte le altre parti delle 8ciittnre nelle quali vi
s(mo non già cose false o indegne di Dio, ma soltanto diiBcili ad
intendere ; .se non che coteste cose ardtie non sono di scandalo che
jx'r gl’ignoranti e gl’incauti; l’nomo imiile e diritto vi scoprim
rempre la sapienza e la santità di Dio.
Ija mia seconda osservazione è relativa a qiie’ tratti assai bene
conosciuti della vita di alcuni eminenti servitori di Dio sotto l'antica alleanzii, come Noè, Lot, Davide, Salomone eco, in cui questi
uomini ci vengono rappresentati sotto l’asj^tto il piiì sfavorevole. Ma,
lo si rimarchi tene: mai la Scrittura approva un’azione malvagia; mai
ella ci offre ad imitazione i }ieccati degli uomini anche i più eccellenti. Si osservi inoltre quanto al)bia costato ad essi l’aver fuorviato
<lal diritto sentiero; come parecclii di loro sieno stati aspramente
gastigati; e per qual seguito di prove e di mniliazioni abbiano ritrovata
la pace con Dio che il peccato aveva loro fatta perdere. E se la gioja
della salvezza è stata resa ad essi, egli fu perchè, ripieni di fiducia
nella misericordia del Signore, lottarono con Lui per la preghiera, ed
implorarono il prdono col pianto. Il salario del peccato è stato per
loro, come lo è per tutti, la morte spirituale e il presagio della
morte eterna da cui non poterono essere liberati che per la fede nel
Redentore prome.sso.
Non dimentichiamo infine ciò che Gesù diceva agli Ebrei (MqìL
XIX, 8j “ Ben vi permise Moisè per la durezza de’ vostri cuori, <li
“ mandar via le vostre mogli : ma da principio non era così”. Anche
«pii l’applicazione di questa parola del Salvatore non si limita al fatto
ch’egli indica, im}5erciocchè ci sarà facile il riconoscere in altre circostanze e sotto altri aspetti questa medesima condiscendenza dalla
parte di Dio in verso questo popolo di dura cervice e incirconciso di
cuore e d’orecchi. Sebbene erede delle promesse, il popolo d’Israele
era fimciullo fGai. ivj, ed è come tale che l’Eterno suo Dio l’ha
sempre trattato ; e s’egli ebbe l’inestiniabile privilegio d’essere il depositario degli oracoli di Dio (Rom. iii. 2J,\n luce che gli fu data
fisplendette in luogo oscuro (Pie. i. 19^, e non fu che come un
crepuscolo in paragone dell’eccellenza e dello splendore della hice
che Gresù Cristo recò nel mondo. Non è più ragionevole per un
cristiano il chiedere alla dispensazione mosaica una regola completa
di fede e di vita di quello che sia per un uomo avente buoni occhi il
domandare il projn-io cammino ad un cieco,
P.
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GLI EMIGRANTI VALDESI PER L’AMERICA
JI.
Genova, 27 (icnnaìo 1858.
Caro Signore c Fratello.
Yi promisi qualclie ragguaglio ancora intorno ai nostri emigranti por
l’America, e conriene elio vi mantenga la parola. Il sabbato 5 dicembre,
credendo che sarebbero partiti in quel giorno, mi recai a visitarli di nuovo
a bordo col mio caro collega’, signor Bruschi. Sentii pllora che la partenza
eriv stata fissata per l’indomani, ma che dispiacendo loro di partire in un
giorno di domenica, alla loro richiesta essa venne differita fino al lunedì.
Bimaneva loro dunque una domenica ancora da passare in questo porto ; e
siccome sarebbe stato driBcilè a quelle famiglie di recarsi tutte alla Cappella onde assistere , al servizio religioso, mi parve opportuno di andare in
quel giorno a fare una predicazione a bordo. La proposta ne venne accolta
con visibile soddisfazione, e fissai perciò l’ora delle due pomeridiane. Il
tempo era cattivissimo; cadeva ima pioggia dirotta, di modo che molte persone di Genova che desideravano di assistere a quella religiosa funzione
non vi poterono intervenire.
3Mi reciii a bordo accompagnato solo dal signor Jorand ; e lì, tutti
essendo radunati e silenziosi, dopo una preghiera cd il canto del salmo
42, io lessi il capitolo xvii di S. Luca e presi come tema del mio discorso le parole del verso 32. “Ricordatevi della moglie di Lot ”. Fui
ascoltato con pio raccoglimento e non pochi piangevano per la commozione.
Finito li discorso, il signor Jorand rivolse loro alcime parole di caldo affetto,
esortandoli all’unione ed alla carità fraterna. Egli chiese loro ed òttenne
la promessa che ci scriverebbero appena sbarcati in America, e che continuerebbero dì mantenere con noi quelle relazioni di fratellanza -e di
mutuo affetto che si sono stabilite durante il loro piccolo soggiorno in
questa città. Egli diede loro, oltre vaij trattatelli religiosi, un libro che
sarà molto utile per le loro adunanze religiose, cioè il Culto domcsticn,
ossia,, meditazioni di una parte delle Sacre Scritture per tutti i giorni dell’anno di N. Roussel. Prima di separarci cantamino ancora il salmo 116, e
vi posso dire che il facemmo di tutto cuore.
Tutto concorreva a rendere soieime quel momento ; la vicina partenza, il
pensiero che, secondo ogni probabilità, quelle persone che ci stringevano la
mano con tanto affetto non le avremmo più incontrate 'giammai quaggiù, il
pensiero che andavano forse aU’incontro di molti pericoli e di molti inganni,
tutto ciò ci riempiva il cuore di mestizia.
A quelle buone e semplici famiglie, quantunque fossero già sul liquido
elemento e pronte a far vela per lontane spiaggie, nel trovarsi con un loro
pastore, nel sentire una predicazione nella lingua abituale, nel cantare quei
salmi t-anto conosciuti e tante volte cantati, sembrava di e.ssere ancora nel
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natío paese ed in mezzo alle care montagne. Credo in vero che fosse la prima
volta che una predicazione evangelica in lingua francese ed il canto dei
salmi nella stes.sa lingua abbiano echeggiato sui bastimenti di questo porto.
Quanto a me, mi pareva pure di essere in famiglia in mezzo a loro ; e vi
assicuro, che se non fossi stato trattenuto qua: da troppi legami e doveri, mi
sarei volentieri imbarcato con loro per accompagnarli. Provava un sentimento di mestiiia indefinibile a vederli partire così senza direzione, senza
uua persona affezionata ed inteUigento por servir loro di guida e di consigliere. >Ii rassicurava però il vederli animati di buone disposizioiii,_di sentimenti pii, e determinati ad ogni costo a rimanere strettamente uniti. Non
andavano,^ dicevano essi, in ¿Vmerica colla speranza di arricchire, ma.semplicemente per trovare un terreno meno ingrato, onde, colle loro fatiche e sotto
la benetlizione di Dio, poter dare del pane ai loro figliuoli. Parecchi fra loro
sono cristiani viventi e desiderosi di rendere testimonianza alla verità che è
in Gesù Cristo ; e chi sa, come diceva loro il caro fratello Jorand, chi sa
che il Signore, nei suoi disegni di misericordia, non voglia servir.si di loro
per condurre alla sua conoscenza, cioè alla eterna salute, molto anime lo
ijuali sopra quei lidi lontani giacciono ancora nelle tenebre.dell igaoranza,
dell'errore e del peccato che ne è il frutto !
Mi dispiace dovere aggiungere, per dire tutta la verità, che siccome ogni
medaglia ha il suo rovescio, così fra loro non tutti erano animati da sentiluenti così consolanti..
Cinijue o sei giovani appartenenti, la maggior parte, al comune di P......
davano agli altri gi-andi inquietudini per le loro empie disposizioni. Quantunque (juesti fossero stati avvertiti dell'ora in cui avrebbe luogo la predicazione a bordo, anziché intervenirvi prescelsero quel momento per andarsene
a correre per la città ; ed ogni giorno, all'ora in cui tutti gli altri si riunivano per leggere la Parola di Dio e pregare insieme, quei medesimi se ne
stavano sul ponte a fare il chiasso, a cantare- e volgere in ridicolo Tatto religioso compiuto dai loro compagni. Speriamo che il Signore avrà pietà di
loro, che la sua Grazia toccherà i loro cuori indurati, per ritirarli dalla via di
peccato e di ribellione in cui camminano !
I nostri emigranti incontrarono qua un vivo interesse c furono visitati da
molti, fra i (juali mi piace menzionarvi ancora il signor Pastore Amedeo Bert
figlio, il quale diede loro pure una prova sensibile di cristiano affetto.
La prima domenica che essi furono in Genova avendo scorto parecchi di
loro neU’as.semblea al culto della mattina, ne presi occasione per raccomandarli alVinteresse ed alle preghiere dei fratelli, e non uscimmo dalla cappella
senza che una fervente preghiera fb.sse innalzata al Trono della Grazia in
loro favore. In quel giorno due signore mi rimisero 40 franchi per disporne come meglio credevo a pro di loro. Avendo sentito che alcuni, dopo
pagate le spese di viaggio, rimanevano senza un soldo in tasca , mi parve
necessario di fare una colletta per aggiiingerne il prodotto alla somma di cui
già èra depositario ; l'annunziai dal pulpito la domenica seguente, ma venendo inaspettata ella fruttò soltanto IH franchi. L'indomani, giorno della
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partenza, consacrai lu niattinatu ad andare da alcuni amici per ohieder loro
ancora qualche cosa ; e gi’azie alla loro generosità ottenni la somma totale
di centotto franchi.
Mi rimaneva solo il tempo di andare a bordo a vederli ancora e a dar loro
hi buona partenza. La signora C. mi volle accompagnare. Il bastimento
Adele su cui dovevano fare il viaggio era già all’uscita del porto. Mi trattenni ancora qualche momento con loro, rinnovando le raccomandazioni ed
esortazioni già prima fatte. Per dare qualche appoggio al loro Comitato-Direttore, non solo tutti i libri dati furono mes.si alla sua discrezione, ma il
prodotto della colletta fu parimente rimesso nelle sue mani, colla espressa
condizione che coloro soli che rimarrebbero imiti potrebbero aver parte sì ai
libri come alla colletta, e eolia speciale raccomandazione di conservare intatta quella somma, salvo un caso di estrema necessità, acciocché potesse
costituire il primo fondo per stabilire una scuola nella loro colonia.
II segnale della partenza essendo dato, non ebbi neppur tempo di stringere la mano agli emigranti, e dovetti contentarmi di salutarli con ripetuti
segni di mano.
D'allora in poi, seppi da una lettera scritta dal capitano al padi'one del
bastimento, che fino alle isole Canarie il loro viaggio ft^felicissimo ; in sei
giorni essi varcavano il distretto di Gibilterra ed in pochi altri giorni giungevano a quelle isole. Non si hanno posteriori notizie, ma è da presumere
che a quest’ora sieno giunti nel porto di Montevideo. * 6. D. C.
* Nella prima lettera del sig. O., sono sfuggiti ul coiTettore varj en'ori Ui stampa, ciie i)i*eghIamo
lettore a rettificare come segue :
Pag. 14, Uuea 3, invece di a quest’uopo dislese hoQas* a quest’uopo, distesi — linea 6, Bobbia legi/i
Bobbio — Un. 36, si cancelli alla fine le parole : e di tutti.
CORRISPONDENZA DELLA B. NOVELLA
Nizza, li 15 gennaio 1858.
i*e Scuole della Domenica — i^’alta loro importanza — Come sentita in tutti i paesi in cui vive la fede
evangelica — Unioni diverse — Proposta di una unione consimile tm le Scuole della Domenica
in ItaUa.
Caro sùjnore e fratello.
Desideroso di comunicarvi un pen.siero che da qualche tempo mi preoccupa intorno alle Scuole ddla Domenica della nostra Chiesa , e di
farne ad un tempo partecipi—sia nel campo deU’Bvangelizzazione italiana,
come nelle parochie delle VaUi — ed i pastori incaricati della loro direzione, e gli istitutori e le istitutrici che al loro progresso attendono, cd
infine gli stessi bambini che le compongono, vi prego aprirmi lo colonne
del vostro giornale acciò sia da tutti sentito il mio appello. — E' poco
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il numero delle nostre scuole della domenica, pochi sono i bambini che le
frequentano, e poco ancora lo zelo e l’interesse da ognuno a quell’ opera
recato. In molte parocliie delle Valli tali scuole non esistono nemmeno, cd in
quelle che ne possiedono, sono lungi i frutti dal comspondere a ciò che
dovrebbesi aspettare. Nelle stanioni di Evangelizzazione poi, quantunque
vi si scorga un po’ più di vita, — stante che gli Evangelisti hanno compreso quest’opera essere fra gli strumenti dell’Evangelizzazione, uno dei
più potenti, se non 6 il più potente, e la sorte religiosa dell’Italia essere
sospesa a quel tenue filo; L'istruzione a-istiaiìa cleìVinfanzia — v'ha nondimeno molto da rimproverare e molto da riformare. Grandi progressi in
(¿uesta parte deve far la nostra Chiesa, e più in questa che in altre, sia
perchè in quest'opera ha meno esperienza, sia perchè l’opera stessa è più
difficile di molto.
Papperò si sa l'importanza tutta di quello modeste istituzioni, che preparando sin dall’ infanzia il cuore dei bambini, come un terreno per la
scmonKa, a ricevere la parola di vita, fanno le veci della Legge per il
popolo bambino dell’antica alleanza , e sono una pedagogia per condur
le anime a Cristo — V eci preziose ed ijiiportanti se si riflette che molti
e molti secoli consacrò Iddio alla preparazione dell’ umanità, e che noi
possiamo per la sua gi'azia in qualche anno preparare un’intiera generazione. — Con tali sentimenti andava ricercando uno o più mezzi onde
ridestare nella Chiesa nostra l’interesse per quelle scuole, onde accrescere
e perfezionare le esistenti, cd onde spingere le parochie che nc sono senza,
a presto crearne ed a por mano all’aratro, senza aspettar più. E mi parve,
dopo riflessione, che non sarebbe inutile lo stabilire fra tutte le nostre
Scuole della domenica sensibile legame, all’ effetto di cementar fra loro
l’affetto cristiano, e di riaccendere la fiaccola della vita; al che gioverebbe
non poco una pubblica corrispondenza, che dando a conoscere le diverse
scuole, così nel loro materiale andamento come nella loro vita spirituale,
tutte le inciterebbe al progresso.—Propongo adunque a tutti i direttori delle
nostre Scuole della domenica ed ai bambini delle stesse di porsi in comunicazione gli uni cogli altri per mezzo d’una corrispondenza mensile, semplice , breve, ma regolare, acciò riavvicinati per tal modo gli uni dagli
altri, e riscaldati, possiamo vedere quelle care scuole fiorire nella bella
nostra patria. Di certo, la vita non ci proviene da questi esterni mezzi,
e tutti sono inutili, se non li precede la benedizione del Signore ; ma il
Signore stesso non isprczza quei nostri saggi, anzi li adopra, e ne ricava
la lode della sua gloria. —
In tutti i paesi evangelici, nei quali avvampa le zelo missionario, non
solo v’ha un numero infinito di Scuole della domenica che destano meraviglia per la loro prosperità, ma dovunque sono riunite in un corpo
collegato nello varie sue parti dal vincolo della carità; e sotto la direzitme di un Comitato centrale, vivono in comunione fra di loro per mozzo
di una corrispondenza, o puro per mezzo di giornali a questo scopo publilicati.
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Così in Francia, i.a Società’ delle Scuole della Domenica di Parigìi
fondata nel 1852, i di cui laTori cuoprono la Francia di un’immensa
rete, e che in alcune città dirige persino 4 o 5 scuole contenenti talvolta
150 0 200 bambini caduna, e che mesi sono, incaricò un suo agente di
visitare le chiese tutte di Francia, per fondarvi scuole dappertutto, e perfezionare quelle che già esistono.
Così ancora in Inghilterra: L’Unione di Londra, che opera per quel
paese ciò che la prima opera per la Francia , e che ha fatto costruù’e
una fabbrica a bella posta per lei.
Così in Scozia: L’Unione delle Scuole della Domenica di Edimburgo,
che non solo riempie il paese di scuole, ma organizza nei centri principali, certi circoli religiosi, (Sunday school institutes) per formare i monitori che destinansi all’istruzione dei bambini. Anche questa ha teste
spedito un’agente missionario che deve percorrere l’intiera Scozia e visitarne
tutte le scuole.
Così in America; L’Unione americana delle Scuole della Domenica,
che nel decorso dell’anno 1856 ha organizzata 1,800 nuove scuole, nelle
quali ha raccolti cii-ca 80,000 bambini, ne ha perfezionate altre 3,000, ed
ha distribuiti, nel medesimo anno, libri e trattati per la somma di franchi
888,000. — Tutte queste Società fanno note le loro operazioni, ed i bisogni delle scuole per mezzo di corrispondenze stabilite tra città e città,
come per mezzo di giornali fondati unicamente per il loro uso. La Società degli Stati Uniti pubblica: Z’J. 2) iWttto Jdle Scuole della Domenica"
(sunday school advócate). Quella di Londi'a pubblica: “ R Trimestre
delle Scuole della Domenica della Chiesa d’Inghilterra ” (Clmrch of Eugland Sunday school Quarterly). Quella di Scozia pubblica 11 Ma<jazzino
degli Istitutori delle scuole della Domenica Scozzesi ( Scottish Sabbath
School Tacher's IMagazine), il migliore di tutti quei giornali ; ed infine, la
Società di Parigi pubblica il Magasin des Ecoles du Dimanche, eccellente
anch’esso, e diretto dal pastore signor G. P. Cook. — In questi giornali
vengono riferiti tutti gli atti della Società, la corrispondenza colle diverse
scuole di im medesimo paese o colle Società forestiere, i rapporti dei monitori e monitrici, e la narrazione dei fatti più notevoli accaduti nel campo
della loro attività. A queste materie aggiungete qualche saggio suUc spiegazioni fatte nelle scuole, qualche aneddoto per i bambini, qualche annunzio di libri e qualche poesia... ed avrete il compendio di quelle pubblicazioni. — Non pretendo imporre, e nemmeno proporre alla nostra
Chiesa l’imitazione di quelle Società. Siamo troppo piccini, per aspirare
a cose tanto grandi. Non abbiamo nè un numero sufficiente di scuole
per necessitar tali istituzioui, uè i mezzi per sostenerle. — Nondimeno
credo che possiamo anche noi Scuole della Domenica italiane riunirci in
un corpo e comunicare fra noi. La povertà e la piccolezza nostra, non
ci dispensano dal dovere di edificarci vicendevolmente. La mia proposta regge
adunque, di fonuar nella nostra Chiesa un’ “ Unione delle Scuole della
Domenica italiane ”, unione che sì manterrà per mezzo d'una corrispon-
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denza mensile ; ed a completare il mio pensiero, faccio qui, nel nome
di tutte le scuole nostre, la domanda al signor direttore della Buona
Novella, di riserbarci ogni mese, (1) nel suo giornale, un po’ di spazio per la
nostra corrispondenza. — In questo modo, per mezzo della Buona Novella , le diverse scuole della Domenica faranno conoscere, ogni mese,
al pubblico nostro qual sia il loro stato così materiale, come spirituale,
quale il loro numero, quali i loro progressi, quali i passi della Scrittura
studiati nelle loro lezioni e quali i fatti accaduti nel loro seno. — Lo ripeto ancora, sieno brevi, semplici c schietti quei rapporti... Non per gloria
nostra dobbiamo operare, ma per gloria del Signore Gesù. — Spero che il
signor Direttore di questo giornale non ci negherà ciò che mi permetto
di domandargli, un piccolo posto cioè, nelle sue colonne; e spero eziandio
che quel posto non rimarrà vuoto, ma che le diverse Scuole della Domenica di Torino, Genova, Alessandria, Torre, San Giovanni, Prarostino,
Pomaretto ecc., risponderanno alla chiamata della loro sorella di Nizza.
Voglia il Signore , autore d’ogni bene, creare lìlgli stes.s0 fra noi quel
tenero legame di carità, e cementarlo con tutti quei mezzi che giudicherà
opportuni, per l'edificazione della nostra Chiesa e per il progresso del
regno suo nell'Italia.
Per la scuola della Domenica di Nizza,
0. C.
Nou occorre quasi il dire, che di gran cuore accogliamo, per jiarto
nostra, la jjroposta sovracceimata del nostro onorevole corrispondente,
augm-ando al di lui appello ogni sorta di prospero successo.
La DtiiEzioxE.
(1) Sarà più facile scegliere per questo it numero della Buona Novella che esce alla fine di
ogni mese.
S. Pier d’Arena, addì 11 del 1858.
Se sieno gli Evangelici o i loro avversarli che comprano le coscienze — Aneddoto in proposito — .
Una/discuasioiie sostenuta con argomenti poco cristiani.
Voi sapete il chiasso che i clericali negli anni scorsi menavano coi loro
giornali e coUe loro prediche, assordando il mondo che i protestanti (sic)
compravano la gente a farsi del loro partito. Anche monsignor arcivescovo di Genova in più d’una sua pastorale, spacciò simile corbelleria ,
facendola dai parroci e dai cappellani della sua vasta diocesi propagare
al credulo popolo. Ora però, sia che siensi ricreduti della loro calunnia,
sia che siensi persuasi di essere stati male informati o di non essere a
questo riguardo creduti, il fatto è che da un anno e più nou si ripete
tale impostura.
Essi per ignoranza o per malizia, senza poter addurre una legittima
jjrova ci misui“avano da se stessi, poiché molti fatti autentici noi possiamo
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citare per convincerli di quella immoralità di cui volevano incolparci.
Non voglio qui raccontarvi delle pensioni vitalizie, della scelta dei più
ricchi e comodi monasteri, dei vantaggi diversi che direttamente o indirettamente, a voce e per scritto, furono offerti a me ed alla mia famiglia, pui’chò ritornassimo al vomito, ma soltanto mi limiterò ad esporvi un aneddoto
avvenutomi nelle mie visite missionarie.
Da due domeniche mi recava in Cornigliano presso la famiglia B... ,
che sinceramente o no, mi avea dimostrato desiderio di leggere insieme
il santo Vangelo. In un giorno della settimana visitando un’altra famiglia dimorante in quel comune non potei a meno di veder pure il B...
onde trattenerci assieme alcuni momenti nel Signore. Con mia sorpresa
trovai nella di lui casa un frate domenicano di Cornigliano stesso e due
canonici di Genova. Al mio apparire i tre reverendi, ai quali io era ancora
sconosciuto, cercarono di terminare la loro lunga conversazione riepilogandola in questi precisi termini: “ Dunque siamo intesi, ritornate alla messa,
alla confessione, alla parochia, ed i vostri bisogni sono terminati. Io ho,
diceva il padre inquisitore, delle limosine, dei sacchi di grano e di meliga,
e sarete provveduto. La vostra famiglia ripetevano i preti, purché si prepari e riceva la cresima, sarà da Monsignor assistita ; se farete quel che
vi diciamo non avrete a mendicare più mai un pozzo di pane. ” E queste
o simili promesse di aiuto, di protezione e di soccorso erano accompagnate
da quelle leziose moine, proprie dei seduttori.
Pareami di vedere Gesù nel deserto dal diavolo tentato di gola e mi
aspettava che il B....... rispondesse ai tentatori come il divino Maestro;
“ sta scritto: L’uomo non vive di pane solo, ma d’ogni parola che procede dalla bocca di Dio ” (Matt. iv. 4), mentre invece la mia presenza
avendolo reso impietrito, sempre si tacque perchè, come Adamo, avendo
accettato il partito, avea mangiato il frutto 'V'ietato.
Usciti i clericali dalla camera, chiesi al B. di che si trattasse. Egli
mi palesò che avea dei bisogni, che la sua moglie ricorse ad un vescovo
od arcivescovo che sia, il quale si addossò l’onore di provvederlo a patti
che ritornasse al papismo. Ed interrogato qual fosse in proposito la sua
decisione : “ Esternamente , mi rispose, sarò romano , nel cuore sarò
evangelico — A questa risposta dovetti ricordargli che aveva una coscienza, e che Cristo non accettava discepoli ipocriti.
Non appena così incominciava a richiamare nella rettitudine di cuore
quello sciagurato, che i tre sacerdoti informati della mia professione di fede,
ritornarono rimproverandomi perchè avessi udito i loro discorsi senza farmi
conoscere. Vollero quindi entrare con me in quistione, non per esaltare Cristo
e l’opera sua, ma per esaltare il re di Eoma, come so il Vangelo si curasse
di lui. Perciò l’argomento principale fu il Papa capo secondo essi della
Chiesa visibile di Gesù Cristo. E poiché io citava la Scrittura che dice essere
“ Cristo capo della chiesa sopra ogni cosa ” (Efes.i, 22), e perciò anche della
visibile; soggiungendo che Paolo, nel cap. iv agli Efesi, parlando degli apostoli, dei profeti, degli evangelisti, pastori c dottori, delle radunanze e del-
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l'esercizio del ministero, che è (juanto a dire, parlando della chiesa visibile,
non dice esserne alcun uomo il capo, ma Cristo, si sollevarono come tre
furie gridando che il papa è un Dio, che le mie dottrino sono empie, che
devo credere come insegna il Concilio Lateranese v “ Papam esse Dominum
Dcum nostrum E perciocché io rispondeva es.sere un solo Dio, e cho egli
esiste da tutti i secoli prima del Papa, che anzi è il creatore dell’universo,
un perfettissimo spirito, si avventarono contro di me minacciandomi per
ben tre volte, che se io non esci va subito di quella casa, mi avrebbero precipitato giù dalla finestra. E siccome l'ira da cui erano accesi poteva trascinarli al delitto, imitando io Gesù che passò in niezzo ai farisei che volevano precipitarlo dalla rocca di Capernaum, usciva per bontà del Signore
sano e salvo dalle mani di quei tre sacerdoti che non potevano sostenere
la loro dottrina, compiangendo la loro ostinata cecità e pregando per loro.
Sono questi gli argomenti dei preti, ai quali non si può rispondere, dovendo noi essere cristiani. X. X.
CRONACA DELLA QUINDICINA
La seconda quindicina di gennaio apresi in iluropa col fatto deplorabile dcH’attentato contro la vita dell'imperatore de’ Francesi : lo scopo
era politico, se pur merita il nome di politico un fine mirante a suscitare disordini pei disordini stessi, pei vantaggi che gli assassini avrebbero potuto ritrarre in mezzo aU’anarehia ed al terrore ; ma esso dimostra l’orribile guasto morale che esiste fra gli uomini per l’impero di certe
idee sovvertitrici, derivanti dalla totale mancanza d’istruzione religiosa
quale può soltanto venire somministrata dal puro Vangelo, con cui, e
non già con leggi di umana polizia, si può ottenere la radicale guarigione <•
della sociale cangrena. Tale fatto destò un fremito d’ira universale :
i clericali però fecero più eh’ altri udire la voce loro, gridando
contro la libertà cd incolpando questa d’aver armato il braccio dei
sicarii ; r ÌJjuvers in ispecie si scagliò contro i governi alleati della Francia i quali non accettano i di lui consigli e venne a concludere che il
governo hnpcriale non riuscirà a vincere le società segrete se non che
gettandosi nelle tenere braccia dei clericali ; eppure l’Univers dovrebbe
sapere, e lo sa bene, che dal suo partito smisero non pochi sicarii, a cagion d'esempio, i Clement, i Ravaillao, i Damiens ecc., e per ultimo il
Merino che vibrò il colpo contro la regina di Spagna, e qucH’altro prete
che assassinò l’arcivescovo Sibour ! In quanto a noi portiamo fiducia che
i pii dcsidcrj àaW Univers e socj non saranno 'soddisfatti da Napoleone IH.
il quale dopo il recente attentato volle, nel discorso pronunciato all’apertura della sessione legislativa, assicurare la Francia e l’Europa che l’impero nou e un governo retrogrado, nemico dei lumi, compressore degli
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slanci generosi, ed opponentesi al pacifico ii'radianiento di tutto ciò clic i
grandi principj dell'89 hanno di buono e di civilizzatore ; disse, in particolare, essere volontà del governo che il principio della libertà dei culti
sia sinceramente applicato.
Dalla Francia passando alla Svizzera due fatti ci pajono specialmente
degni di considerazione, il primo dei quali si è la risposta fatta dal Sinodo Evangelico del cantone di Argovia al Governo—ohe lo interrogava sulla
convenienza di costringere colla forza alcuni genitori che si rifiutavano a
far amministrare il battesimo ai loro bambini, prima deU’età della ragione — “ che cioè vedrebbe con dolore l’autorità civile continuare ad intervenire colla forza in un afEare che non riguarda che la coscienza ” ; ed il
secondo l’opposizione frapposta dal Consiglio ecclesiastico, cattolico, di quello
stesso cantone all'introduzione deirOpeca della Santa Infanzia primieramente, e del Mese Mariano, inseguito, per la doppia considerazione, che
siiTattc divozioni sono inutili, e sortiscono il jTeèsimo effetto di spingere ad
un separatismo in opposizione collo spirito e la vita ecclesiastica del cattolicismo. — Le notizie che ci giungono daH’ALSTRiA non fanno che confermare quello che già sapevamo , cioè che l'ognor crescente intolleranza
clericale è occasione a molti di aprir gli occhi sugli errori del romanesimo, così che vanno moltiplicando vieppiù le conversioni all Evangelo.
Nella diocesi di Ohnutz specialmente, la pubblica scomunica ce ne fa
conoscere da sei a nove per ciascun mese : a Praga ed a Vienna poi, le
conversioni alla fede evangelica sono orm'M più numerose ancora. Nella
Baviera, non compreso il Palatinato Eenano, dove il numero degli evangelici ascende a 927,365, nei quattro ultimi anni ebbero, luogo 1309 matrimonj misti, fra i quali 770 fui'ono conclusi a condizione di educare
i figli evangelicamente ; 380 colla condizione opposta ; e 159 senza condizione alcuna. — Un consimile desiderio di verità più o meno si mostra
dovunque, e persino in Turcuia, motivo per cui la gi-ande Società''Americana delle Missioni decise fin dall’anno scorso d’ingrandire la cerchia dei
suoi lavori in quel campo di evangelizzazione, senonchè fino al presente
il progetto rimase sospeso per difetto di mezzi ; or ecco intervenire la
mano di Dio ; un amico delle missioni il reverendo Enrico Dwight testé
morto lasciò alla Società la somma di 100,000 dollari (500,000 fr.), che
esattamente corrisponde al preventivo calcolo delle spese occorrenti per la
jwogettata missione in Turchia, e specialmente nelle provincie danubiane.
Questa Società Americana rivaleggia in zelo colla Società delle Missioni
di Londra in Europa, la quale fece costruire una casa destinata a ricevere
i figli de’ suoi missionari ■ Cento fanciulli potranno esservi educati. Le spese
per la fabbrica oltrepassarono i 100,000 franchi;- si.consideri poi che è la
seconda istituzione di questo genere che si stabilisce a Londra. Fossero
almeno sopravissuti i figli di que’ missionari che perirono martiri nelle
Indie, che ora potrebbero godere i vantaggi che offrono le suddette pie
case di asilo e di educazione, ma pur troppo! anche quelle innocenti creature soccombettero insieme collo loro famiglie iu numero di sette, oltre
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altri cinque missionnrj che nou erano maritati. Anche i danni materiali
cho soffersero le Società delle mi.ssioni. in causa degli stabilimenti distrutti, sono enormi; la perdita si valuta non meno di 71,000 lire sterline (1,775,000 fr.) Altrettanto dolorose sono le notizie che ci giungono
da M.ìd.voascar ove la persecuzione contro i cristiani infierisce di nuovo
in modo spaventevole: tredici persone sono state martirizzate ; a cimpcanta
o sessanta 6 stata somministrata acqua avvelenata per cui otto sonò morti;
dai sessanta circa sono stati posti in catene, ed un numero assai maggiore venduti come schiavi !
Coni'è noto, i cristiani evangelici non prendono .soltanto interessamento
di spedire missionarj presso i selvaggi ed i pagani, ma eziandio presso i popoli civilizzati d’Europa, dove il risorto paganesimo greco e romano si
nasconde sotto le sembianze del cri,stianesinio, e dove molti evangelici che
vi si trovano frammi.sti e dispersi sono in pericolo di perdere affatto ogni
sentimento cristiano. E’in qui I'Italia fu trascurata; eppure è il paese che
più d'ogni altro ha necessità di rinnovamento religioso, e dove non pochi
sono i Riformati Che vi dimorano, ma di.sgregati ed inoperosi, mentre
potrebbero essi, riunendosi, formare tanti nuclei di chiese future. Ora,
per la grazia di Dio, un corrispondente àoWErauf/elical Christcndom richiama l'attenzione del mondo evangelico sull’obligo di provvedere ai bisogni
degli evangelici dispersi per l'Italia, tanto più che il culto in spirito ed in
verità si pratica in molte case, ma separatamente, nelle più importanti
città della penisola. Non ci facciamo iUusione, gli ostacoli da superare
nei varj governi italiani soggetti alla prepotenza clericale sono forti, per
ottenere soltanto che gli evangelici, per esempio dimoranti in un mede.simo luogo, possano riunirsi pubblicamente in comune. Ma se un tale pensiero di ajuto fraterno è sorto nel cuore di alcuno, ciò è forse un’inspirazione dall'alto ; dato l’impulso, Iddio no regolerà l'andamento. Egli che
tutto può. S'intende che nell appello di cui favelliamo non c’entra il Piemonte, in cui l'opera deirevangclizzazione progredisce', ncU'interno per
ora, aspettando che il Signore apra le porte delle altre parti d'Italia.
Tuttavia se l’opera progredisce, coll'ajuto di Dio, e se le libertà politiche la favoriscono, non è a dirsi per questo ohe sia esente da ostacoli
e cho non abbia d’uopo dell'assistenza dei fratelli cristiani esteri, e noi
la imploriamo. I clericali, ripetiamolo, impiegano ogni arte per abbattere
1 attuale governo ed ogni libertà : dicemmo già come andò l’affare delle
elezioni ; parlammo dell'inchiesta propugnata fervidamente dal conte di
Cavour e adottata dal Parlamento, e mostrammo come' i clericali che
pensavano avere in pugno una vittoria abbiano sofferto irreparabile sconfitta. In questi giorni la Camera deliberò sul modo di effettuare l'inchiesta ; la destra contrastò il terreno passo a passo ; i clericali avrebbero almeno voluto che l'inchiesta fosse commessa allá magistratura
giudiziaria, e non alla Camera stessa come venne deliberato per non
abdicare la propria autorità e non impicciolire il significato dell’inchiesta
medesima. Anche ciò va notato fra le sconfitte dei clericali, e non è tutto.
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Nel ministero accadde una modificazione ; è nscito il ministro sig. Rat tazzi. L’abbandono del portafoglio deU’interuo fatto da un uomo liberale
e da uno degli awersarj i più inesorabili del partito clericale, infuse in
questo nuove speranze, e VArmonia non celò al momento la sua gi’ande
contentezza , sognando una scomposizione ministeriale, una nuova politica retriva, una conciliazione coll’Austria e quindi con Roma. Ma ecco
invece che il presidente del consiglio, conto di Cavour, assume definitivamente il portafoglio degli aiFari esteri e provvisoriamente quello degli
interni, ed in tal sua qualità dirama a tutti gli Intendenti generali e
provinciali una circolare in cui li previene che il mutamento seguito al
ministero non proviene da cagioni politiche ; che il gabinetto intende
rimaner fedele alle massime liberali d'esterna ed interna politica che informarono costantemente la sua condotta ed aggiunge fra le altre coso ;
“ Il governo è attaccato alla religione dello Stato, non osteggia la Chiesa,
rispetta i suoi ministri; anzi è sempre pronto a promuoverne i veri interessi, a tutelarne i legittimi diritti. Ma esso mantiene con irremovibile
fermezza l'indipendenza del potere civile, e la libertà di coscienza; respingo ogni intervento dell'ordine ieratico a ciò che si riferisce all’ordine
politico e ci\ile. Esso si studia di stabilire l’armoìiia degli ordini Uberi
colla religione. Non crede egli che le relazioni che potevano essere razionali ed opportune fra il Potere assoluto ed una Chiesa esclusiva dominatrice della società spirituale, possano mantenersi invariate in un regime di libertà e di legalità. La libertà, quando sia sinceramente accettata, lungi dall’essere dannosa, è giovevole alla religione ”■ Dopo di ciò
le parole di giubilo deWArmonia si mutarono in lamenti ; ma se dovette
subire così brusco passaggio la colpa è tutta sua, credendo possibile che
il conte di Cavour le stendesse la mano. Con queste espressioni, di mantenere con irremovibile fermezza l’indipendenza del potere civile e la libertà di coscienza s’accorda il fatto, sebbene anteriore ad essa, ma reconto, duna sepoltura avvenuta in S. Pier d'Arena; ecco l’annunzio che
riceviamo. “ Essendo morta una bambina evangelica, abbiamo in quella
“ circostanza ottenuto dal municipio una parte del cimitero comunale. Il
“ cav. Bonnani sindaco si mostrò molto sollecito per accondiscendere alla
“ mia inchiesta, e l’ispettore del cimitero si prestò egli pure moltissimo fa
cendomi vedere il luogo ancor vergine che poteva essere accordato senza
“ contesa clericale alla tumulazione degli evangelici. Concertata ogni cosa,
‘ ‘ il Sindaco terminava dicendo : per ora vi accordiamo l’ingresso del cimitero,
“ ma dovendo fra poco formare un’altra dimora per i trapassati alquanto
“ più estesa non dimenticheremo gli evangelici che sono figli della patria
“ comune, persuaso che le loro ossa non molesteranno le ossa dei nostri
“ cattolici
Da Courmayeur (Valle d’Aosta) ci viene assicurato che in occasione del
censimento sette famiglie annoverando tra tutte una trentina d’individui
si sono dichiarate di appartenere alla Chiesa evangelica Valdese ; e sappiamo pure che, fatti consapevoli degli occulti maneggi posti in opera dai
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clericali allo scopo di privarli del ministcrio del pastore che ora gli evangehzza, quei bravi montanari, in numero di ventiquattro si rivolsero con
una petizione al ministro degli interni, scongiurandolo a non permett«re
che venissero impediti dal rendere a Dio quel culto che è secondo la loro
coscienza, protestando che il loro attaccamento alla religione dell’Evangclo
B cosa del tutto seria, e che non varrebbe impedimento di sorta a farli tornare
nel grembo della romana chiesa dalla quale si erano per sempre dipartiti.
— Notizie non meno consolanti ci giungono da un altro punto estremo del
nostro Stato, vogliamo dire da Favale ove, in mezzo alle molte prove a cui
è sottoposta, la piccola famiglia evangelica si mantiene ferma, non lasciando
trascorrere occasione di rendere buona testimonianza alla verità,, ed in più
casi con vera benedizione.
Domenico Grosso gerente.
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DEPOSITO DI LIBRI RELIGIOSI
Tal deposito già situato Viale del Re iimn. 31, trovasi ora in Via del
Principe Tommaso, immediatamente dietro il Tempio Valdese. Gli accorrenti oltre lo più recenti pubblicazioni religiose così francesi che italiane,
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D I
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