1
ECO
DELLE WH VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa ¥aldese
Anno xeni - Num. 35
Una copia Lire 40
ABBONAMENTI
Eco-, L. 1.500 per l’intemo
L. 2.200 p«- l’eotero
« Eco » e « Presenza Evangélica a
interno L. 2.500 • e»t^o L. 3.700
Spediz. abb. poatale • 1 Gruppo
Cambio d’indirizzo Lire 50
TORRE PELLTC E — 6 settembre 1963
Ammin. ClsudÍAiis XofTC PcUicc " C.C.P. 2-17557
l’Informazione
<Von dimentico Vesperienza fatta, alcuni
anni or sono, in un campo giovanile ad
Agape: un gruppo di giovani, raccolti a
studiare i problemi dell’informazione moderna, dei suoi mezzi, della sua tecnica, e,
su nueslo sfondo, il problema della verità.
Accanto agli studi e alle discussioni, v’ern stata un’esercitazione pratica, che forse
era risultala per tutti il momento che ci
aveva offerto più occasione di pensare: ai
giovani, suddivisi in gruppi, erano stati di
siribuili dispacci delle agenzie di stampa e
d’informazione, tutti relativi alla medesimi
giornata, che un tecnico ci aveva gentilmente forniti; e in base a questi dispacci,
i gruppi di giovani dovevano redigere la
prima pagina di un ’’loro” — neonato e
già morituro — quotidiano.
Ci si era divertili, ma la cosa era stala
soprattutto estremamente istruttiva: si aveva tutti lo stesso ’’materiale” da rielaborare, e presentare, ma erano uscite le ’’prime
pagine” più diverse che .si possano immaginare, con tutte le colorazioni, non solo
politiche, dalla destra alla sinistra, ma anche di presentazione, dal foglio ’’serio” a
quello scandalistico. Ci si era dischiuso uno
spiraglio di quel gioco sapiente e spesso
cinico che è il gioco dell’informazione, uno
dei maggiori strumenti di potere odierni.
E quando, a .sera, avevamo messo a fronte i frali! del nostro ’’lavoro”, come evitare la .scettica domanda di Filato : Che cos’è verità' Naturalmente, ce lo si può domandare con scettica stanchezza, con in cuore la rispo.sia già pronta, e ras.segnata; ma
ci eravamo proposti di cercarla con altra
intensità, e con altra speranza, perchè Dio
et ha dischiuso la verità, la nostra verità;
soltanto, non è facile.
Ripiaisc spesso a questo ’campo”, nel
mio uaiile lavoro che mi porta quotidiana
mente, più ancora che la nutggioranzu dei
lettori, a chiedermi, su tanti aspetti dell’attualità, qual’è la verità; a sceverare I iujormazione più esatta e più completa pos
sìbile. su questo o su quel fatto; alla scelta stessa di ciò che convenga presentare sul
nostro modesto settimanale.
Ci ha ripensato in modo particolare in
questi ultimi giorni, per varie ragioni.
Anzitutto, in rapporto con il problenut
(o il garbuglio) vietnamita, e in .specie con
l’atteggiamento assunto in merito dalle fonti uffit udi cattoliche. Già abbiamo accennalo come L’Osservatore Romano abbia pubblicalo un ampio articolo nel quale il suo
direttore è riuscito a non dire nulla di definito. il ”s't” o il ”no” che l’Eyangelo et
chiede. Sicché a buon diritto i nemici o
anche solo i critici della Chiesa possono
sprezzare questo prudente ni , questo generico e disimpegnato appello alla riconciliazione, tornato pure nel messaggio che
Paolo Vi ha rivolto al popolo vietnamita.
Mv non si creda a rabies polemica; sono
altrettanto perplesso di fronte a molte dichiarazioni ufficiali ecclesiastiche, ecumeniche e confessionali, quando restano nel
vago (ed è tanto difficile, specie nel breve
giro di alcune frasi circoscrivere una realtà eslrenwmente sfaccettata) esponendosi
cos'i forzatamente, se non a accuse di uni
laleralilà, a critiche di non informata superficialità: anche se ci sarà sempre chi si
compificp di tali pie genericità^ la forza
la precisione tagliente dell’Evangelo non
possono che uscirne sminuite; perciò, quando non si è in grado di dire una parola precisa. è meglio tacere (ed è per questo cfie,
all’ultimo Sinodo, non mi sono sentito di
votare il generico ordine del giorno di compiacimento per l’accordo di Mosca).
Il secondo fatto che mi ha riproposto vi
vo il problema della verità dell’informazione, è stato il rilievo che la RAI, nell informare .sulla bella dimostrazione svoltasi a
Il ashinglon in favore della parità razziale,
ha dato all’apporto dei cattolici statunitensi. e in particolare della gerarchia cattolica
a questa causa Ora, nessuno contesta I apporto catiolico e l’impegno di Kennedy m
questa lotta, ma che non si dica una parola di quello che è staio ed è I apporto protestante, che non si citi neppure una figura come quella del pastore Marlin Luther
King, che si lasci cioè alla massa dei radioascoltatori — cioè del popolo italiano
— l’impressione che se finalmente qualcosa sta mutando nella penosa situazione razziale americana, ciò è dovuto essenzialmente ai cattolici, ecco un tacere umi parte della verità, che finisce per diventare deformazione della verità. Ad un popolo al t^a e
il ’’giornale radio” dello Stato narra diffusamente le visite del pontefice ad una casa
di cura, è che considera degno di barocche
effusioni sul sublime ’’miracolo del sangue di S. Gennaro (cose di questi giorni,
appunto, fra molte altre consimili) non si
stima necessario dire quello che fa il
do protestante, di fronte ai grandi problemi dell epoca: quel mondo del quale ci si
ricorda solo quando i suoi più o meno rap
presentativi rappresentanti si accostano a
sacro soglio jj- i
Non .scrivo queste righe con soddisfatta
buona coscienza, so troppo bene CM nep
pure a noi e a me riesce spesso I obiettività, ma c’è uno sforzo, un desiderio smee
ro, una ricerca di discussione. Bisogna accettare che. la verità sia discussa; raramen
DISCUSSI IN SINODO
Rapporti ecumenici della Chiesa valdese
Il rappcrlo della Tavola — e ancor
più il suo archivio e i copialettere —
mostrano quali vasti rapporti ecumer.ici la nostra Chiesa mantiene con
molte Chiese sorelle all’estero. « La
nostra presenza all’estero — notava la
C. d’e. — è non soltanto un mezzo indispensabile per farci conoscere e conoscere situazioni diverse dalle nostre,
per contrarre nuove amicizie e rinsaldare le antiche e per vivere concretamente la vita della Chiesa universale,
ma può anche essere un valido aiutot per la nostra opera di evangelizzazione in Italia e all’estero ».
Naturalmente la portata di questi
rapi>orti è tanto più grande quando
si tratta di Chiese sorelle all’opera in
Italia, e in questo senso, facendo eco
al rapporto della Tavola, la C. d’e. prima, il Sinodo poi si sono rallegrati per
la prossima convocazione di un Congresso Evangelico Italiano. Naturalmente, notava la C. d’e., « la convocazione di un Congresso del genere, e
proprio a Roma, nel 1964, costituisce
un serissimo impegno e una grave re
sponsabilità per la Chiesa Valdese, sia
verso il suo interno che verso l’esterno (...) la seconda parte dell’odg del
Congresso della Gioventù, citato dai
documente federale, richiedeva un’accurata preparazione^'teologica e prati
ca, e questa preparazione fondamentale va ora affrontata con chiarezza e
con urgenza, sia da parte del previsto
Comitato preparatorio che da parte
della Chiesa nel suo insieme».
Quale l’obiettivo preciso di questo
Congresso? Il Sinodc si è dichiarato
d’accordo con le proposte avanzate
dalla C. d’e.: «Un cosi, raro avvenimento non può esserb dedicato .solo a
dei più o meno fraterni scambi di idee, nè, d’altra parte, il suo scopo è
il raggiungimento di un'unità massiccia e formale nell’anffjito di una qualche super-Chiesa, ma, in modo più
conforme alle tradizioni riformate, potrebbe invece essere qùello della crea
zione di una omogenea Federazione
delle Chiese Evangeliche, che comprenda tutte le Chiese evangeliche costituite e nella quale le singole Chiese
sarebbero rappresentate in modo proporzionale al munero dei loro membri, conservando la propria autonomia
interna ma coordinando il proprio lavoro e unificando, con risparmio di
uomini e di mezzi, e più chiaramente
di quanto avvenga attualmente, talune attività qWli que'la giovanile, quella del lavoro fra gli emigrati, i cultiradio, ecc. » — e la discussione ha portato all’approvazione di questo odg:
Il Sinodo, preso attO' delle decisioni
del Consiglio Federale e della Giunta
del Consiglio stesso, relative alla convocazione di un Congresso Evangelico,
— le approva;
— afferma di essere obiettivo di quête Congresso la creazione di una Federazione delle Chiese Evangeliche in
Italia;
— chiede alla Tavola la nomina di
una Commissione che presenti alle
Comunità, entro Tanno in corso, una
relazione
a) sull’aspetto ecclesiologico e storico dei rapporti interconfessionali,
b) uno o più schemi organizzativi
della progettata Federazione, da elaborarsi su base proporzionale.
Si vuole dunque il Congresso, si auspica che possa portare ad una effettiva ed efficiente Federazione, ma si
tiene a che sia seriamente preparato.
Naturalmente non si ignora che il concetto stesso di Federazione è ostico a
Chiese congregazionaliste quali quelle
battiste, tuttavia è necessario che si
venga ad una chiarificazione netta, se
non si vuole continuare a girare attorno ai veri problemi.
Circa l’attività del Consiglio Federale, ci si è compiaciuti per l’ottimo
lavoro svolto sia dairoffìoio Stampa,
presieduto da! past. P. Ricca, sia dall’Ufficio Legale, in particolare nella
difesa della libertà religiosa e nella
prosecuzione dei rapiniti con lo Stato
(estensione ai pastori del trattamento
pensionistico del Fondo di previdenza
statale).
VALDESI E METODISTI
sazi di ordini del giorno
Abbiamo spesso parlato di questi
rapporti anche ultimamente, sulle colonne del giornale; il corrispondente
metodista, dott. Franco Ber.ohino ha
illustrato per i lettori i risultati delTultima Conferenza metodi.s'ca, e trascritto Todg della medesima relativo
a questi rapporti.
« Se la Federazione dèlie Chiese sembra essere Tobiettivo del Congresso
Evangelico, è evidente che, a causa
della lunga collaborazione, i rapporti
valdesi-metodisti vanno impostati su
una base più stretta — dichiarava la
C. d’e. — anzi, sarebbe altamente costruttivo per il futuro Congresso se le
Chiese Valdese e Metodista avessero
definito i loro rapporti prima della sua
apertura. Non è qui il caso di ricordare le decine di odg, emanati su questo
ossEavAzioni liti muRfiiiiiE ao d« viatiGm
Emigrazione ed
evangelizzazione
Lungo le strade, nelle brevi soste
del viaggio, nelle piazze dove si cantava e suonava, dovunque abbiamo incontrato degli emigranti. Ricordo: in
una piccola città tedesca m’avvicino
alle finestre d’un caseg^ato dove alleggiano degli Italiani; li riconosco alla parlata: sono pugliesi, calabresi.
Parliamo della loro terra, delle fami
glie rimaste in patria; v’è in tutti il
tormento della separazione, l’ansia per
i figli lontani, la nostalgia della loro
terra, anche se vi hanno sofferto la
fame e se per tanto tempo sono rima
sti gli ultimi ; nel tardo autunno rientreranno nel loro 'villaggio per riabbracciare i familiari, per mostrare ai
potenti del loro paese che anche loro
hanno dei soldi, hanno una macchi
na, talvolta anche lussuosa; soprattutto essi dimostreranno che non sono più gli ultimi, i cafoni che attendono nella piazza d’essere ingaggiati
dal mediatore; ormai anche loro possono camminare a testa alta, con xa
dignità di uomini che vogliono tmttare da pari a pari, senza più inchini,
ni riverenze seguite dalle parole di
ubbidienza: «bacio le mani a vossignoria ».
Naturalmente l’emigrante non può
inserirsi facilmente nel nuovo ambiente : al disagio familiare s’aggiunge
quello deU’alloggio, per cui è spesso costretto a vivere in baracche od ostelli ;
inoltre, la difficoltà della lingua ^cresce il suo isolamento e lo costringe a, vivere come in un ghetto assieme
ad altri emigranti. Oltre a tutto l’italiano che proviene dalle zone depresse del Sud ha dei comiiortamenti strani, non sempre piacevoli, frutto di
comprensibili reazioni psicologiche: il
secolare stato di miseria, il servilismo,
la chiusura sociale hanno accumulato nel subcosciente elementi di rivolta, che, nel clima di maggiore liberta
iiiiiiiiiiiiii'imiitiiiiiiM
inmiiMiiiiiiniiKUi""'"'"*"""'"
tc essa è evidente. .Anche in questo e normativa la via scelta da Dio per rivelerei in
Cristo la verità, la Sua e la nostra: l incarnazione, cioè una verità discutibile e discussa, di fronte alla quale, in un travaglio che dura quanto la vita, prende corpo
e si matura la fede, più salda di tante ingannevoli ’’evidenze”. Gino Conte
L n gruppo di Valdesi davanti alla casa di Arnaud,
a Schònenberg ( v. anche .t
pag. 3).
del paese ospitante si esprimono, si
« liberanoi » nei confronti del datore
di lavoro non appena l’occasione si
presenta.
Di fronte alla massa degli emigranti la chiesa evangelica ha una missione essenziale nel luogo di partenza e
di arrivo: non ci si può chiudere nelle spesse mura del quieto vivere spirituale; occorre andare incontro a que
st€ creature del Signore per le quali
Gesù è morto e risorto; non importa
se i nuovi venuti sono poco simpatici,
pretenziosi e irrispettosi : dietro la maschera dell’amore del denaro o del divertimento c’è spesso un cuore che
cerca un Bene, l’unico che li renda felici.
Nel caseggiato dove ho incontrato
gli emigranti italiani c’era una sala
di riunioni, con una scritta di ispirazione evangelica : ad una persona che
stava entrando ho chiesto: cosa fate
per questi italiani? la risposta è stata
semplice : Non conoscono la nostra
lingua. Eppure — ho soggiunto — TEVangelo unisce, accomuna tutti anche
se di lingua diversa; Dio ha messo
quelle persone sulla vostra strada e
TEvangolo è anche per loro. Strano:
la ste.ssa casa dove si adorava e sì
pregava il Signore eppure una muraglia'^ tra gli imi e gli altri, tra evangelici ed emigranti d’Italia che non
conoscevano nulla del Sal'vatore...
Si è parlato di questo problema con
i nostri fratelli di Germania e di Svizzera : a Bourset c’è una casa di incontri e di studi per la gioventù; il Pastore ha gentilmente in-vitati i nostri
a passare "qualche giorno in quella casa per fraternizzare con i giovani di
quello storico -villaggio; accanto agli
studi SI delinea la prospettiva di visitare gli emigranti italiani della zona,
di dare una testimonianza assieme ai
giovani della Germania.
In una cittadina svizzera si è parlato con un Pastore del problema delle unioni giovanili; il collega esprime
va le sue perplessità circa i programmi e gli scopi da indicare alla gioventù « Ecco una proposta concreta —
gli ho detto, al termine della conversazione — aiutare un gruppo di giovani a studiare l’italiano per poter
collaborare con i Pastori italiani per
la missione tra gli emigranti ». L’idea
sembra essere stata accettata. Credo
che sarebbe auspicabile che in tutte
le chiese qualcuno imparasse la nostra lingua con lo scopo preciso di essere dei testimoni presso i nostri connarionali del messaggio d’amore di
cui hanno tanto bisogno.
Il nostro pc^lc è sempre stato un
popolo di emigranti : nel medioevo i
’valdesi hanno sciamato in tutta l’Europa pxer far conoscere la notizia della Salvezza ; poi, nei duri tempi delle
persecuzioni hanno vagato in Svizzera ed in Germania dove hanno fondato le famose colonie; più tardi per
motivi economici sono andati nel Sud
e Nord America nonché nei paesi di
Europa. Porse più d’ogni altro dovrem.mo comprendere il dramma delTemigrato e nel contempo sentire l’importanza della missione sociale e religiosa. Ricordiamoci, come precisa bene
l’autore di un articolo di « Diaconia », che « gli emigranti sono Tavanguardia di un esercito sterminato di
affamati... I Cristiani sono diventati
i ricchi, i sazi, i potenti mentre i ’minimi’ di cui parla Evangelo sono gli
altri, gli sradicati, coloro che sono destinati a vivere fuori della loro teiera, della loro famiglia, di una piccola e ben curata parrocchia. Questo è
il segno della nostra infedeltà ».
Siamo fiduciosi che la nostra breve
missione germanica abbia, in qualche
modo, concorso a compuendere meglio, assieme ai nostri amici germanici e svizzeri Turgenza della missione verso i fratelli emigrati sotto il
profilo spirituale e sociale.
Gustavo Bouchard
argomento, da quello altamente significativo del Sinodo Valdese 1955, in
poi; in realtà sembra che le Chiese
abbiano ricevuto una dose di odg sufficiente per parecchie generazioni, e
sia ora venuto il momento di passare
alle realizzazioni pratiche»; e tuttavia si deve « osservare che, nonostante questi lunghi trascorsi, spesso, al
livello dei singoli membri di Chiesa,
e opinioni sulla collaborazione valdese-metodista, e sulle forme che dovrebbe assumere, sono ancora dettate
più dal sentimento, ohe da un reale
esame dei fatti».
Constatazione costernante, dopo tanti anni, ma da farsi chiaramente, se
non si vuole anche qui continuare a
rimanere nelle espressioni di una generica fraternità e in un esasperante
r.ulla di fatto, senza che nè Tuna nè
Taìtro abbiano ricevuto serie motivazioni.
Un odg„ presentato dalla -0. d’e.,’
avvia la conversazione, nella quale intervengono pure i rappresentanti della Chiesa Metodista (ricordiamo che
erano il Presidente, past. M. Sbaffì il
Vicepresidente, dr. Franco Becchino,
i past. Sergio Carile e F. F. Scopacasa
e il prof. Giorgio Spini). Poiché in essa ci SI è spesso richiamati alToda
programmatico del Sinodo 1955, nei
quale si parlava di « unione di Chiese » e di « autonomia ecclesiastica »,
risulta come occorra anzitutto chiarire bene questi concetti. Forse, nella
discussione la parola più chiara e aperta è venuta da Giorgio Peyrot:
« Quando l’idea di unione fra le due
Chiese fu lanciata, trovò, in ambientf>
ecumenico, grande gioia. La fusione
ando a inonte nel 1954 perchè i Metodisti insistettero nel voler cancellare
nella fusione tutto ciò che sapeva di
’valdesia’. Di questa malattia non si
e ancora tutti guariti; e perchè tutti
no guariscano occorre che i Valdesi
offrano ai Metodisti vere garanzie contro il pericolo delTassorbimento. Non
vogliamo però lasciarci soffocare dall’abbraccio metodista, nè in Italia nè
nel Sud America ; oggi si può agire per
integrazione, agendo in modo che la
unione che vada nascendo sia per somma di reciproci apporti e valori e non
per differenza, sottraendo dall’uno
quello che l’altro non a'werte come
già suo. Noi VI diciamo quello a cui
non ci sentiamo di rinunciare, a rischio di non essere più quello che siamo: un regime sinodale; un ordinamento articolantesi in organi colle
giali di governo; la Tavola Valdese,
espressione del Sinodo da una sessione all’altra ed espressione, pure, della nostra indipendenza di fronte allo
Stato, davanti al quale ci rappresen
ta come ente di diritto pubblico, oltre
che di diritto privato. Noi intendiamo
rispettare tutto quello che i metodisti
intendono apportare come loro contributo alla causa comune. Noi però
non possiamo accettare che i metodisti ci dicano: rinunciate a questo o a
quello che vi caratterizza, come non
ci permettiamo di chiederlo a voi. Io
penso che potremmo offrire ai metodisti le seguenti garanzie istituzionali: ai .singoli la permanenza della loro posizione confessionale metodista;
alle comunità ed istituzioni la stessa
autonomia di cui godono le nostre ; ai
gruppi minori le garanzie rapinesentative anche in sede sinodale tramite
1 presbiteri o circuiti; in sede locale
la struttura distrettuale, in sede centrale Tautonomia patrimoniale con
amministrazione propria. Diteci voi
qual’è il vostro apporto aU’integrazione. Noi desideriamo che dal nostro integrarci scaturisca un rilancio di vita spirituale e una rinnovata azione
evangelizzatrice, una ripresa nella var
lorizzazdone del ministeri laici, la for
(segue in 2.a pag.)
2
pag. 2
UC*
*
_Jl>vSino4Q,'di fronte ni problemi di struttura
I dësiderati - temuU presbiteri
« Dopo la predioazioine e i ministeri — csod la C. d’e. — il terzo problema
sollevato dalla Tavola, in relazione con
la testimoniama della Chiesa, è quello delle zone montane e d#lie grandi
città, cioè quello della migliore distribuzione delle forze disponibili. Come
risulta dalla relazione del II Ddstr.
questa distribuzione non è attualmente soddisfacente : mentre in talixne zone la Chiesa non può agire efiftoacemente perchè la massa della popolazione lascia settimanalmente o permanentemente la residenza antica per
recarsi altrove, in altre zone la Chiesa non può agire perchè le forze disponibili sono del tutto inadeguate alle necessità. Lo spostamento di masse di popolazioni dalle zone agricole
a quelle industriali mette in crisi non
solo il tradizionale modo di pensare
del membro di chiesa, ma la stessa
struttura della Chiesa: mentre infatti
nella precedente economia statica la
espressione della fede e le tradizioni
locali potevano, fino ad un certo punto, coincidere, ora il membro di Chiesa si trova di fronte alla necessità di
impegnarsi personalmente in un am
biente scristianlzzato ; mentre la situa
zione normale era, nel passato, quella della comunità raccolta intorno al
.suo campanile, ora va divenendo quella della diaspora, dispersa e in frequente movimento. E’ evidente che
questo fatto provoca una crisi, anche
se si tratta di crisi necessaria e, in
fondo, benefica, ed è spiacevole constatare che non sempre la Chiesa è
presente per aiutare i suoi membri in
questa crisi, e cosciente deMa sua cn.si stessa : il risultato è che nelle grandi città e nei centri e villaggi del fondovalle si disperdono e vanno perdute per la Chiesa più persone di quante non se ne aoqu^ino con tutta l’opera di evangelizzazione»
Circa la. diaspora, se le direuive date
dal Sinodo 1959, ì*i particolare sul prohlernia della ddimitazione, sono finora
rimaste lettera morta, a questo Sinodo ha
riferito la Comm. ad referend'um su quieeto problema. Dopo la disoussione, in cui
tra l’aitro si è fatto notare che (proprio
qua sia uno dei puniti in cui può essere
suihko attuata una più stretta coMabora
Z'ione valídese-metodista, e si è presentala
Tesiigenaa che anche i membri delle diaspore abbiano la loro raippresenitanza alle
cenferenze distr., viene votato questo od-g:
Il SÌDodo, udita la relazione della
Commissione sulla diaspora e in relazione alle sue proposte.
— invita le Cgi^unissioni distrettuali a prendere in esame l’assegnazione
deUe circoscrizioni territoriali di propria com]^tenzai tenendo presenti i
progetti di integrazione con la Chiesa
Metodista, affinchè le prossime Conferenze distrettuali provvedano;
— invita la Commissione dei regolamenti a predisporre un art. 2 bis che
precisi la fisionomia organizzativa dei
centri di evang^zzasóone;
— invita le C^missioni distrettuali ad istituire iffi servizio della Diaspora che provveda a curare gli isolati ed a fornirli di stampa evangelica;
— invita la Commissione dei regolamenti a predisporre un articolo di
Regolamento che assicuri alle Confertnze_ distrettuali una rappresentanza dei centri di evangelizzazione e delle zone di diaspora.
Joseph pleura
aux paroles de ses frères
Genèse 45 éí 50
^ous VOICI au dernier chapitre de la Genèse, à la fin de cette double
création qu a ete la naissance du vaste monde et, en son milieu,
de ce petit peuple; Israël. Toutes les cartes sont donc distribuééi: il
y a 1 univers, la réalité, le tumulte des forces naturelles et des évolutions historiques, l’espace et le temps d’un côté; de l’autre, ou plutôt
au milieu de cet ensemble, il y a la promesse, vous pouvez l’appeler
aussi la fol, 1 espérance, la Parole, le Royaume que certains attendent et hâtent. ,
Les jeux sont répartis, mais seules les premières levées de cette
grande partie contre Dieu et les hommes qu’est l’histoire du monde
ont ete effectuées. Où en sommes-nous donc à la fin de la manche initiale. Abr.aham et Isaac sont morts. Jacob vient de mourir à son tour.
Joseph 1 a fait embaumer selon la coutume égyptienne et a été l’enterrer au pays de Canaan dans la caverne du champ de Macpélà, aux
cotes-d Abraham son ^grand-père (Genèse 25; 9), de Sara sa femme
(Genese 23 : 19) et d Isaac son père (Genèse 35: 27-29). Les voici
donc combien tout seuls dans cette lointaine caverne, tandis que le
peuple de leurs descendants se multiplie en Egypte. Bientôt Joseph
va lui aussi mourir, à la fin de ce même chapitre. On en fera une
momie égyptienne que l’on enfermera dans quatre cercueils égyptiens
comme pour les grands fonctionnaires de la cour de Pharaon. Etrange
résultat de cette première étape de l’alliance de Dieu avec les hommes : quatre gisants enfermés dans le roc de Canaan et une momie de
plus à 1 ombre des pyramides. Ici aussi la mort et ses monuments,
sauvages ou fastueux, est-elle donc le dernier mot des espérances humaines?
AA ais au moins le coeur des hommes est-il changé? On aurait pu
■lyl le croire en suivant l’admirable histoire de Joseph avec ses
frères qui est sans doute 1 un des épisodes les plus directement annonciateurs de ce qui se passera entre Jésus-Christ et les hommes.
Joseph a été tr.ahi, vendu, livré, ôté par ses onze frères. Mais il n’était
pas mort, seulement disparu dans la captivité. (Juand ses frères le
retrouvèrent, devenu Seigneur des richesses de l’Egypte, ils eurent
terriblement peur de s.a vengeance. Mais Joseph, après avoir éprouvé
la sincérité jde leur repentir, leur ouvrit son coeur. « Joseph se jeta
au cou de Benjamin, son frère, et pleura,; et Benjamin pleura sur
son cou. Il embrassa aussi tous ses frères en pleurant » (Genèse 45: 14).
On pourrait croire ces larmes de la réconciliation définitives, effaçant tout le passé et ouvrant tout l’avenir. On pourrait croire la vie
ch,angée au tr.avers du drame de la croix et du revoir de la résur
rection.
On pourrait le croire, jusqu’à cette seconde crise de larmes qui
secoue Joseph, quand il entend ses frères lui parler. Car voici: ils
ont toujours peur. Ils ne sont pas sûrs que leur pardon soit réel. Ils
se demandent si, après la mort de Jacob, leur père commun, Joseph
leur frère envié, jalousé, haï, également admiré et redouté, ne va pas
réveiller ses souvenirs et leur faire payer tout le prix d’autrefois. Le
coeur de l’homme ne se change pas facilement. L’enfant oublie.
L’adulte conserve. Et le pardon n’est souvent qu’un tranquillisant
qui procure Je sommeil mais ne supprime nullement les cauchemars
C’est pourquoi Joseph pleure. Il avait pleuré la première fois
de tendresse contenue et d’émerveillement grave. Il pleure aujourd’hui à la fois de pitié et de fatigue. Puis il revint vers ses frères et
il leur redit: « Soyez sans crainte; vais-je me substituer à Dieu? Le
mal que vous aviez dessein de me faire. Dieu T.i tourné en bien...
Maintenant n’ayez donc plus peur ».
Nos coeurs sont encore plus lents à croire au bien de Dieu qu’au
mal des hommes et à notre propre mal. Mais Dieu se lasse encore moins de notre frayeur et de notre découragement que de notre
suffisance et de notre orgueil. Dieu sait combien les racines du manque d’espoir sont profondes en nous. Et Dieu vient les sarcler une
à une. Poursuivre l’oeuvre de sa création, ce n’est pas pour lui contempler le cours du iiionde, ses triomphes et ses désastres. C’est oeuvrer dans le coeur des hommes jusqu’à ce que l’histoire reprenne,
jusqu’à ce qu’Israël, portant le sarcophage de Joseph avec le coffret
de l’arche de l’alliance, rejoigne les gisants de Maepéla, jusqu’à ce
que nous parvenions tous ensemble au royaume manifeste de sa Paix.
Quand Dieu pleure ainsi en Jésus-Christ sur le monde, ses larmes
ont étrangement la saveur de l’espoir pour la terre.
(” Réforme ” )
A. D.
Le Valli Valdesi
« Per ciò che Riguarda le Valli Vaidesi la C. d’e. rileva come la modifl
cata situazione eoonomlca sia origine
arche di trasfonnazioni sociali, con
postamenti da una parrocchia a un’altra. Tale situazione deve però essere
considerata ancora « fluida », in particolare nella Vai Germanasca, dove
l’esodo da talune parrocchie montane
sembra rallentato, anche a causa di
iniziative locali estranee alla Chiesa.
La Comm. si associa pertanto a quanto è riportato nella redazione della
Tavola circa la necessità che l’interesse per i problemi di vasta portata
non faccia perdere di vista la missione molto più semplice e limitata ohe
siamo chiamati a svolgere nei nostri
villaggi éd esprime quindi la sua perplessità, nella atepade situazione delle
Valli Valdesi, (^ frönte a soluzioni
che comportino variazioirii permanenti di strutture,-ohe potrebbero, non
essere più valide iii breve lasso di tempo. (Secondo le statistiche nello scorso anno le Valli hanno subito una
diminuzione complessiva del 0,5-0,7%).
«Ciò non toglie il fatto che vi sia
disparità di lavoro tra parrocchia in
via di sjxjpolamfento e parrocchia in
via di aumento per la discesa a valle
d‘. molti membri ’di chiesa. La Comm.
propone pertanto:
1) evitare, per "quanto possibile, che
gl’’ eventuali abbinamenti di parrocchie impedisoanò, la predicazione della domenica mattina ovunque;
2) un esame Sbregludoato di quelle situazioni particolari in cui l’opera
del pastore possa essere limitata, almerlo per ora, a due o tre giorni alla
settimana, rendendolo disiponibile negli altri giorni per un aiuto a comunità più vaste ; ;
3) ridimensionamento dei limiti territoriali di talune parrocchie, in modo ohe la popolazione sia più equamente ripartita e assistita, anche in
considerazione del fatto ohe il miglioramento della rete stradale rende
ora possibile questa azione;
4) la semplice opera di segnalazione
dei trasferimenti che, salvo lodevoli
eccezioni, ora non viene svolta f...).
denza e la Comm. ritiene necessario
un dibattito sinodale sulla questione,
dibattito che serva, tra l’altro, ad ispirare l’opera della Commissione ecclesiologica. Ci limiteremo dunque ad alcune osservazioni:
1) in tutte le città va aumentando
il numero dei predicatori, anche se
in misura sproporzionata al rapido
aumento della popolazione evangelica e non; è necessario che la Chiesa
s; renda conto che questo sviluppo va
intensificato, se non si vuole abbandonare un numero sempre più rilevante dt membri di chiesa e perdere
ogni possibilità di evangelizzazione ;
2) d’altra parte la concentrazione
di forze pastorali e non pastorali in
una stessa località può far nascere,
sia pure inavvertitamente, il problema della gerarchia; è noto, infatti,
che questo è stato io sviluppo storico della gerarchia cattolica;
3) quindi, mentre la mobilità della
società deve, provocare la mobilità della Chiesa, la elasticità delle sue regolamentazioni, la concentrazione delie
forze nei punti di maggiore necessità,
la novità di alcune situazioni esige
una attenta vigilanza teologica per
evitare il formarsi di concetti falsi
come quelli di chiesa multitudinaria,
di gerarchie interne, di esagerata specializzazione e quindi spersonalizzazione del lavoro ecclesiastico;
4) in definitiva la soluzione dei presbiteri, cioè delle chiese indipendenti
per il loro lavoro locale e quartierale,
ma collegate tramite i Concistori per
le questioni comuni, — soluzione già
auspicata dalla controrelazione IMI,
I/arzialmente attuata nel III Distr. e
1 accomandata da un odg della Conferenza del II — appare la più idonea
per assicurare una collaborazione vocazionale e organica delle forze disponibili, assicurando tuttavia all’opera
locale una certa indipendenza; e quindi andrebbe, a parere della Comm.,
già prevista e regolamentata dai R. O.,
i qugli ' riflettono in questo campo situazioni provvisorie, cui si è rimediato, di volta in volta, con provvedimenti alquanto confusi ».
Qualcuno, al solo senlir parlare di presbiteri, vede rosso, quasi che si irattasse di
un sovvertimento della nostra vita ecclesiastica e di un attentato alla sovrana indipendenza di ogni comunità : occorre ricordare
che non siamo congregazionalisti, neppure
nel quadro della discussa autonomia di date ehiese? Forse sì, oooorre ricordarlo, e il
discorso sui presbiteri può indurci a considerare più attentamente, e in tutte le sue
implicazioni, il nostro aderire al regime
presbiteriano-sinodale; in questo senso —
ed è stato ricordato in Sinodo — tale esame si inserisce nel quadro dello studio condotto dalla Commissione ecclesiologica.
A conclusione della discussione sinodale
è stato approvalo airunanimità un odg rivolto alle Cemmissìome distrettuali; si tratta di primi passi, da fare con calma ed a
ragion veduta.
Nei centri di pianura
e nelle grandi città
« Per contro, nei centri di pianura
e nelle grandi città, la citata nuova
situazione appare con maggiore evi
_ Il Sinodo, dopo aver presa in considerazione la situazione dei centri di
pianura e delle grandi città, rilevati
gli squilibri di forze pastorali che vi
appaiono e la conseguente difficoltà
di far fronte, in modo adeguato, ai
relativi impegni di predicazione, di
cura_ d’anime e di evangelizzazione,
auspica che per queste zone si promuovano riunioni di più Consigli di
Chiesa e dà mandato alle Commissioni distrettuali di realizzarle in via sperimentale.
Valdesi e
Metodisti
(coiuiaiia dalla l.a pag.)
mozione di una classe dirigente ecclesiastica avvertita e informata, im’a.
pertura ecumenica in una visione n(»i
nazionaUstiea ».
Queste chiare parole sono state accolte con piacere e quasi con sollie»«
da una parte come dall’altra. Tut^
via vi è forse considerato essenzìai,
mente l’asperto puridico-ecclesiastìca
della progettata Interazione; altri, e
in particolare Vittorio Subilia, ricl^.
mavano l’attenzione del Sinodo su
quello che è pur sempre il piano essenziale di un. confronto interconfessionale o interdenominaziionale; j]
piano teologico; invece, finora le trattative hanno continuato a rivelare lina situazione di disagio, perchè sono
state condotte su linee essenzialmente pragmatistiche, di opportimità pratica di collaborazione, eoe. «E’ vero
siamo tutti evangelici, e abbiamo affinità nella nostra responsabilità evangelica; ma su questa base non siamo
stati capaci di sbloccare una situazio.
ne. Ma il problema non è solo un problema di prassi, ma di diversa sensi
bilità di fronte all’Evangelo » ; del resto, anche nel più vasto campo ecumenico, si assiste oggi soprattutto ad
una maggiore coesione dei grandi
gruppi confessionali, superando nettamente la fase ’nazionale’. Si tratta
dunque di un serio confronto di confessicni di fede, che non può più oltre
essere evitato o rinviato: è proprio
questa eiusione che dà quel che di ambiguo che tanti deplorano nel trascinarsi dei nostri rapporti.
Sia da parte valdese sia da parte
metodista è sta,to fatto notare ohe il
metodismo — almeno quello italiano
— ha subito una profonda evoluzione;
ma occorre precisarla meglio di quanto non sia stato fatto. Indubbiamente,
i giovani sentono meno dei più anziani le divisioni o differenze, e sarà particolarmente interessante e necessario tener persente quel che avviene
nel Rio de la Piata.
Si impone quindi, e urge, uno studio da sottòmettere al più presto alle
comunità e, poi, al Sinodo :
II Sinodo, richiamandosi alJ’art. 16
degli Atti del Sinodo 1962, concordando con l’o.d.g. della Co-nfereiiza Metodista 1963 (...), considerata la necessità di giungere ad un effettivo chiarimento dei rapporti valdesi-metodisti e la opportunità che tali rapporti
vengano definiti prima della eventuale convocatone del previsto Congresso Evangelico, nomina i membri Vaidesi della Commissione mista. Detta
Commissione dovrà preparare e presentare alle Comunità, entro- il 31 ottobre prossimo :
a) uno studio sui problemi ecclesiologici relativi ai rapporti tra Chiesa
V’aldese e Chiesa Metodista,
h) uno o più schemi organizzativi
della progettata integrazione tra le
due Chiese su base proporzionale e
nello spirito delle decisioni dei Sinodo Valdese 1955.
La Commissione riferirà ad una sessione congiunta e straoi dinaria del
Sinodo Valdese e della Conferenza
Metodista.
Sonoi stati nominati, ad integrare
i membri valdesi della Commissione
mista di studio, i past. N. Giarnpiccoli e E. .Aime e il dr. A. Ribet. Nel complesso, da vari anni ci sembra essere
stata, questa, una delle sedute più serene e più aperte dedicate alla discussione dei rapporti valdesi-metodisti,
ci auguriam.i che si sia fa+to un uuon
passo innanzi.
La spinosa riforma disiretluale
Com’è noto, la « riforma distrettuale »
di cui si parlai da qualche anno è volta
essemialmieinte a dare maggiore auitonomia
ai dialreitti, liberando al tempo stesso la
Tavola, almeno in parte, percliè dedilcbi
la propria attività in misurai preponderanite ai problemi generati. In questo campo, permamgono i più decisi dissensi, anclie se il numero dei dissenzienti pare diminuire lentamente; ed è forse inevitabile,
dato il mido con mi si procede.
Quando, nel 1961, si discusse per la prima volta in Sinodo di questo progetto,
in base alle proposte di nna Comm. ad
referendum, la diseuissione non fu itroppo
serena. I « loonservatori » si inalberarono
conilro coloro che volevaino « far passare
a ,tu/titi i costi» la, riforma; gli « innovatori » si aieoanirono di fronte alla vo'ontà
di boicottaggio dei primi. Con lieve maiggioranza, la parte programmatica della
« riforma » passò; ma senza che si fosse
niinimamenite regolamentata la nuova situazione; e in questi due anni si è .trascinata da una parte una situazione anormale, dm icomtraeto con i nostri regolamenti,
e diall’altra so,uq state proposte (ancihe
queist'anno) dal!at Comm. ad referendum
per la riforma, dell’ordinamento distrettuale, misaire ohe a molti sono parse
frammentarie, troppo graduali, impedendo
di avere una visioine d’insieme del piano
di riforma. Cosi, pure quest’anno si è disouisso — il momento mene felice di questo Sinodo — su questo o quel comma o
artitcolo di regolamento, senza, affrontare
di petto ,i problpnii di fondo: i primi,
cioè, .che fin da'l’iniizio avrebbero dovuto
essere chiariti e discusai a fondo.
Si .tra ttai inf atti :
a) della fisionomia della Tavola. Che
'■l'è la Tavola? qnal’è la sua vera funzio.
ne? è resecutivo della Cbiiesa, che governa, in veste delegata, fra un Sinodo e l'a'liro, eiserciitando .piena autorità su .tutti set.
tori della viltà della Cliiesa? nare evidente
dite questo è qua.nto è attualmente regolamentalo: per altri, invece, la Tavola
dovrebbe essere un «trust di cervelli»,
fuor di scherzo il gruppo di co'oro che
pensano e programmano, in base a.gli stimoli sinodali, d’opera generale della Chiesa, conservando 'Una larga supervisione
.'f'i'a stessa. No,n necessariameme le due
posizioni sono dei tutto ’contrastanti, ma
una certa Scelta, va fatta.
b) de fa realtà dell’autonomia distrettuale. Se i distretti .hanno da essere autonomi, bisogna che quest’autonomia sia
reale; e perchè questa autonomia sia reale, deve esserlo pure sul piano amminislra.tivo: .cioè ogni distretto deve avere il
suo bilamcio autonomo, sottoposto evidentemente alla supervisione della Tavola.
(Juesto problema non è stato ancora mai
affironitato apertamente (et pour cause, non
è .certo una' question'e facile), ma fincliè
non lo si farà, tutto il resto resterà necessariamente nel vago, o no.n farà che
.creare dopipioni e interferenze. Non che
si siano verificati imeonvenienti gravi, in
questi due anni, al contrario ; ma non si
può neppure dire che vi siano stali grandi
vantaiggì, menitre certe antività hain.no visto duplicazioni di impieghi, con un certo
spreco di mezzi e di forze, e questo non
per cattiva volontà o « in.vaden.za », ma
per l’intrinseca ambiguità della situazione
attuale, .per cui non è affatto chiaro, in
molti casi, se la< re.spo.nsa.bilità di questa
o di quel, a a.ltività disitrettuale ricada sulle Comm. distrettuali o sul membro della
Tavola sovriutendente a q.ue,sto o a quel
distretto.
Il dibattito .sinodale iha porla'lo aH’utile
modifica — su proposta della Comm. ad
referendum di alcuni arliicoli o commi
dei R.O.; ma si è a.cce.n.iralo e a.cceso soprattutto sulla proposta abrogazione deliy.nt. 110, abrogazione che significa in pratifa isottr.anre alla Tavo a la, effeiltiva sovrimlendenza .sui dlstretti, benché parecchi
noin conicordino con questo giudizio, e
parlino di una « sovrin.'.endenza collegiale » .della Tavoila nel suo insieme. Dopo
un acca.nita discussione, la, .maggioranza ha
aipprovato l’aibrogazione dell’art. 110.
Nel .co'miplesiso, l’iidea e la necessità di
una riforma deM’o.rdxnamento distrettuale
raccoglie un la.rgo consenso, anche fra pare.odhi d.i .coloro che sono .perplessi o cO'H*
'tra.ri di fronte alle misure decise in questi anni; proprio per questo è peccato che
non si imasa procedere con un accordo
piu .completo e su .una linea. co.ncretamente piu chiara. Ciomunque, a raigione Tullio Yinay jusoogeva contro le punte di
’rabies’ ohe da una parte e daiTailtra affiorano spesso, ¡mentre occorre conee.rvare il
dia.logo su di un pia.no di pieno rispetto
reciproco : Je dne opposte pòtsizìoni che
si stanno manifestando in Sinodo sono
entrambe legittime e sostenute in piena
buona fede, volendo il bene della Chiesa.
Il cronista .si soasa se, nell’interpretare
l’aggrovigliata discussione sinodale, ha
presentato co.nisaderazioni troppo .personari, e il redattore assicura a tutti — e anzi
ùusipiica -è- pietia libertà per continuare
ánche sul giornale il dibattito, dato ohe
i problemi di fondo ^no., ancora, rimasti aperti. Del resto su Ji essi .lavora, e riferirà, la Co.mmissione eoclesiologi'ca.
3
¿ ¿ellenAre 1963 — N. 35
P»g- 3
:1e
l’a
ac
ÍVO
ta
al
LO
*o0,.s0m. 1?
ü * |W - ,
Un gruppo di Vald^i
della Val Chisone ^n
visita alle antiche colonie valdesi della Ger
9t
mania sud-occidentale
IVIote di viaggio
. .... '
A Mühlacker, si suona il ’’Giuro" davanti al mótkfmenlo a Arnaud.
Peiiegrinaggio
' Dopo due secoli c mezzo dalla partenza deg’i uiltimi profughi valdesi dalla riI va sinistra dell Chisone, si è ora ricosiiiitmta una comunità valdese nel loro nido
antico a Villar Perosa. Non valeva forse
I la pena di correre a dare un saluto ai fi
I gli di quegli esuli ohe vivono aucora in
! Germania in vii aggi dai nomi uguali a
quelli nostri?
Ecco perchè siamo partili — un buon
gruppo di Villaresi con un rinforzo di
Pomarini — per un ipellegrina.ggioHlaimipo :
il 9 agosto, nienitre fiiniiva il Sinodo e per
esser di ritorno il 15. Partivamo come per
un modesto peUegrinaggio ed invece ci
aspettava una notevo.'e imipresa: molte
comunità dèi Baden e del Würtitemberg ®i
stavano mobilitando per accoglierii'i con
tui aftetio iratemo tdie ha Superato ogni
nostra speranza e ohe non potremo più
dimenticare.
Prima tappa del viaggio nell’ospizio del
Gran S- Bernardo, dove siamo stati accolti fraiemaiaentte e abbiamo carnato e pregato in comipaginiia di frati. Dobbiamo qui
ghingere presto alla città oispitale di
Pforzheim dove lil’ pastore de!la Markus
kiriche, l'r. All'liintger, aveva* organizzato
unta la* nostra «tournée». Dopo un ben> venuto serale nel /tempio dove molte per1 sone ( I nsspei'lavaino da iiwi’ora, fummo riI parliti ira molte famiiglie per il pernottamento.
Alla <lomenica mattinai, nel tempio, mi-to solemie, aissemblea inumeiosa e noi all
posto d onore. Ci isaiutano con parole cor.
diali a nome della Chiesa Unita del Baden. l’Obarkirchenrait Lobr per il Vescovo Ih’. Benider, aissente per un congresso T.uteraino in Finlandia, il capo delle famiure del Baden M° E. Stober, un
anziano della comunità e il Pastore locale.
Noi, accompagnati idalle nostre itrombe,
cantiamo rinno valdese. La coiletita, fatta
per noi, firutterà circa L. 100.000.
Dopo il pranzo conisumato ancora con i
noiStri ospiti, partiamo per il Wiipttemberg. Ptrima Tappa è *5Gros.s il'Mo
stro Villar, quello per cui siam venuti.
Siam ) accolli, come sempre d’altronde,
col suono delle campane e subito rispondiamo con quello delle nostre trombe.
Ceneremo e dormiremo qui e nella vicina
Klein Villar, ma poiché il tempio locale
è ‘in riparazione, ij cult-o serale si terrà
nel vicino capoluogo di KinittUntgen. Il
grande tempio è gremito e questa volta
è i; Wurttemberg che ci dà il benveniuto.
Una fainfara locale isuona ©ppoi ci rivolge
gentili parole l’Oberkircbenrait Dr. Lulz
in rappresentanza del Vescovo D. D. Eichele, egli pure partito per Helsinki. Parlano a<ncora il vicario Kienz’e, il sindaco
Hochwald e soiprattutto, e in ottimo francese, il nuovo ,presidente dell’Unione dei
Valdesi di Germania, pastore Jourdan di
Darmstadt. Parliamo anche noi do-mandando che nelPincontro tra Giuseppe e i
suoi fratelli (miutatis niutandis) ci sia concesso i.. posto di Beniamino e tutti sembrano ben d’aicK'ordo' nel volerci esaudire.
Lunedì, riiprende la peregrinazione:
Schonenberg ancor piena della .presenza di
Amaud, atitorno alla ieratica figiH'a del
pastore Zeller...
Pinache col suo giovane pastore Dr. Eis
e il isinidaco Eugelbardt, dove pranzeremo, dopo aver preso •contatto con la 'comunità nel tempio.
Serre, diretta dallo stesso pastore, più
povera delle precedenti ma tanto affettuo.
sj ed accogliente, ailche se durante la
guerra ba molito sofferto: un bombardamento aereo, a un certo punto, l’ha totalmente distrutta, ma, con i’àiiMo del Signore, essa ha riicostriiito le sue rovine.
E’ qui lohe dei giovani in cosiiume valdese
ci recitano un dialogo commovente per
illustrare le caratteristiche dei valdesi...
Perouse e ISeuhengstett: resta una sera
sola con due chiese da visitare e due cu'ti
dai presiedere. Il nostro gruppo si divide
in due parti, di qua la -corale e di là i
troinbeittieri, di qua parleranno Delia Gri.
set con Amalia ed Enrico Geyimet, di là
G. Bouicihard con Aldo Ribet. Da noi c’è
pure una fanfara locale e il pastore
Frauiz, che era stato podhi giorni prinia
alle Valli. L’entusiasmo di tutti è in aumento; si presente già Fora della parten
za e si affretta più che poò l’ajttuazione
di mille progetti e promesse perchè soprattutto tutti sentono che da ora in poi vog iamo restare collegath^éd unkì. I dettatgì» edifi(‘an'.i e ccmniiwènti sono troppi,
impossibile descriverli -^atti.
L’indomani, a Muttensi, in Isvizzera, sulla vìa del ritorno, ricevSamo un’accoglienza che non è inferiore ^ quelle precedenti: una piccola fol a ci '¿spetta dinanzi ¿h
la chiesa, con i tre pastori della comunità, con lia corale, coii dei doni e con
degli invili a tornare.
Il giorno dopo ancora, passando da
Berna, andremo a suonare e cantare sotto
le finestre del pastori svìzzero Walter
Lüthi ed egli ci riconfermerà il isuo affetto per la Chiesa VaMese.
Eravamo ¡partiti con là speranza di gettare ‘un ponte tra il Bkden, il Württemberg e noi. Con l’aiuto di Dio il ponte
è stato gettato e un solido pilastro lo sostiene, che /poggia su tèrritorio svizzero.
Enrico Geynvet.
La prima lettera
di iasiù...
Néuhengstell, 17 agosto 1963
Mio caro fratello in €ri«to,
Aibbiaino anicora davaiiti agli occhi la
viisionc della vostra ¡neeenza qui. La vostra visita c.! ila colile f^ato una nuova
forza. La vostra gentilezza ed il vostro
fraterno amore hanno toiocato profoinidamente i nostri cuori e|,,ici han fatto naiscere il desiderio d; segibare un colllegamento fraterno con vo^ ituUtdi... verrò al
più presto a trovarvi... .vogliate avere la
bontà di mandarmi i ii^picazioini utili per
ili viaggio... Uniti neij^^ fedci salutiamo
Lei, caro FrateHo tìe^èt, la sua famiglia, la Chiesa...
G. Krolzis
Ricordando
il passato
Con un decreto del 1“ lugUu 1698 il Ducat di Sottyzia impone) a tutti i protestanti
già sudditi francesi di lasciare i suoi Stati, pena la morte, Duemilaottocentcrtrentatre valdesi devono abbandonare le terre
in cui dai poco) sono rientrati dopo il gloriosa rimpatrio, e sotto ia guida sperimentata di E. Arnaud, allora moderatore,
di altri sei pastori, di otto capitani, di diversi maestri di scuola, tutti colpiti dal
decreta citato affrontano U secondo, defitivo esilio. Questi esuli attraversano la
Svizzera, sempre ospitate, aiutati daUa
concreta amicizia di Olanda e InghUterra
e M stabiliscono nelle terre dm principi
del Wurttemberg e dell’Assia, che li accolgono c&me fratelli.
I valdesi fondano parecchi villaggi,
spesso soli, a volte insieme ad esuli ugonoui in queste terre ospitali della Germania meridionale ancora assetata di uomini in seguito della guerra dei trent’anni, terminata da mezzo secolo.
II ricordo delle VaUi resta: non solo
nellai fede neU’unico vero Dio, ma nei
nomi di famiglia e fin nei particolari esteriori dei villaggi, delle case, delle
Chiese.
Preghiera
per la Santa Cena
Nella famiglia Blanc, ove siamo> stati
ospitati in KleinvUlars per la notte del/ II agosto, ci è stato mostrato un libretto di conti datato 1840: in una pagina
vi era la seguente preghiera, scritta evidentemente da un valdese colà emigrato
e che trascrivusma nella grafia originale:
Prière avant la Sainte Sène. Je m’aproche
de la table Seigneur pour y recevoir les
golges de ton amour pour moi et pour
mes fréi¡es & fait qu’avec ses Signes extérieurs que les Serviteurs me douerons, je
reçoive de ta main la vérité.
Qu’il répréserue jusqu’à ce que je te
contemple sans voile dans ton ciel. Amen.
Una i;ecita
Ci è st4JbCaj affertià nella piccola chie)sa di
Serréis, da tre gioivani — la ragazza in
costuma valdase — nel piccolo Spazio tra
il pulpito in Îeignni ed i primi banchi,
coM coime atmdena neUe recite del 17
febbraio in alcune vecchie chiese delle
Valli che non dispongono né di una sala
nè di un palcoscenico. Una recita ingénua, s&mplice, lineare, senza fronzoli nè
artifici di ¡regia: i tre personaggi r.qipspr«sentavano la polleria, il lavoro e la fede,
comé caratteristiche tipiche ed essenzio'
li del popolo valdese.
BAROTSELAND
Lukona, 13-8-63
Cari aU)ic'i,
vi (onf('>so (^hc a mia prima vera delusione afriirama è stata... il « freddo »: proprio coisi, perchè qui stiamo appena uscendo dalLinvemo, uno strano inverno
senza pioggia, senza neve, senza gelo e
che pillile dona un icolo-riito verdaistro alla
pelle ideigli africani veri e penetra nèlle
os-sa degli africani d’acquisto. Scherzi a
parie, il so e non manca di fare regolarinenl.e la sua apparizione e, quando c’è,
si riconosce subito il suo calore tipicaniente africano; basta, però, che un fitto
banco di nuvole portato da un vento impetuoso nasconda o veli i suoi raggi e
sembra che tutto il calore del proprio corpo scompaia neilila sabbia con la stessa
inesorabilità con cui Facqua viene assorbita da questo suo'o assetato. Ma sono
soprattutto gli sbalzi di temperatura tra il
giorno e la notte e le riunioni, in locali
aperti a lutti i venti e ìnadatìi al vento
freddo di luglio, che mettono a dura tproVa il nostro organismo abituato al buon
vecchio sistema europeo secondo il quale
0 fa freddo o fa ca.do, ma raramente de
due cose insieme, con una' initeusità uguale e contraria. Ad ogni modo già sì fanno
sentire le prime avvisaglie della istagìone
calda, e probabilmente presto rimpiangeremo questo fresco !
Vi scrivo in un intervallo forzato del
mio giro di visite alle chiese del presbiterio. giro che, coii! piccole interruzioni,
temiine &o!o il 19 settembre. Questa
interruzione è dovuta alle elezioni del
« Consiglio Nazionale », un organo che
dovrebbe affiancare democraticameniie il
fcudaleisiimo problematico del « Litunga »
del Barotseland. Quest’uilt'imo, sentendo
ij suo trono piuWoisto traba laute all’idea
di un’incorporazione pura e sempliice deiFaituale protettorato del BarotseÌand neb
Una delusione africana - Vita politica - Luci e ombre di un sinodo malozi - Anche qui esiste una questione finanziaria - Cominciando a «parlare» il silozi
Culto Radio
DOMENICA 8 SETTEMBRE
Pastore Roberto Comba
« Barbari e umanità »
DOMENICA 15 SETTEMBRE
Past. Manfredi Ronchi
« .Apostoli e fratelli a concilio »
la Ro'desia dei Nord Miidipendemle, si è re<fenteme,nte recalo a Loinidra, con il dovii
10 seguilo, per reclamare dal governo inglese i. risp-etlo dei Irallali villoriani.
Seimbra, però, die a Lomidra gii si sia fallo capire che risolarsi poiiiliiramenle ed
econolilicaraen'te sarebbe un sniicidio con
11 paese nelle condizioni altuali. Imaiilo,
però, ile eiezioni erano siale rioiviale e i
parlili nazionaiiBli hanno reileralo i loro
allacirhi contro raiMua'.’e monarca, anche
Se non isi sbilaniciano troppo nei confroniti
della monarchia in sè, pena la perdita del
favore di una parte de'la popolazione. La
atimosfera è, nel complesso, tranqinilla,
ina è chiaro che la gente in questi giorni
non avrebbe la mente e lo spirito molto
diisponiibili per trascon-ere alcune ore nel
raircoglimento, «ilcchè ho p-referiito lavorare sulla stazione. Convocazionii della
<( Commissione distrettuale » e di quella
per il lavoro giovainile, programmi da
stabilire, faticose e lente traduzioni di
sermoni e lame altre cose occupano facilmente i] tempo appena si ha qualche
giorno più calmo.
Da quando vi ho scritto ruikima volta
abbiamo avuto il Sinodo a Sefu/la. Mi ha
•ascialo un’imipcessione contrastante. Da
un lato forse maggiore serietà e impegno
di quanilo ci si sarebbe aspettato da una
aseemblea che non potrebbe non risentire di questo periodo di trapasso dalla
« gestione » missionaria a quella autonoma. Si è persino deciso di prolungare di
un giorno la sessione sinodale, con evidemie disagio di moki, pur di finire i lavori. E’ stato un Sinodo in cui e’era molto posto aniohe per ile piccole cose mo to
ennerete di cui vive la Oiiesa e che in
effetti icoBlittiiscono il suo stesso lavoro.
Non si può non apprezzare un Sinodo in
cui c’è posto, ad esempio, per rallegrarsi
per la buona riuscita dei quattro allievi
del corso pastorale e questi ultimi hanno,
dal canto loro, cantato un inno di riconoscenza al Signore per quel periodo di
preparazione e di rsccoglimento che aveva loro concesso.
D’altro lato, però, si sentiva ancora parecchio, forse troppo, la tendenza a considerare la Missione di Parigi come lai naturale àncora di salvezza, automaticamen
te disponibile, specie in materia finanziaria.
Perchè bisogna dire che c’è ancora molto da fare, anclie qui, per quel <'he concerne la lilieralità cristiana, e di conseguenza le finanze della Chiesa sono in
uno stato poco rallegrante, anche se speriamo tutti in un loro pronto ristabilimento. Questo Ila costrelto il Sinodo ad
assumere solo cinque degli undici evangelisti che si erano ipreparati alla Scuola
Biblica. Potete immaginare come è stato
triste il dover prendere «imile decisione,
e come è terribile tener innlilizzati, almeno fino a dicembre, i doni di sei evangelisti, che avrebbero potuto fare un magnifico lavoro in tante cliiese un po’ troppo abbandonate a se stesse.
Per questo abbiamo deciso di fare un
fonnidabile sforzo per riislabìlire la situazione entro dicembre; ogni presbiterio
cercherà il modo migliore per e.iminare
i suoi debiti, e per non crearne dei nuovi.
Qui stiamo cercando di convincere i credenti a portare doni in nalura, maiinfatti
locali eec. più ancora che il <’osì scarso
cibo, là dove manca il denaro: se riusciremo ad ottenere questo le cose miglioreranno in modo assai sensibile. Inoltre
chiediamo ad ognuno un dono speciale
per alimentare una specie di bazar; non
ho cambiato idea, eiedo ancora che questo non sia il mezzo migliore, ma in questo caso la cosa si giustifica nel senso die
ogni sintgolo credente darà effettivamente
qualleosa. Quel che spero è che, passato
il bazar, tutti continuino nella buona abitudinie di portare doni in natura. Certo
molti stanno ancora soltanto scoprendo il
significato dal dono cristiano, e forse !a
dura lezione della penuria di evangelisti
porterà i suoi frutti, malgrado l’attuale
disagio. Quel che è magnifico è di poter
parlare di queste quesfionì con una totale libertà, senza falsi rimorsi di europeo
e di « ricco », a gente Spesso veramente
pover-j.
Da quando i! mio fcollega mi ha lasciato solo al timone del presbiterio, ho
cominciato a percorrerlo a ritmo serrato
per conoscerlo tnito al 'più presto.
A poco a' poico, quasi senza accorgermi,
ho cominciato a usare (ahimè! stoipian
dolo ancora assai) il silozi con grande soddisfazione di grandi e piccini die, oltre
a sottolineare visibilmente i miei, errori,
finiscono col c-apire qualcosa di quello
die dico. Eccomi così a girovagare tra un
villaggio nascosto nella foresta e uno
eiposto a tutti i venti della pianura, con
la bianca sabbia del grande fiume die
sembra g pochi passi. La pianura di Lnkona sta raipidamente sbarazzandosi della
moka acqua accumulatasi lasciando il
campo libero ai mezzi motorizzati e scoprendo immense distese di formicai più
o meno imponenti, ma sempre estremaniente duri se per caso li si urta con la
jeep.
Nei villaggi inleniso progranima, e poi
le serate illuminale da una luna cosi brillante, ora gia lla ora- arancione acceso, in
un cielo diiarissimo oppure quasi violaceo, ma sempre con delle tinte così forti
da sembrare uno scenario n.n po’ irreale
da loorre su un palcoscenico d’un teatro.
Quaklie timidissima antilope, molli e
assai belli gli uccelli : eormoraui, aigrettes, mairtin pescatori, maestose aquile pescalrici e vivacissimi uccelletti di un
rosso, gia'lo, verde, acceso che non sono
mai riuscito ad avvieinare mollo. E’ bello
vedere i loro uidi disoosti secondo l’ordine di importanza, con e aquile dal
bianco collare dignitosamente in cima
ag'i alberi ben piazzato per dominare la
situazione. Qrandi fuo'clii si accendono
iie'la pianura per bruciare le alle erbe
deirinondazione e cerrare. di far ricrescere un po’ d'erba fresca prima che il
grande caldo trasformi tutto in un forno.
Presto potremo passare in maechina
« da 1 altra parte ». E’ difficile spiegare
come ci si sente quasi svincolati da una
catena quando si può pensare che si può
arrivare a Mongu senza numerosi trasbordi: ormai il «piccolo fiume» è quasi, alrasciu'tto e le nostre barche rimarranno
piuttosto inattive.
Non voglio terminare queste notizie
senza ringraziare vivamente quanti ci seguono in modo speciale in questo lavoro,
e quanti hanno accettato di aiutarci Inviando pacchi di oggetti per rifornire più
ampiamente il nostro bazar. Forse ho dimenticato di diivi ancora qualche altra
cosa in queste righe scritte tra un’interruzione e l’a.tra da parte dei miei due
pargoletti olle vengono a vedere cosa fa
di bello il babbo nel suo ufficio, ma spero
di avervi dato almeno una vaga idea della
nostra vita qui, in questo neriodo. Abbiatevi un saluto affettuoso dai
4 Conte
Manilestazioni
di amor fraterno
In ogni villaggio, al nostro arrivo, und piccola folla ci attenda davanti alla
efueati: le empatie ci salutano suonando
a festa Dopo appmta un’ora siamo già
la diversità della lingua non è già
più tm ostacolo che ci impedisca di comprenderci,
A Grosvillars una bambina vorrebbe
che d ptdmann non potesse ripartire perche COSI potremmo fermarci con loro ancora una notte.
A Boursri al momento della partenza
ragtaze e donne ornano di fiori il nostro
ptdmann. E , m ogni luogo, un momento
di commtKcione intensa: sui volti di malti, che qualche ora prima neppure si
conoscevano, acorrono lacrime.
I Mstrì ragazzi scherzano coi ragazzi
di Grosvillars, di KleinvUlars, di Pina~
che, di Serres, di Pérouse, di Bourset:
qui nell accogliente sala della casa valdese della^ gioventù, dove sono radunati ” i
grandi ”, dopo qualche minuto si sono
introdotti anche tutti i ragaazini e ognuno dH presenti ne ha uno o due sulle
ginocchia e si canta tutti insigne.
.illa sera, presso le famiglie che sono riuscite ad avere quale ospite almeno uno dei
valdesi giunti dalPItalia, già si tiran fuori i vecchi tdbums di famiglia, si commentano i comuni cognomi, si scambiano
indirizzi, si combinano^ incontri per
il prossimo anno. Ci mostrano le vecchie
lUagraSfie di Arnaud, le fotogrdffe delle
nonne in cuffia valdese, qualche ricordo
dei precedenti pellegrinaggi.
I nostri trómbettìeri sona insttmeabili: il canto comune accompagna le note
delle trombe. A Knittlingen si uniscono
anch^ alcuni trombettieri del Baden.
Una lapide
Nei vecchi cimiteri, lapidi con nomi
ben noti: Talmon, Vinçon, Borei, Mandon, Armand, Barai, RoM, GUli, HérUier,
Blanc, Jourdan ed altri ancora.
Nel cqnitero di Grodvillars una vecchia
lapide ricorda che il 28 dicembre del 1840
morì Daniel Mondon, ’’né a Bobi en Piémont le 18 may 1767, dernier Pasteur vaudois du Wurtemberg, servant 2 Eglises, 4
ans a Pahnbach e 30 ans a Gros Villars’’
Sullo via
del ritorno
I cronisti del viaggio hanno intervistcUo
tutti i partecipanti per raccogUeme 2ei impressiaiù: mtt^ nettamente, posUive, inte*
ja a sottoline^e' Vaspetta di ini rinnovo
di legami fraterni tra i valdesi della Germania e quelli delle Vaili.
Ecco alcune risposte integralmente trascritte:
Oltre all’aspetto affettivo, che è stato
senza dubbio molto forte, si è constatata
anche l’esigenza di un’opera presso gli
italiani in Germania, che potrebbe essere
effettuata mediante gruppi di servizio di
giokmni valdesi italiani, per alcuni mesi
all’anno. Questa possibilità deve essere
esaminata, studiata ei coltivata sofwattiuto
dai giovani, nel seno delle unioni giovanili’’.
’’Splendida opera di testimonianza capace di attirare l’attenzione dei protestanti stranieri. Si dovrebbe cogliere da
questo pellegrinaggio un insegnamento
per i nostri collettori all’estero: sarebbe
bene che i nostri collettori, anziché andare a fare conferenze: si portassero dietro un gruppo di giovani che cantino, possibilmente stonino anche, per far conoscere gli aspetti vivi delle nostre comunità. Il nostro gruppo ha nobilmente servito^ la causa della Chieìsa valdese’’.
,’L umanità non è cattivai come si crede, perchè in poche ore, dico poche ore,
senza conoscersi prima, siamo diventati
fratelli e sorelle, anche non potendo capirci a causa delle lingue diverse. La
guerra] atomica potrebbe distruggere l’umanità, ma non il seme del bene...’’.
’’Queilto viaggio è stato un ottimo motivo per fraternizzare: questo sentimento
deve essere] incrementtUo in ogni nostra
conutnità. In passato questi erano sentimenti che non potevano essere espressi:
ora sì. e dobbiamo] esprimerli; anche se è
statai neceiSsarial unai lunga preparazione,
che deve ancora continuare. E’ stata una
esperienza estremamente positiva. Un
aspetto estremamente positivo è stato anche rottimo (tffioMmento tra gli appartenenti al nostro gruppo. Rifiutare questo
viaggio ed il suo spirito è rifiutare un abbraccio a chi ci aspetta a braccia aperte,
è rifiutare una mano tesa’’.
Sergio e Paolo Ribet
NOVITÀ
Claudiana
ERMANNO ROSTAN
L’unità della Chiesa
a Nuova Delhi e a Roma
100 pagg., 5 tavole f. t., L. 800
E MAURIS - H. H. SGHREY - P. H.
SIMON - G. MARCEL - P. BONNARD
L’ateismo contemporaneo
m 4° volumetto deUa « Piccola Colla
na Moderna»; 107 pagg., L. 500.
4
pag. 4
6 sellembre 1963
N. 35
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
Dalla Foresteria "La Rocciagiia” Borse di Studio
di Pradeltoreo A.I.C.E.
AN6R0GNA (Capoloogo)
VILLASECCA
— M 22 aigoisto ran gran numero di fratelli 6 di coiwsceintì ha accoimpaiginaito aHa
sua estrema' dimora al cimitero del Reynaud, Luigia Malanot, nata Menusara, decedtita improwisaimente a Chiotti martedì
20 all’età di 76 anni. Avevamo ancora notato lai sua presenza alla festa del XV Agosto a Perrero e nulla lasciava presagire
una fine così imminente. Alla famiglia
ohe è stata coisì gravemente coilpita giuinga^ ancora respressione della solidarietà
fraterna di tutta la Comuinità di Villasecca.
— Nel corso del cuilto di domenica 18
è stato amministrato il battesimo a Livia
BounouiS di Enrico e di Elda Ribet (Combagarino). Che la intercessione della Chie.
Sa e le benedizioni del Signore accompagnino questa bimba nella sua vita.
— L’il ha avuto luogo la tradizionale
riunione poslsinodale degli Eiciassie, con
un numero di partecipanti assai ridotto
rispetto agli anni precedenti, che ha ascoltato 'Con interesse ed attenzione il Past.
Liborio Naso di Basilea il quale ha presentato il lavoro in mezzo agli emigrati
italiani in Svizzera e nella Germania meridionale.
— Il 18 vi è stata una riunione del
quartiere di BovUe nella casa del Diacono
Pietro Genre Bert di Vrocchi ed il 25 un
buon gruppo di Ridarini ed Albareini ha
preso parte al culto ed alla riunione in
comune cO'n Pramollo al Lazará. Desideriamo ringraziare il Past. Teofilo Pone
che ha presieduto il culto del mattino, il
Pastore Davile che ha parlato delle Chiese
Protestanti dì Praga ed il Sig. Simon Katzenhellenbo'gen, professore statunitense ad
Elisabetville, che ci ha presentato la situazione e le speranze per il popolo del
Congo.
Malattie
orecchio, naso e gola
Il dott.
Oskar Schindler
riceve per malattie di
orecchio, naso e gola
a POMARETTO (presso l’Ospedale Valdese) tutti i lunedì
daUe 14 alle 15,30.
a LUSERNA SAN GIOVANNI
(presso lo studio del dott. Pellzzaro) tutti i venerdì dalle
13,30 aUe 15.
a TORINO (via Ristagno 20 ■
S. Rita) martedì, giovedì e sabato daOe 14 alle 16.
lUSEANA S. GIOVANMI
— Sabato, 21 agosto, verso le 17, si spegneva, dopo breve agonìa. Luigi Bertin déJle Sonagliette, Anziano per il quartiere dei
Pon*. Egli era il decano del Concistoro
avendo 79 anni di età e nel 1952 era stato
eletto Anziano. La sua dipartenza, avvenuta quasi improvvisamente, lia stroncato un
uomo nel pieno dedla sua attività; solo negli ultimi mesi ^li aveva dato qualche segno di stanchezza, questo non gli ha impedito tuttavia di compiere tutto il suo lavoro e di essere vivacemente impegnato sia
nella vita civile che in quella della Chiesa.
Con questo spirito giovanile, malgrado l’età, era sempre tra i primi nell’aecettare
nuove proiposte che fossero per il bene 3
10 sviluppo della sua Valle e soprattutto sapeva pagare di persona, sia con contributo
in denaro che in opera. Ricordiamo, tra
tutti, il suo impegno per la strada consorziale del Martel. Nella vita della Chiesa
egli era sempre puntuale e perseverante.
Pur essendo il più attempato tra gli Anzia
ni ed avendo l’abitazione più distante dal
Tempio, raramente mancava un culto e mai
una riunione del suo quartiere. In ogni incarico assunto come membro del Concistoro era sempre tra i primi a compiere il suo
lavoro con puntualità e precisione. La sua
partenza lascia dunque un gran vuoto, ma
la sua vita deve essere indicata come esempio ai più giovani: ed è solo per questo che
ne aibhiamo accennato e non per formulare un giudizio che appartiene solo alla
grazia e alla misericordia di Dio. E’ infatti nella Sua grazia e non nelle no'stre opere che noi fondiamo la nostra fede e la
nostra speranza in vista della salvezza. Alla vedova che sempre io accompagnava e
che in tutto lo assecondava va il nostro
pensiero di fraterna solidarietà, nella certezza della vita in Cristo Gesù.
— Dobbiamo ancora accennare ad un altro decesso che ci ha turbati e rattristati.
Si tratta della tragica fine della Sìg.na inglese Valeria Goodchild, infermiera a Malta, avvenuta a causa di un banale incidente
11 15 Agosto non lontano da Pradeltomo. La
Sig.na Goodchild era ben nota tra noi perchè ogni anno, con un gruppo di connazionali, veniva a trascorrere un periodo di
tempo nella nostra Valle sistemandosi alla
Ciati viera nella casa Arghittu. Essa amava
le nostre Valli e l’opera della nostra Chiesa e jjroprio in queste Valli doveva perdere tragicamente la vita. Pensiamo dunque
a lèi con affetto e gratitudine, e, sia pure
col cuore rattristato, « nella certa speranza
della resurrezione alla vita eterna, per Gesù Cristo, nostro Salvatore ».
— Ringraziamo vivamente il Past. Bruno
Costabel e il Prof. Valdo Vinay Ohe hanno
sostitnito il Pastore, chiamato, nella seepn
da metà di Agosto, a dirigere il primo Cam
po della Gioventù Evangèlica Italiana, nel
centro giovanile di Santa Severa (Roma).
Il periodo estivo, poco estivo invero, ma
pure pieno e ricco. Esso si è iniziato a fine
giugno CO'n l’ottimo Saggio annuo del nostro Giardino d’infanzia. Simpatica festicciuola in cui, davanti a un attento uditurio
di familiari ed amici, si sono distinti scolaretti, insegnante e collaboratrici.
Visite. I nostri pulpiti dello storico tem
pio del Ciabas e del tempio nuovo hanno
ospitalo più volte pastori di Chiese ed oipere sorelle. Fedeli messaggeri della Parola
ai quali ridiciamo la gratitudine della Ghie
sa, Pastori Franco Davite, SeìITredo Colucci, Willy Wacker da Heidelberg, Roheito
Nisbet e Guido Comba.
Una gradita e benefica sorpresa ci ha procurato la visita, il 13 luglio scorso di 80
pastori avventisti rappresentanti una ventin:, di nazioni (Ausiralia, Austria, Angola,
Belgio, Cameroun, Costa d’Avorio, Fernando Po, Francia, Germania, Italia, Jugosla
via, Madagascar, Marocco, Partoga'Uo, Scozia, Spagna, Stati Uniti, Svizzera, Tahiti
eec.i i quali trovandosi per un corso teologico al Seminario Avventista di Collonges
scus Salève (alta Savoia) hanno tenuto a fare un pellegrinaggio alle storiche Valli Vaidesi e, dopo aver visitato la Casa Sinodale,
il Museo di Torre, la Gheisa d'ia Tana ed
il monumento di Chanforan a Angrogna, s*
sono minili pci" un culto solenne nei tempio del Ciabas, visitando in seguito il tempio dei Bellcnalti e la nostra Casa Valdese
dove, nella sala Albarin, hanno potuto visitare rapidamente sullo stìhermo gli alti
luoghi delle Valli.
La comunità ha pure beneficato il 24 luglio di una ìinteressantissima conferenza con
proiezioni a colori su Israele, offertaci dalla grande amica della nostra Chiesa e della
nostra storia la nota scrittrice e artista olandese Sig.na Mia Van Ostveen ohe ringraziamo ancora.
L’annna vendita di Beneficenza a favore
delle nostre opere locali, organizzata dalla
Società di Ouoito, ha registrato il massimo
successo fin qui raggiunto. Teniamo a ringraziare nel modo più vivo tutte e tutti coloro che, da vicino o da lontano, ci hatino
rallegrati coi loro generosi doni o la loro
solidale partecipazione e in modo particolare le sorelle ohe lo hanno preparato con
paziente amore durante i lunghi mesi invernali.
Liturgia della morte e della vita. Sono
stati richiamati dal Signore, durante gli
si'orsi mesi, alcuni fratelli e sorelle dei
quali ricordiamo, con riconoscenza e con
ferma speranza cristiana i cari nomi: Enrichetta Gamma al Rifugio in età di 81 anni; Jenny Charbonnet v.vn Revel del Bric
iti età di 93 anni; Giovanni Chiavia originario di Angrogna in età di 74 anni; Giovanni Giordan di Pradeltomo in età di 66
anni ; Emilio Tourn della Maddalena in età
di 45 anni; Giovanni Ricca dei Boeri in
età di 66 anni. Le radiose promesse della
Parola di Dio siano la forza delle famiglie
¡«•ovate da queste dolorose dipartenze.
i\uovi focolari. Abbiamo avuto la gioia
di celebrare ultimamente ned nostro tempio
il matrimonio di: Alessandro Rivoira e
Giovanna Pons; Emìldo Bertalot e Fiorella
Bouncus; Paolo Davit e Ivana Mourglia;
Franco GaUiano e Giovanna Meynier; Umberto Tenan e Fiocina Gaydou; Graziano
Gamba e Ivana Goss. Rinnoviamo ai felici
sposi l’augurio di ogni benedizione dall’Alto j.
TORBE FELLICE
Lunedi pomeriggio è stato celebrato, nel
Tempio del centro, il servizio funebre dtìlla Sig.na Goodchilid, l’infermiera maltese
deceduta all’Ospedalle Valdese di Torino in
seguito alle lesioni riportate nella caduta
occorsale nel ridiscendere a valle, costeggiando TAngrogna, dopo la festa dell 15
agosito a Pìradeltorno. Esprimiamo la nostra
viva siniipatia cristiana a quanti sono stati
colpiti da questo lutto improvviso e cosi
doloroso.
Abbiamo avuto in agosto^ per una quindicina di giorni, un primo gruppo di ospiti. 40 tedeschi dei dintorni di Amburgo,
appartenenti alla Società Gustavo Adolfo,
guidati dal Pastore Zinner, amici delle nostre valli, c venuti per conoscerle, dopo averne meditata la storia. Essi sono giunti a
Pradeltomo nel cuore della notte, a causa
di un notevole ritardo nel loro lungo viaggio, € per di più in una notte di pioggia!
¡..'avventurosa marcia notturna, tanto più
di:agevole in quanto veqiva compiuta da
persone in età matura o addirittura anziane (oltre i 70 anni!), giunta felicemente a
termine, non dimostrò d'aver turbato per
nulla la serenità e il lieto umore dei nostri ospiti. Durante tutto il soggiorno, essi,
infatti, in parte alloggiati nella Foresteria,
in parte nelle camere ripristinate del tem
pio, le quali si presentano molto decorose,
ma sono piuttosto simili ad un ostello delle gioventù, hanno sempre dimostìfito in
ogni occasione, un ottimo spirito di adattamento e di cordialità verso tutti. Nulla li
ha turbati: nè la strada, nè la pioggia, nè
le difficoltà della lingua, nè i letti a castello, sui quali, anzi, le signore anziane salivano sportivamente divertite. Hanno organizzato, insieme con noi, due^ buoni culti
e piacevoli serate, e noi siamo stati incoraggiati dal loro spirito veramente fraterno,
che non può essere ispirato che dalVEvangelo e dalla consapevolezza della fede in
comune. Ringraziamo di cuore questi cari
amici, ricordando le loro innumerevoli cortesie: il loro atteggiamento ci ha grandemente aiutati nel nostro lavoro, che è all'i
DIA KO MIA
Il Centro per la preparazione dei laici di
Agape ha recentemente pubblicato, in faseirolo ciclostilato, un numero di « Digkonia » che raccoglie il testo degli studi e dei
lavori del corso tenutosi lo scorso ottobre
ali Agape, sul problema dell’emigrazione.
11 f-ascico-lo, di 100 p»gig., costa L. 500, e può
essere richiesto ad Agape ovvero alla Claudiana.
Ed ora ci auguriamo che tutti i futuri
ospiti della Foresteria possano essere animuti da uno spirito simile a ijuello di questo primo gruppo; e nello stesso tempo,
dobbiamo pur dirlo, speriamo vivamente
che ognuno rimanga altrettanto soddisfatto
dell’ospitalità ricevuta, quanto sappiamo essi lo sono stati.
L’équipe di lavoro dèlia
Foresteria « La Rocciaglia »
PERSONALIA
Investite vantaggiosamente il Vostro denaro, allevando a domicilio
lì CHINCHILLA
Offriamo ai nei Clienti le seguenti garanzie :
— Riproduttori selezionatissimi accompagnati da documenti internazionali.
— Sostituzione in caso di morte, sterilità e consanguineità.
— Ricompera di tutta la produzione di cuccioli e pelli al piò alto prezzo
di mercato.
— Effettiva assistenza tecnica e veterinaria.
Forniamo inoltre tutto il materiale tecnico per allevamento, mangimi e
medicinali appositamente studiati.
Richiedete informazioni ed opuscoli a :
CO. CI.
COMPAGNIA INTERNAZIONALE CHINCHILLA
Sede Centrale ; T O R I N O - Via Filadelfia, 227 - Tel. 32.75.4Q
Visitate il nostro allevamento di campionario presso la ns. Sede !
Offerte pro deficit
Eco-L.uce
Borse di Studio
BARI
PRIMO DISTRETTO
Pubbliiloliiamo un terzo elenco dii offerte nicevtulte in ir.sposita all’aippell-o per
il dieflcil del setliniianale (Telenico n-on è
ameona complèto), ringraziando dii cuore
i generosi sostenitoui :
(terzo elenco)
Virginia Mondano (Elsisy) 800; Alberto
Tadcia (Angrogna) 1.000; Umberto Agostiinelli (Sarzana) 1.000; Lidia Gay (Torre Pellice) 1.000; Santo Garrise (Reggio
Caiahri'a) 1.500; GangHelmo Dalla Fontana (Rho) 1.00; EmeSto Payrot (Frali)
300; Eifi&ia Martini Torino) 1.000; Fam.
Giovannini (Pisa) 2.000; Cosma Mancini (Milano) 1.000; Irma Zocchiin (Venezia) 500; M'etzeiniflïin (Ancona) 1.300;
Marinrlcia Rivoiira (Angrogna) 1.000; Lidia Vigliano (S. Germano Ghiisone) 1-000;
Comado PtaloclareMi (Ponitebba) 500; Catullo Truffi (Genova) 1.000; Attilia Grill
Bonjoiur (Pinero'lo) 2-000 ; Guiglielmo De
Fellemberg (Bolzano) 1.000'; Felóice Bertinat (Feloniloa) 2'50; Giovanna BaMatella (Pisa) 1.000; Gliauvie-Joiuive (Torre
Pellteei) 1.000; Bartolomeo Volai (Perosa
Argentina) 1.000; Emilia Marchetto Geymet (Torino) 1.000; I. A. (Bergamo)
1.000; Maitilde Steiner (Bergamo) 5.000;
Domenico Z'aza (Milano) 500; Fam. Garnier (Pinerolo) 200; Aliice Eckslein (Basilea) 2.000; Angela Gaviglione (Torino)
1.000; Istituto Biblico (Isola Gran Sasso)
1.000; N. N. (Torino) 2.000; Goffredo
Barboni (Roma) 1.000; Annunciato Doria
(Genova) 1.000; Margherdita GriU (Torino) 500; Giovanni Laetsch (Pomaretto)
1.500; Franco Somimani (Torre Pellice)
1.000; Ercone (Pomaro) 1.000; N. N.
(Torino) 6.000; Mangano Sebasitdano (Catania) 1.500; Lidia Negretti (Zezio) 1.000.
La Commissione Distrettuale del I Distretto comunica che i giovani che intendono fruire di una delle Borse di Studio
assegnate dalla Commissione stessa sono
pregati di fare pervenire le loro domande
entro il 30 settembre al vice presidente della Comini'ssione stessa Sig. G. Pontet, via
Rompicollo, Torre Pellice.
Le domande devono essere corredate dai
seguenti documenti :
a^ certificalo degli studi compiuti c delle
votazioni ottenute neU’auno scolastico
1962-63;
E’ bandito per l’anno scolastieo 1963-64
up, concorso per 4 Borse di Studio da L.
40.000 i-aduna per studenti e studentesse
valdesi, di Istituto Magistrale o di Scuola
Media, che, conseguito il Diploma, s’hnpe
gnino ad insegnare alle Valli per almeno
cinque anni.
I candidati dovranno presentare entro il
20 settembre p v. al Segretario deH’AILj;
(M'“ Franco Calvetti, Pomaretto - Torinol
i seguenti documenti:
1) Pagella deR’ullimo anno scolastico a
documento equipollente; 2) Certificato in
carta libera dell’agente delle imposte; 3)
Sialo di famiglia in carta libera; 4) Dichiarazione del padre che gli altri membri dela famiglia non possiedono altri redditi;
5l Domanda firmata dal padre o da chi ne
fa le veci; 6) Presentazione di un Pastore
o di un Insegnante Evangeiiro.
Dio ha richiamato a sè
Attilio Azzaiio
di anni 60
Addolorati, ma sorretti dalla fede
ne danno' il mesto annuncio: la moglie Costantin Alice; il figlio' Sergio;
la sorelle e parenti tutti.
San Germano Chisone, 22 agosto 1963
« Io dico all’Eterno : Tu sei il
mio rifugio e la mia fortezza, il
mio Dio in cui confido »
(Salmo 91: 2)
La famiglia profondamente commossa per la dimostrazione ■di stima
e di affetto ricevuta in questa circostanza, ringrazia sentitamente il Pastore sig. Umberto Bert, il medico curante e tutte le gentili persone ohe
rhanno seguita e confortata nel suo
dolore.
Enzo e Wiebke Taraselo, da Aniburgo, partecipano la nascita del primogenito Salvatore Riggel. ,
Ai genitori e al piccolo i nostri vivi
auguri.
La famiglia della Cara
Luigia Malanot
nata Menusan
spentasi improvvisamente il giorno 20
Agosto 1963 nella sua abitazione di
Chiotti, esprime la sua riconoscenza
a tutti i parenti, amici e conoscenti
per le dimostrazioni di simpatia e di
affetto ricevute in questa dolosa circostanza.
Chiotti, 22 Agosto 1963
« Beati quei servitori che il padrone arrivando troverà vigilanti ! In verità io vi dico che si cingerà, li farà mettere a tavola e
passerà a servirli ».
(Luca 12: 36)
La famiglia del compianto
Enrico Pons
ringrazia le persone ohe si sono unite
ai suo dolore e hanno' presenziato ai
funerali avvenuti il 26 agosto a San
Germano' Chisone, in particoiar mo
dO' i vicini di casa, il medico curante
dott. De Clementi, i Pastori U. Bert
e A. Deodato, il gruppo Anziani Riv,
i’Associazione Alpini, la Ditta Martin
e C.
Les familles Bertin, Pontet, Veraldo, Catalin, Pogliani, Bertinat et les
amis affectionnés, ont la douleur d’annoncer la mort, survenue à Philadelphie après une longue maladie, de
leur regretté et cher
Ethienne Bertin
La nostra sorella Evelina Vigliano, zelante segretaria della locale UGV, dopo tre
anni di permanenza in America, ha conseguito presso la Kansas University il ddplo
ma di « Master of Arts », in Psicologia.
mari, père, beau-père, grand-père, arrière grand-père, beau-frère et oncle.
« L’Eternel est mon berger, je
ne manquerai de rien »
(Psaume 23: 1)
La Chiesa di Bari è lieta di dame partecipazione, esprimendo alla diplomata i rallegramenti e gli auguri per i forti impegni
di lavoro che l’attendono presso questo Policlinico.
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (To'
h) stato di famìglia;
c dichiarazione da eni risulti di quali altri sussidi o borse fruisce eventualmente il candidato.
Sono tenuti a fare domanda anche i giovani che avendo ottenuto borse di studio
nell’anno 1962-63 intendano ottenere la
stessa borsa per l’anno 1963-64.
La Commissione Distrettuale
Appello ai fratelli
fiorentini
E’ rirbiesta, con carattere d’urgenza, persona di servizio coadiuvante infermiera già
al lavoro, per assistenza anziana sorèUa. Il
servizio è richiesto giornalmente dalle ore
9 alle ore 17. Rivolgersi al Centro Evange
lico di Solidarietà - Via dei Benci n. 8.
visitate
l'Artivalli
ARTIVALLI.
TORRE PELLICE
TESSITURA A MANO DI
TAPPETTI
SCIARPE
TESSUTI MODA
TESSUTI ARREDAMENTO
vi troverete certamente qualche oggetto interessante
TORRE PELLICE — Corso Fiume, 6