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ECO
DELLE mm VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCV - N.um 50 ABBONAMENTI 1 Eco: L. 2.000 per l'interno Spedizione in abbonamento postale - II Gruppo 1 URKb PELLICE — 17 Dicembre 1965
Una copia Lire 48 / L. 3.000 i»er l’estero Cambio di indiriaio Lic" 50 Anamin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Povertà del Natale
dì PIERO BENSÌ
Nella notte di Natale, una notte simile a tante altre, pastori e
magi, poveri e ricchi, sudditi e governanti, tutti sono al proprio lavoro, compiono le loro normali faccende, non pensano particolarmente a Dio; almeno: non più di quanto facciano di solito. Ed è Dio
stesso che, ancora una volta, come sempre, prende l’iniziativa e avverte il suo popolo e dà il grande annunzio: « Oggi nella città di Davide vi è nato un Salvatore, che è Cristo, il Signore ». Arrivano i pastori ad adorare, arrivano i magi con i loro ricchi doni. Ma prima
i pastori, i poveri, perchè sono lì; a due passi dal Signore del cielo
e della terra; quasi a contatto con Lui. Poi arriveranno anche i re
magi, i ricchi, ma un po’ più tardi perchè dovranno percorrere un
lunga! cammino per riuscire a trovarLo e a inginocchiarsi dinanzi a Lui.
E ancora oggi è così: poveri e ricchi, deboli e potenti, semplici
e li'tterati: a tutti è rivolto il grande annunzio della salvezza. Ma per
i poveri la strada è più breve: essi sono — si potrebbe dire — a portata ili mano del Signore, di questo grande Signore glorioso che viene a nascere in una stalla, al calore di un asino e un bue.
Onesti « poveri » che non sempre ci piacciono, che non sempre
hanno un buon profumo di lavanda, che non sempre sono amabili,
sono li davanti a noi come un segno, come un ricordo di quello che
Gcsi; è per noi. Perchè neppure là l’odore doveva essere molto gradevole, e neppure i volti di Maria e Giuseppe, sfiniti dalla fatica e
dal iravaglio, dovevano essere molto attraenti. Eppure là è nato il
Crisi!) di Dio, che ha lasciato la sua gloria per assumere la nostra
povci là, non a parole, non con vago gesto magnanimo di simpatia, ma
nella triste realtà della nostra miseria, nei suoi aspetti meno piacevoli. w Egli che essendo ricco si è fatto povero per amor vostro, onde,
meli laute la sua povertà voi poteste diventare ricchi », dichiara
rA])ostolo Paolo.
i'.cco perchè il Natale, che oggi è diventato per eccellenza la
festa (lei ricchi, dovrebbe viceversa richiamare ogni credente al senso
della propria responsabilità verso chi soffre, al senso di solidarietà
verso il povero, che il Signore ci manda affinchè possiamo praticamente dimostrare fino a che punto il messaggio del Natale ha conquistato la nostra vita. Non ci vengono chieste grandi cose, atti eroici,
rivoluzioni economiche e sociali; ma semplici atti (« un bicchier
d’acijua... un piatto di minestra... un vestito... una visita » dirà Gesù
nel \ angelo di Matteo) che sommati tutti insieme formano quella catena di fraternità, quella testimonianza reale e concreta che il mondo attende dai credenti.
V oglia il Signore che con questo spirito possiamo celebrare questo \atale. Natale di congiuntura. Natale difficile per molti di noi,
ma pur sempre annunzio del dono ineffabile di Dio agli uomini.
"Come avverrà?,, chiede Maria: non scettico distacco ma fede trepida e ricettiva
IL MISTERO E IL MIRACOLO
“ Concepito per opera dello Spirito
Santo, nato dalla vergine Maria „
Una certezza animava allora la comunità d’Israele in attesa: il tempo
della sovranità divna, il nuovo eone
non si sarebbe affeiinato soltanto mediante un rinnovamento nazionale ma
anche mediante im regno personale.
Ci si preparava quindi al Regno di
Dio attendendo il Messia. La storia
dell’Annunciazione imprime nello spirito del lettore una realtà sconcertante ; Colui verso il quale convergono la
promessa di Dio e' la speranza degli
uomini, il nuovo possessore del trono
di Davide che è anche l’ultimo, il vero
erede della promessa per tutte le famiglie della terra (Gen. 12, 3), il Re
eterno il cui regno non ha limiti, questo Re viene nel suo Regno come
uomo. Ma quest’uomo non accede mai
a questa straordinaria regalità attra
verso un processo umano; non vi perviene in virtù di un’educazione o grazie a una cultura umana o divina, o
ancora in forza delle sue doti naturali. Non diviene l’Uuomo Gesù ; lo è,
fin dal principio. Questa duplice natura non si sovrappone al suo essere,
ma è fin dall’origine inclusa in lui si
che egli non può mai esserne separato. Perciò, con la decisione dell'onnipotenza divina, lungi da ogni incer
tezza e da ogni rischio, con un indicativo futuro quale solo il Signore del
presente e deH’avvcnire può cono«;ere, è scritto cinque volte : « Egli sarà... » (1, 32-33). Ma com’è debole e vulnerabile questo Re, nel seno di sua
madre, nella mancatola e nelle fa^
sce... oppure il suo destino s’impone
immutabile: bisogna dire sì o no, ac
Gettarlo o respingerlo, senza fiotervi
cambiare nulla.
E questo ci porta al vero senso della
nascita verginale. Perchè il bimbo non
è solo chiamato «santo» ma viene
pure definito « Figlio di Dio »? Non è
stato scelto il titolo più aito fra gli
uomini, ma il solo appellativo davvero adeguato, che traduce con esattezza la situazione; è il solo conforme,
infatti, poiché il Re qui entra nel suo
iiMiiiiiiiiiimiiliiiiiiiiiiiiiiiiiii'iiiiiminimin
Uno spirito di stordimento
Isaia 29: IO
In margine al discorso di Paolo VI agli osservatori non cattolici, a conclusione del Vaticano 11
UOsservatore Romano del 6-7 dicembre
scorso riportava in prima pagina il discorso
di Paolo VI agli Osservatori non-cattolici
presso il Concüio Vaticano II, in occasione
della « sacra celebrazione per impetrare 1 uni.
tà dei Cristiani », svoltasi sabato 4 c.m. nella
Basilica di S. Paolo fuori le mura. In seconda pagina è riportata una foto scattata dopo
la suddetta celebrazione. Al centro Paolo VI,
alla sua destra il Card. Bea e gli Osservatori
ortodossi; alla sua sinistra un prelato anglicano. un noto professore protestante e gli
onnipresenti monaci di Taize e dietro tanti
altri personaggi, alcuni dei quali col collo
teso fino allo spasimo per far entrare le loro
facce nella foto ricordo dell’« avvenimento
del secolo »; altri in atteggiamento piuttosto
rassegnato o addirittura seminascosti. Una fo.
to, insomma, che lascia perplessi e che lascia
difficilmente indovinare gli stati d’animo dei
vari personaggi; una foto che rispecchia in
fondo 1 atmosfera che il discorso di Paolo VI
deve aver creato in mezzo a loro, costituita
dagli umori più vari e contrastanti.
Non che il discorso di Paolo VI abbia
mancato di cortesia o di affabilità; tutt altro!
il discorso è pieno di note patetiche, ma e
una melodia che accompagna un testo che noi
riteniamo del tutto inaccettabile, almeno per
coscienze evangeliche.
I PROGRESSI DEL DIALOGO
Paolo VI rivolge agli Osservatori un commosso saluto, alla vigilia della separazione e
rileva i progressi ottenuti nel dialogo duran*
te ì tre anni del Concilio. Si è giunti ad^una
più matura coscienza del problema dell unità: anzi, alla « speranza che il problema
Uon certo oggi, ma domani — potrà essere
risolto; lentamente, gradualmente, lealmente,
generosamente ».
Oli sviluppi del dialogo permettono ora di
parlarci senza essere spinti da sentimenti
cristiani, da pregiudizi, da polemica offensiva. Si è creata una nuova atmosfera, conforme agli insegnamenti di Paolo in 2 Corinzi 12; 20. Peccato che il papa, ricorrendo
ad una citazione biblica, non abbia tenuto
conto del contesto; infatti Paolo condanna le
contese umane in mezzo ai credenti e questo
vale certamente per gli aspetti deteriori della
polemica, ma non può essere riferito al confronto teologico tra le confessioni cristiane,
tanto più che Paolo, dinanzi alle deformazioni delI’Evangelo, usava un atteggiamento non
molto conciliante.
Nè ci sembra più pertinente la citazione
di Giov. 13: 35 per esprimere la necessità
dell’unità visibile dei cristiani, perchè l’amo
re reciproco, nell’Evangelo di Giovanni, sup
pone l’unità della fede e non la sostituisce
non si può dare nessuna testimonianza a)
Signore, confondendo la fedeltà al suo mes
saggio con la nostra «buona volontà» di ap
parire uniti dinanzi al mondo. Tutte le cor
tesìe « ecumeniche » esercitate in questi an
ni e citate da Paolo VI (l’incontro con S, S
il Patriarca Ecumenico, le varie visite d‘omag
gio di alti prelati non-cattolici, gli scambi d
relìquie, ecc.) non tolgono il fatto che le di
visioni rimangono intorno alTessenziale e che
il Concilio Vaticano H le ha consolidate e
non attenuate.
NON PIU* ANATEMI
Paolo VI dedica la parte centrale del discorso ad illustrare gli sforzi delh chiesa
Timorosi delPingorgo postale che
si ag^ava di anno in anno in occasione delle festività di fine d’anno, questo numero del settimanale deve portare ai nostri lettori e
collaboratori il nostro augurio
fraterno di
buon Natale
di un tempo serio e gioioso di
gratitudine al Signore per le
grandi cose che Egli ha fatto per
noi. Il settimanale non uscirà la
settimana ventura; il prossimo
numero porterà la data del 31
dicembre. red.
cattolica per incrementare il dialogo ecumenico e appianare le vie all'unità. « Voi sapete fratelli, che il nostro Concilio ecumenico si è messo in moto verso di voi in molti modi : dalla considerazione che i Padri
conciliari non hanno cessato di manifestare
per la vostra presenza che è stata a loro tanto cara, fino allo sforzo unanime per evitare
tutte le espressioni che non fossero piene di
riguardo verso di voi... fino alla formulazione di espressioni dottrinali e disciplinari atte
a togliere gli ostacoli e ad aprire i sentieri
più larghi e comodi possibile ».
La chiesa cattolica ha manifestato tutta la
sua buona volontà di comprendere e di farsi
comprendere : « essa non ha pronunciato anatemi, ma inviti, non ha posto limiti alla sua
attesa, come non ne pone alla sua offerta
fraterna di continuare il dialogo ».
Si ha qui l’impressione che la chiesa di
Roma non prenda molto sul serio la realtà
delle altre confessioni cristiane e. meno che
mai, la realtà della Riforma. Non sappiamo
se questa minimizzazione del contenuto del
dissenso sia intenzionale o no. Le parole del
papa farebbero pensare che la chiesa cattolica non si sia resa sufficientemente conto dell'importanza della cosa. Infatti Paolo VI con.
fessa «Essa (cioè la chiesa cattolica) avrebbe
desiderato, assieme a papa Giovanni XXIIl
al quale va il merito di questa nostra conversazione ridiventata fraterna e confidente,
di celebrare con voi, alcuni dì voi, 1 incontro
decisivo e finale; ma essa si rende conto che
questa è una fretta troppo umana e che per
arrivare al fine di una piena autentica comunione rimane ancora molto cammino da fare, molte preghiere da elevare al Padre dei
lumi ».
A questo punto pensiamo che gli Osservatori non-cattolici avrebbero ascoltato volentie.
ri un riconoscimento di tutto ciò che essi
stessi e le loro chiese avevano fatto perchè
la chiesa cattolica convergesse verso una più
autentica comunione ecumenica. Non è stato
molto gentile da parte di Paolo VI attribuire il merito di quella <c conversazione » a
Giovanni XXIII, perchè almeno altrettanto
CONTINUA
IN QUARTA P-XGINA
regno attinge la sua esistenza e la
sua sovranità dall’alto. Le riceve (1:
32), e in questo è uomo; ma con l’esistenza riceve al temp>o stesso la sovranità si da essere l’uomo di Dio sulla terra. Più tardi sorsero, nella cristianità, eresie secondo cui, in base a
un’errata comprensione delle Scritture. Gesù non era considerato vero Figlio di Dio che a partire dal battesimo
e dalla risurrezione. Secondo questa
dottrina, Gesù all’inizio è un uomo e
nient’altro che un uomo, e viene in
seguito adottato quale Fielio di Dio a
causa della sua obbedienza. Il pensi^
ro di una gran parte della scuola liberale va pure in questa direzione, e
per questo essa respinge la nascita
verginale. Per questa teologia, Gesù
è considerato come la più alta delle
possibilità umane; l’umanità conserva
qui una dignità di cui essa è, di fatto,
spogliata di fronte al vero Cristo. Il
Cristo reale, infatti, non è una possibilità dell’umanità: Dio solo rende
possibile la sua esistenza. Qual è dunque il contributo dell’umanità? Essa
non porta null’altro che se stessa, la
propria umanità (la natura humana,
come dicevano i teologi d’altri tempi)
e ia propria impotenza: com’è possibile che una donna generi un figlio
senza il concorso di un uomo? Nella
verginità di Maria, quanto nella sterilità di Elisabetta, risaltano a nudo
la debolezza dell’uomo, la sua impotenza riguardo alla venuta del Regno
di Dio.
L’angelo non risponde al « Come? »
di Maria. Le sue parole rivelano e
nascondono al tempo stesso il mistero (...). Ma non fanno la minima
allusione ai miti pagani relativi al concepimento dei semidei nati dall’unione fra gli dei e le figlie degli uomini.
In questa nascita, lo Spirito Santo
non è il Padre che concepisce, ma il
Creatore. Perciò la confessione di fede
significa esattamente «concepito per
opera dello Spirito Santo » e non « concepito di Spirito Santo» (conceptus
de — non ex — spiritu sancto); essa
afferma pure « nato dalla vergine Maria (natus ex — non de — Maria virgine). Con questo «de» il Simbolo
esclude ogni confusione con i miti pagani di concepimento. Con lo «ex»
respinge ogni contributo creatore dell’uomo nelTapparizione di Gesù. Il
« come? » di Maria rimane dunque
senza risposta, e viene esclusa ogni
spiegazione umana. (....).
L’angelo annuncia dimque il miracolo... Il nostro pensiero s’irrigidisce
di fronte a una simile affermazione.
Come dobbiamo immaginarci questo
avvenimento? non ci scandalizzerà?
Dio non abroga le sue leggi, in questo
modo? era necessario, questo? Gesù
non sarebbe altrettanto grande, e non
rimarrebbe lo stesso ai nostri occhi, se
divenisse uomo grazie a un concepimento naturale? e perchè la Bibbia
parla con una tale discrezione della
nascita verginale? non si trovano, in
Matteo e in Luca, affermazioni contradditorie? che cosa dedurne? In ogni caso non xwssiamo -negarlo : la testimonianza relativa alla nascita verginale è indubbiamente contenuta in
quella che la Bibbia rende a Gesù Cristo. Determinate ragioni hanno certo
indotto alcuni autori del Nuovo Testamento a tacere su questo punto.
Ma ciò non significa che essi abbiano
disconosciuto la sua importanza, o
che non ne abbiano saputo nulla e che
questa « leggenda » si sia formata soltanto posteriormente. Senza dubbio
queste preistorie della vita di Gesù
appartengono alla fonte palestinese
alla quale Luca ha attinto. Esse datano dunque dei tempi più antichi della
cristianità. La Chiesa cristiana ha mo
strato profonda saggezza nel conser
vare fermamente nel suo Credo le pa
role « nato dalla vergine Maria », mal
grado le opposizioni del pensiero m.o
derno. Come spiegarsi allora le attuali
difficoltà? Di fatto, l’opposizione moderna non si rivolge soltanto contro il
concepimento miracoloso, ma in realtà cozza contro il miracolo costituito
dall’esistenza stessa di Gesù. Infatti il
nemico della nascita verginale è già
segretamente incline a negare il grande mistero che avvolge Gesù Cristo.
Ma questo mistero è appunto ^ttolineato dalla nascita verginale. Certo,
Gesù è il nostro Re e il Figlio di Dio ;
potrebbe esserlo anche senza la sua nascita miracolosa, come figlio di Giusep
pe secondo la carne. Tuttavia il racconto della nascita miracolosa getta,
fin dall’inizio una luce viva su questo
avvenimento: il Figlio di Dio diviene
uomo. Ciò significa che pur essendo
veramente umano, egli appartiene a
Dio in modo assolutamente diverso da
noi. Egli, certo, crescerà « in sapienza,
in statura e in grazia davanti a Dio e
davanti agli uomini» (2: 52), eppure,
fin dalla sua nascita, egli già è perfetto, è interamente colui che dev’essere.
Certo, una madre umana l’ha dato alla luce, ma non è nato dall’iunanità.
L’evangelista non cerca di stupirci con
un evento miracoloso che esiga la nostra fede. 'Vuole soltanto porre in luce
la natura di Gesù. Tutto dipende qui
dal latto che l’annuncio non concerne
una persona qualsiasi, ma unicamente
Gesù. Luca pone questo racconto all’inizio del suo Evangelo come un grande punto esclamativo, affinchè il lettore riconosca immediatamente con
chi sta per avere a che fare. Oggi,
ancora faremo bene a non disprezzarlo nè trascurarlo. Questo miracolo è
strettamente legato alla venuta di
Cristo, come più tardi lo saranno la
guarigione del paralitico e il perdono
dei peccati : « affinchè sappiate... »
(5: 24). Agli uomini di tutti i tempi
il miracolo della nascita verginale serve dunque a credere il mistero che si
chiama Gesù Cristo. « Il mistero non
poggia sul miracolo, ma piuttosto il
miracolo sul mistero. Il miracolo attesta il mistero, e questo è confermato dal miracolo» (K. Barth).
H. Gollwitzer
(da « La joie de Dieu », pp 16 ss.,
commento relativo a Luca 1: 26-38)
Un messaggio natalizio del segretario
del Consiglio ecumenico delle Chiese
Dio viene,
nostro malgrado
Erode fu così
magi lo infor
Come mai il re
sconvolto quando i
marono della nascita del re dei Giudei? Semplice gelosia professionale
e timore di un pericoloso concorrente? C’era un’altra ragione. Il
bimbo — si diceva — non sarebbe
stato un re come gli altri. I sacerdoti e gli scribi dissero a Erode che
si trattava del Messia, dell’inviato
speciale di Dio. Erode aveva paura
che Dio si occupasse della sua esistenza; era proprio l’ultima cosa
che desiderasse. Occorreva dunque
liquidare quel neonato pericoloso:
una volta compiuto il grande massacro, Erode si sarebbe sentito di
nuovo sicuro. Aveva chiuso risolutamente la porta in faccia a Dio.
Ma Dio è tornato dalla porta di
servizio. Giuseppe e Maria avevano
portato il piccolo in Egitto e, al
momento opportuno, l’avevano tr.anquillamente riportato a Nazareth,
dove « Gesù cresceva in sapienza, in
statura e in grazia, davanti j Dio e
davanti agli uomini ».
Ecco l’Evangelo di Natale; Dio
viene nel nostro mondo a dispetto
di tutti i nostri sforzi per impedirglielo. Quando gli uomini grid.ano:
« Dio è morto », ciò significa semplicemente che egli non è dov’essi
To cercano. Ma Dio trova sempre il
modo di entrare, di entrare discretamente e all’improvviso. Infatti Cristo viene senza chiasso e il Regno
di Dio « non viene in modo da col
pire gli sguardi ». Per avere que
st’anno un Natale autentico, dob
biamo lasciare che Dio « si occupi
della nostra esistenza ». Saremo ca
paci di discernere la voce tranquil
la e ferma di Cristo, fra le voci in
numerevoli che ci assordano con il
loro frastuono?
W. A. Visser ’t Hooft
2
p^. 2
N. 50 — 17 dicembre 1965
6esùi°-qwslo nome di ragazzo ebreo
( j i 11 ' ■ * ì
Lo scandalo deWincarnazione anticipa quello culminante della croce
Gesù è il nome del Salvatore che
l’angelo aveva ordinato a Giuseppe
(Mat. 1: 21) e a Maria (Luca 1: 31)
di dare al bimbo che stava per nascere. Con questo nome l’avrebbero
chiamato i genitori e i fratelli, gli
amici e i compagni, gli avversari e i
detrattori. Questo nome di ragazzo
ebreo sottolinea la piena umanità del
Cristo, indica che egli ha vissuto come noi, condividendo la sorte degli
uomini. Il Salvatore è U Figlio di Dio
incarnato. Tale è la confessione di fede ohe Giovanni domanda alla Chiesa e che egli renderà ancora più esplicita (4: 2): «Gesù Cristo è venuto
nella carne ».
Vi sono uomini che lo contestano.
Chi sono? Due tipi di eresia, in particolare, hanno messo in pericolo la
buona novella di Dio ohe si è fatto
uomo per salvare l’umanità. Nel suo
trattato « Contro gli eretici » Ireneo,
vescovo di Lione a partire dal 178,
combatte un certo Cerinto che insegnava che Gesù era nato da Giuseppe e da Maria, e* non era il Cristo.
Dopo il battesimo, il Cristo, essere divino, sarebbe sceso su Gesù sotto forma di colomba: da quel momento Gesù avrebbe predicato e fatto miracoli; ma prima della morte di Gesù, il
Cristo divino lo avrebbe abbandonato. Gesù soltanto avrebbe vissuto il
Venerdì Santo e Pasqua, mentre il
Cristo sfuggiva alla sofferenza. Secondo questa dottrina — Ireneo pretende che Giovanni avrebbe scritto il
suo Evangelo in reazione centro Cerinto — l’umanità di Gesù viene affer
mata, ma non è quella di Cristo, la
cui associazione con Gesù è solo passeggenro. « Gesù è il Cristo », « Gesù
Cristo venuto nella carne » — le due
confessioni possono essere opposte alle speculazioni della scuola di Cerinto.
Diversa è l’eresia che Ignazio, vescovo di Antiochia, combatte in alcune delle sue lettere scritte verso il 110,
iiimiiiiinmiiiiiniiiiiiiiiiiiiiimii
IMIIIIIIIUIIIIIIIIKIMt
ir. CRISTO Bmiuco
DEL KKK
Purtroppo fra gli adereati al K.K.K. —
la nota organizzazione razzista bianca americana, che tanto ostacola il già difficile processo d'integrazione razziale negli U.S.A. e
che tante vittime ha fatto negli ultimi anni
e ancora recentemente — vi sono dei cristiani. Secondo una notizia pubblicata da
L’Illustré protestant (nov. ’65), si è potuto
udire un pastore aprire una riunione del
K.K.K. con una preghiera di questo genere:
« Ti benediciamo, o Padre nostro, per questi diletti fratelli e sorelle, membri del clan.
Ti odmandiamo di essere la loro guida e, in
modo tutto particolare, ti preghiamo di porre la tua grazia e la tua forza nel cuore di
questa razza bianca caucásica, affinchè possa
distruggere questa scimmiesca razza nera che
oggi è nel mondo. Ti domandiamo di soccorrere con la tua grazia la nostra nazione. Distruggi, te ne supplichiamo in nome di Cristo, il movimento comunista nel nostro
paese ».
Appunti pastorali
Immigrati
dai nostro “profondo Snd„
Non sa nè leggere nè scrivere, e Dio sa come abbia fatto a imparare
a memoria tanti passi della Scrittura. Li manovra, i versetti, come una
spada lampeggiante, e colpisce giusto: ora se ne serve per rispondere
all’avversario, ora per ritrovare forza e consolazione e guida. Questa
donna, questa « sorella », la chiameremo Carmelina, Ce ne sono tante
di Carmeline, nel nostro profondo Sud.
Venne su qualche anno fa. col marito e una banda di ñgliolini che
strada facendo s’è accresciuta; preferirono alla città un borgo di montagna che forse ricorda quel paese natio ohe solo i figli dimenticheranno.
Quando arrivarono, certo su indicazione di qualche compaesano, procedettero alla occupazione di parte d’una casaccia abbandonata in cima
al borgo'.
Non so, ma forse non avevano mai avuto cinque stanze cos’ grandi
e l’acqua a due passi, e una balconata dalla quale si vede tutta la terra.
Ma so che l’abitazione era squallida, senza luce, con gli infissi a pezzi;
e Carmelina non aveva un soldo, neppure i>er sfamare la banda dei
figli. Il paese — quella trentina di famiglie campagnole chiuse e orgogliose — si commosse : rimbiancarono la casa, rifecero rimpianto della
luce, ripararono gli infissi e rabberciarono i pavimenti; fornirono una
quantità di mobili, compresa una cucirla nuova, completa
La donna, fino dal primo giorno, proclamò che era protestante; lo
disse al prete, che non abita in paese, e alle monache del capoluogo,
10 proclamò ai clerico-comunisti locali. Era una franchezza pulita, proprio al .suo posto perchè inopportuna. Aveva bisogno dì tutto, era una
dei mille meridionali che arrivano a sovvertire usi e costumi, ... un cauto
nicodemitismo, un’abile mimetizzazione, a molti sarebbero sembrati più
che logici. Invece no. Umile e decisa — questa piccòla donna del Sud,
analfabeta e povera — cap'i ohe quella era l’ora risolutiva; se avesse mollato, l’avrebbe fatto per sempre. Ed ha messo in gioco qualcosa di più
d’una carriera avviata, delle relazioni coi vicini di casa, della scccciatura del nonconformismo. Era chiaro che sarebbe bastata la replica
d’una chiusura, d’una passiva intolleranza del paese, a far precipitare
una situazione ohe non aveva sostegni.
Il paese reagì bene (ma Carmelina dice che « Dio ci apri delle
porte »). E tutto fu fatto liberamente, senza campane a stormo e senza
certificati di benemerenza ; una solidarietà ch’era anche franca ri.sposta
alla franchezza d’una professione di fede. Infatti, è facile osservarlo, le
difficoltà maggiori nella fede le incontrano i mezzicredenti, perchè il
mondo con una logica implacabile attacca le crnvinzioni malcerte:
ognuno dà la sua spintarella alla pila di sassi sull’angolo della strada:
sono malconnessi e stan su per miracolo, c’è gusto anche a vedere un
creilo.
Inoltre, è pura fantasticheria delle conventicole « religiose » credere
che « il mondo » sia fatto di cattivacci che ignorano la solidarietà ; il
mondo degli uomini autentici ha, spesso, un vantagggio sulle chiese.
Non fa suonare la tromba quando fa « limosina », non tenta uno sfruttamento — sia pur solo psicolcgico — della carità. Certo, noi diciamo
che citare degli esempi è utile perchè incoraggia gli altri, edifica i credenti. E questa può essere solo una esemplificazione dell’inerzia, della
nonincisività dela testimonianza evangelica nelle chiese: non è Cristo
11 modello, l’esempio? non è Lui il suggeritore perenne?
Carmelina mise due figli in collegio, dalle monache. Erano due
bocche sfamate, i vestiti e la scuola assicurati. Ma quando, nonostante
richieste e suppliche, è stato chiaro che le monache intendevano « papistizzare » i figli. Carmelina ha detto il suo « no ». Ecco che in un paese
vicino trova una giovane convertita (mentr’era in Svizzera a lavorare);
ecco che si fa scrivere al Culto Radio, e poi alla chiesa della città viclr a ■
e prova a dividere la mezza-fame con tutti i figli, e prega, supplica il
Signore. I due bambini sono ora in un nostro istituto.
Domeniche fa è scesa in città, era al culto nel tempio. All’entrata,
e poi aH’uscita, questa donnina esile, marcata dagli stenti e dalle gravidanze, inconfondibilmente meridionale, abbordava le persone che andavano in fretta per i fatti propri. « Fratello, sorella, la pace del Signore
sia con te». Strano, queste sono parole da pastore, roba da liturgia; e
questa donna sembra rimpannucciata di cose americane da « mercato
delle pulci»: e con le mie 180 mila mensili sulle quali non piove (5 mila
di contribuzione, la coscienza è a posto), ho fuori la macchina che mi
farà impazzire col motore bagnato • « curiosa » questa donna, non farà
mica la protestante per chiedere soldi? Giriamo largo: « ... on giorno»!
Eppure questo è il « nostro » profondo Sud, dove a volte noi andiamo
con una goffa grinta da proconsoli o l’albag'a d’un_ governatore in colonia; un Sud che rifornisce le comunità di creature vive, nuove. Creature economicamente forse fragili, poco apprezzabili per il mondo, ma
capaci di esercitare il sacerdozio universale e dirti con tranquilla certezza : « Fratello, sorella, la pace del Signore sia con te ».
Luca
mentre era condotto a Roma per subirvi il martirio.
Questa volta, l’umanità di Gesù è
totalmente negata. Gesù Cristo è un
essere divino che si sarebbe accostato
agli uomini, rivestendo una apparenza di corpo umano. Dell’uomo, non
aveva che l’apparenza. Poteva essere
altrimenti, dato che la materia era
irrimediabilmente contaminata dal
peccato? A questa eresia del docetismo (da dokéo: parere), Ignazio oppone un credo che insiste sulla piena
umanità di Gesù, realmente partorito,
realmente condannato, realmente crocifisso, realmente risuscitato dai morti. « Gesù è il Cristo », « Gesù Cristo
venuto nella carne » — le sue confessioni possono anche affermare la fede
cristiana di fronte all’errore doceta.
Tuttavia, l’identificazione degli avversari che Giovanni ha in mente
non ha valore se non nella misura
in cui ci permette di comprendere che
cosa tale polemica ci insegna egggi.
Quale tendenza ha spinto gli uni a na
gare che Gesù sia im uomo come noi,
e gli altri a contestare l’identità del
Cristo divino e dell’uomo Gesù? Questi uomini non hanno agito con intenzione cattiva. Il fatto che Gesù si mischi alla materia e si mescoli con noi
fino al punto di diventare un uomo
in carne e ossa, anima e spirito, era
per loro semplicemente intollerabile.
Dio è troppo elevato perchè lo si possa immaginare sofferente e morente.
Pensare che si sia fatto così povero
della sua divinità e cos’i ricco delle nostre angosce, no, sarebbe mancargli
di rispetto-, profanarlo...
La vera ragione è ancor ;iiù profonda. Se Dio si abbassa fino a prendere forma di servo e a morire sulla
Croce, questa umiliazione, prima di
arricchirci, impoverisce noi puce. Chi
siamo, perchè Dio debba venire a cercarci cosi lontano, così in basso? Se
è sceso fino a noi, ciò significa che
non possiamo salire fino a lui! L’incarnazione reale, totale del Figlio divino in Gesù è un verdetto spietato
pronunciato sulle nostre qualità di
cuore e di spirito. La sentenza è crudele. L’apostolo Paolo parlava dello
scandalo della Croce. Giovanni, da
pane sua, allude allo scandalo della
incarnazione, di cui la Croce è la conseguenza naturale. A nessuno piace
farsi criticare. Quanto più gli è difficile ammettere la critica spietata con
tenuta nel mezzo che Dio ha utilizzato per attirarci a sè.
I tempi sono mutati, ma Dio e gli
uomini sono rimasti gli stessi. I-a tentazione di andare a Dio senza passare
da Gesù Cristo, perdura. Non. sarebbe
molto p'iù comodo evitare uh Dio divenuto uomo? Non sarebbe molto più
facile considerare Gesù un profeta geniale il cui insegnamento sul Dio paterno e suU’uomo fraterno è valido
in sè, indipendentemente dalla^, persona per dii l’ha divulgato? Gli uomini
del Nuovo Testamento non la pensano cosi: « Chirmque nega il Figlio —
venuto nella carne ! — non ha neppure il Padre» (v. 23). Non c’è scorciatoia che conduca al Padre evitande
Gesù Cristo, che è la Via. Spesso ci
pare che debba esserci una scorciatoia; Se ci incamminiamo per questa
strada ci accorgeremo che, come le viste dei taglialegna che si perdono nel
sottobosco, non porta alla meta. Per
riprendere l’immagine di Calvino,
« comme la lumière du soleil s’épaiid
jusqu’à nous par ses rayons, ainsi la
connaissance de Dieu n’a point été
communiquée que par le Christ».Per
vedere il sole, bisogna accettare il
raggio che ce ne reca lo splendore,
cioè Cristo • « Colui che confessa il Figlio — venuto nella carne — ha anche
il Padre ! ». M. Kohler
{da « Le coeur et les mains », pp. 86
ss., commento relativo a 1 Giov. 2 :
22-2,3).
PERSONALIA
Marvi Revelli si è brillantemente
laureata in lettere clas3iche presso
runiversità di Genova ottenendo il
massimo dei voti e lode. Alla neo-dettoressa rallegramenti e auguri da patenti ed amici.
E’ in corso di stampa il volume contenente gli
Atti e documenti dei li Coogresso
delle Chiese Evangeliche Italiane
Il volume, dello stesso formato dei fascicoli dei Documenti Preparatori del Congresso (24x16,5) consterà di circa 250 pagine e ccnterrà fra
l’altro :
I verbali del Congresso - Il testo degli o.d.g. e dei documenti conclusivi votati dal Congresso - Il testo delle relazioni e delle comunicazioni - Il testo delle predicazioni - Il testo delle conferei-ìze pubbliche - Il
testo dei messaggi di apertura e di chiusura del Congresso L'elenco
dei Membri, degli Osservatori e degli Invitati - L’elenco dei quotidiani
e dei periodici, italiani ed esteri, che si sono occupati del Congresso.
Prezzo del volume: L. 1.800
Per chi prenoterà il volume non oltre il 15 gennaio 1966, versandone
il relativo importo, il volume verràT.ceduto a L. 1.3(K),
Indirizzare le ordinazioni al Pastore Mario Sbaffi, Via Firenze 38,
Roma, servendosi, per i versamenti, possibilmente del c.c.p a lui intestato', n. 1/31882.
Chi desideri ricevere anche i due fascicoli dei « Documenti Preparatori », i quali constano di 176 pagine, aggiunga al prezzo del volume L. 300
specificandone la causale.
lihri
Altri scritti di Karl Barth
offerti al pubblico italiano
KARL BARTH - Filosofia e rivelazione. Introduzione, traduzione e
note di Valdo Vinay. Silva, Milano
1965, p. LXX 520, L. 5.C00.
E’ profondamente rallegrante che il grande teologo riformato cominci a poter essere
letto anche nella nostra lingua! Dopo « La
proclamazione delI’Evangelo » (Boria), « Immortalità » (Claudiana), l’interessante « Antologia » (Bompiani) curala da Emanuele Riverso, ma soprattutto dopo « L’Epistola ai
Romani » (Feltrinelli) curala nella versione
italiana, con un’ampia introduzione, da Giovanni Miegge, ecco rEditore .Silva pubblicare, nella sua « Collana filosoiiea », una raccolta di saggi a cura di Valdo Vinay. il quale. oltre a darne la traduzione corredata di
note, ha scritto un ampio saggio introduttivo (e ci rallegra in modo particolare che
siano protestanti a scrivere l’introduzione ita.
liana ad opere protestanti tradotte). I saggi
contenuti in questo volume sono: a Anseimo
di Canterbury. Fides quaerens intellectum. La
prova deH’esistenza di Dio secondo Anseimo
e il suo prograrnma teologico », e tre capitoli della monumentale « Die protestantische
Theologie im 19. Jahrhundert », quelli dedicati a Rousseau, a Hegel e a Schleiermachef. Il volume esce in questi giorni, e in
attesa di presentarlo più ampiamente, ci affrettiamo a segnalarlo con vivo piacere.
biamo capire Timportanza di questa
presenza protestante nel mondo della
cultura e sentirei solidali con chi la
vive.
Storia antologica dei problemi filosofici, diretta da UGO SPIRITO:
Religione, a cura di MARIO
MIEGGE. Sansoni, Firenze 1965,
p. 1310 L. 12.000.
Presentata a Roma
Pantologia religiosa
curata da M. Miegge
Sabato 20 novembre, nella sede della Casa Editrice Sansoni a Roma, è
stata presentata la « Storia antologica dei prcblemi filosofici», opera in
otto volumi diretta da Ugo Spirito, titolare di filosofia teoretica airUniversità di Roma, alla cui realizzazione
hanno partecipato vari collaboratori.
Quest’opera è un tentativo nuo'vo
nella storia della filosofia, in quanto
risponde alla esigenza di spostare,
nei limiti del possibile (perchè la personalità dei singoli curatori non può
non ap'parire, anche se si tratta di
un’opera antologica), il compito di interpretare la storia della filosofia dall’autore dell’opera storiografica al singolo lettore, che viene spesso direttamente di fronte alla fo'nte della ricerca.
Ma la cosa ha per noi evangelici
un interesse particolare perchè alla
realizzazione dell’opera ha contribuito
largamente un nostro fratello, Mario
Miegge, che ha curato il grosso e impegnativo volume sulla religione. Dob
Letture
per i ragexzi
Fra le molle collane per la giovenU'i. una
delle migliori, die già molle volle a!>biamo
avuto occasione di segnalare, è ciucila dedica«
la clalTeditore fiorentino Bemporad-Marzocco
a u 1 premiati del mondo ». La ca.^a. specializzata in letteratura infantile ad alto livello pedagogico, raccoglie in que.sta lollana
le migliori opere di narrativa contemporanea
per fanciulli e giovinetti, premiate uri vari
paesi, tese ad illustrare in modo narrativamente e pedagogicamente esemplare e vìvo,
aspetti e problemi della vita contemporanea
nei vari paesi del mondo; alcuni stanno già
diventando dei classici.
Ricordiamo i migliori dei volumi fin qui
usciti (L. 1.500 cad.):
BRUCKNER: Il gran sole di Hiroscima
DELL : LHsola dei delfini blu
CHAUNCY : Il segreto della valle
GUILLOT : Griska e Vorso
REBOUL: La neve deve restare bianca
jURGIELEWICZ : Lo straniero
Due opere sono di italiani :
FANCIULLI: Saltafrontiera (L. 1.200)
BALLA RIO: L'erba cresce d’estate
In questa collana, quest’anno, sono uscite
le seguenti tre novità, che ci ripromettiamo
di presentare prossimamente :
KRUMGOLD : / pascoli delValtopiano
URBAN : La scuola di bambù
DEI : La storia di Madur
11 Centro Biblico di Napoli ha pubblicato
due opere illustrate, la prima per ragazzi, la
seconda per giovinetti:
A. TOZZI: Michelino - Pagg. 64. L. 400.
Un ragazzetto di un paesino delLItalia meridionale una domenica incontra un suo
coetaneo... Da quel momento tutto un seguito di eventi lo porta a mutare il suo
atteggiamento.
VERNON HOWARD: Ei oi niissioiiari - Ed.
Centro Biblico, Napoli 1965, pp. 144, con
numerose illustrazioni, L. 750. Una serie
di vivaci profili missionari, dallTndia, alla
Cina, al Labrador, alle Ande, al Congo.
VERSO L\ FEDERAZIONE EVANGELICA ITALIANA
Per un organo di stampa unitario
Si è riunito a Roma, il 1» dicembre
1965 il Comitato per l’Organo Unitario
di Stampa, convocato dal Consiglio
Federale delle Chiese Evangeliche Italiane, in seguito alla decisione del Secondo Congresso Evangelico.
Il Presidente del Consiglio Federale,
pastore Mario Sbaffì, insediando il
Comitato, ne ha delineato i compiti
che si riassumono nella formulazione
di una dccumentata oroposta circa il
contenuto, la struttura, la periodicità,
rorganizzazione ed i cesti dì un Organo di stampa unitario.
Tale proposta sarà presentata alle
varie chiese ed opere tramite il Consiglio Federale.
Alla riunione hanno preso parte i
rappresentanti delle Chiese:
AVETE RINNOVATO
IL VOSTRO
ABBONAMENTO?
Chiesa Valdese
Chiesa Battista
Chiesa Metodista
A. M. E. I.
Chiesa Avventista
Chiesa Apostolica
Il Comitato ha avuto un primo
•scambio di idee sui vari aspetti posti
dal futuro Organo di stampa unitario, registrando una ampia cenvergenza di vedute sulla impostazione e sul
contenuto di tale Organo. Ha quindi
affidato a tre sotto-commissioni il compito di apnrefondire lo studio dei problemi tecnico-finanziari, organizzativi
e di contenuto.
Si prevede che la formulazione definitiva del progetto del nuovo Organo di stampa possa essere condotta
a termine entro maggio 1966, per essere sottoposto aH’esame delle*^ Assemblee deliberanti delle singole Chiese.
L'editore Bompiani presenta, olire ad" alcuni titoli da noi già recensiti nella collana
economica « I dellìni d’acciaio », due belle
opere in elegante veste tipografica, riccamente illustrate :
Cento favole di animali, a cura di Margaret Green (L. 2.800).
Le mille e una notte, a cura di Hedwig
Smola (L. 3.000).
PAMELA L. TRAVERS: Le avventure di Mary Poppins - Bompiani « I delfini d’acciaio » - 4 voli. L. 9(K)
caduno (6-10 anni).
Il (lira dei 5 Oscar, giralo quest'autunno
in Italia, ha fatto ringiovanire Mary Poppins, la governante inglese che ha esilarato
tanti bambini con tutte le sue avventure.
La Casa Bompiani presenta nei Delfini d'acciaio i 4 volumi che compongono l'epopea
di Mary Poppins e cioè : Le avventure di
M. P., M. P. ritorna, M. P. apre la porla,
M. P. nel parco. E’ questa donna una misteriosa figura, ora dolce ora arcigna, che arriva sempre — con l'ombrelio, la valigia di
stoffa, il cappello col tulipano — sulle ali
del vento quando 3 dove c’è bisogno di lei
e se ne va, col vento, quando il suo compito
è finito. Cosa ha insegnato? Che la gioia porta su, in alto, e che per raggiungerla non
ci vuole molto : un po’ di bontà e il saper
trovare un tantino di quella poesia che è
nascosta nella vita B. Subilia
3
17 d’ccmbre 1965 — N. 50
pag. 3
unn connu cnn penso
r
L
racconto
I
j
A ache io — come ogni uomo — sono
una canna che pensa, secondo la
definizione di Pascal. E i miei pensieri
sono diversi ; penso a ciò che dico, ma
contemporaneamente penso anche
dentro di me. Non tutto quello ohe
penso è riferibile e la scusa è sempre
pronta per trovare le attenuanti: desiderio di ncn entrare in conflitto col
mio prossimo, necessità di essere indulgente, carità... (Non oso aggiungere «cristiana», loerchè mi sembra di
commettere una profanazione).
Se ne deduce — diciamolo francamente — che sono un ipocrita; ma,
d’altra parte, e ne ho già fatto cenno,
se manifestassi completamente il mio
pensiero interiore ne verrebbero fuori
tante contestazioni e finirebbe la piar
cida convivenza che mi lega agli altri.
Devo accettare il compromesso. E’
lecito? Non so; forse, sonò fatto male.
T^ice il mio amico:
^ E’ bello scambiare quattro ohiacchiere insieme. Passeggiamo tranquilli, senza fretta, in questa mattina decembrina; e tutt’intorno è quiete; la
nebbia contribuisce a velare di mistero
le cose che ci circondano.
So quello che gli posso dire e quello
che non gli posso, non gli devo dire.
E’ un brutto giuoco, ma non può essere che così.
Parlo io:
— Sono contento che tu sia con me,
stamattina. (Ma sarei tanto più contento se fossi in casa mia, con quel
libro fra le mani).
— Quando mi telefoni — continuo
a dirgli — mi fai sempre piacere. ( Sapessi, a volte, come mi dài fastidio,
mentre sono interrotto nel mio lavoro, e come mi irritano quelle solite frasi convenzionali: «Come stai? Hai bisogno di qualche cosa? » Mi vuoi veramente bene e sono io che non riesco
a capire che sei sincero e che mi ami?
Sono io che sono incapace di amare.
E’ cos’,?).
Mi dice ancora, l’amico':
— La nebbia ha mozzato il grattacielo : ora non è che una casetta a
due, tre piani. Anche gli uomini, le
donne, i bambini, sono sfumati; tutto
ciò che ci circonda naufraga come
in un sogno. Pare di trovarci davanti
ad uno di quegli affreschi, con le figure cancellate dal tempo, senza colori. Eppure, ci si sforza d’immaginare i capolavori che furono. Vogliamo
a tutti i costi sovrapporre la fantasia alla realtà.
— Proprio cos^:. Hai ragione — convengo io. (Come sei stupido, con la
tua rettorica! «Nebbie sulla vai padana ; temperatura in lieve diminuzione ». Ricordo, chi sa per quale
procedimento mnemonico, la voce dell’annunciatrice della radio).
— Seno tutti contenti, oggi. Hanno
la « tredicesima » nel portafogli. I ragazzi, poi! Dolci, giocattoli... — prosegue lui.
(Cerne sei scemo! Non sai che cosa
dire. Sono vicende ohe si ripetono da
secoli. I ragazzi... « Signor maestro,
tanti auguri... » E detestano le sue
barbose iezioni...).
TI mio amico ed io abbordiamo pro^ blemi meno banali e siamo portati ad esprimere un giudizio, e il giudi;
zio non si limita agli argomenti, ma si
estende alle persone che li hanno
trattati nei libri, nei discorsi. (Ma
non è detto « non giudicate »? Sì, ma
coloro che non prendono una posizione netta sono « spiacenti a Dio ed
ai nemici sui ». Devo dirlo, al mio
amico, o non devo dirlo?) Allora, atteggio il volto ad un sorrisetto; è un
sorrisetto di scemo, di uomo vile.
— Sai che cosa ti dico? — prorompo infine. — Che mi paragono a una
farfalla.
Il mio amico ride, divertito.
(Brutto idiota; mortifichi il mio
amor proprio, il mio orgoglio. Guardi
il mio volto grinzoso; perciò il mio
paragone ti fa ridere: ma dentro di
me, dentro di me... Dentro di me?
Che cosa c’è in me? Bene e male; più
male ohe bene; siamo sinceri).
— Una farfalla? — interroga il mio
amico. E sorride ancora, di compatimento.
—Si: una farfalla. Non perchè sia
beilo; tutto l’opposto. Ma è bella, la
farfalla? S", se la vedi volare, se guardi le sue ali screziate, variopinte. Ecco: l’afferro per le ali. I polpastrelli
mi s’impolverano d’argento e d’oro.
Bella! Ma ora la capovolgo. E' un
verme schifoso. Ora ti dico tutto, ti
dico tutto. Sono così anch’io. Le mie
ali sono lo spirito; volo; volo fino a
un certo limite, s’intende. Poi tomo
a terra, perchè sono anche im verme
e non dosso fare a meno di saziare
questo verme. Una volta sazio, mi libro ancora in alto; poi ridiscendo a
terra, poi risalgo... Capito?
— Capito — fa lui.
(Che cosa pensi? Che non ho detto
nulla di originale? Non so; può darsi;
forse, altri l’hanno detto, l’hanno
scritto; non so; ma sei sciocco se ti
fai beffe di me).
Camminiamo ancora nella nebbia
che è diventata più fitta. Ci
sembra di trovarci in un deserta. Più
ancora; ci pare di essere fra le nuvole. Sono tutti in catalessi, gli uomini? No: non esiste più nessuno. La
città è sparita. La nebbia l’ha di.sintegrata. Non c’è più terra, non c’è
che spazio spazio spazio infinito..
Questa immensità ci gonfia il cuore.
Siamo diventati seri, vale a dire
sinceri, senza finzioni.
— Farfalla o canna? — mi chiede.
— Canna. Perchè la canna pensa, e
il pensiero è un’ala...
Ci guardiamo negli occhi, ci prendiamo a braccetto.
— Una canna che pensa — dico io.
— Una canna che pensa — conferma lui.
Pensiamo a Coiui che si è incarnato per ricordarci che abbiamo le ali;
pensiamo che se il verme ci fa precipitare a terra. Egli, ogni volta, ci dà
sempre le ali per librarci in alto.
Alberto Guadalaxara
y O V l T .r CLAVDIANA
VALDO VINAY
Luigi Desanctis
e ii movimento evangeiico
fra gii itaiiani durante ii Risorgimento
Il nuovo volume della Collana della Facoltà Valdese di Teologia.
370 pagine; L. 3.500 - Rilegato in tela: L. 4.500.
La biografia di una delle figure dominanti nella prima evangegelizzazione italiana. Da teologo del Sant’Uffizio e parroco nella Roma di Gregorio XVI e di Pio IX, a evangelista e professore nella
Chiesa Valdese: una eccezionale testimonianza di coerenza e di fedeltà all’Evangelo nel quadro storico degli anni decisivi per l’evangelizzazione in Italia.
Un libro che aiuta a comprendere la situazione attuale dell’evangelismo italiano, l’origine delle sue divisioni e le possibilità di unione. Un libro che le giovani generazioni dovrebbero leggere per comprendere meglio il nostro presente.
Ordinate subito la vostra copia!
A bhonameniì
1966
L’Eco delle Valli - La Luce, interno L. 2.000; estero L. 3.000.
La Scuola Domenicale, L. 1.000.
Per questi periodici, effettuare i versamenti esclusivamente sul c.c.p. numero 2/17557 intestato a Libreria Claudiana, Torre Pellice (Torino).
L’Amico dei fanciulli, interno L. 750,
estero L. 1.000.
Per questo mensile effettuare i versamenti esclusivamente sul c.c.p. numero 2/21641 intestato aUa Editrice
Claudiana, Via Principe Tommaso 1,
Torino. Quest’ultima raccoglie P;Ure
abbonamenti a periodici italiani e
stranieri.
Premio di fedeltà a chi ci procura
nuovi abbonati.
E’ stato fatto lo sforzo massimo
per non aumentare il prezzo, ma con
fidiamo molto nei doni, e ringraziamo con molto calore i lettori che già
ce li hanno fatti pervenire con generosità.
Chi desidera copie di saggio gratuite da distribuire per propaganda in
vista di nuovi abbonamenti può richiederle indirizzando a Torino.
OPERA DI ASSISTENZA Al CARCERATI
Fui firigionierommm
Il lavoro continua a svolgersi niolto
modestamente, col suo ritmo abitua
le: corrispondenza, invio di letture,
pacchi, aiuti finanziari.
Il numero dei corrispondenti regolari si mantiene per lo più sulla quarantina: purtroppo non ho potuto seguirli come avrei voluto, a causa delle
molte mie occupazioni; spero di poterlo fare meglio in avvenire. A questi si aggiungono altri, che chiamerei
« occasionali », specialmente per le ricorrenze di Natale e Pasqua.
Il numero dei collaboratori — cioè
di persone che hanno chiesto dei nominativi ai quali scrivere — si è via
via accresciuto. Sono ormai una diecina di persone che, alcune già da
anni, si interessano a due, tre, quattro o più carcerati, e .se ne occupano
in modo fattivo e regolare. Segnaliamo alcune studentesse universitarie
di Roma, non tutte evangeliche, che
hanno desiderato avere dei nominativi e si sono messe all’opera con giovanile entusiasmo. A queste fedeli collaboratori e collaboratrici im grazie
di cuore per il loro valido aiuto.
Desidero ringraziare in modo particolare il «Messaggero Cristiano» di
Valenza Po, che o^J anno fa dono
di una trentina di copie del calendario « Il Buon Seme ». Esso è molto an
NOVITÀ' CLAUDIANA
Collan.i: « / Testimoni »:
GIORGIO TOURN
Dietrich Bonhoeffer
e ia Chiesa sotto ii nazismo
Pagine 88, 8 tavole f.t., copertina a 2 colori, L. 650
Una voce profetica del nostro tempo — straordinariamente viva ed
attuale — che la furia nazista non è riuscita a far tacere. I martiri
della « Chiesa confessante » tedesca parlano ancora. Ascoltiamo il
loro messaggio!
Un libro particolarmente pensato per i giovani, ma ricco di interesse
per ogni età. Una pagina di storia troppo poco nota in Italia.
prezzato, e chi lo ha ricevuto una volta, lo reclama l’anno successivo.
Ecco quanto scrive uno dei lettori
(B. G., Sulmona): «Ogni mattina,
sfogliando il Calendario che mi ha
mandato, trovo qualche versetto della
Sacra Scrittura, ora un passo del Vangelo, ora un passo dell’Antico Testamento; mi fa molto piacere leggerlo.
Se realmente tutti gli uomini volessero prendere alla lettera tutto ciò
che c’è scritto, si vivrebbe felici e contenti e senza alcun odio ».
Nella mia circolare del 1963 vi avevo parlato di un detenuto evangelico,
attualmente a La Pianosa, che, ovunque è stato trasferito, si è sempre
preoccupato di far conoscere l’Evangelo ai suoi compagni.
Qualche tempo fa egli mi scriveva:
« Sono molto contento che mia mamma e mia sorella mi scrivono che hanno trovato la pace nel loro cuore, che
Gesù è il vero Salvatore; mi parlano
che si sentono felici e il loro cuore è
pieno di gioia. Io ho pregato i>er ben
18 armi, e pregherò sempre perchè la
vittoria sarà di nostro Signore... ». E
recentemente egli _mi scriveva che anche la moglie e là figlia, finora contrarie aH’Evangelo, e per le quali aveva sempre pregato, hanno finalmente
aperto il loro cuore alla verità.
Non è forse un grande esempio di
perseveranza nella preghiera, che ci
viene da questo umile detenuto?
Anche quest’anno è stata spesa una
somma considerevole per i liberati dal
carcere. Si tratta per lo più di aiuti
per pagare l’affitto di una stanza, o
debiti contratti durante un periodo di
disoccupazione, od altre simili necessità.
Inoltre si è presentato il caso di
uno, che conosco personalmente, già
liberato da diversi anni, ricoverato
per invalidità in una specie di ospizio, e che a un tratto si è visto gltmgere l’avviso di ama multa di parecchi
anni prima, che credeva già scontata.
Se non pagava subito, era il carcere.
Là dove si trovava nessuno conosceva
i suoi precedenti, egli godeva la stima
e il rispetto di tutti; sarebbe stato
per lui una cosa terribile l’essere arrestato. Che fare? Non ho esitato a
inviargli d’urgenza la somma necessaria (L. 35.000).
Altro caso consimile: am carcerato
che, potendo uscire, aveva già im posto in vista, ina gli mancaVa ancora
una certa somma per finire di pagare
la multa: gliela abbiamo inviata.
In linea di massima non accogliamo le richieste di aiuto per multe da
pagare o compensi da dare ad avvocati, perchè non è possibile mettersi
su questa via: ci vorrebbero dei capitali! ma questi erano casi partico
lari.
Ciò vi spiega lo « sbilancio » ( Lire
40.000) che presenta quest’anno il nostro bilancio (L. 650.000). e che speriamo di poter coprire presto, grazie
alla vostra generosità.
E sul vostro fedele aiuto contiamo
per il lavoro assistenziale del nuovo
anno. Qualunque offerta, anche minima, sarà accolta con riconoscenza.
Saranno pure molto graditi oggetti
in lana (maglie, maglioni, sciarpe, calze), tanto più che abbiamo ricevuto
richieste di indumenti invernali.
Ma contiamo anche molto sul vostro appoggio morale e sulle vostre
preghiere.
Grazie anticipate a tutti! Con fraterni saluti. Selma Longo
N. B. - Il mio indirizzo definitivo, di
coli vi prego di prendere nota, è il
seguente: Via Rompicollo 5/14 - Torre Pellice (Torino).
mjliarili di lire spese
i aoDo uel mondo per le armi
Secondo dati raccolti dalla FAO,
si spendono ogni anno nel mondo oltre duecento miliardi di dollari (circa centotrentamila miliardi di lire)
per gli armamenti, e solo quattro miliardi e settecento milioni di dollari
— cioè poco più del 2"/o delle spese
militari — per aiutare i Paesi sottosviluppati. Intanto un mUiardo e
mezzo di persone (il 60“/o della popolazione del globo) è sottoalimentata
e ogni anno circa quaranta milioni
di persone muoiono di fame.
I LE¥¥ORI CI SCRIVONO
Troppo zelo
0 troppo poco?
Una lettrice, da Sanremo, al fratello
Luigi Braccia di Roma:
Ricorda il detto del re di Francia
Luigi XIV, a cui penso sovente, anche nel caso della Sua lettera pubblicata in questa rubrìca nel n. del
26-11-1965: «... et surtout pas trop
de zèle!». Secondo me, il protestantesimo può essere propagato in discussioni. nelleserapio che diamo, nel
nostro modo di vìvere: ma ritengo un
po spinto far propaganda mediante
foglietti il lo novembre al cimitero.
^el caso inverso, che cosa direbbero i
protestanti se in un paese protestante
1 cattolici venissero a fare la medesi•Ila cosa?
Naturalmente per la nostra causa
c bene avere uomini zelanti quahè
Lei, caro fratello, e i suoi amici, ma...
<^hi va piano va sano.
Dobbiamo essere riconoscenti che
oon Tecumenismo della Chiesa cattolica abbiamo ottenuto maggiore libertà e che siamo già andati un pezzo
avanti; quindi mai provocare, avere
pazienza e... surtout pas trop de zèle!
Cordialmente L. P
Ricorderà che Vavvertenza sul mo
^0 la davo, nella mia postilla redazio^^ale, ina non abbiamo la minima raSione di dubitare del modo usato dai
nostri fratelli in questione. Non sono
poi d'accordo con Lei, e penso che,
considerando le nostre comunità e
^oi stessi, bisognerebbe dire alVoppo« ...et surtout, pius de zèle! ».
Noi non propagandiamo il protestantesimo, ma predichiamo VEvangelo: e '
proprio il « giorno dei morti » è uno
di quelli in cui il distacco della vita
cattolica (e non solo cattolica!) dalVEvangelo del Risorto si fa sentire
più • marcato. Nè mi pare accettabile
la Sua applicazione odierna del vecchio principio politico « cuius regio
eius religio ». il che tradotto in termini spiccioli suona « paese che vai
religione che trovi ». Non si tratta di
cortesia, di opportunità, di « pace
confessionale », ma di verità c di passione per la verità. Se U immagina,
gli apostoli, con il Suo motto? sarebbero forse andati sani, ma certo non
sarebbero andati lontani! E infine:
noi non godiamo oggi di maggiore libertà per benigna concessione delia
Chiesa romana: certo, noi siamo lieti
e riconoscenti a Dio che, nel suo insieme. essa cominci a comprendere e
a vivere un atteggiamento sotto certi
aspetti più libero e liberale: ma la
libertà non V abbiamo ricevuta da
lei: l'abbiamo ricevuta da Dio. e pei
secoli si è lottato e sofferto per essa,
e ci siamo spesso trovati, quali compagni di strada e di lotta, degli atei o
degli agnostici, mentre i « fratelli »
indurivano il cuore. Occorre dire
molto chiaro che Roma viene buona
ultima, o penultima, su questa via,
anche se ci stiamo abituando a sentir
proclamare fra nubi d'incenso cose
che cristiani e non cristiani hanno
detto due, quattro, sette e forse più
secoli fa.
Quindi... (t surioui, plus de zèle! »;
certo, con discernimento cristiano
Cordialmente c
Parlare della pace,
adoperarsi
per la pace
Ln lettore, da Roma:
Gentile direttore.
leggendo sul n. del .3 dicembre
rinvilo della Giunta del Consiglio Fe.
derale delle Chiese Evangeliche d ltalia a dedicare il culto di domenica 12
corr. alla pace nel mondo, mi sono
chiesto per quale motivo v'è stato un
ritardo di giusto due settimane. Mi
spiego : sabato 27 novembre ci sono
state nelle principali città italiane
« veglie » per la pace nel \ iet Nam,
in solidarietà con gli americani contrari alla politica estera del loro governo. Ebbene, a Roma. aUa cui manifestazione ho partecipato con alcuni
giovani evangelici, la voce delle chiese evangeliche è stata nulla o quasi,
se si tralascia il fiacco intervento del
past. Foligno. E non mi risulta (posso anche sbagliare) che altrove sia
stato portato il messaggio di cui parla il past. M. Sbaffì : « La Chiesa ha
un proprio messaggio ed un proprio
appello da rivolgere agli uomini», sia
ai « guerrafondai y> « sia a quelli che
nel campo sociale e politico si affaticano per affermare il principio della
pacifica convivenza fra i popoli e si
adoperano per organizzare azioni e
manifestazioni pacifiste ». Ottimo; ma
allora perchè non ci siamo mossi, e
molte «Unioni» purtroppo a.spettavano
una spinta, per partecipare il 27 novembre insieme a tutti, e parlare loro
del nostro messaggio. Cosa significa
adesso essere solidali con coloro che
desiderano la pace, rinvigorirli con
la Parola di Cristo, anche se fanno
parte dei partiti di sinistra, quando
non ci uniamo globalmente ad essi
nelle loro attività? Quanti si aspettavano quella sera a Roma nel teatro
Adriano un messaggio delle chiese
evangeliche! Ci sono voluti gli studenti della Facoltà di teologia per
compilare un breve ma significativo
messaggio; purtroppo sono stati scartati alla fine, inspiegabilmente. Ciò
comprova che quella sera ci doveva
essere maggior appoggio. Non è mai
troppo tardi, dirà qualcuno: ma con
questo passo a rilento la nostra voce
verrà sempre più soffocata dalle altre.
E inoltre lei. direttore, in risposta
a Liliana Munzì, sempre nello stesso
numero, diceva : « Molti pacifisti non
hanno nessun bisogno di Cristo o
tutt'al più lo considerano un “maestro“ utilizzabile ai loro ideali ». D‘ac.
cordo; allora portiamo in queste manifestazioni pacifiste il messaggio di
Cristo e facciamo intender loro che
non Lo si deve considerare un appoggio per i nostri ideali, ma che bisogna nel Suo nome predicare la pace.
Grazie e cordiali saluti
Eli Peyrot
Non credo che sia giusto definire
« fiacco » il discorso pronunciato dal
Past. Foligno (ne abbiamo pubblicato
il testo nel numero scorso), forse un
po' generico. D'altro lato, mi chiedo
se il messaggio evangelico è veramen
te un appoggio alle iniziative pacifiste.
umane: è comunque anche un richiamo, un giudizio, uno sconvolgente in
terrogativo sulla nostra buona coscienza di gente benintenzionata: per questo ci è duro dirlo, ed è ostico alle
orecchie di molti. Pure, certo, va detto. senza pia e tiepida genericità.
g.c.
Borse di studio
e dono di Dio
Un lettore, da Lugano:
Borse di studio a giovani che si impegnino a seguir corsi teologici? Ne
ho letto con un certo spavento. Anzi
in Sinodo pare sì sia piaudito a chi
già avrebbe dato Tesempio lì borse dì
studio a giovani che si impegnino a
seguir corsi teologici. A me pare che
si stia per prendere una vìa deleteria.
Intendiamoci bene, non sono contrario alle borse di studio, anzi. Lo Stato
dovrebbe aiutare i meno abbienti che
domani potrebbero rendere migliori
servizi alla collettività con una preparazione tecnica ed intellettuale. Se
si parla quindi dì borse di studio statali. comunali, private, son senz'altro
consenziente anzi entusiasta.
Ma temo la borsa per chi seguirà
studi teologici. In altre parole col
denaro si comprano delle vocazioni.
Se la chiesa vuol concedere delle borse di studio ai suoi membri fa ottima
cosa, ma non metta condizioni se non
volontà di studio. Il giovane deve poter seguire la sua via senza pressioni,
potrà essere ottimo cristiano e membro di chiesa anche se non pastore.
Se poi, seguendo altre vie, una volta
arrivato vorrà restituire alla chiesa
1 aiuto che ha avuto in momenti per
luì difficili, meglio: la sua coscienza
ha parlato; ma non sì imponga neppur l'obbligo di restituzione se non
si seguon corsi teologici, potrebbe essere una tentazione, per non dover restituire, di seguire una via sbagliata
perchè non voluta da una chiara vocazione.
Si vuole aiutare chi studia teologia? Lo si faccia quando già sì è
iscritti ai corsi, non prima. E neppure sia un diritto. Piuttosto si aiutino le vocazioni tardive, ad esempio
quella di un operaio che deve lasciare
la propria attività e un guadagno pur
necessario alla propria famiglia.
11 voler forzare le vocazioni pastorali. comprandole in un certo senso,
è mancar di fede, voler far noi quello
che Dio. se pregalo con fede dalla
chiesa, sa fare da se stesso. Cordiali
saluti. Guido Rivoir
Alcuni lettori ci hanno mandato ampi contributi sul problema della nostra liturgìa con
particolare riguardo alì’ultimc
testo di saggio. Non ci è possibile pubblicarli in questo numero, ma ci rallegriamo di farlo prossimamente. red.
Culto radio
ore 7.40
Domenica 19 dicembre
Sabato 25 dicembre
Domenica 26 dicembre
Past. MANFREDI RONCHI
4
pag. 4
N. 50 — 17 dicembre 1965
Uno spirito di stordimento
FIRENZE
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
merito andava alle chiese non*cattoIiche che
avevano accettato di parteciparvi. Non è infatti da escludere che il Concilio Vaticano II
abbia ricevuto dalla partecipazione degli Osservatori non-cattolici molto più di quanto
le chiese rappresentate non abbiano potuto
ricevere dal Concilio, anche in fatto di umana notorietà. D'altra parte, il papa non poteva dimenticare i «meriti » delle chiese noncattoliche : la lunga pazienza ned’attendere
qualcosa di veramente nuovo, la infinita buo.
na volontà da parte di molti di cogliere ogni
piccolo appiglio che desse Timprcssione di
un rinnovamento profondo, lo spirito di sopportazione col quale hanno accolto formulazioni decisamente umilianti per loro. Ma Paolo VI pensava ad altro.
La pr-eoccupazione più vivamente sentita
nel discorso del papa è che i non-cattolici
stessi rinuncino agli « anatemi » contro la
chiesa di Roma. « Non la crediate insensibile e orgogliosa se essa sente il dovere di
conservare gelosamente il « deposito » che
essa porta con se dalle sue origini; e non
l’accusate di aver deformato o tradito questo
deposito, se nel corso delle sue meditazioni
secolari, scrupolose e piene d’amore, essa ha
scoperto tesori di verità e di vita ai quali
sarebbe infedeltà rinunciare. Pensate, che
è proprio da Paolo, dall’Apostolo della sua
ecumenicità, che essa ha ricevuto la sua prima formulazione del magistero dogmatico;
e voi sapete con quale inesorabile fermezza
(cfr. Gal. 1: 6 ss.). E pensate che la verità
ci domina e ci libera tutti, e anche che la
verità è vicina, vicina aU’amore».
Parole come queste dovrebbero segnare la
fine di ogni possibile dialogo a livello ufficiale. Infatti il pensiero racchiuso in queste
ben dosate frasi è tanto offensivo nella sostanza quanto è patetico nella forma. La chicsa cattolica non pronuncia anatemi in modo
esplicito, ma tutte le sue affermazioni contengono sostanzialmente l’anatema per le altre confessioni cristiane. Infatti la chiesa
cattolica non rinuncia in nessun modo alle
sue pretese, ripete a pieni termini che essa
soltanto possiede la pienezza del « deposito »
della fede; se ha riconosciuto nelle altre con.
fessioni cristiane la presenza di elementi cristiani, ne ha rivendicato la proprietà radicale, al punto di riconoscere la validità del
battesimo non-cattolico soltanto perché fondata sulla stessa « pienezza » cattolica. Tutto
questo significa molto chiaramente che, se
son vere le pretese cattoliche, sono false le
posizioni fondamentali dei non-cattolici; essi,
quindi, sono fuori della piena comunione del
Cristo, sono « anatema» da Cristo.
Ma la pretesa della chiesa cattolica va oltre. Gli acattolici devono prendere sul serio
le sue affermazioni dogmatiche, tanto sul serio da rinunciare alla stessa loro ragion d’essere che consiste proprio nella testimonianza
alla Parola di Dio, in forza della quale le
« deformazioni » non possono non essere considerate tali. Paolo VI non ha pensato che
quella «inesorabile fermezza» di Gal. 1: 6
con la quale egli vuol giustificare la posizione cattolica, vale anche per i non-cattolici
nel loro dichiarare che il cattolicesimo deforma l’Evangelo. Per quanto riguarda noi
protestanti. Paolo VI, se usa una fraseologia
ben diversa da quella usata dagli altri Paoli
della Controriforma, ^mostra una incomprensione della Riforma non meno radicale.
SOLOVIEV AL BUIO
Non meno conturbante è la conclusione del
discorso del papa. Egli riferisce un episodio
della vita di Soloviev, Il filosofo russo era
ospite in un monastero e una sera prolungò
la sua conversazione con un monaco : cc Alla
fine, volendo ritornare nella sua cella, usci
nel corridoio, sul quale davano le porte delle celle, tutte uguali e tutte ugualmente
chiuse. Nell’oscurità, non riuscì a identificare
la porta della cella a lui assegnata; d’altra
parte in quella oscurità era impossìbile ritornare nella cella del monaco dalla quale
egli era uscito, e non voleva neppure disturbare qualcuno durante il rigoroso silenzio
monastico nella notte. Così il filosofo si rassegnò a passare la notte passeggiando lentamente, assorto nei suoi pensieri, lungo il
corridoio del monastero diventato improvvisamente misterioso e inospitale ». Soloviev
ritrovò la cella alla luce dell’alba e, pensando a quante volte era passato vicino durante
la notte, senza saperlo, trasse una conclusione dalla sua esperienza : « Capita spesso la
stessa cosa a coloro che cercano la verità;
passano vicinissimi ad essa nelle loro veglie,
senza trovarla, fino a quando un raggio del
sole della divina sapienza non viene a rendere a loro facile e gioiosa la consolante scoperta». E Paolo VI conclude: «Possa, amati Fratelli, questo raggio della luce divina
far riconoscere a noi tutti la porta benedetta! ».
L’episodio, la sua applicazione e la conclusione del papa fanno rimanere a fiato sospeso. Possiamo pensare che Paolo VI si ponga con tutti i non-cattolici nella posizione di
chi finora non ha trovato? Questa supposizione invaliderebbe tutto il Concilio Vaticano n, anzi, tutta la dogmatica cattolica e le
stesse precedenti affermazioni del papa. Pertanto la conclusione di Paolo VI, formalmente espressa in prima persona plurale, è passata in seconda persona plurale; è in altri termini l’invito alla convergenza nella « casa del
Padre comune». Chi deve trovare la porta
della verità non è la chiesa cattolica, retta
da colui che ne possiede le « chiavi ) nel suo
BOBBIO PELUCE
Domenica 12 Dicembre nel corso del
nostro culto nel tempio é stata presentata
al Battesimo la bimba Mondon-Marin Marisa dì Paolo € Ponlet Maddalena (Podio
Superiore).
Sulla bimba e su tutti i suoi cari invochiamo la benedizione del Signore, domandandogli di guidarli tutti sempre nei
suoi sentieri. e. a.
infallibile magistero, ma sono gli altri, gli
interlocutori, contro i quali si sono rivolte
buone parole e non anatemi, ma che in realtà
sono considerati fuori di quella porta, sia
pure in onesta ricerca.
E’ noto che i cattolici guardano benevolmente i non-cattolici e non li considerano
più « eretici », sul fondamento delia loro
« buona fede ». A parte il fatto che la nostra
salvezza non dipende dalla nostra « buona
fede» non possiamo non ricordare che « buona fede » ha come sinonimo anche « dabbenaggine » e allora è preferibile essere chiamati « eretici », almeno viene pr^sa più sul
serio la nostra intelligenza!
LO STORDIMENTO
Si ha l’impressione che rinsérimento della
chiesa cattolica nel dialogo ecumenico ne abbia notevolmente • deteriorato il livello e le
prospettive. Certamente non tutto era chiaro
neppure prima, ma almeno mancava il costante equìvoco di un confronto nel quale una
delle due parti non accetta in senso univoco
il punto di riferimento del dialogo. Non si
può fare la Parola di Dio giudice delie nostra
vita e dei nostri pensieri e poi elevare al grado di irreformabilità il pensiero dell’uomo.
La chiesa cattolica ha spostato il dialogo dal
piano del chiaro e franco confronto biblico,
al piano del formalismo diplomatico, nel qua.
le alla franchezza si sostituisce ’a necessità
di non urtare delle pretese che pur sono con.
siderale inaccettabili.
Il cattolicesimo romano minaccia di chiudere il dialogo ecumenico nella strettoia della sua problematica che finora non ha dimostrato di poter andare al di là di una sottile
ricerca di formule vaghe che permettano di
coprire i significati più disparati. Costretta
neH’unìformitù della dottrina ufficiale pur
nella intima dilacerazione di più o meno velate interpretazioni contrastanti, la problema,
tica cattolica insidia la chiarezza del dialogo
ecumenico e minaccia di ridurlo ad una costante e sofistica rimessa in questione dei
temi fondamentali della Riforma, quando non
sì giunge ad avvolgere ogni questione sostanziale in un alone di convenzionalità, all’insegna di un male inteso amore, nel quale i
sentimenti deiruomo si sostituiscono al messaggio della volontà di Dio.
Si sono aumentati gli incontri ad alto livello, i rapporti diplomatici, le visite di cortesia. Si sono incontrate le Santità, si sono
scambiate le reliquie, si è creato un clima
aulico, convenzionale e ci si è fatti obbligo
di prendere sul serio gli uomini e non l'Evangelo.
Di complimento in complimento sj è preso sul serio anche il Concilio Vaticano II,
nonostante il suo progressivo perdere di mordente, e si è finito col togliere ai cattolici
— con i quali il dialogo vero non è mai
mancata — anche questa occasione di un ripensamento, lasciando alla Curia romana la
possibilità di ridurre tutto entro un alveo
vse più largo, ma non meno rigidamente
definito.daH’aito; si è giunti così ella « sacra
cerimonia» e al discorso del papa.
Il dialogo col cattolicesimo richiede di
essere impostato decisamente sul piano della
fedeltà alla Parola di Dio, proieUato innanzi,
non nella discutibile attesa che la chiesa cattolica si orienti tra qualche secolo su posizioni più vicine delie attuali a quelle della
Riforma, ma nella piena consapevolezza che
la chiesa — che deve sempre essere riformata dalla Parola di Dia, — deve andare oltre
nella fedeltà. Suo compito non è di attendere
che un organismo che si dichiara sicuro di
sé e nega apertamente v^er mettere in
discussione i suoi fondamenti tradizionali,
perda lentamente la sua sicurezza, ma di testimoniare al mondo intero che la certezza
dell’uomo è soltanto in Dio, che l’unità della
chiesa è soltanto nella fedeltà e nella conversione, che il dialogo fion è poss'bile che
nella luce della Pentecoste.
Forse è giunto il mómento anche per noi
protestanti dì chiederci se siamo convinti
della protesta e se il «Soli Deo gloria », il
« Sola fide » e il « sola Scriptura » sono opinioni teologiche deH’ambiente religioso nel
quale ci siamo trovati, oppure sono realmente il messaggio che sconvolge e rinnova la
vita dell'uomo. Alfredo Sonelli
TOBRE PELUCE
Associazione « Enrico Arnaud »
Domenica 19 dicembre, alle ore 20,45,
si terrà una tavola rotonda su « I giovimi
e la Chiesa », alla quale parteciperanno il
past. Alberto Taccia, capogruppo F.U.V., i
giovani deirU.G.V. di Torre e il sig. Loris
Bein. Tutti sono cordialmente invitati.
I/arie attività
evangelico di
del Centro
solidarietà
ÌSuovi locali. — Dopo circa sei anni lasciamo la vecchia sede di Via dei Benci, 9.
Siamo stati ospiti della chiesa Metodista prima in ampi locali al piano terreno dello stabile, poi anche al primo piano e sulla terrazza, quindi nella stanza al piano terreno.
Dire « Centro » voleva dire Via dei Benci.
Ora il « Centro » si sta facendo grande, non
era più sufficiente il locale che avevamo il
quale era adibito a diversi usi senza riuscire a servire completamente.
Ci siamo trasferiti in Via dei Serragli, ospiti della Chiesa Valdese. Ci troviamo in un
ampio quartiere a piano terreno del Palazzo
Salviati : tre locali per uso uffici e biblioteca; quattro locali abbastanza ampi per uso
magazzini, oltre al WG. Siamo a fianco al
Poliambulatorio e questo ci darà la possibilità di poter prendere nuove iniziative per
rafforzare e ampliare il lavoro che in esso
si svolge.
Ancora un grazie di cuore ai fratelli metodisti che ci hanno ospitato per tanto tempo senza spesa alcuna (solamente negli ultimi anni il rimborso della luce) e un altro
ai fratelli valdesi che ospitandoci nei loro
locali ci offrono una forte collaborazione e
un fraterno aiuto.
Collaborazione. — Ora che siamo in Via
dei Serragli, ora che abbiamo un’ottima sede, più di prima sentiamo il dovere di ofErire collaborazione. Però siamo anche a
chiederla. Offriamo collaborazione a tutte le
chiese, a tutte le opere della chiesa, a tutti i
fratelli. S’intende però che il « Centro » non
è mai stato e non è il « toccasana » dei diversi problemi che travagliano la nostra esistenza. Il « Centro » è soltanto un gruppo
di servizio che vuol essere utile in qualche
maniera a tutti i fratelli. Per questo noi diciamo a tutti : venite a trovarci, fissiamo
delle riunioni insieme per esaminare le diverse situazioni di interesse comune. Offriteci il vostro aiuto, servitevi di noi come
mezzo per essere utili agli altri. Non rimanete chiusi nella cerchia delle vostre comunità, non limitate la vostra azione in cosi
piccolo raggio, ma oltrepassate i confini e
venite con noi in aiuto ad altri che atten
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
VERONA
La nostra Unione Giovanile ba avutp la
gioia di ricevere le gradite visite delle associazioni consorelle di Villar Perosa e di
Pramollo. Ringraziamo cordialmente i pastori E. Geymet, C. Tourn e T. Pons per
i messaggi e gli studi che ci hanno dato
in quelle occasioni ed i giovani per le ore
serene che hanno trascorso con noi.
Il 24 Novembre con larga partecipazione di parenti ed amici è stato celebrato nel
nostro tempio il funerale del nostro fratello Arturo Barai, di Perrero, deceduto
alFetà di 54 anni. Ai parenti tutti ed in
modo particolare alla sua veneranda madre
rinnoviamo l’espressione della nostra fraterna simpatia e profonda solidarietà.
I noelri giovani invitano caldamente tutti i membri della comunità ad una rinnlone familiare che sarà offerta domenica 19
dicembre alle ore 15 ed alle ore 20,30
Ci rallegriamo vivamente coi nostri giovani per il loro ottimo lavoro per far eonoBcere ed apprezzare in seno alle famiglie
della chiesa le pubblicazioni della nostra
società editrice Claudiana.
Le nostre sorelle hanno avute il gradito
privilegio di essere visitate, domenica 5
Dicembre, dalla Sig.na Selma Longo, che
alla seduta dell’Unione, le ha vivamente
interessate all’opera di assistenza ai carcerati. Alla Signorina Longo il nosttro
sentito ringraziamento.
— Il Gruppo Giovanile, che si riunisce
ora il venerdì sera, va sempre più scoprendo la sua vocazione e respon^ibilità di
fronte aUe aperture e occasioni ohe gli si
presentano e che richiedono la presenza di
gruppo, di comunità.
Nelle riunioni settimanali si prosegue
col già iniziato programma di studio che
comprende: sia la conoscenza deUe condizioni di vita e di lavoro dei membri del
gruppo, con conseguenti indicazioni di
possibili impegni per tutti nella testimonianza evangelica, sia lo studio biblico (il
« Piano di Dio ») che di ogni iniziativa
rappresenta il vero movente e fondamento.
Abbiamo ricevuto la visita del Capogruppo
FUV, Signor Franco Ferretti come sempre
pronto a darci nna mano nel chiarimento
delle vocazioni. Un buon numero di giovani ha partecipati al Convegno Giovanile
del 24 novembre a Mestre.
—Nel pomeriggio di domenica 14 novembre abbiamo avuto una buona Assemblea di Chiosa- E’ stato presentato il metodo contributivo proposto dalla Conferenza Distrettuale e raccomandato dalla Tavola ; e si è approvato di metterlo in esperimento anche a Mantova.
Inoltre si è prospettata la possibilità e
opportunità di riunirci in culto, una volta
al mese nel pomeriggio della domenica, e
questo speoialmeiUe in vista dei fratelli
che, per ragioni di età o di salute o di impegni di lavoro, non possono regolarmenpartecipare ai culli della domenica mattina.
— Mercoledì 8 dicembre ha avuto luogo
la annua « Vendita di beneficenza » con
esposizione e vendita di lavori, e buffet
vario. Organizzala daUa nostra Unione
Femminile, ha avuto pieno successo e ringraziamo quanti vi hanno contribuito.
—- Proseguono gli Studi biblici settimanali nei due gruppi; e le indicazioni che
ne riceviamo seno positive anche se i risultati sono ancora limitati ri'^etto a quel
che ei aspettiamo da questi incontri. Così
come era stato deciso dall’Assemblea di
Chiesa, abbiamo avuto una riunione in comune dei due gruppi, per lo studio sulla
« Santa Cena ».
— La Scuola lyomenicale si riunisce la
domenica aUe ore 11, con la collaboirazione delle Monitrici Signore Dattilo e Pacella. Abbiamo iniziato il lavoro con una
Riunione dei genitori, insieme coi quali
abbiamo fraternamente e apertamente impostato in termini di collaborazione tra famiglia e comunità il problema dei nostri
bambini.
— La sera del 19 o-ttobre ci siamo riuniti assieme ai fratelli della Comunità Pentecostale, nella nostra sala, per ricevere
una presentazione del movimento evangelico fra gli Tzigani in Francia, fatta dal
fratello Robert predicatore del movimento,
che ringraziamo molto per il contributo
che ci ba dato mediante la testimonianza
cristiana all’opera dello Spirito Santo. Era
presente anche un pruppo di Tzigani appartenenti ad una carovana accampata alla periferia della città, e che avevamo visitati la sera precedente in predicazione di
Evangelo.
— Ringraziamo il pastore Alessio che
negli ultimi due mesi ha parecchie volte
presieduto culti domenicali, in assenza del
Pastore impegnato altrove neRo svolgimento del suo incarico di presidente della
Commissione Diistreltuale.
ANGH06HA (Capoluoso)
In queste ultime seltinxane la nostra Comunità é stata (Colpita da due lutti die ci
hanno turbato per il medo inatteso con
cui sono avvenuti. Il 25 Ottobre decedeva
all’Ospedale Valdese, deve era stato ricoverato per una lieve operazione, Giovanni
Cbiavìa di Rocciamaneud, residente a Torre Pellioe, all’età di 79 anni. Il 19 Novembre decedeva, colpito iimprowisamente
mentre lavorava, Emilio Rivoira degli Aibarin, all’età di 55 anni. Una mjmerosiissima partecipazione di amici © vieini ai due
aocompagnamenti funebri, sono stati una
testimonianza di affetto e di ■solidarietà
verso le famiglie nel lutto, alle quali ricordiamo ancora l’annuneio evangelico
d^a conisolazione e della vita in Cristo
Gesù, mentre, per noi tutti, è sottolineato
rammonimento ; vegliate ¡perchè non sapete quando il vostro Signore stia per venire.
Siamo lieti di dare il più caldo benve
liuto ad un nuovo focolare ohe si è stahi
lito tra noi: Bruno Rivo-ira delle Sonail
lette si è unito in matrimonio il 4 Dicembre nel Tempio di Lusema San Giovanni
con Giovanna Goss degli Stalliats. Ai
giovani sposi il nostro augurio affettuoso
di una vita serena sotto la costante benedizione del Signore.
iimiiiiiiimiiiiiiiiiimhiiii
ELENCO DONI
PER " L'ECO
RICEVUTI
- LUCE,,
Aldo Grill (Pinerolo) L. 500; Giovanni Laetsch (Poraaretto) 500; Levi Clot {Perosa Arg.) 200; N. N. (Roma) 2.000; Gemma Peruggia (Arezzo) 500; F.lli Bernard
(Pomarelto) 200; Achille Pavone (Siena)
300; Irene Avogadri Tanger (Bergamo)
200; Anna Stauffer (Brescia) 500; Fabio
Barilaro (Genova) 500; Luigi Conte (Torino) 500; Emilio Gaidiol (Perrero) 200;
Cosma Mancini (Milano) 1.000; Enrico Vigliano (Bari) 500; Claudino (Roma) 500;
Sorelle Sappè (Bobbio Pellice) 100; Elisa
Geymet (Torino) 500; Anita Sadri (Torino)
500; Antonietta Calamita (Catania) 500; Samuele Vezzosi (Verona) 500; Fam. Socci
Gìrardet (Roma) 500; Luigi Sgarzi (Roma) 1.000; Delia Fontana (Firenze) 500;
Pedraglio Bergna (Como) 200; Cesarina
Durand (Pinerolo) 1.000; Desiderata Clot
(Perrero) 200; Aldo Vinçon (S. Germano)
500; Mario Corsani (Torre Pellice) 500;
Emilia Peyrot Gay (Lus. S. Giovanni) 500;
Elisa Ribet (Luserna S. Giovanni) 200;
Giulia Cristoforo (Lorenzè Canavuse) 200;
Emilia Honegger (Albino) 1.000; Giulio
Cesarò (Palermo) 1.000; Maria Griot (Milano) 500; Irma Schellenbaum (Milano) 300;
Cesarina Boglino (Trausellaj 500; Celio
Longhi (Milano) 500; Beniamino Viglielmo (Roma) 1.000; Enrico Ghigo (Perrero) 500; Edmondo Bosio (Pinerolo) 1.000;
Luigina Long (Pinerolo) 200; Erica Giraud
(Pinerolo) |500; Elena Eynard (Milano)
500; Federico Schenone (Genova) 1.000;
Edvige Pellizzaro (Lusema S. Giov.) 500;
Lino De Nicola (Sanremo) l.OOO; Aldo
Frache (Firenze) 300; Francesco Reynaud
(Pomaretto) 400. Grazie! (continua)
dono da un’azione unitaria la parola d'amore e di conforto.
Biblioteca. — Nei nuovi locali stiamo
istituendo una biblioteca circolante. Per il
momento è soltanto airìnizio. Non dimenti,
chino gli amici questo settore del nostro lavoro. Richiediamo libri di valore culturale^
di interesse sociale in particolare. Ottimi risulteranno i doni di libri di testimonianza e
di cultura religiosa.
Incontri di studio. — Abbiamo seria intenzione di riprendere vari incontri sia con
coloro delle nostre chiese che si interessano
della vita comunitaria (unioni giovanili, consìgli di chiesa) sia con i vari « Centri » di
azione sociale al di fuori della nostra chiesa.
Questo particolàre settore dovrà assumere
importanza ai fini dell’inserimento più profondo della nostra rzione in seno rila cittadinanza.
Servizio informazioni Evangelico. — La
nostra azione non sarà soltanto sociale, ma
anche evangelica. Non sappiamo tenere prigioniera la nostra fede e il nostro spirito
evangelistico. Non vogliamo mettere la fiaccola sotto il moggio. Per questo organizzeremo qualche cosa che possa dire alla città
che non diamo soltanto il pane della terra,
ma che sappiamo anche parlare del Pane
della Vita. Un progetto che certamente sì
realizzerà sarà quello di informazione sulle
attività delle chiese fiorentine e di distribuzione di notizie e notiziari di evangelizzazione. Non a scopo proselitistìco, ma divulgativo. Lasceremo al Signore di aprire i
cuori.
Assistenza. — Nella stessa maniera finora
sperimentata, però con maggiore attenzione
ai nostri fratelli perchè l’esperienza ci suggerisce di agire con la massima cautela verso certe situazioni che a prima vista sembrano tragiche. Con questo non si vuol dire
che tutto prenderà una piega diversa, si
vuol dire che agiremo con sistemi diversi
per raggiungere migliori risultati.
Amici volontari. — C’è lavoro per tutti.
Certamente non abbiamo un compito diverso per ogni volontario, ma ricordiamo solamente alcune cose che è possibile fare : visite agli ammalali che lo desiderino sia in
casa che negli ospedali; aiuto nelle famiglie dove per ragioni varie i coinpoinniU si
trovano in difficile situazione; collaborazione — per nostro mezzo — con lutti gli Istituti della chiesa nella città; servizio presso
i nostri uffici; nel magazzino: per la raccolta; per la ricerca dei « volontari dui cliecino »; per la redazione della circolare e sua
spedizione. E tanti altri lavori.
Periodo natalizio. — E’ questo il periodo
che più di ogni altro durante Tannc) porta
il nostro cuore a pensare agli altri. l'orse l*a.
more di Dio che vuole albergare in noi non
Tabbiamo del tutto ricacciato. Ricordkmo
particolarmente questo periodo a tutti i no'
stri amici. Non dimenticate che per nostro
mezzo, non soltanto nei giorni di festa, potrete essere realmente e concretamente vicini a chi è nel bisogno.
Attività. — E’ praticamente impossibile
dire in poche parole il lavoro fatto negli ultimi quattro mesi. Diciamo soltanto che non
siamo stati con le mani in mano. Come sempre non un problema a noi sottoposto è rimasto insoluto : abbiamo potuto trovare, grazie anche alla buona volontà di industriali
e privati della chiesa e amici, lavoro a dei
disoccupati (e in questo periodo, credete, è
cosa ben difficile), abbiamo potuto dare la
nostra collaborazione ai vari Istituti grazie
alle positive risposte di alcune ditte della
città. Abbiamo avuto un gran lavoro per
trasferire tutto il materiale, la mobilia e naturalmente anche una fortissima (in via Serragli) spesa...
Attività di lavoro giornaliera, segnata incartelle gialle, rosse, verdi, ma che poca importanza ha di fronte all’amore che Cristo
ha per ognuno di noi.
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a, . Torre Pellice (To)
COMUNICATO
Il dott. Giancarlo De Bettini rende
nolo alla Spettabile Clientela che le
visite private ambulatorie avranno
luogo in via Roberto D’Azeglio, 8
(presso l’abitazione) dalle ore 14 alle
ore 15 escluso il giovedì.
avvisi economici
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