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ECO
Tpltt.
Pibllot:-a Vallsss
(Torlac) T03RS pzaiC3
Settimanale
della Chiesa Valdese
DELLE VALLI VALDESI
te le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXVII - Num. 5 ABBONAMENTI 1 1000 per rintem*£co; L. Eco e La Luce: L. 1500 per rintemo Spediz. abb. postale U Gruppo
Una eopia 30 L. 2000
TORRE FELLICE — 1 Febbraio 1957
Ammin. dandUna Torre Pellice • C.C.P. 8-17557
UN^OPERA J^t PACE
La Croce Rossa Internazionale
Le notizie circa il lavoro della
Croce Rossa Intemazionale in Unirli cria ed a Suez dnraiite i recenti
conilitli oi permette di avere una
idea della strada che questa organizzazione ha compiuto dal suo primo nascere quasi cento anni fa.
Infatti il 24 giugno 1859 una piccola carrozza condotta da im cocchiere tremante di paura si apriva
la strada faticosamente in mezzo a
molti pericoli per le camjjagne di
Solferino, l’indomani della famosa
battaglia vinta da Napoleone III'’
sogli Austriaci .Nella vettura vi era
un finanziere ginevrino che faceva
l'impossibile per raggiungere l’Impei-atore per urgentissimi affari.
Ma prima di giungere al Quarlier Generale francese uno spettacolo tremendo lo afferra; quello dei
feriti dei due eserciti che giacciono
sul terreno del combattimento e
muoiono fra sofferenze spaventose
senza che nessiuio si curi di loro,
nè amici nè nemici.
Sono centinaia e migliaia di vite
umane che potrebbero essere salvate, giovani che moriranno di sete
e dissanguati nei prati e nei campi
mentre che un soccorso appropriato avrebbe potuto restituirli alle loro famiglie.
Ire anni dopo Henri Dunant, cosi si chiamava il finanziere svizzero, diede alle stampe un libro impressionante come lo spettacolo dei
feriti e che portava il titolo « Un
souvenir de Solferino ».
La Croce Rossa naccpie dalla lettura di questo libro per opera di
cinque ginevrini, tra cui il Dunant.
Dapprima si trattò di 'organizzare
dei Comitati Nazionali per la cura
dei feriti di guerra. Un corpo non
militare, contrassegnato da una bandiera facilmente riconoscibile. La
bandiera svizzera con i colori invertiti: croce, rossa in campo bianco (invece che croce bianca in campo rosso).
Ma poi sorse presto la necessità
(li un organismo internazionale che
potesse ancora funzionare quando
le Croci Rosse nazionali avessero la
loro opera limitata da un conflitto
armato.
E nacque il Comitato intemazionale della Croce Rossa che estese
sensibilmente la sua sfera di azione.
Attività in campo
internazionale
Il Comitato internazionale può
ora non più solo occuparsi dei feriti, ma anche dei prigionieri internati nei campi del nemico. Grazie alla Croce Rossa, durante la 2”
guerra mondiale ,essi hanno potuto trasmettere alle loro famiglie o
ricevere da queste 120 milioni di
lettere e 36 milioni di pacchi, mentre altri 23 milioni di messagp potevano essere scambiati da civili al
(li sopra delle linee.
Se si pensa a quali sono state le
difficoltà per far pervenire questi
messaggi e questi pacchi attraverso
alle frontiere bloccate ed i mari insidiati, si può avere una idea di
quanto è stato fatto in questo solo
campo.
Inoltre, sempre durante questo
( onflitto, i delegati della C. R. banno effettuato 3.000 visite ai campi
di concentramento per rendersi
conto delle condizioni in cui giacevano i prigionieri.
E dire che la Croce Rossa non fa
nulla per facilitarsi il compito.
(luando entra in un Campo o in
una prigione pretende di potersi
intrattenere con i prigionieri senza
testimoni. Quando manda dei soccorsi pretende di organizzare direttamente i magazzini e far giungere
i soccorsi a destinazione senza altri intermediari e, in fine, di poter
rendere conto ai donatori, chiunque e.ssi siano, dell’uso fatto dei
doni ricevuti.
Naituralmente non mancano gli
scettici che dicono che senza un
esercito non è possibile far rispettare le proprie decisioni durante
ima guerra e che i trattati fatti in
tempo di pace, anche l’ultimo firmato nel 1949 per cui la Croce Rossa Intemazionale può occuparsi non
solo dei militari, ma anche dei civili vittime di guerra, hanno valore solo fin quando dura la pace.
L’opera di soccorsa
in Ungheria
Il banco di prova della Croce
Rossa è stato l’Ungheria ed i risultati sono stati superiori a tutte le
previsioni.
AH’inizio della insurrezione a
Budapest la Croce Rossa ungherese
rivolgeva ,al.. Comitato Intemazionale che ha sode a Ginevra, un appello urgente per ricevere plasma,
sangue, medicinali e viveri per parecchie migliaia di vittime.
I provvedimenti vennero presi
con la velocità del lampo: il primo
aereo con la croce Rossa atterrava
all’aeroporto di Feri-Heri a Budapest entro Ì2 ore dall’appello un
gherese e nelle prime 24 ore erano
arrivati più di due tonnellate e
mezza di plasma (per una trasfusione normalmenté se pe consiuna
fra 200 e SOO gr.) e 1700 kg. di medicinali, trasportati con un vero e
proprio ponte aereo.
Intanto altri soccorsi affluivano
via terra per mezzo deUa Croce Rossa austriaca, per cui alla fine della
prima giornata di azione, l’Ungheria
aveva ricevuto non meno di 90 tonnellate di medicinaK ed altri soccorsi!
Poi il paese venne rioccupato dai
Russi; ma già il 3 Novembre un delegato del Comitato Internazionale
riusciva a passare la frontiera e, sebbene non sia stato possibile ottenere a Budapest la tregua richiesta per
l’evacuazione dei feriti, la sua presenza evitava a Gyor l’esecuzione
sommaria di diversi partigiani catturati dai Russi.
Ora i « camion » bianchi con la
croce color sangue sono gli unici autorizzati a passare la frontiera fra
l’Austria e l’Ungheria e parecchi depositi sono stati formati all’interno
del paese, sui quali sventola la bandiera crociata ed ai quali montano
di guardia gli uomini della Croce
Rossa.
Fino al momento in cui scriviamo,
questa organizzazione è l’unica a essere autorizzata a passare la frontiera.
Per tutto rinvemo e fino alla fine
di aprile 100.000 bambini riceveranno ogni giorno: latte, zucchero, pane e olio di merluzzo. 200.000 sunstrati avranno ogni giorno ima ra
zione di viveri e tutte le donne ùtcipte o nutrici riceveranno pure Irftte condensato. Un programma a parte è stato fatto per gli ospedali, per
la distribuzione del carbone che è
stato offerto dalla Ceca e per altri
doni speciali.
In media ogni giorno giungono in
Ungheria 125 tonnellate di soccorsi.
Salle vie del «canale»
Meno spettacolare, ma più complicata ancora, è stata l’azione a Suez
e nelle zone del conflitto egiziano.
Anche qui l’azione è stata immediata. Durante il primo giorno dall’appello della mezzaluna rossa egiziana (gli arabi hanno nazionaRsticamente respinto l’emblema cristiano della croce, sostituendolo con
quello arabo della mezzaluna) 4 tonnellate di medicamenti erano giunti
agli aeroporti egiziani già seriamente danneggiati.
Ma soprattutto l’azione si è svolta
in favore dei prigionieri di guerra,
specialmente di quelR europei che
potevano essere faciR vittime del fanatismo antieuropeo alimentato da
Nasser. I delegati della C. R. hanno
visitato i campi e parlato a tu per
tv. coi prigionieri, si sono accerta-i
che venissero osservate le convenzioni intemazionali; hanno effettuato la
ricerca dei dispersi, possibili vittime
del nazionalismo, e protetto le persone e gli averi di quanti sono stati
dichiarati apolidi da una nuova ed
unilaterale legge di Nasser.
Così, nonostante le enormi difficoltà del nostro tempo e del contrasto
fra i due blocchi e le due ideologie,
l’azione concreta di solidarietà del
Comitato Intemazionale deUa Croce
Rossa ha potuto ancora una volta
imporsi agR Stati interessanti e svolgete in tal modo una azione di pa«;
vera e di fraternità non finta.
Franco Davite.
UNA PRlGHIiRA
Ci è capitato in famiglia — Inviato
da uno dei figlioli alla Mamma — im
bel volume di oltre 500 pagine intitolato Libro di casa 1957, omaggio della
Cassa di Risparmio delle Provincie
Lombarde. Sottraendo per un momento il regalo a mia moglie, me ne sono
impadronito per curiosare tra le ricette cucinarie e i suggerimenti casalinghi di cui trabocca (C’è anche il
modulo per un referendum sul Risparmio). Ho provato una certa sorpresa — ed anche im certo conforto — trovando, subito dopo il frontispizio una Preghiera: breve, intelligente e moderna.
Non è una preghiera di adorazione
e nemmeno un rendimento di grazie.
Non è una preghiera d’intercessione
per gli altri. Essa appartiene alla categoria delle preghiere di supplicazione: le preghiere comuni, quelle preghiere che chiamerei volentieri « egoistiche » le quali consistono, di solito,
in un’interminabile sequela di richieste d’ogni genere, proprie più di superstiziosi mendicanti che di « gloriosi Figlioli di Dio »: « Signore, concedici questo e risparmiaci quest’altro ».
Cosi com’è, tuttavia, questa Preghiera, rivolta a Gesù Cristo, è manifestazione di una mentalità spirituale e da essa emana un afflato religioso considerevolmente superiore alla pesante atmosfera delle formule liturgiche stereotipate e delle giacula^
torte latine che udiamo di solito quando le donnette di città e di campagna
recitano il Rosario.
Veniamo a considerare le singole
domande.
C’è, anzitutto, una formula introduttiva che — riferendosi all’apostolica richiesta «Signore, insegnaci ad
orare» — dice: Ad ogni ora noi dobbiamo chiederti dTnsegnarci a pregare. Segue la prima domanda:
Aiutaci a comprendere che, senza
la preghiera, il nostro intimo inaridisce e la nostra vita perde consistenza
e forza: la preghiera, cioè, è giustamente considerata hon come vago esercizio spirituale in sè, ma come ispiratrice della vita morale e come motore della vita pratica. Poi continua:
Rimuovi da noi le chiacchere degli
avvenimenti e delle necessità dietro le
quali si nascondono pigrizia e rivolta.
Richiesta, questa, dirò così «preliminare », dettata da Un fine intuito psicologico. Perchè possiamo sentire nel
nostro cuore l’influsso della presenza divina, bisogna — prima — che
facciamo piazza pulita da ogni preoccupazione : dalle « necessità » e dagli « avvenimenti » il nostro santuario
interiore dev’essere completamente
sgombrato. Allora, e allora soltanto
viene vinta la pigrizia e viene debellata la rivolta...
Continua l’orazione: Donaci serietà e salda decisione ed aiutaci, con
l’obbedienza e l’abnegazione, ad imparare ciò ch’è indispensabile per la
salvezza. Questa è veramente la « richiesta centrale!» Occirre «serietà»
nella preghiera, cioè è necessario volere veramente ottenere ciò che si
chiede. La fede che consiste nel cre
dere soltanto non basta! Bisogna aggiungervi la fede-volontà che si traduce praticamente in « obbedienza » e
in « abnegazione ». In queste disposizioni soltanto ci è aperta la via che
conduce alla salvezza.
In ultima analisi, l’esperienza, o
meglio l’esperimento cristiano si riassume in una parola: servizio. Dice la
Preghiera : Guidaci alla tua santa presenza: accordaci la pienezza interiore
della preghiera che è « verità » e « servizio » : iiluminaci per capire la verità e dacci forza per servire fedelmente: sen'ire il Padre, s’intende, nella
persona dei fratelli.
E la preghiera termina con uno
slancio filiale che conforta, ammonisce e commuove: Vogliamo parlarti e
credere che la nostra parola trova il
tuo cuore anche quando pare che nulla risponda.
Questa dunque è l’invocazione vibrante con la quale s’apre il volume
offerto alle massaie dltalìa da ima
Cassa di Risparmio italiana. E noi
diciamo Amen. Essa è tratta da una
Raccolta di Romano Guardini intitolata appunto Preghiere. Non conosciamo l’egregio Autore. Sarà probabilmente un sacerdote giovane. Ma se
fosse, invece, un laico vecchio — come
indizio di rinnovamento spirituale e
agli effetti di una nuova religiosità
cristiana nel nostro Paese — sarebbe,
ci pare, ancora meglio!
Giovanni E. Meille
Ecumenismo
e unità
Dalle conclqsioni del Sinodo della Chiesa Riformala di Francia in merito ai rapporti col Cattolicesimo stralciamo 1« seguenti righe che s’addicono, a parer nostro, alla « Settimana di preghiera per la
unità » Red.
La parola ” Ecumenismo ” è oggi compresa in modi assai diversi.
Talvolta essa designa l’attività delle Chiese che hanno aderito al Consiglio Ecumenico, di cui la Chiesa
romana rifiuta di far parte. Tallita serve a qualificare gli incontri tra
protestanti e cattolici. Altre volte
rivela un certo indifferentismo religioso, secondo cui tutte le confessioni cristiane sono equivalenti.
Davanti al rischio di questi equivoci, affermiamo che Gesù Cristo è
l’unico Capo della Chiesa, I unico
Redentore, l’unico Mediatore e l’u
nico dispensatore della grazia di
Dio. La fede evangelioa che professiamo fonda la sua certezza sulla
Sacra Scrittura, secondo la testimonianza interiore dello Spirito Santo.
Pertanto, richiamiamo l’attenzione
dei fedeli sui seguenti punti:
Ci rallegriamo per un rinnovamento biblico che si manifesta all’internp delle chiese cattoliche. Ma
constatiamo che quel rinnovamento non significa sottomissione di
quella Chièsa all'autorità della Scrittura in materia di fede.
Incontri tra cattolici e protestanti in vista dello studio e della meditazione della Sacra Scrittura ci sembrano possibili; ma devono essere
condotti con saviezza e discernimento tenendo conto delle indicazioni
precedenti.
Per quanto riguarda particolarmente la settimana dell’Unità, ricordiamo alla Chiesa Riformata che,
tenendo conto della preghiera del
Cristo stesso, essa deve pregare per
¡’unità delle chiese; ma le ricordiamo anche che una preghiera in comune tra cattolici e protestanti non
può esser praticata se non nella verità, dopo una leale spiegazione, di
modo che le convinzioni di ognuno
non siano nò indebolite ne deformate.
Queste osservazioni e queste riserve non pretendono di giudicare
l’atteggiamento personale di numerosi fratelli cattolici di cui conosciamo le sofferenze e i tormenti;
ma siamo costretti a mantenerle, essendo chiaro che quei fratelli si dichiarano e si mostrano ciecamente
sottomessi al magistero romano.
La nostra fedeltà alla Chiesa di
Gesù Cristo si manifesta per mezzo
della nostra fedeltà alla Chiesa Riformata di Francia. Ci è impossibile accettare, l’istituzione romana, ma
incontriamo con umiltà gli uomini
che Dio mette sul nostro cammino
e accettiamo di lavorare con loro
per la sola gloria del nostro Signore. Dobbiamo loro, come ad ogni
uomo, la nostra preghiera e la testimonianza della nostra fede evangelica.
Quando i discepoli di Gesù, i quali
furono chiamati responsabiU dell’e
vangelizzazione del mondo, rivolsero
al Maestro la loro suprema richiesta,
essi non dissero: «Signore, insegnaci
a predicare ; Signore, insegmad f»*
dei miracoU; Signore, insegnaci la
sapienza... », ma Gli dissero : « Signore, insegnaci a pregare ».
Come avevano imparato la suprema importanza della preghiera? Avevano osservato Gesù.
Billy Graham
2
2 —
L’ECO DELLE VALU VALDESI
GESÙ’ E I PAGANI
f * ■ .
_______i
In un primo articolo l autore ha esposto qpal è l atteggiamento di Gesù di ironie ai pagani
Egli completa ora il suo studio, commentando le idee del volume del prof. Jeremias
L’argomento si presta a discussione e sarebbe interessante udire il parevo di altri
‘ 't
‘SW \ t
La seconda domanda che l’autore
si pone è questa ; Che cosa Gesù dice
riguardo ai pagani? La domanda, posta in questi termini riceve una luce
ed tma risposta del tutto diverse.
n giudaesimo giudicava il paganesimo con una grande severità, per il
fatto che i pagani erano idolatri, perchè i pagani opprimevano Israele, perchè spesso si contraevano matrimoni
misti tra pagani ed ebrei. H Messia,
secondo l’aspettativa giudaica, doveva
liberare il popolo ebreo da ogni dominazione pagana. Sulla sorte definitiva
riservata ai pagani le opinioni divergevano; secondo alcuni anch’essi
avrebbero partecipato alla gloria futura d’Israele, secondo altri essi sarebbero stati i servi d’Israele; la speranza
popolare generale aspettava la vendetta divina che si sarebbe manifestata contro i pagani annientandoli.
L'opera di redenzione
nniversale
Gesù mette in chiara luce l’opposizione che la storia della salvezza stabilisce tra Israele ed i popoli della
terra. Israele è la vigna (Marco 12: 1
sgg.), il gregge di Dio (Matt. 10: 6).
Ma Gesù respinge ogni sentimento nazionalista impregnato d’odio. Infatti,
Egli guarisce il lebbroso samaritano
come quelli ebrei (Luca 17: 11-19),
presenta un samaritano quale modello
ai suoi compatrioti (Luca 10: 25-37);
proibisce l’odio contro i Samaritani
(Luca 9: 55); di fronte al massacro
perpetrato dai legionari romani tra i
Galilei egli non pronunzia una parola
d’odio, ma una parola che invita Israele al ravvedimento. (Luca 13: 1-5),
Gesù elimina dall’attesa messianica
le idee nazionali di vendetta care al
popolo ebreo. Citando in varie occasioni passi dell’Antico Testamento
egli sbpprime la menzione della ven
detta (cfr. Luca 4: 19; Isaia 61; 2
Matt. 11: 5 sgg.; Isaia 35: 4, 29
18-20,61: 1-2).
Di più: Gesù promette ai pagani la
loro partecipazione alla salvezza. Il
giudizio di Dio sarà esercitato contro
i-pagani, ma, •— e questa è la sorpresa per gli uditori di Gesù — molti pagani riceveranno dal Figlìuol dell’uomo la parola della grazia : ” Venite,
voi, i benedetti del Padre mio; eredate il regno che v’è stato preparato
sin dalla fondazione del mondo ”
(Matt. 25: 34). Essi saranno incorporati in Israele alla fine dei tempi e
sederanno alla medesima tavola che
i patriarchi d’Israele (Matt. 8: 11).
Gesù poi nega che la discendenza da
Abramo possa salvarci dall’inferno
(Luca 16: 26). Anzi; al giudizio finale le differenze spariranno: Israele sarà giudicato come gli altri popoli; sarà forse punito più severamente che
questi. Bestaida, Corazin, Capernaum,
città d’Israele, saranno trattate più duramente che Sodoma e Gomorra.
(Matt. 11: 20-24). Potrà anche prodursi questa cosa incredibile: la generazione d’Israele che respinge Gesù
sarà condannata mentre i pagani troveranno grazia agli occhi di Dio (cfr.
Matt. 12: 41 sgg.; Luca 4; 25-27;
Matt. 8: 11 sgg.). La storia stessa della salvezza ci mostra che questa non
è solo una vana minaccia. Dio ha già
mostrato in passato di non essere legato in modo esclusivo ad Israele:
episodi come quello della vedova di
Sarepta e di Naaman Siro, citati da
Gesù nel corso della sua predicazione
a Nazaret, sono quanto mai significativi (cfr. Luca 4: versetti 25-27). Mai
nessun dottore della legge od autore
di libri apocalittici aveva osato affermare qualcosa di simile; solo Giovanni Battista fa eccezione, come Gesù
(cfr. Matt. 3:9).
Infine : l’opera salvatrice e la sovranità di Gesù Cristo sorto estese anche
ai pagani. Lo provano;
1“) il titolo ” Figliuol dell’uomo ”
che Gesù attribuisce a se stesso. Questo Figliuol dell’uomo è colui di cui
parla il profeta Daniele nel passo 7: 13
sgg. dicendo di lui: ’’gli furono dati
dominici gloria, regno perchè tutti i
popoli, nazioni e lingue lo servissero”
parola alla quale Gesù contrappone
quest’altra : ” il Figliuol dell'uomo
non è venuto per essere servito, ma
per servire” (Marco 10: 45).
2*>) il modo particolare dell’ingresso
di Gesù in Gerusalemme, in cui egli
adempie l’antica profezia di Zaccaria
che annunzia l’ingresso di un re pacifico il quale ” parlerà di pace alle nazioni, il suo dominio si estenderà da
un mare all’altro e dal fiume sino alle
estremità della terra” (Marco 11: 1-10
e cfr. Zaccar. 9: 10).
3») l’appellativo ” Figliuol di Davide” che si applica alla apparizione
terrena del Messia nascosto; Messia
che è il ’’Signore di Davide” di cui
è detto che l’Eterno ” estenderà da
Sion lo scettro della sua potenza"
(cfr. Salmo 110: 2).
4») Gesù considera se stesso quale
il ” Servo dell’Eterno ” di Isaia circa
il quale vien detto che ” egli insegnerà
la giustizia alle nazioni” (Is. 42: 1);
’’stabilisce la giustizia sulla terra"
(Is. 42: 6); ” molte saranno le nazioni
che lo ammireranno” (Is. 52: 15) ed
” egli ha portato i peccati di molti ”
(si. 53: 12). Tutto questo dimostra
esaurientemente che i pagani sono
compresi nell’opera di salvezza compiuta da Gesù Cristo.
Llnale è la soluzione
del problema?
La conclusione dello studio sembra
contradditoria: da un lato Gesù limita la sua azione ad Israele ed impo
ne pure ai discepoli questo limite;
d’altra parte Gesù promette chiaramente ai pagani che essi parteciperanno al regno di Dio; anzi: minaccia i
suoi uditori Giudei che essi potranno
essere soppiantati dai pagani.nella salvezza.
Questa contraddizione è spiegata
dal fatto che Gesù attende l’incorporazione dei pagani-nel popolo di Dio
come un atto compiuto dalla potenza
di Dio negli ultimi tempi. Vi sono due
avvenimenti cons^utivi nella storia
della salvezza, per Gesù: U primo è
rappello rivolto ^elusivamente ad
Israele; il secondo è la incorporazione
dei pagani nel Regno di Dio. Allo
stesso modo ha int^o la comunità cristiana primitiva. «
Molto, probabilrùente Finterdizione
di Gesù ai discepoli (cfr. Matteo 10: 5
sgg.) è spiegata dal fatto che questi
ultimi pensavano che gli ultimi tempi
fossero già giunti. Gesù, per contro,
dichiara che questi ultimi tempi non
sono ancora giunti e che bisogna che
l’offerta della salvezza sia in primo
luogo rivolta ad Israele.
Il Vangelo di Giovanni, poi, insiste
nel precisare che l’ora della evangelizzazione dei pagani deve venire dopo il fatto della croce.
Era questo il pensiero di Gesù stesso poiché Egli afferma chiaramente
che « il suo sangue, il sangue del Patto
è .sparso per molti» (Marco 14; 24)
e che Egli è venuto « per dar la vita
sua come prezzo di riscatto per molti » (Marco 10: 45), cioè per gli innumerevoli uomini di tutte le nazioni
,^Deliziosa scenetta di vita missionaria
Protesta di un negretto per l’intervento... dell’infermiera
(cfr. Isaia 53:11 e sgg.) prima che sia
instaurato il Regno universale di Dio.
Cioè: la predicazione di Gesù è la
condizione, la sua morte è la messa
in azione, il suo ritorno glorioso è la
realizzazione del popolo di Dio degli
ultimi tempi e del regno di Dio sul
mondo intero.
Conclusione
Da quanto abbiamo detto, sembra
allora che non sia più giustificata nè
giustificabile l’opera della Missione
tra i pagani; infatti, secondo la predicazione di Gesù, è un atto della potenza di Dio che chiamerà i pagani al
Regno di Dio negli ultimi tempi.
Invece, le parole di Gesù sono anzitutto ; 1) una esortazione alla umiltà
di fronte alla Missione. Non siamo nè
saremo mai noi a determinare con la
nostra predicazione la conversione del
mondo pagano. Gesù stesso non ha
« cristianizzato » il mondo, ma è morto sulla croce. Dio fa Lui tutto. E Gesù ci dice : « Prendete dunque sul serio Dio e la grandezza della sua grazia ». 2) Una rivelazione della grandezza e della responsabilità dell’opera
missionaria. Infatti dal giorno di Pasqua è cominciato il periodo della finè; e la missione, per mezzo della quale Dio agisce, è come ” una anticipazione della intronizzazione visibile del
Figliuol dell’uomo ed il segno distintivo dell’epoca che va da Pasqua al ritorno del Signore ”. I pagani che vengono convertiti sono come la caparra
della loro generale conversione; essi
sono il dono parziale che annunzia il
dono definitivo, totale. Ai missionari
Dio accorda la grazia di ” poter sin da
ora lavorare in vista della venuta di
quell'ora di salvezza descritta da Isaia
25; i pagani alla tavola di Dio per il
banchetto sacro, il velo che copriva i
loro occhi lacerato, la morte annientata per sempre ”,
e. aime
Joachim Jeremias : Jésus et les païens
- Ed. Delachaux et Niestlè - Neuchâtel e presso Claudiana.
Attualità di un libro
Jacques de Senarclens: HERITIERS
DE LA REFORMATION - Voi. I Nouvelle sèrie théologique Labor
et Fides - Genève 195P s. p.
Ecco un libro scritto con intento
solidamente ecumenico. E mi pare
che l’Autore vi .sia ben riuscito.
Sotto un titolo che potrebbe sembrare apologetico o addirittura polemico è nata invece un’opera di larga
informazione e confronto di posizioni e di idee.
Per rendersene conto basta scorrere un momento l’indice dei nomi po
sto in calce al volume, nel quale troviamo citati Lutero ed il Concilio di
Trento, Calvino e S. Tommaso, Schleiermacher e Kierkegaard, Vinet,
Frommel e Sabatier accanto a Kant
e Hegel, Leone XIII e Carlo Marx,
K. Barth, R. Bultmann e V. Balthazar, senza dimenticare l’ecumenico
cecoslovacco Hromadka ed il P. Congar.
Questo indice, con la serietà del lavoro che ci viene offerto con questo
librò, ci indica anche il pubblico cui
esso è dedicato, come d’altronde il
fatto di trovarsi nella serie teologica
di questo Editore.
Non penso sia riservato a teologi
puri, ma a quanti, hanno un minimo
di conoscenza della storia della teologia e della situazione teologica contemporanea, in modo che gli accenni
agli autori che si susseguono fittamente in alcune pagine possano avere un significato concreto e non rimanere nomi vuoti.
L’Autore espone lo scopo della sua
pubblicazione della prefazione in cui
dopo aver constatato Che ognuna delle nostre Chiese ama richiamarsi alla Riforma è próclairiàrsene spiritual
mente erede — non in senso esclusivo, ben inteso, ma erede in ogni caso — pone a se stesso ed al lettore la
domanda : questa nostra pretesa corrisponde o no alla realtà?
Per giungere ad una risposta il Nostro esamina in questo primo volume
la teologia della Rivelazione, che è
la base della nostra fede, mentre in
un secondo volume si riserva di intraprendere l’esame del centro della
fede stessa: la Cristologia.
Il metodo segiffto è semplice ma
suggestivo e, mi 'sembra, molto rispondente allo scopo scientifico ed
ecumenico proposti dall’Autore: nel
primo capitolo esamina il punto di
partenza e lo svolgimento della teologia cattolica romana da Tommaso
d’Aquino ai neotomisti contempora
nei più rappresentativi. Nel lungo capitolo secondo esamina-la, teologia
protestante moderna, da Schleiermacher alla scuola svizzera di Frommel
e Vinet ed a quella storia tedesca di
Troeltsch ed ai tentativi dei « biografi » di Gesù da Renan in poi.
Il terzo capitolo ci rivela, nel suo
titolo stesso, la posizione teologica
del Senarclens; Le point de départ
évangélique. 1) La position protes
tante classique. 2) Upe position ré
formée contemporaine.
Fin qui lo studio, condotto per lo
meno con un serio desiderio di im
parzialità, che mi sembra anche ben
realizzato. Ma quello che mi pare
creare il maggior interesse del libro
è la conclusione cui giunge il Nostro:
« Non ostante le loro serie divergenze, le due prime teologie (cattolicesimo e protestantesimo moderno) sì
raggiungono in una intuizione analoga... le vere differenze non si trovano
dove si ha l’abitudine di cercarle... »
(p. 189).
Conclusione, paradossale, come afferma il Nostro stesso. E’ valida? Questa è la domanda, quasi la sfida che
pone il libro ad ogni teologo e ad
ogni laico conoscitore della sua fede.
E mi sembra anche la ragione principale per cui vale veramente la pena di leggere questo libro.
Franco Davite.
Ministero della preghiera dì (ìesù
Per Gesù, la preghiera era più im
portante del nutrimento. La Bibbia
ci dice che molto prima deil’ora della colazione, «la mattina, essendo
ancora buio, Gesù, levatosi, uscì e se
ne andò in un luogo deserto ; e quivi
pregava». (.Marco 1: 35).
Per il Figliolo di Dio la preghiera
era più importante della riunione di
folle immense. La Bibbia dice : « Molte turbe si adunavano per udirlo ed
esser guarite delle loro infermità. Ma
Egli si ritirava nei luoghi deserti e
pregava». (Luca 5: 15-16).
Le ore preziose di comunione col
Padre celeste erano per Lui più importanti del sonno; poiché la Bibbia
dice : « In quei giorni Egli se ne andò sul monte a pregare, e passò la
notte in orazione a Dio » (Luca
6: 12).
1 Suoi- discepoli avevano notato
che c’era una relazione tra lo straordinario ministero di Gesù e la Sua
intensa vita di preghiera; perciò essi
Gli chiesero con istanza : « Signore,
insegnaci a pregare!».
Billy Graham
La preghiera
di Saiomone
« O Eterno ! Non v’è Dio che sia simile a Te! Tu mantieni il patto e la
misericordia verso i Tuoi servi che
camminano in Tua presenza con tutto il cuor loro. Tu hai mantenuta la
promessa da Te fatta...
Ma è proprio vero che Tu abiti sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non Ti possono contenere; quanto meno questa casa! Nondimeno o
Eterno, Dio mio, abbi riguardo alla
preghiera che il Tuo servo Ti rivolge
quest'oggi. Ascolta la preghiera che
il Tuo servo farà! Ascolta la supplicazione del Tuo servo e del Tuo popolo quando pregheranno; ascoltali
dal luogo della Tua dimora nei cieli ;
ascolta e perdona!
Quando il cielo sarà chiuso e non
vi sarà più pioggia a motivo dei loro
peccati contro di Te, se essi pregano,
se danno gloria al Tuo nome, e si
convertono dai loro peccati perchè h
hai afflitti. Tu esaudiscili dal cielo,
perdona il peccato ai Tuoi servi e al
Tuo popolo, ai quali mostrerai la buona strada per cui debbono camminare; e manda la pioggia sulla terra.
Quando il paese sarà invaso dalla
carestìa o dalla peste; dalia ruggine
o dal carbonchio, dalle locuste o dai
bruchi, quando il nemico assedierà il
Tuo popolo, quando scoppierà qualsi
voglia ilagello o epidemia, ogni preghiera, ogni supplicazione che Ti sarà rivolta da un individuo o daliiiitero Tuo popolo, allorché ciascuno
avrà riconosciuta la piaga del proprio cuore e stenderà le mani (in
preghiera). Tu esaudiscila dal cielo e
perdona; agisci e rendi a ciascuno
secondo le sue vie. Tu che conosci il
cuore di ognuno; — poiché Tu solo
conosci il cuore di tutti i figli degli
uomini; — e fa’ si ch’essi Ti temano
lutto il tempo che vivranno.
Quando peccheranno contro di Te
— poiché non v’è uomo che non pecchi — e Tu ti sarai mosso a sdegno
contro di loro e li avrai abbandonati
in balia del nemico che li menerà in
cattività in un paese ostile, se, nei
paese ove saranno schiavi, rientrano
in se stessi, se tornano a Te e Ti rivolgono supplicazioni e dicono: —
Abbìam peccato, abbiamo operato iniquamenie, siamo stati malvagi, —
se tornano a te con tutto il loro cuore e con tutta l’anima loro e Ti pregano, esaudisci dal cielo le loro preghiere e le loro supplicazioni, e fa’
loro ragione; perdona al Tuo popola
che ha peccato contro di Te, tutte le
trasgressioni di cui sì è reso colpevole verso di Te, e muovi a pietà per
essi quelli che li hanno menati in
cattività, affinchè abbiano compassione di loro; giacché essi sono il
Tuo popolo!
Siano aperti gli occhi Tuoi aile
supplicazioni del Tuo servo e alle
supplicazioni del Tuo popolo, per esaudirli in tutto quello che Ti chiederanno, o Signore, o Eterno ! ».
(Dal I Libro dei Re cap. Vili).
r
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo con decreto del 19 gennaio 195.5.
3
T
I
L'ECO DELLE VALU VALDESI
— 8
r
Gli alpeggi di Massello
Essendomi recentemente tornati
sotto mano alcuni dati trascritti qual
che anno fa dalla vecchia «Mappa
della molto Magnifica Comunità di
Massello », dell’anno 1778, credo utile completare l’articolo precedentemente scritto sullo stesso areomento,
V «L’Eco delle Valli» del 12 marzo
1954, con alcuni dati chiarificatori ricavati sia dalla su ricordata « Maopa », sia dal « Sommarione » della
Mappa territoriale dello stesso Comune, compilata nel 1898 dal geometra Paolini, perito catastale.
L’argomento, un po’ insolito è vero per il nostro giornale, mi pare rivestire un certo interesse non solo
perchè riguarda un aspetto poco no
to della vita economica delle nostre
Valli che risale ad un’epoca rnolto antica, ma anche perchè il regime degli
alpeggi della valle di San Martino ha
avuto un aspetto assai diverso di quel
lo, ad esempio, della valle del Pellice,
pur essendo sempre state, le due valli, legate nel passato dai vincoli di
una comune fede religiosa e di una
vita politico-civile non molto dissimile.
Sorte degli alpeggi
Intanto gli alpeggi della vai Pellice sono diventati proprietà dei comu
ni nel territorio dei quali essi si trovano: per cui quella ricchezza incom
parabile è rimasta unicamente nelle
mani dei valligiani che le sfruttano
direttamente ed in modo esclusivo.
Nella valle Germanasca invece, pur
troppo, una rilevantissima parte degli alpeggi è passata in mano di e
straiiei che le sfruttano a tutto svantaggio della popolazione locale, senza
preoccuparsi nè punto nè poco delle
migliorie di varia natura che ne ac
crescerebbero il valore, e soprattutto
senza preoccuparsi minimamente del
la progredita distruzione del patrimonio boschivo degli alpeggi, nè della
necessità improrogabile di adeguato
rimboschimento.
Nella vai Pellice, :1 riscatto degli alpeggi risale a quattro o cinque secoli fa, quando avvenne a tappe l’affrancamento delle Comunità dai vincoli feudali della casa dei Luserna e
dei suoi diversi rami. Mentre nell’altra valle, gli alpeggi migliori essendo
stati fin dai più antichi tempi in mano ad enti ecclesiastici, questi continuarono ad esserne proprietari, (anche quando le varie comunità si erano ormai costituite) e presumibilmente fino alla Rivoluzione francese,
quando, come intelaiatura che avevano fatto il loro tempo ed erano diventate completamente tarlate, caddero i privilegi ai quali per tanti se
coli si erano tenuti aggrappati, a
danno del popolo, nobiltà e clero.
Ad ogni modo, quel che risulta chiarissimo dai documenti citati, è che
dieci anni prima dell inizio della Rivoluzione, l’Abbazia di Santa Maria
di Pinerolo era ancora proprietaria
dei tre più ricchi e redditizi alpeggi
di Massello, i quali erano già proprietà dell’Abbazia pinero-ese fin dal
XIIIo secolo almeno. Che il quarto,
l’aalpe Capraria» (l’odierna Ciabriero), più magro e cespuglioso perchè
situato a bacìo (mentre g.i altri sono
a solatìo) era già passato ad altri
proprietari, non sappiamo quando.
Limiti degli alpeggi
Da altro documento assai interessante del XVI secolo che speriamo di
pubblicare quanto prima (documento di proprietà della famiglia Tron
del Reinaud di Massello) risulta che
l’alpe del Pis era già stato, con atto
Ù9l 14 maggio 1552, dato in affitto dall’Abate del Monastero di Pinerolo
Giacomo di Savoia, a tutti li particolari della valle di S. Martino e che
per esso alpe essi pacavano annual
mente, « in ogni lesta di S. Martino
venti fiorini di moneta di Savoia...
parimente sei nibbi di buon salazzo
et parimente quindeci nibbi di buon
formaggio». Poiché il rubbo va'eva
25 libbre e la libbra corrispondeva a
grammi 369, il Monastero riceveva ogni anno, oltre alla ingente somma
di danaro, diflacilmente riducibile ne’le misere nostre lire odierne, 55 kg.
di seras e 137 di buon lormagsio.
E’ vero che dai limiti assegnati in
tale documento all’alpe « del piscio »,
esso sembra coincidere con i limiti
che hanno oggi gli alpeggi riuniti del
Pis, LaUsun e Rabiur, compreso forse
anche quello di Valuncrò. E’ sempre
comunque una somma complessiva
ir.olto ragguardevole che 1 particolari
della valle dovevano sborsare, per poter far pascolare i loro armenti ed i
Icro greggi sugli alpeggi sopra nominati
Questi tre alpi, denominati ancor
oggi del Pis, del Lausun e di Rabiur,
comprendono praticamente tutta la
zona pascolativa sul lato sinistro della valle (cioè il lato esposto a mezzo
giorno) ricco di erbe aromatiche nu
trìentissime e lattifere in sommo pado come il « flun » o trifoglio alpino,
abbondantissimo sia nei pascoli me
no ripidi e adatti al bestiame bovino,
sia nei pascoli a forte pendio, cosparsi di « roche » e destinati agli ovini
La loro estensione complessiva è di
oltre 3.037 giornate, praticamente senza alberi, ma abbastanza ricchi di
acqua: specialmente nella parte centrale dove si sono « ab antico » fissati
i conduttóri dei greggi provenienti
dal piano, per sfruttare l’ampia zona
pascolativa. Ivi sono oggi le baracche
in muratura per le persone e j)er il
bestiame bovino ed i parchi per le
pecore.
I confini odierni degli alpeggi deb
bono essere rimasti press’a poco i medesimi di quelli di sette secoli fa, per
chè è assai poco probabile che ci siano stati radicali cambiamenti nell’a
spetto e nella natura delle nostre
montagne e delle nostre vallate, nello spazio di meno di un millennio. Il
fatto anzi che fra i più antichi documenti locali, per altro poco numerosi,
ci siano appunto quelli concernenti
gli alpeggi, i quali sono rimasti tali
fino ad oggi, è un sicuro indizio che
la fisionomia delle nostre valli non
ha molto cambiato, nel suo insieme,
in questi ultimi dieci secoli.
(segue) T. G. Poiis
Veduta della valle di Massello e, nello sfondo, del
Monte Pelvo.
La valle di Massello, con
1 suoi piccoli villaggi sparsi sul pendio dei monti, è
una delle più belle della
nostra zona.
Ha dato alla chiesa ed al
popolo Valdese un grande
contributo di fede e di
cultura. Ci auguriamo che
essa possa essere in avvenire degna dell’eredità del
passato.
MINUZZOLI DI S TORI A V AL DìE S E ^
Il Conte Federico" Luigi Truchsess di Waldbourg
e Francesco Maria Biiex vescovo di Pinerolo
Valdesi, conoscete la storia
del vostro popolo?
La Società di Studi Valdesi pubblica un bollettino storico che dovrebbe essere conosciuto da molti.
Il numero di dicembre 1956 reca il
seguente indice:
A Molnar: Marcello Squarcialupi et
—l’Unité des Frères Moraves.
G. Gönnet: Il movimento Valdese in
Europa secondo le più recenti ricerche.
A. Armand Hugon: Giacomo Marauda colonnello dei Valdesi.
Recensioni, segnalazioni, vita socia
le ecc.
Studenti, diplomati, laureati e quan
ti altri vogliono conoscere la storia
valdese dovrebbero associarsi alla Società dì Studi Valdesi (Soci ordinari
I, 500 annue - 600 per l’estero - vita
lizi L. 10.000) versando la quota ai
Pastori 0 al Cassiere della Società
(c c. p. 2/4428 - Torre Pellice). Riceveranno il Bollettino della Società di
Studi Valdesi.
Red.
Libri sulla storia val(dese
Cento anni di Storia Valdese (1848-1948) L. 1.000
Storia dei Valdesi di ERNESTO COMBA L. 800
Breve Storia dei Valdesi di ERNESTO COMBA L. 300
Breve guida storica delle Valli Valdesi L. 250
Vita eroica di Giosuè Gianavello di ATTILIO JALLA L. 150
Pietro e Francesco di MAX EYNARD L. 500
LEGGETE E DIFFÓNDETE LA STORIA VALDESE
Un caso assolutamente fortuito, una
modesta preparazione celebrativa del
XVII febbraio, mi porta in casa di
Giovanni Ribet, oriundo di famiglia
dei Masselli di Pomaretto, ma abitante
Firenze da molti anni. Molto opportunamente e gentilmente egli mi conduce a vedere vari cimeli di storia patria
e di storia valdese. Due lettere particolarmente m’interessano perchè, da
una parte si ricollegano, come si vedrà, a personalità di altissima importanza nel mondo valdese e non solo
valdese della seconda metà del secolo
scorso (ed anche della prima metà) e
perchè, 4’altra paftdtkt ^credo^ inedite
tutte e due, salvo » breve citazione
che Davide Jahier |ece di una frase
del vescovo di Pinerolo, nel « Bulletin
de la Société d'histoire vaudoìse »
N. 59, p. 61. Se altro ne fosse stato
pubblicato, questa mia nota servirebbe a divulgarne il contenuto.
Motivo della lettera del vescovo era
la riparazione o la ricostruzione del
tempio di Pomaretto che minacciava
rovina e che era reso inservibile. La ricostruzione è ostacolata dal vescovo
di Pinerolo, sebbene egli si dicesse, come anche nella lettera che qui riferia-,
mo egli si dica, tanto pieno di affetto
verso i suoi o chers Vaudois ».
La sua lettera fa seguito, evidentemente, alle domande di costruzione
d’un nuovo tempio, e non già di riparazione deU’antico, poiché un architetto, mandato d’ufficio dal governo,
ne aveva riconosciuta la urgente necessità. I cattolici possedevano, fin dal
1688, una chiesa nuova più che sufficiente per il loro esiguo numero. Tre
suppliche sono mandate una dopo
l’altra. Le due ultime sono del 25 ottobre e del 14 dicembre, dunque di
poco più di due mesi anteriori alla
lettera del Bijex che, a quel momento,
non aveva più come antagonista, eventuale, il pastore Giacomo Rodolfo
Peyran, col quale (come dico in nota)
ebbe ima forte polemica, ma aveva a
che fare col più mite pastore G. G. D.
Jalla, uomo di meriti e di talento, « ma
in un fisico debole », come nota Teofilo Pons, negli * Actes des Synodes ».
Fortunatamente stava alle sue spalle il
Truchsess, ambasciatore di Prussia a
Torino. Grazie a questi ed al munifico
dono dello tzar Alessandro di Russia
il tempio di Pomaretto potè essere ricostruito (ed in località più sana) e
così l’ospedale di Torre Pellice.
★
Ma l’affare del tempio era quasi un
pretesto per inviare al Truchsess un
opuscolo d’un certo Lavai, pastore di
una piccola parrocchia di Francia,
convertitosi al cattolicesimo. Era come una rivincita che il Bijex si prendeva sulla fresca tomba del Peyran
che aveva fortemente sostenuta l’assoluta ed antichissima evangelicità della
posizione valdese di fronte alla chiesa
romana. Il Truchsess lo comprende e
immediatamente ribatte nel modo che
si può leggere nella lettera sua e nel
breve commento nostro. Comunque
queste lettere furono diffuse in copie
numerose, certamente. Quella che abbiamo sottomano è certamente di un
membro della ben nota famiglia Vertù, che durante la recente epoca napoleonica, era stato Direttore delle
« Messageries Impériales et Correspondant des Services Maritimes » a Torino.
Ma ecco i fatti e la corrispondenza
stessa.
n 23 febbraio 1824 il vescovo di Pinerolo François-Marie Bijex, Seigneur
de Chaumont, etc,, scriveva a S. E- il
Conte Federico Luigi Truchsess di
Waldbourg la seguente lettera « accompagnant une lettre imprimée de
Mr. Lavai ci-devant Ministre du St.
Evangile, à Condé-sur-Noireau » (1):
Monsieur le Comte!
J’ai l'honneur d’informer V. E. que
je me suis empressé de parler à S. E.
Mons.r le Comte de la Tour, dans le
sens que j’avais eu l’honneur de lui
manifester sur l’objet de la reconstruction du Temple du Pomaret.
J’aurais préféré sans doute par l’affection pastorale que je porte à mes
chers VAU DOIS, qu’ils eussent connu et préféré le plan de Vagrandissement de l’Eglise catholique; mais je
dois en ce temps me borner à des
voeux, et si ce n’est pas trop à des
espérances.
Permettez Mons.r le Comte que par
suite de la confiance que vous m’avez
inspirée, j’aie l'honneur de vous présenter ci-joint un Opuscule, où se
trouve mieux développé le motif par
lequel j’ai eu l’honneur de raconter à
V. E. que j’avais principalement engagé Messieurs les Vaudois à retourner à l’unité de la Société Chrétienne!
V. E. pourra juger de mieux en mieux
de l’esprit qui m’anime à leur égard
et quelle est la nature des moyens que
j’ai employé en les adoucissant toujours par les caractères de la charité
chrétienne, et de la paix et urbanité
sociale.
Je prie V. E. d’excuser cette digression, de l’accueillir avec la bonté et
la loyauté de son caractère, et d’agréer
l’empressé hommage des sentiments
pleins de confiance et de respect, avec
lesquels je suis
de Votre Excellence
le très humble et très obéissant serviteur
+ Bijex Fr. Me Evêque de Pignerol
Turin le 23 février 1824.
Appena ricevuta questa lettera, il
Truchsess si recò, come si vedrà dall’inizio stesso della sua seguente risposta, alla dimora torinese del Bijex per
dargli risposta orale. Non avendolo,
probabilmente, trovato, egli, il giorno
stesso in cui il Bijex gli aveva scritta
la di lui lettera, vergava e gli faceva
recapitare la lettera che pubblicheremo nel prossimo numero del giornale.
Silvio Pons.
( 1) Il Truchsess era stato « inviato dal
Re di Prussia quale ministro della Legazione presso il Re di Sardegna nel 1815 »,
mentre, nel 1818, il Bijex aveva pubblicato
la sua famosa lettera pastorale, diretta ai
Valdesi e tendente a ricondurli nel grembo della Chiesa Cattolica. Fu a quella lettera pastorale che l’allora Moderatore della
Chiesa Valdese G. R. Peyran rispose con
la sua « Réponse à la Lettre Pastorale de
l’illustrissime et reverendissime évêque de
Pignerol ».
Allombra del vecchio pino
L’autrice della « Ballata natalizia »
e del volume « C’è una voce nella mia
valle », ha scritto per il pubblico valdese : « All’ombra del vecchio pino ».
pubblicato recentemente dalla Libre
ria Editrice Claudiana.
I ventotto capitoletti ci trasferisco
no nel piccolo mondo antico valdeie
dove le scene, gli episodi, i fatterelli
ci consentono di rivivere un tempo
lontano, ricco di dolci memorie, soffuse d’una serena spiritualità evange
fica. La trama del libro si svolge all’ombra d’un vetusto pino, testunone
delle vicende familiari, rese vive dalla descrizione di personaggi cari al
nostro cuore di Valdesi per la dirittura di carattere e la testimonianza
concreta. Sono veramente lontani i
tempi in cui due protagonisti del libro «sono i primi d’un lungo corteo
che si forma alla spicciolata, ogni domenica, per recarsi al culto...»; così
pure non rientra più nelle buone abitudini valdesi di ascoltare « il bisnonno che prende la Bibbia e seduto a
vecchio seggiolone... fa la lettura quotidiana... »; l’accenno frequente alla
sana disciplina familiare, all’ubbidienza dei figli è quanto mai opportuno
poiché v’è tanta verità nelle afferma
zioni dell’autrice quando scrive «che
la legge del ” rigar diritto ” aiutava a
vivere bene e felici... ». Il richiamo alla storia valdese, poi la conoscenza
dei iuoghi, dei fatti sono uno stimolo prezioso per un ripensamento della testimonianza dei nostri avi.
La lettura del volume ci consente
di rivivere un tempo lontano e di cogliere le note liete, belle della testimonianza umile pure nella prosaicità
d’un ambiente familiare dove appunto si richiede la fedeltà nelle piccole
cose.
« .4H’ombra del vecchio pino » è un
nuovo segno dell’affetto e direi della
passione che anima l’autrice per la
sua terra, per le tradizioni migliori
delle valli, per quel piccolo mondo
antico valdese dove si muovono agilmente i suoi personaggi. E’ un buon
libro di lettura per le nostre famiglie,
un dono gradito ed utile che si può
fare in occasione del 17 Febbraio e
di cui dobbiamo dire grazie all autri
ce. b. g.
EDINA RIBET ROSTAIN: AU’ombra
del vecchio pino - Claudiana - L. 700
4
4 —
1/BCO DELLE TALLI TAUNBSl
La Fede e le opere
Noi non giustifichiamo i’uomo davanti a Dio secondo le sue opere,
ma diciamo che tutti coloro i quali sono da Dio, sono rigenerati e fatti
nuove creature talché dal regno del peccato passano a quello della
giustizia e per tale testimonianza rendono certa la loro vocazione, sicché, come gli alberi, possono essere giudicati dai loro frutti.
Con questa sola parola si può respingere l’imprudenza di certi sciagurati che ci calunniano dicendo che noi aboliamo le buone opere cosi
facendo né distogliamo gli uomini col dire che essi non sono giustificati per le opere né meritano salute e facciamo troppo facile il cammino alia giustizia quando diciamo che basta la gratuita remissione
dei peccati e con questa iusinga allettiamo a mal fare gli uomini che
vi sono sin troppo proclivi. Queste calunnie, dico, sono abbastanza
respinte da quel che ho detto, nondimeno rispónderò brevemente all’una
e all’altra.
Essi allegano che quando si predica la giustificazione per fede le
buone opere sono distrutte.
Cosa diranno se asserisco che ne sono piuttosto addrizzate e confermate? Noi infatti non sognamo né una fede vuota di buone opere,
né una giustificazione che sussista senza di esse. Ci importa, invece,
mentre riconosciamo che fede e opere sono necessariamente inseparabili, di porre la giustificazione nella fede e non nelle opere.
E’ anche falsissimo dire che si allontana l’uomo dall’amore del bene
togliendogli l’idea di merito. Perché se gli uomini in tanto agiscono in
quanto aspettano una mercede da Dio e locano a lui l’opera loro o
gliela rendono, se ne ha poco profitto. Egli vuole essere onorato, seivito,
amato con cuore libero e approva un servitore che, quand’anche gli
fosse tolta ogni speranza di premio, non lascierà perciò di servirlo. Infine se bisogna incitare gli uomini a ben fare, nessuno potrebbe trovare
'migliore' stimolo che dimostrare loro il fine della loro redenzione e vocazione.
(Da Calvino: L’Istituzione Cristiana)
DALLA VALLE DEL PELLICE
Angrogna ( Capoluogo )
La Comunità è grata al Pastore
Gustavo Bouchard dhe ha presieduto
il culto e la Scuola Domenicale la domenica 13 gennaio, rivolgendo all’assemblea un nutrito messaggio centrato sull’esigenza di im ritorno alla Sar
era Scrittura.
1 membri delia Società Missionaria
Studentesca « Pra del Tomo » hanno
presieduto un ciclo di riunioni quar
tierali nella nostra parrocchia ed hanno, la domenica W gennaio, presieduti il culto e la scuola domenicale.
Li ringraziamo per la loro visita e
per i loro messaggi. I sigg. Dott. Emanuele Bosio e dott. Attilio Merlo, Direttore della Scuola d’Agricoltura dei
Monnets hanno visitato i quartieri
della nostra parrocchia intratteiion
do i convenuti nelle nostre scuoletie
sul problema dell’àgricoltura. In tutti
i quartieri, eccezion fatta per il quartiere dei Jourdans si è avuta una interessantissima conversazione in cui
molte domande sono state poste ni
visitatori i quali a loro volto hanno
dato preziosi schiarimenti e consigli.
Mentre ringraziamo sentitamente il
doti. Bosio ed il dott. Merlo, ci augu
riamo di cuore die queste conversazioni segnino l’inizio di un contatto
seguito e vieppiù fecondo tra i nostri
agricoltori e la Scuola di Agricoltura
Ringraziamo i giovani delle nostre
tre Unioni Giovanili dei Jourdans,
Dalle Comunità della Valle Chisone
Attività ecctesiastiche
a Pomaretto
All’Unione dei capi-famiglia il prof.
Silvio Tron della nostra Scuola Latina, ha tenuto uno studio molto interessante, preciso e ben documenta
to, sulla situazione delle minoranze
religiose in Italia. Egli ha messo in
evidenza talune stridenti contraddizioni che vi sono tra la Costituzione
repubblicana e le leggi fasciste del
’29 che ancora vengono applicate, forse con maggior scrupolo Oggi di prima. Questo studio, per il quale ringraziamo il prof. Tron, avreobe meritato di essere seguito da un maggior numero di persone. Perchè non
interverrebbero più numerosi, da Pomaretto e dall’Inverso, i capi famiglia, i^r questa simpatica attività
che può servire per un maggior affiatamento di cui abbiamo bisogno, e
che è anche utile per meglio farci conoscere tante quistioni che — come
quella trattata dal prof. Tron, — non
ci è lecito di ignorare? Questa Unione ha ìa sua .seduta ogni ultima domenica del mese, nel pomeriggio, e
speriamo di vedere aumentare il numero degli aderenti.
Néirultima seduta il pastore Marauda ha presentato uno studio sulla
influenza che esercitano i Gesuiti sulla politica internazionale; dopo io
studio v’è stato un limgo ed interessante scamibio di idee.
La domenica 13 Gennaio, per lo
scambio generale di pulpiti in relazione con la campagna bioiica, abbiamo
avuto a Pomaretto il pastore Ermanno Rostan, mentre il pastore Marauda èra a Villasecca. Oltre a presiedere il culto, il past. Rostan ha pure
recato rm apprezzato messaggio ai
catecumeni confermandi ed a.lUnio
ne delle madri. Gli siamo molm grati per la sua predicazione forte ed
incisiva che ci auguriamo faccia riflettere seriamente tanti che hanno
i soliti pretesti per dis cogliersi dall’ascolto della Parola di Dio e per disertare.
Il dott. Aldo Ribet di Torino ha te
nuto all’Unione delle madri un ottimi Cònversàziòflé sul sub viaggiò a “
Valdese (Stati Uniti). Abbiamo cosi
appreso molti particolari sulla vita
di questa colonia valdese, ed abbiamo poi ammirato numerose e belle
fotografie che il dott. Ribet aveva
avuto la gentilezza di recare con sé.
Mercoledì 23 u. s. i membri della
Corale apprendevano la nascita della piccola Giovanna Antonella, figlia
della signora Tildina Tron, dxret.nce
della Corale, e del prof. Ernesto Tron.
Si recavano quindi a cantare sotto le
finestre dell’Ospedale per esprimere
i loro rallegramenti ed auguri più
sinceri, a cui saggiungono quelli di
tutta la Parrocchia.
Per una svista di cui chiediamo
scusa, non è stata inclusa nell’ultima
corrispondenza all’Eco la pubolica
zione dei seguenti atti litur^ci:
Battesimi: di Rostan Marilena (di
Gino e Lageard Viola), di Pavan Iva
no (di Alfredo e Zanin Liliana), di
Long Guido (di Attilio e Costabel E1
sa), di Ribet Marisa (di Emilio e Ughetto Élsa), di Meytre Loredana (di
Giovannino e Breusa Angiolina). II
Signore protegga e beneuica questi
bambini e le loro famiglie.
Matrimoni: del sig. Massel Amedeo
con la sig.na Bernard Laura, del sig.
Coucourde Eli con la sig.na Tron Oi
ga, del sig. Rostaing Guido con la
sig.na Revel Alma. Mentre ricordiamo con riconoscenza che questre tre
spose sono state monitrici nelle nostre scuole domenicali, porgiamo a
loro ed al compagno della loro vita
i migliori auguri di felicità.
S. Germano Chisone
Nel pomeriggio di domenica 27 corr,
una quarantina di giovani sposi si
runivano nella nostra sala parrocchiale per trascorrere insieme alcune
ore e meditare su alcuni aspetti del
problema famigliare.
Ringraziamo .sentitamente il dote
Guido Ribet che aveva accettato di
venire a recarci il suo messaggio.
Partendo dalla dichiarazione biblica
di Giovanni 3/16, l’oratore ci esortò
a considerare tutta la nostra vita familiare alla luce della grazia di Dio
rivelata in Cristo, conservando alla
famiglia quella dignità e probità che
è pur sempre ancora il nostro ideale,
ma arricchendola altresì dei preziosi valori dello spirito e nutrendola
degli insegnamenti della parola di
Dio.
La nostra riconoscenza va anche
alla sig.na F. Comba che Ci presentò
molto opportunamente il libro « S’aimer» di M. Ray.
Un gruppo di signorine (che nel
frattempo avevano badato ai bimbi
loro affidati) riceveva quindi i giovani sposi per una tazza di tè. Riecheggiarono allora quegli stessi canti che
avevano dolcemente modulato... il
tempo della, promessa!
do la « visita di chiesa » a tutte le famiglie delia Comunità. Si comincia fi
mattino di buon ora ; di casa in casa,
si stringono fraternamente le mani,
si chiedono notizie della famiglia,
dei congiunti eventualmente lontani,
si legge qualche passo della Bibbia,
si fa una preghiera e poi si lascia (no' ità di quest’anno) il « Calendar.o Biblico» 1957, deve i fedeli troveranno
giorno per giorno mdicati alcuni passi deila Parola di Dio ed una breve
meditazione. Anche questo possa aiutarci^a leggere la nostra Bibbia e ad
apprezzarne il messaggio perenne.
La nevicata di Capodanno, che molti credevano dovere arrecare maggior
intralcio, è stata presto liquefatta da
un caldo vento sciroccale e così la nostra collina di Prarostino ed anche
Roccapiatta è pressoché del tutto
sgombra dalla neve. Anche le nostre
straijé, grazie al pronto e generoso intervento della popolazione delle varie
borgate, sono praticabilissime (raramente esse si presentano così asciutte
e transitabili, in questa stagione, come quest'anno). Una parola di plauso
anche all’Amministrazione Comunale ed ai Consiglieri per il loro interessamento,
Campagna biblica
a Prarostino
Nel quadro dello scambio generale
di pulpito, avvenuto domenica 13 gennaio, mentre il Pastore G. Feyrot andava a Pinerolo, la Comunità di Pra
róstino ha avuto il piacere di rivede
re il Pastore U. Bert e Signora. Una
buona assemblea si è racco.ta nel
tempio per l’ora del Culto; mentre il
Pastore Bert ha presieduto il culto,
rivolgendo un caldo ed aflettuoso
messaggio, la Signora ha tenuto l’armonium con quella compelerza che
tutti le riconoscono. La visita dei si
gnori Beri, che furono qui per diversi anni gli stimati conduttori spirituali della Comunità, è stata molto gradita.
La stessa domenica, la scuola domenicale è stata tenuta dal Maes.ro
sig. Dosio, che ringraziamo sentitamente.
Uniti nel Signore. Sabato 26 gennaio, nel nostro Tempio è stato celebrato il matrimonio di Gönnet Luigi,
dei Rostan di Roccapiatta, e di Mon
net Irene, dei Gondini. Un folto grup
po di parenti ed amici circondava gli
sposi. Il Pastore, nel recar loro un
messaggio di circostanza nel nome dei
Signore, li ha esortati a « edificare la
loro casa sul fondamento sicuro e
fermo di Dio e della Sua Parola».
Da due settimane, il Pastore e l’Anziano di ogni quartiere stanno facen
Doni per l’Eco delle Valli Valdesi
Malan Long Marta 200; Carletti
Maria 100; Vay Mario 250; Balma Arturo 250; Berinzoni 200; Santonastaso Renato 100; Travers Vittorio 50;
Bams Emanuele 200; Giovanni Garrou 100; Caterina Garrou 100; Grill
Alessio Luigi 200; Pascal Oreste lOJ;
Garrou Umberto 200 ; Grill Elda 200 :
Barus Adele 100; Berger Filippo 200;
Breuza Luigi 200 ; Rostagno Levi 200 ;
Tron Giulio 100; Feroldi Piero 250;
Cavagnaro Roberto 100; Cattaneo Felice 250; Ferrari Giovanni 150; Ostorero Amabile 200 ; Martoglio Luigi
100: Bidinotto Rino 150; Costabello
Dino 500; Balletto Vito 250; Chiesa
Valdese di Biella 500; Ribet Ernesto
ItiO; Gillieron Elisa 50; Rostagno Alice 150; Pensato Olga 500; Ruffino
Bianca 150; Albarin Amato 200; Roncaglione Luigia 250; Anonimo 1.000;
Piacentini Mario 250; Dreher Angela 250; Pasquet Remigio 100.
del Martel e di Prassuit-Vemet i quali si sono incaricati della vendita dei
libri della Claudiana in occasione della settimana del libro, con lusingniaro
risultato.
Comunichiamo già sin da- ora che
il tradizionale pranzo del 17 febbraio
avrà luogo quest’anno nella sala unionista al Capoluogo, di fronte al nostro Tempio. Il prezzo del pranzo sarà di L. 500 vino escluso e sarà orga
nizzato e servito a cura del sig. Luigi
Bertin della Pensione Vernet. Prenotarsi in tempo presso i Pastori di
.-'.ngrogna!
Giovedi 24 gennaio abbiamo accompagnato alla sua ultima dimora terrena la spoglia mortale della nostra
sorella Bertalot Maria Teresa nata
Gaydou deceduta al Coumbalot il 23
gennaio alla età di anni 79. Al marito, al figlio ed ai parenti tutti esprimiamo ancora la nostra viva, fraterna simpatia cristiana. e. a.
CAPITINI - MAGNI - BORGHI
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La libertà religiosa in Italia
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WERNER KELLER
La Bibbia aveva ragione
L. 2.800
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Feuilles de route
L. 900
GORDON LINDSAY
Dieu leur parla
L. 800
Calendario biblico con meditazioni
quotidiane per il 1957
L. 250
Ordinazioni alla Libreria Claudiana
Torre Pellice (Torino)
Torre Pellice
Il Comitato per la celebrazione del
la ricorrenza del 17 Febbraio, d’accordo col pastore dott. Sommani, ne ha
fissato il programma come segue: al
Tempio Valdese, alle ore 9,30, festa
dei bambini delle Scuole domenicali;
alle ore 11, culto solenne. Alle ore
12,30, nel salone del Convitto Valdese,
pranzo familiare (i biglietti d’iscrizione sono in vendita presso le Librerie Hugon, Claudiana, Bottega della
Carta). Alle ore 21, nell'aula magna
del Collegio Valdese, serata ricreativa organizzata dalla Gioventù, con
partecipazione delia Corale Valdese;
si rappresenterà la commedia in 3
atti, di Zorzi: Con loro. La serata sa
rà ripetuta il sabato sera seguenle 23
febbraio, e nel pomeriggio deila domenica 24 febbraio.
I fuochi di gioia, secondo la tradizione, saranno accesi nella serata deila vigilia 16 febbraio. Si invita la popolazione d’iniziame l’accensione
contemporaneamente alle ore 20.
La popolazione è invitata ad esporre alle proprie case la bandiera nazionale, come adesione a questa festa
della libertà, la cui importanza è tanto oiù sentita nelle circostanze attua
li.
Redattore: Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
tei. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
Nel primo e doloroso anniversario
della dipartenza del caro sposo
Grill Federico
la vedova lo ricorda a quanti lo conobbero e lo stimarono.
Salza 5-2-1956 - 1957
11 suo sole tramonta mentre è ancora giorno.
Geremia 15 v. 9.
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ORAR! DEL PiNEROLESE ^ 5 NOVEMBRE 1956
Ferrovia Torino-Torre Pellice e viceversa
Torino A trasca Pinerolo Bri-ti. Torre P. 4.28 6.20 8,11 1203 13,42 1502 1706 1809 18,34 19.23 23,48 5,16 7.08 8 00 — 14.30 16,06 18.13 — 19,22 20,08 0,29 5,36 7,39 9,11 13,— 1405 16,28 18.40 19,13 19,46 20,31 0,51 5.57 7,58 907 13,15 15,12 16.50 18,59 19,28 20,07 20,46 1,07 6.10 8,11 9,41 13,33 1505 17,04 19,12 19,42 20,20 20,59 1,20 Torre P. Brich. Pinerolo Airasca Torino 3,48 4,48 5,40 6,38 8,35 12.24 13,24 4.01 5,18 5,56 6,53 8.50 12,39 13.39 401 5,31 6,18 7,11 9,08 12.58 13,55 4,39 5,50 6,49 7,27 905 13,19 — 5,23 6,32 7,38 7,54 10,— 14,02 14,16 16,32 18,05 19.50 21,04 16.48 18.19 20,06 21,19 17.06 18,37 20.29 21,35 17,35 18,58 21.02 1806 19,42 21,55
Ferrovia Bricherasio-Barge e viceversa
Brich. Barge p. 5,07 5,59 8,02 9,32 13,18 15,18 16,52 19,07 20,14 a. 504 6,17 8,20 900 13,37 15,39 17,10 1907 20,33 Barge Brich. p 4,40 5,31 6,29 8,27 12,16 14.50 16,08 17,53 19,37 a. 4,58 5,49 6,48 8,45 12,34 15,07 16,29 18,11 19,55
Tramvia Pinerolo-Perosa e viceversa
Pinerolo
Porte
S. Germano
Villar P.
Pinasca
Perosa
fnrf«st für ftyr ffsi fer fest fe fer fest fer fest fest fer fer fer
4,20 4,35 4.45 M5 7 — 7,55 8,15 9,30 10,15 11,30 11,40 12,40 13,10 15,05 15,05 16,02 17,50 19,25 20,55
4.47 4.56 6.04 7.07 1 8,16 8,34 9,48 10,34 11,50 11,58 13,02 13,29 15,22 15,24 16,22 18,09 19.47 21,17
4,54 5.-03 6.10 7,15 I 8,22 8.42 9,55 10,42 11,58 12,05 13,10 13,36 15,28 15,32 16,29 18,17 19,55 21.25
5,25 5J0 6,17 702 705 8,30 800 10,03 11,— 12,06 12,11 13,40 13,45 15,35 15.40 16,55 18,25 20.02 21.55
5,35 5,30 6,27 7,32 — 8.40 9— 10,10 11,10 12,16 12,20 13,50 13,55 15,45 15,52 17,07 18,35 20,11 22,05
5,45 5,40 6Q7 7,40 — 8Q0 9,10 lOQO 11,20 12,25 12,30 14— 14,05 15,55 16,05 1700 18,45 20,20 22,15
Pelosa
Pinasca
Villar P.
S. Germano
Porte
Pinerolo
fer fes fer fer fest fer fer fest fer fest fer fest fer fest fest fer fer fer
4,45 400 505 7— 1 — — 8— 8,10 9,35 9,45 11,45 11,50 13— 13,25 14,10 16— 16,15 — 17.25 19— 21,15
405 5,01 6.05 7,11 7,10 — 8.11 8,20 9,45 9,55 11,57 12— 13,10 13,33 14,18 16,10 — — 17,35 19,10 21,25
5,25 5,20 6.15 701 7.19 7,30 801 8,30 10,— 10,04 12,07 12,09 13,40 13,45 14,28 16,23 16,55 16.55 17.45 19.20 21,55
5,32 5,27 6.23 708 705 — 808 805 10,10 10,10 12,15 12,15 13,47 13,51 14.34 16.29 — 17,03 17.52 19.28 22,03
5,39 5,32 6 0 9 7,35 7,32 — 8,35 8,42 1000 10,17 12,28 12,22 13,54 13,58 14,41 16,36 — 17,11 17.58 19,35 22,10
6,— 500 6,45 705 700 8 — 805 9— 10,40 10,40 12,52 12,40 14,15 1400 15— 16,55 17,18 17.35 18.16 19,55 22,30