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ECO
DELLE WU VALDESI
BIBMOTECA VALDP'
TOHRE PtLLICB
SE
Sellimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVI - Num. i2
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TORRE PELLICE — 25 Mar/.o 1966
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Nuove istruzioni deila Chiesa romana
in tema di matrimoni misti
Con rinnovate preoccupazioni pastorali, il nuovo dettato romano lascia
le cose sostanzialmente immutale
La radio vaticana in data 18 marzo ha reso di pubbiica ragione il testo
delle « Istruzioni sul matrimoni misti » predisposte dalla S. Conigregazione « Pro dcctrina fidei » (ex S. Ufiìzio); ed anche la televisione e la radio nazionali, come la stampa, han
dato rilievo alla notizia dimostrando
così l’interesse a che il documento
vaticano abbia il più ampio rilievo.
Da tempo ;.ei più diversi ambienti
si era in attesa che la par'e della
Chiesa romana venisse.o p'ioblicote
queste istru.zioni di cui si aveva avuto sentore sin dalla scorsa estate. Infatti, come i nostri lettori ricorderanno, a seguito del « votum » sui matrimoni misti rimesso dal Concilio al papa il 20 novembre 1964 perchè formulasse un suo giudizio sulla questione,
era stata dapprima annunziata Temanazione di un « motu proprio » col
quale il papa avrebbe modificato sul
punto i vigenti canoni del codex j. c.
varando una nuova disciplina ispirata
ai desideri formulati dal Concilio. Ma
tale attesa andò di poi delusa, m
quanto ai primi dello scorso agosto
si ebbe lii; tizia ohe il S. Uffizio aveva
diramale, in luogo del « motu proprio », ésiruzìoni riservate e particolari ir. ^ se ad incrementare una nuova
prassi più aperta e consona con le attuali circostanze in merito al difficile
problema dei matrimoni misti.
Anche ii Bollettino di informazioni
del Consiglio Ecumenico delle Chiese
(Soepi n. 29-30 del 29-8-1965) aveva
precisato in proposito che « molti dirigenti protestanti hanno e.spresso il
loro disappunto nelTapprendere le decisioni del S. Uffizio ohe, teoricamente, attenuano le norme relative ai matrimoni misti; d’ora in poi, si potrà
celebrare un messa nuziale in occasione di un matrimonio d’un cattolico con un non cattolico ed i vescovi
potranno permettere ad un componente del clero non cattolico di pronunciare un sermone, ima preghiera
0 una benedizione dopo la cerimonia
del matrimonio, ma a condizione che
ciò avvenga fuori della Cliiesa. Negli
ambienti protestanti — notava il Soepi — si fa rilevare che que.sta innovazione del S. Uffizio non riconosce in
pratica alcun ruolo al clero protestante nel matrimonio stesso e lascia intatto l’obbligo del coniuge non cuttolico di promettere che i suoi figli siano educati nella fede cattolica >:.
Lo stato di incertezza e eli confus;one che in conseguenza di oneste informazioni monche ed alle volte discordanti andava producendosi in va
II Sinodo... ribadisce che la
celebrazione del matrimonio ( misto ) secondo i riti previsti e le condizioni richieste dalla Chiesa romana implica un
oggettivo rinnegamento della
vede evangelica.
A. S. 1965, art. 17.
pertanto l’arcivescovo di Canterbury
dr. Ramsey che il 24 corrente visita il
papa e che — da quanto riferisce la
stampa — si riprometteva di esaminare con lui tra gli altri piroprio il tema
dei matrimoni misti la cui mancata
soluzione a seguito del Concilio Taveva lasciato notevolmente deluso, si
trova ora servito con un testo ufficiale reso di pubblica ragione.
Da una primia lettura del documento si trae l’impiresslone che esso sia
in parte formulato con elementi che
avrebbero potuto trovar posto i.e? l’atteso « motu proprio » modificativo del
diritto vigente, ed in parte con norme
a carattere prowisorio quali appunto
si addicono ad istruzione date allo
scopo di incrementare, sulla base dei
canoni vigenti, un nuovo orientamento lapplicato in vista del futuro. Formalmente il documento si presenta
come istruzioni ohe, date per autorità
del papa, saranno di poi definitivamente introdotte nel c. j. c. « di cui è
attualmente in corso la revisione », se
« riceveranno dalla esperienza un positivo suffragio ». Istruzioni provvisorie quindi, che non è detto debbano
diventar definitive, ma che se lo dd
verranno, si presuffie per il momento
almeno, lo diverraruio nei loro termini attuali. Più in là di tanto per il
momento non si 'prevede quindi si
possa andare.
Il testo nei suoi 7 articoli, il primo
dei quali su 4 parafìrafi, è ormai noto
avendone data notizia la stampa di
ogni tipo, nè staremo qui a riprodurlo ; e neppure è il caso di procedere
qui ad 'un ampio è dettagliato commento, in quanto non mancherà l’occasione di farlo a ; tempo opportuno.
Diremo solo di (|ualche prima impressione ricevuta è dello stato di incertezza e di perplessità ohe lascia in
noi non solo dal punto di vista ev ange'ico ma anche da quello oarionico,
non già per il suo carattere di provvisorietà, che anzi appare assai ponderato in un momento fluido come
l’attua,le nella fase di inizio dei rapporti ecumenici in campo cattolico ma
per il suo stesso contenuto.
Sul piano canonìstico, ad esempio,
lascia perplessi il fatto che si lasci
nelTincerto un punto essenziale quanto alla validità del vincolo ove il matrimonio venga contratto « ante ministro acatholico ». Non essendo più
colpito da scomunica il coniuge cattolico che così, contrae (a parte Tosservanza di tutte le altre condizioni), devesi riconoscere il carattere di liceità
propria del rito matrimoniale acattolico prescelto; ma non viene precisata, quanto meno non traspare con
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
iiiiiiiiiiimiiiiiiiiiii
Stare saldi
Efesini 6, 11
Una caratteristica della testimonianza cristiana è espressa da
Paolo con il termine cc stare saldi » ed il fatto che per ben tre volte
in pochi versetti egli ribadisca questo concetto indica chiaramente la
sua importanza.
Che significa stare saldi nel combattimento della fede? Anzitutto essere impegnati e calmi. Non chi si dà da fare e si agita è sempre buon credente, chi è in movimento, ovunque illudendosi di essere
dappertutto, ma chi assume con lucidità e pazienza la sua piccola
parte di lotta contro le potenze del male.
Star saldo non significa logicamente solo stare fermi, le montagne e le case ed i monumenti stanno immobili ma non sono uomini
saldi.
Perciò lucidamente impegnati ma anche perseveranti. La perseveranza è infatti la virtù umana che fa saldi. Tenacemente inseriti
nella testimonianza domani come oggi, oggi come ieri. Paolo sapeva
molto bene quanto costa questo umile e sereno atteggiamento di perseveranza! Quanti sanno patire! ed insegnare agli altri a patire!
Quanti si gettano corpo ed anima nella lotta della lede! Fedele è però
quello che è ancora in piedi dopo aver fatto tutto il suo dovere, quello che non si sarà stancato di star saldo fino alla fine.
E’ di gente siffatta che il mondo ha bisogno oggi: salda nella fede
e perciò salda nella vita cotidiana. Uomini che sanno dove vivono e
perchè vivono, serenamente sicuri, che sanno dove vanno.
Oggi la gente sa tutto, come è fatto il mondo, la società, il suo
cervello, non c’è più mistero o problema nè in cielo nè in terra e
neppure in noi stessi, cuore ed inconscio sono come atomi e la luna
alla portata di tutti. E’ bene sia così, riconosciamolo, ma una sola
cosa ci rimane da imparare: a vivere.
E questo lo può imparare solo chi sta saldo, nel combattimento
della fede.
Giorgio Tourn
iiimuiiiiiiiimiiiiniiiimiiiimiiiiiiimiiiiiiiimiiimmiiiiiiimiiiiiiimiiiiiiumiiniiiimmiiiiiiiiiiimiiiimiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiimmiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin'iiimiMiimiiiimiiiiiiiiiiiiMiiiiiniiimmiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiimmiimniiiiiimmHiii
iiiiiimaimiiuihiiHiuiiiiiiniiimiiiiiiii'iiiiiniimiiiiiililimiiimiiiiinimiiiimiKiimmuiiiii
lllliniMIIUUtMOll
IL DRAMMA DEL XX SECOLO
Di fronte alla marea montante della miseria mondiale
i cristiani supererannn
il paternalismo del XIX secolo ?
La lotta contro la fame e il bandirla dalla faccia della
terra non sono un'utopia nè il sogno fantasmagorico di
un racconto di fate, ma un obiettivo perfettamente realizzabile nei limiti della capacità degli uomini e delle
possibilità della terra. Josue de Castro
ri ambienti esteri come nazionali, ed
il verificarsi qua e là di talune coni
rnistioni liturgiche non convenienti,
indussero il nostro Sinodo ad emanare un apposito articolo sul punto dei
matrimoni misti, in cui con felice intuito venne precisata in modo chiaro
sul piano confessionale ed in piena
coerenza ecumenica,, la posizione della nostra Chiesa per evitare ogni ulteriore equivoco e confusione.
Si era avuta di poi co^nferma che
istruzioni particolari erano state diramate ai vescovi con indica^oni atte
a fonnare una nuova prassi a mezzo
di benevole condiscendenze formali
da concedersi in forma di dispensa
valutando caso per caso le situazioni
col concorso delTavviso dei vescovi e
della Congregazione per la dottrina
della fede. Ma ancora nello scorso
gennaio sembrava che non vi fosse alcun intendimento di renderle note, se
non nelle loro future risultanze sul
piano dell’esperienze acquisite. Un
qualche elemento nuovo ha probabilmente indotto il Vaticano a render
subitamente note le dette istruzioni;
Oggi, per quanto possa sembrare
paradossale, e in contrasto con quanto
in genere pensiamo della pretesa g'enerosità delle nazioni ricche (e dei cristiani) in favore dei paesi poveri del
Terzo mondo, sono i poveri a finanziare i ricchi. E’ quanto abbiamo spiegato
nell’articolo precedente, la scorsa settimana, sulla base di documenti delle
Nazioni Unite.
Se non vogliamo che i poveri siano
alla disperazione e che i nostri figli
paghino molto caro il nostro accecar
mento, urge guardare bene in faccia
la realtà.
Il prof. Prebisch, segretario generale della Conferenza delle N. U. sul
Commercio e lo Sviluppo, ci invita a
questo con la massima insistenza:
« Nessiimo può mettere in dubbio
— scrive — che sono necessarie decisioni radicali. I fatti sono lì, irrecusabili. E’ impossìbile eludere il problema.
Non si è mai posto al mondo sotto
questa forma, nè con una tale vastità.
Ma mai, daltro lato, il mondo aveva
disposto delle immense risorse di cui
oggi dispone per risolverlo ».
I fatti sono Ti, irrecusabili. E’ anzitutto indispensabile che ogni cristiano ne prenda conoscenza. Oggi il peccato d’ignoranza è inescusabile.
Anche i mezzi d’azione sono li; ne
parleremo.
Quali HmetH 7
Innumerevoli sono, oggi, le iniziative prese in favore del Terzo mondo.
Dopo le inesperienze e l’inevitabile
andare a tastoni dei primi anni, si
può dire che quasi ovunque gli ostacoli che diminuivano l’efficacia di questi sforzi parziali sono in via di su
peramento.
E i cristiani non dovrebbero mai dimenticare che le istituzioni che hanno
la più ricca e più lunga esperienza del
Terzo mondo, che hanno portato lontano, da generazioni, assai prima che
si parlasse di aiuto ai paesi in via di
sviluppo, il soccorso più completo,
sono" le opere missionarie. Grazie al
sacrifìcio di coloro che vi si consacrano, sono probabilmente esse a svolgere il lavoro maggiore con il minimo
di risorse.
Tutti questi sforzi devono essere
sostenuti, incoraggiati, estesi, moltiplicati. Ma sono insufficienti e resteranno smisuratamente insufficienti. Bisogna attaccare il problema, simultaneamente, da un’altra parte.
Non basta,
la carità spicciola
Il grande torto di molti cristiani,
oggi, è di non vedere che l’assistenza,
utile, necessaria, indispensabile per
alleviare una minima parte delle mi
serie a breve termine, non è in grado
sono nè essenziali nè « spirituali ». Sono ragionamenti da ricco incosciente.
Li’Evangelo proclama al contrario che
il denaro, lungi dall’essere insignificante o secondario, fa presto a diventare un padrone demoniaco e oppressore, se non dominato e assoggettato a Dio nel servizio del prossimo.
In realtà, il vero amore passa anche per il denaro, specie quando questo manca in modo vitale. Proprio
perchè i cristiani, grazie a una situai
zione d’abbondanza, non hanno sorvegliato a sufficienza il loro denaro (e
il loro modo di guadagnarlo), esso è
Pubblichiamo il secondo articolo che
André Biéler ha pubblicato su « La Vie
Protestante » e sul « Semeur Vaudois »
a proposito della situazione socioeco
nomica mondiale e della responsabilità
cristiana nei suoi confronti; quest’articolo fa seguito a quello pubblicato nel
numero scorso.
di sopprimerne le cause. Devono esser prese misure radicali, massìcce e
urgenti, non solo per aiutare i paesi
sottosviluppati, ma per metterli in
condizione di svilupparsi essi stessi,
e di collaborare con noi su piede di
parità.
E questo, ora, non è loro possibile:
le condizioni economiche, finanziarie e
commerciali che imponiamo loro, ii
mettono nella quasi impossibilità di
farlo. E’ stato detto ohe mancano soprattutto di uomini, più che di denaro. E’ vero solo in misura assai limitata. Mancano di quadri formati; ma
di uomini capaci di essere formati ne
hanno fin troppi, poiché questi sono a
milioni disoccupati. Ciò che manca
loro, sono i mezzi per formarli.
Ncn tanti snidi,
ma amere imm,
è giuste 7
Occorre che i cristiani si correggano
dal loro superbo spiritualismo (totalmente falso dal punto di vista teologico), che consiste nel credere che i
problemi materiali e il denaro non
divenuto lo strumento con cui oggi,
spesso a loro insaputa, commettono
una delle maggiori ingiustizie sociali
della storia, paragonabile, per i suoi
effetti disumanizzanti, alla tratta dei
negri ohe essi hanno praticata nel
XVII e nel XVIII secolo.
Stiamo ripetendo, ma con una portata universale, gli errori commessi
ai primi tempi delTindustrializzazione
d’Europa, quando i cristiani hanno
creduto che bastava la carità personale e la beneficenza ecclesiastica per
risolvere il dramma del pauperismo.
Con un po’ di cattiveria — diceva
recentemente il past. Visser ’t Hooft,
segretario generale del CEC — « si direbbe che tutto avviene come nel XIX
secolo, quando la .signora distribuiva
soccorsi ai disgraziati che il signore
rovinava con i suoi affari! ». E’ venuto il momento che i governi, i soli in
grado in cogliere la realtà in tutta la
sua portata, prendano le misure che
s’impongono, e che le Chiese si ricordino della missione di sentinella che
l’Evangelo assegna loro presso gli
Stati nella lotta per la giustìria, la
quale oggi più che mai ha una forma
specificamente economica.
Le Camere federali (si fa riferimento alla situazione elvetica, n. d. r.)
alla fine del 1964 hanno votato un
credito di 90 milioni di franchi per il
Servizio di cooperazione tecnica, per
due anni e mezzo. E’ noto Teccellente
lavoro che si fa con questo denaro.
Ma ohe cos’è questa goccia d’acqua di
fronte alle reali necessità? Si tratta
del 0,07% del nostro reddito nazionale !
Che fare di più 7
Quali sono, allora, le « decisioni radicali » ohe occorre prendere senza ritardo per uscire dal solco in cui la
carità benintenzionata, ma non sempre abbastanza chiareveggente, sta affondando con tutti quelli che tenta di
soccorrere?
1. - Un’ascesi draconiana
E’ certo che, qualunque siano le misure, anche molto radicali, che i paesi
ricchi prenderanno a favore dei paesi
poveri, nessun paese del Terzo mondo uscirà dalla notte se non s’imporrà,
in primo luogo, un’austerità draconiana per lunghi anni. Quali ohe siano i
responsabili e le cause, v’è un ritardo
da cui non si possono riprendere se
non a prezzo dei loro sforzi più giganteschi.
Se osserviamo la carta del mondo,
vediamo che i tre principali paesi 1
quali, nel XX secolo, sono riusciti successivamente a raggiungere il plotone
dei paesi industrializzati, sono il Giappone, TURSS e la Cina. Vi sono pervenuti al prezzo che sappiamo, con una
ascesi imposta duramente e pagata
cara. Hanno investito in loco fino a!
20%, talvolta persino il 30% del loro
reddito nazionale per finanziare l’avvenire. Cioè, durante anni e anni ogni
abitante a prezzo delle più grandi privazioni, ha dovuto rinunciare a consumare una buona parte del poco ohe
aveva, per assicurare la produzione di
domani.
Gli occidentali non devono aspettarsi che sacrifici di quésto genere
CONTINUA
IN TERZA PAGINA
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pag. 2
N. 12 — 25 marzo 1966
MALGRADO IL NUOVO CORSO VATICANO
Tattica cattolica;
ofiendcrc ed impaurire
Nel Cantone di Zurigo, ogni anno più di 400 cattolici-romani chiedono
dì far parte della Chiesa evangelica. Fra questi un certo numero di
Italiani. Tentativi per indurli a rimanere nella Chiesa cattolico-romana.
Un detto popolare paragona la Chiesa Romana ad un aignello, dove è perseguitata; ad
una volpe, dove è tollerata; ad una tigre,
dove è al potere. In Isvizzera le autorità
Romane presentano una natura a metà tra
la volpe e la tigre. Presentano il volto della
volpe nei rapporti diplomatici ed ufficiali
con la Chiesa Riformata e nei contatti ad
alto livello, cioè là dove Tuso della forza
sarebbe controproducente; là dove la correttezza potrebbe esser scambiata per debolezza
o là dove loro interessi sono in gioco, esse
presentano il volto della tigre ; questo è
particolarmente il caso quando si tratta di
Italiani che, dopo una schiavitù di secoli,
tentano la via della libertà spirituale.
Recentemente un membro della comunità
evangelica di Winterthur ha mandato, come
richiede la procedura in Isvizzera, ima lettera di dimissioni alla Chiesa Romana di
Winterthur, avendo conosciuto TEvangelo,
essendosi convertito a Cristo e non volendo
più esser considerato Cattolico Romano.
Scritta la sua brava lettera, questo nostro
fratello si è visto capitare la circolare, fatta
ad hoc per gli Italiani, che riproduco qui
accanto {abbiamo corretti vari errori nel
testo, n.d.R.) e ciie voglio commentare:
La prima cosa che colpisce il lettore è il
carattere offensivo di tutta la lettera. E’ subito escluso, infatti, che si possa trattare di
una conversione sincera: Riteniamy abbiate
scritto così unicamente per esimervi dal pagare la tassa per il culto.
Questione finanziaria, di convenienza quindi, e non di fede : perchè? Possiamo ben
domandarci che concetto degli Italiani in generale e dei cattolici in particolare abbia la
ATnmini.strazione Cattolica di Winterthur! E
possiamo chiederci con che coraggio essa
tenti di tenersi tali membri : dei Cattolici
che son pronti per pochi franchi a vendere la
propria fede! Da questo si manifesta la tradizionale posizione cattolica : quello che conta è il numero e non la qualità dei fedeli!
Perchè? Perchè numero significa potenza politica e finanziaria : quella potenza che la
Chiesa Romana ha sempre ricercato dai tempi di Costantino in poi e per ottenere la
quale non ha esitato a creare dei falsi documenti storici, ad usare la spada e Tintrigo
politico, a mettersi d'accordo coi poteri (io
ti benedico i gagliardetti e tu mi dai il matrimonio e la scuola, più mi fai fuori questi
Protestanti italiani; io non dico niente della
strage degli Ebrei e tu mi lasci in pace il
clero tedesco... andiamoci a rileggere una
bella storia del Papato!),
Offesa, malafede, disprezzo del membro di
chiesa : sbattuti là, sulla faccia, senza tanti
complimenti e mezze parole : di questo almeno siamo grati, di poter vedere il volto
delle autorità romane senza veli ecumenici.
E notiamo bene: offesa, malafede e disprezzo del cattolico, non dell'evangelico. La Ghie,
sa non ama i propri figli, ma ne ha bisogno
per sopravvivere e dominare : non si preoccupa di come siano, basta che siano iscritti
nei suoi registri; a tutti gli effetti civili,
politici, finanziari. Ci spiace fare queste constatazioni. ma non possiamo non reagire al
modo con cui i nostri connazionali vengono
trattati. Sarebbe ora che gli Italiani ed anche
gli Svizzeri si rendessero conto con chi hanno a che fare e quali sono le conseguenze
dell’infedeltà all’Evangelo, sia essa mascherata dall’indifferenza ai problemi religiosi o
da una pace religiosa falsamente intesa.
Dopo Taccusa di opportunismo fatta all'Italiano, ecco ora l'offesa di ignoranza :
L* Amministrazione della Chiesa Cattolica
pensa che Voi non siate al corrente della
posizione legale e delle conseguenze... Qui
si affaccia un’altra linea di approccio tipicamente cattolica : all’offesa segue la scusa
della buona fede, macchiata però dalla ignoranza : chi si ribella alla Chiesa Romana lo
fa per ignoranza-, cioè non sa ciò che perde
e ciò cui va incontro quando laiscia le ali
della chioccia. Questa è la posizione spesso
presa nei confronti dei a fratelli separati »
(già gli f( eretici y> di beata memoria): essi
sono cristiani in buona fede ed è solo per
ignoranza (e non per conoscenza dell’Evan*
gelo!) che sono evangelici: solo poco tempo
fa un sacerdote ha insegnato nelle scuole
svizzere che la Chiesa Riformata è una...
scatola vuota!
Chi lascia la Chiesa Romana, dunque,
non lo può fare per molivi di coscienza e
perchè ha deciso che è meglio obbedire a
Dio anziché agli uomini, ma lo fa solo per
egoismo od ignoranza. Quindi chi osa tanto
non può avere che guai : ed è bene rammentare ciò all'audace. Terza mossa: impaurire : la paura è ancora il metodo preferho
per ammaestrare (nel passato un bel rogo
od una bella esecuzione erano ben più efficaci delle discussioni dei teologi ; od era
molto più facile convincere il vecchio Galileo Galilei con la prigione che con matematica ed astronomia!). La pedagogia cattolica moderna afferma ancora: Il timore di
Dio (cioè deUa Chiesa Romana e della sua
Gerarchia: come capisce il buon intenditore!)
si alimenta soprattutto con la considerazione
dei tremendi castighi con cui Dio punisce
eternamente i peccatori nelVinfemo. (Guida
catechistica per la prima elementare, Edizioni Paoline, 196.3).
Nessuna meraviglia, quindi, se anche nella nostra circolare relemenlo della paura è
messo nel rilievo dovuto. Ciò avviene in
tre momenti :
1) Si precisa che in Isvizzera la tassa
eocl^iastica è obbligatoria (tanto per far
notare che una rinuncia della Chiesa Romana non comporta abolizione delle tasse), ma
solo chi lo sa può capire che è anche possi
bile dichiararsi « senza religione » e, quindi,
non pagare le tasse: dubito molto che un
qualsiasi lavoratore italiano capisca ciò dalla
spiegazione dell’art. 49 della (Costituzione Federale, come spiegato nella circolare.
2) Per chi insistesse ancora si ricordano
i provvedimenti canonici (cioè del diritto
della Chiesa : grazie al cielo, oggigiorno solo
in alcuni casi questo Diritto ha l'appoggio
del braccio secolare) : esclusione dalla vita
sacramentale della Chiesa Romana (confessione, comunione, matrimonio, funerale,
ecc.) : interessante notare che mentre del
matrimonio si specifica « matrimonio cattolico » come quello che non si può più celebrare, per il funerale si dice a sepoltura
ecclesiastica » : cioè si suggerisce quasi che
qualsiasi funerale religioso non sarà celebrato : e si sa che gli Italiani ci tengono a niorire in chiesa: persino i comunisti. A tutto
questo, per rincarare la dose, segue la parola magica : Scomunica, una parola ohe ha
sempre un certo effetto psicologico. Pio XII
cercò di frenare l’avanzata comunista nel
1949 usando questa parola: fece fiasco, perchè il comuniSmo si ferma con la giustizia
e non con le parole : ma il termine ha
sempre un certo effetto.
3) A chi ancora insistesse nella sua via
si ricorda allora che l’essere in Isvizzera,
terra libera (l’ha detto pure il regnante Pontefice agli scolari di Bellinzona qualche tem.
po fa : Ringraziate Iddio di esser nati in una
terra veramente libera!), non vuol dire, per
il cattolico italiano, essere libero per sempre : un giorno dovrà tornare al paese d’ori
UN DOCUMENTO
INTERESSANTE
KATHOLISCHE KIRCHENPFLEGE
WINTERTHUR
Illustrissimo Signore,
con la vostra lettera del indirizzata alla ICath, Kirohengutsverwaltung
(Amministrazione del Comune Cattolico di Winterthur) avete dichiarato di voler rinun.
ciare alla Religione Cattolica. Riteniamo che abbiate scritto così unicamente per esimervi dal pagare la tassa per E culto.
L’Amministrazione della Chiesa Cattolica pensa che Voi non siate al corrente
della posizione legale e delle conseguenze che derivano da questa Vostra decisione e
perciò si sente in obbligo di farvi presente quanto segue:
1) Secondo l’articolo 49 della Costituzione Federale Svizzera ogni persona che
dimora in Svizzera è obbligata a pagare una tassa per il culto per la religione a cui
è iscritto fino a quando non viene prodotta una dichiarazione formale scritta di
rinuncia alla religione stessa. — La rinuncia alla religione deve essere fatta per
iscritto e indirizzata alla Amministrazione della Chiesa competente.
2) Con questa dichiarazione scrìtta dì rinuncia secondo l’art. 49 della Costituzione ognuno cessa di essere membro della propria religione.
3) Chi cessa di essere membro della religione cattolica, incorre neUa Apostasia
formale contemplata dal Diritto Canonico, Can. 2314. U’Apostasia però ha le seguenti
conseguenze :
а) Ogni Apostata non può più ricevere nè i sacramenti nè i sacramentali, cioè
non può nè confessarsi nè comunicarsi nè contrarre matrimonio cattolico e nè avere la
sepoltura ecclesiastica, ecc.
б) Ogni apostata, incorre, al momento stesso della rinuncia formale scritta,
nella Scomunica in speciale modo riservata aUa Santa Sede.
c) La dichiarazione di rinuncia alla Religione Cattolica viene comunicata alla
Parrooohia e al Comune di origine perchè se ne faccia atto siui rt gistri della Parrocchia
e dello stato civile del Comune. In più la rinuncia viene comunicata alla Polizia degli
Stranieri in Svizzera, cioè al Kontrollbiiro.
Dopo di avervi messo al corrente della posizione legale e delle conseguenze morali
e spirituali a cui va incontro chi rinuncia definitivamente alla Religione Cattolica,
dovete comunicarci se, nonostante quanto sopra, intendete realmente rinunciare alla
Religione Cattolica, a cui siete iscritto.
In questo caso siete pregato di compilare il c< Modulo » qui unito debitamente
firmato e spedircelo.
Non ricevendo il predetto « Modulo » riteniamo che Voi non intendete rinunciare
alla Religione Cattolica, ma rimanere nella medesima.
Con stima.
Allegati:
1. la vostra lettera del
2. Modulo da compilare
gine e allora... Certo, la circolare dice soltanto ohe la decisione di abbandonare la
Chiesa verrà comunicata a tutti gli interessati : cioè al comune e alla parrocchia di
provenienza (ma perchè al comune? in Italia non siamo mica in Isvizzera! E perchè
sottolineare aito?) e alla Polizia degli stranieri. Cosi è scritto: ma si intende solo
questo? 0 non si vuole, piuttosto, far ricordare ohe cosa succede in Italia, specialmente nei paesi, a chi non sì leva il cappello davanti al prete e non bacia la pantofola del vescovo? Non si vuol fare balenare
Io spettro dell’opposizione, della persecuzione,
dell’ostracismo sociale? Con le buone o con
le cattive, Ohi è nato cattolico deve morire
tale! Non c’è via di scampo. Anche sulle
porte della Chiesa Romana sono incise le
parole dantesche : Lasciate ogni speranza o
voi ch’entrate!
Che tutta la circolare sia dì carattere offensivo ed intimidatorio appare chiaramente
dalla conclusione: non altro significa il sottolineare la posizione legale (gli Italiani han.
no sempre una paura matta della legge, ohe
per loro vuol dire soprattutto tasse, balzelli,
soprusi, manganelli, ecc.) e il nonostante
quanto sopra; la malafede è messa in evidenza da quell’miendeie realmente, anch’esso sottolineato.
E allora un ultimo tentativo : fiduciose
della forza congiunta di pigrizia, ignoranza
e paura le autorità cattoliche richiedono la
compilazione di un altro modulo: l’Italiano
comune ha poche cose in antipatia, come i
moduli; a parte il fatto ohe per molti è difficile capirli e riempirli correttamente. Cosi, se (come al solito) Tltaliano si dimentica o tralascia d’inviare E modulo, egli rimane cattolico e la Chiesa Romana ha vinto;
se invece persevera sino alla fine, allora peggio per lui.
O meglio per lui? Possiamo applicare qui
le parole dell’Evangelo di Matteo : Ma chi
avrà perseverato sino aEa fine sarà salvato
(24: 13)?
Franco Ronchi
(da « Voce Evangelica »)
iiiiimiiiiiiiiiiiiMiHiiiiiiimiiiMiiiniiit
L’EVANGELO
nella Polinesia
* Verso una Federazione delle Chiese del
Pacifico. La prossima Conferenza Generale
delle Chiese del Pacifico — che si terrà alla
Pentecoste di quest’anno nell'isola di Lìfou
(Nuova Caledonia) — dovrà pronunciarsi
definitivamente sulla costituzione di una
Federazione delle Chiese del Sud Pacifico.
Le circa venti Chiese interessate sono state
accuratamente consultate. La Federazione
progettata non tocca in nulla la completa
autonomia di ciascuna delle Chiese. Si trat
ta soprattutto di un raggruppamento frater
no di chiese che operano nella Nuova Ca
ledonia, a Tahiti, nelle Nuove Ebridi, a Sa
moa, nelle isole Cojck, Fidoi, Tonga, Salo
mone.
* Il pasl. Giovanni Conte si è imbarcato,
con la sua famiglia, per raggiungere il suo
nuovo posto di lavoro, a servizio della Société des Missions Evangéliques di Parigi e
della Chiesa evangelica indigena, a Papeete
(Tahiti). Gli rivolgiamo un fraterno augurio per il suo ministero.
■iiHimiiiiiiiiil'iiiiiiiMiiiiiMiiiimi
VISITA A UN LAGER CIVILE DEGLI ANNI ’60
Dove nascono le VW
Per entrare nel Lager degli italiani bisogna lasciare in deposito un documento di
identità e lasciar detto da chi si va. Dopo le
dieci di sera tutti i visitatori devono essere
fuori del campo. Restrizioni particclari valgono per i tedeschi, che non sono ammessi
nelle baracche di abitazione, e per le donne,
che entrano soltanto per ragioni di servizio.
Il Lager è circondato da un'alta siepe metallica e il suo ingresso è chiuso da una
sbarra, che si alza soltanto per le automobili autorizzate. Le baracche sono circa 50,
a due piani. Dieci porte per lato si aprono
su un corridoio centrale; da una parte sono
quelli che lavorano nel turno di mattina, dal.
l'altra quelli che hanno il turno pomeriggiosera. Quelli che invece hanno J turno di
notte sono mescolati agli altri, ciò che causa
inconvenienti e tensioni. Le camerette sono
a tre posti cd hanno Io spazio sufficiente
per una brandìna a due piani, una branda
normale, un tavolo, un armadio e tre sedie.
Ad ogni piano, oltre ai servizi (mancano però
le docce) vi è un locale dove numerosi fornelli elettrici permettono agli operai di cucinare da soli : vantaggio questo che è molto
apprezzato da tutti.
Così vive circa l'80^ó dei cinquemila italiani che lavorano a Wolfsburg. Il campo ha
l'aspetto meno sinistro di un campo di concentramento (ma il paragone viene in mente
continuamente); somiglia piuttosto ad un accantonamento militare, o ad un ghetto per
uomini soli. Nel campo vi sono due baracche
comuni, una « Kanfine » dove possono prender posto attorno a tavoli qualche centinaio
di italiani, con uno spaccio misero, molto
fumo e rumore, e un altro locale che serve
per il cinema e la messa; oltre ad una salelta per lezioni, un'infermcria e gli indispensabili uffici.
Naturalmente nessuno obbliga gli italiani
a vivere nel Lager; essi sono liberi di trovarsi una camera altrove. Ma aH’alto pratico
questo è impossibile per la grande scarsezza
di alloggi e per la preferenza che, sul mercato libero, viene data ai tedeschi. Di fatto
soltanto una piccola parte degli italiani e
cioè circa trecento hanno potuto far venire
Fra ì nostri cinquemila emigrati che lavorano a Wolfsburg
nei cantieri della Volkswagen
la loro famiglia; altri hanno trovato alloggio nei comuni vicini e possono così sottrarsi alla vita del campo.
La Volkswageu crea il bisogno di andare
lontano per cercare una stanzi in affitto, ma
poi lo soddisfa e offre ai suoi dipendenti
condizioni di favore per Tacquisto di una
vettura (purché si impegnino a restare due
anni).
Di tre cose gli italiani non si lamentano:
del lavoro, del poco costo dell’alloggio nel
campo e della possibilità di cucinare. A
Wolfsburg c’è lavoro e questo è l’essenziale.
« Sono stato costretto ad emigrare, al paese
non c’era lavoro ».
« A N. avevo seguito In scuola professionale, ma poi non c’era lavora» e così son dovuto emigrare. Mi trovo qui da tre anni e
per quel che riguarda il lavoro non mi la
mento ». « L'italiano lavora bene; siamo noi
che abbiamo insegnalo ai tedeschi a lavo
rare ». Difalli gli italiani lavorano con ac
canimento. cercano di realizzare il massimo
con i cottimi, approfittano di tutte le occa
sioni per fare degli straordinari e si lamen
taño quando non possono lavorare il sabato
(( Siamo venuti qui per lavorare e guada
guare, non per passare le ore senza far nien
te; più guadagniamo c più presto torniamo
a casa ». Per il posto letto nel Lager si
paga un marco al giorno, riscaldamento e
uso cucina compresi. Alcuni vorrebbero trovare una sistemazione più dignitosa in una
camera di affitto, « E’ quasi impossibile di
trovare una camera e poi non ci permettono
di cucinare. Se ci fanno pensione viene a
costare troppo e poi ci danno soltanto patate ». fc Qui possiamo almeno cucinarci gli
spaghetti, spendiamo meno c ci sembra quasi di essere a casa ».
Due aspetti invece sono mollo penosi: le
condizioni umilianti del Lager e la mancanza di rapporti con la popolazione. « Togliessero almeno quella sbarra, qui ci sembra di
essere in prigione ». «Per entra»*e e per uscire ci vuole il «artellino e se uno Io dimenrica sono guai; non lo fanno entrare». «Dobbiamo mostrare il cartellino per entrare in
fabbrica e questo lo si può capire; ma poi
ci vuole anche per il Lager ». « Quando torniamo dal lavoro che cosa possiamo fare?
La città è lontana (circa un Km.) e poi dovunque andiamo si spende; fuori non si può
stare per molli mesi perchè fa freddo e qui
non c'è proprio niente » « Naturalmente
fra tanta gente ci sono sempre quelli che
fanno disordini e ogni tanto è successo qualche fatto grave : ma questo non vuol dire
che ci devono tener chiusi qua sotto controllo. Siamo uomini e non bambini ». «Anche se prendete 3000 tedeschi e li fate stare
insieme come stiamo noi, certamente succederebbero cose spiacevoli. Queste cose non
succedono perchè siamo italiani ». Questo è
perfettamente vero: gli italiani di Wolfsburg sono anche troppo sensibili su questo
punto, dato che sembra che all'inizio sono
avvenuti delitti e risse che hanno gettalo
il discredito su tutti gli italiani. Tuttavia
sono passati molti anni senza che nulla di
grave avvenisse; ma la stampa contìnua a
mettere in evidenza anche i piccoli fatti di
cronaca che scandalizzano la popolazione
(come la caccia ai conigli selvatici).
In effetti qui si ha Timpressionc che la
mancanza di vita .wciale, di attività proprie
e di contatti con la popolazione, in un’atmosfera di discriminazione e di dispiezzo, abbia creato un atteggiamento di pazienza che
CONTINUA
IN <3UARTA PAGINA
MARSEILLE
Liens vaadois
franco-italiens
L’anniversaire du 17 Février a été célébré
à Marseille le dimanche 20 Février. Comme
toujours, ce fut une joie pour nos Vaudois,
de recevoir et d’accueillir le Pasteur délégué
par la Table pour leur rendre visite: cette
année Mr. Jahier, bien connu parmi nos
Vaudois.
Dès le Dimanche matin, une grande assemblée était réunie au Temple de la rue
Grignan, et c’était un vrai plaisir que de
voir les coiffes blanches des Dames et Demoiselles. Le temps était particulièrement
beau, et semblait être à l’unisson de la joie
qui rayonnait sur les visages. C’est dans un
grand recueillement que le Culte fui suivi,
et par la profondeur de son message, son
éloquence, Monsieur le Pasteur Jahier sut
retenir l’attention de tous. C’est dans une
vibrante émotion que la chorale de l’union
chanta le « Serment de Sibaud ».
Après le culte, selon la coutume, un repas
fraternel à la maison Vaudoise réunissait plus
de cent personnes, qui entouraient Mr. Jahier et notre Président Mr. Poët. Comme
chaque année, nous avions avec nous divers
pasteurs de J’Eglise réformée de Marseille,
et on notait particulièrement: Mr. Douadille, M. et M.me Marchand, Mr. Bertrand,
Mr. Galtier, M. et M.me Mordant, de même
que M.lle Campos, de passage à Marseille,
venant d’Uruguay et qui est la fille d'une
Vaudoise originaire de La Tour. Le repas se
déroula dans une atmosphère de joie et de
fraternité, et comme toujours à l’Union, le
patois régnait en maître, et Marseille n’était
plus Marseille... mais une paroisse des vallées.
C’est avec émotion que Mr. Poët remercia
Mr. Jahier, lui souhaita la bienvenue parmi
nous, lui dit toute la joie que nous avions
à le recevoir, et l’espoir qu’il avait que son
séjour parmi nous serait pour les Vaudois
un enrichissement et un attachement encore
plus profond envers nos vallées.
L’après midi, environ 400 personnes étai( iit
réunies dans notre grande salle, qui ce jour
là, c'est classique maintenant, est toujours
trop petite. A nouveau, ces 400 Vaudois, debout, chantèrent avec émotion « Le Serm» nt
de Sibaud » et ensuite commença notre sé-m*
Ce récréative, présentée par notre bon et tlévoué Aldo Tron dont l’humour et l’art in!= li
qu'il possède pour raconter histoires ou légendes en patois, font la joie de tous. iJe
16 h. à 19 h. 30 une quarantaine d'enfinUs
s’échelonnant de 5 à 20 ans composèreni la
partie religieuse et artistique de cette ap.esmidi, dont le succès fut grand et où les .jplaudissements furent aussi nombreux '¡;ie
chaleureux.
Le soir, à 20 heures^ près de 140 vaud ;is
étaient inscrits pour participer "à l’agape~du
soir et pour terminer le plus fraternellen. ut
possible cette journée si chère à fous \ udois. Que tous nos amis, dont le dévouen--¡it
et la patience sont mis à si rude épreuve ur
la réussite de cette journée, trouvent ici ' npression de tous nos remerciements.
Les journées qui suivirent furent coi- acrées par Mr. le Pasteur Jahier, qu'accoinuagnait Mr. Poët, à la visite des Vaudois... - )it
malades, soit hospitali.sés ou dans des maisons de retraite. Les soirées étaient t ;nployées à la visite de certains groupes de os
amis demeurant hors Marseille. Mr. Jah er,
infatigable, était toujours prêt à se rendre
partout où nous pensions que sa visite pouvait apporter joie, réconfort et encouragement. A Puy-Ricard nous retrouvâmes les
familles Rivoire Jacques du ThoJonet et lu.irs
enfants, de même que la Grand-Maman et les
frères Rivoire Emile et Victor et leurs iamilles qui nous reçurent avec beaucoup d amabililé et d'affection. Un culte fut célébré,
des projections curent lieu et une joie profonde était en nous tous. Un autre soir, ce
furent les Vaudois des Pennes Mirabeau.
Plan des Pennes, Pas des Lanciers. Miranuis.
Vitrolles, Gignac, qui se réunirent chez nos
amis Berton David. Une belle réunion eut
lieu là aussi: Monsieur le Pasteur Jahier
donna son message, des chants suivirent, puis
ce fut à nouveau les projections... et le
départ.
4: ^ 4s
Le mercredi, dernière soirée Marseillaise
pour Mr. Jahier, une soirée avait été organisée à l’Union, et une centaine de Vaudois
étaient réunis pour renouveller à Mr. Jahier
leur reconnaissance et leur affection. Nous
eûmes, ce soir là, l'honneur de recevoir la
visite de Mr. Nardi, Consul Général d'Italie,
venu entourer Mr. Jahier d’abord, et faire
plui ample connaissance avec les Vaudois de
Marseille, dont il avait entendu parler, mais
qu’il ne connaissait pas. Après jCS paroles
de bienvenues et de remerciements que Mr.
Poët adressa à Mr, Nardi, et qu'il eut présenté les Pasteurs présents, ce fut au tour
de Mr. le Consul de prendre la parole et au
cours des quelques instants de son allocution, il insista notamment sur le plaisir qu'il
avait à se trouver parmi nous, et de pouvoir
nous dire et nous confirmer que les Vaudois,
dans le monde, jouissent d'une très grande
estime. Bien entendu les Pasteurs présents,
Jahier et Marchanil, prirwit à leur tour la
parole, et après un cantique, Mr. Jahier commença à commenter une merveilleuse série
(le projections lumineuses. Pendant plus de
2 heures, nous fûmes sous renchanlemcnt
cl nous vîmes défiler des sites merveilleux,
des visages amis, en vivant des instants inoubliables. Merci mille fois, cher Mr. Jahier!
Mais, c'est toujours ainsi, les journées si
bien remplies passent trop vite, la visite tant
attendue... est toujours trop brève pour arriver à voir et à faire tout ce que l'on voudrait, ou devrait... Nous sommes cependant
très heureux et très reconnaissants. Ces visites sont pour nous un enrichissement certain, ef ont pour nous une signification profonde, Si nous redisons un grand moi ci à Mr.
Jahier, que tous les membres de la Table
trouvent ici l'expression de l’attachement et
de la reconnaissance des Vaudois de Marseille. A. P.
3
25 marzo 1966 — N. 12
pag. 3
Il dramma del XX secolo
A PINEKOLO, TORINO E ROMA
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
possano essere ottenuti dai regimi
impopolari che essi spesso sostengono
o che suscitano a mano armata per
farne dei complici dei loro interessi.
Soltanto un movimento popolare è
capace di ottenere dalla massa tali
privazioni. E i governi popolari non
sono tutti comunisti, come spiesso insinua una disonesta propaganda mondiale (ottimamente accolta nel nostro
paese).
2. - Una rivoluzione strutturale.
Ma anche a prezzo di tali sforzi i
paesi poveri non potranno risollevare
il capo se i paesi ricchi non accettano
di modificare radicalmente le condizioni degli scambi internazionali. A
questo scopo è stata convocata a Ginevra, lo scorso anno, la Conferenza
della rUNCTAD (Conferenza delle
N. U. sul Commercio e lo Sviluppo).
Ma si ha il diritto di domandarsi se
le Chiese non dovrebbero contribuire
a creare un niovimento d’opinione faforevole alle riforme ohe s’impongono.
Infatti, a livello dello sviluppo attuale
delle oonoscenze e della pratica dell’elettronica, la soluzione teorica dei
problemi economici mondiali non solleva alcuna difficoltà di rilievo. I soli
giganteschi ostacoli sono i freni d’ordine morale e spirituale.
I governi sono paralizzati da un’opinione pubblica lenta e reticente di tsui
sono tributari, inibiti dalla mistica pagana del prestigio nazionale e dalle
pressioni occulte dei gruppi d’interesse. Se i governi e i delegati di tali conferenze non si sentono sostenuti e
tallonati dalla pressione spirituale dei
cristiani liberati da queste servitù e
affrancati da questi pregiudizi, lo sviluppo rimarrà un tema oratorio di
congressi, fino al giorno in cui la collera dei popoli affamati annegherà
l’inefficacia dei governanti nel caos
degli sconvolgimenti.
3. - Un aiuto massiccio.
Infine, non si uscirà dalla spirale infernale in cui gli sforzi parziali della
buona volontà e della carità sono divorati dairaccrescimento galoppante
della miseria, senza uno sforzo massiccio e disinteressato dei paesi ricchi
in favore di quelli poveri. In primo
luogo per preparare e mettere a disposizione gli uomini di cui i paesi
poveri hanno bisogno in modo molto
temporaneo (Servizio civile). Ma in
seguito e soprattutto per mettere a di“po e di questi paesi la massa di
capii ai., gratuiti che mancano loro
per ;. in.isente e per Tavvenire, investe n modo avveduto, con le gara e cientifiche che ci assicura
con esattezza rattuale livello delle nostre cuouscenze di geografia politica.
Sociale e economica.
Gli esperti valutano circa il 3% del
reddito nazionale dei paesi ricchi, la
progres =^1 va iniezione di capitali necessaria a dare la spinta iniziale a uno
sviluppo che sia sostenuto dai paesi
poveri.
Non si tratta di denaro da distribuire alla cieca, ma del finanziamento
di operazioni di base dello sviluppo,
sotto forma d’investimenti nelPagricoltura, neU’istruzione dei giovani e
nella formazione di specialisti (la sola Africa ha bisogno di milioni di quadri intermedi e di 2(X).000 universitari),
nelle infrastrutture scolastiche, sociali (ospedali, ambulatori, eco), stradali, industriali, adattate alle capacità
mcmentanee di produzione della mano
d’opera attualmente disponibile, e alle
necessità elementari di consumo delle
popolazioni.
Questo sforzo massiccio e temporaneo da parte dei paesi ricchi è indispensabile, perchè aspettando che i
veri rimedi, cicè le riforme di strutture del commercio internazionale (punto 2) e delle società pevere (punto 1),
possono essere applicati, occorre riorendere ritardi giganteschi, deficit
che vanno aggravandosi, rovine che si
aocumiulano, miserie che si moltiplicano e ^ potenziale di odio, di rancore
e di rivolta che si accresce.
Bisogna ad ogni costo fermare la
emorragia dei poveri e operare una
presa di sangue presso i ricchi, ner
ristabilire la salute e l’equilibrio di
tutti gli uomini, sia dei ricchi che dei
poveri.
fina grande cassa
di compenso
Per raggiungere tale scopo, occorre
istituire al più piresto una grande cassa di compenso in cui ogni paese (per
non affogare, sin dalla partenza nelle
difficoltà di una delicata discriminazione) porti un contributo ohe salga
progressivamente fino al 3% del suo
reddito nazionale, e da cui le risorse
sarebbero ripartite, secondo-le necessità e franche da ogni sottinteso di
dipendenza più o meno neocolonialista.
E’ uno sforzo enorme, ma non impossibile. Infatti « la ragione e rimmaginazione si uniscono — dichiara
U Thant — per dire ai popoli ohe sono
entrati in ima fase inesplorata dell’economia mondiale. Si spendono
ogni anno oltre 120 miliardi di dollari
(72 mila miliardi di lire!) in armamenti, ma questo peso non ha impedito al mondo evoluto di raggiungere
un tasso di crescita economica del
5-6% all’anno. Quanto più si potrebbe fare, a vantaggio del mondo intero,
se una parte soltanto di questi grandi
sforzi fosse investita non più nella
produzione di strumenti di morte ma
nella produzione di strumenti di crescita, di lavoro e di vita! ».
(Segue un paragrafo che concerne in
particolare la situazione elvetica, ma
che a titola esempUficaitivo ijueressa
anche noi. N. d. r.).
Le Chiese protestanti
saranno aii^aitexza ?
Nel 1964 alla Federazione delle Chiese protestanti svizzere era stata presentata una proposta, che suggeriva
che le Chiese di tutto il mondo, su
iniziativa delle Chiese svizzere e tramite il Consiglio ecumenico delle
Chiese e il Vaticano, lanciassero un
appello a tutti i popoli ricchi affinchè
questi consacrassero progressivamente il 3% del loro reddito nazionale ai
paesi sottosviluppati; tale denaro dovrebbe essere prelevato in parte con
una progressiva diminuzione dei bilanci d’armamento.
Da parte sua, il papa Paolo Vi pre
sentava, poco dopo, una proposta simile, prima a Bombay, poi all’Assemblea deirONU.
Da parte del protestantesimo svizzero, tutte le Chiese protestanti romanze, ¡salvo una, e una federazione
svizzera (quella delle donne protestanti) hanno chiesto, dopo aver studiato
il problema, alla Federazione delle
Chiese protestanti svizzere di dare
seguito a tale proposta. Si sa che l’uliima Assemblea dei delegati di tale
Federazione, riunita a Winterthur
l’estate scorsa, dopo un rapporto favorevole del suo Cónsiglio ha decise
di raccomandarla allo studio di tutte
le Chiese cantonali e di chiedere il loro parere prima di trasmetterla al
CEC.
Timidezza coipevoie
di fronte aiia vastità
dei fiageiio
Ma bisogna deplorare che i delegati
di questa Federazione abbiano in fondo ripiegato sulla posizione del cristianesimo tradizionale, che con ragione pone l’acceìito sulle iniziative ecclesiastiche, senza tuttavia valutare
l’importanza e l’urgenza di un’azione
parallela delle Chiese presso le autorità politiche. Le òpere carititative dei
cristiani — indispensabili, lo ripetiamo — non possono dispensare le Chiese dalla loro funzione profetica nei
confronti degli Stati: ancor meno potrebbero presi unere di sostituirsi a
questi e assumerne i compiti, che esigono mezzi di cui soltanto i governi
possono legittimamente disporre.
Non ripetiamo i gravi errori teolo.gici che abbiamo commesso nel XIX
secolo, di fronte alla piaga del pauperismo nato dalla rivoluzione industriale, auspicando la sola « carità »
quale rimedio a una situazione ohe esigeva piuttosto la vigilanza politica
dei cristiani, questa forma più sottile
e più compromettente di carità.
Quest’aocecamento spirituale ci ha
valso la rivolta dei poveri, che oggi divide il mondo in due campi ostili. Dopo averci latto tragicamente mancare
la svolta storica del secolo scorso, la
nostra pusillanimità ci farà di nuovo
mancare quella del XX secolo?
La parola tocca dunque ora alle
Chiese cantonali (e quindi alle comunità), che devono rispondere alle domande poste lolo dalla Federazione
svizzera ed esaminare se trovano sufficienti tali interrogativi.
Come si volgeranno, le Chiese del
nostro favorito paese, ai problemi urgenti, lancinanti dei fratelli di fuori?
L’avvenire ce io dirà, e la storia lo
registrerà.
Ma ii tempo
stringe /
Occorre tuttavi-a ripetere che ogni
giorno che passa vede deteriorarsi
una situazione mondiale già tragica.
« La fame mondiale è la prospettiva
più prohabile intorno al 1980» (René
Dumont, 1965). « Nel 1965 la popolazione fiel globe è cresciuta due volte più
delle sue possibilità di nutrimento »
(Dipartimento dell’agricoltura, Washington 1966).
D’altra parte, fra alcuni mesi si aprirà la grande conferenza ecumenica mondiale « Chiesa e Società ». Le
Chiese protestanti svizzere, che avranno il diritto d'inviarvi quattro delegati, saranno pronte abbastanza in tempo per affidare loro un mandato che
sia all’altezza della loro missione?
« Bisogna che il grido della metà dell’umanità che oggi chiede il pane necessario alla sua sussistenza sia ascoltato dai cristiani come il grido di Cristo» (Rapporto di Evanston, 1954).
André Biéler
(ìiornata mondiale di preghiera
Echi di riunioni femminili evangeliche
Venerdì 25 febbraio, si è svolta in tutta
Italia la tradizionale « Giornata mondiale di
Preghiera », organizzata dal Comitato Nazio
naie della F,F,V.
Quest’anno la liturgia era stata preparata
dalle donne scozzesi, e rifletteva quindi vecchie tradizioni della Chiesa di Scozia.
Il tema centrale a I miei testimoni siete
voi » ci invitava a meditare sul significato
del laicato come Chiesa nel mondo.
Per le Valli Valdesi, il Culto si è svolto
nei locali della Chiesa di Pinerolo, in presenza di una settantina di Sorelle, tra le
quali erano anche le rappresentanti delle
Missioni e deH’Esercito della Salvezza.
L’assemblea ha seguito con raccoglimento
la liturgia, presentata da quattro sorelle, a
voci alternate.
La colletta, a favore dell’Ospedale Evangelico di Napoli, è stata cospicua, si tiene
conto che avveniva negli stessi giorni di
Ciò che devono
poter vendere
* Arachidi e prodotti derivati : 80-90
per cento delle esportazioni totali
del Senegai, del Mali e del Niger.
* Cotone-. 60-70% delle esportazioni
della Repubblica centroafricana, 80
per cento di quelle del Ciad e dell’Egitto.
* Zucchero: 80% delle esportazioni
di Cuba.
* Legno-. 83% delle esportazioni del
Gabon e del Congo (Brazzaville).
* Caffè: 60% delle esportazioni del
Brasile, 84% di quelle della Colombia.
* Cacao : 76 % delle esportazioni del
Ghana.
* Caffè e cacao: 80% delle esportazioni della Costa d’Avorio, 75% di
quelle del 'Logo e del Cameroun.
* Lana: 60% delle esportazioni dell’U ruguay.
quella della Settimana di Rinuncia e della
raccolta di fondi per l’India.
AU’uscita del (ìulto, l’Unione di Pinerolo
ha offerto un nutrito tè che ci ha permesso
di salutare molte amiche che si vedono di
rado; .si sono nominate le Unioni presenti, e
quasi tutte le Valli erano rappresentate.
Si è anche discusso della opportunità di
tenere il prossimo incontro distrettuale insie.
me al II Distretto.
Nel complesso, anche se alcune preghiere
di intercessione ci hanno lasciate un po’ perplesse, e se gli intervalli per le preghiere
spontanee non sono stati giudicati sufficienti,
la liturgia della Giornata mondiale di Preghiera ci ha arricchite permettendoci di sentirci in comunione particolarmente fraterna
con le donne del mondo intero, che nel medesimo giorno, ad ore diverse e in lingue a
noi straniere, pregavano con le stesse nostre
parole, leggevano e meditavano gli stessi ver.
setti, facendoci partecipi della universalità
del messaggio evangelico.
Etiennette Jalla
La giomata mondiale di preghiera della
donna, è stata celebrala venerdì «era 25
febbraio da un buon miimero di evangeliche
torinesi nell’atmosfera raooolta del tempio
valdese di C. Oddone.
Nella letliira della liturgia, si sono avvicendate soreUe battiste di Torino e Rivoli,
valdesi, dell’Esercito deUa Salvezza, delrU.C.D.G. e — presenti per la prima volta quest’anno, con nostra viva gioia —■ due
americane rappresentanti deUa comunità
protestante di lingua inglese, da poco costituitasi nella nostra città.
Prima della coUetta, destinata al costiuendo Ospedale evangelico di Napoli, ci
ha parlato con grande entusiasmo di quest’opera, una delle sue future responsabili,
suor Alba Jazeolla che con suor Dina Costantino si appresta a partire iper Naipoli per
assumervi la direzione del personale.
Dopo il culto, chiacchierando attorno a
una tazza di thè, si è espresso il desiderio
di intensificare gli incontri tra i nostri grup.
pi, perchè troppo a lungo ci siamo ignorate a vicenda.
In conclusione è stata una buona serata,
in cui abbiamo realizzato che la comunione che ci univa era viva e profonda,
perchè fondata sull’ascolto della Parola del
nostro Signore e sull’intercessione fraterna.
Evelina Pons
A Roma il culto della Giornata mondiale
di preghiera deUe donne è stato celebrato
quest’anno nella chiesa presbiteriana di
Scozia di via XX Settembre e si è svolto in
un’atmosfera di raccoglimento a cui ha,
in parte, contribuito la lineare isemplicità
della chiesa presbiteriana.
11 servizio si è svolto con beU’ordine:
hanno letto la liturgia sorelle delle Chiese anglicana, arwentista, battista, episcopale d’America, luterana, metodista, presbiteriana di Scozia, valdese e dell’Esercito della salvezza. Avevamo fra noi una
sorella del Ghana, una deUe Filippine, una
rumena, una ungherese, che hanno partecipato con la loro intercessione. Attraverso
loro abbiamo cercato di « vedere » l’ecumene, quell’ecumene che non è sempre solo
fatta di solenni assemblee mondiali, ma
che a volte ha la forma più elementare e
genuina di riunioni di « membra sparse »
di tutto il mondo, unite .per rendere insieme il culto al loro medesimo Signore.
Il motivo di Isaia « I miei testimoni siete
voi », così ricco di responsabilità per il
nostro tempo, ci ha fatto sentire non solo
la ¡solidarietà che ci lega tutte nella testimoniaiiiza, ma anche queUa che ci unisce
ai confessori di tutti i tempi, in quanto Dio
è il Signore di sempre, sulla storia.
Berta Subilla
tllllllllllllllimimiiiiiltl*
Parecchi lettori ci hanno chiesto come mai non è stato pubblicato alcun
articolo in ricordo del Pastore Carlo
Lupo. Prepariamo una pagina dedicata alla sua figura, e la pubblicheremo nel prossimo numero, che sarà
doppio. red.
I LETTORI CI SCRIVONO
Prese di posizione
“ ufficiali,,
della Chiesa
Un lettore, da Luserna S. Giovanni:
Caro direttore.
permetta anche al sottoscritto di
esprimere il suo pensiero sulla dibattuta controversia Talco e Grafite, Maz*
zonis ecc. che (mi sembra) sempre
più confusa o poco chiara, tanto più
leggendo sul n. 11 de a II Pellice »
l’articolo del sig. A. E. Beux.
Premetto che non intendo qui prendere le difese del Pastore S. Rostagno, perchè prima di tutto non sono
avvocato e se il Pastore Rostagno ne
avesse bisogno ne trova tanti nel Foro Pinerolese da non giustificare un
intervento mio che qualcuno, giustamente, potrebbe qualificare di avvocato del diavolo.
Confesso che ho stentato a comprendere il pensiero deirarticolista A.
E. Beux e riconosco la mia limitatezza di intelligenza ma penso con preoccupazione ai lettori (e ammetto che
saranno pochi) che sono sotto il mio
livello di comprendonio e di illuminazione.
Ripen.so, scrivendo, con nostalgia ai
bei tempi in cui il sempre rimpianto
Prof. Giovanni Coisson che mi teneva, anche, nel gruppo speciale dei
« Philistins » solo perchè involontaria,
mente ostici a rispettare le regole della grammatica e della sintassi, o perchè avevamo lasciato nella penna qualche S nel plurale di qualche termine; e mi torna alla mente una massima che egli ripeteva spesso con un
senso di sollievo anche se con paterna comprensione : « Ce que l’on conçoit bien s’énonce clairement et les
mots pour le dire arrivent aisément! ».
Ricordando questa massima, mi domando se Tamìco Beux non si è lasciato prendere la mano e la penna in
una raccolta dì parole grosse, difficili
e inadeguate al non ristretto numero
di lettori, meno dotati, che pure nel
leggere desidererebbe anche poter
comprendere.
Ho cercato nella mia modesta biblioteca un dizionario ed un vocabolario per consultarli e temo ohe i topi
me li abbiano asportati... a pezzi e
così stando le cose desidererei che Lei
Sig. Direttore promuovesse una iniziativa di chiarimento e di conclusione sulla situazione di disagio che permane e precisasse l’ampiezza e la portata dei termini e la competenza ed il
comportamento della Chiesa nei riguardi della gente nostra.
Ringraziando per rospilalità La saluto. i- y.
La lettera del Sig. E. A. Beux. apparsa la scorsa settimana su a II Pellice », fra le « Voci dal pubblico »,
era introdotta da questa nota redazionale: **Pubblichiamo la lettera delVamico E. A. Beux in via eccezionale:
Vavremmo vista più volentieri pubblicata dalVn Eco delle Valli », che
certamente Vavrebbe ospitata'\
Quella lettera era stata inviata alVa Eco delle Valli Valdesi », che non
Vaveva ospitata (e si stupisce un poco
di trovarla su « Il Pellice ») per le
ragioni esposte dal nostro lettore.
Se ho capilo il pensiero del sig.
Beux, si tratta della solita, generica
denuncia della Chiesa che va unilateralmente a sinistra. Il problema può
e deve essere discusso ( ma più seriamente di così, allora!); ma mi pare
grottesco prendere spunto polemico
da una questione evidente quale quella mineraria, che ha fatto Vunanimità
di fronte ai padroni della Talco Gra
fite. La sola questione discutibile e la
presa di posizione ufficiale della Commissione Distrettuale. Notiamo che si
è trattato di una ^^lettera alle Chiese”
(cui però è stata data pubblicità) e
non di una pubblica dichiarazione.
Comunque, la Commissione Distrettuale ha assunto in piena coscienza un
rischio, di cui risponde. Si tratta indubbiamente di una via rischiosa, perche questi problemi non sono dibattuti nelle nostre comunità, vi affiorano in modo spesso passionale, nei momenti cruciali e ”caldV\ anziché essere meditati a fondo in modo sistematico: se così avvenisse (e speriamo che avverrà), prese dì posizione
come quella di cui si discute, potrebbero essere in modo più netto e cosciente Vespressione di un relativo
^consenso’ delle nostre chiese che meditano i problemi dell'ora alla luce
della Parola di Dio. Ma bisogna pur
cominciare: e quest'azione di rottura
ha voluto intraprendere la C. D. Uavvertimento contro la tentazione di politicizzare^ in modo ossessivo, la chiesa
è giusto e necessario, ma purtroppo la
massa della nostra chiesa non ha ancora (ne sente il bisogno?) una posizione etico-politica cristianamente riflessa: e manca così largamente quelTevangelico discernimento degli spiriti
con cui i cristiani devono reciprocamente controllare la fedeltà della loro
fede e della loro testimonianza.
Abbiamo
ricevuto
Per la fame in India, Angela Caviglione Pagliano (Torino) L. 5.000.
Per Asilo Infantile « Il Redentore »
di Pachino, in memoria del Past. E.
Pascal: N. N., L. 6.000; V. L. Coisson 1.000.
Ringraziamo e trasmettiamo.
Il solco
di A. Schweitzer
Una lettrice, da Merano:
Signor direttore,
con molto piacere ha letto li. notìzia
che a Vicchio una scuola è stata intitolata a Schweitzer e spero che sia il
principio per una maggior conoscenza
di questo grande anche in Italia. In
quanto albi « sottolineatura » del fatto
che « si tratta, forse, della prima scuola dedicata ad A. Sch.... » bisogna, pe.
rò, aggiungere: «la prima in Italia»;
infatti in altri paesi, oltre ad Ospedali,
anche scuole e collegi da tempo sono
intitolati allo Schweitzer, in Germania
sono già abbastanza numerosi, alcuni
— a quanto mi consta — anche in
vari stati dell’America del Sud (di
queste ultime, però, non so se solo
scuole private).
I miei alunni conoscono tutti Pope,
ra Hi quest’uomo e la mia speranza è
che l’uno o l’altro, tra i molti avuti
nel corso degli anni, se ne ricordi e
ne parli anche od altri cercando di
mettere — almeno un poco — in pratica i suoi insegnamenti. Purtroppo
in italiano c’è ben poco di ìui, o per
lo meno, non ho saputo trovarlo. Anzi sarei grata se qualcuno mi sapesse
indicare una bibliografia delle sue opere o di scrìtti sulla sua vita in italiano, adatto ai nostri giovani.
Saluti cordiali
Iolanda Schenk
Di Albert Schweitzer sono state edite in italiano queste opere:
Infanzia e giovinezza. Ed. Mursia, L.
1.000.
La mia vita e il mio pensiero. Ed. Co.
munita, L. 4.000.
Dove comincia la foresta vergine. Ed.
Comunità, esaurho.
I popoli devono sapere. Libri Bianchi
Einaudi, esaurito.
Rispetto per la vita. Ed. Comunità,
L. 2.800.
Agonia della civiltà. Ed. Comunità,
L. 600.
A nostra conoscenza, non sono stati
finora pubblicati in italiano saggi di
carattere scientifico sulla figura e sul
pensiero dello S. Su un piano più divulgativo, ma tuttavia largamente informata, e aggiornata nella sua seconda, recente edizione, Vopera di Ernesto
Ayassot: « Il medico della giungla »
(Claudiana, L. 1.000) che segue accuratamente le tappe della vita, e traccia le linee fondamentali dello sviluppo del suo pensiero. SulVultimo numero della rivista ^^Protestantesimo”
(4fl965) Bruno Corsani, in una succosa nota bio-bibliografica, delinea con
molta efficacia, pur nella brevità di
poche pagine, la parabola e la portata
vastissima del pensiero di questo teologo singolare. Il Corsani nota giustamente che, salvo qualche passo inserito neWantologia ”Rispetto per la vita'’
non v’è alcuna opera teologica dello
S. tradotta in italiano (se si eccettui
il breve saggio « Il Cristianesimo e le
grandi religioni ». pubblicato in italiano nel 193.1 dall’editrice Doxa, a
cura di G. Gangale. e da tempo esaurito); ed è tanto più peccato, perché
come sottolineava fortemente Oscar
Cullmanii in un ampio articolo sullo S., su 'Evangelische Theolagie”
(11/1965) — Vimportanza e l’ampiezM di risonanza e di contraccolpi che
il pensiero teologico di A. S. hanno
avuto nella storia del pensiero cristiano, e oltre, resterà anche quando il
ricordo del filantropo ’’medico della
giungla” sarà affievolito.
Il culto-radioamatore
Un lettore da Sampierdarena:
Caro sig. Pascal,
ho letto sul no dell’11 marzo che la
stazione radio di Beromünster trasmet.
te un Culto in francese alle ore 10,
e lei ne dà la seguente indicazione :
onde corte 529.
Con le onde corte non è sempre facile... Ad esempio, per Radio Elwa
onde corte m. 19 sarà possibile orientarsi facilmente perchè viene indicata
la lunghezza d’onda in metri.
Favorisca quindi indicare la lunghezza d’onda in metri e se possibile
indicare i megacicli (MG).
Riferendomi ancora a Radio Elwa
(m. 19) rideale sarebbe indicare come segue: Liberia ELWA. Monrovia
V = various languages m. 19. Freq.
Me. 15.155 (country).
Come radioamatore mi interesserebbe sapere quale apparecchio possiede e
se vi è una demoltiplica per le onde
corte poiché nel caso contrario non
sarà molto facile ricevere su m. 19.
Come forse avrà osservato la Stazio,
ne di cui sopra, se la riceve, trasmette
in francese un Servizio religioso (non
pietista!) ma di edificazione cristiana.
Quello che ho ascoltato era di sabato
alle ore 21,15, ma trasmette anche il
venerdì alla stessa ora italiana.
Purtroppo la stazione di Beromünster non posso cercarla e sentirla dovendo presiedere il Culto, ma iiidican.
do la lunghezza d’onda in metri altri
potranno sentire un Culto in francese e farà loro del bene!
Ringraziando^ fraterni saluti
Severino lotta
Corso Martinetti, 52-A
Genova-Sampierdarena
4
pag. 4
N. 12 — 25 marzo 1966:
Dove nascono lo VW
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
SEGUE DALLA SECONDA PAGINA
rasenta il fatalismo. E’ la condizione stessa
del Lager che non è dignitosa ed è socialmente assurda. Evidentemente quando sì
mettono insieme 5000 persona senza altro
legame che la comune necessità di lavorare,
tutti uomini e in gran parte giovani, è impossibile che non sorgano degli incenvenienti. Ma perchè non si è curato che vi fossero
delle possibilità per una vita sociale dove
gli italiani potessero esplicare le loro doti
naturali ed al tempo stesso coltivarsi ed educarsi alla responsabilità? Le installazioni sociali nel campo sono assolutamente insufficienti: al di fuori del campo non vi è che
il centro italiano, del resto messo su esso
stesso quasi come un’iniziativa privata da
don Enzo Parenti, un sacerdote geno\ese che
vive qui da tre anni, sia pure con l’appoggio della Charitas pontificia. Ma il centro
in città è assolutamente insufficiente, sovraffollato e non certo tale da invogliare i tedeschi a frequentare gli italiani nel centro.
Le iniziative culturali non mancano, ma a
quanto sembra sono tutte accentrate presso
don Parenti e il .suo gruppo : giornalino,
squadra di calcio, orchestrina... ci si può
domandare quanti italiani considerano queste attività come espressione loro, spontanea.
Non si deve del resto dimenticare che per
l’italiano medio all’estero o in Italia l’organizzazione cattolica rappresenta non soltanto
una attività religiosa ma anche (e spesso
soprattutto) un’organizzazione di parte, indipendentemente dalla maggiore o minore buona volontà e neutralità delle persone interessate. E allora dove vanno, che cosa fanno
gli italiani che si sentono confessionalmente
ma non politicamente cattolici? Perchè le
autorità consolari italiane sono assenti?
Nel campo sembra mancare ogni embrione di vita democratica : il direttore del campo è un tedesco (e non si vede proprio perchè debba esserlo) e fiduciari di baracca .sono
italiani scelti e stipendiati dalla Volkswagen. Manca qualsiasi forma di responsabilità
dal basso. Perfino nei campi di concentramento italiani, durante la guerra esisteva
una organizzazione dal basso con tutte le limitazioni che si possono immaginare; ed
aveva un’importanza enorme sul piano organizzativo, formativo e perfino politico. Gli
italiani sono invece qui degli atomi di lavoro, senza diritti civili nè in fabbrica nè
soprattutto nel loro tempo libero nel campo.
In fabbrica infatti esiste l’organizzazione
sindacale e percentualmente gli italiani sono iscritti al sindacato in misura maggiore
dei tedeschi. Tuttavia e malgrado che gli
italiani siano un decimo di tutti gli operai
della Volkswagen, soltanto recentemente
hanno potuto avere un loro rappresentante
nella Commissione Interna, anche se stando
alle percentuali, i loro rappresentanti dovrebbero essere tre o quattro. Il bello è che i
rappresentanti della direzione, nel loro atteggiamento più o meno consapevolmente discriminativo, considerano questa presenza isolata di un italiano nella commissione interna come un grande successo (cosi il Signor
Mizgalski del dipartimento stampa della
VW), senza considerare invece che nel concreto il rappresentante italiano si trova del
tutto isolato fra i suoi coUeghi tedeschi. E
poi vi è la consueta sfiducia verso le persone che si sono elette; tanto più che non
esistendo forme di strutturazione dal basso,
non vi sono possibilità di formazione e selezione dei quadri.
L’altro punto dolente degli italiani a Wolfsburg è quello dei rapporti con la popolazione. A dir il vero in nessuna altra parte della Germania o della Svizzera ho trovato una
situazione tanto tesa. Anche qui vi sono locali proibiti agli italiani, con tanto di cartello; e avviene che a volte gli italiani vengono messi alla porta senza tanti complimenti. La popolazione li evita, a Con il capo-reparto parlo sul lavoro e abbiamo rapporti ottimi. Però l’altro giorno quando l'ho
incontrato sulla Porsche-Strasse (la via principale) mi ha salutato da lontano e mi ha
fatto capir chiaramente che non voleva che
mi avvicinassi. Era a spasso con sua moglie ». « I compagni di lavoro cariano con
noi in fabbrica, ma appena usciti dai cancelli tutto è finito : fanno finta di non vederci ». « Vorrei studiare il tedesco, e ho anche incominciato, ma poi a cosa serve se
non posso parlare con nessuno? ».
Questa segregazione sembra corrispondere
alla mentalità della popolazione: Wolfsburg
è una cittadina di 80.000 abitanti, tutta costruita attorno alle fabbriche della Volkswagen e si è formata soprattutto per l’immigrazione di gruppi di profughi dall’est e
da zone depresse della Germania. Anche i
gruppi tedeschi sono rimasti isolati gli uni
dagli altri, con le loro proprie associazioni
regionali. Per quel che riguarda gli italiani
la Volkswagen ha seguito deliberatamente
una politica di .segregazione. Creando il campo fuori della città ha praticamente messo
gli italiani al bando; fino a qualche tempo
fa vi era anche una discriminazione per
quel che riguardava l’assegnazione degli alloggi per le famiglie. Questo tuttavia sembra ormai non accadere più, anche se gli
italiani spesso se ne lamentano. Inoltre sembra che recentemente, dovendosi costruire
nuove case, era intenzione del comune di
costruire case a parte, appositamente per gli
italiani. Con l’aiuto dell’atteggiamento xenofobo dei tedeschi e l’appoggio della stampa
scandalistica i risultati non si sono fatti attendere: gli italiani a Wolfsburg sono chia
Culto radio
ore 7,30
Domenica 27 Marzo
Pastore BRUNO SACCOMANl
Torino
Domenica 3 Aprile
Pastore MARIO SBAFFI
Roma
ramente discriminati. Il problema della integrazione di due comunità nazionali così
diverse per educazione e mentalità come
quella italiana e quella tedesca presenta già
di per sè difficoltà gravissime. Qui sembra
che si sia fatto il possibile per aumentarle;
che questo sia avvenuto di proposito o per
incapacità, il fatto rimane gravissimo.
Ci sono rimedi? Bisognerebbe con ogni
mezzo aumentare il senso di responsabilità
c l’iniziativa degli italiani che sono sul posto. Quelli che ho incontrato mi htnno fatto un’impressione veramente ottima. Seri,
pazienti, pieni di buon senso ma anehe consapevoli della loro propria dignità umana.
Forse hanno bisogno soltanto di una spinta,
di un incoraggiamento, di qualche mezzo
modesto, di qualcuno che vada appositamente a vivere con loro per partecipare alla
loro esistenza quotidiana, nerchè si mettano
in movimento e costituiscano in Wolfsburg
una società consapevole e dignitosa, di uomini liberi, di operai coscienti, di cittadini
maturi.
Quanto a noi che stiamo in Italia non eredo che potremo stare eternamente a guardare. Giorgio Girardet
POMARETTO
Esprimiamo la nostra profonda simpatia
alla famiglia Refourn per Timprovvisa morte
del figlio Osvaldo a soli 19 anni. Il servizio
religioso è stato celebrato mercoledì 9 marzo.
— Domenica 27 c. m. alle ore 10,30 si
terrà il culto al Clot Inverso; si prega di non
tener conto deiravviso della sua sospensione.
— Domenica sera alle 20,30 al teatro la
filodrammatica di Prarostino presenterà il
noto lavoro di Vittorio Calvino: «Arriva
Don Gonzalo ». Tutta la comunità è calda
mente ii.vitata a prendervi parte.
TORRE PEILICE
La sera di domenica 20, nella sala unionista, si è tenuta la ’tavola* rotonda’ che l’associazione « E. Arnaud » aveva organizzato
sul tema « I valdesi e la politica ». La partecipazione del pubblico, notevole sia per il
numero dei presenti, sia per quello degli interventi nel dibattito, ha mostrato quanto il
problema sia sentito.
Dopo la presentazione del presidente del1’« Arnaud », ing, G. Pontet^ il moderatore
della serata, gen. S. Coisson, ha dato successivamente la parola al past. G. Girardet, al
past. G. Conte e aU’ins, E. Paschetto (che
ha sostituito il dr. Ribet impossibilitato a
intervenire); quindi vi è stato largo intervento del pubblico, protrattosi a lungo. E’
ovvio che in una serata si può appena tentare un primo approccio a un problema che
troppo poco è discusso nell’ambito della nostra Chiesa; e forse il tema stesso proposto
era troppo ampio e vago. La risposta e l’interesse degli intervenuti, da un lato e dall’altro il fatto che non solo i problemi sono
rimasti aperti ma tutti si sono accorti, una
volta di più, di quanto essi siano complessi,
sollecita a ripetere riunioni come quella di
cui parliamo.
Se questo discorso e dibattito — il moderatore, gen. Coisson, ne notava lietamente,
concludendo, il tono pacato e fraterno —
fosse stato avviato da tempo, in particolare
nelle nostre Valli, forse molte perplessità e
incertezze e tensioni sarebbero evitate; in
particolare, prese di posizione quale la lettera alle Chiese inviata dalla Commissione
Distrettuale sul contrasto minerario della Val
Germanasca, apparirebbero in modo più evidente come prese di posizione delle Chiese e
non solo delle loro ’autorità’. A proposito
di detta ’lettera’, la quasi unanimità si è fatta
sulla validità del suo contenuto; più divisi,
invece, i pareri sulla forma, cioè sul diritto,
per la C. D., di parlare a nome della Chiesa
senza che questa sia stata preventivamente
consultata. Il past. F. Davite, presidente della
C. D., ha sottolineato che il documento discusso era volutamente una ’lettera ..Ile Chiese e non un pubblico comunicato. Comunque, tutti si sono rallegrati di questo primo
dibattito, sia chi insiste sulla ’presenza’ cristiana nel mondo, sia chi si preoccupa di vigilare contro ogni ’strumentalizzazione’ politica dell’E vangelo.
S. GERKfAKO CKISORE
I sangermanesi hanno commemorato il 17
Febbraio col solito entusiasmo.
La sera del 16, benché il tempo non fosse
particolarmente favorevole, si sono accesi sui
nostri « brich » i tradizionali falò che hanno
offerto, come sempre, uno spettacolo veramente suggestivo. Il mattino del 17 il corteo preceduto dalla Banda musicale, ha seguito il solito percorso; una imponente assemblea ha poi ascoltato con profondo raccoglimento rincisivo sermone del pastore falla.
La Corale ed i bambini della Scuola Domenicale hanno preso parte attiva al culto con
il canto dei cori: «Béni soit à jamais, le
grand Dieu d’Israël », « La prière de Luther
à Worms » e « Ben può la fede abbattere ».
L’àgape tradizionale quest’anno ha avuto
luogo presso l’Albergo dell’Orso; i numerosi
convenuti hanno trascorso alcune ore in una
atmosfera di serenità e di fraterna letizia.
La sera, alla presenza di un folto ed attento pubblico, la filodrammatica, diretta dall’infaticabile regista Sig. Alfredo Baret, ha
presentato in modo veramente encomiabile
una rievocazione storica dal titolo : « Il Bivio »; i cinque quadri sono stati commentati con cori appropriati dalla Corale diretta
con competenza dal Sig. Emilio Giordano.
La giornata ha lasciato nei cuori dei sangermanesi un lieto ricordo ed ha soprattutto
offerto l’opportunità per un serio ir- approfondito ripensamento della nostra fede evangelica, fede che deve essere chiara, semplice
e vera come quella in cui il popolo valdese
ha creduto ed è vissuto.
Nuove istruzioni della Chiesa romana
in tema di matrimoni misti
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
chiarezza, quale venga ad essere la
posizione del cattolico in tale evenienza; se debba cioè ritenersi canonicamente coniugato in modo valido,
malgrado il « defectus » di forma, c se
il suo stato sia tuttavia ricono.sciuto
come concublnario, ma non più configurato come un illecito spirituale.
La questione potrebbe chiarirsi nel
senso della prima interpretazione,
ove tra le pieghe delle « Istruzioni »
dovesse leggersi che questa norma del
punto VII va intesa e riferita al solo
caso in cui l’ordinario abbia data la
dispensa « a forma canonica », nna
volta osservate tutte le altre cauzioni. Ma in tal caso il significato ecumenico del dispositivo ne risulterebbe
ancor più ridotto.
Si ha perciò l’impressione che un sistema rigido, perfettamente coerente
e conseguente di fronte al suo assunto. quale era quello della disciplina
dei matrimoni misti sancita dal c.j.c.,
abbia subito una qualche incrinatura
che fa risentire il suo peso non tanto
sulla pratica attuazione delle norme
per via del nuovo spirito interpretativo, quanto sulla coerenza stessa e
sulla logica del sistema. Il discorso in
sede canonistica sembra quindi dover
proseguire proprio su questo punto
inserendovi i principi stessi che giacciono al fondo della nuova impostazione ecumenica dei rapporti tra
Chiese diverse affinchè il sistema riassuma una sua nuova e totale coerenza.
Dal punto di vista evangelico la prima osservazione da fare è che il nuovo dettato romano lascia le cose sostanzialmente immutate. L’impeidimento della « mixta religio » resta, al
pari della necessità della dispensa; le
condizioni per ottenerla permangono
le medesime. Cauzioni a garanzia non
solo per evitare « il pericolo per la fede» del coniuge cattolico (I par. 1),
ma pur anco ora per «preservare la
santità del matrimonio cristiano »
(premessa); cauzioni a garanzia del
battesimo e delTeducazione cattolica
della intiera prole, sia da parte del
coniuge cattolico (I par. 2), come da
parte del coniuge non cattolico (I
par. 3, a), con possibilità eventuale di
dispensarne chi si rifiuti di darle
(I par. 3, b) e questo è un punto nuovo; cauzioni da rilasciarsi in forma
scritta e da inserirsi nell’atto stesso
del matrimonio (I pag. 4), con facoltà
per l’Ordinario tuttavia di procedere
anche in modo diverso, e questo è un
punto nuovo limitatamente ad alcuni paesi; confenna della validità della sola forma canonica del rito matrimoniale (III), ma sul piano liturgico sono ammessi ora i « riti sacri » e
la «benedizione» (IV). Novità queste
che non hanno alcun rilievo per il coniuge evangelico ma sono invece indubbiamente valide per quello cattolico. L’aver poi ammesso che fuori da
ogni « esercizio simultaneo del loro rispettivo rito », i ministri acattolici
possano intervenire alla cerimonia
nuziale per rivolgere « alcune parole
augurali » o per recitare « in comune
alcune preghiere», non ci commuove
punto. Si tratta qui appunto di oueila
forme di promiscuità liturgiche che il
nostro Sinodo ha deplorate e sconsigliate. E che tali esse siano è contormato proprio dalle istruzion stesse
dove prevedono i he l’Cjrdina’-o possa
concedere questa parteclpazioire «con
le debite cautele atte ad evitare il pericolo di anunlrazione » (V). Resta
inoltre confermato il princqno della
assistenza religiosa tille famiglie miste perchè i coniugi attuino la cauzioni date specie in ordine ai figli ( VI) ;
e da ultimo viene tolta la scomimica,
con effetto retroattivo, per i cattolici
che hanno contratto o contraggano
matrimonio misto « avanti un ministro acattolico». Ma ben inteso solo
il par. 1 n. 1 del can. 2319 rimane abrogato, non già gli altri paragrafi e
numeri. Pertanto la scomunica permane per il cattolico che contrae matrimonio misto con l’impegno implicito od esplicito di educare la prole
fuori dalla Chiesa romana, come per
quello che osa far battezzare i figli da
un ministro acattolico ; come pure per
i parenti che scientemente fanno educare i figli in una religione diversa
dalla cattolica.
Una nota particolare merita il paragrafo che ipotizza quel « qualche caso, come talvolta accade in quale Me
regione » dove « è resa impossibile la
educazione cattolica della prole, non
tanto per deliberata volontà dei coniugi, quanto per le leggi e i costiuni
dei popoli, ai quali le parti non possono sottrarsi». In tale ipotesi, che
non concerne certo i paesi dell’occidente europeo, è previsto il caso della
dispensa. Ma è il commento che fa
riflettere m quanto precisa che la
Chiesa nel concedere ciò è animata
dalla speranza che tali leggi restnci
DONI RICEVUTI
PER ECO-LUCE
Jenny Charrier Léger (Dubhione) 200;
Clementina Novizio (Sanremo) 1.000; Dino
Costabello (Novara) 1.000; Maurizio Da Prato (Lucca) 1.000; Maria Luisa Villani (Firenze) 1.000; Emma Forti (id.) 1.000; Aldo
Gay (id.) 500; Luigi Piva (Perugia) 500;
Fred Clarke (Chiavari) 1.000; Aldo Fuhrmann (Pallanza) 1.000; Demetrio Bova (Reggio Cai.) 300; Berta Stcttler (Napoli) 1.000;
Otto Diener (Schio) 500; Emanuele Turri
(Verona) 500; Carlo Coucourde (Pinasca)
300: Adele Mattone Ruffino (Coazze) 500;
PaolinaFrick Boeninger (Bre.scia) 500: s.lle
Meister (id.) 500; Bianca Schmilz (Germania) 1.000; Anna Vallone (Latina) 1.000;
.M. T. Fiorio (Napoli) 1.000; Lorenza Vannuecini (Siena) 500; Saverio Ubaldo (Rieti)
50; Tina Boiocchi (S. Fedele Intelvi) 500;
Armida Saccani (Viareggio) 500; Elena Mosca Toba (Brindisi) 300; Perside Rosin (Biella) 1.000; s.lle Lena (La Maddalena) 1.000;
Guido Velo (Treviso) 200; Nicola Oliva (Va.
sto) 500; Lidia Negretti (Como) 1.000; Nicla
iForiti (Napoli) 1.000; Alessandro Forueron
(Villar Perosa) 500; Silvano Baratto (Piverone) 500; Lisa Coggiola (Perosa Canav.)
500; Anita Bonin (Villar Perosa) 300,
Grazie. continua
ve vengano abolite e sia « riconosciuta
la forza del diritto naturale ». Certo
è sorprendente che si invochi la abrogazione di leggi ohe precisano le stesse restrizioni e divieti, che sia pure
con animo rinnovato, vengono confermati in tutto il loro rigore, con il medesimo dispositivo con cui si invoca
la detta abrogazione da parte di altri. L’esempio di compiere il primo
passo non si sa bene chi debba darlo ;
Concludendo si deve tener conto
che le « Istruzioni » non sono che criteri interpretativi che debbono consentire ai Vescovi di ammorbidire la
forma, mantenendo in tutta fermezza
la sostanza della preesistente disciplina. Sembra potervi cogliere lo scopo
della nuova prassi istituenda nel fatto che con dette norme si vuole incrementare la possibilità di transigere
e dispensare su molti punti, purché la
forma del rito sia quella romana e comunque la prole venga educata cattolicamente. Il rapporto di forze tra i
cattolici e gli altri sembra spostarsi
nei termini in un senso di maggior
coerenza evangelica, da una tensione
sul piano giuridico ad una tensione
nel campo della vita spirituale e delFassistenza che i conuigi debbono ricevere da parte della loro chiesa.
La nuova prassi sembra tendere a
mantenere al massimo la piena Dossi
bilità al clero romano di seguire la
coppia mista, di entrare nella nuova
famiglia con buona disposizione di
animo ner esservi convenientemente
ricevuto ed avere cos’, la sua influenza in tutta la latitudine della vita matrimoniale. E a questo è pienamente
legittimo che la Chiesa romana asoiri. Ci piace quindi sottolineare le frasi
conclusive della Istruzione laddove,
per quel richiamo anche al decreto
sull’ecumenismo cui il testo intende
informarsi tra l’altro, è fatta manifesta l’intenzàone di « favorire un più
fervido senso di carità nelle relazioni
reciproche tra cattolici e gli acattolici». I Parroci, si precisa, debbono
« con tutto l’animo e con costante
premura » adoperarsi al compito di
insegnare ai fedeli la dottrina cattoiica « salvo il rispetto dovuto agli acattolici nelle loro convinzioni seguite
con buona fede » ; ed i coniugi cattolici debbono « accrescere in se stessi
il dono della fede » perchè è loro chiesto di « offrire anche alla parte acattolica e ai figli un esempio luminoso ».
Questi voti finali sono elevati e legittimi, ma è ovvio che anche da parte nostra non possa che farsi altrettanto, con pari, se non con maggiore
intensità. Appunto in questa nuova
tensione verso una verace testimonianza di sè che instaura il nuovo rapporto tra Chiese sul piano ecumenico,
¡’impegno dei nostri pastori e dei coniugi evangelici nel caso di matrimoni
misti è di dare con rinnovato slancio
e precisa coscienza del momento un
esempio di fede vivo, di diuturna assistenza e di valida cura d’anime, onde
il matrimonio, anche così contratto,
sia una testimonianza di vita cristiana vissuta alla luce del solo Vangelo
ed alla gloria del solo comune Signore, e per i coniugi e per i figli.
Giorgio Peyrot
BOBBIO PELLICE
Sabato 19 marzo abbiamo invocato la benedizione di Dio sul matrimonio di Michelin
Mario (Laus) ed Artus Paolina (Malpertus).
La Chiesa rivolge i suoi auguri -jffettuosi a
questi sposi che si stabiliscono qui in Bobbio e domanda al Signore di circondare sempre con la sua grazia questo nuovo focolare
fondato nel suo nome.
Sabato sera 19 marzo abbiamo avuto quali
graditi ospiti gli attori e le attrici della Filodrammatica della U.G.V. di Luserna San
Giovanni. Essi hanno recitato con finezza e
maestria la commedia in 4 atti della sig.ra
Edina Ribet-Rostain : « Il sapore del sale »..
Il numeroso pubblico che gremiva la nostra
sala ha ascoltato con vivo interesse questa
recita-predicazione ed ha ringraziato con nutriti applausi gli attori e le attrici che l’han.
no cosi bene interpretata. Con loro ci felicitiamo vivamente anzitutto per la scelta della
commedia (magari ne avessimo molte a nostra disposizione come questa!) e li ringraziamo di cuore per la loro gradita visita e per
il messaggio che, recitando, cl hanno rivolto.
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. . Torre PeUice (To)
avvisi economici
ON CHERCilE employée de maison avee
bonnes références pour l’été prochain ou
fiate à convenir. Ecrire : M.me Th. Aubert,
3 rue Maurice, 1200 Genève.
RINGRAZIAMENTO
La moglie e i figli del compianto
Beniamino Tron
di anni 81
mancato all’affetto dei suoi cari, ri--graziano sentitamente tutti coloro ebe
con la presenza, fiori e scritti, prese:.'oparte al loro grande dolore.
«Invocami nel ^omo della
stretta : Io ti libererò e tu rfi
glorificherai ».
Pomaretto. 17 marzo 1966
RINGRAZIAMENTO
La famiglia Bastia, profondamente
conmiossa per la dimostrazione di simpatia e di stima avuta per la dipa.'tenza della sua cara
Lidia
nell’impo-ssibilità di farlo personalmente, ringrazia quanti hanno pre;.o
parte al suo grande dolore.
Un grazie particolare ai Paste ri
Jahier e Magri, ai compagni e compagne Catecumeni, e di scuola, al giovani dell’Unione Giovanile, alla Corale e
a tutti i vicini di casa.
Luserna S. G. (Carierai, 18-3-1966.
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Ricca e Tourn, riconoscenti per le prove di simpatia ricevuie
per la dipartita della loro cara
Maria Ricca
ringraziano quanti hanno voluto essere loro vicini nella dolorosa circostanza. Un grazie oarticolare rivolgo
no al Doti. Scarognina ed ai Pastori
Sigg. Jahier e Magrìi.
Luserna S. Giovanni, 18-3-1966.
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LATTINA DA LITRI 1 circa :
N. 20 LATTINE
pagamento anticipato L 16.000
pagamento c. assegno L. 16.400
N. 12 LATTINE
pagamento anticipato L 9.800
pagamento c. assegno L. 10.080
versamenti sul c/c postale n. 4/23840 intestato a Scevoia Paolo - Oneglia.
A richiesta inviamo campioni lattine GRA.
TIS per BAZAR Comunità Valdesi, scrivere
a Scevoia Paolo - Casella Postale n. 426 Oneglia.