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Anno X — N. 22. II SEBIE 30 November 1861
ll^aUONA NOVELLA
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GIORNALE DELLA EVAN'
_______________________ EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
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~'V\AA^\AA/v^
Seguendo la verità nella carità. — Ef ss. VI. 16
PBEZZO DI ASSOCIAMONE ; LE ASSOCIAZIONI SI RICEVONO .
Per Io Stato [franco a destinazione] .... £. 3 00 i In Toaisoall’Uffizio del Giornale, via del Principe
Per la Svlizera e Francia, id........... „ 4 25 j Tommaso dietro il Tempio Valdese.
Per l’Inghilterra, id. .................. „ 5 50 ^ Nelle PeovikciI! per mezzo di franeo-bolU po
Per la Germania id.................. „ 5 50 5 stali, che dovranno essere inviati franco al Di
Non bI ricevono assocìaùoni per meno di un anno. < rettore della Boosa N ovella.
AH’estero, a’segaentl indirizzi; Parigi, dalla libreria C. Meyrueis, me Rivoli,
Ginevra, dal signor E. B#l^d libraio ; Inghilterra, dal signor G. F. Muller ;
General Merchant, 26, LeadenliaU Street. E. C.
■__________________
SOMMARIO
A\*viso importantissimo — Attualità : Dell'uso della lingua francese fra i Valdesi —^Circolare dell’Alleaaza evangelica — Notizie religiose : Francia, Napoli, Genova — Annunzi.
^ AVVISO IMPORTANTISSIMO
/
<
Caldamente preghiamo quei sigg. Associati, sì esteii che
nazionali, i quali tuttora hanno da pagare la loro quota di
abbuonamento, a voler, senza ritardo, soddisfare ai loro
obblighi ; ed invitiamo coloro che si propongono di continuape la loro associazione alla Buona Novella per l’anno
vfll^tu^, ad informarne immediatamente la Direzione. Queste due domande le porgiamo tanto più vive e premurose
che, secondo tutte le probabilità, il nostro Giornale muterà
sede e si trasferirà in Toscana. A scanso adunque di ritardi
e d’imbrogli, supplichiamo il nostro pubblico a voler rispondere immantinente al nostro appello.
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... .342 ...
ATTUAI.ITA
DELL USO DELLA LINGUA FRANCESE FKA I VALDESI
Torino, addì 26 novembre 1861
All’onorevole Direttore della Buona Novella.
Il sig. Vegezzi-Euscalki, cliiarissimo Deputato di Lucca al Parlamento italiano, ha, or ora, dato alla luce un suo veramente erudito
opuscolo stil diritto e la necessità di abrogare il francese come lin~
gua ufficiale in alcune Valli della provincia di Torino non posso
abbastanza encomiar^ il caldo patriottismo, cui, dall’una parte, è
informato il cuore generoso dell’autore; e, dall’altra, le ottime ragioni da lui svolte onde invigorire la tesi sua. Ho letto con sommo
piacere quella cinquantina di pagine scritte tutte con assennatezza,
con talento e con brio, e non aspettavo meno da un uomo i cui letterari antecedenti sono da ognuno piiì che favorevolmente conosciuti.
Ciò nonpertanto, npn è rnio intendimento di far conoscere ai ifttori delia B. Novella gli argomenti tutti dall’erudito sig. ¥egezzi
addotti per dimostrare come, nelle Valli d’Aosta, di Susa, del Fragelato e di Luserna, debbasi a tutt’uomo, procurare di abrogare il
francese per surrogarvi la lingua italiana; e, del rimanente, mi limiterò, qui, a far parola solamente di ciò che, nell’accennato opuscolo,
riflette a’ cari miei compaesani delle Valli Valdesi.
Ha ragione, sì, l’egregio scrittore di eccitarli ad abbandonare l’uso
del francese invalso nelle adunanze religiose e le loro scuole; chè, se
siamo italiani, è dovere ed interesse nostro di parlare la lingua d’ Italia. Se non ohe, fino ai tempi della Eiforma religiosa che, uel XVI
secolo, scoppiò in Francia, in Isvizzera, ecc. non conoscevan già i
Valdesi altra lingua fuorché quella del di qua de’ monti, della qual
cosa fanno fede gli scritti loro, e, solamente nel XVII secolo, venne
infine il francese introdotto appo essi, come lingua del culto e delle
scuole, a motivo della peste nera, la quale, rapiti quasi tutti i ministri e maestri, costrinse que’ valligiani protestanti a surrogarli da
altri non già cattolici italiani, bensì francesi o svizzeri, ignari tutti
della lingua italiana, li quali, a poco a poco, fecero naturahi>ente
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prevalere la propria lingua, sì nel culto e le scuole, che ne’ libri di
educazione e dì divozione privata e pubblica.
Aggiungasi poi, che íin’all’anno 1848, proibiva ai Valdesi il Governo Sardo di avere o di stampare per uso del culto e delle scuole,
libri quali si vogliano in lingua italiana, per timore, non c’è dubbio,
che, mercè la stessa, potessero per avventura, quegli eretici spargere
più facilmente intorno a se e fra i cattolici italiani, le loro eresie, e,
di leggieri da ognuno si dovrà intendere come di non altra lingua
che della francese si possa oggi ancora far uso ufficiale nelle scuole
e ne’ templi delle Valli de’ Valdesi.
Dico nelle scuole e ne' templi, chè all’infuori di essi, non è il frjincese la lingua de’ protestanti pinerolesi ; e, siccome, in Piemonte, un
dialetto italiano dapertutto parlato indica essere i piemontesi membri della grande famiglia italiana, così ancora, il dialetto generalmente usato dai Valdesi, dialetto di stirpe italiana, stabilisce comune
origine, comuni interessi e patiia comune, fra i Valdesi ed i concittadini loro cattolici del circondario pinerolese c del sottoposto piano.
Ma se hanno ora i medesimi acquistato i diritti di cittadini, al
pari degli altri regnicoli ; se furono atterrate le antiche barriere che
frapponevansi tra essi cd i loro compaesani ; se è libero ora, il culto
evangelico ; se è cosa lecita il celebrarlo in italiano ; e se possono
nelle scuole insegnarvi la lingua francese e l’italiana ; che motivo
possono ormai addurre que’ valligiani per proseguire a predicare nelle
adunanze loro religiose in lingua francese, e per tener ancora le
scuole nella stessa lingua ?
Dimostra chiaramente l’egregio sig. Vegezzi come, in concreto,
vantaggioso debba riescire. a’ Valdesi di uniformarsi alla lingua patria e come debba, in genere, il Governo di S. M. nostro Augusto
ed amato Ee, procurare di avere, fra tutti gli amministrati suoi, la
stessa lingua ; chè nell’ordine politico havvi importanza somma acciò, nello stesso regno, parlisi la stessa lingua, in vista di quanto
chiamasi la nazionalità, per crear la quale non concorrono solamente
circostanze topografiche, ed altre ; ma, pur anco, ed in vistosissimo
grado, le lingue e dialetti consimili... Ma che, perciò ? Avrebbesi,
per avventura, la pretesa, di vedere, ad un tratto, succedere ad una
antica una nuova lingua ? — Ed ancora, nell’attuale stato religioso
in cui versano i Valdesi, non sarà neppure il dotto e patriottico
uomo, qual’è l’onorevole autore dell’opuscolo, il quale possa darne
loro il consiglio. — Infatti, possono bensì i protestanti delle Valli di
Pinerolo rinvenire ne’ libri italiani quanto ad essi sia d’uopo per nu-
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irire i loro infcllctti; chè, sebbene, da tanti secoli oppressa da dnro
ed ignorante dispotismo, non è l’Italia seconda a qualsivoglia paese
provetto ed incivilito, nell’aver progredito nelle scienze e le lettere ;
talché, ove qui si dovesse solamente trattare di cose scientifiche e
letterarie, più non avrebbero i protestanti valdesi a ricorrere a Ginevra od a Tolosa per la loro istruzione. Ma non si ponga in dimenticanza essi professare uno. religione diversa della Cattolica quasi in
tutta l’Italia regnante, e quasi non rinvenire neiritaliana patria,
fin’ora, nè libri di edificazione, nè libri liturgici, nè libri d’istruzione
e di scienza religiosa conformi alle credenze loro, se non se rari ed
insufficienti, c quindi ancora più o meno cari, mentre, da Ginevra o
Parigi, possono ricevere e ricevono, infatti, contimiamente ed a
prezzo minimo i suddetti libri, — e mi si dica se, in cotali del tutto
eccezionali circostanze, possa davvero ai Yaldesi riescire cosa ben
facile e liscia il mutare presto il loro ufficiale linguaggio, ed adottare, nelle scuole e nel culto, la lingua italiana, per quanto amino
Italia, e si possa bramare venga fra loro stabilito l’uso solo del patrio parlare?—Deh! ove non fossimo stati perseguitati, e posti fuori
legge durante tanti secoli ; — ove fossimo, anzi, stati liberi di svolgerci religiosamente fra i compaesani nostri, non avremmo quindi
mai cessato di parlare la lingua de’ nostri avi ; chè, non siamo stranieri venuti in Italia, bensì siamo figli amorosi e legittimi di essai —
Ma l’ignoranza, il fanatismo e la prepotenza conculcarono pur troppo
i diritti nostri naturali (locchè procuriamo caritatevolmente e sempre maggiormente di porre in obblio)—ne derivarono, coU’andar dei
tempi, le conseguenze da noi accennate, ed ora, se non se lentissimamente non si possono le antiche ed ancor recenti piaghe rimarginare. I motivi che abbiamo noi di serbare qualche tempo ancora pel
culto e per le scuole nostre la lingua de’ correligionari nostri al di là
delle Alpi, sono ben altri adunque di quelli che addurre possano i
cari nostri concittadini cattolici di Susa, Aosta, e Pragelato.—Tuttavia, siccome per essi è ora giunto il tempo d’italianizzarsi intieramente, così verrà per noi ; chè, anzi, non è già più soltanto un’ aurora, ma il mattino di un giorno che corre verso il meriggio.
Non è, infatti, l’italiano una lingua straniera per i Valdesi, chè,
all’incontro è un ospite avente acquistato naturalità. Mentre i vecchi
pastori non lo parlano, per avventura, puro puro, lo parlan bene,
all’incontro, tutti i giovani, e discretamente i maestri tutti delle
grandi scuole, cogli alunni del Collegio principale di Torre-Pellice;
il Sinodo, 0 chi per esso, ha stabilito poi che nessun uuo^'o inse-
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guaute povisa esercitare il proprio iifficiG ove nou sia in gi'ado eli
farlo in lingua italiana, e lo faccia, per alcuni rami JeH’iusegnamento suo; — havvi di quando in quando, adunanze religiose od
edificanti in lingua italiana, come ancora delle prediche ne’ tempi
stessi, — e come pruova inconcussa dell’efficacià dello studio della
lingua italiana uel Collegio maggiore e nelle scuole inferiori delle
Valli, mi sia lecito citare i ministri nostri ossiano Evangelisti, i
quali, tutto che Valdesi, ed usciti dalle Valli, insegnano, scrivono
e piedica:no unicamente in lingua italiana, a Torino, a Genova, a
Livorno, Firenze, Pisa, Milano, Palermo, Pinerolo ecc., mentre poi
liassi dalla nostra Chiesa una gazzetta religiosa ìa Buona Novella
pubblicatavi in lingua italiana, giornale il quale solo rappresenta
semiufficialmente gl’interessi della Chiesa, ed è letto da essa tutta;—
una tipografia la quale, per la maggior parte, stampa libri italiani
composti 0 tradotti da’Valdesi stessi,—e, infine, una libreria la
quale, oltre i libri religiosi pel culto e per la divozione in francese,
ha un deposito di ogni sorta- di libri evangelici in lingua italiana.
Ciò non pertanto, e sotto pretesto d’italianismo, non vorrei poi
che a poco a poco si venisse fra i Valdesi e fra i concittadini delle
vicine Valli cattoliche, ad abbandonare del tutto lo studio, la pratica e l’uso del francese. No: — Per gli evangelici specialmente, sarà
maifiempre un privilegio ed una buona fortuna il poter ricevere colla
religiosa letteratura, dagli antichi fratelli di Svizzera e di Francia,
istruzioni, edificazione ed ammaestramenti, il che, per i cattolici
stessi delle altre Valli, puossi, in ugual modo, attuare;—e, da un’altra parte, non si deve, da buoni economi, respingere i mezzi di migliorare la propria sorte, allorquando vennero dalla divina Provvidenza posti appo noi. La c, infatti, ima ricchezza il parlare naturalmente due lingue, e possono quelli che, fra noi, sanno e parlano bene
il francese trarne grandissimo profitto, sia quali insegnanti in Italia,
sia per altri usi sempre mai gradevoli od utili ; — Tutto che io divida, in molte cose, le savie e patriottiche viste del dotto ed onorevole de])Utato Vegezzi-Euscalla, non credo poi che la stessa lingua
ufficiale parlata o scritta dai vari cittadini dello stesso regno, sia
uno fra i maggiori legami che li uniscano, ove altri comuni interessi
non li avvincano vicendevolmente, come, per es., i diritti uguali di
tutti innanzi alla legge: — la libertà di coscienza: — la cominie origine, e sorte, il medesimo governo ecc. ecc. E, in quanto all’Italia
nostra, sebbene vi siano, ora ancora, tanti dialetti chc ci si parlano,
talché ]wtrebbcsi da taluno credere esservi vari popoli, diversi sia
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per gl’interessi, sia per l’origine, i quali vi esistono;—l’Italia è w«a,
e maisempre si farà maggiormente tale, ove il Governo di essa cammini nella sacra via della giustizia e della libertà; — non c’è poi
confusione di linguaggi quando sono i cuori uniti, — e posso accertare, senza timore di essere d’alcun mio correligionaiio contradetto,
che i Valdesi tutti, parlino essi italiano, o parlino francese, sono di
cuore ed animo italiani, tanto maggiormente poi che ora hanno una
patria, mentre fin’al 1848 non l’avevano, — e che, quando le circostanze loro proprie lo concederanno, si stimeranno felici di abbandonare l’uso ufficiale di ima lingua straniera, per parlare unicamente
quella della patria.
Gradisca, signor Direttore, ecc. ecc.
Amedeo Beet.
CIRCOLARE DELL’ALLEANZA EVANGELICA
IL COMITATO CENTKALB DELL ALLEANZA EVANGELICA, RAMO DI LINGUA FKANCESE , A TUTTI I COMITATI DELl’alLEANZA EVANGELICA ED A TUTTI I
CRISTIANI CHE s’lNTERESSAÑa AI NOSTRI ÍRATELH DI SPAGNA. i
Ginevra, 12 nowwi&re 1861.
« Onorato signore e fratello,
« Voi sapete che in seguito alle Conferenze di settembre il rev. signor
Dallas ed il rev. sig. Eade partirono per la Spagna colla pietosa intenzione di visitare i prigioni di Granata, signori Matamoros, Alhama e
Frigo e che furono latori d’una lettera di simpatia scritta in nome della
Conferenza generale dell’Alleanza evangelica e diretta a quei fratelli, da
più di un anno per la confessione della cristiana fede molestati.
« I signori Dallas e Eade effettivamente sonosi portati in Ispagna e dopo
qualche diifiooltà ottennero il permesso di vedere quegl’interessanti prigioni
e d’avere con essi loro un lungo colloquio. Li trovarono nelle disposizioni
le più ferme e nella maggior calma di spirito, ad onta delle triste prospettive di lunga detenzione e di sensibile affievolimento di salute. Ecco
come si esprime il signor Eade intorno a quella visita. « Quei prigioni sono
« bellissimi uomini la cui nobile e civile fisonomia ed il cristiano porta« mento produssero in noi un’indelebile impressione. Vedere giovani ri-
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« spettabili eJ intelligenti strappati alle loro famiglio , rinchiusi tra le
« quattro mura d’un carcere, privi deU’aria e dcH’esercizio che nella stessa
« fabbrica ai micidiali ed ai ladroni vengono accordati, e tutto ciò perchè
« hanno osato adempire al loro dovere di leggero la S. Scrittura, ubbidire
■« alla loro coscienza e tentato di condurre i peccatori a Cristo, era quello
« uno spettacolo atto a commoverci nel più profondo del cuore. Tutto as« secondò nostra visita al carcere, alla cui riuscita molti non credevano.
<i Potemmo loro presentar la lettera della Conferenza di Ginevra che ho
« letta frase per frase, mentre il sig. Dallas la traduceva in ispagnuolo,
« con gran consolazione di quei poveri fratelli, i quali solleciti cercavano
« tutti i passi della Bibbia citati ; c manifestavano loro gioia nel modo
« più espressivo. Sommamente mi rincrebbe di non capire lo spagnuolo,
« ma vi sono parole che sono le medesime per tutte le lingue, ed il signor
« Dallaa mi traduceva il rimanente, di modochè partecipai alquanto al
« colloquio.
« Quando dissi loro che in Irlanda i poveri convertiti ed i pastori pre« gavano por loro, ne furono vivamente tocchi. La scena della partenza
« quando lasciammo quei carissimi fratelli fu commoventissima. Ci tennero
« per lungo tempo stretti nelle loro braccia e bramosi di vederci U più
« possibile, ci accompagnarono fino alla porta in piede alla scala della
« stanza ove tutti e tre son rinchiusi. Poi la chiave chiuse un’altra volta
« la porta; essi rientrarono nel loro carcere e noi uscimmo per ricever
« l'aria e la libertà. Eppure, in che eravamo noi migliori di essi'? 0 quanto
« abbisognano delle nostre simpatie e delle nostre preghiere ! »
« Dopo tale commovente abboccamento i signori Eade e Dallas visitarono la veneranda madre del Matamoros, cho li colmò di benedizioni.
« Keduci in Inghilterra, quei signori ci comunicarono quei particolari su(
loro viaggio, e per loro mezzo abbiamo ricevuta la risposta dei tre prigioni
aUa lettera dell’Alleanza evangelica. Vi mandiamo qui unita la traduzione
di quella commovente epistola chc facciamo precedere dalla copia di
quella ch’era stata loro diretta.
« Si compiaccia, caro fratello, comunicare questi particolari al Comitato
dell’Alleanza evangelica, ed a tutti i Cristiaui che s’interessano ai nostri
poveri fratelli di Spagna. Tali documenti sono assai eloquenti perchè sia
superfluo il raccomandarvi di pregare viepiù per loro. Voglia il Signore
ehe ha in mano tutti i cuori, confortarli nella loro prigionia, ed aprir tosto
le porte del carcere di Granata. Gradisca signore ed onorato fratello i
nostri affettuosi saluti in Cristo.
Il preeLdente dei Comitato gìoeviiuo dell’Alleanza evangelica
« G. A. Navillk. »
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' G-inevra,\^ settembre
« Caro fratello Matamoros e voi tutti diletti di Dio, che siete incarcerati
per la sua Parola e per la testimonianza di Cristo, l’Alleanza evangelica,
fondata nel 1846 per unire i figliuoli di Dio delle diverse Chiese protestanti di tutto il mondo, tenne ultimamente in Ginevra la quarta sua universale assemblea come aveva tenute le tre prime successivamente a Londra,
a Parigi ed a Berlino. I Cristiani evangelici concorsi a quelle sedute da
tutte le parti del globo, in numero di circa duemila, si sono rammentati
ed occupati nelle loro conferenze dei loro fratelli di Spagna incarcerati por
la causa dell’Evangelo; hanno presentato per essi al Signore ferventi preghiere, e decisero di manifestar ai medesimi la loro profonda simpatìa in
diverse guise, ed in primo luogo col diriger loro un messaggio che fosse
l’espressione dì quella fraterna simpatìa.
« Siamo stati incombenzati di scrivervi nel loro nome, e con tutto il
cuore ci accingiamo a farlo.
« Tutti quanti siamo stati tocchi e commossi delle vostre afBizioni, perchè
comprendiamo le vostre privazioni e diiEcoltà, le vostre tentazioni e sofferenze d’ogni sorta, e siccome siete con noi membri del corpo di Cristo e
ehe se soffre un membro, soffrono con quello tutti gli altri, ci associamo
col cuore alle vostre prove tutte, vi visitiamo in ispirito nelle vostre carceri
e le riempiamo delle nostre preghiere.
« Queste preghiere vogliamo continuare di presentarle all’iddio dell«
liberazioni, supplicandolo di far per voi, se così gli piace, quanto fece per
Pietro, aprendo egli stesso il suo carcere mentre la Chiesa per luì pregava.
Vogliamo pur pregare per l’augusta vostra regina, acche il Signore la benedica e tocchi in favor vostro il suo cuore.
« Ma in aspettando ch’egli vi renda la libertà noi Gli dichiariamo i vostri
bisogni e Gli domandiamo che prenda cura di vostra salute, che vi consoli
in tutte le vostre sofferenze e soprattutto che vi santifichi nel glorioso
servizio cui vi chiamò. Che gli è una gran grazia ch’Egli vi fa rapporto a
G. Cristo, non solo di credere in lui, ma di soffrire altresì per lui. Egli vi
scelse d’infra tutti i vostri compatriotti per affidarvi il magnifico ministerio
di render testimonianza nei vìncoli all’Evangelo di sua grazia, in Ispagna.
Nel buon combattimento della fede che ricomincia nel vostro paese, Ei vi
diede il posto onorifico. Laonde, se da un canto con voi soffriamo, dall’altro rendiamo grazie al Signore per la santa missione ch’Egli vi affida,
sperando ch’Ei l’accompagni di non poche benedizioni per voi ed il vostro
popolo. « Beati coloro che son perseguitati per cagion dì giustizia, dice
egli, perciocché il regno dei cieli è loro » — ed in quanto al popolo,
Iddio dichiara di non permettere che la sua parola ritorni a Lui senza
effetto.
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( Rallegratevi adunque ed in Lui trionfate, com'Egli stesso si rallegra
e si glorifica in voi, e ripetete alla vostra volta queste parole dei martiri
francesi del secolo xvi: « Se i piedi son nei ferri, la testa è nel cielo. »
« Ma rendiamo grazie anzitutto perchè il Signore vi dà di soffrire con
umiltà, come l’abbiamo inteso; yoi non volete in altro gloriarvi che nella
Croce di nostro Signore G. Cristo per la quale il mondo è crocifisso a noi,
e noi al mondo; ed il vivo desiderio dei vostri cuori è di portare, per lo
Spirito Santo che abita in voi, frutti viepiù abbondanti e viepiù puri.
* Si degni Lui stesso insegnarvi ad amare viemaggiormente i vostri nemici, a benedire coloro che vi maledicono, a beneficare coloro che vi
odiano, a pregare per coloro che vi oltraggiano e vi perseguitano. A tal
effetto riguardate ognar a Gesù capo e compitor della fede, il quale a motivo della propostagli letizia patì la croce, disprezzando il vituperio, e si
assise alla destra del trono di Dio. Sì, cari prigioni di G. Cristo, considerate attentamente Colui che patì tanta contraddizione per parte pei peccatori, acciocché, venendo meno non siate sopraffatti; ma dimorate fermi
come vedendo Cristo, che è sempre con voi. Del rimanente fra qui e ben
poco tempo, Colui che dee venire verrà e non tarderà. È questa l’ultima
sua parola : « Io vengo tosto. » Cari fratelli, conserviamo in una buona coscienza questa beata speranza, e dite con noi, con tutti quelli che lo amano,
e per lo Spirito Santo : « Sì, Signor Gesù, vieni! » Or, « a Colui che può
preservarvi da ogni caduta e farvi comparir immacolati e ricolmi di gioia in
sufl gloriosa presenza, a Dio sol savio e nostro Salvatore sia gloria e magnificenza, forza e potenza, ora ed in sempiterno. Amen », Noi vi salutiamo
in Lui con fraterno sentimento. Dimoriamo nel suo amore ! *
«
« E. Dkmole, pastore
• « G. Monod, pastore
« A. Naville , presidente del Comitato
generale dell'Alleanza evangelica. »
(Tradotto dallo spagnuolo)
Carcere dell’Udienza in Granata, 8 ottobre 1861.
Onoratissimo ed Amatissimo fratello nel divino Redentore Gesù Cristo
unico oggetto delia invariahile nostra fede, nostra speranza, nostra consolazione e nostro unico ìlediatore presso il Padre celeste ,
« È per noi cosa difficilissima, per non dire impossibile, l’esprimervi degaamcnte i sensi di conforto,di gioia e di cristiana consolazione che inondarono
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i Hostri cuori, nel ricevere l’edificante e eommoventc testimonianza di pietosa
simpatia che si degnarono portarci gli onorati e cari fratelli, i reverendi
signori Dallas ed Eade, in data del 1° del corrente. — Quella manifestazione fatta in nome della Conferenza generale dei Cristiani riuniti in Ginevra, in evangelica alleanza, era diretta a quanti d’infra noi hanno l’inestimabile favore d’essere chiamati a subire i rigori d’un regime inquisitoriale,
in orrende carceri, iu mezzo ad infiniti patimenti.
« Le inaudite privazioni cui andiamo soggetti, e la infaticabile vigilanza
con che siamo sorvegliati, non hanno impedito che ricevessimo la lettera
tanto evangelica cui alludiamo. Tale epistola produsse nelle anime nostre
quelle impressioni profonde e soavi, quel sacro e benefico eflFetto che s’eran
prefissi i fratelli, i quali ubbidienti all’impulso di ardente amore e di cristiana carità, vollero esternarci i loro evangelici sentimenti, a noi i quali
benché di tanto onore indegni, non cessiamo pertanto di benedire tuttodì
e di continuo la divina Provvidenza che si degnò far loro conoscere la vera
via dcH’etcrna vita.
« Ci vorrebbe la sublime eloquenza d’un Paolo perchè potessimo esprimere in questi dolci istanti la profonda emozione che c’invade. Povera di
talento e d’eloquio l'umile nostra penna si riconosce incapace iu simile
impresa. Havvi sentimenti che per la loro intensità non acconsentono
airefifusione. La penna è impotente a dire cosa sieno e quanto abbraccino.
Ma essi hanno nel cuore un sacro ed indestruttibile santuario; abbenchè
non si possano manifestare, si provano ; e fra questi sentimenti quello
della gratitudine cristiana primeggia in noi in queste ore di consolazióne.
« Sì, carissimi ed onorati fratelli, nostra gratitudine e nostra allegrezza
sono ineffabili. E non dev’essere così nei cuori di coloro che tuttodì lottano contro l’empietà per il sólo delitto della loro fede cristiana, quando
nel loro carcere ricevono indicibili consolazioni di fratelli afifcttuosi e simpatici, dopo aver sentiti cotidianamente gli eflfetti della loro infaticabile
carità. Sì, amatissimo fratello; sì per certo !
« Ma se disgraziatamente nella nostra sfortunata patria gli è un delitto
amare l’Evangelo, se per chi aspira ad essere umile ma fermo e fedele discepolo di Cristo, le vessazioni, i tormenti, le carceri, la calunnia cd il patimento sono l’unico retaggio cui pretender possano ed il triste avvenire
che li aspetta; se la sola prospettiva loro lasciata dalle leggi è l’inumanità
e l’ingiustizia; se per tradurre nanti i tribunali i protestanti spagnuoli si
affronta la ragione e la pubblica opinione del nostro secolo, si dimentica la
storia, si calpesta la carità infliggendo loro tormenti degni della inquisizione; se infine non v’ha garanzia veruna da sperare per loro in forza
dello spirito ehe accieca gli avversarii, ad onta di tutto ciò, i Cristiani di
Spagna aspettano tranquilli, sì, tranquillissimi la sentenza degli uomini.
« Sappiamo quelli che così ci trattano, chc qualunque sia l’orrore del-
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l'avvenire onde sou mlnacciiiti, essi l’attendono oggidì, e lo considereranno
domani, non già quale una disgrazia, bensì come un onore, quale inestimabile guadagno che loro procura l’immenso privilegio di soffrire per lo
nome di Cristo. Essi v’incontreranno l’occasione di manifestare la loro
invariabil fede in faccia al mondo ed in presenza ai nemici della medesima
fede, i nemici di G-. Cristo nostro divino Eedentore.
« In mezzo alle tribolazioni cd i pericoli che ci minacciano, sia persuaso,
caro fratello, che gli occhi rivolti al Signore innalzeremo a Lui il cuore; in
Lui riporremo la nostra fiducia; sapremo con calma indurare le afflizioni
che ora o più tardi ci toccheranno. Incrollabili nella linea di condotta
tracciataci dalla fede potremo con serenità tutti i rischi affrontare. In
seno alle angoscie pregheremo con fervore, e legati alla Croce di Cristo
nulla temeremo, no, nuUa 1
« La sacra ed imperitura memoria degli infiniti patimenti del nostro
Signore, delle agonìe cui volontariamente si diede iu balìa per liberarci
dalla morte non mai ci abbandonerà. Dacché il nostro amatissimo Redentore tanto soffrì per noi ; dacché ci liberò dalla orrenda schiavitù del
peccato, e ci aprì la sola vera via della vita, quali sofferenze varrebbero ad
incuterci spavento se sono il frutto dell’ardente nostro amore per Lui e
del nostro desìro di seguire umilmente la traccia additataci dalla divina
sua mano. Ove sarà il pericolo in sì felice concorso di circostanze ? Ove
sarà il male ? Nel corpo e per il corpo ! Ah, paghi la carne il suo tributo
alla debolezza, ma paghino altresì il loro le anime nostre a Colui il quale
dalla eterna perdizione le salvò ! Se prematura morte dovesse a tal lotta
porre un termine, rallegriamcene, e rendiamo grazie al Signore di averci
trovati degni di dare la nostra vita per il glorioso suo Nome, come Egli
stesso diede la sua per salvarci. I nostri passi .saranno sicuri nel seguire le
pedate del Signore.
« La funesta influenza della tirannìa non mai altererà in veruna guisa
nostra umiltà e nostra sincerità; nostro cuore alle meschine passioni non
aprirassi, nel vedere l’odio implacabile dei nostri persecutori. La pace, la
dolcezza, l’amore, la carità, tutti i caratteri infine della cristiana fede saranno la nostra bandiera. Con in una mano la spada dello Spirito e nell'altra
il Libro della vita, noi combatteremo la nobil tenzone senza tema del pericolo ; procureremo di compiere la volontà del nostro Salvatore G. C.
ubbidiendo a occhi chiusi ai suoi santi comandamenti e perseverandovi con
fedeltà.
« In oggi tutti ci rallegriamo, onorato ed amatissimo fratello, di questa
solenne prova. Il Signore nel compartircela porge occasione a voi di spiegare quell’evangelico zelo instancabile e non mai smentito, e a noi la cristiana soddisfazione di approfittarne, mentre sofi'riamo per N. S. G. C. nel
quale prendiamo tutto il nostro diletto. —> In quanto a noi poveri e miseri
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peccatori, abbencliè l’ùmile nostra voce non sia nc degna, uè capace di
oifrirvi quel sincero tributo di profonda ammirazione e rispettosa, per l’Alleanza evangelica, ciò] nullameno caldamente vi supplichiamo di porgere
ai suoi membri la sommessa espressione della nostra cristiana gratitudine.
« Si compiacia trasmetter loro cogli umili e cordiali nostri saluti la
piena certezza che siamo i fedeli interpreti dei cristiani sensi chc animano
i protestanti spagnuoli i quali, prigioni o liberi, ebbero la consolazione di
ammirare l'annegazione, lo zelo e l’amore spiegati da quei degni discepoli
di Cristo nel corso dell’anno d’orrenda persecuzione che testé abbiamo
percorso.
« Quei fatti eloquenti, sì degnamente ed energicamente assecondati dall’insieme del corpo mistico del Signore, fanno travedere in modo chiaro e
distinto il glorioso e consolante avvenire che sta preparandosi nel mondo
per la Chiesa di G. Cristo ; e noi i più umili, i più indegni di gloriarci di
essere membri di quel corpo, nel contemplare tanto spettacolo, sentiamo i
nostri cuori cristiani commoversi d’ineffabile allegrezza. Sospiriamo dietro
l’ora fortunata in oui ci verrà concesso di tutto sagrifìcare, anche la vita,
sull'altare di si santa causa, che è la causa di Dio, causa pura, santa e
vera, per ottenere l’eterna felicità.
«La giustizia resa dall'intiera Europa, sì pietosi conati del venerabil corpo
deU’Alleanza evangelica, gli incoraggiamentLdel mondo cristiano, l'eterna
gratitudine di chi indura le vessazioni ed i dolori inflitti dalla tirannia, le
lagrime terse dagli occhi dei parenti, dei figli delle famiglie di ehi patisce,
la gioia cristiana infine di vedere tutte queste pratiche benedette dall’Onnipotente, rispettate cd ammirate dal mondo intiero : ecco"quali saranno le
incoraggianti ricompense che riceveranno le sentinelle poste all’avanguardia
della cristianità. *
« Gradisca per lei, e per tutti i nostri dilettissimi fratelli nella fede in
G. Cristo, la piena conferma del nostro caldo affetto cristiano, della nostra
perpetua gratitudine ben meritata, deUa nostra ardente e rispettosa simpatia. Vi preghiamo caldamente di fame parte a quanti ebbero la fortuna di
aggregarsi alla cristiana Assemblea di Ginevra, non solo per la loro pietosa
risoluzione relativa alla Spagna, ma ancora per tutte le-consolazioni e spirituali benedizioni che ci prodigarono per l6 loro ardenti supplicazioni.
« Richiediamo che questa espressione dei nostri sentimenti sia considerata come estendendosi a tutta la Chiesa.
« Che la pace, la consolazione e la gioia cristiana sieno con voi tutti !
Che il Signore v’ illumini nel santo vostro compito di edificazione in
Cristo ! e che la communione dello Spirito Santo dimori con voi in
perpetuo.
« I vostri umili fratelli nel N. S. G. C.
« Manuale Matamoros-Josè Alhama-Miguel Frigo de Bustamente ».
13
NOTIZIE EELIGIOSE
Francia. — I nostri lettori saranno lieti di conoscere le condizioni religiose dei Protestanti delle antiche provincie testé annesse alla Francia ;
Il sig. pastore Fermaud di Grenoble, presidente del Concistoro di 3Iens,
ricevette comunicazione nello scorso settembre dei seguenti uÉGciali documenti :
Parigi, 31 agosto 1861.
Signor presidente,
Ho l’onore di spedirvi qui unita un’ampliazione del decreto del 2.*) agosto
1861 che riunisce i Protestanti dei dipartimenti della Savoia e dell’Alta
Savoia alla Chiesa concistoriale di Mens (Isère). Con questa misura, i Protestanti di quei due dipartimenti sono ammessi al benefizio del decreto del
19 marzo 1859 e dei principii che lo ispirarono. In conseguente le adunanze
religiose cho ebbero luogo anteriormente a quest’epoca coll’approbazione
del governo Sardo, sono e rimangono autorizzate nelle medesime condizioni
e nelle medesime località.
Gradisca, signor presidente, la protesta della mia distinta considerazione
.'S. li ministro della Fulhlica Istrxixioìxe e dii Culli
Firmato Roulan».
DECRETO
Napoleone, per la grazia di Dio e la volontà nazionale imperatore dei
Francesi. »
A tutti presenti ed avvenire, salute.
Sul rapporto del nostro ministro segretario di Stato al dicastero dell’istruzione pubblica e dei Culti;
Visto il Senatusconsulto del 12 giugno 1800, concernente la riunione
' della Savoia e di Nizza alla Francia ; i
Vista la legge del 23 dello stesso mese, ehe spartisce i territorii della
Savoia e di Nizza in dipartimenti ;
“V^isto l'articolo 4° del decreto del 26 marzo 1852 e quello del 10 novembre seguente, che fissano le circoscrizioni concistoriali delle Chiese
prote.stanti ;
14
Visto il decreto del 19 marzo 1359;
Abbiamo decretato e decretiamo quanto segue :
Art. 1°
I Protestanti dei dipartimenti della Savoia e dell’Alta Savoia sono riu'niti per quanto concerne l’amministrazione dei loro affari ecclesiastici alla
Chiesa concistoriale riformata di Mens (Isère) e quelli del dipartimento
delle Alpi Marittime alla Chiesa concistoriale di Marsiglia (Bouches-duRhône).
Art. 2°
Nostro ministro segretario di Stato al dicastero dell’istruzione pubblica
e dei Culti, è incaricato dell’esecuzione del presente decreto.
Fatto al palazzo di St-Cloud, ü 25 agosto 1861.
Firmato; NAPOLEONE
Roulakd
Sayous.
Grenoble, 11 novembre 1861.
Visto il decreto del 26 marzo 1852, art. 6, che incarica ogni concistorio
di presiedere alla regolare celébrazibne del culto nelle parrocchie della sua
giurisdizione.
Il concistoro di Mens (Isère) nell’ultima sua seduta ha nominato alla
unanimità il signor Alberto Freundler, agente della Società Ginevrina dei
Protestanti disseminati presso i nostri correligionarii della Savoia e dell’Alta
Savoia da circa nove anni, a pastore ausiliare per esercitare le diverse funzioni deU'evangelico ministerio nei due dipartimenti; esso implora sul suo
ministerio le benedizioni di Dio e lo raccomanda all’alta benevolenza delle
autorità.
Il presidente del concistoro di Mens
Firmato Fekmaud, pastore
(Semaine Réligieuse)
Napoli. — Si è aperta in Napoli una scuola di nuovo genere; Edoardo
Pangrazio ne è il fondatore. Egli ha stabilito suo istituto in una pubblica
contrada. Una gran lavagna sospesa al muro serve a dar le lezioni che si
fanno alle 4 di sera. H numero degli ascoltatori cresce ogni giorno, e nessuno pensò mai turbare questa nuova istituzione, cho al pari di molte altre
potè sotto quel bel cielo stanziarsi all'aria aperta.
15
... 355 ...
— Uu medico convcrtito airEvangelo riunisco in casa sua una dozzina
di persone per leggere con loro la Parola di Dio.
— Un cristiano inglese tenta ireare scuole nelle isole di Capri e d’Anacapri. Il governo seconda i suoi conati, e Io ha nominato ispettore delle
scuole del distretto di Capri. {Les detuc Patries)
Genova — Un seminario od istituto teologico deve fra breve, dicesi,
essere aperto in Genova sotto la direzione dei signori De Sanctis e Mazzarella. Quest’ultimo scambierebbe sua cattedra di filosofia in Bologna con
una cattedra dello stesso genere nella Università di Genova, e in tal guisa
potrebbe coadiuvare il signor De Sanctis. (Témoin de la Verité)
Woigt Giovanni gerente
ANNUA VENDITA
A BESEFIZIO
DELLA società’ DELLE DAMIGELLE EVANGELICHE PER LA PEOTEZIONE
dell’infanzia povera
Questa vendita, il di cui scopo sommamente benefico
non abbisogna di essere raccomandato, avrà luogo, D. V.,
nei giorni 4 e 5 dicembre pro.ssimo dalle ore 1 alle 5 e dalle
7 alle 10 pom., in casa De-Fernex, vìa Accademia Albertina (già deir Arco) ìf 42, 1“ piano.
AVVISO
Le persone che desiderano abbuonarsi ai giornali religiosi francesi per
l’anno 1862, sono pregate di far pervenire le loro domande prima della scadenza della corrente annata, al Deposito di libri religiosi, via Principe Tommaso, all’indirizzo del sig. Gioanni Tron, mediante pagamento antecipato.
ANNUNZI
Al DEFOsiTO DI HBKi EELiGiosi, Via Principe Tommaso, tono vendibili
LE PETIT COMMISSIONNAIRE, ou soyez fidèlcs dans l’emploi da
temps..................................................................fr. 00, 80
16
VINGT ET UNE LETTRES A UNE JEUNE PERSONNE par Jean
Neivton. Traduit de l’anglais.................................... fr. 00, 30
QUARANTE-CINQ, histoire véritable M’une àme affligée qui a
trouvé la paix......................................................... » 00 10
LE CAMP ET LE TABERNACLE du désert ou le Christ dans
le culte lévitique par E. Gtiers..................................... » 2 50
LES BRAVES ET HONNÊTES PETITS GARÇONS....... » 00 10
NOTICES sur la vie et les travaux de quatre éminents serviteurs
de Dieu.............................;.................................. » 1 00
LE CATHOLICISME PRIMITIF par Jean Oossner, prêtre catholique à Munich, traduit de l’allemand ........................ » 00 30
PAPISME ET JÉSUITISME. Lettres de Rome, par L. D. S.,
1 vol. in-12 ......................................................... » 2 50
LA RELIGION CHRÉTIENNE, exposée d’après la Parole de
Dieu, 1 vol. in-8°.................................................... » 3 00
LA VIE, de Félix Neff, pasteur dans les Hautes-Alpes.......... » 00 70
QUESTIONNAIRE sur les PORTIONS CHOISIES des SAINTES ÉCRITURES, 2 vol. in-lG°................................ » 1 20
WALTER. Histoire d’un enfant qui véçut et mourut dans l’amour
et la crainte de Dieu, traduit de l’anglais par Lydia B***- ... » 00 40
ROBERT ou L’ESPRIT RÉSOLU. Traduit de l’anglais ...... » 00 50
MON GRAND PAPA GRÉGORY. Traduit de l’anglais...... » 00 30
LETTRES de Éléonore Moréland à sa Nièce, ou Biographie d'une
domestique chrétienne............................................... » 00 40
EXERCICES DE PIÉTÉ pour la COMMUNION.............. » 00 30
QUELQUES PAROLES à ceux qui travaillent à convertir les
âmes.................................................................... » 00 40
QUELQUES JOURS DE MA JEUNESSE. Histoire véritable» 00 15
QUELQUES MARTYRS DE L’EGLISE PRIMITIVE, par
■ L. Ahelous pasteur ................................................... » 00 20
VIE et CORRESPONDANCE DE Mme SARAH HATVKES ,
par Catherine Cécil. Traduit de l’anglais ........................ » 1 50
APERÇU GÉNÉRAL SUR LES MISSIONS PROTESTANTES depuis la réformation jusqu’à nos jours, par Alhert Ostertaz)'! 00 80
ALLONS FAIRE FOTUNE A PARIS !........................ » 00 60
UN ÉTÉ A KARNFORD, ou faites toutes choses en vue de Dieu.
Traduit de üanglais.......................».......................... » 00 00
LE CHRÉTIEN dans ses rapports AVEC LES POUVOIRS
CONSTITUÉS. Lettre à un ami, par Farjat................... » 00 15
COUP-D’ÆIL, rétrospectif DE MA VIE, par R. 31............. » 00 30
TORINO - Tipografla CLAÜDIANA, diretta lia R. Tiomletta.