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Anno 122 - n. 24
13 giugno 1986
L. 600
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delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
INTERVISTA AL PASTORE PRESBITERIANO USA ROBERT DAVIDSON
Da più parti si è ricordato
in questi giorni, con valutazio^
ni unanimemente positive, il
trentesimo anniversario dellìstituzione della Corte Costituzionale. E’ appunto del 5 giugno di
trent’anni fa la prima sentenza
che stabilì un importantissimo
principio di competenza: la Corte stabilì che nell’esame della
rispondenza delle leggi alla Costituzione rientravano sotto la
sua competenza non solo le leggi emanate dopo l’entrata in vigore della Costituzione bensì tutte le leggi vigenti nella Repubblica. Se la Corte non avesse
avuto il coraggio e la coerenza
di questa scelta non avrebbe
avuto la possibilità di compiere
un gigantesco lavoro di ripulitura del terreno giuridico italiano
eliminando via via gli elementi
antidemocratici penetrati nel
nostro ordinamento nel periodo
fascista.
Val la pena ricordare che proprio grazie a quella prima sentenza veniva aperta la porta al
vaglio della legpslazione fascista suUe libertà civili e sui culti ammessi. E se nel giro di due
anni, dal ’56 al ’58, si passò da
un clima di ostilità e repressione nei confronti degli evangelici ad iiii’aria più respirabile per
chiarezza giuridica, in un clima
che preludeva all’apertura degli
anni ’60, ciò va riconosciuto come effetto dell’azione decisiva
della Corte che con sentenze
successive smantellò l’edifìcio
del potere poliziesco fascista.
Uniamo quindi la nostra voce a quelle che hanno riconosciuto nell’azione della Corte
Costituzionale un insostituibile
baluardo di democrazia e libertà,
non solo per quelle prime e lontane sentenze ma per l’instancabile lavoro di questi trent’anni.
Accanto alle molte luci non mancano tuttavia delle ombre. Ne
vogliamo ricordare una tra le
più recenti. Dal 1977 per otto
anni la Corte tenne nei suoi cassetti il ricorso di un pretore
romano che poneva la questione
della costituzionalità della legge
che regolava l’insegnamento religioso cattolico nella scuola
elementare e il relativo esonero
(considerato non sufficiente a
garantire la libertà religiosa dei
singoli). E quando finalmente
esaminò la questione nel dicembre dell’85 rinviò la, questione al
pretore sulla comoda base del
fatto che si trattava di una materia ormai regolamentata mediante una nuova normativa. Se
la Corte in tutti quegli anni,
mentre si susseguivano le varie
bozze di revisione del Concordato, avesse avuto il coraggio
di un esame della questione con
una sentenza di avvertimento al
Parlamento sugli elementi di offesa della libertà religiosa presenti in quelle disposizioni, forse i partiti sarebbero stati più
attenti nel valutare il capìtolo
insegnamento religioso nella revisione del Concordato e nella
successiva intesa tra il Ministero della Pubblica Istruzione e
la CEI.
Certo la storia non si fa con
i se. Si fa, tra l’altro, con le luci e le ombre delle istituzioni
che regolano la vita del paese.
Quando va bene, come in questo
caso, con molte luci e qualche
ombra. Franco Giampiccoli
Una chiesa per lo stop nucleare
Sul tema delle armi nucleari, per il quale si registra una fortissima opposizione, e su altri
temi della vita del paese la Chiesa presbiteriana mostra un impegno di sensibilità morale
Il past. Robert Davidson è stato moderatore della Chiesa presbiteriana americana nell’anno 1980-81. Di passaggio in Italia la scorsa
settimana, lo abbiamo intervistato a Torre Pellice su alcuni problemi di particolare attualità negli Stati Uniti (ma da tempo ormai
di pieno dominio internazionale) e di notevole dibattito anche in
seno alla chiesa di cui il past. Davidson fa parte.
— Qual è l’importanza del
programma di « nuclear freeze »
(o congelamento delle armi nucleari) per le chiese presbiteriane americane e per Lei personalmente?
— Molte chiese locali hanno
approvato questo programma.
Da un recente sondaggio interno
è risultato che circa il 75% dei
presbiteriani appoggiano il congelamento delle armi nucleari;
tra questi ben il 20% si era finora pronunciato contro. La
percentuale sale poi al 90% per
gli anziani di chiesa ed al 95%
per i pastori. Cifre incoraggianti, dunque, per una chiesa come la nostra, considerate anche
le difficoltà attuali.
Come cristiani riteniamo che
combattere a favore del « nuclear freeze » sia un’attività morale e responsabile, perché è importante conservare questo mondo, che è il nostro mondo ed è
quello che Gesù Cristo ci ha
dato.
La Camera dei deputati ha già
votato il « nuclear freeze » e probabilmente presto il Senato farà
lo stesso. Ma l’amministrazione
Reagan si oppone ancora alla
riduzione delle armi nucleari a
causa della folle idea che noi
possiamo vincere una guerra
nucleare. Ma se noi, come chiese, saremo vigili ed attivi, riusciremo a far mutare idea anche all’attuale amministrazione.
Per quanto mi riguarda personalmente, dal momento che
ero moderatore quando l’Assemblea presbiteriana ha votato il
« nuclear freeze » con due soli
voti contrari su 620 votanti, trovo incoraggiante che molte chiese presbiteriane cerchino oggi
di portare tali cambiamenti nella politica americana.
— Cosa può dirci riguardo al
« movimento dei santuari » ed,
in particolare, ai contatti col
Centro America?
— Qui si presenta un’altra
sorpresa. La Chiesa presbiteriana, che è di tendenze moderate, non si è lasciata sedurre
dalla sistematica disinformazione fornita dal governo riguardo
al Nicaragua.
Ciò che ci ha messo al riparo
da errori è stato il gran numero di presbiteriani che ha visitato di persona il Nicaragua.
Essi non pretendono di essere
degli esperti, ma hanno avuto
diretta conoscenza della situazione ed hanno notato un buon
grado di libertà in quel paese
dove il nostro governo cerca di
aiutare con armi e denaro una
forza ribelle che combatte contro la schiacciante maggioranza
della gente.
C’è senza dubbio più libertà in
Nicaragua che nel Salvador, dove noi come nazione stiamo sostenendo quel governo.
Per quanto concerne il « mo-.
vimento dei santuari », come
Chiesa presbiteriana, riteniamo
sia giusto e legale correre dei
rischi per aiutare dei profughi
provenienti da regimi totalitari
del Centro America.
Ammiriamo l’atto di coraggio
personale da parte del pastore
John Fife della Chiesa presbiteriana di Tucson, Arizona, e
della sua comunità. Essi si sono
occupati dello straniero, come a
noi tutti ha richiesto di fare il
nostro Signore Gesù Cristo.
Crediamo che nel medio/lun
IL CULTO E LA COMUNITÀ’ DEI CREDENTI - 8
Il culto si apre sulla vita
Vegliate, state fermi nella lede, portatevi virilmente, fortificatevi. Tutte le cose vostre siano fatte con carità. Ora, fratelli, voi
conoscete la famiglia di Stefana; sapete che è la primizia dell’Acaia, e che si è dedicata al servizio dei santi; io vi esorto a sottomettervi anche voi a tali persone, e a chiunque lavora e fatica
nell’opera comune. E io mi rallegro della venuta di Stefana, di Fortunato e di Acaìco, perché essi hanno riempito il vuoto prodotto
dalla vostra assenza, poiché hanno ricreato lo spirito mio e il vostro; sappiate apprezzare tali persone. Le chiese dell’Asia vi salutano. Aquila e Priscilla, con la chiesa che è in casa loro, vi salutano molto nel Signore. Tutti i fratelli vi salutano. Salutatevi gli
uni gli altri con un santo bacio. Il saluto, dì mia propria mano, di me. Paolo. Se qualcuno non ama il Signore sia anatema.
Maranata. La grazia del Signore Gesù sia con voi. L’amore mio
è con tutti voi in Cristo Gesù.
Se il culto è stato vissuto come un’occasione di grazia, per
riprendere coscienza della presenza del Signore, per ricevere
dalla sua parola conforto e vocazione, per accogliere nel perdono della vita il permesso di
continuare ad essergli figli e al
suo servizio fra gli uomini, allora il momento conclusivo del
culto — la "benedizione” finale —
non è un momento conclusivo.
Come invochiamo la presenza di
Dio all’inizio del nostro culto,
così invochiamo la presenza di
Dio alla fine. Il discorso di Dio
con noi, e di noi con Dio, non si
chiude al momento in cui usciamo dalla chiesa e torniamo nella dispersione della città, in cui
poter essere al servizio di altri
signori, o di nessuno. La "benedizione" non è come la parola
(I Corinzi 16: 13-24)
"fine" che si trova al termine
di uno spettacolo cinematografico a dire che la storia è finita.
Se Paolo ha ragione quando
esorta ad offrire le nostre persone come culto a Dio (Romani
12: 1-2), allora possiamo capire
che il momento del nostro culto
domenicale non è una parentesi
di sacralità o di spiritualità disincarnata e distaccata dalla vita qualunque di ogni giorno. Il
momento della "benedizione" ci
ricorda proprio che nulla finisce
qui.
Nel testo biblico di I Corinzi
16, troviamo una serie di espressioni che, tutte, aprono sul futuro. Vigilate: non è solo il problema della parabola delle 10 vergini che devono badare a non
restare senza l’olio per la loro
lampada personale, ma è piutto
sto uno stare attenti e saper discernere tempi e momenti per
fare le proprie scelte, nella fede,
nei momenti di vita. Infatti, è
soprattutto una vigilanza di azione: portatevi virilmente, come
uomini e donne che hanno capito che Dio è Signore vivente;
non piagnucolosi nelle difficoltà,
ma pronti ad affrontarle con decisioni da assumere. Non come
cristiani rinunciatari, ma attenti
e pronti; perciò fortificatevi, che
non è fare del culturismo religioso per farsi i muscoli, ma è
prendere forza di fede e coraggio; perché il Signore viene: Maranata, vieni Signor Gesù! Che
se da una parte è l’orientamento
al futuro di Dio che viene, d’altra parte è la richiesta al Signore di farsi vicino, adesso.
Queste espressioni sono tutte
in vista di affrontare delle situazioni: quelle che andiamo ad affrontare e vivere ogni giorno;
dove il Signore che fa grazia, benedice e salva, anche rinnova
l’incarico di una vocazione: Andate...
Andate, ma non andate soli.
Come al nostro arrivo al culto
non ci sbarazziamo della nostra
realtà "mondana”, così al momento di uscire dalla chiesa non
ci sbarazziamo di Dio lasciando
Guido Golucci
(continua a pag. 2)
go termine il sistema giudiziario
americano ribalterà la condanna
emessa dal tribunale contro Fife e i suoi colleghi.
Ci sembra importante che gli
americani ed il mondo intero
capiscano che in America centrale non è necessaria una soluzione militare, ma uno stato di
cose che porti a un miglioramento delle condizioni di vita
di quelle popolazioni.
E nel caso del Nicaragua dobbiamo dire che, non'ostante lo
embargo USA e’l’intervento della CIA, la vita di quella gente è
ora migliore rispetto ai tempi
della dittatura di Somoza.
— Qual è l’atteggiamento delle
chiese presbiteriane USA verso
l’attuale amministrazione e, più
in generale, verso la politica?
— Bisogna anzitutto dire che
la Chiesa presbiteriana lion persegue politiche « partigiane », vale a dire non è interessata ad
eleggere particolari candidati al
parlamento. Essa cerca però di
aiutare la gente a capire quali
sono le scelte dell’attuale amministrazione.
Siamo soddisfatti che le chiese presbiteriane americane, anno dopo anno, attraverso l’azione deH’Assemblea ed ora anche
delle singole chiese locali, facciano pressione a favore dei poveri che esistono negli Stati Uniti, si battano per la libertà dall’oppressione all’estero e richiedano soluzioni politiche piuttosto che militari nei problemi
fra le nazioni.
E’ incoraggiante vedere tutto
ciò proprio nel momento in cui
una gran mole di denaro, tempo
ed energie vengono spesi per
cercar di creare equivoci sui problemi di fondo.
— Come si configura attualmente il movimento ecumenico
nelle vostre chiese?
— La vita delle chiese in USA
non è incoraggiante come potrebbe essere. E questo parte
per ragioni interne alle varie denominazioni e parte perché alcune delle forti personalità ecumeniche del passato non esistono più, né a livello locale, né
a livello del National Council of
Churohes. Speriamo però che
sotto la presidenza di Arie Brouwer quest’ultimo torni ai fasti
di un tempo ed aiuti le chiese
a lavorare insieme su obiettivi
importanti.
— Ci potrebbe dire un’impressione su papa Giovanni Paolo
II?
— Apprezziamo la sua richiesta di giustizia ed aiuto per i
poveri, e riteniamo che il suo
invito alla pace nel mondo sia
da sottoscrivere.
Siamo invece afflitti della sua
visione circa problemi quali il divorzio, l’aborto ed i diritti degli
omosessuali. Nondimeno confidiamo che col tempo queste posizioni vengano stemperate, specie se il papa continuerà a parlare coraggiosamente in favore
della pace e della giustizia.
A cura di Roberto Giacone
e Sergio Ribet
(continua a pag. 12)
2
2 fede e cultura
13 giugno 1986
EDIZIONI CLAUDIANA Il culto
f
Sofferenza; subirla o viverla?
Un medico, uno psicologo ed
un pastore valdese riflettono sul
problema della sofferenza e ci
trasmettono il loro pensiero attraverso il dossier n. 19 della
Claudiana « Sofferenza, subirla
o viverla? ». Il loro contributo è vivacìe e convincente è il
loro modo di affrontare una problematica di così facile strumentalizzazione.
Ipocrisia, verità, carità e potere: quattro parole chiave del
primo capitolo scritto da Léon
Schwartzenberg, autore insieme
a Pierre Viansson-Ponté del famoso libro « Cambiare la morte ». Egli tiene a Montpellier ima
conferenza dal tìtolo « I viventi,
la sofferenza e la morte ». Il suo
amico è morto da poco di cancro; anch’egli, che pure aveva
ritenuto utüe dire la verità, resta intrappolato nella spirale
della ipocrisia, perché la parola
cancro, usata per lo più in senso figurato, non viene mai pronunziata davanti a chi ne è colpito.
Ma, allora, bisogna dirla la verità? Ma come? E a chi? E’ per
« carità » che non si dice all’uno
che è affetto da tumore e all’altro che ha un infarto, o è perché
la rivelazione della verità rompe il rapporto di forza tra chi
sa e chi non sa?
Il cancro provoca la sofferenza e la sofferenza va alleviata
perché è falso pensare che il
dolóre possa arricchire ima persona. Il cancro può portare alla
morte, ma cosa vuol dire « accompagnare » im moribondo? La
riflessione di Schwartzenberg si
spinge ancora oltre fino ad affermare che ciò che si chiede
alla medicina non è solo che si
rivolga alla persona malata piuttosto che alla malattia, ma... che
essa sia « un aiuto afiànché ciascuno possa realizzare il programma che ha ricevuto venendo sulla terra» perché la sofferenza non è solo la conseguen
OMOSESSUALI
Si terrà ad Agape dal 18 al 22 giugno il VII incontro di studio sul tema
dell'omosessualità: « Un corpo... diverso? » Il titolo, ad indicare la focalizzazione della riflessione sulla problematica del corpo. < La problematica del corpo è diventata in questi ultimi anni un tema di ampio dibattito;
non è più una questione lasciata alla
riflessione delle sole donne anche se
da esse è partita ed è stata elaborata
più a fondo. Parlare del corpo significa
innanzitutto prendere coscienza della
propria Identità, delle proprie potenzialità e del propri limiti, della gioia
e della sofferenza. Corpo è essenzialmente relazione ». (Dalla presentazione
del campo sul servizio informazioni
di Agape n. 3 marzo ’86). ¡Mi sembra
allora che la presenza tra I relatori
del campo di Lidia Menapace, che da
sempre dice cose interessanti in merito a tematiche approfondite dalle donne nonché all'Interno di realtà cattoliche tese al rinnovamento, sia una
scelta indovinata ed Importante, proprio come segno dell'impossibilità di
riflettere sul corpo senza prendere in
considerazione anche II tipo di approccio elaborato in merito dalle donne.
Sarà allora interessante fare un resoconto del campo, constatando quali
gli stimoli offerti dai relatori, se e come colti dai presenti, e le reazioni e
le discussioni che ne scaturiranno.
Personalmente mi preme molto per
il momento sottolineare l’Importanza
del campo sulla omosessualità per il
settimo anno consecutivo organizzato
da Agape, come occasione veramente
unica di incontro e di confronto tra
omosessuali cristiani (o cristiani omosessuali, per chi così preferisca).
Se infatti li campo è da sempre aperto ad omosessuali non credenti (così
come ogni altro campo non ha preclusione alcuna verso I non credenti) e
ad eterosessuali uomini e donne; se
da sempre si rivolge egualmente anche
alle donne lesbiche, pur se queste
hanno privilegiato le occasioni e gli
za della malattia, ma è uno dei
frutti deU’uomo stesso, che è capace di torturare altri uomini,
di rinchiuderli nei campi di concentramento e di avviare i bambini alla prostituzione. Fin qui
il medico che, abbiamo visto,
pone molti interrogativi.
Lo psicologo Franco Rovetto
intitola il suo capitolo con una
frase interrogativa: « Perché questo calice amafo? », ma poi ci
presenta una serie di certezze; il
suo elaborato è chiarlflcatorio e
stimolante allo stesso tempo.
Chiariflcatorio perché spiega in
modo comprensibile a tutti una
terminologia di per sé semplice
e di uso comune (ansia, paura,
depressione, lutto, ecc.), ma utilizzata nel suo significato vero
per lo più solo da addetti ai lavori (psicologi e psichiatri). Stimolante perché non delega l’aiuto alla persona sofferente allo
psicoterapeuta, ma ci invita a
confrontarci con la sofferenza in
una dimensione diversa da quella a cui il lettore italiano è abituato.
Egli definisce la sofferenza
una « compagna della nostra
esistenza » che « può » essere
utile alla nostra crescita, ma che
non «deve » essere considerata
tale; può darsi che una esperienza dolorosa ci aiuti a maturare, ma dobbiamo evitare dì
« consolare » il nostro prossimo
dicendogli che soffrire è utile.
Siamo altresì esortati ad evitare
di perpetuare il concetto che chi
soffre è stato cattivo ,e chi non
soffre è stato buono.
Una società che da molto spazio alla salute ed alla felicità
non ha posto per la morte. Della morte si parla poco, ma si
parla ancora meno di che cosa
avviene in una persona toccata
da una esperienza luttuosa. La
descrizione che fa Rovetto sulle
fasi del lutto è, in effetti, di
grande aiuto. Tutti dobbiamo
separarci da qualcuno che ab
biamo amato e le nostre reazioni saranno diverse le une
dalle altre. La conoscenza di
queste fasi ci permette di aiutare chi è colpito da una perdita e ci evita, forse, di giudicarlo perché la sua reazione è
stata diversa da quella che sarebbe stata la nostra.
Come si aiuta chi soffre? Non
esistono regole, ci dice Rovetto. A volte è bene ascoltare, a
volte è bene agire; è sempre bene evitare la bugia.
L’ultima pagina del secondo
capitolo è dedicata al rapporto
tra il sofferente e Dio. Anche qui
prevale la chiarezza: Dio non è
colpevole delle nostre sofferenze: la sua azione non consiste
nel farci soffrire, ma nel darci
la forza di superare la prova.
Più complesso l’elaborato di
F. Giampiccoli, pastore valdese.
Con lui facciamo un viaggio dal
mondo del Nuovo Testamento
ad oggi attraverso le varie concezioni sviluppatesi in seno alla cristianità sul problema sofferenza.
Nel Nuovo Testamento, ci dice
Giampiccoli, è alla morte di Cristo che viene attribuito valore
redentivo e non alla sua sofferenza, considerata come fatto
«dovuto» (Marco 8: 31). Ben
presto, però, la Chiesa pone la
sua attenzione sulla sofferenza di
Cristo anziché sulla sua morte,
sviluppando così sempre più una
mistica della sòfferenza, fenomeno riproposto recentemente
dall’attuale Pontefice nella lettera apostolica « Salvifici doloris » dove appunto sì percepisce
una certa identificazione tra sofferenza di Cristo, redenzione e
sofferenza umana.
Un’altra concezione cristiana
è la relazione tra la sofferenza
e la giustizia punitiva di Dio,
confortata da alcuni passi biblici tratti dai libri di Giobbe e
dai Salmi.
C’è un terzo concetto ripreso
in particolar modo da Calvino
ed è quello che vede la sofferenza come mezzo pedagogico di
Dio per educare i suoi figli.
Il mondo moderno non si riconosce più nel valore positivo
dato alla sofferenza, anzi le mette un segno negativo e, quindi,
la combatte.
Giampiccoli ci propone una
ricerca e riparte, naturalmente,
daU’Evangelo. Cristo si. è adoperato per combattere malattia, peccato e morte da sempre
considerati i generatori della
sofferenza. Egli ha preso su di
sé la fonte del male affrontando
sulla croce l’ultimo nemico.
Il male viene trasformato in
bene attraverso Tangoscia del
Getsemani. Nel Nuovo Testamento ci viene chiesto non solo di credere in Cristo, ma di
soffrire per Lui. Il paragonare
quelle sofferenze richieste ai discepoli alle sofferenze prodotte
da handicaps, lutti, ecc., significa, afferma Giampiccoli, forzare i testi del N. T. e banalizzarne il messàggio. Questo non vuol
dire in assoluto che anche una
nostra sofferenza non possa aiutarci a trarre il bene dal male
e a trovare la vita nella morte.
Anche il pastore è concorde
con il medico e con lo psicologo che se una persona diventa
più creativa in occasione di una
perdita, questo non avviene a
causa della privazione cui è
sottoposta, ma a causa della
risposta attiva che ella cfò, reagendo a quella situazione.
Dimque, si tratta di un libro
da leggere con attenzione, di un
libro da divulgare, di un libro
la cui densità del messaggio
che ci propongono i tre autori
è inversamente proporzionale al
suo formato! Vera Coisson
Schwartzenberg - Rovetto - GiamPICCOLI, Sofferenza, subirla o viverla?
Ediz. Claudiana, Torino, Collana
« Dossier », L. 4.500.
spazi di incontro tra sole donne come ambiti per una più naturale e più
coerente. collocazione della riflessione sul lesbismo, Il campo sull'omosessualità di Agape resta per ora lo spazio principale di incontro tra omosessuali cristiani, uomini e donne.
E questo perché Agape è stata la
prima struttura legata alla fede cristiana a dare ospitalità ad omosessuali
che volessero confrontarsi sul rapporto fede-omosessualità innanzitutto, e
poi anche su altri aspetti della condizione omosessuale; e Agape ha offerto questa ospitalità con continuità e
alla luce del sole, nonostante le critiche talora lanciate a tale scelta. Infatti all’interno delle strutture cattoliche alcuni spazi di Incontro a livello regionale e nazionale sono stati ottenuti
a prezzo della loro segretezza o di
quasi totale non pubblicizzazione.
Allora anche i fratelli omosessuali
e le sorelle lesbiche presenti nelle
comunità evangeliche non perdano
questa occasione di incontro; e a quanti di loro non sono mai venuti finora,
perché è per loro difficile accettare
la propria omosessualità, che resta
una parte soffocata o strettamente personale del proprio essere, si può ben
dire che queste giornate vissute nel
confronto con altri/e nella stessa condizione possono essere un utile momento in un cammino fatto di ricerca
di chiarezza su se stessi e di maturazione dell'accettazione della ¡propria
omosessualità, intesa come componente sensata ed irrinunciabile della propria esistenza. Sia o non sia questa
esistenza vissuta nella fede in Cristo.
E inoltre con questo campo è data
la possibilità di discutere suM'opportunltà o meno di introdurre o sollecitare nelle nostre comunità un franco
confronto su questo aspetto reale della vita di molte persone, aspetto che
risulta ancora argomento di discussione Imbarazzante, se non fastidioso,
per i più. Nella consapevolezza che
non si tratta solo di decidere se parlarne 0 no, ma anche di vedere in che
termini porre e condurre la discussione, di trovare cioè la maniera più
adatta, non ¡polemica e non provocatoria, per farlo.
Mario Baldo, Milano
OBIEZIONE FISCALE
Cara « Luce »,
seguendo anche l'invito del « Movimento nonviolento » di divulgare il
proprio gesto onde sensibilizzare il più
possibile l'opinione pubblica all'obiezione fiscale, ti comunico che per la
denuncia dei redditi 1985 ho sottratto
all’Intera somma dovuta di L. 81.000
la somma simbolica di L, 2.000 versandola al Movimento nonviolento per
contestare le spese militari sostenute
dallo stato.
Fraterni saluti,
Ciro Cimini, Campobasso
PASTORI E GREGGE
(...) Tutti i pastori, o quasi, hanno
in comune la logorrea, un continuo parlare che sorvola le teste dei fedeli.
Ma dov’è finita la passione di trasmettere agli altri il messaggio biblico ricevuto? 0 forse la fede deve ridursi
a un fatto narcisistico di erudizione
per chi trasmette e ad un fatto di passività per chi ascolta?
C'è naturalmente da analizzare la
massa del gregge. Le pecore assenteista, cioè quelle che non ifrequentano
0 frequentano alla vecchia maniera
cattolica-romana e cioè per le feste
comandate, si reputano troppo edotte
e non sentono più 11 bisogno di adorare Iddio insieme agli altri. Dicono
spesso; « Credere in Dio non vuol dire andare in chiesa, ma darsi da fare in cose concrete ». Si impegnano così in Amnesty International, Movimento nonviolento. Associazione ebraicocristiana, Comitati per la pace di ogni
colore, ecc., tutte organizzazioni certamente utili e dalle meritevoli finalità. Ma la maggior parte delle persone
che vi militano (avendo questo in comune con le pecore presenti alle riunioni di culto) denotano una mancanza assoluta di desiderio di annunciare la parola del Signore, nonostante
le molteplici occasioni che si presentano loro. C’è da chiedersi; che cos’è
che non va? Di chi è la colpa? Dei
pastori logorroici che non sanno essere stimolanti? 0 semplicemente dei
fedeli che si sono atrofizzati? E’ opportuno allora ricordare e tenere a
mente I seguenti versetti:
a) Se il sale diviene insipido con che
cosa lo si salerà?
b) Vi vomiterò dalla bocca poiché
non siete né freddi e né ferventi.
c) Quando Gesù ritornerà (e credo
che un evangelico debba credere questo) troverà Egli la fede?
d) Sii fedele fino alla morte (con
parole di incoraggiamento, con parole di rassicurazione e di certezza, con
atti di purità e con fatti di amore
per gli altri) e ti darò la corona della
vita!
Mi sono convertito a Dio 12 anni fa,
inizialmente tramite le parole dette
da semplici fedeli; quelle parole rassicuranti e certe aprirono in me un
desiderio di ricerca della verità. Ma
adesso mi domando; per testimoniare la propria fede, bisogna dunque
(segue da pag. 1)
lo chiuso là dentro, come se quello fosse il suo posto proprio, ad
aspettarci domenica prossirna.
Ce ne andiamo sapendo che è il
Signore che ci porta con sé, fuori, e ci dà appuntamento ad
ogni angolo di strada, e ci dà
appuntamento col nostro prossimo, a vivere consapevolmente la
vita nel mondo di Dio.
E ancora. Paolo ci ricorda che
abbiamo una comunità di fratelli e di sorelle: salutatevi con un
santo bacio. Il fratello e la sorella che abbiamo incontrato sul
banco della chiesa o alla tavola
della cena, sono un dono che
Dio ci fa, gli uni agli altri, di fraternità; così come la menzione
di fratelli e di sorelle dell'Acaia
0 dell'Asia, sono l’indicazione di
una medesima vocazione di grazia e di servizio che ci accomuna in un’unica responsabilità coi
fratelli sparsi per tutto il mondo.
Noi non ce ne torniamo a casa tranquilli, soddisfatti per aver
fatto un nostro dovere religioso,
convinti che il culto è finito. Ma
continuiamo la nostra vita, quella di prima e di dopo, fatta di
problemi e di ansietà, di casa e
di ospedali, di gioie e di sofferenze, quelle di tutti, ma rinfrancati dalla parola della grazia,
nel segno di un rinnovato dono
di promessa e di incarico, sapendo che il nostro Dio è ancora Dio e Padre e Signore. « Andate... » è come una parola d’ordine consegnata ai credenti per
la loro settimana di vita e di
responsabilità nella loro città.
Tutto questo riposa su una
promessa di Dio.
E l’« amen » con cui la comunità conclude un tempo che non
può concludersi, è l’espressione
della fede di chi ha capito che
può solò invocare il Signore perché egli renda vera resistenza
nostra e della nostra città. Finché egli venga.
Guido Colucci
trovarsi come nell'orribiie passato,
rischiare la libertà, il posto di lavoro,
la perdita degli amici, o la presunta sicurezza che ci siamo fabbricati?
Forse sono il solo a dover notare
queste cose e, se è cosi, conviene che
io mi taccia; ma se altri fratelli fanno
le stesse osservazioni allora rivolgo un
invito a tutti di pregare insieme il
nostro Dio affinché sovvenga alla nostra infedeltà.
Ercole Spadaro, Firenze
GREGORIO DONATO
(c Seguitava a cercare dovunque
quella chiesa ohe aveva sempre sognato e che continuava a sfuggirgli ».
Così ha scritto un collega del giornalista Gregorio Donato, il caporedattore del GRl della RAI recentemente
scomparso, stroncato a soli 51 anni
da un infarto.
Per moltissimi evangelici italiani, di
ogni denominazione, che avevano avuto il privilegio della sua fraterna amicizia, quella definizione si addice alla
perfezione alla personalità di Gregorio Donato, una voce sincera del cattolicesimo critico, uno dei pochi giornalisti italiani che riusciva a dare spazio a tutte le espressioni della fede
cristiana. Soprattutto per noi del servizio stampa-radio e televisione della
FCEI la scomparsa di Gregorio lascia
un vuoto incolmabile.
Infinite sono state le occasioni, soprattutto negli ultimi anni, di incontro con lui e sempre siamo stati arricchiti dalla sua profonda preparazione culturale. La sua disponibilità a
collaborare con noi nelle più diverse
forme era totale; basterà ricordare i
suoi puntuali ed efficaci servizi in
occasione dei sinodi.
Lo vogliamo ricordare per questo
ma anche e soprattutto per la sua
straordinaria, cordiale carica di umanità, con la quale sapeva rendere amabili anche le critiche che talvolta
esprimeva sul nostro lavoro radiorelèvisivo: a ve lo dice il giornalista, ma
ve lo dice da credente ». F.R., Roma
3
13 giugno 1986
fede e cultura 3
Lhomme de Genève
E’ uscito in questi giorni a Ginevra, in occasione del 450° anniversario della Riforma, un libro
a fumetti su Calvino, ovvero:
« L’homme de Genève ». L’idea è
dell’editore torinese Franco Giacone che si firma: Albert Meynier. Le strisce sono state realizzate, con la consueta rara bravura, da Umberto Stagnaro. Il
testo in francese è di Giorgio
Tourn. Un bel libro, di grande
formato, che si legge facilmente
e volentieri anche là dove vengono messi in bocca ai vari personaggi brani in francese del XVI
secolo. Si tratta in sostanza, più
che di un fumetto, di una vera e
propria storia illustrata di Calvino e di Ginevra quando entrambi, il giovane uomo e la giovane
città, lottavano per l’affermazione della Riforma della chiesa.
Chi già conosce un po’ della
biografia ginevrina di Calvino
troverà, iii queste pagine, i passaggi e gli episodi essenziali;
compreso anche il processo e la
condanna di Serveto. Nel racconto si parla anche dei Valdesi, del
viaggio di Calvino a Ferrara da
Renata di Francia e di tante altre vicende. Il passaggio più riuscito è alla fine, quando Calvino
morente rivela se stesso come
personaggio capace di autocritica, incredibilmente modesto, sequestrato interamente dalla Parola di Dio. Nel libro un breve
saggio storico riprende, integra
e dà sfondo alle strisce, grazie
anche ad un’essenziale cronologia dei principali avvenimenti.
Nel racconto illustrato Calvino
non appare dittatore di Ginevra,
né lo studioso perennemente immerso nei libri ma emerge come
rigoroso testimone che, vivendo
in mezzo alla gente, vuole dare
contenuto biblico alla nuova libertà dei cittadini. Perciò il Calvino di Stagnaro compare spesso sul pulpito proprio perché,
nella ’lettura teologica’ di Tourn,
égli è soprattutto il predicatore
che incalza la vita cittadina commentando e facendo rivivere il
messaggio biblico.
La Ginevra dell’« Académie »,
del « Consistoire », le battaglie
di Calvino contro i suoi oppositori, le sue lezioni, le sue predi
RISOLUZIONE DI MEDICI STATUNITENSI
Nuovo passo verso l’eutanasia
L’American Medicai Association (AMA), un organismo professionale che conta oltre 270 mila membri negli Stati Uniti, ha
adottato una risoluzione sul problema deH’assistenza ai malati
in coma irreversibile che non
mancherà di far discutere.
Secondo il documento dei medmi americani, nei confronti di
questi pazienti sarebbe eticamente giustificata « la sospensione di
qualsiasi trattamento in grado
di prolungare la sopravvivenza »,
compresa la somministrazione di
cibo e acqua, anche nei casi in
cui la morte non sia già imminente. Perché ciò sia lecito, dice
FAMA, bisogna che il coma « sia
senza alcun dubbio irreversibile
e che siano stati compiuti adeguati accertamenti per confermare l’esattezza della diagnosi ».
Il testo, peraltro, non definisce
quali siano esattamente questi
accertamenti {che dovrebbero includere ripetuti esami clinici
neurologici e l’esecuzione di uno
o più elettroencefalogrammi),
per mantenere il suo carattere di
presa di posizione su una questione di principio.
L’AMA, infatti, più che stabili
re un protocollo operativo per i
med'ci incaricati dell’assistenza
di malati terminali, ha voluto
fornire una copertura deontol<>
gica e giuridica a questi medici,
nel caso che, « secondo scienza e
coscienza », si orientassero verso
la sospensione dell’assistenza.
È, questo, un problema assai rilevante, anche da un punto di vista strettamente numerico: secondo la dottoressa Nancy Dickey, uno dei redattori del documento, sono più di diecimila gli
americani che attualmente si trovano in coma irreversibile. E la
posizione dei medici nei loro
confronti è particolarmente delicata a causa della facilità con
cui gli americani ricorrono in
giudizio, specialmente nei confronti dei medici.
Il testo dell’AMA, approvato
all’unanimità dal consiglio della
associazione dopo un dibattito
durato oltre un anno e mezzo,
d’altra parte, non vuole essere
una norma vincolante per tutti:
« Non vuol dire che un medico
sia obbligato a sospendere il
trattamento di un paziente in
coma IV — ha detto la dottoressa Dickey, intervistata dal New
York Times — ma solo ohe ciò
non è in contrasto con l’etica
professionale ».
Sempre secondo la Dickey,
quella attuale non è che la chiarificazione e l’estensione di una
precedente presa di posizione
dell’AMA, secondo la quale « con
l’informazione e il consenso del
malato un medico è autorizzato
a compiere tutto ciò che è necessario per alleviare un dolore
insopportabile, o ad interrompere od omettere un trattamento
per consentire ad un malato terminale di' morire, ma non a cau
sare intenzionalmente la morte ».
In altre parole, l’eutanasia cosiddetta "passiva” era già ammessa; non così quella "attiva”.
Non è chi non veda, però, che la
sospensione dell’alimentazione e
dell’idratazione è un passo più
avanti della semplice sospensione della somministrazione di farmaci, e gli stessi estensori sono
coscienti che una carte dei membri dell’AMA potrebbe non sentirsi di applicare l’ultima risoluzione del consiglio dell’associazione.
Il problema, comunque, rimane aperto: e mentre i medici cercano di risolvere dei problemi di
principio, la magistratura americana sta di fatto elaborando, con
una serie di sentenze largamente concordanti, una definizione
precisa delle situazioni in cui la
cessazione dell’assistenza è giuridicamente consentita: per i giudici di almeno 37 stati su 50, intatti, essa è stata riconosciuta
lecita in caso di "morte cerebrale". La quale è stata definita come la condizione in cui si è avuta una lesione irreversibile non
solo del telencefalo, la parte del
cervello deputata alla vita di relazione, ma anche del tronco encefalico, che regola funzioni vegetative quale, ad esempio, il respiro. E tale definizione raccoglie pienamente una raccomandazione formulata tempo fa da
ima commissione delFAMA.
P. F.
sottolineato le positive recensioni apparse su « La Suisse »
del 14.5 e su « La Vie Protestante » del 16.5.
nascita di Calvino, avvenuta a
Noyon, in Francia.
Giuseppe Platone
Tradotto in italiano il libro a
fumetti su Calvino incontrerebbe il favore del pubblico? Per
esserne certi converrebbe attendere il 2009 ovvero il 500° della
' Umberto Stagnaro. VHomme de
Geneve, la Vie de Jean Calvin et la
Réforme à Genève, texte de Giorgio
Tourn, avec la collaboration de Franco Giacone, pp. 95, Albert Meynier
editore, Torino 1986, L. 20.000.
FINANZIAMENTI ECCLESIASTICI - 5
Varietà di pareri
IL NUOVO FUMETTO DI STAGNARO E TOURN
nazioni fanno di Ginevra la capitale deUà democrazia del XVI
secolo. L’esatto opposto della
Roma papale e inquisitoriale. Il
lusso romano, la dittatura dei
papi si contrappongono infatti
al rigorismo e al continuo dibattito scatenato dal grande Riformatore; il quale certamente non
fu sempre tenero, ma senza la
sua radicale coerenza, la Riforma non avrebbe avuto lo slancio che oggi conosciamo. Pare
che Stagnaro, per molti giorni,
abbia passeggiato attraverso la
vecchia Ginevra per coglierne lo
spirito, le linee architettoniche,
l’atmosfera complessiva. Il disegno infatti ha una precisione fotografica e i vari personaggi sono altamente espressivi.
Per esempio, ad un certo punto, Calvino sorride, cosa per me
prima inimmaginabile ma pienamente accettabile.
In conclusione il libro (che sarà venduto anche in Italia e costerà L. 20.000), costituisce im
singolare omaggio di tre italiani
evangelici alla Riforma di Ginevra, come del resto hanno anche
L’assemblea di chiesa di Imperia, il 7.4.’86, ha unanimemente espresso « parere favorevole
circa l’accettaz’one dell’8 per mille del gettito IRPEF », tuttavia
chiede che l’uso di quanto potrebbe essere così ricavato sia
« esclusivamente per opere sociali, non per usi interni della
chiesa, testimoniando in questo
modo un diverso uso del denaro ». Unanimemente « si è prommciata per un rio alla defiscalizzazione ». Anche ^all’unanimità è
contraria ad accettare la proposta dell’esenzione dall’imposta
INVIM, ritenendola un privilegio. Considerando tuttavia che
« tale legge è ingiusta per tutti »
ritiene utile portare avanti una
battaglia perché essa venga dichiarata anticostituzionale.
Il 27 aprile l’assemblea di chiesa di Frali afferma che è « prematuro esprimersi per il sì o
per il no rispetto alla questione
della defiscalizzazione, dell’otto
per mille e dell’INVIM. Considera saggio continuare la riflessione anche sulla base delle nuove
iniziative parlamentari in corso
e di rinviare la decisione al pros
OLANDA
Improcep
Editions
« Il declino politico e demografico della nostra Europa rende
poco per volta provinciali le teologie elaborate al tempo dell’eurocentrismo trionfante. Il centro
del mondo si sposta verso luoghi che si sono abbeverati a
sorgenti diverse da quelle che
hanno nutrito il pensiero déll’Occidente. La Bibbia, tuttavia, non
è un prodotto della cultura occidentale: è una sorgente, non
un prodotto. Non c’è rinascita
che non implichi per noi una
nuova lettura delle antiche Scritture. L’epoca nuova non annuncia forse la fine dei dogmatismi? ». Con questa disinvolta presentazione viene lanciato « Le
promeneur et la boussole », di
Jacques Chopineau, in Olanda,
Belgio e Francia.
A lanciare quest’opera è una
nuova casa editrice francofona,
nata ad Amsterdam, sul terreno
della Chiesa vallona, appunto di
lingua francese. Entusiasta promotore di questa impresa editrice, la Improcep Editions (accompagnata dalla Improcep atelier de photocomposition) è il
pastore Philip Fromont, responsabile del Comitato vallone di
sostegno alla Chiesa valdese, che
fu ospite del Sinodo 1985. Il nastore Fromont infatti ha in programma, per la Improcep Editions, la traduzione in francese
dell’ultimo libro di Tullio Vinay
e la traduzione in olandese de
« I Valdesi » di Giorgio Tourn.
Un augurio alla nuova editrice
protestante francofona olandese.
Il suo indirizzo è: Improcep Editions. Boîte postale 2057, 1180
EB Amstelveen, Pays-Bas. A richiesta essa invierà informazioni sulle proprie pubblicazioni.
simo anno ». Dopo aver rilevato
che l’Intesa può_ essere riveduta,
ritiene che « l’intero problema
deve, in ogni caso, potersi situare nel contesto dell’Intesa e non
nel quadro del Concordato ».
A Prarostino, l'assemblea di
chiesa del 18 maggio non si è
sentita di esprimere un parere
definitivo, così come ritiene a
troppo breve scadenza una decisione del Sinodo per il 1986. Tuttavia l’assemblea ha proceduto
ad ima votazione per verificare
l’orientamento della comunità e
si è avuta una larghissima maggioranza di voti contrari all’8
per miÙe, INVIM e defiscalizzazione considerati assieme, come
un’co problema. L’argomento sarà oggetto di ulteriori studi.
La comunità evangelica metodista di Bologna, riunita in assemblea il 18.5.’86, ha così deliberato.
Mia destinazione dell’8 per
mdle si sono votate tre possibilità: accettazione anche per opere della chiesa (21 contrari e 1
astenuto); accettazione per progetti umanitari gestiti da una
commissione laica e pluralista
(21 favorevoli e 1 contrario); rifiuto totale (1 favorevole, 5 contrari, 16 astenuti).
Sulla defiscalizzazione 15 favorevoli, 4 contrari, 3 astenuti.
Sull’esenz'one dal pagamento
dell’INVIM si sono votate due
possibilità: sì, perché le proprietà della chiesa non rappresentano un investimento a scopo di
lucro (2 favorevoli, 16 contrari, 4
astenuti); no, perché nessuna
chiesa deve godere di privilegi
neppure nelle sue proprietà immobiliari (esclusi luoghi di culto
e di attività) (20 favorevoli, 2
contrari).
NeU’inviare il documento riassuntivo dell’assemblea a Tavola
Valdese, OPCBMI, CED e al giornale, il pastore di Bologna precisa che la votazione, essendo stata effettuata votando su ogni tipo di risposta possibile e non su
posizioni alternative, ha portato
a somme di voti che non corrispondono alla reale consistenza;
resta comunque chiaro il senso
delle posizioni bolognesi: sì all’8 per mille purché ne sia garantita la destinazione umanitaria;
sì alla defiscalizzazione e no all’esenzione INVIM a quota zero.
Anche a Bologna l’iniquità della
legge sull’INVIM è stata evidenziata.
Sergio Ribet
Protestantes i mo
in TV
LUNEDI’ 16 GIUGNO 1986
ore 23 circa - Rai II
In questo numero il «contenitore » si aprirà con un appello alla preghiera per la
giustizia e l’eguaglianza razziale in Sud Africa.
Nel «punto»; l’ora di religione cattolica nella scuola di
stato ed un filmato sul recente Congresso PGEI.
Nella rubrica « 1 -t-1 », Paolo Ricca risponderà ai telespettatori. Concluderà il «riflettore » su Ernst Kàsemann.
k
4
4 vita dellexhiese
13 giugno 1986
CONCLUSI I LAVORI DELLA CONFERENZA DISTRETTUALE A FERRERÒ (7-8 GIUGNO)
Più Bibbia e più informazione
« Si è stentato a partire, poi
progressivamente il dibattito è
diventato sempre più costruttivo
e interessante ». Così ammette
Franca Beux, giovane e unica impiegata accanto al messo del Comime di PramoUo, mentre alle
otto di sera si appresta a tornare a casa al termine dei due Riorni di lavoro della Conferenza Distrettuale cui ha partecipato per
la prima volta in vita sua. Nell’antico Tempio di Ferrerò, con
una pess'ma acustica e ima
splendida accoglienza, gli 87
membri della Conferenza hanno
faticato non poco ad uscire dalle
secche regolamentari. L'inizio, a
detta di tutti, è stato difficile. Il
puntuale, persistente richimno ai
regolamenti di un Giorgio Peyrot in piena forma e una Commissione d’esame che ha chiarito
i limiti esatti delle sue competenze e dei controlli ohe deve
operare, sono stati fattori che, se
sono serviti a chiarire e delimitare il quadro generale del dibattito hanno forse deluso le aspettative di chi voleva discutere tutto
e subito. « Sì, è vero, abbiamo
parlato di tante cose — nota serafico il massellino Claudio Tron
— salvo della cosa più importcmte; la predicazione». Ma il sermone del pastore Marco Ayassot (di
cui pubblichiamo in questo numero ampi stralci) è piaciuto anche perché sì è inserito come
una lunga, attenta e viva riflessione biblica in un dibattito che
non trasudava di riflessione teologica. Un’assemblea quella di
sabato 7 e domenica 8 giugno a
Ferrerò tutto sommato ringiovanita anche se le voci nuove (come quella del giovane Claudio
Rivoira di San Secondo, impegnatissimo sui temi della pace)
sono state rare.
La Conferenza, seguendo uno
stile collaudato che permette una
più vasta partecipazione, si è divisa in quattro gruppi di studio;
Minori, Pace, Funzionamento del
Distretto, Dipartimento diaconale distrettuale. Ogni gruppo ha
successivamente relazionato in
assemblea generale che ha votato (snesso emendando, modificando o respingendo i suggerimenti dei relatori e della CdE)
le prese di posizione che pubblichiamo in questo numero e che
parlano di per sé.
SuUa questione dei minori, a
proposito non solo dello scollamento tra comunità dei credenti
e nostri Istituti ma della incertezza della politica assistenziale
deU’Ente pubblico c’è da registrare un importante intervento
di Bruno Mathieu, presidente
deiristituto Uliveto, ohe ha ricordato le responsabilità della
chiesa nei confronti delle strutture per minori e l’attenzione
con cui è necessario non solo seguire ma ’’tallonare” le mutevoli,
a volte capricciose evoluzioni del
settore assistenziale in sede pubblica. La ventilata possibilità che
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Più impegno nella chiesa
SAN GERMANO — Domenica 25 maggio l’assemblea di
chiesa ha eletto i deputati al
Sinodo nelle persone di Ileana
Borre! Lanfranco e Giorgina
Giacone ; supplente Livia Gaydou Beux. E’ stata inoltre discussa la relazione morale presentata dal concistoro : per
quanto il tempo fosse limitato,
numerosi sono stati gli interventi. E’ stata messa in luce la
necessità di essere più disponibili all’impegno nella chiesa
come questione prioritaria rispetto alle pur importanti innovazioni liturgiche (è stato approvato all’unanimità lo spostamento della confessione di peccato da prima a dopo il sermone). E’ stata inoltre approvata
la richiesta di contribuzione avanzata dalla Tavola.
• Domenica 1® giugno il culto
è stato tenuto dai giovani della
EGEI Rossella Sappè, Andrea
Garrone e Antonella Long, che
hanno predicato su Deuteronomio 26: 5-10.
• Nelle ultime settimane la
comunità è stata partecipe di
gioie quanto di dolori ; il 18
maggio è stata infatti battezzata la piccola Patrizia Gönnet;
il 24, invece, una gran folla si
è riunita nel tempio ad ascoltare l’annuncio dell’Evangelo in
occasione del funerale di Giulio Besson, scomparso a 55 anni dopo un lungo periodo di sofferenza.
• La comunità di Vìllasecca
esprime la propria simpatia cristiana e la comunione di speranza neila resurrezione dei morti
a tutti i familiari di Ivonne Riceli Peyrot.
• Il Concistoro è convocato
per sabato 31 corr., ore 20, nella saletta.
• Durante il culto di domenica 22 corr. avverrà il battesimo di Laura Barbieri di Valentino e Rosanna Ghigo. Il culto
sarà tenuto nel tempio dei
Chiotti, ore 10.
Culto con agape
• Domenica 22 giugno, alle
ore 10.30, si terrà alla Rostania
un culto all’aperto. Chi desidera prenotarsi per il pranzo può
farlo presso il pastore o Claudia Beux, entro il 17 giugno.
ANGROGNA — Domenica 15
parteciperà al culto al Capoluogo un gruppo canoro tedesco
proveniente dalle antiche colonie valdesi delia Germania. Al
culto bilingue seguirà un’agape
nella Sala, organizzata dall’Unione femminile. Ci sono ancora
posti disponibili, prenotarsi
presso il pastore.
• Mercoledì 4 la comunità si
è stretta numerosa intorno ai
familiari di Olga Bertin (Sterpà) deceduta all’età di 71 anni
presso il Rifugio Carlo Alberto; rinnoviamo la nostra solidarietà nella risurrezione di
Cristo.
• Sabato 7, nel tempio di Pradeltorno, si sono uniti in matrimonio Ida Plavan (Pount
Barfé) e Giorgio Beux. Alla
coppia e al piccolo Marco che
si trasferirarmo a San Germano Chisone l’augurio di una vita benedetta dal Signore.
Battesimi
Tristezza
vìllasecca — La resurrezione in Cristo è stata annunciata in occasione della morte
improvvisa di Ines Bert Barus.
Al suo compagno di vita Giovanni ed ai familiari tutti esprimiamo la simpatia cristiana di
tutta la nostra comunità.
rUSSL 42 non rinnovi la convenzione con il Convitto di Pomaretto che in questo malaugurato caso verrebbe a chiudere (esso rappresenta l’unica struttura residenziale a rischio nella zona) è
stata una notizia che in Conferenza è scoppiata come una bomba.
Sulla questione della pace la
lunga discussione, sorretta e rilanciata dal pastore Luciano Deodato, ha evidenziato la volontà
di continuare a sviluppare nelle
chiese una cultura di pace attraverso gesti significativi. Anche le
varie azioni di obiezione, da quella militare a quella fiscale, sino
al condividere ih concreto i problemi di chi rifiuta di lavorare in
una fabbrica d’armi sono, secondo la Conferenza, da considerare
azioni di testimonianza cristiana.
Sul funzionamento del Distretto si è discusso moltissimo nel
gruppo ma non in assemblea la
quale, dopo la chiara esposizione
di Sergio Montalbano di Frarostino, ha approvato unanimemente un ordine del giorno da cui
emergono le due parole d’ordine
di questa Conferenza: Informazione e Formazione. E qui s’intende formazione biblica di base.
Nel gruppo, tra i tanti spunti, vi
è stato anche quello della necessità della specializzazione nel lavoro della chiesa (« l’unica nostra vera specializzazione — ha
sbottato il predicatore locale
Flavio Micol di Pomaretto — è
la fede ») e deirawiare al più
presto un’inchiesta tra la nostra
gente affinché si « dica che razza
di chiesa si vuole visto ohe l’attuale è spesso o criticata o disertata ». Il pessimismo, come sempre non è mancato; meglio però
un sano pessimismo che superficialità e vuoto entusiasmo.
Infine sul Dipartimento Diaconale e sul Distretto si è chiarito
che di CIOV e dei Comitati di
gestione dei vari Istituti si
parlerà in Sinodo ancorché il lavoro isul fronte degli anziani sia
uno dei temi che stanno a cuore
alle chiese. In questa fase di ristrutturazione di alcuni nostri
Istituti sanitari e assistènziali, la
Conferenza ha preferito non affrontare il problema delle opere,
preoccupandosi piuttosto di ridare fiato e profondità al ^ià avviato lavoro del Dipartimento Diaconale.
Numerosi sono stati gli argomenti, diciamo così, “minori"
(non in ordine aU’importanza,
ma alla scaletta di priorità che
la Conferenza si era da|:a) che il
presidente della Conferenza (il
past. Paolo Ribet, vicepresidente Mirella Bein) ha saputo, con
abilità e distensione infiorettata
da qualche spiritosa battuta, presentare ai deputati. Spll’ora di
religione, ribadito per l’ennesima
volta il no concorde aU’insegnamento della religione a scuola,
Fassemblea è stata presa in contropiede dal fatto che alcuni insegnanti evangelici hanno rivolto domanda al vescovo per ricevere r abilitazione all’ insegnamento della religione cattolica
nelle scuole elementari. Si è trattato di un passo simbqlico — è
stato chiarito — per far esplodere sino in fondo la contraddizione. Ma per la maggioranza si è
trattato di un passo falso. Intanto si è accesa la curiosità sul cosa risponderà il vescovo ( « il vescovo dirà sì, e allora vedremo
poi cosa faranno gli insegnanti
valdesi »). Nella giusta direzione
invece si muove il documento
del Circolo Didattico « G. Rodari » di Torre Fellice, che chiede
al Parlamento una revisione dell’intera materia, nella prospettiva di una scuola laica é non discriminante; questo documento
è stato presentato in forma sintetica ai deputati che ne hanno
condiviso la sostanza.
Infine, si è acceso un p'ccolo
battibecco tra CdE e assemblea
distrettuale sulla questione dei
pastori stranieri, segnatamente
tedeschi, che nella nostra chiesa
stanno aumentando di numero.
Il loro apporto è positivo, altre
volte più problematico, ma ci si
chiede fino a che punto sia giusto risolvere, spesso, i nostri problemi importando “mano d’opera” daH’estero.
Del resto, come ha notato la
candidata al ministero Susanne
Labsch, la chiesa di Cristo non
ha confini, ogni apporto può essere positivo. E qui, quasi a voler fugare un’ombra che rischiava di turbare inutilmente una
atmosfera serena e aperta, è
scoppiato l’applauso. « Tuttavia
— aggiimge Klaus Langeneck,
pastore a Prarostino — noi pastori tedeschi forse siamo in
troppi ».
Dopo due giorni d'intenso lavoro, Bruno Rostagno, presidente rivotatissimo della Commissione Esecutiva Distrettuale, rimette tutti i documenti e gli appunti in una vecchia valigia di
cartone. E’ un po’ l’immagine di
questa nostra piccola chiesa.
Ogni tanto ci si ferma, si apre
la borsa piena di documenti, di
riflessioni; si butta via un po’ di
roba vecchia e se ne aggiunge
di nuova. E il viaggio continua,
magari in una nuova direzione,
Giuseppe Platone
Sabato 14 giugno
□ CONCERTO
LUSERNA SAN GIOVANNI — Alle
ore 21 nel Tempio si tiene un concerto
vocale e strumentale organizzato dalla
corale valdese.
Lunedì 16 giugno
□ SERATA
DI PREGHIERA
LUSERNA SAN GIOVANNI — Alle
ore 21 presso la Sala Albarin si tiene
organizzata dal 1° Circuito una serata
di preghiera per la giustizia e l'eguaglianza razziale in Sud Africa.
LA PREDICAZIONE
Pochi e ben divisi
« Paolo, chiamato ad essere apostolo di Cristo Gesù per la volontà di Dio, e il fratello Sostene, alla chiesa di Dio che è in Corinto, ai santificati in Cristo Gesù, chiamati ad esser santi... ».
(I Corinzi 1: 1-2)
POMARETTO — Domenica 8
giugno sono stati presentati al
battesimo Marco Gardiol, figlio
di Emilio e di Nicoletta Binelli,
e Slmone Pons, figlio di Claudio e Marilena Anzaldi.
Che lo Spirito del Signore sia
costantemente la loro protezione e lì aiuti a crescere nelle sue
vie.
Corinto, una delle città più
grandi e più contraddittore dell’antichità. Città con tutte le
grandezze e le bassezze di un
grosso centro: bellezze artistiche, centro culturale, punto di
incontro di molte razze e popoli, città di commercio fiorente
con grandi ricchezze e grandi
povertà. Città piena di enormi
problenii, dove il lusso, o, al
contrario, la miseria portano con
sé gravi problemi di corruzione.
In essa domina il mito della
bellezza fisica e della forza e la
divinità più importante è Venere. Così diversa dalle moderne metropoli? Così diversa dalle nostre città e paesi in cui la
secolarizzazione ha ormai radici tanto profonde?
Paradossalmente, in una città
come questa, nasce una comunità cristiana, un gruppo di sorelle e di fratelli vivo, attivo,
entusiasta, un gruppo di persone chiamate dal messaggio dell’Evangelo, chiamate ad essere
santi.
Ma essi non sono i buoni, in
contrapposizione ai cattivi della città, i giusti di fronte agli
ingiusti, non sono un’élite di
gente che si sente « fuori dalla
mischia », al di sopra della mediocrità generale. Essi sono chiamati "santi" (come lo sono tutti i credenti) perché sono stati
"messi a parte" dal Signore,
chiamati da lui a partecipare al
suo grande progetto di vita, progetto nuovo che può cambiare
loro e trasformare il mondo intorno a loro.
E, a ben guardare, il “mondo",
la Corinto di fuori, è presente
anche all’interno delta comunità:
1 - Sono pochi e « ben divisi »
(il problema dei partiti in
seno alla chiesa: divisioni
profonde che minano la comunione fraterna).
2 - Non sono esenti dal sentirsi
« migliori », pieni ^i sé, vanagloriosi.
3 - La « questione morale » che
afferra e corrompe la città,
non è certo superata all’interno della comunità (fornicazione - liti fra fratelli),
t) - La tentazione dell’idolatria,
del mettere al centro degli
interessi qualcos’altro al posto di Cristo, non è certo
vinta.
5 - La mancanza di solidarietà
e di comunione^'
Leggendo le relazioni della
CED, dei Circuiti e delle singole
comunità alla nostra Conferenza
Distrettuale, non sembra che i
“santi" di oggi, le nostre comunità, vivano la loro fede in modo più intenso, meno privo di
contraddizioni. Anche noi siamo
pochi e spesso “ben divisi" proprio sui grandi temi della testimonianza al-mondo di oggi (ecumenismo - rapporto chiesa-sta
to - pace e disarmo - fede e politica - problema dei giovani diaconia - evangelizzazione...).
Eppure, sebbene con stupore,
dobbiamo riconoscere quanto
sia grande la pazienza di Dio irei
nostri confronti. Dobbiamo riconoscere che, nonostante tutto, lo
Spirito del Signore è all’opera
nelle nostre comunità: molti sono quelli che si impegnano, molti quelli che cercano una via per
obbedire alla chiamata del Signore. Chiamati ad essere santi.
In che consiste questa santità?
1 - La santità non nasce da noi,
ma è una vocazione che Dio,
nella sua infinita bontà e nella sua libertà ci rivolge. Ma
questa vocazione esige una
risposta e la risposta è “riflettere" in qualche modo la
santità di Dio, rendere credibile al mondo il suo amore, far conoscere la sua salvezza, non solo a parole, ma
con scelte qualificanti di vita.
2 - La santità, segno dell’accet
tazione della grazia e del
perdono di Dio, è quella che
ti fa riconoscere peccatore,
bisognoso dell’aiuto costante
di Dio e della solMarietà dei
fratelli.
3 - La santità non è una condi
zione morale, una “scalata"
verso il paradiso, ma un dono. Per questo, come ogni
dono di Dio, deve essere speso per l’utile comune.
4 - La santità non consente di
chiudersi in se stessi, non è
Marco Ayassot
(continua a pag. II)
5
13 giugno 1986
vita delie chiese 5
SUCCESSO PER L’INCONTRO DELLE CHIESE DI PUGLIA E LUCANIA LA STORIA DI UNA CHIESA METODISTA
Culto in piazza
a Cerignola
Quasi 500 evangelici battisti,
metodisti e valdesi si sono incontrati a Cerignola il 1° giugno
provenendo da 24 comunità della Puglia e Basilicata. La manifestazione, organizzata dal Consiglio del 14° Circuito in collaborazione con la Federazione regionale delle Chiese Evangeliche
e con l’Associazione regionale
delle Chiese Battiste, è stata concepita a seguito del successo dell’incontro di Pentecoste dell’anno scorso a Guardia Piemontese,
che aveva visto presenti gruppi
da tutto il meridione evangelico,
e anche dalla volontà di riprendere gli incontri annuali ohe, fino a qualche tempo fa, si facevano nella regione nel giorno dell’Ascensione. Lo scopo doveva
essere, dunque, quello dell’incontro fraterno e della testimonianza. La chiesa di Cerignola si è
offerta quest’anno per la "prova generale”, impegnandosi al
massimo per predisporre l’accoglienza, le autorizzazioni municipali, le mostre, i manifesti e i
volantinaggi prima e durante la
manifestazione, e le chiese della
regione hanno risposto, molto
bene all’invito giungendo più numerose delle più ottimistiche
previsioni.
La giornata è iniziata verso le
9 del mattino con l’arrivo dei primi pullman nei pressi della Chiesa Valdese di Cerignola e del vicino Asilo dove era stata predisposta una colazione e una prima accoglienza. Nella chiesa, intanto, un coro di giovani battisti
stava facendo le ultime prove
dei canti che si sarebbero alternati agii interventi nella piazza
centrale della città. Poco dopo
le 10, è partito il corteo, festoso,
colorato, aperto da uno striscione con la scritta « Chiese evangeliche di Puglia e Lucania » e da
un nutrito gruppo di bambini
con bandierine colorate e cartelli. Il tema della manifestazione,
la pace e l’ambiente, era segnalato dalle bandiere azzurre (il
colore di un cielo pulito) con un
arcobaleno in un angolo, sovrastato da una colomba, oltre che
dai cartelli e dagli slogans.
Dopo aver percorso le strade
princ'pali del centro, si è giunti
nella grande piazza del Duomo,
capace di contenere ben più numerose manifestazioni.
Sul palco, dopo i canti del
coro giovanile, gli interventi
del Moderatore Giorgio Bouchard, che ha preso spunto
daU’episodio dell’apostolo Paolo
ad Atene raccontato dal libro degli Atti e di Silvana Nitti, docente di storia del cristianesimo all’Università di Napoli, che ha
spiegato il rapporto tra la fede
in Gesù Cristo e il nostro impegno nella società.
Nel pomeriggio, in una grande
tenuta ombrosa nei pressi della
città, dopo il pranzo al sacco e
alcune ore di svago, si è ancora
avuta una breve meditazione biblica e poi la Santa Cena. A questo punto, mentre i gruppi più
lontani prendevano la via del ritorno, gli altri si sono trovati al
cinema-teatro « Roma », nel centro di Cerignola, per un pubblico dibattito sul tema « Energia
nucleare e Cernobvl » introdotto da Franco Dupré, docente di
fìsica all’Università di Roma.
Sul palco, insieme agli striscioni e le bandiere usate nel corteo
della mattina, si noteva leggere
su un grande cartellone la motivazione del dibattito, che non vo
Gemellaggio con
la Jan Hus Church
La chiesa valdese di Milano,
aderendo a una proposta avanzata nel 1984 dalla Riverside
Drive Church di New York, una
comunità evangelica molto impegnata nel lavoro per la pace
e nella solidarietà coi profughi
dall’America Centrale, si è gemellata con la Jan Hus Presbyterian Church, im’altra comunità riformata di New York.
Le due chiese, quella di Milano e quella gemellata di New
York, pur essendo situate in
continenti diversi, a molte migliaia di chilometri di distanza,
son simili fra loro per consistenza numerica, per le attività
che svolgono, per l’estrazione
sociale: ciò renderà più facile
la comunicazione e lo scambio
di informazioni.
Ma lo scambio di informazioni non esaurisce certamente il
rapporto di comunione che sta
nascendo fra queste due chiese, che è un rapporto innanzitutto di fraternità e di reciproca intercessione.
Il pastore. Salvatore Ricciardi, così lo ha definito, parafrasando l’apostolo Paolo (Rom.
1; 8-12): «Io rendo grazie a Dio
per la vostra fede... e non resto
dal far menzione di voi in tutte
le mie preghiere. Desidero vivamente vedervi per comunicarvi
qualche dono spirituale affinché
siate fortificati; o meglio, perché ci fortifichiamo a vicenda
mediante la fede che abbiamo
in comune, noi e voi».
CORRISPONDENZE
Confessioni di fede
NAPOLI — La chiesa metodista di Ponticelli è nata circa
quattro anni fa quando il 21 novembre 1982, in un semplice culto, tre giovani, collaboratori del
centro sociale « Casa Mia », dichiaravano la loro fede evangelica. Quella data è stata il punto di partenza di una nuova e
più efficace testimonianza nel
quartiere. Altri giovani hanno incominciato a frequentare
soprattutto la riunione periodica del giovedì per lo studio della Bibbia. Tale attività è frequentata da diversi giovani e
ultimamente due di loro hanno
chiesto di essere ammessi nella
nostra comunità come membri
comunicanti.
Dopo un periodo di catechismo, la domenica 18 maggio,
Pentecoste, la comunità formata da tutti giovani, ha ascoltato
la confessione di fede di questi
fratelli. Due dichiarazioni fon
date sulla lettura di brani tratti
dall’epistola di Paolo ai Romani dove si parla di amore e di
servizio per i minimi. Dichiarazioni di fede non formali, ma
caratterizzate da un impegno e
da una disponibilità per essere
strumenti della grazia di Dio.
• I catecumeni della chiesa
del Vomero hanno concluso il
loro programma di attività con
un week-end di studio tenuto
presso il Centro sociale «Etnilio Nitti » di Ponticelli il 24-25
maggio. Nel corso dell’incontro
le monitrici hanno introdotto,
rispettivamente il sabato pomeriggio e la domenica mattina, le
due ultime lezioni sulla Genesi;
la domenica pomeriggio, invece,
è stata dedicata a un’informazione sulla realtà giovanile evangelica dell’epoca pre-FGEI e su
quella attuale.
Ma non tutto il week-end è
stato occupato dalle riunioni:
ampio spazio vi hanno infatti
trovato anche incontri di pallacanestro sotto un sole tropicale, la proiezione di diapositive
dell’ultimo congresso della EGEI,
lunghe sedute... gastronomiche
col gruppo EGEI di Ponticelli,
incursioni notturne nelle stanze
delle vittime abituali.
Ammissioni
ORSARA DI PUGLIA — A Pen
tecoste, nel corso del culto, la
comunità ha avuto il piacere di
ricevere l’ammissione in chiesa
di una coppia: Maria lannarone
e Raffaele Melchiorre; a loro va
il sostegno e la preghiera dell’intera comunità.
Confermazioni
FOGGIA — A Pentecoste, nel
corso del culto, circondati è sostenuti daH’affetto e dalla preghiera della comunità, hanno
confermato la loro fede: Serena
Grassi, Manuela Marottoli, Mas-’
simo Marottoli.
Sestri: alla ricerca
delle radici
leva essere quella della paura:
« Pace, ambiente, per una scelta
d’amore, di vita ».
Nonostante gli inviti, non era
presente nessun rappresentante
delle forze politiche e sociali, per
cui si è potuto con grande libertà riprendere le fila di im dibattito che era iniziato nelle nostre
chiese nella seconda metà degli
anni ’70. Ma le ultime esperienze, con la loro drammaticità,
rendono urgente e necessaria
una nostra presa di posizione
chiara e responsabile. Prima di
questa, però, il nastro dibattito
deve maturare, approfondirsi e
conv'ncere le coscienze, perché
la cura per il nostro ambiente,
per la creazione, è ima cura che
nasce dalla responsabilità di
ogni singola persona.
Alla fine del dibattito, dopo i
ringraziamenti ai partecipanti,
agli organizzatori (tra i quali
l’assessore alla cultura del comune di Cerignola, che è un valdese molto attivo), e alla comunità
che ci ha ospitati, si è conclusa
una giornata lunga e bella.
Eugenio Bernardini
Un gruppo di tre sorelle, Sandra, Nora e Renata della chiesa
metodista di Sestri P., « un po’
per scherzo, un po’ per restare
insieme », come mi confessa
Sandra, decidono di frugare nei
documenti della chiesa per scoprirne le « radici ». Con la dipartenza dei più anziani la « tradizione orale » viene meno e occorre pazientemente compulsare
le carte antiche per avere un
quadro storico completo dei novant’anni di vita e di testimonianza della comunità. La ricerca dà origine ad un opuscolo e
ad una mostra inaugurata nel
periodo del XXV aprile di quest’anno, come ha riferito il cronista neH’Eco-Luce n. 20 del 16
maggio scorso.
La comunità si forma alla fine del secolo scorso: Sestri è
un grosso comune industriale
con fonderie, opifici, cantie;ri navali ma con tutte le ombre del
fenomeno industriale, come la
sottoccupazione, mortalità infantile, analfabetismo e alcoolismo.
In quel clima viene seminata la
Parola di Dio a Voltri, Pegli e
Sestri ad opera del pastore Pietro TagfiaZafeZa, straordinaria figura di evangelizzatore, il quale, in una predica a Napoli, proclamava: « A Cristo ed al paradiso si va circondati da compagni e fratelli... » per significare
l’impegno della testimonianza.
Infatti il Taglialatela, dopo la
sua conversione al metodismo
wesleyano, preferì aderire poi a
quello episcopale perché allora
« più vivo, concreto, combattivo
e presente con molteplici iniziative sociali e culturali » come risulta dalla biografia scritta da
G. lurato.
Il primo locale di culto
Nel 1885, e cioè un anno dopo
la missione del Taglialatela, il
pastore Antonio Beìtrami inaugura il primo locale con la presenza d’una folla di simpatizzanti. I documenti del tempo ricordano come elemento importante della crescita della comunità la visita alle famiglie da
parte dei capiclasse; questo ci
sia di stimolo oggi per riscoprire la « consolazione dei fratelli » quando è esercitata dalla
comunità, a mezzo di incontri
di famiglie, nel quartiere per ridar tono spirituale alla chiesa
ed in vista della testimonianza
verso amici e simpatizzanti.
Nell’opuscolo si ricorda pure
l’importanza della Scuola domenicale durante i ministeri di
Edoardo Taglialatela, figlio di
Pietro, e Ugo Razzoli e l’evangelizzazione con conseguente aumento numerico e apertura di
un locale più grande nel centro
cittadino.
La chiesa
nella fabbrica
...e nelle bettole
La missione evangelizzatrice
non ha sosta, anche a mezzo di
giornali locali: « il Martello »,
« il Caffaro », « il giornale del
popolo ». AH’inizio del secolo la
situazione è grave sotto il profilo economico: .scioperi, chiusura di opifici, orari di lavoro impossibili che non consentono la
frequenza ai culti. Il pastore
Angelo Penninetti entra allora
nelle fabbriche dove evangelizza
e nel contempo si associa alla
lotta per un rapporto più dignitoso tra operai e padronato.
Inoltre è molto diffusa la piaga dell’aZcooZZsmo e dell’analfabetismo; lo constata il successore del Penninetti, il pastore Paolo
Gay, ouando scrìve al momento
del suo arrivo a Sestri: « Solo
ed in cerca d’un albergo io rimasi afflitto di vedere un cosi gran
numero di bettole assai volgari,
spacci di vino e in piazza un folto nugolo di operai per lo più
forti e robusti; quasi tutti fumavano ed i ragazzetti di pochi
anni impunemente fumavano i
mozziconi di sigari... ». Nasce subito dopo la lega antifumo, antialcoolica ed un’intensa azione
per l’alfabetizzazione; le attività
come il colportaggio e la Scuola domenicale sono fiorenti tanto che a Pegli c’è una numerosa sezione della Scuola con la
collaborazione della sorella del
pastore e del colportore Francesco Brazzini.
Si inaugura il
tempio attuale:
1926
Prosegue negli anni su.ccessivi l’azione evangelistica e una
notevole apertura sociale e culturale durante il ministero di
Daniele Contino e Serafino Beruatto; poi con l'arrivo del giovane pastore Anseimo Ammenti
l’opera della testimonianza si intensifica e si costruisce la nuova chiesa con l’impegno notevole del pastore che raccoglie fondi all'estero ed all’interno. Nasce il circolo « vita nuova » con
una nota squisitamente spirituale; è aperto il primo stabilimento balneare denominato « cura marina ». fondato da Rosa
Ammenti. consorte del pastore,
e l’associazione di « Tabita ».
Si vive in questo perìodo un
tempo di grazia: nella sola Sestri il pastore Ammenti ed il successore La Scala fruiscono della
collaborazione di Angelo Incelli.
Purtroppo la situazione politicosodale nel clima del fascismo
e della guerra lascia un segno
nella comunità, già durante il
ministero di Umberto Sarrubi.
La chiesa è visitata da Angelo
Incetti da Savona e successivamente, nel 1939, è nominato pastore Alfredo Scorsonelli che oltre a Sestrì deve allargare il suo
intervento nella zona di Calosso. San Marzano Uliveto, Savona e Vado con le enormi difficoltà dovute al regime ed agli
eventi bellici.
Con la fine della guerra la chiesa riprende fiato e le attività si
normalizzano, compresa la corale diretta da Ulrico Cassano,
mentre il quadro finanziario è
meno incoraggiante per ovvi
motivi contingenti. Nel 1946 le
due chiese metodiste si fondono
e danno vita alla « Chiesa evangelica metodista d’Italia ».
Ricordiamo ancora i ministeri di Tito Signor etti e Sergio Aquilante; poi per un anno Sestrì
è curata da Savona a mezzo del
pastore Francesco Cacciapuoti.
La storia recente è nota. In clima di integrazione valdese-metodista le due chiese di Sestrì e
Sampierdarena fruiscono di un
solo pastore: ricordiamo nell’ordine: Roberto Nisbet, Bruno Rostagno, Severino lotta, Alfredo
Scorsonelli. La comunità in questi ultimi decenni perde parecchie famiglie a motivo di trasferimenti per causa di lavoro.
Siamo riconoscenti alle nostre tre sorelle di Sestrì, la
cui ricerca è stata preziosa per
la scoperta di as'petti stimolanti
della vita passata della chiesa
tra i quali non dobbiamo dimenticare gli incontri di preghiera
che hanno caratterizzato i momenti più felici della comunità
e che possono ancora essere oggi l’elemento determinante per
la crescita e l’edificazione della
comunità e la testimonianza all’esterno per tanta gente in ricerca d’una parola di speranza.
Gustavo Bouchard
6
6 prospettive bibliche
13 giugno 1986
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
La madre e il discepolo
GIOVANNI 19: 26-27
« Gesù, vedendo sua madre e presso di
lei il discepolo che egli amava, disse a
sua madre: Donna, ecco tuo figlio! Poi
disse al discepolo; Elcco tua madre! E
da quel momento il discepolo la prese in
casa sua».
Tra i versetti del Nuovo Testamento di non facile interpretazione figuTcUio questi due
versetti deU’Evangelo di Giovanni, che riportano una strana parola attribuita a Gesù: nel momento
supremo della crocifissione, invece
di dare riferimenti conclusivi alla
sua predicazione e alla sua opera,
Gesù avrebbe espresso rma preoccupazione assente dal suo messaggio
e in contrasto col suo messaggio,
una preoccupazione di ordine privato, familiare — un commentatore del
secolo scorso, Frédéric Godet, l’ha
definita « piena di tenerezza » — intesa a procurare una sistemazione a
sua madre presso il discepolo prediletto.
In contrasto con altri
testi evangelici
Spiegare la parola di Gesù su questo piano sarebbe intanto contro la
elementare logica della parentela in
quanto i fratelli e le sorelle di Gesù,
ripetutamente nominati dai testi
evangelici, potevano benissimo occuparsi della loro madre, senza dover
ricorrere ad un estraneo.
Soprattutto significherebbe mettersi in contrasto storico con i dati
trasmessi dalTEvangelo più antico
che possediamo. Marco, secondo cui
i parenti di Gesù nel periodo della
sua attività profetica non avevano
certo assunto nei suoi confronti un
atteggiamento di ascolto e di discepolato, non avevano dimostrato verso il suo messaggio « una comprensione maggiore della restante popolazione della Galilea » (H. Strathmann), avevano addirittura tentato di « impadronirsi di lui perché
dicevano: E’ fuori di sé » (Marco 3:
21, cfr. Giovanni 7: 5).
Significherebbe poi imborghesire
in maniera inaccettabile il messaggio di Gesù, il quale non ha davvero
esaltato i valori della famiglia \ ma
anzi ha indicato l’autenticità del
discepolato in un ascolto delTEvangelo che comporta una rottura con
gli schemi e le strutture abituali della società. « Gli fu detto: Ecco tua
madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle
là fuori che ti cercano. Egli rispose
loro: Chi è mia madre e chi sono i
miei fratelli? Guardati coloro che
gli sedevano intorno, disse: Ecco
mia madre e i miei fratelli! Chiunque avrà fatto la volontà di Dio mi
è fratello, sorella e madre » (Marco 3: 32-35).
Spiegazione
più convincente
Una spiegazione non risolutiva, ma
più convincente va forse cercata,
sulla traccia delle indicazioni esege
Ci sono, nella Bibbia, testi ardui, oscuri; e ce ne sono che riteniamo
chiari, limpidi, che pensiamo di aver sempre capito e che invece, esaminati con più attenzione, si rivelano più complessi, di difficile interpretazione. Uno di questi ultimi è stato esaminato da V. Subilia in una di
quelle « note esegetiche » che di tanto in tanto — e si vorrebbe più spesso
— pubblica su «Protestantesimo»; la riprendiamo dal n. 3/1985 della
rivista.
a cura di GINO CONTE
tiche di Bultmann [qui tralasciamo,
rimandando alla rivista, tutta una
serie di indicazioni bibliografiche],
nella prospettiva dei grandi orientamenti simbolici dell’Evangelo di
Giovanni.
Il tema simboleggiato è la situazione determinata dalla morte di Gesù e dalla predicazione cristiana che
ne è derivata.
La madre di Gesù rappresenta il
giudeo-cristianesimo, cioè i cristiani
provenienti dal giudaismo, che hanno superato lo scandalo della croce.
Il pagano-cristianesimo (cioè i cristiani provenienti dal pagahesimoX
rappresentato dal discepolo prediletto, viene invitato ad accoglierlo
come la madre da cui è stato generato, cioè a rendersi conto che il
messaggio cristiano deriva dalla eredità di fede di Israele. E al giudeocristianesimo viene prescritto di sentirsi « a casa » aH’interno del paganocristianesimo, cosicché l’uno e l’altro vengano ad essere incorporati in
un’unica comunità ecclesiastica.
Uno dei problemi più gravi
della chiesa primitiva
Il senso di queste indicazioni, che
affrontano uno dei più gravi problemi della chiesa primitiva, la divisione fra i credenti provenienti dal
giudaismo e i credenti provenienti dal
paganesimo — divisione derivante
non soltanto da una differenza di
sensibilità e di psicologia religiosa,
ma dalla inevitabile diversità di comprensione deirEvangelo — sarebbe
dunque analogo a quello che emerge
dalla preghiera di Giovanni 17: 21:
« che siano tutti uno ». V. Subilia
^ Riguardo alla posizione assunta da Gesù rispetto al « valore » della famiglia,
pmò essere utile riprendere da im'altra
opera di Subilia, Presenza e assenza di
Dio nella coscienza moderna (Claudiana,
Torino 76, pp. 86 s.) un paragrafo nel quale l’autore condensa l’analisi che K. Barth
dà dell’atteggiamento e dell’insegnamento di Gesù relativamente a quattro grandi «valori»; il tempio, la famiglia, l’economia, lo stato, atteggiamento dialettico,
tutto orientato sul Regno irrompente
(n.d.r.).
La famiglia: un "valore
messo in questione
II
La famiglia: Gesù afferma la inseparabile comunione di vita dell’uomo e della
donna (Mt. 19: 3-9) e addirittura antepone l’assistenza filiale ai genitori agli obblighi cultuali (Me. 7: 9-13).
D’altra parte la sua apparizione scardina a tal punto i normali rapporti famigliari da determinare le drastiche dichiarazioni: « Sono venuto a dividere il figlio
da suo padre e la figlia da sua madre e
la nuora dalla suocera, e i nemici dell'uomo saranno quelli stessi di casa sua. Chi
ama padre o madre più di me non è degno di me » (Mt. 10: 35-37). Nella formulazione lucana più carica di paradossalità
e forse, proprio per questo, riflesso più
fedele di una fonte originale: « Se uno
viene dietro a me e non odia suo padre
e sua madre e la moglie e i frateUi e le
sorelle e finanche la sua propria vita, non
La «durezza» di
In parallelo con la nota esegetica che
precede, può essere interessante vedere
come un’antropologa — che senza porsi
in una prospettiva di fede ha mostrato
tuttavia una sensibilità impressionante al
carattere ’eversivo' di Gesù — commenta
l’episodio che stiamo esaminando, così come risulta dal testo, senza porsi problemi
di critica. Stralciamo da Ida Magli, Gesù di Nazaret - Tabù e trasgressione, Riz
può essere mio discepolo-» (Le. 14:26).
Egli stesso sin dall’inizio prende le sue
distanze dai rapporti famigliari, proclamando una famiglia più vasta, i cui rapporti sono retti da una regola diversa da
quella affettiva: « Chiunque avrà fatta la
volontà di Dio mi è fratello, sorella e madre» (Me. 3: 31-35; Le. 11: 27-28).
Le esigenze del discepolato e della testimonianza che egli pone ai suoi seguaci
sono di una durezza che può apparire insopportabile e disumana sul piano dei
sentimenti correnti nel mondo umano
normale (Le. 9: 59-62; Mt. 19: 12).
La sua apparizione, che provoca la vocazione al discepolato, anticipa la condizione escatologica in cui i rapporti famigliari saranno dissolti e sostituiti da rapporti di ordine diverso (Me. 12; 25; Matteo 19: 29; Le. 20: 34-36).
croce
zoli, Milano 1982 ^ pp. 66 s.
Quello che avviene sotto la croce è stato interpretato nel cristianesimo come un
ultimo gesto d’amore verso la madre, ma
in realtà ha, come sempre, una forte connotazione di durezza. Ad un’analisi priva
di pregiudizi, le parole che Gesù pronuncia: « Donna, ecco tuo figlio », sono prive
di quella compassione, di quella dolcezza
che viceversa Gesù ha sempre dimostrato
nei confronti delle donne. Ad una madre
che assiste alla morte del figlio, ad una
morte così atroce, ad una madre che non
può far nulla per salvarlo, lui, non solo
rifiuta a se stesso qualsiasi conforto che
gli venga dall’amore di lei, ma non pronuncia neanche una parola di consolazione per il dolore della madre.
Quando la invita a considerare Giovanni come figlio, in realtà lui le nega quello
che non ha negato a nessuno, che non ha
negato, ad esempio, alla vedova di Nain
che segue la salma del figlio, che non ha
negato al capo della sinagoga che si dispera per la morte della figlia.
Ci sono due aspetti da tenere presenti.
Se si ammette quello che di solito dicono
i vari commentatori dei vangeli, e cioè
che Gesù si sarebbe preoccupato di affidare a qualcuno sua madre, dato che una
donna sola non aveva, possibilità di vivere nella società ebraica, rimane pur
sempre da spiegare come mai questo
qualcuno sia Giovanni; è sicuro infatti, in
base a numerosi passi dei vangeli, che
Maria aveva molti parenti (anche ammesso che non fossero figli i cosiddetti
« fratelli di Gesù ») di sesso maschile e
che, secondo la legge, questi ciano obbligati a provvedere a lei. Quindi, se l’ha
affidata a Giovanni, in quanto discepolo
prediletto, piuttosto che ai parenti, come
era previsto dalla legge, Gesù nega, ancora una volta, qualsiasi valore^ ai legami
di sangue, non soltanto sul piano affettivo, ma anche sul piano sociale e giuridico.
Il secondo aspetto, il più importante,
anche se connesso al primo, è che dicendo alla madre: « Ecco tuo figlio », e a
Giovanni: « Ecco tua madre », riconferma
il punto centrale di tutto il suo messaggio, ossia che si è realmente figli laddove
si ama, e laddove si ama in modo individuato, personale, singolo, al di là di qualsiasi rapporto esterno, sociale, di^ amicizia o di parentela. Nell’ambito dell'amore,
in definitiva, si è tutti uguali. L’amore
di Maria per il figlio non doveva più passare attraverso la maternità, avere una
motivazione nella maternità, ma fondarsi
esclusivamente sul rapporto da persona a
persona, identico a quello che lui le indica
dicendole: guarda che tuo figlio è... quello là.
Che ci sia un’estrema durezza in queste
parole rivolte da Gesù alla madre è indubbio; ma credo che testimonino non soltanto il suo ultimo sforzo per insegnarle
a credere quello che lui diceva, così come
lo insegna a Giovanni (malgrado Maria
non avesse mai capito nulla di quello che
lui aveva detto), ma anche la sua certezza
che quello fosse l’unico modo vero d’amare; infatti continua a ripeterlo, malgrado
i dubbi del Getsemani e proprio nel ntomento in cui vedeva smentita qualsiasi
speranza di essere creduto, per il fatto
stesso che veniva ucciso.
Infine, mi pare che Gesù sia coerente
con quello che ha sempre affermato proprio perché non cerca conforto né tenerezza, durante l’agonia, neanche per se
stesso, nella presenza di sua madre; anzi
sembrerebbe che non la ami affatto come
madre. Ha rinnegato talmente questo tipo
di amore che non vi si aggr^pa neanche ,
nel momento della morte, lui che pure era
un uomo dolcissimo, che aveva pianto di
fronte alla morte di Lazzaro. Un uomo
che muore in croce, esperimentando in
modo tremendo la crudeltà, la ferocia degli uomini e il fallimento di tutto quello
che aveva tentato di fare, non trova e non
cerca il minimo conforto nella presenza
di sua madre. Le sue ultime parole sono
parole di disperazione rivolte a quel « Padre » che non era un padre di sangue, ina
quello di cui aveva creduto di potersi dire
figlio soltanto in forza del suo amore.
7
13 giugno 1986
obiettivo aperto 7
IN CONGRESSO DELLA FEDERAZIONE FEMMINILE EVANGELICA VALDESE-METODISTA - TORRE PELLICE 30-5/1-6
Donne in cammino fiduciose nella promessa
L'immagine che introduce i la-vori di Questa assemblea è molto
bella, molto incoraggiante nel significato e ben inquadrata nella
luce dell’Evangelo: è l’immagine
in movimento di donne ohe procedono con umiltà ma secondo
im progetto, un percorso chiaro
■e vissuto fino in fondo, convinte
di riuscire perché si adoperano
per una causa vincente.
« Donne in cammino fiduciose
nella promessa ». Donne, cammino. promessa, i termini in evidenza. Per questo abbiamo letto
insieme alcuni versetti sul momento della morte e sul momento della riapparizione di Gesù che
in tutti e tre i Vangeli Sinottici
riportano la presenza delle donne.
Assumono, nel racconto, una
parte di rilievo non per quel che
valgono ma per quello che fanno,
per l’autonomia di giudizio, di
azione e di fede che le fa muovere e comportarsi in modo molto
più sicuro degli uomini, che pure
hanno seguito Gesù.
Queste donne sentono che la
presenza di Gesù sulla terra è
stata un fatto straordinario, unico. Non credono possibile che
quella croce abbia concluso la
storia del loro maestro (ohe si
dichiara Figlio di Dio), e con lui
la storia della loro fede, appena
sfiorata, ma già così chiara, così
potente, così irreversibile.
Quelle donne silenziose sentono che quell'evangelo non era né
Tin illusione, né un’utopia, ma era
finalmente la rivelazione della verità totale, e dell’amore operante di Dio; qualcosa quindi doveva succedere, nonostante i fatti,
bisognava perseverare e sperare
fiduciose nella promessa.
Sul far del mattino — dopo la
notte del sabato — alcune donne
vanno al sepolcro. Il sepolcro è
vuoto cd un angelo dice loro:
« Non temete, perché io so che
cercate Gesù; è risorto e vi precede in Galilea; annunziatelo a
tutti ». Ed ecco che le donne con
tremore e grande allegrezza si rimettono in cammino per portare
la notizia a' discepoli. E mentre
camminano, Gesù si fa loro incontro e le saluta. E’ un episodio
di particolare intensità. Pare che
Gesù dica loro; « Vi avevo promesso che non vi avrei abbandonale: mettetevi in cammino ed
annunziate che Gesù è risorto ed
aspetta i suoi per rimanere con
loro ».
Se abbiamo fede, riusciamo a
comprendere la miracolosa esperienza di queste donne: la promessa si è avverata. Gesù risorto
affida loro la missione centrale
dell’Evangelo: « andate ed annunziate... ». Queste donne di Galilea, con umiltà, in silenzio, con
la decisione del servizio e la libertà della fede, hanno dato inizio a quel cammino di donne che
non si è mai fermato, a quell’impegno di testimonianza concreta,
€ quindi indispensabile, che le fa
vedere attive nelle prime comunità cristiane, ferme e serene di
fronte al rischio ed al martirio,
capaci di predicare e di istruire.
Nel corso dei secoli successivi
vi sono state altre donne come
queste, capaci di lottare, testimoniare e dare la propria vita per
l’amore di Cristo, senza t more,
confidando nella promessa e nella dignità che il Signore ha loro
rastituito. ■'
11 credente vuole vivere in un
mondo senza la logica della sopraffazione e della guerra; in un
mondo senza contaminazione nucleare, batteriologica e privo di
ogni altro mezzo di morte. Un
mondo in cui il pane quotidiano
non manchi a nessuno, in cui
ognuno si senta accolto con ouel
rispetto, quella dignità e quella
solidarietà che fa di tanti uomini, soli e divisi, una umanità reale, intelligente e buona, in cui
tutti hanno la loro parte di fatica
e di speranza.
La consegna che Gesù ha dato
alle donne incontrate dopo la risurrezione è stata: « Andate ed
annunciate quel che avete visto.
Non abbiate paura che ringiustizia possa trionfare, perché Io sono la g'ustizia; non abbiate paura di essere folli, perché la: mia
follia è l’unica sapienza. Non abbiate paura di sbagliare o di cadere, perché questa consegna,
questa missione difficile, è isempre vincente ».
Le donne in cammino, fiduciose nella promessa, divenute attraverso il tempo sempre più numerose e presenti su tutti i fronti dove c’è bisogno di amore e di
azione, oggi siamo noi, qui riunite in assemblea.
« Ecco, dice Gesù — io sono
con voi tutti i giorni, fino alla
fine dell’età presente ». Amen.
{Dalla predicazione di apertura, a cura delle sorelle di
Savona sul testo di Matteo 27: 51-56; 28: 1).
Dal diario
di una partecipante
La bellezza naturale del luogo,
la disponibilità e la bravura delle organizzatrici, l’affettuosa
ospitalità ricevuta, e in Foresteria e nelle famiglie che ci hanno accolte per la notte, non solo ci hanno messo compietamente a nostro agio (chi scrive
è la prima volta che visita le
Valli), ma ci hanno offerto una
ampia visione della panoramica
storica e culturale dei luoghi
più significativi per la storia dei
valdesi, che abbiamo toccato
con mano oltre che fotografato,
e non solo con la nostra macchina fotografica, e che ci hanno procurato preziose informazioni ed approfondimenti, che ci
serviranno come esperienze da
utilizzare al nostro ritorno in
comunità.
Chanforan, il Serre, La Gheisa
d’ia Tana, Fra del Torno, il Coulège dei Barba, i Templi di Luserna e Torre Penice, il Museo,
il Collegio e la severa ed imponente aula sinodale, harmo costituito una più che degna cornice alle valide ed interessanti
tematiche discusse nel Congresso, arricchito dal contributo
spontaneo ed entusiasta delle
delegate delle singole Unioni che
hanno riportato la testimonianza delle esperienze di studio e
di lavoro in questi ultimi dùe
anni.
La sera di venerdì 30, abbiamo partecipato ad un culto tenuto dalle unioniste di Savona
e ad una attività di animazione
dal tema « Conosciamoci », con
totale e gioioSo coiii'vòlgimento
delle circa 150 partecipanti.
Nell’ambito dei lavori del Congresso, tra gli interventi più significativi, o che comunque riassumono le posizioni comuni o il
pensiero delle delegate, pur rispettando la dialettica delle argomentazioni. ricordiamo l’invito di Ade Gardiol a continuare
e potenziare i contatti tra il
Consiglio e le singole Unioni e
Gruppi per un proficuo scambio di esperienze e per la crea
zione di una maggiore intesa nel
coordinamento del lavoro e nell’unità di intenti.
Nel pomeriggio del sabato, durante l’animazione biblica « Le
due sorelle di Betania» (Luca
10 : 32-42) con il pastore Erika
Tomassone, è emerso che «l’altra metà » della chiesa esce allo scoperto, impegnandosi nell’attività di ascolto della Parola
e non più soltanto nel servizio
materiale. Come non accogliere
l’invito di Gesù a rompere con
la tradizione e a scegliere le
priorità al momento giusto, a
cogliere la nostra occasione?
L’argomento è stato ampiamente
dibattuto nello studio biblico,
con ricerche di gruppo che ci
hanno portate ad un interessante confronto di esperienze con
un innegabile conseguente arricchimento che ci ha fornito nuove chiavi di lettura e di interpretazione del testo biblico in esame.
In altri momenti gli interventi
delle delegate hanno mirato a
spingere le donne cristiane nella direzione di un impegno profondo e critico nei confronti di
avvenimenti di estrema attualità come: il pericolo nucleare, il
maxi-processo alla mafia, la
emarginazione delle minoranze
o certi pregiudizi ancora esistenti nei riguardi della donna che
lavora... (vedi ordini del giorno).
La rubrica « la nostra storia »
della lettera circolare, dq^cata
alle storie delle Unioni/(3fuppi,
ha suscitato grande interesse:
pertanto è più che mai opportuno che le donne continuino le
loro ricerche sulla vita e sulle
origini delle Unioni femminili.
Dalla discussione è emerso
che im’altra attività da potenziare ed incoraggiare è l’animazione biblica nelle chiese con
un crescente coinvolgimento
specialmente da parte dei giovani. Testimonianze di esperienze
a livello regionale indicano che
siamo sulla buona strada, an
che se molto cammino deve ancora essere fatto in questa direzione.
Dopo la suggestiva ed istruttiva visita ai luoghi storici delle
Valli, con le interessanti spiegazioni di esperti (Bruna Peyrot
ed il pastore Platone) siamo state ospiti, per cena, delle sorelle
dell’Unione di Luserna San Giovanni, che ci hanno riservato
una calorosa accoglienza. A me^
tà serata un breve dibattito ed
una festa a sorpresa con balli e
canti animati a livello regionale. Il canzoniere del Congresso
ci aiuterà a riportare nelle nostre Unioni/Gruppi i canti nuovi che hanno inquadrato i lavori del Congresso.
Oltre ad espletare i compiti
previsti dallo Statuto, abbiamo
avuto ampi spazi per conoscerci e comunicare. Infatti, « Conosciamoci », « Le due sorelle di
Elisabetta Pagano
{continua a pag. 11)
Il nuovo
Consiglio
Presidente Maria Grazia Palazzine,
via Ricagni 27, 43100 Parma, tei.
(0521) 44.800. (1984).
Vice-Pres. Katharina Rostagno, via
Assietta 4, 10069 Villar Perosa
(Torino), tei. (0121) 51372. (1982).
Segretaria Claudia Claudi, via del
Passeggio 125, 02044 Forano Sabino (Rieti), tei. (051) 239227.
(1982).
Cassiera Graziella Fornerone, via
Stefano Fer 35, 10064 Pinerolo
(Torino), tei. (0121) 70611. CCP
18119107. (1982).
Resp. Circolare Paola Tron Nisbet,
via A. Vaccaro 20, 80127 NapoliVomere, tei. (081) 354263. (1982).
Florence Vinti, via Santa Barbara
23, 67060 Villa San Sebastiano
(L'Aquila), tei. (0863) 678137.
(1984).
'Mirella Abate-LeiUirand, Breiter
Weg 26 D, 7440 Nurtingen/BFT,
tei. 0049/7022/41692. (1984).
Elsa Gant Martelli, Santa Cedassamare 27, 34136 Trieste, tei. ((MO)
415688. (1986).
Emola Pino, via Rovere 1, 97018
Scicli (Ragusa), telefono (0932)
935314. (1986).
Ai membri uscenti un affettuoso ringraziamento dal nuovo Consiglio e dalle Unioni e Gruppi femminili per la costante collaborazione che hanno dato con dedizione e
generoso apporto di tempo e di
forze.
Un caloroso ringraziamento al
Seggio e a tutte le sorelle che
hanno collaborato per il buon andamento del Congresso; ringraziamo la Foresteria, le sorelle di
Torre Pellice e Luserna S. Giovanni per l’accoglienza che hanno riservato alle delegate.
Gli ordini del giorno
# li Congresso nazionale della FF
EVM riunitosi a Torre Pellice dal 30.5
airi .6.86 considerato la situazione
drammatica in cui si trovano le popolazioni nere del Sud Africa e ricordando l’anniversario della tragedia di Soweto invita tutte le U/G di rispondere
aH'appeMo del CEC per una giornata
mondiale di preghiera e di digiuno il
16 giugno prossimo organizzando nelle
proprie comunità riunioni di riflessione e preghiere, inoltre invita ie U/G
ad un impegno costante contro l'apartheid anche aderendo ad azioni diverse.
# Il Congresso nazionale della FF
EVM riunitosi a Torre Pellice dal 30.5
all'1.6.1986 nel 25° anniversario della
fondazione di Amnesty International
auspica che il suo impegno per la
difesa dei diritti umani possa trovare
ascolto presso i governi e invita le
U/G a sostenerne il lavoro impegnandosi e partecipando in prima persona.
# Le donne valdesi e metodiste riunite in congresso a Torre Pellice, nella comunanza di fede, di aspirazione
e di intenti desiderano inviare alle sorelle del Rio de La Piata il loro fraterno saluto e la loro solidarietà affettuosa.
# Le donne riunite a Torre Peilice
per il 3° Congresso FFEVM esprimono
la loro sentita solidarietà alle donne
del Movimento Femminile della Chiesa
Hussita della Cecoslovacchia, con lo
augurio che i contatti con le sorelle
dell’Est possano essere intensificati
e possano in futuro realizzarsi degli
scambi organici di informazione e di
partecipazione.
9 Le donne deila FFEVM rifiutano
la logica degli impianti nucleari sia
militari che civili. Auspicano un reale
impegno di ricerca di fonti energetiche
alternative. Richiedono che venga data informazione corretta e precisa sulla effettiva necessità di energia nel
nostro paese e sulle attuali condizioni
di radioattività. Si impegnano a studiare e a dibattere questo problema nell'ambito delle loro comunità, nei posti
di lavoro, nei momenti di incontro.
9 II Congresso chiede alla FDEI che,
dopo aver sentito il consiglio della
FFEVM e il consiglio del MjF.E.B.,
indica un convegno a carattere nazionale per discutere il ruolo, le finalità
e le strutture dei movimenti femminili
evangelici.
9 Le donne valdesi e metodiste italiane riunite in congresso a Torre Peliice chiedono al Parlamento italiano
che sia ridiscussa e modificata l'intesa tra la Chiesa Cattolica e lo Stato
Italiano relativa all'ora di religione cattolica nelle scuole pubbliche di ogni
ordine e grado. Le disposizioni contenute neile circolari emanate dal Ministro della P.l. risultano discriminanti verso gli alunni non cattolici, stabiliscono una inaccettabile divisione
precoce e negativa, violano il principio
della libertà di coscienza e di religione sancito dalla Costituzione italiana.
Le donne evangeliche italiane ribadiscono il carattere laico e pluralistico
della scuola pubblica e denunciano
all'opinione pubblica il tentativo in atto di riportare la scuola italiana nell'ambito del confessionalismo religioso cattolico.
9 Le donne della FFEVM al Congresso tenutosi a Torre Pellice dal 30.5
ali’1.6, angosciate per la logica di
guerra che spinge ad una sempre maggiore militarizzazione delle basi navali italiane chiedono, anche in armonia
con il « dettato costituzionale », che
il Mediterraneo diventi luogo di pace
e di cooperazione fra i popoli. Con
l’Evangelo ricordano a tutti i popoli che
la pace non è una utopia e che una
militarizzazione più accentuata è la
strada più breve per arrivare alle guerre e all'olocausto nucleare.
8
8 ecumenismo
1
13 giugno 1986
L’ENCICLICA PAPALE SULLO SPIRITO SANTO
NOTIZIE DAL MONDO EVANGELICO
Nuova o vecchia?
I Pentecostali
Lunga e noiosa, la ’’Dominum et vivificantem” sembra essere un’occasione sciupata di parlare a centinaia di milioni di ascoltatori
L’ho Ietta tutta; impresa non
facile. E’ un’enciclica lunga e,
mi si perdoni il giudizio, anche
noiosa. Pagine e pagine dense
di parole, espressioni, pensieri
che mi sembrano lontani dal
nostro tempo_ e dal nostro mondo. Un’enciclica che si ravviva
un po’ solo nell’ultimo paragrafo, il 67, quello conclusivo, dove
il pontefice trova delle belle immagini però, a mio modesto
giudirio, pericolose. Per es. quando dice: « La via della Chiesa
passa attraverso il cuore deU’uomo perché è qui il luogo recondito de/l'incontro salvifico con lo
Spirito Santo, col Dio nascosto, e
proprio qui lo Spirito Santo diventa “sorgente di acqua, che
zampilla per la vita eterna" (Gv.
4: 14)» i[le sottolineature sono
nel testo], usa un’immagine indubbiamente fascinosa, ma che
mi pare molto distante dall’Eyangelo. Non il cuore deU'uomo
è il luogo d’incontro con Dio,
rna la croce. O quando, più avanti, dice: « La via della pace passa in definitiva attraverso l’amore e tende a creare la civiltà dell’amore... » uno potrebbe anche
lasciarsi afferrare dal bel suono del linguaggio. Ma per noi la
via della pace passa attraverso
la giustizia, e su questo non si
può transigere. Sono solo due
esempi, tra i tanti che si potrebbero citare.
L’enciclica è lunga. Non sono un esperto, ma ho l’impressione che sia una delle encicliche più lunghe. Quali i suoi punti principali? Essa parte da Giovanni 14, anzi, meglio, dal complesso dei « discorsi di commiato » (Gv. 14-17) per prendere poi
gradualmente in esame un po’
tutti i passi dell’Antico e del
Nuovo Testamento nei quali è
menzionato lo Spirito Santo. In
questo forse sta una sua particolarità: le citazioni bibliche
sono molte, moltissime. Certo,
sono anche citati i testi dei Padri, dei Concili, in particolare
del Vaticano II, della liturgia
della messa ecc., ma la bilancia
pende senz’altro a favore della
Bibbia. Tanto che a qualcuno è
venuto addirittura da dire: « Potrebbe essere la predica di un
pastore protestante degli inizi
del secolo »!
Il peccato
Successivamente viene considerato il problema del peccato.
Il papa si sente obbligato a risalire addirittura agli nizi, a Gen.
3, ed individua il peccato nella
disobbedienza dell’uomo, che rifiuta di rimanere nel limite postogli da Dio, creatura nei confronti del Creatore. « L’uomo,
afferma il papa, non può da se
stesso decidere ciò che è buono
e ciò che è cattivo. Dio nel mondo creato rimane la prima e suprema fonte per decidere del
bene e del male, mediante l’intima verità dell’essere, la quale
è il riflesso del Verbo, l’eterno
Figlio, consustanziale al Padre »
— lasciamo da parte osservazioni sullo stile, per il quale il testo non è immediatamente comprensibile — questo serve a poter denunciare « la pretesa dell’uomo di diventare fonte autonoma ed esclusiva nel decidere
del bene e del male ». Si potrebbe anche sottoscrivere, se questo non costituisse, però, la premessa per una critica molto rozza nei confronti della teologia
della morte di Dio. E non si capisce perché il papa debba prendersela con tale teologia che ci
sembra ormai morta e deftinta
da un pezzo!
Nella terza parte, dal titolo
« Lo Spirito che dà la vita », so
no contenute le affermazioni che
più hanno attirato l’attenzione
della stampa, quelle relative alla critica contro il materialismo
« sia nella sua forma teorica —
come sistema di pensiero — sia
nella sua forma pratica, come metodo di lettura e di valutazione dei fatti e come programma, altresì, di condotta
corrispondente. Il sistema che
ha dato il massimo sviluppo e
ha portato alle estreme conseguenze operative questa forma
di pensiero, di ideologia e di
prassi, è il materialismo dialettico e storico, riconosciuto tuttora come sostanza vitale del marxismo ». « Il materialismo —
prosegue più avanti — è lo svi-luppo sistematico e coerente di
quella contrapposizione della ’vita’ e della ’morte’-». Una condanna radicale, nella quale è
aprioristicamente eliminata ogni
possibilità di dialogo col marxismo. Ma anche un’interpretazione molto superficiale ed in
parte ormai superata di questa
corrente di pensiero che tanta
parte ha avuto ed ha nella formazione della coscienza moderna. Liquidarla così, con poche
parole, senza un’analisi né seria,
né approfondita, mi pare molto
grave. Così come grave è anche
mettere, nel paragrafo successivo, sullo stesso piano il « rischio
dell’autodistruzione nucleare »,
la fame, i focolai di guerra ecc.
Ma ciò che maggiormente preoccupa il pontefice è l’aborto:
« ...sull’orizzonte della nostra
epoca si addensano segni di morte anche più cupi [dell’autodistruzione nucleare]: si è diffuso
il costume — che in alcuni luoghi rischia di diventare quasi
un’istituzione — di togliere la
vita agli esseri umani prima ancora della loro nascita ».
Un grande giubileo
Per fortuna ci a-wiciniamo al
terzo millennio, che il papa si
prepara a celebrare con un
grande giubileo: « Il grande Giubileo del Duemila contiene —
egli afferma senza spiegarci come e perché — un messaggio di
liberazione ad opera dello Spirito, che solo può aiutare le persone e le comunità a liberarsi
dai vecchi e nuovi determinismi... ». L’idea di questo giubileo attraversa questa enciclica,
senza però che si riesca a capire a cosa esattamente miri il
papa, se non a riproporre la centralità della Chiesa « sacramento, o segno e strumento dell’intima unione con Dio è dell’unità
di tutto.il genere umano» (cit.
dalla Lumen gentium).
Concludendo vorrei soltanto
esprimere un mio rammarico.
Una enciclica è un documento
che viene diffuso a livello mondiale, è un po’ come una predicazione che ha centinaia di milioni di potenziali ascoltatori;
persone anche disposte ad ascoltare con attenzione e a prendere sul serio questa parola. Che
peccato che un’occasione come
questa, in un tempo come il nostro, marcato da inquietudini e
problemi senza pari, venga sciupata in questo modo. « Un’enciclica da leggere e subito dimenticare », mi diceva un amico in questi giorni. E credo che
abbia ragione.
Luciano Deodato
Le « Assemblee di Dio in Italia » hanno tenuto una importante riunione plenaria del Consiglio Generale delle Chiese e
dei Comitati di Zona, in Roma,
l’il marzo 1986.
Dal mensile « Risveglio Pentecostale » di marzo riportiamo
alcuni brani della relazione del
presidente del Consiglio 'Generale, Francesco Toppi.
« In quest’ultimo squarcio del
XX secolo in attesa del ritorno
del Signore, come parte della
chiesa di Gesù Cristo sulla terra, siamo più che mai chiamati
ad essere santi e ad onorare l’Evangelo riconoscendo l’assoluta
signoria di Cristo...
In questo momento cruciale
della storia del mondo più che
mai ’’una larga porta ci è aperta’-’ dal Signore per evangelizzare con ogni mezzo... Ormai le
nostre chiese evangeliche di fede
pentecostale hanno superato il
tempo in cui erano considerate
soltanto una ’’setta" pericolosa
di natura imprecisata ed hanno
ottenuto, per la provvidenza di
Dio, la considerazione del mondo evangelico ed il rispetto e
l’attenzione delle autorità governative, ma tutto questo non deve
farci "montare la testa”. La nostra responsabilità è oggi maggiore di ieri, dobbiamo essere
testimoni fedeli della "fede che
una volta per sempre è stata
tramandata ai santi” (Giuda 3) ».
La relazione di Toppi procede
esaminando i pericoli più importanti dai quali i pentecostali
debbono guardarsi: la perdita
dell’identità, le esperienze superficiali, la mancanza di conoscen
za dottrinale ed etica, la mon
danità, il cristianesimo privatiz
zato, le iniziative paraecclesia
stiche, la chiesa elettronica.
Sull’identità, Toppi afferma
« Non dobbiamo reagire al nostro "complesso di inferiorità”
rispetto alle altre denominazioni
a cura di Claudio Pasquet e Susanne Labsch
RFT: contrasti sulla
linea "evangelical”
(epd) — Gli ’evangelicals’ della RFT hanno rivendicato ’una
svolta’ néll’educazione dei teologi^ e dei pastori presso le facoltà di teologia ed i seminari
di teologia pratica. Il convegno
teologico dell’organizzazione degli’’evangelicals” ha criticato il
fatto che le facoltà non si basino
più sulla confessione di fede e
sui principi della Bibbia.
se, come federazioni giovanili,
case editrici, riviste e facoltà di
teologia. La loro teologia tende
verso una nuova « ingenuità »
biblica e teologica.
Riformati solidali
con gli oppressi
La ’settimana teologica’ tenuta da 180 pastori della linea
’evangelical’ ha espresso il suo
rifiuto dell’interpretazione critica e scientifica della Bibbia.
Un portavoce degli ’evangelicals’ ha annunziato che la loro
organizzazione giovanile lascerà
la federazione giovanile evangelica della RFT (aej) perché
l’aej a loro avviso si muove
troppo a sinistra e cerca anche
contatti con organizzazioni ufficiali dell’Est.
Le chiese di Brema e della
Vestfalia hanno rifiutato di riconoscere lo studio presso le facoltà libere ’evangelical’ e di
assumere pastori al servizio delle loro chiese se non hanno studiato almeno per tre anni presso una facoltà universitaria di
teologia. Il preside della chiesa
della Vestfalia ha criticato i
tentativi degli ’evangelicals’ di
creare strutture parallele in
ogni campo della vita delle chie
(epd) — Alian Boesak, segretario generale dell’Alleanza Riformata Mondiale, ha scritto
un messaggio per ’ il 450° anniversario della Riforma a Ginevra. Il movimento della Riforma non è finito, scrive Boesak,
ma deve sempre di nuovo ispirarsi allo Spirito Santo. Il centenario è l’occasione per le chiese riformate di. mettersi espressamente dalla parte degli oppressi. Come le chiese riformate del ’500 erano una comunità
solidale nei rischi e pericoli così
esse devono oggi sostenere i cristiani riformati minacciati nel
Sud Africa, in Lesotho, Taiwan
o altri paesi.
bianchi. La.NGK ha sempre sostenuto Tapartheid e l’esercita anche nel suo interno. La delegazione ha avuto un incontro
anche con rappresentanti della
chiesa nera che le hanno chiesto
di impegnarsi in Europa a favore
di sanzioni economiche, politiche e culturali contro il regime
dell’apartheid. In Germania un
altro incontro: tra il presidente delTAfrican National Còngress Oliver Tambo e i rappresentanti della Chiesa Evangelica in Germania (EKD). L’EKD
ha criticato la strategia dell’ANC consistente nel portare la
lotta per la liberazione dei neri
anche nelle città bianche del
Sud Africa. Tambo ha respinto
il rimprovero affermando che
l’ANC ha lottato per i diritti
dei neri per un mezzo secolo
senza usare violenza ma senza
vedere alcun successo. L’apartheid è sempre stato rinforzato
dal governo bianco. Le nuove
azioni dell’ANC devono mettere in evidenza il fatto che l’apartheid è un problema che riguarda tutto il Sud Africa e non
solo i neri. Tambo ha rivolto
alle chiese un appello perché
sostengano az’oni di boicottaggio e si impegnino per il rilascio dei prigionieri politici nel
Sud Africa.
Trìpoli: il vescovo
è soddisfatto
Riformati tedeschi
delusi in Sud Africa
(epd) — Dopo una visita alla
chiesa riformata bianca del Sud
Africa (NGK) una delegazione
dell’Alleanza Riformata in Germania si è dimostrata delusa
dell’atteggiamento dei riformati
(l’actualité) — Il vescovo di
Tripoli, Mgr. Martinelli, ha valutato positivamente la sua prigionia ed il suo interrogatorio
avvenuti durante l’attacco degli
USA contro la Libia da parte
delle autorità libiche. Si è trattato per lui di una occasione
per chiarire davanti alle autorità il ruolo della Chiesa romana nella Libia.
evangeliche, tentando di copiarne certi stili che ci fanno perdere la nostra eredità di semplicità ed impoveriscono la nostra posizione dottrinale di chiese fondate su Tutto l’Evangelo e
la peculiare esperienza del risveglio pentecostale ».
Sulle « esperienze superficiali »
si afferma che il desiderio di vedere anime aggiunte alle comunità non deve spingere a confondere le esperienze vere delia
nuova nascita e del battesimo
nello Spirito Santo con esperienze « vuote appariscenti ed
emotive »: « l’emotività è parie
della "crisi” del ravvedimento e
del gioioso evento del battesimo
nello Spirito Santo, ma non ne è
la sola componente». Conseguentemente è necessaria la « conc ■
scenza dottrinale ed etica »: rifugiarsi in una forma « consolatoria » di comunione con Dio
non può portare ad evitare la
« meditazione » della Parola. La
« mondanità » è vista come un i
attitudine deH’anima, che tende
al successo anziché alla santincazione, « senza la quale ness: ino vedrà il Signore ».
La « tendenza a rendere la fece
oltre che personale anche privata », a « non preoccuparsi dell’influenza che possiamo avere
con le nostre scelte nell’ambito
della comunità », al dare cono o
dei propri atti « soltanto a Dio »
rischia di far dimenticare « l’i-i
patto positivo o negativo ci ■ ?
possiamo avere sui nostri fi. telli ». Un altro rischio è quello
di disperdere le energie in una
« proliferazione di strutture po
raecclesiastiche » e di ministei ;
specializzati fuori delle chiese
che possono umiliare il ministerio locale. Infine i programmi
religiosi radiofonici e televisivi,
« creati per evangelizzare », non
debbono « sostituire la comunità
locale o compromettere le no:
me di comportamento dei credenti ». Di fronte al « bombardamento » tecnologico si debbono
« istruire i credenti "a ritenere ;1
bene” », senza copiare stili ali-tni. La comunità locale non può
essere sostituita dalla radio e
dalla televisione, in quanto ia
comune adunanza « è il luogo
dove i fratelli dimorano insieme » e dove « l’Eterno ha ordinato che sia la benedizione e la
vita in eterno» (Salmo 133: 1-3'.
• Un bell’incontro nella cornice delle Valli Valdesi hanno
avuto le Assemblee di Dio di Carmagnola e Moncalieri, guidate
dal pastore Antonio Rocca, il 2
giugno. Nel pomeriggio un culto di ringraziamento, nel Tempio di Rorà, con predicazione
sul tema « Gesù nostra pace »
(Giovanni 14: 27) e su « la vite
e i tralci» (Giovanni 15).
Devo alla cortesia del pastore
Antonio Rocca alcune notizie
che non avevo potuto dare con
tempestività perché mi mancavano dati precisi. Risveglio Pentecostale, nel numero di dicembre 1985, riferiva del 10" raduno
giovanile, che aveva raccolto circa 2.500 giovani.
L’incontro, ormai tradizionale,
si svolge abitualmente nel Villaggio Betania, di Tor Lupara, Roma. Il villaggio, che svolge un
ruolo importante per i giovani,
perché possano ritrovarsi insieme, lodare Dio, informarsi, ormai sta diventando troppo piccolo per raccogliere tutti i giovani interessati.
• Nel numero precedente di
Risveglio Pentecostale un « Chiarimento a proposito della TILC»
precisava che l’inserimento del
nome del fratello Francesco Toppi nell’elenco dei « collaboratori
della traduzione... tra i consulenti stabili » era stato fatto all’insaputa dell’interessato, che
si era limitato ad esprimere
« pochissime osservazioni », pensiamo a titolo personale e non
come rappresentante delle Assemblee di Dio in Italia.
Sergio Ribet
9
13 giugno 1986
cronaca delle Valli 9
SI TEME LA CHIUSURA DEL CONVITTO DI POMARETTO
Adolescenti a spasso
tazione della famiglia; sarebbe
un peccato che per 15 milioni
all’anno una struttura di sostegno alle famiglie dovesse chiudere.
Giorgio Gardioi
Í
Ragazzi
A Pinerolo, 150 persone frequentanti un ' centro sociale di
quartiere hanno presentato una
petizione al comune chiedendo
di vietare l'accesso al centro agli
adolescenti. Sarebbero i responsabili di gravi e ripetuti danneggiamenti alle strutture ed inoltre nel centro si svolgerebbero
episodi poco simpatici di iniziazione alla droga tra coetanei.
L’amministrazione comunale per
tutta risposta sembra orientata
a far presenziare il centro da un
vigile col compito di mantenere
l’ordine.
A Pomaretto la USSL, che pure in passato aveva ben altra
sensibilità verso i problemi dei
minori, per mancanza di fondi
sembra essere costretta a chiudere il servizio di una comunitàalloggio per minori.
Che l’età adolescenziale sia
un'età cruciale per lo sviluppo
delia personalità umana è cosa
conosciuta e trattata in molti volumi dagli psicologi, eppure sembra che le istituzioni vogliano rimuoverla come problema. Sono
pochi i comuni e le USSL in questa parte del Piemonte che promuovono progetti e iniziative
specifiche.
Di questa età non si fa cenno
nei vari indirizzi programmatici
degli enti locali che ho potuto
cousidtare. Quando chiedi ad un
amministratore il perché, ti senti sempre rispondere che questi
programmi sono compresi tra
quelli relativi alla totalità della
popolazione. Eppure il bisogno
di un’attività specifica per gli
adolescenti è sempre piu sentito
dai genitori che sono incapaci o
hanno grande difficoltà a rispondere alle domande e ai bisogni
dei loro figli di questa età.
Di fronte agli adolescenti, le
isiinizioni pubbliche (compresa
la scuola) tendono a dare risposte che mi paiono inadeguate: la
repressione degli atteggiamenti
devianti, l’assistenzialismo, iniziative culturali spettacolari (in
cui l'utente è spettatore passivo),
manifestazioni sportive. Certo i
fondi pubblici sono scarsi, ma
domandiamoci se non sia anche
un compito delle istituzioni aiutare i genitori ed i ragazzi ad imparare a vivere, proprio oggi in
cui “vivere” è sempre più difficile.
Nella società consumistica gli
adolescenti sono i più sensibili
ai messaggi di un mondo in apparenza facile in cui il denaro
può tutto e macina ed emargina
i più deboli, coloro che non hanno denaro. In passato la socializzazione dei giovani avveniva
nella scuola, nei gruppi giovanili delle parrocchie e non. Oggi
sia la scuola che le parrocchie
non sono più capaci di rispondere ai bisogni degli adolescenti,
per molti motivi che non è qui il
caso di analizzare.
Cera però una caratteristica
dei gruppi giovanili parrocchiali
che va ancora oggi valutata positivamente: quella di essere capaci di dare una risposta personalizzata alle domande dei giovani che vi partecipavano. Ed è appunto questa risposta personalizzata che manca alla scuola e alle
altre iniziative (poche) pubbli;
che esistenti. Mi chiedo se oggi,
pur in una situazione di carenza di fondi pubblici, non sia possibile ascoltare la domanda dei
giovani e rispondervi con iniziative di animazione anche mini;
me ma rispondenti alle loro esigenze. Non servono grandi strumenti. Occorre una attenzione
culturale e politica.
Giorgio Gardioi
Non dormono sonni tranquilli gli educatori del Convitto di
Pomaretto. La convenzione con
rUSSL 42 rinnovata qualche mese fa senza discussione nella assemblea dell’USSL prevede che
se non verranno assegnati nuovi fondi dalla Regione il servizio attualmente prestato dalla
comunità alloggio ad 8 ragazzi
delle valli Chisone e Germanasca possa essere interrotto il 30
giugno prossimo.
« Certo il 1” luglio — mi dice
Anita Tron, responsabile della
comunità alloggio — non metteremo i ragazzi sulla strada. Ma
fino a quando potremo continuare ad assicurare un tetto e
il vitto a questi ragazzi? I soldi
della convenzione non ci permettono margini di guadagno e
servono appena per coprire le
spese ».
Il convitto di Pomaretto nella sua recente storia ha seguito
le indicazioni programmatiche
dell’assistenza pubblica per i
minori. L’attività di convitto per
minori è stata chiusa e la struttura è stata trasformata in una
comunità alloggio per minori
« a rischio » capace di offrire sia
un servizio « di emergenza » per
quelle famiglie che si trovano
nella impossibilità temporanea
di provvedere alla istruzione e
all’educazione dei figli (ospedalizzazioni, carcere) e soprattutto
per i ragazzi che per disposizione del Tribunale dei minori non
possono più vivere nelle famiglie di origine perché dovrebbero vivere situazioni di violenza
o psicologiche tali da portare
seri danni alla loro personalità.
« In queste valli la violenza
sui minori è forse un tabù di
cui non si parla volentieri, ma
è una realtà con cui gli operatori pubblici devono fare quotidianamente i conti » mi dicono
al Tribunale dei minori. « Arrivano alla comunità alloggio ragazzi
sui 10 anni, che nessuno vuole
avere in affidamento — continua Anita Tron — sia perché sono passati attraverso precedenti affidamenti falliti e sia perché è oggettivamente molto difficile occuparsi di adolescenti ».
La comunità alloggio è dunque una struttura importante
per l’insieme dei servizi assi
stenziali della valle. E’ costata
una novantina di milioni l’anno
scorso e quest’aimo dovrebbe
costare, tutto Tarmo, 105 milioni.
Questi soldi non ci sono. La
crisi della finanza pubblica fa sì
che la Regione non abbia tutti
i soldi che le USSL hanno richiesto e politicamente ha deciso tagli della spesa assistenziale. Così l’assemblea delTUSSL
42 (che pure ha un bilancio complessivo di 10 miliardi) non se
l’è sentita di chiedere ai comuni un contributo aggiuntivo di
15 milioni ed ha deciso di condizionare l'esistenza della comunità alloggio alla erogazione di
nuovi fondi regionali.
« Il nostro servizio può sembrare una piccola cosa. Non ci
occupiamo solo di 8 ragazzi, ma
complessivamente di 47 persone
che sono il totale dei componenti delle famiglie di questi ragazzi — mi dice ancora Anita
Tron —. Occuparsi di un ragazzo a rischio vuol dire anche occuparsi della sua famiglia perché il ragazzo possa un giorno
tornarvi a vivere ».
Oggi si parla molto di rivalu
INDAGINE SULL’INQUINAMENTO RADIOATTIVO IN VAL PELLICE
Nella tiroide dei bambini:
assorbiti 136 microSievert
di
131
Il Servizio di Fisica Sanitaria
dell’Ospedale Mauriziano di Torino ha deciso di avviare, nella
fase di inquinamento radioattivo,
un’indagine relativa all’assorbimento di radionuclidi da parte di
bambini valutando eventuali differenze legate al sesso, all’età, al
luogo di residenza.
Tale indagine, inizialmente rivolta ai bambini della Scuola dell’Ordine Mauriziano di Torre Pellice, è stata successivamente, in
accordo con TUSSL 43-Servizio di
Igiene Pubblica, allargata ai bambini di tutto il territorio della Val
Pellice.
Tale indagine non ha obiettivi
diagnostici e non va intesa come
screening volta alla evidenziazione di stati patologici, bensì come
indagine per migliorare il livello
di conoscenze sulTargomento.
Considerato il breve periodo di
dimezzamento dello iodio-131 (8
giorni), che è l’elemento radioattivo di riferimento, e considerate
le apparecchiature disponibili idonee per la rilevazione dello iodio131 presente specificamente nella
tiroide, abbiamo dovuto effettuare
il campionamento dei bambini
delle scuole della Valle in tempi molto ristretti in quanto la
misurazione doveva essere effettuata non più tardi del 10 maggio 86.
Abbiamo dovuto inserire nel
campionamento le scuole che il
sabato (giorno in cui è stata ef"fettuata l’indagine) mattina sono
chiuse, per non creare difficoltà
nel trasporto dei bambini nella
sede in cui era disponibile l’attrezzatura per la misurazione (Scuola
Mauriziana di Torre Pellice), affidando quindi ai genitori il compito del trasporto.
Nel campionamento delle scuole si è scelto inoltre il criterio
della localizzazione, cercando di
scegliere scuole distribuite in tutto il territorio della Val Pellice.
Le scuole prescelte, oltre la
Scuola Mauriziana di Torre Pellice, sono state;
Scuola materna e elementare di
Bobbio Pellice, Scuola materna di
Bibiana, Scuola elementare di Bricherasio. Scuola elementare di Lusernetta. Scuola materna e elementare di Luserna San Giovanni.
Essendo stato effettuato il campionamento il giorno precedente
l’effettuazione dell’indagine, abbiamo dovuto scegliere tra i bambini i cui genitori potevano essere rintracciati telefonicamente e
ciò è sicuramente un limite legato alle condizioni in cui si è operato.
E’ opportuno ricordare che in
tale fase hanno dato la loro ampia disponibilità i responsabili
delle diverse scuole prescelte, nonché gli operatori del Servizio Assistenza di base nella fase organizzativa.
Primi risultati
I bambini sottoposti ad indagine sono stati 83 di età compresa
tra i 3 e gli 11 anni.
La media di assorbimento è
stata di 136 microSievert.
Senza addentrarci in disquisizioni tecniche particolari possiamo dire che il livello di assorbimento riscontrato nelle tiroidi
dei bambini è rassicurante ed, in
particolare, il valore riportato come media rappresenta circa un
millesimo delle radiazioni che
vengono normalmente assorbite in
seguito ad una comune scintigrafia.
I dati sono stati analizzati suddividendò i bambini per sesso, per
età fi luogo di residenza per veri
ficare se questi fattori abbiano o
meno inciso sull’assorbimento di
radiazioni.
Sesso: si è evidenziato che i
maschi hanno presentato un livello di assorbimento maggiore delle
femmine.
Età: i bambini sono stati suddivisi in tre fasce di età: 3-5 anni, 6-8 anni e 9-11 anni.
Si è evidenziato che i bambini
della fascia di età 9-11 anni hanno assorbito in misura maggiore
rispetto alle altre due fasce di età.
Questi primi rilievi possono
spiegarsi con la considerazione
che: i bambini maschi sia per
educazione sia per le caratteristiche dei loro giochi hanno avuto
più possibilità di stare all’aperto
e quindi, per le caratteristiche dell’inquinamento, più esposti all’assorbimento di radiazioni; per
quanto riguarda il maggior assorbimento nella terza fascia di età
possiamo supporre che i bambini
più grandi siano meno soggetti alle limitazioni imposte dai genitori.
Residenza: i bambini residenti
in campagna hanno assorbito maggiormente rispetto ai bambini di
paese.
Questo potrebbe essere spiegato considerando, per questi bambini, il più agevole accesso ai prati per i loro giochi e, quindi, a
essere a contatto con la terrà e
l’erba inquinata.
E’ comunque necessario considerare quest’ultimo rilievo provvisorio e comùnque degno di ulteriore approfondimento tenuto
conto che la suddivisione dei bambini in residenti in paese o campagna è stata effettuata solo in
base alla sede scolastica.
Servizio di Fisica Sanitaria
dell’Ospedale Mauriziano di
Torino - Servizio di Igiene Pubblica - USSL: 43
Pubblicità
all’alcool
E’ in corso a Torre Pellice e
a Luserna S. Giovanni la raccolta di firme per la proposta
di legge di iniziativa popolare
promossa dalla Chiesa Cristiana Avventista che è stata riportata ed illustrata da S. Ribet sul
n. 8 del nostro giornale.
Ne ricordiamo i contenuti essenziali :
— che sia vietata la pubblicità di qualsiasi prodotto alcoolico (come già avviene del resto
per le sigarette);
— che sia vietata la vendita
di qualsiasi prodotto alcoolico
sulle autostrade;
— che sia vietato guidare qualsiasi veicolo a motore sotto Tinfiuenza dell’alcool (attualmente
da noi non è prevista alcuna
normativa in merito).
In considerazione anche del
fatto che in Italia il consumo
degli alcoolici è in costante aumento, riteniamo che si debba
appoggiare questa iniziativa se
non altro, come è stato detto,
per far sorgere un dibattito in
merito.
Ci si può recare a firmare
presso il Municipio di Torre (segreteria) ogni martedì - mercoledì e venerdì dalle 10 alle 12 ed
ogni lunedì e giovedì dalle 15 alle 16, e presso il Municipio di
Luserna (segreteria) ogni lunedì - mercoledì e venerdì dalle
9 alle 12.30.
Premiati i ragazzi
della Scuola Media
di Perosa
Mentre si stanno svolgendo
gli scrutini finali e gli esami,
pensiamo sia bene informare su
due aspetti della conclusione dell’anno scolastico alla scuola media di Perosa Argentina incoraggianti per una piccola istituzione di provincia.
La classe III D si è aggiudicata, con l’elaborato di quattro
dei suoi alunni, il primo premio
nazionale in un concorso bandito dalTENEL su « Ambiente
ed elettricità ». I ragazzi premiati, accompagnati dal prof.
Mauro Deusebio che aveva animato la ricerca, sono stati ospiti
per tre giorni delTENEL e sono
stati ricevuti anche dal Presidente del Senato. E’ stata rilevata con stupore l’assenza di
una rappresentanza del Ministero della Pubblica Istruzione alla premiazione, mentre erano
presenti rappresentanti di ministeri meno direttamente interessati.
Chi è interessato ai problemi
della pace e della sua cultura
attraverso l’espressione artistica può visitare, fino alla fine di
giugno, la mostra dei disegni su
questo tema fatta dagli alunni
sotto la guida del prof. Bracchi,
che rivisita rapidamente il lavoro svolto in questa direzione
negli ultimi anni, compreso, naturalmente, quello che si sta
concludendo. I disegni, a tinte
molto vivaci, accompagnati dai
pensieri degli alunni, esprimono con vigore e freschezza il
desiderio degli adolescenti di un
domani pacifico. La. speranza è
che questo desiderio si estenda
e si rafforzi.
• Hanno collaborato a questo
numero; Giovanni Anziani,
Mirella Argentieri Bein, Eugenio Bernardini, Luigi Mar- . Ghetti, Paolo Ribeti Fulvio
Rocco, Aldo Rutigliano, Claudio Tron.
10
ÍO cronaca delteValli
13 giugno 1986
DALLA CONFERENZA DEL PRIMO DISTRETTO
Principali ordini del giorno
Convitto di Pomaretto
La CD, presa conoscenza del rischio
di una interruzione del servizio di comunità ailoggio per minori di Pomaretto venendo meno il riconoscimento della propria responsabilità da parte della U.S.S.L. 42 motivato da mancanza di fondi;
denuncia alla popolazione delle Valli la gravità di questa decisione che
potrebbe determinare la chiusura dell’unica struttura residenziale rivolta ai
minori a rischio sul territorio, aggravando la condizione della parte più disagiata della popolazione;
Invita ru.S.S.L. 42 a ripensare i
suoi orientamenti in merito.
La CD dà mandato al seggio di nominare una commissione ad referendum che compia un'analisi della politica nazionale deH'assistenza. con particolare riferimento alla Regione Piemonte, nella sua evoluzione e nelle
sue prospettive, e riferisca alla prossima CD. (Il seggio della CD ha nominato questa commissione nelle persone di Carla Beux, Bruno Bellion, Paolo Corsani).
Dipartimento
Diaconale
La CD, non avendo avuto modo di
approfondire il tema del volontariato,
che pure è affiorato in vari momenti
della discussione,
chiede che la CED prepari una documentazione sufficiente a riproporre
questo tema aila prossima Conferenza, tenendo presenti le tematiche dell'occupazione, della condizione giovanile, nonché la riflessione e la pratica
cattolica sul volontariato;
chiede inoltre che sia dedicato uno
spazio sufficiente a questo tema, perché possa essere posto urgentemente all’attenzione delle chiese e delle
opere del distretto.
Rimborsi
Al fine di rendere più equa fra le diverse chiese del distretto la spesa relativa al rimborso per locomozione ai
pastori, la CD invita i concistori a
rimborsare i pastori secondo 1 criteri
già in uso da parte della Tavola ed
a versare alla Tavola una somma pari
al 50% di quella versata ai pastori
per il fondo ammortamento da usare
per eventuali acquisti di nuove vetture.
Pace
La CD guarda con molta preoccupazione ed angoscia all'aggravarsi delle
tensioni internazionali in un'area come
quella del Mediterraneo e del Medio
Oriente, notando ohe le soluzioni di
forza vengono preferite aiie trattative
diplomatiche;
esprime altresì la propria preoccupazione per ia ripresa di esperimenti nucieari, per io staiio delle trattative di
Ginevra e per lo sviluppo delle centrali nucieari in un momento in cui
non si è in grado di controllarne tutte
le conseguenze negative suH'amblente;
invita le chiese a mantenere prioritario Il loro impegno per la pace, la
giustizia e la salvaguardia della creazione.
La CD, preso atto della relazione
della Commissione Pace del distretto
discussa nel gruppo di lavoro, valutando positiva l’attività svolta neH’ambito del « Progetto Cultura della Pace e Protestanti nel Pinerolese »
ritiene:
La CD sottolinea la validità del lavoro svolto dal DDD nella sua ricerca
di formazione e collegamento;
invita tutte le Opere e gli Istituti a
parteciparvi nello spirito di collegialità che caratterizza la ricerca di una
testimonianza attraverso la diaconia,
nella nostra Chiesa;
chiede al DDD di preparare un quadro complessivo di tutte le persone
impiegate nelle varie strutture, dei ruoli e delle mansioni svolte;
chiede al DDD di predisporre un’informazione sugli aspetti finanziari, riferita a ciascuna struttura (convenzione con enti pubblici, rette, ecc.};
chiede al DDD di approfondire la
riflessione già avviata sul volontariato nelle sue diverse fornre, riflessione da condurre neH'ambito di più ampia analisi del problema del lavoro;
chiede al DDD di riprendere la programmazione di corsi di formazione
per gli operatori, non solo sotto lo
aspetto « tecnico-professionale •, ma
più specificatamente al fatto evangelico del servizio reso;
chiede al DDD di proseguire nell'opera di informazione e collegamento
con le chiese e di curare con esse la
ricerca di nuove disponibilità per la
attività dei Comitati.
La CD, valutate positivamente come
azioni di testimonianza le iniziative
di obiezione:
ritiene necessaria la continuazione
dell'opera di informazione e di sensibilizzazione dei giovani circa la possibilità di optare per il servizio civile
alternativo a quello militare;
invita I fratelli delle comunità a continuare la riflessione sull’obiezione fiscale alle spese militari;
invita altresì a farsi carico dei problemi di coscienza dei fratelli che lavorano nella produzione bellica, presente in misura consistente nelle indu^
strie della zona, considerando il problema della produzione di mezzi di
distruzione e di morte non solo responsabilità dei lavoratori coinvolti,
ma di tutta la comunità.
La CD chiede alle chiese del distretto, Il cui contributo finanziario
rappresenta una delle voci essenziali
per quanto riguarda le entrate del progetto « Cultura della Pace e Protestanti nel Pinerolese », di inserire nei loro
preventivi la voce « pace ».
La CD, dopo aver approfondito e
discusso il problema del funzionamento del distretto, ritiene che:
1) perché la CED possa mandare
avanti i vari impegni che le sono affidati. è necessario ampliare la base
delle persone alle quali è demandato
lo svolgimento dei vari compiti;
2) per poter agire a lungo termine, è necessario riaffrontare seriamente e con impegno il tema FormazioneInformazione, soprattutto a livello biblico ed ecclesiologico.
Alla luce di queste necessità, chiede quindi alla CED di preparare per
le prossime conferenze distrettuali
delle proposte per la citata formazione di base.
Ecumenismo
Catechismo
chiamate a dare una valutazione sui
programmi S.I.E., abitualmente utilizzati, che il calendario annuale sia il
più possibile uniforme per tutte le
Scuole Domenicali, da un lato, per
tutti i catechismi dall’altro.
La CD, visto il materiale informativo
sulle necessità finanziarie della chiesa, preparato dalla Tavola Valdese e
dalla CED, invita I Concistori a fare
uso di questo materiale nell’opera di
educazione e informazione dei catecumeni e dei membri di chiesa, per
una maggiore presa di coscienza dell’impegno finanziario dei credenti.
Pastorato
1) importante continuare l’informazione sulla tematica della pace nelle
comunità, sia utilizzando a questo scopo la presenza dei gruppi pace locali, sia con momenti di sensibilizzazione a livello di chiese locali (culti,
giornate per la pace, mostre, concerti);
2) fondamentale un approfondimento teologico superando il riferimento
generico del concetto pace studiandolo nelle sue varie implicazioni (esempio: giustizia, integrità della creazione,
ecc.);
3) utile sviluppare rapporti ecumenici anche in relazione alla preparazione, del concilio per la pace;
4) chiede alla CED di rinominare la
Commissione Pace del distretto.
La CD dà mandato alla CED di proseguire l’inchiesta già avviata quest’anno sul rapporto tra aspettative e realtà del pastorato, visto sia dal punto
di vista dei pastori che dal punto di
vista dei membri di chiesa;
chiede che la CEO individui delle
chiese o dei quartieri campione, per
un approfondimento del tema.
La CD, richiamando la CED all’atto
n. 20 della CD 1985 (disegnare una
mappa delle Valli) precisa che occorre
che la prossima Conferenza sia informata:
— delle esigenze delle singole chiese e delle chiese nel loro insieme;
— delle attività « interne » ed « esterne » di chiese, dei circuiti e del
distretto;
— degli incarichi affidati a pastori,
animatori giovanili, ed altre persone
che lavorano per le chiese a tempo
determinato; in vista di una migliore
pianificazione del lavoro.
La CD, constatato che la CIOV, in
applicazione dell’art. 2 lett. b del suo
statuto 1985, ha provveduto alla nomina dei singoli comitati di gestione
per i rispettivi istituti da lei. amministrati, segnala al Sinodo l’opportunità
che l’art. 8, lett. e) e il num. 1 del
RO.5/1975 venga riformulato nel seguente modo: « i presidenti, o in loro
vece, in casi di impedimento, I vicepresidenti dei comitati che presiedono
agli istituti od opere valdesi e metodiste che rispondono della loro gestione alla Conferenza, e i loro rispettivi direttori », cancellando la frase:
« i componenti effettivi della CIOV residenti nel distretto ».
La CIOV è infatti sufficientemente
rappresentata in Conferenza da come è disposto dal n. 2 del medesimo
art. 8 alla lett. c); e gli istituti da
essa amministrati dalle deputazioni
costituite dalla lett. e) e dal predetto
n. 1 dell’art. 8 del RO.5/1975.
Elezioni
La Conferenza distrettuale ha inoltre eletto i propri organismi per l’anno 1986/87:
La Commissione Esecutiva Distrettuale è composta da Bruno Rostagno, presidente, Carla Beux Longo, vicepresidente, Silvana Marchetti, segretaria,
Aldo Lausarot, Nora Ricca, membri.
La Commissione d’Esame sull’operato della CED è composta da Anna
Bosio, relatore, Tom Noffke, Graziella
Tron, Franco Fornerone, membri.
Predicatore della prossima Conferenza distrettuale che si terrà a Villar
Perosa è stato designato Claudio Pasquet, supplente Giorgio Tourn.
La CD chiede al seggio di nominare una commissione ad referendum
sul tema della celebrazione ecumenica del battesimo e della catechesi
che riferisca alla prossima CD. (J1
seggio ha nominato questa commissione nelle persone di Marco Ayassot e Nora Boccassini).
La CD chiede alla CED che d’intesa
con I circuiti e con i gruppi di lavoro
già operanti si studino le possibilità
di rendere più omogenei i programmi del catechismi, che le SS.DD. siano
LUSERNA SAN GIOVANNI
Sala Albarin
Domenica 15 giugno, h. 15
BAZAR
organizzato dalla Società
di Cucito "Le Printemps”.
Esposizione-vendita di lavori femminili.
Servizio buffet.
Cordiale invito a tutti.
GENTE DI VALLE - 5
Lunga catena di neve prima e di pioggia poi, l’inverno ci tenne in pena da novembre a maggio: pareva
proprio che non finisse più.
Ecco invece, dopo Cemobyl, quest’ultima paura da Apocalisse, dilagare il solito
verde tenero di meli, pruni,
ciliegi, castagni e betulle, tigli, frassini, contro il verdazzurro e il verde-grigio di pini,
bossi, larici e abeti.
In pochi giorni, a sorpresa, frustate di rosa, lilla, celeste, violetto, saettano^ da
prati, giardini, pergolati, o,
come da Berto, estasia il
bianco dei cilie^, allineati a
far viale di trionfo nuziale
per gli uccelli che nidificano.
Come sempre.
E, come sempre, a sera la
luminosità tiene banco a lungo ormai, anche per effetto
dell’ora legale, inducendo lenti conversari: al balcone, seduti in fila su panchetti e seggioline, di fronte al consueto
scenario. Dalla vetta del Frioland, disegno netto di im piccolo Rocciamelone, inclinan
ebbero effetti, lotte, squarci,
talvolta anche soltanto echi.
Dovunque, anche se allora
non c’erano radio e televisione. Nel mondo degli « ultimi » come malamente s’usa
dire oggi, la speranza del riscatto si concretizza sempre
subito nel sogno dei canti e
dei nomi. Il coro del Nabucco verdiano fu presto « Vieni o maggio / T’aspettan le
genti / Ti salutano i semplici cuori / Dolce pasqua dei
lavoratori... ». Ricordo d’averlo udito, bambino, levarsi da
un gruppo di montanari di
Mompantero (per lo più barbetti), scesi a sfida del governo fascista a Susa, il primo maggio del ’33. Su quella
speranza spuntavano nomi
affidati al proprio futuro, ai
figli: e lui, figlio di cavatori
di pietra, fu come quell’Ilic
famoso, Vladimiro, Miro familiarmente.
E Penny? Più strano ancora.
Penelope. Quella di Ulisse?
Già, quella di Ulisse, detta all’inglese.
Penny e Miro
do alle Rumelle e al Montoso, giù, giù verso Cavour e
la piana, s’inseguono nembi
di afa rosata, galoppo di cavalieri con pimta di lancia
sfrangiata in grigiazzurro. Si
ciancia di genti e di cose:
biotto dei suoi roseti, cespugli alberelli rampicanti, indietro di un buon mese (« maggio senza rose, mai visto! »),
ma vegeti, con tanti nuovi
getti, che faranno branche,
pronti ormai per la lunga fioritura, tavolozza fantastica,
fino alle soglie del prossimo
inverno.
L’aria fresca e moile della
sera è giuncata di profumi,
mughetto e glicine sovrastando anemoni, artemisie, malve, amarillis, margherite e
trifogli. Nelle pause un silenzio alto. Troppo alto.
Che n’è stato del centinaio
d’anime della convalle che
dai Vemeys rotola fino alle
Fucine? Tre piccoli presìdi,
due dei quali poggianti su
coppie di anziani, prima che
il deserto dilaghi là dove vita e fatica, canti e sospiri
avevano cresciuto famiglie
numerose.
Su, gli O. sor, ora che anche
Rico se n’è andato, più sotto i
G., e ai Verneys inferiori il bel
nucleo dei R.: la sola speranza del domani. Miro e
Penny hanno sistemato, allargato e agghindato la casa,
acquistata una dozzina d’anni fa, per il loro Valdino che
vi ha fatto famiglia: Elvis,
Cesare e Cristina, tre magnifici celti occhicerulei.
Miro e Penny, nonni, una
bella coppia praticamente da
quando erano bambini ai Peyret, su ai piedi del Eric. Originali, a cominciare dai nomi non usuali. Due nomi, due
storie da anni venti. Erano
gli anni che il compianto Farneti, fra gii altri, disse « del
diciannovismo », dei grandi
scontri ideologici, covati e
lievitati nella prima guerra
mondiale e scatenati poi da
quei « dieci giorni che sconvolsero il mondo » partendo
dalla Russia. Ovunque se ne
Qui la storia si fa più romantica, un episodio alla Hemingway. Pare, ne ho avuto
confidenza tempo fa, confidenza, non pettegolezzo, giacché l’amore è peccato solo
per i cattolici, che il padre,
ferito sul Carso, fosse stato
salvato e curato da una bella
infermiera inglese di nome
Penny. Che da quell’episodio
fosse nato un amore mi pare
la cosa più naturale e bella
del mondo. Amori di guerra,
tenerissimi e struggenti: chi
oggi, sotto le penne grigie,
prova batticuore riandando
ai suoi vent’anni sui fronti
d’Europa e d’Africa, o anche
soltanto nelle valli partigiane, è ben povero se non ha
tali ricordi. Io li ho, suo padre pare proprio che ne avesse uno tanto grande, degno
d’essere affidato nel nome alla sua figliola. Che se lo porta benissimo.
Più volte nonna, solida e
ridente, vien fatto d’incontrarla a far fieni. Eccola
sdraiata sul cumulo di maggese, raccogliere le quattro
cocche del telo e, rotolandosi
sul fianco, alzarsi con un carico degno d’un qualsiasi robustone.
Miro, raccolta la polla di
acqua che poco più su servì
per una vita al Jules, è sempre al lavoro, nonostante che
la silicosi qualche anno fa lo
avesse portato al lumicino.
Ora, allargato un suo orto
ai bisogni della nuova grande famiglia, ne cura un’irrigazione « scientifica ». Con la
corteccia di bropa, sfilata
quando sale la linfa perche
risulta più comoda da tagliare e ripulire, ha composto
canaletti di varia grandezza:
un sistema di gronde per
« bialare ». Due, tre anni resiste, mi spiega. Bello a vedersi e soprattutto non costoso. Soltanto la fatica e
neanche tanta, dice: quasi un
divertimento. Uso a fatiche
vere, quando parla di codesti lavoretti dice, come Berto,
« ghingajé », giocare.
Prosegue la serie di articoli a cura di Gianni Dolino.
L’ultimo è apparso sul n. dell’llA.’SÒ.
À
11
13 giugno 1986
cronaca delle Valli 11
CONSIGLIO DEL IV CIRCOLO DI PINEROLO
SOCIETÀ’ DI STUDI
VALDESI
Sull’ora di religione nella scuola Qj^g
« ...invita i Collegi dei Docenti... ad adoperarsi per mantenere uno spirito di tolleranza e
per attenuare gli effetti comunque discriminanti di un insegnamento della religione cattolica
così prospettato...; auspica che
i genitori non accettino l’obbligo di scegliere per il sì o per il
no, non compilando il modulo
ministeriale; chiede al Ministro
della Pubblica Istruzione che
renda realmente facoltativo l’insegnamento della religione cattolica collocandolo in orario extra-scolastico ». Così si è espresso, in una mozione votata all'unanimità il 29 maggio scorso, il
Consiglio del IV Circolo di Pinerolo.
Esemplare per la sua chiarezza, la presa di posizione del IV
Circolo non nasce comunque dal
niente; ma, al contrario, essa
recepisce e fa proprie le preoccupazioni espresse in analoghi
testi votati nei mesi scorsi dai
Collegi dei Docenti di scuola
elementare e materna. Particolarmente ostile all’intesa Falcucci-Poletti si era mostrato infatti
il corpo docente di scuola materna, che, in ima mozione approvata all’unanimità, aveva, già
il 25 marzo, puntato l’indice
contro il previsto insegnamento
Pochi e ben divisi
(segue da pag. 4)
intimismo né contemplazione, ma è disponibilità e apertura.
5 - La santità non è una condizione statica, ma dinamica,
è il permettere a Dio di agire, di incontrare l’altro, di
fare delle scelte.
é - La santità, proprio perché
non è nostra, ma dono di
Dio, non si identifica necessariamente con la Chiesa.
Sulla linea delle indicazioni di
■cui sopra, cosà possiamo fare
per rispondere alla vocazione alla santità che noi e le nostre comunità riconósciamo . e confessiamo di aver ricevuto dal Signore?
Che senso ha parlare di santi,
■cioè di “messi a parte” dal Signore, se poi abbiamo paura di
essere in qualche misura “diversi” (vedi ora di religione a scuo
Dal diario
di una
partecipante
(segue da pag. 7)
Befania », la visita ai luoghi storici, e la serata a Luserna San
Giovanni sono stati per noi
quei momenti in cui le tradizioni e le culture diverse, la città
ed il paese, il sud ed il nord si
sono spontaneamente avvicinati
e sono nati nuovi rapporti di
amicizia e di fratellanza.
Il culto di chiusura di domenica 1® giugno (a cura del Consiglio della PFEVM) nel tempio
di Torre Pellice, solenne nella
atmosfera ma essenziale e severo nella architettura, come è costume delle chiese riformate, è
stato edificante nel suo messaggio chiaro e vigoroso di speranza per un futuro migliore e comunque di pace, ma anche di
severo ammonimento ai popoli
perché non distruggano il mondo e non corrompano la vita
•che Dio ci ha data nel Suo Amore incommensurabile.
L’inquadramento musicale da
parte di un coro di giovani e di
Tin gruppo di flautisti ha sottolineato questo momento festoso.
Dopo il risultato delle elezioni,
il Congresso si è chiuso con i
saluti ed i ringraziamenti di riio. con la promessa di ritrovarci tutte insieme e sempre più
numerose, per collaborare all’opera del Signore e nella testimonianza dell’Evangelo.
Elisabetta Pagano
AVVISI EGONOMICI
AFFITTASI agosto alloggio in S. Remo. Telefonare 0121/793251 (ore serali) dal lunedi al giovedì.
AN&ROGNA Vendesi sei stanze da ristrutturare; acquedotto, luce, bosco,
prato. Telefonare ore pasti (0121)
91626.
la — vedi questioni di lavoro —
interesse — modo di rapportarci al denaro — tempo libero,
ecc.)? Essere come gli altri, come tutti, è proprio quello che
dobbiamo contestare, e non solo
a parole. Quando tutti credono
all’inevitabilità del nucleare, possiamo provare a credere nella
pace? Quando tutti pensano che
si va avanti solo con l’inganno,
con la raccomandazione, con la
menzogna, è proprio impossibile provare a dire la verità? Quando tutti cercano privilegi e appoggi è proprio indispensabile
che mettiamo al centro la disputa per l’8 per mille, anziché porci seriamente il problema di cosa significa l’indicazione del 3%
del proprio reddito indicata alcuni anni or sono dal sinodo?
Che senso ha parlare di santi,
cioè di “messi a parte” dal Signore per ascoltare, confrontarci e dire l’Evangelo di Cristo al
mondo, se poi i nostri culti sono
deserti, l’amore per la Bibbia
scompare, l’evangelizzazione è
una voce spesso insignificante
nelle nostre relazioni? La santità a cui siamo chiamati esige una
riscoperta dell’esigenza primaria
dello studio, dell’ascolto della
Parola di Dio. Non importa cosa saremo capaci di escogitare,
ma è urgente trovare qualcosa
che ci riconduca a un amore per
la Bibbia e ad un nuovo entusiasmo per l’evangelizzazione. Abbiamo tanto discusso sull’« essenziale » nella vita della Chiesa;
se di una cosa non possiamo assolutamente fare a meno questa è proprio una « rifondaziqne
biblica delle nostre comunità ».
Che senso ha parlare di santi,
cioè di “messi a parte” dal Signore per servire (far diakonta), se il privato, l’egoismo; l’alibi talvolta costituito dai nostri istituti (e dal denaro che
diamo e riceviamo per essi), disintegrano o per lo meno assopiscono la nostra capacità di
servire il prossimo? Eppure la
santità di una comunità si misura proprio nella sua capacità
di amare, nel costruire all’interno una rete di rapporti di solidarietà vera, di interscambio, di
ricerca comune, di perdono reciproco, di fraternità disinteressata; di generosità e di amicizia.
A questo punto uno potrebbe
dire: già, belle parole, ma come
si fa a realizzare un simile progetto? Lo si può fare, o perlomeno si può cominciare a farlo
nella misura in cui sappiamo
confidare nella Parola di Colui
che ci ha chiamati. Per fortuna
il suo progetto rimane suo e
per questo è un progetto valido
ed è straordinario che Egli ci
chieda di farne parte, di farlo
nostro, di provare a verificarne
l’efficacia. Se siamo stanchi, demotivati, demoralizzati, ricordiamoci che lo Spirito di Dio è all’opera, proviamo a crederci,
proviamo ad essere quello che
già siamo in Cristo.
Marco Ayassot
della religione nella scuola materna, « dove gli alunni, data la
loro età, non capiranno la divisione tra chi si avvarrà e chi
non si avvarrà di tale insegnamento. L’attuazione degli accordi non potrà non creare discriminazione tra gli alunni ».
Gli insegnanti elementari, dal
canto loro, hanno sollevato allarmati interrogativi sull’anomalia rappresentata dallo stato giuridico degli insegnanti di religione, di nomina vescovile e di
fatto svincolata da qualsiasi possibilità di controllo da parte
dello Stato. « Come potrà esercitarsi la libertà d’insegnamento
se si è vincolati all’adesione a
una confessione religiosa? — si
chiede infatti la mozione del
Collegio dei Etocenti di scuola
elementare —. Quale influenza
avrà questo fatto sulla programmazione didattica e educativa
degli Organi collegiali di cui
l’insegnante di religione fa parte? ». 1
Il Consiglio di Circolo, quindi, nell’approssimarsi del termine ultimo fissato dal Ministero
per la scelta di avvalersi o meno dell’insegnamento confessionale cattolico — l’opzione dovrebbe essere compiuta entro il
7 lugl'o — ha inteso far sentire
la sua voce a tutti i genitori che
ancora fossero incerti sul da
farsi. E’ una voce particolarmente autorevole, perché unanime, e concordante con la posizione assunta dalla grande maggioranza dei docenti del Circolo. Ma, per altri aspietti, la mozione del IV Circolo chiama in
causa interlocutori che vanno al
di là delle famiglie degli scolari: i sindacati, per esempio, a
proposito del « mostro » giuridico rappresentato dallo status
singolare degli insegnanti di religione; o, anche, ogni persona,
per quel che riguarda l’oggettiva violenza contro i bambini che
sarebbe rappresentata dall’introduzione dell’insegnamento confessionàle nella scuola materna:
opportunamente il testo dell’organo collegiale ricorda la dichiarazione dei diritti del bambino
adottata dall’ONU : « Il bambino dev’essere protetto contro le
pratiche che possono portare alla discriminazione razziale, religiosa, e a ogni altra forma di
discriminazione ».
Storiche
La gita storica a Peumian di domenica 15 giugno è confermata col -programma indicato a suo tempo.
Ore 9: partenza da Santa Margherita
(con fermate successive alla Casa
Valdese, agli Appiotti, agli Aitali e
al Braccio di San Giovanni);
ore 10.30: culto a Peumian a cura del
pastore Giorgio Tourn;
ore 12: pranzo al sacco;
ore 14: rievocazione storica;
ore 16; visita al museo di San Germano;
ore 19: rientro.
Il trasporto sarà effettuato in pullman
fino a Peumian. Prezzo della gita approssimativo L. 8.000. Per informazioni
rivolgersi alla signora Jole TommasinI,
tei. 91059.
’• La terza gita storica prevista per
il mese di luglio a Galmount (Rodoretto] è stata spostata alla domenica
3 agosto in accordo con il maestro
Enzo Tron e il pastore di Prali per unificarla con l'incontro annuale del colle delle Fontane.
Dibattiti
TORRE PELLICE — L’Asilo Nido comunale, in collaborazione con la Comunità Montana Val Pellice - USSL 43,
organizza un incontro pubblico sul tema: « Il bambino 0-6 anni; quale scuola e quali esperienze -. L'incontro, che
si terrà nei iocali deil'Asiio Nido (Via
Guillestre) ii giorno giovedì 19 giugno alle ore 20.30, sarà condotto dal
dott. F. Agli.
Amnesty International
TORRE PELLICE — Il Gruppo in formazione « Val Pellice ■> di Amnesty
International promuove per giovedì
12 giugno, ore 17.15, alla Foresteria
Valdese (via Arnaud 34) un Incontro
pubblico sul tema; L’etpaitheid e la
situazione attuale in Sud Africa. Relatrice la dott.ssa Febe Rossi Cavazzutti. Seguirà un dibattito. Tutti sono
cordialmente invitati.
Raccolta funghi in Val Pellice
La Legge Regionale n. 32/82, all’articolo 22 stabilisce che;
La raccolta dei funghi è consentita previo riiascio di un tesserino
da parte della Comunità Montana nel cui territorio essa si svolge. Pertanto la Comunità Montana Val Pellice rilascerà appositi tesserini annuali.
Coloro che sono già in possesso del tesserino dovranno solamente
effettuare il versamento di L. IS.OOO sul c/c postale n. 31725104 indicando
nella causale del versamento « tesserino n... (indicare il numero del pro
prio tesserino). Quota rilascio tesserino raccolta funghi anno 1986», ed
allegare la ricevuta al tesserino.
Quanti fossero interessati ad avere per la prima volta nelTanno 1986
il tesserino personale, dovranno:
1) effettuare un versamento di L. IS.OOO sul c/c postale numero
31725104 intestato a « Comunità Montana Val Pellice - 'Torre Pellice (To) »
indicando quale causale del versamento: « quota per rilascio tesserino
raccolta funghi anno 1986»;
2) presentarsi muniti delie ricevute dell'avvenuto pagamento, di
n. 1 foto formato tessera, di n. 1 marca da bollo da L. 3.000 e di un docu_
mento di riconoscimento presso i Municipi dei vari Comuni nei giorni e
orari sottoindicati:
lunedi
martedì
mercoledì
venerdì
f venerdì
( mercoledì
giovedì
BIBIANA
BOBBIO PELLICE
BRICHERASIO
LUSERNA S. GIOVANNI
TORRE PELLICE
dalle ore 10 alle ore 12,00
dalle ore 9 alle ore 12,30
dalle Ore 9 alle ore 12,30
dalle ore 9 alle ore 12,30
dalle ore 9 alle ore I2;3’0
dalle ore 9 alle ore 11,00
dalle ore 9 alle ore 12,30
VILLAR PELLICE
SI RICORDA CHE:
La raccolta è consentita solamente nei giorni di LUNEDI’ - MERCOLEDÌ’ - SABA'TO (ad esclusione dei proprietari di terreno che effettuano la raccolta sul proprio fondo per i quali la raccolta è consentita tutto
l’arco della settimana).
Il controllo suH’osservanza della L.R. 32/82 e sul Regolamento della
Comunità Montana è affidato principalmente alle Guardie Ecologiche
Volontarie.
« Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi animo, io ho vinto il mondo ».
(G-iov. 16: 33)
E’ mancato aU’aiTetto dei suoi cari
Giovanni Reynaud
di anni 65
Lo annunciano con tristezza, ma fidenti nella Parola del Signore : la
moglie Anna Garrasi, la sorella Alice
col marito Gerald Imhof ed i parenti
tutti.
Aix les Bains, 1 giugno 1986
RINGRAZIAMENTO
« Quand’anche camminassi nella valle delTombra della morte,
io non temerei alcun male, perché tu sei con me ».
(Salmo 23: 4)
Il marito Franco, i figli Claudio e
Roberto unitamente a tutti i familiari,
esprimono la loro commossa ricono
scenza alle moltissime persone che
hanno dimostrato nei modi più svariati la propria comunione fraterna
per la morte della loro
Ivonne Riceli Peyrot
In modo particolare ringraziano le
comunità di Ferrerò e Villaseoca coi
rispettivi Pastori, il personale medico
sanitario degli ospedali ^ Pomaretto
e di Pinerolo, i vicini di casa.
Ferrerò - Vìllasecca, 28 maggio 1986
« Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli... ».
(1* Giov. 3: 14)
AlTetà di 83 anni ha concluso la
sua intensa giornata terrena, consacrata al servizio del -prossimo, il
Dr. Giorgio Jervis
neurologo
Ne danno l’annunzio la cognata Lucilla Jervis con i figlioli, e i cugini
Lìllina e Franco Quattrini.
Torre Pellice, 9 g'ugno 1986
RINGRAZIAMENTO
La mamma, il papà e il fratello
del caro
Mauro Pons
profondamente eommossi per la cosi
grande dimostrazione di affetto e sim*
patia espressa al loro caro, non potendo farlo singolarmente, ringraziano di
vivo cuore amici, parenti, conoscenti,
insomma tutte le gentili e numerose
persone che con fiori, scritti, parole
di conforto, opere di bene e presenza al
funerale hanno preso parte al loro immenso dolore e gli sono rimaste accanto in questa grave circostanza.
Luserna S. Giovanni, 11 giugno 1986
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia Medica ;
Notturna, prefestiva, festiva: presso Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia Farmaceutica :
DOMENICA 15 GIUGNO 1986
Perosa Argentina: FARMACIA FORNERIS - Via Umberto 1 - Tel. 81205.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte; Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
( Distretto di Pinerolo )
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva; Telefono 74464 (Ospedale Civile].
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva e festiva; Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia Farmaceutica ;
DOMENICA 15 GIUGNO 1986
Bibiana: FARMACIA GARELLA - Via
Pinerolo, 21 - Telef. 55733.
Bobbio Pellice: FARMACIA - Via
Maestra 44 - Tel. 92744.
Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pellice: Telefono 91.996.
12
12 uomo e società
13 giugno 1986
JOHN FIFE, PASTORE PRESBITERIANO IN ARIZONA, USA
Condannato il leader
dei "santuari"
« storicamente, i credenti che
sono stati perseguitati per una
causa giusta, alla lunga hanno
vinto. E sono sicmro che ciò accadrà anche qui ».
Questo è stato il commento
di Philip Willis-Conger, il giorno
dopo la sua condanna al processo contro la Chiesa^santuario
presbiteriana di Tucson, Arizona.
Processo che è durato molti mesi. Doveva concludersi a metà
febbraio; la sentenza del tribunale federale di Tucson è stata
invece emessa il 1° maggio: Condanna per otto degli 11 imputati.
L’accusa: aver introdotto clandestinamente negli Stati Uniti
dei profughi dall’America Centrale, averli aiutati ed ospitati.
Ora sono stati concessi due mesi per presentare appello. La
sentenza definitiva è prevista
per il 1° luglio.
Se verrà confermato il giudizio di primo grado, gli accusati
rischiano 25 anni di prigione e
30.000 dollari (circa 45 milioni di
lire) di multa.
Aumentano
i ’’santuari”
Del movimento dei « santuari» (cioè delle chiese che aiutano ed ospitano rifugiati dal
Centro America) il nostro giornale si è occupato a più riprese negli ultimi tempi.
E’ nato 4 anni fa, quando
quattro chiese si dichiararono
« santuario » per i rifugiati dal
Salvador e dal Guatemala. E’
r ^ ^
« L’Eco delle Valli Valdesi »: Rea.
Tribunale di Pinerolo n. 175.
RectaHori: Giorgio Gardioi. Paolo
Fiorio, Roberto Giacone, Adriano
Longo, Giuseppe Platone, Sergio
RIbet. Comitarto di redazione: I redattori e: Mirella Bein Argentieri,
Valdo Benecchi, Mario F. Berutti,
Franco Carri, Rosanna Ciappa Nitti. Bruno Gabrielli, Claudio H. Martelli, Roberto Peyrot, Massimo Romeo, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Liliana VIglielipo.
Direttore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione: Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - Tel. 011'/
655.278.
Redazione l’Eco delle Valli Valdesi:
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- 10125 Torino.
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00961 voi. 10 foglio 481.
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Decorrenza 1“ genn. e 1” luglio (semestrale) da versare esclusivamente sul c.c.p. 327106 intestato ■ L’Eco
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intestato a « La Luce: fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino
Stampa; Cooperativa Tipografica
Subalpina - 10066 Torre Pellice (To)
poi rapidamente cresciuto e conta oggi circa 300 chiese protestanti, cattoliche e sinagoghe
20 città (tra cui San Francisco
in California, e Seattle), ed uno
stato; il Nuovo Messico.
Gli appartenenti al movimento
sono convinti che questa condanna del 1° maggio farà aumentare i « santuari » in USA.
« Non si può fermare un movimento di fede semplicemente
mettendo la gente in prigione »
ha detto John M. Fife, pastore
della Chiesa presbiteriana di
Tucson e principale imputato.
E così continua: « Il risultato
di questo processo sarà che il
movimento dei santuari avrà
dei martiri in più. E ciò offre
sempre un senso di rinnovamento per ogni movimento spirituale ».
L’opinione del
governatore
Della stessa opinione è anche
il governatore del Nuovo Messico (finora l’unico stato-santuario USA). In una intervista al
New York Times del 6 maggio
ha paragonato gli otto condannati della Chiesa presbiteriana
di ’Tucson a Martin Luther King
ed al movimento per la lotta dei
diritti civili.
« Il Governo ricerca una impossibile vittoria. Finora ha speso per il precesso due milioni
di dollari (3 miliardi di lire),
pubblicizzando il nostro movimento. I credenti di qualsiasi
religione non saranno affatto intimiditi dalla sentenza ».
Il pubblico ministero, Donald
M. Reno, ha sostenuto durante
l’intero processo che questo rappresentava un caso di routine
riguardante Tintroduzione illegale di stranieri negli Stati Uniti.
Accusa in linea con le dichiarazioni dell’amministrazione Reagan, che sostiene che i rifugiati
dal Centro America entrano negli USA soprattutto per ragioni
di tipo economico (leggi: povertà) e che quindi non sono per
nulla diversi dalle migliaia di altri profughi provenienti da paesi
vicini e principalmente dal Messico.
Gli attivisti del movimento dèi
santuari sono invece di parere
opposto: i rifugiati non fuggono
la povertà (o non soltanto quella), ma la violenza dei regimi
del Salvador e del Guatemala
(appoggiati per giunta dal governo americano) ed hanno perciò diritto all’asilo secondo le
vigenti leggi sull’immigrazione.
E appoggiano la loro tesi con
testimonianze e fotografie di rifugiati che hanno subito violenze e torture prima di fuggire
dal loro paese.
’’Staffetta”
tra le chiese
L^aiuto che le 300 chiese del
movimento hanno fornito, negli
ultimi 4 anni, non è solo morale. Inizia solitamente con un
biglietto di autobus fornito al
SCOMPARE L’INIZIATORE DEL FEDERALISMO
Altiero Spinelli
In occasione della recente
scomparsa di Altiero Spinelli tutti i giornali hanno ricordato la
sua figura di pioniere dell’idea
federalista europea, per la quale
ha coerentemente lottato per oltre quarant’anni e ancora progettava altre lotte se la morte non
Io avesse stroncato prematuramente.
Intransigente antifascista, nel
1937, dopo dieci anni di galera,
era stato trasferito all’isola di
Vento tene, adibita a confino di
pohzia ed è a Ventotene che nel
1941, in piena guerra mondiale,
egli prepara un manifesto per la
Federazione Europea, che, in
barba alla polizia fasc'sta, varca
i confini deirisola e circola segretamente fra i gruppi dei più fidati antifascisti. Mario Rollier ne
ha una copia che porta a Torre
Pellice e fa leggere ai suoi amici.
Il 25 luglio 1943 cade il fascismo, si spera in un ritorno delle
libertà democratiche, presto represse dai provvedimenti restrittivi del governo Badoglio, ma almeno i confinati politici vengono
rimessi in libertà.
A Torre Pellice Alt ero Spinelli,
oltre che di Mario Rollier, era
amico del Dr. Manassero, titolare dell’antica Farmacia Muston,
nei locali della quale, al suo arrivo, egli tiene una prima r'unione,
poi gli incontri si susseguono in
casa Rollier, dove si riuniscono
anche dei giovani che poi diventeranno, dopo T8 settembre, gli
organizzatori della Resistenza;
fra questi anche Jacopo Lombardini e Francesco Lo Bue che furono fra i più ardenti federalisti.
(Non per nulla, in suo ricordo, la
sezione di Torre Pellice del Movimento Federalista Europeo è intestata al nome di Francesco Lo
Bue). A queste riunioni si deve
anche se Tideale federalista è
stato recepito dai partigiani della
Val Pellice. Basta sfogliare il
giornale clandestino « Il Pioniere » degli anni 1943-44 (nella recente ristampa anastatica, perché gli originali sono rarissimi)
per vedere come i princìpi e i
problemi della Federazione Europea e delle Autonomie vi siano
ampiamente trattai, mentre sono stati quasi ignorati dagli altri
giornali clandestini dell’epoca.
Anche la « Dichiarazione dei rappresentanti delle popolaz'oni alpine », redatta in occasione dell’incontro di Chivasso del 19 dicembre 1943, per influenza dei
quattro valdesi presenti e in particolare di Mario Rollier, riconosce che il quadro più adatto per
la realizzazione delTautonomia è
quello federalista.
Spinelli in seguito si trasferisce a Milano e durante la Resistenz milita anch’egli nel Partito di Azione, ma il suo primo impatto dopo la liberazione dalla
prigionia è stato col mondo delle Valli Valdesi. Non ho più avuto occasione di incontrarlo dopo
la sua partenza da Torre Pellice
e ho potuto seguire la sua attività solo dalle notizie che ne riportava la stampa, ma penso che
questo suo contatto col mondo
valdese possa esser stato per lui
di sprone nella lotta intrapresa
per la realizzazione di ouelTunità
europea che è stata lo scopo di
tutta la sua vita.
Osvaldo Co'isson
rifugiato nei pressi della frontiera, quando un nuovo caso viene segnalato, e continua con una
« staffetta » ininterrotta fino al
centro dove lo straniero verrà
accolto e nascosto. La « staffetta » comprende trasporto, vestiti, cibo, ospitalità ed assistenza
legale da parte dei volontari del
movimento.
« Questa catena include gruppi
cattolici, presbiteriani, episcopali, luterani ed altri » dice
Diane Trevino di Houston, Texas, della Chiesa Unitaria.
Migliaia di mani ignote, che
rischiano quotidianamente la
prigione per un atto di carità
umana e cristiana. Tutto è strutturato su base volontaria e con
una organizzazione quasi invisibile.
Tutt’al più un cartello fuori
delle chiese che si sono dichiarate apertamente santuario:
« Este es el santuario para los
oprimidos de Centro America».
Roberto Giacone
Stop nucleare
(segue da pag. 1)
— Quali sono gli aspetti della
vita della sua chiesa che metterebbe più in rilievo?
— Senza dubbio il ruolo significativo delle donne a ogni livello nella vita della chiesa. Anzitutto la qualità delle donne che
frequentano le nostre facoltà di
teologia per diventare pastore o
che sono anziane di chiesa o
semplici credenti; di conseguenza la profondità del loro pensiero, della comprensione teologica, della fede ed il coraggio del
loro impegno.
— Un’ultima domanda. Cosa ne
pensa dei nuovi movimenti fondamentalisti, che sembrano in
crescita negli USA?
— Certo, essi sono importanti
nella vita della nazione, specie
negli ultimi anni da quando sono divenuti molto attivi politicamente. Ma penso che la rifiessione superficiale sulla fede, la
visione « imperialistica » deÙ’Evangelo ed il rifiuto a prender a
sul serio finiranno per indebolìre questi movimenti. Ho Tinipressione che i loro leaders riconosciuti (penso ad es. a Jerry
Falwell, uno dei più in vista)
utilizzino le Sacre Scritture come un ubriaco si serve del lampione; più per appoggiarsi cne
per farsi luce.
A cura di Roberto Giacone
e Sergio Ribet
AMNESTY INTERNATIONA!
I prigionieri
del mese
Nel mese di aprile il Notiziario di A.I. ha sottoposto all’attenzione dei lettori i casi dei seguenti tre prigionieri per motivi di opinione, perché intervengano in loro favore:
ALI YAHIA ABDENNOUR
ALGERIA
Noto avvocato, di 65 anni, ex
Ministro e Presidente della Lega Algerina per i Diritti dell’uomo. E’ stato arrestato il .9 luglio
’85 con altre 22 iiersone ad Algeri. Il processo si è svolto tra
il 15 e il 19 dicembre delT85; è
stato condannato dalla Corte per
la Sicurezza dello Stato a 11
mesi di carcere per partecipazione ad associazione illegale,
intervento a raduni non autorizzati e distribuzione di volantini. Gli altri imputati, tranne
uno assolto, hanno ricevuto condanne da sei mesi a tre anni.
Si prega di inviare cortesi appelli per il suo rilascio e per
quello dei coimputati a;
President Chadli Benjedid
Office of thè President
Al-Mouradia - Algiers - Algeria.
ABDULLE RAGE TARAWEH
SOMALIA
Rinomato poeta, di 53 anni;
è stato arrestato nel 1982, quando lavorava, come organizzatore di manifestazioni artistiche,
al Ministero dell’Educazione Nazionale. Per quanto dalle denunce risulti che egli fu accusato di avere espresso nelle sue
poesie opinioni ostili nei riguardi del governo, non fu mai formulata ufficialmente un’accusa
precisa. E’ detenuto senza processo da 4 anni. Sembra che sia
in isolamento nel carcere del
Servizio di Sicurezza Nazionale
detto « il buco ». Secondo le denunce ricevute da Amnesty sarebbe stato torturato. In base
alla legge sulla detenzione preventiva del 1970 i sospetti oppositori del governo possono rimanere in carcere per un periodo indefinito senza accusa né
processo. Inoltre le condizioni
di prigionia in Somalia sono
particolarmente dure.
Si prega di scrivere con cortesia chiedendo la sua liberazione a:
His Excellency Mohamed Siyad
Barre
President of Somali Democratic
Republic
People’s Palace
Mocadishu - Somalia.
BIROL BAgOREN - TURCHIA
Ha 46 anni. E’ stato arrestato
il 15 marzo ’81 ed il suo processo è iniziato il 15 febbraio ’82
per terminare il 29 marzo ’85.
E’ stato accusato, come altre
287 persone, di far parte del
Partito comunista turco (TKP),
considerato illegale dal 1920. E’
stato condannato a 17 anni e 4
mesi di prigionia. Gli imputati
hanno dichiarato di essere stati
torturati durante gli interrogatori e, a riprova di ciò, nell’aula
del processo, hanno mostrato
sul loro corpo i segni della tortura. Inoltre hanno affermato
che le loro dichiarazioni estorte sotto tortura erano state usate come prove della loro colpevolezza. Nella prigione di Mamak, dove è rinchiuso Biro! Bagoren, secondo le denunce fatte
ad Amnesty, i pestaggi e i lunghi periodi di isolamento sono
frequenti.
Per favore, chiedere con cortesia (nell’interesse del prigioniero) il suo rilascio a:
Prime Minister Targut Ozal
Office of thè Prime Minister
Basbakanlik - Ankara - Turchia.
RILASCI E NUOVI CASI
A.I. ha appreso nel mese di
febbraio del rilascio di 100 prigionieri adottati o oggetto di
investigazione, ha assunto 150
nuovi casi.
PENA DI MORTE
A.I. ha appreso nel mese di
gennaio della condarma a morte di 84 persone in 22 paesi e
dell’esecuzione di 52 persone in
10 paesi.
A cura del Gruppo
«Val Pellice»
via Beckwith 8 - Torre Pellice