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ANNO LXXVII
Torre Pellice, 17 Ottobre 1941-XlX
N. 42
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
Riguardate alla roccia onde foste tagliati i
(Isaia Li, 1)
Sdiriimainàal«»i diell«k. C!hi«ixeai* Vaici«
Nulla sia più forte defla vostra fede t
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AÈBONAMENTI
Italia e Impero
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Ma Gesù gli disse: Lascia
i morti seppellire i loro, morti, ma tu va ad annunziare il
regno di Dio.
Luca 9: 60.
Non ci è facile oggi comprendere bene il significato dì queste parole dì Gesù; infatti cosa aveva esattamente chie, sto il discepolo ? Il parere anche degli
studiosi non è concorde in merito: secondo alcuni egli aveva un padre ormai
vecchio cadente al quale era lui che
provvedeva, secondo altri il padre era
morto appunto in quei giorni e si trattava di prendere parte alle varie manifestazioni di lutto che in oriente duravano parecchi giorni. Comunque la risposta di Gesù ci sembra assai rude: « lascia i morti seppellire i loro morti ». Vi
sono ragioni che noi non conosciamo per
le quali Gesù, sempre preoccupato che
i figli rispettino i genitori potesse in
quella occasione parlare così: non ci fermeremo quindi tanto su queste parole
mentre cercheremo invece di meditare
le altre che sembrano in rpodo particolare rivolte a noi. Infatti in questo consiste il senso profondo delle parole di
Gesù: Bisogna che i suoi discepoli sappiano sollevare il loro sguardo dalle
proprie preoccupazioni al proprio dovere spirituale trasformando così il proprio sacrificio in un atto di fede.
Sollevare il proprio sguardo dalle nostre preoccupazioni al nostro dovere innanzi tutto. In quell’istante la suprema
preoccupazione di quel giovane al quale
Gesù parlava era quella di tributare degno onore alla memoria del padre, di essere giudicato figlio devoto da quanti lo
conoscevano, il Maestro lo chiama all’adempimento di un dovere più alto:
quello di annunziare il Regno di Dio. Il
desiderio di porgere l’estremo tributo di
affetto, il desiderio di avere una reputazione di figlio pio certo hanno un
grande valore inquanto rientrano nel
comandamento divino di onorare i genitori: ma più che non i comandamenti
che ci impongono doveri verso gli uomini debbono valere quelli che ci ricordano doveri verso Dio ed il discepolo di
Cristo deve essere pronto a dimenticar
se stesso, le proprie ambizioni e la propria famiglia quando lo impongono gli
interessi della causa di Dio: « Lascia altri onorar la memoria di tuo padre, a
te stesso spetta il compito di annunziare
il regno di Dio !»
Anche per noi, per noi specialmente
in quest’ora è grave il pericolo di lasciarci sopraffare da preoccupazioni di
ordine essenzialmente terrestre. Sembra naturale essere preoccupati oggi !
Siamo in periodo di guerra ed essa potrebbe essere per noi molto più ricca di
sacrifici di quanto, grazie a Dio, essa
non lo fu fino ad oggi. Come non preoccuparci pensando a questi sacrifìci ? E
come non preoccuparci pensando a tutti
quelli che soffrono ansiosi per la sorte
di qualche loro caro? E queste sono preoccupazioni non che prendono il posto di
altre ma che si aggiungono a quelle che
fanno il corredo di viaggio di tutti gli
uomini su questa terra: ansietà per il
- proprio domani, per il lavoro che si può
perdere o che forse non si trova, per la
salute nostra o di nostri cari, per la vita
morale e spirituale di persone che ci
sono affidate, ansietà di tutti i generi
che ci rendono vecchi prima del tempo,
che cancellano tante volte il sorriso dal
nostro volto scavandovi invece rughe
profonde. Ebbene in questo momqpto il
Maestro ci invita, dimenticando queste
nostre preoccupazioni per quanto logiche esse siano, a posare il nostro sguardo sul nostro dovere: « Ma tu va ed
annunzia il Regno di Dio ». Dobbiamo
in quest’ora « annunziare il Regno di
Dio » 0, se preferite essere il sale della
terra, la luce del mondo ». Infatti è proprio nei momenti di crisi che il credente
è chiamato ad essere luce che risplende, nei momenti in cui sembra che il
male possa trionfare che egli deve essere sale della terra, nei momenti in cui
le preoccupazioni sembrano soffocare
l’uomo che il credente deve dare l’esempio della serenità. In ogni guerra è sempre sembrato che le passioni più basse
dell’uomo trionfassero; in questa guerra siamo chiamati, ad essere di esempio
mostrando come i credenti sappiano adempiere scrupolosamente, i loro doveri
dì cittadini. Per annunziare il Regno di
Dìo, per essere sale della terra non è necessario modificare radicalmente le nostre condizioni di vita; non è necessario
salire su di un rogo o distribuire i nostri
averi ai poveri; qualcosa di più semplice e molto più grande Gesù chiede da
noi: egli ci chiede di vivere tutta la nostra vita come dei credenti. Tutta la nostra vita, cioè ogni giorno, ogni ora, come dei credenti; dì non rinnegare mai
quei principi che proclamiamo santi e
giusti, di avere sempre il senso della
presenza dell’Eterno in tutto quello che
facciamo. Questo sembra forse poco; ma
in realtà è tutto ! Tutto quello che Dio
ci chiede e tutto quello che occorre perchè noi portiamo la nostra pietra alla
erezione di quel meraviglioso edificio
che è il Regno di Dio !
E il sacrificio delle nostre preoccupazioni deve diventare per noi un atto di
fede. Notate mentre Egli chiama il figlio ad annunziare il Regno di Dio Gesù lo rassicura: il padre non rimarrà
senza tributo estremo; saranno « i morti », gli uomini non preoccupati della vita eterna, che si preoccuperanno delle esequie funebri! A lui spetta soltanto
l’atto di fede, al resto Dio provvederà. E
questo atto di fede non deve forse diventare il nostro di tutti i giorni? Del resto riflettiamo bene: a che serve il nostro preoccuparci ? Come potremo modificare il nostro avvenire e l’avvenire
dei popoli noi che siamo incapaci di mutare il colore di im nostro capello, di allungar di una spanna la nostra vita ? Ma
quello che non possiamo fare, Dio lo fa
lui per quelli che hanno fede. Le sue
promesse conservano tutto il loro valore
e nel nome di Dio Cristo ha promesso
che tutto sarà sopraggiunto a coloro che
sono innanzi tutto preoccupati della giustizia e del Regno di Dio. Nel nome dì
Dio Gesù ci ha esortati a non essere con
Direttore: Prof. OINO COSTABEL
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pellice
” E D A 71 O N_E Via Arnaud, 27 - Torre Pellice
Ogni c ^*iL-,-mento am^^rizzo costa una lira
.Cent, la conia
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ansietà solleciti del domani (Matt. 6:
33:34). I miracoli della fede non sono finiti; quella fede che portò benedizioni
ad Abramo, che fece vincere a Gedeone
i Madianiti, che fece salir Davide sul
Irono, che guarì il cieco di Gerico, il paralitico di Betesda, che diede mille vittorie all’apostolo Paolo, che permise a
Pietro ed a Giovanni di guarire lo zop|>o di Gerusalemme, quella fede che fu
la forza di tutti i credenti di tutti i tempi deve essere anche la nostra suprema
ricchezza, oggi, mentre vogliamo compiere l’ordine che abbiamo ricevuto e
con maggior entusiasmo che mai ci accingiamo ad essere sale della terra, luce
del mondo.
?
La guerra di oggi è stata definita la
^erra dei nervi: come non mai si è in
essa fatto pressione sul sistema nervoso
per obbligar i popoli a cedere: vincerà
hon tanto chi avrà mezzi maggiori-jna
ehi avrà nervi più saldi. Possa la nostra
fede in Dìo, che provvede e che ci è Padre, rendere incrollabile il nostro siste
ma nervoso: possa la nostra testimonianza fedele spingere tanti e tanti a
trovar il loro rifugio nella fede in Dio,
la loro serenità nel pensiero che il Regno di Cristo viene. A. Rihet.
rtbf.Kf\Z\0m DELLE
UNIONI VALDESI
Convegno Generi ile nel
TEMPIO DEL CIABAS
J)ome ìica 26 Oitobre c. m.
ore 15
j/ìrgo nenia :
La Parola di Dio
Circolare della Commissione del T Dislredo
Ai Signori Pastóri e Membri dei Concistori
CARI FRATELLI,
Mentre in tutte le parrocchie si sta riprendendo il lavoro autunnale, con rinnovato ardore di fede e con nuova speranza, vogliamo anzitutto ricordarvi la
decisione che umilmente e sotto lo
sguardo del Signore, la Conferenza Distrettuale di Pomaretto ha presa, invi• tandovi a promuovere una campagna di
appello, di testimonianza e di risveglio
in tutte le parrocchie delle Valli.
La necessità in cui ci troviamo di approfondire la nostra vita spirituale è vivamente sentita da molte anime, e questo bisogno cercheremo di diffondere
maggiormente, trattandone dai pulpiti,
nelle varie riunioni, nelle visite, nelle
Circolari parrocchiali e nell’Eco delle
Valli Valdesi. Non temiamo di umiliarci
e non esitiamo a parlar chiaro. Trattiamo dei problemi cruciali della nostra
vita, con tatto, ma in piena sincerità, in
riferimento ai rapporti con i vicini di casa, con i membri delle stesse famiglie, e
ancora dei rapporti fra giovani e giovanotte, dei rapporti con la nostra terra,
con la Chiesa e soprattutto dei nostri
rapporti con la nostra fede e con Dio.
La Commissione si riserva di farvi
più tardi conoscere alcuni particolari su
questa campagna di appello, nella certezza che al Signore piacerà di benedire
gli sforzi compiuti nel Suo Nome, e
vorrà chiamare le anime al pentimento.
L’essenziale è che in ogni parrocchia,, in
ogni quartiere, in ogni più remoto casolare dei nostri monti si faccia fin d’ora
strada una persuasione più profonda, che
sotto molti aspetti della nostra vita spirituale, con i suoi necessari riflessi sulla
vita morale e culturale, noi dobbiamo
risvegliarci.
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Il Sinodo si è preoccupato della formazione degli anziani e diaconi del nostro distretto.
In vista di istituire o intensificare
quanto possa contribuire alla formazione di anziani e diaconi spiritualmente
viventi ed ecclesiasticamente preparati,
sono state date alcune indicazioni pratiche, di cui voi cercherete di tener conto
nei limiti del possibile. Sappiamo che in
alcune parrocchie già si è deciso di istituire dei corsi per mettere in grado degli anziani di presiedere delle riunioni
in assenza del Pastore. La Commissione
distrettuale si mette a disposizione dei
Concistori che desiderassero delle indicazioni più precise per lo svolgimento di
questi corsi, e invitiamo pure ; Concistori a voler menzionare nei loro rapporti annui quanto avranno potutq fare
in ottemperanza alla raccomandazione
sinodale.
Raccomandiamo vivamente alla vostra attenzione la « Guida dell’anziang »
di cui la Commissione delle pubblicazioni sta curando la stampa, e che speriamo
possa uscire del corso del prossimo novembre.
E finalmente vi invitiamo a voler
partecipare unanimemente ai due Convegni per pastori, anziani e diaconi che
avranno luogo, il primo a Pomaretto
sabato 1° novembre, alle ore 9.30 nei locali della Scuola Latino, e il secondo a
Torre Pellice domenica 2 novembre, alle
ore 14.30 nella Sala Unionista, gentilmente concessa.
I Signori Presidenti dei Concistori sono pregati di far conoscere in tempo utile al Pastore di Pomaretto il numero
dei partecipanti.
♦ ♦ ♦
In relazione alla campagna di appello,
sarebbe opportuno che ogni parrocchia
facesse pervenire per due o tre settimane L’Eco delle Valli Valdesi a tutte le
famiglie che ancora non sono abbonate
a questo giornale. E pertanto vi preghiamo di voler trasmettere all’amministrazione del medesimo, entro la fine del
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L’ECO DELLE-VALLI VALDESI
mese corrente, l’elenco delle famiglie
della vostra paTrrocchia, con l’esclusione
di quelle già abbonate, il cui elenco vi
verrà quanto prima trasmesso.
Farete cosa utilissima, non solo per la
diffusione del giornale, ma sopratutto
per la vita spirituale della vostra parrocchia, se vorrete nello stesso tempo organizzare la raccolta degli abbonamenti.
Per quello che riguarda la campagna
finanziaria, la relazione della Venerabile
Tavola, come il Sinodo stesso, si sono
profondamente rallegrati perchè l’aumento globale del 50 per cento nelle
contribuzioni è stato raggiuntò, ,: e in
qualche caso oltrepassato.
Tuttavia permetteteci un duplice avvertimento.
Anzitutto, 'come è già stato chiaramente spiegato, lo sforzo dello scorso
anno dev’essere ad ogni costo mantenuto. I motivi di preoccupazione sono
ancora ben lungi dall’essere scomparsi,
e se vogliamo resistere nel grande travaglio dell’ora 'presente, è necessario
che ognuno senta la propria responsabilità e compia con gioia il proprio dovere.
Ma se abbiamo dei motivi di riconoscenza per lo sforzo compiuto, riconosciamo che non tutti hanno ancora risposto all’appello urgente della loro
Chiesa, e i Rapporti finanziari delle nostre parrochie contengono ancora troppe cifre di contribuzioni addirittura
irrisorie.
Vi preghiamo quindi di non desistere
dall’opera di persuasione individuale e
Collettiva da voi già così energicamente iniziata, cercando in ogni modo di
raggiungere ogni singolo membro di
Chiesa ,affinchè non ci sìa nessuno che
il prossimo anno non abbia sentito il
bisogno di recare il proprio aiuto alla
sua Chiesa.
E in relazione allo sforzo finanziario
della nostra chiesa vi preghiamo urgentemente di ricordarvi del nostro Collegio. Mentre ci riserbiamo di farvi conoscere quanto prima qualche dettaglio
sulle necessità impellenti di questo nostro Istituto, possiamo fin d’ora dirvi
che l’affluenza degli alunni ha costretto
la Venerabile Tavola ad aumentare il
numero dei Professori e a sdoppiare la
prima classe della Scuola Media. E questo, mentre vengono a mancare certe entrate dell’Istituto, ci obbliga a ricorrere
con fede alla generosità degli amici del
Collegio, e a ricordare il dQ.bito d’onore
che gli antichi alunni di questo Istituto
hanno contratto.
Senza darvi nessun ordine, formuliamo l’augurio che, grazie all’aumentato
introito delle contribuzioni ordinarie,
tutte le parrocchie possano contribuire
per questo Istituto proporzionalmente al
versamento alla Cassa Centrale, e crediamo che un aiuto efficace potrebbe
essere offerto se questa proporzione
fosse volontariamente accettata nella
misura del 5 per cento.
Vi comunicheremo più tardi quali
Parrocchie riceveranno la visita ordinaria di Chiesa. Intanto studieremo se sia
il ccLSo di recare qualche modifica a queste « visite », affin di renderle sempre
più utili e rispondenti al loro scopo.
Non abbiamo bisogno di ricordarvi
quello che è stato la nostra costante
preoccupazione da mclti anni: ì nostri
catecumeni. Quest’anno non essendovi
state ammissioni è ora in corso di attuazione l’anno di prova per i giovani che
chiederanno di essere ammessi alla S.
Cena. Vi ricordiamo che secondo l’unanime decisione, durante quest’anno di
prova i catecumeni non saranno abbandonati a loro stessi. Anzi con particolare
sollecitudine, i Concistori veglieranno
affinchè questi cari giovani frequentino
i culti e le varie attività della Chiesa; i
Pastori procureranno di avere con loro
delle conversazioni personali, in modo
che essi giungano al momento della loro
ammissione in Chiesa con una prepara-*'
zione spirituale ed ecclesiastica più adeguata.
guri per Voi e per il vostro lavoro, i riostri più cordiali saluti nel Signore.
Torre Pollice, 13 ottobre 1941-XIX.
La
Il Sinodo si è preoccupato anche quest’anno del problema dei disseminati,
cioè dei Valdesi emigrati dalle loro parrocchie per stabilirsi in località della
pianura, dove non possono godere del
ministero regolare della Chiesa. Saremo
vivamente gratVnon solo ai Concistori,
ma a tutti quelli che vorranno segnalarci gli indirizzi di questi Valdesi dej.la
diaspora. In seguito stabiliremo quale
cura pastorale più efficace potremo
stabilire nei loro riguardi.
Commissione Distrettuale:
Roberto Nisbet, Pastore, Presidente
Pons dott. Carlo, Vice-Presidente
Umberto Bert, Pastore, segretario
UN MASSAGGIO
Ricevete insieme ai nostri fervidi
au
lii occasione del tricentenario della
nascita di Enrico Arnaud, il pastore
Ludwig Zeller, che svolge il suo ministero nella parrocchia stessa ove Arnaud
fu pastore ed ove è sepolto, Schònenberg, manda per mezzo nostro a tutti j
suoi amici Valdesi un affettuoso messaggio di solidarietà, anche in nome dei
Valdesi del Würtemberg; messaggio che
ricambiamo fraternamente.
IH CUNEO
Il grande melo del mio orto non è
più. Dopo avere per più di mezzo secolo prodigato i suoi doni preziosi portando ogni autunno regolarmente il suo carico di frutta succose e allungando nei
caldi pomeriggi d’estate sulla piazzetta
del villaggio la sua ombra favorevole
ai misteriosi cicalecci delle comari e ai
gravi -conversari degli uomini maturi,
piuttosto che finire a poco a poco in una
sterile decrepitudine, ha preferito morite di una morte eroica; in un furioso
temporale della scorsa primavera, stornando dalle case circostanti il pericolo
mortale, ha attirato su di sè il fulmine e
ne è rimasto schiantato. Tutto quello
che ne rimane ora è una catasta di legna segata e spaccata che servirà a far
bollire la pentola della cuoca ed un
grosso ceppo destinato esso pure ad allietare il focolare domestico ma che rimane per il momento un grave problema perchè, per essere bruciato, deve
prima essere spaccato e fatto a pezzi. „•
Un grave problema di fisica applicataci
senza dubbio, perchè si tratta di un e-._
norme ceppo, vero groviglio di nodi e..„
radici, viluppo inestricabile di fibre in-"
terseoantesi in tutti i sensi, ma proble^
ma non insolubile al legnaiuolo che, .
senza avere aperto mai un libro di fisica, sa d’istinto e per esperienza servirsi delle leve di tutti i gradi e applicare due leggi fisiche importanti, quelle
della fbrza viva e del piano inclinato. *
Sicuro del fatto suo si è munito di due
ìstrumenti efficacissimi, una mazza e
pochi cunei. Un esame accurato del suo
soggetto ed eccolo senz’altro al lavoro.
Il problema più delicato è di sapere affondare il primo cuneo nel punto giusto: tutto il resto verrà da sè. Il punto
è scelto ed ecco che, spinto dai colpi poderosi della mazza, il cuneo s’affonda
lentamente nel legno. Già sta per essere
sommerso completamente come una nave colpita da siluro nemico s’inabissa
nel mare, quando si sente nell’interno
un leggerissimo scricchiolio ed appare
accennata, alla confluenza di due radici,
una sottilissima incrinatura. Siamo a
a buon punto. Un secondo cuneo viene
insinuato nella fenditura, poi un terzo,
finché il ceppo comincia a sbadigliare e
tosto si apre in due come le valve di
un’ostrica sotto la leva del coltello.
Il fatto, in sè stesso, non potrebbe essere più banale, ma a me esso appare
come il simbolo della nostra storia e ad
un tempo del Progresso (con la maiuscola) che presiede ai destini misteriosi
di questo misterioso universo. Vi sono,
già l’abbiamo veduto, dei Cristiani che
non credono al progresso, perchè sono
vittime di due preconcetti. Essi credono
da una parte che la Creazione si sia conclusa tutta in un lontano passato e che
dalla fine della prima memorabile settimana il Creatore si stia riposando in un
Sabato senza fine ai margini del Creato
beandosi dell’opera compiuta e accon
tentandosi di vedere il mondo andare per
il suo verso. Credono d’altra parte che
la Creazione sia stata per l’Onnipotente
come un giuoco da bambini e che il
« fiat » misterioso da cui soh nate tutte
le cose possa in certo qual senso paragonarsi ad un colpo di bacchetta magica.
Appare vero tutto il contrario e nasce
spontanea in noi la persuasione non solo
che la Creazione sia continuamente in
atto, ma che essa, come tutto quanto ha
fatto e fa Dio per noi sia il frutto da parte sua di fatica e di sofferenza, (si ricordi se non altro il sanguinoso dramma
dell’Incarnazione). Comunque si voglia considerare, nelle sue ultime reaità, il misterioso universo che ci avviluppa, esso ci si presenta come una specie
di dualismo, come una lotta tra due elementi opposti e contrastanti, tra un dinamismo attivo e conquistatore al quale
noi Cristiani diamo gli attributi di coscienza e di bontà, e un impedimento h
nerte che gli si drizza contro come un ostacolo. Quest’ostacolo, la materia, viene vinto e sottomesso progressivamente
dal dinamismo, cioè dallo Spirito di Dio,
in un processo dì creazione che è una
lenta, laboriosa e dolorosa ascesa a livelli gradatamente più evoluti. A comprendere con le nostre facoltà limitate
quale sia in uno dei suoi aspetti più tipici il processo di questa evoluzione ci
può servire la nostra parabola, nella
quale il ceppo simboleggia il cuore umano e con esso tutto quanto nella natura si oppone alle forze trasformatrici
dello Spirito, il legnaiuolo simboleggia
il Creatore, il cuneo simboleggia in uno
dei suoi molteplici aspetti il processo
con cui il Dinamismo creatore si attua
progressivamente e dalla materia inerte
ed ostile nasce penosamente una vita
sempre più complessa ed alta.
E’ evidente che, se si considera il progresso come una evoluzione regolare
che si compie senza sforzo su di un
largo fronte unito e rettilineo, quella
infinitesima frazione della storia che
cade sotto la nostra esperienza sembrerebbe piuttosto escluderlo che provarlo.
Ma la storia non procede in quel modo
semplicista, essa procede a guisa di cuneo. Il cuneo non è solo lo strumento
dello spaccalegna, ma lo strumento di ogni progresso. Procedere a cuneo, significa far convergere e puntare nel minimo spazio possibile tutti gli sforzi di penetrazione per superare un ostacolo resistente. Dalla falange macedone, formidabile cuneo dì petti corazzati penetrante nelle schiere nemiche, sino ai
metodi di guerra più sapienti e più moderni, tutta la tattica militare si ispira
al cuneo. Nessun generale si proporrà
mai di far avanzare il suo esercito o di
spostare le sue trincee su di un fronte
unito e rettilineo, ma cercherà di indovinare i punti deboli del dispositivo avversario e di sfruttare le possibili falle
della sua corazza difensiva per insinuar
vi a guisa di cuneo delle punte ardite
atte a scardinarla.
Così procedono gli uomini e non sono stati ,èssi ad inventare la tattica del
cuneo: l’hanno semplicemente copiata
dalia Divina Natura che nè ha fatte un
uso costante. I cunei di cui si serve
la Provvidenza, limitandoci alla sola
storia deU’umanità, sono i popoli e gli
individui.^ I popoli anzitutto. Ogni popolo, è una punta ardita che io Spirito
lancia alla conquista della materia; cgnuno di essi riceve da Dio una missione particolare ben definita; ognuno di
essi perciò è nell’azione determinata che
gli è assegnata, un popolo eletto. Se
ai popoli semitici viene affidato il compito di tener viva la fede nella monarchia assoluta di Dio, ai popoli iranici
viene affidato quello di allargare e approfondire il concetto della Divinità
mentre, al popolo Greco viene affidato
quello di liberare lo spirito umano, e
al popolo Romano, quello di coltivare
e propagare il senso della giustizia sociale e della solidarietà umana.
La stessa specializzazione poi che si
nota tra i vari popoli si manifesta nelle
diverse epoche di uno stesso popolo. Anche qui come sempre la storia procede
a cuneo. Nel Medio Evo per esempio
l’umanità cristiana, assoggettandosi ad
una lunga e penosa macerazione della
carne, conquista una certa autonomia
dell’anima dì fronte al corpo, ma rimane vittima delle più assurde superstizioni in cui s’impiglia come in una ragnatela. Il Rinascimento suona la diana della liberazione per il Senso e la
Ragione, ma i più alti valori spirituali
ne rimangono alquanto offuscati. L’epoca contemporanea, facendo passare in
seconda linea ogni altra preoccupazione,
sembra, nell’ebbrezza delle sue scoperte, essersi proposto unicamente il dominio dell’uomo sulla natura.
La missione specialissima affidata ad
un popolo o un’epoca determinati, se
li rende particolarmente adatti a raggiungere i fini proposti, li rende però
incapaci di applicare ugualmente la loro attività in altri campi; il progresso
globale è però effettivo perchè le esperienze singole vengono a sommarsi per
il vantaggio generale, ed in definitiva
l’umanità, sebbene a scatti irregolari,
procede lentamiente verso mete sempre
più alte.
Come per i popoli così per gli individui. Ogni singolo individuo, nell’economia generale, riceve una missione tutta
particolare che è chiamato a compiere.
Chiunque tu sia, amico lettore, ricco o
povero, dotto o ignorante, tu hai il tuo
compito particolare che nessuno può e
deve fare aH’infuori di te. Non dire mai,
in nessuna circostanza della tua vita,
nemmeno nella malattia, nemmeno
nella, decrepita vecchiaia: io sono un
essere inutile, non ho più nulla da fare
su questa terra. Non è vero; sempre hai
qualche cosa da fare. Se non puoi operare con la tua azione puoi operare con
la tua pazienza, con la tua fede, col tuo
amore. Non tutti sono destinati a quel
che comunemente si suole chiamare
delle grandi cose, ma a tutti è dato di
mantenersi fedeli alla missione ricevuta. S. Tron.
PERSONAUA
Ci rallegriamo vivamente con il colonnello Giulio Martinat il quale, oltre ad essere stato insignito della medaglia d’argento per il valore dimostrato
durante la campagna in Grecia è stato
ultimamepte decorato della Croce di
Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia per i suoi meriti militari e intellettuali."
Le famiglie Rocchi e Malacrìda, nella
impossibilità di rispondere direttamente
alle numerose lettere ricevute in occasione del grave, recente lutto che le ha
colpite, ringraziano con riconoscenza:
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« La fabbrica è di poco momento, sii^tuata nei foresti presso al monte, lontana da Lusei;na e, dalla strada pubblica,
dove tutto intorno gli abitanti sono
^i>della religione... » Così nel 1632 una
supplica dèi Valdese dì S. Giovanni
® presentava il suo tempio, cui un editto
del 1620 aveva imposto di « murare le
porte » ; luogo di culto, segno d’indomato amore, e di implacabile odio, la
^sua “tona è già stata più d’una volta
magistralmente, narrata.
Qui vorremmo solo ricordare al viandante che se il Ciabas tiene, nella storia dello spirito, un posto di avanguardia, esso ha pure il suo posto, dovrebbe pure avere il suo posto fra i templi
eui la riconoscenza dei figli riconosce
il carattere di monumento nazionale.
'/ Al viandante, vorremmo dire che le
lapidi che adornano le nudi pareti del
Tempio son degne di essere lette ; esse non sono solo l’esortazione di imprese umane, elenco di titoli e di uffici, ma un’affermazione solenne che sembì^a nella sua semplicità riecheggiare il
/ grido dell’antico patriarca : « Seppelli. temi coi miei padri... nel campo di Macpela ».
Eccone una, famosa: quella del barone Leutrun. In sonoro latino essa dice:
' « Qui riposa Federico Leutrun - che
-Valenza, Alessandria, Cuneo - riconquistò, salvò, difese - dell’italica libertà,
_,^vindice - dei popoli delizia - dei nemici
terrore - ora cenere - Morì in Cuneo il
|16 maggio 1755 ». Sonoro è, ed incisivo
hueramente il latino, che così in poche righe ricorda tutta la vita trionfale di quel
Ped. Leutrun, che, nato nel castello di
Karlchausen il 27 giugno 1692, a Pfor2heim nel Badén, di nobile, famiglia, a
33 anni era tenente colonnello di Vittorio Am.edeo II; e nel 1744 maggior
generale di fanteria con Carlo Emanuele III: « Servator Cuneensis urbis»:
fee sole, parole che evocano uno dei più
gloriosi episodi della nostra storia, ed a
cùi Camillo Fresia ha recentemente
Consacrato un interessante studio:
gstratto dal Libro: « La provincia di Cuneo nella luce della sua virtù guerriera », presentato dal P. N. F. al Fondatore dell’Impero, Duce del Fascismo,
Benito Mussolini in occasione della sua
seconda visita a Cuneo, il 20 maggio
1939-XVII». Latino sonoro, scolpito nel
marmo; cui risponde sonoro l’eco che
talora può cogliere ancora il viandante:
Drinta d’Turin soldà e sgnor
prinsi e marches son ’n dolor;
tute le daime, coni e harón
ploro la mort ’d barón Litron...
Ca cousta poura qualonque dnè
Barón Litron mi t’ veui salvé... »
« Oh! me boun Re, l’or e l’argent
d’ nans a la mort vaio pi gnent ».
« Ma disme ’n poc, Barón Litron,
t’ veuli nen meujri da Cristian bon?»
« Ringrassio tanto Vostra Corona...
Diso na cosa, Dio ’m perdona:
Son na’ barbet, son nà alman ».
« Barón Litron, s’ias da muri,
dova t’ veurrji ess’ sepelí ?
« La cara Coni chi mi Vai salvà,
e anche ’n pò scandalisà,
dev pa buteme la pena eterna...
l’è mej ca m’ sotro >nt la Val Lusetna;
con i barbèt là ’m sotraran,
e là ’I me cheur s’arposrà tan... »
« « ♦
Non ti pare, viandante, che il canto
popolare animi stranamente la figura
guerresca ? « Là, nel Chabas, il mio
cuore riposerà tanto ! » E purtroppo non
tanto doveva riposare il barone Litron,
chè l’asprezza dei tempi e l’avidità degli uomini dovevano turbare il suo eStremo bramato riposo, e solo il 15 ottobre 1925 il comm. D. Jahier, a nome
della Società di Studi Valdesi poteva
annunziare che la tomba era stata riconsacrata.
«
Accanto a lui, ecco un altro fedele
servitore del Re di Sardegna, che il 28
luglio 1771 con onori militari entra nel
Chabas: Giacomo U. Sprecher de Bernezzo, colonnello d’un reggimento grigione. Poi nel 1780 è il barone Zieten,
colonnello d’un reggimento tedesco, e
maggior generale delle armate del Re di
Sardegna.
E prima di loro, nel 1760 il generale
P. A. Roy, nobile Bernese, che comandò un reggimento mandato in Piemonte
al Re di Sardegna dairalleata repubblica Bernese.
E prima ancora nel 1705, il baronetto
Riccardo Shirley, e neh 1746 il generale
Suiber, e nel 1747 l’ambasciatore baronetto Tommaso Wentv^orth...
Poi, nel 1817, l’ultima iscrizione:
La beneficenza ha qui m,eritato posto
a Maria Susanna Onorata Chanforan
nata Appia...
* * *
Sic transit gloria mundi ! Si potrebbe
forse qui arrischiare un... piccolo squarcio di retorica: evocare questi cortei militari, i soldati che rendono gli onori ai
capi in quel rozzo tempio « situato nei
foresti », e che forse taluno di essi ha
minacciato negli anni passati, il contrasto tra la cattedrale sontuosa della ricca pianura, e le nudi pareti della chiesetta sul monte; le folle, « prìncipi e
marchesi » che hanno pianto il barone,
e gli hanno dato l’ultimo addio, laggiù
in Cuneo e Torino, le grandi; e i rudi alpigiani che hanno chinato la fronte nel
primo saluto della terra ospitale... Si potrebbe forse, ma pochi leggerebbero;
del resto il Ciabas parla lui, senza retorica, al viandante che a lui si avvicini
con rispetto. Cl.
■1 «mi#«» di f-arai^lia
(Meditazioni preparate sai testi del (ktendario Biblieo dèlia Chiesa Morava)
Istitnto FenuDioile Valdese (]j Vallecrosia
Doni ricevuti dal 1° luglio al 30 settembre 1941: Signore e Signori: Maria
Nicosia, Catania, nel 15° anniversario
della morte del padre, L. 15 - Giovanna
Monnet, Torino, 10 - Maria Jon Scotta,
Torino, 50 - N. N., Fiume, 100 - Edv.
Silviani, Id., in memoria del padre, 200
- Colletta di Pasqua, Abbazia, 21,60 Gaspare Gandini, Milano, 100 - Ina
Pons Koella, Rapallo, 50 - Avv. G. S.
Peyrot, Torre Pellice, 25 - Selma Longo,
Roma, 50 - Alberto Talmone, Torre Pellice, 50 - Unione Cristiana, Villasecca,
40 - Viglielmo Amandina ed Elena, Id.,
40 - Peyrot Stefano, Id., in memoria di
Enrico Peyrot, 20 - Chiesa di Villasecca,
30 - Jon Scotta Laura e Giulio, Torino,
1000 - Giuseppina Primo Rostagno, Id.,
500 _ Società di cucito. Via Quattro
Novembre, Rom,a, 1500 - Lelia e Guglielmo Jalla, Vallecrosia, in occasione
battesimo, 50 - Chiesa di Fiume, 320 Antonio Peta, Montecilfone, 20 - Chiesa di Torino, 675 - Comm. Vittorio Beretta, Roma, nel nome del Signore e alla dolce memoria di Anna, Emanuele
Beretta e di Anna Moeghen, 2000 - Lisa
e Davide Pons, Vallecrosia^ 100.
La Direzione deU’Istìtuto ringrazia
sentitamente tutte le persone che hanno
contribuito per l’Opera nostra e ricorda
che*i doni sono più che mai necessari
per i tempi che attraversiam,o. Questa
lista rappresenta i doni di tre mesi ed il
totale di essi raggiunge appena un quarto del nostro fabbisogno trimestrale.
Indirizzare i doni al sig. Davide Pons
- Direttore - Piani di Vallecrosia (Imperia) - Conto corrente postale N.
4-4076.
Fiori in memoria di Nancy Peyrot, per
Orfanotrofio dì Torre Pellioe: Emma
Boer Long, Aia, L. 100.
In memoria di Fanny Coisson nata Constantin, per Orfanotrofio di Torre
Pellice: Ida Jalla, L. 10.
Lunedì Lettura: Salmo 9.
20 Ottobre « Ogni cosa Ei Gli ha posto
sotto i piedi, e l’ha dato per capo supremo alla Chiesa, che è il corpo di Lui,
il compimento di colui che porta a com
j pimento ogni cosa in tutti »
(Efesini 1: 22-23).
E’ un vero cristiano non necessariamente colui che appartiene ad una
! Chiesa storica, bensì colui che, essendo
stato preso dalla grazia di Dio, è divei nuto un uomo nuovo, un cittadino del
Regno dei Cieli, e che si sforza di comportarsi in modo degno della sua cittadinanza celeste. Il capo di questa
Chiesa universale composta da tutti i
veri credenti è uno solo: Cristó, il Sommo Pastore della Grande Greggia. QueI sta Chiesa è il corpo stesso di Cristo;
essa è il « complemento di Cristo », in
quanto che Gesù ha bisogno della Sua
Chiesa Universale per compiere la Sua
opera, redentrice; ma la Chiesa ha ancor-più bisogno di Cristo poiché Egli
« porta a compimento ogni cosa in tutti », e cioè senza di Lui non possiamo
far nulla. « Da Cristo, eterno capo della Chiesa, infallibile, invisibile agli occhi della carne ma visibile agli occhi
della fede, fluisce la vita, la vita vera,
la vita spirituale per tutto il rimanente del corpo. Esaminiam.o noi stessi e
domandiamoci qual’è la parte della nostra vita cristiana che è manchevole
e che ha bisogno di essere completata;
e poi in Alto lo sguardo ! E’ Lui che
completa ogni cosa in tutti !
Lettura: 2 Corinzi 9: 6-15.
21 Ottobre « Cristo ci ha affrancati pterchè fossimo liberi; siate dunque saldi
e non vi lasciate di nuove porre sotto il
giogo della schiavitù!» Galati 5: 1.
Prima di Cristo l’umanità non aveva
speranza di salvarsi dallo stato di peccato in cui si trovava; Dio aveva dato
al popolo di Israele una Legge, ma quella non faceva che accrescere nell’uomo
il senso della sua colpevolezza, giacché egli sentiva benissimo di non poter
ubbidire sempre ad ogni dettame di
Dio. Cristo è venuto perciò ad affrancare ruom,o dal peccato e dalla sua inevitàbile conseguenza: la schiavitù.
Ora S. Paolo esorta i Galati a resistere alle lusinghe di certi dottori giudaizzanti che avrebbero voluto imporre
loro nuovamente il giogo di tante pratiche legali.
Quanti sono invero i gioghi e le schiavitù che minacciano oggi ancora i cristiani ! Ogni peccato è schiavitù, ed ogni
sua forma, perciò, cerca . di allettare
l’uomo talvolta anche con una maschera seducente, e talvolta persino ccn una
leggera parvenza di giustizia! Il valore esagerato che possiamo dare talvolta all’opinione pubblica, la tentazione
di attribuire un valore meritorio alle
nostre opere, ovvero la tentazione di
dare eccessiva importanza religiosa a
certe forme, riti e tradizioni umane,
quante minaccio alla nostra libertà spirituale !
Mereoledì Lettura: 2 Corinzi 10: 1-6.
22 Ottobre « Se tu conoscessi il dono di
Dio e chi è che ti dice: Dammi da bere,
tu stessa glie ne avresti chiesto, ed egli
t’avrebbe dato dell’acqua viva ».
Giovanni 4: 10.
Ciò che preoccupa il Salvatore è di
portare un raggio del Suo divino messaggio nell’intimo della Samaritana.
Egli cerca anzitutto di destarne l’attenzione e la curiosità col capovolgere
in poche parole la situazione: non è
più lui, l’uomo israelita, che supplica
una donna nemica di dargli un po’
d’acqua: è bensì la donna - afferma Gesù - che dovrebbe venire supplicante a
Lui, ed Egli non le negherebbe ciò
ch’essa domanderebbe: il dono della salvezza che Dio ha offerto all’umanità
che a causa del peccato non poteva certamente sperare la vita eterna. E tutti i doni della misericordia di Dio si
riassumono in una persona: quella del
Salvatore. Gesù dà a chi viene a Lui,
l’acqua viva: il Suo divino Spirito, simile ad un’acqua purissima che lava
le impurità del cuore rumano, un’acqua fresca e limpida che disseta l’affaticato pellegrino nel suo viaggio verso
l’eternità.
Giovedì Lettura: 2 Corinzi 10: -7-18.
25 Ottobre « Appressatevi a Dio, ed Egli
s’appresserà a voi » * S. Giacomo 4: 8.
Dio è vicino; ma vi sono troppo spesso degli ostacoli che c’impediscono* di
gustare, di approfittare del privilegio
di avere Dio vicino a noi; e queste difficoltà le dobbiamo allontanare. Tale
appunto è il pensiero di S. Giacomo
allorquando c’invita ad « appressarci a
Dio » : non che da noi stessi ci possiamo elevare verso Dio; ma facciamo intanto il nostro possibile aspirando ad
una comunione sempre più intima col
nostro Dio, offrendoGli sempre meglio
il nostro cuore carico di peccato affinchè Egli lo purifichi con la sua grazia:
non dimentichiamo di appressarci a Dio
con la nostra preghiera supplichevole: è
ben poco da parte nostra, è vero; ma
se quel poco è sincero, Dio se ne appagherà.
Venerdì Lettura: 2 Corinzi: 11: 1-6.
24 Ottobre « jj mietitore riceve premio
e raccoglie frutto per la vita eterna,
affinchè il seminatore e il mietitore si
rallegrino insieme » S. Giovanni 4: 36.
Gesù aveva avuto un còlloquio con
una donna samaritana presso il pozzo di
Giacobbe; indi molti Samaritani, per la
testimonianza della donna, erano stati condotti alla fede. Gesù allude allora alla gioia che Egli ed i discepoli provarono al termine di quella giornata
in cui l’Evangelo aveva fatto tanto progresso.
Ma non sempre succede nello stesso
m.odo: non sempre il successo di una
predicazione evangelica produce degli
effetti così limmediati. Ben lo sanno
tanti cristiani che cercano di portare
nel mondo un raggio della loro fede,
la parola e l’opera della loro testimonianza fedele; e quante volte non si sentono essi presi dallo scoraggiamento
quando, dopo aver faticato, pare che
tutto sia stato inutile ! Ma la parola di
Dio ci assicura che la nostra fatica non
è vana se è fatta « nel Signore » : seminiamo la semenza dell’Evangelo in noi,
attorno- a noi; preoccupiamoci di compiere questo nostro dovere, e Dio farà germogliare e crescere, il seme da noi
gettato quando a Lui piacerà.
Sabato Lettura: 2 Corinzi 11: 7-21.
25 Ottobre « E il mondo passa via con
la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio dimora in eterno »
1 Giovanni 2: 17.
Noi troviamo la parola « mondo »
usata nel Nuovo Testamento in 2 sensi
diversi: 1) in senso comune di insieme
di cose fisiche e di beni materiali; 2) nel
senso cattivo di sede del peccato, di
manifestazioni di desideri egoisti e sensuali, di concupiscenze^ decisamente
contrarie alla Parola dì Dio. Ed ecco
l’atteggiamento del credente di fronte'
al mondo in senso comune: egli deve
servirsi con lode e riconoscenza dei talenti che Dio gli ha dato quaggiù, tenendo ben presente ch’egli ne dovrà
render conto più tardi, e che quelle
cose materiali non gli appartengono per
sempre. Ma diverso è l’atteggiamento
del credente di fronte al m,ondo in senso cattivo: egli non lo deve assolutamente amare: amare Dio e amare il
mondo è una contraddizione come quella di voler servire contemporaneamente due padroni nemici fra di loro. Chi
invece si affeziona alle cose di Dio e
cerca di praticarle vivrà in vita eterno poiché Dio è eterno.
E’ comparso il secondo volume del
MsQaale d’Istnizione Religiosa
sotto il titolo di
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Nel testo sono riprodotte ben 16 illustrazioni, e due fuori testo.
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
CRONflCfl VAILDESE
LUSERNA SAN GIOVANNI. Sabato
scorso 11 ottobre, è stato celebrato nel
nostro Tempio il matrimonio del sig.
Federico Caffarei, impiegato municipale, con la sig.na Emilia Malati. Rinnoyiamo agli sposi i nostri migliori auguri di benedizioni e di felicità.
— Domenica prossima 19 corr. avremo il privilegio di udire, al culto principale, il pastore sig. Roberto Nisbet,
che ci parlerà deìl’opera della diaconessa cristiana.
— Da Monte Carlo ci è giunta la dolorosa inattesa notizia della dipartita,
dopo breve malattia, della sig.na Alice
Gaydou, dei Boeri, all’età di anni 27.
Alle sorelle ed ai fratelli in lutto inviamo le nostre profonde sentite condoglianze.
— Asilo per vecchi di San Giovanni.
Elenco di donatori: Cassa Risparmio di
Torino, L. 300 - Pavarin Rosina, 10 Porta, 20 - A. Rosati Buffa, 15 - N. N.,
25.
PERRERO MANIGLIA. Domenica
prossima 19 corrente celebreremo il 75°
anniversario della costruzione del tempio di Perrero-Maniglia. Vi sarà un culto unico alle ore 10.30. Verrà celebrata
la Santa Cena. Tutti vi sono cordialmente invitati. Speriamo avere una rappresentanza della Parrocchia dei Chiotti.
— Sono stati celebrati i battesimi di
Peyran Chiarina Evelina, di Enrico e di
Poet Alina (Grange), e di Poet Rosalba
di Eraldo e di Poet Clementina (Roccia). Dio benedica questi teneri agnellini
della gregga del Signore !
POMARETTO. La domenica 5 ottobre durante il culto nella Cappella del
Clot Inverso Rinasca è stata presentata
al S., Battesimo la bimba Leidet Adriana
Franca di Leaglio e di Corveglìo Irene,
e la domenica 12 ottobre durante il
culto nel tempio il bimbo Baldi GianFranco Lorenzo di Giuseppe e di Garrou Alice. La grazia del Signore dimori
con questi fanciulli onde possano essere
sempre la gioia dei loro genitori.
— L’assemblea di Chiesa avrà luogo
la domenica 26 ottobre nel tempio, immediàtamente dopo il culto. Ne prendano nota fin d’ora tutti i membri di Chiesa e facciano in modo di essere presenti.
' — Domenica scorsa sono stati distribuiti i premi di profitto della Scuola domenicale di Pomaretto. Sono stati premiati: Mathieu Laura, Laetsch Marta,
Jahier Elda, Mathieu Lucilla, Costantino Eligio, Baret Elsa, Prandini Alina,
Lageard Viola, Castagna Emilia, Tourn
Oreste, Castagno Ilda, Cauda Renato,
Bouchard Arturo, Paolasso Ilda.
— La Scuola domenicale di Pomaretto riprenderà le sue lezioni domenica prossima 19 corrente, alle ore 9,
nel tempio.
TORRE PELLICE. Tutti i catecumeni del prima anno (classe preparatoria),
del secondo, del terzo e del quarto
(quelli che hanno terminato l’istruzione
catechistica) devono trovarsi in chiesa
domenica 26 corrente, alle ore nove.
— Abbiamo avuto domenica scorsa
una interessante rievocazione storica
tenuta dal prof. Attilio Jalla, il quale
ha parlato del pastore e condottiero
valdese Enrico Arnaud, in occasione
del terzo centenario della sua nascita:
nel tempio dei Coppieri, anzitutto, dove
si svolse parte dell’attività di Arnaud;
poi nel cortile della casa, ora Rostan,
dove passò alcuni anni della sua vita;
infine, ai Bouissa, dove esisteva la
scuola, che chiameremo superiore, frequentata da Arnaud - ora casa Rivoir.
Il prof. Jalla fu vivamente ringraziato dal numeroso pubblico accorso ad
udirlo. Speriamo ch’egli continuerà a
darci di tanto in tanto di queste conferenze di storia valdese, dette sui luoghi stessi dove si svolsero gli avvenimenti ricordati, conferenze con lusinghiero successo iniziate l’estate scorsa.
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ARTI GRAFICHE « L’ALPINA » - Torre Pellice
Indirizzi di Chiese Valdesi
Angrogna — Pastore : Arnaldo Comba.
Angrogna (Serre) — Cand. Theol.
Edoardo Aime.
Bobbio Pellice — Pastore : Alberto
Ricca.
Luserna San Giovanni — Pastore : Lorenzo Rivoira.
Massello — Pastore : Enrico Tron.
Perrero — Pastore : Oreste Peyronel.
Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu.
Prali — Pastore: Arnaldo Genre.
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda.
Ptarostino — Pastore : Umberto Bert.
Riclaretto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodoretto — Pastore : Arnaldo Genre.
Rord — Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin.
Torre Pellice — Pastore : Giulio Tron.
Villar Pellice — Pastore : Roberto Jahier.
Abbazia — « Chiesa di Cristo » - Culto
ore 16 — Pastore : Carlo Gay, da
Fiume.
Aosta — Chiesa: Via XXIII Marzo, 1
— Pastore Vittorio Subilia - Via 23
Marzo, 1.
Barga — Chiesa Valdese (da Pisa).
Bari — Chiesa Valdese — Pastore : A.
Miscia - Via Tanzi, 33.
Bergamo — Chiesa : Viale Vittorio
Emanuele, 4 — Pastore : Mariano
Moreschini - Viale Vittorio Emanuele, 52.
Biella — Chiesa : Piazza Funicolare Culto la 1®, 3®, 5® Domenica del mese
(da Ivrea).
Bordighera — Chies» al Plani di Vailecrosia — Pastore : Davide Pons Piani di Vallecrosia (Imperia).
Borrello — Chiesa Valdeg* (da Carua
chio).
Brescia — Chiesa : Via dei Mille, 4 —
Pastore : Davide Fornèron, ivi.
Brindisi — Chiesa Valdeae : Via Congregazione (da Taranto).
Caltanissetta — Chiesa : Via B. Gaetani, 50 (da Riesi).
Campobasso — Chiesa Valdese - Past.
P. V. Panasela - Via Gianleonardo Palombo, 8.
Carema —- (da Ivfea) - 2* Domenica.
CarunchHc — Chiesa Valdeae — Pastore:
Liborio Naso.
Casteleveners — Chlaaa Valdese (da
Napoli).
Catania — Chiesa ; Via Naumachia, ËO
— Pastore : Teodoro Balma, ivi.
Cerignola — Chiesa Valdese (da O»
sara).
Como — Chiesa : Via Rusconi, 9 — Pastore ; Carlo Lupo - Via T. Grossi, 17.
Coazze — Chiesa Valdeae — Pastore r
Francesco Lo Bue.
Corato — Chiesa Valdese : Corso Ma«zini, 27 (da Bari).
Cormaior* — Chiesa Valdese — Pastore : Vittorio Subilia.
Felontco Po — Chiesa Valdese — Pastore Lami Coisson.
Firenze — Chiesa : Via del Serragli, 49“
— Pastore : Emilio Corsani, ivi —
Chiesa : Via Manzom, 21 - Pastore :
Tullio Vinay, ivi
Fiume — Chiesa : Via Pascoli, 6 e 8=
(Culto ore 10) — Pastore : Carlo Gay,
Salita F. Colombo, 8.
Forano Sabino (Rieti) — Chiesa Valdese — Pastore : Enrico Pascal.
Genova — Chiesa : Via Assarotti —
— Pastore : Francesco Peyronel Via Curtatone, 2.
Grottaglie — Chiesa Valdese (da Taranto).
Grotte (Agrigento) — Chiesa Valdese
(da Riesi).
Ivrea — Chiesa : Corso Botta, 5 — Pastore : Arturo Vinay - Casa Ravera Via Cascinette.
La Maddalena — Chiesa Valdese (da
Roma).
Latiano — Chiesa Valdese (da Taranto).
Livorno — Chiesa : Via G. Verdi, ? —
Pastore : Alberto Ribet, ivi.
Lucca — Chiesa : Via G. Tassi, 18 (da
Pisa).
Mantova — Chiesa : Via Bacchio, 5 (da
Felonica). f,
Messina — Chiesa : Via Laudamo, 18
— Pastore : Seiffredo Colucci - Via
Laudamo, 16.
Milano — Chiesa : Piazza Missori, 3 —
Pastore : Enrico Tron - Via Euripide, 9.
Napoli — Chiesa : Via Duomo, 275 —■
Pastore : Achille Deodato - Via Cimbri, 8.
Orsara di Puglia — Chiesa Valdese —
Cand. Theol. Gustavo Bouchard.
Pachino — Chiesa Valdese.
S'a
Palermo — Chiesa Valdese : Via Spezio, 43 — Pastore : Neri Giampiccoli, '4||
IVI.
Chiesa Valdese (da
Pescolanciano
Carunchio.
Piani di Vallecrosia — Pastore : Davide
Pons - Istituto Femminile Valdese.
Piazza Armerina — Chiesa Valdese (da
Catania).
Piedicavallo — Chiesa : Via Carlo Ai- ^
berte - 2® Domenica del mese (da
Ivrea).
Piombino — Chiesa Valdese (da Livorno).
Pisa — Chiesa : Via Derna, 15 — Pa- ' j
store : Attilio Arias - Viale Giovanni ■ " [
Pisano, 33. j
Reggio Calabria — Chiesa Rione Sa»
Marco : Via Possidonia, 4 (da Mes- ^
sina).
Ri«si — Chiesa Valdese : Via Faraci, I
— Pastore : Enrico Corsani.
Rio Morina — Chiesa Valdese (da Li
vorno). 'lif
Rocchenere — Chiesa Valdese (da Messina).
Roma — Chiesa di Via IV Novembre,
107 - Pastore : Virgilio Sommani, ivi
— Chiesa di Piazza Cavour - Pastore : Paolo Bosio - Via Marianna
Dioxiig, 57.
Sulle — Chiesa Valdese (da San Già- '¡j
corno).
Sampierdarena — Chiesa : Via A. Cantore, 16 — Pastore : Alfonso Alessio Via Milano, 8-F - Genova. J
San Giacomo degli Schiavoni — Chiesa^.
Valdese - Past. P. V. Panasela (ivi).
Sanremo — Chiesa : Via Roma, 8 — j
Pastore : Giovarmi Bonnet, ivi.
Santa Lucia di Quistello — Chiesa Val- .
dese (da Felonica).
4IÍ-,