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IL REGNO DI DIO
È PACE E GIUSTIZIA
«Il regno di Dio non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia,
pace e gioia nello Spirito Santo»
Romani 14,17
■\JON è facile tradurre in termini
jV moderni le parabole con cui Gesù
descrive il regno di Dio. Diremmo che
il regno è il rovesciamento di ogni nostra realtà individuale e collettiva. È il
nostro contrario, è la possibilità di Dio
non la nostra, tanto che il Nuovo Testamento lo descrive come pazzia, debolezza, croce. Il regno di Dio è Cristo,
non noi. È lui, la sua vita, la sua morte, la sua risurrezione; è il punto di ripimento per comprendere il regno e
in che senso esso è il nostro contrario.
Nel capitolo 14 dell’epistola ai romani, Paolo fa un breve ma significativo
riferimento al regno di Dio in un contesto di dissidio comunitario che, col
tempo, rischia di degenerare: i già maturi nella fede giudicano con sufficienza i cosiddetti deboli perché collegano ancora la propria vita cristiana
all’osservanza di pratiche di origine
ebraica (o gnostica?) riguardanti i cibi
e i giorni speciali. L’apostolo, pur
schierandosi con i più maturi, richiama energicamente tutti al rispetto delle convinzioni altrui.
PER la nostra cultura moderna e
occidentale è impensabile che, in
una comunità di credenti, l’assunzione di certi cibi o il rispetto di certi giorni possa portare al pregiudizio e al
giudizio degli uni contro gli altri. Oggi
si è intolleranti per ragioni di ordine
morale, politico, sociale, religioso, razziale. Eppure, afferma Paolo, per
quanto importanti e «buone» possano
sembrare le proprie ragioni, esse appartengono alla natura umana e
quindi alle cose penultime e provvisorie. Chi accetta Ge.sù Cristo come suo
personale Signore e Salvatore ne dirrentacompagno di viaggio, imparada
lui a sottomettersi alla signoria di Dio,
d scopre meschino e quindi costantemente insoddisfatto di se stesso, apprezza i fratelli e le sorelle che gli sono
uccanto, per i quali Cristo è morto perene fossero amati, perdonati, accolti,
eompresi da Dio, indipendentemente
dalle buone qualità di ciascuno. Ecco
perché Paolo strappa dalle mani della
eemunità dei credenti ogni pretesa di
esprimere un giudizio negativo sui
^'uiversi». Parlo significherebbe disprezzare il fratello, la sorella e quindi
rendere vano il sacrificio di Cristo.
\r^RE il Regno è altro. Il Regno è
» giustizia, pace, gioia nello Spirito
ferito. È giustizia perché i
________I_______la morte e ri
urrezione di Cristo rende «giusti»,
roe accettevoli e graditi a Dio. Il poeta rrui vita è ora segna
mia gratuità del perdono, non può
ri amare e perdonare il suo simile. È
nella sofferenza e nelle difHnii ^ pace dalla sofferenza e
difficoltà.
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J m mondo. È la gioia del Regno,
jUj®aenr'fa una specie di purificazio
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ne attende la realizzazione:
^ dalle proprie ansie e conceni^ rittenzione sul Dio che viene. Acregno di Dio con atti di giupace e di gioia è esercitare un
jpjftoro «nello Spirito Santo», essere
rh a Dio e approvati dagli uomini.
Franco Casanova
SI TIIMANAM-: DKi.LK ( HIKSK KVANCKIJCIIK BAJTÍSTE, MIVIODISTE, VALDESI
Rinviato di una settimana il termine dell'ultimatum della Nato al presidente jugoslavo
Kosovo: c'è una via di uscita?
Il Consiglio ecumenico delle chiese ha espresso soddisfazione per l'accordo strappato al serbo
Milosevic. Appello alle chiese per sostenere gli sforzi delle agenzie umanitarie per i profughi
JEAN-JACQUES PEYRONEL
TRECENTOMILA civili in fuga,
25.000 case rase al suolo, più di
200 villaggi distrutti, agghiaccianti
episodi di pulizia etnica: questo il
bilancio di otto mesi di guerra nel
Kosovo, a tre anni dalla fine del micidiale conflitto nella Bosnia-Erzegovina. Una tragedia annunciata
fin da quando, nel 1989, il governo
di Belgrado decise di togliere al Kosovo l’autonomia concessa da Tito.
Da allora i kosovari albanesi, che
rappresentano il 90% di una popolazione di circa 2 milioni di abitanti, misero in atto una originale strategia di «resistenza nonviolenta»,
autorganizzandosi sulla base di ancestrali strutture familiari. Così
continuarono ad eleggere (illegittimamente) il proprio Parlamento e
a gestire le proprie scuole. Le ultime «elezioni» si erano svolte regolarmente il 22 marzo scorso e, malgrado gli appelli al boicottaggio
lanciati dall’opposizione, la partecipazione al voto era stata massiccia e aveva visto la vittoria di
Ibrahim Rugova, rieletto «presidente», e della sua «Lega democratica
del Kosovo» (Ldk). Ma pochi giorni
prima, all’inizio di marzo, era avvenuto il massacro della Drenica, zona centrale del Kosovo, ad opera
della polizia speciale serba, una
strage che ha acceso la miccia di
questa nuova polveriera balcanica
e che ha segnato l’uscita in campo
aperto di quel misterioso «Esercito
di liberazione del Kosovo» (Uck), fino ad allora praticamente sconosciuto, creato due anni prima fra la
diaspora albanese kosovara emb
grata in Germania e in Svizzera e
sostenuto dai seguaci dell’ex presidente albanese Sali Berìsha, nonché dagli albanesi macedoni.
Anche questa volta però, l’Europa è rimasta impotente, aspettando
che l’Onu e gli Usa alzassero la voce
nei confronti del presidente jugoslavo, lo stesso che si era fatto garante degli accordi di Dayton per la
Bosnia-Erzegovina. Ma la risoluzione 1199 del Consiglio di sicurezza
delI’Onu, che ordina a Milosevic di
ritirare le sue truppe speciali, è stata
presa il 23 settembre scorso, quando ormai si era già consumata questa nuova tragedia balcanica. Anche
questa volta, è la sorte dei profughi
ad aver fatto scattare la volontà politica di fermare il massacro. Quando 300.000 persone fuggono da una
terra grande come l’Abruzzo e non
esitano a varcare l’Adriatico con
bambini in tenera età (il 41% della
popolazione kosovara ha meno di
15 anni) pur di trovare un rifugio,
diventa chiaro a tutti che quello che
sta avvenendo non è una semplice
operazione di polizia contro un pugno di «terroristi» albanesi del Kosovo, come ha sempre sostenuto il
governo di Belgrado.
Anche questa volta ci è voluta la
minaccia d’intervento della Nato e
l’accanimento del negoziatore
americano Holbrooke per strappare all’uomo forte di Belgrado una
parziale accettazione della risolu
zione Onu. In un comunicato dei
14 ottobre, il Consiglio ecumenico
delle chiese (Cec) ha accolto con
sollievo questa disponibilità del
presidente serbo, pur riconoscendo che l’accordo faticosamente
raggiunto è ancora ben lontano dai
termini della risoluzione Onu. Tuttavia, esso allontana il rischio di un
intervento Nato che non avrebbe
altro effetto che portare acqua al
mulino della propaganda nazionalistica di Milosevic.
Il Consiglio ecumenico lancia
dunque un appello a tutte le parti
coinvolte affinché accettino la risoluzione Onu nella sua interezza,
«rinuncino immediatamente all’uso delle armi, inizino senza indugi leali negoziati per una soluzione
giusta e duratura del conflitto in
Kosovo, e cooperino con il procuratore del tribunale internazionale
per la Jugoslavia nella denuncia di
violazioni dei diritti umani che
rientrino nella giurisdizione del tribunale». Il Cec lancia infine un appello a tutte le sue chiese membro
affinché sostengano generosamente gli sforzi delle agenzie umanitarie impegnate in Kosovo per facilitare il ritorno dei profughi.
Tuttavia è per ora difficile dire se
i profughi accetteranno di tornare
nelle loro case che non esistono
più. Il dilemma politico di tutta la
faccenda rimane intatto: mentre
l’Onu esclude ogni ipotesi di indipendenza, ormai la maggioranza
degli albanesi kosovari sembra non
accontentarsi più di una semplice
autonomia. Insamma, la soluzione
del rebus balcanico appare ancora
lontana, tanto più che, dopo il Kosovo, potrebbe scoppiare la questione Montenegro, l’altro «stato
sovrano» della nuova Repubblica
federale di Jugoslavia, l’unico che
ha uno sbocco sul mare. Un’altra
tragedia annunciata?
Premio Nobel per la pace
Insigniti i nordirlandesi
Trimble e Hume
Il Premio Nobel per la
pace conferito al protestante David Trimble e al
cattolico John Elume, protagonisti dei processo di
pace in Irlanda del Nord,
dà ulteriore speranza per
il buon esito di un difficile
cammino. David Trimble,
53 anni, professore universitario, attuale primo
ministro dell’Ulster, ha
guidato e spinto il Partito
unionista, il maggior partito protestante nordirlandese, a sottoscrivere l’«accordo di pace del Venerdì
santo». Trimble ha un
passato da duro oltranzista, poi convertitosi su posizioni liberali. John Hume, 61 anni, insegnante.
già leader nel 1968 del
movimento per i diritti civili, guida il Partito socialdemocratico e laburista, il
più grande partito cattolico dell’Irlanda del Nord.
Naturalmente, un processo di pace così complesso
non può essere frutto del
solo impegno di due uomini, pur coraggiosi e determinati: non si possono
dimenticare l’altro leader
cattolico, Gerry Adams, il
premier britannico Tony
Blair e il suo ministro per
l’Irlanda del Nord, la signora Mo Mowlam, il senatore Bob Mitchell, il negoziatore americano, e
naturalmente le chiese
protestanti e cattolica.
Verso un governo D'Alema
Forse più di sinistra
certamente più cattolico
Prima l’«Avvenire», il
settimanale dei vescovi
italiani, poi l’agenzia di
stampa cattolica «SirServizio informazione religiosa», infine il quotidiano del Vaticano «L’osservatore romano» da
giorni ripetono all’unisono: «Sono ora indispensabili soluzioni istituzionali a tempo determinato» e non altre «scorciatoie» rappresentate, a
quanto si capisce, da un
governo D’Alema. Puro
esercizio della libertà
d’opinione? Forse. Anche
se dovrebbe stupire che
la stampa ufficiale di uno
stato estero (il Vaticano)
indichi persino che tipo
di governo si deve dare lo
stato vicino (l’Italia) con
con cui intrattiene rapporti diplomatici che non
prevedono questo tipo di
«ingerenza».
Se a questa campagna
«di opinione» si aggiungono le «voci» perentorie
secondo cui il prossimo
governo dovrà rispettare
maggiormente i «valori
cattolici» nel campo, per
esempio, della scuola privata (sempre citata al primo posto, vera emergenza per i vescovi) e della
famiglia, allora le preoccupazioni di noi protestanti sulla reale laicità di
BIBBIA
«Ed erano perseveranti»
di WINFRID PFANNKUCHE
A PAGINA 2
MEMORIE
Ricordare Willy Jervis
di GIORGIO BOUCHARD
A PAGINA 5
SCUOLA
Una mentalità nuova
di CALVEni, QIROLAMI, MERLO
APAtaNA©
EDITORIALE
L’enciclica Fides et ratio
di DOMENICO TOMASEnO
A PAGINA IO
I COMMENTO
Fare diaconia
questo paese non possono che aggravarsi. (e.b.)
di GABRIELE DE CECCO
L
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
venerdì 23
2hobre
«Udite queste cose,
essi furono
compunti nel
cuore, e dissero
a Pietro e agli altri
apostoli: “Fratelli,
che dobbiamo
fare?”. E Pietro a
loro: “Ravvedetevi
e ciascuno di voi
sia battezzato
nel nome di Gesù
Cristo, per il
perdono dei vostri
peccati, e voi
riceverete il dono
dello Spirito Santo.
Perché per voi
è la promessa, per
i vostri figli, e per
tutti quelli che sono
lontani, per quanti
il Signore, nostro
Dio, ne chiamerà".
E con molte altre
parole li
scongiurava e li
esortava, dicendo:
“Salvatevi da
questa perversa
generazione”. (...)
Ed erano
perseveranti
nelVascoltare
l’insegnamen to
degli apostoli e
nella comunione
fraterna, nel
rompere il pane
e nelle preghiere.
Ognuno era preso
da timore; e molti
prodigi e segni
erano fatti dagli
apostoli. Tutti
quelli che
credevano stavano
insieme e avevano
ogni cosa in
comune;
vendevano le
proprietà e i beni,
e li distribuivano
a tutti, secondo
il bisogno di
ciascuno. E ogni
giorno andavano
assidui e concordi
al tempio,
rompevano il pane
nelle case e
prendevano il loro
cibo insieme, con
gioia e semplicità
di cuore, lodando
Dio e godendo il
favore di tutto il
popolo. Il Signore
aggiungeva ogni
giorno alla loro
comunità quelli
che venivano
salvati»
(Atti 2, 37-47)
«ED ERANO PERSEVERANTI...»
Il contìnuo confronto del nostro fare con quello dei primi testimoni tiene sveglia
in noi la domanda «Che dobbiamo farei». Non possiamo fuggire la realtà di Dio
WINFRID PFANNKUCHE
Nel capitolo 2 degli Atti sia1 ■ ■
mo al giorno di Pentecoste,
festa di nascita della giovane
Chiesa universale, il battesimo
di una vita nuova, una vita vissuta nello Spirito di Gesù Cristo.
Gesù Cristo ormai è ritornato
dal Padre celeste, ma a differenza di noi quando dobbiamo ritornare dal Padre celeste, non
ha lasciato dietro di sé vuoto,
lutto, disperazione, solitudine:
abbiamo la sua parola, la sua
promessa: «Ed ecco, io sono con
voi tutti i giorni, sino alla fine
dell’età presente» (Matteo 28,
20). Per questo siamo qui, oggi,
e per questo ci saremo ancora
domani, «sino alla fine dell’età
presente». Alla fine del giorno di
Pentecoste resta però un grosso
punto interrogativo.
Fratelli, che dobbiamo fare?
Lf EFFETTO di tutte quelle coI se che ricordiamo insieme
nella nostra confessione di fede
cristiana evangelica, alla fine, è
una domanda sobria, semplice,
quotidiana; «Che dobbiamo fare?». Sembra così poco, la fine di
un sogno. Invece è tantissimo,
l’inizio della realtà di Dio nella
nostra vita quotidiana: porsi seriamente questa domanda fra
fratelli e sorelle, e là dove nasce
la comunione fraterna, la chiesa.
Porsi ogni giorno, ogni mattina
questa domanda: «Che devo fare? Che cosa ti aspetti da me, o
Dio?», e pregare, aprirsi alle infinite possibilità dell’amore di
Dio, ed è là dove nasce l’amore
di Dio nella tua vita quotidiana.
«Che dobbiamo fare?», nessun
vescovo, nessun papa, nessuna
chiesa ci può dare risposta. Non
chiederti: «Che cosa si aspetta
da me la mia chiesa?»; non si
aspetta nulla da te, ma tutto, insieme a te, dal Signore. Insieme
cerchiamo risposta nella sua parola. Ascoltando le parole dell’evangelista Luca credevo di
sentire la voce di un membro di
chiesa ultrasessantenne; «Una
volta eravamo in tanti, una volta
eravamo più uniti, una volta si
cantava, una volta ci accontentavamo di così poco, una volta
eravamo felici...». Una volta eravamo più vicini alla Scrittura?
C'era una volta...
«U NA volta»: una parola
Preghiamo
Quando penso alla chiesa,
la vorrei tanto come essa non è:
avvincente, impegnata, chiaroveggente,
militante, certamente anche multiforme;
universale, segreta ed evidente,
ricca e corroborante, povera e trasparente,
imprevedibile e solida.
In breve, o Dio, mi piacerebbe ,
che la tua chiesa, che è la nostra chiesa,
mi offrisse tutto quello
che io non le do.
Allora, o Dio,
fa che la smetta di biasimare la chiesa,
a fin di esimere me stesso daH’impegnarmi.
Fa che la smetta di spiare i suoi difetti,
dal buco della serratura,
per esìmermi dall’aprire la porta.
Fa’ che abbandoni il banco degli spettatori
e degli schernitori.
Per sedermi sul banco degli attori
e dei celebranti.
Perché solo così finirò di guardare da lontano
la tua chiesa, che è la nostra chiesa,
per vivere in essa,
assieme agli altri.
André Dumas, da «Réveil»
che ci porta lontano, nel
paese delle favole, delle fiabe;
«c’era una volta», un sogno.
L’evangelista ci racconta: «C’era
una volta una chiesa perseverante nell’ascolto, nella comunione, nel rompere il pane e nelle preghiere...». Come mai parla
così, come un nonno al suo nipotino? Forse perché abbiamo,
come i bambini, bisogno di racconti, fiabe, miti, bisogno di sogni. Le più profonde verità, i valori che influenzano il nostro fare fino al giorno d’oggi, ci sono
stati trasmessi, raccontati quando eravamo piccoli. Sono le cose
che rimangono, cose perseveranti. Verità e valori non possono essere comandati.
Non puoi comandare a un
bambino di essere felice, di cantare, di fare tutto ciò che fanno
gli altri, di accontentarsi di poco
in una società consumistica, ma
puoi raccontarglielo, raccontargli gli antichi esempi ed essergli
di esempio nell’ascolto di essi.
Perché ogni bambino è come
tutti noi un libero essere umano
che non appartiene a nessuno,
neanche ai suoi genitori, ma a
Dio soltanto. Rispettando questo potrebbe crescere in lui il
più grande dei nostri valori, la
libertà di coscienza, ma appunto la coscienza va nutrita di
esempi per poter essere un giorno davvero libera. Un tale esempio è la parola di Atti 2, 4247. La chiesa di Gesù Cristo vive
di quest’esempio, di questo sogno: «Una volta erano perseveranti nell’ascolto, nella comunione, nel rompere il pane e nelle preghiere...».
Quando l’evangelista intona il
cantico della nostalgia e del sogno con l’accordo di «una volta», non lo fa per squalificare la
realtà presente, per dire che va
tutto male, ma lo fa per qualificarla, per ridare un sogno, una
prospettiva a noi oggi. Già la parola «una volta» è ambigua, può
indicare il passato: una volta
era..., ma allo stesso tempo il futuro: una volta sarà. «E saranno
perseveranti nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli...
Tutti quelli che crederanno staranno insieme e avranno ogni
cosa in comune». Eh sì, queste
parole non sono formulate nel
passato remoto, ma nell’imperfetto che esprime la durata, la
perseveranza, quel che era e
quel che sarà, quel che rimane.
ce. Che cosa vogliamo raccontargli? Queste nostre parole o
quella Parola del Signore? Con
quale esempio crescerà? Con il
nostro o con quello dei primi testimoni che vivono insieme con
gioia e semplicità di cuore?».
Una tensione creatrice
.e oggi?
A realtà delle nostre chiese
( oggi, che cosa ha da raccon
tare? Forse questo: «Una volta
ogni tanto vanno al culto, alla
predica, alla comunione, una
volta ogni tanto pregano, ma
spesse volte non sanno più come e che cosa pregare. Ognuno
è preso dalla paura di fare una
brutta figura davanti agli altri,
prodigi e segni non ci sono più,
si fatica nel fare alcune visite.
Tutti quelli che credono stanno
a casa loro, una casa ben messa,
a posto, mentre i luoghi pubblici
sono in brutte condizioni. Accumulano proprietà e beni, e li
tengono per conto loro, anche al
di sopra dei propri bisogni. Una
0 due volte Tanno vanno assidui
e concordi al tempio, ogni tanto
organizzano delle àgapi, cucinano e servono sempre gli stessi,
con enorme sforzo e un certo
perfezionismo di cuore, lodando
il cuoco e tutti quelli che si sono
dati da fare, e se poi c’è il pastore si fa anche una preghiera; tutto questo succede senza che il
popolo se ne accorga. E il Signore? Non aggiunge più nessuno
alla loro comunità? Ogni tanto
viene battezzato qualcuno, un
piccolo passo, una grande chan
I nostre parole con la parola di
Dio, il continuo confronto del
nostro fare con quello dei primi
testimoni, tiene sveglia in noi la
domanda: «Che cosa dobbiamo
fare?». Questa domanda, questa
preghiera davvero rimangono sino alla fine dell’età presente. Chi
accetta il confronto della propria
esistenza con quella di Gesù Cristo, vive continuamente nella
tensione tra sogno e realtà; noia
e solitudine non lo possono più
trascinare via. Chi prega non è
quasi mai soddisfatto: «non è
mai sufficiente quello che faccio». La sua coscienza è sempre
tesa, e perciò sveglia. La tensione tra sogno e realtà, tra perfetto
e imperfetto, tra Dio e uomo,
estende il suo cuore, nel suo
cuore c’è spazio per altri, si
prende a carico problemi altrui.
Questa tensione può diventare
quasi insopportabile, insopportabile verità della croce. Ma non
possiamo farne a meno, non
possiamo fuggire la realtà di Dio.
Il nostro grande sogno del regno che viene ci fa vedere e
comprendere l’insufficienza della nostra realtà, senza doverla
continuamente lamentare, esaltare 0 squalificare. La tensione
creatrice tra sogno e realtà è una
fonte di continua innovazione,
una fonte d’amore. Ecco perché
la Scrittura ci dà risposta. Lasciando i grandi salti e i grandi
numeri al Signore ci riavviciniamo a piccoli passi a quello che si
aspetta da noi; essa aspetta, ci
aspetta con pazienza e perseveranza. Infinite possibilità di vita
si aprono alle nostre piccole
chiese; ne leggiamo ora in Atti 2,
e ne leggeremo ancora altre volte. Per essere, con gioia e semplicità di cuore, la chiesa di Gesù Cristo, rimaniamo perseveranti nella tensione creatrice
della sua croce. Lo dobbiamo al
Signore, lo dobbiamo al più piccolo fra noi. Allora facciamolo!
In Cristo Gesù.
Note
omiletichi
Atti 2, 42-47 .
quei testi biblici“'*
letti e citati n?,!??
parla della vita^! r
Li^scoitodeii'qferSa:
sa. L'ascolto
mento degli aponj- . .
comunione frat«L r/ictlfì
rompere il pane e ?
ghiere (V. 42) sono
tro elementi che co^ GHAflEUl
Pfeki
vita comunitaria dei
testimoni è forte.
idealizzata. Basta ‘
scono la vera e autei
forma della chie« '.D 5 ,
scorsi
^^ske Budi
."’Ha ceca), la
11 versetto pre'ce^ale
(41 b) per rendersene
to: 3.000 persone chef®
stituiscono il 5-6% dlhristian e
popolazione di Gerlliberati (
lemme (55.000 all'etiltri: il cor
sono state battezzatjei confroi
12 apostoli (250 alitato affrc
dunque), e tutto qXotnenfi
alla fine
glornata, cioè quel}
Pentecoste.
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Gli avvenimenti diiituazione
tecoste costituiscono! jianno 1
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42-47 risponde. inse|.„^^ii3^3
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costale di Pietro, all) “D . ,
manda disincantar’®
«Fratelli, che dobbi; M°”Haz
fare?» (v. 37). Larisp ’
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5pirito del ravvedimei tìani. Il re
del battesimo (v. 38)i ¡stato svo
questo modello di vita inaicanoN
munitaria. La fori
questo passo è quelli Una llb(
un sommario che deso Lopsico
avvenimenti, ''mmJ r
proces
circostanze in i,.„.vs, , ^
ratizzante e idealizà
(cf. Il Re 10, 23-29;li
1, 32-34; Atti 4,32-ìdaun r®?
12-16; anche 6,7e| uno libera
Con questo mezzo rei dini Tacqi
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semplicemente fare cambiarne
relazione su comeviV chn gj^n j
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Gerusalemme, piutt lameradil
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Repubblica ceca: conferenza triennale europea sull'educazione cristiana
«Liberati per incontrare gli altri»
>erS3SÌa Marte/, coordinatrice di un centro olandese di studi ebraici per ebrei e
cristiani, educare vuol dire «fare uscire» dal buio del pregiudizio e dal sospetto
elU^LLA OANDOLFO CENSI
cniesa((^AL 5 all’ll settembre
crizloneij J scorsi ha avuto luogo a
'‘'ip ^keBudejovice (Repubbli-J°hetnerceca), la conferenza trien'®3Sf,o|p europea suireducazione
indeSÌisti®® organizzata dall’EcJrsone felEuropean conference on
- - ^'^Vistian education). 11 tema
iLiberati per incontrare gli
Itri; il compito delle chiese
,ei confronti dei bambini» è
ato affrontato attraverso
lomenti di culto, studi bibli;i, relazioni, discussioni di
óppo e laboratori.
È stata prima presentata la
iituazione nel paese ospitante; hanno fatto poi seguito le
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3^f:'''''?riornalista e docente di teo
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mario l'ew forte senso di responsabilità
non inte che implica un profondo
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u comeviV che gran parte della popolante i ctiitia rione vive nell’egoismo e nelime, piutt Janiera difesa dei propri inte..pssi. Un nuovo spirito di lie\emTn?Ì '«tà si respira anche nelle
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tutti i te^ collegiali democratici,
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Sul tema «Globalizzazione
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Praga: il monumento a Jan Hus
umano il mondo gestito dal
mercato. Ha indicato loro
una serie di compiti: aj aiutare genitori e bambini a capire
che il nuovo ordine mondiale
tocca anche la loro vita; b)
s-viluppare nei ragazzi il senso della solidarietà per combattere l’individualismo e
l’indifferenza e per fare capire loro la differenza tra «carità» e «solidarietà»; c) Insegnare loro ad apprezzare le
culture e le forme di vita locali come patrimonio da rispettare; d) leggere insieme
ai ragazzi, alla luce dell’Evangelo, la Dichiarazione dei diritti umani per favorire lo sviluppo delle loro coscienze; e)
aiutare genitori e bambini a
guardare e a leggere i media
con occhi critici. Mie chiese
ha raccomandato di rinforzare la prospettiva ecumenica,
invitandole ad aprirsi, attraverso il dialogo multiculturale, a espressioni di fede di
culture diverse per poter cooperare a iniziative che tendano alla pace, alla giustizia e
all’integrità del creato.
L'unicità di ogni persona
Sul tema del convegno Sasia Martel è partita da alcune
riflessioni di teologia ebraica
che esprimono una chiara
posizione circa il rapporto
tra gli uomini, basandosi sul
concetto di creazione; ogni
essere umano è creato a immagine e somiglianza di Dio
e nello stesso tempo è un essere unico. Spesso siamo
uno di fronte all’altro, ma
non sappiamo vedere l’altro.
Educare vuol dire in primo
luogo «condurre fuori», fare
uscire dal buio del pregiudizio e dal sospetto. Per fare
questo bisogna accettare
l’integrità dell’altro, la sua
«distanza» (concetto elaborato dal filosofo ebreo Levinas). Non possiamo fare a
meno l’uno dell’altro, non si
può diventare ciò che si vorrebbe senza l’altro. La forma
biblica di essere congiunto
con gli altri è quella del dialogo, del rispetto delle distanze, dell’altro.
Martel si è chiesta poi co
me sia possibile che ebrei e
cristiani, pur partendo dalla
stessa fonte di rivelazione,
abbiano verità diverse. Di chi
è la verità? Se si riesce a separare la Rivelazione dal concetto di universalità, allora
ogni popolo di fede biblica riscopre e apprezza il particolare che caratterizza rincontro umano-divino e il pluralismo diventa parte integrante
dell’espressione biblica. Sasia
Martel ha infine parlato del
rispetto e della considerazione che gli ebrei hanno nei
confronti dei bambini. L’educazione alla fede avviene
molto presto, facendo uso
dei riti, coinvolgendo pienamente i bambini nelle attmtà
religiose in casa e nella sinagoga, celebrando gioiosamente con loro il sabato.
Tenendo conto dei complessi e diversificati modelli
di famiglia esistenti oggi in
Europa, dal dibattito è emerso l’importanza che le chiese
siano vicine à tutti i genitori,
per aiutarli ad essere coscienti del loro ruolo al fine
di valorizzare, rispettare e
proteggere i bambini, evitando di abbandonarli a se
stessi delegando la loro formazione al caso, alla televisione o a Internet.
Queste poche ma intense
giornate d’incontro e di lavoro sono state di stimolo
per tutti. Fra tre anni il convegno Ecce avrà luogo in Italia; avremo modo così di
presentare all’Europa, insieme agli altri paesi latini, la
nostra particolare realtà di
minoranze protestanti. Sarà
un’ulteriore occasione di
confronto con le altre realtà
europee e quindi di un ulteriore arricchimento attraverso l’acquisizione di esperienze, spunti e idee altrui.
Altolà dei vescovi cattolici britannici e irlandesi
«Non prendete la comunione dai protestanti!»
iegli aifi* '■ povertà sta aumen
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iio pij® di questo millenlo pù.Educatori cristiani so^ruati a rendere più
Alcuni leader cattolici in
Gran Bretagna e Irlanda hanno pubblicato lo scorso 30
settembre un documento di
80 pagine intitolato «One
Bread One Body» (Un pane
un corpo), per sconsigliare ai
cattolici di prendere la comunione dai protestanti. Il
documento, lanciato simultaneamente a Londra, Glasgow e Dublino, si riferisce
alla sempre più diffusa pratica di molte chiese protestanti di distribuire la comunione
a tutti i cristiani battezzati,
inclusi i cattolici. Il documento precisa che «molti
cattolici non vedono nessuna difficoltà nel ricevere la
comunione alle eucarestie di
altre denominazioni cristiane. Evidentemente la dottrina cattolica sull’eucarestia è
stata o ignorata, oppure valutata negativamente rispetto alla “comunione aperta”
praticata da altri».
Gli stessi protestanti non
dovrebbero ricevere l’eucarestia cattolica, tranne che in
alcune rare circostanze, hanno sottolineato i leader cattolici. L’anno scorso la presidente irlandese, Mary McAleese, che è cattolica, fece
scalpore quando ripetutamente ricevette la comunione in una chiesa anglicana.
Parimenti Tony Blair, che è
anglicano, fu ripreso l’anno
scorso dal cardinale Basii
Hume, capo della Chiesa cattolica in Inghilterra e Galles,
perché quando accompagnava a messa la moglie, che è
cattolica, prendeva abitual
mente la comunione. Nel
tentativo di chiarire la posizione della chiesa cattolica in
materia di ospitalità eucaristica, nel documento si legge;
«La fede cattolica nell’eucarestia e la fede cattolica nella
chiesa sono due dimensioni
essenziali dello stesso mistero della fede».
Sul Times del 1“ ottobre il
primate anglicano George
Carey, che lo scorso 26 aprile
aveva rivolto un appello alla
Chiesa cattolica chiedendole
di aprirsi all’ospitalità eucari
stica, ha commentato così la
pubblicazione di «One Bread
One Body»; «Il documento
deluderà molte coppie miste:
non prende in considerazione la particolare situazione
nella quale si trovano». Simile anche la reazione dell’ufficio stampa della Chiesa metodista a Londra, che ritiene
che il documento causerà
molta pena e delusione nelle
famiglie interconfessionali
che speravano in una tendenza opposta a quella espressa
nel documento. (nev)
Vìsita a Roma dei leader delle chiese
riformate e luterana in Olanda
ROMA — Dal 4 al 6 ottobre, su invito dell’Ambasciata olandese presso la Santa Sede, i leader delle principali chiese protestanti olandesi hanno visitato Roma, incontrando rappresentanti del Vaticano e del protestantesimo italiano. La delegazione era composta dai pastori Bastiaan Plaisier, segretario
generale della Chiesa riformata, Jan-Willem Doff, presidente
del Sinodo delle chiese riformate, e Kees van der Horst, presidente del Sinodo della Chiesa luterana. Le tre chiese hanno
avviato alcuni anni fa un processo di unificazione che sta per
concludersi con la formazione di una grande chiesa protestante unita. La visita della delegazione olandese è iniziata
con un culto ecumenico nella chiesa cattolica di lingua olandese di Roma, a cui ha partecipato anche il moderatore della
Tavola valdese, Gianni Rostan. I tre pastori hanno poi incontrato i responsabili del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani e alcuni leader delle chiese protestanti italiane. «I colloqui con i responsabili vaticani - ha dichiarato il pastore van
der Horst - si sono svolti in un clima cordiale, e hanno riguardato il processo di unificazione in atto fra le nostre chiese e la
situazione ecumenica in Olanda, dove la presenza di moltissime famiglie interconfessionali, impossibilitate ad esempio
a partecipare insieme alla cena del Signore, costituisce una
grave preoccupazione pastorale». (nev)
La teologa Kay Ward è stata eletta vescovo
della Comunione dei Fratelli Moravi
BAD BOLL — La docente di teologia Kay Ward è stata eletta
vescovo della Chiesa morava (Comunione dei Fratelli moravi
di Herrnhut) dal Sinodo della provincia del Nord, che rappresenta i fratelli moravi negli Usa. Si tratta della prima donna
vescovo dell’Unitas Fratrum (il nome originario dei questa
chiesa), come sottolinea un comunicato ufficiale rilasciato
1’ 11 agosto a Bad Boll, in Germania. Kay Ward insegna da otto
anni al Seminario teologico della Comunione dei Fratelli moravi negli Stati Uniti, a Bethlehem, in Pennsylvania. La Comunione dei Fratelli moravi è una Chiesa libera che conta in
tutto il mondo circa 750.000 membri. (epd)
Brasile; Assemblea della Conferenza
luterana dell'America Latina
RODEIO — «Testimonianza cristiana in America Latina; un
contributo luterano per il terzo millennio» era il tema della IX
Assemblea della Conferenza luterana dell’America Latina, che
si è svolta a Rodeio, Brasile, dal 27 settembre al 2 ottobre.
Ml’ordine del giorno i problemi della globalizzazione, della comunicazione, del mondo giovanile e della diaconia, (nev/lwi)
Argentina: assemblea ecumenica
contro il «dogma della globalizzazione»
BUENOS AIRES — Nel corso di un convegno organizzato a
Buenos Aires dal Consiglio delle chiese latinoamericane (Clai)
dal 5 all’8 settembre scorsi, il teologo luterano brasiliano Walter Mtmann, presidente del Clai, ha rilanciato la proposta di
remissione del debito estero ai paesi del Terzo Mondo, criticando «il dogma della globalizzazione che pretende di imporre
come modello di vita l’efficienza e ciò che ciascuno può produrre e consumare», richiamando le chiese alla «costruzione di
una visione alternativa dove la solidarietà costituisce la priorità dell’esistenza». «C’è stato un innegabile deterioramento
delle conàizioni umane e ambientali nel nostro continente ha sottolineato Juan Pedro Shaad, rappresentante delle chiese
luterane riformate del Rio de la Piata - a causa delle politiche
di adeguamento strutturale imposte dagli organismi finanziari
internazionali, e noi non possiamo più tacere». (nev/alc)
Chiesa avventista del 7® giorno; raggiunti
i 10 milioni dì membri nel mondo
BASILEA — Secondo le proiezioni statistiche elaborate dagli
uffici centrali della Chiesa avventista, il 24 settembre gli avventisti del mondo hanno raggiunto i 10 milioni. «Si tratta naturalmente di una proiezione basata sul ritmo di crescita delle adesioni alla nostra chiesa negli ultimi mesi - ha precisato Charles
Taylor, direttore della sede di Basilea - ed è senz’altro un traguardo molto significativo per noi». (nev/eni)
Lo ha detto il patriarca Alessio II in un'intervista a un giornale polacco
Gli ortodossi russi chiedono una «riforma radicale» del Cec
Per il patriarca Alessio II di
Mosca, la partecipazione della Chiesa ortodossa russa al
Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec) dipenderà dalla
«riforma radicale» dello stesso Cec: «La Chiesa ortodossa
russa è stata e resta aperta al
dialogo costruttivo con le
chiese cristiane, e considera
la sua partecipazione alle organizzazioni ecumeniche internazionali come una missione - ha dichiarato in
un’intervista al giornale polacco Rzeczpospolita Ma
come la maggior parte delle
altre chiese ortodosse, la nostra chiesa deve reagire criticamente alle tendenze negative all’interno del Cec, che
devono essere rigettate cate
goricamente dall’ortodossia».
La Chiesa ortodossa russa è
la più grande chiesa membro
del Cec. Molti leader ortodossi ritengono che le attività del Cec siano troppo
protestanti e troppo influenzate da un ordine del giorno
occidentale e liberale
Nell’intervista, il patriarca
Alessio ha ricordato che «i
grandi principi teologici e i
comandamenti morali» sono
stati abbandonati da «certe
confessioni protestanti» che
hanno imposto i loro «principi rimaneggiati» ad altre
chiese membro: «Questo è
possibile perché certi liberali
estremisti, che non rappresentano la maggioranza dei
cristiani, hanno raggiunto
una posizione dominante ha detto ancora il patriarca -.
Tutto questo ci ha spinti a
chiedere una riforma radicale del Cec, affinché l’opposizione delle chiese ortodosse
a simili pratiche venga tenuta in considerazione; ne dipenderà la nostra futura partecipazione».
Come è noto il Cec ha avviato una ristrutturazione, le
cui proposte sono contenute
in un documento intitolato
«Verso una concezione e una
visione comuni del Cec», che
mira a rendere l’organizzazione più efficace e le sue atti-vità più trasparenti. Questo
documento sottolinea che il
Cec, in quanto comunità di
chiese è un’organizzazione
attraverso la quale i suoi
membri agiscono insieme, e
non un organismo che agisce
indipendentemente dalle
chiese. D’altra parte, il Cec
cerca anche di discutere con
le chiese ortodosse sui problemi che le preoccupano e
sui mezzi per coinvolgerle
maggiormente nelle attività
del Consiglio. Il patriarca
Alessio li ha inoltre espresso
la speranza di proseguire il
dialogo con la Chiesa cattolica romana, ma ha precisato
che non incontrerà il papa
finché la Chiesa greco-cattolica dell’Ucraina porterà avanti le sue pratiche «vergognose di discriminazione e di
persecuzione» nei confronti
dei cristiani ortodossi, (eni)
4
PAG. 4 RIFORMA
RA
VENERDÌ 23 OTTOBRPi,
venera
II dibattito sull'omosessualità solleva anche il problema della conoscenza
Per una «teor-etica» cristiana
Sapere con certezza è un problema fondamentale per l'etica: su una conoscenza
relativa si può fondare solo un'etica a breve termine che amministra il presente
MASSIMO MAROTTOLI
IN diverse chiese protestanti europee è in corso
un dibattito sul problema
dell’omosessualità nella chiesa; sulla possibilità che il pastore possa o debba rispondere positivamente alla richiesta di benedizione da
parte di coppie omosessuali;
sull’impatto psicologico che
può avere nelle chiese la consacrazione di pastori omosessuali. Ma come coinvolgere tutti in tale dibattito? Come fare per evitare cbe una
decisione possa offendere il
diritto di ciascuno di continuare a riconoscersi quale
membro della chiesa di Cristo? Colgo questa occasione
per tentare di dare una risposta, mettendo alla prova la tenuta di alcuni argomenti. Se
infatti dovessi manifestare
un’opinione sul valore di una
relazione omosessuale, al
momento mi lascerei guidare
da una visione utilitarista del
problema (in I Corinzi 10, 23
l’apostolo sembra voler dare
un’analoga impostazione
all’ipotesi di un’etica cristiana). Seguirò un orientamento
utilitarista, però, soltanto per
dare spunto all’analisi e senza dover pensare tutto il seguito del presente contributo
e tutta la mia etica secondo
tale criterio.
Dalla millenaria tradizione
di pensiero utilitarista scelgo
una citazione: «Intendo per
buono ciò che sappiamo con
certezza esserci utile» (B. Spinoza, Ethica, IV,1). Ora, la
«utilità di una cosa» posso dire che sia ciò che produce
vantaggio, piacere, bene o felicità. Utile allora potrebbe
essere anche ciò cbe, riducendo il dolore quanto più
possibile, ottimizza il piacere
e la felicità. Questo dico, convinto cbe nel benessere di
ciascuno è compreso il benessere che deriva, per ciascuno, dalla felicità degli altri, nel senso che la felicità
degli altri comporta per ogni
individuo un aumento di piacere. Ma mi si presenta dinanzi un problema di difficile
soluzione quando cerco di fare mia la prima parte della
definizione spinoziana: «Intendo per buono ciò cbe sappiamo con certezza...».
L’intendere qualcosa, il sapere e il sapere con certezza è
notoriamente problema fondamentale; lo è per l’etica
cristiana e non soltanto per
l’etica in generale. È problema così diversificato nei suoi
pressoché infiniti tentativi di
soluzione, da rendere difficilmente sostenibile ogni posizione e argomento sulla materia. Mette in difficoltà tutti:
chi ritiene, realisticamente,
che su una conoscenza relativa, tutt’al più, posso fondare
un’etica a breve termine, tale
da consentirmi di amministrare il presente, senza grandi pretese. Ma è in difficoltà
anche chi pensa, semplificando brutalmente, che non
c’è nulla da conoscere. Non
migliore è la situazione di chi
è persuaso che c’è qualcosa
da conoscere ma non la conosco, e di chi ritiene che ciò
che esiste, esiste perché io lo
conosco, perché esiste per
me e ciò che è utile, alla fin fine, risulta essere solo quello
che conosco: il mio naso, o i
lacci delle mie scarpe.
Ma se esiste solo ciò che io
conosco e su questo fondo
l’etica utilitarista, allora la
mia etica potrà fondarsi indifferentemente anche su
nulla, se l’unica cosa che so
con certezza è di sapere nulla. L’etica, così, avrebbe come suo fondamento la forma
generale della dialettica. In
ogni caso, fondare l’affermazione del bene e del buono
sulla conoscenza è impresa
ardua, al punto da farmi sostenere che ciò che è buono
può anche non essere conosciuto. Il bene di cui io godo
o di cui desidero godere può
anche essermi nascosto o
non del tutto noto. Posso non
godere di un bene, oppure
goderne inconsapevolmente,
oppure desiderare di godere
di qualcosa che (al momento
lo ignoro) alla lunga potrebbe
farmi male.
Faccio due esempi tra loro
speculari e pongo due domande. 1) Chi ci assicura che
l’adozione del modello di sviluppo occidentale, da parte di
un paese in fase di crescita,
sia per tale paese, e in generale per l’economia mondiale,
qualcosa di veramente utile
nei tempi lunghi? Per ragioni
anche opposte tra loro, molti
pensano che non sia utile. 2)
Non è forse almeno in parte
vero che la società occidentale è come narcotizzata dal suo
stesso benessere tanto da
esprimere, nella sua globalità,
la convinzione che tale benessere le sia in qualche modo dovuto e non, invece, anche il risultato di furti e ruberie, proprio a danno di quei
paesi che desiderano adottare
il nostro sistema di sviluppo?
La consapevolezza del bene
di cui si gode in Occidente
sembrerebbe essere assente
dalla coscienza delle persone.
Ma, mentre nel primo esempio si desidera un bene di
cui non si conoscono tutti gli
effetti, nel secondo invece si
gode già di un bene del quale,
mediamente, si ignora l’origine. Certo, si tratta di esempi
negativi, ma questi mi permettono di sostenere che il
buono e l’utile non necessariamente sono legati alla conoscenza che ho di essi. Ciò
che è buono e di cui godo come buono può anche non essere conosciuto e nondimeno
essere buono ugualmente. Se
le cose stanno così, però, è
evidente che neppure posso
affermare per principio la
non bontà di un evento, di
una realtà o di una decisione,
giacché ho ritenuto di dover
fondare la mia etica sulla conoscenza che è parziale o che
in molti casi non c’è. Realtà del buono e conoscenza,
dunque, sono termini non
necessariamente dipendenti
(non più), in un certo senso
svincolati l’uno all’altro.
Forse è su questo svincolamento che si .fonda la mia etica. In ogni caso, tale liberazione della realtà del buono
dalla conoscenza è proprio
ciò che mi permette di essere
uomo raziocinante e credente
al tempo stesso e mi consente
di affermare, ora sul piano
della fede, che non conosco
con certezza e pienamente la
profondità e la vastità della
Grazia di Dio. Ma tale mia
ignoranza della Grazia di Dio
non mi permette di affermare
che fuori di me, che sono stato raggiunto dalla Grazia e
posto come testimone di questo evento..., tutto il resto è irredento e malvagio, o nulla.
Anzi, già la minima e parziale
conoscenza che ho della Grazia di Dio mi è sufficiente a
affermare, in linea di principio, che per quella sua vastità
e profondità, per forza ogni
realtà passata, presente e futura è già sotto l’effetto della
Grazia, anche se questo effetto non è ancora, soggettivamente, una visione o una conoscenza piena e certa.
Perciò, in quanto realtà
umana anch’essa colta inevitabilmente dalla Grazia, la relazione omosessuale esprime
un valore di verità che non
mi è più necessario pretendere di conoscere, adesso e
subito, per poterlo accettare
(è stato accettato da Cristo
prima di me e per me) e che
mi impegna né di più né di
meno rispetto alla responsabilità della testimonianza di
Cristo; non mi chiede di fare
né di più né di meno di quanto ho fatto sinora. Mi chiede,
se mai, di confermare la mia
testimonianza in una confessione. Chissà che il problema
non sia poi questo: la confessione della fede, pronunciata
insieme con chi, pur partecipe della Chiesa, è stato o è
stata considerata outsider, o
nel migliore dei casi periferico, periferica.
Quella.difesa potrà sembrare un’impostazione indifferentista, e per certi aspetti
lo è, ma al termine di questa
riflessione continuo a pormi
la stessa domanda che costituisce la convinzione-presupposto di quanto detto: se
un cristiano o una cristiana
possa serenamente e legittimamente sostenere un argomento opposto o radicalmente diverso da questo.
Un quaderno del Centro «Albert Schweitzer» di Trieste
Per conoscere la fede degli altri
GIANFRANCO HOFER
T A fede degli altri» è il
>\J^tema della tavola rotonda, promossa dal Centro
culturale «Albert Scbweitzer»
nel maggio scorso, della quale in questi giorni vengono
pubblicati gli atti. Si tratta del
terzo appuntamento organizzato dal Centro su nodi che
interessano e anche inquietano l’uomo contemporaneo,
sollecitando la riflessione
teologica a mettersi in rapporto vivo con le varie prospettive della ricerca contemporanea. Si è inteso chiedersi
e chiedere quale sia il significato del pluralismo religioso
come problema teologico, nel
confronto tra strutture di
pensiero e visioni del mondo
in quanto espressione di una
pluralità religiosa oggi inevitabile, e anche ampiamente
accettata, ma percepita ancora dal credente con non pochi problemi.
Nella tavola rotonda sono
state messe a confronto varie
voci, in qualche modo significative come rappresentanza
di strutture di pensiero religioso, anche se si è voluto
evitare ogni «crisma» ufficiale
a un’iniziativa culturale libera, di stimolo e dibattito. Voci
che non è stato difficile trova
re o fare incontrare a Trieste,
che da secoli vede giustapposte, più che comunicanti, diverse realtà etniche e religiose. Gli approcci dei relatori risultano molto diverse, suppongono prospettive differenti e talvolta sembrano affrontare il problema in modo
piuttosto personale, anche se
per linee generali abbastanza
convergente. L’introduzione
di Dario Fiorensoli, del Centro culturale «Schweitzer» e
animatore dell’iniziativa ormai pluriennale delle tavole
rotonde triestine, situa il problema nell’ambito della riflessione cristiana in rapporto al mondo contemporaneo.
Per parte evangelica il prof.
Hans-Martin Barth, della facoltà di Teologia dell’Università di Marburgo, in una relazione corposa, densa e sfaccettata, indica dottrina, confessione e vita come ambiti in
cui affrontare il rapporto della fede cristiana nel conteste
delle religioni non cristiane:
uno scritto che va letto con
attenzione, per l’ampio panorama attuale della letteratura teologica, della storia e
della fenomenologia delle religioni, della cultura contemporanea, delle possibili posizioni e risposte, cui il teologo
accenna con rapide e pun
tuali notazioni. Da parte cattolica mons. Marino Qualizza, direttore dell’Istituto superiore di Scienze religiose e
docente al seminario interregionale di Udine, esprime la
posizione avanzata del cattolicesimo conciliare.
Di grande interesse la posizione di Umberto Piperno,
rabbino capo di Trieste, per le
sue considerazioni bibliche
sulla fede come dono, la quale
non può non esprimersi con
l’azione; per cui i «pii di ogni
nazione», «indipendentemente dal (...) pensiero religioso»,
«hanno il loro posto nel mondo futuro». Il prof. Khaled
Fouad Allam, della Facoltà di
Scienze politiche dell’Università di Trieste, centra il suo intervento con taglio più sociologico che teologico sulla pace come «elemento della ragione spirituale» e non come
mezzo strategico o pura dimensione storica: una posizione molto lontana dai fondamentalismi e da un’intolleranza che non appartiene a
buona parte dell’Islam, storico e attuale. Il volume degli
Atti può essere inviato gratuitamente ai centri culturali e
alle comunità che ne facciano
richiesta al Centro culturale
«Albert Scbweitzer», piazza
San Silvestro 1,34121 Trieste.
Dibattito alla Biblioteca di Ferrara
Il movimento evangelicale
attraverso i suoi documenti
LEONARDO DE CHIRICO
SEMPRE più spesso, anche
in Italia, si sente parlare
dell’evangelicalismo. Il termine può non piacere sul piano
linguistico ma non si può non
riconoscerne la legittimità
storico-teologica e l’utilità
pratica. Il movimento evangelicale è effettivamente portatore di un’identità che si
differenzia da altre espressioni all’interno del protestantesimo ed è stato al centro di un
interessante dibattito che si è
svolto alla Biblioteca Ariostea
di Ferrara il 2 ottobre. L’occasione è stata offerta dalla presentazione del volume Dichiarazioni evangeliche. Il
movimento evangelicale 19661996 (Bologna, ed. Dehoniane, 1997), un’opera che è una
vera e propria miniera per conoscere questa realtà. Al confronto, organizzato dalla locale Chiesa dei Fratelli, hanno
partecipato il curatore del libro, Pietro Bolognesi, il biblista Piero Stefani e il pastore
battista Carmine Bianchi.
Nel suo intervento Stefani
si è soffermato sui documenti
contenuti nelle Dichiarazioni
che articolano un approccio
evangelicale all’ermeneutica
biblica. Si sa che gli evangelicali hanno delle convinzioni
sia sullo statuto della Bibbia
che sui criteri dell’interpretazione che li distinguono dalla
sensibilità ecumenica prevalente. In quest’ottica, Stefani
ha espresso un certo disagio
nei confronti di una categoria
come quella dell’«inerranza»
impiegata a proposito del testo biblico in quanto presuppone un determinato concetto di verità e lo applica alla
lettera biblica. Per quanto riguarda l’ermeneutica, il biblista ha sottolineato che il lavoro interpretativo procede necessariamente per selezione
di criteri, di punti di vista e,
alla luce di ciò, risulta problematico coniugare pienamente la confessione del sola
GIOR
Uno strumento didattico
Conoscere il Marocco
LAURA MARCHEGIANI
ROSSELLA FOCO
Avete mai provato a spiegare la cultura del vostro
paese a qualcuno che non la
conosce? Ponendoci questa
domanda ci siamo rese conto
di quanto sia complesso trasmettere i molteplici aspetti
di una cultura condizionata
dalla storia e costituita da
elementi spesso lontani. Abbiamo trovato una interessante risposta nel kit realizzato da «Afaq-Orizzonti»’*.
L’utilizzo di canali di comunicazione diversi permette di raggiungere tutte le sfere di apprendimento e di attenzione stimolando così la
curiosità di un maggior numero di persone. Per ogni
aspetto culturale è stato scelto lo strumento di comunicazione che ci pare più appropriato e questo rende più
immediato e facile l’apprendimento.
Il kit comprende elementi
diversi: testi antologici e antropologici, raccolti e proposti in due libri, che forniscono uno spunto riflessivo utile
ad avvicinarsi in modo graduale alla cultura di un popolo: una videocassetta che
fotografa con l’immediatezza propria dello strumento
televisivo il tema dell’immigrazione visto dalla parte di
chi lascia il proprio paese e
dalla parte di chi resta; un
cd-rom che pone l’attenzio
Scrittura e la pratica deli ogni n
Scrittura, come invece vi
auspicato nei documem
questione. “
Bianchi ha proposto m * VEVO
una lettura comparata dei, A nuind
cumenti del Cec (perJ ig aveva
ecumenica) e del movi® ^astato ii
di Losanna (per parte evai 'del mi
beale) a partire daglili^achtsii
Settanta m poi. Questa a® Le, dop^
testimonia un certo riavv n la div
namento tra le parti nel set Wal Ghise
che entrambe hanno ristnosinota
perto e nformulato unaca monto del
prensione della missione era liberi
termini olistici. Sosteneii american
che oggi si può parlare diti Normandi
vergenza di posizioni inj nunciava
bito missiologico, anche Perl’auti
non di accordo totale, Biaj forse sarei
ha concluso affermando!
ecumenici e evangelicaliso «POSSÌ
La parola è poi passai)
Bolognesi che ha espret prendere
compiacimento nei confie Srande m
degli interventi precede tricolore:
per aver colto due nodifj annunciai
damentali. Sulla Bibbia e si eapi P'ù
missione, infatti, si giocag Plty) J®'"
parte dell’identità evangeli
le. Bolognesi ha sosteni tropartigi
che gli evangelicali hanno P®™
franchezza di confessare!
la verità esiste e che nei a qa^nomi
fronti della verità biblica e ®'P®*' ^
nutrono un senso di certez ra, dalle f
Per quanto concerne Fini ®PI
pretazione biblica, Bolop ^ ®''®'
ha ribadito che gli evangeli ti*^ P*^
li scommettono sul prineij 5®''® ®®.^®
che fu dei riformati seco# «rnmrtii c
cui la Scrittura offre essasi! ite
sa i criteri per essere letta.] '
in generale, l’evangelicaIisjP‘®t‘S®*^®^
prende le distanze dalle t( POf^toi m
denze liberali trascinate à
modernità ma anche da q
le neofondamentaliste an
sciate dalla nostalgia.
Il dibattito che è seguito
evidenziato la necessità '
confrontarsi seriamente c, ^®*
un movimento come que f ™.“®
evangelicale e l’importaJ ® • ire
delle Dichiarazioni evan§
che come strumento dicci ’ > m (
scenza e di dialogo.
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sua fede,
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ne sull’arte, la storia e la# ^^miglia '
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maniera sintetica le no»
fondamentali sul Maro
ottimo spunto per un ^
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una carta geografica del
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approfondire la conosca
di una cultura e di ere
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collaborazione con n j
mondialità svdupP g gj
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chiède un
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■ ■j^lFPnì 23 OTTOBRE 1998
Cultura
PAG. 5 RIFORMA
Pubblicate integralmente le missive che nel '44 si scambiarono Jervis, prigioniero delle SS, e la moglie Lucilla Rochat
In filo tenace della memoria per ricordare Willy Jervis
Gnti Ob cjuesti testi, e da quelli successivi scritti dalla vedova e dallo storico Giorgio Agosti, emerge il Jervis vero al di fuori di
Qpi retorica: un uomo che ha rischiato ed è morto per far sì che questa patria terrena fosse meno distante da quella celeste
«lORGIO BOUCHARD
iiraij
ale
•>ca deljj
nvece vij
cumenti
'osto invj » VEVO appena compiuto i
‘ratadeii quindici anni: un ragazzo
' (Perpa che aveva tre anni più di me
era stato impiccato sulla piazarteevaffl ,adel mio paese'; la Wehr‘^agliAi roacht si preparava a schiacLiestaana dare, dopo un’epica resistenùo riawi Zi la divisione partigiana
•■ti nel set «Val Chisone»'"; ma tutt’intorinno rise no si notavano i segni del traonacffl monto del Terzo Reich: Roma
raissione era libera da due mesi, gli
Sostenes americani avanzavano dalla
tiare di CI Normandia, Radio Mosca anioni inai nunciava vittorie su vittorie.
0, anche per l’autunno, pensavamo,
tale, Bia® forse saremo liberi,
mando c , , .
geUcalisa «Possa la chiesa non
‘^‘^*tezza¡ jj|„enticare troppo presto
li passati btia mattina, andando a
la esprei prendere il pane, notai un
lei confio grande manifesto listato di
precede tricolore; la V Divisione GL
le nodi fi annunciava la morte dei suoi
libbiaesi tapi Più amati: Guglielmo
si gioejn (Willy) Jervis, fucilato a Villar
I evangeli fallite insieme ad altri quati sosten» tra partigiani ignoti. Non saali hanno pa™ ahi fosse questo Jervis
ifessarei ma da allora, chissà perché,
:he nei CI quel nome continuò a frullarI biblica! tal par U capo. Dopo la guerI (fi certe! ta, dalle pubblicazioni della
erne fini chiesa appresi che si trattava
a, Bologn di un evangelico: rimasi periévangà ciò un po’ deluso, quando
!ul princij uelle celebri Lettere di conlati seco» dfl/itiflíí tt moi te dellci Resi~
fre essasi! atenea italiana^ trovai solo
ereletta, una sua breve frase: «Non
ngelicalii pmugetemi, non chiamatemi
ce dalle ti Poterò; muoio per aver serviìcinatedr ^^ti’idea». Della sua fede
chedaqi '■^'angelica non traspariva
aliste an se non il fatto che quelIsia ' incisa con
Lppiiito spiilo sulla copertina
rereStò^^u" Bibbia,
amenteci Nel 1962 arrivò il libro di
come que (ulvatore Mastrogiovanni", a
importan
istabilire la verità;
consacrami e!/onsiT''®!eeopo Lombardini, quento di COI de libro dedicava infatti am)io spazio a Jervis, e alla sua
ede di evangelico militante:
testo degli ultimi messaggi
ira pubblicato integralmencompresi i riferimenti alla
ina fede, ferma e profonda,
intanto, i fatti della vita mi
rvevano portato a essere pastore di Ivrea e ad avere conJnua dimestichezza con la
lai uniiglia di Jervis: a Ivrea, il
rria e
dalle ori¡
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larocco..
1 di Sevo^
on
nento
ifafe
it/emst
grande stabilimento Olivetti
era situato in via Jervis, nel
centro della città c’era un
monumento ai caduti e poi
una scuola intitolata al suo
nome. I miei parrocchiani mi
parlavano spesso di questa
persona straordinaria («l’uomo più forte ch’io abbia mai
conosciuto», mi disse Carlo
Regali): un uomo che non
accettava favori né raccomandazioni, e che accompagnava gli amici sul Cervino a
condizione di tornare alle
quattro per prendere il tè
con sua moglie Lucilla: un
po’ compatito, per questo,
dagli amici edonisti.
Così colsi la prima occasione per andare a casa di Lucilla a Firenze, ed ebbi il privilegio di essere tra i primi a
leggere tutte le «lettere dal
carcere» di Jervis: da una
parte c’erano i biglietti spiegazzati, scritti furtivamente,
mentre il custode non guardava, dall’altra una loro ordinata trascrizione eseguita
con infinito amore dalla vedova. Mentre chiedevo a Lucilla il permesso di pubblicarne qualche brano su «Gioventù evangelica», ella mi
sorprese con una frase dolce
e triste; «È la prima volta che
la chiesa viene a chiedermi
queste cose di Willy». Mi
venne in mente la frase profetica scritta su Jervis da Giovanni Miegge nel 1945: «Possa la chiesa non dimenticare
troppo presto».
Un'edizione importante
curata con grande
scrupolo
Punto nel mio orgoglio di
pastore valdese, mi ripromisi
di lottare contro questa colpevole rimozione della memoria di uno degli uomini
più significativi del valdismo
novecentesco, e credo d’avere poi, nella mia vita, parlato
di Willy Jervis più di Gianavello o di Arnaud. Lo feci con
rabbia: rabbia contro una
chiesa che rischiava di rinchiudersi in una visione introversa e clericale della propria storia, rabbia contro
quella cultura laica che se
talvolta è incline a transigere
di fronte alle prevaricazioni
vaticane non è quasi mai di
PER UN COLLEGAMENTO ORGANICO FRA INSEGNANTI
E OPERATORI SCOLASTICI EVANGELICI IN ITALIA
Consultazione promossa dal Consiglio
della Federazione delle chiese evangeliche in Italia
sabato 14 - domenica 15 novembre 1998
Casa Materna
Cso Garibaldi 235, 80055 Portici (NA) tei. 081-475338
^^ogtamma previsto
Sabato 14
Per un contributo protestante nella
rìformulazione del sistema scolastico italiano
Presiede Franco Calvetti
''® 16-18 relazioni di:
Piero Trotta
Nicola Pagano
„ Giovanni Lombardo
18-19 dibattito
re 20 cena (pizza presso la Casa Materna)
domenica 15
Lo studio del fatto religioso
in una prospettiva non confessionale
Presiede
ore 9
reciPl°[®12
9,30
ore 10,30
Franco Calvetti
meditazione biblica
a cura di Luca Baratto
relazione di Rosanna Ciappa
dibattito
conclusioni
pranzo presso la Casa Materna
termine dell'incontro e partenze
wioneej ore 13
;enti(C^ 14,30
uitoK p
a la partecipazione, il Consiglio della Rei metterà
di quanti li ri ‘ ■ ■
i/amo dì segna
«0733 Rosanna Ciappa.
TreJl a dhn ' ^ partecipai
ParziJi^'^'°'^^ o(/ quanti li richiedano dei rimborsi viaggio
^Olio L’'''^9hiamo di segnalare la partecipazione entro il
/^osanna Ciappa. via Saverio Baldacchini, 11
™apo/i, tei 081-284393.
Una foto autografa di Willy Jervis
sposta a riconoscere il valore
autonomo d’una testimonianza cristiana fondata su
un libero richiamo all’Evangelo e su un saldo riferimento all’Assoluto: vita eterna
compresa.
Questa doppia rabbia si è
dissolta come neve al sole
durante la scorsa estate,
quando ho avuto tra le mani
questo libro straordinario".
Non solo i curatori pubblicano integralmente le brevi
missive clandestine che Willy
e Lucilla si scambiarono durante la sua lunga detenzione
alle Carceri Nuove di Torino,
ma le inquadrano con scrupolosa esattezza nel loro contesto storico e biografico:
scompare l’eroe stoico delle
commemorazioni e delle
pubblicazioni ufficiali“ e
compare il Jervis reale; un
uomo forte, che costruisce
accuratamente le sue risposte agli interrogatori fatti sotto tortura, in modo da non
coinvolgere nessun compa
gno che non fosse già noto al
nemico. Il maresciallo Albrecht, delle SS, così concluderà
la sua «relazione finale»: «È
stato possibile cavargli solo
quello che era già noto in base
ad altre dichiarazioni e che
poteva riguardare solo lui
stesso (...) ring. Jervis dev’essere considerato come un elemento estremamente pericoloso (...) Si propone quindi
che ring. Jervis venga fucilato»J Dall’epistolario emerge
poi, con assoluta chiarezza,
l’uomo di fede: ha rischiato la
vita perché bisognava farlo,
ma la sua fiducia non riposa
sul fascino del programma
politico a cui ha deciso di
aderire": la sua fiducia riposa
in Dio, si nutre della lettura
della Bibbia, della preghiera,
della speranza cristiana. Certo della misteriosa presenza
dello Spirito nella sua vita,
non ha paura della morte ma
guarda con crescente attenzione alla vita eterna.
Un gruppo di partigiani a Viiiar Pellica
Radio & Televisione
CULTO EVANGELICO: ogni domenica mattina alle 7,27 sul
primo programma radiofonico della Rai, predicazione e
notizie dal mondo evangelico italiano ed estero.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva di Raidue a cura
della Federazione delle chiese evangeliche, trasmessa a domeniche alterne alle 23,40 circa e, in replica, il lunedì della
settimana seguente alle ore 9,15 circa. Domenica 1° novembre andrà in onda il «Culto evangelico della Riforma»,
trasmesso da Napoli in occasione del 30° anniversario
dell’Ospedale evangelico di Ponticelli Villa Betania, con
partecipazione del presidente della Camera on. Luciano
Violante, del sindaco di Napoli, Antonio Bassolino, e di altre personalità. La replica sarà trasmessa il 9 novembre.
Lettere d'amore nel solco
della tradizione puritana
Ma queste lettere sono anche lettere d’amore: tipica incarnazione moderna dell’uomo puritano, Jervis ha un
rapporto tenero e profondo
con sua moglie. Anche in
questo caso Jervis non è un
adepto di questa sorta di
«stoicismo storicistico» che
ha dominato gli uomini migliori del nostro secolo. Ancora sotto la forca, Jervis non
pensa a redigere quei proclami etico-politici che gli sono
stati artificialmente attribuiti":
conferma con chiarezza le sue
convinzioni civili, ma passa le
ultime ore a pregare per Lucilla, per «i bimbi, poverini», e
annuncia senza retorica le sue
certezze ultime: «Ci rivedremo
certo lassù».
La chiesa evangelica deve
infinita riconoscenza ai «laici» Giovanni De Luna e Luciano Boccalatte che ci hanno restituito il Jervis vero,
con una scrupolosa esattezza'“ che evita ogni retorica,
ma da cui traspare talvolta
una segreta commozione. Il
valore del libro è ulteriormente aumentato da due aggiunte affascinanti; anzitutto,
il memoriale che la vedova
scrisse per i suoi figli Gionni“
e Paola nel 1953: un testo
pieno di notizie preziose e, di
nuovo, di un amore vissuto,
caldo e profondo. L’altra aggiunta riproduce lo straordinario scambio di lettere che
ebbe luogo dal 1945 al 1969
tra la vedova di Jervis e una
delle figure più alte della Resistenza piemontese; Giorgio
Agosti. Agosti è un «laico»
aperto alla fede della Riforma, Lucilla è un’evangelica
aperta alla laicità; nelle loro
lettere, il toccante ricordo di
Jervis si intreccia perciò con i
motivi dell’etica puritana da
una parte, e con le traversie
della rinata democrazia italiana dall’altra: quanto dolore, quanta indignazione nel
vedere Yancien regime che riprende piede, la vecchia Italia che riassorbe gradualmente, spietatamente, tutte
le spinte di rinnovamento.
Eppure Agosti conclude:
«Uomini come Willy [Jervis]
come Duccio [Galimberti] come Livio [Bianco] sono oggi
più vivi di allora».
Questa conclusione può
essere anche valida per noi,
che attraversiamo di nuovo
un periodo torbido della storia italiana: e in particolare, a
noi credenti evangelici può
dare coraggio il ricordo di
uomini come Jervis, Lombardini e centinaia di altri che
non hanno voluto essere degli eroi, ma che hanno accettato di rischiare e di morire
per far sì che questa patria
terrena fosse un po’ meno distante da quella Patria celeste
verso la quale erano ogni
giorno rivolti i loro sguardi.
(1) San Germano Chisone,
nelle valli valdesi.
(2) Riorganizzata nell’autunno, essa si chiamerà Divisione
alpina autonoma Val Chisone
«Adolfo Serafino», dal nome di
un caduto valdese di Pinerolo.
(3) Torino, Einaudi, 1952.
(4) Un protestante nella Resistenza, prima edizione Firenze, La Nuova Italia, 1962. Seconda edizione Torino, Claudiana, 1985.
(5) Un filo tenace. Lettere e
memorie 1944-1969: Willy Jervis-Lucilla Rochat-Glorgio
Agosti. A cura di Luciano Boccalatte; introduzione di Giovanni De Luna. Firenze, La
Nuova Italia, 1998.
(6) Alludo ancora alla sopracitata edizione Einaudi delle
Lettere di condannati a morte
della Resistenza italiana.
(7) Un filo tenace, p.l91.
(8) «Giustizia e Libertà», GL.
(9) Vedi sempre il citato volume Einaudi.
(10) Unico neo di questo
splendido libro: la sottolineatura forse eccessiva del cedimento fisico di Emanuele Artom, il martire ebreo.
(11) 11 noto psicanalista Giovanni Jervis.
UN
«M>T»}AOE
Il volume «Un filo tenace» fa parte della collana deU’editrice La
Nuova Italia sul pensiero politico
del Partito d’Azione.
onfiv
i
10
OTTOBRE 1998
Duemila
Giubileo, 0 caro Giubileo!
Eutanasia
La vita, un dono senza vincoli
Cattolicesimo
Napoli, una chiesa senza giovani?
Teologia femminista
Dio, dove eri mentre soffrivo?
Libertà religiosa
La separazione tra stato e chiesa
Confronti: una copia lire 8.000; abbonamento annuo lire 65.000;
(sostenitore lire 120.000 con libro in omaggio). Versamento sul ccp 61288007
intestato a coop. Com Nuovi Tempi, via Firenze 38,00184 Roma.
Chiedete una copia omaggio telefonando allo 06-4820503, fax 4827901,
(indirizzo Internet; Http:/^ella.stm.it/raa^ket/sct/home.htm)
6
PAG. 6 RIFORMA
venerdì 23 OTTORRf
Esperienze innovative e difficoltà in una scuola di Torino
Interrogativi e «campanelle» cizallarme
Un progetto di prevenzione del disagio e dell'abbandono scolastico deve fare
i conti con le risorse economiche e con le diverse difficoltà dei ragazzi di oggi
MAURIZIO GIROLAMI
Lavoro in un liceo scientifico in cui da 3 anni è in
corso di realizzazione un
progetto di prevenzione del
disagio giovanile, della selezione (bocciature) e dell’abbandono scolastico. Ho un
semiesonero di 7 ore che dedico a questo progetto, il cui
nome è Asia (Abbattere la selezione insegnando ad apprendere). Per noi l’autonomia scolastica è iniziata a
febbraio, quando abbiamo
cominciato a mettere a punto
un progetto che sta partendo
ora e i cui aspetti principali
sono i seguenti.
Ogni martedì gli studenti si
dedicheranno ad attività di
formazione da loro stessi
scelte (e in parte anche suggerite) in un ventaglio di 32
corsi riguardanti sfere diverse
della cultura; musica, cinema
e teatro, scienza ed ecologia,
letteratura e poesia, telematica e giornalismo, sport. Ci
sarà perfino un corso di
esplorazione attiva e comparata di tre religioni: l’ebraismo, il cattolicesimo e il protestantesimo. (A proposito: ci
sono ancora laici, nel mondo
politico, che si battono per la
sostituzione dell’lrc con lo
studio, facoltativo, aconfessionale e in orario aggiuntivo,
del fatto religioso?) Il lavoro
opzionale degli studenti sarà
valutato, da noi docenti; ma
anche il nostro da loro.
La maggior parte dei corsi
funzionerà con tecniche didattiche non tradizionali, interattive, a cui vari docenti si
sono addestrati a loro spese.
(A proposito: a quando un
ministro che provi a fornire
questo tipo di strumenti alla
grande massa degli insegnanti?) La speranza e l’ipotesi di lavoro di molti colleghi
è di estendere queste tecniche alla didattica ordinaria. I
programmi saranno ristrutturati puntando, come dice
un importante documento di
esperti del ministero, alle
abilità e ai saperi essenziali,
più che alla quantità di nozioni e al numero di autori
studiati. Questa scelta è stata
operata in piena autonomia e
(come prescrive l’art 1 della
bozza di regolamento) nel rispetto degli «obiettivi formativi e degli standard di apprendimento....definiti a livello nazionale». Ma perché
non sono stati definiti?
C’è la lotta alla selezione e
all’ahbandono fatta con una
molteplicità di strumenti:
corsi di sostegno in singole
materie, corsi per sviluppare
le capacità di apprendimento, lo «sportello», una specie
di Sos gestito da docenti, in
orario pomeridiano, a cui
possono ricorrere studenti in
difficoltà. Anche quest’anno
funzioneranno i «tutors»: studenti e studentesse degli ultimi anni, che volontariamente, «per il piacere di dare una
mano», aiuteranno a studiare
i loro compagni più giovani
che si trovassero in difficoltà.
Vera miniera di generosità
giovanile, scoperta per caso
che ha contribuito anch’essa
a dimezzare le bocciature. (A
proposito di selezione di
classe, che colpisce maggiormente i figli delle famiglie
che non hanno di che pagare
l’asilo nido e la scuola materna - come ben sa il ministro,
che giustamente pensa di anticipare a 5 anni l’obbligo
scolastico con un anno si
scuola materna per tutti perché non si è sentito parlare di istituzione di scuole materne statali su tutto il territorio nazionale, di altre forme
di diritto allo studio, per le fa
miglie operaie con un solo
stipendio, o per i figli dei disoccupati, dei cassintegrati o
per altre categorie simili?
Non sarà per caso che quei
soldi salteranno fuori per finanziare, in modi vari, le
scuole private e confessionali
e noi dovremo insegnare, al
posto dell’art. 33 della Costituzione italiana, l’art. 33 del
codice stradale?).
C’è l’intenzione di tenere,
anche quest’anno, la scuola
aperta il pomeriggio, per lo
studio, per attività culturali,
musicali, sportive e sociali;
questo però costa lo straordinario dei bidelli e il tempo di
lavoro dei docenti e nella
scuola, si sa, sono state realizzate molte economie; i dipendenti sono diminuiti di
150.000 unità (pensionamenti, blocco dei concorsi), ridotta la spesa per supplenti, gli
esami di stato in provincia,
gli stipendi sono rimasti piuttosto... fermi. Ciononostante
le richieste alla scuola sono
aumentate e anche il lavoro.
A parte quello burocratico,
c’è da far fronte a studenti
più insicuri (chissà perché!),
più disomogenei nelle capacità acquisite, bersaglio di
campagne propagandistiche
incrociate, di tipo consumistico, o ideologico (inventatevi il vostro lavoro, perché
né le aziende, né lo stato ve
lo possono dare). Tutto ciò in
presenza di livelli di disoccupazione giovanile che nel
Sud sfiorano la metà dei giovani fra i 16 e i 25 anni, e di
un disamore massiccio verso
la scuola che dilaga dalle Alpi
allo Ionio. E, anche tra i do
centi della mia scuola, serpeggia un dubbio. Non sarà
che il disegno di elevare progressivamente l’obbligo a 18
anni, di prolungare la formazione dei docenti fino a 6 anni di università (laurea più
specializzazione didattica),
finirà, al di là delle intenzioni, con il rilanciare alla grande l’uso della scuola come
contenitore di tensioni sociali, tamponando provvisoriamente la disoccupazione giovanile, in vista di tempi migliori di cui in Europa non si
vedono ancora le prospettive? In tal caso sarebbero 'gli
insegnanti la giuntura su cui
si concentra il massimo peso.
Questi dati della situazione
e questi interrogativi, ben
presenti a tutti i miei colleghi, hanno dato luogo a risposte e a comportamenti diversi tutti comprensibili:
qualcuno è andato in pensione e altri seguiranno, «finestre» permettendo. Altri propenderebbero per un rilancio
della protesta contro una politica che ancora non riesce a
riscattare la scuola e chi ci lavora dal degrado e dal discredito, e nell’attesa continuano
nel solito tran tran. Altri hanno deciso di rischiare investendo energie e valutando
che la prima difesa dall’abbrutimento sta nel potenziare l’efficacia del lavoro e
nell’uso di tutta la professionalità disponibile per far crescere e valorizzare la motivazione degli studenti e lo spirito di ricerca nei docenti. Ma
la tentazione di mollare tutto
è sempre in agguato.
Come avrete capito, io ap
partengo a quel gruppo che
ha deciso di prendere sul serio l’autonomia, che ha rinunciato a fare disamine in
politichese del «disegno riformatore sotteso alle molteplici
iniziative assunte dal ministro uscente della Pubblica
Istruzione» e che, con molto
volontarismo, sta cercando di
usare al meglio tutti gli spiragli che la nuova normativa
sembra offrire. Ma gli interrogativi restano e la fiducia,
se alle promesse del ministro
non dovessero seguire i fatti.
Una questione, soprattutto,
non può essere elusa. Dopo
tanti anni di ritardi e di disattenzioni colpevoli, anche in
Italia si è riaperto il cantiere
della riforma.
Il sito Internet della Pubblica Istruzione straripa di disegni di legge, circolari, analisi,
libri bianchi e verdi, progetti.
11 bilancio del ministero, invece, grazie al calo demografico, dimagrisce di anno in
anno. Per «entrare in Europa» la scuola ha dato un fulgido esempio di capacità di
risparmio. E, dunque all’insegna del risparmio che si pensa di fare la grande riforma?
Sono sempre le stesse logiche
e gli stessi rapporti forza che
fanno sì che la formazione, la
salute, 11 benessere dei cittadini siano sempre i primi nei
discorsi dei politici e gli ultimi nelle decisioni di spesa? I
dati delTOcse ci dicono che
non bastano i soldi per fare
una buona scuola. Che il denaro può anche essere speso
male. Ma si possono sempre
«fare le nozze con 1 fichi secchi»? Fino a quando?
La sfida dell'autonomia scolastica alla prova dei fatti
No alllmmagine, sì ai progetti veri
SAVERIO MERLO
Tempo fa si coniò la bella
parola «burosauri» per indicare istituzioni superantiquate, pesanti e poco intelligenti: come i dinosauri, appunto. La scuola italiana fu
additata da generazioni e generazioni di studenti come
un burosauro a cui restava
poco altro che estinguersi. La
sfida dell’autonomia scolastica, se non sbaglio, è proprio
questa: sostituire alla scuolaburosauro una scuola moderna, agile e policentrica, all’altezza delle richieste (e non
sono poche) avanzate dalla
nostra società tendenzialmente europea, contraddittoria e altamente complessa.
Forse poco incoraggiante è
l’inizio (nelle scuole pilota
che hanno deciso di lanciarsi
nella sperimentazione dell’
autonomia didattica avendo i
numeri per farlo) in quanto
concretamente l’autonomia
scolastica per ora significa
solo una manciata di progetti
e progettini, i quali costituiscono solo degli accessori e
non certo delle innovazioni
strutturali di largo respiro.
Su che cosa vertono tali progetti? Ce n’è per tutti i gusti,
dalle applicazioni della «didattica breve» (un’insieme di
indicazioni didattiche utili, se
applicate sistematicamente, a
risparmiare un bel po’ di
tempo di lezione) agli studi
che vertono su qualche aspetto dell’ambiente naturale, per
esempio le varie forme di monitoraggio per individuare i
tassi di inquinamento; dalla
produzione di ipertesti (che
pochi, per ora, sono in grado
di fare) alle più tradizionali
ma non meno attraenti attività musicali, teatrali, di
espressione corporea, gemellaggi e scambi culturali con
classi di altri paesi, numerose
altre applicazioni dei computer, dalla produzione di carte
geografiche all’analisi di testi
letterari e filosofici, alle attività di matematica, di fisica,
di statistica, dalla scrittura
creativa ai vari temi e problemi della mondialità e dell’interculturalità. E l’elenco potrebbe allungarsi aH’infmito.
Alcuni di questi progetti rispondono indubbiamente a
esigenze reali, derivanti da
carenze croniche dell’apparato scolastico italiano, per
esempio la mancanza di materie come l’educazione musicale nelle scuole superiori o
dell’educazione sessuale,
stradale o ambientale nelle
scuola media. D’altra parte,
un rischio concreto che potrebbe vanificare tutto quanto è il seguente: che alcuni o
molti di questi progetti si risolvano in operazioni di facciata, utili magari a chi li porta avanti per acchiappare
qualche soldo in più, oppure
a qualche istituto per acchiappare qualche iscritto in
più; la concorrenza fra le
scuole si è fatta pesante, come è noto, soprattutto per
motivi demografici e il quasi
costante calo di iscrizioni costringe ciascuno a mettersi
addosso tutti i possibili «fiori
all’occhiello», alcuni dei quali
destinati a sfiorire in tempi
brevi o brevissimi.
Nessuno si illude, quindi, che
basti aumentare il numero
dei progetti particolari per
realizzare quei mutamenti
strutturali di cui la scuola italiana ha grande bisogno per
allinearsi agli standard europei (e potrebbe farlo, senza
rinunciare ai tratti caratteri
stici che costituiscono la sua
originalità, per esempio il taglio storico e critico, assente
altrove, che caratterizza alcune delle nostre materie); molte altre condizioni vanno soddisfatte affinché il mosaico
della riforma si completi, affinché il burosauro non rispunti da dietro l’angolo! E
poi, annoso problema più importante di molti altri: più
che aggiornamento, la formazione stessa degli insegnanti.
Gli altri rischi, già da tempo
individuati e denunciati
all’opinione pubblica anche
dalle colonne di questa rivista, sono costituiti dalle «mine vaganti» che insidiano la
democrazia nella scuola: innovazioni legislative che
concedano troppi poteri decisionali ai direttori didattici
0 ai presidi, che circoscrivano ancora di più i poteri, già
limitatissimi, di studenti e famiglie negli organi collegiali,
una parità affrettata e sconsiderata tra scuole pubbliche e
scuole private che eludendo
di fatto la nostra Costituzione garantisca a spese pubbliche un facile salvataggio di
scuole private, serie, meno
serie e per nulla serie, «di
tendenza» e non.
Dunque gli ostacoli e i rischi
non mancano, e tuttavia questa non è una ragione sufficiente per cedere al pessimismo e alla rassegnazione. Si
sa che i tempi delle riforme,
in Italia, hanno sempre richiesto grande capacità di resistenza. E non è che questa
capacità manchi agli evangelici, per i quali la scuola, con
le sue battaglie di laicità e di
modernità, è sempre stata
oggetto di un’attenzione particolare, dai tempi di Lutero
fino ad oggi.
Spedizio'’^
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Antichi banchi, scuoia datata
Parla il provveditore Marisa Bertigli
Una mentalità nuova da
cercare a tutti i livelli
FRANCO CALVETTI
L>ANN0 scolastico 1998I 99 è appena avviato, e si
è presentato anche questa
volta con la tradizionale
complessità e problematicità.
Abbiamo rivolto alcune domande al Provveditore agli
Studi di Torino, dott.ssa Marina Bertiglia, uno dei provveditori più attenti e impegnati sul fronte delle linee
programmatiche del ministro
della Pubblica Istruzione e
dell’innovazione.
- Quali sono, secondo lei, le
novità che caratterizzeranno
questo nuovo anno?
«Ogni anno è "nuovo” rispetto all’anno che lo precede, ma le due novità che connoteranno maggiormente
quest’anno scolastico saranno l’avvio dei progetti di autonomia e la messa in opera
del nuovo esame di stato,
parliamo per ora di autonomia essendo da approfondire,
con vasta concertazione, la
tematica del nuovo esame».
- Quali sono i punti nodali
dell’autonomia scolastica?
«Occorre prima di tutto
che gli operatori, tutti indistintamente, si impegnino a
cambiare mentalità rispetto
al funzionamento del servizio reso ai cittadini. Un cambiamento che presuppone la
capacità di progettare all’interno di un dato territorio,
una nuova responsabilità per
tutti. Occorre predisporsi a
non rispondere più a schemi
rigidi ma saper adattare regole generali e comportamenti consolidati alle varie, e
tutte differenziate, situazioni. 1 componenti del servizio,
dirigenti, docenti, allievi e
genitori, devono maturare
rapidamente questa consapevolezza. Anche gli uffici
periferici dell’amministrazione, come i provveditorati,
dovranno recepire questo
profondo cambiamento rispetto al loro ruolo e alle loro
competenze, pur assicurando un supporto indispensabile per il miglioramento
dell’attività scolastica».
- Che cosa si richiede in
particolare per gestire al meglio questo cambiamento?
«Viene richiesta un’implicanza maggiore della scuola
con il territorio e viceversa;
non è solo un collegamento
di tipo fisico, ma è la collettività che si fa espressione culturale, spirito che è già in
parte acquisito. Vengono situati in modo nuovo i rapporti con gli enti locali, e non
solo in materia di dimensionamento delle scuole, ma an
che come ipotesi culturáis,
Tale passaggio non si realit
zerà tutto alla volta, ma
processi successivi. Le d
coltà verranno a mano a :
no affrontate per procederi
verso il quadro definitivoi
- Ci sono novità anchest
piano dei finanziamenti?
«È prevista una serie
possibilità di finanziamenl
per l’autonomia secondoli
progettualità delle scuole
Nelle progettualità saranni
privilegiati il potenziament
delle lingue straniere e le atf
vità di arricchimento forii^
tivo extracurricolari che pi
Iranno essere offerte non sol
tanto a personale delle scuoli
ma anche a specialisti. Saiaa
no incoraggiati i progetti pe
gruppi di scuole, in questi
campo abbiamo già espe
rienze preziose. Sarà ben
che le scuole imparino ala
vorare in rete, grazie andrei
supporti informatici».
- Non crede che sarà diffii}
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«Il fantasma della concoi
renza inquina effettivameni
il processo di autonomia
potrà trovare un correttiv
nel momento in cui le scuoi
si renderanno conto dello!
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non farsi la guerra. È per qui
sto che si auspica un cambi'
mento di mentalità: occortei
ragionare in termini tali p*
cui si risponda dei risultati».
- Per le scuole di montagn
così numerose per la nos«'
realtà peninsulare, ci sarat
schio di chiusura per effe«
del dimensionamento?
«Non ci sono a mio avvìi
rischi del genere. Vi sono e
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Due sono le linee pensate?
il finanziamento: da una P.
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INAUGURATO LO «SCOPRIMINIERA» — C’è stato un primo atto ufficiale sabato scorso ma da sabato 24 ottobre la miniera di talco della Paola a Frali sarà non più un
progetto ma una realtà: non si lavorerà più il talco ma, attraverso la realizzazione dello «scopriminiera», si potranno
scoprire o riscoprire gli antichi metodi di lavorazione e conoscerne le tecniche. Passaggi in galleria, il trenino dei minatori, appassionate guide, un centro di documentazione:
tutto questo nella linea di una valorizzazione a fini turistici
dei siti minerari abbandonati. Il trenino avrà partenze programmate alle 10,30 e alle 14,30; dal 25 ottobre il sito sarà
visitabile, eccetto il martedì, dalle 9,30 alle 12,30 e dalle
13,30 alle 17. A gennaio e febbraio la miniera resterà chiusa; per prenotazioni tei. 0121-806987.
venerdì 23 OTTOBRE 1998
ANNO 134 - N. 41
LIRE 2000
T> imbo, fai brillare tu le
^J3mine». E il bimbo,
con grande serietà fa brillare
le mine. Si sente il fragore
degli scoppi; si cerca di contare per vedere se tutte le cariche sono esplose; resta
qualche dubbio. Se una o più
cariche sono inesplose rischieranno di scoppiare alla
percussione dei minatori che
verranno a sgomberare il materiale smosso e, quindi, di
ferirne o ucciderne qualcuno.
Il bimbo che fa brillare le
mine ha in testa un casco di
sicurezza giallo e una mantellina gialla. Opera nella finzione didattica il giorno 17 ottobre 1998, giorno dell’inaugurazione del complesso «Scopriminiera» alla Paola, in vai
I Germanasca. Quindi non cor
ACCESSO APERTO Al VISITATORI
LA MINIERA
CLAUDIO TRON
re nessun rischio né lui, né
quelli che sono nel suo gruppo; si vedono vecchie foto
con ragazzini che oggi sarebbero chiamati teen-ager e che
allora erano apostrofati più
rudemente come «bocia», intenti al lavoro senza finzioni,
con una semplice berretta.
«Scopriminiera»; ecco una
bella occasione di formazione
per le scuole e, per chiunque
lo voglia, una rivisitazione
pressoché unica di un passato
che ha dato pane, ma anche
molte morti premature, alle
famiglie delle Valli. Un trenino sotterraneo porta i visitatori ai luoghi in cui si «coltivava» il talco, usato fino ai primi anni del nostro secolo per
la sua facilità di intaglio e la
sua refrattarietà alla corrosione soprattutto per la confezione di attrezzi e strumenti casalinghi; padelle, «ferri» da sti
ro, scaldaletto ecc.; in seguito
per l’industria cosmetica, farmaceutica, delle vernici.
Oggi esistono ancora in vai
Germanasca miniere attive,
passate dalla proprietà della
«Talco e Grafite vai Chisone» a quella della multinazionale Luzenac ma fino a oggi
la conoscenza di questa realtà
era praticamente preclusa a
coloro che non vi lavoravano.
Adesso è possibile conoscerla, sentirne i rumori, vedere
delle simulazioni di operai al
lavoro, osservare strumenti
rudimentali dei primi tempi e
macchinari complicati ancora
utilizzati all’inizio degli Anni
90. La miniera Paola è stata
disattivata nel 1995, quindi vi
si sente ancora pulsare la vita;
è un museo vivo.
Incontri a Torino
Due convegni
sullo Statuto
del 1848
Nell’ambito del centocinquantenario del 1848 e dello
Statuto Albertino, la serie di
manifestazioni organizzate
per celebrare l’anno in cui
l’Europa e in particolare l’Italia conobbero moti rivoluzionari, rotture di equilibri consolidati da tempo, aperture
verso le nuove libertà democratiche e la nascita di uno
stato costituzionale moderato
nel regno sabaudo, studiosi e
docenti universitari italiani e
stranieri si sono riuniti a Torino per due convegni, «Il Piemonte alle soglie del ’48» e
«Statuto Albertino e costituzionalismo italiano».
Il primo, aperto tra gli altri
dal presidente della giunta regionale, Enzo Ghigo, ha fatto
il punto sugli studi e sulle
nuove prospettive di ricerca
sul modo in cui il Piemonte si
presentò all’appuntamento
del 1848 sotto il profilo sodale, economico, istituzionale, amministrativo, politico,
jdeale, culturale, e su quale
mimagine Torino e la sua regione avessero in quel tempo
^ei principali stati preunitari
d Italia, in Europa e negli
Stati Uniti d’America.
Il secondo convegno, aperto dal presidente della Came'todei deputati, on. Luciano
’folante, ha ospitato speciali*Ii nelle diverse discipline e
^ludiosi provenienti dall’Itala e dall’estero che hanno il■fstrato le principali costitu?>oni europee del XIX secolo,
to comparazione con lo Statuc Albertino, e che hanno ricostruito le principali vicende
Si è aperto a Torre Pellice con il culto e la prolusione il 144“ anno accademico della Facoltà di teologia
I montanari evangelici e il protestantesimo europeo
DAVIDE ROSSO
FEDERICA TOURN
T e pietre di queste valli
non sono reliquie né
icone, sono simboli non solo
della fede di persone che qui
hanno creduto e combattuto,
ma del fatto che Dio ha vegliato su di loro perché non
venisse meno l’annuncio della
sua Parola»: con queste parole
il pastore Bruno Corsani, che
il 18 ottobre a Torre Pellice
ha presieduto il culto di inaugurazione della Facoltà di teologia, ha voluto incoraggiare
gli studenti a guardare con attenzione i luoghi storici che
avrebbero visitato nei tre giorni di permanenza alle Valli, in
occasione del 150° anniversario delle Lettere Patenti.
1 luoghi storici sono pietre
che possono parlare «perché
gli uomini e le donne tacciono» (Luca 19, 40) e devono
essere, ha ricordato il pastore
durante il suo sermone su Geremia 1, 4-12, come il ramo
di mandorlo di fronte agli occhi del profeta, il segno della
fedeltà di Dio. Al termine del
culto, dopo i saluti del decano
della Facoltà, Ermanno Genre, e del pastore Bruno Rostagno, gli studenti hanno potuto
incontrare le comunità delle
Valli durante un rinfresco organizzato dalla chiesa di Torre Pellice.
Nel pomeriggio, in un Aula
sinodale gremita, il professor
Giorgio Tourn ha tenuto la
prolusione su «I valdesi tra Illuminismo e Romanticismo.
1798-1848», in cui ha messo
in luce l’appartenenza del piccolo gruppo di montanari
evangelici alla storia del protestantesimo europeo. Il pastore Tourn è partito dal
1798, data della «nostra rivoluzione», per illuminare il periodo successivo, tempo di
decadenza, di razionalismo e
immoralità secondo il primo
storico di quegli anni, Antoine Monastier, che rimprovera
ai valdesi, ministri compresi,
la loro tiepidezza religiosa. Il
giudizio è severo: la fede non
è più vissuta nelle chiese, gli
studenti di teologia sono a dir
poco inaffidabili. Finché,
continua Monastier, arriva in
Italia Félix Neff, che con la
sua foga di predicatore illuminato riaccende il vigore spirituale alle Valli. Anche gli storici successivi, come Alexis
Muston, riprenderanno le fila
dello schema tracciato da Monastier: la Rivoluzione come
“ » » I ik
.'fi'
Il prof. Giorgio Tourn e ìi decano Ermanno Genre nel corso della
prolusione all’attività dell’anno accademico 1998/99 (foto M. Gnone)
una parentesi burrascosa che
ha sconvolto o purificato ma
è comunque passata con il ritorno alla quiete e al risveglio
religioso del Romanticismo.
«Questo ’700 di morte spirituale con la presunta successiva restaurazione è una lettura
che non ha fondamento storico - ha precisato Giorgio
Tourn - è un’interpretazione
ideologica perché legge questi anni sotto il profilo della
spiritualità, della fede vissuta
senza dare ragione allo spes
sore di quel periodo, che ha
portato nella storia valdese
una cesura così radicale da
essere paragonabile a quella
del XVI secolo, momento
della costituzione delle chiese
valdesi del Piemonte». Quello
che si dissolve è infatti il
mondo del «religionari», in
cui la fede è una condizione
di appartenenza e non è ancora legata alla conversione interiore dell’individuo: «Ridimensioniamo il Risveglio e il
ruolo di Neff come momento
portarono all’emanazione
j li all ciiiaiia^iwiiw
“^'lo Statuto del 1848 e al
**o consolidamento nel dejennio 1849-1859, quando in
diventò praticamente
Unica Carta costituzionale
gente, significativo punto di
anniento per quanti aspira
ber^ ^ regime li
^ u un legame con il co^'onalismo europeo.
Com’è noto, la valle di Pragelato fu
quasi integralmente protestante dalla metà del ’500 fino alla metà del ’600
e fu poi cattolizzata a forza a partire dai
primi decenni del ’700.
Lo storico Pietro Caffaro, nei suoi Notizie e documenti della Chiesa pinerolese (Pinerolo, 1906), racconta che nella
valle di Pragelato, a partire dal 1730 circa e fino a metà ’800, gli ex protestanti
costretti a seguire il culto cattolico erano chiamati popolarmente i «caratois».
Questo nomignolo enigmatico seguì la
sorte del corrispondente «barbet», finì
cioè per secolarizzarsi e assumere il significato di «ribelle», «contestatore»,
«asociale», ecc. Dice il Caffaro di avere
chiesto invano a alcuni vecchi della valle quale fosse l’origine di quella parola:
nessuno la ricordava.
Tuttavia lo stesso Caffaro riferisce che
i cattolizzati della valle, ben inquadrati
IL FILO DEI GIORNI
« CARATOIS»
CARLO RAPINI
dai frati, erano condotti obbligatoriamente a messa ogni domenica, ove erano
tenuti tra l’altro a recitare ad alta voce il
Padre nostro in francese. Ed ecco allora
la spiegazione (che il Caffaro non riuscì
a cogliere) del termine misterioso: mentre i cattolici terminavano il Padre nostro
alle parole «Liberaci dal male. Amen»,
gli ex protestanti erano abituati ad aggiungere la dossologia di Matteo 6,13b,
che in francese suona: «Car à Toi appartiennent le règne, la puissance et la gloire...». Ed essi la pronunciavano da soli.
ad alta voce, quasi come una tacita rivendicazione di un loro elemento distintivo, l’ultimo che rimaneva. E così, dalle
prime tre parole che si udivano risuonare
in chiesa dopo che i cattolici avevano
terminato la preghiera, quelli che un
tempo appartenevano alla «religione
pretesa riformata» vennero chiamati i
«car à Toi» e poi i «caratois».
Questi nostri antichi padri nella fede,
per vari decenni dopo la conversione
forzata, hanno varcato di notte il Colle
del Pis per portare i loro neonati a Salza
o a Massello e farli battezzare dal pastore valdese. Privati di tutti i templi (ce
n’erano 20 nella valle!) si riunirono
clandestinamente per molti anni in una
piazza del villaggio di Laux, che porta
ancora oggi il nome di Plàso d’ia priero,
tradotto approssimativamente in «Piazza
della preghiera». In realtà la priero indicava la riunione religiosa di culto.
determinante della riscoperta
della fede - ha precisato il pastore Tourn -; è il vecchio
mondo che si disintegra lentamente e la Chiesa valdese comincia a ripensarsi dal suo interno: la Rivoluzione mette fine all’Ancien Régime e saldandosi con il Romanticismo
crea la Chiesa valdese che conosciamo».
Al termine della prolusione,
il decano della Facoltà ha dichiarato ufficialmente aperto
il 144° anno accademico. Per
la prima volta nella storia della Facoltà di teologia è stata
anche conferita una laurea honoris causa, assegnata al prof.
Claudio Tron innanzitutto per
aver dato un fondamentale
contributo alla conoscenza di
Giovanni Miegge (ricordiamo
i due volumi editi dalla Claudiana) e poi per il suo impegno di predicatore laico: come
ha dichiarato il prof. Genre, si
è voluto con questa laurea
mettere in risalto «lo studioso,
il laico teologicamente preparato, il predicatore e il massellino». Claudio Tron si è detto
commosso e riconoscente per
quello che ha definito «un dono»: «Credo che il Consiglio
di Facoltà abbia voluto con
questo riconoscere un ruolo ai
bricoleur della teologia».
Nei giorni successivi, gli
studenti oltre ad aver visitato
il Centro culturale di Torre
Pellice, il museo e l’Aula sinodale, la comunità di Luserna San Giovanni, dal tempio
del Ciabàs all’Asilo valdese,
sono saliti a Bobbio Pellice e
a Angrogna fermandosi nei
luoghi storici (Chanforan,
scuolette Beckwith, ghiesa
d’ia tana); non è mancata la
visita nella vai Germanasca
(tempio e ospedale di Pomaretto) e l’incontro con il gruppo di Agape e la chiesa di Pinerolo. Di sera, inoltre, hanno
avuto occasione di confrontarsi con valdesi impegnati
nella società civile e sulle diverse esperienze pastorali
nelle nostre chiese con pastori di piccole e grandi comunità di montagna.
8
PAG.
Il
La premiazione deiia gara di Triathion
ANGROGNA: VOLGE AL TERMINE L’«AUTUNNO»
— Con la gara di triathlon, la castagnata e i balli sotto l’ala
volge al termine la 20“ edizione deH’«Autunno in vai d’Angrogna». Ci saranno ancora dibattiti e concerti; intanto il
Comune sta ultimando la verifica delle evasioni o delle elusioni dei tributi comunali lei, Iciap, Tarsu e presto chi ha
sbagliato verrà chiamato a pagare con tanto di multe. «Saranno tutte al minimo consentito dalla legge - precisa il
sindaco Sappé in questo modo si è recentemente pronunciato il Consiglio comunale».
UN DIFENSORE CIVICO DI VALLE — Sono state stipulate
le convenzioni fra la Comunità montana vai Pellice e i Comuni di Bibiana, Bobbio Pellice, Luserna San Giovanni,
Rorà e Villar Pellice per lo svolgimento delle funzioni di difensore civico. Il dott. Ignazio Prinzivalli è disponibile per i
cittadini il martedì e il venerdì, dalle 9,30 alle 12 nella sede
della Comunità montana a Torre Pellice e il 4° venerdì del
mese, dalle 9,30 alle 12, in municipio a Luserna S. Giovanni.
SEMINARIO SULL’OBIEZIONE DI COSCIENZA — La
Lega obiettori di coscienza organizza per venerdì 23 ottobre, dalle 14,30, nella sala del Cesedi a Torino, in via Gaudenzio Ferrari 1, un seminario sulle prospettive dell’obiezione di coscienza al servizio militare. Ormai 60.000 giovani scelgono annualmente il servizio civile e il seminario
vuole fare il punto sulle nuove opportunità che si sono
aperte con l’approvazione della nuova legge.
COL WWF NELLE CEVENNE — Il Wwf di Pinerolo intende organizzare una gita al parco dei lupi di Sainte Lucie e al
parco dei bisonti di Sainte Eulalie, nel parco nazionale delle
Cevennes. La gita ha un notevole interesse naturalistico in
una zona abbastanza intatta, con paesaggi ancestrali e aree
rurali di grande bellezza. La partenza è fissata al 5 dicembre
in treno da Pinerolo, con ritorno l’8 dicembre. Per informazioni o prenotazioni telefonare allo 0121-76211.
ASPETTANDO L’INVERNO — Si apre venerdì 23 ottobre
con la compagnia Teatro dell’angolo in «Suo umilissimo
servitore Carlo Goldoni», al teatro Incontro di via Caprilli,
la rassegna teatrale «Aspettando l’inverno». Ingresso lire
15.000, ridotto 10.000. Abbonamento spettacoli di Pinerolo
60.000; per Torre Pellice 48.000. La prevendita a Pinerolo si
svolge dal lunedì al venerdì alla Banca Brignone e a Torre
Pellice, al teatro del Forte ogni giovedì dalle 16 alle 19,30.
UN NUOVO PRIMARIO PER L’AGNELLI — Dal 1° ottobre l’ospedale Agnelli di Pinerolo ha un nuovo primario, la
dott. Emma Zelaschi, specializzata in Igiene e Organizzazione ospedaliera, nominata dirigente di 2“ livello presso la
direzione sanitaria del presidio ospedaliero e quindi nuovo
dirigente medico dell’intero ospedale Agnelli.
APPROVATA L’ADESIONE AL PATTO TERRITORIALE — La giunta della Comunità montana vai Pellice ha deliberato di aderire al protocollo d’intesa, promosso dal Comune di Pinerolo, per la costituzione di un Patto territoriale
tra gli enti locali dell’area pinerolese. L’assessore all’Artigianato e Lavoro, Giorgino Cesano, promotore del documento, ha sottolineato che il rafforzamento del potere delle
comunità locali è la prima condizione per lo sviluppo.
I VIALI DI TORRE PELLICE — «Temevamo di trovare
una situazione peggiore»; con questa battuta il dott. Marco
Lo Bue ha aperto la serata organizzata dall’amministrazione
torrese per presentare lo studio condotto sulle alberate storiche dall’agronomo torinese. Viale Dante, viale De Amicis,
piazza Gianavello: sono questi alcuni dei punti esaminati
con un’attenta verifica, pianta per pianta, dei platani esistenti. Lo Bue ha proposto un piano di intervento, per il viale Dante, che si protrae fino al 2023, in modo da sostituire
quasi tutti gli alberi in modo graduale, senza troppo ferire la
continuità del più bel viale cittadino. Per molte piante la
stabilità è comunque compromessa: le potature effettuate
negli Anni 60 per eliminare i rami dal tratto carrabile, hanno prodotto ferite gravi, da cui sono partite le compromissioni che porteranno aH’abbattimento di alcuni esemplari.
Gli alberi verranno sostituiti, dopo una bonifica del terreno
e l’asportazione delle ceppale: «Le nuove piante - ha precisato Lo Bue - dovranno avere un diametro di circa 10 cm».
VitaNuova
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A colloquio con il professor Claudio Tron, predicatore locale
Un teologo «honoris causa»
PIERVALDO ROSTAN
O tupito», è il commento
a caldo di Claudio
Tron, predicatore locale, alla
notizia del conferimento della
laurea «honoris causa» da
parte della Facoltà valdese di
teologia di Roma: «Non mi
sembra di aver contribuito in
modo particolare alla ricerca
teologica; credo che la decisione sia dovuta alla scelta di
valorizzare un servizio ecclesiastico da parte di persone
che possiamo considerare
“cani sciolti” dal punto di vista della teologia accademica;
sono persone che hanno seguito studi molto rapidi o
hanno fatto una ricerca personale che nel mio easo è stato,
per la tesi di laurea, il pensiero di Giovanni Miegge». Con
Claudio Tron parliamo di valli valdesi e di Facoltà: quest’
anno due giovani sono stati
consacrati al pastorato ma negli ultimi anni è stato un fatto
abbastanza raro...
«E un problema che sentiamo molto, che ci umilia e ci
fa soffrire; è vero che qualche
giovane ha fatto il corso per
diventare predicatore locale
però il numero, se consideriamo la proporzione con il numero dei membri di chiesa alle valli, è estremamente deludente. E lo è ancora di più se
pensiamo allo scarso interesse per la teologia non solo in
Italia ma in tutto il mondo; ho
avuto esperienze tremende
con pastori provenienti dagli
Stati Uniti: molto emozionati
perché prendevano conoseenza dei luoghi e della storia ma
incapaci di raccapezzarsi di
fronte a un discorso teologico
elementare. Tutto questo è
preoccupante; bene fanno
dunque le Facoltà di teologia
a incoraggiare ogni tipo di
studio teologico anche personale e non accademicamente
riconosciuto».
Nel Pinerolese
Campagna
contro il virus
deirinfluenn
Dal 15 ottobre è cominci*
I ramnaonfi ^
VENERI
Il Con
Esa
la campagna antinfluenzji
nei 47 Comuni del Piner^
se: se lo scorso anno
stati somministrati dall’^
10 all’incirca 9.000
vaccin
Il decano Ermanno Genre consegna a Claudio Tron la laurea honoris causa deiia Facoltà
- Le origini del prof. Claudio Tron sono notoriamente
masselline, ma il villaggio negli ultimi decenni è molto
cambiato; d’estate le case ristrutturat, si popolano, d’inverno ci vivono pochissime
persone... e la chiesa?
«Il rapporto con la chiesa
dei massellini 30 anni fa era
visto come una routine mentre
oggi è un fatto di resistenza;
allora c’era comunque un tessuto ecclesiastico in cui ci si
inseriva senza difficoltà, ora
parlo di resistenza perché il
numero è ridotto ai minimi
termini e si è profondamente
modificata, non necessariamente in peggio, la fisionomia della comunità: si è sviluppata una villeggiatura
evangelica che ha dato slancio
e sostegno alla vita comunitaria. Massello è stato paese di
agricoltori ma anche luogo da
cui partivano studenti che poi
si avviavano o all’insegnamento o al pastorato. Personalmente posso dire di essere
stato un po’ tutte e tre le cose;
credo che sia necessario oggi
avere una versatilità maggiore
facendosi carico singolarmente di questo retroterra».
- Frali e Massello: paesi
teste di valle di indubbia ma
Un viaggio ideato da «La Beidana>
Breve visita a Favaie
AUGUSTO COMBA
Ci siamo iscritti alla gita
in pullman da Torre Pellice a Favaie presso Chiavari,
il paesetto dei cantastorie Cereghino, che nell’800 avevano creato una comunità valdese: la gita era organizzata
per domenica 11 ottobre da
Marco Fraschia della Beidana
e ci avrebbe portato per qualche ora vicino al mare, in un
luogo diverso dal solito. Ma
appena giunti ci siamo accorti
che in realtà eravamo invitati
a partecipare a un momento
storico. Nel centocinquantenario del ’48 per la prima
volta a Favaie i valdesi si sono uniti ai cattolici in una festa comune nel ricordo di
quella lontana vicenda.
I Cereghino erano una famiglia di contadini, ma sapevano
comporre canzoni e d’inverno
andavano a cantarle per fiere
e mercati, vendevano i foglietti col testo e così guadagnavano un po’ di soldi anche
nella cattiva stagione. Nel
1852 Paolo Geymonat li convertì alla fede evangelica, da
cui le loro canzoni trassero
nuova ispirazione; Stefano
Cereghino divenne un valente
predicatore e la comunità nei
suoi giorni migliori sorpassò
il centinaio di membri. Poi fu
sgretolata dall’emigrazione,
nel 1920 l’ultimo valdese lasciava Favaie.
Giunti a Chiavari, dopo
aver visitato la bella città, siamo stati accolti dalla comunità battista, in certo modo
erede dei valdesi di Favaie,
come ci ha spiegato in un
cordiale discorso il pastore
Scaramuccia. Poi è salito con
noi sul pullman un signore di
.squisita affabilità, conoscitore
eccellente della contrada, il
sig. Lagomarsino, che ci ha
pilotati su per la vai Fontanabuona prima a Corsica, dove
ci è stato offerto un ricco
pranzo, poi fino alla frazione
Castello di Favaie. Qui ei siamo uniti a un gruppo di vaidesi di Genova col pastore
Fanlo y Cortés; eravamo così
una sessantina di valdesi e
dopo il culto e i canti nel piccolo cimitero restaurato, abbiamo visitato l’ex chiesascuola-presbiterio ora ristrutturata, accolti dal proprietario
dott. Massa e dal sindaco di
Favaie, Boitano.
Scesi a Favaie capoluogo
(dove nella chiesa cattolica
una lapide antivaldese rammenta la vecchia inimicizia),
abbiamo partecipato a una festosa manifestazione popolare, ascoltando interventi amichevoli fra cui quelli del parroco di Favaie e del pastore
Fanlo, assistendo alla presentazione del libro di G. Meriana sui Cereghino, infine alternando i nostri canti a quelli di
un coro folcloristico, che ha
eseguito anche una canzone
degli antichi cantastorie.
trice valdese: rna quanto incide oggi questa presenza nella
vita sociale e civile?
«Credo che gli amministratori siano molto più condizionati da quadro giuridico in
cui si muovono per ottenere
finanziamenti che non dalla
loro volontà politica o dal loro legame culturale. Frali mi
ha sempre dato l’impressione
di voler tenere un legame col
passato, c’è una chiesa popoio in cui si trovano un po’ tutte le generazioni. Il problema
si pone in modo più acuto a
Massello, dove non ci sono
attività economiche; quando
ero giovane c’era un’osteria,
ora neanche più quella... anche qui comunque l’unica
possibilità di salvezza sta ne
non avere una visione settoriale dei problemi».
- Queste valli rischiano, come appare ironicamente nell’ultimo spettacolo del Gruppo teatro Angrogna «Fort
Village», di essere ridotte a
«macchietta» che i turisti
esteri osservano divertiti?
«Lo spettacolo è utilissimo
a metterci in guardia dai rischi reali, ma contro questi rischi nessuno può lottare salvo
quelli che sono portatori di
questa cultura».
per la campagna vaccw
1998-1999 se ne stanno*
quistando 11.000. Conu,
novità: i vaccini quest’aà
saranno somministrati no
solo negli ambulatori centri
dei distretti sanitari (viaMr*
tebello a Pinerolo, Perosaiii
gentina. Torre Pellice, ecci
ma anche, dal 26 ottobre al
novembre, nei vari ambulai
ri decentrati, interessando«
sì I’80% dei luoghi sedei
sei-vizi. L’Asl 10, oltre a m«
tere a disposizione il propà
personale medico, ha ridiio
sto la collaborazione dei mj
dici di famiglia, che si redi
ranno a casa dei pazienti
possibilitati a venire n
ambulatori.
Ovviamente la campaga
vaccinale viene prioritaria
mente assicurata, comepre
vedono le circolari minists
riali, agli anziani oltre i
anni, ai bambini e agli aduli
affetti da malattie respiratori
e circolatorie, ai diabetici
cardiopatici, nefropatici et
pazienti affetti da fibrosi ci
stica, a chi attende interveil
chirurgici, agli affetti da m
lattie che alterano la prodi
zione di anticorpi, ai bambii
reumatici, al personale di
sistenza o ai familiari
getti a rischio.
Dato che le
vaccinazWi
avvengono in orari e con
dalità differenziate nell’ami
to dei vari ambulatori leali
riali e che in molti casi si esige la prenotazione, i c
dovranno informarsi personalmente sugli orari dell'®
bulatorio di riferimento.
Posta
Il vallone
di Massello
L’approccio a fine estate
con il vallone di Massello è
penoso. Prati ingialliti, campi
incolti, villaggi deserti stringono il cuore. Parrebbe di
trovarsi in un paese abbandonato da tutti se non si vedessero gruppetti di perone, per
lo più anziane, intente a cavar
patate. Sono gli «irriducibili»
che non rinunciano al campicello di patate e che sono decisi ad affrontare il freddo e
la solitudine dell’inverno. Più
ancora del degrado ambientale, è la solitudine che rattrista.
«Beata solitudo» si addice
all’eremita, convinto di trovare nella solitudine la comunione con Dio. Per i comuni
mortali che sono socievoli
per natura, la solitudine,
quando è eccessiva, dà tristezza. «Dove sono i massellini?» ci si chiede. Sono emigrati a valle dove hanno trovato un lavoro meno duro e
stressante di quello dell’agricoltore di montagna.
L’unico mese in cui Massello si anima un po’ è agosto.
Allora arrivano i fedelissimi
all’appuntamento con l’estate
massellina. Come la famiglia
Brambilla in vacanza della
canzone, arrivano, capo famiglia al volante con tutta la sacra famiglia, talvolta cane e
gatto compresi. Ma il loro
soggiorno dura al massimo un
mese. Le case sono state ben
ristrutturate e fornite di ogni
Come
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canto ad esse rimangano cai
diroccate e fatiscenti.
Ora guardiamo i lati posi!
vi di Massello. Alcuni inW
prendenti massellini svernai) vare inipr
a Massello, dove svolgo! ^
un’attività redditizia nel c^ ~
po della falegnameria e
l’edilizia. Un allevamento 6
prino dà buoni risultati e »
campo dell’agriturismo si
vora con successo
per pochi mesi all’anno. Il®
rismo è quasi inesistente,
vorrebbe qualche attivit
sportiva per i giovani che
Massello si annoiano. Ne ®
nosco una sola: l’equitazio
che comincia a interesse
bambini e adolescenti; pe<^‘
to che i giovani preferNc^
remozione della motocid
a quella della cavalcata!
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se. Un centro di incont
tanti sentieri ripuliti dalle
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ghe passeggiate. Ora che ;
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Spero anche che le
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da chi è tenuto a farloghettizziamo Massello.
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Il Comitato internazionale valuta le candidature per il 2006
Esame per la Torino olimpica
PAVIDE BOSSO
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ome ci si aspettava si è
trattato di un vero e proesame quello che Torino
I la sua provincia hanno dovuto sostenere con la Commissione del Comitato oliin
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è giunta in città la scorsa settimana per valutare la candidatura della provincia piemontese a essere sede dei
giochi olimpici invernali del
2006. Il Comitato promotore
torinese, guidato dal presidente, Giorgetto Giugiaro, e
dal presidente esecutivo, Evelina Christallin, dopo mesi di
intenso lavoro ha accolto e
guidato dal 15 al 18 ottobre la
Commissione del Ciò composta da 15 persone e presieduta dal giapponese Chiharu
Igaya, facendogli visitare i siti e gli impianti che dovrebbero essere lo scenario delle
future olimpiadi, e ha fornito
tutte le chiarificazioni che la
Commissione ha richiesto.
Al presidente Igaya e agli
altri membri del Ciò presenti
sono stati mostrati i diversi
siti montani dove si svolgeranno le competizioni delle
diverse specialità, da Beaulard in alta vai Susa, dove è
prevista la costruzione dello
stadio del bob, a Pragelato,
candidato a ospitare lo sci
nordico e il trampolino per il
salto, passando per le piste di
Bardonecchia e Sestriere. Il
Ciò ha poi visitato gli impianti per le gare di pattinaggio e
di hockey recandosi ai palazzetti di Torino e Pinerolo oltre naturalmente al sito del
futuro villaggio olimpico.
Sono state giornate lunghe
^ er il Comitato promotore
'che in pochi giorni ha dovuto
mettere in campo il lavoro di
mesi discutendo e presentando oltre ai siti i programmi di
protezione ambientale, di
marketing di assistenza sanitaria e di sicurezza che sono
stati preparati e mostrando le
caratteristiche culturali e
strutturali del territorio. La
sensazione alla fine delle 4
giornate di visita è che sulla
Commissione l’impressione
sia stata buona; tra l’altro c’è
tnolta attenzione sui siti
alberghieri e sulle tematiche
ambientali, temi su cui i «tonnesi» non si sono fatto tro''are impreparati, ricevendo
anzi i complimenti per il dossier preparato da Provincia e
Comune di Torino riguardo
all’impatto ambientale. Ora
la palla passa nelle mani del
Ciò che dovrà valutare la
candidatura di Torino 2006
in confronto a quella delle altre località concorrenti prima
fra tutte la svizzera Sion.
Quella di «Torino 2006» comunque sembra una candidatura forte anche perché unitaria, come ha dimostrato anche la partecipazione del senatore Giovanni Agnelli, dell’onorevole Walter Veltroni
in rappresentanza del governo
e i messaggi di diversi atleti
olimpionici italiani.
Alla Foresteria valdese di Torre Pellice
Quarantanni di ospiti
I lavori in fase di ultimazione al Palaghiaccio di Pinerolo
________MASSIMO GNONE________
La Foresteria valdese di
Torre Pellice compie
quarant’anni; un anniversario
decisamente importante per
la struttura, che ha celebrato
questa ricorrenza domenica
scorsa. Un compleanno che
rappresenta un’ottima occasione per fare un salto nel
passato, un bilancio del presente e, ovviamente, qualche
previsione per il futuro. Roberto Prochet, del Concistoro
di Torre, ha ricordato «l’importanza di avere un momento di riflessione su che cosa
sia stata la Foresteria dai suoi
primi anni a oggi». Adriano
Longo, che da tre anni ha lasciato la direzione, ricorda;
«Il pastore Deodato, fondando questa struttura, aveva
pensato che dopo la guerra ci
sarebbe stata l’opportunità
che le comunità finalmente si
incontrassero». Dopo questa
fase, dalTarrivo della famiglia Longo nel 1981, «la Foresteria ha conosciuto un periodo di adeguamenti, in cui
si è puntato all’obiettivo di
L'inaugurazione con la vittoria della prima partita di hockey
Pinerolo: aperto il Palaghiaccio
Domenica 18 ottobre è stato inaugurato, con la prima
partita di campionato di
hockey (vinta dai Draghi Pinerolo contro il Torino 13 a
1), il Palaghiaccio di Pinerolo, già aperto sei mesi fa per i
roller-biade.
«Dopo 13 anni di progetti e
di lavori intorno al Palazzetto
del ghiaccio, e una prima
idea, poi scartata, di costruirlo con fondi privati, si è ceduto il progetto al Comune di
Pinerolo, che ora lo finanzia
interamente» racconta il promotore per la costruzione
Ferdinando Cervar, che è anche il fondatore della società
che gestisce il Palaghiaccio,
la Polisportiva ghiaccio Pinerolo. «I lavori sono a buon
punto - continua Cervar - abbiamo finito il primo lotto,
con la realizzazione di due
tribune, degli spogliatoi e di
alcuni uffici, e stiamo comin
L'ìniziativa di Alfred, pastore a New York
U «rencontre»
della famiglia JanaveI
ciando il secondo, che sarà finito nella primavera prossima
e che prevede un’altra tribuna
chiusa da una vetrata, degli
altri uffici, un bar e un locale
per la stampa e la televisione,
e a piano terra un magazzino
e il posto per la macchina rasaghiaccio».
Da martedì 20 ottobre il Palaghiaccio è aperto al pubblico; la mattina per le scuole, il
pomeriggio per tutti, dal martedì alla domenica dalle ore
15 alle 18 (lunedì chiuso); la
sera è aperto il martedì, giovedì, venerdì e sabato dalle
ore 21 alle 23, riservando il
mercoledì e la domenica per
allenamenti e partite, o per
eventuali spettacoli di pattinaggio artistico.
Il biglietto d’ingresso è
7.000 lire per gli adulti e
4.000 per i ridotti; gratis per i
bambini. Il noleggio dei pattini costa 5.000 lire; esiste
«Eco delle valli»
Mario Lasagna
tipografo per
molti decenni
comunque la possibilità di fare abbonamenti e di ottenere
ulteriori riduzioni sul prezzo
d’ingresso. La prossima partita in casa per i Draghi Pinerolo è prevista per giovedì 12
novembre.
radicare la struttura nel territorio e nella chiesa».
Da tre anni la Foresteria è
diretta da Marco Bellora, in
questo momento «non solo
amministrativo» di inserimento nella Commissione sinodale per la diaconia. «La
Foresteria - spiega Bellora continua ad avere un suo Comitato, i suoi livelli di decisione, ma il rapporto con le
altre opere gestite dalla Csd
si è fatto con il tempo più
stretto». L’attività della Foresteria è in continuo sviluppo:
«La struttura - continua Bellora - ha attualmente 104 posti letto, con 3.000 persone
l’anno; dalle famiglie ai
gruppi di ogni tipo e continua
ad essere fortemente interessata alle possibilità di sviluppo turistico del territorio; la
Foresteria, il Centro culturale
e il Collegio sono sicuramente i tre interlocutori forti del
mondo valdese».
Roberto Prochet auspica
«una collaborazione molto
più sentita da parte della collettività», collaborazione indispensabile per i futuri e necessari miglioramenti strutturali; Adriano Longo sottolinea T importanza del «collegamento tra l’opera della
struttura e l’interesse della
comunità, cioè l’accoglienza
degli ospiti come fratelli in
fede». La Foresteria, quindi,
come centro nevralgico, necessariamente inserita nel territorio e nella Chiesa valdese;
«L’anniversario - ha rilanciato in conclusione Longo può servire a capire come
l’accoglienza sia parte integrante del messaggio della
nostra chiesa».
Stabilimento di Luserna San Giovanni
Coreos: porte aperte
PIERVALDO ROSTAN
p
di un
a Torre Pellice;
3nianrpt-^ ''Alfredo JanaveI
»Olio colf, ^ di origine e molti
•arne ii amano ascol
aoiioa,7^saggio. Quest’anJanaveI ha voludi una «renconri i discendenti di
Giosuè JanaveI. È accaduto
in settembre a Bobbio; un’efficace predicazione sulle parole del grande leader valdese; «Niente sia più forte della
vostra fede», un messaggio
valido e attuale anche oggi. II
sabato precedente un pranzo
conviviale ha riunito un gran
numero di JanaveI provenienti da differenti località.
Mario Lasagna se ne è andato qualche settimana fa;
per tanti anni aveva composto gli articoli de «L’eco delle valli valdesi-La luce» quale linotipista alla Tipografia
subalpina di Torre Pellice dove era arrivato, lui, originario
di Chieri, dopo un periodo di
prigionìa in Africa, negli anni
del dopoguerra.
L? «Open day», le «Porte
aperte alla cittadinanza» dovrebbero essere realizzate anche da altri settori del
lavoro e dei servizi, a partire
dagli enti pubblici; così si
udiva commentare al termine
della giornata di sabato ottobre quando la Corcos, insieme al suo partner Freudenberg, ha aperto le porte dello
stabilimento di Luserna San
Giovanni ai cittadini, agli amministratori locali, ai famigliari degli operai, ai pensionati della fabbrica stessa.
La Corcos è particolarmente legata al Pinerolese; accanto al primo stabilimento di
Pinerolo, dal 1982 opera
quello di Luserna San Giovanni. In tutto oltre 500 dipendenti nei due stabilimenti,
un fatturato previsto di 120
miliardi per il 1998. Una
azienda consistente ma piccola in confronto al gruppo
Freudenberg con cui è legata
dal 1936; la multinazionale
tedesca oggi ha stabilimenti
in molte parti del mondo, occupa circa 28.000 persone
impiegate nella lavorazione
della gomma con cui si realizzano pavimenti, tessuti
sintetici, antivibranti, guarnizioni di ogni tipo. Eppure il
rapporto è proficuo e intenso.
Un rapporto proseguito e
rafforzatosi nel tempo, anche
nei momenti duri della morte
del fondatore Ludovico Cosso e del figlio e del subentro
di Maria Luisa Cosso, oggi
amministratrice della Corcos.
L’azienda italiana produce
in particolare anelli di tenuta,
guarnizioni per valvole; il
«corteco» è diventato un termine di utilizzo comune al di
là della provenienza da questa fabbrica. I prodotti della
Corcos sono normalmente
composti di gomma e metallo, due elementi che per natura non aderiscono; per «costringerli ad aderire» si lavora con processi chimici articolati gestiti in maniera completamente automatizzata.
Gli oggetti Corcos (il solo
stabilimento di Luserna ne
può produrre 1.500 diversi) si
trovano nel settore ferroviario, nell’industria chimica,
degli elettrodomestici, nella
componentistica idraulica oltre che, naturalmente, nel settore automobilistico che assorbe il 50% della produzione. Il 25% della produzione
va all’esterno.
Ma è sulla qualità che punta l’azienda diretta dalla signora Cosso; un pannello in
azienda propone tutti i nomi
dei dipendenti («ognuno di
loro - dicono in azienda - è
in qualche modo parte del miglioramento qualitativo; qui
ciascuno sa assumersi le proprie responsabilità»). La qualità dei prodotti Corcos
(l’obiettivo di oggi è lo «zero
difetti») deve garantire sicurezza a chi guida e lavora; ma
la qualità è anche quella del
modo di lavorare e dunque
dell’ambiente interno alla
fabbrica ed esterno, «abbiamo
sofisticati sistemi di depurazione» dicono orgogliosi in
azienda; del resto, ha aggiunto ring. Vogel della Freudenberg «dobbiamo lasciare ai
nostri figli la terra come l’abbiamo trovata noi, o forse anche in stato migliore...».
Nelle
Chiese
Valdesi
ASSEMBLEA 1° CIRCUITO — Alle 20,45 di mercoledì 28 ottobre assemblea
del 1° circuito alla Casa unionista di Torre Pellice.
ASSEMBLEA 3° CIRCUITO — Venerdì 30 ottobre alle 20,30, a Ferrerò, si svolgerà l'assemblea del 3° circuito.
ATTIVITÀ SCOUTISTICHE
— Sabato 24 e domenica 25
ottobre, alla Gianavella, primo incontro di ripresa delle
attività del gruppo scoutistico. Per informazioni rivolgersi a M. Long 0121-953107.
RACCOLTA STRACCI —
La raccolta stracci autunnale
si effettua improrogabilmente fino al 25 ottobre presso il
garage piccolo della casa pastorale di'Chiotti.
ANGROGNA — Incontro
mensile dell'Unione femminile domenica 25 ottobre alle 14,30 al capoluogo.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Riunioni quartierali alle 20,30: giovedì 22 ottobre
a Fondo San Giovanni, lunedì 26 ottobre a Bricherasio, martedì 27 alle Vigne.
Studio biblico: primo incontro di studio biblico condotto dal pastore Pasquet sul tema «Segni di Gesù ieri e oggi» giovedì 29 ottobre alle
20,45, al presbiterio.
PINEROLO — Giovedì 22
alle 15 incontro dell'Unione
femminile. Venerdì 23 ottobre alle 20,45, nei locali della
chiesa, conferenza del professor Daniele Garrone su
«Israele e i popoli pagani, i
profeti Giona e Nahum», primo incontro di studio biblico. Sabato 24 ottobre alle
20.30 serata aperta a tutti i
membri della comunità per
raccontare il viaggio della
scorsa estate in Germania e a
Praga, proiezione di diapositive fino alle 20,45. Domenica 25 alle 10 culto con assemblea di chiesa, relazione
delle deputate al Sinodo; alle 15 culto a Piossasco.
POMARETTO — Culto
all'Inverso domenica 25 ottobre alle 10.
PRALI — Domenica 25 ottobre alle 10 culto con assemblea di chiesa su Sinodo
e Conferenza distrettuale, vita spirituale e finanze.
PRAROSTINO — Domenica 25 ottobre Festa del raccolto: alle 9 culto al Roc, alle
10.30 culto a Roccapiatta, alle 14,30 bazar della Festa del
raccolto nella sala del teatro.
RORÀ — Domenica 1° novembre, Domenica della Riforma, culto alle ore 10 con
la predicazione del prof.
Bruno Corsani. Alle 12,30
pranzo comunitario; alle 15
incontro sul tema: «Lutero e
la Bibbia».
SAN SECONDO — Mercoledì 28 ottobre riunione
quartierale al Barbé, alle
20,30; il tema di questo primo ciclo sarà la bioetica, con
l'esame particolare del documento su «L'eutanasia e il
suicidio assistito».
TORRE PELLICE — Riunio
ni quartierali: martedì 27 ottobre all'Inverso, venerdì 30
agli Appiotti. Studio biblico:
lunedì 26 ottobre alle 20,45
al presbiterio su «La vergogna dell'idolatrìa». Esodo 32.
VILLAR PELLICE — Riu
nioni quartierali (ore 20,30):
venerdì 23 ottobre al Ciarmis, venerdì 30 al Serre. Sabato 31 ottobre alle 21 nel
tempio, letture, proiezione
di un video e canti del coretto, serata dedicata ai trentesimo anniversario dalla morte di Martin Luther King.
VILLASECCA — Assemblea di inizio anno ecclesiastico domenica 25 ottobre
su: relazione sui lavori sinodali, programma dell'anno
ecclesiastico, elezione di un
nuovo membro del Concistoro. Riunioni quartierali: martedì 27 ottobre alle 20 a Pian
Faetto, mercoledì 28 alle 20
alla Roccia, giovedì 29 sempré alle 20 a Villasecca.
10
PAG. IV
^LLI mOESI
VENERDÌ 23 OTTOBRE19QS
yENERDÌ
HOCKEY GHIACCIO — Ancora una sconfitta per il Valpellice Sparea in A2 di hockey ghiaccio; domenica, a Laces
(Bz) contro il Val Venosta i valligiani sono stati superati per 52. Contro la forte capolista altoatesina i piemontesi si sono però
ben difesi e dopo un primo tempo chiuso sullo 0-2 si sono fatti
minacciosi nelìa seconda frazione grazie alle reti di Petr Vasicko e Andrea Melotto contro una sola dei locali con Huber.
Solo nella terza frazione la squadra di casa ha avuto il sopravvento chiudendo sul 5-2 malgrado la grande prestazione del
portiere del Valpellice, Rossi. Ora due turni casalinghi che potrebbero anche fruttare qualche punto; dopo rincontro di martedì con r Amatori Asiago, domenica arriverà il Como.
Intanto ha preso il via il campionato di serie B e nel girone
occidentale, accanto a nomi noti come la Lariana Como, il
Chiavenna, gli Hornets Bergamo, troviamo la neonata Polisportiva Pinerolo che domenica sera, dopo l’inaugurazione ufficiale
della nuova «patinoire» pinerolese ha affrontato nel derby il Torino: è un Pinerolo che sa tanto di Valpe e il risultato è stato ampiamente favorevole (13-1) con reti di Massimo Darin (3), Daniele Orsina (3), Stefano Cervar (2), Renato Vaccarino (2), Luca Giordan, Cristian Giordan, Marco Cogno; prossimo appuntamento per il Pinerolo, domenica a Como con la Lariana.
TRIATHLON IN VAL D’ANGROGNA — Giunto alle
17“ edizione il triathlon della vai d’Angrogna ha confermato
domenica scorsa tutta la sua spettacolarità; gli atleti si sono cimentati sui tre percorsi di skiroll, corsa in mountain bike e infine corsa podistica raggruppati in terzetti in cui ognuno affettuava la specialità prediletta. Cinque giovani hanno effettuato
la gara in modo individuale, cioè cambiando tre volte attrezzatura da corsa. È arrivato da Genova il concorrente più anziano,
Aldo Orione, classe 1923, che tuttavia è riuscito a portare a
termine la frazione di skiroll. Hanno vinto Mauro Bonnet, Willi Bonato e Massimo Garnier in 1 ora 26’32” davanti a Claudio
Gamier, Cristiano Bert e Franco Agli. Nella classifica femminile successo per Antonella Chiavia, Daniela Bonnet e Federica Bertin davanti a Susy Pascal, Sandra Magnano e Anna Martinale. Danilo Negrin ha vinto nella prova individuale mentre
appassionanti sono state le gare dei più giovani: Andrea Montanari ha vinto fra i cadetti, Katia De Biasi fra le cadette, Elena
Volpe fra le esordienti, Michela Buenza fra le giovani; fra gli
esordienti Davide Giusiano ha battuto sul filo di lana per un
secondo Davide Ricca.
CORSA PODISTICA — Ottimi risultati per gli atleti del
gruppo sportivo valli Chisone e Germanasca domenica scorsa
nella gara Usip svoltasi alla Falcherà a Torino. Sul gradino più
alto del podio sono saliti Monica Ghigo (esordienti), Patrik Pascal (ragazzi), Valentina Richard (cadette), Stefano Bresso (cadetti), Luana Avondet (allieve) e Paolo Nota (allievi); ma nei
primi tre sono giunti anche Giorgio Mondino (2° fra i Master),
Cristiano Micol (2° fra le promesse), Andrea Barrai 2° fra gli
allievi), Lara Ribet (3“ fra le cadette). Sabina Chiurato (2“ fra le
cadette), David Ghigo (2° fra i ragazzi), Valeria Clot Varizia
(2“ fra le esordienti) e Francesca Ferrerò (2“ fra le ragazze).
lEGNALAZIONlI
Corso per insegnanti
Dalle Valli
all'Italia
«Dalle Valli all’Italia. I valdesi e il Piemonte risorgimentale» è il titolo del corso per insegnanti 1998 promosso dal
Centro culturale valdese di Torre Pellice. Il corso, autorizzato dal Provveditore agli studi e valido ai fini dell’aggiornamento, si terrà presso il Liceo scientifico in via de’ Rochis 12 a Pinerolo e prevede tre lezioni: lunedì 9 novembre
dalle ore 16,30 alle 18,30 Giorgio Toum parla su «I valdesi
tra Illuminismo e liberalismo»; lunedì 16 novembre alla
stessa ora Gianpaolo Romagnani su «1848: storia di una Rivoluzione», e infine lunedì 23 novembre stesso orario per
rincontro conclusivo tenuto da Giorgio Bouchard su «La
Bibbia e il Tricolore. I protestanti nel Risorgimento italiano». La quota d’iscrizione ammonta a 20.000 lire, comprensiva dell’opuscolo di Giorgio Tourn 1848-1998. Airorigine
della libertà-, per le iscrizioni rivolgersi alla segreteria del
Centro (tei. 0121-932179). 11 corso è destinato agli insegnanti ma è aperto al pubblico.
Torre Pellice — 31 ottobre 1998
Tempio valdese - ore 20,45
Rievocazione della Riforma con lettura
di testi e canto di inni dell’epoca a cura
della corale valdese di San Germano
Mostra al Centro culturale valdese
Publio Carnevali
fra grafica e pittura
FRANCO CALVETTI
UN CORSO PER SOMMELLIER — L’Associazione italiana sommellier organizza un corso di qualificazione professionale per sommellier in 11 lezioni. 11 corso, che costa
450.000 lire, avrà inizio giovedì 29 ottobre alle ore 2! presso la
Locanda della Capreria occitana in via Nazionale 374 a Pinerolo, con una lezione su «La figura del sommellier». Le lezioni si
svolgono dalle ore 21 alle 23, il colloquio di verifica finale si
terrà lunedì 14 dicembre dalle ore 9 alle 18; è anche prevista
una gita didattica domenica 29 novembre. Per le preiscrizioni
(portare un acconto di 100.000 lire) rivolgersi presso il Caffè
Roma in piazza Roma 36 a Pinerolo (tei. 0121-74453).
Un numeroso pubblico ha
affollato la sala Paschetto al Centro culturale valdese
per l’inaugurazione della mostra del pittore Publio Carnevali. E a ragione, visto l’alto
valore dell’opera dell’artista,
scomparso il 17 aprile scorso.
Publio Carnevali si è diplomato all’Accademia Albertina
di Torino sotto la guida di Nino Aimone, Francesco Franco
e Vincenzo Gatti, si è imposto
per la sua maestria nell’impiego dell’acquafòrte, dell’acquatinta, del bulino e della
maniera nera. Quest’ultima
tecnica è poco praticata: la lastra viene incisa in tutte le direzioni con uno strumento
d’acciaio dentellato, creando
una fittissima rete di punti che
vengono poi lavorati con brunito e raschietti; la stampa che
ne deriverà darà toni neri ed
effetti chiaroscurali e morbidi.
Ma oltre a essere un impareggiabile artigiano delle tecniche scure. Carnevali è un
poeta dell’espressione grafica. Il critico Angelo Mistrangelo, che ha curato la presentazione dell’artista per la mostra al Centro culturale, parla
della sua opera come «un sogno di un artista che non ha
mai smesso di credere nel valore del segno che fissa un ricamo, un grande uccello o
due figure simboliche». In effetti il segno che distingue i
23 pezzi esposti è rimpaginazione che ricorda un ricamo da centro tavola, una tenda 0 tendina ricamata a gior
no, una cornicetta del quaderno a quadretti. Da questi segni essenziali e puri fuoriescono bestiari, agiografie di
santi o personaggi dell’immaginario mitologico, qualche fioritura geometrica tutta
giocata sul bianco, nero, grigio. Ciò che ci colpisce nelr esaminare le composizioni
di Carnevali è l’incanto per il
mondo dell’infanzia, il controllo delle sensazioni, la
scrittura aristocratica e simbolica, la ricerca dell’essenzialità esistenziale.
Ci hanno particolarmente
colpito le due acqueforti su
rame del 1989, «Dialogo» e
«Monologo»: la prima raffigura due alberi che pare parlino fra loro, la seconda un
possente albero in balia della
tempesta (della vita?); tanti
altri soggetti («Icona», 1990;
«Quinte in-quiete», 19901992; «Il pittore», 1995) ci ricordano certe miniature del
Siam oppure («Mercante in
corso Francia», 1996; «Impresa eroica», 1996) ci fanno
pensare a pagine illustrate di
testi medioevali ma negli occhi ci rimane la visione di
«La magnolia in fiore», acquafòrte maniera nera del
1998, che presenta un ramo
di fiori di magnolia turgidi e
pieni di vita che si affacciano
da una finestra aperta: l’artista, poco prima di morire, ha
sentito l’imperioso bisogno di
guardare ancora una volta al
miracolo della vita che continua al di là della nostra finitudine. Una mostra, aperta
tutto ottobre, da non mancare.
Un recente libro di cultura alpina
Le antiche feste
delle Alpi Cozie
JEAN-LOUIS SAPPE
Enrico Bertone, 44 anni, di
Bagnolo Piemonte, è impiegato in un’industria dolciaria della vai Pellice ma la sua
passione, per la quale spende
gran parte del suo tempo libero, è la cultura alpina.
In questi ultimi tempi la sua
attenzione è stata incentrata
sulle tradizioni popolari degli
abitanti delle Alpi Cozie, dal
colle della Maddalena al
Moncenisio, e il frutto della
sua ricerca appare in questi
giorni in libreria, nello splendido (e un po’ caro) volume
della Sagep Libri e Comunicazioni*. Sono 190 pagine di
carta patinata, ricche di immagini suggestive. «In questo
lavoro - precisa Bertone che è il risultato di una ricerca iniziata una decina di anni
fa, ho voluto prediligere gli
aspetti storico-sociali delle
principali ricorrenze di antica
origine ancora esistenti sul
versante italiano delle Alpi
Cozie. Il libro vuole proporsi
a un vasto pubblico, ma è anche un meritato riconoscimento per coloro che in queste feste sono ancora i veri attori». In effetti il volume non
segue i rigidi schemi della ricerca antropologica ed evita
di proposito «le troppe teorie
che spesso circondano eventi
di origine popolare».
E così Bertone osserva,
studia, descrive, cerca di capire: quello che non dice il testo, peraltro molto scorrevole.
viene integrato dalla fotografia, oltre 150 immagini. Ci
sono naturalmente le varie
«abbadie» (compresa la famosa Baio di Sampeyre in vai
Varaita), i carnevali della vai
Po e delle valli di Susa, le
Vie crucis della vai Sangone,
il ballo «del sabre» della valle
Stura e quello di Fenestrelle.
Una decina di pagine è dedicata alle valli valdesi: una
sintetica ma esauriente scheda storica fa da introduzione
agli avvenimenti che secondo
l’autore caratterizzano la vita
religiosa e culturale delle nostre comunità: il Sinodo innanzitutto, poi il 15 agosto, le
confermazioni, la festa di
canto e quella del 17 febbraio, l’incontro del Colle
della Croce. La suggestiva foto del falò di Rocciamaneud
sotto i fiocchi di neve si accompagna con le ormai classiche (e sfruttate) immagini
di donne in costume valdese.
Forse il tutto fa un po’ troppo
folclore, a uso e consumo dei
turisti. D’altra parte Bertone,
da ricercatore attento e sensibile qual è, sa bene che il significato vero di questi valori
si va lentamente perdendo e
che «le tradizioni di un mondo povero oggi sono troppo
in contrasto con i tempi, dove
sempre più spesso le virtù
umane vengono misurate col
denaro, col successo».
(*) Enrico Bertone: Con la
spada e con la croce: antiche
feste delle Alpi Cozie. Sagep,
Genova, 1998, £ 50.000.
22 ottobre, giovedì — LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle 21 nella sala mostre, il Comune organizza una serata con Diego Priolo su «Gli animali nelle
leggende e nelle tradizioni della
pianura e delle valli pinerolesi».
23 ottobre, venerdì — VILLAR PEROSA: Alle 20,45 alla
biblioteca comunale per «Serate
Natura» proiezione di diapositive «A proposito di piante», di
Marco Gravant.
24 ottobre, sabato — LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle 21,15, per il Tacabanda, nella
palestra comunale, serata all’insegna della musica celtica e inglese con i Fairy Tales.
24 ottobre, sabato — ANGROGNA: Alle 21, nel tempio
del Serre, concerto del coro «La
draia» e del coro «Liederkranz»
di Wiernshein; nell’intervallo
presentazione del Quaderno n.
18 del Centro di documentazione: «Vita e morte a Barma Mounastira» di Laura Trossarelli.
24 ottobre, sabato — PINEROLO: Alle 21,15, per la XIII
Rassegna del teatro dialettale,
commedia brillante in tre atti «’1
fum a fa mal», ingresso 15.000.
24 ottobre, sabato — PINEROLO: Alle 17, alla libreria
Volare di corso Torino, il prof.
Felice Bordino presenta il libro
«Nachtigall, l’operazione usignolo», di Alberto Turinetti di
Priero. Saranno presenti l’autore
e Ettore Serafino.
24-25 ottobre — PRAROSTINO: Il Moto Club Gentlemen’s di Pinerolo organizza il
15° trial motociclistico intemazionale dei Pionieri.
25 ottobre, domenica —
TORRE PELLICE: 11 Circolo
Mûris organizza, alle 15, una
castagnata con distribuzione di
caldarroste, ballotte e vin brulé.
25 ottobre, domenica — PINEROLO: Dalle 9,30 si svolge
la «Strapinerolo podistica».
Adesioni e informazioni presso
la Pro Loco.
25 ottobre, domenica —
BOBBIO PELLICE: Sotto
l’ala si svolge la tradizionale castagnata.
26 ottobre, lunedì — PINEROLO: Dalle 16,30 alle 19,
aU’Auditorium del Liceo scientifico, tavola rotonda su «Riforme? E la scuola...», con i deputati Chiara Acciarini e Giorgio
Merlo e con il pedagogista Aldo
Visalberghi.
27 ottobre-1" novembre —
TORRE PELLICE: Settimana
speciale dell’Unione femminile
dell’Esercito della Salvezza con
studio biblico alle 20,30 di martedì 27 a cura del colonnello
Pierre Westphal, incontro dell’Unione femminile mercoledì
28 alle 15 con la colonnella Irene Westphal, domenica 1° novembre riunione e agape nel pomeriggio.
28 ottobre, mercoledì — PINEROLO: Alle 21, alla biblioteca del Museo della cavalleria,
conferenza con Dario Seghe e
Enrico Comba su «Siberia, arte
rupestre e sciamanesimo».
28 ottobre, mercoledì — PINEROLO: Alle 20,45, nella sala della Chiesa valdese in via
dei Mille I. verrà presentato il
libro di Piera Egidi «Incontri
identità allo specchio tra fede e
ragione»; interverranno Franco
Calvetti, Vittorio Morero, Bruna
Peyrot e Alberto Taccia.
29 ottobre, giovedì — ANGROGNA: Alla biblioteca comunale di San Lorenzo, alle 21,
presentazione del progetto «La
banca del tempo», con Eliana
Modena organizzatrice della
«Banca del tempo» di Pinerolo.
29 ottobre, giovedì — PINEROLO: Alle 16,30, all’auditorium del Liceo scientifico, conferenza dibattito con Romano
Luperini, docente di letteratura
italiana all’Università degli Studi di Siena, su «Insegnare la letteratura del Novecento».
1° novembre, domenica —
POMARETTO: Alle 15,30,
nella scuola grande di via Balziglia 46, avrà luogo la presentazione del «Dizionario occitano
della vai Germanasca» di Teofilo Polis e Arturo Genre, pubblicato a cura della Società di studi
valdesi e dell’ass. Soulestrelh.
:rvizi
VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale di Pomaretto, tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 25 OTTOBRE
Fenestrelle: Farmacia Grippo
- Via Umberto I 1, tei. 83904
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde, Porte : tei. 201454
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica;
DOMENICA 25 OTTOBRE
Luserna San Giovanni: Farmacia Gribaudo - Via Roma
19 (Airali), tei. 909031
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
i
Cspedale civile, tei. 167-233111
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
SERVIZIO INFERMIERISTICO
dalle ore 8 alle 17, presso le
sedi dei distretti.
SERVIZIO ELIAMBULANZA
telefono 118
TORRE PELLICE — Il
cinema Trento ha in programma, giovedì 22 e venerdì
23, ore 21,15, I piccoli maestri; sabato 24, ore 20,10 e
22,10, domenica 25, ore 16,
18, 20, 22,15, lunedì 26 e
martedì 27, ore 21,15, The
Truman show.
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma, venerdì 23 ottobre Niente per
bocca; sabato Amare per
sempre; domenica 15, 17,19,
21, lunedì, martedì e giovedì,
The truman show; feriali,
spettacolo unico ore 21.
Person.;
PREDICATORI LOCALI
I DISTRETTO
Domenica 25 ottobre
svolgerà a Pomaretto u
giornata di formazione P
le predicatrici e i
locali del 1 distretto; I aP
puntamento è per le 10
la partecipazione al culto.
L'Eco Delle Valli Valdesi
Via dei Mille, 1-10f 4 Pinerolo
tei. 0121-323422; fax 323°^
recapito Torre Pelhce
tei. 0121-933290; fax 93240»
Sped. in abb. post./50
Pubblicazione unitaria con
non può essere venduto separ
Rag. Tribunale di Lidi
Resp. ai sensi di legge Prora 9
Stampa: La Ghisleriana Mondo
Una copia L. 2.000
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La redazione si congratula
con Marco Fratini, redattore
della Beidana, per aver conseguito presso l’Università di
Torino la laurea in Lettere moderne, Facoltà di Lettere e Filosofia, con una tesi in Storia
dell’arte medievale dal titolo
«Aspetti del gotico a Pinerolo»: votazione 110/110, relatore prof. Giovanni Romano.
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j 23 OTTOBRE 1998
-------------Vita Delle Chiese
Aperto a Torre Pellice l'anno accademico della Facoltà valdese di teologia
«lo ho messo le mie parole nella tua bocca»
La prima laurea ad honorem concessa dalla Facoltà è stata data a Claudio Tron
per l'importante contributo dato alla diffusione della teologia di Giovanni Miegge
PAG. 7 RIFORMA
Con un culto tenuto nel
tempio di Torre Pellice si è
„erto, domenica 18 ottobre,
l’anno accademico 1998-99
della Facoltà valdese di teologa, alla presenza di professore’studenti di fronte alla locale comunità. La predicazione è stata tenuta dal pastore
Bruno Corsani, per molti anni professore di Nuovo Testaniento alla Facoltà stessa. Il
testo della predicazione era
stato tratto dal cap. 1 del profeta Geremia: «La parola del
Signore mi fu rivolta in questi
termini: "Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua
madre, io ti ho conosciuto;
prima che tu uscissi dal suo
grembo, io ti ho consacrato e
ti ho costituito profeta delle
pozioni”. Io risposi: “Ahimè,
Signore, Dio, io non so parlare, perché non sono che un ragazzo". Ma il Signore mi disse: “Non dire ‘sono un ragazzo', perché tu andrai da tutti
(¡udii ai quali ti manderò, e
irai tutto quello che io ti comanderò"».
Il carattere della chiamata
di Dio, ha detto Bruno Corsaai, è quello di una promessa
e si articola in tre momenti:
innanzitutto Dio chiama, e
ha il potere di rendere chiunque testimone della sua Parola; poi però chiarisce di essere al fianco di colui che è
stato chiamato. Il Signore,
racconta il testo, stende la
mano sulla bocca del giovane
Geremia: «Ecco, io ho messo
ìemieparole nella tua bocca»
(v. 9); la bocca, quindi, è del
\i predicatore, ma la parola che
Me Scaturisce è parola di Dio.
ih seguito Dio stesso indica
Incora al giovane un oggetto
simbolico: un ramo di mandorlo. Dio è infatti disposto a
servirsi anche di oggetti (manufatti ma anche naturali)
per dimostrare a colui che
chiama che è sempre vigilan
rratula
lattore
consesità di
re nioe e FiStoria
I titolo
>i nerorei ato
Professori e studenti riuniti per ia proiusione
(foto M.Gnone)
te su di lui e per incoraggiarlo: così come il mandorlo è
rapido a fiorire subito all’approssimarsi della primavera,
altrettanto sollecita è la vigilanza del Signore nel seguire
colui a cui ha dato un incarico di testimonianza.
Il sermone era naturalmente rivolto in modo particolare
agli studenti e alle studentesse che iniziano un nuovo anno di preparazione al ministero pastorale, e a questo
proposito è stato fatto un riferimento particolare all’ambiente (le valli valdesi) in cui
si è aperto l’anno. Ci sono in
questi luoghi, simboleggiati
dalla pietra, ora di origine naturale, ora lavorata dall’uomo
e con precise connotazioni
storiche (i luoghi della resistenza durante le persecuzioni e le guerre di religione: nomi evocativi, come il vallone
degli Invincibili, la Balziglia,
la stele di Chanforan, sede in
vai d’Angrogna della prima
assemblea sinodale che nel
1532 decise l’adesione del
movimento valdese alla Riforma; il monumento di Si
baud a Bobbio Pellice, a ricordo della conclusione del
Glorioso Rimpatrio). In queste pietre è possibile cogliere
il lavoro di gente che, nel corso dei secoli, ha creduto in
Dio e lo ha testimoniato.
Questi segni tuttavia non sono sufficienti, se i visitatori
venissero da fuori solo per fare riferimento a essi sarebbe
preoccupante, perché essi finirebbero per sostituirsi a ciò
che è invece insostituibile, la
testimonianza vivente dei
credenti. L’esortazione a farsi
parte attiva per testimoniare
ì’Evangelo è stata quindi rivolta a tutti i membri delle
nostre comunità. Il coretto
giovanile della chiesa di Pinerolo si è poi affettuosamente
stretto ai due suoi membri
che sono partiti alla volta della Facoltà, così come altri due
giovani provenienti da chiese
del 1° circuito.
Nel pomeriggio, alla prolusione tenuta dal prof. Giorgio
Tourn è seguita la consegna a
Claudio Tron della prima
laurea conferita honoris causa dalla Facoltà di teologia.
Questa procedura è stata attivata in seguito alla decisione
dell’ultimo Sinodo: «La Facoltà può conferire lauree
honoris causa a persone che
abbiano particolarmente
contribuito alla ricerca culturale e teologica» è il testo inserito a complemento del Regolamento della Facoltà stessa. Quanto all’attribuzione di
questo titolo a Claudio Tron,
esso è motivato soprattutto
dalla dedizione che egli, primo predicatore laico a tenere
il culto di apertura di un Sinodo (1981), ha profuso nella
cura redazionale delle opere
di Giovanni Miegge, così come sono contenute nei due
volumi del 1977 («Dalla “riscoperta di Dio" all’impegno
nella società. Scritti teologici») e del 1997 («Al principio,
la Grazia. Scritti pastorali»).
La cura filologica sui testi e lo
studio del pensiero teologico,
è stato detto, sono inscindibili, per Claudio Tron, dal
consapevole radicamento
nella realtà rurale delle valli
valdesi, che si esplica da ormai diversi anni nella cura
pastorale della chiesa di Villasecca.
(servizio alle pagg. I e II di
«L’eco delle valli valdesi»)
V ^ i j
Claudio Tron
L'insediamento del pastore Pietro Ciavarella alla Chiesa metodista di Firenze
Uno sprone a essere senza vergogna dalla parte del Signore
_PIER ENRICO MANFRINI
:a iTiO'
jggetti
CALI
r\ OMENICA 27 settembre
^ ha avuto luogo in Firen® insediamento del pastore
letto Ciavarella presso la loChiesa metodista. Pietro,
fittamente ad altri cinque
"^pastori, era stato consaato all’ultimo Sinodo. La
aveva già avuto
no di conoscere e di apil suo operato da
man ^8*' ricevette rincarili»» Tavola valdese di af®care il pastore Paolo Sbafsuo lavoro pastorale,
a fan?*' comunità, insieme
tfj i.’ttllri membri delle alf’ttiese evangeliche fioren
tine, si è raccolta intorno al
suo pastore nel culto presieduto dal sovrintendente del
10° circuito, Massimiliano
Pagliai, che ha predicato sul
testo di II Timoteo 1, che dice: «Perché Dio non ci ha dato uno spirito che ci rende
paurosi; ma uno spirito che
ci dà forza, amore e saggezza.
Dunque non avere vergogna
quando dichiari di essere dalla parte del Signore...»: parole
di grande incitamento che ci
invitano a scrollarci di dosso
quello spirito di timidezza
che spesso ci frena e ci rende
incapaci di comunicare la fede come si conviene.
È stata una mattinata di fe
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Egidi
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n Villaggio della gioventù
di Santa Severa
vi invita a partecipare al
Campo formazione staff
Arrivi: per il pranzo del 6 novembre, ore 13
Párteme: dopo il pranzo dell’8 novembre
Prezzo: L. 80.000
’^^Ponibilità, servizio, amicizia, responsabilità
^^3ooro, testimonianza, gioco, vacanza-studio:
Percorso di gruppo da poter costruire insieme.
rioolgersi alla direzione, tei 0766-570055;
E-mail; uillaggi@tin.it. Lungomare Pyrgi
__ ® ■ Sania Severa - Roma
sta a cui si è aggiunta la partecipazione di un folto gruppo di presbiteriani americani
in gita in Italia, guidati dal
pastore Frank Gibson, che ha
portato un messaggio molto
vibrante sia nei confronti del
pastore neoinsediato sia nel
ricordare la figura e l’opera
del caro pastore Paolo Sbaffi,
che da poco ci ha preceduti
nella dimora divina. Il culto
bilingue è stato così un momento di intensa comunione
e gioia per tutti i presenti,
che si sono ritrovati alla fine
per un aperitivo nei loggiati
che affiancano la chiesa. La
comunità è grata a Dio per i
doni che egli le elargisce nel
la speranza che tutti insieme
possiamo crescere nella fede
e che la causa dell’Evangelo
segni ulteriori passi in avanti.
Pietro Ciavarella
IL CENTRO DIACONALE «LA NOCE»
ricerca un/a tecnico
in grado di assumere la gestione del settore amministrativo
Si richiede: diploma di ragioneria o laurea in economia;
- conoscenza dell’informatica e dei processi amministrativi e contabili per gestire autonomamente la contabilità, i’amministrazione dei
servizi e del personale;
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professionale dei propri collaboratori e di operare in collegamento
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Si offre: corso iniziale di formazione, adeguato periodo di inserimento, inquadramento e retribuzione come da contratto aziendale,
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Centro diaconale «La Noce» Istituto valdese - via Giovanni
Evangeiista Di Biasi, 12 - 90135 Paiermo. Tei. 091-6817941 (orano: 8-18 dai lunedi ai venerdì, sabato 8-12); fax 091-6820118; emai!: c.d.lanoce@mclink.il
A JH Commissione lavoro della Fcei
Un «Service» nell'ottica
della solidarietà
ANTONELLA VISINTIN
Per la terza volta, il 26 settembre, si è riunita la
Commissione lavoro della
Fcei. All’ordine del giorno è
stata ancora la definizione
delle nostre aree di impegno
che da un lato vogliamo concreto, ma dall’altro non sostitutivo di altri soggetti che si
muovono con efficacia sul tema dell’informazione e dell’orientamento al lavoro. In
positivo, dunque, vorremmo
essere «Service per il lavoro»
in un’ottica di sussidiarità, richiamandoci al coraggio e al
pragmatismo che nel secolo
scorso hanno fatto nascere
esperienze di formazione,
centri di accoglienza e
quant’altro. Abbiamo perciò
deciso di:
1) Avviare un’attività informativa che si muova su tre livelli: a) una rubrica a periodicità variabile chiamata «leggi
e strumenti» nella quale segnalare leggi regionali o
provvedimenti amministrativi utili per la ricerca di lavoro,
indirizzi delle agenzie del lavoro, opportunità di formazione offerte dalle nostre
chiese in Italia e all’estero; b)
articoli di approfondimento e
riflessione (peraltro già presenti sulla nostra stampa); c)
testimonianze di evangelici
che attraverso la nostra rete,
ma non solo, hanno trovato
lavoro, sia esso dipendente o
autonomo. L’informativa
verrà veicolata su Riforma in
primo luogo e poi sulla pagina di Internet della Fcei.
2) Stilare un indirizzario di
esperti (imprenditori, sindacalisti, esperti del lavoro in
età lavorativa o in pensione)
a cui potersi rivolgere passando attraverso il filtro di un
membro della Commissione.
3) Dare sistematica informazione sulle opportunità di
volontariato evangelico (che
in qualche caso possono essere anche esperienze di apprendistato) in Italia e all’estero, con riferimento, per
l’Italia, all’Associazione evangelica di volontariato e all’Anno diaconale europeo.
4) Procedere nell’organizzazione del convegno sul lavoro al Sud in cui coinvolgere
le chiese, i pastori e le pastore e i diaconi e le diacene del
distretto del Sud, eventualmente in collaborazione con
la Chiesa metodista di Napoli
che si sta muovendo su questo tema.
5) Verificare la possibilità
di organizzare un convegno
sul lavoro nella diaconia anche con riferimento all’esperienza di altri paesi.
Il prossimo appuntamento
della Commissione è fissato
per il 31 gennaio prossimo.
La Facoltà valdese di teologia e la rivista
«Protestantesimo» indicono un convegno di studio
per i 50 anni del Consiglio ecumenico delle chiese
con la partecipazione del Segretario generale del
Consiglio, prof. dr. Konrad Raiser.
Convegno per i 50 anni
del Consiglio ecumenico deiie chiese
Venerdì 13 novembre 1998
Via Pietro Cossa 40 - ROMA
Programma
Ore 9-12,45
Ermanno Gente, decano della Facoltà valdese di teologia: Apertura del convegno. Konrad Raiser: Allargare il tavolo ecumenico.
Una riflessione alla vigilia dell’Assembiea di Harare. Dibattito
Tarek Mitri: Ecumenismo e muiticulturalismo nel Mediterraneo.
Dibattito
Ore 15,30-16,45
Sergio Rosfagno, direttore di «Protestantesimo»: Reggere conflitti. Vittorio Sainati: Il cristianesimo verso il 2000. Problemi e
prospettive. Dibattito
Ore 17-19,30
Tavola rotonda su
Quale statuto della religione nella società?
Modera Paolo Ricca, docente di Storia del cristianesimo e di
Ecumenica alla Fvt (Roma)
con la partecipazione di:
Giovanni Filoramo, docente di Storia delle religioni (Torino)
Giuseppe Ruggieri, docente di Teologia fondamentale (Catania)
Maria Sbaffi Girardet, presidente della Commissione ecumenica
delle Chiese valdesi e metodiste (Roma)
Debora Spini, docente di Filosofia, già presidente WSCF (Firenze)
Chiesa valdese di Piazza Cavour - ore 21
Coro: Florilegium musicae
Direttore: Remo Guerrini
Programma
Adoramos te, Claudio Merulo (1533-1604) - a sei voci
Beata es Virgo Maria, Giovanni Gabrielli (1557-1613) - a sei voci
In die tribulationis, Giuseppe Guami (ca. 1535-1611 ) - a cinque voci
Audi domine hymnum, Giovanni Gabrielli (1557-1613) - a sette voci
Cantate domino, Heinrich Schütz (1585-1672)
Salmo 149,1-3 a quattro voci
Heu mihi. Domine, Heinrich Schütz (1585-1672) - a quattro voci
0 Domine Jesu Christe, Giovanni Gabrielli (1557-1613)
mottetto di Passione a otto voci
Hodie completisunt, Giovanni Gabrielli (1557-1613)
Pentecoste, a doppio coro
Informazioni e segreteria: via Pietro Cossa 42 - 00193 Roma; tei.
06-321 9729; fax 06-320 1040; e-mail s.rostagno@agora.stm.it
Metropolitana; Linea A (fermata Lepanto);
Autobus: 492,913, 70, 280, 87
12
PAG. 8 RIFORMA
VENERDÌ 23 OTTOBRF
Assemblea congiunta degli organi intermedi bmv della Liguria
Una collaborazione sempre crescente
Circuito metodista-valdese e Coordinamento delle chiese battiste operano
fianco a fianco in particolare per la scuola domenicale e preparazione ai ministeri
Sabato 10 ottobre si è svolta a Genova nella chiesa battista di via Vernazza l’assemblea congiunta del 5° circuito
delle chiese valdesi e metodiste e del Coordinamento delle chiese battiste della Liguria. Non era il primo appuntamento comune dei due organismi ma è stato particolarmente importante, perché
ha portato all’approvazione
di un documento che regola
la collaborazione bmv nella
regione. Crediamo che il modo in cui l’esperienza ligure si
svolge sia unica in Italia e riteniamo perciò utile renderla
nota perché se ne possa tenere conto anche per altri esperimenti altrove.
Il lavoro comune delle
chiese battiste, metodiste e
valdesi in Liguria data da
molto lontano e si era sempre svolto aU’interno della
Federazione regionale, espressione locale della Federazione delle chiese evangeliche in Italia. Questa felice
cooperazione continua con
generale soddisfazione ma si
è ritenuto opportuno differenziare gli ambiti di lavoro
per far sì che la Federazione
resti il luogo in cui anche altre chiese (sia già parte della
Fcei sia in procinto di entrarvi) possano averne parte senza loro difficoltà. Le chiese
battiste, metodiste e valdesi,
invece, che dopo la sessione
congiunta dell’Assemblea e
del Sinodo del 1990 vedono
molto più ampi gli ambiti
della loro collaborazione,
hanno pensato di avere un
momento di incontro più
stretto che maggiormente
coinvolga le chiese locali,
che permetta loro di rispondere alla decisione presa a
Roma (art. G/AS/90), che
chiedeva appunto alle chiese
Un momento deH’Assemblea-Sinodo del 1990 a Roma
di mettere in atto iniziative
concrete di cooperazione e
in particolare ai circuiti e alle
associazioni regionali «di
promuovere attività comuni
per la formazione di predicatori locali, di evangelizzazione, di diaconia, di predicazione, di animazione giovanile, ecc.».
In conseguenza si è deciso
che ogni anno le assemblee
del 5“ circuito e del Coordinamento si riuniscano in seduta comune per deliberare
circa il lavoro fatto e da fare
assieme. Le due assemblee si
costituiscono separatamente
secondo i rispettivi ordinamenti e poi si riuniscono, copresiedute dagli organi di
presidenza di ciascuna. All’Assemblea congiunta possono prendere parte, con diritto di parola, tutti i membri
delle chiese aventi parte nel
5° circuito e nel Coordina
Chiesa evangelica valdese
(Unione delle chiese valdesi e metodiste)
Commissione di studio
per la diaconia
CORSO PER OPERATORI NEI SERVIZI E NELLA DIACONIA
Casa Cares, dal 6 all’11 novembre 1998
Con un solo tema in programma il corso si propone quest'anno
di sensibilizzare i partecipanti sull'importanza della formazione,
riflettere sui suoi contenuti, teologici e professionali. Partendo
da un quadro aggiornato dell'opera diaconale in Italia e da un
confronto con altre esperienze europee, il corso intende offrire
alcuni strumenti idonei a valutare le proprie capacità ed i propri
bisogni e dare indicazioni utili per io sviluppo delle proprie potenzialità. Come sempre il corso si rivolge, in modo particolare, ai
diaconi ed alle diacone in ruolo, ai membri dei Comitati ed al
personale delle opere diaconali ma è anche APERTO A TUTTi coloro che hanno interesse ad approfondire le tematiche proposte.
Formazione, formazione:
tutti ne parlano, tutti la fanno, ma a che serve?
ven. 6
sab. 7
dom. 8
lun. 10
lun. 9
mar. 10
mer. 11
Programma
Sera: arrivo dei partecipanti, cena e sistemazione.
Prof. Ermanno Genre «La formazione teologica di
un/a diaconolayy, A- chi è oggi un/a diacono/a? Alia
ricerca di un profilo B- diaconi/e e diaconia: alla ricerca di una comunità diaconale C- Diaconia e poiitica: competenza suila realtà D- Diaconia e liturgia:
ricostruire un nesso spezzato E- Esercizio pratico: «Il
mandato diaconale: "date loro voi da mangiare"»
(Matteo 14,13-21), ovvero dalla mancanza all'abbondanza».
A Firenze: apertura dell'anno di studio al Centro di
formazione diaconale «Giuseppe Comandi»; culto
agape e tavola rotonda.
Past. Paolo Ribet «La diaconia ha bisogno di formarsi?».
A- L'esperienza delle opere diaconali in Italia: la ge
stione «famigliare» di un tempo; la gestione «professionale» di oggi; la ricerca del «giusto» equilibrio. Bil confronto con l'Europa: la Francia; la Germania; la
Repubblica ceca,
ore 17 Assemblea dei/lle diaconi/e iscritti/e nel ruolo della
Tavola valdese.
Prof. Nedo Baracani e Gianluca Barbanotti: «La formazione in un mondo che cambia». A. Cosa si intende oggi per formazione: necessità; esigenze; perché
è importante formarsi (per i/le direttori/e, i Comitati
gli/le operatori/rici, ecc). B. Esercitazione pratica: rile
vazione delle cose che si sanno (competenze); rileva
zione delle cose che non si sanno (bisogni); l'autoformazione.
Proseguimento del programma di martedi. Alle ore
12,30: pranzo e partenze nel pomeriggio.
Per le iscrizioni rivolgersi a Casa Cares: tei. e fax: 055-8652001
mento. Le deliberazioni, invece, vengono rese separatamente dalle due assemblee e
sono valide solo se entrambi
le approvano. Le due assemblee, per coordinare quanto
si decide di fare assieme, nominano un gruppo di lavoro,
composto di sei persone, di
cui tre scelte nell’ambito dei
membri delle chiese valdesi e
metodiste aventi parte nel
circuito e tre scelte nell’ambito delle chiese battiste che
fanno capo al Coordinamento. Il gruppo di lavoro ha l’incarico di organizzare .e pianificare le possibilità di collaborazione, in specie nei
campi della scuola domenicale e della preparazione ai
ministeri. Il gruppo di lavoro
elegge alla prima riunione un
coordinatore nel suo interno.
Per l’anno prossimo il
gruppo di lavoro dovrà continuare a occuparsi della collaborazione fra le scuole domenicali, organizzando l’incontro di apertura comune e
il convegno di Vallecrosia,
durante il quale per tre giorni
i bambini delle chiese liguri
vengono tenuti insieme con
un programma che ripercorre le tappe del lavoro fatto
nelle rispettive chiese. Il
gruppo dovrà poi occuparsi
di preparare incontri periodici (di solito almeno due l’anno per ogni categoria interessata) di aggiornamento per i
ministeri: monitori, predicatori locali, visitatori. L’Assemblea congiunta ha indicato anche una suggestiva pista di lavoro per gli incontri
di aggiornamento: predicazione alla chiesa e alla città. Il
gruppo di lavoro è stato nominato nelle persone di Daniela Bouchard, Daniela
Giarretta, Giorgio Castelli,
Erica Naselli, Mirella Camagna e Tiziana Brombale.
Chiesa evangelica libera di Volla
Incontri per le famiglie
e studi sulla bioetica
Alcune nuove attività si sono aggiunte a quelle che normalmente svolge la Chiesa
cristiana evangelica libera. A
venerdì alterni, nella chiesa
stessa, si tengono studi biblici
e studi biblici «aconfessionali» (Corsi di informazione biblica sistematica - Cibs) tenuti dal pastore Giuseppe Verrino; una volta al mese poi,
presso le abitazioni dei membri della comunità, si svolgono delle agapi interfamiliari
con il duplice scopo di stare
insieme e affrontare con serenità in momenti più conviviali, alcune tematiche a carattere bio-etico-sociologico. Si
sono già affrontati i temi spe
cifici dei «figli in provetta»,
della clonazione, dell’eutanasia, dell’omosessualità. Alle
introduzioni curate dal dott.
Giovanni Napolitano, esperto
di questi studi, seguono sempre appassionati dibattiti.
Il prossimo 7 novembre
l’argomento sarà «La nevrosi
depressiva», a cura del neurologo prof. Franco Pisano coadiuvato, come nelle altre occasioni, per il versante teologico dell’argomento, dal pastore Verrillo. La chiesa libera
di Volla è inoltre sempre presente e impegnata in tutte le
attività del Consiglio delle
chiese di Napoli e dintorni e
del 13° circuito.
Centro di formazione diaconale
(Qiuseppe Comandi»
«I
Inaugurazione dell’anno accademico 1998/99
domenica 8 novembre 1998
progTumimi > invito
10,30:
13:
15,30:
17,30:
Culto con le chiese evangeliche di Firenze nella
chiesa ev. dei Fratelli (v. Vigna Vecchia, 15-17)
Agape
c/o Centro giovanile protestante «Gould» (via
De’ Serragli, 49) Si prega di prenotare, telefonando alla segreteria del «Gould»; 055-212576
Tavola rotonda sul tema «Formazione diaconale formazione pastorale»
Partecipano: Marco Jourdan, Paolo Ribet, Ingo
Stermann, Raffaele Volpe
Messaggi e saluti da parte di ospiti, studenti e
rappresentanti delle Chiese
Rinfresco
Coor(Jinamento ecumenico a Napoli
Una scuola per la pace
PAWEL GAJEWSKI
T > UMANITÀ in cammi\\JLi no verso il terzo millennio» questo è il tema generale del nono anno di attività della Scuola di pace,
un’iniziativa promossa e sostenuta dal Coordinamento
ecumenico per la pace e il disarmo di Napoli. La Scuola di
pace svolge le sue attività formative soprattutto tra gli studenti delle scuole superiori.
Tra le principali forme di lavoro vi sono stages, conferenze, laboratori concentrati
sulle problematiche di nonviolenza, solidarietà e salvaguardia del creato.
«Iniziamo questo nono anno di lavoro nel segno di due
avvenimenti contraddittori ha detto Corrado Maffia, animatore dell’iniziativa, durante l’incontro di apertura delle
attività, tenutosi il 7 ottobre
scorso presso la sede operativa del Coordinamento a Napoli in via Don Bosco - il primo di essi è la testimonianza
di guerra e di persecuzione
che ci giunge dal Kosovo, fino a poco tempo fa terra di
pacifica ricostruzione della
propria identità, l’altro è un
messaggio di speranza e di
apertura che arriva dal nuovo
governo dell’Iran, paese che
da molti anni viene considerato una roccaforte dell’integralismo islamico».
La relazione introduttiva al
tema del nuovo anno di lavoro è stata affidata a Filippo
Gentiioni, noto scrittore e
saggista. «Dobbiamo renderci
conto della relatività dell's
no 2000, che sarà un anno^
me altri, altrimenti rischia^
di essere travolti da nug.,
enorme macchina del Giuh’
leo, dell’anno santo che si'
messa in moto», ha ' *
relatore. Secondo Gentiioni ¡
futuro simboleggiato
espressione «terzo millenni,
deve essere visto nell’ottit.
del tempo presente, tem^
delle grandi contraddizio^
Tra queste le più evidenti so
no la globalizzazione e le va
rie forme di separatismo
movimenti ecumenici e un)
grande ondata di fondamen.
talismo trasversale, un’ondata dovuta alla paura di perdo
re la propria identità, integj
zione culturale e socialei
una fuga nell’estremo indivi
dualismo all’interno dellr
proprie mura, reali o simbol
che, un certo aumento
democrazia con la rispettivi
uguaglianza dei diritti perii
donne e dittatura dei
media con tutte le possibj
forme di violenza psicologici
di cui le prime vittime som
proprio le donne.
La conclusione del relato
re, che è anche un messaggi
per la Scuola di pace e pei
tutti coloro che si sentono»
sponsabili per la sorte futun
dell’umanità, è quella di per
severare nel cammino dei
pace e della solidarietàli
modo da ristabilire un
equilibrio tra le contraddizio
ni del nostro tempo, dandi
spazio allo sviluppo deivàu
positivi e delle conquiste di
passato e del presente,
Cronache
VEI®
lipasi
enei
Gl
IO rei
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(Pilippesi
parole de
che indie
proco dell
sione delle
ci siamo c
lo pastore
condo l’us
culto è stc
ziano Gui(
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vita. Strett
proprio cc
do un app
stimoland
stimoniar
nel monde
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mente coi
quando la
fessalo la
usando un
Bunyan (
ptedicatoi
sta, incarci
d anni a r
cazione evi
celeberrim
(«Il viaggi
Gribaudi,
della lettei
ma
ANGROGNA — Le attività del nuovo anno ecclesiastico so
iniziate con un culto molto partecipato nel corso del qui
la chiesa ha invocato la benedizione del Signore sull’iffl|S ^ ■
gno delle monitrici e dei catechisti, dei coralisti, dei giw® S|| V3
e delle donne dei rispettivi gruppi. Gli incontri per i baiiffl'
ni e i ragazzi di scuola domenicale, precatechismo e caK
chismo si svolgeranno tutti nel pomeriggio del sabato.! __ fbai
gruppo giovanile ha accolto alcuni nuovi membri e hai#
ziato l’attività con slancio e impegno: gli incontri haiffl q qj^,luogo il martedì sera al capoluogo. i
- La comunità si è rallegrata per il battesimo di Alessani lìng
Jourdan di Roberto e di Rossella Benech; Patrick AvoM celesti, né
di Ivo e di Lorella Bolero (membri della chiesa diTorreB venire, né
lice); Alex Bertin di Andrea e di Sabina De Bernardini, forze della
bambini e ai loro genitori l’augurio di una vita bene® suno ci pi
dal Signore. Buell’amor
• È stato celebrato il matrimonio di Pier Giorgio Besso velato in C
Isabella Bertalot: il Signore benedica la vita di questa g> signore» (P
vane coppia. . agosto, i
• Nel corso degli ultimi mesi alcuni predicatori si sono ^lavan
ternati sui pulpiti dei templi di Angrogna. La cono^ nj'
esprime la sua riconoscenza ai pastori Alberto Taccia, ’ ^ Os
gio Tourn, Bruno Giaccone, Bruno Costabel, Italo Pons °ese de
^ attameui
® era rima
CASORATE PRIMO — Domenica 11 ottobre ha avuto lu°S|vamente le
culto di apertura dell’attività della scuola domeniche, gg Qjjgjjj
ha visto la partecipazione attiva di monitori e alunni. dopo una i
MILANO
Domenica 4 ottobre, con un culto a cui lasciati
so parte anche i bambini e le bambine della dellamnrt
dese, abbiamo iniziato il nuovo anno di attività %iose
la ripresa della scuola domenicale e del catechismo
to è seguita un’agape fraterna.
‘cerchiamo
‘'alità, cer
SAN GERMANO — Domenica 4 ottobre nel corso ‘Perché» u
blea di chiesa durante la quale i nostri deputati ' cor
hanno intrattenuti sui problemi più importanti dis ici nelh
quella sede, Mara Bert è stata eletta quale anziana oe caro
tiere dei Chiabrandi. A questa sorella, festeggiata j
l’agape fraterna di domenica 11 ottobre, '’^ugeino c o amati
attività nell’ambito del Concistoro sia proficua e ^ r. ®conc
temente benedetta dal Signore. A Franco ggal#* 3iigos
il suo servizio per scaduto quindicennio va i
to sincero di tutti noi. . . jjos noi »n
Air agape di domenica 11 abbiamo avuto la 8'°' •„ ¡o
.„f ----Hi fratelli r^rnwpnipnti dalla Germania«, «orto par
tare un gruppo di fratelli provenienti dalla
sita alle Valli e una famiglia della comunità di A
graziamo per essere stati fra noi. Un grazie
le che ha partecipato attivamente al culto di
durante il quale si è dato avvio all’anno ecclesia
• Purtroppo ben due lutti hanno colpito la .gji td
sono deceduti Ilda Bounous ved. Reynaud, .j-gCtif
marette dopo pochi giorni di degenza, e ))l"lltprmin«'?
mareuo aopo pocni giunii ui ^ ^
il quale, dopo un lungo periodo di malattia, n ¡yi
propria esistenza terrena all’età di 89 anni.
*____:______a funebre ui i''““?:««
nel nostro tempio anche il servizio fc^^iebre i .
___________j ____________:____i„ Hi c r.prmano e da mq‘«
Griglio ved. Jahier, oriunda di S. Germano ® • ug et..
r»:____1^_____________Ai QA armi All6 131*115^
Pinerolo, scomparsa all’età di 94 anni
da questi lutti vogliamo ancora esprimere a
e fraterna simpatia cristiana. Rivolgiamo ^ ,i„ ge]
____1»____Al rnianaione a urne
tuoso con l’augurio di rapida guarigione a j^jg
Beux, a cui è occorso un grave incidente jj,a.
mento stesso in cui in ospedale decedeva a
:ch
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■ordinari,
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1 anno co.
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a di perde;à,
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¡entono reortefulira
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po, dandi
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nquiste di
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23 OTTOBRE 1998
Vita Delle Chiese
La comunità di Fontana di Rapa saluta Eugenio Stretti
Una strada per il futuro
Il pastore si è impegnato molto nella formazione dei giovani
e nella testimonianza nel mondo della scuola e del lavoro
GUIDO CAMPOLI
IO rendo grazie a Dio del
ricordo che ho di voi...»
(pilippesi 1,3). Con queste
parole dell’apostolo Paolo
che indicano l’affetto reci
proco
della comune condivi
sione della grazia del Signore,
ci siamo congedati dal fratello pastore Eugenio Stretti. Secondo l’uso della comunità il
culto è stato a più voci: l’anziano Guido Campoli, le preghiere e testimonianze di fede delle sorelle e fratelli e,
gradita sorpresa, la partecipazione, come avviene ormai
da diverse domeniche, di giovani in cerca del senso della
vita. Stretti ha lavorato molto
proprio con i giovani, curando un apposito catechismo e
stimolando l’impegno di testimonianza nella scuola e
nel mondo del lavoro.
Un momento particolarmente commovente è stato
quando la comunità ha confessato la fede nel Risorto
usando una preghiera di John
Bunyan (1628-1688), noto
predicatore battista-calvinista, incarcerato per ben dodici anni a motivo della predicazione evangelica, autore del
celeberrimo Pilgrim Progress
(«Il viaggio dei pellegrino»,
Gribaudi, 1985), capolavoro
della letteratura inglese tra
Foto di gruppo per la comunità di Fontana di Papa con il pastore
Eugenio Stretti
dotto in ben 125 lingue: «Non
piangete su di me, ma su voi
stessi. Io vedo dal Padre del
nostro Signore Gesù Cristo
che, anche se sono un grande
peccatore, mi accoglierà grazie all’interesse del suo amato
Figlio. Spero che ci incontreremo lassù per cantare un
nuovo cantico e per essere felici per tutta l’eternità». Dopo
il culto un’allegra agape ha
riunito grandi e piccoli nell’accogliente sala comunitaria: un momento da non dimenticare per tutti: cattolici,
pentecostali e donne e uomini in ricerca dell’unico Signore. Nel pomeriggio, sulle tracce della relazione del pastore
istico so
,0 del qui
i sull’imj
dei giew
»eri
5mo e cale
;1 sabato,
uri e hai!
intri barai
[Chiesa metodista di Savona
21 mancata la sorella
i Silvana Longo Ghelli
FBANCO BECCHINO
i persuaso che né
, morte, né vita, né angeAlessan^ “ né altre autorità o potenze
ckAvon Celesti, né il presente né l'avliToneH venire, né forze del cielo né
rnardini. forze della terra, niente e nes1 benede«|suno ci potrà strappare da
quell’amore che Dio ci ha rigio Sesso velato in Cristo Gesù, nostro
questagijSignore» (Romani 8, 38-39). Il
‘1 agosto, mentre a Torre Pel1 si sono! lice stavano per iniziare i laa comuni von del nostro Sinodo, a Toriaccia,® u, neii’Qgpg^^jg evangelico
do Ponsò valdese della città, in quella
atta m cui era nata e alla quanto lUOK» sempre affetti
Tmi : L "°stra Silvana,
ta malattia inaspettahannop ma dolorosissima, ci
imunitài^ ^^|}<isciati. Le vie della vita e
et
igrazi
lain*
Vsti,che”
he a
lomeni^
istico. .
racotnuil
lentasi ,
ndroCfl
terininj
avutoci
Mai
ellaSej;
Jale nel 1
moia
à che sea "^ morte sono davvero mismo. Al<^ ‘enose e imprevedibili. Noi
Ugli di dare loro razio
. aici-nsSi ami„' ' '-'^ote Giobbe e i suoi
* a AeW nostTn”^"^ Bibbia e come il
dutoi Vanti fratello Nanni daW Si della moglie
' -jhbonii* cui ha vera
^"SlT^eadivisolavita.
Dio.
%sci
Sposta
t'sponde alla nostra
*a nia non ci dà una ritazionale, quella che
riniadios “Oivorr. ‘‘‘e, quella che
*nottP ’^emmo; davanti alla
parla di vita, di vita
eterna addirittura, e di risurrezione. Se persistiamo nella
pretesa di razionalità finiamo
per cadere nella disperazione. A questo punto però possiamo scoprire lo spazio, la
possibilità, la scommessa
della fede, cioè della comunione con un Dio amorevole
e consolatore, non nemico,
distante, indifferente.
Incontrando Silvana nella
sua malattia Tabbiamo trovata sempre lucida, serena,
consapevole: noi siamo persuasi che questa forza d’animo Silvana la traeva dalla fede; una fede discreta, non
sbandierata ma reale e
profonda, che si esprimeva
soprattutto nell’operare (come dimenticare il suo servizio all’armonium o nell’amministrazione?). L’amore di
Dio fa di ciascuno di noi una
persona, un soggetto unico;
questo vale in vita e anche in
morte; la comunione dei santi non è una moltitudine sterminata, amorfa e anonima,
ma una comunione di persone, nessuna delle quali perde
mai la sua individualità. Silvana rimane in questa comunione con Nanni, con Anna,
con Luca, con i suoi nipotini,
con tutti noi, perché neppure
la morte può separarci
dall’amore di Dio, che è in
Cristo Gesù. ,
TARIFFE ABBONAMENTI
. -ITALIA
“Sem ^ £ 200.000
insiero^ .Strale £
ESTERO
■ ordinario
■ via aerea
■ sostenitore
- semestrale
£ 160.000
£ 195.000
£ 250.000
£ 80.000
'‘""ulativo Riforma + Confronti £ 145.000 (solo Italia)
intestata ^®'^®^àonars/; versare l’importo sul ccp n. 14548101
—lL..^4izioni Protestanti s.r.l., via S. Pio V15 bis, 10125 Torino.
Domenico Maselli pubblicate
recentemente su Fedeltà apostolica, il pastore Stretti ha
presentato la problematica
della libertà di religione nel
nostro paese oggi.
La comunità in questi sette
anni ha vissuto momenti di
gioia e di dolore; pensiamo al
recente decesso del fratello
Luigi Manconi, avvicinatosi
alla chiesa battista grazie all’evangelizzazione alla Garbatella del pastore Carmelo
Inguanti, e battezzato nel
1949 dal pastore Manfredi
Ronchi; tuttavia come sempre il Signore ha assistito e ha
permesso la prosecuzione
della sua opera sino a ora.
Avventisti
Conferenze
televisive
via satellite
La Chiesa cristiana awentista del Settimo giorno ha
dato l’avvio a una serie di
conferenze chiamate «Net
98» e diffuse via satellite in
quasi tutte le parti del mondo. Iniziate dallo scorso 10
ottobre, le conferenze si protraggono fino al 15 novembre. Il collegamento è attivato dalla Andrews Lfniversity
nel Michigan (Usa), dove il
dr. Dwight K. Nelson, docente di Storia della chiesa, affronta i grandi temi della nostra esistenza attraverso Tinsegnamento biblico, e diffondendo in questo modo un
grande messaggio di speranza e di amicizia.
Ogni collegamento dura
circa un’ora, per raggiungere
contemporaneamente oltre
diecimila «destinazioni» diffuse in 120 nazioni ed espresse in 70 lingue diverse. Tutte
le sedi italiane della Chiesa
cristiana awentista del Settimo giorno sono state attivate
per rendere questa iniziativa
accessibile a quanti intendono riflettere sull’attuale crisi
di valori. Gli incontri via satellite si tengono alle ore
20,30 e sono aperti a tutti. Gli
argomenti delle conversazioni riguardano la teoria evoluzionistica di Darwin, il millenarismo, il problema della
giustizia e dell’ingiustizia, la
presenza di Dio in rapporto
alle nostre scelte.
Chiesa battista d\ Sampier(darena
Un affettuoso saluto
a Mary da tutta la comunità
ERMINIO PODESTÀ
Domenica 4 ottobre nella chiesa battista di Sampierdarena si è festeggiato
«alla grande» perché è stato
dato il benvenuto a Mary. Salutare una persona può sembrare un fatto di ordinaria
amministrazione, ma in questo caso, come si vedrà, si è
trattato di un avvenimento
importante. Ha partecipato la
corale della Chiesa battista di
Genova che ha eseguito un
bellissimo inno, e va anche
sottolineato il fatto che ad eccezione dell’Oceania erano
rappresentati tutti i continenti. Il predicatore locale Roberto Terzano, prendendo lo
spunto dalla promessa di Dio
fatta a Abramo, ha detto che
non sempre le promesse vengono mantenute subito, ma
alla luce della fede bisogna
essere convinti che il Signore
non tradisce mai. Dio mantiene sempre i patti. È l’uomo
che a volte tradisce. Bisogna
dunque avere fiducia.
Su questo discorso si innesta molto bene la motivazione della festa organizzata in
via Dattilo. Giorgio è un fratello egiziano della nostra comunità. Nel mese di febbraio
si è recato in Egitto dove si è
unito in matrimonio con
Mary. È ritornato in Italia
mentre la moglie è rimasta ad
Alessandria d’Egitto, in attesa
che il marito riuscisse a ottenere dalle autorità italiane il
permesso per farla venire nel
nostro paese.
Giorgio ha iniziato a sbrigare tutte le pratiche burocratiche. Dopo momenti difficili,
intoppi vari, finalmente al
settimo mese è riuscito a spedire il nulla osta in Egitto per
il ricongiungimento familiare. E Mary, dopo tanti mesi di
attesa, ha potuto riunirsi con
Giorgio. Anche in questo caso
la promessa, pur con diverse
difficoltà, è stata mantenuta.
Quindi l’avvenimento acquista molta importanza. Innanzitutto come testimonianza
evangelica, perché in un periodo in cui gli extracomunitari sono disprezzati e si sente
dire sempre di più dalla gente; «Perché non se ne stanno
al loro paese?», ricevere con
gioia, da parte di una comunità, una egiziana che si riunisce a suo marito è un fatto
significativo ed è espressione
di accoglienza, come dice
l’Evangelo: «Fui forestiero e
mi accoglieste» (Matteo 25,
35). La mattinata si è conclusa con un rinfresco, nella sala
attigua alla chiesa, addobbata
con festoni e palloncini in cui
primeggiava un cartello con
scritto: «Benvenuta Mary».
VII Congresso
straordinario
della Federazione
donne evangeliche in Italia
(Fdei)
30 ottobre -1 ° novembre
Villaggio della gioventù - Santa Severa
Verrà presentata la bozza di un nuovo statuto che
prevederà l'apertura a nuove realtà femminili del
mondo evangelico italiano.
PAG. 9 RIFORMA
Agenda
23 ottobre
FIRENZE — Alle 17 al Circolo culturale protestante «P. M.
Vermigli» (via Manzoni 21), l’etologo Irenàus Eibl-Eibesfeldt parla sui tema; «La trappola del pensiero a breve scadenza». La conferenza sarà tenuta in tedesco con traduzione simultanea e con un approccio più teologico, e sarà tenuta anche la stessa mattina, con taglio più scientifico, alle
ore 10,30, al Museo zoologico dell’Università (via Romana
17) in lingua inlgese. Partecipa la dott. Dagmar Lorenz.
24 ottobre
GRAVINA — Alle ore 17,30, nella chiesa battista (via De
Gasperi 20), la pastora Elizabeth Green parla sul tema
«Donne e violenza», a conclusione del «Decennio ecumenico delle chiese in solidarietà con le donne».
TORINO —Alle ore 16, nel salone della Chiesa valdese di
corso Vittorio Emanuele II 23, il teologo Fulvio Ferrario
parla sul tema: «Filippo Melantone, grande riformatore».
MILANO —Alle ore 17, nella sala attigua alla libreria Claudiana, Bruna Peyrot parla sul tema: «Prigioniere della torre:
donne ugonotte nella resistenza all’assolutismo francese
del ’700», a cura del Centro culturale protetstante.
CASORATE PRIMO — Alle ore 21,15, nella chiesa di San
Vittore Martire (piazza Contardi), come anteprima della
móstra fotografica dedicata a Martin Luther King, si tiene
un concerto della corale «Gospel Singers».
ROMA — Alle ore 16, nella sala Santa Prisca (via S. Prisca
11-Aventino, metro B: Circo Massimo), la pastora Maria
Bonafede e il prof. Cosimo Semeraro, ordinario di Storia
della Chiesa all’Università salesiana, introdurranno il dibattito sul tema: «Quale papato per il terzo millennio».
L’incontro è organizzato da diverse organismi tra cui Cipax. Comunità del Mattino, gruppo laico di ricerca, gruppo
«Noi siamo chiesa», «Priscilla» e dal gruppo Sae di Roma.
26 ottobre
TRIESTE — Alle ore 18,30, nella sede di via Tigor 24, il
Gruppo ecumenico organizza una conferenza del rabbino
Ariel Ytschak Haddad sul tema «Dio come Padre».
TRIESTE — Alle ore 20,30, nella basilica di San Silvestro,
l’organista Emanuele Cardi tiene un concerto con musiche
di Buxtehude, Bòhm, Walther, Bach.
MANTOVA — Alle ore 20,45, nella sala Isabella d’Este, per
il ciclo su «Bibbia e scienze moderne», il past. Gianmaria
Grimaldi parla sul tema: «Bibbia e psicanalisi».
VENEZIA-MESTRE — Nell’ambito del corso di aggiornamento per insegnanti presso il liceo «G. Bruno», il prof. Aldo Landi tiene una lezione sul tema: «Nascita, sviluppo e
sconfitta di una aspirazione della cristianità dei secoli XLV
e XV: il conciliarismo». Per informazioni tei. 041-5341989.
27 ottobre
CASORATE PRIMO —Alle ore 15,30, nella chiesa di Santa
Maria (piazza Mira), si inaugura la mostra fotografica su
Martin Luther King (visitabile fino al 31 ottobre dalle 15 alle 19; la mattina solo su appuntamento - tei. 02-90097067;
0381-78514; 02-9056659), con intervento dell’assessore
Francesco Tonarelli e del pastore Bruno Colombu, e si tiene la proiezione di un documentario su King.
MILANO — Alle ore 18, nella sala di via Sforza 12/a, il past.
Antonio Adamo tiene un incontro sul tema «Gioire nella
speranza» a cura del Centro culturale protestante.
ALESSANDRIA — A partire dalle ore 9,30, organizzata dalla Facoltà di Giurisprudenza, nella sala Ferrerò del teatro
comunale, si tiene una giornata di studio sul tema: «Arte,
fede e diritto. La disciplina giuridica dei beni culturali di
interesse religioso». Per parte ebraica e protestante partecipano Giulio Disegni e Paolo Gay.
27-29 ottobre
NAPOLI — Con orario 8,30-12,30 presso l’ospedale «Villa
Betania» di Ponticelli, si tengono tre lezioni del prof. Maurice Briggs per il seminario di Clinical Pastoral Education.
29 ottobre
CASORATE PRIMO — Alle 21, al Cinema dell’Oratorio (p.za
Mira), proiezione del film «La lunga strada verso casa».
GORIZIA — Alle ore 20,30, nell’auditorium «Cocolin», il
prof. Paolo Ricca parla sul tema: «Francesco d’Assisi e Valdo di Lione: riformatori del 3° millennio?».
TORINO —Alle ore 15,30 a palazzo Lascaris (via Alfieri 15,
sala «A. Viglione») Daniele Jalla parla sul tema «Musei storici delle Valli come strumento di recupero di un’identità».
30 ottobre.
NAPOLI — Alle ore 18,30, nella chiesa valdese (via dei Cimbri, 8) il Centro culturale evangelico «Galeazzo Caracciolo»
organizza una conferenza del past. Giorgio Bouchard dal
titolo «Puritanesimo, rivoluzione, modernità nella letteratura anglosassone. Presiede l’aw. Alfredo Guarino.
31 ottobre
TRIESTE — Alle 18,30, nella chiesa metodista, nell’ambito
della ricorrenza del centenario della comunità, si tiene un
concerto della corale metodista di Milano.
NAPOLI — Alle 10, all’Ospedale «Villa Betania» di Ponticelli, culto per il 30" anniversario della struttura: presiede il
past. Massimo Aprile; rievocazione storica del pastore Domenico Maselli; predicazione del pastore Giorgio Bouchard. Intervengono il presidente della Camera, Luciano
Violante, e il sindaco di Napoli, Antonio Bassolino.
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica deve inviare i programmi, per lettera o fax, quindici giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
14
PAG. 10 RIFORMA
VENERDÌ 23 OTTOBRF
Riforma
L’enciclica «Fides et ratio»
e l’autorità della Scrittura
Domenico Tomasetto
Fides et ratio, la nuova enciclica, precisa il rapporto che
esiste neU’ambito della teologia cattolica fra fede e ragione
(o filosofia). Dato che ogni tanto si alza qualche voce non
allineata, il papa ritorna sul tema, riallacciandosi a quanto
è stato detto dal Concilio di Trento, dal Vaticano 1 (Dei Filias) e dal Vaticano II (Dei Verbum). La strada è già segnata.
Perché dei protestanti si interessano a quanto il papa dice
per la sua chiesa? Prendiamo la parola perché, nel presentare la propria visione, si squalifica una visione diversa, in
questo caso protestante. L’enciclica si guarda hene dal citare i protestanti, ma le parole ci chiamano in causa.
Nel richiamare le tentazioni di un tempo, si analizza il
razionalismo e poi si passa al fideismo: «Un’espressione
oggi diffusa di tale tendenza fideistica è il “hiblicismo", che
tende a fare della lettura della Sacra Scrittura o della sua
esegesi, l’unico punto di riferimento veritativo». Più avanti: «La Sacra Scrittura, pertanto, non è il solo riferimento
per la Chiesa. La “regola suprema della propria fede” infatti le proviene dall’unità che lo Spirito ha posto tra la Sacra
Tradizione, la Sacra Scrittura e il Magistero della Chiesa in
una reciprocità tale per cui i tre non possono sussistere indipendentemente» (n. 55).
Qualche commento. Innanzitutto rileviamo il rinnovato
richiamo alla nuova triade, che aveva fatto già la sua apparizione nel Vaticano II (che dovremo rivisitare con occhi
più critici): Tradizione, Scrittura e Magistero (tutti e tre
con la maiuscola e le prime due addirittura «Sacre»). Poi
rileviamo l’ordine: la Scrittila non è al primo posto, come
elemento primario di riferimento, ma si pone fra la Tradizione e il Magistero che ne costituiscono i guardiani, l’uno
a destra, l’altra a sinistra. Non c’è male. Un merito di Giovanni Paolo II è la chiarezza. Il testo citato non contiene
alcuna ambiguità interpretativa: quel che si vuole dire, lo
si dice con estrema chiarezza: prima si rifiuta la tendenza
a considerare «la Scrittura, o la sua esegesi, come l’unico
punto di riferimento veritativo» (le ultime parole sono macigni), poi si dice espressamente che la Scrittma «non è il
solo riferimento per la Chiesa» (altro che il Sola Scriptura
di noi protestanti!) e infine si conclude sul legame indissolubile esistente tra i componenti della nuova triade: Tradizione, Scrittura e Magistero, i quaii tre «non possono sussistere in maniera indipendente». Più chiaro di così.
Noi protestanti dobbiamo precisare che con l’espressione Sola Scriptura intendiamo dire che la Scrittura costituisce l’unico criterio di controllo («punto di riferimento veritativo») di ogni parola detta nella chiesa che pretenda di
essere evangelica. L’autorità delle nostre parole, di un singolo credente, di un Sinodo o Assemblea, è soltanto derivata (valgono nella misura di riflettono, riecheggiano o ripropongono una parola che è già presente nella Scrittura)
Non è la funzione esercitata nella chiesa che rende autorevole una parola, ma il suo radicamento biblico. Per cui
ogni parola detta nella chiesa può diventare Parola di Dio
quando la presenza dello Spirito Santo ce la rende tale.
Siamo anche consapevoli che la Scrittura va letta criticamente, accompagnata da una serie di strumenti: la tradizione, la ragione e l’esperienza di fede. Ma, appunto,
questi sono soltanto strumenti e non pretendono di porsi
allo stesso livello della Scrittura. Anche noi leggiamo la
Scrittura richiamandoci ai nostri padri nella fede (Lutero
Calvino, Wesley o altri), ma solo nella misura in cui hanno
fatto risuonare quell’antica parola biblica. Il richiamo che
facciamo ai dati tradizionali della fede è utile, ma non necessario e sempre relativo.
Stesso discorso per gli altri due strumenti: quel che di
ciamo deve avere un senso (la razionalità) e si muove
neil’ambito di una esperienza di fede. Il tutto va vissuto
nella preghiera e nella comunione di fede con i credenti di
oggi e di ieri. Da qui hanno origine la nostra unità di fede
e le nostre diversità nel modo di vivere quella stessa fede.
Non possiamo che rimanere legati al Sola Scriptura, oggi
più di ieri. Caparbiamente.
EIFORMA
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DIRETTORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna Maffei. IN REDAZIONE: Alberto Corsani, Marta D'Auria, Emmanuele Paschetto Jean-Jacques Peyronel, Pienraldo Rostan (coordinatore de L'eco delle valli) Federica Tourn. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di
Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrano, Giuseppe Ficara, Giorgio GardioI, Maurizio
Girolami, Pasquale lacobino, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Negro,
Luisa Nitti, Nicola Pantaleo, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Florence Vinti, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE:Stelio Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia; ABBONAMENTI: Daniela Actis.
STAMPA; La Ghisleriana s.n.c. Mondovi - tei. 0174-42590.
EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l.-via S. Pio V, 15 bis -10125 Torino.
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non può essere vaàdutaMpdrataineM
Tariffe inserzioni pubblicitarie: a modulo (42,5x40 mm) £ 30.000.
Partecipazioni: mm/colonna £ 1.800. Economici: a parola £ 1.000.
Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176 del 1® gennaio 1951. Le modifiche
sono state registrate il 5 marzo 1993.
Il numero 40 del 16 ottobre 1998 è stato spedito dall'LIfficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 14 ottobre 1998.
1998
Associato alla
Unione stampa
periodica Italiana
Continua la riflessione su predicazione cristiana e diaconia della chiesa
Non possiamo che fare diaconia
Il servizio diaconale svolto dalle chiese, come la volontà creatrice di Dio, è amort
incondizionato e non funzionale. Per questo non deve ostacolare la predicazioo^
GABRIELE DE CECCO
Forse esemplifichiamo
un po’, ma una lezione
centrale della Riforma protestante potrebbe essere: non si
fa per (per guadagnarsi qualcosa, per dimostrare qualcosa, per diventare qualcosa...),
ma si fa perché (perché siamo in una nuova situazione,
perché abbiamo acquisito un
punto di vista diverso, perché Dio ci ha amati per primo...). Se questo è accettabilmente vero, come eredi di
quel pensiero ci sentiamo di
affermare che quello che riusciamo 0 proviamo a fare sul
piano del servizio al prossimo lo facciamo perché... non
potremmo fare diversamente. Insommà il punto di partenza è: non potremmo che
fare diaconia Poi si può iniziare a discutere su mille
questioni e mille aspetti, ma
il primo punto, sul quale cerchiamo di rifiettere in queste
righe, è: la diaconia non è in
funzione di... qualcos’altro.
Fuori di questa prospettiva è
difficile che la nostra diaconia possa mantenere una caratterizzazione protestante,
con tutto il rispetto per chi
serve il prossimo con le più
diverse motivazioni.
La diaconia non è in funzione del successo o del riconoscimento. Non ci sono
obiettivi sui quali valutare se
fare diaconia (c’è naturalmente molto da valutare su
cosa, come e con chi). Ma
non possiamo pensare al nostro gesto come una «buona
azione» che facciamo perché
siamo bravi e da fare solo
quando ci dicono «bravi». Altrimenti si potrebbe pensare
che c’è un prima (un essere
credenti distaccati dal mondo) e un dopo (chinarsi sul
mondo per dare il nostro illuminato contributo solo se ne
vale la pena). La diaconia
non è in funzione della predicazione (evangelizzazione).
La diaconia è una situazione
nella quale la predicazione si
colioca con una certa naturalezza (ma non si confonde,
né usa per forza gli stessi spazi e le stesse persone). È difficile separarle nella responsabilità del credente, ma certo
la diaconia non ha la propria
giustificazione nella predicazione (in un certo senso è
piuttosto vero il contrario.
Diaconia in funzione della
predicazione sarebbe proselitismo, demagogia, propaganda, carità pelosa).
La diaconia non è in funzione della chiesa. La diaconia è una situazione nella
quale la chiesa (i credenti) sta
e opera. Gli istituti della dia
Uno scorcio dell’Asilo dei vecchi di San Germano Chisone
conia (le opere) sono a un
tempo espressioni delle chiese proiettate verso il fuori e
strumenti per la diaconia delle chiese (che è anche diaconia interna, per i credenti in
difficoltà, ma non può essere
solo questo). Se la chiesa concepisce la diaconia in funzione di se stessa (assicurazione
privata per i credenti): 1) la
diaconia non è più testimonianza; 2) la chiesa delega e
perde capacità di risolvere diversamente le situazioni; 3) si
verificano adesioni di comodo (missioni Terzo Mondo,
terremoti, ecc.); 4) la chiesa si
trasforma in massoneria o in
mafia (uso di posizioni e di
personaggi politici).
La diaconia non è in funzione dello statolenti locali,
ecc.). La diaconia è profetica
ed escatologica. Lo deve essere in se stessa (non perché affiancata dalla predicazione).
Siamo «nel mondo» e ci confrontiamo realisticamente,
ma non siamo «del mondo» e
non accettiamo imposizioni
(né pretese compatibilità).
Cooperiamo, ma abbiamo
obiettivi autonomi (anche
contrapposti). Cooperiamo,
ma denunciamo scelte e gestioni sbagliate (non tanto a
parole, ma facendo diaconia
in modo autonomo). Oggi
con la crisi dello stato sociale
e il ruolo prospettato al «privato sociale», ci viene offerto
un pacchetto preconfezionato (con possibilità ma anche
limiti e direzioni obbligate).
Non possiamo avere legami
troppo stretti che ci costrin
gano oggettivamente a essere
complici.
La diaconia non è in funzione del bisogno del prossimo. Nel senso che non è (non
è solo) risposta ai bisogni
espressi, ai bisogni storici,
mutevoli, creati a volte artificialmente. Dobbiamo trovare
uno spazio per valutare le risposte, anche al di là delle richieste. Si tratta di prendersi
la grande responsabilità di
entrare nel merito, di non accontentarsi, di non fermarsi
al tamponamento di situazioni. Inseguire bisogni che
la società crea rischia di vederci nella posizione un po’
ridicola di rincorrere un meccanismo infinito, che altri pilotano ad arte.
La diaconia non è in funzione degli attuali ruoli sociali. Aiutando chi non è in una
situazione «normale» (le famiglie con il peso di un anziano, i casi sociali, i ragazzi
in difficoltà, gli handicappati)
si rischia di dare per condivisa la nozione di «normalità»
(normale la famiglia e la vita
che si conduce oggi, normale
Tinserimento lavorativo, normali i rapporti attuali). Insamma la società fa il suo
corso aiutata da noi che la alleggeriamo dei pesi scomodi.
Rischiamo di introiettare nelle nostre opere questa mentalità pensando di avere come obiettivo semplicemente
quello di restituire a alcuni
svantaggiati quello che gli altri hanno... ma così diamo la
nostra benedizione al modo
attuale di vivere.
Nelle votazioni di venerdì 9 alla Camera per
la fiducia al governo diversi
deputati, stando alle loro dichiarazioni, hanno dovuto affrontare un conflitto fra la loro convinzione personale e
l’ubbidienza alla disciplina di
partito. Alcuni di loro hanno
votato secondo le proprie
convinzioni, altri hanno optato per la disciplina di partito
facendo tacere la coscienza.
Questo fatto, del resto non
nuovo, ci deve fare riflettere
anche in vista di eventuali
nuove elezioni. Chi mandiamo noi in Parlamento? Uomini e donne pensanti e capaci
di giudicare ciò che è bene e
ciò che è male, oppure semplici automi sottomessi a una
rigida disciplina di partito?
E fuori discussione che
ogni deputato è impegnato
ad agire e operare lungo la linea politica nella quale si è
PIERO bensì
presentato agli elettori e per
la quale è stato votato. Questo è ovvio. Ma io dico: all’interno della cornice politica in
cui il deputato deve muoversi,
non esiste nessuna libertà di
pensiero e di azione? Soprattutto quando si tratta di prendere delle decisioni che non
implicano questioni di principio oppure quando è in gioco
un bene superiore, il deputato
deve appellarsi alla propria
coscienza, alle convinzioni
che si è venuto formando e
La diaconia non è in fm,
zinne del modo di prod%
ne. Cioè non può essere le®
ta, al di là del necessario^
ruolo di produzione di senj
con le modalità e i rapponij
lavoro che oggi sono impojj
a ogni tipo di produzione!!;
diaconia sente che non'
sta il lavoro di chi è p
per dare servizi a chi ^
ma che ha bisogno dium
scambio orizzontale e red
proco di tutti i soggettici)
vengono a contatto. Perq
sto anche il personale
un’opera non può essere coi
siderato solo attraverso)
stretto rapporto contrattuai
e salariale. Se questo noni»
ne capito, produrre seni
sarà come produrre auton®
bili e gli utenti (gli anziaii
saranno scomposti in per
assegnati ciascuno a una prj
fessionalità diversa. Gliops
ratori dal canto loro satana
anch’essi scomposti traíala
ro professionalità (il loro!
po di lavoro) e la loro vita
Dunque cercare la spei
cità della diaconia, nel setti
delle opere, chiederci doli
perché come evangelici doli
biamo prenderci il grattaci
po di gestire cose come un
casa di riposo, passa daip
sta infunzionalità. Senesi
mo coscienti e cerchiamo i
minimo di coerenza, la dii
conia non assomiglierài
quanto abbiamo intomo.Aà
dirittura nella diaconia trovi
remo spazi per unaler
creatività che ha qualcosa|
che vedere con la creazi
(la prima e la nuova chi
spettiamo). Proprio perchi
diaconia, come lavoW'
creatrice di Dio, è amili!'
condizionato e non fiiM
naie. Altrimenti Dio avieti
fatto meglio a farsi!
suoi... e noi pure. ,
Solo a questo punto va®
to che la diaconia hala!
sponsabilità di non chiude
in se stessa e dunqueai
ostacolare (anzi favorire ei
molare) la diaconia del
chiese, la predicazione. Bi
non solo verso il suo intei
(l’istituto con i suoi moffl®
programmati o con le o®
sioni per i singoli), ma®*
verso le chiese (i memM
difficoltà) e portandole»
se fuori da se stesse (v®
territorio, attraverso le F
bilità di formare e organa
re, avere contatti, avetei
immagine). Ha la suai®?
tanza che ci sia un certo
mero di utenti e di ope»
evangelici, ma è un dat
va impastato con t^^
molti dei quali hanno
fare con quanto si è oo
punti precedenti.
credente in Cristo e
stante, non è pensa
- f <3 0 w
irò®
non essere in ogni cosa succube della disciplina di partito. Altrimenti tanto varrebbe
mandare in Parlamento mille
robot elettrici che, fra l’altro,
ci farebbero risparmiare centinaia di miliardi.
Fermo restando, s’intende,
l’impegno politico preso con
gli elettori, il deputato non
può mai dimenticare di essere anzitutto una creatura
umana responsabile di fronte
a Dio (che ci creda o no) e alla propria coscienza. Per me.
qualcuno possa
re contro la propria p j
convinzione
suno deve e può 9^^ ly
fare ciò che la mia/* j
ciò che la J
non approva.
nuli appi'-'*“* '■ fife
trattare i suoi sento r |
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Carlo V, il %sti<
Lutero così concluse' .
sposta: «La mia aa .¡j
vincolata dalla par ,jj
Non posso e ^ou
trattare nulla
giusto né saluta jji
contro coscienza. ^ ,0
do. Non posso fare aia
ti. Dio mi aiuti». ^
(Rubrica
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curata dalla Fed
chiese evangeliche
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Posta
i Le decisioni
dell'Assemblea
La lettera a firma Rossella
Saccomani, pubblicata la
scorsa settimana, nella quale
si esprimono valutazioni ne
gative
sulla recente Assem
blea generale dell’Unione
battista, mi induce a proporre alcune osservazioni.
Non entro nel merito di
quanto viene detto in riferimento a singole persone e al
loro itinerario ecclesiastico,
perché ciò riguarda soltanto
tali persone e le comunità
con le quali sono in rapporto.
Viceversa mi ha molto incuriosito l’affermazione secondo la quale alcune pretese «non decisioni» dell’Assemblea sarebbero dipese
dalla «pressione di coloro che
gestiscono o aspirano a gestire l’Unione». Naturalmente,
tutte le interpretazioni sono
legittime, ma i fatti citati per
suffragarle dovrebbero primo
essere veri, secondo essere
coerenti con quanto si intende dimostrare. Non è vero
che «non si è presa nessuna
decisione sull’8 per mille».
Sono state presentate ben tre
mozioni, nessuna delle quali
ha ottenuto la maggioranza.
L’Assemblea ha dunque scelto di mantenere ferma la derisione del ’93, di non concorrere all’assegnazione.
Circa i dipartimenti, è stato
approvato dall’Assemblea il
piano di ristrutturazione del
Dipartimento di evangelizzazione che dunque opererà
nei prossimi due anni come
previsto da tale piano, certo
in condizioni di ristrettezze
economiche e di sacrifici personali la cui dura necessità
l’Assemblea ha mostrato di
comprendere. Ciò che è stato
zffiviato non è la ristrutturazione ma Ve modifiche dell’ordinamento che si rendono necessarie per stabilizzare
la nuova struttura dei dipartimenti. È vero invece che si è
ritenuto di approfondire ulteriormente la riforma del Dipartimento di teologia e l’introduzione del segretario generale. Ma sarebbe interessante capire in che modo,
specie su quest’ultimo punto,
il rinvio gioverebbe a «chi gestisce 0 aspira a gestire l’Unione». Mi sembra vero il
contrario: il progetto del se
Nuovo indirizzo
Il pastore Winfrid Pfannkuche e Nadia Belli Castelli copiunicano che il loro nuovo
inairizzo è: via G. E. Di Blasi
10.90135 Palermo; telefono
091-6821252.
gretario generale è stato tenacemente caldeggiato dal
Ce uscente e il rinvio costringe l’attuale presidente e l’attuale Ce ad affrontare ancora
per due anni le gravi emergenze deirUnione con strumenti inadeguati. Cui prodest? A chi giova, come si chiedevano già i romani per cercare la spiegazione di certi
fatti. Ognuno è libero di pensare che dietro il programma
degli attuali «capi» dell’Unione (come vengono definiti
per irriderli nella lettera della
sorella Saccomani) programma riassunto nelle tre parole
d’ordine «operazione verità,
operazione trasparenza, operazione rinnovamento», si
celi «l’arte italiana della manovra e del rinvio». Più arduo, mi sembra, pensare che
usino quest’arte per sabotare, anziché per favorire, gli
obbiettivi per cui si battono.
Renato Malocchi
presidente Ucebi - Roma
Ventennio
papale
in televisione
Non sono anticlericale: trovo tale atteggiamento patetico, da atmosfera ottocentesco-risorgimentale. Mi sforzo
di essere un coerente ecumenico, soprattutto negli incontri con i cattolici, sebbene alla fine di tali incontri non sia
difficile spesso ascoltare affermazioni del tipo: «Ma vedete che poi non v’è tutta
questa differenza fra voi e
noi? Siamo tutti uno in Cristo», con conseguenti personali ipertensioni o riversamenti biliari: e lo spirito critico? E l’obbligo di una trasparenza storica e teologica?
Ma quando verrà l’ora di un
vero e sobrio pluralismo culturale, al di là dei tanti contorsionismi e barocchismi? A
tal proposito: programma telèvisivo «Porta a porta» di
Bruno Vespa. Celebrazione
del ventennio papale. Improvvisamente entra in trasmissione una voce che sento
rauca, confusa, incerta e che
pronuncia queste parole:
«Buona sera signor Vespa,
grazie per la sua trasmissione...». Credetemi non c’è altro. Vespa diviene bianco, lacrima, si commuove.
È il vescovo di Roma che
ringrazia (solo questo) per
educazione e gentilezza un
conduttore che gli ha dedicato una trasmissione, e magari
ce ne aspetteremmo qualcuna in meno, assieme a minori
immagini a valenza miticosacrale. E l’«anima» di Vespa
è entrata in deliquio; «L’aureola elettronica di Wojtyla»
(Gualtiero Peirce su «La Repubblica»). E ci fosse stato un
giornalista, dignitosamente
Per le chiese evangeliche
Atti liturgici per i battesimi
e registri ecclesiastici
^ disponibile il fascicolo n. 1 degli «Atti liturgici» prodotto
Commissione per il culto e la liturgia della Chiesa evangeli« valdese (Unione delle chiese valdesi e metodiste). Il fascicolo
Ofitiene le liturgie per il battesimo dei credenti, il battesimo dei figli dei credenti, la confermazione, l'ammissione
r membri già battezzati in una chiesa non evangelica,
owoglienza (presentazione) di figli di credenti.
Le liturgie sono adatte all'uso delle chiese valdesi e metodiste
mrneno in parte, sono adattabili all'uso delle chiese battiste
elle altre chiese evangeliche.
J' 'Osto del fascicolo (pp. 111, formato 18x24 cm) è di £
«Ipm 1^''^ ^ di spese di spedizione (invio con la tariffa
g^^re»). Chi lo desidera può ricevere, senza ulteriore spesa,
il floppy disk (specificare il formato del file e se si utiliz® piattaforma Dos o Mac).
ci sono ancora disponibili i seguenti registri ecclesiastiV6 H l'i formato 26x35 cm) a £ 50.000 cadauno, comprensi^ ®lle spese di spedizione: »
^ ®Lti di battesimo;
^ ®bi di matrimonio;
di benedizione di matrimonio;
* di sepoltura.
che ®3|'^Lri sono utiilizzabili da parte di tutte le chiese evangelitlisDn t ° il registro degli atti di matrimonio specificamente prestra?' 1^®'' *'Lii®se valdesi e metodiste. Rivolgersi all'ammini01 i S® di «Riforma»: via San Pio V, 15, 10125 Torino; telefono
-^^9278-fax 011-657542.
laico, che nei giorni seguenti
avesse fermato la sua attenzione sulla pochezza di contenuti di quelle parole (quanti italiani, laici e non, credenti e non, ma cattolicissimi).
Nessuno.
Wojtyla avrebbe potuto dire: «Birbantelli, chi sono?» e
lì tutti a inginocchiarsi e a
sbiancare davanti a sua santità. Sempre pronti questi
nostri intellettuali «indipendenti» a chiosare le profondità espressive di questo anziano vescovo della Provvidenza. Stiamo annegando
nella fiction, questa è la mia
paura. In passato avevo
ascoltato interventi di Paolo
VI (con quella sua voce che
sembrava esalare l’ultimo respiro: sempre i chiodi, mai la
gioia della Resurrezione e del
principio speranza). Ma almeno lì vi era problematicità, anche se sul piano teologico... Ma questo papa! Ricordo quando Wojtyla, durante una visita in Sicilia,
tuonò contro la mafia: disse
(cito a memoria): Mafia sei
senza Dio, sei fuori dall’amore, per te vi sarà il castigo
eterno. Che lancia puntuta
contro il male. Insomma, annegati nell’owietà non ci resta che sorridere (e pregare)
o piangere (e pregare).
Rosario Cinà - Palermo
Una citazione
opportuna
EIo trovato incisivo l’articoletto di Fulvio Ferrario sulla preghiera (il 2 ottobre, nella rubrica «Bibbia e attualità») e assai opportuna la citazione da Lutero sulle richieste di preghiera precise e
personali. Alla Chiesa metodista di Firenze abbiamo deciso di concretizzare la decisione sinodale «La testimonianza delle chiese», la quale
fra l’altro invita le chiese a
prendere sul serio i temi delia conversione, della preghiera, e della fraternità e sororità nella fede, con una
nuova iniziativa che tuttavia
ha una nobile tradizione nel
metodismo: abbiamo aggiunto alle attività della chiesa una bimensile riunione di
preghiera. A questo riguardo
la meditazione di Ferrario ci
è capitata a fagiolo. E in proposito trovo un’altra citazione di Lutero riportata di recente in Un giorno, una parola (il 29 settembre, p. 224):
«Temo che noi non sappiamo comprendere abbastanza quanta forza, quanta efficacia sia nascosta nella preghiera. Se la preghiera è semplice e schietta, può contenere un’enorme profondità e
ricchezza, e nessuno potrà
mai investigarla».
Pietro Ciavarella - Firenze
Care lettrici e cari lettori
Ci stiamo avvicinando alla conclusione del sesto anno di Riforma, il settimanale nato dalla collaborazione, convinta
e crescente, delle chiese battiste, metodiste e valdesi. Sei anni in cui abbiamo
acquisito identità e un certo riconoscimento nell’opinione pubblica evangelica - non solo di quella delle chiese da
cui siamo nati - e in quella cattolica e
laica. Riceviamo apprezzamenti anche
dall’estero, anche da chi produce giornali evangelici per un pubblico molto
più vasto del nostro.
Insomma, la pubblicazione di oltre
800 pagine all’anno, più un certo numero di inserti, fanno di Riforma il settimanale evangelico di informazione e attualità più ampio e completo che sia mai
stato pubblicato nel nostro paese. Questo è possibile solo grazie all’impegno
congiunto delle chiese che hanno fondato questo giornale e che continuano a
sostenerlo, alla grande capacità di lavoro dei nostri dipendenti, dei collaboratori e delle collaboratrici, dei volontari e
delle moltissime persone che scrivono e
ci scrivono, arricchendo così le nostre
pagine di informazione e riflessione.
Naturalmente non riusciamo ad accontentare tutti. Se lo volete sapere,
neanch’io sono completamente contento di questo giornale. Ne vedo i limiti e
le lacune. Non sono neppure d’accordo
con tutto quello che pubblichiamo. Vi
sembra strano? Non lo è: Riforma non è
«mio», non è neppure un giornale di
partito o di un gruppo di pressione, non
è neppure il giornale di un certo tipo di
chiesa i cui vertici stabiliscono che cosa
si deve scrivere, discutere, credere, fare.
Il nostro è un giornale che, iiella più àu
tentica tradizione evangelica, esprime
un essere chiesa aperto agli interrogativi
di Dio e del mondo nel nostro tempo;
un essere chiesa che non solo parla, ma
anche ascolta, che non solo insegna ma
anche apprende; un essere chiesa che
rifiuta l’arroganza e i pregiudizi e coltiva
il rispetto e l’umiltà, anche nelle piccole
cose; un essere chiesa che aspira alla
collaborazione e all’unità, prima di tutto
fra evangelici, ma anche fra i cristiani di
varia ispirazione.
Questa prospettiva ci spinge a cercare
di migliorare sempre di più la nostra
informazione e riflessione, il nostro modo di comunicare (cerchiamo di fare tutti, anche voi che ci scrivete, un maggiore
sforzo per essere chiari, semplici e concisi) e anche la forma con cui comunichiamo (abbiamo iniziato a studiare una
nuova grafica e una nuova impostazione
del giornale). Dunque, non fateci mancare il vostro appoggio, la vostra preghiera per la nostra opera, il vostro abbonamento. Sappiamo che il giornale è un po’
caro per quello che dà. Così, benché il
nostro bilancio sia in deficit, abbiamo
deciso che per il 1999, cioè per il terzo
anno consecutivo, il costo dell’abbonamento non varierà (105.000 lire l’anno).
Ma se il vostro reddito non ve lo consente, utilizzate liberamente l’abbonamento
ridotto (85.000 lire) o quello semestrale
(55.000 lire). Se, invece, avete qualche risorsa in più, aiutateci sottoscrivendo
l’abbonamento sostenitore (200.000 lire)
p inviandoci una qualsiasi cifra in dono,
ne abbiamo veramente bisogno, soprattutto se vogliamo migliorare.
Il direttore
Eugenio Bernardini
La gioia di vivere
di Matisse
Nell’incessante fluire delle
alterne vicende umane, in
campo nazionale e mondiale,
si rivela sempre più perversa
la triste presenza di Satana
nelle difficili scelte della nostra vita. I recenti test nucleari (Pakistan, India) ci hanno
riportato, purtroppo, ai terrificanti effetti della prima
bomba atomica sulle isole
giapponesi che ci ricordano
la desolazione, come catarsi,
del consorzio umano (vedi
l’apertura dei primi sei sigilli
nell’Apocalisse). Ma in contrapposizione leggiamo in
Deuteronomio (30, 19): «Io,
l’Eterno, ti ho posto davanti
la vita e la morte; scegli dunque la vita onde tu viva».
Nói, quali credenti in attesa dei tempi messianici, ci
soffermeremo come testimonianza sulla grande personalità di un artista, giustamente
conosciuto come il pittore
«della gioia di vivere»: Henry
Matisse. Nell’intero arco della sua attività primeggia, oltre la luminosità della singo
Nella collana «Meditazioni bibliche» è uscito:
Kurt Marti
Alleati di Dio
Esodo 1 - 14
pp. 96, L. 15.000
-fîl-DiO
Questo autore svizzero di grande successo spiega
come il Dio di Israele e di Gesù partecipi alla storia umana
oggi come all’epoca di Mosè,
alleandosi con i deboli, con gli
ultimi, mantiene la sua promessa di libertà e si allea con
coloro che lo cercano, per farci capire che cosa significhi
oggi Dio per questo nostro
mondo.
m mmetStrice
Claudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1-10125 TORINO
TEL. 011/668.98.04 - FAX 011/650.43.94 - C.C.P. 20780102
http:/Awww.arpnet.it/~valdese/claud¡an.htm
lare percezione visiva, l’aspirazione a un magico colorismo in cui l’incanto decorativo ricorda le suggestioni intimistiche di Van Gogh e
Gauguin, con una conoscenza grafico-decorativa degli
artisti orientali. Non va dimenticato che la nascita di
Matisse coincise con il sorgere dell’impressionismo; fin
dai primi lavori si intravedeva, oltre il forte colore, la
presenza di una natura felice
quale doveva essere il giardino dell’Eden dove, in un clima primaverile, la vegetazione era sempre in fiore.
A Firenze, in una recente
indimenticabile mostra tenuta a palazzo Medici Riccardi,
sono stati presentati lavori
caratterizzati dalla chiara ricerca dello spazio-colore; famosi a tal proposito sono i:
«Papiers coupés» (disegni nel
colore). Coerentemente al
suo «candore» di esteta, creò
una delle opere più significative; «loie de vivre» (1905-06);
in essa la gioia di vivere è
espressa mediante la danza
di cinque nudi femminili che
lietamente, in tondo, si tengono per mano. Vediamo qui
prorompente la lirica eternità
della Poesia: «Io sogno - diceva Matisse - un’arte equili
brata, pura, tranquilla, ove
tutto è armonia ed euritmia
in un substrato musicale».
Matisse nel suo lavoro non
solo ci separa dalla dura realtà del quotidiano, ma ci appare come protagonista della
«favola» di un fanciullo di ottantacinque anni nella sincera ricerca della bellezza biblica dell’Universo; scriveva;
«Tutto ciò che esiste è vita e
tutto ciò che vive è bello e
merita di essere rappresentato» (vedi cap. 2 della Genesi).
La libertà del pensiero si rivela specialmente nella singolare visione dell’immaginifico:
eccezionalità di una fantasia
che manifestò attraverso le
meravigliose interpretazioni
del «Canto dell’usignolo»
(1921) di Igor Stravinskij e
nelle trenta acqueforti utilizzate per un’edizione delle
poesie di Mallarmé.
Matisse morì durante la
progettazione di un rosone
per la «Union Church of Hilis» a New York. Di Henry
Matisse rimarrà soprattutto
la sua ferma e singolare fede
volta, più che alla trascendenza spirituale, ai valori superiori che ci fanno gioire per
il dono della vita.
Elio Rinaldi - Firenze
RTECIPAZIONI
RINGRAZIAMENTO
«Se il Signore non fosse stato
il mio aiuto, a quest’ora abiterei
nel luogo del silenzio.
Quando ho detto: il mio piede
vacilla, la tua bontà, o Signore,
mi ha sostenuto. Quand'ero
turbato da grandi preoccupazioni
il tuo conforto mi ha risollevato.
Salmo 94, 17-19
La moglie, il figlio, la figlia e i famiiiari tutti del caro
Eugenio Constantin
commossi e riconoscenti, nell’impossibilità di farlo singolarmente,
ringraziano di cuore tutti coloro
che hanno preso parte al loro dolore con presenza, scritti, parole
di conforto e fiori.
In particolare ringraziano i coniugi Arnaldo e Fioralba Lantaré,
la doti. Seves, l’infermiera Paola,
i coniugi Valter e Clelia Agli, la
sezione di Pinerolo e il nucleo Val
Pellice dell’Associazione arma
aeronautica e il pastore Pasquet.
Luserna San Giovanni
22 ottobre 1998
RINGRAZIAMENTO
«Mon âme, bénis l'Eternel,
et n’oublie aucun
de ses bienfaits!»
(Psaume 103, 2)
Ci ha lasciati
Eisa Bertolet ved. Rostan
Lo annunciano i figli Paola con
Ezio, Silvia, Elena; Marco con Roberta e Davide; Daniele con Silvia
e Francesca, e i parenti tutti.
Pinerolo, 19 ottobre 1998
«Dio ci consola in ogni
nostra afflizione»
2 Cor. 1,4
Gli amministratori, i redattori e i
collaboratori di Riforma partecipano al dolore del nostro collaboratore Marco Rostan e della sua famiglia per la scomparsa della
mamma
Elsa Bertolet ved. Rostan
che è stata anche un’attenta collaboratrice del nostro giornale.
Torino, 19 ottobre 1998
16
PAG. 1 2 RIFORMA
Sono le prime vittime aeiia nuova legge suiia religione
Russia: processo contro i Testimoni di Geova
ppr lp assnriazinni Hi Hifp- minato «Comitato di Dtote- loto Dtesunta cattiva condot
prime vittime della nuova legge sulla religione
irpsttn contro i Testimoni di Geova
Per le associazioni di difesa dei diritti della persona, il
processo in corso contro i
Testimoni di Geova in Russia, intentato sulla base della
nuova legge sulla religione,
metterà a dura prova la libertà religiosa. Anche se a livello federale il governo russo applica generalmente la
nuova legge in uno spirito di
tolleranza, in alcune regioni
della Russia le autorità locali
la utilizzano come mezzo
per arginare e perfino espellere certi gruppi religiosi. «La
sorte di ognuno di noi si decide qui», afferma Natalia
Shumkova, 26 anni, davanti
al tribunale di Golovinski, a
nord di Mosca. La Shumkova
fa parte del centinaio di Testimoni di Geova assiepati
nell’aula e nei corridoi del tribunale, all’apertura del processo il 23 settembre scorso.
Ma il processo rischia di
durare a lungo. Circa due ore
dopo l’apermra il giudice, Yelena Prokhorycheva, ha rinviato il dibattito al 17 novembre, dopo che i Testimoni di
Geova hanno chiesto la comparizione, come terzi, dei
funzionari del Dipartimento
della giustizia che hanno
proceduto alla registrazione
dell’organizzazione. L’azione
giudiziaria contro i Testimoni di Geova, considerati come una «setta totalitaria», è
stata intentata da un gruppo
di lotta contro le sette deno
minato «Comitato di protezione della gioventù contro le
pseudo-religioni». La maggior parte dei membri di questo comitato sono genitori di
persone che hanno aderito a
chiese e gruppi religiosi stranieri giunti in Russia dopo il
crollo del comunismo.
Negli ultimi due anni,
quattro cause intentate contro i Testimoni di Geova sono state perse per mancanza
di prove. Ma lo scorso anno,
dopo l’approvazione della
nuova legge sulla religione, il
procuratore del distretto
Nord di Mosca ha sporto denuncia presso il tribunale di
Golovinski chiedendo l’interdizione del gruppo. Riferendosi all’articolo 14 della nuova legge, il procuratore afferma che i Testimoni di Geova
«incitano all’odio religioso»
in quanto affermano di possedere l’unica vera religione
e manifestano disprezzo per
le altre; il procuratore afferma inoltre che essi «provocano la distruzione delle famiglie» perché chiedono ai loro
membri di dare la precedenza alla loro attività religiosa,
che mettono in pericolo la
vita della gente perché rifiutano le trasfusioni di sangue,
e che recano danno alla dignità umana perché esigono
l’ubbidienza.
A loro difesa, i Testimoni
di Geova rispondono che
l’accusa non si fonda su una
loro presunta cattiva condotta ma si fonda invecesulla loro dottrina e sulle loro credenze. «Si cerca di confondere i confini giuridici e di trasformare il processo in querela teologica», ha spiegato
Artur Leontiev, uno degli avvocati difensori. Per i militanti dei diritti della persona,
questo processo costituisce
un brutto precedente in
quanto utilizza la nuova legislazione per sopprimere la libertà religiosa. Yuri Rozenbaum, uno dei giuristi che ha
collaborato alla redazione
della legge liberale del 1991
sulla religione e che si è opposto alla nuova legge del
1997, dice che questo processo gli ricorda la persecuzione dei Testimoni di Geova
sotto il regime sovietico: «È
un processo politico. È ridicolo accusare una religione
di volere sottolineare che essa è l’unica vera religione».
11 Patriarcato della Chiesa
ortodossa di Mosca cerca di
prendere le distanze. Viktor
Malukhin, portavoce della
chiesa, ha ricordato che il
Comitato di protezione della
gioventù non è un’organizzazione della Chiesa ortodossa,
anche se alcuni ortodossi ne
fanno parte. D’altra parte, ha
precisato, anche se la chiesa
critica i Testimoni di Geova
sul piano teologico, essa non
usa regolare le divergenze
teologiche in tribunale, (eni)
Impressioni contrastanti di un viaggio in Medio Oriente-2
Diaframmi occupati
ADRIANO BOANO
y y QUANDO entri in una^ casa, cambi la
.2vita di questa casa». È una battuta di
«11 giardino pietrificato», di Amos Gitai, film
dedicato a recuperare il motivo tradizionale
del mito del Golem; alla fine della pellicola
si scopre che forse è trascurabile non conoscere più il metodo di insufflare la parola
magica al colosso d’argilla per animarlo, né
ricordare il rituale o almeno il luogo in cui
va officiato: basta saper raccontare la storia
per possederne lo spirito.
Ecco: la via Ben Yehuda, deserta nel venerdì sera della Gerusalemme Nuova, pare
esemplificare il concetto esposto dal regista
di Hebron. Aleggia una formale reminiscenza della tradizione e, pur di arrivare a incidere sui più nascosti anditi di quella casa di
Gitai, la stretta osservanza kosher piega la
comunità ad un rito irreale.
Abitualmente brulicante di giovani «vestiti» di mitra, che flirtano ai tavoli imbanditi
dei dehors o nelle discoteche, la via dello
struscio si svuota per lo shabbat: alla funzione tutti i chassidim vanno vestiti come
nei ghetti praghesi dell’Ottocento e nella
Gerusalemme ebraica nessuno si fa sorprendere a bighellonare per strada.
Un coprifuoco innaturale e anacronistico
per chi assiste stupito alla scoperta che la
cultura non condivide con la tradizione il
valore del rispetto per l’Altro.
PRESSO gli islamici alligna una dose di fanatismo simile: il dubbio non gode di cittadinanza a Gerusalemme. 11 disprezzo per i
«gentili», che traspare dagli sguardi dei giovani con «payot» e cappotto d’ordinanza, corrisponde alle certezze di taluni arabi che strattonano il visitatore della piazza della moschea
Al-Aqsa, ignaro di orari volutamente poco
chiari: entrambi sembrano animati dalla semplice adesione a precetti e tabù tradizionali,
sfruttati dai politici per mantenere la tensione
e le divisioni. Quindi diventa normale assistere all’intransigenza dei ragazzini palestinesi al
venerdì sera, che alla Porta di Damasco restituiscono parte della violenza introiettata fin
dalla più tenera infanzia, lanciando «ritualmente» oggetti contro i giovani che lasciano il
loro «rito» alla sinagoga e attraversano questa
porta, la più carica di simboli islamici;
quest’odio radicato crea un contraltare con
l’agorà sincrética riprodotta nella foto, fatta di
febbrili commerci diurni nascosti nei brulicanti labirinti disegnati al di là di questo solare sipario voluto da Solimano a difesa di tutti i
cittadini di Al Quods. Una quinta scenica posta sotto la tutela del militare che fa capolino
dalla feritoia: egli sta assolvendo al precetto di
«cambiare la vita di questa casa», un condominio da cui, in nome della tradizione sionista della Yerez Israel, vengono allontanati gli
inquilini «indesiderati».
Globale
VENERDÌ 23 OTTOBRE 19Qs
1948-1998: Dichiarazione universale dei diritti umani
Cìnquant'anni dopo, donne e uomini
di buona volontà si impegnano
In occassione del 50° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, l’AcatFrancia (Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura), insieme ad altri organismi ecumenici francesi tra cui la Cimade, Justicc & Paix e Pax-Christi ha redatto il seguente (Appello ad
impegnarsi». Tutte le firme di sottoscrizione a questo appello saranno consegnate al Segretariato generale delle Nazioni Unite e al rappresentante di ogni paese membro dell’Onu, nonché
al Vaticano e al Consiglio ecumenico delle chiese (Cec).
50 anni fa si verificava un avvenimento
fondamentale nella storia deU’umanità: riconoscendo «la dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana», i paesi riuniti
nelTambito delle Nazioni Unite adottavano
la Dichiarazione universale dei diritti umani.
Con tutte le donne e tutti gli uomini in lotta contro la barbarie, la miseria e l’ingiustizia, io celebro quest’anniversario come un
impegno all’azione.
Mi impegno a fare tutto il possìbile perché
i diritti enunciati nella Dichiarazione universale dei diritti umani diventino una realtà
ovunque nel mondo (quali il diritto al lavoro, all’educazione, alla libera circolazione
delle persone, all’integrità fisica e morale
delle persone), informandomi, partecipando
personalmente a campagne di sensibilizzazione, di sottoscrizioni o unendomi a una
associazione di difesa dei diritti umani.
Affinché i diritti umani diventino realtà, i
responsabili dei crimini contro l’umanità
devono essere giudicati.
Chiedo insistentemente alle autorità politiche di creare senza indugio una Corte criminale internazionale permanente e indipendente e di cooperare senza reticenza al
suo funzionamento, garantendo la sua indipendenza. Affinché i diritti umani diventino
realtà, ognuno deve conoscerli e imparare a
rispettarli.
Chiedo ai responsabili politici e religiosi di
promuovere i valori fondamentali della Dichiarazione universale dei diritti umani integrando la formazione ai diritti della persona
nell’insegnamento e nei loro interventi pubblici, dì assicurare la protezione dei difensori
dei diritti umani contro ogni aggressione,
pressione o intimidazione.
Chiedo ai responsabili politici ed economici di promuovere il diritto allo sviluppo, il
diritto all’ambiente e il diritto alla pace, (hip)
In vista delle elezioni presidenziali del 15 novembre
Burkina Paso: il pastore Yaméogo nominato
presidente della Commissione elettorale
Alla vigilia delle elezioni
presidenziali del prossimo
novembre, il pastore Samuel
Yaméogo, segretario esecutivo dell’Ufficio di sviluppo
delle chiese (Ode) è stato
nominato presidente della
Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni) del Burkina Taso. Questa
scelta, che avviene in un contesto politico abbastanza teso, rappresenta un test cruciale per la minoranza cristiana. All’indomani del loro giuramento, il 28 luglio scorso, i
26 membri della Ceni hanno
unanimemente affidato la
presidenza della Commissione al pastore Yaméogo.
La Ceni dovrà vegliare al
corretto svolgimento delle
elezioni presidenziali del 15
novembre prossimo. Secondo il codice elettorale essa
dovrà, tra l’altro, rilasciare i
certificati elettorali, vigilare
sulla trasparenza dello scrutinio, accreditare gli osservatori nazionali e internazionali e
proclamare 1 risultati. La Ceni
è composta dai rappresentanti dei partiti politici, dai
rappresentanti delle antiche
circoscrizioni territoriali e
dalle tre principali comunità religiose del paese (protestante, cattolica e musulmana). Samuel Yaméogo è
membro della Commissione
in qualità di rappresentante
delle chiese protestanti riunite nella Federazione delle
chiese e missioni evangeliche
(Feme), creata nel 1961.
Il presidente della Feme,
pastore Freeman Compaoré,
ha detto che la scelta del loro
rappresentante è al tempo
stesso un onore e una pesante responsabilità per la comunità evangelica. Pastore principale del tempio Emmanuel,
delle Assemblee di Dio a Ouagadougou, Samuel Yaméogo
è una personalità molto nota
nel Burkina Faso. Membro
della camera dei rappresentanti della società civile al
Parlamento, Yaméogo è stato
membro di commissioni incaricate di rivedere la costituzione del paese, nel 1976 e
nel 1980. Grazie all’Ufficio di
sviluppo delle chie.se, braccio
sociale della Feme, di cui
Yaméogo è segretario fin dalla sua creazione nel 1972, la
Chiesa protestante gode di
una grande notorietà presso
la popolazione. Tuttavia, dato
il clima politico attuale, il
compito del pastore Yaméogo non sarà facile: nove partiti dell’opposizione radicale,
riuniti nel «Gruppo del 14
febbraio», minacciano infatti
di boicottare le elezioni. Essi
esigono in particolare la ricomposizione della Commissione elettorale, ritenuta vicina al potere, e contestano la
revisione dell’art. 37 della
- ’ Svizzera: organizzata dalTEper-Dm
Campagna contro l'esclusione
L’esclusione: è il tema della
tradizionale campagna organizzata ogni anno, in autunno, dal «Département missionnaire-Echange et Mission» (Dm) e dall’«Entraide
protestante suisse» (Eper). Rivolta alle chiese protestanti
della Svizzera romanda la
campagna 1998, incentrata
sullo slogan «C’est exclul»,
sarà animata da due partner
dell’Eper e del Dm: la «Mission populalre évangélique»
di Francia (Miss Pop) e la
«Comunità evangelica di
azione apostolica» (Cevaa).
Costituzione che consente al
capo dello stato di esercitare
per più di due mandati. Blaise Compaoré, attuale presidente, si ricandida. Giunto al
potere nel 1987 dopo un golpe che provocò la morte del
suo predecessore, il capitano Thomas Sankara, Campaoré vinse le elezioni del 1991
nonostante il boicottaggio
dell’opposizione. (eri
Ovunque si verifichi, in Francia, nel Madagascar, in v^menia, nel Kosovo o in Svizzera
romanda, l’esclusione sociale
è la stessa dappertutto. Se ce
ne fosse bisogno, gli invitati
delle due organizzazioni W
dimostreranno nel corso della
loro visita. La campagna
«C’est exclul», il cui manifesto
è stato affisso sui muri della
Svizzera romanda, ha inoltre
l’obiettivo di ricordare che
l’impegno diaconale delle
chiese si rivolge a tutte le situazioni di esclusione, siai
Svizzera che all’estero. (W
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Il manifesto della campagna organizzata dai Dm e daii Eper