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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
Addo XCII - Num. 46
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TORRE RELUCE, 23 Novembre 1962
Ammin. Claodiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
GIOBBE. L'UOMO IN RIVOLTA
Il libro di Giobbe è un libro difficile ;
ohi di noi ne ha fatto attenta lettura o lo ha scelto come testo di predicazione? Difficile capire esattamente
il problema che si nasconde in quelle
pagine estremamente belle, poetiche
che però sentiamo appartenere ad una
civiltà cosi lontana; ma più difficile
ancora il non smarrirsi in quelTaggrovigliarsi di dialoghi e di invocazioni.
Si ha l’impressione che molti abbiano messo le mani in quel libro, ampliando, ritoccando, spiegando, inserendo a piacimento riflessioni e divagazioni, come l’autore del prologo e
della fine della vicenaa; credenti certo, tutti, attratti dal fascino di quell’antico patriarca che finisce col diventare il prototipo di una religiosità,
di una pietà, un tipo di fede come
Abramo.
Hanno inserito il suo libro nei « libri della sapienza» con TEoclesiasce
ed i Proverbi, ma Giobbe rappresenta
la crisi, la fine, la morte delia sapienza, di quella religione fatta di buon
senso e di piccola moralità, di idee sobrie e ristrette su Dio e sul nostro destino. Giobbe rappresenta la fine della nostra religione odierna fatia di
paganesimo verniciato di rosa.
La sua implacabile requisitoria mette in crisi il nostro modo usuale di
parlare di Dio, di considerare uio, ii
nostro identificare la voioma dei Signore col destino.
Hanno fatto di lui il prototipo delia
sorterenza, il tipo, l’esempio del ere
dente nella prova. Si traoda certo di
questo, ma non è la prova, il sonrire.
1. morire a costituire problema, e non
In è nemmeno il perene ui patriarca
non SI preoccupa del perchè sottre ! ) :
e 11 significato, il senso, la oigmia dei
sottrire e del morire ohe fa problema.
E' sapere se tutto questo ha una realtà, un valore, una sostanza o è solo
una insensata vicenida nel turbinare
della storia fra milioni di esistenze
trascinate verso l'ignoto.
Tutto ha un senso, risjpondono gli
amici di Giobbe, è giustizia, è volontà
suprema, é la logica della volontà di
Dio. Dio piaga i malvagi e premia i
buoni. Logica assurda che fa sorridere dopo le vicende di Gesù, ma quella
0 un’altra è sempre la lOi^ca delle cose, la spiegazione che noi diamo alle
cose; non sappiamo dire altro che:
« è volontà del Signore ».
Giobbe cercava un altro senso al
suo soffrire, un’altra dimensione alla
sua esistenza: per questo sembra essere più di Abramo il nostro patriarca,
li patriarca della nostra fede odierna
Perchè la sua fede nasce non dalia logica delle cose, dalla spiegazione tutta limpida dei misteri, dalla riflessione, ma nasce dalTinquietudine, dalTinterrogazione, da quella tensione che il
nostro titolo chiama « ribellione ». Come non pensare a Camus, alla sua
grande analisi intitolata appunto
« Thomme ré volte »?
Ma c’è forse una ragione più sottile
ancora per cui Giobbe ci diventa maestro e contemporaneo: il problema di
Dio gli nasce dalTesistenza. Non si tratta di trovare Dio nell’esistenza, come
fecero tanti liberali deU’800, ma si tratta di avvertire che la realtà, la presenza, il significato di Dio si gioca nell’esistenza umana.
Tutto questo discorrere può sembrare molto oscuro (più di Giobbe!) e forse è vero, nostra intenzione era inizialmente di segnalare ai lettori un
bellissimo libro che la Claudiana ci
ha offerto recentemente su Giobbe.
Opera di un pastore francese molto
noto e parecchio originale nella sua
presentazione del messaggio biblico
— originale in senso di vivo, spontaneo, nuovo, non nel senso di strano,
s’intende — ottimamente tradotto dalla signora Berta Subilia.
Nostra intenzione era di presentarlo sottolineando alcuni aspetti nuovi
ed originali di questo saggio, raccomandandone lo studio e la lettura a
tutti i lettori. •
La tesi dell’autore è lineare e bella :
Giobbe ama Dio non per interesse, per
speculazione ma per fede. Anche quando si trova nella prova mantiene lo
stesso atteggiamento disiintere(ssato,
pur domandando al Signore ragione
della sua vicenda. In questo suo soffrire disinteressato e sottomesso Giobbe è una delle figure delTAntico Patto
che ci fanno ricordare più di ogni altra Gesù.
^ ^
Il significato particolare di questa
visione del problema di Giobbe sta nel
legame che si pone tra lui e Gesù, tra
la sua vicenda e Gesù. Questo legame
significa una totale revisione della nostra concezione della sofferenza. Per
possibile, è lecita
la rivolta airinterno della fede?
noi soffrire, fisicamente nella malattia, moralmente nella prova, nell’umiliazione, materialmente nella miseria, è
sempre ima difficoltà, una cosa in
comprensibile perchè non ne vediamo
il senso.
E’ una scuola di pazienza, ma pazienza di cosa? pazienza che ci aiuta
a sopportare, ad acquistare esperten
za, o anche in certo senso pazienza
che ci aiuta a comprendere gli altri.
Nel caso di Giobbe si tratta di molto
di più 1 è in gioco una sfida, una scommessa tra Dio e Satana: così ci spiega il prologo e chi lo ha scritto volèva
appunto dire questo; c’è una ragione
in questo patire : è la verità del Signore, quello che i riformati antichi chia
ROLAND DE PURY
Giobbe l'uomo in rivolta
Piccola Collana Moderna, n. 3
Claudiana - Torino 72, L. 500. 1962 - pag.
mavano « l’onore di Dio ». Giobbe non
lo sa, la Bibbia lo dice a noi, ma la sua
vicenda ha una portata universale, ha
un significato intimo; potremmo dire,
col linguaggio del libro, la vicenda di
Giobbe ha una portata in cielo, le sue
piaghe, il suo lamento; è in lui, nella
sua carne divorata dal cancro, nei suoi
affetti stroncati, nel suo animo esasperato che si gioca la partita della verità
o dell’errore, della vita eterna — la
vita di Dio — o della morte deU’inferno, délTamore o delTinteresse ; è in
quelTinflma esistenza che si rischia
la presenza, la realtà del Signore. Chi
è Dio? che aspetto ha per noi, che senso ha la sua vita e la sua parola? Questo si comprende, si dibatte, si annoda
nella vita di Giobbe.
Chi di noi ha saputo proiettare in
questo dilemma le sue vicende? Le nostre sofferenze sono soltanto delle tragiche vicende personali, che interessano noi e la nostra piccola misera esistenza terrena; non c’è in noi e nella
nostra fede evangelica la minima teologia della sofferenza e della prova.
Disciplina e basta, ma abbiamo detto
che è insufficiente. Giobbe ha cercato
il senso, la ragione del suo patire. Noi
lo sappiamo è un patriarca soltanto
nei nostri confronti, perchè esempio e
maestro è Cristo, incarnazione del patire e del senso del patire.
La teologia cattolica ha costruito
una sua teoria della sofferenza, come
tutta la sua teologia fondata sull’uomo e non su Dio, la dottrina di un patire vicario, sostitutivo. Giobbe non
soffre al posto di nessuno ma soffre
per qualcuno: per Dio. La sua è una
sofferenza significante non una sofferenz i vicaria. Si tratta di imparare ancne n.-i che ogni sofferenza nostia fisica o morale è vissuta per Dio perchè insegna agli uomini a comprendere chi è il Padre nostro celeste.
Ma c’è di più: nella drammatica vicenda di Giobbe, quale R. de Pury Tha
giustamente interpretata, si nasconde
un secondo elemento di assoluta novità per la nostra fede. Per la nostra
spiritualità, la nostra pietà dovremmo
dire: il significato della sofferenza intesa come testimonianza attiva della
fede, partecipazione all’opera di Dio,
implica una visione comunitaria della
vita.
La comunità della fshiesa è oggi attorno a noi un puro nome, una finzione religiosa. La noStfe fede evangelica devastata dalla pietà individualista dell’ottocento, da quell’esasperazione delle vicende singole, dal significato spasmodico dei fatti del singolo,
non ha più alcuna realtà comune.
Ognuno vive nel suo mondo persona
le, chiuso, solo e risolve in sè stesso
ogni suo problema e perciò anche la
sua sofferenza; alla comunità dei fratelli non si chiede nulla, se non una
presenza affettuosa, im sostegno morale, una parola di consolazione ma
nulla più.
Le nostre vicende sono cose personali, che riguardano noi soli ma nessuno osa inserire la sua vita, i suoi
dubbi, la sua sofferenza ,la sua ricerca
nella realtà stessa della chiesa, nel
corpo della chiesa come una cosa che
concerne la comunità, che esprime la
comunità. Questo perchè non c’è più
chiesa in senso evangelico ma solo
più un’organizzazione che benedice i
nostri matrimoni e celebra le nostre
esequie.
Non si tratta soltanto di imparare
a prendere parte alla vita degli altri
ma di comprendere la p»ortata spirituale, dinamica delle vicende della vita. Si tratta di comprendere che la
sofferenza, la prova, il combattimento
di ogni credente è una realtà di cui la
chiesa vive, non è una vicenda i>ersonale. Giobbe combatteva prer Dio, p>er
la verità di Dio : il dramma è che non
aveva attorno a sè che una comunità
di gente pia che lo consolava, gli spiegava il mistero della vita, cercava di
dargli pazienza.
A questo forse voleva alludere Paolo nella sua parabola del corpxr, applicata alla comunità come corpo di Cristo, quando parla delle membra rivestite di meno decoro che devono in
vece essere particolarmente onorate.
Giobbe è di quelli, dilaniato dal dubbio e dal dolore, credente annientato;
ma è uno dei cardini della comunità
è uno dei suoi elementi fondamentali.
Sotto questo profilo si tratta di ricostruire da capo una spiritualità
evangelica, una sensibilità nuova. Soffrire da .soli con la consolazione della
chiesa è stoicismo pagano non fede
cristiana. A questa esatta visione delle cose il Giobbe di R. de Pury dà un
contributo notevole. Si tratta di meditarlo, di lasciarsi guidare dal suo pensiero e di cercare di trame insegnamento. Giorgio Tourn
Il Consiglio Ecumenico
deile Chiese
e ii confiitto cino-indiano
Messaggio di simpatia
alle Chiese dell’India
Ginevra — Di fromite all’aggravarsi del
«■onfliiiio cino-indiano i reaiponsabili delia
Cwiimiissioine delle Chiese per gli Affari
Intemiazionali (CCAI), organo del C.E.C.,
hamino pubblicalo la seguemte diebiarartone :
’’Per Jar .trionfare la giustizia ed evitare un aggravarsi del conflitto, raccomandiamo all’opinione pubblica mondiale 'e \ai governi di appoggiare U ritiro delle forze cinesi fino alle posizioni che occupavano prima del recente intensificarsi della loro azione militare; il rapido avvio di negoziati o
l’accettazione di un arbitrato imparziale in vista di una soluzione pacifica del
conflitto di frontiere. Occorre condannare le rivendicazioni territoriali sostenute da un’aggressione militare, .piuttosto che da ¡metodi di pacifici accordi”.
Queaia dwliiarazione è firmala dal l>rcsiderate della CCAI, Sòr Kennelb Grubb
iLo-ndra) e dal direttore della stessa, Dr.
O. Frederirk No'lde (New York).
Inoltre i dirigenti del CEC hanno invialo Un messaggio a David Moses e a Koniia Jacob, rispettivamente presidente e segretario generale del Conisiglio nazionale
delle Chiese dell’India, per attestare la
loro sinipatia a queste Cinese nella prova
che attualmente colpisce il loro paese. Tale lelegraniina dice:
”ln questo momento critico ¡ter la vita e per lo spirito dell’India, trascinata
a ¡combattere per difendere la sua siciuezza nazionale, i responsabili del
Consiglio ecumenico delle Chiese desiderano assicurare alle Chiese e pi cristiani delVlndia la loro profonda simpatia. Esprimono la speranza di veder
raggiunta una soluzione giusta e pacifica”.
(Questo messaiggio è firmato dai pastori
F. C. Fry e E. Payne, presidente e vicepresidente del comitato eenlrale die CEXl,
e W. A. Visser 't Hooft, segretario generale del CEC. (soepi)
Quattro chiacchiere con i lettori
Si avvicina la conclusione anche di
questo 1962; ed è giusto che pure alla redazione del nostro settimanale
si faccia un ipo’ di bilancio. Un bilancio in cui siete tutti cointeres.sati,
amici lettori.
Doipo Tassestamento di ogni inizio
d’anno (abbonamenti cessati o nuovi) quest'anno reso più laborioso dalia fusione de facto dell’ECO e della
LUCE, la tiratura settimanale si è
stabilizzata sulle 4.600 copie circa.
Per la maggior parte si tratta di abbonamenti; ;per il resto, oltre ad un
certo numero di omaggi e ’cambi’,
di Vendite dirette. Per un nostro pe^
riodico evangelico è una tiratura notevole, anche se certo sempre assai
bassa, relativamente ai costi di composizione e stampa. Pensiamo comunque che con l’appoggio e Tinteressamento di tutti, potrebbe essere
abbastanza accresciuta.
Quando, lo scorso inverno, si decise la fusione de facto dell’ECO e
della LUCE, una delle ragioni —
non la sola, che si trattava anche di
accentuare il carattere unitario di
tutta la Chiesa Valdese — fu quella
finanziaria; si sperava infatti di diminuixe così i costi e il disavanzo della
nostra stampa periodica, evitando tra
l’altro ntimerosi doppioni.
Mentre osiamo sperare che TECOLUCE — malgrado l’ostinata stranezza delle due testate — abbia un
poco almeno contribuito, quest’anno,
a rinsaldare l’unità dei Valdesi dalle
Alpi alla Sicilia, senza per questo
confortarli in un angusto « valdismo »,
dobbiamo invece constatare che il
disavanzo finanziario è stato forte.
A fine maggio, alla chiusura dei conti, il deficit deU’ECO-LUCE ammontava a circa L. 1.877.080. Ciò era dovuto, oltre alla persistenza di parecchi ’morosi’ che ipoi sono stati ulteriormente sollecitati, al forte scatto
dei costi tipografici, verificatosi col
1" gennaio 1962: malgrado questo,
il canone d’abbonamento era stato
conservato immutato; ed era nettamente sottocosto.
Inoltre, abbiamo in certi momenti
abbondato nel pubblicare numeri a 6
pagine, data l’ampiezza del materiale ricevuto o raccolto : era difficile
condensare due iperiodici in uno solo, sempre a 4 pagine. Tuttavia questo fatto ha inciso fortemente. Pochi
lettori sanno che ogni numero a 4 pagine costa sulle 100.000 lire, e ogni
numero a 6 pagine sulle 170-180.00Ò;
questi i puri costi tipografici, oltre
alle (ridottissime) spese di collaborazione e a quelle di amministrazione.
Si può dire grosso modo che tutte le
pagine suipplementari dei numeri a 6
pagine hanno gravato deficitariamente.
Che cosa ne pensate, amici lettori?
Abbiamo fatto bene a pubblicarle?
Siete disposti a darci il vostro appoggio, perchè possiamo continuare? La
Tavola Valdese, che sopporta i deficit anche della stampa periodica, si
è vista costretta non soltanto ad aumentare, invero non di molto, il canone d’abbonamento, ma a porre un
vincolo molto stretto sui numeri a 6
pagine, che, persistendo la situazione
attuale, diverrebbero del Tutto eccezionali. La vostra risposta è quindi
estremamente importante.
— Versate appena vi sarà possibile, servendovi deH’allegato modulo
di c.cjp., il rinnovo del vostro abbonamento per il 1963. Alcuni già lo
hanno fatto, insieme ai ’morosi’ che
hanno regolarizzato la loro posizione; ma se ¡pensate a quello che già
era il deficit a fine maggio e alle
somme che settimanalmente vi si sono aggiunte, potete constatare che la
situazione è grave; abbiamo abusato
della pazienza e della comprensione
della Tipografia Subalpina, mentre
d’altra 'parte la Tavola ha dovuto ricorrere a prestiti, sempre onerosi. Se
anche non potrete farlo immediatamente, non lasciate passare la fine
dell’anno: non ve Io piermettereste
con nessun giornale, perchè allora
con il VOSTRO?
— Se .potrete, con il vostro abbonamento, versare un’offerta anche
modesta, sarà per noi un incoraggiamento e un appoggio prezioso; ci confermerà che desiderate che una volta
al mese l’ECO-LUCE esca a 6 pagine; ci permetterà d’altra parte di accogliere le richieste di invio in ’omaggio’ che talvolta (di rado) ci pervengono da lettori che desiderano intensamente ricevere il periodico ma non
se lo possono permettere (ce n’è, di
questi casi, anche nel nostro temipo
di miracolo economico), e d’altra
parte di largheggiare un poco nel concedere alle comunità condizioni particolari, quando desiderano servirsi
del nostro foglio come di uno strumento d’evangelizzazione e di ipeneIrazione.
— Saremo infine assai grati a quanti ci scriveranno il loro parere sul
giornale, i loro desiderata, le loro
critiche. Non possiamo per ovvie ragioni! promettere di pubblicare tutte
queste lettere; ma rinnoviamo l’assicurazione che questo rapporto diretto
e nei due sensi con i lettori ci è indispensabile e graditissimo.
* * *
Ed ora, alcune note pratiche:
1) L’abbonamento annuo è stato
elevato a L. 1.5(X) per Tinterno e
L. 2.200 per l’estero. Saremo grati a
coloro che hanno già rinnovato il loro abbonamento alle vecchie condizioni, di voler versare la somma integrativa.
2) Vi invitiamo ad effettuare i ver
samenti sul c.c.p. 2/17557 intestato a
Libreria Editrice Claudiana, Torre
Pellice (To): Tamministrazione dei
periodici ECO e LUCE è stata riportata a Torre Pellice, da dove si effettua la spedizione; speriamo che si
ovvierà così agli errori e alle imprecisioni che si sono verificati l’anno
scorso e di cui ci scusiamo. Naturalmente gli abbonamenti possono essere versati alle nostre librerie. Siamo
grati ai Pastori e ai Consigli di Chiesa che si prendono a cuore la campagna per gli abbonamenti.
3) Il lavoro di amministrazione sarà facilitato se, rinnovando l’abbonamento, si allega il ritaglio di giornale
su cui è stampigliato Tindirizzo: questo. sia in caso di semplice rinnovo,
sia in caso di cambiamento d’indirizzo.
4) Continua anche quest’anno ad
essere offerta la passibilità di abbonamento cumulativo all’ECO-LUCE
e a PRESENZA EVANGELICA.
Tuttavia, per le suddette ragioni economiche. non vi .sarà riduzione. Notate dunque che Tabbonamento cumulativo ECO o LUCE-PRESENZA
.sarà per il 1963 di L. 2.500 per l’interno e L. 3.700 iper l’estero. Invitiamo calorosamente i nostri lettori ad
abbonarsi anche a quel mensile evangelico. come pure a GIOVENTÙ’
EVANGELICA.
♦ ♦ *
Non crediate che non sentiamo, in
redazione, tutte le lacune del nostro
lavoro, spesso più affrettato ed « effimero » di quanto vorremmo; ci presentiamo a voi tutt’altro che soddisfatti; ma fermamente convinti che
il nostro umile ip)eriodico è uno strumento d’unione, d’irfformazione e di
formazione più che utile, indispensabile. Condividete questa convinzione?
Gino Conte
a nome di ttiUi i collaboratori
2
pag
N. 46 — 23 novemhre 1962
L'evangelizzazione
ai dì là delle Alni
Cronaca del Concilio
La 4«stjmoinlaiiza all’Evangelo in Italia
iimpegna sempre più slreltamiente le Chiese Gvangelidie italiane e, in modo speciale, la Cbieea VaMese. Gli avilnppi polilieo-eoeiali di questo ultimo deeenini')
temdoino ad eliminaire i confioi degli ^ati
nazienalistiei per dar ’vita ad lUna nuova
Europa e quindi tutti i problemi, anche
quello della evangelizzazione, si prospettano seniipre più sul piano eiuro.peo. Se
cent’anni fa la Olii esa Valdese scendeva
daffle Valli per portare la sua testimonianza lungo tutta la Penisola, ora essa
è ‘chiamata ad uscire dalla stessa Italia
per seguire gli Italiani là dove pongono
la propria residenza.
Negli ultimi anni tinca un tnilione di
Itailiani si sono trasferiti per ragio.ni di
lavoro, nella Svizzera e ‘nella zona renana
della Germania. Soltanto nella zona di
Basilea città e campagna ci sono atlualmente 30 mila italiani, nella quasi totalità operai ulte vengono dalle zone depresse e, religiosamente, appartengono a
quei larghi strati della ‘poipolazione italiana, tradizionalmente cattolici, ma di
fatto privi di ogni conla-tto cO‘n l’Evangelo.
Il problema di questa' enorme diaspora
in continuo auni'ento è fortemente sentito
dalle Chiese Evangeliche di Svizzera e
di Germania, le quali vivono in stretta
comunione di fede e di agape con la
Chiesa Valdese, Perciò esse hanno fatto
aippello al Sinodo, perchè dislocasse un
ailliro Pastore nella Svizzera, il quale —
facendo centro della ‘Sua attività la città
di Basilea — curasse l’evangelizzazione
anche nel Basellaud e nel Badén, alleggerendo eosì il iB'Voro dei Pastoiri di lingua italiana di Zurigo e di Wintertilmir.
Nei^i anni precedenti il lavoro di evangelizizazioine era stato ‘cnra'to — in collaliorazione col Pastore Valdese di Zurigo
dal Candìda'to in Xeolog'ia ehe frequentava l’Uniiversità di Ba'silea, ma' O'ra il
campo di lavoro è cosà vasto da richiedere una organizzazione più cumpleta c
un impegno totale, poiché viene cO'Stituito un Centro Evangelico di Aissistenza
per i lavoratori italiani. A questo compilo la Tavola Valdese ha designato il Pastore Liborio Naso. ‘Lo 'spirito evangelistico del Pastore Naso è ben noto nella
Chiesa Valdese: al sno attivo sta il Centro ecuiinenico di Adelfia, ‘in Sicilia, e le
varie missio'ni evangelist,iehe tra gli operai
italiani di Svizzera, Francia, Belgio, Germania che egli .Ita già svolto accanto alila
normale a'ttività pastorale.
L’insediamento del Pastore Liborio Naso a cond'Uttore della Comunità evangelica di lìngua Italiana di 'Basilea è avvenuto domenica 11 novembre alle ore 9,30
nella Cappella dèlia Catledrale, dove la
Comunità stessa tiene ordinariamente i
suoi culli, e fu presieduta dal Vice Moderatore della Tavola Valdese Pastore
Doti. Alberto Ribet.
Dopo il Culto, negli ailiigui locali del
Kiirchenrat, la Comunità e i molli ospiti
si riunirono per lo scambio dei Messaggi. A nome del governo italiano diede il
benvenuto al Pastore Naso il prof. Mauro
Pollastri, raippresentante del Conisole italiano a Basilea, assente dalla città per
motivii di ufficio. Il prof. Po'lla'Slri affermò ehe il Governo italiano guardava con
molto interesse ciò che la Chiesa evangelica si ipro,poneva di fare a favore dei
nostri emigrati e assicurava una fattiva
colilaborazione da parte del Consolato.
Dopo il messaggio del Doti. A. Ribet,
a nome della Tavola Valdese, ebbero
luogo i messaggi delle Chiese Eva'Ugeliclte promotrici della nuova iniziativa. A
nome del Kirclienrat di Basilea prese la
parola il Pastore Doti. Willi Bremi, vice
Presidente del Kirchenrat stesso, il quale
era rappresentalo anche dal Doti. Tli.
Buser, presidente del Comitato Svizzero
d’Aziooe a favore della Chiesa Valdese.
Per il Basèlland parlarono il Sig. E. Zeugin, presidente del Kirchenrat e il Pasl.
R. Hardmeier di Prattel, che già da Innglii anni dedica molta parte della sua attività a favore dei lavoratori italiani ed
iiitiiimmiiiiiiiitiiiiiiiiia
ha già collaborato col Pastore Naso, durante i suoi {H'ecedetAi viaggi missionari
nel Baselland. La Chiesa del Badén
espresse il suo saluto fraterno per boeea
del Landesbisehof Bender di Karlsruhe,
amico partieolannente affezionato della
Chiesa Valdese e ben noto per la sua frequente partecipazione ai Siuodi. La lo<'ale Comunità di lingua francese fu rappresentata dal Signor Medster, mentre la
consorella Comunità Valdese di Zurigo
espresse la sua Intima partecipazione co-n
i messaggi dei suol delegali, la Signorina
Zweifel e il Signor Tebaldi.
In fine messaggi personali furono rivolli al Pastore Naso dal Pastore Tschudi
della Chiesa di S. Giovaiiini in Basilea —
presso la quale avrà presto la sua sede il
Centro Evangelico Valdese di Assistenza
e risiederà anche il Pastore Naso — e il
Pastore Markuis Koelhing, entusiasta « agapino ».
A tante espressioni di solidarietà cristiana e di fernui fiducia nella grazia del
Signore, il Past. Liborio Naso rispondeva
anzitutto con la lode al Signore per ciò
elle Egli aveva suscitala nella Sua Chiesa.
Il campo di lavoro ehe la Tavola Valdese
gli aveva affidato era particolarmente difficile, perchè non si .irallava soltanto di
curare la diaspora italiana evangelica,
ma andie di annunciare TEvangelo a
quella grande massa di italiani (il Piaslore Naso li valutava a 100 mila) stabilitisi
nella zona affidata al Centro Evangelico,
cite si trovano privi di ogni indirizzo religioso, sradicati dalla loro terra e minacciali dall’ateismo. Ma se il lavoro si presenta va arduo, il calore col quale leChiese ‘svizzere e tedeselie avevano suscitato l’opera e la fede che aveva animato
i niollepliei messaggi erano i segni che
il Signore aveva espressa la Sua Volontà
e lo aveva inviato in mezzo a fratelli che
avrebbero condiviso con lui i pesi e le
fatiche. Perciò egli aveva lasciato il campo di lavoro di Venezia senza esitazioni
e cominciava il suo. lavoro, confortalo
dalla comunione di fede e di agape di
tanti fratelli.
L’incontro si è concluso con un’agape
fraterna. Ora il lavoro è cominciato e il
Signore con i doni del Suo Spirilo darà
incremenilo a ciò che Egli stesso 'ha suscitato. A. S.
miliiiiiiKiliimiliiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiilliiiiiiiiiiiitiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiii'
MANTOVA
Il culto domenicale avrà luogo ogni douleniìca alile ote 9. Là Santa Cena sarà celebrata ogni mese. La predicazione laica
sarà curata aiiiclie queisit’anno con turni
mensiiili.
UUìiione Giovanile sì riunisce n-elle case dei giovani, a turno-. L’attività è cominciata con una « agape fralema » veramente ben riuscita, a'illa quale hanno partecipato aniche dei Veronesi. Ora si studia l’Evangelio secondo le indicazioni
conteniule nelle varie domande del (c Padre nositro ».
Periodicamente cercheremo di avere
delle riunionii la domenica pomeriggio
presso isolati o presso i nostri fratelli che
abitano in campaigitia, cercando al tempo
sle«i&o di co'Stiluire in quelle zone dei
centri di interessamento alil’Eivanigelo, che
Vii sarà aninunzialo.
Dovremo orgamizzare riunioni speciali
delda comunità per lo studio degli argomenti ehe snno proposti aH’attenzione
delle cO'in.uinità in questo anno.
iiiii imi limimi limi iiiiimiiiimiiMiiiiiiiiimiiimiiiiiiimitiMiiiiiiiii MI II m
PERSONALIA
Huguette e Gianni Bogo, con la piccola Anna, annunciano con gioia la
nascita di Renata.
Partecipiamo fraternamente alla
gioia di questa famiglia pastorale, e
alla neonata come ai suoi genitori rivolgiamo il nostro augnirìo affettuoso.
Non placet
Fin dalle prime battute della discussione sullo schema che tratta
delle "Due Fonti della Rivelazione”
sono emersi, ancora una volta e con
sempre maggiore evidenza, i contrasti teologici esistenti in Concilio tra
le due grandi correnti dell'episcopo
to. Ma sono emerse soprattutto la vitalità, la decisione, la vivacità dottrinale e la forza d'urto dell'ala cosiddetta progressista dell'episcopato
cattolico. I vari Liénart e Léger
{francesi), Frings (tedesco), König
(austriaco), Alfrink (olandese). Suenens (belga). Bea (tedesco) e persino un americano, Ritter, sono partiti senza timori nè mezzi termini all'attacco dello schema in questione,
che era stato preparato dalla Commissione Teologica, di cui Ottaviani
è presidente. Lo schema di Ottaviani non piace (non placet, secondo la
formula di rito). Ed ecco perchè, in
base a quanto s'è udito in Concilio
il 14 novembre: 1“ perchè lo schema
non rivela preoccupazioni di carattere pastorale, per cui non è in linea
con l'indirizzo generale del Concilio; 2“ perchè manca di una dottrina della Parola di Dio, non solo, ma
aßerma che le fonti della rivelazione sono due, mentre in realtà la fonte è una sola: la parola di Dio (verbum Dei, è stato detto), anche se
questa è poi interpretata dalla tradizione: la fonte però resta una sola;
3' perchè definisce punti di dottrina
che sarebbe invece consigliabile lasciare ancora in sospeso, in quanto
sono attualmente in discussione fra
i teologi; 4“ perchè non favorisce il
dialogo ecumenico, anzi gli è d'ostacolo; 5" perchè vuole porre un freno
o impedire del tutto il proseguimento degli studi scientifici delle Sacre
Scritture, proseguimento che invece
va comunque garantito (è lo spagnolo Quiroga y Palacios, arciveseouo
di San Giacomo di Compostella, che
pur esprimendosi in senso favorevole, allo schema, tha però fatto questa
importante e significativa affermazione). Si vedrà in seguito come il
Concilio reagirà a questa levata di
scudi dell' episcopato del centro e
del nord-Europa e come reagirà allo
schema presentato. Alcuni pensano
che quest'ultimo sarà respinto in
blocco, appena ultimata la discussione sui suoi principi informatori:
è però difficile che si giunga a tanto,
anche se non lo si può escludere. Si
sa per certo, intanto, che un altro
schema, sullo stesso argomento preparato da una commissione di teologi tedeschi e appoggiato dall'episcopato tedesco è stato largamente diffuso tra i ''padri” conciliari e sarebbe forse preso in esame nel caso che
quello, per così dire, ufficiale, sia
respinto o prudentemente ritirato.
Importante e promettente è comunque. il fatto che ci sia stato, contro
lo schema presentato, una presa di
posizione così energica, così chiara,
e che i motivi addotti per oppugnarne la sostanza contengano delle istan
s" di chiara ispirazione biblica ed
evangelica. Lo schema attualmente in
IMIlUIIIIMtNIIIMll«
VÍLLASECCA
Scuola popolare a Chiotti
Da qualche lempo, parallelamente all’aumento del numero dei giovani che lavorano nell’industria meccanica, si era sentilo
qui e là, nell’Unione di Chiolti, la necessità di migliorare ed aumentare la cultura
generale e le cognizioni tecniche dei giovani che lavorano o sperano di essere assunti in una fabbrica.
Nel corso dell’estate un responsabile dell’Unione, Amedeo Massel di Chiotti si è
interessalo particolarmente al problema,
ascoltando e discutendo con parecchi, raccogliendo le varie aspirazioni, spesso ancora poco chiare che si erano manifestate
in molli ed al principio dell’autunno ha
potuto presentare dei progetti concretabib
e realizzabili con la collaborazione di alcuni insegnanti e tecnici con i quali il progetto è stato discusso nei particolari e che
hanno accettato di collaborare gratuitamente per il buon successo di questa iniziativa.
Si tratta di un capo officina di una grande
industria meccanica: Norberto Ferrerò che
si è incaricato di dirigere i programmi di
materie scientifiche e tecniche; di una maestra: lAliana Viglielmo che si occupa delle materie letterarie: del maestro Pierino
Massel e del Pastore che si occuperanno dt
materie speciali e danno ora una collaborazione di carattere vario.
Gli allievi sono una quindicina, ragazzi
e ragazze e c’è da presumere che alcuno si
aggiungerà ancora dalla Comunità di Villasecca o da quelle viciniori, ma già il numero di quelli che frequentano ora dimostrano che l’iniziativa risponde ad una necessità semita da parecchi.
Diversità e fraternità sono le caratteristiche di questi corsi — due ore, due volte la
settimana, alla sera — in cui docenti ed allievi sono tutti o quasi usciti dalle file delriìnione Giovanile e legati da vincoli di
fraternità ed amicizia per cui il ”tu” è di
prammatica praticamente fra tutti ed il
’’patois” può servire come lingua di emergenza quando qulacuno proprio non trova
il termine italiano per esprimersi; d’altra
parte può capitar di trovare ragazzi che
hanno appena finito le elementari, freschi
di nozioni scolastiche e senza esperienza di
lavoro accanto ad uomini che hanno ormai
dimenticato parecchie cose della scuola,
ma che hanno lunga esperienza di macchine p di vita di fabbrica. Accanto al tredi
cenne troviamo non solo chi è sposato ma
anche chi ha festeggiato con gli altri compagni la nascila del suo terzo figlio.
I corsi vertono sin su un ’’ripasso” di alcune materie già studiate a scuola, sia sulla
loro applicazione alla vita pratica del cittadino e dell’operaio: si fanno così della
esercitazioni su articoli di giornali di informazione o politici, si discutono argomenti attuali di vario genere accanto alle
famose nove parti del discorso ed a esercizi di ortografia complicala o composizione; anche in matematica si segue un concetto parallelo in modo da facilitare l’applicazione tecnica dei dati imparati a scuola e, se del caso, ripresi a fondo nel corso
stesso, in modo da giungere alla lettura ed
esecuzione di disegni tecnici e la soluzione
di problemi che possono presentarsi ad un
buon meccanico nel corso del suo lavoro.
Degli incontri con Unioni vicine ed attività straordinarie di questo genere completeranno i corsi e permetteranno ai vaidesi che li frequentano di conservare il carattere culturale e tipicamente ’’unionistico’ alla nostra attività.
Franco Davite
discussione è stato redatto nello spirito del Sillabo, che continua evidentemente a impregnare di sè larghi settori del mondo teologico ed
ecclesiastico cattolico, ma che d’altro canto appare ora sempre più fortemente e apertamente avversato da
tutta una parte del cattolicesimo e,
quel che più importa, da un’ala importante dell’episcopato, che numericamente è forse ancora in netta minoranza, ma che sembra stia esercitando una funzione di lea'dership alTinterno dell’episcopato cattolico e
che comunque possiede una vitalità
spirituale sicura, che i dibattiti conciliari stanno appunto mettendo in
luce, e che potrebbe domani avere
una influenza decisiva e benefica anche nei pronunciamenti e nei documenti ufficiali del cattolicesimo romano.
Due tipi
di cattolicesimo
Ci sono dunque effettivamente due
tipi di cattolicesimo. Questo Concilio, che è un po' lo specchio della
Chiesa cattolica, lo sta confermando.
Due tipi di cattolicesimo; uno è
quello di cui il papa si è fatto, ancora recentemente portavoce in due
occasioni (precedute, s’intende da
molte altre): 1“ quando ha inserito
d'autorità (senza sentire il parere
del Concilio, anzi, si può presumere
contro il suo volere) il nome di San
Ciuseppe nel canone della messa (il
nostro dissenso con la Chiesa cattolica, riguardo alla messa, non sta però nel fatto che si invochi un santo
in più : questo, in fondo, non cambia nulla; il nostro dissenso .sta nella
dottrina stessa della messa); 2" quando ha annunciato che il 9 dicembre,
a coronamento della prima sessione
conciliare che si chiuderà il giorno
prima, avrà luogo una solenne fe.sta,
di canonizzazione nel corso della
quale verranno proclamati tre nuovi
santi. L’altro tipo di cattolicesimo è
quello che s’è fatto sentire a più riprese in Concilio, che è percorso da
indubbi fermenti evangelici, mostra
di possedere energie spirituali fresche e vive, è orientato biblicamente
e rivela preoccupazioni ecumeniche,
pastorali e missionarie che allargano il cuore. Due tipi di cattolicesimo,
dunque: non diciamo due cattolicesimi, perchè malgrado tutto il cattolicesimo è uno, come è vero che una
è la messa, una è la piramide gerarchica, uno è il connubio dottrinale
(prima ancora che pratico) tra grazia e natura, tra Evangelo e cultura,
uno è il papa e la sottomissione a lui.
V papa, come successore di Pietro
e fonte storica dell’autorità episcopale è la chiave di volta del sistema gerarchico cattolico e rappresenta quel principio superiore di unità
nel quale si compongono anche i più
gravi dissidi interni. Non per nulla
l’insistente polemica dei Riformatori contro il papato non fu affatto occasionale, cioè non fu dovuta a motivi contingenti o a risentimenti personali. Finche non sarà messo in que
stione il papa o, quanto meno, la sua
figura non sarà svuotata di contenuto
dogmatico e finché non saranno rivedute, da parte di un settore almeno del cattolicesimo, certe posizioni
teologiche fondamentali finora condivise da tutto il mondo cattolico,
non si potrà parlare di due cattolicesimi. Bisogna aggiungere e sottolineare che il tipo ”ewmgelico” di
cattolicesimo, la cui consistenza è
ormai fuori di dubbio, non è più ri.stretto a qualche personalità o a
qualche gruppo più o meno alla periferia della Chiesa cattolica, ma ha
ormai raggiunto strati importanti
dell'episcopato e rappresenta, in seno ad esso, una forza viva ed operante. E’ questo il fatto più rallegrante e più promettente finora
emerso dal Vaticano IP,
Gli Osservatori
e lo stampa
La stampa quotidiana ha frainteso
(volutamente o no) alcune affermazioni incaute fatte da Bea, nella sua
conferenza stampa delT8 novembre,
sulle reazioni e impressioni degli Osservatori delegati sul Concilio. Così,
il 9 novembre, centinaia di migliaia
di italiani si son visti sotto gli occhi
titoli di questo genere; "I cristiani
delle 'chiese separate’ sono molto
.soddisfatti del Concilio” (Il Messag.
gero); "I cristiani non cattolici soil.
disfatti del Concilio” (Paese Sera);
"Eco favorevole fra i protestanti”
(L’Unità): Più circostanziati e precisi il titolo de L’Avanti: "Al Concilio
cauto ottimismo di protestanti e 'scismatici' ”, e il sotto-titolo de II Corriere della Setra: ”E’ stata favorevolmente commentata (dagli Osservatori) la libertà di discussione di
cui godono i papiri conciliari. L’organizzazione della gratule assise ha
destato ammirazione”.
Si è comunque in generale lasciato intendere che le reazioni del
moiulo non cattolico-romano nei
confronti del Concilio sono largamente positive, senza precisare f tranne in alcuni giortmli) che mia cosa è
essere soddisfatti del trattamento ricevuto dagli Osservatori al Concilio
o della libertà di discussione che vi
regna, e una cosa ben diversa è essere soddisfatti del Concilio. Queste
illazioni della stampa (dovute o a
superficialità di giudizio o a tentlenziosità) non potevano non turbare tu
buona atmosfera esistente e in definitiva nuocere alla causa ecumenica
Il Segretario per TUnione dei cristiani, a ciò sollecitato dagli Osservatori
stessi, ha preso energiche misure per
dissipare i malintesi creatisi e impedire che la stampa o altri si facciano
interpreti dei sentimenti e delle opinioni degli Osservatori sul Concilio
Ila così vietato che ave.sse luogo una
conferenza-stampa del padre Gustavo Weigel, gesuita, che era già stata
annunciata per il 14 novembre e recava il seguente titolo: ”La posizione veramente entusiastica degli osservatori non Cattolici verso il Concilio Ecumenico”. C’è da essere grat al Segretario per l'Unione per (¡tiesto suo intervento, verameute ecumenico. Paoi.o Ricca
VERONA
/ culti domenicali aV'ranno luogo ogni
domenica alle ere 11. Ogni mese sarà celebrala la Santa Cena. Il p-ulpito sarà occuimto dai no'Siri predicatori laici di norma una volta al mese. Atiliuieremo scambi
di pulpito con pastori di altre coimniilà
evangeliche.
Ogni giovedì sera contimierenio la
« lettura cetmunitaria del ì angela » in ala o presso famiglie. Continuiamo la Icllura delll’Evangelo di Marco.
La Scuola Domenicale ha luogo la ilortienica mattina alile 11 nella sala adiacente al tentpio. Le raonitrici (Gerli'iide
Boihlig, Luciana Coluoci, Maria Danilo)
si alternano nella predicazione deirRvangelo a! ba|nbini.
L’Unione. Femminile ha organizzalo il
suo prograimma di lavoro: riunioini <inindictmali, il mereoledì pomeriggio (il 2" in
saila e il 4® in casa di sorelle). Studio hiblico sul « Padre nostro » a cura del pastore. Aiuto fraterno ad Islitutii della
Chiesa Valdese. In dicembre un bazar.
Intensifichiamo il prograimma di conferenze già inizialo lo scorso anno, in vista di stabilire un dialogo con rainbieinle
esterno alla comunità. Pensiamo poter
avere ogni mese un conferenziere che viene a darci la sua collaborazione. Ciascuno di noi è direllamente impegnato verso i suoi amici. Coniiniceremo il 23 novembre con ima conferenza del PaBt<irc
Luigi Santini che ci presenterà « Il Protestantesimo nel suo sviluppo storico ».
Attuamo la proitosta delle riunioni
periodiche dei « responsabili ». Consiglio
di Chiesa, Moinitrici della Scuola dotnenicailè, Comitato deB’Um. Femm., incaricati dell’organizzazione delle conferenze
e del centro emiigranlt, si riuniranno coiti
lo scopo di inquadrare ancor meglio Paltività d’insieme della comuni là in tiiiia visione unica di servizio, e di approfondire
in modo più completo determinati aspetti
della nostra vita di oorannità. La prima
riunione è stabilita per il 19 noveinbre.
Cointiniua l’attività del Centro di servizio per gli emigrati in Germania, negli
scopi e nelle forme già stabilite lo scorso
anno.
Qnest’anino non figura nel nostro quadro di attiviità l’Unione Giovanile. Perchè mancano i giovani. Speriamo...
La comunità di Verona è grata al Pastore Tancia che ha presieduto il ('ulto
domenica 23 settembre.
A Verona è stata ospitata la Conferenza Distrettuale del 20-21 giugno e quella
stra'ordinaria del 7 ottobre; è stato ospitato un Convegno di Pastori dei Triveneto il 31 ottobre e un Convegno Giovamille Valdese il 1« novembre.
A Verona è stala la Signora Maria Girard et, presidente dèlie Unioni Femminili
Valdesi, per partecipare, assieme ad alcune signore della nostra comunità, all’annuale Convegno Femminile della Comunità Americana.
3
23 noiveodire 1%2 — N. 46
■li
‘ pag. 3
NATALE SI AVVICINA...
Vanno
e vengono ■■■
...I pereonaggi (grandi) di turno,
quotidiani e riviste, ed i motti che
fregiano le testate dei periodici.
Questi « detti brevi e arguti o piacevoli o pimgenti o severi » presentano in poche parole tutto un programma d’azione politica o religiosa, costituiscono una professione di
fede. Nas<‘ono in determinate circostanze; in determinate circostanze
.scompaiono: hanno fatto il loro tempo, esaurito il loro contenuto.
lino di questi motti ornava (o arricchiva o impegnava) la prima pagina di un diffuso settimanale valligiano: « Non approvo ciò che tu
dici, ma difenderò sino alla morte il
tuo diritto di dirlo ».
Kra una nobile sentenza: una specie (li confessione di fede di quell’illiiniinismo che tanti disprezzano e
pochi conoscono; che spinse, per
esempio, Voltaire, deista beffardo,
a sfidare l’ira dei potenti per difendere l’oppresvso calvinista Calas.
Solo oggi (piove e c’è tanta malinconia — c’è ancora nell’aria il
rintocco delle campane funebri del
tempo dei Morti —) mi accorgo che
questa sentenza è scomparsa dalla
lesiala del settimanale valligiano.
Ancora un De profundis.
Di chi è figlia...
...la verità? Secondo P. Aretino
Sd ii Ione alquanto discusso sul j)ia
no morale e letterario, « la verità
figlia del tempo ». E’ una di quelle
senieiize che vanno spesso interpre
tale alla luce delle particolari espe
rieii/.c letterarie del suo autore. In
duhhiamente i tempi cambiano, s
modificano le condizioni morali
spirituali, intellettuali, economiche
c sociali: non giudichiamo più, og
gi, col metro di ieri. Ma vi è pun
lina rerilà che s’impone a tutti gli
uomini.
Il massacro dei milioni di Ebrei
nei canij)i di eliminazione nazisti
desta oggi un tale senso di angosciata reazione, che noi sentiamo che in
quei campi si è offeso quello che vi
è (li pili profondo nella vita dello
spirito dell’uomo. Si sente che esiste
iinn verità superiorte alle circostanze
nel tempo e nello spazio.
Siamo rimasti quindi stupiti not;md(> nella testata di im periodico
mensile torinese, (che meriterebbe
d’ esser più conosciuto e più diffuso per la nobile campagna che conduce in difesa degli oppressi) projnio (jiiesto discutibile motto di P.
Aretino.
Projnio neirultimo numero di
questo jieriodico abbiamo trovato
mia notevole presa di posizione su
Pregiiuìizi e discriiniiiaziorio, come
fonte del problema razziale. Abbiamo goduto dell’appassionato intervento in favore degli obbiettori di
coscienza.
Ma se « la verità è figlia del temilo », non c’è forse il pericolo che
la verità si accorga tragicamente,
troppo tardi, di aver avuto un padre snaturato?
Gli undici criminali che, in questi
giorni, vengono processati per il
massacro di ebrei polacchi erano
tragicamente convinti della verità
(razziale), figlia del tempo abbietto
( nazista)
Ma la verità rinn è figlia del tempo!
Binari
e comunicazione
Perchè scrivere sempre, .sempre
convinti di dire qualco.sa di nuovo?
Mi permetta, direttore, una lunga
citazione: « La comunità delle masse ha dato origine a un ordine di
vita regolata su binari, mediante i
quali gli uomini, sebbene siano legati tra loro tecnicamente nel loro
scambio di lavoro, non sono legati
interiormente nella formazione effettiva delle loro anime nel corso della
storia. Il vuoto e la insoddisfazione
creata dal lavoro puro e semplice, e
lo smarrimento che ci coglie quando
qualche volta L binari ci portano
fuori strada, hanno fatto nascere una
solitudine dell’anima come non c’è
mai stata, una solitudine che si occulta essa stessa e cerca invano la
Assistenza ai carcerati
La signorina Selma Longo ci parla deiropera
che essa cura in favore di numerosi carcerati
libri
Amare bene
Il lavoro continua a svolgersi molto modestamente, col suo ritmo abituale: tx>rri^x)ndenza, invio di buone
letture, pacchi, modesti aiuti finanziari. Il numero dei corrispondenti è
ancora cresciuto, e oltrepassa ormai
la quarantina. Alcuni sono usciti, ma
continuano ad essere in relazione; altri usciranno nel corso del prossimo
anno; ed è sempre un grave problema, questo dei liberati dal carcere,
che non sempre trovano al loro uscire un lavoro adeggiato. Come risulta
dal nostro piccolo bilancio, una somma considerevole è stata spesa per
aiutare quelli che si trovano nel bisogno; ma un aiuto in denaro non è
che un palliativo; quello che occorre
è trovare im lavoro che permetta loro di rifarsi una vita. Come mi scriveva una volta uno di essi: « Durante
il periodo di detenzione tutti i fratelli
mi sono stati vicino con conforto e
buone parole. E ora?... Ora che maggiormente mi necessita il calore, un
aiuto concreto, mi hanno ben bene
chiuso la porta... Nulla chiedo, non
voglio elemosine, voglio semplicemente un lavoro, voglio rifarmi una vita.
Se ho mancato, ho pagato amaramente il tributo, un tributo che mi ha macerato le membra ma rinforzato lo
spirito... E’ un grido di dolore, un grido di aiuto, è un uomo che non vuole
affondare nel pantano in cui una volta si cacciò... Non voglio perdermi, mi
aiuti! ». E purtroppo quanti ricadono,
per mancanza di una mano tesa al
momento opportuno! Anche quest’anno non sono mancate le delusioni,
ma ci sono stati pure sprazzi di luce.
Ecco qualche frase delle ultime lettere ricevute : « ...se sapesse quanto
odio tutti i giorni che mi tennero lon
tano dal mio Salvatore Gesù Cristo!
Ora però spero che il Vivente non m:
lascerà più solo (...) Bramo molto po
termi consacrare interamente a Gesù,
e non vorrei morire prima di appagare questo mio .grande desiderio... » ( da
Padova) — « Vi devo ringraziare per
il bel dono : il 3uon Seme' ; ogni giorno ne leggo un foglietto; è diventato
come un rito e trovo lo scritto veramente rispecchiante ciò che sento in
me. Mi guida e mi insegna; soprattutto mi insegna ad amare di più Colui ohe dette la sua vita per noi. Ho
capito che per quanto i^ ami il Cristo
Signore non lo si amerà mai abbastanza. Nel mio cuore vi è ora un po’ di
pace. E’ il Signore che me l’ha data,
per questo oggi e domani gli sarò sempre grato e fedele» (da Porto Azzur
ro). (
Ricordiamoci che la grazia di Dio
può operare nei cuori più induriti, e
che non dobbiamo limitarci a dare
un aiuto materiale, un conforto morale, per quanto possano essere necessari, ma il nostro primo dovere è additare alle anime il Cristo Salvatore.
E voi potete collaborare con le vostre
preghiere, anche quelli fra voi — e ne
conosco — che sono confinati in un
letto o che non hanno i mezzi per dare un aiuto materiale, come forse vorrebbero.
Se è cresciuto il numero dei corrispondenti e delle richieste di aiuto
posso dire con riconoscenza che anche i doni hanno segnato un sensibile aumento: è veramente, di anno in
anno, un crescendo continuo e incoraggiante. Confido perciò, anche
quest’anno, sul vostro valido aiuto,
cari amici. Qualunque offerta, anche
la più modesta, sarà accolta con riconoscenza. Inoltre vi sono già molte
richieste di indumenti invernali. Vi
sono di nuovo due richieste di vocabolario italiano, anche usato. Vorrei
pregarvi di inviare le vostre offerte
con cortese sollecitudine, possibilmente entro novembre, per facilitare il
compito della pr^arazione dei pacchi
e dei doni natalizi. E grazie anticipate a tutti! Selma Longo
Casa Valdese
TORRE PELLICE (Torino)
« Amour et Mariage » (1), edito dalla
Revue de rBvangélisation, affronta il problema del matrimonio in tutti i suoi adotti con lo stile i-lie può avere una pnUilicazione destinata a raggiungere in modo speciale quanti vivono al di fuori della cerchia della Chiesa o non hanno comunqne
che una religiosità molto elementare, incapace di incarnarsi nelle situazioni com-rete
di ogni giorno.
.4more, dunque, ma amore lucidamente
consapevole, non pericolosamente fondato su un ideali^o sentimentale. Amore
che si cerca, nel matrimonio, con un paziente apprendistato, sfuggendo al tranello
di chi crede che tutto si esaurisce, si fonda, si mantiene unicamente sulla base del’’attrazione reciproca, « dell’esser fatti l’un
per l’altro ». « Colui che ama può desiderare ciò che vi è di meglio ma, a meno
die sappia come svilujqiare e suscitare questo ’’meglio”, può andare incontro ad un
pietoso fallimento... L’amore dovrebbe innanzitutto obbligare ciascuno a studiare
ciò che è il matrimonio e a scoprire come
La propaganda atea
ricorre alla Bibbia
Mosca — Un receinile articolo deU’influcinte quoti di ano della gioventù sovietica,
Komsomolskaya Pravda, laccomanda lo studio della Bibbia neMh lotto contro la religione. Secondo il giornale comunista, la
Bibbia dovrebbe essere usata in modo nuo.
vo nelle scuole secondarie russe. Poiché i
miovi programaiii scolastici destinati a propagare l’ateismo si rivelano inefficaci, bisogna cercare nella Bibbia stessa gli elementi capaci di allontanare gli alnnni
dalla religione.
Il gioirrtale annnetite che « il carattere
molto interessante detta predicazione religiosa » nelle Chiese rende ncessaria una
azione antireligiosa a partire dalla Bibbia
stessa, e pensa die i metodi d’evangelizzazicne della Chiesa sono assai più efficaci che
la proiiaganda alea nel programma sco'laslii-o.
iimiminnnmiHmmiKiniiiimi
La Conferenza autunnale del Sesto Distretto
la vita delie chiese calabro-sicnie
La Coirfei'cnKa DisH-cilnaJ«' auliiinnale del
VI Dislrclto lui avuto luogo, qiicsraimo a
Calatila l’ii e 9 c. m.. Erano pre.senti pastori e delegali di tutte le l’hiese del Di»'.ii-clto p la maggior parte di essi hanno
partecipalo nel tempio, alle ore 19 di giovedì 8. al cullo di apertura, presieduto dal
pastore di Vittoria G. Scuderi. Questi, par.
landò suil lesto di 1 Cor. 10 sgg. (i parliti
nella dtiesa di Corinlo) e, dopo aver fallo notare che andie oggi, in seno alla
Chiesa Universale, ci sono divisioni (Cattolicesimo, partilo di Pietro; Ortodossia,
parlilo (li Ciovanni ; Protestantesimo, parlilo di Paolo; le sette, partito di Crisio)
ha posto e discusso il problema della necessità 0 meno per noi evangelici di rimanere separali dalle altre confessioni, quando questa separazione è giustificata dalla
fedeltà alla Parola di Dio.
11 giorno seguente (venerdì 9), la Conferenza è «lata convocala per le 8,3fl nel
tempio, (love il pastore Tullio Vinay ìia lennlo un breve cnllo sul lesto della moltiplicazione dei pani (Cyv. 6; 1 sgg.). Subito dopo ci si è rìuaiiti in una sala superiore per l’inizio dei lavori. 11 seggio è stalo
eletto nelle persone di: itasi. G. Scuderi,
presidente; Sig. Ciò Vinay, vice-pre.sidcnte; cand. M. Ayassot, segretario.
Il capodistretlo, past. E. Corsani, lia dato lettura della Relazione della Comiiuissione Distrettuale, i punti della quale, pre.
sentati con chiarezza e schemaiticamenle,
sono servili quale ordine del giorno per la
sniccessiva discussione. I problemi discussi sono stati nell’ordine: Agrigento- Grotte; zona del Trapanese; IViolo; Vittoria;
lavoro sociale a Riesi e Palermo; Adelfia;
e infine, dietro richiesta del pastore T.
Vinay, il problema del padrinato nel battesimo dei fanciulli.
1) Agrigenlo-Groito. Poiché la relazione
detta Comm. Dislr. aveva espresso la propria jterpdessità sulla situazione in quella
zona, ove è al lavoro Tevangelisla O. Lupi, dicendo: «...non siamo in grado di
dare alle comunità da lui (Lupi) dirette
garanzia di continuità pastorale », è stato
8otl(dineato, pamicolarmeinte dal sovrintendente, past. P. V. Panascia, die, se la
Tavola ha inviato colà revangelista Lupi,
è proprio per garantire una certa continuità pastorale a quelle diiese e, dal momento die l’operaio all’opera è assai apprezzato e sì sposterà per due giorni alla
settimana a Grotte, eni^rambe le comunità
sua liberazione nel campo ileU’erotico c dell’irrazionale, fino, a che,
nel profondo di essa, si fa sentire
l’esigenza di una comunicazione fra
uomo e uomo ».
Gl sono forse in questa citazione
(trato da: La mia filosofia rii
Jaspers, pag. 15. Ed. Einaudi) alcune di quelle parole « diffìcili » che
tanto ti spiacciono, amico lettore;
ma la verità è degna di uno sforzo.
L. A. Vai.mal
potrà,rato svolgere un‘lavoro profic'iio, con
min l'eria fsaranzia di uoniliivuiità.
2) Zona Trapani-Marsala. Molto lunga
e stala la di®ousfiiione su questo punito. La
redazione deWa Conuii. Distr., pairteiido
dalla (’onsiaiazloine della prowiso'rietà del.
la iierniaiieiìza a Trapani del cand. tilieoil.
E. Del Fri ore e della noai compleia disponibilità per il trapanese del sig. De Caro
e delLeviangelista G. Resini, Iia fatto notare quanto precaria sia la situaziotne in
quella zona, che, invece, avrebbe estremo
bisogno di una comlinuilà di lavoro per un
polen:ziamento delil’opera. La relaziione ap.
poggiava, pertaniio, pur non ritenendola
la soluzione ideale, la creazione dii un Presbiterio facente capo a Pailenno e comprendente tutta la zona Trapani-Marsala.
La discussione sui progettalo Presbiterio è
stata animala e lia trovalo reazioni mollo
Cd) mira stanti, dalle più favorevoli (Gianibarresi - Vinay - Panascia e altri) alle più
contrarie (Ganifi) o con molte riserve
(Biiante). Al lernùne, dopo aver messo
in chiaro che il presibiterio avreibbe carattere provvisorio, di esperimento e, sem.
brando al momento attuale IVnie* soluzione per risolvere in modo positívo la
questione della zona del trapanese, la
Conferenza ha approvato, a grande maggioranza, un ordine del giorno orale,
4 0SJ formulalo ; « La Coni. Dielr. approva
l itiipof^tazione collegiale che la Coiiuim.
Diiistr. ha dato al lavoro per la zona PalerIlio-Trapani ». La discussioiie su questo
punto Ila avuto tenmine con l’incarico dato al sovrintendente Panascia di esortare
la Tavola a riesaminare con cura e impegno il problema del Trapanese.
3) Priolo. La relazione della Coanflii.
Dislr., ha appoggialo il «no» della Tavola
Valdese circa l’inivjo di una commiflsione
di peirsone che scenda a Priolo e faccia
sul posto « uno studio socioloigìco-aniLbien'tale, in vista <li unia lattica nei confronti
del mondo operaio, vailida anche per aiLtre
zone ¡nd'Uisitii'ia<;i d’Italia». La relazione lia,
invece, sottolineato la necessità di una
maggiore preparazione a comsoUdaimento
della esi®tem,e comunità, il rhe non escinde cerio che uno studio poissa essere faWo,
nia da persone che già conoscono l’ambiente, e meglio possono vatlutame le necessità e i pro-blemi. Quanto detto dalla
relazione e, sopraltiuUo, il « no » dolk Ta.
vola ha suiS4dlalo in alcuni delegati vivacissiaiie reazioni. La Conferenza si è trovata divisa in due parti. Luna sosteaenle
la necessità e l’estrema iinpoFLainza di creare una commissione di studio di persone
coaupelenti che venga in foco e studi a
loiido Xa situazione; Falitra richiedente
maggiore cura nel collisoli id amento dei
iiiemhri della comunità evangelica colà esistente, i quali saranno il miglior strumenlo per la dilfusione delil’Evanigelo neJi’ambienie operaio. Dopo un vivace dibattito.
Si è giunti al cojtnpromeisso di affidare l’approfondimenio di lutto il prcbleiua »1 past.
Giaiul)arresi e al Sig. G. Vinay, i quali riferiranno alla prossima Conferenza.
4) l ittoria. Rallegramenti per il nuovo
A.sil'o e richiesta di sostenere l’opera finanzi arìamonle.
5) Adelfia. La discussione si è i.iwliriz
zala soprattutto sul «Campo Monitori»,
che non Ila avuto una larga parleoìpazione l’anno scorso. Pcnlanito si è proposto di
fare un ('anipo di monitori e bamibiiti insieime, oppure di fare mi vampo mo-mitori
a Palermo e poi runa colonia estiva ad
Adelfia, dove i monitori potrebbero nietlere in pratiioa (piianto appreso nel loro
studio comuine. Si cunelude approvando
in linee generali quest’ullìnio punto di vista, riiRolvendo di attiuare una colonia monilorì-bambini insieine ad Adelfia, con un
riumero limilaito di partecipanti.
6) Opere sociali di Riesi e Palermo. Il
pastore Vinay espone in brevi cenni la situazione a Rit^si, dove si svolge mi lavoro
duro e diffieIJe e dove ranibiente comincia ora a reagire. La Conferenza esprinie
il suo aiiguric per un iirospero sviluppo,
7) Pachino. Esortazione a tutte le comunità a inviare aiuti finainziari.
81 Problema del ¡mdrinato nel bnllesimo
dei bambini. Il pastore Tullio Vinay, basaindo,si sopralitntilo sulla siiluazione di Rie■si, espoiie la critica situazione in cui vengono a trovarsi i pastori, richiesti di battezzare bambini, figli di non credenti, e
dovendo ('hiedere solenni promesse a padrini, che spesso non solo non fanno parte della Cliiesa, ma addirittiura sono talvolta atei professi. « Non po-ssiamo aceetlare di creare degli spergiuri — ha delio
Vinay — cliiedere delle promesse a persone (lite sapipdamo non faranno mai nulla
per mantenerle ». Terminando egli ha
esposto rabolizione del padrinato nel batleeiiino e la necessità di riebiedere la pròmossa ai soli genitori del balilezzando. In
.seguilo a questa presa di posizione si è
avuta una vivacissima diseussione, nella
quale diversi delegati ai sono schierati a
favore delTabolizione del padrinato, mentre aitiri Iranno sostenuto la necessita di
avere dei padrini, accettandoli però solo
quando sono dei credenti, membri della
comiiuiilà. 11 pa.slore Corsani lia fatto notare che esiste una disposizione del Sinodo di a'ieuni anni or sono che dice che almeno uno dei padrini deve essere un evangelico ed ha esortato tutti i pastori presenti ad aUenersi a tale disposizione, almeno fino a elle il -Sinodo non si pronuncierà in modo diverso. Dietro proposta del
.sovriunendente pastore Panascia viene infine deliberalo che: a) « La Conferenza
Distrettuale incarica il seggio di nominare una commissione che studi il problema del padrinato e riferisca alla prossima
Conferenza Distrettuale di gitigno 19S3 »;
b) die, nel frattempo, ci si attenga a richiedere la promessa solo ai geiritori.
La Conferenza ha avuto termine alle 2
pomeridiaue con la nomina della Commissione per lo studio del padrinato nel
battesimo, nelle persone di (ì. Scuderi, S.
Brianle e Ciò Vinay e con la delusione di
prendere come sede della prossima Conferertiza Caltauissetta. Per questa cotifeirenza
è stato designato come predicatore il ra>nd.
M. Ayassot e (piale suo evenlualie sostituto
il cand. E. Del Priore.
Tutti i delegati ringraziano la Comunità di Catania e, in particolare, il Past.
Corsani per l’accoglienza e ro,spitalità.
Marco Ayassol
renderlo un saccesso; l’amore solo non
può automaticamente farci vivere come
sposi e spose modello... L’intelligenza della vita, la comprensione dei rapporti vicendevoli, sono cose di cni nessuno può
fare a meno » (p. 315-316). Si tratta di divenire adulti nella fede anche per quel
(he concerne la nostra vita affettiva.
In alcune pagine ci si preoccupa di rivalutare il sesso clic non ha, in se, nulla
nè di sacro nè di profano. E’ il nostro atteggiamento nei suoi confronti che gli dà
lina caratteristica piuttosto che l’altra. Ma
I»er il credente vi è chiaramente non soltanto la possibilità di non considerare come equivalenti sesso e colpa ma ben più
la possibilità di porre anche la sessualità,
come il resto della sua esistenza al servizio
del Signore e del proprio congiunto. Per
far ciò bisogna innanzitutto sciattarla. Alcune parola contenute in questo capitolo
avrebliero avuto qualcosa da dire nella recente controversia su sesso e purezza. E’
detto : « nessuno può mettere in dubbio la
potenza del sesso! Esso spinge ogni individuo a sorpassare i limiti ed a disprezzare ogni regola stabilita per controllarlo...
Ma Taseelismo cade neireccesso opposto...
Il sesso appare talvolta così ìntimamente
associato al male che certi cristiani immaginerebbero volentieri Gesù come un asessuato, L’idea (he egli abbia potuto provare un desiderio sessuale sarebbe ai loro ocelli una pura e semplice bestemmia. Infatti
i sostenitori dell’ascetismo non possono
concepire una purezza che comprenda anche il sesso... Come tutte le cose nella
vita si può abusarne o servirsene per similare e distruggere... Ma può anche servire
a consacrare una profonda unità spirituale
nella famiglia. Può risvegliare l’amicizia
ed arrioehire l’amore di una tenerezza che
oltrepassa ogni descrizione » (p. 328-329).
11 capitoletto sui « suoceri » ha alcune
note mollo esatte. La caratteristica di questo volumetto è del resto proprio di dare ,
spesso delle definizioni dei problemi molto concise ed azzeccate. « Lo scopo dei genitori rrìsliani consiste nell’aiutare il bambino a crescere ed a svilupparsi per passare da mia dipendenza irresponsabile ad un.s
indipendenza responsabile » (p. 341). ()neslc parole dovrebbero essere scritte a grossi caratteri dinanzi agli occhi di molti genitori divenuti o in via di divenire anche
suoceri... L’.A. dice argutamente che «la
miglior prova che Dio possiede un certo
senso dell’umorismo è il fatto ohe ha crealo degli uomini; la seconda prova è ehe
molli di questi uomini si credono Dio.
Uno sviluppo meno divertente del suo umorismo è che. Irà questi uomini, molti finiscono col diventare suoceri » (p. 343). La
necessaria indipendenza di una giovane
coppia non significa però affatto la rottura
di rapporti ma so'ltanto mutamento di questi rapporti coi rispettivi suoceri, tale da
permettere che « suoceri, genero e nuora
si sostengano a vicenda, riconoscendo ciascuno il valore deU’altrO » (p. 342).
Sorvoliamo per brevità su molti altri sviluppi interessanti (sul denaro, sulla libertà intesa in senso cristiano, sulla fedeltà
coniugale, sulla possibilità che l’amore vero, lungi dal vanificarsi col tempo, diventi compiuto coiravanzare dell’età, ecc.l.
Desideriamo soltanto chiudere questa recensione con un’altra citazione : « Quando
una coppia si unisce nel desiderio di fondare un focolare cristiano può fare Tesperienza di una pienezza che sorpassa ogni
più rosea speranza ». Se gli sposi « cercano senza sosta degli orizzonti più vasti vivranno insieme in un’autonomia sempre
più grande col passar degli anni. In sìmili famiglie il culto è un atteggiamento di
tutta la vita, non un momento fuggente:
la pregìiiera è uno stato d’animo, non un
rito; l’approfondimento della nostra conoscenza di Cristo ci aiuta a vivere insieme
in due o in più di due in quel regno di
Dio in miniatura che è la famiglia cristiana » (p. 359-370). Insomma, per dirla con
Charles Maurras, « per amare bene, non
bisogna amare l’amore ». Giovanni Gante
(1) W. Clark Ellzey: Amour et Mariane, adattato daU’inglese da H. Kern
e j. P. Benoit; N. 96 della Revue de
TEvangélisation, 7-9/1961, 80 p., NP 3.
La più recenta opera
di Arturo Pascal
L’AMMIRAGLIA
DI COLIGNY
La validità e l’importanza delle ricerche
storielle de] Prof. Arluro Pascal sono ben
note. Ne è riprova il fatto che la 5à>eietà
Subalpina di Storia Patria, di Torino, lia
premialo e pubblicato la sua più recente
opera: o L’Ammiraglia di Coligny ».
Sulla base di una documentazione eospi('ua, è Iracclata la biografia di Giacomina
di Montbel, la quale, compagna dell’Ainmiraglìo di Coligny, fu figura di primo
piano della Riforma in Francia, nella seconda metà del XVI sec.
Quesl’opera merita certo più ampia presen:azione; ma desideriamo subito segnalarla ai nostri lettori, e nell’inlenlo di facilitare la diffusione di quest’opera, il cui
prezzo non la mette a poetata di tutte le
borse, avvertiamo che fino a Natale la
Claudiana la cederà a quanti la richiederanno con lo sconto del 10%.
ARTURO PASCAL - L’Ammiraglia di
Coligny - Giacomina di Montbel,
contessa d’Entremont. - Un volume
in 8" grande, pp. 625, L. 6.000.
4
p«g
N. 46 —-23 novetnlire 1962
I lettori ci scrivono.
• •
Roma, 16 novembre 1962
Su La Luce-L’Eco delle Valli del
26 ottobre leggo la notizia rhe due
ospiti evangelw'i del Coneilio Vatieano 11, appartenenti alla Comunità
di Taizé, si sarebbero inginocehiati
davanti al Papa in circostanze che ¡1
firmatario dell’articolo, il past. Paolo Ricca dice di non conoscere esattamente, ma comunque durante la
seduta inaugurale. Ciò ha susc-itato
in lui una comprensibile angoscia
ed un’indignazione che manifesta
con frasi alquanto retoriche nella
conclusione del suo articolo. Commentanto immediatamente questo
fatto con alcuni degli osservatori
che vivono in Facoltà, quale non è
stato il mio stupore (confesso: superiore a qudlo suscitato daUa notizia in sè) nell’apprendere che l’affermazione citata è semplicemente
falsa, inventata cioè di sana pianta
e pertanto diffamatoria nei riguardi
dei due membri della Comunità di
Taizé, e per di più, a sentire gli osservatori, pronunciata da una persopa che non era neanche presente alla cerimonia. In altri termini i ’’monaci” (come vengono chiamati nell’articolo, e tra virgolette) di Taizé
non si sono inginocchiati affatto davanti al Pupa, bensì durante alcune
preghiere liturgiche di contenuto altamente evangelico (come è del resto buona parte della liturgia della
Messa dello Spirito Santo), il che è
cosa sommamente differente. Ogni
notizia può considerarsi quindi frutto di fantasia o di fraintendimento,
da qualsiasi luogo venga.
Il mio stupore si' è però trasfoimato in imbarazzo di fronte al fatto
che una doverosa .smentita in un numero successivo è sinora mancata;
possiamo infatti sbagliare tutti, ma
Ifammemda deilTetrroire compiinto è
in questi casi soltanto logica; ma
invece no: nè il giornale nè l’autore hanno più accennato all’episodio.
Mentre nel Concilio cattolico-ro
inano si stanno manifestando tendenze evangeliohe, la cui presenza tutti
conoscevamo, ma la cui potenza era
certo stata da lutti sottovalutata; e
mentre lo isvolgimento del Concilio
sembra dar fede se non della vittoria di queste tendenze, almeno delle
speranze di una loro vittoria in un
prossimo futuro (si ricordi che la
proclamazione sul conto di S. Giuseppe è avvenuta senza il concorso
del Concilio, a sua completa .sorpresa e certo non cui suo entusiasmo) :
e mentre vi sembra essere veramen
le anche dall’altra parte un vero desiderio di dialogo, manifestato ormai nella più alta aesise e non soltanto in un circolo progressista ristretto, stupisce veramente che il nostro Protestantesimo non si dimostri all’altezza della situazione e non
sappia discernere i segni dei tempi.
li:vece di presentare una doverosa
critica evangelica che sarebbe stata
allo stesso tempo la nostra contribuzione al dialogo, si limita per ora
a punzecchiature che ripetono la
fraseologia ben nota di certi manisaletli polemici (ormai, a quanto
pare, l’unico successo editoriale di
una certa nostra stampa),' scoprendo
adiaphora ed ignorando le questio
ni di fondo; a raecogbere pettegolezzi dedotti da riviste non sempre
di primo piano o frasi pronunciate
a mo’ di botta e risposta e quindi
non costituenti nessun elemento storicamente rilevante, da parte di osservatori, professori e padri. Una
tale impostazione ho riscontrato
bpesso anche ttplle nostre « Informazioni del Consiglio Federale »,
clic emanano dalla stessa fonte del1 articolo incriminato (cfr. specialarente il N. 2).
A titolo puramente personale vorrei segnalare la necessità che l’organo della Chiesa senta l’obbligo almeno morale di controllare attentamente quelle notizie ohe, per il loro carattere intrinseco o per la loro
liirmulazione, potrebbero co.stituire
uji’oflesa a terzi, di chiunque si
tratti. INon possiamo certo lasciare
alla responsabilità (o aiU’irrespoii ■
sabilitàì dei singoli autori una questione di fondo come questa. Qui
i;on si tratta di limitare la libertà
d’espressione, ma di evitare che aflerniazioni false e/o calunniose trovino nella nostra stampa un mezzo
di diffusione che altrove verrebbe
laro negato.
Scusa l’appuinlo die rivolgo al
giornale nel caso concreto : sono altrimenti icompletainente d’accordo
con la linea ed il contenuto del giornale. J. Alberto Soggin
Il linguaggio di questa lettera è
pesante, date le circostanze. Si accusa di retorica, non senza retorica;
si protesta contro ’’punzecchiature”,
ma si offende. Dobbiamo subito dire che ci sembra doveroso conservare, con il senso delle proporzioni,
il senso dei termini.
E veniamo al fatto ( in attesa che
Paolo Ricca risponda lui stesso).
L’injornvazione relativa all’inginocchiamento di alcuni osservatori e
ospiti sarebbe falsa: se di un errore
si è trattato, siamo pronti a riconoscerlo, senza dubbio anche Paolo
Ricca. TuttaiVia, inginocchiamento
c’è stalo; e, si dica quel che si vuole dell’ ”evangelicità” della Messa
dello Spirito Santo, siamo fermamente convinti che è altrettanto
grave, per un protestante, inginocchiarsi nel corso di una ’’messa”
quanto il farlo davanti al Pontefice.
Andiamo a rileggerci certe pagine
di ¡Altero e di Calvino. Del resto,
il periodo nel quale Paolo Ricca riferiva la cosa, non riguardava soltanto gli ’’ospiti” di Taizé, ma anche alcuni osservatori anglicani, e
di questi, inginocchiati, abbiamo visto una grande foto riprodotta, con
acconcia didascalia, su L’Osservatore Romano.
Si può naturalmente dissentire;
ma vogliamo precisare che in redazione ci sentiamo pienamente solidali con l’impostazione che Paolo
Ricca dà alla sua osservazione del
Concilio Vaticano II, a nostro avviso chiara ed equilibrata anche se ci
può esser stata un’imprecisione d’informazione. E, nella diversità delle
posizioni, ci sembra debba almeno
restare aperto il problema su quale
sia. oggi, l’atteggiamento protestante
’’all’allezzn della situazione”.
red.
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
PHAROSTIHO
— La Comumità ringrazia vivamente
l’inseginajiite Claudio Troo, di Massello,
che ha presieiiuto il «ostro culto domemica 28 oiltobre. Il Si.g. Trotn è, q.uest’anno, maestro presso la. scuola del nostro
quartiere dei CardonaUi. Sappiamo come
egli, oltre ai suoi impegni scolastici, si
dedidii con vero senso vocazionale alla
collaborazione nella vita della Chiesa.
— Nel corso della riunione, tenutasi
mercoiledì sera 31 ottobre nella scuola dei
Gay, abbiamo posto il segno del Patto
nel Santo Battesimo a .Br.uno, Loredana e
Daniela Martinat, di Fernando e di Rastre Ines. Glie il Signore henediea questi
piccoli agnelli della Sua Greggia e dia
ai genito.ri ed ai padrini di essere fed.e.ii
alle pro™«'Ssr che hanno fatto per loro al
Signore.
— Hanno terminato la loro giornata
terrena le nostre sorelle: Pastre Lidia
ved. Avondel, della Allamanda, decednta, dopo poiclù giorni di malattia, il 29
ottobre alla età di 85 ainni; Coistantiino
Alina ved. Rivoiro, del Roc, deceduta
alla hell'a età di 89 anni senza gravi infermità ma sazia di anni e di esperienze.
E’ pure serenameute deceduto alPetà di
84 anni Malan Paolo dei Godini, il 5 novembre. Lascia di sè il ricordo di nna
vita di fede e di amore per la. Chiesa.
Che il Signore consoli i cuori afflitti.
— Sabato 3 novembre, la Gioventù Sportiva di Angroigina ci ha offerto una bella
serata. Ringrazi.amo per la visita.
— Durante il cuilto di do-meimca 4 novembre hanno ricevuto il Santo Batlesimo: Bourne Franca di Roberto e tli Panzolin Evelina, Long Silvana Nicoletta, Renata Adriana, Sergio Enzo di Guido e di
Fra ohe Alma.
II Signore bencdiioa questi agnellii c
quanti, genitori e padrini, si sono soleniiemenite impegnali per loro.
— Sabato sera, d.urante la seconda seduta deirUnione Giovanile si è prot-edu.to alla elezione dei nuovo seggio che
è risultalo così composto : Presidente,
Piero Romano; vke,presidenti. Paolo
Gnrdiol e Franco Monnet; Segretaria, Carla Gay; vice-segretaria, Enrica Godino;
caBsieri, Roberto Pascheuo e Ugo Ricca.
Auguriamo al nuovo seggio di poter
a.dempiere con fedeltà al coimplto .che gli
è stato affidato ed inivo.chiiamo su dì esso
la ben.edizione ili Dio.
— Ultimamente la comunità ha accompagnato all’estrema dimora terrena le
spoglie mortali di tre nostri fratelli: Panchetto Cesare di anni 71, Avondet Giulio
di anni 73 e Godino Emilio di anni 56.
11 Siignore conforti con la Sua Parola
di Vita le famiglie afflitte aiUe quali esprimiamo anicora tutta la nostra fraterna e
cristi a na simpa lia.
— Un vivo ringraziamento alla Filodraimmatica dell’Unione Giovatiile di Pomarelto che ci Ita fatto trascorrere una
magnifica serata .portando sulle scene della Scuola Umberto I una commedia con
liisinighiero snocesso.
— Vivissimi auguri ai coniugi Pierino
Puschetto, anziano del quartiere dei Brusiti, e Rita Godino che domenica scorsa
hanno festeggialo il venticinquesimo anniversario del loro matrimonio. Possano
ossi continnare anicora per lainti anni la
All’Inizio delle attività giovanili
Convegno Responsabili a Frali
Giovedì 1® novembre ci siamo trovati a
Prali per l’annuo Convegno Responsabili.
Questo Convegno Ita lo scopo di riunire i
Responeabili di ogni Unione in modo da
esaminare assieme il lavoro svolto nel cor.
so dell’anno Unionistico ; e stabilire una
linea di lavoro per l’anno dì atlivilà che
ci sta davanti. Coadiinvando il Comitato
di Gruppo e dandogli alcune linee da se
guire per lo svolgimento del proprio com
pito nel seno delle Unioni.
Ci siamo quindi trovati, dicevo, a Pra
lì. Dove siamo sla.ti accolti molto caloro
sámente dalla locale U.G.V, con una taz
za di thè ben caldo. Ciò premesso il Con
veguo inizia uffioialmenite i suoi lavori al
le 9,45 con il culto tenuto dal past. Aldo
Comba di Frali con un vibrante luessag
gio tratto dall’Evangelo secondo S. Giov
cap. 3 ver. 3: « In verità, in verità io vi
dico elle se uno non è nato di nuovo non
entrerà punto nel Regno dei Cieli ». « Iddio
ha tanto amato ¡1 mondo ohe ha mandato
il Suo Figliolo affinchè chiunque crede in
Lui non perisca ma abbia vita elema ».
.Noi siamo troppo al chiuso nella nostra
Chiesa non ci preoccupiamo gran ohe del
mondo perchè pensiamo ohe nella Chiesa
sia la sa.lvezza. Noi dobbiamo amare il
mondo e conoscere i problemi e le difficoltà, non dobbiamo chinderci in una comoda forma di superiorità dataci dal fatto die bene o male facciamo parte di una
determinata Ghieisa. Il past. Comba ci esorta quindi a volgere lo sguardo verso questo mondo di cui facciamo parte e di cui
conosciamo ben poco. Con. l’inno 191 ha
termine il breve cnllto. Il past. Taccia Capo.gmppo dà a questo punto il ben'vennto
alle personalità presenti. Pastori Franco
Davi'te presidente della Comanissione Disireltuale, e past. Franco Giampiccoli Segret. Gen. della F.U.V. Si passa quindi
all’appello. Da cui risultano presenti le
U.G.V. di: Torre Pellice, Anigroigna, Rorà, S. Giovanni, Peyrot, Plnerolo, S. Secondo, Pomarelto, Villaseoca, Perrero,
Massello, Prali. Mentre mancano le U.G.V.
di : Bobbio PeHiioe, Villar Pellice, Prrarostino, S. Germano, Plramollo e Rodoretto.
Decidiamo quindi di far pervenire una
lettera di rammarico alle U.G.V. assenti.
Il past. Taccia ci inserisce nel tema centrale della giornata palliandoci dei rappor.
ti sulla Assemblea Ecumenica di New Dellii, la quale trattò appunito il problema
della testimonianza. Come rispondiamo
noi in questo momenito al tema della testimonianza, poiché siamo di passaggio tra
una forma classica di evangelizzazione e
una forma nuova ohe ancorra non conosciamo?
Il problema ha dimensione Ecumenica,
è un piroblema della Chiesa tutta ed il
rapporto di New Delhi pone degli interrogativi che dobbiamo considerare. Perchè
il tema della testimonianza? La Chiesa
deve dare testimoinianza nel mondo quindi non è fine a se stessa, la Chiesa è uno
slmmenito di Dio il quale la usa per fare
udire la Sua Parola nel mondo. Nasce il
problema della solidarietà della Chiesa
con il mondo. La Cliiesa ha la vocazione
di ricordare al mondo ciò ohe ha insegnato Gesù. Occorrono, perciò, foirme nuove
per la predicazione del Vangelo, dobbiamo però stare a tieniti di non predicare le
forme nuove ma di predicare l’Evamgclo
antico, nelle nuove forme. La Chiesa ed
il mondo dovrebbero essere come due
mendicanti che vanno assieme a prendere
il pane della vita.
A questo punto viene posto il problema
della testimonianza nelle fabbriche od in
altri posti ove noi giovani ci tro.viamo per
lavoro o per studio; ognuno di noi deve
sentirsi re.sponsabile ed impegnato. I lavori della mattinata lerrminano con nna
di.soussio.ne a gruppi di Unioni sul problema della testimonianza. Al pomeriggio
riprendiamo i lavori alle 14,30 ascoltando
prima di tutto le relazioni dei 3 capigmippo, che si riveliano molto interessanili poiché ci mettono al corrente di come sìa
sentito nelle noistre U.G.V. il problema
della testimonianza. Dopo di ohe il past.
Taccia ci fa presente la notevole iimpreparazione dei nostri giovani per dare una
efficace testimonianza. Sappiamo che esistono per questo dei quaderni F’.U.V., esiste un centro di preparazione per laici,
ma dal momento che un giovane si interessa a ciò andhe so.k'amto leggendo un
quaderno F.U.V. il proWema è già risolto, il punto grave è quello di suscitare
il’in.lere«isame.uto del giovane alla propria
fede non all’aipprofondimento della medesima.
Il past. Girardet chiede la parola per
darci a questo punito un messaggio sulla
vocazione del giovane cristiano. Indi il
past. Taccia chitide la prima parte del programma .
La seconda parte viene aperta dal past.
Daviite presidente della Commissione Difitrettnale, il quale per darci il salii1.o della medesima ci parla della accenitnazion.c
del periodo rivoluzionario che stiamo vivendo. Anche per la Cliiesa i leimpi sono
cambiati. Il past. Giampiccoli quale Segr.
Ge.n.. della F.U.V. ci legge quindi lo Stainto-Regoilamenilo della medesima concentrandone gli articoli più imponanli. Il
Convegno si chiude con la lettura della
relazione sul lavoro svolto dal Comitato
di Grruppo, e con l’elezione del nuovo
che risulta così composto: Past. Alberto
Taccia, capogruppo ; Membri : Claudio
Tron ex officio, Giovanni Refum, Raimondo Genre, Attilio Sibille, Giorgio Gardiol, Adriana PeroWi, Paolo Gardìol.
Anilio Sibille
loro vita in comune ed atlinigere alla sorgente dell A.more del Signore la forza e
la gioia per il loro focolare.
Un affettuoso sailuto aMa ex segretaria dell’Unione Giovanile Paola Genre
che lunedì scorso è partita per l’irlanda
dove soggiornerà i>er alcuni mesi.
— Domenica scorsa ha presieduto iì culto nel neutro tempio il Past. Cipriano
Tourn. Gli siamo tutti molto grati ner il
messaggio che ci ha recato. d. a. g.
BOBBIO PELUCE
Martedì 6 novembre, nel corso della nostra ri.unione qnartierale ai Cairus sono
stiili pires-entali aJ BalleiS'iiin-o crisliairK) i
bambini Rostagnol Rino e Rostagnol Renato (li Giovanni e Cairus Miardierita (Ro.
La grazia del Signore accompagni sempre i bambini ed i loro genitori, e. a.
VILLASECCA
In questo periodo la nostra Comunilà
e isliata visitata dal lutto per due volte a
poclii giorni di dislaniza. " Il 6 novembre
si spegnieva al Bat-ino di Perosa Argentina la Sorella Ida Leger n. Peyronel dopo
una lunga e dolorosa malattia. Un gran
numero di parenti e eonoiseeuli ne ha
aceoiiupagnalo la spoglia mortale il 7 al
tempio di Chiotti ed al ('imiterò del Reynaud.
Lo stesso igiorno si spegneva all’Alharea, dopo brevissima malattia, il Fratello
Trafilo Bimnous di 82 anni; è stalo sepnellilo il giorno seguenile agli Olivieri.
Alle famiglie così durainente colpite
espriuniainio anicora la nostra simpatia
^ La Scuola Domenicale ha regolarmente
ripreso ai Chiotti con le sue due sezioni;
(fucila dei piccoli, soitlo la direzione di
Ines Barai e Piera dot, con un programma a parte, ilanellografo ed altro male1 ¡ale didaltiico adatto all’età e la sezione
(lei grandi che, sotto la direzione del Pastore, continua il lavoro di studio hiblieo
in (‘omune già eollauda.Lo l’annio scorso
cn, lo slogan « Facciamo la predica assieme ». Domenica 28 Ottobre la Scuola Domenicale a sezioni riunitie, è stata presie(lula dal Candidato in Teologia Baret, del
Sud Amerida che Jia parlalo ai bambini
di quelle nostre Coniiuiiilà e Scuole Domenicali ed itiisegnalo mi canto spagnolo
che i ragazzi continuano a canitarc con
gioia.
La stessa domenica, mentre il Pastore
era impegnalo a Villar Pellice, il .Sig. Barel ha pure presieduto il ciiillo c lo ringrazi a Ilio vi vameint'e.
Domenica 18 NovemlM-e il culti) ai
Ghiotti è stalo presieduto dal Fratello Dino A. Gardiol, membro del Concistoro di
S. Secotiido, aocoiiupagnato da un altro
Anziano della stessa Conili,nità. Mentre
ringraziamo questi nostri Fratelli per la
collaborazione che ei liamno offerto, ricambiamo di tutto cuore i saluti che essi
ci ballilo portato da parte della Chiesa di
S. Secoiiido.
L’AiSseiiiblea di Chiesa ha avuto luogo
il 4 iNovetiiibre dopo il culto con Santa
Cena. La Sig.ma Liliana Viglielmo, delegata al Sinodo, ha presentalo .una sostanziale relazione dei lavori isinodali; il Pastore ha esposto alcune decisioni e proposte del Conciisloro. E’ stato deciso, fra
l’altro, Finslallazione di un iinpianto di
riscaldaimeiito nel tempio di Chiotti e i
restauri del medesimo ohe verranno illnslrati e discussi più ampiamente in occasione di riuimioni quartierali. E’ stato pure
deciso che la relazione dii Nuova Delhi
sulla testimonianza sarà oggetto di studio
nel corso delle riunioni quartierali.
Le riunioni stanno ri.comincianido in
lutiti i quartieri ed è già (fuasi ultimato
il primo giro. E’ pure stato rifatto Pallacciamento elettrico alla scuola di Bovile
p sono ili corso delle riparazioni a Comhag arino.
I Corsi di catechismo liaiino ripreso sia
al giovedì iiiatitiina, che al pomeriggio, e
la domenica per gli (Studenti e gli oiperai.
Preghiamo di prendere nota che i catecumeni di IV anno .sona convocati per domenica 25 corr. alle ore 15.
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (To'
ANGR06NA (Serrff)
— Domenica 11 Novembre ba avuti)
luogo al Serre l’Asseiwblea <li GIiìei«a {lià
fì<s&ata nelle sue grandi linee si« dalla primavera »l’orsa. IvO sco-po priintcipab* <1 i
tale assemblea è sialo la formazione del
nuovo Consiglio di Chiesa essendo il preredente scaduiio per compìulo q'ulnqiuennio. Tulli e quattro gli Atiziaini sono
stali riconfermali nella loro carica e si è
avuilo il piacere di ampliare il Conoisloro, <*oiine da anni si auispicava. Sono infalli siali rieletti: Buffa Emiìio ed Elvino
per Pradellomo, Buffa Levi per il quartiere degli Odili, e Stefano OiIorUo Ricca
per quello dei Coisson-RicK‘a, per la prima volta i Siigiiori Benech Anuito e Rivoira Pierino per il (fuarliiere del Cacci
e la Sig.na Co'ìs&on Franca come « rinforzo » nel quartiere degli Odin-Berlot. I^a
coiiiuinità lia espresso il suo compiacimento ai 'Ileo eletti, e si axigura di ve<lerli
al lavoro <*on zelo e gioia al servizio delia comunità tiutila, a fianco e in tollaborazione con i rieletti!
Durante rassemblea è amile stala udita
la relazione dei lavori eul Sinodo latta
dalla Sig.na Kranca Coisson, molto apprezzala per l'aecenlo che i>oaieva sui maggiori problemi ìnteressanii ],a nostra Chiesa e la nostra comunità del Serre in i>arliiolare, e si sono seaimbiale impressioni
suida siilnazioiiie spirituale non iropiio Ilorida della Cliiesa.
— Dopo mesi e mesi di malatiia. segnali da tkinigbi periodi di soggiorno negli ospedali di Luserna S. Oiovanni e di
Torino, è deceduto al Serre, il 12 i. ni.
Monastier ÌAiigi. 1 funerali si sono svolli
mercoledì 11 e la' salma è rSlala innuihila
nel cimitero di Anigrogna Capoluogo. I
numerosi iniervenuti hannio voilntf) una
volta di più esprimere alla signora Monaslier la loro simpatia per la solVercnza
[vrovaia non isollanto iiiel imoinento della
separazione, ma già durante la lunga prova che aveva colpito enlrainhi i coniugi.
La Famiglia della compianta
jRivoira Giuseppina
in Cogno
commossa e riconoscente ringrazia
tutti coloro che in qualsiasi, modo hanno preso parte al loro grande dolore.
In modo particolare ringrazia il
dott. Lanza per le amorevoli cure.
Le suore e i dottori dell’O.spedale
Mauriziano.
I Pastori Taccia e Jahier per le lo
ro buone parole di conforto.
« Venite a me voi tutti che
siete travagliati ed aggrar ati e io vi darò riposo »
Luserna, S. Giovanni, 16-11-1962.
Dopo lunga infermità sopportata
con cristiana pazienza, è stato richi a^
mato dal Signore nelle prime ore del
10 Novembre
Giovanni Eli Geme
Addolorati, ma fidenti nelle divine
promesse di Risurrezione, ne danno
l’annunzio la moglie Enrichetta Grill,
i figli Valdo, Bruno, Lilia con le rispettive famiglie. Dina, Nildo, Use e
Amato; i fratelli Alessio e Maria con
le famiglie; cognati, cugini e parenti.
Il Concistoro Valdese di Frali si associa al dolore della famiglia per la
dipartenza di G. Eli Genre, per più
di venti anni Anziano di questo Concistoro.
« L’ora viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figliuol di Dio ; e quelli che l’avranno udita, vivranno » Giov. 5; 25
Prali Malzat, 10 novembre 1962.
La famiglia del compianto
Augusto Pascal
profondamente commossa per le dimostrazioni di conforto e di affette,
ricevute nella luttuosa circostanza,
ringraziano con sincera gratitudine
tutti coloro che hanno partecipato con
fiori, scritti o di presenza al suo grande dolore.
« L’Eterno è il mio pastore
nulla mi mancherà »
Salmo 23: 1
Pomaretto, 11-11-62.
Unione Svizzera
degli Alberghi Cristiani
L'UNIONE SVIZZERA DI ALBERGHI CRISTIANI comprende oltre 35
alberghi e pensioni per ferie. Le Case aderenti offrono un ottimo
trattamento, in un'atmosfera cristiana.
Le Case-membri cercano sempre personale qualificato e capace,
possibilmente in famiglie evangeliche.
Informazioni presso il Presidente dell'Unione alberghiera:
J. Kraehenbuhl, Hôtel de Famille, Vevey (Vaud, Svizzera)