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LA BUONA NOVELLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Seguendo la vcritù iii'll» furilà
KfBs. IV, i:,.
Si distribuisce ogni Venerdì. — Per cadmi ^umc^o ceulesimi iO, — Per caduna linea d’inserzione centesimi 20.
Condizioni d’At^sociazione :
PerT0HI.N0 — Un Anno L. i. — Adomicilio L, 8
Sei mesi >3. — >3
Tre mesi . — • * CS
— PnovisciE h. « to.
— ■ 3 *S.
- . t 5».
Per Francia e Srizzera franco a destinazione, e per l'Inghilterra franro al ronfine lire » S*
per un anno, e lire & per sei mesi.
Le Associazioni si ricevono: in Turi-co airuillslo «l«-l «ilarniilp,via VulinliMo, r««u
Hi’llora, N“ la, 3“ piano; e dai i'ralclll Planru librai, via U. V. dciili Anucli. l usa l’imilia
— A Genova, alla Valdoxc, mura di S. Chiara.
Nelle provincie, prenso tnui kIì l'ffirii pollali |>er mezzodì Vaijlin, che dovranno essere inviali
franco al Direltore della Hrci.u Novki.i.a e non altrimenti.
All'estero, ai seguenti indirizzi: Lomdr*, dai sig(i. Ni»sl>etl e C. librai, il Bernen*-»tre>t;
Paridi, dalla libreria C. .Meyraiis, rue Tronchet, J; Nihi-.h dal sig. Pejrnit-Tinel libraio- l.ii.iedai sigg. Denis et Petit Pierre librai, rne Neuve, 18; Gineviia, dal «ig. E. Beroud libraiu
Los vnia, dal sig. Delafontaine libraio.
CONCILIO ECIIENICO EVANGELICO LIBERO
ossia
€0]%FERF.]V%E EVAIVGEIilCIIE
de'Cristiani di tutto il mondo, a Parigi.
{Conlinuaiione del num. 31J.
La conferenza del 25 agosto di sera fu destinata airOJanda e al Belgio. Il signor di La
Saussaye, pastore, con una profonda conoscenza delle condizioni ed una rimarchevole
imparzialità, descrisse lo stato religioso doll’Olanda e il carattere delle diverse scuole di
teologia cho esistono. Se la politica disgiunse
il Belgio dall’olanda, il Vangelo le ha ravvicinate; nel corso della seduta il pastore Guye,
d’Amsterdam, è stato invitato a faro una preghiera per il Belgio, ed il pastore Anet, di
Bruxelles, ad innalzarne una per ¡’Olanda. —
In seguito varii oratori presero la parola ; fra
glf filtri il professore Valton ; poscia i deputati
de’due paesi furono presentati aH’Assemblca.
Il lunedi, 27 agosto, fu dato per intero alla
Germania; non ci volevano mono di due sedute,
in causa delle numerose relazioni giunte da
questa contrada. la quella del mattino, dopo
la preghiera, il pastore Grand-Pierre lesse
l’esposizione sullo stato religioso della Germania, fatta dal prelato Kapff, di Stuttgardt. Essa
dividesi in quattro parti : nella prima l’autore
getta uno sguardo sul pa.ssato deirAlcmagna,
in ordine alle università e alle Chiese, da lui
dipinto come trovantisi immerse, al principio
del secolo, nel sonno letargico il più completo;
nella seconda tratta dei segni rallegranti del
tempo presente; il razionalismo è vinto in tutte
le università e la filosofia non osa più attaccare il
cristianesimo storico e vivente; nella terza dice
die ad onta di ciò esistono ancora delle ombre
dense su questo quadro : in particolare cita
l’irreligione e l’immoralità che regnano in una
gran parte del popolo tedesco, le quali si manifestano specialmente perla passione sregolata
del giuoco, i passatempi alle osterie, le preoccupazioni demagogiche, ecc-; nella quarta parte
l’autore termina con un breve cenno sulle |)rofezie che sembrano annunciare una grande e
terribile lotta innanzi l’epoca della venuta del
Signore.
Dopo la lettura di questa narrazione, il duit.
Tholuck ottenne la parola, per dare un resoconto sulle università germaniche e su quella
di Halle in particolare. L’università di Halle
conta più studenti in teologia cho non lo altre;
nel mentre che a Heidelberg noa ve ne souo
che 70 e a Bonn iOO, ad Halle havvene 400.
In questa università nel 1826, sopra 950 studenti, non se ne trovavano che tre che fossero
pii,'stali convertili non dai loro profo.ssori, tutli
razionalisti, ma da un operaio cristiano: oggidì
il razionalismo fr detronizzato, i professori .sono
evangelici, gli studenti gli amici e quasi i figli
di quelli, e la prima qualità che si ricerca in
un dottore in teologia si b ch’ogli sia credente.
Si formò tra gli studenti in teologia un’associazione fraterna che ha por motto la seguente
dichiarazione deH’apostolo l’ietro : « Tu sci il
Cristo, il figliuolo dell’iddio vivente ». Quaranta
circa furono i fratelli tedeschi, professori e pastori, presentati aH’Asscmblea. Il dott. Hermann
di Gottinga, parlò sulla libertà religiosa in Alemagna. Nella conferenza della sera, il prof.
Uoriier fece osservare che altra volta la lingua
latina serviva di legame fra i varii scienziati
del mondo; che ora, essendo caduto in disuso
questo modo di comunicazione, importa che la
fraternità cristiana sovvenga al difetto, e che a
ciò pensano già di concerto la Dieta ecclesiastica alemanna, la società di Gustavo Adolfo e
l’Alleanza evangelica. Sarebbe beno, aggiunse,
cho le opere importanti pubblicate nei differenti
paesi protestanti dell’Europa, divenissero proprietà di tutti i cristiani evangelici ; l’onorevole
professore promette di lavorare per parte sua,
onde ottenere questo risultamento per una nuova
pubblicazione ch’egli si propone di fondare. Vi
sono in Alemagna 28 università, in cui si annoverano in complesso t ,600 professori e < 6,000
studenti; la più grande intimità regna fra loro;
gli studi sono liberi, e si passa dall’una all’altra
senza la menoma diiRcoltà. Per essere ammessi
agli esami non si chiede mica ad uno studente:
Dove avete studiato? ma siete voi capace di
sostenere omretolmente la vostra prova? Le
università germaniche sono focolari di scienza,
di quella scienza destinata a sviluppare armonicamente tutte le facoltà deH’anima umana.
L’apice dcìl’cdifido scientifico in Germania è
la teologia, che ha per base la redenzione.
•Martedì 28 agosto, dieci ore del mattino. —
L’ordine del giorno delle conferenze evangeliche chiama a soggetto la Francia. Il venerabile
pastore Juillerat, presidente del concistoro della
Chiesa riformata di Parigi, che ha compiuto
un mezzo secolo di ministero, approva l’Alleanza evangelica e dichiara cbe l’ama nel fondo
ilei suo cuore; le è simpatica e per lo scopo
ch’ella si propone e iu causa della base dommatica che ha adottato. Una società religiosa
qualunque non polrebbe sussistere senza un
principio confessionale. La fede deH’Alleanza
evangelica è quella della Chiesa riformata di
Francia, la verità eterna rivelata nella Parola
di Dio; que.sta ò un’incudine su cui son venuti
a rompersi molti martelli, e cbe farà la disperazione de’suoi avversari sino alla fino de’secoli. Si b voluto infrangerla, ma ella vi ha
resistito; non la si distruggerà. Cho i cristiani
si diano la mano por abbracciare il mondo intero nella 1er carità, e il mondo sarà condotto
schiavo ai piedi di Gesù Cristo! — Il pastore
•Monod ha dimostrato fino all’evidenza che la
Francia, cattolica di nome e di professione, era
protestante di fatto. Lo comprovò colla sua
storia; la Saint-Barthilemy e la revoca dell’editto di Nantes sono state vittorie apparenti
della forza brutale sulla verità, ma in soslanza
han più giovato alla verità che a'suoi nemici;
lo comprovò perle diverse costituzioni politiche,
le quali proclamando la libertà di coscienza o
la libertà di cullo, sono tulle favorevoli al protestantismo , impcrciocchò, per espandersi, il
protestantismo non chiede cheJlU)erlà; lo comprovò per la letteratura, che nelle suoìendenzc
generali è più protestante che cattolica. Il buon
Univers medosimo, il quale ogni mattina ci
calunnia, insegna altresì ogni mattina all’Europa che il protestantismo evangelico è la causa
del dirilto e del buon senso. Finalmente comprovò che la Francia è protestante pel suo stato
religioso e morale, in quanto che ella si trova
senza religione, non per odio alla religione,
ma perchò ripudia quella che le fu data. Cho
si permetta alla Francia di udire la predicazione
del Vangelo, e la Francia sarà protestante!
Il reverendo Battista Noël indirizza alcuno
esortazioni ai padri e alle madri di famiglia,
sul dovere dell’educazione religiosa de’ loro
figli. Alcuni pastori parlano dello risvegliamento
che s’è manifestato nel Gard, in mollo Chiese
della Dròme, dolla Poitu, ecc., ecc.
La conferenza del 28 di sera si è riunita per
occuparsi dello stalo della Svezia e Danimarca.
Si sa che nel primo di quesli due paesi delle
persecuzioni ebbero luogo, por ordine del governo, contro persone che si riunivano a parte,
e non nello Chiese riconosciute, per pregare
Iddio, leggere la sua Parola e prendere insieme
la Cena. Un membro del governo svedese, delegalo dal re, assisteva alla conferenza ed altresì due pastori della Chiesa nazionale: essi
hanno cercato d’indebolire questi fatti, ma non
poterono negarli, ed il pastore Monod disse
che se allorquando esercitavano la persecuzione
i governi cattolici-romani erano colpevoli, un
governo protestante lo era tre volto di più,
assumendo questa parte odiosa.
2
La conferenza del 29 agosto, il mattino, sulle
missioni evangeliche, è stata una delle più numerose ed animate. La relazione sullo stato
dello missioni suddette in tutto il mondo, nel
corso degli ultimi quattro anni, fa vedere dei
progressi sotto ogni aspetto. Nel 1831, 8 grandi
Società avevano raccolto 8,669,000 franchi :
nel 1834 la cifra totale degli introiti delle medesime Società ammontò a 8,893,700 franchi.
Nel 1851 non si contavano che 774 stazioni
missionarie; nel 1834 giunsero al numero di
862. Nel 1851 aveavi 1,362 missionari : nel 1834
crebbero fino a 1,.38l. Nel medesimo spazio di
tempo i coadiutori-missionari aumentarono dai
10,451 ai 11,963; i comunicanti dai 153,000
ai 166,000; gli allievi nelle scuole dai 117,000
ai 133,000 e così del rimanente. Ma i missionari non vanno solamente contati, meglio è
pesarli: uomini come gli Schwartz, i Rhenius,
i Carey, i Gutzlafl valgono essi soli un’armata
di nunzi del Vangelo. Vi è pure qualche paese
che fa da solo, per la causa delle Missioni, più
cho un intero continente; il piccolo regno di
Wurtemberg, per esempio, colla sua popolazione
di un milione d’anime, diede, nello spazio degli
ultimi quarant’anni, 150 missionari. Certi avvenimenti son destinati ad esercitare un’immensa influenza sull’opera della propagazione
del cristianesimo. Tal’è il seguente: il governo
britannico offerse testé ai missionari delle Indie
tutte le scuole ch’egli fondò nel paese, lasciandoli perfettamente liberi d’insegnarvi la religione cristiana, secondo la credenza della Chiesa
loro particolare.
Il professore Sardiuoux lesse un’interessante
scrittura sui doveri de’ cristiani di evangelizzare l’Oriente. Il dottore Duff disse in proposito: « E buono che de’cristiani diano la decima
parto delle rendite loro per l’avanzamento del
regno di Dio. Gli Israeliti facevano di più,
donavano i tre quarti de’ loro beni^E non la
decima parte della nostra fortuna, non i tre
quarti, è più ancora che dobbiamo dare pel
Salvatore, cho si 6 dato egli stesso per noi.
Se progrediamo a vivere come al solito, Dio
ci manderà la persecuzione, e la persecuzione
c’insegnerà il vero cristianesimo ». L’intero
discorso del venerando DufT commosse tutta
i’Assemblca. Altri oratori parlarono sulle missioni della Cina,suH’eiricacia della preghiera ecc.
La conferenza sulla Svizzera si tenne alla sera
del metcoledi. Il pastore Barde, di Ginevra,
abbozzò i principali tratti caratteristici del popolo svizzero. Esso che ama la sua patria quanto
0 più di tutti gli altri popoli, emigra volentieri,
ed ha la maravigliosa facilità di piegarsi ai costumi dolio contrade ov’ogH si stabilisce. Se i
tìgli della Svizzera fossero tutti cristiani, diverrebbero altrettanti missionari nelle differenti
parti del globo. La Svizzera gioisco d’aver dato
alla Francia pili d’un pastore fedele, ch’è in
benedizione oggidì. Che i cristiani francesi preghino per la Svizzera, o l’alleanza cristiana dei
due popoli sarà sempre più feconda in buoni
frutti per l’uno e per l’altro!
Giovedì mattina, 30 agosto, conferenza sullo
stato del popolo ebreo. Ecco la sostanza della
relazione del sig. IIausmeister:
« In tutti i tempi vi ebbero conversioni d’israeliti. L’antica Chiesa di Gerusalemme ne
annovera 15 fra i suoi vescovi. Nel medio evo
la corruzione della Chiesa e le persecuzioni
ch’ella inflisse agli Ebrei inspirarono ad essi
orrore; ma a questa medesima epoca alcuni si
convertirono, fra gli altri Nicolò di Lira, celebre
commentatore dolla Bibbia. Molti Israeliti salutarono la Kiforma con gioia e l’abbracciarono;
ma nessuna missione venne intrapresa a pro
loro avanti.il principio del XVII” secolo, e ciò
cho fu allora tentato venne soffocato dalla incredulità B.
Società all’opera dal principio del necolo
presente.
«f Società degli Ebrei di Londra. — Questa
Società ha 33 stazioni principali; 98 agenti,
missionari evangelici o colportori, di cui 50
almeno israeliti convertiti. Ella aveva ottenuto
in Poltfnia grandi successi, ora sospesi per un
editto dello Czar. Nel ducato di Posen annoveransi 8000 fanciulli nelle scuole. A Berlino vi
sono 2000 convertiti. In Inghilterra molto migliaia.
« In Germania gli Ebrei ebbero dotti distinti.
Al presente sussiste molta diversità nelle idee
loro. I pensieri di gran numero di essi dirigonsi
a Dio, ma sono trattenuti da pregiudizii, da
timori; in generale accolgono bene i missionari.
« Molti di questi lavorano a Costantinopoli,
dove si trovano 80,000 Ebrei. — La Società
prende parte alle opere della missione di Gerusalemme.
« La Società di Berlino, sostenuta dal doti.
Tholuck, ha successi incoraggianti. Un giovane
ebreo convertito fece gran bene nella sua famiglia, della quale 30 membri diventarono cristiani.
« Le due Chiese di Scozia proseguono l’opera
sovra moltissimi punti con attività e frutto.
« La Società Britannica (a Londra) impiega
12 operai, un tempo Israeliti.
« Bisogna nominare eziandio la Società di
Westfalia, quelle di Bàie e Strasburgo, e le
associazioni speciali onde fornire lavoro, raccogliere i convertiti, ecc., imperciocché ò mestieri provvedere ai bisogni materiali di molti
fra loro, almeno temporariamente.
8 Avxenire e speranza dell’opera. — Tulli
questi lavori non sono che preparatorii. La
nazione intera deve convertirsi; lo promesse di
Dio a questo riguardo sono irrevocabili. La
desolazione di Gerusalemme devo cessare, ma
la città santa non sarà ristaurata che con la
nazione. Una volta convertiti, gli Ebrei, colla
inlelligenza cd abitudini loro e por la stessa
loro dispersione, diverranno eccellenti missionari. Operiamo o preghiamo ».
Molti oratori souo invitati.
Il dott. CAi'P.\nosR. — Gli Ebrei non devono
più considerarsi come disprezzati. La Francia
è stata la prima delle nazioni a rendere ad essi
i diritti di cittadinanza. Qui sopratutto sono
sicuri di essere amati. Noi gli amiamo come ci
amiamo gli uni gli altri. Inoltre lo spettacolo
dolla nostra unione, della fede che ci è comune,
dove far cadere una delle obiezioni loro contro
il protestantismo evangelico.
Il sig. IIausmeister appoggia. Nell’atto che
divenne del tutto cristiano, egli rimase ebreo
nel cuore: ama il suo popolo. — Il cristianesimo
non è che il com[)imento delle profezie, e Gesù
era israelita. L’Alleanza evangelica non sarà
perfetta se non quando abbraccierà Sionne risiaurata.
Il prof. PijTTAVEL credo quest’alleanza possibile dopo il miracolo politico deH’uniono tra
la Francia e l’Inghilterra. Grandi cose si preparano; tutli i cristiani evangelici hanno dinanzi
una Sebastopoli da prendere. L’oratore legge
in seguito una meditazione sul dovere di lavorare per gli Ebrei, allo scopo di farli rientrare
nella Terra Santa.
Il dott. Duff. — Si parla di odio degli Ebrei
contro i cristiani o il cristianesimo, ma la colpa
è de’ cristiani. Furono tanto disprezzali, tormentati , che vennero colti da orrore per la
religione di Cristo. — A Gerusalemme i cristiani
non possono entrare nel Santo Sepolcro cho
dietro permesso delle autorità turche ; ma hanno
ottenuto dalla Porta una legge che punisce di
morte ogni ebreo che tenti penetrarvi. — La
Chiesa romana ha poi loro insegnato a riguardare il cristianesimo come un’idolatria. Recentemente, a Gerusalemme, il dottore parlando
in imo stabilimento, in cui stanno raccolte giovani ebreo, descriveva l’idolatria degli Indiani;
allora una giovanetta esclamò : « ma convien
dire che quelle genti sieno de’ cristiani ! i>.
Una profezia dice che questo popolo sarebbe
mosso a gelosia da un popolo straniero. È necessario ch’ella si compia per la conversione dei
pagani. NeU’India, degli Ebrei sono stati singolarmente colpiti al vedere degl’idolatri abbracciare Gesù.
Parlarono ancora il sig. Pettavel tìglio, sir
Culling Eardley, ecc. — La fine dolla seduta
fu dedicata in gran parto a discorrere sul ritorno
degli Ebrei nella Terra Santa, e diverse opinioni
vennero esposte suU’argomento.
{continua).
LETTERE AD UN AMICO
(Vedi Buona Xovella n». 38).
LETTERA Vili.
No, amico, i litigi, le guerre, le divisioni esser
non possono il risultamento della dottrina di
Gesù Cristo ; anzi è il solo Vangelo atto a produrre l’unione, la concordia e la pace. Osserva
iu Luca al capo I, ver. 79; Zacaria profetizza
che il Salvatore indirizzerebbe i nostri piedi nella
via della pace: va al capo II, ver. 14; gli angeli
ne celebrano la venuta dicendo: « Gloria a Dio
ne'luoghi altissimi,7)acei>) terra,benivogltenzainverso gli uomini » : più avanti al vers. 29-32 dello
stesso capo II; Simeone benedice egli pure il
Sovrano de' cieli e della terra, e termina con queste parole : * Ora, Signore, ne mandi il tuo servitore in pace, secondo la tua parola, ecc. ».
Se in particolare vogliamo discorrere della
concordia e dell’unità, nessuna politica è fornita
di mezzi per introdurle nel mondo ; avverti che
intendo parlare della politica ordinaria, com’è
intesa e praticata comunemente, vale a dire spoglia dell’olemento religioso e assai diversa ben
anco da quella ch'era in vigore presso i popoli
antichi, benché fossero pagani. Infatti gli antichi politici parlavano sempre di costumi e di
virtù ; ed i moderni di che trattano? In genere
di commercio e di n^oueta. E se convieni, como
3
certo convenir devi (se non vuoi negare un fatto
universale, chiarissimo e doloroso) che la fratellanza amorevole fra gli uomini e la concordia
non esistono, e che in vece, come disse il Leopardi, il mondo è una lega di tristi contro gli
uomini dabbene, se in ciò convieni, ripeto, è vana
la tua paura circa ai litigi, alle puerre, alle divisioni ; questi mali regnano sulla terra, non è
dunque a temere che s’introducano, ma fa d’uopo
cercarne il rimedio. E credi tu che i politici ordini, puramente umani, valgano a toglierli? Odi
in proposito lo stesso Leopardi che cosa dice ;
« II genere umano e, dal solo individuo in fuori,
« qualunque minima porzione di esso si divide
• in due partiti, gli uni usano prepotenza e gli
« altri la soffrono. Nè leggi, nè forza alcuna, nè
« progresso di filosofia, nè civiltà potendo im
• pedire che uomo nato o da nascere non sia
« degli uni o degli altri, resta che chi può eleg' gere elegga: vero è che non tutti possono nè
« sempre ». Questo sommo ingegno ebbe ragione
di parlare così, perchè forse nessuno più di lui
Tide al nudo la corrotta natura dell’uomo ; errò
poi nella conclusione assoluta che ne trasse, ed
errò non per altro se non per essere stato privo
della vera luce che proviene dagli insegnamenti
del Vangelo: fu certo l’uomo il più erudito del
nostro tempo ; e qual frutto ricavò dalla sua dottrina tutta umana, egli ch’era pur virtuoso e di
animo schietto e gentile? Cadde nello scoraggiamento e disperò in modo spaventevole e degli uomini e delle cose: dicesi che negli ultimi
istanti di sua vita gli balenò nella mente un
lampo di [luce evangelica, ma troppo tardi per
godere de’ suoi beneficii in questo mondo I
Nè forza o legge o filosofia o civiltà mondana
può adunque distruggere l’egoismo ed unire gli
Uomini : ciò spetta alla legge morale e quindi alla
religione ; ella soltanto ha la potenza, come forza
spirituale, di trionfare di tutte le maligne forze
della corrotta natura dell’uomo ; gli obblighi suoi
trasformansi in documenti d’amore e in moti di
gratitudine, e spesso il dovere il più aspro, considerato materialmente, si muta in estasi di pietà,
in entusiasmo generoso, per cui, nel modo il più
spontaneo, conseguesi il bene progressivo dell’ufflanità ed il perfezionamento proprio. Le leggi
Umane, in un popolo che non abbia sentimento
morale, o tosto o tardi sono violate : la filosofia,
priva della base religiosa, è una chimera, e ti
citerò qui un’ultima volta il nostro Leopardi, il
quale se non potè, come dissi, trovare la calma
nella sua tristezza, perchè non conobbe la scienza
rivelata, pure colla smisurata energia della sua
mente giunse in ogni cosa all’apice del disinganno, in guisa che proferì questa memorabile
Sentenza filosofica coniro la filosofía stessa :
« L’ultima conclusione che si ricava dalla filosofia vera e perfetta si è che non bisogna filosofare ». ^
In quanto alla civiltà, se riguardiamo solo dal
lato materiale i commerci, l’invenzioni d’ogni
Specie, ed anche gli atti utili alla sicurezza, prò
sperità e magnificenza della patria, e le stesse
virtù cittadine, allora ne menomiamo il loro valore : per renderla proficua è mestieri spiritualizzarla cotesta civiltà e far in maniera che divenga direi quasi la quotidiana tendenza della
religione medesima, poiché la vita sociale non è
ùnicamente un passaggio e una prova, ma è la
niateria eziandio, come scrive il Mamiani, dall’ordinatore supremo preparata agli uomini in
chi debbono esercitare ogni facoltà e ogni valentia e cooperare all’attuazione progressiva della
città di Dio sulla terra : e tanto avremo noi profittato nella virtù e meglio obbedito all’arbitro
eterno, quanto migliore cittadinanza sapremo
costituire e correremo con più franchezza nelle
vie infinite del bene, del bello, del vero mondano unito e conciliato col sovramondano.
E fra lo idee supreme quali primeggiano?
Certo quelle della benivoglienza, della concordia 0 dell’unità degli uomini ; ed è il solo Vangelo che può farcele conoscere, non la nuda ragione: è ben vero che ciò che non consunna
alla volontà di Dio non [appartiene ad essa ragione, nondimeno, purtroppo! per difetto di accurata riflessione si ritengono razionali talvolta
alcune idee che sono parti della sregolata fantasia, od elTetti della sensibilità. « Ma ciò che è
consonante ai voleri divini è nello stesso tempo
ragione (dice Dante): per la qual co.sa cercare se
alcuna cosa è fatta di ragione, noai^ altro che
cercare s’ellaè fatta secondo che vuole Iddio t.
E per convincerti che il solo Vangelo conduce
alla concordia e all’unità, pensa, amico mio, che
cos’era l’umanità prima della venuta di Gesù
Cristo: ell’era dovunque smembrata; ed Egli fu
che stabili nel mondo le sublimi idee di solidarietà, di fratellanza: è vero che di esse molti
abusarono perchè non le presero nella loro integrità, o non ne colsero il vero spirito, o spinti
dall'egoismo se ne valsero a vantaggio proprio ;
ma l’abuso non deve farci disconoscere la loro
grandezza. Il piano di Gesù Cristo fu di togliere
alla religione anteriore il carattere esclusivo e
nazionale e renderla individuale e umanitaria :
egli non è unicamente israelita, ma chiama se
stesso in modo speciale il Figlio dell’uomo, quindi
in Cristo non v’è più nè Greco, nè Gituieo, ecc. ;
(Paolo, Colos. Ili, 11). Di più, Gesù Cristo non
è l’unificatore degli uomini soltanto sotto l’aspetto religioso, lo è pure sotto l'aspetto mondano : Egli fondò eziandio l'umanità cristiana,
il cosmopolitismo,cioè quell'unità che è al di sopra di tutte le barriere delle nazionalità: infatti
si è rivelato e come Dio e come uomo, e l’umanità non può sentire che in Lui la vera unità ;
non distrusse per questo le nazionalità, giacché
non venne a sciogliere, ma a compiere, in vece le
assorellò, creando cosi il vero cosmopolitismo.
Laonde le riforme nelle società temporali sono
pure nel piano di Gesù Cristoe, come vedi, queste riforme non possono attuarsi che da Lui,
cioè dal suo divino statuto, per essere veramente
stabili e durature.
Il Vangelo, a cagion d'esempio, insegna d’assistere i bisognosi, fratelli nostri, come un debito privato di misericordia, non come obbligo
pubblico di giustizia ; ma se rifletti, amico mio,
che ogni idea morale e religiosa tende già a penetrare nel corpo sociale, a trasformarlo, a modellarlo sul pensiero di Dio, poiché in sostanza
queslo corpo sociale non è che la propaggine
deH’individuo e l'ampliamento della famiglia, ti
risulterà chiaro che il suddetto obbligo ‘privato,
morale, di carità e di beneficenza, diventa, in
seguito, comune, pubblico, di ragiono politica,
di giustizia, di civiltà : e infatti ammira la sapienza di Gesù Cristo ; Egli paragonò il suo regno al lievito che penetra in tutta la pasta: ora,
la pasta è l'umanità inconvertita, o la società
presa nel suo insieme: e fu appunto cotesto lievito, cotesta forza non appariscente che ruppe i
ferri allo schiavo, che rialzò l’uomo, nobilitò la
donna e produsse la Riforma, la quale ha consacrato il diritto della coscienza. K il regna di Dio
e ta sua giustizia che dobbiamo cercare, amico
diletto, ed allora acquisteremo tutte le altre cose,
vale a dire la unità, la libertà, l’indipendenza,
ecc.; cotesto regno poi avrà infine il suo trionfo
in tutti i dominii del Signore ; il Sacro Libro ce
10 annunzia colle profezie della resurrezione,
della nuova terra e de’ nuovi cieli ; e già i segni
del tempo ce ne danno l'avviso; il rilevamento
della caduta primitiva dell’uomo o rarmonia generale sarà completamente ristabilita. Credilo
pure la politica professata dal maggior numero
è ancora oggidì una faccenda assai volgare, un
empirismo egoistico, non è qualo dovrebbe essere, una sublime teorica, una religione.
Ti dissi anch'io in altra mia che la nazionalità
in politica è il primo bene di un popolo; e non
v’ha dubbio, è dessa la base e Ja guardia d’ogni
diritto e vantaggio civile, poiché senza la sicurezza non si ottiene in modo stabile il possesso
di cosa alcuna, e l’autonomia è appunto quella
che ci dà la sicurezza voluta. Il sentimento dunque della propria nazionalità è giusto in se stesso,
ma, rimarcalo bene, spesso non esiste in noi
sentimento di essa, cioè impulso nobile, generoso, ma fanatismo ; ed il fanatismo di nazionalità è una delle più terribili passioni del nostro
cuore malvagio: troverai esempi innumerevoli
di simile pregiudicio non solamente fra nazioni,
ma fra provincie, comuni e città di uno stesso
popolo. L'America tc ne offre uno recente : nella
ferrovia di Toronto e di Hamilton erano impiegati lavoranti irlandesi e tedeschi ; ebbene, per
fanatismo di nazionalità, successe una rissa fra
loro, ed un Tedesco fu steso morto con un colpo
di scure.
Violare la nazionalità altrui è certo un'ingiustizia, e quando la «offriamo, aspirare all'unità
nazionale e valersi dei mezzi che Iddio ci offre
per ottenerla è non solo diritto, ma dovere, in
quanto che dobbiamo sempre cooperare alla unificazione maggiore dell’umana famigliai Ed ecco
in qual modo é mestieri concepire l’unità nazionale ; ecco in qual modo le nazionalità, anzi
che essere ostacolo, diventano elementi onde
comporre il cosmopolitismo cristiano ; malareligione sola può dissipare in noi l'egoismo nazionale, cosa ben contraria al vero nazionale
sentimento. La politica nuda, la mondana politica mai non vi riuscirà: ammira la sapienza di Napoleone I, detto il Grande, e quella dei congregati di Vienna nel 1815 1 L’aforismo con cui l’uno
e gli altri si governarono allora è cotesto : « Che
« il buon ordine politico degli Stati, la felicità
« dei popoli e la sicurezza dei governi non di« pendono per nulla nè dalle consideraLzioni geo
• grafiche, nè dalle nazionalità ». Ammira eziandio la sapienza dei politici posteriori al 1815 I
Questi introdussero l’altro aiforismo « che ogni
« Stato o nazione deve rinserrarsi in se stessa,
t badare alle cose proprie e non ingerirsi delle
« altrui, non ristabilire le nazionalità, nè difenf derle se assalite, o forse talvolta intrommet^
« tersi per ispegnerle ». Che ti pare? Vedi il profitto che si ricava da una politica la quale non
ha per base la morale, il Vangelo ! Vedi stabilito già l’egoismo nazionale come norma del reggimento dei popoli! Ed avverti che ciò non proviene mica da malignità, ma da errore, per la
mancanza della vera luce, imperciocché tali politici credono di agire nel miglior modo possibile, e in vece non s’accorgono che oprando così
l’egoismo civile si trova in contrasto colla legge
naturale e sovrana della sociabilità, per cui tutto
11 genere umano fa un solo corpo in guisa che
il segregamento non può che nuocere alla civiltà, la quale ha bisogno dell’unione reciproca.
— Addio.
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CONSIGLI
per ogni anima che cerca sinceramente la verità.
« O voi dunque, chi che siate, ricchi o poveri,
inslrutti od ignoranti, giovani o vecchi, che pensate al conto che dovrete rendere un giorno dinanzi al trono di Dio, esaminate con cura su
che riposa la vostra speranza. Se è sulla parola
deiruomo, essa e vana; ma se è fondata sulla
verità di Dio^ voi non potreste sbagliare. Perchè
mai credereste ciecamente alla parola di un povero mortale, quando si tratta de’vostri interessi
i più cari, della salute dell’anima vostra immortale , mentre per una debole somma di danaro
voi esigete ogni sorta di garanzie? Preti e ministri
possono ingannarvi, possono ingannarsi eglino
medesimi; Dio solo uon v’inganna, come non
può neppure ingannarsi egli stesso in ciò che ha
rivelato agli uomini. Leggete la Bibbia, essa è
la parola di Dio. Leggetela non come un libro
umano, non con leggerezza, ma con rispetto; è
Dio che vi parla da un capo all’altro. Leggetela
con preghiera: per comprendere la parola di Dio
bisogna avere lo spirito di Dio. Leggetela, uomini
istrutti ; vi troverete materia por le più profonde
meditazioni, vi troverete la sublime poesia. Leggetela, uomini del popolo: noa è la scienza che
può discoprirvi questi tesori; non è un libro che
sia accessibile soltanto a’ vostri preti, agli uomini
sapienti; è il bene comune deirumanità; sono
« cose nascoste ai savii e agli intendenti, e rivelate ai piccoli fanciulli ». Leggetela, poiché è per
essa che sarete giudicati nell’ultimo giorno. Leggetela tutti e possiate trovarvi la pace dell anima
vostra^ la vostra gioia nella prosperità, la vostra
consolazione neJl’infortunio, la libertà nelle catene e la speranza d’una felice immortalità all’ora
della morte I
« Voi cristiani, figliuoli della Bibbia, mostratevi ogni giorno più degni della libertà che il
Vangelo vi ha donato! Voi non dovete essere gli
schiavi degli uomini in materia di fede. Ricordatevi cho siete gli schiavi di Dio, e non prendete
dalla vostra libertà pretesto per vivere secondo
la carne. Non vivete più secondo le concupiscenze
degli uomini, mi secondo la volontà di Dio. Tenete una condotta onesta in mezzo ai vostri fratelli cattolici-romani, onde facendo bene chiudiate la bocca agli uomini ignoranti e privi di
buon senso, e invece che parlino male di voi,
come se foste malfattori, essi glorifichino Iddio
nel giorno che li visiterà, in causa dello vostre
buone opere che avranno vedute » (1 Pieiro, II).
Non siate uomini di partito. Non dite : « Quanto
è a me, io son di Paolo, ed io d’ApolIo: non siete
voi carnali? Chi è dunque Paolo, chi è Apollo?
so non ministri, per li quali voi avete creduto ,
e ciò secondo che il Signore ha dato a ciascuno?
Io ho piantato. Apollo ha adacquato, ma Dio
ha fatto crescere. Talché nè colui che pianta,
nè colui che adacqua, non è nulla; ma non v’è
altri che Iddio, il quale fa crescere. Or e colui
che pianta e colui ch’adaqua sono una medesima
cosa; e ciascuno riceverà il suo proprio premio,
secondolasuafatica.Conciossiacosachènoi siamo
operai nell’opera di Dio, voi siete il campo di Dio,
l’edificio di Dio » (1 Corinti, III).
LA FEBBRE GIALLA.
New-York, 8 settembre 1855.
Leggesi nell’Eco d'Italia quanto segue :
« La strage continua, il morbo va ognor più
crescendo e la morte prosegue la sua funerea
marcia in Norfolk e Porstmouth, senza lasciar
tralucera, alcuna speranza di qualche miglioramento.
« La popolazione di Norfolk è ridotta a duemila abitanti, la metà infermi; ogni di avvengono
da 100 a 120 casi, e la cifra dei decessi è salita a
60 al giorno.
« Quasi tutti j. medici accorsi da altre città
deirUnione caddero vittima del terribile morbo:
ora cominciano a mancare i viveri, non per difetto di danaro, ma perchè tutti i negozii sono
chiusi e l’agricoltura è negletta, e non giungono
più bastimenti nel porto.
« I magistrati sono in parte morti, o que’ pochi
che rimangono infermi; si è formato un comitato
di salute pubblica, il quale proclamò una legge
marziale, costringendo, sotto pena di morte, i
proprietarii di cavalli e veicoli di cederli al governo provvisorio, onde trasportare gli infermi
agli ospedali ed i cadaveri al cimitero, che per
scarsità di cataletti si seppelliscono nella calce.
« I cadaveri sono lasciati insepolti per una
intiera giornata, non potendosi dal picciol numero di becchini scavare tante fosse.
<i La malattia si è ora estesa anche alle bestie ;
cani e gatti si trovano morti nelle strade, e pare
che sofl'rano tutti i sintomi della febbre gialla.
« Una deputazione di cittadini di Norfolk si è
recata dal presidente Pierce, onde ottenere mezzi
per rimuovere tutta la popolazione e trasferirla
nei forti situati sul mare, a trenta miglia dalla
città ».
Umiliamoci dinanzi alla Maestà di Dio, adoriamo nelle attuali sventure, sia di peste, sia di
guerra, i suoi alti decreti, e preghiamo di cuore
affinchè l’umanità, per queste prove, si converta
e venga stabilito il regno di Gesù Cristo.
IVOTIZIE RELIGIOSE.
Torjno. — Si dice che la sacra penitenzierii»
di Roma abbia indirizzato ai vescovi del nostro
regno nuove istritzioni, come interpretazione del
papale decreto riferibile alla scomunica, e delle
circolari secreto già diramate in proposito. La
sacra penitenzieria avrebbe risposto (stando sempre alla voce sparsa) collo stabilire le categorie
degli scomunicati, cioè di coloro dai quali, .sotto
pena di rifiuto dei sacramenti, si richiede una
ritrattazione. Tali categorie sarebbero dieci o
dodici, e comprenderebbero i ministri (è rimarchevole che non si cominci da più alto), i membri
delle due Camere favorevoli alla legge, i membri
dell’amministrazione della Cassa ecclesiastica,
gli agenti demaniali, i sindaci, i consiglieri comunali, i giudici, gli operai che si prestarono
all’esecuzione della legge, i giornalisti che promossero la riforma, i soscrittori alle petizioni
favorevoli ad essa, e quanti infine presero parte
in un modo o neH’altro o mostrarono di aderire.
Nel dare queste spiegazioni la penitenzieria raccomanderebbe una segretezza ancor maggioro
che por le istruzioni antecedenti ; quindi alcuni
vescovi si sarebbero limitati a mandare in giro
a’ parrochi la nuova circolare di Roma con esplicita proibizione di prenderne copia.
Se la cosa è vera, come sembra dalla maniera
positiva con cui se ne parla, la sacra penitenzieria
poteva risparmiare tempo e noia nel descrivere
le dette categorie, e dire cho si ritiene a dirittura
scomunicato tutto il regno ; e poi, che cos’è cotesta penitenzieria che interpreta Io bolle o brevi,
o altro che sia dol papa? E perchè cotesta secretezza raccomandata? Forse la ragione si è che
a Roma esiste bensi il papato o il sistema, ma il
papa non è più nè papa nè ro ; cho il papato è
un negozio politico ; o che la politica oggidì più
che mai esige che i fulmini dol Vaticano sieno
scagliati non già in pien’aria, ma attraverso le
feritoie de’ confessionali, onde atterrire almeno
alcuni pavidi individui, se non è dato ai principi
tonsurati di Roma di far breccia nello masso.
Austria. — Il nome di Maria, — L’arcivescovo
di Lintz ha interdetto di dare per l’avvenire ai
bambini, nella ceremonia del battesimo, il nome
di Maria. Simile proibizione esiste pel nome di
Gesù in tutti i paesi cattolici, salvo la Spagna.
Questo fatto dimostra assai bene per quale invincibile logica il cattolicismo romano sia spinto
oggidì a collocare nel medesimo grado la Vergine e il Salvatore. Noi ci aspettiamo cho diventi
gènerale simile divieto.
Londra. — Unione fra i missionari. — Un
missionario della Chiesa episcopale d’Inghilterra,
interrogato dinanzi ad una commissione della
Camera dei lord (quest’anno 1855), sulle dottrine
dei diversi missionari, rispose; « Oh! allorquando
ci troviamo all’estero, noi siamo tutti uno. Abbiamo, in particolare, denominazioni differenti e
lavoriamo per gli interessi della Chiesa a cui
apparteniamo; ma allorché ci riuniamo per qualche oggetto missionario, l’interesse è uno solo e
il medesimo ».
BOLLETTIIVO POLITICO.
I giornali francesi recano un secondo rapporto
di Pelissier sulla presa di Sebastopoli; leggesi
in esso :
« La brigata Sarda del generale Cialdini, che
« il generale Lamarmora aveva messa a mia di« sposizione per rinforzare il primo corpo, ha
« sopportato il fuoco terribile che s’incrociava
« nelle nostre trincee coll’impavido contegno di
« truppe agguerrite. I piemontesi credevano di
* menar le mani ; ma l’attacco del bastione del« l’AIbero non avendo dovuto effettuarsi, è stato
« impossibile soddisfare l’ardore di questi prodi ».
— Le notizie che ci pervengono dal teatro della
guerra non sono gran fatto notevoli. II presidio
francese di Sebastopoli era stato accresciuto e
gli alleati dalle restaurate batterie della Quarantena cannoneggiavano di continuo i forti del
Nord; tra il maresciallo Pelissier ed il principe
Gortschakoff si faceva uno scambio continuo di
comunicazioni ma ignorsi a quale oggetto.
— Un dispaccio del comandante in capo rnsso
portante la data del 28 scorso annunzia che gli
alleati accumulavano grandi forze contro il fianco
sinistro dcH'esercito moscovita. Pelissier dopo
alcuni giorni di riposo concessi ai soldati, pare
abbia ordinato di passare la Cernaia, mossa che
sarà seguita da quella di tutto l’esercito.
UroNHO MOBienlro gerente.