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Anno IV
numero 30
del 26 luglio 1996
L. 2000
Spedizione in abb- postalet50%
Torino
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Bibbia e attualità
IL RISCHIO
DELLA PROFEZIA
TTNO dei caratteri del profeta
nell'esperienza d’Israele è quello
di avere il coraggio di assumersi la responsabilità delle parole che pronuncia, anche se esse non originano dalla
sua propria riflessione ma gli vengono
perentoriamente dal Signore. Questa
assunzione di responsabilità è così
convinta che il vero profeta non si sottrae alle conseguenze dei giudizi che
pronuncia, anzi accetta di subire, la
punizione dei misfatti che ha denunciato negli altri. La sua salvezza sta
nella grazia redentrice e misericordiosa del Signore. Penso che queste ovvie
osservazioni sul modello del profeta
d’Israele vadano richiamate e considerate attentamente in queste settimane,
quando le nostre assemblee ecclesiastiche sono chiamate a pronunciarsi
sull’opportunità che la fine del millennio sia vissuto dalle chiese, non secondo il modulo del giubileo cattolico romano, ma nello spirito dell’anno sabbatico e del giubileo biblico «L’anno
accettevole del Signore».
rUTTO questo è molto bello, ma
devo confessare che mi preoccupano le decisioni assembleari, quando
suonano bene, ma non tutti sembrano
percepirne la portata, promuovere il
giubileo biblico è impresa rischiosa;,
perché ha una carica profetica tale,
che, nel periodo monarchico di Israele,
nessuno o quasi volle accollarsi: la remissione dei debiti, la liberazione degli schiavi israeliti, un «riposo» sabbatico prolungato anche della terra. La
carica profetica sta anche nel costo che
l’applicazione del modello giubilare
comporta. Siamo noi, piccole chiese
dell’ecumene cristiana, capaci di tanto
coraggio? Quando l’Assemblea generale delle chiese battiste in Italia fa appello alla necessità che l’inizio del
nuovo millennio sia sì occasione di
ringraziamento a Dio e quindi di celebrazione della sua benevolenza, ma
anche una circostanza in cui le chiese
cristiane dei «paesi ricchi» si impegnano a sollecitare i governi dei paesi che
le ospitano a concordare su base mondiale un meccanismo di azzeramento
del debito estero accumulato dai «paesi poveri», siamo davvero consapevoli
di quale responsabilità profetica ci carichiamo? Siamo pronti da parte no- ■
stra a pagarne il costo? Oppure pensiamo che poi saranno altri a portare
le conseguenze di un’eventuale accoglienza delle nostre proposte?
Ammesso che la nostra iniziativa
avesse successo, è abbastanza
chiaro che i governi dei paesi ricchi
dovrebbero contemporaneamente, e
contando su maggioranze politiche
forti, prendere misure in certi casi drastiche sul piano della spesa (servizi sociali) e delle entrate (imposte sulle
persone e sulle imprese), tali da consentire, entro un breve periodo, il riequilibrio economico dei singoli paesi
interessati. In altre parole anche le
chiese, che oggi propongono una soluzione «profetica» del debito dei paesi
poveri, devono sapere che l'onere e le
conseguenze di una proposta come
quella che facciamo ricadrebbe in larga parte anche su di loro, sulle famiglie e sui singoli contribuenti che in esso hanno parte. Quando abbiamo votato quella rñozione, abbiamo alzato
la mano per prenderci davanti a Dio e
agli uomini questo, che non è solo un
impegno (lavoro, fatica, stanchezza,
ècc.j, ma anche una responsabilità
(quella del rischio). Non era, spero, il
coraggio dell’incoscienza. La carica
profetica del nostro gesto non deve
scoraggiarci ma ci deve sfidare, come
ogni scelta di vita modesta, se non
proprio di povertà.
Paolo Spano
SETTI MANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BA riTSTE, METODISTE. VALDESI
Chiese e movimenti ambientalisti lanciano una «petizione sul clima»
Un «patto» contro i mutamenti del clima
Per combattere ¡a crescita a livello mondiale di carestie e siccità, inondazioni e devastazioni
i paesi industrializzati dà/ono assumere uno stile di vita più responsabile verso l'ambiente
ANTONELLA VISINTIN
IL Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec) in primavera ha lanciato una petizione sul clima nei
paesi industrializzati per chiedere a
governi e Parlamenti un impegrio
concreto nella riduzione delle
emissioni di gas responsabili dell’effetto serra. Fra gli organizzatori
figura anche l’«European centre for ^
studies, informations and education on Paciffe issues» (Ecsiep), una
rete di solidarietà fra l’Europa e il
Pacifico promossa da organizzazioni ecclesiastiche e non governative
in 7 paesi europei.
A livello internazionale l’iniziativa è stata sostenuta fra gli altri dal
Patriarcato ecuinenico di Costantinopoli, dalla Federazione luterana
mondiale, daH’Alleanza riformata
mondiale, dalla Federazione mondiale studenti cristiani e dalla Conferenza delle chiese europee (Kek).
Per l’Italia aderiscono la Federazione delle chiese evangeliche (e in
particolare delle chiese luterane,
valdesi, metodiste e battiste), 1’
Unione delle chiese awentiste, la
Federazione giovanile evangelica,
la Caritas italiana, Legambiente (in
collaborazione con la quale la petizione italiana è stata redatta), il
Wwf Italia, Greenpeace Italia, il Segretariato attività ecumeniche
(Sae), le Adi, il Movimento internazionale per la riconciliazione
(Mir), il Forum ecumenico delle
donne cristiane d’Europa, l’Associazione per la pace e Beati i costruttori di pace.
In campo cristiano si tratta dell’azione più significativa fin qui
promossa su questo tema e, più in
generale, nell’area della salvaguardia del creato, a 7 anni dall’Assemblea ecumenica di Basilea nella
quale la responsabilità verso l’am- .
biente era stata associata alla pace
quali obiettivi di impegno etico.
Per solidarietà con la «Alliance of
small island States», l’organizzazione internazionale dei paesi-isola direttamente minacciati di e
Per la tutela del clima Occorre anche ripensare i nostri modellidi sviluppo. Fabbrica a Oradea (Romania)
(Roto F. Toum)
stinzione in caso di innalzamento
del livello del mare, la petizione
chiede l’assunzione del cosiddetto
«target di Toronto» (1988): la riduzione delle emissioni di anidride
carbonica entro il 2005 rispetto ai
livelli del 1990. Sugli altri gas di
serra, fra cui metano e crofluorocarburi, non vengono fissati obiettivi essendo l’emergenza associata
aH’anidride carbonica prodotta innanzitutto dalle industrie e poi dai
mezzi di trasporto e dal riscaldamento delle abitazioni.
Fissata la meta, U secondo punto
si fa più ebeostanziato e individua
già da ora strategie e strumenti che
consentano di raggiungere ulteriori riduzioni oltre il 2005. Da ultimo
porta chi sottoscrive a un impegno
personale, ben sapendo la fragilità
su cui poggia la speranza di una
modifica dei comportamenti individuali sulla spinta di una motivazione così apparentemente lontana, Per il Cec questa petizione è la
punta visibile di un impegno di
lunga data in sedi istituzionali e a
fianco dì organizzazioni ambientaliste, associazioni e organizzazioni
non governative sensibiU al tema.
È di questi giorni il secondo incontro a Ginevra tra i 150 paesi fìrmàtari della Convenzione sul cambiamento del clima (Vertice mondiale
Onu su ambiente e sviluppo 1992)
nell’ambito del quale il Cec ha un
tavolo di confronto.
Viceversa nelle nostre chiese il
tema non è considerato fra i più
appassionanti. Il sostegno a questa iniziativa internazionale, perciò, costituirà per i promotori un
impegno a informare e a niotivare
un’adesione che non può essere
-solo formale, assumendo le preoccupazioni di molti per le possibili
conseguenze dei mutamenti del
clima: dalla siccità alle ihondazioni, al rischio di carestie e di estinzioni di massa.
Per una fortunata coincidenza,
la campagna di petizione sul clirna
si svolge in contemporanea alla
preparazione della seconda Assemblea ecumenica sulla riconciliazione (Graz 1997), all’interno
dqlla quale ogni comunità che lo
desideri potrà istruire ùno o più
gesti di riconciliazione da portare
a Graz. Potrebbe essere interessante cercare di coniugare i due
temi e fare di questa petizione
un’occasione per riflettere sulle
nostre capacità di offesa dèi creato
che geme ed è in travagUo.
TAVOLA VALDESE
Corpo
pastorale
Per venerdì e sabato
23-24 AGOSTO 1996
è convocato il corpo pastorale
Venerdì 23, ore 9-19: Commissione culto e liturgia. Commissione permanente per
la formazione pastorale. Mobilità pastorale.
Sabato 24, ore 9-13: Esame di fede dei candidati al ministero Luca Baratto, Gabriella Lettini, Lorenzo Scomaienchi,
Franco Taglierò. Vàrie ed eventuali.
Tutti ì pastori sono tenuti a partecipare alla
riunione del corpo pastorale. Le sedute del
corpo pastorale, salvo particolari momenti, sono aperte a tutti i membri delle chiese valdesi
e metodiste.
Il moderatore della Tavola valdese
Gianni Rostan
TAVOLA VALDESE
Sinodo delle
chiese
valdesi e metodiste
Il Sinodo, secondo quanto disposto dall’atto
n. 83 della sessione sinodale europea 1995, è
convocato per
DOMENICA 25 AGOST01996
I mèmbri del Sinodo sono invitati a recarsi
nell’Aula sinodale della Casa valdese di Torre
Pellice, Via C Beckwith 2, alle ore 15.
II culto di apertura avrà inizio alle ore 15,30
nel tempio di Torre Pellice e sarà presieduto
dal pastore Paolo Ricca.
Il moderatore della Tavola valdese
Gianni Rostan
Panoram
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ERA EVANGELICO IL RAGAZZO NAPOLETANO UCCISO PER UN MOTORINO — Gli hanno puntato una piccola pistola semiautomatica alla testa e hanno
fatto fuoco. Davide Sennino, 19 anni, di
San Giorgio a Cremano, un piccolo Comune ai piedi del Vesuvio, è morto all'
ospedale Cardarelli di Napoli, dopo tre
giorni di coma, perché aveva riconosciuto
chi stava rubando il motorino del suo
amico, oppure perché aveva tentato di
resistere in qualche modo al furto. Uno
dei tanti, troppi, episodi di piccola ma feroce criminalità che coinvolge i giovani
soprattutto delle aree metropolitane.
Davide era un bravo ragazzo, appena
diplomato odontotecnico e anche, come
privatista, in pianoforte. Era evangelico,
frequentava fin da piccolo la Chiesa cristiana evangelica di Portici, una chiesa
pentecostale aderente alle Assemblee di
Dio in Italia, doye spesso suonava durante il culto. Sognava un futuro da musicista, ma aveva chiesto di svolgere il servizio di leva come carabiniere per aiutare
la famiglia. Probabilmente la sua educazione religiosa gii ha reso naturale quel
suo reagire a un atto di prepotenza costatogli troppo caro.
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
venerdì 26 LUGUO
«Ora Gesù,
chiamati assieme i dodici, diede loro potestà ^
ed autorità su
tutti i demoni
e di guarir
le malattie.
E li mandò
a predicare
il regno di Dio
e a guarire gli
infermi.
E disse loto: Non
prendete nulla
per viaggio: ne
bastone, né sacca, né pane, né
danaro, e non
abbiate tunica
di ricambio.
E in qualunque
casa sarete
entrati,
in quella dimorate e da quella
ripartite.
E quant’è
a quelli che non
vi riceveranno,
uscendo dalla
loro città, scotete
la polvere dai vostri piedi,
' in testimonianza
contro a loro.
Ed essi, partiti,
andavano di villaggio in villaggio, evangelizzando e operando guarigioni
dappertutto.
Erode, il tetrarca,
udì parlare di
tutti questi fatti;
ne era perplesso,
perché alcuni
dicevano:
Giovanni è risuscitato dai morti;
altri dicevano:
- È apparso Elia;
e altri: È risuscitato uno degli
antichi profeti.
Ma Erode disse:
Giovanni Vho
fatto decapitare;
chi è dunque
costui del quale
sento dire queste
cose?
E cercava
di vederlo.
Gli apostoli
ritornarono e
raccontarono à
Gesù tutte'^le cose
che avevano fatte; ed egli li prese
con sé e si ritirò
in disparte verso
una città chiamata Betsaida»
(Luca 9,1-10)
EVANGELIZZARE E GUARIRE
Il tempo della missione non è ancora finito. Si tratta sempre di andare verso
gli altri. Una predicazione fedele mette in discussione anche il potere politico
ARRIGO BONNES
Lf EVANGELO non ci offre
molti dettagli. Ci dice soltanto che gli apostoli vanno.
Non sembra che facciano prima
le prove generali per verificare
se l’autorità e la potenza che sono state loro conferite siano veramente tali; non sembra neanche che si siano messi a studiare
a tavolino una strategia evangelizzatrice: una mappa dei bisogni della gente e le risposte da
dare. Non sappiamo neanche se
sono andati in ordine sparso, in
coppia o in massa; sappiamo
solo che hanno semplicemente
obbedito e sono andati attorno,
di villaggio in villaggio. Non
possiamo, nemmeno dire, come
invece per noi oggi, che è la fede
a muoverli. Gli apostoli qui descritti sono uomini che ancora
si interrogano sulla persona di
Gesù. Egli non è ancora il risorto! Lo Spirito Santo non è ancora disceso su di loro: eppure
hanno fiducia; danno credito a
colui che li manda. Ascoltano o
ricevono la parola di Gesù e in
obbedienza a questa parola si
mettono in movimento.
La chiesa è movimento
RISCOPRIAMOLO: la chiesa è
movimento! Essere chiesa
può forse significare di nuovo
oggi che non possiamo più pensare in termini di istituzione, di
campanile. In una situazione di
villaggio globale, il tempo della
missione non è ancora finito,
anzi possiamo dire che è sempre
agli inizi. Mi pare che si tratti ancora di un andare verso... Il nostro testo ci dice che gli apostoli
vanno di villaggio in villaggio.
Quest’ultima notazione ci può
far pensare che abbiano limitato
il loro raggio d’azione rinunciando all’impegno nei confronti^
della città come invece era loro
stato indicato. Per il nostro ste
reotipo il villaggio è il luogo della
conservazione, della reazione,,
della difesa a oltranza dei valori
del passato, mentre la città è il
luogo dell’apertura, dell’ascolto
interessato e disponibile... forse
per questo si ricava Timpressione che in fondo l’azione degli
apostoli sia stata un po’ sotto tono, non abbia cioè pienamente
risposto all’ordine missionario
di Gesù. Sarà invece la missione
dei settanta, nel racconto dell’
evangelista Luca, che parlerà
dell’allegrezza dei discepoli i
quali, ritornando, racconteranno
a Gesù che anche i demoni sono
loro sottoposti nel suo nome e
Gesù replicherà loro: «Io mirava
Satana cader dal cielo a guisa di
folgore»: un trionfo! Per l’immaginario di taluni il villaggio può
però essere anche considerato
come il luogo abitato dai più poveri, da coloro che non contano,
che non hanno potere e la città
può essere pensata in termini
meno esaltanti e positivi senza
necessariamente arrivare a classificarla semplicemente come
un luogo di corruzione e di perdizione. Il villaggio, la città: luoghi fisici dove l’umanità, uscita
dal ristretto ambito familiare, incontra l’altro, il prossimo e vive
quindi la sua dimensione sociale, relazionale.
riprendere, in modo nuovo, il
suo dialogo con l’umanità. Questa predicazione difficile e incerta (difficile, perché non è semplice comunicare speranza; incerta, perché gli apostoli si portano dappresso ancora tutte le
domande su chi sia veramente
Gesù) viene accompagnata dal
«potere» di curare e guarire là
malattia e dall’autorità sopra i
demoni. La parola cioè si incarna in azione che produce trasformazioni reali, concrete. Le
donne e gli uomini che vengono
raggiunti dalla predicazione degli apostoli fanno anche l’esperienza della guarigione. La loro
esistenza viene trasformata.
Non vivono più nella debolezza
di chi si è lasciato sottoporre dal
dominio della malattia e di
quanto nell’uomo e fuori di esso
si oppone a Dio, ma hanno acquistato la forza fiduciosa di coloro che hanno fatto la fondamentale scoperta del Dio che
cammina insieme a loro. La predicazione della chiesa non è e
non può essere disincarnata, la
sua validità ha una verifica immediata e costante.
so: un predicatore moralizzatore
dei costumi e della religione
(Giovanni risuscitato dai morti),
un provvidenziale uomo di Dio
che opera guarigioni e resurrezioni (Elia), e in un tempo oramai chiuso ai nuovi profeti (quasi che Dio, avendo anticamente
parlato, non potesse più suscitare nuovi personaggi ma avesse
bisogng di ricorrere a personaggi
già conosciuti) uno degli antichi
profeti (risuscitato).
Una predicazione efficace
Parola e azione
Preghiamo
Padre celeste! Risveglia la coscienza nel nostro
petto, insegnaci tu ad aprire le orecchie dello spirito alla tua voce per custodire la tua parola. Che la
tua volontà possa risuonare pura e chiara per noi
come é nei cieli, non falsificata dalla nostra prudenza umana, non coperta dalla voce delle passioni. Mantienici vigliami con timore e tremore.
Amen.
Soren Kierkegaard
(dal Diario 1838, Morcelliana, Brescia)
IN questo loro cammino gli
apostoli fanno due cose: evangelizzano e guariscono gli
ammalati. Il Signore aveva affidato loro una parola che andava
gridata, proclamata ad alta voce:
nonostante la divisione nazionale (il regno di Israele diviso in
tetrarchie), nonostante la dominazione economica e militare
romana, nonostante che sacerdoti e Sinedrio siano più impegnati a difendere gli aspetti esteriori della propria religione e
quindi il proprio prestigio, nonostante la dispersione, la povertà, la malattia e la morte, nonostante tutto di quanto più negativo si possa sperimentare
nella vita personale e collettiva!
Dio regna! Dio non è indifferente e non rimane inerte davanti al
gridojli dolore di una umanità
che si trova a sofi’rire per la sua
non conoscenza di Dio. Il cielo
sopra Israele è coperto da spesse nubi, ma sopra di esse splende sicuramente il sole e un raggio ha decisamente attraversato
queste nubi, questo raggio è
presente nella persona e nell’
opera di Gesù: Dio ha deciso di
Luca ci informa di due cose
fondamentali a proposito dell’
efficacia e della correttezza della
predicazione: innanzitutto che
nonostante tutte le sue difficoltà
e le sue incertezze essa deve
avere una ricaduta, suscitando
in alcuni fede ed entusiasmo, in
altri perplessità e curiosità; in
secondo luogo, favorevole o sfavorevole che sia l’accoglienza di
questa predicazione, deve essere chiaro il soggetto-oggetto di
questa predicazione, cioè Gesù.
Il nostro testo ci dice che l’eco
della predicazione degli apostoli
è giunta fin dentro l’impenetrabile fortezza di Macheronte. Da
sempre il potere fa il suo mestiere di sorvegliare che nulla turbi
e modifichi l’ordine costituito.
La reazione di Erode Antipa che
è, nello stesso tempo, di perplessità, di cinismo e di curiosità, testimonia chiaramente
che la predicazione degli apostoli non ha rimandato a loro
stessi, ma a colui che li ha mandati: «Chi è dunque costui, del
quale sento dir tali cose?». Lo
sappiamo, ma ripetiamocelo
egualmente: la chiesa non può e
non deve predicare se stessa. La
sua predicazione deve rimandare a Gesù. In questo racconto il
Gesù predicato dagli apostoli è
ancora un personaggio non del
tutto delineato, è un personaggio che può essere ancora confu
NONOSTANTE i limiti di questa Come di altre predicazioni, l’obiettivo è raggiunto:
nessuno può dirsi estraneo, non
coinvolto. Lo stesso potere viene
raggiunto, sollecitato, interrogato. Da un lato abbiamo il potere
e l’autorità dell’Evangelo: un potere e un’autorità liberante e liberatrice che ti restituisce, realmente, fisicamente e spiritualmente, la tua dignità unica e intangibile di persona umana perché sono fondati sull’amore di
un Dio che si è totalmente donato. Dall’altro il potere e l’autorità
di uno stato e di una società che,
proprio in noiùe della conservazione e perpetuazione di loro
stessi, non possono che guardare con timore e sospetto qualunque ipotesi che proclami conclusa la loro fase storica e i presupposti sui quali il loro potere e la
loro autorità riposano, poiché
essi si fondano sull’amor di sé.
Utopia? Forse. Ma non vi sembra che dovrebbe preoccupare
un po’ che lo stato e la società
oggi non si sentano più messi in
discussione dalla predicazione
cristiana? Così come noi non siamo più gli stessi, poiché entrando in contatto con l’Evangelo,
qualcosa in noi si è modificato:
potrà essere il dubbio che ci rode, la speranza che ci afferra, la
curiosità che si fa strada, siamo
autorizzati a pensare che una fedele predicazione dell’Evangelo
debba necessariamente porre
degli interrogativi alla società in
cui viviamo e se questi interrogativi non nascono, forse qualcosa in noi, nella nostra predicazione, non funziona...
Gli apostoli ritornano. Erode
intanto vorrebbe sapere chi è
dunque costui di cui sente parlare, evidentemente non sono riusciti a dissipare tutti i dubbi che
erano presenti nella loro società
contemporanea, ma una volta
«ritornati, raccontano a Gesù
tutte le cose che avevano fatto».
f2" di una serie di 3 articoli)
Note
omiletiche
Il nostro testo si pr,
per una riflessione sull
fetto che può produi
una predicazione fed
sulle autorità politichetempo. I w. 7-9 ci des
vono infatti, in poche'
tute, le reazioni suscii
all'interno del potére p|
tico del tempo, dall|¡
dicazione degli apoit
Il punto di riferimenti
è Erode Antipa, figlio
Erode il Grande, a cui
andato un pezzo de regi
di suo padre e da que¡
divisione deriva i titolo
tetrarca.
Luca ce lo descrive a p¡
riprese nel corso del sui
Evangelo. Lo incontriai
la prima volta nel cap:
■19-20: «Ma Erode, (Iti
trarca, essendo ripreso
Giovanni riguardo ad Ere
diade,' moglie di suo fra<^
tello, e per tutte le malvj;ii|
gità ch'esso Erode aveva
commesse, aggiunse-atut.,
te le altre anche questa dij
rinchiudere Giovanni in
prigione». La prima deserti
zione ci dice che siamo di
vanti a un personaggii
immorale, cattivo, un veri
e .proprio despota. La
conda volta lo incontri!
mo nel nostro testo e
ci viene descritto come un
uomo perplesso e razionai
le, anche se la sua è un,
razionalità notevolmenti
macabra («Giovanni i'hr
fatto decapitare»), e curii
so («cercava di vederlo»).
La terza volta è nel caj
13, 31: «In quello stesso¡
momento vennero alcuni:
Farisei a dire a Gesù: “Parti, e vattene di qui, perché’
Erode ti vuol far morire"»;
e qui viene descritto nuo-.
vomente come un uomoi
violento, risoluto a difendere il proprio potere. La
quarta e ultima voltaé
nel cap. 23, 6-12, in cui
l'evangelista ci raccontai
che Erode è riuscito a co-;
roñare il suo desiderio
vedere Gesù, e rimai
deluso perché egli non si
è assoggettato alla suaj
autorità (ha cioè disde|
gnato l'invito a produi
in un qualche miracolo),!
dopo averlo maltrattato e
deriso lo ha rinviato al
mittente, cioè all'autori
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senso politico. ____
Luca dà, complessiva
mente, del personaggi!
lonnotazioni
Erode, una connotazi
fortemente negativa. Non i pei
è quindi possibile appli® hmi
re acriticamente, nei con fife r
fronti del potere del no itìme
stro tempo, l'interpreW afln
zione che Luca dà delie ¡qjg]
trarca Erode, ma certa! lirici
mente possiamo dire che, rg
quando il potere ha avut!
in tutto o in parte letJ;
ratteristiche di Erode AntH
pa e ogni qualvolta^ pg^,
chiesa ha predicatoJ'Eva*
gelo e, con una parola®
ra ai riformatori, rettr
mente amministrato i
cramenti, l'intervento s^
spettoso e persecutori^
(da parte del potere) n^
si è fatto attendere. Lur”
non vuole demonizzare
potere: l'atteggiameot
del re Agrippa, ad esei
pio, davanti alla predio
zione di Paolo è di apen
zione ui raoiu c v. -r n g
disponibilità (Atti 26); ®5^desca
vuole semplicemente re^ujjg
dere attenti al fatto^ u
quando la predicario^^
dell'Evangelo è fedele, et ^ ^
ca CI icrtfa atfpn^ionß* t0li
Per passa
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Oltre ai testi già C'ÿ
settimana scorsa, c jjjgj
r«tiarvi/\ ì cannanti ’ I. ttf,.-?
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Letteratura tedesca e Riforma
¡oethe, Lessing e i romantici
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nel cap.'l
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tlMANUELE PASCKETTO
cura di Paolo Chiarini,
.uno dei maggiori germaisti italiani, ordinario alla
¡iaienza» di Pioma e, fra 1’
Itto, direttore dell’Istituto
IO di studi germanici, è
¡ito recentemente un volute sulla letteratura tedesca
illa fine del '400 alla metà
il’700*.
™‘^ Ji’opera si divide in quattro
La prima: La Germania
pnizio deU’età moderna,
Stata con competenza da
na Morisi, docente di Stodella Riforma e della Coniforma, sempre presso la
.^nza», delinea la situatone Jetteraria della Gemiaiaiièi decenni che precedo0 la Riforma e durante la
è disdei ssà, inserendola nelle proprodur| Smatiche politiche, econoiracolo^ Che, religiose culturali del-attato e j capitoli succesBonfatti, ordiau ««iqo (Ji Lingua e Letteratura
Osca airUniversità di Papa, portano i titoli: Rina,lessivai e Riforma, Contro
in uom.o
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onaggW ^ ^ Barocco, Agli albori
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'uminismo. L’autore,
iva. Non] ] perizia e padronanza
IVSI. ^ f--M ^ W.V* i W AlCXllZj C*
applica- a materia, accompagna il
nei coaì ore nello sviluppo e irrodel no- (¡mento di questa letterasulla soglia della sua
a del Btoia grande stagione, che si
rà con la straordinarie fi® di Lessing prima e di
Wer poi' e il significativo
cimento dello «Sturm
a Drang».
: ÌjBanto ci può interesI® P/ù direttamente possiaTuire che ci appare ben
la figura di Martin
“w. la cui traduzione dellobia in tedesco dalle lin^j^^Sihali e non più dalla
Testa un punto di
^hza indiscusso per lo
^0 successivo del «Neu. deutsch». Una critica un
vPMtigiana lo aveva defi
e, appropriatamente, il peso
assunto dall’esperienza del
Pietismo nel quadro culturale
tedesco del primo ’700, con le
sue influenze successive.
Il testo, accurato e documentato, si legge con piacere
e con facilità, il che testimonia non solo delle indubbie
capacità comunicative degli
autori, ma anche del fatto
che la passione é la padronanza di una materia non
debbono per forza manifestarsi attraverso un discorso
erudito e pesante, riservato
agli addetti ai lavori, ma possono tradursi in una esposizione che gratifica anche il
comune lettore.
C") Emilio Bonfatti-Anna MoRisi: La nascita della Letteratura tedesca (DairUmanesimo
agli albori deU’IUuminismo). A
cura di Paolo Chiarini. Roma,
Ed. La nuova Italia scientifica,
pp 329, £ 38.000.
POCHE «figure storiche»
sono state bistrattate come i Puritani: dileggiati sui
giofnali e in tv come «arcigni»
negatori della gioia della vita,
visti da una certa vulgata
marxista' come puro e semplice sottoprodotto dello sviluppo capitalistico (e viceversa daUa vulgata weberiana come «causa» del capitalismo e
degli infiniti mali che ne sarebbero derivati), guardati
con sufficienza dagli scettici
«liberal» d’Europa e d’America^ i Puritani hanno dovuto
attendere la ihetà del nostro
tragico secolo perché il loro
contributo alla formazione
del mondo moderno venisse
finalmente rivalutato. Due sono essenzialmente i protagonisti di questa riabilitazione:
Perry Miller, col suo classico
The New England MincT e Michael Walzer, con questo volume che la Claudiana ha coraggiosamente tradotto e proposto alla cultura itali^aL
Il libro comincia, come di
dovere, con Calvino: ebreo
laico, Walzer non è molto
sensibile alla tensione cristologica che sottende tutta
l’opera del riformatore ginevrino; per Walzer (come per
Wolin) Calvino è essenzialmente l’educatore politico
del protestantesimo. Questa
«educazinne politica» ha un
primo campo di applicazione
tra i riformati francesi: protetti dalla nobiltà ugonotta
ma repressi dal ie, i calvinisti
francesi elaborano prima una
teoria della resistenza, e poi
una vera e propria dottrina
della rivoluzione. Ma l’area in
cui il calvinismo esplica tutta
le sue potenzialità rivoluzionarie è la Gran Bretagna: anzitutto la Scozia in cui sotto
la guida di John Knox nasce il
Covenant, quel patto con Dio
e tra gli uomini in base al
quale si depongono regine, si
riformano la chiesa e la società, si stabiliscono nuoviordinamenti politici a fronte
dei quali sta sempre una potente «General Assembly»
guidata, in nome di Dio, da
inflessibili pastori calvinisti.
E poi ringhilterra: questa terra paciosa e pragmatica, dove
la chiesa è stata ridotta a una
specie di «ministero per gli
affari religiosi», vede presto
sorgere un’opposizione dura,
organizzata, lungimirante.
Tra gli 800 esuli al tempo di
«Maria la Sanguinaria» (15531588) vi sono centinaia di pastori privi di risorse e di appoggi, ma certi della Divina
Elezione: da questi pastori
esuli, dice Walzer, nasce il
primo caso di radicalismo
politico moderno: il primo,
movimento di completa opposizione all’ordine tradizionale. E l’opposizione è davvero completa: i puritani
condannano la Chiesa cattolica ma anche quella anglicana; rifiutano la società feudale (dominata, secondo loro,
dalla «pigrizia») ma anche la
visione cosmologica in base
alla quale da Dio alle pietre vi
sarebbe un’ininterrotta «catena di esseri», a cui corrisponde la «catena dei poteri»
(dal re al servo). Per Loro il
mondo è invece teatro di una
guerra ininterrotta tra Dio e il
Male, tra i saliti e i peccatori.
Il mondo così com’è non va:
può e deve edsere cambiato.
Si può comprendere come
idee del genere abbiano gradualmente conquistato una
parte di coloro che nell’«ordine presente» non si trovavano a loro agio: non già i borghesi di città, che nel mondo
della regina Elisabetta e poi
degli Stuart si trovavano tutto
Lei
rivoluzione
dei
santi
Il rturitanesimo alle origini
del rariicoiismo politico
michiicl
ni! (li m.ii'iu n
l’tiuniiaici
sommato a loro agio, ma i
piccoli proprietari di campagna, i funzionari scrupolosi e
soprattutto i pastori. Dal libro appare chiaro come i pastori calvinisti siano stati
l’anima della Rivoluzione inglese: hanno formato il carattere di uomini come Cromwell; di più: hanno dato loro
le idee di cui avevano bisogno per condurre a fondo
l’opera della Riforma (Milton). Queste idee, di indubbia origine calvinista, sono
tre: la dottrina della vocazione, il sistema cóngregazionalista nell’organizzazione comunitaria, e la teoria della
«magistratura»: magistrato
(cioè funzionario pubblico)
non è chi ha ricevuto il potere daH’autorità tradizionale:
magistrato è chi lo diventa
per una divina e indubitabile
vocazione. Come Cromwell,
il quale non permette che il
re venga assassinato: lo fa
condannare a morte (1649).
Dalla condanna del re nasce la Repubblica dei Santi,
quel Commonwealth in cui
una schiera di pastori e «magistrati» puritani tenta di
riformare fino in fondo la
chiesa e la società. 11 tentativo riesce solo in parte, e dopo
Bibbia ebraica
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Gli agiografi
nelKedizione
Giuntina
Dopo il 1° volume, dedicato
a Pentateuco e Haftaroth, ossia i primi cinque libri della
Bibbia e passi scelti dai libri
dei Profeti, (che ritroveremo
poi, ovviamente, negli altri
due volumi che completano
l’opera), ecco ora il 4“ volume*, il secondo in ordine di
uscita della Bibbia ebraica, in
cui trovano posto gli scritti
biblici denominati agiografi.
Agiografo può indicare lo
scrittore biblico considerato
santo: oppure colui che scrive le biografie di persone
che, per alcune sensibilità religiose, sono ritenute sante.
Agiografo è anche l’antica
designazione di coloro a cui
sono attribuiti gli scritti della
Bibbia ebraica e delle Scritture apostoliche canoniche
ma l’ulteriore definizione
che preme sottolineare è
quella che si affermò con Girolamo: «Agiografi» è riferito
alla traduzione dell’ebraico
«Ketubim»; il riferimento è al
terzo raggruppamento di
scritti della Bibbia ebraica;
Salmi, Proverbi, Giobbe, i
cinque rotoli, Meghillot ossia
Cantico dei Cantici, Rut, Lamentazioni, Qoelet, Ester, e
poi Daniele, Esdra, Nehemia,
l-2 Croanche. (m.a.)
Un romanzo storico che interessa i lettori protestanti
'ì ' '
Ugonotti in viaggio per Città del Capo
LIDIA MAURI GASTALDI
(•) Bibbia ebraica - Agiografi (a
cura di Rav Dario Disegni). Testo
ebraico a fronte, con traduzione
italiana e note. Firenze, Giuntina,
1995, pp. 443, £90.000.
SAREBBE bene che il Giuramento degli eretici* trovasse dei lettori protestanti. Il
giuramento a cui fa riferimento il titolo è quello che
era richiesto agli ugonotti
francesi rifugiatisi in Olanda
a causa della persecuzione
seguita alla revoca deU’editto
di Nantes, perché venisse loro concesso di imbarcarsi per
Città del Capo, dove la Compagnia olandese delle Indie
orientali aveva stabilito una
Base commerciale per le navi
in transito. Nel Sud Africa
una colonia di protestanti
francesi contribuiva insieme
agli olandesi e altri europei
alla prosperità agricola di
quei luoghi.
In questa cornice l’autrice
narra le vicende di un suo
avo, Jean Terrebianche, che
dopo varie vicissitudini nel
1706 sbarcò al capo di Buona
Speranza. Il libro ha un suo
perché: racconta infatti Blignaut nell’introduzione come il fratello di suo nonno, in
possesso di documenti (appunti, lettere, diari dell’epoca) le abbia strappato, prima
di morire, la promessa di
mettere per scritto le vicende
dell’antenato, cosa che lui
non aveva potuto fare perché
totalmente preso dalla compilazione e pubblicazione di
pamphlet ostili al governo
sudafricano, a motivo dei
quali era andato più volte in
prigione e poi in volontario
esilio in Inghilterra. «Il potere
Una scena del Sud Africa del dopo apartheid
politico sudafricano dell'epoca - spiega l’autrice - non poteva sopportare che un bianco
afrikaner, ossia un boero, discendente di un rifugiato
francese ugonotto, non stesse
dalla parte dei bianchi, ma
anzi cercasse di comprendere
le ragioni dei neri». ,
Sullo sfondo degli avvenimenti storici l’autrice intesse
una sua trama: l’amore fra
l’avo protestante e combattivo e un’aristocratica cattolica, che coraggiosamente abbandonerà tutto per seguirlo
e affronterà anche un este
nuante viaggio per mare di
oltre tre mesi; infine, felicemente approdata, non ce la
farà purtroppo a sopportare
Timpatto con le rigide regole
calviniste della colonia. Hélène Blignaut, pur vivendo da
molti anni in Italia, è nata inSud Africa. Il libro è arricchito da note storiche e dalla riproduzione di una antica
mappa che mostra l’estensione della Colonia del capo di
Buona Speranza nel 1688.
(*) Hélene Blignaut: Il giuramento degli eretici. Simonelli,
1996, £ 25.000.
l’inevitabile contraccolpo ,
reazionario, verrà la «Gloriosa rivoluzione» di John Locke
e di Guglielmo III (1688): il
«secolo puritano» è finito, comincia il millennio liberale.
Questa almeno sembra essere l’inespressa conclusione
dell’autore: per lui il puritanesimo è, semplicemente
un’ideologia di transizione:
transizione dall’ordine tradizionale alla società moderna,
dal mondo feudale all’universo liberale, dalla società
chiusa alla società aperta.
Eppure dal libro traspare
una profonda, appassionata
simpatia per quelle tre generazioni di lottatori e di eroi
che furono i Puritani. Walzer
non trascura nessun fattp,
nessun paragone che possa
servire a mettere nella giusta
luce, che spesso è ima buona
luce, il fenomeno puritano.
Per cui noi, puritani di mente
e di cuore, sriamo indotti a
riaprire il libro una, due, tre
volte per capirlo fino in fondo, per appropriarcene e (se è
lecita questa parola poco puritana) per goderne. Ci aiutano in questo la magistrale introduzione di Mario Miegge e
una breve intervista a Walzer, »
a cura di Debora Spini.
(1) Ma non, devo diré,.dalla
grande scuola di Christopher
HUl.
(2) Tra i quali, ahimè,va contato anche Eric Fromm, il quäle
annovera i Puritani, insieme a
Lutero e Calvino, tra gli esponenti di quella che egli chiama la
«fuga dalla libertà». Nel volume
che qui recensiamo. Walzer si distanzia nettamente da questa tèsi (pag. 313).
(3) Trad. it. Bologna, D Mulino
1962.
(4) M. Walzer: La rivoluzione
dei Santi, il puritanesimo alle
origini del radicaUsmo politico.
Torino, Claudiana, 1996, pp 374,
lire 45.000. Introduzione di Mario Miegge.
In libreria
Anabattisti
nel Veneto
del '500
tÈ da raccomandarsi ai lettori protestanti il bellissimo
romanzo storico* del notò
sociologo Sabino Acquaviva,
romanzo ricchissimo di documenti sulla Padova e sulla
Venezia del Cinquecento. Vi
sono interessanti pagine
sull’anabattismo antitrinitario da cui era stato-conquistato il protagonista, un medico padovano pieno di interessi ma anche di dubbi sul
cristianesimo dei dogini, formalmente accusato di eresia
e tenuto d’occhio anche per
la sua ammirazione e frequentazione dei colti ghetti
ebraici.
Gli scenari, gli avvenimenti
e i personaggi, rigorosamente
storici, sono oggetto di una
ricostruzione narrativa che i
pregi di una viva partecipazione e di una prosa brillante
e avvincente. (l.m.p.)
(•) Sabino Acquaviva: La ragazza del ghetto. Milano, Mondadori, 1996, £ 30.000.
4
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' PAG. 4 RIFORMA
il;
W'. -o ./-■• >.
ì.', V ,
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\\*' .
I.
VENERDÌ 26 LUGljQ i,
Si è svolta a York la «General Assembly» della United Reformed Church.
Una «quattro giorni» di intenso dibattito
Una parte sostanziosa dell'Assemblea è stata dedicata a un dibattito
molto coraggioso: la revisione della confessione di fede in senso inclusivo
GREGORIO PLESCAN
Nei giorni 6-9 luglio si è
tenuto a Y^rk (Inghilterra) la General Assembly della
United Reformed Church
(Urc), equivalente al nostro
Sinodo. A parte delle lievi differenze di forma (ad esempio
il fatto che, date le dimensioni della chiesa non tutte le
comunità é i pastori sono
rappresentati ogni anno, ma
le deputazioni hanno carattere distrettuale, e che il Moderator della Urc corrisponde
più al nostro presidente del
Sinodo che al nostro moderatore), chi frequenta il Sinodo
valdese e metodista si sente,
pienamente a casa alla General Assembly; il tono e l’argomento dei discorsi è praticamente lo stesso, così come lo
è l’approccio alle problematiche affrontate. Però la General Assembly non è una copia
conforme de nostro Sinodo;
forse per le anipie dimensioni
della Urc (svariate migliaia di
membri), si possono vedére
degli aspetti stimolanti e utili
per tutti, sia nella forma che
nel contenuto àei dibattiti.
Per quanto riguarda la forma, è interessante il fatto che
la «segreteria tecnica» dell’Assembly fornisca a tutti i partecipanti, e soprattutto a coloro che vanno per la prima
vòlta al Sinodo, una specie di
breve vademecum che spiega
in poche parole come funziona il Sinodo, cosa si può dire
e non dire, cosa proporre e
cosa lasciar stare. Per fare un
solo esempio (a noi vicino!)
possiamo leggere che è fuori
luogo qualunque ordine del
giorno che implichi una spesa imprevista; nel nostro linguaggio, potremmo dire che
non abbia una copertura finanziaria preventiva. Nello
stesso foglio ci viene spiegato
in poche parole come si «parla» al Sinodo (come ci si presenta, quanto tempo si ha a
disposizione), come si vota
(cioè come sono composte le
maggioranze e a che cosa servono), come si scrivono gli
ordini del giorno. Insomma
viene fatto un notevole sforzo
preventivo perché i lavori si
svolgano rapidamente e ordinatamente, facendo in modo
che anche l’ultimo arrivato si
trovi a proprio agio nell’assemblea sinodale. Come per
ogni Sinodo, anche a questa
General Assembly sono stati
-affrontati molti temi, di interesse comune e di interesse
specifico inglese. Tralasciando la relazione sui dibattiti
regolamentari (che anche a
York hanno preso una buona
mezza giornata), si può dire
che i temi forti hanno spaziato da rapporto tra chiesa e.
stato al rapporto pastoreConsiglio di chiesa-comunità.
Parlando di chiesa e stato,
la domanda di fondo è stata
fino a che punto, in una situazione socio-economica
disastrata come quella britannica, la chiesa debba obbedienza acritica allo stato. Il
Moderator della Urc, nel suo
discorso iniziale, ha analizzato la storia dei rapporti fra
chiese riformate e potere politico (non dimentichiamo
che la Urc è essenzialmente il
fruttò dell’unione tra chiese
congregazionaliste e presbiteriane, che nel passato hanno avpto un Cromwell come
rappresentante politicamente impegnato), proponendo
un nuovo modello di stato.
Sicuramente il Moderator si
sarebbe trovato a suo agio
nel dibattito nostrano, dato
che si è spinto ad usare la
«parola magica» di federalismo, cioè di una rifondazione federalista del rapporto
Culto in una chiesa della United Reformed Church
fra le quattro nazioni che
compongono il Regno Unito:
Inghilterra, Galles, Scozia e *
Irlanda del Nord.
Per quanto riguarda la situazione delle comunità locali, sicuramente la General
Assembly ha prodotto dei documenti che varrebbe la pena di approfondire anche nel
nostro ambito, soprattutto riguardo aRa gestione dei rapporti all’interno delle comunità, fra pastori. Consigli di
chiesa e membri delle comunità. Diciamo che l’assemblea sinodale ha avuto il raro '
coraggio di parlare franca
mente di dove si trova il «potere» nelle comunità locali, di
come si può insegnare (ai pastóri), ma anche agli altri
membri, ad avere autorità ed
autorevolezza in una chiesa,
senza che questa diventi dittatura.
Una parte sostanziosa della
«quattro giorni» è stata dedicata a un dibattito francarnente coraggioso: là revisione della confessione di fede
in senso inclusivo. Se è vero
che la società britannica è
molto più sensibile della nostra alle esigenze di gruppi
che sono stati tradizional
mente marginalizzati dalle
chiese (pensiamo solo agli
handicappati fisici e mentali), molto è stato speso per rispiegare la fede riformata
con un linguaggio moderno e
non sessista, ma allo stesso
tempo fedele all’Evangelo. Il
dibattito è stato lungo (almeno quattro ore) e, anche serrato, ma molto importante. A
costo di parere moralista, chi
scrive ha provato una notevole dose di invidia per una
chiesa che parla di alta teologia con la stessa passione, e
con la stessa partecipazione
di popolo, con cui noi abbiamo parlato nel passato di otto per mille o di Villa Olanda.
Finita questa General Assembly, gli animi sono già
pronti per la prossima (che si
svolgerà nel Sud Inghilterra,
a Plymouth). Nel ’97, infatti,
l’argomento principale, a
detta di tutti, dovrebbe essere abbastanza scabroso ma
molto interessante: la consacrazione di pastori/e dichiaratamente omosessuali.
Se qualcuno è interessato
ad avere copie dei documenti
prodotti (in inglese, purtroppo), li può richiedere a chi
scrive queste note, presso la
chiesa di Ivrea.
Lo afferma il segretario generale della Kek, Jean Fischer
«Le chiese devono impegnarsi per l'unità»
Per il segretario generale
della Conferenza delle chiese
europee (Kek), Jean Fischer,
le chiese europee hanno la
«responsabilità ineluttabile»
di operare a favore dell’unità
della Chiesa. Lo ha dichiarato
al termine di una seduta del*
Comitato centrale della Kek
che si è riunito a Ginevra alla
fine dello scorso giugno. Ricordando lo scisma tra Roma
e Costantinopoli nel XI secolo e la divisione tra il protestantesimo e il cattolicesimo
romano durante la Riforma,
Jean Fischer ha affermato
che le chiese europee «sono
state in gran parte responsabili della disunione (della
Chiesa) e dell’esportSziqne
delle divisioni».
Jean Fischer ha espresso la
speranza che la seconda Assemblea ecumenica europea,
che si svolgerà l’anno prossimo a Graz, agevolerà la ricerca dell’unità della Chiesa.
«Dopo l’euforia seguita all’
apertura della cortina di ferro, abbiamo dovuto prendere
atto che l’unità europea e il
riavvicinamento dei popoli
europei e delle chiese europee non sono qualcosa che
avviene semplicemente per
ché aprite una cortina di ferro», ha osservato Fischer.
L’Assemblea generale della
Kek avrà luogo immediatamente dopo l’Assemblea ecumenica, sempre a Graz. Essa
segnerà la fine del mandato
di Jean Fischer, eletto segretario generale nel 1987. La
designazione del nuovo segretario generale, che doveva
avere luogo il mese scorso, è
stata rinviata alla prossima
riunione del Comitato centraie, nel prossimo gennaio.
Pur sviluppando le sue relazioni con la Chiesa cattolica
romana in Europa, la Kek intende rafforzare la cooperazione con la «Commissione
ecumenica europea per chiesa e società» (Eeccs) che garantisce alle chiese un legame con le istituzioni europee,
in particolare con il Consiglio
dell’Europa e con l’Unione
europea (Ue). Il Comitato
centrale della Kek ha approvato un progetto, che dovrà
ottenere l’accordo finale
deH’Assemblea generale dell’
Eeccs nel prossimo settembre, in vista dell’integrazione
delle due organizzazioni entro il 1998. Mentre la Kek segue i lavori dell’Onu e della
Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in
Europa, TEeees segue i lavori
della Ue a Bruxelles e del
Consiglio dell’Europa a Strasburgo.
Jean Fischer ha sottolineato l’importanza dejla rappresentanza delle chiese europee presso la Conferenza intergovernativa incaricata di
presentare proposte per il futuro della Ue. Le decisioni
prese a livello della Ue coinvolgerebbero rjnsJeme dell’
Europa, e non solo i 15 stati
membri della Ue. Fra le priorità sulle quali le chiese dovrebbero prendere posizione,
Fischer ha menzionato le relazioni della Ue con i cittadini, il lavoro, la crescente pauperizzazione, l’allargamento
e l’approfondimento della
Ue, la sicurezza e la politica
estera comuni.
Quattro nuove chiese sono
state ammesse dal Comitato
centrale: l’Unione battista
della Bulgaria, L’Unione battista della Croazia, la Chiesa
evangelica della Croazia e
della Bosnia-Erzegovina e
l’Unione delle chiese evangeliche pentecostali della
Bulgaria. (erti)
■ W1 protestanti di Reims sull'«Anno Clodoveo»
«La laicità è il miglior garante del pluralismo»
In occasione delle manifestazioni per il 1500° anniversario del battesimo di Clodoveo e della visita del papa a
Reims, il Consiglio della chiesa riformata di Reims riafferma, in una dichiarazione, alcune convinzioni in materia
di laicità e di ecumenismo:
«I protestanti riformati amano ricordare il necessario
rispetto della pluralità delle
idee e delle crédenze all’interno della società francese.
La laicità è il miglior garante
di una tale diversità. Nel quadro di queste manifestazioni,
conviene evitare ogn\ strumentalizzazione religiosa na
zionalistica o politica particolare. Un battesimo, in una
prospettiva cristiana, riguarda sempre una persona e mai
un paese.
(...) Alcuni protestanti partecipano volentieri a colloqui
che affrontano questioni attuali quali il senso del battesimo, i rapporti tra chiesa e
società, la laicità oggi. Ciò
non toglie che, nella Francia
attuale, tutte le componenti
della società (ebrei, musulmani, cristiani, non credenti)
devono avviare un dialogo
per definire insieme i valori
comuni di una nuova laicità,
di una laicità aperta centrata
sui diritti umani. I cristiani,
siano essi cattolici, ortodossi
9 protestanti, devono partecipare a questo ampio dibattito pubblico e laico. Senza
imporre ma proponendo, essi devono ricercare insieme
ad altri cammini di giustizia e
di umanità. (...) In un tempo
segnato dal ritorno di identità e dal ripiegamento su di
sé, le chiese cristiane devono
sviluppare relazioni fraterne
e fiduciose nel rispetto reciproco. Devono testimoniare
di una speranza evangelica
che dà senso all’esistenza e
afferma la dignità di ogni essere umano». (bip)
Dal Mondo Cris
Sud Africa: il vescovo Winston Ndungjuu
subentrerà a Desmond Tutu
CITTÀ DEL CAPO — Il 4 giugno scorso è stato scelto
scovo Winston Njongonkulu Ndungane quale successore!
Desmond Tutu a capo dell’arcivescovado anglicano; d)
del Capo. Desmond Tutu continuerà a presiedere la Coi ^
sione per la verità e la riconciliazione, istituita dal goveinn;!
fare luce sulle atrocità perpetrate durante l’apartheid.'Tutijj
rinviato il suo progetto di andare a studiare negli Usa e dì J
vere libri di teologia. Il vescovo Ndungane, 55 annii,.attM
mente vescovo di Kimberlèy e Kuruman (Capo-Nord)| sai
consacrato a Città del Capo il 15 settembre prossima. Uj
1960, mentre era studente all’università di Città del Cap^ ^
tecipò alle manifestazioni contro l’apartheid. Nel 19^;
dannato a tre anni di prigione, è stato detenuto a Rob^
Island in quanto prigioniero politico. «Stiamo uscendo da®
pròva in cui tanta gente è stata ferita - ha dichiaratq il vescia
-. Il primo compito della chiesa è di trasformare gli agentji
disunione in agenti di guarigione». Durante un servizio r^i
gioso di tre ore e mezzo circa 7.000 persone hanno espresj
commoventi addii a Desmond Tutu. fjpp/jj
Germania: l'Ekd potrebbe perdere metìi
dei propri membri nei prossimi decenni
COLONIA— Secondo alcuni esperti, la Chiesa evangelici
Germania (Ekd) potrebbe perdere circa la metà dei suoimij
bri nei prossimi decenni, se non si fermerà la tendenza.attnj
di «uscita» dalla chiesa. Una tale emorragia metterebbe inpt
ricolo l’esistenza delle attuali strutture dell’Ekd, pervia'’ ’
nir meno di una parte importante delle entrate fiscali“
do uno studio dell’Istituto dell’economia tedesca a ColOi
entrate fiscali dell’imposta sui redditi sono quasi sestuplii
durante gli ultimi 25 anni mentre, secondo i calcoli del Ci
giro finanziario dell’Ekd, le tasse ecclesiastiche della Gli
evangelica sono soltanto triplicate. Secondo il rapporto
Consiglio finanziario, le chiese protestanti tedesche ra|
paté nell’Ekd hanno perso, dal 1970 al 1993, circa 3,9
membri. Nel 1970,T’Ekd contava 28,4 milioni di membri
nella Germania occidentale, contro 24,4 nel 1993. Insieme
Germania dell’Est, l’Ekd raggiunge a malapena i 28,9 milioilfe
membri. Nello stesso periodo, la Chiesa cattolica romanai
Germania ha perso 1,9 milioni di membri. (spplji^
Battisti ungheresi: evangelizzare il paese
BUDAPEST — Circa 400 fra delegati e invitati hanpopii
parte all’Assemblea annuale dell’Unione battista ungheti
che si è svolta il 19 e 20 aprile scorsi a Budapest. L’aigq
principale all’ordine del giorno è stata l’evangelizzazione(
paese e l’esame, risultato più che positivo, dei tre anni distrt i)
collaborazione tra i battisti d’Ungheria e la ConvenzioWbi
sta della Virginia (Usa). L’Assemblea ha anche eletto un pu
presidente dell’Unione battista ungherese, il dott. Mihaly
masi. È stato rilevato che il clima di libertà di cui si godei
paese favorisce l’evangelizzazione e la crescita delle conge
zioni: 119 con oltre 20 membri, 233 con meno di 20 memtr
membri battezzati sono 10.069. Nel 1994 si sono registrai
battesimi, 389 nel 1995. 150 studenti frequentano il semiW ;
battista ungherese e la scuola biblica missionaria.
Cile: le religioni uguali davanti alla legg&
SANTIAGO DEL CILE — La Commissione della Costì^
ne, della legislazione e della giustizia della Camera dei df
tati del Cile, ha approvato il progetto di legge che «fissa#
gole riguardanti la costituzione giuridica e il funzionane
delle chiese e delle organizzazioni religiose» nel paese. ®
sto progetto di legge risponde ad un vecchio au^ri®®
chiese protestanti del Cile, che di fatto hanno subito una'
scriminazione dopo la nascita della Repubblica. Il PW
precisa che «nessuno potrà subire discriminazione peri
delle proprie credenze religiose, e che queste non pol^
essere invocate per annullare, restringere o
l’uguaglianza consacrata dalla Costituzione e dalle W
Dopo l’approvazione da parte dei due rami del
la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, il progetto divw
legge della Repubblica cilena. (*PP™
Nepal: posta la prima pietra
della prima chiesa avventista
BACHHIGAON — La prima pietra della prima chiesa a'
sta del Nepal è stata posta il 25 marzo scorso a
nell’ovest del paese. Il responsabile della chiesa avvi
’enfiai
la zona delTHimalaya, Deep Thapa, ha dovuto fare ¿¡j
r*cimminr\ r»or rorrrriiir»fToi*o niiollo a nartirp diillft ■. ,
cammino per raggiungere quella città a partire
terraggio più vicina. Là, ha incontrato una comunità ni '“c
soñé, la quarta chiesa avventista organizzata in
l’unica ad avere intrapreso la costruzione del proprio »
culto. «Per chi conosce le leggi e gli usi del regno W®
del . . ~ r
Nepal, la costruzione di una chiesa cristiana
pensabile fino a poco tempo fa», ha detto Dittu
sponsabile delle comunicazioni per la Chiesa avventist
del Sud. Gli avventisti sono presenti in Nepal dal 1957'
P Svizzera: fondazione di un Istituto
di teologia ortodossa a Chambésy
CHAMBÉSY — Un Istituto di teologia ortodossa è
to presso il Centro del Patriarcato ecumenico a Cn^^,^
cino a Ginevra. L’Istituto rilascerà un certificato ni SP.
zione di teologia ortodossa dopo due anni
Chambésy, Friburgo e Ginevra. Un accordo in tal sp *
firmato con la Facoltà di teologia cattolica di
Facoltà autonoma protestante di Ginevra, e con
'ia ortodossa di Chalki, vicino a Istanbul. Il
teologia ------ - gmaiu-'J
menico di Costantinopoli, Bartolomeo I, ha incoia^ ^ppi»
sta collaborazione tra le diverse Facoltà di
senta «un’iniziativa nuova e promettente per jggy,
Le lezioni inizieranno all’inizio del semestre estivo
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spedizione in abb. postale/50 - Torino
In caso di mancato recapito si prega restituire
al mittente presso l’Ufficio PT Torino CMP Nord.
L'Editor© si impogna a corrispondara
il diritto di resa.
Fondato nel 1848
Domenica 28 luglio toma l’appuntamento con la corsa in
montagna «Tre Rifugi». Sarà la 25“ edizione per la manifestazione dell’alta vai Pellice, con una novità: quest’anno gli
atleti torneranno a cimentarsi a coppie sui 21 bm di un tracciato che prevede la partenza dal Rifugio Jervis al Fra, la
salita al Barant, la discesa al Barbara (nella foto), la salita al
Manzol e la successiva discesa sul Granerò e- poi nuovamente al Fra. Saranno al via anche i vincitori delle prime
quattro edizioni, Treves e Morello e Renato falla che ha
partecipato a tutte le edizioni della corsa.
VENERDÌ 26 LUGLIO 1996 ANNO 132 - N. 30 LIRE 2000
In questi anni in Italia, tra
-le altre cose, si è affinato
molto in politica il modo di
usare la comunicazione, in
modo particolare quella rivolta verso l’esterno al popolo elettore.
Nel tentativo di creare consenso e poi di mantenerlo (lo
scopo non è solo quello di
vincere ma anche quello di
consolidare la vittoria e la
base elettorale, di mantenere
il «potere», di mantenere alto
il livello di attenzione intorno a sé) dai metodi quasi artigianali di un tempo si è arrivati all’uso programmato e
sistematico di tecniche persuasive mutuate dalla pubblicità, dalle strategie di immagine del marketing ecc., si rir
corre sempre più spesso a
POLITICA LOCALE
COMUNiaRE
DAVIDE ROSSO
consulenze di tecnici del settore comunicazionale e si fa
largo uso dei canali di informazione a disposizione. Tutto ciò, nel bene e nel male,
ha creato un aumento della
quantità e, perché no, della
qualità dal punto di vista comunicazionale, dei messaggi
che la politica nazionale invia ai cittadini.
Ma a livello locale la comunicazione politica è cam
biata? È stata al passo con
quella nazionale o si è fermata a vecchie strategie e a vecchi schemi? È difficile fare
un confronto: sono due sfere
lontane, a livello locale si
parla direttamente con la
gente, c’è il contatto diretto
con i problemi, ci si può confrontare maggiormente, inoh
tre quel tipo di comunicazione costa, occorrono esperti
del settore non si può im
Prarostino
Lavori fermi
alla Casa
per anziani
Frarostino aspetta il ministro dei Lavori Fubblici Antonio Di Fietro? Non è così
ma il cantiere della costruenda nuova Casa per anziani
(Rsa) dell’Usi 10 è fermo da
mesi in attesa che la Frocura
della Repubblica dia indicazioni sul futuro. Il progetto
della casa risale alla vecchia
Ussl 44 e prevede una sessantina di posti letto e altrettanti
operatori, per un costo di circa 4 miliardi, dunque il progetto suscita un certo interesse sul territorio; fra l’altro la
Residenza socio-assistenziale
di Frarostino per non autosufficienti è una delle tre previste nel piano di intervento
dell’Usi 10 (le altre strutture
di questo tipo sono localizzate a Bibiana e a Cumiana) è
dovrebbe entrare in funzione
nel gennaio 1998.
«I lavori sono fermi da quest’invemo - dice perplesso il
sindaco, Renzo Cóstantino
ho già più volte contattato i
responsabili dell’Usl ma per
ora nulla si muove, anzi la
zona risulta gravemente danneggiata da scavi non previsti
dal progetto». «Il cantiere è
fermo da diversi mesi - conferma il commissario dell’Usl
10, Enrico Righetti - perché
la ditta Bomar, titolare dei lavori, ha effettuato dei lavori
non previsti dal capitolato e
»n particolare uno scavo assai
più ampio di quello indicato
nel progetto; abbiamo presene
lato un esposto alla Procura
della Repubblica e aspettia®o l’esito delle indagini in
corso. Noi pensiamo a una
rescissione del contratto e cotnunque vorremmo poter intervenire in tempi rapidi alnieno per alcuni lavori urgenti di contenimento».
Dopo i tempi lunghissinii
“egli scorsi anni per l’ampliaI niento dell’ospedale di Pine,0 avremo t^mpi altrettanto
ttnghi per la Residenza socioassistenziale di Frarostino?
L'azienda di Luserna San Giovanni festeggia insieme ai soci i sessantanni di attività
Le auto europee usano i prodotti Corcos
PIERVALDO ROSTAN
Sessant’anni di attività, di
produzione di anelli di tenuta, un fatturato che corre
verso i 100 miliardi annui,
circa 500 dipendenti: questo
in estrema sintesi il bilancio
che la Corcos e la consociata
Freudenberg tedesca hanno
presentato mercoledì scorso a
Lusema San Giovanni.
L’azienda rappresenta per
il Pinerolese un importante
tassello per l’occupazione,
eppure la scelta di Lusema fu
quasi casuale, legata sostanzialmente alla difficoltà nell’individuazione di un nuovo
spazio a Pinerolo dove la lavorazione era stata trasferita
a seguito degli eventi bellici.
«Non si ha mai il tempo di
guardare al proprio passato
- dice Maria Luisa Cosso, diretta discendente del fondatore dell’azienda e da trent’anni
impegnata in prima persona perché bisogna sempre guardare avanti; in queste occasioni diventano ci si trova improvvisamente di fronte a
quello che è successo e ci si
rende conto come, grazie all’impegno di tutti, si è riusciti
Lo stabilimento Corcos
a costruire un’azienda sicura, affidabile».
La crescita dell’azienda ha
avuto come supportò essenziale il partner tedesco Freudenberg... «Non è sempre stato un rapporto facile — nota
Maria Luisa Cosso - ma
quando si ha un obiettivo comune tutto si supera, anche
facendo delle rinunce da ambo le parti: 60 anni di collaborazione fra il grosso gruppo tedesco e la nostra famiglia stanno a dimostrare
quanto la fiducia reciproca
possa permettere lo sviluppo
di un’attività». Quali sono le
prospettive del gruppo? «La
nostra scelta è stata sempre
quella di utilizzare le nostre
risorse a favore dell’azienda
- continua l’imprenditrice -;
non abbiamo mai voluto fare
il passo più lungo della gamba, accettando ordini occasionali cosa che poteva voler
dire assumere personale e
poi doverlo licenziare. Con la
nostra politica di continuità
abbiamo potuto sviluppare
l’azienda e darle solidità».
Oggi il mercato del prodotto Corcos, quello che è ormai
universalmente noto come
«Corteco» è diffuso un po’
ovunque: «In Italia - spiega
i’ing. Claudio Zoppi, responsabile della produzione - ven^
diamo sia all’industria automobilistica che nel settore
movimento terra o altre applicazioni particolari; a livello europeo siamo responsabili di particolari per automobili e dunque abbiamo per
clienti Bmw, Mercedes, Volvo
e numerose altre».
La gomma per i prodotti
viene prodotta in Germania,
in Italia avviene la trasformazione; l’inserto metallico viene prodotto dalla Fapam, altro membro del gruppo italiano. A fianco degli stabilimenti di Lusema sta sorgendo un
nuovo ampliamento: «Questo
stabilimento arriva, sia pure
in ritardo, come conseguenza
di un’espansione dell’azienda
verificatasi nell’ultimo anno
- precisa l’ing. Zoppi - si
tratta in sostanza di dare più
spazio a determinate lavorazioni piuttosto che prevedere
nuove, comunque possibili,
assunzioni».
Nel suo libro «Le mié memorie», Giovanni Rostagno offre più di un quadro interessante di quella che poteva essere la vita dell’Italia, evangelica e non,
della fine dell’SCXl.e dell’inizio di questo
secolo. Fer la curiosità dei lettori mi permetto di citarne un esempio. Nel dare alcune notizie sulla famiglia di origine di
sua moglie, Rostagno, dopo aver ricordato che colui che sarebbe diventato suo
suocero. Beniamino Trincherà, era stato
mandato da Ostuni, in Fuglia, a compiere
i suoi studi a Napoli, prosegue: «Distintosi particolarmente nelle scienze fisiche e
matematiche era diventato, sotto il governo borbonico, ingegnere dei porti e fari,
e aveva conservato le sue funzioni dopo
l’annessione al Regno d’Italia di quello
delle Due Sicilie. Datosi a comscere per
la sua valentia e per uno speciale sistema
di fondamenta di opere a mare gli erano
stati affidati importanti lavori a Genova,
Messina, Ortona, Pizzo di Calabria e Napoli. A Napoli s’era accorto che gravi ir
IL FILO DEI GIORNI
IL «MARCIO»
mUNO BELLION'
regolarità e malversazioni venivano perpetrati nei lavori del porto a danno
dell’erario e dei lavori stessi. Retto
com ’era ed onesto a tutta prova, le aveva
arditamente denunziate, ma siccome il
marcio era in alto assai, aveva come ricompensa ricevuto l’ordine di trasferirsi
a Pesaro. Sdegnatissimo, aveva rassegnato le sue dimissioni e non s’era mosso
da Napoli, conducendo con la sua famiglia vita privata, ed immergendosi negli
studi riferentesi all’arte sua».
È utile sottolineare che, come dichiara
lo stesso Rostagno poco più avanti, il
Trincherà non era evangelico, a differen
za di tutta la sua famiglia. Non si tratta
quindi della contrapposizione tra persone
appartenenti a diverse confessioni religiose, ma un invito a considerare il rapporto verso le istituzioni e verso le persone in una giusta prospettiva. Trovo bellissimo che la reazione del Trincherà
venga indicata contro gli abusi «a danno
dell’erario e delle opere stesse». Vi è
cioè una consapevolezza che non è lecito
arrecare danno allo stato rubandogli
quanto gli è dovuto, evadendo le imposte
ecc.; ma vi è anche la consapevolezza
che, quando questo accade, si traduce in
danno per la collettività, per i cittadini, j
quali ricevono un’opera non corrispondente ai criteri di sicurezza o di funzionalità che hanno il diritto di attendersi
quando si realizza un progetto.
Forse non a tutti'^i può chiedere di
«dare le dimissioni»', ma certo si può
chiedere di «arditamente denunciare», e
di esprimere solidarietà con chi dovesse,
per la sua denuncia, incontrare difficoltà.
provvisare. Tuttavia resta il
fatto che di fronte a dei cittadini utenti, elettori, pubblico,
in una società abituata a comunicare per immagini, abituati come siamo al «rumore» della comunicazione politica nazionale, della pubblicità, dei media, forse le vecchie strategie locali non bastano più per farsi ascoltare.
C’è il rischio per il cittadino uditore di «nòn sentire
più», di confondere i messaggi nazionali con quelli locali,
di allontanarsi da una realtà a
lui vicina fisicamente ma lontana comunicazionalmente.
Bisognerà che tutti, politici e
cittadini, tengano conto di
queste cose se non si vuole finireinghiottiti nella macchina
della comunicazione politica.
iNfQUßSJO
NmsRO
Turismo
Il turismo ^irebbe essere Ta carta decisiva per lo
sviluppo del Pine^le^e: ne
sono coinvolti tanto,gli imprenilitori del settore privato quanto gli operatori
degli enti pubblici, che infatti si confrontano in una
struttura come «Pinerolotour», attiva dallo scorso
scorso. Ne parliamo con
Fabio Castagna, responsabile dell’iniziativa.“?
' ' * ’ ' '■ Pagina II
Campolasalza
L’ormai tradizionale
mostra estiva che si organizza da qualche stagione
a Massello è dedicata quest’anno agli alpeggi?! materiali ne illustrano la lunga storia e ne pfopongono
all’attenzione mlSitti le caratteristiche odiejmè. Non
mancano i prc^li^i, l^ati
alle infrastrutture e ai servizi, e le ciftiostanz^, che
possono detémìtì^te le
crisi occasionali, ^come le
calamità naturali. '
Pagina li
Lega Nord
ftosègue il giro di interviste alle forze politiche
inteipellate in vista delle
elezioni amministrative del
prossimo autunno a Pinerolo: è là volta della Lega
Nord, che vuole il «nuovo» per la città, ma non saprà fino a settembre in che
modo prenderà parte alla
coinpetìzione.
Pagina III
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Ruggeri a Salza
Per la seconda tmha, a
distanza di alcuni anni, il
cantautore è salito nell’anfiteatro naturale dì Salza;
ccm lui abbiamo pm'lato di
musica, ma anche di sport.
Ruggeri è infatti una colonna della squadra nazionale cantanti ^ calcio.
V Pagina IV
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La piscina comunaie di Luserna
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Cronache
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VENERDÌ 26 LUGLIO]^ f
FERROVIA: UN INCONTRO A PINEROLO — Occorre
rilanciare Timpegno e le rivendicazioni circa la linea ferroviaria Torino-Pinerolo-Torre Pellice: ne hanno discusso sabato scorso rappresentanti dei pendolari, amministratori locali e parlamentari della zona a Pinerolo. Stazione passante
a Pinerolo, raddoppio della linea Pinerolo-Torino, riapertura della stazione di Torre Pellice impresenziata da alcune
settimane: questi gli obiettivi avanzati. La presentazione da
parte della Regione Piemonte entro la fine del mese del piano regionale dei trasporti, sul quale gli enti locali dovranno
dare un loro parere, consentirà forse di riprendere con i vari
interlocutori (Regione, Provincia, Fs) le problematiche sollevate. Nel contempo dovrebbe riaprire la stazione di Torre
Pellice nel periodo estivo; la decisione verrà confermata in
autunno specie se, come pare probabile, la tratta PineroloTorre Pellice potrebbe essere affidata alla Satti.
LUSERNA SAN GIOVANNI: 1.650 MILIONI PER LE
FOGNATURE — Consiglio comunale lampo quello di lunedì 15 luglio; mezz’ora per discutere l’ordine del giorno,
numerosi consiglieri assenti. Grazie al contributo di 200
milioni della Crt a titolo di bonus per il rinnovo del servizio di tesoreria, verrà bandito un appalto concorso per il
programma di informatizzazione dei servizi .comunali. 11
Consiglio ha poi approvato all’unanimità il progetto prehminare per la costruzione di una nuova fognatura comunale
che raccordandosi con la zona di Torre Pellice e Angro'gna
raggiungerà lungo corso Matteotti il depuratore. Il Consiglio ha poi affrontato informalmente la questione della viabilità nella zona industriale dove si sta valutando Tipotesi
di costruire una pista di disimpegno per le industrie; la speranza è che la Provincia se ne faccia carico costruendo una
vera e propria rotonda nella zona ex Omef in modo da decongestionare il traffico cittadino dai camion.
TRADIZIONALE GIORNATA DI AMICIZIA AL COLLE DELLA CROCE — Malgrado una giornata poco invitante, fredda e nebbiosa, un buon numero di persone ha
partecipato domenica 21 luglio all’incontro italofrancese al
Colle della Croce. Dopo il culto e il pranzo i presenti hanno
condotto una riflessione sul problema delle sette; è stato anche portato un saluto del «vecchio» Domenico Abate, per
molti anni fra gli animatori della Rencontre e oggi costretto
a partecipare alla giornata unicamente col pensiero.
PINEROLO: CHIUSURA ESTIVA DELL’UFFICIO DEL
DIFENSORE CIVICO — È stato comunicato in questi
^ giorni dal Comune di Pinerolo che il difensore civico, che
riceve il pubblico il martedì e il giovedì dalle 14,30 alle
16,30, nell’ufficio dell’assessore alla Cultura al Palazzo comunale, sospenderà il proprio servizio ilfel periodo estivo
dal martedì 6 agosto al giovedì 12 settembre.
CONSIGLIO PEDEMONTANA — Si è concluso velocemente il Consiglio della Comunità montana Pinerolese pedemontano che si è tenuto giovedì 18 luglio. Nel corso del Consiglio si è approvato il progetto preliminare di ripristino delle
opere di bonifica montana delle zone colpite dall’alluvione
del novembre ’94 avendo tutti i Comuni che ne avevano fatto richiesta a suo tempo ottenuto i soldi necessari alle opere.
La somma più ingente è andata al Comune di Cumiana, 4(X)
milioni. Si è anche parlato nel corso della serata di progetti
Interreg per il ’97-98 per i quali anche la Comunità pedemontana può presentare progetti al fine di ottenere finanzia
. menti, riguardando TInterreg tutta la provincia di Torino. Da
I parte del sindaco di Prarostino è giunta la proposta di studiare un progetto che coinvolga tutte e tre le Comunità montane
della zona interessando globalmente tutto il territorio.
LA VIABILITÀ PER I MONDIALI — La vicenda amministrativa relativa ai lavori per i campionati mondiali di sci
lungo la statale 23 sta per essere conclusa. La Gazzetta Ufficiale ha,pubblicato il 9 luglio scorso l’avviso relativo
all’indizione della «conferenza dei servizi» (singolarmente
quella speciale che è stata messa in funzione per i lavori
delTalluvione!) per esaminare i progetti. Si tratta essehzialmente di migliorare l’accesso da Borgata a Sestriere sulla
statale 23 e la realizzazione di un sistema di paravalanghe
lungo la/coupure» a monte di Fenestrelle. La riunione dovrebbe essere convocata dalla Regione entro la fine del mese e se la risposta sarà positiva i lavori potranno iniziare a
metà agosto. I tempi sono stretti ma si conta di finirli entro
novembre. Intanto proseguono i lavori di costruzione della
«torre dei servizi» dell’Ospedale civile di Pinerolo,
anch’essi nel «pacchetto» dei Mondiali. L’impresa aggiudicataria dei lavori si è impegnata a lavorare in due turni di 8
ore per riuscire a concluderli entro la fine di dicembre. Comunque entro la data di inizio dei mondiali di sci (1°-16
febbraio) saranno pronte e funzionanti le quattro nuove camere operatorie previste nella torre. Rimane ancora da definire il luogo in cui dovrà essere costruita la pista di atterraggio degli elicotteri del soccorso. Non è infatti prevista dal
progetto una piastra di atterraggio sul tetto della torre dei
sevizi: il Comune è orientato a collocare la piastra nella
Piazza d’armi, a circa 200 metp dal Pronto soccorso.
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Operatori pubblici e privati per un rilancio del Pinerolese
Il turismo asso nella manica?
SERCIO N. TURTULICI
Può essere il turismo la
carta decisiva per il rilancio economico, occupazionale di Pinerolo, delle Valli? Un
turismo «intelligente», di
qualità che faccia perno sull’ambiente naturale ma soprattutto sulle risorse di un
non comune vissuto storico,
spirituale, di civilizzazione?
È utopia pensare un progetto
turismo in qualche misura come quelle di Spoleto, di Sant’
Arcangelo di Romagna? Si
viene qui per scoprire i luoghi
della memoria valdese, per
villeggiare «en plein air», per
partecipare al congresso di
formazione aziendale. Si può
offrire di più? Dare un festival di teatro, di musica e danza, itinerari escursionistici organizzati, percorsi sulle orme
dell’archeologia industriale,
sport? Molte cose italiane, tra
cui la moderna produzione di
fabbrica, hanno mosso i primi
passi qui; che cosa si può costruire di turisticamente suggestivo a partire da questa
storia della presenza valdese,
della fabbrica?
Che cosa manca per inserire questo angolo di Piemonte
nelle proposte delle agenzie
di viaggio? Capitali, strutture
ricettive, creatività, capacità
d’impresa? «C’è un grosso
mercato per le vacanze, tutto
inespresso - dice Fabio Castagna, titolare dell’albergo
“Villar Perosa” - la missione
turistica coerente con quest’
area geopolitica è di far leva
sulla cultura e si inserisce
perfettamente nel progetto di
sviluppo ecocompatibile della
Comunità montana vai Pellice, nelle ultime iniziative della Comunità montana vai
Chisone e Germanasca». Castagna, responsabile dell’
«Ascom per il turismo», è il
promotore di Pinerolo-tour
che dall’anno scorso associa
gli operatori privati e l’iniziativa pubblica. «Abbiamo iniziato un lavoro insieme, le tre
Comunità montane, i Comuni
di Pinerolo e Cavour, le Pro
Loco, TAscom, l’Agenzia di
valle della vai Pellice - conti
L’hótel Gilly a Torre Pellice
nua -; c’è fermento e aspettiamo che la Regione faccia
la sua parte legislativa. Nel
passato non c’è stata politica
turistica in vai Chisone, si è
privilegiata l’industria, ora ci
si comincia a muovere bene
anche a partire dalla storia
dell’industrializzazione. Attivando il finanziamento dell’
Unione europea, reg. 2081, di
oltre due miliardi, sta per
aprirsi il primo tratto di un
percorso documentario lungo
una galleria delle miniere di
talco e grafite. Il nostro albergo qui a Villar Perosa si sta
attualmente ridimensionando
e ripósizionando per una nuova offerta e domanda turistica. Per una maggiore domanda occorrerà disporre di strutture ricettive, oltre agli alberghi, e si sta organizzando T
imprenditoria del turismo in
appartamento, il mercato delle case in affitto».
«L’Hôtel Gilli - dice a Torre Pellice il direttore, Mario
Malan - lavora per lo più nel
campo della convegnistica
aziendale, ha 6 sale attrezzate
per seminari e riunioni. Certo, l’offerta turistica della vai
Pellice va migliorata e potenziata; ora^ il piano di ecosviluppo della Comunità montana prevede nel settore turismo l’Agenzia di valle, il Gal
come soggetto animatore dello sviluppo che metta insieme
le energie private e pubbliche, potenziando le attività
turistiche, sostenendone la
comunicazione, l’immagine e
il marketing. Non manca T
iniziativa privata, finora è
mancata la cooperazione collettiva. Noi piemontesi siamo,
si dice, un po’ “bugianen” ma
speriamo di crescere anche
come operatori turistici».
28 luglio: Festa del Rifugio Carlo Alberto
Una Casa aperta alHncontro
PIERVALDO ROSTAN
Si rinnova domenica 28 luglio l’appuntamento con
la Festa del Rifugio Re Carlo
Alberto di Luserna San Giovanni: culto, bazar, incontro
con gli ospiti e gli assistenti
nel programma della giornata. Occasione di incontro
dunque e di conoscenza di un
lavoro quotidiano per l’assistenza ai 70 ospiti «quasi tutti
non autosufficienti - come
precisa il direttore. Adelio
Cuccureddu ormai i casi di
persone che arrivano da noi
autosufficienti sono quasi
inesistenti. Certo, si cerca di
organizzare iniziative di animazione: attività motoria,
canto, pittura, confezione di
prodotti gastronomici riscoperti sul vecchio quaderno di
ricette di un’anziana ospite.
Abbiamo visite dalle chiese
della zona, la collaborazione
dei/volontari dell’Avo, oltre
agli obiettori e al personale
dell’Associazione evangelica
di volontariato». Le persone
ospiti del Rifugio non arrivano soltanto dalla vai Pellice;
circa un terzo proviene da
fuori valle. Quest’anno, nel
primo trimestre, si è accentuata la diminuzione di domande di ospitalità, anche
perché, spiega il direttore, in
quel momento dell’anno ogni
famiglia ha organizzato la
propria vita familiare: nel periodo più freddo viene meno
il desiderio o l’aspirazione a
spostare i propri anziani in
una struttura.
La casa attualmente è convenzionata con TUsl per 40
posti, il che vuol dire che T
ente pubblico interviene economicamente per la quota sanitaria; c’è però un cruccio:
«Abbiamo chiesto un adeguamento tenuto conto degli elevati costi di gestione - prosegue Cuccureddu -, ma l’adeguamento ci è stato riconosciuto solo in parte il che finisce per creare un deficit regolare e quotidiano. Nel quadro
generale del riordino delle case per anziani è stato chiesto
l’inserimento del Rifugio come Raf (residenza assistenziale flessibile)».
Un altro passo importante è
stato realizzato o è in fase di
conclusione: la riqualificazione del personale assistenziale;
entro l’autunno le 23 persone
GIORNATA DEL RIFUGIO RE CARLO ALBERTO
28 luglio 1996
Culto: pastore Bruno Tron
Inaugurazione pulmino
Riunione Amici del Rifugio nella Cappella
Pranzo comunitario con libera offerta
apertura Bazar
Inizio gara alle bocce (iscrizione entro le 13)
Esposizione lavori eseguiti dagli ospiti
Estrazione della sottoscrizione a premi
ore 10,30
ore 11,15
ore 11,30
ore 12,30
ore 14
ore 16,30
La Festa del Rifugio
impegnate nell’assistenza dovrebbero tutte conseguire T
attestato. Nella Casa lavorano
anche altre 21 persone fra
amministrativi, addetti alle
lavanderie, cucina, infermiere, oltre al direttore sanitario
e alla fisioterapista in convenzione. Non mancano naturalmente progetti per il futuro; «Nel corso dell’anno abbiamo realizzato il rifacimento dell’acquedotto delle Sonagliett« costituendo anche una
importante riserva idrica - dice ancora il direttore -; restano aperti i problemi della ristrutturazione del padiglione
Arnaud e della “cascina”».
Progetti che impegneranno
la diaconia valdese per miliardi, risorse che dovranno
essere trovate senza dimenticare la quotidianità e le rate
del mutuo contratto per la
precedente ristrutturazione.
Inutile dire che in questa situazione si sta pensando di
avanzare alla Tavola la richiesta di accesso ai fondi
dell’8 per mille Irpef.
Pinerolo
Scuola di
cavalleria
La Regione Piemonte ha 4
conosciuto all’iniziativa,
mossa dal Comune di Pinaip.
lo e dalla Federazione italiana'
degli sport equestri, di realij.
zare una scuola nazionale (¡j
equitazione, la funzione di
centro d’eccellenza per la foj.
mazione professionale degli
addetti alle arti e mestieri pg
la cura e valorizzazione della
razza equina. Il riconoscimento avviene con una specifica!
legge, la n. 38 dello scorsoi
luglio, con cui viene conces®.
al Comune di Pinerolo uj
contributo straordinario di
500 milioni da destinare,
«all’acquisto delle superflui
ed edifici occorrenti alla realizzazione del centro e deire.
lativi impianti». Grazie aquesta «leggina» il Comune tira
un sospiro di sollievo sul proi.
getto di centro per la cavale-'
ria e si appresta intanto ad organizzare per i prossimi 13;;
14 e 15 settembi'e, in piaz»
d’Armi, il concorso ippico i^ ■
temazionale. L’aspettativa de-®'
gli organizzatori è che venga!
no superati i 12.000 spetta^
dell’anno scorso.
lo
d’Avo
voloc
corniti
tro di
Campolasalza
Alpeggi
in mostra
po^di
lo: sór
quilli,
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presen
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molto
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giorni nostri.
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pinerolo: esperienze di accoglienza
Riaperto il Centro
di via dei Mille
CUIDO CASTIOLIA
Lounes Hanine (Algeria) e
Ousmane Diario (Costa
(l’Avorio) sono seduti al tavolo con altri due membri del
comitato di gestione del Centro di accoglienza per immigrati stranieri presso il tempio di via dei Mille a Pinerolo: sono apparentemente tranquiUi, l’atmosfera è quella di
«casa», le persone che rappresentano il comitato hanno
tutta l’aria di essere amici, si
conoscono, hanno già passato
molto tempo insieme. Lounes
offre il caffi, è un suo piacere che si ripete più volte, aria
terza richiesta lo accetto, superato un primo imbarazzo
reciproco, la chiacchierata si
svolge nella massima tranquillità e piano piano, lentamente si dipana la nebbia dei
dati tecnici e si intravede la
sostanza e il contenuto di ciò
che è importante venga comunicato.
Il Centro di accoglienza
per immigrati stranieri della
Chiesa valdese è stato riaperto aria fine di febbraio di
quest’anno, dopo una chiusura di un’anno e cinque mesi
per una ristrutturazione tutto
sommato ben riuscita: due
piatii, due complessi di bagni
(compreso quello per l’handicap) e due cucine, sei posti
letto e un regolamento di undici punti, circa otto volontari
della comunità che rappresentano il comitato e sei ospiti (oltre ai due su menzionati
ci sono tre marocchini e una
dsgeonda persona della Costa
d’Avorio); tutti lavorano,
i^aléuno sta cercando una sistemazione lavorativa migliore e tutti hanno la consapevolezza che questa siste.itìazione è provvisoria ed è
un passaggio, per l’appunto
una prima accoglienza, prima
di trovare una sistemazione
d’alloggio propria. I rapporti
con il comitato sono buoni,
sono stati organizzati anche
momenti di incontro dove
l’amicizia si è fatta spazio tra
frapporti interpersonali.
Tutto bene, in teoria: intanto Lounes offre un’altro caffi
e questo gesto d’offerta mi fa
pensare ad un testo teatrale di
lonesco, dove dietro a una
upparente serenità si celava
1 ansia del vivere e dell’adatlarsi a una situazione shaturata dove le amicizie paiono
forzate e i letti non sono nella
propria casa e la propria stona è altrove; una sensazione
che sempre più fa capolino
bagni rifatti, dalla cucina
lasciata in donazione, dagli
triadi, dai comodini e dai taJ'oli («meglio lì che nella baim montagna» avrà pensato
lualcuno il giorno in cui do''cva cambiare «la mobilia»).
spazi ricolmi di un non stile,
una non personalizzazione
che acquista il gusto amaro di
ciò che non è casa.
Certamente è utile questa
prima accoglienza ma quando mai gli ospiti riusciranno t
a trovare un proprietario disposto ad affittare un alloggio a un immigrato straniero? Mi vengono in mente i
cartelli affissi sui portoni to.rinesi: «Affittasi alloggio,
esclusi i cani e i meridionali». Frasi dure, allucinanti
che ho letto con i miei occhi
appena imparai a leggere;
erano gli anni Sessanta e oggi fortunatamente esiste il
pudore di non rendere così
evidente la paura, la diffidenza e i preconcetti che impregnano, nostro malgrado l’opinione comune.
«Ma noi, appartenenti ad
una comunità evangelica, noi
religiosi, noi persone aperte a
Dio non siamo così!»: questo
è il pensiero che scorre nella
facciata luminosa del nostro
cinematografo interiore; ne
siamo sicuri? Siamo sicuri
che non ci siamo scaricati la
coscienza donando un materasso senza aver mai conosciuto chi ci dorme sopra e
senza mai avergli chiesto
«perché sei venuto qui?»,
«quanti fratelli hài?», «come
è la tua terra?», senza aver
mangiato allo stesso tavolo o
aver accettato un suo caffè?
Questi nostri ospiti sono
privilegiati rispetto ad altri
loro simili, simili nella disperazione di essere stati costretti dalla povertà e dal bagliore
dei lustrini di questo nostro
Occidente sempre più simile
a un paese dei balocchi dovè,
se non si è più che avvezzi, si
rischia di trasformarsi in asini, in ciuchini dalla pelle buona per il tamburo del circo, a
lasciare le proprie case e le
proprie famiglie.
Il vero privilegio, il vero
aiuto che possiamo offrire
non è solamente un posto letto, sarebbe un contatto umano più vero, dei rapporti tra
persone, uno scambio di opinioni, un confronto sulle differenti religiosità, dei momenti di riflessione comune
insomma occorrerebbe una
sensibilizzazione maggiore
all’interno della nostra comunità. Questo è il fulcro del
problema che ho individuato
in quel fugace incontro nei
locali del Centro di accoglienza; va tutto bene ma occorre di più e non si tratta di
strutture ma di umanità. Sono
uscito stringendo la mano a
Lano a Ousmane e Lounes
con la sensazione di aver bevuto otto litri di caffè e tanta
voglia di organizzare molte
più occasioni d’incontro. Il
problema èìutto aperto.
®8SJ C U R A 2 I 0 N I
/IlisBcuresVib
Agente
Maria Luisa POGGIO GÖNNET
Agenzio generale
via Trieste, 47 - Pinerolo - tei. 0121 /764Ó4
La città verso le elezioni amministrative: incontro con la Lega Nord
Pinerolo non diventi un^«area spenta»
DAVIDE ROSSO
Recentemente il consigliere comunale di Pinerolo
Stefano Drago ha ufficializzato il suo passaggio dalle file repubblicane a quelle della
Lega Nòrd. In prospettiva
delle elezioni amministrative
di Pinerolo, che si terranno in
autunno, abbiamo pensato di
incontrarlo; con lui c’era Giovanni Susa, segretario amministrativo della Lega Nord di
Pinerolo.
«La politica di Pinerolo è
bloccata - dice Drago -; devono riflettere tutti su quello
che sta succedendo'a Pinerolo da quattro anni a. questa
parte. Qui il nodo è politico,
e mi rifaccio' alle trattative
dell ’ultima amministrazione
quando si trattava di arrivare
ad un cambiamento della politica della città, ma questo
non è avvenuto: ci sono delle
responsabilità ben precise in
questa vicenda. La Lega poi è
il frutto di una serie di man- ■
cote svolte della gestione
dell’attività politica del paese. Direi che essa è il punto
di arrivo e la mia scelta è una
logica conseguenza, è inutile
che mi si tiri fuori Mazzini:
c’è chi non ha ancora capito
che Mazzini era un grande
amico di Cattaneo, Mazzini
non ha mai fatto un discorso
diciamo di riscatto del nostro
paese svincolato dall’EuropctrII leghismo che oggi è evidenziato nel nostro paese
avrà sempre più adesioni
proprio perché ci sono dei
problemi grossi da affrontare
e vanno affrontati con scelte
nuove. A questi problemi bisogna dare delle risposte: io
vado dove ci sono i problemi
non dove ci sono le teorie;
affrontiamo i problemi, sentiamo la gente e cerchiamo
una soluzione».
L’ex Teatro sociale di Pinerolo
Chiediamo a Susa come intende muoversi la Lega in vista delle elezioni a Pinerolo e
se si può indicare in Drago un
possibile candidato a sindaco.
«Ufficialmente - dice brevemente Susa - la decisione per
la candidatura verrà presa a
settembre anche se ufficiosamente è già deciso. Il dilemma è se ci verranno date autorizzazioni a poter formare
coalizioni oppure se dovremmo andare da soli». Dràgo ha
parlato di «nuovo» però qualcuno potrebbe dire maliziosamente che lui è in consiglio
comunale da 10 anni... «C’è
il vecchio pulito - continua
Susa - e c’è il vecchio sporco.
La figura di Drago è conosciuta in tutto il Pinerolese. Il
fatto che Drago sia stato dieci anni in amministrazione è
una grande dote che ci porta,
la sua esperienza è impagabile: nessuno di noi ha la sua
esperienza». ,
Drago aggiunge; «Su dieci
anni ne ho passati otto all ’opposizione e solo due al governo. Inoltre vorrei solo chiarire un equivocò di fondo, non
si dica che sto facendo questo
per il teatro di Pinerolo. La
questione del teatro e solo la
Torre Pel lice: giornate di Radio Beckwith
In piazza insierne
agli ascoltatori
Ritorna l’appuntamento
con le Giornate di Radio
Beckwith a Torre Pellice; da
venerdì 26 luglio a domenica
28, alla rotonda di'piazza
Muston a Torre Pellice, concerti, giochi, dibattiti si alterneranno nei consueto «mix».
Per Radio Beckwith è stato
l’anno del trasferimento a Luserna, nella sede di Villa
Olanda, dopo li ani di attività a Torre Pellice; non sono
mancati i momenti di difficoltà ma anche stimoli nuovi; la legge suri’emittenza radiotelevisiva necessita di
riforme e purtroppo ogni novità è legata più, ai problemi
delle grandi reti televisive
che a quelli della piccola
emittenza locale, tanto più se
«comunitarie», cioè portatrici
di particolari istanze religiose, politiche, culturali ecc.
Oggi non ci sono sostanzialmente forme di sostegno a
questo particolare tipo di editoria che, per legge, deve produrre quotidianamente, fra le
7 del mattino e le 21 di sera
ben 7 ore di trasmissioni redazionali, cioè interviste, notiziari, letture, dibattiti, limitare a un massimo del 5% il
proprio tetto di pubblicità e
pagare regolari e onerosi canoni allo stato per la conces-^'
sione delle frequenze.
La festa di Radio Beckwith,
sul piano culturale, avrà il
suo momento clou sabato 27
arie 17 con un confronto fra i
cinque deputati protestanti al
Parlamento: Lino De Benetti,
Giorgio Gardiol, Domenico
Maselli, Rosario Olivo e Valdo Spini, intervistati dal pastore Giuseppe Platone; anche domenica pomeriggio,
arie 16, si avrà un momento
di dibattito sul tema; «Recupero e rivalutazione della
memoria storica; gli archivi e
i musei», a cura del Centro
culturale valdese. Poi la musica; venerdì serata rock con i
Track 29 e i Triplo malto, sabato alle 20,45 il cantautore
Maurizio Volpe (che recentemente ha dedicato una canzone proprio a Radio Beckwith) e poi, a seguire, musica irlandese con i Malartan;
domenica pomèriggio, alle
17,30 danze e musiche occitane con i Mousico d’Oc, alle
21 i Blue Berry e alle 21,30
nuova musica occitana con
Lou Magnaut. Durante la festa ci sarà spazio per un torneo di ping pong, il gran premio con modellini di Formula
1 sulla «maxi pista polistil»,
il culto la domenica mattina
arie 11,15, 11 ristorante della
festa, con cena vegetariana il
venerdì sera e grigliata gli altri giorni, e intorno le numerosissime associazioni della
zona con i loro stand e le loro
proposte. j
punta emergente di un iceberg: quando mi ero impuntato su quella questione aveyo preso il teatro come simbolo di una realtà bloccata,
perché se un’area di 100.000
abitanti non ha più le risorse
intellettuali e morali per affrontare un’esigenza del genere e risolverla vuole dire
che è un’area spenta, e questo è un segnale culturale pesantissimo di declino proprio
a livello intellettuale. Il progetto della città di Pinerolo
deve essere centrato sulla
realizzazione delle opere pubbliche perché in cinquanfanni qui non sono state fatte».
Allora qualcosa deve cambiare a Pinerolo nei prossimi
anni, secondo Drago, e l’area
industriale potrebbe .essere
un’opportunità di sviluppo
per la città. «Deve cambiare
tutto - conclude Drago -. Per
prima cosa la macchina comunale: bisogna snellirla e
non aumentare il personale.
L’area industriale poi deve
essere un area consortile intercomunale, se si vuole fare
un discorso moderno. Si tratta di una logica diversa sulle
metodologie di approccio;
molti problemi di Pinerolo
non sono più affrontabili con
le risorse della città quindi
bisogna adottare delle strategie di più ampio respiro,
coinvolgendo ì Comuni limitrofi e facendo un discorso
molto più complesso e articolato. Se si applica la sinergia
si ha una potenzialità moltiplicata se è organicamente
inserita nel contesto dei
provvedimenti degli altri Comuni, ma questo sforzo non
c’è stato. Un altro esempio è
la biblioteca, io ne pensavo
una adatta ad un’utenza di
100.000 abitanti perché doveva essere una biblioteca
strategica, avevo fatto un
STA
La pista
di Bancet
Ho letto con stupore e con
profondo dispiacere, su «L’
eco delle valli valdesi» di venerdì 5 luglio, che il Comune
di Bobbio Pellice intende costruire lina strada «pista» che,
raggiungerebbe l’Alpe Bahcet. Conosco quella zona, ci
sono stata con mio marito, durante la mia prima gita in ¡s
montagna dòpo il mio arrivo a
Pinerolo. Ho potuto ammirare
la grande bellezza di quella
conca l’ambiente ancora inte- ^
grò, le grandi opere militm,
che' nella loro obsolescenza e
inadeguatezza costituiscono
ad un tempo un monito contro
l’assurdità della guerra e un
monumento alla tenacia e alla
fatica di chi le ha<realizzate
(forse anche montanari di queste vallate). Su quelle stupende mulattiere, costruite per
soldati in armi per un idea folle, ho pensato di accompagnare dei giovani, in un ambiente
integro e incantevole, Una
strada, «pista», sarebbe una
ferita gravissima per questo
progetto organico còme per
il teatro.
È in un ambito molto più
lungimirante di progettualità
di questo tipo che si creano i
presupposti per avviare un
terziario qualificato nell’area pinerolese. Se si vuole
creare una svolta produttiva
in questo territorio, dove c’è
un alto tasso di disoccupazione, bisogna puntare sul
turismo ma bisogna creare
delle strutture; daremo un
ruolo importante anche alle
valli: Pinerolo non può andare avanti da sola senza
coinvolgerle».
RIUNIONI QUARTIERALI ALL’APERTO III
CIRCUITO — Domenica
28 luglio si terranno le riunioni quartierali, con inizio
arie ore 15, alla Selletta di
Faetto e a Glot Boulard; domenica 28 ci sarà anche il
culto a Rodoretto alle 9.
AGAPE (Frali): CAMPO DONNE — Dal 28Tuglio al 4 agosto si svolge ad
Agape il campo donne sul
tema: «Passione politica,
passione spirituale».
PINEROLO — Domenica 28 luglio, ore 10, culto
presieduto dai pastori Anne
Zeli e Alfred Janavel di
New York che porterà un
messaggio sul tema; «La
retta via della vita».
torre pellice —
Martedì 30 luglio, alle 15,
presso la Casa delle diaconesse, studio biblico a cura
del pasL Donato Mazzarella.
ambiente, così come è una ferita la strada, «pista», che sale
aria conca del Pra e che proprio dalla zona di Alpe Bancet
può essere colta nel suo aspetto negativo.
È giusto ristrutturare i vecchi alpeggi, ma vi è il modo di
non recare ferite all’ambiente
(ad esempio con l’utilizzo
dell’elicottero, come ho visto
in Svizzera). Bobbio Pellice si
trova nel cuore di quel mondo
Valdese così attento ai problemi dello sfruttamento e
dell’abuso dell’uomo sull’uomo, e deU’uomo suH’ambiente. Sovente ho letto su «Riforma» della centrale atomica di
Creys-Malville o degli esperi-'
menti nucleari nella Polinesia
francése. Se vogliamo dare
concretezza e credibilità a
quelle giuste lotte, non possiamo dimenticare, fatte le debite
proporzioni, l’ambiente di casa nostra. Per questo motivo,
chiedo, al Vs, giornale e a tutti
coloro che si riconoscono nei
grandi valori dell’ambientalismo, attenzione su questa vicenda. Difendiamo le montagne ancora integre della zona
di Alpe Bancet.
Anne Zeli Delrnastro
Pinerolo
arredamenti
(di fronte alla caserma alpini)
esposizione e iaboratorìo:
via S. Secondo, 38 • v 0121/201712
ABBADIA ALPINA - PINEROLO
FA VIVERE LA TUA CASA
8
PAG.
IV
E Eco Delle làLLi miDi
Il cantautore si è esibito a Salza
Enrico Roggeri
tra le note e lo sport
Formando una colonna di
oltre 5 km di auto parcheggiate con la. consueta attenzione dal'servizio d’ordine da
Campolasalza fino alle più
sperdute borgate periferiche,
circa 3.000 persone hanno
fatto da corona al concerto di
Enrico Ruggeri sabato scorso
a Salza; alla fine anche il cielo ha mostrato il meglio di sé
offrendo quella suggestiva
cornice di steUe e montagne a
un cantante sempre capace di
trascinare il pubblico, di coinvolgerlo nei ritornelli dei brani più noti. Salito sul palco
alle 21,30 con una puntualità
svizzera, Ruggeri ne è sceso
verso mezzanotte, dopo aver
ripercorso attraverso i suoi
pezzi più famosi 14 anni di
concerti e dopo aver presentato i brani migliori dall’ultimo album «Fango e stelle».
«Malgrado i tanti anni di
attività - ha detto Enrico
Ruggeri - salgo sul palco con
la stessa impazienza di una
volta, con la stessa voglia di
divertirmi; in più c’è l’esperienza acquisita, un gruppo
con il quale mi conosco a memoria». Ruggeri è tornato a
Salza a distanza dì alcuni anni; uno striscione messo sulla
strada dagli organizzatori lo
ha salutato con un «bentornato»: «Mi ricordavo di questo
posto perché è una bella situazione, al di là di chi canta:
le tende, la gente sdraiata con
le coperte che aspetta che tu
salga sul palco... speravo di
ritornarci». Un tour che dura
un’intera estate e che si ripete
da molti anni per centinaia di
concerti; ma c’è anche Sanremo... «Sanremo è un mezzo e
il fine è trovarsi in mezzo alla
gente, Sanremo è un male necessario di cui servirsi ogni
tanto ma non ho ricordi particolarmente piacevoli».
11 concerto di Salza arriva
nel giorno in cui sono iniziate
le Olimpiadi; Ruggeri è anche uomo di sport: storiche
sono le sue partecipazioni alla Nazionale cantanti di calcio. Cosa ti suggerisce la manifestazione di Atlanta? «È
evidente ormai che lo sport,
insieme alla musica, è diventato il grande momento di aggregazione; avrei preferito di
gran lunga Atene perché queste Olimpiadi sanno un po’
troppo di Coca Cola e di
sponsor ma a prescindere da
questo ci saranno 10.000 persone che provenendo da tutto
il mondo vivranno per un po’
insieme, in un villaggio: ecco, Jovannotti direbbe che è
l’ombelico del mondo...».
Il tuo ricordo dei giochi
olimpici? «Sul piano sportivo il ’64 con la vittoria di Pamich, poi il ’68 e il gesto storico dei pugni neri alzati da
Smith e Carlos. Di oggi ricorderò la mano tremante di
Cassius Clay che ha acceso il
tripode: spero non l’abbiano
fatto con cinismo ma sia
l’omaggio a un grande campione che sta vivendo un declino irreversibile».
Poi i saluti ed è il momento
del palco: «Vivo ogni concerto come se fosse il primo o
l’ultimo della mia vita; lo vivo molto intensamente.
dotmiA di una vo
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deïl’am«(a cV aoccieisivamente, tientra» <i Bcnui. avei a
sentito passini alle tetapere su carta.
Si oolKftcunn l^suc sinji'anc per le opere di Kite, Ji K.uidinstcv, (il GutMtotfUt cKe, coinè «lev» Gtovjtmi C'ouiero
nei suo tailla Critico «penstisfari di racc..]ghrie i tecnwmi dt
quel dnmiiiiH c<»hu¿ii ôûrmnc a) «ito prulondo detuto (xx''tkstv’lri bscte'W Ate operé ú'stme ima lAottcaiuât indelmtfal'
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’ «ielle: iUHw« dei cééoti»;.
■s m vita i stata ptisfiiie a due esfiosisittnl a /,urij»o ’
ai Mtittéo dì Atte Modenkufi % OaUo Ìe sue ^
opere stìno,«we qfigerto di apprCKaroTlajnosciracnM
- ii scelta di Torre Peltlce è niùtivara dai tradiìidnnli vi«
mettere iu riWliAd
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lasun/tretiKìlipetc:,
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li «uovoaido aerttemulj^ amia.
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Balli occitani con gli «Abouraschi»
Musica sotto il forte
Saranno di scena musica da
ballo e canzoni occitane all’
appuntamento, patrocinato
dalla Pro Loco di Fenestrelle,
dalla Comunità montana valli
Chisone e Germanasca e
dall’Associazione «La Cantarana», programmato per sabato 27 luglio alle 21,15 al Forte di Fenestrelle. Il gruppo
«Abouraschi» che proviene
delle valli del cuneese ed è
attivo già da alcuni anni si
presenta con un nuovo cd
(«Bando», edito da Ousitanio
Vivo) e con una nuova formazione (Roberto De Siena,
ghironda e mandola, Mauro
Giulietti, organetto e percussioni, Domenico Cera, tromba e galoubet. Paolo Montagna, clarinetto, sax e galoubet, Marco Lovera, trombone
e galoubet, Piergiorgio Graglia, basso e voce), con l’intento di innovare sia il repertorio che le formule di riproposta della musica occitana.
«Abourasqui» (lo squarcio
sereno dopo il temporale, in
patuà) si è infatti strutturato
come piccola «big band», con
un trio di fiati, accanto a ghironda, organetto e basso, alla
ricerca di sonorità nuove e
originali, con un programma
di canzoni in lingua occitana
e di musiche da ballo dove,
accanto al repertorio tradizionale della zona, trovano largo
spazio nuove composizioni di
Roberto De Siena e Mauro
Giulietti. Una proposta interessante, che è valsa al gruppo il successo al Folkontest
’95, il concorso per nuovi
gruppi italiani di musica tradizionale tenuto a Casale
Monferrato, la partecipazione
al prestigioso Festival interceltico di Lorient, in Bretagna, alla XX edizione del
«Festenal» di Coumboscuro,
e l’invito a rappresentare le
valli occitane d’Italia al Festival della Conque in Provenza.
Mostre in vai Germanasca
Passi in galleria
Nell’ambito delle attività di
valorizzazione del patrimonio minerario transfrontaliero
cofinanziato dalla direttiva
Cee Interreg, la Comunità
montana valli Chisone e Germanasca ha organizzato,
presso il padiglione denominato «Il rustico», una mostra
sulle miniere delle nostre valli dal titolo «Passi in galleria» (articolata in una ampia
documentazione sul lavoro
estrattivo dei principali minerali coltivati nella nostra zona) che sarà visitabile dal 27
luglio al 31 agosto presso la
sede della Comunità montana
a Perosa Argentina.
La mostra, che dovrebbe
essere il preludio all’apertura
al pubblico della galleria
Paola prevista per il prossimo
anno, ripercorrerà le tappe
più salienti della storia delle
miniere di valle e del lavoro
in gallerie sotterranee intendendo offrire al turista estivo
un’attrattiva in più nel panorama culturale del nostro territorio. Il visitatore avrà anche modo di prendere visione
del progetto di riutilizzo e di
valorizzazione del patrimonio minerario e attraverso un
audiovisivo potrà avere un’
idea della realtà della miniera
di oggi e di domani.
Collateralmente a questa
iniziativa l’Apt di Pinerolo in
collaborazione- con la Comunità montana ha organizzato
una mostra d’arte del pittore
Ettore Della Savina dal titolo
«Arte in miniera», che resterà
aperta dal 27 luglio al 15
agosto a Perosa e continuerà
a Frali nei locali della Pro
Loco dal 17 agosto al 15 settembre. Ettore della Savina
che è nato a Torino nel ’45
ed è stato titolare della cattedra di fotografia cinematografica presso l’Istituto di
cultura artistica in Piemonte.
Ha diretto la Galleria d’arte
moderna «La Tesoreria» di
Torino dal ’72 al ’77 e ha
inoltre partecipato a numerose mostre collettive e sostenuto una cinquantina di personali in varie parti del mondo, Attraverso la sua tematica
di carattere ecologico ha affrontato il problema miniere
che è di carattere mondiale,
spaziando da quelle diamantifere a quelle di carbone fino
a quelle di talco tipiche del
Pinerolese.
Trattoria
C7l /sJibbio
di Ezio Corsani
Chiusura: mercoledì intera giornata e giovedì a mezzogiorno
Angrogna: Loc. Rocciamaneud, 208
Tel. 0121-944.290
venerdì 26 LUGUQ I99fi
25 luglio, giovedì — PINEROLO: Alle 18,30, al
campo sportivo Barbieri,
verrà presentato il nuovo Pinerolo calcio per il’96-97.
25 luglio, giovedì — LUSERNA SAN GIOVANNI:
Alla loggia dei mercanti in
Luserna alta, ore 21, concerto
di musica classica.
26-30 luglio — VILLAR
PEROSA: Presso il parco
pubblico della Società operaia, tradizionale festa del
paese con danze, banco di beneficenza, gare di bocce e,
martedì sera, spettacolo pirotecnico sull’acqua del bacino.
27 luglio, sabato — BOBBIO PELLICE: Alle 21, nella sala polivalente, verrà presentato il Cd del Gruppo teatro Angrogna «Se canto».
27 luglio, sabato — TORRE PELLICE: Alle 21,15
nel tempio, concerto finale
del corso per violoncello.
27 luglio, sabato — TORRE PELLICE: Alle 17,
presso la Galleria d’arte contemporanea in via D’Azeglio,
verrà inaugurata la mostra «Il
museo ritrovato». La mostra
resterà aperta fino al 1° settembre, dal martedì al sabato
pomeriggio, domenica anche
al mattino.
27-28 luglio — LUSERNA SAN GIOVANNI: Festa
dell’Avis in occasione dei 25
anni di attività della locale sezione; sabato alle 21 concerto
del gruppo occitano Lou Magnaut big band al mercato coperto; domenica alle 9 ritrovo
in piazza Partigiani con sfilata ai monumenti ai caduti, cerimonia ufficiale alla palestra
e pranzo al mercato coperto.
27-29 luglio — POMARETTO: La Pro Loco organizza la tradizionale festa del
paese, con ballo pubblico, gare bòcciofile, mostra fotografica sulle valli, torneo di pallavolo; sabato e domenica,
dalle 15 alle 18, presso la sala
del convitto valdese, esposizione «Arti e mestieri della
vai Germanasca».
29 luglio, lunedì — TORRE PELLICE: Alle 21 è
convocato il Consiglio della
Comunità montana vai Penice; in discussione, fra l’altro,
la relazione annua e il rendiconto dei servizi socio-assistenziali, la razionalizzazione
scolastica, la convenzione fra
Comunità montana e Cri.
1“ agosto, giovedì —
TORRE PELLICE: Alle 21,
nel tempio, concerto finale
dei corsi di tecnica e interpretazione musicale per violino e
musica da camera.
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TORRE PELLICE — Il
cinema Trento ha in programma, giovedì 25, ore
20,30, il cartone animato Balte; venerdì 26, ore 21,15, la
commedia di Woody Alien'
La dea dell’amore; sabato
27, ore 20,10 e 22,10, Va’
dove ti porta il cuore; domenica, ore 20,10 e 22,10, e lunedì, ore 21,15, PiumédD'
struzzo, commedia con Rbbin Williams.
PINEROLO — La multisala Italia è chiusa per ferie. ,
BARGE — Il cinema Comunale è chiuso per ferie.
evani
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Vita Delle Chìese
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Approvato lo Statuto del Consiglio delle chiese cristiane di Venezia
Una comunione locale di cristiani
I
La base teologica nella formulazione del Consiglio ecumenico di Ginevra
Le iniziative di formazione e conoscenza reciproca e la presenza in città
¡I Consiglio locale delle chief ¡g cristiane di Venezia si è costituito il 20 dicembre 1993 con
la partecipazione di sette chiese
locali. Pur facendo riferimento
a una realtà cittadina, esso riflette le problematiche del dialogo ecumenico mondiale non
solo per la ricchezza e diversificazione della sua tradizione
cristiana, ma anche perché la
sua base teologica è l’art. 1 dello Statuto del Consiglio ecumenico delle chiese che ha sede a
Ginevra. Molto prezioso anche
lo stretto contatto con l’istituto
'i di studi ecumenici «San Bernardino» di Venezia. Nel feb. braio scorso il Consiglio ha approvato definitivamente il suo
statuto che pubblichiamo per
documentazione.
Art. 1 - Il Consiglio locale
delle chiese cristiane di Venezia è una comunione di
chiese che confessano il Signore Gesù Cristo come Dio
e Salvatore secondo le Scritl ture e per questo cercano di
adempiere alla comune vocazione alla gloria di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo,
i Art. 2 - Al mopiento della
costituzione in Venezia ne
fanno parte: Chiesa anglicana, Chiesa evangelica battista, Chiesa cattolica. Chiesa
evangelica luterana, phiesa
evangelica metodista. Chiesa
ortodossa. Chiesa evangelica
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Campo Santa Maria Formasa
valdese.
Art. 3 - Le finalità del Consiglio sono;
a) promuovere la conoscenza reciproca delle chiese;
b) suscitare nelle chiese
una coscienza ecumenica;
c) favorire lo scambio di
informazioni attinenti la vita
delle chiese, con particolare
riguardo alle tematiche di rilevanza ecumenica;
d) realizzare iniziative comuni;
e) assumere eventuali posizioni pubbliche su problemi
di attualità;
f) discutere e chiarire possibili incomprensioni;
g) prevenire qualsiasi forma di razzismo e discriminazione (approvato l’8/4/95);
h) promuovere i rapporti
con la comunità ebraica e le
altre realtà religiose (approvatoT8/4/95).
Art.4- Le chiese hanno nel
Consiglio posizione paritetica: ogni delegazione dispone
di un solo voto, che in caso
di assenza può essere espresso per delega da un’altra
chiesa membro (aggiunta
«che in caso.'..» approvata il
10/2/95).
Art. 5 - Ogni-delegazione è
composta di due membri e
può essere integrata da due
consulenti.
-/^t. 6 - Le decisioni vengono prese all’unanimità e in
quanto tali sono vincolanti
per le chiese aderenti.
Art. 7 - Le votazioni sono
espressevcon voto palese,,
tranne quelle che riguardano
le persone.
Art. 8-11 Consiglio è presieduto a turno da una delle
chiese aderenti per la durata
di un anno, in base all’ordine
alfabetico, secondo l’elenco
all’articolo 2.
Art. 9 - La sede è decisa di
comune accordo.
Art. 10 - Compiti del presidente sono:
a) convocare il Consiglio
(non meno di tre volte l’anno);
b) preparare l’ordine del
giorno e farlo pervenire alle
singole delegazioni almeno
15 giorni prima della riunione;
c) inviare alle delegazioni il
verbale di ogni seduta.
Art. 11 - E pertinenza del
Consiglio valutare l’adesione
di altre chiese, anche in questa fase transitoria, purché la
chiesa richiedente si riconosca nel preseti te statuto.
Art, 12 - Il presente statuto
è stato approvato definitivamente nella seduta del
10/2/96 ed entra in vigore a
partire da tale data. /
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■ Vita della comunità battista
Casorate Primo una
primavera di intensa attività
CARMELO INGUANTI
La vita della chiesa durante i mesi primaverili è staI tà caratterizzata da matrimoni, presentazioni e battesimi
che ne sottolineano la buona
salute spirituale.
Sabato 16 marzo il tenente
dell’aviazione Cristiano Galli,
pilota dei Tornado, e Stefania
Chafin, americana del Texas,
già uniti civilmente, hanno
chiesto la bénedizione del loro matrimonio. Erano presentì, fra gli altri, la madre della
sposa, venuta dagli Usa e alcuni colleghi dello sposo. La
, festosa cerimonia è stata alietata dal canto dell’inno «È
la casa un paradiso» eseguito
dal fratello Romeo. Auguri di
prosperità, pace e felicità agli
Sposi che abitano a Brescia,
'ricino alla base aerea.
Domenica 17 marzo i genitori del tenente Galli, Gabriele
ed Emilia, hanno chiesto che
Si invocasse la benedizione
del Signore in occasione del
loro 25“ anniversario di matrimonio. Durante lo stesso
dulto hanno dato la toro testitoonianza di fede mediante il
dattesimo Javier Pach e Laura
^ordedda, due giovani che da
empo partecipano alla vita
della comunità. Essi sono poi
tati uniti in matrimonio, seondo l’Intesa fra l’Unione
attìsta e la Repubblica italiadomenica 31 marzo. La
lebrazione matrimoniale ha
^tiogo alla presenza di
a imponente assemblea di
adenti, parenti e amici, che
p, circondato d’affetto i
jJddi sposi nell’esultanza
'dell evento.
tn n" matrimonio è stala giovane sofel
p,„.*dta Pepe con Cristiano
ragioni logistiUrm d massa d invitati,
provenienti anche dalla Gerjw, J.d d tìa altre province, il
■¿^rnonio è stato celebrato
to 8 giugno dal pastore
Carmelo Inguanti nel tempio
battista di Milano. La benedizione di Dio e l’affettuoso
augurio di tutti accompagnino felicemente Lidia e Cristiano per tutti gli anni della
loro vita. La chiesa di Casora^
te Primo è prevalentemente
giovane e perciò le presentazioni dei pargoli sono frequenti. Nel primo semestre
ne sono stati presentati quattro. I coniugi Filippa e Raffaele Scafuro domenica 28 aprile
hanno presentato al Signore
la loro piccola'Noemi. Era
presente al culto quella domenica il pastore Salvo Rapisarda, segretario del Dipartimento di teologia, che ha rivolto un forte messaggio.
Domenica 12 maggio due
coppie di coniugi hanno presentato al Signore i loro bambini: Elisabetta e Nicola Jacobelli il piccolo Giasone e Giuseppe e Cristiana Reina i loro
due piccoli, Ruben e Gioele.
. Su tutti i piccoli è stata invocata la benedizione del Signore, chiedendo altresì a
Dio di dare ai rispettivi genitori colante consapevolezza
dellaToro responsabilità morale e spirituale.
Vogliamo chiudere ringraziando i fratelli Abbiati, Scafuro e Pepe che spesso hanno
rivolto alla fratellanza apprezzati messaggi e ricordando il culto di domenica 9 giugno dedicato alla chiusura
del Corso di istruzione biblica per i piccoli e per giovani e
adulti. Il culto è stato tenuto
dai bambini e dai giovani che
lo hanno caratterizzato con i
loro canti, con preghiere e
letture bibliche. La predicazione è stata di uno dei giovani, Raffaele Scafuro, ispirata da Filippesi 3, 13-14: questa lettera è stata oggetto di
studio durante tutto l’anno.
La chiesa ha espresso un grazie particolarmente caloroso
alle monitrici Franca Rondinone é Vittoria Roessingér.
Centro cu Itu rale « Em i lìo N itti »,
A Ponticelli conferenze
per fare medicina preventiva
SALVATORE CORTINI
UN ciclo di sei conferenze,
organizzato dal Centro
culturale «Emilio Nitri» di.
Ponticelli-Napoli, ha dato vita
al programma di «Medicina
preventiva ’96»: Te malattie
cardiache, le allergie, l’ansia e
la depressione, sono stati alcuni degli argomenti trattati
dai medici volontari agli incontri a cui hanno partecipato le donne del Villaggio Caracciolo e del quartiere. Il
Centro culturale, in collaborazione con l’ospedale evangelico «Villa Betania» e alcuni
medici della I e II facoltà di
medicina dell’Università di
Napoli ha avuto come suo
obiettivo quello di generare e
diffondere una cultura della
prevenzione. La nostra salute
sta principalmente nelle nostre mani, per gli strumenti
che oggi abbiamo a disposizione: è stato questo, in buona sostanza, il messaggio
emerso durante tutto lo svolgimento del programma.
È stato inoltre ribadito che
l’applicazione di alcune regole di vita potrebbero evitare,
o almeno attenuare, il manifestarsi di gran parte delle
Per. le strade di Ponticelli
malattie. Ques'to riguarda
l’individuo in ogni fase della
sua vita: dall’infanzia, periodo in cui è importante riconoscere precocemente i segni e i sintomi di malattie costituzionali, fino alla vecchiaia, quando la persona
.anziàna deve essere messa
nella condizione di poter vivere nella maniera più soddisfacente possibile. La nostra
speranza è di continuare ad
essere attivi nel campo della
prevenzione. Certo, siamo
consapevoli che siamo piccola cosa, ma come credenti
abbiamo il dovere di alleviare^
la sofferenza e combatterla.
Radio e televisione
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e cornmenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva
realizzata dalla Federazione delle chiese
evangeliche in Italia, trasmessa a-domeniche alterne da Raidue alle 23,40 circa e, in
replica, il lunedì della settimana seguente
alle ore 9,30. Domenica 28 luglio (replica
lunedì 5 agosto): Miss Pop, un’iniziativa protestante nella
periferia parigina; Sotto Tombrellone: un libro per Testate.
M Chiesa valdese di Lucca
Credentr uniti per l'estremo
saluto a Renata Affuso
Nel pomeriggio di sabato
29 giugno, la Chièsa valdese
ha vissuto un’ora di rara intensità spirituale ed ecumenica in occasione del fraterno saluto a Renata Affuso,
deceduta dopo una grave
^malattia durata un anno. Per
lunghi anni la sorella Renata
si era occupata delle scuole
domenicali e dell’accompagnamento musicale dei culti
nelle chiese di Napoli Arenella. Rione Berlingieri e Torre
del Greco.
Hanno partecipato all’incontro di saluto fratelli della
comunità evangelica filippina,'della Chiesa pentecqstale
di Altopascio, della Chiesa
apostolica di Prato, dell’assemblea dei Fratelli di Firenze
e numerosi cattolici, tra cui
alcune suore e due parroci.
Lungi da un tradizionale rito fùnebre si è trattato di un
commiato caratterizzato dal
dialogo a cuore aperto del
fratello, pastore Mario Affuso, che ha riflettuto sulle responsabilità delle nostre
chiese nel non favorire Taccompagnamento di una pro
fessionalità laica con una
pienezza di vita spirituale e
sul rapporto fra vita èd esistenza che ha molto colpite
gli oltre 150 presenti. Una
poesia di Ungaretti, letta da una ex aUieva per conto di Jole Affuso Maselli, ha accentuato la partecipazione laica
e spirituale a un tempo dei
presenti. Il pastore Domenico Maselli ha poi brevemente
commentato Ebrei 12 mettendo in luce.il carattere di
testimonianza di chi ci ha
preceduto e là necessità di
deporre ogni nostro peso
guardando a Cristo,, nella
consapevolezza di averlo come compagno nei nostri dolori e come vincitore della
morte.
Una breve e bellissima preghiera di condivisiohe e richiesta di conversione al Signore, da parte di don Pietro
Raffaeli!, responsabile per i„^
rapporti ecumenici della diocesi di Lucca, ha chiuso la ri-.^
unione presieduta con amore:
e saggezza da Franco Bono,
che conosceva anche lui Renata da lunghi anni. '
ANGROGNA — In occasione delle Assise della Cevaa, la chiesa
di Angrogna ha avuto il privilegio di ospitare per due domeniche consecutive i fratelli e le sorelle delle chiese'della
Comunità. Domenica 23 giugno al culto, presieduto dal past. Emmanuel Mbangue Eboa (Chiesa battista del Camerún), è seguito un pranzo comunitario offerto ai membri
del Consiglio e agli animatori. La passeggiata storica ha
concluso la giomatSt..Nel week-end successivo dieci partecipanti sonò stati ospitati nelle famiglie e la corale, che aveva partecipato al culto presieduto dal past. Pedro Carrasco
(Chiesa di NeùChàteR, ha poi preparato un’allegra grigliata.
Gli incontri, caratterizzati da grande fraternità, hanno offerto alla qomunità locale un’eccezionale possibilità, di
informazione e di condivisione dei problemi e delle speranze delle chiese evarìgeliche wmse nel mondo.
• È stato battezzato Jean David Eynard, di Walter e Gisella
Pizzardi, membri della chiesa di Torre Pellice ma legati affettivamente alla chiesa di Angrogna. Al bambino e ai suoi
genitori la corpunità esprime gli auguri più fraterni di urta
vita benedetta dal Signore.
TORINO via Viterbo — Sabato 6 luglio abbiamo accompagnato al cimitero di Torino per l’ultimo saluto il fratello Carlo
Masutti, di 81 anni, deceduto improvvisamente a Oneglia
dove si trovava dalTihizio del mese. Il maestro Masutti, da
decenni membro della chiesa, era il nostro organista e la
sua dipartita lascia quindi un doppio vuoto fra le nostre fila. AJla figlia Patrizia e ai parenti la comunità esprime il
proprio affetto e la simpatia cristiana.
TORINO via Passalacqua — Un altro dei nostri membri di
chiesa della vecchia guardia, il fratello Aldo Ferrarese, ci ha
lasciato, a 82 anni d’età, dopo lunga malattia. Il funerale, in
assenza del pastore Casanova è stato celebrato il 10 luglio
dal pastore Pasòhetto, in chiesa e al cimitero di Crescentino. Ci stringiamo con affetto alla famiglia Ferrarese, una
dèlie famiglie storiche della nostra comunità, invocando le
consolazioni del Signore nella certezza della risurrezione.
NAPOLI — La comunità valdese di via dei Cimbri ha vissuto
una commovente domenica di Pentecoste, con l’ammissione di dieci giovani catecumeni di cui una sola «figlia» della
nostra Chiesa. Tutti gli altri, entrati per caso nel nostro tempio, dopo aver partecipato ad alcuni culti, avevano espresso
il desiderio e il bisogno di approfondire lo studio della Parola. Con serate di preghiera e meditazione della Bibbia, la
pastora Teodora Tòsatti ha seguito le singole storie e le necessità spirituali di questi giovani bisognosi di una risposta.
Dopo due anni di studio si sono presentati davanti al Concistoro per motivare la propria volontà di entrare a far parte
del popolo dei credenti e a Pentecoste, dopo il culto di Santa Cena, hanno riconfermato la loro fede in Cristo. Ai piedi
della croce sono stati posti alcuni mattoifi ai quali i confermandi hanno aggiunto il proprio quale segno di consolidaN mento del tempio. La cerimonia è stata molto suggestiva e
intensa. Si sentiva lo Spirito Santo di Dio presente nella resurrezione di Cristo nostro Salvatore, (cm.f)
PRAROSTINO — Durante il culto tenutosi nel tempio di San
Bartolomeo il 14 luglio ha ricevuto il battesimo la piccola
Alessia Vallenzasca. La conjunità tutta prega affinché Dio
le conceda di crescere nella fede.
TORRE PELLICE — Sabato 13 luglio alla Casa valdese ha avuto
luogo una conferenza dell’ing. Datride Valente su «Archeologia e Bibbia. Antico Testamento». Vivo interesse ha suscitato la proiezione di numerose diapositive illustrate
dall’oratore, che da anni si dedica a questo argomento con
studio profondo e appassionato.
• La comunità è riconoscente ai pastori Alfredo Janavel e
Bruno Tron, di cui ha potuto ascoltare la predicazione.
• È^tàto battezzato il piccolo Mattia Casini, di Marco e /ùimarita Basile: lo accompagna il nostro augurio sincero.
• L’Evangelo della resurrezione è stato annunciato in occasione dei funerali di Melanie Avondetto, Elda Jalla ved. Rivoira, Roberto Nisbet, Emilia Ricca, Aurelio Rivoira.
10
X
PAG. 6 RIFORMA
Riforma
Droghe leggere
Marco Rolando
Penso che nulla sia più difficile che cercare di semplificare problemi complessi sfuggendo alla trappole degli
stereotipi e delle mentalità generali inconsce. Ritengo
che la proposta di liberaiizzare la vendita e l’uso di droghe leggere come la marijuana o l’hascisc, togliendole
dall’attuale tabellazione delle Costanze stupefacenti (dpr
n. 309 del 9 ottobre 1990 art 14) e inserendole in una tabella di sostanze potenziaimente pericolose come l’alcol
e il fumo sia fondata e possa, comunque, costituire un
utile terreno di discussione e <U confronto &a impostazioni culturali differenti. È vero, inoltre, che le risorse attualmente investite nella repressione potrebbero essere più
utilmente rivolte a contrastare le cause più remote
deU'abuso di droga e dei problemi sociali correlati come
la disoccupazione, la povertà, l’handicap culturale e la disgregazione sociale. Penso che, in ogni caso, sia utile potenziare gli interventi di prevenzione, di educazione e di
cura come, d’altronde, si è cominciato ad attuare anche
per quanto riguarda l’alcol e il tabagismo.
D’altro canto l’emergenza odierna sembra investire il
campo delle cosiddette «nuove droghe», il cui esempio più
conosciuto è rappresentato daU’ecstasy. Si tratta, in realtà,
di una molecola, la Mdma (metilendlossimetamfetamina),
scoperta nel 1912 in Germania e usata come anoressizzante. Come per altre sostanze, la sua sintesi è di facile riproduzione e può avvenire anche in laboratori clandestini e
improvvisati usando per esempio filtri da cafiè per separare le sostanze. La Mdma fu anche usata da alcuni psichiatri
come strumento per favorire ia comunicazione e l’empatia
in psicoterapia. Tutto ciò rientra nei fenomeno delle cosiddette «designer drugs», diffiiso negli anni ’80 negli Stati
Uniti, la cui area comprende una serie di sostanze stupefacenti che hanno la caratteristica di poter essere facilmente
sintetizzate e, al contempo, di non essere inserite momentaneamente nelle tabelle sostanze controllate. Questo
consente a produttori, detentori, spacciatori di sfuggire alle sanzioni penali per il breve periodo che precede la conoscenza e la catalogazione deUa sostanza stessa.
Se diamo uno sguardo al periodo storico delle scoperte e
delle sintesi di sostanze, come l’eroina nel 1897 e TLsd nel
1938, ci accorgiamo della contemporaneità dello svilupparsi di un’altra scienza. Freud, proprio a partire da studi
neurologici e da lavori sugli effetti e sui possibili utilizzi
delia cocaina per facilitare lo svezzamento dei morfinomani (1884-87), si rese conto dell’insufficienza dei metodi tradizionali per cercare di comprendere e di interpretare i fenomeni psichici: e che la tossicomania abbia qualcosa a
che fare con i problèmi psichici è cosa difficile da negare. A
mio avviso occorre fai procedere la ricerca scientifica nel
campo delle neuroscienze e della neurofarmacologia di
pari passo a quella psicoanalitica, confrontandola con i
dati prodotti dagli studi epidemiologici e sociologici. In
questo quadro si può pensare di sperimentare la liberalizzazione di singole droghe leggere come la marijuana e
l’hascisc, sempre tenendo presente che la tossicodipendenza è un fenomeno complesso la cui soluzione non
sarà demandata all’eroicità di un singolo o aUa liberalità
di un provvedimento legislativo. Soltanto nella fatica di
costruire singoli percorsi riabilitativi con tutto il nostro
potenziale creativo almeno pari all’inventiva mostrata da
altri nel produrre «nuove» droghe e tenendo conto della
dimensione individuale e soci^e del problema, riusciremo forse a prodiure quedcosa di utfie alle ragazze e ai ragazzi tossicodipendenti.
Detto questo, penso che parimenti sia importante tenere aperta la domanda sulle motivazioni inconsce che
spingono i gióvani a ricercare uno stato di alterazione
mentale indotta dall’abuso di sostanze stupefacenti. Non
sempre semplificare, razionalizzare i problemi, dare risposte certe e sicure rappresenta una soluzione. Forse lo
può rappresentare per le nostre ansie di operatori, per le
nostre stesse parti più infantili e arcaiche che temono di
dover convivere con i problemi e le domande a cui spesso non sappiamo rispondere.
Riforma
E-Mail: Riforma @ Alpcom.it
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Tariffe inaerrionl pubblicHarle; a mòdulo (42,5x40 mm) £ 30.000. Partecipazioni: millimetro/coionna £ 1.800. Economici: a parola £ 1.000.
Rlfonna è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con
il n. 175 del 1° gennaio 1951, responsabile Franco Glampiccoli. Le modiffche sono
state registrate con ordinanza in data 5 marzo 1993.
il numero 29 del 19 luglio 1996 è stato consegnato per l’inoltro postale all’Ufficio
CMP Nord, vìa Reiss RmdoII 44/11 di Torino meicoledi 17 luglio 1996.
VENERDÌ 26 LUGUO 1%,;
A proposito di una recente rievocazione
«Spezia Mission» e battisti italiani
L'indipendenza di Clark dalle agenzie missionarie ufficiali
Gli importanti rapporti con le altre denominazioni
. Bibbia e lettura
FRANCO SCARAMUCCIA
Da un interessante e valido intervento di Dario
Saccomani dal titolo «L’origine del battismo in Italia»,
pubblicato su Bollettino di
storia battista del 2 giugno
1996, traggo lo spunto per alcune note a margine del tema trattato. Nell’articolo infatti Saccomani pone il problema di stabilire «se si vuole
considerare la Missione de La
Spezia come una missione
autenticamente battista e
non come una società di
amici che decide di iniziare la
predicazione in Italia». A parte quanto Saccomani stesso
correttamente chiarisce, e
cioè che la stessa considerazione si pone anche riguardo
agli inizi di J. Wall, il problema riguardo alla Spezia Mission non è nuovo. Esso era
già stato posto sub 1.1.5 dal
«Primo documento per una
riflessione comune sulla situazione delle Chiese battiste, metodiste e valdesi in Italia» (éd. Coop. Litocopisteria Filadelfia, 1979), che addirittura parlava di «missione
anglicano-battista [sic!] della
Spezia Mission», distinta dal
«battismo inglese tradizionale» nomina'to in precedenza.
Poiché sto completando la
stesura di un libro sulla Spezia Mission, mi sembra utile
portare il mio modesto contributo. Intanto non riesco
francamente a comprendere
quale sia il fondamelrto dell’
«anglicanicità» della missione, che scarterei decisamente. Per il problema posto da
Saccomani, un fatto è certo:
Edward Clarke non volle mai
dipendere da nessuna agenzia missionaria ufficiale, e
quindi neppure dalla Baptist
Missionary Society, di cui invece accettò il mandato J.
Wall. «Qualcuno potrebbe
chiedersi chi si è assunto la
responsabilità di pagare
l’evangelista, l’affitto delle
sale, le insegnanti, le spese
per le scuole, ecc. A ciò rispondo: “essa ricade interamente su di me e, con il sostegno e la forza che viene
dall’alto, sono intenzionato
ad assumermela” [in corsivo
nell’originale]: infatti, se io
non mi fossi con decisione
fatto carico di tutte le spese
connesse al lavoro, ad esso si
sarebbe senza dubbio rinunciato già da tempo»; così
scriveva E. Clarke nel 1872.
La «Casa delta buona novella»
sede della Missione delia Spezia
per l’Italia
Che questo però voglia dire
senz’altro che la missione
fondata da Clarke non fu battista io non mi sentirei di dirlo. Se si guarda all’aspetto
formale, e cioè al diretto collegamento con le chiese battiste inglesi o con la loro agenzia missionaria, certamente la Spezia Mission fu
una missione indipendente,
amministrata da un comitato
di fiduciari (trustees) senza
specifica connotazione denominazionale: Clarke stesso rivendicò il fatto che collettava
non solo in ambiente battista
e che fra i sostenitori del suo
lavoro vi erano membri di altre denominazioni e di ciò
egli faceva, potremmo dire,
un punto d’onore. In questo
senso il Primo Documento ha
ragione di distinguere la Spezia Mission dal «battismo inglese tradizionale», intendendo con questo il canale missionario ufficiale.
Se invece si tiene conto
dell’aspetto sostanziale del
lavoro svolto dalla Spezia
Mission, e cioè della pratica
confessionale, dei rapporti
intrattenuti in Italia con le altre denominazioni, della considerazione in cui erano tenute le chiese e della consapevolezza delle stesse di appartenere a una specifica denominazione, non vi è dubbio, a mio parere, sul fatto
che le comunità collegate
con questa missione fossero
«battiste». Si possono portare
molti argomenti a sostegno
di tale appartenenza sostanziale; tanto per fare qualche
esempio, il fatto che fin dall’inizio le chiese in questione
collaborarono con II Seminatore, periodico battista, inviando a esso e non altrove le
proprie cronache, e che usa
Nelia collana della Società di studi valdesi è uscito il n. 15
; \ Giuseppe La Scala Inoyr
Diario di guerra
di un cappellano metodista
durante la prima guerra mondiale
a cura di Giulio Vicentini
Prefazione di Giorgio Girardet
pp 224, L 35,000
«Guéira al regno della guerra» è il motto che il cappellano
metodista La Scala scrive sulla
copertina del sug diario: sarà il
suo impegno In tutto il perìodo
bellico. Una importante dociimen- ^
tazìone dell'attività dei cappellani
evangeHci al fronte, così apprezzata dai soldati e ufficiali. Là testimonianza diretta dell’atteggiamento delle chiese evangeliche
italiane dinanzi alia prima guerra
mondiale. L’entusiasmo patriottico
di La Scala lo rthoviamo nella pagine celebri di Pietro Jahier e altri
combattenti evangelici. '
H ^ ’'^mÊÊêiÊtrik»
tdatKÊKSHUÈ
VIA PRINCIPE fom/m, 1-10128 TCmiNO
TEL 011/8ra.98:04 * FAX 011/M0.43.94 - C.C.P. 20780102
vano nel testo e nei titoli delle corrispondenze un linguaggio non equivoco: «questa Chiesa evangelica battista», detto di La Spezia (non
solo su II Seminatore ma anche su La Famiglia cristiana
del 1878), «Chiesa battista di
Pistoia», «Cappella battista a
Treviso» (non solo su II Seminatore ma anche su Veneto
cristiano del 1882).
Si può poi, per andare su
un piano di maggior consistenza, ricordare la controversia condotta su The Baptist, di cui darò nel libro i dettagli, in cui il giornale esortava i battisti inglesi a contribuire per la missione sponsorizzata dalla Baptist Missionary Society e non per le
altre missioni condotte da
missionari battisti in Italia (e
si nominano espressamente
Cote, Van Meter e la Spezia
Mission di Clarke). Il giornale
si dichiarava preoccupato
per il fatto che molti sostenitori erano convinti di contribuire per un lavoro sostenuto ufficialmente dalle chiese
battiste inglesi, mentre mandavano invece i loro contributi a battisti che non erano
sostenuti dall’agenzia a ciò
deputata. Ma che fossero
battisti e che il lavoro fosse
condotto secondo le convinzioni della confessione non
era messo in dubbio.
Infine si può aggiungere un
argomento a mio parere decisivo: l’incontro di Clarke
nel 1866 con G. B. Dassiq,
che divenne suo collaboratore e fu per questo scomunicato dalla Chiesa libera di La
Spezia. Dassio fu quasi sicuramente il primo pastore battista italiano e fu cacciato
proprio perché aveva accettato il battesimo dei credenti,
dopo aver conosciuto Clarke
e avere accettato di lavorare con lui (V. D. Maselli, Tra
Risveglio e millennio, Claudiana, 1974, p. 245). Credo
dunque che anche la missione indipendente di Edward
Clarke possa a buona ragione
essere considerata «battista»
a pieno titolo e trovare il suo
posto in una futura storia del
battismo italiano. Mi è parso
o opportuno rivendicare il
«battismo» di Clarke proprio
in quest’anno in cui, il 13 ottobre, ricorrerà il 130° anniversario della costituzione
della Chiesa battista di La
Spezia, la prima appunto della Spezia Mission.
:: ••
kRivistaddIibti
Lo stretto legame fi-a letta,
ra della Bibbia e Riforma pròtestante sarebbe un mito? |
quanto sembra sostenere
Jean-François Gilmont, bibliotecario e insegnante a Lovanio, citato dallo storico
Giuseppe Ricuperati in un articolo «Lettura come Storia»
sul numero di luglio della rivista. L’articolo si riferisce al
volüme curato da Guglieimo
Cavallo e Roger Chartier Sforia della lettura nel mondo
occidentale, che contiene anche il saggio di Gilmont. Questi sostiene che «la crescita
dei lettori precede la Riforma
e si colloca piuttosto nell’onda di sviluppo delle borghesie urbane, a cui l’innovazione della stampa offre una
possibilità eccezionale...»,
«Non è affatto vero - si dice
più avanti - che Lutero e Calvino siano stati promotori di
un contatto diretto, popolare,
generalizzato con la Bibbia
(...). Luteranesimo e calvinismo, non meno che il mondo
cattolico, conoscono quellé
forme di mediazione che sonori catechismi, molto piìt
diffusi delle edizioni in volgare del testo sacro. La catech®-'
si (...) corrisponde meglio al
numero ristretto dei lettori tipico delle società che hanno
conosciuto la Riforma».
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della religione cattolica nelle
scuole italiane. Lo rileva l'articolo di Salvatore Mazza (29
giugno). La quota deH’ahnO
1995-96 è del 93,9% rispetto
al 94 per cento dell’anno prima (massimo nelle elementari: 97,3%, minimo nelle medie
superiori: 88,8). L’articolo richiama tuttavia a non fare dèi
trionfalismi: secondo l'Ati’.
nuario sull’insegnamento della religione cattolica in Italie
(da cui provengono i dati), «If
sostanziale tenuta degli avwlentesi (...) deve interrógare
circa il sostegno che viene dato a promuovere scelte positive al riguardo». «Il fatto-prosegue l’articolo - che il calo
delle adesioni sia più sensibili
nelle scuole superiori delle:
grandi città rende necessan
interventi decisi, che coinvolgano pastorale scolastica, fa'
miliare e giovanile».
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Fuori collana è uscito
Carlo Lupo
PENSIERI
Prefazione di Giorgio Girardet
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Questi pensieri fanno parte della testimonianza diretta della fede, e quindi della vita, del pastore Lupo costretto da una grave infeirnità a rinunziare all’esercizio di quel ministero pastorale
attivo che era lo scopo della
sua esistenza dal giorno in cui
aveva incontrato e conosciuto
nel suo spirito Gesù di Nazaret. Da quel giorno non cessò mai daii’annunciare la riveiazione dì Cristo a quanti ebbero il beneficio spirituale, di
incontrarsi con lui.
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26 LUGLIO 1996
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PAG. 7 RIFORMA
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nell’onborgheaovazio
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carattere planetario che dopbbe nascere dalla mente e
dalla volontà di tutti gli uomini di governo, di tutti i capidi Stato.
Una volontà impegnata e
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1 fare dèi "''^'R^ri, il quale tuttavia di
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dati), «la,
igliawaerrögare
Caro direttore,
anche io sono rattristato
per aver causato sofferenza al
ifratello Giuseppe Mascanzo
fetta di informazione storica
a ha frainteso il senso della
? iria lettera in cui ho denunciato il tradimento degli ideali risorgimentali e il loro fallimento a partire dal 1860; e,
neneda-'ì <luanto riguarda la prote positi-J^®*™ meridionalizzazione
to-pro
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il calo^^*'^* implicazioni per l’esensibih al Nord delle orga
ori delle'; mafiose, magari
lecessarij .1® copertura degli appa
rninvol- Sfatali spesso omertosi,
etica fa-‘ ^Piäcenti, scarsamente af®t'C^’ *f"iabili e portatori di una
fatalità bizantina e cliente
la di'
e Ui*
Í II «socialismo
cristiano»
Rispetto all’impegno cul1 ale e di testimonianza afra lettu. fermato nella costituzione a
^a del Centro studi per il
cristianesimo sociale, di cui
è dato notizia sul n. 21 di
mima del 24 maggio, voríjg¡esprimere tutto il mio apprezzamento e la mia condiIsione. In particolare quando si prospetta un «sociali.jino cristiano» senza dittatura e totalitarismo passati e
■fre una - sostenibili condizioni di vita
naie.. » • ieUa maggior parte degli abi- si dice tolti della Terra, la cui attuato e Cai- J le attesa di giustizia è ormai
rotori dii lotto gli occhi di tutti. Doopolare, i Nbbe essere inderogabile
ì Bibbia 5 un sistema socio-economico
calvini- ! toe porti alla convinta deter1 mondo j ^inazione che tutti i dispera
0 quelle - il Terra abbiano di che
1 che so- ì Cangiare, abbiano il necesolto più I 'ario per vivere, recuperino
involga- i ^concreta possibilità occucateche- ' pazionale e produttiva sereglio al giustizia ed equità. In
ettoriti-' Ppsto senso, credo, Karl
e hanno ' Marx lanciò il suo messaggio:
NL’uomo in tanto vale in
iquanto produce». Certo al di
" e al di fuori (oggi) del concetto totalitario-dittatoriale.
Si tratta di un’inderogabile
appello ai sazi della Terra
lerché si giunga ad un sisteioni ac- economico non più ac■ di chi si entratore, ma solidale per
amento ^ umanità.
ica nelle Arcangelo Pino-Scicli
leva Tan ,1
SnS p Miopia politica
lare; e assolutamente non
contro il lavoro produttivo di
milioni di meridionali ivi trasferitisi, vittime anch’essi del
malgoverno borbonico.
Sono tuttavia ancor più rattristato per la persistènte
miopia politica dei quadri dirigenti e dei responsabili culturali delle nostre chiese, i
quali non sembrano avvertire
l’estrema urgenza di un diverso assetto costituzionale del
nostro paese e il grave pericolo che la libertà e la democrazia corrono oggi in Italia non
solo a causa della destra, ma
anche della sinistra, in modo
, subdolo e strisciante attraverso gli accordi di vertice tra i
due cosiddetti poli e di più
con la proposta dei semipresidenzialismo alla francese.
II «parlamento di Mantova», il «governo e il comitato
di liberazione della Padania»,
oltre a essere prefigurazioni .
possibili di organi e strutture
di autogoverno, anticipano
strumenti di resistenza alla
svolta autoritaria che si delinea all’orizzonte e chiamano
alla lotta per la libertà e la dignità del popolo italia'ni tutti
i cittadini. Di qui l’appello al
risveglio rivolto alle comunità protestanti italiane e un
invito a un riesame autocritico di tutta l’impostazione politica degli ultimi trent’anni.
Adamo Donini - Treviso
La nostra
Terra Promessa
Il nome del pastore Nisbet
mi era già familiare trent’anni
prima di conoscerlo personalmente; nel 1952, appena
conosciuto l’Evangeìo, mi
trovai a combattere con familiari, amici, parenti, tutti con,tro la mia scelta e ovviamente, non conoscendo bene la
Bibbia, mi trovavo in difficoltà a controbattere con un
minimo di conoscenza. Un
anziano mi prestò un libretto
dal titolo «Ma il Vangelo non
dice cosi» di Roberto Nisbet,
che mi fu di grande aiuto in
quelle lotte che dovetti sostenere; ricordo questo perché
ancora oggi quel volumetto è
molto utile a molti convertiti
che come me provenivamo
dal cattolicesimo.
Dopo trent’anni'ebbi il piacere di conoscere il pastore
Nisbet personalmente, fu
sempre un arricchimento
spirituale ogni volta che ci incontravamo; ricordo le lunghe visite che gli facevo negli
uffici della Tev, da dove uscivo sempre rinfrancato e incoraggiato dalle sue parole. Ricordo Tultima volta che lo vidi: abbiamo camminato un
wrflvL^d
Chi ha paura di Lutero?
7/8
LUGLIO AGOSTOl 996
Ecumenismo:
verso un concilio ecumenico nel 2000?
La proposta del segretario del Cec
Giubileo:
non sarà ecumenico.
Nostra intervista a Milan Opocensky
Protenstantesimo:
interrogativi all’Ulivo.
A colloquio col pastore Sergio Aquilante
Islam:
brutti e cattivi. Niente intesa '
*“>4 copia lire 8.000; abbonamento ànnuo lire 66.000;
“'■® 120.000'con Hbr^ in om^io). Versaménto sul ccp 61288007
a coop. Com NuoVi Tempi, via Firensé 38, W)184 Homa.
informaaoni: telefono 06-4820503, fex 4827001,
mnzzo Internet: Http://hella.«tm.it/mtu'ketZact/home.htm)
Una vita di fede accanto a molti testimoni dell'Evangelo
Da Milano a Verona: i miei pastori
Ft.OHESTANAPICC0U«iBi0P*
Nello scorgere sul n. 21/96 di
«Riforma» il volto caro é familiare
del pastore Alfredo Scorsonelli, ho provato profonda commozione, tenerezza,
gratìtudine, evocando con là sua immagine il pronto sorriso e la voce squillante di Lina, cara compagna della sua vita
e del suo ministero, scomparsa non
molto tempo fa,
Ho ripensato a lui, al tratto di strada
percorso-insieme nella Chiesa metodista di Milano quando mio marito ed io
operavamo nella scuola domenicale di
quella comunità. Ho ripensato al suo
fràterno spingerrni sulla via della predicazione, al primissimo culto da me
celebrato nella chiesa di via Correnti:
prima che il Culto avesse inizio il past.
Scorsonelli, accanto a me nel cucinino
retrostante il tempio, mi invitò a raccogliermi con lui in preghiera. Una preghiera che non ho mai dimenticato. A
questo punto si fa strada nel mio animo il ricordo di quei pastori che, oggi
nella luce' del Signore, mi hanno guidata per un tratto nel corso della vita: coloro che, come dice l’apostolo Paolo in
I Tess. 5, 12-13, hanno faticato in mezzo a noi, che in quanto a noi preposti
nel Signore ci hanno ammonito e che
dobbiamo tenere in grande stima e
amare «a motivo deU’opera loro». Chiedo a «Riforma» uno spazio per offrire la
mia testimonianza.
Ancora bimba, il mio primo pastore
fu Friedrich Wabnitz, della Chiesa cristiana protestante di Milano dove ero
stata battezzata: a/iche se non comprendevo una parola di tedesco, ero paga di ascoltare la sua voce e di guardare
il suo volto sorridente, ma il pastore
consigliò ovviamente mia madre di
condurmi in una chiesa evangelica di
lingua italiana. Molti anni dopo, il caro
pastore Wabnitz una notte fu barbaramente trucidato, nel corso di una coraggiosa missione pastorale,
Alla Chiesa valdese di piazza Missori
trovai il pastore Enrico Tron con la sua
mogUe inglese e il candidato in teologia
Alfredo Rostain. Più tardi Alfredo Rostain, divenuto cappellano militare,
morirà durante un’azione di guerra nel
Montenegro. Noti scorderò mai il suo
viso giovanissimo, il suo sguardo timidoepènsoso.
Il pastore Tron era carico di gioioso
entusiasmo e con il suo sorriso animava l’intéra scuola domenicale. Ricordo
ancora l’inno che stava insegnando ai
fanciulli quando entrai per la prima
volta in quel tempio: «Ho un buon Padre che m’invita in ciel... Ho un Salvatore che m’invita in ciel .» é poi tanti altri inni e canti festosi. Mentre si pregava (ci aveva insegnato), si dovevano tenere gli occhi chiusi per non distrarsi e
le mani intrecciate. Con lui seguii successivamente i corsi di catechismo, con
lui feci la confermazione. Nei momenti
difficili delia mia adolescenza il past.
Tron fu l’amico e il confidente su cui
sapevo di poter contare. Durante la
guerra un gruppo di noi giovani riuscì a
farlo uscire dal carcere di San Vittore,
ove era stato rinchiuso con la moglie
per aver salvato degli ebrei.
Erano tempi duri. Allora i pastori percorrevano lunghe strade con mezzi di
fortuna, per raggiungere comunità lon- ,
tane ove erano chiamati a predicare
TEvangelo e a dedicarsi alla cura d’anime. Dopo la partenza del past. Tron
venne a Milano, nel nuovo tempio“di
via Sforza, il past. Alberto Ribet, con ia
sua numerosa famiglia e il brio che i
suoi ragazzi portavano fra noi giovani 1
della Fuv. Il mio matrimonio con un
giovane metodista venne celebrato dal
past. Ribet nella chiesa valdese, con la
partecipazione del pastore metodista
Giovanni Ferreri. Li ricordo entrambi
con profondo affetto.
Con mio marito e con l’approvazione
concorde dei due pastori cominciai a
frequentare la comunità metodista di
I via Correnti, ove occorrevano forze giovani per la scuola domenicale. Caro in
dimenticabile pastore Ferreri, ecumenico ante litterarh, grande amico di don
Primo Mazzolali, mìstico eppur di coerente razionalità nelle sue predicazioni,
silenzioso ma col volto illuminato da
un tacito sorriso. Se ne andò in punta di
piedi. Ed ecco venire dalla comunità
metodista di corso Garibaldi il pàst.
Scorsonelli; dal suo vigore sprigionava
l’energia della sua predicazione e della
sua opera. Per la nostra famiglia vi fu
poi il trasferimento a Bari, quindi nel
Trentino, a Rovereto. Qui fummo dapprima accolti dalla comunità luterana,
successivamente stabilimmo i contatti
con la comunità valdese di Verona e
venne offerto alla «diaspora» il supporto di un ministero pastorale, che produsse subito i suoi frutti. La presenza
valdese nella città divenne visibile e il
-cammino ecumeriico, il dialogo con i
fratelli cattolici acquistò spessore. I primi atti liturgici saranno celebrati dai
nostri pastori. L’estremo saluto a nostra
figlia verrà reso in una chiesa francescana, offerta dal vescovo, con rito protestante. Momento di forte testimonianza al Signore della vita, di annuncio dell’Evangelo, di comunione.
Successivamente il pastore Aldo Sbaffi arriverà con Florence a Verona e cele- .
brerà anche lui, puntuaimente, i culti a
Rovereto, esprimendo nella sua predicazione tutta la gioia e la festa della
Buona Novella. Anche di lui e di Florence resta nel nostro cuore una dolce memoria. Più tardi si aprirà a Rovereto una
«sala valdese», punto di riferimento per
tutta la diaspora. Specie in diaspora si è
consapevoli delle responsabilità insite
nel sacerdozio universale, ma altresì
della varietà e della ricchezza, della grazia splendente di Dio nei ministeri. Nel
ricordo di coloro che hanno dedicato la
loro vita «alla preghiera e al ministero
della Parola» {Atti, 6) e delle molteplici
esortazioni degli apostoli a riconoscerei
doni dello Spirito nel ministero, pre; ghiamo del continuo il Signore perché
mandi operai nella sua messe. ‘ ■ .j
po’, lui appoggiato al mio
braccio, e come sempre nel
parlare trapelava il suo amore per la chiesa che aveva servito per tutta la vita, ma soprattutto l’amore per il Salvatore, per l’Evangelo, per le
anime e l’avanzamento del
Regno. Quel giorno, lasciandolo, ebbi una Sensazione:
che forse non l’avrei più rivisto, almeno in terra, ma nel
mio cuore come ogni volta
trovava posto una profonda
serenità nello spirito per la
certezza spirituale che mi
trasmetteva.
Termino con un suo pensiero contenuto in una circolare Tev: «Noi sappiamo
chiaramente lo scopo della
nostra vita, il Regno di Dio è
la nostra terra promessa, andiamo avanti per la strada
dove non ci saranno né rimpianti né ritorni, i giorni che
noi viviamo sono giorni degli
uomini, sono giorni che passeranno; ma oltre a questi
giórni noi attendiamo e aneliamo al giorno di Dio».
Mario Goletti
Bobbio Pellice
La massa
e l'élite
Finalmente con il 1° luglio,
che fìssa la presentazione del
740, è finito anche lo squallido balletto della pubblicità
per T8 per rqille! Ero e sono
fra i «contrari» alla decisione
presa in merito dal Sinodo e
perciò sono tra quelli che sul
modello 740 appongono la
firma nel quadratino riservato allo Stato. Ma questo fatto
non incide sul discorso che
mi appresto a fare. Non è il
contenuto della pubblicità
che mi ha scandalizzata, perché proprio avevo evitato di
leggerla, ma è la lettera che il
moderatore scrive a seguito
di quella di Claudio Tron
(Che tra l’altro condivido appieno) che mi lascia, a dir poco, perplessa e mi rattrista.
Non è il suo dire lucido e logico che sviluppa la sua teoria, ma è quello che c’è dietro
q quel discorso (o peggio,
quello che non c’è dietro...)
che trovo sconvolgente.
Di.ce Gianni Rostan che è
Centro evangelico
ECUMENE
Campo teologico
8-14 settembre 1996
Lavoro: vocazione, diritto, dignità, ricchezza
\
Il lavoro è la questione centrale della vita del presente e del futuro della nostra società e vi rifletteremo avvalendoci dell’apporto di esperti e dell'esperienza di ciascuno di noi.
Interventi: Sergio Rostagno, Paolo Naso, Domenico Maselli, Doriana Giudici, Antonella Visintin, Marco Sbaffi, Maria Bonafede, Stefano Pietra, Bruno
Ricca,
Attendiamo conferma da parte di altri oratori.
Rimborso spese previsto L, I50,CXX) (rimborso
giornaliero L, 25,000),
IMPORTANTE: ia Tavola considera questo campo corso di aggiornamento e rimborsa le spese ai
pastori e ai diaconi che desiderano partecipare,
possibilità che anche l'Ucebi sta valutando.
Per-le iscrizioni riuolaersi a Ornella Sbaffi, Ecumene,
Contrada Cigliolo, od049 Velletri^ tei. 06-9633?IO.
importante e (dico io) soprattutto proficuo in questo caso
«cogliere l'attenzione di lettoti
svagati», colpire «il lettore
medio dei giornali», che è indispensabile adeguarsi alle
regole della «comunicazione
di massa»... Tutto questo vuol
dire che i più colti, i più preparati, i più attenti, insomma
i primi della classe ovviamente non hanno bisogno di indicazioni, ma gli altri, «la massa», gli ultimi della classe, la
fascia più debole deve essere
indirizzata? Ho sempre creduto e ripetuto per decenni ai
miei alunni che questo atteggiamento andava cambiato,
che bisognava impegnarsi per
sollecitare e far maturare la
massa, ma non certo a suon
di «pugni nello stomaco» anche se la contropartita è un
firma per noi!
Sotto Natale a quella stessa
massa viene detto che non è
Natale senza il panettone x o
y e che il vero Natale dei «duri di barba» è Philips... anche
le ditte’ produttrici di panettoni o di rasoi elettrici hanno
le lóro esigenze, le loro leggi
di mercato e le maestranze,
lo straordinario, ma non mi
pare che fino a ieri condividessimo il discorso. Forse
varrebbe la pena di perseguire altri canali, per esempio
prendendo posizione di fronte ai continui fatti, piccoli e
grandi, che minano sempre
più la laicità del nostro stato... (oppure dietro a questo
rigoroso silenzio è nascosta
una nuova strategia verso il
potere?). Ricordiamoci che
«l’immagine» si costruisce
con i fatti e con la coerenza
più che con tante strategie.
E non scivoliamo sulla
classica buccia di banana che
ci dà la presunzione di «fare
le cose bene» solo perché attorno a noi si fanno malissimo... i termini di paragone
sono poco lusinghieri!
Bianca Armand-Hugon
Pinerolo
^ La politica
e le assemblee
Caro direttore,
ndn condivido il contesto
in cui si è voluto discutere
l’ordine del giorno contro la
secessione proposto nel corso dellaGonferenza del II distretto.
Sono deH’awiso che qualsiasi argomentazione di carattere politico che non interessi direttamente la vita delle nostre chiese debba necessariamente rimanere relegata
al di fuori delle nostre assemblee e possa trovare una migliore collocazione sulle pagine di questo giornale o in
confronti e dibattiti allargati.
Ritengo la questione della
massima importanza e condivido l’opinione-espressay
dal pastore Ricciardi sulle pa- '
gine di questo settimanale,
ma non vorrei che simili argomentazioni possano di- '
ventare l’oggetto di dibattiti e
di pronunciamenti sinodali.
Luigi Colombo
Cantù (Co)
RINGRAZIAMENTO
«L'Eterno è il mio pastore,
nulla mi mancherà»
Salmo 23,1
La famiglia di
Ernesto Coucourde
riconoscente ringrazia tutti coloro
che con presenza e scritti hanno
partecipato al loro dolore.
Un grazie particolare a Secondina Miè che lo ha aiutato per
molti anni nella difficile riabilitazione, a Attilio Fornerone che lo
ha assistito negli ultimi giorni, agli
amici famiglie Janse, Bach e Detti, alla sig.ra Piera Verde, ai vicini
di casa e ai pastore Anne Zeli.
Le offerte in ricordo saranno
devolute all’Asilo dei vecchi di
San Germano Chisone.
Pinerolo,!5 luglio 1996
Raccomandiamò i lettori di couteneré 1 loro graditi ihterventi nei limite delle 30 riig^e dattiloscritte.
12
PAG. 8 RIFORMA
Villaggio Globale
Un'analisi del sociologo protestante francese Jean-ftiul Willaime
Quale ruolo gioca la religione nel conflitto nordirlandese?
Di fronte al riesplodere della
violenza nell’Irlanda del Nord,
dopo le speranze che aveva suscitato il cessate il fuoco proclamato dall’Ira, seguito da
quello dei gruppi paramilitari
unionisti, tornano le domande
di sempre: quali sono le radici
profonde di questo conflitto
secolare tra «cattolici» e «protestanti»? Non c’è dubbio che
si tratta di un conflitto politico
ereditato dalla storia. Ma, fin
dall’inizio, c’è stata sovrapposizione, se non identificazione,
tra poUtica e religione. Per capire meglio questo intreccio, ci
è sembrato utile riprendere
l’anaUsi fatta da Jean-Pauì Willaime in un’intervista al settimanale protestante francese
Réforme nel maggio 1994; JeanPaul Willaime è direttore di
studi in «Storia e sociologia dei
protestantesimi» presso l’«Ecole Pratique des Hautes Études»
deUa Sorbona a Parigi. È inoltre
direttore del Centro di sociologia comparata delle religioni in
Europa (Università di Strasburgo) e del Gruppo di ricerche
«Religione e Modernità» del
Cnrs. L'intervista che segue, a
cura di Rémy Hebding, caporedattore, è stata pubblicata nel
n. 2560 di Réforme del 7 maggio 1994. (Traduzione di JeanJacques Peyronel).
- Quale ruolo gioca l’appartenenza confessionale nel
conflitto irlandese?
«In Irlanda del Nord, è attraverso l’appartenenza confessionale che si esprime
l’identità collettiva fabbricata
dalla storia, appesantita dai
conflitti con la società-stato
protestante. L’immaginario
religioso si nutre di commemorazioni, di riti, di cortei, di
bandiere, di canti, di costumi:
è tutto un «essere insieme» ritualizzato nel quadro di una
"religione civile”. Questo si è'
accentuato con la fondazione
dell’Ordine di Grange che
rappresenta la voce e l’opinione protestanti. Certo, si
tratta di un conflitto politico... ma quando la religione
diventa a tal punto portatrice
dell’identità collettiva e dell’appartenenza comunitaria,
si tratta anche di un conflitto
religioso: la religione si è socialmente incarnata per diventare modo di vivere in società. È un elemento che, incontestabilmente, complica
la situazione perché la "religione civile” sfugge anche alle
chiese. Quando U fattore confessionale diventa così un
elemento di affermazione
collettiva, di ritualizzazione e
di simbolizzazione del legame collettivo, va molto al di là
dell’affermazione di un credo
e di pratiche cultuali.
Nella Repubblica d’irlanda,
anche se esiste una separazione tra chiesa e stato, la società rimane dominata dall’
immaginario cattolico. Se gli
individui hanno la sensazione che il loro inserimento in
quella società implichi al
tempo stesso il loro inserimento in una comunità religiosa, questo complica le cose. Anche nella ex Jugoslavia
siamo rimasti colpiti dal ruolo giocato dalla storia: è come
se si regolassero conti non
pagati vecchi di diverse diecine di anni; nel caso irlandese,
sono secoli. Ad esempio, la
vittoria di Guglielmo d’Orange sui cattolici nel XVll secolo; le manifestàzioni e commemorazioni nelle strade, nel
1969, sono un modo simbolico di ricordare la vittoria
sull’altro campo, ed è in occasione di simili cortei che le
violenze sono sorte in Irlanda
del Nord, in un contesto di
disoccupazione e di difficoltà
economiche».
-Seia religione spunta dietro ogni comportamento sociale, come fondamento di
una cultura originale, come
uscire da una situazione così
bloccata? '
«Bisogna insistere sull’im
Scontri con la polizia durante una sfilata degli prangisti nell’irlanda del Nord
portanza del fatto religioso
come cultura. Spesso si è
avuto un approccio troppo
disincarnato del religioso o
troppo unicamente spirituale
o cultuale. Si tratta invece di
una cultura che ingloba deUe
pratiche individuali, con fenomeni di segregazione a livello dell’economia, della politica, della scuola, della situazione abitativa.
Tutto questo viene tanto
più accentuato dalle situazioni di violenza, come se l’appartenenza confessionale
portasse a due grandi segmenti culturali differenti, ciascuno con i propri simboli,
con il proprio linguaggio, con
i propri canti, con le proprie
feste significative: come se
due nazioni si mettessero
l’una contro l’altra. A titolo di
paragone, lo storico Alfred
Wahl ha studiato i rapporti
tra cattolici e protestanti in
Alsazia rurale prima della seconda guerra mondiale. Anche lui parlava di due nazioni, di due etnie, in quanto
l’appartenenza confessionale
portava a una vera e propria
separazione nella vita sociale, del tutto visibile. Questo si
tradùceva anche con pratiche differenti a livello dell’
economia, dell’educazione,
ecc. Questo approccio attraverso la confessione risulta
estraneo alle nostre abitudini
odierne, perché viviamo in
una società laicizzata e secolarizzata, ma in Irlanda del
Nord questa realtà pesa ancora, insieme al peggiora
mentd della situazione politica, in quanto la creazione
deiruister è stata Taffermazione di contee protestanti
del Nord nei confronti di
un’Irlanda del Sud cattolica.
Come uscire da questa situazione? Di fronte a un conflitto di una tale portata, di
un antagonismo così profondo, il futuro appartiene alle
popolazioni stesse. Sforzi
vengono comunque compiuti da parte dei moderati dei
due campi ma, in’ un simile
contesto, a soffiare sul fuoco
sono sempre gli estremisti. E
questo atteggiamento è particolarmente accentuato fra
le classi popolari cattoliche e
protestanti, dove il confronto
è più violento mentre è meno netto fra le classi medie e
superiori. Questo conferma
il radicamento sociale e culturale dell’antagonismo. È
un conflitto tra protestantesimo popolare e cattolicesimo popolare».
- È possibile immaginare
una società laica in una Irlanda in cui la particolarità religiosa segna a questo punto le
distinzioni sociali e culturali?
«Occorrerebbe deconfessionalizzare la politica, giungere cioè ad una vera condivisione del potere politico.
Un passo in questa direzione
è già stato compiuto con la fine del Parlamento di Stormont nel 1972, che si concepiva come un’assemblea protestante. In quanto alla deconfessionalizzazione del potere politico, essa implica
l’aspirazione a qualche cosa
che vada oltre l’appartenenza
confessionale. Questo significherebbe l’inizio del riconoscimento di una cittadinanza
politica che va oltre la separazione comunitaria tra le
confessioni.
Occorrerebbe anche giungere a una maggiore .secolarizzazione della vita sociale e
culturale in Irlanda del Sud.
Se, quando vanno in Irlanda
del Sud, i protestanti hanno
l’impressione di entrare in
una società cattolica, questo
accentua la loro visione negativa di una simile società. Di
qui la necessità di assicurare
una maggiore autonomia della vita socio-culturale rispetto
ad ogni appartenenza confessionSe, nei campi che riguardano la vita quotidiana, quale
l’etica sessuale. Questo potrebbe contribuire ad una soluzione politica del conflitto.
La pacificazione della questione irlandese passa attraverso il disinnesto, la disattivazione degli immaginari collettivi a dimensione religiosa,
sia in Irlanda del Nord che in
Irlanda del Sud. Finché delle
società si parleranno e si
esprimeranno attraverso una
dimensione religiosa, questo
impedirà raffermarsi di una
vera soluzione politica. Infatti, si tratta proprio del sentimento collettivo profondo.
Per superarlo, occorre fabbricare un altro immaginario,
più attivo dei precedenti, in
nome di un ideale di cittadinanza politica».
Alcune date importanti del conflitto
1155 - n papa Adriano IV fa dono dell'lrlanda al re d'Inghilterra;
1534 - Enrico Vili rompe cop Roma;
^¿S8 - La «gloriosa rivoluzione» Inglese
importe alTIrlanda un regime di vera e propria oppressione; '
1690 - Guglielmo d'Orange (Guglielmo Ili)
libera Londonderry e sconfigge Giacomo 11, il
re spodestato rifugiatosi irt Irlanda,'nella battaglia delta Boyne. La vittoria è tuttora considerata dai protestanti come un simbolo della
loro liberazione dalle forze di Roma, e celebrata come festa nazionale il 12 luglio;
1800 - Atto di Unionfe che unifica i Parlamenti irlandese e inglese. Creazione del Regno Unito di Gran Bretagna e d'Irlanda;
1MI6 - Nei mesi di giugno e luglio, i presbiteriani dell'Ulster attaccano i quartieri cattoHcidiBelfast;
1970 - Nell'estate l'ira (Esercito repubblicano irlandese) si divide in due frazioni: una
marxista, l'altra nazionalista e militare;
1972 - Gennaio: nuove esplosioni di violenza - Marzo: il primo ministro britannico
Edward Heath sospende il governo nord irlandese. Viene abolito il Parlamento di Stormont;
1973 - Dicembre: Accordo di Sunningdale
tra Gran Brìetagna, Dublino e Belfast, che stabilisce la condivisione del potere tra le due
comunità dell'Ulster: non verrà mai applicato;
■ 1974 - Maggio: sciopero generale insurrezionale;
1981 - Recrudescenza del terrorismo;
1987 - Grave escalation della violenza: 93
morti in uii anno;
1918 - Trionfo del partito «Stnn Fein»
(«Noi soli») nelle elezioni. Insediamento del
parlamento nazionale a Dublino;
1920 Partizione dell'lrlanda. Approvazione del «Government of Ireland Act» da parte
del Parlamento di Londra: la provincia d'irlanda dei Nord può eleggere dodici deputati
al Pariamento di Westminster;
1922 - Creazione dello stato libero d'irlanda del Sud; *
1948 - Proclamazione della repubblica d'Iriartda; . . '
1968 - Primi attentati dinamitardi perpetrati dai prt«ésia«ti estremisti dell'Ulster Volunteer Force (Uv^; I.,
1992 - inizio del dialogo tra Londra e le
forze politiche Wandest;
1993 - Dicembre: dichiarazione di Downing
Street sottoscritta da John Major e dal suo
omologo irlandese Albert Reynolds: Major accetta di negoziare ¿oh II Sino Fein, a patto che
l'Ira rinunci per sempre alla lotta armata;
1994 - Agosto; Proclamazione unilaterale
di cessate il fuoco da parte dell'Ira, seguita
dopo poche settimane da una dichiarazione
analoga dei gruppi paramiiitari unionisti;
1995 » 22 febbraio: John Major e ii nuovo
primo ministro irlandese John Bruton siglano
un testo di 26 cartelle intitolat6:''Un approccio pratico alla soluzione dei problemi in Irlanda del Nord”;
1996 - 14 giugno: scoppio di un'autobomba deli Ira a Manchester.'
VENERDÌ 26 LUGUQjgQt
loro territori sono minacciati
Campagna di solidarietà
con gli indios del Panama
Il governo del Panama ha
autorizzato la compagnia
mineraria canadese Panacobre, di cui è proprietaria la
Tiomin Resources, di Colorado in Remedios, Chiriqui,
che viene considerata la terza riserva di rame porfirico
del mondo per la sua grandezza. Ma quest’area è abitata dagli indigeni ngobe, che
hanno lavorato per più di
vent’anni per il riconoscimento legale dei loro diritti
costituzionali della demarcazione delle loro terre.
Questa popolazione ngobe
è composta da 123.000 persone cioè da circa il 60% della
popolazione indigena del Panama, distribuita nelle province Chiriqui, Bocas del Toro e Veraguas. Malgrado esista una commissione governativa per la demarcazione
del territorio, che comprende
anche i rappresentanti degli
indigeni, essa non è stata interpellata. Anche il congresso
generale degli indios ngòbe
ha chiesto che il governo non
proceda con la concessione,
prima, che la demarcazione
del territorio non sia stata resa definitiva.
Ci sono anche delle riserve
serie per gli effetti sociali, politici ed ecologici che la concessione mineraria avrà sulla
popolazione indigena. Il coordinamento nazionale dei
popoli indigeni del Panama,
la Chiesa cattolica, le organizzazioni ecologiche e quelle per i diritti umani hanno
cercato di ottenere l’annullamento della concessione mineraria. Gli ecologisti affermano che mancano degli
studi sull’impatto ambientale e che recentemente la miniera di Remance aveva provocato delle fuoriuscite di
cianide.
Inoltre il congresso generale degli indios kuna, organo supremo di questa popolazione di 52.000 persone, si
tuata nell’area Kuna Yala
sulla costa dei Caraibi, badi:
chiarate a marzo che loto
non sono stati consultati
quando sono state date cinque concessioni alla società
mineraria canadese Westet
Keltic Mines per le ricerchee
10 sfruttamento dell’oro in
Kuna Yala.
La costituzione del Panama
ha definito i diritti fonda
mentali degli indigeni, ivi ij.
eluso il diritto speciale della
demarcazione del territorio
11 riconoscimento e il rispettò
dell’identità etnica; il loro di
ritto alla proprietà collettivaa
la proibizione di acquisti piivati delle terre indigene, l’ai.
ticolo 11 della convenzione
107 dell’organizzazione internazionale del lavoro, ratificata dal Panama, riconosce
la proprietà collettiva e individuale da parte dei popoli
indigeni dei terreni da loti
occupati per tradizione.
Il Serpa] (Coordinamento
dei gruppi nonviolenti dell'
America Latina) chiede di
mandare cortesi lettere di
protesta ai seguenti indirizzi;
- Oliver Lecnox-King, President - Tiomin Resources)
Ine. -1 Toronto St., Suite 709,
Box 22 - Toronto, Ontario
M5C 2V6;
- Señor Excellentissimo Ernesto Pérez Balladares Presidente de la República - Fax
(507) 227-0073 - Panama 2„
Panama;
- Ledo. Raúl MontenegroMinistro de Gobierno y Justicia - Panama, Panama;
K
■r , ri>.
I
e per conoscenza inviare co-i
pia a:
- Coonapip (Indigenous!
Peoples Coordinating Body)-i
Apartado 4473 - Panama, Pa|
ñama - Tel/fax (507) 262|
8772;
Serpaj-Panama (Servid
for Peace and Justice) - Apai;|
tado 872518 - Panama, Pana
idiiu o Í ^yjio ~ rduaiiiu) a- ^ f
ma - Tel/fax (507) 224-0618,
Esempio di lettera da inviare
Estamos sumamente preocupados por las concesiones
de exploración minera en territorios de los indígenas Ngobe y
Kuna recientemente otorgadas
por el gobierno de Panamá a
las empresas canadienses Panacobre (Tiomin Resources) y
Wester Keltic Mines. Representantes de los Ngobe y Kuna indican que no fueron consultados al respecto.
No se debe poner en duda la
integridad territorial porque significarla un grave deterioró de
las culturas indígenas y de la
ecología de la zona. Durante
veinte años, los Ngobe han luchado por la demarcación de
sus territorios, y para satisfacer
sus demandas, que corresponden a derechos constitucionales, existe una comisión intergubernamental.
Otorgar concesiones mineras significa una ataque grave a
la conservación de los territo
rios indígenas. Significa una
violación de los principios ,
damentales de la CoristituciW
Panameña así como del convf|
nio 107, articulo 11 de la Oiga';
nización Mundial Del Trabad
que fue firmado por PanaiíL
Ambos reconocen el derecM:
de propietad comunal de tem^
torios tradicionalmente habí'
tados por indígenas.
Por lo tanto pedimos la
lación inmediata de concesib,
nes mineras a empresas nacij
nales e internacionales en cj
marcas indígenas o
tradicionalmente habitad^ ^ ;
indígenas como tarnbién la W
rantía de demarcación de te _
torios de pueblos indíge”
que piden ésto, insistienoo
sus derechos constitucional
Esperamos que los derec
fundamentales de los pu®
indígenas y su voluntad s
respetadas.
Aten
i'
1
Traduzione
Siamo molto preoccupati
per le concessioni fatte dal governo del Panama alle imprese
canadesi Panacobre e Wester
Keltic Mines, per le esplorazioni minerarie nei territori degli
indigeni ngobe e kuna.
I rappresentanti degli indigeni affermano di non essere stati consultati. Mettere in forse
l’integrità di questi territori significa causare un grave deterioramento delle culture indigene e dell’ecologia della zona. ,
Per venti anni i ngobe hanno
lottato per la demarcazione dei
loro territori. Queste loro richieste sono un diritto costituzionale ed è per la loro soddisfazione che è stata creata una
commissione intergovernativa.
Queste concessioni minerarie sono un grave attacco alla conservazione dei territori
indigeni, una violazione dei
principi fondamentali
Costituzione del
della convenzione 10/, 4*
lo 11 dell’Organizzazione in
diale del lavoro, che è
mata dal Panama. Ani
riconoscono il diritto al P
prietà comune dei 1®^*“ .i: jndizionalmente abitati
^‘perciò chiediamo l’a^J
mento immediato aei ^ j
cessioni minerarie a**® i,'
nazionali e internazion^ ■
zone indigene e ne tei
tradizionalmente apn ,. je- ■
indigeni e la garanzia« ,pp.
marcazione dei tetnto ^
poli indigeni che lo rie 1
portando così avanti *^-«1
ritti costituzionali. »P ,j
che i diritti
popoli indigeni e la
lontà siano
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