1
ECO
DELLE YALLI VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
torre pelli ce
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVII - N. 6
Una copia lire 50
ABBONAMENTI
Eco: L. 2.500 per rinterno
L. 3.500 per l’estero
Spedizione in abbonamento postale . I Gruppo bis
Cambio di indirizzo Lire 50
TORRE PELLICE — 10 Febbraio 1967
Ammìn. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
PER IL Xl/ll“FEBBRAIO, EW’IWTERl/ISTA COi AMEDEO MOCHAR
. Meditiamo sulla tede dei padri!
Ricordate il movimento da cui siete nati
Abbiamo posto al noto storico di Praga alcune domande silil senso della nostra storia, oggi
Fra prima e seconda Riforma, la nostra vocazione nel ‘‘clima ecumenicu,, - Hi sono altre
date degne di essere celebrate come “festa valdese,, più del 17 febbraio? - Che cosa
resta, oggi, della antica internazionale valdese? - Ón’eredità che è pure una sfida
A chi rifletta sui valori che la sto- naci, e ci vuole una fede straordlna
Se fosse pastore in una comunità delle Valli Valdesi, quale impostazione cercherebbe di dare alla
celebrazione del 17 febbraio? accentuando quali aspetti?
Ah, le domande con il « se » ! Lo
storico, in me, sta in guardia per non
cadere in una trappola. Sarei tentato
di rispondere: così non avessi altre
preoccupazioni che queste!
D’altro canto la domanda mi tocca
profondamente, poiché mi sento dei
vostri. Per me, che vivo lontano, in
un ambiente del tutto diverso, la festa delTemancipazione valdese è co
stituita dai famosi « quaderni » del
17 febbraio, pubblicati dalla Società
di Studi Valdesi. Li ricerco, li colleziono con cura, li leggo, li amo. Ecco,
in fondo, un metodo eccellente per
rendere durevole un ricordo stimolante e impegnativo.
Non so però davvero quale sarebbe
il mio atteggiamento di fronte alla
prassi delle feste del 17 febbraio nelle Valli Valdesi, se vi fossi pastore e
se quindi conoscessi con esattezza in
quali situazioni si inseriscono. Ascolto volentieri i consigli che mi vengono da amici del mondo ecumenico,
ma devo assumere le mie responsabilità partendo dalla mia personale
conoscenza di causa. Suppongo che
i miei amici, pastori nelle Valli Valdesi, pensano la stessa cosa.
Quali aspetti ajccentuerei? Purtroppo non ho potuto partecipare che a
una sola festa del 17 febbraio; e neppure alle Valli, ma a Roma. Con molta gentilezza mi era stato chiesto di
dire qualche parola in tale occasione.
E in quel momento, nel 1965, ho pensato di dover dire quanto segue:
« Celebrate a ragione l’atto con cui,
nel 1848. d re Carlo Alberto ha dichiarato che ’ T Valdesi sono ammessi a
godere di tutti i diritti civili e politici dei Edostri sudditi”. Permettete
ohe vi dica quanto grande sia la gioia
che provo nel potere, per la prima
volta in vita mia, partecipare a questa festività valdese divenuta tradizionale. Ogni libertà civile e politica
è sempre degna di essere salutata con
riconoscenza. In quanto cristiani, vi
scorgiamo un prolungamento necessario della libertà che ci è stata data
in Cristo. Vale però la pena di ricordarci che questa libertà in Cristo,
dono sovrano della libera iniziativa
di Dio, fu assolutamente reale e vissuta per i Valdesi anche prima del
1848 e prima del 1532, malgrado le
restrizioni e i soprusi che dovettero
subire. Sicché la libertà cristiana, pur
conservando tutta la sua tensione
verso la libertà politica e impegnandoci nella lotta per estenderla, per gli
altri e per noi stessi, non é il risultato
delle concessioni fatte dai re e dai
governi. Se il Figlio vi farà Uberi, ci
dice l’Evangelo, sarete veramente liberi. Nella storia della chiesa le epoche di grandi libertà esteriori non si
identificano necessariamente con le
manifestazioni più profonde e più esigenti della libertà acquistataci dall’opera di Cristo. Per vivere la propria libertà nella fede, nell’amore e
nella speranza, il cristiano non può
mai accontentarsi di ciò che la legislazione ufficiale offre ai cittadini di
uno stato ».
Pensa che altre date, risalendo
la storia valdese, sarebbero più degne di essere celebrate come « festa
valdese »?
Non c’é gran vantaggio a sostituire
con un’altra una festa ohe é divenuta
patrimonio di una popolazione. Spesso, quando i luoghi di culto pagani
sono stati trasformati in « luoghi di
culto cristiani», il culto cristiano ha
subito l’influsso del culto pagano che
si pretendeva vinto o superato. Bisognerebbe far tesoro di questa lezione.
La coscienza della continuità storica é messa in crisi, ai giorni nostri,
presso i protestanti di ogni colorazione. Una delle cause è forse lo storicisimo idealista delle generazioni che
ci hanno preceduto, troppo dedito a
glorificare retoricamente le virtù dei
padri, sfuggendo l’interrogativo circa
l’autenticità teologica, evangelica,
delle decisioni che un tempo essi pre
sero. Se si ha il coraggio di porre
questo interrogativo, vi saranno probabilmente altre date, nella storia
valdese, che risulteranno assai più im.
portanti di quelle ohe segnano le tappe del processo, pur importante, ma
non essenziale, della loro legittimazione civile.
Sappiamo con quale profondità
e con quale amore Lei studia il
movimento valdese: quali consigli
potrebbe dare ai Valdesi di oggi,
a proposito della loro storia e della loro conoscenza di essa? In altri
termini: qual è, secondo Lei, il
rapporto profondo che unisce i
Valdesi di oggi alla storia valdese?
Consiglierei ai valdesi di oggi di fare uno sforzo per conoscere meglio
e comprendere più intimamente la
loro storia in ciò ohe ha di più specifico, di più originale. Per fare questo, occorre risalire alle origini e,
senza trascurare gli avvenimenti che
vanno dalla Riforma del XVI secolo
ai giorni nostri, curvarsi in primo
luogo sulla protesta valdese medioevale. Infatti é durante questo periodo che i valdesi vivevano un'interpretazione deU’Evangelo ohe fu veramente loro caratteristica é che diede
un impulso decisivo a ciò ohe si può
definire la Prima Riforma. Ci si stupirà, allora, nel constatare quanto si
rivela capace d’attualizzazione l’impostazione ohe i discepoli di Valdes di
Lione disdoro-al problema della « p^esenza cristiana nel mondo». S’inten
de, la storia non si ripete mai. Tuttavia, come cristiani, ci troviamo oggi
in una situazione sempre più minori
iimiHimiiiiiiiHiimimimniimii
tarla in un mondo secolarizzato di
cui non possiamo non far parte (anche se questo mondo Si pretende cristiano), e possiamo quindi apprezzare maggiormente la portata dell’iniziativa valdese. Essa costituì una rinuncia alla « cristianità costituita »,
in vista di una presenza autenticamente evangelica, solidale con gli uomini minacciati nella'loro umanità.
Vale la pena di meditare sullo,« esperimento » dei valdesi medioevali. Del
resto, lo si va facendo sempre più;
non sempre da parte dei valdesi, in
verità, né di altri eredi della Prima
Riforma.
Un paradosso che mi pare perfettamente vero anche nel nostro caso :
bisogna conoscersi meglio, nella propria storia, per potersi meglio dimenticare di se stessi.
Lei ha parlato sipesso, e ancora
in una recente pubblicazione, della « internazionale vald^e » dei secoli passati: che cosa ne rimane,
oggi? che cosa si potrebbe fare per
riannodarne qualche filo?
L’espressione « in-teinazionale valdese » é ad effetto. Si può benissimo
farne a meno, a condizione che ci si
renda ben conto che nel corso del
medioevo il movimento valdese ebbe
un carattere nett&nieiÈite internazionale, ecumenico. La risoluzione bussila del XV secolo, in Béemia, la prima
grande rivoluzione eu|(>P6a veramente vittoriosa, permise al messaggio valdese di dare piena prova di sé e di
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
.........................
ria valdese ci propone sempre nella
vastità dei suoi motivi, uno degli aspetti più inipressionanti é la tena^
eia robusta della fede che personaggi
isolati e masse dì credenti assieme
hanno dimostrato, specie nei decenni
lunghi e pesanti delle guerre di religione.
Prendiamo ad esempio Giovanni
Muston.
Chirurgo del Rimpatrio, partecipò
naturalmente con tutti gli altri alla
battaglia di Salbertrand: fatto d’arme famoso, nel quale solo la disperata brama di raggiungere le Valli diede ai Valdesi la forza di battere il
corpo di guardia francese attestato
in capo al ponte e di superare la Dora
combattendo, per raggiungere poi all’alba seguente sfiniti e tremanti il
colle di Cóteplane e contemplare le
lontane vette dei monti natii. Ma in
quella battaglia notturna molti Vaidesi caddero e molti furono fatti prigionieri: e siccome il Re iSole, il Cristianissimo, npn scherzava, a quanti
toecò di salire’jKUlle galere e remare
« pour fait de religion ». Li, tra delinquenti comuni, in mano agli aguzzini
più feroci, Giovanni Muston ebbe la
costanza di stare al remo per venticinque anni, senza rinunciare mai alla propria fede. Quanto sono lunghi
venticinque anni, giorno dopo giorno,
in una lotta disperata tra il desiderio
di essere liberato con una sola parola
di abiura e l’imperiosa voce ohe ti
dice di testimoniare ancora e di non
mollare!
Eppure Giovanni Muston, numero
11.690, fu attaccato al remo della
« Hardie», della « Grande », deU’«Ecla
tante » per tutto quel tempo, dai suoi
23 anni fino a 48, quando ottenne la
grazia per intervento della regina
Anna d’Inghilterra.
Forse è più facile resistere nel momento della lotta, nel combattimento, nei periodi di tensione : ma la
galera sfibra e vedi attorno a te morire i più deboli, piegarsi i meno te
I)
ria per continuare a imprimere nella
propria carne il «resister» che Maria Durand incise nella pietra della
cella della Torre di Costanza!
Come Muston, resistettero i suoi
compagni Bergoin, n. 11.379, dodici
anni; Giovanni Berru, n. 11.686, 24
anni e 53 bastonate fi 27 sett. 1700;
Giacomo Blanc, 25 -anni; Pietro Bonnet, n. 11.688, 18 anni (fino alla morte); Davide Bouvier, n. 11.684, 24 anni; Giovanni Genre, n. 11.680, 24 anni; Antonio Mercier, n. 11.657, 24 anni;
Stefano Pastre, n. 11.829 : 24 anni;
Davide Valle, n. 13.668, 22 anni, e tanti altri ancora.
« Loué soit Dieu, puisque c’est pour
ime si bonne cause», scriveva il chirurgo Muston.
* * *
Che dire poi di un Varaglia, di un
Pascale, dei mille martiri che salirono al rogo e comunque soffrirono l’estremo supplizio testimoniando, fino
di Augusto Armand Hugon
alTultimo senza cedere mai? « Come
un albero si conosce dal frutto, così
la fede si conosce a i segni esterni»,
scriveva Pascàle dalla sua prigione
nel 1560, e citava l’esempio di Daniele
e dei suoi compagni ohe non avevano
voluto piegare le ginocchia dinanzi
alla statua eretta da Nabucodonosor :
citazione che ci permette d’intuire
come la cattolizzazione venisse considerata' né più né meno ohe idolatria,
e come tale condannata dal Dio giusto, ma implacabile, dell’Antico Te
stamento e di Calvino. E Varaglia,
salendo al rogo in Piazza Castello a
Torino il 29 marzo 1559, annunciava
agli abitanti la parola di Dio, per la
quale moriva « obstinato e irriducibile ».
Ohe dire ancora di un Giana vello,
di cui tutti ricordano le parole fa
OONTINUA
IN QUARTA PAGINA
iiiiiiiiiiiimmimiimiiiiiiminiiiiiiiiimimiimiiiiMmiiiiiiiiiuiiiiiiniiimiiiimmiiminiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiii
..........imi.....................................
.................... mi..............................................min.................................
Libertà e sofferenza per la fede
In Italia ed in molti altri paesi, dovunque esistono gruppi e comunità
valdesi, ci si prepara alla celebrazione del 17 Febbraio. Nelle parrocchie
delle Valli Valdesi la commemorazione storica rivestirà il carattere che la
tradizione e la volontà di un popolo
le hanno conservato con il passare
degli anni; altrove sarà più raccolta
e meno dimostrativa, senza perdere
affatto il suo significato.
A 119 anni dalla « Emancipazione
dei Valdesi » non possiamo disinteressarci di quell’evento con il pretesto
che i tempi sono cambiati non soltanto per la nostra Chiesa Valdese
ma anche nel Protestantesimo italiano, anzi addirittura sui vasto piano
dei rapporti ecumenici. Una voce sale
dal passato e ci rende attenti alla testimonianza secolare della Chiesa Valdese ohe rimane, come diceva Giovanni Miegge, «la più vecchia rivetidicazione evangelica della cristianità».
È una severa consegna, quella d’essere gli eredi di ima tale rivendicazione; perciò parleremo meno di noi
stessi e più volentieri della vocazione
e della fedeltà di Dio.
La testimonianza del passato ci perviene non per la nostra gloria personale ed ecclesiastica, ma per il nostro ammonimento. L’Editto di Carlo
Alberto del 17 Febbraio 1848 pose termine ad un lungo periodo di oppressioni e di persecuzioni. Fu ben lungi
dal definire in termine giuridici il
concetto di libertà di coscienza; tuttavia esso é ricordato con riconoscenza dai Valdesi e dagli Evangelici italiani perché segnò l’inizio di. un periodo nuovo nella storia della loro
presenza e della loro testimonianza
in Italia. La libertà di coscienza e di
culto é un bene prezioso, tuttavia non
é mai un possesso incontestabile e
non può trasformarsi in una sicurezza fallace. È un bene che va difeso e
riconquistato ogni giorno, in mezzo a
numerosi e svariati conformismi,
sempre pronti ad incatenare la nostra coscienza. Non é fi diritto di credere o di agire come si vuole, fi che
potrebbe anche diventare licenza di
orgogliosi o di benpensanti, é invece
il diritto di credere e di agire come
Dio ordina nell’intimo della coscienza mediante la Sua parola rivelata in
Cristo. Pertanto la libertà di coscienza, per il credente, affonda le sue radici nel terreno della ubbidienza a
La protesta valdese, diceva Giovanni Miegge, è la più vecchia rivendicazione
evangelica della cristianità : è una severa consegna, essere gli eredi di tale
rivendicazione. Un'eredità « aperta » a tutto l'evangelismo italiano — Liberi
di obbedire a Dio — Una lettera di Gian Luigi Pascale.
quella Parola che, secondo il salmista, é « lampada al nostro piede e luce
sul nostro sentiero».
4: « «
Tutto ciò é vero per i Valdesi delle
Valli, per varie ragioni più vicini alla
« terra dei padri », in un certo senso
più sensibili all’evento storico che ricordiamo. Ma tutto ciò é vero anche
per le altre comimità sparse nella diaspora italiana, sorte per l’opera evangelistica dei nostri padri e per la grazia di Dio. È vero per gli evangelici
italiani provenienti da altre denominazioni ed anche per coloro i quali si
sono aggiunti alle nostre comunità per motivi di scelta o di imperativo di
coscienza dopo aver udito l’annunzio
della Parola di Dìo.
La fede evangelica non é una pia
tradizione; nel popolo italiano, facilmente incline ai compromessi ed ai
conformismi, la fede evangelica si traduce in atti di vita e di coerenza morale, in un rinnovarsi di scelte e di
perseveranze motivate innanzi -tutto
da una coscienza cristiana libera e
sottomessa alla volontà di Dio. Vivere
con un chiaro senso della realtà e della sovranità di Dio nel nostro mondo
italiano, ricco di tradizioni religiose
ma anche di schiavitù morali, signi
L’opuscolo
del XVII Febbraio
Anche quest’anno la Società di Studi Valdesi ha curato la pubblicazione
del tradizionale opuscolo storico (lire 120 la copia) in occasione della celebrazione del 17 febbraio.
ALBERTO RIBET
Toscana evangelica:
la Chiesa Valdese di Pisa
Ordinazioni alla Società di Studi
Valdesi, Torre Pellice (To) ovvero alla Claudiana. Sconti per ordinazioni
oltre le 20 copie.
fica operare per la rinascita spirituale del nostro popolo. La fede evangelica non è esente da lotte e da difficoltà; i Valdesi del passato conobbero queste esperienze assai più di noi,
per quanto ogni generazione debba
affrontare i suoi compiti e le sue responsabilità. L’esortazione apostolica
rimane valida anche oggi per quanti
hanno fi privilegio di vivere in un clima di quasi totale libertà religiosa:
« Combatti il buon combattimento
della fede». Non ci si sveglia all’ultimo momento per ascoltare la voce di
Dio ed afferrarne l’urgenza e l’autorità. Si combatte e sì prega per trascrivere la fede nella immediatezza della
vita, oggi, nel tempo che il Signore
ci dona.
«K j|:
Ad ogni età la sua missione. Per
vari secoli i Valdesi, isolati sui loro
monti o cacciati in esilio, ebbero la
loro missione da svolgere. Nessuno di
noi invoca il ritorno di quei tempi,
nessuno esalta quegli uomini e le loro
azioni, come se non fossero anoh’essi
sottoposti al giudizio di Dio, la cui
fedeltà e la cui misericordia sono il
vero fondamento della vita del credente.
Nella nostra età Dio ci chiama ad
una chiara confessione di fede cristiana. Ci conceda fi privilegio di sentirci affratellati « in Cristo » con molti altri Evangelici in Italia. Dobbiamo
esserne riconoscenti al Signore. L’unione dei cristiani evangelici non é
scopo a se stessa ; é in vista della predicazione e della testimoniaiiza evangelica nel nostro popolo. I motivi ideali del Valdismo possono esprimersi in
questa testimonianza; l’annunzio delTEvangelo al popolo, uno sforzo costante per ridare agli uomini il senso
vero della vita, una vocazione precisa
alla fede in Dio anche neH’ora della
tribolazione. Non si può credere in
Cristo senza parlare di Cristo agli
uomini del nostro tempo. Nessuna rivoluzione sociale può prendere il posto delTEvangelo, nessun impegno politico può eliminare l’esigenza della
conversione a Dio. Oggi come nel
passato occorre essere vigilanti nella
fede. Se non si vigila, ci si adatta facilmente agli opportunismi, ai piaceri, ai cedimenti spirituali. L’ecumenismo e la fedeltà alla Parola di Dio
non sono sempre identici; certi passi
non si compiono senza sofferenza, ma
si compiono prima di tutto per non
rinnegare la propria fede. Attorno a
noi c’é talvolta un’atmosfera che stordisce: un’atmosfera di sensualità, di
materialismo, di malcostume in cui
il vero senso della vita si perde e ci
si priva anche della propria libertà.
Le testimonianze del passato ci parlano di sofferenza e di sacrifteio a
causa della fede in Dio. Tutta,via anche in un clima di libertà e di benessere economico il mantenere la propria fede evangelica può diventare occasione di sofferenza oltre ohe di testimonianza. . .
Il 9 maggio 1559, dalla sua prigione
nel castello di Fuscaldo il Pastore
Giovanni Luigi Pascale scriveva queste parole ai Vaildesi di Calabria : « Il
vero matrimonio consiste nella mutua obbligazione di ambedue le parti.
Se noi vogliamo, adunque, che Gesù
Cristo sia nostro, bisogna, che, noi
ancora, dal canto nostro ci consacriamo a lui. E per questo S. Pàolo ci
esorta a consacrare i nostri corpi a
Dio, acciocché non ci accordiamo e
accomodiamo più alla figura di questo mondo, ma che ci trasfoimiamo
in una novità di vita, e ohe non pensiamo, né diciamo, né facciamo cosa,
la quale non sia alla lode e gloria di
Dio. Guardatevi adunque ohe per la
vostra disonesta vita fi nome di Dio
non sia bestemmiato. Guardatevi, dico, dagli adulteri, dalle fornicazioni,
dalle bestemmie. Amatevi l’un l’altro.
Soccorretevi nelle vostre necessità.
Rinunciate a tutte le idolatrie. Non
fate danno al prossimo; anzi misurate gli altri con quella misura con
la quale vorreste che altri misurasse
voi. E abbiate Dio sempre dinanzi
agli occhi in tutte le vostre azioni. E
ricordatevi sempre ohe non siete più
vostri, ma di Cristo».
A ogni età la sua missione. Alla
nostra il compito di parlare meno, per
operare di più a testimonianza della
nostra fede, e nella libertà ohe Cristo
ci ha donata.
Ermanno Rostan
2
pag. 2
10 febbraio 1967 — N. 6
,i‘£PISTQLA (ECUMENICA) AI ROMANI, ALLA SORBONA
Ai lettori
Il primo fascicolo della “Bible œcoménique,, d \ stratti
Michel de Montaigne, sul suo stallo, guarda la folla simpatica e allegra che fa ressa sul marciapiede davanti alla Sorbona e si allunga nella
via che ne porta il nome. Pochi cinema ne hanno tanta, folla.
Ohe cosa pensa? Senza dubbio quel
che ne avrebbe sensato il buon cancelliere Michel de l’Hospital, constatando questa familiarità di protestanti, cattolici, ortodossi; di cristiani,
insomima, e in primo luogo.
A poco a poco l’Università assorbiva tutto questo popolo. Segnando il
passo, alzai gli occhi e nii parve di
veder passare un'ambra dietro un’arcata. Nicolas Cop, il rettore, era forse ritornato? Quando non si può andare avanti, si può sognare. Calvino
riposa a cento metri, al collège Fortet, prima di saltare dalla finestra
per sfuggire agli sbirri; il dolce Briçonnet soppesa il prò e il contro; Lefèvre d’Etaples non ha in mente che
un’idea: tradurre in lingua volgare
la « Parola di Dio ».
Che cosa avrebbero i>ensato di que^
sta manifestazione? Il pastore Boegner deve averci pensato, introducendo autorevolmente lo svolgimento di
questa serata.
E ohe cosa ne avrebbero pensato
Noël Bédier, i cardinali Duprat e
Grammont? Pace alle loro ceneri.
Nel grande anfiteatro della Sorbona, gremito, in presenza del ministro
degli Affari esteri della V Repubblica, Couve de Muirvilie, di vari ambasciatori, sotto la presidenza del pastore Boegner, del cardinale Martin
e del metropolita Meletios, q.uesta
folla numerosa saluta il lancio, in
traduzione francese, dell’epistola ai
Romani, pubblicata sotto gli auspici
‘delia «Associazione ecumenica per la
ricerca biblica ».
Che cosa ne avrebbe pensato l’apostolo Paolo, l’autore?
È il caso di scrivere che avrebbe
sorriso di queste eccellenze, eminenze
e presidenti, lui ohe considerava spazzatura tutto ciò ohe lo distingueva,
prima dell’awentura di Damasco,
daU’uomo deUa strada? Il cardinal
Martin ha spa2zato via questa ipotesi, tralasciando queste distinzioni
mondane, per rivolgersi al «suoi fratelli ».
È il caso di supporre ohe, pensando a tutte le difficoltà che incontrava nel mantenere il vincolo della fede, e della pace, fra i Galanti, i Corinzi, gli Efesini, ecc. Paolo si sarebbe
rallegrato del clima di questa manifestazione e di questa unanimità, fosse
pure per una sera soltanto? Il futuro
appartiene a Dio... Preferisco pensare
questo.
L’epistola ai Romani è il primo libro della Bibbia che un gruppo di
specialisti — cattolici, protestanti,
ortodossi — hanno tradotto e annotato insieme. Fra tre anni, verosimilmente, tutta la Bibbia sarà tradotta
in tal modo in francese, presentando
la stessa traduzione ai fedeli delle
tre grandi confessioni.
Si tratta di un avvenimento di
grande portata,, ma a lunga scadem
za, poiché ncn ci si spoglia dall’oggi
aH’indomani delle abitudini acquisite
nè si impara cosi presto a camminare
accordando il passo.
Colpisce, questa sera, ascoltare ciò
che dicono il professor Bonnard, il
dottor Evdokimov, il rev. padre Congar, tre responsabili di questa traduzione ecumenica.
Chiudendo gli occhi, chiunque avesse un minimo di conoscenza di causa avrebbe individuato il protestante,
l’ortodosso, Ü cattolico. Non che ©ssi
si siano contraddetti; andavano nella stœsa direzione; ma con un’ottica
diversa, che proiettava la sua luce sull’insondabile ricchezza dell’epistola
ai Romani, nella quale il protestante
presta attenzione soprattutto al «sola fide», l'ortodosso al sospiro del
creato e il cattolico alla comunione
sacramentale; senza che nessuno dei
tre sembri negligere ' ciò che per gli
altri due costituisce il centro, la radice, la promessa.
Ma il momento certo più toccante
della serata fu quando, dopo questi
tre « chierici », imiti in una stessa fede, ma segnati dalla loro appartenenza confessionale, un semplice cristia
MOVtTA' CLAUDIANA
RENZO BERTALOT
Il mandato
protestante
Precipitiamo verso la solitudine? - Quali saranno gli aspetti del
cristianesimo neU’era post-cristiana? . La rivoluzione scolastica è
d’ispirazione protestante? - Il segreto protestante dell’autorità nella Chiesa e nel mondo - La spontaneità della missione ■ I ministeri
delle varie denominazioni.
Una raccolta di brevi saggi, di pagine 88, L. 500. Editrice Claudiana,
Torino, Via Principe Tommaso n. 1,
ce.p. 2/21641.
Il 17 gennaio 1967, come già abbiamo ricordato, nell'aula magna della Sorbona è stato presentato a un pubblico di oltre tremila persone il primo fascicolo, contenente la nuova versione dell'epistola ai Romani, della « Bible oecuménique », nuova traduzione concordata fra studiosi cattolici, ortodossi e protestanti. In attesa di poter pubblicare, dopo lettura ed esame, un parere protestante italiano su questo specimen di traduzione, riprendiamo in parte, da
due settimanali protestanti francesi, « Réforme » e « Le Christianisme au XX°
siècle », il parere dei loro direttori, il past. A. Finet e il prof. F. Michaeli ;
quest'ultimo fa parte dell'équipe protestante che collabora all'opera, con
P. Bonnard, E. Jacob, A. Mathiot. G. Casalis e altri. Ricordiamo che questa più
stretta collaborazione interconfessionale fra società bibliche era stata accettata
dall'Alleanza Biblica (protestante) nella sua assemblea della scorsa estate a
Buck Hill Falls (USA). Ma restano aperti molti problemi, e menzioniamo in
particolare questi : 1 ) si può, al limite, distinguere così rigorosamente fra traduzione e interpretazione? 2) questa più intensa collaborazione con il cattolicesimo non renderà più diffìcili i nostri rapporti con la destra (o sinistra, a
seconda dell'ottica) evangelica?
no, al quale Dio ha concesso la grazia di essere poeta e amante del verbo, ha saputo, usando con padronanza le umili parole della lingua materna, magniflioare la Parola -di Dio ; onore degli uomini, santo linguaggio.
Con questa testimonianza, PierreEmmanuel ha dato alla -preghiera finale d’intercessione quella gravità,
quella profondità che afferra e tocca, a -dispetto di tutto ciò ohe i sociologi possono elucubrare sul comportamento delie folle, -perchè passa, come un angelo, ciò che l’occhio non
può vedere, nè l’orecchio udire, ciò
che non sale dai cuore deU’uomo, ma
che Dio rivela a coloro -che l’amano...
La folla si disperde per la me des
Ecoles e Michel de Montaigne la osserva. Sorride, -quel cinico, di quel sorriso ambiguo ohe pesa la vanità delle
cose, degli mcMenti, degli avvenimenti, di quegli esseri effimeri e mutevoli che sono gli uomini.
Si ritorna a casa, e ci si ritrova
cattolico, protestante, ortodosso...
Forse no. Ci si scopre, forse, uomini e donne che non possono vivere,
vivere veramente, nella gioia e nella
riconoscenza, se non della « Parola
di Dio». Albert Finet
(...) So bene che certuni avanzano
grandi riserve nei confronti di queste manifestazioni ecumeniche, che
sembrano loro sospette o esposte alla confusione. Il carattere particolare di questa cerimonia era appunto
che essa era centrata sulla Bibbia, e
che la Bibbia è la stessa per tutti.
V’è qui un fatto che occorre sottolineare e precisare.
Che sia possibile una traduzione
comune dèlia Bibbia, da parte di esegeti cattolici, protestanti e ortodossi,
e che essa cominci proprio dall’epistola ai Romani, uno -dei libri-tests in
cui appaiono con tutta chiarezza i
problemi che ci dividono, è cosa che
non può non rallegrarci senza troppo
stupirci. Da anni l’esegesi biblica ha
saputo porsi sul terreno scientifico e
tecnico della traduzione dei testi
ebraici e greci senza pregiudizi dottrinali. Certo, ogni traduzione resta
difficile, per non tradire il testo; ma
in tutta lealtà un cattoilico, un protestante, un ortodosso e, per l’Antico
Tosamento, un israelita, possono
giungere a una traduzione comune,
salvo precisare in nota le sfumature
possibili e le varianti ohe devono essere conosciute. Tale risultato comu
ne è rallegrante, ma non è ima vera
sorpresa sul piano tecnico della filologia. S’intende, occorre accordarsi
sui principi scientifici e sui metodi
da seguire, senza pregiudizi e preconcetti. Abbiamo di fronte a noi la
prova che è possibile avere una stessa traduzione della Bibbia, perfettamente soddisfacente da un -punto di
vista scientifico.
Li problema è del tutto diverso sul
terreno delllnterpretazione dei testi,
polene qui si costruiscono i siscemi
dourinaii e appaiono le divergenze,
insogna quindi agigiungere che la traduzione ecumenica della Bibbia non
dovrebbe condurre all’illusione ohe
più nulla ci separi. Gli oratori l’hanno notato a più riprese. -Ciò -che ha
separato le chiese, e che crea dei solchi fra i cristiani, non è il testo biblico, che non muta, ma sono le inlerpretazioni -diverse che se ne sono
date. Sono quindi senza alcun fondamento le critiche secondo cui i traduttori hanno accettato dei compromessi per accordarsi a ogni costo. All'cpposto, coloro che a causa di questa traduzione ecumenica dicessero
che più nulla ci separa gli uni dagli
altri, commetterebbero un -grave errore. Del resto, il papa Paolo VI non
ha appena ricordato apertamente ohe
« la funzione di interpretare in modo
autentico la parola scritta o trasmessa da Dio è affidata esclusivamente al
Magistero vivente della Chiesa, che
esercita la sua autorità in nome di
Cristo »? Un protestante non può evidentemente accettare una tale affermazione, che mette in questione il
principio stesso della -sola autorità
della Parola di Dio attraverso la testimonianza interiore dello Spirito
Santo. Ciò -ohe -davvero conta, è la
conoscenza di -questa Parola mediante la Bibbia, è Tentusiasmo nel trovarvi una parola di vita, di speranza
8 -di salvezza, è la -gioia -di nutrirsene
e di portarla agli altri.
Tutto ciò -deve pure essere per noi
argomento di gratitudine, di meditazione e di fede. Frank Blichaeli
iiMiiiiiiirnimiiiiiiiiiiiiiiiiNiiitiiiiiiitiiimiirHiitiimiiiiiiimiiiiimmiiiiiiiMmiiHiiiiiiiiniiniiiiiiiiiii
MMIIIIIMIMIIIIImiIIWIlIMIIIIIIIIIMKIIM
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiii
llltUIIIIIIIIIIIIIMimillMIIIMIIIIII
.............................................
..............mimi....
SPIGOLANDO NELLA STAMPA
Echi della sctiimBna
Da « Le Monde »
29-30 gennaio
L’agenzia di stampa della Corea del
Nord protesta, in un comunicato, contro la
« campagna menzognera » condotta da Pechino « nei giornali e nei manifesti delle
guardie rosse », secondo la quale si sarebbe
determinata, nella Corea del Nord « una situazione di disordini politici ». Il comunicato conclude con le parole seguenti : « Simili cose, nel nostro paese, non vi sono
state e, in linea generale, non è possibile che
si producano. Si tratta evidentemente d’una
intollerabile calunnia contro il partito, contro il governo e contro il popolo e l’esercito
popolare del nostro paese ».
di ciascuno ». — Rivolgendosi a diverse centinaia di contadini riuniti nella vaUe SanAndrès, ove. de^e realizzarsi l’esperimento,
Fidel Castro ha spiegato trattarsi « d’un nuovo concetto del lavoro ». Egli ha aggiunto
che il piano permetterà « l’applicazione, secondo metodi corretti, delle idee rivoluzionarie fondamentali ».
1“ febbraio
In un comunicato, il comitato di coordinazione del cosiddetto « Movimento del
miliardo per il Vietnam » annuncia d’aver
deciso, « tenuto conto del progresso osservato nel corso dei due ultimi mesi e delle
domande formulate da numerosi militanti
della provincia e deUa regione parigina, di
prolungare la campagna del miliardo per
il Vietnam, almeno fino al 1" maggio ». —
Giovedì (26-1) il Movimento consegnò un
assegno di 40 milioni di vecchi franchi al
sig. Le Dinh Nhan, rappresentante a Parigi della Croce Rossa nordvietnamita. In
tale occasione, il sig. Mai Van Bo aveva vigorosamente denunciato « i bombardamenti
massicci dei centri industriali di Viet-Tri e
di Thai-Nguyen per opera deU’aviazione
americana, cosi come il metodo della ’’terra
bruciata” nella zona del ’’triangolo di ferro” ». D’altra parte il sig. Mai Van Bo ha
ringraziato la collettività dei partecipanti al
Movimento, « non soltanto per l’aiuto materiale, ma anche per il sostegno morale e
politico che essi accordano alla lotta del popolo vietnamita ».
La nave sovietica Rezekne, che trasporta 17.000 tonnellate di cereali, è partita
dal porto di Novorossiisk alla volta. dell’India. Essa deve scaricare una parte dell’aiuto
che prevede il rifornimento di 200.000 tonnellate di cereali. Giorni fa è stato fatto un
primo invio di 12.000 tonneUate, per mezzo
della nave Partisanskaya-Iskra. Altre due
navi Jo Split e VOurioupinsk) stanno caricando, e dovranno trasportare, rispettivamente 17.000 e 6.500 tonnellate.
■yk Nelle elezioni generali, svoltesi in
Giappone giorni fa, la destra, che è al potere da più di 20 anni, ha riportato ancora
una volta lin successo, assicurandosi alla
« Camera bassa » un numero di seggi sensibilmente superiore alla maggioranza assoluta. D’altra parte i socialisti sono in declino al confronto i con le elezioni del 1963 e
del 1960. — «Le Monde» cosi commenta:
« Le cause profonde di questa situazione
meriterebbero d’èssere analizzate. Senza dubbio le si troverebbero, in buona parte, nella
struttura sociale di quel paese. Il Giappone
ha operato infittì dei mutamenti straordinari,
in particolare sul piano industriale. Ma esso
non ha mai respinto, con una vera rivoluzione, la costruzione ereditata dai suoi lontani
tempi feudali, o da quelli (più recenti) premoderni. Le gerarchie, le relazioni tra superiore ed inferiore, le protezioni e gli obblighi
personali, infine la tradizione monarchica, tutto questo è stato trasportato di peso nella
sua struttura moderna. — Ne è venuto fuori
un paese nel quale in realtà il giuoco democratico, che fa alternare al potere una destra
e una sinistra, o magari un centro, non ha
mai funzionato. I soli cambiamenti politici
che riescono nel Giappone, non sono mai altro che deUe rotazioni fra diverse fazioni di
destra, rotazioni aventi l’ufficio di stabihre
un « turno » ai benefici del potere. — Orbene tali benefici (e questo è il fatto essenziale) costano caro. Infatti gli ambienti economici, anch’essi detenuti da un’oligarchia
conservatrice, comprano la stabilità sovvenzionando largamente il partito liberal-democratico e i suoi membri. La destra è ricca, in
tempi d’elezioni, e la sinistra è molto povera... ».
2 febbraio
31 gennaio
Lo stato d’assedio che era stato proclamato in Guatemala il 2-ll-’66, a causa
« delle attività sovversive di certi gruppi armati », è stato prolungato di altri trenta
giorni a partire dal 31-l-’67.
Fidel Castro, primo ministro cubano,
ha inaugurato sabato 28-l-’67, nella provincia di Binar del Rio, un nuovo piano sperimentale agricolo di « sviluppo integrale ».
Secondo tale piano, le famiglie contadine
(ormeranno una comunità neUa quale « lutti riceveranno il frutto del lavoro di tutti e
Numerosi scienziati francesi, fra i quali
quattro premi Nobel, hanno firmato il seguente appello in vista delle prossime elezioni
legislative in Francia. « I sottoscritti, preoccupati dell’evoluzione politica, economica, sociale e scientifica della Francia, convinti che
gli anni a venire sono cruciali per il destino
delle nostre istituzioni e per l’adattamento del
nostro paese aUe condizioni d’una società industriale e tecnicamente evoluta e ben fondata, segnalano l’importanza della prossima consultazione elettorale. Essi si rallegrano della
candidatura di Pierre Mendès-France a Grenoble. Infatti l’azione da lui condotta, la fermezza da lui dimostrata sui principi essenziali
della democrazia, la lucidità con cui ha affrontato i grandi problemi, soprattutto quelli
dell’espansione universitaria e della politica
Purtroppo, a un mese e mezzo dal
l’inizio dell’anno parecchi sono ancora
i lettori che hanno trascurato di farci
pervenire il loro canone d’abbonameTìto per il 1967. Qualora qualcuno non
intenda riabbonarsi, voglia cortese
mente comunicarcelo; ma pensiamo
che, come ogni anno, anche quest’anno vi sia un bel gruppo di distratti ; li
preghiamo vivamente di volerci fare
al più presto il loro versamento, e fin
d’ora li ringraziarne.,
Ricordate, i versamenti vanno fatti
sul c. c. p. 2/17557 intestato a Libreria
Claudiana, Torre Pellice (Torino).
iiiiimiiiimiimiiiiiiiimii
La festa valdese
scientifica, sono un esempio da cui la nazione
può trarre profitto. Pertanto essi ritengono
che queste elezioni che, per una regione in
pieno sviluppo come queUe di Grenoble,
hanno particolare itaportanza, presentino anche un interesse generale. — Nella certezza
che la presenza di Pierre Mendès-France al
Parlamento può avere un’influenza determinante per l’evoluzione del paese, i sottoscritti
hanno dato il proprio appoggio all’associazione di sostegno della sua candidatura » (Fra
le firme, si leggono i nomi illustri di: Maurice Du verger, André Haurion, François Jacob, Alfred Kastler, de Lacharrière, Henri
Laugier, André Lwoff, Jacques Monod, Laurent Schwartz, Jean Rostan, Daniel Mayer e
Jean Vilar...).
Siamo prossimi alla celebrazione
del 17 Febbraio, che specialmente
alle Valli riveste un carattere di festa popolare così tipico. La tentazione è forte anche questa volta di
riprendere il discorso sullo stato delle nostre Chiese, sul loro chiudersi
in se stesse, soddisfatte della ¡tropria vita spirituale e di una bella
festa popolare, sulla loro inseiìs-hilità missionaria e via dicendo Si
tratta realmente di un discorso che
non va interrotto, perchè la vai lazione esatta della nostra situaz.one
deve essere aggiornata serie« ii enrc
ed è necessario non illuderci . noi
stessi. Ma si sa che le diagnosi Ila
malattia non bastano, se non .- .- ¡dividila esattamente anche la /<.!• cura. Il discorso si fa allora 11-• a,
ascolto, speranza; il probicnu- ro
diventa quello dell’ubbidienza •.■.■'da
fede che ci è data e dove ci è .' -la.
Il muoversi, il progettare, il ■■ 'iitere, il criticare sono in fini.- ne
soltanto di quella ubbidienza : . poiché ci è dato di non essei'i' m- ’•//sfatti e di avvertire lo stimolo ila
vocazione delle nostre Chie^> -on
c’è da disperarsi nè da avvilirL’ubbidienza della fede in questo
momento e in questa situaziom . ecco quello che importa, il resto conta poco. Se il 17 Febbraio poi re essere un tempo che è concesso idle
nostre Chiese perchè riflettano • nlla
loro ubbidienza, non sarà staio per
nulla inutile anche fare una cella
festa popolare.
Neri Giami>kx. ;m
A. 1. C. E.
4 febbraio
■yk Sugrincidenti che, nei giorni scorsi, si
sono verificati a Parigi di fronte all’Ambasciata sovietica, è pervenuta a « Le Monde » una
lettera dal prof. Jean-Pierre Peter, incaricato
alla Sorbona. — Il Peter, abitando nel quartiere dell’ambasciata, ha avuto l’occasione di
assistere personalmente agl’incidenti della
sera del 27-1. Egli afferma che « la versione
cinese degl’incidenti è assolutamente conforme ai fatti ». Ecco la parte più importante
della descrizione dei fatti, data dal Peter-.
« Gli studenti cinesi, tenuti lontani dalla
ambasciata sovietica, sono rimasti per molto
tempo immobili, in perfetto silenzio. Cartelli
e bandieruole (con le scritte : ’’Abbasso il
revisionismo” ecc.) erano i soli mezzi da loro
adottati per esprimersi. Poi vennero i rinforzi
della polizia. Il modo in cui, aUora, i manifestanti sono stati caricati non ha nulla da
invidiare, per odiosità, alle scene che i francesi hanno ben conosciute pochi anni fa. Ragazzi e ragazze, appena maggiorenni, sono
stati manganellati, trascinati, brutalizzati per
un buon quarto d’ora. Ho visto uno studente,
tenuto con le braccia in croce da tre uomini, subire una gragnuola di pugni da
parte di due altri agenti, i quali picchiavano
a piena forza, come martelli, nel ventre, nel
fegato e nel viso. Il corpo dello studente si
afflosciò, tutto sanguinante e slogato. Allora
colui che lo trascinava per il collo verso la
camionetta deUa polizia, osservò tutto ilare :
’’Non si può dire che pesi molto, un Cinese!”
— Quella sera il sadismo e il razzismo raggiunsero il colmo! Alla fine gli studenti cinesi, spinti, ammassati e pigiati in tre furgoncini Renault, ricevettero ancora una
buona * dose di manganellate attraverso le
porte aperte. Essi erano ormai incapaci di
qualunque difesa, per quanto sia vero che
precedentemente si fossero vigorosamente
difesi. A quelli della mia generazione capitò qualcosa d’analogo, in circostanze ancora recenti. Anche questa volta i feriti
gravi si sono trovati da una sola parte... Io
sono uno storico di mestiere e so quanto
sia, fragile la testimonianza d’un solo. Ma,
per esperienza, sono ancor più preparato a
diffidare d’una versione uffieiale che la polizia sempre da dopo incidenti di questo
genere ».
Consultorio per inalforiiiati
Torino
a
A complemento della notizia, pubblicata sul n. 3 del giornale, relativa
alla istituzione in Torino del Con.'iultorio medico per malformati, per iniziativa della prof. Frida Malan, assessore all’Ipene e Sanità del Comune di
Torino, si precisa che le prestazioni so.
no gratuite, ma devono essere richieste in anticipo telefonando per l’appuntamento al n. 518801, int. 836.
PERSONALIA
Il giovane Giorgio Vinçon, di Pinerolo, ha conseguito brillantemente la
laurea in Ingegneria chimica presso
il Politecnico di Torino, discutendo una tesi su « Impianto di recupero e
lavorazione di terre per fonderia ».
I nostri più vivi rallegramenti e auguri al neo-ingegnere.
articolo di Max Salvadori, pubbheato ne «L’Astrolabio» del 29 gennaio 1967
7^- * l^iebuhr, il massimo teologo protestante americano, assai influente come uomo di sinistra, dopo aver criticato aspramente Johnson, ha suggerito di trasferire
nella Thailandia il centro della presenza
militare americana nel sud-est asiatico: tanto vale, gli è stato detto, restare nel Vietnam
invece di cominciare un'altra volta da, capo.
Il vecchio New Dealer MacLeish, Ashmore,
direttore del Centro per le Istituzioni Democratiche (ritornato da un recente viaggio ad
Hanoi), il senatore Morse, criticano Johnson
ma nessuno è ’’rinunciatario” fino al punto
di accettare i quattro punti di Hanoi. Il centro-sinistra è sulla posizione del 1965 : negoziati. Ma i negoziati sono impossibili data
l’incompatibilità fra le domande di Hanoi c
quanto U governo americano è disposto a
concedere in partenza ».
{Notizie raccolte da Tullio Viola)
3
pag. 3
Tristezza II nUOVO MuseO
Storico Valdese
I bambini ci guardano
Chi sono i «pirati della strada », i teddyboys, i cittadini senza senso civico, gli adolescenti irrispettosi dei diritti del prossimo, i
disadattati, i neuropatici, gli efebi di oggi se
non bimbi trascurati ieri dai genitori e dalla
società? Lo confermano psicologi, direttori di
brefotrofi, parroci, insegnanti e studiosi di
pedagogia, coraggiose donne del Parlamento e
della scuola che hanno dedicato la loro vita
all’infanzia, per bocca di uno di loro : « I
bambini ci guardano, non ci hanno mai scrutato con tanta intensità. Ma gli adulti non
sanno cosa si nasconda dietro i loro sguardi.
0 se ne infischiano. Oppure, più spesso, hanno inconsciamente paura di scoprirlo ». E’ invece assolutamente necessario esplorare subito, amorosamente, l’animo dei nostri figli,
sollecitandoli .alla confidenza, cercando d’indovinare per tempo quel che, sia pure in
modo confuso, pensano già di noi, della società che abliiaino costruito e che offriamo loro.'
Aspettare anche solo pochi anni sarà probabilmente fatale, Qfuando ci accorgessimo che
un nostro figlio adolescente comincia a « sopportarci ». a scansarci, tediato o, peggio, scandalizzalo di noi, vorrà dire che egli ha già
deciso di seguire una strada di cui per. il
momento si rifiuta di riconoscere i pericoli,
contento solo che essa sia diversa, od opposta
alla nostra. A questo punto i rimproveri o le
sollecila/ioni dell’amore giungerebbero troppo
tardi.
Gli l'sicoìogi hanno ormai dimostrato che
a selle imiii il carattere di un bambino si è
già eaicillcalo. E’ solo nei primissimi anni
che pos.siaino influire sulla sua formazione
psichica con la nostra assidua, tonificante
presenz.a, preferendo di passare il tempo libero a giocare e a parlare con lui, invece di
abbandonarlo all’assistenza sempre insufficientèAlf ¿sftnùct 'agli stimoli, non' sempre adatti,
del cinema e degli spettacoli televisivi.
I bamijiiil che ballano lo shake, che conoscono tulio del presidente Johnson, del festival di Suuicmo e di Sean Connery, che imitano i di' i c [anno il verso ai cantautori, sono, in. realtà, troppo spesso infelici. La loro è
una sapii-r;za stonata, precaria; da reclusi.
Pronta a risolversi in complessi e in angoscia.
1 bambini hanno bisogno di aria aperta, di
spazio, di verde. .Appena possiamo, portiamoli
dunque, Jonlani dalla prigioni-servizi che abitiamo in città. .E trattiamoli con quel cosciente cquiiibrin che ci impedirà sia di viziarli
che di punirli. Stendiamo loro una mano calda, ferma, leggera. Perchè le loro manine
crescano, libere, nella nostra.
TDRRE PELUCE
Apprendiamo, con vivo piacere, che
con Decreto del Presidente della Repubblica, in data 27 dicembre 1966, è
stata conferita ronoriflcenza di Cavar
bere deH’Ordine « al merito della Repubblica Italiana » al Signor Geraldo
Mathieu.
Porgiamo i nostri sinceri rallegramenti al nostro concittadino per questo meritato riconoscimento, ohe premia la sua lunga operosità nel campo
industriale e sociale.
Ognuno di noi ha i figli che si merita.
Ecco il nostro premio, ecco — più spesso —
la nostra condanna in questo processo nel
quale sediamo tutti sul banco degli imputati.
Ma le nostre colpe, i nostri peccati di omissione e di presunzione, noi soltanto li conosciamo. Possiamo far finta di ignorarli, se
abbiamo paura di guardare in faccia la realtà. Oppure possiamo chiedere le circostanze
attenuanti — il molto lavoro, la stanchezza,
le preoccupazioni — per giustificare la educazione frettolosa e superficiale che diamo ai
nostri bambini. Ma il verdetto, inappellabile,
è sempre lo stesso : ognuno di noi ha i figli
che si merita.
« So che le mie parole, le mie critiche saranno inutili. Questo è il destino dei giornalisti nei Paesi senza opinione pubblica. 'V^i
sono tristemente abituato. Ma questa volta,
trattandosi dei bambini, mi dispiace ». Cosi
conclusi l’idtimo dei dodici articoli dedicati,
nel « Corriere della Sera », a un viaggio nel
mondo dell’infanzia. E furono queste parole
a farmi arrivare alcune lettere in cui mi
veniva rimproverato tanto scetticismo. « La
sua inchiesta è servita a farmi pentire degli
errori di omissioni compiuti nell’educazione
dei figli » mi scrisse il direttore di una grande organizzazione internazionale. « Bisogna
far qualcosa per i bambini... l’accusa di egoismo, rivolta ai genitori, è amara, ma giusta.
... sarebbe bene approfondire l’argomento »
scrissero altri lettori.
Ecco com’è nato questo libro, aggressivo e
talvolta cattivo nei confronti dei genitori responsabili delle turbe psichiche, più o meno
gravi, di cui un giorno soffriranno i loro figli... Cercherò di spiegare alle madri — e
anche ai padri, ma mi leggeranno? — quali
siano gli errori che vengono comme^i più di
frequente. E spero, contro speranza, che di
tali errori vogliano rendersi conto durante
questo « processo ai genitori » in cui saranno
gli adulti — padri, madri, insegnanti, uomini politici — a sedere nella gabbia degli imputati per rispondere di lesioni spirituali a
danno dei bimbi di tenera età. E’ un reato
non previsto dal codice penale. Ma è uno dei
più gravi delitti di cui possiamo renderci
colpevoli.
Ai nostri figli, se fossero ammalati, saremmo pronti a sacrificare l’intero nostro patrimonio, magari la nostra stessa vita, pur di
vederli nuovamente in buona salute. Ma non
siamo disposti a dedicar loro un po’ del nostro tempo per farli giocare, per raccontare
loro una fiaba, per interessarci seriamente dei
loro « piccoli » problemi, che sono invece problemi di grande importanza per lo sviluppo
psichico del bambino. Questo sviluppo è quasi completato entro il settimo anno di vita.
Ed è ai problemi dei bimbi fino ai dieci anni
che è dedicato questo libro.
Dalla presentazine editoriale e da quella dell’autore, da : ENRICO ALTAVIL.
LA: Processo ai genitori. Rizzoli, Milano
1966, p. 188, L. 1.600. Su questi problemi
ricordiamo pure il volumetto di ANDRE’
BERGE: Genitori sbagliati. La Nuova
Italia, Firenze 1963, p. VI + 90, L. 800,
che se non è più una vera « novità », presenta però un valore permanente, nella
sua semplicità.
l’ha (letto il Sitrnore.
E’ Cristo che unisce,
ed io l’ho creduto e lo credo.
Ma quanto divide l’umano!
Un abisso - incolmabile.
E Cristo è diviso.
Diviso da noi - dalle chiese
da falsi concetti, da' riti
da pratiche magiche e vane.
Il Vangelo ci parla.;
Ascoltiamolo insieme;
I
La forza di Cristo agirà.
Ma Dio - non si può imprigionare!
Lasciamolo agire, e crediamo.
La vita di Cristo è vittoria
è potenza che chiama e ricrea.
Crediamo e speriamo.
Speriamo anche contro speranza.
8- P
,11 Museo Storico Valdese, sistemato
fino al 1939 aU’ultimo piano della Casa Valdese,trovò in tale anno una nuova e più efficiente sistemazione al pian
terreno deirantica scuola normale, dove ancora adesso si trova. Grazie all’opera fattiva del prof. Attilio Jalla e del
prof. Paolo Paschetto, i materiali e la
documentazione storica furono collocati in modo da dare al visitatore anche sprovveduto un’idea chiara dello
svoilgimento della storia valdese : le didascalie alle pareti e alcuni pannelli
dimostrativi completano la « lezione »
dei documenti e degli oggetti.
Il Museo è stato visitato da migliaia
e migliaia di persone, specialmente storici, che durante retate vengono a visitare le Valli, e svolge in questo senso
un’importante funzione di attrattiva.
Da alcuni anni, la Società di Studi
Valdesi, cui il Museo è affidato, ha avvertito la necessità di un ampliamento
dei locali, di un arricchimento della
documentazione e di una più moderna
sistemazione delle vetrine, degli oggetti, delle fotografie, ecc. 1 Museo attuale, infatti, punta soprattutto alla documentazione del periodo eroico della
storia valdese, diciamo da Chanforan
al 1848, ma ha lasciato un po’ in ombra il periodo medioevale e quello dell’evangelismo in Italia, sino ai giorni
nostri; se è vero peraltro che di tali
periodi la documentazione tradizionale
è piuttosto limitata o nulla, è anche
vero che l’ausilio delle nuove tecniche
(pannelli, rilievi, grafici, carte, fotografie ecc.) permette di rendere più evidenti e di valorizzare quei pochi documen,;«>r^a era rientrata in| I ti chc ci SOnO, O addirittura di illuStrafamiglia in seguito ad un intervento chirur-^^ j-g pieriodi di CUi nulla è rimasto SC nOfl
gico che pareva pienamente riuscito; quando Storia
d’un tratto si manifestavano alcune complicazioni contro le quali la sua pur robusta fibra non poteva resistere.^ La nostra sorella
lascia tra noi il ricordo di una vita svolta
sotto il segno della fedeltà e deUa carità; è
perciò vivo il rìmpiaritoj|ier la sua dipartenza. Alle figlie, ai famili^ie parenti tutti rin.noviamo la nostra viv»e, fraterna simpatia
cristiana con la piena fiducia in Colui che è
risuscitato quale « priinizia di quelli che dormono ».
BOBBIO PELUCE
Rivolgiamo rallegrametìti ed auguri affeU
tuosi alla famiglia di Durand-Canton Daniele e Rachele di Genteugnà per la nascita, a,v.
venuta in gennaio presso il reparto Maternità deirOspedale Valdese di Torre Pellice, del
secondogenito Franco.
Giovedì 2 febbraio abbiamo accompagnato
alla sua ultima dimora terrena la spoglia
mortale della nostra sorella Chauvie Costanza
Maria vedova Bertinal. deceduta nel pomeriggio del 31 gennaio alla sua abitazione al
Parau alla età di anni 82.
Da poco la nostra
diverso tempo ; a tale scopo è stata nominata una commissione, di cui fanno
parte consulenti tecnici e finanziari.
Tutti comprendono infatti come la
nuova sistemazione richieda l’esame
approfondito di molti elementi e la
ricerca di fondi ; in questo senso- specialmente, la Società non dispera di
poter trovare tra i suoi amici coloro
che sono particolarmente sensibili a
un problema del genere, e che si impegneranno per aiutarla.
L’intenzione della Società è quella
di consegnare al pubblico valdese e a
tutti i visitatori un documento completo della vita, della storia, del pensiero
e dell’anima valdese, che sia ad un
tempo la retrospettiva del messaggio
dei Valdesi attraverso i secoli e una
fotografia della situazione attuale.
Un’opera di questa portata richiede
la collaborazione di tutti, e la Società
sarà grata di ricevere suggerimenti, segnalazioni, documenti, oggetti, doni
(c.c.p. 2/4428), di avere in una parola
l’appoggio e la comprensione di tutta
la Chiesa Valdese e dei suoi amici.
Il Presidente:
prof. Augusto Armand-Hugon
111,11,1,1(1 ..........................................................................................
...................................................................
iiiiiiiiiuimiiiiii'iiiuiiiiiimmiiiiliiiimiiiinmn
iHiiiDiinimiuitiiiMiiMtiqiiiMiiiiiiii'
Il programma di celebrazioni in occasione
del 17 febbraio prevede la accensione dei «falòs» la sera del 16 aUe ore 20 al suono della
campana: la mattina del 17 avremo il radiano
della popolazione ed il corteo; poi, la celebrazione nel tempio con messaggio del Pastore e recite e canti da parte dei bimbi e
con la partecipazione della Corale. Il pranzo
sarà preparato dai sig. Grand di Roccia d
Giors e servito da, Unionisti ed Unioniste
alle ore 12.45 nella vecchia sala Unionista.
Li ringraziamo tutti sin. da, ora sentitamente
per la loro collaborazione. I. biglietti, al prezzo di L. 1.000, potranno essere acquistati
presso la tabaccheria di Silvio Pontet in piazza. Il pomeriggio contempla conversari, canti
e ra.duno a Sibaud, la sera sarà aUestita una
Genetta per chi vorrà approfittarne e parteci.
pare alla proiezione dell’ottimo film (c I dannati di Varsavia ».
Domenica 19 avrà luogo il culto di commemorazione con celebrazione della Santa
Cena e partecipazione della Corale.
11 Signore ci conceda di avere una buona
celebrazione fatta con spìrito di vera gioia
e di vera riconoscenza che fortifichi ancora
i legami di fraternità che già ci uniscono.
e. a.
La Società di Studi Valdesi ha inoltre a sua disposizione tutto il materiale
folkloristico che permette la ricostruzione completa di un « focolare » valdese e cioè di un ambiente valligiano,
dotato dei mobili e deMe suppellettili
originali, di grande interesse «1 attualità. Tale materiale è tuttora in deposito ed inutilizzato.
La Tavola Valdese recentemente si
è orientata nel senso delle richieste
della Società, e con il trasferimento
deU’alloggio del Moderatore in altra
sede, tutto rimmobile dell’ex scuola
normale potrà essere adattato a Museo,
Valdese, arricchendo così quel complesso di istituzioni valdesi che con la
vicina e ampliata Foresteria daranno
un tono particolare a questo angolo di
Torre Pellice.
La Società ha già esaminato in alcune sedute il grosso problema della
nuova sistemazione: secondo una soluzione di massima, tutto il piano terreno dovrebbe essere destinato a museo storico, mentre al primo piano dovrebbero trovar luogo la biblioteca della Società e il suo archivio, la ricostruzione della casa vaHigiana e anche un
piccolo allodio per il custode.
Problema grosso, si è detto, e che
impegnerà le energie della Società per
{ioti in memoria
del Pastore Francesco Peyronel
___ Maria Alfieri (Genova) per rislituto
Gould, L. 10.000; per Vlstituto Ferretti,
L. 10.000;
di Ines Jalla Gianrpiccoli
— lascito deUa Sig.ra Ines Jalla Giampiccoli
per VOrfanottofio femminile valdese di
Torre Pellice L. SOO.OOO;
— per l’Associazione Amici del Collegio,
Davide Jalla L. 20.000;
___ per la Casa Valdese delle Diaconesse, Davide JaUa L. 20.000; Ada, Mariano e Stefano Palmery L. 20.000.
___ per l’Istituto Ferretti di Firenze, Davide
JaJla L. 50.000.
— per il Rifugio C. Alberto, la famiglia
Conte L. 30.000;
di Luigi Conte
— per il Collegio Valdese: la comunità di
Via Nomaglio, a Torino, L. 30.000; il comitato d’assistenza di Via NomagRo, Lire 10.000; Cecilia Besozzi L. 2.000;
G.L.E.E. Jalla (Torino) L. 5.000;
— per l’Associazione Amici del Collegio,
Davide JaUa L. 20.000.
tNiHwiiKMimiiiiiimiiiiiMimiMiiiiKHiiflmHimmMiimtmiuiimHmiMdiiiiiiiiiimmrfKmiiiiiiMimiiiiiiiiijiiMiiiiiim
iiilimiiiiiiiiiiiiitiiiriTiiiiiimmmmiiiiiMmmiiiiiiiimKimiiNminiiiiiiiiMUiiiiiiiiiimimiiMiiiiiiiMiiiMMiiimmJiiimin
Radio-11/ delia Svizzera Italiana
DOMENICA 12 FEBBRAIO
Radio : ore 9,15, conversazione evangelica,
pastore Otto Ranch.
Televisione : ore 22,30, La Parola del Signore, pastore Guido Rivoir.
Culto radio
domenica 12 febbraio
Pastore FRANCO RONCHI ,
Zurigo
I
ETTORI CI SCRIVONO
Ricordo di Piero Jahier alla RAI
Un lettore, da Torino (egli lavora
presso quello studio della RAI):
Mercoledì 22 febbraio (3« Programma, ore 22 circa) la RAI trasmetterà
la prima parie di un programma dedicato a Piero Jahier, a cura del
Prof. Franco Antonicelli (altre due
puntate saranno trasmesse i due mercoledì successivi).
Antonicelli, parecchi anni fa, aveva registrato una lunga conversazione
con Piero Jahier. Questi gli aveva raccontalo con molti particolari i ricordi
dell’infanzia trascorsa a S. Germano
Chisone, il periodo degli studi a Torino, ed infine la definitiva sistemazione a Firenze. Gli aveva parlato
della nascita dei suoi racconti e della
sua vita di scrittore e poeta.
Nel « ricordo », Antonicelli lascio
la parola allo scrittore e non interviene che brevemente. Si tratta perciò
di una trasmissione viva e molto in-teressante che certamente sarà ascoltata con interesse dai parenti di Piero, da quanti lo conobbero, ed anche
da coloro che pur non conoscendolo
personalmente hanno letto le sue pro,se {Ragazzo, Con me e con gli Alpini,
Resultanze in merito alla vita e al carattere di Gino Bianchi, ecc.) e le sue
Poesie. , , I V
Ascoltando la viva voce del Janier
raccontare la storia della sua vita, c’è
una cosa che non appare ben chiara.
Perchè si è staccato improvvisamente
dalla Chiesa Valdese? Egli dice di
aver abbandonato gli studi a metà del
secondo anno della Facoltà Valdese di
Teologia di Firenze perchè « mi accorsi di aver perduto la fede e allora trovavo nella mia coscienza che sarebbe
stato disonesto percepire ancora quella borsa di studio e andare in Inghilterra come volevano mandarmi, ecc,
ecc., mentre io sentivo che la mia coscienza non era in grado di avvicinarsi a un moribondo e di dargli le speranze dell’oltretomba, che non sapevo dare neanche a me stesso ».
Più avanti però quasi si contraddice quando afferma : « Io credo che il
passo più grande, spiritualmente par
lando, io l’abbia fatto quando sono
uscito da questa setta dissidente^ ho
studiato e compreso il cattolicesimo;
che il cristianesimo non cominciava
come voleva quella setta dalla riforma
del sesto secolo (sic), ma era un fenomeno immenso; e piano piano sono
passato al giudizio comparativo con
altre religioni o che altro, e la mia
mente si è straordinariamente ampliata, è diventata capace di ricevere
contenuti più vasti e più universali ».
Secondo ü mio modesto parere credo che il Jahier si sia staccato dalla
Chiesa (antecedentemente alla prima
guerra mondiale) ritenendo i Valdesi
dei « settari » troppo chiusi in se stessi. Difatti egli non dice « chiesa », ma
« setta » valdese, ed insiste su (juesta
parola. Non credo che egli abbia veramente perso la fede, perchè nelle sue
parole e nei suoi atti traspare continuamente l’intransigenza e lo spirito
valdese; perchè egli contìnuamente
rievoca con nostalgia il periodo dell’infanzia trascorso nella Val Chisone; perchè la sua casa fiorentina era
piena di oggetti e mobili artigianali
raccolti nella valle di Angrogna ed
in altre; perchè infine, dopo il lun
ghissimo isolamento durato più di 50
anni, egli pochi anni prima della morte riallaccia le relazioni con il pastore di Firenze (a questo proposito interessante sarebbe conoscere il parere
del Pastore Santini).
Probabilmente il nuovo spirito ecumenico che da parecchio tempo è penetrato nella chiesa valdese, liberandola da quello spirito settario che impregnava nel passato l’animo dei vaidesi e che era nato come reazione alle continue persecuzioni subite nei
secoli, questo nuovo spirito dicevo,
l’avrà colpito e seriamente impressionato.
La volontà poi di essere sepolto nella tomba di famiglia di S. Germano,
dove il fratello Gino gli aveva serbato
il posto, mi sembra essere un desiderio di ritornare spiritualmente (un
po’ tardi!) tra i suoi parenti ed amici di fede valdese.
Strano poi è che una diecina di
anni dopo il distacco è terminata praticamente la sua, attività di scrittore
e poeta, come se con la frattura religiosa si sia anche infranto qualche
cosa nella sua coscienza di letterato.
0 forse è stata una, autopunizione da
lui stesso voluta? Ci sono stati anche
i motivi politici, ma non credo che
questi furono determinanti.
Certo è che il distacco di Piero Jahier è stato una grave perdita per la
letteratura valdese.
Peccato davvero che il forte Piero,
vivo e baldanzoso, non abbia scritto
qualche cosa di più sulle Valli valdesi, che in fondo sono sempre state le
« sue valli », e non abbia contribuito
con il suo genio alla maggior cono
scenza del popolo valdese.
Tornando alle trasmissioni radio,
l’uditore attento ascolterà con commozione le confessioni dell’uomo e
dello scrittore e rivivrà con lui un
passato, quasi come in un colloquio
intimo con una persona tuttora vìvente. Danilo Musso
Abbiamo ricevuto
Per il Servizio Cristiano di Riesi,
Rosa Haldiman (Bern) L. 1.500.
Dalla comunità evangelica di Ganterschwil (S. Gallo), per mezzo del
suo pastore Eugenio Pecoraro : Lire
30.000 per i fratelli aRuvionati; Lire
15.000 per l’opera de « La Noce », a
Palermo; L. 10.000 per il Servizio
cristiano a Riesi.
Ringraziamo e trasmettiamo.
Occasioni iibrarie
Presso il fratello Filippo Marozzel11, Via Bigazzini, 1 - Perugia - sono
in vendita i seguenti libri :
1. La Religione di Gesù e la Chiesa
Romana (Libro critico, storico( di
Giovanni Pioli. Seconda edizione.
L. 2.200.
2. Luce sul Mistero (come si spiega la
comparsa di lacrime e sangue su
immagini di madonne) di Giovanni
Pioli, Ediz. del 1954, L. 200.
3. Severità Religiosa per il Concilio,
di Aldo Capitini. Ed. Il confronto,
L. 900.
4. Vita di Giorgio Muller, di A. Pierson, Ediz. del 1923, tradotto dalringlese, L. 1.000.
5. Teodorico Pietrocola Rossetti (cenni per Carlo Zanini). Ediz. del
1885, L. 1.200.
6. Gemme di Fede per T. P. Rossetti,
seconda edizione del 1912, L. 200.
7. Riflessioni intorno alia Cena del
Signore, di C. H. Mackintosh, tradotto dall’inglese, 3> ediz. del 1924.
8. Il modernismo Religioso in Italia,
di D. Battaìni. Ed. Cultura, Modei^
na del 1914, L. 400.
Spese a carico del destinatario. Per
informazioni si prega accludere fran-_
cobollo da L. 40 per la risposta.
4
Pag. 4
10 febbraio 1967 — N. 6
Ricordale il oiovimenlo
da cui siete eati
A BARI E IN PROVINCIA
ecumenici
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
trovare im’espressione teologica capace di istituire, al livello di quell’ex
poca, un dialogo con la cristianità ufficiale. Gli storici attribuiscono importanza sempre crescente a questo
fenomeno: in pieno Rinascimento,
ecco un regno ohe, durante duecento
anni, subì in misura maggiore o minore rinflusso di una predicazione evangelica nutrita di motivi cari ai
valdesi. (Si comprende l’interesse con
cui lo storico torinese Romolo Cegna
compie le sue ricerche negli archivi di
Praga, e cosi) pure la gioia che provo
quando, di tanto in tanto, posso approfittare delle ricchezze delle biblioteche italiane).
Dell’antica intemazionale valdese
non resta molto, oggi. Da una parte
la Controriforma finì; per prevalere,
dall’altra la Riforma del XVI secolo
non ha sempre saputo organicamente
prolomgare e approfondire la prima.
Rimangono degli eredi, diciamo così,
fisici della prima Riforma: i valdesi
italiani, i protestanti cèchi. La loro
fisionomia ecclesiale non differisce da
quella delle altre chiese riformate.
Sarebbe ingenuo volerli far ritornare
al medioevo: vivono il loro tempo. Ma
vivendo veramente la loro fede, la
loro speranza, chissà che non riscoprano, nella loro ricerca di un modo
nuovo di rendere testimonianza a
Gesù Cristo, la prima Riforma come
fonte d’ispirazione, anche di correzione, di avvertimento. Come antiquari, che cosa potrebbero offrire? Sulla
via dell’agàpe che li conduca alle Riesi di cui soffre il nostro mondo, essi
si dimostreranno, forse senza averlo
voluto, eredi dei valdesi della prima
ora.
Del resto, grazie aH’iniziativa della
Chiesa Valdese, nerti ultimi anni sono state riprese relazioni abbastanza
iiiiniiniiuniiiiiiiiniimimiiiiiiiiHiiiiiiiiiiimiiiiiiiiMiimmiimiMiiiiiiiiiiiiiimiiimii
Meditiamo
sulla fede dei padri!
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
mose: «Nulla sia più forte della vostra fede » : egli era un illetterato, un
contadino senza cultura, e la sua fede gli discendeva nell’animo non dalla teologia, non dalle responsabilità
di conduttore del gregge, ma da qualcosa di più innato e congenito, come
una misteriosa vocazione.
* * *
Ma accanto a questi esempi illustri,
non dobbiamo dimenticare le folle
senza nome, il gregge dei credenti
consapevole della propria fede come
di un patrimonio inalienabile salvo
la dannazione eterna. Come nella persecuzione del 156(>B1, nella quale i vaidesi dichiaravano «voler perseverare
nella loro religione insino a tanto
che fosse loro mostrato con ragioni
prese dalla S. Scrittura che siano in
errore » e al momento delle ostilità
« andavano cantando salmi, et consolandosi et confermandosi l’un l’altro » « e non se ne udiva neppure
uno lamentarsi che lasciasse la casa e
le possessioni, essendo tutti deliberati di aspettare patientemente quel
che havesse piaciuto a Dio far di
loro, et di morir tutti insieme se cosi
fosse stata la Sua volontà ». Così, ancora nello sterminio dei Valde.si di
Calabria « non possono gli avversari
nostri negare che, perseguitando noi,
non siano veri ministri di Satana e
dallo spirito di quello veramente trasportati». Così ancora nelle spaventose giornate delle Pasque Piemontesi, cosi ancora durante la priponia
che precedette l’esilio: a migliaia, i
Valdesi furono sepolti in tante carceri a soffrire e morire, e la massa
non cedette, non volle saperne di
abiura e di -compromessi.
Pagine veramente straordinarie di
attaccamento alla propria fede, p
perseveranza ammirevole, di ten^ia
ormai per noi quasi Incomprensibile ;
per noi uomini moderni, così, fragili
e pronti ad ogni quotidiano arrangiamento, certo le pagine della storia
della fede si presentano di una dimensione ignota, e vorremmo farci
soccorrere dal sociologo o dallo psicologo per poter comprendere ; se mai,
ci rendiamo conto che un attaccamento così tenace ai propri ideali
si è trasferito ad altri campi, ad eseiiipio nel dominio politico, come ci ricordano le papne della seconda guerra e della resistenza.
Ma la fede robusta, quella nei propri convincimenti religiosi, dove è
andata a finire?
* * *
Certo, non abbiamo nessun merito
oggi della fede dei nostri padri: ma
perchè non possiamo tornare sovente
a conoscerla e a meditarla, proprio
con l’affetto e la venerazione di un
bene perduto? Ohe i martiri del libero pensiero e della fede religiosa
non abbiano più diritto di cittadinanza? Augusto Armand Hugon
seguite fra i Valdesi e la Chiesa evangelica dei Fratelli Cèchi. Ed è un
fatto abbastanza singolare!
Nel momento attuale dell’evoluzione del movimento ecumenico,
pensa che l’eredità spirituale di
questa « internazionale valdese »
abbia un qualche ruolo? e in caso
affermativo, quale?
La prima Riforma adempiva alia
sua missione a-ppnto rinunciando ad
« avere un ruolo ». Essa si lasciava
condurre dal Cristo, crocifisso fuori
della città santa, verso i diseredati,
verso i « fuori ruolo ». Le fu dato, almeno in certi momenti, di adempiere
un compito caratteristico, nel quale
nessim altro poteva sostituirla. Coloro ohe oggi intendono richiamarsi ad
essa, devono preferire la fedeltà al Cristo del Sermone sul monte a qualsiasi
tattica. Qui sta, ancora e sempre, il
migliore fra i metodi del Regno. Semen sanguis, il sangue è semenza.
Considerando umanamente le cose,
non sono esigue le possibilità che si
offrono oggi agli eredi della prima Riforma. A livello delle ricerche ecumeniche — dove, è vero, v’è del buono e
del cattivo — si fanno udire delle voci ohe cominciano a riscoprire l’importanza del dialogo fra la prima e la seconda Riforma. Uomini come il Ragaz
già l’avevano scoperto. Fatto inatteso
e pur sintomatico, è stato pubblicato
ultimamente nella Germania federale un -libro sul dialogo di Calvino
con la prima Riforma, a partire dal
Sermone sul monte. E che dire del ve
ro rinnovamento di cui godono negli
Stati Uniti gli studi sull’ala radicale
della Riforma del XVI sec.? Senza
parlare dei laveri marxisti, sempre più
freqùenti, consacrati agli aspetti sociali della protesta valdese nel medioevo.
Evidentemente, la prima Riforma e i
movimenti analoghi parlano agli uomini di oggi. Bisogna soltanto lasciarle dire ciò ohe ha da dire.
Ad esempio?
Ad esempio sul tema cosi clamorosamente « scoperto », di recente, a Ginevra, il tema di una teologia della rivoluzione. A modo suo, la prima Riforma lo conosce ; essa ha prodotto, a
questo riguardo, un’intera letteratura.
È colpa nostra, di noi storici, di noi
teologi, se non ce ne siamo occupati.
Uno studioso cattolico tedesco ce l’ha
appena ricordato : Ferdinand Seibt, dì
Monaco di Baviera, ha appena pubblicato un’opera « Zur Struktur einer Re
volution » ( Sulla struttura di ima rivoluzione): non ci muove a emulazione?
Incontri
universale di
L’anno passato, nel quadro della settimana di preghiera per l’unità, avevamo avuto
(i lettori de « La Luce » ricorderanno la nostra nota) un incontro a Molfetta, nel Duomo
Vecchio, con partecipazione cattolica, ortodossa ed evangelica.
Quest’anno si è avuto un imprevisto sviluppo in questa direzione. Infatti anche a
Bari sono stati possibili due incontri a, livello giovanile, in seguito ad accordi con l’assistente diocesano della gioventù di Azione
Cattolica, il quale era sostenuto dall’approvazione dell’Arcivescovo di Bari. Il programma, suggerito da noi, si ispirava a quello
preparato in comune dalla Commissione Fede
e Costituzione del Consiglio Ecumenico,delle
Chiese e dal Centro Cattolico per l’unità cri
stiana (e pubblicato sul n. 1 di Voce Metodista). Il testo base era quello di S, Paolo
agli Efesini (cap. 4: 4): «Chiamati ad una
sola speranza ».
La prima riunione (20 gennaio) è stata
effettuata nella sede cattolica e la seconda
(22 gennaio) da noi. Presenti alcuni sacerdoti cattolici con gruppi di giovani di alcune
Parrocchie; da parte evangelica rappresentanze dei gruppi giovanili valdese e battista.
Altri due incontri, con la partecipazione
anche del Sacerdote della Chiesa Ortodossa
Russa, hanno avuto luogo con i cattolici di
Molfetta il 23 ed il 24 gennaio : il primo
nella nostra Chiesa, ed il secondo nell’antico Duomo Vecchio di Molfetta, oggi Parrocchia di San Corrado, rigurgitante di fedeli e
di clero. Era presente anche il Vescovo. Da
parte evangelica, i Pastori e rappresentanti
della Chiesa Valdese e Battista di Bari.
Un altro incontro, nel quadro di una riunione di preghiera di tipo più « protestante »
(cioè con libertà di preghiera per tutti i partecipanti) ha avuto luogo la sera del 21 gennaio nella nostra Chiesa, con la partecipazione del Vicario per la Chiesa Ortodossa d’Ita.
lia, dei battisti e dei valdesi. Vi sono state
anche predicazioni su testi biblici intonati
alla circostanza.
Mentre ci rallegriamo per questa opportunità che ci è stata data di intensificare i rapporti fraterni a livello « comunità », e, attraverso i colloqui che sono seguiti, di chiarire taluni aspetti del nostro culto, non possiamo tacere, con tristezza, che invece non
è stato possibile avere una, riunione di preghiera con le altre comunità evangeliche di
Bari, nonostante tutti i tentativi effettuati
congiuntanrente dalla nostra Chiesa e da
quella Battista.
Enrico Corsani
iiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiKiiii
riiimimiiiiimimiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiimniiiiiiiii
iiiiiiiiitiiiirmiiiiiii
iiiiiiiiiiiiiiiiiimimi
II»...............................imi..............................................................................................miti
Notizie da Lugano
Vi ricortiiamo
AMEDEO MOLNAR
La Protesta Valdese
e la Prima Riforma
Quaderni della Gioventù evangelica italiana, 1966, p. 44, L. 250;
presso la Claudiana
Molto tempo è trascorso dalla nostra ultima « chronique paroissiale » e non faremo
che ricordare alcuni degli avvenimenti più
importanti, a nostro avviso, di queste ultime settimane.
In primo luogo un lutto che ci ha colpiti
e turbati per il modo inatteso con cui è avvenuto : il 16 gennaio è deceduto, dopo breve malattia, il Vice-Presidente del Consiglio
di Chiesa — prima era stato suo Presidente
— Edoardo Monney, all’età di 64 anni. Vissuto a Torino e membro della Chiesa Valdese di quella città, egli conosceva ed amava le
nostre Valli, conosceva ed era conosciuto ed
apprezzato da molti pastori della nostra
Chiesa. Quando, una diecina d’anni or sono,
venne a stabilirsi a Lugaro divenne membro
di questa comunità e più tardi membro del
suo Consiglio adoperandosi con zelo, con fedeltà ed intelligen;’,a al suo progresso e rafforzamento. Il servizio funebre presieduto
dal Pastore Guido Rivoir è stato una testimonianza della solidarietà verso la famiglia
in lutto e della riconoscenza della comunità
per l’opera compiuta nel suo seno dall’estinto. Rinnoviamo l’espressione della nostra
simpatia alla vedova e agli altri familiari,
mentre ricordiamo a tutti l’ammonimento
del Maestro: «Vegliate perchè non sapete
quando il vostro Signore sia per venire ».
— Le celebrazioni natalizie — specialmente le Feste dell’Albero di Natale — tanto a
Lugano come a Chiasso, si sono svolte in
una atmosfera di serena allegrezza e di gratitudine per il « dono ineffabile » che Natale
s. Z.
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
FRALI
La sera di Natale i bambini della Scuola
Domenicale hanno presentato in « prima
assoluta » i tre atti e quattro quadri di
« C’eri anche tu », recita biblica ideata e
diretta dalla Sig.na Liliana Viglielmo, maestra a Ghigo, cui si deve anche l’ottima
realizzazione dei costumi. A Lei ed ai piccoli attori che hanno messo tutto il loro
impegno per far rivivere in modo convincente gli antichi racconti della Parola per
il nostro tempo va tutto il nostro ringraziamento, unitamente ai ragazzi di Villa che
hanno recitato alcune poesie ed alla Corale
che è intervenuta con vari cantici francesi
ed italiani del vecchio e nuovo innario.
Il culto di giovedì con Santa Cena, fra
Natale e Capod’anno è stato presieduto dal
Past. Giorgio Bouchard, in assenza del Pastore impegnato col campo di lavoro a Firenze. In questa occasione il Past. F. Giampiccoli ha presieduto il culto di capod'anno; per entrare più direttamente in contatto
con la Comunità di Frali, il direttore di
. Agape ha pure presieduto alcune riunioni
quartierali partecipando poi agli ormai tradizionali e simpatici « doporiunione » che
costituiscono uno degli aspetti più interessanti del lavcrto pastorale a Frali.
In queste ultime settimane diverse nascite hanno allietato famiglie della nostra Comunità: Sergio Grill di Ugo e Ida Bouvier
(Villa); Olga Rostan di Giovanni Luigi e
Ida Grill (Pomieri); Roberto è venuto ad
accrescere la famiglia di Alberto Richard e
Irene Pascal (Villa). Chiediamo al Signore
di benedire questi bambini e le famiglie
alle quali. Egli li ha affidati.
Da alcune settimane i nostri fratelli che
lavorano in miniera hanno nuovamente dei
seri motivi di preoccupazione per il loro
lavoro. Mentre questa cronaca va in macchina si svolgono degli incontri che possono
essere decisivi. Abbiamo chiesto al Signore
di prendere in mano la sorte di questi nostri fratelli e dei loro compagni di lavoro
ai quali tutta la Comunità esprìme la propria fraterna e fattiva solidarietà.
LUSERNA S- GIOVANNI
Atti liturgici. — Venerdì 3 febbraio, è deceduta all’ospedale civile di Bricherasio, alla
età di 91 anni, la nostra sorella Luigia Coìsson, ved. Pastore. Il servizio funebre ha avuto luogo domenica pomeriggio, con la partecipazione di un folto gruppo di parenti e
di amici dell’estinta e dei suoi figli. Ad essi
ripetiamo le parole dell’Apostolo: «Le cose
che si vedono sono solo per un tempo, ma
quelle che non sì vedono sono eterne ».
Riunione mondiale di preghiera delle donné cristiane. — Le sorelle si riuniranno per
pregare in comunione con le donne cristiane
di tutte le chiese, domenica 12 febbraio, alle
ore 14,30. Un gruppo di sorelle guiderà la liturgia e la meditazione.
Riunioni quartierali. — Sono sospese durante la settimana del XVII febbraio, per
permettere lo svolgimento delle altre attività
speciali.
Celebrazione del XVII Febbraio. — La
circolare di Chiesa « L’Impegno » che sarà
distribuita rei prossimi giorni fornirà il programma dettagliato. Comunichiamo comunque fin d’ora che : i falò verranno accesi la
sera del 16 nelle solite località. Si raccomanda molto vivamente di non trasformare quesi fuochi di gioia e di riconoscenza in una
gazzarra sguaiata.
I bambini delle scuole elementari (ed anche gli altri!) si radunano alle ore 9 davanti
al Tempio, per il corteo. Il culto ha luogo
alle 10,30, c l’ingresso è assolutamente libero anche per coloro che partecipano al
pranzo...
II pranzo — che desidereremmo molto poter chiamare « àgape fraterna » — avrà luogo alle 12,30 nella Sala Albarin. I biglietti si
possono acquistare presso la cartoleria Meynet-Malanot. agli Airali. e presso il negozio
commestibili Malan -Chauvie ai Bellonatti,
nonché presso i membri del Comitato la domenica 12, prima o dopo il culto.
Nella serata^ i giovani presenteranno il
dramma « Piangi, terra amata », di Alan
Paton, con ripetizione il sabato sera e la domenica pomeriggio. G. B.
avvisi economici
LA REDAZIONE di Nuovi Tempi cerca le
annate de La Luce, l’Eco delle Valli, Gioventù Evangelica, SOEPI. Scrivere a Nuovi Tempi, via Marianna Dionigi 57 Roma
specificando le condizioni.
RICHIEDESI per Istituti Ospitalieri Valdesi personale infermieristico qualificato, e
in particolare caposala con esperienza.
Scrivere CIOV, Via Roma 3, Torre Pellice, tei. 91.536.
CASA PER BAMBINI cerca per subito aiuto
cucina; buon salario. Les Billodes, Foyer
d’enfants, Le Lode (Svizzera).
Un interrogativo
Per ragioni contingenti, abbiamo sfogliato
in ritardo parecchi numeri de ’^L'Osservatore
Romano”, e sull’edizione del 19 gennaio abbiamo letto questa cronaca, pubblicata con
un certo rilievo. Sapendo come spesso le
nostre parole sono distorte, chiediamo al pastore Mario Sbaffi se il pensiero che egli ha
espresso ai microfoni della RAI è stato fedelmente riportato o no dal cronista vaticano;
poiché certo in questa forma molti di noi
non si sentirebbero affatto rappresentali dal
presidente del Consiglio Federale delle Chie
se Evangeliche d’Italia.
ricorda. La Scuola Domenicale di Lugano,
diretta con amore dalla Signora Freuler con
la collaborazione della Signora Thomi e del
Pastore, aveva preparato un programma di
canti e di ivecite che sottolineavano appunto
quelle note della gratitudine e della gioia.
— Visita del Pastore Giorgio Bouchard.
Il profondo messaggio datoci nella sua predicazione e la interessantissima conferenza
sul Protestantesimo in Italia saranno ricordati per molto tempo e con grande riconoscenza da coloro che ebbero il privilegio di
ascoltare il Pastore Bouchard la domenica 29
gennaio. L’unico nostro rincrescimento è che
il pubblico non sia stato più numeroso!
— Celebrazioni del 17 Febbraio. Anche
quest’anno la nostra comunità — pur non
essendo valdese nè costituzionalmente nè...
etnicamente — ricorderà quella data cara
a tutti i valdesi ed a tutti i sinceri assertori
della libertà di coscienza. La Cena familiare
e ormai tradizionale, avrà luogo il sabato 18
febbraio, alle 19,30 ed il significato di quella data sarà sottolineato nel culto della domenica 19.
— Per gli alluvionati. La nostra comunità
si è associata alla campagna di solidarietà e
di aiuto per gli alluvionati evangelici della,
Toscana in modo particolare, inviando direttamente circa un migliaio di capi di vestiario, in ottimo stato e di buona qualità, e
quasi mille franchi in contanti.
POMAR
Domenica 12 febbraio avrà luogo a Massello una riunione delle sorelle di chiesa della
vai Germanasca : il pulmann partirà da, Flec.
eia alle ore 13,30 e sosterà a Perosa, Pomaretto, Chiotti e Ferrerò. Speriamo che tutte
le sorelle di chiesa accolgano questo invito.
Oltre il normale programma del XVII già
annunziato, ricordiamo che la domenica 19
avrà luogo un culto di Santa Cena quale segno di umiliazione, ringraziamento a Dio
per la Sua Bontà infinita. Aspettiamo la comunità tutta.
Ringraziamo caldamente il dr. Claudio
Tron e signora per la visita che hanno fatto
alla nostra chiesa, per il messaggio rivolto
al tempio ed all’unione delle sorelle di chiesa nel pomeriggio, apprezzati molto dalla comunità: peccato per le sorelle assenti, troppo
pensose delle cose che non durano, ricordando
che « se oggi udite la mia voce non indurate i vostri cuori! ».
Ringraziamo il Pastore Cipriano Tourn
per la collaborazione data, per il culto del
5 u. s., nella linea degli scambi di pulpito
tra le parrocchie vicine. Lo ringraziamo altresi per aver presieduto la scuola domenicale. Ogni parola è una ricchezza quando è
ispirata da Dio; che il Signore ravvivi la
fede della chiesa a mezzo della visita del
nostro collega.
In coincidenza della Settimana, di preghiere per l’unità delle Chiese cristiane (18-2.7
gennaio) dai microfoni della RAI è stata trasmessa, nella Rubrica « Il dialogo » diretta
da Mons. Puccinelli, una conversazione sul
tema « La, Chiesa nel mondo moderno ». Interlocutori il Padre Roberto Tucci, direttore
della « Civiltà Cattolica », e il Pastore Mario Sbaffi, presidente del Consiglio Federale
delle Chiese Evangeliche dTtalia.
Il ristabilimento deH’unità da promuoversi — come afferma il Decreto suirEcuriienismo — fra tutti i cristiani, è uno dei principali intenti del Concilio Vaticano II, la divisione non solo contraddice apertamente alla
volontà di Cristo, ma è di scandalo al mondo
e danneggia la santissima causa della pi\*dicazione del Vangelo ad ogni creatura. Di
qui la necessità e Tauspicio deH'unione. e
l’invito a pregare insieme.
II Padre Tucci si è all’inizio soffermalo
sul concetto di preghiera comune, di preghiere tratte dalle liturgie delle varie Chiose cristiane, ritenendo ciò di grande importanza nel movimento Ira le varie comunhà
cristiane; il fatto — egli ha detto •— rhe
siamo tutti in ascolto della voce di Cristo c
nella preghiera ci uniamo più intimaiiK iUo
a lui, che acquistiamo una maggiore foi::apevolezza della solidarietà fondamcnlale • Iio
esiste fra di noi, ci fa consapevoli clic- hi
unione non è tanto opera dell'uomo qiio 'o
, opera di Cristo.
Il Pastore Sbaffi si è detto d’accordo i.-.-n
Padre Tucci, affermando che pregare in.^f^me è veramente la forma più alta di o.ì.'a
che si possa esprimere e che la Settima: ài
preghiere per Tunità delle Chiese coi oltre che la vicinanza degli uni agli o); !,
di essere gli uni e gli altri al cospello .u
Dio.
In un certo senso — ha rilevato ha
Tucci — con tali sentimenti veniamo a u alizzare anche visibilmente una commi,( u'
più perfetta che si potrà fare per questa ¡/ostra comune fedeltà a Cristo, che noi i
lizziamo per lo meno in speranza nella ^
ghiera che svolgiamo in comune; e JÌ ‘
store Sbaffi a questo punto ha precisato: . ■
siamo uniti dinanzi al mondo, e questi'
una testimonianza che noi dobbiamo a i sto dinanzi al mondo, perchè siamo insò n!;'
non soltanto di fronte agli uomini, ma s'
ino insieme di fronte a Dio, di fronte a
lui che scruta i cuori, che conosce le spci tze, i nostri pensieri, e quindi non possit'.L o
essere insieme per pregare cercando di i
vaguardare ciascuno le proprie posizioni o
poi siamo insieme non soltanto per parL r
con Dio, ma per ascoltare Dio.
A sua volta. Padre Tucci ha ripreso la ’ isione dinamica e non statica del movimi.,i
ecumenico, cioè un proiettarsi, uno spingi^ i
avanti verso Cristo, un farsi più docili, j
disponìbili alle esigenze di Cristo, che no.
sempre corrispondono a quelle che noi • ‘ ■diamo oggi essere le esigenze di Cristo,
essere capaci di svestirsi di certi particol::
rismi per aprirsi ad una visione nuova u;
ci viene dall’alto più che essere esprcr-sioi:^’
delle nostre esperienze già acquisite.
Esprimendo la nostra solidarietà — h:i
proseguito Padre Tucci — solidarietà nelu;
preghiera in una comune speranza, in
spingersi oltre verso il traguardo deirunn.i
voluta da Cristo, noi non solo diamo un.>
testimonianza al mondo, a, quelli che non
credono a Cristo, della nostra comunione, mu
allo stesso tempo cerchiamo di far vedere
come questa nostra comunione, per quanlo
ancora imperfetta, si pone al cenlro del la
umanità che ancora non crede in Cristo.
Un dialogo, quindi, aperto che ci pone
ha detto il Pastore Sbaffi — di fronte alla
speranza che noi abbiamo per il mondo in
Cristo; un bisogno di porsi di fronte ai problemi del mondo d’oggi — ha concluso Padre Tucci — come indicato dalla Costituzione pastorale della Chiesa nel mondo contemporaneo. c.
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a, - Torre Pellice (To)
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie della compianta
Silvia Jahier
ved. Travers
commosse per la dimostrazione di stima e d’affetto, ricevuta nella dipartita
della loro cara, ringraziano tutte le
gentili persone che in qualsiasi modo
hanno preso parte al loro lutto.
Un particolare ringraziamento rivol
gono ai Pastori Sommani, Jalla e Jahier.
Torre Pellice, 3 febbraio 1967.