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Anno LXXVI - N. 14
TORRE PELLICE. 11 Aprile 1947
Spedizione in alibonamento postale - II Gruppo
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SETTIMANALE DELLA
Più che vincitori
JVot siamo
che ci ha
Non solo, afferma l’apostolo Paolo, il cristiano è. vincitore dei suoi
ne.niHci, non solo per lui la lotta
si conchiude con la vittoria, ma egli consegue un premio più alto della vittoria stessa; noi siamo più che
lincitori.
Quali sono i nemici del cristiano
d(d (piali egli è non solo vincitore,
ma più che vincitore?
più che vincitori in virti^ di Colui
mandati. Romani Vili, 37
abbandonarsi a Lui con sempre più
grande fiducia. Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la triItolaaone, o la distretta, o la persecuzione, o la fame, o la nudità, o
il pericolo, o la spadla? Anzi, in
tutte queste cose noi siamo più che
vincitori.
Noi siamo più che vincitori.
i.'
La parola di Dio non-è
incatenata
tf' -r, ,, (II Timoteo 2: 9)
CHIESA VALDESE
p'yWÊËkmÊmmSiiKi^^
^CET IN TE^
Il primo nemico è il peccato di
ieri. La prima vittoria del cristiano
è quella sul peccato, che. lo teneva
schiavo e lo jaceva nemico (M Dio.
Chi commette il peccato, dice Gesù,
è scliiavo del peccato. E non vi è
schiavitù più umiliante e più dolorosa di questa che Paolo chiamava
la. legge del peccato ch’era nelle sue
membra e che lo faceva, prorompere
nel gricib di angoscia straziante :
misero me uomo, chi mi libererà
da questo corpo di morte? O me
infidi ce, chi spezzerà le catene della mia schiavitù orrenda, chi mi libererà da questa ripugnante miseria morale?
A questo gridio di angoscia Cristo ha risposto. Egli ha spezzato le
catene che. ci facevano schiavi del
¡teccato ; Egli lo ha cancellato, espiando sulla croce. Egli ci ha riconciliati con Dio e rigenerati a vita nuova. La legge dello Spirilo
della vita, proclama San Paolo, mi
Ila liberalo dalla Icggle deli peccato.
Noi .siamo vincitori.
E non solo vincitori, ma più che
vijicilori. Pérchè non solo siamo
■Stali ìib(^rati dalla schiavitù del peccato (oh, le ricchezze della grazia
di Dio!), ma siamo diventati servitori di Dio; non solo .siamo stati riconciliati con Lui, ma l’inimicizia
è stata trasformatct in amore; non
solo il peccatore ribelle è stato perdonato, ma è diventato Figliuolo di
Dio per vivere nella beatitudine deità iihhidienzn e della comunione di
amore col Padre.
Noi siamo ¡nà che vincitori.
*>¡i*
¡1 s(>condo nemico sono le prove di
oggi. E quanto gravi e varie possono essere le prove c& un discepolo
di Cristql
La prova è, talvolta, la tentazione. Talvolta la prova viene dalla
malvagità degli uomini. Tcdvoltai,
dalle malattie, dalla solitudine, dai
lutti. Tutte queste prove potriuino
procurargli le sofferenze più acute. Ma non ¡mtranno nmi abbatterlo, mai vincerlo, mai spezzarne la
resistenza. Rivestito della completa
armatura dii Dio, il cristiano potrà resistere nel giorno malvagio, e
dopo avei- compiuto tutto il suo dovere, restare in piedi, vincitore. —
E non solo vincitori, mai più che
vincitori. Perchè le prove del giorno malvagio non solo non possono
abbattere il cristiano, ma sono il
mezzo di cui Dio si .serve in vista
del bene supremo dei suoi figli; divenire conformi aH’immagine del
loro Signore. Non solo le prove non
possono abbattere U crìstialiìo, mài
producono in lui un infiSpitaniente
superiore, eterno peso di gloria,
non solo non lo allontanano dal Signore, ma gli danno di conoscerne
sem-^e di più l’infinito amore e di
Il terzo nemico, il nemico di domani; la morte. Il nemico che più
spaventa. Il nemico che sembra non
esser vinto. Ma udite il canto tilt vittoria dell’apostolo Paolo: O morte,
ov’è il tuo dardo? Al credente la
morte non incute più alcun t^o- re. Ciò che rendeva la morte dolorosa e la faceva temere, era il peccato. Ma ora il peccato è tallo,
perdonato in Cristo. 0 morte, dice
ancora l’apostolo Paolo, dov’è la tua
vittoria? E Gesù: Chi crede in me
non morrà giammai in eterno. La
sciiVà il suo corpo mortale per entrare nella luce Serena di un giorno
senza fine. Ringraziato sia Iddio che
ci dà la vittoria per mezzo del Signore Gesù Cristo. :
Noi siamo vincitori.
E non solo vincitori, ma jnù che
vincitori. Non solo la morte è sommersa nella vittoria, ma i figliuoli
di Dio sono chiamati ad una trita
glorificata. Eredi di Dio e coeredi
di Cristo, divideranno la gloria del
loro Redentore per salire di santità
in santità, di amore in amore, di
luce in luce, finche risplenderanno
come il sole nel regno del Padre loro.
Noi siamo più che vincitori.
Vincitori e più che vincitori in
virtù di Colui che'-ci ha amati e ha
dato se stesso per noi.
Enrico Tron, jr.
UNA SEDUTA STORICA
ALLA COSTITUENTE
Cosi ha definito il Presidente della . (iistitiiente la iseduta tenuta il
25 marzo e nella quale, durante 8
ore è stalo iliscusso l’art. 7 dtella
Costituzione.
I-’ stata storica certamente pel
gran numero di deputati intervenuti (499) che riempivano la maggior parte dei settori dell’Aula ; è
stata pure storica per l’importanza
dell’argomento discusso, quello delle relazioni ira Stato e Chiesa ; ina
tutti sanno che gli avvenimenti storici si dividono in due categorie:
quelli buoni e quelli cattivi; e il
risultato della seduta del 2.5 marzo
1947 dilfidlmeiilc potrebbe trovare
il suo posto fra quelli buoni.
Si è votato infatti, dopO' lunga di■scussione, un articolo che limita la
sovranità dello Stato introducendo
nella Costituzione quei Patti Lateranensi che iurono istipulati nel
1929 fra il Governo fascista e la S.
Sede.
iLa grande maggioranza dici deputali aveva coscienza di far cosa nè
giuridicàmcntc nè moralmente giusta (Io si vedeva dalla perplessità
di molti volti); ma le pressioni esterne sono state così forti che 350
su 499 Iran ceduto ad esse: quando
però il Presidente ha annunziato
l’esito della votazione, l’agsemhlea
non si è sentita di applaudire.
egli ha fatta questa affermazione,
v’è stato nell’Aula un tumulto; un
deputato socialista piuttosto anziano s’è dialo a gesticolare ed a gridare la sua protesta tanto da fare
accorrere presso di lui il questore
dell’Astsiemblea. Quel deputato, che
Ita poi fatta la sua dichiarazione di
votio, era un Cattolico conjvinto e
sincero: egli non protestava in nome della sua fede politica, nia in
nome della sua fedle religiosa, affermando che, col trascinare la religione nelle lotte di partito e col
servirsi della religione per i propri
scopi, si offende profondamente la
religione stessa.
Ma se dobbiamo rilevare certi lati tristi di quella seduta, non voglia
Non lemere ; io sono il primo e ¡'ultimo, e il vivenit : e fui
morfo, ma ecco son vivente per
i secoli dei secoli.
Pressioni esterne!
Donde* feon vetnute le preseioni?
Lo bau dimostrato chiaramente
alcuni deputati leggendo dei brani
dell’ Osservatore Romano in cui si
accusavano quelli che avrebbero votato contro quell’articolo della Costituzione di voler turbare in Italia
la pace religiosa. Tale argomento è
stato sviluppato dal rappresentante
della Democrazia Cristiana il quale, confondendo religione e politica ecclesiastica, ha pre^ientato gli
avversari di quell’articolo come degli avversari del Cattolicesimo, addirittura del Cristianesimo. Quando
mo però tacere molte cose belle e
simpatiche. — Quanti oratori hanno affermato con forza quello che
non ci stanchiamo di ripetere: che
cioè la Chiesa cristiana non dbvrebhe cercare dei puntelli nello Stato,
ina comjiicre l’opera sua spirituale fidando nella forza dei principi!
c della persuasicine. Dal principio
alla fine della seduta è stato un susseguirsi di affeirmazioni sul valore
della fede e sulla necessità che la
Chiesa sia soltanto Chiesa; in molle dii quelle .affermazioni abbiamo
facilmente riconoisiciuti dei pensieri
c talvolta delle frasi contenute nelle
imhhlibazioni che ih Consiglio Federale dello Chiese evangeliche ha
mandato ai deputati.
Diritti delie minórame
Si è parlato naturalmente a diverse riprese delle minoranze religiose e con particolare simpatia due
Le royaume qui vient
Nous attendons un monde nouveau. C’èst là pn rêve qu/e les
multitudes d’hommes ont caressé
et tmressènt; un monde de justice et de paix. Mais la plupart
de ceux qui y pensent l’éntrevoient comme l’aboutissement
même d’une évolution, comme la
conséquence d’un progrès de l’humanité.
Le chrétien, lui sait que le
monde et l’humanité loin d’être
capables de progrès, se détruisent eux-mêmes et marchent vers
la mort. Il ne peut pas y avoir de
monde nouveau qui soit l’oeuvre
de l’homme çar l’homme est pécheur. Un monde de justice et de
paix fie peut être que l’oeuvre
de Dieu lui-même et commencer
par le renouvelleméikt de l’honime. Il ne peut être que là où
Dieu régnera.
-Mais ce monde nous est pro
mis; bien plus, il a reçu un début d’accomplissement. Jésus est
venu annoncer ce Royaume: Il a
donné des signes de ce qu’il se
rait, en ouvrant les yeux des
avéugles, en guérissant les malades, en pardonnant les péchés
en rendant des morts à la vie. Et
Lui-même, l’a en qucl-pie s.rte
ff.rdé en ressuscitant le j-mr de
Pâques. Il est le prem.ru hcrmme
rouveau, ait. delà ('es mctiutudes,
des malheurs et des ténèbres du
monde présent. Il est le jmemier:
c’est-à-dire qu’il veut que d’üutrés
hommes, que la ( réalioii i ml i ntière prenne >t le même rhen.in et
goûtent les fruits de sa victoire.
Ce premier homme nouveau
n’est plus, en tant qu’homme, sur
la tepre: Il a rejoint Célui dont II
est le Fils Unique ét l'I est entré
dans son règne. Mais II a promis
aux siens qu’il reviendrait. Quand
cela arrivera-t-il? Nous ne le solvons pas: cela peut être demain,
comme nous pouvons éttendre
des siècles. Mais II reviendra. Ce
jour-là sera le demidr de notre
monde condamné qui sera détruit, mais ce sera le premier du
monde nouveau, du Royaume de
Dieu. '
La création, délivrée du germe
de mort qui la ronge et la perd
recevra de son seul et vrai Seigneur une nouvelle vie et il en
sera de même des hommes. La
violence, la haine, ta laideur, la
révolte, la division, la tristesse,
feront place à la paix, l’amour, la
beauté, la soumission, l’urdté, la
joie. Le Christ régnera partout et
sur tout.
Le chrétien attend ce Royaume,
mais il sait qu’il ne peut y entrer
que conduit par son Seigneur; il
sait qu’attendre ce monde nouveau, c’est attendre Jésus-Christ et
se placer totalement entre ses
mains, car en dehors de JésusChrist, il n’y (M que condamnation, mort et jugement. Le chrétien attend ec Royaüme et en espérance il lui appartient déjà. Le
monde présent n’est pas sa vraie
vie présente ne l’intéressent que
dans la mesure où ils peuvent êet définitive patrie. Le mond et la
Ore images, .signes, espoirs du Roynume qui vient, que dans la mesure où le règne du Christ peut
s’y manifester déjà.
(Réforme)
oratori -han citato i Valdesi, e la
loro secolare resistenza alla violenza in ogni campo. E quandò, poco
felicemente, un ministro deputato
ha fatto osservare che i protestanti,
gli ebrei e le persone senza religione rappresentano in Italia poco più
del 2 per mille della popolazione e
ne ha concluso che di fronte a cosi
sparuto manipolo non v’era bisogno di preoccuparsi se l’art. 7
venisse a menomare i loro diritti civili, egli ha suscitato lo sdegno di
un vecchio parlamentare che gli ha
detto apertamente che egli non avrchbe dovuto servirsi di simili
statistiche perchè i diritti di un solo cittadino e di ima sola coscienza
devono valer più dei privilegi reclamati dalla maggioranza.
Pareva a momenti di essere a
scuola e i maestri che si succedevano (erano liberi pensatori e liberi
credenti che parlavaji di coscienza
e dii fede personale e libera e gli
scolari, tutti difensori della Chiesa e
tutti raggnippali al Centro, incassavano senza farlo troppo apparire.
Ma non mi stupirebbe che lo stato
d’animo di taluno fra di loro rispondesse alla descrizione del Giusti:
l’istante; lo facevano, dicevano, per
evitare di riaprire una nuova «questione romana ». Si sono ispirati a]
priticipio ohe si sa da chi sia stato
formulato: « Il fine giustìfica i mezzi». — Avfva perciò ragione di esclamare un deputato nel corso di
quella seduta: « Il paese è scartefalizzatu da questo spettacolo di gesuitismo e da questa opera di terribile dfi&educttsAone nazionale ».
I.’aweidlre mostrerà certamente
che quando si abbandona la via diritta dei principi e del rispetto della coscienza altrui, ci si mePe su di
un terreno molto sdrucciolevole e
'pericoloso, anche se momentanei'
niente si iia Pilliidone di aver fatto il proprio interesse o quello del
proprio partito.
Davide Boslo
Chissà che in fondo all’anima po’
poi,
non nwmdi a quel paese il principale.
Poi han votalo e si son visti non
pochi luminari politici diare il loro
voto ad un atticolo che avevano stienuamente coinbattulo fino a quel
L 'Eglise devrait aussi être, non
seulement le lieu où l’on aide et
encourage ceux qui en ont besoin, mais encore où les plus
forts, les plus vigoureux, trouvent une discipline et un frein
à leur individualisme ef à leur
volonté, et où leurs desseins se
purifient el s affermissent dans
feffort commun fait pour comprendre et accomplir la volonté
du Christ.
2
L'ECOIDELLE VALU VALDESI
Rossegna libraria
Atalio Jalla: JOSUÉ JANAVEL
COMBAT. EXIL ET POUVOIR
D'UN GRAND CAPITAINE Labor et Fides \ - Genève, 1947
PPr.198
Devant nos yeux se déroule l’histoire
tragique des Vaudois au XVII siècle
' les Pâques Piémontaise. la guerre dés
Bandits, la Débâcle et la Rentrée. Audessus de la mêlée, dominateur des
heures plus angoissantes, surgit le
lion de Rora, le non duquel est désormais légendaire : le héros Josué Janavel.
Le prof. Attilio Jalla. déjà connu pour
d’autres ouvrages historiques et Président de la Société d’Etudes Vaudoises, a voulu accepter l’invitation pressante de l’éditeur Geisendorf Des Gouttes de Genève et lui livrer ce beau volume, à peu près 200 pages, magnliiflquemeht illustré de 25 planches de
notre Paschetto. Ce n’est pas un ouvrage sdientifique (en effet, la collecflon « Les Vainqueurs», dont le «Janavel est le n. 16 est une collection
divulgative), mais un roman historique: pas trop fantastique, comme le
vieux «Gianavel» de V. '..^Arbarella,
mais fidèle aux faits et aux documents; aussi la vie et l’épopée même
de Janavel sont un roman merveilleux.
Jauavel n’a que 38 ans lorqu’il devient le chef de son peuple, en 1655,
au cours des horribles massacres des
Pâques Piémontaises ; il avait été un
humble laboureur jusqu’à ce jour, il
ne savait pas même écrire; mais il
entendit l’appel de Dieu, comme jadis Gédéon, et devint le guerrier redoutable de la défense héroïque de
Rorà et de la guerre du Vemé; il fut
le premier des Bannis parcequ’il sentait l’injustice de là paix qu’on avait:»conclue, mais qui tendait à suffoquer
les Vaudois au fond de leurs Vallées ;
et il fut la première victime de l’exil
qui devait frapper les retenus coupables.
1664: Janavel laisse pour toujours
sa famille et son peuple, se retire à
Genève, où il verra, 22 ans après, arriver les débris de l’israel des Alpes.
Et alors, emp'gché par l’âge et par la
maladie, il dépose l’épée et commence
a manier la plume ; il est encore le chef
des Vaudois; non plus avec les armes, mais avec la force de sa pensée.
Et les Vaudois lui furent redevables
de ces merveilleuses Instructions qui
■ leur servirent lors de la Glorieuse
Rentrée, Janavel mourait en exil pendant que les siens combattaient à la
Balsille, sans pouvoir apprendre quel
en serait le sort .
^ Il est pour nous non seulement
l’homme d’action et de conseil, mais
il est surtout l’homme de foi; il faut
se souvenir de la réponse merveilleusement calme qu’il donna au Duc de
Savoie, lorque ce lui-ci menaça de
torturer sa femme et ses filles; et il
faut se souvenir de son mot d’ordre
magnittque: «Que rien ne soit plus
fort que votre foi! ».
Ce Janavel héroique et homme de
Dieu nous e.st présenté dans les pages du Prof. Jalla ; pages fort intéressantes, nourries de faits et d’observations. dans un style vivace et entraînant; peut-être que l’A. s’est même
laissé prendre la main et a suivi quelquefois trop de près son personnage,
en oubliant le peuple qui l’entourait et
qui suivait ses exploits.
Un livre qui mérite d’être lu et médité par les Vaudois, qui commencent
à oublier la valeur spirituelle de leur
hi.stoire. //.
Conmnismo Evangelico
Abbiamo udito recentemente a
Torre Pollice una conferenza tenuta da un oratore Comunista su questo argomento. Comunismo e Cristianesimo e vi abbiamo sentito parlare dlella necessità, che il cristianesimo (collettività cristiana), si adatti a subire certe trasformazioni
indispensabili per l’organizzazione
comunista della società umana.
Tanto per intenderci, diciamo; «a
lasciarsi plasmare dal comunismo ».
Abbiamo l’impressione^ che siano
state dette molte cose savie e giuste
ed in uno spirito buono, malgrado
un evidente difetto di informazione
circa il punto di vierta cristiano e
pratestante. Possiamo infatti con.«eiitire nel ritenere che l’avvenire ci
porti verso una organizzazione comunista-cristiana della società, ma
non diremo che il cristianesimo deve
lasciarsi plasmare dal comunismo,
bensì che il comunismo deve essere
plasmato dal cristianesimo. Il grande rivoluzionario della storia umana, infatti, è sempre l’Evangelo del
nostro Signore Gesù CristoH quale,
come deve convertire e plasmare ogni
nuova generazione che sorge, deve
altresì convertire (e permeare del
suo spirito ogni nuova forma di organizzazione che viene a reggere la
società.
Posta questa premessa possiamo
forse anche andar oltre a quanto
quell’oratore comunista sembrava
domandare e concedere che fra comunismo e cristianesimo esiste un
terreno comune speciale, che mancava con le precedenti organizzazioni
della società: il cristianesimo è stato
il primo a parlare agli uomini di uguaglianza ed a spingerli ad un esperimento di vita comunista. Questo fatto implica per i credenti cristiani una responsabilità ed una mismone speciale di fronte al comunismo: quella di mostrare col loro esempio quale debba essere il vero comunismo retto dalle leggi di amore fraterno e di timore di Dio che
sono nell’Evangelo.
Non vogliamo però teoricizzare —
la chiacchiera è la «grippe» del nostro tempo e dei nostri giornali —
bensì prefaentare ai nostri lettori un
programma pratico, attuato da taluni nostri fratelli, e nel quale ci sembra che anche la nostra comunità Val
dose, in forma a lei adatta, dovrebbe
sentire l’interesse e il dovere di dire
la propria parola.
Esempi
di comunismo cristiano
Nella vicina Svizzera abbondano
gli esperimentti di vita comunista
cristiana e protestante. Non è dietto
che debbano essere copiati tal quale,
ma illustrano efiScaoemente come
questo campo sia fecondo di possibilità
I e. cooperative riunite delle monta
gne di Neuchâtel.
Esistono da 40 anni e riuniscono in
un solo organismo economico 328
persone impiegate in vari rami dell’industria, ma retribuite da una cassa comune che mette tutte le attività
sopra un piano di quasi uguaglianza.
II direttore della Cooperativa guadagna poco più dell’ultimo manovale,
ma tutti quanti, mercè questa solidarietìi, guadagnano assai. Mentre il
guadagno di un operaio metallurgico sipeci alizzato in Isvizzera oscilla
fra i 4.50 franchi e i 620 mensili
qui, un semplice nianoA»ale non ne
guadagna meno di 54.5 ed un ragioniere 730.
Associazione Rossier.
E’ una comunità fondata dia un
Pastore presso Essertines nel 1412
per attuare un ideale di cristianesimo integralmente vissuto. I suoi
membri che da tre o quattro salirò
no presto a diciotto eppoi a trenta,
lavorano la terra. Cominciarono con
l’affittare una fattoria, poi, benedetti da una prosperità sempre crescente l’acquistarono, poi l’ingrandirono acquistandone altre ideine ed
oggi posseggono una azienda impor
tante che esercita attorno a sè una
vasta opera di beneficenza. Nella comunità regna la gioia, si ride, .<i
canta molto, si prega.
La comunità di Valenza.
, E’ una grande famiglia costituita
da molte famiglie sparse nei vari
quartieri della città. Anche qui le
retribuzioni sono date da una cassa
comune e qualunque lavoro venga
fatto da un membro della comunità
è compensato da una tariffa speciale: l’operaio, l’impiegato ed anche le
loro mogli che lavorano in cosa jier
allestire il pranzo, persino i veerhl,
gli ammalati edi i jtimbi che vanno a
scuola, ricevono il loro piccolo stijAcndio particolare.
Una famiglia Vahlese.
Senza andare a cercare oltre frontiera possiamo però trovare oua! die
esempio di vita comunistica anche
fra noi. In una delle nostre Chies*-,
dell- Evangelizzazione vive una f.i
miglia di contadini, intcrcssantiRsi
ma. Raccolta attorno al suo caposti
pite ch’è un veterano nonagenario
della nostra opera di Evangelizza
zioiic del secolo scorso, costituisce
una comunità drcirca 25 persone le
quali, pur sfruttando poderi diversi
in località distami anche 10 km. le
une dalle altre, Iranno i loro interessi p-’ncipali in comune e si coniíiiltano reciprocamente per aualsiasi
decisicne di qualche importanza die
abbia da esser presa. Ormai le famiglie più giovani non sono più parenti che in quinto gradò le une con
le altre e potrebbero anche considerarsi reciprocamente estranee, ma
sono invece unite in un blocco solo
saldamente cementato dall’amore,
dalla concordia e sopratutto da una
fede comune vivente. Nella loro concordia e nella loro pietà è i] segreto
della loro notevole prosperità. Alcuni decenni or sono erano ancora poveri come tanti altri contadini, oggi,
senza colpi di fortuna, dopo una vita
di integrità in cui hanno generalmente osservato persino il riposo domenicale, sono in condizione di pagare allo Stato più di mille liie al
giorno di imposte...
Conclusione.
Strano comunismo quello dei protestanti !
Comunismo di povéri i quali, senza
andare a domandare a nessuno di
spartire con loro le proprie ricchezze, niettono in «icietà la loro povertà, il loro amore, la loro fede, la
loro buona volontà e riescono a conquistare prosperità e ricchezza insieme con quella felicità che proviene
dalla comunione di una speranza superna! Non è forse questo il comunismo perfetto ec. ideale, quello clic
non è frutto della filosofìa di menti
umane, ma della ispirazione divina?
Ci sembra che questi esempi di
vita comunistica cristiana dovrebbero esisiere pjù numerosi tra noi Valdesi. Come in Sviz:.era, come in quella chiesa della nostra Evangelizzazione, dovrebbero sorgere anche fra
noi dei piccoli gruppi di credenti
che si uniscono per realizzare Fidealc
diel comunismo cristiano. Questi
grujipi offrirebbero una fonte di pro■sperità a tanti fratelli nostri che si diItóttoiio scora'giati in mezzo alle
difficoltà ecooou.iche del tcinno jii cseiitc e »soprattutto, offrirebbero al
mondo una tqr(t'imo'nianza dìel più
grande valore nell’ora che volge.
Enrico Oeymet
SCUOLA LATINA
DI POMARETTO
Felicemente superate le prime
difficoltà degli inizi, la Scuola Laima di Pornaretto si è decisamente
incamminata •sulle orme del suo am
mirevole ¡rnssato e, se ancora non
può rispondere pienamente a tutte
le esigenze, pure essa si sforzai di andare incontro alla necessità di istruzione e di educasàfmo tdella Valle
Balziglia.
I 34 alunni, distribuiti nelle tre
classi, e rappresentanti 5 Parrocchie
cominciano n ricordare gli anni migliori della Scuola e fanno sperare
bene per l’avvenire. Ma essa V(t in
tutti i morii .sostenuta ed incoraggiata.
E perciò, la Direzione del modesta
ma utile Istituto, riconoscente per il
fattivo interessamento dimostrato du
molti Panno scorso, oJiche quesPanno rivolge U suo appello agli «/fmici dritta Scuota Lniinun nella speranza che esso venga benevolmente
accolto in vista del regolare e buon
ijunzionamento defila Scuola stessa.
Con il consenso del Direttore dell’Eco delle Valli, l’elenco dei doni
sarà di volta in voltai pubblicato sul
giornale.
Per la Direzione;
Guido Mathieu, pastore
.SiiTino lieti (li potere pubblicare un
prÌTiio elenco di doni per ranno 194647 da parte di amici e sostenitori del'si Scuola T.atina cui esprimiamo la vii.
va riconoscenza dell’Ammiuistrazioiie.
Sigg.e Signore : Prof. Samuele Tron
(Pinernlo). 300 — .lahier - Poet Ida
(Pom.aretto) in mem. del fratello 500
— Longo - Marcbettii (Anna (Ivrea)
100 -- N, N. in mem. dii R. e T Pons
- Karrer 100 — Dalmas Maria (Villar
Pellice) eli mem. di Alice Baldi 500 Mùratori Pqn.s, Barel e Costantino
(Pornaretto) 500 — Grill Cario (Pian
di Pornaretto) 500 — Proff. Tron Ernesto e Gay Tildine iri' occ. delle loro
nozze ! 2000 — Bonnous Alberto (San
Germano Chiisòiie) 1000 — Direzione
Cotonoflcio Valle di Susa (Peròsa Argentina) 10.000 — Bertalot Giovarmi
fPra Catinat) 1000 — Motta Bernardo
(Pinerolo) iOO — Duchéne Giov, Battista e fam. (S. Germano) 200 — Prof.
Elsa Balme (Pinerolo) 500. — TOTALE L. 17.300.
A quésti doni vanno aggiunti i seguenti contributi volontari degli alunni che frequentano la Scuola:
Vinay Daniele (Chiotti) 500 —. Mathieù Lucilla e Laura (Pornaretto)
2000 — Laetsch Simonetta e iVtarta
(Perosa) 2000 — Tron Giovanni (l'erosa} 1000 — Bonnous Pierino (Pomaretto (1945-48) 1500 — Pons Nella iPerrero) 200 -- Rostan Bruno (Trosiiieri)
lOOO — Ghigo Italo (Trossieri) 2000 —
Bertalmio Anna e Alberto (Pomaretto) 2000 — Ribet Alma (Ferrerò) 2000
Bertalot Graziella (S. Germano) 400
— Rostan Caria (S. Germano) -tOO —
Artero Osvaldo (Chiotti) 1000. ~ TOTALE L. 15.000.
Ringraziamo quanti fin qui ci liauno fatto pervenire la loro olferta. in
attesa di poter «.stendere il ringraziamento a quanti vorranno seguire il
loro esempio LA DIREZIONE
CRONACA
ROKÀ’
— E’ partito per la Patria celeste il
riosti'oi fratello Tourn Boncoeur Enrico.
di anni 82. Dopo una vita dedicata al
lavoro lontano dalla sua patria, in
Francia e nelle due Americhe, si era
ritirato nella natia Rorà, con le sue
economie, per passarvi gl anni del
tramonto. Fu in questo tempo che-si
riaccostò a poco a poco alla sua chiesa fino a diventarne un regolare frequentatore e ad assumere poi, iri un
momento in cui. il Concistoro si trovava'in difficoltà, la custodia del tempio,
che tenne per oltre un anno e fino alla
morte. Perciò la chiesa ha salutato
nella sua dipartenza quella di un operaio apprezzalo ed amato.
Abbiamo accompagnato le sue spoglie mortali al Campo del Riposo il
IO marzo u. s.
S. GERMANO CHISONE
La benedizione divina è stata invocata il 15 coi-r. sugli sposi Pnyelto Remo delle Gi-e-ssine e Gönnet Delia dei
Garossiai. Auguriamo a questo nuovo
focolare iélic.itù nel Signore!
— Domenica 16 corr. ha avuto luogo la VISITA di CHIESA, differita di .
anno in anno per motivi di forza
maggiore. La, Commissioire,^ Distretua
10 era rappresentata dal Piistore sig,
Hoherto Nisbet e da! doti. E. Serafino.
li’ stata una bella giornata per la
nostra comunità. Il Vice-Moderatore
ha parlato ai fanciulli della Scuola
Domeiiiiicale e ai Catecumeni dei quattro anni ai quali ha aticlie rivolto la
parola del sig. E. Serafino invitandoli
a pi'f'parnrsi al buon combattimento.
11 culto è stato presieduto dal Pastore
Sig. Nisbet il quale ha rivolto alla numerosa raunanza il messaggio della
fede e della consacrazione al vero
buon Pastore che solo fra tuttii coloro
che vogliono essere i pastori dei, popoli e della società umana ha veramente compassione delle ariiìme e solo
può salvarle.
AirAssemblea partecipano tutti i
fedeli pre.senti al culto-. Non viene esarninato nessun argomento d’importanza locale, l’aumento delle- conlribuaioni e ima maggior freqqej^t.azione dei cult; essendo problemi comuni
a tutte le parrocchie. Il doti. Serafino illustra la necessità per i Vaidesi di uscire daH’isolamento nocivo
aH’anima e alla chiesa c di ricercare
maggiormente- la comunione fraterna
nel tempio del Signore. Per quanto
riguarda l’aumento delle contribuzion-i l’Assemblea invita il Concistoio a
informare i membri di chiesa delle richieste della Tavola e a rivolgere un
ulteriore appello se la somma non viene raggiunta col gettito normale.
L'.Assemblea elegge ad Anziano del
Quartiere delle Chenevières il diacono
Ettore Travers e a diacono il fratello
William Genre. Al signor Luigi Coustantiu che- per molti anni ha disimpegnato con zelo e rettitudine le funzioni di Anziano vada il ringraziamento della comunità.
Nel pomeriggio, dopo una breve seduta del Concistoro si svolge la parte
più bella della giornata: una riunione
fraterna di tutti i responsabili della
.paiTOccliiia, una attantina 4n itistto.
Era anche stato invitato il Sindaco,
signor Enrico Bert (ripristinando cosi
c-onsiietudini dei bei tempi antichi.) c
Jte Diaconesse deU’Asilo, Suor Margherita e Suor Luisa. Messaggi del
Vice-Moderatore, del Sindaco, dd Pastore (il doti. Serafino non ha potuto
iTattenerirsi per iil pomeriggiio), canti
della Corale a quattro voci e a canone,
una recita suggestiva e commovente,
una «ronde» ed una buona tazza -Ji
thè che i responsabili hanno offerto a
sé stessi e ai graditi ospiti. Grande
((entrain», gioia, della comunione fraterna fra tutti quelli che nella paiTocchia hanno una piccola o grande tesponsahilità, intorno a chi ne porta
(ina maggiore, il Capo-Distretto.
Grazie alla Commissione per la sua
visita che ci ha fatto del bene. Voglia
Iddio che i messaggi uditi producano
frutto e che lo spirito fraterno e lo
zelo per. l’opera del Signore diventino
sempre più vivi nella parrocchia.
villàr pellice
VISITE. - La comunità è grata al dott.
.àrmand TTugon per la, bella conferenza offertaci in occasione del 17 febbraio e ai fratelli pastori E, Ge/met,
F. Lo Bue e &ig. Margiuntd che- iianno
VALDESE
presieduti i culti domenicali del 2, del
9 e del 16 marzo.
DIPARTENZE. — Due -ioloro.si lutti lianno visitato la nostra tamigiia
parrocchiale per ia dipartenza (ii Ila
giovane sorella Margherita Geymonat
di Davide, del Resse improvvisamiiiite
richiamata presso il Padre, in età di
20 anni, .¡1 23 febbraio; elei nosti-o
caro fratello Giovanni Eliseo Calrus
dei Mai-s, serenamente ritornato al
suo Signore, in età eli 78 anni, il 25
marzo; la sera del Venerdì Santo si
dipartiva ancora da noi la sorella Susanne Bovnous in Barus, in età dì 77
anni. .Alle famiglie provate rinno.
viamo respressione della nostra cri.stiana partecipazlioiie al loro liobire e
alla loro Speranza. j.
O V;ikLLI
AI CONTADINI VALDESI
Oa vari nostri giovani correiigiionali dciritalia centrale e meridiònalc,
braccianti o manovali, attualmente disoccupati e desiderosi di assicurarsi
per ora almeno lo stretto pane qubti(iiano domandano lavoro ai nostri
iontadini valdesi mediìante la senipli(-e (-oi-ccsporisione del vitto o poco più.
AI VARI DATORI DI LAVORO
VAI.DESI ■—
Numero,si correiigionari nostr,;, impiegati, iiisegnantir, profes.sioni.sti, operai e tecnici. des,;iderosi di avvicinarsi alle Valli ci domandano di' trovar
loro delle sistemazioni anche- solo
provvisorie. Aiutarli è un dovere di s('.
lidarietà fraterna. Rivolgiamo un ‘(-aldo appello a tutti coloro che lianno
qualche possibilità in questa materia.
UFFICIO PEDAGOGICO PRO VALLI.
Gl; insegnanti evangelici desiderosi
di fare un soggiorno estivo in Svizzera alla, condizioni di cui- alla (-ircolare
relativa, sono pregati di nofc-ficarlo al
più presto al pastore E. Geymet.
Così pure gli insegnanti desiderosi di
giovarsi delle case di riposo estì.vo in
Rorà,
ATl’ENZIONEI ATTENZIONE!
Al Convegno Giovanile di Torino è
stata smarrita una borsa (-.ontenente
fra l’altro un. thermos e un pregevole
trattato di chimica organflca od inorganica in edizione francese.
Chi potesse darne notizia, si rivolga
airUriione di Tonino ovvero al Pastore
di Pinerolo o alla signorina Nella Richand, a S. SììcoikIo di Pinerolo.
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ctxstianamenle, il 30 marzo 1947 mancavU all'affetto dei suoi cari
Lina £rtus>Martinelli Bsnaldi
Ne danno il triste annuncio il mari.fri
PAOLO, i figli CABLA e ITALO la
mamma, i fratelli ASTORBE e ORNELLA col marito GALLAI e nipotini,
ed i parenti tutti.
Crema, Luserna S. Giovanni.
i ^
Direzione: Via dei Mille, 1 - Pinerolo
Amminùstrazione; Via Carlo Alberto,
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Dir. licsp. Ermanno Rostan
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Torre Pellice
ORECCHI-NASO-GOLA
Il dr. DANIELI ROCHAT visita tutti i
venerdì dall« 10 alla 12
presso il Dott. Gardiol viale Fuhrmann, 1 • Telefono 77-Torre Pellice