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LA BUONA NOVELLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Seguendo la voriiù ik'IIa « hi ìU
Kfkh. IV. 15.
Si dislribuisce ogni Venerdì. — Per cadmi Numero centesimi 10. — Per cadmia linea d’inserzione cenlesimi 20.
Condizioni d’AMHOciaziouei
Per Touino — Un Anno L. 5. — A domicitio L. 0
Sei mesi .a. — «SS*
Tre raesi . - . * »S
Per Francia e STiaer» franco a destinazione, e per llnghaterr» fraitco al confine lire » S*
per un annu, e lire per sei mesi.
— Pkoviscib L. « *0.
— - 3 92.
— • « 24».
Le Asnociazioni si ricevono: in Torino, allX'lllslo dei C;lornal<s viu Vulenlino,
Wellora, N® l'i, 3" piano; e dui l*luncM liluul, via ». V. degli Angoli, l’onihjt.
A Genova; alla rap|>olla l'aldrMe. inniu di S. (Ihiura.
Nelle provincie, presso tutti gli Uffirii jHìr nieuodi Vn^itUji he dovranno Cfi»ereiu>iuli
fmueo al Direllore» della Novklla e uon altiimfnti.
AU’esiero, ai seguenii indirizzi: Lo.ndra, dai sigg. NiMhcli e C. librai, 21
Parigi, dallalibreria C. Mcynhìis, me Tronchet,dal «ig. Poyrot-Tincl libraio;
(lai aigg. Denis et Pelit Piene librai, rue ¡Neuve, 18( Ginevra, dal uig. E. JJvnmd librai\>;
Loka?(^ìA; dal sig. Delafontaine libraio.
DISCORSO DEL DOTTORE DlFt
NEL SINODO VALDESE
11 dottore Duff, venerando pastore della Chiesa
libera di Scozia, è nello stesso tempo uno dei più
eloquenti oratori del pulpito in Ing1iili6rra,e fu
zelante missionario rielle Indie per 25 anni, ove
stabili un collegio con quattro allievi ed ora rie
conta oKoèènto.
Al Signore parve di troncare la brillante sua
carriera, sottoponendolo alla croce; un’affezione
nervosa al capo, conseguenza delle intense fatiche, lo costrinse all’inazione, e ad un tratto
chiuse quella tocca che l’Inghilterra, l^America,
l’Asia Mentirono a vicenda con indescrivibile
commozione. Lo stato suo di sofferenza, l’età
provetta, spargevano sulla sua fisonoinia, e fin*
tiero ctìntegno, (jualcosa di vènerando che consigliava riverenza ed amore.
« Padri e fratelli! esordi egli, con sensi di gioia
e d'affannO io comparisco innanzi a voi; di affanno,
dacché il Signófré volle colpirmi d’ una piaga
non rimarginata ancora; di gioia intima e profonda, perchè mi è dato rappresentare la Chiesa
mia innanzi all’assemblea sinodale d’uria Chiesa
in cui fu serbato il puro vangelo di Cristo, ^i
una Chiesa che di secolo in secolo risale ai tempi
apostolici, di una Chièsa insomma avanzo di una
stirpe di venerandi martiri, lo vengo in Inezzo
a voi, padri e fratelli, per salutarvi in nome
della chiesa di Scozia. Gli Scozzesi vi sono
affezionati, non solo per la comunanza della dottrina, della disciplina, della forma di governo
ecclesiastico, ma altresì per l’analogia della loro
sanguinosa storia colla vostra. Come voi,la Chiesa
nostra dovette passare per lolle prolungate è tremende. Migliaia di cristiani evangelici vi furono
bruciati, affogali nel mare, ridotti a lenta rnorte
in duro carcere. Là, come qui da voi, ai tempi
di persecuzione e di morte sottentrano giorni di
risurrezione; dalla sofferenza nasce lavila. La
vostra Chiesa, i suoi martiri furono spesso rammentati fra noi, sotto mille aspetti, in memorie,
in poesie, in traili storici memorandi; la vostra
storia ci è familiare fin dall’infanzia.
€ 11 nostro Milton vi raccomandò, in un'immortale suo poema, alla simpatisf de’ miei connazionali; non siete forestieri fra noi, padri e fratelli!
Fu pur sua somma gioia poter ragionare privatamente con molti fra voi; col fallo mi persuasi
che siete in quell’epoca importantissima per una
Chiesa, in cui si progredisce verso un miglioramento, una vita nuova; siete in uno stalo di
transizione. A corrispondere condegnamente alle
alte esigenze di tal posizione, si richiedono non
pochi doni spirituali, di fede, di energia, di sa
viezza divina; meglio progredir lentamente, che
male. Quando in un corpo regna la*libertà della
parola e dell’azione, sono da temersi gli estremi.
Onde io vi dirò : andate avanti secondo il bisogno; ma tolga Iddio che al progresso sicuro sostituiate cambiamenti radicali, sovversivi dell’ordine antico. Ch’Egli diriga ogni cosa in modo,
che il progresso sia uno svolgimento organico;
Il vostro sistema, padri e fratelli, è ingenito al
suolo; vi è radicalo come i vostri monti. Le istituzioni sono inerenti alla vostra popolazione,
come la neve ai monti, i castagni ed i noci alle
valli. Inocularvi un sistema nuovo, o trapiantare
le istituzioni vostro in Inghilterra o altrove sarebbe un trasportare le nevi dei monti nelle sottoposte vallale, i gelsi e le vigne sulle alte cime.
Nel medio evo erano coronati i monti di torri
ineriate, di castelli, ed era ciò richiesto in tempi
di lotta; atterrerete voi quegli antichi avanzi del
passato? trasporterete quelle fortezze dei monti
in mezzo alla capitale? prenderete voi un palazzo di Torino pei Collocarlo al posto di quelle
vetuste macié? hOn già, diletti fratelli. Or questo
sarebbe appunto un cangiamento radicale. Questo luogo di difesa, co’suoi fossi, le sue limpide
acque e burrascosi torrenti, può cangiarsi in dilettevole giardino.
« Si possono abbattere alcune pareti, ingrandir le finestre, dar più spazio, più aria, all’antica dimora. Si possono, occorrendo, accrescere
le stanze, aggiungere ancora un’ala; con tutto
ciò, e ad onta di tante modificazioni, avrete un
castello antico, che spicca nel paesaggio, non già
un palazzo rimodernalo, che contrasta colla
grandiosa maestà dei vostri monti. Ecco quanto
consiglia la prudenza nelle quistioni vertenti.
« Una parola ancora su lale argomento. Spesso
nella discussione un uomo coscenzioso, colpito
d’un punto di vista, va all’estreme conseguenze.
In tal modo non sarà possibilità d’accordo. Padri e fratelli, avvenne già che i vostri avi, lottando in sul monte coniro ai loro persecutori,
eran per separarsi. » In Angrogna », esclamavano gli uni; c a Bobbio », dicevano gli altri;
eran per distaccarsi, con danno e rovina di tulli
quando sorse un uomo d’infra il popolo, « chiediamo, disse, il consiglio al Dio della sapienza ».
S’inginocchiano, poisi rialzano, e unanimi ripetono: « Nè in Angrogna, nè a Bobbio, ma alla
Balüglia ». Quan^lo in ardui frangenti uno vuol
andare a diritta un altro a sinistra, sorga un
uomo savio e dica: (PreghiamoIddio e andiamo
d’accordo alla Bahiglia » io vi ripeto oggi colai
consiglio, perchè in questo bel giorno ne avete
un isirullivo esempio. Una via fu trovala per un
mutuo accordo. Prego Iddio che il medesimo
spirito presieda alle altre vostre sedute. Ilo par
lato della Chiesa vostra come soffrcnle, ne parlerò come miisionaria. Padri e iralelli, il modello
dei missionarii è il figlio di Dio. Il Signoro salvò
il mondo col dare il proprio Figlio; il figlio di Dio
salvò il mondo, ecclissando, annientando se
stesso, sino ai patimenti della croce. Questo è lo
spirito di Cristo: ricercare e salvare ciò che
era perduto; dovunque è la brama di cosi operare, quivi è lo spirilo di Crislo^)ovuiique invece, ciò che era perduto non è ricercato,'quivi
non è lo spirito di Cristo. 11 Vangelo è simile ad
un albero che cresce, e ricopre co’ suoi rami la
superficie della terra. Ogni pianta ha il modo
suo di crescenza e di sviluppo. Dite alla quercia,
al castagno: rimarrai mm, fin li crescerai, o non
più; egli, anziché ubbidirvi, morrà. Fermale nel
suo correre l’acqua del torrente, dicendole ; fin
li, e non più oltre; ad un tratto si fa paludosa,
insetti e piante nocive vi pullulano e impestano
l’aria. La Chiesa, i rami della Chiesa che trascurano dì portare intorno a sè la buona novella
della salute, e di cercare ciò che era perduto,
ecco l’albero che abortisce, l’acqua che si corrompe. La storia intiera conferma il mioidire.
Non basta ad una Chiesa l’aver il sacro deposito.
Essa lo deve portar in paesi lontani, dove esser
non solo evangelica, ma ancora evangelista. Padi'i
e fratelli, il campo di Dio non è il Piemonte,
l’Italia 0 l’Europa; il campo è il mondo. Iddio
non vuole salvare i soli abitanti di una contrada,
ma di tutta la terra. )< Andate, disse, a tutte le
nazioni, predicate a ogni creatura ». lo ciò dico,
con franchezza tanto maggiore, che voi avete
fatto e ancora fate collette per le missioni. Padri e fratelli, il Vangelo richiede che ogni giorno
noi siam pronti a lasciar ogni terreno comodo,
rinunziare a noi stessi per annunciar l’Evangelo
a coloro che lo ignorano; che ogni individuo sia
pronto a pregare quotidianamente su ({uestu
grand’opera. Spesso mi fu domandato: perchè
andaste voi a predicare l’Evangelo nelle Indie?
Sempre risposi: non tocca a me il rispondervi ;
voi mi dovete dire: perchè non andaste a predicare ai pagani? Vi sono, io ne convengo, ottime ragioni per rallenerci nelle nostre famiglie
onde non andiamo in lontani paesi; si richiedono
però tali ragioni per ognuno; ogni crislianu convertito dica almeno a se stesso: ho io fondale ragioni per non andare? io vorrei che d’infra voi,
tutti gli allievi del Collegio, tulli i ragazzi dello
scuole della domenica si domandassero: non
devo io andare? di già scorsero 1855 anni dacché il Signore fece questo comandamento: Andate, ammaestrate tutte le genti; pure genti innumerevoli ancora giacciono prive della buona
novella della salvazione.
( Vi sono circa mille milioni d’uomini in sulla
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terra, e fra loro 200 milioni soli professano il
cristianesimo. Intorno a 800 milioni di pagani
e di maomettani ignorano persino il bel nome di
Cristo, e periscono nella ribellione. È questo un
argomento degno di tutta la nostra commiserazione. Quando ci vien dato di contemplare dappresso lo stato di questi pagani, non v’è lingua
che possa descrivere cotanta miseria; e se il
tempo e la salute mel concedessero, potrei, per
giorni intieri, ragionar con voi del paese in cui
mi fu concesso di annunziare il Vangelo.
( Questo paese è l’india britannica, estesa
quanto l’intiera Europa (salvo la Russia). In questa infelice contrada cento sessanta milioni di
uomini, fra cui venti milioni di maomettani, ignorano la verità evangelica. Quel popolo è grandemente incivilito. Sono, è vero, sui monti alcuni
milioni di selvaggi, simili a un dipresso a quei
delTAfrica. Ma la maggior parte s’attiene alle
dottrine del braminismo. Oltre a mille anni prima
del Cristo, i suoi preti già professavano il sistema
più completo di panteismo, rinomato ai di nostri in
Germania. Mille anni prima di Cristo, i Bramini
avevano libri di logica, di medicina, di geografia,
di astronomia. Ho detto ad alcuni amici che ammiravano il panteismo tedesco, che a voler conoscere un tal sistema nel suo spirito e la sua vera
forma conviene trasportarsi là ove egli è indigeno/nelle Indie. Quivi è maestoso e gigantesco
tutto il creato. 1 fiumi sono assai più larghi del
vostro Po. Le pianure non hanno che fare colla
Lombardia ed il Piemonte. I monti son di tanta
altezza, che ci vorrebbero due Monte Bianco accavallali per arrivarli. Le divinità sono immense
infinite nelle Indie, come la natura. Non paghi
delle 30 mila divinità antiche egizie, dicono che,
secondo i loro libri sacri, il numero ascende a
trecento trentatre milioni; ogni cosa ha il suo
Dio, tutte le divinità imaginabili ed inimaginabili vi hanno un cultoìVFra i diversi ragguagli
sul politeismo delle Indie, noteremo i seguenti.
cTra le molte sètte havvene una che non adora
altro che il diavolo e i diavoletti, suoi minstri. Figuratevi qual sia il culto di una tal divinità. Il
prete è imbacuccato in una veste dei più strani e
bizzarri colori. Quando comincia l’adorazione,
dapprima ei va circolarmente a lenti passi,
quindi, come il prete di Babai, si fa incisioni
con taglienti, succia il sangue che scorre dalla
ferita, applica ferri roventi sotto le ascelle, indi
si scaglia sopra una vittima preparala pel sacrificio; uccide l’animale, accosta la bocca alla ferita e tracanna il sangue grondante ; danza come
uno spiritato, balza in aria, rotea più veloce assai dei vostri mulini da seta; in ultimo spossato
cade come morto. Tutti esclamano allora: « l’anima sua è partita. Il diavolo ha preso il posto
della sua anima. Le sue parole sono ora parole
del diavolo, e si può consultare il dio infernale
col mezzo del suo prete. » É questa una sètta
particolare. Altri malmenano orribilmente il loro
corpo. Così a Calcutta, nel mese d’aprile, vi è
una festa in onore della divinità, v’intervengono
milioni d’indiani; centinaia fra loro si forinola
lingua, si passano a parte a parte il braccio, si
trafiggono il capo con spilli. Si buttano da un
primo 0 secondo piano sopra acute punte di ferro,
si piantano chiodi nei fianchi, e si sospendono cosi
in aria. Ora, fratelli e padri, quei milioni che
usano tali pratiche religiose, non sono degni
della nostra commiserazione? non convien andar a dir loro : vi è un Salvatore? Io debbo, ad
onor del Vangelo, dichiarare che milioni d'indiani si sono convertiti già alla verità; è questa
una gran previdenza di Dio, che questo immenso
paese siasi aperto a chiunque vuol lavorarvi.
Ognuno colà può scrivere, stampare, dire il suo
modo di pensare. Il governo dà ai missionarii
ogni guarentigia. Cristo ha aperto questa contrada; e quando Cristo apre, nessuno chiude,
ed ogni cristiano si sente spinto ad entrarvi.
Quando d’iflverno i vostri monti si ricuoprono
di densi strati di ghiaccio, che sulla cima delle
valli si ammonticchiano le nevi, appaiono allora
inutili; ma lasciate che venga il sole di primavera, e quelle nevi medesime anderanno sulle
lontane pianure arrecando fertilità ed abbondanza. Fratelli e padri, il sole di giustizia dardeggiò sopra di voi i suoi raggi, apri innanzi a
voi vasti campi, vi diede la libertà, che vi accendano le fiamme del suo amore a della sua
vita! Coll’ampia sfera dell’amore e della vita
scompaiono le grette quistioni, come la palla
consumata dall’incendio, la canna fessa dalla
tempesta, come l’argine portato via dal torrente;
cosi vi penetri la forza divina e vi ravvivi, onde
la vostra dottrina stilli come pioggia minuta,
e la vostra parola come rugiada sull’erbetta.
Al Signore ed alla parola della sua grazia io
vi raccomando ».
COSTITUZIONE
DELLA
CHIESA EVANGELICA VALDESE
ADOTTATA DAL SINODO
TeaaU alla Torr« nei gioinf 15, 16,17, IS, 23,14 e SS maggio 1855
E PROPOSTA
ALL’ACCETTAZIONE DELLE PAROCCHIE
CARTOLO I.
Della Chiesa in generale
Art. I. — La Chiesa Evangelica Valdese consiste nella totalità delle Chiese, cui Dio, nella
sua misericordia, si è degnato conservare, da
tempo immemorabile, ed a traverso innumerevoli persecuzioni, in alcune valli italiane delle
Alpi, fedeli alla sola sua parola ; o di quelle che
posteriormente si sono ad esse congiunte.
Art. 2. — Questa Chiesa riconosce per suoi
membri tutti quelli, che, essendovi stati ammessi
regolarmente, na, professano esternamente la
fede, e si sottopongono al suo governo.
Art. 3. — Questa Chiesa non riconosce altro
Capo che Gesù Cristo, ed in iatto di dottrine
religiose non ammette so non quelle contenute
ne’ libri canonici dell’Antico e del Nuovo Testamento. Essa mantiene i Simboli pubblicati
nel suo seno in diverse epoche, e riassunti
nella Confessione di fede del 1655, come l’espressione scritturale e vera di queste dottrino ;
ed in conseguenza essa esige cho siffatta Confessione di fede sia di regola aU’insegnamento
religioso ed al culto nella Chiesa Valdeso.
Art. — La Chiesa valdese si dichiara in
comunione di fedo e d’aiTetto cristiano con tutte
le Chiese, qualunque sia la loro organizzazione ecclesiastica ed il nomo a cui esse appar
tengono, le quali, fondandosi sulla medesima
base, tendono al medesimo scopo, cioè : la formazione di Cristo nelle anime ed il progresso
del suo regno d’amore fra gli uomini.
Art. S. — La Chiesa Valdese si suddivide in
Chiese particolari o Parocchie, e si governa
por mezzo di corpi costituiti, che sono; le i4sscmblee generali di Parocchia, i Concistori, il
Sinodo 0 la Tavola.
CAPITOLO II.
Delle Chiese partieolari o Paroeehie
Art. 6. — Dicesi Parocchia quella parte della
Chiesa confidata all’ispezione ed alle cure particolari d’uno 0 più Pastori, coadiuvati da un
Concistoro.
Art. 7. — Ogni Parocchia si suddivide in
Sezioni o Quartieri, il di cui numero varia in
proporzione della estensione, ed a ciascuno dei
quali è preposto un Anziano.
Art. 8. — Il fedele cho prova d’aver tenuto
un soggiorno di sei mesi in una Parocchia, divien di diritto membro di questa Parocchia e
del Quartiere nella di cui circoscrizione ha fatto
residenza.
Art. 9. — Lo varie Parocchie che compongono
la Chiesa Valdese obbediscono tutte ad un medesimo governo ecclesiastico, e nessuna di esse
ha superiorità sulle altre. Ciò nondimeno, per
riguardo alla natura ben diversa de’ luoghi e
delle circostanze in cui trovansi esse, e nel solo
intento d’assicurare ad ogni Parocchia, por
quanto si possa, il ministero che meglio lo
conviene, le Parocchie della Chiesa Valdese,
relativamente alla nomina de’ Pastori, son
nite in varie categorie, ciascuna delle quali,
rispetto a questa nomina, deve conformarsi alle
leggi che la riguardano, e che si contengono in
un regolamento ad hoc.
CAPITOLO III.
Delle Assemblee generali
di Paroechia.
Art. IO.— L’Assemblea generale d’ogni Chiesa
particolare o Parocchia si compone di tutti i
membri di questa Chiesa, uomini, e che abbiano
25 anni compiuti.
Art. H. — A quest’Assemblea spetta:
a) La nomina de’ Pastori, conformemente
a quanto ò stabilito npgli art. 9 e 31 ;
bj Quella de’ deputati al Sinodo;
cj Quella degli Anziani e de’ Diaconi;
d) L’iniziativa delle proposizioni tendenti
a modificare la presente Costituzione (vedi articolo 38);
eJ L’accettazione o il rigetto delle deliberazioni di questo genere che le potranno essero
sottomesse dal Sinodo, a tenore dell’art. 58;
f) Essa è consultata direttamente nelle visite pastorali;
g) Fa le sue os-servazioni ed emette il suo
voto in occasione del rapporto annuale che il
Concistoro le presenta intorno alla propria gestione ;
h) E finalmente ella pronunzia sull’opportunità 0 l’inopportunità d’un Sinodo fuori delle
epoche determinate.
Ella è convocata, per lo mono, una volta
3
l’anno dal Concistoro, ed ancho più spesso, se
i bisogni lo richieggono, e se un terzo de’membri che la compongono ne fanno domanda.
Ella è presieduta, in tutti i casi, dal Pastore,
0 in di lui assenza da un membro del Concistoro
designato da questo.
Art. i2.— Le deliberazioni prese dall’Assemblea generale della Parocchia sono valide, quando avranno riunita la maggioranza assoluta dei
suffragi de’ membri presenti ; semprechè l’Assemblea sia stata debitamente convocata dal
pergamo otto giorni prima.
CAPITOLO IV.
De’ Concistori.'
Art. 13. — Ogni Chiesa particolare o parocchia è amministrata da un Concistoro composto
del Pastore che ne è il presidente ; di membri
che sono detti Anziani, e il di cui numero agguaglia quello delle Sezioni o Quartieri ne’ quali
la Parocchia si suddivide; e di Diaconi, non
avendo quesli ultimi che un voto puramente
consultivo. Allorché una Parocchia invece di un
solo Pastore ne ha due o più, in questo Baso tutti
questi Pastori fanno parte del Concistoro, e la
presidenza spelta di diritto al più anziano.
Art. ii. — Le facoltà del Concistoro sono le
seguenti :
a) Provvede, di concerto col Pastore, ai
bisogni spirituali della Parocchia, e a quelli
dei poveri e degli ammalali ;
b) Fissa l’orario del culto pubblico; veglia
alla buona disposizione e al decoro de’ luoghi
ov’esso si celebra, degli oggetti che vi sono
destinati, e prende le misure necessarie per
assicurare il buon ordine nelle Assemblee ;
c) I suoi membri assistono il Pastore nella
distribuzione della Santa Cena ;
d) Nomina e revoca i lettori e i cantori
pel culto pubblico, i reggenti delle scuole appartenenti alla Parocchia, ed ha la sorveglianza
di queste ultime. (Nel caso di scuole che dipendano nello stesso tempo dalla Parocchia e
dalla Comune, la facoltà di nominare e revocare
1 Reggenli e sorvegliare le scuole sono esercitate cumulativamente dal Concistoro e dal Consiglio comunale, o loro delegati;)
e) Esercita una sorveglianza generale sui
membri della Parocchia, e pronunzia nei casi
di disciplina che gli sono riservati (V. art. ’48);
f) Da ultimo amministra, conformemente
alle intenzioni de' donanti, i lasciti e le offerte
d’ogni specie che gli sono confidati, sia per
sollievo de’ poveri, sia pe’ bisogni generali
della Parocchia.
Art. 15. — Ogni Concistoro nomina un Tesoriere, ed è responsabile della di lui gestione.
CAPITOLO V.
Del Sinodo.
Art. i6. — n Sinodo è l’assemblea de’rappresentanti della Chiesa Valdese. Questi rappresentanti sono :
a] I Ministri ammessi a riposo;
b) 1 Pastori e gli altri Ministri che sono
al servizio attivo della Chiesa Valdese,
e) I membri laici della Tavola e delle Commissioni, di cui si fa menzione nell’art. 22 ;
d) Duo deputati laici per ogni Parocchia.
Art. i7.— a) Il Sinodo delibera sugli interessi generali della Chiesa, sulle materie che
gli .sono sottomesse dalla Tavola, dalle Commissioni, dalle Parocchie o de’semplici fedeli,
i quali dovranno far pervenire le loro proposizioni por iscritto al presidente dell’Assemblea;
b) Provvede, con appositi regolamenti, a
tutto qnanto concerne il culto pubblico, l’amministrazione spirituale e temporale delle parocchie, gli stabilimenti d’istruzione pubblica
e di carità spettanti all’insiome della Chiesa ;
c) Regola ciò che si riferisce agli studii
teologici e la consecrazione al santo ministero;
d) Vota l’ammessione od il rigetto di nuove
Parocchie che domanderanno di far parte della
Chiesa Valdese ;
e) Nomina la Tavola, ed all’uopo lo Commissioni di cui si fa menzione nell’art. 22, ed
approva o.disapprova la loro gestione;
/■) Delibera, giusta il disposto nell’art. 58,
sulle proposizioni tendenti a modificare la presente Costituzione, sotlo'riserva della sanzione
delle Parocchie ;
ff) Pronunzia definitivamente sulle differenze per le quali si sarà fatto appello ad es.so;
h) E da ultimo si adopera con lulti i mozzi
di cui può disporre, pel consolidamento e pel
progresso della fede e della vita cristiana nel
seno della Chiesa, e per l’opera dell’Evangelizzazione.
Art. 18. — Il Sinodo si riunisce una volta
ogni anno. Oltre a questa sessione ordinaria,
può essere convocato in ses.sione straordinaria
dalla Tavola; la quale convocazione è di rigore
quando la metà delle Parocchie ne fanno domanda.
Art. 19. — Il Sinodo si riunisce ogni anno,
nel terzo martedì di maggio ; il luogo della sua
riunione è fissato da un Sinodo all’altro.
CAPITOLO VI.
Della Tavola.
Art. 20. — La Tavola, nel seno della Chiesa
Valdese, è l’autorità rappresentativa ed amministrativa di questa Chiesa, nell’intervallo de’Sinodi ; e, come tale, esercita tutte le attribuzioni
inerenti a questa doppia carica.
Art. 21. — La Tavola è composta di cinqua
membri: il Moderatore, il Moderatore-aggiunto
ed il Segretario, i quali devono essere ministri
della Parola, aventi, due almeno di essi, cura
d’anime; e di due membri laici. Di questi cinque
membri, due dovranno risiedere necessariamente nella Val-Luserna e due nella Valle SanMartino e Perosa.
Art. 22. — Ove il caso lo richiegga, il Sinodo potrà confidare quelle Opere che giudicherà convenienti, a Commissioni speciali,
composte di ministri e laici nel numero da determinarsi.
Art. 23. — Lo funzioni delle Commissioni, di
cui nell’art. precedente, si eserciteranno in via
ordinaria, indipendentemente dalla Tavola, alla
quale però resterà il diritto di domandare comunicazione de’ documenti relativi quante volte
lo crederà conveniente, e di richiamare all’osservanza della legge qualunque Commissione
se ne allontani;
Art. 25. — La Tavola e le Commissioni sono
res[)onsabili innanzi al Sinodo del loro operalo.
Ari. 21. — SI la Tavola cho lo Coniinissiuiii
cessano d’osistore ad ogni sessione del Sinodo
ordinario. (Continua).
UNA VIOLENZA CLERICALE
ED UN INGIISTIZU AUSTRIACA
Il fatto che stiamo per narrare ci mostra sempre più (se pur è mestieri di prove ulteriori) in
quale maniera il governo austriaco rispetti lo
leggi da lui medesimo promulgate: ne togliamo
i particolari daU’Arcfcù'e* du Christianùme, dietro
la relazione del dottore Nowotny, pastore a Petershain, inserita nella gazzetta tedesca Die Zeit
(Il Tempo).
Fra le restrizioni meno contrarie all’equità,
surrogate dall’Austria negli ultimi anni decorsi
alle tiranniche vessazioni, in ordine alla libertà
religiosa, è d’uopo ricordare la legge del 1848
che permette ad ogni suddito austriaco, cattolicoromano , di passare alla fede evangelical, sotto
qualunque nome si chiami; a patto solamente di
premetterne per due volte la dichiarazione dinanzi al proprio parroco. Appena, si può dire,
pubblicata questa legge, molti preti abbandonarono la Chiesa romana: or ecco in qual modo
viene osservata oggidì.
Il frate Giovanni Evangelista Borzinsky, dei
Fratelli della Misericordia, primo medico provinciale del convento di Praga, giunse testé a nuove
convinzioni. Appoggiandosi alla suddetta legge,
si decise adunque di entrare nella Chiesa evangelica della confessione di Augsbourg; ma il pastore cui s’indiresse francamente gli dichiarò,
che, ad onta di essa legge, egli non poteva riceverlo, stante il partito preso dal clero romano di
far pigliare ed incarcerare qualunque sacerdote
che manifestasse l’intenzione di entrare nella
Chiesa evangelica {d'apostatare, come dicono i
clericali), e di tormentarlo , imponendogli ogni
sorta di dure penitenze, fino a tanto che giuri
di rimanere nella chiesa, fuor della quale non
v’ha salute (siccom’eglino pure aggiungono); ed
ecco infatti la sorte che Borzinsky incontrò senza
poter ottenere dal governo austriaco alcuna protezione.
Egli, per soddisfare al suo desiderio, uscì della
monarchia, andò in Prussia, e il 17 gennaio di
quest’anno, con tutte le forme legali, fu accolto
nella Chiesa della confessione di Augsbourg a
Petershain, e il giorno medesimo dell’abiura se
ne rilornò al suo paese nativo. Borzinsky e i suoi
amici speravano che lo si lascerebbe in pace, a
fatti compiuti: ma non fu cosi ; poco dopo, nella
casa paterna a Prosnitz in Moravia, di notte, egli
venne strappato alla famiglia dai gendarmi e
dagli agenti di polizia che lo ricondussero al
convento di Praga, dove lo abbandonarono nelle
mani de’superiori. Il canonico Dittrich, visitatore apostolico deirOrdine, gli dichiarò che aveva
commesso un delitto peggiore che non se fosse
fuggito dal convento con 10,000 fiorini (si dice
ch’ebbero luogo delle evasioni di questo genere)
e fu rigorosamente carcerato. Il prigioniero fin
qui resistette ad ogni tentativo, alle minaccie,
alle sofferenze, alle lusinghe con cui venne assalito ; ma ciò non ebbe altra conseguenza che
di aggravare ancor più la sua prigionia. Si giunse
persino a dichiararlo pazzo, in causa della di lui
incrollabile fedeltà, e fu rinchiuso co’ maniaci in
un camerotto contiguo alle cloache del convento.
Siccome potrebbe darsi che il governo austriaco
non avesse conoscenza del trattamento brutale
4
esercitato verso un cristiano evangelico, la di cui
abiura si trova in perfetta legalità, cosi è bene
di rendere pubblico nel maggior modo possibile
questo fatto , come scrive il dottore Nowotny ,
raccomandando caldamente a tutti gli uomini
animati da sentimenti cristiani il fratello IBorzinsky, primogenito fedele di Gesìi Cristo.
I NEMICI DELLA MENDICITÀ
A STUTTGARD
I nemici della mendicità ; è questo il nome di
una associazione da quattro anni formatasi a
Stuttgard, col fermo proposito di nulla più dare
a verun mendicante, nè per le vie nè alle porte.
Ognuno de’ soci collocò sulFuscio della sua casa
un’iscrizione colle parole seguenti ; « Membro
della Società contro la mendicità ». Ma i membri
dell’associazione non si limitarono a ciò : avversari della mendicità, sono in pari tempo amici
de'poveri; fecero dunque una colletta e fondarono una Cassa de’ poveri; indi elessero nel loro
seno degli uomini intelligenti, pii e pratici della
classe indigente, coll’obbligo di assicurarsi dei
bisogni de’poveri, consigliarli, procurar loro
lavoro, e dove occorra, danaro e pane. Gli anziani delle parocchie e i pastori medesimi li
assistono coi lor buoni uffici. Allorquando un
individuo si trova nel bisogno , egli deve ricorrere all’associazione ; questa , dopo d’aver prese
informazioni dai pastori e dagli anziani, delega
eziandio uno de’ membri affincbè si rechi sul
luogo e provveda a norma del caso.
Questo mutamento fu un amaro disinganno
pei mendicanti oziosi ; un colpo terribile portato
al loro mestiere. Sfogarono il lor cattivo umore
col lacerare gli affissi de’nemici della mendicità.
Ma tutto ciò a nulla riuscì ; i mendicanti a poco
a poco disparvero dal selciato di Stuttgard. Per
ottenere tale risultamento, i membri dell’associazione non hanno speso più di prima ; soltanto
compartirono con maggior cura e senno , quali
economi fedeli di Dio, ciò ch’eglino sprecavano
per lo innanzi in mere perdite.
UNA RISOLUZIONE GENEROSA
II 24 maggio i detenuto del penitenziario per
gli adulti di Londra (Reformatory far aduUs) ottennero il permesso dr riunirsi nella sala di lettura, per considerare ciò che far potevano a prò
delle vedove e degli orfanelli de’ soldati morti
in Crimea; e votarono all’unanimità la seguente
risoluzione ; « Non avendo danaro, noi ci asterremo da qualunque alimento il lunedi 27 , ch’è
uno de’ giorni in cui il nostro ordinario è migliore , e preghiamo lord Shaftesbury di rimettere al fondo patriottico il valore corrispondente;
questa sera ci raccoglieremo onde pregare pel
ristabilimento della pace ». Tale risoluzione presa
dai ce»to carcerati produsse 92 franchi.
NOTIZIE RELIGIOSE.
Torino. — Secondo calcoli che paiono fondati,
il R. decreto di soppressione in riguardo ai conventi viene a toglier di mezzo tpeeeilto treiitaqiiattpo case monastiche, di cui quaranta^
cinqw di donne, duecento ottantanove di uomini,
— di cui cento ottantasei di ordini mendicanti,
cento quarantotto di possidenti, — di cui infine
duecento quaranta in Terraferma e nocania^uatiro
in Sardegna.
Gl’individui a cui si applica siffatta disposizione
ascenderebbero, tra professi e conversi, a cinquemila quattrocento sei, di cui mille cento novantotto
monache e quattromila dugentotto frati.
In Terraferma il valore dei beni rurali appartenenti agli ordini maschili soppressi ascenderebbe a L. 11,177,689 25; quello dei beni rurali
appartenenti ad ordini feminei ammonterebbe a
L. 5,735,718. — I primi hanno rendite speciali
per la soiiima di L. 210,536 30; i secondi per la
somma ài.L. 110,934 73. Le rendite degli ordini
soppressi in Sardegna salgono a L. 341,086.
In questo computo però non comprendiamo il
valore dei chiostri, non sapendosi ancora quali
di questi si vuoteranno di presente.
Gli ordini non colpiti dal Decreto sono i seguenti :
in Terraferma
Ministri degli infermi, — Barnabiti,—Scolopii,
— Somaschi, — Dottrinarii, — Missionarii, —
Ignorantelli, —Obiati di S. Carlo, — Rosminianil
— Sacramentine, —Agostiniane, — Dame de.
Sacro Cuore (Ciamberl), — Suore fedeli di Gesù,
— Madri pie, — Suore di Carità, —- Suore del
Buon Pastore, — Suore di S. Giuseppe, — Suore
della Presentazione, — Salesiane, — Suore della
Provvidenza o Rosminiane.
in Sardegna
Scolopii, — Ospitalieri di S. Giovanni di Dio,
— Congregazione dei missionarii, — Suore di
Carità.
BOLLETTINO POÜTICO.
— Il commendatore Deforesta , ministro di
grazia e giustizia, è stato nominato senatore del
regno.
— Ricavasi da tutte le lettere giunte dalla
Crimea, che lo stato sanitario del nostro corpo
di spedizione seguita ad essere soddisfacente.
Il morale dell’armata è ottimo.
— A Firenze la sera del 28 maggio, vigilia
della battaglia di Curtatone, scoppiarono alcune
bombe sulla pubblica piazza. La loro dentonazione era pari a quella di un colpo di cannone.
Al momento alcune pattuglie, partite dalla gran
guardia con baionetta in canna, correvano per le
vie limitrofe; ma credo senza risultato.
— Nulla d’importante nè della Francia , nè
deiringhil terra.
— Le notizie che giungono dalla Spagna concordano tutte nel dimostrare la cospirazione ca^
lista assai più: estesa e più formidabile che non
si era creduto in sulle prime. É ora fuor di
dubbio la jiarte attivissima presa dal clero in
questa sommossa.
— Le conferenze di Vienna sono state chiuse
il 31 maggio. Il contegno dell’Austria dà sempre
più a sospettare che sotto, apparenza di neutralità, essa parteggi per la Russia.
— Su tutta la faccia dell’impero russo proseguono alacremente gli apparecchi di guerra. Un
ukase testé pubblicato, ordina che tutti i contadini da 30 a 35 anni siano compresi nell’ultima
leva ordinata nelle provincie occidentali.
— Anche i dispacci russi confermano i successi degli alleati nel mare di Azofl’.
— Di Sebastopoli nulla di nuovo.
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