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Presso .LIftt 12
rAniio LXXIX - N. 15
TORRE PELLICE, 22 Aprile 1949
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SETTIMANALE DELLA
Sulla via di Emmaus
San Luca 24: 13-35
Aveta osservato, unnotma tempo addietro urt giornale evangelico,
[•he gli incontri di Gesù dopo la risurrezione hanno spesso un comune
"" motivo : il mancato riconoscimento di Gesù da parte dei suoi discepoli?
■ Così presso il sepolcro, così nella camera alta, cosi presso il lago di
Tiberiade, così sulla via di Emmaus.
In ognuno di questi irwontri, Gesù si mostra corporeamente, cammina con i discepoli, parla delle cose che lo riguardano; e tuttavia gU
occhi dei discepoli restano chiusi così da non riconoscerlo. Sulla via di
Emmaus, dove due ignoti discepoli camminano, nel silenzio pomeridiano
Gesù non è riconosciuto ; «Egli stesso si accostò e cominciò a camminare con loro ; ma gli oocthi loro erano così impediti da non riconoscerlo» !
Questo fatto ci rende curiosi, perplessi. Perchè tutto ciò? Che Egli
fosse così imitato nel Suo sembiante da non poter più essere riconosciui
to? Che la Sua voce non fosse più quella di prima? Che i discepoli non
^avessero il desiderio di supere che Gesù era risorto? Crediamo di no.
Eppure^ quando Gesù è veramente con loro sulla via di Emmaus,- i
discepoli non riescono a riconoscerlo fino al momento in aui, con un
gesto, con una parola, Gesù manifesta la grande, incomparabile realtà
della Sua presenza: « Quando si fu messo a tavola, con loro, prese il
pai>e, io benedisse, e spezzatolo lo dette loro; e gli occhi loro iUrono
aperti e lo riconobbero ».
Mistero della fede! Non sono i discepoli che lo riconoscono, ma è
Gesù che si fa riconoscere. Mistero della conoscenza vera, personale,
interiore del Cristo, in quel nostro essere che è nascosto allo sguardo
degli uomini e dove il Cristo proietta la Sua luce rivelando Sè stesso ai
.. . , '
nostri, cuorij
« 1 loro occhi erano'impediti cosi da non riconoscerlo! ». Impediti, ostacolati, appesantiti: forse dalla tristezza e dai loro dubbi, forse
dalle loro idee errate sul Cristo,,. Ci sono, in fondo, tanti stati d'animo
che, anche oggi, se Gesù si presentasse davanti agli uomini, iimpedirebbero loro di riconoscere Gesù. Lo vedlreb,bero, ma con occhi così impediti da non riconoscerlo. Lo vedrebbero come attraverso ad un oscuro
velo: il velo delle loro errate valutazioni e dei loro preconcetti, il velo
delle loro particolari concezioni sociali o filosofiche, il velo dei loro
dubbi, del loro peccato, della loro incredulità, del loro dolore. Gesù
potrebbe anche parlare; ma la Sua figura sarebbe quella dell’illuso, del
compagno, del profeta, del mistico: in fondo, la figura di un grande solitario e di un grande sconosciuto. Non la figura del Cristo, del Vivente
che ha sconfitto la morte, dopo averci fatto avere, in Lui, « la redenzione inediaule il Suo sangue, la remissione dei peccati, secondo le
Ti.chezze della Sua grazia ».
Ma poiché gii occhi dei discepoli erano impediti, essi andavano,
verso Ernnuuis con l’animo pieno di tristezza. « Noi speravamo che fosse
Lui che avrebbe riscattato Israele; invece, con tutto ciò, ecco il terzo
giorno che queste cose sono avvenute ».
i La tristezza dei discepoli sembra tanto combaciare con certi stati
d’animo contemporanei. La vera tristezza degli uomini è dovuta alla\
loro incredulità. E anche molti fra quelli che credono, non osano gettar l’àncora della loro speranza nel profondo mare delle promesse
di Cristo. « Noi speravamo... ma ecco! ». E la vita si swlge più o meno, sotto il segno del dolore e della morte; per tanta gente, i cristiani
sano degli illusi e dei disperati. Mai tanta sfiducia e tanto soonforlo
hanno accompagnato le parole che gli uomini, i grtmdi ed i piccoli uomini, ci rivolgono. Abbiamo visto scomparire uomini, ideali, speranze,
virtù. Molti, troppi camminano solitari, senza fede, come se tutto fosse
finito, sulla loro via di Emmaus!
Fino a che qualcuno. Lui, lo sconosciuto, non U affronti ‘decisamente, e non dica loro: « 0 insensati e tardi di cuore a credere!
Fino a che, dopo averlo invocato con l’angoscia dei moribondi e con
l’taisia dei disperati, non gli dicano anch’essi, conte gli antichi discepoli :
« Rimani con noi, perchè si fa sera, e il giorno è già declinato! ».
Si, o Signore, rimani con noi! Quando calano le ombre della sera
stille nostre speranze più care, quando s’avvicinano gli spaventi e gli
assalti del male, quando nelle nostre tenebre non riusciamo più a veder
h via, quando non sappiamo più dove attingere consolazione e la notte
scende piena di tristi presagi: Rinumi con noi!
Abbiamo bisogiw di provare un senso di sgomento e di tristezza
htngi da Cristo, per poter cantare con gioia l’inno della nostra fede:
Resta con me, Signore il dì declina,
Fuga l’angoscia che m’opprime il cor.
Resta con me, la notte s’awicina
Resta con me pietoso Redentori
ERMANNO ROSTAN
/ Bi^oteca PELUCE ,
Æ!
"Se dunque siete stati risusciiaii con Cristo, cercate le cose di sopra dove Cristo è
seduto alla destra di Dio,,. (Paolo) --ì
VALDESI
CHIESA VALDESE
eri
• • •
G.^Francesco: Peyronel
*^CET IKÌ? TE^
Ragionare di libertà in un’epwa
in cui tutti gli uontinì appaiono in
vario .modo schiavi della visione luciferiana del mondo', semibra a taluni un fastidioso paradosso; come
parlare di un farm^o portentoso a
chi si crede perfetlámente sano. Eppure la crisi immane che commuove
il nostro mondo terrestre ha la sua
origine in questa schiavitù, che a
sua volta è il prodotto dell’anemia
spirituale dj cui soffre la nostra uminità. Per sanare quell’infermità,
occorre riaprire le sorgenti dello
Spirito nelle singole coscienze e ridare cosi agli uomini il palpito diella
vita in Dio.
Ma la libertà non va disgiunta dall’unità; e l’unità non si raggiunge
senza l’amore che è il vincolo della
perfezione. Sì, noì/^vogliamo « turare la bocca all’ignoranza degli uomini stolti, facendo U bene » per iniimo impulso della coscienza, non
per supina e pavida ubbidienza alle
codificate dottrine di una autorità
infallibile in materia di fede, nè per
far.alico furore di rivendicazioni vconomiche o di ideologie politiche
elevate alla dignità j^i dioggni e di
miti funesti.
Perciò la nostra incruenta battaglia per la liberua non e terminata.
E quella battaglia, noi la dobbiamo
condurre coraggiosamente su due
fronti che oi appaiono ora ferocemente opposti: il fronte dell’oscurantismo religioso e della tirannia
spirituale, ed il fronte bilaterale del
mamnuinismo capitalistico o demagogico, ohe si danno la mano senza
saperlo sul piano del materialismo
storico.
!> ^
Ma per affrontare senza compromessi le due forze avverse del cesaìismo religioso e di quello politico,
noi dobbiamo conquistare eroicamente la nostra libertà personale.
Ora questa libertà che ha il suo presidio nella coscienza non dipendo
tuiUo dall’ambiente in cui viviamo
quaiiio dal modo in cui pensiamo ed
operiamo in mezzo agli uomini clic
non sono ancora liberi.
ma servi di 2>/ol
rotnVre dn 5aint-Esprit
Lecture : RomaiiiM 8
Produit en nous l’esprit de prière
La première manifestation du St. Esprit c’est de nous pousser à la prière,
lions pouvons contrôler par là si nous
sommes remplis de St. Esprit. Un chrétien qui ne prie pas ne peut pas être
dans l’Esprit.
Beso^rne en nous pour la sanefifleation (Oal. 5: 17)
L’Esprit de Dieu travaille à nous délivrer de nous même, de notre vieille
nature, de nos péchés.
il nous pousse aux témoignages
(Actes 4: 31)
Le Baptême du St. Esprit nous es*
donné pour le service de Dieu et pour
nous communiquer tout ce qui est nécessaire- Soyons donc remplis du St.
Esprit pour être des témoins capables.
Il nous délivre du monde (Actes 5:13)
Le St. Esprit met une barrière entre
nous et le monde. Un pied dans l'EsUse, et un dans le monde n’est pas
l’oeuvre de Dieu.
Le Saint-Csprit nous libère totalement.
Noi non cerchiamo una libertà
spaziale che ci permetta di andare e
venire e di trafficare a nostro talento :
in questo senso, i pesci del mare e
gli udi'elli nell’aria sarebbero più
liberi di noi. Non cerchiamo neppure la libertà del possesso e del godimento dei beni materiali, perchè
sappiamo che « rwn è dall’abbondanza dei beni che uno possiede, che
egli ha la vita ». L’uomo non è un
corpo da vestire e da nutrire, non è
neppure un complesso di funzioni
biologiche alimentate dalla materia:
l’uomo è uno spirito che cerca la
sua libertà nel perfetto dominio delle cose che costituiscono la figura del
mondò fisico. Ora queste cose lo tiranneggiano, anche quand’egli crede di dominarle e di organizzarle in
un sistema politico ed in una struttura sociale intesa ad assicurare la
giustizia e la pace sulla terra.
Noi viviamo principalmente per
scopi economici; ma questi possono
venire giustamente raggiunti soltanto mediante una possente infiltrazione dello spirito nella materia.
L istinto divino ohe è in lui non
può morire soffocato dall’ignoranza
< dalla superstizione, nè può essere
annientato da alcuna dittatura fondata su! capitalismo o sul materialismo storico.
I.-a crisi attuale lo .comprova. E'
duro, ma vero, che i bisogni estremi
dell’ uomo sono il momento opportuno di Dio. (^ello che accade oll’individluo, accade ugualmente alle
nazioni, le quali non sono ohe una
moltitudine di individui, ed ugualmentr aH’intero mondo, il quale non
è altro che una riunione di nazioni.
I mali sociali, le ansietà economiche,
il caos politico... non sono, dopo
tutto, che le conseguenze materiali
della mancanza di spiritualità del
mondo. La necessità estrema del
mondo dimostrerà di essere anche il
giusto momento di Dio; la storia del
ventesimo secolo ne darà alla fine la
piova esauriente.
* * H
Ecco perchè la battaglia per la libertà ha raggiunto una dlellc sue fasi
pi.T drammatiche e significative. E
9(' non lo comprendiamo noi che siamo gli eredi di una gloriosa tradizione di libertà spirituale, la quale
trae la sua forza e la sua ispirazione
dal Verbo liberatore del Cristo, Dio
ne susciterà degli altri che ci preced(ranno nel nobile arringo dello
Spirito, togliendoci il fatidico candelabro ccn le, sette stelle.
I simboli hanno valore soltanto
quando corrispondono ad una realtà
spirituale. La dignità e la forza del
nostro apostolato di libertà non derivano semplicemente da una tradizione, non sono neppure una prerogativa della carne e del sangue, costituente una specie di diritto di primogenitura «valdese». No! Se fossero soltanto questo, non varrebbero
di più per noi di quanto valesse per
la classe sacerdotale, per gli scribi e
i Farisei del ti:mpo di Gesù, la discendenza di Abramo; e meriteremo
mo anche noi la dura rampogna del
profeta del dieserto: « Non pensate
di dire dentro di voi: Abbiamo per
padre Àbramo; perchè io vi dico cheiddio può da queste pietre far sorgere dei figlinoli ad Àbramo ».
Le glorie del passato graverebbero
su di noi come una inalienabile re
sponsabilità morale se non ci spronassero. a continuare la buona battaglia della libertà con tutte le armi
dello Spirito, in mezzo a difficoltà
e pericoli di diversa natura, ma non
meno seri di quelli ohe furono superati nei secoli lontani. Gli esempi si
trasmettono, ma le virtù si conquistano! Non si tura la bocca all’ignorauza degli uomini stolti del nostro
tempo con l’apologia degli Avi e la
polemica dottrinale, bensì oon la
forza dimostrativa di una libertà interiore ohe procede da una profonda
comunione con Dio, e si riverbera
nell’ambiente in cui viviamo ogni
giorno come una luce di verità, una
forza di giustizia, un calore di carità,
un’armonìa di pensieri e di opere.
* * *
Se vogliamo che il mondo creda
che noi siamo gli araldi della vera
libertà, dobbiamo far rivivere nella
nostra vita questo nostro cristianesimo addomesticato, floscio, stanco,
smorto, die non sembra più far presa sulla mente, sulla ragione e sul
Cuore dei nostri contemporanei. Per
essere « il saie della terra e la luce
del mondo » non abbiamo bisogno
di grandi e macchinose strutture ecclesiastiche, nè di grandi e fredde
cattedrali, nè di coreografiche pro«essioui di simulacri, nè di complicate liturgie addormenta trici delle
coscienze, nè di speciali favori c
protezioni da parte dei poteri politici, nè di gerarchie sacerdotali riflettenti le organizzazioni dici principali di questo mondo. Ma abbiamo
lutti urgente bisogno di ritrovare il
nostro vero « IO spirituale » in Dio,
che solo può metterci in possesso
della vera libertà di coscienza, senza
di cui son vane tutte le altre libertà
esteriori.
Allora, anche se, per avventura,
dovessimo vivere in un regime oscurantista e tirannico, noi potremmo
comnortarci eroicamente come degli
nomini liberi. « Coma liberi, ma non
usando della libertà qual manto che
topru la malizia, ma come servi di
Dio >, (I Pie. 2:16).
Vuoi to libero?
La coscienza un giorno parlò forte a un giovane che era diventato
schiavo del vizio deU'impurità.
In lui si risvegliò U desiderio di
pregare e la nostalgia d'una vita santa. Si confidò con sua madre; e pregava lungamente inginocchiato off
suo letto. Non lasciò per questo II
peccato che lo teneva^ prigioniero.
«Chi commette i] peccato è schiavo
del peccato.
Una sera preso da sconforto, si sfogava piangendo a sua madre :
—Madre mia, vorrei liberarmi dal
mio ¡leccato. Io prego, prego, prego
e il Signore non mi esaudisce. Per-*,
che non mi esaudisce?
—Cosa chiedi tu al Signore?
—Chiedo la libertà.
—Ciedi tu che il Signore ti possa
dare la libertà?
—Si, lo credo.
—Ma vuoi veramente essere libero?
Il giovane tacque perchè capì che
egli amava la sua servitù, il suo vizio. Molti non sono liberi perchè umano la schiavitù.
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Ne»H’aooettare l’iwvito rivoltcaiii dal
direttore d«l giornale e dal segretario
della FUV di 'preparare per l’Eoo una pagiina su Agape, non ho l’intenzione di dedicarla semplicemente a
controbattere 'delle criticSie o a fare
opera di propaganda.
Vorrei invece con queste poche righe rendere testTOonianm, con spirito scevro da pregiudizi, da irTagionevo'.i entusiasmi come da critica preconcetta, a quella che mi par essere
un’esperienea oomipiletaBaente nuova
per noi, un’esperienza tale da prometter© di diventare molto ricca e molto
prometteiiiit« per la storia della mostra
chiesa. Penso di poterlo fare con onestà im quanto, in questa nuova esperienza, sono stato assai più spettatole
ohe attore; e non ho quindi nè da difendere qualcosa di mio, nè ida attaccare per amoi- di parte o per gelosia
di mestiere. Vorrei soltanto sottolineare quello ohe, tra luci ed ombre, mi
par essere il valore ipositivo dell’opera intrapresa.
Con questi intendimenti offro ai
lettori dell’Eoo le considerazioni che
seguono; e con questi intendimenti li
invito a vagliarle e a giudicarle.
Un* esperienza nuova
Un esperienza nuova, dunque. Se
n’è già parlato e disciisso variamer.té; più ancora nelle corvcrfazioni,
nelle dicerie, nelle ebiaceliere. che
negli scritti. Se n’è detto troppo e
troppo poco; troppo per rinsisleiiza talora maligna enn cui certi lati
negativi dell’esperimento sono stati
sottolineati, e troppo poco per la
valutazione positiva che dell’esperimento stesso si poteva dare.
Cerehiamo dunque di vedere in
che consiste la novità di questo esperimento. Il fatto del lavoro volontario non è di per sè stesso sufficienle
a dare significato vero all’opera; di
lavoro volontario se ne può fare e
se ne fa in molti modi e, da molte
parti. Bisogna piuttosto dire che è
lo spirito nel quale il lavoro stesso
viene intrapreso e condotto avanti
che da valore e significato; perchè
qui non si tratta soltanto di costniire qualche cosa di utile e di buono,
ma di vivere già costruendo lo spirilo dell’opera compiuta. In altri
termini, il valore dell’esperimento
sta nel vivere la vita comiinitarÌ!i.
iion come un presupposto lecrico,
piamente colorato di buoni sentimenti: ma come qualcosa di concretamente sentito, ■ nell’opera delle
mani, come nei comune chinare il
< apo intorno al mistero della Parola che anima e dirige, nel fraterno
collaborare inforno al medesimo piccolo fatto, una pietra da spostare,
un muro da tirar su, un carrello da
Spingere, come neirascoltarc insieme l’annuncio di Cristo che crea la
sola comunità possibile.
Questo incrotiarsi di lavoro e di
pensiero, questo essere nello stesso tempo manovali stanchi e gente
di fede e di meditamone, questo essere insieme ed uguali io tutto, di
gente diversa, ijrofondamente e anche dolorosamente diversa, tutto
questo da alla comunità un senso
nuovo ed inatteso, che per l’appunto rompe il quadro abituale della
vita comunitaria religiosa, fatta mollo più di apparenza, di uno stare
l’uno accanto all’altro piuttosto che
l’essere uno insieme all’altro; e crea
un senso nuovo e rigoglioso di libertà e di allegrezza, di servizio e d’amore, per cui possiamo dire francamente che l’esperieiiza è davvero
nuova, e oltrepas.sa gli schemi e le
possibilità di ogni altra nostra esperienzii comunitaria.
Il fondamento è uno solo
Il programma di Agàpe lo dice chiaramente ; la comunità che qui si forma come per un miracolo, si fonda solo sull’amore di Cristo, di cui vuol essere proclamazione e annunzo. Quel
che di buono e giusto può dunque esser fatto, anz il punto di partenza, la
possibilità di proseguire il cammino,
la speranza per il domani, tutto è posto sotto il segno di questo amore; che
è come dire che non dal pensiero di
un uomo, nè dalla buona volontà di altri uomini, è nato questo tentativo, ma
soltanto da un libero atto della grazia
di Cristo. E’ forse dire troppo? Ma se
non si dice questo, se non si è pronti
a riconoscere questo fondamento, se
non si è pronti a ricevere anche Agàpe
e il suo lavoro e la sua fatica e il suo
domani come un segno della libera
grazia, allora tutto è vano ed imitile.
E anche qui, quel che c’è di veramente nuovo, è che non si tratta di affermazioni teoriche fatte a tavolino,
ma che l’affermazione della fede è accompag/iata, come da un gesto di riconoscenza, da una azione viva e concreta, da una testimonianza resa in silenzio, con i gesti e col sacrifico.
neralmente sono più pesanti di quel-1
li positivi; lo stesso deve dirsi di A- ìs
gàpe. C’è chi sale quassù per spi- T
rito d’amore, col tdesìdierio di servi-'
re, c’è chi sale per altri motivi ohe 5
possono essere anche inconfessabili.
E c’è nella critica morale un fondo
sano e onesto, - <|ome c’è anche la*
possibilità dj godere dell’ingiustizia,
altrui.
Ma per quanto io abbia cercato di
informarmi attentamente, e per
quante campare àbbia sentite, devo;
onestamente dire che tutti i pntesi;^
scandali si riducono in fondo a ben'
poca cosa. Forse certe maniere uopo’ troppo libere hanno potuto urtare; forse anche qualcuno non si è
comportato con la correttezza reer s-,
saria. Ma da questo a bollare d’im'
famia tutta l’opera, ci corre!
E del resto, se è onesto controllale
quello che si fa e mettere in Iute;
srnza paura (ma senza paura, noni
con i sussurri e con i ”si dice”) le'
cose che anziché edificare Agàpe mi-'
nacciano di distruggerla, non è forse anche onesto pesare attentamente ^
ogni parola e ogni giudizio? E so-"|
pratutto riconoscere che ogni crisi 1
morale del fratello, è anche crisi dìi
ognuno di noi? Chi è senza peccalo;'
da poter giudicare con rigida e pcr-’^
fetta imparzialità? ^
Ma questi lavoratori...!^
I
I :
Non è il Regno di Dio
Ma non si perde di vista i limiti
delUi nostra coridìzione umana; Agàpe non è il Régno di Dio, non è.
nemmeno una .^detò umana perfetta!, nè una comunità senza eri ori
e senza lacune. Agàpe è un segno,
una parabola del Regno che viene;
e come segno e come parabola ha
tutti i difetti e tutte le manchevolezze dell’immagine imperfetta, che
non è la realtà ma l annuncio della
realtà.
Questo vuol dire che Agàpe oggi
o domani, non può pretendere di essere una parola definitiva o un’opera che rimanga iusorjmssata. E' sorpassata invece e distrutta dxdVimminenza del Regno che viene; eppure
come parabola, e come segno, ha il
suo valore che non può più venir mono; quel valore che solo la presenza
della grazia di Cristo le dà.
Così la comunità di Agàpe si riunisce e lavora sotto il segno della povertà e della pect;aminosità iwstra;
ma anche sotto il segno eterno del
Regno che viene e ài cui anticipa
per la\ fede la gioia e Vallegrezza
Ma questi lavoratori ne fanno^_
spesso di cotte e di crude. Per est'm-'^
pio hanno la bnitta abitudine dP^
camminare sui prati, senza affatto ®
rendersi conto che nel clima duro-^
dell’alta montagna, anche un poco di f.
prato ha il suo valore, e un poco dì |
erba ha dietro di sé una rispettabile ^
fatica umana. E tante altre co'-e si
potrebbero dire, con ragione; senz ^
però per questo giudicare e condian-j|
nare io blocco. J
E poi, quando scendono a %aile, j
non esagerano forse un poco?
sì parla più che di Agape! Sembra'^
che sia diventata Tunica cosa buona
che esista al mondo; e chi non lavora ^
per Agàpe è un Filisteo!
Anche questo può esser talora ve-;,#
ro; e può darsi che ci sia dell’esa- |
Scandaloso!
i
Auishe questa, certo è una bella
prete.sa! E ci può essere nascosto
ihnlro il più feroce c distruttivo orgoglio spirituale. E del resto, come
è possibile che Agàpe sia segno e para(bola del Regno d< 1 momento che
tanto si vocifera e si discole dell’immoralità di certe cose clù* avvengono ?
Qui bisogna essere chiari e conservare il se.nso dei limili. Perchè le
dicerie sono come le valanghe; scendendo a valle, si ingrossano e diventano pericolose. Ogni comimità uinana ha i suoi lati negativi, che ge
gerazione o che qualcuno perda un
poco il senso del limile. Intempe
ranza giovanile? Eccesso di entusiasmo? Fierezza per l’opera delle prò- |
prie mani? Forse. J
Ma anche, e sopratutto, coscìen--J
za chiara de! valore di quest’opera.
Forse che in tutti quegli eccessi, che |
poi non sono così tremendi e peri- ì
colosi, forse che in quell’enlu.siasmo J
pieno di vita, non c’è in realtà la’1
consapevolezza clic non l’opera del- le mani o la soddisfazione del lavo- J
ro fatto conta, ma soltanto il libero ^
gesto della grazia di Dìo, che all’o-^
pera e al lavoro ha chiamato ? E al- |
lora questa coscienza può portare a j
quei piccoli eccessi, che tanto tur-1
hano la gente tranquilla, e che in
A tutti quelli che amar^ Agape
T)obbiamo chiedere uno sforzo aecisivo, e io effiediamo scio
a voi che avete compreso che cos'è JÑgdpe per lo nostta gic~
ventù e che coso possa significare essa nel' lempo nosfro. jft
voi che avete forse già fatto per quest’opera considerevoli
sacrifici.
Jl 5 maggio il cantiere si aprirà e molti giovani saín anno
lassù per off rentare nuove fatictfe, ma i fondi meessen per
provvedere materiali e cibi non sono sufficienti.
Vi chiediamo, cctj cuore aperto, un’offerta speciale di jL.
1.000 ciascuno - X. 500, se minorenni - anche se questo dono
dovesse rappresentare per voi uno sferzo ncitvcle.
jàgaoe è costruita con sacnfici e non può essere diversamente, che il suo stesso nome io esige.
Chiediamo inoltre- che, come segno di solidarietà coi lavoratori, l’offerta sia spedita ii giorno stesso deità neper tuie del
canile'e, cioè ii 5 maggio.
Servitevi de! c-c postale ff. 5-15577 intesteio a “ gioventù evangelica ,, soecificando sempre Offerta prò Jìgàpe,,.
TULLIO VINAY
3
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
i:
i^ltà sono soltanto il sepjno di una
-^pazienza molto comprensibile, che
¿a dietro di se un senso vocazionale
3'i marcato e limpido. Non si possoro
j~ spiegare cosi tante cose? Io penso di
"#•
E poi, bisognava veramente veder'-li al lavoro e seguirli un poco nella
tòro vita, questi tremendi lavoratori!
;^à-llo>'“ tante cose si capiscono, e su
i . tante altre si sorride volentieri, perdxè non hanno più molta importanti za, di fronte al valore di questo lav^foro.
'J| ^ Il vero pericolo
Bf C’è un pericolo che minaccia la vita
di Agape; ma non ha trovato posto fi¿ ñora nella cr tica comune. Perchè è un
^pericolo molto più sottile, e per questo
grave e più reale. Ed è questo : eh:
'it ìl'etro aU’attività intensa ed entusiasta
dietro a] sacrif.c’o più serio (e quanti
ce ne sono £ià stati !) non ci sia altro
S che u.i attivismo vuoto di pensiero e di
■^'implicazioni per la vita di ogni giorno.
h Voglio dire che Tentusiasmo duri quan^ to dura la costruzione, che il sacrificio
è la dedizione si facciano vedere finché
c’è lavoro da fare, e pietre da portare
e mura da edificare. Ma poi ? Quando
Agape sarà fin'ta, cosa diventerà? C’è
un contenuto di pensiero, un vero messaggio?
Questo è il vero pericolo; è soltanto
V- un pencolo j>er ora, perchè non si può
f;' dire che Agape non sia nata da un pensiero, e che non abbia'dentro di sè un
contenuto spirituale vivo e profondo. Ma
bisogna che questo contenuto cresca come crescono le mura e che questo pen■ siero Si chiarisca e si approfondisca, perohè non si deve correre il rischio di rifugiarsi in un attivismo bello, ma nel
' quale apputo si cerca di soffocare i problemi e le inquietudini dello spirito.
Altrimenti Agape resterà pietra !
Forse qualche cosa nascerà anche
qui; anzi è già nato, e deve soltanto
crescere.
¿ Una grande speranza
£’ le ¡vittimo dunque sperale molto
ì da Agàpe; sperare molto ed attendere mollo, perchè c'è qui una grande
possibilità- La possibilità di creare un
fermento vivo nella Chiesa e fuori
di essa, tale che il messaggio frreter-^
no nato dalla sola grazia di Cristo
'tt possii essere udito e vissuto da mol
w’ Ecco che qualcnno troverà esage' " razione anche in questo; che cosa si
pretende, di riformare le Chiesa e
,il mondo con quattro mura e un po’
di entusiasmo? E in fondo, perchè
no? Perchè irriturci se la comunità
di Aeàpe diventa seme di riforme^ anche nella vecchia Chiesa? e seme di
vita nel mondo? Si intenda bene: Agàpe non pretende riformare la Chiesa nè convertire il mondo; è il messaggio chie essa porta e da cui è nata
che riforma la Chiesa e il mondo.
■ ' Ringraziamo Iddio che viviamo in lina Chiesa Riformata; cioè in una
• Chiesa aperta al soffio dello Spirito,
in una Chiesa sempre pronta a lasciarsi riformare dalla Parola di Dio,
anche se questa Parola le è unnun; j ciata da un ragazzo male in arnese e
> con le mani sporche di calce.
^ I Si torna a lavorare
'' Tra pochi giomii, il cantiere si
riapre; ricomincia per la terza volta
‘ l’agitata sarabanda estiva. Agàpe è
cresciuta in maniera certe volte assola lamente incomprensibile; era loniinciala con un progettino modesto,
•'avendo in vista limitate (unzioni
^ strettamente ecclesiastiche E’ diventata sempre più grande, nel proV getto, nelle speranze, nella risonuii. za stessa dell’opera; oggi attira gli
sguardi di molti, da moiU pani e. si
“'^.attende con fiducia. Non è questo il
^ segno di una vocazione e di una gra- Zia, che si chiarisce carri •nin farendo?
Quest'anno è decisivo: decisivo p i
la costruzione, decisivo per lo spiriio di Agàpe che deve anch’esso chia
tirsi e crescere. Non abbiamo du jure appelli agli amici di Agape. Abbut^ mo da far appello agli amici di Cristo.
■ - Peri hi', piaccia o non piaccia, è ormai
troppo chiara la consapevolezza die
¿fif’ Iddio non Ha tolto i profeti dalla sua
Chiesa; ed abbiamo muto un profeta che ci ha indicato una via; una
fra tante, ma oggi è una via buona,.
Tra pochi giorni, si toma a lavorare; soltanto per la grazia S Cristo
e con la grazia di Cristo.
NERI GIAMPICCOLI
Per l’Asilo dei Vecchi
di Vittoria
La direzione dell’« Asilo Valdese
per vecchi evangèlici y> di Vittoria
prega le persone e le oollettività in
possesso d’ un vecchio armonio o
piano inutilizzato ma riparabile, di
voler f<tgrne dono a questo Asilo ove
ne! culto del mattino non si canta
par mancanza della guida d'imo
strumento musicate.
ECOUTEZ
X’ equipe
CHAJQUE SEMAI
de T{àdìo^ T{éveìì
INE DANS SON EMISSION
ICI R^DIO REVEIL)
Jeudi : 28 . . . Avril
5, 12 ... Mai
} ^
à 22 heures
par Radio Nlonte Cerio, 313 m.el 49.71 m (6035 K C.)
Adressez doute correspDndance concernant ces émissions
à i'RADIO REVEÎl,, Case Postale 4, GENEVE 6
II vescovo anglicano Neill all'opera con gli agapini
L’oftervatore
politico
Pasqua è passata., all’alba di una
domenica il mondo si è ridestato nel
sole della primavera novella e s’è
dovuto accorgere ancora una volta,
nonostante tutto, che il triorvfale
messaggio della: più gioiosa, luminosa., meravigliosa solenjnità c. istiana
li tornava per gli uomini.
, Nonostante tutto... nonostunt-.- le
divisioni, le lotte, gli odi, i rancori
antichi non sopiti e quelli nuovi ognor pìdlit latiti, Tincredulità, il matcrÌMlismo, l’orgoglio. L'egoismo ...
nonostante questa immensa burrieiu
di nude e di peccalo.
E mi ricordo della vi;;nelta d’un
giornale, una vignetta in vero p iicmico-poli tira: .sistituiaiKO (l.i Re
surrezione del liristo non imo, non
deve servire alla politici) alla figura dell’uomo che la vignetta riconoscibilmente rappresenta. La figura
dell’uomo anonimo, a simb.olo dcl
rumanità schiava del male e ribelle
al bene: piantato sulla terra investita d’una luce trionfale ed avi olla
dal suono delle campane che ( ■.ria
ma, sconfitto : «finche quest’anno è
riuscito a risorgere!».
Non v’è, credo, per noi una giornata che più chiaramente ci dica della fatuità d’ogni nost'-o terreno progetto, d’ogni nostra lununu passione;
che faxKia crollare d’un colpo tutti
i nostri idoli pagani, che ci renda
smarriti ed angosciati se lo smarnmento e l’angoscia non riu.sciumo a
tradurre in serenità e sia, rezza fidente, aggrapiHindoci alla certezza
della Resurrezione.
Ho scorso i giornali, i grandi quotidiani che dovrebbero esser lo specchio della verità per i lettori, i corifei de'le nuove idee, pieni dei palpiti di nuove speranze, ho letto i
giornali la domenica di Pasqua. Vi
avete voi trovato una, dico una parola sulla solennità del mondo Cristiano? Io no; vi ho lette della riforma
agraria annuitciata dal Presidente
del Consiglio, e chi ne dice mirabilia e chi la considera con accenti di
avvertsione una inutile farsa; v’ho letto del Patto Atlantico e dall’una alTaltra parte il commento è tutto un
oanlo alla Pane, un desiderio di pace, ina tra le righe saltan fuori qua
e là le minaccie, e si parla di cannoni e di ribellioni e via dicendo.
Vi ho letto interessanti artUoli di
commento sulla epurazione nei paesi orientali e sulle forche spagnole
(opportunamente chiosfUi a seconda
delle simpatie dei giornali).
Vi ho letto l’appassionante quesi
to se l’atomica sia o meno in poksesso della Russia o se sia tuttora un
monopolio deir America!
E poi, la solit i cronaca, e le solite
piginone di avvenimenti sportavi.
Poi ho preso i giornali e li ho buttati in un canto ; e, uscito, ho visto
le chiese piene di gente, sono entrato nella mia chiesa, ed il tempio
non conteneva quasi i fedeli : il riondìj non poteva ignorare, nonostante
tutto, la grande realtà.
Per (ili oggi peidonatemi leìttori
se non vi parlerò delle «osservaiioni
politiche» ; le lascio in un canto, ¡questa volta, coi gioì nidi che ne s^ri pieni, l’una diversa dall’altra, in una
disperfkta ricerca di frode e di inenzogna. Voglio invece chiedermi] con
voi : Pasqua è ritornata? sì! Il kior110 di Pasqua è passato sul calendario ?
sì! ina Pasqua è rimasta? in noi], nei
nostri cuori? e. s.
Centro evangelico Coltura
TORRE PELLICE
Una coniorenza di grandte interesse
ed attualità sarà tenuta sabato prossimo 23 corr. alle ore 21, nell’aula della Casa Valdese, gentilmentie oonceaisa,
per imiiziativa del CSentro Evangelioo
di Cultura.
L’iillustre profeasor Gabidele Pepe,
presidentie ddll’iAasociazione Nazionale per ■ la Scuola Laica, parlerà sul?angomeinto ; Il Cristianesimo e Tedueaaione alla lii>ertà.
L’ingresso è libero. Il pubblico' vi
h cordialmente invitato.
CORRIERE TORINESE
Timeo Dañaos... vien fatto di pensare ancora una voltai leggendo
il, a Popolo » democristiano, \che pubblicava, alcune settimane addietro. con un cierto rilievo, la notizia del processo contro i 15 pastori
evangelici del Consiglio dellg Chiese di Bulgaria. Naturalmente, non
passerà neppur per ranticamìera del cervello ai redattori del quotidiano in fxtrnla che, in un’epocc non tanto lontana da questa, degli evangelici itediani siano stati messi in carcere per essersi espressi con litui
certa libertà sulle questioni religiose d’Italia; dei pentecostali siano
stati inviati al Confino per aver affermato di non poter accettare alcun
totalitarismo politico-religiosò; e addirittura dei luoghi di culto siano
n quella nazione sorella che è la Spagna,
luoghi di culto evangelico..
stati saccheggiati e distrutti, i
semp icemente perchè erano
lie
E che sia una lustra per
« 'a libertà è cbimera » soltapi
berià » ratiolioo-romana, vici
succede alla Scuola Elementg..
degli evangelici debbono soji
ih punte di spillo, di polemicf
conto e sul conto della loro
i fanciulli tornano a casa; ma,
in maniera decisiva, nell’amb
teggiamento dei compagni, di
no di interpretare in senso
zioni alla persecuzione spicci
indirizza sulla via dell’inlollt
credono <,'osi di reiulersi ben
dì parlar loro in nome di Di
fisde.
i gonzi l’affermare, riguardo a ciò, che
to là dove non regna la bimillenaria « liconfermato r ennesima Volta da quanto
re G. A. Raineri di Dorino, dove i figli
portare Un odioso stillicidio di allusioni,
lece, di apprezzamenti sprezzanti sul loro
Pazienza per le lagrime con le quali
Vatteggiamento, (tstuto e protervo, ihpide
lente scolastido, sulla mentalità e sull’atscuola., i quali — è ovvio — non mancalato —‘ e quanto lato! — le velate esortanla. Piccoli esseii che la tenacia dei prete
ronza; piccoli inquisitori « in nuce » che
e accetti all'uomo in tonaca che as.serisce
o (o del papa).
Quanto è difficile essere tolleranti sul terreno della religione!
hn opera di persuasione in (¡uesto senso sta compiendo e vuol compiere sempre più la rinnovelluia Unione per la tolte .arena religiosa, che
ha ora sede (p ovvisoria) iri\ via Pio V, 15, ed alla quale mleriscono,
per un .superiore ideale di èomprensione e di reciproco rispetto, che
ir maniera paiticoìare ha da iniziarsi appunto nelle scuole, protestanti,
ehi ei e cattolici. L’Unione pubblica un suo hollettino intitolato « Fratcinità ». Esso viene inviato c| semplice richiesta, a chiunque lo desideri.
T. h.
Commémoration
'■ '■ . . ■
à Ma r s e i 11 e
(Cette correspondance nous est parvenue en retard; nous la publions
quand-même et envoyons aux vaudols
de Marseille un message fraternel).
Ce dimanche 20 février fut, comme
l’année dernière, une magnifique journée de printemps. On s’était donné
rendez-vous à la Chapelle de Menpenti, aiimablement mise à notre disposition ipar M. le Pasteur FèrrUr qui se
montra d’autant plus heureux d’accueillir la Colonie vaudoise que c’est la paroisse qui compte le plus de. Vaudois à
Marseille. Avant l’heure on les vit arriver par petits groupes et remplir la
chapelle pour écouter les serviteurs de
Dieu venus à cette occasion. On savait que la Vén. Table Vaudoise enverrait un délégué et ce fut M. le Pasteur Jahier, die Corne, remplaçant
M. le Pasteur Eynard, Vice-Modérateur, retenu par la maladie.
Les yeux brillaient de joie et l’émotion fut grande car le message de Monsieur Jahier était un message de cordiale et sincère affection, venant des
chères Vallées corne un chaud rayon
de soleil, comme une bouffée d’air pur
arrivant de La Tour ou descendant du
clocher de Praly.
La prédiication impressionna fortement l’auditolire ; Vaudo's et Huguenots, Huguenots et Vaudois, même
peuple, même race, doivent poursuiivre
le même but : « entrer dans l'édifice
spirituel comme des pierres vivantes,
formant une maison spirituelle, un
saint sacerdoce (l P. II. 5) ». Privilège et responsabilité du petit peuple
qui possède la Parole de la Vérité et
qui doit travailler à l’édification de l’Eglise universelle, l’Eglise de JésusChrist qui, seule, peut établir la Paix
dans le monde, tel fut le thème de sa
prédicaf'on.
M. le Pasteur Peyronel, venu de
St-Hipipolyte-du-iFort pour saluer, lui
aussi, ses frères Vaudois, s’était chargé de la ipartie liturgique du service.
Après ce culte si bienfaisant tout le
monde se dirigea vers la* salle de la
Jeunesse où un banquet très copieux
fut servi sur une grande table en fer à
cheval ornée de roses et d’oeillets.
Parfums, belle humeur, gaité, rien ne
manqua; le temps passa sj vite que
l’heure fixée pour la partie historique
arriva sans qu’on s’en aperçut.
C’est par le chant de « Charles-Albert et la Liberté » entonné par toute
l’assemblée, que commença cette partie. Les heures tragiques et les souffrances des martyrs vaudois furent évoquées. M. Jahier apporta à nouveau
les salutations de la Table. Des cantiques ©n quatuor et en duo, puis la pièce (( Le Meunier de Ciantarana » complétèrent le programme.
A l’entr’acte de délicieux gâteaux,
servis par de jolies Vaudoises costumées, trouvèrent sans peine des amateurs qui apprécièrent également les
boissons chaudes ou froides.
La gaité revint encore remplir la
salle vers la fin de l’après-midi. Les
jeunes amusèrent le public en jouant
une farce et une comédie et ils s’amusèrent eux-imêmes si fort en jouant
leurs pièces qu’ils ne voulurent point
se séparer; jls restèrent pour le dîner,
avec un certain nombre de Vaudois et
d'amis, groupés autour de M. et M.me
Rivoire. Dans la soirée M. Jahier voulut bien projeter sur l’^’-an quelques
unes de ces belles vues dont il a le
secret ; il nous fit fa re par la pensée
un merveilleux voyage du Chambón à
Còme en passant pa- la Tour.
Ainsi s’acheva cette belle journée
dont chacun garde un souvenir très
doux.
Mad. Noguier.
-I
4
L’ECO, DELLE ^^ALLl VALDESI
lifl VOCE OEMiE Cdji Ü ffïTA
AN GROGNA
Nel coreo del ouito del 10 aprile al
Capoliiogo sono stati oonifearmati i seguenti giovani ; Benedetto Ersilio
(Capol'uogo) ; Bertin Anita (Arpanot):
Beiiìiin Anita (Piantà); Bertin Ed-,
moa (Bonneton); Bertin lima (.Soimagliette); Bertin Riri (Oiarva) ; Bertot
Mario (Malanas) ; Barello Elide (Torino) ; Pone Alina (Revelera).
I seguenti giovani sono stati «onfernnati nel ouilto pomeridiano della
medesima domenioa, al Serre : Beinecto
Corrado (Pradeltorno) ; Besson Silvio (Rnadaval) ; Buffa Laurina (Cdins); Cbstantin Isolana (Pradet >rno); Chiavia Elsa (Odins) ; Gaydoii
Corraalo (Ohiot); Monnet Osivaldo
(Sarsa).
II Signore che essi hanno litoeramente promesso di servire con fedeltà conoeda ad ognnino di loro dà essere nn
tralcio vivente unito a Gesù Clriato,
il ceppo e di portar« nella loro vita,
dovunque Egli li chiamerà a servi rLo
molto frutto alla Sua gloria.
Ringraziamo la Corale che a questi
due culti ha eseguito lodevolmente un
coro di eiicostanza.
La domenioa di Pasqua i nostri
templi erano affollati e ^buona è stata
la partecipazione alla Cena del Si.
gnore. La iCbrale, ohe ringraziamo, ha
esegnito un inno di ciroostanea durante il culto al Oaiioluogo.
Voglia il Signore darci di afferrare per la fede il benedetto annunzio
della resurrezione del Signor Gesù
Cristo e oonoederci di viveire ogni
giorno jdella nostra vita nella luce e
nella gioia di Cristo.
Martedì 12 corr. abbiamo deposto
nel cimitecro del Oapoluogo la spoglia
mortale del nostro fratello Oav. Pons
Giovanni deceduto ai iPons il giorno
10 corr. dopo lunga malattia, nel suo
83 anno di età. Sui fatmiliari e sui
parenti afflitti invochiamo le conso.
lazioni del Signore. e. a.
PERRERO-MANIGLIA
Al cubito della domenica dell« Palme ha avute luogo la Confermazione
dei Catecumeni ed a Pasqua hanno
fatto la loro prima Comnnione; Fer.
rero Elirira di Allierto (Pomarrt);
Gioì Checca Amilda di Giovanni (Lorenzo); Peyrot Nella di Emilio (Crosetto); Poet Amilda di Alberto (Baissa) ; Pani lAlio/na di Armando (Borgo); ì’onc: Mary di Enrico (Plancia;;
CHot Boxalio di Pietro (Puimeifrè);
Maenei Roberto (Perrero) ; Peyran
Oreste di Marcello (Grange) ; Poet
Alberto di Giulio (Clutcs) ; Sii fedele fino alla morte.
L’ultima Assemblea elettorale ha
rieletto gli Anziani Bounom Luigi,
Poet GiiiUo, Ghigo Alessandro, Gerire Àbramo risjieti.ivameinte dei Quar
tieri di Croeetto. Faetto, Perrer», e
San Martino: Collaboratori nell’npr.
ra del Signore.
Benedica il Signore i bimbi : >lun>
Carlo Ferrier di Luigi e di Carlina
Pons (Pomeifirè) e Rosam.a Feneio
di Alberto e di Lina Poet (Pomarat)
i quali sono stati presentati al Santo
Battesimo ultimamente.
E’ passato dalla Chiesa militaiitc
aUa Chiesa trionfante il nostro Fra.
tello Pons Adriano Ai anni 85 della
Baissa, oredeoite «de da vieille roche»;
egli era stato ijaer qualche anno maestro delle iscuolette dì quartiere e per
parecchi lustri Anziano della ®na borgata. Anche il signor Tron, Pastore
di Massello ha parlato ai numerosi
intervenuti al funerale. Alda vedova,
ai congiunti la nostra viva simpatia
cristiana.
PINEROLO
In queste ultimo domeniche abbiamo
avuto la'gioia di vedere il nostro tempio gremito di fedeli e ringraziamo
il Signore 'per le occasioni db® ci sono state offerte di annunziare l’Evangelo a quelle A.ssem:blee.
Dómenica, 10 apri.e, la comunità
ha accolto nel suo seno in modo più
intimo i sei catecumeni i quali avevano terminato il loro corso di istruzione
catechetica : Bertalot Renata, Bonin
lima, Pardon Dario, Griva Carla,
Jahier Franco, Pons Gindiarm.
In quella stessa occasione sono stati
itimmessi in chiesa alcuni fratelli e
sorelle i quali hanno liberamente
chiesto di far paite della nostra comunità e di confessare la loro fede evangeiica, dopo un corso di isbruziòiie
religiosa e di approfondimento della
loro fede : Accastelli Lucia, BagUano
Paolo, Bagliano Lina, Conti Sebastiano, Gardiol Ribet Angiolina, Rog.
già Giovanna, Roggia Margherita,
Valentino Riccardo.
La Chiesa ha accolto oon un senso
di cristiana gioia tutti questi fratelli, giovani o già avanti negli anni, e
li ha esortati, per mezzo della Parola,
a impegnare da loro vita ®on CJristo,
nel servizio fedele e nella testimonian.
za cristiana nel mondo.
Sono stari presentati al Battesimo ;
Belfi Magda di Guido e di Cauda Liliana e Lazzarin Aurora di Pietro e
di Gardiol Adele.
nel cimitei’o di Pomaretto, il 20 corr.,
circondata da un largo conicol'so di
congiunti e di oonosoentì. L’annunzio
dell’Evangelo è stfto fatto dai Pastori Paolo Marauda "<? Ermarmo Rostan.
Mentre ricordiamo la buona figura della Signora Balma, fedele nel
suo terrestre e cristiainio ministerio,
esprimiamo uiranziamo Maestro Enrico Balma, alla prof. Elsa ed a tutti i
familiari la simpataa affettuosa e fraternamente cristiana della Chiesa di
Pinerolo e delle Chiese delle Valli nel
loro insieme.
« Le mie •pecore rm seguono e lo dò
loro la vita ejterna^e non periranno
mai e nessuno le rapirà dalla mia mano )).
TORINO
La 'domenica delle Palme la nostra
Comunità ha accolto la professione di
fede di 11 fratelli e sorelle ohe, giunti
per esperienze diverse alla conoscenza
dell’Evangelo, ul timata la lor© preparazione biblica, hanno proclamato
davanti alla 'Chiesa la loro fede personale in Cristo, il Signore della loro
vita.
Alle sorelle signore Delfina Benedetti, Emma Gonnet-Botto, Giuseppina Marauda Maiohese, Maria Teresa
Marauda, Giuseppina Matera, e Attilia Revel BoninC; ai fratelli Valerioo Anzaldi, Francesco Baruochieri,
‘ Angelo Ferrato, Vincenzo Fopiano e
Filippo Giudice, la nostra Comunità
ha espresso la sua viva solidarietà,
stringendosi intorno a loro e partecipando oon loro alla oelebrazdcme della
Cena di quell’unico Signore, che tutti
ci unisce intoiino à Blè come suoi discepoli diletti.
TORRAZZA
La commovente cerimonia, come
anche il culto liturgico di S. Cena del
Giiovedì Santo, sono stati integrati
dal contri'buto artistico offerto dalla
Signorina Ada Bessone (organo) e dal
dott. Riccardo Turin (violoncello). Li
ringraziamo sentitamente.
Il culto di Pasqua ha ofìferto la visione di urna vasta a^eeonblea e di una
larga partecipazione alla S. Cena. La
Corale ha cantato un coro pasquale .ii
A. Baci.
Il Signore edifichi del continuo la
comunità nell’amore, nella gioia, nella fede.
1 Pastori A. Ricca e A. Deodato
hanno presieduto uitimamente dei
culti a Pinerolo. I.<a Chiesa li ringrazia della loro collalxirazione.
Il 14 Marzo nella, nostra Chiesetta
adorna di fiori è stato celebrato il matrimonio di Emanuele Fossato (da
Santhià) e di Rosemma Bussano.
La oelcbrazione, presieduta dal Pastore Dr. Eynand di Torino, è stata
commovente ed 'ha. lasciata una lienefica impressione nei numerosi estranei
che gremivano la Chiesetta.
Alla novella famiglia che si stabilisce. a Santhià, esprimiamo ancora i
nostri più fervidi auguri di ogni lienedizioiie nel 'Signore.
SARA BIRTONi
v«dev« dal Past. Giowanal Pairai
liddio ha richiamato a Sè, dopo alfuni meei d,i malattia, la nostra sorella in fede Balma Maria Adelina,
nata Concorde, insegnante a riposo,
deceduta a Pomaretto, presso la figlia
prof. Dlsa, all’età di 67 anni.
Nè il ipeso delle sofferenze nè jl peu.
siero del distacco da una cara famiglia hanno minimamente turbato la
serenità della fede e le im.teriori certezze che questa nosta’a sorella ha manifestato sino alla fine; segno che la
grazia 'dii Dio per 'ei non è stata vana.
E nelTaitmosfera della speranza cristiana la sua salma è stata dcpc^a
Conferenza a Pinerolo
Il Padre Celeste ha richiamato a Sé
nel suo 77 a uno
Domenica 24 Aprile, alle ore 15, a
Pinerolo (Via 'dei Mille n. 1), ai
terrà l’attesa confeienza 'del professor
Gabriele Pepe, sul tema : I pericoli
della politica scola>stica attuale e U
nostro atteggiamento per la difesa
della libertà.
Il prof. G. Pepe è presi'dente dell’Associazione Nazionale per la scuola laica, è condirettore del iperiodioo
di battaglia per una nuova scuola
intitolata »Scuola democratica».
Nessun 'dubbio quindi ohe, grazie
alla sua specifica competenza tecnica
ed al suo gran'de amore per i problemi della scuola e della cultura, la parola sua saprà suscitale il più vivo
interesse in quanti si occupano della
scuola odierna.
Gli insegnanti e tutte le persone che si interessano alle quistioni
delia scuola sono caldamenite invitati
ad intervenire
STUDIO TECNICO
.M
Recapito :
PEROSA ARGENTINA
(Trattoria della Posta)
Domenica dalle 8,30 alle 12,30
Mercoledi dalle 14 alle 16
Dir. Responsabile : Erma/nno Rostan
Tipogi'afia Alpina . Torre Pollice
AUTONOLEGGIO
(1100 sei posti)
Cuido PasclKtto
UJSERN A S. GIOVANNI
(/.irali)
Recapito: Confetteria Zanaio x 'Fel. 70
gmaiii-iiASii-iiOLii
Dr. OANIiLE ROCHAT
riceve in Torrc PelUcc
(viale Mazzini num. 10)
Lunedi e venerdì dalle
ore 10 alle 12
a Torino riceve gli altri
giorni, dalie ore I4,3('alle
ore 16,10, in via Berthollet, 36 (ospedale evangelico)
nOBILI
DI Ttl’T'l'
Abbadia
CERCASI giovane tuttofare per fa■ migli a Valdese residente Parigi.
Rivolgersi Claudiana.
Vendita anche a rate
ii giorno 11 Ap>Ue 1949 in Aurelia
{Civitavecchia).
«Quelli ohe si sono addoimcntati.
Iddio, 'per mezzo di Gesù li rioondur.
rà con Lui...». (I Teasalonioesi 4/14)
rissar/DtCKAnaassi
I figli e congiunti tutti del compianto
Cav. aiOYANNI PONS
commossi per la imponente dimostrazione di simpatia ricevuta in occasione della dipartita del lo-ro caro, rin.
graziano sentitamente tutte le persone
intervenute ai funensli. hi partieolor modn il pastore E. Aime, il dottor
E. Gardiol, il Sindaco sig. Malan e
autorità comunali e i vicini di casa.
Angrogn.a (ai Pons) 13 Aprile 1949.
.
ALLA iìllA'DI TÜRINO
PINEROLO - VIA TRENt0.2l
1
ORARIO FERROVIARIO-TRAMVIARIO-AUTOMOBILISTICO DEL PINE ROLES E
TORINO-PINEROLO-TORRE PELLICE « viceversa
Torino 5 | 1 6,251 7.55 1 1 1 12,28 1 13,05 1 17,05 1 1 18,20 1 18,30 1 2135
Airasca 5,401 1 7,131 8.46 1 1 1 1 13,52 1 17,51 1 1 18,46 1 19,16 1 22,14
Pinerolo 1 1 7,381 9.08 1 1 1 13,07 1 14,20 1 18,17 1 1 19,01 1 19,43 1 22,35
Bricherssio I 6,38 1 8,031 9,26 1 9,35 1 12.48 1 13,24 1 14,42 1 18,45 1 18.52 1 19,18 | 20,02 1 22,55
Torre Penice 1 6,53 1 8,25 1 1 9,50 1 13,02 1 14,02 1 15,03 1 1 19,07 1 19,35 1 20,24 1 23,13
Torre Penice 1 4,35 1 1 5,36 1 6,10 1 7,05 1 9,05 1 12,20 1 1 13,13 1 16,30 1 19,42 1
Bricherasio 1 4,30 1 1 6.11 1 6,301 7,20 1 9,19 1 1234 1 12,40 1 13,26 1 16,46 | 1 19,58 1
Pinerolo 1 5,181 1 6.27 1 6,51 1 7,36 1 1 1 13,04 1 13,40 1 17,07 1 20,22 1
Airasca | 5,43 1 6,13 1 6,52 1 7,16 1 7,55 1 1 1 13,32 1 1 17,33 1 20,45 1
Torino | 6,30 1 b.43 1 7,35 1 8,10 1 8,30 1 1 1 14,20 1 14,30 1 18,20 1 21.35 1
BRICHERASIO-BARGE c viceversa
Bricher. 5,16 I 9,30 | I3,35 | 14,55 1 18,50 | 20,15 Barge 4,25 1 6,08 1 12,22 1 14.08 1 16,20 1 19,32
Barge 5,36 l 9^0 1 13,54 1 15,141 19,10 1 20,35 Brieher. 4^7 1 6,30 1 12,40 1 14,38 1 1 16,40 1 19,52
Autoservizio e tramvia
PINEROLO-ORBASSANO TORINO e vicev.
Autoservizio Sapav-Satti
PEROSA ARGENriNA-PlNEROLO-AIRASCA-TORINO e viceversa
Orario giorni feriali Sapav-Satti
(I) (2) (li
Pinerolo 6,15 | 8.20 | 11,251 12,50 |
Orbasi. 7 | 9 | 12,051 13,30 |
Torino 7,40 | 9,38 | 12,43 | 14,08 |
(1) (2)
18,10 I 18,45
I 18,50 I 19.30
I 19,37 I 20,08
Pinerolo
Airasca
Torino
Sapav Salti Sapav Salti
7,40! 11,40 I 13,45 1 19
7,54.| 11,54 I 13,591 19,14
8,25 I 12,25 I 14,30 | 19,45
Torino
Airasca
Pinerolo
Salti Sapav Salti Sapav
7 111,50 1 17 118,40
7,31 I 12,21 I 17,31 I 19,11
7,15 I 12,35 I 17,45 | 19,25
Torino 6,20 | 8,25 | 11,30 | 14,25 | 14,55 | 18,15 | 18,55
Orbai. 7,03 I 9,04 | 12,08 15.01 | 15,33 | 18,59 | 19,35
Pinerolo 7,43 | 9,44 I 12,411 15,41 | 16,13 | 19,39 | 20,15
(I) Feriale — Í2) Fssllvo
Orario giorni festivi
Pinerolo
Airasca
Torino
7,40 I
Linea Automobilistica
TORRE-BOBBIO PELLICE e viceversa
TRAMVIA PINEROLO-VILLAR-PEROSA ARGENTINA e viceversa
Torre Penice
Bobbio Penice
(1)
8,35 I 11,30 I
9,05 I 12 I
I 19,15
I 19,45
Perosa
Penestrelle
Pragelato
Sestriere
18,30 I 13,10 I 19,50 Torino 7,20
8,44 I 13,24 I 20,04 Airasca 7,51
8,25 19,15 I 13,55 | 20,35 Pinerolo 8,05
Auto PEROSA ALTE VALLI
(1)
9,25 I 20,20 I Sestriere
10,15 I 21,10 I Pragelato
10,55 I 21,50 I Penestrelle
11,45 I I Perosa
12,15
12,46
13
18 25 I
18.56 19,10 I
23,55
0,35
0
(2)
5.50
6,11)
6.50
(3)
14,10
14,35
15
15,45
(4)
16,50
17,15
17,40
18.25
Pinerolo
Perots
4,251 5,451 6,451 5,iS | 10,15 | 11,.30 | 12,40 | 14,40 | 17,20 | 19,15 |
5,45 1 6,37 1 7,40 1 9,10 | 11,20 | 12,25 | 14 | 15,40 | 18,25 | 20,10 |
I
Perosa
Piacrelo
4,45 1 5,55 1 7 ' 8,20 1 9,40111,45113 116,05 117.40 118,50 1
6 I 6,45 I 7A5 1 9,10 1 10,40 1 12,53 1 14,15 1 17 1 18,35 1 19,45 1
(1)
Bobbio Penice 6,05 | 9 I 15,30 I
Torre Penice 6,35 I 9,30 l 16 I
(H Solo il Venerai
(1) Da Penestrelle a Pragelato solo li venerdì e sabato — (2) Da Pragelato a Fenesirelle
solo al sabato t domenica — (31 Feriale — (4) Festivo — N. B. Fra Pragelato e Sestriere II
servizio si effeltaa soltanto al martedì, giovedì e festivi.
Perosa
Perrero
9,20 1 20,20
9,50 I 20,50
Perrero
Perosa
6.20
6,45
15,30
15,45