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DELLE
JO SEUIA
sa Valdese
IrDB PRT.T.ÌCR
Settimanale
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali ov^e peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXIX - N. 37
Una copia Li ce 30
ABBONAMENTI
}
Eco: L. 1.200 per l’intemo j Eco e La Lucét L. 1.800 per rintemo I Spediz. abb. postale ■ li Grappo
L. 1.600 per l’eatero
L. 2.500 per l'estero
Cambio d’indirizzo Lire S 0
Rodi: porta deirorìoote
TORRE PELLICE 18 settembre 1959
Ammin. Claudiana Torre Pellice • C.C.P. 2-17557
Ogni anno, in agosto, il comitato centrale del Consiglio Ecumenico delle
Cinese si riunisce durante una settimana: quest’anno la riunione si è svolta in
terra ortodossa, nell’isola di Rodi, e per la prima volta vi hanno assistito due
osservatori della Chiesa ortodossa russa (il Patriarcato di Mosca non si è, finora,
associato al Consiglio ecumenico).
Imparare
la
Nel corso della sessione il prof. E. Schlink
di Heidelberg, esperto in materia di ortodossia orientale (1), ha presentato un importante studio su « Il significato delle tradizioni orientale e occidentale in seno al
cristianesimo ».
Tre sono gli aspetti della Chiesa d’Oriente che hanno un’importanza particolare per la cristianità d’Occidente. Anzitutto 1 accento posto nel culto ortodosso
sulla « dossologia », la glorificazione di
Dio. « In nessun’altra Chiesa la liturg^
svolge così trionfalmente la vittoria di
Cristo nelle sue dimensioni cosmiche, nè
loda e magnifica la presenza della Nuova
Creazione con pari meraviglia ».
In secondo luogo, « il dogma (della
Chiesa ortodossa) non è separato dalla
liturgia, ma è formulato come un’affermazione liturgica ed espresso nel culto
come una dichiarazione di fede e una
dossologia ». In tal modo la Chiesa d’Oriente « pur aderendo strettamente al
dogma della Chiesa primitiva, lascia *.
porta aperta alla libera ricerca teologica
Nella Chiesa d’Occidente questa possibi
lità non esiste, perchè il dogma è fissato
in un modo assai piu rigido ».
Infine il terzo punto e la relazione particolare che esiste fra la Chiesa e il ministero, relazione che « a dispetto-dell’insistenza sulla gerarchia, non è semplicemente quella di gradi più o meno elevati, bensì di una fraternità in cui l’autorità suprema non è un solo dignitario, ma il Sinodo
ecumenico, le cui decisioni non sono valide se non hanno ricevuto la conferma
dei membri della Chiesa. Rinunciando ad
ogni autorità suprema, lègàlaielnfé istituita
su tutta la Chiesa, la Chiesa d’Oriente testimonia di un atteggiamento più rispettoso di quello di Roma verso la libera
azione dello Spirito Santo ».
Il Comitato centrale ha ricevuto dal
Metropolita Nicola, incaricato delle relazioni con l’estero del Patriarcato di Mosca, un messaggio fraterno di cui riportiamo una parte:
« Noi, ortodossi, non possiamo che simpatizzare con le misure del Consiglio ecumenico delle Chie.se tendenti a dare una
soluzione ai numerosi problemi del nostro
tempo. La lotta contro l’ingiustizia sociale
— poiché conosciamo la giustizia di Cristo — gli sforzi per aiutare i popoli sottosviluppati, la condanna della politica colonialista e della discriminazione razziatutto ciò è degno di essere attivamente sostenuto da tutti i cristiani, secondo le esigenze della fede.
« Il nostro comune dovere morale vuole
che lottiamo per la cessazione degli esperimenti d’armi nucleari fino alla loro completa abolizione (...)
« Tuttavia, penso necessario esprimere la
speranza die le preoccupazioni sociali del
Consiglio ecumenico delle Chiese non passino davanti a ciò che è la sua prima ragion d’essere: ristabilire l’unità cristiana
spezzata dalle divergenze d’interpretazioni.
Cristiani, dobbiamo rimanere al di sopra
degli antagonismi politici del nostro tempo e dare ai popoli divisi un’immagine di
unità, di pace, di fraternità e di amore, e
rinunciare ad ogni isolamento orgoglioso
e ad ogni forma d’inimicizia... ».
Contro la bomba ((Ib nel Sahara
Il Comitato centrale ha fatta sua e rivolta alle Chie.se una dichiarazione della Commissione delle Chiese per gli affari internazionali, diretta dal Dr. O. F. Nolde; vi
si dice fra l’altro:
« Sottolineatilo che nessuna nazione ha
il diritto sotto la propria responsabilità di
decidere esperimenti di armi nucleari di
cui altri popoli dovrebbero subire le conseguenze, senza che questi abbiano dato il
loro consenso a tali esperimenti. Perciò
facciamo appello a tutte le nazioni che
hanno l’intenzione di fabbricare armi nucleari, affincliè riconoscano questa responsabilità quanto prendono in considerazione la loro difesa nazionale e la sicurezza
internazionale ». (Questo punto è evidentemente rivolto in modo particolare alla
Francia, che ha annunciato l’intenzione di
sperimentare il lancio di una bomba all’idrogeno nel Sahara. N.d.r.)
Viene quindi riaffermato il compito dei
cristiani di lottare per l’abolizione della
guerra, e ci si rallegra « della risoluzione
delle grandi potenze di incontrarsi per dei
contatti al massimo livello ».
Nella discussione che ha seguito la presentazione del rapporto del Dr. Nolde, il
(1) Ricordiamo in proposito un notevole
studio di E. Schlink: « Il contributo ecu'
menico della Chiesa Ortodossa Russa »,
comparso sul n. 1/1959 della rivista « Protestantesimo ».
Past. P. K. Dagadu, segretario generale
del Consiglio cristiano del Ghana, ha domandato istantemente al Comitato centrale
di pronunciarsi contro il progetto francese
di esperimenti nucleari nel Sahara; il governo francese ha ignorato le proteste presentategli dal Consiglio cristiano del Ghana e da altri organi africani.
Giustamente ha risposto il past. Charles
Westphal, della Chiesa Riformata di Francia, che pur dichiarandosi anch’egli decisamente contrario a tali esperimenti, si
stupiva « che dei paesi che già hanno ^eUe
bombe atomiche siano autorizzati a continuare i loro esperimenti, nientre quelli
die non ne possiedono ancora se lo vedono rifiutare ». Ricordò pure la recente dichiarazione al riguardo del Sinodo nazionale di Parigi e aggiunse : « La ricerca del
prestigio della Francia dovrebbe avvenire
altrove che nel campo delle questioni atomiche ». ■*
mtiniatnni snll’AI|eria?
La Francia sembra aver fatto 1« «pese
della recente sessione. Infatti una dichiartb.
zione, ancora della Commissione delle
Chiese per gli affari internazionali, auspica liberi negoziati fra il governo francese
e i capi ribelli algerini, sottolineando l’urgenza della cosa e il poco tempo che rimane: « in caso contrario una mediazione internazionale, sotto qualsiasi forma
possibile e accettabile per le parti in causa, diverrebbe non solo inevitabile, ma altamente desiderabile ». Anche a questo
proposito il Past. Ch. Westphal protesta
contro il tono « minaccioso » di tale dichiarazione che ne fa quasi un ultimatum,
tanto più chBiKlff i’rancia.:Baa'riiAinri^ da.
temere da negoziati giusti », e che « la mediazione non deve essere una punizione
ma un aiuto ».
Chiese e Missioni
Si è naturalmente ancora parlato delle
trattative per Yintegrazione del Consiglio
ecumenico delle Chiese e del Consiglio in~
ternazionale delle Missioni. Tale integrazione sembra avere ormai guadagnato il
favore del Protestantesimo mondiale, ma i
rappresentanti ortodossi continuano a manifestare le più serie riserve, poiché, com’è
noto, vedono nelle Missioni evangeliche in
terre ortodosse un proselitismo per loro
inaccettabile.
Ricordate
Ricordando il « Messaggio alle Cinese »
(da noi pubblicato a fine giugno) che le
invitava a impegnarsi senza riserve nel sostenere YAnno mondiale del rifugiato, indetto dall’ONU, il Comitato centrale « domanda in modo particolare alle Chiese di
insistere per una maggiore liberalità nelle
leggi d’immigrazione, in modo che i rifugiati che non dipendono dall’ONU o dai
governi nazionali trovino ’porta aperta’ ».
11 Comitato centrale pensa che « le Chiese
devono prendersi cura in modo particolare, nelle loro istituzioni, dei ciechi, dei
vecchi, degli ammalati e degli invalidi »,
come pure di quelli da poco reinstallati.
« E’ possibile che nel corso di quest’anno
si faccia per i rifugiati il doppio di ciò
che si fa nell’indifferenza dei tempi ’’normali”. Ma qualunque cosa si possa tentare per loro, milioni di rifugiali vedranno
la loro speranza delusa ».
Reiinieiiisino cattolico
La riserva mostrala fin dagli inizi, negli
ambienti ecumenici, nei confronti del
« Concilio ec'umenico » indetto da Giovanni XXIll si è mostrala assai saggia. 11 che
(continua in 4» pagina)
FUSIONE O CONFUSIONE ?
U nostra stampaiperiodica
« Come le rondini tornano a primavera, così ritorna
ad ogni Sinodo il problema della stampa» — così iniziava liricamente il paràgrafo della Controrelazione a proposito della nostra stàirB>a periodica; purtroppo del tutto inesaudito il voto airi cui continuava: «Ci auguriamo
che quest’anno nOn se ne parli soltanto come l’anno passato, ma che ai giunga anche ad una concreta decisione ».
Sulla base delle aeèisloni sinodali del isutì e uei la
Tavola ha studiato il problema, durante l’anno scorso
«Scartato un prcgetib per un abbinamento de La Luce
con Presenza Cristiana: da affidarsi, unitamente alla cura dei culti-radio, a un operaio a pieno impiego, pa_
orientata ad attuare il progetto del Past. Ribet che prevede :
1) una fusione Luce-Presenza Cristiana;
2) un abbinamento Luce-Eco delle Valli nel se.oso di
una parziale integrazione a fini economici;
3) ohe la direzione de La Luce, unitamente a quella
della Claudiana, venga affidata ad un operaio a pieno
impiego ». . -
Espresse cosi le esigenze fondamentali della nostra
Chiesa in materia di stampa: «da uri lato un giornale
di evangelizzazione che presenti al nostro popolo il pensiero riformato ed ecumenico; dàll’altro lato un giornale per la popolazione valdese, aperto a quei problemi so
li giornale murale della Chiesa di Furano Sabino.
Quante Chiese diffondono anche così la nastra slamjKt?
ciali che oggi travagliano in paricolar modo le nostre
Valli », la Commissione d’esame esprimeva pareri che possono essere casi sintetizzati:
1) Presenza Cristiana ha una sua funzione e un suo
pubblico spteciflci, e non deve esssre « inghiottita » da La
Luce.
2) L’abbinamento parziale Luce-Eco delle Valli non
pare soddisfacente perchè dovrebbero rispondere alle due
diverse esigenze di cui si è detto sopra, mentre ben poch:
leggerebbero i due giornali a metà identici, peggiorando
la non già brillante situazione attuale.
3) Discutibile poi è l’abbinamento con la Claudiana
perchè « fare il giornalista e lanciare la vendita delle nostre pubblicazioni sono, tutto sommato, mestieri assai di
versi ».
4) Sarebbe invece vivamente auspicabile la fusione
Luce-Voce Metodista, un passo innanzi verso una piti
stretta collaborazione delle due Chiese, e verso l’auspicato giornale evangelico a grande diffusione.
La discussione, piuttosto disordinata, è stata, specie
all’inizio, resa più confusa da una proposta della Commissione a proposito de L’Eco delle Valli — dissenziente
il Dr. E. Bosio — : «Per dare piena attuazione dell’ottimo deliberato sinodale 1956, sarebbe più opportuna una
gestione indipendente dalla Chiesa, perchè, fino a che
l’Eco sarà l’organo ufficiale della Chiesa Valdese, la sua
libertà di giudizio politico e il suo inserimento nelle questioni sociali valligiano troverà forzatamente dei limiti,
e la Chiesa stessa non ha alcun interesse ad esporsi cosi
facilmente ad ogni sorta di critiche». Veniva cioè auspicato un giornale locale, diretto da un laico, coadiuvato
da un comitato di redazione in cui figurino anche un
paio di pastori delle Valli, sostenuto da azioni di cui la
Tavola potrebbe acquistare la metà. Tale proposta ha
trovato il Sinodo non solo pe^lesso, ma a forte maggioranza contrario. Della discussione ricordiamo soltanto il
parere, molto giusto, del Prof. G. Miegge, che «nessuno
crederebbe a tale "indipendenza”», e del Past. T. Viiray
che ammoniva che la Chiesa è « compromessa » — religiosamente, socialmente, politicamente — non solo dai
SUOI orgam umerali, ma era tutti i suoi menibri.
Bisogna riconoscere che tare proposta ha deviato la
discussione, se e auspicaoile — e lorse auspicato molti — cne 1 problemi economici, politici e sociali, in pai
ticolare quelli delle nostre Valli, siano afl'rontati da un
giornale lOcale meno legato unilateralmente ad un solo
partito di quei che non sia attualmente il Pellice, tale
sognato giornale avrebbe un senso soltanto se fosse spontaneamente espresso dai nostro laicato valdese, e in pai>
ticolare valligano, «legato alla Chiesa» solo (ed è molto!) in quanto i suoi redattori sarebbero membri della
Chiesa, coir opinioni politiche e sociali anche differenti,
ma alla ricerca della verità, al di là delle ideologie. Tale
certamente, era il parere della Commissione d’esame —
cne ha ripetutamente lanciato una sorta di sfida alla nostra « inteliignentsia » laica valdese — ma era allora inaccettabile — come infatti non è stata accettata — la proposta di legare economicamente alla Tavola questo ipotetico giornale.
Ed è stato peccato che, deviata la discussione su queseto punto, non si sia afirontata di nuovo la questione
del nostro concentramento di forze nei confronti della
stampa periodica. Qualcuno ha fatto notare che il grande problema è quello di trovare « l’uomo » o « gli uomini »,
e poi il giornale si fa; ed infatti nell’attuale situazione
ci si affida all’improvvisazione, e si affida a uomini che,
con le migliori intenzioni, non sono che dei dilettanti
questo che potrebbe essere il nostro pulpito di più ampia
risonanza, uopo la radio. Un altro ha chiesto che si
chiarisca il pubblico a cui questo o quel giornale si indirizza, perche possa prendere più chiaramente posizione.
Incucativa a questo riguardo la discussione sulla ven
tilata integrazione fra La Luce e Voce Metodista: i Past.
M. Bbaffi e S. Carile hanno giustamente fatto notare che
progettare tale unificazione prima di saper bene quel che
SI vuol fare, non è saggio. Anche da parte metodista si
auspica la fondazione di un settimanale evangelico italiano che sia in grado di rivolersi al grande pubblico,
e a tale progetto i Metodisti si associerebbero di tutto
cuore. Ma tale progetto pare ancora piuttosto lontano,
39i»troD®o. non .si v^e Tuomo ohe'Se ne occuperebbe ne
ci si è preoccupati finora di preparano, in raii coiituziuni, varrebbe la pena di tentare una fusione? Il Sinodo ha,
comunque, votato questo odg:
« Il Sinodo invita la Tavola a proporre alla Chiesa Metodista di creare un nuovo giornale comune che sostituisca « La Luce » e « Voce Metodista », raccogliendo le istanze comuni ed aprendosi a più larga impostazione evangelica, allo scopo di presentare al nostro popolo il pensiero evangelico ed ecumenico ».
La discussione intorno alla ventilata fusione de La
Luce e di Presenza Cristiana porta alla votazione di un
odg in tal senso, che viene respinto; Presenza Cristiana
è il nostro giornale più caratterizzato e forse più sentito.
In complesso, anche quest’anno si è avuta una discussione piuttosto disordinata, al riguardo, e non si è giunti
ad alcuna conclusione concreta, per quanto le idee si
siano forse ulteriormente un po’ chiarite. Mi sia qui pei
messo di riaffermare la necessità — a mio parere — di
unificare la nostra stampa settimanale (Luce ed Eco delle Valli). Le due esigenze fondamentali cui giustamente
accennava, all’inizio, la contro-relazione, non possono trovare risposta nei due giornali come essi ora sono: il giornale « che presenti al nostro popolo il pensiero riformato
ed ecumenico» non può essere una Luce semplicemente
potenziata: tale impresa presuppone una preparazione,
una chiarezza, una informazione, un impegno non di imo
ma di molti, che vanno affrontate a fondo; si comincia
a poco a poco a comprendere che energie e danaro impegnati in tal modo sarebbero ottimamente spesi. D’altra
parte un giornale interno della nostra Chiesa che, pur
avendo in vista soprattutto la vita della Chiesa in Italia
e nel mondo, sia tuttavia « aperto ai problemi sociali che
oggi travagliano in particolar modo le nostre Valli » — ma
altrettanto le nostre comunità cittadine, e le zone depresse del centro-sud Italia, in cui la nostra Chiesa è impegnata ad annunziare l’Evangelo — un giornale simile,
non si comprende davvero perchè dovrebbe essere scisso
in due: come dobbiamo sforzarci sempre maggiormente
di spezzare quella impalpabile barriera che sembra sempre risorgere fra Valli e Evangelizzazione, come le nostre
Chiese delle Valli sono chiamate a sentire veramente
sorelle quelle dell’Evangelizzazione e viceversa, così è
giusto, è doveroso, che i fratelli del meridione conoscano le aree depresse delle nostre alte valli piemontesi, e
viceversa. Non si tratta solo di unificare per risparmiare un po’ di spese; si tratta piuttosto di affermare, anche
in tal modo che siamo una Chiesa. Gutta cavat lapldem,
la goccia scava la roccia — anche la vecchia roccia valdese. Gino Conte
— ’ Voglio la luna!... ”
E l’hanno avuta.
Ce l hanno fatta, i russi. Ci sono
arrivati prima loro, e da Radio Mosca l tinnunciatoro parlava con voce
ìotta: ’’Ascoltate, ascoltate, è una
notte storica...
la nostra terrestre cartuccia, irrisoria nell’immensità degli spazi, si
è .schiacciata sulla dura cro.sta lunare, fra ” i mari della Serenità, della
Tranquillità (involontaria ironia) e,
dei Vapori ”.
Sulla scia di quel razzo Kruscev
compie il suo atteso viaggio negli
Ij.S.A. Chissà se quando Ike gli renderà la visita sarà un razzo americano a raggiungere la luna, e magari
a tornarne indenne? Evvia, il ” prestigio ”...
LUNA NUOVA
C’è luna piena, queste sere. Dà
malinconia pensare che, forse tra
poco, non potremo più guardarla
con gli stessi occhi, nella quiete di
una limpida sera; .sarà diventata per
noi qualcosa di più vicino, ma anche infinitamente più lontano ed
estraneo, chissà, forse una zona di
miniere in cui gente in scafandro
sta cavando ciò che non trova più a
sufficienza nelle viscere terrestri.
Gl’innamorati avranno perso una
amica, e così i poeti, grandi e piccoli. Tutto questo può sembrare molto puerile e sentimentale. Forse non
lo è; non agli occhi di Chi non .sdegnò i ” piccoli fanciulli ”.
Ma c’è cjualco.sa di più grave. Il
mondo tripudia: soddisfatto o un
po’ invidioso, che importa? — siamo tutti uomini, e l’Uomo ha fatto
questo. Studio, fatica, rischi, spese... astronomiche: energie umane
proju.se .senza riserve per vincere la
’’ nobile ” gara: della scienza? nò,
del ” prestigio ”. Fumo negli òcchi,
insomma, sia pur filmo di razzi interplanetari.
Penso ai milioni di uomini che nel
mondo muoiono di fame, che vivono
tutta la loro vita nella fame, su cui
si è potuta scrivere una geografia
della fame. Allora la nostra scienza,
la nostra conquista cosmica mi appare come un ributtante Moloch,
idolo vorace saziato con le lacrime
c col sangue.
Questo, perchè abbiamo disconosciuto il nostro rapporto di creature
di fronte al Creatore e Signore,
quindi accanto all’altro, al prossimo. ’’Sarete come dèi...”, e siamo
diventati meno che uomini.
Veglia, la Chiesa? Crede — viven. (Ione — che è venuto il vero Adamo,
che è sorta e incastonata nel nostro
firmamento la lucente stella mattutina? *
2
L'ECO DELLE VALU VALDESI
18 settembre 1959 — N. 37
A N C Q;1?S'1'EC0 DEIi^LAVORI SIN ODALI
Facoltà di Teologia e predicazione
Il Sinodo si è soflermato a lungo e
con vìvo interesse su questo elemento della nostra vita ecclesiastica: segno rallegrante — com’è stato notato — che la nostra Facoltà di Teologia è sempre piu sentita come parte integrante della Chiesa.
La relazione della Commissione di
esame, presentata dal Fast. G. Girardet, ha puntualizzato gli elementi della discussione che nè seguita:
1) La soddisfazione per la considerazione crescente con cui si guarda, all'estero come in Italia, al lavoro teologico della Facoltà, ai è citato e lodato il volume « Ginevra e l'Italia »,
ecuto da Sansoni sotto gii auspici della Facoltà, in occasione del uiuhileo
calviniano.
2) Questa considerazione ha portato la commissione d'esame a formulare la proposta che sia studiata la
posslDiiìva cu costruire a ttoma, sotto
I egiaa aella nostra Facolta, un centro ai stuai sul Cattoiuiesimo romano
ai è oDiettato che un siimie centro,
creato aaiia Federazione luterana
monaiale, lavora già in Germama,
con una filiale in Danimarca. Questo
rendereoDe forse dimoile il sostegno
delle organizzazioni ecumeniche; oltre a costituire un ulteriore aggravio
per i nostri docenti valdesi. F' comunque una proposta interessante e
aegna di esser studiata a fondo A
questo punto si è avuto uno scambio
ai idee sulle diverse valutazioni dei
catioucesimo, m paesi a maggioranza protestante o in paesi latini : è certo giusto che sì conoscano tutti gn
aspetti, anche così contrastanti, aei
Cattolicesimo, e se non concordiamo
del lutto con l’opinione di quanti pen
sano che il Cattolicesimo nostrano è
II solo vero Cattolicesimo, è necessa
ria la conoscenza immediata anche
di es.so: e al riguardo la Chiesa Valdese ha un compito ben preciso nell amoito aelle ricerche ecumemche.
3) Quanto alla vita interna della
Facoltà, si è insistito amncne le cariche di decano e di segretario, secondo le decisiom dello scorso Smodo,
siano distnouite a rotazione (Il proi.
V. Vinay ha presentato le sue dumssionl da decano, a fine d’anno, ma
la questione non era stata studiata
nelle sedute del Consigho). Si è auspicato che la « domenica della Far
colta» possa sempre più costituire
una presa di contatto fra professori
e studenti e le nostre comunità, fcsi
è avuto l’ormai... consueto battibecco
sul ritardo dei candidati nei presentare la tesi, talvolta imo alia nne aeil’anno di prova; «servitori di due pa
droni» (la Facoltà e la Tavola) — li
ha scherzosamente definiti la contro
relazione.
4) Il Moderatore ha messo in evi
denza il fatto che se pure il flusso
di studenti in teologia continua, so
no necessarie vocazioni pastorali in
numero sempre maggiore, perone seni
pre maggiore è la richiesta, in Italia
come ali estero, e in particolare nei
VI» distretto. D Sinodo ha preso conoscenza con gioia della notìzia che
alcuni studenti del Collegio si dispongono a frequentare la Facoltà.
5) E’ stato poi considerato il prò
blema degli ex-sacerdoti cattolici, ii
cui avvicinarsi alla nostra Chiesa eu
alia Facoltà pone talvolta problemi
umani urgenti. Se continua ad esser
considerato saggio l’art. dì regolamento che impone che uno stuaente non
può essere iscritto alla Facoltà se non
e stato membro di una Chiesa evangelica per almeno due anni; se cioè
l'ex-religioso cattolico deve avere la
pos.sibiiità di conoscere da vicino e
da laico la chiesa stessa, tale condizione pone talvolta, praticamente,
dei problemi di cui tutta la Chiesa
deve esser cosciente (specie data la
legislazione al riguardo nel nostro
paese): dobbiamo trovare il modo di
accogliere e ambientare gli ex-religiosi cattolici che vengono da noi. A
questi suggerimenti della Commissione d’esame il Sinodo ha risposto vo
landò il seguente odg:
Il Sinodo, dopo aver discusso la
situazione degli ex-sacerdoti cattolico-romani che chiedono di entrare nel ministero pastorale, invita
il Consiglio deila Facoltà di Teologia a nominare una commissione
che studi ii problema e ne riferisca al prossimo Sinodo.
6) E’ stato ancora rinnovato l’augurio che il problema dell’istituzione
della quarta cattedra non sia accantonato, ma costantemente tenuto
presente. E a tal proposito sarebbe
utile fare un primo passo predisponendo un alloggio per il futuro docente. E’ in progetto, ma ancora molto vagamente, la sopraelevazione dello stabile di Via Pietro Cossa. Tale
lavoro, per cui è stata offerta una
.somma che tuttavia non coprirebbe
che in parte la spesa, offrirebbe una
maggiore convenienza se Tampliar
mento non si limitasse alla costruzione di im solo alloggio. La questio^
ne viene demandata allo studio e all’attuazione da parte del Consiglio di
Facoltà.
7) Amministrativamente, la vita
della Facoltà non é mai molto florida, né potrebbe esserlo. Anzi, la
Commissione d’esame ha invitato a
non parlare più di « deficit » della Fa
coltà, ma più precisamente di costo
dell’opera: ogni istituto di istruzio
ne è sempre deficitario. Ci si è ralle
grati per la liberalità ' delle Chiese e
degli amici stranieri, e in particolare
per il «sodalizio degli Amici della
Facoltà», che raccoglie da solo un
sesto delle offerte.
Ma il lato più vivo della discussione sinodale sull’opera della Facoltà é stato il confronto fra la formazione teologica che la Facoltà dà e
la predicazione degli studenti che ne
e.scono. Il problema é stato suscitato
dal Past. C. Gay: problema sentito,
e ohe ritorna di anno in anno quando si discutono, dal Corpo Pastorale,
i sermoni di prova dei candidati. Un
rimprovero espresso o inespresso par
re spesso levarsi verso rinsegnamento teologico come viene dato; come
se esso non tendesse a formare dei
predicatori, ma dei cultori di studi
teologici. lì prof. V. Subilia ha ringraziato il Past. Gay per aver suscitato questo che è il problema centrale dell’opera della Facoltà, e della vita della Chiesa. Egli ha affermato:
« La predicazione è il nostro tormento e la nostra passione » ; tutto lo
studio e le ricerche di professori e
studenti tendono alla predicazione:
tanto più sconcertante, per i docenti
stessi, il sentire spesso mancare, nei
giovani, quello che è stato chiamato
«il demone della predicazione» (G.
Rostagno). La Facoltà si sforza di
dare tutti gli strumenti necessari allo svolgimento di un serio ministero
della Parola, ma c’è im qualcosa, al
di là, che nessuno può dare, che è
dono dello Spirito Santo. Tutta la
Chiesa deve e può però collaborare,
con la sua preghiera e con la sua
vita stessa, a che si formi una persona in cui questo dono possa fruttare.
Quanti erano nell’aula sinodale non
hanno potuto evitare un senso di
emozione, a queste parole, e quando
il Prof. Subilia ha detto la gioia —
rara, purtroppo — «nei casi in cui
possiamo ascoltare, spogliandoci del
nostro abito critico, il messaggio di
un giovane fratello». E' questo «il
mistero profondo dell’anima del predicatore ». Parole amichevoli e riconoscenti sono state rivolte ai nostri
docenti sia da parte di ex-studenti,
che hanno pure 'chiesto una cura
sempre maggiore d^li esercizi di predicazione e un più stretto contatto
degli studenti con la vita e i problemi della Chiesa, sia da parte di un
laico che ha ringraziato la Facoltà
per gli uomini e la predicazione che
sta formando.
In modo tutto particolare si è sentito. quest’anno, quanto la nostra Facoltà sia nucleo vitale della nostra
Chiesa: ne è risultata la fimzione
non certo puramente «scolastica», è
stata circondata dar un interesse pieno di calore che le chiede pure sempre di più! Con pieno consentimento è stato votato per acclamazione
il seguente odg:
Il Sinodo approva l’operato del
Consìglio della Facoltà di Teologia
ed esprìme la sua riconoscenza al
Consiglio ed in particolare ai Professori per il lavoro compiuto durante il CIV anno accademico.
Le Chiese Valdesi
del Rio de la Piata
Il rapporto della Tavola sottolinea
che lo scorso anno ha segnato ui>
intensificarsi dei rapporti con il Distretto rioplatense. La visita del Moderatore Rostan —oltre al « pellegrinaggio » elvetico-valdese — in occasione del centenario delle Chiese
valdesi sudamericane, nello scorso
autunno; ora la visita che il Vicemoderatore Giampiccoli ha fatto,
sia pur brevemente, alle Chiese Valdesi del Rio de la Piata, in occasione del suo recente viaggio in Sud
America, per partecipare alla 18‘
Assemblea generale dell’Alleanza
Riformata Mondiale; l’arrivo in Italia del Past. Giovanni Tron e della
Signora, che siamo stati lieti di avere con noi in Sinodo, tutto questo,
e quanto si è scritto sui nostri giornaii al riguardo, ha contribuito a
rinserrare i legami che uniscono i rami della Chiesa Valdese di qua e di
là dell’Oceano. Ce ne rallegriamo
vivamente.
Si è espressa la viva gratitudine
della Chiesa al Past. E. Ganz che,
dopo il lungo ministero nel Distretto
rioplatense, ha chiesto ed ottenuto
l’emerituzione.
Il Past. G. Tron ha presentato alcuni dei problemi più urgenti del
VI“ distretto: I) la regolamentazio
ne dei ministeri femminili; 2) la necessità di rivedere i regolamenti in
modo che sia preservata l’unità delia Chiesa Valdese, ma al tempo stesso si tenga conto delle diverse condizioni ambientali in cui vivono i suoi
due grandi rami (a tal fine è stato
votato un o.d.g.); 3) il problema delreniigrazione e dell’evangelizzazioiie; 4) connesso a questo, l’impegno
nella costiuzione del nuovo tempio
di Montevideo.
Infine il Sinodo, su designazione
e presentazione del Corpo Pastorale,
ha nominato con profonda fiducia e
viva ricono.scenza il Past. Alberto
Ricciardi quale successore del Prof.
A. Soggin nell’insegnamento alla
Facoltà di Teologia di Buenos Aires,
quando, nel 1961, questi rientrerà in
Italia. Il compito del Pastore Valdese che è designato a coprire una cattedra nella Facoltà teologica di Buenos Aires e a curare quella Chiesa,
nonché a rappresentare in qualche
modo la Chiesa Valdese nell’America latina, è un compito gravoso e
molteplice; tanto più vivo l’augurio
per il suo ministero, e fin d’ora per
la sua preparazione a tale servizio.
L'angolo
della riconoscenza
Pur con ritardo, dato lo scarso spazio, riportiamo gli o. d. g. o le dichiarazioni che hanno espresso la riconoscenza della Chiesa :
alla Tavola
Il Sinodo, udita la relazione della Commissione d'esame e discussa la Relazione Annua, approva
l'operato della Tavola e ringrazia
il Moderatore e gli altri membri
I»«#. I* «prrì^ «lì fodob» o dì con
sacrazione con cui hanno servito
la Chiesa.
Un ringraziamento particolare,
anche se non espresso in un o.d.g.
è stato rivolto in Sinodo al Dott.
Gustavo Ribet che, dopo un settennio di impegno nella Tavola,
ha lasciato il suo posto, in cui aveva reso con consacrazione preziosi servizi.
alla Commissione d'esame
Nella fretta delTultima incalzante mattinata, si è ringraziata
senza troppi complimenti la Commissione d'esame per il lavoro
svolto. Malgrado,-le obiezioni rivolte al criterio con cui ha adempiuto al suo mandato, può contare
sulla riconoscenza della Chiesa, e
il suo lavoro porterà frutto anche
oltre i muri dell'Aula sifiòdale.
al Seggio del Sinodo
Il Moderatore, al termine dei lavori sinodali, ha espresso la riconoscenza del Sinodo per il lavoro
svolto dal Seggio, composto dal
Past. Aldo Sbaffì, presidente, dal
Dott. Manlio Gay, vicepresidente,
dai Past. F. Giampiccoli, G. Bogo
e S. Rostagno, segretari, e dai Sigg.
G. Bensi e A. Garrone, assessori.
Dunque, questi^distretti ?
Una delle commissioni di studio
nominate dallo scorso Sinodo doveva
riferire sull’« organizzazione distrettuale » (Past. D. Cielo. G. Girardet,
A. Sbaffi, Dr. G. Peyrot e Aldo Ribet). La sua relazione, ampia e ricca
di spunti, non ha — per mancanza di
tempo — potuto essere esaminata che
molto brevemente.
A parte una piccola discussione sulla fondatezza o meno delle esplicite
o implicite accuse di una vena di episcopalismo che si sarebbe insinuata
nel nostro ordinamento presbiteriano,
e sui pericoli di una accresciuta burocrazia in seguito ad un eventuale decentramento amministrativo distrettuale, non si è potuto affrontare a
fondo il problema, sebbene sia vivo.
Anche senza alcuna cattiva volontà, evidentemente, da parte della Tavola, che opera in base a regolamenti
sanciti da anni, è pure chiaro che da
Rapporti ecumenici
Il rapporto della Tavola al Sinodo
mostra con uno scarno ma eloquentissimo elenco quanto siano stati numerosi i contatti ecumenici mantenuti dalla nostra Chiesa ancora nello
scorso anno: delegazioni valdesi a
sinodi e conferenze ecclesiastiche in
tutta Euro])a, per non parlare de)
rapporti che, tramite il VI’ distretto, si vanno rinserrando anche con
il Protestantesimo nell’America latina
Nel corèo dell’esame di questo
punto, il Past. C. Gay, riferendo
sulla Conferenza delle Chiese europee tenutasi nel gennaio scorso a
Nyborg (Danimarca), invitava le
singole Chiese a tenersi maggiormente informate sui problemi ecumenici ed esprimeva al tempo stesso il desiderio che essi fossero studiati, possibilmente insieme a qualche membro del Consiglio Ecumenico, in uno dei prossimi Sinodi. Ecco
l’o.d.g. votato al riguardo:
Il Sinodo Valdese, considerando
l’importanza della ricerca ecumenica per una maggiore intesa in
obbedienza alla Parola del Signore fra le Chiese evangeliche e riformate in Europa, invita il Seggio a nominare una commissione
che presenti uno studio in merito
in una seduta del prossimo Sinodo.
Altri oratori hanno pure sottolineato la necessità e l’utilità dt tenersi in contatto, nella misura del
possibile, con le Chiese d’oltre cortina, con il Protestantesimo jugoslavo, e soprattutto con la Chiesa Evangelica Spagnola che dobbiamo cercare di sostenere e seguire con più
fraterno interesse.
Insistiamo, qui, per parte nostra,
sulla necessità —- urgente — che le
Chiese sul piano locale si facciano
sempre più avvertite di questa problematica odierna della vita della
Chiesa. Soltanto quando una coscienza ecumenica sarà maturata alla base della nostra Chiesa, una discussione sinodale potrà essere vera
mente fruttuosa; questo non significa rimandare la cosa alle calende
greche! al contrario, è un impegno
preciso per tutti i responsabili più
coscienti della Chiesa. Anche sulla
nostra stampa questa informazione
non solo sui fatti spiccioli ma sui
problemi mondiali della vita ecumenica, va potenziata e sviluppata.
Beilo ma non facile
lavorare insieme
La Commissione d’esame apriva la
discussione dei progetti di più stretta
collaborazione valdese-metodista citando con qualche ironia un verbale della Tavola : « Sembra che
vada maturando un’attesa di passare ai fatti concreti, pur nella preoccupazione di non precipitare le cose ». Effettivamente, quando nelle
Chiese — e in molti Sinodi, ormai —
si sente parlare di collaborazione con
la Chiesa Metodista, ci si chiede cosa mai si aspetti... E’ vero che in
tale impazienza non vengono presi in
considerazione i problemi effettivi e
complessi che tale collaborazione
comporta. Ma è pure vero che non
si rischia davvero di precipitare le
cose!
Se si rifa, come la controrelazione ci ha invitato, la storia dei rapporti valdese-metodisti, risulta appunto la difficoltà a far seguire, alle
dichiarazioni di principio e di reciproco riconoscimento, pratiche attua
zioni nei singoli casi concreti. Ci sono in cantiere alcuni progetti ad es.
di abbinamento di comunità: le Ghie,
se ne siano presto informate — e non
soltanto con il messaggio comune del
Moderatore Rostan e del Sovrintendente Sbaffì (da noi pubblicato) —
ma mediante precise e dettagliate
indicazioni. Non si ritorni più sulle
decisioni ormai prese, ma si proceda
decisamente. E qui la Commissione
d’esame presentava alcune proposte,
tendenti a rendere operante l’atto sinodale n. 10 del Sinodo 1957, nonché
a rivedere in conseguenza i R. O., in
particolare per quanto riguarda la
questione delle diaspore.
A chiusura della discussione viene
presentato ed approvato il seguente
odg:
Il Sinodo, esaminate le proposte
della Commissione d’esame in merito alle disposizioni per l’integrazione con la Chiesa Evangelica
Metodista d’Italia, approvandone
di massima le linee direttive, demanda gli articoli proposti allo
studio della Commissione paritetica valdese-metodista, al fine di
preparare il coordinamento fra le
due discipline precisandone le modalità pratiche di attuazione; invita la Tavola ad attuare sul piano pratico l’integrazione dell’opera dei pastori delle due denominazioni. nelle situazioni particolari che lo consentano.
Anche qui è rivolto alle Chiese ed
ai pastori un caldo invito afflnchè
questa collaborazione ed integrazione
sia preparata e permessa da una mag.
giore conoscenza reciproca alla base.
anni la eccessiva centralizzazione è
sentita come un certo peso; o piuttosto, i singoli distretti — come del resto le chiese — non hanno sufficiente
spirito di iniziativa, nè potrebbero
averlo, data la regolamentazione.
Pur accogliendo l’invito a non drammatizzare le cose, e convinti che non
siamo certo sulla via di lasciare un
sistema presbiteriano-sinodale per accoglierne uno episcopale, è però giusto che la Chiesa tutta si chieda seriamente se la sua attuale regolamentazione corrisponde veramente al presbiterianesimo che professiamo; è necessario che si tenti di potenziare la
vita della Chiesa, la sua evangelizzazione, intensificando i contatti locali
fra le Chiese, e anzitutto dei membri
delie Commissioni distrettuali con le
relative Chiese; tale intensificazione
presuppone sia una circoscrizione distrettuale più ristretta dell’attuale, sia
una maggiore autonomia, anche finanziaria, delle attività distrettuali.
Questo problema è sentito: lo ha
mostrato non soltanto il ricorrere di
esso in sede sinodale, da vari anni,
ma anche una discussione sulla nostra
stampa. Si tratta di un ripensamento
di tutto il nostro quadro istituzionale
(come per quel che riguarda Tautonomia delle Chiese), ripensamento che
non significa innovazione ma rinnovato sforzo di fedeltà alla nostra Confessione di fede per ciò che riguarda
la vita e Torganizzazione della Chiesa.
E’ stato un peccato che non si sia
potuto dedicare più tempo a discuterne, in Smodo. In ogni caso la relazione della Commissione, anche se
non ha trovato tutti consenzienti, potrà e dovrà esser tenuta presente nell’ulteriore studio che le Chiese sono
chiamate a fare della questione. E’
stato infatti votato questo o.d.g. :
// Sinodo, udita la relazione della Commissione ad referendum sulla organizzazione distrettuale, rinnova il mandato alla Commissione, invitandola a sottoporre allo
studio delle singole Chiese la relazione stessa Unitamente al risultato delia discussione sinodale, e
si riserva di decidere nel merito alla prossima sessione, dopo aver udito l'avviso espresso dalle Conferenze Distrettuali ed eventuali ulteriori suggerimenti della Commissione.
Doni ricevuti per il |ioruale
Ringraziamo : Dalmas Adelina L
(300); Bounous Jenny (1.470); En
souvenir de Judith Vigne in Benech:
Godine Giovanni e Giulia (1.000);
N.N. (1.000); Genre Ma^ Campese
(300); Cotta Morandini Giuseppe
(300); Cotta Morandini Giorgio (300);
Giuseppe Vingiano (100); L. Klaesi
(150); Marianne Margot (400); Fio
rence Covel Avitabile (1.000); Boria
Annunciato (50); Nisbet Goffreda
(400).
3
N. 37 — 18 settembre 1959
L'ECO DELLE VAUI VALDESI
— 3
Altri temi sinodali
La controrelazione aveva suggerito
alla Tavola di potenziare o forse piuttosto riordinare gli uffici centrali e il
loro personale, affinchè il Moderatore
possa essere coadiuvato stabilmente
da un segretario (il Past, Paolo Marauda) che diriga un ufficio bene organizzato, in modo da potersi dedicare al massimo al lato spirituale della Moderatura.
Riguardo alla Commissione permanente per gli Anziani Evangelisti, « la
Commissione d’esame si rallegra che
questa volta non possa che dir del
bene circa quel che è stato fatto
durante l’anno. (...) Ha proceduto diligentemente all’esame di tre candidati già formati, presentatile dalla
Tavola e ha esaminato le linee secondo le quali i candidati potranno
esser preparati nel futuro. La Con*
missione non è stata insensibile al
problema — sempre aperto — di caratterizzare più specificamente e precisamente il ministero dell’AnzianoEvangelista, evitando che questi sia
soltanto un sotto-Pastore ; ma poiché
non è ancora giunta a conclusioni finali, e desidera lavorare in pace
fintanto che non abbia maturato il
•SUO pensiero, la Commissione d’esame si associa di buon grado al suo
desiderio e rivolge alla Commissione
permanente Anziani-Evangelisti un
ausilo affettuoso ». Il Sinodo non
si è fermato su tale punto. Ci associamo qui all’augurio di un lavoro
fecondo nella rivalutazione di questo
ministero, appena sia possibile. E ci
rallegriamo che quest’anno tre nuovi
Anziani-Evangelisti siano stati accolti quali ministri della Chiesa: Giuseppe Baldi, Archimede Bertolino e
Attilio del Priore.
Circa la relazione., distribuita nelle Chiese, sui rapporti con il Cattolicesimo romano, si è notato con soddisfazione che molte chiese l’hanno
esaminata e discussa, nel corso di
quest’anno. Poiché accanto a questo
scopo di diffusione e di studio intera
ni c’era pure quello di diffondere il
documento nel mondo ecumenico, come espressione della nostra posizione di riformati italiani, si è discussa
la possibilità di pubblicare la relazione come documento sinodale uffi
ciale. Lievemente rivedute, saranno
pubblicate la prima e la terza parte della relazione, a cura della Commissione sinodale che viene riconfermata; alcuni hanno insistito affinché si mantenesse al documento il
suo carattere occasionale, che sottolinea alcuni punti particolari della
situazione odierna e non pretende essere un confronto completo fra Riforma e Romanesimo; si può tuttavia fare qualche riserva sul carattere
incompleto di tale presa di posizione
evangelica.
Gli Uffici, fregale e Tecnico, della
Tavola hanno anche quest’anno svolto egregiamente il loro compito, in
luoghi e situazioni molteplici. Abbiamo accennato sopra alla proposta
della Commissione d’esame che tali
uffici siano completati da una bene
organizzata segreteria alle dipendenze del Moderatore.
La Commissione biblica ha continuato il SUO' lavoro, preparando e pubblicando il Lezionario biblico, le Meditazioni bibliche quotidiane, le Note omiletiche per la predicazione. Si
ha purtroppo Timpressione che una
parte di tale lavoro vada sciupato;
mentre si invitano le Chiese a non
trascurare quanto viene loro offerto
per aiutarle nella lettura della Parola di Dio, si ricorda d’altra parte a
Pastori e Concistori una maggiore
precisione nell’ordinare ciò che è necessario e nel pagare ciò che si è
ordinato.
Visto il ripetersi di casi di fanciulli abusivamente battezzati cattolicamente, è stato votato il seguente odg :
Il Sinodo invita il Seggio a nominare una Commissione ad referendum sul problema dei fanciulli
battezzati cattolicamente senza o
contro la volontà di uno o entrambi i genitori], perchè presenti al
prossimo Sinodo uno studio sotto
il profilo teologico e giuridico, anche in merito ai provvedimenti
che la Chiesa può prendere nei
confronti dei problemi connessivi.
La settimana prossima concluderemo
queste note sinodali parlando della CIOV.
Mais quel est donc
ce peuple, et que
sont ces Vallées Vaudoises dont Jean Jalla s’était fait l’historien?
On désigne sons Ip
nom de Vallées Vaudoises du Piémont,
une petite région, située sur le versant
oriental des Alpes,
juste au sud de la Vallée d’Aoste, en face de
la vallée du Queyras, et comprenant les vallées de petits mais impétueux torrents, affluents du Pô supérieur à savoir: le Pélis,
la Germanasque et le Clnson. Le chef-lieu
en est La Tour, en italien Torre Pellice.
La population, d’environ 20.000 âmes, est
en majorité de religion protestante et parle
également le français et l’italien, en plus
de leur dialecte local qui se rattache à l’occitar.
Les noms de ses habitants, parmi lesquels on rencontre des Pons, des Bonnet,
des Jourdan, des Peyrot, des Hugon, des
Bert, des Arnaud, des Perrot, des Gay, des
Besson, des Arnoulet, et qui nous sont familiers, à nous languedociens, révèlent une
orig'ne généralement méridionale, origine
confirmée par l’accent légèrement chantant
et nullement parisien, ni même suisse comme certain l’ont assuré! Le dialecte local,
nous l’avons dit, est un rameau de la langue d’Oc. 11 se rattache généralement à
ceux des vallées alpestres provençales et
dauphinoises, mais on y rencontre avec
une certaine surprise tels vocables, parfaitement inconnus en Provence, mais d’usage
courant en Languedog_et en Ariège. Nous
touchons là à l’orig'nè même d’une partie
des populations des Vallées: on sait, maintenant, qu’au lendemain de la prise des
places fortes cathares de Montségur et de
Quéribus, nombre de nos compatriotes, qui
ne voulaient pas renier leurs croyances,
quittèrent les Pyrénées et trouvèrent un
refuge, justement dans ces Vallées des Alpes italiennes, où les disciples de Pierre
Valdo s’étaient eux-mêmes réfugiés.
Si, en effet, la religion actuelle des habitants des Vallées Vaudoises se confond
avec le protestantisme d’inspiration calviniste, elle était assez différente à l’origine.
Pierre Valdo, riche marchand lyonnais,
éclairé par la lecture des Evangiles, n’avait
jamais eu en vue la constitution d’une nouvelle religion. Son but essentiel était de
faire connaître au peuple les vérités de la
Bible qu’il avait fait traduire eu langue
d’Oc, et de contribueï, dans la mesure
de ses moyens, à une restauration des valeurs morales, alors déjà si fortement dépréciées! Le Pape Alexandre III, d’abord
Uhistorien vaudois
JEAN JALLA
* Suite de la communication radiodiffusée par Radio Toulouse le 4 sept.
séduit par sa simplicité, ne l’avait cependant pas approuvé et
avait formulé d’expresses réserves. Pierre Valdo avait passé
outre, et continué son
apostolat. Et c’est
ainsi que, peu à peu,
les Vaudois s’éloignèrent de l’Eglise Catholique et en arrivèrent à constituer une confession distincte,
qui connut d’ailleurs bien des vicissitudes, jusqu’à l’avènement de la Réforme.
épreuves non plus ne leur furent pas
épargnées, que ce soit durant la Croisade
contre les Albigeois, que ce so’t à l’époque des Guerres de Religion, que ce soit
enfin, au moment de la Révocation de l’Edit de Nantes et de l’atroce guerre des
Camisards. II fallut attendre Napoléon 1er
pour qu’ils jouissent enfin de l’égalité des
droits avec les autres citoyens, égalité qui,
après un retour en arrière, leur fut confirmée, en 1848, par le roi Charles Albert.
L’Histo:re des Vaudois ne devait cependant pas se terminer là, et une magnifique
page fut encore écrite au moment de la
Libération: en liaison avec les Maquis de
Provence^ et du Vercors, les Partisans vaudois luttèrent contre l’absolutisme fasciste,
mais durent payer un lourd tribut. Et les
chemins des Vallées, routes provinciales
auss bien que sentiers de montagne, sont
jalonnés des tombes de nombre d’entre
eux, morts pour la Liberté. Les « lendemains qui chantent » ont coûté bien des
larmes aux mères et aux épouses vaudoises...
Jean Jalla était mort depuis 1935, mais
.sa plume aurait su retrouver les accents
émus et pathétiques avec lesquels il célébrait le courage du Capitaine Arnaud et
de ses compagnons, lors de leur Glorieuse
Rentrée dans la terre des ancêtres...
^ H: ^
-..Et cette histoire nous a été contée sur
place, dans les lieux mêmes où elle s’éta't
déroulée, l’an dernier, par un de ses élèves et amis, le professeur Théophile Pons
qui est aussi son continuateur. Le Professeur Pons avait bien voulu nous guider
dans les diverses salles du Musée Vaudois
où nous accueillait tout à l’heure le sourire si bienveillant de Jean Jalla, et il
nous détaillait, au pied de la Balsille, ce
Montségur vaudois, dernier refuge de sa
Liberté, l’épopée de ce vaillant petit peuple.
Marcel Carrières.
Nel corso di un’ora e mezzo, i presenti hanno ascoltato, espressa in
musica, una, vera e propria testimonianza, che si è inquadrata in una
atmosfera raccolta, dopo l’invocazione, e che si è conclusa col PADRE
NOSTRO recitato in due lingue da
tutti, e con la benedizione.
Il Pastore Geymet ha presentato
il gruppo di strumentisti, tutti dilettanti, ma avvezzi (lo si sentiva) ad
un’assidua esercitazione; ha narrato
la storia delle « fanfare » che si sono via via organizzate in Germania
neH’ambito della chiesa evangelica;
esse in riunioni speciali all’aperto,
raccolgono talvolta perfino 8.000 ottoni (trombe, cornette, tromboni, ecc.,»
che cantano nel loro linguaggio mu
sicaie le lodi del Signore.
Sono stati eseguiti molti corali, fra
i quali abbiamo riconosciuto alcuni
inni che faranno parte del nuovo innario, (ed anche il n. 1 dell’Innario
attuale, nella sua versione originale)'
poi alcune «fughe»-e variazioni su
corali. L’assemblea ha cantato alcuni dei nostri inni con l’accompagnarnento di trombe.
Mi siano permesse ora alcune os
servazioni.
Per cominciare, un giudizio sugli
esecutori. Essi hanno dimostrato una
fusione buona se non ottima, un dosato equilibrio di parti, un timbro
pastoso e rotondo. Spesso si crede
che gli ottoni, in locale chiuso, siano
troppo forti: è inesatto: il loro suono non è vibrante, se ben dosato. Anzi l’insieme di tali strumenti, dal suo
Concerto spirituale
Sono lieto di poter esporre alcune xd§e,f. - T
che spero utili, scrivendo la cronaca dei '
CONCERTO SPIRITUALE offerto sabato
scorso 12 sett., nel tempio di Torre Pethce, da un complesso di « ottoni » tedesco.
no denso e corposo, dà un senso di
calda, pensosa maestosità; purtroppo
il locale era assai vuotO' (60 presenti
soltanto: per troppo poca informazione?) e faceva risonare gli strumenti più del dovuto.
Qualche imperfezione nell’intonazione è stata perdonata, e molto volentieri, grazie alla nobiltà di espres
sione ed alla chiarezza del fraseggio.
Programma buono, con musiche rigorosamente classiche e preprie della Riforma, scelte forse ad un livello
eccessivamente DOTTO. Avremmo
gradito udire anche alcuni « corali »
semplici a 4 voci, come quelli che rallegravano gli intervalli del Sinodo.
Gli inni italiani hanno creato un
più intimo legame fra esecutori e
presenti : abbiamo udito e cantato
con gioia rm « Forte Rocca » dal TEM.
PO rigorosamente esatto, anche se il
ritmo è per forza alterato, con l’at
tuale testo italiano. Non del tutto
felice la scelta di alcuni inni italiani che sarebbe stato meglio lasciare
da parte, tanto più che il loro stile
era in forte contrasto con quello dei
pezzi strumenta.li, più austeri.
Inoltre la precfea esecuzione delle
trombe ha cmda|aente messo in ri
salto i difetti di tali melodie.
Una domanda: il complesso di
trombe è adatto all’esecuzione di musica sacra? Molti forse si sentono un
po’... urtati per questo; e la cosa si
spiega facilmente, perchè c’è l’abitudine di associare a un cèrto strumento un certo tipo di musica. P.es.. si
dice: l’organo serve per la musica
sacra (invece esiste un vasto repertorio di musica per organoi NON sa
era). Così la «fanfara» vista magari
come «banda popolare o civica» ci
suggerisce subito l’idea di «marce»,
o di riduzioni da opere liriche. Invece il suono degli ? ottoni» può esprimere sentimenti gravi e solenni. Bisogna però che Tesecuzione sia oltremodo accurata, e che l’espressione
sia stata meditata lungamente, specie da parte di ohi non è abituato
all’uso sacro dello strumento ed a
questo particolare stile.
Un cenno ancora sul « concerto spirituale » : bisogna confessare che non
ci si è ambientati perfettamente nelTatmosfera: culto o concerto o nè
l’uno nè l’altro? Non é una critica
agli organizzatori: è ima riflessione
che riguarto noi. E’ un fatto che,
come ben diceva il Pastore Conte, nel
suo saluto agli esecutori, noi non va
lutiamo abbastanza l’elemento ADORAZIONE nel nostro culto : non sappiamo fare a meno di una parola da
ascoltare, di un messaggio, di idee
da ricevere dal di fuori. Nei nostri
culti, la maggioranza dei fedeli considera la musica come riempitivo, o
momento di distensione, o come puro « mezzo » per cantare sempre ancora delle parole (che sono pur ne
cessarle); ma non arriva quasi mai
alla contemplazione ed alTadorazio
ne, suggerite (con quanta fatica spes
so, da parte degli organisti) dagli interludi e dai cantici, o dai cori di
una corale!
Perciò ritengo di dover approvare
il tentativo fatto; spero che esso venga seguito da altri, con o senza « ottoni»; mi auguro che i nostri fratelli delle fanfare tedesche del Baden
vengano ancora a rallegrarci e darci un messaggio di fede comune oltre ad un arricchimento del nostro
spirito liturgico, infine faccio voti perchè il nostro pubblico valdese sia più
pronto ad accettare quanto di elevato
e di interessante gli viene offerto con
serietà, impegno e spirito di consar.-razione.
F. Corsani
PRIERE POUR MON VILLAGE
Toici trois moments de ” prière vécue, feuillets épars surpris au milieu des
papiers d'un pasteur" (1).
SAMEDI SOIR
En cette heure allègre, où le village veut oublier la fatigue de la
semaine, et se trouve au bord du Royaume, heure de détente et de
préparation, tiens-moi debout, au poste.
Heure de récréation ; que veille le berger, afin que soit préservée
la joie.
Heure qui précède ton jour; que veille le berger afin que soit
salué ton avènement.
Je te prie. Les voici...
Ceux qui si délassent au pas des portes, se réunissent à la table
de famille.
Ceux qui se pressent au cinéma, ceux du bal, ceux des cafés.
Ceux qui s'aiment et, peut-être, ce soir, concevront un fils.
Ceux qui espèrent et hâtent ta veryje. '■
Accorde à mon village vrai bonheur en attendant la Joie de ton
Règne !
Qu'il nous souvienne de ton invitation. Seigneur. L'invitation au
Royaume et, demain déjà, l'invitation dans ta maison.
Tu m'envoie le long des rues, par les places, jusqu'aux abords
des champs. Tu veux que la salle de fête soit remplie. Tu veux que
nous soyons contraints d'entrer afin que nulle place ne reste vide, et
voici. Seigneur, je n'ai d'autre violence que la prière.
Allons donc ensemble de porte en porte: nous voici. Seigneur;
rue par rue, maison par maison, famille par famille, chaque nom est
appelé devant Toi...
La tournéè est finie: tout t'est remis, maintenant, tous nous sommes placés dans ta main. Le jour qui vient t'appartient.
Que demain ton nom soit sanctifié et que vienne ton règne; dans
notre village, que ta volonté se fasse comme au ciel.
Amen Alléluia.
DIMANCHE MATIN
Merci, Seigneur, pour la joie de ce dimanche matin.
Merci pour le bonheur de contempler ces visages aimés réunis
quelques instants devant ta face.
Merci pour la grâce de reconnaître en eux ta présence ici-bas.
Merci parce que tu es le Ressuscité, le vivant; et ton Corps, ô merveille, c'est nous!
DIMANCHE SOIR
Seigneur donne-moi de reposer maintenant en paix. Une fois la
semence jetée, que le semeur dorme ou veille. Tu me l'as dit, elle croît.
Comme une poule rassemble ses poussins, comme le berger, vers
le soir, réunit son troupeau, que ma prière rassemble ce village et toutes tes créatures ici, maintenant, devant Toi.
* * *
Qu'ajouter, Seigneur, sinon Te demander pardon nous, pasteurs,
de ne pas toujours vivre cette prière; nous, membres de Ton église,
de ne pas toujours avoir étés à leur côté dans cette intercession.
Rend Toi-même vivante cette prière en nous. Viens, Esprit créateur!
(1) Extraits d’un « Cahier de Pomeyrol »: « Prières pour mon village », édité
par Oberlin, Strasbourg 1955.
♦1« BROUTILLES
Clochers
Jean Bonhomme avait toujours cru
que le clocher était un « bâtiment élevé ordinairement au-dessus d’une
église et dans lequel on suspend des
cloches ». Il avait aussi toujours estimé que l’amour du clocher était chose fort louable. On lui avait enseigné
que le clocher et l’amour du clocher
ont inspiré maints poètes. Il savait
que le son des cloches éveille dans le
coeur des hommes une foule d’idées
dont personne ne soupçonne l’existence.
Ne s’était-il pas surpris, certain samedi soir, en écoutant le son de la
cloche du temple de La Tour qui sonnait à toute volée, à s’arrêter, interloqué, et à s’interroger?
« Mais sommes-nous en train de
devenir catholiques? Aurait-on introduit, chez nous, les Vêpres? »
Et n’avaitril pas arrêté l’ancien qui
lui avait rendu son calme et son indifférence en lui expliquant que ce
son de cloche est un son ecclésiastique qui a tout simplement rapport à
l’art mnémonique c’est-à-dire l’art de
faciliter les opérations de la mémoire
c’est-à-dire l’art de rappeler à Jean
Bonhomme ce qu’il n’a jamais oublié, mais dont il ne veut jamais se
souvenir, à savoir qu’après le samedi, jour ouvrable, arrive le dimanche,
jour férié, consacré à Dieu.
Alors la cloche sonne, samedi! Et
Jean Bonhomme qui travaille s’arrête
un instant : « Tiens, comme le temps
passe! C’est de nouveau dimanche;
faudra voir d’aUer faire quelques commissions le matin ».
Par conséquent Jean Bonhomme
aime son clocher d’un amour jaloux;
il n’a jamais vu que son clocher, mais
son clocher est le plus beau de tous
les clochers. Il n’y a pas pmi de répétitions dans cette phrase, mais le tort
est à Jean Bonhomme qui se fâche
tout rouge quand on touche à son
clocher.
C’est un drôle de petit bonhomme;
il ne s’intéresse pas aux problèmes
ecclésiastiques. Il est tout heureux de
pouvoir dire : « Monsieur le pasteur
vous pouvez toujours être tranquille
de mon côté; moi je ne critique pas
les sermons de monsieur le pasteur et
je n’use pas les bancs du temple » mais
ne vous avisez-pas de lui faire observer qu’il est inscrit dans les registres
de la paroisse de Villar, alors que sa
maisonnette est à deux pas du clocher
de Bobi! Ne vous hasardez pas à lui
faire remarquer que de son pré il voit
le clocher de Bobi, tandis qu’il n’aperçoit pas celui de Villar! Et si vous
déscendez le Pélis et vous arrivez à
La Tour ou à S. Jean, ne vous arrêtez pas au Baussan pour respirer un
moment et dire: «La Tour est une
petite ville »; un sengianin pourrait
bien vous entendre et s’écrier: « Mais
ici nous sommes à Luserna S. Giovanni; ne savez-vous donc pas, que.
par là-bas, derrière la montagne il y a
deux clochers de S. Jean? »
Et si vous remontez la Luseme, ne
vous avisez pas de trouver étrange
que le pasteur de S. Jean soit aussi le
pasteur de Murcius, tandis-que celui
de Rora prêche aux Fucine!
Et si vous déscendez vers la plaine,
n’allez pas prononcer le nom de Miradolo à l’ombre branlante du cl(x:her
de l’église de S. Secondo!
Nos clochers sont toujours là, à
leur place, depuis des siècles, témoins
redoutables d’une redoutable immutabilité ecclésiastique.
Les Rorencs sont déscendus de la
montagne; les Bubiarels ont aban
donné leurs bries; La Tour et S. Jean
semblent devenir une seule grande
commune; de nouveaux problèmes
sont posés à ceux qui ont des yeux
pour voir et des oreilles pour entendre. Mais il y a l’amour du clocher
qui éveille encore rivalités et jalousies
de paroisses, des haines mesquines de
villages et de quartiers! Les flots de
la migration vaudoise se brisent aux
pieds du clocher, mais tout dort, même les Concistoires : surtout ne touchez pas aux circonscriptions paroissiales.
Comme dit Jean Bonhomme : « Ça
a toujours été comme ça, et ça doit
toujours être comme ça ».
L. A. Vaimal.
4
GIOVANNI MIEGGE
LA VERGINE MARIA
2a ediz. — L. 750
Claudiana - Torre Penice;
L'Eco delle Valli Valdesi
PIERRE PETIT
LOURDES
' Trad. G. Costabel — L. 450
Claudiana - Torre Pelllce
Dalle nostre Comunità
san SEconiDO
Un altro lutto ha colpito lunedì scorso
la famiglia Don della Lombarda, quando
ancora non era spenta l’eco della tragica
morte del giovane Bruno, stroncato da!
fulmine.
La signora Irma Don in Fornerone, nativa di San Secondo e residente a Luserna San Giovanni, dove viveva col marito
e col figlio, era deceduta improvvisamente a 47 anni, in seguito ad un morbo crudele ed inesorabile.
La triste notizia ha suscitato un senso
di profonda mestizia nella nostra comunità dove l’Estinta era molto conosciuta
e stimata e dove vivono i suoi genitori,
già duramente provati nel passato dalla
morte di altre due figlie.
Il servizio funebre nel Tempio di Lusema San Giovanni e nel cimitero di San
Secondo, dove la Salma è stata tumulata
nella tomba di famìglia, si è svolto martedì pomeriggio ed ha costituito una manifestazione veramente solidale di rimpianto e di simpatia da parte di un numeroso pubblico commosso.
L’Evangelo della Risurrezione conforti
i famigliari che gemono nel pianto e rinsaldi la loro Fede afiSncbè essi possano
trovare rifugio e forza alla luce del Cri
sto Consolatore. d. g.
RODORETTO
mdSSEL
Dimanche 13 a eu lieu le baptême de
Bianca Giraud du Gros Passet.
Le Concistoire a tenu sa séance dimanche après midi, plusieurs questions concernant l’activité et la vie spirituelle de
notre paroisse ont été éxaminées et seront
mentionnées à l’assemblée dimanche 20.
II culto della domenica 23 Agosto è stato
presieduto dal pastore della Chiesa Valdese di Pachino sig. Samuele Giambarresi
che vivamente ringraziamo.
Quest’anno, a causa del tempo piovoso
nel pomeriggio della domenica 23 Agosto
non abbiamo potuto salire al Colle delle
Fontane per la tradizionale riunione di
ferragosto; ci siamo tuttavia ritrovati nella scuola di Fontane insieme ad una cinquantina di persone fra cui una rappresentanza dei Valdesi di Marsiglia, per
ascoltare gli interessanti messaggi dei pastori Samuele Giambarresi e Sergio Rostagno che ci hanno rispettivamente illustrato
l’opera di Evangelizzazione della nostra
Chiesa in Sicilia ed in Calabria. Ci rallegriamo di questa opera benedetta e ringraziamo i pastori Giambarresi e Rostagno
per la loro visita nonché per i messaggi
che abbiamo ricevuto.
Ultimamente è stato amministrato il
S. Battesimo a: Meytre Lorena di Ettore e
di Genre Olga (Fontane) ed a Poet Milena
e Poet Marisa di Mario e di Grill Elda
( Miniera Paola).
Il Signore accompagni del continuo queste creature e conceda ai loro genitori di
mantenere l’impegno assunto.
Domenica 13 corr. m. il Pastore Giovanni Tron di Montevideo, che da qualche tempo si trova alle Valli, e la sua Signora sono saliti a Rodoretto per presiedere il culto nella comunità di cui il Pastore Tron fu conduttore oltre 2,3 anni fa,
prima della sua partenza per le nostre Colonie Valdesi deU’Uruguay. La comunità si
è rallegrata di rivedere ì sig.ri Tron e li
ringrazia vivamente per la gradita visita
nonché per il messaggio che abbiamo ricevuto.
Convitto Masohiie Valdese
Torrs PbHìcb (TbHhb)
Sono aperte le i.scrizioni per il prossimo anno scolastico al Convitto
Maschile Valdese di Torre Penice per alunni che frequentino le SCUOLE
ELEMENTARI, LA SCUOLA MEDIA, IL GINNASIO E LICEO CLASSICO E LE SCUOLE DI AVVIAMENTO INDUSTRIALE.
Per informazioni e per ricevere prospetti illustrati scrivere semplicemente, anche su cartolina pastoie, a: CONVITTO — TORRE PELLICE
(Torino).
Rodi,
porta \ '
(segue dalla 1» pagina)
non significa che il Consiglio ecumenico
deUe Chiese si mostri indifferente nei confronti di quello che potrà essere un avvenimento capitale della vita cattolica. Il
Comitato esecutivo ha espresso il parere
che i rapporti con la Chiesa romana potrebbero essere migliorati: 1) se si offrisse
la possibilità di una più vasta collaborazione nel settore sociale e nella lotta per
una pace giusta e durevole; 2) se i teologi
si incontrassero più spesso ; 3) se tutte le
Chiese cercassero insieme di reinstaurare la
libertà religiosa per tutti gli uomini in tutti
i paesi.
11 Comitato esecutivo ha pure affrontato
la questione delVaccrescimento incontrollato della popolazione, che in un prossimo
futuro si avvia ad essere il problema mondiale n. 1. Vi torneremo più diffusamente
una delle prossime settimane.
Primo obbiettivo: l’unità
La sezione teologica « Fede e Costituzio
ne » anche a Rodi ha ricordato — per bocca del Prof. H. d’Espine — che a meno
che la preoccupazione essenziale del movimento ecumenico, che è di riavvicinare le
Chiese sotto il duplice aspetto del culto e
della struttura, non sia posta in primo piano, « finiremo per accontentarci di una
formale unità amministrativa che non soddisferebbe alcune esigenze primordiali del
la vita della Chiesa ». Si domanda perciò la
costituzione di dipartimenti di « Fede e
Costituzione » in seno ai consigli nazionali
delle Chiese e si auspicano più frequenti
incontri regionali delle Chiese per discutere dell’unità cristiana, come pure conver.s.azioni teologiche più frequenti con la
Chiesa romana e con alcune Chiese che si
tengono ancora lontane dal Consiglio ecumenico, ma che accettano Gesù Cristo come Dio e Salvatore.
(Da notiziari del S.OE.P.l. e da La Vie
Protestante del 4.9.1959).
PIIVIERQLO
Nel corso dell’estate la Chiesa ha avuto
occasione di ascoltare, al culto domenicale, la predicazione evangelica del Moderatore E. Rostan; dei pastori A. Ricca, G.
Castiglione, Giov. Tron (Montevideo); del
past. em. L. Marauda. La Chiesa ringrazia
questi Fratelli e domanda al Signore di
rendere duraturo ed efficace il loro messaggio.
Il pastore s’g. Deodato tenne inoltre due
riuscitissime riunioni di Studio Biblico all’aperto, al « Pilone » di Miradolo : classica località magnificamente adatta per simili incontri.
Relativamente limitati furono gli Att
liturgici durante il periodo estivo.
Un battesimo: Salvai Giorgio Cesare di
Nino e Bon:n Luigina.
Tre matrimoni: Eynard doli. Italo con
Gay doli. Giuliana; Peyrot Sergio con Bertalot Bianca Ida; Gardiol Renato con Forneron Claudina. Benedica, l’Eterno, e santifichi le gioie dei suoi figli.
Due funerali: entrambi di teneri esser
I appena apparsi su questa terra, angioletti immediatamente saliti al cielo: il 22
luglio. Long Armando di Adolfo e Long
Alma ; il 29 luglio, Bouchard Delio di
Ernesto e Soulier Amilda. DalP-mpenetrabile mistero, si levi pure la voce della fede per gii Afflitti: «Ecco, tutte le
anime sono mie, dice il Signore, l’Eterno ».
l/ILLASECCA
La nostra Comunità é stala lieta di ospitare, domenica 6 Settembre, la tradizionale
riunione degli « Eiciassie », che il tempo
incerto ed umido non ha permesso di radunare sotto ai secolari castagni di quella
località.
Nell assemblea che ha gremito il tempio
dei Chiotti, abbiamo visto con piacere numerosi i pomarini che non si sono spaventati del supplemento di strada da percorrere. Fra i primi abbiamo visto giungere
un « barbo » ultra ottantenne al quale
abbiamo chiesto con che mezzo fosse giunto. Ci ha guardati con aria mollo stupita
e ci ha detto: « oh bella, a piedi ».
Quest’anno abbiamo avuto due parleci
pozioni eccezionali : il Pastore Giovanni
Tron dell'Uruguai e la fanfara evangelica
del Baden condotta dal Past. Geymet.
I nostri fratelli tedéschi hanno dato una
apprezzatissìma collaborazione guidando i
canti dell’assemblea ed eseguendo musiche religiose. Ci disjHace che abbiano dovuto partire subito dopo la riunione spnza
potersi fermare ancone qualche tempo con
noi.
I messaggi sono stati presentati dal Past.
Liborio Naso che ci ha parlato del lavoro
evangelistico fatto a Venezia e dei problemi ad esso connessi.
In seguito il Past. Tron ci ha presentato
la situazione ed il lavoro della Chiesa
Valdese nel Sud America dandoci una visione d’assieme della situazione e soffermandosi in modo particolare alla evangelizzazione di fronte alla quale le Chiese
del VI distretto si trovano —■ come ha detto in Sinodo il Vicemoderatore Giampiccoll — in una situazione molto sìmile a
quella in cui si son trovate le Chiese delle
Valli cento anni fa quando il loro sguardo
si estese verso il resto dell’Italia per portarvi il messaggio deJl’Evangelo.
Ci ha poi illustrato le ragioni che hanno portato alla costituzione deUa parrocchia ed alla costruzione della Chiesa in
Montevideo, dove i molti studenti universitari valdesi e quanti si recano nella
capitale o vi si soiffd stabiliti hanno urgente bisogno di eSifere segniti dalla loro
Chiesa neU’ambiente ' così diverso e completamente laicizzato della grande città.
Al Past. Tron ed alla sua gentile Signora vogliamo ripetere Faugurio di un buon
soggiorno in l'.alia sperando di potere ancora avere l’occasione di rivederli fra di
noi nel corso dell’inverno.
II Past. Geymet ha concluso la riunione
con la preghiera e la benedizione.
La colletta raccolta in questa occasione
sarà devoluta per il nuovo tempio di Montevideo.
Con la riunione degli Eiciassie si è conclusa la serie delle riunioni estive, di cui
le precedenti sono state tenute nei quartieri ed ai vari alpeggi con una buona
partecipazione. Ringraziamo il giovane
Piero Rostagno che è intervenuto aRa riunione delle Timelle portandoci l’eco del
lavoro compiuto con un gruppo di evangelizzazione nella zòna dei Pirenei in
Francia.
In questo ultimo periodo abbiamo ascoltato le predicazioni del Past. Guido Miegge, già Pastore a Villasecca, il Past. Sergio
Rostagno, l’Ev. Carlo Dùvite ed il Sig.
Sandro Sarti. A tutti rinnoviamo il nostro
ringraziamento ed il nostro fraterno saluto.
Domenica 16 Agosto è stato amministralo il Battesimo a Valter Bertetto di Primo
ed Elda dot dei Chiotti. Domenica 13
settembre sono stali battezzati: Elda Peyronel di Roberto e Letizia Barus (Trossìeri) e Paolo Luigi CÌot di Luigi ed Irma
Clot (Combagarino).
Su questi fanciuUi e le loro famiglie
scendano l’assistenza e le benedizioni del
Signore.
TORRE PELLICE
Al Past. Emilio Corsani e al Past. P. V.
Panascia che hanno presieduto i culti rispettivamente domenica 6 al Centro e domenica 13 ai Coppieri diciamo la nositra
p ù viva gratitudine.
Nel corso del culto di domenica scorsa
sono state battezzate Carla Tomasini di
Giovanni e di Ines Cipriani, e Gemma
Paola Tomasini di Mario e di Irma Rivoira. 11 Signore mantenga nel patto di
grazia cui le ha chiamate queste bimbe e
le loro famiglie.
NeUe ultime settimane abbiamo avuto
alcune « serate » degne di nota. Sabato 5
V«.Orchestra d’archi G. B. Sammartini»
di Torino, un simpatico e lodevole gruppo
di giovani concertisti diretto con passione
e maestria dal giovane Pier Valdo Comba,
ha dato un concerto in cui figuravano composizioni di Vivaldi, Sammartini, Bach e
Mozart. L’Aula sinodale era piena, e i giovani concertisti sono stati calorosamente
applauditi. Degno di nota il fatto che essi,
quasi tutti non valdesi, hanno offerto il
provento deUa colletlù finale in favore del
costruendo Tempio di Prali.
Sabato 12, purtroppo con assai scarsa
partecipazione, abbiamo avuto nel Temp.o
del centro un « concerto spirituale » offertoci dalla fanfara del Baden guidata dal
Past. Geymet: ne rfferisce ampiamente il
M.® Corsani, in 3* pag.; ma teniamo a
dire qui la nostra viva riconoscenza per
quella bella ora di raccoglimento fraterno.
Non possiamo infine trascurare di esprimere la nostra gioia e la nostra gratitudine per aver potuto vedere, anche a Torre,
un secondo film di C. Th. Dreyer, « Dies
irne ».
Mercoledì poni., con la partecipazione del Pope I. Trojanofl, del Moderatore e del Past. Comba, è stata
inaugurata la nuova cappella ortodossa di Villa Olanda.
VALLI NOSTRE
I960
Si ricorda ohe il Calendario Valli
nostre 1960 uscirà in edizione migliorata e arricchita il prossimo mese,
e verrà messo in vendita al prezzo
di L. 400. Chi si prenota non oltre
la fine del corrente mese lo avrà
per L. 300, oltre le spese postali. Dopo la fine di Settembre non verranno concessi sconti e non si garantisce di potere soddisfare tutte le richieste. Lo scorso anno non abbiamo
potuto accontentare molti ritardatari. Prenotatevi quindi al più presto
presso la Claudiana.
[}Rime pubblicazioni
della Claudiana
Giovanni Miegge
LA VERGINE MARIA
(Seconda ediz. ampliata e riveduta)
L. 750
Pierre Petit
LOURDES
(Traduzione Gino Costabel)
L. 450
Emma Forti
LA LAMPADA ACCESA
(Racconto per ragazzi)
L. 800
Ordinazioni alla Libreria Claudiana
‘ (Torre Penice)
COMUNICATO
La Commissione delle pubblicazioni della Casa Editrice Claudiana si
è riunita addì 12 Settembre 1959 per
esaminare i seguenti manoscritti pervenuti in risposta al concorso per un
racconto natalizio: 1) Accadde una
notte di Natale (Stella Alpina); 2)
Senza speranza è impossibile trovare
l’insperato (Eraclito d’Efeso).
La Commissione ha ritenuto meritevole di pubblicazione il manoscrit
to « Accadde una notte di Natale ».
Aperta la busta, l’autrice è risultata
la sig.na Selma Longo.
La Commissione ringrazia quanti
hanno voluto collaborare.
P0M9RETT0
Domenica prossima, 20 corr., alle ore
14,30 avrà luogo una riunione straordinaria delle madri di tutta la parrocchia nei
locali del Convitto in vista del Bazar autunnale.
RINGRAZIAMENTO
Il marito, il figlio e i congiunti di
Irma Don in Forneron
profondamente commossi per la dimostrazione di affetto e di simpatia loro tributata in occasione della dipartenza della loro Cara, ringraziano sentitamente quanti
in vario modo li hanno circondati.
Un particolare ringraziamento al dott.
Piero Scarognino per l’assidua ed affettuosa assistenza.
Luserna San Giovanni, 16-9-1959.
VILLA ELISA
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camere.
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CONIUGI soli cercano tutto fare abile stiro, permesso serale. Scrivere Ostorero
Emilio - V. Vincenzo Vela, 8 - Torino.
Redattore: Gino Conte
Coppieri - Torre Penice
Tel. 94.76
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a
Torre Pellice (Torino)
Direttore : Prof. Gino Costabel
Pubblicaz. autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955.
Prof. Dr. Franco Uperti
Libero Docente
in Clinica Ortopedica
Specialista in Ortopedia
Traumatologia e Chirurgia Plastica
Visite presso Ospedale Valdese di
Torino: Lunedì e Venerdì ore 16,30
Consulenze presso Ospedale Valdese
di Torre Pellice : previo appuntamento
Dottoressa
Iolanda De Carli Valerio
Medico Chirurgo
Specialista
in malattie dei bambini
Psicologia e pedagogia
Consultazioni presso l'Ospedale
Valdese di Pomaretto
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