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Anno IV
numero 5
del 2 febbraio 1996
L.2000
Spedizione in abb. postale/SO'Vo
Torino
in caso di mancato recapito
si prega restituire al mittente presso l'Ufficio PT Torino CMP Nord.
L'Editore si impegna a
corrispondere il diritto di resa.
Bibbia e attualità
L'UNITÀ, DONO
DELLO SPIRITO
Milioni di cristiani, in oltre 75
paesi del mondo, hanno appena
preso parte alla trentesima edizione
dell’annuale «Settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani». Chi vi ha
partecipato starà certamente facendo
i suoi bilanci: luci e ombre, stasi o
avanzamento dei rapporti e della riflessione. In Italia la «Settimana di
preghiera» continua ad essere un’occasione veramente speciale: prima di
tutto per la quantità e la qualità di
questi incontri: la lettura delle Scritture, la riflessione, l’ascolto reciproco,
la preghiera, il tutto su una base di
temi scelti di comune accordo fra cattolici, ortodossi e protestanti; poi perché si incontrano persone e comunità
che non si incontrerebbero se non ci
fosse questa occasione.
SI, perché noi ci troviamo un po’
nella situazione di Pietro e Cornelio che il libro degli Atti degli apostoli
ci descrive al cap. 10: Pietro non è
convinto che i non ebrei possano diventare cristiani e quindi membri della comunità e Cornelio, l’ufficiale romano che simpatizza fortemente per
la fede ebraica, non è convinto di potere e voler diventare parte integrante
della comunità. Entrambi, però, sono
spinti ad incontrarsi da una visione e,
benché perplessi, timorosi e, forse, riluttanti, fanno sì che questo incontro
avvenga: Cornelio invita Pietro a casa
sua, Pietro accetta l’invito. Nessuno
dei due sa come andrà a finire, ma accettano la sfida e il rischio dell’incontro. Alla fine, entrambi saranno conquistati dalla forza dello Spirito che li
guida l’uno verso l’altro e li accoglie
nella medesima fraternità superando
argini, pregiudizi, incomprensioni. E
Pietro dovrà riconoscere che «Dio non
ha riguardi personali; ma che in qualunque nazione chi lo teme e opera
giustamente gli è gradito. Questa è la
parola che ha diretto ai figli di Israele,
portando il lieto messaggio di pace
per mezzo di Gesù Cristo. Egli è il Signore di tutti» (vv.34-36).
OGGI noi ci troviamo un po’ nella
situazione di Pietro e Cornelio
perché in questa settimana le chiese
sono spinte luna verso l'altra, ma sono riluttanti, e si domandano: ci
spinge lo Spirito di Dio o lo spirito del
mondo che non capisce più il senso di
chiese divise fra loro? Ci spinge lo Spirito di Dio o la stanchezza per le lotte
del passato (e, ahimè, anche del presente)? Un po’ come Pietro e Cornelio
siamo vicini, ma separati da argini,
pregiudizi, incomprensioni, culture,
mentalità e prospettive diverse. Ma
quando Pietro e Cornelio si accolgono
a vicenda appianano tutte le loro differenze? Non credo, però non sono
più separati perché entrambi si sono
convertiti allo Spirito di Dio.
T7CC0 che torna d’attualità l'ajferMj mozione del documento del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste del
1982 sull’ecumenismo: «L’obiettivo
fondamentale del movimento ecumenico è il ravvedimento delle chiese e il
rinnovamento della loro testimonianza nel mondo. In questo processo
di ravvedimento e rinnovamento si
situa anche la ricerca dell’unità della
chiesa. Ravvedimento, rinnovamento
e unità sono tutti doni dello Spirito.
(...) il confronto interconfessionale
non deve mai perdere di vista il fatto
che nei rapporti ecumenici il problema principale non è che cosa ci divide gli uni dagli altri ma piuttosto che
cosa ci divide, gli uni e gli altri, dalla
vera chiesa di Gesù Cristo». ‘
i. .
Eugenio Bernardini
SK l TI MAN,\Li: DELLK CHIESE EVANGI EICHE BATI ISTE, METODISTE, VALDESI
Strasburgo: conferenza pubblica del pastore Konrad Raiser e di Catherine Lalumière
I protestanti e la costruzione delPEuropa
Secondo il segretario generale del Cec il compito dei protestanti europei è di farsi «avvocati
del pluralismo» per creare una cultura della solidarietà, alternativa alle leggi del mercato
JEAN-JACQUES PEYRONEL
TKTON esiste alcuna visione
f'iV protestante circa il futuro
dell’Europa»: questa affermazione
di Konrad Kaiser, segretario generale del Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec), fatta nel corso di una
conferenza a Strasburgo il 18 gennaio scorso, ha colto di sorpresa il
folto pubblico presente. Organizzata dal settimanale «Réforme»: la
conferenza aveva per tema; «I protestanti e la costruzione europea».
Trovandomi a Strasburgo per una
riunione di Eurodiaconia ho potuto
seguire il dibattito nella città che,
oltre ad essere sede del Parlamento
europeo, è una delle principali capitali protestanti d’Europa.
È intervenuta per prima Catherine Lalumière, riformata francese,
ex segretaria generale del Consiglio
dell’Europa dal 1989 al 1994, ora
deputata socialista al Parlamento
europeo: ha ricordato l’influenza
teologica, culturale, economica e
sociale dei protestanti nella storia
dell’Europa. «La morale sociale protestante - ha detto - è fatta per degli
uomini e delle donne maturi, per
dei cittadini responsabili». Non per
nulla i protestanti d’Europa e d’oltre Oceano sono stati in prima fila
nella lotta per i diritti umani e ora
in quella contro l’esclusione e per
la giustizia sociale. Eppure, a partire dal 1945, il ruolo dei protestanti
è apparso meno netto rispetto alla
maggioranza cattolica. I primi pionieri dell’idea europea erano tutti
cattolici (Schuman, De Gasperi,
Adenauer). Come si spiega questa
timidezza protestante? Probabilinente per U fatto della dispersione
geografica del protestantesimo e
del suo radicamento su basi territoriali, che fa sì che i protestanti siano sempre stati contrariad ogni
idea di centralizzazione.
Le loro idee sono perfettamente
adatte alla società moderna ma,
paradossalmente, «si assiste ad una
sorta di banalizzazione di queste
idee, dovuta al loro stesso successo».
Sarebbe sbagliato però «reagire con
Il palazzo del Consiglio d’Europa. Nei riquadri: Caterine Lalumière e Konrad Ralser
il fondamentalismo». Ciò non toglie
che «le strutture delle chiese protestanti dovrebbero essere più visibili»: nel momento in cui la società,
esprime un forte bisogno di vita
spirituale, la «discrezione protestante» risulta controproducente.
Konrad Kaiser si è dichiarato più
pessimista. Ritiene che l’eredità
protestante messa in luce da Catherine Lalumière sia più presente nella tradizione calvinista che non in
quella luterana. Data l’estrema diversità dei protestanti europei, è
difficile parlare di un unico protestantesimo. In realtà, l’Europa si
presenta divisa in tre aree: Nord luterano, Est ortodosso. Sud cattolico.
Solo in pochi paesi del centro troviamo chiese riformate di un certo
peso numerico. Anche nell’Europa
dei 15, «i protestanti sono minoritari» e pertanto «la loro influenza culturale è trascurabile». La stessa laicità, orgoglio della Francia repubblicana e protestante, si ferma alle
porte dell’Alsazia concordataria.
Del resto, ha insistito Kaiser, «bisogna prendere atto dei limiti di una
laicità rigida che ha relegato la religione nel privato». Océorre invece
«rilanciare il ruolo pubblico della
religione», e per questo «andrebbe
ripensato il principio della separazione della chiesa e dello stato».
Per Kaiser, la costruzione dell’Europa non può che basarsi su valori
comuni a tutti, quelli ispirati alla Rivoluzione francese: libertà, uguaglianza, fraternità (solidarietà). Ma
che cosa sta avvenendo invece? Si è
dato la precedenza, alle questioni
economiche e monetarie, e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: disintegrazione del tessuto sociale, esclusione, crescita delia destra
fascista, venir meno della tradizione pluralistica dell’Europa. Nel vuoto preoccupante subentrato alla fine delle ideologie, i credenti hanno
una responsabilità particolare:
quella di affermare che «l’economia
non può sostituire la cultura». È urgente ricercare una nuova cultura,
alternativa alle leggi del mercato.
Non si tratta, come vorrebbe il papa, di ricuperare una pretesa cultura cristiana dell’Europa.
Il contributo specifico dei protestanti dovrebbe anzi essere quello
di «essere avvocati del pluralismo».
Ovunque nel mondo, e anche in
Europa, la posta in gioco è di costruire una società vivibile: questo
sarà possibile solo con la moltiplicazione delle forme di scambio tra
le culture. Contro un’Europa a una
sola dimensione, occorre costruire
una cultura della solidarietà, della
pace e della salvaguardia del creato. Rtdser ha citato i raduni annui
organizzati da Taizé, come esempio positivo di scambio tra giovani
europei di ogni credo. Il compito
dei credenti oggi, ha concluso, «è
quello di lanciare un forte appello
alla metanoia, per l’avvenire
dell'Europa, ma anche di Dio».
‘ Evangelizzazione in Svezia
Uno spot su Gesù
contro l'agnosticismo
«Gesù , speranza per la
Svezia» è lo slogan di una
campagna pubblicitaria
che la Conferenza delle
chiese protestanti svedesi ha deciso di attuare a
partire dalla prossima
Pasqua. Sono previsti
spot televisivi e cinematografici, inserzioni sui
giornali, megamanifesti
murali, per una spesa di
circa 2 miliardi di lire.
,«La chiesa - ha spiegato Torwig Liung, responsabile della campagna
pubblicitaria - non è più
un’organizzazione antiquata. Ha imparato ad
utilizzare tutti moderni
mezzi di comunicazione
per far sentire l’annun
cio della salvezza in Cristo. Attraverso questa
campagna pubblicitaria
„noi puntiamo all’evangelizzazione, cioè ad annunciare la “buona notizia” che Gesù è venuto
per salvare le persone
sfiduciate che sono alla
ricerca della giusta via».
In Svezia vivono 8 milioni e mezzo di persone, il 95% delle quali si
dichiara appartenente
alla Chiesa luterana, che
è chiesa di stato. Altre
chiese sono la cattolica,
la riformata, la metodista e la battista. La secolarizzazione è però molto alta e supera il 70%
della popolazione.
Chiese battiste e metodiste
Comprate nel nome
dì Martin Luther King
«Revelation Corporation of America» è il nome della nuova società
nazionale di consumo
lanciata da cinque chiese protestanti nere lo
scorso 15 gennaio, anniversario della nascita del
pastore battista e premio Nobel per la pace
Martin Luther King. Si
tratta di un ambizioso
sforzo per imbrigliare il
potere d’acquisto dei
neri americani, circa un
miliardo di dollari al
giorno, offrendo da un
lato ai consumatori
sconti consistenti su
prodotti di ogni getìere
(dai generi alimentari alle assicurazioni) e garan
tendo nel contempo alla
«Revelation Corporation» un margine che
sarà reinvestito in un
fondo nazionale che servirà a costruire case per i
neri, a creare posti di lavoro e a offrire mutui
ipotecari a prezzi equi; il
30 per cento del margine
realizzato sarà attribuito
alla chiesa locale o al
gruppo locale che ha
promosso l’acquisto.
L’iniziativa che parte
da cinque denominazioni - tre battiste e due
metodiste - che insieme
hanno oltre 20 milioni di
membri e 40.000 comunità locali, inizierà il
prossimo mese di aprile.
Pano
1
NOI E MARTIN LUTHER KING. Gli Stati
Uniti hanno ricordato la figura e
l'azione del pastore battista Martin
Luther King. Anche in Italia il pastore
King, Premio Nobel, è stato ricordato
con un libra (a pag. 5)
IL FUTURO DI GERUSALEMME. Mentre
si fanno le prime analisi sul voto in
Palestina, i cristiani, israeliani e palestinesi si sono riuniti a Gerusalemme i
per discutere il futuro. (a pag. 6)
PATTO SOOALE IN GERMANIA. L'economia tedesca va meno bene di
quanto sperato. È soprattutto il problema della disoccupazione che,
preoccupa. Per questo il padronato, i
sindacati e il governo hanno firmato
un «patto» per ridurre a metà il numero dei disoccupati entro il 2000.
(commento a pag. 10)
RAPPORTO ITALIA '96. È in crescita il divario tra ricchi e poveri. Lo afferma
l'Eurispes nel suo rapporto annuale
sullo stato del nostro paese. Il benessere è concentrato In un terzo della
società mentre un terzo sopravvive a
stento e il terzo intermedio è a rischio di povertà.
2
rw'
PAG. 2 RIFORMA
Della Parola
VENERDÌ 2 FEBBRAIO 199t VENE!
«Allora Dio pronunziò tutte queste parole: “Io sono il Signore, il
tuo Dio, che ti ho
fatto uscire dal
paese d’Egitto,
dalla casa di
schiavitù. Non
avere altfi dèi oltre a me. Non farti scultura, né immagine alcuna
dèlie cose che sono lassù nel cielo
o quaggiù sulla
terra o nelle acque sotto la terrà.
(...) Non pronunciare il nome del
Signore, Dio tuo,
invano. (...) Ricordati del giorno
del riposo per
santificarlo. Divora seigiorni e
fa’ tutto il tuo lavoro, ma il settimo è giorno di riposo, consacrato
al Signore Dio
tuo; non fare in
esso nessun lavoro ordinario, né
tu, né tuo figlio,
né tua figlia, né il
tuo servo, né la
tua serva, né il
tuo bestiame, né
lo straniero che
abita nella tua
città; poiché in sei
giorni il Signore
fece i cieli, la terra, il mare e tutto
ciò che è in essi, e
si riposò il settimo
giorno. (...) Onora
tuo padre e tua
madre. (...) Non
uccidere. Non
commettere adulterio. Non rubare.
Non attestare il
falso contro il tuo
prossimo. Non desiderare la casa
del tuo prossimo;
non desiderare la
moglie del tuo
prossimo, né il
suo servo, né la
sua serva, né il
suo bue, né il suo
asino, né cosa alcuna del tuo
prossimo”»
(Esodo 20,1-17)
UNA DISCIPLINA PER LA LIBERTÀ
La Legge non è un capriccio di Dio ma una norma data al popolo d'Israele
affinché possa vivere pienamente nella sua nuova libertà
GREGORIO PLESCAN
CHI legge quelle pagine che
vanno daÌ-20<> capitolo del
libro dell’Esodo fin quasi alla fine del libro del Deuteronomio,
nota che vi sono contenute molte leggi. Forse ci si domanda
perché la Bibbia si sofferma a
lungo su tutte queste normative,
spingendosi fino a regolare nei
dettagli la vita degli ebrei. La
Bibbia non è forse un’opera che
contiene il racconto di un rapporto, spesso contrastato, fra
Dio e il popolo d’Israele?
Lo è, ma ci vuole descrivere
questo rapporto in maniera
completa: le leggi che possiamo
trovare nei primi cinque libri biblici inquadrano il rapporto con
il Signore nella vita, senza lasciare spazio ad una distinzione
tra universo «spirituale» e «quotidiano»: per la Bibbia il rapporto con Dio diventa vero nelle
piccole cose di tutti i giorni.
Vi sono due tipi di norme,
quelle chiamate casistiche e
quelle dette apodittiche. Le leggi
casistiche pongono dei principi
e poi valutano le diverse sfumature degli avvenimenti che le
contravvengono. Un esempio
concreto è in Esodo 21, 18ss: in
questo brano si parla di risse,
incidènti vari e delle loro conseguenze penali: se... due litigano
e uno ferisce lievemente l’altro.
il feritore è tenuto ad indennizzare l’altro per il tempo in cui è
inabile; se uno picchia schiavo o
schiava, ci si comporterà in maniera diversa: se un bue uccide
casualmente un passante verrà
lapidato', ma se il bue aveva
l’abitudine di caricare le persone e il padrone non ha fatto nulla per prevenire l’incidente, il
caso è più grave. Insomma, questo tipo di lepe valuta i vari casi
per poi definire le sanzioni.
L’altro tipo di legge è detto
apodittico: pone del principi
universali che non hanno bisogno di «casi particolari» e solitamente inizia con un non... o più
raramente con l’imperativo positivo: «Onora tuo padre e tua
madre».
legge secondo Dio: non capriccio, ma norma per poter vivere
nella libertà. Potremmo dire che
il prologo al decalogo è fondamentale come i 10 capitoletti
che sepiranno: «Io sono il Signore, il tuo Dio, che ti ha fatto
uscire dal paese d’Egitto, dalla
casa di schiavitù», quindi, se
non vuoi ritornare in Egitto, o se
noli vuoi che qualunque terra
diventi per te un «Egitto», segui
queste norme.
Rapporto con Dio
rapporto con il prossimo
Un prologo
indispensabile
r-y''ijétAP^ghiamò '^
«
in me, S|tótodi Dio.
j; _Vonei^i8hlfè /A
temrodo in te St’ftta. ^ ■
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diventa il mio ^azio,
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dlminufec%
’ ^ e tu soltanto viva in me,
r A , ddigZtek, Cotmpregare, aauàÉ|Uiap.fI)
IL decalogo può essere definito un riassunto della Legge
dell’Antico Testamento: la sua
forma permette di memorizzare
il suo contenuto nelle generazionp. Però sappiamo che ridurre delle idee importanti a frasi
da mandare a memoria implica
dei rischi. Il rischio è di dimenticare il «prologo» ai 10 comandamenti, che dice: «lo sono il Signore, il tuo Dio, che ti ha fatto
uscire dal paese d’Egitto, dalla
casa di schiavitù»; mentre si ricordano alcuni comandamenti,
non si ritengono indispensabili
le prime parole. Eppure questa
frase spiega le ragioni delle restanti 10 frasi.
Non è facile capire l’origine
della legge: nel nostro modo di
pensare laico, la legge deriva
dalla volontà del popolo che ha
eletto i suoi rappresentantL Nonostante ciò, a volte alcune leggi
vigenti risultano incomprensibili a molti. Per quanto riguarda le
leggi religiose, poi, spesso si ha
la sensazione che siano dettate
dal «capriccio» degli dèi. Se pensiamo ai grandi racconti degli
antichi greci si ha l’impressione
che la volontà bizzarra delle divinità governasse la terra. Quindi le divinità andavano rabbonite seguendo delle norme altrettanto bizzarre.
Con la ffàse iniziale dei 10 comandamenti, invece, la Bibbia
chiarisce qual è l’origine della
110 comandamenti possono
essere divisi in due parti: i primi tre comandamenti ci mettono in guardia da una visione
magica di Dio, che ci fa immaginare Dio come «nostro»; dal 4°
inizia una «traduzione pratica»
del corretto rapporto con Dio
nel rapporto con il prossimo.
«Non avere altri dèi al mio cospetto... non tifare scultura né
immagine sacra... non usare il
nome del Signore invano...»-, tre
comandamenti negativi, che
svelano le tentazioni che corriamo rispetto a Dio: ma il rapporto che impostiamo con Dio non
è forse lo specchio del rapporto
che impostiamo con la vita?
I primi comandamenti indicano quali sono i binari che le persone devono percorrere per avere una giusta visione del Signore, per non tentare di «schiavizzarlo». Il rischio cioè è quello di
costruirsi un dio a propria immagine e somiglianza che si può
idealizzare, scolpire, dipingere,
portare a spasso...
«Ricordati del giorno del sabato per santificarlo... perché in sei
giorni il Signore ha fatto il cielo e
la terra e il mare... ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il
Signore ha benedetto il giorno di
sabato e lo ha dichiarato sacro»^;
questo comandamento è un
passaggio dal rapporto con Dio
alle conseguenze che vanno
tratte nel rapporto con gli altri.
L’idea di giorno di riposo settimanale era strana per gli antichi, la cui vita era scandita dalle
feste dedicate alle divinità che si
trasformavano in momenti di
sfogo. Per la Bibbia, invece, il riposo del sabato trova la sua ragion d’essere nel riconoscimen
to della creazione divina; così
come il Signore stesso si è riposato, anche noi dobbiamo riposarci; il giorno del riposo non è
solo per alcuni, né solo per gli
ebrei ma anche i servi, gli stranieri, le bestie hanno questo diritto/dovere.
«Onora tuo padre e tua madre... non uccidere... non commettere adulterio... non rubare...
non attestare il falso contro il tuo
prossimo... non desiderare le cose
del tuo prossimo...»: Spesso questi comandamenti sono stati letti in chiave moralistica, come
delle regole da applicarsi al di là
della sittiazione concreta.
Per apprezzarli, e di conseguenza viìferli poi noi stessi,
possiamo invece individuare il
contesto in cui queste norme
sono state date. Gli ebrei erano
un popolo in via di formazione,
che viveva le contraddizioni di
un gruppo alla ricerca di se stesso: così possiamo capire come
Dio inviti gli ebrei a rispettare
esempio ed esperienza di clii è
venuto prima (padre e madre); a
non avere atteggiamenti che
possono distruggere la comunità, fisicamente psicologicamente (uccidere, commettere
adulterio, attestare il falso); a
non forzare l’economia in maniera scorretta (rubare, desiderare le cose del prossimo).
Leggendo i comandamenti nel
proprio contesto possiamo lasciare aperta la porta a un’interpretazione anche problematica
di alcuni di essi, perché la loro
formulazione è problematica,
ma non per questo possono essere definiti semplicemente «datati» o testimoni del passato.
(1) Possiamo notare come al bue
Venga attribuita una responsabilità
«personale» per l’incidente,
(2) Il mondo in cui nascono i 10
comandamenti è un mondo di
memoria orale che solo in una fase
recente diventa mondo di scrittura e
lettura.
(3) Questo comandamento ha
una formulazione diversa in Deuteronomio 5, infatti la motivazione del
riposo sabbatico è «...ricordati che
sei stato schiavo nel paese d’Egitto e
che il Signore tuo Dio ti ha fatto
uscire di là con mano potente e braccio teso...». La ragione della differenza si può trovare in una diversa datazione delle due stesure; in questo
studio biblico non abbiamo il tempo per entrare nei dettagli.
Note
omiletiche
La predicazione potrefel
be, ruotare intorno ad unj
parola che non c'è nel de.‘
calogd ma che vi aieggij
«quindi». '
Il Signore ci vuole liberù
quindi... ■'
La legge può avere mok'
te origini: laica, votata (
Montecitorio; «naturaiei^i
basata sui muscoli; reiigiii!i'i
sa, piena di principi asso.'
luti. Ognuno di questi ap.'
procci ha dei lati attraenti;
come dei difetti.
li decaiogo è una legge;
che si basa su un atto chel
abbiamo ricevuto e le sue;
conseguenze. Il Signore d'
ha liberati dall'Egitto e ci'
vuoje liberi. Ma libertà;
non significa mancanza di,
regole: quindi...
Siamo liberi dagli dèi,’:
antichi e moderni, quinf
di...
J primi comandamen-K
ti sono la base della li.l
bertà, perché, affrontan-ì'
do un argomento «astratto» pongono dei problemi;
concreti. Se riusciamo a!non cadere nella polemica|>
con le madonne che pian-l,
gono, possiamo vedere:
come l'invito a non co-f
struirci il dio che più d!
piace sia attuale.
Siamo costretti a guardare in faccia le divinità'
private per queilo che so-,
no e fanno, se ci liberanoo'
meno. L'immagine che ab-ì.
biamo di Dio è lo specchio'
deli'immagine che abbiamo deila vita. Dunque ilj-.
dio che vorremmo giudica ■
e condanna senza pietà?!;'
Oppure perdona larga-Ì’
mente, da diventare ridico-'
lo, un riferimento tradizio-;
naimente buono che nonj'
ci può mettere in discussio-'
ne e anche in crisi?
Il decalogo afferma che;
Dio non è così, che Dio
non è la nostra idea su
dio, ma è colui che ci offre;
liberazione daile nostre visioni private: quindi...
Siamo liberi, e non di
soli, quindi...
Siamo un popolo in formazione, perché la vita è
sempre diversa e la chiesa
è costituita da persone
che si incontrano neila diversità. I comandamenti
che trattano dei rapporti i
fra le persone, pur con i li-.
miti della cultura che
riflettono, offrono un modo di vedere ia iibertà di
Dio ali'opera neila nostra .
esistenza. Non dobbiamo .
cadere nel moralismo, cercando chi infrange uno o
più comandamenti, né
cercarne un aggiornamento, ma prenderli come una
strada da vivere propo-.
staci: quindi...
Per
approfondire
Per una ricerca sul deca-,
logo consigliamo Benecchi V., I dieci comandamenti, ;
Claudiana, 1994; Rend- '
torff R., Introduzione all’
Antico Testamento, CIau- '
diana, 1990e Soggin J. A., j
Storia d'Israele, Paideia, ì
1984, che trattano il tema )
della legge; chi è incuriosito dal rapporto leggi-divinità antiche legga Frazer ■
J. G., Il ramo d'oro, New- :
ton Compton, 1992.
Librerie
CLAUDIANA
MELANO;
viaF. Sforza, I2/A;
tei. 02/76021518
TORINO;
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ClauJ. A.,
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■ L'opinione
Il futuro
è il dialogo
LILIANO FRATTINI
L »ARGOMENTO pretesto è la «Settimana
di preghiera per l’unità
dei cristiani», che qui a
Roma ha avuto lodevoli
riscontri. Felice è stato
l’esordio con il confronto
nell’aula magna della Fa‘ coltà di teologia fra mons.
Vincenzo Savio, vescovo
ausiliare di Livorno, e il
prof. Paolo Ricca, anche
se la presenza protestante
è stata molto scarsa. Ricca
A stato superbo, convincente, dialettico: mons.
Savio disponibile al dialogo, sincero. Un’occasione
preziosa per sapere come
stanno le cose fra cattolici
ed evangelici, anche alla
luce dell'Ut unum sint.
Vorrei sottolineare la
. sensibilità della Chiesa
valdese di piazza Cavour
e della sua intelligente
pastora Maria Bonafede
'nel rinnovare, non solo
una volta all’anno, una
cristiana disponibilità al
dialogo con i cattolici e
con tutti coloro che cercano Cristo o che ancora
non lo conoscono.
.. Questa premessa per
-esprimere il mio stupore
¡sulla chiusura di ancora
Tanta parte degli evangelici italiani sulla necessità
del dialogo con i cattolici e
con chi li rappresenta per
uscire da un certo splendi, do isolamento e imboccare la strada della com.prensione e del reciproco
' itìspetto alla luce della pa^la di Dio. 11 cattolicesi"tittb italiano (più al vertice
■ che^la base) ha fatto passi jg%anteschi (visto il colosso!) verso una disponibilità ecumenica che prima non c’era e che segna,
ora, una possibilità di un
/Cammino di riconciliazione dentro una sorte di poilìcentrismo. Ogni chiesa si
bene, più o meno, le sue
■Caratteristiche storiche e
TOóttrinali, e cerca di pregare e adorare lo stesso Signore in unità d’intenti,
unità nella diversità.
’ Anche fra noi il «vertice»
0 i «vertici» mi paiono più
avvertiti e senàibili di fronte a chi cita versetti a piè
sospinto e non si accorge
che l’eccesso denominasdonale è illogico. Il futuro
storico del protestantesimo italiano lo vedo solo,
' ma non solo, proiettato in
una dinamica di confronto-collaborazione con la
Chiesa cattolica, quella
che è e non quella che immaginiamo 0 vorremmo
che fosse. Troppe volte nel
passato e nel presente si è
fatto questo errore, soMattutto in politica, idealizzando i partner.
Mi sembra doveroso in
questo contesto ricordare
e ringraziare di cuore U dr.
Renzo Bertalot, antesignano di una ricerca alla luce
della Bibbia che troppe
Volte fu criticata ma che
¡Invece si è rivelata feconda di risultati e che ha
condotto moltissimi cristiani a guardare alla co|nune vocazione in Cristo
piuttosto che a speculare
au questioni dottrinarie,
serie e gravi, ma pur sempre generate daUa storia,
iptoria di passicmi e cecità.
Gesù sta alla porta e
bussa alla porta dell’evan^lico e del cattolico, e dice loro di farlo, entrare
Senza chiedere patenti '
uqe. A Dio chiedo sempre
di_iUuminare il mio cam-,
mino per non avere presunzioni ó formule prembbricate.
La «Settimana per l'unità dei cristiani» a Roma
Cattolici e protestanti a fianco
In tutta Italia l'organizzazione congiunta delllniziativa
Ancora una volta appuntanriento all'anno prossimo
MARIA SBAFFI
QUEST’ANNO la «Settimana per l’unità dei cristiani» sembra aver trovato maggior eco, ma anche maggiore
consapevolezza, in numerose
città italiane, suscitando la
coscienza che non possiamo
fare a meno di confrontarci,
nella nostra epoca, con la sfida ecumenica. Così è stato
anche a Roma.
Più di mille persone hanno
partecipato il 19 gennaio alla
liturgia ecumenica che si è
tenuta in una chiesa cattolica del quartiere Appio a Roma. Tra i presenti erano numerosi gli evangelici (valdesi, metodisti, battisti, luterani) e ortodossi, i cui pastori e
responsabili hanno presentato in breve all’uditorio le
loro chiese e la loro storia,
partecipando poi alla celebrazione di questo incontro
di preghiera.
Due gli elementi salienti
che hanno caratterizzato
quqsta celebrazione in occasione della «Settimana»: il
primo è che la decisione di
tenerla era stata presa in un
incontro fra rappresentanti
del Coordinamento delle
chiese battiste, metodiste,
valdesi e luterane di Roma e i
membri della Commissione
per l’ecumenismo della diocesi di Roma, di cui è presidente mons. Clemente Riva.
In passato pastori e teologi
evangelici erano stati invitati
per iniziative unilaterali da
parrocchie e istituti ,cattolici
in occasione di questa «Settimana» mentre la Chiesa valdese di piazza Cavour a Roma ha da anni uno scambio
di pulpito con una parrocchia cattolica romana, quella
di Cristo Re. Questi incontri
sono stati numerosi anche
quest’anno, ma per la prima
volta si aveva la collaborazione diretta tra rappresentanti
evangelici e cattolici a livello
delle rispettive chiese.
Il secondo elemento è che
la riunione era stata preparata in comune, da un gruppo
misto, mentre la corale della
Chiesa metodista di via XX
Settembre a Roma ha eseguito vari cori, affiancandosi alle
corali cattoliche.
Ai canti e alle preghiere si è
accompagnata la predicazione di Paolo Ricca, sul testo
indicato dalla liturgia preparata per questa «Settimana»
dal Consiglio ecumenico del
. le chiese e dal pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani.
«Io sto alla porta e busso», dice il testo della lettera alla
chiesa di Laodicea nell’Apocalisse, e il predicatore ne ha
tratto spunto per ammonire
le chiese a non lasciare chiuso fuori dalle loro porte ben
serrate il Cristo, ed anche
l’altro, il prossimo, il diverso.
Sono state due ore di intensa esperienza spirituale,
nella quale la lettura dei testi
biblici, il canto comune, l’annuncio della Parola hanno
fatto vivere ai presenti un
momento di ascolto nel quale le loro divisioni, pure ben
presenti, sembravano perdere parte della loro asprezza
dinanzi al fatto che erano tutti uditori della Parola biblica.
Un momento analogo è
stato vissuto il 21 gennaio
nella cappella delle Suore
francescane di via Giusti, sede delle attività del Segreta- '
riato per le attività ecumeniche (Sae). Anche qui la liturgia era stata preparata in comune e la predicazione del
pastore Valdo Benecchi sul
testo del «gran convito» nelTEvangelo di Matteo ha sfidato i presenti ad accogliere
ecumenicamente l’invito ad
entrare nella sala del banchetto, metafora del regno di
Dio e in particolare di quella
«mensa» comune presieduta
da Gesù Cristo, là Cena del Signore, l’eucaristia, alla quale i
cristiani sono chiamati fin da
oggi ad accostarsi insieme.
La preparazione comune,
la possibilità per gli evangelici di esprùnersi con chiarezza e franchezza, la proposta
accolta di tènere Tanno prossimo questo tipo di incontro
in una delle chiese evangeliche romane, hanno dato un
quadro che ha permesso ài
vivere senza equivoci questo
momento di comunione. Si è
forse anche capito meglio
perché le chiese evangeliche
abbiano invece cortesemente rimandato indietro l’invito
a partecipare alla messa celebrata da Giovanni Paolo II
nella basilica di San Paolo a
Roma, a conclusione della
«Settimana», mancando, appunto, partecipazione e reciprocità.
Le collette delle due serate
sono state devolute in parti
uguali al Servizio migranti
della Federazione delle chiese evangeliche in Italia e
all’analogo Servizio per gli
immigrati della Caritas.
• Bari: cattolici ed evangelici preparano Rincontro di Graz
Mediterraneo luogo di riconciliazione
Domenica 21 gennaio, nella basilica di San Nicola, gremita di fedeli di diverse confessioni cristiane di Puglia e
Basilicata, è stato dato l’annuncio del convegno sul tema «Mediterraneo luogo di
riconciliazione» che acco¿ierà a Bari, dal 1® al 4 ottobre 1996, 35 chiese e comunità cristlape del bacino del
Mediterraneo orientale.
L’annuncio è stato dato da
mons. Mariano Magrassi, arcivescovo cattolico dì Bari e
Bitonto, dm dr. Giovanni Àrcìdiacòno, presidente della
Federazione delle chiese
evangeliche di Puglia e Basilicata, dal prof. Sotirios Vamalidis, teologò Ortodosso dell’
università di Salohicljo. La
dottssa Antonellà Dal Forno,
membro della comiplssiòne
prèparatòrià délTàssettiblea
europea di Graz, ha portato il
saluto della Kek (Conferenza
delle chiese europee) e del
Gcee (Consiglio delle conferenze episcopali cattoliche
europee).
Il tema riguarda l’impegno
delle chiese cristiane di fronte alla differenza dello sviluppo, della cultura e della
giustizia, ponendosi come
obiettivi la sensibilizzazione
al gran téma della riconciliazione in Europa, dopo la caduta dei muri e le problematiche apertesi alla fine del secondo miUennio. La proclamazione dell’Evangelo della
carità in una società, come
quella europea, largamente
«a-religiosa», insieme all’
analisi degli ostacoli che si
frappongono alla riconcilia-:
zione (ostacoli sodo-politici,
culturaiL economici) completeranno Tanalisi. L’ipotesi
di lavoro è il passaggio, in
questa zona chiave dell’incontro Nord Sud, dà un’area
di frattura a una zona di «cosviluppoiN, nella reciprocità
solidale, a cominciare dalle
chiese.
L’incontro di Bari è preparatorio a quello di Graz (2329 giugno 1997) su: «Riconciliazione, dono di Dio, sorgente di vita nuova». Tra le
autorità presenti in San Nicola per l’annuncio del convegno di Bàri, il prof. Luigi
Ambrosi, presidente della
Cum (Comunità delle università del Mediterraneo) ha
riannodato il tema religioso
agli interscambi dì natura
scientifica e culturale nella
medesima area. Il Coro ecumenico, diretto dal m.o Speranza, ha eseguito corali e
canti di diverse -epoche e
confessioni cristiané. 11 pastore battista Martin ¡barra y
Perez ha,commentato il ràccottto biblico della riconciliazione di Giuseppe e i suoi
fratelli, vicenda comune alle
tradizioni cristiane, ebraiche
e musulmane.' U
Gli evangelici non partecipano
Purtroppo l'eucarestia
è oggi un segno di divisione
Come ogni anno, a conclusione della «Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani», il 25 gennaio, il papa celebra una solenne liturgia eucaristica nella basilica di San
Paolo fuori le mura, a cui
vengono invitati anche rappresentanti di altre confessioni cristiane. Negli anni
passati i responsabili delle
chiese evangeliche italiane
hanno sempre declinato questo invito; nel 1995, in particolare, le ragioni del rifiuto
sono state specificate in una
lettera all’abate di San Paolo,
firmata dal presidente della
Federazione delle chiese
evangeliche in Italia, Domenico Tomasetto, dal moderatore valdese Gianni Rostan,
dal presidente metodista
Claudio H. Martelli, da quello
battista Renato Maiocchi e
dal decano luterano Hartmut
Diekmann.
Quest’anno l’invito non è
più pervenuto ai firmatari di
queUa lettera; lo hanno ricevuto solo alcuni pastori di
chiese locali di Roma e, unico fra i responsabili nazionali, il pastore Valdo Benecchi,
nuovo presidente dell’Opera
per le chiese evangeliche
metodiste in Italia (Opeemi),
eletto nell’agosto scorso al
posto di Martelli. Con una
lettera del 22 gennaio, indirizzata all’abate Luca Collino, anche il pastore Benecchi declina l’invito.
Dopo aver ricordato che le
chiese metodiste, di Roma
hanno partecipato a due incontri ecumenici nel corso
della Settimana per l’unità, e
aver rilevato che «ampia è
stata la partecipazione delle
chiese cristiane a questi incontri e grande è stata la nostra gioia di vivere alcune ore
di autentica comunione fraterna», il presidente delTOpcemi prosegue: «Ci dispiace,
ma non ci sentiamo di partecipare all’incontro del 25 gennaio, perché lontano' dalla
nostra sensibilità ecumenica,
evangelica», e cita le motivazioni già addotte nel 1995:
«Una celebrazione eucaristica
non è per noi la via adatta per
esprimere e ricercare l’unità
dei cristiani perché, nella situazione attuale, l’eucarestìa
è segno di divisione e non di
unione dei cristiani». Inoltre
«riteniamo che un incontro di
questo genere, che vuole essere
un segno alto di ecumenismo,
debba prevedere la preparazione congiunta eia parità dei
copresenti, fatto salvo l’onore
riservato all’ospitante». (nev)
* Napoli: il difficile dialogo
Riconciliazione tra le chiese
non è ritorno a Roma
Domenica 21 gennaio a
Napoli, nella chiesa di Santa
Maria La Nova, è avvenuto
un incontro ecumenico in
occasione della «Settimana di
preghiera per l’unità dei cristiani». Da parte evangelica
erano presenti le chiese metodiste, valdesi, battiste, luterane; presenti inoltre la Chiesa ortodossa greca e quella
d’Inghilterra. Tra i cattolici
spiccava la presenza dei cardinali Ursi e Michele Giordano. Quest’ultimo, nel saluto
iniziale rivolto all’assemblea,
auspicando la riconciliazione
di tutte le chiese cristiane, ha
ripetuto la tesi che l’unità cristiana è stata rotta prima dalle chiese d’Orìente con lo scisma del 1054, e poi da Martin
Lutero con la Riforma: ma il
Concilio Vaticano II, con il
documento «Unitatis Redintegratio», tende la mano alle
altre chiese, in vista di una riconciliazione.
Nella predica sul testo indicato dalla liturgia, la lettera
alla chiesa di Laodicea (Apoc.
3, 14ss.), il pastore Luciano
Deodato ha fatto osservare
che la parola di giudizio contenuta nel testo biblico riguarda tutte le chiese e che
paradossalmente il Crjsto si
trova fuori di esse, dal momento che «bussa alla porta».
Nei giorni successivi il presidente del Consiglio dpUe chiese evangeliche ha inviato una
lettera al responsabile dell’ufficio diocesano per l’ecumenismo, nella quale chiede che
ci si adoperi perché anche a
Napoli nasca una cultura realmente ecumenica.
LE DONNE CONVOCANO LE DONNE
Da Pechino a Graz
■’ dai diritti alla riconciliazione ‘, '-i
.. SABAT0 24FEBBRAK>AltOMA ^
' ‘ ‘ì. ‘ ‘ '
presso la sala comunitaria d^Ua Ghim-ValdiN^ \
ifrvìaMarìBnBii|.&loiiMj^ -i {5^ '•
a3 Tincontro di Santa S|»iV6ÌìL'
.tm’hccaiskme di confrpiti'
italiane e-minanti a partire da$a .,
. dal Forum di Hudrou e,, in
donne evan^che nei due co&i '' ''
lavoro da pdhippare nelij; coi;n(fr
In vista dm 3® Asseij^blaa «c
concitiaakme-((kaz 1997^ inizisi , ...
l'possibiH piissl^ che dalla i£òdm|^''àl^cohoédlta^
m diritti Tdt^nHSQte esp&ssa iiSiS6«WwSdfi'òonducdno^‘^
la'ricoh(41ia%lmié. ^ ' fi; ■ ;
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V
PAG. 4 RIFORMA
Ecumene
VENERDÌ 2 FEBBRAIO I9i, ¡
VENE
Verso le Assise della «Comunità evangelica di azione apostolica» (Cevaa)
La Chiesa di Gesù Cristo a Madagascar
La Chiesa protestante del Madagascar conta 2.250.000 membri (15% della
popolazione), 4.150 comunità e 1.000pastori, fra cui 100 donne
EDMOND HAZAFIMAHEFA
Dal 25 giugno al 4 luglio
1996 si svolgeranno a Torre
Pellicè le Assise della Cevaa
(Comunità evangelica di
azione apostolica). Sarà la
prima Assemblea generale
nella storia di questa organizzazione, nata all’inizio degli
Anni 70 dopo lo scioglimento
della Società delle missioni di
Parigi. In vista di questo importante appuntamento e in
collaborazione con il segretario alla Comunicazione della
Cevaa, Anani Kuadjovi-Ayedewou, iniziamq la pubblicazione di una serie di informazioni su alcune delle 47 chiese
membro della Cevaa. Cominciamo con un articolo del pastore Edrhond Razafìmahefa,
presidente della «Chiesa di
Gesù Cristo a Madagascar».
La «Chiesa di Gesù Cristo a
Madagascar» (Fjmk), creata nel 1968, è il risultato della fusione di tre chiese missionarie: la «London Missionary Society», la «Mission
Protestante Française» e il
«Friends Foreign Mission Association». Oggi la Fjmk è
composta di 4.150 chiese
suddivise in sinodi regionali
diretti da 1.000 pastori, fra
cui 100 donne. Queste quattromila chiese hanno un totale di 2.250.000 membri,
equivalente al 15% circa della
popolazione. La Fjmk gestÌ7
see 320 scuole, 3 scuole teologiche, una Facoltà di teologia e un istituto per l’educazione e la formazione degli
insegnanti.
A livello nazionale, la Fjmk
si articola in 4 dipartimenti
principali: ecclesiastico, educazione e scuole, finanze
e sviluppo, anuninistrazione
e personale. Ogni chiesa è
costituita da 8 sezioni che
raggruppano i membri di
Il logo delle Assise della Cevaa che si svolgeranno a Torre Penice
chiesa e che possono segnalare i loro bisogni sia al Sinodo regionale sia al Consiglio
nazionale. Queste sezioni
sono: donne, uofnini, gioventù, scuola domenicale.
Croce blu, laici. Movimento
del Risveglio, scouts.
La Fjmk fa parte del Consiglio nazionale delle chiese
cristiane e della Federazione
protestante. Intrattiene rapporti con organizzazioni ecclesiastiche internazionali e
con organizzazioni non governative in Europa, negli
Usa, nella Comunità degli
stati indipendenti e in Estremo Oriente. È inoltre affiliata
ad organizzazioni che raggruppano chiese dell’Africa
australe, deH’America Latina
e dell’Asia.
In risposta ai problemi attuali del Madagascar, la Fjmk
lotta per il rinnovamento del
creato. L’obiettivo principale
è lo sviluppo spirituale, al
quale spesso è collegato lo
sviluppo sociale e materiale.
La preoccupazione di nutrire
e di vestire passa spesso pri
ma della condivisione della
fede, per questo i cristiani
non devono trascurarla. La
Fjmk cerca quindi di rinnovare ogni uomo e l'intero uomo,
corpo e spirito» nonché la società e l’ambiénte in cui vive.
Riforma sociale e
salvaguardia dell'ambiente
La Fjmk gestisce anche i
propri progetti di riforma sociale e di salvaguardia dell’
ambiente. Questi progetti
hanno come obiettivo lo sviluppo della comunità, l’indipendenza, l’autogestione e il
raggiungimento di un equilibrio durevole tra l’uomo e il
suo ambiente. Questi progetti comprendono granai comunali, negozi comunali,
farmacie comunitarie, salute
rurale, ambulatori, promozione dello sviluppo integrato, vivai, attività agroforestale, rimboschimento e educazione generale ai problemi
dello sviluppo.
I progetti di sviluppo della
Fjmk sono pienamente sod
disfacenti in quanto rispondono ai bisogni del popolo e
creano strutture autosufficienti per una riforma permanente.
La Fjmk ha aiutato il popolo del Madagascar ad attuare
un cambiamento nonviolento all’interno della società.
Nel 1991, in collegamento
con il Consiglio nazionale
delle chiese cristiane, ha agito come un terzo polo neutro
per la formazione di un governo di transizione e per
l’organizzazione di forum regionali e nazionali. Questi forum hanno dibattuto i vari
problemi sociali del paese e
hanno portato all’elaborazione di una nuova Costituzione. L’impegno della chiesa
nel processo di transizione è
stato riconosciuto da tutti i
partiti politici e ha rappresentato un’occasione di cambiamento nella pace e nel rispetto della democrazia.
Il rinnovamento spirituale
L’evangelizzazione» intesa
come un obiettivo comune
alle 8 sezioni di ogni chiesa,
porta al rinnovamento spirituale. Questo sforzo comprende la proclamazione della Buona Novella ai non cristiani, l’incoraggiamento ai
cristiani non praticanti e
l’edificazione della fede dei
membri di chiesa. Il Movimento del Risveglio perpetua
i miracoli del Signore, offrendo la guarigione spirituale a
coloro che ne hanno bisogno.
La Fjmk cerca l’unità spirituale fra tutti i cristiani e partecipa al Movimento ecumenico. Invita ognuno ad attenersi all’amore del Signore;
attraverso le preghiere, gli
studi biblici e i culti di azione
di grazia, la Fjmk insegna ai
cristiani come attuare l’opera dello Spirito Santo nella
loro propria vita.
I metodisti
...........
indonesiani gestiscono anche parecchie scuole e due università
I • • éé •
Una chiesa di oltrer120.000 membri in costante espansione
I metodisti indonesiani sono ripartiti in due Conferenze: quella di Sumatra settentrionale e quella di Sumatra'
meridionale e Giava. Le due
Conferenze h^mno un unico
vescovo. La Chiesa metodista
conta 120.000 fra membri e
simpatizzanti, ed è ùi crescita. Nel 1926 il governo olandese vietò la presenza di inissionari stranieri a Giava costringendo le comunità ad
autogestirsi. Oggi, a trent’anni dalla caduta del divieto, i
metodisti di Giava rappresentano circa un terzo del totale in Indonesia. Recentemente sono state aperte dué
stazioni missionarie a Kalimantan, nel Borneo, e diverse nella provincia di Rhiau, a
Sumatra, dove non esistevano comunità metodiste.
‘ Dieci anni fa c’è stato un
grande risveglio evangelico
fra la popolazione dei Karos
nelle montagne della parte
settentrionale di Sumatra, vicino al lago di Toba, con migliaia e migliaia di battesimi
che hanno portato alla formazione di 100 nuove comunità metodiste. Ciò però ha
creato il grosso problema
della cura pastorale di queste
nuove chiese, dato l’insufficiente numero di pastori disponibili. È stato quindi fondato In questi ultimi anni ùn
seminario metodista, mentre
precedentemente la preparazione al ministero pastorale
veniva effettuata presso un
seminario luterano. Attual
mente gli studenti in teologia
sono circa ifeo, il 40% donne,
e il problema della carenza di
pastori è in via di soluzione.
A proposito dei luterani, occorre dire che la Chiesa luterana sta passando in Indonesia un periodo di crisi e centinaia di membri, talvolta intere comunità, passano alla
Chiesa metodista.
I metodisti indonesiani
posseggono parecchie, scuole
e due università che risultano
uno strumento prezioso di
testimonianza evangelica ai
100.000 studenti che le frequentano. Inoltre le entrate
delle tasse scolastiche non
solo permettono a questi istituti di avere un bilancio in
pareggio; ma costituiscono
un contributo notevole al finanziamento delle altre attività della chiesa.
Là popolazione delle chiese metodiste indonesiane è
composita, e gli stessi culti
vengono tenuti in indonesiano, in cinese e in numerosi
dialetti locali, ma la chiesa è
unita e questa molteplicità
linguistica e culturale è ben
armonizzata. Ci sono invece
grosse differenze fra le piccole e povere comunità contadine e le chiese di città, benestanti e forti numericamente,
che fra l’altro si ripercuotono
sugli stipendi pastorali che in
tutto il Sud-Est asiatico vengono pagati direttamente
dalle comunità locali. Ci sono
quindi delle enormi spere
quazioni, c’è che prende appena 300.000 lire al mese e
chi tre milioni.
Nonostante il paese sia governato da ima dittatura militare, i cristiani godono di
una relativa libertà. Libere
elezioni porterebbero al potere la maggioranza musulmana e quindi paradossalmente il ritorno formale alle
regole democratiche porte. rebbe a drastiche misure nei
confronti delle minoranze
cristiane. La situazione economica è in evoluzione: si
parla insistentemente di «miracolo economico» per i paesi del Sud-Est asiatico e le
tracce sono percepibili soprattutto nelle città. Ciò non
ha provocato, per ora, il fenomeno della secolarizzazione così ampiamente visibile
nelle chiese dell’occidente,
ma sta prendendo piede
l’idea poco evangelica che le
benedizioni del Signore si
concretizzino nel successo e
nella ricchezza.
La Chiesa metodista dell’
Indonesia è fortemente interessata a riprendere i contatti
con le chiese delToccidente,
troncati per le difficoltà politiche diversi anni fa, e che un
tempo erano stati creati grazie all’opera delle missioni,
in particolare quelle svedesi.
Dal riallacciarsi di questi legami i metodisti indonesiani
si attendono anche aiuti per
rafforzare l’azione sociale
che conducono nel paese.
(amk aktuell)
Dal Mondo Cristianc|
La Federazione protestante di Francia
in difesa degli insegnanti stranieri ;
PARIGI — Allarmato dalla crescente ondata di naziona|
smo che si sta diffondendo in Francia, il Consiglio della Fedj
razione protestante francese ha diffuso un comunicato in(|
fes'a degli insegnanti stranieri attualmente all’opera nei)
strutture educative protestanti. «Tre cose vanno assolutamel
te salvaguardate - cHce il comunicato -: la loro dignità, le qi
ture di cui sono rappresentanti e la loro competenza prof^
sionale. Solo su queste basi è possibile stabilire un dialogo in,
terculturaje che garantisca un’educazione alla laicità, alla pj
ce e d rispetto reciproco, valori fondamentali per i progej
educativi che perseguiamo».
Gran Bretagna: le chiese reagiscono
al giro di vite suirimmigrazione
LONDRA— Giro di vite sull’immigrazione e sulle richieste
asilo sono in dibattito anche al Parlamento inglese e’ comef
Italia, immediata è stata la protesta delle chiese e delle asr
dazioni del volontariato. Sabato 13 gennaio tre vescovi an|^
cani, il responsabile per le migrazioni della Conferenza episcè:
pale cattolica ed esponenti dell’Esercito della Salvezza hann,
manifestato nel centro di Londra sostenendo che, se appro^
ta, la nuova legge lascerà senza tutela alcuna oltre il 70% di
chiede asilo ogni anno: circa 30.000 persone.
IN u:
zo S
poli, s
no pei
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naie li
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Ljìthei
vina. I
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Annan
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trato 1
Mll’ar
èie ne
ffsUli;
ria del
Cessa la pubblicazione dei mensile
l’Unii
'Napol
del Consiglio ecumenico delle chiesei
contre
in cui
te le .
GINEVRA — Dopo 27 anni di pubblicazioni scompare il menSpensi
sile del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) «One World, è sofi
Strangolata dall’alto costo della carta, povera (per scelta) di fo;) emeri
me pubblicitarie, stampata in Svizzera e quindi soggetta alle è ca de
re leggi del mercato, la rivista ha sempre cercato di offrirei stess
mondo ecumenico un panorama aggiornato del mare delle f| .J'Uni
stimohianze cristiane nel mondo, con particolare attenzio^' .po d(
per quei paesi di frontiera dove il cristianesimo è chiamato ai iquinc
-affrontare il duro predominio di altre fedi. Il Cec non ha ancoi(||«’è u
fatto sapere se e come verrà sostituita la rivista. (N4'Ì feeqc
.i'pens
M La Società bìblica britannica
invia un carico di Bibbie a Novi Sad
.tleia 1
NOVI SAD — Dopo 12 mesi di estenuanti pratiche burocrat. ;
che e di lunghè attese ora finalmente la Società biblica britanli '
ca è stata autorizzata dalle Nazioni Unite a spedire un caricoi
Bibbie a Novi Sad, nella Serbia settentrionale. La Società bibìll
diviene così il primo editore che riesce a superare le sanziol
imposte dall’Onu nei rapporti commerciali con la Serbia. (Na.
suaui
lUeìli
itet
Il 14 aprile prossimo Billy Graham f ^
predicherà a tutto il mondo
USA—«Il 14 aprile di quest’anno sarà il giorno in cui l’Evai:’
gelo verrà annunciato al maggior numero di persone in tutta|f|i L
storia del cristianesimo». È la singolare, e ambiziosa, dichiatlj' j^zi
zione di Billy Graham, l’evangelista battista americano, che olcon
quel giorno prevede 2 miliardi e mezzo di ascoltatori per il s* tàvin
programma di evangelizzazione che sarà trasmesso in 42 lii'i ècun
gue in circa 160 nazioni dei due emisferi, valendosi di «i
grandi satelliti intercontinentali. (Nd^.tnem,
«M;
L^<Année Diaconale» in Francia
Ùnanno
servizio
Mèi.
I
Jprcc
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: è divi
la COI
,.Airone
- . Î üone
L’«Ann^ Diaconale» predone a giovant^itt Ï8 ai 25 anA lènza
un’^perignza di servizio a tempo pieno i più deboli:|’ Preta
ban^M, giov^, an:rianl, handicappati, béaktL». ' '
I vplonìàri (per io tnesff e gli obiettori'& tosdenza (p
17 mesi) stolgono il loro anno diaconde a fianco di profe
sionisti, nàUe chiese o nelle opere sociali iacenti p^rte de’
Pede^i#e protestante dì Francia. 11 sefvìziò, oltre ad
sere slcurlHìfeite utile sdl’opera, è arricchite per loro. Ets«.
vengtìno seguiti daU’émtipe dei responsaMi^ dei formai
n deli Diaconale. Vi sono inoltre tte«arì sessioni r
scambio, m riflessione e <U lormazione che sono parte Int
granfe def esperiènza. ' ' ,
L'4diné^, Diaconale è quindi un servizio mà anche ;
aorte. Quest’anno sono 100 i|^mni inipegnati in i
'' in Francia: 58 volonttiri, provenienti ài
^era^ia,){2?), dalla Francia (I4);4í«*01andá (10), dallai ‘«ap
(2), dalla Svezia (2), dal^Nfe (l), 4alia Svizzer«
rUtìgheria (1), e 42 obiettori di coscienza (24 frane
etiScJii). " '
i Í18 01 aà anni e.«d‘tóÉÉ ad tt*itì€|narti ■
)1nunservtó^lo
ì%ai
I settembre a giugno) 1
• . —......wiw u fyiugtiuy jjii uii ocivititì-yolóntariOii,
Année Diaconale è un’esperitìaza-dbe ü peilmB^rà di fai«
""«/fe scqfberte su te stesso e srtgd ritri, sul nìhlo del laDio, .su Gesù Cristo. DiacoaisÉi vuol dires.
.. ìÈtsi a /•iflettere sulla direzkméda dare afe'piopria vita, '
BtocoiStrare-e scoprire altre reritàis personé, dare e li-i
In tàia società che ha perscfS'ééoso déBa soMdarietà
con^ivisioEne. - '
francese stMk/émolto lieta di acco-.
piM;ilncfie giovani italiani. Le cahtBdature potranno '96^ devono^ssere inviate entro matà» !Ì06.
il thi
(tetta
■ Perngnfulteriore infoi maziane,'ifirofgersi ri seguente in- j
L'Année Diaconale, 8 qriàf Fifitewi^r^ - 670001
itTel. 88.35.46.76- Fajfi«aia’ì9.57).
Oaudie Haré \ ri. /
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5
\
venerdì 2 FEBBRAIO 1996
PAG. 5 RIFORMA'
■ Presentato a Napoli un nuovo libro sul pastore battista
Martin L. Kin& uomo
p Un'originale armonia di pensiero, parole e azioni
Le radici profonde della nonviolenza negli Stati Unifi
ito in ^ ‘|;
ira nolU. Í
ANNA MAFFEI
N una della sale del Palaza proH J. ZO Serra di Cassano, a Naalogo ìj. poli, sede dell’Istituto italia, alla pj no per gli studi filosofici, ha
prog^ atfuto luogo lunedì 15 gen(Nà naio la presentazioiie del libro «Serpente e colomba. La
ricerca religiosa di Martin
□no i^ther King» di Gabriella Lar vioa. 11 volume’* ha ricevuto
; parole di grande apprezza. . ' mento da parte di tutti i par
lestei |:i|^ipanti alla tavola rotonda.
La prima relatrice, la dott.
' ^ ^ Finotti, psicoioga
g psicoterapeuta, ha incena episc|. je gyg considerazioni
f ^“l:<^’antropologia kinghiana,
ehe nelle parole del prof. Bo° # ris Ulianich, ordinario di Sto
ria del cristianesimo presso
l’Università Federico II di
Napoli, che presiedeva Fincontro, rappresenta il luogo
in cui si riflettono anche tutte le altre dimensioni del
ile
• i
iiese^
e il me|. pensiero di King. La Finotti si
Worliv I soffermata su King, quale
a) difol i^erge dalla puntuale ricer1 alle di ca della prof. Lavina, essa
jffrire/: stèssa ricercatrice presso
delle ti sjiÙniversità, come «prototi:enzioj|'po dell’uomo integrato» e
mato ai iquindi integro, uomo in cui
a ancrfc’è un superamento della
(]\i^?frequente schizofrenia fra
/.'«pensiero, parole e azioni.
Concordava la Finotti con la
tesi del libro secondo la qua; le la personalità di King e la
sua unicità stanno proprio in
quella sua rara capacità di
sintetizzare armoniosamen
§ad
arocral’
jritanl
carico!
à biblii:
sanzid
1. (m.
m
te gli opposti ili vista di un fine alto, quello della libertà
umana intera, totale, non solo quella della volontà.
Altro approccio quello del
prof. Domenico lervolino,
docente di filosofia del linguaggio presso l’Università
federiciana, che si è soffermato sul valore «profetico»
che anche un’opera storiografica come quella in oggetto può avere. Riferendosi a
Martin Luther King e con lo
sguardo rivolto al degradato
panorama della politica nostrana, lervolino rifletteva
sull’importanza di ricostruire
storicamente alcuni itinerari
di vita di persone che sono
riuscite a proiettare dinanzi a
noi un mondo senza violenza, «a rendere visibili le cose
invisibili». »L’utopia, d’altra
parte - ha commentato Ulianich - può essere la più reale
delle cose, perché spinta alla
loro realizzazione».
»Sicuramente è un’opera di
livello continentale su questo
personaggio»: è stato il commento complessivo del prof.
Paolo Ricca che ha ammirato in particolare, oltre alla
frequentazione accuratissima e intelligente delle fonti
dimostrata dall’autrice, anche la pertinenza delle sue
valutazioni rispetto a divèrsi
teologi alla cui scuola King si
è formato.
La domanda di Ricca sull’
influsso di precedenti percorsi di nonviolenza, come il
quaccherismo, su King e sul
movirnento per i diritti civili
ha sollecitato il prof. Gordon
Poole, docente di letteratura
nordamericana all’Università
prientale, ultimo partecipante alla tavola rotonda, a una
breve rivisitazione storica dei
movimenti operanti in America negli anni Sessanta. Poole ha affermato fra l’altro che
se »la violenza è americana
come la torta di mele, anche
la nonviolenza ha radici
profonde negli Usa e Martin
Luther King è erede di un movimento nonviolento e di disobbedienza civile che ha pervaso a lungo il movimento
abolizionista di cui i quaccheri hanno rappresentato un’
anima importante».
Significativamente l’autrice Gabriella Lavina ha voluto
concludere l’incontro lasciando proprio a Martin
Luther King, per così dire,
l’ultima parola. Ha fatto
ascoltare due brevi brani di
discorsi prima in originale e
poi in traduzione rendendo
possibile ai presenti di cogliere il pathos che il predicatore afroamericano trasfondeva nei suoi discorsi,
quella passione che ha coinvolto la vita personale e intellettuale dell’autrice fin
dalla scelta della sua tesi di
laurea e che dal suo libro delicatamente traspare.
C*) Gabmella Lavina: Serpente e
colomba. La ricerca religiosa di
Martin Luther King. Editrice La
città del sole, Napoli, 1994, pp
651, £58.000.
Centro culturale valdese
li futuro della biblioteca
Il trasferimento dei cataloghi su computer
renderebbé più proficua la consultazione
MAMRLUTACUERO
IL mondo dell’informazione sta attraversando un
profondo mutamento, con il
rapido diffondersi delle nuove tecnologie informatiche,
e questo processo di trasformazione modifica in modo
radicalé anche le biblioteche, in quanto componenti
fondamentali dei processi di
comunicazione e trasmissione del sapere, e il contesto in
cui operano. Ogni biblioteca
si è trovata a dover affrontare questo problema, nel corso degli ultimi anni, e la Biblioteca valdese e quella della Società di studi valdesi,
gestite dal Centro culturale,
non fanno ovviamente eccezione a questa regola.
Come è noto, il patrimonio librario della Biblioteca
valdese è oggi stimato in
70.000 volumi circa, prevalentemente a carattere storico-teologico, riguardanti in
particolare la teologia protestante, la storia della chiesa
e del protestantesimo, con
fondi anche umanistico-letterari e saggistici. Anche il
settore dei periodici è consistente, con 476 riviste di cui
90 in corso. A sua volta, la
Biblioteca della Società di
studi valdesi, costituita da
opere riguardanti in particolare la storia valdese,, la
Riforma, il protestantesimo
contemporaneo, consta di
oltre 11.000 volumi, con una
ricca sezione di opuscoli.
Dal punto di vista invece degli utenti, i vantaggi introdotti dall’automazione sono
evidenti. Le notizie bibliografiche possono essere raggiunte partendo da diversi
punti di accesso, molto più
numerosi di quelli offerti di
norma dai cataloghi cartacei: ad esempio posso individuare un documento non
solo attraverso la via tradizionale del titolo o dell’autore ma, virtualmente, attraverso qualsiasi dato riportato nella descrizione bibliografica, sia esso un editore,
un autore secondario o un
luogo di edizione. Se poi la
biblioteca è collegata in rete,
posso localizzare il documento che mi interessa
presso altre biblioteche della rete, qualora la mia non
ne sia in possesso.
inoltre i programmi di automazione bibliotecaria possono coprire tutte le attività
connesse alla gestione di
una biblioteca: acquisizioni,
rapporti con i fornitori, bilancio e contabilità, periodici, prestiti, stampa cataloghi
e così via. Gli aspetti positivi,
in termini sia di efficienza
nella gestione amministrativa che di facilitazione nella
consultazione dei cataloghi
e nel recupero delle informazionir sono evidenti anche a prescindere dai van
taggi aggiuntivi che insorgono qualora la singola biblioteca si integri in un più ampio sistema cooperativo.
Naturalmente l’automazione comporta non solo tjenefici, ma anche costi. In
primo luogo un cambiamento di prospettive, che sappia
rinunciare all’ottica della separatezza e dell’autosufficienza deUa singola biblioteca, che deve accettare di divenire parte di un Sistema
informativo complesso. C’è
in secondo luogo il costo in
termini finanziari. I vari programmi di automazione bibliotecaria hanno costi piuttosto alti e le biblioteche,
specie di enti privati, dispongono di solito di bilanci
ridotti all’osso.
Infine, l’automatizzazione
comporta necessariamente
l’adozione degli standard
internazionali di catalogazione, con grossi investimenti in termini di tempo,
formazioni e adeguamento
della professionalità da parte di coloro che operano
nelle biblioteche. Tutti questi aspetti sono attualmente
all’esame degli organismi
responsabili e dell’assemblea degli Amici della Biblioteca: ci auguriamo che
sì individuino le soluzioni
più valide e che si riesca ad
affrontare il considerevole
sforzo, economico.
Intervista a Gabriella Lavina, autrice del volume sul teologo nero
conciliazione degli opposti come regola di vita
ANNA MAFFEI
5 an'
leb
il’Evai^;:|ì'
1 tuttalL termine della presentalichiail{\j^zione del libro, abbiamo
no, cK-'tilContrato l’autrice Gabriella
er il srf lavina e le abbiamo rivolto
1 42 lii\'fflcune domande,
i di d45>’’^ »Serpente e colomba»: co(Ne^ me mai questo titolo?
' .j «Martin Luther King dijtìhlara che nel suo complesso
&rcorso di formazione upa
■■aelle cose che l’ha guidato è
Alato il suo interesse per l’antropologia. In questa ricerca
^diventata molto importante
la concezione della integraZtóne degli opposti. Conciliamone di opposti è la nonviofeza così come lui la intert prêta e la porta avanti, così
_Wme lo è la sua concezione
a (pè .'^logica. Teologi come Paul
rofeS I Tfllich, basilari per la sua for; deO i dazione, pur parlando del
ad eè ^taggio di esistere, del sog3Î. ISétto che vive e si afferma in
mat| **Ìtianto soggetto, hanno diffioni d ‘^oltà a parlare pienamente di
5 inti , ®atòaffermazione; è questa
,i jjj'^tlea che nella tradizione
e uitì Tatiana fa problema. A parili iw posizioni di potere la
^esa ha fatto costantemente appello all’umiltà: invece il
^ («scorso di King, soprattutto
j^uando incoraggia il nero
a combattere per il suo
ti pM Wtto, accoglie in pieno queitarìò ,®taWea.
li fati tuttavia il sacrificio resta e
iel ^ ^L^litante è invitato ad acl diiè '"ttarè su di sé la sofferenza
a vii! i Nhttosto che infliggerla. C’è
9 e forte tensione. In uno
suoi sermoni invita a
«^ciliare ópposti fortemente fflarcati: il serpente e la coteinba sono da lui scelti co^ esemplificazione del potere della ragione e della for; ^ dell’amore. La ragione vierecuperata e rivendicata
t®l corso degli studi teologite. Al principio di assoluta
teitorità esterna si sostituisce
King accusato di comunismo in un manifesto razeista
la ragione da una parte e
l’esperienza dall’altra: è uno
dèi contributi del liberalesimo teologico a cui egli non
rinuncerà più. Non c’è più
l’obbedire a un principio che
non si comprende, c’è invece
l’elaborare e il far propri
l’esercizio intellettuale e
l’esperienza, il tutto temperato dalla compassione, dall’
amore come meta più alta
cui tendere».
- L’accento sulla forza della
ragione lo differenzia dalla
tradizione della chiesa nera, o
almeno dallo stereotipo che di
essa si aveva, ossia di una
chiesa fondata sull’eccessiva
emotività?
«C’è un'identificazione e
anche un distanziarsi di Martin Luther King dall’esperienza della Black church. Durante i suoi studi egli cerca di
contrastare il modello di predicatore nero che conosceva,
sia nel comportamento personale, sia avviando una ricerca intellettuale puntuale e
rigorosa. Così anche teologicamente si distanzia dalle categorie in parte fondamentaliste che aveva ereditato dalla
sua tradizione. Però tale tradizione resta come patrimonio a cui attingere quando,
come nel caso degli spiritual,
esso è consonante con la sua
ricerca. King sa l’effetto che
può produrre citare un negro
spiritual durante una predicazione: nel canto là chiesa
afroamericana vive come l’esperienza di un potere immenso in cui, come il sociologo afroamericano Du Bois
aveva sostenuto, si può intrawedere una sopravvivenza di tratti africani».
- Condivide la definizione
di King data dalla dott. Finotti come prototipo di »uomo
integrato»?
«Direi di sì. La sua giovialità, la sua allegria, il suo
grande amore per la vita, la
sua grande vitalità insieme
alla solennità con cui si
esprimeva nei suoi discorsi
dimostrano la mancanza in
King dell’aspetto della repressione e della negazione.
Facendo propria una concezione del personalismo, c’è
in lui una xeajizzazione
dell’idea di persóna potenzialmente in grado di attingere autoconsapevolezza e
autodirezione e di essere in
quésto tèmpo co-creatore.
Il peccato è preso sul serio
e Id croce è uh modello sempre presente ma la grazia
non rende la persona semplicemente ricettiva, al contrario la attiva e la mette in
grado di fare le proprie scel
te. G’è un ottimismo di fóndo
che non l’abbandona mai
completamente: King riésce
a condurre avanti la propria
battaglia non tralasciando
mai la speranza che essa
possa essere vincente. D’altra parte questo atteggiamento riflette un filone presente anche in molti spiritual
che esprimevano la fede in
un potere che trova una via
d’uscita là dove sembra che
non ce ne sia nessuna».
- Da dove è nato questo suo
interesse per Martin Luther
King?
«Tornando indietro agli anni della scelta della tesi di laurea, quindi intorno al 1968,
c’era in me l’esigenza di dover prepdere in qualche modo posizione e la difficoltà nel
farlo. In quel momento, scoprendolo dopo l’assassinio,
ho trovato in Martin Luther
King, nei suoi scritti, una fireschezza, una vitalità che io,
pur avendo fatto parte di movimenti di base, non riscontravo nell’esperienza. Sentivo
qualcosa di originale, di germinativo che non ritrovavo
nella religiosità a cui pure in
qualche modo aderivo ma
che mi appariva molto pesante e anche un po’ mortificante. Da qui la curiosità di scoprire qual era il segreto di
questa persona, di questa tradizione. Questa ricerca mi ha
coinvolta per molti anni non
solo intellettualmente, ma
anche più profondamente».
- Si considera una »kinghiana»?
«Sì e no. Martin Luther
King è secondo me una persona da amare. Ho molto rispetto e ammirazione per lui.
Però mi piace anche la sua
indicazione di libertà massima da forme obbligate, l’invito a che ognuno cresca all’interno della sua storia e delle
sue possibilità».
Intervento alla presentazione
«Serpente e colomba»
in costante pellegrinaggio
PAOLO RICCA
.. O ERPENTE e colomba»
\\ non è solo di gran lunga il miglior libro su Martin
Luther King mai apparso in
Italia, ma è anche un testo
degno di figurare a livello internazionale tra i maggiori
contributi che finora siano
stati dati alla conoscenza delle radici del pensiero, del
messaggio e della testimonianza suggellata dal martirio del leader del popolo nero
americano al quale insegnò a
lottare (perché la remissività
è una forma di suicidio morale) secondo il metodo nonviolento (perché la violenza
ñon può produrre pace, così
come le tenebre non possono
produrre luce e dall’amaro
non può uscire il dolce).
L’autrice si è soprattutto
concentrata sulla formazione
di King e l’ha disegnata in
modo esemplare, dimostrando piena padronanza sia delle fonti primarie (ha lavorato
soprattutto negli archivi che
custodiscono l’eredità letteraria di King, di cui ha saggiamente valorizzato i testi autobiografici), sia della vasta
letteratura secondaria di cui
fornisce, nelle note, un’elaborazione critica di prima
qualità. Sono così stati perfettamente ricostruiti l’ambiente familiare e quello accademico in cui si è formato
King: ùn po’ in ombra è rimasto tuttavia l’ambiente ecclesiale, quello del battiamo nero del Sud.
Impeccabile invece è la ricostruzione delle varie tappe
del «pellegrinalo» culturale, spirituale e teologico di
M. L. King: dal fondamentalismo biblico imparato a catechismo, al liberalismo di
W. Rauschenbusch con forti
contenuti sociali (è il maggiore esponente del Social
Gospel americano), poi superato (ma mai dimenticato!) dopo rincontro con
-Reinhold Niebuhr (che contribuì non poco alla maturazione politica, non meno che
teologica, di King), fino all’
approdo a quella che egli
considerò la meta del pellegrinaggio, cioè la nonviolenza, che abbracciò senza riserve e senza pentimenti, seguendo lo «spirito dì Gesù e
il metodo di Gandhi».
Anche negli anni infuocati
dell’ascesa del Black Power,
King restò fedele al suo metodo (azione diretta nonviolenta, capace di trasformare insieme persone e strutture),
ma ne radicalizzò gli obiettivi, volgendosi dal problema
razziale (la segregazione) a
quello sociale (la povertà di
neri e bianchi), e da quello
sociale à quello politico
(apèrta opposizione alla
guèrra del Vietnam). Così ia
stella di M. L. King non si è
appannata, al contrario risplende di viva luce nel firmamento dei testimoni di
Cristo. E 11 finissimo ricamo
(tale è la scrittura di Gabriella
Lavina) con cui l’autrice ci dischiude il mondo interiore di
M. L. King e ci rende partecipi del suo ministero profetico
fino al martirio, rende quanto mai trasparente il valore
evangelico duraturo di questa testimonianza.
La domanda però che,
chiudendo il libro, non possiamo non porre è la seguen-'
te: che cosa è rimasto, nelle
chiese, del messaggio e del
grande esempio di Martin
Luther Kng? Hanno raccolto
la sua eredità?
6
PAG. 6 RIFORMA
Federazione d^lle chiese di Puglia e Lucania
L^economia insième con l'etica?
S’il'
Qual è il limite dell'egoismo e del profittoì Le chiese hànno
.scelto l'opzione per i poveri e non l'interesse privato
MARISA MASTROTOTARO
..T 9 UMANITÀ procede
verso la soluzione dei
problemi economici, sarà
possibile rivalutare i fini sui
mezzi e applicare anche in
campo economico i valori
dell’etica. Ma per almeno
cento anni dovremo fingere
che il giusto sia ingiusto ed
operare una sospensione di
giudizio». Così scriveva John
Maynard Keynes, negli anni
Trenta, nel suo «Esortazioni e
profezie». Ci stiamo dunque
avviando verso il ricongiungimento tra etica ed economia, pur se dovremo attendere, secondo calcoli keynesiani, il 2080? Questo ed altri interrogativi ci siamo posti in
un convegno su «Etica ed
economia», svoltosi il 10 dicembre a Bari, terzo di una
serie di incontri organizzati
dalla Fcepl, che hanno proposto un percorso sui vari
ambiti dell’etica (etica e politica, etica e famiglia, etica individuale). '
Valerio Bernardi, della
Chiesa di Cristo, ricercatore
all’università di Bari, ha tracciato un'^ampia ed esauriente
storia della progressiva scissione deU’economia dall’etica e dei successivi tentativi di
conciliazione, individuando
tre tipi di relazione tra esse:
1) Etica integrata, come nel
sistema aristotelico, dove
l’economia, riguardando
Tamministrazione della casa,
non è ricerca del profitto ma
del sommo bene, che è perseguito individualmente e
tuttavia raggiunto comunitariamente nella polis.
2) Etica periferica, presente
nel pensiero di Adam Smith,
il quale ritiene fondamentale '
per l’economia di una nazione la ricerca egoistica, da
parte di ogni cittadino, del <
'profitto personale. Non c’è
bisogno di un’etica contro
questo egoismo poiché «una
mano invisibile» agisce in
modo contrario per il bene
comune. D’altro canto però
quando tratta il problema
della carestia ammette l’intervento dello stato secondo
dei principi ben precisi. .
3) Etica ignorata o utilitarismo, enunciato da J. S. Mili
che, ponendo alla base della
felicità individuale il calcolo
della convenienza di ogni
azione, postula il definitivo
abbandono di ogni principio
etico.
Questo sul pensiero laico, e
le chiese? Secondo Sergio Rostagno, docente alla Facoltà
valdese di teologia di Roma,
le chiese non sono state molto incisive nelTindicare soluzioni al problema deU’iniqua
distribuzione delle ricchezze.
Il cattolicesimo come il calvinismo non si sono discostati
da interventi di tipo caritativo, che però possono fungere
da supporto all’economia
principale, quando questa
funziona, per coprire le fasce
sociali escluse dal benessere,
ma che non possono far fronte al sorgere continuo di nuovi poveri.
Benché Rostagno riconosca la gravità dello sfruttamento economico di alcuni
paesi sugli altri, ritiene che le
chiese'non devono avere
«un’opzione preferenziale
per i poveri», ma devono
pensare un’economia fondata sulla giustizia in cui sia accettabile «un sano egoismo».
Bisogna evitare sia di ridurre
tutta l’umanità ad una massa
di poveri, che di parteggiare
per essi a priori, in quanto
siamo tutti compartecipi del
peccato.
La discussione in gruppi ha
però fatto emergere una forte
critica alla concessione del
«sano egoismo»: fin dove è
consentito e chi stabilisce il
limite oltre il quale esso degenera? Le chiese non possono accontentarsi di legittimare Tesistente ma devono avere una visione profondamente profetica e critica nei confronti delle inique strutture
politiche ed economiche della società in cui viviamo. Non
solo non devono restare neutrali, ma devono prendere
apertamente posizione dalla
parte dei poveri e degli oppressi, dalla parte delle nazioni strangolate dagli enormi interessi bancari che il
neocolonialismo occidentale
esige e dalla parte di quelle
che svendono il proprio patrimonio ambientale immolandolo all’opulenza dei nostri paesi ricchi.
Napoli, Mediterraneo, Europa: un percorso democratico
Rafforziamo i poteri e la partecipazione
popolare per costruire un'Europa più giusta
I BAI AUAHA ...
LUCA PALAMARA
Napoli, Mediterraneo,
Europa. È il percorso
ideale tracciato sabato 2 dicembre all’Istituto italiano
per gli studi filosofici di Napoli in occasione della visita
nella città partenopea del
presidente del Parlamento
europeo, Klaus Hansch.' Erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Napoli, Antonio Bassolino, e il filosofo ed europarlamentare Biagio De Giovanni, in qualità di rappresentante del comitato scientifico dell’Istituto.
L’incontro si è incentrato
soprattutto sull’importanza
della «maggiore istituzione
della democrazia europea»,
come Tha definita de Giovanni: il Parlamento europeo.
Un’istituzione che ha tutti i
tratti tipici deila storia e della
democrazia in Europa. Nessuno ha mai regalato niente
alle istituzioni parlamentari
dei vecchio continente. I parlamentari hanno conquistato
da soli i loro poteri, spesso
anche attraverso iotte molto
dure. «Bisogna quindi considerare -afferma de Giovanni
- che il Parlamento europeo
non è un fatto che sta lì, già
dato, ma è un processo attivo, in continua evoluzione e
questo dà al suo presidente
una grande responsabilità e
nello stesso tempo una grande autorità».
Il paradosso di questa istituzione sta nella sua limitata
capacità di legiferare, che deve essere necessariamente
rafforzata. Molti compiti legislativi nazionali sono stati
demandati al Parlamento europeo, che però non è ancora
in grado di sostituirsi pienamente ai Parlamenti nazionali. È quello che de Giovanni chiama «deficit democratico; un problema molto sentito in ambito europeo sin dalla formazione delle istituzioni sovranazionali». Un problema che si ripercuote sulla
partecipazione dei singoli
cittadini europei alla vita politica del Parlamento che li
rappresenta. Una partecipazione e un controllo ancora
molto flebili che devono necessariamente essere rafforzati. Questa lacuna deve ancora essere colmata e questo
dimostra come la democrazia
europea sia ancora in cammino. «Ecco perché - dice
ancora de Giovanni -, alla vigilia della conferenza inter
governativa che dovrà rivedere il trattato di Maastricht,
il Parlamento ha un importante ruolo di tramite' istituzionale tra l’opinione pubblica e i centri decisionali».
È un ragionamento che,
ovviamente, trova pienamente concorde Klaus Hansch, il
presidente del Parlamento
europeo che, nel suo discorso sull’Europa, senza metafore o mezze parole, parla di un
Parlamento che non è la
semplice somma dei Parlamenti nazionali ma qualcosa
di più: un organismo a sé
stante, che ha vita propria e
non ammette interferenze o
condizionamenti da parte
delle singole istituzioni nazionali.
Per chiudere il cerchio, il
sindaco Bassolino ha messo
l’accento sulla città partenopea, sul ruolo di vera e propria capitale di una parte importantissima dell’Europa,
quella che si affaccia sul bacino del Mediterraneo, luogo
nevralgico per l’Unione europea non solo dal punto di vista economico, ma anche e
soprattutto dal punto di vista
degli scambi culturali e di conoscenza tra società e mondi
così diversi e così vicini.
venerdì 2 FEBBRAIO
Conclusa la conferenza ecumenica delle chiese
Il significalo di Gerusalemme per i
cristiani e dei cristiani peL Gerusalemme
Si è conclusa sabato 27 gennaio la conferenza ecumenica
«Il significato di Gerusalemme per i cristiani é dei cristiani per Gerusalemme». All’incontro, promosso dalTistituto
teologico «Sabeel», hanno
partecipato oltre 250 persone
provenienti da oltre 20 paesi,
fra cui rappresentanti di tutte
le confessioni cristiane.
«Un risultato molto al di là
delle nostre previsioni - ha dichiarato Naim Ateek, canonico della chiesa anglicana di
Saint George e animatore
dell’Istituto Sabeel - che rappresenta una conferma dell'
importanza politica e teologica della voce della comunità
cristiana palestinese, una voce troppo spesso trascurata a
livello ecumenico. Il senso
della nostra iniziativa sta nel
levare una voce profetica sul
futuro di Gerusalemme, una
città che appartiene alla storia morale, civile e spirituale
di due popoli e di tre religioni.
Per questo Gerusalemme deve
essere condivisa; non può essere solo ebraica, così come
non può essere solo islamica o
solo cristiana».
Nel corso del convegni è
stata espressa preoccupazione per il declino della presenza cristiana a Gerusalemme e
nei territori: «Ne deriva - ha
affermato Bernard Sabella,
sociologo dell’Università di
Betlemme - uno squilibrio demografico che impoverisce il
mosaico culturale e religioso
di questa terra».
Molti dei presenti hanno
espresso la convinzione che
una «giusta conclusione» del
processo di pace nella direzione della «condivisione di
Gerusalemme» potrà favorire
anche il riequilibriq tra le diverse comunità religiose della
società palestinese. «Stiamo
lavorando in questa direzione
- ha affermato nel corso della; /
conferenza Dedi Zucker, de-f,
putato al Parlamento israelia- ■- ‘ ,u
no arriveremo all’obiettivo ‘ v '
di una pace giusta e possibile^
se sapremo rinnovare lo spiri~^f
to di comprensione e collabo-^
razione che ha reso possibilerf. :
gli accordi di Oslo».
Ottimismo ha espresso an-1 %
che Feisal Husseini, uno dei /' più noti esjionenti Palestine-si e capo della delegazione?':
che ha negoziato i primi ac-:? i;|,
cordi di pace: «Il futuro
Gerusalemme - ha detto -ìf '
potrà essere un sole che sorge '
o un grande buco nero. Per-/ '
sonalmente penso che se la-i
vareremo bene potrà essere^ ,
uri sole che nasce». ;
Le chiese organizzano la «Settimana della libertà)
C'è oggi l'esigenza di affermare un
patto per una vita piena di significato
In vista della «Settimana
della libertà» promossa dalla
Federazione delle chiese
evangeliche in Italia (11-18
febbraio 1996), è-stato pubblicato il volume «Un patto per
la vita», che raccoglie una serie di contributi su temi etici
di grande attualità per la testimonianza cristiana. «L’miera
Settimana ruota attorno al
versetto del Deuteronomio
“Scegli la vita affinché tu possa vivere: tu e la tua progenie”
- spiega il pastore Giuseppe
Platone, coordinatore dell’
iniziativa - e il volume che
proponiamo intende offrire
una panoramica ampia e ar
ticolata dei ponti sui quali il
principio della vita va difeso e
riaffermato». Il volume, infatti, offre contributi su temi come la pace e l’immigrazione,
la lotta alla mafia e l’etica familiare, la bioetica e il disagio
giovanile, la violenza nel quotidiano e la condizione della
donna. «Filo conduttore dei
vari contributi - precisa ancora il pastore Platone - è l’esigenza di riaffermare un patto
per la vita nella sua accezione
più ricca e piena: vita cóme sistema di relazioni, come senso, come qualità delle relazioni, come diritti, come progetto
di servizio per il bene comune.
Nella gioia e nella riconoscenza al Signore ma anche nella
responsabilità che egli ci affida». Il volume è corredato da
un poster illustrato da Sandro
Spanu; entrambe i materiali
possono essere richiesti e
prenotati presso gli uffici della Federazione delle chiese
evangeliche. Le chiese evan-:
geliche italiane celebrano la
«Settimana della libertà» in
occasione della ricorrenza del
17 febbraio del 1848, quando
il re Carlo Alberto concesse
alla minoranza valdese dèi
Piemonte un primo riconoscimento'e una certa libertà
di culto.
m
Federazione delle chiese evangeliche in Itaua
<Un patto per la vita
«I
I»
Settimana della libertà 1996
11-18 FEBBRAIO
Cedola di prenotazione dei materiali
Prenoto n._
Prenoto n.
. copie del Quaderno «Un patto per la vita». Costo unitario lire 8.000.
, copie del Poster «Scegli la vita». Costo Unitario lire 5.000.
La prenotazione è per conto di (chiesa, circuito, gruppo)
Posta ordinaria □ '
Corriere □ •
Al seguente inidirizzo: Nome e cognome_____________________
via___________________________
cap_
città
telefono_
Le spiese postali sono a mio carico; pagherò la spedizione e i materiali tramite il bollettino di CCP che riceverò insieme ai materiali.
La cedola di prenotazione va inviata a Settimana della libertà c/o
Federazione delle chiese evangeliche in Italia '
via Firenze 38 00184 - Roma
Segreteria della Settimana c/o Confronti
telefono: 06-48903241 (ore 10-13); fax: 06-4827901
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Spedizione in abb. postaie/50 - Torino
In caso di mancato recapito si prega restituire
ai mittente presso i'Ufficio PT Torino CMP Nord.
L’Editore si impegna a corrispondere
il diritto di resa.
Fondato nel 1848
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Tra il 18 e il 24 gennaio si sono tenute le assemblee e i referendum in tutti gli stabilimenti Skf d’Italia sull’ipotesi di
accordo raggiunta la settimana precedente. Sui 4.453 lavoratori aventi diritto il 79,2% ha espresso un voto; i sì all’accordo hanno prevalso nettamente (70,3%) ma in modo molto disomogeneo. Gli unici stabilimenti dove ha prevalso il
no sono stati quelli di Villar Perosa, dove si sono raggiunte
percentuali del 71 e 62% di voti contrari. Ha vinto il sì invece ad Airasca e a Pinerolo con percentuali superiori
all’80%, così come a Massa, Cassino e Bari. «L’accordo dice il coordinamento Rsu-Skf - definisce nuovi strumenti
di partecipazione e controllo su salario, professionalità e
orario»; in settimana è prevista la firma.
E VAO.
VENERDÌ 2 FEBBRAIO 1996 ANNO 132 - N. 5 URE 2000
Il nuovo abbonamento è ormai in dirittura d’arrivo.
Col prossimo mese, sempre
che la Regione non ci ripensi
o il governo non intervenga, i
pendolari che usufruiscono
per i loro viaggi del treno saranno obbligati alla «tariffa
integrata», a meno che non
decidano di pagare il biglietto
di volta in volta.
Che cos’è la tariffa integrata? È un biglietto che consente di prendere sia il treno che
l’autobus 0 il tram della Atm
a Torino e nei paesi della prima cintura. Fin qui la cosa
sembra interessante. Solo più
una coda per acquistare il biglietto e poi via, su tutti i trasporti pubblici che ci servono. Per questo servizio aggiuntivo si deve pagare un
LE TARIFFE FERROVIARIE PER I PENDOLARI
VESSATI
GIORGIO GARDIOL
aumento del prezzo rispetto
al biglietto relativo ad una sola modalità di trasporto.
Tutti contenti? No. Perché
si tratta di una cosa obbligatoria. Anche se non si usufruisce del servizio aggiuntivo, quest’ultimo è comunque
compreso nel prezzo, lo si
voglia o no. Di più: poiché il
sistema di tariffazione è fatto
per scaglióni succede che chi
può usufruire solo di un siste
ma di trasporto (come gli studenti di None che vengono a
studiare a Pinerolo, che l’autobus dell’Atm possono vederlo solo in fotografia) si è
«obbligati» a pagare la tariffa integrata. Inizialmente la
Provincia farà alcuni sconti,
spendendo di suo 600 milioni. Secondo un’indagine (lodata per la serietà dagli ingegneri del sistema dei trasporti) il 75% dei pendolari non
ha bisogno di due mezzi. È
per questo che si sentono
«vessati».
La soluzione sarebbfe semplice: rendere facoltativo il
sistema: chi lo vuole, lo paga;
chi no, prende il biglietto
semplice. Troppo semplice
per chi ragiona in termine di
sistemi e di maggioranza. Così per molti da febbraio ci
sarà un nuova tassa sul lavoro
e sulla scuola (mediamente
almeno 50.000 lire annue).
Una tassa ingiusta. Non si
stupisca poi, domani, se i
«vessati» non daranno il loro
consenso a quanti voglionò
«governare» solo eon il criterio della maggioranza, infischiandosene delle minoranze. Le minoranze hanno un
difetto: pensano.
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Villar Pel lice
I problemi
della scuola
limaterna
* .
, A Villar Pollice non si parla
lA
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-Í
altro: venerdì scorso, dopo
„ vari mesi di incontri, petizioni, discussioni, i genitori dei
bambini della scuola materna
■ sono scesi in piazza per protestare per una situazione di
■ .difficilissimo rapporto con
una maestra, Rosanna Boni
, no, a cui vengono addossate
numerose responsabilità, tutte
negative. Disordine e sporcizia, piccoli che dormono sui
•tappeti, avanzi dei pasti lasciati ad ammuffire insieme
ai panni sporchi e, per ultimo,
un episodio sconcertante: a
novembre quattro bambini
escono dal cortile della scuola senza che la maestra se ne
accorga e vanno in giro per il
paese salvo poi ritornare a
scuola per conto loro, suonando all’ingresso principale
Scuola insicura, senza comunicazione con le famiglie
al punto che nelle ultime settimane i bambini vengonò lasciati alla materna solo al
mattino, cioè quando c’è
„. un’altra insegnate. «Chiedia’'mo semplicemente di poter
' portare i nostri figli a scuola
tutto il giorno e dunque che si
cambi una maestra che da 13
anni non riesce ad avere un
dialogo», dicono i genitori.
Finora le richieste avanzate al
Provveditorato non hanno
avuto gli esiti sperati e di qui
è nata la protesta.
Il direttore didattico, Rober' to Eynard, così spiega la situazione: «Ho seguito in tutte
le loro fasi i problemi che si
sono creati nella scuola materna villarese; ho più volte
convocato l’insegnante Bonino, cercando di capire le ragioni delle proteste dei genitori che ho incontrato spesso,
' comprendendo appieno le loro ragioni. Per quanto mi
compete ho fatto il possibile e
seguo con attenzione l’andamento della vicenda che ora
comunque è di competenza
' del Provveditorato agli studi».
L'associazione pinerolese vede nella sede universitaria un'opportunità di sviluppo
Una «Fornace» per un città più sostenibile
N. SERGIO TURTULICI
T a fornace» è un’associazione pinerolese
che si propone di elaborare,
forgiare, rendere operative
idee, soluzioni concrete e
nuove dei problemi della città
di Pinerolo, in un quadro di
valori civili, democratici, solidaristici. Il .27 gennaio il
magistrato Elvio Passone, che
ne è il presidente, e altri hanno dato resoconto pubblico
della strada fatta nei sei mesi
di vita e di quella che hanno
in programma di fare in questo 1996. Due i temi e le proposte su cui lavorare: «La
Città sostenibile», progetto di
crescita di Pinerolo che risvegli le energie intorpidite, rilanci la città con un respiro di
nuova cultura civile, ambientale, in crescita compatibile
con le possibilità, le risorse, il
rispetto ecologico e delle persone; l’istituzione di cui si
parla da un po’ di tempo, Pinerolo sede universitaria per
il rilascio delle cosiddette
«lauree brevi», i diplomi di
Gestione delle imprese e Gestione della pubblica amministrazione.
Piazza Verdi a Pineroio
La città sostenibile si propone di porre maggiore attenzione ai problemi ecologici in ambito urbano e rurale;
procedere al contenimento
dell’espansione residenziale
anche con una «variante di
salvaguardia» più restrittiva
rispetto al nuovo Piano regolatore generale; estendere le
aree verdi e i servizi pubblici;
aumentare le forme di parte
cipazione dei cittadini alla vita di Pinerolo, le attività in
prima persona, il volontariato. In pratica le linee di azione per dare sostanza al progetto di una città sostenibile
vedono il contenimento dell’
uso delle auto mediante
l’integrazione tra i diversi
mezzi di trasporto, creando
tra l’altro possibilità nuove
per l’uso urbano della bici
cletta mediante misure attuative del codice della strada e
la realizzazione ampia di piste ciclabili e di percorsi pedonali protetti in tutta l’area
residenziale della città; vie di
scorrimento, radiali e di circonvallazione che decongestionino il traffico e rendano
possibile la pedonalizzazione
del centro storico.
Lo sviluppo dell’iniziativa
universitaria a Pinerolo è previsto in più tappe: in primo
luogo ci sarà la formazione
nell’immediato di un consorzio che vedrà partecipi imprese e amministrazioni locali,
del Pinerolese, stante il riscontro e il ritorno occupazionale che l’iniziativa potrà
avere rispetto all’economia e
nella società cittadina e delle
valli di Pinerolo; nel 1996
l’inizio del corso di Economia e gestione dell’impresa;
nel 1997 del corso di Gestione della pubblica amministrazione; in prospettiva futura sarà ancora ipotizzabile la
possibilità di conseguire a Pinerolo la laurea in Gestione
nell’amministrazione pubblica e la costruzione di campus
universitari.
¡N Questo
Numero
Sfogliando i registri in cui sono conservate le deliberazioni del Concistoro e dell’Assemblea di chiesa di Rorà, mi
è capitato tra le mani un biglietto che
vorrei segnalare ai lettori. Non è datato,
ma dall’esame della situazione della
chiesa di Rorà deve collocarsi tra il 22
dicembre 1880 e il 3 luglio 1881.
È firmato dall’anziano della borgata
Rumer, il quartiere più lontano dal centro
del paese, Giovanni Daniele Durand, ed
è indirizzato ai «Signori membri del
Concistoro». Eccone il contenuto: «Ho
riflettuto sulla carica che ho (quella di
anziano), soprattutto che non faccio il
mio dovere come dovrei farlo. Sono
troppo ignorante nel fare preghiere a memoria come lo vuole il pastore e per solo
essere un piolo (“piquet”) diritto nella
Chiesa! do le mie dimissioni».
Mi ha molto colpito la motivazione
IL FILO DEI GIORNI
PREGHIERE
BRUNO BELLION
che indica un’evidente difficoltà di rapporti col pastore, dove l’affermazione di
essere" solo un piolo in piedi nella chiesa
sembra essere la citazione di un rimprovero che gli è stato mosso. Ma, al di là di
questa situazione che credo vera, vale la
pena di sottolineare che tra i doveri
dell’anziano vi era indubbiamente quello
di visitare i membri della sua chiesa e di
fare delle preghiere. E questo il nostro
Giovanni Daniele Durand era disposto ad
accettarlo pienamente. Quello che non
gli riusciva era evidentemente il fatto di
«improvvisare» o di pronunciare a memoria delle preghiere. Riteneva legittimo
leggerle probabilmente dal volumetto
della liturgia che il Beckwith aveva fatto
stampare in modo che fossero distribuite
e ogni scuola ne avesse a disposizione
una copia. Ma questo sembra, a un certo
punto, non corrispondere più alla sensibilità delle persone (o perlomeno del pastore). Leggere è sentito come una dichiarazione di non fiducia nell’opera dello Spirito. Chi non sa pregare spontaneamente non ha lo Spirito come, secondo
un certo modo di leggere il Nuovo Testamento, non l’ha chi non parla in lingue.
Non voglio commentare questo piccolo foglietto di carta: mi limiterò a sottolineare come, a mio avviso, vi sia dietro
queste poche righe la Sofferenza di un
uomo che è disposto a servire il Signore,
accettando una responsabilità nella chiesa, secondo le sue capacità. E mi pongo
la domanda se, oggi come allora, qualche volta i pastori, ma non solo loro, nel
desiderio di ottenere la perfezione o comunque quello che corrisponde ai loro
modelli o al loro ideale non finiscano
per impoverire la chiesa, allontanando di
fatto chi ha difficoltà a seguirli.
Accorpamenti
Continuano a fare discutere le vàrie proposte di
accorpamenti degli istituti
scolastici. Di fronte alla
prospettiva che l’Istituto
agrario di Osasco potesse
fare tutt’uno con T «Alberti» di Lusema, è giunto un
«no grazie» dall’agrario
stesso, basato su motivazioni fondate. Come proseguirà la vicenda?
P \i;iNA 11
Villar Perosa
Tempo di bilancio anche
^er il Comune di Villar
Perosa. Il sindaco, Roberto
Prinzio, parla in un’intervista dei progetti futuri:
^no previsti mutui per far
fronte a una serie di lavori
bblici (strade comunali,
luminazione, fognature), e.
si cercherà aiche di arrivare alla costruzione di una
palestra da affiancare a
quella attuale.
Pagina n
Immigrati
La Foresteria valdese di
Villar Perosa svolge da alcuni anni una pratica di accoglienza dei lavoratori
immigrati: un’occasione
per sperimentare una volta
di più la vocazione all’
ospitalità e per confrontarsi con culture diverse, anche al di là dei piccoli problemi che'possono sorgere
quotidianamente. '
Pagina III
Disabili
La Comunità montana
vai Pellice si muove per
ottómpefare al dettato di^la legge 104 in materia di
assistenza, integrazione
sociale e diritti dei portatoli di handicap: si va ddla
materia scolastica all’eliminazione delle barriere
architettoniche. È''stato anche approvato il bilancio.
Pagina III
8
I’*
PAG. II
Covoni sotto la neve all’Arvura di Angrogna
Cronache
LUSERNA: MUORE EX VICESINDACO — Una gran folla ha salutato l’ex vicesindaco di Lusema San Giovanni,
Ermanno Revel, deceduto nei giorni scorsi all’età di 74 anni. Revel era attualmente consigliere di maggioranza ma
era stato a lungo in giunta e vicesindaco. In settimana il
Consiglio comunale procederà alla surroga con il primo dei
non eletti nello scorso aprile: Valter Giachero, un giovane
noto negli ambienti sportivi lusemesi.
ABBONAMENTI AGEVOLATI PER LO STADIO DEL
GHIACCIO — Un accordo fra Comunità montana e H.C.
Valpellice Consentirà ai ragazzi fino ai 14 anni di pattinare a
Torre Pellice per tutta la stagione con un abbonamento dal
costo promozionale di 5.000 lire; per informazioni rivolgersi
ai Comuni di residenza. Il palaghiaccio è aperto nei giorni
feriali dalle 21 alle 23, nei prefestivi anche dalle 14 alle 17 e
nei festivi dalle 10 alle 11,50, dalle 14 alle 17,30 e dalle 21
alle 23. Chiuso lunedì e mercoledì. I bambini fino a 8 anni,
accompagnati in pista da un adulto, non pagano l’ingresso.
UNA MOSTRA SUI BOSCIMANI — Fino al 18 febbraio è
aperta a Pinerolo, al palazzo del Senato, una mostra fotografica in cui si illustra la vita, la cultura, la mitologia dei
San attraverso le pitture e le incisioni che questa popolazio' ne ottentotta ha espresso sulla pietra da oltre 25.000 anni fa.
BLOCCO,SCRUTINI — Dall’inizio della scorsa settimana
diversi insegnanti delle scuole del Pinerolese stanno mettendo in atto il blocco degli serafini, secondo le indicazioni di
sciopero proposte dai sindacati di base. Al momento non ci
sono dati significativi poiché in molte scuole gli scrutini
non sono ancora iniziati e per avere la misura dell’andamento di questa forma di lotta, promossa per protestare contro il
contratto della categoria da poco siglato dai sindacati maggioritari, bisognerà attendere le prossime settimane, quando
sarà evidente dal ritardo più o meno consistente della consegna delle schede e pagelle di valutazione. Gli insegnanti del
Pinerolese hanno comunque già un appuntamento importante che è la richiesta di assemblee sindacali in ogni scuola il
giorno 6 febbraio per discutere eventuali altre forme di lotta
e valutare l’andamento del blocco scrutini.
^BICUAAZIOIII
/UsëfifësVita
Agent«
Maria Luisa POGGIO GÖNNET
Agenzia generale
via Trieste, 47 - Pinerolo - tei. 0121 /7ó464
E Eco Delle Vat.i.i \Aldesi
VENERDÌ 2 FEBBRAIO 1996 ^
L’UFFICIO SIAE DI PINEROLO COINVOLTO NELL’INDAGINE SULLA DISCOTECA — Alcuni controllori della Siae di Pinerolo si erano accorti che non tutto
quadrava nei biglietti di ingresso alla discoteca Ultimo Impero di Airasca, chiusa la scorsa settimana per stampa di
falsi biglietti di ingresso e per droga; il responsabile
dell’agenzia, Mario Giammarco, aveva però preferito non
procedere a ulteriori verifiche ma anzi aveva sospeso il
controllore zelante. Sabato scorso Giammarco è stato arrestato dalla Guardia di Finanza e subito sospeso dalla sede
centrale di Torino della Siae: gh viene addebitato il concorso nello spaccio dei falsi biglietti di ingresso.
MOSTl^ MULTIMEDIALE SULLA VAL PELLICE —
Ha riscosso un grande successo di pubblico la mostra realizzata dall’Istituto Alberti presso il Centro culturale valdese, lo scorso fine settimana. È stata esposta la prima parte di
una ricerca pluriennale avviata nel 1994 dagli allievi dei
corsi di operatore turistico di Torre Pelhee e di ragionieri di
Lusema San Giovanni. Oltre alla mostra tradizionale, con
pannelli dedicati all’ambiente, ai luoghi di ritrovo, agli agriturismi, particolarmente interessante un lavoro sul computer
dove, attraverso successive «finestre» è possibile entrare
nel territorio della valle scoprendone fauna, flora, percorsi
turistici, risorse: insomma una vera e propria guida alla vai
Pellice trasportabile su un semplice dischetto di computer.
Preoccupazioni in vai Pellice per il futuro dell'Istituto tecnico «Alberti»
Accorpamenti: l'Istituto agrario non ci sta
Un chiaro, netto, seppur
cortese «No, grazie!» viene
dall’Istituto agrario di Osasco
rispetto alla proposta che da
più parti in vai Pellice è stata
fatta di accorpamento fra
quell’istituto e l’Alberti di
Lusema, che rischia di perdere la propria autonomia.
C’è anche un piccolo «giallo» nella vicenda; infatti l’ordine del giorno approvato dal
Consiglio della Comunità
montana vai Pellice che propone al Provveditore di accorpare la scuola di Lusema e
quella di Osasco con presidenza in vai Pellice fa esplicito riferimento a indicazioni in
tal senso che sarebbero pervenute dai rispettivi Consigli
di istituto; la stessa cosa afferma l’on. Malan in un’interrogazione suH’argomento
presentata al ministro competente; «Lo escludo assolutamente - reagisce il direttore
della scuola agraria di Osasco, Marco Ramotti -; gli
unici rapporti in merito a
questa ipotesi li ho avuti con
la presidenza del distretto
della vai Pellice a cui avevo
, già espresso le mie perplessità per due ragioni diverse:
il nostro istituto si compone
di quattro sedi con presidenza a Caluso; se togliessimo le
nove classi di Osasco a sua
volta sarebbe V Libertini a rischiare la propria autono^mia. Ma saremmo perplessi
su un accorparnento anche
0 aie
sotto il profilo nidattico in
quanto non mi sembra ci sia
molto da spartire fra un istituto come l’Alberti e il nostr'o
che ha un’azienda agricola
annessa, macchinario e attività sul territorio».
Questa storia del Consiglio
di Istituto che si sarebbe
espresso per l’accorpamento
con r Alberti parrebbe dunque una «bufala»: «Abbiamo
un solo Coi^siglio di istituto
per le quattro sedi - aggiunge
il prof. Ramotti - e l’ultima
riunione si è svolta a Caluso
a novembre quando non si
parlava ancora di questa
proposta». Resta un’ipotesi
che potrebbe anche avere il
suo fascino e un suo fonda
Intervista al sindaco, Roberto Prinzio
Tempo di bilancio
a Villar Perosa
PIERVALDO ROSTAN
Per Villar Perosa è già
tempo di bilancio: venerdì 26 gennaio è infatti stato approvato il documento
programmatico e di indirizzo
per il prossimo triennio in cui
vengono citati gli aspetti più
importanti su cui l’amministrazione si vuole impegnare.
«Abbiamo una nostra filosofia di fondo - dice il sindaco,
Roberto Prinzio -; non vogliamo accettare la logica del
finto federalismo fiscale che
vuole mettere i Comuni in
condizione di sommare altri
balzelli comunali alla già forte pressione impositiva statale: Pici rimane così al 4%o e
l’Iciap ferma all’aliquota del
1990 e ci siamo rifiutati di
applicare una tassa che riteniamo assurda come quella
sui passi carrai. Nello stesso
tempo puntiamo ad un accurato controllo di gestione sui
servizi pubblici e di conseguenza sulle tariffe. Penso ad
esempio ai costi per la mensa
scolastica che, ferme restando
le riduzioni per reddito per
mantenere le pari opportunità
per tutti i cittadini, da settembre passeranno a 6.000 lire al
pasto. Adeguamenti sono previsti per^ l’uso delle palestre e
perla raccolta rifiuti».
- Che cosa prevedete per il
settore investimenti?
«Verranno attivati diversi
mutui con la Cassa depositi e
prestiti (per un totale di quasi
900 milioni) per asfaltare
strade comunali, ristrutturare
l’impianto di illuminazione
pubblica, per la ristrutturazione della scuola materna e per
l’estensione della rete fognaria. Abbiamo poi ottenuto
dalla Regione di stipulare un
mutuo a tasso agevolato presso il Credito sportivo per la
costruzione di una nuova palestra che sorgerà accanto a
SOSALCOUSMO
PóUeméultuorto
Vilteltoa; tei. 51045-51379
Ospedale Pomaretto .
Tel: 82352-249 - day ospitai
quella già esistente. Quasi un
miliardo, ricavabile dall’autofmanziamento, verrà investito
per nuovi loculi al cimitero e
400 milioni verranno chiesti
al Credito sportivo per la costruzione di locali spogliatoi
annessi al campo di hockey
su prato».
- Villar ha una storia nel
settore industriale; recentemente dalle fabbriche della
zona è venuto qualche segnale positivo (300 assunzioni in
due anni alla Skf) ma avete
anche presentato un progetto
per una zona industriale; ci
può illustrare la proposta?
«Forse riusciremo a completare l’area industriale che è
ferma da 15 anni; avevamo
presentato un progetto per
chiedere un finanziamento
sulla base del regolamento
Cee sulle aree deindustrializzate e abbiamo ottenuto un
contributo di oltre 700 milioni su un progetto di 900.
Dobbiamo ancora superare
alcuni vincoli idrogeologicEe
abbiamo delle scadenze mol\
to ristrette. Se potremo inter- ^
venire in tempo disporremmo
di un’area di circa 22.800
metri quadrati da utilizzarsi
per attività industriali e artigianali con la costruzione di
sei capannoni. Entro dicembre ’98 tutte le opere dovrebbero essere completate».
-C’è qualcosa che è rimasto fuori da questo bilancio
per mancanza di finanziamenti?
«Molto presi da problemi
urgenti abbiamo ancora messo da parte la questione dell’
arredo urbano che ha bisogno
di accurata attenzione per rendere più interessante il nostro
paese. Un altro progetto molto importante è quello di riuscire finalmente a realizzare
dei locali polivalenti per le attività associative e culturali.
Si tratta dell’idea di ristrutturazione dell’ex cinema Riv;
con la costruzione della nuova
palestra toglieremo dal locale,
oggi assai fatiscente, le attività sportive; a quel punto
dobbiamo valutare che cosa
fare per realizzare uno spazio
per attività culturali».
mento, ma va ricordato che
già tempo addietro il Capetti
di Pinerolo, che aveva chiesto
r accorpamento con la scuola
agraria di Osasco, si vide respingere la proposta.
«Ci era parso che i docenti
dell’Istituto àgrario fossero
d’accordo sull’accorpamento
con l’Alberti», Spiega Bruna
Peyrot, assessore all’Istruzione in Comunità montana, promotrice del documento. Il
prof. Renzo Tibaldo, presidente del distretto vai Pellice,
è stato di fatto l’unico ad interloquire con Osasco e conferma: «Dà parte del prof.
Ramotti ci è stata espressa
solidarietà circa la questione
Alberti; da parte nostra li abbiamo informati che c’era un
interesse ad accorpare i due
istituti ma nessun intento di
prevaricare, tant’è vero che il
documento del distretto non
fa alcun riferimento a prese
di posizione favorevoli da
parte dei docenti di Osasco,
che non ci sono state».
Nel frattempo la scorsa settimana studenti, insegnanti e
famiglie, si sonò riuniti per
discutere della situazione e
delle prospettive. C’è allarme
in vai Pellice, anche perché
TAlberti è l’unica scuola superiore statale della valle in
un contesto che sconsiglia assolutamente di impoverire il
livello culturale e scolastico
di una zona montana. «La razionalizzazione non porterebbe alla chiusura della scuola .
- precisano gli insegnanti ma la perdita di autonomia
amministrativa determinerebbe la diminuzione di finanziamenti, di servizi, di posti di
lavoro, pregiudicando così il ,
buon andamento dell’istituto ,
e dei progetti iniziati negli;,
anni passati». i
C’è, ovviamente, amarezza
per come è stata gestita la vi- ”
cenda (al di là delle decisioni
che Provveditorato e Ministero della Pubblica Istruzione
potranno prendere); da più
parti si sottolineano infatti i'
possibili collegamenti fra Icj;
attività delle due scuole siaf
sul settore geometri che sui
quello turistico.
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Le diverse
tradizioni
buddiste
Caro direttore,'
non amo ribattere alle osservazioni sulle cose che scrivo ma questa volta, trattandosi di rappresentativi personaggi già valdesi o gravitanti
in area valdese (i loro nomi
sono eloquenti) usciti verso
l’Oriente buddista, l’occasione è ghiotta perché tu mi conceda la replica.
Un valdese anche se ora
buddista dovrebbe aver conservato l’attitudine alla lettura
esegetica di un testo, ma devo
dire che Comba e Lo Bue non
hanno compreso il mio articolo. Non mi interessava se
sia vero o no che per il buddismo ci si reincarna in altre vite; sono cristiano e protestante e non lo credo affatto. Ma
Comba e Lo Bue sanno bene
che questa è la vulgata buddista che conosce l’Occidente:
questo volevo dire e questo
ho scritto, mi pare con non
equivocabile chiarezza. Lo
stesso vale per la «buddità» e
la «legge mistica» (Soka
Gakkai la chiama così). A me
\(^nteressava spiegare a me
stesso per primo perché un
oc^entale, un valdese fuoriuscno,.un credente-non più
credente di un’ideologia poli-'
tica religiosamente strutturata
può alienarsi da «sé» per abbracciare una religiosità in
INFORMAGIOVANI
VAL PELLICE
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qualche modo onnicomprensiva, che gli risolva ogni con- :
flitto. Così pure non mi inte-'
ressava sapere se ci sia o no
una «sacralità della creazio-“
ne» per i buddisti ma mi pare.
indubitabile che così la vivano occidentali e cristiani fattisi buddisti, infatti la «creazione» è concetto cristiano.
Per finire, che la Soka
Gakkai non faccia parte dell’
Ubi ma sia una tradizione diversa (eretica, capisco, per
Comba e Lo Bue, i buddisti
tibetani e di altre scuole) anche questo era chiarissimamente detto. Cordiali saluti.
N. Sergio Turtulici
Lusema San Giovanni
Il Coretto
valdese
Leggo sul n. 1 dell’Eco del- ’
le Valli che Elio Canale, pre-'!
side del Collegio valdese, in-.
tervistato da Marco Rostan
sulle opportunità che offre il
Liceo europeo, parla anche di
un progetto di éòllaborazione
«fra il nostro coretto e una
scuola di Madrid...».
Ci tengo a precisare che il
coretto a cui si riferisce il,
preside non è un gruppetto di
studenti che ha deciso di fare
del canto un’attività extrascolastica, ma il Coretto valdese
di Torre Pellice che, in collaborazione con una classe del
liceo, porterà avanti il progetto citato nel suddetto articolo.
Lo sottolineo per una per- i
sonale esigenza di chiarezza,
non per polemica, perché il
Coretto ha avviato con il Collegio un ottimo rapporto di
collaborazione, così come,
per una questione di chiarezza, ci terrei a veder scritto
sull’Eco delle Valli «Coretto
valdese» con la iniziale maiuscola, non con la minuscola
come avviene da un paio di ■
anni a questa parte.
Il termine «Coretto», infatti, come nome proprio ri-,
manda ad un gruppo specifi' '
co con un’attività ben defi',nita, mentre «coretto» mi
sembra avere il significato, ;
più generico, di piccolo e indefinito grappo che canta.
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NOTIZIARIO DELLA FEDERAZIONE GIOVANILE EVANGELICA ITALIANA
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LE FAMIGLIE: MODELLI IN MOVIMENTO
I la vi- Da qualche tempo sul Notiziario Fgei apcisioni pare una rubrica «Oltre la famiglia» in cui si
iniste- : raccontano le esperienze di vita comunitaria
jzione di alcuni centri evangelici. Questo titolo oltre
la più;.-’ i': la famiglia non nasconde l’obiettivo di superare l’istituzione della famiglia tradizionale, ma
piuttosto propone accanto al modello classico
altri modi di progettare la propria vita, insieme
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i ad altre persone e non da soli o da sole. Quo.tidianamente siamo però sommerse da articoVli o posizioni sulla famiglia tradizionale, sulla
parità tra le coppie sposate e le coppie convi^venti ecc. ed è per questo che vorremmo pro"^porre ai gruppi di riflettere sul tema della famiglia.
La definizione di famiglia a cui mi attengo è
quella data dall’lstat che dice: «Per famiglia si
intende un insieme di persone tra loro coabitanti, qualunque sia il vincolo (di parentela, affinità, amicizia) che le leghi, e può essere costituita anche da una persona sola; per nucleo familiare si intende un insieme di persone tra loro
coabitanti, che sono legate da vincolo di coppia e/o
dal rapporto genitori-figli;
tale vincolo sussiste sino a
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origine ad una propria fa'
miglia». È una definizione
molto ampia che permette
però di includere tutte le
persone che vivono nella
società; in genere come famiglia pensiamo
subito ai parenti, ai pranzi di Natale, alle famigliole in spiaggia l’estate ecc. Invece esistono
più modelli di famiglia e questo già ci obbliga
^ ripensare le nostre immagini più comuni.
Perché parlare di famiglia oggi? Diventa
sempre più evidente che nella chiesa, nella
società, negli articoli di cronaca, ecc. quando
si parla di famiglia si aprono mille porte e in
tervengóno mille concezioni del mondo diverse. Il confronto in realtà solo apparentemente
si svolge sull’istituzione famiglia, ma tocca invece altre corde: la solidarietà, la solitudine,
l’educazione, la coppia, i ruoli maschili e femminili, la sessualità, persino cosa è lo Stato civile e qual è il suo ruolo. Allora prima di tutto
dobbiamo ricordarci che il tema è molto complesso e che mentre si parla di famiglia
si parla contemporaneamente di tante
altre cose.
Ma a cosa serve la famiglia? Tantissime sono le funzioni che la famiglia e
il nucleo familiare svolgono all’interno
della società: a) sono luoghi di trasmissione delle regole del vivere civile e dei
valori specifici del gruppo di appartenenza: spesso diciamo che è la famiglia a doversi occupare dell’istruzione
religiosa e non la scuola; la chiesa cattolica vorrebbe che non fosse la scuola
ad insegnare educazione sessuale;
ogni gruppo sociale, attraverso la famiglia, conserva e trasmette i propri valori; b) nella famiglia si è protette dai genitori o
si proteggono i figli e le figlie, si cresce e ci si
realizza come persone umane, si esprimono
sentimenti di affetto, di amore e di aiuto; c) si
partecipa alla vita sociale; attraverso la scuola, il lavoro, il tempo libero, le associazioni,
ecc. ci relazioniamo ad un mondo che altrimenti ci risulterebbe estraneo; la famiglia cioè
svolge un lavoro di mediazione e di educazione primario, uno dei primi codici con cui veniamo in contatto.
Proprio per
questo sul ruolo
di frontiera, di
cerniera tra il
privato e il pubblico, la famiglia
risente subito
del disagio sociale: la disoccupazione, il
mal funzionamento della
scuola, il sovraccarico di lavoro per la donna ecc. possono minare alla
base la sua funzionalità. Ma la famiglia oggi è
soprattutto influenzata dal fatto che stiamo vivendo una fase di transizione generale: dal
punto di vista politico si tratta di riorganizzare
lo stato sociale, dal punto di vista relazionale
di ripensare i rapporti. Sicuramente è una sfida esaltante, tutto è lecito, ma la mancanza di
modelli crea incertezza... forse per questo si
insiste nel conservare le strutture esistenti più
rassicuranti perché conosciute. Un criterio etico orientativo nel giudicare i diversi modelli (o
ipotesi di modelli) può essere quello del rispetto e della valorizzazione dell’essere umano. Se questo è il nostro obiettivo non sarà il
METTIAMO IN GIOCO LA FAMIGLIA
Nell’articolo a fianco si dicono due cose sulla famiglia; qui invece ci sono due idee per
lavorare in gruppo sulle nostre immagini di famiglia, a cosa pensiamo che serva e quali
sono I modelli delle relazioni uomo-donna che ci interessa mantenere o cambiare.
1. Cos’è la famiglia?
a) Scrivete una definizione di famiglia su un foglietto, il più possibile con stile burocratico e legislativo. Piegate il foglietto e passatelo al/la vostro/a vicino di destra.
b) Ora immaginate nella vostra famiglia una famiglia concreta, usate più particolari
possibili, di quante persone è composta, che età hanno, che lavoro fanno, ecc. Scrivete
sul foglietto, piegatelo e passatelo alla vostra destra di nuovo.
c) Adesso descrivete la vostra famiglia ideale, anche qui usate molti particolari. Ripiegate e passate.
d) Ultima mossa: scrivete una nuova definizione di famiglia, la più rispettosa delle vostre idee in merito.
Leggete i fogiietti uno per uno. Provate ad osservare le differenze tra le varie fasi,
quanto sono divergenti la prima e l’ultima definizione o la descrizione delle due famiglie.
Vedete adesso in quali vi trovate più a vostro agio.
2. Le funzioni deiia famigiia.
Divìdete un cartellone a metà. Da una parte scrìvete quali sono le funzioni della famiglia, dall’altra I bisogni. Osservate che tipo di bisogni e funzioni sono (affettivi, sociali, di
conservazione, di inserimento, ecc.); guardate su funzioni e bisogni si incontrano. Cercate di capire da quale concezione dipendono le vostre idee, per esempio se sono collegato alle immagini precedentemente emerse.
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3. La coppia.
I ragazzi del gruppo disegnino una figura di donna e vi scrivano accanto i ruoli che attribuiscono alle donne (ruoli nella famiglia, nella società ecc.). Le ragazze disegnino invece una figura maschile e scrivano’i ruoli che attribuiscono agli uomini. Presentate al
gruppo ciò che avete scritto. Dividetevi in gruppi di genere (uomini da una parte e donne
dall’altra) e discutete i risultati. Riportate al gruppo misto le vostre impressioni, quali cose vi sono piaciute e quali no.
tipo di struttura scelta (coppia eterosessuale,
omosessuale, single, matrimonio o convivenza) ad essere in discussione, ma soltanto la
giustizia delle relazioni: interne alla famiglia
ma anche esterne; per esempio il bambino o
la bambina non deve essere pensato diverso
0 compatito in quanto figlio/a di divorziati, o di
single,-ecc. Rimane aperto certamente l’interrogativo se non sia meglio crescere, in una famiglia con coppia eterosessuale sposata, ma
questo è dovuto In parte alla predominanza di
questo modello; tra^ l’altro anche questo, si
scopre sempre di più, non è privo di violenza.
È chiaro che esistè una differenza tra genitori
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In quella famìglia tutti si somigliavano. Le bambine somigliavano ai papà, le cugine avevano gli stessi capelli, lo stesso sorriso e quasi
tutte avevano gli occhi chiari e il naso lungo. Le zie somigliavano ai nipoti e le nipoti alle nonne.
Era così tanto tempo che avevano imparato a parlare con il loro Dio che nessuno, neanche la vecchia nonna, si ricordava più quando
quelia storia avesse avuto inizio. Però tutti e tutte sapevano con certezza.che quella storia sarebbe continuata a lungo.
Un giorno successe una cosa assai strana. Erano riuniti come ogni vigìlia di Natale a casa di una zia. Come ogni anno si erano incontrati per cantare inni, pregare, e anche scambiarsi gli auguri. All’improvviso uno dei nipotini, il più piccolo della famiglia, che curiosamente
non somigliava a nessuno dato che aveva i capelli rossi e il naso piccolo, si alzò in piedi e uriò: «guarda, la nonna non ha più la faccia!».
Tutti si voltarono e videro con stupore che la nonna aveva la faccia tutta grigia, senza più i suoi occhi chiari né le guance rosa. Ma poi si
accorsero che succedeva la stessa cosa anche agli altri e in pochi istanti sì ritrovarono così: con la faccia grigia, così uguali come maschere, che non potevano più ricónoscersi l’un l’altra.
Allora il piccolo dai capelli rossi disse: «Calmatevi, forse abbiamo ancora qualche speranza di riconoscerci, vedrete che riusciremo a ritrovarci!». Il piccolo iniziò a tastare la faccia di chi gli stava a fianco, poi io annusò, io accarezzò ancora e disse: «Ma questo è zio Poppe!
Lo riconosco daii’odore di vioiettel». Prendendo esempio da iui la zia Ameba prese a toccare ii suo vicino, lo abbracciò, lo toccò e finalmente lo riconobbe: «Ma questo è mio figiio! Caspita! Da quanto tempo!»... così Paolo riconobbe sua figlia Caroiina, e Anna riconobbe dopo un sacco di tempo Franca, che nen ia vedeva da una vita e mezzo. E così via... odorandosi e toccandosi si erano ritrovate.
Quando uscirono da casa delia zia avevano tutti/e la faccia coloratissima e sorridente. E ciascuno/a pesava 10 chiii di meno.
Bethel - campo invernale '95-'96
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etero o omosessuali, ma non siamo forse portate a giudicare le differenze come mancanze? Facciamo paragoni equi tenendo presente che nessun modello è al riparo dall’ingiustizia dei rapporti e sarà solo l’impegno personale a rendere un modello più giusto e rispettoso.
Tra le generazioni presenti nella Fgei sono
presenti un po’ tutte le posizioni sulla coppia
e sulla famiglia: non tutti/e rifiutano i ruoli tradizionali, alcuni/e giocano con essi, altri/e li
vorrebbero cambiare. La coppia e la famiglia
possono essere scelte relative e non totalizzanti. Non tutto avviene all’interno di queste
strutture: ci sono altri spazi di crescita/dove
esprimere sentimenti d’amore. Bisogna riconoscere che ci sono diversi sentimenti che ci
legano alle persone: affetto - attrazione amore - amicizia - passione - innamoramento
- tenerezza ed è saggio non fare troppa confusione tra questi, però considerare solo il
rapporto d’amore come costitutivo-fondante ci
impedisce di valorizzare e dedicare del tempo
ad altre relazioni. Forse il fatto che sia l’unico
rapporto riproduttivo è alla base di questa
concezione. D’altra parte dobbiamo allora riflettere su cosa sia la riproduzione - su cosa
significhi avere figli/e - sul perché è la possibilità di procreare a dare dignità ad una relazione.
La situazione eccezionale di oggi è la possibilità di vedere contemporaneamente tante
forme di convivenza: probabilmente qualcuna
sparirà nei prossimi anni, ma curiamoci di non
farla sparire per i motivi sbagliati.
Pretto •
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Silvia Rostagno (Roma)
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Nessuno lo avrebbe mai detto né pensato! Ma da quasi un anno in Piemonte
esiste una giunta FGEI..
Accadde infatti che alcuni membri degli
unici gruppi FGEI in Piemonte (Valli escluse),
l’Aleph e i battisti di Rivoli-Venaria, si riunirono attorno alla segretaria regionale Elisa Messina, per formare una giunta capace di coordinare una collaborazione fra i due gruppi,
neH’approfondimento di un argomento; il tutto
ebbe come risultato il convegno sulla bioetica
a Torre Pellice il17 e 18 giugno, in cui emerse soprattutto l’entusiasmo e la voglia di fare
dei giuntaroli.
Ma la svolta epocale avvenne allo scorso
consiglio allargato, quando cioè i delegati di
giunta ebbero l’impressione che il Piemonte
(Valli sempre escluse) figurasse in ambito
FGEI nazionale come un orso incastrato a
nord-ovest fra le Valli e la Lombardia, bello
addormentato sopra la Liguria. La prima constatazione fu che era davvero un peccato non
contribuire alla vita della FGEI nazionale, che
non era affatto piacevole vedere la nostra regione costituire un vuoto a nord-ovest, senza
pensare al rischio che la Valle d’Aosta, con
quel vuoto, cadesse sopra la Liguria o, peggio, finisse in mare; cosa fare, quindi, per
“svegliare” la regione?
Le risposte furono tante, abbastanza per
creare un progetto: il PROGETTO GATTO
SILVESTRO. Attraverso la sua realizzazione
la giunta si è riconosciuta nel proposito di “rianimare” la regione e rendere attivamente presenti in ambito nazionale I giovani
evangelici compresi fra Pinerolo e il Ticino; tutto questo attraverso una ricerca che
porti a contattare o formare nuovi gruppi nelle comunità e creare
una rete di coordinamento aperta a
fgeini e NON, che
abbiano comun
que voglia di fare
qualcosa insieme.
Più in generale il
PGS vuole soprattutto creare contatti
fra i gruppi esistenti
e il resto d’Italia
(questa volta Valli in
eluse), presenza ai
convegni, partecipazione
e impegni vari, organizzando convegni interregionali
o offrendosi disponibili a organizzarne in altre regioni.
Avrete notato che usiamo termini come “ricerca” e “contatto”, normalmente utilizzati per
forme di vita extraterrestri; beh, non sappiamo
da voi, ma qui la situazione non è dissimile...
Tuttavia da settembre ad oggi, frugando pres
so comunità, pastori, riunioni di circuito, siamo riusciti ad avere i primi risultati: i giovani di
S. Antonino di Susa, di Coazze e di Biella.
Vi chiederete cosa ci abbia portati a chiamare col nome dello sfigatissimo gatto più famoso del mondo questo progetto così bisognoso di buona sorte: al consiglio allargato si sentì parlare del ligure Progetto Charlie Brown e qualcuno
affermò: “Vabbé, ci manca solo
che noi facciamo un progetto
“Gatto Silvestro” ...” e infatti!
Ci piacque l’idea di quel
gattaccio maldestro ma geniale, un po’ esistenzialista, in continuo divenire e
tentare, tanto che alla fine
acchiappa quel pennuto
giallo che tutti conoscete.
A gennaio, infine, osservando la
situazione di dispersione giovaniie nella
comunità di Torino e
dintorni, la giunta e
l’Aleph hanno deciso di
collaborare a un progetto
comune di ricerca e incontro
dei confermati dispersi, e di animazione dj,benvenuto pér i confermandi; una sorta di “progetto Silvestrino”, che cerca a tutti i costi di impedire
che le nuove leve vengano risucchiate
dal nulla.
Prima di terminare permetteteci di
fare un appunto: i più anziani fgeini po
SORD-NUD:
IL DESTINO DEL BURKINA-FASO
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S.Germano Chisone (TO) -17 dicembre 1995
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Innanzitutto, vediamo di chiarire il concetto: non era un convegno
di sordi nudi ma un convegno nel quale rovesciare per una volta i
punti cardinali e provare a interessarsi delle sorti del Burkina-Faso
(provate a cercarlo sull’atlante, spesso èun paese dimenticato).
Appena arrivati, abbiamo fatto due giochi di presentazione (non è
che ne conoscete di nuovi? Qui non ce la facciamo più!) Però, al contrario di altre volte, c’era qualcuno di nuovo, così questi giochi, ben
noti ai veterani, non sono stati completamente inutili. Poi abbiamo deciso di diventare seri e tutti i partecipanti sono stati divisi in tre gruppi.
Tutti dovevamo studiare rapidamente la geografia del Burkina-Faso
(che significa “paese degli uomini onesti” non lo sapevate, vero?) In
questo paese è difficile coltivare a causa della conformazione del terreno che sta oltretutto andando incontro a un processo di desertificazione. Un gruppo era composto da capi e membri di tribù burkinabé
che proponevano di risolvere il problema creando dei terrazzamenti
su cui coltivare. Il secondo, formato da studiosi stranieri (rispetto agli
indigeni burkinabé) proponeva la costruzione di pozzi. Il terzo era la
commissione nominata dal governo del Burkina-Faso per analizzare le due proposte e scegliere la migliore.
Le opposte fazioni hanno cercato di farsi valere in un acceso
dibattito durato tutta la mattinata. Dopo pranzo è giunto il verdetto della commissione, che aveva scelto la proposta di costruire i pozzi. Nella realtà, perché tutto questo è successo veramente, avevano “vinto” gli altri.
Dopodiché ci siamo dedicati a un rilassantissimo giuoco con
sfondo socio-psicopedagogico: se incontrate in qualche campo
qualcuno della FGEI Valli, chiedete di “Du-du-uà” (scritto in modo pessimo) e vedrete che non ve ne pentirete.
Beh, non è facile riassumere tutto un convegno in poche righe, comunque spero di essere riuscita a farmi capire.
Vi ricordo che siete tutti benvenuti a questi convegni, quindi
sappiate che vi aspettiamo con ansia.
Alla prossima,
Claudia Cardon (Pinerolo)
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da un è ripresa l’attività del GRUME (gruppo rriusica evangelica) delia FGEI, di cui io faccio parte in é -W '
quanto rappresentante della FGEI. Il nostro ultimo incontro è stato rnolto prolifico di idee e progetti. Riguar- C
do al nostro lavoro cercherò di dare periodicamente informazioni sòl Notiziario.
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Prosegue l’attività di òè^r^orlo musicale, alia i|uale chiedo a tuttl/e voi di partecipa- ^
ti, IfiviatKlomi materlaié musicale huovdl^ magari di vostra produzione, mentre a coloro ^
che vanno all’estero raccomando di fare incetta di Innari e canti nuovi. Tutto ciò potrete ^ C |
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Inviarlo a me: Luana Pallagrosi, Via Q. Casati, 57 - 00139 Roma, Tel. 06/87188802.
Prosegue il lavoro di elaborazione e rielaborazione di materiale musicale.
■ ■ ■■ ''-i / ■ ' »1
E' iniziato un interessante dibattito sulla dignità di musica e musiciste/i nelle nostre chiese. Avvertiamo r?
« GRUME« GRUME« GRUME« GRUME« GRUME« GRUME« GRUME« GRUMEii^
tranne aver pensato che il PGS sia una copia
aggiornata del vecchio Progetto Torino: ebbene no. Pur gettando un occhio a quella esperienza preziosa, a parità di propositi, possiamo affermare che è impossibile fare un paragone; si tratta infatti di tempi, persone, situazioni ed esperienze diverse.
Ci presentiamo: Elisa Messina, Marco Di
Pasquale, Cristina Ferrara, Paola Giavara,
Manuela Molinari, Paolo Montesanto, Michele
Palermino,Pietro Romeo, Mario e Stefano
Spandre.
In ogni caso, per qualsiasi cosa:
Giunta regionale FGEI Piemonte
presso: Elisa Messina (vedi foto)
via Pio V, 15 10125 Torino
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A SILVIA
Silvia, rimembri ancora,
i campi invernali a S. Severa, in quel tempo
della
tua vita mortale,
quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare
di gioventù salvi?
CA
O
a
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o.
».
Sonavan le quiete
stanze, e le vie dintorno al Villaggio,
al tuo perpetuo canto, Freedom,
allor che all’opre femminili, Cassiopea, intenta
sedevi, assai contenta
di quel vago avvenir che in mente avevi,
il congresso FGEI
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Era il dicembre uggioso: e tu solevi così menar
il giorno fra una plenaria e l'altra,
lo gli studi leggiadri di staff ^
talor lasciando le sudate animazioni,
ove a tempo mio primo
e di me spendea la miglior parte,
d’in su i terrazzi del paterno ostello della Gioventù
porgea gli orecchi al suon della tua voce...
CA
O
Oh
Silvia rimembri ancora i soavi campi
trascorsi insieme,
la speranza mia dolce è di riaverti ancora ..
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Giacomo Leopardi (bis)
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do Redazione Riforma
via Pio V, 15 10125 Torino
tei. 011-655278
fax 011-657542
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Era un caldo pomeriggio d’inizio autunno. In casa nulla disturbava la quiete di quel
momento.
p Davanti allo specchio del bagno comincio a fare smorfie con la bocca. Serro le labbra e cerco di pronunciare qualcosa...; un suono articolato, chiaramente comprendibile, o che in qualche modo possa essere riconosciuto come parola... Pensavo: non vi
è alcunché di velleitario nel voler parlare con la bocca chiusa. Ne sono certo. Il segreto è solo nell’esercizio.
Ma, niente. Per quanto io mi sforzassi null’altro usciva da quella bocca, se non un
curioso rumore, vagamente somigliante ad un muggito. «Muo», ecco! Muo era l’unico
suono che io riuscissi a pronunciare con la bocca chiusa.
Muo è forse la parola muta o la parola del muto, mi domandai sorpreso davanti allo
specchio? Iniziava così la ricerca...
Oggi, quel suono, muggito d’uomo, mi fa pensare alla vaghezza di un’immagine di
Dio presente solo nella fiaba e nel racconto. Nel mito. Oggi, mi sorprende dover constatare quanto ricco di senso possa essere un semplice, vago muo. Sì, mi sorprende,
eppure mi disturba un po’. Questo Dio soltanto «fabulistico» urta la mia sensibilità. E’
un Dio che si lascia solo intravedere, come gli occhi da una maschera che nasconde
l’espressione del volto. Voglio concentrarmi sugli occhi, ma sono distratto dalla maschera. La ricerca mi toglie le forze... e non so fino a quando vorrò vedere dietro le
maschere di Dio..., dentro le sue fiabe.
Intanto, però, curiosamente ho imparato a parlare, mettendo la mia storia in una
narrazione. Forse, questo è il modo più efficace per dichiararsi, manifestarsi, senza
necessariamente mettersi nudi o pretendere, di altri, la spoliazione. La nudità delle
persone, ora comprendo, è nudità di relazioni o individui disadorni, che nulla più hanno da dire.
Ma, dove la relazione è detta, lì si manifesta la luce del racconto.
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Gennaio ’96: visita in Sicilia. Da qualche tempo I rapporti con i-gruppi della Sicilia si
sono diradati, così una parte del Consiglio è andata a riannodare i contaiti q a capire
qual’è la situazione attuale. J'
Abbiamo visitato i gruppi di Lentini, Catania e Pachino, mentre non siamo riuscite ad
andare a Fioridia e Palermo. Le distanze in Sicilia non sono una scusa banale: sono vincoli ai quali sottostare; per esempio tra Catania e Pachino ci sono 2 ore e mezzo di macchina, una strada interrotta con deviazione e pochi trasporti pubblici. Un altro vincolo riguarda lo studio: le persone crescono e partono per studiare o a Catania o al Nord. I
gruppi di Puglia e Lucania si riconosceranno In questa descrizione, Queste cose rendono il lavoro faticoso e complesso. Alcune volte si rischia di perdere di vista un gruppo
perché non si ricordano più i visi di chi lo compone.
Nonostante questi ostacoli i gruppi giovanili esistono e resistono. Gli incontri regionali, pur con alti e bassi, avvengono, ma ci vuole più costanza e motivazione che in altri '
luoghi.
Noi speriamo di rivedere presto le persone incontrate, soprattutto di vedere i gruppi
siciliani presenti al Congresso, dove è possibile ricaricare le pile insieme.
Aprile ’96: XII Congresso. VI prego di inviare le schede di adesione del
gruppi entro la fipe di febbraio, seguite dalle iscrizioni al Congresso (5-8
aprile Ecumene).
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Silvia Rostagno (Roma)
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Firenze 16-17 dicembre 1995.
98. Si leggono i capitoli che compongono la relazione del Consiglio al XII Congresso, li
si corregge e li si approva. > ^
99. Si definisce e si approva il programma del XII Congresso.
100. Si delegano Pasquale lacobino e Debora Spini al convegno di Libera su Formazione alla democrazia e alla legalità, Firenze 12-13 gennaio 1996.
101. Si incarica Lello Volpe di introdurre la discussione di contenuto per la prossima
riunione sui tema della testimonianza.
^^^^^^102^^^i^ecide^drtenere^l^prossi^^
A FAMIGLIA DELL'OBBLIGO
Bethel, campo invernale intergenerazionale
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I? Positiva e intensa. Si potrebbe così, a mio
avviso, definire l’esperienza di campo intergenerazionale sul tema «La famiglia dell’obbligo» svoltosi a Bethel dal 27 dicembre ‘95 al 2
gennaio ‘96.
E’ evidente come sia estremamente impegnativo pensare prima e realizzare dopo un
campo dove individui, anche molto distanti tra
loro, sia sotto l’aspetto anagrafico che culturale, si incontrino e discutano, ciascuno con il
suo vissuto, su un tema centrale come quello
della famiglia.
Pensare un campo così strutturato, che
metta insieme genitori, figli, giovani di diverse
età, pone una serie di preoccupazioni; la prima era quella di riuscire a creare delle linee di
comunicazione accessibili a tutti ed in grado
di coinvolgere i partecipanti; la seconda era
duella di riuscire a far emergere, nel complesso ed in ogni singolo partecipante, le ineliminabili contrapposizioni e nodi relazionali che
caratterizzano il rapporto genitori-figli all’interno della famiglia.
Questa seconda preoccupazione, secondo
chi vi scrive, si è rivelata in gran parte fondala; poiché modesto, nel complesso, è stato il
■Còhtributo in termini di lettura critica personale
che ogni partecipante ha dato rispetto alla
propria esperienza familiare. E’ difficile indivi
duare i motivi di questo acritico approccio rispetto a tematiche e questioni in cui sarebbe
veramente necessario mettersi in gioco, scavando all’interno delle proprie relazioni familiari.
Per quanto riguarda, invece, l’aspetto della
comunicazione e della relazione intergenerazionale nelle attività del campo, non si può
che rimanere abbondantemente soddisfatti
dei risultati conseguiti; sia nei momenti di studio, che nelle attività ludiche e di animazione
la partecipazione e il coinvolgimento dei campisti sono state segnate da momenti intensi,
dove tutte quelle barriere di relazione tra le
generazioni sono state superate e i ruoli all’interno del gruppo sono stati ridisegnati senza
vincoli anagrafici.
E’ importante, infine, sottolineare la centralità che ha avuto il campo nello sviluppo di un
progetto che tende a realizzare uno spazio di
relazione tra le generazioni, su temi nei quali
è importante un confronto tra esperienze e
posizioni distanti tra loro. Occorre quindi considerare questo campo non come esperienza
unica, ma al contrario come un impegno che,
riveduto e migliorato, sia seguito e rinnovato
nel futuro.
Durante la preparazione del culto finale è stato chiesto ad alcuni/e campisti/e di
scrivere un testo che avesse come protagonisti io, Dio, la famiglia, gli altri, i testi sono
poi stati inseriti nella liturgia del culto. Ve ne riproponiamo alcuni.
Dialogo fra due io (femminili).
t
F lo: lo, Dio, gli altri, la famiglia? Confusione totale...
IF io: lo, Dio, gli altri la famiglia? Possono essere soggetti di rapporti.
F io: Pensarli tutti insierne è veramente una gran confusione.
IF io: Proviamo a pensare i singoli rapporti, allora.
F io: Partiamo dal rapporto più immediato.
IF io: lo e la famiglia... '
F io: Ho un buon rapporto, non traumatico. Sinceramente non riesco a credere
quando sento raccontare di chi odia I genitori. Si, ho delle incomprensioni, soprattutto
con mio padre; perché viviamo due realtà diverse: la mia adoiescenza è stata diversa
dalia sua.
IF lo: Una volta vivevo il rapporto con la famiglia sentendomi dipendente da essa,
poi ho cercato di distaccarmi vivendo fuori. Così i rapporti si sono modificati, lo sono
diventata soggetto responsabile nei rapporti familiari.
F lo: lo e gli aitri... io sono, mi sento, socievole; ma sono timida e mi riesce difficile
parlare, preferisco ascoltare e non intervenire.
Il lo: Sai, anch’io ho vissuto questa situazione, poi ho cominciato ad avere un mucchio di cose da dire.
E il nostro rapporto con Dio?
F lo: Beh, è molto complicato...
t
Luigi Bonaventura (Catania)
bis)
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\
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Í
\
C’è una scatola, di cartone, chiusa ali’origine.
Dentro questa scatoia vivo io, una coppia di adulti e una persona poco più grande di me, che ha il mio stesso sangue, lo sono viva per mezzo della coppia. Nella
scatola si sta piuttosto bene ma a volte l’aria diventa soffocante.
Fuori dalla scatola ci sono gli altri. Alcuni la guardano, altri no, altri ancora premono su di essa per sfondare un po' del cartone di cui è fatta, lo premo anche,,
dall’altra parte, e i buchi che riusciamo a procurare mi fanno respirare meglio. La
coppia non ci ostacola e forse sta meglio anch’essa. C'è una figura, accanto, molto
grande e Indefinibile. Guarda la scatola come tutte le altre cose, a volte si dissolve.
I
...
ALk:*ÌÌrref(Y^rtì> Ì>1 MIO CUGIIVO^
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MIO Zìo' f Appoggio
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12
LA FRATERNITÀ'
NOI E GLI ALTRI
impressioni e rifiessioni sui campo invernale di S.Severa
Non potendo affittare il palasport di Gerusalemme, Gesù era costretto ad incontrarsi
con le folle che lo seguivano in lande desertiche e fuori mano . La volta in cui avvenne la
moltiplicazioni dei pani dei pesci c’erano si e
no cinquemila persone ad ascoltare le parole
di Gesù; viene spontaneo chiedersi, come facevano ad udire tutti quanti le sue parole? Sicuramente gran parte di quei cinquemila, specialmente quelli ai margini della folla, avrebbero avuto serie difficoltà a sentire
chiaramente quel che Gesù diceva. Quindi abbiamo immaginato Gesù parlare
mezzo alla folla e i
più vicini a lui
trasmettere
quando chiamiamo fratello o sorella persone
che non sentiamo affatto vicine. Personalmente, invece, considero frateili persone con
cui ho un profondo legame di amicizia e intimità.
Elena Savarino
Dopo sei anni di assenza da S.Severa é
stato per me un piacevole ritorno alla
vita di campo;
nonostante ciò,
nel momento
stesso che vi
ho messo
piede mi
sono sui t 0
sentito a
quelii
dietro
quan
diceva,
così fino
agli ultimi, in
questo momento la gente
poteva guardarsi
in viso e comunicare: la parola diveniva
comunicazione; in seguito alla moltiplicazione
tutti quanti si coagularono
in gruppi per condividere il
cibo; la folla informe, che si era trovata a seguire un un’unica strada, prendeva ora una
sforma di comunità che condivideva lo stesso
pane, in cui ognuno sa di poter essere accettato.
m I o
agio. Durante questi splendidi quattro giorni ho
avuto la possibilità non
solo di divertirmi, ma altresì di
riflettere, imparare e trasmettere
agli altri i miei sentimenti e le mie convinzioni.
Daniele Bechis
Questo momento del Nuovo Testamento
é stato adottato
per costruire il
sermone del
culto di domenica 31, il cuore
del campo invernale di S.
Severa, sul tema “La fraternità: i nostri rapporti interpersonali”.
Ma é davvero possibile scoprirsi sorelle e
fratelli di tutti?
A volte é alquanto difficile ma a S. Severa
come in qualsiasi altro campo é quasi normale consuetudine. Dico quasi perché in alcuni
momenti
ho provato
- PRINCIPIO ¿li LELLO Volpe ~
»iioithlA A'fÉRE 11. U)HAC,c,io Xl Scoprirsi FKATEtl-'
E iORtLLÉ per trasformarsi in arici E AMICHE „
una sensazione di
totale
estraneità
nei confronti di alcune persone presenti al Villaggio. E’
stato solo
per poco
perché no
Anche noi, sperduti nelle lande deserte di
S. Severa, abbiamo cercato di scoprirci comunità di fratelli e sorelle e capaci di condividerci ed accettarci per come siamo. L’intenzione del campo era comunque quella di
“scoprirsi” fratelli e sorelle e non tanto di analizzare e vedere come lo diventiamo; partendo dal “principio di Lello Volpe” secondo cui “
bisogna avere il coraggio di trasformarsi pian
piano da fratelli e sorelie in amici e amiche “
ci siamo resi conto che questo stato é difficile
da realizzare, che é giusto cercare di operarlo
ma dal punto dì vista pratico risulta complicato da attuare.
nostante l’assenza di giochi di presentazione,
alla fine ognuno di noi aveva preso coscienza
dell’ altro. Solo il semplice fatto di avere condiviso un campo insieme, ci aveva trasmesso
un senso di complicità che da solo é sufficiente a gettare Ìe basi per un sentimento di fratellanza e sorellanza; ed é già un risultato II!
Cristina Ferrara
vi Vi vi i^i vi vi >i ^i i^i V» vi ;^i
Ecco come ragazze e ragazzi del gruppo
ALEPH-FGEI di Torino hanno vissuto i momenti di questo campo:...
Ho trovato estremamente interessante il
campo sulla fratellanza. Fratellanza una parola di cui spesso non si conosce il vero significato, che viene usata in modo inappropiato.
^ eco-gee
; Il pa
(Ìgpe-rtcLct/
PRECONGRESSO FGEI SARDEGNA Campo Sardegna
PRECONGRESSO FGEI SICILIA 9-10 MARZO 1996
-É- conveano Giovani e chle8®
RiesI PRECONGRESSO FGEI CENTRO
9-10 MARZO 1996 (toscana-lazio)
Casa Cares
PRECONGRESSO FGEI SUD 23-25 FEBBRAIO 1996
(campania-puglla-calabrla)
Bethel PRECONGRESSO FGEI NORD-EST
23-25 FEBBRAIO 1996 (lombardia-triveneto)
Venezia (foresteria valdese)
PRECONGRESSO FGEI NORD-OVEST 2-3 MARZO 1996
(Diemonte-llgüria-valle d’aosta)
Villar Perosa ODI7^/\M|?DpeC|
2-3 MARZO 1996
Per le iscrizioni ai precongressi rivolgersi alle segreterie regionali
Cassiopea
10-11 febbraio 1996 Roma
convegno su Genealogia e Rappresentanza
iscrizioni e informazioni: Silvia Rostagno (06-9910185)
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Villàr
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riipspita
'vniV tV iV liV '¡> vV ☆ vV 'ù ik tV 'ù
Spesso l’essere fratello o sorella con il
prossimo viene considerato qualcosa di scontato, tuttavìa nel momento pratico ci si accorge di quante contraddizioni abbiamo in noi,
quando ci dichiariamo credenti e poi ci fermiamo dinanzi alle for
infatti
buire i
un prii
____lE ferto d
un’ass:
lavoro
State gl
Grazie Signore dei bei momenti che mi fai ; iper i r
vivere con i miei frateili e le mie sorelle .
Questo uno dei tanti piccoli pensieri che
ognuno dei partecipanti ha scritto in occasio
ne della predicazione tenutasi a S. Severa. t.äi div
non é, poiché da esso scaturi-I
» p vero
scono ragionamenti dij
ben più vasta por- ^
me e ai colori, o
peggio dinanzi
ai pregiudizi ri
guardo al
prossimo. In
questo
campo si é
cercato di
scoprire
la dim e n sione
d i
frate!
.delle 1
:\^ati pe
- Il
Ed é proprio questo pensiero, più di altri, che
ha meglio rappresentato lo stato d’animo che
mi ha accompagnato soprattutto in quei gior-^,
ni. Sicuramente ad una prima lettura puòj^^
sembrare una frase scontata ma cosipp
.con di
tose,
i'ìfiome è
I a n za
e si é fatto
uno sforzo enorme,
bello é stato l’insieme di
spunti di riflessione per capire cosa
siamo capaci di offrire agli altri e fino a che
punto trasgrediscono le nostre pretese. I limiti
che si incontrano in questo percorso sono notevoli, ma sono sicuro che i risultati, per quanto piccoli, siano stati davvero concreti.
Qualcuno diceva che “non importa che
donne e uomini vivano, ma che vivano per
qualcosa”: cfuesto qualcosa può significare un
rapporto di amicizia, una condivisione, un legame. Per qualcuno potrebbe significare la bellezza di un corpo,
un tramonto, ubriacarsi: ma niente
di tutto ciò riesce a renderci completi.
Paolo Montesanto
Que-';^
sto pen-ii
siero é
stato rivoito a Dio per
ringraziarlo
dell’opportunità avuta del
vivere in comu-'
nione con i fratei- "■ ¡’ijugj-,
nente |
; assieme, e questo
mi ha fatto venire in
mente le parole del
salmo davidico 133:1 “Ecco quant’è buono,
e le sorelle apprezzando lo stare !-juito c
ij'^omui
' ilAnfas,
eia, de
' che st£
^1 ,
Eccomi nuovamente qui! Cosa
dire di un campo giovani di Capodanno?
A) é stata una bella esperienza;
B) la staff é stata efficientissima;
C) ho potuto rincontrare vecchi
amici e conoscerne di nuovi;
D) é durata troppo poco!!!
Andrea Miserare
quant’è piacevole che i fratelli dimorino assieme”.
Questa esperienza comunitaria ed ecumenica del campo ha rafforzato la mia fede, in|
quanto ancora una volta ho scoperto l’importanza del confronto e, perché no, anche dello
scontro d’idee, d’opinioni, d’esperienze e dei
svariati modi d’interpretare la vita. E’ necessario andare incontro al nostro prossimo non
solo con la pretesa d’insegnare, come se fossimo gli unici detentori della verità, ma con
l’umiltà e la consapevolezza di essere anche
noi in parte mancanti e quindi bisognosi di ap"
prendere dall’altro.
Vorrei infine ringraziare tutti i partecipane
del campo che sono giunti dalle diverse parti
d’Italia con spirito di fraternità rendendo poS'
sibilo questa bella esperienza e in particolare
vorrei dire grazie a: Alfredo ed Èva, e ad En*
zo Di Spiazzo per i bei momenti vissuti insi^
me.
Simona Piovaci
Imp(
. l’accot
,'Sigilo (
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REDAZIONE: a Torino C/o Riforma, vìa S.Pio V 15,10125 Torino (Fax 011/657542); a Napoli
REDATTORI/TRICI: a Torino Max Cambellotti, Bettina König (coordinatrice - tei 0121/543819)
a Napoli Deborah D'Auria, Marta D'Auria (coordinatrice - tei 081/273194),
HANNO COLLABORATO A QUEfl[k NUMERO; ^iele Bechis^cheia Belli^ Luigi Boni
Manuela Molinari, Andrea MiseuiS^aolo Montp^^o, Luan^^ffliigrosi, Simo^^lovano,
^CORRISPONDENTI REGIQMn^Cristina^^ll^ono, Lai^l^iSsorio, lujj^^grosi. Si
C/o Riforma, via Foria 93, 80137 Napoli (tei 081/291185, Fax 081/291175).
, Anna Lo Grasso, Eiia Piovano, Pietro Ffomeo.
Nupzia D'Auria, Lula Nitti, Emma Olivieri,
fura, ClaudJ^ardon, CristhmFerrara, Gì(
lana RecclùB^ilvia Rostao^^Marco ScJ
lartinelli, MM^azzarellQ^fllniuca Pui
io Guelmani, Giacomo Leopardi, Elisa Messina,
nbaum, |^a Savarino.,
DonateljPostagno,Oi]|p Soullier, Paolo Testi
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Il pastore Thomas Noffke illustra l'attività della Foresteria valdese di Villar Perosa
L'ospitalità evangelica coinvolge gli immigrati
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VENERDI 2 FEBBRAIO 1996
E Eoo Delle "^.lli "\àldesi
Da alcuni anni presso la Fo
jt-r rèsteria della chiesa valdese di
' Villir Perosa è in atto una forte attività di accoglienza di
,-,f extracomunitari; non molto è
■stato detto di questo impegno
pure costante e che è stato anche riconosciuto dalla Regiof ne Piemonte con una sua deli'berazione. «I primi cittadini
jcxtracomunitari - spiega il
pastore di Villar, Tom Noffke
- sono arrivati nel 1990;
l^-chiedevano aiuto e ospitalità
ialla nostra chiesa, in particolare tramite la foresteria. Da
'allora sono transitati qui una
più di 50 ospiti che hanno
_'soggiornato da un minimo di
;tre mesi a più di due anni di
t'iiermanenza. Inoltre un centidi persone è stato ospitaI to per brevi periodi»,
f ;. - Come avete fatto fronte
■f alle spese in caso di soggiorni gratuiti, o le persone ospiù';i^e avevano un lavoro?
«Una parte delle persone
lipspitate ha ricevuto accoilienza gratuita: non avevano
I infatti la possibilità di contri; buire in quanto alla ricerca di
f ; un primo lavoro; abbiamo offerto delle lezioni di italiano e
un’assistenza per la ricerca di
lavoro. Molte persone sono
/ state generose offrendo vestiti
■ per i nostri ospiti che il più
' delle volte non erano attrez.■'ìati per il nostro clima».
- Il far convivere stranieri
ivera. I di diverse zone del mondo,
ri, che IfCon diversità culturali e reli10 che sglose, non sempre è semplice;
si gior- ^^<^tne è stata la coabitazione?
a può ^ ospiti usano la cucina
a così^^ comune e formano gruppi
'aturi-f che mangiano a turno;
>nti dif "f 1® diffe
a por
lenze culturali hanno creato
I locali della Foresteria valdese a Villar Perosa
qualche problema. Abbiamo
avuto stranieri di diverse tribù
dello stesso paese e abbiamo
trascorso molte serate a discutere di come doveva essere effettuata la gestione quotidiana
della casa, della cucina. L’uso
delle docce è stato difficile da
controllare: molti amano stare
a lungo sotto l’acqua calda
ignorando i problemi di umidità che si creano sulle pareti.
Una grossa difficoltà è stato
anche il controllare il via vai
di amici e ospiti: spesso abbiamo scoperto che chi dormiva o prendeva una doccia
presso i nostri ospiti veniva
costretto a pagare a nostra insaputa. Quando invece gli
stranieri hanno trovato un lavoro contribuiscono alle spese; siccome ciò non accadeva
con regolarità abbiamo dovuto mettere un termine ai soggiorni gratuiti».
- A. un certo punto la Regione ha riconosciuto questo
vostro intervento...
«Sì, abbiamo sottoscritto
con la Regione Piemonte una
convenzione in base alla quale abbiamo ricevuto dei finanziamenti per la ristrutturazione e messa a norma dei locali; anche durante l’esecuzione dei lavori l’ospitalità è
proseguita perché ci siamo
mossi su piccoli lotti di intervento».
— Voi effettuate un primo
intervento di accoglienza, ma
dopo, che cosa succede ?
«Effettivamente oggi il problema è trovare una casa per
gli stranieri già sistemati da
tempo nel mondo del lavoro
e, a stento, nella società italiana; spesso incontriamo delle difficoltà anche da parte di
chi ha delle case da affittare,
cosa che mi fa venire in men
La Comunità montana vai Pel lice approva anche il bilancio
Que-f^^
pen-i>
I diritti dei portatori di handicap
cume
impore dello
! e d6Í
rieces10 non
se tosía con
anche
i di ap
cipahti
e partí
icolare
ad En*
i insie* !
iovano
7
• Importante e impégnativo
l’accordo approvato dal Con' ¿'sigilo della Comunità montana vai Pellice nella seduta del
24 gennaio: si tratta di un
ampio documento, punto di
arrivo di un lungo lavoro alTinterno del Gruppo permanente per la disabilità (costi
f,fluito da rappresentanti dei
■DComuni, delle scuole, dell’
fitefas, dell’Usi, della Provincia, del distretto scolastico)
che stabilisce in ottemperanM alla legge 104 (assistenza,
integrazione sociale e diritti
: delle persone handicappate),
3de, in f modalità di collaborazione
■ fra i vari enti amministrativi,
sanitari e scolastici per re^zzare gli obiettivi stabiliti:
in particolare quello di favotíre i pieni diritti delle perso,Ue handicappate sul piano
personale e delle relazioni
con gli altri.
La realizzazione di questi
Obiettivi sarà seguita dal
gruppo permanente e verrà
altresì costituito un Collegio
di vigilanza: la scuola è, in
0 poS- i; particolare, l’istituzione a cui
; toccano le maggiori responsa.bilità, ma numerosi sono
gli impegni che la Comunità
c i Comuni si assumono,
.tholti dei quali in effetti già
^visti per legge ma spesso
disattesi: fra l’altro il trasporto gratuito e la mensa scolastica, la rimozione delle barbere architettoniche con progetti specifici che lo Stato dofinanziare, la messa a
disposizione di personale per
r servizi socio-assistenziali e
per quelli sportivi.
Impegni particolari anche
per la Provincia, per il distretto scolastico e per l’Usl.
Il dibattito in Consiglio ha
messo in evidenza la generale approvazione verso tale
iniziativa per il suo valore civile, ma anche alcune preoccupazioni dei siedaci circa la
possibilità economica di fare
tutto ciò per cui ci si impegna. Di qui la richiesta, in
particolare di Odetto (Angrogna), di ribadire nella delibera il sostegno da parte della
Comunità montana verso i
Comuni, e da parte di Charbonnier (Bobbio) affinché il
Provveditorato garantisca,
più che attualmente, insegnanti di sostegno qualificati.
Entrambe le richieste sono
state accettate dalla giunta.
L’altro grosso punto all’ordine del giorno era il bilancio
1996: purtroppo la presentazione della previsione per il
1996 e della relazione programmatica per il prossimo
triennio è stata, da parte della
giunta, affrettata e prevalentemente tecnica: è mancata una più ampia giustificazione delle scelte compiute e
dei criteri con cui suddividere le risorse che, soprattutto grazie alla costituzione di
un fondo regionale per la
montagna di circa 300 miliardi, potrebbero aumentare,
per la Comunità montana vai
Pellice, con un’entrata aggiuntiva di circa mezzo miliardo nel 1996.
Per molti aspetti il bilancio
di previsione ripercorre le
decisioni e le attività già in
atto, con un significativo incremento nel settore culturale
e turistico, con progetti che
dovrebbero ricevere uno specifico finanziamento. Non
sono ovviamente mancate le
critiche: la minoranza ha
messo in rilievo la scarsità di
investimenti a favore dell’artigianato e il sindaco di Bobbio ha lamentato che manchino numerosi impegni che la
legge sulla montagna attribuisce alle Comunità montane, in assenza dei quali le cose sono destinate a non migliorare, Da parte sua il sindaco di Bricherasio ha presentato una sorta di controbilancio e ha richiesto più decisi interventi finanziari a favore della bassa valle.
Gli assessori Peyrot e
Grand hanno ribadito che la
distribuzione di risorse deve
avvenire sulla base di progetti e non di contrattazione con
i Comuni: unanime è stata
tuttavia l’esigenza di un dialogo fra la Giunta e i sindaci
per recepire le diverse richieste e soprattutto per attuare
una serie di servizi e di collaborazioni finora molto invocate ma poco realizzate: sarebbe stato meglio se la relazione programmatica e il bilancio fossero stati presentati
dopo e non prihia di questa
discussione comune.
Il bilancio è stato comunque approvato con alcune
astensioni; infine l’assessore
Peyrot ha fornito una, prima
informazione sull’accordo, in
via di definizione, con Pinerolo Tour: si tratta di un consorzio fra i vari enti che operano nel settore turistico per
migliorare la preparazione
degli operatori e per qualificare l’offerta globale del Pinerolese, articolandola in basé alle diverse risorse presenti sul territorio e alle possibili
relazioni da costmire.
te la segregazione degli anni
’50 e ’60 negli Stati Uniti.
Un’esperienza particolare è
stato l’aiuto alla famiglia Egbegbe: con la piccola Giory,
Lucky e Tessy si sono inseriti
nella lavoro della foresteria
come aiuto in cambio dell’alloggio; gli ospiti e il personale dell’Asilo di San Germano
hanno fatto una colletta'per
sostenere le spese della piccola Giory all’asilo infantile,
quasi adottandola. Ora Lucky
sta per avere un impiego in
fabbrica e Tessy continuerà a
dare una mano in foresteria e
nella chiesa».
- Avete avuto situazioni
particolari sotto il profilo
della religione?
«Qualche volta abbiamo offerto le strutture per ospitare
gruppi in incontri di preghiera
durante i fine settimana; è interessante vedere e ascoltare i
loro culti, piuttosto rumorosi
e movimentati, che durano
spesso ore e ore. Molte volte
stanno a digiuno durante tutta
la durata dell’incontro per
pregare e dare cura pastorale
ai partecipanti: le preghiere
durano anche tutta la notte».
- Si può stilare una prima
valutazione della vostra esperienza?
«Tutta l’attività della foresteria ha come scopo “l’accoglienza di membri e simpatizzanti delle chiese evangeliche operanti in Italia e all’estero per favorire l’incontro, lo scambio, il riposo in
ambiente evangelico”; come
potevamo però, avendo la
possibilità di ospitarli, chiudere la porta a questi fratelli e
sorelle che bussavano alla nostra casa?».
Pinerolo
Centro
ecumenico
di ascolto
Sono circa settanta le famiglie che, nell’anno trascorso,
hanno usufruito del Centro
ecumenico di ascolto, valendosi dell’aiuto offerto volontariamente da numerose donne e anche alcuni uomini che
danno la loro dispdnibilità.
L’iniziativa, che ha sede a Pinerolo in via del Pino 61, è
sorta da 4 anni con la partecipazione della Caritas diocesana, della Chiesa valdese e di
cinque parrocchie cattoliche
della città. Il Centro è impegnato contro ogni forma di
discriminazione e offre a chi
li richiede consulenza e aiuto,
cercando soprattutto di favorire la crescita e la promozione umana e non la mera assistenza: si avvale di doni e
contributi e della preziosa
collaborazione di assistenti
sociali, medici, legali.
Non è facile favorire una
migliore qualità di vita e soprattutto ridare dignità alla
persona umana in mezzo al
degrado fisico e morale in cui
ci si imbatte: spesso è impossibile offrire le cose essenziali, cioè la casa e il lavoro. Si cerca di aiutare, con
l’acquisto di viveri, combustibile, medicinali; in questi ultimi mesi, con le assistenti sociali si è cercato di
raccogliere le esigenze dei ragazzi che studiano, aiutando
nelle spese per il materiale
scolastico e per i viaggi. Il
Centro è aperto tre giorni la
settimana e gli operatori si
riuniscono una volta al mese
per discutere i vari casi.
PAG. Ili
Scuola: un questionario e un congresso
Insegnare stanca
Sono parzialmente soddisfatti del proprio lavoro, chiedono a viva voce nuove risorse e meno burocratizzazione,
auspicano un salario che possa consentire il recupero del
potere d’acquisto: sono le voci di circa 120 insegnanti di
scuole di ogni ordine e grado
che hanno" risposto circa due
mesi fa a un questionario proposto da Alp (Associazione
lavoratori pinerolesi) in alcune scuole nel Pinerolese. Si
tratta ovviamente di un campione assai ristretto e tuttavia
i risultati emersi, elaborati dal
settore scuola del nuovo sindacato pinerolese, sono indicativi e serviranno soprattutto
per preparare il convegno sulla scuola convocato da Alp
per il prossimo 10 marzo.
Con il questionario sono
state poste 14 domande riguardanti da più punti di vista la condizione docente. A
fianco di risposte assai slmili,
indipendentemente dal tipo di
scuole di appàrtenenza dell’
insegnante, quelle per esempio relative alla condizione
econopiica dei docenti, che
viene giudicata negativamente, ci sono ovviamente risposte che variano a seconda del
tipo di scuola. Così per esempio viene dalle materne la richiesta della diminuzione del
numero di alunni per classe
(attualmente le classi sono di
28 bambini con una sola insegnante); viene dalle elementari e dalle medie invéce
la richiesta di personale specializzato per il sostegno,
viene infine dalla secondaria
superiore la segnalazione di
difficoltà di rapporti con
alunni e famiglie oltre alla
denuncia della condizione dei
precari e del problema della
mobilità del personale.
Si chiedono da più parti interventi di rinnovamento e
riforma; dalla secondaria superiore arriva unaniitie la richiesta della riforma più volte
invocata nel corso degli ultimi anni, dagli altri ordini e
gradi^ di scuole si chiede un
aggiornamento più organizzato e si manifesta l’esigenza di
una formazione adeguata, da
più parti infine si chiede di rivedere il numero di alunni
per classe, che soprattutto alle
materne e alle superiori è giudicato elevato. Gli insegnanti
insomma, stando alle risposte
date al questionario di Alp,
chiedono risorse e adeguati
aumenti, vivono con disagio
le richieste che il mondo del
lavoro e i mutamenti sociali
pongono alla scuola, senza
peraltro che quest’ultima riceva aiuti idonei e non manifestano molta fiducia nel modo in cui il mondo politico e
sindacale ha finora preso in
considerazione i lavoratori
della scuola.
A conferma rii un disagio
seppur non pesante ma significativo della classe docente
va segnalato il successo che
sta avendo proprio su questo
tema il corso di aggiornamento «Insegnare stanca» che è
cominciato in questa settimana e terminerà alla fine di
aprile presso l’Itc Buniva di
Pinerolo. Per quanto riguarda
il questionario preso in esame
Alp-scuola invita a un incontro di discussione dei dati raccolti, giovedì 1° febbraio, alle
16,30, presso la sede di via
Bignone 89.
Il presidente è Luciano Cavallone
Nuova giunta
per la Pedemontana
A quasi un anno dalle elezioni amministrative e con sei
mesi buoni di ritardo anche
rispetto alla nomina delle
giunte delle altre due Comunità montane del Pinerolese,
anche la Pedemontana ha una
sua nuova giunta. L’esecutivo
è frutto di un accordo che ha
poco di politico e punta più
sul lato amministrativo badando a far sì che le maggioranze dei Comuni siano in
qualche modo rappresentate
in giunta. Fa un po’ storia a
sé Pinerolo, il cui Consiglio
scadrà a fine \’96 e che si trova in Comunità montana grazie alla zona del Talucco.
La nuova giunta è stata
eletta lunedì 22 gennaio, dopo che il presidente uscente
Avondetto aveva portato il
suo saluto e il tradizionale augurio di buon lavoro. Presidente è stato nominato Luciano Cavallone, di Cantalupa
(ma è stata già annunciata
una staffetta a metà tornata
amministrativa con Luca Veltri, di Prarostino, oggi vicepresidente); in giunta ci saranno anche Claudio Rivoira
(Agricoltura), Mauro Pons
(Industria e commercio) e Ivo
Losano (Lavori pubblici).
La volontà di rilanciare
questo ente è stata espressa
dal neopresidente in sede di
presentazione del programma, anche grazie al trasferimento nella nuova sede di
villa Prever e all’assunzione
di un minimo di personale,
ad esempio un tecnico forestale. Dissesto idrogeologico.
agricoltura e foreste con iniziative specifiche a sostegno
della collina pinerolese, sono
state annunciate come impegni prioritari insieme alla redazione di un piano di intervento di protezione civile.
Critiche sono venute sulla sostanza e più ancora sul metodo adottato per arrivare alla
nuova giunta da parte dei
consiglieri Minoli, di Reietto,
Bovero, di San Secondo, e
Calliero, dell’Alternativa di
Pinerolo.
Tutto potrebbe però essere '
vanificato se dovessero diventare realtà alcune ipotesi
già avanzate tfall’assessore
regionale alla Montagna, Vaglio, per un accorpamento di
alcuni Comuni e il trasferimento o in vai Pellice o in vai
Chisone dei Comuni della zona, di fatto abolendo la Comunità Pinerolese pedemontano. Nel corso della settimana è previsto un incontro fra
la neoeletta giunta e l’assessore regionale per valutare
nel concreto le ipotesi di ridistribuzione territoriale.
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RADIO
BECKWITH
EVANGELICA
FM 96.500
. S 's
tei. Olèl-954194
List:
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PAd
Nelle
CHtESE Valdesi
INCONTW TEOLOGICI MIEGGE — Doménica 4 febbraio, alle 17,30, presso la sala valdese di San Secondo,
si riunisce il collettivo teologico G. Miegge per riflettere sul testo «Il coraggio di vivere» di Paul TiUich.
COORDINAMENTO SCOUT PRIMO DISTRETTO
— Gli organizzatori di attività scoutistiche propongono
un incontro per valutare le prospettive di lavoro e per
confrontarsi con resperienza francese per domenica 4
febbraio, ore 9, all’Eicolo Grando di Pomaretto. Sono
invitati tutti coloro che sono coinvolti o interessati al lavoro giovanile nelle chiese valdesi delle Valli.
INCONTRO MONITORI PRIMO CIRCUITO — Sabato 3 febbraio, alle l1, nei locali della chiesa di S. Giovanni, si riuniscono monitori e monitrici della vai Pellice.
ASSEMBLEA TERZO CIRCUITO — Venerdì 9 febbraio, alle 20,30, a Chiotti, presso i locali della chiesa
valdese, si terrà l’assemblea del 3° circuito; all’ordine del
giorno la prossima assemblea del Consiglio della Cevaa,
a cura di Daniele Bouchard, e una riflessione sul patrimonio storico delle chiese valdesi alle Valli, anche in relazione alle norme legislative: introduce Clara Bounous.
ANGROGNA — La prossima riunione quartierale, sull’
identità valdese, sarà il 6 febbraio al Martel aUe 20,30.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Il 7 febbraio, al presbiterio, alle 20,45, si svolgerà lo studio biblico condotto dal
pastore Beratti; tema: «Diaconia o elemosina?».
MASSELLO'— Giovettì 8 febbraio, alle 15, si terrà la riunione al Roberso.
PERRERO-MANIGLIA — La prossima riunione sarà a
Perrero, mercoledì 7 febbraio ore 20,30. Martedì 6 febbraio, ore 14,30, si riunirà l’Unione femminile.
POMARETTO — Domenica 11 febbraio, alle 10, si terrà
l’assemblea di chiesa per esaminare la relazione finanziaria. Le prossime riunioni quartierali saranno il 1° febbraio, alle 15, a Inverso Paiola; il 5, ore 20, ai Masselli;
il 7, ore 20,30 alla Lausa e alle 20 ai Pons.
PRALI — Sabato 3 febbraio, alle 17, nella sala, ci saranno
le prove dello spettacolo per il XVII Febbraio; si raccomanda la partecipazione di tutti i giovani.
SAN SECONDO — Le prossime riunioni quartierali saranno giovedì 1° febbraio a Cavoretto e il 7 a Lombarda
e Rivoira, alle 20,30; tema di questo ciclo di incontri
sarà: «I matrimoni misti».
TORRE PELLICE — Le prossime riunioni quartierali si
svolgeranno il 2 febbraio, ore 20,30, alla Ravadera e il 6
febbraio, ore 20, ai Sinlound. L’Unione femminile si ritroverà nel pomeriggio di domenica 4 febbraio per incontrare Ethel Bonnet che parlerà sui valdesi in Calabria.
VILLAR PELLICE — Domenica 4 febbraio, alle 10, si
riunisce l’assemblea di chiesa; all’ordine del giorno
l’impegno finanziario per il 1996 con relativo preventivo, il XV Agosto a Villar, gli stabili. La prossima riunione quartierale si svolgerà mercoledì 7 febbraio al centro.
VBLLASECCA — Domenica 4 febbraio si terrà un’assemblea di chiesa sulle finanze e per l’elezione di un nuovo
membro del Concistoro. Le prossime riunioni (ore 20)
saranno il 6 a Villasecca e il 7 a Serre Marco. Giovedì 8
febbraio, ore 14,30, si riunisce l’Unione femminile.
San Germano
Video sulle
isole maltesi
Nell’ambito dei «Venerdì
intorno al fuoco» promossi
dall’associazione Turinella di
San Germano Chisone, il 19
gennaio Clara Bounous ha
presentato un video da lei
realizzato sulle isole maltesi.
È stato un interessante viaggio in mezzo al Mediterraneo
sulle orme della storia, analizzando le tracce più significative dei molti popoli che
hanno varcato quei mari nel
corso dei secoli. Un’avventura affascinante in una terra
piena di colori, tra gente
aperta e vivace, dove la natura è ancora pressoché intatta
(ma fino a quando?).
Parlare di Malta per i sangermanesi significa anche ricordare Guido Vinçon, che
nel 1941 là perse la vita durante un’eroica quanto sfortunata battaglia. Un legame
dunque tra la montagna e il
mare che ci ripropone ancora
una volta il mistero della vita
e dell’universo.
Molto apprezzati il commento sonoro e le musiche
che hanno condotto i presenti
in un paesaggio inconsueto,
mentre il fuoco scoppiettante
faceva da contorno.
Pomaretto
Flaco Biondini
in concerto
E Ed) Delle Vai.i.t moEsi
Sport V
VENERDÌ 2 FEBBRAIO 1996
Tornano «I musicanti» a
Pomaretto, sabato 3 febbraio,
ore 21,15, nel tempio valdese:
ad esibirsi sarà Juan Carlos
«Placo» Biondini, chitarrista
argentino, trasferitosi in Italia
nel 1974 e assai noto avendo
accompagnato alla chitarra alcuni fra i più famosi cantautori italiani. È noto soprattutto
per essere dal 1976 chitarrista
di Francesco Guccini, con il
quale collabora discograficamente e in concerti dal vivo:
numerose canzoni del cantautore bolognese hanno come
coautore «Placo» Biondini;
fra di loro «Scirocco» su arie
di milonga argentina, votata
come la miglior canzone italiana del 1987 ottenendo il
premio Tenco.
Biondini propone già da
qualche anno un genere musicale piuttosto inconsueto nella nostra penisola: il tango e
la milonga argentini ai quali
accosta altri brani tratti
dall’enorme repertorio latinoamericano. Biondini si esibisce con Pietro Cantarelli alle tastiere, Paolo Mozzoni,
batteria e percussioni ed Enzo
Passi, basso. L’ingresso costa
10.000 lire.
i SCI; LARA PEYROT IN AUSTRIA — Dopo la partecipazione ai campionati assoluti di sci di fondo dello scorso fine settimana a Bmsson in Val d’Aosta, Lara Peyrot è stata convocata
per la 5 km a tecnica libera che si svolgerà venerdì 2 febbraio a
Sefeld in Austria. Ai campionati italiani la giovane sciatrice di
Frali era giunta ottava sia nei 5 km a tecnica classica che nei 10
km a tecnica libera inseguimento; martedì 23, sui 15 km a tecnica classica vinti da Stefania Beimondo, la Peyrot è giunta sesta.
PALLAVOLO — Ancora un doppio successo per le due
formazioni pinerplesi in serie CI e B2: i ragazzi del Body Sistem hanno regolato con un chiaro 3 a 1 il Savona mentre le ragazze del Magic si confermano al comando della B2, in tandem
Con l’Agil Trecate, battendo in trasferta il Lecco per 3 a 1.
Continua la serie di buoni risultati delle formazioni giovanili
3S di Lusema e Pinerolo che partecipano a dieci campionati federali. La squadra ragazze seguita da Marco Gardioì ha avuto
facilmente la meglio per 3 a 0 sulle ri vaitesi del Trisfera; la
squadra pari categoria maschile ha vinto, sempre per 3 a 0, sul
Bardonecchia. Nella categoria ragazzi doppio successo per 3 a
0 del 3S A e B; il 3S A si conferma così leader della classifica
del campionato di Eccellenza. Sola sconfitta della giornata
nell’Under 14 femminile dove il 3S ha perso per 2 a 1 dal Pinerolo Vbc. Vince anche l’Under 14,3 a 0 a Torino con il Cus,
confermandosi al primo posto sotto gli occhi dell’ex olimpionico Giancarlo Dametto. Doppio successo anche per il Morgan
Lusema che nel campionato Uisp maschile supera per 3 a 0 il
Pablo Nemda; con gli stessi avversari, successo anche per la
formazione femminile, questa volta per 3 a 1.
CALCIO; BENE IL PINEROLO — Il Pinerolo replica il
successo dell’andata nel derby torinese col Nizza Millefonti; i
biancoblù sono andati in vantaggio al quarto d’ora con Pia ed
hanno ben resistito ai tentativi della squadra di casa. Da segnalare anche il bel successo del Saluzzo che con 1’ 1 a 0 inflitto al
Moncalieri recupera punti sul fondo classifica.
Netta sconfitta invece per il Lusema in Promozione; il 3 a 0
subito a Dronero inguaia i valligiani; molti pareggi e una sola
vittoria li hanno portati al quart’ultimo posto in classifica.
BOCCE; VIGONE SI ALLONTANA — Pur vincendo per
14 a 2 sabato scorso il Ferrerò Vigone, in Al di bocce, vede allontanarsi la Chiavarese capace di superare 15-1 il Tre strade.
PALLAMANO; TORNEO OPEN CUP — Con soli sette
elementi a disposizione, di cui tre giovanissimi, il 3S Lusema
scende a Torino per affrontare il Regio Parco, formazione giovane e poco esperta; successo dei Pinerolesi per 19 a 14 in un
incontro che le molte disattenzioni arbitrali hanno vinato.
Perde invece, ma giocando bene fino in fondo e mettendo in
difficoltà le titolate avversarie, la squadra di serie B femminile;
opposta alla Rescaldinese, terza in classifica, la giovane formazione lusemese ha prima subito e poi rimontato fino al 17 a 19;
solo nel finale le ospiti sono venute fuori chiudendo sul 27 a 19.
NelTunder 18 regionale il 3S ha lottato alla pari a Vercelli
con i locali; 25 a 21 il risultato finale che lascia ai valligiani un
po’ di rammarico.
SCI; GARE GIOVANILI A PRALI — Oltre 220 atleti si
sono confrontati sulla pista verde di Frali nelle gare giovanili di
slalom gigante che si sono svolte domenica 28 gennaio, valide
come quarta prova del trofeo Market. Neve compatta, pista ottimamente tracciata con un percorso di 34 porte su un dislivello
di 260 metri: queste le caratteristiche della pista su cui si sono
cimentati gli atleti della categorie Ragazzi e Allievi, maschili e
femminili. Fra le ragazze doppietta delle esponenti del Sestriere, Eiuica Tessere 1“ ed Erica Poncet 2“; prima delle ragazze di
casa Chiara Ghezzi, 13“. Fra i ragazzi successo di Martino Leone, ancora del Sestriere davanti a Valerio Vallerino di Claviere;
nessun praline nei primi 15. Fra gli Allievi vince un nome d’arte, Giorgio Gres, di Sauze d’Oulx davanti a Hermann Casse di
Sestriere ed Enrico Cerutti del Sansicario. Fra le Allieve successo di Bianca Ricagno dello Se Borgata su Valentina Chalp
(Sauze d’Oulx) e Usa Bagnis (Bardonecchia).
CORSA CAMPESTRE — Si è disputata domenica 28 gennaio la terza prova del campionato provinciale di corsa campestre; il trofeo Michelin disputatosi a Torino ha consentito di
mettersi in evidenza anche ad alcuni atleti del Gs Pomaretto.
Manuel Griot ha vinto fra gli Júniores con Simone Bertalotto
5°; terzo Andrea Barrai fra i Cadetti, 4“ e 5“^ rispettivamente Elisabeth Porporato e Patrizia Bounous fra le Esordienti, 5° Elena
Breuza fra V.F. 20.
mm
Concerti dell'Unitrè a Torre Pellice
Trio da camera
Un trio affiatatissimo, il
Trio Glinka con Elena Bossina pianoforte, Antonio D’Attellis clarinetto. Marco Fella
violoncello, è stato ospite
dell’Unitrè di Torre Pellice
TU gennaio. Sono state eseguite musiche di Ludwig van
Beethoven e di Michail
Glinka.
Il concerto, gentilmente offerto da questi tre giovani artisti, è iniziato con un brano
di Beethoven, Top. 3", tratto
dal piacevolissimo Settimino
in mi bemolle maggiore (op.
20) che è un vero e proprio
addio al Settecento. È una
trascrizione per piano, clarinetto e violoncello realizzata
in seguito dallo stesso Beethoven. Questa splendida
pagina, che è sostanzialmen
te una serenata, con i suoi
numerosi movimenti, è stata
eseguita con grande maestria,
in particolare il tempo di minuetto nella terza parte.
Di Michail Glinka, certamente il primo grande musicista russo, uomo di grande
cultura, dalla vita alquanto
movimentata trascorsa in
parte all’estero, è stato eseguito il Trio Pathetique in do
minore. Un’interpretazione
brillante, ora densa di toni
travolgenti, ora quasi sognati,
che ha saputo sottolineare
due filoni dell’autore, ora
intimamente nazionale, ora
di gusto occidentale, mettendone in risalto l’eclettismo.
L’op. 11 di Beethoven concessa per il bis ha concluso il
piacevole concerto.
2 febbraio, giovedì — SALUZZO: Alle J5,30, nella sala
Verdi della Scuola di alto perfezionamento musicale di via
dell’Annunziata Ib, conferenza
del professor Michelangelo
Zurletti su «Le opere shakesperiane di Verdi».
2 febbraio, venerdì —
PRAGELATO: A cura della
fondazione Gouiot Bourg, alle
21, nella sala consiliare, conferenza di Alex e Monica Berton
su «La lingua d’oc, il provenzale e il patuà».
2 febbraio, venerdì — PINEROLO: Presso Stranamore,
alle ore 21, proiezione di «Riff
Raff: meglio perderli che trovarli».
2 febbraio, venerdì — PEROSA ARGENTINA:, Alle
21, al Centro anziani di via Roma 26c, serata di cineforum
con la proiezione di «Creature
del cielo», di Peter Jackson.
3 febbraio, sabato — PINEROLO: Alle 21, al Teatroincontro (via Caprini 31), primo spettacolo musicale della
serie «Risonanze» sul tema
dell’amore. Ingresso £ 15.000
(abbonamento a tre spettacoli £
35.000).
3 febbraio, sabato — PINEROLO: Presso Stranamore,
alle 21, concerto del sassofonista francese Michel Donedet
con il pianista Claudio Parodi.
3 febbraio, sabato — PINEROLO: Alle 14,30, nella
sede della biblioteca dei ragazzi in corso Piave 5, ultimo incontro di animazione col libro;
tema della giornata: «Adesso il
libro lo scriviamo noi», raccolta dei materiali che sono stati
prodotti.
3 febbraio, sabato — TORRE PELLICE: Dal 3 al 9 febbraio, nell’atrio del municipio,
è esposta una mostra storica
sulle bombe di Hiroshima e
Nagasaki; l’iniziativa è
nell’ambito degli incontri proposti a dieci anni dal disastro di
Cemobil.
4 febbraio, domenica — PINEROLO: Alle 16, all’auditorium di corso Piave, per la rassegna «Di festa teatrando» dedicata ai ragazzi la compagnia
Teatro de la Girandole presenta
«Le malizie di Arlecchino». Su
una terrazza si incontrano Arlecchino e Colombina per.lavorare, ma ogni occasione o situazione diventa pretesto per
scherzare e giocare...
4 febbraio, domenica —
POMARETTO: A cura della
Pro Loco si svolge il carnevale
pomarino.
4 febbraio, domenica —
TORRE PELLICE; Alle 9,
nel salone della banda musicale
in piazza Gianavello, si svolge
l’assemblea generale dei soci
dei pescatori sportivi della vai
Pellice; in discussione attività
’95 e programmi per il ’96, rielaborazione dello statuto ed
elezioni.
5 febbraio, lunedì — LUSERNA SAN GIOVANNI:
Alle ore 20,30, nella sala mostre di via Ex Deportati e Internati, prima conferenza del ciclo
«Valori della Costituzione e diritti di cittadinanza» organizzato dal Centro culturale valdese.
Stefano Sicardi, docente di Diritto costituzionale, parlerà su:
«Potere politico, magistratura,
informazione».
8 febbraio, giovedì — PINEROLO: Per la stagione teatrale pinerolese, al Teatro-incontro di via Caprini, Paola
Gassman e Ugo Pagliai presentano «Harvey» di Mary Chase.
8 febbraio, giovedì —
TORRE PELLICE: Alle
15,30, alla Casa valdese, la
prof. Mirca Peyrot, per gli incontri dell’Unitrè parlerà su:
«La civiltà americana post colombiana».\
9 febbraio, venerdì —
TORRE PELLICE: Alle ore
20,45, presso la sede della Comunità montana in corso Lom
bardini 2, per il Gruppo di studio Val Lucerna, presente l’autore, Alberto Papuzzi presenterà il volume «Il padrino di
Mosca» di Cesare Martinetti.
10 febbraio, sabato —
TORRE PELLICE: Alle ore
17, nella sala Paschetto del
Centro culturale valdese, si
inaugura la mostra di Antonio
Ciarallo dal titolo «Stanza blu».
Presentazione di G. Corderò.
La mostra è aperta fino al 29
febbraio, dalle 15 alle 18, il
giovedì, sabato e domenica, negli altri giorni dalle 14 alle 17.
)ERVIZI
VALLI
CHISONE - GERM ANASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale di Pomaretto, tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 4 FEBBRAIO
Villar Perosa: Farmacia De
Paoli - via Nazionale 29, tei.
51017
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde, Porte : tei. 201454
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 4 FEBBRAIO
Bibiana: Farmacia Garella Via Pinerolo 21, tei. 55733
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
SERVIZIO INFERMIERISTICO
dalle ore 8 alle 17, presso le
sedi dei distretti.
TORRE PELLICE — Il
cinema Trento ha in programma, giovedì 1° e venerdì
2, ore 21,15, Nel bel mezzo
di un gelido inverno; sabato
3, ore 20 e 22,10, domenica
4, ore 16, 18, 20, 22,10 e lunedì 5, ore 21,15, Viaggi di
nozze.
BARGE — Il cinema Comunale propone, giovedì 1"
febbraio. Viaggi di nozze;
venerdì Ciclo; sabato Ivo il
tardivo; da domenica (15,
17, 19, 21) a giovedì 8 Casper. Per Casper gli orari feriali sono 19,30 e 21, gli altri
giorni solo ore 21.
PRIVATO acquista mobili vecchi-antichi e oggetti
vari: tei 0121-40181.
INFIRMIÈRE retraitée et
cherchée huit jours par mois
pour assistance facile à Genève (Suisse); tel. 0121-932043.
L’Eco Delle Valli Valdesi
Via Pio V, 15-10125 Torino
Tel. 011/655278
Via Repubblica, 6 - 10066
Torre Pellice (TO)
tel/fax 0121/932166
Sped. in abb. postVSO
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non può eesare venduto separatamente
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Resp. Franco Giampiccoli
stampa: La Ghisleriana Mondavi
Una copia L, 2.000
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venerdì 2 FEBBRAIO 1996
Fede e Spiritualità
PAG. 7 RIFORI^
Una testimonianza di Martin Luther King di fronte alle minacce razziste
In Dio troviamo il coraggio che ci manca
Le forze del sìngolo trovano nuova linfa nel Signore
che è al fianco di quanti sono impegnati nella lotta per la giustizia
. Martin Luther King racconi tauri proprio momento di
crisi durante l’azione di boicottaggio degli autobus a
Montgomery all’inizio dei
movimento per i diritti civiti
negli Usa quando, ormai
quotidianamente, egli riceveufl dai bianchi segregazionisti
'rj^ìnacce di morte.
«Quasi ogni notte andavo a
^ lètto affrontandp con incer; tezza il momento successivo.
à mattino avrei guardato Coi retta e “Yoki”' e mi sarei detto: “Possono essermi portate
via in ogni momento; io pos, so essere loro portato via in
ogni momento” [...] Una notte verso la fine di gennaio andai a letto tardi, dopo una
giornata faticosa. Coretta era
già addormentata e stavo
; quasi per prendere sonno
quando il telefono squillò.
Una voce arrabbiata disse;
“Ascolta nigger, abbiamo
preso tutto quello che vogliamp da te; prima della prossima settimana, rimpiangerai
di essere mai venuto a Montgomery”. Riattaccai, ma non
Studentesse nere provocate da studenti razzisti perché impegnate in un sit-in in un iocaie pubblico
potevo più dormire. Sembrava che tutte le mie paure mi
fossero piombate addosso
d’un tratto. Avevo raggiunto
U punto di saturazione».
Sceso dal letto, cominciò a
camminare per la stanza;
andò in cucina e si scaldò una
tazza di caffè. Il racconto continua.
«Ero pronto a rinunciare.
Con la mia tazza di caffè davanti, senza toccarla, stavo
seduto tentando di pensare
ad un modo di uscirmene di
scena senza apparire un vigliacco. In questo stato di
esaurimento, quando ormai
il mio coraggio era semplicemente sparito, decisi di portare il mio problema a Dio.
Con la testa fra le mani, mi
piegai sul tavolo di cucina e
pregai ad alta voce. Le parole
che dissi a Dio in queUa mezzanotte sono ancora vivide
nella mia memoria: “Io sono
qui e prendo posizione per
quello che io credo sia giusto.
Ma ora ho paura. La gente.,
cerca in me una guida, e se io
sto davanti a loro senza forza
e coraggio, anch’essi vacilleranno. Io sono alla fine delle
mie forze. Non ne ho più. Sono arrivato al punto in cui
non posso farcela da solo”».
Messa in campo tutta la
forza, il coraggio, la determinazione, l’ardire di cui si sentiva capace, nelle circostanze
estremamente ostili, King ci
racconta di averne sperimentato l’esaùrimento. Ma racconta anche: «In quel momento iò sperimentai la presenza del divino come mai lo
avevo sperimentato prima.
Mi sembrò come se io potessi
ascoltare la tranquilla assicurazione di una voce interna
che dicesse: “Sta’ in piedi per
la giustizia, sta’ in piedi per la
verità; e Dio starà al tuo fianco per sempre”. Quasi immediatamente le mie paure cominciarono a dileguarsi. La
mia incertezza disparve. Ero
pronto ad affrontare qualsiasi cosa».
(da Gabriella Lavina in Serpente e colomba. Napoli, La città
del sole, 1994, pp 445-446).
messaggeri e il loro rapporto, tutto particolare, con la musica
(Gli angeli di Dio non hanno bisogno dell'«uniforme» alata
Se mi chiedessero: «Hai mai
visto un angelo?» non saprei
che cosa rispondere. Ma se mi
j-0iedessero: «Hai mai inconii'^ato un messaggero di Dio?»,
1 la mia risposta sarebbe un
: «SÌ» incondizionato. In momenti particolari Dio si fa co\ sì vicino agli umani che essi.
possono udirne il messaggio
' in parole umane e sperimentare in una mano soccorrevo-,
le l'aiuto mandato da Dio.
Le ali dell'angelo
Le all sono divenute in
i qualche modo l’uniforme de.. ¿i angeli. Tra parentesi quef sto processo già di per se
' stesso è degno di nota. L’itinerario speculativo umano
: ha mostrato, nei secoli, una
: forte tendenza alla generalizL^one concettuale. Quando
ti sfuggono i tratti di qualcosa e i contorni sfumano, lo
spirito umano riesce a far
fronte alla cosa solo inquadrandola all’interno di un
.. concetto generico: in questo
, Otodo la custodisce e la esortila al tempo stesso. Questo
racchiudere il singolo nell’
j ^bito del concetto generale
^ e davvero un procedimento
Jhalogo a quello del costrin«6re l’individuo in un’uniforfre; Basta pensare ai tempi in
tiri questo imporre al singolo
'^’uniforme prese il soprav''anto per vedere quale effet
Notizie
evangeliche
agenzia stampa
Abbonamento annuo L. 50.000
da versare sul ccp 82441007
intestato a l\lev - Roma
to produca su larga scala.
L’uniforme delle ali è qualcosa che agli angeli è stato conferito dall’uomo che non li
comprendeva più perché non
ne sperimentava più rincontro. Il messo del Signore non
ha bisogno di ali.
Angeli musicanti
Penso al dipinto di Grùnewald [l’autore allude qui
ali’Allegoria della Natività
oggi nel Musée d’Unterlingen di Colmar], e oltre a questo molti altri affiorano dalla
memoria: angeli che cantano
e suonano, con strurnenti e
spartiti musicali, da soli, in
coppia o in coro.
Ci si stupisce dinnanzi al
candore di queste raffigurazioni, che sempre pongono
in mano agli angeli strumenti musicali coevi, e li forniscono persino di spartiti su
Icona greca del ’500 sulla natività con l’angelo che suona la cetra
cui leggere le note. Bisogna
ammettere obiettivamfente
che in queste raffigurazioni
il vero tema è il far musica
così come gli artisti sapevano raffigurarlo, e che gli angeli non hanno altra fùnzione che quella di trasporre
questa musica in una sfera
più elevata.
Se consideriamo con attenzione questa riserva, vedremo tuttavia che l’angelo
musicante del Medioevo è
ancora capace dì dire una
parola a noi moderni. Questi
angeli musicanti ci dicono
che il nostro classificare la
musica fra le arti è insufficiente, che può occultare
qualcosa di essenziale. La
musica possiede un suo particolare, specifico rapporto
con la lode di Dio (ecco ciò
che ci dicono gli angeli musicanti) e tale lode a Dio non
può mai venir sussunta sotto
la categoria «arte» come siamo soliti concepirla, perché
si tratta dì un processo che
coinvolge la creatura tutta.
La voce umana che canta
si avvicina ai suoni delle
creature celesti più che la
voce con cui articoliamo la
parola; e le voci degli strun^enti ampliano ancor più il
nostro far musica, lo estendono a un coro più vasto,
che coinvolge le creature
inanimate. Visto sotto questa angolatura il far musica
degli angeli assume un senso
più profondo e autentico, un
senso che nel dipinto di Griinewald con gli angeli musicanti risulta molto chiaramente esplicitato.
(da Claus Westermann: Gli angeli di Dio non hanno bisogno di
^i. Casale Monferrato, Piemme,
1995, pp 5,19-20 e 33-34).
I canti degli schiavi neri in America
Lo spiritual è fonte di
energia per la lotta
Si dice che il popolo di
Israele non poteva cantare i
canti del Signore in terra
straniera. Ma per i neri il loro
stesso essere dipendeva dal
canto. Attraverso il canto essi costruivano nuovi riferimenti per resistenza in una
terra loro estranea Gli spiritual hanno consentito ai neri
di conservare una certa misura di identità africana pur
vivendo nel mezzo della
schiavitù americana, fornendo lorp sostanza è ritmo per
affrontare la servitù.
L’africanismo negli spiritual è direttamente collegato
al carattere funzionale della
musica africana. In Africa e
in America la musica ùlacfc*
non era una creazione artistica in sé, era direttamente
collegata alla vita di tutfri
giorni, al lavoro come allo
svago. Il canto era un’espressione del punto di vista della
comunità sul mondo è sulla
propria esistenza in esso. Attraverso la musica, gli afiricani trasmettevano la memoria
della propria storia, iniziavano i giovani all’età adulta ed
esprimevano il loro credo religioso. La cultura africana
provvedeva la forma che rese
impossibile per gli schiavi
neri di accettare una religione che negava il loro essere,
definito nei termini della loro eredità africana. Negli spiritual gli schiavi neri combinavano la memoria dei loro
antenati con TEvangelo cristiano creando così uno stile
di esistenza che partecipava
alla propria liberazione dai
ceppi terreni.
Lo spiritual è allora lo spirito del popolo che lotta per
la propria libertà; è la sua religione, la fonte di energia in
un tempo di grande travaglio. E se uno non conosce il
travaglio, allora non può
comprendere lo spiritual.
Questo è quello che disse,
una donna nera che aveva
perso tutti i suoi ventidue
bambini tranne uno: «A me
piace “Poor Rosy” più di tutte le altre canzoni, ma questa non può essere cantata
se non con un cuore pieno e
uno spirito tribolato». («I likes “Poor Rosy" better dan all
de soQgs, but it can’t be sung
widout a full heart and a
troubled sperrit!»). La tribp
lazione è'inseparabile dalla
esperienza religiosa nera.
(...)
Tuttavia lo spiritual è più
che espressione di tribolazione: è esperienza gioiosa,
è vibrante affermazione della vita e delle sue possibilità,
in una forma estetica appropriata. Lo spiritual è la comunità nel ritmo, l’ondeggiare seguendo U moto della
vita. L’approccio migliore
per interpretare il canto è
percepire la propria via
aU’interno del contesto storico e culturale deU’animo
del popolo e lasciare che il
canto parli a e per te. Quando il canto «iiai'e you got
good rehg/o«?» (Possiedi tu
una buona religione?) viene
cantato e tu puoi rispondere
dal profondo della tua anima black: «Certainly Lord»
(Certamente Signore)', allora
vuol dire che sei nella giusta
direzione per comprendere
il significato dello spiritual.
Il significato del canto non è
contenuto nelle nude parole
ma nella storia black che
Tha creato.
La storia black dunque è la
materia prima con la quale i
negro-spiritual sono stati
^ creati ma tale «materiale»
della storia black-include
molto di più del semplice
fatto della schiavitù. La storia black è un’esperienza, è
un evento spiritùale (a soulful event) e Comprenderla è
conoscere l’essenza di un
popolo che dovette «cercare
la propria strada a tentoni
lungo U corso della schiavitù
americana», resistendo alle
tensioni e alle distorsioni
provocate dal servaggio, eppure non senza un canto. La
storia black è uno spiritual!
(*) Il termine black (letteralmente «nero») è utilizzato
a volte senza traduzione perché esprime molto di più del
semplice colore della pelle e
non è neppure sempre traducibile con «nero» o«afi:oamericano» in quanto è spesso comprensivo della storia e
dell’esperienza di oppressione di molte minoranze di
provenienza non europea in
territorio americano (n.d.L).
(da James H. Cone: The ipirltuals and thè Blues. An interpre- ;
tation. New York, Orbis Books, I
1991, p. 30-31).
Dio fino alla moi
Giù in quella
Dio/ i miei trava>
Gli ho detti
parlato dei
carne/travaj
lo sapevi
me lo diceva e disse:
sarai libero».
^ H9I scelto’ un potente capitano/ per schierare tutti I miei eserclti/e per portare a me/ i miei che sanguinano/ e non uno sarà
perduto.
Le catene della schiavitù/ sono spezzate finalmente/ spezzatèi spezzate^ Le catene della schiattii/ sono spezzate^ Loderò
1^0 fino alla morte.
hé lo Spirito/
tuoi bambini/ e
16
i
PAG. 0 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 2 FEBBRAIO 1996
Pastori delle Valli a confronto nel «colloquio» mensile
La predicazione e Pascoito
Alcune domande sulla vita delle chiese valdesi e sul ruolo
della comunità. La comunicazione è anche simbòlica
N. SERGIO TURTULICI
CHE posto ha la predicazione, U sermone domenicale nella vita delle chiese?
Nelle chiese nate dalla Riforma ha certamente un posto
importante e Tefflcacia delle
parole dette dal pulpito è,
non da oggi, upo dei temi più
dibattuti quando i pastori si
incontrano.
I pastori e i predicaton laici
del I distretto, quello delle
valli valdesi,, agevolati dalla
contiguità tra chiesa e chiesa,
si incontrano spesso. Il colloquio pastorale di distretto è
momento di discussione, di
confronto di esperienze, è un
fare gruppo e darsi la carica. È
stato proposto di dare informazione sulle pagine di Riforma e dell’Eco delle valli di
questi incontri, che haimo un
ordine dei lavori consolidato.
Si comincia con un inno di
lode e'una breve riflessione
biblica, poi uno dei pastori
relaziona sul tema della giornata e si apre la discussione.
Quello che in altri convegni è
il «break» per lo spuntino al
buffet qui è un’agape genero
La predicazione evangeiica in una xiiografia di Georg Pencz
sa offerta dalla chiesa ospitante. Nel dopopranzo la discussione continua e la giornata si chiude con le comunicazioni di servizio della Tavola, dei comitati, delle commissioni e ancora con un
canto.
Argomento dell’ultimo colloquio pastorale, appunto, la
predicazione. Daniele Bouchard, pastore a San Germano Chisone, su tm argomento
così problematico non ha
■i Monteforte: incontro evangelico
Il significato della morte di
Gesù per i credenti di oggi
Significativo incontro il 20
gennaio a Monteforte, presso
il «Villaggio evangelico» tra Je
chiese del 13® circuito e quelle facenti parte della «Consulta evangelic.a» che raggruppa
una grande numero di chiese
pentecostali libere dislocate
in Napoli e dintorni. Domenico Tomasetto, nel corso della
’ mattinata, ha tenuto una lezioqe sui diversi significati
della morte di Gesù. È stata
una ampia e profonda carrellata di elementi di teologia
neotestamentaria, mediati
con un linguaggio semplice,
molto efficace.
Nel primo pomeri^o, con
la presidenza di Sergio Aquilante, c’è stato uno scambio
di idee e opinioni non solo
sul tema trattato al mattino,
ma anche su problematiche
riguardanti la vita e la testimonianza delle chiese evangeliche. Tra i temi «caldi» il
dialogo con la Chiesa cattolica. È stato chiesto come mai
e a che scopo la Federazione
delle chiese evangeliche abbia partecipato al convegno
ecclesiale di Palermo nell’autunno scorso. Tomasetto ha
cercato di rispondere, altri
sono intervenuti per rendere
attente le chiese al fatto che
nel cattolicesimo si stanno
verificando dei mutamenti
da non sottovalutate, ma si è
capito che è necessario dedicare tempo alle analisi e alla
discussione. Perciò si è chiesto che un altro analogo incontro e questa volta sulla
questione dell’ecumenismo
sia organizzato nella prossima primavera.
La giornata si è conclusa
con una predicazione a due
voci: Tomasetto e Michele
Romeo. Quest’ultimo, presidente della Consulta, predicando sul testo di Genesi 49,
14ss ha esortato le chiese a
non «adagiarsi», ma a prendere coscienza della propria
vocazione perché, come nel
nome di Issacar è contenuta
una promessa che va al di là
di quello che è il suo destino
storico, così è anche per le
comunità e i singoli credenti.
Incoraggiante anche la predicazione di Tomasetto sul testo di Efesini 2, il crollo del
muro, metafora di quanto
deve avvenire anche all’interno della realtà delle chiese
evangeliche in Italia.
Abbonamento annuo L 28.000 - Estero L. 33.000
Sostenitore L. 35.000 - Una copia L. 3.500 da versare su c.c.p. n. 14603203 intestato a «L’amico dei
fanciulli - Tavola Valdese» - 20159 Milano - Via
Porro Lambertenghi 28
proposto questa volta una relazione ma una batteria di
domande e risposte ai colleghi. Quali sono stati l’assunto
(vale a dire il tema e il messaggio) e l’obiettivo del tuo
ultimo sermone? Che cosa ha
significato per te prepararlo?
Quali reazioni ha suscitato
all’ascolto? Ti sei posto un disegno e degli obiettivi della
predicazione nel tuo settennio di sermoni domenicali
nella stessa chiesa? Che cosa
significa nella tua vita di credente, di comunicatore professionale della Parola scritta
fare un sermone tutte le domeniche?
In chiese come le nostre,
riformate, domande come
queste toccano i nervi scoperti, i nodi della nostra ecclesiologia. Il ruolo del pastore e il suo rapporto di reciprocità, di dare e avere con
la comunità: la difficoltà di
comunicare l’annuncio di
grazia e di salvezza di un Signore lontano e «altro» in un
mondo sovraffollato di comunicazioni, di annunci immediatamente gratificanti e
utilitaristici, in un tessuto sociologico che è cambiato nel
profondo, più sfilacciato e
disperso ma forse anche, in
chi frequenta le chiese, più
critico, più soggettivamente
attento e partecipe.
. Nelle risposte è venuta fuori la laboriosa sollecitudine
con cui ciascun predicatore
si pone di fronte a questi problemi e cerca di far parlare il
testo biblico, di far giungere
un messaggio che tocchi la
mente e il cuore di chi ascolta e susciti reazioni feconde
per la vita comunitaria. Chi
predica è consapevole che la
chiesa è un ambito di comunicazione non solo verbale
ma anche simbolica: perché
la chiesa è chiamata a annunciare la parola di Dio
scritta ma anche aprire profeticamente nella vita di chi
fa riferimento ad essa spazi
di senso, di aiuto all’altro, di
crescita umana.
È venuta fuori la tensione
spirituale e professionale che
vive il predicatore di verifìca, re ogni volta che il sermone è
stato compreso, è diventato
la parola uscita dalla bocca
del Signore: quella parola
(come recita il magnifico
canto della comunicazione di
Isaia 55, 8-12) che «non ritorna a me a vuoto, senza avere
annaffiato la terra, senza
averla fecondata e fatta germogliare (...) senza avere
compiuto ciò che io voglio é
condotto a buon fine ciò per
cui l’ho mandata».
Nel circuito di comunicazione della Parola è il Signore
che parla e agisce ma, nel
sermone, è il pastore, il predicatore il olezzo di cui il Signore si serve. E poiché vale
forse anche qui l’assioma
della comunicazione secondo cui il mezzo è il messaggio, il ruolo del predicatore è
insieme importante e tremendamente difficile.
La Spezia; un incontro con il prof. Franco Calvetti
In difesa della scuola pubblica
ELISABETTA SENESI
IL giorno 19 gennaio nella
chiesa metodista di La
Spezia, alla presenza di un
pubblico attento e coinvolto,
si è tenuta una conferenzadibattito sul tema: «Scuola
pubblica-scuola privata» con
relatore, invitato dal collettivo culturale, il prof. Franco
Calvetti.
L’oratore dopo aver ricostruito le fasi più significative del suo impegno per una
scuola laica, dalla partecipazione al movimento di cooperazione educativa al comitato Prodi, si è detto sostenitore di una scuola pubblica
che, secondo l’insegnamento di Salvemini, fornisca abito critico e, rispettando tutte
le opinioni, sia democratica
in senso pieno. Il professor
Calvetti, valdese, non poteva
che farsi assertore di una
scuola statale che rispetti
tutte le minoranze, religiose
e non. Lutero stesso aveva
affidato alla scuola pubblica,
di stato, l'importante compito dell’alfabetizzazione che
avrebbe consentito a un
sempre maggior numero di
persone di leggere le scritture. Mentre la chiesa di Roma
avoca a sé la funzione educativa il protestantesimo, tradizionalmente, ha sempre preteso che fosse lo stato a organizzare l’istruzione. Se poi si
guarda alla realtà del protestantesimo italiano si può
decisamente osservare che
esso, dal 1948 in poi, ha lavorato in questo senso, rivendicando la libertà di insegnamento, la scolarizzazione
delle donne e l’alfabetizzazione del popolo. La stampa
valdese, ed evangelica in generale, ha dato molti contri
Ä4 Qu
;f'.fvan¡
,!>fiìieral
*teto.
buri, in tale ambito. Nelle valli valdesi, poi, la creazione di
scuole evangeliche ha fatto
scomparire già nella prima
metà dell’800 l’analfabetismo presente per il 74% nel
resto d’Italia. Tali scuole
però non ricevevano e non,
ricevono contributi da parte
dello stato.
Venendo alla situazione attuale, il relatore ha manifestato il suo completo dissenso per il documento dell’
estate 1994: «lina nuova idea
per la scuola» (su cui si sviluppò anche un dibattito su
Riforma] che, se da una parte
può essere considerato positivo perché ripensa le problematiche della scuola, dall’altra imbocca strade non limpide. Partendo da un attacco
alla scuola pubblica il documento equipara l’attività del
I Per il nuovo Istituto battista di Praga
Cercasi volontari dall'Italia
Più volte abbiamo avuto
occasione di parlare sul nostro settimanale dell’Istituto
teologico battista europeo
(Ibts) trasferitosi da Riischlikon (Svizzera) a Praga nello
scorso anno. Ricordiamo, fra
l’altro, l'intervista ad Avernino Di Croce [Riforma del 1310-95) , membro del Comitato esecutivo deU’Ucebi, incaricato di diffondere le informazioni, incoraggiare l’invio
di volontari per il completamento dei lavori presso il seminario e aiutarli a programmare il loro viaggio e soggiorno a Praga.
Se ritorniamo sull’argomento è perché ben poche
sono state sinora le risposte
all’appello per trascorrere alcune settimane di lavoro
presso l’Istituto. Forse molti
di coloro che sarebbero interessati a fare questa esperienza sono stati spaventati
dalle spese che si devono affrontare: il viaggio e le spese
di soggiorno, per 19 marchi al
giorno, comprensive di vitto,
Sloggio ed assicurazione.
A questo proposito ribadiamo che è stato istituito un
«Fondo per l’aiuto ai volontari dell’Ibts» che da una parte
offre a tutti l’opportunità di
donare un po’ di denaro per
consentire ad altri fratelli e
sorelle europei di partecipare
al lavoro volontario, dall’altra
si propone di contribuire fortemente alle spese di chi desidera offrire il proprio servizio e non è in grado di sostenerne i costi. Nessuno deve
quindi sentirsi impedito dal
partecipare a questa iniziativa a causa delle sue limitate
possibilità economiche.
Rinnoviamo quindi un appello a tutti gli interessati affinché si mettano in contatto
con Avernino Di Croce, via
Salvemini-22, 10098 Rivoli
(tei. 011-9584289), per concordare un eventuale partecipazione a questo servizio.
3e
gioventù evangelica
SOTTOSCRIZIONE 1996
normale.....................L. 45.000
sostenitore....................90.000
estero.........................60.000
«3 copie ai prezzo di 2»....... 90.000
cumuiativo QE/Confronti........85.000
versamenti da effettuare sul ccp n. 35917004 intestato a:
gioventù evangelica
via Porro Lambertenghi, 28
20159 Milano
la scuola privata a quella della scuola di stato, ipotizzando
in futuro un sistema scolastico unitario pubblico e privato. Per accedere ai fondi di
denaro pubblico sono previsti per la scuola privata dei
controlli che dovrebbero fare
quio
f diver
?.;V,dern(
- altre:
libro,
’'la ra(
riferimento a mi «sistema di
valutazione nazionale» che al
momento appare solo una
parola vuota.
Quali effettive garanzie ci
sono perché una scuola privata fornisca effettivamente
un’istruzione pluralista, democratica e di qu'alità? Sotto
questo aspetto anche il recente documento Prodi sulla
scuola appare piuttosto deludente, in quanto non privilegia la scuola pubblica ma parla di una «pluralità di soggetti» che verrebbero a far parte
di un unico sistema di istruzione. Ber concludere, l’ultimo articolo della legge finanziaria che stanzia 50 miliardi
per la scuola privata, per fortuna per ora senza tagli alla
scuòla pubblica, conferma
comunque la serpeggiante
tendenza a demolire l’articolo
33 della Costituzione, accori^
dando sempre più ampi benefici alle scuole private.
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Centro'culturale valdese
Cambio
di direzione
Dal 6 gennaio la direzione del Centro culturale valdese di Torre Pellice, fin
qui condotta dal pastore
Giorgio Toum, è stata affidata a Donatella Sommani.
Come è noto, dal 1991 il.
Centro culturale è una fondazione il cui Consiglio
direttivo è composto da
membri nominati dalla Tavola valdese e dalla Società
di studi valdesi.
Attualmente il Consiglio
è composto da Giorgio
Tourn (presidente), Elio
Cabale, Sergio Eynard,
Giancailo Griot, Elena Bein
Ricco, Sergio Ribet, Francesca Spano. ;
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Vita Delle Chiese
PAG. 9 RIFORMA
vari aspetti della testimonianza che ognuno può dare
Parlare della propria fede
Il contatto personale è sempre il più importante
Un atto da intraprendere con fiducia
1 deilandò
ilasti
zie ci
ecen
sulla
delu
rivile
a par)ggetparte
istrul’ulti
:inaniliardi
ir forli alla
erma
iante
ticolo
iccor)i be
Quando si sente parlare di
•l'evangelizzazione si pensa ge^.heralmente a un luogo affolI lato, dove un oratore con calore e convinzione annuncia
"J’Evangelo a chi fino a quel
momento era indifferente o
tignare, o in cerca di una ri. sposta ai propri problemi re••■ligiosi. Senza negare valore a
».questa predicazione, bisogna
^ i< però ricordarsi che essa non è
fche una delle forme di evan' ■ gelizzazione, e neanche la
; j ^principale, soprattutto oggi.
I La principale forma di
i, 'levangelizzazione è il discorso
i^da persona a persona. Chi ha
; fede vi giunge per lo più at.-traverso l’incontro, il collo. quio con.singoli credenti.
; L’evangelizzazione può avere
Riverse forme, antiche e mo..¿derne, valide le une come le
- ■ altre: il discorso pubblico, il
libro, il canto, la televisione,
’ la radio, il giornale; ma l’evangelizzazione più efficace è
' -quella fatta dai membri di
, chiesa, con la loro testimopianza personale. Non bisogna pensare che l’evangeliz; ^azione sia cosa da speciali
- Atì. Il Signore può decidere di
dare la fede a una persona
proprio servendosi di noi.
# Chi parla della fede ha bill, sogna di qualche regola. Le
^ indicazioni che qui possia
mo dare non hanno valore di
legge, ma sono orientamenti
che ognuno seguirà secondo
da propria sensibilità, la pro" --pria cultura e la propria
dfsperienza. Diamo queste
' jllldicazioni nella convinzio;àe che esse non sono soltanto dettate dall’opportunità,
Jlta hanno il loro fondamento nell’Evangelo stesso: è
l’Evangelo che ci insegna coiste evangelizzare.
I 1) La testimonianza è un
làtto gioioso. Non dobbiamo
aggredire l’altro, metterlo
sotto accusa: possiamo parlare tranquillamente, serenamente, di ciò che la Bibbia ci
dice e di come viviamo la, fede nella nostra chiesa; perché alla base di tutto c’è
l’amore di Dio per le creamre, manifestato nell’opera di
Gesù Cristo.
2) La testimonianza è un
atto libero. Non abbiamo il
dovere di parlare a tutti, di
convincere tutti: possiamo
parlare della fede a persone
della nostra famiglia o a vicini di casa, a amici o a persone che incontriamo sul lavoro o nel tempo libero. In tutti
questi gmppi ci sono persone
aperte e persone che rifiutano qualsiasi discorso di fede.
Parleremo della fede a chi dimostra di voler ascoltare.
3) La testimonianza è un
atto umile. Non pensiamo di
dover insegnare tutto agli altri: impariamo anche ad
ascoltare. La testimonianza
viene data attraverso un dialogo, non attraverso un monologo: se non abbiamo ri
i
lese
ÎZ10
I val, fin
tore
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lani.
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> per
rivitno*
aca
Lo spazio di Dio nella nostra vita.
Storia, modelli, proposte per una
spiritualità protestante
Seminario promosso dalla Federazione
delle chiese evangeliche in Italia
Ecumene, Velletri (Roma)
15-17 marzo 1996
Il seminario costituisce l’adempimento di un mandato
della X Assemblea della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), che in un atto sulla «spiritualità»
' esprimeva la convinzione che «la spiritualità è lo spazio
di Dio nella nostra vita, creato dalla Parola e dal suo Spirito, con i quali Dio ci viene incontro, suscita e nutre la fede rèndendola viva, lieta e feconda di opere, e ci dà la libertà e la gioia di dialogare con lui nella preghiera».
Il seminario si articolerà in una relazione introduttiva
dì Giorgio Tourn su «Storia e caratteri della épiritualità
protestante» a cui seguirà una serie di testimonianze su
«Aspetti e percorsi della spiritualità protestante»: da quella classica della Riforma al «revivalismo», alle esperienze
del pentecostalismo, degli avventisti, dalla spiritualità del
movimento ecumenico, a quella dei giovani, delle donne,
dal filone «politico» a quello monastico. Sono inoltre previsti momenti di culto e gruppi di lavoro su: rinnovamento del culto, pietà personale e familiare, spiritualità co.munitaria al di fuori del culto (riunioni di preghiera, centri di incontro, ecc.), l'uso di gestualità e di simboli, la spidtualità nella musica e nel canto.
Hanno finora dato la loro adesione, come relatori o animatori dei gruppi: Massimo Aprile, Massimo Aquilante,
Gino Conte, Gabriele De Cecco, Fulvio Ferrario, Elizabeth
Green, JUrg Kleemann, Carlo Leila, Giovanni Leonardi,
Anna Maffei, Paolo Ricca, Giancarlo Rinaldi, Eugenio Rivoir, Silvia Rostagno, Alessandro Spanu, Teodora Tosatti,
Giorgio Tourn, Giovanni Traettino.
Il seminario si apre alle 17 di venerdì 15 marzo, e si
^chiude con iLpranzo di domenica 17 marzo. Il rimborso
spese per vitto e alloggio è di 80.000 lire, più 20.000 lire di
iscrizione.
Iscrizioni: inviare la quota di iscrizione di lire 20.000 sul
Conto corrente postale 38016002 intestato a Federàzione
delle chiese evangeliché in Italia, via Firenze 38, 00184
Roma.
Per informazioni: telefonare ai numeri 06-4825120 oppure 483768, dalle ore 9,30 alle 16,30, dal lunedì al venercfi.
spetto per l’altro, se non pensiamo di aver anche qualcosa
da imparare da lui o da lei,
non possiamo neanche annunciare l’Evangelo. Se non
sai ricevere non puoi dare.
4) La testimonianza è un
atto fiducioso. La nostra fede
ha molti punti deboli, molte
lacune: abbiamo tutti i nostri
dubbi ma se, per parlare della fede, aspettiamo di aver risolto tutti i nostri dubbi, di
aver colmato tutte le nostre
lacune, non testipionieremo
mai. La testimonianza è soprattutto qn atto di fiducia
,, nella potenza dello Spirito.
Sappiamo che attraverso la
nostra debole testimonianza,
attraverso la nostra fede difettosa, agisce colui che «può
fare infinitamente di più di
quel che domandiamo o pensiairio» (Efesini 3,20).
B Verso ¡I Forum
Donne e
immigrazione
ANNE-MARIE DUPRÉ
IL Forum «Donne e immigrazione», una rete informale che si è formata in seguito all’esperienza della
Conferenza’di Pechino, si
prefigge di tenere i collegamenti in Italia sulle questioni
dì immigrazione ché interessano particolarmente le donne. In occasione dell’apertura della Conferenza intergovernativa europea, che si
aprirà a fine marzo, a Torino,
è loro intenzione organizzare
un incontro.
Il progetto è ancora in fase
di elaborazione, ma dato che
è comunque utile collegare
le donne evangeliche con la
rete, vi prego di inviarmi al
più presto nomi e indirizzi di
donne immigrate o italiane
.vicine alle chiese evangeliche che sono interessate a
far parte di questa rete. Tutti
i nomi inviatimi verranno
segnalati agli organizzatori
di questa iniziativa per permettere che le donne dell’ambiente evangelico possano essere parte di eventuali
programmi.
Finora Aster Hailè Jacobson
ha rappresentato in questa
rete le «Donne migranti ecumehiche». Con questo nome
potrebbero presentarsi le
donne che faranno riferimento al Servizio rifugiati e migranti e con questo nome infatti il Srm ha già potuto garantire una presenza di donne vicine a noi in questa rete.
Le vostre segnalazioni (specificando nome, cognome,
indirizzo, telefono o fax) dovrebbero arrivare tempestivamente, anche via fax o telefono, per permettermi di
mandarli in tempo al Forum.
■ Cevaa
Autenticità
della preghiera
EMMANUELE PASCHETTO
La Cevaa (Comunità evangelica di azione apostolica) è un’associazione di chiese riformate, nata all’inizio
degli anni Settanta dallo scioglimento della Società per le
missioni di Parigi. La Cevaa
raccoglie 47 chiese, grandi e
piccole, unendo le vecchie
chiese missionarie europee
con le nuove nate dalle missioni nel Terzo Mondo. La
Chiesa valdese ne fa parte e
ha al suo interno un comitato
italiano che, affidandosi
principalmente all’opera di
Renato CoYsson, cura fra l’altro la pubblicazione di una
raccolta di testi vari provenienti da tutti il mondo.
Si tratta di preghiere, poesie, riflessioni, brevi confessioni di fede, dichiarazioni,
parabole, proverbi ecc., che ci
confermano in modo esemplare quanto sia ricca e varia
la fede cristiana testimoniata
dai credenti di ogni paese.
Questa raccolta è giunta
ora al suo terzo volume, che
porta il titolo «Al di là delle
barriere»’*. I due precedenti,
«In attesa del mattino» e
«Quando è giorno», sono apparsi in anni recenti e hanno
riscosso un successo crescente. Chi li ha scoperti non
si è limitato ad attìngervi per
la lettura e la meditazione
personale ma li ha proposti
alla riflessione collettiva in
incontri, riunioni e convegni,
e molti periodici evangelici vi
attingono a piene mani. Non
di rado confessioni di fede,
preghiere, brevi racconti vengono utilizzati anche nella liturgia del culto.
Queste raccolte, e «Al di là
'delle barriere» lo conferma,
hqnno il pregio di offiirci diversi brani che sanno armonizzare la freschezza e immediatezza delle immagini con
la profondità di pensiero. Da
un contesto che si intuisce
spesso travaglialo, emerge
una serena e robusta esperienza di fede, unita alla speranza viva e alla ricerca di un
amore reale e concreto.
Il volumetto, come già i
precedenti, è suddiviso in capitoli che abbozzano il raggruppamento dei diversi brani per analogia d’argomento.
In realtà si tratta di una ripartizione abbastanza artificiale,
che è però utile in quanto
permette una sosta per riordinare ì pensieri e le emozioni suscitate dalla lettura. In
una futura quarta selezione
di testi, vorremmo comunque che si desse più spazio ai
singoli credenti ignoti e meno a firme famose, e si lasciasse maggiormente la parola alle comunità cristiane
del Terzo Mondo piuttosto
che alle riviste specializzate
nel raccontare di loro, per
non rischiare di perdere proprio la caratteristica che ha
reso così accettabili queste
pubblicazioni: l’autenticità.
(*) Al di là delle barriere. Raccolta di testi di fede della Chiesa
universale, a c. del Comitato italiano per la Cevaa. Trieste, 1995.
Agenda
TORINO — Si tiene il primo dei sette incontri del «corso di formazione dei laici»,
condotto dal pastore Giuseppe Platone, sul
tema «Un patto per la vita, alcune grandi
questioni ètiche del nostro tempo». Argomento dell’incontro: «Lineamenti dell’etica protestante». Il corso si articola in due sessioni uguali,
alle ore 16 e alle ore 20,45, nella sala valdese di via Pio V
15 (1° piano). Per informazioni tei. 011-6692838.
AOSTA — «Da Lutero a Martin Luther
King. L’avventura spirituale del mondo
protestante» è il titolo di due conferenze organizzate dalle Chiesa valdese in collaborazione con il Sae e il Comune, tenute dal pastore Giorgio Bouchard. La seconda ha come argomento «Il volto attuale del protestantesimo» e si tiene nel Salone ducale del municipio di Aosta, alle ore 20,45.
BERGAMO — Il Centro culturale protestante propone due
studi biblici sull’Antico Testamento sul tema della «creazione e della caduta», a cura del pastore Salvatore Ricciardi. Il secondo, sul testo del capitoli 3 e 4 della Genesi, si
tiene alle ore 21 nei locali di via Tasso 55 (1° piano).
TRIESTE — Il Centro culturale A. Schweitzer organizza
un corso di aggiornamento sul tema «Dùitti umani, libertà
religiosa, cultura e arte nella Trieste del 700». La'prima lezione, a cura del prof. Giorgio Negrelli, ha come tema «Le
civiltà dei lumi»: ore 17,30, in piazza San Silvestro 1. Pef
informazioni tei. 040-632770.
PADOVA — «Cooperazione intemazionale e volontariato: il punto» è il titolo di una
conferenza di Luca Jahier che si tiene nel
quadro dell’iniziativa «Lunedì con il Sud
del mondo»: ore 20,45, Cuamm, via S.
Francesco 26. Informazioni: 049-690269.
MODENA — Nel quadro di un ciclo di
conferenze sul tema «Le vie dei santi» la
Fondazione San Carlo propone la conferenza di Gabriella Zatri sul tema «L’officina della perfezione»: ore 17,30, presso la
sede della Fondazione in via San Carlo 5.
Per ulteriori informazioni telefonare allo 059-222315.
BOLOGNA — Ermanno Genre, professore alla Facoltà valdese di teologia, Ermanno Grillini, presidente dell’Arci-Gay, Luigi
Pedrazzi, vicesindaco di Bologna, presentano il libro di G. Demur e D. Muller «L’omosessualità: un dialogo teologico» (qd.
Claudiana). Presiede Vittorio Valentini. Organizza il Centro
culturale protestante: ore 21, presso la chiesa metodista.
TRIESTE — Il Centro culturale A. Schweitzer organizza
un corso di aggiornamento sul tema «Diritti umani, libertà
religiosa, cultura e arte nella Trieste del 700». La seconda
lezione, a cura del prof. Dea Moscarda, ha come tema «La
legislazione giuseppina»: orè 17,30, in piazza San Silvestro
1. Per ulteriori informazioni telefonare allo 040-632770.
FIRENZE — Alle ore 16 si tiene l’assemblea del Centro culturale protestante «Pietro Martire Vermigli»; segue la conferenza
del pastori Gino Conte e Daniele Garrone
su «La preghiera nell’Antico e nel Nuovo
Testamento». La conferenza, aperta a tutti.
ha inizio alle ore 16 nei locali di via Manzoni 21.
ROMA — Nel quadro»del corso di formazione del gmppo romano del Sae si tiene
una dibattito con Giancarlo Zizola e’Paolo
Naso sul tema «Da Basilea a Graz: l’ecumenismo come profezia». In apertura riflessione biblica del past. Valdo Benecchi: ore 16, presso le
suore francescane «Missionarie di Maria» in via Giusti 12.
Per informazioni tei. 06-70453555.
MODENA — Per il ciclo di conferenze sul
tema «Le vie dei santi» la Fondazione San
Carlo propone la conferenza di Ermanno
Genre sul tema «La virtù della vita quotidiana»: ore 17,30, presso la Fondazione in
via S. Carlo 5. Informazioni; 059-222315.
TORINO — Si tiene il secondo dei sette incontri del «corso di formazione dei laici», coordinato dal pastore Giuseppe Platone, sul tema «Un patto per la vita». Argomento
dell’incontro «Dall’etica sessuale alle sfide della bioetica».
Il corso si articola in due sessioni uguali, alle ore 16 e alle
ore 20,45, nella sala valdese di via Pio V 15 (1® piano). Per
informazioni ulteriori telefonare allo 011 -6692838.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,27 sul primo prograihma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico itàliano ed estero,
appuntamenti e cqmmenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche alterne
da Raidue alle 23,40 circa e, in replica, il
lunedì della settimana seguente alle ore
9,30. Lunedì 5'febbraio, replica: Settimana
per l’unitó dèi qristiani: La diffusione del libro evangelico in
Italia; Gospel, the voice of glory. Domenica 11 febbraio (replica 19 febbraio): Un patto per la vita; the voice of glory:
fede e resistenza nella musica degli schiavi d’ America.
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica
deve inviare i programmi, per lettera o fax, quindici giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
's
18
PAG. 10 RIFORMA
Ritorma
Un patto per il lavoro
Giorgio Gardioi
Governo, sindacati e imprenditori tedeschi hanno deciso di fare un patto allo scopo di dimezzare
entro il 2000 i quasi quattro milioni di disoccupati. Il
reperimento di due milioni di posti di lavoro nell’arco
di quattro anni costituisce il punto centrale del documento «Alleanza per il lavoro e la competitività» firmato il 23 gennaio a Bonn dal Cancelliere Helmut
Kolh, il segretario del sindacato Ig-metall Klaus Zwicheln, il segretario della Federazione sindacale tedesca (Dgb) Dieter Schulte, e i presidenti dei due rami
della Confindustria tedesca Klaus Murmmaim (Bda) e
Hans-Olaf Henkel (Bdi).
I nuovi posti di lavoro potranno essere realizzati evitando gli straordinari, con la riduzione dell’orario di
lavoro, con orari più flessibili, con l’apertura di «conti
di ore di lavoro» sui quali il singolo dipendente potrà
versare il lavoro prestato in più e ritirario per le sue
necessità e con una più moderata politica sàlariale.
Il governo si impegna a ridiure gli oneri sociali e le
tasse sul lavoro e a favorire l’accesso al credito delle
piccole o nuove imprese. Le misure concrete saranno
inoltre oggetto di contrattazione trilaterale (governo,
sindacato, imprenditoria). L’accordo mira a riformare il lavoro dal «lato dell’offerta» per rilanciare la domanda
È troppo presto per valutare se il «patto» avrà successo oppure no, ma è possibile che l’accordo tedesco
sia preso a modello di orientamento per le politiche
del lavoro é dell’economia in tutta Europa Si tratta di
un importante segnale politico ché viene lanciato a
tutta l’Europa la Germania non solo è la nazione leader in Europa sul piano economico e finanziario, mà
anche su quello politico-sociale. Un segnale diretto
per tutti i paesi europei, cominciando dalla Francia e
dell’Italia, perché si adotti il modeflo della «concertazione» e la. questione dell’«orario» di lavoro. Una via
che era già stata identificata da Jacques Delors nel suo
famoso «libro bianco» di qualche anno fa.
Qui da noi, in Italia, c’è stata una qualche attenzione
al problema della concertazione, ma sia Amato che
Ciampi e Dini (gli ultimi tre presidenti del Consiglio)
non hanno fatto quasi niente sul problema dell’orario.
Oggi autorevolmente 1 tedeschi riportano sul tavolo
della discussione sulle politiche sociali la questione
dell’orariò. Lo slogan diventa «lavorare tutti per lavorare meno», nel senso che afiirontando prioritariamente la questione dell’occupazione si arriva alla conclusione della riduzione dell’orario. I fondi per arrivare a questo sarebbero da trovare nell’aumento della
produttività (oggi possibile grazie alle nuove tecnologie), nella riduzione degli oneri sociali, in una diversa
politica del credito, nello spostamento del prelievo fiscale dal lavoro al consumo.
La riduzione del tempo di lavoro liberebbe tempo
per la cultura, l’aggiomamento professionale, per la
qualità della vità. Applicando l’accordo tedesco al caso
italiano si arriverebbevo a creare, anche da noi, 2 milioni dì posti di lavoro. Per far questo ci vuole un governo che possa governare. Ma noi siamo in crisi. E il
governo che si annuncia non sembra avere al suo centro questa preoccupazione. Si discute infatti di riforme istituzionali, di presidenzialismo e di parlamentarismo, di regole per il governo e l’alternanza. Forse
non sarebbe male discutere un po’ più dei contenuti
che interessano tutti.
n lavoro è la grande priorità del momento. C’è il rischio concreto che tutta una generazione non abbia
l’opportunità di trovarne uno. Dalla Germania viene
la proposta per una soluzione. Nell’accordo tutti rinunciano a qualcosa e tutti sperano di vivere meglio.
Via Pro V, 15 -10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
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DIRETTORE; GHorgio QardioI VICEDIRETTMI: Luciano Deodato, Emmanuele Pacchetto
REDATTORI; Stelio Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bregaglla, Alberto Coreani,
Avemino Di Croce, Fulvio Ferrarlo, Maurizio Girolami, Anna Maffei, Milena Martlnat, CarmeUna Maurizio, Luca Negre, Luisa NIM, Jean-Jaoques Paynxiel, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Roatan, Piervaldo Roslan, Marco Schellenbaum, Federica Toum, Florenoe Vinti, Raffaele Voifie AMMWSTflAZIONE; Ester Castangia ABBONAMENTI; Cnniela Aetis POTOCOMCÓSiaONE; Aec s.r.l. Mondovì - tei. 0174/551919
STAMPAi La Ghisleriana sn.c. Mondorri - tei. 0174/ÙS90 EDITORE; Edizioni Proiestan« s.r.l. -'vlB Pk) V, 16 bis -10125 Torino. H
Tariffe Imanioiii piriMillcitarie: a modulo (42,5x40 mm) £ 30.000 Partecipazioni: minimetro/ciolonna £ làpO Ecoriomfel; a paroiefì IdQO.
Rifrxma ò il nuovo Molo della testala La Luce registiata dal TrMunale di Pinerolo con il n.
176 del 1* gennaio 1%1, re^xmibile Franco Giartfriccoil. Le modiche sono state registrate iteri ordinanza in data 5 marzo 1993.
n numero 4 del 28 gennaio 1996 è stato consegnato per l'inoltro postale airufficio CMP
Nord, via Reiss Romolt 44/11 di Torino mercoledì 24 gennaio 1996.
I II manifesto di un gruppo di intellettuali francesi
Giornalisti^ fate i giornalisti!
Contro la demagogia occorre rilanciare l'interesse
per la politica e la partecipazione dei giornalisti
Un gruppo di intellettuali
francesi (professori, sociologi,
storici, filosofi della politica e
giornalisti) hanno pubblicato
un manifesto relativo all'
informazione drogata dei rriedia. Ne pubblichiamo qui
una sintesi depurata della
parti più legate alla situazione francese. Una riflessione
che può essere utile anche per
la nostra realtà.
«Stiamo vivendo una fase
di sconvolgimento delle pratiche democratiche. (...) Da
quando i modi di governare
sembrano tutti uguali (...) la
politica, più che gara, è diventata scontro tra potere e
opinione pubblica. Il cittadino viene sostituito dall’uomo
democratico, che osserva un
governo del quale non spera
più di orientare le iniziative,
ma da cui si aspetta soddisfazioni e contro il quale, nello
stesso tempo, si difende.
Questa situazione comporta inconvenienti e pericoli
ben evidenti: distacco dalla
cosa pubblica, diminuzione
del potere di integrazione
della politica, instabilità delle
scelte, ondate di demagogia,
ingovernabilità, sentimento
di estraneità. A questa sfiducia i politici dovrebbero rispondere con chiarezza e con
progetti ben definiti, invece
di far di tutto per giustificarè
una decisione dopo l’altra e
per inseguire un’opinione
pubblica alquanto instabile.
Dal canto suo la stampa
dovrebbe impegnarsi per organizzare questa opinione
pubblica così disorientata,
insistendo sugli orientamenti di fondo e sui problemi essenziali. (...) La grande stampa si concentra suH’analisi
dei capricci e dei comportamenti del potere, compito
necessario, ma sicuramente
non prioritario. Dando priorità a questi aspetti, avalla i
malumori e le preoccupazioni deH’opinione pubblica,
invece di rispondere ai suoi
bisogni. (...) È giusto che i
meccanismi, le intenzioni, le
responsabilità del potere
vengano illustrati, spiegati,
denunciati. Ma l’ossessione
per i comportamenti del potere porta a soffocare le discussioni sulle rivalità e a
concentrarsi sui pettegolezzi, sulle singole frasi, invece
che sulle situazioni, sui progetti e sui problemi.
Così non emerge la sostanza del potere, ma il mondo
del potere che diventa oggetto di curiosità e di invidie.
L’importanza sproporzionata
che viene attribuita a determinate questioni, il fatto che
non esista più una gerarchia
dell’informazione, che spesso
siano gli aneddoti a essere i
più enìfatizzati e pubblicizzati, tutto questo è indice dello
smarrimento che sta attraversando la coscienza civica. (...)
A volte è più facile controllare
i politici, fare la parte del censore o polemizzare, invece di
discutere delle loro iniziative.
(...) Si vede come l’informazione sia al servizio di un
“cambitimento politico” che
va avanti nello stesso tempo
in cui U dualismo destra-sinistra perde di significato.
Quando non vi sono più due
posizioni legittime in concorrenza sul piano sociale, si
corre il pericolo che il discorso sociale sia considerato
chiuso a priori. (—)
La mancanza di curiosità si
traduce in una tendenza a
un’eccessiva “editorializzazione”. L’editoriale è una forma indispensabile, ma va al
di là dei suoi limiti quando si
presenta come un articolp
informativo, mentre in realtà
lo scopo è quello di illustrare
l’opinione del redattore. (...)
La stampa, essendo consapevole della sua responsabilità
sociale, dovrebbe invece resistere alla tentazione di abusare del proprio potere, senza
che gli sia impedito di esprimere il proprio giudizio, ma
circoscrivendolo, distaccandolo dal flusso delle informazioni, senza lanciarsi nella
gara della tempestività con i
sondaggi. Piuttosto che quella del «golden boy», dovrebbe
abbracciare la posizione del
cittadino che fa uno sforzo di
memoria e di immaginazione
per raffigurarsi il mondo in
cui vive e per immaginare un
futuro che abbia senso. (...)».
■ Come è cambiato il concetto di eresia
Impariamo a dialogare senza escludere
RENZO BERTALOT
E chiaro che, dal punto di
vista pratito e della mentalità popolare, l’eresia non
riguarda noi, ma il diverso da
noi. La storia millenaria dell’
Europa ha impiantato saldamente nel midollo delle nostre ossa questo concetto e
non siamo riusciti a smuoverlo definitivamente neppure dopo la seconda guerra
mondiale e dopo l’olocausto.
In fondo siamo stati condizionati da mere nozioni geografiche per cui chi era eretico qua non lo era là viceversa. L’eresia era la fede della
minoranza!
Eppure le chiese stanno
cambiando, anzi stanno rovesciando la nostra tradizionale inclinazione. Teologi
noti, come W. Visser’t Hooft
e H. GoUviitzer, hanno intravisto una nuova forma di
eresia proprio nella non accettazione del diverso. Nel
1982 rAlleanza riformata
mondiale (Ami) considerava
la sua componente sudafricana, tollerante nei confronti deirapartheid, sospetta di
eresia. E .ancora nel 1989 la
mancanza di solidarietà assumeva tinte eretiche. In
questa direzibne si è pronunciata anche. Tassemblea
di Seoul (1990) consideran
do eretici, tra l’altro, la superiorità del sesso e il razzismo. Di recente (1995) l’Alleanza riformata mondiale è
tornata su questo tema sospettando di eresia quelle
chiese che, al loro interno, si
oppongono ancora al ministero femminile.
I tempi sono dunque cambiati. C’è sempre meno gente
entusiasta di sostenere quelli
che proclamano Tuniformità
e vanno in giro con il metro
in tasca pronti a misurare e a
trovare mancante chiunque
incontrino sul loro cammino.
In Italia abbiamo parlato
spesso di integrismo copie di
una malattia mortale che
coinvolgere società e religione. L’epoca di un cristianesimo tolemaico sembra essere
giunta al suo naturale esaurimento. È soprattutto importante che, neU’individuare i
mali del cristianesimo, si sia
cominciato a guardare all’interno della propria casa, alla
trave che sì trova nel proprio
occhio: troppo facili era confessare il peccato di, altri tqmpi, di altri luoghi e,di altre
persone.
Se la storia non tornerà ,5ui
supi passi, abbiamo dimque
dinanzi a noi una concreta
speranza di pace: le trincee
possono effettivamente trasformarsi ili tavoli dì discus
sioni. Si potrà dare ascolto
agli esclusi, a quelle che non
hanno voce e alla protesta dei
disoccupati. Forse la volontà
dà trattare da «pari a pari»
(non esclusi la tanto discussa
par condicio e l’antitrust) potrà immettere nello sviluppo
della società civile un po’ di
lievito di origine evangelica.
In fondo il contrario del fascismo (sia pure come nozione
psicologica secondo l’antipsichiatria moderna) non è l’antifascismo, ma il dialogo. Anche Stalin era antifascista, ma
non era certamente l’uomo
del dialogo.
È vero che la scienza della
comunicazione ci avverte che
la trasmissione delle idee è
più sensibile al «come» si
presentano che al loro contenuti: È vero ancora che occorre avere l’uomo giusto al
posto e al tempo giusto. Nes^
^sun comunista africano ar
*vrebbe potuto farsi primo
promotore della perestroica.
Ma dobbiamo anche imparaite a non anendercì e considerare) un semplice starnuto
(pari ad uni sinfonia. Se non
■ rifi.utiamo Tinformazione eil-s
richiamo dei nostri fratelli
riformati l’emergente aspetto
pratico della nozione di ere' sia può aìutorci a camminare
' più speditBtoente verso il no-/
ìstto prossimo.
Fondo di
solidarietà
Trasmettiamo le notizie
ricevute dal pastore Oriente Sibane, di Manzir, il villaggio in Mozambico che il
nostro «fondo» sta sostendo per l’acquisto di alcuni
capi bovini.
«Il 9 dicembre 1995 un
gruppo di contadini è andato a comperare 5 mucche e 5 buoi nello Zimbabwe, suscitando immefisa
gioia all’arrivo con il bestiame tanto necessario e
tanto desiderato. Ringraziamo quanti hanno risposto al nostro appello e ci
hanno aiutati, in particolare il giornale “Riforma”.
Quest’anno la comunità di
Manzir ha avuto una buona stagione e si stanno
piantando banani e seminando mais, con l’inizio
delle piogge. Ospitiamo
due coppie di rifugiati dal
Burundi che hanno preso il
posto di tre etiopici che abbiamo accolto per due anni
e che ora hanno ottenuto
asilo negli Stati Uniti».
Ci sembra essere altamente indicativo il fatto
che una popolazione che
aveva dovuto fuggire a
causa della guerra abbia
accolto dei profughi non
appena la gente è rientrata
nelle proprie case, prima
ancora di aver risolto i problemi economici.
Abbiamo superato la
metà della somma da inviare alla scuola di Agou
(Togo) che vi ricordiamo
calorosamente per poter
inviare in tempi brevi la
somma che ci siamo proposti; le offerte si ricevono
sul ccp 11234101 intestato
a La Luce-fondò di solidarietà, via Pio V 15, 10125
Torino.
OFFERTE PERVENUTE
DAL 10 NOVEMBRE
AL 31 DICEMBRE 1995
£ 150.000: Centro ecumenico
L. Menegon, in memoria di
Giovanni Urban;
£. 100.000; Giuseppe Di Gesù;
Helga Bongardo; NN Luserna San Giovanni; Renata
Busani Pampuro;
£ 75.000: Sauro Gottardi;
£ 50.000: Lea Bonnet; Febe
Mollica; Lilia Jon Scotta;
NN Verbani (2 vers.);
£ 30.000 Giovanni Giambarresi;
£ 25.000: NN Verbania; Antonio Kovach.
Totale £ 955.000
Totale prec. £ 2.063.999
Incassa £3.018.999
BILANCIO 1995
Incassa il 1-1-1995
£ 5.425.999
Interessi pregressi
finoal3lTl2-93 £799.229
Interessi 1994 £ 52.185
Offerte £8.715.000
Totale entrate £ 15.020.413
Inviate a Bottega del marmo
(Madagascar) £ 1.400.000
Inviate per buoi a Manzir
(Mozambico) £ 10.000.000
In cassa il 31-12-95
£3.620.413
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fH" La lettera della settimana
»
Per un cattolico Puomo della Sindone è Picona di Cristo
CIUSEPPE GHIBERTI*
T t INTERVENTO del dott.
J j Carlo Rapini su Riforma
del 19 gennaio (pag. 10) mi
causa molto disagio per la stima che nutro nei confronti
dell’autore e nei riguardi del
settimanale. Può accadere di
dissentire da un articolo, ma
quando si tratta di opinioni ci
, si confronta e si può discutere. Questa volta però è tutto
|Ì pezzo che manca di og„gèttività e sembra, al di là delle intenzioni, addirittura of‘fensivo. «1 mercanti del sacro»
di cui parla l’occhiello saranno specchio dell’opinione del
^tìtolista e dunque del giornale
(col quale l’abbonamento dorerebbe instaurare una solidarfetà reciproca!) ma anticipano contenuti che seguono in
-modo abbastanza trasparen- te. La cosa è tanto più dolorosa proprio nella settimana
;Che ci vede pregare sovente
iiasieme per ottenere un po’
|Sù di fiducia reciproca.
/,Mi sembra che l’articolo
contenga falsità sulla Sindone e che interpreti l’iniziativa
. delle prossime estensioni in
modo diverso da come Tini tende la Chiesa cattolica.
I ’ ® .
I Gli errori e il mistero
i della Sindone
‘ Gli errori incominciano da
v’jilàlche infortunio di ins3ormazione: la conferenza
I Stampa di Bàllestrero fu tenuI tanon nel 1991 bensì nel
1988 e quindi siamo ora nell'
i o^vo anno e non «dopo soli
; quattro anni». Il card. Ballenero ha parlato sì di «icona»,
ma non nel senso usato da
Paolo VI, che aveva chiamato
la^ndone «icona della passione», senza riferimento a
pìlìura bensì al senso biblico
dlftermine. I tre laboratori
chehanno compiuto le analisi del C14 non sono Zurigo,
^dra e Alabama ma Zurigo,
Pldòrd e Tucson.
E poi come ci si può permettere di dire che è in malafede chi afferma che nessuno
ha|)otuto dimostrare come si
' sia formata Timmagine sul
telo? Devo sforzarmi a pensare file non lo sia chi propone
le Spiegazioni che troviamo
dportate nell’articolo: non è
.possibile infatti ignorare la
f'tedicale differenza che corre
.frali telo sindonico con la
I sua immagine e i teli con le
BRA.
Temii
vo
! Ì La Sindone
I e i Vangeli
iQuella della Sindone, il ce®re lenzuolo funerario cu^dito a Torino che si dice
Pobia avvolto le spoglie mòr.[ tali di Gesù di Nazaret, è un
'^^rnento che riaffiora cicli'rnsiente nelle cronache. Fa
Parlare di sé per qualche
mntpo è poi torna a sparire
: M’alone di mistero che lo
'|;frconda, lasciando aperto
.‘interrogativo: chi è l’uomo
vi ha impresso la sua imr^lne? A una domanda co* difficile non si avrà mai
risposta certa. Già molto
I it^bbe riuscire a rispondere
I p aîtra domanda: è Timma; di Gesù di Nazaret?
Anche se finora il dubbio
b stato sciolto, la Chiesa
^olica non ha fatto nulla
^ Scoraggiare il culto della
j^ùia. Al di là delle seppur
l^pre interessanti disquisi. ani storico-scientifiche a
ì "Oposito del celebre lenper fare un po’ di luce
i w^8oniento, utile può es^ m^rriinare le usanze fuebraiche del tempo e
fonarle alla descrizione
I quattro Vangeli fanno
Immagini prodotte dal procedimento del prof. Delfino Pesce. Di quella indagine e del
libro che ne parla (con la fantasia del pennello intinto di
sangue che giunge a completare l’opera) «non si può e
non si deve parlare» solo perché non sono cose serie. Infatti da quando i pretesi
esperimenti furono eseguiti,
di quei teli non si è più vista
.traccia. Che non sia «facile
trovare un paese in cui nel
1300 si praticasse ancora la
crocifissione» non è proprio
un argomento in contrario
delTantichità della Sindone,
ma solo un invito a vedere se
non sia anche questa ragione
da tenere presente in favore
di una sua data anteriore.
«Come un cadavere possa lasciare le impronte indelebili
della Sindone» è certo un
problema aperto, ma è solo
uno dei tanti per questa immagine inspiegabile.
Inspiegabile almeno fino
ad ora. Nessuna rivelazione
ha suggerito che questo (piccolo) mistero non sarà mai risolto. Ma finora non lo è stato e la colonna dell’articolo
dedicata a dimostrare il contrario è una cosa inqualificabile. Può darsi che i mercanti del «sacro» avessero
fantasia, come vi si afferma,
ma non c’è confronto^con
quella che si manifesta nelle
linee successive dell’articolo
stesso. «Quando, dove, come.
perché e da chi è stata prodotta»: all’inizio del 1300 ci
sarebbero a Smirne, in Anatolia, abili artigiani bizantini
ortodossi che producono più
esemplari di «sindone» col sistema del bronzo riscaldato e
li vendono agli ingenui occidentali come reliquie; gli
Charny e i loro canonici in
Francia fanno il resto. La sicurezza non fa difetto, ma
tutto il resto sì!
La ricerca scientifica è
teologicamente irrilevante
Per quanto mi riguarda,
però, tutto questo può essere
lasciato andare per la sua
strada. Io come cattolico
conservo rispetto e venerazione per la Sindone indipendentemente da tutto il
discorso precedente. Mi dispiace moltissirno che sia
stato consegnato a «scienziati» americani cosiddetto «materiale sindonico», della cui
autenticità d’uso non vi è alcuna certezza, mentre da una
parte si violava il più elementare criterio di fiducia verso il
card. Bàllestrero (all’oscuro
di tutto) e dall’altra si peccava di ingenuità fidando che
alla cosa gli «scienziati» non
avrebbero dato diffusione.
L’impostazione delle finalità
delle cosiddette «ricerche» è
teologicamente un totale
equivoco e manca del più
elementare rispetto verso il
mistero da cui proviene la
nostra salvezza.
Ma il motivo per cui la Sindone può (non dei'e) essere
accettata da un credente cattolico è un altro. L’immagine
di un uomo crocifisso in modo indubbiamente corrispondente alla descrizione che i
Vangeli tramandano delle
sofferenze inflitte a Gesù è
qualcosa che mi richiama
imperiosamente il mistero di
quella sofferenza redentrice.
Che la si chiami «icona» o
«segno» o in qualche altro
modo non importa. A me e a
tanta gente essa parla di una
cosa alla quale io e molti altri
non amiamo troppo pensare
e dalla quale non siamo tanto
disposti ad accettare le richieste di coerenza che ne derivano. Proprio per questo mi
sento invitato da Dio a farmi
forza e a non distogliere lo
sguardo da quello spettacolo
desolante.
E come me adesso Thanno
fatto in passato tanti credenti,
che ne hanno tratto incitamento per una testimonianza
di solidarietà al fratello per il
quale Cristo è morto. L’esempio di chi mi ha preceduto nel
cammino della fede è anch’
esso un dono di Dio. Mi basta
questo per compiere quello
che mi sembra un atto di ubbidienza di fronte alla sovranità di Dio che decide quando e con quali mezzi mi vuole
richiamare alla conversione.
del modo in cui Gesù di Nazaret fu inumato.
Gli ebrei in genere seppellivano i loro morti. Il rito ffinebre della cremazione, largamente praticato da neobabilonesi, greci e romani, era raro presso gli ebrei; anche se
non si trova nella cultura religiosa ebraica alcuna preclusione al riguardo. Il corpo del
defunto era lavato e cosparso
di unguenti aromatici: una
specie di imbalsamazione,
che aveva lo scopo di preservare le spoglie più a lungo.
Quindi lo si avvolgeva in bende di lino; la testa era avvolta
in un panno separato.
La descrizione dei Vangeli
concorda con questa usanza.
Alla sepoltura Gesù fu avvolto in bende, con un panno
che gli ricopriva il volto, non
in un lenzuolo: «Presero il
corpo di Gesù e lo avvolsero
in bende di lino con aromi,
secondo il modo di sepfjellire
in uso presso gli ebrei».'Questo corrispondeva al modo
in cui Lazzaro di Betania,
amico di Gesù, fu sepolto:
«Legato piedi e mani con fasce e col viso coperto da un
sudario» (Giovanni 19, 40 e
11, 44, trad. ediz. Paoline).
Descrivendo nei particolari
i resti rinvenuti dagli apostoli
nella tomba, il racconto prosegue: «Simon Pietro (...) en
trò nella tomba e vide le bende per terra e il sudario, che
era sul capo di Gesù, non per
terra con le bende, ma ripiegato, in un angolo a parte»
(Giovanni 20, 6-7, ed. Paoline). La descrizione che fa
Giovanni non lascia alcun
dubbio: alla sepoltura Gesù
non fu avvolto in un lenzuolo
tutto d’un pezzo ma in bende, con un sudario sul volto.
A questo punto non rimane che sciogliere una apparente contraddizione. I Vangeli di Matteo, Marco e Luca
fanno riferimento a un lenzuolo, o «panno di lino fine»,
nel contesto del funerale di
Gesù: «E Giuseppe prese il
corpo, lo avvolse in un panno
pulito, di lino fine, e lo pose
nella sua tomba» (Matteo 27,
59; Marco 15, 46; Luca 23,
53). Questa descrizione condensata delle esequie di Gesù ha fornito ai cultori della
Sindone un alibi per giustificarne la venerazione.
Come si armonizzano i racconti di Matteo, Marco e Luca
con quello di Giovanni? Sicuramente un lenzuolo ffi usato
in relazione alle operazioni
funerarie del corpo di Gesù,
ma non per avvolgerlo nella
tomba. Sono due e ben distinte le fasi menzionate dai
Vangeli: prima la deposizione
e la ricomposizione del corpo
sul luogo delPesecuzione in
un «pietoso velo» di lino; poi
l’inumazione nella tomba, su
cùi si sofferma con dovizia di
particolari l’evangelista Giovanni. Per la prima fase dell’
operazione fu utilizzato un
lenzuolo; ma fra quella prima
fase e la sepoltura ebbe luogo
la «preparazione funebre» del
corpo per la quale furono
usati «aromi» e «bende» (Giovanni 19, 39-40). Queste ultime, insieme al panno che copriva il volto, furono rinvenute nel sepolcro dopo la scomparsa del corpo di Gesù (Giovanni 20,6-7).
Durante la permanenza
nella tomba il corpo di Gesù
non era avvolto in un lenzuolo, per cui mai alcuna sindone al mondo potrà vantare di
averlo davvero contenuto.
Inoltre non c’è alcuna evidenza che gli apostoli conservassero i resti d^lla sepoltura
di Gesù come reliquia. Questo, secondo il costume ebraico di rifuggire da ogni possibile oggetto idolatrico.
La Sindone fonda la sua
esistenza, e il valore che le
viene attribuito, sui Vangeli.
Questi non possono essere
elusi quale massima autorità
a prova della sua autenticità.
Alberto Bertone
Moncalieri (To)
E poiché serve a me questo richiamo, desidero che serva
anche ad altri, nel più gran
numero possibile, come posso desiderare che abbia successo di pubblico un Kirchentag o un Katholikentag. Sono
lieto che il messaggio della
Sindone sia semplice e immediato (anche se non facile), perché lo possa cogliere
anche la gente che non può
dedicarsi alle nostre elucubrazioni e non riesce a capire
le nostre polemiche.
Spero che riesca agli organizzatori delle estensioni del
1998 e del 2000 di mantenersi liberi da ogni sbavatura di
interessi secondari nel loro
lavoro, perché sulla sofferenza di Cristo, anche su
quella che parla solo dell’immagine, nessuno ha il diritto
di trarre profitto, neanche
con un ritorno di immagine.
Lo dico prima di tutto per la
mia chiesa. E per questo scopo ho fiducia che il dialogo
ecumenico possa darci un
valido aiuto.
L'ostensione e il dialogo
ecumenico
Già nel settembre scorso,
quando venivano raccolti i
primi pareri sulle estensioni
appena annunciate, avevo
pregato i pastori Taccia e Paschetto di farsi interpreti di
un nostro desiderio: giungere
a un confronto aperto, fondato sulla fiducia, per chiarirci le nostre reciproche posizioni. Se il dissenso dovrà ancora sussistere, sarà però più
motivato e, spero, meno allarmato. Mi pare che anche il
pastore Bernardini avesse
condiviso la proposta. All’interno del «gruppo ecumenico
teologico» (Get) di Torino si
decise di dedicare la sera di
mercoledì 14 febbraio (ore
20,30) a questo dialogo. Sede
dell’incontro sarà il salone
Don Bosco di Valdocco (nel
cortile della chiesa di Maria
Ausiliatrice) e vorrei augurarmi che intervenisse un bel
gruppo di interlocutori evangelici e cattolici. Vorrei cercare di dire in tutta semplicità
le cose che vengono dette alla gente delle nostre parrocchie, quando facciamo qualche intervento di cosiddetta
«pastorale sindonica». Ogni
osservazione contribuirà un
contributo gradito.
* Biblista
Chiese più
dinamiche
Continua purtroppo il
«cahier de doléances» sullo
stato di salute, di partecipazione e di entrare finanziarie
delle nostre chiese. Dall’ultimo comunicato «La Tavola
informa» (Riforma del 19 gennaio) risulta che 5 o 6 chiese
rischiano di non avere il pastore e che per via delle prossime emeritazioni altri posti'
sarebbero vacanti. Le offerte
previste sarebbero inferiori ai
214 milioni e quindi il bilancio ’95 risulterebbe in rosso.
Ovviamente non emergono
le carenze partecipative alla
vita delle chiese e ai culti:
nella zona dove vivo (la vai
Pellice) posso tranquillamente affermare che la partecipazione è inferiore al 10% dei
membri di chiesa regolarmente iscritti, per cui sono
comprensibili le continue
esortazioni della Tavola.
È inutile però continuare a
piangersi addosso o appellarsi a un generico quanto inutile «mag^or impegno» finanziario e partecipativo. Quando si è al capezzale di un malato grave, la cui salute non
migliora, occorre riformulare
la diagnosi e tentare cure che
siano veramente efficaci, in
vece che ricorrere a palliativi
e incoraggiamenti.
Per questo mi riferisco qlle
. decisioni prese dal Sinodo
‘95 circa il problema della /
fopnazione e della questione
giovanile (ma direi anche sufi
significato della vita di coppia, matrimoniale e familiare). Francamente devo dire
che queste due importanti
decisioni hanno avuto scarsa
eco nelle nostre realtà e il dibattito che avrebbe dovuto
seguire per attrezzarci a «due
gambe» a progetti pratici e
realistici è stato praticamente nullo.
Si continua invece a dibattere su questioni secondarie,
per esempio l’applicazione
delle Discipline e sui ruoli
più o meno istituzionali delle
nostre comunità (e quando
vediamo la scandalosa prassi
di certe istituzioni italiane
che sono più in alto sarebbe
meglio prenderne le distanze...). Rimangono ai margini
delle nostre chiese i giovani, i
lavoratori dell’industria, 1 responsabili di attività commerciali e industriali, le madri di famiglia con figli in età
evolutiva. Tutti questi soggetti non hanno possibilfità
alTintemp della chiesa di dibattere i loro problemi specifici e di essere con la «relazione d’aiuto» indirizzati nel
ruolo di educatori, di soggetti
responsabili e partecipativi
nell’ottica dell’etica cristiana
e riformata. Così come le
questioni della giustizia, dei
diritti e doveri nei luoghi della vita civile sono spesso trascurati.
Occorre im’autentica svolta: il pluralismo religioso e la
«macrodiaconia pesante»
non recano più risultati soddisfacenti, anche per i tagli
economici praticati dallo stato all’assistenza. Occorre percorrere nuove vie, magari
esaminando la prassi di chiesa di un passato non tanto recente, ove però era tenuto alto il livello della testimonianza cristiana e si continuava a
annunciare J’Evangelo così
come ci è stato tramandato
nei secoli: certo non la Bibbia
ridotta a libro di enfatica mitologia, ma strumento di
analisi quotidiana per la realizzazione di quei principi
universali e atemporali che
sono sempre validi.
Sapremo esprimere questa
realtà quando vediamo che la
partecipazione agli studi biblici locali non supera le 1520 persone? Non è forse questo il luogo principale di formazione?
Mario Alberione
Luserna S. Giovanni
«lo so in chi ho creduto»
Il Timoteo 1,12
La Commissione direttiva, il direttore sanitario e il personale
dell'Ospedale evangelico valdese di Torino prendono viva parte
al cordoglio del dott. Gianfranco
Mathieu, direttore amministrativo, per la scomparsa della mamma signora
Anita Long ved. Mathieu
Torino, 20 gennaio 1996
RINGRAZIAMENTO
«Non temere, perché io
ti ho riscattato,
ti ho chiamato per nome;
tu sei miei»
Isaia 43,1
Ha terminato la sua lunga esistenza terrena
Margherita Rivoira
(Mariuccia) •
Ne dà l'annuncio ia cognata Lauretta Abbena, che ringrazia quanti
hanno partecipato al funerale e le
sono stati vicini in questa dolorosa circostanza.
Umparticolare ringraziamento
ai pastori Mario Berutti e Anne
Zeli Delmastro, af signor Livio Gobello e a tutto il personale dell'Asilo valdese di Luserna S. Giovanni.
Luserna San Giovanni
23 gennaio 1996
20
PAG. 12 RIFORMA
Villaggio Globale
VENERDÌ 2 FEBBRAIO 1996
L'accusa lanciata da Scalfaro durante la visita di Boutròs Chali a Roma
Urge una profonda riforma dell'Onu
/A cinquant'anni dalla fine della seconda guerra mondiale, l'organizzazione
internazionale continua ad essere in mano alle potenze vincitrici
ROBERTO PEYROT
IN occasione deUe celebrazioni per il cinquantenario
delle Nazioni Unite (nate nel
1945 dalle ceneri della «Società delle nazioni»), il segretario generale Boutros Ghali
sta facendo il giro di varie
capitali. Ai primi di gennaio
è toccato all’Italia, e il presidente della Repubblica lo ha
ricevuto a Montecitorio. Davanti a una platea di invitatì,
Scalfaro ha lanciato una vera
e propria accusa contro le
disfunzioni e i fallimenti
dell’Onu. In sostanza, il Presidente ha detto che il modo
migliore di celebrare l’anniversario dell’Onu è fare un
esame approfondito di ciò
che di non positivo è stato
fatto nel mezzo secolo trascorso. Da parte sua, lo stesso Boutros Ghali ha incassato la requisitoria, convenendo che, per correggere e
rafforzMe l’Organizzazione,
è necessario tener conto di
tutte le critiche.
Gli insuccessi dell’Onu sono senza dubbio numerosi, e
sono ancor più aumentati
dopo il crollo del sistema comunista: l’ultimo scacco è
stato il ritiro dalla Bosnia, col
subentro armato della Nato:
una volta ancora è stato privilegiato il fattore militare a
queUo della trattativa e della
diplomazia, a scapito dei
grandi principi sui diritti
dell’uomo. L’Onu, dopo cinquant’anni dalla fine della
seconda guerra mondiale,
praticamente continua ad
Una strada di Sarajevo durante la permanenza delle truppe Onu
essere in mano alle potenze
vincitrici, provocando squilibri e parzialità che ne hanno
causato i numerosi faUimenti. Il mensile «Le Monde diplomatique» centra bene la
questione affermando che
«rOnu non ha saputo costruirsi come un soggetto,
come una entità costruita sii
una sufficiente democrazia e
im conseguente rispetto frq i
propri membri, affinché
ognuno di loro possa con fierezza e consapevolezza dire
“noi” nel suo nome. Nessun
potere politico autorevole e
autonomo è sorto in 50 anni
di attività. Gli stati più deboli, i popoliminacciati e gli individui perseguitati non vi
hanno trovato la garanzia di
una maggiore giustizia di
fronte ad un puro rapporto
di forza».
Che cosa ha potuto fare
rOnu, si chiede il mensile
francese, di fronte alle fucilazioni o impiccagioni di oppositori politici, di fronte al
commercio e all’uso di armi
che vanno dalla mine antiuomo agli ordigni nucleari, di
fronte alle «pulizie etniche»,
ai conflitti selvaggi o latenti,
alle distruzioni dell’ambiente, di fronte alla punizione di
tutto un popolo per le colpe
di un capo (leggi: le sanzioni
economiche all’Iraq)?
Per quanto riguarda il controllo degli armamenti mondiali e la loro regolazione, attualmente di specifica competenza del Consiglio di sicurezza, esso è in aperta con
traddizione con l’art. 26 che
prescrive: «Verso gli armamenti deve essere destinata
una parte minima delle risorse umane e economiche del
mondo». Ma come si può ottenere questo risultato se le
cinque grandi potenze del
Consiglio di sicurezza (Cina,
Francia, Gran Bretagna, Russia, Stati Uniti) sono altamente concorrenti fra loro
sul mercato bellico e allo
stesso tempo sono le sole ad
avere il diritto di veto per soluzioni a loro non gradite?
Da varie parti si avanzano
proposte per allargare almeno a 20 o 25 paesi membri il
Consiglio di sicurezza, paesi
che siano distribuiti in tutte
le aree geografiche così da
costituire uno strumento di
riequilibrio mondiale. Uno
strumento che privilegi ai
«diritti» degli stati sovrani
quelli umani e civili ancora
così mortificati.
Le Nazioni Unite hanno dichiarato il 1996 «Anno internazionale per l’eliminaziohe
della povertà». Non è certo
con i criteri attuali che quest’Organizzazione sarà in
grado di realizzare un così
ambizioso programma. Se
essa non prowederà al più
presto a riformarsi profondamente anche in tutti i suoi
forse troppo numerosi organismi (che sono una ventina,
oltre alle più note Unicef,
Fao, Unesco, Gatt), il divario
fra paesi ricchi e poveri non
solo non verrà attenuato, ma
sarà purtroppo destinato ad
accentuarsi.
- ■'G,
Il loro rimpatrio inizierà in primavera|
Due milioni di bosniaci sono
in attesa di tornare a casa
In base agli accordi di pace
di Dayton, l’Alto Commissariato deirOnu per i rifugiati
(Acnur) è responsabile del
rimpatrio dei rifugiati e degli,
sfollati dell’ex Jugoslavia.
Quest’anno le sue operazioni si modificheranno, passando dall’aiuto di emergenza e di mantenimento al
rientro e reinserimento dei
rifugiati e degli sfollati. In totale si stima che due milioni
di bosniaci siano stati costretti dalla guerra ad abbandonare le proprie case: circa
la metà di sono rimasti come
sfollati all’interno della Bosnia-Erzegovina stessa, mentre un altro milione di loro si
trovano come rifugiati nella
regione dell’ex Jugoslavia o
altrove in Europa.
L’Acnur programma un
rimpatrio volontario, che si
incentrerà su tre ampie categorie di rimpatriati: a) circa
un milione di sfollati interni,
attualmente nella Bosnia-Erzegovina, molti dei quali vivono in condizioni estremamente difficili: b) oltre mezzo milione di rifugiati dalla
Bosnia-Erzegovina che attualmente si trovano in
CroEizia (187.000), Repubblica federativa di Jugoslavia
(450.000), Slovenia (24.000)
ed ex Repubblica jugoslava
di Macedonia (7.000); c) alcuni dei rifugiati dell’ex Jugoslavia, stimati in 700.000,
che attualmente hanno ricevuto protezione temporanea
in altri paesi, soprattutto in
Europa.
Nessun rientro organizzato
e su vasta scala è previsto fino alla primavera. Le cifre
adottate dall’Acnur perla
programmazione nel 1996 J
prevedono che circa 870.OÚO f
persone possano avere biso- ,
gno di aiuto per ritornare’*'
nella Bosnia-Erzegovina o ’
per trasferirsi da un posto ^
^l’altro all’interno del paese
nel corso del 1996. Questa cifra comprende 500.000 unità,
del milione (stimato) di sfollati interni; 170.000 persone
che si sono rifugiate in altre
repubbliche dell’ex Jugoslavia nonché 200.000 rifugiati
in Europa e altrove.
Una volta a casa, i rimpatriati avranno diritto a un’assistenza continuata da parte
dell’Acnur, e il loro reinserimento sarà seguito da vicino,
in particolare per quanto riguarda le minoranze. Sebbe-,,
ne venga in futuro gradualmente ridotta, la fornitura di
aiuti umanitari (generi alimentari e altri beni di prima
necessità) rimarrà una componente prioritaria del prò-”’
gramma dell’Acnur in Bosnia-Erzegovina nel 1996. Il
numero di beneficiari inseri-,
to nella programmazione per
quest’anno è stato fissato a
2,77 milioni di persone; questo numero comprende 2,4
milioni di attuali beneficiari
nella Bosnia-Erzegovina stessa e 370.000 persone che ci si
aspetta rimpatrieranno dalle
repubbliche vicine o dai paesi d’asilo.
L’attuale obiettivo di 23;
mila tonnellate al mese di,
aiuti alimentari per la Bosnia-Erzegovina continuerà^
ad essere perseguito fino a
tutto marzo, e l’Acnur continuerà a mantenere 231 centri
collettivi, che ospitano oggi
migliaia di sfollati. (Acnur)
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