1
Anno 119 - n. 14
8 aprile 1983
L. 500
Sped. abbonamento postale
' gruppo bls/70
»1 T
a-i i
; 110
ì
Si e:. rKLI.rinvia
lOOGò 'iORP.H PhU.iO’rf
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGEUCHE VALDESI E METODISTE
n'
Punti
di vista
IMPRESSIONI DI UN VIAGGIO IN ISRAELE
« Molti elementi reazionari, approfittando del sentimento religioso del nostro popolo e delle
serie difficoltà che ci sono per
poter attaccare la rivoluzione,
cercano di usare in maniera artificiale il sentimento cristiano del
nostro popolo contrapponendolo
al processo rivoluzionario. Questo è uno sforzo inutile perché
da un lato non ha nessuna radice storica e dall’altro per la chiara posizione presa dall’avanguardia del popolo nicaraguense, il
Fronte sandinista, sulla questione religiosa ».
Così diceva nel 1981 al pastore
Emidio Campi Thomas Borge,
comandante della rivoluzione nicaraguense (intervista su La Luce, 4.6.1982). Oggi, a quanto ci informano i mezzi di comunicazione di massa, il comandante Borge, diventato ministro degli Interni, non pensa più cosi se ha
disposto che le omelie delle messe pasquali in Nicaragua fossero
sottoposte a censura preventiva.
Dobbiamo pensare che ciò che
un paio d’anni fa era definito
uno « sforzo inutile » sia oggi diventato improvvisamente un grave pericolo per il movimento sandinista?
Certo non possiamo dimenticare il clima in cui si colloca questo provvedimento. Non è da sottovalutare la grave minaccia che
gli Stati Uniti, incapaci di immaginare per il loro continente
una politica che non sia di repressione, fanno pesare sul Nicaragua: abbiamo visto alla televisione le chiare immagini della
controrivoluzione somozista in
Honduras istruita, armata e vestita dagli Americani. Ma basta
la gravità di questo perìcolo estemo per spiegare provvedimenti repressivi come quello segnalato all’intemo del paese? Gli osservatori riferiscono che il governo nicaraguense tiene in mano la
situazione malgrado le infiltrazioni eontrorìvoluzionarie anche
perché il popolo non appoggia
questi tentativi. E allora perché
questo così triste attentato alla
libertà religiosa? Se invece fosse
elevato il grado di disgregazione
del popolo nicaraguense, davvero il governo sandinista pensa di
ritrovare l’unità rivoluzionaria
del popolo attraverso la repressione che diseduca e accredita la
posizione avversaria? Gli errori
settoriali fatti con i Miskitos saranno ora ripetuti a livello nazionale?
Sono interrogativi aperti. Ma
nel frattempo, qualunque sia il
motivo reale della censura pasquale — sempre che tale notìzia
sia confermata — dobbiamo dire
chiaramente non solo la nostra
solidarietà ma anche il nostro allarme. Solidarietà piena nella denuncia dell’ottusa politica reaganiana, che non a caso si è trovata isolata all’ONU. Ma anche allarme perché l’attentato alla libertà religiosa è sintomo di soffocamento dì ogni libertà, anche
in un paese come il Nicaragua
che ha appena vissuto una grande esperienza di liberazione. La
libertà, ministro Borge, è come
la fede: deve essere un contìnuo
investimento, non può essere un
patrimonio acquisito sul quale si
possa vivere di rendita.
Franco Giampiccoli
Imparare a vivere insieme
per non morire insieme
La situazione politica perennemente tesa - La posizione del partito religioso - La funzione
dei cristiani, arabi ed ebrei, nella promozione di un incontro tra le parti in un paese dilacerato
Al primo scrutinio Herzog, leader dell’opposizione laburista, è
diventato presidente dello Stato
d’Israele. Ma basterà questo avvicendamento per gettare le basi per una pace duratura in Israele? Oggi sono in molti a dubitarne. Compresi non pochi esponenti della minoranza cristiana
in Palestina, mia presenza significativa di 120.(KX) persone, che
tentano, ormai aa anni, un dialogo tra le parti in lotta. Un dialogo impossibile. Un prete melchita, in un piccolo villaggio arabo vicino a Nazareth, confessa;
« Noi viviamo circostanze talmente difficili dove la ragione
del più forte è quella vincente.
I figli dei martiri di Auschwitz
stanno calpestando i motivi per
i quali sono venuti in questo
Paese. Se penso alle parole di
Cristo “beati quelli che si adoperano alla pace" o “beati quelli
che sono affamati e assetati di
giustizia" confesso di non vedere soluzioni: vedo solo gli occhi
disperati dei miei fratelli che ho
visto deportare nei campi profughi, vedo ancora le rovine del
villaggio araba in cui sono nato
e che fu fatto distruggere nel
1951 da Ben Gunon. Abbiamo vagato da un campo di profughi ad
un altro, ci hanno ridotti ad essere dei terroristi, et hanno ctuainato sporchi yaté^tinéii, et Hunno UCCISO. Eppure noi non abbiamo perseguitato i nostri fratelli ebrei, personalmente sono
un nonviolento e non mi sento
responsabile come palestinese
delle atrocità naziste compiute
in Europa e di cui chiedono a
noi oggi di pagare il prezzo ».
L’espansionismo
cresce
L’espansionismo ebraico in Palestina è in progressivo aumento. Molte terre vengono confiscate agli arabi per ragioni di ’sicurezza militare’. Su quelle terre
ben presto si insediano i coloni
con i loro Kibbntz capaci di trasformare in pochi anni il deserto
in terra fertile. Ma lo spazio vitale per i palestinesi diminuisce
giorno per giorno. Il tribunale
supremo di Gerusalemme ha da
Indicato come il leader del movimento religioso che ha cercato di
impadronirsi della spianata del Tempio di Gerusalemme, il rabbino
Yisrael Ariel viene portato in trionfo dai suoi sostenitori.
to ragione agli espropriati ma
tutto continua come prima. Sovente i campi profughi (è successo anche durante la recente
visita di Carter in Israele) sono
GIOVANNI 21; 1-19
‘‘Mi ami tu più degli altri?^*
Dopo la morte e la risurrezione di Gesù — riferisce l’evange
10 — il gruppetto dei discepoli
sembra Saldarsi e ciascuno torna alla propria casa e al proprio
lavoro. Il fatto della risurrezione
non sembra esser stato capito e
comunque non si è tradotto in
chiare manifestazioni di fede operante.
Ma — narrano i vangeli — ecco le apparizioni di Gesù risuscitato. Apparizioni che hanno lo
scopo di risvegliare in quei deboli uomini appunto^ il loro antico entusiasmo, di infondere in
loro nuovo coraggio e salda fede;
quella fede che sarà resa potente
ed attiva col dono dello Spirito
Santo dal giorno della Pentecoste
sino alla fine dei tempi.
Racconta l’evangelista Giovanni che, dopo una faticosa notte
di infruttuoso lavoro, Simon Pietro e altri discepoli sono sulla
riva del lago di Tiberiade con le
loro barche vuote, con le reti da
riassettare e con le braccia stanche. Gesù appare e, ignorando il
loro insuccesso di pescatori, chiede qualche risultato del loro lavoro: « Figlioli, avete voi del
pesce? ». Purtroppo la risposta
non può essere che negativa:
« Essi risposero: No ». Ma ecco
11 consiglio del Signore da loro
accolto, e i risultati ora ci sono,
concreti e abbondanti: « Essi
dunque gettarono la rete e non
potevano più tirarla su per il
gran numero dei pesci ». E proprio con quei pesci prodigiosamente ottenuti, Gesù prepara lui
stesso un frugale pasto che tutti
insieme consumano in intima comunione.
Il prodigio della abbondante
pesca può essere servito a convincere quei discepoli che il Cristo
risorto, pur nella sua essenza
spirituale, è sempre lo stesso. E’
ancora il divino Maestro che indica ai suoi seguaci i metodi sicuri per il successo, che sempre
provvede anche al loro sostentamento, che sempre li ama e li
vuole con sé alla sua mensa.
In tutto questo abbiamo l'indicazione che dice con quale sentimento i discepoli (cioè la chiesa, cioè noi) possono e possiamo
andare nel mondo a compiere il
ministero della evangelizzazione.
L’indicazione, cioè che come
credenti in Cristo, per non esaurire le nostre energie in una vana fatica, per poter compiere
con successo la nostra missione
di « pescatori di anime », dobbiamo ascoltare è di praticare fedelmente gli ordini del nostro Signore, proprio come fecero Simon Pietro e soci in quella famosa circostanza. E — sempre
in riferimento a quell'incontro
di Gesù coi discepoli in riva al
mare di Tiberiade —, saremo rincuorati, sostenuti, incoraggiati
dalla viva presenza del nostro Signore che pure a noi ripete: Venite a me... Venite a far colazione
con me.
Ma ecco, vediamo che il pasto
di Gesù coi discepoli è terminato.
Seduto davanti a Gesù sta Simon
Pietro: quel debole apostolo che
pochi giorni prima non aveva avuto il coraggio di confessare la sua
fede in Gesù e lo aveva rinnegato per ben tre volte. Gesù gli vuol
parlare, ma nel rivolgergli la parola non pretende da lui un atto
di pentimento o una nuova confessione di fede. Non gli sottopone problemi teologici o dottrinali; non gli chiede — ad esempio —
se crede nella verginità di Maria;
e non gli chiede nemmeno se ^i
sente disposto ad essere papa.
Gli chiede invece una cosa fondamentale, insostituibile per la
fede cristiana. Gli chiede una sincera testimonianza di amore:
« Simon di Giovanni, mi ami tu
più di questi? ».
Proprio come cristiani ci sentiamo turbati, afflitti, disorientati nel riconoscimento della fragilità e della debolezza della nostra fede. Ci sentiamo avviliti,
mortificati, stanchi, perché le
reti che gettiamo continuamente
Giuseppe Anziani
(continua a pag. 6)
tenuti sotto coprifuoco e le prigioni, quasi tutte modernissime,
traboccano di prigionieri politici.
Secondo una dirigente del movimento delle donne palestinesi
per la pace ormai si è già troppo in ritardo^ Inascoltati gli àppèlTì dell'UNU, ambigue le soluzioni proposte dall’America,
Israele sta forse ponendo la premessa per un conflitto di portali itiOndiafe. Eppure a sentire le
voci più mbderate degli Ebrei,
raccolte in un Kibbntz, la situazione non è così tragica: tutte
le guerre da quella de] ’48 a quella dei « sei giorni » del ’67 sino a
quest’ultima del Tubano sono state tutte guerre di riifp.sa- la terra
poi, per un antico concetto ebraico e arabo insieme, appartiene
a chi la lavora e molte zone semidesertiche sono abbandonate;
i Palestinesi possono vivere in
uno stato confederato con la
Giordania che potrebbe essere
l’attuale Cisgiordania e la striscia di Gaza (ormai una delle zone a più alta densità abitativa
del mondo); Gerusalemme « città della pace », potrebbe funzionare come capitale intemazionale sotto la giurisdizione israeliana... A tutto c'è una risposta.
Il partito religioso
Ma, in realtà, la paura è per
le strade. A Hebfòn abbiamo atfraversato, non senza timore,
momenti di drammatica tensione tra giovani arabi e pattuglie
militari israeliane, in Samaria
una lunga sparatoria ha rotto il
silenzio di una terra coperta dagli ulivi e poi su verso i confini
del Libano e della Siria lunghe
teorie di carri armati e cannoni
fanno ormai parte di una coreografia consueta.
Un’espressione sintomatica della situazione che abbiamo vissu
Gìuseppe Platone
(continua a pag. 2)
2
2 fede e cultura
8 aprile 1983
TRA I LIBRI
Un modo di morire
A .colloquio con i lettori
La vicenda narrata da questo
libro è autentica, documentata:
è la storia di Jane, dinamica insegnante di sinistra, contestatrice, appassionata di sociologia,
amante dei viaggi e delle novità,
morta di cancro a venticinque
anni. Gli Autori sono i genitori
di Jane: Victor Zorza, articolista della « Washington Post »
americana e del « Guardian » inglese, e la moglie Rosemary, ce• ramista; nonostante il grave lutto che li ha colpiti, i coniugi Zorza ci forniscono una testimonianza lucida, analitica, realistica.
Il tumore entra nella vita di
Jane aH’improwiso, rapido e impietoso: la giovane donna piena
d'iniziativa si trasforma in ima
creatura fra^le, dipendente da
tutti, abbrutita nel fisico, depressa e sofferente. Jane sperimenta numerosi interventi chirurgici inutili, terapie dolorose
e traumatiche, lunghi ricoveri
che la obbligano a confrontarsi
con strutture ospedaliere spesso
fredde e inefficienti. Le sue reazioni sono normali, domani potrebbero essere quelle di ognuno di noi: ora un disperato aggrapparsi alla vita, agli interessi e alle amicizie di un tempo,
ora rabbia, sconforto, ostilità,
desiderio di rinchiudersi in se
stessa. Per un po’ l’amore di Michael, un uomo tenero e comprensivo, sembra spezzare la catena dell’angoscia: ma prima che
Jane muoia egli sarà già legato
a un’altra ragazza, « sana ».
L’esistenza di Jane si conclude in un hospice: gli hospices,
molto diffusi all’estero, sono stati creati al fine di migliorare la
qualità della vita dei pazienti durante gli ultimi mesi terreni.
Jane viene a contatto con un ambiente finalmente diverso, amichevole e rilassante: i medici e
gli infermieri dell’hospice lottano con ogni mezzo contro la sofferenza, sforzandosi di mettere
il malato a proprio agio, non ci
sono rigidi orari a limitare le visite di parenti e amici, regna un
clima familiare. Jane si spegne
serenamente.
Contrariamente a ciò che potremmo pensare il libro non è
cupo, o pessimista: vengono messi in luce molti lati simpatici della personalità di Jane, il suo
amore per la natura (aveva scelto di essere vegetariana), l’abitudine di fare regalini e sorprese
a tutti, le poesie, la volontà di
polemizzare (coi genitori, col personale ospedaliero) conservata
fino all’ultimo.
« Un modo di morire » interesserà quanti hanno seguito sull’Eco-Luce le riflessioni circa la
malattia e la morte, i problemi
sollevati sono parecchi: eutanasia, diritti dei ricoverati, rapporti degenti-familiari. Il libro è
stampato dalle Edizioni Paoline,
ha 279 pagine e costa L. 12.000.
Edi Morini
Imparare a vivere insieme
( segue da pag. 1 )
to in Palestina è stato il tentativo assurdo di impadronirsi della moschea E1 Asqua sulla spianata del Tempio messo in atto
da un commando di fanatici religiosi ebrei. E’ proprio il partito
religioso ebraico, che ha in sé
frapge estremiste, l’ago politico
della bilancia tra i due grandi
partiti della Keneseth (il Parlamento): senza l’alleanza con il
partito religioso non si governa.
Ieri i socialdemocratici, oggi il
partito di Begin ha bisogno dell’appoggio di questa piccola compagine politico-religiosa che lotta per il rispetto, su scala nazionale, del sabbath, per l’adempimento dei vari rituali mosaici e
che, nelle sue espressioni più radicali, non riconosce lo stato di
Israele, la cui fondazione attende dal Messia venturo, né intende imbracciare le armi. « Una situazione incomprensibile per un
osservatore esterno — ammette
un’Ebrea di Losanna del Kibbntz
Ben Lavi — salvo che si rifletta
sul fatto che i praticanti religiosi ebrei, anche la corrente degli
’hassidim' perennemente in lutto, possono vivere sicuri soltanto in Israele visto che l’antisernitismo, sino a prova contraria,
è tuttora presente in molte parti
del mondo. Sicché questo Paese
lo difendiamo anche con la vita,
se necessario ».
Ebrei cristiani
C’è chi tenta di prospettare
nuove soluzioni politiche nella
situazione di perenne conflittualità attraverso la promozione di
una maggiore conoscenza reciproca tra ebrei, musulmani e cristiani. Così Rina Geftmann, da
18 anni a Gerusalemme, profuga
dalla Russia, anima un foyer giudeo-cristiano. « Non bisogna dimenticare che Gesù, il principe
dello shalom, era ebreo e che
l’apostolo Paolo non ha rinnegato i principi mosaici né l’elezione del popolo d’Israele. Né d’altra parte si può scordare che il
Corano per 14 è tratto dalla tradizione ebraica. Approfondendo
le conoscenze religiose reciproche si può trovare un accordo
anche a livello politico sui temi
della giustizia oggi in Palestina ».
Ma a crederci sono soltanto un
centinaio in tutto il Paese. « Il
nostro è un lavoro d’avanguardia
— conclude Rina Geftmann —
perché vogliamo aprire porte
sbarrate dall’ignoranza reciproca per iniziare finalmente a cer
care una soluzione in cui trionfi
quella giustizia che tutte le religioni in definitiva vogliono. Non
c'è separazione tra politico e religioso: solo la pace religiosa potrà essere pace politica ».
Secondo il prof. Alberto Soggin, della Facoltà VaTdese di Roma7 attualmente ospite dell’Uni^rsità di Gerusalemme, I^aéle
è üírTacsc iCàlmente democratico dove anche il dissenso ha un
suo spazio reale (Io dimostrerebbe la recente manifestazione dei
400.000 di « Pace adesso » inscenata contro Begin dopo l’eccidio
di Sabra e Chatyla) e precisa:
« Nessuno, da parte araba, si presenta alle trattative con Israele
per lo sblocco dei territori occupati e Begin prende spunto da
questa situazione per sostenere
le proprie tesi nazionaliste. Gli
arabi cristiani o i pochi ebrei
divenuti cristiani non hanno un
peso reale sul piano politico, anzi sono guardati con distacco
perché non è concepibile né da
parte ebraica né da parte araba
che una persona possa cambiare di religione visto che la religione fa parte inteerante deh.
grup]m~étnicó dt appartenenza ».
L’Antico Testamento
senza il Nuovo
Per i cristiani dunque vita difficile nella terra di Cristo. Del
resto non mancano difficoltà, anche quando si iniziasse un vero
dialogo interconfessionale tra
ebrei, cristiani e musulmani,
neppure sul piano strettamente
biblico. Un teologo palestinese
ammette: « Oggi l’Antico Testamento è lo strumento religioso
utilizzato da chi ha il potere per
spogliarci della nostra dignità
umana. Senza Gesù Cristo l’Anticq Testamento è un libro che
m’insegna la segregazione, i livelli di differenza tra i popoli, la
violenza inaudita contro i nemici in nome di un Dio degli eserciti geloso e crudele. L’Antico
Testamento mi sembra, a volte,
un po’ la storia dei cristiani occidentali: il genocidio contro i
profeti di Baal voluto da Elia
non è molto diverso dalla strage degli eretici europei; così le
storie dei crociati in Terra santa sono simili alle vicende di re
Davide e quando poi leggo i misfatti dell’Inquisizione non trovo che siano molto diversi da
quelli del re d’Israele Achab. Oggi non possiamo più accettare
che Dio sia cristiano occidentale
o orientale, musulmano o ebreo:
Dio è amore. Tutto il resto è la
storia della miseria della nostra
testimonianza ».
Il servizio di riconciliazione
che i cristiani, pur di confessioni diverse, intendono rendere tra
gli abitanti della Palestina sembra dunque destinato ad avere
ancora tempi lunghi prima di superare pregiudizi e odi anche di
natura storica. « Bisogna imparare à vivere insieme — afferma
Matilde Degoed, olandese, protestante, da 21 anni residente nel
Kibbutz cristiano di Nes-Ammin
~ altrimenti moriremo insieme.
Per eliminare la paura che conduce alla violenza bisogna insistere nel promuovere l'incontro
tra le parti, anche e soprattutto
a livello di base. Oggi noi, qui,
viviamo in còmpartimenti stagni.
Bisogna ■ rendere vera la parola
dell’ex rabbino Paolo di Tarso
quando dice' che in Cristo non
c’è né Giudeo né Greco, né maschio né femmina... ». Questa è
la proposta che i cristiani sostengono in un Paese dilacerato
mentre si vanno ammassando i
mezzi blindati, dall’una e dall’altra parte, sui confini della Siria che rappresenta la grande angoscia di questi giorni di Pasqua.
Giuseppe Platone
NASCITA VERGINALE
Ho letto con attenzione l'articolo di
Gino Conte pubblicato su l’Eco delle
Valli del 4 marzo e vorrei puntualizzare alcune cose.
Penso che solo le persone indifferenti ai problemi religiosi siano esenti
da dubbi ed incertezze. Per le altre
una risposta agli interrogativi o prima
0 poi giunge sempre (preciso « risposta » e non sempre spiegazioni come
vorremmo]. Le risposte giungono se
alla base delle nostre ricerche sta il
vivo desiderio di accrescere la nostra
fede e se il cuore è aperto a ciò che
si nasconde dietro all'apparenza verbale dell'Interrogativo.
Ben ha ragione Gino Conte quando
consacrandosi « servo della Parola » non
ha abdicato all'esigenza ed alla libertà
di ricerca biblico-teologica. Abdicare a
questo sarebbe stato molto grave. La
rinuncia ad una libertà d'indagine potreblje tramutarsi facilmente in peccato
d’orgoglio, autosufficienza, immobilismo.
Però Gino Conte ponendo l’accento sulle riserve non ha per nulla accennato
alla possibilità che queste possano essere sciolte in modo diverso da quanto ci aspettiamo.
Non ha rimosso ■■ inciampi », come
crede d’aver fatto, ma ha semplicemente condiviso i dubbi con altre persone che ora si possono sentire consolate dal parere di un « pastore », ma
per questo forse, più dubbiose che mai
e non stimolate ad una ricerca.
La fede è una cosa personale e non
possiamo pretendere che altri la vivano
qualitativamente e quantitativamente
come noi né possiamo in un certo qual
modo usare loro violenza.
Ho parlato d'interpretazioni diverse, di
possibilità di dare un contenuto diverso alle parole.
Personalmente credo alla verginità di
Maria, al « fu concepito di Spirito Santo » al « discese nel soggiorno dei morti », alla « resurrezione dei corpi » ecc.
Ho messo molto tempo a scoprire un
significato diverso da quello ohe correntemente si dà a certi vocaboli. La parola umana mal esprime i concetti spirituali.
Le Sacre Scritture sono state ispirate da Dio ma scritte da uomini. Se crediamo che Dio ci ha parlato e ci parla
attraverso a queste allora dobbiamo cercare di capire ciò che vuole dirci e che
ci ripete di continuo.
Oggi più che mai mi chiedo in che
cosa consista il Catechismo della Chiesa valdese.
A. J. Herschel nel suo libro: « L'uomo non è solo » scrive:
« ... il più grande ostacolo sulla via
della conoscenza proviene dallo spirito,
conformistico con cui accettiamo nozioni convenzionali, clichés mentali...,
e, ...il dubbio esplica più un controllo
del rapporto tra mente e realtà che non
un interesse verso la realtà stessa ».
Cerchiamo dunque, insieme, vie nuo
Centro Filadelfia
Via Colla, 20 - Tel. 011 /9586208 - Rivoli (To)
Liceo Linguistico
(legalmente riconosciuto)
Filadelfia School of English
(corsi di lingue inglese, francese
e tedesca)
Centro Convegni
(seminari, raduni, corsi residenziali, traduzioni simultanee, uso
di locali)
ve per interpretazioni nuove per più
ampi orizzonti ferme restando però le
verità basilari dei Vangeli che non si
devono tradire, ma vivere!
G. Perrin, Torre Pellice
Una precisazione, per la sorella Perrin e altri che sono stati inquietati dal
fatto che ho parlato di « dubbi ». E*
evidente — e Vho anche scritto — che
intendo « dubbio » non come elemento d^incredulità, ma come riserva su
una data formulazione della fede, passata e presente. A chiunque legga la
Bibbia con attenzione desta, non possono non sorgere problemi (chiamiamoli così, è meglio), anche grossi. Ci
sono forse anche dei falsi problemi, e
a me pare che quello che ci ha occupato ne sia uno.
In ogni caso io non intendo consolare, da « pastore » dubbioso e ribadire i dubbi di altri^ se si tratta di dubbi sulla figliolanza divina di Gesù:
se cioè si tratta di ridurre Gesù a semplice maestro, profeta, grande ispirato, afferrato a un certo punto dallo
Spirito santo. Gesù è il Figlio di Dio;
soltanto son convinto che non lo è nei
termini genetici correnti usati dagli
evangeli delVinfanzia, in Matteo e in
Luca. Troviamo in questi una testimonianza maldestra, non suffragata e
resa anzi problematica dagli altri testimoni neotestamentari, di un fatto:
Gesù è il Figlio di Dio; vi è fra lui e
il Padre un rapporto assolutamente
unico. E solo perché Gesù è, in questo modo unico (e non verificabile,
non biologicamente verificabile), il Figlio di Dio, noi possiamo, fidandoci di
lui e affidandoci a lui nella fede, ricevere Vadozione del Padre e diventare quello che, a differenza di lui, noi
non siamo: figli di Dio. Per grazia,
mediante la fede.
Gino Conte
CALVINISTA?
Pubblichiamo una lettera che è stata
inviata al quotidiano « la Repubblica » e che non è stata da questo ospitata.
Egregio Direttore,
ho spesso sentito definire calvinista
chi semplicemente sia onesto, rigoroso,
moralmente coerente. In questi giorni
parecchi quotidiani hanno chiamato Torino città calvinista, intendendo, presumo, industriale. Deve trattarsi di un
cattivo orecchiamento del famoso titolo
del misconosciuto saggio di Max Weber. Ciò che mi giunge nuovo è invece
l'uso che il vostro inviato Paolo Guzzanti fa nel numero di sabato 12 dell’aggettivo. Calvinista è secondo lui chi pensa « Se fa soldi vuol dire che Dio lo
ama », e addirittura un prete viene dichiarato tale, perché ammira lo Zampini
per le sue ricchezze.
È possibile che a cinque secoli dalla
nascita di Martin Lutero se in Italia un
giornale nomina qualcosa che ha a che
fare con la Riforma non escano che
strafalcioni, pregiudizi, nei casi fortunati, squallidi luoghi comuni? La Repubblica, per quanto laica e progressista non è purtroppo da meno. Ancora
ricordo un articolo che al tempo della
fusione delle chiese valdese e metodista rivelava la disinformazione più
totale. Non si tratta di sottigliezze teologiche. Non conoscere il movimento
metodista significa non conoscere la
storia della classe operaia inglese e
del socialismo in Gran Bretagna, tanto
per citare un esempio. Ignorare gli elementi basilari della rivoluzione che ha
aperto le porte del mondo moderno è
mancanza di cultura a livello di scuola
media.
Il fatto che persone ritenute colte si
vantino di non possedere nessuna nozione in materia o, peggio, si credano
esperte a torto, è ancora un aspetto
della monocultura provinciale entro cui
l'Italia dalla Controriforma in poi è stata imprigionata. La deteriore etica cattolica dominante è a mio parere il male morale dell'Italia e temo che il nostro Paese non potrà mai intraprendere
la via delle agognate riforme (sociali,
politiche, morali) proprio perché non è
ancora passato attraverso la Riforma
(protestante).
Erica Scroppo, Torre Pellice
3
8 aprile 1983
fede e cultura 3
AGRIGENTO
AL CONGRESSO DEL PCI
Minoranze e libertà
Nel corso del Congresso provinciale di Agrigento dell’Associazione Italiana Cultura e Sport, il 6 marzo u.s., la prof.ssa
Gabriella Bartolozzi Rosati, presidente del Centro Studi « Augusto Sciascia » ha svolto una relazione sulle minoranze religiose — di cui riferiamo qui di seguito — ricevendo anche dal
presidente dell’Assemblea regionale On. Lauricella una targa
per l’attività religiosa e culturale svolta dal Centro ’A. Sciascia’.
«Se è vero quanto afferma il
Kelsen già negli anni ’50 che una
vera democrazia dovrebbe tendere non a legalizzare la volontà
della maggioranza, mà a raggiungere un accordo tra le molteplici opinioni espresse dalla varietà
dei partiti, perché anche le minoranze, in quanto frazioni del
popolo, partecipano dell’attributo della sovranità ( ricordiamo
l’art. 1 della Carta costituzionale: ”La sovranità appartiene al
popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”), mi chiedo se la prassi per
tanti anni seguita dalla classe dirigente del nostro paese, così
disponibile ad emarginare politicamente, relegandole ad un ruolo subalterno, minoranze più o
meno ampie di cittadini, non sia
in contrasto solo (e già sarebbe
grave) con il dettato costituzionale, ma addirittura con il principio fondamentale su cui deve basarsi ogni società realmente democratica: quello della sovranità
popolare ».
trodotto il carattere confessionale dello Stato.
«Tale articolo — ha osservato — non vuol dire, semplicemente, che la religione cattolica è la
religione della maggioranza dei
cittadini italiani, ma che lo Stato ha una sua religione: mentre
lo Stato come tale — se vuol essere uno stato civile — non deve
avere una religione, ma garantire l’uguaglianza e la libertà delle religioni. Sicché, se si vuole
che lo Stato italiano sia uno
Stato cattolico, c’è da chiedersi
se i non cattolici o i laici facciano parte della Repubblica italiana. Potrebbero sembrare, queste,
conclusioni paradossali dettate
dall’impulso polemico se non fossero confermate, sul piano teorico, da autorevoli interpretazioni,
talune addirittura ex cathedra;
e sul piano pratico, dalla persi
stente condizione di minorità, di
subordinazione, se non addirittura di emarginazione, nella quale
di fatto sono ancor oggi relegati
i membri di confessioni religiose diverse dalla cattolica ».
Ad illustrazione di questa denuncia, l’oratrice ha fatto riferimento al caso del prof. Augusto
Sciascia, valdese, a cui è intitolato il circolo culturale da lei presieduto, dicendo:
« Egli fu un esempio eccezionale di testimonianza attiva della
sua fede in una società la quale,
anziché apprezzarne la profonda
cultura umanistica e la singolare sensibilità spirituale, preferì
stigmatizzare duramente la sua
rinunzia all’abito talare per quei
principi di ricerca costante della
verità e di rispetto della libertà
altrui che avrebbe perseguito per
il resto della vita ».
La prof.ssa Bartolozzi ha concluso puntualizzando le finalità
del Centro « Sciascia » che si batte per la promozione della libertà religiosa e ricordando rapporto che a questo fine hanno dato
ad Agrigento i professori G. Gönnet, A. Molnàr e G. Spini.
Chiara distinzione
Un segno del mutamento culturale in corso nel paese è emerso anche al 16° Congresso del
partito comunista italiano, che
si è svolto dal 2 al 6 marzo a Milano. Più volte, parlando della
questione cattolica è stata fatta
una chiara distinzione tra «cattolici » e « cristiani », con esplicito riferimento anche alla presenza di cristiani di altre confessioni. Parlando delle vicende del
cristianesimo nell’ultimo secolo
il segretario Enrico Berlinguer
ha distinto nella sua relazione
« le chiese cristiane in generale »
da « quella cattolica in particolare » : e parla di un « movimento cristiano », fino a che non viene a parlare specificatamente dei
cattolici. Con la stessa precisione terminologica si sono espressi due esponenti del partito, Riccardo Terzi e Biagio De Giovanni, membri del Comitato centrale nelle loro interviste pubblicate sul settimanale Com-Nuovi
Tempi.
Il fatto — nota l’agenzia di
stampa della Federazione « nev »
— è stato rilevato da Maria Girardet Sbaffi, presidente della
Commissione ecumenica valdese
e metodista. In una sua dichiarazione all’Agenzia Adista si è
dichiarata soddisfatta per questo nuovo orientamento : « non
solo perché viene riconosciuto
un ruolo importante a una minoranza religiosa, ma perché si
prende atto della esistenza di
questa altra cultura che è la cultura protestante, che, pur essendo in Italia minoritaria, ha un
suo certo significato e un peso
rilevante specie se la si inquadra nel contesto internazionale
ed europeo ».
Nel frattempo era giunta in
redazione una notizia da Genova: al congresso provinciale Alessandro Negri aveva presentato un emendamento al Cap. 1°
par. 5 riguardo alla questione
cattolica. In tale emendamento,
si chiedeva di dare una migliore
informazione sul rapporto con
le varie componenti cristiane e
si affermava : « Occorre che riconosciamo resistenza di una
cultura diversa da quella cattolica con cui siamo abituati a
rapportarci, proprio per spazzare via dalla nostra mente il concetto che credente cristiano sia
sinonimo di cattolico».
L’emendamento presentato al
congresso provinciale di Genova
era stato approvato all’unanimità.
TARANTO E VERCELLI
Stato confessionale
A partire da questa premessa, e
dopo aver ricordato che la libertà
religiosa è la prima tra tutte le libertà in quanto il suo riconoscimento è il punto di arrivo nelle
moderne Costituzioni di una lunga e travagliata storia, la prof.ssa
Bartolozzi Rosati ha confrontato
il diverso regime giuridico che è
stato adottato nella nostra Costituzione per i rapporti tra lo Stato e le Chiese (art. 7 e art. 8),
l’uno coperto da garanzia costituzionale e l’altro sfornito di applicazione a tutt’oggi. Proseguendo nella sua esposizione, ha ricordato che secondo l’art. 1 del
Trattato dei Patti Lateranensi
(«l’Italia riconosce e riafferma
il principio consacrato nell’art. 1
dello Statuto del Regno, per il
quale la religione cattolica, apostolica e romana è la sola religione dello Stato ») — viene rein
Le 95 tesi di Lutero sulle indulgenze e le sue ultime parole scritte con mano tremante su un pezzo di carta sul suo letto di morte
« siamo tutti mendicanti » ci inducono ad una precisa riflessione: la tensione esistente fra questi due atteggiamenti di Lutero
ci dà la vera dimensione del credente; cioè la fermezza di testimoniare ciò di cui si è convinti,
ma anche, davanti a Dio, la consapevolezza di essere sempre in
ricerca.
Si è conclusa cosi la prima
delle due manifestazioni pubbliche, organizzate dalla Chiesa Valdese di Taranto, a compimento
del ciclo di conferenze sulla figura e l’opera del grande riformatore in occasione del 5° centenario della sua nascita.
Non si è trattato di una cerimonia, né si è inteso solennizzare chicchessia; si è cercato piuttosto di rendere un servizio alla
cittadinanza, facendo conoscere
Profili luterani
UNA TESI SUI VALDESI IN SICILIA
Evangelici populisti
Relatore il prof. Francesco
Brancato presso la Facoltà di
lettere e filosofia dell’Università
di Palermo, Maria Rita Blando
ha discusso la sua tesi di laurea
su ; « Chiese Protestanti, dopo
l’Unità in Sicilia».
Per circa due anni M.R. Blando, cattolica, ha lavorato con
crescente entusiasmo a questa
tesi frequentando la comunità
valdese di via Spezio e avendo
molti incontri con il pastore.
La tesi è stata lodata dalla
Commissione che ha dato 110 ed
ha esortato la Blando a continuare in questo suo interessante lavoro. Nella tesi, dopo una
introduzione storica in cui viene analizzata la situazione politico-religiosa in Sicilia, si parla
dei primi silenziosi tentativi di
evangelizzazione fatta dai colportori mediante la diffusione di
Bibbie e porzioni. Viene esaminata l’opera degli Evangelici, e
l’arrivo di Giorgio Appia a Palermo nel 1861 e le polemiche e
difficoltà.
Dopo un quadro generale del
« Fermento religioso », con citazioni di scritti di pastori valdesi.
e note sul Pantaleo e Gavazzi,
viene presentato lo sviluppo delle prime Chiese evangeliche
(1860-98) che sorgono a Palermo,
Trapani, Riesi, Vittoria e Messina, Catania e Siracusa, con un
accenno particolare su Grotte.
Viene quindi esaminata l’opera
dei metodisti, battisti e della
chiesa libera che si erano aggiunti ai Valdesi. Nelle conclusioni
l’autrice fa cenno anche ai fallimenti che non mancarono.
Nonostante ciò, «lo sforzo dei
Valdesi non fu secondario, ebbe
carattere veramente evangelico;
aprì, scuole, moralizzò vita pubblica, lottò contro l’ingiustizia,
fece capire che tutti sono protagonisti della propria vita, sia dal
punto di vista sociale che dal
punto di vista religioso.
L’intervento dei Valdesi può
dirsi ’populista’; dare la Bibbia
in mano al popolo e, quindi,
istruirlo era cosa veramente rivoluzionaria, dal momento in
cui la cultura era in mano o al
clero o ai funzionari del gover
no ».
Archimede Bertolino
un personaggio quasi dimenticato nella realtà del nostro Paese.
Un personaggio che quando è
stato ricordato lo si è fatto per
presentarlo come simbolo dell’eresia, per demonizzarlo, o per
distorcerne completamente il
pensiero.
Il Prof. Boris Ulianich, ordinario di storia del cristianesimo all’Università di Napoli, ha presentato un Lutero che pensa, che
attinge nel profondo, che matura, che cresce nella fede attraverso una conoscenza sempre più
approfondita della Scrittura. Un
Lutero ancora oggi vivo nella
sua parola e nei suoi scritti e che
per tutto quanto ha detto, ha fatto ed ha scritto rappresenta ancora oggi una seria minaccia per
un certo tipo di religiosità.
I pochi interventi che sono seguiti alla relazione hanno messo
in evidenza la necessità di arrivare al più presto ad una maggiore diffusione del pensiero di Lutero nel nostro Paese, i cui scritti sono poco tradotti e quindi
quasi completamente ignorati. Vi
è stato anche un piccolo accenno
alla posizione politica del riformatore, che purtroppo non è stata approfondita per mancanza di
tempo. Una cosa, però, è emersa
con chiarezza e cioè che la posizione assunta da Lutero in merito alla rivolta dei contadini scaturisce dalla considerazione in
cui è tenuto il Principe nella luce
tradizionale della Bibbia.
La riunione, svoltasi la sera del
26 marzo nell’ampio Salone degli
Stemmi dell’ Amministrazione
Provinciale di Taranto, ha raccolto una buona partecipazione
di pubblico, composto almeno
per metà di cattolici, che hanno
mostrato molta attenzione ed una favorevole accoglienza all’argomento in discussione.
P. Consiglio
È stato uno splendido incontro
con Lutero quello che Paolo Ricca ci ha permesso di vivere al
Centro d’incontro Evangelico di
Vercelli, sabato 26 marzo.
Il relatore è partito dall’asistematicità della teologia luterana,
per approfondirne le caratteristiche di teologia « in situazione »,
« intreccio continuo di storia e
Bibbia », « dialogo tra Bibbia e
realtà », teologia diuique non dottorale, ma profetica e, sulla scorta di tale chiarificazione, ha approfondito il senso della frase
« Vediamo Cristo soffrire » come
valutazione personale di Lutero
sulla Chiesa del tempo, « che facilita molto la via del Paradiso »,
che « fabbrica cristiani fasulli »,
« distribuisce salvezza senza chiedere la fede ». Perciò Lutero svi-,
luppa un « attacco polemico contro il Dio addomesticato » ed « incapsulato dalla Chiesa che lo distribuisce all’umanità soddisfatta » dalle sue certezze.
Lutero ha così ridimensionato
la più grande istituzione che la
Europa abbia conosciuto, riportando alla sua ragion d’essere
quella Chiesa, che, accanto ad
una tradizione culturale notevo
le, aveva espresso però anche una
grossa potenza politica. Egli dunque « difende la Chiesa » da coloro che la mondanizzano, « non
la distrugge » e ritiene anzi che
l’autorità spirituale sia, con quella civile ed il matrimonio, una
delle tre strutture portanti del
mondo.
La figura di Lutero, emersa
nell’esposizione dell’oratore in
tutta la sua complessità e profondità umana e storica, è, secondo Ricca, ancora in grado di
dire qualcosa all’umanità attuale. « Vale la pena di incontrarsi
con Lutero e di lasciarsi istruire
da lui ». « Dio per lui è una fornace ardente », « una realtà sperimentata ». Per noi, venuti dopo
due rivoluzioni antiteologiche
Dio è invece « nella migliore delle ipotesi un tema, un punto matematico, senza contorni, contenuti, profili ». E bene perciò reimparare a vivere per fede, perché
« fede, speranza, amore sono la
verità stessa di ogni uomo ».
L. Carrara
In coedizione con la Ed. evangelica LION di Trings (Inghilterra), la CLAUDIANA e la « Scuola domenicale » presentano due eccezionali libri-regalo che adottano una formula
nuova per introdurre il lettore nell’affascinante mondo della
Bibbia:
Edwin YAMAUCHI
Il mondo dei primi cristiani
Il fermento culturale, politico e religioso
in cui nacque il cristianesimo
Gerald HUGHES - Stephen TRAVIS
Introduzione alla Bibbia
Fatti e inseg;namenti-chiave nel loro contesto culturale
Ogni voi., f.to 18,5 X 25, di pp. 128, ili. a 4 colori, rilegato
con sovracoperta plasticata a colori, L. 16.000.
OFFERTA SPECIALE:
Fino al 31.8.83 — solo per ordini diretti alle Librerie Claudiana 0 alla Editrice di Torino — ambedue i volumi: L. 25.000
(eventuali spese contrassegno non comprese).
I due volumi — affidati a specialisti ed elegantemente illustrati — sono particolarmente adatti per giovani, per insegnanti e per chiimque intenda approfondire le proprie conoscenze bibliche.
CLAUDIANA — Via Pr. Tommaso, 1 — 10125 TORINO
c.c.p. 20780102
4
4 vita delle chiese
8 aprile 1983
LA POLITICA DELLE OPERE
Le chiese e gli istituti
Da qualche tempo mi ruminava in capo di scrivere qualcosa
sulla politica condotta dai nostri organi ecclesiastici circa le
opere ed i conseguenti rapporti
correnti tra quelli, le chiese, i
credenti che le compongono e
gli istituti in cui si realizzano le
singole opere della Chiesa. L’articolo di Carla Beux apparso su
l’Eco-Luce del 25.2, me ne dà l’occasione e la ringrazio.
Giustamente la Beux pone in
risalto due grossi problemi che
riporto qui valendomi delle stesse sue parole: 1) «E’ difficile
mettere in relazione le opere con
le comunità », infatti « il rapporto tra opere e comunità stenta
ad instaurarsi»; 2) «C’è indubbiamente una grossa difficoltà a
gestire il fatto di essere contemporaneamente membri della
chiesa che gestisce le opere e
prestatori d’opera delle stesse».
Prima di cercar di dare ima risposta a questi problemi vorrei
chiarire alcuni pirati pregiudiziali. Per oggi quincU mi limiterò a
considerare gli enti da prendere
in esame per valutare poi il loro
comportamento nel quadro dei
loro rapporti.
La chiesa locale
Ed * anzitutto qualcosa sulla
chiesa locale, poiché è di essa
che la Beux vuol parlare quando intitola il suo scritto: «comunità ed opere ». So di andare
contro corrente (ma ci sono abituato da tempo), ma a mio avviso, scambiando « comunità »
per « chiesa locale » si confondono cose tra loro diverse. Il termine «comunità» non è un si
nonimo di «chiesa locale». Così
facendo si viene ad assegnare a
questa un requisito che, non solo in pratica non si riscontra, ma
che non le può essere proprio.
Un tempo usavo anch’io un termine per l’altro, ma nel lontano
1946 l’allora moderatore Virgilio
Sommarli mi fece rilevare che
« comunità » è un termine che
nel N. T. ricorre una volta sola
e «pour cause» (At. 2: 47). In
tutte le altre circostanze il testo
usa «chiesa», che è un’altra cosa. Infatti comunità è un’aggregazione di affini, cioè di gente
collegata da un medesimo scopo, che intende viverlo in comune gestendo insieme un’attività.
Chiesa è invece un’assemblea di
diversi che si ritrovano nel nome del Signore e che intendono
decidersi per il suo Evangelo.
Una comunione di intenti può
nella pratica generare una « comunità », mentre una fede orientata in uno stesso modo fa eh
gente, che resta diversa, una medesima « chiesa ». Tornerò sulla
incidenza della comunità nel
quadro della vita di una chiesa
cercando di rispondere ai problemi sopra indicati; per ora mi
interessava precisare le differenze e stabilire i concetti per
una migliore comprensione delle cose di cui si discute.
Ritengo quindi si possa affermare, in linea con quanto precisano le nostre discipline ecclesiastiche (DV. 1974. a. 17) che
« la chiesa locale è la riunione
di coloro che in una data località sono chiamati a vivere la
loro fede in un medesimo corpo... per cui nella consapevolezza che la sua ragion d’essere è
nell’adempimento della propria
vocazione evangelica, la chiesa
locale edifica la vita comunitaria dei credenti ». Se è la chiesa
che « edifica la vita comunitaria dei credenti», vuol dire che
da quella nasce questa, per cui
le due non possono essere la
medesima cosa.
Nel nostro caso è proprio di
questa edificazione che si tratta
e lo vedremo in seguito.
Opere e istituti
Nell’ambito della circoscrizione territoriale di una chiesa locale sorgono «opere» e vengono eretti «istituti» per iniziativa ecclesiastica locale (come ad
esempio l’Asilo dei vecchi di San
Giovanni), o per iniziativa di singoli credenti (come il Rifugio
Carlo Alberto), o per iniziativa
di altri organi ecclesiastici (come l’Uliveto).
te un’attività promossa e svolta
a prescindere da un suo aspetto
strutturale ecclesiastico. Nessuno direbbe che l’Eco-Luce ad
esempio, è un istituto della Chiesa, ma certamente ne è un’opera.
Comunque gli istituti possono
essere tra loro assai diversi, non
solo nelle strutture che qui non
ci interessano, ma nel fine che
intendono attuare. Si hanno infatti nel nostro ambito istituti
di istruzione (di vario ordine e
grado); di assistenza (per anziani, fanciulli, handicappati); di
accoglienza (foresterie, centri sociali o giovanili etc.), ed Istituti
a carattere ospedaliero. Tutte
queste « opere » rientrano legittimamente nei fini istituzionali
propri dei nostri tipici enti ecclesiastici. A parte le C.S.A.
( Commissioni sinodali amministrative), istituite con fini amministrativi particolari, infatti sia
i Concistori valdesi, sia la Tavola, hanno «per antico possesso
di stato » fini istituzionali di
« culto istruzione e beneficenza » assegnati loro dall’ordinamento ecclesiastico valdese, e
che lo Stato ha riconosciuto
prendendone atto da tempo nella zona delle Valli.
Nell’ambito dell’ordinamento
valdese non è stato ancora precisato se tra « opere » ed « istituti » esista o meno una differenza fondata su dati di fatto o di
diritto. E quindi legittimo usare
questi termini in un medesimo
senso, anche se sotto il profilo
formale si potrebbe dire che l’istituto è in concreto il modo con
cui viene attuata un’opera della
chiesa. Opera è più generico, istituto è più specifico. Personalmente avverto una differenza tra
i due termini così come sono
adoperati nel quadro del nostro
sentire ecclesiastico. Istituto potrebbe essere espressione di un
qualche cosa di definito sul piano delle strutture, mentre opera
può esprimere più propriamen
Giorgio Peyrot
ALLE VALLI VALDESI
Tempo di confermazione
PRAMOLLO — Durante il culto
della domenica delle Palme ha
avuto luogo la confermazione
dei giovani: Vanda Bounous, Ivana Peyronel, Dario Sappè e Patrizia Sappè. Nell’esprimere loro
l’augurio più sincero, chiediamo
al Signore di aiutarli a mantenere l’impegno che hanno preso e
ad essere sempre membri responsabili ed attivi nella comunità.
• Ringraziamo di cuore i giovani Marco Pasquet e Paolo Varese per il messaggio che ci hanno portato col culto di domenica 20 marzo.
• Durante l’assemblea di chiesa del 13 marzo sono state elette come delegate alla prossima
Conferenza Distrettuale Claudia
Travers e Lidia Ribet Noffke. La
delegata al Sinodo è Lidia Ribet
Noffke.
• Vogliamo esprimere la nostra profonda solidarietà cristiana alle famiglie dei fratelli Alessio Sappè (Bocchiardoni) e Guido Soulier (Case Nuove Pellenchi) che il Signore ha voluto richiamare a sé, nella certezza che
solo Lui può consolare e riempire il vuoto nei cuori di chi soffre.
Saret), Grant Walter (Inverso),
Lazier François (Inverso), Long
Alberto (Villar-Saret), Palmieri
Giuseppina (Finale Ligure).
Essi hanno partecipato a Pasqua per la prima volta alla cena del Signore insieme alla numerosa assemblea, riunita per
ascoltare l’evangelo della risurrezione di Gesù Cristo.
Il Signore accompagni questi
giovani in una ricerca di fede
sempre viva ed in un gioioso
servizio nella chiesa e nella società.
• Domenica 10 aprile ore 14.30 :
nella sala delle attività (Piazza
Jervis), ricevimento dell’Unione
Femminile ai confermati ed ai
loro familiari. Il sig. Dino Gardiol (San Giovanni) presenterà
diapositive del suo repertorio.
Tutti sono invitati.
mente aveva vissuto. I funerali
hanno avuto luogo il 4 aprile
con gran partecipazione di popolo.
• Un saluto ad Evelina Costantino (Prima) che, di ritorno dagli Stati Uniti, trascorrerà alcuni mesi fra di noi.
Retraite
VILLAR PELLICE — Dopo
aver precedentemente incontrato il Concistoro, 14 giovani, circondati da una nutrita assemblea, sono stati ammessi in chiesa nel corso del culto di domenica 27 marzo u. s. attraverso il
battesimo o la confermazione
dell’alleanza del loro battesimo.
I loro nomi sono: Armand-Hugon Lucetta (Villar-Saret), Baridon Marina (Piantà), Charbonnier Marco (Piantà), Chauvie
Sandro (Finale Ligure), Cordin
Aider (San Giovanni), Dalmas
Maura (indiritti), Fontana Ines
(Bobbio Penice), Gay Danilo
(Teynaud), Gamba RosseUa
(Teynaud), Gönnet Ivan (Villar
S. SECONDO — I culti del periodo pasquale (Confermazione,
Giovedì e Venerdì Santo, Pasqua) sono stati ben frequentati con più presenze dei posti a
sedere disponibili nel tempio e
sono stati anche l’occasione per
incontrare fratelli e sorelle di altre comunità venuti fra di noi
per questa occasione. Ringraziamo la Corale che ha dato la sua
collaborazione ai culti delle Palme e di Pasqua.
• L’Unione Femminile ha ao
colto, il pomeriggio delle Palme,
i confermati e le loro famiglie
in un incontro molto fraterno e
vivo. Ricordiamo che la prossima riunione dell’U.F. avrà luogo
domenica 10 aprile alle ore 15.
« Il fratello Daniele Ghigo, a
nome della TEV, ha offerto ai
confermati un libro a ricordo del
loro impegno nella chiesa.
• Alla soglia dei 91 anni ci ha
lasciati Giacomo Gardiol (Barbò) la vigilia di Pasqua spegnendosi serenamente come serena
ANGROGNA — Diciotto catecumeni sono in retraite per
questo fine settimana a Borgio
Verezzi con il pastore e un membro del Concistoro. L’argomento dell’incontro concerne il rapporto tra Antico e Nuovo Testamento.
• Nelle riunioni di questa prossima settimana (ore 20.30) al
Baussang, Jourdan e Buonanotte parleranno i giovani sul tema
della pace. Al Prassuit-Verné, il
13, alle ore 20.30 incontro con il
pastore Massaga del Camerún.
anni che era immobilizzata a
letto per una paralisi. Alle figlie
la simpatia cristiana della comunità tutta.
La morte improvvisa di Bruno
Fiorenzo dei Maurini (Pinasca)
è venuta a recare dolore alla famiglia. Alla moglie Rostan Adriana, alla figlia, al figlio ed ai familiari tutti la simpatia cristiana
della comunità tutta di Pomaretto.
• Rallegramenti e auguri ai
nostri fratelli Federico Baret e
Valentina Ribet di Pomaretto,
che hanno festeggiato il loro 60°
anno di matrimonio. Che lo Spirito del Signore che li ha protetti
e fortificati nei loro momenti sia
di gioia, sia di distretta, continui
ancora per un lungo tempo a
essere con loro, a proteggerli e
a dar loro una serena vecchiaia.
Ancora tanti auguri.
Venerdì biblici
Gioia e dolore
POMARETTO — Domenica 20
marzo u. s. si sono svolti ì funerali della nostra sorella Erminia Godino V. Ribet di anni 85
deceduta presso l’Ospedale Valdese di Pomaretto dopo lunghi
VILLAR PEROSA — A partire da venerdì 8 aprile, ogni venerdì alle 21, avrà luogo al Convitto un incontro in cui leggeremo e commenteremo insieme un
libro della Bibbia.
• Per mercoledì 13 aprile, l’Unione Femminile organizza una
gita a Lugano, a cui tutti possono partecipare. Le iscrizioni sono aperte fino a domenica 10
aprile.
Calendario
In questa rubrica pubblichiamo le
scadenze che interessano più chiese
valdesi delle valli. Gli avvisi vanno fatti
pervenire entro le ore 9 del lunedì
precedente la data di pubblicazione
del giornale
Sabato 9 aprile
□ TELEPIHEROLO
CANALE 56 - 36
Alle ore 19 va In onda la trasmissione • Confrontiamoci con l'Evangelo •
(a cura di Marco Ayassot, Attilio Fornerone e Paolo Ribet).
Domenica 10 aprile
□ RADIO KOALA
FM 96.700 - 90300 - 93700
Alle ore 12.30 (circa); Culto Evangelico a cura delle Chiese Valdesi del II
Circuito.
E’ pertanto perfettamente confacente con le istanze della nostra vita ecclesiastica, e coerente
con i principi della nostra ecclesiologia, che « chiese » ed
« istituti » convivano sulla base
di rapporti validi per gli uni e
per le altre, al fine di meglio
esprimere e testimoniare la realtà vitale della fede che anima i
credenti.
Così impostati i termini della
questione, occorre vedere ora
quali siano i rapporti correnti
tra chiese locali ed istituti, poiché è di ciò che si tratta, e come
possano essere eventualmente risolti i problemi giustamente lumeggiati dall’articolo della Beux.
E’ quello che cercherò di fare in
un prossimo articolo.
□ SECONDO CONVEGNO
DISTRETTUALE SUL
CATECHISMO
VILLAR PEROSA — Si apre alle ore
14.30 presso il Convitto Valdese, il T
convegno organizzato dal r distretto
sul catechismo.
Proseguendo l'esperienza iniziata al
Castagneto l'autunno scorso, i catechisti, I pastori, i gruppi Fgeì, tutti i membri di chiesa impegnati nel campo educativo sono invitati a partecipare.
Il convegno ha il seguente programma:
— introduzione a cura di Saverio Merlo;
— relazione sull’inchiesta della Fgei sul
catechismo:
— gruppi di lavoro.
Lunedì 11 apri le
□ INCONTRO PASTORALE
VILLAR PEROSA — L'incontro pastorale ha inizio alle ore 9.30 nei locali
del Convitto Valdese.
Programma:
— Riflessione biblica;
— Tema del giorno: La preghiera (introduzione del past. Thomas Elser
su un libro di H. M. Barth).
Predicatori locali
AVVISO
Siamo costretti a modificare
le date previste per i nostri incontri, per le troppe sovrapposizioni di iniziative che interessano molti di noi.
Rispetto al calendario che era
stato pubblicato su l’Eco-Luce
del 28 gennaio (n. 4), queste sono le modifiche che si rendono
necessarie :
— non avrà luogo l’incontro
previsto a Fra del Torno (Angrogna) per il 9 aprile;
— il culto all’Asilo di Luserna San Giovanni è anticipato
a giovedì 14 aprile. Siete pregati di telefonare al pastore Sergio
Ribet (93.108) entro martedì 12
per confermare la vostra presenza o per il culto (ore 10) e le visite agli ospiti (dalle 11 alle 12),
0 anche per il pranzo (L. 3.500)
e per il primo pomeriggio (per
una valutazione del lavoro che
intendiamo svolgere);
— è rinviato alT8 maggio rincontro previsto per i culti domenicali ai Coppieri (ore 9.30)
e agli Appiotti (ore 10.30). Rimane Invariata la data di domenica 29 maggio per l’incontro
previsto a Bobbio Pellice, per il
culto, alle ore 10.30.
In un mare di verde, in un’oasi di pace
Hôtel du Parc
RESTAURANT
Casa tranquilla aperta tutto Vanno
Facilitazioni per lunghi periodi di permanenza
Saloni per banchetti nozze
Viale Dante, 58 - Tel. (0121) 91367
TORRE PELLICE
ì
5
8 aprile 1983
vita delle chiese 5
30 APRILE -1 MAGGIO - CONVEGNO A FIRENZE
Evangelici e volontariato
Perché un Convegno sul volontariato? Vi sono dei momenti nella vita di una chiesa in cui una
serie di esperienze condotte per
anni in settori diversi, convergono in modo tale da imporre una
sosta di riflessione e di veriflca
in vista di un nuovo rilancio. Così è per l’esperienza del volontariato vissuta nelle nostre chiese
e opere evangeliche. Da anni essa
è stata praticata con risultati più
o meno convincenti, sia nelle
forme meno impegnative (alcune
settimane presso un’opera assistenziale) sia in azioni di maggior portata (la presenza in zone
di catastrofi naturali) o di più
lunga durata (comunità permanenti di servizio) ecc. Ora anche
la possibilità del servizio civile
alternativo a quello militare si
affianca a questo tipo di esperienza.
Davanti a un quadro di interventi sempre più vasto e diversificato, alimentato da nuove necessità, da nuove offerte di disponibilità e da più approfondita riflessione, è emersa l’utilità di una
valutazione globale di tali esperimenti e infine della creazione di
un organismo stabile di coordinamento e di promozione delle
varie esperienze di volontariato.
Un’associazione
Il Convegno, organizzato dagli
organismi direttamente interessati al problema (la Commissione Diaconale delle Chiese valdesi e metodiste, la FGEI che ha
organizzato a Riesi un convegno
sullo stesso tema, e infine il Servizio di Azione Sociale della
FCEI) dovrebbe infatti concludersi con la approvazione di un
progetto di costituzione di una
associazione evangelica per il volontariato.
Tale associazione dovrebbe, a
nostro avviso, essere in grado di
rispondere a un certo numero di
questioni emerse dalla necessità
di meglio coordinare. Analizzare,
promuovere il volontariato nella
nostra chiesa, senza naturalmente burocratizzare o imbrigliare
tale esperienza che per sua natura deve conservare i caratteri
della libertà, spontaneità e disponibilità.
Ci sembra necessario rilevare
alcune di queste questioni in vista del più ampio dibattito in sede di convegno. Scopo dell’associazione potrebbe essere:
a) raccogliere e coordinare le
offerte di volontariato e incanalarle dove è richiesto, tenendo
conto delle necessità obiettive e
delle capacità e disponibilità dei
volontari stessi;
b) raccogliere la domanda di
volontariato proveniente dalle
chiese o dalle nostre opere assistenziali, sociali, sanitarie e culturali e farla conoscere a tutte le
comunità e i gruppi come proposta di impegno e di servizio;
c) preparare in qualche modo
i volontari, ad evitare che siano
buttati allo sbaraglio nelle situazioni più diverse, facendoli partecipi del progetto in cui vengono
inseriti e informandoli delle condizioni di impegno loro richieste
in stretto collegamento con chi
opera stabilmente nella struttura
in modo da facilitare la collaborazione, l’inserimento, valorizzando al massimo la prestazione offerta;
d) mantenere il collegamento
tra i volontari e raccogliere le
esperienze fatte ai fini delle necessarie verifiche, osservazioni e
correzioni per un servizio sempre più adeguato;
e) coordinare per quanto possibile le questioni di ordine economico (spese di viaggio, argent
de poche, assicurazioni infortunistiche) e normativo (orari e tipo
di attività), in modo da giungere
all’uniflcazione delle procedure
(pur nella considerazione della
diversità delle situazioni e degli
inserimenti) ad evitare condizioni non corrette e legalmente e
sindacalmente censurabili;
f) mantenere i rapporti per
eventuali scambi nel dare e nel
ricevere con organizzazioni consimili all’estero e nel nostro paese
in vista di possibili inserimenti
presso organismi esterni alla nostra chiesa, come ad esempio
strutture pubbliche sanitarie e
assistenziali per le quali è prevista, a norma di legge, la possibile partecipazione di associazioni
di volontariato debitamente riconosciute;
g) porre le basi organizzative
per una possibile mobilitazione
rapida ed efficace di volontari in
situazioni di emergenza.
Invito al confronto
I
Ecco soltanto alcune idee che
il convegno potrà dibattere, modificare e arricchire in vista della
promozione e del coordinamento
di un settore di attività che può
offrire a molti giovani e non giovani delle nostre comunità uno
spazio di autentico servizio, sviluppando anche i contatti e gli
scambi tra le opere e le chiese e
aprendo infine nuove prospettive
di impegno e di testimonianza all’interno e aH’esterno della chiesa.
Al convegno sono naturalmente invitati i rappresentanti di tutte le opere evangeliche in Italia
e tutti coloro (giovani e non) che
sono disponibili a lasciarsi coinvolgere da questo tipo di impegno. Sarà un’occasione per un
confronto di esperienze e di prospettive in vista dell’attuazione di
un progetto che possa essere un
vero strumento di collegamento
e di servizio, sia per i volontari
che per le opere che li accoglieranno.
Alberto Taccia
1* Convegno Nazionale
sul volontariato
La Commissione Diaconale della Civile Internazionale »,
Tavola Valdese, con l’adesione del- « L'année diaconale », «li
la FCEI e della FGEI organizza il volontariato in ospeda- le », « L’obiezione di cor CONVEGNO NAZIONALE scienza », « Il volontariaSUL VOLONTARIATO to negli istituti », « Il SAS », Dibattito.
Data: 30 aprile - 1° maggio. ore 20.30: cena (al self service).
Luogo: Firenze • Istituto Gouid.
Costo del pernottamento: L. 6.000. 1° maggio: ore 8.30: culto;
PROGRAMMA ore 9.30: Proposta di Associazione di volontariato; Dibattito;
30 aprile; ore 12.30: chiusura del convegno.
ore 15 : arrivo dei partecipanti;
Introduzione a cura di Per informazioni e iscrizioni: teleAlberto Taccia; Comuni- fonare a Carla Beux-Longo - tei. 0121
cazioni su « 1 giovani e il 91550/91801 (Via Beckwith, 18 volontariato », « Servizio 10066 Torre Pellice).
VASTO
Il contributo
degli
evangelici
Il Consiglio del circuito Abruzzo-Molise organizza per domenica
24 aprile a Vasto un Convegno
per le Chiese evangeliche.
Nella p.za Rossetti, dopo un
concerto della Corale di Luserna
S. Giovanni (ore 10) il pastore
Sergio Aquilante parlerà sul tema: « Il nostro paese fra conservazione e rinnovamento. Il contributo dei cristiani evangelici ».
Dopo altri canti, e il pranzo al
sacco, il Convegno proseguirà nel
salone della Cooperativa « Di Vittorio » con dibattito sul tema del
mattino e culto conclusivo con
là partecipazione del past. Bruno
Bellion. Il Convegno terminerà
alle ore 18.30.
ISOLA DEL URI
In piazza
per Lutero
Ad Isola del Diri (FR) il 25
aprile a cura della Chiesa battista locale avrà luogo una manifestazione in occasione del V centenario della nascita di Lutero a
cui sono invitate tutte le chiese
evangeliche del Lazio, Abruzzi e
Campania.
Il programma prevede una manifestazione in piazza con mostra
fotografica, musiche della Riforma (S. e P. Cannito), conferenza sulla Riforma con interventi
di Giovanni Franzoni, Giorgio
Bouchard, Gioele Fuligno. Nel
pomeriggio, nei locali della chiesa, recita su Lutero e Calvino
(bambini e ragazzi delle chiese di
Isola Liri e S. Angelo in Villa) e
momenti comunitari.
MONTEFORTE IRPINO - CONVEGNO DEL CIRCUITO CAMPANO
h'-v
Testimoniare insieme
Il convegno tenutosi il 20 marzo a Monteforte Irpino, organizzato dal Consiglio del 13° Circuito, ha riunito una ventina di
membri delle chiese libere, rnetodiste e valdesi di Avellino, Diaspora Casertana, Napoli e Portici
sui temi della testimonianza e
delle relazioni ecumeniche.
Dalle riflessioni bibliche (Giovanni Anziani), dalla relazione
sul lavoro del Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC) nel mondo e nelle nostre zone terremotate (Salvatore Carcò), dal dibattito tra i convegnisti e il gruppo
di lavoro residente e dall’intervista con una coppia di terremotati abitante ne] villaggio, sono emerse alcune riflessioni e
prese di posizione.
Nel trattare con i suoi servitori Dio applica il criterio della
misericordia che purtroppo suscita in alcuni gelosia e invidia
(Mtt. 20: 1-16). Se questo criterio di Dio fosse applicato nei nostri rapporti reciproci si combatterebbe concretamente l’idolatrìa del denaro, lo sfruttamento, la corruzione, la disoccupazione.
Nell’opera evangelistica nelle
zone terremotate ha detto il
convegno — dobbiamo operare
secondo le capacità di ogni operatore e di ogni chiesa impegnata nel lavoro. Ma dobbiamo lavorare insieme e mettere insieme le nostre particolari esperienze di lavoro.
E, poiché l’amore di Dio ci costringe ad incarnare la fede in
opere di amore per tante creature sofferenti, a queste dobbiamo senza sbandieramenti ma anche senza tentennamenti o timidezza far conoscere la fonte, il
motivo unico del nostro operare
in loro favore: Gesù Cristo, l’amore di Dio incarnato per liberare tutte le creature. Questo è
il nostro ’buon annunzio’ (=evangelo) a tutti coloro che abbiamo
aiutato, aiutiamo e aiuteremo.
Dio rimane sempre il protagonista del nostro agire.
Lavorare insieme
Nell’attuare — in grandissima
parte grazie ai fondi del CEC —
la nostra volontà evangelica di
'servizio sociale’ con particolari
opere, dobbiamo poter mantenere la nostra identità di cristiani
evangelici vivendo l’evangelo di
Cristo nelle nostre relazioni con
gli altri. Deve poter essere un
nuovo tipo di relazioni, un nuovo
modo di stare, vivere, imparare
e lavorare insieme. Questo comportamento-impegno, che richiede vigilanza e lotta costante, è
stato definito da un convegnista:
« Una grossa scommessa con
grossi rischi ».
La realizzazione di tanti progetti di azione sociale patrocinati dal CEC, in particolare quelli
della lotta antirazziale e di aiuti
a movimenti di liberazione in
certe parti del mondo ma anche
quello della installazione di case
prefabbricate in villaggi pro-ter
remotati gestita dalla FCEI in
quasi tutte le zone colpite dal
sisma del 23 novembre 1980, può
essere — come di fatto è stata —
ostacolata, frenata, resa più difficile, ritardata, ma mai impedita
dalla disparità- di opinioni, dalla
differenza di posizioni che esistono tra le chiese operanti per
quanto riguarda la strategia operativa, se Dio agisce col suo
amore in quelli che operano!
Una critica
Infine, la riflessione sul lavoro ecumenico in generale (CEC)
e su quello condotto dalla Federazione delle Chiese Evangeliche
in Italia (FCEI) ha indotto i convegnisti a pensare all’iniziativa
della comunità luterana di Roma di chiedere al papa di visitarla e predicarvi in occasione
dell’anno luterano. Da questo avvenimento deriva, per j convegnisti, una constatazione di fatto: dal momento che tutte le
chiese che fanno parte della
FCEI (e quella luterana ne fa
parte) nel prendere delle iniziative di grande importanza e di
vasta risonanza interconfessionale e mondiale coinvolgono di fatto tutte le altre chiese, esse sono
comunque tenute a ’consultarle’
per vedere se una loro iniziativa
in qualche maniera le colpisca,
le comprometta o le danneggi:
a) nella loro identità di cristiani evangelici;
b) nella loro comunione-rela
zione di chiese membro della
FCEI;
c) nella loro opera di testimonianza evangelica nella culla
del Cattolicesimo Romano e in
modo del tutto particolare
d) nella loro presentazione-valutazione nell’ambiente italiano
anche — e forse soprattutto —
in quello giornalistico e culturale.
Infatti, le chiese cristiane evangeliche membro della FCEI come tutte le altre non membro
della FCEI si trovano ad operare in un ambiente in cui, anche
e perfino a certi livelli culturali
(le eccezioni confermano la regola!), l’ignoranza biblica, teologica e religiosa in genere è tanta e tale da non permettere ad
un suo membro di distinguere
tra ’Testimoni di Geova’, ’Avventisti’, ’Pentecostali’, ’Metodisti’,
’Mormoni’, ’Scienza Cristiana’.
’Battisti’, ’Apostolici’, ’Nazareni'
ecc. ecc.
Arricchimento
Ma il convegno del 20 marzo
non è stato solo riflessioni bibliche, dibattiti, intervista, constatazioni ecumeniche!
Un’àgape fraterna e la partecipazione al culto serale tenuto
insieme con alcuni abitanti del
villaggio con preghiere spontanee e canti hanno arricchito tanto i convegnisti.
La raccomandazione fraterna
rivolta a tutti di manifestare la
nostra gratitudine a Dio per i
suoi svariati doni attraverso tutte le nostre relazioni personali,
ecclesiali e sociali ha chiuso i lavori del convegno.
Salvatore Carcò
Incontri
CtN'ISELLO (Milano) — Venerdì 8
aprile alle ore 21 presso il Centro J.
Lombardini il pastore Ermanno Genre
parlerà su « Riforma protestante e la
nascita delle società moderne ».
CATANZARO — Venerdì 8 aprile alle
ore 17.30 nel salone deH'Amministrazione provinciale II past. Salvatore Ricciardi parlerà su « La figura e il messaggio
di Martin Lutero ».
LA SPEZIA — Venerdì 15 aprile, alle
ore 18 nei locali della Chiesa metodista, per il Centro Evangelico II pastore
Michele Sinigaglia parlerà su « Sola
Scriptura: Lutero interprete dei Salmi
penitenziali ».
S. FEDELE INTELVI (Como) — Per sabato e domenica 16-17 aprile il Centro
Evangelico « P. Andreetti » organizza
un terzo incontro sul tema « Coscienza
e responsabilità di essere chiesa di
Cristo » centrato sul testo di I Cor. 14;
26-40. Inizio ore 17 del sabato, conclusione col pranzo della domenica,
MESTRE (VE) — Domenica 17 aprile,
a partire dalle 9.30, nella Casa Cardinale
Urbani avrà luogo il XV convegno dei
gruppi ecumenici del Triveneto dedicato allo studio del documento di Lima:
l’eucarestia. Relatori Don Roberto Tura
e il pastore luterano Frithiof Roch.
TORINO — Il Comitato per la laicità
della scuola organizza per lunedi 18
aprile una tavola rotonda su « Insegnamento religioso e riforma della Scuola
secondaria superiore ». Interverranno gli
on. Allegra (PCI), Costamagna (DC),
Magnani Noya (PSD e Teodori (PR).
Ore 21 al Liceo D’Azeglio, via Parini 8.
6
6 pn>spettive bibliche
8 aprile 1983
SULLA TRADUZIONE INTERCONFESSIONALE DEL N.T.
Un altro Evangelo?
"Mi ami più degli altri?
Il
(segue da pag. 1)
L’apostolo Paolo scrivendo ai
Calati (cap. I, vers. 6) parla di
un altro Evangelo, cioè di quello
che recavano i Giudeo-cristiani,
consistente nel messaggio della
salvezza acquisita per fede e per
opere. I cristiani venuti dal paganesimo, secondo loro, dovevano osservare la legge mosaica,
se volevano essere salvati da Dio.
La questione non fu risolta subito e anche dopo tanto tempo
si è vista rinascere la tendenza
a mettere le opere accanto alla
fede come mezzi di salvezza.
Ma Agostino, Lutero con la
Riforma ci riportavano all’Evangelo della grazia, alla salvezza
come puro dono divino. Le opere sono la conseguenza della salvraza e il credente perdonato da
Dio per riconoscenza ama Dio e
il prossimo non come condizione
per salvarsi ma in quanto è stato salvato e da Dio riceve tutto:
il volere e il potere.
_ Ora la traduzione interconfessionale in lingua corrente (la
TILC) rimette in vigore il sinergismo che non è conforme all’Evangelo paolinico, né alla Riforma di Lutero.
Due sole citazioni ci basteranno: « Cambiate vita e fatevi battezzare e Dio perdonerà i vostri
peccati » (Luca 3: 3) e « Cambiate vita, ciascuno di voi si faccia
battezzare... Riceverete il perdono dei vostri peccati... » (Atti degli Afwstoli, cap. 2, vers. 38).
Anzitutto la traduzione non è
esatta (qualunque sia il criterio
ermeneutico seguito) perché tut
ti i vocabolari sia greci che italiani traducono la parola 'metanoia' con cambiamento di pensiero, di parere, di criterio; ne
deriva il ravvedimento, il pentimento e quindi la contrizione per
i peccati commessi verso Dio,
verso il prossimo e verso se
stessi. Se un malato non è convinto della sua malattia non
prende la medicina prescritta o
non si fa operare dal chirurgo!
Se si è convinti di peccato ci si
rivolge a Colui che perdona e si
accetta la grazia di Dio, rivelataci in Gesù Cristo. Si riceve la
salvezza per ^azia per mezzo
della fede. Quindi la fede è la
mano spirituale che riceve la
grazia di Dio, rivelataci in Cristo.
La fede sincera e viva, che recepisce la grazia del perdono e
della salvezza, precede il cambiamento di vita del cristiano e
non viene in seguito, come vorrebbe la TILC (in Marco 1: 15):
« Cambiate vita e credete in questo lieto messaggio ». Nel testo
greco invece suona: « Ravvedetevi (o cambiate modo di pensare) e credete nell’Evangelo ».
Avviene così quel processo spirituale che l’apostolo Paolo descrive nella epistola ai Romani
(cap. 10: 6-17): annunzio della
Parola; ascolto di essa con implicito il ravvedimento o pentimento; la fede o fiducia in Cristo morto e risorto per i peccati;
infine la confessione della, fede
operante, sia con le parole che
con la prassi.
Se invece insistiamo sul no
stro cambiamento di vita, si può
arrivare all’assurdo di chi pensa:
« Voglio cambiare: non più imbrogliare, non più rubare, non
più commettere adulterio, non
più ubriacarmi... e voglio farmi
battezzare e avrò così la ’’riabilitazione” presso Dio ». Dove, in
fondo, è l’uomo che fa tutto: la
grazia divina, l’opera salvatrice
del Cristo viene esclusa! Non sarebbe ciò pelagianismo, già condannato dalla Chiesa intera?
L’apostolo delle genti così continua nell’epistola ai Calati (cap.
I, vers. 7-9): « Non c’è un altro
(Evangelo), ma ci sono alcuni
che vi sconvolgono, volendo pervertire il vangelo di Cristo. Ebbene, anche se noi o un angelo
del cielo vi evangelizzasse diversamente da ciò che vi evangelizzammo noi, sia anatema ». (Traduzione della « Bibbia concordata », Mondadori 1968).
Nel libro del profeta Geremia
c’è una parola che dovrebbe far
tremare le vene e i polsi a interpreti, traduttori, commentatori
e predicatori della Parola di Dio:
« Colui che ha udito la mia parola, annunzi la mia parola con
fedeltà » (Geremia cap. 23, vers.
28).
Tradurre con fedéltà è il primo dovere di ogni traduttore,
qualunque sia la sua posizione
dommatica, ecclesiologica, ecumenica, e non ha il diritto di imporre la sua interpretazione agli
altri come la valida!
Liborio Naso
nel mondo ritornano a noi vuote!... La gente non ci ascolta!
Ma il Signore è ricco di misericordia, ed ecco che ci viene incontro, ci raggiunge nei nostri
fallimenti, nella nostra incredulità, nella nostra frequente disperazione... e ci aiuta, ci sostiene e ci rivolge la sua parola come fece allora. Ed anche per noi
la sua parola non è una parola
di dura condanna, ma di coraggio e soprattutto di risveglio. Egli
ci parla, come parlò a Simon Pietro, per svegliare nel nostro cuore il sentimento dell'amore.
Gesù ci parla e ci dice, come
disse a Simon Pietro: « Tu, singolo cristiano, tu chiesa, tu comimità cristiana, tu mi ami più
degli altri? ». Sì, questo è quello
che oggi il Signore vuole da tutti i cristiani, da tutte le chiese.
Egli vuole dei cuori puri che
sappiano amare. Egli vuol sapere
dalla sua chiesa se, dopo averlo
rinnegato tante volte, ora lo
ama; se è disposta ad avere fiducia in lui anziché nei metodi del
mondo; se tutta l’azione della
chiesa è impostata sulla predicazione e sulla pratica di un sincero amore per lui.
Oggi si dice che anche gli appartenenti a talune ideologie sociali sono da ritenersi cristiani
anche se non frequentano una
chiesa, in quanto essi sono impegnati in opere d’amore. Potrebbe
darsi che sia così, poiché Dio può
servirsi anche delle pietre _ per
farne suoi figlioli. Ma dobbiamo
tener sempre presente la parola
di Gesù che ci chiede: « Mi ami
tu più degli altri? ». Perciò, ralle
griamoci se altri sanno amare e
se, forse senza rendersene conto,
mettono in pratica l’amore evangelico. Ma noi, da autentici cristiani, dobbiamo amare « più degli altri ». Come chiesa e come
singoli credenti cristiani siamo
impegnati in una missione che
è una gara di superamento. Non
di superamento nell’autorità di
potere, non di superamento nella
tattica diplomatica, ma di superamento nella pratica dell’amore.
Non chi comanda di più ma chi
ama di più!
Sappia quindi ogni cristiano,
sappia tutta la chiesa, consacrare
tutte le proprie energie e facoltà
alla pratica dell’amore per Cristo, con Cristo e di Cristo. E
così, mediante la grazia del nostro Signore, noi sapremo dire
alla gente che, in quanto fedeli
seguaci di Gesù Cristo, noi non
abbiamo nulla da copiare dalle
varie ideologie umane, perché —
per Cristo Gesù — sappiamo fare quello che nessuna creatura
umana e nessuna istituzione di
questo mondo sa fare: noi sappiamo amare più di tutti gli altri! Arriveremo noi, arriverà la
nostra comunità a tanto amore?
Con la potenza dello Spirito Santo possa ciascuno di noi e possa
tutta la cristianità dire a Gesù,
come disse Simon Pietro: « Sì, Signore, tu sai che io ti amo ».
Il Signore che investiga i cuori
sa se veramente lo amiamo. Noi
sappiamo soltanto che, se lo
amiamo « più degli altri », lui ci
chiamerà al suo servizio e ci donerà la gioia di annunziare al
mondo la sua parola di salvezza.
Giuseppe Anziani
LA
GIUSTIFICAZIONE PER
FEDE NELL’A.T. - 2
Il cuore della fiducia incondizionata, anche se tormentata, nella « giustizia » fedele e misericordiosa di Dio sta nella realtà
del Patto. Il « diritto divino » si è sviluppato, in Israele, nella sfera di questa realtà ricevuta e vissuta come tm dono. Il
Dio « giusto » è il Dio del Patto, la sua
giustizia consiste nel rimanere misericordiosamente fedele — anche nelle giuste
manifestazioni della sua « gelosia » — al
Patto nel quale si è impegnato e del quale ha avuto e conserva l’iniziativa esclusiva e buona.
Certi studiosi hanno voluto vedere paralleli e analogie fra questo Patto e il diritto che regolava trattati politici nel Vicino e Medio Oriente dell’epoca: si trattava sempre di trattati bilaterali, anche se
le potenze che li stringevano non erano
sempre pari, anzi. È possibile che qualcosa di queste analogie si rifletta effettivamente o comunque sia sullo sfondo di feste e riti come quello del settennale ’’rinnovamento del Patto” di cui parla il testo, relativamente tardivo, del Deuteronomio (31: 10-13); e che riaffiori nella redazione storiografica deuteronomistica,
quando Giosuè sfida e dichiara: « ... scegliete oggi a chi volete servire... quanto
a me e alla mia casa, serviremo l’Eterno »
(<5ios. 24: 15), e all’epoca della riforma di
Giosia (2 Re 22 e 23, in particolare 23:
2-3); anche nella sfida di Elia sul Carmel
riaffiora qualcosa di questa concezione (1
Re 18, soprattutto i v. 36-39). In ogni caso
è limpidamente chiara, nel Patto, l’iniziativa sovrana e generosa di Dio.
a cura di Gino Conte
La giustificazione per fede appare nell’Antico Testamento? Anche se l’espressione
non vi ricorre, ed è relativamente raro pure il termine di giustificazione, rispetto al
frequentissimo « giustizia » e ai vocaboli correlati «diritto», «giudizio», abbiamo già
visto che la condizione umana in relazione a Dio è caratterizzata da una ’’situazione
giuridica” molto particolare. Essa trova nei Patto la sua espressione più pregnante: e
sì tratta di un Patto di grazia.
fre per il peccato, a che si rifà, a che si
aggrappa se non al Patto? « Tu sei il mio
Dio» — l’hai detto tu, l’hai voluto tu, ricordalo! Fa dunque appello alla fedeltà
di Dio, misericordiosa e gratuita, al Patto
al quale il Signore si è liberamente, sovranamente impegnato. Tipico di quest’atteggiamento di fede è il perseverante, combattuto ministero d’intercessione vissuto
da Mosé per il popolo. A titolo di esempio, nel loro contesto: Sai. 22: 1; 91: 2.
La stessa gratuità del perdono, della ricostituzione/conservazione del Patto, dell’ingiustizia non imputata, è cantata, alta
e profonda, ad es., in due dei grandi salmi penitenziali, il Salmo 32 e soprattutto
il Salmo 51.
Il messaggio della giustificazione per
fede, la fede nella giustificazione per grazia è il senso ultimo, in fondo, di tutto il
culto sacrificale-espiatorio e comunque e
soprattutto della grande festa annuale
delle espiazioni, jom hakkippurim, nella
sua laboriosa liturgia quale ci viene descritta in Levitico 16, v. specialmente i v.
20 ss. Questo non svuota il carattere impegnativo della vita nel Patto (’’gratuita”,
com’è gratuito, di grazia, il Patto), ma segna realisticamente il limite della fedeltà
del popolo del Patto; e dunque ribadisce
una volta ancora che esso è, dal principio
alla fine, grazia. Indicibilmente, incredibilmente benigna e fedele Grazia sovrana.
Vivere nel Patto è
possibile e doveroso
E quando il Patto
è rotto?
Non c’è l’espressione,
ma c’è la realtà
Se dunque è vero, formalmente, che
nelTAT non c’è traccia dell’espressione
« giustificazione per fede », la realtà c’è,
chiarissima; il documento stesso del Patto lo indica a tutte lettere, con quell’« articolo 1 » della Costituzione (divina) d’Israele che in realtà è il tutto di questa
Costituzione, l’elemento portante di questo rapporto: « Io sono l’Eterno, il tuo
Dio, che ti ho tratto dal paese d’Egitto,
dov’eri schiavo» (Es. 20: 2). Non è stato
un patto bilaterale, l’iniziativa è stata e
resta sissolutamente mia: come chiarisce
e sottolinea il commento posteriore deuteronomista (Deut. 7: 6 ss.).
E infatti quando il popolo patisce oppressione o sventura, quando il singolo
creuente patisce ingiustizia, malattia, soi
Detto questo, è per altro chiaro che nelPAT i comandamenti — quelli del Decalogo e tutte le altre norme e prescrizioni
— sono considerati effettivamente praticabili e sono proposti, dati affinché siano
praticati. Seguirli, praticarli è la risposta
obbediente della fede (fedeltà) alla fedeltà di Dio al suo Patto misericordioso: un
vivere nel Patto, del quale Dio e solo lui
ha preso l’iniziativa. I comandamenti, le
leggi, le norme, le prescrizioni che nei secoli vanno crescendo e lussureggiando fino a scadere nella minuziosa casistica
giudaica, sono le indicazioni descrittive e
impegnative di questa vita nel Patto. Ma
è nel Patto, non in altro che il popolo e
il credente hanno la loro prima e ultima
« giustificazione ». È un Patto di grazia; il
comandamento segue, ne è la conseguenza: va osservato, ma l’osservanza non produce un surplus di merito. Non si può
raggiungere, conseguire di più che essere
nel Patto vitale del Dio vivente e misericordioso. Solo l’Eterno può inserirci in
questa relazione; quando l’ha fatto, si
tratta di viverci, di viverla.
Tuttavia nella storia d’Israele hanno
continuato a presentarsi, ricorrenti e gravi, rotture del Patto da parte del popolo
di Dio bramoso di appartenere a sé, non
a Dio, o almeno non soltanto a Dio; di
essere come tutti gli altri popoli e non
essere un popolo particolare, « santo » all’Eterno perché questi era « santo »; di
avere un re come ne hanno tutti i popoli,
anche se l’Eterno è il suo re (1 Sam. 8);
di avere un tempio come ne hanno tutti
i popoli, anche se la presenza viva dell’Eterno ha accompagnato, anzi preceduto
il suo cammino storico fino ad allora (2
Sam. 7, soprattutto v. 4 ss.); di avere
l’Eterno, sì, ma inserito in un pantheon,
anziché affidarsi a lui, l’Unico Eterno
(«Ascolta, Israele...», Deut. 6: 4).
Davanti a queste rotture, che tali erano
anche se sembravano ’’solo” compromessi,
aperture (come oggi diciamo), la predicazione profetica ha insistito sempre più sul
fatto che il Patto di grazia aveva un risvolto negativo, di giudizio. Proprio perché esprimeva la realtà luminosa e vitale dell’amore di Dio, una realtà appassionatamente viva, non poteva non avere un
lato d’ombra, che i profeti con audace
realismo osano chiamare la « gelosia » di
Dio. L’amore, il Patto di Dio non è indifferente: non sarebbe amore; è geloso, esigente. Ma — tenendo conto che si tratta
di parabola che cerca di esprimere l’inesprimibile amore del sovrano Iddio Eterno per quest’efflmera polvere della terra
— non si tratta tanto della gelosia del coniuge tradito (sebbene la parabola coniugale e adulterina non sia infrequente)
quanto piuttosto della parabola del genitore che vede la sua creatura che si allontana e rischia di perdersi. (Osea 11).
Allora anche il giudizio — di un realismo atroce: carestia, invasione, il paese a
ferro e fuoco, città e villaggi a sacco, deportazioni in massa e così via — non è
parola ultima, non è fine a se stesso, ma
rientra pur sempre anch’esso nel Patto,
nella grazia. È vero che l’annuncio di
’’consolazione” dopo la crisi più tragica
della deportazione babilonese (Is. 40) proclama al « mio popolo » che « il tempo della sua servitù è compiuto, che il debito
della sua iniquità è pagato, che ha ricevuto dalla mano dell’Eterno il doppio per
tutti i suoi peccati », forse a indicare che
la generazione della crisi ha, come semnre storicamente avviene, patito le conseguenze del male maturato a lungo, attraverso molte generazioni. Ma comunque, riprendendo un testo già citato la scorsa
settimana: « Solo nell’Eterno è la giustizia e la forza... Nell’Eterno [solo] sarà
giustificata e si glorierà tutta la progenie
d’Israele» (Is. 45: 24-25): c’è sofferenza
espiatoria — e c’è sempre chi ne porta
anche per altri —, ma non meritoria; la
salvezza, la ’’giustificazione” (che qui
realisticamente è il ritorno in terra d’Israele!) non è sofferta conquista, ma dono, grazia.
La grazia creduta,
sperata, attesa
È Dio che manda, e sostiene, e « giustifica » il suo servo, il suo eletto (Is. 42),
«il suo servo, il giusto» (Is. 53: 11), il
quale giustificherà i molti, caricandosi delle loro ingiustizie. E se Israele pensava (e
pensa: « l’ultimo dei Giusti »! ) al « resto
santo », noi sappiamo che anche questo
non è stato che l’ombra profetica del
Santo e del Giusto che doveva venire ed è
venuto.
È Dio che preannuncia, promette il
« nuovo Patto » (Ger. 31: 31 ss.) nei cuori:
« perdonerò la loro ingiustizia, non mi
ricorderò più del loro peccato ». Prima, e
ultima, la grazia giustificante. Popolo n^io,
la credi? la vivi?
Gino Conte
7
8 aprile 1983
obiettivo aperto 7
__________SI E’ TENUTA A JACINTO ARAUZ LA SESSIONE RIOPLATENSE DEL SINODO VALDESE
UN SINODO NELLA PAMPA ARGENTINA
S:
'i
Intorno alla ricorrenza del 17 febbraio, si è svolta come tutti gli anni la sessione rioplatense dei
Sinodo valdese. Ce ne dà resoconto una corrispondenza del pastore Carlos Delmonte che pubblichiamo insieme al messaggio del nuovo moderador della Mesa vaidense (che come è noto è l’equivalente
sudamericana della Tavola valdese) Ricardo C. Ribeiro.
Oitre che dal pastore Ribeiro, la Mesa è risultata composta dal pastore Hugo Malan, vicemoderador, da Margy Roland, segretaria, e da
Ariel Rostan e Raul Vigna, membri.
[ , '
.7
Domenica 13 febbraio, in una
mattinata soleggiata e fresca, ebbe inizio la 19’ assemblea sinodale rioplatense. Il tempio di Jacinto Arauz, località della provincia della Pampa, nella Repùbblica Argentina, era compietamente riempito di pubblico. Tutti volevano partecipare a una manifestazione molto significativa.
Per la prima volta nella storia
della Chiesa Evangelica Valdese
del Rio de la Piata, un candidato
al ministero pastorale sarebbe
stato consacrato in un culto presieduto da una donna pastore,
la sig.ra Gladys Bertinat de Jordan. Fino ad ora si tratta della
unica donna che abbia ricevuto
la consacrazione pastorale nell’area rioplatense, anche se naturalmente ci sono altre donne che
sono state consacrate come assistenti di chiesa. La collega Jordan è stata eletta pastore titolare della chiesa di Ombues de Lavalle. Proprio in questa chiesa si
formò durante la sua infanzia e
la sua adolescenza il candidato
Ariel Charbonnier.
Ariel ha fatto i suoi studi teologici alla Facoltà di teologia di
Buenos Aires. Il 26 dicembre ’82
si è sposato con Zoraida Dalmas
nel tempio della sua località natale. Ha lavorato come secondo
operaio delle chiese di Montevideo e Alférez collaborando con
il moderatore Mario Bertinat durante il suo anno di prova. Nella
chiesa di Colonia Vaidense, il 3
febbraio si era presentato davanti al corpo pastorale per il suo
esame di fede e il 9 nella stessa
comunità aveva presentato il sermone di prova. È importante segnalare che in ambedue le circostanze è stato presente lo studente Eugenio Stretti, che ha
avuto l’occasione di dare la sua
opinione sul candidato Charbonnier.
Jacinto Arauz, una località di
duemila abitanti situata al limite delle province di Buenos Aires e della Pampa, fu lo scenario
del nostro Sinodo. Dieci anni fa
era già stata la sede del Sinodo
e in quell’occasione erano stati
consacrati i pastori Hugo Malan
e Hugo Gönnet. Quest’anno la
chiesa di Colonia Iris, formata
da due gruppi in zone rurali. Triangulo e Bidou, e da tre in centri
urbani. Villa Iris, Jacinto Arauz
e General San Martin, ebbe l’incarico di accogliere più di centoquaranta partecipanti al Sinodo e
all’Assemblea della Federazione
Femminile Valdese (riunita il sabato 12 febbraio).
I lavori del Sinodo
Dopo il culto di apertura, nel
quale il pastore Jordan predicò
sul testo di Giovanni 10: 1-9 e fu
consacrato Ariel Charbonnier, si
costitui il Sinodo. La presidenza
fu scelta così; presidente il pastore Wilfrido Artus, vicepresidente il signor Nelson Malan, segretario il pastore Ariel Charbonnier, vicesegretari la signora
Mabel C. de Barolin e i candidati Miguel Cabrera e Nestor Eduardo Rostan, assessore il pastore Daly Perrachon (che poi,
avendo rinunciato, fu sostituito
dal pastore David Baret). Una
presidenza formata da persone
di grande esperienza nel condurre i lavori sinodali, così che tutto funzionò in modo molto efficace.
Dopo aver ascoltato la relazione della commissione d’esame,
il Sinodo decise di lavorare per
commissioni (esaminando la relazione della Tavola, dei presbiteri/circuiti, delle varie commissio
ni, della commissione finanziaria).
Diversi furono i momenti significativi che si potrebbero commentare; ne sceglieremo due che
pensiamo siano i più importanti
per i lettori dell’Eco/Luce.
Ecumenismo
Lo studio del documento sull’ecumenismo approvato dalla
sessione europea nello scorso
mese di agosto diede luogo a un
dibattito che non potè essere,
per il tempo limitato, di quella
ampiezza e profondità che ci si
aspettava. Si possono segnalare
due linee che ci sembrano importanti e che si manifestano nell’atto che è stato approvato.
Da una parte, l’area rioplatense ha considerato di grande valore questo documento, per il suo
contenuto e per il modo in cui fu
redatto (dando luogo alla espressione delle chiese locali). Fu approvato come base per lo studio
che ora le nostre chiese locali
devono realizzare. Si tratta di un
segno vitale per Funità interna
delle nostre chiese valdesi al di
sopra di ogni frontiera. Tutti
possiamo ora, su una base comune, studiare il tema «ecumenismo ».
D’altra parte questa riflessione
non si porta avanti ignorando
l’opinione di altre chiese sorelle. Comunicheremo le nostre opinioni ad altri fratelli, che chiamiamo ad unirsi a questo studio.
Vediamo in questo un riferimento aH’affermazione che ci sembra
la colonna vertebrale del documento: « Il confronto interconfessionale non deve mai perdere
di vista il fatto che nei rapporti
ecumenici il problema principale
non è che cosa ci divide gli uni
dagli altri, ma piuttosto che cosa
ci divide gli uni e gli altri dalla
vera chiesa di Gesù Cristo ». Lo
studio di questo documento ci
porterà a valorizzare e ad analizzare la nostra storia e la nostra
esperienza di chiese evangeliche
chiamate a dar testimonianza di
Gesù Cristo specialmente nel Rio
de la Piata, nel sud dell’America
latina.
L’atto sinodale dice in forma
sobria, ma con una certa forza:
Il Sinodo, considerando
1) che il documento sull’ecumenismo del Sinodo delle
chiese valdesi e metodiste di
Italia del 1982 contiene aspetti positivi unici per il trattamento di questo tema,
2) che questa assemblea sinodale non è in condizioni di
fare uno studio serio del tema, data la sua vastità e densità,
3) che altre chiese sorelle
possono essere interessate
dalla conoscenza del documento,
decide;
a) di dar mandato alla Mesa vaidense di pubblicare e di
trasmettere ad altre chiese sorelle il detto documento,
b) di disporre che la detta
pubblicazione circoli nelle
chiese e nei presbiteri/circuiti
il più presto possibile,
c) di raccomandare con forza un esame serio del documento da parte delle chiese
e degli organismi regionali,
d) di stabilire come termine per ricevere le conclusioni
delle chiese e dei presbiteri/
circuiti il mese di agosto delT83, stabilendo che le conclusioni siano mandate alla Mesa
vaidense,
e) di incaricare la Mesa vaidense di dar mandato alla
commissione delle relazioni ecumeniche affinché presenti
al prossimo Sinodo l’elaborazione delle conclusioni in vista di una discussione sinodale.
Guerra e riarmo
La guerra e il riarmo fu l’altro
tema che portò a un dibattito
vivo e qualche volta estremamente appassionato negli interventi
di tutti i delegati. Non c’è dubbio che l’importanza di questo
tema è stata manifestata dal conflitto armato tra l’Inghilterra e
l’Argentina per il possesso delle
isole Malvine.
Sono rimaste nella mente di
tutti le parole di uno dei membri
laici del Sinodo che ora trascriviamo cercando di citarle nel modo più letterale possibile: « Il tema della guerra non è un tema
in più, ma significa prendere in
considerazione la sofferenza di
Dio in questo mondo. Perché Dio
soffre a causa della guerra ed è
questo che sensibilizza le nostre
coscienze ».
Tutti abbiamo capito il senso
di queste frasi dette con passione, che erano la considerazione
di un fratello che nel contatto
quotidiano con la terra (nella sua
condizione di contadino), ha maturato la sua riflessione sfidando
Il moderador Ricardo C. Ribeiro con la sua famiglia.
le nostre elucubrazioni intellettuali.
Perciò il Sinodo non fa una dichiarazione in favore degli uni o
contro gli altri, ma esprime la
sua preoccupazione ed esorta le
comunità perché tutti ci sentiamo impegnati.
Il Sinodo esprime la sua
profonda solidarietà in Cristo
con le comunità cristiane e
con le famiglie nella Repubblica Argentina per la sofferenza
che sopportano, particolarmente a causa della guerra,
e decide:
a) che nel corso dell’anno
le chiese locali riflettano alla
luce della Parola di Dio sulla
mostruosità della guerra e
sulle sue conseguenze, confrontandola con la pace in
Cristo,
b) che nella prossima assemblea sinodale, in base agli
studi effettuati si dedichi tempo sufficiente per chiarire la
nostra responsabilità di pacificatori in quanto discepoli di
Cristo,
c) che la Mesa vaidense
provveda alle indicazioni e a
materiali del caso a tutti questi effetti.
Questi temi aprono l’orizzonte
delle nostre comunità mostrandoci l’universalità dell’azione e
della grazia del Signore che desideriamo servire.
Carlos Delmonte
IL MESSAGGIO DEL MODERADOR RIBEIRO
Incorporati in Cristo
La Chiesa — la nostra chiesa — è formata da tutti coloro che hanno dato una risposta di fede alla chiamata del
Signore e che si sono impegnati a seguirlo insieme. Non
possiamo parlare della Chiesa in terza persona, senza dire almeno un « la mia » (così
come nessuno può riferirsi alla sua famiglia dicendo « la famiglia », perché egli le appartiene e non può considerarla
«dall’esterno»). La Chiesa
non è un’istituzione dalla quale e nella quale possiamo entrare e uscire come se ci fosse estranea; né la sua essenza è un « magistero », un insieme di pastori e di teologi. Essa è il popolo dei credenti. Il
suo capo è Gesù Cristo, e sulla terra l’autorità è l’assemblea dei credenti, o « di chiesa »; e il pastore non è sopra
di lei ma le è subordinato. Su
un piano generale, l’autorità è
il Sinodo, ossia la « assemblea
delle chiese » per mezzo dei
suoi rappresentanti; e il Moderador o la Mesa non sono
sopra di esso ma sono subordinati al Sinodo. Assemblea di
chiesa (su un piano locale) o
Sinodo (su un piano generale) sono sovrani nelle proprie
decisioni, fanno le nomine e
analizzano le gestioni corrispondenti.
Benché questo sia elementare, è bene ricordarlo; perché abbiamo tendenza a invertire i termini, e quindi a
collocarci mentalmente « fuori » dalla Chiesa, come da una
istituzione nella quale si possa entrare e uscire, criticare
o elogiare, servirsi oppure no,
appoggiare o negar l’appoggio, come se ne fossimo clien
ti o beneficiari ma non parte
integrante. Come conseguenza
tendiamo ad aspettarci tutto
da coloro che occupano qualche carica, oppure a caricar
sopra di loro la responsabilità di tutto ciò che succede o
va a rotoli.
Non succede cosi perché
tutti e ognuno di noi siamo
la Chiesa in comunione con
gli altri, in adorazione, in vita e missione, in responsabilità, davanti al Signore della
Chiesa.
« Poiché, siccome il corpo è
uno e ha molte membra, e
tutte le membra del corpo,
benché siano molte, formano
un unico corpo, così ancora è
di Cristo » — dice Paolo; I
Cor. 12: 12. Abbiamo sottolineato la conclusione « cosi ancora è di Cristo», che — in
questo caso — significa « la
Chiesa » che è corpo, o presenza, di Cristo nel mondo.
Cioè: i credenti, uniti tra loro come membra di un corpo
— vale a dire funzionalmente — sono, o fanno parte di
Cristo. Superarsi o collocarsi
come « in terza persona » implica separarsi dal corpo, cioè
da Cristo. Inserirsi, stare in
comunione (che vuol dire
partecipare) spiritualmente e
concretamente implica restar
incorporati in Cristo, nel suo
corpo.
Questo è importante ricordarlo, perché la vita delia nostra chiesa e il raggiungimento della sua missione nel mondo non dipende, o non dipende solo, dalla efficacia di coloro chp sono stati designati per
compiti specifici, ma dalla attività organizzata e consacra
ta di tutti e di ognuno dei
suoi membri. In un organismo
vivente non ci sono organi che
« fanno tutto » mentre il resto
riposa o attende indifferente:
ogni arteria, ogni legamento,
ogni cellula dell’organismo sta
facendo senza requie la sua
parte, e da ciò dipende la salute del corpo nella sua totalità. Se succedesse il contrario, i grandi organi e sistemi
che chiamiamo « vitali » morirebbero per mancanza di forze o sarebbero inefficaci. Così
anche la Chiesa: la sua salute
non dipende dai dirigenti, ma
in primo luogo dal fatto che
tutti ì membri abbiano coscienza di essere la Chiesa, di
essere responsabili di fronte
al Signore, di dover essere
presenti in modo attento, attivo e faticoso per portare
avanti le cose del Signore.
Assumendo le grandi responsabilità che la Chiesa mi ha
affidato mi accorgo della mia
radicale insufficienza — e della radicale insufficienza della
Mesa — senza l’assistenza del
Signore dall’alto (della quale
non dubitiamo) e senza la dedizione di tutti i membri della
Chiesa. Questa è la parte più
vulnerabile, perché la maggior parte dei nostri problemi sono la conseguenza della
indifferenza di molti e della
consacrazione limitata di molti altri. Che ognuno di noi si
inetta meglio che può al servizio della Chiesa e vedremo
dissiparsi la maggior parte
del problemi della Chiesa per
arrivare a far sì che essa sia
una testimonianza vivente del
Signore di tutte le cose.
Ricardo C. Ribeiro
8
8 ecumenismo
8 aprile 1983
INTERVISTA AL PASTORE PAOLO RICCA
Il protagonismo di Wojtyla
frena il cammino ecumenico
stiana autentica). Si capisce, allora, quanto cammino lo spirito
ecumenico debba ancora fare nel
nostro Paese. D’altronde, questo
vale anche per noi evangelici.
Pure nelle nostre chiese, in fondo, non sempre lo spirito ecumenico trionfa. Anche noi veniamo
da un’eredità di cristianesimo
confessionale con forti tinte polemiche.
zioni di carattere diplomatico,
che rimandano a sottostanti posizioni di potere politico ed ecclesiastico. D’altra parte non sempre c’è nella base una coscienza
delle ragioni teologiche della divisione. Esiste, insomma, una sfasatura tra i due piani di lavoro
ecumenico.
Il prof. Paolo Ricca della Facoltà valdese di teologia di
Roma ha rilasciato all’agenzìa di stampa ARISTA un'ampia
intervista sui rapporti ecumenici di cui riprendiamo l’essenziale per i nostri lettori.
— Il cinquecentesimo anniversario di Lutero cade insieme alia
proclamazione dell’anno santo. £
una semplice coincidenza?
— Sì, probabilmente lo è, ma
proprio questo è il guaio. Il papa
ha indetto l’anno santo senza avere presente, nell’orizzonte dei
suoi pensieri, due altri fatti quali
appunto il centenario di Lutero e
l’assemblea mondiale di Vancouver. Due appuntamenti ecumenici che sarebbero sufficienti a
riempire l’interesse della comulutà cristiana mondiale per tutto
l’anno. Coincidenza infelice: si sa
che nell’anno santo viene attivato quel complesso liturgico devozionale collegato con la tematica delle indulgenze criticata e
combattuta da Lutero in nome di
una concezione evangelica del
perdono dei peccati, offerto gratuitamente da Dio a chiunque
crede e si afRda alla sua misericordia. Da parte evangelica si
può parlare di disagio, di imbarazzo nei confronti dell’anno santo 1983. Esso ci è estraneo, sia
per il suo carattere, sia per il
modo in cui è stato indetto: una
iniziativa papale, presa autonomamente, senza consultare nessuno. Non è così che si procede
nella famiglia ecumenica. Ma appunto l’aspetto più negativo di
questa proclamazione di anno
santo è che essa dimostra quanto il papa viva chiuso nel suo
orizzonte confessionale e quanto
poco ecumenica sia la struttura
papale. Essa, infatti, è la struttura propria di un’unica confessione cristiana — quella romana. Il
papato è un fatto confessionale,
non ecumenico.
— La chiesa protestante oggi:
minoranza signiiicativa o componente deila società?
— Non mi ritrovo in questa alternativa: non so se siamo significativi. Vorrei che le nostre chiese lo fossero; certo hanno una
storia significativa. Ma questo
non basta. Quanto alla « componente », non mi sembra che Gesù
abbia mai pensato alla sua comunità come « componente » della
società. Il regno di Dio non è cosi facilmente « componibile » con
il regno di Filato. Esso, piuttosto, scompone i sistemi... La chiesa protestante oggi si deve definire al di' là di quella alternativa,
a partire dalla sua vocazione, che
è quella di essere una comunità
in cui Cristo prende forma, in cui
il Vangelo prende corpo. Per questo vai la pena di esistere come
Chiesa. Che poi si sia componente o minoranza, interessa molto
poco.
— Questa estate ci sarà l’assemblea di Vancouver...
— Sarà la più grande conferenza ecumenica finora accaduta nella storia cristiana. Non c’è mai
stata un’assemblea così ampiamente rappresentativa. Il tema è:
« Gesù, vita del mondo ». Se collochiamo questo tema sullo sfondo della cultura della morte che
per tanti versi caratterizza il nostro tempo, possiamo cogliere la
straordinaria attualità di questo
messaggio: « Gesù vita del mondo » — di questo mondo, non di
un altro. È fin troppo evidente
quanto questo messaggio impegni sul fronte dell’ecologia, della
militanza pacifista, del rispetto
per la vita, del disinquinamento
dei cicli industriali e via dicendo.
Tutto questo dovrà diventare patrimonio universale di testimonianza cristiana. La morte trion
fa in troppi settori. La coscienza
di molti non è ancora abbastanza affinata per cogliere i messaggi di morte diffusi da certe manifestazioni. Un esempio tra mille: una parata militare è uno
spettacolo infernale, un agghiacciante inno alla morte. Ma molti
non se ne avvedono e applaudono. Il tema di Vancouver — in
realtà è il tema di tutta la Bibbia — « Gesù, vita del mondo »
dovrebbe dare ai cristiani una
nuova coscienza della loro responsabilità al servizio di Dio
che, appunto, « non è il Dio dei
morti ma dei viventi ». Questo
cammino, speriamo, sarà iniziato
proprio a Vancouver.
— A che punto è l’ecumenismo
in Italia?
— L’ecumenismo è un’avventura — potremmo dire — neonata
nel nostro Paese, dal momento
che il dialogo con la chiesa cattolica è cominciato solo con il
Concilio. Prima essa si manteneva in disparte rispetto al Consiglio Ecumenico delle Chiese e allo stesso movimento ecumenico.
Con la svolta conciliare la chiesa
cattolica è diventata partner del
dialogo ecumenico, al quale partecipa con spirito aperto, disponibile, anche se rimangono notevoli rigidezze nel suo quadro
teologico, dogmatico e disciplinare. Lo si riscontra in molte questioni; prima fra tutte e la più
grave forse è il divieto che l’autorità cattolica centrale mantiene
sull’intercomunione, su un atto
cioè che esprime la partecipazio
ne degli uni e degli altri alla realtà di Cristo che accomuna tutti.
Ma anche se neonata, e dunque
fragile, la realtà ecumenica in
Italia è tutt’altro che inconsistente. Essa si esprime in numerose iniziative che accomunano le
diverse confessioni cristiane, a livello locale e nazionale, parrocchiale e teologico-accademico. C’è
il settimanale COM-Nuovi Tempi,
esiste una traduzione comune
del Nuovo Testamento (e — presto — anche dell’Antico) in lingua corrente che è stata fatta da
una commissione di studiosi incaricata ufficialmente dalle diverse chiese. Ci sono importanti appuntamenti ecumenici annuali,
come le Sessioni di formazione
ecumenica del Segretariato per
le Attività Ecumeniche (SAE),
che è rm organismo prevalentemente cattolico, anche se è spiritualmente interconfessionale. Ad
esso dobbiamo un lavoro pregevole. Quello che però manca in
maniera quasi totale da parte
della chiesa cattolica è l’informazione sul mondo evangelico. Se
si dà retta ai mass-media cattolici, infatti, sembra che nel mondo
esista solo la chiesa cattolica.
Questa è una grossa lacuna, perché incide anche nella formazione delle coscienze.
— Secondo lei, procede più
Fecumenismo di vertice o quello
di base? Qual è, in altre parole,
quello che oggi dà più promesse
di speranza?
— Questo papa aiuta l’ecumenismo?
— L’ecumenismo che produrrà
frutti importanti sarà sempre
quello di base. E questo perché,
anche nel caso di un (diffìcile)
accordo al vertice, si tratterebbe
ancora di un’unione fittizia, perché le mancherebbe la ratifica e
il consenso della comunità locale, che è l’elemento costitutivo
della chiesa. Al vertice, inoltre,
sono sempre vive le preoccupa
— Non direi. È un papa molto
invadente. Si può capire il suo
punto di vista: egli vuole cristianizzare il mondo intero, solo che
purtroppo per luì questo significa cattolicizzare. Ci si sente, per
così dire, come risucchiati nel
vortice di questo pontefice, che
ha una visione totalizzante dei
rapporti tra chiesa (cattolica) e
mondo. Come è stato detto da un
teologo cattolico: con Karol Wojtyla, la chiesa (cattolica) è ridiventata papale. Il Vaticano II ci
aveva promesso una chiesa più
conciliare, non più papale...
INAUGURAZIONE A PONTICELLI
Villaggio G. Caracciolo
Altro grave handicap della chiesa cattolica al lavoro ecumenico
è quella che si può chiamare la
« mentalità da primato » della
chiesa cattolica che pensa di essere sempre un poco una chiesa
speciale, « la » chiesa. È vero che
le chiese evangeliche in Italia sono piccole e minoritarie, ma l’ecumenismo dovrebbe ubbidire
non a un criterio di quantità (peso numerico, potere politico, eccetera) ma a un criterio di qualità (ricerca di una esistenza cri
E’ ormai ultimata la costruzione di 60 case (prefabbricate
in cemento) che la Federazione
delle Chiese Evangeliche in Italia ha costruito con gli aiuti del
protestantesimo intemazionale.
Accanto alle case è stato costruito anche un centro sociale che
sarà dotato di ambulatorio medico e di varie sale di riunione.
L’insieme costituisce il villaggio
« Galeazzo Caracciolo » ( dal nome di un riformatore napoletano
del XVI sec.) che verrà inaugurato con una semplice cerimonia domenica 17 aprile.
Il programma della giornata
è il seguente:
Ore 10.30 : saluto e presentazione del Servizio di Azione sociale della FCEI da parte del presidente, past. Aurelio Sbaflì; culto con predicazione del past.
Piero Bensì; saluto dei rappresentanti delle agenzie protestanti che hanno contribuito finanziariamente alla realizzazione del
villaggio; saluto del Sindaco di
Napoli.
Nel pomeriggio si riunirà il
Comitato generale del SAS che
dovrà decidere come proseguire
il lavoro di testimonianza e di
azione sociale nel napoletano. La
FCEI ha già infatti assunto una
assistente sociale che opererà
nel centro di Ponticelli in collaborazione con le chiese evangeliche del napoletano e in particolare con la Chiesa metodista
di Ponticelli, con Casa Materna
e l’Ospedale Evangelico.
Si conclude cosi una prima fase di intervento per la ricostruzione a Napoli e se ne apre un’altra che necessita della solidarietà di tutte le chiese italiane.
Le donne e il
ministero pastorale
(BIP) — Per la prima volta la
Chiesa Anglicana del Kenia ha
consacrato una donna-prete. Il
Servizio informazioni della CETA
precisa che Lucia Okuthe, consacrata il 2 gennaio a Kisumi, esercitava un ministero di diaconessa dal 1980. Quattro altre chiese
anglicane consacrano donne-prete: quelle di Hong Kong, del Canada, della Nuova Zelanda e degli Stati Uniti. Da parte sua la
Chiesa Presbiteriana del Kenia
aveva ordinato la sua prima donna-pastore l’anno scorso.
dal mondo
cristiano
a cura di Renato Oolsson
canadese riguardo alla questione nucleare.
In Germania Occidentale il numero di donne-pastore è quadruplicato negli ultimi venti anni, come indicano le statistiche
pubblicate dalla Chiesa Evangelica Tedesca. Nel 1964 c’erano
282 donne pastore (2 ogni 100 pastori) oggi ce ne sono 1.148 (7,3
ogni 100 pastori).
La lettera afferma che la politica della dissuasione nucleare
sembra aver ceduto il passo alla politica dell’intimidazione e
cioè «a quella posizione difficilmente accettabile per cui si sarebbe pronti a utilizzare le armi
nucleari al minimo segno d’attacco ».
ha ricevuto un rapporto preparato da Richard Cottrell (conservatore inglese) sull’infiuenza negativa di molte sette nei confronti della gioventù.
della classe media. Si isolano dalle loro famiglie, abbandonano gli
studi e spesso diventano dei relitti umani. Il rapporto cita il
caso di una giovane prostituta,
madre di 4 figli, che ha dichiarato di « lavorare per Gesù Cristo ».
Il rapporto segnala che dai 2 ai
3 milioni di americani sono ormai succubi di queste sette legate a correnti orientali. ' '
■' Alcuni amoienti di queste sette
sono pure sotto accusa per traffico di droga.
Canada: iniziativa
di pace delle chiese
« Le nostre preoccupazioni riguardo al crescere del numero
e della pericolosità delle armi
nucleari si fondano su principi
di ordine teologico e morale che
a loro volta provengono dalle
Sacre Scritture », hanno affermato sei responsabili di chiese
canadesi che hanno indirizzato
una lettera pastorale ai cristiani canadesi dopo aver incontrato il premier Trudeau e avergli
espresso le loro riserve sul progetto di esperimenti missilistici
su territorio canadese. Una decisione su tale progetto, afferma
infatti la lettera, sarà percepita
come il simbolo della posizione
Di fronte alle osservazioni del
premier Trudeau che ha fatto
presente gli impegni NATO e la
protezione di cui gode il Canada in America, i firmatari hanno reagito rivendicando il diritto dei canadesi di prendere le
proprie responsabilità come cittadini di uno stato sovrano e
hanno esortato il governo a compiere le proprie scelte per una
soluzione che rispecchi la volontà della popolazione che lo ha
eletto.
Il rapporto cita i «Figli di Dio»
che costringerebbero'! loro adepti alla prostituziope per facilitare il reclutamento. I parlamenti francese, inglese e tedesco
stanno per prendere misure, ma
la setta è sviluppata anche in
Olanda, Danimarca e Italia.
Coreano liberato
grazie alle chiese
Riguardo ai « Moonisti » si denuncia il loro invito ai matrimoni di massa. La setta possiede in
Europa un albergo, una scuola
ed una stazione radio in Francia.
La lettera è firmata dal Consiglio Canadese delle Chiese, la
Conferenza dei Vescovi cattolici, la Chiesa episcopale, la Chiesa unita, la Chiesa presbiteriana e la Chiesa luterana in Canada.
« Hare Krishna », setta indiana,
ha seguaci sia ad Atene che a
Strasburgo, mentre « Bhagwan,
gajneesh » si sviluppa in Germania ed invita i suoi fedeli a « liberarsi della propria violenza»
compresa quella sessuale, come
del proprio denaro superfluo. Il
suo fondatore ha un parco di
Rolls-Royce ma è sotto inchiesta in America.
Comunità Economica
Europea e le sette
(BIP) — La commissione gioventù del Parlamento Europeo
Quanto a Ananda Marga, fondatore di un altro culto, egli ha
suscitato un tale entusiasmo fra
i suoi ammiratori europei che
diversi di loro si sono bruciati
vivi per protestare contro l’espulsione dall’India del loro capo. Gli
adepti vengono reclutati fra i
giovani idealisti dai 18 ai 2.5 anni
(Soepi) — Il militante coreano
Kim Dae Jung, liberato di prigione ed inviato negli Stati Uniti
per essere curato, ha ringraziato
il Consiglio Nazionale delle Chiese (USA) per « il sostegno spirituale e materiale che danno ai
suoi compagni perseguitati e imprigionati in Corea ». « Mentre
ero in prigione sotto il peso di
una condanna a morte, le chiese
di Corea e del mondo intero si
sono associate per salvarmi la
vita. Ve ne ringrazio di cuore ».
Dae Jung, cattolico romano, era
candidato alla presidenza della
Repubblica nel 1971 ed è stato
imprigionato e condannato per
la sua opposizione all’attuale regime.
La moglie, Lee Hee Ho, metodista, accesa militante in favore
dei diritti dell’uomo ha ricevuto, sempre negli Stati Uniti, il
premio « valiant woman award »
per la sua azione. In questa occasione ha dichiarato: « vi saluto
a nome di tutte le famiglie delle
persone detenute per motivi di
coscienza in Corea. Quanto avete fatto per la mia famiglia, vi
prego, fatelo anche per tutti coloro che ancora soffrono ».
9
8 aprile 1983
cronaca delleYalli 9
í"
it
DISCUSSA ALLA CONFERENZA ORGANIZZATIVA FLM
La crisi del sindacato
Dare il
3%: pro
e contro
Sono ormai alcuni anni che il
Sinodo, con apposito o.d.g., invita i membri di chiesa ad oifrire
un contributo -finanziario proporzionale al proprio reddito. I Sinodi 1981 e 1982 propongono una
contribuzione pari al 3% del reddito dei singoli membri di chiesa.
Ho l’impressione che questi
ordini del giorno, pur essendo
stati regolarmente approvati, siano poi anche stati molto spesso
disattesi.
Ripensando a questo fatto, mi
vengono in mente alcune riflessioni che vorrei proporre all'attenzione dei lettori.
Alcuni nostri fratelli ritengono questa proposta inattuabile,
o perlomeno difficile da realizzare, per le difficoltà pratiche di
calcolo che essa comporta soprattutto nei riguardi di chi non
possiede un reddito fisso. Altri
la considerano una specie di tassazione, contraria quindi allo
spirito di libertà dell'Evangelo.
Mi sembra preoccupante che
esista questo “scollamento" della base dalle decisioni delle assemblee sinodali.
Questo vuol forse dire che i
delegati ai Sinodi e alle Conferenze rappresentano solo in parte la volontà delle assemblee
che li hanno eletti? O non è forse più probabile che le assemblee stesse, composte sovente da
una piccola minoranza, anche se
la più attiva, non riescano ad
esprimere la volontà della comunità nel suo insieme?
Se questa analisi fosse giusta
^non investirebbe naturalmente
solo il j^roblema finanziario ma
tutta la vita della Chiesa.
Personalmente direi che non
possiamo non accettare la proposta sinodale, purché tale accettazione sia frutto di una scelta libera ma responsabile.
Ritengo, infatti, che sia questa
l’unica via, e probabilmente la
più equa, perché possiamo proseguire la nostra opera di testimonianza dell’Evangelo di Gesù
Cristo, senza dover continuare
a dipendere dagli aiuti finanziari dei nostri fratelli stranieri. E
non lo dico perché sia contrario
a questa espressione di solidarietà. ma perché attualmente esistono altri fratelli più bisognosi
di noi per le difficili situazioni
in cui stanno vivendo la loro
fede.
Per ottenere un maggior consenso da parte delle nostre comunità è necessaria un’opera di
contatti personali e di informazione che favorisca la comprensione del problema in tutti i suoi
aspetti.
A mio avviso questo è un compito che dovrebbe essere affrontato con urgenza dai concistori.
Aldo Lausarot
Il 31/3 e il l“/4 si è tenuta la
prima conferenza di organizzazione deirP.L.M. di Pinerolo. Il
clima che si respirava in questa
conferenza era certamente molto diverso da quello di 10 anni
fa, quando l’P.L.M. era appena
nata e stava muovendo i suoi
primi passi. Allora si parlava
di andare verso « l’unità organica » tra le 3 organizzazioni, oggi si parla di far saltare l’unità
sindacale ; allora si parlava di
sviluppare la contrattazione articolata e di partire dalle lotte in
fabbrica per cambiare tutta la
società, oggi la contrattazione
articolata è stata praticamente
cancellata dall’accordo del 22/1
e si marcia verso una sempre
maggior centralizzazione e burocratizzazione del sindacato. Il
quadro in cui si è mossa questa
conferenza è perciò molto cambiato rispetto agli anni passati;
non dobbiamo però pensare che
la situazione sia cambiata perché qualche sindacalista ha ’cambiato idea’, è diventato ’più ragionevole’. La situazione nuova
in cui ci troviamo è invece il
frutto delle' pesanti sconfitte che
gli operai hanno subito in questi ultimi tre anni sotto i colpi
della recessione economica e dell’innovazione tecnologica. Il quadro è mutato Quindi perché chi
all’interno e all’esterno del sindacato era stato portatore di
una strategia diversa, di «cambiamento », è stato sconfitto sul
campo, dai padroni, alla FIAT
in primo luogo. Ma veniamo alla conferenza di Pinerolo più in
specifico.
Calo degli iscritti
Il primo dato è il forte calo
di iscritti che l’P.L.M. Pinerole
se ha registrato in questo ultimo anno; dall’82 all’83 si è passati da 3.940 a 3.200 iscritti. Un
calo consistente che è maggiore
in percentuale al corrispondente
calo occupazionale nella categoria. Questo primo dato pone seri problemi perché mette in pericolo resistenza stessa deU’FLM
a Pinerolo, in quanto mancano
i soldi. Un secondo dato è che
l’P.L.M. di Pinerolo su 55 aziende metalmeccaniche della zona
ne collega solamente 30. Le altre
25, nella totalità piccole aziende,
non hanno nessun collegaménto
col sindacato. Questo pone grossi problemi visto che gli anni ’60
e ’70 hanno visto un costante
aumento delle piccole aziende
senza che su queste il sindacato riuscisse ad intervenire.
Un terzo dato è la scarsa partecipazione dei delegati a questa conferenza; solo un terzo dei
215 delegati della zona ha partecipato ai lavori. Probabilmente
indica che la consapevolezza che
« tanto poi fanno cosa vogliono
loro» è giunta ad un livello pericoloso anche tra i delegati sindacali.
I temi
I temi più discussi nei lavori
sono stati;
— Orario di lavoro. Si è rilevato la necessità e l’urgenza di
aprire una seria discussione su
questo tema in quanto in tutte
le vertenze contrattuali attualmente in corso, la riduzione di
orario è legata ad una maggior
flessibilità dello stesso e ad un
maggior utilizzo impianti. Questo vuol dire che è possibile conquistare una riduzione di orario
di un’ora per settimana (da 40 a
TORRE PELLICE
Stangata bis
Presenti appena 13 consiglieri,
ha avuto luogo martedì 29 marzo
il consiglio comunale.
Dopo che il decreto stangata di
fine anno ’82 era decaduto e riproposto quasi uguale alla fine di
febbraio di quest’anno, parecchie
decisioni (auriiento di tariffe) |già
assunte in gennaio hanno dovuto
essere ripetute; in più sono state
aumentate le imposte di soggiorno (-1- 200%) e la tariffa per la
raccolta rifiuti solidi urbani ( -f- 6
per cento).
E’ stato pòi deciso di chiedere
un mutuo di 200 milióni*alla Cassa DD.PP. per la sistemazione e
riasfaltatura di alcune strade, le
cui condizioni, come per altre,
sono estremamente critiche.
L’undicesimo punto all’o.d.g.
prevedeva l'esame dei problemi
connessi all’affitto ed eventuale
acquisto del cinema Trento. Tale stabile, dopo la minacciata
chiusura dell’estate ’81 doveva essere acquistato dal Comune previa concessione di un mutuo di
240.000.000 che non è ancora sta
to accordato benché richiesto da
due anni.
Perciò è stato proposto di acquistare il locale in 8 anni con
una cifra base di 30 milioni annui legata però alTandamento
dell’inflazione; l’operazione dovrebbe essere possibile data la
disponibilità a questo tipo di
accordo da parte della proprietà.
Dopo questa decisione è stata
stanziata una cifra di 500 mila
> lire per borse di studio in occasione del concorso pianistico
Kzerny.
In chiusura di Consiglio, Roland proponeva all’attenzione
dei presenti, auspicando decisioni ed interventi da parte del Comune, il problema della droga in
rapida diffusione anche a Torre
Pellice.
Tutte le decisioni assunte dal
Consiglio che si è chiuso con la
ratifica delle delibere della Giunta mimicipale, sono state approvate all’unanimità.
Piervaldo Rostan
39 ore) e poi avere un orario settimanale che oscilla da 32 a 46
ore a seconda delle esigenze dell’azienda e le 39 ore sono solo
una media settimanale su base
annuale. Questo pone grossi problemi sia per le condizioni di vita dei lavoratori (potrà capitare
di lavorare per sei mesi 6 giorni alla settimana, e per altri 6
mesi 4 giorni) che per l’occupazione (se non si allarga il mercato dell’azienda questo tipo di
orario sicuramente va a diminuire l’occupazione).
— Nuove tecnologie. Ha fatto
da cappello a tutto il dibattito
la necessità di dare una risposta all’immissione nel ciclo lavorativo delle tecnologie elettroniche, che hanno come uno degli effetti principali un grosso
risparmio di lavoro e quindi un
calo di occupazione. Per non fare che un esempio, la FIAT auto fa oggi circa la stessa produzione che faceva tre anni fa con
la metà del personale (da 135.000
a 64.(K)0). Diventa quindi necessaria una grossa e generalizzata riduzione delTorario di lavoro.
— Contrattazione. Si è rilevato
come raccordo del 22/1 limiti
moltissimo la contrattazione articolata. Su come riprendere il
cammino, il dibattito è rimasto
aperto; da chi proponeva di non
rispettare l’accordo per quanto
riguarda il blocco della contrattazione salariale a chi proponeva di legare la contrattazione salariale ai recuperi di produttività dell’azienda.
— C.d.F. Dopo una movimentata ed appassionante discussione la conferenza ha deciso di riconfermare la validità dei C.d.F.,
con i delegati eletti su scheda
bianca dagli operai del proprio
gruppo di lavoro. Chi proponeva in forme più o meno velate
di ritornare alle elezioni dei delegati fatte su liste dei diversi
sindacati (con i risultati di divisione sindacale che abbiamo
tutti conosciuto negli anni ’50 e
’60), a Pinerolo è stato battuto.
Paolo Ferrerò
Finanziata
la fognatura
dei Trossieri
FERRERÒ — La Regione Piemonte ha recentemente deliberato di finanziare per 100 milioni
di lire la costruzione delle fognature della borgata dei Trossieri.
Spetta ora al comune dare inizio ai lavori.
Cassaintegrati
PINEROLO — Democrazia Proletaria ha iniziato nei giorni
scorsi una raccolta pubblica di
firme a sostegno della sua proposta di legge circa la cassa integrazione straordinaria. Secondo
tale proposta la cassa integra^
zione a zero ore dovrebbe essere
effettuata obbligatoriamente a
rotazione tra tutti i dipendenti
dell’impresa e non solo da alcuni. Il progetto di legge è già stato presentato nel dicembre scorso alla Camera dei Deputati.
Peste suina
PEROSA — La comunità montana Valli Chisone e Germanasca in un suo comunicato informa la popolazione che la peste
suina è una malattia non trasmissibile alTuoino e che le misure di prevenzione in atto nella comunità hanno solo lo scopo
di evitare la diffusione della malattia impedendo la somministrazione di carne inietta ad altri suini.
Abusivi; sloggiati
PINEROLO — I carabinieri e
gli operai del comune hanno
provveduto nei giorni scorsi al
trasloco forzoso di due famiglie
che avevano occupato abusivamente due alloggi lACP destinati, uno ad una famiglia con componenti handicappati, l’altro in
cui dovevano svolgersi lavori di
manutenzione. Gli occupanti sono stati alloggiati in albergo non
essendo reperibili alloggi in affitto. Però in città si contano circa 3(K) alloggi vuoti.
MEDIA DI LUSERNA
Lutero a scuola
LUSERNA S. GIOVANNI —
Martedì 29 marzo nel salone dell’asilo infantile di Luserna San
Giovanni, si sono riunite cinque
classi per assistere alla proiezione di una serie di diapositive
sulla vita di Martin Lutero, introdotte e via via commentate
dal pastore Platone, L’iniziativa,
prevista nella programmazione
scolastica e suggerita dal cinquecentesimo anniversario della
nascita del grande riformatore,
era riservata in particolare alle
seconde in quanto attinente al
periodo storico studiato in queste classi.
Era presente un buon numero
di insegnanti mentre le famiglie
non hanno risposto all’invito. Al
termine sono state poste cUigli
alunni numerose domande a testimonianza dell’interesse suscitato dall’esposizione precisa e
briosa del pastore Platone che
qui ancora vivamente vogliamo
ringraziare unitamente al pàrroco Don Rolfo che ci ha permesso di usufruire dell’ampio locale e delle sue attrezzature e che
ha presenziato con noi allo svolgimento del programma.
M.A.B.
Specialità
©orrcsi
Vasto assortimento
BOMBONIERE
sposi e comunioni
TORRE PELLICE
Via Arnaud, 4
Tel. 91388
TESSUTI
CONFEZIONI
ARREDAMENTO
Via Duca degli Abruzzi, 2 - PINEROLO (To) - (Telef. 0121/22671)
10
10 cronaca delle Valli
8 aprile 1983
UNO STUDIO DI G. GÖNNET
I valdesi di Calabria
In Uri suo documentato studio
di oltre 30 pagine pubblicato sulla rivista «Quaderni» (1), Giovanni Gönnet riprende l’argomento dei Valdesi in Calabria,
con una sintesi di quanto è stato scritto su questo argomento
dal XVI secolo ad oggi sia da
autori valdesi che cattolici, italiani e stranieri.
Partendo dalle prime emigrazioni di Provenzali al seguito degli Anpoini e degli Aragonesi, fra
i quali forse già vi erano degli
Albigesi e dei Valdesi, elenca,
cronologicamente, le varie tappe
della penetrazione dell’eresia nell’Italia Meridionale, che ha inizio
prima del 1170, per stanziarsi ed
estendersi nei secoli successivi
con l’arrivo delle varie emigrazioni dei Valdesi dalle Valli e da
Freissinières, per terminare con
le stragi del 1561, e qualche anno più tardi (1563-64) con la fine
anche delle colonie della Capitanata, un periodo cioè, di quattro
secoli.
Per la venuta dei Valdesi, Gönnet riprende particolarmente le
notizie del Gilles, che riporta nel
testo originale, riscontrandole
con la versione italiana che il Rorengo ha certamente ripresa e
(1) Giovanni Gönnet: I Valdesi di
Calabria (Secoli XIV-XVI). Ricerca storiografica. Estratto da «Quaderni» - 2 1981-82, Università degli Studi, Istituto di Scienze Storico-Politiche - Bari pp. 85-118.
LA VITA
MISSILIZZATA
1) In America in un negozio: « Va bene io stesso se pago in missili? >.
2) • Mamma mamma mi compri un
missile?
3) « Che bel programma missilivisivo! ».
4) «Sai? io faccio collezione di missili,
ne ho uno con la forza di 1.000 miliardi
COMUNITÀ MONTANA
VAL PELLICE - USSL 43
Torre Pellice
AVVISO PUBBLICO
per il conferimento d’incarico
temporaneo per
N. 1 posto di ostetrica
L’incarico suddetto sarà conferito fino a espletamento del
relativo pubblico concorso e
comunque per un periodo non
superiore a mesi 6.
Gli interessati sono invitati a presentare apposita domanda (a cui andrà allegato il
diploma professionale di ostetrica) all’Ufficio Personale delITJSSL N. 43 - Piazza Muston
3 - Torre Pellice, entro le ore
12 del giorno 15 aprile 1983.
Per ulteriori informazioni rivolgersi al Servizio Personale
dell’USSL 43 - Tel. 0121/91514 91836.
Il Presidente
(CoissoN prof.ssa Franca)
di cavalli! ».
5) «Facciamo lo scambio di missili?».
6) « Mi compri l'orsachiotto? Costa
solo 10 missili ».
7) « Oggigiorno la pace costa solo 10
missili, ma dove II trovo? ». « Vai a
Comiso, lì te li daranno molto volentieri ».
8) « Hanno di nuovo eletto la guerra! ».
9) «Uffa la pace dorme sempre!». «Come osi interferire sulle mie ore di riposo? ».
10) « Alla guerra alla guerra, chiamate la pace!! ».
11) « Uheeel! ho perso la pace mamma! ».
12) « Senti bambino, mi fai perdere
la guerra! ».
13) « Edizione straordinaria! La pace
si ritira! ».
14) « Ridammi la pace mascalzone! ».
« E tu la mia guerra grullo! ».
15) « !o butto un missile ». « lo una
missilessa ».
16) « 12345... ». « Cosa sta facendo?».
« Sta dando i missili! ».
17) « Piacere signora! Qual buon missile vi chiama? ».
18) « Mi dai il mio panino di missili? ». « Per missile! ».
19) Due galli: « Per missile! ho perso l'elmo! ».
20) Una gallina: « Dovresti vedere il
mio missile, è un amore! ».
21) « Mamma devo accendere il missile? ».
22) « Ho sbagliato missile! ».
23) « Grr ho sbagliato! Invece di scrivere guerra ho scritto pace!!! ».
Elisa Ferrerò, anni 9
Luserna S. Giovanni
TAPPEZZERIE IN STOFFE - TENDAGGI
Vaglio Giacomo
• TAPPETI
• ARREDAMENTO IN GENERE
• PRODOTTI BASSETTI
10064 PINEROLO - P.zza 8. Donato, 43 - Tel. 011/3716
EDUCAZIONE SANITARIA
I danni del fumo
sunteggiata dal Gilles.
Crespin, Flaccius Ilhricus, Miolo hanno solo degli accenni alla
Calabria e Puglia e solo dal Lehtolo abbiamo una prima storia
dettagliata dei Valdesi di Calabria, ma centrata sulle persecuzioni, mentre è praticamente nulla circa le origini.
Lo studio offre poi un esame dell’ambiente socio-politicoreligioso e termina con un cenno alle possibili connessioni fra
i Valdesi e il banditismo del XVI
secolo, dopo lo sterminio del
1561, che per il momento può essere solo una interesstmte ipotesi di lavoro, ma non una tesi.
Abbondantissime le note a pie'
di pagina (107 in tutto) che rimandano ai testi consultati. Molto ricca la bibliografia, elencata
in ordine cronologico, dal 1554
al 1978, che occupa le ultime 5
pagine.
O. Coisson
Segnalazioni
Il Bureau Linguistico di Torino e Radio ABC italiana [97 MHZ) diffondono 3
trasmissioni settimanali in lingua francese:
martedì e venerdì: dalle ore 7.10 alle
ore 7.30: Informazioni;
mercoledì: ore 18.20-18.45: Informazioni; 18.45-19: « Rue de la chanson ».
Dibattiti
L'A.P.I.D. sezione di Pinerolo organizza per sabato 16 aprile alle ore 15, presso l'Aula Magna dell'Istituto M. Buniva,
via dei Rochis, Pinerolo, un incontro a
favore di tutti i diabetici e loro familiari sul tema:
« DIABETE E GRAVIDANZA »
interverranno al dibattito, oltre ai medici del centro antidiabetico, il Dott.
Meriggi, la Dott.ssa Cantino e il Dott.
Menato, équipe medica dell'Ospedale
S. Anna di Torino, che seguono le diabetiche nel periodo della gravidanza.
Tale tema, benché di primo acchito
possa sembrare limitato come interesse a un numero ristretto di persone,
può aiutare diabetici e non a trovare
risposte esaurienti ad alcuni interrogativi, che notiamo emergere sovente durante le nostre riunioni, quali pubertà,
menopausa, ereditarietà, anticoncezionali, ecc.
Durante l'incontro verrà fornita l'occasione, per coloro che non vi hannp
ancora provveduto, di versare la quota
associativa,
L'A.P.I.D. Sezione di Pinerolo
# Hanno collaborato a questo
numero: Mirella Bein Argentieri, Marie-France Coisson, Ivana
Costabel, Franco Davite, Luigi
Marchetti, Saverio Merlo, Teofilo Pons, Sergio Ribet, Bruno Rostagno.
È in corso in questi giorni nelle scuole una campagna contro la tubercolosi,
il fumo, e la droga promossa dalla Federazione contro la tubercolosi e le malattie sociali. Riproduciamo qui una
scheda sul fumo a complemento di
quanto da noi già pubblicato.
Recenti inchieste condotte nel
nostro Paese da istituzioni pubbliche (Lega contro i tumori.
Comitato per la lotta al fumo)
hanno dimostrato che l’abitudine al fumo di sigaretta va sempre più estendendosi, specie fra
i più giovani. L’età media del
nuovo fumatore si aggira intorno agli 11 anni (maschi e femmine).
Più che domandarsi se è ancora necessario continuare ad
indagare, come tuttora — oppórtunamente — si continua a
fare, su grande o piccola scala,
su intere popolazioni, fra determinate classi sociali, nell’ambito
di Centri clinici e sociali di sperimentazione e di studio, per
giungere poi a conclusioni già
acquisite, vi è invece da chiedersi come mai questo movimento,
cosìùmportante per la salute dell’uomo e della collettività, non si
sia delineato prima.
A questo interrogativo non è
facile dare una risposta, anche
se l’azione di remora ed una efficace lotta al tabagismo cronico è stata spesso attribuita al
fatto che al bilancio dei Paesi in
cui vige il monopolio del tabacco tornano comodi gli introiti
del suo consumo. Ma recenti accertamenti, hanno in proposito
potuto assodare (in Francia, in
Belgio, in Austria) che gli oneri
che derivano alla spesa pubblica
per curare le malattie provocate
dal fumo sono 2-3 volte superiori agli incassi che ricavano i monopoli di Stato dalla vendita di
sigarette.
A parte questo rilievo, sta di
fatto che il consumo di tabacco
« Per un regalo di classe »
da
Elia Bruno
Vasto assortimento di
CRISTALLERIA E PORCELLANE
TORRE PELLICE - Via Repubblica, 4 - Tel. 0121/91642
VASTA PRODUZIONE
croci
ugonotte
in
oro e argento
da
Oreficeria BORNO
di TESI e DELMASTRO
Via Trieste, 24 PINEROLO - Telefono 3117
e presso le Librerie ’’Claudiana”
ha registrato, proprio in questi
ultimi decenni un notevole incremento in molti Paesi del mondo, compresa l’Italia (del 13''/o
circa nel 1982 rispetto al 1981).
Sembra poi che si sia quasi
tacitamente stabilita, fra i fumatori, una specie di gara al superamento, così che diviene sempre più frequente sentire totalizzato il traguardo giornaliero
di 40. 60, e, persino, di 80 sigarette; e a tale traguardo vi partecipa oramai il sesso femminile, anche esso pienamente coinvolto nella medesima gara, nella
quale si stanno inserendo, con
sempre più vivace decisione i
giovani, gli adolescenti, e persino i ragazzi della scuola media
e della scuola dell’obbligo, ai
quali non pare vero di poter
ostentare, quanto più precocemente possibile, la prima sigaretta.
Se una persona ha l’abitudine
di fumare 20 sigarette al giorno,
egli viene a totalizzare in un anno 7.300 sigarette, cioè 73.000 in
10 anni, e 219.000 in trenta anni.
« Al termine di ogni sigaretta vi
è sempre Io stessei filtro: i tuoi
polmoni » ammonisce un efficace poster francese e vi è proprio
da pensare che tutti i prodotti
nocivi contenuti nel fumo e che
si producono attraverso la incompleta combustione del tabacco (ossido di carbonio, fenoli,
chetoni, derivati nicotinici, idrocarburi aromatici ad accertato
effetto cancerogeno) determinano un inevitabile fenomeno di
accumulo ed un danno potenziale che tanto più presto diventa reale nei suoi effetti nocivi (respiratori e cardiocircolatori) quanto più intenso è il ritmo e quanto più rapidi sono i
tempi in cui vengono raggiunti
i tra.guardi di alto rischio. Difatti il totale di 100.000 sigarette fumate, rappresenta realmente una
frontiera quanto mai pericolosa.
E’ tempo quindi che anche in
Italia, come sta avvenendo in
molti Paesi del mondo, l’opera
di educazione sanitaria, di avvertimento, di persuasione, venga efficacemente fatta propria
dagli organi governativi responsabili ed esplicata ad ogni livello sociale: nei confronti dei forti fumatori per portarli su una
linea di drastica recessione; nei
confronti dei giovani — delle
scuole, delle forze armate, delle
varie collettività sociali — per
esortarli nel modo più efficace
affinché, evitando i danni del fumo, possano conservare per lunghi anni piena salute e vitalità.
TECNIDEAL
di geom. GIAVARA
Estintori portatili e carrellati
di ogni tipo e capacità per
tutti gli usi industriali e civili.
Impianti fìssi di rivelazione
e spegnimento incendio.
Tubazioni antincendio, idranti
Serv. manutenzione e ricarica
per tutti i tipi di estintori
via Rismondo,45 ® 606.07.77
10127 TORINO
Chiesa valdese di Torino
CERCA CUSTODE
per tempio C.so Oddone
offrendo compenso comprendente alloggio. Inviare domande con dati personali al Concistoro, via
Pio V 15, 10125 Torino.
Per informazioni telefonare al 011 /488980.
11
■8 aprile 1983
cronaca delle Valli 11
UN ITINERARIO BIBLICO
Cronaca di un viaggio
di studio in Paiestina
L’impatto con la realtà israeliana è di quelli che lasciano il
visitatore europeo letteraìmente
sconcertato e confuso. Chi segue con attenzione più o meno
regolare le informazioni che
giornali e televisione forniscono
sulla questione palestino-israeliana ed ha poi il privilegio di vedere da vicino qùal è l’atmosfera che si respira in Israele, ritorna dal viaggio con un bagaglio di impressioni contrastanti,
che vanno dalla sacrosanta ammirazione per il frutto del lavoro ebraico, alla « simpatia » per
il popolo palestinese chiaramente discriminato. Altrettanto dicasi per quanto riguarda l’aspetto « religioso » del paese, perché
se un certo fastidio si prova per
lo scempio che il cristianesimo
ha portato nei luoghi cosiddetti
santi, rimane però la gioia per
aver potuto comunque vedere la
terra in cui è nato il cristianesimo.
Iniziativa
dei Concistori di
Angrogna e Pomaretto
Sono questi i ricordi dei 46
partecipanti al viaggio in Palestina, organizzato con notevole
coraggio dai concistori di Angrogna e Pomaretto, con la esperta guida del pastore francese Gérard Cadier. Sono proprio state
la ricchezza delle informazioni,
l’abilità organizzativa, l’imparzialità dei giudizi che Cadier ha
profuso nei quattordici giorni di
girovagare nello Stato di Israele, che hanno permesso al gruppo di godere totalmente della
esperienza.
Quattordici giorni, dunque, di
visite a luoghi storici e tradizionali della pietà cristiana, di
incontri con uomini e donne impegnati a livello politico e sociale, sia ebrei che cristiani, sia
ebrei che palestinesi, di riflessioni bibliche legate ai luoghi visitati e alle persone incontrate:
un programma intenso e fatico
USL 42 - VALLI
CHISONE-GERMANASCA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: teiefono 81000 (Croce Verde).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 10 APRILE 1983
Perosa Argentina: FARMACIA Dott.
BAGLIANI - Piazza Marconi 6 Tel. 81261.
Ambulanza:
Croce Verde Perosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USL 44 - PINER0LE8E
(Distretto di Pineroio)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza:
Croce Verde Pineroio: 22664
USL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica:
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese) .
Prefestiva-festiva: tei. 90884 (Ospedale Mauriziano).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 10 APRILE 1983
Torre Pellice: FARMACIA INTERNAZIONALE - Via Arnaud, 8 - Telefono
91.374.
Ambulanza:
Croce Rossa Torre Pellice: telefono 91.996.
SO, da giornate di studio più che
da vacanza!
Ogni partecipante ha affrontato il viaggio con motivazioni
personali. Chi intendeva l'ire un
penegrinaggio in Terra Santa,
cHi voleva approfondire la conoscenza biblica e storica, chi aveva interessi in campo politico,
chi agli aspetti paesaggistici ed
era fornito di metri e metri di
pellicola fotografica: tutti hanno avuto soddisfatte le loro
aspettative, riconoscendo anzi, a
fine viaggio, di avere avuto più
di quanto desiderassero.
Visitare Gerusalemme non ha
soltanto voluto dire entrare nella chiesa del Santo Sepolcro,
suddivisa tra cattolici, ortodossi, armeni, greci, vantanti ognuno una reliquia sacra in concorrenza con gli altri ; ma ha anche
significato celebrare un culto in
un giardino nel quale perveniva
il rumore della città sacra ad
ebrei, musulmani e cristiani e
perciò contesa e dilaniata nel
corso della sua storia passata
e recente.
E poi il suggestivo Muro del
Pianto e la sovrastante moschea
sorta sul luogo dove s’innalzava
l’antico tempio di Salomone; il
mercato arabo della città vecchia e il quartiere degli ebrei osservanti, dai neri vestiti e dalle
lunghe barbe; il Museo dell’Olocausto e le pattuglie dell’esercito
israeliano sempre in movimento
e intimidatorie. Un contrasto
dopo l’altro, da riempirsi gli occhi e il cervello.
Dopo Gerusalemme, due giorni nei deserti di Giuda e del Neghev. Da Gerico a Beer-Sheba,
lungo il Mar Morto, la strada si
snoda fra imponenti panorami
eccezionalmente colorati di verde chiaro, per la fragile erba nata dopo gli acquazzoni primaverili e destinata à' Jl^ciare presto
il posto al gialìo-0cra dei sassi
e delle rocce. E’ una strada che
parla di Giosuè (Gerico), di Esseni (Qumran), di Davide (Ein
Gedi), di Zeloti (Masada); e poi
ancora di Cananei e di Nabatei,
di beduini di ieri e di oggi. E’
qui nel deserto del sud che l’industria israeliana sperimenta le
sue tecniche d’avanguardia, è nel
Neghev che l’acqua del Mar di
Galilea, dopo 200 chilometri di
tubature, compie il miracolo di
far crescere il grano e la frutta
per il popolo ebreo. E qui i beduini nomadi imparano a spostarsi in automobile e ad avere
l’antenna della televisione piazzata sulla loro tenda. E’ qui, intorno alle città morte della civiltà nabatea, che le reclute imparano ad usare le armi, apparentemente indifferenti agli
sguardi dei turisti di passaggio.
Mercificazione dei
luoghi biblici
Ma il viaggio è appena a metà :
si deve tornare a nord, per attraversare la zona occupata della Samaria e giungere in Galilea.
Dopo distese immense di alberi
da frutto, il viaggiatore è all’improvviso colpito dalla montagna
pietrosa e mal coltivata della regione araba, dove i nuovi insediamenti israeliani, dalla cima
delle alture, dominano i villaggi
palestinesi, fagocitando i loro
campi, a poco a poco. E’ qui, come già a Hebron, che più l’aria
è carica di tensione, tanto che si
consiglia di evitare Nablus, l’antica Sichem, rinunciando al Pozzo di Giacobbe e ai superstiti
Samaritani.
In Galilea si ritrova, sebbene
attenuata e più discreta, la religiosità cristiana già incontrata
a Gerusalemme, con basiliche e
santuari, a Nazareth, a Capernaum, sui presunti luoghi del
Haifa sul Mediterraneo. In primo
piano la cupola del Tempio
Bdha'i.
Sermone sul Monte o della Moltiplicazione dei Pani. Luoghi bellissimi e sufficientemente evocatori dei testi evangelici. Ma è anche qui che si possono acquistare scatolette piene di aria della
Terra Santa, o bottigliette con
l’acqua del Giordano. Anche ì
/protestanti sono partecipi della
mercificazione dei luoghi biblici
con la produzione, trq_ l’altro, di
certificati in pergar&èha per i
battesimi avvenuti nelle acque
del Giordano: daH’America ne
vengono a frotte.
E’ poi in un piccolo villaggio
arabo della Galilea che vive
Elias Chakour, un sacerdote palestinese di rito melchita ( ^eco-.
cattolico) che, dopo la fusione
cTDlhenicale celebrata con rito
antico e ricco di simbolismi cosi
lontani dalla sensibilità occidentale, parla dei prdBIemi della
sua gente e della paura che, cattiva consigliera, attanaglia sia
ebrei che arabi. La sua testimonianza sul come bisogna essere
pronti al perdono anche quando
non si può dimenticare, è preziosa e commovente. Ed è una vera doccia scozzese entrare in un
kibbntz, poco dopo, per ascoltare rideologia ebraica ricca di sicurezze e ai emcienza, ma anche
di omissioni e di sospetti.
L’ultima giornata, nel Golan,
zona annessa da Israele, passando a poche centinaia di metri dal
confine libanese e da quello siriano, lascia ancora negli occhi
visioni di carri armati, di cannoni, di giovani, uomini e donne. in divlsà. df Scolaresche^ sorvegliate da' maestri armati di mitragliatrice...
Franco Taglierò
Pro Ospedale Valdese
di Pomaretto
Pervenuti nel mese di febbraio 1983
I 35: Membri Chiesa Valdese di New
York, tramite pastore Janavel.
L. 300.000: Giraud Erica, Pineroio, In
mem. di Alma Giraud Paschetto.
L. 200.000: Il marito ed i figli di Marcellino M. Rosa, Sestriere; La moglie
ed il figlio di Umberto Mourglia, Pomaretto.
L. 100.000: Talmon Giuseppe, Roure.
L. 70.000: Gruppo anziani RIV-SKF
di Villar Perosa, in mem. Umberto Mourglia.
L. 60.000: Alberto e Rita Bouchard e
Lucetta, in mem. Bouchard Temicou;
Zìi e zie Chambon, Bonnin, Rostan,
Bounous, in mem. Guido Boccassini.
L. 50.000: Rostan Ermanno e Elsa, Pineroio, in m. Elena Castagno Rostan;
Cortina Adelina, Dubbione Rinasca; In
mem. dì Massello Anna in Baret, marito
e figlie; Id. Id., i suoceri; Peyronei
Griot llda, in mem. cara cognata Griot
Richiardone Jenny.
L. 40.000: Bruno Franco Maria, Bagnolo Piemonte.
L. 25.000: Peyronei Griot llda, in
mem. mio caro marito.
L. 20.000: L. M., in mem. di llda Gay;
De Bernard Giovanni, Perosa Argentina;
Ribetto Olga, San Secondo di Pineroio;
Liliana e Emilio Comba, un fiore in ricordo di zìa Jenny Griot Richiardone;
Godine lima Parisa, in mem. di lima
Chiarvetto Monnet.
L. 15.000: E. Bertalot, un fiore in memoria di Jenny Griot; Zii Giraud Giovanni e Emma, in occ. matrimonio Giuliana e Franco.
L. 10.000: Coucourde Giulio, Pineroio;
Utilia Desolina, Perosa Argentina; Elbana e fam., un pensiero per la prozia
Jenny Griot Richiardone; Dio è Amore.
L. 20.000: Long Blanc Alice, in mem.
pastore Geymet e Dr. Boccassini.
Pro Ospedale Valdese
di Torre Pellice
Pervenuti nel mese di febbraio 1983
L. 100.000: J. e A. G., Pineroio, in
ricordo del caro amico Guido Boccassini.
L. 60.000: Zii e Zie Chambon, Bonnin,
Rostan, Bounous, in mem. del nipote
Guido Boccassini.
L. 50.000: Lelia Costante, Pineroio,
in ricordo del caro Guido Boccassini.
L. 10.000: Coucourde Giulio, Pineroio.
L. 5.000: Lilia Malacrida, Como.
Pro Rifugio « Carlo Alberto »
Pervenuti nel mese di febbraio 1983
L. 125.078: Chiesa di lingua italiana
di Losanna.
L. 30.000: Paschetto Liliana, Prarostino.
L. 20'.000: Codino Frida e Claudina, in
mem. di lima Monnet.
Pro Istituti Ospitaiieri
Valdesi
Pervenuti nel mese di febbraio 1983
L. 20.000: Avondet Dario e Aldina,
Prarostino, in mem. dei loro cari.
AVVISI ECONOMICI
SIGNORA cerca occupazione a metà
tempo o ad ore - Tei. (0121) 91087.
TRASLOCHI e trasporti per qualsiasi
destinazione, preventivi a richiesta :
Sala Giulio, via Belfiore 83 - Nichelino - tei. (011) 6270463 - 6272322.
CERCASI in Riviera persona abile anche pensionata per compagnia assistenza a vedova 82enne. Offresi vitto, alloggio e 100.000 mensili. Telefonare 91037.
« Né morte né vita potrà septtrarci dall’amore che Dio ha rivelato in Cristo Gesù, nostro Signore »
(Romani 8: 38)
E’ piaciuto al Signore di richiamare
a sé
Emilio Corsani
Pastore Valdese
Lo annunciano la figlia, il figlioccio
e i parenti tutti.
Eventuali offerte in memoria alle
Case di riposo della Chiesa Valdese ed
all’Istituto Gould. ^
Genova, 27 marzo 1983
« L’Eterno è il mio pastore
nulla mi mancherà »
(Salmo 23: 1)
Il 27 marzo, domenica delle Palme,
ha ehiuso la sua parentesi terrena
Emma Conin (Mina)
di anni 82
Insegnante per 47 anni in Mourcious
(Lusema S. Giovanni).
Nella certezza delle promesse divine, ne danno l’annuncio: i cugini Paschetto, Pierina, Enzo, Sergio Malan
ed i conoscenti tutti.
Si esprime un sentito ringraziamento al Signor Gobelin, direttore dell’Asilo Valdese di Lusema S. Giovanni, alla Sig.ra Barbiani, a Marietta Pontet
ed a tutto il personale che si è prodigato con amore e gentilezza nell’assistenza.
Per espressa volontà della defunta,
si prega di indirizzare eventuaR offerte in memoria, a favore del predetto
Istituto.
La presente è partecipazione e ringraziamento.
Lusema San Giovanni, 30 marzo 1983
RINGRAZIAMENTO
I familiari della compianta
Clelia Comba ved. Cirardon
ringraziano quanti hanno partecipato
al loro dolore. Un particolare ringraziamento va al personale medico e infennieristico del reparto chirurgia dell’Ospedale Civile E. Agnelli di Pineroio, al dr. Giovanni Peyrot, alla cugina Dcnnenica è a tutti quanti le sono
stati vicini nei giorni della malattia.
Lusema S. Giovanni, 5 aprile 1983
RINGRAZIAMENTO
a Certo, beni e benignità m*acr
compagneranno tutti i giorni
della mia vita ed io abiterò nella casa delVEterno per lunghi
giorni ».
(Salmo 23: 6)
I familiari della cara
Federica Bertalot ved. Rivoiro
commossi e riconoscenti per la dimostrazione di stima e affetto tributata
alla loro cara scomparsa, ringraziano
di cuore tutti coloro ohe hanno preso
parte al loro dolore.
Prarostino, 17 marzo 1983
« Il Signore è il mio pastore »
(Salmo 23)
E’ mancato
Roberto Weber Arnoulet
anni 90
Lo annunciano la figlia, il nipote Sabatini Roberto, la cognata e i parenti
tutti.
Milano, 30 marzo 1983
Ricerca di personale STEREO HI-FI
CERCASI per subito collabo- ratrice domestica per due per- sone anziane. Una autosuffi- APPARECCHIATURE STEREO
ciente e in ottima forma, l'al- tra ammalata. Vitto, alloggio, PROFESSIONALI
ottima retribuzione. Tutto l’anno. Anche pensionata, non E AMATORIALI
giovanissima. Presso la fami- glia HURZELER di COUR- Viale de Amicis, 27 - Tel. 90.98.60
MAYEUR (Aosta) Tel. 0165/ 843016 o 842035. LUSERNA SAN GIOVANNI
12
12 i uomo e società
8 aprile 1983
UNA VALUTAZIONE DELLA RIVISTA’’AZIONE NONVIOLENTA”
L’obiezione ho 10 anni
Poco più di dieci anni fa e precisamente il 15
dicembre del 1972 il Parlamento italiano, approvando la legge n. 772 relativa all'obiezione di coscienza al servizio militare finalmente dava un primo
riconoscimento alla protesta di migliaia di giovani
e delle organizzazioni antimilitariste e nonviolente.
Corne è noto, la legge ha carattere punitivo (il servizio sostitutivo dura otto mesi più del servizio di
leva) e discriminatorio (la commissione nominata
dal ministro della Difesa per giudicare « la fondatezza e la sincerità dei motivi addotti dal richie
dente »), ma tuttavia consente ormai a migliaia di
giovani di prestare un servizio civile alternativo.
Il periodico Azione nonviolenta (n. 12 del dicembre 1982) dedica un servizio speciale a questo
anniversario dal quale ricaviamo e condensiamo
quanto riportato qui sotto. Coll’occasione ricordiamo a tutti coloro che sono interessati a questo
problema che nella collana « Attualità » della Claudiana il numero doppio 83-84 è dedicato all’obiezione di coscienza (r.p.)
Riformare la legge
Roberto Maggetto, obiettore di
coscienza e membro della segreteria nazionale della Lega obiettori di Coscienza (LOC), nel rilevare gli aspetti negativi della legge, presenta i punti fondamentali e qualificanti che in questi
anrii la LDC ha individuato per
Vo.d.c. ed il servizio civile (s.c.):
1) Urge tma nuova normativa che comprenda l’equiparazione della durata del s.c. al servizio militare; il riconoscimento
deU’o.d.c. come diritto e non come concessione, senza tribunali
delle coscienze, eliminando la
commissione giudicatrice: l’autodeterminazione dell’ obiettore
nella scelta del s.c.; garanzia per
i giovani di potersi occupare alTintemo del s.c. della questione
della difesa tramite l’istituzione
di organismi operanti nella ricerca e sperimentazione di forme di difesa alternative a quella
militare; la sua smilitarizzazione col trasferimento delle competenze dal ministero della Difesa ad altri ministeri.
2) Occorre contrastare ed opporsi alla pratica delle domande respinte con il coordinamento a livello nazionale delle azioni individuali di autoconsegna,
creando un movimento di pressione anche verso l’opinione pubblica con azioni collettive per informare correttamente la gente
e soprattutto i giovEini a livello
locale e nazionale.
3) Bisogna rispondere ai precettamenti d’ufficio con una campagna di denuncia e di sensibilizzazione per arrivare ad un rifiuto collettivo organizzato da
parte degli obiettori coinvolti in
queste situazioni.
« L'Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175.
Comitato di Redazione: Franco
Becchino, Mario F. BeruttI, Franco
Carri, Dino Ciesch, Niso De Michelis, Giorgio Gardiol, Marcella Gay,
Adriano Longo, Aurelio Penna, JeanJacques Peyronel, Roberto Peyrot,
Giuseppe Platone, Marco Rostan,
Mirella Scorsonelli, Liliana Viglielmo.
Editore: AlP, Associazione informazione Protestante - Via Pio V. 15
- 10125 Torino.
Direttore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLi
Redazione e Amministrazione: Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - tei. 011/
655.278 - c.c.p. 327106 Intestato a
• L'Eco delle Valli - La Luce ».
Abbonamenti '83: Annuo L. 18.000,
Semestrale 10.000: Estero 35.000;
Sostenitore 36.000. Gli abbonamenti decorrono dal 1° gennaio e dal 1°
luglio (semestrale).
Redazione Valli: Via Arnaud. 25 10066 Torre Pellice.
Pubblicità: prezzo a modulo (mm
49x49) L. 7.000 (oltre IVA).
Inserzioni: prezzi per mm. di altezza, larghezza 1 colonna: mortuari
280 ■ sottoscrizioni 150 - economici
200 e partecipazioni personali 300
per parola (oltre IVA).
Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
Intestato a « La Luce: fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino.
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
4) Ci si dovrà opporre ai ritardi nelle risposte di riconoscimento delle domande autodistaccandosi, prima, coi corsi di formazione e poi col servizio vero e
proprio nell’ Ente contattato e
scelto; successivamente, autocongedandosi collettivamente come
azione conseguente.
5) Occorre poi contrastare i
casi di s.c. come lavoro nero, demmciando in tali casi gli Enti
coinvolti; aggiornando l’elenco
degli Enti stessi; sostenendo e
propagandando quelli che offrono un s.c. qualificato; aderendo
alla proposta del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione) di arrivare ad una
« carta dei rapporti fra obiettori ed Enti » die la L(X) deve impegnarsi ad elaborare.
Il Parlamento europeo
Ecco le conclusioni della proposta di risoluzione sull’obiezione di coscienza presentata dal
Parlamento europeo:
1) L’o.d.c. è un diritto riconosciuto dai testi fondamentali
sui diritti dell’uomo, allo stesso
titolo del diritto alla libertà di
pensiero e di religione. L’esercizio di questo diritto non dovrebbe quindi essere sottoposto a
vessazioni od a sanzioni. I soli
limiti imposti dal legislatore dovrebbero avere lo scopo di assicurarsi che si tratti veramente
di obiezione di coscienza e di
rendere il suo servizio compatibile con la nozione di « servizio
nazionale » e con gli altri obblighi dell’individuo verso la società.
2) L’o.d.c. può prendere due
forme principali, la cui legittimità non può essere contestata:
rifiuto di portare armi o di esercitare attività che conducano alla violenza fisica su altri individui da una parte; rifiuto di servire in una organizzazione militare in generale, dall’altra, in
quanto l’obiettore respinge la nozione stessa di « forze armate » e
di « servizio militare » poiché implicano l’esercizio collettivo della
violenza. La differenza fra questi
due casi risiede nel fatto che il
primo obiettore potrà essere destinato a settori non belligeranti dell’apparato militare, mentre
il secondo dovrà essere destinato ad un servizio nazionale civile.
3) Nessun tribunale o nessuna commissione può penetrare
la coscienza di un individuo.
Trattandosi dell’esercizio di un
diritto, l’o.d.c. dovrebbe quindi
essere riconosciuta come tale dal
momento in cui l’obiettore ne fa
domanda in una dichiarazione
motivata. Una tale procedura dovrebbe essere sufficiente nella
maggior parte dei casi. Tuttavia
potrebbero essere ammesse delle eccezioni quando dei fatti che
provano chiaramente la mancanza di qualificazione di colui che
chiede lo status di obiettore, venissero portati a conoscenza dell’autorità.
4) Tenuto conto di quanto
sopra, il servizio di sostituzione
proposto agli obiettori non dovrebbe essere considerato come una sanzione. Esso deve quindi essere impostato ed organizzato nel rispetto della persona in
teressata e per il bene della collettività. Per gli stessi motivi,
non occorre prevedere per il servizio di sostituzione una durata
più lunga di quella prevista per
il servizio militare, dal momento che l’obiettore accetta di servire in un settore non violento
delle forze armate. Per contro,
allo scopo di non inglobare nella
stessa categoria il vero e proprio
obiettore di coscienza e tutti gli
altri refrattari alla disciplina militare, pare legittimo prevedere
una ferma più limga per il servizio effettuato in un’ámministrázione civile. Questo supplemento
di ferma non può tuttavia durare più del servizio militare ordinario, ivi compresi gli esercizi
militari successivi al periodo di
formazione militare di base, éventualmente aumentato di una
congrua durata.
5) In questo contesto, tenuto
conto dello sviluppo della libera
circolazione dei cittadini, occorre
esaminare la possibilità di una
eventuale armonizzazione delle
legislazioni degli Stati membri
della Comunità per Quanto concerne il diritto all’obiezione di
coscienza, le procedure applicabili in materia e il servizio civile sostitutivo.
6) Poiché il Consiglio, la
Commissione e il Parlamento
hanno riaffermato in una dichiarazione in comune del 5 aprile
1977 il carattere fondamentale
della salvaguardia dei diritti dell’uomo nella Comunità, ne consegue la necessità dì por fine ad
una situazione contraddittoria.
E’ risultato infatti che, pur dovendo essere tutti gli Stati-membro solidali nell’applicazione dei
medesimi principi, alcuni Statimembro hanno finito per concedere lo statuto di esule politico a obiettori di coscienza cittadini di altri Stati-membro della Comunità a causa di maltrattamenti lorò inflitti nel loro paese d’origine per aver dichiarato
di essere obiettori di coscienza.
Il no alle armi nel mondo
Il diritto aH'obiezIone di coscienza non è riconosciuto ovunque ed in
vari casi è proibito od osteggiato. Ecco un quadro della situazione in quei
paesi nei quali il periodico Azione Nonviolenta è riuscito a raccogliere
informazioni.
In Austria l'o.d.o. è riconosciuta
legalmente. Le uniche motivazioni
accettabili sono di ordine morale e
religioso. La commissione giudicatrice è composta anche da due giovani in età di leva e dal 1982 vi è la
possibilità di appello. Il servizio civile (s.c.) dipende dal Ministero
deirinterno, ha la stessa durata —
otto mesi — del servizio militare
(s.m.) e consiste generalmente in
servizi sociali.
In Belgio l'o.d.c. è legale. Tutte
le motivazioni sono ritenute valide
tranne quelle di carattere politico.
Esistono due possibilità di appello in
caso di risposta negativa. Mentre la
durata del s.m. è di 10 mesi, quella
del s.c. è di 15 mesi per chi svolge
il servizio nelle strutture ospedaliere, e di 20 mesi per chi lavora nella
protezione civile, o in campo sociale
e culturale.
In Francia il s.c. è sotto la competenza del ministero della Difesa.
Apposite commissioni giurisdizionali
vagliano ed accettano motivazioni
solo etico/religiose. Mentre il s.m.
dura un anno, quello civile ne dura
due. Gli obiettori svolgono il loro
servizio nei corpi forestali, nei comuni ed in organizzazioni culturali e
sociali, e sono considerati impiegati sotto-pagati. Lo stato nega qualsiasi informazione sul diritto al s.c.
e proibisce ogni forma di propaganda che inciti a rifiutare il s.m.
In Olanda ci si può dichiarare
obiettori anche durante il s.m. Il s.c.
dura 18 mesi e cioè un terzo in più
del s.m. È possibile svolgere il servizio alternativo in Enti statali, negli ospedali ed anche in quelle organizzazioni che lavorano per la
pace.
La Rep. Federale Tedesca è il Paese europeo col maggior numero di
obiettori di c. Nel 1980 essi sono
stati 45 mila. Per dichiararsi obiettori tutte le motivazioni sono ritenute
valide. Esiste un dipartimento specifico per il s.c. che dura 16 mesi,
uno in più del s.m.
In Svezia il s.c. dura 5 mesi in
più dei 13 mesi del s.m. e la richiesta può essere presentata in qualsiasi momento. La commissione
giudicatrice considera solo domande
di carattere religioso e morale; in
caso di rifiuto della domanda il richiedente si può appellare direttamente al Governo.
In Spagna dal dicembre 1976 l'o.
d.c. è riconosciuta come un diritto
da un regio Decreto, che però non
è stato ancora tramutato in legge.
Anche un successivo Decreto, che
prevede per il s.c. una durata doppia
(36 mesi contro i 18 del s.m.) non
è ancora stato tradotto in legge.
Per ora, ai giovani che chiedono di
essere riconosciuti obiettori è concesso di non partire per il s.m., in
attesa della relativa legge.
In Portogallo la situazione è analoga a quella spagnola. L'obiezione
di c. è riconosciuta dalla Costituzione ma non è ancora stata legalizzata.
In Finlandia oltre alla domanda
occorre presentare due dichiarazioni di due amici che confermino la
« buona fede ». Il s.c. dura 12 mesi,
quattro in più del s.m.
In Norvegia la durata del s.c. è
di 16 mesi e cioè quattro in più del
s.m. Praticamente quasi tutte le domande vengono accolte ed il servizio viene svolto in istituzioni sociali. in organizzazioni religiose, in
istituti di ricerca, nei musei, in organizzazioni umanitarie.
In Danimarca il s.c. dura undici
mesi, contro i nove del s.m. Tutte
le motivazioni vengono considerate
valide. Gli obiettori svolgono il servizio alternativo negli asili, nei musei, nei corpi forestali, nelle biblioteche, ecc.
Nella Rep. Democratica Tedesca
l'o.d.c. è permessa in modo molto
limitato. A parte il fatto che è solo
preso in considerazione un « credo
religioso o simile » gli obiettori devono egualmente vestire la divisa e
devono firmare una dichiarazione di
voler contribuire al lavoro delle forze armate, anche se sono dispensati
dal giuramento e dal prendere le armi. Il loro s.c. consiste in opere
di manutenzione e riparazione delle
strade e dei « danni procurati dalle
esercitazioni militari ».
In Gran Bretagna il s.m. è volontario dal 1960. Per un membro delle
forze armate è possibile l'esonero
« per motivi di coscienza » che comprendono tutte le ragioni sia di carattere etico, religioso o politico,
purché venga confermato il rifiuto
integrale della guerra. Una Commissione del ministero della Difesa
vaglia le domande: in caso di parere negativo esiste la possibilità di
appellarsi ad una commissione formata da civili.
Negli Stati Uniti il s.m. è volontario dal 1973, ma dal 1980 il Governo ha istituito la registrazione obbligatoria per i giovani di 18 anni.
Chi si rifiuta di essere registrato è
punibile con una multa fino a 15 milioni di lire e a 5 anni di prigione.
In Unione Sovietica l'o.d.c. non è
riconosciuta come un diritto e chi
rifiuta di prestare il servizio militare
obbligatorio rischia da 1 a 3 anni di
reclusione.
COSTRUIRE LA PACE
li primo processo per
l’obiezione fiscale
Pareccfii lettori ricorderanno
certamente il gesto di alcune
centinaia di cittadini italiani che
tempo fa si erano rifiutati di pagare le tasse nella percentuale
dovuta alla « Difesa » ed il cui
importo era stato reinoltrato al
Movimento Nonviolento. A sua
volta il Movimento aveva inviato detta somma al Presidente
Pertini che per altro Taveva
rifiutata. La cosa aveva anche
avuto una certa risonanza sul
nostro giornale ed aveva provocato l’intervento di alcuni lettori.
Ora, la questione ha avuto una
prima conseguenza giudiziaria
che, diciamo subito, si è risolta
in una bella vittoria per la democrazia e per il movimento
nonviolento in genere.
Ma veniamo al fatto. In occasione della Campagna nazionale
nonviolenta per la pratica della
obiezione fiscale alle spese militari, il settimanale valtellinese
« L’eco delle Valli » aveva fortemente appoggiato, con articoli,
volantini e interventi di rappresentanti del movimento nonviolento e del partito radicale, la
suddetta iniziativa. Ben 14 persone (fra cui il direttore stesso
del periodico, due esponenti della Cisl e della Cgil ed un parroco) vennero imputate di «istigazione alla disobbedienza delle
leggi di ordine pubblico attinenti all’obbligo da parte di cittadini di concorrere alle spese pubbliche (artt. 112 e 415 c.p.) ».
Il relativo processo sì è svolto
per direttissima a Sondrio nello scorso febbraio e tutti gli imputati sono stati assolti. Dopo
un’ora di camera dì consiglio il
presidente del Tribunale ha letto il brevissimo dispositivo della sentenza: undici assolti per
ché il fatto non costituisce reato, tre per non aver commesso
il fatto, uno perché il fatto non
sussiste. Il pubblico ministero,
che aveva chiesto delle condanne, ha impugnato l’assoluzione
e ci sarà quindi un processo di
appello a Milano.
A prescindere dunque dalla
sua « provvisorietà » si tratta ad
ogni modo di una sentenza di
notevole valore storico, giuridico e sociale; per una più approfondita riflessione sarà certamente importante il poter prendere visione delle motivazioni
della sentenza stessa che dovrà
essere depositata in Cancelleria.
Certamente le pubblicazioni nonviolente a suo tempo le renderanno note e sarà perciò interessante tornare in argomento. Assieme ad uno degli avvocati difensori si può però fin da ora
trarre una prima deduzione: come l’obiettore di coscienza al
servizio militare non è il «lavativo» che non vuole prestare un
servizio a difesa della collettività, ma intende esercitare la sua
attività in altri settori, cosi l’obiettore fiscale non è paragonabile all’evasore perché paga regolarmente le sue imposte, solo
che preferisce dirottarle verso
scopi di pace.
Roberto Peyrot