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Torre PelUce, 18 Luglio'Ì^l-XlX
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Nulla sia più forte della vostra fede !
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ABBONAMENTI
Italia e Impero .... Anno L. 15 — Semestre L. 8
Parrocchie del Primo Distretto . » » 12 — » » 7
Estero . . . . . » » 25 — » » 15
Dir«ller« i Prof. OINO COSTABEL
»13
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pellice
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - TORRE Pellice
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Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
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C0I?I1JNICAl¥0 UFFICIA^LE
J/ Corpo Pastorale è convccaio in seduta ordinaria
la mattina di ptercoledì 13 jfigosio p. v., alte ore 9.30,
neirytula Smodale della Casa Valdese di Zone J^ellice.
ORDINE DEL GIORNO
;
2
'3
Esame di fede di un Candidalo ai Santo Jvfinislero.
Jiomina delle Commissioni Esaminatrici dell’operaio della
Zavola, del Consiglio della f'acoìlà di Zeoìogia e della
Commissione degli Jsliiuli Ospitalieri Valdesi.
Comunicazioni varie.
yV. J delegali laici muniti di regolare, mandalo per il
prossimo Sinodo possono partecipare alla elezione delle Com~
missioni d’esame.
Torre Pellice, 15 Luglio 1941-XIX.
IL MODERATORE;
Ernesto Comba.
FELIX CULPfl!
« Nacque un’aspra contesa tanto che Paolo e Barnaba
'■ si separaróhó ».~’'Atlì 1^: 39.
La Chiesa formata di uomini sempre
fallibili, anche dopo la conversione, non
è perfetta nè mai lo è stata, neanche nel
secolo apostolico. Infatti il libro degli
Atti ricorda un dissidio sorto fra due
missionari dei quali uno fu Barnaba e
l’altro nientemeno che San Paolo.
Motivo della disputa fu Giovanni
Marco, colui che poi scriverà l’Evangelo. Barnaba e Paolo dovevano partire
per un giro di visite pastorali intese a
confermare nella fede certe chiese del_ 1 Asia Minore. E Barnaba voleva prendere con sè suo cugino Marco, ma Paolo
si oppose e non senza buone ragioni. Infatti Marco che aveva accompagnato gli
apostoli in un viaggio precedente li aveva d’improvviso abbandonati, interrompendo il viaggio senza motivi plausibili.
^ Barnaba insistette per prendere Matto, Paolo insistè nel suo rifiuto. e ne
nàcque una contesa, anzi un’aspra contesa.
La quale peraltro fu felice nelle sue
conseguenze. Dal male evidente Dio
seppe trarre più d’un bene. Intanto avvenne la separazione fra Paolo e Barnaba e questo fu un bene nel senso che
indipendentemente da Barnaba Paolo
fu più libero di far valere i doni di cui
Dio l’aveva colmato. Fu un bene nel
senso che Paolo e Barnaba, continuando
ciascuno ad evangelizzare in un campo
• diverso, si estese grandemente la sfera
d’azione degli apostoli; fu un bene nel
senso che invece dì due o tre missionari
se n’ebbe quattro!
Poi la contesa non rimase certo senza
effetti salutari su Marco che a motivo
'^della sua diserzione l’avea provocata. In
modo che, tutto sommato, possiamo dire
della disputa apostolica quello che un
^Dadre della Chiesa disse del peccato di
Adamo: « culpa, sed felix culpa », felice,
s'intende, perchè valse aU’umanità il
'Salvatore.
‘X Di quante nostre contese si può dire
che sono una colpa felice? Occasionalmente, è vero, possono condurre ad un
chiarimento di idee, ad una rettifica di
giudizio, a un miglioramento di rapporti, ma non di rado conducono a gravi
conseguenze. Le dispute, se non si corre
subito ai ripari, si inaspriscono quasi
sempre, e oltre a turbare, forse per
lunghi anni i rapporti di famiglia e di
buon vicinato, hanno talvolta un'eco nei
tribunali umani con scandali e spese ed
altri funesti risultati. Alla colpa iniziale
della contesa s’aggiungono altre colpe
e la catena dei mali s’allunga sempre
più.
Già San Paolo rimproverava ai Corinzi il loro ricorso ai tribunali quando
scoppiavano liti fra di loro e le .sue forti
esortazioni ad astenersi da simili procedure sono purtroppo sempre d’attualità.
Se le nostre contese degenerano in
inimicizie ed odi è perchè hanno origini
non da motivi ideali o da principi elevati, ma da meschini punti d’onore o da
interessi valutabili in denaro .sonante.
L’egoismo per cui facciamo di noi
stessi, della nostra vanagloria, del nostro piacere il centro e il fine della vita
spiega tutti i nostri dissensi.
La riconciliazione, che avvenne fra
Paolo e Barnaba, è resa per noi più difficile dal fatto che le parti dis.senzienti
non trovano facilmente un terreno di
interessi comuni dove possano tendersi
reciprocamente la mano. Paolo e Barnaba si separarono ma li univa sempre
l’ardente amore per la comune causa
del Signore.
Gesù dichiara che il dovere della riconciliazione deve avere la precedenza
sui doveri stessi del culto. E San Paolo
ricorda che « Dio ha riconciliato con sè
tutte le cose per mezzo di Cristo ».
Dio l’offeso ha preso Finiziativa della
riconciliazione con l’uomo offensore e
l’uomo, pieno di magagne e di colpe, rifiuterebbe di riconciliarsi col suo fratello dal quale è separato forse, .soltanto
da una semplice quistione d’interesse
materiale o d’amor proprio?
Che avvengano contrasti è quasi normale nei continui contatti col prossimo
da noi diverso per carattere e per educazione. Ma, avvenuto il dissenso, non
rinaspriamo con parole e con atti offensivi. Raccolti in noi stessi esaminiamo
qual sia la nostra parte di responsabilità
e qual sia il modo migliore per appianar
la vìa ad una riconciliazione che toglie
rà un peso dalla nostra vita e ci aiuterà
a comprendere la riconciliazione che
Dio ha operato per farci <c comparire
davanti a sè santi e immacolati e irreprensibili. Alb. R.
Progresso e i progressi
L’articolo, che il mio buon amico prof.
Sanuìele Tron ha volato -dedicare ai
miei opuscoli (1), è un invito a discutere tanto attraente, che non posso evidentemente resistere alla tentazione di
rispondere. Ma anzitutto devo ringraziarlo per l’apprezzamento tanto cordiale; - e fin troppo elogiativo - dei miei
modesti scrittàrelli; e devo al tempo stesso protestare energicamente contro la
sua supposizione, che motivi di convenienza sociale, o diciamo pure di carità
cristiana, mi impediscano di dire chiaramente quello che sento. No,, no ! i
miei opuscoli dicono esattamente quello che vogliono diré, e nessuno deve
cercare di leggere tra le linee quello
che non c’è. La prima, almeno, delle
due « gravi affermazioni », che il mio
contraddittore mi attribuisce, non c’è
affatto. « il popolo Valdese, nella sua
. njassa, è alla retroguardia del progresso » : io non ho mai detto questo,, e
non vorrei a nessun patto averlo detto,
perchè non è vero e perchè non lo penso!
Ciò premesso veniamo al /noccÍol¡0!
della questione, che è indubbiamente di
grande importanza : si tratta di tre atteggiamenti che si possono avere nei
riguardi del progresso. La descrizione
che ne dà il mio amico non mi sembra
molto esatta, e io non potrei accettare
senz’altro il posto che mi assegna nella sua classificazione. Ma completando
quello che dice con le affermazioni contenute nella fine del suo artìcolo, mi
pare, che la questione da lui sollevata
possa porsi così :
1° Si possono considerare i progressi in ogni specie come aspetti di un unico,grandioso movimento in avanti dell’umanità attraverso i secoli, movimento che è essenziàlmente spirituale. I
progressi particolari, anche i più umili, sono nobilitati dal riflesso spirituale del Progresso dell’umanità, di cui sono parte.
2° Si può rifiutare in blocco l’idea del
Progresso, e coprire di disprezzo ogni
idea di un miglioramento delle condizioni di vita, come fa l’ascetismo religioso nelle sue forme estreme.
3° Si può negare, o per lo meno mettere in dubbio, la teoria generale del
Progresso, senza rifiutare dì riconoscere il valore di molti progressi reali o
possibili. Questa sarebbe - difatti
è - la mia posizione. Vediamo dì giustificarla brevemente.
L’idea del « Progresso » è nata, si
può dire, soltanto verso la fine del 1600.
Tutto il Medio Evo, e ancora il Rinascimento e la Riforma, considerano
l’antichità come l’epoca della più grande sapienza e perfezione umana, in cui
si cercano i supremi modelli del vero,
del bello e del buono. Ma nel « Seicen
(I) « La Collana Miegge . - Eco delle Valli
N. 27, 4 Luglio 1941-XlX.
to » avviene un profondo rivolgimento
spirituale. Gli uomini si accorgono, che
i veri « antichi » sono quelli che hanno
vissuto di più, cioè sono i moderni. Gli
« antichi », in realtà, erano « giovani ».
Gli adulti siamo noi, che abbiamo dietro le spalle tanti secoli di più di loro.
L’umanità è, come una grande persona,
che vive molti secoli accrescendo continuamente le sue esperienze, imparando sempre. Ed effettivamente così avviene, nel campo delle scienze e della
tecnica, e si capisce che in un’epoca dì
grandi progressi scientifici come la nostra l’idea del progresso sia diventata
tanto popolare. Con un ardita generalizzazione, l’idea del progresso è stata
estesa nella vita spiritual^ dell’uomo
in tutta la sua ampiezza, ed è diventata
una di quelle visioni grandiose, à cui
gli uomini si ispirano nelle loro azioni,
e che si chiamano « miti ». Il « Progresso » è diventato il grande mito del secolo XIX.
Ma i miti anche i più potenti non
sono sempre in tutto veri. L’idea del
progresso, appunto nella sua espressione più ampia, è discutibile. E’ vero, che
l’umanità « impara » ; ma è altrettanto
vero, che l’umanità « dimentica » ; lè
questo è vero sopratutto degli aspetti
più elevati e profondi della nostra vita,
quelli morali. Le esperienze morali sono
quelle che si « dimenticano » più facilmente ; ogni generazione deve rifarle
per conto proprio. Ed è naturale che
sia cosi : perchè le nostre esperienze
morali più profonde restano un tesoro segreto della nostra anima, che soltanto in minima parte può essere trasmesso. Io posso dare utili consigli al
mio figlio, che pitobabilmente non li
seguirà ; ma quello che vi è in me di
più intimamente pregevole, il risultato
delle mie lotte, delle mie angosce, le
mie conquiste inorali, la mia maturità
spirituale, la mia « personalità », insomma, sparirà con me nella tomba ed
oltre la tomba. Le migliori energie dell’umanità, invece di accumularsi nella
storia, si disperdono continuamente
nella direzione degli spazi infiniti, diciamo meglio, deH’eternità. I progressi
morali degli uomini sembrano avvenire
a vantaggio di un altro mondo, non di
questo. E tale è infatti l’idea del cristianesimo. Il progresso, per il cristianesimb, non si compie nella direzione orizzontale del corso dei secoli, dall’antichità al medio evo e all’età moderna,
ma in direzione verticale, dalla terra
al cielo. Ognuno di noi « progredisce »
veramente soltanto se« si salva » ; ed
ogni uomo che nasce deve salvarsi dì
nuovo per suo conto ; e il punto di partenza, per tutte le generazioni, è sempre lo stesso : il peccato ; come identico è il punto d’arrivo : la vita eterna.
Nel secolo passato, l’idea del « Progresso » è stata sovente accolta come
2
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
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Una specie di surrogato dell’idea cri- stiana della salvazione. Molti grandi
e piccoli spiriti di quel tempo hanno
trasferito nell’idea del « Progresso »
qùel fervore di fede, che non erano più
capaci di concedere lal Dio di Gesù
Cristo. Naturalmente quella fede è nobile e solenne. Naturalmente, conferisce ad ogni sforzo umano una dignità
singolare. Ma sì tratta di sapere^ non
se è nobile, ma se è vera. E si tratta
dì sapere, in secondo luogo, se quella fede - che protrebbe essere una
colossale illusione - è veramente necessaria per giustificare un atteggiamento aperto e umano verso la vita.
Ora, io confesso che 'resto tuttora
esitante nei riguardi della prima affermazione. Progredisice l’umanità sulla
terra ? Non pensiamo al terribile bagno
di sangue di questi anni, che può essere un semplice episodio : pensiamo piuttosto al continuo trasferirsi delle migliori energie neH’eternità, di cui abbiamo parlato ; e pensiamo alla potenza
del peccato, che qualunque cosa facciamo, rimane formidabile, e sfembra
talvolta crescente nel mondo, tanto che
i più profondi spiriti del-cristianesimo
hanno sempre pensato, che il mondo
peggiora e peggiorerà fino alla fine...
Ma alla seconda domanda, più semplice, più banale, è facile rispondere
recisamente : No. Non è necessario
credere nel « Progresso » per apprezzare i « progressi ». Se no, si dovrebbe
dire che soltanto gli uomini degli ultimi due secdli hanno saputo stimare i
beni della vita. E sarebbe veramente una affermazione madornale !
Ecco il mio vicino, che fuma in pace
la sua pipa domenicale, seduto sopra
un,o scomodo sgabello ? E’ forse necessario credere, al « Progresso » per
dirgli : « Caro amico, staresti meglio
sopra una semplicissima sedia a sdraio
di tela, e non c’è nessuna ragione perchè tù te ne privi » ? Si dovrà forse,
per compiacere al mio contraddittore,
aggiungere una intemerata di questo
genere : « Miserabile retrivo che sei !
Non t’accorgi che sei alla coda dell’umanità ? Scegli questa sedia « progredita », e dà un calcio al tuo« arretrato »
sgabello »?
Naturalmente il tono della predica
è assai diverso nei due casi. Ma io non
potrei predicare su cotesto tono, in favore dei progressi che mi sembrano utili. Il mio amico S. Tron ha ragione di
dire : è perchè non credo al « Progresso ». E poi ? E’ forse necessario predicare su questo tono ? E’ necessario fare della sedia a sdraio, una questione di
principio ? Non basta dire che è più
comoda ?
Najuralmente, la predica del mio
amico può sembrare più nobile della
mia. Fare di ogni progresso materiale
una questione spirituale ; vedere anche in una povera sedia a sdraio l’immagine della elevazione delFumanità,
è certamente più grande, che dire semplicemente al mio vicino : « Pensa ai
tuoi comodi ». Ma forse, se il mio amico vorrà darsi la fatica di rileggere il
mio opuscoletto, egli dovrà convenire
che anche in questo, in fondo, non siamo cosi lontani come gli pare. Io non
ho voluto ridurre il valore dei progressi materiali alla loro utilità ; ho anzi
affermato il loro valore di umanità, di
dignità e di carità fraterna ; ho indicato in essi un omaggio al Creatore e un
servizio del prossimo. Tuttó questo è
spirituale !
Ed allora, il mio amico mi permetta
di concludere onesta lunga risposta con
una domanda :E’ veramente necessario
credere al grande mito del « Progresso »,
per esortare una comunità di cristiani
a ricordarsi che Dio è un Dio di ordine e di bontà, e che sarebbe una ben
misera fede, quella che ritenesse necessario, per onorarlo, di essere inumana ?
Giovanni Miegge.
Ricordiamo che domenica prossima, g
20 luglio, avrà luogo al Villar Pellice^
LA PRIMA GIORNATA f
DELLA GIOVENTÙ’ VALDESE.
Il culto verrà, tenuto nel tempio e sa- '
rd presieduto dal pastore Roberto Comba.
Nel pomeriggio, alle ore 15, avrà luo-.--i
go un raduno in località Teynaud e ver- \
rà trattato Vargomento
La Signoria di Cristo S
e l’ordinamento della Chiesa. '%
Parleranno il pastore Neri Giampiccoli, e il pastore Tullio Vinay, Segreta- ’^
rio generale della F. U. V. .a
Segnalazioni
Dieci anni or sono vedeva la luce la
prima edizione del Libro delle Benedizioni di Jacopo Lombardini ; oggi ne è
pubblicata una seconda edizione. Se di
un’opera poetica, dopo dieci anni, si
rifà un’edizione segno è certo che o
l’opera è diventata classica, ed ha quindi acquistato diritto di cittadinanza fra
i nobili volumi polverosi di un bravo
borghese che rispetti le tradizioni
letterarie, o l’opera ha effettivamente
qualcosa di attuale, di eterno cioè, dì
veramente vivo, poetico. E classica non
è l’opera del Lombardini ; la sua veste
stessa, che dieci anni or sono poteva apparire arditamente scapigliata, ed
oggi invece è quasi ortodossa, non nasconde una diremo quasi incurabile nostalgia romantica, che trasfigura i
grandi termini dell’ispirazione schiettamente spirituale della musa di Lombardini. Si rilegga e si rimediti a questo proposito la Introduzione poetica
che l’autore ha premesso ai suoi quattro canti del Libro delle Benedizioni ;
si noti come canti veramente 11 poeta,
quando egli lascia liberamente fluirei
come gli detta il cuore, l’incanto :
Delle selve, pel sicuro volo
Dell’aquila che sale incontro al sole !
...l’immenso azzurro
Della volta del cielo, ...le stelle
Che mi cantano a notte le tue lodi
E poiché non vogliamo, e non possiamo fare qui un’analisi critica, ma
solamente segnalare un’operetta bella
e buona, spigoliamo ancora e sarà forse quanto di meglio possiamo fare per
convincere il lettore :
... per il cespo
Di rose profumate e per il nido
Ove l’amor fa rifiorir la vita ;
Pel sussurrio del vento tra le fronde
Pel ruscello che canta, e per l’insetto
Che sull’ala ha un riflesso del tuo sole :
Per le forze onde il mondo reggi e guidi
E per la vita che mi freme intorno,.
Per la bellezza con la quale crei.
Mi prostro e benedico. Creatore !
Bella e buona,, abbiamo detto ; il
solito critico corrugherà la fronte ; bella, passi ; ma buona ? Da quando in
qua, di un opera poetica s’ha da giudicare se è buona o cattiva ? Anzi, se è
veramente buona, essa non sarà molto
bella, a meno che non si tratti di una
predica rimata, genere eminentemente barboso ! Si calmi il critico, e si convincano i lettori : vale la pena di legger
re questo Libro delle Benedizioni, perchè è l’opera di uno spirito travagliato,
che nel suo travaglio ha trovato la sorgente di una visione pura e serena del
mondo in tormento. Ed oggi più che mai
questa esperienza e questa parola sono consolanti. Cl.
(*) Jacopo Lombardini: Il Libro delle Benedizioni - (Seconda edizione, a cura di R. Malan)
Arti Grafiche «L’Alpina» - L. 2.
F. II. Vi
Percorrevo, una di queste mattine,
la strada fra Piscina e Viotti, contemplando con sempre rinnovata ammirazione la corona maravigliosa delle Alpi - e pensando, come spesso, a Voi,
cari Militari : i monti, i nostri monti
ed i soldati nostri formano sempre per
me una visione unica...
Or, dei molti pensieri che si affollavano alla mia mente, non starò a ripetervi quelli che già Vi furono espressi, dettati in specie dai classici baluardi di Pra del Tomo e della Balziglia ;
non tornerò a parlarvi della fermezza e della fedeltà di cui quelle rocce
sono emblemi. Udite piuttosto, quest’oggi, la voce che m’è sembrato sorgesse dal maestoso panorama d’insieme 'che si offriva al mio sguardo.
Nel considerare così, dal piano, la
linea dei nostri monti, mi ha colpito
sopratutto il noto fenomeno per cui,
da lontano, svaniscono le distanze fra
una catena e l’altra e, secondo che cammini, le cime più diverse mutano aspetto. Chi non sapesse, s’illuderebbe di
poterle varcare tutte rapidamente,
quelle vette j mentre lunghe vallate,
e profondi abissi le separano le une dalle altre. Per cui succede che gl’inesperti che vi si arrischiano non ne comprendono i segreti ; condotti talvolta in
direzione opposta alla meta od in passi difficili, s’indispettiscorio, ignorane
do ch’è per il loro bene e che così è
necessario ; dubitano ; mormorano forse : « la Guida, che fa ? » - Simbolo
vivente di ciò che noi siamo di fronte
agli eterni disegni di Dio, perfettamente savi, ma per noi, ignari, così dolorosamente misteriosi !
Donde, la voce che fino a me scendeva dall’insieme delle nostre montagne e che ho raccolto per Voi : Credenti, non dimentichiamo mai che quaggiù, da così lontano, non ci è possibile
scorgere con esattezza la realtà di tutte le cose nè Ip loro ultime finalità ;
non dimentichiamo che, nell’apparente
oscurità degli eventi, la Celeste Guida
ha però il suo piano ben stabilito ; ed
è quello di far cooperare ogni cosa al
Bene (Rom. 8) in vista dello scopo supremo che è la redenzione, il « divenire » della nuova terra in cui la giustizia abiterà (2 Pietro 3 : 13). Affidiamoci
alla Guida ; è il Padre Celeste... E,
sorretti da fiducia filiale, assolviamo con
rinnovato zelo e con indomito coraggio
il compito assegnatoci !
E’ dunque voce di serena calma
e di fiducia che scende dai nostri
monti. Cari Militari Valdesi, accoglietela ; seguitela ; ed essa diventerà per
voi promessa profetica : « quand’anche
i monti si allontanassero e i colli fossero rimossi, l’amor mio non si allontanerà da te, dice l’Eterno che ha pietà di te » (Isaia 54 : 10).
Luigi Marauda.
Con pei la tiadazlope di iaal
dalla mila “Piaanei et Mgoe!,,
COMUNICATO
La Commissione esaminatrice dei partecipanti al concorso indetto dalla F.
U. V. per la traduzione di alcuni inni
della raccolta « Psaumes et Cantiques »,
presa visione delle composizioni inviate da otto concorrenti :
conclude che nessuno dei concorrenti
presenta le qualità richieste dal concorso:
ricorda più meritevoli per dignità di
forma letteraria e concordanza coll’originale francese e con la musica le composizioni presentate dai due concorrenti con i motti « En preuv !» e « Carpent tua poma nepotes » ; e più particolarmente del concorrente « En
preuv » ! gli inni n° 20, 49, 84, 158 (il
migliore), 225 (al quale abbisognerebbero delle correzioni), 18, 32 ;
propone di rinnovare il bando del
concorso : 1) non richiedendo al concor’ rente una vera e propria traduzione che
costringe a storture di lingua, di rima
■ e di metrica, ad una forma antiquata
e contraria alla sensibilità moderna ;
ma lasciando libertà nella composizione
dei versi, indicando per ciascuno degli
inni il motivo tradizionale, l’intonazione iniziale alla quale debbano attenersi; 2) permettendo agli attuali concorrenti di perfezionare ulteriormente il
loro materiale e ad altri ancora di_ partecipare al concorso stesso ;
propone pure di modificare la serie
degli inni da tradurre, onde avere musicalmente come poeticamente cantici
eccellenti.
La comrnissione Esaminatrice :
Lily Giampiccoli, presidente
Franco Fortini
Giulio Falzoni
Scrivono aW€co...
.....un lettore... amareggiato per la
presenza, nella quarta pagina del nostro
settimanale, di annunzi reclamistici, de- ^
gli orari; non è inoltre molto persuaso
della utilità di certi articoli come Bel- ’
letto, ecc.; vorrebbe molte notizie delle
nostre Chiese di evangelizzazione, facendoci osservare, che dette notizie ser- ;
virebbero a rafforzare i legami che si ’
sono stretti tra i nostri soldati durante
il loro soggiorno in altre regioni d’Italia, con le Chiese valdesi locali. Egli è ;
convìnto che ciò facendo il numero dei
lettori aumenterebbe prodigiosamente. .
Osserviamo:
1 - L’Eco non fa le sue spese; la re
clame aiuta a farle; quando il numero ■
dei lettori, o il prezzo dell’abbonamento
fossero tali da coprire le spese, allora si "
potrebbe risolvere questo problema. Ma i
ora come, ora, si convincano ì nostri let-1
tori: il prezzo d’abbonamento è netta-”
mente inferiore al costo materiale del i
giornale; se ne convincano i ritardatari ti
e paghino il loro abbonamento; se ne ^
convincano gli amici, e in attésa di po- j
ter utilizzare la quarta pagina dimo-^
strino tangibilmente la loro simpatia: '
lascino da parte gli ipotetici aumenti di '
lettori e aumentino la loro., simpatia ^
(SIMPATIA, dal greco, significa: sop- '
portare, soffrire assieme: cioè, siccome '
le finanze del giornale soffrono, desiderano soffrire pure i suoi lettori; siccome ;
ramministratore sopporta il peso di ‘
questa sofferenza, i lettori desiderano
sopportarla essi pure, aiutare a sopportarla, versando una contribuzione iute- ,
gratina, divenendo cioè: SOSTENITO- :
RI). ì
2 - Giustissimo desiderio, quello delle
notìzie delle Chiese di Evangelizzazio- i
ne; ma c’è La Luce che è lì appunto per ■
questo!
3 - In quanto alle notizie sull’opera in !
generale, riconosciamo che quest’anno
vi è stato una lacuna, che non dipende
tutta da noi, ma che confidiamo sarà
presto colmata. Dir.
...la signorina Lina Tedaldi : una lettera che potrà essere non inutilmente
meditata:
Da molti anni, pur non essendo regolarmente iscritta come membro nella
Chiesa Valdese, frequento i culti, m’accosto alla Santa Cena, contribuisco alle
finanze. Membro de facto, dunque, se
non de jure.
Ho pochi mezzi, e, come un tempo i
marinai sui velieri di lungo corso, deve
fare di necessità virtù e trarre da quel
poco che ho, di che vivere adeguatamente. Vivere, per un cristiano, significa dare, e tanto più nei rapporti con
la Chiesa; e da tempo mi vado domandando: Ma, oltre a quella piccinina quota mensile in danaro, che cosa posse
dare? « Oro e argento non ne ho, me
quello che ho, te lo dò. In nome del Signor Gesù Cristo... » (Atti 3: 6).
1° Pensare
2° Pregare
3° Sorridere
i
3
3
L’ECO DE'XE V ILLI VALDESI
Í-1J,
'W
Pensare a pregare, per esempio. E’
facile scordarsene. Ma il cervello serve
a molti usi, quando lo si adopera di
buonavoglia.
Perchè, quando tra i credenti ci si fa
visita, non si dedicano pochi minuti
alla preghiera in « due o tre » ? (Mat.
18 ; 20). Credo che piacerebbe a molti,
ma che nessuno osi. Eppure, pregare
non è una « specialità » '¡pastorale, e
l’allenamento sarebbe prezioso.
Si può sorridere in molti modi. Charles. Wagner, in non ricordo qual prefazione (se interessasse qualcuno, potrei rintracciarla) dichiara candidamente che senza qualche segno d’apprezzamento da parte dei lettori, non si
sentirebbe di scrivere. Non a lui soltanto fanno bene i segni d’apprezzamento ! Una volta scrissi dèi pessimi
versi augurali, per una donnina di 83
anni, che viveva d’elemosina e morì
più che novantenne all’Asilo. Mi assicurò in tutta serietà che li rileggeva
tutti i giorni. Come ci vuol poco ! Una
stretta di mano, un « grazie », un « bravo », possono illuminare, diciamo poco, una giornata. Un’abbonata all’Amico dei Fanciulli scrisse lo scorso Natale una lettera di ringraziamento per
i collaboratori. E chi ci aveva mai pensato !
Veramente, io non ho mai fatto tutto il mio possibile. Ma voglio fare mèglio da ora in poi. Dio benedirà.
PERSONALIA
Leggiamo in « La Nazione » che al
prof. Carlo Comba, fratello del nostro
Moderatore, Direttore della Clinica Pediatrica di Firenze, che per ragioni di
limiti di età lascia l’insegnamento di
Clinica Pediatrica nella R. Università di Firenze, è stata consegnata, nell’Aula Magna della R. Università, dal
Rettore Magnifico Sen. A. Serpieri, una
medaglia d’oro. In questa occasione è
stata rievocata la magnifica attività
scientifica e filantropica dell’insigne
Maestro, che in tanti anni ha svolto
un’opera feconda di brillanti successi
nel campo scientifico, così da meritare
il riconoscimento entusiasta di molte
società scientifiche italiane e straniere ;
e non è stata dimenticata l’opera tenace ed appassionata di profonda ispirazione spirituale svolta a favore della
protezione della Maternità ed Infanzia
— I nostri migliori auguri a Giovanni
Enrico e Renato Alfredo, che sono venuti a rallegrare il presbiterio del pastore Alberto Rìbet.
SETTIMANA DI BINDNZIA
— 11.a Lista —
Fratelli Poet, in memoria della
Madre, Id. »
Famiglia Ferrerò Emilio, Id. »
Pons Marcella, in memoria del
Padre, Id. »
Ghigo Alessandro, Id. »
Pascal Maddalena, ved. Plancia, Id. , »
Ribet Roberto, Id. »
Famiglia Ribet, in memoria del
Figlio Oreste, caduto in combattimento al fronte alpino,
Pomaretto »
N. N., Id. »
Forneron Daniele, S. Secondo
di Pinerolo »
Novembre :
Adele e A. S. Peyran, in memoria della Mamma, Ferrerò
Maniglia »
Pons Ermanno, Id. »
Sig.ne Viglielmo, Chiotti di
Villasecca »
Unione Femminile Valdese, Id. »
N. N., Id. »
75,
15
20,
20,
5,—
10,—
50,
400,
50,—
50,
10,
20,—
40,—
12,75
CRON/IC/I VALDESE
PRAROSTINO. Il nostro culto del 6
corrente, è stato presieduto dallo studente in theol. R. Jouvenal, che ringraziamo per il suo buon messaggio.
— La Casa Estiva ha ripreso, con i
primi dì Luglio, la sua benefica attività. Ricordiamo che essa offre alla nostra gioventù un periodo di simpatica ed
economica villeggiatura in un ambiente
prettamente Valdese.
TORRE PELLICE. Il culto di domenica prossima nel Tempio di Villa (ore
10,30) sarà presieduto dal signor E. Ayassot, pastore a Venezia.
— Il Signore ha richiamato da questo
mondo ;
la sig.ra Appia Maria vedova Frache,
all’età di 80 anni - e il signor Piene Isidoro, all’età di 76 anni.
Sulle famiglie in lutto invochiamo ancora le consolazioni divine.
VILLAR PELLICE. Dipartenza. Abbiamo perduto un caro compagno per le
battaglie di quaggiù, con la dipartenza
di Giacomo Charhonnier fu Davide, del
Teynaud (Ciavignai). Il nostro fratello,
dopo parecchi mesi di malattia, ha risposto serenamente alla chiamata ih,
Dio, mercoledì scorso, ' 9 corrente, in
età di 76 anni. Era una caratteristica’
simpatica personalità valdese, e la sua
dipartenza lascia un vuoto sensibile, oltreché nella famiglia, anche nella chiesa ch’egli amava molto.
Rinnoviamo alla sua compagna, ai figli, ai parenti tutti l’espressione della
nostra simpatia e della nostra speranza
cristiana. j.
ricevuti dalia Direttrice
Settembre 1940 :
Peylran Emanuele, Ferrerò L. 2Q,—
Novizio Clementina, Sanremo » 20,—
Sigg. Peter, Perosa Argentina » 50,—
Ottobre :
Giorgina Mancini, Roma » 10,—
N. N., Roma » 7,75
Dott. Ugo Tilli, Id. » 50,—
N. N., Ferrerò » 10,—
Chiese di :
Bergamo, saldo L. 100,— LIBRERIA EDITRICE CLAUDIANA
Massello, saldo 1000
Torino, saldo 2638,25 TORRE PELLICE
Roma, Via 4 Novembre, saldo » 273,—
Firenze, Via Serragli, saldo » 110,— Serie azzurra : Vita spirituale.
Vallecrosia, saldo » 13,— 1 - TEMPO DI GUERRA . . L. 0,50
San Giovanni, saldo » 450,— 2 - PERFETTA LETIZIA . . 0,70
Ferrerò, saldo » 40,~ 3 - SII FEDELE . 0,70
Livorno, saldo » 24,— 4 - TIMIDI CREDENTI . » 0,70
Ivrea » 1520,—
Terrazza » 50,— Serie arancione ; Vaili Valdesi.
Drusacco » 30,—
Pont Cuorgnè » 22,— 1 - L’EREDITA’ DEI PADRI . » 0,50
Piedicavallo » 25,— 2 - SOTTO IL SOLE . 0,80
Carema » 67,— 3 - PROGRESSO » 0,80
Biella » 220,—
« * « Serie avorio : Problemi teorici.
Doni per l’Orianotrofio di Pomaretto 1 - CHI SONO I CRISTIANI
EVANGELICI • 1,
Serle verde : Diaspora Evangelica.
1 - SOLITUDINE
0,70
Chiedere il Catalogo delle pubblicazioni
alla
LIBRERIA EDITRICE CLAUDIANA
— C. C. P. 2-17557 —
Albo d’Onore
Ai primi del mese di giugno perveniva alla famiglia comunicazione ufficiale che il
Carabiniere PEYROT ENRICO
di Stefano e di fu Menusan Enrichetta
era caduto in combattimento a Trapoya
il 7 aprile ed ivi tumulato.
: Nato a Frali nel 1-903, Peyrot Enrico
si era arruolato a 18 anni nell’arma dei
C.C. R.R., compiuta la ferma si era stabilito per qualche tempo nella casa paterna dei Trossieri e di qui si era trasferito più tardi a Roma ove fu per qualche anno portiere della Chiesa Valdese
di Piazza Cavour.
Richiamato al principio della guerra,
partiva per l’Albania dove doveva immolare la sua vita per la Causa della
Patria.
Domenica 6 corr. ha avuto luogo nel
tempio dei Chiotti una breve cerimonia
commemorativa alla memoria del Caduto.
Oltre a numerosi parenti ed amidi
erano presenti il Segretario Politico di
Ferrerò, i CC. RR., ed una rappresentanza militare del Presidio di Ferrerò.
, Terminata l’austera cerimonia in
Chiesa, venne fatto l’appello fascista
davanti al monumento ai Caduti.
Alla vedova, alla figlia residenti in
Roma, al padre, ai fratelli e parenti
tutti esprimiamo il sentimento della nostra simpatia e solidarietà cristiana.
A. Janavel
E’ giunta ai parenti comunicazione
dall’Autorità Militare che il marinaio
Un medieo guarito
FAVOUT ALBERTO
fu Augusto e fu Bertinat Luisa, di Villar Pellice (Teynaud), deve considerarsi
disperso nel corso di una azione di guerra compiuta il 29 marzo.
Alla sorella, al fratellino, alle zie
ai parenti tutti del nostro giovane amico
esprimiamo la nostra simpatia nella prova che attraversano, mentre li -seguiamo con le nostre preghiere in queste
ore dì ansie e di ^speranze. j.
IL dottor Heim di ***, in seguito ad
un fallimento, si trovò a dover perdere
una forte somma di danaro, accumulato
con molta fatica, a traverso molti anni
di paziente lavoro. Alcuni giorni più
tardi il sub amico Hufeland lo incontrò
e gli rivolse parole di simpatia. « Ah! —
rispose vivamente il dottor Heim —,
perchè ricordarmi questo triste affare
che ho gettato dietro alle spalle! Grazie
a Dio non sono più oppresso da quel
peso ».
Poiché l’amico Hufeland si maravigliava di questa serenità, e gli domandava quale rimedio avesse potuto guarirlo così rapidamente, miracolosamente, il dottore rispose:
« Ho fatto come sempre, quando non
mi posso tirare d’imbarazzo da me.
Questo disgraziato affare non mi lasciava riposo nè pace, nè giorno nè notte.
Del danaro guadagnatò con tanto sudore, eccolo, volatilizzato quando ci si
pensa il meno! Era per lo meno spiacevole! Perfino i mìei disgraziati clienti
risentivano del mio umore, nero, sempre più nero! Visitavo gli ammalati, ma
la mia mente pensava al danaro perduto. A casa poi, le cose non andavano
molto meglio: la mia povera moglie,
sempre così allegra, non osava più cantare, per timore di provocare qualche
scatto nervoso! Durante i pasti rimanevamo in silenzio, scontenti l’uno dell’altro, mentre i bambini ci guardavano
silenziosi, stupiti e spauriti. Le cose non
potevano durare in eterno così: il mio
denaro era perduto ; dovevo forse anche perdere tutta la mìa serenità della
vita di famiglia ? Eppure mi era impossìbile di liberarmi da quel marasma.
Ed ancora una volta mi rinchiusi nella
mia cameretta ; ma invece dì percorrerla a passi agitati, di discutere con
Dio, di domandarGli perchè una simile
disgrazia era capitata proprio a me, uomo serio ed onesto, e non al mio collega, nè serio nè onesto, mi gettai in ginocchio e tacqui e costrìnsi il mio cuo're al silenzio. Non fu facile, ma allora
ho potuto udire una voce : ■
« Tu eri il figlio di un povero pastore,
ed Io ti ho benedetto, nella tua vocazione di medico in tale misura che tu sei
diventato un uomo ricco e rappresentativo. Durante molti anni Io ti ho permesso di divertirti con questo danaro,
proprio queUo che hai perso. Orbene,
Heim, perchè agitarti ancora ? Non
pensi che potresti sentire la potenza
della mia mano in ben altro modo ancora ? E forse in modo che tu non sospetti ? Riprendi anzitutto coraggio e
promettimi che vai riprendere il tuo lavoro con serenità: che ti ricordi che hai
risposto ad una vocazione , e che non
vuoi fame un mestiere ».
E questo io l’ho promesso alla voce, e
bimbi e moglie si sono di nuovo rasserenati, ed io ho riacquistato la pace, ;
ho dimenticato. Ed ora parliamo dei
miei malati, se vuoi.
(Trad. dal Duisburger Sonnttaggsblatt)
E’ USCITO :
Piccolo Dizionario Biblico
Contenente informazioni e
spiegazioni sui principali
personaggi, sulle località,
sugli usi e costumi e sugli
insegnamenti che ci sono
presentati nella S. Bibbia e
specialmente nel N. Testamento (con alcune illustrazioni. Indispensabile a qhi'
voglia studiare in modo intelligente, la Bibbia.
Volume di pp. 340.
Prezzo netto L. 16.
Ordinazioni alla
LIBRERIA EDITRICE CLAUDIANA
— C. C. P. 2-17557 —
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(Meditazioni preparate sui testi del Calendario Biblieo della Chiesa Morava)
Lunedi Lettura : Salmo 144
»1 LustHo 26:15-21.
Contristati eppur sempre allegri.
2 Cor. 6 : 10,
Ez.
> Quattro parole soltanto, ma una visione solenne e grande che insieme umilia, commuove e riempie di ammirazione.
E’ la vita stessa dell’apostolo Paolo,
dapprima, che ha sofferto persecuzioni
più di tutti, che ha patito in ogni maniera e che è stato tormentato da uno stecco nella carne, la quale ci appare illuminata del continuo dal sorrisò e animata da una santa allegrezza. Non solo,
ma è sempre lui che esorta: « Siate allegri nella speranza, siate sempre allegri ». Che fede! che vita nascosta con
Cristo in Dio!
E sono innumerevoli credenti dopo di
lui. Ne abbiamo visti tanti con i nostri
occhi: malati di cancro e di tubercolosi,
^11 ultimo stadio, gente colpita dai
lutti più crudeli, vedove desolate, orfani
soli al mondò, uomini forti piegati dal
dolore. Volti consunti dal male e rigati
dalle lacrime, che ad un tratto si rischiarano, si illuminano, ia un sorriso
di fede e di speranza.
® ®^SJ^ore, Signore! non posso niù
dubitarne ormai, non c’è notte si fonda
sulla terra, che ad un tratto non la rischiari per quelli che ti amano, un raggio della tua luce, non c’è tenebra alcuna senza un raggio di sole!
‘ ^ Cor. 4: 6-13 22 Luglio Ezech. 27: l-ll; 17.
Colui che è in voi è più grande di colut che e nel mondo. 1 Giov. 4: 4.
Fratello ascoltami ! L’esperienza nostra quotidiana, in questi tempi fortunosi e delle più straordinarie e gloriose che mai la chiesa abbia vissute II
mondo e nella tempesta, la bufera più
grande che la stona ricordi, si è scatenata suUa faccia della terra. Il principe di questo mondo, di cui parlava Gesù, ha scatenato tutte le sue energie
in una immane offensiva e « tutta la
creazione geme ed è in travaglio» ed
il numero di coloro che sono sgomenti
e disperati, nel mondo, non si può contare...
Ma noi, benché partecipi delle sofferenze di tanti altri compagni di viaggio in questa vita, siamo nella serenità e nella pace. C’è una voce, in noi,
che ci parla di fiducia e di speranza nel
nostro avvenire, in queUo della Patria
e in quello della nostra chiesa : una voce che parla con autorità e con forza
e che domina i clamori del mondo.
Ne avevamo parlato tante volte di
queste cose, ma allora - come dice Giobbe - non le capivamo, eran cose troppo maravigliose, per noi... Il nostro orecchio ne aveva sentito parlare, ma ora,
Tpcchip npstrp le ha vedute !
Mercoledì Lettura : 1 Cor. 4 : 14-21 25 Luglio Ezech. 27 : 25-30.
Tu non sei più servo, ma figliuolo : e
se sei figliuolo, sei anche erede per grazia di Dio. Gal. 4:7.
Ma io. Signore, non sono mai stato
degno d’esser chiamato tuo figliuolo -e
nemmeno tuo servo !
Nella tua Parola ho letto fra i nomi dei tuoi servi, quelli di Giacobbe,
Mosè, Giobbe, i profeti, Pietro, Giacomo
e Paolo... Ho letto che sono beati perchè ti stanno dinnanzi (2 Cron. 9 : 7)
e che tu stesso vendichi il loro sangue (Deu. 32 :43)... Ma, io, chi sono per
stare in si gloriosa compagnia e per
godere della loro beatitudine e dei loro
privilegi ? L’ultimo posto, un posto infinitamente più basso e modesto, nel
tuo Regno, sarebbe ancor troppo per
me...
Eppure, nella tua Parola^ tu parli
di me come di un tuo servo, non solo,
ma, per l’opera di Cristo, mi chiami
alla dignità d’un tuo figliuolo e d’un
tuo erede.
Io credo, io voglio credere alla tua
Parola o Dio mio, ma, per credere, debbo far violenza alla mia ragione. La tua
grazia è troppo grande perchè io me
ne possa capacitare. Vengo a te così
qual sono, mi abbandono a te interamente ; io non ho nulla e non so nulla,
da te ricevo tutto, tutto, tutto...
Giovedì Lettura: 1 Cor. 5: 6-13 ' 24 Luglio Ezech. 28 : 1-10.
Aborrite il male e attenetevi fermamente al bene. Rom. 12 : 9.
--- Perchè ? ,
L’apostolo lo dice nelld parole che
precedono : per l’amore senza ipocrisia
, che dobbiamo nùtrire gli uni verso gli
altri.
— Come? '
. — Nell’aiuola di un . vasto giardino
un bimbette piccino piccino avanza a
piccoli passi traballanti e tende la manina verso un bel fiore scarlatto. Non
vede dietro al fiore, nascosto sotto le
foglie, un lungo serpe color cenere, che
lo fissa con due piccoli occhi di brace
e protende, l’aculeo biforcuto pronto ad
inferire la puntura mortale. Ma, s’ode
nell’aria un grido acutissimo, il braccio
d’una giovane donna afferra il bimbo
attraverso alla vita e lo strappa lontano mentre il rettile spaventato scivola
nella sua buca.
Come quella madre, anche noi, fratello, sappiam distingueire il pericolo
del serpe nel male che circonda i nostri
giovani, i nostri cari e i fratelli nella
fede. Córriamo al soccorso !
Corri, sibila l’orrido serpe...
Corri, supplica un’anima che tu devi
salvare...
Venerdì Lettura : 1 Cor. 6: 1-8. 25 Luglio Ezech. 28 : 11-19.
Poiché foste comprati a prezzo ; glorificate dunque Dio nel vostro corpo.
1 Cor. 6 : 20.
Ecco, in poche parole, tutto l’Evangelo !
_ San Paolo si rivolge, con questa esortazione, a gente che commette il peccato della fornicazione, uno dei peccati
più grossolani e che maggiormente insozzano l’uomo. A questa gente, raccolta nel fango della strada, egli annunzia che per il suo riscatto è stato
pagato un prezzo inestimabile, il prezioso sangue di Cristo e la invffa a celebrare la gloria di Dio nel proprio corpo ancor lordo di fango e sul quale
la fornicazione ha impresso il suo marchio indelebile...
Forse anche tu, amico lettore, nuoi
dir con me di non aver mai commesso
peccate di fornicazione, ma devi riconoscere con me di non valer più degli
altri e, sopra tutto, di saperti assolutamente indegno di celebrare la gloria
.al Dio nel tuo corpo...
Ebbene, l’Evangelo ti annunzia che
questa mdegnità che giustamente ritenevi insormontabile, è superata e che
tu puoi, da questo momento celebrare
la gloria di Dio...
Avevi mai udito nel mondo .una cosa piu steaordinaria e più bella? Oh
gloria a Dio !
Sabato Lettura: 1 Cor. 6: 9-14 26 Luglio Esdra 62: 6-12.
Iddio, fin dal principio vi ha eletti a
salvezza mediante la santificazione nello
Spirito e la fede nella verità.
2 Tess. 2 : i3.
C’è qui un accenno a quella grande dottrina della elezione, o della predestinazione. che ha tanta importanza
nell economia della salvezza, ma che
riesce così misteriosa alla mente
umana e ch’è di quelle gloriose dispensaponi della Grazia nelle quali persino
gli angeli desiderano riguardare bene
addentro! 1 Pie. 1 : 12).
Ma che pwciò ? I Tessalonicesi, tutto
imperfetti,, son considerati
« Eletti », dall’apostolo, perchè han creduto alla predicazione dell’Evangelo. Tu
, fratello, siamo certamente tra
gli « Eletti » per la stessa ragione e n’è
^me una garanzia, per noi, il fatto che
Dio ci fa conoscere tutte queste cose...
L importante, oggi, è l’annunzio della
via per la quale ci conduce la elezione:
la via della santificazione e della fede.
Non temere adunque, anima mia. la
tua fede non anderà vacillando, ma si
fortificherà sempre più ; la tua natura
corrotta e peccatrice malgrado tante
sconfitte e tante delusioni patite fino ad
ora, andrà santificandosi man mano e
tu sarai santo. Amen.
Enrico Geymet.
Domenica 27 Luglio
Leggere la meditazione in prima pagina.
Prof. Gino Costabel, direttore responsabile
ARTI GRAFICHE . L’ALPINA » - Torre Pellice
t,.
ERCOLE MARELLI & C. S. A. - MILANO
CORSO VENEZIA, 16
POMPE - FIITII
par Acqua, Aceti, Vini, Liquori, Sciroppi,
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BELLAVITA • VIA PARIMI, 1
gli P.l* PARIMI S
La Ditta non ha doDoalti a^rapprountanH.
Lezioni : Dattilografia, Inglese, Francese, dà esperta insegnante. — Rivolgersi al giornale.
Cercasi giovane Valdese, tutto fare,
buona ricompensa, — Ri\?olgersi Casa
Diaconesse.
Prenderei podere in affitto in Vai
Chisone oppure alta Val Germanasca.
Scrivere al giornale.
QASA VALDESE DELLE DI/ICONESSE
Fondata nel 1901.
Ha per scopo la preparazione di
giovani cristiane, che desiderano consacrare interamente la loro vita al
Signore, curando i sofferenti.
Si mantiene mediante offerte volontarie.
Diaconesse felici I Un’ideale lungamente sognato che si può attuare nella
vita delle nostre giovani.
Per informazioni e offerte rivolgersi
al Direttore della Casa
SiG. Past. ROBERTO NISBET
Convitto Valdese
TORRE PELLICE (Torino)
Indirizzi di Chiese Valdesi
Angrogna — Pastore : Arnaldo Comba.
Angrogna (Serre) — Cand. Theoi.
Edoardo Aime.
Bobbio Pellice — Pastore : Alberto
Ricca.
Luserna San Giovanni — Pastore : Lorenzo Rivoira.
Massello — Pastore : Enrico Tron.
Perrerò —■ Pastore : Oreste Peyronel.
Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda.
Pornar etto — Pastore : Guido Mathieu.
Prali — Pastore : Arnaldo Genre (incaricato).
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda.
Prarostino — Pastore : Umberto Bert.
Riclccretto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodoretto — Pastore : Arnaldo Genre.
Rorà — Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chisone —- Pastore : Gustavo Bertin.
Torre Pellice — Pastore : Giulio Tron.
Villar Pellice — Pastore : Roberto Jahier.
Commissione Pubblicazioni : Prof. Ernesto Comba, Moderatore - Prof. Giovanni Miegge - Pastore Paolo Coisson.
Convitto Maschile - Torre Pellice Direttore ; Pastore Roberto Nisbet.
Orfanotrofio Maschile - Pomaretto —
Direttrice : Sig.na Adele Pons.
Orfanotrofio Femminile - Torre Pellice
— Direttrice : Sig.na Lidia Fini.
Istituto Femminile Valdese - Vallecrosia — Direttore : Pastore Davide
Pons.
Orfanotrofio Maschile (Istituto Gould) Via dei Serragli, 49 - Firenze — Direttore ; Pastore Emilio Corsani.
Zurigo — Chiesa Evangelica di lingua
italiana (Waldenserwerk) — Bethaus
Wiedìkon (Schlossgasse) — Pastore :
Alberto Fuhrmann - Steinstrasse 28.
Ufficio di Presidenza della Tavola Valdese — Prof. Ernesto Comba, Moderatore - Pastore Guido Comba, Cassiere — Via IV Novembre, 107 Roma (101).
Facoltà di Teologia — Via Pietro Cossa,
42 - Roma (126) — Professori : Ernesto Comba, Davide Bosio, Valdo Vinay.
Liceo-Ginnasio Pareggiato - Torre Pellice — Preside : Prof. Adolfo Tron.
Libreria Editrice Claudiana - Torre
Pellice — Direttore : Pastore Paolo
Coisson.
Istituto Evangelico Femminile - Via
del Gignoro, 40 - Firenze — Direttrice : Sig.pa Alice Huber.
Istituto Artigianelli Valdesi - Torino —
— Direttore Enrico Bounous - Via
Berthollet, 34.
Ospedali Valdesi : a Torre Pellice, a
Pomaretto, a Torino (Via Berthollet, 36).
Casa delle Diaconesse — Sede : Torce
Pellice — Direttore : Pastore Roberto
Nisbet.
Rifugio Re Carlo Alberto, per incurabili
- Luserna San Giovanni (Torino).
Asilo per Vecchi - Luserna San Giovanni (Torino).
Asilo per Vecchi - San Germano Chisone (Torino) — Direttore : Pastore
B. Soulier.
Asilo per Vecchi - Vittoria (Ragusa) Via Garibaldi, 60 — Direttore : Pastore Arturo Mingardi.