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DELLE VALLI VALDESI
Anno XCI — Num. ?7
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ABBONAMENTI
{
Eco: L. 1.3M per rinternu
!.. 1.800 per Tenero
Eco e Lo Luce: L. J.OOO per Tintemo
L. 2.800 per Tenero
Spedir, abh. postale ■ 1 Gruppo
Cambio d’indirizso lira SO
Spett.
biblioteca valdese
TORRE FELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
TORRE PELLICF. — 6 Luglio 1961 I
Ammin. Claudiana Torre Pellice • C.C.P. 2-1755'^ |
POVERTÀ DEL MOSTRO TEMPO
Ü
Crisi di vocazioni
Abilltandi e maturandi (nonché
esaminatori ) sono ancora (( sotto pressione»; eppure si è in pieno clima di
chiusura scolastica, molti sono già
partiti per i monti, il mare, la campagna; qu^cimo, peccato, dovrà ricominciare prima, a settembre...
Per molti ragazzi e giovani, per molte famiglie questo è tempo di scelta.
Ma sarà una scelta vera? Putroppo,
su di essa p>esa spesso fortemente ii
fattore economico; quante famiglie
non tengono veramente conto delle
inclinazioni dei figli, ma cercano solo
una strada su cui essi possano presto
’rendere’ qualcosa o, almeno, cominciare a mantenersi ; così t^^ti ragazzi
e giovani sono avviati su una strada
che rappresenta il puro e semplice
’gagne-pain’, e vi si trascineranno con
più 0 meno rimpianto, 'talvolta con
segreto rancore, comunque con un
senso di rassegnazione e di frustrazione, tutta la vita. Ora, se non è certo
lecito tranciar giudizi, quando il bisogno urge in una casa, è' pure giusto
ricordare ai genitori la grave responsabilità che hanno di. rispettare la
persona e la ’vocazione’! dei figli —
auspicando al tempo stesso il lento
ma per.severante costruirsi di una società in cui quei problemi non si pongano più con angosciosa urgenza a
tante famiglie.
Però, se questo aspetto delTincidere
de! fattore economico sul sorgere e
svilupparsi o meno di una vocazione
è comprensibile, apertamente condannaliiie è, invece, la smania di tanti
ge.uitori di dare « una posizione » ai
propri figli. Che significa, «una posizione »? per tanti, troppi : « un sacco
di soldi ». In queste case e in queste
cerehie, si parla con condiscendente
disprezzo di certi aspetti dell’attività
umana che danno «stipendi di fame»,
che non permettono un « brinante avvenire » (si accumulano le virgolette,
come gli slogan). Perchè nei fanciulli
e nei giovani che crescono in queste
case si affermi un senso vocazionale
della vita, bisogna che essi abbiano
una personalità ben marcata o ohe
ben intense siano le influenze esterne' Tanto forte è, nelTatmosfera tecnicistica in cui viviamo, il dogma sovrano del rendimento.
Tuttavia — e cito A C. Jemolo che
con un suo elzeviro su La Stampa (28
giugno) mi ha porto lo spunto a questa nota — « sarebbe troppo facile ridurre tutto alla sete di danaro; bisogna fare il suo posto a quella sorta di
claustrofobia ohe il nostro tempo ha
sviluppato, la paura della vita raccolta, delle giornate eguali, senza che
nessuno ci noti e parli di noi. L’individuo ha bisogno di. affermarsi esteriormente, di vivere in superficie.
Sembra aver perduto non solo il senso delTeterno, ma quello del domani.
Nessuno ha più prolungata la propria
vita del maestro, anche il più lunile
(la maestra del villagpo che educava
due generazioni, e di cui ancora si
parlava nel paese dopo cinquant’armi
da che era scomparsa), del medico
condotto che resta per l’intera vita
dov’è giunto a venticinque anni. Ma
è un miraggio che non attrae; forsa
sbaglio, ma molte delle esigenze dell’uomo di oggi scaturiscono da ima
continua paura di solitudine, dal terrore di non essere, dal dover durp
quotidianamente segni tangibili di Vita ».
Ora, «il mondo non può fare a meno di ohi lavora in silenzio, di òhi semina per Tavvenire. Dappertutto, sulle vette della politica, tra i guidatori
dei popoli, come nelle posizioni più
modeste, l’uomo più utile è il seminatore ohe ben sa die non vedrà il giorno del raccolto». Leggendo queste pa
Domenica 9 lii|lio ai Mici Laghi
Un convegno giovanile
a cui tutti gli unionisti ed i non più
unionisti sono cordiaimehte Invitoti.
Il programma della giornata è u
seguente :
Arrivo a Frali: ore 10 circa‘(con la
corriera che parte alle 8,30 da Perosa).
Salita in seggiovia.
Culto
Pranzo ai 13 laghi.
Studio del Pastore Franco Davite su;
« GIOVANI CREDENTI DI FRONTE ALL’AMORE». « ;n
Ritorno a piedi fino a Ghigo.
N. B. — In caso di brutto tempo u
convegno avrà luogo nella sala unionista e si partecii>erà , al Culto nel
tempio con la Comunità dd Frali.
fole dello Jemolo, vengono in mente
tante pagine assorte e gravi, anzi tut
ta l’opera di Ernst Wlechert, Tappas
stonato poeta della pnofondità della
vita e dell’umile silenziosa opera di
amore a prò dell’uomo. « Non abbiate
l’animo alle cose alte, ma lasdatevi
attirare dalle umili» (Rom. 12: 16), il
che del resto non è in contrasto, anzi,
con il « desiderate ardentemente i doni maggiori» (1 (3or. 12: 31).
Constatando l’attuale crisi di vocazioni — intese nel senso più ’laico
(che in questo caso è il più biblico)
e cioè non limitate a quelle ’religiose’
ma comprensive di ogni attività umana — lo Jemolo notava ancora : « La
pagina amara del centenario è constatare la scarsa rispondenza nel mondo d’oggi di troppe tra le figure risorgimentali: penso a quelle di terzo piano, agl’instancabili asseveratori di
una idea, che non accettavano soltanto la povertà ma anche Toscurità, paghi di essere apprezzati da un capo...
confortati dalla stima di pochi amici
sicuri... ». Vien fatto di chiederci se
non ci sono pagine amare anche nei
nostri centenari valdesi... e che ne è
del gran soffio che spinse per l’Italia
— e sorresse su per i nostri monti —
tanti evangelisti, colportori, insegnanti, pastori... Quanti dei figli più intrapredenti delle nostre Valli, andati ad arricchire la borghesia a tutti
i livelli di tante città, non hanno dimenticato — qualunque sia la loro attività — di « lasciarsi attirare dalle cose umili », in uno spirito di umile e
vigile vocazionalità, di fraternità servizievole e sagace? E in quanti operai o contadini, anche fra noi, c’è questo sereno senso vocazionale, questa
coscienza calma e saggia del valore
ultimo delle cose umili, quali la semina e la messe, l’amicizia e la solidarietà profonda — non* il camefàtismò
chiassoso e demagogico — del compagno di lavoro? le cose umili e vere che
non si comprano con denaro, e che
non sostituisce strepito di motori nè
accavallarsi di’ramagìni sugli schermi.
Porse come non mai, di fronte a
tanti falsi miraggi, è vero oggi Tavvertlmento del Signor Gesù Cristo :
« Che giova all’uomo se guadagna tutto il mondo e perde Tanima sua? »
(Mar. 8; 36). Quale altra «jrasizlone»
possono sognare dei genitori, possano
desiderare dei giovani credenti, se
non una vita in cui, secondo i doni
ricevuti e le proprie inclinazioni, cerchiamo di servire, coscienti che in
qualsiasi situazione slamo dei «(dnamati », e che « la messe è grande », e
che non c’è dono più grande di quello
di sentirci dire, nella nostra vita altrimenti senza sen^, « andate a lavorare anche voi nella mia vigna», a qualunque ora del ^ogio?
E’ inutile stabilire giornate e magari domeniche « delle vocazioni » (ma
non si insinua anche fra noi, spesso,
l’ipoteca clericale della sola vera vocazione, quella « religiosa », « ecclesiastica»?); citiamo apcora la conclusiont dello Jemolo: « Ñon ci sono impulsi estrinseci che possano far nascere
le vocazioni. La testimoniaaiza, più con
le opere ohe con la parola, di chi ha
una fede profonda; l’austerità di alcune vite; Tirradiarione di calore che
viene da certe modeste famiglie, dove
l’amore reciproco dà gioia, dove i figli
non hanno amici più cari, persone cui
sia più facile confidarsi dei genitori:
questo il terreno propizio al dischiudersi delle vocazioni ».
Se è vero che molti giovani d’oggi
mostrano una spregiudicatezza e una
assenza di ideali sconcertante e triste, non possiamo mai constatarlo
senza chiederci gravemente quale parte vi abbia la nosto responsabilità,
di noi già decisamente avviati o molto innanzi su di ui^ data via; senza
chiederci quale senso vocazionale quei
giovani hanno o tion hanno potuto
avvertire nella loro casa, a scuola, nella chiesa, nei primi passi nella vita
del lavoro. E d’altrabparte ci sono, più
numerosi di quel crae non sembri, coperti come sono da^a chiassosità ap
pariscente degli altri, giovani e glov anette in cui silenziosamente è all’opera, talvolta contro Tambiente,
Colui che suscita le vocazioni e che, se
seno necessari chi pianta e chi annaffia, è sempre il soto che fa crescere,
e che un giorno li manderà nella chiesa e fuori, ovunque, perchè il Suo
campo è il mondo.
E’ tempo di scelta, per molti. Non
scegliamo come se fossimo soli con la
no.stra vita. Gino Conte
SONO UNO DI VOI...
Nel giornale della Chiesa di Seozia.
Overseas \Oltremare) si trova nna deserizione del magnifieo lavoro eompiuto a
Sandena, nella parte .settentrionale del
(^ana. L’eco trovala da questo servizio
cristiano in .seno alla comunità può essere
riassunto neHa nota di una donna ehe
osservava una responsabile della clinica
missionaria c4ie si oocnpava di un gruppo
di neonati: «Noi vogliamo bene ai nostri
bambini, ma lei vuole bene a lutti i bambini ! ». La elinica funziona grazie al lavoro volontario delle mogli dei missionari; si spera tuttavia che possa presto essere nominata un’infermiera a pieno tempo.
La cliniea funziona anche come centro di
distribuzione di latte alle donne incinte
e ai bimbi inalali e, quand’è necessario,
vi si distribuisce pure farina di granoturco.
L’autore dell’articolo sottolinea quanto
la partecipazione dei laici, nella persona
dei consiglieri di chiesa, sia importante.
Racconta di essersi recato una volta a predicare, in compagnia di un consigliere.
J. Abobrika. Dopo il sermone, uno degli
abitanti del villaggio esclamò: « Se seguiamo Gesù Cristo c cessiamo di offrire
.¡acrifici ai nostri dei, ci succetleranno un
muta-hio di cose terribili, e gli spiriti malvagi ci perseguiteranno e uccideranno ».
La risposta che gli diede J. Abobrika evocava veramente il Nuovo Testamento : « Mi
conoscete tutti, sapete che adoravo gli stessi vostri dei e ehe li ho abbandonati per
seguire Gesù Cristo. Gli spiriti non sono
riusciti a farmi del male, perchè Gesù e
suo Padre sono più forti che gli spiriti ».
Una tale risposta è evidentemente assai
più convincente di lutto quello che un
biaiM'o avrebbe potuto dire.
La Missione fa dei piani per Tavvenire.
Uno dei grandi problemi per la regione
.settentrionale del Ghana è, ogni anno, la
penuria d’acqua durante la stagione asciutta. Con il pieno appoggio del Governo, la
Chiesa conduce una campagna per l’erezione di dighe in tutta questa parte del
paese. Uno sbarramento è già stato costruito con fondi messi a disposizione dal
Governo e la Missione spera di iniziarne
immediatamente un altro. Nel Ghana moderno la Chiesa svolge il suo ministero
servendo la comunità tutta e attraverso la
le.slimonianza dei laici africani.
NEL GHANA
li ffoverno del Ghana ha propoUo in un
libro bianco che il sistema tradizionale
della ¡toliiiuimia sin riconosciuto da tulli
fili abitanti del ¡mese e che l’unione libera
pralicatu in più del ^matrimonio legale non
sia più considerata come bigamia. Così
ogni uomo non potrà sposare legalmente
che una sola donna, ma dovrà assumersi
il carico di tutti i propri figli. L« moglie
legittima non potrà più chiedere il divorzio adducendo il pretesto che il marito
si è impegnalo con un altra donna o ne
ha avuto dei figlioli.
Il governo ghanese ha pure annuncialo
che le trasmissioni religiose alla radio sono state ridotte da 105 a 45 minuti per
settimana. Perciò, ¡ter ordine delie autorità. il culto domenicale di mezz’ora, radiotrasmesso in inglese, è ridotto ad un
quarto d’ora e non sarà più trasmesso che
una domenica su quattro; le altre domeniche sarà trasmesso in tre dialetti locali.
Un altro culto, finora trasmesso la domenica pomeriggio in un dialetto locale è
stato soppresso, come pure un’altra trasmissione ìnfrasettimamde in inglese. Soltanto la preghiera del mattino in inglese
'5 minuti) rimane nel programma come
per il passato. ' soepi)
COIUDmCATO
Il Corpo Pastorale della Chiesa Valdese è convocato in seduta ordinaria per
GIOVEDÌ' 13 LUGLIO
ALLE ORE 9
presso la Casa Valdese di Torre Pellice.
L'ordine del giorno è il seguente ;
Culto.
Esame di fede del candidato al
ministero Dott. Pier Luigi
Jal|a.
Relazione della Commissione
Liturgica.
Varie.
Ermanno Rostan
Moderatore
Roma, 3 luglio 196i
di ■
di
Questa nostra tlatia, di ieri e di sempre!
Tempo di maturità
Il poeta Carducci « nell’annuale della fondazione di Roma » (il Natale di
Roma) saluta Roma immortale « madre di genti », maestra di civiltà e di
diritto, liberata dalle sue catene il 20
settembre 1870. A Roma dunque si
rivolge con questi versi :
« E tu dal colle fatai pel tacito
Foro le braccia porgi marmoree
a la figlia liberatrice
additando le colonne e gli archi ;
gli archi che nuovi trionfi aspettano
non più di regi, non più di Cesari,
e non di catene attorcenti
braccia umane su gli ebri nei carri;
ma il tuo trionfo, popol d’Italia,
su l’età nera, su l’età barbara,
su i mostri onde tu con serena
giustizia farai franche le genti.
O Italia! o Roma! quel giorno, placido
tornerà il cielo sul Foro, e cantici
di gloria, di gloria, di gloria
cdrreran per l’infinito azzurro ».
« Ha da veni » quel giorno felice
in cui nel cielo azzurro di Roma volerà la candida colomba, ed il nero
corvo si sazierà dei putridi mostri
delle barbare età ignoranti.
« Verrà quel giorno » cantò nel 1876
Giosuè Carducci. Poi aspettò.
Guazzabuglio legislativo
Scrive, nel 1894, n. 26 deH’,4vv/sotore Alpino, il redattore di quel foglio valligiano, a proposito di un progetto di riforma elettorale presentato
dal ministero Crispi al Parlamento:
« ..Sono più mesi che quei progetti
Crispini si trascinano malamente dalla prima alla seconda lettura, finché
ora sì avvicinano alla terza; ma sono tante le modificazioni che si propongono e tanto strane le discussioni
che si fanno, che i progetti presentati
con una veste assai mingherlina e dimessa usciranno vestiti addirittura da
arlecchini. Si vede poi che il governo
ha perduto la bussola e non sa quel
che si vuole... Si vede che quei signori (i deputati?!) hanno voglia di scherzare. e che c’è qualche capo ameno
che si burla del governo conducendolo
come condurrebbe il can per l’aia.
Di qui a luglio del 1895 (data delle
elezioni) dovrà passare sotto i ponti
del Tevere molta acqua e possono accadere eventi ohe renderanno inutili
i progetti con tanta fatica e confusione
ad un tempo ora approvati ».
Ieri come oggi — oggi come ieri
l’acqua del Tevere scorre sporca sotto
i ponti; « quei signori » sono diventati
più numerosi s pagati a Montecitorio.
Non esistono più i « capi ameni » che
conducono il can per l’aia, ma autorevoli segretari di partito che impongono al governo la linea d’azione da
seguire. Non esistono più: prima, seconda, terza lettura, ma Commissioni
parlamentari.
La musica è però sempre quella:
occorrono mesi ed anni perchè un
progetto di legge venga presentato in
parlamento e discusso; e quando è andato, venuto e ritornato, il vestito è
sempre quello di allora: il vestito di
Arlecchino.
Spese del quaresimalista
Il 30 marzo 1894 il cronista dello
Avvisatore Alpino annunzia ai suoi
lettori un lieto annunzio:
« Un’altra lieta notizia : il parroco
di Luserna è stato condannato dal nostro Pretore a rimborsare al Comune
le sette annualità (L. 350) che in seguito a suo ricorso gli erano state pagate per il quaresimalista. Il parroco
dovrà pagare inoltre gli interessi e le
spese ».
Si tratta, precisiamo, di Luserna.
frazione di Luserna S. Giovanni; precisazione pedantesca, ma non del tutto
inutile per i miei amici di Luserna S.
Giovanni, i quali hanno recentemente
potuto meditare su un manifesto che
annunziava : iiiro podistico delle tre
Luserne!
Toponomastica a parte, forse qui
ieri non è del tutto come oggi. Infatti
Documenti, rivista che porta sulla
sua copertina: Presidenza del Consiglio (^rvizio informazioni) n. 112 marzo 1961 - riferisce a pag. 121 sull’andamento e realizzazioni conseguite
nei vari settori (dei lavori pubblici)
nel primo semestre 1960.
Sono dati ufficiali da cui risulta che
la costruzione di « edifici pubblici e di
culto » occupa in questo perìodo il
primo posto.
Numero dei lavori iniziati: 1.896;
ultimati: 1.719. Importo dei lavori
iniziati: milioni 10.743; Importo dei
lavori ultimati : milioni 14.459.
Qualcosa è cambiato; il nuovo senso di pudore per cui non si specifica
nella tabella (pag. 121) quale è l’importo dei milioni spesi per gli edifici
pubblici, e quale quello dei luoghi di
culto.
Del resto, i luoghi di culto non sono anche edifici pubblici?
Qui l’inverso non gioca, anche se
ho udito un autorevole predicatore
scagliare i suoi fulmini contro i luoghi
del culto di Venere, di Bacco e di
Mammona.
Elogio della proroga
In questi ultimi giorni tutti i fedeli
cittadini della repubblica italiana si
sono affrettati (per modo di dire) a
pagare una misteriosa sopratassa, che.
nel caso della radio, si aggirava sulle
100 lire: una marca da applicarsi sulla ricevuta del pagamento dell’abbonamento, un bollo deirUfficio competente e tutto è fatto.
Sennonché le vie della burocrazia
sono misteriose ed infinite: a tutto
aveva pensato, salvo a rifornire di
marche gli uffici competenti; c’erano
le stanche impiegate dietro gli sportelli; c’erano i timbri, ma la marca,
dove sarà?
Allora, Tultimo giorno, è giunta la
lieta notizia: proroga di un mese. Il
mio solito amico ha sorriso beffardo:
« Perchè ti sei arrabbiato? perchè hai
pagato a tempo? Non sai che bisogna
sempre aspettare una proroga? ».
Perchè ha ragione lui, beffardo; ma
ha torto, perchè la proroga è immorale; incoraggia ad essere disordinati e
scorretti: la proroga ha il suo trono
ed i suoi altari nel regno dei disonesti.
In questa nostra Italia, che ha conosciuto e conosce le invettive degli anticlericali, le caricature dell’Asino, ma
non ha conosciuto la Riforma, tutto
si può prorogare, mentre si affonda
nel pantano del conformismo scettico
e bugiardo!
Salve, dea Proroga, che nel cielo
azzurro di Roma voli sovrana!
L. A. Vaimal.
2
PM t
L’ECO DELLE VALU VALOBSI
N. 27 — 6 luglio 1961
scsajAV
Prandi fe tua croce
” Sv uno vuol venire dietro a Me, rinunzi a se
stesso e prenda la sua croce e mi segua”
(Matteo 16: 24)
Certamente molti lettori conoscono la poesia di Pier Paolo Parzanese intitolata; « La croce ». Essa riflette abbastanza bene un idea che
è abbastanza comune anche nei nostri ambienti : tutti hanno una croce
da portare. Questo, agli occhi dei più significa che tutti devono, almeno
qualche volta nella vita, provare qualche dolore. E’ facile sentire qualche persona pia che racconta le sue miserie esclamare con tono patetico che la vita è una croce.
Questa non è l’idea del nostro testo. Per il Cristo la croce non c
una cosa che si subisce; è una cosa die si prende. Gesù diceva: « Io
depongo la mia vita... Nessutio me la toglie, ma la depoiigo da me »
(Giov. 10: 17-18). Dio non impone la croce a nessuno, come non
impone a nessuno di rinunciare a se stesso; ma queste sono le condizioni per seguire Gesù. E’ una comoda ipocrisia dire che la croce sono
le sofferenze e i dolori che inevitabilmente si incontrano nella vita:
ipocrisia che vorrebbe servire a mettere in pace la coscienza di quelli
che non sono disposti a prendere la croce di Cristo, che non hanno
voglia di rinunziare a se stessi e che vogliono convincere se stessi e gli
altri che la croce è lo stalo di chi non ha più nulla a cui rinunziare.
Per prendere la croce non bisogna aspettare tanto. Quando si giunge
a questo punto è troppo tardi. La prova non è pili la croce ma l’avverti mento di Dio.
Certamente è possibile avere lo spirito della Croce molto più nelle
circostanze liete della vita che in quelle tristi, perchè nelle prime si
ha qualcosa a cui rinunziare: si fa un sacrificio rinunziando a se stessi.
Nei casi dolorosi non c’è più nessun sacrificio da fare, perchè non c’è
più niente da dare per il Signore. Si può prendere anclie il dolore
come croce, ma bisogna aver preso la croce prima.
La croce di Cristo non è un piagnucolare per attirare su di noi
l’attenzione e la simpatia degli altri. Chi si lamenta delle proprie
jdccole miserie non prende la croce, perchè cerca di cattivarsi gli altri,
anziché dare se stesso agli altri. Cristo sulla croce era solo nel dare se
stesso per molti: non ha cercato la simpatia nemmeno dei discepoli.
Nel nostro testo si scaglia con particolare violenza contro Pietro che
vorrebbe dissuaderlo da tale sacrificio: a Vattene via da me. Satana ».
La simpatia di Pietro quasi adira Gesù, non perché non l’apprezzi, ma
perchè il discepolo Pesprime senza aver capito nulla della croce.
E’ la medesima risposta che il (iristo dà oggi a tutti quelli di noi
che si lasciano sopraffare dalla stessa incomprensione: e questa risposta è, anche per noi, seguita ancora una volta dall’esortazione: « Rinunzia a te stesso, prendi la tua croce e seguimi ». c. t.
PRIMO DISTRETO
Concorso Borie di Stmli
IO
La Commissione Distrettuale del
I Distretto comunica che i giovani che
intendono fruire di una delle borse
di studio assegnata dalla Commissione stessa sono presti di fare pervenire la loro domanda entro il 30 agosto (past. Giorgio ;Toum, Massello).
Sono tenuti a fare la domanda anche
i giovani ohe hanno ottenuto borse
di studio neiranno ,1960-61.
La domanda devi essere corredata
dai seguenti docum^ti;
a) RaccomandazioDiie del pastore della propria comunità.
b) Certificato degli: studi compiuti e
delle votazioni ottenute nell’anno
scolastico 1960-61,
c) Stato di famiglia.
d) Dichiarazione della persona che
esercita la patria potestà, da cui
risulti di quali altri sussidi o borse di studio fru^e eventualmente
il candidato.
Il pres. della Comm. Distr.
Ah! i giovani d’oggi!
” La nostra gioventù ama il lusso; hn
cattive maniere, disprezza le autorità e
non rispetta le persone anziane. / figlioli
d’àggi sono dei tiranni, non si alzano
quando qualcuno d’una certa età entra :
contraddicono i genitóri, chiacchierano in
presenza d’altri, mangiano rumorosamente. tiranneggiano i lóro insegnanti”.
”I\'on ho più speranza nel futuro del nostro popolo, se esso dovesse dipendere dalla gioventù così leggera di oggi. Essa infatti è indubbiamente di una insopportabile spregiudicatezza, vuol sapere tutto.
Quand’ero giovane, ci s’insegnavano le
buone maniere e il rispetto dei genitori ;
ma la gioventù di oggi vuol sempre avere
ragione, avere l’ultima parola”.
”11 nostro mondo ha declinato, in questi ultimi anni. I figlioli non a.scollano i
genitori. Ognuno vuol scrivere dei libri.
La fine del mondo è. vicina”.
La prima citazione, del 61osofo ¡sreco
Socrate, data del .SOO a. C. La seconda è
stata scritta dal poeta greco Esiodo verso
il 700 a. C. E la terz^ proviene da un sacerdote egiziano vìssuto circa 2.000 anni
prima della nostra èra!
(da Kontakt, genn. 1961)
I lettori ci scrivono
Critiche alia Conferenza del Primo Distretto
TOPONiM!
delle Valli Valdesi
n. cura di T. G. Pons
PRELUDIO D’ESTATE
A PRAMOLLO
la Ferirà o Frìra: villaggio sulla d.
del Penice, a monte di Bobbio, allo
sbocco della comba omoiiima. Dal
termine « ferraria », località ove si
fonde il. ferro, miniera di ferro, un
tempo coltivata nell’alta valle del
Penice. 1222, vallis Feraria. 1613, alla Ferera; 1615, Aghitto della Ferrera. Cfr. carta di V. Grosso, 1640:
la Ferrera.
Feugira: fore.sto di Angrogna, ai piedi SE. del Castelletto, ove si distacca il sentiero per raggiungere il
giardino alpino « La Rostania ».
Luogo ricco, coperto di felci.
Feugiù: case all’inverso di Pramollo,
sotto il Cnisas. Luogo felcioso, propizio alle felci.
la Fleccio: case dell’Inverso Rinasca,
su la strada che collega S. Germano
a Porosa, di fronte a Rinasca. La
freccia, il dardo. Flèche è anche
nome di fam. provenzale.
la Flipogna: case a Torre, sopra il
Sarei e sotto i Cupin. Forse luogo di
residenza di qualche famiglia in
cui il nome di Filippo ricorreva frequentemente. 1716, Fillipo-gna e Fillipugna.
Fort Luì : abitazione sull’estremità
dell’altura che chiude sulla d. orografica del torrente lo sbocco della
valle di S. Martino, un tempo fortificata. Di fronte, dall’altra parte del
torrente, si trova un’altra punta
rocciosa e scoscesa ( la torre delle
anchette) sulla quale erano costruite altre fortificazioni che bldccavano così tutta la valle. 1612, forte di
S. Luigi 0 di Fra Luigi.
li Frache : villaggio di Angrogna, sui
confini di S. Giovanni, che oggi si
chiama li .lourdan. Il nome Frache
o Fraschia è nome di fam. assai diffuso in vai Penice. Ad Angrogna,
fin dal 1481 troviamo un Martino
Fenoglio detto Fraschia, e nel 1594,
a S. Giovanni, un Pietro Bartholomio, alias Fraschia. Da noi ha il significato di luogo ricco di cespugli,
di frasche. 1611, ruata delli Frasche,
Fraschia.
In Provenza, lo stesso vocabolo
« tracio » significa breccia, rottura,
spaccatura; dal lat. fractus, rotto.
Fracio Diirant: case di Riclaretto, sotto las Ara. Frascheto di im Durand.
Frapì: case nella comba dei Garboneri, sotto il ponte del Pautàs. In
Provenza, il termine « frap » ha il
significato di macchia, segno, marca. Ha identico nome una cima alpina in fondo al vallone di Pràli,
verso NO.
— Con loro grande .soddisfazione, terminati gii esami, gli alunni delle scuole
hanno potuto finalmente mettere da parte
libri e rartelle e iniziare le tanto sospirate
vavanze. Essi ora andranno a respirare
l’aria pura dei monti, salendo ogni giorno all’Azzarà per il pascolo del bestiame,
oppure — i più grandirelli — aiutando
i loro genitori nei numerosi lavori della
lampagna.
Prima della rhiusura della scuola hanno
avuto luogo due simpatiche manifestazioni; la visita a Italia 61 e la celebrazione
della Festa della Mamma e della Scuola.
— La prima si è svolta il 18 giugno.
Certamente i bimbi ricorderanno a lungo quelle bella giornata e le meravigliose
cose vedute. Partiti in un comodo autopullman della Ditta Zaoco, messo a loro
diapoisizione dalla generosità del Sindaco
e della Amministrazione Comunale, essi
si sono recali alla sede della Stampa prima, poi a Palazzo Carignano, allo Zoo,
al Circolo della Stampa c infine a Italia 61.
L’accoglienza che essi hanno ricevuto è
stata delle più cordiali e cortesi. La Stampa ha offerto a loro, ed ai loro accompagnatori, il biglietto di entrata alle varie
mostre ed un generoso rinfresco, e il Comitato Italia 61, per cortese interessamento del Generale CoTsson, li ha fatti accompagnare durante tutta la giornata da una
gentile hostess che ha fornito loro molte
interessanti ed utili spiegazioni.
A concludere la bella, indimenticabile
giornata giungeva l’inatteso, ma molto gradito invilo delle alunne della 5“ elementare di Settimo Torinese, a recarsi in quella cittadina per una visita alla loro scuola
e per la consegna di un dono appositamente preparato. Queste bimbe erano entrate in contatto epistolare con le nostre
scolaresche in inverno, in seguito alla grave disgrazia dei Tournim. Le accoglienze
ricevute a Settimo sono stale delle più entusiastiche ed affettuose. I nostri bambini
sono stati fatti segno alle più premurose
c più amichevoli cure. In un breve, commovente discorso la dinamica Insegnante
Signora Converso ha ricordalo la disgrazia
dei Tournim, alla quale le .sue allieve avevano preso parie inviando tulli i loro risparmi, c poi ha consegnato ai nostri bimbi, a nome delle sue scolare, un generoso
dono consiislente in un proiettore con relative filmine, 10 libri di lettura e diverse
penne stilografiche. Han ringraziato il Sindaco di Pramollo Cav. Isidoro Roeia e il
Pastore. E’ seguito un ottimo rinfresco
con distribuzione di dolci e caramelle.
Giunta l’ora della partenza ci si separa
un po’ a malincuore, ma con la gioia dei
bei momenti trascorsi insieme e con la
promessa di incontrarsi presto dinuovo e...
a Pramollo questa volta.
— La Festa della Mtmtma e della Scuola
è stala celebrata la domenica 25 giugno.
La manifestazione ha avuto inizio con
uri pranzo, a! quale ha preso parte una
quarantina di persone tra Pramollini e
amici venuti di fuori, per festeggiare il
coriferimento della « Stella al merito del
lavoro » al Sindaco Cav. Isidoro Rosia.
Nel pomerìggio — dopo la visita al nuo
vo edificio scolastico costruito a cura della Amministrazione Comunale (e la cui
inaugurazione ufficiale è fissata per questo
autunno) e roffertai deUa Bandiera alle
scuole di Ruata e di Lussie da parte della
Signora Rosia in nome della nipotina Antonella — i bambini, molto ben preparati e diretti dai loro insegnanti, si sono
prodotti — davanti ad un pubblico numeroso accorso ad udirli — in un interessante e gentile programma di recite.
La simpatica festa si è conclusa con la
distribuzione da parte dei bimbi del simbolico mazzolino di fiori alle loro mamme e con la tradizionale tazza di tè offerta dall’Linione delle iMamme.
Il noslro grazie va agli insegnanti: Signorine Giorgina Giàcone, Brunilde Ghirardo. Silvana Balma Mion e Signor Arcangelo Di Bernardo ed a quanti hanno
collaborato alla riuscita della simpatica,
gentile festa.
— Per involontaria sviata è stato omesso
nella nostra ultima cronaca il battesimo
avvenuto l’ultima domenica di maggio di
Marco Bounous, di Guido e Ada, dei Ribetti.
Ci scusiamo dell’omissione e formuliamo per il piccolo Marco e per i suoi genitóri, padrino e madrina i migliori auguri di benedizione.
— La domenica 16 luglio il culto principale verrà celebrato all’aperto, in zona
« mianda Ferdinando lahier », all’Azzarà,
insieme alla Comunità di Riclaretto, Esso
è fissato per le ore IL Nel pomeriggio
avrà luogo, nella stessa località, una riunione presieduta dal Pastore Franco Davite, di Riclaretto, con notizie sull’opera di
evangelizzazione in Italia. Seguirà, per i
giovani, un pomerig^o ricreativo.
Preghiera di portare il cantico italiano
e il cantico francese,
In caso di cattivo tempo la manifestazione non avrà luogo e il cullo si svolgerà
regolarmente nel tempio.
— Anche a Pramollo il termometro è
salito in questi giorni fino a 25, 26 ed anche 27 gradi all’ombra. Con il caldo sono
arrivati ì primi villeggianti. Porgiamo loro, insieme agli altri velie certamente seguiranno, il nostro più cordiale saluto di
benvenuto insieme all’augurio di un buon
riposo. Ci auguriamo anche di poterli vedere, come negli anni oassali, puntuali
ed assidui al tempio.
PERSONALtA
Per ano spiacevole difetto dHnformazione, nel dare notizia del conferimento
di medaglie d*oro ad alcune insegnanti
benemerite ubbiamo omesso di citare, e
ringraziare cordialmente un gruppo di insegnanti di Torre Pellice: le Signore Emma Civra Giordano e Giuditta Costabel
Giraudin e le Signorine Ida Jourdan e
Luigia Frache. Scusandoci del ritardo,
esprimiamo loro i nostri più vivi rallegramenti per questo riconoscimento ufficiale:
quello di tanti e tanti ragazzi e delle loro
famiglie e affettuosamente assicurato, da
tempo, a ciascuna di loro.
Per carità, non credere o lettore che stia
per gettare una doccia di acqua fredda su
tutte le cose belle e buone che sono state
dette della Conferenza di Villar Pellice.
Vorrei anzi dirne più bene ancora di quan.
to non sia stato detto. Vorrei descrivere come sono stati cari e gentili tutti questi Pastori e delegati che per due giorni sono
stati ospiti nostri e come ci si trovava bene
in loro camfmgnia. Come fummo commossi
noi, dietro le quinte, quando, dopo averli
pregati di raccogliere loro stessi le quote
dovute per i pranzi, nominandosi un. cassiere per ogni tavolo, ci siamo visti arrivare in cassa più denaro di quanto non ne
avevamo domandato, perchè. Essi, avevano
stimato che non ne avevamo domandato abbastanza... E vorrei anche dire come fu
bello. la sera del primo giugno, Vinconiro
tra membri della Conferenza, giovani della
Corale di llllar Pellice ed ospiti germanici del Castagneto, come seppero istantaneamente immedesimarsi nello spirito di
comunione fraterna internazionale del Villar e leggere con essi la Parola del Signore
in oiù lingue e cantare tutti insieme, e fraternizzare a lungo con entusiasmo e alfine
ripetere tutti insieme la preghiera del Signore.
E non potrei neppure tacere il fatto che
nella nostra Conferenza non si è vista neppur Vombra di quelle passioni e di quelle
rivalità che un tempo erano purtroppo frequenti. Rispetto, comnrensione e reciproco
amore sono state senza dubbio delle caratteristiche positive della Conferenza.
Tuttavia in questo mondo non v'ha nulla di perfetto ed è bene di ricordarlo soprattutto in tempo di euforia. Desidero vertanto muovere una critica alla nostra Conferenza, ma uno critica affetuosa la quale
non colpisce lei più di tutte le altre, mu
denunzia piuttosto un male che affligge tutte le nostre assemblee ecclesiastiche. Il male dell*immobilismo. La nostra Conferenza ha votato un solo ordine del giorno: sul
problema delle nostre popolazioni Valdesi
che emigrano verso la città e la pianura.
In esso la Comm. Distrettuale è invitata
a studiare Latgomento. a consultare fonti
di informazione e, eventualmente, a nominare una commissione di studio. (Se seguirnno la prassi consueta, riudiremo parlare
del problema tra un anno...). Orbene, da
parte di un organo deliberante come una
Conf. Distr. e sopra un argomento di scottante urgenza come quello, avremmo voluto ben altro!
Ma ormai siamo abituati così e non sappiamo quasi più fare altrimenti. Nella nostra esperienza .sinodale più che trentennale abbiamo visto queste situazioni ripetersi
innumerevoli volte e se in alcuni ca.si era
opportuno nominare una commissione, di
studio (ricordiamo per es. il trionfale successo nel 1930 circa di una comm. presieduta dal pastore-Ugo-Janni circa la possibilità per i pastori di funzionare o meno
come delegati dell*ufficiale di stato civile
in vista della celebrazione dei matrimoni), in molti altri essa era soltanto la
concessione strappata a chi non aveva voglia di deliberare nulla o il contentino
concesso a chi con pas.sione perorava una
causa. Era il modo, nei casi imbarazzanti, di ricorrere a quel "senno di poi di cui
son piene le fosse**; oppure quello di lasciar fare a quel **tempo** che trova sempre la sua soluzione, senza troppo preoccuparsi se essa sarebbe quella voluta da Dio.
o ancora, il modo di non affrontare delle
responsabilità imbarazzanti... Forse, .se«za volerlo metto un po' di cattiveria nelle
mie parole. Certo è che molti avevano un
gran concetto della ''Commissione di studio" e che in molte, troppe, occasioni essa
fu la risposta ai problemi della Chiesa.
Perchè?
Forse perchè i rappresentanti della Chie
sa nelle conf. e nei sinodi sono per la maggior parte uomini che nella vita debbono
soprattutto studiare? (Pastori, insegnanti,
avvocati, professionisti vari...). Son questi
infatti che discorrono nelle nostre assemblee e dirigon le sorti della Chiesa. .Mollo
meno di loro si esprimono in questi nostri
tempi gli operai, i contadini, gli artigiani
ecc. Forse questi ultimi concepirebbero altri modi di azione, ma è naturale che quegli altri abbiano fiducia soprattutto in quello studio che costituisce la palestra principale della loro vita...
E ringraziamo pur Dio che nei nostri
runclii militino tanti uomini di studio che.
idtrimenli, potrebbero forse restar sguernite di difensori le nostre trincee...
Ma questa nostra classe dirigente, però,
deve aver la bontà di ricordarsi che essa
non è tutta la Chiesa e che, soprattutto, la
Clìiesa di Cristo ha un modo « suo » di affrontare ì suoi prohlemi, il quale non si
può confondere con quello dì nessuna (alegoría. nè con quello degli intellettuali, nc
con quello della gente di fatica.
\e/ caso di cui trattò la no.sira Conf.
per es. mi domando se la nomina di una
'’Commissione di studio" sia il modo con
il quale la Chiesa debba rispondere ad un
così grave problema. Se nella clinica un
medico può ’'studiare" la malattia di un
paziente e intanto lasciarlo morire, la
chiesa non può studiare così e quando un
incendio divampa e minaccia un quartiere, i pompieri non pos.'iono riunirsi in
commis.sione di studio per sapere come c
scoppiato l'incendio o quali potranno essere le sue conseguenze. I problemi della
(liiesa sono sempre un "fuoco alia casa".
Mentre noi sediamo a tavolino a studiare,
ci sono delle anime che si perdono, delle
persone che muoiono, delle lypportiriità
che (ms.sano...
La famosa Conferenza di Gerusalemme,
tipo di tutte le nostre conferenze, aveva
pure degli argomenti estremamente iìifjicili al proprio ordine del giorno che avrebbero meritalo molto .studio, ma non si .sognò neppure di nominare una comm. di
studio, discusse eppoi deliberò.
La Chiesa del Signore è qualche co,sa
di più .snello, più pronto e più generosa
che non un consesso borghese che avanza
.solo a tempo dì commissioni di studio e
di collegiali e ponderate deliberazioni.
Queste son buone per un organismo democratico. ma la Chiesa di Cristo non è
un ente democratico co.sì come non è neppure aristocratico. E* un ente Cristocra¡ivo e nulTaltro che questo.
Un po' meno di studio ci vuole e un
po più di pazzia della croce, un po' meno di cultura umana e un po' più di sapienza divina, un po' meno di esoismo
e un po’ più di generosità, meno calcoli
e più passione, meno paura e j)iù coraggio- c^>mc ai temi>UcU-Geini e come^ ti'quelli dei padri nostri.
E sia ben chiaro, per concludere, che
non vogliamo affatto negare che attorno
nll'O. d. G. incriminato, non vi siano stati
anche dei proponimenti ottimi e molta
pratici e che non abbiamo affatto voluta
fare un torlo alla ottima Conferenza del
ì> Distretto. Abbiamo .soltanto voluto
esprimere il desiderio che in avvenire e
nel pro.ssimo sinodo la nostra Chiesa prenda un po’ meno gli attesgiamenti delle
accademie e un po* di più quello di una
vera chiesa. In un tempo nel quale il mondo va alla rincorsa e attorno a noi molte
sette e molte chiese evangeliche che dispongono di forze culturali inferiori alle
nostre, svolgono una attività di testimonianza enormemente più intensa e che ci
confonde quando la consideriamo, è forse
venuto il momento per noi di sostituire
le "Commi.s.sioni di studio" con dei "gruppi di azione". ’ Enrico Geymel.
Risultati scolastici
COLLEGIO VALDESE (Torre P.)
Scuola Media Pareggiata
Promossi alla II" Classe: Aime Gisella;
Anrico Fernanda; Baiotto Ivar; Bein Myriam; Benech Speranza; Berlin Maura;
Corongì Giovanni: Colla Morandini Giovanni ; De Bettini Cristiana ; Decostanzi
Giuliana; Fontana Claudio; Grosso Giampiero; Marino Domenico; Molinari Marco; Moncada Giuseppe; Monnet Giorgio:
Piacenza Laura; Raimondo Walter; Revel
Erica: Ribha Anna Maria; Ro.stan Paola;
Scagliola Ada; Sommani Letizia.
Alunni promossi alla III" Classe: Armand-Hugon Marco; Barale Grazia; Bert
Grazia: Ben Marcella; Bellica Maria Grazia; Bonjour Damele; Coisson Vera; Coucotirde Ettore; De Bettini Luca; Frache
Roherlo: Gabriele Giampiero; Manini Enrico: Miceli .Angelo; Michelin Salomon
Fiorenzo; Michialino Carla; Modenese
Chuidia; Padelletli Andrea; Pizzardi Malviiia; Possetli Maria; Scarinci Enrico:
S( biavo Ivana; Tourn Silvio.
Alunni licenziali dalla Scuola Media: Badariotti Fiorella; Benedetto Sergio; Buzzi
Giovanni; Favout Franco; Galanides Ant(.nio; Gambi Gloria; Gardiol Ernesto:
Legger Franca; Malan Guido; Manfredi
Fausto; Monnet Ornella; Mucchio Stefano; Peyrol Wanda; Poei Margherita;
Pons Guido; Roland Paola; Rosani Roberto; Speziale Paolo: Tino Angelo: Valente Doris.
Ginnasio-Liceo Pareggiato
Alunni promossi alla V" Ginnasiale: Battaglia Renalo: Cotta Morandini Lineile;
De Bettini Marco; Mathieu Gianfranco;
Monnet Franco: Pallard Fiorella.
Alunno idoneo V" Ginnasiale: Peltazzi
Massimo.
Alunni ammessi alla /« Classe del Liceo:
Bein Elena; Cavazzani Guido; Gönnet
Osvaldo; .Nisbet Renato; Pomi Liliana:
Riva Guido; Taglierò Mariella.
Alunni promossi alla il" Liceo: Armand
Hugon Valdo; Decanale lamra; Imberli
Piero; Ricca Mirella; V’alenle Graziella.
Alunni promossi alla HI" Liceo: Aimc
Eliana; Balma Gian Andrea; Davit Flora;
Nicolosi Carlo; Pegone I.uigi; Perro Clandia: Taglierò Franco: Tosellì Mario.
SCI OLA LATINA (Pomaretto)
Ammesso alla I" Media: Tron Emanuele.
Promossi dalla I' (dt:i li": Bronza Arturo Costa Renala; Costantino Rino; Giaiero Adriano: Grill Frar.co; Grill Pierino:
1 egei- Fran<o: Miol Eliana: Pcyroi Ezio:
Perro Liicìami: Pons Ezio; Richard Ida;
Romano Daniela; Roslati Orina; Sappè
Diega; Tron Edgardo; Trou Giuliano.
Promossi dalla II" alla III": Barai Gino:
Beux Franca: Bleynat Olga; Bounous Clala; Bounous Giorgina; Coiicourde Andrea?
G( lire Anna; Micql Liviclta; Pastre [va?
Rostagno Piero; Simonclli Virginia; Talimni Vanilii; Tron Anna Maria; Tran Elcna.
Licenziali: Bahiia Claudio; Castelli Silvana; Consolìni Silvano: De Sette Massimo; Dosio Mirella: Genrc Paola; Codini»
Fnrica: Marlin.at Elfrida: Peyran l'erruccio: Pcyroi Valdo: Poi-i Ada; Pons Lelia:
Revel Paola: Richard Nadina: Tron Grazie Ila; Tron Orlando.
Sindaco valdese ad Arezzo
Che un Comune abbia un sindaco
valdese non è un’esclusiva delle Valli. ad Arezzo, infatti, è stato confermato nella carica di sindaco il prof.
Cornelio Vinay (PSD, che guida una
giunta municipale così costituita: assessori effettivi 3 socialisti e 3 comunisti, supplenti 2 comunisti. La composizione del Consiglio comunale aretino è la seguente: DC 17 seggi, PCI
12, PSI'9, PSDI 1, MSI 1,
3
6 luglio 19161 — N. 27
L'ÈCO DELLE VALU VALDESI
pa«- 3
La foaé del Fratelli Ortodossi
\ ■ ■— -----—
"Un 'cattolicesimo non-romano, che ci poco conosciuto
La quasi sicura e prossima ammissione della Chiesa Ortodossa del i>atriarcatc di Mosca nel Concilio Ecu
menico ha rinnovato rinterèsse dell’Occidente per questa Chiesa la cui
ccnoscenza è però ancora del tutto
insufficiente per la maggior parte del
cristiani occidentali.
Per molti gli Ortodossi sono semplicemente dei « cattolici senza papa
i cui preti hanno, in compenso, una
moglie ed una grande barba».
E’ chiaro che una deflniz'one di
questo genere è talmente sommarla
che non vale nemmeno la pena di
discuterla, come anche l’illusione di
quelli che credono ohe gli Ortodossi
siano « quasi dei protestanti », pressapoco pronti ad accettare la confessione di fede di una chiesa calvinista o, almeno, luterana.
La realtà è ben diversa e le Chiese
ortodosse rappresentate da 7 patriarcati (Costantinopoli, Alessandria, Gerusalemme, Antiochia, Serbia. Mosca
e Romania) e dalle Chiese di Grecia,
Cipro, Bulgaria e Albania costituiscono un gruppo ben definito di molti mPioni di credenti con delle di.ctinzioni assolutamente chiare sia nei
confronti dei cattolici che dei onrteslanti, anche se con quésti ultimi il
dialogo è réso possibile ; dal comune
riconoscimento ohe nessuna chiesa
è essa stessa l’unica proprietaria della verità, ma che tutte devono cercarla in Cristo: colui che è la via, la
verità e la vita. '
Un culto ortodosso
Entrando in una Chiesa ortodossa
la prima impressione è Jjuella di essere in una chiesa cattolica romanacrocifissi, immagini, altaj'e, paramenti, la liturgia cattolica detta in greco, litanie in parte pronunziate dal
sacerdote e in parte cantate dai fedeli. I
Ma come noi riformati, ci difendiamo dalla accusa che i nostri culti so
nc freddi perchè i templi sono disadorni, così gli ortodossi ci fanno notare che non ostante le apparenze ci
sono delle differenze fondamentali e
ci ricordano che, apparentemente, anche il culto di alcune chiese luterane di stretta osservanza ha molti di
questi elementi: si chiama addirittura « la messa tedesca », ma nessuno
si sogna di dire che i luterani sono
cattolici.
Effettivamente, anche un profano
può notare delle diversità sensibili.
Per. esempia le .immagini, che si.ohiatmano icone, sono diverse da quelle
che siamo abituati a vedere nei paesi
latini. Sono, come dire, méno corporee, meno centrate sulla presentazione del personaggio stesso quanto su
un messaggio che egli stesso ha dato
alla chiesa. Non ci sono delle statue
e i quadri presenti ci ricordano da
vicino certi disegni delle catacombe
3 quelli della chiesa antica da cui
sono direttamente derivati. I fratelli
ortodossi ci spiegano, per esempio, che
le icone con Maria e il bambino Gesù, non sono mai l’icona della Ver
Impressione analoga si può ricevere esaminando la ricchissinia liturgia
ortodossa e gli altri elementi del culto nel quale la predicazione riprende
un grande posto, soprattutto nella
Chiesa di Russia dove essendo permessa la frequentazione dei culti, ma
non la propaganda religiosa (l’unica
permessa è quella « scientifica », cioè
antireligiosa) tutta l’istruzione dei
credenti e r'evangelizzazione stessa è
affidata alla predicazione che ha così
ritrovato, come nelle chiese della Riforma, il suo posto fondamentale nel
culto.
Ho partecipato una sola volta ad
un culto ortodosso, alcuni anni or
sono a Ginevra. Una cosa mi ha molto colpito : il senso di gioia profonda di
questi credenti riuniti per una lunga funzione (quasi due ore), in piedi
per tutto il tempo (e pochi sono arrivati o usciti fuori orario). Molti elementi di questo culto mi seno sfuggiti, ma non questo ed alla mia domanda un amico ortodosso mi rispose : « viene dal fatto che sentiamo di
essere ”in casa”, nella nostra vera ca
sa, in presenza del nostro vero Padre ».
Anche se gli ortodossi non recassero all’Ecumenismo altro elemento che
questo, sarebbe un buon contributo
portato alla Chiesa di Gesù Cristo.
La Chiesa di Giovanni
Il misticismo è il centro della teologia e della fede ortodossa.
Non è facile spiegare in poche righe di che cosa si tratta, soprattutto da parte di uno che non è affatto
portato alla mistica, tanto più che
SI tratta di una concezione assai diversa della fede e della vita. Qualcuno ha detto : « Roma è la Chiesa di
Pietro, la Riforma quella di Paolo,
l’Ortodossia quella di Giovanni ». Non
penso che l’Evangelo di quel discepolo sia più mistico degli altri, ma qualcosa della familiarità del discepolo
che Gesù amava, qualcosa della luminosità di quell’Evangelo è certan;ente passato nelle Chiese orientali.
Il loro senso di gioia che non sempre le nostre chiese conoscono, quel
senso di presenza diretta e immediata di Dio che talora delle tradizioni
non certo venute dal Nuovo Testamento hanno velata in parecchi a favore di un Dio lontano e giudice spietato degli uomini, quel senso vivo
della trasformazione radicale del credente che, se pur completa solo nel
Regno di Dio, è già-tale da illumina«
re di una nuova luce la vita che il
cristiano trascorre su questa terra,
anche se teologicamente non fondamentali, sono aspetti che possono
aiutare a capire questo misticismo
che afferma con S. Basilio: «l’uomo
è una creatura che ha ricevuto lordine di diventare Dio».
Certo la strada del colloquio e del
confronto di fede con le Chiese orientali è una strada lunga e non facile;
molti malintesi e preconcetti non cominciano neppure a scomparire nè
su, non sono mai iicona uena vci- da una parte nè dall’altra; ma poi
gine, ma la rappresentazione dell’in- chè questi nostri Fratelli hanno de
camazione nella quale l’umano e il ciso di percorrerla con noi occorre
- ... ___£__^ 1 .1 ________Clio ci-vcjf^nn.
divino sono uniti senza confusione o
senza separazione. La maggdOTanza
delle icone rappresenta d’altro^nde
non la vita di un santo, ma fatti riferentesi ad episodi della Bibbia. L’icona per eccellenza è del resto quella di Cristo che regna suiruniverso
(Cristo Pantocratore).
Questo non cambia nulla nel nostro pensiero sulle imrnagini e sul loro uso nella chiesa, mìa ci permette
intravedere ohe vi può essere una
chiesa che non ne usa o ne abusa
come succede spesso nei nostri Paesi
percorrerla .
che il cemune cammino sia sostenuto dalle preghiere di intercessione di
tutti. E per questo non c’è bisogno
di conoscere la teologia mistica, nè
di avere delle particolari simpatìe per
essa; non c’è neppure bisogno di conoscere personalmente degli ortodossi o aver partecipato a un loro culto ;
basta sentirsi veramente e seriamente membri di quella Chiesa di Cristo
che ha ricevuto l’ordine di essere una
e che ha bisogno delle preghiere di
tutti per camminare in quella dire
Franco Davite
TI Metropolita Nicola di
^ Krutisky, che ha sul
capo la mitra episcopale
bizantina, benedice i fedeli
durante il culto nel famoso monastero di Zagorsk
nei pressi di Mosca. Nella
destra egli regge il «dikirion », le due candele unite ma non fuse che simboleggiano le due nature
di Cristo, unite ma non
confuse nella sua persona.
Il simbolismo ha un posto
larghissimo nella teologia
e nella liturgia ortodossa;
anche gli arredi dei templi e gli oggetti relativi al
culto sono tutti ricchi di
sia;nifìcati simbolici. Questo perchè « la pietà ortodossa rifiuta un puro intellettualismo. La fede abbraccia l’essere intero. Dio
parla all’uomo non solo
per mezzo di parole, ma
anche di segni sensibili
(da qui l’importanza dei
sacramenti) ». Questa è
pure la ragione della profonda venerazione delle
iconi (immagini).
Verso Nuova Delhi
Quel che oe pensano
i cattolici
Città del Valicano. — Durante il suo
soggiorno a Roma il cartiinale Falonan
Gracias, arcivescovo di Bombay, deve sottoporre alle alte sfere VHiticane alcune raccomandazioni. il cui tenore è segreto, circa l’atteggiamento che i cattolici indiani
devono adottare verso la terza Assemblea
del C.E.C. Usuava Delhi. 18 noi-.-6 die.).
Prima della sua partenza per l’Europa
il cardinale Gracias, in un articolo pubblicato da The Examiner, periodico cattolico
di Bombay, precisa che l’incontro che egli
deve avere a Roma con il card. Bea
presidente del segretariato per l’unione
dei cristiani — sarà una delle più importanti previste per la sua visita.
Egli nota che ”in molti paesi i teologi
cattolici hanno preso meglio coscienza
delle lacune del loro comportamento verso
i cristiani non cattolici, comportamento
generalmente molto negativo e polemico,
soprattutto verso i protestanti”. Se questi
ultimi sono per lo più lontani dal comprendere l’insegnamento cattolico, ciò va
attribuito all’atteggiamento ’’riservato” tenuto dai cattolici nel passato, che. .secondo numerosi sacerdoti, ha jatto^^ perdere
’’occasioni di fecondo apostolato”.
( soepi)
CONGRESSO
A.I.C.E.
Si comunica che l’annuo Congresso
dell’Associazione Insegnanti Cristiani
Evangelici avrà luogo a Firenze, abbinato al « campo latino », che si svol
gerà dall’S al 12 luglio.
DA BUDAPEST A TORRE PELLICE
Una Bibbia alle Valli Valdesi
del., cappe... »"f "dÌ. ¿“«0 e ‘.‘-.SrSS
-.unto de... .iturgt, si ,'g’Sl“ ewi e ” S
Ce ne .sono molle bibbie a Torre
Pelliee, preziosamente conservate!
Di una ci sia permesso di parlare,
brevemente, in (juesta calura estiva
che concilia pacale sonnolenze di
afo.se meditazioni.
K’ con,servala nel piccolo Museo
Valdese di Torre Pelliee, meta di
turisti e vi.sitatori stranieri e sacro
alla sorridente ignoranza indigena.
F. la bibbia di La|os (Luigi) Kos, sut 11. In questi mesi sacri ai ricordi
storici nazionali d’Italia 1861, abbiamo riletto la storia di questo ungherese che fu il protagonista di alcune fra le più nobili pagine del suo
paese, maestro di coerenza, di dirittura politica alle generazioni del
secolo scorso che videro in questo
esule un maestro di vita civile.
Era nato in Unglieria, allora sotto il giogo austriaco, nel 1802. La
lotta politica per rindipendenza e
la liberazione del psuo paese lo vedono presto audace éd intelligente
campione. Il giornalismo lo attrae;
vede nella stampa uno strumento
prezioso di combattimento; e subito la censura austriaca interviene;
c arrestato e, condannato a 4 anni
di carcere, di cui sconta solo 8 anni.
Liberato, fonda Un nuovo giornale: il Pesti Hilap che raccoglie 7(M)0
abbonati; Mett emidi il principe
della Restaurazione; cerca di « comjirare » questo nuovo astro del giornalismo e della politica, che, eletto
deputato nel 1847, proclama apertamente la guerra dell’indipendenza
ungherese. Un coriiitato di Salute
Pubblica è nominato: Kossuth entra in relazione con gli uomini delle repubblica romana, con Mazzini,
con la repubblica di Venezia, e Manin.
Sono gli anni della speranza e delle delusioni: della « fatai Vovara »
e della fuga di Garibaldi. In Ungheria la Russia interviene; lo zar Nicola ristabilisce l’ordine austriaco a
Budapest. Kossuth. va in esilio, c
fissa la sua residenza a 1 orino, dove vivrà fino al 1894.
Vivrà inseguemlo vani sogni di libertà per la sua patria, pronto alla
congiura; darà consigli e suggerimenti ai suoi fratelli rimasti in patria; respingerà onori ed offerte di
austriaco impegno.
Alla sua morte la sua salma verrà
trasportata in patria ed avrà onori
trionfali.
Kossuth è già entrato nella storia ed è diventato un mito: difficile
da comprendere per i piccoli uomini del tempo, presi daUa passione
dei piccoli intrighi elettorali del
tempo.
Ma perchè non è egli tornato in
patria, dove lo si sarebbe eletto de
putato? E sarebbe stato magari ministro ed avrebbe potuto far costruire strade ed inaugurare edifici pubblici! Oppure avrebbe potuto entrare nella carriera militare (era nobile) e diventare brillante ufficiale.
Com’è splendente di giovanile ardore nella sua uniforme di cavalleggero unglierese (c’è questa fotografia
nel piccolo museo di Torre Pelliee).
Co.se difficili da capirsi!
Infatti anche allora furono parecchi che non ne capirono niente; fra
l’altro un certo g. m. (Giovanni Malati « gerente » dell’Avvisatore Alpine di Torre Pollice), il quale, nel
numero del 80 marzo 1894, dopo
aver ricordalo fedelmente ed obiet
tivamente vdta ed opere dell’esule
i.ngherese, fa della filosofia della
storia, o della morale se preferite.
Il piccolo giornalista di Torre Pellice scrive gravemente: «... A difjerenzu di tanti altri uomini eminenti i cui meriti non sono riconosciuti che dopo la loro morte, il Kossuth fu, lui vivente, innalzato alle
stelle e la venerazione del suo popolo si accrebbe col crescer degli
anni. Sarebbe egli .stato così fortunato ove egli avesse preso parte attiva alla vita politica del suo paese
c fosse stato osservato davvicino dai
.suoi compatriotti? Con tutto il rispetto che c’impone la memoria di
un tant’uomo, ci facciam lecito dubitarne; giacche non v’ha chi non
.sappia quanto appaiono più fulgide
certe glorie viste da lontano ».
Come diceva quella piccola nube:
, il sole non fosse una sorgente di
calore, sarebbe soltanto una luna e
non mi disturberebbe!
E ritorniamo alla bibbia, « dono
di Giovanni Chauvie, fratello di
Margherita, fedele domestica di
Kossuth ».
Dunque Ko.ssuth morì; non era
cattolico; l’enciclopedia Treccani,
monumento della scienza ufficiale
italiana dei neri decenni imperiali
e fascisti, ignora i funerali, naturalmente, e parla solo della traslazione della salma in Ungheria.
Le Témoin (aprile 1894), dopo
aver reso omaggio alla vita dell’esuie glorioso scrive francamente:
... « Alt point de vue religieux U
nous est difficile de rien dire à son
sujet car il était peu démonstratif
sur ce point et les pasteurs de Turin
n’ont pu être admis auprès de lui
datis sa dernière maladie. Cependant ils sont heureux du témoignage
que la famille du défunt tient à rendre à la foi évangélique... ».
I funerali solenni furono presieduti dal pastore valdese Davide Peyrot.
« Il nous est diffcile de rien dire... ». Giusto!
C’è la sua bibbia che parla! « Il
était peu démonstratif » in fatto di
religione; non frequentava regolarmente i culti, ma leggeva la sua bibbia.
E’ proprio necessario, inoltre, che
l’uomo debba sempre dire qualche
cosa, nell’ora solenne del trapasso’?
L. A. V.
PER UN SERVIZIO VOLONTARIO
Un appello urgente
delTAsilo di Vittoria
La situazione del personale nell'.Vsilo è
stala, sempre una « spina nel fianco » per
questa nostra Opera, a cagione della scarsezza di persone pronte a consacrare parte
del loro tempo per compiere con vero spirito cristiano nn servizio volontario, se
pur retribuito.
Già il collega Colucci aveva espree.so
con .addolorale parole il suo rammarù-o
per tale stato di cose, dandomi le consegne un anno fa; ora però, con la partenza
della ragazza quivi adibita ai servizi di
pulizia dei locali, dal 4 luglio in poi mi
troverò soltanto con la cuoca, una sorella
di Riesi addetta a tale servizio.
E’ quindi oltremodo urgente che .si possa trovare una giovane robusta, e soprattutto moralmente seria e cristianaanente
consacrata, che possa prendere servizio
qui neir.Asilo, con le seguenti mansioni:
pulizia dei locali (cinque camere, la sala
da pranzo, i servizi, le scale) ed il bucato
ogni lunedì (fatto però con lavatrice elettrica!. Maggiori chiarimenti si potranno
dare direttamente alle interessate.
La vita qui si svolge in ambiente familiare. .4bbiamo solo sei ricoverati e non
aumenteranno fino alla costruzione del
nuovo Asilo. 11 vitto è a voilontà, nel po
meriggio alle ragazze rimangono libere
un paio d’ore per il riposo: è a loro disposizione una biblioteca e la televisione.
Quanto al salario mensile possiamo offrire lire l.TnOO, aumentabili dopo un periodo 'li prova di due mesi, oltre a liitic
le assicurazioni sociali previste dalla legge. (Juindici giorni di ferie pagale aU’aiino, tredicesima mensilità etl il pomeriggio
della domenica libero.
Potranno inoltre partecipare a tutte le
attività della Cliiesa di Vittoria. Si desidererebbe che l’età fosse dai 3fl ai 40 anni.
■Se vi sarà qualche giovane disposta ad
offrire, nel quadro del « .servizio volontario per la Chiesa » il proprio contributo
anche per il solo periodo di un mese, riceverà lo stesso un piccolo coniipenso, oltre
alla nostra sincera gratitudine.
In attesa fiduciosa Giovanni Scuderi
Rappresentanti di organismi protestanti, cattolici ed israeliti hanno pregato
il Congresso americano di prolungare di
i-inque anni il programma che mette a loro disposizione eccedenze della produzione agricola per distribuirli oltremare, di
a( crescerne la quantità e di contribuire
alle spese di trasporto,
4
P*I. *
L’ECO DELLE VALU VALDESI
N. 27 — 6 luglio 1961
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
MASSEl
— La popolazione massellina ha motivo
di essere partieo'larmenie fiera di alcuni
suoi membri che hanno in questi ultimi
tempi segnalato il nostro Comune alla meritevole attenzione di tutti i valligiani: i
nostri ragazzi agli studi anzitutto che hanno nella quasi totalità ottenuti ottimi risultati sia alla Scuo'la latina che nelle
scuole superiori ; meritano il nostro elogio in particolare i tre ragazzi che hanno
frequentalo il telescuola durante l’inverno di cui due, Tron Giovanni e Pons Marco, sono stati gli unici promossi agli esami finali, a Pinerolo, grazie alla loro
buona volontà ed alla cura veramente encomiabile dei loro insegnanti.
— Abbiamo motivo altresì di rallegrarci del fallo che in occasione della assegnazione della medaglia d’oro per i benemeriti della fedeltà montana siano stali
scelti due massellini. Nel corso di una
cerimonia avvenuta alla presenza dell’autorità della provincia i coniugi Pons di
Campo la Salza hanno ricevuto infatti con
lusinghiera motivazione il riconoscimento
della fatica non solo loro personale ma di
tutti coloro ohe continuano a vivere nelle
nostre montagne. L’anno scorso era stalo
insignito della medesima onorificenza il
maestro Tron di Rodoretto per la sua attività in favore del suo paese natio. La nostra vallala riceve così in breve tempo il
riconoscimento, nella persona di due sue
famiglie, della sua attività paziente e seria e del suo attaccamento alla montagna.
YILLASECCA
Il 25 si spegneva nella sua casa a Pian
Faetto il nostro Fratello Francesco Poet
senior, dopo breve e serena malattia. I lunerali si sono svolti il 27 con grande parte,
cipazione di parenti ed amici. Che la certezza della gioia dei redenti nel Regno di
Dio consoli questi nostri fratelli provati
dal lutto.
Nei giorni scorsi i Sigg.ri Albert e Marianne Jucumen. discendenti di Valdesi di
Rielaretto stabilitisi prima in Argentina e
poi a Valdese nel North Carolina, sono
venuti a rivedere i luoghi degli avi ed
a prendere contatto con i parenti rimasti
alle Valli. Naturalmente essendo dei Giacomino e dei Peyronel la parentela non è
mancata! Fa piacere ristabilire questi legami che gli anni e ia lontananza avevano
inevitabilmente allentato e mentre auguriamo loro un buon soggiorno in Germania dove il nostro Fratello fa parte delle
forze americane di stanza in Europa ci auguriamo di rivederli ancora fra di noi in
una prossima occasione.
Da queste pagine giunga anche il nostro « Ben tornala » alla Sorella Silvia
Siguazzoni Leger che, dopo molti anni trascorsi a Milano è ritornata a trascorrere il
suo meritalo riposo nella nativa Villaseoca.
Le auguriamo che il suo soggiorno nella
Comunità sia lieto e sereno e che la Chiesa
possa ricevere l’apporto delle sue ancor
vigorose energie.
Le attività del mese di luglio saranno
le seguenti.
Domenica 9: Convegno giovanile ai 13
Laghi, come già annunziato su queste pagine.
Sabato 15. .A Pomaretto alle ore 21 la
corale della Chiesa riformata di Marsiglia
darà un concerto di canti ed organo dedicato ai Salmi. Raccomandiamo vivamente
questa occasione di ascoltar buona musica
e di incontrarci con fratelli e sorelle in
fede. Un pullmann sarà organizzato per
facilitare la partecipazione.
Domenica 16. Incontro interparrooohiale
al Lazarà per le chiese di Villaseoca, Pramollo, Pomaretto. Il culto sarà presieduto alle ore 11 dal Pastore Micol, al pomeriggio notizie dall’evangelizzazione, canti
e gioclii saranno a cura del Pastore di
Cholli. Il luogo di incontro è presso la
mianda di Ferdinand Jahier, vicino ai
Champs. Portare Psaumes et cantiques e
Cantiamo insieme.
Domenica 23. Riunione pomeridiana nella zona di Roccia e Linsardo a Faetto.
con la Chiesa di Perrero.
Domenica 30. Riunione di Santa Cena
nella scuola di Grange a Bovile.
11 cullo di domenica 9 sarà presieduto
dal Pastore Roslagno delle Sagne.
SAH SECOHOO
Serata ricreativa. — Ottimamente preparata dall’Unione Giovanile e dalla Corale ha avuto luogo domenica 11 giugno una
serata di arte varia nei locali della Scuola
Umberto I.
Recile, musica, canti, proiezioni di film
si sono susseguiti per oltre due ore con
un successo veramente lusinghiero ed il
numeroso pubblico presente ha applaudito
varie volte a scena aperta i bravi artisti.
11 Presidente dell’Unione, .sig. Piero Romano, ha presentato con disinvoltura e
competenza i vari numeri in programma
ed ha intrattenuto il pubblico negli intervalli con argute barzellette che hanno multo divertilo.
Tulli sono molto bravi, dalla Corale al
solista di fisarmonica, dai dicitori di monologlii agli attori di scenette umoristiche:
a tutti va il plauso sincero ed assieme al
grazie del pubblico il desiderio che altre
serate del genere abbiano a ripetersi sovente.
Al termine dello spettacolo l’Unione
Femminile ha offerto a tutti i presenti la
tradizionale tazza di tè al fine di inaugurare i nuovi tavolini acquistati ultimamente dalla comunità.
Dijmrtenze. — Il giorno 16 giugno hanno avuto luogo i funerali di Paolo Motinet, nativo di Angrogna e deceduto dopo
lunga malattia, all’età di anni 64.
— Tragico incidente molo ciclisti co ha
troncato resistenza terrena del giovane
Italo Gnrrou. membro attivo della nostra
Unione.
Al servizio funebre .svoltosi lunedi 26
giugno e presieduto dal pastore Genre ha
partecipato una folla numerosa di amici
e conoscenti venuti anche dai paesi viciniori a portare l’estremo e commos.so saluto alla -spoglia mortale del giovane Scom.
parso, il cui carattere gioviale ed aperto
aveva saputo durante la breve esistenza
terrena attirarsi tanta simpatia e tanto affetto.
Alle famiglie in lutto, e specialmente ai
genitori del earo Italo cosi duramente
provati, diciamo Fespressione sincera della nostra simpatia cristiana chiedendo al
Signore di concedere loro l’aiuto necessario e la fede in Cristo il Consolatore, Colui che è Risurrezione e Vita.
Visita. — Il Culto d' domenica prossima, 9 luglio, sarà presieduto dal pastore
emerito Luigi Marauda che ringraziamo
fin d’ora per il messaggio che vorrà rivolgere alla nostra comunità. d. g.
PRARQSTINO
POMARETTO
Domenica 2 luglio il candidato in teologia CoVsson Renalo ha sostituito il Pastore in visita alla comunità di Sampierdarena con la gioventù. Ringraziamo molto il
predicatore per il suo ottimo messaggio c
domandiamo a Dio di benedirlo nella sua
missione futura.
Domenica 9 luglio alle ore 15 avrà luogo una riunione pomeridiana ai Cerisieri
alle 15. Aspettiamo numerosi pomarini
per la riunione.
Sabato sera 15 luglio avremo la visita
della corale di Marsiglia guidala dal Pastore Mordanl, alle ore 20,30 nel tempio.
Sin d’ora diamo il benvenuto affettuoso.
— Visita. Come avevamo annunziai«,
domenica 25 giugno scorso, abbiamo avuto
la gradila visita del Pastore Giorgio Girardet. Direttore di Agape e nuovo Capo
Distretto delle Valli Valdesi. Ha presieduto il culto, recandoci un messaggio molto apprezzato ipecoato che la affluenza dei
nostri membri di chiesa non sia stata più
larga!).
— Matrimonio. Giovedì 29 giugno, circondali da un bel gruppo di parenti e di
amici, hanno celebrato il loro matrimonio,
nel nostro tempio, PonlrelU Saverio Giacomo e Laurora Graziella, della Comunità
di Bari. Il fatto che questi cari sposi abbiano scelto proprio di venire a celebrare
il loro matrimonio a Prarostino, facendo
trasferire, con un viaggio non indifferente,
varie famiglie di parenti e di amici, prova la sincera amicizia «he ormai li lega a
noi e alla nostra Comunità. Siamo stati
molto sensibili a questa attenzione, e in
fondo anch-3 molto onorali. 1 nostri pensieri e i nostri auguri li accompagnano.
— Culti e riunioni. Ricordiamo i culli
e le riunioni (all’aperto) ohe avranno luogo in questo mese: domenica 9 luglio ore
8. culto presso la cappella del Roc ; nel
pomeriggio, ore 15 riunione all’aperto per
il quartiere dei Cardonatti; domenica 16
luglio, ore 15, riunione all’aperto per il
quartiere del Collaretto; domeniica 23, ore
15, culto al tempio di Roccapiatta; domenica 30 luglio, riunione all’aperto per il
quartiere dei Gay. E' pacifico che ha luogo ogni domenica il cullo regolare nel
tempio del Capoluogo, alle ore 10 (sino
a fine settembre).
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— Nel breve giro di po«lii giorni, abbiam dovuto prendere per ben quattro
volte la via del cimitero: sono stati infatti
richiamati da Dio: Paschetto Celestina
ved. Fornerone, di apni 76 — Besson Cioncarlo, nato morto —\Ribet Ernesto, di antri 60 — Châtelain Glaire, di anni 65.
Il Gran Coasolatoi« sostenga gli afflitti
eon la Sua presenza e con la visione certa
delle gloriose speranze cristiane.
—• In margine alle celebrazioni del Centenario ed a complemento di esse, il Signore ha concesso alla nostra Chiesa di
vivere ancora alcune ore d’intima letizia
spirituale: giovedì 29 giugno, per iniziativa e sotto gli auspici delTUnione Giovanile, veniva allestito un riuscitissimo
trattenimento familiare con la collaborazione di elementi da San Germano e da
Torre Pellice (vero « ecumenismo » fra
giovani!), con nuova proiezione del film
sul Convitto, monologhi e canti; « clou »
della serata, l’esecuzione perfetta di vari
Cori per opera del Gruppo corale maschile « Val Peilice »; la Chiesa torna ad esprimere ai valenti artisti la sua sentita gratitudine; la domenica 2 luglio, infine, tutta
la Comunità si stringeva con gioia attorno
al pastore Deodato, il quale riprendeva in
pieno la propria attività con una vigorosa, effiicaee meditazione di circostanza. Ed
ora, avanti, con la forza che l’Eterno dà,
neUa via cosi segnata della fede e della
consacrazione! <
— Domenica 9 luglio il culto sarà presieduto, D. V-, dal pastore della vicina
parrocchia di .S. Secondo, sig. A. Cerere.
— Al pastore Cino Conte, che curò eon
tanto amore la nostra Chiesa nei difficili
tempi di emergenza da essa attraversali,
la Chiesa stessa, memore, rinnova i più
sinceri ringraziamenti; formando l’augurio di rivederlo qualche volta in più liete
circostanze.
A. M. Hunter
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— Un grazie siacelo all’anziano Aldt>
Tourn, al past. Cipriano Tourn ed all’anz.
Dino Cardiol. che hanno tenuto la predicazione ai culti delle domeniche 11. 1!1,
25 giugno, in assenza del pastore.
— Domenica 2 luglio si sono uniti in
matrimonio a San Giovanni Coss Maria
e Rivoira Aldo iRumer). Ai giovani sposi, che si sono stabiliti tra di noi, va il
nostro augurio più fraterno per tutta una
vita trascorsa in comune nella più piena
armonia.
— Lo sle.sso giorno, la sera, sono giunti
venti giovani francesi del Montbéliard accompagnati da due I pastori e dalla Sig.ra
di uno di essi. Avranno un campo di 15
giorni e stanno sin d’ora interessandosi
in modo assai simpatico alla vita ed alla
situazione della nostra Chiesa. I giovani
-rorenghi trovano il modo di incontrarsi
cogli amici francesi, malgrado i pesanti
lavori estivi. Ci auguriamo che il soggiorno di questo simpatico gruppo sia gradevole per tutti!
— Nello stesso tempo diamo il nostro
benvenuto a tutti i numerosi villeggianti
elle sono già saliti quassù.
— Seguiamo con affetto Alberto Mourglia che ha dovuto essere ricoverato all’Ospedale di Torre Peilice e al quale auguriamo di ottenere un pronto ristabilimento.
S. SERMAl^O CHISOHE
— Sabato sera alle ore 20,30 la Filodrammatica di Luserna S. Giovanni reciterà,
nella Nuova Sala, La Parola di Kaj Munk.
Il pubblico è cordialmente invitalo.
— Domenica pomeriggio avrà luogo una
riunione ai Carossini, riservata ai quartieri dei Garossini e dei Martinal.
Domenica 9 Luglio la riunione quartierale avrà luogo alle Chenevieres.
— Durante i mesi di Luglio ed Agosto
!a nostra Sala sarà aperta ogni mercoledì
sera dalle ore 20 alle 22. I sanigermanesi
ed i villeggianti avranno cosi la possibilità di incontrarsi nei nostri locali.
La serata terminerà con un breve culto.
La prima riunione avrà luogo mercoledì
12 luglio.
—. Il 29 giugno 8 bambini soltanto hanno risposto all’invilo del pastore ohe aveva proposto una lunga gita a piedi con relativa lezione di storia valdese. La gita era
effettivamente impegnativa e si trattava di
fare il percorso seguente: S. Germano Pralaroesa - Godini - S- Bartolomeo - Gian,
larana - S. Germano. I bambini sono stati
vivamente colpiti dalla visione di Rocca
Ghiesa e dalla visita di un grosso villaggio ormai abbandonalo (i Candon) che
pochi anni fa annoverava ancora parecchie
famiglie ed una ventina di abitanti. I bimbi che hanno coperto, senza eccessiva fatica. il lungo percorso e ohe feliciliamo
sono 1 seguenti: Egle e Diego Sappè, Lina
Obialero, Giovanna Long, Laura Laurenti,
Alberto Long, Renzo Richiardone e Marco Travers.
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Le sorelle, cognato e nipoti di
Claire Châtelain
ringraziano tutti coloro ohe hanno
partecipato al loro dolore in occasione della dipartita della loro cara avvenuta il 29 giugno u. s.
In particolar modo ringraziano i
pastori sigg- Deodato e Conte, il dott,
Avataneo, suor Odllia e le amiche che
l’hanno assistita con tanto affetto.
« lo sono la resurrezione e la
vita, chiunque crede in me, benché sia morto vivrà».
(S. Giov. 11: 25)
La vedova ed i familiari del compianto
Renato Galliano
commossi per la grande dimostrazione di affetto tributata al loro caro
estinto, nell’impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano di cuore
quanti furono presenti alTestremo
saluto e che sono stati di aiuto e di
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