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LA
BUONA NOVELLA
GIOMALE RELIGIOSO
ANNO SECONDO
dal Xo\t*mbie 4832 a tutto Ottobre 4833.
TORINO
TIPOGRAFIA SOCIALE DI A. PONS E COMP.
1853.
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6
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INDICE
Parte Dottrinale.
Pagina
Regiila fidei :.................. 98
Sludii biblici : Profezie del profeta Daniele; . . . 228, 244, 265, 273, 286, 317
Il Cattolicismo primitivo................ 281,299
La successione Apostolica .... 329,345, 361,378,393,410,423,441,478
La Bibbia..................... 380
Chiarezza della Bibbia................. 413
Bibbia e tradizione.................. 637
I sette Sacramenti . ................. 668, 682
Le due vie di salvazione................ 741
Prova della fede................... 747, 763
li matrimonio cristiano ..............793, 808, 820
Libertà di Coscienza.
Deputazione Evangelica in favore dei coniugi Madiai.......17, 33, S7
Lo Statuto ed il Codice in riguardo alla Libertà religiosa............50
II Proselitismo religioso...............: , 87
La Legge sul Matrimonio Civile davanti al Senato................120
Il fatto di Favaie nel Parlamento Piemontese....................143
Come s’intenda la Tolleranza religiosa in Piemonte................177
La libertà religiosa........................179
La quistione della Libertà religiosa davanti al Parlamento Piemontese . . 193
Circolare del Ministero di G. e G. agli Aw. Fiscali generali intorno all'ap
'plicazione degli articoli 164 e 163 del Codice penale............220
Il Proselitismo ..............; . 223
L’Inghilterra e la Libertà religiosa . .......................236
I Proseliti...........; ;..................241
Persecuzioni religiose in Italia............................237
La Libertà di coscienza la America...........* ; 298
L’InquisizioDB a Parigi............................504
7
^IV —
;■ .....nigg
Il processo di Chiavar! (famiglia Cereghino).........Pag. 524
Tolleranza religiosa .................................5S4
Aggressione papale in Olanda ................397
Brutale attentato alla Libertà di cQgoienzs , . . •..............609
Libertà di coscienza....... 611, 625, 6«, 675, 698, 737,733,790
Ancora della sommossa di Trino ;..........................713
La Libertà religiosa e gli Evangelici {Conferenze d'Omhurgo)..........7S6
La Libertà di coscienza ed i Clericali..........................769
Religione e Politica.........................786
Miss Cunninghame....................................783
Storia, Biografia ed Aneddoti.
Uua conversione al Vangelo [Gjo. Ferrerò) G3
La Chiesa Evangelica italiana nei Grigioni 81,117, 135
Le Cbisse Evangeliche italiane, fuori d’Italia: Cftiesa in Gf'newa . . . 147
» Chiesa di Zurigo......161, 185
/ Confermi di G. C. in Italia nel secolo XVI.
Giovanni Mollio .................8Í, 104
Galeazzo Caracciolo . '..........437, 473, 510, 343
Aonio Paleario .................S77, 393
Fratellanza Evangelica.........................91
Una visita ai coniugi Madiai...............201, 217
Missioni ed ETangelizzaxione.
Missioni Evangeliche (Prospetto generale) .... ;............332
» Missioni nella Cina .....................348
ij Missioni di Madagascar ..................386
» Missioni nella Polinesia...... . . . 647
I Cristiani Evangelici di Favaie ; Lettera prima..................36i
it Lettera seconda..................443
» Lettera terza ..................494
» Lettera quarta , ...............366
Una voce della Liguria . ...............................384
Un’altra voce della Liguria..............................666
Le annue raunanze delle Società evangeliche di Parigi giudieate da ua
Italiano . .....................................416
La Missione interna a Londra..............................621
I Lettori della Bibbia . .............................629
Abiura di 39 Cattolici Romani in Ginevra......................700
Feste religiose nelle Valli Valdesi .....................708
Ln Società Biblica ed i suoi agenti..........................'^74
8
Polemica.
Transazione con Roma . ...............Pag. S
fìialogbelti : Don Liborio e Tonio I..........................9
li..........................23
» ni . . .....................72
Opinione .li due Papi sul raalrimonio civile ......: . . . li
il perchè qualche volta non rispondiamo......................i2
Ridicolaggini ed empietà................................23
Discussione biblica suH’Eucaristia..........................28
Una confessione preziosa . » ;..........................'i2
Cantafavola del Cattolico................
Ai signori Redattori del Cattolico............................76
Schiarimenti storici sui matrimonii di Carlo Magno................89
La Campana...........•..................9i
La lettera del Papa e la dichiarazione dei Vescovi .114,136
Cantafera maliziosa del Cattolico.....:................123
Pii desideri! dei Clericali-........¡ . 140
Ancora dei matrimoaii d! Carlo Magno........................143
Nuova apologia e minaccia d’inquisizione fatta da un clericale di Francia . 136
Risposta cristiana all’simonia............................ivi
Il Tempio Valdese mal giudicato dai Clericali....................164
Il teologo ed avvocato Faraut 166
Vergognoso procedere della Campana........................188
Le Schiavitù ed il Protestantismo 203
Menzogne dei Clericali ..........................206
Predica dell’/irnionia.........................212
La Bibbia mutilata ........................213
La Campana ...........................221
Civiltà Cattolica...............................ivi
Risposta ad alcune interpellanze deir^rmont'a....................232
La verità fondata sulla maggioranza dei voti . ............248
Tratto singolare d’audacia clericale..........................251
Air^monia 233
Tristizia della Stampa clericale 267
Chi si è ritirato ?...........................269
11 prisma clericale àeWArmonia . , . . ...........277
Ancora del Vescovo Americano passalo alla Chiesa( di Roma , . , , . 337
Perchè Roma proibisce la Bibbia........334
Abuso della Parola di Dio.....................355
9
L’inquisizione a Parigi................Pag. 309
Una preghiera romana..................................388
Agnus Dei :........................................400
Jieliquie in Roma......................................401
11 Cattolicismo ed il Cattolico ............. 419, 436,463
' Lettere lotoruo allo spirito religioso in Italia
Lettera prima ; Introduzioìie............ . 449
Lettera seconda : Natura intima del Cattolicismo romatio .... 466
Lettera terza ; Esteriorità del Romanesimo..................301
Lettera quarta : Del genio civile degl’italiani................333
Lettera quinta : GerarcWo Jlomana......................384
Lettera sesta ! jDeii'auiontò dei Ponie/ice....................618
Lettera settima : Alto Clero o Episcopato....................631
Lettera ottava : Il basso Clero ...........; . 680
Lettera nona : Educazione del Clero......................728
Lelt^Tdi dechm: Effetti della dottrina romana ...... , 777
Lettera undecima : Superstizione e fanatismo................806
Una menzogna del Cattolico..............................469
Un’altra menzogna del Cattolico ;.......'............324
Conversione al Cattolicismo ..............................ivi.
Due parole a\VArmonia ........................330
I Clericali corrompono il Piemonte..........................B49
II Papato ed II Cattolico ............; . . . 387
Tolleranza Vescovile ..............................398
Interpellanze al Cattolico..............: . 634
Un’ interpellanza del Cattolico ............................638
La pastorale di monsignor Charvaz..........................636
Le critiche del Cattolico di Genova..........................643
L’acqua Santa : utilità spirituali ; utilità corporali................630
Nuove calunnie del Cattolico..............................652
Carità pretina .... :............................683
La tolleranza de’Clericali................................690
La Buona Novella ed I Clericali............................704
Il San Bartolommeo ed i Clericali .......................721
L’ Armonia e la Buona Novella............................726
Una parolina ai Cattolico..................................731
Le furberie del Cattolico................................749
Ancora un tratto della buona fede del Cattolico ................730
Dichiarazione.......................761
Un missionario papale in Inghilterra..........................798
Il Cattolicismo e la tolleranza , :........................802
10
Mansuetudine clericale...............Pag. 814 818
Baratteria clericale....................................813
Due risposte allMrmonia................................8^2
Rivista critica della stampa clericale, 28,41, 291, 338, 351, 372,554, 561,670
Varietà.
Secondo anno della Buona Novella..........................1
Ricchezze del Clero nello Stato Romano......................7
La Civiltà Cattolica....................................13
Morte cristiana di un uomo di Stato...................(j|
Libertas prò nobis....................................73
Ritraltazibne del sig. De Col..............................108
Unione cristiana di giovani ..............................124
11 buon capo d’anno cristiano..............................129
Religione o reazione in Spagna......................131
Avvenire della fede Evangelica............................130
Religione calunniata....................................134
Conversioni al Puseismo................................209
Una doppia statistica..........................232
I Cantori di piazza....................................293
Divisione del Clero di Francia . ...........: . . . 313
Contenzione tra la potestà civile e la potestà ecclesiastica al tempi di Vittorio
Amedeo 11 di Savoia................................429
L’ Inghilterra........................................433
Educazione dei figli....................................432
II giornale l’Opinione in materie religiose......................4S9
Società per le donne di servizio evangeliche....................389
Visita in alcune chiese in Roma ............. 603, 635
Un monumento romano .......................779
Corrispondenza.
Lettera de! sig. Amedeo Beri al Direttore dell» Buona Novella .... 107
Lettera del sig. Giovanni Ferrerò al Direttore della Buona Novella ... 143
Lettera del sig. Ferrerò in risposta alla Campana................168
Lettera del dottore Mazzinghi al Direttore della Buona Novellò .... 203
Lettera di Francesco Madiai ........................2112
Lettera di Rosa Madia!..................................333
Lettera della signora Beeker-Stowc..........................336
11
— vili —
Bibliografia.
Le Glaneur Samyard................Pàg. 77
Critica degli Evaogelii di A. B. Giovini 482, 498, 51S, SSl, 580, 399, 614, 628
663, 676, 726, 762, 77S
L’uomo dirimpetto alla Bibbia di Filippo Boucher...... 503, 538, 571
Conferenze sui principii della fede Protestante e le conseguenze di essi . . 606
Notizie religiose. — Cronachetta politica. — Annunzi.
(alla fine d’ogni dispensa, segnata coi numeri progressivi dall' 1 al 32),
12
Alino II.
Venerdì novembre 1859.
I.
LA BUOIVA NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
pnuzzo n’.&KsociAzio.\'E
(J domicilio)
Torino, per un anno L. 6,00 L.7,00
— per sei mesi » 4,00 « 4,SO
Per le provincie e l’estero franco sino
ai conlini, un anno . . L. 7,20
per sei mesi, » S,20
AljiOsiiovu; e?i tv iyxr./j
SeijUL'oJo U vcrilìi uoUa caritìi.
Efes. IV. IS.
La Direzione della lìUO.NA NOVELLA “
in Torino, casa Bellora, a capo dtl Viale
del Re, N’12, piano 3".
Le associazioni si ricevono dalla Direzione
del Giornale, c dal Libraio G. SKHIÌA,
contrada Nuova in Torino.
Gli dissociai» delle Provincie"potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla Direzione.
s03asx!iiiaii(i)
Avviso Importante.—Secondoanno della Buona Novella,*—Transazione con Roma.
— Ricchezze del Clero.Dialoghetti. ~ Opinione dì due Papi sul Matrtmoniu
Civile. — 11 percbc qualche volta non rispondiamo. — La civiltà cattolica. —•
Notìzie religiose: ToVÌDO — GtCCia — Iclauda. — Cronachctla politica.
AVVISO IMPORTANTE
Jffttnaitttno onesto prtuto »»utnet'o a Ittlli i ntt
ÌieM Assacinti. M twttei'i aeguenli ttott aut'ntuto ¡àitt
»nantlttii che tt cataro i qu.uti ne ttvrhnno fallo fa»'tnnte t'icltieala.
SECONDO imo DELIA BIONA KOVCILA
Giornale streltamente evangelico, la
Buona Novella ha compiuto il primo
anno delle sue pubblicazioni, ed ora
sta per incominciare il secondo. Il favore con cui raccolsero i suoi cristiani
lettori, le danno speranza di continuare non senza frutto nella intrapresa carriera. Essa non tratta mai
direttamente interessi e faccende a cui
basta l’umaua ragione; sa beniosimo
13
avere la Provvidenza Divioa fornito
gli uomini in copia d’intelligenza e
allivilà quanta è richiesta a condurle
a buon termine. Per questa vita che
passa, i fiiosoO, i politici, i letterati,
gli artisti adempiono mirabilmente l’opera di andar sempre migliorando, e
di nuove conquiste adornando gli ordini civili e scientifici, ed ogni età ed
ogni secolo che non sia di tempi selvaggi e barbari, vanta i suoi sommi
ingegni e i suoi grandi miracoli di potenza e d’ arte. Perciocché tutto che
alla presente vita ci occorre, lo riceviamo dall’opera e dalla ragione dell’uomo, la quale progredisce col tempo, e di bene in meglio conduce a
quelle istituzioni civili, che ad una società d’ esseri intelligenti e liberi si
confanno.
Solo ci resta a provvedere un bisogno arcano, intimo, profondo, e da
lutti profondamente sentito, ove potere d’ uomo non giunge, e cui non
può veramente appagare che Dio ; ed
è il bisogno d' una religione. Quante
volte si provò a provvedervi l’orgoglio
umano,altrettantefallìairalto scopo, e
nefannotestimonianza le religioni false
e bugiarde che ancora infestano, e chi
sa fino a quando, le più popolose regioni del mondo. Tutte queste menzogne da cui si lasciano imporre gli
uomini, sono tutte appoggiate alla prepotenza di uno 0 piti uomlai che im
periano usurpatori audaci nel santo
e terribile nome di Dio. Sia egli il Califfo dei Turchi, o il Bramino dell’Indie, 0 il Gran Lama del Tibet, o il
Patriarca di Mosca e di Costantinopoli, chiunque si arroga di regolare le
coscienze de’ popoli senza una singolare missione di Dio, è capo di religione falsa , ossia superstiziosa, che
atterrisce bensì la mente dei deboli,
ma non empie nè può empire giammai il bisogno del cuore. Di qui nasce la turba inevitabilmente numerosissima degli increduli, che non potendo inghiottire così enormi errori di
superstizione, restringono il cerchio
de’loro desideri! a questa vita, e scioperatamente la passano senza religione
e senza Dio, o per solo riguardo e timore della plebe, fingono agli atti
una pietà che in cuore deridono.
L’unica religione vera che si sente
nell’animo perchè ci mette in relazione diretta con Dio, e ci comunica
i doni del suo santo Divino Spirito ,
è la religione che viene dalla fede di
Cristo. Chi non ha questa fede s’illude indarno d’essere cristiano, e chi
veramente ha questa fede la sente e la
trova nella sola parola di Dio. A questa attinge la Buona Novella le sue
dottrine, a questa essa pasce ì suoi
letlori, e questa sola profferisce a
loro come.interprete e insegnatrice
dellà religione di Cristo; e come que-
14
sta per divina bontà è accessibile a
tutti e in ogni luogo, stando registrata
nella Sacra Bibbia, tutti la possono a
loro bell’ agio consultare leggendola
senza bisogno alcuno d’interpellare
nè i'jSatrapi della Persia, nè i mandarini della Cina, nè i teologi di Maometto.
Va bene che tutte le religioni hanno un libro che chiamano la parola
di Dio: lo hanno i Cinesi, l’avevano
gli antichi Persiani, lo hanno i Turchi ; ma questi libri sono tutti lettera
morta, e ricevono vita dalla sola parola del prete che li interpreta. Se noi
volessimo ridurre anche le Divine Scritture alla condizione del Corano diremmo: «Leggetele come noi le leggiamo,
e |interprctatele come noi le interpretiamo, e sia maledetto e anatema colui che le interpreta diversamente da
noi e dalla nostra Chiesa ». Ma tale
bestemmia non uscirà mai di bocca
dalla Buona Novella: essa riconosce
e rispetta nelle Divine Scritture la parola viva di Dio, parola efficace, potente, attiva, come è attivo, potente
ed efficace il Verbo increato della Divina Sapienza che è Gesù Cristo. Ivi
sta per la Buona Novella quella identica virtù che disse; « Sia fatta la luce, e la luce fu fatta ». Si accosti l’uomo fedele a meditare e leggere quella
potente parola, e ne uj^à in se stesso
la voce, ne sentirà lo spirito, ne pro
verà gli effetti ; perchè ivi non è nè
Pietro , nò Giovanni, nè Paolo che
parlano, ivi non parla nò vescovo, nè
papa, nè prete, ma parla Dio stesso
in persona, e voi leggendo il Vangelo
di Cristo, voi vi udite parlare Io stesso
Verbo che si udì parlare la Maddalena , il Fariseo, la donna adultera e
l'uom paralitico. Egli vi salva, se avete
fede in lui, come salvò la Cananea, il
Centurione e il cieco nato.
Lieta pertanto la Buona Novella di
potere indicare la guida infallibile di
salute nella parola di Dio, non dubita
punto che molti alla sua voce non accorrano a questa fonte di vita, e vi
beano a larga vena, e ne tornino fatti
credenti e santi. Questa speranza le
aggiunge forza a durare nelle fatiche,
e le dà animo ad intraprendere seriamente qualche studio biblico da cui
imparino i suoi lettori quai tesori
di divina Sapienza sieno ascosi sotto
il velame delle profezie scritturali.
Nello scorso anno ha già dato a tale
intendimento le preliminari nozioni
cronologiche necessarie a discernere
le epoche degli avvenimenti a cui alludono le parole dei profeti. In questo
secondo anno, colla Scrittura alla mano, si preOgge fra le altre materie che
leaccadràdidover discorrere, un corso
di storia ecclesiastica, qual’è descritta
profeticamente nell’Antico e nel Nuovo Testamento. Gioverà questo a nao-
15
strare come tutti gli avvenimenti nel
disegno di Dio concorrano allo spirituale vantaggio de’ suoi eletti. È
cliiaro, come già disse il Gioberti :
« che i libri soli somministrano lu
scienza soda, vasta, profonda, i giornali la volgarizzano, la sminuzzano e
la spacciano a ritaglio.....essi sono
la divuigarizzazione, il sunto, il Qore
della scienza dei libri ». Quando abbia pertanto la Buona Novella indicato la vera fonte della scienza della
salute, e il modo di attingervi, sarà
ullicio de’ suoi lettori il provvedersi
de’ libri opportuni all’ uopo, se ameranno di toccare il fondo d’ogni questione e di esaurire il trattato argomento.
Gli scrittori della Buona Novella
saranno paghi e contenti d’avere educalo gli spiriti a quella libertà di coscienza che ci è stata donata da Cristo
quando adempì la legge e rese per noi
vane ed inutili tutte le cerimonie pompose del culto. Il cristiano munito
della fede e del Vangelo di Cristo è
per se stesso l’uomo più indipendente
della terra, che si unisce in comunione di spirito con tutti i fedeli senza
necessità di accettare oracoli e comandi da nessuno. Egli è papa, egli
è vescovo, egli è concilio, egli è tutto
in se stesso, perchè possedendo la
parola di Dio, se la intende diretta
men te conLuie in Lui unicamento s’af^
fida e riposa.
Questa educazione evangelica giova
infinitamente alla vera educazione civile de’ popoli, benché non se ne occupi per nulla. Uomini educali alla
religione del dovere, ed abituati a
camminar sempre con la parola di Dio
per guida, sono anche i più atti a
conoscere e sostenere i proprii diritti,
perchè, rispettandoli in altri per dover di coscienza, sanno anche farli
rispettare in se stessi, essendo sicuri
di operare per giustizia.
Fu taluno che disse che un popolo
di cristiani non poteva essere che una
greggia di schiavi-, ma colui giudicava
i cristiani non già dal Vangelo, ma
forse da un sistema di setta che richiude, come condizione inerente alla
fede, la cieca sommissione all’autorità d’uomini che si danno per soli
mandatari di Dio. Sistema comune a
tutte le religioni false, ma del tutto
ignoto all’unica religión vera evangelica, la quale è professata dalla Buona
Novella., e fu sempre fin dai tempi
apostolici professata dalle antiche
Chiese d’Italia che avevano la stessa
fede dell'attual Chiesa Valdese (come
provammo dal N" 17 al N° 57 del
nostro Giornale deiranno scorso), ed
unicamente si fonda sulla Parola di
Dio.
16
- 5 —
TUA.\SAZIOMi C0.\ ROMA.
Menomare oggi d’un iota le libertà
piemontesi e restringere le leggi organiche dello Statuto che reggono la
libertà della stampa e le norme elettorali dello Stato, è come spalancare
le porte alla reazione, che di male in
peggio strascinando il paese, lo condurrebbe alla servitìi in cui giace dopo le ultime lotte del 1848, la piìi
gran parte della vinta Europa.
11 Piemonte come per singolare prodigio del Cielo, è rimasto illeso col
Itclgio dalia reazion furibonda, che
atterrò sul continente coll’ armi della
Russia e dell’Austria la ragione de’popoli, e a Franeoforte, a Milano, a Firenze, a Venezia, a Napoli, a Roma,
a Palermo e Messina, strinse la libertà
in catene. Tutta Europa ammira con
occhio d’invidia questo florido regno
d’Italia, sottratto aH’artiglio della reazione dalla lealtà del giovine Monarca,
che dopo di aver pugnato da prode sul
campo della indipendenza nazionale,
potò senza timor d’avvilirsi, mirare in
volto la libertà, accoglierla ne’suoi
dominii, e farla a’ suoi fianchi assidete sul suo medesimo trono. Le sue
mani eran pure dal sangue de’liberali, il suo cuore non meditava una
sola vendetta, la sua mente ignorava
ìa scienza dello spergiuro, e con guer
riera costanza tenne fermi i patti che
a questa privilegiata nazione d’Italia
diede spontaneo Carlo Alberto il magnanimo.
Da quel giorno in poi la faxion clericale non ebbe mai tregua nè pace.
Parlava a Roma di vicina invasione
del Piemonte per parte dell’ Austria ,
che non poteva tollerare tanto prossima la rivoluzione. Così era appellato
il governo leale del Re. Fremeva dalla
lontana Napoli, e dalla bocca de’suoi
menzogneri giornali, mandava ogni di
fuori calunnie che davano per dema'gogica la condizione de! Regno Sabaudo; urlava da Venezia, da Milano
e da Vienna con |provocazioni continue di prezzolati scrittori, che qui
diceano calpesta la religione dei padri , e mal fida la sicurezza de’ cittadini. In Francia il partito de’ gesuiti non restava, nè ancor resta d’infamare il Piemonte come asilo di demagoghi, e governo anarchico e soggiorno d’iniquità.
Così ci guerreggiava la reazione in
palese; ma queste non cran le lotte di
cui doveva impaurire il Piemonte. La
diplomazia le faceva ben più segrete
e tremende ; eppure anche queste non
valsero a scuoter l’animo imperterrito
della nazione, del suo Parlamento e
del Re.
Poche furono le concessioni strappato in danno della libertà, e con fer-
17
mezza maggiore nelle autorità responsabili le potevamo anche negare. Pur
si fecero, e furono vittoria (benché
piccolissima) pel partito retrogrado, e
crebbero audacia alla fazion clericale.
Questa madre feroce d’ogni italiana
sventura, colle molte sue insinuazioni
ipocrite a poco a poco assalì le coscienze: alla questlon tutta politica la
quale abbiamo con Roma per aver
dannato all’esilio due vescovi sediziosi
e ribelli, Fransoni di Torino e Morongiù di Cagliari, diede colore dì questiou
religiosa, e tentò far credere che senza
violare in 'menoma parte lo Statuto sì"
potea venir ad accordi col Papa,e provvedendo così agl’ interessi ed all’onore
della religion dello Stato offesa da tale
discordia, continuare a vivere in libertà.
Credettero I semplici, e che più è,
credette il ministero d’Azeglio, e lasciò
cotanto prolungare le negoziazioni e le
pratiche della rea fazione, che un bel
giorno cadde egli stesso nell’aguato, e
s’accorse che le nostre libertà perivano,
e noi eravamo invasi ed inghiottiti
dalla reazione, quando erano già corse
tropp’oltre le sue parole, e'sotto nome
di transazione o d’accordo col Papa,
avvanzavasi la reazione aprender possesso di questo'sacro terreno ov’è ancor sacra la libertà.
Allor si dimise, e noi vivemmo nell’ansia di chi paventa finché durò la
crisi da cui slamo felicemente usciti.
Il Re non chiese consiglio ai reazionari
come la fazion s’aspettava ; chiamò il
conte Cavour. Non potè|questi, o non
volle accettare l'eredità d’Azeglio, e fu
chiamato il conte Cesare IJalbo. Inclinato per anticapropensione agl’accordi
con Roma, non ^rifuggiva da qualche
concessione: andò per 6 giorni-fra’suoi
amici cercando chi l’aiutasse all’impresa, e non trovò persona. Si avvidcr
tutti che non era question di poco, ma
di tutto: una volta che il carro governativo si ¡metteva sulla terribile scesa
conveniva ;che traboccasse al fondo, e
dal [Piemonte sparisse costituzione,
statuto,(libertà; l’autore delie Speranze
d'Italia rientrò in se stesso, si atterrì
del pericolo, e geloso di conservare la
fama sì ben meritata cogli antichi suoi
scritti d’uom liberale e devoto alla
causa d’Italia, rinunziò nelle mani del
Re l'incarico di comporre un ministero.
Tornossi per buona sorte al signor
Cavour, e noi siam certi d'avere con
lui un governo che saprà rispettare e
far rispettare l’indipendenza e la libertà del paese.
Quale spettacolo avrebbe mai dato
il Piemonte nel cedere alle pretensioni
di Roma? E cedere quando Roma
stessa così iniqua resistenza opponeva
all’Inghilterra, che le chiedeva parole
c consigli di pace all’Irlanda! E ce«
18
dere quando l’imbecillc governo d» Firenze ricusa all’intera crislianilà un
alto di umana pietà imploralo a favore dei coniugi Madiai! E cedere
quando il re Ferdinando di Napoli
niega di accettare in Sicilia le condizioni e le leggi a lui inviate dal Papa!
Tanta viltà non poteva ma! commettere la nazion Piemontese: lo mostrò col suo inquieto contegno, lo disse
con tutti i suoi fogli liberali, ed oggi
esulta come di riportata vittoria, che
il Re nuovamente si affidi a un ministero Cavour.
Freme e bestemmia da’suoi giornali oscuri la fazione, ma alla fine è
vinta; le leggi Siccardi son salve, il
matrimonio civile verrà sanzionato, i
vescovi ribelli non saranno ripristinati
ne’perduti lor seggi, non avranno più
luogo le minacciate restrizioni, non
saranno licenziate in gran parte le
truppe, e il temuto regresso non è più
possibile. La fazione voleva dare al
Piemonte il Papa per re, ossia voleva
del nostro Refarneun soldato del papa;
ma il perfido sogno di tanto delirio
svanì; la rea, tradita dall’ebbrezza di
un sognato trionfo è stata svergognala,
disfatta e pienamente conquisa dalla
nazione e dal Re.
>< RICCHEZZE DEI CLERO
NELLO STATO ROMANO.
Dal Callolico Cristiano ricaviamo la
seguente statistica dnlln rlcrliozze possedute dal Clero negli Stali Romani. Esso
percepisce dai fondi una renditii netta
di due milioni dueceutocinquantamila
scudi, che rispondono a più diti ,2‘j0,000
franchi; dai bestiami un altra rendila di
centomila scudi, ossia SOO e ¡¡iù mila
franchi ; dai canoni altra rendita di trecentoniila scudi, ossia un 1,500,000 franchi ; dal Debito Pubblico altra rendita di
un milione e duecentocinquanta mila
scudi, ossia 0,2a0,000 franchi ; altra
rendita dai Patrimoni individuali dei
Preti duecentocin(juaritamilaseudi, ossia
un 1,230,tJ00 e più franchi; altra dalle
doti assegnate per legge alle monache di
cinquecentomila scudi ossia 2,500,000 e
più franchi; dalla cclebra/.ionc delle messe altra rendita di due milioni centocinquantamila scudi, ossia 10,750,000
e più franchi; altra dulie tasse dei Battesimi quarantacinquemila scudi ossia
223.000 e più franchi ; altra dalla
tassa del Sacramento della Cresima o
Confermazione diciottomila scudi, ossia
90.000 e più franchi ; altra dalla celebrazione de’ matrimoni venticinfpiemila
scudi, ossia 123,000 franchi; altra dalle
fedi di nascita novemila scudi, ossia
43.000 e ]»iù franchi ; altra da altre
fedi, come di nascita, di matrimonio, di morte ecc. aovemila e settccentocinquanta scudi , ossia 48,720 e più
franchi ; altra dai mortori di seicentomila scudi, ossia 3,000,000 di franchi
e più ; altra dalle questue degli ordini
mendicanti di un milione ottocentoventicinquemila scudi, ossia 9, ì 25,000 e
più franchi; altra dalle (piestue per motivi di Ijenelicenza o di feste, o di manutenzione di altari e di lanqiadi, o i)er
19
celebrazioni di uffici per le anime purganti , duecentomila scudi , ossia un
i ,000,000 e più di franchi ; altra dalle
decime che ancora si esigono in diverse
parli degli Stati romani coll’antico rigore. centocinquantamila scudi , ossia
730.000 e più franchi; altra dalle prediche e panegirici secondo le tasse in
corso, centocinquantamila scudi, ossia
750.000 c più franchi ; altra dai seminari per la lassa d’ingresso, e per altri
titoli che si percepiscono dagli alunni
oltre la dozzina quindicimila scudi, ossia 73,000 e più franchi ; altra dalla
Dateria j)er provvisioni ecclesiastiche,
per dispense matrimoniali, per sanatorie ecc. cinquantamila scudi, ossia
250.000 e più fr. ; altra dalle benedizioni
pasquali, trentamila scudi, ossia 150,000
c più franchi; altra dai voti alle immagini miracolose delle Madonne e dei
Santi, settanlacinqueniiia scudi, 575,000
e più franchi; altra da Tridui per infermi , o per divozione, cinquecentomila
iicudi, ossia 2,500,000 e più franchi ;
altra dallo benedizioni dei campi , dei
bestiami, dei talami nuziali, ecc. nove
mila scudi, ossia 45,000 franchi.
Tutte queste rendite che ammontano
a diecimilioni cinquecentodieciniila settecentocinquanla scudi pari a poco più
di fr. 52,553,750, le percepisce e le gode
il clero secolare e regolare composto
in tutto di sessantamila individui comprese le monache senza qui ricordare le
rendite che gli vengono per la dateria e
per altre congregazioni cosmopolitiche
dai paesi stranieri,
È da oeservarsi che in questo calcolo
non sono contate le partite che i Romani chiai)iano passatore, cioè che sono
dal clero pagate al clero, come le tasse
di compra, di permuta, di rassegna, di
ordinazione, di patenti di confessione,
di predicazione, di olii santi, di altari
privilegiati, di cattedratico e simili, che
porteranno un giro di circa un altro
milione di scudi. Non sono contate le
tasse che sotto nome di pretatico vengono pagate dagli Ebrei al parroco per
avere il permesso di abitare fuori del
Ghetto; non sono computate le tasso
pel suono delle campane per gli agonizzanti o pei morti, nè quelle che si
pagano dagli infermi per avere la visita
del Bambino di legno dell’Ara Coeli, che
deve uscire sempre in carrozza accompagnato dai frati Minori Osservanti, che
ne incassano e ne amministran le rendite; non sono computati i valori degli
edifizi de’ mendicanti, che non sono in
catasto perchè eseuti da ogni dativa, e
per la stessa esenzione non sono computate le chiese, benché tutte queste
fabbriche importino agli abitanti dello
Stato qualche milione di spesa per la
manutenzione, e jiel lusso delle cerimonie e feste che vi si sogliono celebrare.
Non sono affatto messe in conto le
paghe dei tanti impiegati ecclesiastici
che compongono i Tribunali, o preseggono alle Provincie, o diriggono le Congregazioni governative della Consulta,
della Revisione, dei sussidii, dell’acque
e strade; non sono computati i quattromila scudi almeno che ricevono come
piatto cardinalizio tutti gli Eminentissimi residenti in Curia, come si chiamano i cardinali tutti che stanno a
Roma, 0 negli impieghi legatizi dello
Stato,
20
Non sono computati gli stipendi ricchissimi dei Nunzi Apostolici di prima
e di seconda classe, non i tributi, cosi
detti, soliti pagarsi dalle Corporazioni,
e dai particolari a s. Pietro; non sono
computati i fondi segreti che vanno alla
Congregazione di Propaganda per accrescere il numero e il mantenimento
dei convertiti dal Giudaismo, o da Co
niunioni dissidenti da Roma.
Dopo questo calcolo, soggiunge il
citato Giornale, è facile la risposta a
questa domanda; Perchè il popolo dei
paesi cattolici è più povero del popolo
dei paesi Protestanti ? Gesù Cristo nel
dare la missione a suoi discapoli (Matt.
X) diceva, gratis accepistis, gratis date,
date gratuitamente quello che gratuitamente avete ricevuto. Ed ecco come
questo precetto è osservato da quelli
che si dicono seguaci e successori degli Apostoli!
DIALOr.HETTI.
i.
D. Liborio e Tonio.
D. L. Dimmi, caro Tonio, è vero
che tu frequenti quelle maledette radunanze della cappella valdese?
Ton. É verissimo, signor don Liborio, e non mi sono trovato mai tanto
contento quanto lo sono adesso.
D. L. Eh già: il diavolo ti ha preso
per i capelli -, ma te ne accorgerai.
Ton, Cosa vuole che mi accorga,
me ne sono bello che accorto. Ella
non me la darà pili ad intendere: ho
veduto da me, ho sentito da me.....
D. L. E che cosa hai veduto? che
cosa hai sentito?
Ton. Ilo veduto e ho sentito che
tutto quellocheella diceva erano imposture. Le pare a lei di dire che quei
Valdesi non erano cristiani, che parlavano male di Gesij Cristo, della Madonna, che non spiegavano il Vangelo,
ma invece che spiegavano le loro eresie? Eh, caro signor D. Liborio, io
vorrei che ella e tutti i nemici di quella
buona gente sentissero le loro prediche, le loro istruzioni, e si assicuri che
resterebbero convinti, come lo sono
restalo io.
D. L. .Ma Tonio ! lu sei impazzito
0 indemoniato.....
Ton. Non sono nè impazzito, nè
indemoniato, ma sono uscito da un
errore nel quale mi avevate posto colle
vostre esagerazioni, per non dire altro : sono andato la prima volta per
curiosità ; la seconda volta ci sono
andato con piacere, e poi mi sono convinto che la religione del Vangelo che
essi predicano è la vera religione, la
religione che predicavano gli Apostoli.
D. t. Ma bestia, poi bestia, e mille
volte bestia! Non sai che i Valdesi
sono condannati dalla nostra santa
madre Chiesa cattolica, che sono eretlcl, e chi va alle loro radunanze è
scomunicato?
21
Ton. Io non so niente di tutto quello
che mi dite ; so solo che là sento leggere il Vangelo, sento spiegare il Vangelo, e questo mi basta. Quello che mi
dite di eresie, di scomuniche, saranno
vostre esagerazioni, come quello che
mi dicevate cìie parlavano male di
Gesiì Cristo c della Madonna.
I). L. Ah figlio travialo, pcccatoraccio! Leggono il Vangelo eh? Ma
quale Vangelo leggono?
Ton. 11 Vangelo del Signor nostro
Gesù Cristo.
D. L. No, asino: il Vangelo di
Diodati.
Ton. E cbi era questo Diodati?
T). L. Diodati era un ereticaccio
morto a Ginevra, che tradusse a suo
modo la Bibbia.
Ton. Dunque se la tradusse non fu
lui che la fece : dunque il Vangelo tradotto da lui noH sarà il Vangelo di
Diodati.
D. L. Sì bestia, di Diodali, perchè
lo ha tradotto a modo .suo, e ci ba
messo tutte le eresie.
Ton. Dei Valdesi ?
D. L. Dei Valdesi e di tutti gli altri eretici.
Ton. Oh questa si che è grossa !
D. L. Non lo credi? telo potrei
provare, ma tu sei troppo ignorante :
per te basti sapere che il santo Padre
ha proibita la Bibbia di Diodati.
Ton. |Eb, caro signor D. Liborio,
se tutto quello che proibisce il santo
Padre fosse un’eresia, troppe eresie vi
sarebbero : per esempio, il santo Padre ha proibite le opere di Gioberti:
direste che Gioberti è un ereticaccio,
e che nei suoi libri vi sono eresie?
D. L. Zitto bue; tu non sai quello
che ti dici.
Ton. Ella è sempre così : quando
non sa che rispondere ingiuria. Ma
veniamo al buono: ella mi diceche
Diodati ha tradotto il Vangelo a modo
suo : ebbene io le dirò che i Valdesi
hanno sul loro pulpito una Bibbia di
Diodali ed una di Martini, e si servono 0 dell’una o delFaltra: e domenica so che il ministro che predicava
in italiano, si serviva della Bibbia di
Martini; leggeva quella, ed in quella
faceva tutte le sue citazioni. Veda
che non è vero che si servono soltanto
del Diodati. E poi se Diodati fosse
quello che ella dice, essi dovrebbero
diro altrettanto del Martini ; ma invece essi lo leggono, lo vendono a
chi non vuole il Diodati, e dicono:
« Casta che leggiate il Vangelo, non
imporla se è Martini o Diodati «. Questo mi pare parlare da galantuomini.
D. L. Ebbene, io ti voglio far vedere come quattro e quattro fanno
otto, che il Diodali è pieno di eresie:
ma ora non posso, bisogna che ci studi un poco; intanto dimmi, caro Tonio ; ti pare a te di abbandonare cosi
22
la religione santissima dei tuoi padri?
Ton. La religione dei padri? Jla io
caro signor D. Liborio, non lio mica
abbandonata la religione dei mici
padri.
D. L. Ma se ti farai protestante,
l’abbandonerai.
Ton. E questo è che io protestante
non mi ci voglio fare: voglio essere
cristiano secondo il Vangelo, come
erano cristiani gli Apostoli, e quei
primi nostri padri ai quali gli Apostoli annunziavano l’Evaugelo. Se gli
Apostoli, se 1 Cristiani dei primi secoli della Chiesa si sono salvali col solo
Vangelo, perchè non mi potrò salvare
io nella stessa maniera? Io non so
tanto di teologia: io voglio essere cristiano come lo erano i nostri padri,
cioè quelli dei primi secoli, che osservavano il Vangelo, e la dottrina che
avevano insegnata gli Apostoli : se
quelli voi li chiamate protestanti, sarò
protestante anch’io.
D. L. Sciagurato, tu corri alla tua
dannazione; ecco i bei frutti della libertà. Oh quousque tandem!
Ton. Io non intendo il vostro latino; ma mi paro, se non m’inganno,
che voi sospirale il ritorno dei tempi
della beata inquisizione. Eh ! caro
J). Liborio, quei tempi sono passali,
ed, accertatevene, non tornano pii'i.
D. L. Non tornano più ? non tornano più?..... sei dannato, sei dannato!
OPIXIOXE DI DIE PAPI
811I mntriiiioiiio civile.
Dopo la jmbblicazione del codice di
Napoleone, il vescovo di Varsavia in una
istruzione pastorale a' suoi diocesani diceva così; I'Se noi consideriamo atteun lamcnte le leggi civili del codice di
<1 Napoleone intorno al matrimonio non
CI vi troveremo nulla che debba farci difII ficoltà; imperciocché esse non ci ordin nano nulla che sia contrario alle leggi
Il di Dio e della Cbiesa ; quindi tutti sono
Il tenuti ad osservarlo 0. Papa Pio Vii
(1808) rispose alla pastorale del vescovo
di Varsavia : « Che non vi 6 matrimonio,
« se non sia contratto in «juelle forme
Il che la Chiesa ha stabilite per la sua vali lidità; che nel caso di dubbio matriII nionio, alla sola Chiesa appartiene giuII dicare sui merito, dimodoché ogni alti tro giudizio di (jualsivoglia altra poteII sia è giudizio incompetente ».
^juesta decisione di Pio VII però si
trova in contraddizione con la decisione
di un altro papa suo predecessore. Papa
Adriano II avendo saputo che i preti di
Cbalous turbavano la pace di due coniugi
che si erano uniti in matrimonio secondo
le leggi civili, ma senza aver voluto nel
loro matrimonio la presenza del prete,
scrisse al vescovo di quella diocesi ailincbè impedisse che quei coniugi fossero
turbati ; ecco le sue parole ; n Non soffrite
Il per nulla che il matrimonio in discorso
Il sia per alcun modo invalidato ; auzi
» fate tutto per vostra parte acciò sia in« violabile. Imperciocché la non coope« razione, ed anche l’assenza del prete
« non impedisce che il matrimonio non
n sia valido, purché le parti contraenti
23
« abbiano soddisfatto alle condizioni ri« chieste per un legittimo matrimonio
« uniformandosi alle leggi «.
Noi die non sappiamo ben decidere
quando il Papa sia infallibile, domanderemo ai campioni della fazion clericale,
quale di questi due papi debbe credersi
infallibile. Pio VII che condanna il matrimonio civile, o Adriano II che lo approva ?
IL PERCHÈ
(Iiialclie >olla non rispondiamo.
Proseguendo il paragone dei libri
« colà presi a riscontro, che sono la Vale» sana e le Pregh iere di famiglia sarebbe
« agevole mettere in vista che nel primo
« adoperato a lusingare e sedurre i cattivi
« cattolici, s’insegna che le anime di co« loro I quali muoiono senza essere in
« grazia di Dio saranno distrutte, anuien« late (pag. 8, 2IJ; e nel secondo desti« nato all'uso privato e pubblico dei Vaiti desi natii, s’indica il contrario (p. 22)».
Togliamo tcstualmeate queste parole
da un lungo articolo del Cattolico (N" f'59),
intitolato: Dottrina morale della Buona
Novella. Ora vogliono i nostri letlori una
volta per sempre, e con un solo esempio,
chiarirsi conche sorla di avversarli noi abbiamo che fare? Leggano attentamente
le parole qui sotto della Valesana cui
allude il cattolico Alla pagina ottava,
l’autore descrivendo la terribile inondazione avvenuta più anoi sono nella
valle di Bagnes in Isvizzera, cosi si
esprime : « Si schiantano le foreste ed i
K massi che le sostengono ; le terre, gli
<t abitanti, ibestiaroi si travolgono e si con
« fondono nel torrente; e gli uomini che
« ne sono sopraffatti sono trascinati o alla
n gloria e all’immortalità, o ad essere giu« dicati da Dio nel giorno del furore delrt l’Eterno e della distruzione degli empi ».
Alla pag. 21, un viaggiatore che ha annimzìato la buona notizia della salvazione
alla vecchia Valesana, e che ha avuto la
consolazione di vederla accolta, cosi si
esprime: « Io mi era seduto accanto al
« ponte; piangea lacrime di gioia. L'amor
« di G. C. stringea l’anima mia. La prova
« delle sue misericordie che innanzi i miei
« occhi si mostrava, quella prova sensin bile dell'eificacia della Parola che vien
n dalla Croce che adoriamo; la benedi« zione discesa sul discorso di un misero
« peccatore come sono io : il destarsi, il
«risorgere di quell’anima ; tutta questa
K beneficenza, tutta questa gloria dell’E« terno mi confondea, e non avea la forza
« di sostenerne I’ apparalo. — Ella sarà
II salva! diceva a Dio. L’ultimo s-o giorno
V non l’annienterà! 0 Eterno, Eterno, sia
« benedetto il tuo santo Nome! siaglori« ficato io queste montagne! 0 Gesù, vi
« penetri la possente tua voce ! »
Ecco genuinamente riprodotte le parole
dietro le quali sarebbe cosa agevole al
C\TT0Lico,ii mettere in vista, chenei libri
da noi adoperati a sedurre t cattivi cattolici, s’insegna che le anime di coloro che
muoiono senza essere in grazia di Dio saranno distrutte, annientate!il
Ecco come il pio giornale intende purgarsi della taccia che gli abbiamo apposta
(a cagione di un altro articolo, di cui non
è questo che la ripetizione) di assalirci
proditoriamnte con menzogne e calunnie!
Se il mezzo sia o no ellìcace lo diranno
I nostri lettori.
24
--
la quanto a noi, dopo indicato un tal
procedere ci pare che siamo più che dispensali da ogni altra risposta : ab uno
omnes
LA C1\ILTA’ CATTOLICA.
A questo giornale gesuitico di Ruma , 11 quale promette di rimettere
sulla via retta l’Italia, insegnandole i
principii 6 le massime della teologia scolastica, risponde così l’Opinione :
« Air opra dunque uomini della
Civillà Cattolica'. Innalzate i roghi,
ardete le biblioteche, i libri, ricettacoli
di tanta infezione, riscaldatene le terme! Noi confusi ed umiliati, ritorneremo alla secunda secundm di Tommaso d'Aquino, ai vortici di Cartesio,
aH’empireo di Tolomeo; ripiglleremo
le pandette, le decretali, l’inquisizione, la tortura, gli auto da fè, i famigliari del Santo Ufficio, tutti questi
tesori della scienza, della legislazione,
della procedura delle relazioni di famiglia ; abbatteremo le statue che abbiamo innalzate a Galileo, a Vico, a
Fulton e Vatt, a Laplace e Humboldt,
insomma a tulli quegli esseri che noi
nel nostro meschino intendimento credemmo illustrazioni del secolo cui appartengono, e che ora 1’ alta sapienza
che si distribuisce a Roma, via S. Romualdo al Corso, sotto il titolo di Ci
viltà Cattolica, c’ insegna essere una
massa d’ignoranti, d’increduli, un letamaio di corruzione! Sull’autorità infallibile della stessa Civiltà ammetteremo che Locke ci ha inondati di
materialismo; Hume ci reso scettici;
Reid ci fece perdere il raziocinio (andiamo al manicomio ! ) ; Kant ci fece
smarrire l’universo (quale catastrofe!);
Hegel ci perdette VIo reale (gravissimo caso!) ».
AUTIZIE RElilGlOSC
Torino. L’ Armonia atlribuisre la
passata crisi ministeriale all’edlcacia del
danari versati nella, sua cassa dai soscritloi'i al voto della Consolata. Iddio ci
scampi da miracoli di simil conio!
— Sono passati qui ieri di ritorno da
Firenze il sig. colonnello Tronchin, il sig.
conte Saint-Georges, e il sig. Elout Soetewoud consigliere della R. Corte di
giustizia d’Olanda, tulli e tre membri
della spedizione Evangelica in favore dei
coniugi Madiai; La Buona Novella pubblicherà quanto prima ragguagli e documenti preziosi riguardo a questo alTare.
Grecia. Abbiamo dalla Civillà Cadolica. che il ministero stia per richiedere
dal Papa in favore dei Greci ortodossi
dimoranti negli Stati romani la stessa
libertà di cullo di cui godono i cattolici
25
in Grecia. Questa delicata missione dicesi affidala al signor Maurocordato incaricato d’aiTari del Governo greco a
Parigi.
Irlamda. ConoersiorK alla Fede Evangelica. L’arcivescovo AnglicaDO di Tuam
nel passato mese d’agoslo, dopo d’avere a
Louisbourgh conferita la confermazione a
gran numero di fedeli, accolse nel seno
della Chiesa Anglicana 118 convertiti, che
abbandonavano la Chiesa del papa. Un
inglese ivi presente avviciuossi, dopo compiuta la sacra funzione, ad un giovinetto
chiamato Michele Ward, e lo richiese se
egli fosse uno dei convertiti; rispose,
che si : gli domamdò allora che intendeva d’aver fatto convertendosi. Il giovinetlo, che poteva avere 17 in 18 anni,
gli rispose subito: io ho inteso di passare
dalle tenebre alla luce; perchè la mia
Chiesa m’insegnava cose che non sono
afiatto nella parola di Dio. — Ma la conoscete voi la parola di Dio? Se la conosco !
lio sempre la Bibbia con me, e appunto
perchè ho letta la Bibbia che contiene la
parola di Dio, mi sono convinto ch’io era
neirerrorc seguendo il catechismo della
mia Chiesa.— E come vi siete convinto di
questi errori ? — La mia Chiesa, ossia il
il mio curato mi faceva adorare tanti mediatori, quanti sono i santi del paradiso,
e la parola di Dio m’insegna che non
debbo adorare che un solo mediatore,
Gesiì Cristo ; l’ho imparato dall’apostolo
s. Paolo nella sua prima lettera a Timo
teo. — Ma come potete voi comprendere
la parola di Dio senza esser teologo, e
prima d’aver fatto un corso di studi sacri?
— Oh signore, io lu intendo benissimo, e
se non la potessi intendere, non mi avrebbe lo slesso DivinRedentore ingiunto
nel suo Vangelo d’investigare le Scritture.
Dove non arriva il nostro corto intelletto,
il Vangelo ci dice che arriva lo Spirito
di Dio, e però quando io leggo la Scrittura mi raccomando alla Divina Bontà
colla preghiera, perchè mi comunichi il
dono dcU’inteiligenza, che è appunto lo
Spirilo Santo. — L’inglese rimase assai
edificato e commosso dalle pronte risposte del giovine neofito, perchè s’avvide
che la conversione d’Irlanda erano elTelto
della grazia di Dio, che sì evidentemente
comunicava Io spirilo di verità a un popolo per sì lunga pezza tenuto nella più
superstiziosa ignoranza dalla fazion clericale.
CRONACHETTA POLITICA
Torino. — Cesare Balbo in sei giorni
non è riuscito a formare un ministero;
ne fu dato l’incarico al sig. Cavour, che
lo ha accettato, e definitivamente costituito come segue; Cavour presidente e
ministro di Finanze e Commercio, Dabormida minisiro degli Affari Esteri,
Ponza di S. Martino ministro deH’Interno,
Boncompagni ministro di Grazia e Giustizia , Cibrario ministro della Pubblica
26
Istruzione, Lamarmora miaìstro di Guerra, Paleocapa ministro dei Lavori Pubblici.
— Monsignore Cliarvaz, che si dice
causa non ultima della crisi ministeriale,
per aver da Roma arrecalo proposizioni
di accomodamento in apparenza onorevoli, ma in eiTetto otTensive del Piemonte
e contrarie alle leggi, è partito per la
Savoia.
— Il Muaicipio di Toiino nella sua
seduta di sabbato, dietro proposta del
vice«sindaco Baricco, deliberava il trasporto a Torino della salma di Vincenzo
Gioberti, morto a Parigi d’apoplessia
nella notte del 25 al 26 ottobre. Una
depulazioue dello stesso Municipio si
recherà al tempo dell’arrivo in Genova
per accompagnarne il carro funebre a
Torino. Un monumento degno deU’il*
lustre nioSQÌo verrà innalzato in questo campo-santo, ed in luogo distinto.
A questo ultimo fine è aperta una sottoscrizione nella tesoreria del Palazzo di
città.
Cittadini, onorate l’altissimo campione
della causa Italiana.' (Grtzi, del Pop.)
— Si continuano dai Comuni le petizioni per l’incameramento del beni ecclesiastici.
— Numeri delle cinque prime obbligazioni del debito pubblico, crealo col
l\egio Editto delli 27 maggio 1834, e*
stratte con premio nella 37 estraiione,
che ha avuto luogo in Torino il 30
ottobre 1852:
Il N” 2984 essendo stato estratto il
primo, ha vinto il primo premio di lire
50,000; il N° 23519 il secondo, di lire
15,000; il N« 23818 il terzo, di 10,000;
il N'' 14995 il quarto, di 8,000; il num.
16083 il quinto, di 1,500.
— È arrivato in Torino Lord Minto,
che per salute passerà l’inverno a Genova.
Roma.—11 Papa ha finalmente deciso
e promesso di andare in marzo a Parigi
per l’incoronazione di Luigi Napoleone.
SiNiGALLU. — I 24 uccisi per ordine
dei tribunali del Papa neH’atto di essere
fucilati hacno quasi tutti gridato — Viva
la Repubblica rossa ! — Cosi una corrispondenza del Cattolico di Genova.
Parigi. — Il sig. di Montalambert ba
pubblicato un opuscolo dove fa l’apologia
del governo parlamentare, e sostiene che
la Francia non può farne senza. Ecco
un’altra intelligenza che si stacca dalle
teorie assurde dei gesuitici giornali l’6’nevers e la Civiltà cattolica.
— Abd-el-Kader è stato ricevuto in
udienza il 51 ottobre dal Presidente, ed
ha consegnato al medesimo in iscritto il
giuramento di sommessione alla Francia.
Belgio. —Il nuovo ministero si compone di uomini scelli fra il partito liberale.
Brouckère è agli Affari esteri ; Piercot alriuterno; Faider alla Giustizia. Alle Fi-
27
nanze, ai Lavori pubblici, alla Guerra restano gli antichi ministri.
iNGHiLTEnnA. — Il Parlamento sarà
aperto il 4; ma il discorso della Corona
non sarà pronunciato prima deli’H. Lord
Palmerston è stato chiamato da S. M. la
Regina, e si fa sempre più probabile il suo
ritorno al Ministero.
Direttore G. P. MEUXE.
Rinaldo Bacchetta gerente.
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I nostri lettori Evangelici sono prevenuti che troveranno aU’niIizio della
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ed è proposta per 1’ educazione delle
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femminili.
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