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ECO
DELLE muí VALDESI
Past. TACCIA Alberto
10060 ANGROSNA
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno 98 - N. 23
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Í
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TORRE PELLICE 7 Giugno 1968
A.mmin. Claudiana Torre Pellice - C.CJ*. 2-17557
SFIDUCIA NELLA PREDICAZIONE^.!
Dn’intervista del prof. Amedeo lUolnar
Necessità me n’è imposta 1| nnOVO COrSO CCCOSlOVacCO
Che la predicazione cristiana sia oggi in crisi è 0 dovrebbe essere chiaro
a chi la porta come a chi la riceve:
essa ha spesso scarsa udienza, e quando ce l’ha, scarsa incideriza. Ed ecco
Tumiliazione, l’insoddisfazione, la fiacchezza, la tristezza che non di rado accompagnano i nostri culti ; ecco le assenze, talvolta massicce; ecco l’esiguità di nuove professioni di fede. Quanto lontani dal quadro della Pentecoste !
È vero che la misericordia del Signore continua a dare non di rado anche oggi a chi predica e a chi ascolta
la gioia di essere interpellati, corretti,
consolati da lui, la gioia della sua presenza e della sua salvezza. Ma non
sempre è cos',.
Ed è vero che l’Evangelo non può
non essere, fino alla fine, « scandaloso » per il religioso e « senza, senso »
per l’incredulo; non può, se è l’Evangelo, non continuare a essere segno di
contraddizione, a suscitare reazioni,
opposizioni, irrisioni e anche indifferenza, perchè l’agire di Dio nella croce
di Cristo continua ad essere scandalo
e follia. È vero, la protesta dei dissenzienti o degli assenti può esprimere
questo rifiuto incredulo. Ma sovente
vi è invece l’amara e irritata delusione, il senso dolente che, malgrado le
buone intenzioni, quello predicato non
è l’Evangelo, non ne ha il vigore, la
novità, l’autorità.
j|e «
Come atteggiarci di fronte a questa crisi? Non certo facendo gli struzzi. Ma neppure gli autolesionisti. Già
altre volte, in passato, abbiamo espresso qui il nostro dissenso da coloro che
di fronte all’inefficienza, aH’insigniflcanza, all’opacità della predicazione
propongono una specie di predicazione
o di testimonianza del silenzio, starido
silenziosi e umili accanto agli uomini,
condivldèntìonè i - problemi -e -il travaglio e le aspirazioni e le lotte, senza
pretendere di aver nulla da dire e da
insegnare loro in quanto cristiani. Ed
ecco, abbiamo sottomano degli « appunti sulla predicazione », nell’ultimo
fascicolo di « Adelfia ». Pubblichiamo
questo documento in pagina e i lettori noteranno vari spunti stimolanti
e degni di riflessione in questo scritto
di Gianna Sciclone, pastore a. Vittoria e direttrice di Adelfia.
Non possiamo però concordare sullo
sfondo del discorso: che è,ci pare,una
vera sfiducia nella predicazione. Non
vediamo quale altra interpretazione si
possa dare a questa frase, che riprende un pensiero espresso nel bollettino
precedente da Eugenio Rivoir : « L’errore... è il pensare di avere qualcosa
da dare e da insegnare, invece di vivere la propria vita umilmente insieme agli altri, cercando la soluzione dei
molti problemi... ».
Ora, in tutta coscienza di quella che
è !a debolezza e miseria della predicazione, noi abbiamo qualcosa da
dare: nel duplice senso che lo abbiamo, perchè ci è dato, ogn-i giorno ridonato dalla paziente bontà del Signore ;
e che lo dobbiamo dare, perchè per
questo il Signore ci ha « eletti ». « Io
sono debitore tanto ai Greci quanto ai
Barbari, tanto ai savi quanto agli ignoranti; perciò per quanto sta in me, io
son pronto ad annunciare l’Evangelo
anche a voi che siete in Roma. Poiché
in non mi vergogno deH’Evangelo... »
» Rom. 1, 14): Queste parole di Paolo
non serbano forse tutto il loro valore
anche oggi? E il debito in questione
non è un debito di silenziosa presenza
solidale e amica, è il debito dell’annun; io esplicito, dell’Evangelo. « Come crpdeiarmo in colui del quale non hanno
udito cariare? E come udiranno se non
vi e chi predichi?... La fede viene dall’udire e l’udire si ha per mezzo della
parola di Cristo» (Rom. 10, 14-17).
Non è affatto convincente questo tipo di umiltà pseudocristiana, che spinge a confondersi con gli altri, perchè
tanto non valiamo più degli altri e non
abbiamo nulla di più di loro. È indubbio che l’Evangelo non ci dà alcuna
superiorità: nulla come l’Evangelo ci
confonde e.ci convince di peccato! Ma
noi rinneghiamo la nostra vocazione
e tradiamo il nostro fratello quando,
sotto specie di debolezza e povertà
(ma non si confonde la vuotezza dell’uomo e la ’’povertà” dell’Evangelo?
« Poveri, ma arricchenti molti I », scriveva Paolo, 2 Cor. 6, 10), gli lesiniamo
0 gli rifiutiamo la sola cosa necessaria. A meno che non siamo più convinti che sia la sola cosa necessaria, la
più importante di tutte quelle che possono essere date alTuomo • l’incontro
con Dio. L’apostolo Paolo, che in fatto
di « debolezza » e di porte chiuse aveva
una dolorosa esperienza, non ci risulta che abbia mai preso la via traversa
dell’impegno nel mondo, che abbia
mai messo da parte la predicazione.
anche se era perfettamente cosciente
della sua « follia » ; è rimasto saldo
nella sua vocazione, sotto una pressione tremenda : « Necessità ( anànche!) me n’è imposta, e guai a me se
non evangelizzo! » (1 Cor. 9, 16).
Ci rendiamo conto che l’intento dei
gruppi, sempre più numerosi in tutte
le chiese, i quali stanno optando per
l’azione e mettendo in sordina o in
soffitta la predicazione, non è quello
di eliminare l’Evangelo, ma di portare
l’Evangelo con l’azione, o almeno di
Cercarlo accanto agli altri nell’azione.
Questa linea si ritrova pure a livello
« ecumenico », dove ormai il rapporto
con Dio sembra sempre più largamente risolversi in quello con l’uomo, e la
confessione della fede nell’azione sociale. Non si tratta duhque di casi isolati, ma di una questione che si sta
imponendo alla chiesa universale..
Siamo convinti che su questa linea
la chiesa sta cedendo a ur^,tremenda
tentazione : quella di cefdàrè un alibi,
e persino di giustificare teologicamente la vuotezza e l’inettitudine della sua
predicazione e, al limite, la sua incredulità nella potenza (dynamis!) dell’Evangelo. Ci si vergogna dell’Evangelo.
Questo discorso andrà continuato,
chiarito, approfondito fra noi e ci auguriamo che da varie parti ci venga
un apporto di riflessione di fede. Lsp,bbiamo avviato, con qualche gsiirezza,
perchè è un problema vitale, che pone
la chiesa tutta in «situazione di confessione ».
^ ^ 4:
D’altra parte — senza voler sminuire assolutamente la serietà e l’urgenza di questo discorso — malgrado
il travaglio e la miseria della predicazione attuale, questo non è tempo di
assoluto silenzio di Dio; rara, forse, la
sua Parola è Vìva’^^e non tuftT sono disappetenti o schizzinosi dinanzi al pane della vita. Anche se in percentuale
limitata (?) vi sono fra noi fratelli e
sorelle e se ne aggiungono continuamente di nuovi — sono spesso i più
affamati e assetati della Parola di
Dio — i quali si pongono in ascolto
con il desiderio e la gioia di imparare
dal Signore ; non sanno già tutto., sanno e si accorgono di sapere ben poco
delle infinite ricchezze di questa Parola; hanno il gusto di imparare e si
raccolgono per leggere e riflettere insieme; sanno che aH’improvviso un
passo biblico, magari letto tante volte, può illuminarsi come mai finora,
farsi vivo, e un nuovo orizzonte aprirsi. Forse questo miracolo è raro, ma
avviene. E quando avviene è sempre
una cosa splendida, una gioia profonda, una forza nuova.
Ancora, esiterei a scrivere : « Dire ”il
Signore ti ha salvato” non è più di
grande aiuto, anche se si aggiunge
’’dai tuoi peccati”, perchè comunque
non si sa più che cosa capire sotto
questa parola ». Veramente? Porse che
il peccato oggi si riduce alle complesse (e reali! e gravi!) responsabilità sociali, in cui però la mia responsabilità
personale, ad es. per il bimbo che muore di fame per la via di una metropoli
indiana, si diluisce pericolosamente?
Forse che non si peijca più, nelle nostre comunità cristiane e fuori di esse?
Nessuno più ruba o’ mentisce al suo
prossimo o attesta ij falso contro di
lui? Nessuno commette più adulterio?
Nessuno usa più il liome di Dio invano? Nessuno passa più dall’altro lato
della strada, evitando il proprio prossimo? Nessuno odia più il fratello o gli
serba rancore? Dunque, più nessuno
ha bisogno, quotidiano bisogno di essere scrollato dai giudizio del Signore
e pacificato e stimolato dal suo perdono? Più nessuno ha bisogno della consolazione di Cristo nella sofferenza e
nella morte? '
Siano pure, i cristiani, compagni di
strada degli altri uomini (e come potrebbe essere altrimenti?) e imparino
realmente dai « figli di questo secolo »
molte cose: serietà di analisi, capacità
d’impegno e disponibilità, ampiezza di
visioni."Ma sappiano essere" sè stessi,
senza appiattire ’a singolarità della loro vocazione in un ulna.nesimo preso a
prestito dalTambiente.
tj- ♦ *
È in atto oggi una orisi .drammatica
della predicazione : crisi' di annuncio e
crisi di ascolto, che si, ripercuote in
una crisi di vocazioni. È una crisi di
fede, una crisi di preghiera. Forse dobbiamo anzitutto reimparare a vivere
— e quindi a aare e a insegnare —
questo senso troppo perduto: che siamo servi inutili (.quando abbiamo fatto tutto quello che siìimo m qbbligo di
farei Luca 17 10^ (s* i di qui
parlava l’aposto/Paoio. Rom. 1. 14) e
che senza di Lui non possiamo alla
lettera far nuiia : che, davvero, nell’annuncio e nell’ascolto dell’Evangelo anche nella nostra fatica di trasmetterlo
e di riceverlo, noi uomini viviamo della sola grazia del Sigiiore, della libera
potenza del suo Spìrito. Coloro che
nella storia della chiesa e della sua
predicazione hanno avuto vivo questo
senso evangelico, hanno potuto proclamare davvero la gloria attiva di
Dio, una gloria che ha inciso nella
vita degli uomini.
Gino Conte
“Attualità Protestante,,
Sono usciti gli ultimi due opuscoli
(pp. 32, L. 100) della nota collana curata dalla Claudiana :
GIORGIO ROCHAT: La guerra, oggi
MARCO TASSONI-ALDO COMBA:
La nonviolenza.
Le forze che hanno determinato i recenti mutamenti
Poche analogie, profonde differenze con Budapest 1956
La struttura socialista non è in discussione - L’atteggiamento delle Chiese
Il prof. Amedeo Mainar, docente di storia della chiesa presso la Facoltà teologica
"Comenius” di Praga, ha trascorso recentemente un breve perìodo in Italia, dando una
serie di lezioni e conferenze presso la Facoltà Valdese di Teologia in Roma, seguite
da una puntata alle Vaili Valdesi (egli sta
lavorando, con altri collaboratori, a una
"Storia dei Valdesi” che metterà a frutto
le ricerche recenti sui vari momenti della
storia valdese). In questa occasione, gli abbiamo posto alcune domande sui recenti
fatti di Praga e sulTevolvere della situazione
interna cecoslovacca; gli siamo grati per le
sue risposte.
Che cosa hanno rappresentato, sostanzialmente, gli avvenimenti delle ultime settimane a Praga?
Caratterizzerei gli eventi degli ultimi
mesi in Cecoslovacchia come la fase
decisiva di un processo piuttosto lungo di trasformazione di un sistema
burocratico del potere politico in un
sistema di potere democratico, sempre
però nel quadro di una società a struttura decisamente socialista, in un paese che, grazie alle sue profonde e plurisecolari tradizioni democratiche, non
è mai riuscito ad accettare veramente
i metodi del dirigismo stalinista che si
erano imposti dopo il riflusso della prima ondata rivoluzionaria, nel dopoguerra.
Quali sono Je tam cj^p hailBO-determinato tali eveiitì?
La forza determinante è stata e rimane il partito comunista stesso che,
in buona parte dei suoi membri, ha infine rifiutato di continuare a subire
manipolazioni che monopolizzavano il
potere nelle sole mani di un gruppo
aH’interno della propria burocrazia.
Esso ha tenuto conto del disagio crescente provato dall’opinione pubblica
nei confronti di uno stile di governo
arbitrario e oppressivo. Fin dallo scorso anno, questo disagio si è manifestato sempre più apertamente in seno al
movimento operaio, fra gli studenti
universitari e gli intellettuali e da parte degli Slovacchi, feriti nel loro sentimento nazionale dalle tendenze accentratrici del precedente presidente
della Repubblica. La convergenza di
questi movimenti, sia sul piano delle
aspirazioni a un marxismo più critico
che ideologico, sia per simultaneità
cronologica, ha accelerato la trasformazione.
Scegliere tra due vie
Una religione che aiuta a vivere nel mondo o una fede che camh'a il mondo
Noi tutti conosciamo bene il tipo
di mondo in cui ci troviamo a
rendere la nostra testimonianza:
lontano, all’orizzonte, bagliori di
crisi e di rovina; ma qui, vicino,
nell’immediato e ossessionante pre
sente che ci circonda, qualcosa di
molto ragionevole, chiaro, normale
Tutti noi sappiamo che negli ann
futuri ci aspettano molta fatica, del
le giornate sempre più intense, del
le vacanze sempre più lunghe e sem
pre più vuote: un lavoro che non
soddisfa e delle feste che non ripo
sano, con al margine una spruzzati
na di vizio o di immoralità; e in
compenso di tutto questo, ci verran
no date molte cose : la bistecca quo
tidiana che i nonni neppure sogna
vano, l’alloggio confortevole, i ve
stiti, dei liquori e tante macchine
per lavare, per viaggiare, per ascoltare, per guardare, per parlare, per
ricordare; e dopo trent’anni, o cinquanta, una parola di addio e un
mazzo di garofani.
In un primo tempo, molti credenti
hanno avuto paura di questo nuovo tipo di vita: hanno avuto paura
che il benessere soffocasse la chiesa,
col materialismo pratico, oppure
con la cultura atea e corrosiva della
scienza e della ragione.
T 1 culto-radio è stato tenuto, domenica 26 maggio, dal past. Giorgio
Bouchard. il quale ha predicato il
passo delTEvangelo di Luca (17: 2633) ; « Come avvenne ai giorni di
Noe, così pure avverrà ai giorni del
Figliol dell’uomo. Si mangiava, si beveva, si prendeva moglie, s’andava a
marito, fino al giorno che Noè entrò
nell’arca, e venne il diluvio che li
fece tutti perire. Nello stesso modo
che avvenne anche ai giorni di Lot:
si mangiava,, si beveva, si comprava,
si vendeva, si edificava, si piantava;
ma nel giorno che Lot uscì di Sodoma
piovve dal cielo fuoco e zolfo, che li
fece tutti perire. Lo stesso avverrà
nel giorno che il Figliol delTUomo
sarà manifestato. In quel giorno, chi
sarà sulla terrazza ed avrà la sua roba in casa, non scenda a prenderla;
e parimenti, chi sarà nei campi non
torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare
la sua vita la perderà; ma chi la perderà, la salverà ».
Ma negli ultimi anni, per le avanguardie della chiesa, questa paura
ha cominciato a scomparire: sappiamo che la chiesa è in grado di far
fronte a chiunque nel campo delle
idee, e che talvolta è in grado di
porre delle domande a cui nessuno
è capace di rispondere: gli scritti e
le azioni di molti uomini cristiani
vissuti (o uccisi) negli ultimi decenni stanno a dimostrarlo. A livello
organizzativo, poi, la società del benessere ci ha aperto ampie possibilità: le auto, i telefoni, aiutano una
chiesa ad essere efficiente, moderna:
la grande incognita del « tempo libero » permette di mobilitare, volendo, grandi energie al servizio della chiesa, o nel servizio che la chiesa presta al mondo.
M a a questo punto emerge anche
la grande tentazione che confronta la chiesa del giorno d’oggi:
la tentazione di diventare tina religione moderna, ben inserita nel
mondo, adeguata, adattata e rispettata. Se noi accettiamo questa tentazione, possiamo diventare una di(continua a pag. 6)
Vi sono, secondo Lei, differenze ovvero
analogie fra il cambio d'indirizzo
impresso ultimamente a Praga e i
fatti d’Ungheria del 1956?
L’analogia fra i fatti d’Ungheria nel
1956 e quelli cecoslovacchi a più di
dieci anni di distanza non è molto
grande. Non soltanto il nuovo governo
cecoslovacco, ma neppure i partiti politici non-comunisti non hanno alcuna
intenzione di fare una controrivoluzione o di abbandonare la base socialista
dell’organizzazione della società. Anche sul piano internazionale, malgrado la nettissima volontà di far valere
la sovranità dello Stato cecoslovacco,
resta intatto l’attaccamento allTJnione
sovietica. La lezione di Monaco 1938
non è stata dimenticata.
Qual’è stato l’atteggiamento delle
Chiese durante il periodo,,« stalinista » e qual’è quello prevalente nel
momento attuale? Quali Le sembrano le prospettive future? Pensa che
sarà messa in questione la statalizzazione della loro struttura ecclesiastica?
Il cosiddetto stalinismo, caratterizzato oggi come deforpiazione ma non
come liquidazione del socialismo, non
ha mai avuto l’assenso dèlie ciiese.
Purtroppo i metodi che esso appneava
non iacilitavano ai cristiani il loro impegno in favoie della società sociali" stà. Per iKdltì di-loro, làl mancanza dì
apertura ai problemi politici si risolveva in un ripiegamento su sè stessi
e in una «privatizzazione» eccessiva
della testimonianza resa all’Evangelo.
D’altro lato coloro che dissero « si » al
socialismo cedettero spesso alla tentazione di scusare le « deformazioni »
come manifestazioni temporanee e inevitabili del processo rivoluzionario.
Non sono però di coloro che pensano
che durante il ^riodo stalinista la testimonianza cristana sarebbe fallita.
E conosco dei militanti marxisti eminenti, attualmente responsabili del
nuovo orientamento politico del paese,
i quali durante gli anni scorsi hanno
trovato presso amici cristiani quella libertà per lo meno interiore che spesso
difettava altrove.
Quanto alla situazione attuale, ripeterò quel che ha già detto a « Nuovi
Tempi » (n. 20, 1968) : Ci si può domandare se le Chiese hanno veramente imparato che esse esistono soprattutto
per gli altri e che non devono occuparsi troppo della loro sopravvivenza. Si
sente infatti un’incongruenza fra la rivendicazione della libertà e la domanda di continuare a ricevere, sotto forma di stipendi ai pastori, un aiuto finanziario da parte dello Stato. Bisognerebbe che la presenza cristiana nella società socialista, per essere autentica, non pretenda di andare al di là
delle effettive possibilità delle Chiese
per ciò che riguarda la loro vitalità interiore e i loro mezzi.
Pensa che il nuovo corso cecoslovacco
avrà qualche conseguenza nell’attività della Conferenza cristiana per
la pace (CCP), che ha indubbiamente a Praga, oltre che il suo centro
amministrativo, un fulcro vitale?
La CCP ha avuto una funzione importante al momento della guerra fredda fra Est e Ovest; essa ha aiutato a
superarla levando, al principio, abbastanza alta la voce della testimonianza cristiana. Poiché è stata precisamente la guerra fredda ad alimentare
il vigore dello stalinismo, la CCP ha
contribuito efficacemente a scrollare
uno dei supporti dello stalinismo. Rimane da sapere in che misura saprà
andare avanti in una situazione mutata che, a mio modo di vedere, non
aveva prevista abbastanza.
Guardando al futuro, pensa che si accentuerà un progressivo e più pieno
ristabilimento delle libertà civili?
Sarà cioè possibile che in un quadro
socialista — che evidentemente nessuno mette in discussione — siano
assicurate le libertà fondamentali
dell’individuo?
SI, penso di sì. Occorre però arrendersi all’evidenza : le libertà non saranno intese nel senso del liberalismo individualista, ma evolveranno in direzione delle libertà di uomini visti come parte di un tutto sociale.
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pag. 2
N. 23 — 7 giugno 1968
Appunti sulla predicaziona
Parlarp chiaro
Abbiamo letto questo scritto sulVultimo
bollettino di Adeljìa; vale la pena conoscere
questa linea di pensiero che si diffonde anche nella nostra come in altre Chiese. In pri‘
ma pagina ne parliamo criticamente, senza
la pretesa, certo, di chiudere la questione.
red.
A quelli ehe predicano lo domenica mat*
tina dal pulpito vien confermato ogni volta
di più che è inutile procedere con lo stesso
sistema. Una volta forse i sermoni rivoluzionari avevano una certa presa, e suscitavano
discussioni e divisioni nella comunità. Ora
invece si ha la netta impressione che le comunità si siano abituate anche a questi: alTuscita della chiesa il saluto è sempre lo
stesso e lo stesso è il ringraziamento al pastore per le sue esortazioni.
E* inutile procedere con lo stesso sistema:
non è inutile predicare, ma è inutile farlo
nel luogo e nel modo attuale. Se questa predicazione tende nel suo contenuto a disfare
la « parrocchia », a liquidare la « chiesa » e
a mettere a tacere un certo cc cdero », è perfettamente incoerente che continui ad avvenire in « chiesa », davanti alla « parrocchia »
e da parte del solito « clero ».
Le comunità non dovrebbero esser altro
che dei centri di formazione e di coordina,
mento dei vari gruppi al lavoro in tutti i
settori della vita della città. Perchè i credenti siano (c il sale della terra » bisogna che
essi ricevano il loro sapore, riflettano insieme sulla Parola rivolta loro e che ognuno
dovrà portare nel suo settore^ ascoltando e ri.
spendendo alla vocazione del Signore (vocazione a fare bene qualsiasi mestiere come
tale, come « occasione » a portarvi la Parola
ricevuta).
In questo contesto anche i « sacramenti »
prenderebbero finalmente un aspetto più vicino nel senso (e non nella forma, come
finora) a quello per cui Gesù li ha istituiti.
Il battesimo sarebbe nient’altro che Tinizio
della vita nella comunità (cioè in uno di
questi gruppi di lavoro) nella decisione dì
vivere la propria vita al servizio di Dio, dopo la scelta della propria qualifica personale.
La Santa Cena sarebbe la comunione del
pranzare insieme alla presenza del Signore,
dopo aver cercato insieme di individuare le
responsabilità di oguuno nel portare la sua
Parola (e questa sarebbe di ben maggiore
testimonianza « finche il Signore viene », che
il prender parte ad un rito antico^ il fila
indiana, in un locale pubblico e in un contesto del tutto inadeguato, come il culto che
facciamo).
Ogni comune « membro di chiesa », cioè
ogni appartenente ad uno di questi gruppi
di lavoro (« lavoro » non significa innanzitutto « lavoro sociale ») ha la funzione di ani.
malore là dove può inserirsi: per esempio
un maestro (meglio se nella stessa comunità
ci sono più maestri) è inserito nel suo ambiente della scuola, ha dei coUeghi, degli allievi, dei superiori, ecc.; se vuole servire
Dio, bisogna che si occupi di tutti quelli che
possono aver bisogno di lui. Se vuol portare
la sua Parola, bisogna che trovi il modo di
rtivolgere ad ognuno la stessa domanda : « Co.
sa volete farne della vostra vita? ». Può invitarli a casa sua o partecipare alle loro riunioni, può creare lui stesso un centro di riflessione e di ricerca. La stessa cosa po^no
fare Timpiegato, il contadino, Lartigiano,
Toperaio dì fabbrica, la madre di famiglia.
La Parola di Dio non è mai una parola
astratta dalla realtà dei problemi quotidiani :
dire « Il Signore ti ha salvato » non è piu
di grande aiuto, anche se vi si aggiunge
« dai tuoi peccati », perchè comunque non si
sa più cosa capire sotto questa parola.
« 11 Signore ti chiama a vivere una vita
che vai la pena, sia vissuta. Il Signore ti
chiede un servizio e riempie la tua vita di
possibilità di riformare il tuo mondo! ».
Cosa avrebbe di diverso un tal lavoro
solita « evangelizzazione »? E questo potremmo farlo nella nostra vita e nel nostro mestiere normale, senza il disgusto e 1 imbarazzo dei soliti evangelini e dell altro materiale
di propaganda, fatto alEestero e completamente staccato dalla nostra situazione concreta.
La chiesa, come è attualmente, capisce la
sua funzione non nel rendere un servizio
agli altri nei loro problemi e nei loro interessi (l’unico servizio veramente necessario
non è l’opera sociale, ma veramente e soltanto l’annuncio incarnato della Parola di
Dio), ma nel convertire le anime, possibilmente quelle più incallite, e allargare le sue
tende, perchè il maggior numero di credenti
possa trovarvi posto. Non cerca di migliorare
le strutture della società in cui è posta, ma
tutt’al più. quando è molto attiva, cerca di
migliorare le strutture di alcuni uomini, che
diventano uomini buoni, pieni di buona volontà e di zelo vèrso la chiesa.
Molti di questi uomini zelanti risolvono il
loro problema semplicemente nell’osservare
certe pratiche religiose e nel vivere una vita
morale che sia d’esempio agli empi (i pagani non fanno forse altrettanto?). Altri invece hanno giustamente capito il giudizio
di Cristo su questa vana vita religiosa e ne
hanno sentito il vuoto.
Qui in Sicilia questo vuoto lo abbiamo
spes.so colmato con Vopera sociale, e forse
giustamente. Anzi siamo finora ben convinti che l’azione sociale sia necessaria e che a
noi credenti tocchi fare un discorso sociale,
perchè le condizioni dell’ambiente sono tali
da imporcelo, se vogliamo essere solidali coi
fratelli fra i quali viviamo. Il discorso diventa difficile invece quando la chiesa (come
Pro Collegio ViiHose
Trasmessi dalla Chiesa di Viliar Perosa: Concistoro Valdese L. 200.000;
Antonio Manganare L. 200.000; Partito
X. Y., somma risparmiata sulle spese
della campagna elettorale, L. 150.000.
] abbiamo ora) si mette a fare delle opere so.
ciali... Finora sono state almeno di due tipi:
L’opera sociale presso la chiesa, che avviene coscientemente come beneficenza, quasi a
sgravio della chiesa dei suoi obblighi verso
Id società. Vi si unisce spesso anche il pensiero deirevangelizzare quelli ohe vengono
aiutati, perchè essi anche entrino a far parte
della chiesa.
La chiesa presso Topera sociale, si direbbe
quasi « in missione » nel mondo. Si occupa
del mondo, ma non è del mondo, nella convinzione di (( essere sale » che va a dar sapore in Un settore, che in realtà non sarebbe
il suo. E’ il caso di molti gruppi, anche quello in cui vivo io stessa, che anche a contatto con la società e nello sforzo di cambiarla,
restano tenacemente « chiesa » (anche se vorrebbero il contrario) perchè partono da una
situazione che non è la loro e finiscono in
un’altra falla quale non si amalgamano), che
pretendono migliorare secondo i loro schemi.
Essi che non sono « poveri », pretendono
venire ad aiutare i poveri! Gesù ha detto:
« Beati i poveri », non « beati quelli che si
occupano dei poveri ». Cosa abbiamo da insegnare noi stessi, vittime del miraggio del
benessere e della vita del mondo capitalista?
L’errore è, come diceva l’altra volta (nel
precedente bollettino di .Adelfia, n. d. r.)
E. Rivoìr. il pensare di avere qualcosa da
dare e da insegnare, invece di vivere umilmente la propria vita insieme agli altri, cercando la soluzione dei molti problemi. In
questa mentalità quello che si conserva è
proprio la struttura della chiesa, anche nella sua forma più avanzata dì (c gruppo », che
dà e insegna. Se si teme tanto a distruggerla
è forse perchè si teme di distruggere con essa
la fede e l’evangelo. Mentre forse è proprio
per esser fedeli e coerenti all’evangelo che il
Signore ci chiama a distruggerla, lasciandola giudicare e calpestare dagli uomini.
Le attività sociali possono avere successo e
chiesa sono destinate a fallire. Anche quelle
delle chiese che non vogliono essere più tali
e si distaccano da quelle tradizionali per
andare a vivere fuori una fede più autentica.
Sono destinate a fallire, perchè la gente non
le sentirà mai come opera propria, ma sempre come opera di estranei nei suoi confronti.
Le attività sociali possono avere successo c
hanno certamente un senso solo forse dove i
cristalli le fanno insieme agli altri, come
normali cittadini di questo mondo, non come chiesa, su un terreno di ricerca e senza
la pretesa di esser li per insegnare e dare.
Inseriti completamente là dove sono chiamati a lavorare, i credenti poi sono anche inseriti nei gruppi di lavoro delle comunità
cristiane.
Lì hanno il loro centro di formazione, di
studio della Parola dì Dio, di discussione dei
casi diffìcili, che si presentano continuamente e per ì quali ogni volta siamo chiamati
a fare e a sollecitare una scelta.
Gianna Sciclone
Non violenza
e violenza
Si parla molto della non violenza, e
più della violenza, se la si debba usare,
0 no. Il problema è mal posto. Ci si
deve chiedere piuttosto chi usa e chi
non usa violenza oggi; e quale violenza appoggia, e di quale violenza si serve, chi non usa violenza.
Anche dai più avvertiti, si ode parlare di violenti e non violenti, e si usa
fare la distinzione. Il problema è mal
posto, si deve parlare delle parti in
lotta, pronunciarsi su di esse, evitare
di credere che Santo Ponzio Pilato sia
più bravo di San Giuda Iscariota, e
proporre mezzi corretti ed efficaci solo
dopo che si è usciti dalla apparente
neutralità di chi continua a far compiere le violenze al braccio secolare,
mantenendo l’antico benefìcio ecclesiastico di far togliere agli altri le castagne dal fuoco.
Ogni posizione che preponga la questione di metodo alle decisioni reali
da prendere, è fatta: per confondere
le idee, per procrastinare una scelta
concreta, per differire un vero e franco discorso sui metodi da usare (che
può essere fatto con costrutto — e con
voce e intendimento cristiani — solo
da chi si sia già deciso per o contro
questa attuale società), e, quindi, per
amore della situazione presente.
Ci si deve quindi limitare a constatare:
a) che siamo in un periodo di guerra, o almeno di lotta violenta;
b) che chi conduce la guerra, o almeno la lotta, lo sta facendo con tutti
1 mezzi a sua disposizione: e alcune
parti in lotta hanno a loro disposizione la quasi totalità dei mezzi ;
c) che in una situazione di lotta,
il dovere del cristiano è affrettare la
fine della lotta, anche se — a viste cristiane — la lotta non finirà troppo
presto, ma solo col Regno di Dio;
di che dunque non possiamo disinteressarci del conflitto in atto: di
più, che già ne siamo coinvolti, e comunque facciamo siamo corresponsabili dell’una o dell’altra o dell’altra
violenza ancora;
e) che, neirimpossibilità fìsica, logica e teologica della astinenza politica, dobbiamo proporre quei metodi
(idonei e coerenti al fine) che ci sembrano più corretti da un punto di vista di cristiani — dopo aver preso
chiaramente partito.
Cercherò di esplicitare in altri scritti questi cinque puliti.
Sergio Rìbet
Tribunale A/lilitare di Torino
Processi alla coscienza
Dunque, Giovanni Zambelli ed Enzo Bellettato sono stati condannati dal tribunale
militare di Torino. Non si tratta di delinquenti comuni, ma di obiettori di coscienza.
Lo Zambelli, Testimone di Geova. aveva
già in precedenza subito, per « rifiuto alla
chiamata alle armi » una condanna a sei
mes: di carcere ed ora gli sono stati dati
altri tre mesi e venti giorni. Siccome poi. al
tertriine della pena, tornera quasi ceptamen-te ad obiettare, al pari dei suoi confratelli,
al servizio militare, egli subirà indefinitamente una condanna dopo l’altra dato che
il tempo di detenzione non viene computato
agli effe>;ti del servizio militare stesso.
Durante il processo, siccome l’imputato
ha confermato la sua obiezione in quanto
« ministro del culto ». gli è stato detto, da
parte del presidente del tribunale, che. siccome la sua fede religiosa non è riconosciuia dallo Stato, la sua motivazione non
aveva ragion d’essere!
L'altro caso, quello di Enzo Beliettato,
ha destato maggiormente l’attenzione dei
giornali e dei giovani in quanto si tratta
di un cattolico, che si ispira all’opera ed
alle idee di don Milani.
Dopo aver prestato regolare servizio militare per circa un anno, in attesa che la
legge Pedini diventasse operante, la sua richiesta è stata respinta.
Sarà bene, a questo punto, precisare in
due parole, che cos’è questa legge Pedini :
è una legge assurda e discriminatoria che
consente a cento giovani all’anno (su 300
mila di leva) particolarmente qualificati —
sarebbe forse meglio dire; raccomandati —
nel loro lavoro presso determinate aziende,
di compiere 24 mesi di « servizio civile » in
alternativa ai 15 mesi del servizio militare,
presso nazioni soitosviluppate, che siano in
relazioni d’affari colle suddette aziende.
Il Beliettato. vistasi respinta la sua richiesta (è insegnante e studente universitario). e non avendo altra alternativa, si è tolto
le mostrine e le stellette, secondo quanto
gli dettava la sua coscienza e le ha consegnate al suo capitano.
È stato condannato per « disobbedienza
continuara » a sette mesi di carcere, con la
condizionale e la non iscrizione, ed è stato
subito scarcerato.
La condanna potrebbe sembrare mite,
stanti le vigenti leggi, ma occorre tener presente che il BelleKato, nel corso degli atti
preparatori del processo, aveva rilasciato
una dichiarazione scritta secondo cui, in
caso di condanna, avrebbe terminato il servizio militare « con diligenza non sincera ».
Nel corso di una successiva conferenza
stampa, alla quale ha presenziato, oltre ai
rappresentanti di vari giornali, anche Fabrizio Fabbrini, avvocato e noto obiettore
di coscienza cattolico, il Beliettato ha precisato che non significa nulla il fatto che
egli ora riprenda il servizio militare; quello che conta è la sua protesta in modo da
tiiiiiiiitmiii'iiiximmiiNNimai
MI iiiiiitiiNiiiiNitiiMimiiMiiiiiiiiimitiiiiti iniiimiiiiiiii 1111111 n
iiitiiiNimiMiiiiiiiiiiiiiiiiiM
Lettera
a! Direttore
PRETESTI
Cinisello, 29-5-’68
Caro Direttore,
ricevo oggi il numero dell’Eco-Luce
del 17-5-’68, e leggo l’articolo « La coscienza infelice e la coda di paglia »,
firmato da Alberto Soggin.
Nella prima parte di codesto articolo il Prof. Soggin mi accusa, sia pure
con elegante cortesia, di aver falsificato su « Gioventù Evangelica » un testo
pubblicato dalla Claudiana a mo’ di
prefazione del libro di Gollwitzer sul
Vietnam e Israele. Vorrei perciò pregarti di pubblicare la seguente precisazione ;
Al principio di Gennaio la Casa
Editrice Claudiana mi chiese di redigere un testo che avrebbe dovuto servire da prefazione al suddetto volume
di Gollwitzer; per motivi che non mi
riguardano la Claudiana precisò che
la prefazione sarebbe uscita senza
firma: condizione che accettai senza
discutere, e che del resto aveva altri
precedenti nella prassi della Claudiana.
Dato che il volume di Gollwitzer meritava di essere diffuso, decisi di recensirlo su « Gioventù Evangelica » : ma
rendendomi conto che avevo già detto
tutto quello che ero capace di dire nella suddetta prefazione, ne chiesi il testo alla Claudiana, onde pubblicarlo al
posto della recensione. La Claudiana
mi inviò il testo dichiarando (come risulta da lettera a mie mani) di aver
attenuato leggermente (ma non sostarzialmente) il pesante ^udizio sulla
seconda parte del libro di Gollwitzer.
Che la Claudiana modificasse il testo
per la sua pubblicazione non mi fece
nè caldo nè freddo: ma al momento
di pubblicarlo su « Gioventù Evangelica », mi sembrò lecito ridare al testo
il suo significato originario. Ed eccone
i motivi;
— il libro non dà sufficiente rilievo
all’importanza che ha avuto nella storia palestinese il terrorismo israeliano,
quale si è manifestato per esempio nel
massacro di Deir Y-assin (precedente
la dichiarazione d’indipendenza) o nell’uccisione di Bernadette: senza volerne esagerare l’importanza, esso ha
indubbiamente favorito (anche se non
creato totalmente) la psicosi di fuga
presso palestinesi arabi nel 1948.
Analogamente il libro non dà sufficiente importanza alle pesantissime
ritorsioni israeliane contro i paesi arabi, ed ai loro effetti politici ( cfr. in propositivo i pronunciamenti dell’O.N.U.).
— a mio parere il libro non mette
sufficientemente in rilievo il quadro
internazionale in cui avvenne la guerra del 1956 (in cui Israele ha attaccato
gli Egiziani): la guerra del 1956 non
avvenne solo in collegamento con l’attacco franco-inglese a Suez (pp. 92-93),
ma in un momento in cui la Francia
voleva dare una lezione agli Arabi :
vincere a Suez significava dimostrare
anche agli Algerini in lotta che l’Occidente era più forte degli Arabi: ed
inoltre una eventuale liquidazione di
Nasser avrebbe privato ì ribelli algerini di uno dei loro maggiori alleati politici. Collegandosi con gli Anglo-francesi, Israele ha dunque collaborato a
un piano di repressione della rivoluzione araba; e questo nel momento in
cui ad Algeri si torturava ed uccideva
a tutto spiano.
— il libro non mette sufficientemente in rilievo gli effettivi interpsi imperiali dell’Occidente nei paesi arabi;
petrolio, ecc. E perciò, a mio modestissimo giudizio, è troppo ottimista sulle
possibilità che avrebbero le potenze
occidentali di favorire « la creazione
d: un Commonwealth socialista nel
Medio Oriente» (p. 129).
Dire questo, non significa dire che
questa seconda parte del libro sia falsa, o cattiva: solo, regge meno bene
al confronto con gli sviluppi della situazione (mentre la prima parte, regge benissimo, mi pare).
In secondo luogo avevo usato nel testo originario, e ho restituito nel testo
di « G. E. », l’espressione « coscienza infelice », per il seguente motivo ; « coscienza infelice » è un’espressione che
viene usata da Hegel per dire, tra l’altro, che chi sente più dolorosamente
le contraddizioni .della propria situazione e della propria epoca, può talvolta avere maggiori possibilità di trovare, alla fine, la verità e una .soluzione autentica ai problemi che schiacciano lui e gli altri. Mi sembrava che
questo riferimento hegeliano rendesse
giustizia a Gollwitzer e alla Germania evangelica meglio che l’espressione
che la Claudiana gli aveva sostituito:
non mi sembra comunque che fosse
ingeneroso verso Gollwitzer.
Vorrei inoltre precisare che questa
« coscienza infelice » era attribuita a.i
tedeschi nei confronti del popolo ebraico nel suo insieme, e non del solo stato
d’Israele nei suoi rapporti politici attuali (cfr. p. 81).
Vorrei infine aggiungere che la frase del Prof. Soggin : « Polacchi e Russi,
che avrebbero ragioni altrettanto valide per una ’’coscienza infelice” che i
Tedeschi... ecc. », mi sembra non essere sufficientemente documentata: per
avere « ragioni altrettanto valide » bisognerebbe che i Polacchi e i Russi
avessero portato il loro antisemitismo
ai livello di quello tedesco : organizzazione di una campagna sistematica di
annientamento, sua esecuzione in carnpi come Auschwitz e Treblinka, liquidazione di oltre 5.000.000 di Ebrei : cosa
che non mi risulta sia stata fatta dai
Polacchi e Russi. Ma se il Prof. Soggin è in possesso delle prove che stabiliscono resistenza di una campagna di
liquidazione fisica degli ebrei in Polonia e in Russia, e di azioni antisémite altrettanto gravi quanto quelle tedesche, certo gli saremo grati di segnalarcele.
A me risultava, per esempio, che
quando i nazisti arrivavano in un borgo ucraino radunavano tutta la gente,
e gridavano : « fuori gli ebrei e i comunisti », e poi fucilavano gli uni e gli
altri, o li spedivano nelle camere a
gas; e che intanto, a differenza della
Germania, in Polonia e in Russia si
svolgeva un’attiva resistenza di massa
(partigiani e sabotaggi) contro i nazisti. Ma può darsi che queste mie informazioni provengano solo da « bollettini diramati da agenzie stampa », e
sarò lieto di essere smentito. Solo vorrei chiedere un favore; vorrei essere
smentito, e non solo gentilmente insultato.
Giorgio Bouchard
direttore
di « Gioventù Evangelica »
DONI RICEVUTI
PER ECO -LUCE
Da Ferrerò: Delfina Pascal 500; Paolina
Pons 100: Giovanni Peyronel 500; Lidia
Ma.s.sel V. Poet .500: Enrico Poet 300; Paolina Micol Tron 500; Enrico Rostan 500;
Alessandro Peyronel 200; Adelina Ferrerò
200; Alberto Ferrerò jr. 200; Luigia Pcyran 100.
Cornelio, Lncca 500; N, N. 10.000; Paolo
Evangelista, Vasto Marina 600; Lilliano
Frattini. Varese 500; Pons, Sudafrica 1.270;
Maria Di Paolo. Aitino 500; Lisa Coggiola,
Perosa Can. 500; AmpelHo Calassi, Sesto
Fior. 3.500; Vittoria Mecueci, Siena 2.500;
Maria Caflisch. Catania 500; Rolando Revel. Monlepulieano 1.000; N. N. 5.000; N. N.
7.500; Anna Stauffer, Brescia 500; Mimi Fa.
ronalo, Livorno 500; Remigio Baldoni. Bologna 5.000: Tullio Viola. Torino 25.000.
r:ch!amare l'attenzione della pubblica opinione su questo problema che via via diventa sempre più attuale ed importante, conte lo ha dimostrato la notevole affluenza
di pubblico, specie giovanile, al processo;
come lo dimostra il fatto che alla fortezza
militare di Gaeta, su 80 reclusi. 45 sono
obiettori, mentre vari altri si trovano rinchiusi a Forte Boccea. a Palermo, ecc.
Si sta lavorando alla preparazione di un
incontro fra varie forze politiche, da una
parte, e gli obiettori dall’altra, in modo da
poter successivamente giungere ad una equa
regolamentazione della questione, degna di
un paese che si dice civile e cattolico.
A propostilo di « cattolico », Fabbrini ha
rilevato il fatto sintomatico ed importante
che per la prima volta, in occasione di questo processo, la chiesa, per mezzo del cardinale di Torino aveva delegato ed inviato,
quale testimone a difesa deH'imputato, un
noto teologo, don Maritano, il quale avrebbe dovuto illustrare al tribunale i particolari valori morali e sociali dell’obiezione di
coscienza. La sua testimonianza è stata respin’ta in quanto « irrilevante ai fini del processo ».
Vorremmo concludere offrendo alla meditazione del lettore un pensiero di don Milani, fatto proprio dall’obiettore di coscienza Enzo Beliettato ; « Ogni singolo uomo
è responsabile di tutto » : questo giovane
cattolico rifiuta di gettare sulle spalle degli
altri la colpa di tutto ciò che nel mondo
non va; egli si sente personalmente responsabile della legalizzazzione, della « sacralizzazzione » della guerra; si sente responsabibile della violenza che viene commessa nel
mondo del lavoro e dello studio.
Col suo gesto egli indica qual’è la via da
percorrere per sostituire all’insicurezza ed
al timore, fatali progenitori della violenza,
la comprensione e l’amore verso il prossimo, lontano e vicino, secondo la legge dei
Signore. R. Peyrot
A San Giovanni e a Prati
Concerlo della Corale
di Dellevaex-lausanne
Penso che la grande gioia spirituale che ì
nostri fratelli svizzeri ci hanno fatto vivere
sabato 1» scorso nel Tempio di S. Giovanni
la si debba particolarmente aU’atmosfera della Pentecoste che tanto il pastore Streit quanto il programma eseguito magistralmente dai
coristi e dall’organista J. J. Gramm, hanno
saputo e voluto creare. Nei paesi d’oltralpe,
esattamente a nord di noi, la festività e,'
Pentecoste è particolarmente sentita, tant è
vero che il lunedì è giorno festivo, come da
noi (e anche da loro) il lunedi di Pasqua.
E’ una solennità cioè che secondo ,lo spirito
della RTorma, non si limita alla sola domenica ma che si prolunga, almeno per quanto
riguarda la liturgia, per altri due giorni come succede per Natale e per Pa.squa. Tanto
più per questa particolare solennizzazione
della domenica che ei ricorda la discesa gloriosa dello Spirito Santo, trionfale epilogo
della Croce, della Risurrezione e dolFA-scensione. tanto più — dico — questo concerto
è stato veramente apprezzato c .sentito. Non
voglio (¡ni prendere la penna del critico musicale : mi limiterò a sottolineare anzitutto
la stupenda e calda voce del mezzo-soprano
A. Sanier che ha interpretato «■ bachianainente » i due brani del Grande di Eisenach;
il coro ha dato tutta la sua grandiosa ed
equilibrata forza nell’eccezionale e ma,e.sloso
Alleluia del Messia di Haendel, interpretandolo magistralmente, malgrado qualche rallentamento fosse troppo accentato, sulla sezione centrale che richiede una leggera, ma
■non eccessiva, distensione ritmica ed espressiva. Particolarmente straordinario il coro
« Christ à toi la gioire » di H. Schütz, uno
dei grandissimi ted.eschi precursori di Bach
e purtroppo, molto poco conosciuto da noi:
non sto a parlare degli altri brani corali per.
chè mi dilungherei e verrei meno a quanto
mi sono preposto di fare, cioè non una critica ufficiale. Dirò soltanto che anche gh altri cori sono stati .eseguiti in modo ineccepibile e che il direttore sig. ]. Dufour ha una
efficace potenza comunicativa, segreto unico
e fondamentale per chi ha il compito e la
responsabilità di dirigere. L'organista ha. ese.
güito con gusto e con una competenza notevole i due brani del grande danese Buxtehude. che Bach andò a sentire, a piedi, a
Luhccua. al celeberrimo organo della Marien,
kirche, e la fuga attrihuila a ]. S. Bach a
chiusura del programma. In complesso, un
concerto edificante ed efficace che ci auguriamo di risentire presto per la gioia che et
ha procurato e per l'apporto di cultura mu.sicale, così necessaria e benefica P" ® P"'
polazionc delle nostre care Valli Valdesi.
F. Rivoir
II concerto è stato ripetuto l’indomani a
Frali, con pari successo.
Grazie!
(continua)
Prof. Bruno Corsani
L'interpretazione
del Sermone sul monte
Past. Aldo Comba
Matrimonio e divorzio
nel Sermone sol monte
Copie ciclostilate di due relazioni
tenute a un colloquio pastorale a San
Fedele Iiitelvi. L. 250 la copia, porto
incluso; ordinazioni e versamenti sul
c. c. p. 18/13990 intestato a T. Soggin. Via T. Grossi 17, 22100 Como.
3
7 giugno 1968 — N. 23
pag. 3
TeniBndo una analisi degli òrienÉamenii j/eireletiorato valdese
1 voti per la Camera nei Comuni delle Valli
I risultati elettorali nei Comuni
delle Valli che hanno la maggioranza o comunque una forte aliquota
di popolazione valdese non si staccano da quelli complessivi del Pienìonto e, grosso modo, di tutta Italia. Con una differenza fondamentale: in molte località, la funzione
di roccaforte conservatrice, di argine alle forze di sinistra, che altrove
è della democrazia cristiana, viene
svolta dal partito liberale: le cause
sono ovvie.
II partito liberale ha in sostanza
mantenuto dovunque le posizioni,
tranne alcuni aumenti, talvolta cospicui come a Perosa e a Villar Pellice. Era scontato: anzi, semmai, le
previsioni della vigilia elettorale
erano per un forte incremento dovunque : mentre, se ha retto bene
nella Val Pellice, lo ha fatto a stento nelle valli del Chisone e della
Germanasca.
E’ un risultato che si lega alla diversa composizione della popolazione nelle due vallate: quella del Pellice ospita un forte numero di pensionati, provenienti dalla piccola e
media borghesia, legati per l’età e
per le jjarticolari concezioni di vita
a un particolare sistema. Il resto
.'.¡ppartiene a una società fondamentalmente contadina, per sua natura
e tradizione conservatrice.
Nella vallata del Chisone, invece,
è più forte l’eleniento operaio : e le
recenti esperienze del sistema liberale, che hanno portato a numerosi
licenziamenti e alla chiusura di fabbriche, hanno avuto facilmente prevedibili conseguenze psicologiche e
politiche.
Sia nei centri del Chisone, sia in
quelli del Pellice si è avuto — più
accentuato nei primi, ma sensibile
anche nei secondi — un netto spostamento di voti a sinistra. Il partito socialista, che aveva tradizionalmente posizioni molto forti nelle
vallate valdesi e si sarebbe potuto
pensare che resistesse qui meglio
che altrove, ha subito un crollo paragonabile più a quello delle grandi città industriali, come Genova e
Torino, che alla media nazionale. Se
ne sono avvantaggiati Pei e Psiup :
anche nelle Valli la lotta politica si
radicalizza e non sembra si nutra fiducia nella possibilità di una soluzione moderata e riformista del conflitto sociale.
E’ il prezzo politico delTabbandono in cui la ])opolazione è stata
lasciata, di fronte a gravi problemi:
COMUNE
Angrogna
Bobbio Pellice
Inverso Pinasca
Liiserna S. Giovanni
Lusernetta
Massello
Perosa Argentina
Perrero
Pinasca
Pornaretto
Proli
Pramollo
Prarostino *
R or à
Salza di Pinerolo
S. Germano Chisone
S. Secondo *
Torre Pellice
Villar Pellice
Villar Perosa
la crisi economica che fa sentire ancora pesanti conseguenze, mentre
altrove appare risolta; lo scarso interessamento dei poteri pubblici per
risollevare le sorti di comunità travagliate. Se sindaci e consigli comu
ELETTORI P.C.I. P.S.I .U.P. P.S.I. P.S.U. P.S.D.I. P.R.l. D.C. P.L.I, MONARCHICI M.S.I.
ISCRITTI VOT. VOTI % VOTI % VOTI % VOTI % VOTI % VOTI 7o VOTI VOTI 7o VOTI VOTI 7o
IfJl 54 7,34 — 128 17,39 — 23 3,12 6 0,81 211 28,67 173 23,57 27 3,67 2 0,27
7l 1 66 9,91 — — 185 27,78 — — 24 3,60 3 0,45 196 29,43 170 25,53 11 1,65 2 0,30
1968 798 626 139 24,40 34 6,28 — — 90 16,80 — — 6 0,06 173 30,04 103 18,01 8 0,08 1 0,01
IQCfi Sfi7 50 9,45 — — 62 11,72 — — 7 1,32 7 1,32 35 6,62 107 20,23 10 1,89 — —
^92 <Ì47 41 7,82 — — 285 54,39 — — 33 6,30 4 0,76 69 13,17 81 15,46 3 0,57 1 0,19
1968 651 510 102 20 36 7,03 — — 133 26,07 — — 6 1,17 56 10,98 98 19,21 5 0,98 2 0,39
457 121 27,69 — 116 26,54 — — 12 2,75 — — 48 10,98 23 5,26 2 0,46 •
1958 /fOQ 127 28,41 — — 139 31,10 — — 13 2,91 6 1,34 98 21,92 48 10,74 8 1,79 2 0,45
1968 495 461 211 45,77 25 5,40 — — 68 14,90 — — 2 0,40 89 19,30 26 5,40 5 1,00 5 1,00
1 OCfi 4 f,Cìl 4.340 427 10,27 — — 739 17,78 — 264 6,35 32 0,77 1.239 31,02 319 19,71 32 1,97 43 1,04
ÌQfi'X 4 7Q4 4.552 520 12,14 — — 946 22,08 — — 425 59,92 31 0,72 1.360 31,75 838 19,56 69 1,61 62 1,45
1968 4.890 4.415 753 16,37 217 4,38 — — 832 18,26 ■ — 34 0,75 1.497 33,20 903 20,80 69 1,54 40 0,90
504 473 30 6,64 — — 47 10,40 — — 14 3,10 — — 296 65,49 37 8,18 6 1,33 1 0,22
lOfiT 444 414 21 5,31 — — 32 8,08 — — 15 3,79 — — 305 77,02 17 4,30 5 1,27 — —
1968 423 402 28 6,90 9 2,20 — — 34 8,40 — 7 1,70 287 71,30 19 4,70 4 0,90 — —
1QS8 711 181 15 8,57 — — 39 22,29 — — 3 1,72 1 0,57 34 19,43 2 1,14 1 0,57 2 1,14
IQfi'ì 192 159 18 12,16 — — 60 40,54 — — 2 1,35 8 7,34 36 24,33 27 18,24 2 1,35 2 1,35
1968 177 134 35 25 23 16,60 ■ — 32 22,10 ■ — 1 0,10 17 12,20 24 17,20 1 0,10 — —
10^8 3 1 3S 3 016 382 12,98 — — 662 22,49 — — 147 4,99 6 0,20 1.376 46,74 51 1,73 23 0,78 6 0,22
lOfi'ì 3 310 3.174 429 13,96 — ■ 810 26,37 — — 217 7,06 8 0,26 1.380 44,92 184 5,99 22 0,72 6 0,20
1968 3.302 2.979 798 26,23 271 9,28 — 411 13,23 — — 28 0,10 1.113 37,10 276 9,28 28 0,90 15 0,40
IQSS 1 424 1.276 134 10,95 — — 243 19,35 — — 42 5,43 6 0,49 407 33,25 49 4,00 11 0,90 4 2,32
1QÍÍT 1.277 1.112 156 14,86 — — 353 33,62 — — 31 2,95 12 1,14 375 35,52 113 10,76 7 0,67 3 2,19
1968 1.134 1.014 250 2è,40 83 8,74 — — 117 12,36 — — 12 1,26 329 34,70 131 13,80 8 0,70 1 0,01
2.025 1.878 246 13,43 — — 270 14,75 — — 64 3,50 4 0,22 883 48,22 11 0,60 21 1,15 6 0,33
2.050 1.931 289 15,50 — — 355 19,04 — — 139 7,45 9 0,48 940 50,40 97 5,20 12 0,64 3 0,16
1968 2.042 1.901 418 23,95 124 6,17 — — 212 11,16 ■ — 8 0,40 867 48,14 99 5,10 1? 0,60 5 0,30
1958 712 658 130 20,03 — — 203 31,28 — — 21 3,24 3 0,46 142 21,88 13 2,00 7 1,03 2 0,31
1963 758 716 128 18,63 — — 240 34,93 — — 36 5,24 1 0,15 177 25,76 76 11,06 12 1,75 5 0,73
1968 771 728 249 34,14 57 7,60 — — 148 20,24 • — 9 11,17 139 19,68 61 8,27 10 1,27 12 1,45
1958 556 492 72 14,85 — — 177 36,49 — — 9 1,86 6 1,24 105 21,65 38 7,83 2 0,41 — —
1963 495 437 81 19,15 — . 202 47,75 — — 17 4,02 1 0,24 94 2,22 23 5,44 1 0,24 2 0,47
1968 465 417 126 31,35 34 8.24 — — 121 30,25 ■ — 1 0,20 85 21,20 18 4,22 1 0,20 —
1958 550 475 151 32,54 — — 132 28,45 — ■ 5 1,08 — — 71 15,30 37 7,97 5 1,08 1 0,22
1963 536 474 165 36,67 — — 152 33,78 — — 18 4,00 1 0,22 78 17,33 28 6,22 4 0,89 3 0,67
1968 496 416 185 44,40 19 4,50 — — 107 25,70 — — — — 61 14,60 20 4,80 2 0,40 2 0,40
1958 _ — — — -- — - — — — — — — — — — — — — —
1963 702 603 41 7,65 — 225 41,98 — — 56 10,45 2 0,37 92 17,16 104 19,40 5 0,93 4 0,75
1968 685 590 145 27,10 27 ■'.15 — — 164 30,20 — — 33 6,70 69 12,45 80 14,40 — — 5 0,80
1958 295 232 19 8,64 — — 40 18,18 — — 14 6,36 5 2,27 6 2,73 113 51,36 8 3,64 1 0,46
1963 253 205 21 11,11 — — 38 20,10 — — 42 22,22 — — 11 5,82 71 37,57 3 1,59 — —
1968 230 189 22 11,62 5 2.63 ■ — 83 43,90 — — 1 0,50 13 6,80 35 18,40 5 2,63 3 1,50
1958 196 187 20 10,87 — 39 21,20 — ■ 1 0,54 1 0,54 74 40,22 8 4,35 — ■ — —
1963 177 158 24 15,53 — 50 32,47 — — 6 3,90 — — 71 46,10 2 1,30 — — — —
1968 157 143 46 32,20 9 6,42 — — 20 13,10 ■ — — — 54 37,10 10 6,14 — — 4 2,11
1958 1.428 1.302 380 29,99 — -- 197 15,55 • 72 5,68 19 1,50 265 20,92 73 5,76 5 0,39 10 0,79
1963 1.413 1.297 373 29,74 — 342 27,27 ■ — 104 8,29 15 1,20 253 20,18 144 11,48 9 0,72 8 0,64
1968 1.370 1.260 470 37,30 59 4.08 — — 341 27,06 — — 12 0,95 197 15,63 108 8,57 1 0,07 5 0,39
1958 2.239 2.079 97 4,82 — 267 13,28 — — 199 9,90 7 0,35 778 38,71 195 9,70 44 2,19 6 0,30
1963 1.508 1.425 85 6,23 — — 228 16,71 — — 112 8,21 3 0,22 691 50,66 210 15,40 17 1,25 7 0,51
1968 1.493 1.357 161 11,70 53 .3,70 — — 219 16,10 — — 16 1,10 675 49,70 194 14,20 5 0,30 5 0,40
1958 3.629 3.345 278 8,58 — — 729 22,51 — — 131 4,05 99 3,06 745 23,01 453 13,99 109 3,37 29 0,86
1963 3.644 3.345 313 9,74 — 982 27,76 — — 297 9,24 83 2,58 732 22,78 783 24,36 50 1,56 34 1,06
1968 3.608 3.281 549 16 165 5,95 — — 827 25,67 — 59 1,26 692 21,29 683 20,J6 34 1,11 27 0,27
1958 1.007 808 85 10,40 — — 749 19,10 — — 14 1,79 19 2,44 105 13,46 no 14,10 14 1,80 4 0,51
1963 993 822 64 3,39 — ■ 347 44,95 — ■ 52 6,74 11 1,42 117 15,16 160 20,72 8 1,04 5 0,65
1968 960 814 142 17,36 36 4,34 — — 182 22,35 ■ ■ 23 2,80 117 14,30 236 28,80 7 1,00 2 0,20
1958 2.332 2.282 387 17,81 — — 316 16,61 — — 108 4,97 6 0,27 752 34,61 46 2,12 21 0,97 6 0,28
1963 2.790 2.700 567 22,13 — ■ 545 21,27 — ■ 253 9,88 7 0,27 852 33,26 275 10,73 25 0,98 7 0,27
1968 2.836 2.745 836 39,28 193 7,18 — — 364 13,71 — — 6 0,20 831 30,27 259 9,11 17 0,70 16 0,60
nali hanno fatto molto in parecchi
centri, costruendo strade e cercando di favorire lo sviluppo turistico,
sono mancate dall’esterno forme
concrete di interessamento e di
aiuto. Giorgio Martinat
* Il Comune di Prarostino è stato
staccato da quello di S. Secondo nel
1959.
Note. — Dal prospetto* sono state
escluse le liste locali o minori, come
Socialdemocrazia e Nuova Repubblica
nelle ultime elezioni, le quali variano
di volta in volta.
— PSI e PSDI si sono unificati nel
PSU nell’intervallo fra le pienultime e
le ultime elezioni politiche; i voti del
partito socialista unificato sono* riportati in mezzo a quelli dei due partiti
che lo hanno formato.
Feste di canto delle Scuole Domenicali
A Pramollo
Poìvhè quest’anno riuniva i bambini delle
due valli (eccetto le alte valli) nonché, come
Tanno scorso, quelli della Scuola domenicale
dì Ivrea, il numero dei partecipanti era tale
da riempire il vasto tempio. Alcune Scuole
domenicali erano salite a Pramollo nella mat.
t.nata godendo così di una mezza giornata
di giochi alTaria aperta. E se alto è stato il
numero dei partecipanti, cosa lodevolissima,
assai nutrito è stato il programma -e forse
un po’ troppo carico per i bambini.
1 canti d insieme eseguiti senza la prova
‘isr solitamente precede l’esecuzione, e quelli ciascuna scuola domenicale hanno dimo.
slialo Ui iuiona preparazione di ciascun grup.
po. Una parola di plauso a tutti quindi, ma
in particolar modo ai gruppi poco numerosi,
ai quali è richiesto un maggior impegno.
Non staremo ad elencare tutti i canti eseguiti, che l’elenco sarebbe troppo lungo, vorremmo solo notare, come ha fatto il Pastore
A. Taccia a chiusura della festa, che essi
abbracciavano un arco di tempo estesissimo,
che va da melodie preriformate, a inni e sai.
! 1- della Riforma, a canti del Risveglio, del.
■ , tradizione valdese ecc.
NOVITÀ CLAUDIANA
ROLAND DE PURY
Alle origini della libertà
Tentazione di Gesù
e condizione umana
PP. 134 - L. 650
« Gesù ha vinto la tentazione ma la Chiesa, sua
sposa, vi ha ceduto ».
Desidereremmo solamente ancora notare
come sia importante la scelta dei eanti che
si insegnano, ai bambini. Infatti il canto ha
un senso nella misura in cui è annunzio e
preghiera, in cui può essere compreso dal
bambino e diventare perciò espressione di
testimonianza e di servizio del Cristo crocifisso e risorto.
Perc.ò non indugeremmo con troppa insistenza su un certo tipo di patriottismo valdese, volto solo alla celebrazione del passato,
anziché alla ricerca della vocazione del presente o su certi cori belli come musicalità,
ma un po’ poveri di contenuto.
Sappiamo bene quanto sia difficile trovare brani che corrispondano a questi requisiti
ma la loro ricerca rientra nei compiti prima,
ri del responsabili delle scuole domenicali.
A. Bessone, M. Tron
...a l/illar Pellice
La festa di canto delle Scuole Domenicali
delle due valli, programmata quest’anno all’aperto in quel di Pramollo, si è fatalmente
frazionata aU’ultimo momento a causa del
maltempo. Nel tempio di Villar Pellice sono
convenute quattro Scuole Domenicali della
valle che avevano potuto disdire in extremis
i pullman prenotati, per la giusta preoccupazione di non esporre i bambini alle intern,
perle.
Una festa di canto in formato ridotto,
dunque, ma non perciò meno simpatica e
utile. Dico « utile », perchè coltivando il
canto tra i bambini, la nostra Chiesa cerca
di colmare sia pure in piccola parte la lacuna deH’inscgnamento elementare che in Italia ignora quasi totalmente musica e canto
che pure sono elementi educativi di primo
ordine presso altri paesi specie protestanti.
Col canto infatti vengono fissati nella mente pensieri e concetti in modo più duraturo
che non con lunghe lezioni. Ho nell’orecchio
alcune frasi significative degli inni d’insieme (cantati con trasporto e ben preparati,
salvo qua e là qualche sporadica interpretaz'one personale), come: « noi siam per fé,
per grazia ricchi del tuo favor » (N. 31 Innario Cristiano), « ...La luce mia tu sei,
l'eterno ver » (N. 197 I. C.) e « Il mio Signore, fonte d’amore, per Sua grazia mi salvò ». Da « Psaumes et cantiques »’sono stati
tratti altri due canti d’insieme: il N. 115,
la parabola del buon pastore e il N. 278 stdla nascita di Gesù. A turno ogni Scuola Domenicale ha poi cantato i propri inni particolari tratti, il primo, dalla raccolta italiana,
il secondo, da quella francese. La Scuola Do
mcnicale di Rorà, diretta dal Pastore Ruti
gliano, ha cantato i N. 3.3 e 180 : nonostan
te che il numero dei bambini fosse molto esi
guo, alcune vocette coraggiose e intonatissi
me hanno sostenuto egregiamente il canto
S. Giovanni, diretta dalla Sig.na Revel ha
eseguito i cantici N. 308 e 317 deU’Innasio
Cristiano. A questo proposito il Past. Aime,
direttore della manifestazione, ha illustrato
la necessità di insistere neU’insegnamento anche di inni in francese che altfimenti andrebbero dimenticati. Giusto, ma è purtroppo vero che più si va verso la pianura, più è
difficile pretendere dai bambini di cantare
in una lingua che non è più la loro. Común,
que è stato molto simpatico di riudire questi
vecchi canti del repertorio infantile semplici
e freschi.
Bobbio, sotto la guida del Pastore Aime,
ha cantato il N. 302 e il N. 56, l’alleluia di
Händel, cosi bene da far pensare che, duran,
te le crisi della corale, i bambini della Scuola domenicale potrebbero benissimo essere
utilizziti per solennizzare i culti speciali.
Villar Pellice, diretta dal M.o Frache ha
cantato gli inni N. 327 e 273. La disciplina
e la preparazione che distinguono questo
folto gruppo di bambini è in parte dovuta al
fatto che il Pastore locale è coadiuvato per
il canto oltre che dall’opera della Signora
Frache, nell’ambito della Scuola domenicale,
anche dagli insegnanti valdesi deUe scuole
elementari.
Il Pastore Aime a più riprese ha intrat
tenuto il suo giovane uditorio che lo ha seguito con attenzione rispondendo con prontezza alle sue domande. Il pubblico, abbastanza numeroso nonostante fosse stato avvertito poche ore prima, è stato prodigo di
applausi, giusto riconoscimento dello sforzo
compiuto dai bambini e soprattutto dai loro
pazienti direttori.
Il Pastore Micol ha posto termine alla ma.
uifestazione con il « Padre nostro » e la benedizione, dopo di che i bimbi hanno ricevuto il tradizionale gelato che hanno consumato durante la passeggiatina fatta fino al
laghetto di ViUar, prima di riprendere ciascuno la via di casa. E. M.
Kitiimiiiimnitiiniiiiimmii
Formula nuova per il campo cadetti estivo - Agape 24 giugno - 9 luglin
{juattro protestanti di fronte al mondo
L’idea de! campo è questa : di fronte ai
problemi nuovi che il mondo contemporaneo pone ai credenti, questi si trovano spesso disorientati. Come comportarsi? Abbiamo la Bibbia come punto di riferimenio.
Ma non è semplice l’impresa che consiste
non già nel « copiare » il comportamento di
uomini di due o tre mila anni fa, ma nel
capire il senso di una testimonianza particolare e tradurlo in un contesto completarriente diverso. Deve ogni credente « inventare » questa traduzione per conto suo, illudendosi di portarne da solo il peso? Non
è forse inserito in un popolo di credenti
che ha espresso in forme diverse degli esempi di traduzione del messaggio biblico nel
contesto dei problemi, delle lotte, delle situazioni del mondo contemporaneo?
Ecco perchè ci proponiamo di conoscere
più a fondo il pensiero, la fede e l’azione
di alcune figure protestanti del nostro secolo. Anche qui. beninteso, non si tratterà di
copiare, ma di capire. Lo studio di questi
personaggi sarà utile nella misura in cui
servirà non a dare delle ricette di comportamento ma degli esempi che servano ad
aiutarci nella nostra posizione di fronte al
mondo. Dallo studio critico di queste figure
speriamo quindi di portare la discussione
sui problemi del tempo e della situazione
in cui noi viviamo.
Abbiamo scelto quattro nomi fra i più
noti scegliendo uomini che non hanno solo
pensato e scritto, ma hanno in particolare
agito nel loro tempo. Albert Schweitzer, il
medico-pastore che ha speso sessant’anni
della propria vita in Africa; Dietrich Bonhòffer, il pastore giustiziato dai nazisti in
un campo di concentramento pochi giorni
prima della fine della guerra; Dag Hammarskjold, il segretario dell’O.N.U. degli
anni 50 die ha lasciato una limpida testimonianza della fede evangelica che lo muoveva nella sua azione politica; Martin Luther
King, uno dei capi della lotta di emancipazione dei negri americani, che ha pagato con
la vita 15 anni di lotta incessante e infaticabile. A questi nomi abbiamo aggiunto altri tre nomi molto meno noti ma più vicini
a nei ia quanto evangelici italiani: Willy
Jervis, Jacopo Lombardini, Giovanni Miegge.
Ad ognuno dei quattro peponaggi centrali saranno dedicati due giorni : studio
biografico, seminario sui testi distribuiti ai
partecipanti, discussione. Brevi conversazioni, in gran parte biografiche, sugli altri tre’
completeranno fi programma di studio di
questo campo. Gli studi saranno tenuti, tra
gli altri, da Marco Ayassot, Giorgio Bouchard, Franco Giampiccoli, Giuseppe Platone, Giorgio Tourn.
Il campo verrà strutturato quest'anno secondo una formula nuova che ci auguriamo
(continua a pag. 4)
4
pag. 4
N. 23 — 7 giugno 1968
TORRE PELLìC:
L'ampliamento del Centro comunitario
Molti membri delle nostre Comunità si
sono ritrovati, anche quest’anno alla Sea,
per il culto del 1® Maggio, presieduto dal
Pastore Rostagno. Il testo della meditazione
si trova nella 1“ epistola ai Tessalonicesi,
capitolo 2, versetti 1 a 11- Ricordiamo la
simpatica presenza di im gruppo di Trombettieri, che hanno suonato due pezzi e guidato il canto durante il culto; e ricordiamo
la presenza dei vivaci cadetti di Torino e di
Torre Pellice, che nel pomeriggio hanno
svolto tutto un programma di giochi.
Il 4 e il 5 Maggio i giovani delTUnione
dei Coppieri hanno offerto' al numeroso pub.
blico che li ha molto applauditi due serate
ricreative il cui incasso andrà per nuovi restauri della loro sede e per opere assistenziali.
La commedia « Lo smemorato » di E, Caglierò ed una divertente farsa sono state pre.
sentate dal presidente Giorgio Poët che ha
rivolto anche una parola di benvenuto e di
riconoscenza ai presenti. I giovani e bravi
attori sono: Ferruccio Bellion, Paola Taglierò, Eliana Morel, Gino Ricca, Dario
Monnet, Giorgio Poët, Erica Ribotta, Jeannette Rostan, Luigi Laratore, Riccardo Chanforan. Bruno Frache, Alberto Costabel, Sergio Pilone e Renata Comba.
D 5 Maggio la nostra Corale diretta dal
Maestro Corsani ha partecipato alla festa di
canto che ha avuto luogo ad Angrogna capoluogo.
Mercoledì 15 Maggio, le Unioni Femminili della nostra Chiesa hanno fatto una gita
molto interessante a Ivrea. Un resoconto di
questa bella giornata è apparso su « L’Eco
delle Valli », a cura della Sig.na Graziella
JaUa.
Giovedì 23 Maggio, la festa delTAscensione è stata celebrata al mattino con un culto.
Il testo del sermone si trova in Atti 1: 11 :
« Uomini Galilei perchè state a guardare
verso il cielo? Questo Gesù che è stato tolto
da voi ed assunto in cielo, verrà nella medesima maniera che l’avete veduto salire ».
Il pomeriggio, nell’accogliente sala della Foresteria i bimbi del nostro AsTo, preparati
dalla loro insegnante sig.na Gardiol hanno
presentato al numeroso pubblico di parenti
ed amici un interessante programma di canti. balletti e favole con accompagnamento
musicale della signora Renata Armand-Hugon ed hanno offerto oggetti in creta confe
L’Assemblea di Chiesa di domenica mattina 26 Maggio ha eletto tre delegati alla
Conferenza Distrettuale che avrà luogo a
Torre Pellice il 13 giugno. Essi sono i signori: Italo Hugon, Mario Sereno e il prof.
Ferruccio Corsani che sarà anche il delegato
al Sinodo. E’ stato eletto anziano del quartiere di Villa I il signor Giovanni Ribet:
gli diamo un cordiale benvenuto nella nostra Comunità e lo ringraziamo per la sua
preziosa collaborazione. E’ stata discussa la
relazione finanziaria con particolare interessamento per il nostro Collegio col seguente ordine del giorno : « L’assemblea di Chiesa di Torre P. nella sua seduta del 26-5-’68
preso atto delle difficoltà del Collegio, invita
la Conferenza Distrettuale a studiare nel
modo più concreto la risoluzione del problema finanziario del benemerito Istituto ».
Nel pomeriggio della stessa domenica, gli
alunni delle nostre 6 Scuole Domenicali sono saliti a Pramollo per la loro festa di Canto con quella gioia e quell’entusiasmo che
sono la caratteristica della loro età. Simpatica gita e interessante convegno coi bimbi
dell’altra Valle, di Pinerolo e di Ivrea. Ringraziamo vivamente il pastore Teofilo Pons
e la sua gentile signora per la loro accoglienza così cordiale.
Infine la sera stessa organizzato dalla Società E. Arnaud, un pubblico dibattito sul
tema « Il Valdese e la sua Chiesa », introdotto dal dott. Gustavo Comba e dai profes
sori Beniamino Peyronel.e Augusto Armand.
Hugon. I giovani hanno partecipato con vivacità e con sincerità alla discussione e speriamo di udirli ancora.
Sono giunti a Torre Pellice, per un periodo di vacanza i missionari Bruno e Paola
Tron, li salutiamo con affetto ed auguriamo
loro un buon soggiorno in mezzo a noi.
Anche nel mese di Maggio si sono susseguite con ritmo incalzante ore liete ed ore
tristi. Il lutto ha profondamente colpito moL
te famiglie della nostra Chiesa. Segnaliamo
la dipartenza del prof. Giuseppe Casini (Vii
la I), del sig. Arturo Albarin (Villa II), del
la sig.ra Elda Gay Plrochet (Villa I). del sig
Emilio Bertin, della sig.ra Margherita Jour
dan ved. Ricca (Coppieri) e del sig. Giu
seppe Armand-Bosc (Appiotti). A tutti colo
ro che piangono rinnoviamo l’espressione
della nostra profonda simpatia cristiana.
Battesimi: Walter Roland di Luigi e Ilda
Ricca (S. Margherita); Marco Visconti di
Leandro e Rina StaUè (S. Margherita); Lucilla Armand Hugon di Davide e di Maria
Garnier; Enzo Jalla di Enrico e di Maria
Léger.
Matrimoni: Yvonne Malan e Ferruccio
Toscano; Elda Lidia Chiavia e Renato Ettore Gay; Luisella Renata Pasquet e Sergio
Giorgio Gay. Il Signore sia l’ospite costante
di questi nuovi focolari.
Lina Varese
Tavola rotonda alla «E. Arnaud»
Cosa chiedo alla mia eh iesa
Culto radio
domenica 9 giugno
Past. FOLIGNO MICHELE
Roma
domenica 16 giugno
Past. SPANU PAOLO
Roma
zionati con cura durante l’anno. Ha seguito
il Saggio dei giovanissimi attori un té di
beneficenza preparato con ogni cura dalle signore della Società di cucito a favore dell’amphamento della Casa Unionista e della
nuova sala dell’Asilo ed è stata raggiunta la
somma di L. 114.000. E’ aperta una sottoscrizione per consentire la realizzazione di
questo progetto veramente indispensabile alla nostra Comunità : tutte le offerte saranno
accolte con riconoscenza dagli Anziani, dalle
Signore della Società di Cucito e dal signor
Aldo Gay, amministratore dei nostri stabili.
La sera del 26 u. s., con la partecipazione
di un folto pubblico, tra cui particolarmente
notati molti giovani, si è svolta la seduta
mensile deU’Ass. Enrico Arnaud in cui si è
dibattuto in una tavola rotonda il tema :
« Cosa chiedo alla mia Chiesa ». Funge da
moderatore l’ing. Pontet. Il primo oratore, il
prof. Augusto Armand Hugon, precisando
di parlare a titolo personale, sostiene che il
valdese impegnato chiede alla sua Chiesa
quattro cose : 1) Un maggior biblicismo, cioè
una maggiore esegesi pura e semplice della
Bibbia, sia nella vita comunitaria, sia nella
istruzione rehgiosa; 2) una maggiore chiarezza e sincerità di espressione nei confronti
deU’ecumenismo; 3) una maggior prudenza
nell’affrontare il problema politico, a proposito del quale si chiede se la posizione di
certi settori sia conforme aH’insegnamento
cristiano o non insegni piuttosto l’odio di
classe; 4) un maggior interesse da parte di
tutti per i problemi deUe Valli, che pure
con tutti i loro difetti non sono da seppellire
in blocco come vorrebbero alcuni.
Il secondo oratore, il dr. G. Comba, si domanda quale sarà l’esito della Chiesa Valdese e se vogliamo veramente che essa sia
concepita per portare pace e fraternità. Si
dichiara d’accordo su un maggior biblicismo,
ma a patto che non ci si limiti a prendere
versetto per versetto dicendo : « Questa è la
verità ». Quanto aU’ecumenismo, le Chiese
sono divise dalla loro istituzionalità, e solo
abolendola e costituendo una libera società
esso diverrà veramente una realtà operante.
In campo politico l’oratore auspica quindi
la non violenza e il dialogo e sostiene che se
alle Valli si realizzerà ciò, molti verranno
per sentirci.
Infine il prof. B. Peyronel afferma che da
quando la ricerca scientifica ha potuto svilupparsi liberamente, essa ha fatto progressi
meravigliosi ed abbiamo potuto farci una
idea di un Dio infinitamente superiore a
quello delia Bibbia. Pertanto la Chiesa deve
aggiornarsi, diventare più consona ai progressi attuali della scienza e rinnovarsi adeguandovisi.
Un vivace e interessante dibattito seguito
alle parole dei tre oratori ha offerto la chiara dimostrazione di come l'argomento sia
stato di attualità e come abbia interessato
tutti i presenti.
E. Armand Ugon
Domenica 19 maggio, nel corso della nostra assemblea di Chiesa è 'stata letta ed approvata la relazione morale e finanziaria del
Concistoro per l’anno ecclesiastico 1967-68.
L’assemblea ha pure nominato quali suoi
rappresentanti alla prossima Conferenza Qistrettuale le sorelle Catalin-Baridon Margherita (Via Molino) e Aime-Cougn Maria (Via
Sibaud); supplenti : Grand-Bertinat Anna
(Roccia d’Giors) e Bonjour Daniele (Via
Gap. Mondon).
Quale delegata al Sinodo, Tassemblea ha
nominato la nostra sorella Grand-Bertipat
Anna (supplente : Aime-Rostagno Frida).
— La nostra scuola materna ha terminato
il suo anno di attività sabato 1 giugno con
un saggio nel corso del quale i nostri bambini si sono prodotti in una serie di -poesie,
canti, rondes. Il pubblico presente ha vivamente apprezzato il programma ed ha accollo con nutriti applausi i piccoli attori.
Ringraziamo tutti coloro, privati ed Enti,
i quali hanno reso possibile, con la loro fattiva collaborazione, lo svolgimento di questa
attività che ha reso certamente un utile servizio ad un buon numero di famiglie di
Bobbio Pellice. Un grazie pure alla nostra
Insegnante Marina Baridon per aver diretto
con competenza la scuola materna.
— Domenica 2 giugno nel corso del no
.stro culto è stata presentata al Battesimo la
bimba Molino Sabrina di Ernesto e di Berlinat Irene (Bourget). Il Signore accompagni e circondi sempre con la sua grazia la
bambina e tutti i suoi cari. e. a.
VILLAR POLLICE
Un fatto piuttosto eccezionale si è verificato sabato 25 maggio. Nel corso della mattinata ben tre cerimonie nuziali si sono succedute nel terapie, durante le quali è stata
proclamata l’unione delle seguenti coppie di
sposi : Luciano Bounous (Luserna S. Giovanni) e Gabriella Davit (Centro); Giacinto
Giordan (Torre Pellice) e Laura Michelin
Salomon (Inverso); Ermanno Gönnet (Bobbio Pellice) e Alma Garnier (Artusot). Altre
due cerimonie nuziali si sono svolte nei giorni di sabato e domenica 1 e 2 giugno. Questa volta è stata proclamata l’unione di Remo Dalmas (Teynaud) e Alma Michelin Salomon (Centro); Marco Ronne (Torre Borm'da) e Luciana Gönnet (Inverso . Ruà).
Rinnoviamo a tutti questi sposi i nastri
migliori voti e domandiamo al Signore di
PRAROSTINO
Al termine di questo anno ecclesiastico
1967-68, vogliamo ricordare da queste righe
coloro che hanno in quest'anno terminato il
loro terrestre pellegrinaggio.
Li aecomuniamo tutti nel nostro ricordo,
ringraziando il Signore per gli anni di vita
che ha loro concesso, per il bene e Taffetto
che hanno sparso intorno a se, per la fede
e la serenità con cui molti di loro hanno affrontato lunghe malattie e sofferenze.
Ricordiamo i loro npmi: Federico Fomeron (S. Bartolomeo) il 25-9-67; Efisio Pastre
(Ruata Cornerà) il 9-12-67; Adelina Monnet
(Liudsra) il 13-1-68; Giovanni Plavan (Asilo S. Germano) il 17-1-68; Margherita Bertalot (Rifugio C. Alberto) il 2-2-68; Giuseppina Gönnet (Rif. C. Alberto) il 4-2-68;
Margherita Brosia (Mole) 24-2-68; Elisa Go.
dino (Ruata Prarostino) il 6-3-68; Michele
Rivoiro (Roc) 12-3-68; Matilde Gay (Pocapaglia) 23-3-68; Lidia Avondetto (Baravaie
ra) a 29-3-68.
A questi ci sia permesso aggiungere altr
cinque fratelli in fede, non della nostra co
munità, ma legati da stretta parentela ad al
cune nostre famiglie : Lidia Godino (Bar
bè); Alfonso Reynaud (Ponte Palestro); Si
gnora Bouchard (mamma di Enrico Bou
chard . Pramollo); Luigina Odino (Via Bru
sit;); Giovanni Costantino (Asilo di S. Ciò
vanni).
A tutte le famiglie colpite da questi lutti
rinnoviamo ancora, a nome della comunità
tutta, Tespressione più via e sincera della
nostra simpatia.
accompagnarli con le sue benedizioni e le
sue grazie.
Porgiamo il nostro più cordiale saluto di
benvenuto ai seguenti piccoli ospiti giunti
ultimamente in mezzo a noi: Kit, di Stefano e Celina Berton (Teynaud); Gianluca, di
Riccardo e Vivia Turaglio (Centro); Marco,
di Giovanni ed Elena Baridon (Inverso); Sabrina, di Stelio e Rosanna Hugon (Centro).
Ai loro genitori e famiglie le nostre più vi.>
felicitazioni.
E’ stato presentato al S. Battesimo il piccolo Maurizio, di Livio e Vilma Melli. Il Si.
gnore benedica questo agnello della sua greg.
già, insieme ai suoi genitori, padrino e madrina.
Insieme all’Unione consorella di Bobbio
Pellice la nostra Unione Femminile ba effettuato la sua gita annuale recandosi, la do.
menica 12 maggio, a Lugano. Giornata non
troppo bella dal punto di vista metereolog‘<:o — poiché una incessante pioggia ha
accompagnato le gitanti dalle cinque del mattino, ora della partenza, fino alle undici di
sera al momento del ritorno — ma giornata
che ha lasciato lo stesso in tutte le partecipanti al viaggio un vivissimo e molto grato
ricordo. Alla inclemenza del tempo infatti
hanno ampiamente supplito l’affetto e la cor.
dialità con cui sono state accolte e circondate dalla Comunità locale di lingtia itaTana. Al Pastore Sig. Long e a tutta la Comunità di Lugano le nostre sorelle rinnovano il loro più vivo ringraziamento.
Il « bazar » annuale tenutosi nei giorni
19 e 20 maggio ha ottenuto un esito lusinghiero. Le mamme e le giovani delle due
Unioni esprimono ancora a tutti i donatori
e vari collaboratori la loro sincera gratitudine.
Ijuattro proteiitanti
dì fronte al mondii
(segue da pag. 3)
incontri l'interesse dei partecipanti. La figura dei personaggi su cui verte lo studio
sarà presentata brevemente nei corso di uno
studio introduttivo airinizio del campo stesso, seguirà la lettura di alcuni testi dello
stesso personaggio, nella seconda parte del
campo però i partecipanti divisi in alcuni
gruppi si impegneranno nella ricostruzione
dei problema della testimonianza dei personaggi stessi sotto forma di scena drammatica. 11 gruppo che sceglierà ad esempio M. L.
King rievocherà i momenti principali della
sua esistenza con scene dialogate; il lavoro
di scrittura del copione e la sua recitazione
saranno naturalmente interamente opera dei
cadetti stessi.
Dopo la recitazione dei copioni così elaborasi si terrà una giornata finale di dibattito conclusivo in cui si raffronteranno i disersi atteggiamenti e si trarranno le conclusioni.
Età : 14-17 anni
Quota: L. 19.000 più L. 1.600 di iscn/ onc.
Per iscrizioni e informazioni seti vi ,i '
AGAPE - Centro Ecumenico - lOOuU l iaii
PERSONALIA
Ai missionari Bruno e Paola Tron giunti
in Italia per un periodo di riposo, diamo il
più fraterno benvenuto, lieti di riaverli per
alcuni mesi fra noi e con l'augurio che pos. sano ben ristorare le loro energie.
Hs * *
Ci rallegriamo fraternamente con la Signorina Amalia Geymet che ha conseguito
presso l'Università di Torino la laurea in
lingue e letterature moderne.
I LETTORI CI SCRIVONO
Cristo
dipinto al vivo
lìtui lettrice, da Grotte (Agrigento):
Caro direttore,
mio marito è abbonato all’Eco-Luce j
e confesso che mi ha molto stupito
trovare nel nostro giornale (precisamente nel N. 14-15 del 12 aprile
scorso) dei disegni di pittori che raffigurano Gesù Cristo.
Il primo raffigura Cristo tutto solo,
ma mi sembra che il pittore, presentando Cristo solo, incoronato di spine e con dei fori ai piedi, abbia esagerato. Quando il Sìgnoire aveva i
piedi e le mani forate era stato tolto
dall’infame legno ed era morto. Dunque, come poteva trovarsi seduto su
una pietra?
Il secondo disegno raffigura la flagellazione. Forse che noi evangelici
abbiamo bisogno di tutti questi pupazzi con lance e spade per capire
che Cristo è stato flagellato? Non ci
basta TEvangelo?
11 terzo ritratto presenta Gesù nudo. Forse che non sappiamo che il
Figlio di Dio è stato per maggior vergogna denudato e poi messo a morte?
Occorre ancora oggi, nel 1968. continuare proprio noi protestanti, addirittura sui nostri giornali, a mettere
Cristo alla pubblica vergogna? Non
ba.sta che questo sia avvenuto nelTanno 33?
Il quarto disegno raffigura Cristo
crocifìsso con la testa reclinata sul
petto : fa capire che egli ha già esalato l’ultimo respiro, e tutto questo
ancor quando la Scrittura non lo dice, non si può pensare che un morto
possa tenere la testa alta.
Il quinto disegno raffigura Cristo
risorto che sta in piedi su una specie
di baule. Nell’Evangelo non ho mai
letto che Gesù sia stato chiuso in un
baule, ma in un sepolcro scavato nella roccia; quindi mi permetto di dire
che questi pittori non l’hanno neppure saputo immaginare.
Se fossi stata tentata io a disegnare qualche pupazzo del genere, penso
che non mi sarebbe stato accordato
un po’ di spazio, perchè non sono Cimabue o Giotto, non è vero?
Questi disegni sono stati fatti da
celebri pittori e perciò hanno spazio
nei nostri giornali. Ma il Signore dice : « La vostra fede sia scevra da riguardi personali » (Giacomo 2: 1).
Lei forse mi dirà : Questa è stata
la fantasia dei pittori. Ma io dico:
Questi pittori, se vogliono far mostra
della loro bravura in quest’arte, lo
facciano pure, ma non col Cristo.
Anche i cattolici dicono che le im.
magini non le adorano, le venerano,
ma intanto le fanno. Siamo noi simili a loro? A che vale, per noi, il secondo comandamento? Il Signore,
nella II Corinzi, proibisce di farsi
delle immagini: perchè noi dobbiamo permetterlo? Capisco che Lei con
la sua cultura avrà di che rispondermi per tapparmi la bocca, ma ricordiamoci le parole di S. Paolo che dice : « La lettera uccide ».
Questo risentimento non lo faccio
per me, perchè nella mia povertà di
intelligenza e di cultura il Signore
mi si è voluto far conoscere; ma
avrebbero di che ridire queRì che
non hanno le radici profonde e molto più i cattolici.
Purtuttavia se con le mie chiacchiere non Le sono stata di disturbo,
desidero delle spiegazioni e se è possibile la pubblicazione.
Franca E, La Mandola
Comprendo, pur senza condividerle
I tutte, le obiezioni da Lei mosse al nostro numero di Pasqua, nel quale abI biamo cercato di illustrare la passio
ne e la risurrezione di Gesù, oltre che
con articoli, anche con alcune opere
di art'sti di diverse epoche. Più che
nelle critiche di dettaglio (in genere
non molto pertinenti, mi pare), Lei
ha ragione nella obiezione di fondo,
e cioè che TEvangelo basta a ’’dipingere al vivo” Gesù crocifisso e risorto. per cui nessun ritratto o disegno
di artista può eguagliare la raffigurazione che di Gesù ci dà TEvangelo,
la viva parola dei suoi testimoni.
Il grande teologo protestante Karl
Barth ha giustamente fatto notare che
il motivo per cui è maglio affidarsi
alla parola delTEvangelo piuttosto che
alle opere dei pittori per aver Cristo
’’dipinto al vivo”, è che nessuna opera d’arte riesce a ritrarre contempora.
nsamente l’umanità e la divinità di
Gesù: gli artisti o mettono in risalto
la sua umanità oppure mettono in risalto la sua divinità, ma in nessun
caso riescono a ritrarre Gesù uomo
e Dio nello stesso tempo. Riescono a
ritrarre il suo aspetto umano oppure
il suo aspetto divino, ma non entrambi insieme. Per questo, anche la migliore raffigurazione di Gesù da parte di un artista resta parziale, unilaterale. Solo la predicazione evangelica, tramandataci nel Nuovo Testamento. ’dipinge” nello stesso tempo
l’umanità e la divinità di Gesù, ci fa
quindi conoscere il vero Gesù. E’
dunque giusto dire, come Lei in fondo dice, che i migliori ’’pittori” di
Gesù sono gli apostoli.
Doppioni
o coesistenza
competitiva ?
Un lettore, da Proli :
Caro direttore,
sono rimasto scandalizzato per la
pubblicazione della lettera di Aldo
Long. Se pensi che mi riferisca al
contenuto della lettera, ti sbagli: il
Sig. Long è libero di pensarla come
meglio crede. Alludo alla pubblicazio.
ne di una lunga lettera sulla « Luce »
in data 24 maggio, dopo che la stessa
era stata pubblicata da « Nuovi Tempi » in data 12 maggio. Questo, credimi, mi scandalizza. Già abbiamo
avuto esempi della nostra incapacità
dì razionalizzare la nostra stampa con
dibattiti a metà su un giornale e a
metà su un altro, con relazioni di uno
stesso avvenimento in modo forzatamente molto simile sui due giornali,
con pubblicazione di uno stesso docu.
mento (cattolici del dissenso). Se ora
si arriva a pubblicare la stessa palestra del lettore, questo mi sembra un
po’ troppo. Dirai che « La Luce » e
« Nuovi Tempi » non sì rivolgono allo stesso pubblico. Ma deve per forza
essere così? E siamo cosi ricchi di
pubblico e di soldi da peiroetterci due
giornali che, pu-r 'Con impostazione,
peso e stile un po’ diversi, sono, dei
doppioni? E se anche dobbiamo dare
per scontato il dogma del pubblico
diverso, non è possibile differenziare
(( La Luce » da « Nuovi Tempi » cercando le caratteristiche di questo pubblico diverso e facendo un discorso
diverso?
Non sono per la soppressione delr« Eco-Luce », ma per una di queste
due soluzioni :
1. Trasformare 1’« Eco-Luce » in
un « Eleo delle Valli » che sia un
giornale locale, limitato quindi nella
diffusione ma che agisca in profondità nella zona. iPer questo dovrebbe
trattarsi di un giornale quindicinale
con notizie, inchieste, discussione di
problemi non solo ecclesiastici; un
giornale che affronti i problemi deUa
scuola, degli insegnanti, delle amministrazioni comunali, dell industria,
dell’agricoltura; del cattolicesimo lo
cale, dei problemi di una chiesa di
popolo delle cui trasformazioni sociali
ci si occupa troppo spesso solo in
chiave polemica, ecc.
2. Trasformazione dell’« Eco-Luce »
in una rivistina mensile, se quello
che appare essere più importante è la
messa a punto di problemi teologicoecclesiastici; lasciando cadere tutta la
parte informativa (e rinviando per
questo a « Nuovi Tempi ») e sviluppando problemi, valutazioni e discussioni su temi che già vengono trattati
&u T« Eco-Luce » in forma di articoli
da rivista impaginati per un settimanale con le conseguenze dì pesantezza
che sì conoscono.
Ritengo sia giusto farti conoscere
il mio pensiero perchè tu non abbia
a stupirti e sentirti « bidonato » d.a
un amico che ha per te stima e affet.
to, se mi sentirai sostenere in un
eventuale dibattito sinodale sulla
stampa (ormai è diventata una consuetudine) che r« Eco-Luce » così non
può continuare. Se poi vorrai pubblicare questa mia e proporre un dibattito sulTattuale configurazione del
giornale e sulle due alternative a cui
ho accennato, questo potrà forse essere utile a tutti.
Cordialmente
Franco Giampiccoli
Lo scritto di Aldo Long è stato in"
viato contemporaneamente a ”Nuovi
TempV^ e a noi. Se e comparso così
in ritardo (e non scorciato come su
'^Nuovi Tempi’*) è stato semplicemente per mancanza di spazio. Per
altri doppioni precedenti, la cosa e
inevitabile, servendoci gli uni e gli
altri delle medesime fonti d*informazione (il documento sui cattolici del
dissenso, ad es., era già composto, come pure il commento di Paolo Ricca,
quando ci è giunto il numero di
’'Nuovi Tempi” che lo riportava in
buona parte). •
La nostra équipe redazionale, ricevuto incarico dal Sinodo di continuare il suo lavoro, Vha fatto con tutto
il suo impegno: non siamo stati invitati a ridimensionarci, e credo di poter dire in coscienza che i rilievi che
ci erano siati mossi sono stati tenuti
presenti.
La tua critica, dunque — e lo ■"( !
chiaramente — si rivolge non a noima all’impostazione generale data a'
problema della nostra stampa. In tal
senso, ti ringrazio per le proposte che
avanzi, che vanno meditate e discusse
seriamente, con quante altre potranno essere presentate. Mi rendo perfettamente conto dei molti problemi che
questi doppioni pongono. Non sarebbe
però corretto impostare semplicemente il problema in questi termini:
’’Nuovi Tempi” è il settimanale del
protestantesimo italiano, il resto si
adegui; non h questo che, almeno finora, il nostro Sinodo,, nella sua maggioranza. ha detto; e occorre anche
ch edersi in quale misura l impostaz'oìie di ’’Nuovi Tempi” rispoiule a
quanto il Congresso evangelico e. per
ciò che ci concerne più direttamente,
il Sinodo più o meno confusamciUe
des dorano: una questione ovviamente
pregiudiziale per ogni ridimensionamento.
Ti ringrazio comunque molto per
la franchezza con cui hai sollevato il
problema e mi auguro di tutto cuore
che molti scrivano il loro parere,^ con
particolare riferimento alle tue proposte; poiché questo è pure il tuo desiderio. nessuno mi potrà accusare, spero, di tentare un referendum di marca gollista...
F raternamente
Gino Conte
5
7 giugno 1968 — N. 23
pag. 5
IVREA
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
POMARETT
Riassumiamo per i lettori le principali
notizie della chiesa di Ivrea.
ÌSUnione femminile di Torre Pellice è ve.
nuta ad Ivrea mercoledì 15 maggio guidata
dalla Signora Ade Varese Theiler. E’ stata
accolta da alcune sorelle in fede ed ha potuto visitare nella mattinata gli Asili Olivetti. A mezzogiorno, pranzo sulle rive del
lago di Vi verone con il favore del bel tempo. Nel pomeriggio, incontro con una rappresentanza deirUniione femminile della chic,
sa di Ivrea nel nostro locale di culto e breve messaggio del Pastore, Poi, prima di partire per le Valli Valdesi, una buona tazza di
tè e un po' di tempo dedicato alle conversa.^joni per una migUore conoscenza reciproca.
Il tempo ha favorito rincontro e la visita
.alla nostra comunità. Ringraziamo Tllnione
femminile di Torre Pellice e inviamo a tutte le j)arU'C‘ipanti i nostri migliori auguri.
Il r.i r!.,;onale Bazar si è svolto all’aperto,
nel . ’ lino della famiglia Marangoni gentil n- A.i messo a nostra disposizione per il
]»<'iiuMÌgg;o del 19 maggio. Il tempo è stato
benigno e tutto si è svolto regolarmente con
un buon esito finanziario. Ne siamo grati
a!’ I femminile, al pubblico e, natu
riilmenle, a quanti hanno cooperato alla
buona riuscita della manifestazione.
Due conferenze serali sono state tenute in
queste ultime settimane nella sala della nostra comunità: una del Dr. Milan Opocensky, del Movimento Cristiano studenti con
sede a Ginevra sul tema : « Movimenti giovanili e testimonianza cristiana nei paesi
dell’Est »; Taltra dei sig. Archie De Mone,
del Consiglio Ecumenico delle Chiese, sul
tema : « Perchè Martin Luther King è stato
ucciso )).
Le conferenze erano pubbliche, perciò sono
state fiequentate anche da persone non appartenenti alla nostra comunità.
Incontri italo - tedeschi
La
«In
Domenicale ha fatto visita agli
amici e -oelanei della chiesa valdese di Bàel.
la, il ^ 2 maggio, purtroppo sotto la pioggia
eontir.i a. Domenica 26 maggio la nostra
Scuoiii domenicale, con alcune altre persone,
si è recata in pullman a PramoUo per partecipare alla festa di canto delle Scuole domenicali delle Valli Valdesi.
I lavori per la costruzione del nuovo temp'o dv*po non poche difficoltà, proseguono
no ri dmetiie e speriamo non abbiano più
ad es:>pre inierrotti nei prossimi mesi. I culti
si svolgono temporaneamente in una sala
presa in affitto (Via S. Giovanni Bosco 8).
Ringraziamo il Past, Gino Conte e il fratello in fede Mario Castellani per j culti che
’ - nno presieduto durante una breve assen* t Fustore.
\ ; >?;‘cui))en: bilvana Sappè e Paolo Buf' - -iinmno conlerrnati nedla chiesa di Ivrea
S, fion -‘?i!ca di Pentecoste. A Carema verrà
du i c m tliK a la nostra sorella Fabiole
loìaf.'-’a.
Martedì 23 aprile u. s. si è svolto un incontro tra le comunità valdesi dì Pinache e
di Serres di Germania, presso Mühlacker, e
le comunità locali di Pinasca e Villar Porosa. Gli ospiti, oltre 40, sono discendenti
dei profughi valdesi che per causa delle per.
secuzioni religiose del re Sole lasciarono nel
1698 la nostra valle e sì stabilirono in Germania ove fondarono cittadine che portano
il nome di Pinache e di Serres, dalla frazione Serre di Villar Perosa. Durante tutti que.
sti anni hanno mantenuto immutati i cognomi delle famìglie originarie e conservato (intatte le caratteristiche somatiche proprie della nostra gente.
II pastore Geymet ha rivolto agli ospiti
il saluto della comunità locale a cui ha risposto il pastore Eiss per i germanici portando il suo saluto e quello delle loro civiche amministrazioni. Il sindaco di Pinasca
signor Pocobello e Fassessore Morero per
Villar Perosa hanno risposto dando il benvenuto agli ospiti. Nello scambio dei messaggi si è posto in rilievo come ì nuovi tempi abbiano sostituito alFintolleranza degli
anni bui delle persecuzioni religiose l’amore
cristiano e l’attuale dialogo fraterno e come
attualmente nelle nostre comunità cattolici
e valdesi, sia sul piano politico che su quello del lavoro quotidiano, coUaborino per costruire insieme un mondo più umano. E’
stata pure ribadita, sda da parte tedesca che
italiana, la comune volontà di pace con Fau.
gurio che differenze religiose mai più siano
sorgenti di dolore e con l’auspicio che i popoli cristiani abbiano a guidare il mondo
verso la pace.
I messaggi venivano tradotti simultaneamente dalla signorina Geymet. La corale di
Villar Perosa si è esibita durante la serata
in pregevoli esecuzioni di ormai rari canti
pietistici del nostro ’600. Oltre alle comu-«
nità valdesi ed ai pubblici amministratori
erano presenti alFinconlro autorità scolastiche e civiili dei comuni interessati. La serata si è conclusa con la recita comunitaria
del Padre Nostro in italiano ed in tedesco.
L’incontro era stato diretto dal nostro fra,
tello Carlo Venturi che dopo aver proiettato
il film su Rohrbach (recente visita dei Villaresi a quella colonia valdese di Garmania)
aveva pure pronunziato una allocuzione. Altri interventi erano stati offerti dai giovani
Mario Jahier ed Elio Gaydou nonché dalla
sig.na Christine Ginolas di Pforzheim. Il
pastore Cipriano Tourn, da ultimo, aveva
dato un cordiale messaggio in tedesco.
Anche « L’Eco del Chisone » ha dato notizia dell’incontro con cordiale rilievo.
Il soggiorno villarese degli ospiti Germanici fu intenso di attività quanto mai;
Mercoledì 24 aprile. E’ il giorno delle
Scuole: dopo una visita alla Scuoia Latina
dì Pomaretto con canti degli alunni e saluto del pastore Eiss, è di turno l’asilo infantile in cui « studenti.» interessano vivamente gli Ospiti. Quindi e la volta dì Villar
Perosa dove sono successivamente visitate le
Scuole Elementari in cui gli alunni valdesi
attendono inquadrati -^otto la direzione del
sig. maestro Marchei^ e accompagnano gli
Ospiti nella visita cF una splendida esposi
zione di lavori fatti ■ gb alunni della circo
scrizione didattica. J
latori passano alle M
ta gentilmente mes
sitatord dal sig. 1
prendervi contatto
dell’Istituto. Tre oj
messaggi di benveu
parati e a tutti
slore Eiss.
Nel pomeriggio
cosa fino alla Bai/,
presso le varie foun,
Ue Elementari i visi
ile dove un’aula è sta
\ disposizione dei viide affinchè possano
;> i 44 alunni valdesi
• ù danno dei cordiali
spontaneamente pre
ude commosso il Pa
luogo una corsa fati
:a e la sera una cena
àie della comunità do
FRALI
La Conferenza Distrettuale è convocata a Torre PeNice per i giorni 12
'3 giugno nella sala Sinodale.
Inizio alle ore 17 del 12 giugno
con il culto presieduto dal Pastore
Giovanni Bogo.
Sì prega di inviare per tempo alla
Co emissione Distrettuale (10060 Prali) iu relazioni ed i fogli statìstici ed
al Pc.ì:T. Deodato le prenotazioni per
pranzi e pernottamenti alla Foresterìa.
La Commissione Distrettuale
Come sempre il giorno dell’Ascensione si
è svolto il nostro bazar annuo in una felice
parentesi fra i molti giorni di pioggia che
hanno preceduto e seguito. Anche quest’anno il risultato è stato incoraggiante sia per
il risultato ottenuto sia per la collaborazione
che molti hanno dato per la preparazione dei
vari settori e che la comunità intera ha of'
ferto nel giorno del bazar con la ormai tra
dizionale puntualità e rapidità dello svolgi
mento. A tutti, ed in particolare al Sig. Lui
gi Rostan il nostro più sincero ringrazia
mento. Una novità di quest’anno è stata rap
presentata dalla presenza della banda musi
cale di Frali con la quale ci congratuliamo
non solo per le belle esecuzioni, che sono
continuate anche dopo la fine del bazar, ma
per il rinnovato vigore con cui ha ripreso la
sua attività.
Nel corso delle passate settimane sono stati celebrati due matrimoni. Il 27 aprile è
stato benedetto il matrimonio fra Raimondo
Genre (Maniglia) e Nadina Richard (Villa);
in questa occasione abbiamo apprezzato la
La comunità e le elezioni
Un laKo nuovo, modesto ma ricco d’interesse quello rappresentato da una riunione tenutasi giovedì 16 nella sala di Corso
Oddone. La sera del giovedì, un gruppo
della comunità si riunisce regolarmente per
10 studio biblico. Alla vigilia delle elezioni. il pastore Ricca ha voluto compiere
un tentativo : cercare di portare fraielli e
sorelle, nell’ambito di questa riunione, a
parlare pacatamente del proprio orientamento politico e deile decisioni da prendere.
Non si è trattato di un comizio, uno di
più fra i '.anti delle ultime settimane. L’intenzione non era, evidentemente, quella di
far propaganda per questo o quel partito e
neppure per « il dovere del voto » (fatto
comunque acquisito per tutti), ma appunto
quella di avviare, su questo problema d’attualità e di grande importanza, un discorso
fraterno nel delicato campo politico. Dopo una breve introduzione liturgica, per
(. situare » l’assemblea, Aldo Ribet ha assunto la presidenza e spiegato brevemente
11 senso della serata dopo di che, con gentile fermezza, ha dato successivamente la parola. per brevi interventi, a fratelli che spiegavano le ragioni per cui. in quanto credenti, avrebbero votato per un dato partito'' G- Sellari (P.L.I.). D’Ursi (P.S.U.),
Romano (P.S.I.U.P.), T. Viola (P.C.I.); forse per ignoranza, non si' era trovato alcun
rappresentante del P.R.i.; di.altri partiti...
h sperabile non ci fossero rappresentanti!
Dopo l’esposizione di questi fratelli, vi è
stata una discussione, invero un poco al di
sotto del livello degli interventi precedenti;
« non siamo abituati a parlarci! »; più viva
c forse più efficace, per conoscenza e
comprensione reciproca, la discussione in
cerchio più ristretto, nell’ultima parte della
serata, dopo che Paolo Ricca aveva concluso la riunione vera e propria con un cojnmento vivido e penetrante del passo di
1 Cor. 9. 19-23 nel quale l’apostolo Paolo
ricorda « lo mi faccio ogni cosa a tutti, per
guadagnarne almeno alcuni ». Uno spunto
su cui sarebbe bene ritornare più ampiamente: «farsi» non equivale a «essere»,
il nostro vero essere è « di Cristo » e qualunque impegno deve tener conto di questo
dato fondamentaie. di questa radice del
nostro vero essere, e muovere davvero da
qui; d’altro lato, bisogna pur riconoscere e
dire alto e forte che noi « non ci facciamo nulla a nessuno », o almeno ben poco
a ben pochi, ed è per questo che ben pochi
ne « guadagnamo » alla fede in Cristo. Abbiamo sentito la parola del Signore parlare
con autorità e incidenza, in quel momento.
Così sia possibile, quando un fatto importante. un tema d’attualità rilevante sollecitano la nostra riflessione e il nostro impegno, riunirci in comunione fraterna e parlarne insieme, con chiarezza e con rispetto,
anche nel dissenso più aperto. Anche questo è « il nostro culto coerente e ragionevole » (Rom. 12. 2) reso a Colui che ama
il mondo éd è Signore della storia, g. c.
IL PASTORE CARLO GAY
DESIGNATO A CORSO ’VITTORIO
Lunedi 2t maggio un assemblea numero■sa, malgrado il tempaccio, si è riunita per
procedere alla designazione del pastore della
zona di Cor.so Vittorio. Il decano del Concistoro. l’Anziano C. A. Balmas ha riferito
.sulla ricerca di candidati, svolta dal Concistoro stesiso e ha presentato all’assemblea le
due sole risposte affermative ricevute : dal
past. Carlo Gay di Roma e dal past. Thomas
Soggin di Como. Il parere di un piccolo
gruppo, che ci si dove.sse rimettere alla Tavola, è stato re.spinto dall’assemblea, la quale
ha per altro lamentato che non fosso stata
indetta un assemblea preliminare per discutere la questione e considerare più ampiamente le candidature e possibilmente avere
un incontro personale con i candidati. Alla
seconda votazione è risultato designato, con
buona maggioranza, il past. Carlo Gay e gli
si dà fin d ora il più fraterno benvenuto.
ripresa delTantica ul idine della sposa vestita in costume va'L use . R 26 maggio si sono
uniti in matrimoni Kosalba Berger (Indiritti) con Rino Rie; a (Angmgna). All’uscita
dal tempio una sorp, esa attendeva gli sposi ;
un arco trionfale dì sci tenuti dai compagni
dello sposo, maestro di
Il 2 giugno è stató^'aìtminis’trato il battesimo a Pier Giorgio Barid di Claudio e di
Odetta Pascal (Pomieri) ed a Olga Rostan
di Giovanni Luigi e Ida Grill (Pomieri). Il
Signore voglia benedire nuovi focolari e
questi agnelli della sua greggia.
Il 26 maggio le madri ri) Prali hanno preso parte alFincontro organizzato da Agape
per le Unioni dello alte valli e che ha riunito sorelle da varie Comunità.
Gli esami di catechismo hanno dato un
buon risultato e domenica scorsa la Scuola
domenicale ha chiuso la sua attività con una
« assemblea » nel corso della quale i ragazzi,
hanno deciso di devolvere la somma raccolta
nelle collette (già in parte inviata per i terremotati siciliani) per completare l’arredamento deirOspedale di Pomaretto. Analoga
decisione era stata presa dalFUnione delle
Madri.
L’assemblea di Chiesa del 2 giugno ha
ascoltato la relazione annua del Concistoro
ed eletto quali suoi delegali alla Conferenza
Distrettuale i Fratelli Filippo Berger e Giorgio Pascal ed al Sinodo il Fratello Osvaldo
Richard (suppl. Dante Grill).
Sono anche iniziati i la» ori per la trasformazione della Scuola \ cec ilia di Ghigo in
minialloggi per vacanze. Era un lavoro di
cui si è parlato per diversi anni e nel quale
la Comunità si è impegnala a fondo. Ma di
questo parleremo più ampiamente in un
prossimo numero.
ve la lingua ufficiale è quella della mimica
e del sorriso.
Giovedì 25 aprile. Gli Ospiti si recano in
Francia per visitare alcune località note nel.
la nostra storia.
Venerdì 26 aprile. Visita alla Scuola del
Barbi in Val d’Angrogna e pranzo alla Foresteria di Pradeltorno. Quindi lunga tappa
ai Rifugio e la sera dopo un pranzo offerto
dalla comunità nelle sue « Catacombe », cuitj di commiato con Santa Cena. Parla oltre
ai precedenti anche il pastore Ihle di Möglingen. La commozione di tutti è profonda, dalle due parti sgorgano lacrime sincere
che sono il segno di esperienze tra le più
nobili e belle.
SUS A
In occasione della Settimana Santa abbiamo avuto delle Riunioni-Culti in comune
con le Chiese Battiste di Susa e di Mompantero con scambi di pulpito con il Pastore
locale.
Al Pastore sig. Ayassot di Torino i congiunti sono riconoscenti di avere presieduto
in Susa il funerale del loro sposo e papà sig.
Cesare Nepote deceduto in questo Ospedale
Civile. Noi rinnoviamo alla famiglia Nepote
la nostra fraterna simpatia « riguardando a
Gesù » e la ringraziamo della sua generosa
offerta « in memoriam ».
Già a Natale, per la Festa dell’Albero e
ultimamente per la Festa della Mamma, gli
alunni della Scuola domenicale hanno detto
poesie e dialoghi e cantato diversi inni e
hanno dato fiori alla mamma e alla nonna.
Il Segretario Generale della F.U.V. aveva
da tempo gentilmente incluso nel suo piano
4i lavoro anche questa Comunità. L’abbiamo
fatto aspettare per attività ecclesiastiche locali ma ultimamente abbiamo avuto la gioia
di accoglierlo al culto domenicale con una
trentina di giovani della Chiesa di Pinerolo
quasi tutti membri della Corale. Ringraziamo cordialmente tutti e il Dott. C. Tron di
avere presieduto il culto, dell’ottimo messaggio datoci e la Corale egregiamente diretta
dalla Sig.na Bessone del valido apporto dato
al canto d’insieme, degli inni e cori cantati
e al culto e nel pomeriggio intorno ad una
tazzina di tè e suUa piazzetta antistante il
nostro luogo di culto.
finiriilimmiirnmitKi
Elettorato evangelico a Zurigo
loto favorevole alla costruzioDe
dì una casa coniuoitaria
per la Ohiesa dì lingua italiana
Secondo la legge, nessun progetto di costruzione ecclesiastica può essere attuato
senza l’approvazione degli elettori. Da anni
era in preparazione il progetto, con relativo preventivo, di una costruzione per le
opere educative e sociali della nostra Chiesa di lingua italiana in Zurigo.
II 19 maggio, il popolo zurighese è stato
chiamato a dare il suo parere su alcuni progetti. Gli elettori evangelici della Città hanno approvato con 49.792 voti favorevoli il
progetto presentato dalla Commissione
Centrale delle Comunità cittadine (voti contrari 21.588).
Ottenuta così la piena adesione della
maggioranza delFelettorato evangelico, si
procederà quanto prima all’inizio dei lavori e si spera che la nostra comunità sarà
dotata, entro il 1969. di questo indispensabile strumento di lavoro.
riiiiiiiKiiiiiitriliKimii
iiiiiiKiiiiniimniiiimmiiMiiiiii
Incontro a Viering
Viering è un villaggio della Val d’Aosta,
sulla destra della Dora, accovacciato ai piedi
delle montagne, e, in primavera, quasi sommerso dal verde dei campi e degli alberi.
.All’ing.resso del villaggio, volto verso la vaUe
che si stende ai suoi piedi, vi è un edificio
della Chiesa Valdese, adibito un tempo a
scuola, a locate di culto e ad abitazione per
revangelista che vi risiedeva. Ora l’evangeIi.sla non c’è più (la comunità di Viering è
curata da Aosta), la scuola neppure (da
quando furono istituite le scuole comunali)
e redificio serve per i culti della piccola
chiesa locale e per incontri tra le chiese vaidesi di Aosta e Ivrea, cui si aggiungono di
solito gruppi di evangelici di altre chiese
(particolarmente numero.sa è, nella zona, la
Cbie.sa dei Fratelli).
A Viering. ¡1 giorno deirAscensione (23
maggio), ha avuto luogo il più recente di
questi Incontri. Organizzato dal Pastore
G. Peyrol, di Aosta, è iniziato con un culto
presieduto dal Pastore E. Rostan, di Ivrea
ed è proseguito nel pomeriggio con una con
versazione del Pastore P. Ricca, di Torino
sulla figura e l'opera di Martin L. King, se
guita da una animata discussione sui prò
hlemi della non-violenza e della rivoluzione
Un hcll’inconlro, fraterno e benefico. Gra
zie a chi lo ha organizzato e alla chiesa di
Viering. che ei ha accolti con la consueta
fraternità e generosità.
Un solo augurio vorremmo formulare: che
iimiiiitiiiiiMiiiiiiimmiiii.
Abbiamo celebrato il servizio funebre di
Erica Galliano di anni 28 : per oltre due an.
ni è vissuta nelPalternarsi di speranze e
sconforto a motivo d'un male che non ha
più dato requie; un piccolo gruppo di fedeli ha continuato a pregare per lei e la fede ha sorretto la nostra sorella nell’attesa
dell’incontro col Signore glorioso. Alla fami,
glia il nostro pensiero di vicinanza spirituale perchè in Colui che consola realmente
possa trovare la sorgente di Forza e di Luce
per la fede nel Vincitore della morte. Ai
molti presenti ricordiamo che la Parola di
Vita è udibile ogni domenica neUa comunione coi viventi e col Salvatore e nella vita
della famiglia tessuta di preghiera e di meditazione della Parola del Signore per essere
sempre pronti alla chiamata.
L’assemblea di Chiesa ha udito la relazione annua la domenica 19 Maggio: tra i pun.
ti principali ricordiamo : la continuazione
dei corsi biblici per le comunità della zona
presbiterale; la sensibilità dei bambini per il
valore spirituale della colletta e per la solidarietà verso i popoli più infelici del mondo, dando un esempio alla comunità dei
« grandi »; l’avvio d’un tipo diverso di
« Unione delle madri » ormai in fase di sparizione secondo la vecchia formula, Pincremento numerico della Scuola Materna, la
decisione di ampliare Pedilicio per ragioni
di forza maggiore; la testimonianza all’esterno negli incontri del Cinefonim o di conferenze nonché dell’opera di colportaggio effettuata nelle fiere e mercati nella parrocchia in collaborazione coi più giovani e
qualche adulto secondo la più viva tradizione valdese, un tantino dimenticata dai Vaidesi della « Vieille roche ». Si è parlato del
problema : battesimo dei faneduUi e confermazione con alcune riflessioni. Dal lato finanziario si è raggiunto la cifra richiesta
dalla Tavola con una risposta pronta e generosa alTappello della chiesa pur ricordando gli impegni di svariati milioni per il
tempio e la Scuola Materna.
Sono stati nominati i delegati alla conferenza nelle persone di : .Luciano Ribet, Aldo
Ferrerò, Flavio Micol, Luigi Marchetti e per
il Sinodo Signora Viola Rostan e Ilario Cou.
courde.
Esprimiamo un pensiero di viva gratitudine ai nostri collaboratori del culto domenicale: il pastore Enrico Tron, la signora
Ruth Tourn, i signori Franco Calvetti e
Claudio Tron.
Domenica 23 avremo la visita del cap.
Longo deU’Esercito della Salvezza; egli predicherà al culto del mattino a Pomaretto,
alle ore 10.30; nel pomeriggio i nostri amici salutisti presiederanno la riunione aUa
Ruina del Clot Inverso.
RINGRAZIAMENTO
I familiari di
Giuseppe Armand-Bosc
commossi dalle dimostrazioni di affetto per la dipartita del loro caro, ringraziano tutti quelli che hanno preso
parte al loro dolore.
Uno speciale ringraziamento al Dottor De Bettini per le sue costanti cure,
al Past. sig. Sonelli e al Capitano dell’Esercito della Salvezza Longo che
l’hanno visitato sovente confortandolo con le loro parole, alla direzione e
personale dell’Ospedale Valdese.
« L’anima mia si riposa in Dio
solo, poiché da Lui dipende la
mia salvezza »
(Salmo 62 V. 51)
Torre'Pellice 28 maggio 1968
per il prossimo incontro. Tanno venturo, la
casa valdese di Viering sia restaurata e rinnovata. Ora appare veramente .in stato di
abbandono. Perchè i Consigli di Chiesa di
Aosta e Ivrea non prenderebbero sollecitamente l’iniziativa dei restauri? Si potrebbe
— ove necessario -— fare un piccolo campo
di lavoro estivo e rimettere in sesto questo
che era un bell’edificio e che ora è piuttosto
cadente. Siamo certi che si troverebbe senza
difficoltà un gruppo di giovani di.sposti a
consacrare parte delle loro vacanze o ferie
a quest’opera. Senza grosse spese, si potrebbe
dare un nuovo volto all’edificio. Lo merita.
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6
TJag. 6
Helen Keiler
N. 23 — 7 giugno 1968
f
Si è riunita nel nuovo complesso comunitario di Savona
Una grandiosa loUa per la vita
E’ morta in America, all’età di
88 anni, Helen Keller, conosciuta
in tutto il mondo. Rimasta cieca,
sorda e muta quando non aveva ancora due anni in seguito a violente
febbri cerebrali, ebbe, nella sua immane disgrazia, la fortuna di trovare un’insegnante meravigliosa in
Ann Sullivan, una giovane che era
stata lei stessa curata nell’Istituto
per Ciechi di Boston. Non si sa se
ammirare maggiormente il coraggio
a tutta prova e la costanza incrollabile dell’una o dell’altra!
Superando difficoltà che avrebbero scoraggiato chiunque, Helen, sorretta dalla sua infaticabile compagna, riuscì a capire e ad esprimersi
per mezzo delle mani. Fece poi pazientemente tutti gli studi fino a
laurearsi in filosofia! Non ebbe pace
finché non ebbe imparato a parlare, sebbene la sua voce rimanesse
gutturale; e questo per essere in
grado di fare innumerevoli conferenze in America e in tutto il mondo a favore dei ciechi. Scrisse vari
volumi, tra cui ”La Storia della mia
vita”, una vita che, malgrado fosse
così tragicamente handicappata, lascia dietro di sé un esempio che ha
del miracoloso, una vita che fu in
benedizione per tutti quanti vennero a contatto con quella donna dalla
volontà di ferro e dal grande cuore
pieno di compassione, specialmente per ”la gente più sola al mondo”, come diceva, i sordi-ciechi!
Certo la sua fede l’avrà animata
sino alla fine; era ancora una giovane e già parecchie pagine della
sua Bibbia in braille erano quasi illeggibili, tanto le sue dita ne avevano consumato i segni.
Quando le si chiese, un giorno,
che cosa avrebbe desiderato maggiormente vedere, rispose; Vorrei
veder sorgere il sole, e il volto di
un fanciullo!
L. C.
La VII Conferenza della Chiesa Metodista d’Italia
Doni pro Eco-Luce
Da S. Secondo: Emma Griglio 1.500;
Francjesco Peyrot 500; Oreste Fornerone 100;
Ugo Paschetto 100.
Da Inverso Pinasca: Edvico Beux 200;
Regis Beux 200; Luigi Coucourde 200;
Osvaldo Lageard 500; Assely Coisson 500;
Edoardo Barai 200; Bario Coucourde 500;
Enrico Chambon 500; Fiorenza Mensa 300;
Melchiorre Rostagno 500; Yvonne Coucourde 50? Grazie! (continua)
Nella sua normale composizione di
pastori e laici in uguale numero, si è
riunita in Savona la VII Conferenza
della Chiesa Metodista dalla sera del
22 al 26 maggio.
Presso i nuovissimi locali della Comunità savonese, nel moderno edifìcio
costruito dalla Chiesa Metodista d’Italia, la Conferenza ha iniziato i suoi
lavori la sera del 22 maggio con un
breve Culto del presidente pastore Mario Sbaffl. Presenti all’apertura ed anche al corso dei lavori : rappresentanti
di varie Chiese Evangeliche italiane ed
estere, fra le quali le Chiese Valdesi e
Battiste del nostro Paese.
Nella impossibilità a riferire i particolari delle vive discussioni che hanno
animato le sedute di questa 7“ convocazione, ci limitiamo a qualche nota
di carattere essenziale. Abbiamo notato che, per la prima volta, i lavori della Conferenza sono stati improntati e
condotti da un unico tema e in una
sola fondamentale direzione: l’atteggiamento della nostra Chiesa di fronte
agli attuali ed agitati problemi della
vita nel mondo.
Le discussioni, ovviamente appassionate, sono state condotte con uno
spirito fraterno nel quale non è mai
mancato il segno del comune amore
per l’opera del Signore.
Vivace il dibattito sulla stampa, con
particolare riferimento al settimanale
«Nuovi Tempi»; costruttive le deliberazioni inerenti i rapporti con la
Chiesa Valdese, ed unanime il consenso nella stesura di un « Documento »
che sarà presto pubblicato ed inviato
a tutte le Comunità Metodiste. Con
questo « Documento » la Chiesa Metodista d’Italia proclama il proprio intento a rendersi sempre più operante nel
mondo e per il mondo con uno spirito
apertamente « laico ».
Per riassumere in brevissimi pensieri il corso dei lavori di questa 7“ Conferenza, possiamo partire dal contenuto profondamente evangelico e realistico del M^saggio d’apertura del
presidente pastore Mario Sbaffl, passando alle testimonianze d’impegno
echeggiate in tutte le sedute, e concludere col passo biblico di I Giov. 2: 3-11
commentato dal Dr. Franco Becchino
nel breve Culto di sabato mattina. « La
Chiesa — ha detto il fr. Becchino —
si trova in possesso dell’antica ed eterna Parola di Dio; antica Parola che
è da attuarsi ’’oggi” come fosse un
nuovo ordine del Signore. Tale ordine
non è altro che il ’’camminare” (vivere) come camminò il Cristo nella rinuncia dì Se stesso per la salvezza del
mondo ».
Domenica mattina, 26 maggio, con
un solenne Culto di « dedicazione » del
nuovo grandioso tempio di Savona,
presieduto dal Presidente della Conferenza pastore Mario Sbaffl assistito
dal Vice Presidente Dr. Emidio Sfredda e dai pastori: A. Scorsonelli, F.
Cacciapuoti, S. Aquilante, la Conferenza ha chiuso i suoi lavori. Il pastore
Glen G. Williams (Segretario (3eneraie della Conferenza delle Chiese Euro
pee) ha rivolto un caldo messaggio richiamando la Chiesa ad una sempre
più viva testimonianza evangelica quale « pietra vivente » della Chiesa Universale.
In concomitanza con la convocazione della Conferenza, nel pomeriggio
del 22 maggio ha avuto luogo — sempre in Savona — l’Assemblea Annuale
dei Predicatori laici della Chiesa Metodista. L’Assemblea, presieduta dal
Segretario Nazionale pei predicatori
laici, Evang. Giuseppe Anziani, ha discusso ampiamente e con sereno realismo i problemi dell’impegno cristiano
nell’ora presente, ed ha esortato il laicato della Chiesa a rendersi disponibile per l’opera del Signore con accresciuto zelo.
La sera di venerdì 24 maggio il Prof.
Giorgio Spini ha tenuto, nella Sala
Comunale, una pubblica Conferenza
sul tema : « La protesta giovanile, oggi », dinanzi ad un numeroso pubblico.
S
Un documento della Conféré
nza
Chiesa e società
La Conferenza, udite le valutazioni della
situazione presente della nostra Chiesa contenute nel Rapporto del Comitato Permanente e rispecchiate dall’ampio dibattito,
conferma Tesigenza non più rinviabile di
dare ai problemi vecchi e nuovi soluzioni
nuove e adeguate che consentano modi di
servizio e di testimonianza consoni al tempo di crisi e di radicali trasformazioni della
società in cui siamo chiamati a predicare la
Parola di Dio.
Pertanto :
a) le nostre Comunità prendano coscienza che non possono coltivare soltanto
una vita di pietà nel loro interno, ma devono anche annunciare l’Evangelo, senza
compromessi, a tutto il Paese. La Chiesa
rifiuti di essere conforme ad un sistema di
vita che vuole soltanto,conservare se stesso,
ma accetti di promuovere il processo di liberazione dei minimi dallo sfruttamento;
non sia condizionata dalla preoccupazione
di salvaguardare i! prestigio denominazionale. ma da quella della predicazione.
b) Si concentri, si caratterizzi e si localizzi l’iniziativa del^Metodismo nel contesto dell’evangelis no italiano.
Ciò comporta :
1) La riaffet nazione del principio del
sacerdozio univer-ale dei credenti con l’immediata valorizza ione del diaconato in tutte le implicazioni eh« esso ha nella vita della Chiesa secondo jì’insegnamento della
Scrittura, e con risfltuzlone di un secondo
ruolo pastorale che si differenzi dall’attuale
per un diverso rappor -,. amministrativo con
la Conferenza;
2) l’immediata va orizzazione di un pastorato che non abbia soltanto caratteristiche parrocchiali, ma ; acquisti quelle della
predicazione fatta al n andò.
c) La Conferenza demanda al Comitato Permanente lo studio e l’attuazione organica di tali proposte tenendo conto dei ri
iiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiniiimmiiiiiiiiiiimiiiMiiMii
I. inimiiiiiiiiiiiMii
SCEGLIERE TRA DUE VIE
(segue da pag. 1)
gnitosa organizzazione che presenta
con pacatezza al mondo alcune idee
generali sulla vita, la morale, la società, che riveste di illustri formule
bibliche un sostanziale appello al
buon senso, alla semplicità, al decoro: questa può-essere una gradita
religione per tecnici moderni e
preoccupati, che dà il dovuto incoraggiamento ai giovani e molta consolazione ai solitari e ai malati. Per
tenere il passo con un mondo che
presenta dei mutamenti sempre imprevedibili, questa chiesa dovrà essere impegnata in un continuo sforzo di aggiornamento, di modernizzazione : essa chiederà ai suoi pastori di professare integralmente
tutte le verità dell’Evangelo, e si
impegnerà onestamente a metterne
in pratica alcune: quelle che sono
praticabili ragionevolmente, in questo momento storico. Una tal chiesa potrà avere varianti pie e intellettuali, moralistiche e ritualeggianti. ma sarà unitariamente concentrata su di uno scopo fondamentale:
salvare la propria vita.
ma piuttosto riformarla fino in fondo. E’ necessario per noi oggi riprendere questo programma: non
dobbiamo diventare una religione
moderna, ma una comunità puritana; non dobbiamo puntare sull’aggiornamento, ma sul ravvedimento,
non sull’organizzazione ma sulla testimonianza, non sulla religione ma
sulla verità. E dobbiamo diventare
comunità: le nostre chiese non possono essere delle semplici associa
zioni religiose a fini di culto e di
A questa tentazione è necessario
contrapporre un’altra visione
della chiesa e del suo compito at
tuale. Per designare quest’altra vi
sione ci serviremo oggi di una vec
chia parola, caduta in un certo di
scredito : la parola « puritano »
Trecento anni fa, la parola « puri
tano » non indicava degli ipocriti
pieni di complessi, ma designava
quei gruppi di cristiani evangelici
che desideravano purificare la chic
sa da ogni compromesso con lo spi
rito del mondo: non volevano sem
plicemente ammodernare la chiesa,
edificazione: esse sono chiamate a
diventare, e nella loro vera essenza
già sono, un fascio di vocazioni, tenute insieme dallo Spirito di Cristo,
dai suoi programmi e dai suoi comandi. Una comunità è un gruppo
di fratelli, deboli e forti, coerenti e
incoerenti, che sanno che salvano o
perdono l’anima loro tutti insieme,
perchè tutti si trovano di fronte al
medesimo compito : testimoniare del
Regno di Dio mediante una vita che
sia coerente con quel Regno, e perciò non conforme con le leggi di
questo mondo.
In pratica che cosa è questa chiesa
puritana?
È una comunità di uguali, in cui
la stessa importanza di fatto è attribuita agli ingegneri e ai manovali,
al clero e ai laici.
È una comunità che diffida della
ricchezza e del benessere, delle idee
alla moda e dei pensieri prefabbricati.
È una comunità che ha il gusto
dell’azione : vuole cambiare il mondo, e sa aiutare quelli che lo stanno
cambiando.
È una comunità che non ha paura di nessuno: se Dio è per noi, chi
sarà contro di noi?
È una comunità che ha delle idee,
e sa portarle avanti : tiene in onore
il libro, il pensiero, la discussione
seria e approfondita.
È una comunità di gente che non
ha paura di sudare, faticare, affrontare infinite delusioni e sconfitte,
perchè anche il Signore è stato deluso e sconfitto, ma ha vinto in modo imprevisto e imprevedibile.
È una comunità che vive l’ansia
evangelistica, perchè siamo ai giorni di Noè, ed in mezzo ad ogni pur
necessaria azione il compito più urgente e più grave è ancora l’annunzio del Regno venuto in Cristo.
È una comunità che accompagna
la sua predicazione con una testimonianza pratica sempre rinnovata.
Proprio perchè è molto difficile
cambiare il mondo, la chiesa deve
saper inventare uno stile di vita che
anticipa i mutamenti futuri. Questo
stile di vita nuovo, che noi tutti cerchiamo, comporta la lotta contro il
superfluo, contro il vizio, contro la
apatia: per rispettare il posto dell’azione e della carità vera, per aver
tempo per il nostro prossimo nella
vita pubblica ed in quella privata; e
comporta anche un’assidua lotta
contro le menzogne e le illusioni che
-devastano il mondo.
Religione moderna o comunità puritana? Tra queste due vie noi
dobbiamo scegliere: tra una religione che aiuta a vivere nel mondo,
e una fede che cambia il mondo, che
trasporta le montagne. Che il Signore ci aiuti, in questi nuovi
(c giorni di Noè », a scegliere la via
giusta, e ad essere così la vera chiesa di Gesù Cristo.
Giorgio Bouchard
su.’.ati che. per iniziativa dei singoli Circuiti,
SI registreranno in questa linea.
d) La Conferenza impegna tutti i suoi
compon.,-t: a portare alla base l’esigenza
testimonianza e
logico approfondimento teo
e) La Conferenza ritiene indispensabile accentuare a tutti i livelli, il compito di
propulsione delle iniziative della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, in modo che la Federazione stessa non diventi
una semplice struttura da sovrapporre o da
sostituire a quelle ecclesiastiche, ma la premessa di un nuovo processo unitario di tutto l'evangelismo italiano.
La Conferenza, deliberando una temporanea sospensiva deU’Art. 99 del Regolamento,
1 Lo P®’’ L Conferenza
1969/.0 il Pastore Mario Sbaffi.
LA direzione
DELLA CHIESA
La Conferenza ha rieletto alla Presidenza
il Pastore Mario Sbaffi e per il ComitatoPermanente: Past. Massimo Tara, Past,
P. Paolo Grassi, Past. Aurelio Sbaffi, Dott.
Franco Becchino, Dott. Sergio De Ambrosi,
Prof. Giorgio Spini; Past. Sergio Aquilante 1
Segretario; Vice Presidente: Dott. Emidio
Stredda.
APPROVATA L’AGENDA
DEI LAVORI DEL SINODO UNITO
VALDESE-METODISTA 1969
segretari
DEI SEGRETARIATI
La Conferenza, preso atto ed approvata
l’Agenda dei lavori del Sinodo unito Valdese-Metodis'ia che avrà luogo in maggio
1969 a Roma, sottopostale dal Comitato
Permanente,
lichiede che in essa venga ,data priorità
alla parte riguardante i servizi amministrativi delle due Chiese, ed autorizza il Comita-lo Permanente a studiare il problema
della unificazione di tali servizi e ad esperimentare iniziative in tale senso.
Scuole Domenicali: Past. Aurelio Sbaffi;
Gioventù (G.E.M.): Past. Paolo Sbaffi; Predicatori Laici: Evang. Giuseppe Anziani;
Attività Femminili: Sig.ra Mirella Beltrami
TRASEERIMENTI
PASTORALI
DESIGNAZIONI
La Conferenza ha designato Vice Presi
dente per la Conferenza 1969/70 PAvv. Pie
tro Trotta.
Past. Sergio Carile: da Firenze a Padova;
Past. Vezio Incelli: da Vercelli a Firenze;
^ ast. Giovanni Lento: da Palermo a Roma
(2o pastore); Past. Domenico CappeUa: da
Rapolla a MUano (2® pastore); Cand. Pastore Alfonso Mannocchio: a Palermo; Cand,
Evang. Enos Mannelli: a Roma ((^adiutore);
Cand. Evang. Giovanni Anziani: da Venosa
a Rapolla per la cura di tutta la diaspora lu.
cana.
IhUmUIIIUmillllllllMIMIIIIIHMIIi I
Echi della settimana
UN GIUDIZIO SU DE GAULLE
a cura di Tullio Viola
Tir È stato dettato da J.J. Servan-Schreiber
(il noto dirtt'tore de « L’Express » ed autore
del libro ormai celebre : «Le défi antérìcaini»)
alla rivista « Life » che lo ha intervistato.
« De Gaulle possiede un’eccezionale intuizione. È un uomo che ha capito molte cose
e che ha lanciato molte idee giuste (la storia lo dimostrerà): la decolonizzazione, il
fatto che l’Europa deve cessare d’essere militarmente alleata degli USA, la partecipazione degli operai alle imprese. Tutto ciò
è notevole.
Ma l’essenza del gollismo è il monologo,
e ciò che oggi sta crollando è l’idea d’una
società governata col monologo. De Gaulle
è un'ambiguità (un enigma). Storicamente
il suo messaggio resterà valido, ma ì suoi
metodi sono d’altri tempi. Quando se ne
andrà? Nessuno lo sa, ma è certo che egli
è già una personalità superata. Egli non può
più continuare col suo monologo, perchè la
esigenza fondamentale di questa seconda
rivoluzione è un’esigenza di dialogo e di
responsabilità (...).
De Gaulle ha sempre considerato la politica estera come la cosa più importante. Ha
pensato di poter tenere indefinitamente la
Francia suggestionata dal fascino della sua
crociata per l'indipendenza nazionale su tutti i fronti. Ma proprio mentre De Gaulle
sollecitava gli altri popoli a cambiar le cose in casa loro, egli non s’accorgeva che, in
casa propria, vi era lo stesso problema.
De Gaulle crede, quando parla, che è poi
lui stesso a dover decidere. Orbene il fondamentale motivo di malcontento di questa
rivoluzione, colpisce precisamente questa
idea: che uno solo possa decidere su tante
cose che riguardano tante persone. Oggi tutti vogliono poter partecipare al dibattito, e
questo è contrario al temperamento di De
Gaulle. Un uomo della sua età e del suo
genio non può cambiare fondamentalmente
il suo temperamento ».
Noi non siamo d’accordo con questo giudizio: ci pare troppo benevolp, troppo poco
severo. Per noi De Gaulle è l'agente, forse
illuminato e geniale, della potente borghesia
francese. Fino a ieri egli poteva essere ancora considerato come 1’« odiosamato presidente » (come forse lo "¡esso ServanSchreiber lo considera un poco). Ma oggi
non si può più giudicarlo soltanto in chiave
psicologica : oggi egli ha ormai gettato la
maschera. Si è consultato con Massa, il fam.oso torturatore dell’Algeria, e con altri
generali infeudati alla conservazione borghese. Con l’abile ma torbida minaccia di
repressione, egli s’è scavata la fossa ed ha,
nel contempo, gettato sull’avvenire della
Francia una nube gravida di tempesta.
Ma ecco che invece ci sono sensibilmente
più vicine le opinioni espresse dallo Schreiber nell’ultima parte della sua intervista.
« Quali errori ha commesso il governo nel
fronteggiare la crisi? », gli è stato chiesto.
Lo Schreiber ha così risposto ;
« L'errore è stato di mandare la polizia
contro gli studenti. A partire da quel preciso momento, le cose sono sfuggite al controllo. Senza la polizia, noi avremmo assistito ad una evoluzione più progressiva, non
ad una rivoluzione. E tuttavia, col tempo, si
sarebbe finalmente arrivati allo stesso punto. così come vi si arriverà in Italia, in Spagna, in Germania e dovunque ». (Da « Le
Monde» del 30-5-’68).
LA FRANCIA
INGUARIBILMENTE FERITA
Diciamo cosi perchè crediamo che, richiudendo la ferita. De Gaulle le impedisce
di espellere il marcio, e perciò crediamo anche che la ferita, presto o tardi, dovrà riaprirsi. Fcco come René Dabernat. sul « Journal de Genève» (l-3.6.’68), giudica la situazione :
« La Francia va dunque sia verso nuove
situazioni equivoche e gravide d’imprevedibili conseguenze, sia verso nuovi disordini.
Sarà bene ricordarsi sempre delle realtà
jnesentì, anche se, per un certo temoo, in
Francia e all’estero prevarrà la bonaccia.
Il nuovo orientamento dellLppinione pubblica, in favore dell’ordine, si è delineata
fra il lunedi 27 e il giovedì 30 maggio. Ha
preso corpo nella manifestazione del 30
telaggio, nella quale molte centinaia di migliaia di parigini, forse un milione, hanno
dimostrato, in uno sventolio di bandiere
tricolori, che De Gaulle aveva saputo trasferire il combattimento dal piano universitario e sociale al piano patriottico, e questo è il suo terreno di manovra preferito.
Non sono state le violenze degli' studenti,
nel corso delle tre prime settimane di sommosse, a causare questo nuovo orientamento. bensì lo sfruttamento, politico e psicologico, di tali violenze, sfruttamento che i
rivoluzionari e la sinistra classica non
hanno saputo fare, e invece De Gaulle ha
saputo fare magnificamente.
La rivolta dei giovani intellettuali e di
numerosi operai contro i "bonzi” dell’Università, del potere e dei sindacati, è stata
fondamentalmente generosa e pura, anche
se (come accade sempre in circostanze simili) persone meno disinteressate si sono
intrufolate nella rivolta. Questa ha dimostrato la necessità d’una profonda riforma,
che il regime non sera preoccupato di fare
nel corso degli ultimi dieci anni. La rivolta
ha messo in luce la più grande delle contradizioni del gollismo: quella di preconizzare
una politica estera di sinistra, in particolare
nel Vietnam, in Algeria e a Cuba, continuando a condurre una politica interna (economica, monetaria e militare) di destra.
Ma se una rivoluzione si fa col cuore,
non si può farla riuscire senza la testa. È
qui che gli oppositori hanno commesso tre
errori.
!) Hanno fatto temere cambiamenti accompagnati da un'anarchia cronica ed aggi avata da diluvi verbali. E intanto, nelle
famiglie operaie ingombrate di uomini disoccupati. e di ragazzi, senza scuola e senza
televisione, la stanchezza si faceva strada e
il denaro veniva a mancare.
Il) Hanno troppo presto diffuso l’assicurazione che De Gaulle era solo e privo di
potere. Ciò, per contrasto, era destinato a
dare l’illusione esattamente contraria, ed
altrettanto eccessiva, nel giorno dell'operazione di ricupero (s intende: ricupero da parte del governo).
IH) Quando i comunisti, sentendosi sopraffatti, hanno tentato d’imhrigUare il movimento a loro vantaggio, attraverso dispute
con gli altri partiti di sinistra (cfr. l’attacco
di Waldeck-Rochei a Mendès-France), Topini One pubblica è arrivata alla conclusione
che non sarebbe stato possibile evitare la
bandiera nera, se non andando a finire sotto
la bandiera rossa.
Orbene nella travagliata storia della Francia, tutto e sempre si giuocu su una questione di bandiera. E si trova che non sono già
nè la bandiera nera, nè quella rossa che simbolizzano per la maggioranza dei francesi
la libertà, la fraternità e l’uguaglianza, ma
la bandiera tricolore. (...) Proprio per questo. di fronte alle due bandiere dell’anarchia
e del comuniSmo, De Gaulle s’è avvolto
nelle pieghe del tricolore, carico di tutte le
medaglie. (...) Dosando sapientemente gli effetti, da attore consumato, ha cominciato
con lo scomparire per spaventare, poi è
ricomparso per meglio rassicurare e per perfezionare la messa a punto dello scenario
patriottico. È in questo scenario, la cui struttura portante è la minaccia della dittatura
comunista, che De Gaulle conta di canalizzare la consultazione elettorale. (...).
La maledizione di De Gaulle è sempre
stala quella di riuscire ad unire i francesi
provvisoriamente, e durevolmente a dividerli ».
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
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