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Anno 119 - n. 19
13 maggii 1983
L. 500
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delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGEUCHE VALDESI E METODISTE
Punti
di vista
L’INCREDIBILE DICHIARAZIONE DELLA GIUNTA MILITARE ARGENTINA
È raro che una istituzione ecclesiastica in situazione maggioritaria o comunque di massa assuma una posizione di resistenza
nei confronti della società in cui
vive e di cui è parte. Successe
in Germania al tempo del nazismo; ma significativamente fu
solo una parte della realtà ecclesiastica tedesca che elaborò
una posizione di resistenza neUa
« Chiesa confessante ». Di solito
invece, la « religione » cristiana è
funzionale allo schema fondamentale della società e senza arrivare a nuove forme di alleanza tra trono e altare, si verifica
comunque di solito uno scambio
tra determinati privilegi da una
parte e la legittimazione di un
quadro sociale e politico dall’altra.
Ora, mentre si parla comunemente di riflusso, di crisi, di decrescita del cristianesimo storico,
sorprendentemente siamo confrontati col possibile inizio di un
« periodo di resistenza » del cristianesimo. La settimana scorsa
la Conferenza dei vescovi statunitensi a Chicago ha votato con
una maggioranza schiacciante la
famosa lettera pastorale che, dopo lunghe elaborazioni passate
anche attraverso ammorbidimenti voluti dal Vaticano, è risultata aUa fine in chiaro e netto contrasto con la linea poiitica della
Casa Bianca. E appunto, non si
tratta di qualche frangia scalmanata della società religiosa americana, ma della Conferenza episcopale di una chiesa che rappresenta un quarto degli USA.
In campo protestante cresce
intanto non solo il numero delle
prese di posizione ufficiaii di rigetto del deterrente nucleare come immorale, ma anche l’elaborazione teologica di questo nodo
centrale della fede nel nostro
tempo. Nella Germania orientale
si è riconosciuto nelia questione
della pace uno «status confessionis », una situazione in cui diventa indispensabile confessare
la fede prendendo una netta posizione di resistenza senza ia quale la fede stessa è compromessa.
Lo stesso concetto è rimbalzato
ora negli Stati Uniti dove i movimenti pacifisti luterani — che
affiggeranno sulle porte deüe loro
chiese 95 tesi sulla pace il giorno della Riforma alla fine del
prossimo ottobre — hanno dichiaratamente fatto del rifiuto
della produzione e deilo spiegamento delle armi nucleari una
questione di confessione della
fede.
Viviamo dunque l’inizio di un
« periodo di resistenza » per^ le
chiese? È presto per dirlo: bisognerà vedere da una parte quale forza di penetrazione o quale
grado di rappresentatività hanno
le prese di posizione di sinodi e
conferenze episcopali e dall’altra
quali misure difensive svilupperà
la società politica nei confronti
di questa resistenza. E tuttavia
non possiamo non registrare il
fatto con stupore e speranza. Resistenza (all’inaccettabile sopraffazione politica) e sottomissione
(al messaggio di vita, di libertà
e di amore dell’Evangelo) possano essere non solo il simbolo dèlia chiesa confessante del passato
ma anche di una chiesa confessante per il presente.
Franco Giampiccoli
30.000 morti «per decreto»
Di fronte alla tragedia argentina occorre una mobilitazione internazionale di P°P°‘'
limiti invalicabili alla brutalità e all’arbitrio commesso in nome della sicurezza dello stato
Il pastore metodista Maurizio
Lopez, già membro del comitato
centrale del Consiglio Ecumenico delle Chiese è da considerarsi
« morto a tutti gli effetti giuridici e amministrativi » e come
lui altre 30.(K)0 persone. Queste
le parole di una lunga dichiarazione della Giunta militare al governo letta alla televisione argentina la sera di giovedì 28 aprile.
Con questa dichiarazione la
Giunta militare ha inteso chiudere la questione dei « desaparecidos » assumendosi la responsabilità politica della questione:
« Tutti i desaparecidos sono morti in azioni predisposte dalle autorità militari. I reparti dell’esercito e della polizia obbedivano
solo ad ordini superiori. Se sono
stati uccisi degli innocenti e non
si sono rispettati i diritti dell’uomo questo è il prezzo che si è
dovuto pagare per difendere il
nostro sistema di vita e combattere il terrorismo. Tutti i desaparecidos sono morti, salvo le poche eccezioni di coloro che si so
no rifugiati all’estero e continuano a vivere nascosti ».
Le «poche eccezioni» sarebbero owiaiùente coloro che dopo il
rapimento da parte deU’esercito
avrebbero collaborato col regime
militare ottenendo in cambio la
possibilità di espatriare o di cambiare nome.
La Giunta militare riconosce
inoltre che « nel clima quasi apocalittico della guerra contro la
sovversione » sono stati commessi « errori » del tipo di quelli che
si producono in ogni guerra, « il
giudizio spetta a Dio solo » e che
meritano « la comprensione degli
uomini ».
Di fronte alla indignazione che
si è levata in ogni parte del
mondo per questo cinico comunicato (il presidente Pertini ha
dichiarato che i responsabili « sono fuori dall’umanità civile »), il
generale Videla, ex presidente
argentino, ha dichiarato che il
comunicato è « un gesto d’amore
della Giunta militare ».
La dichiarazione di impunità
Raid notturno di poliziotti argentini.
per una strage spietata e sadica
che riguarda almeno trentamila
persone, donne e bambini compresi, uccisi nei modi più barbari, dopo essere stati torturati sa
PREDICAZIONE AL CONVEGNO SUL VOLONTARIATO
Essere diaconi oggi
« Ma quant’è a voi, non è così che avete imparato a conoscere
Cristo... Siate dunque imitatori di Dio, come figlioli suoi diletti »
(Efesini 4: 20 -5: 2).
Questo testo vive tra due tensioni: «avete imparato Cristo»,
e « siate dunque imitatori di
Dio ». E' da rilevare che sono
pensieri di Paolo, l’apostolo che
ha codificato la teologia cristiana partendo da un nucleo illuminante: la giustificazione per
grazia mediante la fede. Non per
caso egli ha indicato alle chiese^
una serie di “ministeri”, mq essi
concernono totalmente — se si
eccettua il dono di guarigioni e
miracoli — il servizio della Parola.
Ma voi vi oceuvate soprattutto « delle opere della fede », di
ministeri che hanno un riferimento nella prassi e nell’insegnaménto di Gesù, così come riferiscono le testimonianza degli
evangeli. Siete forse con Cristo
e emarginate Paolo? Li mettete
a confronto?
E, come non bastasse, dagli
Atti apostolici apprendiamo delta designazione dei primi addetti al diaconato, ma poi di
loro ci è riferita solo l'attività
evangelistita. Non era forse significante la loro attività diaconale?
La comunità primitiva ha sperimentato con intensità le situazioni più diverse, ed il Nuovo Testamento nel suo insieme ce le
ha trasmesse, qualificandole come egualmente valide per la edificazione della Chiesa e la testimonianza.
La storia del cristianesimo ci
dice che — in tempi, in situazio'
ni sociali diverse — si sono registrate “di fatto" delle opzioni
preferenziali. Pur proclamando
di aderire alla totalità dell’Evangelo.
Per esempio: la Riforma non
rifiutava certo le opere della fede, il diaconato, ma restaurava
il primato della Parola, indicava
nella fede in Cristo il momento
decisivo.
Il Risveglio, dalla fine del ’700,
partiva da un rinnovamento della fede, ma di fatto sottolineava
il valore delle opere del convertito. (Oettinger: «Dio non è ozioso »).
Con l’inizio del ’900 alla liquefazione teologica del protestantesimo si reagiva proclamando il
primato della Parola, era accantonato il cristianesimo sociale:
la fede ed i suoi conteriuti erano
posti al centro della vita.
Dopo l’ultima guerra europea
e mondiale hanno ripreso il campo la teologia politica, l’impegno sociale, in una parola: la
diaconia, le opere.
Che senso possono avere, oggi,
la nostra fede e la nostra diaconia? In un tempo che vede la fede tollerata dall’imperialismo
scientifico e confinata all’impiego del tempo libero da parte dei
sociologhi, che significato ha il
diaconato evangelico?
Torno alla espressione di Paolo: Voi avete imparato Cristo. E’
qui la sola risposta che sappiamo
dare: a chi ha imparato Marx,
Freud, Durkheim e tutti i padrini
del nostro tempo. Non li evitiamo,
anzi, da ognuno abbiamo molto
da imparare; ma il nostro specifico è solo questo: « abbiamo
imparato Cristo ». Non è possibile un diaconato evangelico che
sia attuato fuori di Cristo, senza quella fede che dà significato
alla vita.
Ma questa può essere una frase e basta. Occorrono quegli approfondimenti comunitari e personali che certo vivete già. Approfondimenti seri, verifiche sofferte in mezzo alle contraddizioni dell’esistenza, tra' le pieghe
delle nostre inadempienze. Vi è
un amore umile, saldamente fattivo, per l’umanità che si riceve
dal Signore in un apprendistato
che non finisce mai, e ci fa intendere come Egli ama la creatura come essa è, non come potrebbe-dovrebbe essere. Noi possiamo dare solo quanto nella fede sappiamo di avere ricevuto,
e solo chi sa stare con le mani
vuote davanti al Signore le ha
èolme di ogni grazia.
Non ci si nasconde che questo
richiamo al primato d’una identità evangelica consapevole è battuto su due fronti: per gli uni è
ovvio, va da sé ed è un luogo comune che si può stralciare; per
gli altri è una sorta d'impiccio
che ci portiamo dietro, fuori tempo e fuori moda, futile quanto
non pratico.
E’ imparando Cristo, nella fede, che gli occhi nostri hanno veduto la solitudine, l’emarginazione, la sofferenza, la malattia e la
morte dell’uomo, creatura di Dio,
Luigi Santini
(continua a pag. 12)
rebbe dunque un atto d’amore.
Uccidere oppositori politici, i loro familiari, i loro figli perché
potevano essere testimoni scc>
modi a carico di molti militari è
per la (ìiunta militare « un atto
di servizio » è nessuno può essere punito per questo. Si ha l’impressione di sentire un discorso
già fatto al Tribunale di Norimberga da molti nazisti: « io eseguivo ordini, non sono responsabile ».
Dal 1974 l’Argentina ha conosciuto questa terribile tragedia
dei desaparecidos. Lopez Rega
(un uomo che ha collegamenti in
Italia con Gelli e la P2) ha organizzato la A.A.A, l’Azione Anticomunista Argentina e gli
« esquadrones de la muerte »
composti da ufficiali e sottufficiali dell’esercito che al minimo
indizio hanno rapito chi è sospettato di essere guerrigliero o seniplicemente di conoscere guerriglieri di sinistra e oppositori politici democratici. Se non si trovano gli indiziati è loro permesso
prendere i familiari, i figli come
« rehenes », come ostaggi. Inoltre
questi squadroni possono prendere tutto quanto di valore trovano nelle case: è bottino di
guerra.
Sono cose ormai documentate
da precise e circostanziate denunce di chiese, di organizzazi(>
ni umanitarie, di commissioni di
inchiesta delle Nazioni Unite.
Dei desaparecidos per molti anni nessuno si è occupato. La loro
colpa è stata quella di non avere
potenti alleati internazionali, di
essere considerati pericolosi
anche per la stessa politica interna di molti paesi democratici.
Così dal 74 al 79 la tragedia argentina si compie senza grandi
proteste internazionali. Solo i familiari, le madri di Plaza de Mayo, alcune chiese Amnesty International, chiedono giustizia. I gc>
verni « democratici » europei,
tacciono e preferiscono la realpolitik economica al rispetto dei
diritti umani.
Solo dono la crisi delle Falkland-Malvine i governi europei
scoprono i diritti umani in ArGiorgio Gardiol
(continua a pag. 12)
2
2 fede e cultura
ECHI DALLE INIZIATIVE PROMOSSE DA CHIESE E ASSOCIAZtONl
Nell'anno luterano
della specifico
13 maggio 1983
A colloquio con i lettori
L’uomo adulto
MESSINA — « Lutero, il suo
tempo e i valori permanenti
della Riforma» è il tema della
conferenza tenuta dal past. Giovanni Lento il 19 aprile presso
1 Università di Messina
Organizzata dal Circolo Culturale Italo-Tedesco e dal Consiglio della Chiesa Valdese per
celebrare il 500° anniversario della nascita di Martin Lutero, è
stata seguita con molto interesse da evangelici italiani e tedeschi, da studenti e da alcuni nrofessori.
Dopo la presentazione della
prof. Maria Luisa Weichselbauordinaria di lingua tedesca
all Università di Messina, che
na tracciato un interessante ritratto di Katherina von Bora il
past. Lento ha tratteggiato la’figura e l’opera del Riformatore,
collocando il suo pensiero e le
sue scelte in un contesto storico, che non è stato soltanto quello cultorale dell’Umanesimo, ma
soprattutto quello politico e soCíale, caratterizzato dal sorgere
della concezione dello Stato come organizzazione centralizzata
ed autonoma in contrapposizione all’arbitrio e al disordine della situazione feudale.
Importanti per il pubblico sono state le considerazioni relative ai valori permanenti della Riplatero, consegnando la
Bibbia al popolo e sganciandolo
dalla mediazione ecclesiastica, ha
contribuito a delineare la figura
dell uomo nuovo di cui ha hisopo Il mondo: un uomo diventato adulto. L’uomo che nasce
dalla Riforma è un maggiorenne non solo nell’ambito della
Chiesa, di cui egli non è suddito
ina soggetto responsabile, ma anche neirambito della società civile, nel quale egli vive la propria vocazione cristiana esercitpdo con senso di responsabihta, verso gli uomini e verso
Dio la propria professione e
contnbuendo allo sviluppo e al
rnanifestarsi di rapporti di libertà. Infatti la tutela gerarchica e
la mediazione dei santi, da cui
la Riforma libera l’uomo, non
costituiscono qualcosa che rimane soltanto nell’ambito del «religioso », ma creano una cultura
e una forma mentale, che si rippcuotono nella vita sociale e politica dell’uomo. E’ ciò che accade spesso nei paesi che non
sop ^ssati attraverso lo stadio
della lUforma, dove vige la raccomandazione, dove è estremamente difficile farsi un ?osto al
sole senza mediazione, dove il la
yoro, per lo più, non è vissuto
in funzione del bene comune e
quelli che stanno in alto nella
vita civile e politica, anche se lapi e furfanti, sono quasi degli
intoccabili, come quelli che stanno in alto nell’ambito del «sacro ».
Accennando alla rivalutazione
di Lutero e dei suoi scritti in
ambito cattolico, l’oratore ha così concluso: «Lutero sarà integrato nella grande ’’complexio
oppositorum” del sistema cattolico e quindi sotto molti aspetti
neutralizzato, oppure la sua figura inquietante non potrà in
nessim modo essere addomesticata per il suo carattere di alterativa? Quel che è certo è che
da un avvicinamento sempre più
obiettivo al pensiero di Lutero e
della Riforma ne potrà nascere
non solo una maggiore fraternità e collaborazione nell’ecumene cristiana, ma anche un notevole apporto alla crescita dell’uomo e allo sviluppo della società ».
Ester Santoro
Frutti della Riforma
TMRANTO — « Noi evangelici
abbiamo la consapevolezza di
non essere infallibili, quindi non
abbiamo né la pretesa, né il complesso deU’infallibilità. Per questo sappiamo di essere in ricerca
e quindi in ascolto di Dio ».
Con queste parole del past. S.
Ricciardi si è chiuso rincontro
pubblico sul tema « Il messaggio
della Riforma Protestante per
l’Italia di oggi », che il prof. Domenico Maselli ha tenuto nel Salone degli Stemmi il 23 aprile u.
s., a conclusione delle manifestazioni organizzate dalla Chiesa
Valdese.
L’oratore, dopo aver brevemente tratteggiato l’atteggiamento
negativo del mondo cattolico (e a
volte anche protestante) nei confronti di Lutero nei primi quattro secoli dalla sua nascita, si è
soffermato su questi ultimi 100
anni, nei quali si è verificata una
riscoperta veramente eccezionale
del grande riformatore. Questa
riscoperta, che continua a vedere impegnati numerosi storici e
teologi anche cattolici, apre orizzonti sempre più vasti all’azione
promossa dal riformatore nella
formazione del mondo moderno.
La laicità della vita in un mondo non più clericale, non è questo un frutto squisito della Riforma? Lo stesso concetto di democrazia non nasce forse da una
prassi che comincia a muovere
i primi passi nelle assemblee ecclesiastiche riformate? E che dire
dell idea di tolleranza religiosa,
nata anch’essa nella Riforma e
non nell Illuminismo come recentemente affermato da certa stampa nostrana che pure va per la
maggiore? E la teologia della
croce, il significato della signoria
di Cristo, la smitizzazione della
Scrittura, la scoperta del lavoro
come atto sacerdotale, non sono
tutte tappe del cammino di Lutero e della Riforma che hanno
un peso determinante per una
diversa concezione della vita?
In questa società, e in questo
momento, riscoprire Lutero e la
Riforma significa prendersi carico di tutte le violenze che vengono perpetrate nel mondo: dalle
guerre alla fame, dalle oppressioni alle emarginazioni. Essere riformati oggi significa essere capaci di amare, di anteporre al
proprio interesse quello del fratello, di non considerarsi migliors degli altri, di procacciare la
giustizia e la pace, ponendosi
sempre in ascolto della Parola di
Dio, unica vera via all’ecumenismo che è innanzitutto rispetto
reciproco.
Una buona partecipazione di
pubblico, formato da fratelli della locale comunità valdese, da
un nutrito gruppo di membri
della Chiesa Battista di Mottola
e da una quindicina di non evangelici ha contribuito alla riuscita della riunione.
Pasquale^ Consiglio
A seguito del numero dì "Protestantesimo** dedicato alla parabola televisiva che alludeva a Gesù nella storia mimata di un clown, pubblicammo alcune lettere di protesta (Giovanni Ciliari, Palermo e Marco Lapedota, Roma), una lettera che replicava (Adriana Gardiol) e una critica di
Roberta Colonna Romano. Sono in següito pervenuti altri tre interventi che
pubblichiamo.
OCCASIONE
SPRECATA
Egregio Signor Direttore,
Ha ragione ii Signor Marco Lapedota,
il quaie, a proposito deila trasmissione televisiva « Protestantesimo », chiede « quando impareremo ad essere semplici annunziatori deli'Evangelo nella sua
semplicità? » (Eco-Luce del 25.3).
Poiché ia chiesa vaidese dispone ancora, grazie a Dio, di predicatori in
grado di assolvere degnamente a questo compito, mi chiedo perché viene
sprecata così maidestramente un'occasione di testimonianza.
A mio avviso, se la trasmissione non
risponde a queste finalità, è preferibile
non sprecare oltre dei fondi ohe potrebbero essere destinati ad altre iniziative
più meritevoli (fame nel mondo, opere
della chiesa in difficoltà finanziarie,
ecc.).
Prepariamoci comunque a raccogliere ciò che stiamo seminando.
Cordiali saluti.
Guido Baret, Pomaretto
UN GESÙ’ VICINO
Le ’’maschere”
Centro Filadelfia
Via Colla, 20 - Tel. 011 /9586208 - Rivoli (To)
Liceo Linguistico
(legalmente riconosciuto)
Filadelfia School of English
(corsi di lingue inglese, francese
e tedesca)
Centro Convegni
(seminari, raduni, corsi residenziali, traduzioni simultanee, uso
di locali)
RIETI — Organizzato dalla sezione locale dell’Associazione per
la libertà religiosa in Italia(A.L.
R.I.) e sotto la presidenza del suo
Segretario provinciale Avv. Felice Gianfelice, si è tenuto il 21
aprile scorso a Rieti un vivace
dibattito su fede e politica in Lutero: relatori il prof. Paolo Ricca, della Facoltà Valdese di Teologia di Roma, e il prof. Giovanni Gönnet, delle due Università di
Bari e di Cosenza, quest’ultimo
in sostituzione del prof. Ruggero
Puletti dell’Università per Stranieri di Perugia, assente per improvvisi impegni al Parlamento
europeo di Strasburgo. Ricca si
è soffermato soprattutto sui fraintendimenti patiti da Lutero attraverso i secoli, ricordando le
quattro « maschere » a lui affibbiate di monaco ribelle, di supercattolico, di nazionalista germanico e di servo dei principi. Quest’ultima « maschera » ha dato
l’avvio al discorso di Gönnet
che ha brevemente illustrato come la Riforma, favorita dai principi in Germania, diventò « democratica » in Svizzera, dove dal
1523 al 1536 il cambiamento di
rotta avviene in varie città in seguito a dibattiti pubblici (Zurigo,
Basilea, Berna, Ginevra e Losanna), voluti dai consigli mimicipali e terminati con decisioni
che, decretando per prima cosa
1 abolizione della messa, organizzano la vita religiosa e civile delle nuove comunità sulla base della sola Scrittura. Il dibattito —
presente un pubblico numeroso,
tra il quale parecchi studenti e
professori e una buona rappresentanza delle due chiese valdesi
e metodiste di Forano e di Terni — ha evidenziato un vario
e notevole interesse, con molte
domande sul comportamento di
Lutero durante la guerra dei contadini, sul « servo arbitrio », sulla
giustificazione per fede, nonché
sugli estremismi di sinistra (anabattismo) e di destra (teocrazia)
nati dalla protesta luterana.
G. G.
Caro direttore,
senza dubbio è stata insolita la trasmissione televisiva della Rubrica Protestantesimo del 7.2 u.s. Siamo abituati
ad un tipo diverso di predicazione che,
proprio perché tradizionale, ci sembra
più semplice e più consona al messaggio evangelico. Gesù, tuttavia, nonostante le notevoli difficoltà di comprensione
di cui abbiamo ampia testimonianza negli Evangeli, preferì servirsi della parabola come metodo di insegnamento,
forse un espediente didattico per tenere avvinta I attenzione degli ascoltatori stimolati, così, a ricercare il significato nascosto della immagine presentata. Credo che questa « parabola » televisiva questo scopo l'abbia raggiunto:
ha fatto pensare. Ha fatto pensare allo
scandalo della teologia della croce che
istintivamente rifiutiamo perché ci sembra indegna del Figlio di Dio a cui,
pensiamo, si addice meglio il trionfo
delia teologia della gloria (è una vecchia disputa sempre attuale). Così è
stata considerata « blasfema » una predicazione che ci presenta Gesù, vero
Dio e vero uomo secondo la nostra
confessione di fede, nelle forme meno
nobili della nostra umanità.
Eppure, sappiamo daH'Evangelo che
Dio si è abbassato fino a noi, è nato
come noi, ha vissuto come noi e in
condizioni peggiori delle nostre, ha
mangiato, bevuto, sofferto come noi; era
amico dei peccatori, è stato trascinato
come un burattino da un tribunale alI altro, ha subito il volere della folla,
ha perso ogni credibilità: tutto proprio come accade a noi, ha accettato
l'ultimo insulto riservato a pochi di noi:
la condanna e la morte violenta. Questo
Gesù-servo, Gesù-ciown, Gesù-burattino
è il Gesù che ciascuno di noi può sentire vicino alla propria umanità malvagia: un Gesù che vive come noi e
soffre come noi non ci fa sentire soli;
Dio è con noi e ci ama se è divenuto
simile a noi.
Certo una spiegazione della parabola
avrebbe facilitato la comprensione del
messaggio ma, forse, volutamente nessun intermediario è stato posto fra il
messaggio e l'individuo, forse perché la
comprensione fosse appunto individuale: un sistema da discutere, non da
condannare tout court. Un messaggio,
a mio avviso, dell'amore di Dio per
l'uomo, questa parabola dal toni estremamente realistici. Purtroppo, così va
il mondo in cui viviamo, ma noi sappiamo ohe alla croce segue la resurrezione e questa è la nostra certezza:
Gesù ha vinto il mondo e il suo grande amore ha dato a noi una nuova
umanità. Ritengo che la FCEI vada incoraggiata allorché tenta di farci uscire
dalla sfera tradizionale del .« religioso •
proprio perché Dio ci incontra nella
quotidianità della nostra vita, bella o
brutta che sia.
Vera Velluto, Taranto
UN PASSO AVANTI
Sono stato abbastanza divertito nel
leggere alcuni commenti che lettori della Luce hanno scritto in merito alla trasmissione di Protestantesimo « Parabola ».
Non ho potuto vedere quella trasmissione in quella occasione, ma ho avuto
modo di vedere quel film a Strasburgo,
durante un seminario su Evangelizzazione e Mass-Media.
È passato più di un anno da quando
ho visto quel filmato e devo dire che
non l'ho più dimentioato perché in
modo molto incisivo mi ha « predicato » il significato dell'opera e della morte di Cristo, forse meglio dì quanto mai
abbiano fatto tanti predicatori che ho
sentito!
Sarà perché io stesso sono « figlio »
della civiltà audiovisiva... ma il modo
migliore in cui io riesco ad apprendere
non è tanto il libro o la predica, ma
proprio il prodotto audiovisivo! E lo dico come studente di teologia, costretto
a digerire libri su libri di « roba pesante » e sostanziosa, oppure noiosissime
lezioni cattedratiche!
Se vogliamo comunicare oggi alla
gente, evangelizzare i figli della civiltà post-letteraria, non c'é modo più efficace di farlo che con quelle » parabole ».
Se poi il critico che scrive alla Luce
dice che si è trattato di uno scandalo.,,
beh, io ci andrei piano con quelle espressioni, per non essere associato
agli « scandalizzati » scribi e farisei,
greci ed ebrei, ugualmente benpensanti, che hanno rifiutato Cristo... perché
era uno scandalo ed una pazzia!
Quei « critici » non dimentichino che
un Dio che muore come un criminale in
croce, che banchetta con i peccatori e
che parla con le prostitute, Gesù Cristo, era un ignobile affronto alla « religione costituita », un qualcosa di insopportabile. Neppure l’apostoio Paolo mitiga lo « scandalo ». Oggi, quella stessa
croce è diventata per alcuni simbolo
del nuovo perbenismo religioso!
Non convertiremo certo la gente con
le nostre barbose prediche o col nostro
farisaismo.
Se quel lettore della Luce, invece di
scandalizzarsi, avesse testimoniato che
quel clown era simbolo della persona
ed opera di Cristo e che, molto concretamente, oggi, Gesù ci insegna a
farci carico delle sofferenze del mondo nello stesso modo, certo quei suoi
amici avrebbero avuto una possibilità
più unica che rara di comprendere il
messaggio cristiano!
Certo, a Protestantesimo avremmo
bisogno di più evangelizzazione, ma come? Quei programma era un significativo passo in avanti.
Cordialmente.
Paolo Castellina, Stampa (Ch)
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3
13 maggio 1983
\ INTERVISTA AL DIRETTORE DELLA EDITRICE CLAUDIANA
fede e cultura 3
NEL CENTENARIO DI MUSSOLINI
Un catalogo comune L’ateo e n pastore
per l'editoria evangelica?
— In che cosa consiste questa
assemblea?
— E’ una delle rarissime occasioni di collaborazione fra le
chiese « storiche » della Federazione e gli « evangelicals » delle
chiese non federate. Si tratta di
una giornata d’incontro tra operatori nel settore editoriale e librario per una informazione reciproca spi programmi e discussione su argomenti d’interesse
comune. E’ organizzata dalla segreteria di Roma, retta dal pastore Domenico Torio.
Porse non tutti sanno che in
Italia operano attualmente una
ventina di Librerie evangeliche
e una trentina di case editrici
(in senso lato), anche se molte
di queste si limitano a pubblicare qualche titolo saltuariamente.
parte dell’Associar
Anche quest’anno, a metà aprile, ha avuto luogo a Roma l’annuale assemblea dei membri della «Associazione Stampa Evangelica Italiana», che si tiene regolarmente ormai da 25 anni. In proposito abbiamo rivolto alcune domande al direttore dell’editrice
Claudiana, Carlo Papini.
— Chi fa
zione?
— Praticamente tutto il variegato mondo evangelico italiano
è rappresentato in questa Associazione, con la sola autoesclusione, purtroppo, delle Assemblee di Dio (pentecostali organizzati). I soci facenti capo a
chiese membro della Federazione sono ora cinque: Claudiana
Editrice — Claudiana Librerie —
S.P.A.V. (Centro battista produzione audiovisivi) — Società biblica di Roma — Esercito della
Salvezza.
Un risultato di questi incontri c’è ed è positivo : il « clima »
— non esente talvolta all’inizio
da diffidenze e chiusure — si è
fatto più fraterno ed aperto, anche se le linee non sempre convergono.
L’incontro intanto produce anche risultati. Quest’anno sono
stati ammessi tre nuovi membri ed un altro accolto come osservatore. Fra i nuovi è importante l’ammissione della Casa
ed. avventista « L’Araldo della
Verità» di Firenze, tenuta per
qualche anno in purgatorio per
alcune obiezioni di carattere teologico ad una sua ammissione a
pieno titolo. D’altra parte è di
gran lunga la prima in graduatoria, come ammontare delle
vendite, grazie all’impiego di circa 60 colportori a pieno tempo
ed un’abile politica editoriale che
privilegia temi di largo interesse
popolare come « vita e salute »,
« curarsi con le erbe », « educazione dei figli » ecc.
— Quali novità presenta il
campo editoriale evangelico?
— Quest’anno si sta lavorando
ad un catalogo «Selezione» di
titoli delle varie Case da presentare insieme e da diffondere anche all’esterno sottolineando il
carattere evangelico unitario dell’iniziativa. Sarebbe una notevole novità e potrebbe essere un
primo passo verso quelle « messaggerie evangeliche » ( cioè un
centro unico di distribuzione all’ingrosso per librerie e chiese o
gruppi) che è nei voti di molti.
In campo biblico, come già annunciato dal nostro giornale, sta
per uscire un Nuovo Testamento (e poi, in seguito, una Bibbia
completa) frutto di una inedita
collaborazione fra la Società biblica di Roma e la Casa della
Bibbia di Genova (Ginevra), in
una nuova accurata versione che
revisiona e aggiorna il testo della « Riveduta ». Se ne avvertiva
da tempo la necessità! Del co
lo sono in Dio, cos’altro può darmi più forza?
Dio è in me, cos'altro può darmi
più dolcezza?
mitato relativo ha fatto parte anche il nostro prof. Bruno Corsani.
— Dove va l’editoria « evangelical »?
— La mia impressione, molto
personale, è che ad un notevole
sforzo di rinnovamento degli
strumenti per adeguarsi ai tempi, non corrisponda ancora uno
sforzo corrispondente per i contenuti. All’avanguardia nell’utilizzo delle nuove forme di comunicazione di massa (radio, videotape, audiovisivi ecc.), sembrano
invece abbastanza « bloccati »
per quanto riguarda tematiche
nuove che incidano nell’ambiente esterno.
Suona, per esempio, un po’
strano — e fuori della realtà —
che una Casa editrice evangelica
pubblichi oggi un grosso e impegnativo studio tendente a dimostrare che tutto il Pentateuco
è opera personale di Mosè, proprio un secolo dopo il famoso libro di Julius Wellhausen sulle
varie fonti dei primi 5 libri della Bibbia!
— Com’è accolta in genere la
nostra produzione?
— La risposta non può essere
univoca. C’è ancora una certa
resistenza al « nuovo » che si manifesta in particolare nel campo della « critica biblica » e delle problematiche socio-politiche.
Ma anche qui alcuni pregiudizi
stanno cadendo e si nota una
cauta apertura. Talvolta i nostri
libri sono curiosamente tenuti in
« frigorifero » per una diecina di
anni e poi riscoperti e utilizzati.
E’ invece bene accolta certa nostra produzione recente come il
libro di Hasler sul Papa infallibile, quello sui Negro Spirituals
e i tre volumi illustrati sulla Bibbia, il mondo dei primi cristiani
e Domande d’oggi, pubblicati in
coedizione con la Casa inglese
Lion. Infine abbiamo avuto un
plauso per il ritorno della Claudiana ai libri per ragazzi.
a cura di F. Giampiccoli
Domenica 27 febbraio 1983, la
Televisione italiana ha presentato nel suo programma pomeridiano il libro di Luigi Preti,
« Mussolini giovane », testé uscito a cura dell'editore Rusconi.
Era presente l’Autore, Ton. Luigi
Preti, ben noto agli italiani per
gli incarichi parlamentari ricoperti nel passato e assolti con la
soddisfazione di tutti. Interrogato, l’Autore del suddetto volume ne ha spiegato il contenuto,
ha chiarito lo scopo che egli si
era proposto scrivendolo, ed ha
concluso con alcuni « flashes »,
più o meno azzeccati, su alcuni
fra i principali personaggi politici del momento. Fra gli altri
ricordi della gioventù di Mussolini, accennati nel libro, e messi
in rilievo dallo stesso presentatore televisivo Gianni Minà, vi è
stato il cosiddetto episodio di
Losanna (Svizzera), non del tutto sconosciuto in Italia. Giova
qui dire che, riguardo alla gioventù del futuro capo e fondatore del fascismo. Luigi Preti, nato nell’inter\'allo fra le due guerre mondiali, ha tenuto a dichia^
rare di non aver conosciuto di
persona Mussolini, né, tanto meno, di possedere dei dati di primissima mano sulle « imprese »
giovanili del personaggio presentato.
Questa onesta dichiarazione ci
consente di prendere la penna
per aggiungere qualche particolare, inteso a ridimensionare l’episodio di Losanna, di cui s'è fat
PRESENZA EVANGELICA AL CONGRESSO AICS
Luoghi comuni e minoranze
Agostino
Nel corso del VI Congresso dell’Associazione Italiana Cultura e
Sport, svoltosi a Paestum dal 14
al 17 aprile con l’intervento delle
delegazioni di tutte le regioni
d’Italia, la prof. Gabriella Bartolozzi Rosati, presidente del
centro studi « Augusto Sciascia »
di Agrigento e delegata nazionale, è riuscita, attraverso la sua
relazione, ad imporre all’attenzione dell’AICS il problema delle
minoranze religiose.
Partendo da una interpretazione dei contenuti linguistici come
strumento propedeutico ad ogni
azione realmente innovatrice solo se riescano a sottrarsi ai meccanismi automatici e atrofizzanti del luogo comune, la relatrice
ha stigmatizzato l’uso improprio,
ridondante o vuotamente retorico della parola. Se è vero, infatti, che il pensiero dev’essere una
guida per l’azione — per cui non
può esservi azione incisiva e feconda senza una preliminare approfondita riflessione — è pur vero che gli strumenti fondamentali di questa riflessione, i concetti,
sono formulati in parole; e quanto più il loro significato sarà pre^
gnante, univoco e aderente ai
fatti, tanto più le nostre possibilità di organizzazione e di azione risulteranno adeguate. I luoghi comuni, invece, sono soprattutto segni che non invitano né
inducono a una modifica di comportamento — come è nel compito delle parole in genere_— e
in quanto tali sono ostacoli alla
creatività e alla stessa libertà intellettuale dell’ uomo. Essi rispecchiano una mentalità conservatrice ohe si oppone alle innovazioni; i luoghi comuni sono
reazionari. « La mia appartenenza — ha proseguito la prof. Bartolozzi Rosati — ad una minoranza religiosa protestante, la
Chiesa Valdese, vittima nella sua
storia quasi millenaria di innumerevoli arbitra e persecuzioni
mi ha reso singolarmente attenta
all’abuso dei luoghi comuni in
tema di libertà e di democrazia ».
A tal proposito, riprendendo al
cutìi temi svolti nella sua relazione al Congresso provinciale AICS
di Agrigento, Toratrice si è ricollegata alle tesi del Kelsen e
del Mirabeau, sostenendo, a difesa delle minoranze, che la libertà religiosa è storicamente la
prima e la più antica di tutte le
libertà: quella da cui ogni altra
ha avuto origine o tratto alimento, ma anche la più disattesa nel
nostro ordinamento costituzionale perchè il richiamo dei Patti
Lateranensi all’art. 1 dello Statuto del Regno, secondo cui « la
religione cattolica, apostolica e
romana è la sola religione dello
Stato », ne reintroduce il carattere confessionale, mentre lo Stato, se vuole essere uno stato civile, non deve avere una religione ma garantire l’uguaglianza e
la libertà delle religioni. La
Bartolozzi Rosati ha concluso invitando TAICS a battersi per la
promozione di tutte le libertà e
per lo sviluppo nella coscienza
dei cittadini di quei fondamentali principi di pluralismo e di
partecipazione democratica che
sono alla base di ogni civile convivenza.
Nella fase conclusiva dei l^ori
on. Gianni Usvardi, dopo aver
sintetizzato le proposte emerse
in ordine alla riforma delle strutture sportive del nostro paese, alTidea di ima legge quadro che regoli i rapporti tra Associazione
ed Enti Locali e al valore del volontariato, neH’ambito di un rinnovato impulso da imprimere al
settore cultura ha esaltato la secolare lotta per la libertà sost^
nuta dalla Chiesa Valdese; e, ricollegandosi alla matrice libertaria e laica, dell’Associazione, ha
invitato TAICS ad accogliere la
nuova linea in difesa delle minoranze religiose. Il Congresso ha
applaudito lungamente.
Dopo l’intervento della professoressa G. Bartolozzì Rosati si
sono presentati a lei altri due _d^
legati evangelici, Raoul Gailini,
membro della Comunità metodista di Firenze, e Pietro Valdo
Saccomani, membro della Comunità battista di Torino. Nella
gioia comune per l’attenzione suscitata intorno alla causa evangelica essi hanno auspicato che
un maggiore impegno delle comunità evangeliche permetta di
proporre sempre più efficacemente all’ opinione pubblica la
j.\eiici i¿idC cuuL-iu&ivci uci iiiciiLc; aii
il presidente nazionale deil’AICS,presenza evangelica.
12 CONVERSAZIONI IN 2 CASSETTE DA 90
Lutero 500 anni dopo
La Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e il Servizio
Produzione Audio Visivi (SPAV) di Roma hanno preparato due
cassette da 90 minuti ciascuna con 12 conversazioni di 15 minuti sul
pensiero del grande riformatore protestante. Le conversazioni sono riduzioni, curate dagli stessi autori, del ciclo di conferenze su
Lutero tenute a Roma alla Facoltà valdese di teologia e sono costruite con criteri di chiarezza, incisività e comunicabilità radiofonica. Introdotte e sottolineate da interventi redazionali, possono
essere utilizzate singolarmente o in serie.
Gli interventi sono di Paolo Ricca, Bruno Corsani, Sergio Rostagno, Silvana Nittl, Giovanni Scuderi, Michele Sinigaglia.
Le due cassette — prezzo di vendita L. 12.0(X) — possono essere
ordinate sia alla FCEI, via Firenze 38, 00184 Roma, che allo SPAV,
via Monte Bianco 91, (Ì0141 Roma.
to cenno. Quel che molti sanno,
è che Mussolini, giunto nel 1910
in non volontario esilio a Losanna, vi trascorse il suo tempo nel
tentativo di catechizzare i suoi
connazionali ivi residenti per ragioni di lavoro. Cosi, nel corso
di un comizio divenuto celebre,
egli, in apertura, tratto faori dal
panciotto il suo orologio, e tenendolo nella mano aperta,
esclamò, press’a poco in questi
termini: « Se fra cinque minuti
Dio non si mostrerà in questa
adunanza e non mi farà fuori, sarà segno che Dio non esiste! ».
Questo è l’episodio raccontato
da Luigi Preti, al quale, alla TV
italiana, Gianni Minà ha aggiunto, «e tutti gli batterono fragorosamente le mani ».
Ora, chi scrive queste righe è
in grado di dire che le cose non
si svolsero affatto così. Che ci sia
stato un applauso, può anche esser stato vero (ma il sottoscrib
to ne dubita fortemente); ad
ogni modo, subito dopo Tappiauso — di cui, ripetiamo, c’è chi
dubita — si alzò un signore fra
i presenti, più o meno della stessa età di Mussolini, il quale, gar^
baiamente, con pochi argomenti
razionali e con qualche parola
non priva di umorismo, gli ricacciò in petto la sua presunzione.
Questo signore era un jiastore
evangelico di origine meridionale. Si chiamava Alfredo Taglialatela. Suo fratello, Edoardo, doveva distinguersi durante il_ fa^
seismo per alcune pubblicazioni
di pedagogia protestante di gran
valore, ma oggi del tutto dimenticate. Il padre, Pietro Taglialatela, divenuto evangelico in seguito ad una profonda esperienza religiosa personale, era noto
per un suo libro intitolato « Il
Papa Re ». La storia di Alfredo
Taglialatela non si femia qui, a
Losanna. Negli anni immediatamente successivi alla Marcia su
Roma, egli fu nominato pastore
a Roma, nella Chiesa Metodista
di via Firenze 38; e successivamente, diventò professore di teologia protestante nella Facoltà
Teologica Valdese di Roma (in
via Pietro Cossa, 42), in qualità
di titolare delle cattedre di Storia dei dogmi e di Storia della
Filosofia. Quando chi scrive queste righe si laureò in lettere e
filosofia, la citazione del nome di
Alfredo Taglialatela valse un
complimento degli esaminatori
di laurea (fra i quali c’era Antonino De Stefano, una autorità di
prim’ordine in materia di storia
dei movimenti ereticali nel Medio Evo), al candidato, al quale
non andava altro merito che quello di aver ricordato l’episodio di
Losanna.
Più tardi, il Taglialatela emigrò a Toronto, nel Canada. Le
opere di lui. che era un forbito
e suasivo oratore sacro (a via Firenze, gli evangelici accorrevano da tutte le parti di Roma a
sentire le sue conferenze di cultura religiosa), si trovano nella
Biblioteca della Facoltà Valdese
di Teologia.
Alfredo Taglialatela, da cui appresi la fine dell’episodio di Losanna, soleva ripetere l’aneddoto, in pieno regime fascista, _ ridacchiando sul mito di Benito.
E’ giusto ricordare tutto ciò, affinché si sajipia che, sul libero
territorio svizzero, un Italiano,
un meridionale, e protestante
per giunta, è stato capace di rintuzzare la sicumera di un ateo
politicante. Oggi, forse, di un simile gesto in pubblico, pochi credenti sarebbero capaci: meglio
tacere (si pensa) che proclamare
la propria fede. A Ginevra, molti
anni dopo, a Cointrin, dov’è l’aeroporto intemazionale, nel corso di una conferenza agli operai
italiani, ho ricordato l’episodio,
e gli applausi degli astanti
alla memoria di Alfredo Taglialatela hanno mostrato che il popolo, il popolo vero, sa giudicare gli uomini assai meglio dei
senza Dio e degli opportunisti
del momento.
Teodoro Balma
4
N
4 vita delle chiese
13 maggio 1983
ALLE VALLI VALDESI
Visitatori ail’Union Vaudoise
GINEVRA — Nel 1826 im tal
Jackson si reca a visitare le Valli
Valdesi usando nei suoi spostamenti diligenza, calesse, dorso di
mulo. Nel racconto del suo viaggio sottolinea tra l’altro la notevole partecipazione al culto a S.
Giovanni, dove il tempio è strapieno, malgrado i culti domenica^
li siano due. Visita anche una casa valdese che trova pulita, ma
in cui scopre una bottiglia in un
angolo!
Nel 1869 il Moderatore Pierre
Lantaret va a visitare altri valdesi e nel 1870 pubblica un opuscolo con il diario del suo viaggio
in Uruguay. Anche qui il viaggio
da Montevideo in cabriolet non è
dei più comodi. Il Moderatore
visita la Colonia Vaidense in un
momento di crisi, con conflitti
fra il pastore Morel e la sua comunità, divisa sulla scelta del
luogo dove costruire il tempio:
nella zona rurale della colonia o
nel piccolo centro di La Paz? Litigi a non finire; finalmente prevale la scelta di La Paz (che si
è poi dimostrata sbagliata: oltre
cent’anni dopo il tempio di La
Paz, importante, con due campanili come quello di Torre Pellice,
è poco utilizzato ma è sempre
sulla piazza principale di un paese che non è cresciuto affatto da
allora, mentre la Colonia Vaidense ha conosciuto un grande sviluppo). Il Moderatore conclude
il racconto delle sue peripezie
rioplatensi con vm’affermazione
valida per tutti ancora oggi: «Par
l’Evangile ils seront quelques
choses et pourront être ime bénédiction pour le pays, sans l’Evangile ils ne seront rien ».
Questi « visitatori » di tempi
lontani sono stati rievocati dal '
Signor Jacques Picot davanti ai
circa cento valdesi raccolti a Ginevra per ricordare il 17 Febbraio. Ogni anno il Signor Picot
narra episodi inediti o poco noti
della lunga storia valdese, con
grande interesse dei presenti.
Questo avviene, naturalmente,
nel pomeriggio. Al mattino, nel
tempio gremito, il pastore Alberto Taccia aveva predicato su Matteo 5: 14 affermando la necessità
per i valdesi di oggi di non sfuggire i problemi rinchiudendosi
nel privato, nell’ecclesiastico, nel
liturgico, ma di seguire l’esempio
dei valdesi del 1848 che interpretavano la limitata libertà che avevano ricevuto come una possibilità di testimonianza e di impegno evangelistico verso i loro
concittadini. Così noi da quell’esempio dobbiamo essere spinti a
un impegno solidale e di liberazione, come testimoni di Cristo.
Al tavolo d’onore nella sala
parrocchiale dei Pàquis siedono
« visitatori » di riguardo: il Moderatore della « Compagnie des
Pasteurs» di Ginevra, Légler, il
vice-moderatore della Tavola
Valdese, Taccia, il pastore locale,
Birchmeier, il presidente della
chiesa dei Pàquis,. Balmas. Presiede il presidente delTUnion
Vaudoise, G. Rostan, che dà a
tutti un cordiale benvenuto ricordando la lunga tradizione di solidarietà dei valdesi che già nel
1845 avevano costituito a Ginevra una società di mutuo soccorso (che tuttora esiste) e il fatto
che, pur legati alla chiesa d’origine, molti di loro hanno impegni
e responsabilità nella chiesa ginevrina.
Seguono messaggi e saluti. In
particolare il past. Taccia reca i
saluti della Tavola Valdese è^hformazioni sulla chiesa in Italia,
sottolineando il fatto che i documenti sinodali, le prese di posizione, l’anno di Lutero, stanno
suscitando grande interesse e richieste di partecipazione a ogni
tipo di incontri. Æ perciò un momento che offre molte possibilità, ma anche grandi responsabilità e impegno, perchè si tratta
di riuscire a dire qualche cosa
di diverso, basandosi sull’Evangelo.
Il past. Birchmeier tenta im accostamento fra la storia valdese
medievale e la situazione ginevrina: uso della Bibbia in lingua
corrente; orisi della chiesa che
non si identifica più con il popolo e necessità che i fedeli si
contino, accettino di essere una
minoranza e assumano le loro responsabilità; rifiuto della chiesa
di stato.
Per terminare il pastoie Bitta
Campi riafferma la decisione della chiesa di lingua italiana di
(jinevra di partecipare di più alla
vita ecclesiastica ginevrina e di
tradurre e far conoscere meglio i
documenti del nostro Sinodo.
Annunzia infine l’organizzazione
di una visita ai valdesi dell’Uruguay in dicembre 1983, come segno della solidarietà e dèlTunità
della chiesa.
F. C.
Unione Femminile
PINEROLO — Le annuali gite
di ime attività dell’Unione Femminile e della Scuola Domenicale
sono state, quest’anno, effettuate con altre comunità del circuito. L’Unione Femminile insieme
con quella di Prarostino si è recata a Como e la Scuola Domenicale con quella di Pramollo è
andata ad Aosta dove il past.
Marco Ayassot ha presieduto il
culto.
'• Il 24 aprile alcuni nostri
confermandi hanno presieduto il
culto nel tempio di Bordighera.
• Si sta svolgendo un corso
di preparazione per predicatori
locali; i partecipanti presiederanno il culto di domenica 8 maggio.
• È stata battezzata Chiara
Richard di Enzo e di Bruno
Margherita e abbiamo partecipato ai funerali di Celestina Bounous Reynaud e di Davide Baridon.
La comunità si rallegra per
l’impegno di educazione in vista
della fede che tutti hanno preso
insieme con i genitori della bimba ed è vicina alle famiglie nel
dolore.
Culti estivi
RODOREXTO — Iniziano i
culti domenicali. Iniziano domenica 22 maggio, Pentecoste, presso la scuola di Fontane alle ore
9,30. Il culto sarà seguito dalla
Assemblea di Chiesa che dovrà
esaminare la relazione morale e
finanziaria del Concistoro ed
eleggere il delegato alla Conferenza distrettuale.
Eiezioni
FRALI ~ L’assemblea di chiesa del 24 aprile ha eletto Elda
Grill quale deputato al Sinodo, e
Danilo Peyrot e Dario Tron quali delegati alla Conferenza distrettuale.
• Bambini e monitori della
Scuola domenicale si recheranno a far visita alla comunità battista di Rivoli, la domenica 29
maggio. Questa gita di fine corso deve essere per tutti un’occasione importante per conoscere
una parte della realtà protestante fuori dalle Valli.
VILLAR PELLICE — Dome
nica 1” maggio ha avuto luogo
l’Assemblea di Chiesa per l’esame della relazione del Concistoro e per l’elezione dei deputati
alla Conferenza Distrettuale ed
al Sinodo. Sono stati eletti per
la Conferenza Distrettuale: Catalin Gianni, Catalin Riccardo e
Dalmas Remo, supplente sig.ra
Bouissa Clementina; per il Sinodo: Catalin Gianni e Catalin
Riccardo, supplente sig.ra Bouissa Clementina.
« Domenica 8 maggio il tempio s’è riempito di bambini delle Scuole domenicali delle chie
se della Valle e di un numeroso
pubblico per la festa di canto
delle Scuole domenicali, diretta
da Franco Taglierò, con una rievocazione storica dei bambini di
Angrogna. Consumato il pranzo
e dopo alcuni giochi all’aperto,
le Scuole domenicali si sono ancora ritrovate nel tempio per alcuni canti e per dirsi « arrivederci » al prossimo anno.
• Nel pomeriggio della stessa
domenica s’è svolto il funerale
della sorella Baridon Anna ved.
Baridon, che ci ha lasciato all’età di 92 anni. Ai familiari rinnoviamo la fraterna solidarietà
della Chiesa.
• Domenica 15 maggio alle ore
14.30 e lunedì 16 maggio si terrà
l’annuale bazar organizzato dall’Unione femminile. Tutti sono
invitati a partecipare a quest’attività comunitaria.
Scuola Domenicale
VILLASECCA — Una ventina
di bambini accompagnati dai genitori hanno portato una nota di
gioia e di speranza al culto di domenica 1° maggio.
Subito dopo il culto si sono
rallegrati di fronte ad un piatto di agnolotti ed altro: è
stata un’agape che ha segnato
anche la chiusura della Scuola
domenicale per quest’anno. Giochi ricreativi e tanto chiasso hanno sottolineato la loro riconoscenza verso i giovani che hanno svolto il non facile compito
di, monitori.
• In occasione della festa di
canto, domenica 15 maggio avremo la visita della Corale di San
Germano. Nella stessa domenica la nostra Corale farà visita
alla comunità di Prarostino.
• Ricordiamo che domenica 22
maggio avrà luogo il Bazar ai
Chiotti.
Tutti coloro che intendono fare offerte in natura e danaro sono pregati di portarle per tempo. Il pastore farà il giro di raccolta per le borgate più lontane.
Matrimonio
PRAMOLLO — Sabato 23 aprile, nel tempio di Ruata, si sono
uniti in matrimonio Renata Long
(Sapiatti) e Luciano Comha (S.
Germano). A questi giovani sposi, che abiteranno a S. Germano,
auguriamo una vita felice e benedetta dal Signore.
• Ringraziamo di cuore Gianni Geme e Renato Ribet, che
hanno sostituito il nostro pastore impegnato con le gite della
Scuola domenicale e della comunità più in generale, nei culti del
1° e 8 maggio.
• Due fratelli ci hanno lasciati dopo Un periodo di malattia
e di prova: Paolo Bounous, deceduto all’età di 48 anni presso
l’Ospedale Civile di Pinerolo, e
Attilio Long, originario dei Bibetti e deceduto all’età di 68 anni presso l’Ospedale Valdese di
Pomaretto. Alle famiglie in lutto
esprimiamo la solidarietà cristiana di tutta la comunità e chiediamo a Dio di volerle consolare e fortificare nella fede.
Elezioni
ANGROGNA — L’assemblea
di chiesa della scorsa domenica
ha nominato i suoi delegati per
la Conferenza: Ernesto Malan,
Remo Gaydou, Marina Bertot,
supplente Marina Bertin e per
il Sinodo : Franca Coì'sson, supplente E. Malan. E’ stato approvato, inoltre, il preventivo di versamento per il 1984 alla Tavola,
nell’ordine di 9.100.(X)0 lire. Una
volta nominati i revisori dei conti per il 1983: Alfredo Monnet,
Silvio Bertin, l’attenzione della
assemblea si è spostata sulla relazione morale del Concistoro la
cui quasi totalità dei membri,
come è stato notato con una cer
ta apprensione, nel giro di sei
mesi scadrà per adempimento
del mandato.
• Fin d’ora ci rallegriamo di
avere in mezzo a noi, domenica
prossima, il folto gruppo dei
pensionati del Comprensorio pinerolese della SPI-CGIL che
pranzeranno nell’ambito della
nostra Sala dopo la classica passeggiata nei luoghi storici della
Val d’Angrogna.
Bazar
FERRERÒ — Un ottimo successo ha ottenuto il bazar, che
si è tenuto domenica 1° maggio.
Numeroso il pubblico accorso,
nonostante la pioggia che è caduta a tratti durante tutto il pomeriggio, buono l’incasso. Ringraziamo qui le signore dell’Unione femminile che col loro lavoro ci hanno permesso di passare così insieme un simpatico
pomeriggio.
• Domenica 29 maggio, la
Scuola domenicale si recherà in
gita a Rivoli, presso la locale
Chiesa battista. I 'bambini sono
pregati di iscriversi presso i monitori.
Obiettori di coscienza
PINEROLO — Martedì 17 c.m.
alle ore 10, nei locali della Caritas di via del Pino n. 61, avrà
luogo la riunione mensile del
Coordinamento Obiettori di Coscienza del Pinerolese. Tutti gli
obiettori (futuri o attualmente
in servizio) sono invitati a partecipare.
Assemblea di Chiesa
MASSELLO — Domenica 1°
rnaggio si è tenuta l’Assemblea
di Chiesa che ha esaminato il
rapporto del Concistoro sull’anno che si è appena concluso. La
gente diminuisce di numero e le
attività si assottigliano: è questa l’amara realtà con cui ogni
anno dobbiamo fare i conti. La
stessa Assemblea ha eletto i suoi
delegati alla Conferenza distrettuale: si tratta dei sigg. : Daniela Libralon Pons e Silvio Giraud.
Ospiti da Morges
TORRE PELLICE — Dal 12 al
15 maggio è in visita alla nostra
comunità qùella di Morges
(Vaud). I comitati dei ricevimenti di Torre Pellice e Luserna S. Giovanni hanno preparato
un vario programma per i graditi ospiti. Due pranzi comunitari
(venerdì, 13 alla Sala Albarin di
S. Giovanni e domenica 15 alla
Foresteria di Torre Pellice) e il
concerto della Corale di BobbioVillar, sabato 14 nel tempio di
Torre Pellice, sono i momenti
a cui tutta la comunità è invitata ad intervenire.
• La Società di Cucito annuncia fin d’ora che il 12 giugno avrà
luogo l’annuale gita aperta a tutti. La meta prescelta è Como.
• La comunità esprime la sua
simpatia fraterna alle famiglie
di Laura Ciacci e Adelfino Romano, scomparsi recentemente.
• E’ stato amministrato il battesimo a Nadia Benecchio, di
Franco e Maurizia Pronotto. Alla bambina e alla sua famiglia
gli auguri di una vita benedetta
dal Signore.
In questa rubrica pubblichiamo le
scadenze che Interessano più chiese
valdesi delle valli. Gli avvisi vanno fatti
pervenire entro le ore 9 del lunedi
precedente la data di pubblicazione
del giornale
Sabato 14 maggio
□ TELEPINEROLO
CANALE 56-36
Alle ore 19 va in onda la trasmissione « Confrontiamoci con l’Evangeto .
(a cura di Marco Ayassot, Attillo Farnerone e Paolo Ribet).
□ CONCERTO
TORRE PELLICE — In occasione dell'incontro con la comunità di Morges. la
corale di Bobbio-Villar Pellice terrà un
concerto di corali luterani, salmi ugonotti e canti popolari nel Tempio, con
inizio alle ore 20.45.
Domenica 15 maggio
□ RADIO KOALA
FM 96.700 - 90300
93700
Alle ore 12.30 (circa): Culto Evangelico a cura delle Chiese Valdesi del II
Circuito.
□ FESTA DI CANTO
DELLE CORALI
VILLAR PEROSA — Il tradizionale incontro delle Corali Valdesi avrà luogo
quest anno nel tempio di Villar Porosa,
alle ore 15. Le Corali che hanno comunicato la loro adesione parteciperanno
nella mattinata ai culti nelle comunità
del 2“ e 3° Circuito.
Nel tempio di Villar Perosa si terrà
la prova d’insieme, alle ore 14.
Lunedì 16 maggio
□ INCONTRO
PASTORALE
PIOSSASCO — L'incontro pastorale
si tiene nella chiesa valdese di Via Ma.
genia 26 b con inizio alfe ore 9.30.
Tema della giornata: « Comunità delle donne e degli uomini nella chiesa ».
Giovedì 19 maggio
□ RIUNIONE
COLLABORATORI
ECO DELLE VALLI
La riunione dei collaboratori àvrà
luogo a casa Gay via Cittadella 8 Pinerolo. con inizio alle ore 20.30.
Domenica 22 maggio
□ INCONTRO BIBLICO
ECUMENICO
PINEROLO — Presso la comunità dei
Padri Cappuccini, San Maurizio, ha luogo l’incontro di Pentecoste di tutti I
collettivi ecumenici del Pinerolese.
Sono invitate anche le cofnunità valdesi
e cattoliche. Inizio alle ore 14.30 e
termine alle ore 18.
Come di consueto si studieranno i
temi biblici della Assemblea Ecumenica di Vancouver. Tema del giorno:
« L'acqua della vita ».
Luserna S. Giovanni - Tempio Valdese
SABATO 14 MAGGIO - ORE 21
II
"LA VOCE BIANCA
Coro di voci bianche « Milanollo » di Savigliano
Direttore : Sergio Chiarlo
Musiche di Schubert, Goitre, Kodaly ed altri
Ingresso libero
5
m
13 maggio 1983
vita delle chiese 5
25 APRILE: UN RITROVO ANNUALE PER IL CIRCUITO LIGURE
XV CIRCUITO CALABRIA
Una festa per le chiese «immagini di vita»
SAVONA — Una bella giornata di sole ha favorito, grazie a
Dio, la riuscita dell’incontro delle chiese evangeliche della Federazione Liguria e Basso-Piemonte il 25 aprile, data ormai tradizionale di ritrovo di famiglie intere; non solo incontro di chiese, ma pure visita fraterna ad
una chiesa che ospita tutti, che
ricorda la sua storia e la sua testimonianza e prepara il momento dell’annuncio della Parola anche fuori dal solito luogo di culto ( questa volta alla fortezza
Priamar, parco cittadino e balcone panoramico sulla città e sul
mare) e dà spazio allo scambio
di notizie e conoscenze. La presenza ed il canto molto apprezzato del coro dei giovani della
Val Penice, guidati ottimamente
dal prof. Franco Taglierò, che
hanno risposto al nostro pressante invito, ha completato questo giro di relazioni che molti di
noi hanno con le Valli. Immancabile la bella mostra del francobollo di carattere evangelico
esposta dal pastore Paolo Sanfllippo.
La mattina, nella chiesa ben
affollata, il pastore Franco Becchino ha ricordato gli inizi della
testimonianza evangelica a Savona. Un gruppetto di gente semplice, operai o pescatori, guidato dal colportore-evangelista Pasquale Parodi di Gorra di Finale Ligure, il 1/3/1875 costituisce
una Chiesa Cristiana Libera; compie un atto di rottura rispetto
alla chiesa ufficiale, con decisione collettiva, dichiarando di volersi riferire alla cristianità dei
primi secoli ed alla Bibbia come unica autorità in materia di
fede. Una presenza cristiana che
ancora oggi ha senso come minoranza significativa, che indica
la necessità di un mutamento
profondo della mentalità secondo l’Evangelo di Gesù Cristo ; come minoranza alternativa alla
dominante cultura cattolica; come componente della realtà cittadina non soltanto perché dura
da oltre cent’anni, ma anche perché non è prodotto di importa
zione, ma di iniziativa quanto
mai indigena.
Nel pomeriggio, dopo un festoso pranzo al sacco sui prati
del piazzale del Maschio e la passeggiata per i bastioni, abbiamo
ancora cantato, distribuito ai visitatori i nostri volantini ed
ascoltato il messaggio del pastore Michele Sinigaglia, centrato
su Luca 4, «l’anno accettevole
del Signore », pronunciato da
Gesù all’inizio della sua missione, vissuta come un grande an
no di giubileo e di liberazione,
che rappresenta anche il termine della legge antica. Dopo il suo
compimento non si toma indietro a ciò che ne era l’anticipazione; si fa offesa oggi a Gesù,
ripristinando « anni santi cattolici » in una cornice che Gesù
ha superato una volta per tutte.
Con questo messaggio di attualità e di fedeltà alla Parola si è
conclusa questa nostra festa annuale.
Sauro Gottardi
Monitori a convegno
PORDENONE — Domenica 24
e lunedi 25 aprile nei locali della
chiesa battista, si è tenuto uri
incontro organizzato dai gruppi
giovanili del Triveneto sulla
scuola domenicale. Erano presenti anche Silvia Chiarenzi e
Franco Girardet del Servizio
Istruzione ed Educazione della
Federazione delle Chiese.
Il dato più allarmante che è
emerso dalle comunicazioni iniziali è che i bambini sono in costante diminuzione e per questo
le classi di scuola domenicale si
stanno spopolando. E’ un dato
che varia da realtà a realtà, naturalmente, ma può essere considerato, si è detto, come un’ulteriore prova dei problemi di
evangelizzazione che hanno le nostre chiese. «E’ comunque positivo, ha aggiunto F. Girardet, che incontri di questo tipo
siano organizzati da giovani
evangelici. Ma certamente il luogo dove il dibattito va sposta,to
è la comunità locale nel suo insieme ».
Infatti solo un’azione coordinata tra monitore, famiglia e comunità può dare al bambino una
esperienza credibile e coinvolgente ed è proprio in questo senso che si inseriscono le proposte
che dà la rivista « Scuola Domenicale ».
« Non dimentichiamo, ha det
to ancora F. Girardet, che anche
i bambini fanno parte della comunità di oggi, prima di formare quella di domani».
Dopo le comunicazioni iniziali,
gli intérvenuti si sono soffermati a discutere e sperimentare praticamente alcune proposte-esempio fornite dalla rivista del Servizio Educazione Istruzione.
Contemporaneamente sono stati
presentati anche altri strumenti
interessanti da usarsi nelle lezioni delle scuole domenicali, quali
il fotolinguaggio, l’organizzazione di cartelloni, la produzione
di disegni proiettabili.
Si è trattato di un incontro stimolante e vario, che ha avuto un
simpatico diversivo nella cerimonia di due battesimi di ragazzini
statunitensi della base di Aviano, che sono venuti nella chiesa
battista di Pordenone per la celebrazione.
Peccato che tra i numerosi
convenuti pochi fossero i monitori. Ma è sperabile che, aumentando queste occasioni di incontro, aumentino anche le occasio-ni di scambio tra i vari responsabili delle scuole domenicali.
Per il Triveneto il prossimo appuntamento è rappresentato dal
campo dedicato ai monitori, che
si terrà a Tramonti di Sopra dal
9 al 14 di luglio.
Alberto Bragaglia
Intesa e campagna elettorale
La seduta del 2 maggio della
Camera dei deputati avrebbe dovuto essere dedicata alla discussione di una serie di interpellanze presentate da molti gruppi
parlamentari (PSI, PCI, Sinistra
Indipendente, PLI, PR), sui motivi del ritardo della firma definitiva dell’Intesa tra lo Stato e le
Chiese valdesi e metodiste. La
seduta, a causa dello scioglimento
delle camere non ha potuto aver
luogo e così non sapremo, fino
alla formazione del nuovo governo, quali saranno i tempi per la
firma e per la attuazione dell’art.
8 della nostra Costituzione.
Nel frattempo ci sarà una campagna elettorale. Riteniamo che
il tema dell’Intesa, dell’attuazione dell’art. 8 della nostra Costituzione, dell’ abrogazione della
legge fascista sui culti ammessi,
debba essere oggetto di discussione e di riflessione dei cittadini e dei partiti anche durante
tutta la campagna elettorale,
tema dei rapporti tra Stato e
chiesa è uno dei temi di fondo
di una democrazia e la nostra
proposta di Intesa — come è riconosciuto da molti — costituì
Lutero: una delusione
Chi ci ha deluso non è il riformatore che tante nostre
chiese hanno ricordato in quest’anno del V centenario, bensì
le chiese stesse: solo una dozzina di chiese hanno ordinato
copie del supplemento « Attualità di Lutero » contenente il
testo di una conferenza del prof. Paolo Ricca che ci è sembrata particolarmente adatta ad un uso sia interno che esterno. E le altre? . , ■
Forse l’annuncio non è stato visto, oppure lasciava troppo poco tempo per l’ordinazione, o ancora non si è pensato
che se il grosso delle nostre manifestazioni è passato, il centenario vero e proprio sta ancora davanti a noi (11 novembre) e che di Lutero si parlerà ancora, almeno per il resto
dell’anno. Non vai la pena avere una riserva di buon materiale che parla dell’attualità della Riforma?
Pr6V6di3.mo perciò di fare una ristampa del supplemento
qualora altre chiese vogliano servirsene. Termine per le ordinazioni domenica 5 giugno. Prezzo: L. 150 per copia con ordini di almeno 20 copie. Sconto del 1()% 200 copie in poi.
Scrivere o telefonare in redazione, via Pio V 15, 10125 Torino, tei. 011/655.278.
Gli studi biblici di « Immagini
di Vita » — inviati dalla Federazione delle Chiese alle varie comunità ’e^ngeliche — sono stati
occasione d’un convegno delle
Comunità del XV Circuito e di
quella battista di Reggio Calabria. L’idea è partita dal sovrintendente past. G. Lento il quale,
accogliendo il desiderio di quanti non conoscevano ancora il
Centro Evangelico della zona silana, ha pensato di sfruttare l’incontro comunitario per una riflessione a conclusione dello studio che su « Immagini di Vita »
ogni singola chiesa aveva già
compiuto durante l’anno.
Domenica 17 aprile, convenuti
da una parte con un pullihan che
partendo da Reggio Calabria ha
raccolto ì fratelli di Messina e
Villa S. Giovanni, dall’altra da
Catanzaro, Vincolise, Cosenza e
Dìpignano, ci ritroviamo a Bethel. Dopo l’introduzione e il saluto del past. Lento, la parola è
data al past. S. Rapisarda (della
chiesa battista di Catania), precedentemente invitato a presentare un suo studio sul tema. Il
Rapisarda, in effetti, più che presentarci una relazione, ha voluto
iniziare il suo discorso chiedendo ai presenti come avrebbero,
con una frase, intitolato un loro
intervento se fossero stati chiamati alla conferenza di Vancouver.
Varie sono le risposte: c’è chi
ci fa entrare il problema della
fame del mondo, chi quello della pace contro gli ordigni di
guerra, chi quello dei missili e
delle forti spese di guerra, chi il
Regno di Dio se sia di là da venire oppure abbia già avuto inizio nella chiesa di Cristo, chi,
infine, avrebbe posto « Gesù Cristo vita del mondo », giusto Giovanni 1: 1-6.
Il Rapisarda, vista la diversità
delle proposte. Inizia col sottolineare la necessità che ci deve
essere in ogni credente di essere
aderente alla parola di Dio, alla
Bibbia. Cristo dev’essere al centro di ogni nostro messaggio e
di ogni nostra iniziativa e opera,
perché se non siamo noi a parla
re di Cristo lo faranno le pietre.
L’Oriente e l’Occidente haimo i
loro sistemi per risolvere i problemi della Trita, hanno le loro
ideologie, le loro filosofie, le loro formule di pace e dì benessere del mondo. Ma il messaggio
di Cristo non è una filosofia, la
Bibbia non è un libro qualsiasi:
ma è la parola di Dio. Trascendenza e immanenza le troviamo
nella personalità di Cristo e nel
suo operare tra gli uomini. Karl
Barth, appunto, leggeva la Bibbia ma anche il giornale, affinché
la parola di Dio non fosse disgiimta dalla realtà storica dell’uomo del proprio tempo. Il fatto che a Vancouver sarà trattato
— come tema centrale — « Gesù
Cristo vita del mondo», ci dice
della necessità che si avverte oggi della centralità di Cristo, unico Signore e salvatore del mondo, l’Unico che può dar la vera pace e risolvere gli intricati
problemi che affannano l’intera
umanità, posta com’è tra_ false
promesse di pace, di libertà e di
benessere.
Al discorso di Rapisarda seguono molti e vari interventi,
che non ci è possibile sintetizzare. Diciamo solo che significativi
ci sono sembrati quelli dei cinque
pastori presenti e cioè di G. Lento, di Tattoli, di Varese, di Sciclone, di Rapisarda, nonché dei laici Patinella, Labate, Lilia Pozzanghera, dei due Violi, di Di Legami. Il dibattito si chiude con alcune brevi e ispirate parole di
Marisa Riccitelli.
Con la preghiera di Aldo Varese e con im ultimo inno, si conclude la bella giornata trascorsa
nella meravigliosa «piccola Sila»,
dove sorge, come oasi di pace,
Bethel: questo Centro Evangelico
che l’amore e il lavoro di un
gruppo di giovani hanno reso veramente confortevole e ospitale.
A loro è andato il « grazie » del
sovrintendente di circuito e di
tutti i presenti per il lavoro che
essi, specie G. Sacripanti e N.
Milasi, haimo dovuto compiere,
giorni prima, affinché tutto fosse a posto e accogliente.
Ernesto Puzzanghera
sce una proposta originale e innovativa almeno per quanto riguarda i paesi a maggioranza
cattolica.
Che ne nensano i partiti? I
candidati?
Sarà interessante ricevere notizie di iniziative locali (tavole rotonde, dibattiti con i candidati,
ecc.) e riferirne sul nostro giorII naie.
PIEMONTE
Solidarietà
con la
Montefibre
VERBANIA — Di fronte alla
prospettata chiusura dello stabilimento Montefibre di Pallanza,
con il conseguente licenziamento
di 2.000 tra operai, tecnici ed
impiegati, i Consigli delle Chiese
evangeliche di Verbania e Omegna hanno espresso, in un ordine
del giorno il 21 aprile u.s., la loro solidarietà ai dipendenti. Il
documento riprova « l’insensata
politica egoistica che cerca il proprio tornaconto anche a costo
del danno altrui » e chiede agli
imprenditori, al governo e a tutti i responsabili di trovare un’adeguata soluzione « tenendo conto delle altrui necessità e dell’altrui bene più che del proprio interesse ».
Seminario FGEi
CATANZARO — Nello stupendo panorama della Sila, ove sorge il Centro Evangelico di Bethel, si è svolto dal 23 al 25 aprile u.s. un seminario FGEI sui seguenti temi: mafia, camorra, emigrazione, animazione gruppi.
La partecipazione al seminario
è stata soddisfacente, data la presenza di 32 partecipanti di 14
gruppi diversi provenienti dalla
Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Gli argomenti allo studio
sono stati considerati in linea
con la responsabilità sia del singolo all’interno del suo gruppo e
sia del gruppo aU’interno di una
realtà che dev’essere studiata e
capita a fondo per poter agire
concretamente.
Le due giornate si sono aperte
con due sermoni di E. Bernardini
su Mat. 25: 14, 31 e Luca 24: 13,
35. a,
La prima relazione di Paolo
Florio ha messo in evidenza il
tentativo della camorra di consolidare sempre più il suo potere con l’intervento massiccio sull’economia pubblica e con la ricerca di un consenso da parte
della popolazione locale, sostituendosi alla giustizia di Stato
dove questa viene meno.
Sul tema della mafia. Bruno
Gabrielli ha posto alcune .domande a cui i partecipanti, con
il metodo dei gruppi crescenti,
hanno dato delle risposte oggetto di dibattito guidato dal relatore; alla fine dei lavori si è convenuto che la mafia basa il pro
prio potere sull’accumulazione di
capitale derivante dallo spaccio
di droga, iniziato col dopoguerra a livello internazionale, tendente a portare il paese lontano
dalla democrazia.
Fabrizio Of>po ci ha parlato
dell’emigrazione esaminata in alcuni aspetti particolari e fondamentali. Parole di cui si deve riscoprire il significato: radici, casa, viaggio, elementi importanti
nella vita di ogni uomo che però
assumono un certo peso quando
si abbandona il proprio paese alla ricerca di un lavoro. Non si
può più tenere come in passato
una posizione di rassegnazione
dando per scontato che occorre
partire per concludere qualcosa,
bisogna rimanere nella propria
terra per iniziare una lotta affinché cambi la nostra mentalità e
il nostro modo di vivere.
Il seminario si è concluso con
la relazione di- Sergio Velluto
sulla animazione dei gruppi con
indicazione dei vari metodi di
conduzione di una riunione, esaminando i vari aspetti costitutivi
di una riunione sia da parte di
chi dà il messaggio sia da parte
di coloro che lo ricevono, tenendo presenti età, esperienza, emotività dei partecipanti.
In definitiva il convegno-seminario non è finito con la nostra
partenza ma si concretizza col
rientro nei nostri gruppi e nella
realtà di ogni giorno.
Michele Matarese
6
6 prospettive bibliche
13 maggio 1983
UNA DURA CRITICA AL MATERIALE BIBLICO DEL CEC IN VISTA DI VANCOUVER P0f l'orS
Parola contro Immagine
1 lettori conoscono il materiale di studio biblico predisposto dal Consiglio Ecumenico in preparazione dell’Assemblea di Vancouver, sia per la presentazione che ne abbiamo
fatta l'autunno scorso, sia per esperienze dirette di lavoro biblico nelle chiese. Saranno qtdndi interessati alla durissima
presa di posizione del teologo francese (laico) Jacques Ellul
contro « il nuovo concetto ai studio della Bibbia » elaborato
dal CEC. Ne riportiamo l'essenziale dal settimanale francese
« Réforme »„
Mi limito a due critiche, per
me fondamentali.
La prima è appunto l'idea di
partire dalle immagini. La Bibbia afferma costantemente il predominio esclusivo della Parola,
contro l’immagine. Dio parla, non
sviluppa un film. Gesù è il Verbo ed è per mezzo del Verbo che
tutto (ivi comprese le immagini! )
è stato creato. Non si comincia
con l’immagine per arrivare alla
La Bibbia
in Cina
Il Servizio di Informazione della Federazione Mondiale luterana fa sapere che alla fine del
1982 erano state stampate in Cina più di un milione di Bibbie e
Nuovi Testamenti.
Dopo la rivoluzione culturale,
il Consiglio cristiano cinese si
era preoccupato di rilanciare la
diffusione e la sttimpa della Bibbia. Si auspica oggi che questo
possa avvenire anche a Nanchino e non più soltanto a Shanghai
e Foochow. Con questo mezzo si
spera di raggiungere im numero
ancora maggiore di cristiani.
Parola nella Bibbia. Si comincia
con la Parola la quale potrà venire illustrata, anche se con reticenza. Tutta la Bibbia si mette contro l’Immagine, non certo
contro le immagini della realtà
ordinaria, ma contro le immagini che si vogliono caricare di
un senso spirituale, religioso,
metafisico. L’Immagine non è
portatrice di senso: lo è soltanto la Parola. E se Gesù viene
qualificato immagine del Dio invisibile, è proprio^ perché... egli
non ha lasciato dietro di sé alcun^ immagine, ma soltanto parole. L’immagine, così come la
vista, è relativa al mondo reale,
concreto che ci circonda. Essa
non rimanda alla Verità. Solo la
Parola è relativa alla Verità. L’errore sta appunto nel volere usare l’immagine per avvicinarci alla Verità. Questo fu l’errore permanente di tutta una corrente
della teologia del Medio Evo, che
ci invita al ragionamento analogico, il più falso dei modi intellettuali teologici. L’immagine in
sé non è condannata ma solo
quando porta a confondere la
verità con la realtà, quando pretende di « rendere- la parola visibile ». Ora, è proprio su questa
brutta strada che ci porta, per
mancanza di riflessione, il CEC.
Ma, inoltre, se guardo le immagini che ci vengono proposte,
nella loro realtà (e non come fal. se parabole della Rivelazione),
cosa vedo? Prendiamo quella destinata ad illustrare la « Nascita ». Vedo una giovane donna
tailandese incinta. Cosa evoca
per me immediatamente? Prima
di tutto la sovrappopolazione del
terzo mondo, la catastrofe che
rappresenta una nascita in un
paese come questo, e per associazione, il ricordo tragico della
fame nel terzo mondo. In secondo luogo, per poco che conosca
i drammi dei campi profughi
cambogiani in Tailandia, s’impone a me il ricordo della ferocia della polizia tailandese, i
massacri dei rifugiati che varcano la loro frontiera... E nella
presentazione mi viene detto che
« tutte queste immagini ci rimandano a Gesù Cristo »! A patto di
non vederle come sono, e di sodare, oppure di essere condizionati per vedervi Gesù Cristo!
Versetti accatastati
Infine, questa raccolta mi sembra esemplare dell’errore che
non bisogna commettere quando si legge la^ Bibbia e si cerca
di scoprirvi un Evangelo. Direi:
l’errore della « frammentazione ». Un paragrafo è intitolato:
« Casa di Pietre Viventi ». Allora... si mettono l’uno dopo l’altro
nove testi, di uno o due versetti,
che si riferiscono alla parola
« Pietra », e nove altri che si riferiscono alla parola « Casa ». Si
può fare meglio con una Chiave
biblica. E a che cosa serve? Proprio a non leggere il testo biblico. Infatti questo testo racconta
sempre ima storia che è portatrice di senso, non una frase presa da esso. Cosa significa un’accumulazione di versetti messi insieme perché contengono la pa
rola « via » o « nascita »? Proprio
nulla. Ciò può essere un lavoro
di filologo, di linguista ma per
nulla un approccio alla comprensione del testo bibhco. La
citazione frammentaria della
Bibbia permette di far dire qualunque cosa. Ciò è stato purtroppo un’abitudine di molti predicatori un secolo fa (forse meno?), e ciò permetteva di dire
ciò che si aveva voglia di dire,
e di coprirlo con una o più citazioni bibliche che servivano da
pretesto.
Ecco a che cosa siamo riportati con questo famoso «concetto » di studio della Bibbia. Certo, mi si potrà obiettare che si
può sempre scegliere imo di questi testi e leggerlo interamente,
e studiarlo tale quale! D’accordissimo, ma allora perché questa messa in scena, queste immagini che devono farci comprendere di cosa si tratta nei
testi? Lungo tutta la Scrittura,
ci viene detto: « Ascoltate » e
non « Guardate ». Anche se a volte risuona il « Vieni e vedi »: ma
in questo caso bisogna rispettare
l’ordine: una parola che viene
indirizzata, un atto che segue:
venire — e poi « guardare ». Esattamente l’opposto del cammino proposto dal CEC. E il controsenso, letteralmente, appare
ancora meglio quando si riflette
al procedimento proposto. Perché ci viene chiesto di considerare il cammino degli uomini,
delle immagini della loro condizione o della loro storia; mentre
biblicamente si tratta della storia di « Dio-con-gli-uomini », sto• ria di Dio la quale non appare
per nulla in modo chiaro attraverso la storia degli uomini, occorre la fede per discemerla.
Così, questo dossier mi sembra
destinato a smarrire il fedele anziché avvicinarlo alla Bibbia. E’
peccato che i « concetti » del
Consiglio ecumenico portino a
tali errori.
Jacques Ellul
che passa
1.500.000 persone leggono la
Bibbia con il piano proposto dal
periodico «Per l’ora che passa».
Tante infatti sono le persone
che in oltre 130 paesi del mondo
leggono ogni giorno lo stesso brano biblico: quello proposto dall’Unione Biblica Internazionale.
Con questa notizia vogliamo ricordare a tutti gli evangelici italiani che non conoscono ancora
il « Per l’ora che passa » che è da
poco uscito il 2“ fascicolo trimestrale. Il tema, tratto dalle letture bibliche quotidiane, è:
Essere profeti oggi!
Tra i libri proposti, Isaia e gli
Atti degli Apostoli ci invitano
spesso a riflettere sulla figura e
il ruolo del profeta. Nel primo si
potrà constatare che esso non è
una semplice predizione, ma
l’afEermazione che Dio è presente e agisce negli avvenimenti della storia. Compito del profeta è
riconoscere la Sua presenza e discernere la sua azione. Nel secondo la figura del profeta risalta
dal quadro della complementarietà dei doni della Chiesa: mentre
il dottore insegna le Scritture, il
profeta ne trae le implicazioni
per le situazioni concrete. E oggi? Ci sono ancora dei profeti?
In questo trimestre si potranno leggere inoltre, le due lettere
a Timoteo, il libro dei Numeri, e
i Salmi.
Chiedeteci un numero gratis in
visione. Abbonatevi!
Abbonamenti al « Per l’ora che
passa » anno 1983: L. 4.000, sostenitore L. 8.000. C.c.p. 16469157
int. a G. Barbanotti, Via Maruera
6 - 15047 Spinetta M.
N.B.: A tutti i pastori valdesi e
metodisti che ne faranno richiesta sarà inviato gratis.
IL GRANDE PROCESSO
Se si passa dagli evangeli sinottici e dall’epistolario paolinico agli scritti attribuiti
dalla tradizione cristiana all’apostolo Giovanni, si può avere a tutta prima l’impressione che la tematica della giustificazione
esuli completamente dagli schemi giovannici. I termini paolinici ’’giustificazione”
e ’’giustificare” spno assenti in Giovanni,
il termine ’’giustizia” compare un’unica
volta (Giov. 16: 8-10), il termine ’’salvezza” ricorre solo nel dialogo con la Samaritana (Giov. 4: 22-42), il verbo ’’salvare”
in pochi altri passi sparsi (Giov. 3: 17; 5:
34; 10: 9; 12: 47), il concetto di ’’grazia”
fa la sua apparizione solo nel prologo
(Giov. 1: 14, 16, 17).
Se ne deve dedurre che Giovanni ignora o respinge il motivo della salvezza per
fede? Per giudicare rettamente bisogna
tener presente questo rilievo del Bultmann: come nelle epistole di Paolo il termine giustizia di Dio sostituisce il concetto di regno di Dio proprio degli evangeli sinottici, così negli scritti di Giovanni i concetti di ’’verità” e di ’’vita” prendono il posto dei concetti di regno di Dio
e di giustizia di Dio.
Il grande processo che vede
di fronte Dio e ii mondo
Un teologo francese di polso, prematuramente scomparso, Théo Preiss, con uno
studio d’insuperata originalità ha attirato
anni or sono l’attenzione sulle strutture
inaspettatamente giuridiche in cui sono
inseriti questi concetti. Preiss ha dimostrato che revangelo giovannico sviluppa,
con la grandiosità di concezioni che gli è
propria, « il grande dramma cosmico della venuta del regno di Dio e della sua giustizia », aprendoci la possibilità di superare la concezione individuale e soggettiva
della giustificazione [Gesù Cristo accettato
come mio personale salvatore], che abbiamo ereditato dal pietismo e dal razionalismo, e di cogliere l’aspetto oggettivo
del grande processo in cui si trovano di
fronte Dio e il mondo.
« Tutta la storia di Dio con l’umanità
non è altro, infatti, che un immenso processo ih cui si tratta di sapere chi ha ragione: Dio 0 gli uomini pervertiti da Sa
a cura di Gino Conte
Giunti ormai quasi al termine della nostra lunga marcia seguendo il messaggio
della giustificazione per grazia, mediante la fede, portato dai testimoni dell’Antico e
d^l Nuovo Testamento, esaminiamo questa volta in che misura e in quali termini esso appare negli scritti giovannicì. Riprendiamo anche questa voita alcune pagine da
« La giustificazione per fede » di V. Subilia, il quale per l’intuizione fondamentale si
rifa esplicitamente a uno studio di Th. Preiss, «La justification dans la pensée johannique ».
tana? E dove sono la giustizia e la verità,
dove l’ingiustizia e la menzogna? ».
Siamo nel quadro di una contestazione
giuridica, si succedono i testimoni, la cui
testimonianza deve ristabilire i fatti per
far luce su quella che è la verità e troncare le contestazioni. La verità è che Colui che sta per essere condannato dal
mondo « è il solo giusto e verace ».
Si succedono i testimoni
Il processo inizia con la testimonianza
di Gesù su se stesso (Giov. 3: 32; 5: 31;
8: 13-14; 18: 37), testimonianza intesa a
provocare la fede in lui.
Questa testimonianza secondo il diritto
giudaico è suffragata da altre testimonianze, la testimonianza delle sue opere (Giov.
5: 36), la testimonianza di Abramo (Giov.
5: 39), la testimonianza di Giovanni Battista (Giov. 1: 7, 19, 32; 3: 26; 5: 33). Dio
stesso interviene per rendere testimonianza (Giov. 5: 37; 8: 18).
« Dopo la risurrezione, la contestazione riprende: davanti al mondo ostile il
testimone per eccellenza sarà lo Spirito...
Lo Spirito testimone fa dei discepoli dei
testimoni davanti al mondo » (Th. Preiss),
assistendoli come un avvocato, un ’’paracleto” nel sostenere la causa della verità.
E la verità è che la vita è nel Figliuolo
di Dio. « La testimonianza è questa: Dio
ci ha data la vita eterna e questa vita è
nej suo Figliuolo. Chi ha il Figliuolo, ha
la vita; chi non ha il Figliuolo di Dio, non
ha la vita» (1 Giov. 5: 11-12).
Gli uomini sono condotti dallo spirito
della verità o dallo spirito dell’errore e
la testimonianza della verità si oppone
alla testimonianza della menzogna. La parola di Gesù è il criterio discriminante
che determina l’accettazione o il rifiuto.
« La sua venuta determina la separazione
fra quelli che ascoltano la sua parola, che
diventano veggenti, e gli altri, che non
comprendono il suo parlare, si illudono
di essere veggenti, e rimangono prigionieri della loro cecità » (R. Bultmann).
L’oggetto essenziale del dibattito processuale è dunque la giustificazione di Gesù e la giustificazione dei credenti che
testimoniano per lui.
Una vittoria processuale
Qui entra in gioco il senso del concetto
giovannico di vittoria sul mondo. « Nel
mondo avrete tribolazione; ma fatevi animo: io ho vinto il mondo », dice il Gesù
giovannico ai discepoli (Giov. 16: 33). E
alla comunità dei credenti viene detto:
« Questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede »(1 Giov. 5: 4).
E’ stato chiarito che ’’vincere” in questi
testi significa uscire giustificati e liberati
da un processo. Nel grande dibattito giudiziario fra Dio e il mondo, il mondo ha
perso il processo, Gesù e quelli che hanno
testimoniato per lui hanno vinto. Ma questo può essere creduto soltanto per fede,
sub contraria specie [sotto l’evidenza della contraddizione], nella speranza e nell’attesa del giorno della manifestazione:
« Sappiamo che quando egli sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è» (1 Giov. 3: 2b). Nella
prospettiya di quel giorno la vita deve
essere vissuta nella fede.
Quando domandano a Gesù: « Che dob
taiamo fare per operare le opere di Dio? »,
Gesù risponde: « Questa è l’opera di Dio:
che crediate in colui che egli ha mandato » (Giov. 6: 28-29).
La fede, non fuga
ma liberazione dai mondo
Vale la pena di ricordare a questo proposito il grande capitolo che Bultmann,
trattando la teologia giovannica, ha intitolato: « La fede come esistenza escatologica ». « Per Giovanni come per Paolo
la fede e soltanto la fede è la via della
salvezza... L’esigenza della fede è dunque
l’esigenza posta al mondo di abbandonare le sue misure e i suoi giudizi, la comprensione che ha avuto di sé sino ad ora,
di lasciare andare in rovina l’intero edificio della propria sicurezza... L’unità interna col concetto di fede di Paolo è chiara, nonostante l’orientamento antitetico.
« La fede è un voltare le spalle al mondo, un atto di liberazione dal mondo, l’abbandono dell’apparente sicurezza e della
menzogna della vita, la prontezza a vivere di ciò che non si può vedere e di cui
non si può disporre, dunque la prontezza ad assumere criteri completamente
nuovi... La fede non è fuga dal mondo e
ascesi, ma liberazione dal mondo, come
rottura di tutti i criteri e di tutte le valutazioni umane ». La fede è « decisione per
Dio contro il mondo » inteso come potenza storica che si è rivoltata contro Dio.
La fede « non trova la sua sicurezza in
se stessa, ma in ciò in cui crede » o meglio in Colui in cui crede, per cui il fondamento della vita risulta essere extra
nos [fuori di noi: in Cristo, in Dio]. Si
tratta di una vita che è libertà dal mondo e dalle sue leggi, libertà di dare la vita per i fratelli e di operare la giustizia,
passando dall’amore del mondo, dalla concupiscenza delTegoismo, dalla superbia
della vita alla fede verso il Signore confessato e all’agàpe servizievole verso i
fratelli (1 Giov. 2: 15-17; 3: 10, 14, 18).
L’apporto dato dall’Evangelo secondo
Giovanni è sostanziale per aiutarci a cogliere il significato della salvezza per grazia, della giustificazione per fede nel contesto del nostro tempo: un, tempo in cui
la fede stessa è in crisi.
Vittorio Subilia
7
]3 maggio 1983
obiettivo aperto 7
i
I
^ fi
I
PER UNA VACANZA IN AMBIENTE EVANGELICO
FORESTERIE
E CASE PER FERIE
Accanto ai centri che organizzano campi e incontri di studio di cui abbiamo dato un quadro
d’insieme nel numero scorso, le Chiese evangeUche
in Italia gestiscono diverse Foresterie e Case per
ferie che ospitano, spesso durante tutto l’anno,
sìngoli e famiglie per soggiorni in cui ha prevalen
Al mare
Borgio V.
La Casa balneare valdese è situata in Provincia di Savona, nel
Comune di Pietra Ligure, al confine con quello di Borgio Verezzi e consta di due fabbricati adiacenti, destinati rispettivamente
ad albergo e a colonia marina.
Il complesso è in felicissima
posizione, direttamente sulla
spiaggia, tra l’Aurelia ed il mare.
L’albergo dispone di 24 camere a due, tre e quattro letti, ciascuna completa di servizi (doccia, ecc.), riscaldamento, acqua
calda e fredda, così da poter accogliere ospiti anche in inverno.
La colonia è attrezzata per ospitare gruppi di 25 bambini dai
sei ai dodici anni, in turni di 20
gic-rni, per 4 turni estivi. Tuttavia , nei periodi liberi dai turni
in colonia, possono essere ospitati gruppi di giovani di varia
provenienza (gruppi scolastici,
scuole domenicali, convegni, conferenze culturali, ecc.). Vengono
accolti anche gruppi di handicappati con accompagnatori.
L.a Casa gestisce lo stabilimento balneare prospiciente, con 90
ombrelloni su tre file, 26 cabine
con servizi e docce, servizio di
bagnino patentato.
Le tariffe sono molto contenute: 24.000 lire la pensione completa (con riduzione nella bassa
stagione) con libero accesso alla
spiaggia; il servizio di cabina ed
ombrellone è a parte.
Nel periodo estivo le persone
interessate possono partecipare
al culto evangelico che si tiene
ogni domenica nella Casa.
Per prenotazioni in pensione,
telefonare alla Casa Balneare
valdese: 019/695007. Direttore Atìiiano Morelato. Per le prenotazioni in colonia; scrivere alla
Chiesa Valdese - Commissione
Colonie - Via Pio V 15, Torino, o
telefonare Onnis 011/710161.
Rio Marina
La casa valdese per ferie è un
centro comunitario estivo per
soggiorno al mare e periodi di
riposo.
Della vita comunitaria sono
parte integrante momenti di ascolto della Parola di Dio e momenti di riflessione e confronto
sulla fede nel nostro tempo.
La casa è aperta a famiglie
evangeliche italiane ed estere, dal
15 luglio al 15 settembre, e a disposizione di gruppi, comitive
con organizzazione e responsabile autonomo, dal 1” aprile al 14
giugno e dal 16 settembre al 31
ottobre.
Per il soggiorno delle famiglie
restano quest’anno disponibili i
periodi di giugno e settembre e
parte dei mesi centrali.
Pur avendo un servizio di volontariato, non ancora totalmente coperto, si richiedono agli ospiti turni di servizio per la pulizia ed il riassetto dei locali.
La casa è a due passi dalla
spiaggia e dai monti, ha 12 camere con servizi in comune e
con arredi che per quest’anno
ancora restano allo stretto necessario. Ha abbondante spazio verde molto apprezzato da
tutti.
La pensione è completa per il
periodo 15 giugno - 15 settembre.
La retta è per gli adulti di L.
20.000 al giorno (ragazzi 6-12 anni L. 15.000; bambini 2-5 anni L.
10.000) più L. 5.000 di iscrizione,
10% di caparra.
Per informazioni: Casa Valdese
per Ferie - Piazza Mazzini, 1 50038 Rio Marina (LI) - Telef.
0565/962141.
Direttore: Roberto Romussi Via del Passeggio, 8 - 02044 Forano Sabino (RI) - Tel. 0765/5018.
Il direttore è a Rio Marina nel
periodo della pensione completa
e a Forano negli altri mesi.
za assoluta il riposo e il tempo libero autogestito,
ma in cui è sempre offerto in vari modi l’ascolto
della Parola. Presentiamo in questa pagina brevi
profili di un buon numero di queste case scusandoci per l’incompletezza di questo panorama.
Nella foto: Villa «i Graffi» a Reggello (Fi).
chiesa e deH’alloggio pastorale,
la Casa per Ferie dispone di 5
minialloggi indipendenti con 4/5
posti letto ciascuno.
A Courmayeur, nell’alta valle,
è disponibile un alloggetto per
famiglie con 4 posti letto.
Nei tre luoghi indicati durante l’estate si tengono culti domenicali.
Per informazioni: Direttore pastore Ennio Del Priore, via Croce
di città 11, 11100 Aosta. Tel. 0165/
44.345. Per Viering telefonare anche al 31.801 (Monaya) e per
Courmayeur al 35.062 (Rocca).
stesso e la responsabilità della
fama e della testimonianza che,
in esso e per esso, può essere
resa.
Ciascun ospite o puppo 4eve
occuparsi del proprio vitto. È a
disposizione tutta Tattrezzatara
necessaria per questo servizio e
sono a carico del Villaggio le
spese di gas, acqua e luce. Lavanderia e doccia sono a pagamento.
In città
Sono a carico degli ospiti le federe e le lenzuola.
Il Villagsrio è aperto da giugno
a settembre. A richiesta, anche
in altri periodi. È possibile ospitare chi possiede una tenda.
Capienza massima: 24 persone.
Per ulteriori informazioni: Direttore Giacomo Henry, via Saorgio 68 - 10047 Torino - Tel. 011/
295347.
■ ■ ■ ^
Ai monti
Torre Pellice
Si parla spesso delle Valli sul
nostro giornale, ma quanti fra gli
evangelici italiani hanno avuto la
possibilità di prendere un contatto diretto con questa realtà?
Per venire incontro a questa
esigenza ed alle richieste che
spesso pervengono, la Foresteria
di Torre Pellice, in accordo con
il Circuito Val Pellice organizza
un soggiorno per famiglie e singoli nel periodo daH’8 al 18 agosto. Il soggiorno prevede visite,
presentazioni ed incontri con alenine comunità, visite guidate ai
musei, passeggiate e per chi lo desidera escursioni in montagna o
momenti di completa distensione. A questo si possono aggiungere le varie manifestazioni culturali e ricreative; mostre, concerti, animazione, che Torre Pellice offre ai turisti estivi. Brevi
momenti di meditazione e riflessione comunitarie saranno coordinati da uno dei pastori della
valle.
Mentre si consiglia per l’affìa
Val di Susa Firenze
Il Villaggio « Martin Luther
King » sorge su un terreno in località Campo del Carro a 700
metri di altitudine. Dista da
Torino 54 km e da Susa 2,5 km.
Al Villaggio si organizzano ogni
anno campeggi per le Scuole Domenicali della Valle di Susa, di
Torino e Venaria Reale, campi
famiglia e di gruppo, incontri di
studio, gite di comunità, periodi
di riposo per singoli e famiglie
in ricerca di fraterna collaborazione e di riscoperta della vita
comunitaria.
Le attività del Villaggio sono
gestite dall’Associazione Chiese
Battista del Piemonte.
La vita al Villaggio è programmata dagli ospiti. A loro è affidato il patrimonio materiale dello
Il Gould, un’opera della Chiesa valdese, è una casa per ragazzi che per varie ragioni devono stare lontano dalle loro famiglie.
Il Gould ha la responsabilità
sia educativa che economica dei
ragazzi che ospita e, poiché non
è finanziato dallo Stato e non
possiede beni proprii, vive dell’impegno di quanti giudicano
valido questo lavoro.
La Foresteria ha lo scopo di
ospitare gli amici della Casa che
desiderano conoscerla più da vicino, gruppi organizzati di visitatori o studiosi da Chiese protestanti o Università straniere, giovani studenti che, da ogni parte
del mondo, desiderano conoscere Firenze.
Ha sede nel Palazzo Salviati,
In collina
lamento e la conoscenza reciproca la partecipazione all’intero
soggiorno, si accetteranno ugualmente iscrizioni per periodi ridotti neU’intento di venire incontro alle esigenze dei partecipanti.
Per iscrizioni ed ulteriori informazioni; Foresteria Valdese,
via Arnaud, 34 - 10066 Torre Pellice (Torino) - Tel. 0121/91801 91550.
Val d’Aosta
La Valle d’Aosta offre alcune
possibilità logistiche dipendenti
dalla Chiesa valdese di Aosta.
A Viering, presso Verrès, all’inizio della valle, un’antica scuolacappella dell’opera di evangelizzazione del secolo scorso è stata
trasformata in Centro per incontri giovanili e famiglie che abbiano programma proprio e si autogestiscano. Al pianterreno,
grande sala e cucina, al primo
piano 26 posti letto in due camerate con letti a castello e servizi comuni.
Ad Aosta, nello stabile della
Reggello
Tra le verdi montagne ed il soave clima della Toscana, a circa 30
km da Firenze, si trova la casa
« I Graffi » (antica dimora del
Conte Graffi e per alcuni anni
sede dell’Istituto Casa Cares).
Dall’aprile 1982 la Casa è gestita dalla Chiesa Vajdese e si
propone di dare, come centro
per la gioventù, la possibilità di
incontri e scambi spirituali per
gruppi provenienti da tutta Europa.
La sua bella posizione nella
campagna quieta e la vicinanza
a notevoli centri, rurali e urbani
fanno di questa Casa un buon
punto di riferimento per ritiri,
incontri, convegni di studio e
soggiorni di gruppo con programma articolato.
La Casa dispone di locali adatti per questo tipo di servizio ed
ha, in semplicità, quanto occorre:
può ospitare Ano a 50 persone.
Il servizio è assicurato da un
gruppo internazionale di volontari.
Per l’anno ’83 sono in programma un campo per ragazzi, un
campo di lavoro ed un campo
studi internazionale. Ci sono ancora posti liberi per gruppi autogestiti.
Se richiesto, si può avere la
collaborazione di persone che intervengono su argomenti di interesse dei gruppi.
La Casa non ha Ani di lucro,
ma deve essere autosufficiente in
tutti i suoi bisogni, per questo a
tutti gli ospiti viene chiesto un
un beH’ediflcio seicentesco, nel
vecchio centro storico di Firenze
a pochi minuti dalle stazioni di
arrivo, dai principali centri di
cultura, dai monumenti e dalle
varie sedi diplomatiche e spirituali straniere rappresentate a
Firenze.
Gli ospiti della Casa fanno parte di una comunità familiare;
hanno dei locali, come la sala da
pranzo, in comune con i ragazzi.
L’armonia dei loro rapporti è
quindi importante per il buon
andamento della comunità.
Per informazioni scrivere a;
Istituto Gould- Convitto e Foresteria - Via Serragli, 49 - Telef.
(055) 27.25.76 - 50124 Firenze Direttore: Marco Jourdan.
Venezia
rimborso delle spese che sono
comunque modeste.
Villa i Graffi (Casa Cares), via
Pietrapiana 56, I - 50066 Reggello
(Firenze), Tel. 055/8652001.
Per informazioni rivolgersi a;
Marco Jourdan - C.G.P. Gould via De’ Serragli 49 - 50124 Firenze - Tel: (ufficio) 055/212576, (casa) 055/217782.
S. Marzano
Ai margini delle colline del
Monferrato, fra piantagioni di
meli e vigneti, una torre, a 301
metri di altezza, segnala la presenza della Casa evangelica ^
S. Marzano. Accanto e sopra il
luogo di culto che serve tuttora
la locale Chiesa metodista, una
ventina di posti letto, variamente
distribuiti, costituiscono la capacità ricettiva di questa casa che
organizza campi di due settimane ciascuno. Oltre a campi giovanili e campi famiglie con un
tema specifico di studio, il mese
di agosto (31 luglio - 13 agosto;
14-27 agosto) è particolarmente
dedicato ai campi ferie.
In qualsiasi campo, ogni giornata inizia con la preghiera prima della colazione e termina con
un breve culto serale. Gli ospiti
sono chiamati a dare la loro collaborazione per la conduzione
della casa (pulizie, turni di servizio, ecc.).
Quota di soggiorno L. 12.000,
anticipo in conto soggiorno L.
20.000.
Casa Evangelica Metodista, via
dei Caduti 25, 14050 S. Marzano
Ollveto (Asti), tei. 0141/85.61.30.
La Foresteria vuole essere un
luogo di soggiorno per gruppi e
singole persone in visita alla
Chiesa Valdese o che desiderano
passare un periodo di riposo nel
quadro suggestivo di Venezia. Essa inoltre vuole inserirsi nel quadro più ampio delle attività ecumeniche del protestantesimo collegandosi con il lavoro degli altri
centri evangelici che operano sia
nel Veneto che in Italia o all’estero, quali il centro « Menegon » di
Tramonti, « Agape », « S. Fedele
Intelvi ». « Ecumene », « Santa
Severa », ecc.
La Foresteria Valdese, situata
al piano nobile del settecentesco
Palazzo Cavagnis, è dotata di; 3
camere a 2 letti; 1 camera a 3 letti; 1 camera a 4 o 8 letti (4 letti
a castello); 2 grandi camere rispettivamente a 12 e 16 letti a
castello (camere queste particolarmente indicate per comitive o
gruppi).
Il suo vasto salone (circa 135
mq) offre la possibilità di molteplici attività quali conferenze,
seminari, concerti, agapi fraterne ecc.
Non vi è servizio di ristorante;
gli ospiti, se lo richiedono, possono avere la prima colazione.
Il riscaldamento centrale consente di operare tutto l’anno.
I prezzi di quest’anno sono i
seguenti: pernottamento più prima colazione in camerata L.
9.000 (gli ospiti delle camerate
devono farsi il loro letto); pernottamento più prima colazione
nelle camere L. 11.000.
Si consiglia di prenotarsi molto per tempo.
Qualora la Foresteria non avesse camere o posti disponibili,
possiamo aiutare gli interessati a
prenotare presso pensioni o alberghi di Venezia.
Per informazioni e prenotazioni: «Foresteria Valdese» - Castello 5170 - 30122 Venezia - Tel.
041/86797.
Direttore: Riccardo Bensi.
8
8 ecumenismo
13 maggio 1983
FIRENZE: CONVEGNO SUL VOLONTARIATO
Le cento facce
del volontariato
GIOVANI METODISTI EUROPEI
Vocazione alla pace
Chi è il volontario evangelico?
che tipo di servizio presta? Chi
fosse venuto a Firenze per trovare una risposta a queste domande, probabilmente se ne sarebbe andato deluso. E’ impossibile condurre ad una unica definizione le varie attività, le motivazioni e l’impegno che caratterizzano il volontariato evangelico in Italia (e all’estero).
Dalle relazioni di Firenze, dove all’Istituto Gould si è tenuto
il 30 aprile -1° maggio il « 1” convegno nazionale del volontariato
evangelico », emerge infatti un
volontariato dalle cento facce.
Impegno volontario per periodi
che vanno da un mese a tutta
una vita al servizio del prossimo nelle opere evangeliche, servizio civile degli obiettori di coscienza, volontariato nei servizi
del Servizio Sanitario Nazionale,
negli ospedali pubblici, nelle carceri, nei servizi di cura delle tossicodipendenze. Ed ancora, volontariato nella emergenza delle
catastrofi naturali, nei campi di
lavoro, nelle iniziative a favore
della pace. Insomma un caleidoscopio di iniziative ed esperienze
che ritrovano un denominatore
comune nella volontà di essere
testimoni di Cristo al servizio del
prossimo.
Per il piccolo gruppo di evangelici italiani si tratta però in
percentuale di un gran numero
di persone. Pensiamo che in im
periodo di sette mesi, durante la
emergenza del terremoto del Sud,
almeno 450 persone hanno dato
un periodo di lavoro volontario
al servizio dei terremotati, e che
ogni mese almeno 50 prestano
lavoro volontario presso una delle nostre ©pere evangeliche.
Volontariato
e militanza
Si tratta dunque di un fenomeno importante. Il convegno di
Firenze, promosso dalla Commissione Diaconale della Tavola
Valdese con l’adesione della
FCEI e della FGEI, aveva lo scopo di fare il punto sulla situazione in vista della creazione di
una struttura di coordinamento
(la creazione di ima associazione
di volontariato evangelico).
Nel momento in cui è entrata
in crisi una forma di volontariato che aveva caratterizzato tutta
una generazione di giovani evangelici, « la militanza politica » —
ha affermato in un intervento al
convegno Paolo Naso, segretario
nazionale della Fgei — un’altra
generazione ha scoperto nel volontariato, nel servizio disinteressato per gli altri, un modo
concreto di rispondere alla chiamata evangelica a « perdere la
propria vita » e alla scoperta delia possibilità di rapporti nuovi
non alienati con gli altri.
Si tratta dunque sempre di un
volontariato finalizzato alla trasformazione dei rapporti sociali
tra la gente. Gli esempi fatti da
Naso di un nuovo volontariato
per la costruzione della pace e
di un nuovo ordine intemazionale, prefigurano una concezione del volontariato come « teiza
via », come possibilità di creare
un movimento di volontari che
si confronti con te dimensioni
della vita organizzata dallo stato e dal mercato, in una richiesta di autonomia e libertà. E’ la
tematica del « privato-sociale »
nel confronto colla crisi delle soluzioni affidate sia allo stato che
ai meccanismi del mercato.
La proposta
deirassociazione
Ma se questa era nel fondo
la linea politica che soggiaceva
a molti interventi, essa non è
stata molto approfondita ed i
partecipanti hanno preferito analizzare i problemi concreti che
si pongono per un coordinamento di tutte le esperienze di volontariato in ambito evangelico.
Tutti i presenti (una cinquan
tina) concordano nella necessità
di creare al più presto una associazione che prosegua la discussione in merito e possa essere
anche un organismo di supporto
tecnico per i volontari che oggi
sono lasciati soli e soprattutto
non hanno modo di verificare le
loro esperienze con altri.
In merito a questa associazione si sono concordati alami punti fermi:
a) obiettori di coscienza. Pur
essendo d'accordo sull’importanza e il valore dell’obiezione si
è convenuto che l’obiezione di
coscienza per via delle specifiche
leegi in materia non potesse essere considerata in senso stretto volontariato;
b) in vista di una definizione
provvisoria si è convenuto di
considerare « volontario » presso
un’opera evangelica chi presta
un servizio volontario per un perìodo minimo di una settimana
ad un massimo di due anni. Al
di sopra di questo periodo non
è più possibile parlare di volontariato ma più correttamente bisogna parlare di lavoro vocazionale;
c) circa il volontariato presso
le strutture pubbliche, l’argomento dovrà essere ulteriormente approfondito.
E’ stata inoltre approvata in
linea di massima, una bozza di
statuto dell'associazione, che dovrebbe essere formalmente costituita nel secondo convegno che
si terrà sempre a Firenze Z’8 e il
9 ottobre prossimi.
Tale bozza di statuto sarà inviata ai partecipanti e a quanti
ne faranno richiesta al comitato
di continuazione che è stato eletto al termine del convegno. Di
questo fanno parte Adriano Longo (coordinatore), Eugenio Bernardini, Silvia Bensì, Ernesto
Chiarenzi, Bruno Jourdan.
Chi è interessato a prendere
contatto scriva a Adriano Longo,
Foresteria Valdese - 10066 Torre
Pellice.
G. G.
Echi dal mondo
cristiano
a cura di Renato Oolsson
Francia: l’avventura
dell’anno diaconale
(BIP) — 50 giovani francesi e
stranieri, sono attualmente all’opera in Francia in ospedali, case
di riposo, case per bambini, centri per handicappati, centri di
incontro o altre istituzioni dove
portano il loro lavoro volontario, nella ricerca di una fedeltà
al Cristo nel quadro dell’« Année
diaconale ».
A gennaio si sono ritrovati a
Pomeyrol per fare il punto sul
loro servizio e scambiarsi le proprie esperienze, ed a giugno si
ritroveranno prima di ritornare
al proprio posto di lavoro al termine di questa esperienza.
« Adesso è tempo di pensare al
prossimo gruppo di volontari »
viene detto in un comunicato.
« Aspettiamo im gruppo di giovani, a partire dai 18 anni, pronti
ad impegnarsi per 11 o 12 mesi
in un servizio gratuito, dei giovani assai coraggiosi, assai fermi
nella loro fede e nel loro impegno cristiano, assai liberi nei lo
ro stessi confronti e disponibili
per gli altri, capaci di servire gli
altri prima che loro stessi.
Degli eroi? no! Dei giovani come ce ne sono fra di noi, nelle
nostre famiglie, nei movimenti di
gioventù, nelle comunità e fuori
delle comunità. Ce ne sono che
aspettano soltanto che sia rivolta loro una parola, una semplice
informazione, per slanciarsi in
questa avventura. Molti non sanno neanche che questo è possibile ».
Per informazioni scrivere a
« Secrétariat Année Diaconale » 5 rue Claude Brousson - 30000
NIMES - Francia.
In Polonia crescono
le chiese riformate
(SPR) — Malgrado i tempi diffìcili, la Chiesa Evangelica Riformata della Polonia prosegue le
proprie attività registrando un
aumento della frequenza ai culti
ed ima maggiore richiesta di letteratura biblica.
Ci si può domandare se la gen
te cerca, in questi tempi agitati,
una consolazione atemporale nella chiesa; questo è possibile, ma
i pastori sottolineano invece il
fatto che la gente non si preoccupa tanto dei problemi dell’al
di là, ma piuttosto dell’attualità
dell’Evangelo per questo mondo
e per la situazione presente.
Europa: statuto
per l’obiezione
(BIP) — Il Parlamento Europeo ha adottato a larga maggioranza (111 si; 15 no; 7 astenuti)
uno statuto europeo dell’obiezione di coscienza presentato dalla
socialista italiana Maria Antonietta Macciocchi.
L’Assemblea invita i 10 ad armonizzare le varie legislazioni
sulla materia ed a riconoscere
che « il servizio sostitutivo... non
deve essere considerato una punizione... né superare in durata
il tempo del servizio militare ordinario ». Questo contraddice tutte le legislazioni dei paesi con
servizio militare obbligatorio, in
particolare la Grecia (48 mesi invece di 26) la Francia e l’Italia
(24 mesi invece di 12).
Inoltre, grazie ad un emendamento adottato dall’Assemblea, i
10 devono incoraggiare l’esecuzione di questo servizio civile nel
quadro della cooperazione con
i paesi del terzo mondo. L’obiettore di coscienza dovrebbe infine
essere riconosciuto tale dietro
una sua semplice dichiarazione.
« I cristiani e gli armamenti in
un’era nucleare » è il titolo di un
incontro di giovani metodisti europei svoltosi a Steinbach am
Attersee in Austria dal 12 al 20
aprile.
30 giovani attorno ai vent’anni, provenienti da organizzazioni giovanili metodiste di 10 diversi paesi europei, hanno avuto
occasione di incontrarsi per uno
scambio di esperienze sul proprio impegno per la pace, per discutere e approfondire questo
tema, di fondamentale importanza per la testimonianza cristiana oggi.
Il seminario era organizzato
dalla commissione Chiesa e Società del Consiglio dei Giovani
Metodisti Europei, la quale ha
individuato come una delle priorità del suo lavoro la lotta per
la pace.
Particolarmente stimolante è
stato il dibattito teologico sulle
responsabilità del credaite e delle chiese in una società che corre verso l’autodistruzione. Noi
crediamo in un Dio che ci dona
la pace; questo non deve farci astenere ma anzi stimolarci a lottare per una società meno lontana da Dio, che non uccida quotidianamente per accumulare armi che uccideranno e distruggeranno ciò che Dio ha creato per
noi.
Dio ci rivolge vocazione di essere presenti e attivi in ogni ambito in cui possano essere fatte
pressioni per porre un limite alla corsa al riarmo; alPinterno
dei movimenti di massa, organizzazioni politiche e anche in posti di responsabilità, ovunque sia
possibile portare una parola e
un’azione di pace.
Con questa convinzione comune, chiara nella nostra mente, ci
siamo lasciati dopo otto giorni
di accanite discussioni. Per molti è stata un’occasione per prendere coscienza più chiaramente
delle nostre responsabilità, della
gravità della situazione odierna
e delle possibilità di intervento
per cambiarla.
Su altre questioni non si è trovata un’opinione comune, data
anche la difficoltà di problemi
quali; l’opportunità dell’uso della
violenza da parte del cristiano
in caso di necessità, oppure, la
importanza di collegare più o
meno strettamente la lotta contro gli armamenti a quella per
un nuovo sviluppo, meno ingiusto; e mille altri problemi.
Durante il seminario molta attenzione è stata prestata alla qualità dei rapporti che vivevamo
tra di noi. La convinzione era che
la lotta per la pace non può
prescindere dal tentativo di instaurare nuovi rapporti tra gli
uomini, a partire dai nostri, fondati sull’amore di Gesù Cristo.
« Da questo conosceranno tutti
che siete miei discepoli, se avete
amore gli uni per gli altri » (Giovanni 13: 35); avendo presente
questa indicazione di Gesù, abbiamo vissuto profondi momenti di espressione e comunicazione della nostra fede, non separati dai momenti di socializzazione
e di discussione, che sono stati
molto utili per vivere i nostri
rapporti con un forte senso di
unità e solidarietà fondata sulla
fede comune, nonostante le grosse differenze dì cultura, lingua e
mentalità. Andrea Bouchard
REGIONE RIOPLATENSE
In spagnolo il documento
suH'ecumenismo
Il numero di aprile del « Servicio Informaciones religiosas »,
organo della World Association
for Christian Communications,
regione latinoamericana, ha pubblicato come supplemento il
« Documento sull’Ecumenismo »
approvato dal Sinodo valdese
nelle sue due sessioni italiana e
rioplatense. Nel corrente mese
l’organo della Chiesa metodista
argentina (lEMA) « El Estandarte evangelice », pubblica lo stesso documento con una presentazione da parte del moderador Ribeiro e, per parte metodista, del
vescovo Pagura. Quest’ultima iniziativa rientra nel dialogo trilaterale tra valdesi, metodisti argentini e discepoli di Cristo, in
vista di una possibile unione organica. Per ora siamo solamente al primo passo: le chiese locali studieranno un documento
frutto di un lavoro portato avanti dalle chiese locali valdesi e
metodiste in Italia.
La Facoltà evangelica di teologia per parte sua promuoverà il
prossimo 9 giugno un convegno
sul Documento stesso. Sono previste tre relazioni; past. Carlos
Delmonte, presidente della Commissione per le relazioni ecumeniche della Iglesia Evangelica
Vaidense, prof. Miguel Miguez
Bonino, pastore della Iglesia Evangelica Metodista Argentina, e
prof. Ricardo Pietrantonio, della
Lutheran Church in America, professore di Nuovo Testamento.
L’invito al convegno è esteso a
tutte le otto chiese evangeliche
che formano l’ISEDET (Facoltà
di teologia). Sarà quindi una
buona occasione di dialogo interevangelico: riformati, liberi,
luterani, anglicani e valdesi riuniti intorno ad un medesimo documento, confronteranno le ri
spettive metodologie ecumeniche.
L’autore della traduzione del
Documento sull’Ecumenismo è il
pastore emerito Giovanni Tron,
originario di Massello e dal 1934
pastore nelle chiese valdesi rioplatensi.
E. S.
ROMA
Il documento
di Lima
È proseguito con il secondo
appuntamento importante quest’anno, dopo il culto di Piazza
Cavour con la predicazione di
Don Gomelli, l’attività del gruppo ecumenico tra la comunità di
Piazza Cavour e la Parrocchia di
Cristo Re. Questa volta, nei locali
della chiesa cattolica il prof. Paolo Ricca ha parlato del documento prodotto dalla Commissione
Fede e Costituzione sul Battesimo, Eucarestia e Ministero (il
cosiddetto «BEM») a Lima. Dopo
aver dato un’ampia panoramica
sia sulla storia che sui contenuti
del documento, il prof. Ricca ha
auspicato che anche da parte del
gruppo ecumenico dì Roma prosegua lo studio del BEM e alla fine dell’anno sia inviata a Ginevra
una relazione con eventuali spunti, osservazioni o critiche. Il
gruppo, rispondendo a questo
invito, comincerà dalla prossima
riunione, a studiare la prima
parte del testo, quella relativa
al Battesimo. V. R.
9
13 maggio 1983
cronaca delle Valli 9
ALLA FIAT DI VILLAR PEROSA
C'è lavoro, ma
Concerti noii per i cassaintegrati
Telefono pubblico
Anche quest’anno per la tradi
ziotmle Festa di Canto delle Corali che si terrà a Villar Perosa
domenica 15 ci sarà senz’altro
qtMlcuno che, ancora una volta,
ci ricorderà che non andiamo ad
assistere ad uno spettacolo o
peggio ad una gara canora, ad
una esibizione plateale bensì
vivremo una testimonianza particolare. Infatti le Corali valdesi
non cantano solo per amore del
bel canto ma perché intendono
esprimere così la propria fede
nell’Evangelo. E poi, si capisce,
da bravi protestanti, cercano di
raggiungere il livello tecnico migliore e la gente che ascolta fa i
paragoni, giudica, ma alla fine
assolve tutti perché — diciamolo
pure — la Festa di Canto è una
manifestazione che piace, corrisponde a un desiderio reale della
nostra popolazione. L'importante
è cantare e cantare bene. Certo
rimane aperto il vecchio problema di chi desidera che le Corali
insegnino, domenica dopo domenica, a cantare alla comunità. E’
un legittimo desiderio; sta di fatto però che la nostra gente chiede alle Corali non di insegnare
ma di cantare perché piace ascoltarle, piace apprezzare il lavoro
che hanno condotto sovente con
dedizione, e piace stare in silenzio , forse con un po’ di distacco, e lasciarsi raggiungere da
quelle melodie elaborate che inducono alla riflessione religiosa.
Altra cosa è, diciamo, il canto
ordinario dove anche gli stonati,
le voci non educate, si lanciano
nella liturgia del culto uscendo
spesso, con irruenza, dal dettato
musicale. Ecco, se in quei momenti ci fosse la Corale a correggere il tiro, a sostenere i ’’deboli
nel canto”, tutti ne trarrebbero
vantaggio.
Ora accanto a questo vecchio
problema del rapporto tra Corale e comunità che poi ogni chiesa regola a modo suo a seconda
delle rispettive sensibilità, sempre nell’ambito della musica, c’è
da segnalare in questi anni un
progressivo aumento dell’ospitalità che le nostre chiese (intese
come edifici) offrono ai vari concerti. In certe località, nel corso
dell’anno, presso le chiese valdesi non c’è 'che l’imbarazzo della
scelta: oboe, flauti, pianoforte,
voci bianche, organo eccetera.
Pare ormai che a parte i grandi appuntamenti del calendario
cristiano le nostre chiese siano
destinate a riempirsi solo in occasione di concerti organizzati da
Regioni, Provincie o Enti vari dove il nostro unico apporto consiste nell’offrire il locale acusticamente valido.
« Ma noi siamo ‘Ticonos,centi
alla Chiesa valdese che contribuisce allo sviluppo della musicalità — dice un addetto ai lavori —
perché è sempre disponibile ad
aprire i propri edifici a manifestazioni canore o musicali ». Saremo dunque ricordati dagli storici futuri come grandi promotori di concerti? Speriamo di no.
Speriamo che nelle nostre chiese
prevalgano i nostri concerti, magari non perfettissimi, ma dove
c’è una ricerca di testimonianza
o culturale legata all’Evangelo,
alla storia del protestantesimo o
a temi attuali. E soprattutto spe-r
riamo che le nostre chiese si
riempiano anche in occasione dei
culti, delle assemblee, dei dibat-^
tifi sui temi della fede e dell’impegno.
Un bel concerto può essere anche una ’’bella fuga” dai problemi che ci angosciano ogni giorno. Non basta ascoltare musica
per tener lontana la tristezza della vita. Ci vuole anche la gioia
dell’Evangelo che anche uno stonato può cantare, forse con maggior convinzióne di altri.
Giuseppe Platone
VILLAR PEROSA — Sono
una ventina, con cartelli e bandiere rosse ed hanno invaso la
strada statale del Sestriere all’altezza dello stabilimento Fiat
in regione « Tupin », e fanno rallentare il traffico automobilistico. Fermano pullmans, camions,
automobili e con im volantino
dicono che vogliono tornare a
lavorare. Sono gli operai della
Fiat che nel 1982 erano stati collocati in cassa integrazione « a
zero ore» per crisi aziendale e
calo di produzione.
Giovedì scorso la Fiat aveva
comunicato al consiglio di fabbrica che occorreva aumentare
la produzione (lo stabilimento
produce giunti,, di accoppiamento per le varie vetture della Fiat)
e che quindi sarebbero stati trasferiti da altri stabilimenti della
Fiat venti operai.
Il consiglio di fabbrica ribatteva alla direzione della Fiat che
vi erano venti cassaintegrati dello stabilimento che potevano
rientrare al lavoro, per far fronte all’aumento di produzione. Di
fronte a questa posizione un dirigente della Fiat affermava che
ciò non era possibile perché l’aumento produttivo era solo temporaneo per far fronte alle esigenze causate dal lancio di nuovi modelli sul mercato, e che se
« i cassaintegrati fossero rientrati non sarebbe stato più possibile metterli fuori».
Di fronte a questa posizione i
sindacati e il consiglio di fabbrica indicevano uno spiopero
di un’ora per turno per il rientro dei cassaintegrati che si effettuava già venerdì e lunedi.
Gli operai in cassa integrazione per parte loro cominciavano
il presidio della fabbrica.
Sono molto decisi. « Non c’è
più nessuna ragione tecnica perché la Fiat continui a tenerci a
casa. Di trenta cassaintegrati del
1982 siamo rimasti in venti (gli
altri sono riusciti a trovare un
altro lavoro). Esattamente il numero di cui la Fiat ha oggi bisogno ! yf.
« Per noi il lavoro non c’è. La
Fiat ci vuole fuori per motivi
politici: eravamo attivi sindacalmente... ».
«La gente deve reagire. Non
può continuare a pagare con le
tasse la cassa integrazione se
questa serve solo a discriminare
i lavoratori e non a risolvere periodi di difficoltà produttiva delle aziende ! ».
« Anche da noi c’è il divieto
di lavoro per chi non è allineato
colla politica della Fiat. Pensare che abbiamo una costituzione che parla di diritto al lavoro ! ».
« Si parla molto di solidarietà.
Bisogna che la cassa integrazione venga fatta a turno dai lavoratori. Così si impediscono le
discriminazioni ».
In queste parole c’è molta rabbia, incomprensione per l’indifferenza di molti, che passano,
prendono il volantino e vanno
via senza manifestare solidarietà, verso gli enti locali della Val
Chisone che non prendono posizione ed anche verso le chiese
che — mi dice un giovane della
Fgel cassaintegrato — «discutono dell’occupazione nelle valli,
ma non prendono posizione. I
diritti umani vanno difesi anche
qui e non solo nel terzo mondo ! ». Ed è difficile dargli torto.
ANGROGNA — Dal 19/4/’83
è in funzione un nuovo posto te^
lefonico pubblico; esso è stato
collocato nella borgata di Buonanotte presso l’abitazione della signora Nadina Odin in Arnoul. Il numero è 944265.
Così un’altra zona di Angrogna sarà meno isolata grazie a
questo mezzo di comunicazione.
In questi ultimi anni l’amministrazione comunale ha cercato
di trovare nelle pieghe del suo
modesto bilancio la disponibilità finanziaria per un nuovo posto telefonico all’anno, proprio
per dare un servizio là dove la
lontananza e le difficoltà d’accesso rendono diffìcile il collegamento con le altre zone.
Maggiolata dei
pensionati
Giorgio Gardìol
Ex Albergo Regina
FERRERÒ — L’U.S.S.L. 42 ha
preso in affitto un alloggio dell’ex albergo Regina di Perrero,
ceduto dall’Istituto Autonomo
per le case popolari, per utilizzarlo come comunità alloggio
per anziani. L’alloggio è composto di due camere, servizi, cucina e soggiorno e l’affitto si aggira sulle 800 mila lire annue.
COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE - USSL 43
Su iniziativa Lega Pensionati
Val Penice e Comprensorio di
Pinerolo, i pensionati e le loro famiglie si' ritroveranno in vai di
Angrogna, domenica 15 maggio,
per trascorrere una giornata diversa.
Programma: ore Ì0,ritrovo a
S. Lorenzo - Passeggiata facoltativa guidata nelle località storiche; ore 12.30: pranzo all’aperto,
prezzo L. 9.000. Per prenotazioni
telefonare al n. 944215 (Abbate
Pasquale). Chi vuole può consumare il pranzo al sacco.
Pomeriggio ricreativo e presentazione del libro: «Un gim>
no del marzo 1943 » da parte dell’autore. Ed inoltre esibizione
del mago « Harry Waldis » e musiche dell’orchestra « Alto gradimento ».
Un passo
la riforma
in avanti verso
Piano regolatore
di valle
sanitaria
Con dignità la Presidente, Franca Coisson, rivolgendosi all’Assemblea riconvocata il 2 maggio,
ha demolito con efficacia politica
le argomentazioni portate dalla
minoranza a sostegno delle tesi
di improponibilità di alcune deliberazioni che sono state ripresentate dopo il rinvio della precedente assemblea, come pure il
puntiglioso ragionamento di illegittimità sulla procedura d’urgenza seguita dalla Giunta nell’assumere le deliberazioni seguenti: a) istituzione del Foyer
per anziani a Bobbio Pellice; b)
utilizzo palazzo adiacente al Comune di Torre Pellice con richiesta finanziamento della Regione;
c) avvio Distretti sanitari a Bricherasio, Luserna S. Giovanni e
Torre Pellice, e sottoposte a ratifica.
La presidente ha affermato autorevolmente che la Giunta ha
operato secondo la legge in quanto volutamente l’Assemblea è
stata impedita dalla minoranza a
procedere nei suoi lavori e a deliberare entro tempi richiesti.
Il Comitato di gestione non
poteva correre il rischio di perdere i contributi finanziari della
Regione per avviare a compimento determinati progetti essenziali
per la vita dell’USSL.Il Comitato
ha agito non per scavalcare l’Assemblea ma per senso di responsabilità e se non avesse così agito
ci saremmo trovati — ha precisato la Presidente — di fronte a
grosse responsabilità non giustificate politicamente.
La maggioranza ha rilevato
positivamente tre momenti fondamentali negli atti assunti perché danno corpo a tre progetti
che costituiscono l’ossatura delle
USSL: l’istituzione di un Foyer
per anziani a Bobbio Pellice, la
concretizzazione dei distretti sanitari e Tutilizzo di uno stabile
del Comune di Torre Pellice in
cui concentrare i servizi e le attività deirUSSL.
L’Assemblea ha approvato la
deliberazione per la stipulazione
di una convenzione che regola i
rannorti con l’Ospedale di Torre
Pellice e riconosce la retta giornaliera di L. 5.350 per il 1981 e di
L. 6.800 per l’82. La minoranza
ha votato a favore auspicando un
analogo atto con il Mauriziano.
Per ciò che riguarda l’Ospedale di Luserna S. Giovanni il Comitato di Gestione potrà procedere
allo stesso modo quando perverrà la documentazione amministrativa-sanitaria richiesta.
È stata poi approvata la proposta concordata con la Tavola 'Valdese-CIOV per il trasferimento
del reparto psico-geriatrico a
■Villa Olanda e l’istituzione di due
Comunità alloggio terapeutiche.
Con questo atto formalmente approvato è inteso che sia demandata la responsabilità della conduzione alberghiera al comitato
■Villa Olanda e la responsabilità
medico-sanitaria e l’assistenza
specifica alle ospiti all’USSL che
farà affidamento sullo specifico
servizio di igiene mentale operante sul territorio. L’USSL ha così
qualificato la sua scelta alla quale va il nostro consenso.
La D.C. ha elogiato la Tavola
Valdese per la disponibilità nell’aderire alla proposta di accogliere le malate dimesse dagli
istituti psichiatrici a Villa Olanda e ha chiesto che nel provvedimento (sul quale la minoranza
si è astenuta) non venisse inserita la delega alla Giunta per l’approvazione del progetto di ristrutturazione di Villa Olanda a
spese della Tavola. La maggioranza si è espressa favorevolmente e si è demandata al prossimo Consiglio l’approvazione
del progetto.
La minoranza, che non si riconosce in questa Comunità .Mon
tana nelle scelte e indirizzo, non
ha partecipato alle votazioni sulle altre deliberazioni.
Un cenno merita il compiacimento del Consigliere Berton
Giuseppe sul progetto di riconversione deH’ediflcio ex casermetta della Guardia Forestale di
Bobbio Pellice in Foyer invernale per anziani che riscuote apprezzamento.
Se è difficile concordare linee
comuni fra minoranza e maggioranza, le significative scelté della
Comunità-USSL compongono interessi della popolazione dalla
bassa all’alta valle.
Antonio Kovacs
PEROSA — Con un voto contrario e tre astensioni, il Consiglio della Comunità Montana
Valli Chisone e Germanasca ha
approvato l’adozione del Piano
Regolatore per la zona del Centro vai Chisone che comprende
i Comuni di Perosa Argentina,
Pomaretto, Roure e Fenestrelle.
Prima dell’approvazione è stata data lettura di tutte le osservazioni formulate da privati o
dalle stesse amministrazioni comunali e delle risposte favorevoli o contrarie dell’Ufficio di Pia
no.
Il P.R.G.I. consente una previsione di soli 5 anni, però sarà
possibile prolimgame la validità
con modifiche ed aggiustamenti.
Non è invece prevedibile una
sollecita approvazione da parte
della Regione, a causa della ben
nota crisi politica.
Comunità Montana Val Pellice
TORRE PELLICE
USSL n. 43
AVVISO PUBBLICO
E’ indetto avviso pubblico per il conferimento di incarichi
temporanei per la copertura di
N. 1 posto di Vigile Sanitario
posizione funzionale di operatore professionale collaboratore (personale di vigilanza e ispezione: Perito Industriale indirizzo chimico industriale).
N. 1 posto di Perito Chimico
posizione funzionale di Assistente Tecnico.
Gli incarichi non potranno superare il periodo massimo di
mesi sei.
La domanda, in carta legale, dovrà pervenire all’Ufficio
Personale dell’Unità Socio Sanitaria Locale n. 43 - Piazza Muston n. 3 - Torre Pellice, entro e non oltre le ore 12 del
10 giugno 1983, giorno di scadenza.
Per ogni altra informazione rivolgersi alTUfficio Personale
dell’USSL n. 43 - Piazza Muston, 3 - 10066 Torre Pellice - Tel.
0121/91514 - 91836.
IL PRESIDENTE
Prof.ssa Franca CoIsson
l
10
10 cronaca delleValli
13 maggio 1983
VAL PELLICE
BOBBIO PELLICE - 1» MAGGIO
Incontro tra
amministratori
Alcuni amministratori delle
Comunità Montane della Provincia di Savona sono stati ospiti,
il 5 e 6 maggio scorso, delle tre
Comunità Montane del Pinerolese; promotore l’Assessore alla
Montagna della Provincia di Torino, Ivan Grotto, che si è posto
con questa iniziativa, Tintento
di favorire uno scambio di esperienze fra le Comunità Montane
delle Provincie di Torino e Savona per incrementare i rapporti
soprattutto a livello turistico e
culturale.
Ricevuti prima dal Presidente
del Comprensorio Celeste Martina, gli ospiti sono venuti in Val
Penice, dove hanno visitato il Museo Valdese di Torre Pellice ed
hanno avuto, nel corso di un
pranzo tipico tradizionale presso
il Ristorante Plipot, uno scambio
di informazioni sulle attività
svolte dalle Comunità Montane.
Presenti gli Assessori Longo e
Grotto della Provincia di Torino,
i Presidenti delle Comunità Montane Val Pellice e Val Chisone e
il Vice-Presidente della Pinerolese Pedemontana. La visita è proseguita in Val Chisone dove il
Presidente ha presentato la nuova sede della Comunità a Villa
Giitermann e il centro di vendita
della Cooperativa Agricola. La
successiva tappa è stata il nuovo Centro di Turismo Sociale di
Prà Catinat.
Molto interesse è stato mostrato per le caratteristiche ambientali e paesaggistiche delle nostre
Valli e buone basi sono state poste per profìcui reciproci scambi soprattutto per l’organizzazione di iniziative ricreative quali ad
es. soggiorni per ragazzi ed anziani.
Borse di studio
Il Distretto Scolastico n. 43 indice
una Borsa di Studio di L. 2.000.000 iordi
per l’effettuazione, nell’ambito dell'attività di Orientamento scolastico e professionale, di una ricerca sugii sbocchi
occupazionaii per gii studenti della Val
Pellice, con particolare riferimento al
Comprensorio di Pinerolo.
Possono accedere alla Borsa di Studio i cittadini italiani neolaureati (da
non oltre 5 anni) o laureandi con specifici interessi nell’ambito della ricerca
sul territorio deila Val Pellice.
La Borsa di Studio sarà attribuita all'aspirante che avrà ottenuto, ad insindacabile giudizio del Consiglio Distrettuale, Il massimo punteggio in base ai
titoli valutati e dal risultato del colloquio che verterà sugli obiettivi e la
metodologia della ricerca stessa.
Il vincitore deve dichiarare il proprio
impegno a consegnare in dattiloscritto,
alla sede del Distretto Scolastico, il
risultato della ricerca effettuata, entro
la data del 30 giugno 1984 e a svolgere
incontri per la presentazione dei risultati provvisori presso le Scuole Medie
del Distretto nel periodo 1“ aprile -15
maggio 1984.
Qualora i termini e le clausole del
Bando non siano rispettate, è facoltà
COMUNICATO A.V.O.
I volontari ospedalieri sono tutti convocati in riunione strtmrdinaria il ifiercoledì 18 corr. alle ore 17.30 al Centro
d'incontro (Portici del Municipio) per
una relazione sul servizio compiuto e
per uno scambio d'idee. Si prega di
non mancare. Sarà con noi la sig.ra
Casini capo del personale ospedaliero.
LEGA PENSIONATI
VAL PELLICE
Anche quest anno agli iscritti al Sindacato Pensionati verrà compilato gratuitamente il MOd. '/40 per denuncia
redditi.
Rivolgersi alla Camera del Lavoro di
Torre Pellice (P.za RepuoPlica) Il venerdì mattina.
COMITATI PER LA PACE
PINEROLO — Venerdì 20 maggio riunione dei comitati per la pace presso
la CGIL (via Demo) per discutere il
lancio del referendum sulle Installazioni di missili nucleari a Comiso.
Giovani per ia pace
Cresce l’impegno giovanile sulle tematiche della pace e del disarmo
- Una intensa giornata di sensibilizzazione - Si discute di Comiso
« Chissà perché non erano presenti i villeggianti abituali frequentatori della piazza nei giorni
di domenica? ».
« Il giudizio della giornata è
comunque positivo al di là delle
aspettative ». Da questa affermazione di Franco Taglierò, animatore giovanile del 1° Circuito, visibilmente soddisfatto, si può rilevare che rincontro del 1° maggio a Bobbio Pellice dei gruppi
giovanili della Val Pellice, sensibili alla pace, è ben riuscito.
Circa settanta giovani dei gruppi di Bobbio Pellice, Torre Pellice, Coppieri, Angrogna, Lusema
S. Giovanni, una discreta rappresentanza della FGEI Valli, il Coretto di Torre Pellice hanno trascorso la giornata all’insegna dell’impegno per la pace e del disarmo.
Sulla piazza
del Consiglio Distrettuale di non assegnare la Borsa di Studio.
La domanda e la relativa documentazione devono essere presentate, entro
il 30 maggio al Distretto Scolastico n.
■43 - Viale Rimembranza, 9 - Torre Pellice.
Veterinari
Informiamo gli abitanti della Val
Pellice e in particolare gli allevatori,
che gli Uffici del Veterinario Provinciaie
sono stati soppressi, essendo le relative competenze, passate alle UU.SS.LL.
Quindi per ogni adempimento, informazione o problema inerente la veterinaria ci si può rivolgere al Servizio Veterinario della U.S.S.L. 43 - Via Guardia Piemontese, 20 a Torre Pellice tei. 932440 (con servizio di segreterià
telefonica).
Orario per il pubblico: dal lunedì al
giovedì: dalle ore 10 alle 12; il venerdì
dalle ore 8.30 alle 12.
Corso di francese
TORRE PELLICE — Si concluderà con
la fine delle scuole il corso di conversazione francese tenuto settimanalmente dalla Signora Louise Rochat. Le lezioni si sono svolte in un locale del
Municipio gentilmente concesso in seguito all'interessamento dell'assessore
Marco Armand Hugon. Hanno preso
parte al corso ragazzi e ragazze della
scuola media provenienti da Luserna
S. Giovanni. Bobbio Pellice e Torre Pellice.
I giovani interessati a migliorare il
loro francese potranno mettersi in lista per il prossimo anno scolastico telefonando al n. 91885.
Medicina di base
L'U.S.S.L. n. 42 comunica che dal
r maggio 1983 è aperto uno sportello
a Perosa Argentina per le prestazioni
di medicina di base e integrativa con
il seguente orario: dal lunedì al venerdì dalle ore 16 alle ore 18 presso « Villa Willy " - Via Roma. 22 - 10063 Porosa Argentina.
Certificati malattia
L'U.S.S.L. n. 42 porta a conoscenza
dei lavoratori che i certificati di malattia possono essere recapitati nei seguenti modi:
Manualmente: Poliambulatorio, via S.
Aniceto, 7 - Villar Perosa: « Villa Willy »
via Roma 22, Perosa Argentina.
Spediti: U.S.S.L. 42, via Roma 22,
Perosa Argentina.
La manifestazione è iniziata
con l’esposizione della mostra
della F(jEI-Valli allestita sotto
i portici comunali; nella piazza
di Bobbio Pellice venivano distribuiti un messaggio dei giovani locali ed un altro della Federazione
Chiese Evangeliche, « Ribadiamo
la fiducia nel Signore della Bibbia,
un Dio di vita e non di morte. Per
questa speranza nel Signore della vita rimettiamo la nostra fiducia in un futuro senza guerra e
sopraffazioni ». « Riconosciamo
nell’impegno per la pace un momento fondamentale del nostro
essere cittadini e credenti oggi ».
Nel Tempio:
la riflessione biblica
Nel Tempio con la Comunità
di Bobbio il culto è stato condotto dai giovani con partecipata e
animata liturgia. Rileggendo le
parole di Isaia cap. 2: 4, Claudio
Pasquet ha detto: « L’immagine
di questo passo ci può apparire
come un sogno; e non ci nascondiamo le difficoltà ad accettare
il detto profetico: « Nazione non
si leverà più contro nazione »; in
un tempo come il nostro dove la
guerra esiste qua e là per il mondo, dove la corsa al riarmo arriva a record spaventosi; l’unica
nostra certezza è nella fiducia e
nella speranza del nostro Signore. Solo da lui può venire la forza di lottare contro la guerra e
contro la morte ». Ha concluso
dicendo: « Ecco perché io credo
alle promesse del Profeta per un
mondo dove le cose vanno sempre nel modo più pazzo possibile; Dio mi promette che un giorno interverrà per farlo andare
nel modo giusto; sperare in ciò
che è logico, buono e giusto e
che un giorno si realizzerà non
mi sembra un’illusione cosi assurda; anzi forse è questa Tunica strada che può permettere all’uomo di andare avanti nella
strada della pace ».
Rapportandosi al passo evangelico di Matteo {cap. 5) « Beati
i fautori di pace » Mauro Pons
ha evidenziato come nella prima
comunità cristiana la preoccupazione dei credenti fosse quella
di vivere pienamente il dire,
Tessere e il fare del Cristo. Anche
questo insegnamento di beatificazione dei facitori di pace si colloca nella prospettiva del ritorno del Signore sulla terra. Il che
significa schierarsi contro un potere — come quello dell’impero
Romano — profondamente guerrafondaio.
« In una società priva della cultura della pace — ha proseguito
Pons — perché essa è vissuta solo come momento senza guerra.
trovare delle indicazioni concrete
oggi — inerenti alla pace — è
praticamente impossibile. Solo
la comunione con Dio vissuta
concretamente nell’ adoperarsi
per la realizzazione della pace
nel mondo può dare luce ad un
progetto di ricerca di pace ».
Concludendo Pons ha ribadito
« Concretizzare la speranza evangelica significa: produrre in tempi brevi una cultura della pace perché vi sono in gioco le sorti dell’umanità ».
L’impegno contro
i missili di Comiso
Dopo il culto, punto di ritrovo
è stata di nuovo la piazza per
ascoltare il messaggio di Paolo
Naso, segretario FGEI e della
Commissione Pace della Tavola
Valdese. Paolo Naso ha puntualizzato l’impegno dei credenti oggi nel mondo contro la guerra.
Particolarmente egli ha insistito
sul problema di Comiso.
A (¡iomiso infatti si stanno
espropriando 23 mila ettari di
terreno per costruire il più grande poligono militare di tiro che
vi sia in Italia; in una delle zone più ricche della Sicilia utilizzata per l’agricoltura e la pastorizia. Questo significa distruggere le risorse naturali, significa invertire im processo di sviluppo
che già aveva delle difficoltà.
Dobbiamo realmente ammettere che i missili, le armi, sono più
importanti di migliaia di contadini e di pastori?
L’idea comime è che Comiso
sia un deserto. Comiso non è un
deserto. Comiso è una delle zone
più sviluppate della Sicilia. I
missili non potranno certamente
coesistere con gli allevamenti di
bestiame che vi sono nella provincia di Ragura. I missili e il
sistema industriale militare che
si sta installando nella zona di
Comiso non potranno coesistere
con le serre e con l’agricoltura.
I missili non possono coesistere
con la democrazia, con lo sviluppo di queste zone. I missili coesistono con i divieti, i missili
coesistono con la mafia; coesistono con un sistema tipicamente
centralizzato e repressivo. I missili non possono coesistere con
un processo di sviluppo. In questa linea Comiso non è solo una
sfida alla pace, significa ripensare ai nostri rapporti con il sud di
tutto il mondo, con le aree sviluppate di tutto il mondo. Comiso ci richiama ad affermare la
nostra idea di giustizia della democrazia, del fatto che la gente
vuole contare per imporre un
nuovo modo di sviluppo dell’organizzazione della vita sociale.
Naso parlava ad un pubblico
in prevalenza di giovani, ma anche ad alcuni membri della chiesa
valdese di Bobbio e a qualche
consigliere comunale.
Dopo un pranzo comunitario,
ritornati nel tempio, il Past. Platone ha collegato la manifesta
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zione con il lavoro che il 1° Circuito porta avanti sul tema della
pace. Platone ha osservato come
oggi sia finito il tempo dei messaggi ufficiali e delle dichiarazioni solenni e deve iniziare un tempo di riflessione biblica-teologica
e etica.
Egli ha indicato tre direzioni
di lavoro per questo impegno.
Tempo della mediazione: spiegare a quelli che non hanno capito.
Tempo dell’educazione alla pace.
Tempo dell’organizzazione per la
pace.
Educare alla pace
I cadetti di Luserna S. Giovanni hanno rappresentato rm lavoro pensato e costruito da loro;
« Processo alla guerra ». Con una
sèrie di scenette hanno presentato situazioni diverse di uomini
che affrontano la guerra. In una
di queste un soldato in Libano
scriveva alla ragazza « si parla
dappertutto di pace ma qui vedo solo guerra ». I protagonisti
in tribunale condannano la guerra senza attenuanti.
Un impegno quello dei cadetti
di Luserna S. Giovanni importante nel settore che Platone definiva tempo di mediazione. Altri
canti pacifisti hanno concluso la
giornata del 1“ maggio nel Tempio e ancora in piazza, mentre un
caldo sole primaverile fugava la
nebbia e la pioggia che avevano
imperversato tutto il giorno.
Italo Pons
# Hanno collaborato a questo
numero: Ivana Costabel - Dino
Gardiol - Giovanni Gönnet Teofilo Pons - Sergio Rastello - Paolo Ribet - Aldo Rutigliano - Eugenio Stretti - Franco Taglierò - Paolo Varese Fernanda Comba.
Comunità Montana
Val Pellice - USSL n. 43
Torre Pellice
AVVISO PUBBLICO
E’ indetto avviso pubblico
per il conferimento d’incarico temporaneo, per
N. 1 posto di Ostetrica
L’incarico suddetto sarà
conferito fino alTespletamento del relativo pubblico concorso e comunque per un periodo non superiore a mesi 6.
Gli interessati sono invitati
a presentare apposita domanda all’Ufficio Personale delTUSSL n. 43 - Piazza Muston
n. 3 - Torre Pellice - entro le
ore 12 del giorno 10 giugno
1983.
Alla domanda dovrà essere
obbligatoriamente allegato il
diploma professionale di ostetrica.
Per ogni eventuale informazione rivolgersi al Servizio
Personale della USSL n. 43 Tel. 0121/91514 - 91836.
IL PRESIDENTE
Prof.ssa Franca Coìsson
11
13 maggio 1983
cronaca delleValli 11
CONFERENZA DI NORBERTO BOBBIO A PINEROLO
Etica del dialogo
per una cultura della pace
« Morale della guerra »; su
questo tema il prof. Norberto
Bobbio ha tenuto la terza lezione « per la cultura della pace »
a Pinerolo, invitato martedì 3
maggio daU’Assessorato alla cultura e dal Comitato per la pace
ed il disarmo.
Morale della guerra e non morale della pace: su questo bisogna interrogarsi, perché la guerra ha bisogno di essere giustificata. come tutti gli atti in contrasto con i principi morali fondamentali, atti che se non trovassero una giustificazione non potrebbero che essere condannati.
Il problema del rapporto tra
morale e guerra si pone nel tentativo, per secoli fatto, di giustificare la guerra nonostante
tutto, nonostante implichi la violazione della norma fondamentale del vivere civile, il « non uccidere ».
Ma, rispetto al passato, occorre rendersi conto che oggi le prospettive sono cambiate. Dopo
Hiroshima l’uomo ha in mano la
possibilità di distruggere la terra,
il genere umano.
Vi è la possibilità di distruggere la dimensione temporale del
futuro, cosa che implica però
inevitabilmente la distruzione anche delle altre dimensioni del
tempo; passato e presente. E
queste prospettive — qui il terribile del problema — non si
fondano su profezie, oracoli, ma
sull’esame della realtà.
Gli esperti di questioni militari ci dicono che ognuna delle due
superpotenze può distruggere più
volte l’altra: a parte l’assurdità
del discorso in sé e per sé (distrutti una volta, non vi può più
essere una seconda o una terza
distruzione), Norberto Bobbio diceva che non sarebbe molto sicuro, oggi, sulla possibilità che
l’attesa della fine del mondo coincidente con la fine del secondo
millennio venga disillusa come
fu disillusa in occasione del passaggio del primo millennio dopo
Cristo.
E dire che molti hanno denun
ziato i pericoli che l’umanità sta
correndo, lanciando avvertimenti
a cambiar rotta, tentando di ricondurre la gente a pensare: insigni studiosi, filosofi, scienziati,
tutti poco ascoltati, o non ascoltati da chi dovrebbe. Di fronte a
questi fatti, le giustificazioni che
si sono date nei secoli alla
guerra — si domandava il prof.
Bobbio — hanno ancora un valore, per una eventuale guerra
atomica?
Il fine e i mezzi
« Il fine giustifica i mezzi »:
con questo motto si sono giustificate molte guerre; ed il fine era
il progresso, ora tecnico, ora sociale tla guerra come mezzo di
riunificazione dei popoli), ora
morale (i popoli che vivono troppo tempo in pace si rammolliscono: « La guerra è come il vento
sul lago, impedisce all’acqua di
imputridire » diceva Hegel).
Ma oggi? E’ ancora possibile
credere ad un qualsiasi rapporto
tra guerra e progresso, oggi che
la prospettiva è la distruzione?
Si può ancora parlare di guerra
come male necessario, oggi che
« il fine » non è più un qualcosa
da raggiungere perché esso sia
un inizio di nuove prospettive,
ma viene ad identificarsi con « la
fine? ».
« Il fine giustifica i mezzi, ma
chi giustifica il fine? » scriveva A.
Camus. Una guerra atomica non
è un mezzo sproporzionato per
qualsiasi fine? E se il fine è la
distruzione, chi o che cosa di tanto alto può giustificarlo? Guerra
come male necessario, ma necessario a chi?
Sono tutte domande senza risposta, è chiaro, ma che non
possono non far riflettere.
Si è tentato di giustificare la
guerra come male minore. Si disse che anche i morti di Hiroshima e Nagasaki furono un « male
minore », poiché impedirono che
molte più persone morissero proseguendo la guerra.
Ma oggi, pur con molti dubbi
ALIMENTAZIONE
NATURALE
Quando uso il termine « alimentazione naturale » o « integratore alimentare
a base naturale », non intendo servirmi di un termine che in troppi casi è
diventato pura moda od ingiusto mezzo
di arricchimento commerciale; che molta gente (fruitori, imprenditori commerciali, emulatori di pionieri) utilizza per
sentirsi al passo con I tempi.
L'impegno per un approfondito sviluppo del discorso sull'alimentazione
naturale, rientra nel contesto di un'etica di vita, che ha i suoi risvolti di
sulle giustificazioni addotte alla
tragedia atomica di 38 anni fa, le
cose sono diverse. .
La guerra oggi
Prima di tutto, oggi una guerra
atomica sarebbe bilaterale, se
non multilaterale. Poi, ci si deve
spiegare quale male sarebbe
maggiore di una guerra atomica;
guerra atomica male minore; ma
minore di che?
Anche questa giustificazione
della guerra atomica non reggfr
rebbe come non reggerebbe il
giustificarla con un’ altra motivazione ’’classica”; la guerra non è condannabile quando è
« giusta »: ma chi riesce a distinguere in' modo assoluto aggressore ed aggredito? Spesso «la
miglior difesa è l’attacco ».
In una guerra, l’aggressore è
sempre « l’altro », e a guerra terminata l’aggressore è inequivocabilmente il vinto.
Però, anche ammettendo che
una guerra difensiva sia giusta,
non si può dimenticare che, in
una guerra atomica che ha copie
fine lo sterminio totale, l’unica
speranza dì vincere è quella di
attaccare per primi (sempre che
sia possibile pensare che da un
conflitto nucleare possano uscire
un vinto ed un vincitore). Altra
forma di guerra reputata « giusta » è la guerra rivoluzionaria.
Ma la giustificazione di una guerra atomica così motivata oggi
non si pone, secondo N. Bobbio,
perché nessun movimerito rivoluzionario è in grado di competere con le armi nucleari delle
superpotenze.
stagliata radicalità, sia sul piano morale, civile, sociale, che sul piano della
cultura, essenzialmente come cultura di
vita (e solo in secondo grado come
acquisizione di conoscenza), di stile di
vita sfrondato da ogni sovrastruttura.
Cerchiamo altrettanto di essere realisti ed obiettivi, cercando poi, di non
attribuire al naturale, proprietà miracolistiche, al di là di confini dove non ci
possono essere. Ad ogni cosa il proprio giusto valore. Non neghiamo ad
un certo tipo di discorso farmacologico, che nella base può attingere si
dal naturale, un valore comunque indiscusso,
Daniela Romano, Torre Pellice
%
Massimino e C.
P.za Roma, 23 ■ Tel. 0121/22.886
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10064 PINEROLO
tepza è sempre orìgine di un rapporto di conflitto, che ha bisogno di risolversi nella sopraffazione dell’altro: il fine così non
è la pace, bensì la vittoria.
Per questo, tra due contendenti, diceva Bobbio, i rapporti potranno rimanere pacifici non tanto per volontà di pace, quanto
per calcolo di utilità e per rispetto del principio « pacta sunt serbanda ». Ma in clima di sospetto
e di scarsa fiducia reciproca, fino
a quando le parti rispetteranno i
patti? e soprattutto fino a quando l’uno confiderà che l’altro li
rispetti?
L’unità dei pacifici
L’unica formula di salvezza
possilìile per sconfiggere la logica deH’equilibrio del terrore è,
secondo il prof. Bobbio: « disarmati di tutto il mondo, unitevi ».
Chi non ha altra arma che l’intelligenza, deve far riacquistare
fiducia nel dialogo, dialogo reale,
che presuppone la buona fede
dell’altro, che rinunzia all’aut-aut
ideologico, che annulla la volontà di potenza e che ha come cardine il principio della tolleranza.
La tolleranza delle idee altrui
è la condizione fondamentale per
pretendere il rispetto delle proprie, diceva Bobbio. Il carnmino
per affermare l’etica del dialogo
contro l’etica della potenza è
lungo, non vi è molto tempo, ma
ya comunque intrapreso.
Alcimi intervenuti nel dibattito hanno osservato che il discorso del prof. Bobbio era velato da
un certo pessimismo verso il futuro, cosa che lui stesso ha ammesso, viste le circostanze del
tempo in cui vìviamo; certo è
che, fin che vi sono uomini capaci di tenere sveglie le coscienze,
come Norberto Bobbio sa fare,
chi persegue la volontà di potenza non può dormire sonni tranquilli, e le speranze che l’etica
del dialogo e della fiducia prevalgano non possono morire.
L. 170.864: Evang. Kirchengemeinde.
L. 120.240: Riunione Valdese di Parigi.
L. 100.000: Unione Femminile, Villasecca.
L. 80.000: i cari di Tosi Amabile, in
mem. di Frairia Ines.
L. 50.000: in mem. di Paolo, Castorina Anna; in mem. di Bonin Carlo, la famiglia; Chiesa Evangelica dei Fratelli,
Collegno; Codino Costantino Ivonne;
Tron Adele ved. Ribet.
L. 30.000: Vittorio e Francesco Rivoiro.
L. 25.000: Murialdo Vincenzina; In
mem. dei loro cari, Bertalot Gina e Ida.
L. 20.000: in mem. cari. Don Margherita; Martinet Maria; in mem. marito,
Bounous Paimira ved. Revel; Marangoni
Caterina, Ivrea; in mem. del marito,
Cavallotto Valentina, S. Secondo.
L. 15.000: in mem. Alma Giraud,
Bertalot Gina e Ida, Pinerolo; Bertarione Bice, Biella; Anna e Daniele DI
Gennaro.
L. 13.000: Gottardi Sergio, Canada.
L. lOi.OOO: Maria Mirci Arenorini, Vado Ligure; Genre Emanuele e Margherita; in mem. cari, Tron Alma ved. Pascal, Pomaretto; in mem. del marito,
Malan Brizzi Giovanna, Ivrea.
L. 8.000; Cristoforo Entilio e sorella,
Ivrea.
L. 7.000: Canale Aldo di Ivrea.
L. 5.000: Roncaglione Preck Carolina,
Ivrea.
RINGRAZIAMENTO
« Venite a me voi tutti che
siete travagliati ed aggravati ed
io vi cUcrò riposo ».
(Matteo 11 ; 28)
I familiari del compianto
Attilio Long
riconoscenti per la grande dimostrazione di stima e di affetto tributata id
loro caro, ringraziano tutti coloro cbe
hanno preso parte al loro dolore e in
nibdo particolare il pastore Noffke, la
direzione e il personale della Gasa di
Riposo di S. Germano Chisone, ì medici e tutto il personale deR’Ospedale
Valdese dì Pomaretto, i suoi cc«crittì
ed i Carabinieri in congedo.
Paolo Gay Pramollo, 5 maggio 1983
La logica del terrore
Norberto Bobbio è poi passato
ad esaminare la logica che governa la dottrina delTequilibrio del
terrore, osservando come essa
sovverta ogni valore tradizionale
delle armi.
Secondo questa dottrina, le armi servono non per fare la guerra, ma per evitarla; armi strumenti di pace: a parte l’irrazionalità della cosa, è la sublimazione del motto « sì vis pacem,
para bellum » (se vuoi la pace,
prepara la guerra).
L’equilibrio del terrore è poi
un argomento molto ingannevole
a difesa della nace, diceva Bobbio, perché in nome di esso si assiste ad un continuo squilibrarsi
e riequilibrarsi a livelli superiori degli arsenali delle potenze
militari.
Questo è l’inevitabile risultato
del perseguimento della logica
della potenza, per cui ciascuno si
sente al sicuro solo quando sa di
essere superiore all’altro; questa
sicurezza peraltro non è mai assoluta, il che conduce a non fidarsi delle dichiarazioni dell’altro,
con un progressivo deteriorarsi
dei rapporti.
La logica della volontà di po
Pro Asilo dei vecchi di
San Germano
Pervenuti nel mese di marzo 1983
L. 300.000: Fondo Niggeler dalla Tavola Valdese di Roma.
L. 241.000: Chiesa Vaidese di Frali.
L. 150.000: in mem. Sig.na Ribet da
N, N.; Berger Margherita.
L. 100.000: in mem. di Anna Fornerone, daiia soreiia.
L. 80.000: dagli zìi e^ le zie di Fiorenzo Bruno.
L. 50.000: in mem. di Umberto Godine, ia soreiia Margherita; in mem, del
caro marito e papà, Adriana, Patrizia e
Daniio; in mem. del marito Luigi Serafino; Emiiio e Wiima Martinat, in mem.
del fratello Giovanni Martinat; in mem.
di Monnet Giovanni Pietro, i figli; in
mem, di Guido Boccassini, i cugini Bounous, Pons e Tron.
L. 30.000: in mem. di Piero Pons, I
cugini Richiardone; in mem, di Patrizia Gottardi di Aibissoia, dallo zio Sergio Gottardi, Canada.
L. 25.000; in mem. dei ioro cari, Emma e Edmond Beux, New York; C. B.
e E. P., in mem. degii amici Irma e
Temicou Bouchard; Alfonso Costabello,
Cuneo.
L. 20.000: in mem. di Livia Giacone,
Aiiiaudi Eiisa; irione Paoio.
L. 15.000: N. N.. in mem. marito.
L. 10.000: Armosini Maria, Vado Ligure; In mem, degli amici Irma e Temicou Bouchard, Fenouil Enrichetta, Torino; in mem. di Bieynat Fanny, Long
Ivette, San Germano; in mem, dello
zio Alessio Sappè, Claudia e Piero
Bertocchio, S. Germano; in mem. di
Aline Serre, famiglia Giraud Giovanni;
in mem. di Elvira Grill, llda Meynier
ved. Long, San Germano; N. N,, San
Germano.
Pervenuti nel mese di ttprile 1983
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(Distretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva; telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo: 22664.
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Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese).
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Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 15 MAGGIO 1983
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Croce Rossa Torre Pellice: telafano 91.996.
12
12 uomo e società
13 maggio 1983
IL FAnORE R
I PALESTINESI IN CISGIORDANIA E GAZA
Guerre di religione?
Costretti a costruire
In diversi paesi del mondo si assiste ad una strumentalizzazione del
fattore religioso in conflitti che hanno tutt’altra origine e altri motivi
la propria cacciata
Già da molti anni stiamo assistendo ad un sostanziale stravolgimento della situazione nell'Irlanda del Nord, secondo il quale
un conflitto ancora aperto, che
ha sostanzieili ragioni politiche e
sociali, viene contrabbandato come conflitto religioso tra protestanti e cattolici. E le due chiese
possono continuare a cercare, e
a stabilire, contatti tra di loro
per una reale pacificazione, ma
non riescono a sfatar^ la interpretazione, andatasi anzi rafforzando, di avere davanti a sé una
guerra di religione. Ci pensano
^ estremisti di una parte e dell’altra a cercare la copertura della fede professata per un conflitto che ha ben diverse ragioni.
Copertura religiosa
_Ed ecco che, da qualche tempo,
stiamo assistendo al tentativo di
an^oga copertura « religiosa »
dei conflitti che agitano le repubbliche del Centro America. Ha
cominciato in Guatemala il famigerato Gen. Rios Montt, di recente
conversione ad ima setta fondamentalista californiana, il quale
predica giornalmente al suo popolo la necessità della conversione dal cattolicesimo alla sua setta, in realtà solo perché in tutto
il Centro America la chiesa cattolica ha in mons. Romero, assassinato al suo altare, il martire
simbolico della ribellione alle
dittature. E neppure il discutibile tentativo di mediazione di papa Wojtyla è riuscito a cancellare questa realtà.
Una situazione simile si sta
sviluppando in Nicaragua. In
questo paese esiste da tempo
una forte chiesa protestante di
origine morava, che ha raccolto
adepti soprattutto nella zona
nordorientale del paese al confine con l’Honduras, tra le tribù
locali, tra cui preminenti i Miskitos. La zona sudoccidentale, invece, è quasi totalmente cattolica
e lì, per la maggiore maturità
sociale della popolazione, ha avuto principalmente origine la rivoluzione sandinista, che è riu
scita a cacciare il dittatore Somoza.
Ancor oggi tre ministri del governo sandinista sono sacerdoti
cattolici. Or avviene che, proprio neU'Honduras hanno preso
base, con determinanti aiuti degli Stati Uniti, le forze antisandiniste, che hanno scatenato ima
violenta offensiva contro il governo di Managua. Di qui la difficile situazione in cui si sono trovati i fedeli della chiesa morava,
concentrati principalmente verso
la frontiera con l’Honduras. Per
sottrarli alle conseguenze della
guerriglia il governo di Managua
diede corso, iniziando già lo scorso anno, ad un trasferimento fórrate di quelle popolazioni verso
rinterno del paese; e il fatto non
passò senza proteste per le condizioni nelle quali il trasferimento ebbe luogo. Noi stessi ce ne occupammo, qualche mese fa, dando eco ai reclami e alle proteste.
Da sottolineare che la popolazione delle zone sudoccidentali del
paese, cui principalmente si appoggia il governo -sandinista, non
solo è largamente cattolica, ma
gode di uno sviluppo economico,
sociale e culturale superiore a
quello delle ponolazioni di religione morava della zona nordorientale. Di qui una serie di tensioni nel paese e all'interno delle
comunità morave, alcuni esponenti delle quali rifiutarono il governo sandinista, non accettando
il trasferimento forzato .delle popolazioni, e il modo con cui venne effettuato. Più recentemente
un vescovo moravo, il rev. Wilson, ha invece pubblicato un suo
personale messaggio, nel quale
riafferma l’intenzione dei fedeli
delle comunità morave di partecipare al consolidamento del governo sandinista, sottolineando
la necessità di una più ampia collaborazione tra maggioranze cattoliche e minoranze protestanti
per uniformare la loro azione a
favore dei poveri, i più dei quali
sono tra i moravi Miskitos.
Pesante pressione
Anche il centro « Porfirio
Blandón», di radici cattoliche e
funzionante come operatore di
assistenza sanitaria tra i Miskitos, seguendoli nei trasferimenti
e nei nuovi insediamenti, è intervenuto per chiedere a mons.
Obando, presidente della Conferenza Episcopale cattolica del
Nicaragua, una migliore comprensione delle necessità dei Miskitos e del modo come il governo sandinista cerca di farvi
fronte.
Sono situazioni non del tutto
cWare, e se ne hanno informazioni molto limitate e spesso partigiano; _ma una cosa sembra tuttavia chiara: è in corso una pesante pressione dei somozisti, apertamente sostenuta dai nordamericani, sul governo sandinista.
Tutti i mezzi sono adoperati, anche quello di tentare una discriminante religiosa tra i moravi nicaraguensi (che non sono convertiti di recente come il dittatore
guatemalteco) e i cattolici locali,
divisi a loro volta tra amici e avversari del governo sandinista.
Ma è anche ben chiaro che, come neU’Irlanda del Nord, il conflitto non ha niente di religioso,
ina è solo uno dei troppi esempi
di lotte di liberazione politica e
sociale che affliggono questo povero mondo. Ed è triste vedervi
implicati personaggi, che non esitano a dichiarare che agiscono,
in tali lotte, come cristiani.
Niso De Michelis
Organizzato dal Centro d’Informazione per la difesa delle
popolazioni civili, dei prigionieri, deportati e scomparsi Paiestinesi e Libanesi, sì è svolto nei
giorni scorsi a Roma un incontro col pastore Cari J. Hellberg che, oltre ad essere membro della Commissione esteri
del partito socialista svedese, è
presidente del Comitato delle
Chiese evangeliche in appoggio
alla Chiesa luterana di Gerusalemme. Il pastore Hellberg che
anche nel passato ha ricoperto
importanti incarichi a Ginevra
per i rapporti con l’Airica, da
diversi anni segue la situazione
medio-orientale. Di ritorno da
uno dei suoi periodici viaggi in
Cisgiordania, si è soffermato a
descrivere la situazione delle popolazioni palestinesi nelle zone
occupate.
Sradicamento
Il problema di fondo, così com'è stato messo in luce con ricchezza d’esempi, sta nella volontà sempre meno velata del governo israeliano di sradicare le
popolazioni della Cisgiordania e
di Gaza, sfidando l’opinione pubblica mondiale e le decisioni delle Nazioni Unite, di cui Israele
è per altro membro. Questo processo di sradicamento sistematico e deliberato si compie cercando sempre nuovi pretesti per
un’azione violenta, ma in realtà
si basa su precisi atti continuati
nel tempo: l’espropriazione senza compenso delle terre palestinesi; gli insediamenti agevolati
di coloni israeliani in villaggi
/
Essere diaconi oggi
(segue da pag. 1)
« L'Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175.
Comitato di Redazione: Franco
Becchino, Mario F. Berutti, Franco
Carri, Dino Ciesch, Niso De Michelis, Giorgio GardioI, Marcella Gay,
Adriano bongo, Aurelio Penna, JeanJacques Peyronel, Roberto Peyrot,
Giuseppe Platone, Marco Rostan,
Mirella Scorsonelli, Liliana Viglielmo.
Editore: AlP, Associazione Informazione Protestante - Via Pio V, 15
- 10125 Torino.
Direttore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione: Via
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• L'Eco delle Valli-La Luce».
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Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
30.000 morti
per decreto
(segue da pag. 1)
gentina e cominciano le proteste
ufficiali e le iniziative verso i desaparecidos italiani, tedeschi,
francesi, svizzeri e spagnoli.
Si arriva così a questa dichiarazione che ha come scopo di
mettere fine alle pressioni dei
governi europei.
La dottrina della « sicurezza
nazionale » e dell’« annientamento del nemico interno » sono le
teorie politiche alle quali si sono sacrificati i desaparecidos.
Sono teorie largamente presenti in tutto il mondo e non solo
nel continente latino-americano.
Tra i desaparecidos ce ne sono
ancora alcuni vivi. Lo testimoniano molte dichiarazioni dì organismi umanitari. Occorre perciò che la mobilitazione internazionale impedisca che la dichiarazione del 28 aprile diventi una
sentenza di morte per alcuni desaparecidos, ancora vivi.
Di fronte a questa tragedia è
poi necessario che la mobilitazione internazionale di popoli permetta la convocazione di un nuovo tribunale come quello di Norimberga, nella quale venga fatta
giustizia e si pongano nuovamente limiti invalicabili alla brutalità e all’arbitrio commesso in
nome della «sicurezza dello stato ». Se ciò sarà possibile si farà
un passo in avanti verso la democrazia, e non solo in Argentina. Giorgio GardioI
nostro fratello. E’ nella fede in
questo nostro Dio crocifisso (e
risorto!) che la speranza e l’amore si fanno diaconato. Così il
credente si realizza in mezzo agli
altri come « colui che serve », come imitatore di Dio.
Noi ci poniamo, ed è naturale,
molti problemi: il rapporto delle iniziative "nostre” con quelle
della società; il significato delle
istituzioni sociali; ci chiediamo
se vi sia e semmai quale sarebbe
l'identità evangelica delle opere,
in cosa sarebbe- diverso da quello di altri l’impegno diaconale
del credente... Tutto questo,. lasciatemelo dire, ha la sua ìmportatiza, ma. è subalterno in rapporto all’impegno vocazionale di
fondo: essere « imitatori di Dio ».
Il rnondo ha bisogno di esistenze, di uomini e di donne, perdenti; consapevolmente perdenti.
Caino non sarà mai dalla parte
di Abele, e nemmeno Giuda da
quella del Crocifìsso. Dobbiamo
finalmente avere il coraggio di
voler capire, di valutare, quanto costa la via del diaconato; in
rinunzia a progetti di vita personale ben più valutati, in abbandono di cose che avrebbero dato
soddisfazioni più ambite, in una
sorta di oscurità nella via oscura delle sofferenze umane. Tutto
questo è tanto drammaticamente vero che è una necessità per
chi il diaconato non lo vive come l’opera buona del boy-scout:
avere dei tempi di tregua, di riposo e raccoglimento comunitario, per riprendere lena, per ritrovare se stesso nel Signore e
non essere sopraffatto, disorientato.
Ma, si può osservare, noi ci occupiamo del “volontariato”, e
non del "diaconato”. Ci siamo
occupati delle possibilità di un
"servizio volontario” negli spazi
offerti, con maggiore o minore
chiarezza, dalla nostra società;
siamo soprattutto dei giovani. E’
vero, come è vero che in una ottica evangelica non v’è diversità
tra “volontariato” e “diaconato”:
l’urio e l’altro significano “servizio”, ed il credente che offre il
suo tempo, le sue energie in un
servizio — per un giorno o un
anno, in un quadro consueto o
no — è consapevole di essere
“diacono”. E’ “rinnovato nello
spirito della sua mente”, è “imitatore di Dio", che non è ozioso.
Ho usato di preferenza ii termine “diacono” per sottolineare,
anche nel linguaggio, la matrice
di fede che porta a scegliere
qualsiasi servizio autentico che
il credente voglia compiere. Ed
è evidente che i giovani, oggi,
hanno le maggiori difficoltà: il
verbalismo imperante rischia di
far confondere il chiacchierare
col fare; la pressione economica
sembra ridurre le possibilità di
chi vorrebbe dare un tempo della propria vita; un senso critico
acuto incentiva e scusa le rèmore.
Ma proprio quella dei giovani
è la stagione degli ideali uniti al
pieno delle energie per saggiarli,
prova ne sia il grande numero di
giovani che ovunque dedicano la
vita a ideali “perdenti" agli occhi dei benpensanti, ma con una
carica grandiosa di avvenire, perché motivati da una fede, vissuti con amore, portatori di speranza.
La Parola che abbiamo letta
racchiude tutto il senso della nostra vita: Voi avete imparato Cristo... voi _ siete imitatori di Dio.
In semplicità e umiltà, come chi
è consapevole di vivere in Cristo
solo perché ogni giorno Egli fa
grazia ancora, noi non possiamo
che esserGli riconoscenti perché
nel servizio ci vuole suoi collaboratori, strumenti della sua
gloria.
Luigi Santini
costruiti in posizione chiave soprattutto per ciò che concerne
i pozzi d’acqua (da questo punto di vista le colture dei Palestinesi, che non hanno accesso a
tali pozzi, sono praticamente distrutte); i’isolamento, la ghettizzazione e la frammentazione dei
nuclei abitativi e familiari palestinesi, anche mediante la costruzione di strade strategiche ;
il mutamento di condizione sociale dei Palestinesi stessi: da
contadini fortemente radicati
alla terra anche per motivi di
cultura e di tradizioni anees evali, e forse poco comprensibili ad
una società di tipo occidentale,
costretti a diventare salariati in
una condizione di massa di lavoro a basso costo (son proprio
loro che per sopravvivere devono costruire le strade strategiche e le infrastrutture che contribuiscono all’espulsione dalla
loro terra!). A ciò si uniscono
i tentativi di scoraggiare l’istruzione, sia quella superiore universitaria, sia quella inferiore:
i recenti avvelenamenti verificatisi tendono a creare la psicosi
dell’insicurezza, anche dentro le
scuole. E gli avvelenamenti (perché di ciò si è trattato con accertamenti sul 20% dei casi) sono stati provocati con gas nervino: vi è il timore che esso
possa avere effetti genetici.
Il pastore Hellberg ha fatto
rilevare come vi siano forti rassomiglianze tra la situazione di
Israele e quella del Sud Africa,
e non solo per il linguaggio che
viene usato (indigeni, riserve di
indigeni con autogoverno, e così
via) e per l’atteggiamento paternalistico della razza superiore,
dei padroni, ma anche perché il
background divino è il medesimo : « Noi siamo il popolo eletto », « La terra ci è stata data da
Dio », « Conta solo il diritto divino e non quello umano ». In
più vi è il complesso della minoranza perseguitata che si sente autorizzata a colpire pesantemente, preventivamente, senza
esclusione di colpi: in Israele
v’è in più la manipolazione della cattiva coscienza mondiale
nei confronti degli Ebrei.
Che fare?
Cosa possono fare i Cristiani
per coscientizzare il mondo su
questi problemi? Questa domanda, posta all’inizio dell’incontro
dal pastore Hellberg, è un interrogativo di particolare attualità nel convulso e sanguinoso
evolversi della situazione medioorientale, dove più che altrove
si tocca con mano che sopraffazione chiama violenza, e sangue
genera altro sangue.
Uno dei punti di maggior importanza è che la gente sappia,
è dare al mondo il massimo possibile di informazione su ciò che
sta accadendo, con la speranza
che dalla coscienza mondiale
venga uno sblocco all’attuale situazione, che lo sdegno internazionale non sia attimo di sconforto e di sgomento, ma concretezza e continuità nelle azioni di
intervento a vari livelli.
Informare, continuare a parlare: ed è proprio questo che'
Israele teme di più. La tendenza è di chiudere i Palestinesi fuori dalla visuale del mondo, anche fisicamente: si costruiscono
città satelliti e grattacieli intorno a Gerusalemme, tutte le strade son fatte in modo che non si
veda neppur un villaggio, nessuna donna vestita alla palestinese.
Vi è la necessità quindi di far
conoscere: e ai turisti che visitano pietre morte e luoghi biblici colmi di commoventi e pii riferimenti. ricordare che vi è una
realtà dell’oggi, che è quella del
Palestinesi che cercano di sopravvivere.
Giovanni Carrari'